l'operazione “daffodil” nel piano “agreement” - Marina Militare
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F. Mattesini - L’operazione “Daffodil” <strong>nel</strong> <strong>piano</strong> “Agreement”<br />
I movimenti delle Forze Navali britanniche e le previsioni dei Comandi<br />
dell’Asse<br />
Le diciannove unità leggere della Forza C presero il mare da Alessandria alle<br />
18:00 del 12 settembre, in formazione verso ovest, alla velocità di 8 nodi, per<br />
poi aumentarla, per ordine del cap. freg. Blackburn, a 24 nodi.<br />
Durante la navigazione la motosilurante MTB 268 (sottoten. vasc. David<br />
Cowley Souter), a causa di un guasto al motore, fu costretta a rientrare ad<br />
Alessandria, dopo aver trasferito i suoi dieci soldati sulla motolancia ML 353.<br />
Anche i cacciatorpediniere di squadra della Forza A, Sikh e Zulu, presero<br />
il mare da Haifa alle 18:00 del 12 settembre, e si congiunsero con un gruppo di<br />
sostegno. Infatti, per dare allo sbarco l’appoggio navale, alle 19:45 di quella<br />
stessa sera salparono da Porto Said le unità della Forza D, costituita<br />
dall’incrociatore contraereo Coventry (cap. vasc. Ronald John Robert Dendy) e<br />
dai quattro cacciatorpediniere di scorta del tipo “Hunt” della 5 a Flottiglia,<br />
Belvoir, Dulverton, Hursley e Croome. A questo gruppo, provenienti da Haifa, si<br />
aggiunsero il Sikh e lo Zulu, che presero il mare da Haifa alle 05:45 del 13<br />
settembre.<br />
Un secondo gruppo navale, con i quattro cacciatorpediniere di scorta<br />
della 5 a Flottiglia Hurworth, Beaufort, Exmoor e Aldenham, salpò da Alessandria<br />
alle 09:25 del 13 settembre e si ricongiunse anch’esso alla Forza D a ovest di<br />
Alessandria, a nord della baia di Abukir, per poi proseguire per ponente alla<br />
velocità di circa 25 nodi, con le navi che cambiano frequentemente rotta, zigzagando,<br />
per schivare gli attacchi di eventuali sommergibili.<br />
Quindi, dopo che il Sikh e lo Zulu al calar della notte avevano lasciato la<br />
Forza D dirigendo per Tobruch alla velocità di 30 nodi per dar corso<br />
all’operazione di “Commando”, il Coventry e gli otto cacciatorpediniere di scorta<br />
rimasero a incrociare al largo di Marsa Matruh, con il compito di restare <strong>nel</strong>la<br />
zona per la protezione strategica navale, e di riprendere la rotta di ritorno il<br />
mattino successivo allo sbarco.<br />
Nello stesso tempo un altro gruppo navale britannico, costituito<br />
dall’incrociatore leggero Dido (cap. vasc. Henry William Urquhart McCall), della<br />
15 a Divisione, e dai cinque cacciatorpediniere di squadra della 14 a Flottiglia Jervis<br />
(cap. vasc. Albert Lawrence Poland), Javelin, Pakenham, Paladin e Kelvin,<br />
effettuava una diversione all’operazione Agreement bombardando <strong>nel</strong>la notte<br />
la località di El Daba, a ovest di El Alamein.