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Nr. 1/2012 - Gennaio - Febbraio - 2012 - Ristorazione e Catering

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quotidianità, dove aumenta l’età del gestore con il rischio che non<br />

ci sia un cambio generazionale?<br />

“Difficile fare una previsione in una fase strutturale come l’attuale. I<br />

format che si replicano nelle città stanno crescendo molto, penalizzando<br />

la ristorazione di fascia media, fenomeno che non può ripetersi<br />

nelle province e nei centri rurali dove penso potrà resistere perché<br />

può costituire uno sbocco professionale per i figli dei ristoratori,<br />

vista la difficile realtà occupazionale prossima ventura”.<br />

Cuoco o chef?<br />

“Questo dilemma lo sto ponendo da tempo all’attenzione. Il modello<br />

mediatico chef che si sta imponendo è fasullo, non è uno specchio<br />

della realtà. Lo chef dovrà essere prima spadellatore, poi cuciniere,<br />

quindi cuoco. Chi sarà in grado di scalare queste gerarchie (pochi)<br />

potranno essere chef vincenti di successo, ma tanti resteranno cuochi<br />

o cucinieri perché le star in ogni settore e in ogni sistema mediatico<br />

sono rare (il talento non è di tutti), altrimenti non potremmo<br />

definirle tali.<br />

Qual è il modello di riferimento che dovrebbe avere un giovane che<br />

oggi intende intraprendere la carriera di cuoco?<br />

“La passione come in ogni altro mestiere, la curiosità per le materie<br />

prime conosciute e no, la voglia di documentarsi e ascoltare, la propensione<br />

all’osservazione. La consapevolezza che in cucina non si<br />

inventa niente, ma si può innovare su ciò che già esiste”.<br />

Parliamo di vino: un settore in cui le competenze, ma soprattutto i<br />

mestieri, si sono moltiplicati. Cosa concorre a determinare il successo<br />

di un vino oggi?<br />

“Innanzitutto la moda, basti pensare alle barrique negli anni ’80,<br />

quanti vini dei falegnami di successo sono nati, poi è stato il momento<br />

dei vini frutto… Poi i voti delle guide o i giudizi di Parker<br />

e Wine Spectator. “ La qualità di un vino dipende dalla qualità del<br />

degustatore, ma la qualità del degustatore non esiste, allora...” Si, la<br />

qualità qualche volta può avere inciso, ma non come gli altri fattori.<br />

Nelle cantine ci sono molti vini straordinari da scoprire”.<br />

E cosa c’è di eccessivo nella comunicazione attorno al vino e al cibo?<br />

“Attualmente siamo al caos, la comunicazione elimina se stessa:<br />

troppi convegni, eventi, degustazioni, trasmissioni televisive, giornali,<br />

magazine pieni di news, pareri, giudizi. Niente di nuovo in una<br />

società della comunicazione: il fenomeno non è arrestabile, dopo la<br />

moda e il design ora è tempo di cibo come locomotiva del costume<br />

e delle tendenze”.<br />

Qual è il tuo piatto della memoria?<br />

“Su questo aspetto ho scritto un bel libro - Le ricette della mia memoria<br />

e l’arte di far la spesa ( ed. Sperling&Kupfer ) - da cui si può<br />

capire che i piatti del ricordo sono tantissimi. Ebbene, li racconto<br />

con diversi particolari: personaggi, luoghi, momenti, ricetta dopo<br />

ricetta, come un qualcosa che lega la mia vita affettiva a quel piatto.<br />

C’è un amico che, presentando quel libro, ha detto: ecco la biografia<br />

sentimentale di Davide Paolini. Ed è proprio così! Forse c’è una pietanza<br />

che può avere il primo posto: il riso al latte. E su questo è pure<br />

andata in onda una mia trasmissione su Radio 24 dove è emerso che<br />

il riso al latte è la memoria di molti, tanti dalle Alpi alla Sicilia”.<br />

Nelle materie prime, nelle loro<br />

produzioni identifico tutta la<br />

mia passione per il cibo.<br />

Mi hanno fatto scoprire territori,<br />

storie, tradizioni e personaggi<br />

che mi hanno fatto crescere.<br />

cateringnews.it • gennaio/febbraio <strong>2012</strong> _ 17

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