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Colombia, una guerra dimenticata (in ITALIANO)

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AFGHANISTAN<br />

A 1 anno dalla caduta del regime dei talebani l’Afghanistan si sta<br />

risollevando dalle proprie rov<strong>in</strong>e. Tra i tanti villaggi distrutti<br />

dell’Afghanistan ce n’è uno che più di tutti esprime la furia<br />

dissennata dei talebani.<br />

di Laura Boldr<strong>in</strong>i<br />

Istalif, luogo già decantato nel 1500<br />

dall‘imperatore timuride Babur che nei suoi<br />

scritti ne descrive la bellezza e i colori. Nulla<br />

è stato salvato, ogni segno di vita è stato<br />

rigorosamente cancellato <strong>in</strong> questo antico<br />

villaggio a 40 km a nord di Kabul: case<br />

<strong>in</strong>cendiate, alberi tagliati, pozzi <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ati,<br />

bestiame ucciso e migliaia di persone <strong>in</strong><br />

fuga. Per quattro anni - dal 1998 al 2002 -<br />

nessuno ha più messo piede tra le macerie<br />

di Istalif e da luogo di villeggiatura di Zahir<br />

Shah, l’ultimo sovrano afghano, è diventato<br />

uno spettrale e desolato cumulo di<br />

macerie. I suoi abitanti si sono dispersi <strong>in</strong><br />

diverse direzioni. Chi ha potuto è fuggito <strong>in</strong><br />

Pakistan, altri sono andati al nord, nel Panshir<br />

e i meno fort<strong>una</strong>ti si sono diretti a Kabul<br />

dove, <strong>in</strong>sieme a molti altri, si sono accampati<br />

nell’ex ambasciata sovietica. Per tutti<br />

loro Istalif rappresentava un luogo della memoria,<br />

un luogo morto dove nessuno sarebbe<br />

potuto ritornare a vivere.<br />

Oggi Istalif - forte del suo passato e delle<br />

sue tradizioni - sta risorgendo dalle macerie<br />

per affermarsi come simbolo della ripresa<br />

di un paese ridotto allo stremo delle<br />

forze. Gli abitanti di Istalif, così come quelli<br />

di tanti altri villaggi <strong>in</strong> Afghanistan, ritornano<br />

ai propri ruderi. Anche l’artigiano più vec-<br />

AFGHANISTAN<br />

La velocità e il successo del programma di rimpatrio hanno<br />

superato le aspettative delle agenzie umanitarie.<br />

di Pierluigi Farnese e Federico Clementi<br />

L’UNHCR aveva <strong>in</strong>izialmente pianificato<br />

di assistere quest’anno complessivamente<br />

1,2 milioni di rifugiati e sfollati afghani a far<br />

ritorno nelle loro case, ma ha dovuto rivedere<br />

sostanzialmente la cifra.<br />

Sono complessivamente oltre 2,2 milioni<br />

le persone che, dalla caduta del regime<br />

talebano, hanno fatto ritorno alle proprie<br />

terre <strong>in</strong> Afghanistan. Di questi, oltre<br />

1,6 milioni di rifugiati afghani che si trovavano<br />

nei paesi limitrofi hanno beneficiato<br />

del programma di rimpatrio volontario avviato<br />

lo scorso 1° marzo dal Governo afghano<br />

ad <strong>in</strong>terim e dall’Alto Commissariato<br />

delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Inoltre,<br />

grazie al programma dell’UNHCR, più<br />

di 230mila sfollati all’<strong>in</strong>terno del paese sono<br />

stati assistiti nel ritorno nelle proprie<br />

aree di orig<strong>in</strong>e. Molti altri sfollati e rifugiati<br />

sono <strong>in</strong>vece rientrati spontaneamente e<br />

con mezzi propri, così come altri 400mila<br />

afghani rifugiati dai paesi limitrofi. Il ritmo<br />

dei rimpatri assistiti dal Pakistan <strong>in</strong> base al<br />

programma dell’UNHCR ha raggiunto il<br />

picco nel mese di maggio, quando 375mila<br />

persone sono rientrate <strong>in</strong> Afghanistan,<br />

per poi dim<strong>in</strong>uire progressivamente f<strong>in</strong>o ai<br />

277mila del mese di luglio. I rimpatri dall’Iran<br />

sono <strong>in</strong>vece recentemente aumentati<br />

- anche a seguito dell’accordo siglato<br />

<strong>in</strong> aprile dall’Ufficio iraniano per gli stranieri<br />

e gli immigrati (BAFIA) dalle autorità afghane<br />

e dall'UNHCR, che consente ai rifugiati<br />

afghani <strong>in</strong> Iran di poter accedere all’assistenza<br />

dell’Alto Commissariato per il<br />

Istalif, il via al ritorno al futuro<br />

chio del villaggio - Mohammed Khan -sopravvissuto<br />

con grande tristezza agli anni<br />

d’esilio - ha ricom<strong>in</strong>ciato a cuocere le sue<br />

ceramiche.<br />

La notorietà di Istalif si deve <strong>in</strong>fatti soprattutto<br />

alle sue antiche scuole di ceramica<br />

che producevano piatti, vassoi e brocche<br />

dest<strong>in</strong>ate ai consumi locali ma anche<br />

ai mercanti di altri paesi dell’Asia centrale<br />

che venivano ad acquistarli <strong>in</strong> grandi quantità.<br />

I figli di Mohammed <strong>in</strong> due mesi hanno<br />

rimesso a posto la loro casa situata nella<br />

parte più alta del villaggio, utilizzando il pacco<br />

per la ricostruzione dell’Alto Commissariato<br />

delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Loro<br />

hanno prima costruito le pareti, poi l’agenzia<br />

Onu per i rifugiati gli ha consegnato<br />

f<strong>in</strong>estre, porte, travi e arnesi, oltre a 50 dollari<br />

a lavori term<strong>in</strong>ati. Il padre ha voluto che<br />

venisse riprist<strong>in</strong>ato il forno e così hanno potuto<br />

riprendere il loro vecchio mestiere. Per<br />

ora vendono poco ma chiunque arrivi qui -<br />

operatori umanitari o giornalisti - è ben contento<br />

di portarsi via qualche meravigliosa<br />

ceramica turchese e di dare così <strong>una</strong> mano<br />

a Mohammed e ai suoi quattro figli.<br />

A un anno dalla caduta del regime dei<br />

talebani, l’Afghanistan cerca faticosamente<br />

di risollevarsi e di aprire un nuovo capitolo<br />

della sua storia. La gente crede nel nuovo<br />

Afghanistan e per questo <strong>in</strong> tanti ritor-<br />

La situazione umanitaria<br />

rimpatrio. Secondo stime dell’UNHCR, altri<br />

400mila rifugiati dovrebbero rientrare<br />

dall’Iran entro la f<strong>in</strong>e dell’anno. L’UNHCR<br />

è tuttavia preoccupato per l’aumento dei<br />

rimpatri nelle ultime settimane, che <strong>in</strong> alcuni<br />

casi non sembrano essere volontari,<br />

e per la presenza <strong>in</strong> Iran di centri di detenzione<br />

da dove i rifugiati rischiano di essere<br />

deportati.<br />

Nonostante le difficili condizioni all’<strong>in</strong>terno<br />

del loro paese, il rimpatrio degli afghani<br />

è il più massiccio e rapido verificatosi<br />

dal 1972, quando quasi 10 milioni di bengalesi<br />

rientrarono <strong>in</strong> Bangladesh, dopo essere<br />

fuggiti durante la <strong>guerra</strong> di <strong>in</strong>dipendenza<br />

del paese. Secondo stime dell’UNHCR,<br />

all’<strong>in</strong>izio dell’anno c’erano oltre 4<br />

milioni di rifugiati afghani <strong>in</strong> tutto il mondo e<br />

attualmente 2,5 milioni si trovano ancora<br />

fuori del proprio paese.<br />

Assistenza per il rimpatrio e programma<br />

per gli alloggi<br />

In Afghanistan, l’Alto Commissariato è<br />

impegnato con oltre 600 operatori locali e<br />

<strong>in</strong>ternazionali che operano attraverso quasi<br />

30 uffici <strong>in</strong> tutto il territorio. 24 organizzazioni<br />

non governative (ONG) sono attive<br />

nel paese per la realizzazione dei programmi<br />

dell’UNHCR. Le pr<strong>in</strong>cipali attività<br />

dell’UNHCR nella regione riguardano attualmente<br />

l’assistenza al rimpatrio e la riparazione/<br />

ricostruzione degli alloggi. Grazie<br />

al programma di rimpatrio dell’UNHCR,<br />

i rifugiati che optano per il ritorno <strong>in</strong> Afghanistan<br />

ricevono assistenza per il trasporto,<br />

<strong>una</strong> somma <strong>in</strong> denaro che varia tra<br />

Istalif, Afghanistan 2002 foto/N. Behr<strong>in</strong>g – UNHCR<br />

nano. Sono circa 2 milioni quelli che hanno<br />

deciso di ripercorrere la strada del ritorno.<br />

Questo “contro esodo” se da un canto da’<br />

forza al Governo Karzai, dall’altro pone dei<br />

problemi circa la capacità di assorbimento<br />

del Paese. In base ad un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e svolta<br />

dall'UNHCR e dal m<strong>in</strong>istero afghano per il<br />

rimpatrio <strong>in</strong> tutte le prov<strong>in</strong>ce del paese, risulta<br />

che il primo <strong>in</strong>verno per i “ritornati” sarà<br />

duro e difficile. Circa 550mila di loro saranno<br />

particolarmente a rischio.<br />

Nonostante tutte le difficoltà, vero è però<br />

che gli afghani sono meno soli oggi che<br />

qualche anno fa quando il mondo era <strong>in</strong>differente<br />

alla loro sofferenza e quando nessuno<br />

era disposto a <strong>in</strong>vestire soldi <strong>in</strong> <strong>una</strong><br />

crisi considerata senza via d’uscita. Ma per<br />

i 5 e i 30 dollari a persona e kit di aiuti per<br />

famiglie che contengono teloni di plastica,<br />

sapone e altri articoli per l’igiene. Dal 15<br />

agosto, a causa della scarsità di f<strong>in</strong>anziamenti,<br />

è stata sospesa la distribuzione<br />

alle famiglie di coperte, taniche<br />

per l’acqua e secchi.<br />

Purtroppo questa riduzione dell’assistenza<br />

si ripercuoterà negativamente sui<br />

rifugiati e sugli sfollati afghani che non riusciranno<br />

ad avere gli aiuti necessari per<br />

i prossimi mesi. Con l’avvic<strong>in</strong>arsi dell’<strong>in</strong>verno,<br />

<strong>in</strong>fatti, si fa sempre più urgente<br />

il problema degli alloggi. Molte<br />

persone al loro ritorno nelle proprie aree<br />

dare un senso allo sforzo umanitario ora <strong>in</strong><br />

corso bisogna andare oltre e offrire a queste<br />

persone la possibilità di rifarsi <strong>una</strong> vita<br />

e di rimanere nei villaggi di provenienza. Bisogna<br />

creare lavoro, ripulire i campi dalle<br />

m<strong>in</strong>e, portare l’acqua potabile nei centri abitati,<br />

far arrivare l’elettricità, costruire gli ambulatori,<br />

riparare le scuole, rendere agibili le<br />

strade. Bisogna cont<strong>in</strong>uare ad occuparsi<br />

dell’Afghanistan, a scriverne, a <strong>in</strong>teressarsene<br />

e a <strong>in</strong>vestire risorse. Bisogna far si che<br />

tutti i Mohammed di Istalif possano riprendere<br />

i propri commerci e che dall’Asia centrale<br />

ricom<strong>in</strong>c<strong>in</strong>o a giungere i discendenti di<br />

quegli stessi mercanti che c<strong>in</strong>que secoli fa<br />

decantarono le bellezze di questo luogo <strong>in</strong>cantato.<br />

Frontiera Pakistan –Afghanistan 2002 foto/L. Boscardi - UNHCR<br />

di orig<strong>in</strong>e trovano la propria casa distrutta<br />

o gravemente danneggiata e necessitano<br />

di ripararla prima dell’arrivo del freddo.<br />

A tale proposito l’UNHCR ha avviato<br />

un programma di assistenza f<strong>in</strong>alizzato alla<br />

riparazione o ricostruzione delle case<br />

della quale beneficeranno circa 400mila<br />

persone. Anche questo programma tuttavia<br />

ha dovuto subire <strong>una</strong> riduzione per<br />

ragioni f<strong>in</strong>anziarie: dai 97mila kit per la riparazione<br />

degli alloggi che <strong>in</strong>izialmente si<br />

prevedeva di distribuire, si è passati agli<br />

attuali 41mila, per un costo pari a 38 milioni<br />

di dollari. Con la collaborazione di 15<br />

ONG partner, vengono identificate le fa-<br />

(segue alla pag<strong>in</strong>a successiva)

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