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Censimenti 2001: il grande flop - Il Foglietto della Ricerca

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L’indice di dipendenza, vale a dire <strong>il</strong> rapporto percentuale tra la popolazione inattiva (meno di 14<br />

anni e 65 e più anni) e quella potenzialmente attiva (14-65 anni), sarebbe passato da 38,8 del 1991 a<br />

46,8 del <strong>2001</strong>, con una crescita di 8 punti.<br />

L’indice di ricambio sul mercato del lavoro, calcolato come rapporto tra la popolazione prossima<br />

all’uscita (55-64 anni) e quella in entrata (15-24 anni), sarebbe passato da 80,9 del 1991 a 132,6 del<br />

<strong>2001</strong>, con una crescita di oltre 50 punti.<br />

La popolazione attiva, vale a dire quella compresa tra i 15 e i 64 anni è passata da 1.968.902 a<br />

1.734.766, con un saldo di –234.136 unità, scendendo dal 72% al 68,1%.<br />

Comune di Roma - <strong>Censimenti</strong> 1991 e <strong>2001</strong> - popolazione per classi di età<br />

(analisi longitudinale)<br />

Classi età<br />

al <strong>2001</strong><br />

1991<br />

numero comp. %<br />

<strong>2001</strong><br />

numero comp. %<br />

Saldo<br />

Saldo %<br />

15-24 254605 11,5 251272 12,5 -3333 -1,3<br />

25-34 419690 18,9 398939 19,8 -20751 -4,9<br />

35-44 451198 20,3 406577 20,2 -44621 -9,9<br />

45-54 379717 17,1 344867 17,1 -34850 -9,2<br />

55-64 378587 17,0 333111 16,6 -45476 -12,0<br />

65-74 339710 15,3 277359 13,8 -62351 -18,4<br />

Totale 2223507 100,0 2012125 100,0 -211382 -9,5<br />

Fonte: Istat, <strong>Censimenti</strong> <strong>della</strong> popolazione e delle abitazioni 1991 e <strong>2001</strong><br />

Anche l’analisi longitudinale, che mette a confronto la popolazione che al 1991 aveva da 5 a 14<br />

anni con la corrispondente popolazione tra 15 e 24 anni nel <strong>2001</strong> e così via, alimenta ulteriori dubbi<br />

sull’operazione censuaria. Nelle classi centrali, per le quali è possib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> confronto, mancano<br />

all’appello 211.382 individui, con un saldo negativo del –9,5%. <strong>Il</strong> numero di unità censite in meno<br />

nel <strong>2001</strong> tende ad aumentare con <strong>il</strong> crescere <strong>della</strong> classe di età, sia in termini assoluti che relativi. Le<br />

persone che nel 1991 avevano un’età compresa tra i 55 e i 64 anni si ritrovano ad essere 62.351 in<br />

meno tra i 65 e i 74 anni al <strong>2001</strong> (-18,4%). Un bel numero di pensionati che graverebbero in meno<br />

sugli enti di previdenza. Se fosse vero (tavola 4 e tavola 9 allegate).<br />

Un movimento di tale dimensione degli indicatori demografici, in un lasso di tempo così breve,<br />

avrebbe provocato uno sconvolgimento socio-economico nel territorio, che sicuramente non<br />

sarebbe passato inosservato. Eppure, sembra che a nessuno dei suddetti responsab<strong>il</strong>i, esperti e<br />

addetti ai lavori censuari sia venuto in mente di verificare la struttura <strong>della</strong> popolazione e gli<br />

indicatori demografici fondamentali prima di validare e diffondere i dati del Censimento <strong>2001</strong>, ma<br />

soprattutto prima di ut<strong>il</strong>izzarli per la determinazione <strong>della</strong> popolazione legale.<br />

A questo punto sembrano esserci elementi a sufficienza per liquidare come fallimentare l’attività<br />

dell’Istat per quanto riguarda <strong>il</strong> Censimento del <strong>2001</strong> nella città di Roma. D’altronde, chiunque a<br />

Roma è in grado di indicare parenti o amici ai quali <strong>il</strong> modello del Censimento o non è stato affatto<br />

consegnato oppure non è stato successivamente ritirato.<br />

Siamo però in grado di fornire un’ultima prova schiacciante che deriva da una verifica tanto<br />

elementare quanto incontrovertib<strong>il</strong>e.<br />

Supponiamo che effettivamente la popolazione residente sia diminuita di oltre 180.000 unità tra <strong>il</strong><br />

1991 ed <strong>il</strong> <strong>2001</strong>, che <strong>il</strong> centro si sia spopolato, che celibi, nub<strong>il</strong>i e coniugati siano una razza in via<br />

d’estinzione per la quale occorrerà chiedere l’intervento del WWF, che <strong>il</strong> problema occupazionale<br />

sia stato br<strong>il</strong>lantemente risolto grazie alla decimazione <strong>della</strong> popolazione nelle classi centrali di età.<br />

Supponiamo che tutto ciò corrisponda alla realtà di Roma. E le abitazioni? Quelle, almeno<br />

dovrebbero essere rimaste al loro posto. E’ diffic<strong>il</strong>e credere, a meno di qualche fenomeno esoterico,<br />

che anch’esse siano svanite nel nulla e sarà complicato per l’Assessore alla Semplificazione del<br />

Comune di Roma convincerci che gli stranieri residenti a Roma al momento di lasciare la città per<br />

tornarsene nel loro Paese d’origine abbiano impacchettato anche l’appartamento e se lo siano<br />

portato via con loro. D’altronde, la stessa definizione di immob<strong>il</strong>e avrebbe dovuto scoraggiarli.<br />

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