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<strong>“UN</strong> <strong>TESORO</strong> <strong>NASCOSTO”</strong><br />
Corso d’idoneità IRC educatrici Nidi<br />
Integrati <strong>FISM</strong> Anno educativo 2011-2012<br />
Bertagna Martina<br />
Bertagna Martina<br />
Burati Anna<br />
Burati Anna<br />
Farano Valentina<br />
Farano Valentina<br />
Gueresi Susanna<br />
Gueresi Susanna<br />
Lastoria Lorena<br />
Lastoria Lorena<br />
Merci Stefania<br />
Merci Stefania<br />
Pasquali Tania<br />
Pasquali Tania<br />
Righetti Alice<br />
Righetti Alice<br />
Zanetti Giulia<br />
Zanetti Giulia
...Una piccola premessa...<br />
“la struttura pasquale della vita umana”<br />
"C’è un tempo per ogni cosa"<br />
Per ogni cosa c’è il suo momento,<br />
il suo tempo per ogni faccenda sotto il sole.<br />
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,<br />
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.<br />
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,<br />
un tempo per demolire e un tempo per costruire.<br />
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,<br />
un tempo per gemere e un tempo per ballare.<br />
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,<br />
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.<br />
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,<br />
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.<br />
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,<br />
un tempo per tacere e un tempo per parlare.<br />
Un tempo per amare e un tempo per odiare,<br />
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.<br />
L'uomo è fatto di opposti, un amalgama di irrazionalità e ragionevolezza, ha<br />
un lato di luce e uno d'ombra. Il fascino dell'animo umano è nella sintesi<br />
degli opposti, nella lotta incessante tra essere e dover essere, reale e ideale,<br />
rassegnazione e desiderio. Sentimenti di altruismo e di benevolenza verso il<br />
prossimo e il mondo si alternano ad altri opposti, come l'egoismo, l'invidia,
la superbia. Le lacrime e il riso, il lamento e la danza, definiscono i giorni<br />
dell’uomo, che in tal modo manifesta esteriormente la sua vita interiore,<br />
caratterizzata dalla gioia e dalla sofferenza.<br />
Nel contesto storico attuale, segnato da complessità, pluralismo di modelli e<br />
di valori e da continue e rapide trasformazioni, si fa sempre più forte ed<br />
urgente l'esigenza di un impegno educativo a favore delle giovani<br />
generazioni.<br />
Sembra una tendenza generale quella di evitare il più possibile ogni fatica,<br />
cancellare la parola sacrificio. Si cerca sempre più la via più semplice, la più<br />
comoda e gratificante: tanti "cattivi maestri" ci invitano a faticare di meno;<br />
lo spirito giusto, invece, è quello che accetta le difficoltà senza sfuggire<br />
davanti ad esse. La fatica accettata quotidianamente è l'essenza stessa della<br />
vita. Evitandola non si fa altro che costruire sulla sabbia, lasciando tutto in<br />
balia dei venti che inevitabilmente soffieranno portando depressione e<br />
sensazione di mancanza di senso. La nostra vita conosce anche la prova e gli<br />
insuccessi, legati alla condizione di povertà e alla precarietà dell'esistenza.<br />
Come il nocciolo del frutto deve rompersi per esporsi al sole,<br />
così dobbiamo conoscere il dolore.<br />
La vita non è senza sofferenze, il dolore fa parte dell'esistenza umana.<br />
L'uomo trova insidie, ha le sue lotte. Sono mali fondamentali dello spirito.<br />
Dio ci ha fatto cosi: fragili. Ma ci ha anche dato i mezzi per combattere.<br />
A volte, lo sforzo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita.<br />
Se Dio ci permettesse di vivere la nostra esistenza senza incontrare nessun<br />
ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere così forti come siamo.<br />
Non potremmo mai volare!<br />
Chiesi la forza... e Dio mi ha dato le difficoltà per farmi forte.<br />
Chiesi la sapienza... e Dio mi ha dato problemi da risolvere.<br />
Chiesi la prosperità... e Dio mi ha dato cervello e muscoli per lavorare.<br />
Chiesi di poter volare... e Dio mi ha dato ostacoli da superare.<br />
Chiesi l’amore... e Dio mi ha dato persone con problemi da poter aiutare.<br />
Chiesi favori... e Dio mi ha dato opportunità.<br />
Non ho ricevuto niente di quello che chiesi...<br />
Però ho ricevuto tutto quello di cui avevo bisogno.
...Motivazione: “uno sguardo sul bambino”...<br />
Attente alle esigenze dei nostri tempi, in perfetta consonanza e armonia con<br />
la dottrina e con le indicazioni della moderna psico-pedagogia, è stato<br />
elaborato un progetto che ha come tema centrale la relazione.<br />
Dopo un'attenta riflessione e discussione in gruppo, si ritiene sia possibile<br />
avviare anche i bambini grandi dell'asilo nido ad una prima scoperta di<br />
alcuni valori religiosi che sono e saranno alla base della loro crescita. La<br />
proposta è stata formulata sulla convinzione che una dimensione religiosa<br />
sia necessaria fin da piccoli. Le parole della fede e un primo avvio alla<br />
spiritualità, sono componenti fondamentali per l'infanzia perché aiutano a<br />
dirigere verso l'ottimismo, tanto necessario per affrontare oggi le dure prove<br />
della vita: la dimensione religiosa deve essere curata almeno quanto<br />
vengono coltivate l'intelligenza, l'affettività, la socialità. Essa è da<br />
considerarsi, anche al nido, elemento importante, insostituibile, per uno<br />
sviluppo armonico e integrale del bambino.<br />
Come scuola di ispirazione cristiana, promuoviamo l'espressione dei valori<br />
evangelici e la trasmissione del modello di vita incarnato da Gesù, alla quale<br />
si ispira tutta la nostra attività educativa e didattica.
Emozioni,<br />
espressione<br />
del sé<br />
(identità)<br />
Piccoli gesti<br />
nell'azione<br />
(sentirsi amato)<br />
Centralità<br />
del bambino<br />
Emozioni,espressione del sé<br />
Passaggio dal “io” al “noi”<br />
Educare ai valori<br />
(affidamento a Gesù,<br />
”perla preziosa”)<br />
Gestione delle<br />
relazioni<br />
pari/adulto<br />
(appartenenza<br />
alla “famiglia<br />
umana”)
Emozioni, espressione<br />
del sé<br />
(identità)<br />
E' necessario favorire un costante allenamento alla migliore decodifica e alla<br />
più opportuna modulazione delle proprie sensazioni, stati d'animo, affetti ed<br />
emozioni. Le sensazioni belle o brutte che siano, vanno riconosciute, mai<br />
nascoste o represse. Ogni emozione ha un volto, una faccia, un'espressione<br />
ben precisa e utilizzando la mimica facciale impariamo a conoscere, a<br />
comprendere e padroneggiare l'alfabeto dei sentimenti.
Piccoli gesti nell'azione<br />
(sentirsi amato)<br />
L'amore è la base per riempire il serbatoio emozionale del bambino.<br />
Il carattere di prevedibilità proprie delle routine che scandiscono il tempo al<br />
nido, consente ai bimbi di fronteggiare i sentimenti di confusione,<br />
preoccupazioni, paure e conflitti che spesso li riguardano.<br />
Il nostro impegno quotidiano è rivolto alla crescita dei bambini<br />
"dall'interno”, per invogliarli con gioia e soddisfazione verso il bene.<br />
Fondando ogni relazione sull'amorevolezza, intesa come accoglienza<br />
incondizionata che traduce con segni l'amore educativo, il fine ultimo è di<br />
"far capire al singolo di essere amato".<br />
C'era una volta una virgola seccata dalla poca considerazione in cui tutti la<br />
tenevano. Perfino i bambini delle elementari si facevano beffe di lei.<br />
Che cos'è una virgola dopo tutto?Nei giornali nessuno la usa più.<br />
La buttano, a casaccio. Un giorno la virgola si ribellò. Il presidente scrisse<br />
un breve appunto dopo il lungo colloquio con il presidente avversario:<br />
"Pace, impossibile lanciare i missili" e lo passò frettolosamente al generale.<br />
In quel momento la piccola trascurata virgola mise in atto il suo piano e si<br />
spostò. Si spostò solo di una parola, appena un saltino. Quello che lesse il<br />
generale fu: "Pace impossibile, lanciare i missili" e scoppiò la guerra<br />
mondiale.
Fai attenzione alle piccole cose:<br />
sono il seme di quelle grandi.<br />
Il testo preso in considerazione si riferisce al lavoro di cura che gli educatori<br />
svolgono all'interno della struttura per l'infanzia percorrendo una<br />
quotidianità fatta di piccoli gesti da cui scaturiscono grandi emozioni:<br />
piccole attenzioni e gesti di cura che gettano le basi per un futuro benessere<br />
interiore del bambino. Il bambino che vive in un'atmosfera serena, si sa, si<br />
apre ai valori della vita con più facilità.<br />
Gestione delle relazioni pari/adulto<br />
(appartenenza alla “famiglia umana”)<br />
Dio ci ha creato per essere beati, contenti, gioiosi ma non si può esserlo da<br />
soli. La relazione è la condizione necessaria per la felicità. L'amore in tutte<br />
le sue forme: amicizia, affetto, comunione, rendono la persona felice. Siamo<br />
esseri di relazione!<br />
Il cammino verso la pienezza della nostra umanità, che noi chiamiamo<br />
educazione, non si percorre in solitudine.<br />
Nello specifico viene promossa l'identità del bambino sviluppandone il<br />
sentimento di appartenenza alla famiglia, ma anche l'appartenenza al più<br />
ampio contesto di gruppo e dell'intera “famiglia umana”. E' perciò<br />
necessario “provvedere ad un sistema di rapporti interattivi” con gli altri<br />
bambini che consenta di fruire delle risorse umane ma anche culturali<br />
presenti.
In questo modo la scuola, come prima esperienza di vita sociale, dopo il<br />
contesto famigliare, diventa luogo idoneo di crescita, di incontro con il<br />
diverso; ambiente sereno dove il bambino, imparando a conoscere sé stesso<br />
e il mondo che lo circonda, si apre ai grandi valori della vita in una comunità<br />
fondata sui valori dell'uguaglianza, solidarietà, fraternità. Il nido diviene<br />
luogo in cui ogni momento quotidiano è impregnato di relazioni, grazie alle<br />
quali impara, cominciando a fare delle prime prove, a gestire emozioni<br />
nuove nell'affrontare i rapporti con i pari e gli adulti. E' un luogo dove può<br />
“studiare come si fa a diventare grande”, un percorso certamente non privo<br />
di ostacoli: non mancano, infatti, le occasioni in cui si trova spaesato e<br />
incontra difficoltà nella relazione stessa.<br />
Per questo è importante sostenerlo nei momenti di crisi, accompagnandolo<br />
nella piacevole scoperta di stare insieme e condividere con gioia la vita con i<br />
compagni e le persone adulte che “abitano il nido”.<br />
Da non dimenticare che le componenti sociali della convivenza e la<br />
solidarietà delle vicende umane si devono sempre affermare nel rispetto<br />
della persona, la cui singolarità deve sempre essere riconosciuta e<br />
valorizzata.<br />
Educare ai valori<br />
(affidamento a Gesù, “perla preziosa”)
Imparando a gestire i rapporti e a relazionarsi con sicurezza, il bambino<br />
riuscirà anche a sviluppare altre competenze. Ciò può avvenire solo<br />
valorizzando le sue esperienze personali e ambientali, riconducendole ad un<br />
significato religioso più profondo, legato alla figura di Gesù.<br />
Abbiamo scelto come testo religioso, cui far riferimento nel nostro progetto,<br />
la parabola "il tesoro e la perla", mettendo in luce la figura di Gesù,<br />
pienezza del Regno, tesoro nascosto, perla da ricercare, che ci ha reso fratelli<br />
e ci ha immesso nella relazione.<br />
Gesù è infatti via, verità e relazione con il Padre e quindi con i fratelli.<br />
L'incontro con Gesù, e cioè con il Regno di Dio fra noi -ecco la perla!- è<br />
quindi quell'occasione univoca che bisogna prendere al volo, impegnando<br />
fino in fondo tutte le proprie energie e ciò che si possiede.<br />
"Il Regno dei Cieli è simile a un mercante che va in cerca di<br />
perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti<br />
i suoi averi e la compra"<br />
(Mt 13,45-46)<br />
“La vita umana è un meraviglioso girotondo di esperienze che solo<br />
la presenza di Dio può rendere un vero girotondo d'amore”.
...Obiettivi di apprendimento...<br />
Valori e Obiettivi si ricavano dalla nostra tradizione umanistica e cristiana e<br />
dalle Indicazioni Nazionali per i Piani personalizzati delle Attività<br />
Educative.<br />
Il nostro lavoro, che si basa principalmente sul curricolo implicito (gesti di<br />
cura), ha come aspetto fondamentale quello della centralità del soggetto,<br />
centralità fatta di bisogni e amore personalizzato, accoglienza, percezione<br />
del valore della persona secondo la prospettiva olistica (corporeità,<br />
emozionalità, spiritualità, razionalità).<br />
Il nostro atteggiamento abituale è improntato al rispetto, al pudore, alla<br />
delicatezza, all'accoglienza, alla disponibilità.<br />
Ci proponiamo come Obiettivo formativo generale per il bambino, quello<br />
di avviarlo verso la conoscenza di Gesù, che lo arricchisce perché con il<br />
messaggio del suo amore lo orienta a maturare il senso dell'apertura all'altro,<br />
accolto come fratello.<br />
Questi sono invece gli Obiettivi di apprendimento finalizzati ai<br />
traguardi per lo sviluppo delle competenze del bambino cui faremo<br />
riferimento (tratti dalle “Indicazioni per il curricolo”):<br />
Il sé e l'altro<br />
Scopre nei racconti del vangelo la persona e l'insegnamento di Gesù, da cui<br />
apprende che Dio é Padre di ogni persona e che la Chiesa è la comunità di<br />
uomini e donne unita nel suo nome, per iniziare a maturare un positivo senso<br />
di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a<br />
differenti tradizioni culturali e religiose.<br />
Il corpo in movimento<br />
Riconosce nei segni del corpo l'esperienza religiosa propria e altrui per<br />
cominciare a manifestare anche in questo modo la propria interiorità,<br />
immaginazione e le emozioni.<br />
Linguaggi, creatività, espressione
Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici delle<br />
tradizioni e della vita dei cristiani (segni, feste, preghiere, canti, gestualità,<br />
spazi, arte), per poter esprimere con creatività il proprio vissuto religioso.<br />
La conoscenza del mondo<br />
Osserva con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai<br />
cristiani e da tanti uomini religiosi come dono di Dio Creatore, per<br />
sviluppare sentimenti di responsabilità nei confronti della realtà abitandola<br />
con fiducia e speranza.<br />
L’impegno delle educatrici per quanto riguarda gli Obiettivi di<br />
apprendimento del bambino, prende in considerazione quattro nuclei<br />
essenziali:<br />
il bambino ricerca il tesoro nascosto e scopre Gesù<br />
il bambino scopre l'importanza di Gesù e della relazione con Lui<br />
il bambino scopre l'importanza della relazione con gli altri<br />
il bambino scopre la ricchezza e la gioia dello stare con gli altri<br />
Per quanto riguarda le competenze nello specifico il bambino:<br />
Il sé e l'altro<br />
o rafforza l' autonomia, la stima di sé, l' identità<br />
o esprime la propria emotività e affettività<br />
o rispetta, aiuta e valorizza gli altri sperimentando il senso di<br />
appartenenza al gruppo (qualificate relazioni positive con gli adulti e<br />
il gruppo dei pari)<br />
o lavorando in gruppo, discutendo per darsi regole di azione e<br />
progettando insieme, impara sia a valorizzare le collaborazioni e<br />
condivisioni sia ad affrontare eventuali ostacoli attraverso piccoli gesti<br />
quotidiani<br />
o scopre la gioia dello stare in relazione con i pari, la famiglia, la<br />
comunità di appartenenza, con l'intera “famiglia umana”<br />
o coglie e rispetta la diversità, intesa come ricchezza, accettando le<br />
differenze culturali, fisiche o di altro genere che siano.<br />
Il corpo in movimento
Si relaziona attraverso piccoli gesti quotidiani con i pari (fare il trenino, darsi<br />
la mano, fare il girotondo, accorgersi di chi manca, andare a consolare chi<br />
piange, portare il ciuccio a un bambino) e con le figure religiose (fare il<br />
segno della croce, mandare un bacio a Gesù o all’angelo custode).<br />
Linguaggi, creatività, espressione<br />
o riconosce alcuni linguaggi cristiani (canti, preghiere)<br />
o sperimenta i valori dell’amicizia e della solidarietà attraverso il gioco<br />
...Sviluppo delle proposte operative...<br />
Persone coinvolte<br />
Protagonisti del progetto sono le educatrici e tutti i bambini. Abbiamo preso<br />
in considerazione i bambini della sezione grandi, ovvero dai 24 ai 36 mesi.<br />
Tempi<br />
Il progetto sarà sviluppato a partire dal mese di gennaio 2012, per una volta<br />
alla settimana, con la durata di circa tre mesi (conclusione marzo 2012).<br />
Organizzazione dell'ambiente e degli spazi<br />
Ambienti e spazi sono predisposti e studiati per sostenere l'intreccio di<br />
relazioni e incontri tra adulti e bambini, tra bambini e bambini, tra adulti e<br />
adulti. L'ambiente è concepito e vissuto come interlocutore educativo che<br />
con le sue opportunità, con i suoi spazi strutturati sollecita i bambini a<br />
esperienze di conoscenza, di gioco, di scoperta e di ricerca. Gli spazi sono<br />
definiti e organizzati per permettere ai piccoli di muoversi in modo<br />
autonomo e di sperimentare attivamente le proprie competenze. Devono,<br />
inoltre, garantire la possibilità di svolgimento delle attività in diversi contesti<br />
interattivi: interazione tra coetanei in coppie, in piccoli gruppi e in grandi<br />
gruppi.<br />
Verranno predisposti spazi per la realizzazione di laboratori, intesi come<br />
possibilità quotidiane, di avere incontri con più materiali, più linguaggi, più<br />
punti di vista, valorizzando l'espressività e la creatività di ciascun bambino.<br />
Verranno messi a disposizione la sezione di riferimento, il salone, gli spazi<br />
esterni della scuola.<br />
Materiali
Il bambino ha la possibilità di disegnare, dipingere, modellare, dare forma<br />
all'esperienza individualmente e in gruppo, con una varietà creativa di<br />
strumenti e materiali, lasciando “traccia di sé”.<br />
I materiali usati saranno: cartoncini colorati, colori, fotografie, das, materiale<br />
di recupero (conchiglia, pallina di plastica), letture varie (preghiere, testo<br />
della parabola) e canzoncine.<br />
Proposte di attività<br />
o lettura della parabola, con supporto di una conchiglia<br />
o ascolto della canzone “Il tesoro e la perla” da “Racconti del<br />
Vangelo”<br />
o cerchiamo la perla: il gioco durante il quale i bambini dovranno<br />
trovare una sfera di plastica, contenente l’immagine di Gesù che<br />
abbraccia i bimbi, in una bacinella di acqua e schiuma<br />
o il bambino costruisce con il das la propria perla da inserire in una<br />
scatolina<br />
o creiamo una collana con perle di diversa dimensione e una più grande<br />
al centro che simboleggia Gesù<br />
o coloriamo con i colori a dita le sequenze della parabola che poi<br />
attaccheremo insieme in sezione<br />
o creazione di un cartellone con l'immagine di Gesù al centro di un<br />
cerchio di stampi dei piedi di ogni bambino, che simboleggiano il<br />
cammino fatto insieme a Lui<br />
o osservazione dell’immagine di Gesù con i bambini e ripetizione dei<br />
gesti di affetto e cura raffigurati (abbraccio, carezza, ecc.)<br />
o ascolto della canzone “Girotondo dell’Amore” e gioco del Girotondo<br />
o creazione di un libretto con le foto di momenti di gesti di cura tra i<br />
bambini (porgere il ciuccio al compagno, aiutarlo a mangiare<br />
imboccandolo, aiutarlo a mettersi il bavaglio, ecc.)<br />
o lettura della preghiera “La felicità è giocare tutti insieme, è volersi<br />
bene, è correre nei prati, è sentirsi amati. Grazie Gesù”<br />
o ci diamo la mano in segno di comunione e amicizia in determinati<br />
momenti di routine durante la giornata al nido<br />
o leggiamo libretti e impariamo alcune preghiere
...Strumenti di verifica delle competenze...<br />
Osservazioni dirette<br />
La verifica e la successiva valutazione dei risultati e della qualità del<br />
progetto, verranno effettuate utilizzando diverse metodologie e strumenti.<br />
In primo luogo, si fonderanno sull'osservazione del comportamento dei<br />
bambini durante le attività educative e di routine.<br />
Una delle caratteristiche centrali della metodologia osservativa utilizzata è<br />
l’essere fondata su un processo induttivo di indagine: l'educatore formula<br />
ipotesi interpretative a partire da ciò che i bimbi fanno nella loro vita<br />
quotidiana, quindi dalle loro azioni, dai loro discorsi, ma anche dalle loro<br />
emozioni che manifestano fra di loro e con gli adulti.<br />
Partendo dal presupposto dell'importanza del tempo riflessivo,<br />
interroghiamoci sulla qualità: "quando rispondiamo ai bisogni più concreti e<br />
particolari dei bambini, stiamo in realtà rispondendo al bisogno costitutivo<br />
dell'essere umano, che è quello di trovare una propria forma, di tessere uno<br />
sguardo autonomo su sé e sul mondo”. L'osservazione e l'ascolto empatico<br />
possono aiutarci. Raramente le emozioni dei piccini vengono verbalizzate,<br />
molto spesso sono espresse attraverso altri segni. La chiave per comprendere<br />
i loro sentimenti sta nella capacità di leggere i messaggi che viaggiano su<br />
canali di comunicazione non verbali: il tono di voce, i gesti, l'espressione, la<br />
modalità con cui si avvicina alle diverse relazioni con i pari e l'adulto e<br />
ancora l'approccio alle diverse routine.<br />
Osservazioni indirette<br />
“La funzione catartica del disegno”<br />
E' un grande mondo quello degli scarabocchi. Sono ricchi di elementi<br />
espressivi, di sensibilità, di eccitazione e di inibizione, aprono spazi di<br />
intimità. Sono un sistema di comunicazione interno alla stessa persona e<br />
possono guidarci ad approfondire la conoscenza diretta dei bambini. Lo<br />
scarabocchio è in grado di fornirci indicazioni sul loro mondo interiore,<br />
indicazioni da guardare con attenzione.<br />
“La funzione catartica del gioco”
E' importante favorire l'espressione del sé attraverso il gioco a cavallo tra il<br />
mondo interno e il mondo esterno, in un luogo atemporale dove tutto è<br />
possibile.<br />
...Documentazione, allegati...<br />
o parabola raffigurata e conchiglia<br />
o testo e audio della canzone “Il tesoro e la perla”<br />
o testo e audio della canzone “Girotondo dell’amore”<br />
o poesia da “Le mie preghiere”, Elledici<br />
o libretti “Primi passi”, Paoline<br />
...Elaborati “sulle tracce dei bambini”...<br />
o perla creata con il das<br />
o collana di perle<br />
o cartellone di Gesù<br />
o libretto foto bambini<br />
...Metodologia: approccio esperienziale e<br />
linguaggi...<br />
Questi sono i passaggi essenziali grazie ai quali il bambino fa proprio il<br />
progetto:<br />
1) esperienza diretta<br />
2) problematizzazione l'esperienza<br />
3) intuizione del senso dell'esperienza<br />
4) intuizione del significato religioso dell’esperienza<br />
I linguaggi che consentono al bambino di far propria l'esperienza riguardano<br />
la sfera:<br />
- valoriale<br />
- emozionale-emotivo<br />
- metaforico-simbolico<br />
- ludico
- corporeo<br />
- musicale<br />
- rappresentativo<br />
- verbale<br />
- drammatizzazione<br />
- iconico<br />
- sensoriale<br />
...Scelta di metodo<br />
“continuità nelle scelte educative”...<br />
Gli attori principali nel contesto nido, sono tre: l'educatore, il bambino, il<br />
genitore. Questi attori sono costantemente presenti e interagiscono tra di<br />
loro ciascuno portandosi dietro il proprio mondo emotivo, affettivo, la<br />
propria esperienza, i propri valori, ciascuno portandosi dietro quello che è.<br />
In generale, il bambino nel suo processo di crescita ha bisogno di linearità;<br />
il bambino sta definendosi, sta cercando di capire chi è e come è fatto. Se noi<br />
gli presentiamo un'immagine di sé diversa a casa e a scuola, se gli<br />
spezzettiamo questa immagine, evidentemente gli rendiamo la vita<br />
oltremodo difficile, proprio perché ha bisogno di linearità. Una linearità che<br />
deve essere garantita dagli adulti che hanno a che fare con il bambino.<br />
La continuità deve tener conto dell'unitarietà delle esperienze che il bambino<br />
fa, dentro e fuori della scuola, degli stili educativi, della coerenza degli<br />
interventi e si assicura con opportuni raccordi con gli ambienti e gli attori<br />
dell'esperienza precedente, presente e futura che costituisce la “storia<br />
personale di ogni bambino”.<br />
...Uno sguardo sul "diverso": integrazioni per<br />
bambini diversamente abili...<br />
E' l'articolo 12 della legge 104/92, che sancisce il Diritto all'educazione e<br />
all'istruzione per tutti i disabili a prescindere dalle difficoltà di qualunque<br />
tipo, garantendone il pieno inserimento all'asilo nido, nel pieno rispetto delle<br />
variabili connesse con l'individualità di ciascun caso.<br />
Un'educazione inclusiva permette alla scuola regolare di riempirsi di qualità:<br />
ciascuno è benvenuto, può imparare con i propri tempi e soprattutto può
partecipare e tutti riescono a comprendere che le diversità sono un<br />
arricchimento.<br />
Lo scopo è quello di combattere la discriminazione nei confronti dei bambini<br />
disabili e aiutare i loro genitori a superare i rischi di emarginazione a cui<br />
vanno incontro. Un'occasione, insomma, per abbattere non solo le barriere<br />
architettoniche, ma anche e soprattutto culturali, che nei bambini disabili<br />
possono nascere dal non sentirsi accettati, dal sentirsi diversi, emarginati.<br />
Il bambino con difficoltà va considerato sempre un soggetto da<br />
“coinvolgere”, nel senso che occorre sostenerlo, aiutarlo, stargli dietro,<br />
sollecitarlo in ogni modo, perché egli possa capire, decodificare, interagire,<br />
saper vivere una relazionalità di riscontro. Questa relazionalità può essere<br />
individuata nel dimostrare attenzione al bambino con handicap, nel<br />
rivolgersi a lui sempre in termini di rispetto e di interesse, nel riconoscergli<br />
un’esistenza diversa. Bisogna acquisire un atteggiamento che esclude la<br />
valutazione. Da qui l’esigenza di un rapporto in grado appunto di stabilire<br />
una relazione che, si preoccupa di creare situazioni di sicurezza,<br />
incoraggiandolo nelle sue manifestazioni espressive e comunicative, e<br />
rafforzandolo nel suo pur faticoso processo di apprendimento.<br />
La “didattica speciale” si fonda sul fatto che la diversità del soggetto con<br />
handicap non è solo “scarto dalla norma”, né si configura come una<br />
negatività, ma costituisce addirittura un potenziale positivo da valorizzare:<br />
un soggetto identificato nella sua specificità di essere se stesso e non altri.<br />
Il principio da mettere a fondamento di tutta la didattica dell’Irc è il valore<br />
della persona perseguendo i seguenti obiettivi:<br />
- promozione delle autonomie di base<br />
- sviluppo della socializzazione<br />
- integrazione con i coetanei, la scuola, il territorio.<br />
..Chi siamo: cultura del gruppo...<br />
Le nostre esperienze professionali e personali sono state la fonte primaria<br />
del nostro lavoro di progettazione. Ognuna di noi ha donato al gruppo la<br />
propria visione sul lavoro di educatrice e sulla difficile missione che richiede<br />
un costante impegno nella quotidianità con i bambini.<br />
Fondamentali sono stati i due anni di frequenza del corso Irc nei quali<br />
ognuna di noi ha potuto riflettere su alcuni temi religiosi che fanno parte<br />
della nostra vita e che abbiamo il dovere di mediare alle nuove generazioni.<br />
Inoltre la giornata pedagogica sulla struttura pasquale della vita umana
ha dato un forte input sulla tematica della gioia, che è diventata filo<br />
conduttore delle esperienze che abbiamo deciso di proporre ai bambini.<br />
Altre fonti di supporto:<br />
o Vangelo “il tesoro, la perla, la rete “ (Mt 13,45-46)<br />
o periodici “educatori di vita” appunti di pedagogia salesiana per le<br />
famiglie<br />
o fascicolo sulla “dottrina e valori per l'educazione dell'infanzia”<br />
o sito internet “www.qumran2.net”<br />
...Qualche considerazione: autovalutazione di<br />
gruppo...<br />
Il nostro progetto è ricchezza, risorsa perché nato dal confronto di diverse<br />
esperienze personali e professionali. Ognuna di noi ha donato qualcosa di sé,<br />
mettendosi in gioco per cercare di offrire ai bambini un percorso di crescita<br />
religiosa.<br />
In un primo momento abbiamo incontrato difficoltà nel trovare le modalità<br />
adeguate all'età dei bambini nel proporre l'argomento avviandoli ad una<br />
prima dimensione spirituale. Discutendo in gruppo ci siamo rese conto che<br />
anche ai bambini così piccoli è possibile lasciare un messaggio dell'amore<br />
proposto da Gesù. Le difficoltà emerse dal confronto ci hanno dato nuovi<br />
spunti per poter crescere professionalmente ma anche e soprattutto<br />
umanamente.<br />
Abbiamo realizzato questo lavoro sottolineando la complessità delle<br />
dinamiche relazionali all'interno del nido.<br />
Abbiamo cercato di guardare, osservare interpretando, andando cioè al di là<br />
di quello che ci appare davanti agli occhi, mettendoci in gioco a 360° con i<br />
nostri bambini.<br />
Winnicott usa una bellissima espressione:<br />
”Quando si coltivavano i campi naturalmente, a ciclo per un anno un campo<br />
non veniva coltivato; il campo così si preparava, stava li per ricevere, per<br />
essere poi in grado di ricevere, per prendere respiro”.<br />
Anche noi dobbiamo metterci a maggese:
ci siamo, siamo disponibili, ma non facciamo niente, non<br />
produciamo niente.<br />
Può essere utile quindi saper perdere tempo, opporre il valore dell’indugio,<br />
dell’attesa, della riflessione, come ricerca del tempo giusto.<br />
Rousseau affermava che talvolta il "perdere tempo" poteva essere “un<br />
guadagno” dal punto di vista pedagogico. Il differire, il saper attendere, il<br />
non essere frettoloso si configura come il riconoscimento del primato del<br />
tempo del bambino, ossia della crescita non subordinata a punti di arrivo<br />
alimentati da attese.<br />
Mettersi in gioco come persone, capire quello che sta succedendo nella<br />
relazione, dare alla luce la relazione stessa, implica un grosso mestiere: non<br />
c'è vacanza in educazione e non esistono brevetti per educare.<br />
Il manuale del perfetto educatore di bimbi, sono i bimbi stessi: ascoltiamoli,<br />
guardiamoli, accogliamoli così come sono, a occhio nudo, a mani nude,<br />
senza pretese e neppure attese.<br />
Guardare un po’ di più verso il basso, chinarsi come<br />
un albero pieno di frutti che si curva verso tutti, é prerogativa essenziale<br />
dell'educazione perché<br />
“chi insegna al proprio figlio, insegna anche al figlio del<br />
figlio”.