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Simposio - Libreria Filosofica

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<strong>Simposio</strong><br />

confronto sfioriranno le ricchezze, i bei vestiti, i bei ragazzi<br />

che ti fanno girare la testa: eppure tu e tanti altri accettereste<br />

di non mangiare né bere, per così dire, pur di poterli ammirare<br />

e poter stare con loro 148 . Cosa proverà l’anima allora nel fissa-<br />

sua analisi: “Sembra dunque che Platone, descrivendo nella Repubblica il<br />

metodo grazie al quale il dialettico si eleva fino all’idea del Bene, abbia<br />

avuto in mente la descrizione delle tappe attraverso le quali, secondo<br />

il <strong>Simposio</strong>, l’Amore ci guida verso il Bello” pur ricordando che “non<br />

bisogna temere di prendere troppo sul serio questa concezione dell’Amore:<br />

quali che siano le relazioni del metodo erotico e del metodo dialettico, il<br />

primo resta inferiore, proprio in quanto è un delirio e non costituisce una<br />

infedeltà di Platone all’intellettualismo che domina tutta la sua filosofia.<br />

L’amore non può essere che un ausiliario (…) per arrivare alla conoscenza<br />

della verità. Non vi è tuttavia nulla di più prezioso” (Robin 1908, p. 209).<br />

Il problema dei rapporti tra Eros e dialettica è tuttavia aperto: gli interpreti<br />

si dividono tra due estremi, tra chi identifica Eros e dialettica e chi ritiene<br />

invece che la dialettica debba essere considerata l’unica via per muoversi<br />

verso il possesso della verità, riservando all’Eros solo la funzione di stimolo.<br />

Certo, la pagina del <strong>Simposio</strong> che stiamo leggendo sembra attribuire ad Eros<br />

(e dunque all’anima che segue la propria passione d’amore) una pienezza<br />

nella ricerca: qui la mente è davvero guidata dalle progressive acquisizioni<br />

della capacità di scoprire la bellezza là dove essa è.<br />

148 Si è spesso notato che non vi è perfetta unità d’insieme tra le<br />

tesi precedenti sull’Eros come desiderio di creare nella bellezza e come<br />

aspirazione all’immortalità e la teoria della contemplazione dell’idea di<br />

Bellezza rivelata da Diotima. In queste rivelazioni più profonde l’anima<br />

appare placata, è caratterizzata da contemplazione e non da azione come<br />

prima (creazione nel bello, superamento della morte individuale): un livello<br />

superiore, discontinuo rispetto ai livelli precedenti, che sembra rivelarci la<br />

verità di questi ultimi. Dobbiamo quindi concludere che tutte le precedenti<br />

tesi di Diotima erano provvisorie, incomplete e quindi non pienamente vere.<br />

Il problema è posto in questi termini da Léon Robin: “Ecco dunque ciò che<br />

è proprio della nostra natura mortale: l’aspirazione a renderci immortali, per<br />

quanto lo possiamo, attraverso la procreazione nella bellezza, non soltanto<br />

secondo il corpo, ma anche secondo lo spirito. Questo slancio dell’uomo verso<br />

l’eternità ha tuttavia bisogno di una disciplina. E’ proprio questa necessità<br />

che viene espressa dalla descrizione delle tappe successive d’una specie di<br />

iniziazione metodica dell’amore. (…) Ma se questa teoria (…) ci soddisfa per<br />

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