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news - Confesercenti Parma

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economia<br />

intervista a Venturi sulla<br />

riforma del lavoro<br />

In veste di Presidente di Rete Imprese<br />

Italia, Marco Venturi, dopo aver incontrato<br />

il Ministro Fornero, ha rilasciato<br />

alla trasmissione di Rai Radio 1 “Economia<br />

in tasca” un’intervista, della<br />

quale pubblichiamo alcuni stralci.<br />

“In seguito alla prima ipotesi di riforma e<br />

ai contatti che ne sono seguiti tra parti<br />

sociali e Governo, ho incontrato il Ministro<br />

la quale mi ha dato assicurazioni<br />

in merito ad alcuni punti sui quali non<br />

avevamo risparmiato le nostre osservazioni.<br />

Il contratto a tempo determinato<br />

per ciò che riguarda la stagionalità,<br />

anche in un settore fondamentale<br />

come il turismo, l’apprendistato e<br />

quindi al costo dell’ASPI che diventa<br />

scoraggiante, il lavoro intermittente<br />

per l’eccessiva burocratizzazione<br />

dei relativi procedimenti, i contratti<br />

a progetto ecc... Tutta una serie di<br />

punti che creano molta occupazione<br />

nel nostro Paese e che rischiavano di<br />

essere messi in discussione. Spero<br />

che questa parte rimanga stabile e<br />

in più credo dovremo ragionare sulla<br />

flessibilità in entrata, cosa che stiamo<br />

da tempo facendo con le altre associazioni<br />

di impresa”.<br />

Nei giorni scorsi sembrava dovesse<br />

calare il gelo tra Governo e imprenditori.<br />

È davvero così?<br />

“Il gelo dipende dalle scelte, non c’è un<br />

pregiudizio nei confronti del Governo<br />

né della riforma che bisogna fare,<br />

quindi il problema è il merito e il merito<br />

è quello che ho detto prima. Se queste<br />

risposte vengono confermate per noi<br />

vanno bene, quindi ritengo un passo<br />

avanti anche per il Paese”.<br />

Cosa vi aspettate sul fronte del fisco?<br />

“Intanto c’è già l’IMU, c’è l’IVA che già<br />

è stata aumentata ed è previsto sia<br />

aumentata ulteriormenta il 2% a ottobre<br />

e ancora lo 0,5% il prossimo anno:<br />

una follia, perché ritengo vada invece<br />

diminuita per diventare più competitivi.<br />

Invece si continua a mettere le mani<br />

nelle tasche di cittadini delle imprese e<br />

delle famiglie. Sono pertanto convinto<br />

che si debba invertire questa tendenza<br />

agendo sulla spesa pubblica; ci sono<br />

enormi margini di tagli degli sprechi e<br />

di cose di cui si possa fare a meno a<br />

cominciare dalla razionalizzazione del<br />

sistema istituzionale”.<br />

Inbreve<br />

in italia sale l’inflazione eurostat comunica che nei Paesi aderenti in<br />

marzo l’inflazione si è attestata al 2,7%, in italia è invece salita al 3,8%<br />

turismo: buono il 2011<br />

per <strong>Parma</strong> e provincia<br />

Sono incoraggianti i dati 2011<br />

sull’andamento del turismo in<br />

Provincia di <strong>Parma</strong>, numeri di<br />

tutto rispetto in periodi di crisi<br />

come questo e con un settore<br />

termale che continua a soffrire.<br />

Numeri che raccontano di<br />

come <strong>Parma</strong> e il territorio siano<br />

di richiamo per i turisti (557.074<br />

arrivi +7,6 % rispetto al 2010)<br />

ma che evidenziano anche la<br />

difficoltà a far fermare le persone<br />

per più notti e non per una sola<br />

(1.497.094 presenze -1,6%).<br />

Sono queste alcune tendenze<br />

emerse dal report elaborato<br />

dall’Ufficio Statistica della Provincia<br />

e presentato oggi nella sede<br />

dell’ente ai componenti il Tavolo<br />

di coordinamento provinciale del<br />

turismo.<br />

“Dati buoni, con circa 30mila<br />

arrivi in più – ha sottolineato<br />

l’assessore provinciale Agostino<br />

Maggiali commentando<br />

l’andamento – c’è un calo delle<br />

presenze dovuto a una criticità<br />

che abbiamo su Salso, una ferita<br />

aperta e un problema che riguarda<br />

tutto il territorio. Sono buoni i<br />

dati di <strong>Parma</strong>, delle zone collinari<br />

e ottimi in montagna in particolare<br />

nella est. Ci dicono che il nostro<br />

territorio piace, è attrattivo per gli<br />

stranieri, sempre più in aumento,<br />

APRILE / 12 4<br />

un turismo che se supportato da<br />

una buona organizzazione può<br />

crescere e far crescere quel Pil<br />

che deriva da questo settore, che<br />

crea posti di lavoro e sviluppo”.<br />

Molti gli spunti forniti nella presentazione<br />

dei dati. Mentre i turisti<br />

italiani hanno avuto un aumento<br />

del 6,3% degli arrivi, ma una diminuzione<br />

del 3,1% delle presenze<br />

(in valore assoluto 398.556 arrivi<br />

e 1.131.085 presenze), sono gli<br />

stranieri a portare buone notizie<br />

per gli operatori locali. Crescono<br />

infatti sia gli arrivi (+11%) sia le<br />

presenze (+3,2% con permanenza<br />

media stabile rispetto all’anno<br />

precedente) degli stranieri,<br />

ancora una quota minoritaria del<br />

movimento complessivo (il 28,5%<br />

e 24,4% del totale) ma questo<br />

segmento di mercato è ad alto<br />

valore aggiunto per le ricadute<br />

sull’economia locale. Le nazionalità<br />

più rappresentate sono, in ordine<br />

decrescente: Francesi (6mila<br />

presenze (+14,5%), Tedeschi,<br />

Statunitensi (2.800 presenze<br />

+11,6%) e Inglesi.<br />

L’aumento degli arrivi e delle<br />

presenze avviene in tutte le aree<br />

tranne che nella zona termale.<br />

Le variazioni più positive si<br />

sono verificate nelle località<br />

collinari (+8,7% arrivi e +13,8%<br />

presenze) e montane (+13,8%<br />

arrivi e +15,4% presenze) con la<br />

notevole crescita nella Est che<br />

presenta i dati percentuali migliori<br />

di tutto il territorio. Il Capoluogo<br />

fa segnare un solido incremento<br />

degli arrivi (+12,3%) e un + 2,8%<br />

delle presenze mentre nel comparto<br />

“Città d’arte” si rileva una<br />

leggera crescita sia per gli arrivi<br />

con +1,9% sia per le presenze<br />

(+1,7%). Si conferma la sofferenza<br />

delle località termali (-0,4%<br />

gli arrivi e -12,7% le presenze).<br />

Complessivamente l’offerta<br />

ricettiva in provincia di <strong>Parma</strong> alla<br />

fine del 2011 conta 760 strutture<br />

attive e 19.488 posti letto, con<br />

un aumento di 45 strutture<br />

(+6,3%) e 364 posti letto (+1,9%)<br />

rispetto all’anno precedente. Le<br />

performance migliori sono nel<br />

comparto extralberghiero (B&B,<br />

agriturismi, campeggi, ecc...)<br />

dove si registra una consistente<br />

crescita degli arrivi (+14,1%)<br />

e un aumento dell’8,9% delle<br />

presenze, mentre nelle strutture<br />

alberghiere c’è un calo del 4,5%<br />

delle presenze e di un incremento<br />

del 6,5% degli arrivi. Va tuttavia<br />

ricordato che l’extralberghiero<br />

rappresenta una quota decisamente<br />

minoritaria del movimento<br />

clienti complessivo, il 15,3%<br />

degli arrivi totali e il 23,8% delle<br />

presenze nell’anno 2011.<br />

osservatorio isPo: è<br />

allarme lavoro<br />

Il futuro economico dell’Italia<br />

spaventa un po’ meno, ma sulle<br />

prospettive di lavoro l’allarme<br />

resta a livelli di guardia: il 99%<br />

della popolazione, praticamente<br />

tutti, si dice preoccupato.<br />

L’osservatorio <strong>Confesercenti</strong>-<br />

Ispo sulla crisi fotografa un’Italia<br />

ancora in affanno, con poche<br />

certezze e molte paure. Anche<br />

perché la crisi continua a colpire<br />

duramente: ormai un quarto delle<br />

famiglie (il 25%) rivela di essere<br />

stata direttamente coinvolto dalla<br />

crisi, vuoi per la perdita di posto<br />

di lavoro o per la messa in cassa<br />

integrazione di uno dei propri<br />

membri. Un dato in significativo<br />

aumento (+11%) rispetto<br />

a novembre 2011. È invece<br />

praticamente unanime il timore<br />

degli italiani sul tema lavoro del<br />

Paese Ad avere paura sono<br />

soprattutto i giovani: il maggior<br />

dato di “molto preoccupati” si<br />

registra infatti tra i 18-24enni<br />

(81%) e i 35-44enni (75%). Ma<br />

il timore colpisce anche le realtà<br />

più marginali del Paese, come<br />

i residenti in piccoli centri, con<br />

meno di 5.000 abitanti, con una<br />

quota del 72%, i lavoratori con<br />

qualifiche meno elevate (72%),<br />

gli studenti (73%) e, ovviamente,<br />

i disoccupati (82%), che vedono<br />

decisamente nero.

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