Il progetto Monitor del programma Galileo
Il progetto Monitor del programma Galileo
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PERIODICO OTTOBRE-DICEMBRE 2006 - N° 92 - POSTE ITALIANE S.P.A.<br />
SPED. IN ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L 27/02/2004<br />
N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB VERONA<br />
4<br />
2006
4<br />
2006<br />
Ottobre-Dicembre 2006<br />
N° 92<br />
Periodico Trimestrale<br />
Aut. Tribunale Verona n. 565 <strong>del</strong> 7.3.1983<br />
Direttore Responsabile<br />
Maurizio Cossato<br />
Vicedirettore<br />
Giovanni Montresor<br />
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<strong>Il</strong>aria Segala<br />
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Redazione<br />
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Sommario<br />
7<br />
17<br />
31<br />
36<br />
47<br />
54<br />
61<br />
64<br />
67<br />
69<br />
73<br />
Attualità<br />
Osservazioni a proposta di Legge Mantini ed altri<br />
sulla riforma <strong>del</strong>la disciplina <strong>del</strong>le professioni intellettuali<br />
Maurizio Cossato<br />
Attualità<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>Monitor</strong> <strong>del</strong> <strong>programma</strong> <strong>Galileo</strong>, per l’ingegneria civile<br />
e ambientale. Ipotesi di sviluppo<br />
Giorgio Manzoni, Stefano De Pietri,<br />
Luca Simone Rizzo, Claudia Robiglio<br />
Attualità<br />
Sicurezza sul lavoro, dispositivi di protezione individuale<br />
e registro dei controlli antincendio<br />
Giovanni Lugoboni<br />
Attualità<br />
Gru su autocarro - Proposta di calcolo <strong>del</strong>la reazione<br />
massima sullo stabilizzatore<br />
Antonio Luigi Di Renzo<br />
Commissioni <strong>del</strong>l’Ordine<br />
Programma <strong>del</strong>le Commissioni<br />
per il quadriennio 2006-2010<br />
Corsi, convegni, concorsi<br />
Corso per Consulente Tecnico d’ufficio e di parte<br />
nei procedimenti civili e penali<br />
<strong>Il</strong>aria Segala<br />
Commissione Ambiente<br />
Gestione <strong>del</strong>le acque meteoriche.<br />
Analisi <strong>del</strong>le recenti novità normative<br />
Massimo Merzari<br />
Commissione Ambiente<br />
<strong>Il</strong> D. Lgs 152 <strong>del</strong> 2006: quale destino per il “Testo Unico<br />
<strong>del</strong>l’Ambiente”?<br />
Corrado Pellachini<br />
Varie<br />
Campionato Nazionale Ingegneri di Ciclismo<br />
Michele Ferrari<br />
Corsi, convegni, concorsi<br />
Convegno ABEI “The Associationi of British Engineers in Italy”<br />
Saverio Luzzolini<br />
Consiglio <strong>del</strong>l’Ordine<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 5
Attualità<br />
Osservazioni a proposta di Legge Mantini ed altri<br />
sulla riforma <strong>del</strong>la disciplina <strong>del</strong>le professioni intellettuali<br />
Maurizio Cossato, ingegnere in Verona<br />
1. Premessa<br />
Le osservazioni che formuliamo sono di<br />
carattere generale e dovrebbero riguardare<br />
un testo che ovviamente si riferisce<br />
a tutte le professioni. È evidente<br />
che essendo osservazioni viste da ingegneri<br />
possono e devono in parte riferirsi<br />
alla nostra professione, con un punto di<br />
vista di appartenenti all’Ordine degli Ingegneri.<br />
Le osservazioni sono sviluppate<br />
per ottenere una riforma innovativa,<br />
cercando di guardare al futuro evitando<br />
atteggiamenti troppo conservativi.<br />
La tumultuosa dinamica <strong>del</strong>l’incremento<br />
<strong>del</strong>le conoscenze in una società<br />
complessa con sviluppi futuri non chiaramente<br />
prevedibili, devono indirizzare<br />
il legislatore ad impostare norme molto<br />
libere che possano sopravvivere al mutare<br />
rapido dei contenuti e <strong>del</strong>le forme<br />
organizzative <strong>del</strong> lavoro intellettuale e<br />
che favoriscano la creatività e l’iniziativa<br />
sia dei singoli che <strong>del</strong>le organizzazioni<br />
idonee a gestire il lavoro intellettuale, in<br />
forme articolate e innovative. I servizi<br />
intellettuali caratterizzano sempre più le<br />
società avanzate e se ben regolamentati<br />
possono essere una formidabile spinta<br />
per lo sviluppo <strong>del</strong> nostro paese.<br />
2. Quadro generale e <strong>progetto</strong><br />
dei dispositivi legislativi<br />
A nostro avviso, per formulare correttamente<br />
una riforma <strong>del</strong>le professioni intellettuali<br />
che è, come già detto, un’operazione<br />
complessa e impegnativa, bisogna<br />
prima di tutto disegnare il quadro<br />
progettuale <strong>del</strong>la riforma.<br />
Innanzitutto bisogna elencare i documenti<br />
legislativi dai quali si parte ed indicare<br />
quali norme dovranno essere<br />
abolite, quali modificate ed integrate.<br />
Schematicamente:<br />
- Quadro europeo (direttive varie sulle<br />
professioni, direttiva Bolkestein modificata,<br />
etc.);<br />
- Quadro nazionale (leggi sulle professioni<br />
ed in particolare D.P.R. 5 giugno<br />
2001 n° 328 Modifiche ed integrazioni<br />
<strong>del</strong>la disciplina dei requisiti per l’am-<br />
missione all’esame di Stato e <strong>del</strong>le<br />
relative prove per l’esercizio di talune<br />
professioni, nonché <strong>del</strong>la disciplina<br />
dei relativi ordinamenti).<br />
Bisogna inoltre stabilire un diagramma<br />
ad albero che inquadri il <strong>progetto</strong> nel<br />
suo complesso e individuare a quali livelli<br />
devono essere previsti i necessari<br />
dettagli. Si può effettuare uno schema<br />
come rappresentato in fig. 1.<br />
Come si vede dal semplice schema di<br />
cui sopra, trattandosi di una riforma<br />
complessa, deve essere formulato un<br />
preciso elenco dei contenuti dei documenti<br />
legislativi ai vari livelli, in modo da<br />
collocare i principi e le articolazioni di<br />
base nella legge quadro, mentre gli approfondimenti<br />
devono essere riservati alle<br />
norme specifiche per le varie professioni.<br />
I regolamenti conterranno norme<br />
operative quali esempio le modalità di<br />
elezione degli organismi rappresentativi.<br />
È chiaro che il solo testo generale non<br />
può da solo risolvere il problema. È<br />
quindi necessario mettere in moto un<br />
<strong>progetto</strong> complessivo <strong>del</strong>ineando fin da<br />
subito l’insieme <strong>del</strong>le norme da sviluppare<br />
cercando di incasellare i contenuti<br />
che andranno nel testo generale, quelli<br />
che andranno nei testi specifici lavorando<br />
alla stesura <strong>del</strong>l’insieme, articolando<br />
e modificando quanto progressivamente<br />
iniziato, in confronto dialettico con le<br />
Fig. 1 - Schema <strong>progetto</strong><br />
Progetto articolazione<br />
norme<br />
Norme<br />
Ingegneri<br />
Regolamento<br />
Ingegneri<br />
Progetto<br />
Riforma<br />
Legge quadro<br />
tipo Mantini<br />
Nor. altre professioni<br />
con Ordini<br />
Reg. altre professioni<br />
con Ordini<br />
varie professioni. È evidente che l’operazione,<br />
pur essendo compito <strong>del</strong> governo<br />
quello di effettuare la sintesi, non<br />
può che essere elaborata consultando<br />
direttamente le varie professioni che<br />
presentano articolazioni e possiedono<br />
finalità di interesse generale assai diversificate<br />
e non rappresentabili da comitati<br />
unitari. Sarebbe errato per semplificare<br />
il confronto appoggiarsi a organismi<br />
confusi e non rappresentativi.<br />
La riforma <strong>del</strong>le professioni deve vedere<br />
impegnato il governo e le varie categorie<br />
in un confronto libero che sappia<br />
guardare al futuro. Tale riforma è un argomento<br />
di vitale importanza per il paese<br />
che deve essere affrontato con la<br />
consapevolezza che è un’operazione<br />
complessa e faticosa che non può risolversi<br />
in tempi troppo brevi, ma che per<br />
la sua importanza deve essere fortemente<br />
voluta.<br />
3. Osservazioni preliminari<br />
al D.P.R. 328<br />
Una importante riflessione deve inoltre<br />
essere effettuata per valutare le necessarie<br />
modifiche da apportare al D.P.R.<br />
328 <strong>del</strong> 2001 per coordinarlo con quelli<br />
che saranno i contenuti <strong>del</strong>la riforma.<br />
Si ricorda ad esempio che il D.P.R. al-<br />
Norme<br />
europee<br />
Norme Italia e<br />
D.P.R. 328<br />
Associazioni<br />
professionali<br />
Regolam. assoc.<br />
professionali<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 7
l’art. 3 comma 1 recita: “I settori istituiti<br />
nelle sezioni degli Albi professionali<br />
corrispondono a circoscritte e individuate<br />
attività professionali”.<br />
Ancora all’art. 3 comma 3 recita: “<strong>Il</strong> professionista<br />
iscritto in un settore non può<br />
esercitare le competenze di natura riservata<br />
attribuite agli iscritti a uno o più altri<br />
settori <strong>del</strong>la stessa sezione, ferma restando<br />
la possibilità di iscrizione a più<br />
settori <strong>del</strong>la stessa sezione, previo superamento<br />
<strong>del</strong> relativo esame di Stato. Secondo<br />
quanto dice la legge vigente si<br />
dovrebbe quindi: individuare per ogni<br />
sezione le competenze di natura riservata<br />
e bloccare la vita professionale dei<br />
singoli solo ed esclusivamente sul titolo<br />
universitario.<br />
Da quanto argomentato in precedenza,<br />
appare evidente che è sicuramente sbagliato<br />
ignorare la cultura <strong>del</strong> periodo<br />
professionale attivo e di quanto ulteriormente<br />
viene incrementata la conoscenza<br />
dei singoli attraverso l’esperienza<br />
professionale.<br />
Comunque se si volesse procedere secondo<br />
l’art. 3 “il professionista…non<br />
può esercitare le competenze riservate<br />
attribuite…” ad altri, si dovrebbe procedere<br />
come segue:<br />
Dapprima si dovrebbe definire ciò che è<br />
cultura comune, poi per ogni categoria<br />
(Sezione e Settore) si dovrebbero definire<br />
le competenze di natura riservata e<br />
quella parte di cultura riservata che è<br />
comune ad altre categorie indicando se<br />
a tutte o a quali. Si tratterebbe quindi di<br />
individuare una situazione generale di<br />
base e poi 15 casi di confronto elencando<br />
una linea di demarcazione a coppie<br />
e di individuare per ogni raffronto ciò<br />
che è <strong>del</strong>l’una e ciò che è <strong>del</strong>l’altra, e<br />
ciò che è consentito ad entrambe. Al di<br />
là <strong>del</strong>la difficoltà di procedere in questo<br />
modo vi è l’osservazione di fondo che<br />
questo approfondimento di dettaglio,<br />
non tiene conto, come già detto, di come<br />
si svolge la professione e di come si<br />
evolve la cultura dei singoli, e neppure<br />
di come si evolvono i corsi di studio,<br />
perché anche le lauree nel tempo evolvono<br />
in continuo e non si potrebbe dare<br />
a una concezione così rigida la neces-<br />
8<br />
Fig. 2 - Competenze <strong>del</strong>la professione di ingegnere. Confronto tra sezioni e settori.<br />
saria evoluzione dinamica.<br />
Della figura 3 che segue resta poco da<br />
commentare. Si vede che l’argomento,<br />
se impostato come sopraindicato, non<br />
appena si apre ad altre professioni concorrenti<br />
negli ambiti comuni, complica<br />
la procedura.<br />
Si tratta di combinare n elementi 2 a 2<br />
con la nota formula <strong>del</strong>le combinazioni:<br />
2 = ⎟ ⎜<br />
⎛ n ⎞<br />
⎝ ⎠<br />
n (n-1) ... (n-2+1) =<br />
n (n-1)<br />
2 2<br />
Fig. 3 - Competenze <strong>del</strong>la professione di ingegnere.<br />
Confronto tra sezioni, settori e categorie diverse.<br />
Una scelta di questo tipo sembra destinata<br />
al fallimento in partenza.<br />
Infatti dal 2001 ad oggi sono stati fatti<br />
molti tentativi di regolamentare in dettaglio<br />
le competenze e non a caso nessuno<br />
ci è riuscito.<br />
Si deve comunque affermare in questa<br />
sede che procedere in questo modo è<br />
profondamente sbagliato. Lo scopo primario<br />
di una legge sulle professioni intellettuali<br />
è quello di liberare energie e<br />
competenze, di incoraggiare forme<br />
nuove di esercizio <strong>del</strong>le professioni in-<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
tellettuali e di tutelare l’utente in modo<br />
che i servizi intellettuali siano svolti in<br />
modo qualitativamente adeguato e<br />
competitivo. Questo problema non si risolve<br />
mettendo paletti e laccioli.<br />
4. Osservazioni alla proposta<br />
di legge Mantini ed altri<br />
4.1 Osservazioni sulla competenza<br />
professionale e sulla sua<br />
mutabilità nel tempo<br />
È già stato osservato nel precedente<br />
capitolo che è sbagliato considerare la<br />
competenza basata esclusivamente sul<br />
titolo di studio conseguito. <strong>Il</strong> testo Mantini<br />
e altri propone l’aggiunta di un tirocinio,<br />
ma non dice nulla per quanto riguarda<br />
la formazione continua e il processo<br />
dinamico <strong>del</strong>la conoscenza che<br />
si sviluppa in un individuo dopo la laurea,<br />
dopo il tirocinio, nella vita professionale<br />
per ambizione e sete di conoscenza<br />
<strong>del</strong> singolo. Una società dinamica<br />
che vuole svilupparsi deve lasciare<br />
molte libertà dopo il raggiungimento <strong>del</strong><br />
livello minimo di conoscenza. L’individuo<br />
farà crescere o decrescere la propria<br />
cultura tecnica in diversi campi in<br />
base a sue personali attitudini e anche<br />
in funzione <strong>del</strong> progresso tecnologico e<br />
quindi potrebbe trovarsi ad essere a distanza<br />
di anni dalla laurea esperto o in<br />
cose nuove o in campi che non corrispondono<br />
esattamente alla sua formazione<br />
scolastica. A nostro avviso si deve<br />
considerare il principio che per esercitare<br />
una professione sono necessari<br />
requisiti minimi di formazione scolastica<br />
e di tirocinio, ma che poi deve essere<br />
documentato quanto e come un professionista<br />
o uno studio oppure una società<br />
di servizi progredisce nel tempo e questa<br />
è la sua vera competenza. È chiaro che<br />
divagazioni o spostamenti di campo<br />
possono avvenire in settori affini e che le<br />
competenze non possono essere illimitate,<br />
ma possono al giorno d’oggi essere<br />
facilmente documentate ed eventualmente<br />
certificate attraverso meccanismi<br />
di controllo o con autocertificazioni sog-<br />
gette a sanzioni se non veritiere.<br />
Quindi all’art. 15 Condizioni e presupposti<br />
<strong>del</strong> titolo II, Professioni di interesse<br />
pubblico al comma 2 punto a) <strong>del</strong>la<br />
proposta Mantini e altri non può essere<br />
sufficiente il titolo di studio e l’esame di<br />
stato, ma deve essere aggiunto tirocinio<br />
e evoluzione professionale che deve<br />
svilupparsi con ampia libertà. Un professionista,<br />
uno studio o una società di<br />
servizi che sono attive da anni modificano<br />
ed evolvono le proprie competenze<br />
nel corso degli anni e non possono<br />
essere vincolate alla formazione scolastica.<br />
<strong>Il</strong> testo legislativo deve essere<br />
molto più aperto. Con la figura che segue<br />
si intende rappresentare in forma<br />
qualitativa quello che succede in qualunque<br />
struttura professionale grande o<br />
anche piccolissima. Dal momento <strong>del</strong>la<br />
sua formazione la struttura si evolve nel<br />
tempo possedendo in sè contenuti che<br />
vanno al di là anche <strong>del</strong> professionista<br />
individuale, perché la conoscenza si distribuisce<br />
nella struttura. Qualche cosa<br />
va nell’archivio e nelle procedure. Qualche<br />
cosa si trasferisce nei collaboratori.<br />
Altre conoscenze sono dei progettisti e<br />
altre <strong>del</strong> direttore tecnico (le figure possono<br />
anche sovrapporsi). Con il cambiare<br />
<strong>del</strong>le figure all’interno <strong>del</strong>la struttura<br />
varia la conoscenza, che peraltro in<br />
una struttura attiva è sempre crescente.<br />
Fig. 4 - Studio professionale o società di progettazione.<br />
Know-how. Componenti ed evoluzione nel tempo<br />
Naturalmente deve sempre essere fatto<br />
il raffronto con la domanda in quello<br />
specifico settore di competenza e naturalmente<br />
può succedere che la domanda<br />
esterna aumenta più <strong>del</strong>la crescita<br />
<strong>del</strong>la conoscenza <strong>del</strong>la struttura (struttura<br />
obsolescente) o in misura minore o<br />
uguale (struttura efficace). Esiste quindi<br />
il professionista o i professionisti, la società<br />
professionale o ancora la società<br />
giuridica di progettazione. La professione<br />
si esercita in varie forme che hanno<br />
pure una valenza culturale. La norma si<br />
deve orientare di più sulle competenze<br />
vere sviluppate negli anni di attività, con<br />
il minimo ovviamente rappresentato dal<br />
titolo di studio, esame di stato e tirocinio.<br />
4.2 La pubblicità e il curricolo<br />
L’art. 24 <strong>del</strong>la proposta di legge Mantini<br />
e altri accenna genericamente alla pubblicità.<br />
Viene considerato argomento marginale<br />
e non se ne valuta l’importanza. Più <strong>del</strong>la<br />
pubblicità bisognerebbe parlare <strong>del</strong>l’informazione.<br />
Già oggi, ma il futuro è<br />
come sempre poco prevedibile, la pubblicità<br />
ha lo scopo di informare, ma<br />
quello di essere informato è anche interesse<br />
<strong>del</strong> cittadino utente e consumatore.<br />
Le due cose possono essere tra loro<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 9
correlate, organizzando un sistema in<br />
cui possono essere raggiunti contemporaneamente<br />
i due obiettivi, pur lasciando<br />
ampie libertà individuali. <strong>Il</strong> sistema<br />
può prevedere una pubblicità di<br />
base organizzata su matrici certificate<br />
che consenta a colpo d’occhio all’utente<br />
di valutare le caratteristiche <strong>del</strong> proponente,<br />
il quale poi a suo piacere ma<br />
con modalità di responsabilizzazione<br />
soggetta a sanzione può allargare ulteriormente<br />
la sua documentazione. In<br />
questo modo i professionisti o le società<br />
hanno interesse a tenere aggiornata<br />
la loro informativa, sia certificata<br />
che dichiarata e agli utenti anche in fase<br />
di gara o di valutazione di offerte di servizi,<br />
possiedono documenti idonei ad<br />
una facile valutazione <strong>del</strong>le competenze<br />
e <strong>del</strong>le specialità <strong>del</strong>l’offerente.<br />
In base alle considerazioni precedenti,<br />
se si vuole individuare in termini qualitativi<br />
un professionista, si deve predisporre<br />
un documento sintetico basato su<br />
elementi oggettivi che ne rappresenti le<br />
caratteristiche. Naturalmente l’esempio<br />
riguarda gli ingegneri e può essere ap-<br />
10<br />
plicato a tutte le professioni.<br />
Tale documento può essere grafico e<br />
può anche essere in rete sul sito <strong>del</strong><br />
professionista, deve essere facilmente<br />
leggibile e dare un’idea complessiva<br />
<strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong> professionista. Deve<br />
quindi specificare le caratteristica <strong>del</strong>la<br />
laurea, quale è stato il percorso per raggiungere<br />
l’idoneità professionale, quale<br />
è la sua storia.<br />
Nella figura 5 è rappresentato un grafico<br />
che può essere una proposta di questo<br />
tipo.<br />
<strong>Il</strong> tutto naturalmente può essere migliorato<br />
e modificato. La figura vuole essere<br />
un tentativo di percorrere una strada<br />
difficilmente eludibile.<br />
Schematicamente nella casella di sinistra<br />
in alto è indicato il percorso universitario<br />
e post universitario fino alla idoneità<br />
professionale. Sono attivate le caselle<br />
<strong>del</strong> percorso che, nell’esempio,<br />
escludono che sia stato svolto un dottorato<br />
dopo la laurea, che la laurea è di<br />
secondo livello (A) ed è <strong>del</strong> settore “a”<br />
civile ambientale. Nella casella di destra<br />
è riportata l’attività professionale. Ogni<br />
Fig. 5 - Scheda grafica esemplificativa per una valutazione immediata<br />
<strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong> professionista o <strong>del</strong>la società di servizi<br />
SCHEDA DEL PROFESSIONISTA<br />
quadratino può essere rappresentativo<br />
di un servizio svolto con le conoscenze<br />
corrispondenti alla sezione descritta.<br />
I quadratini attivati in verde corrispondono<br />
a interventi significativi, dichiarati<br />
ad esempio sulla base di una documentazione<br />
predefinita depositata presso<br />
l’Ordine. Nello schema che può essere<br />
interattivo, cliccando sui quadratini si<br />
può visionare una scheda illustrativa<br />
molto più dettagliata da sviluppare. Se<br />
uno ad esempio inserisse anche dei<br />
quadratini, a esempio rossi, questo potrebbe<br />
voler dire che si tratta di autocertificazioni,<br />
etc. Analoghe attivazioni<br />
di quadratini possono riguardare servizi<br />
di dettaglio quali quelli <strong>del</strong>la striscia inferiore<br />
(rilievi, misure o monitoraggi, indagini<br />
o consulenze idrogeologiche,<br />
geotecniche, analisi, prove etc.) sempre<br />
con le stesse modalità di garanzia.<br />
Molto interessanti possono essere dichiarative<br />
di attività specialistiche di nicchia<br />
che è sempre importante vengano<br />
rese note. Caselle centrali a sinistra.<br />
Con un minimo di esperienza sulla base<br />
<strong>del</strong>la scheda, che dovrebbe essere<br />
standardizzata, chiunque si può fare<br />
un’idea <strong>del</strong>le caratteristiche culturali e<br />
operative <strong>del</strong> professionista, sia per<br />
quanto riguarda gli studi fatti che per la<br />
attività professionale svolta.<br />
Nulla vieta che, su richiesta, a ogni quadratino<br />
attivato corrisponda un elenco<br />
descrittivo dettagliato <strong>del</strong>l’opera svolta.<br />
La finestra può essere arricchita di<br />
eventuali caselle che possono riferirsi a<br />
corsi frequentati o tenuti, a pubblicazioni<br />
prodotte, etc.<br />
Dalla figura di cui sopra con le caselle<br />
attivate si evince a esempio che si tratta,<br />
come già detto, di un professionista<br />
con laurea di cinque anni <strong>del</strong> settore civile<br />
ambientale, senza dottorato post<br />
laurea che opera prevalentemente nel<br />
suo settore, fornendo anche alcuni servizi<br />
di dettaglio e che ha anche conoscenze<br />
o può fornire servizi specialistici<br />
di nicchia in un campo particolare.<br />
L’operazione deve però essere completata<br />
con un’altra figura che può stare sul<br />
retro <strong>del</strong>lo stesso foglio o essere una seconda<br />
schermata sul sito e che potreb-<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
e essere analoga a quella qui di seguito<br />
riportata. Naturalmente possono essere<br />
aggiunte altre facciate relative ad<br />
altre sezioni. <strong>Il</strong> documento è solo esemplificativo,<br />
crediamo però che una sintesi<br />
di questo tipo sia assai più efficace,<br />
convincente e attuale di qualunque attestato<br />
di laurea o esame di stato e basta.<br />
La figura 6 completa la rappresentazione<br />
grafica che permette di individuare le<br />
attività professionali tipiche di quel professionista.<br />
Nel caso in esame il professionista<br />
ha una conoscenza allargata<br />
nel campo <strong>del</strong>la pianificazione, <strong>del</strong>l’edilizia,<br />
<strong>del</strong>le strutture anche significative<br />
(ponti) con una attività minore in campo<br />
stradale.<br />
Con un semplice foglio o con alcuni fogli,<br />
che possono anche essere pagine<br />
su internet in un sito <strong>del</strong>l’Ordine di appartenenza<br />
con caselle attive, si può<br />
caratterizzare quel professionista.<br />
È evidente che uno studio professionale<br />
o una società di progettazione può essere<br />
rappresentato/a in modo analogo,<br />
con più caselle per i titoli universitari relative<br />
ai professionisti in staff.<br />
È naturalmente importante stabilire <strong>del</strong>le<br />
regole per i giovani collaboratori anche<br />
tirocinanti, in modo che il loro contributo<br />
possa arricchire anche la loro<br />
scheda professionale.<br />
L’immagine non è esaustiva ed è sicuramente<br />
incompleta, ma si tratta in queste<br />
note di proporre un meccanismo<br />
Fig. 6 - Individuazione dei settori specifici di competenza<br />
che nel caso dovrà essere perfezionato.<br />
Operazioni di questo tipo non andranno<br />
di certo inserite nella legge quadro,<br />
però, se la legge quadro non intuisce le<br />
potenzialità e la dinamicità di certe proposte,<br />
si limita a scrivere tre righe nell’art.<br />
24 senza lasciare trasparire l’importanza<br />
<strong>del</strong>l’argomento.<br />
4.3 Corrispettivo per i servizi svolti<br />
SCHEDA DEL PROFESSIONISTA - Sezione A Civile Ambientale<br />
All’art. 30 <strong>del</strong>la proposta Mantini ed altri<br />
si parla di regime tariffario e si accenna<br />
al capo 1 al principio <strong>del</strong>la libera determinazione<br />
tra le parti.<br />
Si parte da una tradizione ormai superata<br />
ma radicata nelle abitudini, per cui<br />
si chiede spesso un preventivo al professionista<br />
e talvolta si manda la cosiddetta<br />
parcella a servizi svolti.<br />
L’espressione soprariportata tende alla<br />
liberalizzazione <strong>del</strong> rapporto, ma non<br />
accenna alla parte più importante <strong>del</strong><br />
problema.<br />
<strong>Il</strong> professionista, la società professionale,<br />
o la società giuridica dovrebbero formulare<br />
l’offerta con una descrizione precisa<br />
e dettagliata <strong>del</strong> servizio offerto.<br />
Descrizione <strong>del</strong>le fasi progettuali, <strong>del</strong>le<br />
prestazioni incluse, di quelle escluse,<br />
<strong>del</strong>le assistenze in corso di esecuzione,<br />
quali servizi di <strong>programma</strong>zione degli interventi<br />
sono o meno previsti, etc.<br />
Si osserva a questo proposito che, a<br />
meno che non si tratti di una completa<br />
società di servizi, ormai il lavoro viene<br />
svolto da un insieme di prestatori di servizi<br />
che si rapportano con il committente<br />
che, a sua volta, deve essere in grado di<br />
assumere in sè altre capacità di servizio<br />
o rivolgersi ad ulteriori specialisti.<br />
La figura 7 che segue è rappresentativa<br />
<strong>del</strong>la ben nota situazione di una progettazione<br />
edilizia. Analoghi schemi potrebbero<br />
essere formulati per altri tipi di<br />
progetti in qualunque campo tecnico.<br />
<strong>Il</strong> riparto <strong>del</strong>le competenze avviene direttamente<br />
sul campo tra i vari componenti<br />
che o si assegnano direttamente i<br />
compiti nel reciproco rapporto, o vengono<br />
direttamente incaricati dal committente<br />
<strong>del</strong>la specifica funzione, nel<br />
contesto dei servizi da fornire per realizzare<br />
un’opera. Esistono spesso anche<br />
<strong>del</strong>le consulenze ulteriori che affiancano<br />
il committente nel rapporto con i<br />
servizi di progettazione che sono spesso<br />
essenziali per la buona riuscita <strong>del</strong>l’opera.<br />
Tariffare per legge le prestazioni per garantirne<br />
la qualità è un’idea che non ci<br />
convince: le tariffe sono rigide, non si<br />
adeguano nel tempo, sono spesso distanti<br />
in più o in meno rispetto al costo<br />
<strong>del</strong> servizio reso e creano idee sbagliate<br />
sui costi e sugli utili dei servizi. Basta<br />
pensare a esempio alle vacazioni giudiziarie<br />
che sono inferiori al costo orario<br />
di una badante in regola. In genere comunque<br />
chi lavora ha sempre dovuto<br />
nel caso di applicazione di tariffe o di<br />
tariffe con sconti di cercare adattamenti<br />
per rendere compatibili costi e servizi.<br />
Molto meglio proporre un compenso<br />
analizzato sui costi preventivati e eventualmente<br />
rinunciare all’incarico se fosse<br />
troppo grande la distanza tra le parti<br />
e abituare la categoria a una analisi dei<br />
costi di produzione dei servizi. Certo<br />
non si può fare il salto improvvisamente,<br />
occorrono tempi <strong>programma</strong>ti.<br />
È evidente nel rapporto costruttivo (l’obiettivo<br />
è l’opera) che si crea, l’importanza<br />
<strong>del</strong> contratto o dei contratti che<br />
regolamentano i rapporti e che definiscono<br />
le competenze, i servizi da fornire<br />
e chi li deve svolgere. È qui che si inquadrano<br />
i rapporti caso per caso ed è<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 11
Fig. 7 - Schema <strong>del</strong>le figure professionali o dei servizi coinvolti in un <strong>progetto</strong> edilizio.<br />
qui che il committente deve conoscere<br />
le qualità e le competenze di ogni singola<br />
figura professionale. È in base a<br />
quello che ha fatto il singolo e la singola<br />
struttura (ampia informazione su ciò<br />
che ognuno ha fatto nel tempo, magari<br />
certificata all’esterno, ad esempio dagli<br />
Ordini), che un committente può effettuare<br />
scelte corrette. Spesso un maggior<br />
costo <strong>del</strong> servizio, se prodotto da<br />
una struttura adeguata al caso e di sicura<br />
esperienza, può produrre rilevanti<br />
12<br />
Progettazione interdisciplinare<br />
praticamente sempre presente<br />
Progettazione Committente<br />
Coordinamento<br />
Progetto generale<br />
Progetto strutturale<br />
Progetto impiantistico<br />
Consulenze<br />
Saggi e rilievi<br />
Contrattualistica<br />
Tempi e costi<br />
Direzioni Lavori<br />
Sicurezza<br />
Capitolato per definizione<br />
Servizi e corrispettivi<br />
Responsabile <strong>progetto</strong><br />
Cons. amministrativa<br />
Controllo <strong>progetto</strong><br />
Tempi costi, varianti<br />
economie globali e più ridotti costi di<br />
manutenzione se questa è ad esempio<br />
un’esigenza <strong>del</strong> cliente il quale altre volte<br />
può volere risultati spettacolari anche<br />
se con costi alti. In sostanza il committente<br />
deve spiegare bene cosa vuole<br />
(obiettivi <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> preliminare) poi in<br />
base alle esigenze emerse si valuta il<br />
costo dei servizi, la loro incidenza sul<br />
costo <strong>del</strong>l’opera e l’affidabilità dei consulenti<br />
prescelti.<br />
Se si vuole un mercato più libero l’ope-<br />
razione deve essere spinta fino in fondo<br />
abolendo le tariffe per legge. Tariffe di<br />
riferimento o di orientamento ci saranno<br />
sempre e sarà compito di strutture miste<br />
la loro predisposizione.<br />
4.4 Società di professionisti e<br />
società giuridiche anche interprofessionali<br />
e deontologia<br />
Nel testo Mantini e altri non si dice nulla<br />
<strong>del</strong>le società, di come vengono regolate<br />
disciplinarmente e di come si collocano<br />
o se non si collocano nel contesto Ordinistico.<br />
Forse il tema è da demandare<br />
alle norme specialistiche, in particolare<br />
per le società di ingegneria e di architettura,<br />
ma si deve cercare di formulare un<br />
<strong>progetto</strong>. È evidente che si devono trovare<br />
formule semplici per stabilire norme<br />
di etica anche nelle società e nel lavoro<br />
dipendente pubblico e privato.<br />
Qualcosa è accennato nell’art. 26 “Sanzioni<br />
disciplinari” <strong>del</strong>la proposta Mantini<br />
ed altri, ma l’argomento è abbastanza<br />
lasciato nel vago.<br />
Sembra invece eccessiva la radiazione<br />
per mancato aggiornamento (comma 2<br />
art. 25 <strong>del</strong>la proposta Mantini ed altri) o<br />
per interruzione <strong>del</strong>l’esercizio professionale.<br />
Un professionista che ha titolo<br />
vale, come già detto, per l’esperienza<br />
che possiede, che deve essere documentata<br />
e conosciuta.<br />
La deontologia deve essere individuata<br />
nelle norme specifiche, però alcuni<br />
principi possono essere indicati.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
Per tutti i professionisti iscritti negli albi<br />
siano essi professionisti, professori universitari<br />
e non, dipendenti pubblici o privati,<br />
soci di società professionali o responsabili<br />
di società di ingegneria devono<br />
essere individuate le competenze post<br />
esame di stato e le incompatibilità di<br />
principio. Anche per le società dovranno<br />
essere precisate le incompatibilità.<br />
In base alle incompatibilità e al livello di<br />
importanza per esse stabilite verranno<br />
definite le tipologie <strong>del</strong>le sanzioni.<br />
Devono anche essere stabiliti gli obblighi<br />
di referenziare le esperienze dei giovani<br />
collaboratori dipendenti, dichiarando<br />
le funzioni che svolgono e i progetti<br />
a cui partecipano sia pure in funzione di<br />
collaborazione per valorizzare i curricoli<br />
di tutti.<br />
4.5 Assicurazione<br />
All’art. 13 “Assicurazione per la responsabilità<br />
professionale” <strong>del</strong>la proposta<br />
Mantini ed altri non ci si addentra in<br />
Fig. 8 - Schema struttura di rappresentanza completa<br />
Ordine<br />
Provinciale<br />
precisazioni e si parla di polizza assicurativa<br />
per responsabilità professionale.<br />
<strong>Il</strong> discorso vale in generale per tutte le<br />
professioni, ma occorre cercare di chiarire<br />
se si tratta di responsabilità professionale<br />
regolata dagli articoli che si riferiscono<br />
al lavoro intellettuale, articoli<br />
dal 2229 al 2238 <strong>del</strong> codice civile (tale<br />
norma è applicabile a un chirurgo?).<br />
In questo caso alle responsabilità corrispondono<br />
rischi legati solo a scienza e<br />
diligenza. Se ci si riferisce invece all’appalto<br />
di servizi regolato dagli articoli da<br />
1655 a 1677 <strong>del</strong> codice civile, questi<br />
comportano garanzia di risultato.<br />
Crediamo che si tratti di due fattispecie<br />
diverse, con oneri assicurativi che dovrebbero<br />
essere diversi e con garanzie<br />
diverse. L’argomento non è mai stato<br />
approfondito, ma se si vuole una buona<br />
legge bisogna chiarire anche queste<br />
questioni di fondo. Qui siamo in una<br />
legge quadro che riguarda tutte le professioni<br />
e quindi non si può entrare nel<br />
dettaglio, però andrebbe precisato se e<br />
Ministero<br />
giustizia<br />
Consiglio<br />
Nazionale<br />
Assemblea<br />
Presidenti<br />
Ordine<br />
Provinciale<br />
Governo<br />
Parlamento<br />
Ordine<br />
Provinciale<br />
Iscritti Iscritti Iscritti<br />
come per particolari professioni vale<br />
l’una o l’altra fattispecie o entrambe.<br />
Per inciso, nel nostro settore, il problema<br />
è più complesso perché bisognerebbe<br />
configurare <strong>del</strong>le regole per assicurare<br />
le opere in fase di costruzione e in<br />
esercizio, con la copertura di tutti i rischi<br />
possibili compresi quelli derivanti dalle<br />
attività professionali. È evidente che i<br />
costi <strong>del</strong>la garanzia assicurativa, come<br />
di tutte le altre garanzie precedentemente<br />
indicate, vengono sempre pagati<br />
dall’utilizzatore finale <strong>del</strong>l’opera.<br />
Nell’elaborare il <strong>progetto</strong> assicurativo<br />
possono essere affidati ruoli di gestione<br />
<strong>del</strong> processo assicurativo ed eventuali<br />
anticipazione di parte degli oneri a varie<br />
componenti <strong>del</strong> processo per parti di<br />
pertinenza.<br />
L’importante è che il quadro assicurativo<br />
sia globalmente progettato a copertura<br />
dei rischi e per la tranquillità operativa<br />
di tutti. L’argomento esula da questa<br />
riforma, ma gli obiettivi di fondo dovrebbero<br />
essere tenuti presenti.<br />
Regioni<br />
Federazioni<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 13
4.6 Strutture di rappresentanza<br />
La proposta Mantini ed altri ignora le<br />
strutture intermedie di rappresentanza<br />
oggi informalmente esistenti, ma che<br />
negli anni hanno dimostrato la loro efficacia.<br />
Lo schema completo è riportato<br />
in figura 8. Come si vede, non esistono<br />
nella proposta Mantini ed altri l’assemblea<br />
dei presidenti e le federazioni.<br />
<strong>Il</strong> rapporto tra Consiglio nazionale e Ordini<br />
provinciali non può prescindere da<br />
un livello intermedio di confronto quale<br />
può essere l’assemblea dei Presidenti.<br />
Si sa per esperienza che il rapporto <strong>del</strong>la<br />
categoria con la regione di appartenenza<br />
è continuo e molto proficuo, sia<br />
in fase di stesura di nuove norme, sia<br />
per concertare aggiornamenti professionali<br />
di reciproco interesse.<br />
Rappresentanti di categoria o esperti<br />
nominati, suggeriti dagli Ordini o proposti<br />
su terna sono presenti in molti orga-<br />
14<br />
nismi istituzionali con reciproca soddisfazione<br />
nell’interesse generale.<br />
Come può essere richiesto un parere<br />
dalla regione se non a un organismo di<br />
pari livello?<br />
All’art. 20 “Compiti <strong>del</strong>l’Ordine territoriale”<br />
non si precisano i due livelli. È evidente<br />
che alcuni Ordini (non certo quelli<br />
degli ingegneri) hanno per ridotto numero<br />
di iscritti costituzione regionale.<br />
Un comune può chiedere parere a un organo<br />
di livello territoriale più elevato in<br />
mancanza <strong>del</strong> livello inferiore, ma lo<br />
stesso non può avvenire tra regione a<br />
esempio e Ordine provinciale. Le tematiche<br />
sono molto variabili nel territorio regionale<br />
(basta ad esempio citare la normativa<br />
sismica con riflessi molto diversi<br />
nelle varie province).<br />
4.7 Tirocinanti<br />
Si tratta di laureati in fase di abilitazio-<br />
ne. I giovani devono essere remunerati<br />
adeguatamente, forse per favorirne l’ingresso<br />
e per facilitare il tirocinio possono<br />
essere individuate facilitazione come<br />
ad esempio nelle assunzioni in formazione.<br />
Come già detto, devono essere<br />
riconosciuti i ruoli di collaboratori nello<br />
sviluppo dei servizi in modo che i giovani<br />
si creino fin dall’inizio un curricolo. All’art.<br />
16 “tirocinio ed esami di stato”<br />
<strong>del</strong>la proposta Mantini ed altri al punto<br />
c) si parla di tirocinio sotto la responsabilità<br />
di un iscritto all’albo con adeguata<br />
anzianità.<br />
Diamo onore al merito e assumiamoci la<br />
responsabilità di dire esperto e definire<br />
quando uno può essere ritenuto esperto.<br />
Qui possono intervenire le associazioni<br />
di cui al comma 2 <strong>del</strong>l’art. 29 <strong>del</strong>la<br />
proposta Mantini ed altri che correttamente<br />
cerca di stimolare l’appartenenza<br />
a gruppi di élite.<br />
Verona 30.10.2006<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
Attualità<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> <strong>Monitor</strong> <strong>del</strong> <strong>programma</strong> <strong>Galileo</strong>,<br />
per l’ingegneria civile e ambientale. Ipotesi di sviluppo 1<br />
Giorgio Manzoni*, Stefano De Pietri**, Luca Simone Rizzo*, Claudia Robiglio***<br />
Abstract: <strong>Il</strong> <strong>programma</strong> GALILEO prevede<br />
la messa in orbita di 30 satelliti per il posizionamento<br />
e la navigazione. <strong>Il</strong> sistema intende<br />
integrarsi o sostituire il Global Positioning<br />
System (GPS) americano, avendo<br />
rispetto a quest’ultimo finalità civili e (in<br />
principio) non essendo soggetto a restrizioni<br />
strategiche. I satelliti GALILEO emetteranno<br />
segnali che potranno essere ricevuti<br />
ed elaborati insieme a quelli GPS. All’utenza<br />
saranno garantiti circa 55 satelliti<br />
operativi; grazie a essi verrà assicurata la<br />
disponibilità <strong>del</strong>la posizione anche in zone<br />
in cui le montagne o gli edifici eclissano le<br />
trasmissioni. I satelliti emetteranno in aggiunta<br />
segnali di nuovo tipo, in grado di<br />
garantire, da un lato, una precisione di<br />
mezzo metro senza l’ausilio di stazioni di<br />
riferimento terrestri fisse (come avviene<br />
per il GPS differenziale) e, dall’altro, una<br />
precisazione centrimetrica qualora siano<br />
supportati da queste ultime. All’Università<br />
di Trieste (Centro di eccellenza per la ricerca<br />
in TELEGEOMATICA - GEONE-<br />
TLAB) è stato affidato l’incarico di coordinare<br />
le attività <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> MONITOR. Lo<br />
fa in partnership con Alcatel Alenia Space,<br />
l’Università di Bologna e altri 15 fra industrie<br />
e università (di nazionalità greca, inglese,<br />
rumena, portoghese) e, grazie a<br />
contributi umani e finanziari esterni al<br />
Consorzio MONITOR, provenienti in particolare<br />
dalla cattedra di Geografia <strong>del</strong> Dipartimento<br />
DESI (Università di Verona) e<br />
dal Consorzio di Bonifica Valli Grandi (con<br />
sede a Legnago).<br />
All’interno <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> GEONETLAB è responsabile<br />
inoltre di un test pilota sull’impiego<br />
di GALILEO per la sicurezza dei lavoratori<br />
nei cantieri di infrastrutture e in<br />
quelli edili. Questo pilot project, unitamente<br />
ad altri relativi al monitoraggio di frane e<br />
ponti, in base ad ampie consultazioni con<br />
professionisti e istituzioni, aiuterà anche a<br />
fornire input alla Commissione Europea<br />
per la messa a punto di normative. <strong>Il</strong> <strong>progetto</strong><br />
MONITOR si inquadra in una più vasta<br />
attività di impiego dei metodi satellitari<br />
nel rilevamento di reti stradali per l’ingegneria<br />
e la geografia, in stretta collaborazione<br />
fra le Università di Trieste e di Verona.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006<br />
1. <strong>Il</strong> <strong>programma</strong> GALILEO<br />
Un breve excursus storico - GALILEO è<br />
un sistema civile completo di navigazione<br />
radio-satellitare 2 che si basa sulla<br />
creazione di una costellazione di 30 satelliti<br />
3 e di stazioni a terra in grado di fornire<br />
informazioni sulla posizione di utilizzatori<br />
in settori quali: il trasporto 4 , l’agricoltura<br />
5 , i servizi sociali, il sistema<br />
giudiziario e doganale, le emergenze 6 , il<br />
turismo e il tempo libero, l’amministrazione<br />
e la gestione territoriale... 7 . <strong>Il</strong> Programma<br />
GALILEO è nato nel 1999,<br />
quando gli Stati membri <strong>del</strong>l’Unione Europea<br />
- dopo aver studiato le orbite dei<br />
satelliti e i costi relativamente bassi (circa<br />
3,2 miliardi di euro) - hanno affermato<br />
la loro volontà di impegnarsi in questo<br />
ambizioso <strong>progetto</strong>.<br />
Ancora in fase di implementazione e<br />
completamento, il <strong>programma</strong> è il più<br />
grande <strong>progetto</strong> infrastrutturale europeo<br />
ed è il frutto di uno sforzo congiunto <strong>del</strong>l’Unione<br />
Europea e <strong>del</strong>l’Agenzia Spaziale<br />
Europea, che lo hanno finanziato in proporzioni<br />
uguali. Implica un notevole impegno<br />
per l’Europa e la ricerca made in<br />
UE, di cui rappresenta il fiore all’occhiello<br />
(fig. 1). L’obiettivo è entrare in un ambito<br />
in cui per decenni essa è stata assente.<br />
A oggi, infatti, gli unici due sistemi (globali)<br />
di navigazione satellitare funzionanti<br />
sono il GPS (sviluppato dagli Stati Uniti<br />
d’America e usato tra l’altro su navi, aerei,<br />
autocarri e automobili) e il GLONASS<br />
(implementato dall’ex Unione Sovietica, e<br />
ora nelle mani <strong>del</strong>la Federazione Russa 8 ),<br />
entrambi sviluppati in ambito militare. <strong>Il</strong><br />
ruolo giocato dall’Europa nel satellitare -<br />
un settore considerato oggi vitale e strategico<br />
per la crescita <strong>del</strong>l’economia mondiale<br />
- per lungo tempo è stato meno che<br />
marginale. Solo alla fine degli anni Novanta<br />
- in conseguenza dei conflitti scoppiati<br />
in prossimità dei suoi confini e <strong>del</strong>l’apertura<br />
<strong>del</strong> GPS all’uso civile 9 - l’Unione<br />
Europea ha compreso l’importanza<br />
<strong>del</strong> ragionare sulla possibilità di sviluppare<br />
un proprio sistema di posizionamento<br />
satellitare. La guerra nei Balcani - sia per i<br />
decision-makers che per l’industria - ha<br />
rappresentato l’incentivo mancante, che<br />
ha scatenato una corsa tesa a conquistare,<br />
da un lato, maggiori quote di mercato<br />
10 e dall’altro, una maggiore indipendenza<br />
strategica nei confronti di attori<br />
esterni.<br />
Gli USA, con il Global Positioning System<br />
(sotto il controllo militare), detengono oggi<br />
una posizione di leadership. <strong>Il</strong> timore<br />
che il sistema possa essere oscurato e<br />
reso inaccessibile al pubblico sostiene le<br />
ambizioni europee relative al lancio <strong>del</strong><br />
sistema GALILEO. Sempre più spesso,<br />
infatti, in molteplicI ambiti (sia <strong>del</strong>l’economia<br />
sia relativi alla sicurezza dei cittadini)<br />
si rivela necessario stabilire con maggiore<br />
precisione l’esatta posizione di oggetti<br />
o persone nello spazio e nel tempo.<br />
L’obiettivo <strong>del</strong> <strong>programma</strong> GALILEO è<br />
proprio quello di sviluppare nei prossimi<br />
anni un sistema di navigazione radio-satellitare<br />
civile a disposizione di tutti (complementare<br />
e compatibile con il GPS, ma<br />
nuovo, più moderno e perfezionato, in<br />
grado di fornire un segnale più preciso,<br />
continuo e garantito); un sistema che<br />
consenta di raggiungere lo scopo sopra<br />
menzionato. I lavori preliminari sono stati<br />
portati a termine tra la fine degli anni Ottanta<br />
e l’inizio degli anni Novanta. A seguire,<br />
nel 1994, la Commissione Europea<br />
ha sottoposto all’attenzione dei Paesi<br />
Membri e <strong>del</strong> Consiglio Europeo una proposta<br />
sul percorso da intraprendere. Lo<br />
scopo era preparare il terreno per lo sviluppo<br />
di un sistema satellitare di navigazione<br />
globale di prima generazione<br />
(GNSS-1 11 ) - operativo nel 2003 - che doveva<br />
consentire all’Europa di acquisire<br />
l’esperienza necessaria per arrivare a lanciare<br />
il secondo sistema di navigazione<br />
satellitare (GNSS-2), nel 1999 battezzato<br />
GALILEO. Quest’ultimo si prevede consentirà<br />
una vasta gamma di applicazioni i<br />
cui destinatari saranno sia il pubblico sia i<br />
professionisti 12 (Lembke, 2001).<br />
Tipologia di servizi offerti<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> GALILEO prevede verranno<br />
proposti agli utenti cinque servizi base:<br />
1. l’OS (open access service), che sarà<br />
gratuito, fornirà un livello di accuratezza<br />
di circa sei metri e un’affidabilità in-<br />
17
Fig. 1 - La costellazione <strong>del</strong> Sistema <strong>Galileo</strong> (ESA, 2006) Fig. 2 - GIOVE A - fonte: ESA (2006)<br />
torno al 99% e il cui principale utilizzo<br />
sarà nel settore <strong>del</strong>la mobilità generale<br />
e di massa; si tratta di un servizio integrabile<br />
con il C/A (Corse Acquisition)<br />
<strong>del</strong> GPS (con precisione di alcuni metri),<br />
utilizzato dalla maggior parte degli<br />
utenti in particolare nel settore <strong>del</strong>la logistica<br />
e dei trasporti;<br />
2.il CS (commercial access service),<br />
che, fornendo precisione decimetrica,<br />
avrà un forte impatto sulle applicazioni<br />
commerciali specializzate per<br />
diversi clienti e mercati; per esso sarà<br />
previsto un meccanismo di addebito<br />
che garantisca un profitto;<br />
3.il SoL (safety of life service), le cui applicazioni<br />
riguardano la navigazione<br />
aerea e marittima;<br />
4.il PRS (public regulated service), principalmente<br />
utilizzato da enti governativi<br />
(Protezione Civile, corpi di Polizia,<br />
Vigili <strong>del</strong> fuoco, Difesa, etc.). <strong>Il</strong> PRS -<br />
codificato e caratterizzato da un miglior<br />
rapporto segnale/rumore - comprende<br />
servizi orientati alla sicurezza,<br />
alle operazioni umanitarie e all’implementazione<br />
di politiche europee sui<br />
trasporti (pedaggio autostradale, trasporto<br />
di materiali/beni pericolosi...).<br />
<strong>Il</strong> livello <strong>del</strong> servizio offerto non potrà<br />
che dipendere dall’esito che avrà il<br />
dibattito (in corso) sul termine sicurezza.<br />
<strong>Il</strong> problema – al di là <strong>del</strong> riconoscimento<br />
da parte di molti stati membri<br />
degli indubbi legami tra GALILEO<br />
e le tematiche attinenti la sicurezza -<br />
sta nel decidere se il sistema debba<br />
offrire un GAS (Governmental Access<br />
Service) che includa la sicurezza militare<br />
(punto sul quale, in opposizione<br />
alla Francia, non pochi hanno in passato<br />
dissentito, come la Svezia, la<br />
Germania o la Gran Bretagna che<br />
vorrebbero il sistema di navigazione<br />
fosse puramente commerciale);<br />
5. il SAR (search and rescue service), per<br />
il soccorso aereo e marittimo su scala<br />
globale (Commissione Europea e ESA,<br />
2003; Commissione Europea, 2002) 13 .<br />
Sviluppi recenti - Tra il 2001 e il 2002 i<br />
lavori hanno subito un rallentamento<br />
per circa un anno.<br />
I motivi alla base di questa interruzione<br />
erano politici e legati non tanto a questioni<br />
economiche, quanto al futuro<br />
presidio <strong>del</strong> sistema. Alla fine <strong>del</strong> 2002<br />
si è comunque raggiunto un accordo in<br />
base al quale suddividere i contributi<br />
che devono essere versati da parte di<br />
ogni paese coinvolto nel <strong>progetto</strong>. Inizialmente<br />
era stato stabilito che entro la<br />
fine <strong>del</strong> 2004 sarebbero dovuti essere<br />
lanciati due satelliti. L’obiettivo non è<br />
stato raggiunto e questo ha sollevato<br />
dubbi sulla possibilità che GALILEO<br />
trovi concreta realizzazione. L’Agenzia<br />
Spaziale Europea, infatti, aveva sottoscritto<br />
il contratto di prenotazione <strong>del</strong>le<br />
frequenze con scadenza alla fine <strong>del</strong><br />
2005: non pochi espressero preoccupazione.<br />
Se entro tale termine esse non<br />
fossero state di fatto utilizzate, la Cina<br />
ne avrebbe ottenuto il diritto di sfruttamento<br />
con pesanti ricadute per l’Europa<br />
(Parlamento Europeo - Ufficio per l’Italia,<br />
2005 14 ; GPS World, 2006). Nel<br />
2004, il GJU 15 ha preso in esame le proposte<br />
fatte dai quattro raggruppamenti<br />
di industrie europee intenzionate a ottenere<br />
lo sfruttamento <strong>del</strong> segnale GALI-<br />
LEO. In seguito NavSat e Eurely (i due<br />
principali gruppi) hanno creato un unico<br />
consorzio, il cui fine è portare a termine<br />
la negoziazione con il GJU in vista <strong>del</strong>l’assegnazione<br />
<strong>del</strong> contratto di concessione<br />
16 (ora in corso di redazione). Del<br />
consorzio fanno parte realtà di rilievo e<br />
nomi <strong>del</strong> calibro di: Aena, Finmeccanica,<br />
Alcatel, Hispasat, Inmarsat, Teleop,<br />
Thales 17 e EADS. In aggiunta, altre<br />
realtà sono state scelte per portare<br />
avanti iniziative importanti. Al Gruppo<br />
Eutelsat S.A., a esempio, il GJU ha affidato<br />
il compito di guidare il <strong>progetto</strong><br />
<strong>Galileo</strong> Advanced Concepts, il cui scopo<br />
è costituire un consorzio internazionale<br />
per lo sviluppo di nuove idee e attività<br />
finalizzate all’evoluzione e al consolidamento<br />
<strong>del</strong> sistema globale di navigazione<br />
satellitare GALILEO 18 (Università<br />
di Bergamo, 2004; Eutelsat, 2005).<br />
Rispetto alla data decisa al lancio <strong>del</strong><br />
<strong>progetto</strong> (il 2008), si è posticipato al<br />
2010 e ora più verosimilmente al 2012 il<br />
18 Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
Fig. 3 - Ortofotocarte<br />
in cui sono evidenziati<br />
in azzurro i canali<br />
in gestione al<br />
Consorzio di Bonifica.<br />
I quadratini verdi<br />
indicano le posizioni<br />
assunte dal mezzo<br />
operativo durante<br />
l’attività di sfalcio<br />
lungo i canali.<br />
momento in cui i trenta satelliti garantiranno<br />
in ogni angolo <strong>del</strong> pianeta la posizione<br />
precisa al centimetro. <strong>Il</strong> 28 dicembre<br />
<strong>del</strong> 2005 è stato lanciato il primo satellite:<br />
GIOVE-A (acronimo che sta per<br />
<strong>Galileo</strong> In-Orbit-Validation Element).<br />
GIOVE-A - che ha già mostrato piena<br />
funzionalità - è stato realizzato al centro<br />
ESA Estec (a Noordwijk, nei Paesi Bassi),<br />
è stato lanciato da un razzo Soyuz (al<br />
cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan)<br />
e sarà presto seguito dal secondo<br />
satellite, che porta il nome di GIOVE-B 19<br />
(fig. 2).<br />
Nel gennaio 2006 è stato firmato il contratto<br />
per la fase IOV (in orbit validation),<br />
che vede come protagonista Alcatel-<br />
Alenia Space Italia (responsabile <strong>del</strong>l’integrazione,<br />
<strong>del</strong>l’architettura e <strong>del</strong>la validazione<br />
<strong>del</strong>l’intero sistema). Al contrario<br />
<strong>del</strong> GPS che ha ruoli strategici, GALILEO<br />
garantirà i segnali provenienti dai satelliti<br />
in modo tale che l’utente sia avvertito in<br />
pochi secondi <strong>del</strong> malfunzionamento <strong>del</strong><br />
sistema. Questa fase è già in atto con il<br />
sistema europeo EGNOS. Per mezzo di<br />
quest’ultimo da satelliti geostazionari<br />
vengono inviati agli utenti messaggi relativi<br />
al funzionamento <strong>del</strong> GPS, monitorato<br />
da una serie di ricevitori GPS a terra 20 ,<br />
collegati fra loro e con il centro di controllo<br />
<strong>del</strong> Centre National d’Etueds Spatiales<br />
di Tolosa.<br />
2. <strong>Il</strong> Progetto MONITOR<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> MONITOR ha per esteso il seguente<br />
titolo: LAND SURVEYING AND<br />
CIVIL ENGINEERING MONITORING.<br />
Riguarda sia la cartografia 21 sia il monitoraggio<br />
di opere o di suoli che devono essere<br />
stabilizzati con tecniche di ingegneria<br />
civile. Nell’ambito <strong>del</strong>l’ingegneria civile<br />
è stato aggiunto come <strong>progetto</strong> pilota<br />
il monitoraggio di persone e mezzi nei<br />
cantieri, allo scopo di migliorarne la gestione<br />
e diminuire gli incidenti. Inoltre,<br />
oggetto di pilot project sono il monitoraggio<br />
di ponti a grande luce e di frane<br />
(ed eventuali edifici da esse interessati).<br />
Questi ultimi due progetti 22 intendono<br />
mostrare il modo in cui il sistema GALI-<br />
LEO migliorerà le metodologie già in uso<br />
con il GPS. A questo scopo NSL ha messo<br />
a punto un software in grado di prevedere<br />
le future costellazioni GPS e GALI-<br />
LEO e mostrare quanti satelliti saranno<br />
“visibili” in una data zona montana o urbana<br />
rispetto al solo GPS (Ashkenazi et<br />
al., 2006); ha, cioè, perfezionato uno<br />
strumento in grado di mettere in luce i<br />
vantaggi <strong>del</strong>l’aggiunta di GALILEO.<br />
È esperienza comune a molti dei partner<br />
<strong>del</strong> consorzio MONITOR che le frane in<br />
particolare, sviluppandosi in zone montuose,<br />
spesso siano solo in parte monitorabili<br />
con il GPS a causa <strong>del</strong> mascheramento<br />
provocato dai monti stessi; è,<br />
quindi, necessario applicare anche le tecniche<br />
topografiche classiche (e ottiche<br />
più nello specifico), certamente più costose<br />
e soggette a errori da parte degli<br />
operatori. Simili, anche se minori in entità,<br />
sono le difficoltà che ci si aspetta di speri-<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 19
mentare nei ponti strallati o di tipo sospeso,<br />
a causa <strong>del</strong>la presenza dei cavi. Sicuramente<br />
l’aggiunta di GALILEO al GPS,<br />
aumentando il numero di satelliti, diminuirà<br />
la dipendenza dagli ostacoli verso il<br />
cielo e quindi, l’operabilità <strong>del</strong> metodo.<br />
Le due applicazioni di cui si parla sono<br />
trasferibili al monitoraggio di edifici storici<br />
o moderni, anche in fase di costruzione.<br />
Si richiede in questo caso la massima<br />
precisione possibile, per poter dare l’allerta<br />
anche in caso di movimenti e cedimenti<br />
di lieve entità. <strong>Il</strong> GPS, nelle attuali<br />
condizioni, consente la precisione al<br />
centimetro. GALILEO, accrescendo il numero<br />
di satelliti e avendo a bordo un orologio<br />
più stabile di quelli in uso nel GPS,<br />
potrebbe permettere una precisione millimetrica.<br />
3. <strong>Il</strong> monitoraggio di persone e<br />
mezzi in un cantiere<br />
<strong>Il</strong> monitoraggio di persone e mezzi in un<br />
cantiere costituisce il terzo <strong>progetto</strong> pi-<br />
20<br />
lota, selezionato fra 23 possibili altre<br />
applicazioni (tutte importanti, ma non<br />
sperimentabili nei tempi e con il budget<br />
a disposizione <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> MONITOR).<br />
Si tratta di un <strong>progetto</strong> pilota molto ambizioso<br />
e difficile.<br />
Un cantiere, infatti, può essere continuamente<br />
in movimento. Si hanno varie<br />
possibilità di interazione tra operai di<br />
ditte diverse, che si inseriscono nelle<br />
attività in base a un crono<strong>programma</strong><br />
(non sempre, tra l’altro, rispettato).<br />
Un cantiere è quindi, una realtà complessa;<br />
affidare la sicurezza al solo rispetto<br />
<strong>del</strong>la posizione reciproca tra<br />
mezzi, attrezzature e uomini (posizione<br />
assegnata dai responsabili e dalle norme)<br />
per il momento non sembra essere<br />
un traguardo raggiungibile. Qui si vuole,<br />
tuttavia, dimostrare che l’utilizzo congiunto<br />
e integrato di GPS e GALILEO è<br />
in grado di aiutare a rispettare alcune<br />
relazioni critiche di posizione fra uomini<br />
e macchine (cosa non fattibile ricorrendo<br />
al solo GPS). <strong>Il</strong> buon esito <strong>del</strong> test<br />
pilota permetterà al sistema GALILEO<br />
Fig. 4 - Ortofotocarte in<br />
cui sono evidenziati<br />
in azzurro i canali<br />
in gestione al<br />
Consorzio di Bonifica.<br />
I quadratini gialli<br />
indicano le posizioni<br />
assunte dal mezzo<br />
operativo durante<br />
l’attività di sfalcio<br />
lungo i canali.<br />
I cerchi evidenziano<br />
tratti di corsi d’acqua<br />
oggetto di<br />
manutenzione,<br />
non ancora presenti<br />
nel sistema informativo.<br />
di dimostrare quanto ci si attendeva in<br />
termini di prestazioni rispetto al GPS,<br />
proprio in uno dei settori lavorativi al più<br />
alto indice di infortuni e vittime sul lavoro.<br />
<strong>Il</strong> <strong>progetto</strong> pilota inizialmente si svilupperà<br />
in condizioni tecniche facili (le<br />
stesse già da tempo sperimentate e attuate<br />
in forma autonoma presso il Consorzio<br />
di Bonifica Valli Grandi di Legnago).<br />
Nel 2005 il Consorzio di Bonifica ha avviato<br />
un <strong>progetto</strong> riguardante l’utilizzo<br />
<strong>del</strong>la tecnologia GPS, finalizzato - in via<br />
prioritaria - al miglioramento dei livelli di<br />
sicurezza per operatori e addetti ai mezzi<br />
d’opera in dotazione (trattori, escavatori<br />
e motobarche). <strong>Il</strong> Consorzio di Bonifica<br />
Valli Grandi ha il compito di gestire<br />
l’intera rete idraulica per lo scolo e l’irrigazione,<br />
in un’area nel basso veronese<br />
pari a circa 650 kmq. Dispone, allo scopo,<br />
di un centinaio di mezzi d’opera di<br />
vario tipo e di circa 50 addetti. Attualmente<br />
sono state installate 6 apparecchiature<br />
su altrettanti mezzi, in grado<br />
ogni 2 minuti di registrare la posizione<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
Fig. 5 - Carta Tecnica Regionale con evidenziati in azzurro i canali di scolo ed in rosso i canali irrigui in gestione al Consorzio di Bonifica.<br />
I quadratini gialli indicano le posizioni assunte dal mezzo operativo durante l’attività di sfalcio lungo i canali.<br />
I cerchi evidenziano tratti di corsi d’acqua oggetto di manutenzione, non ancora presenti nel sistema informativo.<br />
assoluta (fig. 3). Inoltre, in caso di necessità,<br />
l’operatore può effettuare una<br />
chiamata alla centrale di sicurezza attiva<br />
24 ore su 24, mediante la semplice<br />
pressione di un apposito pulsante rosso<br />
(panic button) installato in cabina.<br />
L’addetto di centrale può dialogare in<br />
“viva voce” con l’operatore <strong>del</strong> mezzo e<br />
attivare, secondo necessità, il servizio<br />
118, le forze <strong>del</strong>l’ordine o i vigili <strong>del</strong> fuoco.<br />
L’utilità <strong>del</strong> sistema realizzato, in<br />
termini di aumento dei livelli di sicurezza<br />
dei lavoratori, oltre a trovare preciso<br />
riferimento normativo (DM 388/2003),<br />
appare evidente in considerazione <strong>del</strong><br />
normale contesto operativo. Spesso,<br />
infatti, gli addetti alle macchine operatrici<br />
svolgono attività in situazioni di cri-<br />
ticità a causa <strong>del</strong>le condizioni ambientali<br />
e lavorative. Normalmente operano<br />
individualmente e in luoghi isolati. Si<br />
pensi - a titolo esemplificativo - all’operaio<br />
addetto alla guida di un trattore durante<br />
le operazioni di sfalcio lungo le rive<br />
di canali, con relativo pericolo di ribaltamento<br />
<strong>del</strong> mezzo (fig. 3,4,5). In caso di<br />
infortunio grave o di malore, i soccorsi<br />
non potrebbero certo essere tempestivi.<br />
Anche attraverso il semplice telefono<br />
cellulare aziendale in dotazione, i soccorritori<br />
difficilmente potrebbero intervenire<br />
con rapidità, proprio per la inaccessibilità<br />
dei luoghi lavorativi e la mancanza<br />
di conoscenza dei percorsi di accesso.<br />
In caso di necessità, molto più immediata<br />
risulta l’attivazione <strong>del</strong>la chiamata<br />
alla centrale di sorveglianza, la quale è in<br />
grado di “guidare” con precisione i soccorsi<br />
sul luogo <strong>del</strong>l’infortunio.<br />
La sperimentazione ha posto in luce altre<br />
possibilità di utilizzo <strong>del</strong> sistema di<br />
rilevazione satellitare.<br />
Grazie alla possibilità di registrare e<br />
mantenere lo storico dei percorsi effettuati<br />
da ciascun mezzo, si possono verificare<br />
quali corsi d’acqua sono stati<br />
oggetto di intervento e pianificare meglio<br />
le attività di manutenzione <strong>del</strong>la rete<br />
consortile (fig. 4 e fig. 5). Vengono registrati<br />
dati relativi alla posizione, l’ora e<br />
la velocità di ciascun mezzo monitorato.<br />
Inoltre, il Consorzio può disporre di<br />
uno strumento difficilmente contestabile<br />
per dimostrare, anche in sede legale,<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 21
Fig. 6 - Stessa zona <strong>del</strong>la figura precedente Ortofotocarta con evidenziati in azzurro i canali di scolo in gestione al Consorzio di<br />
bonifica. I quadratini indicano le posizioni assunte dai mezzi operativi indicati in legenda, durante l’attività di sfalcio lungo i canali.<br />
il tipo e l’intensità <strong>del</strong>l’attività di manutenzione<br />
svolta lungo l’intera rete consortile<br />
(fig. 6).<br />
Un ulteriore vantaggio riguarda la possibilità<br />
di abbattere in misura consistente<br />
i costi assicurativi furto-incendio dei<br />
mezzi monitorati. <strong>Il</strong> Consorzio di Bonifica<br />
Valli Grandi presso la propria sede in<br />
Legnago ha, inoltre, recentemente installato<br />
una stazione GPS permanente.<br />
La stessa verrà inserita nell’ambito di<br />
reti di ricevitori GPS permanenti, che,<br />
grazie al sistema denominato Virtual<br />
Reference Station (VRS), consente il<br />
posizionamento centimetrico in tutta<br />
l’area coperta, utilizzando un solo ricevitore<br />
di tipo rover.<br />
L’utilizzo <strong>del</strong> Sistema GALILEO, rispetto<br />
al solo GPS, garantirà sia la correttezza<br />
dei segnali provenienti dalla costellazione<br />
dei satelliti sia, a esempio, la localiz-<br />
zazione e il posizionamento di una<br />
macchina o di un mezzo operativo che<br />
si trovi incidentato e capovolto, in situazioni<br />
in cui l’antenna <strong>del</strong> ricevitore risulti<br />
parzialmente nascosta.<br />
4. Alcune ipotesi di sviluppo<br />
<strong>del</strong> satellitare nei Balcani<br />
L’idea che guida questa parte <strong>del</strong> lavoro è<br />
dimostrare che i sistemi satellitari in generale<br />
- senza necessariamente fare distinzioni<br />
tra <strong>Galileo</strong> e GPS - possono contribuire<br />
a migliorare le condizioni di vita di<br />
un paese, promuovendone lo sviluppo.<br />
<strong>Il</strong> percorso che si intende proporre si basa<br />
su ipotesi di sviluppo futuro, che attingono<br />
la loro validità dai dati presentati in numerose<br />
pubblicazioni istituzionali o di<br />
centri di studio e ricerca 23 (quindi presumi-<br />
bilmente vere, se le proiezioni rimarranno<br />
per lo più invariate nel prossimo futuro).<br />
Esse concentrano l’attenzione su due settori<br />
in particolare: la logistica dei trasporti<br />
e il turismo, con particolare riguardo ai<br />
Balcani.<br />
Si può pensare ai Balcani come a contesti<br />
in cui vi possano essere utilizzatori<br />
di sistemi di posizionamento satellitare?<br />
Quali scenari si possono pensare in tal<br />
senso?<br />
4.1 La logistica dei trasporti e l’uso<br />
di sistemi di radio-navigazione<br />
satellitare<br />
Se oggi ci si vuole recare in un villaggio<br />
<strong>del</strong>la Serbia per consegnare un pacco a<br />
qualcuno che lì risieda o che lì abbia la<br />
sede <strong>del</strong>la propria attività lo si può fare,<br />
avendo a disposizione un sistema informativo<br />
di base e uno di navigazione (in<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 23
via di implementazione sia da parte di<br />
Navtech che di Teleatlas). La domanda<br />
a cui dobbiamo rispondere allora è la<br />
seguente: rientra questo tra gli interessi<br />
generali dei trasportatori o è più probabile<br />
che essi optino per concentrare tutto<br />
a Belgrado, dove si appoggiano a locali<br />
che - conoscendo bene il territorio<br />
e non avendo ipoteticamente bisogno<br />
di guida - si arrangiano? La risposta<br />
non è immediata come potrebbe sembrare.<br />
Tante volte i trasporti si affidano a<br />
persone che non conoscono il paese in<br />
cui la merce va recapitata o addirittura<br />
che seppur provenienti dal paese in cui il<br />
pacco va portato sono originari di un’altra<br />
zona e non conoscono quella dove si<br />
devono recare a fare la consegna. In<br />
questo caso il sistema informativo sulle<br />
strade e quello di navigazione possono<br />
dare prova di utilità. Si pensi al monitoraggio<br />
<strong>del</strong>lo stato di viaggio: già oggi vari<br />
software consentono di monitorare –<br />
anche con diversi livelli di dettaglio - lo<br />
stato di avanzamento <strong>del</strong> viaggio che<br />
compie un mezzo appartenente ad un<br />
impresa di autotrasporto. Possiamo solo<br />
immaginare le possibilità che potrebbe<br />
aprire un sistema come GALILEO qualora<br />
si trovassero modalità d’uso che riescano<br />
a integrarsi con quelle di applicativi<br />
già in commercio.<br />
Vediamo solo qualche esempio di<br />
quanto oggi si può fare ricorrendo ad<br />
applicazioni attualmente in uso per la<br />
gestione <strong>del</strong>la flotta.<br />
Due casi: Fleetrunner e Dynafleet.<br />
• Fleetrunner permette di localizzare in<br />
tempo reale i veicoli <strong>del</strong>la flotta. <strong>Il</strong> monitoraggio<br />
è completato tramite la trasmissione<br />
di notifiche alla sede centrale<br />
- in modalità GPRS 24 - per confermare<br />
l’effettuazione <strong>del</strong>le operazioni.<br />
Per quanto concerne la tipologia di<br />
informazioni fornite sulla localizzazione<br />
<strong>del</strong>la flotta, il sistema consente di<br />
visualizzare lo stato corrente dei mezzi,<br />
evidenziando con diversi colori gli<br />
stati di localizzazione di ognuno (sulla<br />
base <strong>del</strong>l’intervallo di tempo intercorso<br />
dall’ultimo messaggio inviato e il loro<br />
posizionamento sulla mappa), for-<br />
24<br />
nendo vari dettagli sull’automezzo selezionato.<br />
Oltre a consentire un riepilogo<br />
degli eventi registrati in un dato intervallo<br />
di tempo, il sistema consente<br />
di visualizzare i dettagli <strong>del</strong>le soste e<br />
<strong>del</strong>le tratte percorse da ogni mezzo<br />
per un definito lasso temporale.<br />
• Dynafleet permette, invece, il monitoraggio<br />
vero e proprio <strong>del</strong>lo stato di<br />
avanzamento dei viaggi attraverso la<br />
schermata <strong>del</strong> compendio ordini, che<br />
viene aggiornato in tempo reale dai<br />
messaggi inviati dai mezzi (Geremia e<br />
Caloi, 2005: 17).<br />
Agganciandoci a quanto detto è bene ricordare<br />
che nei Balcani (Ungheria, Slovenia,<br />
Serbia, Romania) così come in<br />
Ucraina o in Bielorussia in anni recenti si<br />
è avuta la messa a valore dei luoghi a seguito<br />
<strong>del</strong>la <strong>del</strong>ocalizzazione 25 . Che implicazioni<br />
si sono avute? <strong>Il</strong> processo di <strong>del</strong>ocalizzazione<br />
messo in atto ha pesantemente<br />
contribuito a che questi contesti<br />
venissero “trasformati in fabbriche” - o<br />
perché prima già ve n’erano e potevano<br />
essere utilizzate o perché sono state<br />
messe in piedi per calcoli di convenienza<br />
economica. La produzione si è diffusa<br />
ovunque come un’onda (Robiglio, 1999;<br />
Rizzo, 2006). In parte essa torna a noi, in<br />
parte rimane su quel mercato.<br />
Tutto questo ha permesso alle persone<br />
di avere un certo reddito, che ora consente<br />
loro anche di consumare. È proprio<br />
vero che coloro che trasportano le<br />
merci e che in modo estremamente capillare<br />
raggiungono i produttori o i consumatori<br />
conoscono bene la totalità <strong>del</strong><br />
territorio su cui si muovono? O, piuttosto,<br />
esiste ancora un margine rispetto a<br />
cui la navigazione satellitare esprime<br />
utilità e valore aggiunto? Proprio qui sta<br />
il nocciolo <strong>del</strong>le questione. Questo è un<br />
modo di procedere che va testato, ma<br />
che sappiamo essere vero. Se attraverso<br />
questo processo a onda nei vari<br />
paesi aumentano gli scambi commerciali<br />
legati alla produzione di beni e il<br />
reddito (sia pure di poco e gradualmente),<br />
allora aumenta l’esigenza di ottimizzare<br />
i trasporti. Quest’ultima passa attraverso<br />
un sistema informativo mag-<br />
giormente adeguato e, quindi, attraverso<br />
la navigazione (che non equivale solo<br />
all’andare da A a B “impostando” l’origine<br />
e la destinazione <strong>del</strong> percorso,<br />
ma equivale all’andare da A a B seguendo<br />
un grafo pesato). Siamo allora<br />
tornati a quanto detto all’inizio.<br />
A supporto di quanto affermato è interessante<br />
prendere in considerazione recenti<br />
pubblicazioni.<br />
Alcune sono “materiale paese” per così<br />
dire - elaborato da camere di commercio,<br />
banche, <strong>del</strong>egazioni, etc., altre sono<br />
prodotte da organismi internazionali<br />
ed europei. Molte di esse confermano -<br />
almeno in parte - l’aumento dei traffici,<br />
<strong>del</strong>la domanda di beni strumentali e di<br />
beni di consumo. Fare una simile analisi<br />
non è lavoro da poco. Ovviamente le affermazioni<br />
che si possono fare - se non<br />
testate tramite colloqui con operatori,<br />
per mezzo dei quali capire come evolvono<br />
le loro pratiche, i loro mercati e il<br />
“loro essere sul mercato” - rappresentano<br />
sì la realtà, ma sono connotate in<br />
modo tale da non consentire una lettura<br />
qualitativa dei processi studiati.<br />
Prendiamo a esempio il caso <strong>del</strong>la Serbia<br />
e <strong>del</strong> Montenegro (l’area che al momento<br />
pare offrire maggiori possibilità di<br />
business per le imprese italiane); rispetto<br />
al totale nazionale import-export,<br />
un’analisi dei dati ICE (2004-2005) mette<br />
in luce il ruolo <strong>del</strong> Nord Est (tab. 1).<br />
Più in dettaglio, nel 2004 il Veneto e il<br />
Friuli Venezia Giulia insieme contavano<br />
per il 25,9% <strong>del</strong>l’import e per il 27,3%<br />
<strong>del</strong>l’export. Nel 2005, il Veneto era al<br />
primo posto sia rispetto ai volumi<br />
esportati sia rispetto a quelli importati.<br />
A fronte di un incremento <strong>del</strong> 40,4%<br />
<strong>del</strong>le importazioni dalla ex confederazione<br />
<strong>del</strong>le Repubbliche di Serbia e<br />
Montenegro, le esportazioni dall’Italia<br />
verso i due paesi Balcani hanno fatto registrare<br />
le seguenti variazioni: + 17,5%<br />
per l’Italia, + 16,8% per il Veneto e +<br />
4,1% per il Friuli Venezia Giulia 26 .<br />
L’Italia pare esportare soprattutto prodotti<br />
a maggior contenuto tecnologico,<br />
e importa dalla Serbia e dal Montenegro<br />
soprattutto materie prime, prodotti<br />
per l’industria e prodotti manifatturieri a<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
Tabella 1 - Italia / Serbia e Montenegro: la graduatoria <strong>del</strong>le regioni italiane esportatrici.<br />
Anno 2005 (valori in milioni di lire e variazioni sull’anno precedente in percentuale) - fonte: ICE27<br />
Graduatoria Regioni Esportazioni 2005 Var (%) Importazioni 2005 Var (%) Saldi<br />
Lombardia 177.726 -63,04 120.238 -49,49 57.488<br />
Veneto 120.417 -60,25 82.483 -54,94 37.933<br />
Emilia Romagna 82.946 -59,89 51.751 -62,28 31.195<br />
Friuli Venezia Giulia 57.929 -63,03 42.411 -64,05 15.518<br />
Piemonte 43.672 -66,61 12.569 -62,2 31.103<br />
Puglia 40.365 -66,7 11.646 -68,19 28.719<br />
Marche 37.628 -56,59 31.425 -34,08 6.203<br />
Toscana 33.866 -67,19 24.984 -61,2 8.882<br />
Campania 16.879 -50,52 54.726 -52,38 -37.847<br />
Umbria 15.115 -65,02 16.458 -66,08 -1.343<br />
più elevata intensità di manodopera. Se<br />
si analizzano i dati ICE (2005) si rileva,<br />
comunque, che i flussi import/export<br />
tra Veneto e Serbia/Montenegro paiono<br />
di recente essere oggetto di forti oscillazioni.<br />
Si può ipotizzare che nello scorso<br />
triennio essi siano stati influenzati in<br />
maniera consistente dall’andamento<br />
congiunturale <strong>del</strong>l’economia regionale.<br />
4.1.1. Spunti di riflessione<br />
Facciamo un passo indietro. Quanto<br />
appena descritto, sembra confermare il<br />
fatto che l’allargamento <strong>del</strong>l’Unione Europea<br />
verso est possa portare alla nascita<br />
di un grande mercato unico, in<br />
grado di dare impulso all’integrazione<br />
<strong>del</strong>le varie economie nazionali. I Paesi<br />
<strong>del</strong> sud-est europeo (in potenza) saranno<br />
al centro di questo processo, che<br />
per generare sviluppo dovrà essere accompagnato<br />
dalla creazione di adeguate<br />
infrastrutture di trasporto e di comunicazione<br />
che sappiano garantire collegamenti<br />
rapidi ed economici.<br />
Le previsioni di crescita relative ai traffici<br />
da e verso l’area balcanica (e da e<br />
verso il sud est Europa più in generale)<br />
sottolineano la necessità di riforme ulteriori<br />
che consentano di procedere<br />
spediti al rafforzamento e al miglioramento<br />
soprattutto <strong>del</strong>l’infrastruttura fisica.<br />
I limiti e le deficienze che le sono<br />
propri contribuiscono ai fallimenti <strong>del</strong><br />
mercato e impediscono di ridurre la distanza<br />
economica <strong>del</strong>la regione rispetto<br />
al resto <strong>del</strong>l’Europa. Le proiezioni sui<br />
volumi di traffico e i tassi di crescita nel<br />
periodo 2001-2025 indicano un (proba-<br />
bile) aumento <strong>del</strong> 200%-300% <strong>del</strong> movimento<br />
su strada 28 , a fronte anche di<br />
un incremento <strong>del</strong>la proprietà di mezzi<br />
di locomozione che al 2025 dovrebbe<br />
aver raggiunto i livelli che si riscontrano<br />
nell’Europa Occidentale 29 .<br />
Le previsioni paiono più contenute quando<br />
si parla di traffico ferroviario. Esso<br />
dovrebbe registrare una crescita compresa<br />
tra il 60% e il 140%, cosa che, comunque,<br />
richiede che il settore venga<br />
riformato puntando su investimenti che<br />
ne aumentino la capacità operativa (e di<br />
efficienza). <strong>Il</strong> traffico aereo si crede, infine,<br />
subirà un aumento <strong>del</strong> 315% - 830%<br />
(Cowi, 2003; World Bank, 2004).<br />
Può essere che le tecniche previsionali<br />
non tengano nella dovuta considerazione<br />
eventuali diversioni nel tempo tra diverse<br />
modalità di trasporto e che, quindi,<br />
sovrastimino la domanda futura di alcune<br />
di esse dando un segnale in qualche<br />
modo distorto sul bisogno effettivo<br />
di infrastrutturazione. Anche ridimensionando<br />
i tassi di crescita presentati sopra,<br />
rimane nondimeno il bisogno che<br />
venga fatta una seria riflessione sulle<br />
politiche e sugli investimenti relativi alle<br />
infrastrutture a sostegno <strong>del</strong> trasporto.<br />
L’interesse è costruire un sistema infrastrutturale<br />
efficiente che, allacciato ai<br />
corridoi paneuropei V e VIII, permetta di<br />
meglio connettere i territori <strong>del</strong>la regione<br />
Adriatica e <strong>del</strong> nord est, proiettandoli in<br />
particolare verso est e ovest.<br />
Scendiamo maggiormente in dettaglio.<br />
L’infrastrutturazione di cui è dotato l’est<br />
Europeo in genere è al di sotto degli<br />
standard <strong>del</strong>l’Europa Occidentale (Com-<br />
missione Europea, 2001: 6-8).<br />
La rete stradale nel sud est europeo copre<br />
circa 240.000 km (dei quali il 13%<br />
sono strade primarie o arterie importanti,<br />
il 30% strade secondarie e il 56%<br />
strade locali o terziarie). La proporzione<br />
di autostrade rispetto al totale <strong>del</strong>la rete<br />
è cresciuta, a causa sia di spinte esogene<br />
(come l’implementazione dei corridoi<br />
europei) sia di scelte di politica interna.<br />
Secondo una stima <strong>del</strong>la Banca Mondiale,<br />
al 2004 il sistema dei trasporti su<br />
strada soffriva di serie limitazioni, nonostante<br />
i progressi fatti nel decennio precedente<br />
a livello di spesa per la manutenzione<br />
e per la costruzione.<br />
Al tempo, solo il 28% <strong>del</strong>la rete stradale<br />
principale era in buone condizioni. Si<br />
può dire che la condizione in cui verte la<br />
rete stradale varia in modo significativo a<br />
seconda <strong>del</strong> paese preso in esame. In<br />
Croazia, a esempio, le strade sono generalmente<br />
in buone condizioni mentre,<br />
in Albania, solo il 10% <strong>del</strong>la rete si può<br />
dire in buono stato. Per quanto concerne<br />
la rete ferroviaria, va detto che - nonostante<br />
gli investimenti fatti - necessita di<br />
una forte spinta all’ammodernamento.<br />
L’insufficiente attenzione prestata in<br />
passato alla manutenzione pone ancora<br />
oggi seri problemi in termini sia di operational<br />
capacity che di operational<br />
speed. A questo si aggiunge la scarsa<br />
qualità <strong>del</strong>le locomotive, <strong>del</strong>la flotta e<br />
<strong>del</strong> parco macchine (World Bank, 2004:<br />
viii-ix). Presa coscienza <strong>del</strong>le mancanze<br />
sopra indicate, è bene ricordare che nell’area<br />
balcanica i progetti già lanciati e in<br />
via di implementazione non mancano.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 25
Secondo quanto riportato nel Greek<br />
Plan for the Economic Reconstruction<br />
of the Balkans tra il 2002 e il 2006 sono<br />
già stati stanziati 550 milioni di euro, così<br />
ripartiti: 49,89 all’Albania, 19,53 alla<br />
Bosnia/ Erzegovina, 256 a Serbia e<br />
Montenegro e 74,84 alla ex Repubblica<br />
Jugoslava di Macedonia.<br />
Considerati i volumi di traffico generati<br />
dai flussi commerciali e di scambio qui<br />
solo accennati, non appare insensato<br />
presupporre che lo sviluppo possa essere<br />
di molto facilitato anche dalla creazione<br />
di adeguati - e moderni - sistemi informativi<br />
territoriali e di posizionamento satellitare.<br />
Affermato questo (che i traffici<br />
aumentano e che di conseguenza è opportuno<br />
avere un sistema informativo<br />
stradale, di navigazione e di ottimizzazione<br />
per la logistica sui grafi pesati) si tratta<br />
di capire quale potrà essere il ruolo di<br />
<strong>Galileo</strong> (i.e. di un sistema di satelliti per<br />
navigazione che si aggiunge o si propone<br />
come alternativa al GPS). La risposta<br />
a questo può essere pensata e approfondita<br />
pensando all’altro tema: il turismo.<br />
4.2 Turismo, sistemi informativi<br />
geografici e di navigazione<br />
satellitare<br />
Come anticipato, oltre alla logistica dei<br />
trasporti viene qui preso in esame il tema<br />
“turismo” (dai più considerato il più<br />
vasto settore al mondo, in grado di contribuire<br />
in modo significativo allo sviluppo<br />
economico e occupazionale di sistemi<br />
locali, regionali o nazionali).<br />
È bene ricordare che si intende proporre<br />
un ragionamento basato su ipotesi,<br />
che appaiono estremamente ragionevoli<br />
(sebbene non siano state testate<br />
con un’approfondita indagine di ricerca<br />
qualitativa o quantitativa).<br />
4.2.1. Fatti e cifre a supporto<br />
<strong>del</strong>la trattazione<br />
Nei paesi avanzati gli sviluppi nei sistemi<br />
di informazione, comunicazione e distribuzione<br />
hanno già dato prova di poter<br />
modificare gli assetti nel settore turistico,<br />
promuovendo modalità di incontro<br />
domanda/offerta che poggiano su<br />
26<br />
elementi quali flessibilità, pattern di acquisto/prenotazione<br />
last minute e crescita<br />
di pacchetti all-inclusive 30 .<br />
L’importanza crescente di internet ha<br />
cambiato il mercato e il ruolo degli intermediari<br />
in esso attivi. In molti contesti<br />
si è registrato un deciso aumento <strong>del</strong>le<br />
prenotazioni on-line; si sono, quindi, dovuti<br />
ripensare i servizi da offrire e gli spazi<br />
da occupare sul mercato.<br />
I servizi Internet on-line hanno rivoluzionato<br />
i tradizionali canali di distribuzione<br />
e di marketing. <strong>Il</strong> ricorso a soluzioni ecommerce<br />
sta crescendo in modo<br />
esponenziale ed è intimamente connesso<br />
alla diffusione <strong>del</strong>la rete e <strong>del</strong>l’informatica<br />
nelle famiglie. In passato le barriere<br />
all’entrata in questo settore non<br />
erano di poco conto: erano necessari<br />
elevati investimenti per sviluppare sistemi<br />
centrali di prenotazione e di distribuzione<br />
dei prodotti. Questo sta cambiando,<br />
proprio in virtù <strong>del</strong> fatto che Internet<br />
offre nuovi canali di vendita disponibili<br />
a un costo iniziale relativamente<br />
basso 31 .<br />
L’emergere di nuove tecnologie e servizi,<br />
tuttavia, non si limita a quanto sopra<br />
accennato. Si prospettano interessanti<br />
sviluppi e opportunità di business sul<br />
versante <strong>del</strong>la comunicazione tramite<br />
dispositivi relativamente nuovi quali car<br />
navigators, cellulari, smart phones,<br />
PDA 32 /PDA phones (Masoodian e Budd,<br />
2004; Mokhtarian et al., 2006) 33 .<br />
I consumatori possono essere distinti in<br />
due tipologie: coloro che desiderano<br />
avere accesso a pacchetti completi,<br />
che “integrano” tutti gli attori coinvolti<br />
nel viaggio e quelli che richiedono soluzioni<br />
più tailor made. Questi ultimi desiderano<br />
trovare sul mercato in tempi<br />
brevi soluzioni a prezzo ragionevole che<br />
permettano di fare esperienze di qualità<br />
e in (parziale) autonomia. Per assicurarsi<br />
la sopravvivenza e accrescere le proprie<br />
quote di mercato, gli operatori <strong>del</strong><br />
settore dovranno allora cercare di offrire<br />
servizi ad alto valore aggiunto, che soddisfino<br />
bisogni sempre più vari e che<br />
vadano oltre le semplici operazioni che<br />
il turista può ormai espletare in modo<br />
indipendente. Se così è, non stupisce<br />
che si aprano scenari nei quali GIS e sistemi<br />
di posizionamento trovano nuovi<br />
spazi (soprattutto dove ci sono mercati<br />
tutti ancora da scoprire, come in alcune<br />
aree dei Balcani) 34 . Più oltre cercheremo<br />
di proporre un ragionamento che ampli<br />
le considerazioni fatte.<br />
Le code di mezzi che si muovono per<br />
oltrepassare il confine e recarsi (per periodi<br />
più o meno lunghi) in villeggiatura<br />
e per viaggi nei Balcani, stanno aumentando<br />
e parlano di una maggiore attenzione<br />
a quest’area come destinazione<br />
rispetto al passato. Studi recenti mettono<br />
in luce come a livello italiano e veneto<br />
siano i mercati <strong>del</strong>l’Est Europa – soprattutto<br />
Slovenia e Croazia – e l’ex<br />
Unione Sovietica a registrare i trend più<br />
sostenuti. In essi il turista pare orientare<br />
le proprie scelte ai comprensori montano<br />
e balneare. Contrariamente a quanto<br />
visto per il settore logistico, non si sono<br />
rinvenuti dati statistici relativi al flusso<br />
di partenze dai vari paesi. È possibile,<br />
nonostante ciò, fare un’analisi <strong>del</strong>l’informazione<br />
a disposizione relativa all’Italia<br />
e al Veneto. Per quanto concerne<br />
Slovenia e Croazia è difficile rinvenire<br />
dati disaggregati (mancano le serie storiche<br />
per fare previsioni adeguate); si<br />
può affermare però, che dimostrano<br />
una forte propensione all’outgoing (106<br />
viaggi ogni 100 abitanti nel 2001 in Slovenia).<br />
Rappresentano, quindi, dei bacini<br />
di origine interessanti. In Veneto, in<br />
totale, i due paesi hanno fatto registrare<br />
66.115 arrivi nel 2002, pari al 23,7% dei<br />
flussi turistici provenienti da quei paesi<br />
(Regione Veneto, 2005: 124).<br />
Si registrano segnali interessanti di crescita<br />
dei flussi turistici in alcune aree<br />
appartenenti alla regione balcanica.<br />
La Croazia, a esempio, nel 2005 ha stabilito<br />
un record arrivando a quota 10<br />
milioni di presenze. In quest’ambito il<br />
paese è considerato un mo<strong>del</strong>lo da imitare<br />
a livello internazionale (essendo<br />
stato in grado in breve tempo di abbinare<br />
bellezze naturali, storiche e artistiche,<br />
ospitalità a una dotazione di strutture<br />
e professionalità ai massimi standard).<br />
L’obiettivo è di arrivare nel 2010<br />
alle 11 milioni di presenze. Per raggiun-<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
gere un traguardo così ambizioso, accanto<br />
all’affinamento <strong>del</strong>le strategie di<br />
marketing (da indirizzarsi a obiettivi<br />
specifici 35 ) si stanno pianificando importanti<br />
interventi infrastrutturali di potenziamento<br />
a livello di strutture autostradali,<br />
alberghiere e aeroportuali 36 .<br />
Nell’ipotesi che il turismo - non solo diretto<br />
alla notissima costa dalmata, ma<br />
anche verso l’interno e non solo proveniente<br />
dall’Europa occidentale, ma anche<br />
dall’Ungheria, dalla Polonia ... - sia<br />
in aumento in paesi che prima era difficile,<br />
non conveniente o pericoloso raggiungere<br />
37 , vale ancora di più affermare<br />
l’utilità di un sistema informativo stradale<br />
e di navigazione. A maggior ragione in<br />
questi paesi, infatti, servono simili strumenti<br />
(tecnologicamente avanzati) 38 . Come<br />
si è detto per la logistica dei trasporti,<br />
dove le strade sono difficili o interrotte<br />
e mal segnalate e dove - contrariamente<br />
a quanto succede nell’Europa occidentale<br />
- è arduo potersi orientare in altro<br />
modo, avere a disposizione mezzi che<br />
possano usufruire degli input e dei servizi<br />
<strong>del</strong> posizionamento satellitare può<br />
rappresentare un valido aiuto. <strong>Galileo</strong><br />
e/o GPS, infatti, detengono e producono<br />
informazioni assolutamente indispensabili<br />
sia per il traffico commerciale che turistico.<br />
Quest’ultimo, a esempio, utilizza spesso<br />
mezzi pesanti e voluminosi 39 , che hanno<br />
difficoltà a muoversi in strade strette e<br />
con curve a piccole raggio. Se così è, è<br />
difficile pensare che nell’arco dei prossi-<br />
di Mignolli geom. Fabrizio e Zantedeschi Giuseppe<br />
mignolli.fabrizio@virgilio.it<br />
mi anni non venga fatto uno sforzo per<br />
produrre un sistema informativo stradale<br />
e di navigazione – così come è stato fatto<br />
da poco per l’Italia e in quasi tutta<br />
l’Europa. I vantaggi sarebbero indubbi,<br />
certamente in termini di accoglienza e<br />
potenziamento <strong>del</strong>le infrastrutture ricettive<br />
(non solo intese in senso tradizionale).<br />
Oggi sono in molti ad essere interessati<br />
alla promozione <strong>del</strong> turismo, sebbene<br />
questo (come detto) paia avvenire soprattutto<br />
sotto forma di e-commerce.<br />
C’è poco che riguardi gli itinerari (di cui si<br />
occupano in collaborazione l’Università<br />
di Verona e il Centro di Eccellenza in TeleGeomatica<br />
<strong>del</strong>l’Università di Trieste). Si<br />
parla per lo più di vendita di prodotti (turistici),<br />
facendo uso di evolute tecnologie<br />
di informazione e comunicazione. Non<br />
stupisce allora che, al fine di promuovere<br />
l’incremento di flussi turistici in entrata, i<br />
Balcani - e più in generale i paesi in via di<br />
sviluppo - pensino e puntino in primis su<br />
questo. A conferma, si veda il sito internet<br />
con cui la Croazia incoraggia il turismo:<br />
un sito di notevole spessore, ben<br />
fatto e dotato di diversi rimandi.<br />
4.2.2. Spunti di riflessione<br />
e note conclusive<br />
È anche vero, però, che più che in passato<br />
ora i segmenti turistici si vanno notevolmente<br />
differenziando. Pare ampliarsi<br />
la consapevolezza <strong>del</strong> valore aggiunto<br />
che un turismo più consapevole<br />
(e rispettoso) può dare. Un numero crescente<br />
di persone ha in dotazione un<br />
navigatore (o attrezzature simili) e lo usa<br />
per andare un po’ dappertutto, soprattutto<br />
dove non si trova bloccata in mezzo<br />
alla calca. È probabile che queste fasce<br />
di “consumatori0 prendano seriamente<br />
in considerazione l’idea di scoprire<br />
paesi nuovi e si rechino in Romania<br />
(anche al suo interno), in Bulgaria o<br />
in Ungheria. Si tratta di turisti informati,<br />
desiderosi di scoprire la novità, che<br />
provano piacere all’idea di accedere a<br />
percorsi mai provati. Ce ne sono sempre<br />
di più e – ritornando a quanto è oggetto<br />
<strong>del</strong> nostro saggio - saranno possibili<br />
(e più che probabili) utenti di questi<br />
sistemi informativi e di posizionamento.<br />
Quando sarà a disposizione la copertura<br />
cartografica (e potranno essere implementati<br />
appropriati sistemi informativi<br />
territoriali) è pensabile che l’apporto<br />
di sistemi di navigazione divenga importante.<br />
Ci sarà sempre più bisogno,<br />
infatti, di organizzare i percorsi e le rotte<br />
e di ottimizzare i grafi. <strong>Il</strong> sistema <strong>Galileo</strong><br />
può rappresentare per i territori e le economie<br />
prese in considerazione uno strumento<br />
da usare per sostenere e rafforzare<br />
attuali trend di sviluppo e crescita.<br />
Rappresenta anche un volano che può<br />
aiutare a raggiungere gli obiettivi di Lisbona.<br />
Ed è probabile che i Balcani possano<br />
- come si è ipotizzato prendendo<br />
in esame i due settori indagati - beneficiare<br />
<strong>del</strong>le opportunità offerte e utilizzare<br />
queste nuove tecnologie per spingere<br />
verso un riequilibrarsi <strong>del</strong>le possibilità di<br />
azione/sviluppo.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 27
*GEONETLAB (G. Manzoni: coordinatore <strong>del</strong><br />
Progetto <strong>Monitor</strong>; L. S. Rizzo: collaboratore di ricerca),<br />
Università di Trieste; **Consorzio di Bonifica<br />
Valli Grandi, Legnago (S. De Pietri: capo<br />
area tecnica); ***DESI, Università di Verona (C.<br />
Robiglio: cattedra di Geografia).<br />
1 <strong>Il</strong> presente lavoro è frutto <strong>del</strong>la collaborazione<br />
tra gli autori.Nella stesura l’abstract è di G. Manzoni,<br />
i paragrafi 1 e 4 sono da attribuire a L. S.<br />
Rizzo (2006a modificato, cfr. bibl.), il 2 a G. Manzoni<br />
e il 3 a S. De Pietri. C. Robiglio ha preso<br />
parte a riflessioni e discussioni attinenti il tema<br />
<strong>del</strong> quadro territoriale/economico a cui l’articolo<br />
si riferisce.<br />
2 Una tecnologia avanzata che consente l’emissione<br />
da satelliti di segnali che indicano il tempo<br />
in modo estremamente accurato. Utilizzando<br />
piccoli ricevitori è così possibile determinare la<br />
posizione/localizzazione di individui o oggetti<br />
fermi/in movimento con un’accuratezza di circa<br />
un metro.<br />
3 27 operativi e 3 di riserva, collocati a una quota<br />
di 23.616 km su tre orbite circolari inclinate a<br />
56° rispetto all’equatore.<br />
4 <strong>Il</strong> traffico aereo e navale potrà essere meglio gestito,<br />
riducendo costi, limitando i ritardi e aumentando<br />
la sicurezza. Per autocarri, automobili<br />
e taxi si prevede la produzione (e l’utilizzo) di<br />
nuovi sistemi di guida.<br />
5 In agricoltura oggi un obiettivo chiave è accrescere<br />
la produttività e, così facendo, migliorare<br />
le possibilità di profitto (in un ambito dove i margini<br />
di guadagno sono notoriamente bassi). A<br />
tal fine e per combattere eventuali infestazioni<br />
<strong>del</strong>le coltivazioni si ricorre sempre più all’uso di<br />
pesticidi. C’è bisogno di migliorare le tecniche di<br />
gestione <strong>del</strong> terreno coltivato, limitando l’impatto<br />
che la diffusione di agenti chimici può avere<br />
sull’ambiente e riducendo i costi. In questo senso<br />
il sistema <strong>Galileo</strong> potrà aiutare. Un esempio<br />
può illustrarne le potenzialità: posizionando un<br />
ricevitore <strong>Galileo</strong> su un veicolo utilizzato per<br />
spargere l’insetticida si potrebbe collegare il sistema<br />
con un database contenente altre informazioni.<br />
<strong>Il</strong> risultato potrebbe essere la creazione<br />
di mappe che indichino con precisione dove<br />
si è già spruzzata la sostanza chimica usata.<br />
6 <strong>Galileo</strong> consentirà un miglior coordinamento <strong>del</strong>le<br />
catastrofi e dei mezzi utilizzati dalla protezione<br />
civile e da altre agenzie/organizzazioni operanti<br />
sul territorio: polizia, vigili <strong>del</strong> fuoco, ambulanze,<br />
ect.<br />
7 Si veda a riguardo il seguente sito: http://ec.europa.eu/dgs/energy_transport/galileo.<br />
Si rimanda<br />
anche ai materiali distribuiti durante la conferenza<br />
“Satellite Navigation Regulated Applications”,<br />
tenutasi a Bruxelles il 12 settembre 2006,<br />
promossa dalla Presidenza Finlandese e dalla<br />
Commissione Europea e organizzata dal <strong>Galileo</strong><br />
Joint Undertaking in collaborazione con la<br />
GNSS Supervisory Authority.<br />
8 Come ricorda Cross (2003), il Glonass era pienamente<br />
operativo nel 1996 con 24 satelliti. A<br />
causa, tuttavia, <strong>del</strong>la scarsa manutenzione il loro<br />
numero è diminuito drasticamente. Al 2002<br />
se ne contavano 7 e di recente – a seguito di alcuni<br />
nuovi lanci - la costellazione ne annovera<br />
11.<br />
9 Lo sviluppo <strong>del</strong>la costellazione Navstar GPS in<br />
mano ai militari americani è cominciato nel<br />
1989. La costellazione è composta da satelliti<br />
(operativi) primari e da altri di back up che volano<br />
in gruppi di sei ad una quota di 11.000 miglia.<br />
I primi 11 satelliti (appartenenti al BLOCK I<br />
GPS e lanciati tra il 1978 e il 1985) dimostraro-<br />
28<br />
no la validità <strong>del</strong> sistema, aprirono la strada a ulteriori<br />
sviluppi tecnologici e condussero nel<br />
1989 al lancio di una serie di satelliti operativi<br />
avstar GPS (appartenenti al Block II), che inclusero<br />
un segnale destinato ad uso civile. Nei primi<br />
anni novanta vennero lanciati altri satelliti<br />
(appartenenti al BLOCK IIA) a completamento<br />
<strong>del</strong>la costellazione. <strong>Il</strong> 27 aprile 1995 la AFSPC<br />
(Air Force Space Command) annunciò di aver<br />
raggiunto la massima capacità operativa. Dall’anno<br />
2000, il numero di utilizzatori civili <strong>del</strong><br />
GPS ha superato gli utilizzatori appartenenti al<br />
settore militare. <strong>Il</strong> rapporto è di 100 a 1 e in aumento<br />
costante. <strong>Il</strong> tasso annuale di crescita<br />
composto <strong>del</strong> mercato GPS nel 2000 era approssimativamente<br />
<strong>del</strong> 22% e in continua crescita<br />
sul fronte sia civile che militare (The Defense<br />
Industry Daily, 2005).<br />
10 L’Unione Europea spera che <strong>Galileo</strong> possa presentarsi<br />
come una valida alternativa al GPS -<br />
controllato dal Pentagono - anche in considerazione<br />
<strong>del</strong>la crescente domanda a livello mondiale<br />
di comunicazioni tramite satellite; mercato<br />
che le ultime stime calcolano sarà pari a 300 miliardi<br />
di euro entro il 2020 (The Defense Industry<br />
Daily, 2005).<br />
11 Global Navigation Satellite System [GPS +<br />
EGNOS (European Geostationary Navigation<br />
Overlay System)].<br />
12 Per una spiegazione più dettagliata si rimanda<br />
al seguente sito (sotto la sezione “Applications”):<br />
http://ec.europa.eu/dgs/energy_transport/galileo.<br />
13 Oltre al materiale citato in testo e presente nella<br />
bibliografia allegata si veda in internet il seguente<br />
sito: http://ec.europa.eu/dgs/energy_transport/galileo/programme/services_en.htm.<br />
14 A riguardo si rimanda il lettore al sito internet <strong>del</strong><br />
Parlamento Europeo (ufficio Italia): http://www.europarl.europa.eu/search/simple/perform.do?language=IT&query=<strong>Galileo</strong>.<br />
15 <strong>Galileo</strong> Joint Undertaking: l’impresa comune costituita<br />
dall’ESA e dalla Commissione Europea<br />
per gestire il <strong>programma</strong>.<br />
16 Si ritiene utile qui precisare che la struttura <strong>del</strong>la<br />
concessione adottata dal Programma <strong>Galileo</strong> è<br />
la Public Private Partnership (PPP): da un lato,<br />
al settore privato viene richiesto di finanziare,<br />
gestire, sostenere e sviluppare commercialmente<br />
il sistema per uno specifico periodo di<br />
tempo, dall’altro, alla parte pubblica (che mantiene<br />
la proprietà <strong>del</strong> sistema) si chiede di fornire<br />
la componente progettuale (des Dorides,<br />
Head of Concession Division GJU, 2006: 3).<br />
17 Impresa a cui nel 2005 sono stati affidati - grazie<br />
all’avanzata competenza di cui dispone nel<br />
settore sicurezza - design e descrizione <strong>del</strong>le<br />
specifiche <strong>del</strong>la politica di sicurezza per il <strong>progetto</strong><br />
<strong>Galileo</strong>. I requisiti includono elementi quali:<br />
la sicurezza <strong>del</strong>le comunicazioni (che implica<br />
la protezione <strong>del</strong>le reti e dei segnali), il controllo<br />
<strong>del</strong>l’accesso e <strong>del</strong>l’autentificazione rispetto a<br />
ogni livello di servizio, l’integrità <strong>del</strong> controllo, la<br />
segretezza dei dati trasmessi, la prevenzione di<br />
eventuali attacchi ...<br />
18 <strong>Galileo</strong> Advanced Concepts (call 2418) rientra<br />
nell’area due intitolata: “Definizione <strong>del</strong>la missione<br />
e implementazione”. Riguardo al <strong>progetto</strong><br />
GAC, ai partner coinvolti e agli obiettivi perseguiti<br />
si rimanda per maggiori informazioni ai seguenti<br />
siti internet:http://www.galileoju.com/page.cfm?voce=s3&idvoce=59;<br />
http://gac.eutelsat.fr.<br />
19 Informazione tratta dal seguente sito:<br />
http://www.esa.int/esaCP/SEM5HVLVGJE_Swit<br />
zerland_it_0.hmtl.<br />
20 Chiamati stazioni RIMS.<br />
21 E, naturalmente, la geografia, la geologia, i sistemi<br />
idraulici, etc.<br />
22 Rispettivamente guidati dalla NSL di Nottingham<br />
e dall’Università di Bologna - Facoltà di<br />
Ingegneria (con la partecipazione <strong>del</strong>la Provincia<br />
e <strong>del</strong>la Regione).<br />
23 Come in bibliografia: Fondazione Nord Est, Regione<br />
Veneto, Commissione Europea, ICE, Ministero<br />
degli Affari Esteri, EBDR, Vienna Institute<br />
for International Economic Studies...<br />
24 Global Position Reporting Service.<br />
25 <strong>Il</strong> caso <strong>del</strong>la Romania – come illustrato da Claudia<br />
Robiglio (1999), prendendo in esame le dinamiche<br />
proprie <strong>del</strong> settore calzaturiero veronese<br />
– è a riguardo emblematico. Si vedano inoltre<br />
studi di: Corò, Grandinetti, Schiattarella, Tattara<br />
e Volpe (citati in bibliografia).<br />
26 Nell’elaborazione di questo paragrafo si è tratto<br />
spunto dalle considerazioni fatte da Paolo Bordin<br />
e dai dati presentati durante la Conferenza<br />
“Progetto Belgrado - Bar”, tenutasi a Mestre<br />
(VE) il 20 settembre 2005.<br />
27 Dati tratti dal sito: www.balcanionline.it (agosto<br />
2006).<br />
28 Fatta eccezione per l’Albania, dove le stime si<br />
attestano su valori più contenuti.<br />
29 500-600 mezzi per ogni 1.000 abitanti.<br />
30 Prenotazione alberghiera, trasporto, visite guidate,<br />
etc.<br />
31 A riguardo si rimanda al Progetto “Mobiguiding”,<br />
finanziato dal Programma Europeo E-Content.<br />
32 Personal digital assistant<br />
33 L’Università di Trieste (C.E.R. - Centro di Eccellenza<br />
in TeleGeomatica) e l’Università di Verona<br />
(Dip. DESI - sezione di Geografia) sono impegnate<br />
a questo proposito con lavori di ricerca<br />
coordinati rispettivamente dal Prof. Giorgio Manzoni<br />
e dalla Prof.ssa Claudia Robiglio. In bibliografia<br />
si vedano a riguardo R. G. Rizzo (2006) e<br />
D. Gherdevich, S. Martinolli e R. G. Rizzo (2006).<br />
34 A tal proposito si riporta come esempio quanto<br />
espresso dalla Regione Veneto al capitolo 1 <strong>del</strong><br />
Programma Triennale di sviluppo dei sistemi turistici<br />
locali (2005 cit.): “... Infine, si intende sperimentare<br />
nel settore, anche quale possibile<br />
servizio al turista, l’utilizzo <strong>del</strong>le nuove tecnologie:<br />
ad esempio valutando l’introduzione <strong>del</strong>l’uso<br />
<strong>del</strong> GPS, le informazioni turistiche tramite telefonia<br />
mobile” (p. 9).<br />
35 Come il turismo nautico, in crescita da qualche<br />
anno e che rappresenta un’utenza esigente,<br />
qualificata ma anche “generosa”. In Croazia (in<br />
cui si contano 1.180 isole e 5.835 km di costa) ci<br />
sono 50 porticcioli turistici per un totale di 15.407<br />
posti barca complessivi e 115 compagnie nautiche<br />
registrate. Nel 2005 sono stati registrati circa<br />
500 mila diportisti, un numero in crescita e la<br />
tendenza positiva sembra destinata a continuare.<br />
Un’altra nicchia da sfruttare è quella dei turisti<br />
“verdi”, considerato che la Croazia ha otto parchi<br />
nazionali e i dieci parchi naturali (cfr. www.osservatoriobalcani.org<br />
- agosto 2006).<br />
36 Sei sono gli aeroporti con collegamenti internazionali:<br />
Zagabria, Pola, Zara, Spalato, Dubrovnik<br />
e Krk. In essi naturalmente i voli charter costituiscono<br />
la gran parte <strong>del</strong>l’offerta.<br />
37 E non è sempre così: si veda a esempio il caso<br />
<strong>del</strong>la Romania e <strong>del</strong> Mar Caspio.<br />
38 Per un approfondimento su questo tema si rimanda<br />
al seguente <strong>progetto</strong> implementato dalle<br />
Nazioni Unite: The E- Tourism Iniziative (Division<br />
on Services Infrastructure for Development<br />
and Trade Efficiency, UNCTAD).<br />
39 A esempio i camper.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
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Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 29
Attualità<br />
Sicurezza sul lavoro, dispositivi di protezione individuale e<br />
registro dei controlli antincendio.<br />
Giovanni Lugoboni, membro <strong>del</strong>la Commissione Sicurezza <strong>del</strong>l’Ordine ing. e Datore di lavoro comunale<br />
La sensibilità e l’interesse verso la sicurezza<br />
e il benessere lavorativo sta sempre<br />
più crescendo e negli ultimi anni si<br />
assiste a un’evoluzione positiva con<br />
nuova mentalità, sensibilità e interesse.<br />
Nel presente articolo vengono trattati<br />
due aspetti tecnici “ingegneristici” <strong>del</strong><br />
complesso mondo <strong>del</strong>la sicurezza sul<br />
luogo di lavoro.<br />
Detti aspetti tecnici, trattati per l’ente<br />
pubblico, si adattano benissimo anche<br />
per qualsiasi tipo di azienda.<br />
I dispositivi di protezione<br />
individuale nell’ente pubblico<br />
Per dispositivi di protezione individuale<br />
(D.P.I.) si intende qualsiasi indumento<br />
protettivo o attrezzatura (guanti, scarpe<br />
di sicurezza, ecc) destinata a essere indossata<br />
dal lavoratore allo scopo di proteggersi<br />
dai rischi residui (abrasioni o taglio<br />
<strong>del</strong>le mani, schiacciamento piede,<br />
ecc).<br />
I rischi residui sono quei rischi che non<br />
è stato possibile eliminare, o che è stato<br />
possibile solo ridurre attraverso misure<br />
tecniche di prevenzione o di riorganizzazione<br />
<strong>del</strong> lavoro.<br />
La principale legislazione italiana riguardante<br />
i D.P.I. è la seguente:<br />
- DPR n.547/1955 “Norme di prevenzione<br />
infortuni sul lavoro” (Titolo X,<br />
artt. 377-387);<br />
- D.Lgs. n.475/92 - Attuazione <strong>del</strong>la direttiva<br />
89/686/CEE in materia di riavvicinamento<br />
<strong>del</strong>le legislazioni degli Stati<br />
membri relative ai Dispositivi di Protezione<br />
Individuale (marcatura CE);<br />
- D.Lgs. n.626/94 - Attuazione <strong>del</strong>le direttive<br />
89/391/CEE, 89/654/CEE,<br />
89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE,<br />
90/279/CEE, 90/679/CEE riguardanti il<br />
miglioramento <strong>del</strong>la sicurezza e <strong>del</strong>la<br />
salute dei lavoratori sul luogo di lavoro<br />
(Titolo 4°, artt. 40-46);<br />
- D.Lgs. n.10/97 - Attuazione <strong>del</strong>le direttive<br />
93/68/CEE, 93/95/CEE e<br />
96/58/CEE relative ai Dispositivi di<br />
Protezione Individuale (Modifiche al<br />
D.Lgs. n.475 /92).<br />
Si ritiene inoltre opportuno citare le se-<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006<br />
guenti normative che riguardano aspetti<br />
tecnico-costruttivi dei vari tipi di dispositivi:<br />
- D.M. 17gennaio 1997 - Primo elenco<br />
di norme armonizzate concernente<br />
l’attuazione <strong>del</strong>la direttiva 89/686/CEE<br />
relativa ai Dispositivi di Protezione individuale;<br />
- D.M. 2 maggio 2001 - Criteri per l’individuazione<br />
e l’uso dei Dispositivi di<br />
Protezione Individuale;<br />
- D.M. 4 giugno 2001 - Secondo elenco<br />
di norme armonizzate concernente<br />
l’attuazione <strong>del</strong>la direttiva 89/686/CEE<br />
relativa ai Dispositivi di Protezione individuale;<br />
- D.M. 13 febbraio 2003 - Terzo elenco<br />
di norme armonizzate concernente<br />
l’attuazione <strong>del</strong>la direttiva 89/686/CEE<br />
relativa ai Dispositivi di Protezione individuale;<br />
<strong>Il</strong> datore di lavoro (DDL), su cui ricade direttamente<br />
la responsabilità <strong>del</strong>l’individuazione<br />
e <strong>del</strong>la gestione dei D.P.I., non<br />
può esimersi dal conoscere i contenuti di<br />
tutta la normativa riguardante i DPI.<br />
<strong>Il</strong> DDL può avvalersi <strong>del</strong>la consulenza e<br />
<strong>del</strong>la collaborazione <strong>del</strong> RSPP e dei tecnici<br />
di questo servizio per la scelta e l’idoneità<br />
dei DPI; inoltre potrà avvalersi<br />
<strong>del</strong>l’opera dei dirigenti e dei preposti per<br />
l’individuazione e la gestione dei DPI.<br />
Qualora il DDL intenda ricorrere all’istituto<br />
<strong>del</strong>la <strong>del</strong>ega, poiché i dirigenti degli<br />
enti locali sono in prevalenza amministrativi,<br />
si consiglia di <strong>del</strong>egare solamente<br />
la gestione dei DPI e non la scelta<br />
e l’idoneità degli stessi.<br />
La valutazione dei rischi, per i D.P.I. (che<br />
in questo caso saranno sempre e comunque<br />
“rischi residui”), è la principale<br />
fonte di informazione necessaria per<br />
definire sia la loro tipologia, sia le caratteristiche<br />
che gli stessi devono possedere<br />
per essere considerati idonei.<br />
Note sull’utilizzo dei D.P.I.<br />
Per raggiungere la tutela, la salute e la<br />
sicurezza dei lavoratori, gli accorgimenti<br />
da seguire sono i seguenti :<br />
a) eliminazione <strong>del</strong> rischio (normalmente<br />
tramite riorganizzazione <strong>del</strong> lavoro);<br />
b) contenimento <strong>del</strong> rischio (misura di<br />
protezione collettiva);<br />
c) separazione ambientale (misura di protezione<br />
collettiva);<br />
d) uso dei DPI (per il rischio residuo).<br />
Occorre quindi privilegiare gli interventi<br />
di natura tecnica e organizzativa direttamente<br />
sull’ambiente (protezione collettiva)<br />
e tendere il più possibile alla eliminazione<br />
totale dei rischi.<br />
A esempio, se si ha un forno o altro dispositivo<br />
che emette fumi o polveri, la<br />
cappa di aspirazione <strong>del</strong> fumo o <strong>del</strong>le<br />
polveri è un dispositivo di protezione<br />
collettiva, mentre la mascherina facciale<br />
per i presenti costituirebbe un dispositivo<br />
di protezione individuale.<br />
I DPI devono essere impiegati solamente<br />
dopo aver constatato che i rischi residui<br />
non possono essere eliminati o sufficientemente<br />
ulteriormente ridotti da misure<br />
tecniche di prevenzione, da dispositivi di<br />
protezione collettiva, o da procedimenti<br />
di riorganizzazione <strong>del</strong> lavoro; quindi i D-<br />
PI non devono essere sostitutivi di protezioni<br />
collettive, ma il loro impiego è consentito<br />
solo quando si è in presenza di rischi<br />
residui non eliminabili.<br />
Funzione dei D.P.I.<br />
I DPI sono attrezzature, equipaggiamenti,<br />
accessori, ecc. che hanno lo scopo di<br />
eliminare o limitare la possibilità di infortunio<br />
alla persona o alle parti <strong>del</strong> corpo.<br />
I DPI devono possedere, per legge, i<br />
“requisiti essenziali di salute e di sicurezza”<br />
previsti nell’allegato II <strong>del</strong> D.Lgs.<br />
n.475/92.<br />
La protezione dei DPI può essere<br />
- totale (interessare l’intero corpo);<br />
- parziale o singola (per una parte specifica),<br />
come nel caso di elmetto o<br />
guanti;<br />
- combinata, come nel caso di cuffie<br />
(per l’udito) + maschera (per le vie respiratorie);<br />
- a uso personale (calzature, indumenti,<br />
ecc);<br />
- a uso promiscuo di più persone (autorespiratori,<br />
tute speciali antifiamma,<br />
ecc.).<br />
31
Requisiti dei D.P.I.<br />
Per essere considerati tali i DPI devono<br />
possedere obbligatoriamente una serie<br />
di requisiti per la fabbricazione/commercializzazione<br />
e per l’utilizzo:<br />
- il fabbricante deve identificare quei requisiti<br />
di salute e di sicurezza che intende<br />
conferire al proprio dispositivo;<br />
- l’utilizzatore deve identificare sul mercato<br />
il prodotto per le proprie esigenze.<br />
<strong>Il</strong> fabbricante, a garanzia <strong>del</strong> prodotto<br />
con i requisiti essenziali, ha l’obbligo di<br />
certificare i DPI con la marchiatura CE<br />
che viene stampata su ogni dispositivo<br />
commercializzato.<br />
I DPI possono essere di 1 a , 2 a o 3 a categoria.<br />
Categorie di D.P.I.<br />
(D. Lgs. 475/92, art.4)<br />
I DPI sono suddivisi in tre categorie.<br />
1 a Categoria: DPI di semplice progettazione<br />
destinati a salvaguardare da<br />
danni fisici di lieve entità.<br />
2 a Categoria: DPI di tipo intermedio che<br />
non rientrano nelle altre due categorie.<br />
3 a Categoria: DPI di progettazione complessa<br />
destinati a salvaguardare da<br />
rischi di morte o da lesioni gravi e di<br />
carattere permanente.<br />
Rientrano nella terza categoria i seguenti<br />
DPI:<br />
- gli apparecchi di protezione respiratoria<br />
filtranti;<br />
- gli apparecchi che assicurano protezione<br />
contro le aggressioni chimiche;<br />
- i DPI destinati a salvaguardare dalla<br />
caduta dall’alto;<br />
- i DPI destinati a salvaguardare da<br />
tensioni elettriche pericolose;<br />
- i caschi e le visiere per motociclisti;<br />
- altri.<br />
Informazione, formazione<br />
e addestramento relativo a DPI<br />
<strong>Il</strong> DDL deve informare il lavoratore circa<br />
i rischi dai quali il DPI lo protegge<br />
(art.43, D.lgs. 626/94); inoltre deve assicurare<br />
adeguata formazione e addestramento<br />
circa l’uso corretto dei DPI.<br />
L’addestramento è obbligatorio per:<br />
a) i DPI di terza categoria;<br />
b) i DPI a protezione <strong>del</strong>l’udito.<br />
Nell’ente locale, considerato che i dispositivi<br />
di protezione individuale fanno<br />
parte di una materia molto tecnica, si<br />
consiglia di farli individuare per l’intero<br />
ente, e per conto <strong>del</strong> DDL o <strong>del</strong> dirigente,<br />
da un tecnico specializzato <strong>del</strong> servizio<br />
prevenzione e protezione e successivamente<br />
acquistati e distribuiti da<br />
un ufficio <strong>del</strong> settore economato.<br />
<strong>Il</strong> registro dei controlli<br />
antincendio nell’ente pubblico<br />
<strong>Il</strong> “Registro dei controlli Antincendio”<br />
viene istituito dalla normativa in materia<br />
di prevenzione incendi e in particolare<br />
dall’art. 5 <strong>del</strong> D.P.R. n°37/98 “Regolamento<br />
dei procedimenti relativi alla prevenzione<br />
incendi”, dal D.M. 569/92 “Regolamento<br />
concernente norme di sicurezza<br />
antincendio per gli edifici di interesse<br />
storico - artistico destinati a musei,<br />
gallerie, esposizioni e mostre”, dal<br />
D.P.R. 418/95 “Regolamento concernente<br />
norme di sicurezza antincendio<br />
per gli edifici di interesse storico-artistico<br />
destinati a biblioteche ed archivi”.<br />
Molti enti locali non prendono nella giusta<br />
considerazione tale registro che invece<br />
si dimostra uno strumento fondamentale<br />
per tener monitorati tutti gli adempimenti<br />
obbligatori che concorrono<br />
alla sicurezza antincendio <strong>del</strong>le principali<br />
strutture edilizie <strong>del</strong>l’ente.<br />
Bisogna subito chiarire che detto “Registro”<br />
deve essere mantenuto aggiornato<br />
e disponibile per i controlli dei comandi<br />
provinciali dei Vigili <strong>del</strong> Fuoco; la<br />
tenuta e la compilazione <strong>del</strong> “Registro”<br />
è obbligatoria per tutte quelle strutture,<br />
settori o C.d.R., nelle quali vi sono attività,<br />
soggette a controllo da parte dei<br />
VV.F., espressamente elencate nel D.M.<br />
16 febbraio 1982.<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>l’ente locale, le attività<br />
soggette a controllo di cui l’elenco <strong>del</strong><br />
D.M. 16/02/1982, più ricorrenti, sono le<br />
seguenti:<br />
- attività n° 90 - Edifici pregevoli per arte<br />
o storia e quelli destinati a contenere<br />
biblioteche, archivi, musei, gallerie,<br />
collezioni, ecc.;<br />
- attività n° 91 - Impianti per la produzione<br />
di calore con potenzialità superiore<br />
a 100.000 Kcal/h;<br />
- attività n° 83 - Locali di spettacolo e<br />
di trattenimenti con più di 100 posti;<br />
- attività n° 85 - Scuole di ogni ordine e<br />
grado con oltre 100 persone presenti;<br />
- attività n° 43 - Depositi di carta con<br />
più di 50 q.li;<br />
- attività n° 64 - Gruppi per la produzione<br />
di energia con potenza superiore<br />
25 Kw;<br />
- attività n° 89 - Uffici con oltre 500 addetti.<br />
Oltre che a un obbligo di legge, il “Registro”<br />
deve essere considerato anche<br />
come un utile ausilio per il dirigente al<br />
fine di avere sempre aggiornate le scadenze<br />
connesse con il corretto esercizio<br />
<strong>del</strong>l’attività, per quanto riguarda la<br />
sicurezza antincendio.<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>l’ente locale, detto registro<br />
dei controlli antincendio, serve anche<br />
al fine di responsabilizzare dirigenti<br />
e preposti di settori, musei, o altro,<br />
comprendenti attività soggette a controllo,<br />
obbligandoli a registrare la sorveglianza,<br />
le verifiche, i controlli, le manutenzioni<br />
effettuate nei confronti dei dispositivi<br />
antincendio <strong>del</strong>l’attività.<br />
Sul “Registro” devono essere riportate<br />
le annotazioni relative ai vari controlli effettuati<br />
periodicamente nonché la sorveglianza<br />
e le verifiche finalizzate al<br />
mantenimento, nel tempo, <strong>del</strong>l’efficienza<br />
e <strong>del</strong>l’efficacia dei dispositivi antincendio<br />
presenti nell’edificio (esempio:<br />
estintori portatili, idranti antincendio,<br />
impianto di allarme, ecc).<br />
Sul “Registro” deve essere annotata<br />
anche la manutenzione ordinaria e<br />
straordinaria effettuata per mantenere<br />
in efficienza o riparare le attrezzature e<br />
gli impianti mediante interventi di lieve<br />
entità, nel primo caso, o interventi più<br />
32 Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
consistenti, nel secondo caso.<br />
La sorveglianza viene effettuata da personale,<br />
normalmente presente sul posto,<br />
incaricato dal dirigente <strong>del</strong>l’attività<br />
da cui dipende; essa consiste in una<br />
sorveglianza visiva per verificare che le<br />
attrezzature, gli impianti e i dispositivi<br />
antincendio siano nelle normali condizioni<br />
operative, che siano accessibili,<br />
che non siano stati spostati temporaneamente<br />
e che non presentino danni<br />
materiali accertabili tramite semplice esame<br />
visivo.<br />
Con la sorveglianza si deve anche verificare<br />
giornalmente che le uscite di sicurezza<br />
siano facilmente agibili e prive<br />
di qualsiasi impedimento (esempio: uscite<br />
di sicurezza chiuse a chiave, oppure<br />
uscite di sicurezza ostruite da attrezzature<br />
ingombranti).<br />
Le verifiche e i controlli periodici vengono<br />
effettuate da tecnici specializzati,<br />
appartenenti normalmente a ditte esterne,<br />
espressamente incaricati con contratto<br />
allo scopo (allegato 6 <strong>del</strong> D.M.<br />
10/03/98).<br />
Le verifiche e i controlli periodici devono<br />
comprendere l’insieme <strong>del</strong>le operazioni<br />
e degli interventi finalizzati alla verifica<br />
<strong>del</strong>la completa e corretta funzionalità<br />
<strong>del</strong>le attrezzature e degli impianti.<br />
In commercio esistono vari tipi di registro<br />
dei controlli antincendio più o meno<br />
completi e attendibili.<br />
Si rileva infine che, la mancata tenuta<br />
<strong>del</strong> “Registro” non comporta, per se<br />
stessa, sanzioni in quanto è la mancata<br />
attuazione degli obblighi che in esso<br />
vanno annotati che costituisce oggetto<br />
di specifiche sanzioni previste dal DPR<br />
547/55, art.34 e applicate con la procedura<br />
<strong>del</strong> D.Lgs.758/94.<br />
Qualora però il Comando VV.F. non trovasse<br />
il “Registro” in ordine, potrebbe<br />
non rilasciare o non rinnovare il certificato<br />
di prevenzione incendi (C.P.I.).<br />
<strong>Il</strong> “Registro” ha anche l’importantissima<br />
funzione di mettere in luce le non<br />
conformità e le inadempienze che spesso,<br />
per inerzia, si possono verificare nell’ente<br />
locale (mancanza <strong>del</strong> certificato di<br />
prevenzione incendi, mancata manutenzione<br />
degli impianti tecnologici, ecc) e<br />
che, una volta rimosse, determinano<br />
maggiore sicurezza per i dipendenti e inoltre<br />
evitano che gli enti esterni di controllo,<br />
magistratura compresa, possano<br />
addebitare all’amministazione locale inopportune<br />
inerzie o tolleranze.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 33
Attualità<br />
Gru su autocarro - Proposta di calcolo <strong>del</strong>la reazione massima<br />
sullo stabilizzatore<br />
Antonio Luigi Di Renzo - Coordinatore VIII U.F. - Dipartimento Omologazione e Certificazione - ISPESL - Roma<br />
Premessa<br />
<strong>Il</strong> presente studio nasce nel periodo in cui era vigente l’omologazione<br />
<strong>del</strong>le gru su autocarro che veniva effettuata dall’ISPESL previa<br />
approvazione di una relazione tecnica redatta in conformità alla<br />
circolare n°77 /76 <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong> Lavoro e Previdenza Sociale.<br />
In tale contesto si era notato che quasi tutti i progettisti assumevano<br />
come condizione peggiore per il calcolo degli stabilizzatori quella<br />
che prevedeva come reagente un solo stabilizzatore. Se tale ipotesi,<br />
teoricamente errata e tecnicamente pericolosa, poteva essere<br />
contrastata dall’ISPESL nel corso <strong>del</strong>l’esame preliminare <strong>del</strong>la<br />
documentazione stessa, nell’attuale fase di vigenza <strong>del</strong>la Direttiva<br />
Macchine, recepita con il D.P.R.459/96, è esclusivamente il costruttore,<br />
come ben noto, il solo responsabile <strong>del</strong>la corretta progettazione<br />
<strong>del</strong>la macchina, non essendo previsto alcun controllo o validazione<br />
dei calcoli da parte di soggetti pubblici o privati.<br />
D’altronde, la presunzione di conformità alla Direttiva Macchina<br />
può derivare al costruttore solo se costruisce la macchina in<br />
conformità alla norma armonizzata pertinente, che in questo caso<br />
è la EN 12999, che, peraltro, non fornisce, nella attuale versione,<br />
un metodo per il calcolo <strong>del</strong>le reazioni sugli stabilizzatori. Si è ritenuto,<br />
quindi, utile ripresentare e pubblicare il presente studio che<br />
si prefigge un duplice scopo: evitare che i progettisti assumano<br />
ipotesi errate come quella su riportata e dare contributo in tal senso<br />
proponendo un metodo di calcolo semplificato <strong>del</strong>la reazione<br />
massima su uno stabilizzatore di una gru su autocarro, da inserire<br />
nella nuova norma armonizzata EN 12999. <strong>Il</strong> metodo descritto in<br />
questo studio aderisce significativamente alla realtà in quanto rispecchia<br />
il corretto e appropriato uso <strong>del</strong>la gru nel rispetto <strong>del</strong>le<br />
istruzioni <strong>del</strong> costruttore <strong>del</strong>la stessa.<br />
Partendo, infatti, dall’ipotesi esemplificativa ma cautelativa di trave<br />
appoggiata su due stabilizzatori e tenendo conto anche <strong>del</strong>la collaborazione<br />
<strong>del</strong>le sospensioni <strong>del</strong>l’autoveicolo tramite l’introduzione<br />
di un coefficiente K (variabile da 0 a 1), il presente metodo analizza<br />
e calcola la reazione massima R nelle varie fasi di lavoro <strong>del</strong>la gru,<br />
partendo dalla fase iniziale, consistente nella stabilizzazione <strong>del</strong><br />
complesso gru-autocarro, tramite il piazzamento degli stabilizzatori,<br />
per finire poi alle varie fasi di sollevamento dei carichi Ni, che variano<br />
da quello massimo al minimo raggio a quello minimo al massimo<br />
raggio. Viene inoltre evidenziato, tramite l’introduzione <strong>del</strong><br />
coefficiente di stabilizzazione K, l’influenza <strong>del</strong> grado di stabilizzazione<br />
sul valore <strong>del</strong>le reazioni, atteso che normalmente si ipotizza<br />
che gli stabilizzatori in fase inizio lavoro siano scarichi.<br />
I risultati cui si perviene, confermano, ovviamente, che nelle gru<br />
su autocarro la reazione massima si ha quando reagiscono i<br />
due stabilizzatori e non quando reagisce un solo stabilizzatore;<br />
ciò perché la gru su autocarro si caratterizza come gru a<br />
momento costante.<br />
Viene dimostrato, quindi, che l’ipotesi fatta da alcuni progettisti<br />
e/o costruttori, secondo cui la reazione massima sullo stabilizzatore<br />
si ha quando è attivo un solo stabilizzatore mentre l’altro<br />
è scarico, porta al calcolo di una reazione massima nettamente<br />
inferiore a quella corrispondente al caso in cui reagiscono i due<br />
36<br />
stabilizzatori (che generalmente si ha per le portate max), con<br />
conseguente reale pericolo di sottodimensionamento <strong>del</strong>le<br />
strutture interessate.<br />
1. Ipotesi<br />
• Rigidezza basamento-sfilanti >> rigidezza sospensioni<br />
• Carichi agenti nel piano anziché nello spazio.<br />
• azioni Z, N e G nello stesso piano di M e N<br />
• Asse braccio gru in asse con basamento/sfilanti.<br />
• Asse braccio gru parallelo al suolo.<br />
N.B. Delle quattro ipotesi assunte, quella meno reale è la seconda,<br />
ma si ritiene accettabile in quanto cautelativa e giustificata<br />
dal fatto che la distanza tra asse anteriore veicolo e asse<br />
gru è molto piccola.<br />
Fig. 1<br />
2. Simbologia<br />
Con riferimento allo schema di fig. 1, fig. 1.1, fig. 2 e fig. 2,1, si ha:<br />
T Tara <strong>del</strong> veicolo che compete all’asse presso il quale<br />
è installata la gru;<br />
G Massa <strong>del</strong>la gru<br />
Z=T+G Tara + massa gru<br />
Ke Costante elastica <strong>del</strong>le sospensioni <strong>del</strong> veicolo<br />
2d Distanza reciproca <strong>del</strong>le sospensioni<br />
N Carico sollevato dalla gru<br />
M Momento trasmesso dalla gru, dovuto al carico<br />
N e alla massa ruotante <strong>del</strong>la stessa<br />
b Distanza tra lo stabilizzatore e la mezzeria <strong>del</strong> veicolo<br />
K Coefficiente, variabile da 0 a 1, che tiene conto<br />
<strong>del</strong> grado di stabilizzazione <strong>del</strong>la gru: K=1<br />
quando le sospensioni assorbono tutto il carico<br />
Z (=T+G), K=0 quando gli stabilizzatori hanno<br />
scaricato completamente le sospensioni<br />
Quota parte <strong>del</strong> carico Z che rimane sulle<br />
sospensioni, prima <strong>del</strong> sollevamento <strong>del</strong> carico<br />
N e reazione <strong>del</strong>la sospensione nella fase di<br />
stabilizzazione<br />
Quota parte <strong>del</strong> carico Z che rimane sugli<br />
stabilizzatori prima <strong>del</strong> sollevamento <strong>del</strong> carico N;<br />
Reazioni <strong>del</strong>le sospensioni nella generica<br />
configurazione<br />
N.B. <strong>Il</strong> presente studio si riferisce, per semplicità, ad una gru<br />
con colonna centrata rispetto alla mezzeria <strong>del</strong> veicolo e alla<br />
luce degli stabilizzatori. <strong>Il</strong> metodo, comunque, è applicabile<br />
anche al caso di una gru con installazione disassata con le<br />
opportune varianti.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
3. Stabilizzazione <strong>del</strong>la Gru<br />
Fig. 1.1<br />
4. Sollevamento <strong>del</strong> carico N<br />
4.1 Caso 1: (v. fig. 1.1, 2 e 2.1 )<br />
Calcolo reazioni<br />
(1) (2)<br />
Eccentricità<br />
Dalla (1), R1 >0 quando<br />
cioè, quando<br />
e poiché M = N·e1 si ha (3)<br />
Fig. 2<br />
Schema equivalente<br />
Fig. 2.1<br />
e1<br />
4.2 Caso 2: (v. fig. 3 e 3.1)<br />
Si aumenta l’eccentricità “e” <strong>del</strong> carico N fino a scaricare lo<br />
stabilizzatore di sinistra; in questo caso.<br />
Fig. 3<br />
Fig. 3.1<br />
Calcolo reazioni (v. fig. 3 e 3.1)<br />
da cui<br />
e sostituendo in R2 (formula (2), si ha<br />
(4)<br />
Inoltre, per l’equilibrio <strong>del</strong>le forze verticali ΣF V = 0,<br />
In conclusione,<br />
(6)<br />
Eccentricità<br />
Dalla (6) e poiché M =N·e2 sostituendo in (6)<br />
(7)<br />
4.3 Caso 3:<br />
cioè (5)<br />
Si aumenta l’eccentricità “e” fino a scaricare parzialmente le<br />
sospensioni, in questo caso F1 e F2 sono > 0 ma ambedue <<br />
di<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 37
Calcolo reazioni (v. fig. 4 e 4.1)<br />
Fig. 4<br />
da cui<br />
(8)<br />
38<br />
Fig. 4.1<br />
da cui cioè<br />
(9) R 2 = z+N-(F 1 +F 2 ) In conclusione<br />
(10)<br />
Calcolo di e di<br />
(12)<br />
(13)<br />
(14)<br />
e poiché e si ha<br />
per cui, sottraendo<br />
e sommando, si ha<br />
e sostituendo nella (10),<br />
si ha<br />
Calcolo di K e Δs 1<br />
Facendo il momento rispetto allo stabilizzatore (2), si<br />
ha:<br />
, cioè<br />
Sostituendo a (F + F ) e a (F - F ) le espressioni prece-<br />
1 2 1 2<br />
dentemente trovate e facendo le opportune semplificazioni<br />
si ha:<br />
(15)<br />
Eccentricità<br />
Dalla formula (14), sostituendo a M =N-e 3 si ha<br />
(16)<br />
N.B. Se si ritorna al caso trattato nel punto<br />
4.2, per cui si ha<br />
e<br />
Se si torna al punto seguente in cui e<br />
4.4 Caso 4 (v. fig. 5 e 5.1)<br />
Si aumenta l’eccentricità “e” fino a scaricare la sospensione<br />
di sinistra; in questo caso si ha:<br />
Calcolo reazioni<br />
Fig. 5<br />
Fig. 5.1<br />
, da cui<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
(17)<br />
(18)<br />
In conclusione,<br />
(19)<br />
Calcolo di F2.<br />
R 2 + F 2 = N + Z, da cui<br />
da cui<br />
Tenendo presente la formula (12) e che in questo caso<br />
F 1 = 0, si ha:<br />
e, quindi<br />
(20)<br />
Sostituendo l’espressione di F 2 trovata nella (20), nella<br />
formula (19), si perviene alla formula finale seguente:<br />
(21)<br />
Eccentricità<br />
Dalla (21) ponendo nella stessa M = N W e4 si ha:<br />
e con le opportuna semplificazioni, si ha:<br />
(22)<br />
4.5 Caso 5<br />
Si aumenta l’eccentricità “e” fino a scaricare anche la<br />
sospensione di destra; in questo caso<br />
R1 = F1 = F2 = 0<br />
Calcolo reazione (v. fig. 6 e 6.1)<br />
(23)<br />
ma poiché<br />
(24)<br />
Fig. 6<br />
Fig. 6.1<br />
In definitiva,<br />
(25)<br />
Eccentricità<br />
da cui<br />
Dalla (25), ponendo si ha:<br />
(26)<br />
5. Riassunto <strong>del</strong>le formule <strong>del</strong>la reazione R 2<br />
Raccogliendo le espressioni, precedentemente trovate,<br />
<strong>del</strong>la reazione R 2 per i quattro casi più significativi – (si<br />
trascura il caso trattato al punto 4.3)- e ricordando che,<br />
nelle gru su autocarro, il momento è praticamente costante,<br />
per cui<br />
si ha:<br />
Caso 1<br />
= =<br />
(27) poiché<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 39
Caso 2<br />
(28)<br />
Caso 4:<br />
(29)<br />
Caso 5:<br />
(30)<br />
5.1 Confronto dei valori <strong>del</strong>le reazioni - R 2 a parità<br />
<strong>del</strong> coefficiente K<br />
Si analizzano ora i quattro casi, sopra esposti, fissando<br />
il valore <strong>del</strong> coefficiente K (cioè, il grado di stabilizzazione<br />
<strong>del</strong>la gru) e si confrontano, per questo valore di K, le<br />
reazioni R 1 nei quattro casi esaminati al punto 5.<br />
5.1.1 Si pone K=1<br />
Caso 1<br />
Dalla (27)<br />
Caso 2<br />
Dalla (28)<br />
Caso 4<br />
Dalla (29)<br />
Caso 5<br />
Dalla (30)<br />
–<br />
Come si può notare dal raffronto <strong>del</strong>le varie espressioni<br />
di R 2, nell’ipotesi che K sia uguale a 1 (K=1) ( ipotesi che<br />
corrisponde alla condizione reale che le sospensioni<br />
<strong>del</strong>l’autocarro assorbano tutto il carico Z = (T+G) e, di<br />
conseguenza, gli stabilizzatori siano scarichi prima <strong>del</strong><br />
sollevamento <strong>del</strong> carico N), la R 2 maggiore è sempre<br />
quella corrispondente al caso<br />
Confrontando, infatti, la R 2 <strong>del</strong> caso 1 e <strong>del</strong> caso 2, si ha<br />
che è sempre maggiore di essendo e 1 < b<br />
5.1.2 Si pone K = 0<br />
Caso 1<br />
(dalla 27)<br />
Caso 2<br />
Caso 4<br />
Caso 5<br />
Anche in questo caso (K=0), che corrisponde alla condizione<br />
reale che le sospensioni <strong>del</strong>l’autocarro siano completamente<br />
scaricate prima <strong>del</strong> sollevamento <strong>del</strong> carico<br />
N, la reazione maggiore è sempre quella corrispondente<br />
al caso in cui<br />
Da quanto visto nei due precedenti casi (K=1 e K=0), si<br />
deduce che, per tutti i valori di K compresi tra 0 e 1, la<br />
R2 maggiore è sempre quella in cui reagiscono i due<br />
stabilizzatori (caso 1: ), come d’altronde facilmente<br />
prevedibile, in accordo con gli elementari principi<br />
di Scienza <strong>del</strong>le Costruzioni per il caso in esame di<br />
trave caricata da forze verticali e con momento costante;<br />
e ciò anche considerando la collaborazione o meno<br />
di appoggi elastici identificabili nelle sospensioni <strong>del</strong>l’autocarro.<br />
6. Ricerca <strong>del</strong> valore K per cui R 1 > O<br />
Nel caso trattato al punto 4.1 si ha<br />
R 1 > 0 quando è >0,<br />
cioè, , cioè quando<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 41<br />
(31)<br />
ed essendo , sostituendo<br />
Analizzando la formula (31), si può notare che:<br />
• Se e 1
una quantità >1. Ciò vuol dire che per qualsiasi valore di<br />
K si ha sempre una reazione R 1 positiva, cioè, R 1>0.<br />
• Se e 1 =b per , mentre per K = 1, R 1 = 0.<br />
• Se e 1 0 solo per i valori di K che soddisfano<br />
alla disuguaglianza (31); per valori di K uguali al secondo<br />
termine <strong>del</strong>la disuguaglianza R 1 = 0<br />
Caso particolare<br />
Si assuma (v. Punto 4, caso 5)<br />
Sostituendo nella formula (31) e facendo le opportune<br />
semplificazioni, si ha<br />
(32)<br />
Inserendo nella (32) o nella (31) i valori – e i – corrispondenti<br />
alle varie portate N i <strong>del</strong>la gru, si determinano i valori<br />
di K, per ogni portata N i, in base ai quali è possibile<br />
sapere se si ha la condizione R 1>0 e R 2>0 oppure<br />
R 1 = 0 e R 2>0.<br />
6.1<br />
Al fine <strong>del</strong>la determinazione <strong>del</strong>le condizioni di carico<br />
per le quali si ha R 1>0 e R 2>0, si può utilizzare in alternativa<br />
alla (31) la formula (3)<br />
(3)<br />
dove N i sono le portate ai vari sbracci.<br />
Le due formule portano ovviamente agli stessi risultati<br />
in quanto nella (31) gli e i, da inserire nella formula sono<br />
gli effettivi sbracci <strong>del</strong>le portate N i, avendo fissato K=1,<br />
mentre nella formula (3) gli e i rappresentano le eccentricità<br />
dei carichi ideali - N i +(I-K) Z -.<br />
7. Differenza tra i valori <strong>del</strong>la R 2 calcolati<br />
nell’ipotesi R 1=0 e nell’ipotesi R 1 >0 e R 2 >0.<br />
Per valutare la differenza che intercorre nel calcolare la<br />
reazione massima R 2 nel caso e/o ipotesi che lo stabilizzatore<br />
opposto al carico sia sempre scarico con la R 2 in<br />
cui reagiscono entrambi gli stabilizzatori, e, quindi, per<br />
evidenziare l’errore che si commette, si può operare nel<br />
modo seguente.<br />
Dalla (27) si ha: (Caso 1)<br />
42<br />
Dalle formule relative agli altri tre casi (28, 29 e 30) si ha<br />
che la reazione massima è<br />
(Caso 5 o Caso 2)<br />
Facendo il rapporto tra le due R2 si ha<br />
(32)<br />
e semplificando<br />
e indicando con x il 2° membro <strong>del</strong>la (32), si ha<br />
(33) con<br />
<strong>Il</strong> coefficiente x è sempre maggiore di 1 per qualsiasi<br />
valore di K in quanto b è maggiore di e 1 ed esso rappresenta<br />
l’errore percentuale che si commette nel calcolare<br />
la R 2 con un solo stabilizzatore reagente rispetto alla R 2<br />
calcolata con due stabilizzatori reagenti, come comunemente<br />
avviene nelle gru su autocarro.<br />
Volendo valutare il massimo e il minimo valore di x e,<br />
quindi, l’errore massimo e minimo che si commette,<br />
calcoliamo x per K=0 e per K=1, che corrispondono, rispettivamente,<br />
al caso in cui le sospensioni <strong>del</strong>l’autocarro<br />
sono completamente scariche (K=0) e al caso in<br />
cui le sospensioni <strong>del</strong>l’autocarro hanno assorbito tutta<br />
la zavorra Z.<br />
(34) Per K=0,<br />
(massima stabilizzazione)<br />
(35) Per K=1<br />
(minima stabilizzazione)<br />
8. Valutazione <strong>del</strong>l’errore<br />
Si ipotizza una gru in cui la portata massima N 1 abbia<br />
eccentricità e 1 = 2m, la portata minima N 5 una eccentricità<br />
e 5 =10m. Sia M il momento costante e la semiluce<br />
<strong>del</strong>l’apertura degli stabilizzatori b = 2,5 m.<br />
Dalla formula (30) <strong>del</strong> Caso 5, si ricava<br />
e sostituendo nella (34), si ha<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
cioè, lo scarto tra la R 2 <strong>del</strong> caso 4.1 (due stabilizzatori<br />
reagenti) e quella <strong>del</strong> caso 4 (uno stabilizzatore<br />
reagente) è, per K=0, <strong>del</strong> + 50%, vale a dire che l’errore<br />
che si commette nel calcolo <strong>del</strong>la reazione<br />
massima R 2 , considerando come condizione peggiore<br />
quella per la quale reagisce un solo stabilizzatore<br />
è <strong>del</strong> 50% minore rispetto a quella che si ha<br />
quando reagiscono i due stabilizzatori.<br />
Per K=1, si ha che, sostituendo i dati nella (35),<br />
vale a dire che, per K=1, l’errore che si commette è<br />
<strong>del</strong> +12,5%.<br />
Resta, quindi, dimostrato che calcolare la reazione R 2<br />
con lo stabilizzatore opposto sempre scarico (R 1=0), oltre<br />
a non rispecchiare il reale uso <strong>del</strong>la gru, comporta in<br />
ogni caso un errore che, a secondo <strong>del</strong> valore di K, può<br />
variare da massimo <strong>del</strong> 50% ad un minimo <strong>del</strong> 12,5%<br />
sull’effettivo carico gravante sullo stabilizzatore, con<br />
conseguente sottodimensionamento <strong>del</strong>lo stabilizzatore<br />
e <strong>del</strong>la trave portastabilizzatore.<br />
9. Esempio applicativo<br />
Si riporta lo studio di una gru su autocarro per applicare<br />
la teoria precedentemente svolta, e, in particolare, per<br />
dimostrare che le tabelle di portata <strong>del</strong>la gru su autocarro<br />
comportano sempre il caso in cui reagiscono i<br />
due stabilizzatori, contrariamente a quanto applicato<br />
quasi uniformemente da progettisti e costruttori per<br />
molti dei quali reagisce sempre e solo uno stabilizzatore.<br />
Con riferimento allo schema e ai dati seguenti, si pone<br />
Fig. 7<br />
M=20.000 daNm b=2,5m d=0,5m<br />
Si suppone di stabilizzare la gru in base alla portata di<br />
2.000 daN a 10 m. Si ha<br />
daN.<br />
Si applica ora la formula (3) per trovare i casi in cui R 1 e,<br />
R2 dando a K i valori 1 e 0 e considerando le portate Ni<br />
come se fossero sempre le massime.<br />
Calcolo di e 1 per le varie portate.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 43<br />
(3)<br />
Portata 10.000 daN/2m per K=1 e 1 = 2m < 2,5 →(verificata)<br />
per K=0 e 1 = 1,250 < 2,5 →(verificata)<br />
Portata 8.000 daN/2,5m per K=1 e 1 = 2,5 = 2,5 → (non verificata)<br />
per K=0 e 1 = 1,429 < 2,5 →(verificata)<br />
Portata 4.000 daN/5m per K=1 e 1 = 5 > 2,5 → (non verificata)<br />
per K=0 e 1 = 2 < 2,5 →(verificata)<br />
Portata 2.000 daN/10m per K=1 e 1 = 10 >2,5 → (non verificata)<br />
per K=0 e 1 = 2,5 =2,5 → (non verificata)<br />
Per le varie portate si nota che,<br />
• per K=0, la disuguaglianza (3) è sempre soddisfatta<br />
per tutte le portate, tranne che per la portata di 2.000<br />
daN/10m per la quale c’è l’uguaglianza. Ciò vuol dire<br />
che per tutte le portate si ha il caso in cui reagiscono i<br />
due stabilizzatori (R 1>0, R 2> 0), mentre per la portata<br />
di 2.000 daN/10m si ha il caso R 1=0.<br />
Calcolo reazioni massime (10.000 / 2m)<br />
(formule 5.1.2 - caso 1)<br />
Calcolo reazione minima (2000 daN/10m)<br />
Errore percentuale connesso; nel presupposto che<br />
R 1 sia sempre = 0<br />
• per K=1, la portata che verifica la (3) è quella di 10.000<br />
daN/2m, per la quale, quindi, si ha R 1 > 0 e R 2 > 0; per<br />
la portata di 8.000 daN/2,5m, essendoci l’uguaglianza,<br />
si ha R 1 = 0:, come anche per le altre due portate.<br />
Calcolo reazioni massime (10.000 / 2m)<br />
(formule 5.1.1 - caso 1)
Calcolo reazione minima (8000 daN/2,5m)<br />
R 1 = 0<br />
Errore percentuale connesso;<br />
nel presupposto che R 1 sia sempre = 0<br />
• Portata 4.000/5m:<br />
per K = 1, la disuguaglianza non è soddisfatta: poiché<br />
e 1 = 5 m > 2,5 m per cui la R 1 = 0 e quindi lo stabilizzatore<br />
è scarico.<br />
Nota 1 - Questa condizione si può verificare anche<br />
usando la formula (31). Si ha infatti<br />
Ciò vuol dire che per un coefficiente di stabilizzazione<br />
K < 0,333 si ha una reazione positiva sullo stabilizzatore<br />
opposto al carico al carico per cui R1 > 0.<br />
Calcolo reazioni<br />
(formule p.to 4.3 – caso 3- R1 = 0 e F1 e F2> 0)<br />
Calcolo<br />
(15)<br />
(12)<br />
(14)<br />
Portata 2.000/10m<br />
per K = 1, la disuguaglianza non è soddisfatta: poiché<br />
e 1 = 10 m > 2,5 m per cui la R 1 = 0 e quindi lo stabilizzatore<br />
è scarico.<br />
Nota 2 - Questa condizione si può verificare anche<br />
usando la formula (31).<br />
Si ha infatti<br />
Calcolo<br />
44<br />
Applicando la (15) si trova :<br />
(15)<br />
(valore maggiore dei 3.000 daN con cui era stata stabilizzata<br />
la gru).<br />
Calcolo reazioni<br />
(p.to 4.4 Caso: 4 R1 = 0, F1 = 0, F2 > 0)<br />
Dalla (22) ricaviamo la nuova zavorra Z4<br />
(21)<br />
Nota 3 - È interessante applicare per la verifica trattata<br />
la formula (31) in quanto viene chiarita e quantificata,<br />
tramite il fattore k, l’importanza <strong>del</strong>la stabilizzazione<br />
ai fini <strong>del</strong>le reazioni.<br />
; posto si ha:<br />
- 10.000 daN/2m<br />
K 0 per qualsiasi valore di K<br />
K ≤1 (x=0) R1 > 0 per K < 1<br />
R1 = 0 per K = 1<br />
- 4.000 daN/5m<br />
K (x=-0,667)R1 > 0 per K < 0,333<br />
R1 = 0 per K = 0,333<br />
- 2.000 daN/10m<br />
K =0 (x = -1) R1 = 0 per K = 0<br />
Per la portata di 4.000 daN si nota che per un coefficiente<br />
di stabilizzazione K < 0,333 si ha una reazione<br />
positiva sullo stabilizzatore opposto al carico (R1 > 0),<br />
così come già riportato in nota 1.<br />
10. Conclusione<br />
L’errore minimo <strong>del</strong> 12,5 %, peraltro già considerevole,<br />
riportato al precedente p.to 8 e quantizzato nel successivo<br />
esempio dimostrativo <strong>del</strong> p.to 9, rappresenta in effetti<br />
solo una valutazione teorica e, comunque, destinata<br />
nella realtà a sicuro incremento per i seguenti motivi:<br />
• l’operatore <strong>del</strong>la gru, nel rispetto <strong>del</strong>le indicazioni <strong>del</strong><br />
costruttore <strong>del</strong>la gru, dovrebbe abbassare gli stabilizzatori<br />
per appoggiarli a terra rendendoli attivi ma pra-<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
ticamente scarichi. Essendo, però, tale operazione affidata<br />
alla sola discrezionalità <strong>del</strong>l’operatore, gli stabilizzatori,<br />
normalmente, vengono abbassati fino a scaricare<br />
parzialmente le sospensioni <strong>del</strong>l’autocarro, rendendo,<br />
quindi, puramente teorica la condizione K=1;<br />
ciò si traduce automaticamente in un aumento <strong>del</strong> carico<br />
Z sugli stabilizzatori;<br />
• è usuale accoppiare ad un tipo di gru una serie di autocarri<br />
aventi una tara sempre crescente, da quella<br />
minima, calcolata per la condizione per cui R 1 = 0, a<br />
quella massima. Questo accoppiamento, se garantisce<br />
una sicurezza maggiore al ribaltamento, si traduce<br />
per gli stabilizzatori in una condizione più gravosa<br />
ai fini <strong>del</strong>la resistenza degli stessi; ipotizzando, infatti,<br />
un coefficiente K uguale per tutti gli accoppiamenti<br />
gru-autocarro è evidente che gli stabilizzatori <strong>del</strong>la<br />
gru installata sull’autocarro maggiore assorbiranno<br />
una quota parte di Z maggiore in quanto la tara è<br />
quella <strong>del</strong>l’autocarro avente massa maggiore.<br />
11. Proposta<br />
Alla luce di quanto sopra riportato, sarebbe opportuno<br />
che nella nuova norma EN 12999 venisse inserito questo<br />
tipo di verifica, che consentirebbe, qualora non fossero<br />
adottati metodi di calcolo più rigorosi, un calcolo<br />
certamente più semplice e cautelativo ma sempre comunque<br />
rispettoso <strong>del</strong>le reali condizioni d’uso <strong>del</strong>la<br />
macchina.<br />
<strong>Il</strong> recepimento <strong>del</strong> suddetto metodo nella norma sud-<br />
detta, infatti, raggiungerebbe i seguenti obiettivi:<br />
• permettere al progettista di esplorare il comportamento<br />
<strong>del</strong>la struttura in tutte le sue configurazioni tenendo<br />
in conto anche il contributo <strong>del</strong>le sospensioni<br />
<strong>del</strong>l’autocarro;<br />
• garantire una corretta valutazione <strong>del</strong>la reazione massima<br />
sullo stabilizzatore che, come dimostrato, si ha<br />
si ha quando reagiscono sempre i due stabilizzatori;<br />
• escludere definitivamente ogni ulteriore possibilità di<br />
errore da parte di costruttori/progettisti, che consideravano<br />
e considerano ancora come condizione peggiore<br />
per gli stabilizzatori quella che prevede reagente<br />
un solo stabilizzatore.<br />
N.B.<br />
Gli organi preposti alle verifiche di legge sugli apparecchi<br />
in argomento marcati CE (ISPESL, organi di vigilanza<br />
territoriali) possono controllare in sede di verifica e,<br />
quindi, a posteriori, il corretto calcolo <strong>del</strong>la reazione<br />
massima in quanto sul manuale di istruzioni deve essere<br />
necessariamente riportata, in ottemperanza a quanto<br />
previsto al punto 4.4.2 <strong>del</strong>l’Allegato I al DPR 459/96, o<br />
la reazione massima sugli appoggi oppure la pressione<br />
massima sul terreno con i piattelli di appoggio standard<br />
in dotazione alla gru.<br />
Se tale reazione corrisponde alla massima pressione<br />
che si instaura nella camera <strong>del</strong> cilindro stabilizzatore<br />
(facilmente rilevabile mediante lettura su un manometro)<br />
allora vuol dire che la reazione massima calcolata è<br />
corretta; diversamente la reazione riportata sul libretto<br />
non corrisponde alla condizione peggiore per la trave<br />
porta stabilizzatore.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 45
Commissioni <strong>del</strong>l’Ordine<br />
Programma <strong>del</strong>le Commissioni per il quadriennio 2006-2010<br />
Con il rinnovo <strong>del</strong> Consiglio si è proceduto<br />
anche a rivedere le Commissioni esistenti, i<br />
coordinatori <strong>del</strong>le commissioni sono stati<br />
invitati a tracciare un <strong>programma</strong> di lavoro<br />
di massima concordato con i propri componenti.<br />
Si è deciso di pubblicare queste<br />
linee <strong>programma</strong>tiche in modo da permettere<br />
un avvicinamento degli iscritti alle<br />
Commissioni e alle proposte che queste<br />
stanno organizzando.<br />
ICT<br />
• Prosecuzione degli obiettivi di valorizzazione<br />
e formalizzazione <strong>del</strong>la professione<br />
di ingegnere informatico fino alla attuazione<br />
di quanto espresso nell’apposito<br />
documento <strong>del</strong> CNI, nella formulazione<br />
<strong>del</strong> quale hanno grandemente<br />
contribuito questa commissione e la<br />
analoga commissione <strong>del</strong>l’Ordine di Venezia.<br />
• Gruppo di lavoro permanente sulle nuove<br />
tecnologie a supporto degli altri settori<br />
<strong>del</strong>l’ingegneria.<br />
• Collaborazione continua con il Notiziario<br />
- obiettivo: 2 articoli/anno.<br />
• Organizzazione convegni su argomenti<br />
inerenti l’informatica: 1/anno.<br />
• Formazione continua - obiettivo: organizzazione<br />
di 3 corsi ogni 2 anni.<br />
• Definizione di una ipotesi tariffaria per gli<br />
ingegneri <strong>del</strong>l’informazione.<br />
• Coordinamento con altre commissioni<br />
ICT in Italia.<br />
• Iscrizione alla Digital Library <strong>del</strong>l’IEEE.<br />
• Osservatorio su aspetti legali nell’applicazione<br />
<strong>del</strong>l’informatica.<br />
IMPIANTI - SEZ. TERMICI<br />
• Approfondimenti sul D.Lgs. 192/05 con<br />
successive modifiche e integrazioni, con<br />
formulazione di quesiti e interpretazioni<br />
sugli aspetti più controversi, con l’auspicio<br />
di un confronto con gli enti preposti<br />
al controllo (es. Ufficio Ecologia Comune<br />
di Verona).<br />
• Con riferimento all’abbonamento <strong>del</strong>l’Ordine<br />
alle norme UNI sugli impianti la<br />
commissione chiede di prendere visione<br />
<strong>del</strong> DVD per studiare un metodo che<br />
consenta di usufruire al meglio <strong>del</strong> servizio,<br />
soprattutto per quanto riguarda aggiornamenti<br />
e nuove emissioni di Norme.<br />
INGEGNERI D’IMPRESA<br />
Commissioni: nuova impostazione<br />
e metodo<br />
<strong>Il</strong> nuovo Consiglio scommette su una nuova<br />
formulazione <strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong>le commissioni:<br />
l’obiettivo, espresso dal presidente<br />
Mario Zocca nella riunione di coordinamento<br />
<strong>del</strong>le Commissioni <strong>del</strong> 22 maggio, è<br />
ottenere dei gruppi di lavoro dinamici organizzati<br />
“a <strong>progetto</strong>”, in grado di supportare<br />
le esigenze <strong>del</strong> Consiglio relativamente<br />
ad approfondimenti tematici /tecnici e di<br />
produrre materiale informativo, seminari,<br />
convegni, corsi di utilità per tutti gli iscritti.<br />
<strong>Il</strong> concetto di “dinamicità” espresso da<br />
Zocca non si limita ai soli aspetti tematici:<br />
anche la struttura organizzativa <strong>del</strong>le commissioni<br />
è in fase di riprogettazione. Le<br />
commissioni dovranno diventare sempre<br />
più dei gruppi di lavoro interdisciplinari in<br />
grado di lavorare “a <strong>progetto</strong>”.<br />
Nella prima riunione <strong>del</strong>la Commissione<br />
Ingegneri d’Impresa, questa impostazione<br />
<strong>del</strong>le nuove commissioni ha trovato un<br />
convinto supporto, sicuramente motivato<br />
dal fatto che nelle aziende gli ingegneri sono<br />
certamente i primi a spingere per una<br />
impostazione “a <strong>progetto</strong>” <strong>del</strong> lavoro.<br />
Lavorare a <strong>progetto</strong> aiuta a essere concreti,<br />
a motivare le persone, a lavorare in un<br />
contesto organizzato (ruoli /mansioni), ma<br />
soprattutto fornisce strumenti con i quali<br />
misurare e quindi controllare lo stato di<br />
avanzamento <strong>del</strong> lavoro, uscendo da<br />
“prassi” troppo spesso destinate a scaturire<br />
in uno stato di “eterna emergenza”, con<br />
carichi di lavoro mal distribuiti e una qualità<br />
<strong>del</strong>la produzione non conforme con le<br />
aspettative dei clienti.<br />
A confermare concretamente l’interesse e<br />
la disponibilità dei componenti <strong>del</strong>la Commissione<br />
Ingegneri d’Impresa a “lavorare a<br />
<strong>progetto</strong>” è stato il successo <strong>del</strong> corso sul<br />
“Project Management” organizzato lo<br />
scorso dicembre dalla Commissione in<br />
collaborazione con Performa srl.<br />
<strong>Il</strong> corso ha fatto emergere il valore aggiunto<br />
di una impostazione metodologica centrata<br />
sul “<strong>progetto</strong>”, senza nascondere la<br />
difficoltà di realizzare un deciso “cambio di<br />
mentalità” nelle organizzazioni aziendali,<br />
passo indispensabile per poter agire in<br />
maniera efficace.<br />
Linee <strong>programma</strong>tiche<br />
• Formazione<br />
L’impegno sul fronte <strong>del</strong>la formazione è da<br />
sempre tra gli obiettivi primari <strong>del</strong>la Commissione.<br />
Si intende continuare l’opera di<br />
progettazione e realizzazione di momenti<br />
formativi con le modalità organizzative che<br />
si renderanno disponibili (siamo in attesa<br />
<strong>del</strong> nuovo bando regionale per il finanziamento<br />
<strong>del</strong>la formazione continua, utilizzato<br />
con successo per il corso di Project Management),<br />
cercando di coinvolgere il Consiglio<br />
sulla destinazione di risorse e supporto<br />
in relazione a temi di interesse degli ingegneri<br />
dipendenti privati.<br />
• Seminari e convegni<br />
La progettazione di seminari e convegni<br />
dovrà partire da una analisi quanto più frequente<br />
e aggiornata rispetto alle esigenze<br />
dei colleghi: investire sulla comunicazione<br />
e sul coinvolgimento, fin dalla fase di impostazione<br />
<strong>del</strong>le tematiche, permette una<br />
più elevata probabilità di successo in termini<br />
di qualità <strong>del</strong>la proposta e di partecipazione<br />
da parte degli interessati. Le tematiche<br />
potranno per altro essere suggerite<br />
direttamente dal Consiglio (la presenza<br />
<strong>del</strong> consigliere referente Luca Scappini assolve<br />
anche questo ruolo) in modo da poter<br />
svolgere un ruolo consulenziale su tematiche<br />
di interesse generale.<br />
• Certificazione competenze/qualità<br />
<strong>Il</strong> presidente Zocca, ha dato incaricato a<br />
Carlo Reggiani e Davide Gheser (commissione<br />
Ambiente) a procedere con l’impostazione<br />
<strong>del</strong> <strong>progetto</strong> QIng per la certificazione<br />
<strong>del</strong>le competenze degli ingegneri<br />
iscritti all’Ordine di Verona. <strong>Il</strong> <strong>progetto</strong>,<br />
ideato da colleghi <strong>del</strong>l’Ordine di Milano, ha<br />
una particolare rilevanza per gli ingegneri<br />
dipendenti privati, per i quali sarà necessario<br />
eseguire <strong>del</strong>le valutazione specifiche<br />
relativamente all’utilizzo di questo strumento<br />
di valutazione e valorizzazione <strong>del</strong>le<br />
professionalità degli ingegneri all’interno<br />
<strong>del</strong>le aziende.<br />
• Notiziario<br />
La Commissione Notiziario ha chiesto a<br />
tutte le commissioni la produzione di materiale<br />
per la pubblicazione: la tipologia <strong>del</strong><br />
materiale può essere la più varia (atti di<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 47
convegni, articoli originali, approfondimenti<br />
tematici); è stata inoltre richiesto un puntuale<br />
aggiornamento sull’attività <strong>del</strong>le varie<br />
commissioni in modo da realizzare una sezione<br />
<strong>del</strong> notiziario da pubblicare su ogni<br />
numero (cadenza trimestrale).<br />
La Commissione Ingegneri d’Impresa si<br />
impegna ad onorare questa richiesta.<br />
• Informazione e comunicazione<br />
Lodevole lo sforzo <strong>del</strong> nuovo Consiglio di<br />
potenziare la capacità informativa <strong>del</strong>l’Ordine<br />
verso gli iscritti grazie al contributo<br />
<strong>del</strong>la segreteria con invio di e-mail e aggiornamento<br />
<strong>del</strong> sito web.<br />
Già durante l’attività <strong>del</strong>la scorsa commissione,<br />
è per altro emersa un oggettiva difficoltà<br />
a impostare dei canali di comunicazione<br />
all’interno e all’esterno <strong>del</strong>le commissioni.<br />
La presenza di un consigliere referente all’interno<br />
<strong>del</strong>le commissioni è sicuramente<br />
una prima concreta risposta per il miglioramento<br />
<strong>del</strong>la comunicazione con il Consiglio;<br />
rimane invece tutta da costruire la comunicazione<br />
tra le varie commissioni, condizione<br />
necessaria per l’attivazione dei<br />
progetti interdisciplinari già citati.<br />
La Commissione Ingegneri d’Impresa propone<br />
di incentivare l’utilizzo di strumenti<br />
virtuali quali il sito web <strong>del</strong>l’Ordine, l’e-mail,<br />
i gruppi, la comunicazione VOIP/IM (Voice<br />
over IP, Instant Messaging), i questionari<br />
online.<br />
Questi strumenti sono in grado di aumentare<br />
le possibilità di collaborazione e lavoro<br />
e permetterebbero inoltre un miglior coinvolgimento<br />
di tutti gli iscritti alle attività<br />
promosse dalle Commissioni.<br />
DOCENTI<br />
La Commissione intende coinvolgere l’Ordine<br />
in un <strong>programma</strong> di modernizzazione<br />
<strong>del</strong>l’istruzione e nel collegamento con l’industria,<br />
utilizzando quei valori già chiaramente<br />
espressi nella Riforma <strong>del</strong>la scuola.<br />
In particolare, anche come proseguimento<br />
<strong>del</strong>l’incontro regionale <strong>del</strong> 17/05/06 la<br />
commissione intende con <strong>programma</strong>zione<br />
relativa al prossimo anno:<br />
• Utilizzare il sito Internet <strong>del</strong>l’Ordine per<br />
informare circa le proprie attività e segnalare<br />
i colleghi con esperienza didattica<br />
e professionale per l’alternanza scuo-<br />
la-lavoro e per la formazione di tutor didattici<br />
e aziendali.<br />
• Individuare i centri di dibattito a livello<br />
provinciale e regionale per l’evoluzione<br />
<strong>del</strong>la Scuola, con partecipazione <strong>del</strong>l’Ordine<br />
e supporto <strong>del</strong>l’esperienza degli<br />
ingegneri docenti.<br />
• Coinvolgere i colleghi interessati nei progetti<br />
su sicurezza degli ambienti didattici.<br />
LAVORI PUBBLICI<br />
• Trattazione di argomentazioni relative alla<br />
materia LL.PP. e in particolare studio<br />
e/o approfondimento <strong>del</strong> “Codice dei<br />
contratti pubblici”.<br />
• Formazione gruppi di lavoro per trattare<br />
la normativa sui LL.PP. alla luce <strong>del</strong> nuovo<br />
“Codice degli Appalti”, tenendo conto<br />
sia <strong>del</strong>la normativa statale che di<br />
quella regionale.<br />
• Pubblicazione “a puntate” sul Notiziario<br />
o sul sito di note esplicative <strong>del</strong>la commissione<br />
in merito al “Codice dei contratti<br />
pubblici”.<br />
• Eventuale corso base sui Lavori Pubblici<br />
per i colleghi che intendono avvicinarsi<br />
alla materia.<br />
• Impegno continuo da parte <strong>del</strong>la commissione<br />
ad aggiornarsi sugli sviluppi<br />
<strong>del</strong>la normativa, cercando di rendere<br />
partecipi gli altri colleghi iscritti anche<br />
con <strong>del</strong>le note esplicative <strong>del</strong>la Commissione<br />
da pubblicare sul Notiziario o sul<br />
sito.<br />
• Verifica degli obiettivi raggiunti a distanza<br />
di un anno per la valutazione <strong>del</strong>le effettive<br />
potenzialità di lavoro <strong>del</strong>la commissione<br />
e quindi <strong>programma</strong>zione con<br />
maggiore precisione in merito al lavoro<br />
da svolgere nei prossimi anni.<br />
SICUREZZA<br />
• Programmazione, anche in collaborazione/interessamento<br />
con gli Organi di Vigilanza<br />
(SPISAL) di convegni e/o seminari<br />
in ambito:<br />
- Direttiva Cantieri: compiti e responsabilità<br />
<strong>del</strong> CSE;<br />
- D. Lgs. n. 235/03 Lavori in quota: piani<br />
di montaggio, manutenzione e<br />
smontaggio di ponteggi (PiMUS)<br />
- <strong>Il</strong> sistema di gestione <strong>del</strong>la sicurezza<br />
SGSL;<br />
- Direttiva Grandi Rischi;<br />
- D.Lgs. n. 233/03: Valutazione dei rischi<br />
in luoghi di lavoro con pericolo di<br />
esplosione.<br />
• Corsi di Formazione in collaborazione<br />
con l’Università di Verona, Corsi di Formazione<br />
per RSPP e ASPP:<br />
- <strong>programma</strong>zione corsi;<br />
- ricerca docenti;<br />
- calendario corsi.<br />
• Visite presso aziende e/o cantieri: (previo<br />
sondaggio fra i membri <strong>del</strong>la Commissione,<br />
organizzazioni di visite presso):<br />
- aziende modernamente organizzate<br />
dal punto di vista <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong>la<br />
sicurezza (anche in ambito di grandi<br />
rischi);<br />
- cantieri relativi alla realizzazione di<br />
grandi opere.<br />
• Pubblicazioni:<br />
Redazione di articoli in materia di sicurezza<br />
sui luoghi di lavoro e cantieri derivanti<br />
da esperienze comuni e di utilità ai<br />
lettori da pubblicare sul Notiziario <strong>del</strong>l’Ordine.<br />
STRUTTURISTI / SISMICA<br />
• Stesura di un insieme di linee guida relative<br />
alla situazione attuale <strong>del</strong>le norme<br />
sismiche ad oggi vigenti ed alla loro interpretazione.<br />
• Realizzazione di un “data base” tecnico<br />
informativo (documenti, norme, esempi,<br />
casi pratici) che costituisca un insieme<br />
di informazioni, ordinate e controllate<br />
dalla commissione, utili come primo<br />
approccio alla materia.<br />
Viene deciso che a turno si parteciperà<br />
a convegni su argomenti che interessino<br />
la commissione, in modo tale da<br />
avere in archivio gli atti a disposizione<br />
di tutti.<br />
• Impegno a produrre almeno un articolo<br />
da pubblicare in ogni numero <strong>del</strong> Notiziario<br />
<strong>del</strong>l’Ordine.<br />
PREVENZIONE INCENDI<br />
• Analisi <strong>del</strong>le novità legislative in materia.<br />
• Rapporto di collaborazione con i VV.F.<br />
invitando il comandante o un funzionario<br />
per discutere su novità legislative di importanza<br />
rilevante.<br />
• Organizzazione <strong>del</strong> Corso Prevenzione<br />
Incendi (Legge 818) per l’anno 2007.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 49
AMBIENTE<br />
• Articolo per il Notiziario, n. 4/06 titolo<br />
provvisorio “L’attuale situazione con il<br />
vigente decreto legislativo 3 aprile 2006,<br />
n. 152 in materia ambientale.<br />
• Esame critico <strong>del</strong> Testo Unico ambientale:<br />
decreto legislativo 3 aprile 2006, n.<br />
152 e decreti attuativi.<br />
• La qualità <strong>del</strong>le acque piovane, il loro<br />
riutilizzo e smaltimento: aspetti tecnici e<br />
tecnologici.<br />
• Esame critico <strong>del</strong> Piano di Tutela <strong>del</strong>le<br />
Acque e <strong>del</strong>la sua reale applicazione;<br />
• Esame critico <strong>del</strong> Piano Regionale di Tutela<br />
e Risanamento <strong>del</strong>l’Atmosfera e il<br />
piano progressivo di rientro.<br />
• Aspetti energetici e certificazione energetica<br />
degli edifici con particolare riguardo<br />
agli effetti sull’ambiente e il territorio<br />
(svolto come Commissione interdisciplinare).<br />
• La partecipazione dei portatori d’interesse<br />
alle procedure di VAS e VIA; l’effetto<br />
NIMBY: problemi, cause e soluzioni;<br />
il ruolo degli estensori.<br />
• Tema specifico: la rimozione dei serbatoi<br />
interrati.<br />
• Tema specifico: terre e rocce di scavo.<br />
• Tema specifico: il radon.<br />
• Tema specifico: i rifiuti da costruzione e<br />
demolizione.<br />
• Tema specifico: i rifiuti elettronici.<br />
• Altri temi specifici da definire.<br />
• Tema inerente la professione: la comunicazione<br />
ambientale e altre tecniche di<br />
gestione <strong>del</strong>l’informazione.<br />
• Tema inerente la professione: le competenze<br />
<strong>del</strong>l’ingegnere ambientale.<br />
• Tema inerente la professione: le parcelle<br />
per incarichi ambientali (svolgere assieme<br />
alla Comm. Parcelle).<br />
• Tema inerente la professione: altri da definire.<br />
• Attività inerente l’organizzazione di corsi<br />
di formazione, convegni e pubblicazioni:<br />
- giornate di studio su alcuni temi che<br />
emergeranno dal <strong>progetto</strong> n. 2;<br />
- proposta di corso in tema di acustica<br />
e termotecnica in collaborazione con<br />
INDEX;<br />
- proposta di corso per responsabili<br />
tecnici di impianti di trattamento e<br />
smaltimento dei rifiuti.<br />
• Decreto ministeriale 5 aprile 2006, n.<br />
50<br />
186, che modifica il d.m. 5 febbraio<br />
1998 sulle attività di recupero dei rifiuti<br />
non pericolosi.<br />
• Manuale pratico <strong>del</strong>l’ingegnere operante<br />
in campo ambientale - Prima edizione -<br />
a partire da una raccolta di appunti, suggerimenti,<br />
esperienze ecc. e dal suesposto<br />
<strong>programma</strong> quadriennale.<br />
• Attività continuativa <strong>del</strong>la Commissione<br />
Ambiente di contatto con gli enti e le autorità<br />
territoriali a fini informativi e divulgativi<br />
sulle tematiche trattate, a cominciare<br />
dalle “Emissioni gassose urbane<br />
da traffico”, trattate nel 2005 e discusse<br />
con un rappresentante tecnico <strong>del</strong> Comune<br />
di Verona nonché di ricezione di<br />
quesiti con possibilità di fornire direttive<br />
tecniche, nei limiti <strong>del</strong>l’attività non economica<br />
<strong>del</strong>la Commissione.<br />
• quesiti eventualmente posti dal Consiglio<br />
<strong>del</strong>l’Ordine in merito a temi in campo<br />
ambientale.<br />
Note: il presente <strong>programma</strong> quadriennale sarà<br />
soggetto a dei riesami annuali; pertanto ha valore<br />
di impegno preso con contenuti di massima<br />
soggetti a modifiche e integrazioni a seconda<br />
degli sviluppi e degli accadimenti storici nonché<br />
<strong>del</strong>le richieste pervenute dal Consiglio <strong>del</strong>l’Ordine,<br />
dagli iscritti e da soggetti esterni.<br />
GIOVANI<br />
• Corso di lezioni propedeutiche “La Libera<br />
professione <strong>del</strong>l’Ingegnere”: alla<br />
luce <strong>del</strong>la prima esperienza si vorrebbe<br />
riproporlo con frequenza periodica e<br />
con una nuova struttura in moduli diversificati<br />
per ambito di interesse in modo<br />
da interessare non solo gli ingegneri civili<br />
o edili (che costituiscono la maggior<br />
parte degli iscritti), ma estendere la partecipazione<br />
a tutti non solo in un’ottica<br />
di approccio alla libera professione, ma<br />
anche con lo scopo di realizzare un percorso<br />
di formazione e aggiornamento<br />
professionale (vd. CPD de CNI).<br />
• Sito Internet <strong>del</strong>l’Ordine: suo utilizzo<br />
come strumento di comunicazione e<br />
informazione a tutti gli iscritti, possibilità<br />
di pubblicare verbali, comunicazioni<br />
varie, notizie di corsi e convegni, casella<br />
di posta elettronica sul sito <strong>del</strong>l’Ordine<br />
alla luce <strong>del</strong> fallimento <strong>del</strong>la sperimentazione<br />
PEC proposta dal CNI (che,<br />
per la macchinosità <strong>del</strong> sistema, non ha<br />
convinto gli iscritti che vi hanno aderito,<br />
a parte pochissimi); si vorrebbe che il<br />
sito <strong>del</strong>l’Ordine diventasse una sorta di<br />
archivio di tutto quanto riguarda l’Ordine<br />
stesso e gli iscritti per pubblicazione<br />
di <strong>del</strong>ibere, indicazioni (magari in materia<br />
di parcelle, ecc.) ovviamente compatibilmente<br />
con le necessità di riservatezza<br />
dei dati e <strong>del</strong>le problematiche<br />
trattate.<br />
• Organizzazione di incontri e convegni,<br />
anche in collaborazione con le altre<br />
commissioni per gli specifici ambiti di interesse<br />
data l’interdisciplinarietà <strong>del</strong>la<br />
Commissione Giovani.<br />
• Incontri di “benvenuto” con i nuovi<br />
iscritti per una presentazione <strong>del</strong>l’Ordine<br />
e indicazioni circa obblighi e adempimenti<br />
(statuto, commissioni e loro funzionamento,<br />
Inarcassa, parcelle, ecc.)<br />
con preparazione di un opuscolo informativo<br />
sulla base <strong>del</strong>l’esperienza maturata<br />
con il “Corso propedeutico”.<br />
C.S.U.<br />
• Analisi PAT Verona ed elaborazione <strong>del</strong>le<br />
osservazioni da presentare (già concluso).<br />
• Osservazioni Variante Gabrielli (già concluso).<br />
• Stesura di osservazioni al documento<br />
<strong>del</strong>la ANCE Veneto relativo ai crediti ex.<br />
L.R. 11/2004.<br />
• Sul <strong>del</strong>icato tema <strong>del</strong>la viabilità di Verona<br />
e in particolare sulla tramvia si vorrebbe<br />
creare un tavolo di lavoro di ingegneri<br />
che possano affrontare il tema, la<br />
fattibilità e anche gli aspetti più tecnici<br />
(eventuale convegno).<br />
• Si vorrebbe essere più presenti come ingegneri<br />
sui temi di attualità riguardanti<br />
l’urbanistica: la Commissione propone<br />
di organizzare un convegno e il tema è<br />
ancora da scegliere tra questi di seguito<br />
elencati:<br />
- il PAT di Verona alla sua adozione;<br />
- la Variante Gabrielli;<br />
- i SIC;<br />
- i PAT - PATI in Veneto: osservatorio<br />
come funziona la nuova normativa.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 51
Corsi, convegni, concorsi<br />
Corso per Consulente Tecnico d’ufficio e di parte<br />
nei procedimenti civili e penali<br />
<strong>Il</strong>aria Segala, ingegnere in Verona<br />
L’Ordine Ingegneri di Verona ha istituito<br />
quest’anno per la prima volta un corso<br />
rivolto a coloro che vogliono intraprendere<br />
la professione di consulente tecnico<br />
recependo la necessità, più volta<br />
espressa da parte dei Magistrati, di formare<br />
tecnici esperti di ausilio per magistrati<br />
o avvocati. Hanno aderito al corso<br />
non solo giovani ingegneri che si avvicinano<br />
per la prima volta al mondo dei tribunali<br />
ma anche molti ingegneri che già<br />
lavorano nel campo <strong>del</strong>le consulenze<br />
tecniche d’Ufficio, desiderosi di approfondire<br />
l’argomento.<br />
L’ing. Cauti, principale docente <strong>del</strong> corso,<br />
aveva già tenuto corsi sull’argomento<br />
agli Ordini di Bolzano e Trento; alla<br />
prima edizione nel Veneto, svoltasi qui a<br />
Verona, alcuni partecipanti sono accorsi<br />
anche dalle province vicine tra cui Vicenza,<br />
Padova e Treviso. Al corso hanno<br />
inoltre partecipato alcuni architetti di<br />
Verona.<br />
<strong>Il</strong> <strong>programma</strong> <strong>del</strong> corso ha permesso a<br />
chi non conosceva l’iter procedurale di<br />
addentrarsi via via nel complesso mondo<br />
<strong>del</strong>le consulenze tecniche; il pubblico,<br />
vario per età e conoscenze, ha consentito<br />
un vivo dibattito alimentato da<br />
esempi concreti.<br />
Di seguito si elencano gli argomenti<br />
trattati:<br />
1 - Generalità<br />
Premessa<br />
Sommario:<br />
1. <strong>Il</strong> Consulente Tecnico<br />
2. Iscrizione all’Albo<br />
3. Incompatibilità<br />
4. Esempio di istanza di astensione<br />
5. Doveri d’ufficio<br />
6. Doveri di parte<br />
L’incarico<br />
L’iter procedimentale<br />
Ipotesi di rischio - L’errore professionale<br />
Consulenza tecnica di parte relativa ad<br />
accertamento e quantificazione danni<br />
indotti da mancata fruizione di terreno<br />
per errore professionale.<br />
Ipotesi di rischio - La perizia infe<strong>del</strong>e<br />
Relazione e allegati <strong>del</strong> consulente tecnico<br />
<strong>del</strong> P. M. nel procedimento penale<br />
54<br />
ex articolo 373 C. P. - N° 425/2004 R.<br />
G. nei confronti <strong>del</strong>l’ing. Mario Rossi -<br />
Procura <strong>del</strong>la Repubblica di Roma.<br />
2 - La stima<br />
Stima di fabbricato civile<br />
Parere tecnico estimativo sommario.<br />
Consulenza tecnica estimativa di parte<br />
relativa ad appartamento di civile abitazione.<br />
Stima di terreno<br />
Consulenza tecnica estimativa di parte<br />
relativa al valore di un terreno agricolo.<br />
Stima di capannone industriale.<br />
Parere tecnico estimativo sommario.<br />
Consulenza tecnica estimativa di parte<br />
relativa al valore di un capannone industriale.<br />
Stima di impianto industriale<br />
Parere tecnico estimativo sommario.<br />
Consulenza tecnica estimativa di linea<br />
di produzione dismessa denominata<br />
“Linea 44”.<br />
3 - <strong>Il</strong> danno<br />
Danno da vizi opere<br />
Consulenza tecnica di parte relativa alla<br />
quantificazione di danni indotti da vizi<br />
<strong>del</strong>le opere in immobile condominiale.<br />
Danno estetico-architettonico<br />
Consulenza tecnica d’ufficio relativa alla<br />
quantificazione di danni indotti da costruzione<br />
abusiva di verande in immobile<br />
condominiale.<br />
Danno esistenziale<br />
Consulenza tecnica di parte relativa alla<br />
quantificazione di danni indotti da fornitura<br />
di imbarcazione con interni difformi<br />
dalle pattuizioni contrattuali.<br />
Danno da inquinamento ambientale<br />
Consulenza tecnica relativa alla quantificazione<br />
di danni da inquinamento<br />
acustico indotto da palestra - scuola di<br />
danza in immobile condominiale.<br />
- Intervento Procuratore Capo <strong>del</strong>la Repubblica:<br />
dott.Guido Papalia (19/05/06).<br />
4 - Gli ausiliari<br />
Consulenza tecnica d’ufficio relativa ad<br />
accertamento <strong>del</strong>lo stato strutturale<br />
<strong>del</strong>le tubazioni di impianto termico a<br />
pannelli radianti a servizio di civile abitazione<br />
in ipotesi di variazione da cen-<br />
tralizzato ad autonomo.<br />
Consulenza tecnica d’ufficio relativa ad<br />
accertamento di vizi e difetti di pavimentazione<br />
corredata da risultanze di<br />
prove di laboratorio di massa volumica,<br />
imbibizione, abrasione, rottura all’urto,<br />
durezza.<br />
Osservazioni di parte alle risultanze <strong>del</strong><br />
consulente tecnico <strong>del</strong> P.M. nel procedimento<br />
penale n. 400/2004 R.G. per<br />
sinistro in cantiere corredate da graficizzazione<br />
visiva e prove di laboratorio<br />
con simulazione di rottura parapetto.<br />
- Intervento <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> Tribunale<br />
di Verona, dott. Francesco Abate. Tema<br />
<strong>del</strong>l’incontro: “<strong>Il</strong> ruolo <strong>del</strong> consulente<br />
tecnico nei giudizi civili” (16/06/2006).<br />
- Intervento degli Avvocati Antonio<br />
Francesco Rosa e Adriano Vianini <strong>del</strong>l’Ordine<br />
degli Avvocati di Verona, sui temi:<br />
“L’arbitrato. Brevi cenni sulla conciliazione<br />
(16/06/2006).<br />
5 - La prestazione professionale<br />
Consulenza tecnica d’ufficio relativa a<br />
verifica di congruenza di prestazione<br />
professionale in giudizio instaurato tra<br />
progettista e committente.<br />
- Intervento sul tema <strong>del</strong>l’ing. Claudio<br />
Sartori - Presidente comitato interprofessionale<br />
Ordini e Collegi di Bolzano<br />
(17/06/2006).<br />
6 - La pubblica amministrazione<br />
Consulenza tecnica di parte relativa a<br />
danni indotti da immissioni di acque fognanti<br />
da condotta pubblica in fabbricato<br />
di civile abitazione.<br />
Consulenza tecnica di parte relativa a<br />
danni a monumento funebre indotti da<br />
operatività di addetti cimiteriali.<br />
Consulenza tecnica d'ufficio relativa a<br />
danni conseguenti a lavori di sistemazione<br />
stradale.<br />
7 - Le assicurazioni<br />
Accertamento tecnico preventivo d’ufficio<br />
relativo a verifica tipologica di sinistro<br />
per insidia stradale.<br />
Consulenza tecnica di parte relativa a<br />
risarcimento assicurativo di danni indotti<br />
da sinistro stradale in fabbricato<br />
rurale.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
8 - <strong>Il</strong> dissesto statico<br />
Consulenza tecnica d’ufficio relativa a<br />
dissesto idrogeologico corredata da risultanze<br />
di indagini geologiche.<br />
Rilievi pacometrici.<br />
<strong>Monitor</strong>aggio strutturale.<br />
Ricorso d’urgenza. Interventi distruttivi<br />
disposti dal magistrato nel corso <strong>del</strong>le<br />
operazioni peritali.<br />
- Intervento <strong>del</strong> consigliere <strong>del</strong> T.A.R.<br />
Veneto avv. Italo Franco “L’Ausiliare<br />
d’Ufficio <strong>del</strong> T.A.R.: dal Verificatore al<br />
Consulente Tecnico” (23/09/2006).<br />
9 - <strong>Il</strong> fallimento<br />
Tecniche dilatorie nella vendita fallimentare.<br />
Consulenza tecnica suppletiva d’ufficio<br />
relativa a verifica di ipotesi di decremento<br />
di valore di fabbricato oggetto di<br />
vendita fallimentare.<br />
10 - L’accertamento tecnico<br />
preventivo<br />
Generalità.<br />
Accertamento tecnico preventivo di<br />
parte relativo alle costruzioni statiche di<br />
fabbricati circostanti in ipotesi di costruzione<br />
di parcheggio sotterraneo.<br />
Accertamento tecnico preventivo d’ufficio<br />
relativo alla verifica <strong>del</strong>lo stato di capannone<br />
industriale riconsegnato a fine<br />
locazione, all’accertamento di danni eccedenti<br />
il comune degrado indotto da<br />
una utilizzazione normale durante il rapporto<br />
locativo, alla quantificazione di<br />
oneri di ripristino.<br />
5. Risposta al quesito<br />
6. Conclusioni<br />
7. Allegati<br />
Accertamento tecnico preventivo d’ufficio<br />
in corso di causa relativo allo stato<br />
di infissi in fabbricato civile.<br />
11 - L’appalto<br />
Generalità.<br />
Sommario:<br />
1. Premessa<br />
2. Operazioni peritali<br />
3. Stato dei luoghi<br />
4. Vizi; cause<br />
5. Interventi; oneri relativi<br />
6. Riduzione <strong>del</strong> prezzo d’appalto<br />
7. Allegati<br />
8. Conclusioni<br />
Consulenza tecnica d’ufficio relativa a<br />
vizi <strong>del</strong>le opere appaltate e conseguente<br />
riduzione di importo contrattuale.<br />
Consulenza tecnica di ufficio relativa a<br />
verifica di congruità dei prezzi in ipotesi<br />
di indeterminazione contrattuale.<br />
12 - L’ambiente<br />
Consulenza tecnica d’ufficio relativa a<br />
inquinamento acustico da impianto di<br />
climatizzazione.<br />
Consulenza tecnica di parte relativa a<br />
sequesto d’azienda per discarica abusiva<br />
di rifiuti pericolosi nel procedimento<br />
penale R. G. n° 4002/2003 nei confronti<br />
di Domenico Savini - Procura <strong>del</strong>la<br />
Repubblica di Pescara.<br />
13 - L’esproprio<br />
Consulenza tecnica d’ufficio relativa alla<br />
occupazione legittima di terreno edificabile<br />
all’interno di centro urbano.<br />
Consulenza tecnica d'ufficio relativa alla<br />
occupazione legittima di terreno edificabile<br />
all’esterno di centro urbano.<br />
Consulenza tecnica d’ufficio relativa alla<br />
occupazione legittima di terreno agricolo.<br />
Cenni sull’occupazione illegittima . Tipologie<br />
di danno - Danno aziendale - Intervento<br />
sul tema <strong>del</strong> dott. Pasquale Polidori<br />
- Professore di metodi e tecniche<br />
di valutazione. Facoltà di architettura<br />
“La Sapienza” di Roma (01/12/2006)<br />
L’Ordine degli Ingegneri di Verona e<br />
Provincia è riuscito a coinvolgere in<br />
questa iniziativa, il Presidente <strong>del</strong> Tribunale<br />
dott. Francesco Abate, il Procuratore<br />
<strong>del</strong>la Repubblica di Verona dott.<br />
Guido Papalia, il consigliere <strong>del</strong> Tar Veneto<br />
avv. Italo Franco e l’Ordine Avvocati<br />
di Verona. Un vivo ringraziamento<br />
va rivolto a tutti loro per la disponibilità<br />
dimostrataci intervenendo come docenti<br />
nel corso.<br />
La figura <strong>del</strong> consulente tecnico è un<br />
nuovo campo di sviluppo per i professionisti<br />
e negli ultimi anni si è assistito<br />
ad una maggior richiesta di esperti con<br />
la crescita di contenziosi nei procedi-<br />
menti civili e penali.<br />
I problemi che in un contenzioso possono<br />
portare il Magistrato a richiedere<br />
una consulenza tecnica sono i più svariati:<br />
valutazioni immobiliari, stima di<br />
danni, divisioni ereditarie, indagini di<br />
impatto ambientale, verifiche urbanistiche,<br />
congruità di parcelle tecniche, verifiche<br />
di impianti.<br />
Nell’incontro <strong>del</strong> 19 maggio la lezione<br />
<strong>del</strong> corso è stata tenuta dal dott. Papalia<br />
che ha ribadito la necessità di avere<br />
tecnici preparati a rispondere ai quesiti<br />
dei Magistrati con rigore scientifico e ha<br />
chiarito le responsabilità <strong>del</strong> consulente<br />
e <strong>del</strong> perito e i rischi, anche gravi, inerenti<br />
detta professione.<br />
Nell’incontro <strong>del</strong> 16/06/2006 è intervenuto<br />
il dott. Francesco Abate che ha parlato<br />
<strong>del</strong>l’introduzione di un nuovo tipo di<br />
accertamento tecnico preventivo, quello<br />
introdotto con l’articolo 696 bis.<br />
Art. 696 bis (Consulenza tecnica preventiva<br />
ai fini <strong>del</strong>la composizione <strong>del</strong>la lite)<br />
L’espletamento di una consulenza tecnica,<br />
in via preventiva, può essere richiesto anche<br />
al di fuori <strong>del</strong>le condizioni di cui al primo<br />
comma <strong>del</strong>l’articolo 696, ai fini <strong>del</strong>l’accertamento<br />
e <strong>del</strong>la relativa determinazione dei<br />
crediti derivanti dalla mancata o inesatta esecuzione<br />
di obbligazioni contrattuali o da fatto<br />
illecito. <strong>Il</strong> giudice procede a norma <strong>del</strong> terzo<br />
comma <strong>del</strong> medesimo articolo 696. <strong>Il</strong> consulente,<br />
prima di provvedere al deposito <strong>del</strong>la<br />
relazione, tenta, ove possibile, la conciliazione<br />
<strong>del</strong>le parti. Se le parti si sono conciliate si<br />
forma processo verbale <strong>del</strong>la conciliazione.<br />
<strong>Il</strong> giudice attribuisce con decreto efficacia di<br />
titolo esecutivo al processo verbale, ai fini<br />
<strong>del</strong>l’espropriazione e <strong>del</strong>l’esecuzione in forma<br />
specifica e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale.<br />
<strong>Il</strong> processo verbale è esente dall’imposta<br />
di registro.<br />
Se la conciliazione non riesce, ciascuna parte<br />
può chiedere che la relazione depositata<br />
dal consulente sia acquisita agli atti <strong>del</strong> successivo<br />
giudizio di merito. Si applicano gli articoli<br />
da 191 a 197, in quanto compatibili.<br />
L’accertamento tecnico non sarà più<br />
solo una fotografia <strong>del</strong>lo stato dei luo-<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 55
ghi, ma si prescrive al CTU di fare <strong>del</strong>le<br />
indagini preventive e quantificare i danni.<br />
Negli ultimi anni c’è stato un raddoppio<br />
dei contenziosi, moltissimi in campo<br />
edilizio; questo nuovo procedimento<br />
CTP, cioè consulenza tecnica preventiva,<br />
porta già subito a individuare le cause<br />
pregiudizievoli, valutarle identificando<br />
eventualmente i rimedi e quantificando<br />
i danni.<br />
Si è parlato poi <strong>del</strong> protocollo di Verona,<br />
una proposta per accorciare i tempi<br />
<strong>del</strong>le cause già in atto in altri tribunali; il<br />
CTU comunica ai CTP la sua relazione,<br />
poi dà un termine per eventuali osservazioni,<br />
infine risponde alle relazione<br />
dei tecnici di parte e consegna la relazione<br />
al Magistrato allegando anche le<br />
memorie di parte e le sue osservazioni<br />
in merito.<br />
L’intervento <strong>del</strong> Consigliere <strong>del</strong> Tar Veneto,<br />
avv. Italo Franco, riguardava la<br />
CTU nel processo amministrativo partendo<br />
dai caratteri <strong>del</strong> processo che si<br />
svolge davanti al giudice amministrativo,<br />
che lo contraddistinguono rispetto<br />
agli altri tipi di procedimenti processuali.<br />
“<strong>Il</strong> giudice amministrativo, al fine di risolvere<br />
la controversia con la P.A. che<br />
gli viene sottoposta, deve effettuare un<br />
controllo giudiziale (vale a dire, con i crismi<br />
e l’efficacia <strong>del</strong>la giurisdizione) sulle<br />
scelte effettuate dall’organo amministrativo<br />
che ha emesso il provvedimento<br />
-o tenuto il comportamento- <strong>del</strong>la cui<br />
legittimità si controverte. Ma, per fare<br />
ciò, egli fatalmente verifica l’iter logicogiuridico<br />
seguito dall’Amministrazione,<br />
in tal modo giudicando <strong>del</strong> corretto dispiegarsi<br />
<strong>del</strong>la discrezionalità (ove questa<br />
ricorra, cosa molto frequente). Un<br />
aspetto particolare <strong>del</strong> controllo giudiziale<br />
riguarda, poi - e ciò mostra la connessione<br />
con il tema <strong>del</strong>la CTU, argomento<br />
<strong>del</strong>la dispensa- il corretto uso<br />
<strong>del</strong>la c.d. discrezionalità tecnica, -id est,<br />
l’impiego e l’applicazione di nozioni, regole,<br />
metodi, criteri propri di discipline<br />
non giuridiche, bensì scientifiche o tecniche.”<br />
(Tratto dagli atti forniti dall’avv. Italo<br />
Franco relativi al suo intervento).<br />
<strong>Il</strong> corso si è concluso in data 02/12/2006<br />
con la cerimonia di consegna degli attestati<br />
a cui ha gentilmente partecipato<br />
anche il dott. Papalia. La consegna degli<br />
attestati è stata preceduta da una lezione<br />
di approfondimento <strong>del</strong> Procuratore<br />
sul tema “l’iter procedimentale <strong>del</strong>la<br />
consulenza nel giudizio penale, con particolare<br />
riferimento all’incidente probatorio”.<br />
Questo intervento si è poi concluso<br />
con un dibattito che ha consentito di<br />
tirare le somme di un anno di lavoro e<br />
che ha prodotto un interessante scambio<br />
di vedute tra i partecipanti al corso, il<br />
dott. Papalia e i docenti presenti: l’ing.<br />
Cauti e l’arch. Polidori. A tal riguardo si è<br />
riflettuto sul fatto che il recente testo<br />
<strong>del</strong>la Legge <strong>del</strong>ega approvata dal Consiglio<br />
dei Ministri in data 01/12/2006 (nr.<br />
28) sulla “Riforma <strong>del</strong>le Professioni” indica<br />
gli Ordini come gli enti preposti alla<br />
formazione dei propri iscritti.<br />
Alcuni Ordini già si adoperano in questa<br />
direzione; esempio ne è questo corso<br />
formativo.<br />
In un contesto come quello che si <strong>del</strong>ineerà<br />
a seguito <strong>del</strong>la Riforma, ci si dovrà<br />
senz’altro indirizzare verso la certificazione<br />
dei propri iscritti, quindi verso<br />
l’attestazione <strong>del</strong>le specifiche competenze<br />
di ciascuno. Se effettivamente si<br />
andrà in questa direzione, in futuro l’Ordine<br />
potrà essere un valido strumento<br />
per il Magistrato che debba scegliere il<br />
proprio consulente specializzato in un<br />
determinato ramo <strong>del</strong>l’ingegneria, così<br />
come <strong>del</strong> resto potrà essere di supporto<br />
per quelle ditte che si rivolgeranno<br />
all’Ordine chiedendo la segnalazione di<br />
un consulente.<br />
Tra i giovani partecipanti e con l’appoggio<br />
<strong>del</strong>lo stesso ing. Cauti è stato richiesta<br />
un’opinione al dott. Papalia in<br />
merito alla proposta di istituire una lista<br />
di giovani consulenti che ambiscono ad<br />
intraprendere la professione di CTU.<br />
Queste persone potrebbero affiancare il<br />
CTU, in qualità di ausiliario, durante le<br />
operazioni peritali e durante la stesura<br />
<strong>del</strong>la perizia. In tal modo l’esperienza<br />
sarebbe trasmessa alle giovani leve.<br />
<strong>Il</strong> dott. Papalia ha risposto che tale procedura<br />
potrebbe essere presa in esame<br />
qualora il contributo <strong>del</strong>l’ausiliario non<br />
appesantisse in termini economici il carico<br />
<strong>del</strong>le parti o <strong>del</strong>l’erario.<br />
<strong>Il</strong> percorso ormai tracciato dalla “Riforma<br />
sulle Professioni”, come già accennato,<br />
richiederà agli Ordini Professionali<br />
un maggiore impegno nella formazione<br />
dei propri iscritti. A questo proposito<br />
e con particolare riguardo alla preparazione<br />
dei giovani ingegneri alla professione<br />
di CTU, il Consiglio <strong>del</strong>l’Ordine Ingegneri<br />
di Verona avrà senz’altro ancora<br />
bisogno <strong>del</strong> prezioso aiuto <strong>del</strong> Tribunale<br />
di Verona ed è pertanto anche in<br />
questa direzione che saranno rivolti i<br />
prossimi sforzi in ambito formativo.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 57
Commissione Ambiente<br />
Gestione <strong>del</strong>le acque meteoriche<br />
Analisi <strong>del</strong>le recenti novità normative<br />
Massimo Merzari, ingegnere, membro <strong>del</strong>la Commissione Ambiente <strong>del</strong>l’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia<br />
La gestione <strong>del</strong>le acque meteoriche riguarda<br />
sia aspetti quantitativi che qualitativi.<br />
<strong>Il</strong> recente D.Lgs. n. 152/06 (detto<br />
anche Codice <strong>del</strong>l’Ambiente) ribadisce<br />
che le competenze relative al rischio<br />
idraulico e ambientale <strong>del</strong>le acque meteoriche<br />
di dilavamento e <strong>del</strong>le acque di<br />
prima pioggia sono affidate alle Regioni.<br />
<strong>Il</strong> nuovo Codice <strong>del</strong>l’Ambiente stabilisce<br />
in ogni caso il divieto di scarico o immissione<br />
diretta di acque meteoriche nelle<br />
acque sotterranee.<br />
In materia di difesa <strong>del</strong> suolo la Regione<br />
Veneto ha emanato la d.G.R. n. 3637 <strong>del</strong><br />
2002, vigente su tutto il territorio regionale<br />
e adottato i “Piani Stralcio per la<br />
Tutela dal Rischio Idrogeologico” che si<br />
applicano al territorio <strong>del</strong>la Regione Veneto<br />
compreso nei rispettivi bacini idrografici.<br />
La d.G.R. n. 3637/02 riguarda:<br />
• i nuovi strumenti urbanistici generali;<br />
• le varianti generali agli strumenti urbanistici;<br />
• le varianti che comportino una trasformazione<br />
territoriale che possa modificare<br />
il regime idraulico, a prescindere dalle<br />
condizioni di rischio idraulico preesistenti<br />
<strong>del</strong>l’area direttamente interessata<br />
dagli strumenti urbanistici.<br />
Infatti, l’urbanizzazione diffusa e, in alcuni<br />
casi, il diverso uso <strong>del</strong> suolo agricolo,<br />
hanno contribuito, da una parte a modificare<br />
la particolare natura <strong>del</strong> regime idrologico<br />
dei bacini idrografici, dall’altra ad<br />
incrementare sensibilmente i contributi<br />
specifici dei terreni, rispetto ai valori sui<br />
quali sono state dimensionate le opere di<br />
regimazione <strong>del</strong> sistema di scolo.<br />
Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi<br />
<strong>del</strong>le acque meteoriche di dilavamento,<br />
prima <strong>del</strong>l’adozione <strong>del</strong> Piano di Tutela<br />
<strong>del</strong>le Acque da parte <strong>del</strong>la Regione Veneto,<br />
l’unico riferimento normativo era<br />
rappresentato dalla Circolare Regionale<br />
n° 4833 <strong>del</strong> 16/04/96 (“Chiarimenti in<br />
merito all’applicazione <strong>del</strong>la normativa<br />
<strong>del</strong> Piano Regionale di Risanamento<br />
<strong>del</strong>le Acque”). Essa afferma che le acque<br />
meteoriche di dilavamento devono<br />
essere considerate scarichi a tutti gli effetti<br />
(e quindi devono venire sottoposte<br />
a depurazione ed autorizzazione), qua-<br />
lora sul piazzale industriale<br />
in esame avvengano<br />
lavorazioni,<br />
lavaggi di materiali o<br />
semilavorati, attrezzature<br />
o automezzi o vi<br />
siano depositi di materiali,<br />
materie prime,<br />
prodotti, ecc. Secondo<br />
questa circolare le<br />
acque meteoriche di<br />
dilavamento considerabili<br />
“scarichi a tutti<br />
gli effetti” rientrano<br />
nella definizione di<br />
scarico industriale solo<br />
nel caso in cui il refluo, prima di ogni e<br />
qualsiasi trattamento depurativo, sia caratterizzato<br />
da parametri superiori ai limiti<br />
di cui alla tabella <strong>del</strong>l’art. 17 <strong>del</strong>le<br />
Norme di Attuazione <strong>del</strong> Piano Regionale<br />
di Risanamento <strong>del</strong>le Acque, altrimenti<br />
esso è da ritenersi assimilato a un refluo<br />
domestico.<br />
La recente adozione <strong>del</strong> Piano di Tutela<br />
<strong>del</strong>le Acque da parte <strong>del</strong>la Regione Veneto<br />
introduce <strong>del</strong>le novità. Innanzitutto<br />
le reti fognarie di nuova realizzazione<br />
dovranno essere di tipo separato con<br />
divieto di scarico nella fognatura nera di<br />
qualsiasi acqua priva di carico inquinante<br />
o che, prima <strong>del</strong>l’immissione in rete,<br />
rispetti i limiti di emissione per lo scarico<br />
in acque superficiali. Tali limiti sono individuati<br />
nella tabella 3 <strong>del</strong>l’allegato 5 <strong>del</strong><br />
D.Lgs. n. 152/06 e nella tabella 1 <strong>del</strong>l’allegato<br />
B <strong>del</strong> Piano di Tutela <strong>del</strong>le Acque<br />
<strong>del</strong>la Regione Veneto.<br />
<strong>Il</strong> Piano adottato distingue le superfici di<br />
dilavamento in:<br />
1. aree esterne adibite ad attività produttive,<br />
tra le quali vi sono tutte le aree<br />
scoperte ove vi sia il rischio significativo<br />
di dilavamento di sostanze indesiderate<br />
(depositi di rifiuti, materie prime, prodotti,<br />
ecc..);<br />
2. aree non adibite ad attività produttive,<br />
tra cui sono indicate anche le strade<br />
pubbliche e private, i piazzali di sosta e<br />
movimentazione di automezzi, i parcheggi.<br />
<strong>Il</strong> Piano, riprendendo la Circolare Regionale<br />
n° 4833 <strong>del</strong> 16/04/96, indica che le<br />
acque meteoriche di dilavamento prodotte<br />
da superfici adibite ad attività produttive<br />
devono essere soggette alle autorizzazioni<br />
e limiti previsti per le acque<br />
reflue industriali.<br />
Le acque meteoriche di dilavamento<br />
prodotte da superfici non adibite ad attività<br />
produttive possono essere scaricate<br />
su suolo previo utilizzo di sistemi per<br />
la riduzione <strong>del</strong> rischio idraulico in ottemperanza<br />
<strong>del</strong>la d.G.R. n. 3637/02 e<br />
previa separazione <strong>del</strong>la acque di prima<br />
pioggia che dovranno subire un pretrattamento<br />
in grado di rimuovere gli inquinanti<br />
presenti in forma solida o sospesa.<br />
I volumi da pretrattare verranno definiti<br />
come acque di prima pioggia e riguarderanno<br />
le acque di dilavamento <strong>del</strong>le<br />
superfici nei primi 15 minuti di precipitazione,<br />
che comunque producano un volume<br />
d’acqua convenzionale pari ad almeno<br />
5 mm interamente distribuiti sulla<br />
superficie drenante moltiplicati per l’area<br />
<strong>del</strong>la superficie drenante stessa.<br />
La Regione dovrebbe essere in procinto<br />
di emanare le linee tecniche per la realizzazione<br />
dei sistemi di accumulo <strong>del</strong>le<br />
acque meteoriche.<br />
Si ricorda comunque che il Piano di Tutela<br />
<strong>del</strong>la Acque è in regime di salvaguardia<br />
e quindi vincolante solo per gli<br />
articoli relativi ad “Aree sensibili”, a<br />
“Scarichi di acque reflue urbane in aree<br />
sensibili” e alle “Prime azioni per la tutela<br />
quantitativa <strong>del</strong>la risorsa idrica”.<br />
La precedente sintesi normativa mette<br />
in evidenza alcuni aspetti normativi che<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 61
in qualche caso mettono in dubbio le attuali<br />
pratiche di gestione <strong>del</strong>le acque<br />
meteoriche di dilavamento. Di seguito si<br />
riportano alcune osservazioni:<br />
1) Tra le varianti agli strumenti urbanistici<br />
generali ricadono anche i progetti di<br />
infrastrutture non conformi agli strumenti<br />
urbanistici. Per questa fattispecie,<br />
l’approvazione <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> definitivo<br />
costituisce infatti variante allo strumento<br />
urbanistico. Anche per questi progetti è<br />
quindi necessario lo studio di compatibilità<br />
idraulica ai sensi <strong>del</strong>la d.G.R. n.<br />
3637 <strong>del</strong> 2002 da presentare precedentemente<br />
o contestualmente all’approvazione<br />
<strong>del</strong> <strong>progetto</strong> definitivo;<br />
2) è vietato lo scarico nella fognatura<br />
nera di qualsiasi acqua priva di carico<br />
inquinante o che, prima <strong>del</strong>l’immissione<br />
in rete, rispetti i limiti di emissione per lo<br />
scarico in acque superficiali. È pratica<br />
corrente realizzare la separazione <strong>del</strong>le<br />
62<br />
acque di prima pioggia ricadenti su strade,<br />
parcheggi, e altre superfici non adibite<br />
ad attività produttive con recapito<br />
nella rete acque nere, previo stoccaggio,<br />
pretrattamento e successivo scarico<br />
dilazionato. Si osserva che non sempre<br />
le acque di prima pioggia hanno<br />
concentrazioni superiori ai predetti limiti<br />
e comunque alcuni semplici pretrattamenti<br />
potrebbero essere in grado di ridurre<br />
le concentrazioni entro tali limiti.<br />
Si osserva inoltre che da un punto di vista<br />
statistico, raccogliere i primi 5 mm di<br />
pioggia significa raccogliere una buona<br />
parte <strong>del</strong>la precipitazione annua (in genere<br />
dal 20 al 40%). Occorre quindi valutare<br />
con attenzione se scaricare le acque<br />
di prima pioggia nella rete <strong>del</strong>le acque<br />
nere oppure, mediante un adeguato<br />
pretrattamento, reimmetterle nella rete<br />
<strong>del</strong>le acque bianche;<br />
3) è vietato lo scarico o l’immissione diretta<br />
di acque meteoriche nelle acque<br />
sotterranee. La dispersione senza alcun<br />
trattamento <strong>del</strong>le acque piovane nel sottosuolo<br />
mediante pozzi perdenti o trincee<br />
drenanti non è sempre una pratica<br />
corretta.<br />
Nei prossimi mesi la Commissione Ambiente<br />
<strong>del</strong>l’Ordine degli Ingegneri <strong>del</strong>la<br />
Provincia di Verona intende promuovere<br />
un convegno, necessario per fare chiarezza<br />
sul tema <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong>le acque<br />
meteoriche che, nonostante la recente<br />
normativa nazionale e regionale,<br />
risulta ancora estremamente incerto sia<br />
per i tecnici sia per i gestori <strong>del</strong> servizio<br />
idrico.<br />
A tal fine si invitano i lettori, gli iscritti all’Ordine,<br />
gli operatori di settore e tutti gli<br />
interessati a scrivere alla Commissione,<br />
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Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
Commissione Ambiente<br />
<strong>Il</strong> D. Lgs 152 <strong>del</strong> 2006: quale destino per il “Testo Unico <strong>del</strong>l’Ambiente”?<br />
Corrado Pellachini, ingegnere, membro <strong>del</strong>la Commissione Ambiente <strong>del</strong>l’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia<br />
<strong>Il</strong> D. Lgs 152 <strong>del</strong> 2006 è entrato in vigore<br />
dopo 15 giorni dalla pubblicazione sulla<br />
G.U. <strong>del</strong> 14.4.2006 e quindi il 29 aprile<br />
2006. Da allora il destino <strong>del</strong> decreto<br />
non è stato mai definitivo, fino a raggiungere<br />
la possibilità di una sua sospensione,<br />
come <strong>del</strong> resto chiesta da<br />
tutte le regioni, dalle autonomie locali,<br />
dalle associazioni sociali, ambientali ed<br />
economiche.<br />
<strong>Il</strong> Consiglio dei Ministri <strong>del</strong> 30 giugno,<br />
però, ha approvato in prima lettura, su<br />
proposta <strong>del</strong> Ministro On. Pecoraro<br />
Scanio uno schema di D. Lgs. con cui il<br />
Governo si impegna ad emanare entro il<br />
31 gennaio 2007 norme correttive in<br />
materia di rifiuti e servizi idrici. Come se<br />
ciò non bastasse è intervenuta anche la<br />
Commissione U.E. nel merito <strong>del</strong> D. Lgs<br />
152/2006 (che ricordiamo essere l’attuazione<br />
di tre specifiche direttive comunitarie:<br />
91/156/CEE sui rifiuti; 91/689/CEE<br />
sui rifiuti pericolosi; 94/62/CEE sugli imballaggi<br />
e i rifiuti di imballaggio).<br />
In particolare il 3 luglio 2006 la Commissione<br />
ha annunciato con proprio comunicato<br />
di deferire l’Italia alla Corte europea<br />
di Giustizia per la definizione troppo<br />
restrittiva di “rifiuto” contenuta nella legge<br />
308/2004 (cd. “Legge <strong>del</strong>ega”) e nel<br />
D.Lgs. 152/2006 ( di attribuzione <strong>del</strong>la<br />
citata “Legge <strong>del</strong>ega”). La questione riguarda<br />
l’esclusione dal regime dei rifiuti<br />
dei rottami metallici e di altri rifiuti utilizzati<br />
nell’industria siderurgica e metallurgica.<br />
<strong>Il</strong> Consiglio dei Ministri, poi, ha approvato<br />
definitivamente il 31 agosto 2006 un<br />
primo decreto legislativo di modifica <strong>del</strong><br />
D.Lgs in parola, in cui è prevista la soppressione<br />
<strong>del</strong>le autorità di vigilanza su<br />
risorse idriche e rifiuti, la proroga <strong>del</strong> termine<br />
per l’adeguamento <strong>del</strong>lo statuto<br />
<strong>del</strong> Conai alla regola <strong>del</strong>la libera concorrenza<br />
nel settore di interesse, la proroga<br />
<strong>del</strong>le autorità di bacino. Ultimamente,<br />
alla data <strong>del</strong> 12 ottobre 2006, il Consiglio<br />
dei Ministri ha approvato in prima<br />
lettura un secondo decreto legislativo di<br />
modifica <strong>del</strong> D.Lgs. 152/2006, che riguarda<br />
anche le indicazioni fornite dall’Unione<br />
Europea il 3 luglio 2006. Tale<br />
provvedimento reca numerosi emenda-<br />
64<br />
menti al D. Lgs. n. 152/2006, qualificati<br />
come modifiche urgenti, che interessano<br />
in forma integrativa, sostitutiva o<br />
soppressiva varie disposizioni <strong>del</strong>la parte<br />
III e IV <strong>del</strong> richiamato decreto legislativo,<br />
ivi compresa la soppressione <strong>del</strong>l’allegato<br />
1 al titolo V <strong>del</strong>la parte IV .<br />
In concreto quest’ultimo decreto di modifica<br />
al D. Lgs in parola riguarda la disciplina<br />
sulla tutela <strong>del</strong>le acque dall’inquinamento<br />
e di gestione <strong>del</strong>le risorse<br />
idriche, con particolare riguardo alla regolamentazione<br />
degli scarichi (a partire,<br />
dalle definizioni generali, per es. di scarico,<br />
di acque reflue industriali o urbane,<br />
di stabilimenti industriali, ecc.).<br />
Altro oggetto di modifica di tale decreto<br />
sono le norme in materia di gestione dei<br />
rifiuti e bonifica dei siti contaminati, con<br />
particolare riguardo ai principi e alle definizioni<br />
generali di:<br />
- rifiuto e non (materia prima secondaria;<br />
sottoprodotto, CDR, terre e rocce<br />
da scavo ecc.);<br />
- deposito temporaneo;<br />
- produzione e trasporto di rifiuti non<br />
pericolosi;<br />
- accordi e contratti di <strong>programma</strong> ed<br />
incentivi (con un nuovo art. 206);<br />
- in materia di albo e di competenze<br />
<strong>del</strong>le province e sulla disciplina transitoria<br />
<strong>del</strong>la bonifica (con il nuovo comma<br />
4 <strong>del</strong>l’art. 265) e di applicazione<br />
<strong>del</strong> tributo sulle discariche (con la<br />
soppressione <strong>del</strong>l’art. 264, comma 1,<br />
lettera n).<br />
Attualmente il D. Lgs n. 152/069 si compone<br />
di sei parti secondo il seguente<br />
schema, da cui viene tralasciata la parte<br />
I relativa alle disposizioni comuni:<br />
• parte II: procedure per VAS, VIA, IPPC;<br />
• parte III: norme in materia di difesa <strong>del</strong><br />
suolo e lotta alla desertificazione, nonché<br />
tutela <strong>del</strong>le acque e gestione <strong>del</strong>le<br />
risorse idriche;<br />
• parte IV: norme in materia di gestione<br />
dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati;<br />
• parte V: norme in materia di tutela <strong>del</strong>l’aria<br />
e di riduzione <strong>del</strong>le emissioni gassose;<br />
• parte VI: norme in materia di risarcimento<br />
contro i danni all’ambiente.<br />
Anche se nelle parti II-VI sono previsti<br />
termini concessi alle amministrazioni e<br />
alle autorità destinatarie <strong>del</strong>le singole disposizioni<br />
per il recepimento <strong>del</strong>le nuove<br />
disposizioni, il Decreto “Milleproroghe”<br />
(D. Lgs. 173/06) posticipa al 31<br />
gennaio 2007 l’entrata in vigore <strong>del</strong>la seconda<br />
parte <strong>del</strong> D.Lgs. 152/06 (VAS, la<br />
VIA e IPPC), inoltre secondo il decreto<br />
legislativo approvato definitivamente dal<br />
Consiglio dei ministri il 31 agosto 2006 e<br />
già firmato dal Presidente <strong>del</strong>la Repubblica,<br />
le autorità di bacino di cui alla legge<br />
18 maggio 1989, n.189 (dal 30 aprile<br />
soppresse dal D. Lgs in vigore), sono<br />
prorogate. In questo modo si vorrebbe<br />
porre rimedio al vuoto amministrativo lasciato<br />
con l’abrogazione <strong>del</strong>le autorità di<br />
bacino e con il trasferimento <strong>del</strong>le relative<br />
funzioni alle nuove autorità di bacino<br />
distrettuali a cui vanno riferiti i nuovi distretti<br />
idrografici, che devono prendere il<br />
posto dei bacini definiti dalla vecchia<br />
legge quadro sulla difesa <strong>del</strong> suolo<br />
(L.183/89), per cui, tra l’altro, le autorità<br />
di bacino regionali venivano istituite con<br />
legge regionale.<br />
Anche per quanto riguarda le “nuove<br />
norme in materia di gestione dei rifiuti”<br />
(articoli dal 177 al 266 <strong>del</strong>la parte quarta<br />
<strong>del</strong> provvedimento in questione) le cose<br />
non sembrano essere così definitive e<br />
certe, anche se la Corte Costituzionale<br />
con ordinanza n. 288 <strong>del</strong> 14 luglio 2006<br />
ha avuto la necessità di sottolineare i<br />
nuovi requisiti aggiuntivi che circoscrivono<br />
la portata <strong>del</strong> concetto di “materia<br />
prima secondaria per attività siderurgiche<br />
e metallurgiche”, ai sensi <strong>del</strong> D. Lgs<br />
152/2006. Come è stato ricordato prima,<br />
il secondo decreto di modifica <strong>del</strong><br />
D.Lgs in questione deriva dalla necessità<br />
di evitare pesanti condanne da parte<br />
<strong>del</strong>la Corte di Giustizia europea in<br />
particolare per quel che riguarda la stessa<br />
nozione di rifiuto che deve essere allineata<br />
con l’orientamento complessivo<br />
<strong>del</strong>la Corte di Giustizia europea relativamente,<br />
per esempio, all’esclusione <strong>del</strong><br />
residuo dalla nozione generale di rifiuto.<br />
Nel frattempo la G.U. n. 146 <strong>del</strong> 26 giugno<br />
2006 ha pubblicato l’avviso di inefficacia<br />
di diciassette decreti ministeriali<br />
attuativi <strong>del</strong> decreto legislativo n. 152/06<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
adottati senza parere <strong>del</strong>la Corte dei<br />
Conti e a Governo pressoché scaduto (2<br />
maggio). Tra gli altri decreti resi inefficaci<br />
nel rendere operativo il D. Lgs. 152/06<br />
ricordiamo quello riguardante i registri di<br />
carico e scarico dei rifiuti (articoli 190 e<br />
195): il decreto, in particolare, approvava<br />
i mo<strong>del</strong>li di registro di scarico e carico<br />
dei rifiuti escludendo da questo adempimento<br />
i piccoli produttori artigiani che<br />
non hanno più di tre dipendenti per cui<br />
sarà emanato un nuovo provvedimento.<br />
Altre difficoltà, oltre a quelle propriamente<br />
operative, sorgono nella lettura<br />
<strong>del</strong>l’articolato riguardante la parte quarta<br />
<strong>del</strong> decreto in questione; il D. Lgs.<br />
152/2006 specifica, infatti, quali sono i<br />
cosiddetti non rifiuti indicandoli in tre<br />
categorie molto precise, in quanto di difficile<br />
individuazione materiale. Si tratta,<br />
infatti, dei “sottoprodotti”, <strong>del</strong>le “materie<br />
prime secondarie” e <strong>del</strong>le “materie prime<br />
fin dall’origine”, concetti nuovi che<br />
nella teoria servirebbero per distinguere<br />
ciò che è “rifiuto” (articolo 181, comma<br />
12) da ciò che non lo è o non lo è più.<br />
Altra difficoltà interpretativa riguarda il<br />
“deposito temporaneo”di rifiuti in relazione<br />
al deposito temporaneo irregolare<br />
di rifiuti: non si comprende il motivo che<br />
ha indotto il legislatore a inserire il deposito<br />
temporaneo irregolare esclusivamente<br />
fra le operazioni di recupero e<br />
non anche fra quelle di smaltimento.<br />
Altra novità di rilievo per quanto riguarda<br />
gli impianti di recupero/smaltimento rifiuti<br />
è rappresentata dalle nuove regole<br />
per le autorizzazioni ordinarie (art. 208),<br />
e le procedure semplificate (art. 214-<br />
216). “Autorizzazione unica” per quanto<br />
riguarda gli impianti in procedura ordinaria<br />
(diversamente da quanto prescriveva<br />
il cosiddetto “Decreto Ronchi” ora<br />
abrogato) e le nuove competenze assunte<br />
dalle sezioni regionali <strong>del</strong>l’albo nazionale<br />
gestori ambientali a cui andranno<br />
indirizzate le comunicazioni di inizio<br />
attività per quanto riguarda il recupero/smaltimento<br />
rifiuti in procedura semplificata:<br />
è il caso qui di accennare il fatto,<br />
che è stato pubblicato il tanto atteso<br />
D.M. 5 aprile 2006, n. 186 (G.U. n. 115<br />
<strong>del</strong> 19 maggio 2006) “Regolamento recante<br />
modifiche al D.M. 5 febbraio<br />
1998, Individuazione dei rifiuti non pericolosi<br />
sottoposti alle procedure semplificate<br />
di recupero, ai sensi degli artt. 31<br />
e 33 <strong>del</strong> D.Lgs. n. 22/1997”. Le modifiche<br />
normative introdotte da tale decreto<br />
investono principalmente la determina-<br />
zione <strong>del</strong>le quantità massime di rifiuti<br />
non pericolosi da destinare alle attività<br />
di recupero in procedura semplificata.<br />
<strong>Il</strong> D. Lgs. 152/06 introduce anche un importante<br />
meccanismo premiale per le<br />
aziende certificate UNI EN ISO14001 o<br />
registrate ai sensi <strong>del</strong> regolamento europeo<br />
EMAS e che abbiano la necessità di<br />
rinnovare le proprie autorizzazioni per<br />
l’esercizio di un impianto: in tali casi, infatti,<br />
è previsto che tali autorizzazioni<br />
potranno essere sostituite con un’autocertificazione.<br />
Molto, dunque, è ancora da sapere su<br />
questo D.Lgs. 152/06 da poco entrato in<br />
vigore, molto, anche, da capire rispetto<br />
alla corretta interpretazione da dare.<br />
<strong>Il</strong> <strong>programma</strong> operativo <strong>del</strong>la nuova<br />
Commissione Ambiente <strong>del</strong>l’Ordine degli<br />
Ingegneri di Verona, si propone lo<br />
studio <strong>del</strong> D.Lgs 152/06, fornendo<br />
un’interpretazione operativa <strong>del</strong>le diverse<br />
parti in cui è articolato il decreto in<br />
questione.<br />
A tal fine si invitano i lettori, gli iscritti all’Ordine,<br />
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Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 65
Varie<br />
Campionato Nazionale Ingegneri di Ciclismo<br />
Michele Ferrari, ingegnere in Verona<br />
In occasione <strong>del</strong> Congresso Nazionale<br />
degli Ingegneri, svoltosi a Treviso dal 5<br />
all’8 settembre 2006, si è tenuto il primo<br />
Campionato Nazionale Ingegneri di Ciclismo.<br />
L’Ordine degli Ingegneri di Verona<br />
non poteva di certo mancare a un tale<br />
evento… e così ecco nascere la<br />
squadra amatoriale! Coordinatore e<br />
promotore <strong>del</strong>l’iniziativa il nostro Presidente,<br />
l’ing. Mario Zocca, che infilata la<br />
divisa da ciclista, ricalcando le gesta di<br />
un più illustre Presidente <strong>del</strong> Consiglio<br />
dei Ministri, ha dato il via all’avventura.<br />
Presenti, arruolati nella squadra in ordine<br />
alfabetico, come nella foto sotto:<br />
Ing. Claudio Morati<br />
Ing. Alessio Brutti<br />
Ing. Michele Ferrari<br />
Ing. Enzo Puleo<br />
Ing. Patrizio Bellotti<br />
Infortunati:<br />
Ing. Mario Zocca<br />
Ing. Giuseppe Benetollo<br />
Purtroppo la prestigiosa squadra di Verona<br />
perdeva durante la preparazione la<br />
sua punta di diamante, il Presidente.<br />
Motivazione: un infortunio (giustificazione<br />
ufficiale); paura di fare una figura poco<br />
consona al suo ruolo di Capitano<br />
(giustificazione ufficiosa).<br />
Ciononostante lo spirito amatoriale <strong>del</strong>l’evento<br />
ha portato la squadra a buoni<br />
risultati durante l’evento.<br />
Chi si è maggiormente distinto non sono<br />
stati di certo i più giovani, che nutrivano<br />
speranze di vittoria finale, quanto<br />
i senior che con un quinto posto (Claudio<br />
Morati) e un settimo posto (Enzo<br />
Puleo), hanno tenuto alto la bandiera di<br />
Verona.<br />
A tutti comunque vanno i complimenti<br />
per l’impegno dimostrato nel portare a<br />
termine la competizione.<br />
Un ringraziamento e un plauso particolare<br />
va fatto al Comitato organizzatore,<br />
il Consiglio <strong>del</strong>l’Ordine degli Ingegneri<br />
di Treviso, nella figura <strong>del</strong>l’ing. Salvador<br />
Maurizio.<br />
La speranza, dopo questa prima avventura<br />
è che la squadra dei ciclisti di Verona<br />
possa crescere in numero, per poter<br />
partecipare alle prossime iniziative con<br />
sempre maggior entusiasmo e creare<br />
un gruppo di amici appassionati di ciclismo.<br />
In bocca al lupo per il futuro!<br />
Da sinistra: Mario Zocca, Enzo Puleo, Claudio Morati, Michele Ferrari, Patrizio Bellotti, Alessio Brutti<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 67
Corsi, convegni, concorsi<br />
Convegno ABEI<br />
“The Association of British Engineers in Italy”.<br />
Saverio Luzzolini, ingegnere presidente ABEI<br />
Si riporta di seguito l’intervento <strong>del</strong> Presidente<br />
<strong>del</strong>l’Associazione ABEI “Associazione<br />
degli ingegneri britannici in Italia”<br />
al primo Convegno organizzato dall’associazione.<br />
Cari colleghi e colleghe, amici,<br />
prima di cominciare, permettetemi di<br />
ringraziare tutti i relatori, in quanto devo<br />
dire che quando hanno saputo <strong>del</strong> convegno,<br />
tutti hanno offerto la loro partecipazione;<br />
agli enti e istituzioni che ci<br />
hanno patrocinato; agli sponsor che<br />
hanno permesso questo incontro.<br />
Molti colleghi pur non essendo presenti<br />
mi hanno manifestato la loro partecipazione<br />
scrivendomi.<br />
Sapete tutti che ABEI ha pochi mesi di<br />
vita e sono onorato di essere il primo<br />
Presidente, ma voi siete la vera forza di<br />
ABEI, avete dimostrato già uno spirito<br />
di corpo notevole.<br />
Ho voluto questo incontro, anche se organizzato<br />
in tempi brevissimi e non<br />
senza difficoltà, contando sul vostro<br />
aiuto, e non mi sono sbagliato.<br />
È importante per ABEI, che ha già ottenuto<br />
ottimi risultati, iniziare un percorso<br />
ufficiale con le istituzioni, ci siamo posti<br />
traguardi ambiziosi, abbiamo già definito<br />
degli accordi e altri sono in pista.<br />
Con piacere vi comunico che è presente<br />
in sala un Consigliere <strong>del</strong> C.N.I., che<br />
ha risposto al mio invito e a cui rivolgo i<br />
miei ringraziamenti per la sua partecipazione.<br />
ABEI intende raggruppare tutti i Professional<br />
Engineers Britannici in Italia, che<br />
appartengono alle varie Institutions, ma<br />
ci sono anche ingegneri magistrali e iunior<br />
italiani, alcuni di questi già con titoli<br />
britannici.<br />
Trovo utile ribadire in questo convegno,<br />
che un ingegnere italiano che intendesse<br />
lavorare nei paesi anglosassoni, dovrebbe<br />
chiedere l’iscrizione in una Institution,<br />
che non accetta “Members”<br />
senza la presentazione di due o tre colleghi<br />
già iscritti alla stessa Institution e<br />
sostenere un colloquio finale.<br />
Ora, gli ingegneri italiani che hanno come<br />
obiettivo di conseguire un titolo britannico<br />
e che si iscrivono ad ABEI, po-<br />
tendo usufruire di tutti gli accordi,<br />
avranno un accesso guidato.<br />
La Feani ha già avviato un <strong>progetto</strong> <strong>del</strong>la<br />
EngCard, una tessera professionale<br />
che raccoglie tutte le informazioni <strong>del</strong><br />
professionista in un microchip, che ha<br />
come obiettivo di certificare le competenze<br />
acquisite dagli ingegneri liberi<br />
professionisti, per facilitare la mobilità.<br />
Infatti, una <strong>del</strong>le maggiori difficoltà incontrate<br />
dagli ingegneri nell’operare in<br />
uno stato membro, diverso dal proprio,<br />
riguarda anche il riconoscimento <strong>del</strong>le<br />
proprie qualifiche professionali.<br />
C’è da dire che se da una parte la trasparenza<br />
nelle procedure di riconoscimento<br />
<strong>del</strong>le competenze, comporta<br />
una maggiore “fluidità” all’interno <strong>del</strong><br />
mercato europeo di tutti i servizi professionali<br />
di ingegneria, dall’altra comporta<br />
una discriminazione degli ingegneri che<br />
si affacciano per la prima volta al mondo<br />
<strong>del</strong> lavoro. Infatti un datore di lavoro,<br />
pubblico o privato, è propenso ad avere<br />
maggiore fiducia verso un professionista<br />
che può spendere più specializzazioni<br />
ed esperienza, che verso un professionista<br />
che inizia la sua carriera, pur<br />
avendo quest’ultimo le stesse competenze.<br />
L’Europa anche se chiamata vecchio<br />
continente, è una realtà recente.<br />
La mobilità dei professionisti non può<br />
ancora avvenire, perché occorre necessariamente<br />
armonizzare i sistemi; a<br />
questo proposito, a mio modesto avviso,<br />
oltre alla “tessera professionale”, è<br />
importante predisporre una piattaforma<br />
comune al fine di istituire una “licenza<br />
professionale europea”, ossia “un esame<br />
di stato europeo”, che una volta superato<br />
permetterà ad ogni ingegnere di<br />
muoversi liberamente nella sua Europa,<br />
a prescindere dall’aspetto fiscale che è<br />
regolato a sé.<br />
In alternativa gli stati europei, dovranno<br />
accettare il fatto, che se un ingegnere è<br />
abilitato ad esercitare in un paese, può<br />
svolgere la professione in tutti gli altri 24<br />
stati.<br />
Tra gli obiettivi abbiamo anche la tutela<br />
e la protezione dei titoli.<br />
ABEI impone ai propri iscritti di non<br />
usare titoli in loro possesso, con lo scopo<br />
di evitare ciò che per esempio in Italia<br />
accada quello che è accaduto in<br />
passato.<br />
Nessuno può fregiarsi <strong>del</strong> titolo italiano<br />
di ingegnere se non ha i requisiti dettati<br />
dal D.P.R. 328/2001 o di un riconoscimento<br />
con decreto, come nessuno può<br />
fregiarsi dei titoli protetti dall’EC (UK), e<br />
dalle Institutions, etc.<br />
Non tutti gli iscritti ad ABEI sono ingegneri,<br />
ci sono diplomati e tecnici diplomati<br />
liberi professionisti, che entrando<br />
in ABEI hanno assunto l’impegno di<br />
progredire negli studi fino alla laurea.<br />
ABEI si è posto come obiettivo principale<br />
di far accrescere la cultura e la formazione<br />
dei propri iscritti, sia con<br />
l’informazione e l’aggiornamento professionale,<br />
che con il completamento di<br />
studi accademici, presso Università<br />
convenzionate.<br />
Per questo è stato firmato un accordo<br />
con l’Università Guglielmo Marconi, e<br />
presto mi auguro con altre Università in<br />
Francia e Inghilterra.<br />
I membri di ABEI hanno tutti dei titoli<br />
professionali, quello che sanno fare già<br />
lo fanno, quello che possono imparare<br />
a fare, lo impareranno “facendo”, anche<br />
grazie ad ABEI.<br />
<strong>Il</strong> motto quello che dobbiamo imparare<br />
a fare lo impariamo “facendo”, è di un<br />
illustre personaggio <strong>del</strong>la Grecia antica,<br />
recepito appieno sicuramente dai paesi<br />
anglosassoni.<br />
Come sapete in Gran Bretagna, da<br />
sempre, tutti i Members <strong>del</strong>le varie Institutions,<br />
dopo la laurea, prima di essere<br />
iscritti, devono compiere un periodo<br />
di tirocinio obbligatorio, e una volta<br />
iscritti, devono dimostrare annualmente<br />
un periodo minimo di aggiornamento<br />
professionale.<br />
Noi non abbiamo la presunzione di essere<br />
quello che non siamo, ma abbiamo<br />
la consapevolezza di quello che siamo<br />
e che potremmo essere in una Europa<br />
davvero UNITA.<br />
Chi siamo<br />
ABEI- The Association of British Engineers<br />
in Italy , è un’associazione italiana<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 69
legalmente costituita, con Atto Costitutivo<br />
e Statuto a rogito in data 30 Gennaio<br />
2006, rep. N. 31364, raccolta N.<br />
4780, registrato il giorno 13 Febbraio<br />
dal dott. Alan Marco Giuseppe Alessandro<br />
Urso, Notaio in San Donato Milanese<br />
(MI), formata da docenti universitari,<br />
professionisti e tecnici in possesso di titoli<br />
di studio e/o professionali <strong>del</strong> settore<br />
ingegneristico o scientifico.<br />
ABEI è un’associazione costituita senza<br />
scopo di lucro, richiede una quota annuale<br />
di iscrizione ai propri soci e si pone<br />
come finalità prioritaria di accrescere<br />
la formazione culturale dei propri iscritti<br />
anche e soprattutto mediante convenzioni<br />
con università britanniche ed italiane.<br />
Obiettivi per l’anno 2006<br />
L’Associazione ha già sottoscritto accordi<br />
con importanti Institutions di Professional<br />
Engineers, con i seguenti scopi:<br />
a) promozione;<br />
b) legale Riconoscimento;<br />
c) tutela degli associati;<br />
d) CPD (Continous Professional Development)<br />
dei Professional Engineers<br />
iscritti ad ABEI in Italia, in Europa e nel<br />
mondo.<br />
Obiettivi primari<br />
1. incrementare il numero dei Members;<br />
2. stipulare degli Agreements con università<br />
italiane ed europee;<br />
3. stipulare degli Agreements con i vari<br />
Professional Bodies anglosassoni;<br />
4. divenire una “Italian Branch” <strong>del</strong>la IET;<br />
5. organizzare il primo Congresso ABEI;<br />
6. aiutare i propri iscritti nel loro CPD,<br />
con organizzazione di corsi di aggiornamento<br />
professionale;<br />
7. creare una rete sulle professionalità<br />
e specializzazioni dei Membri ABEI.<br />
A distanza di soli dieci mesi dalla nascita<br />
di ABEI, posso affermare con molta<br />
soddisfazione, che la maggior parte degli<br />
obiettivi prefissi sono stati raggiunti,<br />
e gli altri stanno per essere centrati.<br />
<strong>Il</strong> 20 giugno 2006, ho sottoscritto un<br />
importante accordo con la Università<br />
Guglielmo Marconi per la laurea di primo<br />
e secondo livello in ingegneria civile<br />
ed industriale, e abbiamo come obiettivo<br />
di fare la stessa cosa con una Uni-<br />
versità a Londra ed in Francia.<br />
In Italia stanno aderendo alla nostra Associazione,<br />
tutti i membri <strong>del</strong>le Institutions<br />
Britanniche presenti nel nostro<br />
paese (IET, IEE, IIE, ICE, SPE, DTMSI),<br />
e un numero importante di Ingegneri Iunior<br />
e Magistrali.<br />
Di recente, sono stato contattato dal<br />
Co-ordinatore <strong>del</strong>la IET, che mi ha invitato<br />
al IET European Regional Forum:<br />
lo scopo è quello di creare una rete di<br />
Coordinatori nei paesi comunitari, anche<br />
per l’organizzazione di meeting e<br />
ABEI ne fa parte a pieno titolo.<br />
La IET (The Institution of Engineering<br />
and Technology), nata dalla fusione tra<br />
IEE e IIE ((the Institution of Electrical<br />
Engineers (IEE) and the Institution of Incorporated<br />
Engineers (IIE)), con più di<br />
150.000 Members è attualmente la più<br />
grande Institution di Ingegneri <strong>del</strong>l’Europa,<br />
e la seconda nel Mondo.<br />
Naturalmente, in piena coscienza siamo<br />
consapevoli, che per crescere abbiamo<br />
bisogno <strong>del</strong> sostegno e <strong>del</strong>l’aiuto<br />
non solo dei nostri Membri, ma anche<br />
<strong>del</strong>le Istituzioni Italiane e Britanniche.<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 71
Consiglio <strong>del</strong>l’Ordine<br />
Elenco terne collaudi statici<br />
(Periodo luglio - dicembre 2006)<br />
79. Ditta Edilrover snc<br />
Roverchiara<br />
1) Cottarelli Ermanno<br />
2) Marchetti Giampiero<br />
3) Tarocco Claudio<br />
80. Ditta Angel Costr. srl - Lazise<br />
1) Brighenti Luigi<br />
2) Butturini Olvero<br />
3) Calzà Gianluigi<br />
81. Impresa Cacciatori srl - Verona<br />
1) Benini Andrea<br />
2) Dell’Oro Giovanni<br />
3) Fusini Luciano<br />
82. Imp. Edile Pompei sas<br />
Povegliano<br />
1) Costantini Maria Gabriella<br />
2) Novarini Loris<br />
3) Zorzi Giorgio<br />
83. Imp. Edile Edilcalmasino srl<br />
Calmasino<br />
1) Bonesso Federico<br />
2) Buonavita Giannandrea<br />
3) Cavagna Gianluigi<br />
84. Imp. Edile Tigani Rocco<br />
San Bonifacio<br />
1) Brunelli Franco<br />
2) Garavaso Giampaolo<br />
3) Priori Antonio<br />
85. Imp. Edile Edilcervia snc<br />
Monteforte d’Alpone<br />
1) Nigri Claudio<br />
2) Petronilli Valerio<br />
3) Pomini Giorgio<br />
86. Imp. Edile Modini G.<br />
Nogara<br />
1) Cugola Edi<br />
2) Ferrarese Nereo<br />
3) Medici Mario<br />
87. Ditta Edil Costruzioni srl<br />
Villafranca<br />
1) Bonetti Adriano<br />
2) Pozzato Gianfranco<br />
3) Runco Mauro<br />
88. Ditta F.lli Taccon snc<br />
Sommacampagna<br />
1) Ambra Luca<br />
2) De Antoni Andrea<br />
3) Dolci Giovanni<br />
89. Ditta IM.PO. srl - San Bonifacio<br />
1) Mancassola Franco<br />
2) Panciera Andrea<br />
3) Piraldi Sandro<br />
90. Ditta Edil Più Valeggio srl<br />
Valeggio sul Mincio<br />
1) Caliari Alessandro<br />
2) Ceriani Franco<br />
3) Dell’Acqua Mario<br />
91. Ditta Tecnobau srl - Verona<br />
1) Rampo Manuela<br />
2) Simeoni Stefano<br />
3) Vaccari Angelo<br />
92. Ditta Tecnocostruzioni srl<br />
Cadidavid<br />
1) Amadio Eugenio<br />
2) Bonifacio Enzo<br />
3) Ghanat Abadi Farideh<br />
93. Impr. Edile Fontana Sergio<br />
Zevio<br />
1) Di Palma Nicola<br />
2) Marangoni Giancleto<br />
3) Tieni Francesco<br />
94. Impr. Ed. De Bianchi P. e Rebonato L. snc<br />
Casaleone<br />
1) Sedda Domenico<br />
2) Sparesotto Mirco<br />
3) Travenzolo Gianpietro<br />
95. Ditta Cestonato spa - Soave<br />
1) Testi Remo<br />
2) Veneri Piergiorgio<br />
3) Zantedeschi Gerardo<br />
96. Ditta Edilrover snc - Roverchiara<br />
1) Noventa Ivano<br />
2) Perbellini Lucio<br />
3) Savegnago Paolo<br />
97. Ditta Pavoni Marco Stefano & C.<br />
snc - Torri <strong>del</strong> Benaco<br />
1) Barbi Francesco<br />
2) Dall’Agnola Gianluigi<br />
3) Loro Albino Angelo<br />
98. Ditta Teicos snc<br />
Arbizzano<br />
1) Caloi Giuseppe<br />
2) Dall’Ora Giorgio<br />
3) Maccachero Giuseppe<br />
99. Ditta Edilcostruzioni snc<br />
Cavaion Veronese<br />
1) Grigoli Roberto<br />
2) Martinelli Adriano<br />
3) Melchiori Alessandro<br />
100. Ditta Costa Edilizia srl<br />
Verona<br />
1) Molinaro Paolo<br />
2) Morin Giovanni<br />
3) Muttinelli Alessandro<br />
101. Impr. Edile Eredi Fusini sas<br />
Vigasio<br />
1) Amadori Luigi<br />
2) Mantovani Sergio<br />
3) Menna Domenico<br />
102. Impr. Edile F.lli Zenaro srl<br />
Monteforte d’Alpone<br />
1) Naso Giampaolo<br />
2) Pippa Andrea<br />
3) Puleo Enzo<br />
103. Ditta La Casa srl<br />
Dossobuono<br />
1) Pezzetta Michele<br />
2) Piccoli Enzo<br />
3) Venturini Giampaolo<br />
104. Ditta GE.CO srl<br />
Povegliano Veronese<br />
1) Bonin Loris<br />
2) Castagnetti Paolo<br />
3) Gasparini Paolo<br />
105. Impr. Edile F.lli Vesentini snc<br />
Cavaion V.se<br />
1) Barbessi Ernesto<br />
2) De Masi Maurizio<br />
3) Gagliardi Mauro<br />
106. Ditta Pasquali Ottavio srl<br />
Colognola ai Colli<br />
1) Guerra Giovanni<br />
2) Lovato Massimo<br />
3) Marini Giovanni<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 73
107. Ditta Tadiello Costruzioni srl<br />
San Bonifacio<br />
1) Antolini Luigi<br />
2) Comencini Angelo<br />
3) Dal Corso Tiziano<br />
108. Ditta C.M. Costr. Edili snc<br />
Nogara<br />
1) Mirandola Leonardo<br />
2) Moratello Ines<br />
3) Padovani Pietro<br />
109. Imm.re Treassi srl<br />
Villabartolomea<br />
1) Caviasca Francesco S.<br />
2) Ferrigato Mirko<br />
3) Zanaglia Renato<br />
110. Ditta Zorzi Paolo - Lavagno<br />
1) Benati Antonino<br />
2) Chiapparo Paolo<br />
3) De Grandis Franco<br />
111. Ditta Vecchiari R. e Dolci F.<br />
Sorgà<br />
1) Meneghelli Giuseppe (n° A565)<br />
2) Meneghini Galdino<br />
3) Laita Luciano<br />
112. Ditta Cristini Giuseppe<br />
Lugagnano di Sona<br />
1) Grigoli Silvano<br />
2) Rubinelli Giorgio<br />
3) Zambaldi Antonio<br />
113. Ditta Patuzzo S. - Casaleone<br />
1) Cristanini Lucio<br />
2) Montagnoli Luciano<br />
3) Rossato Silvano<br />
114. Impr. Edile Franzoni Moreno<br />
& C. snc - Campagnola di Zevio<br />
1) Biasi Paolo<br />
2) Boscato Carlo<br />
3) Buio Tiziano<br />
115. Ditta Costruzioni Melotti srl<br />
Boscochiesanuova<br />
1) Barbieri Riccardo<br />
2) Biasco Gianluigi<br />
3) Ruffo Enrico<br />
116. Impr. Ed. Magnaguagno L. & C. snc<br />
Colognola ai Colli<br />
1) Ongarelli Pierluigi<br />
74<br />
2) Pippa Sandro<br />
3) Romano Giovanni<br />
117. Impr. Ed. Magnaguagno L. & C. snc<br />
Colognola ai Colli<br />
1) Montresor Giovanni (n° A1684)<br />
2) Moscardo Claudio<br />
3) Patuzzo Gianfranco<br />
118. Ditta Edilalfi di Faccio Alfonso<br />
Verona<br />
1) Binosi Loris<br />
2) Castellani Attilio<br />
3) Marcanti Alberto<br />
119. Impr. Bertani Giorgio Costr. Edili<br />
Pedemonte<br />
1) Barmettler Giuseppe<br />
2) Brunelli Giacomo<br />
3) Giacomazzi Pierluigi<br />
120. Ditta F.lli Righetti sncDomegliara<br />
1) Tornasi Giorgio<br />
2) Trevisani Enrico<br />
3) Zanetti Fabrizio<br />
121. Impr. Costr. Edili Perini Lorenzo<br />
Cerro Veronese<br />
1) Grazioli Alberto<br />
2) Menon Sergio<br />
3) Righetti Fiorenzo<br />
122. Impr. M.B. Costruzioni snc<br />
Villafranca<br />
1) Dall’Ora Dionigio<br />
2) Faccioli Mirko<br />
3) Ludovici Giorgio<br />
123. Impr. Aldrighetti Costr. srl<br />
Valgatara<br />
1) Laudanna Giovanni<br />
2) Lavarini Leonello<br />
3) Marconi Gian Basilio<br />
124. Ditta Triveneta Costr. srl<br />
Verona<br />
1) Bazzani Paolo<br />
2) Ortolani Luciano<br />
3) Pinelli Paolo<br />
125. Impr. Cacciatori srl<br />
Verona<br />
1) Barbazeni Franco<br />
2) Migliorini Giorgio<br />
3) Tartaglia Sandro<br />
126. Ditta Nova Edil snc - Casaleone<br />
1) Bisighin Loris<br />
2) Castiglioni Giovanni<br />
3) Sordo Gabriele<br />
127. Impr. Alberti srl - Caldiero<br />
1) Cenzon Francesco<br />
2) Da Vià Claudio<br />
3) Fietta Gianni<br />
128. Impr. Europam sas<br />
Palazzolo di Sona<br />
1) Rinaldi Roberto<br />
2) Sandri Claudio<br />
3) Zorzin Claudio<br />
129. Ditta Resid. Gran Paradiso snc<br />
Casaleone<br />
1) De Berti Giovanni<br />
2) Tarocco Claudio<br />
3) Zanetti Pietro<br />
130. Ditta Loa Immobiliare srl<br />
Villimpenta (Mn)<br />
1) Guerra Giovanni<br />
2) Novarini Loris<br />
3) Saccardi Lorenzo<br />
131. Ditta Loa Immobiliare srl<br />
Villimpenta (Mn)<br />
1) Marchetti Giampiero<br />
2) Sedda Domenico<br />
3) Travenzolo Gianpietro<br />
132. Impr. Edile Lessinia snc - Erbezzo<br />
1) Pomini Sergio<br />
2) Scarpa Marco<br />
3) Tessari Giuliano<br />
133. Ditta Dueemme srl - Cerea<br />
1) Ambra Luca<br />
2) Mantovani Sergio<br />
3) Moratello Ines<br />
134. Ditta Righetti A. & R. snc<br />
Pescantina<br />
1) Camarotto Pier Luigi<br />
2) Castelar Piergiorgio<br />
3) Dall’Agnola Gianluigi<br />
135. Ditta Melotti & Turri Costruzioni<br />
Bosco Chiesanuova<br />
1) Adami Giorgio (n° A1025)<br />
2) Benini Andrea<br />
3) Buonavita Giannandrea<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
Elenco segnalazioni a Regione,<br />
Comuni, Enti e Privati<br />
(Periodo luglio - dicembre 2006)<br />
11. Comune di Cazzano di Tramigna<br />
Nominativi per Commissione Edilizia<br />
Comunale<br />
1) Bertini Maurizio<br />
2) Bolla Massimo Giovanni<br />
3) Burato Assunta<br />
4) Fietta Gianni<br />
5) Piraldi Sandro<br />
6) Puleo Enzo<br />
12. CISIAG spa - Legnago<br />
Nominativi per collaudo statico lavori di<br />
realizzazione <strong>del</strong>le strutture di fognatura<br />
e depurazione <strong>del</strong>le acque reflue nei comuni<br />
di Arcole, Bavilacqua, Bonavigo,<br />
Boschi S. Anna, Minerbe e Terrazzo - 3°<br />
lotto esecutivo<br />
1) Boscato Carlo<br />
2) Franchini Luciano<br />
3) Ziviani Carlo<br />
13. Comune di Legnago<br />
Nominativi per collaudo statico lavori di<br />
ampliamento <strong>del</strong> Cimitero di San Vito -<br />
1° stralcio<br />
1) Adami Giorgio (n° A1025)<br />
2) Camarotto Pier Luigi<br />
3) Marchesini Giorgio<br />
14. Comune di Castelnuovo <strong>del</strong> Garda<br />
Nominativi per collaudo opere di urbanizzazione<br />
lottizzazione artigianale-industriale<br />
<strong>del</strong>la Ditta “Cameri srl”<br />
1) Brunelli Giacomo<br />
2) Cerchia Francesco<br />
3) Lovato Luigi Paolo<br />
15. Comune di Isola <strong>del</strong>la Scala<br />
Rinnovo Comm. Ediliz. Comunale<br />
1) Castelar Piergiorgio<br />
2) Costantino A<strong>del</strong>e<br />
3) Tarocco Claudio<br />
Rinnovo Comm. Edil. integrata L.63/94<br />
1) Ferrarese Nereo<br />
2) Ottoboni Edoardo<br />
3) Sandrini Luca<br />
16. Comune di Verona<br />
Circoscrizione 5°<br />
Nominativi per collaudo lavori di manut.<br />
straord. seminterrato <strong>del</strong>la palestra di<br />
Palazzina<br />
1) Albertini Alberto (n° A1271)<br />
2) Ambrogi Luca<br />
3) Bonagiunti Bruno<br />
17. Comune di Legnago<br />
Nominativi per collaudo opere di urbanizzazione<br />
<strong>del</strong> Piano di recupero di iniziativa<br />
privata <strong>del</strong>la corte rurale n° 18 in<br />
via Malon<br />
1) Pezzetta Michele<br />
2) Tarocco Claudio<br />
3) Zanar<strong>del</strong>li Dario<br />
18. Comune di Legnago<br />
Nominativi per collaudo opere di urbanizzazione<br />
<strong>del</strong> Programma Integrato di<br />
riqualificazione urbanistica, edilizia ed<br />
ambientale “Corte Perez” di Vangadizza<br />
1) Pippa Sandro<br />
2) Turella Loris<br />
3) Vinco Antonio<br />
19. Comune di Verona<br />
Nominativi per collaudo statico lavori di<br />
ampl. Scuola elementare “Le Risorgive”<br />
in loc. Fracazzole/Cadidavid<br />
1) Carli Silvano<br />
2) Mazza Giuseppe<br />
3) Mazzola Massenzio<br />
20. Comune di Minerbe<br />
Nominativi per collaudo opere di urbanizzazione<br />
piano di lottizz.<br />
Aree a scopo produttivo<br />
1) Della Rosa Gennaro<br />
2) Mazzali Roberto<br />
3) Pivetta Antonio<br />
21. Richiesta da amministratore<br />
condominiale - Verona<br />
Nominativi esperti problemi impianti<br />
idraulici<br />
1) Breoni Michele<br />
2) Messetti Marco<br />
3) Turco Paolo<br />
22. Comune di Villafranca<br />
Nominativi per collaudo opere di urbanizzazione<br />
piano di lottizz. Villafranchetta<br />
- Comparto 12.1<br />
1) Cecco Francesco<br />
2) Gandini A<strong>del</strong>ino<br />
3) Modena Claudio<br />
23. Comune di Legnago<br />
Nominativi per collaudo statico lavori di<br />
realizzazione di una strada di collegamento<br />
tra la S.S. 434 ed il capoluogo.<br />
1) Boscato Carlo<br />
2) Marini Giovanni<br />
3) Modena Claudio<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 75
Elenco segnalazioni<br />
per commissioni giudicatrici<br />
Concorsi - Gare<br />
Anno 2006<br />
1. Azienda Gardesana Servizi spa<br />
e Garda Uno spa<br />
Nomina per Commissione giudicatrice<br />
per affidamento incarico “Interventi di<br />
adeguamento idraulico e di miglioramento<br />
<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>lo scarico - Lotto<br />
2 <strong>del</strong>l’impianto di depurazione in Peschiera<br />
<strong>del</strong> Garda”<br />
1) Cigolini Giampietro<br />
2) Muraca Alessandro<br />
3) Tagliaro Arrigo<br />
2. Comune di Verona<br />
Nomina per Commissione giudicatrice<br />
bando di gara per la manutenzione quadriennale<br />
<strong>del</strong>la segnaletica stradale<br />
1) Ongarelli Michele<br />
2) Oltramari Gianni<br />
3) Sparesotto Mirco<br />
76<br />
3. Azienda Ospedaliera<br />
Istituti Ospitalieri di Verona<br />
Nomina Commissione Tecnica per licitazione<br />
privata per il servizio di energia<br />
integrato e multiservizio tecnologico<br />
<strong>del</strong>la durata di anni 9 per gli immobili in<br />
proprietà o nella disponibilita <strong>del</strong>l’Azienda<br />
Ospedaliera<br />
1) Monaco Italo<br />
2) Oltramari Gianni<br />
3) Ortolani Luciano<br />
4. Provincia di Verona<br />
Gara di affidamento <strong>del</strong> servizio di gestione<br />
e manutenzione degli impianti<br />
termici, inclusa la fornitura di combustibile<br />
e dei dispositivi antincendio afferenti<br />
il patrimonio immobiliare <strong>del</strong>la Provincia<br />
di Verona per il quinquennio<br />
2006-2011<br />
1) Andreoli Arrigo<br />
2) Ottolini Enzo Roberto<br />
3) Zanini Francesco<br />
5. Comune di Verona<br />
Nomina per Commissione giudicatrice<br />
bando di gara per l’appalto integrato relativo<br />
alla progettazione esecutiva e ai<br />
lavori di realizzazione di isole di centralizzazione<br />
semaforica, segnaletica di indirizzo<br />
ai parcheggi, monitoraggio <strong>del</strong>la<br />
viabilità e allestimento per la nuova centrale<br />
<strong>del</strong> traffico<br />
1) Pivetta Antonio<br />
2) Seneci Francesco<br />
3) Zamboni Franco<br />
6. Comune di Mozzecane<br />
Nomina per Commissione giudicatrice<br />
bando di gara per la realizzazione di una<br />
Scuola Materna con Asilo Nido integrato<br />
1) Costantino A<strong>del</strong>e<br />
2) Padovani Pietro<br />
3) Trevisiol Pierluigi<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006
Movimenti Albo<br />
(periodo luglio - dicembre 2006)<br />
Consiglio <strong>del</strong> 12 luglio 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A: Nessuna<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B: Nessuna<br />
Cancellazioni: Nessuna<br />
Consiglio <strong>del</strong> 26 luglio 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A:<br />
Biondani Costantino, Can<strong>del</strong>pergher<br />
Lorenzo (proveniente dall’Ordine di<br />
Trento), Di Corcia Alessandro, Niccolai<br />
Roberto, Sandri Andrea<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B:<br />
Serpelloni Ugo<br />
Cancellazioni:<br />
Iacono Salvatore (trasferito all’Ordine<br />
di Padova),Tomei Giorgio (deceduto),<br />
Fenzi Gastone (deceduto), De Antoni<br />
Giancarlo (deceduto)<br />
Consiglio <strong>del</strong> 29 agosto 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A:<br />
Chiaramonte Umberto, Famari Carlo,<br />
Leoni Silvia, Lonardi Luca, Malerba Alberto<br />
(reiscrizione), Mantovani Marco<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B: Nessuna<br />
Cancellazioni: Nessuna<br />
Consiglio <strong>del</strong> 21 settembre 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A:<br />
Dal Seno Cristiano, Ferrante Mauro,<br />
Fratucello Michele, Longo Simone,<br />
Roberti Enrico, Tinello Fabio<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B: Nessuna<br />
Cancellazioni: Nessuna<br />
Consiglio <strong>del</strong> 04 ottobre 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A:<br />
Conati Alessio, Daniele Stefano, Deboni<br />
Roberto, Maggiolo Alberto, Pirozzolo<br />
Antonio (proveniente dall’Ordine<br />
di Benevento), Zantedeschi Michele,<br />
Zivelonghi Fabio<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B:<br />
Riolfi Matteo<br />
Cancellazioni: Nessuna<br />
Consiglio <strong>del</strong> 18 ottobre 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A:<br />
Ambrosi Eleonora, Fadini Nicola, Gattone<br />
Alessio Mario, Lombardi Pierangelo,<br />
Lonardi Alberto, Mantovani Diego<br />
(proveniente dall’Ordine di Ferrara),<br />
Meneguzzi Francesca, Pietrobelli<br />
Katia, Scamperle Silvia, Stevanoni<br />
Renato<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B: Nessuna<br />
Cancellazioni:<br />
Bortolaso Riccardo (trasferito all’Ordine<br />
di Vicenza), Giordani Marco (trasferito<br />
all’Ordine di Padova), Orsingher<br />
Ivan (dimissioni), Zuliani Aleardo<br />
(deceduto)<br />
Consiglio <strong>del</strong> 24 ottobre 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A: Nessuna<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B: Nessuna<br />
Cancellazioni: Nessuna<br />
Consiglio <strong>del</strong> 8 novembre 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A:<br />
Borasca Benedetto, Bressan Enrico<br />
(proveniente dall’Ordine di Trento),<br />
Menaldo Eleonora (proveniente dall’Ordine<br />
di Trento), Munari Alberto,<br />
Sberveglieri Luca<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B: Nessuna<br />
Cancellazioni:<br />
Caramella Fabio (dimissioni), Furlanetto<br />
Davide (trasferimento all’Ordine<br />
di Vicenza), Martini Paolo (dimissioni)<br />
Consiglio <strong>del</strong> 29 novembre 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A:<br />
Bonafini Marco, Borromeo Gianni, Finotti<br />
Mirko, Gnesato Andrea, Piano<br />
Marco<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B: Nessuna<br />
Cancellazioni:<br />
Endrizzi Giorgio (dimissioni), Lanaro<br />
Roberto (dimissioni), Pagani Francesco<br />
(dimissioni), Zambello Stefano<br />
(dimissioni)<br />
Consiglio <strong>del</strong> 13 dicembre 2006<br />
Nuove iscrizioni - Sez. A:<br />
Battocchia Francesca, Begnini Luca,<br />
Betteghella Andrea, Cazzadori Luca,<br />
Cellini Nicola, Corradi Camilla, Falsirollo<br />
Andrea, Gaiga Claudio, Manara<br />
Elena, Pagliarini Marco, Pasquali Gabriele,<br />
Perina Emanuela, Picchio Monica,<br />
Pignatti Massimiliano (proveniente<br />
dall’Ordine di Modena), Residori<br />
Daniele, Rossi Damiano, Scala<br />
Fabio, Scolari Federico, Segala Marco,<br />
Signorini Marco, Strazza Domenico,<br />
Zamperini Luca, Zerbato Stefano<br />
Maria<br />
Nuove iscrizioni - Sez. B:<br />
Babbi Claudia, Minari Michele<br />
Cancellazioni:<br />
Bonomo Vinicio (dimissioni), Lizzadro<br />
Antonio (dimissioni), Moschetti <strong>Il</strong>debrando<br />
(dimissioni), Negrini Marco<br />
(dimissioni), Occhiuzzi Norberto (dimissioni),<br />
Ponchiroli Simone (dimissioni),<br />
Sonato Federico (dimissioni),<br />
Tubini Antonino (dimissioni).<br />
Notiziario Ingegneri Verona 4 - 2006 77
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Tosoni sbarca in Francia<br />
“Contribuire a rendere più bello, più piacevole, più confortevole il nostro mondo”<br />
È questa la “mission”, giustamente ampia e ambiziosa <strong>del</strong> GRUPPO INDUSTRIALE TOSONI di<br />
Villafranca di Verona. E trova conferma nei fatti: committenti pubblici e privati, nazionali e internazionali,<br />
di grande prestigio, integrazione produttiva e organizzativa tra le aziende <strong>del</strong> Gruppo,<br />
all’insegna <strong>del</strong>la completezza <strong>del</strong>le risposte anche in termini di servizio, e costante crescita.<br />
In questo contesto di sviluppo si inserisce l’importante acquisizione che la TOSONI FACCIATE<br />
CONTINUE - CURTAIN WALLS, una <strong>del</strong>le Società <strong>del</strong> Gruppo, ha finalizzato per un’importante<br />
realizzazione nel bellissimo quartiere Saint Denis a Parigi con una <strong>del</strong>le maggiori e prestigiose<br />
multinazionali europee: la Siemens, con la realizzazione di un vero e proprio headquarter “Siemens”<br />
caratterizzato da linee moderne ed elevati contenuti tecnico-prestazionali, punti chiave<br />
sia per la committenza che per lo studio di architettura incaricato <strong>del</strong>l’opera, lo studio parigino<br />
Jerôme Brunet & Eric Saunier (B&S).<br />
L’intervento si è articolato in due fasi: nella 1 a fase sono stati costruiti quattro dei nove fabbricati;<br />
uno con facciate interamente realizzate in acciaio e 3 con facciate in alluminio per un totale di<br />
12.000 mq circa. Nella seconda fase sono stati costruiti i restanti 5 fabbricati, tutti con facciate<br />
con struttura in alluminio. <strong>Il</strong> primo edificio, caratterizzato da ampi spazi destinati ad uffici ed un<br />
atrio di grandi dimensioni, è costituito da un nuovo involucro architettonico realizzato tramite<br />
una struttura a montanti e traversi in acciaio. Con la stessa tecnologia sono state realizzate le<br />
passerelle pedonali di collegamento tra gli edifici. Le facciate degli altri edifici sono state invece<br />
composte da cellule preassemblate in officina con strutture in alluminio.<br />
Questa realizzazione ha arricchito il portafoglio ordini <strong>del</strong> Gruppo Industriale Tosoni che ammonta<br />
oggi a /mil. 235 suddiviso in aree di affari che vanno dalla grande viabilità nel settore ponti e<br />
viadotti, all’edilizia industrializzata con i fabbricati in acciaio chiavi in mano fino al settore ferroviario<br />
con gli arredi interni per treni ad alta velocità e sistemi elettronici per il trasporto ambiente<br />
e costruzioni.