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n.3 2005 n.3 2005 - Alpesagia

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lità e le dinamiche. Si è cercato di spostare<br />

sulle cifre il compito di spiegare<br />

il senso di una persecuzione. E’ ora di<br />

smettere di nascondersi e affrontare con<br />

coraggio la sostanza del problema. Si<br />

deve dire chiaramente che questa tragedia<br />

fu un insieme di azioni terroristico-militari<br />

per eliminare quanti erano<br />

contrari all’annessione alla Jugoslavia,<br />

alla slavizzazione forzata e al regime di<br />

Tito, come ricorda il sen. Leo Valiani<br />

che in un’intervista al Corriere della Sera<br />

del 21/8/96 disse: “Non ho mai<br />

smesso di deplorare l’eccidio di italiani<br />

nelle foibe e<br />

anche fuori dalle<br />

foibe: tutti<br />

quei morti per<br />

estirpare l’italianità<br />

delle<br />

città della Venezia-Giulia.<br />

Io<br />

sono di Fiume,<br />

quanti miei<br />

concittadini furono<br />

vittime di<br />

quell’orrore.<br />

Ammazzarono<br />

fascisti e antifascisti,<br />

ma anche<br />

tanti apolitici<br />

con la sola colpa<br />

di essere italiani”.<br />

Si trattò di uno<br />

dei punti più<br />

acuti delle tragedie<br />

del ‘900, secolo in cui il totalitarismo<br />

ha seminato milioni di vittime per<br />

odio etnico e ideologico dispensato a<br />

piene mani. Fra le tragedie di quel “secolo<br />

del male” vi è anche l’eliminazione<br />

nelle foibe, espressione di un nazionalismo<br />

violento coperto dal silenzio<br />

dello Stato e legittimato da interessi di<br />

parte dai quali ancora oggi troppi non<br />

riescono a prendere le distanze. A riprova,<br />

se mai ve ne fosse ancora bisogno,<br />

che ieri non sapeva chi non voleva<br />

sapere, chi era anti ciò che gli faceva<br />

comodo o gli conveniva, ma non era<br />

certo anti-totalitario. Oggi pure.<br />

Per anni su questi problemi è stato calato<br />

un tragico silenzio: ma la storia fatta<br />

di silenzi, di falsificazioni, di mistificazioni<br />

non è maestra di vita, non aiuta<br />

a capire. Ricordare tutta la storia, anche<br />

gli episodi più scabrosi, più tormentati<br />

o vergognosi significa educare<br />

i giovani alla conoscenza il più possibile<br />

obiettiva, all’eliminazione delle<br />

censure, alla comprensione delle ragioni<br />

dell’altro. La Scuola italiana è stata<br />

colpevolmente carente, i libri di testo<br />

hanno taciuto, con qualche lodevole eccezione,<br />

fino a questi ultimi anni o ne<br />

hanno parlato in modo volutamente falso<br />

e distorto. Del resto è ormai chiaro<br />

a tutti che si sono usati due pesi e due<br />

misure nell’analisi delle pagine più dolorose<br />

e vergognose della storia del<br />

‘900.<br />

Non si sono valutati i fatti ma si è condannato,<br />

ignorato o elaborato pretestuose<br />

costruzioni concettuali giustificazioniste<br />

a seconda di chi avesse commesso<br />

certe azioni.<br />

Con questa legge si<br />

ricorda un capitolo<br />

doloroso, che era<br />

stato rimosso dal<br />

ricordo collettivo:<br />

si comincia a scrivere<br />

una pagina<br />

bianca e a correggere<br />

vergognose<br />

storture.<br />

Il Presidente<br />

Ciampi in visita a<br />

Trieste nel febbraio<br />

del 2000 si recò al-<br />

Le foibe<br />

di Ada Tansini<br />

In questo mese di febbraio è stata<br />

celebrata la “giornata del ricordo”<br />

per commemorare le vittime delle<br />

foibe, le stragi compiute contro gli italiani<br />

dall’esercito jugoslavo nelle regioni<br />

di confine tra l’autunno del ‘43<br />

ed il ‘45.<br />

Forse a distanza di tanti anni i ricordi<br />

ragionati prendono finalmente il via al<br />

posto dei rancori. La giornata è stata in<br />

genere ispirata a sentimenti di conciliazione<br />

e di dialogo, ma senza rinunciare<br />

a capire il perché di quelle efferatezze:<br />

conseguenze di ideologie razziste<br />

di regimi dittatoriali.<br />

L’accento è stato posto sulle sofferenze<br />

di Istriani, Fiumani e Dalmati costretti<br />

all’esodo.<br />

Solo il ricordo di ciò può impedire alle<br />

foibe di ripercorrere la stessa strada<br />

dell’odio. Ricordando che le foibe sono<br />

state una tragedia italiana ed europea<br />

ora l’Italia democratica può affrontare<br />

la rilettura della sua storia senza<br />

che nessun episodio possa essere<br />

15<br />

le foibe di Basovizza che definì “una<br />

orribile manifestazione di violenza da<br />

esecrare e da non dimenticare”. Autorevoli<br />

ed illuminate parole sulle quali<br />

spero vogliano riflettere tutti gli ammalati<br />

di negazionismo, soprattutto se autori<br />

di libri di testo e docenti. Se rievocare<br />

gli errori deve servire a non ripeterli,<br />

perché dopo tanti anni ci si ostina<br />

a tacere, a minimizzare, a falsificare una<br />

parte di storia che ci riguarda così da vicino?<br />

Scrivere quella pagina per comprendere<br />

come e perché sia successo significa<br />

rendere onore alle vittime, elaborare<br />

una memoria condivisa del passato senza<br />

la quale non si creano le premesse per<br />

una reale comune identità nazionale. Significa<br />

anche educare alla verità e superare<br />

i vizi ideologici che rendono ciechi<br />

e stolti.<br />

E’ pur vero che il grembo che partorisce<br />

l’idiozia è sempre fecondo, ma facciamo<br />

in modo di limitare il più possibile<br />

le nascite, o almeno di correggere<br />

in fase di sviluppo. ■<br />

Le foto sono di Angelo Sgualdino<br />

utilizzato come strumento nella lotta<br />

politica quotidiana.<br />

Il silenzio è durato troppo a lungo.<br />

L’impegno di tutti deve essere quello<br />

di ricordare , non per rinnovare i contrasti<br />

ma per costruire insieme le ragioni<br />

forti di un reciproco riconoscimento.<br />

Il ricordo deve servire per fare<br />

luce sulla verità e non per fare propaganda<br />

ai partiti politici. L’Azione Giovani<br />

ha indetto nell’occasione una manifestazione<br />

per spiegare a chi non sa<br />

che le foibe sono le cavità carsiche dove<br />

furono uccisi decine di migliaia di<br />

italiani, vittime dei partigiani comunisti<br />

del Maresciallo Tito.<br />

Una pagina triste e poco ricordata nella<br />

storia italiana, questa, sulla quale la<br />

prima Repubblica ha steso un velo.<br />

Si tratta invece di consegnare alla storia<br />

un momento drammatico che deve<br />

fare ancora molti conti con il suo passato<br />

per aprire un ciclo di incontri, dedicati<br />

ad eventi dimenticati. ■

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