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Entusiasmo da record per ripartire - il mese parma magazine

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Tutto in un<br />

di Simone Mazzanti<br />

è<br />

<strong>il</strong> 2 maggio. Allo stadio Tardini si gioca Parma-Inter. Il secondo tempo è iniziato <strong>da</strong> 7 minuti e 12<br />

secondi e i nerazzurri conducono <strong>per</strong> 1-0, ma Giovinco ha rubato un pallone a Lucio e si è involato<br />

dentro l’area di rigore. Mette un pallone in mezzo. José Fernando Marqués Martín è lì appostato a pochi<br />

metri <strong>da</strong>lla porta. Il destino, dopo tanta sofferenza, lo chiama. Tutto avviene in un secondo e nello spazio di<br />

un secondo si condensano emozioni, paure e s<strong>per</strong>anze di un giovane ragazzo spagnolo che viene <strong>da</strong> un <strong>per</strong>iodo<br />

diffic<strong>il</strong>issimo. Un lungo infortunio lo ha tenuto lontano <strong>da</strong>i campi di calcio <strong>per</strong> mesi e mesi, poi <strong>il</strong> riscatto.<br />

Nando non sbaglia. Dopo <strong>il</strong> gol è l’apoteosi. Il Tardini ruggisce e <strong>il</strong> Parma mette in scena una rimonta d’altri<br />

tempi. Marqués sente ora tutto l’affetto che i tifosi non hanno mai smesso di trasmettergli e pensa, prima di<br />

calciare la palla in rete, al dottor D’Alessandro e allo staff medico che gli è stato vicino nei momenti più bui,<br />

alla sua famiglia, alle paure ormai alle spalle e ad un futuro a cui poter guar<strong>da</strong>re nuovamente con fiducia. Tutto<br />

in un solo intensissimo secondo. La dimostrazione che nel calcio, come nella vita, tutto può cambiare in un<br />

attimo. Felicità e tristezza sono un’altalena, vanno e vengo. Quello che non deve mai mancare è la determinazione.<br />

E adesso forza Nando, tocca a te dimostrare <strong>il</strong> tuo valore. I tifosi non aspettano altro!<br />

Ciao Nando, partiamo <strong>da</strong>ll’principio. Come hai iniziato a giocare a calcio?<br />

“è stato mio papà a trasmettermi la passione. Mi accompagnava sempre a giocare. Ero innamorato del pallone.<br />

Ed è stato sempre mio papà ad insegnarmi le prime cose. All’età di nove anni ho iniziato giocando nel<br />

settore giovan<strong>il</strong>e del Real Madrid. Con <strong>il</strong> Rayo invece ho fatto <strong>il</strong> mio esordio nella Liga”.<br />

Poi qualche problema di disciplina al Santander e <strong>il</strong> tuo passaggio all’Iraklis… Che anni sono<br />

stati <strong>per</strong> te quelli?<br />

“Penso che an<strong>da</strong>re a giocare in Grecia, quindi in un altro paese, sia stato un fattore che mi<br />

ha fatto maturare molto. Vivere in un paese straniero senza la tua famiglia è diffic<strong>il</strong>e.<br />

Poi sono tornato in Spagna all’Espanyol ed avevo un’altra testa”.<br />

Una maturazione che ti ha portato ad essere tra i pre-convocati <strong>per</strong> la<br />

spedizione spagnola al Mondiale in Su<strong>da</strong>frica?<br />

“è stata una bella soddisfazione quella di essere preso in considerazione<br />

<strong>per</strong> la Nazionale. Anche se io non ho mai esordito<br />

con la Nazionale maggiore, ma solo con l’Under-20”.<br />

Sul tuo approdo a Parma invece che ci dici?<br />

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