Vademecum 2012.pdf - GenerazionePiu
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Intergenerazionalità…<br />
…per una società<br />
di tutte le età.
A tutti gli associati<br />
GenerazionePiù - Anziani OCST<br />
Un ringraziamento particolare agli autori dei contributi<br />
inseriti in questo Opuscolo
Collana “<strong>Vademecum</strong> dell’anziano ticinese”<br />
Edizioni GenerazionePiù - Anziani OCST<br />
A.D. 2012
<strong>Vademecum</strong><br />
2012<br />
Intergenerazionalità…<br />
…per una società<br />
di tutte le età.<br />
GenerazionePiù - Anziani OCST
GenerazionePiù - Anziani OCST<br />
Segretariato Cantonale Lugano<br />
Presidente Cantonale: Giacomo Falconi<br />
Segretario Cantonale: Marco Treichler<br />
Collab. Segretariato: Fabrizio Tami<br />
Sede:<br />
Segretariato Cantonale<br />
Sezione del Luganese<br />
Via Balestra 19 - 6900 Lugano<br />
Tel. 091 910 20 21<br />
Fax 091 910 20 22<br />
www.generazionepiu.ch<br />
Segretariati regionali (nelle sedi OCST):<br />
Sezione del Bellinzonese<br />
Via Magoria 6 - 6500 Bellinzona<br />
Tel. 091 821 41 51<br />
Fax 091 821 41 59<br />
Sezione Tre Valli<br />
Piazza Cav. Pellanda 2 - 6710 Biasca<br />
Tel. 091 873 01 20<br />
Fax 091 873 01 29<br />
Sezione del Locarnese<br />
Via Lavizzari 2 - 6600 Locarno<br />
Tel. 091 751 30 52<br />
Fax 091 751 49 28<br />
Sezione del Mendrisiotto<br />
Via G. Lanz 25 - 6850 Mendrisio<br />
Tel. 091 640 51 11<br />
Fax 091 646 74 52
Indice<br />
Saluto pag. 7<br />
di Bruno Ongaro, presidente OCST<br />
Solidarietà intergenerazionale pag. 9<br />
di Paolo Beltraminelli, Consigliere di Stato<br />
e Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità<br />
Dialogo e rispetto tra le persone. pag. 13<br />
Solidarietà sociale nella comunità<br />
di Giacomo Falconi, Presidente cantonale di GenerazionePiù<br />
La solidarietà intergenerazionale pag. 17<br />
di Claudio Franscella, già segretario cantonale di GenerazionePiù<br />
Intervista a Franco Lazzarotto pag. 21<br />
insegnante e Direttore di scuola media<br />
Come permettere di mantenere una comunicazione pag. 27<br />
chiara tra le varie generazioni?<br />
di Nadia Ghisolfi, deputata in Gran Consiglio,movimento giovanile<br />
Giovani e Anziani: insieme pag. 29<br />
di Maurizio Agustoni, deputato in Gran Consiglio,<br />
movimento giovanile<br />
Anzianità nella nicchia pag. 33<br />
di Desa Zanini, medico<br />
Al “Gioco dei ricordi” l’anziano attivo e felice pag. 37<br />
di Eugenio Jelmini,giornalista, conduttore televisivo<br />
de “Il gioco dei ricordi”<br />
E se tentassimo una conclusione? pag. 43<br />
di Maria Luisa Delcò, vicepresidente GenerazionePiù<br />
5
Bruno Ongaro<br />
Presidente OCST<br />
Il saluto del presidente<br />
Anche quest’anno GenerazionePiù pubblica il suo<br />
<strong>Vademecum</strong>,come vuole la tradizione da ben dodici<br />
anni , pubblicazione unica nel suo genere per una<br />
Associazione legata al contesto dell’anziano.<br />
Il 2012 è stato dichiarato anno dell’ invecchiamento attivo<br />
e della solidarietà intergenerazionale.<br />
Il tema è interessante ed anche accattivante, vista la<br />
società attuale molto diversificata nel suo interno.<br />
Riuscire a “capirsi” tra le diverse età può veramente<br />
aiutare verso una convivenza che porti ad aiutarsi<br />
maggiormente e forse a ridurre quella aggressività e<br />
purtroppo anche una certa violenza, aspetti che nella<br />
mia professione tocco molto spesso da vicino.<br />
Gli interventi del fascicolo mostrano la problematica<br />
sotto diversi aspetti e sottolineano la necessità di comunicare<br />
tra le diverse generazioni.<br />
7
Ringrazio i redattori del <strong>Vademecum</strong> 2012 e mi auguro<br />
che l’ apporto di quella che era l’Associazione AAPI<br />
dell’OCST porti i suoi frutti verso un futuro che non isoli<br />
l’anziano, ma che lo metta in condizione di “parlare”<br />
con le generazioni che lo hanno preceduto.<br />
8
Paolo Beltraminelli<br />
Consigliere di Stato e<br />
Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità<br />
Solidarietà<br />
intergenerazionale<br />
Pieni di interessi, autonomi e di supporto ai figli nella<br />
cura e l’educazione dei nipoti, occupati in diversi<br />
hobby, impegnati nel volontariato… Sono moltissimi gli<br />
over 65 che in Ticino hanno una vita sociale attiva: una<br />
realtà in contrasto con l’immaginario collettivo che,<br />
spesso, guarda agli anziani solo quali “pazienti” da assistere<br />
o “pesi” economici da sostenere.<br />
Proprio dall’esigenza di ridare valore al ruolo sociale<br />
dell’anziano, l’Unione Europea ha dichiarato il 2012<br />
Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà<br />
tra le generazioni.<br />
Il rapporto tra le generazioni è la principale forma tramite<br />
cui le società si rinnovano. Rinnovarsi oggi, dinanzi<br />
a una speranza di vita molto elevata, bassi tassi di natalità,<br />
una continua flessione della popolazione attiva<br />
9
e delle persone occupate, un progressivo aumento<br />
dell’immigrazione, è possibile, anche in Ticino, alla sola<br />
condizione di dimostrarsi capaci di valorizzare e in-<br />
centivare la cittadinanza attiva, responsabile e solidale<br />
degli anziani.<br />
A che età oggi si è anziani, che cosa può pretendere<br />
un anziano dalla società e che cosa un anziano può<br />
ancora offrire alla collettività?<br />
I sessantenni, coloro che fino a pochi anni fa erano<br />
considerati “i vecc”, oggi vecchi non lo sono più: grazie<br />
al benessere generale, vivono nel pieno delle loro<br />
forze, spesso ben inseriti nella realtà quotidiana. Personalmente<br />
intravvedo negli anziani un importante potenziale:<br />
già oggi sorprende la molteplicità degli<br />
apporti da loro offerti sia nel circuito degli scambi di<br />
aiuti/servizi intra-famigliari (bambini, altri anziani, giovani<br />
cui trasmettere conoscenze), sia nell’ambito delle molteplici<br />
attività nei settori del volontariato. Da parte<br />
degli anziani si sta sviluppando sempre più il desiderio<br />
di meglio utilizzare un capitale di competenze, esperienze<br />
e conoscenze maturato negli anni. Riconoscere<br />
e valorizzare politicamente il loro apporto è fondamentale<br />
affinché un domani si riaffermi e cresca il loro<br />
desiderio di operare a favore del prossimo.<br />
10
Ma se si riconosce che la soglia d’ingresso alla vec-<br />
chiaia sia andata progressivamente elevandosi, tanto<br />
da rendere realistico il mantenimento di energie psi-<br />
chiche e fisiche ottimali fino ad almeno l’età di 75 anni,<br />
è giusto chiedersi se non sia doveroso compiere uno<br />
sforzo ulteriore per definire le modalità di un maggiore<br />
coinvolgimento degli anziani, seppur anche in forma<br />
parziale e graduata a seconda dell’età, in attività fi-<br />
nalizzate alla produzione o al soddisfacimento di bisogni<br />
collettivi. Il Consiglio di Stato ha di recente deciso,<br />
tramite modifica dell’apposito regolamento, di eliminare<br />
la restrizione ai 70 anni di età per la partecipazione<br />
ai Gruppi di lavoro cantonali e comunali. In<br />
quest’ottica andrà ridiscusso anche il divieto per gli<br />
over 65 di trasporto di bambini con problemi, da scuola<br />
ai diversi servizi interessati.<br />
Studi e ricerche avvalorano la tesi della relazione diretta<br />
tra flessibilità del lavoro e performances individuali,<br />
che si traducono in risultati positivi in termini<br />
personali, sociali e aziendali. In un’ottica sia sociale, sia<br />
economica, considero la possibilità di scegliere liberamente<br />
il momento in cui ritirarsi dalla vita professionale,<br />
una soluzione che merita un’attenta riflessione. L’anziano<br />
che lavora più a lungo contribuisce a mantenersi<br />
11
in forma, a creare maggior ricchezza, generando mag-<br />
gior domanda di beni e servizi e “pesando” finanzia-<br />
riamente di meno sulla collettività.<br />
Credo sia necessario cercare di comprendere e sod-<br />
disfare, oltre ai molteplici bisogni assistenziali e mate-<br />
riali degli anziani, nei confronti dei quali è notevole<br />
l’intervento del Cantone (ne sono una concreta di-<br />
mostrazione anche gli obiettivi previsti nelle pianifica-<br />
zioni settoriali delle case per anziani e dell’aiuto e cura<br />
a domicilio), anche il desiderio di molti di loro di svol-<br />
gere, il più a lungo possibile un ruolo attivo nella so-<br />
cietà. Tutti ne trarremmo beneficio e in modo<br />
particolare le generazioni future.<br />
Personalmente tengo a contribuire affinché ogni biso-<br />
gno, desiderio o stimolo da parte degli anziani ottenga<br />
la giusta attenzione da parte dell’autorità cantonale e<br />
civile.<br />
12
Giacomo Falconi<br />
Presidente cantonale di GenerazionePiù<br />
Dialogo e rispetto<br />
tra le persone.<br />
Solidarietà sociale nella<br />
comunità<br />
Il 2012 è L’anno dell’invecchiamento attivo e dello<br />
scambio intergenerazionale.<br />
La prima parte di questa dedica l’abbiamo trattata<br />
nel <strong>Vademecum</strong> dell’anno 2009: “ L’anziano quale ri-<br />
sorsa per la società “. Ne è scaturita la figura di una<br />
persona adulta ancora molto attiva.<br />
La seconda parte: “ L’intergenerazionalità “ è il tema<br />
del <strong>Vademecum</strong> 2012.<br />
L’evoluzione in atto nella società ci obbliga a riflettere<br />
sul mutato rapporto tra “giovani e anziani”. Una muta-<br />
zione scaturita dai grandi cambiamenti culturali<br />
maturati soprattutto a partire dal ’68 e dalla crisi del-<br />
l’autorità e dei valori. È scomparsa la figura dell’an-<br />
ziano “saggio” depositario di verità da trasmettere;<br />
d’altra parte i giovani di oggi sono più individualisti, più<br />
13
impazienti e crescono in un mondo che non è più<br />
quello dei loro genitori.<br />
Il dialogo tra generazioni si basa su due aspetti ben di-<br />
stinti: il rapporto tra le persone e la solidarietà sociale.<br />
Nel comportamento tra individui, determinante è il<br />
ruolo della famiglia. Qui vanno riscoperti i valori essenziali<br />
della vita: educazione, rispetto, disponibilità ecc.<br />
Anche la scuola, quale supporto, deve fare la sua<br />
parte, riscoprendo i suoi ruoli primari: formativo-culturale<br />
ed educativo.<br />
Il mantenimento del principio della solidarietà sociale<br />
è compito della politica a livello federale. L’allunga-<br />
mento della vita umana ha stravolto il modello “antico”<br />
che separava la vita in tre fasi: imparare – produrre – ri-<br />
posarsi. I tempi di realizzazione di queste fasi sono mu-<br />
tati; alcuni si allungano, altri si sovrappongono. Di fatto,<br />
non rispettano più quel susseguirsi finora considerato<br />
logico. Si rende quindi necessaria una “politica delle<br />
generazioni”, nel senso di una partecipazione ugualitaria<br />
di tutte le età, all’economia e alla società.<br />
Già oggi siamo confrontati con problemi che non possono<br />
rimanere a lungo senza una soluzione. Pensiamo<br />
all’AVS, primo fra tutti la soglia fissata a 65 anni.<br />
14
In molti ambiti vi sono tariffe, scatti, aggravi e anche<br />
agevolazioni in relazione con classi d’età prestabilite. Il<br />
nostro apparato sociale, certe nostre regole comunitarie<br />
sono costruite in virtù di un modello di vita ormai<br />
trascorso, motivo per cui vanno riconsiderate.<br />
Le statistiche fotografano la società suddividendola in<br />
fasce, categorie ecc. La nuova “politica delle generazioni”,<br />
pur avvalendosi delle statistiche, deve collegare,<br />
unire e sviluppare solidarietà fra le varie fasi della<br />
vita… che cambiano.<br />
A nome di GenerazionePiù, ringrazio gli autori dei vari<br />
articoli, che hanno contribuito a focalizzare un tema<br />
di grande attualità ed estremamente importante per<br />
la coesione della società.<br />
15
Claudio Franscella<br />
già segretario cantonale GenerazionePiù<br />
La solidarietà<br />
intergenerazionale<br />
Nell’anno Europeo dell’Invecchiamento attivo e del-<br />
l’Intergenerazionalità , mi è sembrato opportuno pro-<br />
porvi qualche breve riflessione sul tema della<br />
solidarietà intergenerazionale, tratta da uno studio<br />
pubblicato dal Fondo nazionale Svizzero.<br />
“Frequentemente capita di sentire che gli anziani sono<br />
un peso per la nostra società. Uno studio invece dimostra<br />
che in realtà la solidarietà intergenerazionale è<br />
piuttosto alta.<br />
L’invecchiamento della società non significa necessariamente<br />
un fardello maggiore sulle spalle dei giovani.<br />
In effetti questo studio rimette in questione l’esistenza di<br />
un conflitto tra le generazioni: i rapporti tra i giovani e<br />
anziani sono ben più forti e solidali di quanto si possa<br />
pensare.<br />
17
Il rapporto tra le generazioni del Fondo nazionale Sviz-<br />
zero dice che è sbagliato credere che bisogna au-<br />
mentare il tasso di natalità per assicurare a lungo<br />
termine la stabilità della popolazione, in particolare per<br />
quanto riguarda le assicurazioni sociali. Maggiori nascite<br />
significano anche maggiori oneri sociali per la popolazione<br />
attiva, che oltre a doversi occupare degli<br />
anziani, dovrà sovvenire ai bisogni dei bambini e dei<br />
giovani.<br />
Pensare poi che ai giovani mancherà ciò che è stato<br />
dato agli anziani è un ragionamento che non tiene<br />
conto della complessità dei rapporti sociali. Spesso si<br />
dimentica infatti che, siccome gli anziani hanno bisogno<br />
di cure mediche, creano posti di lavoro e salari per<br />
i giovani.<br />
Per stilare un bilancio generazionale non basta quindi<br />
calcolare semplicemente la differenza tra ciò che una<br />
generazione paga allo stato (tasse, premi, …) e ciò che<br />
riceve (pensione, assegni, spese per la salute,…). Bisogna<br />
considerare anche gli scambi intergenerazionali<br />
privati, quelli che non si vedono ma hanno un peso importante<br />
per la società.<br />
La solidarietà tra le generazioni è- sostengono i ricercatori-<br />
evidente in particolare nel settore della cura e<br />
dell’assistenza medica: solo un quinto delle persone di<br />
18
più di 80 anni vive in case per anziani o in stabilimenti<br />
socio-sanitari; tre quinti degli ultraottantenni che<br />
hanno bisogno di cure vengono invece assistiti da pa-<br />
renti. Queste prestazioni valgono tra i 10 e i 20 miliardi<br />
di franchi l’anno. Ma il discorso vale anche nel senso<br />
inverso: ogni anno i nonni accudiscono i nipotini per<br />
un totale di 100 milioni di ore. Questi servizi gratuiti equivalgono<br />
a un lavoro di circa due miliardi di franchi.<br />
Lo studio sottolinea anche il ruolo dell’eredità negli<br />
scambi intergenerazionali: le economie domestiche<br />
svizzere ereditano più di quello che risparmiano. Nel<br />
2000, ad esempio, sono stati distribuiti 28,5 miliardi di<br />
franchi sotto forma di eredità, pari a circa il 7% del Prodotto<br />
interno lordo.<br />
Il Rapporto delle generazioni in Svizzera raccomanda<br />
di lanciare un gran numero di iniziative intergenerazionali.<br />
I ricercatori del Fondo nazionale propongono, ad<br />
esempio, un finanziamento allargato della cassa pensione,<br />
un prolungamento della vita lavorativa per chi lo<br />
volesse e una promozione mirata della salute.<br />
In questo modo – sostengono i ricercatori- si potrebbe<br />
rallentare o addirittura annullare la crescita degli oneri<br />
che pesano sulle generazioni future.<br />
Ogni progetto di riforma politica dovrebbe quindi tenere<br />
conto del suo impatto sulle differenti generazioni.”<br />
19
E con questa raccomandazione al mondo politico ri-<br />
badisco il concetto che gli anziani non sono un peso,<br />
ma un’opportunità da cogliere per migliorare la nostra<br />
società.<br />
E sono convinto che GenerazionePiù saprà, anche nel<br />
futuro, impegnarsi quotidianamente per far passare<br />
quest’importante messaggio.<br />
20
Franco Lazzarotto<br />
Insegnante e Direttore di scuola media<br />
Intervista<br />
curata da Maria Luisa Delcò<br />
Nella realtà quotidiana si sono modificati la composizione<br />
delle famiglie e l’assetto sociale. Questo ha<br />
generato un maggio isolamento delle diverse generazioni<br />
per la mancanza di occasioni di dialogo e una<br />
conseguente ghettizzazione: i giovani con i giovani, gli<br />
anziani con gli anziani, i disagiati con i disagiati della<br />
stessa tipologia.<br />
Cosa ne pensa, prof. Lazzarotto, dell’affermazione<br />
sopracitata?<br />
Può certamente sembrare paradossale, ma in<br />
un’epoca in cui, grazie alle nuove e bellissime tecnologie,<br />
la comunicazione risulta oltremodo facilitata, le<br />
occasioni di dialogo vero stanno purtroppo diventando<br />
merce rara. E questo porta inevitabilmente a un<br />
pericoloso isolamento dell’individuo o, peggio e addi-<br />
21
ittura, a una sua ghettizzazione. Viviamo nella società<br />
dell’ -issimo, dell’effimero, di un costante quanto pericoloso,<br />
ma gettonatissimo “hic et nunc”, voglio tutto e<br />
subito, calpestando valori, forme e persone ! Certo, il<br />
mondo nel quale i nostri giovani stanno crescendo non<br />
l’hanno ovviamente creato loro e quindi qualche esamino<br />
di coscienza spetta anzitutto a noi. Abbiamo<br />
forse creato una società – mi si passi i neologismi – di<br />
“adultescenti” i quali non potranno a loro volta che generare<br />
dei “bambulti” ! E questi non possono che andare<br />
dritti, dritti verso i succitati e spesso devastanti<br />
comportamenti.<br />
Ritiene attuale il tema del dialogo intergenerazionale<br />
per superare la suddivisione in categorie e “ri/scoprire”<br />
l’altro?<br />
Mai come ora vi è assoluta necessità di dialogo e soprattutto<br />
di dialogo intergenerazionale, proprio per evitare<br />
una pericolosa categorizzazione societaria. E a<br />
fare il primo passo per far sì che questo dialogo inizi,<br />
prosegua e diventi positiva realtà, deve comunque essere<br />
chi ha maggiore esperienza e conoscenza. Senza<br />
preconcetti, senza bolli preventivi, senza riserve o false<br />
paure poiché, va sempre detto forte, la gioventù nostra<br />
è per grandissima parte sana, ricettiva e proposi-<br />
23
tiva. E quindi pronta e desiderosa di sapere, di scoprire,<br />
di ascoltare. Poi, come tutti abbiamo fatto, farà le pro-<br />
prie scelte, talora anche sbagliate, ma il conto finale,<br />
certamente positivo e qualificante, va e andrà fatto te-<br />
nendo conto di quanti sono per contro stati portati e<br />
cresciuti su normale quanto retta via.<br />
Lei ha una lunga esperienza in campo scolastico ed in<br />
particolare come Direttore di scuola media.<br />
Come è “vissuto” l’anziano dall’adolescente del set-<br />
tore medio?<br />
Sicuramente come una bellissima “risorsa”. Il giovane<br />
che per natura sua è portato a sapere, a scoprire, a<br />
sperimentare vede in chi ha parecchi anni più di lui - e<br />
mi si passi la colorita espressione - un “supermercato vivente”<br />
presso il quale “acquistare” con assoluta garanzia<br />
.<br />
Sa di poter trovare un “reparto saggezza”, un “reparto<br />
esperienza”, un “reparto senso pratico”, un “reparto<br />
competenza”, un “reparto cuore”, un “reparto ascolto”,<br />
un “reparto sostegno”.<br />
E sa che - giunto….. alla cassa - troverà il cartello con<br />
la scritta “offerto”, verbo molto poco declinato nella<br />
società in cui il giovane solitamente vive e quindi doppiamente<br />
apprezzato!<br />
24
Quali suggerimenti può dare a GenerazionePiù per in-<br />
traprendere piste utili ad un dialogo intergenerazio-<br />
nale?<br />
La fiducia e l’empatia di cui ho precedentemente<br />
detto vanno giornalmente create e coltivate attraverso<br />
la ricerca e la realizzazione di possibilità d’incontro<br />
e di scambio, magari anche di sano scontro - se<br />
necessario - su argomenti pure di fresca attualità.<br />
Il tutto fatto sia in ambiente “giovane” e cioè con presenza<br />
diretta nel mondo scuola attraverso mirati progetti,<br />
sia in ambiente “GenerazionePiù” con momenti<br />
altrettanto mirati che possono anche partire - come<br />
sperimentato presso la nostra Sede - attraverso un<br />
aiuto nel recupero scolastico.<br />
Si tratta, concludendo, di soprattutto veicolare il seguente<br />
messaggio: non dobbiamo e possiamo pensare<br />
che vi sia un mondo fatto di sottomondi che si<br />
ignorano o peggio si combattono, ma vi è un unico<br />
mondo in cui ognuno si deve però sentire “unico” e<br />
quindi sempre e comunque per l’altro preziosa risorsa!<br />
25
Nadia Ghisolfi<br />
deputata in Gran Consiglio,movimento giovanile<br />
Come permettere di<br />
mantenere una<br />
comunicazione chiara<br />
tra le varie generazioni?<br />
Nella società moderna anche le generazioni hanno subito<br />
un’accelerazione. Se una volta si cambiava generazione<br />
ogni 15-20 anni, oggi queste si avvicendano con<br />
ogni probabilità già ogni 10 anni. I nostri tempi frenetici,<br />
nel lavoro, nella vita, e la tecnologia si sono inseriti nel nostro<br />
vivere quotidiano e lo influenzano in modo crescente.<br />
Le differenze si vedono nel modo di comunicare, di esprimersi,<br />
di ritrovarsi. Dalle lettere e le cartoline scritte a<br />
mano si è passati agli MMS che si trasformano in cartoline,<br />
a twitter che aggiornano il nostro stato e la nostra posizione,<br />
e con tutta probabilità quando si parla di queste<br />
cose, un 40enne ed un 30enne non si capiscono. È importante<br />
che le une apprendano dalle altre. Innanzitutto<br />
è arricchente - per entrambe - e permette di svilupparsi.<br />
Non sono solo gli anziani a dover imparare dalle “nuove”<br />
tecnologie e dai giovani. Sono anche le giovani genera-<br />
27
zioni che devono apprendere dal passato, in particolare<br />
dalle “cose buone” del passato. Nonostante tutti i van-<br />
taggi che le nuove tecnologie hanno apportato, vi sono<br />
purtroppo anche e diversi aspetti negativi. Il contatto<br />
“vero” e interpersonale ha lasciato il posto ad uno “vir-<br />
tuale”, che rischia di isolare, di essere lontano e fittizio.<br />
Pensiamo ad un bambino che si diverte con una palla o<br />
un pezzo di legno, anziché rinchiudersi in camera con il vi-<br />
deogioco “ultimo modello”. A volte le cose più semplici<br />
sono quelle più belle. E credo che questo sia un chiaro<br />
insegnamento che possono dare soprattutto i più giovani<br />
e i più anziani; che ritrovano nella semplicità e nelle relazioni<br />
con gli altri la vera gioia ed i veri valori. Poi ci sono i<br />
giovani che possono insegnare la “parte buona” delle<br />
nuove tecnologie, che permettono di restare in contatto,<br />
scambiarsi foto e memorie piacevoli, comunicare con facilità<br />
in caso di bisogno. I giovani possono però anche insegnare<br />
una serie di valori, legati per esempio alla<br />
tolleranza, all’uguaglianza - magari tra uomo e donna -<br />
che spesso in passato erano percepiti e vissuti in un altro<br />
modo. Naturalmente non si può generalizzare a tutti e trovare<br />
una ricetta predefinita. Quello che conta però, è<br />
collaborare e comunicare, nell’ambito sociale e lavorativo,<br />
perché solo così si può migliorare, apprendere gli uni<br />
dagli altri, valorizzando tutte le componenti della società.<br />
28
Maurizio Agustoni<br />
deputato in Gran Consiglio,movimento giovanile<br />
Giovani e Anziani:<br />
insieme<br />
In questi mesi l’abbazia benedettina di Disentis sta vi-<br />
vendo una straordinaria esperienza di convivenza tra<br />
generazioni. In effetti l’abbazia, che già ospita una<br />
scuola frequentata da ca. 20 giovani (molti dei quali in<br />
internato), ha aperto le proprie porte anche agli ospiti<br />
della locale casa anziani , chiusa per qualche tempo<br />
per dei lavori di rinnovamento. Questa situazione “par-<br />
ticolare” mi dà lo spunto per sottoporvi qualche rifles-<br />
sione sul dialogo tra le generazioni, una delle sfide più<br />
importanti che ci riserverà il futuro. Negli ultimi decenni,<br />
lo straordinario sviluppo della scienza ha considerevolmente<br />
aumentato la speranza di vita dell’uomo. Nel<br />
contempo i mutati comportamenti sociali hanno drasticamente<br />
ridotto il tasso di natalità. Ciò significa che<br />
nei prossimi decenni la nostra società sarà confrontata<br />
a un capovolgimento degli equilibri generazionali e<br />
29
dovrà affrontare problematiche di grandissima rile-<br />
vanza come la sostenibilità delle assicurazioni sociali<br />
(AVS, cassa pensioni, ecc.), la gestione dei costi della<br />
salute e le modalità di presa a carico degli anziani non<br />
autosufficienti. Temi importantissimi da un punto di vista<br />
finanziario, ma ancor di più dal profilo umano. I “gio-<br />
vani” di oggi saranno i politici di domani, devono quindi<br />
imparare fin da subito che gli effetti dello squilibrio ge-<br />
nerazionale non sono (solo) un problema degli “an-<br />
ziani”, così come – per esempio – i costi della scuola<br />
non sono (solo) un problema dei “giovani”. Suddividere<br />
la popolazione in “categorie” (l’età, lo stato di salute, la<br />
formazione, il reddito, ecc.) può avere qualche pregio<br />
“pratico”, ma bisogna evitare di ragionare a compartimenti<br />
stagni, perché la forza di una comunità sta proprio<br />
nella sua molteplicità. Questo approccio richiede<br />
a mio avviso una vicinanza concreta tra le generazioni,<br />
ciò che, nelle famiglie del giorno d’oggi, appare molto<br />
più difficile che in passato. Se fino a pochi decenni fa<br />
sotto lo stesso tetto convivevano tre o quattro generazioni,<br />
oggi i membri di una stessa famiglia sono disseminati<br />
sul territorio, ciò che dirada le occasioni<br />
d’incontro e di confronto tra le generazioni. Incombe<br />
30
quindi alla nostra comunità (famiglie e associazioni in<br />
primis) di incoraggiare queste opportunità di scambio<br />
e collaborazione, valorizzando per quanto possibile i<br />
talenti di ciascuno. Ritengo inoltre importante non limitare<br />
queste occasioni a sporadiche “contaminazioni”<br />
reciproche (il gruppo scout che anima un pomeriggio<br />
alla casa anziani, la maestra in pensione che racconta<br />
la storia di paese ai ragazzini delle scuole elementari,<br />
ecc.), ma un rapporto duraturo, omogeneo tra tutte le<br />
generazioni (“mezza età” compresa). Occorre infine rifuggire<br />
da certe facilonerie del tipo “largo ai giovani”.<br />
I giovani sono e, soprattutto, saranno in grado di raccogliere<br />
il testimone da chi li ha preceduti, ma il passaggio<br />
di consegne – in un’associazione, in un partito<br />
o in un’azienda – deve essere preparato e accompagnato.<br />
Anche perché non c’è miglior metodo del lavoro<br />
fianco a fianco per far maturare in ciascuno di noi<br />
la passione per una comunità che sappia davvero essere<br />
unita.<br />
Giovani e anziani, uomini e donne, insieme!<br />
31
Desa Zanini<br />
medico<br />
Anzianità nella nicchia<br />
Viviamo in Svizzera, in un Paese socialmente tra i più<br />
avanzati, che presenta, come tale, due fenomeni co-<br />
muni per tutti i Paesi sviluppati occidentali: uno è l’au-<br />
mento demografico, l’età della popolazione anziana,<br />
e l’altro fenomeno è l’aumento della popolazione<br />
d’origine straniera sul proprio territorio.<br />
L’allungamento della vita è un fenomeno dovuto al<br />
benessere, alla prevenzione e alle cure mediche, delle<br />
quali abbiamo la fortuna di disporre. L’aumento della<br />
popolazione straniera stabilmente presente in Svizzera<br />
è anche un fenomeno comune per i Paesi europei. I<br />
dati statistici dimostrano che circa il 20-25% della popolazione<br />
stabilmente residente nelle nostre città è<br />
straniera. La maggior parte degli immigrati sono giovani,<br />
ma tra loro esiste anche una frazione di anziani.<br />
Questo piccolo gruppo di persone anziane immigrate<br />
33
vive nella nostra società in un proprio spazio un po’ in-<br />
visibile a noi. Per circostanze plausibili come età, scarsa<br />
conoscenza linguistica, differenze culturali, mancanza<br />
di contatti diretti con la nostra popolazione, questi anziani<br />
restano piuttosto emarginati. La loro vita si basa<br />
sul supporto familiare che per alcune etnie, per fortuna,<br />
è usanza custodire l’anziano genitore nei nuclei familiari.<br />
In queste circostanze la donna anziana é più discriminata,<br />
specialmente se non ha mai lavorato e per<br />
motivi culturali d'origine, non sempre libera di uscire o<br />
comunicare. Spesso le donne anziane non imparano<br />
mai la nostra lingua e quando acquisiscono il diritto di<br />
cittadinanza restano discriminate dai mariti, che magari<br />
in un passato lavorativo hanno imparato almeno<br />
la base linguistica. Certo la causa non è la legge di<br />
naturalizzazione in Svizzera, che giustamente richiede<br />
le conoscenze linguistiche di base, ma comunque presenta<br />
un certo fallimento della nostra politica dell'integrazione<br />
degli stranieri.<br />
Penso che la conoscenza reciproca sia fondamentale.<br />
Proprio per questo motivo vorrei segnalare queste persone<br />
anziane immigrate, le quali sono stabilmente presenti<br />
da noi e sono la categoria meno conosciuta. Se<br />
si pensa che anche per le nostre persone anziane il fenomeno<br />
della solitudine é il problema maggiore, si può<br />
34
immaginare quanto per un anziano straniero questo<br />
problema possa essere moltiplicato in quanto, all'infuori<br />
della famiglia, non ha altri sbocchi nel comunicare.<br />
Partendo dal principio che l’integrazione per gli anziani<br />
stranieri non é riuscita, ci si pone il problema su cosa si<br />
possa fare ancora per loro. Credo che comunque il<br />
margine di manovra esista almeno a livello comunale.<br />
Si potrebbe fare un piccolo progetto per approcciare<br />
questa gente tramite comunicati personalizzati su manifestazioni<br />
comunali per anziani, invitarli personalmente<br />
a partecipare a pranzi o passeggiate collettive<br />
o almeno fare loro gli auguri in certe occasioni. Non<br />
penso che l’approccio debba essere massiccio o invadente,<br />
ma comunque che possa almeno servire all’anziano<br />
per capire che appartiene a un comune e<br />
che una comunità che gli é vicina è un po’ anche sua.<br />
Certe volte vado in Case Anziani e vedo chiaramente<br />
che anche l’anziano straniero ha piacere di comunicare.<br />
Vedo ad esempio passeggiare nei corridori dell'istituto<br />
un distinto uomo turco che saluta tutti<br />
gentilmente: non ha imparato molte parole ma "Buongiorno","ciao"<br />
e magari "come va? ". Si impegna a tenere<br />
la porta ad un’anziana signora che lo ringrazia.<br />
Una simile scena la incontro in un’altra Casa Anziani<br />
dove una donna con tratti orientali si alza per aggiu-<br />
35
stare il cuscino alla sua compagna di camera che non<br />
sta bene e magari la tiene per mano! Ecco in queste<br />
circostanze, quando c'é la convivenza e conoscenza,<br />
cadono tutte le barrire e si instaura la comunicazione.<br />
L’apporto della dott.ssa Zanini parte da un approccio<br />
interculturale ma sottolinea anche la<br />
mancanza di comunicazione all’interno della generazione<br />
stessa.<br />
Quindi a maggior ragione ben venga un progetto intergenerazionale<br />
all’interno della famiglia e non solo,<br />
che veda magari giovani studenti in professioni sociosanitarie<br />
che possano, con proposte diverse, “ ridurre la<br />
nicchia” per l’anziano straniero.<br />
E poi non dimentichiamo che la vera comunicazione<br />
è un “dono”(dal latino “munera”) e dall’uno passa all’altro<br />
e viceversa.<br />
MLD<br />
36
Eugenio Jelmini<br />
giornalista, conduttore televisivo de “Il gioco dei ricordi”<br />
Al “Gioco dei ricordi”<br />
l’anziano attivo e felice<br />
Quando quattro anni or sono la Direzione della RSI mi<br />
propose di presentare una trasmissione rivolta agli over<br />
60, ebbi un attimo di smarrimento. Le sfide mi sono sem-<br />
pre piaciute ma al contempo, nel corso della mia vita<br />
professionale, ho guardato con diffidenza ai momenti<br />
“dedicati”. Se si fa astrazione dei più piccoli, penso che<br />
il pubblico vada inteso e preso nella sua globalità.<br />
Mi sbagliavo. L’esperienza che sto vivendo in questi anni<br />
con “Il gioco dei ricordi” è esaltante. Lo affermo sul<br />
piano umano, prima ancora che su quello professionale.<br />
Sapevo che le persone che definiamo anziane,<br />
solo perché all’anagrafe risultano in quella che in Svizzera<br />
si chiama “età da AVS”, sono assai diverse dai loro<br />
genitori, nonni o bisnonni. Ma sul campo - che nel mio<br />
caso è uno studio televisivo - questa considerazione è<br />
stata suffragata da decine di storie di vita vissuta.<br />
37
Un conto è presumere che gli anziani oggi abbiano più<br />
opportunità di un tempo, si prendano maggiormente<br />
cura della propria salute e conducano vite più attive,<br />
un altro è farselo confermare con i racconti e i fatti.<br />
L’invecchiamento attivo è una realtà anche nella nostra<br />
regione. Lo desumevo già prima di incontrare fisicamente<br />
gli ospiti e i concorrenti della trasmissione. La<br />
redazione chiedeva infatti a tutti, al momento dell’iscrizione,<br />
di riempire un formulario con vari dati, tra i<br />
quali attività, passatempi, viaggi e via dicendo. Scorrere<br />
questi fogli è stato per me un piacere e una scoperta.<br />
Persone che leggono, studiano, viaggiano, si<br />
dedicano all’arte o alla musica, fanno del volontariato.<br />
In una parola si sentono vive e lo dimostrano con i fatti.<br />
E non si tratta, badate bene, di casi singoli. La gran<br />
parte delle persone che ho incontrato vive questa dimensione<br />
di serenità attiva e lo ha dimostrato nel corso<br />
della trasmissione.<br />
Non devono meravigliare le tesi sostenute in un libro di<br />
Lewis Wolpert, insegnante inglese di biologia, che so-<br />
stiene che il massimo della felicità arriva dai settan-<br />
t’anni in su, salute fisica ed economica permettendo,<br />
evidentemente.<br />
"Dai miei dati emerge che le persone tendono ad es-<br />
38
sere relativamente felici negli anni dell'adolescenza e<br />
della giovinezza, ma questa sensazione declina progressivamente<br />
fino alla mezza età, probabilmente in<br />
connessione con le responsabilità che vengono dal<br />
mettere su famiglia e dalla carriera", afferma lo studioso.<br />
"Ma poi, a partire all'incirca dai 45-50 anni, la gente<br />
tende a essere più ottimista e contenta, raggiungendo<br />
un massimo di serenità e pienezza nella tarda settantina<br />
o alla soglia degli ottant'anni".<br />
Resta da chiedersi perché mai la società nel suo complesso<br />
tardi a sfruttare pienamente (qualche tentativo<br />
per la verità è in atto per merito soprattutto delle associazioni<br />
di anziani) l’esperienza e l’entusiasmo di<br />
questa fetta numericamente sempre più importante<br />
della popolazione?<br />
Il “gioco dei ricordi” nel suo piccolo cerca di far pas-<br />
sare questo messaggio. L’invecchiamento attivo non è<br />
uno slogan, ma una realtà ben radicata nel nostro tes-<br />
suto sociale. C’è ottimismo, desiderio di fare, disponibi-<br />
lità all’ascolto, ma anche alla parola e all’intervento<br />
concreto. Si attende solo un segnale.<br />
Qualcuno potrebbe farmi notare che esiste anche<br />
39
una parte di anziani che conosce difficoltà legate allo<br />
stato di salute o a problematiche di carattere econo-<br />
mico. Non a caso il tema degli “istituti” è uno di quelli<br />
che maggiormente occupano e preoccupano autorità<br />
e famiglie. Anche su questo aspetto un coinvolgimento<br />
attivo degli interessati non sarebbe malvenuto.<br />
Anzi.<br />
40
Tra gli ospiti più apprezzati del programma c’è stata la<br />
maestra Rosemarie Porta Maricelli, molto attiva anche<br />
su piano nazionale per sensibilizzare sulle tematiche<br />
della terza e quarta età. Ho letto tempo fa la sua in-<br />
tervista al consigliere di Stato Paolo Beltraminelli. C’era<br />
una domanda che valeva più di mille risposte. Ve la ri-<br />
propongo:<br />
“Gli anziani non sono casseforti di esperienza da custodire<br />
in forzieri medicalizzati. Desideriamo investire<br />
questa nostra enorme risorsa (l’esperienza) a beneficio<br />
di tutta la società e dei nostri coetanei. Non siamo<br />
solo un problema, ma anche parte della sua soluzione.<br />
Il nostro motto potrebbe così essere sintetizzato:<br />
“Querce e non cemento armato”.<br />
Querce che anche sul piano delle immagini stanno<br />
lentamente riscattandosi. Il cliché della coppietta sulla<br />
panchina del parco andrebbe via via sostituito con immagini<br />
di persone con la valigia in mano, che riempiono<br />
un’aula dell’Università della terza età o<br />
semplicemente che dialogano con gente più giovane<br />
e meno esperta.<br />
41
Maria Luisa Delcò<br />
vicepresidente GenerazionePiù<br />
E se tentassimo una<br />
conclusione?<br />
Tutti i libri terminano,ma non sempre finiscono con<br />
una conclusione che magari si capiva già dopo la<br />
metà del romanzo.<br />
Anche per questo <strong>Vademecum</strong> 2012, legato al tema<br />
dell’Intergenerazionalità, ci lasciamo con stimolanti ri-<br />
flessioni che non devono restare tali, ma devono por-<br />
tare a progetti concreti.<br />
I nostri autori sono tutti concordi verso una società<br />
“senza età” in cui realmente si possa comunicare, cre-<br />
scere ancora e far crescere.<br />
Una provocante frase di Pablo Picasso diceva . “Oc-<br />
corre una vita per diventare bambini” e quindi per essere<br />
curiosi, per apprendere, per trovare sempre<br />
risposte nuove al mondo che ci circonda.<br />
43
Gli apporti delle persone, che gentilmente hanno<br />
aderito all’invito di formulare i loro pensieri sul tema, si<br />
sono espressi dicendo che “il rapporto tra generazioni<br />
è la principale forma tramite cui le società si rinno-<br />
vano”(Paolo Beltraminelli).<br />
Il presidente Falconi opta per una “politica delle ge-<br />
nerazioni” , nel senso di una partecipazione ugualita-<br />
ria di tutte le età,all’economia e alla società.”<br />
Anche Nadia Ghisolfi sottolinea l’opportunità di “va-<br />
lorizzare tutte le componenti della società”; Maurizio<br />
Agustoni porta la necessità di “non limitare le occa-<br />
sioni di scambio a sporadiche “contaminazioni” reci-<br />
proche, ma a un rapporto duraturo,omogeneo tra<br />
generazioni”.<br />
Tutti insieme e non qualche “anziano nella nicchia”<br />
come sottolinea Desa Zanini nel suo apporto interculturale<br />
e intergenerazionale.<br />
L’intervista con Franco Lazzarotto ci offre spunti bril-<br />
lanti che potrebbero portare a dire che forse la de-<br />
nominazione “anziano” è spesso fuori luogo.<br />
La sua metafora del “supermercato vivente” è avvin-<br />
cente:”Il giovane vede…in chi ha parecchi anni più di<br />
lui, un supermercato vivente presso il quale acquistare<br />
con assoluta garanzia.<br />
44
Sa di poter trovare un “reparto saggezza”, un “reparto<br />
esperienza”, un “reparto senso pratico”, un “reparto<br />
competenza”, un “reparto cuore”, un “reparto<br />
ascolto”, un “reparto sostegno”.<br />
E sa che – giunto alla cassa – troverà il cartello con la<br />
scritta “offerto”, verbo molto poco declinato nella so-<br />
cietà in cui solitamente vive, è doppiamente ap-<br />
prezzato”.<br />
“Resta da chiederci (scrive il conduttore de “Il gioco<br />
dei ricordi “, Eugenio Jelmini) perché mai la società<br />
nel suo complesso tardi a sfruttare pienamente<br />
l’esperienza e l’ entusiasmo di questa fetta numerica-<br />
mente sempre più importante della popolazione?”<br />
E per essere coerente lascio alla …..voce del tempo<br />
(poesia di Mario Bucciarelli,classe 1926, da “Gocce e<br />
fili”,1997) la chiusura di questo <strong>Vademecum</strong> per au-<br />
gurare creatività, dignità , apertura costruttiva alla<br />
“società di tutte le età”.<br />
45
La voce del tempo<br />
Un intrepido galletto<br />
canta al vento<br />
che il suo piumaggio sferza,<br />
canta al nero della foresta,<br />
alla neve dell’orto canta<br />
e ripete al mondo il saluto<br />
del nuovo giorno.Infine,quando roco<br />
si fa il suo cantare,<br />
costretto senza eco<br />
al gelido silenzio,<br />
scoramento di chi<br />
- nei giorni crudi dell’inverno<br />
per ognuno invano ha cantato,-<br />
strillando al vento il suo<br />
convincimento di essere lui<br />
la voce del tempo.<br />
46
Segretariato Cantonale<br />
Sezione del Luganese<br />
Via Balestra 19 - 6900 Lugano<br />
Tel. 091 910 20 21<br />
Fax 091 910 20 22<br />
www.generazionepiu.ch<br />
Sezione del Bellinzonese<br />
Via Magoria 6 - 6500 Bellinzona<br />
Tel. 091 821 41 51<br />
Fax 091 821 41 59<br />
Sezione Tre Valli<br />
Piazza Cav. Pellanda 2 - 6710 Biasca<br />
Tel. 091 873 01 20<br />
Fax 091 873 01 29<br />
Sezione del Locarnese<br />
Via Lavizzari 2 - 6600 Locarno<br />
Tel. 091 751 30 52<br />
Fax 091 751 49 28<br />
Sezione del Mendrisiotto<br />
Via G. Lanz 25 - 6850 Mendrisio<br />
Tel. 091 640 51 11<br />
Fax 091 646 74 52<br />
47
Questa pubblicazione è stata<br />
realizzata grazie ai seguenti<br />
contributi:<br />
48<br />
Finito di stampare<br />
il 20 novembre 2012<br />
giorno di San Crispino