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Gli Oblati al confine tra Stati Uniti e Messico - Missionari OMI

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l’inglese e lo spagnolo. Una famosa<br />

foto del 29 gennaio 1911, (collocata<br />

nel titolo di questo articolo a<br />

pag. 17, ndr), ri<strong>tra</strong>e sette “cav<strong>al</strong>ieri<br />

di Cristo” schierati “a battaglia”.<br />

Solo che, invece delle pistole, <strong>al</strong>la<br />

cintura hanno appeso il crocifisso!<br />

In quei giorni erano ormai 85 gli<br />

<strong>Oblati</strong> del Texas. Avevano superato<br />

mille difficoltà: la febbre gi<strong>al</strong>la, che<br />

si era presi otto di loro, gli uragani<br />

che portavano distruzioni, i Confederati<br />

che avevano messo a ferro<br />

e fuoco Brownsville…<br />

Il più anziano degli <strong>Oblati</strong> ri<strong>tra</strong>tto<br />

nella famosa foto della “cav<strong>al</strong>leria<br />

di Cristo”, quello <strong>al</strong> centro, è p. Jean<br />

Bretault, nato nel 1843 in Francia e<br />

arrivato in Texas nel 1872. Presto<br />

la gente prese a chiamarlo Padre<br />

Juanito, per mos<strong>tra</strong>rgli l’affetto che<br />

aveva per lui, o Giovanni della Costa,<br />

perché andava a cav<strong>al</strong>lo su e<br />

giù lungo la costa, <strong>tra</strong> Brownsville e<br />

MISSIONI <strong>OMI</strong><br />

n. 1-2/2011 20<br />

P. Francis Kelly Nemeck <strong>OMI</strong>, da tanti anni <strong>al</strong>la guida del centro di<br />

preghiera Lebh Shomea, nell’antico ranch dei Kenedy<br />

Corpus Christi; un viaggio di quasi<br />

duecento chilometri, che ogni volta<br />

gli prendeva vari mesi.<br />

Una tappa obbligata del girovagare<br />

missionario era il ranch della<br />

famiglia Kenedy che, nella grande<br />

proprietà terrena, dava lavoravano<br />

un 200 messicani come cow boy,<br />

cuochi, giardinieri… Padre Juanito<br />

celebrava la messa, faceva il catechismo<br />

ai bambini, battezzava, benediva<br />

i matrimoni e accompagnava<br />

i morti <strong>al</strong> cimitero. Era ormai<br />

tempo che nel ranch dei Kenedy<br />

ci fosse anche una chiesa: il 20 ottobre<br />

1897 p. Juanito era lì per la<br />

consacrazione.<br />

Sono andato a vedere la chiesa del<br />

ranch, oggi più bella che mai, e ho<br />

letto l’attestato della consacrazione<br />

per le mani del vescovo, con tanto<br />

di controfirma di p. Juanito. Ho visto<br />

anche il “cimitero dei cow boy”,<br />

come lo chiamano qui, che da più<br />

di 100 anni custodisce i morti dei<br />

bovari che lavoravano nel ranch.<br />

La famiglia Kenedy aveva una grande<br />

venerazione per questo missionario,<br />

<strong>al</strong> punto che, trent’anni dopo la<br />

sua morte, gli ultimi eredi lasciarono<br />

la proprietà agli <strong>Oblati</strong>. Nel 1961<br />

la villa del ranch divenne noviziato<br />

e d<strong>al</strong> 1973 è casa di preghiera. La<br />

casa di preghiera si chiama Lebh<br />

Shomea, una parola ebraica che<br />

significa “cuore docile”, e si espira<br />

<strong>al</strong>la preghiera di S<strong>al</strong>omone: “Signore,<br />

concedi <strong>al</strong> tuo servo un cuore<br />

docile… che sappia distinguere il<br />

bene d<strong>al</strong> m<strong>al</strong>e” (1 Re 3, 9). Circa<br />

500 persone <strong>al</strong>l’anno fanno qui una<br />

esperienza di assoluto silenzio, di<br />

preghiera, di solitudine. Una quindicina<br />

di casette, disseminate nella<br />

proprietà, costituiscono dei veri e<br />

propri eremitaggi.<br />

Da ormai da tanti anni <strong>al</strong>la guida del<br />

centro di preghiera c’è p. Francis<br />

Kelly Nemeck, profondamente convinto<br />

di questa particolare attività<br />

missionaria: insegnare <strong>al</strong>la gente a<br />

pregare, a mettersi davanti a Dio,<br />

a ritrovare la propria s<strong>tra</strong>da. Anche<br />

questo fanno gli <strong>Oblati</strong>!

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