dipartimento di progettazione dell'architettura

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dipartimento dipartimento di di progettazione progettazione dell’architettura dell’architettura 2 evidenziazione delle funzioni interne ed esterne alle aree individuate (da effettuare nel secondo anno). 2006 Ricerche di ateneo ordinate secondo la sezione di appartenenza del docente architettura e città Titolo della ricerca: Città europee del 21° secolo Responsabile dell’unità operativa: Macci Loris G. Professore ordinario Altri componenti dell’unità operativa afferenti al Dipartimento: Tramonti Ulisse Professore ordinario Baratelli Alberti Professore associato Zanirato Claudio Ricercatore Altri componenti dell’unità operativa: Novelli Nicoletta Docente a contratto Rosselli Alessandro Docente a contratto Descrizione sintetica del progetto di Ricerca: Premessa In considerazione dell’importanza che l’inserimento ex novo - o la trasformazione - di grandi attrezzature di trasporto come - ad esempio - le stazioni ferroviarie o portuali o aeroportuali ha comportato nella recente storia urbana per il tessuto costruito delle città, la ricerca verificherà complessivamente gli effetti progettuali e/o architettonici indotti (funzionali ed architettonici) in alcune situazione di grandi e medie città europee. Contenuti La ricerca - per quanto concerne l’intorno di grandi infrastrutture di nuova realizzazione – ha esaminato nel primo anno le seguenti situazioni europee: 1 - Madrid - Puerta de Atocha 2 - Lille - Gare TGV Lille-Europe 3 - Londra - King’s Cross 4 - Monaco - Muenchen 21 5 - Stoccarda - Stuttgart 21 6 - Parigi - Gare d’Austerlitz Obiettivi L’esame delle situazioni indicate si propone di individuare ed analizzare sia le complessive funzioni (qualità e quantità) esistenti all’intorno delle localizzazioni citate sia di individuare ed analizzare le trasformazioni architettoniche e funzionali pianificate e/o indotte nell’immediato intorno. Queste analisi concernono sia gli stati di fatto che gli stati di progetto per offrire un «panorama analogico» di riflessione anche per le trasformazioni architettoniche in fieri - o le programmazioni urbanistiche - delle città italiane. Modalità operative La ricerca è stata sviluppata mediante il reperimento dei materiali cartografici e documentari - relativi alle aree europee citate - e completata con la conoscenza mediante sopralluoghi diretti sul campo e collaborazioni con le locali facoltà di Architettura. Fasi di lavoro Fase A - reperimento del materiale cartografico e documentario delle aree urbane europee proposte e sopralluoghi sul campo (Effettuata nel primo anno di ricerca) Fase B - analisi qualitativa e quantitativa delle trasformazioni delle grandi infrastrutture e delle aree limitrofe (realizzate e/o progettate) (Effettuata nel primo anno di ricerca) Fase C - elaborazione e redazione di schede relative alle trasformazioni con Titolo della ricerca: Nuove urbanità a margine tra città e territorio Responsabile dell’unità operativa: Paoli Piero Professore ordinario Altri componenti dell’unità operativa afferenti al Dipartimento: Capestro Antonio Ricercatore Descrizione sintetica del progetto di Ricerca: Obiettivi L’obiettivo generale della ricerca è da inquadrare nell’ambito di riflessioni metodologiche per interventi progettuali, tra città e territorio, che indagano sulle seguenti tematiche strategiche per la riformulazione di criteri e proposte per il progetto urbano contemporaneo: a)sostenibilità nelle trasformazioni; b)reinterpretazione del patrimonio esistente e nuovi ruoli dei margini; c)complessità di valori nell’innovazione territoriale. Fasi La ricerca, non finalizzata a conclusioni solo di tipo teorico, si propone di sintetizzare le indagini sullo stato dell’arte, riferito a questi temi, con una proposta progettuale applicata ad un’area significativa nell’ambito di un processo di trasformazione urbano-territoriale e si struttura in due fasi. -Elaborazione di uno stato dell’arte e individuazione di nuovi temi progettuali. Articolazione di una antologia di progetti e realizzazioni in Italia e all’estero riletti come esempi significativi all’interno di percorsi tematici. Tra i temi: il flusso come argomento progettuale che interpreta processualità e dinamismo attuali, materialità e immaterialità in architettu- 6 ra e la sua costruenda immagine nel progetto urbano contemporaneo; il paesaggio, nuove immagini spaziali tra architettura e natura, il luogo del margine come nuova immagine di relazione; acqua e trasparenze, tecnologie, significati e suggestioni, gli spazi della sostenibilità, potenzialità, emozioni e semantica. -Verifica progettuale su un contesto urbano significativo. L’obiettivo dell’intervento progettuale è quello di ripensare il ruolo dell’area scelta tra riqualificazione e reinvenzione delle risorse per riformulare una rinnovata idea di luogo urbano che, ai margini di più realtà, costituisce la propria identità attraverso la rifondazione di nuove opportunità spaziali, relazionali e semantiche che integrano i valori legati a innovazione e sostenibilità a quelli sedimentati nella morfologia e nella memoria del luogo. L’itinerario progettuale si articolerà attraverso: -la ricerca della struttura delle attivita’ con lo scopo di chiarire relazioni, ruoli e potenzialità; -La focalizzazione di obiettivi e strategie d’intervento; -La ricerca della struttura dell’impianto spaziale con l’individuazione di nuovi temi di progetto nel contesto. Stato di avanzamento e risultati ottenuti Sullo stato dell’arte: prima archiviazione di progetti in ambito nazionale ed internazionale che evidenziano tematiche legate ai concetti di sostenibilità, complessità, contemporaneità. Approfondimenti progettuali, attraverso la metodologia proposta nella ricerca, su aree campione in ambito nazionale. In particolare sono state indagate due aree di margine nelle città di Firenze e Prato, sono in corso di elaborazione studi e progetti su città dell’Emilia Romagna e delle Marche, saranno valutate tematiche ricerca di ateneo ricerca di ateneo
dipartimento dipartimento di di progettazione progettazione dell’architettura dell’architettura 2 simili nell’ambito di concorsi nazionali ed internazionali di Architettura. Titolo della ricerca: I parchi tecnologici e culturali della società medioevale. Le abbazie cistercensi: organizazzione spaziale dell’architettura e dell’ambiente Responsabile dell’unità operativa: Pinagli Maria Gabriella Professore associato Altri componenti dell’unità operativa: Mignini Stefania Cultore della materia Angelini Leonardo Cultore della materia Descrizione sintetica del progetto di Ricerca: La ricerca nata con l’intento di individuare gli elementi propri del fenomeno cistercense in Europa, sia per ciò che riguarda gli aspetti dell’organizzazione spaziale che ambientale tendeva a rintracciare e a ridisegnare la presenza abbaziale dell’Ordine nato a Citeaux costituita da una rete di relazioni che partendo dalla Borgogna si sovrapponeva prevalentemente all’area occidentale del nostro continente. Già dai primi studi si cercava di dar conto della edificazione dell’abbazia come “scienza” del costruire che va dagli aspetti tipologici al quadrato bernardino, alla modularità, ai possibili futuri ampliamenti, all’uso di tecnologie, di materiali, allo studio della dinamica dei fluidi legato a questioni meccaniche, etc…. così come a problemi di ubicazione e orientamento dell’organismo monastico e delle grange come prime forme di attenzione ad una migliore qualità di vita (soleggiamento, illuminazione, ventilazione, etc.) soprattutto riferibili agli ambienti di lavoro piuttosto che a quelli della preghiera e dell’incontro comunitario. Tutto ciò si è continuamente coniugato con prefigurazioni di caratte- re biblico, teologico, simbolico se non esoterico nell’evocazione dell’abbazia come modello della “Civitas Dei” che disegna il suo “esserci” come metafora della Gerusalemme Celeste con una propria forma e struttura che, se da un lato richiama la “scienza dei numeri”, dall’altro vuole negare possibili influenze astrali. In realtà la rete delle presenze cistercensi non si ferma all’Europa occidentale perché via via permea di sé Scandinavia, Europa Orientale ed il mondo crociato nel vicino Oriente, dove il costruito non possiede le medesime “invarianti” proprie dell’abbazie, ma usa del bagaglio di conoscenze che l’Ordine aveva assommato, verificato e divulgato attraverso maestranze monastiche e laiche che si erano formate in veri e propri cantieri/scuola e da cui erano nate cattedrali, difese urbane, castelli, edifici pubblici, fattorie, mulini, regimazione di fiumi, etc.. E se è pur vero che nascono edifici diversi dall’abbazia e dalla grangia è altrettanto verificabile che l’impronta originaria, sganciata da una icnografia necessaria all’impianto di vita e di lavoro delle comunità monastiche, continua a guidare e contaminare i nuovi progetti attraverso le figure, i rapporti numerici, i moduli affermati anche e non solo della città medievale nelle costruzioni civili e religiose. La ricerca ha, inoltre, dovuto porsi il problema di come in poco più di quidici decenni, questo fenomeno possa essersi prodotto e consolidato non solo per gli aspetti riguardanti la storia dell’architettura, ma anche in quelli dello sviluppo e della gestione del territorio, dell’economia, del paesaggio, etc.. In quelli che possono essere ritenuti i documenti fondativi dell’Ordine, nei sermoni e nelle lettere di Bernardo si inaugura una Istituzione che, pur in consonanza con l’Ordine benedettino nella riaffermazione dell’impegno di preghiera e di lavoro, la ricerca individua forme organizzative generali e particolari estremamente avanzate all’interno della famiglia monastica (monaci, conversi, laici) che: - fanno corrispondere gerarchicamente responsabilità e competenze; - attraverso il sistema delle “filiazioni” (ciascuna nuova abbazia oltre ad adottare un regime autarchico deve fondare in pochi anni nuove abbazie e così via….): - esigono che ogni abbazia si autocostruisca e acquisisca territorio agrario da governarsi attraverso grange (deputate a colture e allevamenti, alla coduzione di mulini, di chiuse, marcite, miniere, cave, ferriere, opifici, luoghi di attracco e porti, etc..) in grado di generare prodotti ed economia utili alla famiglia monastica e in seguito da commercializzarsi sia nei vicini mercati che nei mercati europei; - sfuggono ai poteri locali accompagnando, sfruttando le popolazioni, ma certamente entrando in consonanza con lo sviluppo della società che mentre si affranca dal sistema feudale genera la nuova città; - istituiscono il Capitolo Generale che, a cadenze regolari, vede riuniti tutti gli Abati di ogni singolo monastero, ha il compito di decidere le politiche dell’Ordine, di dirimere controversie e si trasforma anche nel luogo di scambio delle nuove conoscenze e dei nuovi saperi. In sostanza è sembrato di capire che i Cistercensi lavorassero su due piani distinti rappresentati dall’impegno nelle particolari realtà locali e, al contempo, avessero fatta propria l’idea che solo un’ampia rete di relazioni fuori dai propri territori potesse assicurare loro una crescita di pensiero e di operatività. Titolo della ricerca: Le Figure dello Spazio Sacro 7 Responsabile dell’unità operativa: Ricci Andrea Ricercatore Altri componenti dell’unità operativa: Cossu Cristiano Dottore di ricerca Toni Ada Dottore di ricerca Piatti Andrea Cultore della materia Descrizione sintetica del progetto di Ricerca: Se come si era sostenuto all’atto dell’iniziale sintesi programmatica, è vero che la ricerca si costruisce sull’incontro tra la “funzionalità” liturgica e le figure dello spazio sacro, e si prefigge di perimetrare il “campo di esistenza” di possibili evoluzioni nella definizione compositiva di tali spazi, cioè entro i termini di riconoscibilità delle figure stesse, allora appare inevitabile partire da una vasta opera di classificazione e selezione critica dei materiali figurativi sedimentati nella storia. Parallelamente a tale fare di necessaria documentazione risulta già avviato un serrato programma di incontri e confronti di studi che mirano a relazionare le evoluzioni figurative dello spazio sacro storico con l’interpretazione delle nuove esigenze del culto e dei mutati pesi simbolici dei cossidetti “fuochi liturgici”. Ciò permette di inquadrare il problema di una sperimentazione operativa condotta anche in sede didattica, all’interno della prospettiva di una ricerca progettuale dove lo spazio rimane l’unico soggetto, comprendendo esso sia la riconoscibilità figurativa tradizionale, sia la logica della nuova “funzionalità” liturgica. architettura e contesto Titolo della ricerca: Nuove tipologie residenziali nuova ricerca Responsabile dell’unità operativa: Canepari Carlo Ricercatore ricerca di ateneo ricerca di ateneo
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