Vita Con n.4 Anno 2011.pdf - Congregazione dei Figli dell ...
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Poste Italiane SpA - sped. in abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46 ) art. 1 comma 3 NE/TN In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi Periodico trimestrale | Anno 19 - n. 4 | ottobre-dicembre 2011 TENSIONI E SPERANZE C’È LUCE NEL BUIO Essere al centro di uno tsunami mediatico ci ha insegnato a sperare, a credere di più in ciò che siamo. E con più umiltà. DI RUGGERO VALENTINI Quando tu, lettore, leggerai questo editoriale l’anno nuovo sarà iniziato. Sto scrivendo nei giorni che precedono il Natale. Sono i giorni più bui dell’anno, quando nel pomeriggio inizia già la notte. Gesù è luce in questo buio e la festa natalizia ci proietta verso il suo ritorno che verrà. E chiede pure un ritorno a noi stessi. Noi non dimenticheremo quest’autunno di buio, anno 2011. Nel quale è stato scritto e detto di noi, religiosi di Padre Monti, non per raccontare il nostro lavoro in venti Paesi del mondo, soprattutto in quelli più poveri. O di una storia ultracentenaria che ci ha consegnato opere come l’IDI di Roma. Questo non fa notizia; nessuno è venuto a chiederci qualcosa. Invece scatta un ululato mediatico, benché circoscritto, ma dirompente. Roba da far contenti gli sciacalli. segue a pagina 3
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Poste Italiane SpA - sped. in abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46 ) art. 1 comma 3 NE/TN<br />
In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi<br />
Periodico trimestrale | <strong>Anno</strong> 19 - n. 4 | ottobre-dicembre 2011<br />
TENSIONI E SPERANZE<br />
C’È LUCE<br />
NEL BUIO<br />
Essere al centro di uno tsunami mediatico ci ha<br />
insegnato a sperare, a credere di più in ciò che siamo.<br />
E con più umiltà.<br />
DI RUGGERO VALENTINI<br />
Quando tu, lettore, leggerai questo editoriale l’anno nuovo sarà<br />
iniziato. Sto scrivendo nei giorni che precedono il Natale. Sono<br />
i giorni più bui <strong>dell</strong>’anno, quando nel pomeriggio inizia già la<br />
notte. Gesù è luce in questo buio e la festa natalizia ci proietta<br />
verso il suo ritorno che verrà. E chiede pure un ritorno a noi stessi.<br />
Noi non dimenticheremo quest’autunno di buio, anno 2011. Nel quale è<br />
stato scritto e detto di noi, religiosi di Padre Monti, non per raccontare il<br />
nostro lavoro in venti Paesi del mondo, soprattutto in quelli più poveri.<br />
O di una storia ultracentenaria che ci ha consegnato opere come l’IDI di<br />
Roma. Questo non fa notizia; nessuno è venuto a chiederci qualcosa.<br />
Invece scatta un ululato mediatico, benché circoscritto, ma dirompente.<br />
Roba da far contenti gli sciacalli.<br />
segue a pagina 3
7<br />
20<br />
PROVINCIA ITALIANA DELLA CONGREGAZIONE<br />
DEI FIGLI DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE<br />
Amministrazione: Via <strong>dell</strong>a Luce, 46 00153 ROMA<br />
L’orfanello <strong>dell</strong>’Immacolata 1902 - 1940<br />
<strong>Vita</strong> concezionista 1941 - 1992<br />
<strong>Vita</strong> con anno 19 n° 4<br />
Hanno collaborato:<br />
Franco Baggia, Saverio Clementi,<br />
Davide Fant, Sergio Ianeselli,<br />
Leandro Romàn Lobato,<br />
Aleandro Paritanti, Natalino Poggi,<br />
Gioacchino Santoro, Sergio Slavazza,<br />
Ruggero Valentini, Hèctor Varela,<br />
Omar Viganò<br />
REDAZIONE<br />
Via Legnani, 4<br />
21047 Saronno (VA)<br />
tel. 02 96708107<br />
fax 02 96703437<br />
info@editricemonti.it<br />
Editoriale<br />
3 C’è luce nel buio<br />
Brevi<br />
4 Notizie e altro<br />
12<br />
Camerun, Arturo Paoli, Montefiascone,<br />
Oristano, Editrice Monti, Croazia<br />
Spiritualità e memoria<br />
7 La Croce <strong>dell</strong>a Montina<br />
in pellegrinaggio nel nuovo mondo<br />
America Latina<br />
Anziani<br />
10 La dimensione sociale <strong>dell</strong>a carità<br />
Il Pigneto<br />
12 Tutti per l’Africa<br />
14<br />
Educazione<br />
14 Una missione secolare tra i ragazzi<br />
Padre Monti in Trentino<br />
Vite parallele<br />
17 Monti e Guanella:<br />
stima e amicizia tra due uomini di Dio<br />
Como<br />
Memoria<br />
18 Emilio Maroni, un padre senza barriere<br />
In libreria<br />
Spiritualità<br />
20 Oasi di pace tra le querce <strong>dell</strong>a Sardegna<br />
Cuglieri<br />
Sanità<br />
21<br />
21 Il Poliambulatorio e la Farmacia <strong>dell</strong>a rinascita<br />
Tirana (Albania)<br />
Pedagogia<br />
22 Un laboratorio per ripensare la scuola<br />
Saronno<br />
AUTORIZZAZIONE DEL<br />
TRIBUNALE DI ROMA<br />
n. 214 del 26-5-1993<br />
Associato USPI<br />
ABBONAMENTO<br />
La rivista è come una lettera agli amici.<br />
Coloro che desiderano contribuire al<br />
costo <strong>dell</strong>a stampa possono farlo tramite<br />
c/c postale n° 15260003 intestato a<br />
VITA CON.<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Giannino Cazzaniga<br />
Stampa presso Publistampa Arti grafiche<br />
Via Dolomiti 36 - Pergine Valsugana (TN)<br />
CHI SIAMO<br />
“<strong>Vita</strong> con” è voce <strong>dell</strong>a comunità di vita consacrata fondata dal Beato Luigi Maria<br />
Monti (1825-1900) presente oggi in venti Paesi del mondo. Il carisma montiano di<br />
sequela del Signore Gesù si manifesta attraverso la cura e l’assistenza <strong>dei</strong> malati,<br />
l’educazione e la formazione <strong>dei</strong> ragazzi e <strong>dei</strong> giovani, soprattutto quelli più<br />
bisognosi. Questo carisma è condiviso anche da una comunità di donne consacrate<br />
(<strong>Figli</strong>e <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione <strong>dell</strong>a carità), da operatori professionali che<br />
collaborano nelle diverse opere e da amici, volontari, familiari che partecipano<br />
alla promozione di una fraternità universale secondo lo spirito del Vangelo.<br />
Il 2012 sarà per la CFIC un anno di particolare attenzione<br />
alle opere presenti in Africa. La raccolta fondi<br />
servirà infatti a sostenere alcune micro-realizzazioni<br />
mediante la creazione di “gemellaggi” tra varie realtà<br />
italiane e africane. I grandi bisogni di questa terra<br />
e le sue potenzialità chiedono l’impegno di religiosi,<br />
collaboratori e amici che vivono nelle diverse comunità<br />
italiane. Saranno in tutto 12 i progetti gestiti in<br />
stretta collaborazione con l’Associazione Dokita.
[segue dalla prima pagina]<br />
E giù con l’annuncio di fallimento <strong>dei</strong> nostri ospedali romani<br />
e con gli attacchi a qualche frate colpendo la <strong>Con</strong>gregazione<br />
nel suo insieme. Anche su queste “eclatanti”<br />
news nessuno è venuto a chiederci qualcosa. Chi ha<br />
confezionato certi polpettoni giornalistici esplosivi è così<br />
(in)cosciente da mettere a repentaglio 1500 persone<br />
che lavorano nei nostri ospedali? Basta indebolirli, e il<br />
gioco è fatto. Certo, oggi negli ospedali c’è aria di crisi:<br />
il quadro generale è problematico e i tagli sono imposti.<br />
Basta guardarsi intorno. Ma qualcuno, con asprezza, facendosi<br />
forte per aver avuto troppo, denuncia ai quattro<br />
venti che si sia osato senza<br />
criterio, come se un ospedale,<br />
nel nostro caso anche istituto<br />
scientifico, si potesse “curare”<br />
a pannicelli caldi. Una corretta<br />
rivendicazione per taluni si è<br />
trasformata in lotta di potere.<br />
Di fronte all’informazione-spettacolo,<br />
ti tocca subire i colpi.<br />
Crudele, ma è così. Non puoi<br />
reagire, parti già con l’immagine<br />
<strong>dell</strong>o sconfitto. Non puoi<br />
discutere, incalzato dai sospetti.<br />
Informare e denunciare<br />
è un’azione sacrosanta, ma<br />
spesso conta solo che lo spettacolo<br />
sia compiuto. E che una<br />
verità sia imposta all’opinione<br />
pubblica, ormai assuefatta a<br />
questi metodi, con la plausibilità<br />
<strong>dell</strong>e insinuazioni e <strong>dell</strong>e<br />
affermazioni al condizionale.<br />
Ciò basta per allarmare banche<br />
e fornitori, di questi tempi<br />
già tanto preoccupati per conto<br />
loro.<br />
Intorno la situazione generale<br />
è tesissima. È nato un nuovo<br />
governo di solidarietà; l’euro è<br />
sul punto di schiantarsi e con<br />
esso l’Unione Europea, il nostro<br />
grande sogno dopo un secolo<br />
di guerre fratricide. Viene<br />
introdotta una pesante manovra<br />
economica per “la crescita”.<br />
Termine magico, questa<br />
benedetta crescita. Nel frattempo impazzano le polemiche<br />
sull’ICI, solo in riferimento alla Chiesa cattolica,<br />
ovviamente: ci sono argomenti che devono essere presentati<br />
a senso unico, se no non fanno effetto. Faccio<br />
controllare per quanto ci riguarda: tutto regolare.<br />
Sembra di affrontare una battaglia senza fine, tra sussurri<br />
e grida. Dopo un anno che giro per il mondo e che<br />
vedo quanto si fa per il bene di tanti, a stare in Italia mi<br />
viene nostalgia <strong>dei</strong> villaggi africani o peruviani. Non mi<br />
meraviglio che i nostri giovani cerchino “il posto” altrove.<br />
Anche i faccioni <strong>dell</strong>a tv quando parlano <strong>dell</strong>’Italia dicono<br />
sempre “questo paese”, invece che “il nostro Paese”.<br />
Stiamo vivendo una sorta di delirio, un rifiuto <strong>dei</strong> nostri<br />
valori che sa di decadenza e di odio verso di essi.<br />
«Sentinella, quanto resta <strong>dell</strong>a notte?», leggiamo in una<br />
profezia del libro di Isaia. Questa domanda la poniamo<br />
anche noi, semmai ci fosse qualcuno capace di cogliere<br />
nell’enigma di questo tempo una via di speranza. Quanto<br />
resta per venire fuori dalla notte? In giorni difficili come<br />
questi (e non solo all’interno <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione)<br />
anche la speranza diventa una fatica enorme, sebbene<br />
proprio la Bibbia attesti che le<br />
congiunture storiche più oscure<br />
e difficili hanno costituito<br />
l’alveo di incubazione di speranze<br />
audaci.<br />
Guardo avanti. Provo a immaginare<br />
come dovremmo essere<br />
noi religiosi: già da domani<br />
mattina. Il mondo è cambiato,<br />
e noi con esso. È finita la poesia.<br />
Chiedo ai miei confratelli<br />
uno scatto di coraggio e di<br />
conversione. Lo chiedo anche<br />
ai nostri collaboratori. La prosa<br />
è già cominciata, per tutti.<br />
Dobbiamo svegliarci e inventare<br />
qualcosa di nuovo, perché<br />
non basta cullarsi <strong>dei</strong> centenari.<br />
Non basta ammirare i grandi<br />
del passato e noi restare indolenti<br />
e pigri di fronte al presente.<br />
Qual è la nostra cultura<br />
civica e sociale per un futuro<br />
diverso? Come vogliamo “immaginare”<br />
i nostri ospedali, già<br />
da questo 2012?<br />
Amici lettori, siete stati trascinati<br />
in un vortice di considerazioni.<br />
Ma vi voglio solo chiedere<br />
più stima per la vostra e<br />
nostra tradizione cristiana, purché<br />
resti umile e non cerchi di<br />
imporsi ad alcuno. Alziamoci in<br />
piedi per reagire, a partire dalla<br />
testa, cominciando da un’informazione<br />
vera.<br />
L’Italia è uno straordinario laboratorio di iniziative cristianamente<br />
ispirate: centri culturali, giornali di informazione,<br />
riviste missionarie e di cultura, un quotidiano<br />
cattolico nazionale e decine di settimanali, radio e tv,<br />
case editrici, senza trascurare la galassia <strong>dell</strong>e forme<br />
associative… Abbiamo risorse che fuori ci invidiano e le<br />
stiamo trascurando. E così finiamo col dimenticarci di<br />
noi stessi. ■<br />
fratel Ruggero Valentini<br />
IV - 2011 3<br />
EDITORIALE
BREVI<br />
CAMERUN<br />
Due convitti per studenti a Soa<br />
Un sogno sta diventando realtà<br />
Padre Sergio Ianeselli ha avviato un interessante progetto a Soa, a circa 30 chilometri da Yaoundé, la capitale<br />
del Camerun. Sono in costruzione due case convitto di 60 camere l’una. I due edifici sono situati su<br />
un terreno di due ettari e qui è prevista la costruzione di altri due convitti, uno <strong>dei</strong> quali è dotato di ristorante,<br />
una grande sala di conferenze, uno stadio con palestra e gli alloggi <strong>dell</strong>a comunità <strong>dei</strong> religiosi <strong>dell</strong>a<br />
CFIC.<br />
L’ultima opera in programma, e forse la più importante, dovrebbe essere una scuola media superiore oppure<br />
la sede di una Facoltà di Medicina.<br />
Quest’ultimo progetto è molto incoraggiato dall’Arcivescovo di Yaoundé, mons. Victor Tonye Bakot.<br />
«La costruzione di una università – dice padre Sergio – sarebbe la realizzazione di un sogno che coltivo da molto<br />
tempo, anche perché qui non è facile entrare nel ristretto cerchio degli studenti di medicina. Sarebbe poi<br />
un’iniziativa che si collocherebbe bene nel solco missionario <strong>dei</strong> figli di Padre Monti». Il terreno si trova nelle vicinanze<br />
<strong>dell</strong>a seconda più grande Università di Yaoundé e il campus che si vuole costruire servirebbe anche ad<br />
aiutare socialmente e spiritualmente tutti gli studenti<br />
che frequentano la vicina Università statale. La sala di<br />
conferenze, infatti, dovrebbe servire non solo per riunioni<br />
scientifiche e sociali, ma anche per incontri teologici<br />
e di catechismo. Molti giovani del posto non sono<br />
neppure battezzati pur professandosi cattolici.<br />
È inutile aggiungere che la realizzazione del progetto<br />
richiede un grosso sforzo economico e i lavori<br />
procederanno perciò un po’ alla volta secondo le<br />
possibilità e la generosità <strong>dei</strong> benefattori. ■<br />
L’INCONTRO<br />
Arturo Paoli alla soglie del secolo di vita<br />
testimone di grandi maestri <strong>dell</strong>a fede<br />
Il giorno 26 ottobre il direttore <strong>dell</strong>’Editrice Monti, Sergio<br />
Slavazza, e Giorgio Vecchio, docente di Storia <strong>Con</strong>temporanea<br />
presso l’Università di Parma, si sono recati a<br />
San Martino in Vignale, nei pressi di Lucca, per incontrare<br />
padre Arturo Paoli. Nato nel 1912, Paoli si laurea in Lettere<br />
nel 1936; entrato in seminario l’anno successivo viene<br />
ordinato sacerdote nel giugno 1940. Partecipa tra il 1943<br />
e il 1944 alla Resistenza e svolge la sua missione sacerdotale<br />
a Lucca fino al 1949, quando viene chiamato a Roma<br />
come viceassistente <strong>dell</strong>a Gioventù di Azione Cattoli-<br />
Nella foto, da sinistra, Arturo Paoli e Giorgio Vecchio.<br />
ca. Qui si scontra con Luigi Gedda, presidente generale<br />
<strong>dell</strong>’AC e all’inizio del 1954 riceve l’ordine di lasciare Roma.<br />
Diventa in seguito un Piccolo fratello <strong>dell</strong>a congregazione religiosa ispirata a Charles de Foucauld.<br />
Motivo <strong>dell</strong>’incontro è stata la prossima pubblicazione per l’Editrice Monti del libro Cristiani nel deserto, a firma<br />
proprio del professor Vecchio. Si tratta di un saggio molto interessante, basato anche su documenti inediti,<br />
in cui si scoprono i fili (diretti e indiretti) che legano tra loro tre <strong>dei</strong> personaggi più significativi e profetici<br />
<strong>dell</strong>a Chiesa: il beato Charles de Foucauld, don Primo Mazzolari e Arturo Paoli. Il libro sarà una perla preziosa,<br />
non solo per gli storici, ma per tutti coloro che ancora oggi trovano ispirazione e sostegno dal pensiero, dalle<br />
opere e dalle parole di questi maestri di vita cristiana. ■<br />
4 IV - 2011
MONTEFIASCONE<br />
Inaugurato a Villa Santa Margherita<br />
un monumento a Padre Monti<br />
Un nuovo monumento dedicato a Padre Monti è stato inaugurato il<br />
22 settembre 2011 a Montefiascone, all’ingresso di Villa Santa Margherita<br />
(nella foto). L’opera è stata realizzata dallo scultore Mario<br />
Vinci e rappresenta il fondatore <strong>dell</strong>a CFIC insieme con un bambino<br />
diversamente abile e un’anziana, il tutto contenuto in una struttura<br />
(realizzata dallo studio d’architettura Pagliaccia) che sembra voler<br />
sottolineare con la sua modernità l’attualità di una presenza che risale<br />
al 1947. Alla cerimonia hanno partecipato il vescovo Lino Fumagalli,<br />
il sindaco Luciano Cimarello e altre autorità locali. A fare gli<br />
onori di casa padre Terenzio D’Ortenzio e il dottor Attilio Mancini.<br />
Mons. Fumagalli ha sottolineato la specificità <strong>dell</strong>a missione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong><br />
<strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione che a Villa Margherita si traduce nell’assistenza<br />
ai diversamente abili. La struttura è attualmente dotata di attrezzature d’avanguardia e conta<br />
120 posti letto come residenza sanitaria assistenziale e altrettanti come centro di riabilitazione. ■<br />
ORISTANO<br />
La lista di nozze di…<br />
padre Giovanni<br />
La comunità “Il Gabbiano” è nota in Sardegna come centro diurno che accoglie i ragazzi disabili, li impegna<br />
in laboratori e attività di ambito educativo, culturale, sportivo, ricreativo e li aiuta a sviluppare<br />
le loro abilità e l’autonomia.<br />
Ora, però, è nata anche La Casa di Ivan, un appartamento (che prende il nome da un confratello croato)<br />
dove persone con disabilità, rimaste sole e senza qualcuno che si possa prendere cura di loro, troveranno<br />
l’assistenza e il calore necessari per vivere.<br />
L’appartamento ospiterà sei disabili e un educatore, è composto da quattro camere da letto, dotate di<br />
bagno a norma, una cucina con sala<br />
da pranzo e una zona soggiorno.<br />
Ci sono i mobili, ma mancano tutte le<br />
altre cose, dalle pa<strong>dell</strong>e alle lenzuola,<br />
dall’aspirapolvere agli spazzolini da<br />
denti. Per ovviare a ciò padre Giovanni<br />
Petrelli ha proposto due liste in<br />
due negozi di Oristano, dove gli amici<br />
e sostenitori potranno comprare<br />
quanto serve per rendere vivibile la<br />
casa. E così inaugurarla al più presto<br />
per aprirla a chi sta già aspettando.<br />
Il Centro, opera <strong>dei</strong> religiosi di Padre<br />
Monti, riceve un supporto dalla diocesi<br />
locale e dalla <strong>Con</strong>ferenza episcopale<br />
italiana con le risorse <strong>dell</strong>’8x1000.<br />
Per contatti con padre Giovanni:<br />
pe3lli@virgilio.it - tel. 0783 210091 ■<br />
IV - 2011 5<br />
BREVI
BREVI<br />
ROMA<br />
L’Editrice Monti presente alla fiera <strong>dell</strong>’EUR<br />
Piùlibripiùliberi<br />
Come di consueto l’Editrice<br />
Monti è stata presente<br />
alla fiera Piùlibripiùliberi di<br />
Roma, giunta quest’anno<br />
alla sua decima edizione.<br />
56.000 sono stati i visitatori<br />
che si sono aggirati curiosi<br />
tra gli stand <strong>dei</strong> 411 editori<br />
presenti. Da segnalare<br />
la bella collaborazione, ormai<br />
pluriennale, con Effatà<br />
Editrice di Cantalupa (TO),<br />
fondata e animata dalla famiglia<br />
Pellegrino.<br />
L’evento romano è stato<br />
l’occasione per distribuire<br />
in anteprima il nuovo Catalogo<br />
2012 che può essere<br />
richiesto e/o scaricato dal<br />
sito www.editricemonti.it ■<br />
CROAZIA<br />
Uno show “dissacrante” per presentare<br />
la figura di fratel Bonifacio Pavletić<br />
Dall’1 al 6 novembre 2011 due giovani italiani, Andrea Tuvè e Luca Gurrieri (nella foto a sinistra), sollecitati<br />
da padre Mariano Passerini e da padre Alphonse Mevoh, da una suora croata, suor Mirijam, e da un famoso<br />
giornalista ed editore croato, Pasaric, rischiando di “dissacrare” la figura di fratel Bonifacio Pavletić, hanno voluto<br />
offrire a tantissimi bambini, ragazzi e giovani studenti del territorio di Kutina e di Sisak una immagine “giocosa”<br />
del santo fratello croato. Nel corso <strong>dell</strong>e giornate di show che hanno coinvolto le scuole di Kutina, Luca<br />
e Andrea si sono divertiti a giocare con i bambini <strong>dell</strong>a cittadina presentando un fratel Bonifacio Pavletić<br />
assolutamente originale. Gli episodi rappresentati hanno riguardato la nascita di Ivan Pavletić, la sua vocazione,<br />
il lavoro di calzolaio, il suo incontro con padre Luigi Monti e la sua morte. Sono stati coinvolti centinaia di<br />
bambini e di giovani riscuotendo ovunque un grande successo. ■<br />
6 IV - 2011
AMERICA LATINA<br />
LA CROCE DELLA MONTINA<br />
IN PELLEGRINAGGIO<br />
NEL NUOVO MONDO<br />
«P<br />
er ciò che riguarda la<br />
formazione di case in<br />
America, se il Signore<br />
non dà segni evidenti,<br />
andrei piano». Queste sono le parole<br />
con cui padre Angelo Taglioretti,<br />
missionario di Rho, rispose il 6 ottobre<br />
1879 alla richiesta di un consiglio<br />
da parte di Padre Luigi Maria Monti<br />
circa l’opportunità o meno d’inviare<br />
alcuni suoi religiosi in Sudamerica.<br />
Questo invito ad agire con grande<br />
prudenza, da parte di chi nella sua<br />
giovinezza era stato colui che l’aveva<br />
incoraggiato a intraprendere l’apostolato<br />
tra i suoi coetanei, fu preso<br />
dal Beato come una divina segnalazione:<br />
ancora ci voleva del tempo<br />
perché il suo grande anelito missionario<br />
potesse essere esaudito.<br />
Questo accadrà esattamente 42 anni<br />
dopo, il 6 ottobre 1921, quando i<br />
primi quattro religiosi montiani approdarono<br />
nel grande porto di Buenos<br />
Aires, la capitale <strong>dell</strong>’Argentina,<br />
luogo scelto dalla Divina Provvidenza<br />
per dare inizio alla prima presenza<br />
duratura <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione<br />
<strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione<br />
(CFIC) fuori <strong>dei</strong> confini geografici<br />
e culturali del Vecchio Mondo.<br />
Novant’anni sono trascorsi da questo<br />
primo incontro tra il carisma di carità<br />
del Beato Luigi Maria e la terra<br />
americana. Novant’anni di una storia<br />
feconda, ricca d’umanità e di grazia,<br />
frutto del dialogo sempre più sereno<br />
e profondo tra i valori culturali<br />
latinoamericani e quelli portanti <strong>dell</strong>a<br />
“montianità”. Novant’anni che<br />
oggi costituiscono le fondamenta<br />
solide e salde da cui ripartire nella<br />
costruzione di una nuova sintesi tra<br />
fede e vita che la odierna realtà <strong>dell</strong>e<br />
complesse strutture educative e<br />
assistenziali, animate dai rami ma-<br />
<strong>Con</strong> una originale e partecipata iniziativa è stato<br />
celebrato il 90° anniversario <strong>dell</strong>a presenza del carisma<br />
di Padre Monti in Sud America. Coinvolti quattro Paesi.<br />
schile e femminile <strong>dell</strong>a CFIC, propone<br />
e richiede.<br />
Perciò, non solo la CFIC, bensì l’intera<br />
Famiglia Montiana al gran completo<br />
(religiosi, religiose, laici e giovani)<br />
ha voluto celebrare questa importantissima<br />
ricorrenza facendo grata memoria<br />
e proiettandosi, nello stesso<br />
tempo, con sentimenti di speranza<br />
verso il futuro.<br />
“Della Croce ha fatto strada fino<br />
ad arrivare a noi” è stato il motto<br />
scelto per dare un comune indirizzo<br />
alla riflessione e all’impostazione di<br />
tutte le molteplici attività e iniziative<br />
appositamente organizzate. In queste<br />
parole risuona ben chiaro l’eco<br />
del passo evangelico: «Se qualcuno<br />
vuol venire dietro a me, rinneghi se<br />
stesso, prenda la sua croce ogni<br />
giorno e mi segua. Chi vorrà salvare<br />
la propria vita, la perderà, ma chi perderà<br />
la propria vita per me, la salverà»<br />
(Lc 9, 23-24). Il programma di vita<br />
che questo brano delinea non è<br />
altro che quello abbracciato da Luigi<br />
Monti fin dalla sua giovinezza; lo<br />
stesso che propose ai giovani amici<br />
<strong>dell</strong>a Compagnia <strong>dei</strong> Frati a Bovisio<br />
Masciago, il suo paese natio,<br />
quando una domenica salirono tutti<br />
insieme su una collinetta da tutti conosciuta<br />
come “la Montina” per appendere<br />
sulla parte più alta del fabbricato<br />
una croce fatta in legno dallo<br />
stesso Beato, a ricordo del loro desiderio<br />
di vivere cristianamente impegnati.<br />
Questo stesso ideale, portato nel<br />
Nuovo Mondo da quei primi quattro<br />
frati “azzurri” arrivati nel 1921, continua<br />
a essere oggi proposto e riproposto<br />
a migliaia di uomini e donne,<br />
adulti, giovani e bambini che in diverse<br />
località di Argentina, Bolivia,<br />
Brasile, Ecuador, Paraguay e Perù<br />
entrano in contatto con il carisma<br />
montiano tramite opere quali scuole,<br />
centri diurni e mense per bambini disagiati,<br />
ospedali e ricoveri per anziani,<br />
parrocchie e attività missionaria,<br />
gruppi giovanili e comunità di vita e<br />
di fede. Per tutti loro la “Croce <strong>dell</strong>a<br />
Montina” è anche il segno che riassume<br />
questa proposta di vita, concretizzatasi<br />
in una copia fatta costruire<br />
alcuni anni fa quale croce<br />
IV - 2011 7<br />
SPIRITUALITÀ E MEMORIA
SPIRITUALITÀ E MEMORIA<br />
pellegrina montiana per l’America<br />
Latina.<br />
Questo segno ha accompagnato la<br />
reliquia del corpo del Beato Luigi<br />
Maria Monti che, arrivata dall’Italia<br />
per questa particolare ricorrenza, ha<br />
percorso migliaia di chilometri in aereo,<br />
autobus e macchina per visitare<br />
le diverse realtà che costituiscono le<br />
presenze montiane in Sudamerica.<br />
Così, dall’8 settembre al 2 novembre<br />
2011, accompagnate da padre Héctor<br />
Varela, croce e reliquia hanno<br />
fatto visita alle diverse opere gestite<br />
dalla CFIC, offrendo l’opportunità di<br />
rendere grazie al Dio <strong>dell</strong>a vita e <strong>dell</strong>a<br />
storia, suscitando calorose manifestazioni<br />
di accoglienza, gioia e lacrime<br />
di emozione, tradotte in un<br />
numero senza fine di iniziative che<br />
hanno radunato e coinvolto l’intera<br />
Famiglia Montiana nelle sue diver-<br />
Nelle fotografie vari momenti <strong>dell</strong>e cerimonie e manifestazioni che hanno caratterizzato<br />
il pellegrinaggio <strong>dell</strong>a Croce Montiana attraverso quattro stati del Sud America.<br />
8<br />
se realtà. Balli e canti tradizionali e<br />
moderni, coreografie, pupazzi giganti,<br />
rappresentazioni teatrali, celebrazioni<br />
eucaristiche, incontri di preghiera<br />
e riflessione, benedizioni <strong>dei</strong><br />
malati e pellegrinaggi mariani, uniti a<br />
innumerevoli raduni fraterni di condivisione:<br />
tutto ciò ha caratterizzato<br />
ovunque i giorni <strong>dell</strong>a visita di queste<br />
sacre insegne.<br />
Córdoba (Argentina), Santa Eulalia<br />
(Perù), Santa Cruz de la Sierra (Bolivia),<br />
Salta, Tucumán, Santa Fe<br />
(Argentina) e Foz do Iguaçu (Brasile)<br />
sono state le diverse tappe di un<br />
pellegrinaggio assai particolare e segnato<br />
da una partecipazione di fedeli<br />
davvero massiccia. A Córdoba, per<br />
esempio, più di 8mila persone hanno<br />
affollato l’evento con cui si è dato il<br />
via ai circa 60 giorni di visite; a Santa<br />
Fe circa 400 giovani hanno partecipato<br />
al primo pellegrinaggio giovanile<br />
montiano al santuario-basilica di<br />
Nostra Signora di Guadalupe.<br />
Questa immensa gioia non la si è<br />
voluta circoscrivere soltanto nell’ambito<br />
<strong>dell</strong>a Famiglia Montiana: è stato<br />
un desiderio pienamente condiviso<br />
il coinvolgere, sul territorio, realtà<br />
in vario modo vicine alle opere <strong>dell</strong>a<br />
CFIC. Terminato il calendario <strong>dell</strong>e<br />
celebrazioni, la croce pellegrina<br />
montiana è tornata a Córdoba da<br />
dove ripartirà nel gennaio 2012 per<br />
Arcadia (Tucumán). Accompagnerà<br />
un gruppo di più di 50 missionari<br />
montiani che per il sesto anno consecutivo<br />
porteranno un messaggio di<br />
fede e di speranza alle più di 300 famiglie<br />
<strong>dell</strong>e località rurali di “La Falda”<br />
e “Los Cochamolles”, nel disagiato<br />
sud del territorio tucumano.<br />
Da lì la croce tornerà a Córdoba do-<br />
IV - 2011
Testimonianza<br />
LA CROCE<br />
DEL DISCEPOLO<br />
«Sul petto porto la Croce e nel mio cuore quel che<br />
dice Gesù»: così cantavano i giovani di Foz do Iguaçu<br />
(Brasile) quando fece il suo ingresso la Croce <strong>dell</strong>a<br />
Montina. Questa frase riassume ciò che significa<br />
per noi la Croce che ci ha redenti. Tanti uomini e donne<br />
santi si sono inginocchiati di fronte ad essa per<br />
cercare forza ed essere in grado di svolgere la missione<br />
affidata dal Signore. Luigi Monti non è stato da<br />
meno.<br />
La Croce pellegrina <strong>dell</strong>a Montina, nei suoi viaggi<br />
attraverso le nostre varie opere in America Latina, ha<br />
benedetto ognuna <strong>dell</strong>e persone che ha incontrato e<br />
al tempo stesso ha ricevuto la benedizione da ciascuna<br />
di loro: questa Croce montiana non è più la<br />
stessa, ora il suo legno è carico di benedizioni e di<br />
grazie ricevute lungo i suoi passi dall’interno argentino<br />
alle Ande peruviane, dal corso del Parana di Santa<br />
Fe risalendo fino alle cascate di Foz do Iguaçu o<br />
alla pianura di Santa Cruz de la Sierra boliviana.<br />
Un pellegrino davanti alla Croce pellegrina <strong>dell</strong>a<br />
Montina ha detto questa preghiera: «Gesù, quanto è<br />
difficile seguire il tuo cammino, quanto è difficile da<br />
portare la tua Croce, quanto è difficile essere fedeli<br />
ogni giorno <strong>dell</strong>a nostra vita o credere nel tuo Vangelo<br />
e convertirsi. Ma il tuo amore folle, che ti condusse<br />
alla Croce, insieme con il beato Luigi Monti, ci può<br />
aiutare a trovare la strada, perché possiamo accogliere<br />
con amore quella Croce che ci ha redenti».<br />
ve attenderà il prossimo appuntamento<br />
previsto nei locali del Collegio<br />
“José Peña” in programma nel<br />
mese di ottobre 2012. Sarà la settima<br />
edizione <strong>dell</strong>a “Montina”, un<br />
evento che radunerà tutti i montiani<br />
desiderosi di ritrovarsi come “comunità<br />
azzurra” e di condividere quanto<br />
IV - 2011<br />
ogni singola realtà ha vissuto nell’anno<br />
di grazia che è stato per tutti<br />
quanti il 90º <strong>dell</strong>’incontro tra il carisma<br />
di carità del Beato Luigi Maria e<br />
l’America Latina.<br />
È in questo contesto che per i montiani<br />
latinoamericani risultano ancora<br />
oggi essere di grande attualità le<br />
Un altro pellegrino, in una preghiera di ringraziamento,<br />
diceva: «Grazie, Signore, per averci invitato a<br />
partecipare a questo incontro con la Croce pellegrina<br />
<strong>dell</strong>a Montina; grazie per averci invitato tutti a venire<br />
con Te, senza distinzione, senza tempo, senza ritmi<br />
marcati. Soltanto Ci chiedi di avere il coraggio di portare<br />
la nostra croce, come fece il beato Luigi Monti,<br />
perché Tu sia la cosa più importante nella nostra vita,<br />
per vivere nella speranza che il cammino non è così<br />
difficile se siamo con Te».<br />
Il passaggio <strong>dell</strong>a Croce pellegrina ci ha dato un<br />
nuovo stimolo a seguire più da vicino il Signore e, rimanendo<br />
in Lui, poter dare frutti buoni e abbondanti.<br />
Questi frutti non saranno raccolti subito, giacché, con<br />
l’aiuto del Signore, il seme dovrà crescere continuamente<br />
per dare il raccolto a suo tempo. ■<br />
Héctor Varela<br />
parole che il Fondatore scrisse all’amico<br />
don Giglio nel 1877: «Ecco<br />
qui il nuovo campo che Maria Santissima<br />
presenta ai suoi figli per lavorarci.<br />
Preghiamo perché tutto risulti<br />
bene, per la sola gloria di Dio». ■<br />
Leandro Romàn Lobato<br />
9<br />
SPIRITUALITÀ E MEMORIA
ANZIANI<br />
IL PIGNETO<br />
LA DIMENSIONE<br />
SOCIALE<br />
DELLA CARITÀ<br />
Èsempre solenne l’ingresso di<br />
via Cori n. 18,aVelletri, che<br />
immette alla grande struttura<br />
che ha aperto i suoi spazi ad<br />
accogliere persone in una Residenza<br />
Sanitaria Assistenziale (RSA). Il tunnel<br />
di pini romani scende leggermente<br />
per impattare con l’ottagonale chiesa<br />
e le vetrate di collegamento che<br />
nella luce assorbita danno vivacità e<br />
serenità all’ambiente. Arrivati sotto la<br />
grande magnolia tutto diventa chiaro e<br />
alcuni anziani siedono sereni, quasi<br />
sentinelle alla curiosità di quanti arrivano<br />
e partono, si fermano e chiacchierano.<br />
Il direttore, dottor Luigi Proietti, saluta<br />
e accompagna orgoglioso quel<br />
flusso di miglioramento che ogni gior-<br />
Dopo anni di chiusura ha riaperto i battenti la casa<br />
di riposo per anziani di Velletri. Qui tutto respira<br />
il comandamento evangelico <strong>dell</strong>’attenzione all’altro.<br />
no dà forma alla struttura con ogni<br />
ospite che si aggiunge. Al suo fianco il<br />
direttore sanitario, dottor Umberto<br />
Solis. E sì, dopo anni di chiusura, riaprire<br />
è una fatica e una conquista quotidiana.<br />
Un crescere in un equilibrio tra<br />
servizi, persone ed economia. Tempi<br />
duri per pensare in positivo. Eppure la<br />
serenità degli anziani ospiti è contagiosa<br />
e fa sperare.<br />
Tre suore – Rosetta, Lina e Selva –<br />
lavorano a tempo pieno e guidano i<br />
passi del personale e degli ospiti, dando<br />
senso all’agire a favore di chi è in<br />
difficoltà motoria e psichica, accusando<br />
gli acciacchi <strong>dell</strong>a vita. Personale<br />
specializzato e preparato all’apposito<br />
servizio corona quell’alone che rende<br />
il clima degno di una persona, anche<br />
se limitata in tante funzioni.<br />
Sorridere alla malattia<br />
Tutto respira il comandamento evangelico<br />
<strong>dell</strong>’attenzione all’altro fino a diventare<br />
carità, compassione, sollievo<br />
e sogno di una vita che si spera eterna,<br />
senza lutto e pianto. Si può sorridere<br />
anche nella malattia, pensando<br />
Sopra, alcuni momenti <strong>dell</strong>a cerimonia svoltasi domenica 18 dicembre. In alto, l’ingresso <strong>dell</strong>a residenza per anziani.<br />
10 IV - 2011
alla vita vissuta e ormai distaccata<br />
dalle cose consumate per mordere<br />
sprazzi di speranza effettiva, piccole<br />
gocce di rugiada per foglie avvizzite<br />
nell’autunno in fase avanzata.<br />
In questi colori vivaci che scendono<br />
dalle falde del monte Artemisio e aggrediscono<br />
la casa del Pigneto fino a<br />
perdersi nella pianura pontina, ripercorro<br />
il passaggio avvenuto in questi<br />
mesi che segnano l’abbandono e la<br />
rinascita <strong>dell</strong>a struttura. E poi il mare,<br />
linea luminosa orizzontale, fa da sfondo<br />
e fa godere il frizzante respiro di<br />
una bellezza che riempie l’animo.<br />
In questa meravigliosa sceneggiatura<br />
si è avviata l’apertura di questa RSA,<br />
pur ancora in fase di completamento<br />
nella totalità <strong>dell</strong>a sua capienza. Altri<br />
servizi e ospitalità sono in programma,<br />
ma per ora il percorso segue direttive<br />
provvidenziali e di accoglienza<br />
<strong>dei</strong> tanti bisogni che le persone manifestano<br />
e chiedono con sollievo.<br />
Sospirare una salvezza<br />
Nella chiesa si raccoglie l’umanità<br />
sofferente e invoca l’Immacolata,<br />
statua lignea colorata, che racconta<br />
una storia di liberazione dal male e<br />
insegue l’uomo fin dall’origini <strong>dell</strong>a<br />
sua storia. Ognuno può sospirare una<br />
salvezza, dopo avere consumato tutto<br />
lo scibile <strong>dell</strong>a scienza per guarire,<br />
non soffrire e cercare di stare bene.<br />
Quella Madonna pone una mano sul<br />
cuore come per dire “giuro che sarò<br />
con te” e dall’altro versante il giglio<br />
candido lancia messaggi di semplicità,<br />
come lo è Dio quando si veste di<br />
misericordia e di compassione. Come<br />
non si può recuperare la salute interiore<br />
e aumentare il capitale <strong>dell</strong>a<br />
speranza?<br />
Il vescovo di Velletri, mons. Vincenzo<br />
Apicella, nel pomeriggio di domenica<br />
18 dicembre, ha visitato e benedetto<br />
questo complesso, celebrando l’eucaristia<br />
e augurando a ogni ospite<br />
una buona salute nel nome del Dio<br />
che nasce e, nel farsi uomo, si affianca<br />
al cammino <strong>dell</strong>’uomo, soprattutto<br />
nei momenti più difficili e contorti<br />
<strong>dell</strong>a vita.<br />
Alla cerimonia hanno partecipato le<br />
autorità locali che hanno già espresso<br />
compiacimento e l’orgoglio di un territorio<br />
che può vantare un servizio<br />
moderno e rispondente alla dimensione<br />
<strong>dell</strong>a persona malata. L’avvio<br />
<strong>dei</strong> servizi assistenziali sono pream-<br />
IV - 2011<br />
Padre Aleandro Paritanti (in prima fila) con la comunità di religiose e religiosi<br />
che operano all’interno <strong>dell</strong>a struttura.<br />
bolo di progetti e prospettive future,<br />
dando senso al prossimo cammino e<br />
sviluppo.<br />
Pionieri di un nuovo corso<br />
I primi ad arrivare hanno il nome di<br />
Anna Maria, Luisa, Maria Loreta, Fernanda,<br />
Ernesto, Pierina, Giorgio…, e<br />
sono i pionieri di un nuovo corso in<br />
cui la familiarità e la relazione corta,<br />
affettuosa e nello stesso istante professionale,<br />
caratterizza le ore del giorno<br />
e <strong>dell</strong>a notte, la visita parentale e<br />
degli amici, attenti osservatori <strong>dell</strong>’andamento<br />
<strong>dell</strong>a salute.<br />
Nella discrezione, tipica di ogni sacerdote,<br />
si muovono i religiosi di Pa-<br />
dre Monti – Domenico e Giuseppe<br />
– per fare memoria ogni giorno di<br />
quel calore divino che l’eucaristia e i<br />
sacramenti emanano nel loro agire<br />
nella vita <strong>dell</strong>e persone. Nella complessità<br />
<strong>dell</strong>’assistenza e <strong>dell</strong>e problematiche<br />
sull’invecchiamento, la<br />
<strong>Con</strong>gregazione risponde così con<br />
servizi illuminati dal suo carisma che<br />
traduce la dimensione sociale <strong>dell</strong>a<br />
carità, la quale «porta ad incarnare il<br />
progetto di Dio sull’uomo nella solidarietà<br />
e nella condivisione, in un<br />
cammino di liberazione e di promozione<br />
umana e spirituale». ■<br />
Una veduta del complesso che ospita la residenza sanitaria assistenziale<br />
“Il Pigneto” di Velletri.<br />
11<br />
PAP<br />
VELLETRI
Roma<br />
Casa Generale<br />
Formazione<br />
Sostegno a favore <strong>dell</strong>a formazione<br />
professionale di giovani religiosi<br />
in campo sanitario ed educativo<br />
(Africa).<br />
€ 15.000<br />
Saronno<br />
Istituto Padre Monti<br />
Alloggio per studenti<br />
universitari<br />
Realizzazione di un convitto<br />
presso la nuova Università<br />
statale, molto decentrata<br />
e priva di strutture per<br />
l’accoglienza <strong>dei</strong> giovani<br />
(Yaoundé - Camerun).<br />
€ 20.000<br />
Milano<br />
Parrocchia Immacolata <strong>Con</strong>cezione<br />
Laboratorio di scrittura Braille<br />
Aggiornare e sviluppare, presso<br />
Promhandicam, il laboratorio<br />
esistente per la produzione di libri<br />
e sussidi destinati ai nonvedenti<br />
e ipovedenti.<br />
€ 20.000<br />
3<br />
5<br />
1<br />
Arco<br />
Istituto Padre Monti<br />
Dokita<br />
Trentino Alto Adige/Südtirol<br />
Gardascuola<br />
Azienda agricola Padre Monti<br />
Plateau <strong>dei</strong> Bateké<br />
Sviluppo di un’impresa sociale<br />
nel settore agricolo, finalizzata<br />
al sostegno economico di una<br />
comunità per i bambini di strada<br />
(RD <strong>Con</strong>go).<br />
€ 10.000<br />
2<br />
Roma<br />
Ospedali<br />
IDI-San Carlo<br />
Attrezzature sanitarie<br />
Ospedale Ngondo Maria<br />
Un presidio sanitario<br />
di riferimento, nel popoloso<br />
e poverissimo quartiere di<br />
Makala, situato nella periferia<br />
<strong>dell</strong>a capitale Kinshasa<br />
(RD <strong>Con</strong>go).<br />
€ 130.000<br />
Montefiascone<br />
Villa Santa Margherita<br />
Centro Padre Monti<br />
<strong>Con</strong>vitto e scuola per cento<br />
bambini sordomuti, da<br />
sostenere nella formazione<br />
degli operatori e per l’acquisto<br />
di attrezzature<br />
(Ebolowa - Camerun).<br />
€ 15.000<br />
Tutti per<br />
Abbiamo deciso di dedicare la raccolta-fonti <strong>dell</strong>’anno<br />
2011-12 all’Africa, un grande continente che<br />
è una riserva spirituale per l’umanità. I grandi bisogni<br />
di questa terra e le sue potenzialità ci inducono<br />
a chiedere l’impegno di religiosi, collaboratori e<br />
amici che vivono in diverse comunità del nostro<br />
Paese.<br />
A tutti voi proponiamo le seguenti micro-realizzazioni<br />
che costituiscono l’avvio di successive attività<br />
e vengono assegnate<br />
a un’Opera<br />
<strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione<br />
solo per facilitare<br />
la sensibilizzazione<br />
sul proprio<br />
territorio.<br />
Reparto maternità <strong>dell</strong>’Ospedale di Mak<br />
12 IV - 2011<br />
4<br />
6<br />
Per questa iniziativa,<br />
con la <strong>Con</strong>gregazione,<br />
collabora
l’Africa<br />
la sede centrale <strong>dell</strong>’Associazione “Dokita”<br />
(www.dokita.org), che si impegna a seguire la realizzazione<br />
<strong>dei</strong> diversi progetti e a trasmettere i fondi<br />
raccolti. Le offerte possono essere versate su:<br />
• <strong>Con</strong>to corrente Postale, IBAN: IT 69 S 07601<br />
03200 000022445001<br />
• Banca Prossima, IBAN: IT 36 Q 03359 01600<br />
100000001058<br />
Indicare la causale del versamento con il numero di<br />
uno <strong>dei</strong> progetti.<br />
Per maggiori informazioni è possibile contattare il<br />
numero di telefono 06 66155158 o inviare una mail<br />
a dokita@dokita.org. Ringraziamo tutti coloro che<br />
vorranno mettersi a disposizione per il raggiungimento<br />
di questi obiettivi, <strong>dei</strong> quali renderemo conto<br />
sulla rivista “<strong>Vita</strong> con”.<br />
fratel Ruggero Valentini, sup. gen. CFIC<br />
ala, Repubblica Democratica del <strong>Con</strong>go<br />
Capranica<br />
Villa Paola<br />
Foyer Padre Monti<br />
Accoglienza di bambini e bambine<br />
abbandonati nella enorme capitale<br />
Kinshasa (RD <strong>Con</strong>go).<br />
€ 15.000<br />
Erba Cantù<br />
Istituto Immacolata<br />
Villa Padre Monti<br />
Centro Formazione<br />
Professionale<br />
Sviluppare iniziative<br />
di formazione <strong>dei</strong> giovani<br />
e creazione di opportunità<br />
lavorative<br />
Añizok (Guinea Equatoriale).<br />
€ 15.000<br />
Lourdes (Francia)<br />
Villa Sacro Cuore<br />
Santuario di Sangmelima<br />
(Camerun)<br />
Da erigersi nell’area<br />
<strong>dell</strong>’ex lebbrosario che è stata<br />
la prima missione <strong>dei</strong> religiosi<br />
di Padre Monti. La collina, nella<br />
foresta equatoriale, è già un luogo<br />
di culto da alcuni decenni.<br />
€ 10.000<br />
Padre Monti Sud<br />
Polistena, Siracusa,<br />
Palazzolo Acreide, Oristano<br />
Dispensario Clemente Maino<br />
Sviluppo <strong>dell</strong>a prima attività<br />
sanitaria in Africa <strong>dell</strong>a<br />
<strong>Con</strong>gregazione di Padre Monti<br />
Sangmelima (Camerun).<br />
€ 15.000<br />
IDI<br />
Farmaceutici<br />
Pomezia (Roma)<br />
Centro di medicina scolastica<br />
A servizio degli studenti e <strong>dell</strong>e<br />
famiglie presso un complesso<br />
scolastico in grande espansione<br />
Bata (Guinea Equatoriale).<br />
€ 15.000<br />
Elea<br />
Società di formazione<br />
Roma<br />
e sedi regionali<br />
Centro Formazione<br />
Professionale<br />
Sviluppare iniziative<br />
di formazione e di lavoro<br />
Añizok (Guinea Equatoriale).<br />
€ 15.000<br />
IV - 2011 13<br />
9<br />
11<br />
7<br />
8<br />
10<br />
12
EDUCAZIONE<br />
PADRE MONTI IN TRENTINO<br />
UNA MISSIONE<br />
SECOLARE<br />
TRA I RAGAZZI<br />
Da “Sant’Ilario” a “Gardascuola”: la comunità montiana, con i suoi 50 religiosi che<br />
hanno abbracciato gli ideali del Fondatore, costituisce un tassello prezioso <strong>dell</strong>a Chiesa<br />
tridentina e un patrimonio sociale <strong>dell</strong>a Provincia autonoma.<br />
Il 26 febbraio del 1912, quasi<br />
cento anni fa, con decisione <strong>dell</strong>a<br />
Dieta di Innsbruck, i primi religiosi<br />
di Padre Monti arrivarono<br />
a Rovereto perché a loro era stata affidata<br />
la gestione del nuovo Istituto<br />
educativo provinciale “Sant’Ilario”.<br />
Era l’inizio di un’epopea di assistenza<br />
e formazione professionale <strong>dei</strong> ragazzi<br />
trentini che si concluderà nel<br />
1975, quando la Provincia di Trento<br />
prenderà la decisione di chiudere la<br />
storica attività <strong>dell</strong>’Istituto per destinarlo<br />
a uso scolastico. Piera Graifenberg,<br />
nel suo bel libro L’Istituto educativo<br />
provinciale di S. Ilario (Editrice<br />
Egon, Rovereto, 2008), racconta fin<br />
nei dettagli questa iniziativa che costituisce<br />
un tassello prezioso <strong>dell</strong>a vita<br />
sociale, civile e religiosa trentina.<br />
Nel 1910 il giovane Emanuele Stablum,<br />
di Terzolas, era già entrato nella<br />
comunità di Saronno per seguire<br />
gli ideali di consacrazione di Luigi<br />
Monti. Ne divenne un interprete di alto<br />
profilo, fino a conseguire la laurea<br />
in medicina e a dedicare la propria<br />
intera vita ai malati. La fervida attività<br />
di “Sant’Ilario” farà conoscere la<br />
<strong>Con</strong>gregazione montiana ai parroci e<br />
ai fedeli <strong>dell</strong>a diocesi, così che lungo<br />
gli anni decine di giovani entreranno<br />
tra i <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione,<br />
divenendo religiosi dedicati alle<br />
più svariate attività, quasi sempre<br />
agendo in ambiti delicati <strong>dell</strong>a condizione<br />
umana come infermieri, farmacisti,<br />
sacerdoti, medici, educatori,<br />
insegnanti… in Italia e nel mondo.<br />
L’Istituto Sant’Ilario di Rovereto in una cartolina risalente agli anni Sessanta.<br />
L’intervento del Superiore Generale, fratel Ruggero Valentini, in occasione <strong>dell</strong>a<br />
cerimonia inaugurale <strong>dell</strong>’edificio che ospita la nuova scuola elementare.<br />
14 IV - 2011
Una mega torta è stata preparata in occasione <strong>dei</strong> festeggiamenti per i vent’anni<br />
<strong>dell</strong>a Cooperativa Gardascuola.<br />
Negli anni Trenta il successo del<br />
“mo<strong>dell</strong>o Sant’Ilario” fa scuola e la<br />
Fondazione Provvidenza di Arco, nel<br />
1936, chiamerà i religiosi montiani<br />
nella cittadina gardesana per gestire<br />
il locale orfanotrofio per 35 anni. Nel<br />
1941, sarà aperta una nuova comunità<br />
educativa anche in via Capitelli.<br />
25 novembre 2011<br />
SCUOLA ELEMENTARE:<br />
INAUGURATA<br />
LA NUOVA SEDE<br />
La scuola di Arco<br />
Nel secondo dopoguerra la presenza<br />
ad Arco viene definita dall’importante<br />
acquisto (1946) <strong>dell</strong>a proprietà<br />
di via 24 Maggio (ex “Bellavista”), due<br />
ettari di terra oggi divenuti centro città<br />
con la crescente urbanizzazione. Il<br />
complesso, di epoca asburgica, sarà<br />
utilizzato dapprima come centro di<br />
prevenzione e cura per bambini affetti<br />
da “Tbc” e, successivamente, a<br />
partire dal 1960, come scuola di<br />
orientamento vocazionale per giovani<br />
desiderosi di consacrarsi nella<br />
<strong>Con</strong>gregazione. Dal 1966 centinaia di<br />
ragazzi frequenteranno la Scuola media<br />
<strong>dell</strong>’Istituto Padre Monti – divenuta<br />
succursale <strong>dell</strong>a scuola statale – in<br />
anni ancora difficili per la società trentina.<br />
Per quarant’anni questa scuola<br />
svolgerà un prezioso servizio alle famiglie,<br />
soprattutto grazie al doposcuola<br />
gestito direttamente dai religiosi.<br />
Si è trattato di un’interessante<br />
collaborazione tra privato e pubblico,<br />
conclusa nel 2005.<br />
Il nuovo millennio si è caratterizzato<br />
per la crescente disponibilità <strong>dell</strong>’Istituto<br />
Padre Monti a favorire l’aggregazione<br />
sociale: nel 2005 sono<br />
nate due associazioni, “Dokita Trentino<br />
Alto Adige-Südtirol” (per la solidarietà<br />
internazionale) e “Strada facendo”<br />
(per interventi a favore <strong>dei</strong><br />
bambini in difficoltà di apprendimento).<br />
La diocesi, inoltre, ha chiesto<br />
alla comunità religiosa di parte-<br />
Nel corso <strong>dell</strong>a festa per l’inaugurazione <strong>dell</strong>a<br />
struttura che ad Arco accoglie la nuova Scuola<br />
elementare (nella foto), il Superiore generale fratel<br />
Ruggero Valentini si è rivolto ai genitori <strong>dell</strong>a cooperativa<br />
“Gardascuola” con queste parole:<br />
«Voglio dire ai genitori presenti di raccontare ai loro<br />
figli come è nata questa realtà da loro frequentata,<br />
di essere attivi protagonisti <strong>dell</strong>a cooperativa di<br />
cui sono soci, di fare tesoro del nostro patrimonio umano e culturale di ispirazione cristiana. Nell’ultimo anno<br />
ho girato il mondo, ho visitato venti Paesi, molte realtà umane anche in aree dove il messaggio di Cristo<br />
rappresenta una realtà di minoranza: ho visto e capito che il nostro deficit qui in occidente – e il Trentino ne è<br />
espressione in modo particolare – non è riducibile alla crisi economica e finanziaria. Abbiamo un deficit di fede,<br />
un deficit di speranza! Che si riflette nella nostra vita civile e associata: stiamo riducendo infatti l’impegno per<br />
il bene comune e abbandonando lo spirito di sacrificio per obiettivi alti che sono patrimonio etico e spirituale<br />
<strong>dell</strong>a nostra terra. Ciò non vuol dire che siamo all’anno zero, perché tra noi vi sono persone, famiglie e realtà<br />
associate di grande valore. Tuttavia si respira ampiamente in Europa un’aria di decadenza e non possiamo<br />
affermare che qui, in Trentino, stiamo valorizzando al meglio le risorse morali e spirituali che ci hanno costruito.<br />
Le stiamo trascurando, forse senza che ce ne accorgiamo (...)<br />
Cari genitori, attraverso questa esperienza nata qui dobbiamo scegliere di compiere uno scatto di consapevolezza,<br />
anche per rispetto <strong>dell</strong>e generazioni future, alle quali dobbiamo assicurare, oltre a un pezzo di pane e<br />
due vestiti, i valori che illuminano la vita. Un proverbio africano dice che per far crescere un bambino ci vuole<br />
un intero villaggio. Ebbene, io credo che qui abbiamo in mano questa possibilità ed è nostro compito renderla<br />
esemplare». ■<br />
IV - 2011 15<br />
EDUCAZIONE
EDUCAZIONE<br />
cipare, secondo il suo carisma, alla<br />
pastorale sanitaria nelle strutture<br />
ospedaliere di Arco.<br />
Nel 2003 l’Istituto aveva accolto anche<br />
una cooperativa scolastica di<br />
genitori, “Gardascuola”, che cercava<br />
uno spazio adeguato per il suo<br />
Istituto tecnico per il turismo.<br />
Un nuovo capitolo<br />
La <strong>Con</strong>gregazione, nello stipulare<br />
l’accordo con la cooperativa, voleva<br />
promuovere una nuova Scuola media<br />
paritaria per dare continuità al lavoro<br />
svolto in tanti anni. L’iniziativa<br />
partiva così col piede giusto e già<br />
nel 2007 venne inaugurata la nuova<br />
sede su via San Sisto, per dare più<br />
spazio non solo alle medie, ma anche<br />
alle Scuole elementari che nel<br />
frattempo erano state avviate. Si trattava<br />
ora di ampliare l’offerta formativa<br />
con un diverso corso di Scuola superiore;<br />
il progetto fu realizzato nel<br />
2008 con il Liceo scientifico a indirizzo<br />
sanitario, un settore che ben<br />
interpreta il carisma <strong>dell</strong>’infermiere e<br />
fondatore Padre Monti.<br />
Nel frattempo, l’Istituto tecnico per<br />
il turismo, storica attività di “Garda-<br />
scuola”, si è consolidato anche grazie<br />
al <strong>Con</strong>vitto per gli studenti aperto<br />
nel 2003 dalla <strong>Con</strong>gregazione di<br />
Padre Monti e da quest’anno affidato<br />
alla Cooperativa “Terre comuni”. Gli<br />
studenti <strong>dell</strong>’Istituto, in questi anni,<br />
hanno visitato le missioni montiane in<br />
India, Argentina, Camerun, Messico,<br />
Corea del Sud e, prossimamente,<br />
Il campo da calcio con, sullo sfondo, lo storico edificio sede <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong><br />
<strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione sovrastato dalla rocca di Arco. Sotto,<br />
da sinistra, lo splendido laboratorio di chimica e fisica inaugurato da<br />
“Gardascuola” il 14 dicembre e alcuni particolari <strong>dell</strong>e sedi scolastiche.<br />
L’Istituto Padre Monti di Arco è una comunità religiosa internazionale.<br />
Brasile attraverso un progetto appositamente<br />
promosso.<br />
<strong>Con</strong> l’esperienza cooperativistica di<br />
“Gardascuola” per la Comunità montiana<br />
si è aperto un nuovo capitolo,<br />
dove il collegamento con la società civile<br />
è divenuto più intenso. Infatti, tra<br />
una cooperativa espressione <strong>dell</strong>a tradizione<br />
sociale cattolica del Trentino e<br />
una <strong>Con</strong>gregazione religiosa, che in<br />
questa terra è fortemente radicata, si<br />
è sviluppata una sorprendente potenzialità.<br />
Oggi le famiglie associate<br />
da 80 sono divenute 450 e altrettanti<br />
gli studenti nei diversi corsi. Nuove sfide<br />
stanno davanti: dare anima all’attività<br />
scolastica ed educativa, sostenere<br />
le famiglie in difficoltà, resistere<br />
nella crisi generale. È sempre vero<br />
quanto afferma lo slogan cooperativo:<br />
insieme si può. ■<br />
Natalino Poggi<br />
16 IV - 2011
COMO<br />
MONTI E GUANELLA:<br />
STIMA E AMICIZIA<br />
TRA DUE UOMINI DI DIO<br />
Due uomini di Dio, ma non<br />
solo. È noto il legame di stima<br />
e collaborazione che unì<br />
Luigi Guanella e Luigi Maria<br />
Monti. Entrambi figli <strong>dell</strong>a laboriosa<br />
terra lombarda (valtellinese il primo,<br />
brianzolo il secondo), vissero in un<br />
contesto storico segnato da un’impressionante<br />
rinascita <strong>dell</strong>’impegno<br />
<strong>dei</strong> cattolici in ambito sociale. A loro si<br />
deve non solo la fondazione di due<br />
<strong>Con</strong>gregazioni religiose, ma soprattutto<br />
la capacità di aver saputo leggere<br />
e coniugare in opere di assistenza il<br />
messaggio del Vangelo con l’attenzione<br />
ai bisogni degli ultimi.<br />
La memoria e il carisma di questi due<br />
giganti <strong>dell</strong>a carità saliti alla gloria degli<br />
altari sono oggi patrimonio <strong>dell</strong>’intera<br />
Chiesa universale. Le <strong>Con</strong>gregazioni<br />
da loro fondate provvedono poi a<br />
valorizzarne il ricordo attraverso molteplici<br />
iniziative, anche culturali. È il<br />
caso del museo dedicato a don Luigi<br />
Guanella inaugurato a Como nel 2008<br />
che nel tempo è diventato un polo spirituale<br />
e culturale per la città e per il<br />
territorio. «L’idea di realizzare un museo<br />
accanto al Santuario del Sacro<br />
Cuore viene da lontano – spiega don<br />
Remigio Oprandi, padre provinciale<br />
<strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>gregazione <strong>dei</strong> Servi <strong>dell</strong>a<br />
Carità – . Già negli anni ‘80 furono allestite<br />
alcune stanze al piano terra e al<br />
secondo piano <strong>dell</strong>a “Casa Divina<br />
Provvidenza” adiacenti ai locali in cui<br />
visse e morì il Guanella, per raccogliere<br />
alcuni oggetti e reliquie appartenuti<br />
a lui o a personaggi a lui vicini». Una<br />
struttura del tutto simile a quella voluta<br />
dai <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata <strong>Con</strong>cezione<br />
a Saronno dove sono stati raccolti<br />
oggetti e scritti del Fondatore.<br />
ll museo di Como dedica una sezione<br />
ai rapporti tra don Guanella e altri<br />
grandi personaggi suoi contempora-<br />
Testimonianze del rapporto<br />
che unì i due giganti <strong>dell</strong>a<br />
carità sono conservati nel<br />
museo che raccoglie scritti<br />
e oggetti del sacerdote<br />
valtellinese.<br />
nei, come appunto padre Monti, don<br />
Bosco, don Orione, mons. Ferrari,<br />
Bartolo Longo, padre Agostino Gemelli,<br />
don Alberione, nonché i Papi<br />
del tempo, in particolare Pio X.<br />
Il piano terra, con reception e sala<br />
multimediale, tratta invece <strong>dell</strong>’uomo<br />
don Luigi inserito nel suo contesto<br />
Il fatto<br />
QUELL’INCONTRO<br />
ALLA STAZIONE DI LECCO<br />
storico, <strong>dell</strong>a sua relazione con Dio e<br />
<strong>dell</strong>a carità operosa verso i più poveri<br />
e abbandonati, che lo portò nel 1886<br />
a fondare la Casa Divina Provvidenza<br />
di Como, primo <strong>dei</strong> suoi istituti.<br />
Nell’insieme è un centro di richiamo<br />
religioso e culturale che non solo<br />
raccoglie, conserva e ordina le testimonianze<br />
che si riferiscono a don<br />
Luigi Guanella, ma ne diffonde il carisma,<br />
la spiritualità, l’azione e nello<br />
stesso tempo promuove e divulga<br />
studi e ricerche sulla sua figura, sui<br />
suoi rapporti con il tempo storico e il<br />
territorio. ■<br />
I rapporti di conoscenza e di stima reciproca tra don Guanella (nella<br />
foto) e padre Monti sono documentati da un testo, che riportiamo integralmente,<br />
in cui si descrive un loro singolare incontro.<br />
«Alla stazione ferroviaria di Lecco, Don Guanella incontrò un sacerdote<br />
che camminava perplesso davanti alla biglietteria. Riconobbe il Padre<br />
Luigi Monti, fondatore <strong>dell</strong>’ordine religioso detto <strong>dei</strong> <strong>Con</strong>cettini o <strong>Con</strong>cezionisti.<br />
Da persona esperta di certe situazioni, Don Guanella comprese<br />
che l’amico aveva tutta l’intenzione di partire, ma non aveva neanche un<br />
soldo per pagare il biglietto. S’avvicino, lo salutò, gli disse che anche lui<br />
doveva partire e senza preamboli, lasciando Padre Luigi sbalordito, gli<br />
accennò che aveva capito completamente la sua penosa situazione. Poi,<br />
senza lasciarlo parlare, tirò fuori dalla tasca il proprio borsellino e lo vuotò<br />
fino all’ultimo spicciolo nelle mani di Padre Luigi Monti, avviandolo alla<br />
biglietteria, perché non perdesse il treno ormai in partenza.<br />
Una volta salito, s’affacciò al finestrino e vide Don Guanella che lo<br />
salutava. Nella mente di Padre Monti allora sorse il dubbio che il suo problema<br />
fosse diventato quello del suo benefattore; e, mentre il treno si allontava,<br />
gli gridò: “E ora voi come farete?”. Don Guanella sorrise senza<br />
rispondere. Padre Monti, quando commentava il fatto, diceva: “Non sono<br />
mai riuscito a sapere come fece a prendere il treno, ma sono sicuro<br />
che ‘quello’ la Provvidenza se la portava in tasca!”». ■<br />
IV - 2011 17<br />
S.Cl.<br />
VITE PARALLELE
MEMORIA<br />
IN LIBRERIA<br />
EMILIO MARONI,<br />
UN PADRE<br />
SENZA BARRIERE<br />
L’Editrice Monti ha dato alle stampe una biografia del religioso trentino. Un uomo<br />
dall’inventiva gioiosa e creativa che lo portava a comporre stornelli, a suonare chitarra<br />
e fisarmonica, a realizzare presepi e diorami. La passione per l’educazione.<br />
Secondo l’aforisma di uno<br />
storico e scrittore scozzese,<br />
Thomas Carlyle, la storia del<br />
mondo non è altro che la biografia<br />
di grandi uomini. E di certo non<br />
si può non dare ragione: basta accordarsi<br />
però sul significato <strong>dell</strong>e parole.<br />
Se per grandi si intendono coloro<br />
che tengono le redini di eserciti,<br />
che guidano imperi, che governano<br />
nazioni o che compiono opere e scoperte<br />
eccezionali, allora dovremmo<br />
constatare che la vita di un piccolo<br />
frate nato in una frazione <strong>dell</strong>a Val di<br />
Ledro alla vigilia <strong>dell</strong>a grande guerra,<br />
costretto all’esilio in Boemia con la<br />
propria famiglia mentre il padre moriva<br />
sulle Dolomiti, rientrato nella miseria<br />
<strong>dell</strong>a sua terra nel frattempo divenuta<br />
italiana, accolto a Roma da<br />
una <strong>Con</strong>gregazione che lo formò e lo<br />
fece suo religioso, maestro di orfanelli<br />
in scuole <strong>dell</strong>a Lombardia e del<br />
Trentino, di nuovo alle prese con la<br />
desolazione e la disperazione lasciata<br />
dal secondo conflitto mondiale,<br />
fattosi sacerdote a 43 anni, tornato<br />
in terra di Brianza per vivere fianco a<br />
fianco con <strong>dei</strong> disabili, e infine promotore<br />
di una cooperativa sociale<br />
poco prima <strong>dell</strong>a morte, non potrebbe<br />
formare il racconto di un’esistenza<br />
che ha aggiunto valore alla storia<br />
come la si legge nei manuali e nei<br />
compendi, ma al massimo provocherebbe<br />
una spolverata ai ricordi di<br />
pochi che hanno incontrato e conosciuto<br />
quell’umile frate.<br />
Un piacere privato più che un fatto<br />
pubblico, e forse dedicare un libro a<br />
questa causa è anche troppo.<br />
Ma se prendessimo l’aggettivo<br />
di grande sotto<br />
un senso differente, legato<br />
non tanto al numero<br />
e alla vastità <strong>dell</strong>e imprese<br />
compiute, quanto<br />
alla forza degli ideali<br />
che muovono una vita,<br />
alle lotte interne ed<br />
esterne combattute per<br />
rendere quelle aspirazioni<br />
concrete, alla capacità<br />
di percepire come<br />
andranno le cose al<br />
di là del muro del presente, e al vantaggio<br />
che quelle visioni hanno recato<br />
a molti, allora la biografia di padre<br />
Emilio Maroni è di quelle che hanno<br />
fatto la storia e che tutt’oggi conti-<br />
nuano a muoverla. Il<br />
libro diventa così non<br />
solo la testimonianza di<br />
vicende particolari, limitate<br />
nel tempo e nello<br />
spazio, che si possono<br />
ben dire locali: ma porta<br />
l’esempio di un’anima<br />
che anche attraverso<br />
travagli interiori, soste,<br />
slanci e stanchezze ha<br />
avuto per filo maestro un<br />
ideale, quello <strong>dell</strong>a libertà,<br />
per la quale spendersi<br />
affinché chi ne fosse al momento<br />
privato da paure, pregiudizi, impedimenti,<br />
potesse al più presto trovare il<br />
modo di esperirla e goderla. In questo<br />
quella di padre Emilio può dirsi<br />
Prima Santa Messa di Emilio Maroni a Pré di Ledro, 25 luglio 1956.<br />
18 IV - 2011
una biografia universale, capace di<br />
parlare anche a chi non ha mai conosciuto<br />
quest’uomo, a chi coltiva interessi<br />
e pensieri differenti, a chi vive situazioni<br />
e tempi totalmente altri.<br />
A rendere bene l’intreccio tra il piccolo<br />
e il grande nella vita di padre Emilio<br />
è l’evento del sole nascosto: nel<br />
suo paese natale, Pré di Ledro, per i<br />
mesi d’inverno il disco solare resta<br />
coperto dalle montagne che incombono,<br />
e solo verso febbraio inizia il<br />
suo lento ritorno alla vista prima sui<br />
tetti <strong>dell</strong>e case poi sui volti <strong>dell</strong>e persone<br />
che risentono il calore e rivedono<br />
la pienezza <strong>dell</strong>a luce. Questo<br />
fenomeno naturale, del quale ebbe<br />
poche esperienze il nostro protagonista<br />
per via del peregrinare <strong>dei</strong> suoi<br />
giovani anni, si è tuttavia fatto in lui<br />
fenomeno spirituale: dapprima nella<br />
lenta e difficile ricerca del sole nascosto<br />
<strong>dell</strong>a sua anima. Non bastava<br />
infatti essere diventato un religioso<br />
concezionista e un maestro, e neppure<br />
l’essere consacrato sacerdote, per<br />
sentirsi un uomo compiuto: imparò<br />
nel tempo che vivere l’amore per il<br />
prossimo rendeva liberi anche tra<br />
affanni, stanchezze e malattie; e lo<br />
splendore <strong>dell</strong>a carità essere una tensione<br />
più che un risultato. Allo stesso<br />
modo intuì che poteva farsi strumento<br />
per coloro che vivevano in un buio<br />
che sembrava perenne, e insegnare<br />
con l’esempio e le opere che la luce,<br />
anche se obliata, non è mai cancellata:<br />
non ebbe la presunzione di redimere<br />
vite, di sostituirsi a famiglie e a<br />
Emilio Maroni con un gruppo di confratelli concezionisti.<br />
istituzioni sociali e non, sebbene alcune<br />
sue iniziative anticipassero di<br />
qualche anno la sistemazione di norme<br />
e leggi; ma quella di preparare al<br />
riscatto, di infondere la convinzione<br />
che oltre gli ostacoli il sole prima o poi<br />
rispunta col suo tepore e bagliore se<br />
solo si ha la forza di guardare in alto.<br />
Non a caso la Cooperativa sociale<br />
per disabili che aprì a Cantù, nei locali<br />
<strong>dell</strong>’istituto <strong>dei</strong> <strong>Con</strong>cettini in viale<br />
<strong>dell</strong>a Madonna nei primi anni ‘80, prese<br />
il nome di Gabbiano, a rimarcare<br />
nel rimando al racconto di Richard<br />
Bach come ciò che conta non è una<br />
meta, una destinazione, ma il volo.<br />
Dalla sua padre Emilio aveva la fede<br />
nella mano provvidente <strong>dell</strong>a Madonna,<br />
instillata sin da piccolo dalla<br />
mamma Irene e rafforzata quando, a<br />
partire dagli anni ‘60, prese ad accompagnare<br />
disabili e malati a Lourdes<br />
con i treni bianchi; un’inventiva<br />
gioiosa e creativa che lo portava a<br />
comporre stornelli, a suonare chitarra<br />
e fisarmonica, a realizzare presepi e<br />
diorami; la passione per l’educazione,<br />
spesa negli anni a cavallo <strong>dell</strong>a seconda<br />
guerra mondiale negli Istituti<br />
che la <strong>Con</strong>gregazione <strong>dei</strong> <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata<br />
<strong>Con</strong>cezione gestiva a<br />
Cantù, Arco e Milano; la serenità di<br />
accogliere chi si affidava a lui, al suo<br />
abito azzurro e al suo mantello nero;<br />
la gioia di avere a sé ragazzi e giovani;<br />
la capacità di entusiasmare e convincere;<br />
la leggerezza di un animo sul<br />
quale avevano scarsi appigli il rimorso,<br />
il rimpianto, l’ira, il rancore.<br />
Padre Emilio riceve dal Sindaco di Cantù<br />
la benemerenza per la Cooperativa<br />
Il Gabbiano.<br />
Un mese prima <strong>dell</strong>a sua scomparsa<br />
il Comune di Cantù gli attribuì un riconoscimento<br />
civile, una benemerenza<br />
nella forma di una medaglia e di<br />
una pergamena per quanto aveva<br />
compiuto nella cittadina brianzola.<br />
Padre Emilio non voleva accettare<br />
quel premio, di certo per via <strong>dell</strong>a sua<br />
indole schiva e riservata, ma anche<br />
perché sapeva di quello ben più importante,<br />
sebbene sofferto, che lo attendeva<br />
di lì a poco: tuttavia si fece<br />
convincere dalle parole di chi gli suggeriva<br />
che quell’onore era rivolto non<br />
a lui, ma all’opera e alla <strong>Con</strong>gregazione<br />
che rappresentava.<br />
Quell’uomo minuto e consunto dalla<br />
malattia, piccolo nelle sembianze, che<br />
alla storia e ai suoi riconoscimenti voleva<br />
sottrarsi, in realtà aveva già scritto<br />
la storia <strong>dell</strong>a comunità che lo festeggiava,<br />
e appariva grande a quanti<br />
erano accorsi quella domenica di fine<br />
febbraio per assistere alla celebrazione.<br />
Gli stessi e molti altri che l’avrebbero<br />
presto salutato.<br />
Grande è rimasto negli occhi di chi<br />
tutt’oggi porta bene impressa la sua<br />
figura e il suo insegnamento, occhi<br />
grati, che ancora si riempiono di lacrime<br />
a ricordi ben vivi che non hanno<br />
bisogno d’essere rispolverati da una<br />
biografia, il cui solo scopo è rinnovare<br />
il messaggio assoluto di padre<br />
Emilio, quello di indicare il sole oltre<br />
le barriere <strong>dell</strong>a vita. ■<br />
IV - 2011 19<br />
Omar Viganò<br />
MEMORIA
SPIRITUALITÀ<br />
CUGLIERI<br />
OASI DI PACE<br />
TRA LE QUERCE<br />
DELLA SARDEGNA<br />
Il logo del Centro Spiritualità<br />
Giovani (CSG) di Cuglieri è una<br />
splendida sintesi <strong>dell</strong>a sensibilità<br />
montiana: sotto il tetto stilizzato di<br />
una casa si trova Maria con il Bambino<br />
Gesù. Immerso in un’incantevole oasi<br />
di verde, nel cuore del Montiferru, a<br />
circa 900 metri sul livello del mare, lungo<br />
la strada ricoperta di boschi che<br />
congiunge Cuglieri a Santulussurgiu,<br />
il CSG “Casa Ss. Annunziata”, fondato<br />
agli inizi degli anni ‘80, continua il<br />
suo percorso tra i giovani <strong>dell</strong>a Sardegna,<br />
ma anche del “continente” e oltre.<br />
Un luogo umile ma fiero come le<br />
antiche querce che lo circondano. Il<br />
CSG è stato per anni una casa di accoglienza<br />
per minori e d’estate ospitava<br />
gruppi di giovani per incontri di<br />
spiritualità. Da qualche anno è stata<br />
avviata un’attività di accoglienza stabile<br />
e diluita nel corso di tutto l’anno.<br />
«Nei suoi quasi 30 anni di vita – spiega<br />
il responsabile padre Giuseppe<br />
Pusceddu – il CSG ha visto passare<br />
migliaia di giovani per incontri di vario<br />
genere: formazione al volontariato,<br />
campi-scuola, catechesi, esercizi<br />
spirituali, vacanze di servizio. Grazie<br />
a loro il CSG è cresciuto, riscoprendo<br />
ogni giorno di più la sua vocazione<br />
ad essere ancora, per ragazzi e giovani<br />
che si avvicinano alla vita e alle<br />
scelte che essa esige, luogo discreto<br />
e amichevole di incontro, di scambio,<br />
di confronto, di crescita».<br />
È frequentata prevalentemente da<br />
giovani provenienti dalla Sardegna.<br />
Arrivano dalle parrocchie e dai movimenti<br />
ecclesiali. Al suo interno si svolgono<br />
anche servizi di formazione per<br />
il mondo del volontariato. Negli ultimi<br />
anni l’attività viene spesso gestita direttamente<br />
dai parroci <strong>dell</strong>a zona. Il<br />
Centro organizza settimane di spiritualità.<br />
Il rapporto di collaborazione<br />
Il CSG “Casa Ss. Annunziata” è diventato un punto<br />
di riferimento per giovani alla ricerca di momenti<br />
di preghiera e riflessione. Attività di accoglienza stabile<br />
e diluita nel corso di tutto l’anno gestita dalla CFIC<br />
in stretto contatto con la Chiesa locale.<br />
con la Chiesa locale è ottimo. L’attuale<br />
vescovo di Alghero-Bosa (diocesi<br />
in cui si trova il CSG) è da un anno<br />
mons. Mauro M. Morfino, un religioso<br />
salesiano molto legato al Centro di<br />
spiritualità. «Dio, si sa, è di casa sui<br />
monti, e molti potrebbero testimoniare<br />
di averlo “incontrato” proprio qui,<br />
intorno a un gruppo di amici sconosciuti<br />
fino al giorno prima, oppure nel<br />
silenzio di una giornata di “deserto”,<br />
lontani da computer, Tv e cellulari<br />
molesti, ma anche nella preghiera silenziosa<br />
e piena di pace <strong>dell</strong>a sera, o<br />
nella passeggiata sotto le stelle».<br />
«Il CSG – aggiunge padre Pusceddu –<br />
è intitolato alla Vergine Maria, donna<br />
giovane che ha saputo rendersi disponibile<br />
al sorprendente disegno di<br />
Nelle foto, alcune vedute del Centro<br />
di Spiritualità Giovanile di Cuglieri.<br />
Dio ponendosi in ascolto attento eppure<br />
gioioso. In sintonia con questo<br />
nome, le iniziative e le esperienze spirituali<br />
del CSG fanno esplicito riferimento<br />
alla Parola di Dio, il cui ascolto<br />
assiduo e costante costituisce il<br />
cuore e il fine <strong>dell</strong>e esperienze stesse.<br />
La casa offre, in un clima di fraternità<br />
e condivisione anche <strong>dei</strong> servizi ordinari,<br />
l’opportunità per lo svolgimento<br />
di una normale vita comune».<br />
Le attività si caratterizzano, in un clima<br />
di spiritualità e d’amicizia, per una intensa<br />
condivisione e partecipazione,<br />
oltre che per l’ascolto e il confronto<br />
amichevole e fraterno fra tutti i partecipanti.<br />
La collaborazione con diversi organismi<br />
(diocesi, istituti religiosi, parrocchie,<br />
agenzie formative, gruppi<br />
e movimenti) è un elemento decisivo<br />
<strong>dell</strong>e esperienze, in quanto favorisce la<br />
conoscenza <strong>dell</strong>e più diverse realtà ecclesiali.<br />
L’incontro di giovani famiglie,<br />
inoltre, in aggiunta all’attività “classica”<br />
del CSG, offre un’ulteriore opportunità<br />
di confronto e di scambio tra coloro<br />
che vivono una simile esperienza e<br />
si pone come concreta occasione di<br />
crescita e di maturazione. ■<br />
20 IV - 2011<br />
S.Cl.
TIRANA (ALBANIA)<br />
IL POLIAMBULATORIO<br />
E LA FARMACIA<br />
DELLA RINASCITA<br />
T<br />
irana è una città ambiziosa.<br />
Sebbene sia la capitale di un<br />
piccolo Paese del sud-est<br />
europeo, ambisce ad essere<br />
un punto di riferimento importante per<br />
tutta l’area. Ormai corre verso il milione<br />
di abitanti, un terzo <strong>dell</strong>’intera Albania.<br />
All’inizio degli anni Novanta<br />
erano meno di duecentomila. Chi visita<br />
Tirana, troverà sempre novità di<br />
rilievo. Ora mette in bella mostra la<br />
rinnovata piazza centrale, teatro <strong>dei</strong><br />
grandi avvenimenti che hanno decretato<br />
la fine del regime di Enver Hohxa.<br />
Il recente cambio del sindaco ha prodotto<br />
anche cambiamenti nel progetto<br />
architettonico: è una prassi da queste<br />
parti. Ma la città non nasconde<br />
nemmeno le sue lacune, ingigantite<br />
dall’inurbamento veloce e massiccio<br />
<strong>dell</strong>a popolazione albanese.<br />
Dalla metà degli anni Novanta opera<br />
nel centro, in Rruga ë Kavajes 120, il<br />
Poliambulatorio Padre Monti, realizzato<br />
dalla Fondazione Nostra Signora<br />
del Buon <strong>Con</strong>siglio, grazie al supporto<br />
<strong>dell</strong>’ospedale romano IDI. Si<br />
trattò di una grande novità per gli abitanti<br />
<strong>dell</strong>a città e <strong>dell</strong>a periferia: le<br />
bianche Sorelle <strong>dell</strong>a Misericordia e i<br />
religiosi di Padre Monti, insieme, manifestavano<br />
un volto nuovo <strong>dell</strong>’amore<br />
di Cristo: non tanto attraverso la<br />
gestione di una parrocchia, quanto<br />
attraverso un’attività sanitaria. E, a<br />
fianco, nasceva una farmacia, creatura<br />
voluta anche da IDI Farmaceutici<br />
di Pomezia.<br />
Col passare degli anni la città migliorava<br />
nelle strade, nei palazzi, nei negozi.<br />
Non ci si poteva più cullare sugli<br />
allori, visto che nascevano anche<br />
altri poliambulatori dal chiaro orientamento<br />
speculativo. La popolazione<br />
continuava a prediligere il “Padre<br />
Monti”, benché struttura e attrezzatu-<br />
A diciott’anni dalla<br />
presenza <strong>dell</strong>a comunità<br />
montiana in Albania le sue<br />
due prime attività sono<br />
state ristrutturate.<br />
Un servizio per tutti<br />
nel cuore <strong>dell</strong>a città.<br />
Ambienti rinnovati per il<br />
Poliambulatorio e la Farmacia a Tirana.<br />
re cominciassero ad essere obsoleti.<br />
Eppure erano trascorsi solo quindici<br />
anni! Il miglioramento del tenore di vita<br />
aveva pian pian reso autosufficiente<br />
l’iniziativa e non c’era più bisogno<br />
del sostegno italiano assicurato per<br />
tanti anni. Era tempo di intervenire.<br />
Nelle due ultime estati, nei brevi tempi<br />
di chiusura <strong>dell</strong>’attività, sono stati<br />
compiuti importanti lavori di ristrutturazione<br />
<strong>dell</strong>e sale di attesa, degli studi<br />
medici, del reparto di radiologia,<br />
<strong>dell</strong>a farmacia. Nuove attrezzature<br />
medicali sono state acquisite, con un<br />
indubbio sforzo economico, ma con<br />
l’orgoglio di mettere a disposizione<br />
<strong>dei</strong> malati quanto viene ottenuto con<br />
il lavoro di tutti i giorni. Padre Jerome,<br />
un religioso del Camerun da due anni<br />
in Albania, ha vigilato<br />
con tenacia e<br />
perizia sui lavori in<br />
corso.<br />
All’inizio di dicembre<br />
gli ambienti sono<br />
stati inaugurati<br />
alla presenza del<br />
personale e <strong>dei</strong> pazienti.<br />
In quella circostanza<br />
sono state<br />
salutate le suore<br />
Giuliana e Antonietta,<br />
che stavano concludendo la presenza<br />
del loro Istituto a Tirana dopo<br />
anni di generoso servizio. Una nota di<br />
sofferenza in tanta gioia. Ma anche un<br />
segno eloquente <strong>dell</strong>a carità cristiana:<br />
il seme posto è cresciuto nell’amore<br />
paziente. Le suore ora possono ripartire,<br />
povere come sono venute. E il<br />
“grazie” di tanti ha svelato una profonda<br />
gratitudine, pur segnata da<br />
qualche lacrima di affettuosa nostalgia.<br />
Il Poliambulatorio e la Farmacia<br />
continuano ad essere un baluardo<br />
nella centrale via <strong>dell</strong>a capitale albanese,<br />
testimoni di un impegno che è<br />
cresciuto nel tempo con la nuova<br />
Università e con gli altri centri sanitari<br />
alle porte <strong>dell</strong>a città, sulla via per<br />
Durazzo. ■<br />
21<br />
SANITÀ
PEDAGOGIA<br />
SARONNO<br />
UN LABORATORIO<br />
PER RIPENSARE<br />
LA SCUOLA<br />
Il CFP Padre Monti ha avviato<br />
un’interessante esperienza<br />
nel campo <strong>dell</strong>e metodologie<br />
didattiche e di apprendimento.<br />
La scuola come luogo di costruzione<br />
di un futuro professionale, ma<br />
anche di desiderio e di crescita<br />
globale <strong>dell</strong>a persona.<br />
Èda molti anni che il CFP Padre<br />
Monti di Saronno è laboratorio<br />
di innovazione nel<br />
campo <strong>dell</strong>e metodologie<br />
didattiche e di apprendimento. Questo<br />
approccio di continua<br />
sperimentazione è un elemento<br />
imprescindibile per<br />
chi, come in questo contesto,<br />
si trova a portare<br />
avanti attività formative<br />
con un’utenza sempre più<br />
spesso caratterizzata da<br />
problematiche personali e<br />
sociali, e per chi non si accontenta<br />
del classico paradigma<br />
in cui la scuola è vista<br />
come luogo di<br />
“travaso” di un sapere depositario,<br />
ma voglia porre<br />
al centro la persona come protagonista<br />
<strong>dell</strong>a costruzione del proprio apprendimento<br />
e quindi del proprio percorso<br />
di vita.<br />
È ugualmente da diversi anni che il<br />
centro di Saronno, grazie al know how<br />
sviluppato e alla mission ereditata dalla<br />
figura del Fondatore, ai corsi storici<br />
legati alla formazione di operatori e<br />
tecnici grafici, affianca servizi specifi-<br />
ci per l’utenza più svantaggiata, e in<br />
generale di promozione del benessere<br />
scolastico e del successo formativo.<br />
Corsi per ragazzi in situazione di<br />
abbandono scolastico, servizi di<br />
orientamento e rimotivazione<br />
per studenti degli<br />
istituti del territorio, sportello<br />
di ascolto, attività<br />
educative pomeridiane ed<br />
estive, azioni di ricerca e<br />
mo<strong>dell</strong>izzazione di buone<br />
prassi sono alcuni esempi<br />
di questa esperienza.<br />
Recentemente l’idea, fortemente<br />
condivisa dalle direzioni<br />
e dagli operatori<br />
coinvolti in questo settore<br />
di attività, era che i tempi<br />
fossero maturi affinché<br />
si potesse e si dovesse fare un salto<br />
in avanti, dedicare una specifica<br />
divisione <strong>dell</strong>’Associazione Padre<br />
Monti a tali progetti, un coordinamento<br />
specifico mirato a organizzare,<br />
e soprattutto ampliare e implementare<br />
quest’area di servizi, questa<br />
ricchezza, al fine di offrire al territorio<br />
una risorsa di eccellenza, un riferimento<br />
formativo per i ragazzi in si-<br />
tuazione di disagio e svantaggio sociale,<br />
ma anche per tutti gli adolescenti<br />
alla ricerca di stimoli inediti per<br />
crescere e apprendere. Nasce così<br />
nel settembre del 2010 il progetto<br />
“Laboratorio FRIDA” (Formazione,<br />
Ricerca, Itinerari Di Apprendimento<br />
- www.fridapadremonti.it).<br />
Uno <strong>dei</strong> primi obiettivi è stato quello di<br />
rafforzare la dimensione <strong>dell</strong>a ricerca<br />
pedagogica, nella volontà che uno <strong>dei</strong><br />
principali punti di forza di FRIDA fosse<br />
proprio il suo porsi come connessione<br />
fra la dimensione <strong>dell</strong>o studio teorico e<br />
quella del lavoro pratico sul campo,<br />
tra l’approfondimento e la riflessione<br />
metodologica e i ragazzi “veri”.<br />
A questo scopo si è attivata una collaborazione<br />
stabile con alcuni ricercatori<br />
e docenti universitari (su tutti,<br />
Piergiorgio Reggio, Università Cattolica,<br />
vice presidente <strong>dell</strong>’Istituto<br />
Paulo Freire Italia) e una partnership<br />
con la Scuola di Apprendimento<br />
Esperienziale <strong>dell</strong>a Società di Formazione<br />
“Metodi”, da sempre all’avanguardia<br />
nella ricerca di nuovi<br />
mo<strong>dell</strong>i di apprendimento.<br />
Attività principale del Laboratorio<br />
FRIDA è sicuramente il corso <strong>Anno</strong><br />
22 IV - 2011
Unico, ereditato dal lavoro storico <strong>dell</strong>’Associazione<br />
Padre Monti e in questo<br />
contesto implementato.<br />
Se al tempo del Beato Monti l’urgenza<br />
era quella di accogliere gli orfani,<br />
ragazzi rimasti senza famiglia<br />
nella necessità di essere accolti e trovare<br />
un lavoro per sostentarsi autonomamente,<br />
forse oggi i nuovi orfani<br />
sono tutti quei minori che, dopo alcuni<br />
insuccessi scolastici, rimangono<br />
“abbandonati a sé stessi” alla ricerca<br />
di una direzione, orfani di una ricerca<br />
di senso, nel doppio valore di costruzione<br />
di significati riguardo alla propria<br />
vita e di direzione, ragazzi che si<br />
trovano a passare lunghe giornate a<br />
casa o in strada, vissuto che, oltre ad<br />
acuire la condizione di crisi personale,<br />
porta in alcuni casi a situazioni di<br />
devianza che hanno come vittime i<br />
ragazzi stessi e la comunità.<br />
Il corso <strong>Anno</strong> Unico nasce per dare<br />
una risposta specifica proprio a<br />
queste situazioni. Si tratta di un percorso<br />
che copre l’intera durata di<br />
un anno scolastico, attraverso il<br />
quale gli allievi hanno modo, in<br />
un clima ospitale, sperimentandosi<br />
in aula, in laboratorio, in<br />
stage, in contesti outdoor, di elaborare<br />
un progetto personale che<br />
li porti a un reinserimento scolastico<br />
o lavorativo.<br />
Competenze trasversali<br />
Una proposta “unica” in quanto alle<br />
normali materie curriculari e al lavoro<br />
pratico, comunque presenti, viene<br />
privilegiata l’attività educativa, di crescita<br />
personale, lo sviluppo <strong>dell</strong>e cosiddette<br />
“competenze trasversali”:<br />
capacità riflessive, di rielaborazione<br />
del momento di crisi, il rafforzamento<br />
<strong>dell</strong>e potenzialità e <strong>dell</strong>e risorse positive,<br />
in una tensione verso il cambiamento,<br />
la valorizzazione e la cura di<br />
sé in cui il ragazzo stesso sia protagonista.<br />
Se nei primi anni il corso accoglieva<br />
circa 15 ragazzi, ultimamente<br />
il numero è pressoché raddoppiato<br />
ed è in continua crescita, a riprova di<br />
quanto sia forte l’emergenza sociale<br />
su questo fronte, e di quanto un servizio<br />
di questo genere possa esserne<br />
una <strong>dell</strong>e risposte efficaci.<br />
Accanto al corso <strong>Anno</strong> Unico e collegato<br />
ad esso, Laboratorio FRIDA<br />
ha ideato e attivato il percorso WIP<br />
(Work In Progress), una proposta per<br />
ragazzi che hanno terminato la propria<br />
esperienza scolastica prima del compimento<br />
<strong>dell</strong>a maggiore età e per cui<br />
la ricerca del lavoro non ha dato risultati<br />
positivi a causa del fattore anagrafico<br />
e <strong>dell</strong>’attuale riduzione <strong>dell</strong>e<br />
assunzioni. Si tratta di una sorta di<br />
“pre-apprendistato” in cui i ragazzi si<br />
sperimentano in lunghi periodi di stage<br />
intervallati da momenti a scuola di<br />
riflessione individuale e di gruppo, in<br />
un’ottica di “apprendimento esperienziale”,<br />
in cui il vissuto viene rielaborato<br />
per trasformarsi in competenze<br />
personali e consapevolezza di sé.<br />
Oltre a queste proposte, rivolte ad<br />
adolescenti non più inseriti in corsi di<br />
formazione e istruzione, Laboratorio<br />
FRIDA organizza un ampio spettro di<br />
servizi e interventi per ragazzi frequentanti<br />
la scuola: da corsi di rimotivazione<br />
e ri-orientamento all’interno<br />
degli istituti del territorio per alunni a<br />
rischio “cedimento”, allo sportello di<br />
counselling psicologico per adolescenti<br />
(evoluzione <strong>dell</strong>o storico “teen<br />
point”), a corsi pomeridiani in cui, utilizzando<br />
risorse come la musica e il<br />
teatro, artisti e formatori collaborano<br />
per proporre ai ragazzi un’inedita<br />
esperienza di crescita. A fianco al lavoro<br />
diretto con gli adolescenti, la<br />
nuova divisione <strong>dell</strong>’Associazione Padre<br />
Monti promuove servizi per adulti<br />
in diverso modo coinvolti nell’attività<br />
educativa.<br />
Infine, allo scopo di far sì che lo studio,<br />
il know how e l’esperienza accumulata<br />
possano divenire risorsa collettiva,<br />
Laboratorio FRIDA promuove<br />
corsi, interventi di consulenza, momenti<br />
di approfondimento e riflessione<br />
per educatori e formatori, rivolti<br />
sia all’interno <strong>dell</strong>’Associazione Padre<br />
Monti che all’esterno.<br />
Pensare la scuola<br />
Proprio in questo contesto alla fine<br />
del mese di ottobre si è svolto,<br />
presso l’aula magna <strong>dell</strong>’Istituto,<br />
il convegno “Pensare la<br />
scuola, tra passato e futuro,<br />
qui e l’altrove. Dalla scuola di<br />
don Milani alla scuola di Paulo<br />
Freire” a cui hanno partecipato un<br />
centinaio di ragazzi e più di 70 tra insegnanti<br />
ed educatori. È stata una<br />
giornata intensa in cui si sono succeduti<br />
gli interventi di Piergiorgio<br />
Reggio, docente universitario e<br />
formatore, Waldemar Boff, impegnato<br />
in un progetto di educazione<br />
e scolarizzazione nella<br />
periferia di Rio de Janeiro, eLina<br />
Ferrero, fondatrice <strong>dell</strong>a scuola<br />
popolare “La Ghiaia” di Asti. La<br />
scelta di confrontarsi con pedagogisti<br />
che hanno sempre affiancato a un<br />
approfondito studio teorico l’attenzione<br />
alle persone più bisognose, e<br />
alla pratica educativa la ricerca di<br />
giustizia sociale, ha portato importanti<br />
stimoli ai presenti, partecipanti<br />
e organizzatori, che hanno avuto<br />
modo di incontrarsi e riflettere insieme<br />
negli workshop pomeridiani. Si è<br />
condivisa la necessità di una scuola<br />
che guardi ai problemi contingenti<br />
ma anche all’ “oltre”, che sia luogo di<br />
costruzione di un futuro professionale<br />
ma anche di desiderio e di crescita<br />
globale <strong>dell</strong>a persona. Orizzonti verso<br />
i quali, Laboratorio FRIDA, nel suo<br />
piccolo, vuole camminare. ■<br />
IV - 2011 23<br />
Davide Fant<br />
PEDAGOGIA
Piccoli Fratelli Jesus Caritas<br />
A CAUSA DI GESÙ<br />
E DEL VANGELO<br />
Tra contemplazione<br />
e vita concreta<br />
Riflessioni di Gabriele Faraghini<br />
pp. 168 € 12,00<br />
I Piccoli Fratelli Jesus Caritas sono un<br />
ramo <strong>dell</strong>a famiglia religiosa che si rifà alle intuizioni del<br />
beato Charles de Foucauld e sono presenti in Italia e all’estero.<br />
Essi ritmano la loro giornata fra la preghiera liturgica<br />
e l’adorazione eucaristica, tempi di solitudine, spazi di<br />
lavoro e servizio pastorale. Il loro priorato generale è nell’Abbazia<br />
di Sassovivo (sec. XI), a Foligno, in terra umbra.<br />
Il suo chiostro abbaziale costituisce un vero e proprio gioiello<br />
artistico e architettonico. In memoria di antichi contatti<br />
con il monachesimo orientale e, soprattutto, con la Chiesa<br />
maronita, la cripta <strong>dell</strong>’abbazia è dedicata a san Marone,<br />
celebre eremita la cui santità fiorì nel IV-V secolo. A Nazaret<br />
i Piccoli Fratelli sono custodi del minuscolo convento<br />
che ha visto le lunghe ore di orazione di Charles de Foucauld,<br />
e che oggi è luogo di continua preghiera e accoglienza<br />
per la gente del posto e per i pellegrini, sempre più<br />
numerosi, che giungono da ogni parte del mondo.<br />
Gabriele Faraghini, romano, piccolo fratello Jesus Caritas,<br />
presbitero, viene dal mondo scoutistico e parrocchiale.<br />
Anna Accorsi<br />
I PENSIERI DELLA VITA<br />
pp. 72 € 10,00<br />
Una raccolta di scritti “intimi”, costruiti<br />
sull’ascolto attento di cosa<br />
l’amore, e un amore di coppia, l’amore<br />
di una donna per il suo uomo, sussurra<br />
alla mente nel volgere <strong>dell</strong>e stagioni<br />
<strong>dell</strong>a vita. La cura e il rispetto,<br />
quasi pudico, di queste dimensioni interiori impongono al<br />
lettore di addentrarvisi con cautela e circospezione, attenti<br />
a percepire le sfumature più che i colori forti, a cogliere<br />
ogni accento bisbigliato da bocca a orecchio, a fermarsi e<br />
semplicemente contemplare lo spettacolo fragile e grandioso<br />
a un tempo di un cuore che disvela se stesso. Le<br />
poesieeiracconti di Anna Accorsi qui raccolti sono come<br />
il “condensato” <strong>dell</strong>a sua vita matrimoniale. Sono testi<br />
molto personali ma che al contempo hanno la capacità<br />
(la sapienza, appunto, è questo) di toccare le corde fondamentali<br />
<strong>dell</strong>a vita umana trascendendo l’esperienza del<br />
vissuto del singolo e parlando a ogni lettore.<br />
Anna Accorsi neuropsichiatra infantile, ha elaborato un proprio<br />
metodo professionale, innovativo per la sua efficacia e<br />
umanità. Purtroppo è mancata prematuramente nel 2002 lasciando<br />
dietro di sé un grandissimo e commosso ricordo.<br />
È tuttora molto conosciuta nei centri e nei luoghi dove ha<br />
vissuto e operato, in particolare a Legnano e presso il Poliambulatorio<br />
<strong>dell</strong>’Istituto Padre Monti di Saronno.<br />
Per informazioni e acquisti: Editrice Monti<br />
Adriano Sella<br />
MINIGUIDA DELLE<br />
RELAZIONI UMANE<br />
pp. 96 € 4,50<br />
Un libretto dedicato alla ricchezza che<br />
nessuno potrà mai sottrarre all’umanità:<br />
le relazioni umane. Gli approcci<br />
affrontati sono quattro: quello sociale<br />
(superare la povertà relazionale <strong>dell</strong>a nostra società); quello<br />
antropologico (riscoprire l’uomo in tutte le sue dimensioni,<br />
non solo quelle fisiologiche); quello economico (come<br />
misurare e valorizzare i beni relazionali e la Felicità<br />
Interna Lorda); quello cristiano (vedere gli altri come fratelli).<br />
La Miniguida presenta poi: nuove pratiche per recuperare<br />
e salvaguardare le relazioni umane; metodi concreti<br />
sperimentati per favorire condizioni di ascolto e di<br />
dialogo; un laboratorio, che tutti possono fare, sulle relazioni<br />
interpersonali.<br />
Adriano Sella è un missionario originario di Vicenza. Ha<br />
lavorato per molti anni in Amazzonia coordinando le Pastorali<br />
Sociali <strong>dell</strong>a <strong>Con</strong>ferenza Episcopale del Nord II del<br />
Brasile, e accompagnando le comunità ecclesiali di base<br />
e i movimenti sociali come quello <strong>dei</strong> Sem Terra. Dal 2006<br />
si è inserito nella Diocesi di Padova, dove coordina la<br />
Commissione Diocesana Nuovi Stili di <strong>Vita</strong> e la Rete Interdiocesana<br />
Nuovi Stili di <strong>Vita</strong>.<br />
Istituto Padre Monti<br />
I PRESEPI<br />
DI FRATEL<br />
MATTEO<br />
Foto di Edio Bison<br />
pp. 88 € 10,00<br />
Da diversi anni l’Istituto<br />
Padre Monti di Saronno, nel periodo natalizio, è meta di<br />
numerosissimi visitatori, attratti dai capolavori allestiti in mostra<br />
dall’Associazione Amici di Padre Monti. Tra questi spiccano<br />
i diorami costruiti nel tempo da un religioso montiano:<br />
fratel Matteo Chita, morto nel 1999 all’età di ottantasei anni,<br />
all’IDI di Roma. Aveva sei anni quando ideò e realizzò il<br />
suo primo presepio per la sua parrocchia. Il primo di duemilaseicento<br />
esemplari. La Prima guerra mondiale lo rese<br />
orfano di padre. La madre fu costretta ad affidarlo alle cure<br />
<strong>dell</strong>’Istituto Morabito di Polistena dove incontrò i <strong>Figli</strong> <strong>dell</strong>’Immacolata<br />
<strong>Con</strong>cezione. Da allora<br />
visse due vite parallele: quella<br />
reale e quella artistica, non<br />
dissociate ma indipendenti, prodotte<br />
però dallo stesso spirito religioso.<br />
<strong>Con</strong> questo libro l’Editrice<br />
Monti vuole dare il giusto<br />
tributo a (come afferma padre<br />
Giovanni Cazzaniga) «un religioso<br />
fedele e laborioso, presepista<br />
di fama internazionale».<br />
Via Legnani, 4 - Saronno (VA) • Tel. 02.9670.8107<br />
info@editricemonti.it • www.editricemonti.it