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Corsi brevi - Siapec

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TUMORI RARI E LESIONI PSEUDOTUMORALI DEI TESSUTI MOLLI<br />

sci allungati di fibroblasti con tipico pattern “a spina di pesce”,<br />

viene facilmente confuso con una fibromatosi quando<br />

le cellule sono più primitive ed immature e può simulare una<br />

miofibromatosi quando mostra un pattern emangiopericitomatoso<br />

od aree con noduli “mioidi”. La presenza di una traslocazione<br />

t(12;15), in una percentuale variabile di casi è un<br />

utile criterio diagnostico differenziale. La prognosi è generalmente<br />

favorevole con tendenza alla recidiva locale e rare<br />

metastasi.<br />

Tumori mesenchimali pleomorfi benigni<br />

e a basso grado di malignità<br />

A. De Chiara<br />

U.O.C. Anatomia Patologica, I.N.T. “G. Pascale”, Napoli<br />

Nella diagnosi istologica delle neoplasie mesenchimali dei<br />

tessuti molli, la prima domanda cui rispondere è se il processo<br />

sia reattivo o neoplastico; una volta esclusa la natura reattiva<br />

della lesione in esame, si procede all’identificazione della<br />

neoplasia con riguardo al suo potenziale biologico (benigno<br />

versus maligno; basso grado versus alto grado di malignità).<br />

Le lesioni reattive sono più frequentemente superficiali<br />

o sono caratterizzate istologicamente da una distinta<br />

crescita zonale (vedi fascite proliferativa, fascite ischemica,<br />

miosite ossificante). Le cellule assomigliano a fibroblasti in<br />

cultura; si possono osservare mitosi ma mai atipiche nè sono<br />

presenti marcate atipie citologiche (così come avviene nei<br />

sarcomi). Una volta orientati verso un processo neoplastico,<br />

molti sono i criteri morfologici da valutare per il corretto inquadramento<br />

biologico. Necrosi, pleomorfismo cellulare ed<br />

elevato indice mitotico sono criteri classicamente associati a<br />

neoplasie maligne di alto grado (vedi grading sec. FNCLCC).<br />

Negli anni, però, vi è stato un crescente numero di entità che,<br />

nonostante un anche marcato pleomorfismo cellulare, si sono<br />

rivelate del tutto benigne o con solo una limitata capacità di<br />

recidiva locale (eccezionali le metastasi). Fondamentale appare,<br />

pertanto, il riconoscimento di queste entità ai fini del<br />

corretto approccio terapeutico, per evitare inutili interventi<br />

chirurgici demolitivi e/o regimi chemioterapici (indicati solo<br />

negli alti gradi). Un criterio molto importante da valutare è la<br />

presentazione clinica, in quanto lesioni a lenta crescita e a localizzazione<br />

soprafasciale sono caratterizzate da un decorso<br />

clinico in genere benigno. È da sottolineare che nei tumori<br />

benigni il pleomorfismo cellulare è spesso solo focale e legato<br />

a fenomeni di tipo degenerativo (leiomioma pleomorfo soprattutto<br />

dell’utero, ancient schwannoma, tumore glomico<br />

simplastico). Anche lesioni maligne, come il fibroxantoma<br />

atipico ed il sarcoma fibroblastico mixoinfiammatorio acrale,<br />

che pure sono in grado di recidivare localmente ed in casi eccezionali<br />

anche di dare metastasi, sono quasi sempre soprafasciali.<br />

Sul piano puramente morfologico, la necrosi è assente<br />

o minima; e soprattutto l’indice mitotico è basso (a differenza<br />

di quanto accade nei sarcomi pleomorfi) e le mitosi<br />

mai atipiche. Di seguito, è illustrato un elenco di tumori benigni<br />

o maligni di basso grado, caratterizzati dal pleomorfismo<br />

cellulare. Abbiamo scelto di approfondire solo alcuni di<br />

essi, quelli che a nostro parere possano essere più facilmente<br />

misinterpretati quando li si incontra in sedi inusuali (angiofibroma<br />

con cellule giganti), per la presenza di inusuali caratteristiche<br />

morfologiche (tumore glomico simplastico) o immunofenotipiche<br />

(fibroxantoma pleomorfo), o perchè siano<br />

ancora troppo poco conosciuti soprattutto ai non specialisti<br />

del settore (tumore angiectasico ialinizzante pleomorfo, sar-<br />

199<br />

coma fibroblastico mixoinfiammatorio). Di fianco se ne indica<br />

la linea differenziativa sec. il WHO 2002.<br />

Tumori benigni con atipie citologiche<br />

Ancient schwannoma: neurogenica<br />

Angiofibroma con cellule giganti: fibroblastica/miofibroblastica<br />

Fibroistiocitoma con cellule bizzarre: verosimilmente fibroblastica<br />

Fibroma pleomorfo della cute: fibroblastica/miofibroblastica<br />

Leiomioma pleomorfo: muscolare<br />

Lipoma pleomorfo: adipocitica<br />

Tumore glomico simplastico: pericitica (perivascolare)<br />

Tumore angiectasico ialinizzante pleomorfo (PHAT): differenzazione<br />

incerta<br />

Tumori maligni di basso grado<br />

Fibroblastoma a cellule giganti: tipico dell’infanzia<br />

Fibroxantoma atipico: cosiddetta fibroistiocitica<br />

Sarcoma fibroblastico mixoinfiammatorio: fibroblastica/miofibroblastica<br />

L’angiofibroma a cellule giganti (GCA) è stato descritto per<br />

la prima volta nel 1995 1 ed è una neoplasia coinvolgente tipicamente<br />

la regione orbitaria nei maschi, e meno frequentemente<br />

testa e collo (in aree extraorbitarie) e sedi ancora più<br />

inusuali quali mediastino, dorso, regione inguinale e ascellare,<br />

retroperitoneo e vulva soprattutto nelle donne. Istologicamente,<br />

si apprezzano aree più o meno cellulari con cellule rotondo-ovali<br />

(CD34+, CD99+, meno frequentemente Bcl2+) e<br />

cellule stromali multinucleate intorno vasi ectasici. Un caso<br />

ha mostrato anormalità della banda cromosomica 6q13 2 .<br />

Il tumore glomico simplastico, così definito da Folpe et al. 3 ,<br />

è un tumore glomico che mostra atipie citologiche come unica<br />

caratteristica inusuale. Nel loro lavoro ne descrivono 9 casi,<br />

e nessuno di essi ha sviluppato metastasi in un periodo di<br />

follow-up tra 3 e 20 anni. L’atipia nucleare viene considerata<br />

come un fenomeno degenerativo simile a quello che si osserva<br />

nei leiomiomi uterini simplastici e negli ancient<br />

schwannoma.<br />

Il tumore angiectasico ialinizzante pleomorfo (PHAT) è<br />

un’entità recentemente descritta per la prima volta da Smith<br />

et al. 4 . Da allora pochi altri casi sono stati riportati in letteratura<br />

5 . È una neoplasia di basso grado di malignità ma a causa<br />

del marcato pleomorfismo cellulare viene spesso confusa<br />

con un sarcoma di alto grado. È una neoplasia degli adulti, a<br />

lenta crescita che spesso dà l’impressione di un ematoma. In<br />

genere, si localizza nel tessuto sottocutaneo degli arti inferiori,<br />

ma occasionalmente viene descritto in sede sottofasciale.<br />

La caratteristica istologica maggiore è la presenza di vasi<br />

dilatati tendenti a formare piccoli gruppi il cui endotelio appare<br />

bordato da materiale eosinofilo amorfo; i vasi talora sono<br />

trombizzati con anche iperplasia papillare endoteliale. Ciò<br />

che confonde circa il grading, è la presenza di cellule di varia<br />

forma (allungate o rotondeggianti) con nuclei pleomorfi<br />

arrangiate in fasci. Sono presenti anche evidenti inclusioni<br />

citoplasmatiche intranucleari. L’impressione superficiale è<br />

quello di un MFH ma se ne differenzia per il basso indice mitotico<br />

(

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