Capitolo 15 integrale, riguardante la chimica organica - Ateneonline
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COMPOSTI ORGANICI<br />
E PROPRIETÀ ATOMICHE<br />
DEL CARBONIO<br />
Esiste un sistema chimico che sia più notevole di una cellu<strong>la</strong> vivente? Mediante meccanismi<br />
accuratamente rego<strong>la</strong>ti, essa ossida alimenti per ricavarne energia, mantiene<br />
le concentrazioni di migliaia di componenti in soluzione acquosa, interagisce continuamente<br />
con il suo ambiente, sintetizza molecole sia semplici sia complesse, e persino<br />
si riproduce! Nonostante tutte le nostre capacità tecnologiche, nessun sistema<br />
costruito dall’uomo riesce ad avvicinarsi al<strong>la</strong> semplice eleganza di funzionamento del<strong>la</strong><br />
cellu<strong>la</strong>.<br />
Questa stupefacente macchina <strong>chimica</strong> consuma, produce e contiene in gran parte<br />
composti organici. Eccettuati alcuni sali inorganici e l’acqua sempre presente, ogni cosa<br />
che introduciamo nel nostro corpo o applichiamo su di esso – cibi, farmaci, cosmetici<br />
e indumenti – è costituito da composti organici. Combustibili organici riscaldano le<br />
nostre case, cuociono i nostri pasti e forniscono energia al<strong>la</strong> nostra società. Importanti<br />
industrie sono destinate al<strong>la</strong> produzione di composti organici, quali polimeri, farmaci e<br />
insetticidi.<br />
Che cos’è un composto organico? I dizionari lo definiscono come un “composto<br />
del carbonio”, ma questa definizione comprende i carbonati, i cianuri, i carburi, i cianati<br />
e altri composti ionici contenenti carbonio che <strong>la</strong> maggior parte dei chimici c<strong>la</strong>ssificano<br />
come inorganici. Ecco una definizione basata sul<strong>la</strong> composizione: tutti i<br />
composti organici contengono carbonio, quasi sempre legato ad altro carbonio e all’idrogeno,<br />
e spesso anche ad altri elementi.<br />
Il termine organico ha una connotazione biologica che trae origine da una concezione<br />
erronea che soffocò per molti decenni <strong>la</strong> ricerca sul<strong>la</strong> <strong>chimica</strong> dei sistemi viventi.<br />
All’inizio del XIX secolo, molti eminenti pensatori ritenevano che nei composti degli<br />
esseri viventi esistesse un’energia spirituale inosservabile, una “forza vitale”, che rendeva<br />
impossibile sintetizzarli e li rendeva fondamentalmente diversi dai composti esistenti<br />
nel mondo minerale. Questo concetto di vitalismo fu messo in discussione nel<br />
1828, quando il giovane chimico tedesco Friedrich Wöhler riscaldò il cianato di ammonio,<br />
un composto del “mondo minerale”, e produsse l’urea, un composto del “mondo<br />
vivente”:<br />
NH 4 OCN<br />
±£ <br />
Anche se Wöhler non si rese conto dell’importanza di questa reazione – era più interessato<br />
al fatto che due composti possano avere <strong>la</strong> stessa formu<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong>re – il suo<br />
esperimento è considerato un evento fondamentale nell’origine del<strong>la</strong> <strong>chimica</strong> <strong>organica</strong>.<br />
I chimici sintetizzarono presto il metano, l’acido acetico, l’acetilene e molti altri composti<br />
organici partendo da fonti inorganiche. Oggi sappiamo che gli stessi principi chimici<br />
governano sia i sistemi organici sia quelli inorganici perché il comportamento di<br />
un composto deriva dalle proprietà dei suoi elementi, indipendentemente da quanto<br />
possa apparire meraviglioso.<br />
O<br />
H2N C NH2 <strong>15</strong><br />
DA SAPERE PRIMA<br />
• nomenc<strong>la</strong>tura degli alcani semplici<br />
(Paragrafo 2.8)<br />
• differenza di elettronegatività e po<strong>la</strong>rità<br />
del legame (Paragrafo 9.4)<br />
• strutture di risonanza (Paragrafo<br />
10.1)<br />
• teoria VSEPR del<strong>la</strong> forma moleco<strong>la</strong>re<br />
(Paragrafo 10.3)<br />
• legami e ; rotazione attorno al<br />
legame (Paragrafo 11.2)<br />
• tipi di forze intermoleco<strong>la</strong>ri (Paragrafi<br />
12.3 e 13.1)<br />
• proprietà degli elementi del Periodo<br />
2 (Paragrafo 14.2)<br />
• proprietà degli elementi del Gruppo<br />
4A(14) (Paragrafo 14.6)<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl
Periodo<br />
2<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
H<br />
Li Be B C N O F Ne<br />
1A<br />
(1)<br />
2A<br />
(2)<br />
Si<br />
3A<br />
Ge<br />
(13)<br />
Sn<br />
Pb<br />
114<br />
4A<br />
(14)<br />
P S Cl<br />
5A<br />
(<strong>15</strong>)<br />
Br<br />
6A<br />
I<br />
(16)<br />
He<br />
7A<br />
(17)<br />
Gruppo<br />
8A<br />
(18)<br />
Figura <strong>15</strong>.1 La posizione del carbonio<br />
nel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> periodica. Il carbonio<br />
è situato nel centro del<br />
Periodo 2, quindi ha un’elettronegatività<br />
() intermedia, e al<strong>la</strong> sommità<br />
del Gruppo 4A(14), quindi è re<strong>la</strong>tivamente<br />
piccolo. Altri elementi comuni<br />
nei composti organici sono H, N, O,<br />
P, S e gli alogeni.<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
QUESTO CAPITOLO rappresenta una breve introduzione a un campo enorme, in<br />
crescita continua, proseguiremo il tema centrale del libro: come <strong>la</strong> struttura e <strong>la</strong><br />
reattività delle molecole organiche emergono in modo naturale dalle proprietà<br />
degli atomi componenti, che in questo caso sono il carbonio e <strong>la</strong> manciata dei<br />
suoi partner di legame. Prima esamineremo le proprietà atomiche piuttosto speciali<br />
del carbonio e vedremo qual è <strong>la</strong> loro re<strong>la</strong>zione con le molecole organiche.<br />
Inizialmente concentreremo l’attenzione sugli idrocarburi per dare un’idea del<strong>la</strong><br />
scrittura e del<strong>la</strong> nomenc<strong>la</strong>tura dei composti organici. Poi c<strong>la</strong>ssificheremo i principali<br />
tipi di reazioni organiche e, nel<strong>la</strong> parte centrale del capitolo, li applicheremo<br />
alle principali famiglie di composti organici. Infine, estenderemo questi concetti<br />
alle molecole giganti del commercio e del<strong>la</strong> vita: i polimeri sintetici e naturali.<br />
<strong>15</strong>.1 LA NATURA SPECIALE DEL CARBONIO<br />
E LE CARATTERISTICHE DELLE MOLECOLE<br />
ORGANICHE<br />
Anche se le molecole organiche non hanno alcunché di mistico, il loro ruolo indispensabile<br />
in biologia e nell’industria ci induce a chiederci se il carbonio abbia caratteristiche<br />
straordinarie che gli conferiscono una “personalità” <strong>chimica</strong> speciale.<br />
Ovviamente, ciascun elemento ha proprietà specifiche, e il carbonio non è più unico<br />
del sodio, dell’afnio o di qualsiasi altro elemento. Ma le proprietà atomiche del carbonio<br />
conferiscono realmente a questo elemento capacità di legame superiori a<br />
quelle di qualsiasi altro elemento, capacità che, a loro volta, determinano due evidenti<br />
caratteristiche delle molecole organiche: <strong>la</strong> complessità strutturale e <strong>la</strong> diversità<br />
<strong>chimica</strong>.<br />
La complessità strutturale delle molecole organiche<br />
La maggior parte delle molecole organiche hanno strutture molto più complesse di<br />
quelle del<strong>la</strong> maggior parte delle molecole inorganiche, e un rapido esame delle proprietà<br />
atomiche del carbonio e del suo comportamento di legame mostra perché.<br />
1. Configurazione elettronica, elettronegatività e legame covalente. La configurazione<br />
elettronica dello stato fondamentale del carbonio, data da [He] 2s 2 2p 2 – quattro<br />
elettroni in più rispetto a He e quattro elettroni in meno rispetto a Ne – significa che<br />
<strong>la</strong> formazione di ioni carbonio è energeticamente impossibile in condizioni ordinarie:<br />
<strong>la</strong> formazione di un catione C 4 richiede una quantità di energia uguale al<strong>la</strong> somma<br />
dei termini E i1 E i4 e <strong>la</strong> formazione di un anione C 4 richiede <strong>la</strong> somma dei termini<br />
E ea1 E ea4, le ultime tre tappe essendo endotermiche. La posizione del carbonio nel<strong>la</strong><br />
tavo<strong>la</strong> periodica (Figura <strong>15</strong>.1) gli conferisce un’elettronegatività intermedia tra quel<strong>la</strong><br />
degli elementi più metallici e quel<strong>la</strong> degli elementi più non metallici del Periodo 2: Li<br />
1,0, C 2,5, F 4,0. Perciò, il carbonio condivide elettroni per raggiungere un<br />
livello completo, legandosi covalentemente in tutte le sue forme elementari e in tutti i<br />
suoi composti.<br />
2. Proprietà di legame, catenazione e forma moleco<strong>la</strong>re. Il numero e <strong>la</strong> forza dei<br />
legami del carbonio danno origine al<strong>la</strong> sua considerevole capacità di catenazione (o<br />
concatenazione), ossia di legarsi con altro carbonio, capacità che gli permette di formare<br />
una moltitudine di composti lineari, ciclici e ramificati, <strong>chimica</strong>mente e termicamente<br />
stabili. Mediante il processo di ibridazione degli orbitali (Paragrafo 11.1), il<br />
carbonio forma quattro legami in quasi tutti i suoi composti, e questi legami sono orientati<br />
in più direzioni, fino a quattro. Essendo piccolo, il carbonio forma legami forti,<br />
re<strong>la</strong>tivamente corti, il che gli permette di avvicinarsi sensibilimente a un altro atomo e<br />
quindi di realizzare una maggiore sovrapposizione degli orbitali. Il legame C-C è<br />
abbastanza corto per permettere <strong>la</strong> sovrapposizione di fianco di orbitali p semipieni non<br />
ibridati e <strong>la</strong> formazione di legami multipli, il che limita <strong>la</strong> rotazione dei gruppi legati<br />
(vedi Figura 11.12). Queste caratteristiche aggiungono altre possibilità alle forme dei<br />
composti del carbonio.<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl
3. Stabilità moleco<strong>la</strong>re. Sebbene anche il silicio e parecchi altri elementi siano capaci<br />
di catenazione, nessuno di essi è in grado di competere con il carbonio. Le proprietà<br />
atomiche e di legame conferiscono tre differenze cruciali tra le catene di C e le catene<br />
di Si che spiegano perché le catene di C sono così stabili e, quindi, così comuni:<br />
• Raggio atomico e forza di legame. Via via che il raggio atomico aumenta dall’alto al<br />
basso lungo il Gruppo 4A(14), i legami tra atomi identici diventano più lunghi e più<br />
deboli. Perciò, un legame C-C (347 kJ/mol) è molto più forte di un legame Si-Si<br />
(226 kJ/mol).<br />
• Calori di reazione re<strong>la</strong>tivi. Un legame C-C (347 kJ/mol) e un legame C-O (358<br />
kJ/mol) hanno all’incirca <strong>la</strong> stessa energia, quindi viene ri<strong>la</strong>sciata una quantità di<br />
calore re<strong>la</strong>tivamente picco<strong>la</strong> quando una catena di atomi di C reagisce e un legame<br />
sostituisce l’altro. Per contro, un legame Si-O (368 kJ/mol) è molto più forte di un<br />
legame Si-Si (226 kJ/mol), quindi viene ri<strong>la</strong>sciata una grande quantità di calore<br />
quando reagisce una catena di atomi di Si.<br />
• Orbitali disponibili per <strong>la</strong> reazione. A differenza di C, Si ha orbitali d di bassa energia<br />
che possono essere occupati dalle coppie solitarie di reagenti in arrivo. Così, per<br />
esempio, l’etano (CH3-CH3) è stabile in acqua e non reagisce in aria salvo che non<br />
venga acceso, mentre il disi<strong>la</strong>no (SiH3-SiH3) si decompone in acqua e si accende<br />
spontaneamente nell’aria.<br />
La diversità <strong>chimica</strong> delle molecole organiche<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
Oltre che per le loro geometrie e<strong>la</strong>borate, i composti organici sono notevoli per il loro<br />
semplice numero e il loro diverso comportamento chimico. Basta consultare un compendio<br />
di composti noti, quale il CRC Handbook of Chemistry and Physics, per constatare<br />
che il numero di composti organici è molto maggiore del numero di composti inorganici<br />
di tutti gli altri elementi considerati nel loro insieme! Si conoscono parecchi milioni di<br />
composti organici, e ogni anno ne vengono scoperte o sintetizzate migliaia di altri.<br />
Anche questa incredibile diversità si basa sul comportamento atomico e di legame<br />
ed è dovuta a tre fattori interre<strong>la</strong>ti:<br />
1. Legame con eteroatomi. Il carbonio forma spesso legami con eteroatomi, atomi<br />
diversi da C o da H. Gli eteroatomi più comuni sono N e O, ma sono presenti spesso<br />
S, P e gli alogeni, e si conoscono anche composti organici con altri elementi. Per farsi<br />
un’idea del<strong>la</strong> diversità creata da un eteroatomo, basta guardare <strong>la</strong> Figura <strong>15</strong>.2, <strong>la</strong> quale<br />
mostra che sono prodotte 23 differenti strutture moleco<strong>la</strong>ri da varie disposizioni di quattro<br />
atomi di C legati l’uno all’altro da legami singoli, dal numero necessario di atomi<br />
di H e da un solo atomo di O (legato da legami singoli o da un legame doppio).<br />
2. Densità elettronica e reattività. La maggior parte delle reazioni iniziano – cioè,<br />
comincia a formarsi un nuovo legame – quando una regione di alta densità elettronica<br />
su una moleco<strong>la</strong> incontra una regione di bassa densità elettronica su un’altra<br />
moleco<strong>la</strong>. Queste regioni possono essere dovute al<strong>la</strong> presenza di un legame multiplo<br />
o alle cariche parziali che sono presenti nei legami carbonio-eteroatomo. Consideriamo,<br />
per esempio, quattro legami comuni presenti nelle molecole organiche:<br />
• Il legame C-C. Quando un atomo di C è legato a un altro atomo di C da un legame<br />
singolo, come in parti di quasi tutte le molecole organiche, i valori dell’elettronegatività<br />
sono uguali e il legame è apo<strong>la</strong>re. Perciò, in generale, i legami C-C non<br />
sono reattivi.<br />
• Il legame C-H. Questo legame, che è presente anch’esso in quasi tutte le molecole<br />
organiche, è pressoché apo<strong>la</strong>re perché è corto (109 pm) e i valori dell’elettronegatività<br />
di H (2,1) e di C (2,5) sono vicini. Perciò, anche i legami C-H sono in gran<br />
parte non reattivi.<br />
• Il legame C-O. A differenza dei due legami precedenti, questo legame, che è presente<br />
in molti tipi di molecole organiche, è altamente po<strong>la</strong>re ( 1,0), con l’estremità<br />
O del legame ricca di elettroni () e l’estremità C povera di elettroni ().<br />
CH 3 CH 2 CH 2 CH 2 OH<br />
CH 2<br />
CH3 CH2 O CH2 CH3 CH 3<br />
CH 3 CH C O<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
O<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
CH<br />
CH 3<br />
CH 3 CH CH 2 OH<br />
CH 3 CH 2 CH CH 3<br />
CH CH 2<br />
CH<br />
CH<br />
CH<br />
CH 3<br />
H<br />
OH<br />
CH 2<br />
O CH 3<br />
OH<br />
CH3 CH O CH3 CH 3<br />
OH<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
O<br />
C<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
O<br />
CH<br />
CH<br />
O<br />
O<br />
CH 3<br />
C<br />
3<br />
CH 3 C CH 3<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH3 CH2 CH2 O CH3 CH 3<br />
O<br />
CH CH<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3 CH 2 CH 2 C O<br />
CH 3 CH 2 C<br />
O<br />
H<br />
CH 3<br />
OH<br />
O<br />
C<br />
CH 2<br />
CH<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
C O<br />
H<br />
CH 3<br />
O<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
OH<br />
CH<br />
CH 2<br />
CH 2 CH CH 3<br />
CH 3<br />
Figura <strong>15</strong>.2 La diversità <strong>chimica</strong><br />
dei composti organici. Differenti<br />
disposizioni di catene, rami, anelli<br />
ed eteroatomi danno origine a molte<br />
strutture. Possono essere creati 23<br />
differenti composti con soltanto<br />
quattro atomi di C uniti da legami<br />
singoli, un atomo di O e gli atomi di<br />
H necessari.<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl
4<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
In conseguenza di questo squilibrio nel<strong>la</strong> densità elettronica, il legame C-O è reattivo<br />
e, in condizioni appropriate, darà luogo a una reazione.<br />
• Legami con altri eteroatomi. Anche quando un legame carbonio-eteroatomo ha una<br />
picco<strong>la</strong>, come nel caso del legame C-Br ( 0,3), o nul<strong>la</strong>, come nel caso del<br />
legame C-S ( 0), questi eteroatomi sono grandi e, di conseguenza, i loro legami<br />
con il carbonio sono lunghi, deboli e quindi reattivi.<br />
3. Natura dei gruppi funzionali. Uno dei concetti più importanti in <strong>chimica</strong> <strong>organica</strong><br />
è quello di gruppo funzionale, una combinazione specifica di atomi legati che reagisce<br />
in modo caratteristico, indipendentemente dal<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong> in cui è presente. In quasi<br />
tutti i casi, <strong>la</strong> reazione di un composto organico avviene a livello del gruppo funzionale.<br />
In realtà, come vedremo, spesso si sostituisce un simbolo generale al resto del<strong>la</strong><br />
moleco<strong>la</strong> perché di solito esso rimane immodificato quando il gruppo funzionale subisce<br />
una reazione. I gruppi funzionali variano da un legame multiplo carbonio-carbonio<br />
a qualsiasi combinazione di legami carbonio-eteroatomo. In altre parole,<br />
qualsiasi raggruppamento legato di atomi diverso da C-C e da C-H costituisce un<br />
gruppo funzionale, e ciascuno ha <strong>la</strong> propria modalità di reattività. Un partico<strong>la</strong>re<br />
legame può essere un gruppo funzionale o una parte di uno o più gruppi funzionali.<br />
Per esempio, il legame C-O è presente in quattro gruppi funzionali. Esamineremo tre<br />
di questi gruppi in questo capitolo: il gruppo funzionale degli alcoli (gruppo alcolico)<br />
W<br />
±C±O±H<br />
W<br />
, il gruppo funzionale degli acidi carbossilici (gruppo carbossilico)<br />
O O<br />
X<br />
X W<br />
±C±O±H,<br />
e il gruppo funzionale degli esteri (gruppo estereo) ±C±O±C± .<br />
W<br />
<strong>15</strong>.2 STRUTTURE E CLASSI DI IDROCARBURI<br />
Si può immaginare una fantastica analogia anatomica tra una moleco<strong>la</strong> <strong>organica</strong> e un<br />
animale. I legami carbonio-carbonio formano lo scheletro, in cui <strong>la</strong> colonna vertebrale<br />
è rappresentata dal<strong>la</strong> catena continua più lunga e le eventuali ramificazioni rappresentano<br />
gli arti. Lo scheletro è ricoperto da una pelle di atomi di idrogeno, con gruppi funzionali<br />
sporgenti in posizioni specifiche, come dita chimiche pronte ad afferrare un<br />
reagente in arrivo.<br />
In questo paragrafo, “dissezioneremo” un gruppo di composti fino al loro scheletro<br />
e vedremo come determinarne il nome e disegnarli. Gli idrocarburi, il tipo più<br />
semplice di composto organico, sono un grande gruppo di sostanze contenenti soltanto<br />
atomi di H e di C. Alcuni combustibili comuni, quali il gas naturale e <strong>la</strong> benzina,<br />
sono miscele di idrocarburi. Gli idrocarburi sono anche importanti materie<br />
prime, reagenti precursori utilizzati per produrre altri composti. Per esempio, l’etilene,<br />
l’acetilene e il benzene sono materie prime per <strong>la</strong> produzione di centinaia di<br />
altre sostanze.<br />
Scheletri di carbonio e pelli d’idrogeno<br />
Cominciamo con l’esaminare le possibili disposizioni di legame degli atomi di C soltanto<br />
in scheletri semplici (<strong>la</strong>sciamo da parte gli atomi di H per il momento) senza<br />
legami multipli o anelli. Per distinguere differenti disposizioni, concentriamo l’attenzione<br />
sul<strong>la</strong> sequenza di atomi di C (cioè, i legami successivi dell’uno con l’altro) e<br />
teniamo presente che i gruppi legati da legami singoli () sono re<strong>la</strong>tivamente liberi di<br />
ruotare (Paragrafo 11.2).<br />
Le strutture con uno, due o tre atomi di carbonio possono essere disposte in un<br />
solo modo. Sia che disegniamo tre atomi di C in una disposizione lineare sia che li<br />
disegniamo in una disposizione piegata, <strong>la</strong> sequenza è <strong>la</strong> stessa. Ma quattro atomi di C<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
hanno due disposizioni possibili: una catena di quattro atomi di C oppure una catena<br />
di tre atomi di C con un ramo costituito da un solo atomo di C legato all’atomo di C<br />
centrale<br />
C C C C stessa sequenza di C C C C C C stessa sequenza di C C C<br />
C<br />
Anche quando visualizziamo più realisticamente <strong>la</strong> catena, con gli angoli dovuti al<strong>la</strong><br />
forma tetraedrica attorno agli atomi di C, come nei modelli ball-and-stick, <strong>la</strong> situazione<br />
è identica. È importante notare che, se si aggiunge il ramo all’una o all’altra estremità<br />
del<strong>la</strong> catena di tre atomi di C, è semplicemente una piega in una catena di quattro atomi<br />
di C, non una differente disposizione. Analogamente, se il ramo è rivolto all’ingiù anziché<br />
all’insù, esso rappresenta <strong>la</strong> stessa disposizione perché i gruppi legati da legami<br />
singoli ruotano.<br />
All’aumentare del numero totale di atomi di C, aumenta anche il numero di differenti<br />
disposizioni. Infatti, 5 atomi di C hanno 3 disposizioni; 6 atomi di C possono<br />
essere disposti in 5 modi; 7 atomi di C in 9 modi; 10 atomi di C in 75 modi; e 20<br />
atomi di C in più di 300 000 modi! Se includiamo legami multipli e anelli, il numero<br />
di disposizioni aumenta ulteriormente. Per esempio, se includiamo un legame CNC<br />
negli scheletri di 5 atomi di C, creiamo altre 5 disposizioni e, se includiamo un anello,<br />
ne creiamo altre 5 (Figura <strong>15</strong>.3).<br />
Quando si determina il numero di differenti scheletri, si deve tenere presente<br />
che<br />
• Ciascun atomo di C è capace di formare un massimo di quattro legami singoli,<br />
o due legami singoli e un legame doppio, o un legame singolo e un legame triplo.<br />
• La disposizione degli atomi di C determina lo scheletro, quindi una catena lineare e<br />
una catena piegata rappresentano lo stesso scheletro.<br />
• I gruppi legati da legami singoli sono capaci di ruotare, quindi un ramo orientato<br />
all’ingiù è identico a un ramo orientato all’insù. (Si ricordi che un legame doppio<br />
limita <strong>la</strong> rotazione).<br />
A C C C C C<br />
B C C C C C<br />
C<br />
C<br />
C C C C<br />
C<br />
C C C<br />
C<br />
C C C C C<br />
C<br />
C C C C<br />
C<br />
C C C C<br />
C<br />
C C C C<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C C C<br />
C C C<br />
C<br />
C C<br />
C<br />
C C C<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C C<br />
C<br />
C<br />
Figura <strong>15</strong>.3 Alcuni scheletri a<br />
cinque atomi di carbonio. A.<br />
Sono possibili tre scheletri a cinque<br />
atomi di carbonio con soltanto<br />
legami singoli. B. Sono possibili<br />
altri cinque scheletri con <strong>la</strong> presenza<br />
di un legame CNC.<br />
C. Sono possibili altri cinque<br />
scheletri con <strong>la</strong> presenza di un<br />
anello. Sarebbero possibili ancora<br />
altri scheletri con un anello e un<br />
legame doppio.<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
5
6<br />
C<br />
C H<br />
H<br />
Un atomo di C legato da un legame<br />
singolo a un altro atomo di C può legarsi<br />
a tre atomi di H<br />
C<br />
H<br />
C<br />
C C<br />
C<br />
Un atomo di C legato da legami<br />
singoli ad altri quattro atomi di C<br />
è già legato completamente<br />
(non può legarsi ad alcun atomo di H)<br />
Figura <strong>15</strong>.4 L’aggiunta del<strong>la</strong><br />
pelle di atomi di H allo scheletro<br />
di atomi di C. In una moleco<strong>la</strong> di<br />
idrocarburo, ogni atomo di carbonio<br />
si lega a tanti atomi di idrogeno<br />
quanti sono necessari per conferire<br />
all’atomo di carbonio un<br />
totale di quattro legami.<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
C<br />
Se applichiamo una “pelle” di idrogeno su uno scheletro di carbonio, otteniamo un idrocarburo.<br />
La Figura <strong>15</strong>.4 mostra che lo scheletro ha il numero corretto di atomi di H<br />
quando ciascun atomo di C ha quattro legami. Il Problema di verifica <strong>15</strong>.1 permette di<br />
impratichirsi nel disegno degli idrocarburi.<br />
Disegno degli idrocarburi<br />
PROBLEMA DI VERIFICA <strong>15</strong>.1<br />
Problema Si disegnino strutture che abbiano differenti disposizioni degli atomi per idrocarburi con<br />
(a) sei atomi di C, nessun legame multiplo e nessun anello<br />
(b) quattro atomi di C, un legame doppio e nessun anello<br />
(c) quattro atomi di C, nessun legame multiplo e un anello<br />
Piano In ciascun caso, disegniamo <strong>la</strong> catena di atomi di carbonio più lunga e poi procediamo fino<br />
alle catene più corte con rami in differenti punti lungo il loro decorso. Il processo implica tipicamente<br />
un procedimento per tentativi. Poi aggiungiamo atomi di H per conferire a ciascun atomo di<br />
C un totale di quattro legami.<br />
Risoluzione (a) Composti con sei atomi di C:<br />
catena di 6 atomi di C: H<br />
catene di 5 atomi di C:<br />
catene di 4 atomi di C:<br />
C C<br />
H<br />
Un atomo di C legato da legami<br />
singoli ad altri due atomi di C può<br />
legarsi a due atomi di H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
C H<br />
Un atomo di C legato da un legame<br />
doppio a un altro atomo di C è<br />
considerato come se fosse legato<br />
ad altri due atomi di C<br />
H<br />
H<br />
H H H H H H<br />
C C C C C C<br />
H H H H H H<br />
H H H H H<br />
C C C C C<br />
H H H<br />
H C<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H C H<br />
H H H<br />
C C C C<br />
H H H<br />
H C H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
C H<br />
H H<br />
C C C C C<br />
H H H H H<br />
H C H<br />
H H H<br />
C C C C<br />
H H H<br />
H C H<br />
H<br />
C<br />
C<br />
C<br />
H<br />
H<br />
C C<br />
C<br />
Un atomo di C legato da legami<br />
singoli ad altri tre atomi di C<br />
può legarsi a un atomo di H<br />
H<br />
C C<br />
C H<br />
Un atomo di C legato da un legame doppio<br />
e da un legame singolo ad altri due atomi di<br />
C o un atomo di C legato da un legame triplo<br />
a un altro atomo di C è considerato come<br />
se fosse legato ad altri tre atomi di C<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
H<br />
H
(b) Composti con quattro atomi di C e un legame doppio:<br />
catene di 4 atomi di C:<br />
catena di 3 atomi di C:<br />
(c) Composti con quattro atomi di C e un anello:<br />
Verifica Si badi che ciascuno scheletro abbia il numero corretto di atomi di C e di legami e che nessuna<br />
disposizione sia ripetuta o omessa; si ricordi che un legame doppio conta come due legami.<br />
Commento Si evitino alcuni errori comuni:<br />
In (a):<br />
lo scheletro<br />
In (b): lo scheletro C C C C è uguale allo scheletro C C C C<br />
Il legame doppio limita <strong>la</strong> rotazione, quindi un’altra possibilità è<br />
Troppi legami in<br />
lo scheletro<br />
In (c): troppi legami in<br />
H H<br />
5 legami<br />
H<br />
H C C C<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
C C C C C è uguale allo scheletro C C C C C<br />
C<br />
C<br />
H<br />
H H<br />
5 legami<br />
C H H<br />
C<br />
H<br />
H H<br />
H C C C<br />
H<br />
H<br />
C<br />
C C C C<br />
C<br />
C<br />
H<br />
H H<br />
H C C H<br />
anello di 4 atomi di C: anello di 3 atomi di C:<br />
H C C H<br />
H<br />
H H<br />
H<br />
C C H<br />
H H H<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
H H H H<br />
C C C C<br />
H H<br />
H<br />
H<br />
H H H<br />
H C C C<br />
è uguale allo scheletro<br />
H H H<br />
C H<br />
PROBLEMA DI APPROFONDIMENTO <strong>15</strong>.1 Si disegnino tutti gli idrocarburi che<br />
hanno differenti disposizioni atomiche con<br />
(a) sette atomi di C, nessun legame multiplo e nessun anello (nove disposizioni)<br />
(b) cinque atomi di C, un legame triplo e nessun anello (tre disposizioni)<br />
Il numero enorme di idrocarburi può essere c<strong>la</strong>ssificato in quattro gruppi principali. Nel<br />
resto di questo paragrafo esamineremo alcune caratteristiche strutturali e alcune proprietà<br />
fisiche di ciascun gruppo. In seguito esamineremo il comportamento chimico<br />
degli idrocarburi.<br />
H<br />
H<br />
H H H H<br />
C C C C<br />
H H<br />
C<br />
H<br />
H H<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C C C C<br />
H<br />
C C H<br />
H H H<br />
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7
8<br />
Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.1 Radici<br />
numeriche per le catene e<br />
i rami di atomi di carbonio<br />
Radici<br />
met<br />
etpropbutpenteseptottnondec-<br />
Numero di<br />
atomi di C<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
8<br />
9<br />
10<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
Alcani: idrocarburi con soltanto legami singoli<br />
Un idrocarburo che contenga soltanto legami singoli è un alcano (formu<strong>la</strong> generale<br />
C nH 2n2, dove n è un numero intero positivo). Per esempio, se n 5, <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> è<br />
C 5H [(25)2], ossia C 5H 12. Questi composti comprendono una serie omologa, in cui<br />
ciascun membro differisce da quello successivo per un gruppo -CH 2- (metilene).<br />
Negli alcani, ciascun atomo di C è ibridato sp 3 . Poiché ciascun atomo di C è legato al<br />
numero massimo di altri atomi (C o H), gli alcani sono detti idrocarburi saturi.<br />
Nomenc<strong>la</strong>tura degli alcani Abbiamo indicato i nomi dei primi dieci alcani non ramificati<br />
nel <strong>Capitolo</strong> 2 (vedi Tabel<strong>la</strong> 2.7). Qui esporremo le regole generali per <strong>la</strong> nomenc<strong>la</strong>tura<br />
di qualsiasi alcano e, per estensione, anche di altri composti organici. Il punto<br />
essenziale da ricordare è che ciascuna catena, ciascun ramo o ciascun anello ha un<br />
nome basato sul numero di atomi di C. Il nome completo del composto ha tre parti:<br />
PREFISSO RADICE SUFFISSO<br />
• Radice. La radice indica il numero di atomi di C nel<strong>la</strong> catena continua più lunga<br />
nel<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong>. Le radici sono indicate nel<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.1. Si tenga presente che esistono<br />
radici speciali per i composti di 1 4 atomi di C; le radici delle catene più<br />
lunghe si basano su numeri greci.<br />
• Prefisso. Ogni prefisso identifica un gruppo legato al<strong>la</strong> catena principale e il numero<br />
dell’atomo di carbonio a cui è legato. I prefissi che identificano i rami degli idrocarburi<br />
sono uguali ai nomi delle radici (Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.1), ma assumono una desinenza<br />
-il. Ogni prefisso è scritto prima del<strong>la</strong> radice.<br />
• Suffisso. Il suffisso indica il tipo di composto organico rappresentato dal<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong>,<br />
cioè, identifica il gruppo funzionale posseduto dal<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong>. Il suffisso è scritto<br />
dopo <strong>la</strong> radice.<br />
Per esempio, nel nome 2-metilbutano, 2-metil- è il prefisso (un gruppo metilico è legato<br />
all’atomo C-2 del<strong>la</strong> catena principale), -but- è <strong>la</strong> radice (<strong>la</strong> catena principale ha quattro<br />
atomi di C) e -ano è il suffisso (il composto è un alcano).<br />
Gli alcani sono descritti qui per illustrare l’approccio generale al<strong>la</strong> nomenc<strong>la</strong>tura;<br />
gli altri composti organici sono denominati nello stesso modo, con vari altri prefissi e<br />
suffissi (vedi Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.5). Oltre ai nomi sistematici introdotti qui, molti composti sono<br />
ancora noti con i loro nomi comuni; noteremo i più importanti. Per ottenere il nome<br />
sistematico di un composto,<br />
1. Determinare il nome del<strong>la</strong> catena più lunga (radice).<br />
2. Aggiungere il tipo di composto (suffisso).<br />
3. Determinare il nome degli eventuali rami (prefisso).<br />
La Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.2 presenta le regole di nomenc<strong>la</strong>tura di un composto organico e le applica<br />
a un alcano costituente un componente del<strong>la</strong> benzina.<br />
Visualizzazione degli alcani con formule e modelli Da nessuna parte è più importante<br />
– o più utile – visualizzare le molecole che nel<strong>la</strong> trattazione dei composti organici,<br />
quindi i chimici impiegano vari metodi per visualizzare queste strutture complesse.<br />
Sul<strong>la</strong> superficie bidimensionale del foglio e del<strong>la</strong> <strong>la</strong>vagna, le formule di struttura<br />
espanse e condensate sono le più facili da disegnare. Con kit per modelli moleco<strong>la</strong>ri o<br />
programmi per computer, i modelli tridimensionali rendono realistiche le forme moleco<strong>la</strong>ri.<br />
La formu<strong>la</strong> espansa rappresenta ciascun atomo e ciascun legame; questo tipo compare<br />
nel Problema di verifica <strong>15</strong>.1. Un tipo comune di formu<strong>la</strong> condensata raggruppa<br />
gli atomi di H con l’atomo di C a cui sono legati. La Figura <strong>15</strong>.5 mostra <strong>la</strong> formu<strong>la</strong><br />
espansa e <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> condensata, insieme ai modelli ball-and-stick e space-filling, del<br />
composto denominato nel<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.2.<br />
Idrocarburi ciclici Un idrocarburo ciclico contiene uno o più anelli nel<strong>la</strong> sua struttura.<br />
Quando un alcano a catena lineare (CnH2n2) forma un anello, due atomi di H<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.2 Regole di nomenc<strong>la</strong>tura di un composto organico<br />
vanno perduti quando si forma il legame C-C per unire le due estremità del<strong>la</strong> catena.<br />
Perciò, i cicloalcani hanno <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> generale C nH 2n. Gli idrocarburi ciclici vengono<br />
spesso disegnati con un metodo abbreviato che mostra soltanto le lineette rappresentative<br />
dei legami C-C. Si presuppone che ogni vertice dell’anello sia un atomo di C<br />
con il numero corretto di atomi di H legati per dare un totale di quattro legami; strutture<br />
espanse e abbreviate per alcuni cicloalcani, insieme ai modelli tridimensionali, sono<br />
presentate nel<strong>la</strong> Figura <strong>15</strong>.9. Si noti che, eccettuati gli anelli a tre atomi di C, i cicloalcani<br />
sono non p<strong>la</strong>nari. Questa caratteristica strutturale deriva dal<strong>la</strong> forma tetraedrica<br />
attorno a ciascun atomo di C e dal<strong>la</strong> necessità di minimizzare le repulsioni elettroniche<br />
tra atomi di H adiacenti. Di conseguenza, è massimizzata <strong>la</strong> sovrapposizione degli<br />
orbitali di atomi di C adiacenti. La forma più stabile di cicloesano (Figura <strong>15</strong>.6D) è<br />
detta conformazione a sedia.<br />
Isomeria costituzionale e proprietà fisiche degli alcani<br />
Due o più composti che abbiano <strong>la</strong> stessa formu<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong>re ma differenti proprietà<br />
sono detti isomeri. Quelli con differenti disposizioni degli atomi legati sono detti isomeri<br />
costituzionali (o strutturali); ne sono esempi gli alcani con un dato numero di<br />
atomi di C ma differenti scheletri. Il più piccolo alcano che presenta isomeria costituzionale<br />
ha quattro atomi di C: due differenti composti hanno <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> C 4H 10 (Tabel-<br />
H<br />
1. Determinazione del nome del<strong>la</strong> catena più lunga (radice)<br />
(a) Trovare <strong>la</strong> catena continua più lunga di atomi di C.<br />
(b) Scegliere <strong>la</strong> radice che corrisponde al numero di atomi di C<br />
in questa catena.<br />
2. Determinazione del nome del tipo di composto (suffisso)<br />
(a) Per gli alcani, aggiungere il suffisso -ano al<strong>la</strong> radice del<strong>la</strong> catena.<br />
(Altri suffissi sono indicati nel<strong>la</strong> tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.5 con il gruppo<br />
funzionale e il tipo di composto).<br />
(b) Se <strong>la</strong> catena forma un anello, il nome è preceduto da ciclo-.<br />
3. Determinazione del nome dei rami (prefisso)<br />
(a) Il nome di ciascun ramo è costituito da una sottoradice<br />
(numero di atomi di C) e dal<strong>la</strong> desinenza -il per indicare<br />
che non fa parte del<strong>la</strong> catena principale.<br />
(b) I nomi dei rami precedono il nome del<strong>la</strong> catena.<br />
Quando sono presenti due o più rami, denominarli in<br />
ordine alfabetico.<br />
(c) Per specificare <strong>la</strong> posizione del ramo lungo <strong>la</strong> catena, numerare<br />
consecutivamente gli atomi di C del<strong>la</strong> catena principale, partendo<br />
dall’estremità più vicina a un ramo, per ottenere il numero<br />
più basso per i rami.<br />
Premettere al nome di ciascun ramo il numero dell’atomo di C del<strong>la</strong><br />
catena a cui quel ramo è connesso.<br />
(d) Se il composto è privo di rami, il nome è costituito dal<strong>la</strong> radice<br />
e dal suffisso.<br />
H<br />
H<br />
C H<br />
H H H<br />
C C C C<br />
H H H<br />
H C H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
C H<br />
H<br />
CH 3<br />
CH3 CH CH CH2 CH 2<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
CH 3 CH CH CH 2<br />
Figura <strong>15</strong>.5 Modi di visualizzare<br />
formule e modelli di un alcano.<br />
H<br />
formu<strong>la</strong> espansa formu<strong>la</strong> condensata<br />
modello ball-and-stick modello space-filling<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
metil<br />
CH 3<br />
6 atomi di C =: es-<br />
es- -ano =: esano<br />
CH 3 CH CH CH 2<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
etil<br />
etilmetilesano<br />
CH3 1 2 3 4 5<br />
CH3 CH CH CH2 CH2 CH 2<br />
3-etil-2-metilesano<br />
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CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
6<br />
CH3 9
10<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.3 Gli isomeri costituzionali di C 4H10 e C5H12<br />
Nome sistematico<br />
(nome comune)<br />
butano<br />
(n-butano)<br />
2-metilpropano<br />
(isobutano)<br />
pentano<br />
(n-pentano)<br />
2-metilbutano<br />
(isopentano)<br />
2,2-dimetilpropano<br />
(neopentano)<br />
Figura <strong>15</strong>.6 Visualizzazione<br />
degli alcani. I cicloalcani sono di<br />
solito disegnati come poligoni<br />
rego<strong>la</strong>ri. Ciascun <strong>la</strong>to rappresenta<br />
un legame C-C e ciascun vertice<br />
rappresenta un atomo di C con il<br />
numero necessario di atomi di H.<br />
Le formule espanse mostrano ciascun<br />
legame nel<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong>. I<br />
modelli ball-and-stick e space-filling<br />
mostrano che, eccettuato il<br />
ciclopropano, gli anelli non sono<br />
p<strong>la</strong>nari. Queste disposizioni minimizzano<br />
le repulsioni elettroniche<br />
tra atomi di H adiacenti. Il cicloesano<br />
(D) è rappresentato nel<strong>la</strong> sua<br />
conformazione a sedia più stabile.<br />
Formu<strong>la</strong><br />
condensata<br />
CH 3 CH 2 CH 2 CH 3<br />
CH 3 CH CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3 CH 2 CH 2 CH 2 CH 3<br />
CH 3 CH CH 2 CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3 C CH 3<br />
CH 3<br />
H<br />
H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
C C<br />
H H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H H H H<br />
C C C C<br />
H H H H<br />
H<br />
H<br />
H H H<br />
C C C<br />
H H<br />
H C H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
C C<br />
C<br />
H<br />
H H H H<br />
C C C C<br />
H H H H<br />
H<br />
Formu<strong>la</strong><br />
espansa<br />
H H H H<br />
C C C C<br />
H H H<br />
H C H<br />
H<br />
H<br />
H C H<br />
H H<br />
C C C<br />
H H<br />
H C H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H H<br />
A ciclopropano B ciclobutano C ciclopentano D cicloesano<br />
H<br />
H<br />
Modello<br />
space-filling<br />
H<br />
C<br />
H H<br />
C<br />
C C<br />
C<br />
H<br />
Densità<br />
(g/mL)<br />
H<br />
H<br />
0,579<br />
0,549<br />
0,626<br />
0,620<br />
0,614<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
Temperatura di<br />
ebollizione (°C)<br />
H<br />
H<br />
C<br />
C C<br />
C<br />
C<br />
H H<br />
0,5<br />
11,6<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
36,1<br />
27,8<br />
9,5<br />
C<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H
metano ( = 16,04)<br />
etano ( = 30,07)<br />
propano ( = 44,09)<br />
butano ( = 58,12)<br />
pentano ( = 72,<strong>15</strong>)<br />
esano ( = 86,17)<br />
eptano ( = 100,20)<br />
ottano ( = 114,22)<br />
nonano ( = 128,25)<br />
decano ( = 142,28)<br />
<strong>la</strong> <strong>15</strong>.3). Quello non ramificato è il butano (nome comune, n-butano; dove n- sta per<br />
“normale”, ossia a catena lineare)e l’altro è il 2-metilpropano (nome comune isobutano).<br />
Similmente, tre composti hanno <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> C 5H 12. L’isomero non ramificato è il<br />
pentano (nome comune, n-pentano); quello con un gruppo metilico in C-2 di una catena<br />
di quattro atomi di C è il 2-metilbutano (nome comune, isopentano). Il terzo isomero<br />
ha due rami metilici su C-2 di una catena di tre atomi di C, quindi il suo nome è 2,2dimetilpropano<br />
(nome comune, neopentano).<br />
Poiché gli alcani sono quasi apo<strong>la</strong>ri, ci si attende che le loro proprietà fisiche siano<br />
determinate da forze di dispersione, e <strong>la</strong> temperatura di ebollizione nel<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.3<br />
lo conferma. Gli alcani a quattro atomi di C hanno temperature di ebollizione inferiori<br />
a quelle dei composti a cinque atomi di C. Inoltre, in ciascun gruppo di isomeri, il<br />
membro più sferico (isobutano o neopentano) ha una temperatura di ebollizione inferiore<br />
a quel<strong>la</strong> del membro più allungato (n-butano o n-pentano). Come abbiamo visto<br />
nel <strong>Capitolo</strong> 12, questa tendenza è dovuta al fatto che una forma sferica determina un<br />
minore contatto intermoleco<strong>la</strong>re e quindi riduce le forze di dispersione totali rispetto a<br />
quanto fa una forma allungata.<br />
Un esempio partico<strong>la</strong>rmente chiaro dell’effetto delle forze di dispersione sulle proprietà<br />
fisiche si osserva tra gli alcani non ramificati (n-alcani). Tra questi composti, <strong>la</strong><br />
temperatura di ebollizione aumenta in modo rego<strong>la</strong>re all’aumentare del<strong>la</strong> lunghezza del<strong>la</strong><br />
catena: più lunga è <strong>la</strong> catena, maggiore è il contatto, più forti sono le forze di dispersione<br />
e più alta è <strong>la</strong> temperatura di ebollizione (Figura <strong>15</strong>.7). Il pentano (cinque atomi di C) è<br />
il più piccolo n-alcano che esista nello stato liquido a temperatura ambiente. La solubilità<br />
degli alcani, e di tutti gli idrocarburi, può essere prevista facilmente con <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> “il<br />
simile scioglie il simile” (Paragrafo 13.1). Gli alcani sono miscibili l’uno nell’altro e in<br />
altri solventi apo<strong>la</strong>ri, come il benzene, ma sono quasi insolubili in acqua. Per esempio,<br />
<strong>la</strong> solubilità del pentano in acqua è soltanto 0,36 g/L a temperatura ambiente.<br />
Molecole chirali e isomeria ottica<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
CH4<br />
CH3CH3<br />
CH3CH2CH3<br />
–164<br />
CH3CH2CH2CH3<br />
CH3CH2CH2CH2CH3<br />
–273 –200 –100<br />
Temperatura (°C)<br />
0 100 200<br />
Un altro tipo di isomeria in alcuni alcani e in molti altri composti organici (nonché<br />
in alcuni composti inorganici) è detto stereoisomeria. Gli stereoisomeri sono molecole<br />
che hanno <strong>la</strong> stessa disposizione di atomi ma differenti orientamenti dei gruppi<br />
nello spazio. L’isomeria ottica è un tipo di stereoisomeria: quando due oggetti sono<br />
l’uno l’immagine specu<strong>la</strong>re dell’altro e non sono sovrapponibili, essi sono isomeri<br />
ottici, detti anche enantiomeri. Per usare un esempio familiare, <strong>la</strong> nostra mano destra<br />
è un isomero ottico del<strong>la</strong> nostra mano sinistra. Se guardiamo <strong>la</strong> nostra mano destra<br />
in uno specchio, vediamo che l’immagine formata dallo specchio è identica al<strong>la</strong> nostra<br />
mano sinistra (Figura <strong>15</strong>.8). Però, indipendentemente da come contorciamo le brac-<br />
–89<br />
CH3CH2CH2CH2CH2CH3<br />
–42<br />
CH3CH2CH2CH2CH2CH2CH3<br />
– 0,5<br />
CH3CH2CH2CH2CH2CH2CH2CH3<br />
36<br />
69<br />
CH3CH2CH2CH2CH2CH2CH2CH2CH3<br />
98<br />
CH3CH2CH2CH2CH2CH2CH2CH2CH2CH3<br />
126<br />
<strong>15</strong>1<br />
174<br />
11<br />
Figura <strong>15</strong>.7 Temperature di<br />
ebollizione dei primi 10 alcani<br />
non ramificati. La temperatura di<br />
ebollizione aumenta in modo rego<strong>la</strong>re<br />
all’aumentare del<strong>la</strong> lunghezza<br />
del<strong>la</strong> catena perché aumentano le<br />
forze di dispersione. Ogni voce<br />
comprende il nome, <strong>la</strong> massa<br />
mo<strong>la</strong>re [, in grammi per mole<br />
(g/mol)], <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> e <strong>la</strong> temperatura<br />
di ebollizione al<strong>la</strong> pressione di 1<br />
atm.<br />
immagine specu<strong>la</strong>re<br />
del<strong>la</strong> mano destra<br />
(uguale al<strong>la</strong><br />
mano sinistra)<br />
mano<br />
destra<br />
Figura <strong>15</strong>.8 Un’analogia per gli<br />
isomeri ottici. L’immagine riflessa<br />
del<strong>la</strong> nostra mano destra ha l’aspetto<br />
del<strong>la</strong> nostra mano sinistra.<br />
Ciascuna mano è asimmetrica,<br />
quindi non possiamo sovrapporre<br />
le due mani con le palme rivolte<br />
nel<strong>la</strong> stessa direzione.<br />
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12<br />
Figura <strong>15</strong>.9 Due molecole chirali.<br />
A. Il 3-metilesano è chirale<br />
perché C-3 è legato a quattro differenti<br />
gruppi. Questi due modelli<br />
sono isomeri ottici (enantiomeri).<br />
B. L’atomo di C centrale nell’amminoacido<br />
a<strong>la</strong>nina è legato<br />
anch’esso a quattro differenti<br />
gruppi.<br />
Figura <strong>15</strong>.10 La rotazione del<strong>la</strong><br />
luce po<strong>la</strong>rizzata in un piano per<br />
opera di una sostanza otticamente<br />
attiva. La sorgente emette<br />
onde luminose che oscil<strong>la</strong>no in<br />
tutti i piani. Quando <strong>la</strong> luce attraversa<br />
il primo filtro po<strong>la</strong>rizzatore,<br />
dal filtro emergono onde luminose<br />
oscil<strong>la</strong>nti soltanto in un piano. Il<br />
fascio po<strong>la</strong>rizzato in un piano entra<br />
nel compartimento del campione,<br />
contenente una concentrazione<br />
nota di un isomero ottico, e il<br />
piano del<strong>la</strong> luce po<strong>la</strong>rizzata ruota<br />
mentre attraversa <strong>la</strong> soluzione.<br />
Affinché lo sperimentatore veda <strong>la</strong><br />
luce, essa deve attraversare un<br />
secondo filtro po<strong>la</strong>rizzatore (detto<br />
analizzatore), che è fissato a un<br />
anello mobile tarato in gradi d’angolo<br />
e misura l’angolo di rotazione<br />
del piano.<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
centro<br />
chirale<br />
1<br />
2<br />
A isomeri ottici del 3-metilesano<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
centro<br />
chirale<br />
B isomeri ottici dell’a<strong>la</strong>nina<br />
cia, le nostre mani non possono essere sovrapposte l’una all’altra in tutte le loro parti.<br />
Non sono sovrapponibili perché ciascuna è asimmetrica: non esiste un piano di simmetria<br />
che divida <strong>la</strong> nostra mano in due parti identiche.<br />
Una moleco<strong>la</strong> asimmetrica è detta moleco<strong>la</strong> chirale (dal greco chéir, “mano”).<br />
Tipicamente, una moleco<strong>la</strong> <strong>organica</strong> è chirale se contiene un atomo di carbonio che è<br />
legato a quattro differenti gruppi. Questo atomo di C è detto centro chirale o carbonio<br />
asimmetrico. Per esempio, nel 3-metilesano, C-3 è un centro chirale perché è legato<br />
a quattro differenti gruppi: H-, CH 3-, CH 3-CH 2- e CH 3-CH 2-CH 2- (Figura<br />
<strong>15</strong>.9A). Come le nostre due mani, le due forme sono immagini specu<strong>la</strong>ri e non sono<br />
sovrapponili l’una all’altra: quando due dei gruppi vengono sovrapposti, gli altri due<br />
sono l’uno opposto all’altro. Perciò, le due forme sono isomeri ottici. Anche l’atomo<br />
di C centrale nell’amminoacido a<strong>la</strong>nina è un centro chirale (Figura <strong>15</strong>.9B).<br />
A differenza degli isomeri costituzionali, gli isomeri ottici sono identici sotto tutti<br />
gli aspetti tranne due:<br />
1. Nelle proprietà fisiche, gli isomeri ottici differiscono soltanto nel verso in cui<br />
ciascun isomero ruota il piano del<strong>la</strong> luce po<strong>la</strong>rizzata. Per misurare l’angolo di rotazione<br />
del piano del<strong>la</strong> luce po<strong>la</strong>rizzata si impiega un po<strong>la</strong>rimetro (Figura <strong>15</strong>.10). Un<br />
fascio di luce è costituito da onde che oscil<strong>la</strong>no in tutti i piani. Un filtro po<strong>la</strong>rizzatore<br />
blocca tutte le onde eccettuate quelle oscil<strong>la</strong>nti in un determinato piano, quindi<br />
<strong>la</strong> luce emergente dal filtro è po<strong>la</strong>rizzata in un piano. Un isomero ottico è otticamente<br />
attivo perché ruota il piano di questa luce po<strong>la</strong>rizzata. (I disp<strong>la</strong>y a cristalli<br />
liquidi contengono filtri po<strong>la</strong>rizzatori e composti otticamente attivi; vedi Figura<br />
12.45). L’isomero destrogiro (indicato con d o con il segno ) ruota nel verso orario<br />
il piano del<strong>la</strong> luce po<strong>la</strong>rizzata; l’isomero levogiro (indicato con l o con il segno )<br />
è l’immagine specu<strong>la</strong>re del primo e ruota nel verso antiorario il piano del<strong>la</strong> luce po<strong>la</strong>rizzata.<br />
Una misce<strong>la</strong> equimo<strong>la</strong>re dei due composti (detta misce<strong>la</strong> racemica) non ruota<br />
affatto il piano del<strong>la</strong> luce po<strong>la</strong>rizzata perché <strong>la</strong> rotazione nel verso orario elide quel<strong>la</strong><br />
nel verso antiorario. La rotazione specifica è una proprietà caratteristica, misurabile,<br />
dell’isomero a una certa temperatura, concentrazione e lunghezza d’onda del<strong>la</strong> luce.<br />
2. Nelle proprietà chimiche, gli isomeri ottici differiscono soltanto in un ambiente<br />
chimico chirale (asimmetrico), cioè, in un ambiente capace di distinguere le molecole<br />
destrogire dalle molecole levogire. Come analogia, <strong>la</strong> nostra mano destra si<br />
sorgente di luce<br />
le onde luminose<br />
non po<strong>la</strong>rizzate<br />
oscil<strong>la</strong>no in tutti i piani<br />
filtro po<strong>la</strong>rizzatore<br />
le onde luminose<br />
piano-po<strong>la</strong>rizzate<br />
oscil<strong>la</strong>no in un solo piano<br />
compartimento del campione<br />
contenente una soluzione<br />
di una sostanza<br />
otticamente attiva angolo di rotazione<br />
θ<br />
luce po<strong>la</strong>rizzata<br />
ruotata<br />
270 °<br />
0°<br />
180°<br />
analizzatore<br />
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90 °
adatta bene al nostro guanto destro, ma non al nostro guanto sinistro. Tipicamente,<br />
un isomero di un reagente otticamente attivo è aggiunto a una misce<strong>la</strong> di isomeri<br />
ottici di un altro composto. I prodotti del<strong>la</strong> reazione hanno differenti proprietà e possono<br />
essere separati. Per esempio, quando si aggiunge l’anione d-<strong>la</strong>ttato a una misce<strong>la</strong><br />
di d-a<strong>la</strong>nina e di l-a<strong>la</strong>nina nelle loro forme cationiche, l’isomero d dell’a<strong>la</strong>nina cristallizza<br />
come sale d-<strong>la</strong>ttato/d-a<strong>la</strong>nina, ma il sale d-<strong>la</strong>ttato/l-a<strong>la</strong>nina è più solubile e<br />
rimane in soluzione.<br />
L’isomeria ottica svolge un ruolo essenziale nelle cellule viventi. Quasi tutti<br />
i carboidrati e gli amminoacidi sono otticamente attivi, ma soltanto uno degli<br />
isomeri è biologicamente utilizzabile. Per esempio, il d-glucosio viene metabolizzato<br />
per ricavarne energia, mentre l’l-glucosio viene eliminato inutilizzato. Similmente,<br />
l’l-a<strong>la</strong>nina viene incorporata nelle proteine in condizioni naturali, ma <strong>la</strong><br />
d-a<strong>la</strong>nina no. L’organismo distingue un isomero ottico dall’altro mediante i suoi<br />
enzimi, grandi molecole che accelerano quasi tutte le reazioni nel<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong> legandosi<br />
ai reagenti. Una parte specifica dell’enzima fornisce l’ambiente asimmetrico,<br />
quindi soltanto uno degli isomeri è capace di legarsi e di subire <strong>la</strong> reazione (Figura<br />
<strong>15</strong>.11).<br />
Alcheni: idrocarburi con legami doppi<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
Un idrocarburo che contenga almeno un legame CNC è detto alchene. Con <strong>la</strong> rimozione<br />
di due atomi di H per formare il legame doppio, gli alcheni hanno <strong>la</strong> formu<strong>la</strong><br />
generale C nH 2n. Gli atomi di C legati da un legame doppio sono ibridati sp 2 . Poiché<br />
ciascuno dei loro atomi di C lega meno del massimo di quattro atomi, gli alcheni sono<br />
considerati idrocarburi insaturi.<br />
I nomi degli alcheni differiscono da quelli degli alcani sotto due aspetti:<br />
1. La catena principale (radice) deve contenere entrambi gli atomi di C del legame doppio,<br />
anche se non è <strong>la</strong> catena più lunga. La catena è numerata a partire dall’estremità<br />
più vicina al legame CNC, e <strong>la</strong> posizione del legame è indicata dal numero del<br />
primo atomo di C presente in esso.<br />
2. Il suffisso per gli alcheni è -ene.<br />
Per esempio, esistono tre alcheni con quattro atomi di C (C4H8), due non ramificati e<br />
uno ramificato (Problema di verifica <strong>15</strong>.1, parte b). L’isomero ramificato è il 2-metilpropene;<br />
l’isomero non ramificato con il legame CNC tra C-1 e C-2 è l’1-butene; l’isomero<br />
non ramificato con il legame CNC tra C-2 e C-3 è il 2-butene. Come vedremo<br />
tra poco, esistono due isomeri del 2-butene, ma essi sono di tipo diverso da quelli che<br />
abbiamo esaminato finora.<br />
Il legame CNC e l’isomeria geometrica (cis-trans) Esistono due differenze strutturali<br />
principali tra gli alcheni e gli alcani. In primo luogo, gli alcani hanno una geometria<br />
tetraedrica ( 109,5°) attorno a ciascun atomo di C, mentre gli atomi di C legati<br />
da legame doppio negli alcheni hanno una geometria p<strong>la</strong>nare trigonale ( 120°). In<br />
secondo luogo, il legame C-C permette <strong>la</strong> rotazione dei gruppi legati, quindi gli atomi<br />
in un alcano variano continuamente le loro posizioni re<strong>la</strong>tive. Per contro, il legame <br />
del legame CNC limita <strong>la</strong> rotazione, il che fissa le posizioni re<strong>la</strong>tive degli atomi legati<br />
a esso.<br />
Questa limitazione del<strong>la</strong> rotazione dà origine a un altro tipo di stereoisomeria.<br />
Gli isomeri geometrici (detti anche isomeri cis-trans) hanno differenti orientamenti<br />
dei gruppi attorno a un legame doppio (o una caratteristica strutturale simile). La<br />
Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.4 mostra i due isomeri geometrici del 2-butene (vedi anche Commento,<br />
Problema di verifica <strong>15</strong>.1). Un isomero, il cis-2-butene, ha i gruppi CH3 dal<strong>la</strong> stessa<br />
parte del legame CNC, mentre l’altro isomero, il trans-2-butene, li ha da parti opposte<br />
del legame CNC. In generale, un isomero cis ha le più grandi parti del<strong>la</strong> catena<br />
principale dal<strong>la</strong> stessa parte del legame doppio e un isomero trans le ha da parti<br />
opposte. Affinché una moleco<strong>la</strong> abbia isomeri geometrici, ciascun atomo di C nel<br />
sito di<br />
legame chirale<br />
B<br />
A<br />
superficie dell'enzima<br />
C<br />
13<br />
moleco<strong>la</strong> chirale<br />
Figura <strong>15</strong>.11 Il sito di legame di<br />
un enzima. Gli organismi sono<br />
capaci di utilizzare soltanto uno di<br />
una coppia di isomeri ottici perché i<br />
loro enzimi hanno siti di legame con<br />
forme chirali (asimmetriche). La<br />
forma dell’immagine specu<strong>la</strong>re di<br />
questa moleco<strong>la</strong> non le permette di<br />
legarsi a questo sito.<br />
Farmaci chirali Molti farmaci<br />
sono molecole chirali di cui un isomero<br />
ottico è biologicamente attivo<br />
e l’altro ha un differente tipo di attività<br />
o ne è completamente privo.<br />
Ne è un esempio il naprossene, un<br />
farmaco analgesico e antinfiammatorio:<br />
un isomero (vedi il modello)<br />
è attivo come farmaco antiartritico<br />
e l’altro è una potente sostanza tossica<br />
per il fegato che deve essere<br />
rimossa dal<strong>la</strong> misce<strong>la</strong> durante <strong>la</strong><br />
sintesi. Un altro esempio è <strong>la</strong> talidomide,<br />
un farmaco tristemente<br />
noto. Un isomero ottico è attivo<br />
contro <strong>la</strong> depressione, mentre l’altro<br />
causa mutazioni fetali e decessi.<br />
Tragicamente, il farmaco era<br />
venduto negli anni Cinquanta<br />
come misce<strong>la</strong> racemica e causò<br />
malformazioni degli arti in molti<br />
bambini alle cui madri era stato<br />
prescritto per alleviare <strong>la</strong> nausea<br />
che si manifesta nel primo trimestre<br />
di gravidanza.<br />
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D
14<br />
CH 3<br />
CH 3 C CH 2 CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
legame CNC deve essere legato a due differenti gruppi. Come tutti gli isomeri,<br />
gli isomeri geometrici hanno differenti proprietà. È importante notare nel<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong><br />
<strong>15</strong>.4 che i due 2-buteni differiscono nel<strong>la</strong> forma moleco<strong>la</strong>re e nelle proprietà fisiche.<br />
L’isomero cis ha nel<strong>la</strong> catena una piega di cui l’isomero trans è privo. Nei Capitoli<br />
10 e 12 abbiamo visto come questa differenza influenza <strong>la</strong> po<strong>la</strong>rità moleco<strong>la</strong>re<br />
e le proprietà fisiche, che derivano da differenti intensità delle attrazioni moleco<strong>la</strong>ri.<br />
Alchini: idrocarburi con legami tripli<br />
Gli idrocarburi che contengono almeno un legame CPC sono detti alchini. La loro<br />
formu<strong>la</strong> generale è CnH2n2 perché hanno due atomi di H in meno rispetto agli alcheni<br />
del<strong>la</strong> stessa lunghezza. Poiché un atomo di C in un legame CPC può legarsi soltanto<br />
a un altro atomo, <strong>la</strong> geometria attorno a ciascun atomo di C è lineare (180°): ciascun<br />
atomo di C è ibridato sp. La nomenc<strong>la</strong>tura degli alchini segue le stesse regole di quel<strong>la</strong><br />
degli alcheni, tranne che il suffisso è -ino. A causa dei loro elettroni localizzati, i<br />
legami CNC e CPC sono ricchi di elettroni e si comportano come gruppi funzionali.<br />
Perciò, gli alcheni e gli alchini sono molto più reattivi degli alcani, come vedremo nel<br />
Paragrafo <strong>15</strong>.4.<br />
CH 3<br />
CH 2 CH CH<br />
Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.4 Gli isomeri geometrici del 2-butene<br />
Nome<br />
sistematico<br />
cis-2-butene<br />
trans-2-butene<br />
PROBLEMA DI VERIFICA <strong>15</strong>.2<br />
Problema Si indichi il nome sistematico di ciascuna delle seguenti specie, si indichi il centro chirale<br />
nel<strong>la</strong> parte (d), e si disegnino due isomeri geometrici per <strong>la</strong> parte (e):<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
Formu<strong>la</strong><br />
condensata<br />
(a) (b) (c) (d) (e)<br />
CH3 C<br />
H<br />
CH3 C<br />
H<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
C<br />
C<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
H<br />
H<br />
CH 3<br />
Modello<br />
space-filling<br />
Nomenc<strong>la</strong>tura di alcani, alcheni e alchini<br />
CH 3<br />
CH 3 CH 2 CH CH CH 2<br />
CH2 CH C CH CH3 Piano Per le parti (a) (c), facciamo riferimento al<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.2. Prima denominiamo<br />
<strong>la</strong> catena più lunga (radice- -ano). Poi troviamo i numero dei rami più basso contando gli<br />
atomi di C a partire dall’estremità più vicina a un ramo. Poi denominiamo ciascun ramo (radice-<br />
-ile) e lo premettiamo alfabeticamente al nome del<strong>la</strong> catena. Per (d) e (e), numeriamo <strong>la</strong><br />
catena più lunga comprendente il legame multiplo a partire dall’estremità più vicina a esso. Per<br />
(d), il centro chirale è l’atomo di C legato a quattro differenti gruppi. In (e), l’isomero cis<br />
ha i gruppi più grandi dal<strong>la</strong> stessa parte del legame doppio, e l’isomero trans li ha da parti opposte.<br />
CH 3<br />
Densità<br />
(g/mL)<br />
0,621<br />
0,604<br />
Temperatura di<br />
ebollizione (C)<br />
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CH 3<br />
3,7<br />
0,9<br />
CH 3
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
Risoluzione<br />
(a)<br />
CH3 metil<br />
butano<br />
(b)<br />
esano CH3 metil<br />
(c)<br />
(d)<br />
CH3 C CH2CH3 1 2 3<br />
CH3 4<br />
metil<br />
2,2-dimetilbutano<br />
Quando un tipo di ramo compare<br />
più di una volta, raggruppiamo i<br />
numeri delle catene e indichiamo<br />
il numero di rami con un prefisso<br />
numerico, quale 2,2-dimetil.<br />
CH 3<br />
H 3 CH 2 CH CH CH 2<br />
4<br />
3 2<br />
centro chirale<br />
3-metil-1-pentene<br />
metil<br />
1<br />
1-pentene<br />
Verifica Una buona verifica (e un’eccellente pratica) è invertire il procedimento disegnando strutture<br />
per i nomi per vedere se si ottengano le strutture date nel problema.<br />
Commento Nel<strong>la</strong> parte (b), anche C-3 e C-4 sono centri chirali, così come lo sono C-1 e C-2 nel<strong>la</strong><br />
parte (c). Però, nel<strong>la</strong> parte (b) <strong>la</strong> moleco<strong>la</strong> non è chirale: ha un piano di simmetria tra C-3 e C-4,<br />
quindi metà del<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong> ruota <strong>la</strong> luce nel verso opposto rispetto all’altra metà. Si evitino questi<br />
errori comuni. In (b), il 2-etil-3-metilpentano è sbagliato: <strong>la</strong> catena più lunga è l’esano. In (c), l’1metil-2-etilciclopentano<br />
è sbagliato: i rami sono denominati alfabeticamente.<br />
PROBLEMA DI APPROFONDIMENTO <strong>15</strong>.2 Si disegnino formule condensate<br />
per i composti con i seguenti nomi: (a) 3-etil-3-metilottano; (b) 1-etil-3-propilcicloesano;<br />
(c) 3,3-dietil-1-esino; (d) trans-3-metil-3-eptene.<br />
Idrocarburi aromatici: molecole cicliche con elettroni <br />
delocalizzati<br />
A differenza dei cicloalcani, gli idrocarburi aromatici sono molecole p<strong>la</strong>nari, di solito<br />
con uno o più anelli di sei atomi di C, e sono spesso disegnati con legami singoli e<br />
doppi alternati. Però, come abbiamo visto nel caso del benzene (Paragrafo 10.1), tutti<br />
i legami degli anelli sono identici, con valori di lunghezza e forza intermedi tra quelli<br />
di un legame C-C e quelli di un legame CNC. Per indicarlo, il benzene è rappresentato<br />
anche come un ibrido di risonanza, con un circoletto (o un circoletto tratteggiato)<br />
che rappresenta il carattere delocalizzato degli elettroni (Figura <strong>15</strong>.12A). Una<br />
A<br />
¢£<br />
or<br />
(e)<br />
CH3 6<br />
CH3 6<br />
cis-2,3-dimetil-3-esene<br />
B<br />
CH2 5<br />
H<br />
CH2 5<br />
CH<br />
4 3<br />
2<br />
CH<br />
CH 2<br />
1 CH3 CH 3<br />
CH 3<br />
metil<br />
C C<br />
CH CH3<br />
4 3<br />
2 1<br />
CH3 metil<br />
3-esene<br />
CH 3<br />
ciclopentano<br />
4<br />
5 1<br />
3 2<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
H<br />
metil<br />
3,4-dimetilesano 1-etil-2-metilciclopentano<br />
In questo caso, numeriamo <strong>la</strong> catena<br />
a partire dall’una o dall’altra estremità<br />
perché i rami sono identici e<br />
sono connessi ai due atomi di C<br />
centrali.<br />
CH 3<br />
etil<br />
Numeriamo gli atomi di C<br />
dell’anello in modo che un<br />
ramo sia connesso a C-1.<br />
CH 3<br />
C C CH CH3<br />
CH 3<br />
trans-2,3-dimetil-3-esene<br />
<strong>15</strong><br />
Figura <strong>15</strong>.12 Rappresentazioni<br />
del benzene. A. Il benzene è disegnato<br />
spesso con due forme di risonanza,<br />
che mostrano legami singoli<br />
e legami doppi alternati in differenti<br />
posizioni. La moleco<strong>la</strong> è visualizzata<br />
più correttamente come l’ibrido di<br />
risonanza, con gli elettroni delocalizzati<br />
rappresentati come un circoletto<br />
a tratto continuo o tratteggiato. B.<br />
La nuvo<strong>la</strong> delocalizzata e il piano<br />
del legame dell’anello benzenico.<br />
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16<br />
CH 3<br />
naftalene<br />
metilbenzene<br />
(toluene)<br />
temperatura di<br />
ebollizione = 110,6 °C<br />
benzo[a]pirene<br />
Cancerogeni aromatici I<br />
composti aromatici policiclici hanno<br />
sistemi di anelli “fusi”, in cui<br />
due o più anelli hanno in comune<br />
due o più <strong>la</strong>ti. Il più semplice è il<br />
naftalene, una sostanza di partenza<br />
per <strong>la</strong> produzione di coloranti. È<br />
stato dimostrato che molti di questi<br />
composti (e il benzene stesso) esplicano<br />
un’attività cancerogena. Uno<br />
dei più potenti, il benzo[a]pirene, è<br />
presente nel<strong>la</strong> fuliggine, nel fumo di<br />
sigaretta, nei gas di scarico dei veicoli<br />
a motore a combustione e persino<br />
nel fumo dei barbecue!<br />
CH 3<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
visualizzazione degli orbitali mostra i due lobi del<strong>la</strong> nuvo<strong>la</strong> delocalizzata e, sotto, il<br />
piano esagonale degli atomi di C legati da legami (Figura <strong>15</strong>.12B).<br />
La nomenc<strong>la</strong>tura sistematica dei composti aromatici semplici è piuttosto semplice. Di<br />
solito, il benzene è il composto progenitore, e i gruppi legati, o sostituenti, sono denominati<br />
come prefissi. Però, continuano a essere usati molti nomi comuni. Per esempio,<br />
il benzene con un gruppo metilico è denominato sistematicamente metilbenzene ma è<br />
più noto con il nome comune toluene. Con un solo sostituente presente nel toluene,<br />
non numeriamo gli atomi di C dell’anello; però, quando sono legati due o più gruppi,<br />
numeriamo in modo tale che uno dei gruppi sia legato al C-1 dell’anello. Perciò, il<br />
toluene e i tre isomeri strutturali con due gruppi metilici legati sono<br />
CH 3<br />
1,2-dimetilbenzene<br />
(o-xilene)<br />
temperatura di<br />
ebollizione = 144,4 °C<br />
Nei nomi comuni, le posizione di due gruppi sono indicate con o- (orto) per i gruppi<br />
su atomi di C dell’anello adiacenti, con m- (meta) per i gruppi separati da un atomo di<br />
C dell’anello e con p- (para) per i gruppi su atomi di C dell’anello opposti. Per esempio,<br />
i dimetilbenzeni (comunemente noti come xileni) sono importanti solventi e materie<br />
prime per fibre poliesteri e coloranti.<br />
Il numero degli isomeri aumenta quando sono legati due o più gruppi. Per esempio,<br />
esistono sei isomeri per un composto con un solo gruppo metilico e tre gruppi nitro<br />
(-NO 2) legati a un anello benzenico; l’esplosivo TNT (trinitrotoluene o tritolo) è soltanto<br />
uno di essi:<br />
O 2 N<br />
CH 3<br />
NO 2<br />
CH 3<br />
NO 2<br />
CH 3<br />
2,4,6-trinitrometilbenzene<br />
(trinitrotoluene, TNT)<br />
1,3-dimetilbenzene<br />
(m-xilene)<br />
temperatura di<br />
ebollizione = 139,1 °C<br />
1,4-dimetilbenzene<br />
(p-xilene)<br />
temperatura di<br />
ebollizione = 138,3 °C<br />
Uno dei metodi più importanti per determinare le strutture delle molecole organiche è<br />
esaminato nel saggio Strumenti del <strong>la</strong>boratorio (pp. 18-19).<br />
Variazioni su un tema: idruri inorganici concatenati<br />
Nelle trattazioni brevi denominate Variazioni su un tema proposte in tutto questo capitolo<br />
esaminiamo simi<strong>la</strong>rità tra composti organici e composti inorganici. Da questo punto<br />
di vista, vedremo che il comportamento del carbonio è notevole, ma non unico, nel<strong>la</strong><br />
<strong>chimica</strong> degli elementi.<br />
Anche se nessun elemento si avvicina al carbonio nel<strong>la</strong> varietà e nel<strong>la</strong> complessità<br />
dei suoi idruri, <strong>la</strong> catenazione (o concatenazione) si osserva spesso nel<strong>la</strong> tavo<strong>la</strong><br />
periodica, e si conoscono molte strutture ad anello, a catena e a gabbia. Alcune delle<br />
più affascinanti appartengono agli idruri di boro o borani (Paragrafo 14.5). Anche se<br />
le loro forme rivaleggiano persino con quelle degli idrocarburi, <strong>la</strong> debolezza dei loro<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
CH 3<br />
CH 3
insoliti legami a ponte rende <strong>la</strong> maggior parte di essi termicamente e <strong>chimica</strong>mente<br />
instabili.<br />
Esiste un’evidente simi<strong>la</strong>rità strutturale tra gli alcani e gli idruri di silicio o si<strong>la</strong>ni<br />
(Paragrafo 14.6). I si<strong>la</strong>ni hanno persino una formu<strong>la</strong> generale analoga (Si nH 2n2). Si<br />
conoscono anche si<strong>la</strong>ni ramificati, ma fino a poco tempo fa non erano stati preparati<br />
composti ciclici o insaturi (SiNSi). A differenza degli alcani, i si<strong>la</strong>ni sono termicamente<br />
instabili e si accendono spontaneamente nell’aria.<br />
La capacità dello zolfo di subire catenazione è seconda soltanto a quel<strong>la</strong> del carbonio,<br />
e tra i suoi allotropi esistono molte catene e molti anelli (Paragrafo 14.8). Si<br />
conosce una grande serie di idruri di zolfo o polisolfani. Però, queste molecole sono<br />
catene non ramificate con atomi di H soltanto alle estremità (H-S n-H). Come i si<strong>la</strong>ni,<br />
i polisolfani sono facilmente ossidabili e si decompongono facilmente all’unico idruro<br />
stabile di zolfo, H 2S, e al suo allotropo più stabile, il ciclo-S 8.<br />
<strong>15</strong>.3 ALCUNE CLASSI IMPORTANTI DI REAZIONI<br />
ORGANICHE<br />
Nel <strong>Capitolo</strong> 4 abbiamo c<strong>la</strong>ssificato le reazioni chimiche sul<strong>la</strong> base del processo chimico<br />
coinvolto (reazioni di precipitazione, reazioni acido-base e reazioni di ossidoriduzione)<br />
e poi abbiamo presentato una breve c<strong>la</strong>ssificazione basata sul numero di<br />
reagenti e di prodotti (reazioni di combinazione, reazioni di decomposizione o reazioni<br />
di sostituzione). Adottiamo qui lo stesso approccio con le reazioni organiche.<br />
Da questo punto in poi useremo <strong>la</strong> notazione consistente in una R maiusco<strong>la</strong> con<br />
un legame singolo, R-, per indicare un gruppo organico generico legato a uno degli<br />
atomi indicati; R- può essere di solito visualizzato come un gruppo alchilico, una<br />
catena idrocarburica satura con un solo legame disponibile. Perciò, R-CH 2-Br ha<br />
un gruppo alchilico legato a un gruppo CH 2 a cui è legato un atomo di Br; R-<br />
CHNCH 2 è un alchene con un gruppo alchilico legato a uno degli atomi di C nel<br />
legame doppio; e così via. (Spesso, quando è presente più di un gruppo R, si scrive R,<br />
R ′ , R ′′ per indicare che questi gruppi possono essere diversi).<br />
Tipi di reazioni organiche<br />
La maggior parte delle reazioni organiche sono esempi dei tre tipi che si possono identificare<br />
confrontando il numero di legami con C nei reagenti e nei prodotti:<br />
1. Avviene una reazione di addizione quando un reagente insaturo diventa un prodotto<br />
saturo:<br />
R CH CH R X Y R CH CH R<br />
Si noti che nel prodotto gli atomi di C sono legati a più atomi che nel reagente.<br />
I legami CNC e CPC e il legame CNO subiscono comunemente reazioni di<br />
addizione. In ciascun caso, il legame si rompe, <strong>la</strong>sciando intatto il legame . Nel<br />
prodotto, gli atomi di C (o di C e O) formano due legami addizionali. Esaminiamo<br />
il calore standard di reazione (H r 0 ) per una tipica reazione per vedere perché queste<br />
reazioni avvengono. Consideriamo <strong>la</strong> reazione tra etene (nome comune, etilene) e HCl:<br />
CH2 CH2 H Cl H CH2 CH2 Cl<br />
reagenti (legami rotti) prodotto (legami formati<br />
1 CœC<br />
4 C±H<br />
1 H±Cl<br />
totale<br />
614 kJ<br />
1652 kJ<br />
427 kJ<br />
2693 kJ<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
±£<br />
±£<br />
1 C±C 347 kJ<br />
5 C±H 2065 kJ<br />
1 C±Cl 339 kJ<br />
totale 2751 kJ<br />
H r 0 Hlegami rotti 0 Hlegami formati 0 2693 kJ (2751 kJ) 58 kJ<br />
X<br />
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Y<br />
17
I chimici ricorrono a una vasta serie di metodi strumentali per<br />
determinare le complesse strutture delle molecole organiche.<br />
Per esempio abbiamo esaminato <strong>la</strong> spettrometria di massa nel<br />
<strong>Capitolo</strong> 2. Uno degli strumenti più utili è <strong>la</strong> spettroscopia di<br />
risonanza magnetica nucleare, comunemente detta spettroscopia<br />
NMR (nuclear magnetic resonance) o spettroscopia<br />
RMN, che misura gli intorni di certi nuclei in una moleco<strong>la</strong> per<br />
delucidare <strong>la</strong> sua struttura.<br />
Nel <strong>Capitolo</strong> 8 abbiamo visto che un elettrone può ruotare<br />
su se stesso (moto di spin) nell’uno o nell’altro di due versi, e<br />
ciascuna rotazione genera un piccolo campo magnetico. Parecchie<br />
specie di nuclei si comportano in modo simile. I più importanti<br />
di essi sono 1 H, 13 C, 19 F e 31 P. In questa esposizione<br />
concentriamo l’attenzione principalmente sul protone, 1 H, il<br />
nucleo del più abbondante isotopo dell’idrogeno, da cui il<br />
nome di spettroscopia 1 H-NMR. Generalmente, i campi magnetici<br />
di tutti i protoni in un campione di composto sono<br />
orientati in modo casuale. Però, quando il campione è posto in<br />
un campo magnetico esterno (di intensità H 0), i campi protonici<br />
assumono un orientamento parallelo (concorde) o antiparallelo<br />
(discorde) rispetto a quello del campo magnetico<br />
esterno. L’orientamento parallelo ha un’energia lievemente inferiore,<br />
e <strong>la</strong> differenza di energia (E) tra i due stati energetici<br />
(stati di spin) giace nel<strong>la</strong> regione delle radiofrequenze (rf)<br />
dello spettro elettromagnetico.<br />
I protoni presenti nel campione oscil<strong>la</strong>no rapidamente tra<br />
i due stati di spin e, in un processo detto risonanza, si varia il<br />
valore del<strong>la</strong> radiofrequenza finché non diventa uguale al<strong>la</strong> frequenza<br />
di questa oscil<strong>la</strong>zione. A questo punto, i protoni sono<br />
“in risonanza” con <strong>la</strong> radiazione a radiofrequenza e assorbono<br />
e riemettono l’energia, che viene rive<strong>la</strong>ta dal ricevitore a radiofrequenza<br />
dello spettrometro NMR (Figura B<strong>15</strong>.1). Se tutti<br />
i protoni esistenti in un campione richiedessero <strong>la</strong> stessa E<br />
per <strong>la</strong> risonanza, uno spettro di risonanza magnetica nucleare<br />
campo<br />
magnetico<br />
(H0)<br />
spin nucleari di<br />
uguale energia<br />
orientati in modo casuale<br />
Strumenti di <strong>la</strong>boratorio<br />
Spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (spettroscopia NMR)<br />
ΔE<br />
radiazione<br />
(h ν)<br />
E rf = ΔE<br />
Figura B<strong>15</strong>.1 Le basi del<strong>la</strong> risonanza di spin nucleare. I campi<br />
magnetici orientati in modo casuale dei protoni ( 1 H, il nucleo del<strong>la</strong><br />
maggior parte degli isotopi dell’idrogeno) in un campione assumono<br />
lo stesso orientamento in un forte campo magnetico esterno<br />
(di intensità H 0), con un numero lievemente maggiore di protoni<br />
nello stato di spin inferiore. In un processo detto risonanza, lo spin<br />
si inverte quando il protone assorbe un fotone con un’energia<br />
uguale a E [regione delle radiofrequenze (rf) dello spettro elettromagnetico].<br />
500 400 300 200 100 0 Hz<br />
O<br />
CH3 C CH3<br />
TMS<br />
8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0 <br />
(ppm)<br />
H0<br />
Figura B<strong>15</strong>.2 Lo spettro 1 H-NMR dell’acetone. I 6 protoni dei<br />
due CH 3, essendo in intorni identici, generano un unico picco, che<br />
ha un differente spostamento chimico rispetto a quello generato dai<br />
12 protoni del TMS aggiunto come campione di riferimento.<br />
(spettro NMR) avrebbe un solo picco e sarebbe inutile. Però, <strong>la</strong><br />
E tra i due stati dipende dal campo magnetico effettivo “percepito”<br />
da ciascun protone, il quale è influenzato dai piccoli<br />
campi magnetici degli elettroni negli atomi adiacenti a quel<br />
protone. Perciò, <strong>la</strong> E di ciascun protone dipende dagli elettroni<br />
negli atomi adiacenti – atomi di C, atomi elettronegativi,<br />
legami multipli e anelli aromatici – in altre parole dall’ambiente<br />
moleco<strong>la</strong>re specifico. Perciò, lo spettro NMR è peculiare<br />
di quel composto.<br />
Lo spettro NMR di un composto è costituito da una serie<br />
di picchi che rappresenta <strong>la</strong> risonanza di ciascun protone in<br />
funzione del campo magnetico variabile. Lo spostamento chimico<br />
(chemical shift) dei protoni in un dato ambiente è dove<br />
compare un picco; rappresenta il rapporto tra <strong>la</strong> frequenza di<br />
risonanza per quel protone e l’intensità del campo magnetico<br />
H 0. Gli spostamenti chimici sono visualizzati rispetto a quello<br />
di uno standard aggiunto, il tetrametilsi<strong>la</strong>no [(CH 3) 4Si, TMS],<br />
che ha 12 protoni legati a quattro atomi di C che sono legati a<br />
un atomo di Si. Poiché <strong>la</strong> forma del TMS è tetraedrica attorno<br />
all’atomo di Si, i protoni sono in ambienti identici e quindi generano<br />
un solo picco. La Figura B<strong>15</strong>.2 mostra lo spettro 1 H-<br />
NMR dell’acetone. Anche i sei protoni dell’acetone hanno<br />
ambienti identici – sono legati a due atomi di C ciascuno dei<br />
quali è legato all’atomo di C in un legame CNO – quindi anche<br />
essi generano un solo picco, ma in una posizione diversa<br />
da quel<strong>la</strong> del TMS. (Gli assi non ci interessano). Lo spettro del<br />
dimetossimetano nel<strong>la</strong> Figura B<strong>15</strong>.3 presenta due picchi, oltre<br />
al picco del TMS. Il picco più alto è dovuto ai sei protoni dei<br />
due CH 3, quello più basso ai due protoni di CH 2. L’area sotto<br />
ciascun picco è direttamente proporzionale al numero di protoni<br />
in un dato ambiente ed è determinata dallo strumento. Si<br />
noti che il rapporto delle aree è 20,3 : 6,8 3 : 1, uguale al rap-<br />
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500 400 300 200 100 0 Hz<br />
CH3 O CH2 O CH3<br />
assorbimento<br />
da parte dei protoni<br />
di CH 2 (6,8 spazi)<br />
8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0 δ (ppm)<br />
La reazione è esotermica. Osservando <strong>la</strong> variazione netta dei legami vediamo che <strong>la</strong><br />
forza motrice per molte addizioni è <strong>la</strong> formazione di due legami (in questo caso, C-<br />
H e C-Cl) a partire da un legame (in questo caso, H-Cl) e da un legame re<strong>la</strong>tivamente<br />
debole. Una reazione di addizione è <strong>la</strong> base di un saggio colorimetrico per<br />
<strong>la</strong> presenza di legami CNC.<br />
2. Le reazioni di eliminazione sono l’opposto delle reazioni di addizione. Avvengono<br />
quando un reagente saturo diventa un prodotto insaturo:<br />
Si noti che nel prodotto gli atomi di C sono legati a meno atomi che nel reagente. Sono<br />
eliminate tipicamente coppie di atomi di alogeni, un atomo di H e un atomo di alogeno,<br />
o un atomo di H e un gruppo -OH, ma non sono eliminati atomi di C. Perciò, <strong>la</strong> forza<br />
motrice per molte reazioni di eliminazione è <strong>la</strong> perdita di una moleco<strong>la</strong> picco<strong>la</strong>, stabile,<br />
quale HCl(g) o H 2O, il che aumenta l’entropia (il disordine) del sistema (Paragrafo 13.2):<br />
CH 3<br />
Y<br />
R CH CH2 OH H<br />
CH<br />
H0<br />
X<br />
CH 2<br />
assorbimento da<br />
parte dei protoni<br />
dei due CH 3<br />
(20,3 spazi)<br />
porto tra i sei protoni dei due CH 3 e i due protoni di CH 2. Perciò,<br />
analizzando gli spostamenti chimici e le aree dei picchi, il<br />
chimico conosce il tipo e il numero di atomi di idrogeno nel<br />
composto.<br />
Metodi NMR più recenti misurano <strong>la</strong> risonanza di altri nuclei<br />
e hanno molte applicazioni in bio<strong>chimica</strong> e in medicina. La<br />
spettroscopia 13 C-NMR è usata per monitorare le variazioni<br />
del<strong>la</strong> forma e del<strong>la</strong> funzione delle proteine e degli acidi nucleici,<br />
e <strong>la</strong> spettroscopia 31 P-NMR è capace di determinare eventuali<br />
patologie di vari organi. Per esempio, si può determinare l’entità<br />
del danno causato da un infarto cardiaco usando <strong>la</strong> spettroscopia<br />
31 P-NMR per misurare le concentrazioni di specifiche molecole<br />
±£ <br />
H2SO4<br />
±±£<br />
R CH CH2 X Y<br />
CH 3<br />
3. Avviene una reazione di sostituzione quando un atomo (o un gruppo) appartenente<br />
a un reagente aggiunto sostituisce un atomo (o un gruppo) nel reagente organico:<br />
±£<br />
TMS<br />
Figura B<strong>15</strong>.3 Lo spettro 1 H-NMR del dimetossimetano. I due<br />
picchi rappresentano gli spostamenti chimici dei protoni in due differenti<br />
intorni. L’area sotto ciascun picco è direttamente proporzionale<br />
al numero di protoni in ciascun ambiente.<br />
CH CH2 H OH<br />
R C X Y R C Y X<br />
contenenti fosfato le quali intervengono nell’utilizzazione dell’energia<br />
da parte del muscolo cardiaco.<br />
Più recentemente, <strong>la</strong> tomografia NMR (MRI, magnetic resonance<br />
imaging) computerizzata ha permesso <strong>la</strong> visualizzazione<br />
di danni a carico degli organi ed è stata di grande aiuto per<br />
i medici nel<strong>la</strong> diagnosi clinica. Per esempio, un tomogramma<br />
NMR del<strong>la</strong> testa (Figura B<strong>15</strong>.4) è in grado di mostrare vari livelli<br />
di attività metabolica in differenti regioni dell’encefalo.<br />
Figura B<strong>15</strong>.4 Tomografia NMR di una testa umana. I colori<br />
indicano un intervallo di attività metabolica, da alta (in rosso) a<br />
bassa (in blu).<br />
Un saggio colorimetrico per<br />
i legami C=C Se si aggiunge del<br />
Br 2 liquido a una soluzione di un<br />
composto che ha un legame CNC, il<br />
colore arancio-bruno di Br 2 scompare:<br />
Br<br />
C C Br2 ±£ C C<br />
Br<br />
Se invece il composto in questione<br />
è privo di un legame CNC, Br 2<br />
non reagisce e il suo colore arancio-bruno<br />
permane.<br />
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20<br />
CH 3<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
Si noti che nel prodotto l’atomo di C è legato allo stesso numero di atomi a cui è legato<br />
nel reagente. L’atomo di C può essere saturo o insaturo, e X e Y possono essere molti<br />
atomi differenti, ma generalmente non sono atomi di C. Per esempio, il principale ingrediente<br />
aromatico nell’olio di banana si forma mediante una reazione di sostituzione; si<br />
noti che l’atomo di O sostituisce l’atomo di Cl:<br />
O<br />
C<br />
Riconoscimento del tipo di reazione <strong>organica</strong><br />
PROBLEMA DI VERIFICA <strong>15</strong>.3<br />
Problema Si stabilisca se ciascuna reazione sia una reazione di addizione, una reazione di eliminazione<br />
o una reazione di sostituzione:<br />
(a) CH3 Br ±£ CH CH2 HBr<br />
(b)<br />
(c)<br />
Cl<br />
O<br />
CH 3 C<br />
HO CH2 CH2 CH CH3 ±£ CH3 C O CH2 CH2 CH CH3 H Cl<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
H2 ±£<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
Br CH3CH2OH ±£ CH3C OCH2CH3 HBr<br />
O<br />
Piano Determiniamo il tipo di reazione cercando qualsiasi variazione del numero di atomi legati<br />
a C:<br />
• Se nei prodotti a C sono legati più atomi, <strong>la</strong> reazione è un’addizione.<br />
• Se nei prodotti a C sono legati meno atomi, <strong>la</strong> reazione è un’eliminazione.<br />
• Se nei prodotti a C è legato lo stesso numero di atomi, <strong>la</strong> reazione è una sostituzione.<br />
Risoluzione<br />
(a) due legami nel reagente, C-H e C-Br, sono assenti nel prodotto, quindi<br />
meno atomi sono legati a C.<br />
(b) nel prodotto si formano due legami C-H in più, quindi più atomi sono legati a C.<br />
(c) il legame C-Br nel reagente diventa un legame C-O nel prodotto, quindi lo<br />
stesso numero di atomi è legato a C.<br />
PROBLEMA DI APPROFONDIMENTO <strong>15</strong>.3 Si scriva un’equazione bi<strong>la</strong>nciata per<br />
ciascuna delle seguenti reazioni:<br />
(a) Una reazione di addizione tra 2-butene e Cl2 (b) Una reazione di sostituzione tra CH3-CH2-CH2-Br e OH <br />
Eliminazione:<br />
Addizione:<br />
Sostituzione:<br />
(c) L’eliminazione di H2O da (CH3) 3C-OH<br />
Il processo di ossidoriduzione nelle reazioni organiche<br />
Un processo importante in molte reazioni organiche è l’ossidoriduzione (redox). Ma i<br />
chimici di solito non tengono conto del<strong>la</strong> variazione del numero di ossidazione dei vari<br />
atomi di C in una reazione; invece, notano il movimento del<strong>la</strong> densità elettronica attorno<br />
a un atomo di C contando il numero di legami con atomi più elettronegativi (di solito di<br />
O) o con atomi meno elettronegativi (di solito di H). Un atomo più elettronegativo acquista<br />
una certa densità elettronica dall’atomo di C, mentre un atomo meno elettronegativo<br />
cede una certa densità elettronica all’atomo di C. Inoltre, anche se una reazione di ossidoriduzione<br />
(reazione redox) implica sempre sia un’ossidazione sia una riduzione, i chimici<br />
organici di solito concentrano l’attenzione soltanto sul reagente organico. Perciò,<br />
• Quando un atomo di C nel reagente organico forma più legami con O o meno legami<br />
con H, il reagente viene ossidato e <strong>la</strong> reazione è detta ossidazione.<br />
• Quando un atomo di C nel reagente organico forma meno legami con O o più legami<br />
con H, il reagente viene ridotto e <strong>la</strong> reazione è detta riduzione.<br />
Le reazioni redox più impressionanti sono le reazioni di combustione. Tutti i composti<br />
organici che contengono atomi di C e di H bruciano in O2 in eccesso per formare CO2 M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
O<br />
CH 3
e H 2O. Nel caso dell’etano, <strong>la</strong> reazione è<br />
Evidentemente, quando l’etano si converte in CO 2 e H 2O, ciascuno dei suoi atomi di<br />
C ha più legami con O e meno legami con H. Perciò, l’etano viene ossidato, e questa<br />
reazione è detta ossidazione, anche se O 2 viene simultaneamente ridotto.<br />
Ma <strong>la</strong> maggior parte delle ossidazioni non implica una siffatta decomposizione<br />
totale del<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong>. Quando il 2-propanolo reagisce con il dicromato di potassio in<br />
soluzione acida (un agente ossidante comune nelle reazioni organiche), il composto<br />
organico che si forma è il 2-propanone:<br />
Si noti che C-2 nel 2-propanone ha un legame con H in meno e un legame con O in<br />
più rispetto ai legami che ha nel 2-propanolo. Perciò, il 2-propanolo viene ossidato,<br />
quindi questa reazione è un’ossidazione. Ma non si dimentichi che lo ione dicromato<br />
viene simultaneamente ridotto:<br />
2<br />
Cr2O7 14H <br />
6e <br />
2Cr 3<br />
7H2O L’addizione di H 2 a un alchene è detta riduzione:<br />
CH 2<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
2CH3 CH3 7O2 ±£ 4CO2 6H2O K2Cr2O7<br />
CH3 CH CH3 ±±£ CH3 C<br />
H2SO4<br />
±£<br />
CH2 H2 ±£ CH3 CH3 Pd<br />
Si noti che ciascun atomo di C ha più legami con H nell’etano che nell’etene, quindi<br />
l’etene viene ridotto. (L’H 2 viene ossidato nel processo, e il pal<strong>la</strong>dio indicato sopra <strong>la</strong><br />
freccia agisce da catalizzatore per accelerare <strong>la</strong> reazione).<br />
<strong>15</strong>.4 PROPRIETÀ E REATTIVITÀ DEI PIÙ COMUNI<br />
GRUPPI FUNZIONALI<br />
Il principio organizzatore centrale del<strong>la</strong> <strong>chimica</strong> delle reazioni organiche è il gruppo<br />
funzionale. Per prevedere come un composto organico potrebbe reagire, focalizziamo<br />
qui l’attenzione perché <strong>la</strong> distribuzione del<strong>la</strong> densità elettronica nel gruppo funzionale<br />
influenza <strong>la</strong> reattività. La densità elettronica può essere alta, come nei legami CNC e<br />
CPC, oppure può essere bassa a un’estremità del legame e alta all’altra estremità,<br />
come nei legami C-Cl e C-O. Questi siti di legame potenziano i dipoli nell’altro<br />
reagente. Di conseguenza, i reagenti si attraggono reciprocamente e iniziano una<br />
sequenza di tappe di formazione di legame e di rottura di legame che conducono al<br />
prodotto. Perciò, le forze intermoleco<strong>la</strong>ri che influenzano le proprietà fisiche e <strong>la</strong> solubilità<br />
influenzano anche <strong>la</strong> reattività. La Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.5 elenca alcuni dei gruppi funzionali<br />
importanti nei composti organici.<br />
Quando si c<strong>la</strong>ssificano i gruppi funzionali secondo l’ordine di legame (singolo,<br />
doppio, triplo, e così via), nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi essi seguono certi andamenti di<br />
reattività:<br />
• I gruppi funzionali con legami singoli subiscono sostituzione o eliminazione.<br />
• I gruppi funzionali con legami doppi e tripli subiscono addizione.<br />
• I gruppi funzionali con legami sia singoli sia doppi subiscono sostituzione.<br />
Gruppi funzionali con legami singoli<br />
I gruppi funzionali più comuni con soltanto legami singoli sono gli alcoli, gli aloalcani<br />
e le ammine.<br />
CH 3<br />
OH O<br />
2-propanolo 2-propanone<br />
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21
22<br />
Gruppo<br />
funzionale<br />
C C<br />
C C<br />
C O H<br />
C X<br />
(Xalogeno)<br />
C N<br />
O<br />
C<br />
O<br />
C C C<br />
O<br />
C<br />
O<br />
C O C<br />
O<br />
C N<br />
C<br />
H<br />
O<br />
N<br />
H<br />
Tipo di<br />
composto<br />
alchene<br />
alchino<br />
alcol<br />
aloalcano<br />
ammina<br />
aldeide<br />
chetone<br />
acido<br />
carbossilico<br />
estere<br />
ammide<br />
nitrile<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.5 Gruppi funzionali importanti nei composti organici<br />
Suffisso<br />
o prefisso<br />
del nome<br />
-ene<br />
-ino<br />
-olo<br />
alo-<br />
-ammina<br />
-ale<br />
-one<br />
acido -oico<br />
-oato<br />
-ammide<br />
-nitrile<br />
Esempio<br />
H H<br />
C C<br />
H H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
O H<br />
C C C<br />
H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
O<br />
C<br />
C C<br />
H<br />
O H<br />
H C C N<br />
H<br />
C C H<br />
H<br />
C Cl<br />
H<br />
H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
H<br />
O<br />
C<br />
O<br />
H<br />
H<br />
H<br />
O<br />
C N<br />
H H<br />
N<br />
H<br />
H<br />
H<br />
O H<br />
C O C<br />
H<br />
H<br />
H<br />
Nome sistematico<br />
(nome comune)<br />
etene<br />
(etilene)<br />
etino<br />
(acetilene)<br />
metanolo<br />
(alcol metilico)<br />
clorometano<br />
(cloruro di metile)<br />
eti<strong>la</strong>mmina<br />
etanale<br />
(acetaldeide)<br />
2-propanone<br />
(acetone)<br />
acido etanoico<br />
(acido acetico)<br />
metil etanoato<br />
(acetato di metile)<br />
etanammide<br />
(acetammide)<br />
etanonitrile<br />
(acetonitrile,<br />
cianuro di metile)<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl
Alcoli Il gruppo funzionale degli alcoli (gruppo alcolico) è costituito da un atomo di<br />
W<br />
C legato a un gruppo -OH, ±C±O±H,<br />
e <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> generale di un alcol è<br />
W<br />
R-OH. Il nome degli alcoli si ottiene sostituendo <strong>la</strong> desinenza –o dell’idrocarburo<br />
progenitore con il suffisso –olo. Per esempio, l’alcol a due atomi di carbonio è l’etanolo<br />
(etan- –olo). Il nome comune dell’etanolo è alcol etilico. (Questa sostanza, contenuta<br />
nei succhi provenienti dal<strong>la</strong> fermentazione di sostanze ami<strong>la</strong>cee o zuccherine, è<br />
consumata dall’uomo come inebriante nelle bevande alcoliche fin dall’antichità; oggi è<br />
riconosciuta come <strong>la</strong> sostanza più usata nel mondo). Gli alcoli sono importanti reagenti<br />
di <strong>la</strong>boratorio, e il gruppo funzionale è presente in molte biomolecole, comprendenti<br />
carboidrati, steroli e alcuni amminoacidi. La Figura <strong>15</strong>.13 presenta i nomi, le strutture<br />
e gli impieghi di alcuni composti importanti che contengono il gruppo alcolico.<br />
Un alcol può essere considerato come una moleco<strong>la</strong> d’acqua con un gruppo R al<br />
posto di uno degli atomi di H. In realtà, gli alcoli reagiscono con metalli molto attivi,<br />
quali i metalli alcalini [Gruppo 1A(1)], in modo simile all’acqua:<br />
2Na 2HOH 2NaOH H2 L’acqua forma una soluzione dello ione idrossido fortemente basico, e un alcol forma<br />
una soluzione dello ione alcossido (RO ); l’etanolo forma lo ione etossido (CH3- CH2-O 2Na 2CH3 CH2 OH 2CH3 CH2 ONa H2 ). Le proprietà fisiche degli alcoli più piccoli sono anch’esse simili a quelle<br />
dell’acqua. Hanno alte temperature di fusione e di ebollizione in conseguenza dei<br />
legami idrogeno, e sciolgono le molecole po<strong>la</strong>ri e alcuni sali. (La sostituzione di gruppi<br />
R a entrambi gli atomi di H dell’acqua dà gli eteri, R-O-R).<br />
Gli alcoli subiscono reazioni di eliminazione e di sostituzione. La disidratazione,<br />
l’eliminazione di H e OH, richiede un acido e forma alcheni:<br />
OH<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
±£<br />
±£<br />
H <br />
±£<br />
cicloesanolo cicloesene<br />
Serina<br />
amminoacido presente<br />
nel<strong>la</strong> maggior parte<br />
delle proteine<br />
H 2 O<br />
L’eliminazione di due atomi di H richiede ossidanti inorganici, come K 2Cr 2O 7 in soluzione<br />
acquosa di H 2SO 4. Come abbiamo visto nel Paragrafo <strong>15</strong>.3, <strong>la</strong> reazione è un’ossidazione<br />
e produce il gruppo CNO:<br />
HO<br />
OH O<br />
K2Cr2O7<br />
CH3 CH2 CH CH3 ±±£ CH3 CH2 C CH H2SO4<br />
3<br />
2-butanolo 2-butanone<br />
O<br />
C<br />
H 2<br />
OH<br />
1,2-Etanediolo (glicole<br />
etilenico)<br />
principale componente degli<br />
anticonge<strong>la</strong>nti (antigelo)<br />
per automobile<br />
OH<br />
OH<br />
OH<br />
CH 3<br />
CH3 CH2 CH<br />
CH3 CH2 CH2 Colesterolo<br />
il principale sterolo negli animali;<br />
essenziale per le membrane cellu<strong>la</strong>ri;<br />
precursore degli ormoni steroidei<br />
CH 3<br />
CH<br />
CH 3<br />
H2N CH 2<br />
CH<br />
C<br />
CH 2<br />
H3C OH<br />
23<br />
Figura <strong>15</strong>.13 Alcune molecole<br />
con il gruppo funzionale degli<br />
alcoli.<br />
Metanolo (alcol metilico)<br />
sottoprodotto nel<strong>la</strong><br />
gassificazione del carbone<br />
fossile; agente sghiacciante;<br />
sostituto del<strong>la</strong> benzina;<br />
precursore di composti<br />
organici<br />
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24<br />
Cl<br />
Cl<br />
Cl<br />
Cl<br />
Inquinanti nel<strong>la</strong> catena alimentare<br />
Fino a poco tempo fa, i<br />
composti aromatici alogenati, quali<br />
i bifenili policlorurati (PCB; è<br />
mostrato uno di 209 differenti<br />
composti), erano impiegati come<br />
liquidi iso<strong>la</strong>nti nei trasformatori<br />
elettrici e poi venivano smaltiti<br />
nelle acque di rifiuto. A causa del<strong>la</strong><br />
loro bassa solubilità e alta stabilità,<br />
essi si accumu<strong>la</strong>vano per decenni<br />
nei sedimenti fluviali e <strong>la</strong>custri e<br />
venivano consumati da microrganismi<br />
e invertebrati. I pesci consumavano<br />
gli invertebrati, e gli uccelli<br />
e i mammiferi (compreso l’uomo)<br />
consumavano i pesci. I PCB si<br />
concentravano sempre più nei<br />
grassi corporei in ciascuno stadio.<br />
In conseguenza dei loro rischi<br />
sanitari, i PCB nelle acque naturali<br />
presentano un enorme problema<br />
di depurazione.<br />
Figura <strong>15</strong>.14 Strutture generali<br />
delle ammine. Le ammine hanno<br />
una forma piramidale trigonale e<br />
sono c<strong>la</strong>ssificate secondo il numero<br />
di gruppi R legati a N. La coppia<br />
solitaria sull’atomo di azoto è<br />
<strong>la</strong> chiave del<strong>la</strong> reattività delle<br />
ammine.<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
Nel caso degli alcoli con un gruppo OH all’estremità del<strong>la</strong> catena (R-CH 2-OH),<br />
avviene un’altra ossidazione. Per esempio, il vino inacidisce quando l’etanolo in contatto<br />
con l’aria viene ossidato ad acido acetico:<br />
La sostituzione dà prodotti con altri gruppi funzionali con legami singoli. Con gli acidi<br />
alogenidrici, molti alcoli danno aloalcani:<br />
R2CH OH HBr ±£ R2CH Br HOH<br />
Come vedremo più avanti, l’atomo di C che subisce <strong>la</strong> variazione in una sostituzione<br />
è legato a un elemento più elettronegativo, che lo rende parzialmente positivo e facilmente<br />
attaccabile da un gruppo negativo in arrivo.<br />
Aloalcani Un atomo di alogeno (X) legato a un atomo di C dà il gruppo funzionale<br />
W<br />
degli aloalcani, ±C±X , e i composti hanno <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> generale R-X. Gli aloal-<br />
W<br />
cani (nome comune, alogenuri alchilici) vengono denominati aggiungendo l’alogeno<br />
come prefisso al nome dell’idrocarburo progenitore e numerando l’atomo di C a cui<br />
l’alogeno è legato, come in bromometano, 2-cloropropano, o 1,3-diiodoesano.<br />
Come molti alcoli subiscono <strong>la</strong> sostituzione ad alogenuri alchilici quando vengono<br />
trattati con ioni alogenuro in ambiente acido, così molti alogenuri subiscono <strong>la</strong> sostituzione<br />
ad alcoli in ambiente basico. Per esempio, OH attacca l’estremità C positiva<br />
del legame C-X e sostituisce X :<br />
La sostituzione da parte di gruppi quali -CN, -SH, -OR e -NH 2 permette ai chimici<br />
di convertire gli alogenuri alchilici in una miriade di altri composti.<br />
Come l’addizione di HX a un alchene produce aloalcani, l’eliminazione di HX da<br />
un aloalcano mediante reazione con una base forte, quale l’etossido di potassio, produce<br />
un alchene:<br />
CH 3<br />
CH3 CH2 CH2 CH2 OH Br Br ±£ CH3 CH2 CH2 CH2 OH<br />
CH 3<br />
C<br />
1-bromobutano 1-butanolo<br />
CH 3<br />
CH3 CH2 H2O<br />
CH3 CH<br />
CH3 C<br />
CH3 CH2 OK CH3 C CH2 KCl <br />
Cl<br />
2-cloro-2-metilpropano etossido di potassio<br />
OH O<br />
O<br />
1⁄2 O2 ±±£<br />
±£<br />
1⁄2 O2 ±±£<br />
2-metilpropene<br />
Gli aloalcani hanno molti importanti impieghi, ma molti sono cancerogeni nei mammiferi<br />
e hanno gravi effetti neurologici nel<strong>la</strong> specie umana. La loro stabilità li ha resi<br />
noti contaminanti ambientali.<br />
W W<br />
Ammine Il gruppo funzionale delle ammine è ±C±N . I chimici c<strong>la</strong>ssificano le<br />
W W<br />
ammine come derivati dell’ammoniaca, con gruppi R al posto di uno o più atomi di H.<br />
Le ammine primarie sono RNH2, le ammine secondarie sono R2NH e le ammine terziarie<br />
sono R3N. Come l’ammoniaca, le ammine hanno forme piramidali trigonali e<br />
una coppia solitaria di elettroni su un atomo di N parzialmente negativo (Figura <strong>15</strong>.14).<br />
ammina primaria<br />
R<br />
H<br />
N<br />
H<br />
ammina secondaria<br />
R<br />
R<br />
N<br />
CH 3<br />
H<br />
OH<br />
CH 3<br />
ammina terziaria N<br />
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R<br />
R<br />
CH 2<br />
OH<br />
R
H2N CH 2 CH 2 CH 2 CH 2<br />
Lisina (ammina primaria)<br />
amminoacido presente nel<strong>la</strong><br />
maggior parte delle proteine<br />
OH<br />
NH2<br />
CH<br />
C<br />
O<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
N<br />
NH2<br />
N<br />
Adenina (ammina primaria)<br />
componente degli acidi<br />
nucleici<br />
Si usano di solito i nomi comuni, e il suffisso –ammina segue il nome del gruppo alchilico;<br />
così, <strong>la</strong> meti<strong>la</strong>mmina ha un gruppo metilico legato a N, <strong>la</strong> dieti<strong>la</strong>mmina ha due<br />
gruppi etilici legati, e così via. La Figura <strong>15</strong>.<strong>15</strong> mostra che il gruppo funzionale delle<br />
ammine è presente in molte biomolecole.<br />
Le ammine primarie e secondarie sono capaci di formare legami idrogeno, quindi<br />
hanno temperature di fusione e di ebollizione più alte di quelle degli idrocarburi e degli<br />
alogenuri alchilici di massa mo<strong>la</strong>re simile. Per esempio, <strong>la</strong> dimeti<strong>la</strong>mmina ( 45,09<br />
g/mol) ha una temperatura di ebollizione di 45 °C più alta di quel<strong>la</strong> del fluoruro di etile<br />
( 48,06 g/mol). La trimeti<strong>la</strong>mmina ha una massa mo<strong>la</strong>re maggiore di quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong><br />
dimeti<strong>la</strong>mmina, ma ha una temperatura di più di 20 °C inferiore perché le molecole di<br />
trimeti<strong>la</strong>mmina non sono legate da legami idrogeno.<br />
Le ammine di bassa massa mo<strong>la</strong>re hanno odore di pesce, sono idrosolubili e sono<br />
debolmente basiche. La reazione con l’acqua procede soltanto lievemente verso destra<br />
per raggiungere l’equilibrio:<br />
CH3 NH2 H2O CH3 NH3 OH <br />
BA<br />
Adrenalina (epinefrina;<br />
ammina secondaria)<br />
neurotrasmettitore nell’encefalo;<br />
ormone ri<strong>la</strong>sciato<br />
durante lo stress<br />
Le ammine subiscono reazioni di sostituzione in cui <strong>la</strong> coppia solitaria su N attacca C<br />
parzialmente positivo negli alogenuri alchilici per sostituire X e formare un’ammina<br />
più grande:<br />
2CH3 CH2 NH2 CH3 CH2 Cl<br />
NH3Cl <br />
±£ CH3 CH2 NH CH3 CH2 CH3 CH2 eti<strong>la</strong>mmina cloroetano dieti<strong>la</strong>mmina cloruro di eti<strong>la</strong>mmonio<br />
(Una moleco<strong>la</strong> di eti<strong>la</strong>mmina partecipa al<strong>la</strong> sostituzione, mentre l’altra lega lo ione H <br />
ri<strong>la</strong>sciato e gli impedisce di rimanere sul prodotto dieti<strong>la</strong>mmina).<br />
Quattro gruppi R legati a un atomo di N danno un composto ionico detto sale di<br />
ammonio quaternario:<br />
4RCl R4N (un cloruro di ammonio quaternario)<br />
Molti detergenti liquidi comuni sono soluzioni acquose concentrate di sali di ammonio<br />
quaternari con grandi gruppi R (Figura <strong>15</strong>.16). Come nel caso dei saponi (Paragrafo<br />
13.1), <strong>la</strong> parte ionica rende solubili in acqua questi detergenti, e i gruppi R permettono<br />
loro di sciogliersi nei grassi.<br />
Variazioni su un tema: composti inorganici con legami singoli con O, X e N Il<br />
gruppo -OH è presente spesso nei composti inorganici. Tutti gli ossiacidi contengono<br />
almeno un gruppo -OH, legato di solito a un atomo di un non metallo re<strong>la</strong>tivamente<br />
elettronegativo, che nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi è legato ad altri atomi di O. Gli ossiacidi<br />
sono acidi in acqua perché questi atomi di O aggiuntivi attraggono densità elettronica<br />
allontanando<strong>la</strong> dal non metallo centrale, che attrae densità elettronica<br />
Cl 4NH3 ±£ 3NH4Cl <br />
N<br />
N<br />
H<br />
HO<br />
OH<br />
HO<br />
CH<br />
CH 2<br />
NH<br />
CH 3<br />
O<br />
C<br />
H<br />
H 3 C<br />
O<br />
H<br />
O<br />
O<br />
CH 3<br />
Cocaina (ammina terziaria)<br />
stimo<strong>la</strong>nte dell’encefalo; sostanza<br />
stupefacente ampiamente abusata<br />
C<br />
N<br />
25<br />
Figura <strong>15</strong>.<strong>15</strong> Alcune biomolecole<br />
con il gruppo funzionale<br />
delle ammine.<br />
+<br />
Cl –<br />
cloruro di<br />
benzilcetildimeti<strong>la</strong>mmonio<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
N<br />
CH2 Cl <br />
CH3 CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
Figura <strong>15</strong>.16 Struttura di un<br />
detergente cationico. I sali di<br />
ammonio quaternari sono usati<br />
come detergenti. La parte carica si<br />
scioglie in acqua e <strong>la</strong> parte idrocarburica<br />
si scioglie nei grassi.<br />
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26<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
allontanando<strong>la</strong> dal legame O-H, ri<strong>la</strong>sciando uno ione H e stabilizzando l’ossoanione<br />
mediante <strong>la</strong> risonanza. Gli alcoli non sono acidi in acqua perché sono privi di atomi di<br />
O aggiuntivi e del non metallo elettronegativo.<br />
Si conoscono alogenuri di quasi tutti i non metalli, e molti di essi subiscono<br />
reazioni di sostituzione in ambiente basico. Come nel caso di un alogenuro alchilico,<br />
il processo implica un attacco all’atomo centrale parzialmente positivo da parte di OH :<br />
Perciò, gli alogenuri alchilici subiscono <strong>la</strong> stessa reazione generale a cui sono soggetti<br />
gli altri alogenuri non metallici, quali BCl 3, SiF 4 e PCl 5.<br />
I legami tra l’azoto e i non metalli più grandi, quali Si, P e S, hanno un rilevante<br />
carattere di legame doppio, il che influenza <strong>la</strong> struttura e <strong>la</strong> reattività. Per esempio, <strong>la</strong> trisili<strong>la</strong>mmina,<br />
l’analogo del<strong>la</strong> trimeti<strong>la</strong>mmina contenente Si (vedi Figura 14.<strong>15</strong>), è p<strong>la</strong>nare,<br />
anziché piramidale trigonale, in parte in conseguenza dei legami p,d-. La coppia solitaria<br />
su N è delocalizzata in questo legame , quindi <strong>la</strong> trisili<strong>la</strong>mmina non è basica.<br />
PROBLEMA DI VERIFICA <strong>15</strong>.4<br />
Problema Si determini il tipo di reazione e si preveda(no) il(i) prodotto(i) nelle seguenti reazioni:<br />
(a)<br />
(b)<br />
(c)<br />
Piano Prima determiniamo il(i) gruppo(i) funzionale(i) del(i) reagente(i) e poi esaminiamo ogni<br />
reagente inorganico per decidere sul possibile tipo di reazione, tenendo presente che, in generale,<br />
questi gruppi funzionali subiscono reazioni di sostituzione o di eliminazione. In (a), il reagente è<br />
un alogenuro alchilico, quindi il gruppo OH del reagente inorganico sostituisce -I. In (b), i reagenti<br />
sono un’ammina e un alogenuro alchilico, quindi l’N: dell’ammina sostituisce -Br. In (c),<br />
il reagente è un alcol, i reagenti inorganici formano un forte ossidante, e gli alcoli subiscono eliminazione<br />
a composti carbonilici.<br />
Risoluzione (a) Sostituzione: I prodotti sono CH2 CH2 OH NaI<br />
(b) Sostituzione: I prodotti sono<br />
(c) Eliminazione (ossidazione): Il prodotto è<br />
O<br />
Verifica Le uniche variazioni dovrebbero essere a livello dei gruppi funzionali.<br />
PROBLEMA DI APPROFONDIMENTO <strong>15</strong>.4 Si completino gli spazi vuoti in ciascuna<br />
reazione. (Suggerimento. Si esaminino ogni composto inorganico e il prodotto organico per<br />
determinare il reagente organico).<br />
(a)<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH<br />
OH<br />
CH 3<br />
±±±£<br />
Cr2 O7 2<br />
(b) CH 3 CH 2 C<br />
H2 SO4<br />
O H C Cl Cl C OH <br />
CH2 CH2 I NaOH ±£<br />
CH2 Br 2CH3 CH2 CH2 NH2 ±£<br />
±±±£<br />
Cr2O7 2<br />
H2 SO4<br />
CH 3<br />
O<br />
OH<br />
CH 2<br />
±£<br />
O <br />
H B Cl<br />
B<br />
±£<br />
Previsione delle reazioni degli alcoli, degli alogenuri alchilici<br />
e delle ammine<br />
CH 3<br />
CH2 NH CH3 CH2 CH2 NH3Br <br />
<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH3 ONa ±£ CH3 CH C CH3 NaCl CH3 OH<br />
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C<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
OH<br />
CH 3<br />
<br />
Cl
Gruppi funzionali con legami doppi<br />
I più importanti gruppi funzionali con legami doppi sono il legame CNC degli alcheni<br />
e il legame CNO delle aldeidi e dei chetoni. Entrambi sono presenti in molte molecole<br />
organiche e biologiche.<br />
Confronto del<strong>la</strong> reattività degli alcheni e dei composti aromatici Il legame<br />
CNC è <strong>la</strong> parte essenziale del gruppo funzionale degli alcheni, CœC . Anche se<br />
possono subire un’ulteriore insaturazione ad alchini, gli alcheni subiscono tipicamente<br />
reazioni di addizione. Il legame doppio ricco di elettroni viene facilmente attratto verso<br />
gli atomi di H parzialmente positivi degli ioni idronio e degli acidi alogenidrici, dando<br />
alcoli e alogenuri alchilici, rispettivamente:<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
C<br />
CH3 CH CH2 HCl<br />
propene<br />
CH 2<br />
2-metilpropene<br />
L’insaturazione localizzata degli alcheni è molto diversa dall’insaturazione delocalizzata<br />
del benzene. Il benzene, non avendo legami doppi nonostante le strutture delle sue<br />
forme di risonanza, non si comporta come un alchene. Per esempio, il benzene non<br />
decolora il bromo perché non esistono coppie di elettroni iso<strong>la</strong>te a legarsi con Br 2.<br />
In generale, gli anelli aromatici sono molto meno reattivi degli alcheni perché sono<br />
stabilizzati dagli elettroni delocalizzati: l’energia di un anello aromatico è energia inferiore<br />
a quel<strong>la</strong> di un anello con elettroni localizzati. I dati indicano che il benzene è di<br />
circa <strong>15</strong>0 kJ/mol più stabile di quanto sarebbe un anello di sei atomi di C con tre legami<br />
CNC; in altre parole, il benzene, per reagire, richiede circa <strong>15</strong>0 kJ/mol di energia in più.<br />
Perciò, una reazione di addizione con il benzene richiede energia aggiuntiva per<br />
rompere il sistema delocalizzato. Ma il benzene subisce molte reazioni di sostituzione<br />
in cui <strong>la</strong> delocalizzazione è conservata quando un atomo di H dell’anello è sostituito<br />
da un altro gruppo:<br />
Br 2<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
H 3 O <br />
±£<br />
±£<br />
FeBr3<br />
±±£<br />
benzene bromobenzene<br />
Aldeidi e chetoni Il legame CNO, o gruppo carbonilico (o gruppo carbonile), è<br />
uno dei più versatili <strong>chimica</strong>mente. Nel gruppo funzionale delle aldeidi (gruppo aldeidico),<br />
l’atomo di C carbonilico è legato a H (e spesso a C), quindi è presente spesso<br />
H<br />
W<br />
all’estremità di una catena, R±CœO.<br />
Nel<strong>la</strong> nomenc<strong>la</strong>tura delle aldeidi, si sopprime<br />
<strong>la</strong> desinenza –o dell’alcano progenitore e si aggiunge il suffisso -ale. Per esempio, l’aldeide<br />
a tre atomi di C è il propanale. Nel gruppo funzionale dei chetoni (gruppo che-<br />
O<br />
W X W<br />
tonico), l’atomo di C carbonilico è legato ad altri due atomi di C, ±C±C±C± ,<br />
W W<br />
quindi è presente entro <strong>la</strong> catena.<br />
O<br />
X<br />
Il nome dei chetoni, R±C±R,<br />
si ottiene numerando l’atomo di C carbonilico, sopprimendo<br />
<strong>la</strong> desinenza –o del nome dell’alcano e aggiungendo il suffisso -one. Per<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
C<br />
Cl<br />
CH<br />
Br<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
2-cloropropano<br />
<br />
OH<br />
2-metil-2-propanolo<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
HBr<br />
±<br />
±<br />
H <br />
±<br />
±<br />
27
A<br />
B<br />
28<br />
O<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
O<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C<br />
C<br />
H H<br />
CH3 H<br />
H<br />
H3C CH3 H3C CH2 CH3 Metanale (formaldeide)<br />
impiegato nel<strong>la</strong> preparazione<br />
di resine per legni compensati<br />
e <strong>la</strong>minati per mobili da cucina;<br />
conservante biologico<br />
Figura <strong>15</strong>.17 Alcune aldeidi e<br />
alcuni chetoni comuni.<br />
R<br />
R'<br />
R'<br />
R<br />
legame π<br />
sp 2 sp2 legame σ<br />
C O<br />
C<br />
R' + –<br />
O ¢£ C O<br />
Figura <strong>15</strong>.18 Il gruppo carbonilico.<br />
A. II legami e che costituiscono<br />
il legame CNO del gruppo carbonilico.<br />
B. La forma di risonanza carica<br />
mostra che il legame CNO è po<strong>la</strong>re<br />
( 1,0).<br />
R<br />
Etanale (acetaldeide)<br />
prodotto narcotico del<br />
metabolismo dell'etanolo;<br />
impiegato nel<strong>la</strong> preparazione<br />
di profumi, atomi, materie<br />
p<strong>la</strong>stiche, altri composti chimici<br />
esempio, il chetone a cinque atomi di C, non ramificato, con l’atomo di C carbonilico<br />
come C-2 nel<strong>la</strong> catena, è denominato 2-pentanone. La Figura <strong>15</strong>.17 mostra alcuni composti<br />
carbonilici comuni.<br />
Come il legame CNC, il legame CNO è ricco di elettroni; a differenza del legame<br />
CNC, è altamente po<strong>la</strong>re ( 1,0). La Figura <strong>15</strong>.18 mette in rilievo questa po<strong>la</strong>rità<br />
con un modello del<strong>la</strong> densità elettronica e una forma di risonanza carica. Le aldeidi e<br />
i chetoni si formano per ossidazione degli alcoli:<br />
CH 3<br />
CH3 CH2 etanolo<br />
OH<br />
ossidazione<br />
±±±£ CH3 C H<br />
etanale<br />
(nome comune: acetaldeide)<br />
CH 2<br />
OH<br />
O<br />
Benzaldeide<br />
aromatizzante<br />
artificiale con odore<br />
di mandorle<br />
ossidazione<br />
CH CH3 ±±±£ CH3 CH2 C<br />
2-butanolo<br />
Viceversa, in conseguenza del<strong>la</strong> loro insaturazione, essi possono subire reazioni di addizione<br />
ed essere ridotti ad alcoli:<br />
riduzione<br />
±±±£<br />
O<br />
H<br />
OH<br />
ciclobutanone ciclobutanolo<br />
In conseguenza del<strong>la</strong> po<strong>la</strong>rità del legame, l’addizione avviene spesso con un gruppo ricco<br />
di elettroni che si lega all’atomo di C carbonilico e un gruppo povero di elettroni che si<br />
lega all’atomo di O carbonilico. Partecipano a questo tipo di reazione i composti organometallici,<br />
che hanno un atomo metallico (di solito Li o Mg) legato a un gruppo R mediante<br />
un legame covalente po<strong>la</strong>re (Paragrafi 14.3 e 14.4). In una sequenza in due tappe, convertono<br />
i composti carbonilici in alcoli con differenti scheletri di atomi di carbonio:<br />
<br />
H2O<br />
R CH O R Li ±±£ R CH R LiOH<br />
±±£<br />
Per esempio, nelle seguenti tappe di reazione, l’atomo di C ricco di elettroni dell’etillitio,<br />
CH 3CH 2-Li, attacca l’atomo di C carbonilico povero di elettroni del 2-propanone,<br />
addizionando il suo gruppo etilico; simultaneamente, Li si addiziona all’atomo<br />
di O carbonilico. Trattando <strong>la</strong> misce<strong>la</strong> con acqua, si forma il gruppo C-OH:<br />
<br />
Li<br />
O Li <br />
O<br />
±±£<br />
O<br />
2-Propanone (acetone)<br />
solvente per grassi, gomme,<br />
p<strong>la</strong>stiche, vernici, <strong>la</strong>cche;<br />
sostanza di partenza per<br />
<strong>la</strong> preparazione di altri<br />
composti chimici<br />
O<br />
±±£<br />
OH<br />
O<br />
2-butanone<br />
CH 3<br />
O<br />
2-Butanone<br />
(metiletilchetone)<br />
solvente importante<br />
CH3 CH2 <br />
<br />
<br />
C CH3 CH3 CH2 C CH3 H2O<br />
CH3 CH2 C CH3 LiOH<br />
CH3 CH3 CH3 M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
OH
Si noti che lo scheletro del prodotto combina i due scheletri dei reagenti. Il settore del<strong>la</strong><br />
sintesi <strong>organica</strong> impiega spesso composti organometallici per creare molecole con differenti<br />
scheletri e, quindi, nuovi composti.<br />
Previsione delle tappe in una sequenza di reazione<br />
PROBLEMA DI VERIFICA <strong>15</strong>.5<br />
Problema Si completino gli spazi vuoti nel<strong>la</strong> seguente sequenza di reazione:<br />
CH 3<br />
Piano Per ciascuna tappa, esaminiamo il gruppo funzionale del reagente e il reagente indicato<br />
sopra <strong>la</strong> freccia per decidere quale sia il prodotto più probabile.<br />
Risoluzione La sequenza comincia con un alogenuro alchilico che reagisce con OH . La sostituzione<br />
dà un alcol. L’ossidazione di questo alcol con dicromato acido dà un chetone. Infine, una reazione<br />
in due tappe di un chetone con CH 3-Li e poi con acqua forma un alcol con uno scheletro<br />
di atomi di carbonio che ha il gruppo CH 3 legato all’atomo di C carbonilico:<br />
Verifica In questo caso, si badi che le prime due reazioni modifichino soltanto il gruppo funzionale<br />
e che le tappe finali modifichino lo scheletro di atomi di carbonio.<br />
PROBLEMA DI APPROFONDIMENTO<br />
<strong>15</strong>.5 Si scelgano i reagenti per ottenere i seguenti<br />
prodotti:<br />
(a)<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
Br<br />
CH<br />
Br<br />
CH<br />
OH Cr2O7 2<br />
CH3 —Li H2O<br />
CH ±±±£ ±±±£ ±±±£ ±±±£<br />
3<br />
H2SO4<br />
Cr2O7 2<br />
±±±£<br />
H2SO4<br />
(b)<br />
Variazioni su un tema: composti inorganici con legami doppi I legami doppi omonucleari<br />
(tra atomi del<strong>la</strong> stessa specie) sono rari tra gli atomi diversi da C, ma abbiamo<br />
visto molti legami doppi tra O e altri non metalli, come negli ossidi di S, di N e degli alogeni.<br />
Come i composti carbonilici, queste sostanze subiscono reazioni di addizione. Per<br />
esempio, l’atomo di O parzialmente negativo dell’acqua attacca l’atomo di S parzialmente<br />
positivo di SO 3 per formare acido solforico:<br />
H<br />
CH 3<br />
O<br />
CH 3<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
OH<br />
OH Cr2O7 2<br />
CH3 CH2 CH CH3 H2SO4<br />
±±±£ ±±±£<br />
2-bromobutano 2-butanolo<br />
2-butanone<br />
O<br />
O<br />
<br />
O<br />
<br />
S ±£ ±£ HO S OH<br />
O O<br />
H<br />
O<br />
S si lega a 3 atomi S si lega a 4 atomi<br />
Gruppi funzionali con legami sia singoli sia doppi<br />
Una famiglia di tre gruppi funzionali contiene C legato da un legame doppio a O (un<br />
gruppo carbonilico) e legato da un legame singolo a O o a N. Il progenitore di questa<br />
O<br />
X<br />
famiglia è il gruppo funzionale degli acidi carbossilici, ±C±OH , detto anche<br />
gruppo carbossilico e scritto come —COOH. Il più importante tipo di reazione di<br />
questa famiglia è <strong>la</strong> sostituzione da un membro a un altro. La sostituzione del<br />
gruppo -OH con il gruppo -OR degli alcoli dà il gruppo funzionale degli esteri<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
O<br />
C<br />
CH3 —CH2 —Li H2O<br />
±±±±£<br />
CH 3<br />
±±£<br />
CH3 —Li<br />
H2O<br />
±±±£±±±£<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
CH<br />
OH<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
OH<br />
C<br />
CH 3<br />
CH3 2-metil-2-butanolo<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
29
30<br />
O<br />
C<br />
H OH<br />
Acido metanoico<br />
(acido formico)<br />
componente del liquido<br />
irritante <strong>la</strong>nciato o<br />
inocu<strong>la</strong>to<br />
da formiche e api<br />
Figura <strong>15</strong>.19 Alcune molecole<br />
con il gruppo funzionale degli<br />
acidi carbossilici.<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
O<br />
C<br />
C<br />
C<br />
CH3 CH2 CH2 OH<br />
OH<br />
CH3 (CH2 ) 16<br />
Acido butanoico<br />
(acido butirrico)<br />
odora di burro rancido;<br />
componente ipotizzato<br />
dell’attrattivo sessuale<br />
delle scimmie<br />
O<br />
X<br />
(gruppo estere), ±C±O±R;<br />
<strong>la</strong> sostituzione del gruppo ±N± delle ammine dà il<br />
W<br />
O<br />
X W<br />
gruppo funzionale delle ammidi (gruppo ammidico), ±C±N± .<br />
O<br />
X<br />
Acidi carbossilici Il nome degli acidi carbossilici, R±C±OH,<br />
si ottiene togliendo<br />
il suffisso –o dal nome dell’alcano progenitore, premettendo il nome acido e aggiungendo<br />
il suffisso -oico; però, si usano molti nomi comuni. Per esempio, l’acido a quattro<br />
atomi di carbonio è l’acido butanoico (l’atomo di C carbossilico è contato nel<strong>la</strong><br />
radice); il suo nome comune è acido butirrico. La Figura <strong>15</strong>.19 mostra alcuni acidi carbossilici<br />
importanti. L’atomo di C carbossilico ha già tre legami, quindi ne forma soltanto<br />
un altro. Nell’acido formico (acido metanoico), l’atomo di C carbossilico si lega<br />
a un atomo di H, ma in tutti gli altri acidi carbossilici si lega a una catena o a un anello.<br />
Gli acidi carbossilici sono acidi deboli in acqua:<br />
All’equilibrio in soluzioni acide di concentrazione tipica, in ogni momento più del 99%<br />
delle molecole di acido sono indissociate. Ma in una base forte reagiscono completamente<br />
per formare un sale e acqua:<br />
CH 3<br />
CH3 C OH(l) H2O(l) CH3 acido etanoico<br />
(acido acetico)<br />
O<br />
O<br />
BA<br />
C OH(l) NaOH(aq) ±£ CH3 O<br />
Acido benzoico<br />
standard calorimetrico;<br />
impiegato nel<strong>la</strong><br />
conservazione degli alimenti,<br />
nel<strong>la</strong> tintura dei tessuti,<br />
nel<strong>la</strong> concia del tabacco<br />
L’anione è lo ione carbossi<strong>la</strong>to, il cui nome si ottiene omettendo acido e -oico e aggiungendo<br />
-oato; per esempio, il sale sodico dell’acido butanoico è il butanoato di sodio.<br />
Gli acidi carbossilici con catene idrocarburiche lunghe sono acidi grassi, un gruppo<br />
di composti essenziali presenti in tutte le cellule. Gli acidi grassi di origine animale<br />
hanno catene sature, mentre molti acidi grassi di origine vegetale sono insaturi, di solito<br />
con legami CNC nel<strong>la</strong> configurazione cis. Il legame doppio rende molto più facile<br />
metabolizzarli. Gli scheletri di quasi tutti gli acidi grassi hanno un numero pari di atomi<br />
di C (16 e 18 atomi di C sono molto comuni) perché sono prodotti nelle cellule a partire<br />
da frammenti a 2 atomi di carbonio. I sali degli acidi grassi sono saponi, con il<br />
catione di solito appartenente al Gruppo 1A(1) o al Gruppo 2A(2) (Paragrafo 13.1).<br />
La sostituzione avviene mediante una sequenza in due tappe: addizione più eliminazione<br />
uguale sostituzione. L’addizione al<strong>la</strong> forma p<strong>la</strong>nare trigonale del gruppo car-<br />
O<br />
C<br />
O<br />
C<br />
O<br />
O (aq) H 3 O (aq)<br />
OH<br />
Acido ottadecanoico<br />
(acido stearico)<br />
Presente nei grassi animali;<br />
impiegato nel<strong>la</strong> fabbricazione<br />
di candele e saponi<br />
O (aq) Na (aq) H 2 O(l)<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl
O<br />
CH3 (CH2 ) 14 C<br />
O<br />
(CH 2 ) 14 CH 3<br />
CH 2<br />
Palmitato di cetile il lipide più comune<br />
nel grasso di balena<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
Figura <strong>15</strong>.20 Alcune molecole di lipidi con il gruppo funzionale degli esteri.<br />
O<br />
CH3 (CH2 ) 14 C<br />
O<br />
CH3 (CH2 ) 16 C<br />
O<br />
O<br />
CH 2<br />
CH<br />
O<br />
<br />
CH2 O P O CH2 CH2 N CH3 <br />
O<br />
Lecitina fosfolipide presente<br />
nelle membrane cellu<strong>la</strong>ri<br />
bonilico dà un intermedio tetraedrico instabile, che subisce immediatamente eliminazione<br />
per convertirsi in un prodotto p<strong>la</strong>nare trigonale:<br />
R<br />
O O Z<br />
O<br />
C<br />
X<br />
Z<br />
addizione<br />
Y BA<br />
R<br />
C X<br />
eliminazione<br />
BNA<br />
R<br />
C<br />
Y<br />
Z X<br />
Y<br />
Il riscaldamento forte degli acidi carbossilici forma un’anidride (od ossido acido)<br />
mediante un tipo di sostituzione detto reazione di disidratazione-condensazione (Paragrafo<br />
14.7), in cui due molecole condensano in un’unica moleco<strong>la</strong> con perdita d’ac-qua:<br />
O<br />
O<br />
O O<br />
R C OH HO C R<br />
<br />
R C O C R HOH<br />
Esteri Un alcol e un acido carbossilico formano un estere. La prima parte del nome<br />
di un estere designa <strong>la</strong> parte alcol e <strong>la</strong> seconda <strong>la</strong> parte acido (denominata nello stesso<br />
modo dello ione carbossi<strong>la</strong>to). Per esempio, l’estere formato tra etanolo e acido etanoico<br />
è l’etanoato di etile (nome comune, acetato di etile), un solvente per le <strong>la</strong>cche<br />
da unghie e <strong>la</strong> col<strong>la</strong> da modelli.<br />
Il gruppo degli esteri è presente comunemente nei lipidi, un grande gruppo di<br />
sostanze biologiche grasse. La maggior parte dei grassi presenti nel<strong>la</strong> dieta sono trigliceridi,<br />
esteri costituiti da tre acidi grassi legati all’alcol 1,2,3-triidrossipropano<br />
(nome comune, glicerolo), che svolgono <strong>la</strong> funzione di riserve di energia. Alcuni lipidi<br />
importanti sono mostrati nel<strong>la</strong> Figura <strong>15</strong>.20.<br />
Gli esteri, come le anidridi, si formano mediante una reazione di disidratazione-condensazione;<br />
in questo caso, è detta esterificazione:<br />
O<br />
±£<br />
BA H<br />
R C OH H O R R C O R HOH<br />
Studi di questa reazione mediante marcatura isotopica con 18 O indicano che l’atomo<br />
di O dell’alcol è attratto verso l’atomo di C carbossilico e si lega a esso nell’estere, e<br />
il gruppo -OH dell’acido entra a far parte dell’acqua come prodotto (Figura <strong>15</strong>.21).<br />
Perciò, l’acido fornisce <strong>la</strong> parte RCNO dell’estere, e l’alcol fornisce <strong>la</strong> parte -OR ′ .<br />
Nel <strong>Capitolo</strong> 16 esamineremo il ruolo di H nell’accelerare questa reazione in più<br />
tappe.<br />
O<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
O<br />
CH3 (CH2 ) 16 C<br />
O<br />
CH3 (CH2 ) 16 C<br />
O<br />
CH3 (CH2 ) 16 C<br />
Tristearina tipico grasso presente<br />
nel<strong>la</strong> dieta e impiegato come<br />
riserva di energia dagli animali<br />
O<br />
O<br />
O<br />
CH 2<br />
CH<br />
CH 2<br />
31<br />
Un pranzo piacevole dall’odore<br />
pungente Molti composti<br />
organici hanno odori forti – le ammine<br />
odorano di pesce, gli alcani hanno<br />
un odore oleoso, gli alogenuri alchilici<br />
hanno un odore etereo – ma nessuno<br />
riesce a rivaleggiare con gli odori<br />
diversi degli acidi carbossilici e degli<br />
esteri. Dagli odori pungenti di aceto<br />
di quelli con uno e due atomi di C<br />
agli odori forti di formaggio di quelli<br />
un po’ più grandi, gli acidi carbossilici<br />
possiedono alcuni odori molto<br />
forti. Però, quando l’acido butanoico<br />
reagisce con l’etanolo, il suo odore di<br />
burro rancido si converte nel profumo<br />
di ananas del butanoato di etile; e,<br />
quando l’acido pentanoico reagisce<br />
con il pentanolo, il suo odore di formaggio<br />
Limburger si converte nell’aroma<br />
di me<strong>la</strong> del pentanoato di pentile.<br />
Esteri naturali e sintetici vengono<br />
impiegati nell’industria degli aromi<br />
per conferire odori di frutta, di fiori e<br />
di erbe ad alimenti, cosmetici, deodoranti<br />
per usi domestici e farmaci.<br />
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32<br />
Figura <strong>15</strong>.21 Quale reagente<br />
fornisce quale gruppo all’estere?<br />
Si forma un estere quando un<br />
acido carbossilico reagisce con<br />
un alcol. Per determinare quale<br />
reagente fornisca l’atomo di O<br />
dell’estere, l’acido e l’alcol sono<br />
stati marcati con l’isotopo 18 O. A.<br />
Quando R 18 OH reagisce con l’acido<br />
non marcato, l’estere contiene<br />
18 O, l’acqua no. B. Quando<br />
RCO 18 OH reagisce con l’alcol non<br />
marcato, l’acqua contiene 18 O.<br />
Perciò, l’alcol fornisce <strong>la</strong> parte -<br />
OR ′ dell’estere, e l’acido fornisce<br />
<strong>la</strong> parte RCNO.<br />
Figura <strong>15</strong>.22 Alcune molecole<br />
con il gruppo funzionale delle<br />
ammidi.<br />
CH 3<br />
O<br />
C<br />
NH<br />
OH<br />
Acetamminofene<br />
principio attivo negli analgesici<br />
diversi dall’acido acetilsalicilico<br />
(Aspirina); impiegato per preparare<br />
coloranti e composti chimici fotografici<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
A<br />
B<br />
È importante notare che <strong>la</strong> reazione di esterificazione è reversibile. La reazione opposta<br />
al<strong>la</strong> disidratazione-condensazione è l’idrolisi, in cui l’atomo di O dell’acqua è<br />
attratto verso l’atomo di C parzialmente positivo dell’estere, scindendo <strong>la</strong> moleco<strong>la</strong> in<br />
due parti. Una delle due parti riceve il gruppo -OH dell’acqua e l’altra riceve l’altro<br />
atomo di H dell’acqua. Nel processo di produzione del sapone, o saponificazione, le<br />
cui origini risalgono all’antichità, i legami estere nei grassi di origine animale o vegetale<br />
vengono idrolizzati con una base forte:<br />
Ammidi Il prodotto di una reazione di sostituzione tra un’ammina (o NH 3) e un estere<br />
è un’ammide. L’atomo di N parzialmente negativo è attratto verso l’atomo di C dell’estere<br />
parzialmente positivo, si perde un alcol (ROH) e si forma un’ammide:<br />
CH 3<br />
O<br />
C<br />
R C OH R<br />
R"<br />
O<br />
C O CH2 O R' C Na O O<br />
R" C Na O R<br />
O<br />
C Na O<br />
R C<br />
O<br />
O CH2 O<br />
<br />
HO CH2 R' C O CH 3NaOH<br />
<br />
±£<br />
<br />
HO<br />
HO<br />
CH<br />
CH2 un trigliceride 3 saponi glicerolo<br />
O<br />
CH 3<br />
etanoato di metile<br />
(acetato di metile)<br />
O H<br />
HN CH2 CH3 CH3 C N CH2 CH3 CH3 OH<br />
H<br />
eti<strong>la</strong>mmina<br />
±£<br />
N-etiletanammide<br />
(N-eti<strong>la</strong>cetammide)<br />
metanolo<br />
La nomenc<strong>la</strong>tura delle ammidi consiste nel denotare <strong>la</strong> parte ammina con –N e nel sostituire<br />
acido -oico con -ammide. Nell’ammide formata dal<strong>la</strong> precedente reazione, il<br />
gruppo etilico proviene dall’ammina e <strong>la</strong> parte acido proviene dall’acido etanoico (acido<br />
acetico). Alcune ammidi sono presentate nel<strong>la</strong> Figura <strong>15</strong>.22.<br />
H<br />
R<br />
O<br />
O<br />
C<br />
O<br />
C<br />
18 OH<br />
N<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
<br />
R<br />
18<br />
N,N-Dimetilmetanammide<br />
(dimetilformammide)<br />
importante solvente organico;<br />
impiegato nel<strong>la</strong> produzione<br />
di fibre sintetiche<br />
OH<br />
OH<br />
O<br />
R C O<br />
O<br />
18<br />
R C O<br />
R<br />
R<br />
O C<br />
H O H<br />
H O H<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
H<br />
Dieti<strong>la</strong>mmide dell’acido lisergico (LSD-25)<br />
un potente allucinogeno<br />
<br />
<br />
N<br />
18<br />
N<br />
CH 2 CH 3<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
BA<br />
BA<br />
N<br />
CH 3
Le ammidi vengono idrolizzate in acqua calda (o in ambiente basico) a un acido carbossilico<br />
e un’ammina. Perciò, anche se le ammidi non si formano normalmente nel<br />
modo seguente, esse possono essere considerate come il risultato di una reazione di<br />
disidratazione-condensazione reversibile:<br />
Il più importante esempio del gruppo ammidico è il legame peptidico, che lega gli<br />
amminoacidi in una proteina.<br />
La famiglia degli acidi carbossilici subisce reazioni per formare altri gruppi funzionali.<br />
Per esempio, certi riducenti inorganici convertono acidi ed esteri in alcoli, e le ammidi<br />
in ammine:<br />
Previsione delle reazioni del<strong>la</strong> famiglia degli acidi carbossilici<br />
PROBLEMA DI VERIFICA <strong>15</strong>.6<br />
Problema Si preveda il(i) prodotto(i) delle seguenti reazioni:<br />
(a)<br />
(b)<br />
Piano Abbiamo esaminato le reazioni di sostituzione (comprese le reazioni di addizione-eliminazione<br />
e di disidratazione-condensazione) e di idrolisi. In (a), reagiscono un acido carbossilico<br />
e un alcol, quindi deve essere una reazione di sostituzione per formare un estere e acqua. In<br />
(b), un’ammide reagisce con OH NaOH<br />
CH3 CH CH2 CH2 C NH CH2 CH3 ±±±£ H2O<br />
, quindi viene idrolizzata a un’ammina e a un carbossi<strong>la</strong>to di<br />
sodio.<br />
Risoluzione (a) Formazione di un estere:<br />
CH3 CH2 CH2 C O CH CH3 H2O (b) Idrolisi basica di un’ammide:<br />
CH3 CH CH2 CH2 C O H2N CH2 CH3 Verifica Si noti che nel<strong>la</strong> parte (b) si forma lo ione carbossi<strong>la</strong>to, invece dell’acido, perché è presente<br />
NaOH in soluzione acquosa, il quale reagirà con l’acido carbossilico.<br />
Na <br />
PROBLEMA DI APPROFONDIMENTO <strong>15</strong>.6 Si completino gli spazi vuoti nelle<br />
seguenti reazioni:<br />
(a)<br />
(b)<br />
R<br />
O<br />
CH 3<br />
<br />
CH 3<br />
O<br />
riduzione<br />
C OH (oppure R C O R') ±±±£ R CH2 OH HOH (or R'—OH)<br />
riduzione<br />
R C NH R' ±±±£ R CH2 NH R' H2O O<br />
O<br />
CH 3<br />
BA<br />
H<br />
OH CH2 C O CH3 H2O <br />
±£<br />
O<br />
OH<br />
CH3 CH2 CH2 C OH CH3 CH CH3 O<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
H O H<br />
R C OH H N R R C N R HOH<br />
O<br />
O<br />
BA<br />
CH3 CH2 CH2 C NH CH2 CH3 CH3 OH<br />
Variazioni su un tema: ossiacidi, esteri e ammidi di altri non metalli Un non<br />
metallo che è legato sia da legami doppi sia da legami singoli ad atomi di O è presente<br />
nel<strong>la</strong> maggior parte degli ossiacidi inorganici, quali l’acido fosforico, l’acido solforico<br />
e l’acido cloroso. Quelli con atomi di O aggiuntivi sono acidi più forti degli acidi carbossilici.<br />
O<br />
O<br />
H <br />
BA<br />
CH 3<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
33
34<br />
Figura <strong>15</strong>.23 La formazione<br />
delle anidridi degli acidi carbossilici,<br />
dell’acido fosforico e dell’acido<br />
solforico.<br />
O P<br />
HO<br />
OH<br />
O<br />
CH2 O OH<br />
OH<br />
O <br />
OH<br />
A glucosio-6-fosfato<br />
O S<br />
NH 2<br />
NH 2<br />
O<br />
B solfani<strong>la</strong>mmide<br />
Figura <strong>15</strong>.24 Un estere e<br />
un’ammide di altri non metalli.<br />
A. Il glucosio-6-fosfato contiene un<br />
gruppo estere fosforico. B. La solfani<strong>la</strong>mmide,<br />
un importante raggruppamento<br />
in molti antibiotici,<br />
contiene un gruppo solfonammide.<br />
S<br />
N<br />
P<br />
–<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
L’acido difosforico e l’acido disolforico sono anidridi acide formate da reazioni di disidratazione-condensazione,<br />
così come si forma un’anidride di un acido carbossilico<br />
(Figura <strong>15</strong>.23). Gli ossiacidi inorganici formano esteri e ammidi che fanno parte di<br />
molte molecole biologiche. Abbiamo già visto che certi lipidi sono esteri fosforici (vedi<br />
Figura <strong>15</strong>.20). Il primo composto che si forma quando viene digerito il glucosio è un<br />
estere fosforico mostrato nel<strong>la</strong> Figura <strong>15</strong>.24A; e un estere fosforico simile è un’importante<br />
caratteristica strutturale degli acidi nucleici. Le ammidi degli ossiacidi organici<br />
contenenti zolfo, dette solfonammidi, sono potenti antibiotici (sulfamidici); le più<br />
semplici sono mostrate nel<strong>la</strong> Figura <strong>15</strong>.24B. Sono state sintetizzate più di 10 000 differenti<br />
solfonammidi.<br />
Gruppi funzionali con legami tripli<br />
Esistono soltanto due importanti gruppi funzionali con legami tripli. Gli alchini, con<br />
i loro gruppi -CPC- ricchi di elettroni, subiscono reazioni di addizione (per<br />
opera di H2O, H2, HX, X2, e così via) per formare composti con legami doppi o<br />
saturi:<br />
CH3 C CH CH3 CH CH2 CH3 CH2CH3 propino propene propano<br />
I nitrili (R-CPN) contengono il gruppo funzionale nitrile (gruppo nitrilico)<br />
e si preparano sostituendo uno ione CN (cianuro) a X (±CPN )<br />
in una reazione<br />
con un alogenuro alchilico:<br />
CH 3<br />
O<br />
– H2O 2 R C OH±±£<br />
R C O C R<br />
2 HO<br />
2 HO<br />
acido anidride<br />
O<br />
±£<br />
H2<br />
– H2O P OH±±£<br />
HO P O P OH<br />
±£<br />
H2<br />
CH2 Cl NaCN ±£ CH3 CH2 C N NaCl<br />
Questa reazione è utile perché allunga di un atomo di C <strong>la</strong> catena idrocarburica. I<br />
nitrili sono versatili perché, dopo essersi formati, possono essere ridotti ad ammine o<br />
idrolizzati ad acidi carbossilici:<br />
Variazioni su un tema: composti inorganici con legami tripli I legami tripli sono<br />
scarsi tanto nel mondo inorganico quanto nel mondo organico. Il monossido di carbonio<br />
, l’azoto elementare , e lo ione cianuro CPN ] sono gli<br />
unici esempi comuni.<br />
Giunti a questo punto, abbiamo visto parecchi gruppi funzionali, ed è partico<strong>la</strong>rmente<br />
utile essere in grado di riconoscerli in una moleco<strong>la</strong> <strong>organica</strong> complessa. Il Problema<br />
di verifica <strong>15</strong>.7 permette di fare pratica.<br />
( CPO )<br />
( NPN )<br />
([ )<br />
O<br />
O<br />
O<br />
O<br />
OH OH OH<br />
O<br />
S<br />
– H2O<br />
OH±±£<br />
HO<br />
O<br />
O<br />
S O S<br />
O O O<br />
CH3 CH2 CH2 NH2 CH3 CH2 CN<br />
H3O<br />
CH3 CH2 O<br />
C<br />
riduzione<br />
¢±±±<br />
, H2O<br />
±±±£<br />
idrolisi<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
OH<br />
OH<br />
<br />
NH 4
Riconoscimento dei gruppi funzionali<br />
PROBLEMA DI VERIFICA <strong>15</strong>.7<br />
Problema Si faccia un cerchio attorno ai gruppi funzionali nelle molecole seguenti e se ne scrivano<br />
i nomi:<br />
(a) (b) (c) O<br />
O<br />
C<br />
OH O<br />
O C CH3 Piano Usiamo <strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.5 per identificare i vari gruppi funzionali.<br />
Risoluzione<br />
(a)<br />
O acido<br />
carbossilico<br />
(b)<br />
alcol<br />
OH<br />
(c)<br />
C OH O<br />
CH CH2 NH CH3 O C CH3 estere<br />
PROBLEMA DI APPROFONDIMENTO <strong>15</strong>.7 Si faccia un cerchio attorno ai seguenti<br />
gruppi funzionali e se ne scrivano i nomi:<br />
(a) O (b) O<br />
CH CH C H<br />
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
OH<br />
CH CH2 NH CH3 ammina secondaria<br />
H2N C CH2 CH CH3 La Figura <strong>15</strong>.25 presenta un compendio dei nomi, delle strutture generali e delle interconversioni<br />
dei gruppi funzionali che abbiamo esaminato. Si noti <strong>la</strong> rilevante versatilità dei<br />
gruppi funzionali organici.<br />
O<br />
chetone<br />
H2O<br />
addizione<br />
R<br />
alcol<br />
H<br />
C<br />
H<br />
C<br />
Br<br />
alchene<br />
eliminazione eliminazione<br />
HX<br />
O<br />
OH<br />
aldeide<br />
X –<br />
(o HX)<br />
sostituzione<br />
H2O<br />
riduzione<br />
ossidazione<br />
ossidazione<br />
riduzione<br />
riduzione<br />
ossidazione<br />
R<br />
aloalcano<br />
addizione<br />
X<br />
O<br />
RC<br />
sostituzione<br />
estere<br />
OR<br />
sostituzione<br />
H2O ROH<br />
R C R<br />
R C H<br />
R C OH<br />
O<br />
acido carbossilico<br />
CN –<br />
O<br />
alchene<br />
+<br />
R<br />
chetone<br />
aloalcano<br />
Cl<br />
R C N<br />
nitrile<br />
NH3<br />
riduzione<br />
sostituzione<br />
NH 2<br />
ammina<br />
Cl<br />
riduzione<br />
sostituzione<br />
R<br />
O<br />
C<br />
35<br />
NH R + R OH<br />
Figura <strong>15</strong>.25 Sommario delle interconversioni tra i principali gruppi funzionali organici. I gruppi funzionali organici possono essere interconvertiti<br />
da reazioni con reagenti specifici. Ogni freccia è contrassegnata con il tipo di reazione. Gli ossidanti e i riducenti non sono indicati.<br />
I cambiamenti del gruppo R non sono indicati (vedi testo per i partico<strong>la</strong>ri).<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
ammide
36<br />
(n+1)<br />
tappa 1<br />
formazione di<br />
radicale libero<br />
H 2 C<br />
tappa 2<br />
addizione di<br />
monomero<br />
(n+1) H 2 C<br />
(iniziatore perossido)<br />
C H 2<br />
C H 2<br />
Y O<br />
tappa 3<br />
addizione di<br />
altro monomero<br />
Y O<br />
O Y<br />
2Y O<br />
C H 2 C H 2<br />
Y O C H2 C H2 C H2 C H2 C H2 C H<br />
n<br />
2<br />
C H 2<br />
C H 2<br />
tappa 4<br />
terminazione del<strong>la</strong><br />
catena mediante<br />
unione di due radicali liberi<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
n +1 m +1<br />
Y O C H2 C H2 C H2 C H2 n +1<br />
C H2 C H2 O<br />
m +1<br />
Y<br />
n<br />
C H2 m<br />
C H2 O<br />
m<br />
Y<br />
<strong>15</strong>.5 MONOMERI E POLIMERI: MACROMOLECOLE<br />
SINTETICHE<br />
I polimeri sono molecole estremamente grandi costituite da una catena di molte molecole<br />
più piccole, dette monomeri, legate covalentemente. Il monomero è l’unità ripetitiva<br />
del polimero.<br />
In questo capitolo, presenteremo <strong>la</strong> nomenc<strong>la</strong>tura dei polimeri e poi esamineremo<br />
i due tipi principali di reazioni organiche che legano covalentemente i monomeri per<br />
formare una catena.<br />
Per formare il nome di un polimero, si premette semplicemente il prefisso poli- al<br />
nome del monomero. Perciò, un polimero costituito dal monomero etilene è detto polietilene;<br />
il polimero costituito dal monomero stirene è detto polistirene; e così via. L’unico<br />
partico<strong>la</strong>re aggiuntivo è che, quando il monomero ha un nome costituito da due<br />
parole, si usano parentesi nel nome del polimero; per esempio, quando il monomero è<br />
il cloruro di vinile, il nome del polimero è poli(cloruro di vinile).<br />
I due tipi principali di reazioni che formano polimeri sintetici prestano i loro nomi<br />
alle c<strong>la</strong>ssi risultanti di polimeri: addizione e condensazione.<br />
Polimeri di addizione<br />
I polimeri di addizione si formano quando i monomeri subiscono una reazione di addizione<br />
l’uno all’altro. Sono detti anche polimeri per reazione a catena (o polimeri per<br />
accrescimento del<strong>la</strong> catena) perché, quando ciascun monomero si addiziona al<strong>la</strong> catena,<br />
forma un nuovo sito reattivo per continuare il processo. I monomeri del<strong>la</strong><br />
maggior parte dei polimeri di addizione hanno il gruppo CœC . Come si può<br />
vedere dal<strong>la</strong> Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.6, le differenze essenziali tra un maglione di acrilico, un sacchetto<br />
di p<strong>la</strong>stica per <strong>la</strong> spesa e una boccia da bowling sono dovute ai differenti gruppi<br />
chimici che sono legati agli atomi di C con legame doppio del monomero.<br />
La polimerizzazione radicalica dell’etene (etilene, CH2NCH2) a formare polietilene<br />
è un semplice esempio del processo di addizione. Nel<strong>la</strong> Figura <strong>15</strong>.26, il monomero<br />
reagisce per formare un radicale libero, una specie con un elettrone spaiato, che<br />
accetta un elettrone da un altro monomero per formare un legame covalente. Il processo<br />
comincia quando un iniziatore, di solito un perossido, genera un radicale libero<br />
che attacca il legame di una unità di etilene, formando un legame con uno degli<br />
elettroni p e <strong>la</strong>sciano spaiato l’altro. Poi questo nuovo radicale libero attacca il legame<br />
di un altro etilene, addizionandolo all’estremità del<strong>la</strong> catena, e lo scheletro del polimero<br />
cresce. Quando si addiziona ciascun etilene, esso <strong>la</strong>scia sull’estremità in accrescimento<br />
un elettrone spaiato in cerca di un elettrone con cui “accoppiarsi” e allungare<br />
di una unità ripetitiva <strong>la</strong> catena. Questo processo si arresta quando due radicali liberi<br />
formano un legame covalente o quando si forma un radicale libero molto stabile per<br />
addizione di una moleco<strong>la</strong> inibitore. Recenti progressi nel controllo dell’alta reattività<br />
delle specie radicaliche promettono una gamma di polimeri ancora più ampia. In un<br />
metodo simile, <strong>la</strong> polimerizzazione è iniziata dal<strong>la</strong> formazione di un catione (o di un<br />
anione) invece di un radicale libero. L’estremità cationica (o anionica) reattiva del<strong>la</strong><br />
catena attacca il legame del monomero successivo per formare un’altra estremità<br />
cationica (o anionica), e il processo continua.<br />
Le reazioni di polimerizzazione più importanti avvengono in condizioni re<strong>la</strong>tivamente<br />
b<strong>la</strong>nde mediante l’impiego di catalizzatori che contengono metalli di transizione.<br />
Figura <strong>15</strong>.26 Tappe nel<strong>la</strong> polimerizzazione radicalica dell’etilene. In questo<br />
metodo di polimerizzazione, i radicali liberi iniziano, propagano e terminano <strong>la</strong> formazione<br />
di un polimero di addizione. Un iniziatore (Y-O-O-Y) viene scisso per<br />
formare due molecole di un radicale libero (Y-O). Il radicale libero attacca il legame<br />
di un monomero e crea un altro radiale libero (Y-O-CH 2-CH 2). Il processo<br />
procede e <strong>la</strong> catena si accresce (si propaga) finché non si aggiunge un inibitore<br />
(non indicato) o due radicali liberi si combinano.<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
±<br />
±<br />
±<br />
±
H H<br />
C C<br />
H H<br />
F F<br />
C C<br />
F F<br />
H H<br />
C C<br />
H CH3 H H<br />
C C<br />
H Cl<br />
H H<br />
C C<br />
H<br />
H H<br />
C C<br />
H CN<br />
H<br />
C C<br />
H<br />
O<br />
H O C CH3 H Cl<br />
C C<br />
H Cl<br />
H CH3 C C<br />
H C<br />
O<br />
O CH3 Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
Tabel<strong>la</strong> <strong>15</strong>.6 Alcuni tra i principali polimeri di addizione<br />
R1 n<br />
R2 R 3<br />
Monomero<br />
R 4<br />
R 1 R2<br />
R 3 R4<br />
Polimero<br />
polietilene<br />
politetrafluoroetilene<br />
polipropilene<br />
poli(vinil cloruro)<br />
polistirene<br />
poliacrilonitrile<br />
poli(vinil acetato)<br />
poli(viniliden cloruro)<br />
poli(metil metacri<strong>la</strong>to)<br />
Nel 1963, il chimico tedesco Karl Ziegler e il chimico italiano Giulio Natta ricevettero<br />
il premio Nobel per <strong>la</strong> <strong>chimica</strong> per lo sviluppo dei catalizzatori di Ziegler-Natta, che<br />
impiegano un composto organoalluminio, quale Al(C2H5) 3, e il tetracloruro di titanio o<br />
di vanadio. Oggi i chimici impiegano catalizzatori organometallici stereoselettivi per<br />
produrre polimeri le cui unità ripetitive hanno gruppi con partico<strong>la</strong>ri orientamenti spaziali.<br />
Mediante l’impiego di questi catalizzatori, variando le condizioni e i reagenti,<br />
vengono prodotte catene polietileniche con masse mo<strong>la</strong>ri di 10 4 10 5 g/mol.<br />
Analogamente, si possono produrre polipropileni, ±CH [ 2 ±CH± ] n,<br />
che hanno<br />
W<br />
CH 3<br />
tutti i gruppi CH 3 delle unità ripetitive orientati dallo stesso <strong>la</strong>to del<strong>la</strong> catena o alternamente<br />
da un <strong>la</strong>to e dal <strong>la</strong>to opposto. I differenti orientamenti determinano differenti<br />
efficienze di impaccamento delle catene e, quindi, differenti gradi di cristallinità,<br />
che provocano differenze in proprietà fisiche quali <strong>la</strong> densità, <strong>la</strong> rigidezza e l’e<strong>la</strong>sticità.<br />
Polimeri di condensazione<br />
I monomeri dei polimeri di condensazione devono avere due gruppi funzionali;<br />
possiamo designare questo monomero come A—R—B (dove R è il resto del<strong>la</strong> mole-<br />
n<br />
Applicazioni<br />
buste di p<strong>la</strong>stica; bottiglie;<br />
giocattoli<br />
utensili da cucina (per esempio<br />
Teflon)<br />
tappeti (per interno ed esterno);<br />
bottiglie<br />
avvolgimenti in p<strong>la</strong>stica, tubi da<br />
giardino, tubature<br />
iso<strong>la</strong>nti; mobili; materiali da<br />
imballo<br />
fi<strong>la</strong>ti; tessuti; parrucche (per<br />
esempio Orlon, Acrilon)<br />
adesivi; pitture; ricoperture<br />
tessili; dischi per compurer<br />
p<strong>la</strong>stiche per alimenti (per<br />
esempio Saran)<br />
sostituti per il vetro (per esempio<br />
Lucite, Plexig<strong>la</strong>s); palle da<br />
bowling; pittura<br />
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37
38<br />
O<br />
<strong>Capitolo</strong> <strong>15</strong><br />
co<strong>la</strong>). Comunemente, i monomeri si legano quando un gruppo A su un monomero subisce<br />
una reazione di disidratazione-condensazione con un gruppo B su un altro<br />
monomero:<br />
1<br />
2<br />
1<br />
(n1)HOH<br />
nH±A±R±B±OH 2nH±A±R±B±OH ±±±±£<br />
H [±A±R±B ]± n OH<br />
Molti polimeri di condensazione sono copolimeri, polimeri costituiti da due o più unità<br />
ripetitive differenti. Per esempio, <strong>la</strong> condensazione di monomeri di acido carbossilico e<br />
ammina forma poliammidi (nylon), mentre <strong>la</strong> condensazione di monomeri di acido carbossilico<br />
e alcol forma poliesteri.<br />
Una delle poliammidi più comuni è il nylon-66 (vedi Scheda di approfondimento<br />
pag. 63, <strong>Capitolo</strong> 2), prodotto misce<strong>la</strong>ndo quantità equimo<strong>la</strong>ri di una diammina a sei<br />
atomi di C (1,6-diamminoesano) e di un diacido a sei atomi di C (acido 1,6-esanodioico).<br />
L’ammina basica reagisce con l’acido per formare un “sale di nylon”. Il riscaldamento<br />
elimina l’acqua e forma i legami ammidici:<br />
O<br />
±±±±£<br />
<br />
nHO C (CH2 ) 4 C OH nH2N (CH2 ) 6 NH2HO C (CH2 ) 4 C NH (CH2 ) 6 NH H<br />
(2n1)H2O<br />
n<br />
In <strong>la</strong>boratorio, questo nylon viene prodotto senza riscaldamento usando una componente<br />
acida più reattiva (Figura <strong>15</strong>.27). I legami covalenti nel<strong>la</strong> catena conferiscono ai nylon<br />
grande resistenza meccanica, e i legami idrogeno tra le catene conferiscono loro grande<br />
flessibilità. Circa <strong>la</strong> metà di tutti i nylon vengono prodotti per rinforzare gli pneumatici<br />
per autoveicoli e motoveicoli, il resto viene impiegato nel<strong>la</strong> produzione di tappeti, indumenti,<br />
lenze da pesca, e così via.<br />
Il dacron, una fibra poliestere di vasto impiego, è ottenuto da fi<strong>la</strong>menti polimerici<br />
formati dal<strong>la</strong> reazione di acido 1,4-benzenedicarbossilico e 1,2-etanediolo. Mesco<strong>la</strong>ndo<br />
queste fibre poliesteri con varie quantità di cotone si ottengono tessuti durevoli, facilmente<br />
colorabili e resistenti allo sgualcimento. Da questo polimero si ottengono anche<br />
film di My<strong>la</strong>r estremamente sottili impiegati nel<strong>la</strong> fabbricazione dei nastri magnetici per<br />
<strong>la</strong> registrazione del suono e degli imbal<strong>la</strong>ggi per alimenti.<br />
Variazioni su un tema: polimeri inorganici Abbiamo già visto che alcuni polimeri<br />
sintetici hanno scheletri inorganici. Nel capitolo precedente abbiamo esaminato i siliconi,<br />
polimeri con l’unità ripetitiva -(R 2)Si-O-. A seconda dei legami trasversali<br />
del<strong>la</strong> catena e dei gruppi R, i siliconi vanno da liquidi oleosi a fogli e<strong>la</strong>stici<br />
a solidi rigidi e hanno applicazioni che comprendono il grasso per rubinetti, gli<br />
arti artificiali e le tute spaziali. Abbiamo menzionato anche i polifosfazeni, <strong>la</strong> cui<br />
unità ripetitiva -(R 2)PNN- esiste in una catena flessibile anche a basse temperature.<br />
Figura <strong>15</strong>.27 La formazione del nylon-66. I nylon vengono formati industrialmente mediante <strong>la</strong> reazione di monomeri diammina e diacido.<br />
In questo esperimento dimostrativo di <strong>la</strong>boratorio, è usato come monomero il cloruro del diacido a sei atomi di C, che è più reattivo<br />
del diacido; <strong>la</strong> poliammide si forma tra le fasi.<br />
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O<br />
O
Composti organici e proprietà atomiche del carbonio<br />
Risoluzioni brevi dei problemi di approfondimento<br />
5.1 (a)<br />
H<br />
H<br />
(b)<br />
<strong>15</strong>.2 (a)<br />
(b) CH2 CH2 CH3 (c)<br />
(d)<br />
<strong>15</strong>.3 (a) CH3 CH CH CH3 Cl2 ±£<br />
(b)<br />
(c)<br />
H H H H<br />
C C C C<br />
H H H H<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH3 CH2 CH2 CH2 CH2 C CH2 CH3 CH 3<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
C CH 3<br />
OH<br />
C<br />
CH 2<br />
C<br />
H C H<br />
H H H H<br />
C C C C<br />
H H H<br />
H C H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
H H H<br />
H H H<br />
CH 3<br />
C<br />
C C<br />
H H H<br />
C<br />
H<br />
H<br />
Br<br />
H<br />
H<br />
CH 2<br />
H2O ±£<br />
H<br />
HCC C CH2 CH2 CH3 OH ±£<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
H<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
C<br />
H<br />
C C C C<br />
H H H<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
H<br />
H C H H C H<br />
H H H<br />
H<br />
CH 2<br />
H<br />
H H H H<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
CH 2<br />
CH 2<br />
C C C C<br />
H H H H<br />
CH 3<br />
C<br />
H<br />
CH 2<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
Cl<br />
H<br />
CH<br />
OH<br />
H<br />
CH CH 3<br />
Cl<br />
<br />
H<br />
C H<br />
H<br />
C<br />
Br <br />
C<br />
H H<br />
H<br />
H C H<br />
H H H H<br />
C C C C<br />
H H H<br />
H<br />
C C C CC<br />
H H C C CC C H H C C CC<br />
H H H<br />
H H H<br />
H H H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
<strong>15</strong>.4 (a)<br />
(b)<br />
<strong>15</strong>.5 (a) CH3 (b)<br />
<strong>15</strong>.6 (a)<br />
(b)<br />
C<br />
H<br />
H<br />
H<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
H<br />
H C H<br />
H<br />
<strong>15</strong>.7 (a)<br />
O<br />
(b) H2N C CH2 CH CH3 ammide<br />
H C H<br />
H H H H<br />
C C C C<br />
H H H H<br />
H<br />
CH 3<br />
Cl<br />
CH2 CH2 CH 2<br />
OH<br />
CH<br />
CH 2<br />
H<br />
H<br />
CH 3<br />
CH<br />
CH 2<br />
O<br />
C<br />
OH<br />
CH CH C H<br />
Br<br />
C<br />
C C C C<br />
H H H<br />
H C H<br />
H<br />
CH 3<br />
O<br />
C<br />
O<br />
H<br />
C<br />
H H<br />
H C H<br />
H H H H<br />
C<br />
H<br />
O<br />
OH<br />
CH 3<br />
alchene aldeide<br />
aloalcano<br />
H<br />
H<br />
o<br />
H<br />
<br />
H<br />
O<br />
C<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
H<br />
H<br />
H H H<br />
H C H<br />
H<br />
H<br />
H<br />
CH 2<br />
C H<br />
C C C C<br />
CH 2<br />
H<br />
C H<br />
H<br />
C C C C<br />
H H H<br />
H C H<br />
H<br />
C H<br />
H<br />
NH 2<br />
CH 3<br />
C<br />
Cl<br />
H<br />
H H H H H<br />
M. S. Silberberg, Chimica. La natura moleco<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> materia e delle sue trasformazioni 3/ed, © 2012, McGraw-Hill Education (Italy) srl<br />
H<br />
H H<br />
H<br />
C<br />
H<br />
39<br />
H<br />
H<br />
CH 3