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Anno IX 

dicembre 

2003 N. 61 

Per un Natale di 

pace un’immagine 

della Basilica di 

Loreto 

Periodico Mensile fondato da Ennio Vincenti - Autoriz. Tribunale di Teramo N. 364 del 27/10/1994 - Abbonamento annuo euro 6,00 da versare all’Editore incaricato sul 

conto corrente postale n. 41965435 - C. M. P. di Ascoli Piceno CPO - Stampa Linea Grafica snc Centobuchi AP - Editore Rotary International rappresentante Vincenzo 

Montalbano Caracci Governatore Distretto 2090 - Via del Tribunale, 16 - TERNI - Direttore Responsabile Giuseppe Ferruccio Squarcia - Direttore di testata Vincenzo 

Montalbano Caracci - Redazione Casella Postale 157 63100 Ascoli Piceno - Tel./Fax 0736 342668 Pubblicazione non in vendita ma distribuita ai soci dei Rotary Club.

SOMMARIO 

Pag. 3 

La lettera del Governatore 

Pag. 4 

I risultati dell’indagine 

Pag. 5 

Riflessioni Rotariane 

Pag. 8 

Itenerari Rotariani 

Pag. 10 

Dibattito 

Pag. 11 

Forum Rotary Fondation 

Pag. 21 

La rubrica di... 

Pag. 23 

In memoria di 

Pag. 24 

Dai Club 

COMITATO PER LA STAMPA 

ROTARIANA E REDAZIONE 

DEL GIORNALE 

DISTRETTUALE 

Presidente Ennio Vincenti 

Dir. Resp. Ferruccio G. Squarcia 

Componenti 

Mauro Bignami, Renato Lalli, 

Vincenzo Montalbano Caracci, 

Igino Raspadori, Bernardo Razzotti, 

Umberto Lenzi, Berardo Zocaro, 

Tullio Tonelli 

Redazione: Casella Postale 157 

63100 Ascoli Piceno 

E-mail: ferruccio.squarcia@tin.it 

ferry.squarcia@libero.it 

2 • Dicembre 2003 

CARI LETTORI , 

E’ TRADIZIONE FARE GLI AUGURI PER IL SANTO NATALE ED IL NUOVO ANNO. 

ANCHE ROTARY 2090 NON PUO’ MANCARE A TALE APPUNTAMENTO. 

AUGURI DUNQUE NELLA CERTEZZA CHE IN TUTTI I SOCI ED I CLUB DEL NOSTRO 

DISTRETTO LE PROSSIME FESTIVITA’ POSSONO ESSERE L’OCCASIONE PER ANALIZZARE IL 

MOMENTO, PARTICOLARE E DRAMMATICO, CHE IL NOSTRO PAESE ED IL MONDO INTERO 

SI TROVANO, QUOTIDIANAMENTE AD AFFRONTARE . 

GLI IDEALI ROTARIANI E LA FORTE CONNOTAZIONE DI INTERNAZIONALITA’ DEL NOSTRO 

MOVIMENTO VENGONO, DI GIORNO IN GIORNO, MESSI A DURA PROVA DA FATTI CHE 

INFRANGONO LE REGOLE DEL VIVERE CIVILE E DELL’ESSERE UOMINI TRA GLI UOMINI. 

UN SINCERO AUGURIO ANCHE DAL COMITATO DI REDAZIONE DI ROTARY 2090. 

Ferruccio Squarcia 

LE VISITE AI CLUB 

Campobasso 04/12/2003 

Perugia 09/12/2003 

Perugia Est 11/12/2003 

Gualdo Tadino 19/12/2003 

Assisi 20/12/2003 

Citta' di Castello 21/12/2003 

APPUNTAMENTI DISTRETTUALI 

FORUM DISTRETTUALI 

* Gubbio-Campobasso Marzo –Aprile 2004. Ambiente-Cultura. Asse Strategico di Sviluppo 

* Aprile 2004. Cellule Staminali fra Scienza ed Etica 

MANIFESTAZIONI DISTRETTUALI 

* Spoleto 28 Marzo 2004. SIPE 

* Fermo - 9 Maggio 2004. Assemblea Distrettuale 

* Terni 12-13 Giugno 2004. Congresso Distrettuale 

MANIFESTAZIONI INTERDISTRETTUALI 

* Pisa 3-5 Ottobre 2003. Premio Galilei 

* Termoli 25 Aprile 2004 . Premio D’Andrea 

APPUNTAMENTI INTERNAZIONALI 

* Osaka 23-26 Maggio 2004. Convention 

RILEVANTI INIZIATIVE DEI CLUB 

* Foligno 6 Luglio 2003 . Gara nazionale di tiro a volo. 

Una serata al Festival con il Rotary: 

* Spoleto 10 Luglio 2003. Festival dei Due Mondi 

* Macerata 19 Luglio 2003 .Macerata Opera 

* Camerino 9 Agosto 2003. Camerino Festival 

* Pesaro 20 Agosto 2003. Rossini Opera Festival. 

* Arcevia Maggio 2004. Premio Mannucci. 

* Abruzzo Giugno 2004. Campus per disabili.

LA LETTERA 

DEL 

GOVERNATORE 

Carissimi. 

Quando “Rotary 2090” sarà nelle vostre 

case i miei incontri con i Club saranno 

quasi conclusi. 

Debbo dire che non vi può essere 

miglior dimostrazione della vitalità del 

Rotary di quella offerta dai tanti soci che 

ho conosciuto, con cui ci siamo stretti la 

mano quale gesto di impegno comune 

per i nostri obiettivi, che mi hanno 

dimostrato che nel Rotary si crede, che 

per il Rotary si opera. 

Sono stati mesi intensi, mesi che 

concludono la prima parte del nostra 

anno rotariano; i programmi sono stati 

lanciati, i primi risultati possiamo 

cominciare a consuntivarli. 

Vorrei in questa occasione ricordare il 

successo del Seminario sulla 

Fondazione Rotary tenutosi ad Ascoli, 

successo che indica l’interesse per 

questo eccellente strumento operativo 

che i Club utilizzano con crescente 

consapevolezza, maturando via via la 

voglia di operare sempre di più per 

programmi internazionali, sia educativi 

che umanitari. 

Un grazie va al Club di Ascoli, a Mario 

Giannola, Presidente della Commissione 

Fondazione Rotary ed ai relatori che ci 

hanno consentito di documentarci e di 

comprendere il funzionamento della 

nuove regole: Mario Fornaci, Remo 

Morpurgo, Francesco Ottaviano, 

Camillo Piazza Spessa, Urbano Urbinati 

(in stretto ordine alfabetico). 

Dicembre, mese che chiude l’anno 

solare, mese che fa da spartiacque 

all’anno rotariano, mese dedicato 

quest’anno alla Famiglia ed in 

particolare alla “Famiglia del Rotary”, 

una delle priorità in su cui ci siamo 

impegnati. 

Abbiamo più volte parlato del 

significato da dare a questa priorità 

indicataci dal Presidente Johnatan e 

debbo dire che ormai abbiamo fatto 

definitivamente nostro il concetto che di 

essa fanno parte tutti i nostri congiunti 

ed i congiunti dei rotariani che 

purtroppo non sono più con noi in 

questa terra. Famiglia del Rotary è 

DICEMBRE 

Il Governatore con Tiziano Ronco Presidente di Foligno 

l’insieme di tutti coloro che con noi 

condividono obiettivi, aneliti, entusiasmi 

e talvolta qualche insuccesso nei 

nostri Club, nel Distretto, nell’ intero 

mondo rotariano. 

Le Associazioni che ci sono vicine, pur 

nella loro autonomia che rispettiamo, 

sono sicuro continueranno a sviluppare 

con noi progetti comuni. 

Ma noi vogliamo che tutti i nostri 

congiunti siano coinvolti attivamente, 

con la forza delle loro idee, con la 

capacità organizzativa, con l’entusiasmo 

che darà maggior vigore alle nostre 

iniziative, volte a costruire un mondo in 

cui non sia più necessario morire per 

la Pace. Ricordiamo i nostri ragazzi che 

in Iraq hanno testimoniato con la loro 

vita l’impegno per un mondo migliore. 

Ad essi ed alle loro famiglie vada la 

riconoscenza ed il rispetto di noi tutti. 

Facciamo in modo che ci sentano vicini. 

Dicembre è il mese in cui ci ritroveremo 

per la “Festa degli Auguri”, velata dal 

pensiero affettuoso a questi grandi 

italiani che hanno onorato il loro 

impegno con la vita. 

Quest’anno più che mai facciamo in 

modo che sia la “Festa degli Auguri 

della Famiglia del Rotary”, la feste di 

uomini e donne che vogliono un mondo 

migliore e che per questo si impegnano 

con abnegazione ed entusiasmo. 

LETRA E MUAJIT DHJETOR 

Shume te dashur. 

Kur “Distrikti 2090” te mberrije ne shtepite tuaja, 

takimet e mia me Club-et do te kene pothuajse 

perfunduar. Duhet te them qe nuk mund te kete 

dimostrim me te mire te vitalitetit te Rotary-it se sa 

oferta e shume anetareve qe kam njohur, me te 

cilet kemi shtrenguar doren si gjest impenjimi te 

perbashket per objektivat tone, qe me kane 

dimostruar se ne besojme tek Rotary, e qe per 

Rotary-in veprojme. Kane qene muaj te ngjeshur, 

muaj me te cilet mbyllet pjesa e pare e vitit tone 

rotarian; programet i kemi bere, rezultatet e para 

mund te fillojme t’i shohim. 

Do te doja me kete rast te kujtoj suksesin e 

Seminarit mbi Fondacionin e Rotary-it, i mbajtur 

ne Ascoli, sukses qe tregon interesin per kete mjet 

veprimi te shkelqyer qe Club-et perdorin 

gjithmone e me shume me dijeni, duke u pjekur 

deshira per te vepruar gjithmone e me shume per 

programet nderkombetare, edukative dhe 

humanitare. 

Faleminderit Club-it te Ascolit, Mario Giannola-s, 

President i Komisionit te Fondacionit Rotary dhe 

relatoreve qe na kane lejuar te dokumentohemi e te 

kuptojme funksionimin e rregullave te reja: Mario 

Fornaci, Remo Morpurgo, Francesco Ottaviano, 

Camillo Piazza Spessa, Urbano Urbinati (sipas 

rendit alfabetik). 

Dhjetori, muaji qe mbyll vitin diellor, muaj qe 

ndan pergjysem vitin rotarian, muaj i kushtuar 

kete vit “Familjes Rotariane”. 

Kemi folur disa here per domethenien qe duhet t’i 

japim ketij prioriteti qe na ka deftuar Presidenti 

Johnatan e duhet te them qe tashme e kemi bere 

tonen idene qe ne familjen rotariane bejne pjese te 

gjithe te afermit tane e te afermit e atyre 

rotarianeve qe nuk jane mé me ne né kete toke. 

Familja e Rotary-it perbehet nga te gjithe ata qe 

me ne ndajne obiektivat, entuziazmin e edhe 

ndonje mos sukses te Club-eve tona, ne Distriktin 

tone, ne tere boten rotariane. 

Shoqerite qe na jane afer, edhe pse ne autonomie e 

tyre qe respektojme, jam i sigurte qe do te 

vazhdojne te zhvillojne me ne projekte te 

perbashketa. 

Po ne duam qe te gjithe te afermit tane te marrin 

pjese aktivisht, me forcen e ideve te tyre, me aftesi 

organizuese, me entuziazmin qe do t’i japi energji 

me te madhe iniciativave tona, iniciativa qe 

ndihmojne per te ndertuar nje bote ne te cilen mos 

te jete me e nevojshme te vdesesh per Paqen. Le 

te kujtojme djemte tane qe ne Irak kane deshmuar 

me jeten e tyre impenjimin per nje bote me te mire. 

Atyre dhe familjeve te tyre mirenjohja e respekti i 

te gjithe neve. Le te bejme ne menyre qe te na 

ndjejne afer. 

Ne dhjetor do te takohemi per “Festen e Urimeve”, 

ne te cilen do te mbizoteroje mendimi yne i dashur 

per keta italiane te medhenj qe kane nderuar 

impenjimin e tyre me jeten. 

Kete vit me shume se kurre le te bejme ne menyre 

qe te jete “ Festa e Urimeve e Familjes 

Rotariane ”, feste e burrave e grave qe duan nje 

bote me te mire e qe per kete impenjohen me 

mohim te vetvetes e me entuziazem. 

Dicembre 2003 • 3

PER I GIOVANI IL 

ROTARY DEVE 

CAMBIARE DIREZIONE 

Si è conclusa l’indagine conoscitiva 

con il questionario diffuso in tutto il 

Distretto. 

L’indagine conoscitiva, avviata nello 

scorso anno sociale, con lo scopo di 

conoscere umori ed orientamenti dei 

giovani rotariani, si è conclusa in un 

momento particolarmente significativo 

per la nostra associazione, specie dopo i 

fermenti e le polemiche provocate dal 

Progetto Pilota per un nuovo modello di 

Rotary, di cui si è occupato a più riprese il 

nostro giornale. 

Ampia partecipazione dei club, anche se 

non totale, e soprattutto positivi riscontri 

da parte della ultima generazione 

rotariana che sembra aver accolto con 

entusiasmo l’iniziativa. 

Nello schematizzare i risultati (1), ci 

ripromettiamo di dare una cadenza 

possibilmente mensile; ma ci auguriamo 

anche che il dibattito si arricchisca con 

interventi liberi e riflessioni da parte di 

quanti, giovani e meno giovani rotariani, 

sentano la necessità di esprimere le loro 

opinioni su un argomento di vitale 

importanza per una Associazione come la 

nostra. 

Molti dei rotariani da poco entrati nel 

club (86%) conoscevano già il Rotary al 

momento del loro ingresso nel sodalizio, 

anche se in molti casi si trattava di 

conoscenza incompleta e superficiale. Per 

il restante 14% la conoscenza era molto 

vaga se non distorta. 

Al momento dell’ingresso, o almeno 

subito dopo, molti soci (84%) erano 

informati, circa gli scopi e le finalità 

dell’associazione, i principali meccanismi 

di funzionamento e gli impegni che essi 

volontariamente accettavano entrando a 

far parte della famiglia rotariana; e ancora 

un buon numero di essi (87%), grazie al 

socio presentatore, aveva avuto la 

possibilità di conoscere lo Statuto o 

almeno il regolamento del Club. Tuttavia 

per alcuni, il 5% nel primo caso e il 9% 

nel secondo, le informazioni erano state 

scarse, frammentarie o addirittura nulle. 

Il primo impatto nella nuova struttura non 

aveva creato problemi alla maggior parte 

dei neorotariani (88%); ma incertezze e 


difficoltà di varia natura erano sorte per 

un gruppo di essi (6,5%): 

- difficoltà nella comunicazione 

con i più anziani, 

- scarsa conoscenza e quindi 

difficoltà negli approcci, 

- problemi nell’inserimento nei 

gruppi, in genere già precostituiti 

e quindi consolidati, 

- scarsa conoscenza dei 

programmi, 

- difetto di spirito rotariano 

nell’affiatamento, 

- iniziative poco concrete e con 

scarso coinvolgimento dei 

nuovi soci. 

In sostanza, elementi tali da prefigurare 

facilmente presenze passive e di 

conseguenza, notevoli disagi. 

Soci abbastanza numerosi hanno 

dichiarato attiva partecipazione alla vita 

del Club (75,6%), mentre altri (17,8%) 

hanno confessato saltuarie presenze e 

partecipazione scarsa, per vari motivi: 

- di lavoro o familiari 

- scarso affiatamento e difficoltà 

di inserimento in gruppi 

precostituiti 

- mancanza di stimoli e di 

interesse per attività organizzate 

senza la loro partecipazione. 

E’ indicativa, a tale proposito, la 

constatazione che un elevato numero di 

soci non ha ancora mai avuto incarichi in 

una delle Commissioni del Club (41,4%), 

anche se quelli che dichiarano di avervi 

lavorato e di aver offerto dei contributi 

attivi sono i numero maggiore (55,6%) 

con contributo attivo (28%). In alcune 

risposte in merito a dichiarazioni di 

contributo non positivo sono state 

segnalate cause diverse, in linea di 

massima riconducibili a: 

- non attivazione della 

Commissione nella quale erano 

stati nominati 

- la Commissione non si è mai 

riunita 

- contributo non richiesto 

- poco spirito collaborativo 

Attività 

Distrettuale 

ma anche (0,3% per ciascun item) da 

riformare con altri criteri, da 

programmare democraticamente, da 

realizzare con obiettivi bene impostati 

nelle assemblee, solo se sono utili o 

piacevoli, meno formali, ed in numero 

equilibrato tra le assemblee per soli soci e 

conviviali allargate. 

Sui Progetti che mirano ad un 

rinnovamento del Rotary (es. il Progetto 

Pilota per un nuovo modello di Rotary 

conosciuto dal 49,8% dei soci) si sono 

espressi 

- favorevoli totalmente , il 9% dei 

soci 

- contrari, 0,7% 

- favorevoli solo in parte, 18,5% 

La penultima domanda riguardava la 

considerazione del proprio club come 

inserito, realmente o meno, nella realtà 

sociale del territorio: 

- Positive risposte per il 72,7% 

- Negative per il 22,1% 

- Inserimento parziale per l’1,9% 

Si auspicava che per lo scopo il club fosse 

- meno accademico, 

- con rappresentazione di altri 

settori sociali (non presenti nella 

lista delle attuali classifiche), 

- maggiore autonomia rispetto ai 

vertici, 

- maggiori collegamenti con la 

realtà produttiva del territorio, 

- meno individualismi, 

- maggiore democrazia, 

- maggiori poteri ai giovani, 

- più concreta integrazione con il 

territorio, 

- seri esami ed analisi dei bisogni 

delle situazioni locali, 

- e molta maggiore trasparenza. 

Infine, per quello che concerne l’aumento 

dell’effettivo, prevale il criterio della 

“qualità” per l’87% delle risposte, contro 

il 5% favorevole alla “quantità” e l’8% 

per un giusto equilibrio tra entrambi. 

La Redazione 

(1) Ricordiamo che le percentuali non risultano esatte 

quando sono riferite a quegli item con possibilità di 

risposte multiple.

ALLA RICERCA DEL 

CUORE 

La celebrazione del Natale induce a 

riflettere sul significato della nostra 

vita, sul senso del nostro essere, sui 

valori da riscoprire; induce, quindi, 

alla “ricerca del cuore”. 

La nostra epoca è caratterizzata 

dall’enorme sviluppo tecnologico 

che spinge la razionalità verso la 

costruzione dei robots e dei 

computers, verso gli interventi 

sempre più profondi sui meccanismi 

psico-fisici (manipolazione dei 

geni, ingegneria genetica, neurochirurgica), 

verso la conquista del 

macrocosmo e del microcosmo per 

mezzo della tecnica sempre più 

potente e raffinata. Il rischio che si 

corre agendo così è quello di 

valorizzare nell’uomo soltanto la 

mente, il cervello, il razionale puro, 

freddo, calcolato. Si corre il 

pericolo di ridurre l’uomo, di 

privarlo della sua piena umanità che 

valorizza invece, la dimensione 

intellettuale e la considera e la 

integra nell’insieme della creatività, 

dell’intuizione, dell’affettività, del 

calore umano, della poesia, dell’ispirazione 

e delle aspirazioni, della 

generosità e dell’oblatività, della 

gratuità e della comprensione. 

Siamo, quindi, alla ricerca di ciò 

che è più umano nell’uomo, 

dell’“umanità integrale”, di ciò che 

fa l’uomo uomo. In una parola, 

siamo alla ricerca di ciò che nel 

linguaggio biblico, ma anche nelle 

lingue moderne, viene espresso con 

il simbolo del cuore. 

L’uomo moderno non vuole essere 

un robot; è aperto alla “civiltà del 

cuore” così intesa, anzi è alla 

ricerca, talvolta inconscia, della 

piena umanità, simboleggiata dal 

cuore. Tanto più che questa è, in 

fondo, una cultura e una “civiltà 

dell’amore”. 

Il “cuore” è forse il termine più 

ricco e più intuitivo con cui si può 

descrivere l’interiorità dell’uomo 

nelle lingue moderne, ma 

soprattutto nel linguaggio biblico. 

L’uso della Bibbia rende familiare 

questa concezione dell’antropologia 

ebraica per la quale il cuore 

è la radice della personalità, dell’interiorità 

e particolarmente della 

religiosità umana, ossia del 

Riflessioni 

rotariane 

rapporto dell’uomo con Dio. 

Il cuore nella Bibbia è al centro 

dell’attività umana ed è, in 

particolare considerato come centro 

dei rapporti dell’amicizia e della 

donazione, della sensibilità verso i 

propri simili; il “cuore” è la parola 

che ben si addice ad una 

associazione come la nostra. 

L’epoca in cui viviamo è segnata da 

molteplici divisioni, lacerazioni 

discordie nel campo della famiglia 

(instabilità, divorzi, crisi dell’autorità, 

“gap” tra le generazioni, 

emarginazione degli anziani), nel 

campo sociale (concorrenza 

spietata, divario tra nazioni ricche e 

nazioni povere, sterili conflitti tra 

chi si considera “progressista” e chi 

vuole essere ad ogni costo 

“tradizionalista”), nel campo 

politico (lotte tra i partiti, conflitti 

tra le nazioni, divisione del mondo 

una volta in due blocchi ed ora in 

due emisferi) e così via. 

L’uomo è diviso ed alienato da se 

stesso e dalla realtà che lo circonda. 

La stessa esperienza quotidiana di 

divisioni rende ancora più acuta la 

sua aspirazione alla completa libertà 

interiore ed esteriore. Questa 

irresistibile aspirazione dello spirito 

umano verso il bene predispone il 

suo cuore a riconciliarsi con i suoi 

simili, a ricomporre la sua unità 

interiore, a rappacificarsi con gli 

altri e con il creato. 

Così l’uomo prepara il suo cuore 

alla conversione. 

Pubblicare sul nostro periodico, in 

coincidenza con il Natale, una 

pagina che riflette sul “cuore”, non 

solo è un atto coerente con gli scopi 

propri del Rotary, ma costituisce 

anche un augurio ed un invito a far 

ricorso, alla maniera di Pascal, alle 

“ragioni del cuore”. 

Bernardo Razzotti 

Dicembre 2003 • 5

IL QUARANTENNALE 

DELLA REGIONE 

MOLISE 

Nel mese di dicembre dell’anno in 

corso, precisamente il 16 dicembre, 

ricorre il quarantennale della 

istituzione della Regione Molise 

avvenuta il 16 dicembre 1963. 

Si chiudeva con l’istituzione della 

Regione Molise una lunga battaglia 

iniziata alla fine del Settecento con la 

rivendicazione da parte del Molise 

dell’autonomia provinciale, essendo 

il Molise unito alla Capitanata, che si 

è realizzata nel 1806 con Giuseppe 

Bonaparte. Rimaneva allora non 

realizzata l’aspirazione a dare alla 

nuova provincia il nome di Sannio 

che ricordava tempi di libertà al 

contrario di quello di Molise che 

ricordava tempi di oppressione 

feudale. E Sannio deciderà di 

chiamare il Molise il Parlamento del 

1820; una decisione non concretizzatasi 

per la cessazione rapida del 

periodo costituzionale nel Regno di 

Napoli. 

Dopo l’Unità, quando si cominciò a 

parlare di regioni, ancora una volta i 

diritti del Molise venivano 


conculcati; la piccola regione che era 

riuscita a conservare il suo nome 

attraverso tutte le vicissitudini della 

storia, veniva aggregata all’Abruzzo. 

Nasceva la regione Abruzzi e 

Molise. 

I Molisani reagirono mantenendo 

viva l’identità culturale della loro 

regione, studiandone la storia, 

mantenendo vive le tradizioni, 

valorizzandone i dialetti. 

Nel primo dopoguerra, con il 

risveglio in molte parti dello spirito 

autonomistico e con il partito 

popolare che con Luigi Sturzo 

poneva al centro del suo programma 

le autonomie regionali, anche nel 

Molise torna a manifestarsi l’aspirazione, 

mai sopita all’autonomia 

regionale. 

Il problema dell’autonomia 

regionale come premessa dello 

sviluppo del Molise, è al centro del I° 

congresso regionale aperto nel 1922 

con la partecipazione di tutte le forze 

politiche e culturali. Con il ritorno 

alla democrazia dopo il secondo 

conflitto mondiale, il primo atto del 

Comitato di liberazione nel Molise 

Per ricordare 

fu la rivendicazione dell’autonomia 

regionale. Seguì nel 1946 il secondo 

congresso regionale che vide la 

partecipazione delle forze politiche e 

sindacali, di intellettuali, di 

associazioni. Aderì al congresso 

anche l’allora ministro della difesa 

Cipriano Facchinetti che una lapide 

ricorda a Campobasso per avere 

avuto qui i natali. 

La battaglia continuò nell’assemblea 

costituente dove trovò sostegno 

nell’autonomista sardo Emilio 

Lussu. 

La Costituente, pur riconoscendone 

le buone ragioni, non concesse al 

Molise l’autonomia ma rimase ferma 

alla regione Abruzzi e Molise nel 

timore che potessero moltiplicarsi le 

richieste di nuove regioni. Lascio 

però aperta una possibilità con le 

disposizioni transitorie che 

prevedevano, unica eccezione per il 

Molise, una regione anche senza il 

requisito del milione di abitanti. 

La battaglia dei parlamentari 

molisani si spostò, in mancanza di 

provvedimenti da parte del 

Parlamento, sulla proroga delle 

disposizioni transitorie fino al 

16/12/1963, quando fu sancito il 

diritto del Molise a divenire la 

ventesima regione d’Italia. 

Si offre ai club molisani, in 

occasione del quarantennale della 

istituzione della Regione, 

l’occasione di inserirsi nelle 

manifestazioni che la Regione sta 

organizzando, di ripercorrere 

l’itinerario storico-culturale che è 

stato la premessa della richiesta 

dell’autonomia regionale ma anche 

di affrontare i problemi di fronte ai 

quali si troverà il Molise con la 

realizzazione del federalismo. 

Renato Lalli

LE NOSTRE 

REGOLE 

Il Rotary International è una 

Associazione di dimensioni 

planetarie, complessa, molto 

articolata, che rappresenta punto di 

incontro e di sintesi dei diversificati 

modi con cui si interpretano e si 

pongono in essere i principi su cui il 

R.I. è fondato, riassunti nel suo 

originale logo “Service Above Self”. 

Il collante che mantiene uniti nel 

simbolo della “Ruota Dentata” le 

migliaia di Club esistenti nel mondo, 

annullando le spinte centrifughe a cui 

sono sottoposti da usi locali, 

consolidate tradizioni, male intese 

aspirazioni autonomistiche, e così via, 

è costituito dalle regole che il R.I. si è 

saputo dare. 

Senza queste regole, compendiate nel 

Manuale di Procedura, 

periodicamente aggiornate e da tutti 

formalmente accettate, 

l’Associazione, oggi centenaria che 

può vantarsi di avere debellato la 

poliomielite dal mondo non avrebbe 

superato l’infanzia: si sarebbe 

disgregata dopo i primi anni della sua 

vita. 

Il richiamo al rispetto delle regole, 

pertanto, da qualunque parte esso 

provenga, costituisce valida e 

coerente esortazione ai fini della 

coesione, della crescita e della 

funzionalità del Rotary. 

E bene ha fatto Tullio Tonelli a 

ribadire con molta chiarezza ed 

efficacia questo richiamo al rispetto 

delle regole nella sua prima riunione 

da Governatore Designato, tenuta a 

margine dell’interessantissimo e bene 

organizzato Forum di Ascoli Piceno 

del 10 novembre scorso, in cui ha 

illustrato i fondamenti su cui intende 

costruire il suo “governatorato” allo 

Staff distrettuale, ai suoi Assistenti, ai 

Presidenti, Segretari e Prefetti di Club 

in carica nell’anno 2004-2005. 

Ritengo, però, sia bene riflettere sulla 

locuzione “rispetto delle regole, 

perché ancor più delle leggi o dei 

regolamenti di istituzioni nazionali 

ufficialmente riconosciuti, le nostre 

“norme” devono assolutamente essere 

interpretate e armonizzate con 

tradizioni e costumi locali nonché 

adattate con buon senso a situazioni 

contingenti locali”. 

E questo in quanto esse, pur avendo 

una forte caratterizzazione 

“americana”, hanno validità e devono 

essere applicate in tutto il mondo, vale 

a dire da persone che pur 

riconoscendosi negli ideali del Rotary 

sono parte di realtà locali 

estremamente differenziate in termini 

di cultura, usi e tradizioni che portano 

ad interpretare taluni aspetti di vita 

rotariana in modo non sempre 

conforme, ancorché assolutamente 

positivo, a quello ufficializzato, di 

chiara impronta statunitense. 

Significative, in proposito, le critiche 

che sta suscitando nel nostro Paese il 

“Progetto pilota per un nuovo 

modello di Rotary Club”, il quale, 

attraverso l’introduzione di regole 

“innovative” (come, ad esempio, le 

possibile abolizione della quota di 

ingresso e della tradizionale 

conviviale, la riduzione del numero 

delle riunioni di Club con possibilità 

di sostituirle con più svelti 

“appuntamenti” via internet, e così 

via), persegue primariamente 

l’incremento dell’effettivo. Questa 

impostazione, in pratica, finisce con il 

privilegiare la quantità degli iscritti 

rispetto alla loro qualità ed esercita 

riflessi diretti sulla cooptazioni. 

Infatti, se lo scopo primario si 

identifica nell’incremento sistematico 

dei soci, se i Club vengono giudicati 

in base al numero delle cooptazioni, si 

finisce con l’abbattere progressivamente 

tutte le “protezioni” poste a 

salvaguardia del mantenimento delle 

assolutamente originali prerogative 

originarie che hanno caratterizzato il 

Rotary fin dalla sua costituzione e che 

hanno reso possibile il suo straordinario 

sviluppo ed il suo indiscusso 

successo. 

Considerazioni 

Le vigenti regole in materia di 

cooptazione se avulse dal contesto 

normativo complessivo e dalle 

consuetudini che tale contesto 

completano ed armonizzano con il 

nostro modo d’essere e la nostra 

cultura (associati irreprensibili dal 

punto di vista morale, inseriti nella 

società in posizioni professionali di 

prestigio, animati da “spirito di 

servizio”, ecc.) oltre a provocare gli 

inconvenienti descritti possono 

facilmente favorire l’insorgere di 

attriti ed incomprensioni all’interno 

del sodalizio: situazione inaccettabile, 

sempre penalizzante per rotariani da 

tempo appartenenti al Club, in un 

organismo che persegue lo sviluppo di 

rapporti amichevoli,. 

Se non si tiene conto di questi 

possibili inconvenienti l’affiatamento 

rimarrà una chimera. 

Ecco, quindi, che subentra la 

necessità di una corretta e meditata 

interpretazione della norma generale 

che deve trovare equilibrati 

temperamenti, individuati con senso 

di responsabilità e prudenza, sia nei 

regolamenti di Club sia nei comportamenti 

dei dirigenti che devono 

ricercare i suggerimenti ed i consigli 

di soci esperti, di prestigio e di 

accertate competenze rotariane. 

Parimenti meritevole di riflessione è 

l’aspetto relativo all’assiduità, da 

considerare in questa occasione 

correlata con la cessazione di 

appartenenza al Rotary. 

Anche in questo settore, sia pure per 

ragioni diverse (il primo argomento - 

cooptazioni – è assimilabile alle 

entrate – questo secondo alle uscite), 

la regola deve essere interpretata. E 

qui, si deve convenire, la generalità 

dei Club “interpreta” in modo univoco 

e senza incertezze, anche perché il 

bilancio deve chiudersi in attivo. Ma 

di ciò sarà opportuno parlarne più 

diffusamente in altra occasione. 

Igino Raspadori 

Dicembre 2003 • 7

MISTERIOSO ALTO 

MONTEFELTRO 

A pochi chilometri dalla riviera 

romagnola emergono, dalla valle del 

fiume Marecchia, suggestioni magiche e 

perfette integrazioni tra ambiente 

naturale e opere dell’uomo. Si esce 

dall’A14 al casello di Rimini sud e, dopo 

aver percorso per due chilometri la 

circonvallazione riminese in direzione 

nord, si prende la statale n° 258 in 

direzione ovest. 

Per uscire del tutto dal furore costruttivo 

che deturpa ormai il paesaggio italiano 

ed, in particolare, affianca le nostre 

strade, con la sequenza di complessi 

abitativi multicolori, grigi capannoni 

industriali e squadrati centri 

commerciali, occorre superare, al Km. 

13, Villa Verucchio e, dopo una bella 

rotonda con due antichi olivi, la strada 

sale dolcemente consentendo la vista, a 

sinistra, della rocca e città di Verucchio, 

a destra dei castelli fortificati di Torriana 

e Montebello. Era questo l’antico 

confine tra i Malatesta e i duchi di 

Urbino e, ancor oggi, il torrente 

Mazzocco separa il territorio romagnolo 

dal Montefeltro, regione Marche, 

distretto 2090. 

Il volume di traffico si riduce all’improvviso 

e lo sguardo può posarsi sulle 

rocche di S.Leo, Maiolo e Libiano, sui 

paesini di Talamello, Maiolo, S.Agata 

Feltria, Pennabilli fino a Casteldelci alle 

pendici del monte Fumaiolo da cui 

nasce, oltre che il Tevere, l’argentino 

Marecchia, dall’ampio letto, ahimè 

violato da estrattive cave di pietra. 

La val Marecchia non è, tuttavia, 

soltanto paesaggio. Un viaggiatore 

“rotariano” potrà, superata la frazione di 

Secchiano, iniziare il suo percorso 

salendo all’antica capitale d’Italia (962- 

4): San Leo, con la pieve e il duomo 

d’epoca preromanica, la torre 

campanaria, magnifico esempio di 

imponenza costruttiva e agilità architettonica. 

Il potere “civile” domina, 

dall’alto, l’intatto abitato e le costruzioni 

religiose; la rocca fluttua nell’alto e 

impone la sua presenza a tutta la valle 

ricordando il mistero del suo ospite più 

illustre: Giuseppe Balsamo, conte di 

Cagliostro. 


Usciti da San Leo si prosegue a destra e 

si discende, superata Maiolo e i calanchi 

che conducono all’antica rocca di 

Maioletto, a Novafeltria, centro 

commerciale in espansione, sede di 

banche, istituti scolastici superiori e, 

perché no, di un attivo e simpatico club 

rotariano che sarà lieto di accogliervi e 

stabilire rapporti di sincera amicizia 

(conviviali al giovedì – ristorante da 

Marchesi). 

Da qui si sale a Perticara per visitare il 

museo minerario, mirabilmente 

recuperato, ammirare le perfette 

ricostruzioni della vita in miniera -negli 

anni ’50 l’estrazione veniva effettuata ad 

una profondità superiore ai 900 metri - 

e, magari, provare il brivido di una 

discesa nelle viscere della terra. 

Da Perticara è facile, in un continuo 

saliscendi, raggiungere il paese del 

Natale, del tartufo, dell’accoglienza, del 

recupero delle antiche tradizioni: 

Sant’Agata Feltria, con il teatro Mariani, 

mirabilmente restaurato, la rocca 

Fregoso, dalla fiabesca architettura. Se 

poi non avete la fortuna di capitare in 

occasione di una delle numerose sagre 

che caratterizzano il Montefeltro 

approfittate dei bei negozi d’alimentari 

per un assaggio dei prodotti tipici, locali 

e non solo: tra tutti, il formaggio di 

fossa, pecorino dop, messo a dimora 

Itinerari Rotariani 

nelle antiche fosse di Sant’Agata, 

Talamello e Sogliano per acquisirne il 

caratteristico umore. 

Da Sant’Agata, lungo il crinale, 

attraverso una magnifica passeggiata 

panoramica, si raggiunge l’estremo 

lembo montano della val Marecchia: 

Casteldelci, poche anime operose 

attorno all’antica pieve-fortezza. Salite 

sul campanile, proprio sopra dalla ampia 

scala esterna in pietra locale, e posate lo 

sguardo sulle verdi montagne 

appenniniche che fanno da appoggio al 

Fumaiolo. 

Dopo Casteldelci il nostro tour prosegue 

alla volta dell’incantevole Pennabilli, 

con i suoi vicoli in sasso, le meridiane, il 

giardino dei frutti dimenticati, la 

riscoperta del passato attraverso le 

memorie del poeta Tonino Guerra e, in 

luglio, della mostra nazionale dell’antiquariato, 

giunta ormai alla 34° edizione. 

Misterioso Montefeltro, da conoscere 

per scoprire antichi sapori nei numerosi 

agriturismi della zona ma anche per 

riscoprire, attraverso un contatto vero 

con la natura ancora non del tutto 

contaminata, il percorso che ci porta 

all’approfondimento della conoscenza di 

noi stessi. 

Gian Angelo Marra 

Rotary Novafeltria Alto Montefeltro

A PROPOSITO DI... 

All’amico Generale Igino Raspadori, 

ricorderai Francesco Cinti di Orvieto ed i 

tempi in cui spesso ci siamo trovati in un 

Rotary forse migliore di quello di oggi. 

Ho letto nel n°59 del nostro periodico il 

Tuo articolo “Aproposito della lettera” in 

cui, richiamandoTi alla precedente 

“Lettera aperta” del P.D.G. Ennio 

Vincenti, esprimi concetti che condivido e 

riconosco che mi hai preceduto nel 

manifestare adesione a quanto scrive il 

nostro Presidente del Comitato della 

stampa rotariana. 

Da anni vado sostenendo che la 

“Rotarianità” è il principale elemento da 

valutare nella procedura per espandere il 

nostro organico. 

I tempi nell’ultimo quarto di secolo sono 

mutati ed il Rotary, riconosciamolo, non si 

è sufficientemente plasmato nella nuova 

realtà e non esprime più sufficientemente 

quanto ispirava i nostri intenti. 

E’ oggi palese la contraddizione fra il 

seguire i principi istituzionali di portare un 

contributo migliorativo alla Società in cui 

viviamo e l’adeguarsi invece al sistema di 

arrembare al successo sociale ed 

economico usando ogni mezzo per 

raggiungerlo. 

Questo opposto costume di vita produce 

incomprensione, disinteresse, rendendo 

difficile realizzare le finalità istituzionali 

che furono guida di vita rotariana. 

Condotta irreprensibile nelle proprie 

attività, elevato senso della socialità quale 

partecipazione alle problematiche delle 

genti, disponibilità espressa in diverse 

maniere per aiutare e migliorare l’esistenza 

degli altri, sono questi, sinteticamente 

esposti, i principi che indicò Paul Harris. 

Oggi è facile constatarlo, solo parzialmente 

queste finalità sono operanti ed un sempre 

più marcato disagio caratterizza la vita dei 

nostri clubs; questo che molti avvertono 

deriva dalle carenti valutazioni nelle 

ammissioni nei clubs. 

L’espansione privilegia la quantità, ma 

riduce la qualità e crea club numerosi con 

vari elementi che poco conoscono il Rotary 

e che vi si trovano o per compiacente non 

disinteressato invito di amici con cui intrattengono 

rapporti di lavoro e di affari, o per 

dar lustro con la personalità acquisita al 

club; sono soci che partecipano 

passivamente e non possono essere 

considerati utili. 

Se vogliamo che il Rotary mantenga la sua 

identità iniziale ed il suo stile, non 

dobbiamo farci illudere dal concetto di 

espansione sotteso a raggiungere maggiori 

disponibilità economiche ed una effimera 

forza numerica, ma dobbiamo 

salvaguardare i principi in cui crediamo e 

sostituire i vuoti con elementi, sempre 

...una strada sicura 

Attività Certificazioni 

- Prodotti e sistemi segnaletici stradali - Sistema Qualità ISO 9001:2000 

- Sistemi di appoggio e giunti stradali-ferroviari - Conformità di prodotto n. 3652- 17.06.98 

- Sistemi interattivi gestione mobilità-viabilità - Attestazione S.O.A. OS 10 cl.V 

- Prodotti e sistemi gestione-controllo aree parcheggio - Attestazione CUNA costruttore di veicoli 

Lettera aperta 

scelti fra quelli di buon livello, ma che 

abbiano anche innata la “vocazione del 

Service”. 

Un club per avere un futuro deve ben 

vagliare la scelta dei suoi soci, 

considerando che non è sufficiente il 

successo raggiunto nelle attività svolte, nè 

quello economico, ma è necessario 

conoscere e condividere i fini e sentirsi 

parte di questa grande associazione. 

La “Rotarianità” è dote non comune a 

tutte le persone di successo, ma solo agli 

uomini di “buona volonta”. 

E’ per questo che, come altri, avverto 

spesso un senso di disagio nel partecipare 

alle riunioni, perchè non trovo in alcuni 

quel calore di amicizia e stima per 

scambiare idee e progetti finalizzati a 

qualche cosa che vale. 

Mi hai dato l’occasione, caro amico, di 

scrivere ciò che, forse annoiando, vado 

propalando da tempo nel mio club e che 

l’attaccamento e la fondata fede che, da 

oltre 40 anni, ho nei principi istituzionali 

del Rotary mi inducono ad esporre. 

Invio copia della presente anche al 

Governatore, al Presidente ed al Direttore 

Responsabile del nostro periodico, anche 

per conoscere il parere in merito di altri 

rotariani e ciò con l’intento di portare, con 

la dialettica, un fattivo contributo alla 

rivitalizzazione. 

Con cordiale amicizia. 

Francesco Cinti 

Rotary club di Orvieto 

Via Sputnik 8/10 - 06074 ELLERA SCALO - CORCIANO - PERUGIA tel. 075 -51.86.41 ( 8 linee r.a. ) fax 075 -51.86.432 

Cap. Soc. euro 1.550.000 - www.sisas.it www.sisas.it - e-mail: info@sisas.it 

Dicembre 2003 • 

9

AZIONE 

CONGIUNTA 

Ogni intervento di Urbano Urbinati ha la 

prerogativa di toccare punti sensibili del 

Rotary. Con “La carta vincente” (numero 

di novembre di Rotary 2090) Urbano 

tratta, tra l’altro, due argomenti sui quali, 

pur avendo qualche tempo fa espresso la 

mia opinione, ritengo utile un ulteriore 

approfondimento: essi sono l’autonomia 

del Rotary Club, che, a parere 

dell’Autore, a volte costituisce elemento 

frenante o pretesto per non realizzare il 

coordinamento delle iniziative di più 

Club contermini, unico mezzo per adire a 

progetti che travalichino l’ambito locale. 

Concordo totalmente con le argomentazioni 

esposte nell’articolo. D’altronde, 

l’auspicio di un sempre maggiore ricorso 

ad “azioni congiunte”, indispensabili per 

la realizzazione di programmi 

significativi non è nuovo ma la sua realizzazione 

incontra, da sempre, ostacoli 

molto seri che, a mio parere, trovano 

radici ed origine nella struttura stessa della 

nostra Associazione che ha nel ricambio 

annuale dei dirigenti di Club uno dei suoi 

irrinunciabili presupposti. Se si vuole 

privilegiare la rotazione (che costruisce 

una prerogativa del R.I.) bisogna essere 

disposti a sopportare il prezzo dei riflessi 

negativi che tale scelta comporta. 

Un inciso a premessa del mio 

ragionamento: sono dell’avviso che nel 

valutare queste cose sia opportuno tenere 

presente che in ognuno di noi, allorquando 

ci si accinge a ricoprire l’’incarico di 

Presidente di Club, al di là delle sincere 

dichiarazioni ufficiali di prammatica, sia 

presente la seguente profonda 

convinzione, che per semplicità e 

chiarezza così sintetizzo: “nel mio anno di 

presidenza se si riesce a fare qualcosa 

questa deve portare in qualche modo il 

mio nome e riguardare la nostra città ed il 

nostro territorio”. 

Si tratta di un’aspirazione positiva, 

stimolante, del tutto comprensibile sul 

piano umano ma che può diventare 

discutibile dal punto di vista rotariano 

qualora divenga il motivo dominante 

dell’azione di governo del Club. 

Ciò premesso, debbo dire che considero 

molto difficile l’individuazione di un 


progetto di un certo spessore capace di 

raccogliere l’adesione convinta di più 

Club contermini per collocazione 

territoriale, specie se la partecipazione 

comporta un consistente impegno 

finanziario e se il progetto non si esaurisce 

nel corso di un anno rotariano. Ho visto 

trovare convergenza di interessi per un 

organizzare un Forum o per una 

commemorazione o un’iniziativa di 

carattere culturale: ma oltre non credo 

proprio si possa andare. 

Illuminante, in proposito, è l’esperienza 

che i Club umbri stanno portando avanti 

da oltre un decennio: la Conferenza dei 

Presidenti dei Club umbri. Si tratta di un 

organismo non istituzionalizzato, voluto, 

soprattutto, dal compianto Arturo Canessa 

(al tempo DG) e da Giorgio Milletti, 

creato per dare vita ad un periodico luogo 

di incontro tra i responsabili dei Rotary 

umbri per confrontarsi liberamente su 

questioni rotariane, ovvero individuare 

possibili iniziative comuni o concordare le 

linee di azione più economiche e 

convenienti rispetto a progetti distrettuali 

o di livello superiore. Ho partecipato alle 

riunioni della Conferenza sia da 

Presidente (due anni), sia in qualità di 

Rappresentante del Governatore, sia quale 

Segretario ( quattro anni) della 

Conferenza stessa. Credo, quindi, di avere 

titolo per esprimere qualche valutazione 

sull’operato di quell’organismo. Ebbene, 

eccetto il Premio Rotary Umbria, 

importante ed ormai affermata manifestazione 

sulla quale è superfluo 

soffermarsi, dalla Conferenza, vale a dire 

dalle proposte dei Presidenti dei Rotary 

umbri mensilmente riuniti, non è nato 

alcun progetto operativo originale, degno 

di questo nome, che vedesse l’”azione 

congiunta” dei Club della regione. 

La sussistenza di un’occasione ideale di 

incontro e confronto quale la Conferenza 

ha rappresentato e rappresenta, non è stata 

sufficiente a rompere il legame “al 

particulare” denunciato da Urbinati e 

quindi a dare corpo e respiro a quelle 

azioni congiunte che avrebbero potuto far 

crescere il Rotary in ambito regionale. 

Urbinati individua nella “autonomia del 

Dibattito 

Club” non correttamente intesa la causa 

primaria delle difficoltà che si 

frappongono alla nascita ed allo sviluppo 

di iniziative comuni e di “azioni 

congiunte” ed ha perfettamente ragione: io 

aggiungo un altro elemento concorrente: 

l’eccessiva personalizzazione della 

presidenza del Club (su questi argomenti 

mi sono espresso più diffusamente sul n. 

44 del marzo 2002 di questo giornale). 

Se l’Autonomia del Club ( che, è bene 

dirlo, non affranca dall’obbligo di 

rispettare le regole che il R.I. si è dato e 

che tutti si sono impegnati ad osservare) e 

la personalizzazione della Presidenza 

(che non autorizza il Presidente né ad 

assumere iniziative in contrasto con il 

disposto statutario e regolamentare, né a 

disattendere autonomamente le 

prerogative degli organismi istituzionali, 

né consuetudini consolidate) non vengono 

correttamente interpretate si possono 

verificare situazioni e comportamenti 

assolutamente antitetici allo spirito 

rotariano che, ricordiamolo, promuove, da 

sempre, rapporti di amicizia e di collaborazione. 

A mio parere soltanto progetti distrettuali 

(come ad esempio Vita per l’Albania) o 

iniziative della Rotary Foundation, inutile 

citarle, possono facilmente trovare 

condivisione e quindi partecipazione 

convinta della totalità dei Club perché il 

livello e l’autorevolezza dei promotori 

(oltre naturalmente alla validità delle 

proposte) hanno la capacità di frantumare 

il “particulare” che, con gli annessi e 

connessi prima citati, ingabbia i Club nell’ambito 

locale, ove peraltro è 

fondamentale la loro presenza attiva e, il 

più delle volte, oltremodo meritorio il 

lavoro che portano avanti incidendo, non 

di rado, sulla realtà sociale in cui stesso 

Rotary vive. 

Con interlocutori diversi ritengo sia 

difficile fare “confluire risorse” di Club 

contermini per realizzare un progetto 

comune. Le difficoltà che intravedo non 

sono certo insuperabili e non escludono 

affatto la realizzazione di qualche 

iniziativa congiunta. Anzi, esse debbono 

costituire stimolo per una clamorosa, 

possibile, smentita. 

Igino Raspadori

Il Seminario sulla Rotary Foundation che 

oggi ci vede riuniti in Ascoli è coerente e 

conseguente, non solo sotto il profilo 

temporale, al Forum che si è tenuto un 

mese fa sul tema “Solidarietà nei paesi in 

via di sviluppo: etica e prospettive”. 

Nell’aprire i lavori della 3° ed ultima 

sessione dedicata al ruolo delle 

Associazioni di solidarietà attiva, 

nell’indagare quali potessero essere le 

prospettive, ricordo di aver indicato il 

Rotary International come la più antica e 

prestigiosa Associazione di servizio che 

da quasi un secolo costantemente si 

impegna perché barriere e steccati 

vengano meno, perché non vi siano più 

paesi in via di sviluppo, perché non vi sia 

più un “terzo mondo”, perché uno 

sviluppo armonico ed equilibrato pervada 

tutte le popolazioni, perché tutti i popoli 

della terra possano avere, pur nella 

diversità delle culture che vanno 

salvaguardate, pari dignità senza 

differenza di razza, lingua, religione. 

Abbiamo ascoltato tante testimonianze di 

Terza pagina 

Il seminario Distrettuale tenutosi ad 

Ascoli Piceno ha riscosso un particolare 

successo nel numero di partecipanti e 

nella qualità degli interventi 

LA ROTARY 

FOUNDATION: 

IL CAMBIAMENTO 

una solidarietà attiva, di un impegno 

disinteressato, di un’azione tenace e 

continua capace di tradursi in atti 

esaltanti, in esempi, in espressioni di vita. 

Possiamo affermare, senza timore di 

essere smentiti, che la Fondazione Rotary, 

questa struttura parallela che si affianca al 

Rotary e amministra le finanze che tutti i 

rotariani alimentano e implementano con 

tana disinteressata generosità, costituisce 

la più straordinaria testimonianza di una 

solidarietà esportata in tutto il mondo. 

Se il Rotary si identifica nella filosofia 

del servizio, la Fondazione rappresenta lo 

strumento intelligente attraverso il quali i 

soci, il Club, i Distretti, e quindi il Rotary 

nella sua più autentica internazionalità, 

manifestano disponibilità a rendersi utili 

verso un prossimo meno fortunato. 

Infinite sono le chiamate alle quali il 

Rotary, presente e operante in un mondo 

difficile, “senza frontiere” deve saper 

dare risposte puntuali, efficaci e 

tempestive. 

Un mondo difficile con equilibri di 

coesistenza mutati, con nuove esigenze 

vitali, con mobilità che determinano flussi 

umani incontrollabili, con l’intrecciarsi di 

diverse culture, con nuovi rapporti 

generazionali. 

Per quanto possibile, l’impegno del 

Rotary verso l’umanità è addirittura 

aumentato, una presenza imponente che 

trova l’espressione più concreta e la 

testimonianza più esaltante nell’opera 

svolta nella Rotary Foundation. 

E’ la Rotary Foundation che a livello 

internazionale, fornisce le risposte più 

convincenti nel momento in cui traduce il 

valore economico del dono in una 

ricchezza per l’umanità bisognosa, 

rafforzando in ciascuno di noi la 

convinzione che l’unità dei popoli 

affonda le radici nella diversità dei 

popoli. 

Questo mio intervento vuole essere solo 

una anticipazione, non una spiegazione o 

presentazione delle vie di Azione 

attraverso le quali la Fondazione si 

esprime: 


11

- Programmi Educativi; 

- Programmi Umanitari; 

- Programma PolioPlus; 

- la Raccolta Fondi; 

- lo Scambio dei Gruppi di Studio. 

Urbano Urbinati, Remo Morpurgo, 

Mario Fornaci, Francesco Ottaviano, 

Camillo Piazza sapranno intrattenervi 

da par loro sulle diverse e, 

soprattutto, nuove tematiche che 

sottendono una Fondazione profondamente 

rinnovata nella struttura 

amministrativa e nel metodo di funzionamento 

ed è significativo che il Rotary 

International, che si accinge ad approvare 

il bilancio consuntivo di fine secolo, si sia 

determinato a promuovere il 

cambiamento della Fondazione. 

Il 12 Gennaio 2003 a Civitanova Marche 

fu annunciato che dal 1.7.2003 la Rotary 

Foundation sarebbe cambiata profondamente 

ed in questa previsione il tema di 

quel Seminario era sostanzialmente 

questo: prepariamoci a gestire il 

cambiamento. 

Oggi 9 Novembre 2003, il mese che il 

Rotary dedica alla Fondazione, siamo 

entrati a pieno diritto in questa nuova 

fase. 

Ultimato con il 30.6.2003 l’anno di 

transizione, la Commissione Distrettuale 

della Rotary Foundation è pronta a gestire 

con impegno e, mi auguro, con sufficiente 

saggezza, in collaborazione con le 

Commissioni operanti all’interno dei 

Club, sotto il controllo del Governatore, 

quel cambiamento che si è verificato non 

tanto nei Programmi Educativi (a parte la 

novità rappresentata dalle Borse di Studio 

per la Pace), quanto nei Programmi 

Umanitari che si identificano: 

1) le Sovvenzioni Paritarie; 

2) le Sovvenzioni Individuali; 

3) le Sovvenzioni Semplificate di Distretto 

Un breve cenno su quest’ultima 

strategia che si propone: 

- semplificare i programmi; 


- maggiore celerità nel ciclo di 

approvazione nelle domande di finanziamento; 

- controllo diretto dei rotariani sui 

progetti finanziati. 

La Fondazione ha inteso dare 

rilievo al riconoscimento che, trattandosi 

di impiegare i soldi dei rotariani, la scelta 

dei finanziamenti dovesse tornare ai 

rotariani attraverso una gestione diretta e 

attraverso decisioni che non più 

demandate al centro, vengono assunte 

all’interno dei singoli Distretti su impulso 

dell’apposita Commissione Distrettuale 

sotto il controllo del Governatore. 

Il fondo distrettuale, pari al 50% della 

complessiva contribuzione erogata dal 

Distretto al Fondo Annuale della Rotary 

Foundation, tornerà sul Distretto ed il 

20% potrà essere utilizzato direttamente 

e immediatamente per iniziative 

umanitarie locali. 

E’ stato, pertanto, costituito un 

conto distrettuale presso la Banca delle 

Marche di Pesaro a firma del Governatore 

e mia (c/c n. 23500) sul quale, a mezzo 

del corrispondente statunitense di Banca 

delle Marche in funzione di intermediaria, 

la City Bank di New York, è già 

pervenuto l’accredito da usare nel 

2003/2004 pari al 20% del FOD, e quindi 

$ 6305.73 che costituiscono il 

“particolare” FOD da utilizzare per le 

Sovvenzioni Semplici di Distretto. 

Il termine per le domande va a scadere il 

31.3.2004. 

E’ già pervenuta la quota che verrà 

accreditata sullo stesso conto a far tempo 

dal 1.7.2004, pari a $ 7179.00 da 

utilizzare nel 2004/2005. 

Ma la Fondazione non è un 

Fondo inesauribile: è un Fondo che deve 

essere continuamente alimentato 

attraverso le contribuzioni dei Club e dei 

rotariani al Fondo Annuale e al Fondo 

Permanente. 

“Tendi la mano” è l’invito che costan- 

temente ci rivolge il P.I. Jonathan 

Mayijaghbe. 

Ritengo che la Fondazione Rotary sia la 

più straordinaria “mano tesa” verso 

l’umanità meno fortunata, per 

sconfiggere la fame e la povertà, le 

malattie, l’analfabetismo, le discriminazioni. 

Sono queste le piaghe sociali, le antiche e 

le nuove povertà che da sempre 

provocano contrapposizioni e lacerazioni 

fra popoli. 

Vincere queste sfide significa raggiungere 

quel traguardo per il quale il Rotary è nato 

ed è stato voluto: assicurare la 

comprensione e garantire le relazioni 

amichevoli tra i popoli. 

Sotto questo profilo la Fondazione 

Rotary, autentico strumento di pace, non 

deve rappresentare un costo ma uno 

straordinario investimento. 

Glenn Kinross, Presidente 2002/2003 dei 

Trustees della R.F. e l’attuale Presidente 

Lacy ci ripetono: “ogni volta che una 

sovvenzione di contropartita permette a 

degli analfabeti di imparare a leggere, o 

che la Fondazione offre la possibilità a 

un’intera famiglia di vivere in condizioni 

dignitose, oppure che una borsa di studio 

consente ad un giovane di poter entrare in 

contatto con una nuova cultura o ancora 

che il programma PolioPlus permette di 

vaccinare migliaia di bambini, noi 

lavoriamo per la costruzione della pace 

nel mondo”. 

Il “GOAL” che il Governatore ha indicato 

per l’anno rotariano in corso è particolarmente 

ambizioso: 

50 $ pro capite di contributo dei Club al 

Fondo Annuale 

20 nuovi benefattori (20.000 $) a 

sostegno del Fondo Permanente. 

E’ un traguardo possibile, che tanti 

rotariani e tante rotariane, animati dal 

buon volere, debbono sentire come 

impegno morale, tanto più forte e 

imperativo perché espresso in piena 

libertà, senza costrizione di sorta. 

E’ attraverso la Rotary Foundation, 

attraverso lo spirito di cooperazione che 

la Fondazione ispira, che si afferma 

quella solidarietà che tutti ci unisce e ci 

accomuna. 

Si tratta, in altri termini, di trasformare la 

logica cartesiana del “cogito ergo sum”, 

in quella affermata da altro pensatore: “la 

prova della tua esistenza non è nel fatto 

che tu pensi, ma nel fatto che qualcun 

altro pensa a te” 

P.D.G. Mario Giannola 

Presidente Commissione Distrettuale 

Rotary Foundation

PROGRAMMI UMANITARI 

Questa è una breve presentazione ed una ricognizione rivolta ai Programmi Umanitari della Fondazione Rotary. 

Il Rotary ha individuato la priorità 

assoluta della lotta contro la fame nel 

mondo ed insieme l’impegno a migliorare le 

condizioni sanitarie e promuovere 

l’istruzione e il progresso (ricordiamo le 

3H: Health, Hunger and Humanity). Lo 

‘sviluppo’ consiste nel miglioramento della 

qualità della vita mediante la progressiva 

acquisizione di conoscenze e competenze 

finalizzate all’autosufficienza. 

Alcuni Club hanno condotto 

progetti importanti che potevano sembrare 

impensabili e che poche organizzazioni 

umanitarie sono in grado di svolgere 

affiancando al contributo economico 

l’impegno di volontari. 

Tuttavia vi sono molti Club che non 

partecipano ai programmi della Fondazione, 

forse perché si ritiene che sia difficile. 

Sappiamo che la Fondazione ha cambiato la 

struttura delle sovvenzioni semplificandole. 

Si vedrà dalla breve illustrazione dei 

programmi che è importante e immediato 

programmare l’attività dei Clubs 

considerando ed utilizzando la Fondazione 

Rotary. Con essa possiamo moltiplicare la 

capacità d’azione. Ogni contributo dato alla 

Fondazione, ed ogni contributo da essa 

ricevuto, rappresentano un passo verso un 

mondo di pace e di comprensione, ci fanno 

combattere la fame e ci avvicinano alla 

libertà, per prima alla libertà dalle 

privazioni. 

Ciascuno ha una propria conoscenza 

della Fondazione Rotary ed insieme 

abbiamo la possibilità di riflettere su come 

utilizzarla, per conoscere, verificare ed 

inventare, cioè trovare nel nostro cuore e 

nella nostra mente, i modi di agire per dare 

concretezza al nostro impegno di “Tendere 

la mano”. I Programmi Umanitari 

permettono a ciascuno di ricordare la 

propria responsabilità verso gli altri. 

Gli Amministratori (Trustees) della 

Rotary Foundation hanno approvato il piano 

di ristrutturazione delle sovvenzioni per 

Programmi Umanitari di cui si è già parlato 

in occasione del Seminario del 12 Gennaio 

scorso a Civitanova Marche e in occasione 

del SIPE a Macerata il 9 marzo 2003. 

La nuova struttura intende 

semplificare i programmi, sveltire le 

procedure e unificare criteri e cicli 

economici. 

Il piano ha previsto un calendario 

per la graduale eliminazione dei seguenti 

programmi, che cessano di esistere in 

questo anno rotariano: Programma di 

Assistenza alle Comunità (PAC), 

Sovvenzioni per la Ricerca, Sovvenzioni 

per Volontari del Rotary, Sovvenzioni 

d’Appoggio, Sovvenzioni per Trasporti 

Umanitari e Sovvenzioni per Nuove 

Opportunità. La possibilità di presentare 

domande di sovvenzioni relative a questi 

programmi è scaduta il 31 dicembre 2002. 

A partire dal 1° luglio 2003, le 

Sovvenzioni Umanitarie sono le seguenti: 

• Sovvenzioni Semplificate per 

Distretti, che consentiranno ai 

Distretti di destinare parte dei 

Fondi di Designazione 

Distrettuale (FODD) ad attività di 

servizio precedentemente 

finanziate dal Programma di 

Assistenza alle Comunità (PAC), 

da Sovvenzioni d’Appoggio e da 

Sovvenzioni per Nuove 

Opportunità. 

• Sovvenzioni Individuali, che 

consentiranno ai rotariani di 

fornire servizio diretto ad una 

comunità bisognosa o pianificare 

progetti d’intervento e sostituiscono 

le Sovvenzioni per la 

Ricerca e quelle per i Volontari 

del Rotary. 

• Sovvenzioni Paritarie, che d’ora 

in avanti potranno essere usate 

anche per iniziative precedentemente 

finanziate da 

Sovvenzioni per Trasporti 

Umanitari. 

• Sovvenzioni 3-H e per piani 3- 

H, che rimangono sotto 

moratoria. 

• Sovvenzioni Blane, che continueranno 

a finanziare iniziative 

d’immunizzazione. 

Le domande di Sovvenzioni 

Semplificate per Distretti si sono potute 

presentare a partire dal 1° gennaio 2003. A 

partire da quella data, le domande di 

Sovvenzioni Paritarie e di Sovvenzioni 

Semplificate per Distretti seguono lo stesso 

ciclo procedurale per l’accettazione (dal 1° 

luglio al 31 marzo di ogni anno rotariano) e 

l’approvazione (dal 1° agosto al 15 

maggio). Le domande di Sovvenzioni 

Individuali sono accettate e valutate durante 

l’intero anno. 

La documentazione che segue è 

molto schematica, ma in essa sono indicate 

le fonti in cui trovare esempi e guide 

dettagliate per la conduzione dei propri 

progetti. Sono allegati inoltre moduli e 

riferimenti per contattare i funzionari a cui 

porre eventuali domande. 

Per quanto riguarda il nostro Distretto si 

rimanda all’Organigramma Distrettuale 

presente in apposita pubblicazione e nelle 

prime pagine dedicate al nostro Distretto 

dall’Annuario dei Rotary Club d’Italia 

2003-2004. 

Ci si sofferma con più attenzione 

sulle Sovvenzioni Semplificate per Distretti 

che come ci ha esposto in modo chiaro 

Mario Giannola, Presidente della 

Commissione Distrettuale R.F., rappresentano 

un “profondo rinnovamento” della 

nostra Fondazione: Si richiede maggiore 

coinvolgimento e si attribuisce maggiore 

responsabilità ai Distretti ed ai singoli 

rotariani: ‘una rivoluzione copernicana’ 

ebbe a dire Elio Cerini, Responsabile 

Regionale R.F., alla conclusione del 

Seminario di Civitanova Marche. 

Anche solo esaminando il quadro 

sinottico (pag.12), ed in esso le Sovvenzioni 

Semplificate di Distretto, qualcuno potrebbe 

chiedersi: 

I Club possono presentare domanda di 

Sovvenzioni Semplificate? 

No. I club devono attenersi alle direttive e ai 

criteri stabiliti dal Distretto. 

I Fondi fanno parte dei Fondi di 

Destinazione Distrettuale (FODD). 

Il Distretto come può accedere a questi 

fondi? 

Per partecipare al programma, i Distretti 

devono designare una parte dei loro FODD 

(20 per cento massimo) alle Sovvenzioni 

Semplificate. Il Distretto deve presentare la 

richiesta per l’uso dei fondi durante l’anno 

rotariano antecedente a quello in cui i fondi 

saranno disponibili. 

Il Distretto può spendere i fondi come 

crede opportuno? 

I Distretti devono sovvenzionare progetti 

idonei e spendere i fondi della sovvenzione 

conformemente ai requisiti della F.R. Ogni 

distretto ha il compito di assicurare che tutte 

le attività e le spese siano conformi ai 

requisiti della F.R. Se questa norma non è 

rispettata, il distretto sarà tenuto a ripagare i 

fondi della sovvenzione e non potrà ricevere 

future sovvenzioni per un periodo massimo 

di cinque anni. Il Distretto dovrebbe tenersi 

al corrente di tutti i requisiti della F.R. e 

rispettarli. 

Anche nel nostro Distretto abbiamo 

esempi importanti della realizzazione di 

Progetti Umanitari. 

Ad esempio i progetti e le azioni sostenute 

dall’amico Emidio Grisostomi in Zambia ed 

il altri Paesi dell’Africa. 

La Fondazione Rotary è qui per sostenere i 

nostri sforzi e in particolare contribuire ai 

nostri progetti: 

- Matching Grants sono disponibili per 


13

sostenere un nostro progetto di servizio 

internazionale che vogliamo 

programmare per andare incontro ai 

bisogni critici dei bambini in altri Paesi. 

- il nostro Distretto ha una Sovvenzione 

Semplificata di Distretto che può 

sostenere un progetto locale che vada 

incontro alle necessità di bambini della 

nostra comunità. 

- Sovvenzioni Individuali sono disponibili 

per aiutare i rotariani che progettano e 

attuano “con le proprie mani” i progetti 

di servizio internazionali che migliorano 

la vita dei bambini. 

L’appello ai Club è di impegnarsi 

attivamente non solo con la contribuzione, 

ma anche con l’azione. Insieme possiamo 

seguire il nostro sogno rotariano e 

Il GSE si colloca fra i programmi educativi della 

Rotary Foundation ed è sviluppato fra 2 distretti 

appartenenti a diverse nazionalità. 

Permette a dei giovani professionisti di età 

compresa fra 25 e 40 anni di vivere, attraverso 

l’aiuto della Nostra Associazione, un’esperienza 

di vita, cultura, amicizia ed arricchimento 

professionale. 

Li porta inoltre alla conoscenza della realtà 

rotariana e quindi di rimando il Rotary ha la 

possibilità di formare nuovi ambasciatori al di 

fuori della sua organizzazione e probabili nuovi 

futuri rotariani che da quest’esperienza possono 

trarre un entusiasmo che permetterà loro un 

rapido inserimento nell’organizzazione. 

Nello stesso tempo nello spirito di promuovere 


possiamo “Tendere la mano” per creare un 

futuro felice per i più giovani. 

Mi fa piacere concludere con le parole di 

Mario Giannola al SIPE 2002: 

“La volontà di servizio comincia con la 

scoperta della solidarietà e con il desiderio 

di accedere alla realtà dell’altro per 

donargli qualcosa che gli manca”. 

“ Ciò comporta necessariamente un costo” 

Quel costo siamo disposti a sopportarlo o 

preferiamo rifiutarlo? 

La risposta darà la misura dell’impegno 

che ognuno di noi intende porre 

nell’azione di servizio rotariano. 

Sovvenzioni semplificate per Distretti 

Scopo 

Sostegno per le attività di servizio e per gli 

l’amicizia e la fratellanza all’interno del Rotary 

il programma di fatto avvicina i rotariani di 2 

distretti lontani. 

Il finanziamento di un programma GSE arriva 

attraverso il Fondo Annuale di ritorno dei 

versamenti fatti, allo stesso Fondo, dai Distretti 

interessati al programma. 

Infatti i versamenti che un Distretto esegue a 

favore del fondo annuale vengono restituiti 

dopo un periodo di 3 anni , per un importo pari 

al 50 % di quello versato, alllo stesso che può di 

conseguenza utilizzali per programmi predefiniti 

e progettati, nell’ambito degli interventi della 

Rotary Foundation, fra cui lo stesso GSE. 

Nelle slides c’è un esempio concreto. 

Un GSE organizzato soltanto con i fondi annuali 

sforzi umanitari dei Distretti 

Chi può concorrere 

Solo i distretti. Ogni anno i distretti presenteranno 

una richiesta per utilizzare la 

percentuale del proprio DDF (o FOD = 

fondo di designazione distrettuale) 

Fonte di finanziamento 

DDF 

Finanziamento congiunto 

Nessuno 

Ciclo di approvazione 

I Distretti presentano la richiesta nell’anno 

precedente a quello della disponibilità dei 

fondi. Le richieste saranno accettate dal 1° 

luglio al 31 marzo. 

SCAMBI GRUPPI 

DI STUDIO GSE 

di ritorno ha però la limitazione di avere una 

durata biennale ( i due gruppi viaggiano in due 

anni diversi). 

Se invece i due Distretti vogliono far viaggiare i 

2 gruppi nello stesso anno devono versare una 

somma ulteriore alla Rotary Foundation pari a 

11000 $. 

Questo aspetto del GSE, per altro in vigore da 

soli due anni, è stato fin’ora superato dal nostro 

Distretto, che è sempre intervenuto, insieme a 

quello Partner, per far viaggiare i gruppi nello 

stesso anno rotariano. 

In effetti è facilmente comprensibile come 

questa seconda ipotesi sia quella da preferire, in 

quanto il circuito di conoscenza e amicizia, sia a 

livello di dirigenti dei distretti sia a livello di 

partecipanti, nato con la progettazione e l’avvio 

del Programma che riesce a portare a termine il 

lavoro da loro stessi voluto è sinonimo di 

maggiore garanzia di raggiungimento degli 

obbiettivi prefissati. 

La partenza di un programma GSE avviene con 

un anno e mezzo di anticipo sul periodo di 

scambio dei Gruppi. 

Viene infatti avviato da un Governatore, nel 

periodo appena successivo a quello del Suo 

passaggio da Designato a Incoming, quando lo 

stesso riceve dalla Rotary Foundation i dati 

relativi alle sue disponibilità provenienti dal 

Fondo Annuale. 

E’ chiaro che il meccanismo della biennalità, 

trasformabile in annualità, implica che il 

Governatore Incoming interessato lavori di 

comune accordo con il Governatore in carica e 

con quello Designato. 

Nel Flou chart è inserito un esempio per il nostro 

distretto riguardante le nostre più recenti figure 

di Governatori.

Un gruppo GSE rimane in visita nel Distretto 

ospitante per un periodo che va dalle 4 alle 6 

settimane. 

Solitamente il Periodo di visita di un Gruppo 

GSE in un Distretto ospitante comprende quello 

in cui lo stesso organizza il suo Congresso 

Distrettuale, che come è facile pensare è una 

occasione unica di presentazione e di 

conoscenza degli ospiti e del Programma attivato 

anche a tutti i Soci che non hanno avuto modo di 

partecipavi. 

La partecipazione al programma come già 

accennato precedentemente è aperta a giovani 

professionisti con età compresa fra i 25 e 40 

anni, non rotariani né parenti di rotariani. 

E’ mia personale opinione però che il termine di 

40 anni sia troppo elevato, in quanto per motivi 

di ospitalità familiare, è bene mantenere la 

fascia di età in un range che permetta di 

raggiungere più spontaneamente e con velocità 

quel rapporto quasi filiare che viene ad 

innescarsi fra famiglia ospitante e giovane 

professionista. 

C’è da dire inoltre che i Dirigenti della Sezione 

GSE della Rotary Foundation, della Sede di 

Evanston, che seguono e approvano i piani 

inviati dai diversi Distretti, hanno spiegato che 

per giovani professionisti bisogna intendere 

quelle persone, sicuramente immesse nel mondo 

del lavoro e che siano in possesso di una 

occupazione a tempo pieno ( Full Time ) 

remunerata con un preciso e definito reddito. 

Il Gruppo è composto da 4 giovani professionisti, 

e un accompagnatore rotariano. 

Aspese del distretto e con l’accordo di quello 

partner si possono aggiungere fino a due giovani 

professionisti ed la o il consorte dell’accompagnatore. 

Lo sviluppo di un Programma GSE in un 

Distretto viene affidato ad una Commissione, 

appunto quella GSE, che ha i seguenti compiti : 

1. Compilare il Bando di Gara con tutte 

le spiegazioni necessarie sulle 

modalità da rispettare sia sulla 

presentazione dei giovani e dell’accompagnatore 

proposti , sia sui tempi 

con cui far viaggiare le risposte. 

2. Fornire tutte le spiegazioni necessarie 

per permettere ad un Club di poter, 

con consapevolezza dare oppure no 

l’approvazione all’ospitalità del Club 

Partner. 

3. Raccogliere tutte le proposte fatte, 

compilarne una graduatoria 

provvisoria che sia giustificata in 

termini di caratteristiche necessarie e 

in termini di massima espansione 

dall’esperienza sia da un punto di 

vista geografico che di partecipazione 

temporale negli anni, come il nostro 

Distretto si è imposto di fare già da 

diversi anni. 

4. Inviare questa graduatoria per 

l’approvazione definitiva al 

Governatore. 

5. Provvedere alla comunicazione del 

risultato del concorso ai Club 

vincitori dello stesso e a tutti gli altri 

Club dei risultati complessivi. 

6. Raccogliere ed inviare alla R.F. tutti i 

documenti necessari alla 

approvazione del Gruppo da parte 

degli organi centrali. 

7. Avviare il periodo di istruzione prima 

del viaggio del Gruppo . 

8. Trovare una occasione di presentazione 

del gruppo al Distretto. 

9. Organizzarsi affinché il Gruppo possa 

avere a disposizione una eventuale 

uniforme comune per i momenti di 

ufficialità. 

10. Intrattenere i rapporti con il Distretto 

Partner nel periodo di preparazione 

alle due visite e fare in modo che 

questi rapporti vengano estesi 

gradualmente anche ai componenti 

del Gruppo. 

11. Raccogliere tutti i programmi 

dettagliati dei vari Club o gruppi di 

Club ospitanti con tutte le notizie 

riguardanti sia le opportunità di visita 

che i dati relativi al metodo di 

ospitalità e di rintracciabilità dei 

componenti del Gruppo, da inviare 

all’altro Distretto, dopo averne fatto 

un programma unico. 

12. Seguire il proprio Gruppo GSE 

durante il suo periodo di visita. 

13. Seguire il Gruppo ospitato durante il 

suo periodo di permanenza nel nostro 


14. Raccordarsi con i Club ospitanti 

affinché il programma possa essere 

svolto nel migliore dei modi . 

15. Raccogliere le relazioni dei Team 

Leader , compilare ed inviare le 

relazioni alla rotary foundation. 

Dopo questa esposizione abbiamo capito 

che un Club del Distretto può partecipare 

ad un programma GSE con : la presentazione 

di un giovane candidato, la presentazione 

di un socio come Team Leader e la 

sua stessa candidatura a Club ospitante. 

E’ chiaro che avendo la Commissione 

Distrettuale tempi relativamente brevi per 

poter implementare tutto il programma i 

presidenti dei Club devono provvedere 

senza indugio, al ricevimento del Bando di 

concorso a divulgare la notizia a Tutti i 

Soci del Club e a discutere con il consiglio 

direttivo la opportunità di ospitare i giovani 

in visita. 

Le proposte fatte dai soci vengono 

presentate al Consiglio Direttivo che deve 

già poter fare una prima valutazione di 

regolarità delle proposte, per poter inviare 

alla Commissione Distrettuale solo quelle 

che possono essere accettate. 

Inoltre se il Club o il gruppo di Club ha 

deciso per l’ospitalità del GSE e dopo aver 

ricevuto il programma preliminare di 

accoglienza in chi è stato inserito, nel quale 

la Commissione Distrettuale ha provveduto 

ad individuare i giorni affidati e i le Schede 

biografiche dei componenti del Gruppo 

Ospitato, dovrà compilare un programma 

dettagliato, come precedentemente detto 

avendo cura di inserire tutti i dati di rintracciabilità 

dei componenti del GSE. 

Questo vuol dire mettere i nominativi dei 

Soci Responsabili e quelli delle famiglie 

ospitanti con tutti i dati relativi al loro 

indirizzo, telefono, e-mail, ed eventuale 

fax . 

Il programma complessivo non dovrà 

dimenticare la necessità di dare al Gruppo 

almeno 4-5 giorni di riposo da passare in 

completa indipendenza e privacy. 

Volendo a questo punto arrivare a delle 

conclusioni bisogna dire che: 

Negli anni precedenti si è parlato molto 

dell’effettiva utilità di questo programma o 

di come conviene di volta in volta 

organizzarlo. 

C’è chi ha sostenuto l’opportunità di 

inviare solo giovani professionisti che 

abbiano a che vedere con l’effettiva 

vocazione commerciale, industriale, 

terziaria, sociale e culturale della zona. 

C’è chi sostiene di dover trovare solo zone 

in cui ci siano grandi interessi e grandi cose 

o città da vedere e magari si è lamentato 

della scarsa qualità del Distretto Partner. 

C’è chi sostiene che la mole di lavoro e di 

risorse che vengono spese non è 

proporzionale ai benefici degli obbiettivi 

prestabiliti. 

C’è chi si è lamentato di non aver trovato il 

riscontro di continuità di amicizia donato 

nel periodo della visita, dopo la partenza 

del gruppo. 

Io credo al contrario che questi aspetti 

abbiano una importanza secondaria perché 

il vero obbiettivo del Programma è quello 

di far crescere, nei Giovani professionisti 

prescelti una consapevolezza di poter nel 

futuro spendere la propria vita e le proprie 

abilità professionali anche nell’ottica di 

una donazione da distribuire a chi ne avrà 

bisogno e che nel mondo esistono delle 

persone che questo lo stanno già facendo, 

per proprio conto e sopratutto in nome di 

diverse Associazioni fra le quali si colloca 

il Rotary International come 

Organizzazione fra le più avanzate , meglio 

organizzate ed importanti fra quelle 

esistenti. 

Questa opinione lo ha chi, come me, a 

questo programma ha partecipato 

direttamente, in tempi ormai non recenti, e 

che ancora oggi si sente indebito per una 

esperienza che ha tutte le caratteristiche 

della impagabilità. 

Francesco Ottaviano 

Dicembre 2003 • 15

POLIOPLUS: ERADICAZIONE DELLA 

MALATTIA ENTRO IL 2005 

La polio è conosciuta fin dal tempo degli 

antichi Egizi. 

Grave malattia virale che colpisce il 

sistema nervoso,corna anteriori del midollo 

spinali che lascia gravi paralisi flaccide agli 

arti e talvolta quando interessa i muscoli 

respiratori può portare a morte il piccolo 

per insufficienza respiratoria.Non esisteva 

cura specifica per tale malattia.Merito di 

due grandi scienziati e benefattori 

dell’umanità Salk e Sabin l’aver ottenuto 

un vaccino,il primo con virus uccisi(da fare 

per via intramuscolare),il secondo con 

virus attenuati (da somministrare per 

os.)che hanno permesso di aver ragione di 

tale grave ed invalidante malattia dell’infanzia. 

Convention Rotariana di Roma 1979 decise 

di combattere la fame nel mondo,e di 

debellare la polio. 

Un Italiano Sergio Mulitsch in pochi mesi 

studio un programma operativo in cui si 

definivano i dettagli tecnici ed organizzativi 

di un possibile piano di vaccinazione ,cui 

egli pensava avrebbero potuto aderire tutti i 

Dstretti Rotariani d’Italia. Il piano venne 

approvato nel febbraio 82 dal Consiglio 

Generale della Rotare Fundation,a cui 


venne dato il nome POLIOPLUS. 

Nel 88 il Consiglio Direttivo della WHO in 

rappresentanza di 173 paesi,accettò la 

proposta fatta dal R.I: ed iniziò la 

campagna nel mondo che prese il nome di 

POLIO PLUS ERADICATION 

INITIATIVE. 

Entro il 2005 i contributi Rotary per 

raggiungere tale ambizioso traguardo 

supereranno i 500 milioni di dollari. 

Fino ad oggi,122 nazioni hanno beneficiato 

dei finanziamenti per l’immunizzazione 

contro la poli e la sua eradicazione. Dal 

1988,fino fino all’obiettivo del 2005 5 

milioni di persone dei paesi in via di 

sviluppo saranno vaccinate. 

Dall’85 al’02 più di due miliardi di bambini 

hanno ricevuto il vaccino orale antipolio. 

Livello record di vaccinazione 

nell’anno2002 con 500 milioni di bambini 

vaccinati in 96 paesi usando due miliardi di 

dosi di vaccino orale. 

Da quando il Rotary ha iniziato la 

campagna il numero di paesi polio 

endemici è passato da 125 nel 1985 a 7 

paesi nel 2002;il numero di casi di polio è 

diminuito di più del 99% dal 1985 e del 

90% da quando si è incrementata 

PERCHÈ 

RACCOGLIERE FONDI 

Quando il nostro Governatore mi ha affidato 

il tema dell’intervento da sviluppare, mi 

sono posto alcune domande: 

• perché raccogliere fondi per la 

Rotary Foundation? 

• come raccogliere fondi per la 

Rotary Foundation? 

• che destinazione dare ai fondi 

raccolti per la Rotary Foundation? 

Perché raccogliere fondi per la Rotary 

Foundation 

Oggi mi chiedo: 

Immaginate per un momento che il Rotary 

non sia mai esistito... 

Pensate a tutte quelle cose che non 

sarebbero mai state realizzate senza di 

esso... 

... alle scuole ed ai luoghi di cura che non 

sarebbero mai stati costruiti... 

…ai pozzi mai scavati…. 

…pensate a quanti bambini in più avrebbero 

sofferto la fame se non ci fosse stato il 

Rotary... 

... e a quanti anni ancora il mondo avrebbe 

dovuto aspettare per liberarsi del terribile 

flagello della poliomielite senza il 

Programma PolioPlus del Rotary. 

Ma il Rotary esiste e, in quasi cent’anni di 

vita ha realizzato quanto è stato finora 

menzionato. 

I rotariani fanno la differenza, offrendo 

opportunità d’istruzione! 

I rotariani fanno la differenza, combattendo 

la fame nel mondo! 

I rotariani fanno la differenza, prendendosi 

cura dei bambini nel mondo! 

I rotariani fanno la differenza, preservando 

il pianeta terra! 

Ricordiamo i numeri delle iniziative assunte 

dal Rotary, io li ho sentiti molte volte, ma 

quando li rileggo in un’unica sintesi, non vi 

nascondo che resto stupito. 

l’iniziativa globale per estirpare la polio nel 

1999 

Si può proteggere un bambino dalla polio 

con un costo di appena 0,60 dollari per ogni 

dose di vaccino. 

Per estirpare la polio tra il 2001 e il 2005 

necessitano ancora 725 milioni di dollari di 

cui 450 verranno forniti dai 

donatori;restano da reperire 275 milioni di 

dollari.Fino al giugno scorso il Rotare ha 

raccolto 111milioni di dollari 30 milioni in 

più circa del preventivo.Questo ci deve 

rendere per ora soddisfatti 

Il numero di casi di polio è diminuito del 

99% da quando il Rotary ha lanciato il 

programma Poliplus. 

Pertanto il nostro prossimo obiettivo è 

quello di ottenere la Certificazione Globale 

allorquando tutto il Mondo potrà essere 

considerato Polio Free .L’obiettivo è ormai 

a portata di mano e dobbiamo con tutti i 

nostri mezzi centrarlo. Questo sarà un 

grande dono che il Rotary ,i suoi partners i 

Governi delle varie Nazioni ed i Donatori 

faranno all’Umanità intera. 

Mario Fornaci 

Rotary Club Terni 

I relatori che mi hanno preceduto Vi hanno 

già dato alcune cifre, i miei saranno solo dei 

flash: 

• Un miliardo e duecento milioni di 

dollari spesi per programmi 

rotariani dal 1936 al 2001; 

• Oltre duecentomila studenti 

hanno usufruito del programma 

scambio giovani; 

• Oltre due miliardi di bambini 

vaccinati contro la polio , oltre un 

milione di rotariani che hanno 

destinato tempo e risorse alle 

giornate dell’immunizzazione 

nazionale antipolio e cinquecento 

milioni di dollari investiti per 

portare a compimento 

l’intervento; 

• 80 milioni di dollari destinati al 

programma GSE – Scambio di 

gruppi di studio con 42.000 

partecipanti; 

• 34.000 borse di studio assegnate 

in tutto il mondo; 

• settanta milioni di dollari per i 

programmi 3H per la salute, per 

combattere la fame e per progetti 

umanitari;

• 10 milioni di dollari destinati ai 

volontari del rotary; 

• oltre 16.000 sovvenzioni paritarie 

approvate (Matching grant). 

La raccolta fondi della Rotary Foundation si 

è raddoppiata negli ultimi dieci anni, a 

testimonianza della sempre maggior 

condivisione raggiunta fra gli oltre 

1.200.000 soci rotariani. 

Forse non tutti sanno che cosa si può 

realizzare con il tuo contributo alla 

Fondazione Rotary: 

Un contributo di 50 dollari fornisce: 

• un intervento per le cataratte per 2 persone 

in India 

• tre banchi scolastici in Messico 

• farmaci di base per una clinica in 

Indonesia 

• vaccini e siringhe per immunizzare 3 

bambini contro l’epatite in un orfanotrofio 

in Romania 

Un contributo di 1.000 dollari fornisce 

• un corso di formazione per l’allevamento 

di bestiame per una vedova in Uganda, dove 

i bambini muoiono a causa di mancanza di 

proteine e calcio nell’alimentazione. 

• il materiale necessario per la costruzione 

di un pozzo profondo, trivellato per fornire 

acqua potabile a più di 300 persone in India 

• un vivaio di alberi che produrrà 5.000 

pianticelle arboree all’anno e aumenterà il 

reddito 

Un contributo di 5.000 dollari fornisce 

• un impianto idrico per creare un’azienda di 

piscicoltura in un centro di formazione 

agricola di Zimbabwe che offre corsi di 

formazione a circa 50 persone all’anno 

• corsi di formazione sull’uso del computer 

e corsi di cucito, maglieria e ricamo per 

50.000 residenti di un quartiere molto 

povero di Delhi in India 

• il dono dell’alfabetizzazione a 65 adulti in 

zone rurali del Guatemala fornendo libri e 

corsi di formazione a 10 istruttori 

Vorrei, però, offrirvi un ulteriore spunto, un 

motivo in più, per contribuire alla Rotary 

Foundation: 

“ Impariamo ad utilizzare i Fondi che la 

Rotary Foundation mette a disposizione del 

nostro Distretto 

“Decidiamo noi a chi devono essere 

destinati i fondi, credo sia importante 

fornire dei concreti esempi di utilizzo Fondi 

Distrettuale e della Rotary Foundation, per 

comprendere bene la leva che abbiamo la 

possibilità di “sfruttare”. 

V’illustrerò l’esperienza del Rotary Club di 

Pesaro nella realizzazione di due Matching 

Grant: 

M.G. Scuola professionale di St. Kizito – Kenya 

Iniziativa interdistrettuale a favore di una scuola 

professionale di Nairobi, per complessivi 23.750$, 

con il contributo del Distretto 2090 e della Rotary 

Foundation. 

Progetto finanziario 

“ Rc.Pesaro 5.000$ 

“ Rc.Angera 3.000$ 

“ Rotaract Lecco 3.500$ 

“ Rc.Nairobi 1.000$ 

“ Dist.2090 2.500$ 

“ Rotary Found. 8.750$ 

M.G.- Centro per l’infanzia San Salvador de Bahia – 

Brasile 

Iniziativa fra club della Provincia di Pesaro fav. Centro 

per l’infanzia – San Salvador de Bahia – Brasile con il 

contributo del Distretto 2090 e della Rotary Foundation 

per complessivi 20.000$. 

Progetto finanziario 

“ Rc.Pesaro 5.000$ 

“ Rc.Cagli 1.000$ 

“ Rc.Fano 1.000$ 

“ Rc.Rossini 1.000$ 

“ Rotaract Ps 1.000$ 

“ Rc.Urbino 1.000$ 

“ Distr. 2090 2.500$ 

“ Rotary Found. 7.500$ 

Le cifre si commentano da sole; in ambedue 

i casi, la Rotary Foundation appare come il 

maggior contribuente per la realizzazione 

dei due interventi e i contributi offerti dal 

Nostro Distretto fanno parte dei fondi che la 

Rotary Foundation restituisce per finanziare 

le iniziative che vengono scelte in loco. 

Il meccanismo è già stato illustrato: la RF. 

aggiunge il 50% di quanto versato dai club 

ed il 100% di quanto “aggiunge” il 


Come raccogliere i fondi per la Rotary 

Foundation: 

Ricordo che contributi versati dal 

Distretto 2090 nell’anno 2002/2003 sono 

stati pari a 304.238 dollari di cui: 

per la polio plus 232.692$ 

per il fondo annuale 67.494$ 

per il fondo permanente 4.052$ 

meritano una particolare citazione ed un 

vostro applauso i club che hanno raccolto 

più di 10.000$, mi riferisco a: 

Il Contributo medio pro capite, per 

l’anno in esame, del Distretto 2090, è 

stato pari a circa 96 US$ 

I club hanno dimostrato grande capacità di 

raccolta, ricordiamo alcune delle iniziative 

più significative: 

• Coppa del Governatore di Golf 

• Gara di Tiro a Volo 

• Vendita libri poligrafico 

• Concerti di beneficenza 

• Feste finalizzate alla raccolta fondi 

In futuro basta confermare la capacità di 

raccolta dimostrata nel passato 

Che destinazione dare ai fondi raccolti 

per la Rotary Foundation. 

“Due necessità, due modi di donare” è il 

messaggio complessivo della Fondazione 

Rotary per la raccolta di fondi; in questa 

frase sta la chiave per appoggiare nonché 

aumentare i programmi della Fondazione in 

futuro; il messaggio riguarda tutti i 

contributi alla Fondazione, dai soci 

sostenitori, dai benefattori, dai grandi 

donatori il cui ritratto è esposto nel Salone 

d’Onore del Rotary, presso la sede centrale 

di Evanston. 

Le due necessità riguardano il sostegno 

attuale e futuro ai programmi della 

Fondazione Rotary. I due modi si 

riferiscono ai contributi al Fondo 

Programmi (o fondo annuale) e al Fondo 

Permanente. 

Fondo annuale (fondo programmi) 

Il Fondo Annuale Programmi è un fondo al 

quale vengono indirizzate le donazioni 

volontarie di Distretti Rotary, Rotary Club, 

Rotariani, privati cittadini o enti, che 

vogliono contribuire ai programmi che 

annualmente la Fondazione Rotary realizza 

con progetti di carattere umanitario o 

educativo in favore di realtà bisognose di 

aiuto, in qualsiasi parte del mondo. 

Le somme donate vengono amministrate per 

3 anni dalla Fondazione che ne ricava un 

rendimento finaziario da utilizzare per 

coprire le spese di gestione della 

Fondazione. 

Trascorsi i 3 anni, le somme vengono poi 

spese totalmente, seguendo il seguente 

criterio di ripartizione: 

- il 50% di queste somme ritorna nelle 

disponibilità dei Distretti Rotary di 

provenienza, che li utilizzano per finanziare 

i propri progetti (educativi, umanitari); 

- il 50% viene trattenuto dalla Fondazione 

per incrementare il Fondo Annuale dei 

Programmi e viene utilizzato, insieme ad 

altre risorse, per co-finanziare i progetti 

presentati dai Distretti o dai Rotary Club. 

La partecipazione ai programmi da parte dei 

Distretti, Club, singoli Rotariani e la 

condivisione di obbiettivi di contribuzione, 

sono garanzie di successo e di regolare 

successione annuale dei programmi stessi. 

Fondo Permanente: è un fondo di 

accumulo di risorse, provenienti da 

donazioni volontarie di Distretti Rotary, 

Rotary Club, Rotariani, privati cittadini o 

enti, che vogliono contribuire a garantire 

per il futuro la capacità della Fondazione di 

fare fronte alle necessità di finanziamento 

dei suoi programmi. 

Le somme donate non vengono mai spese, 

ma vengono investite in modo prudente ed 

oculato, in modo che diano un flusso 

continuo di capitali derivante da interessi e 

dividendi azionari. 

Questi ricavi finanziari vengono utilizzati: 

- una parte per coprire le spese di gestione 

dellaFondazione, 

- una parte viene accantonata per 

salvaguardare il capitale dalla quota annuale 

di inflazione, 

- tutto il resto viene utilizzato per finanziare 

i programmi di aiuto della Fondazione. 

Budget per la raccolta fondi del Distretto 

2090 - Anno 2003/2004 


Fondo Annuale – 50 dollari pro capite 

Fondo Permanente – 20 benefattori nel 

distretto (almeno 1.000$ per ogni 

benefattore) 

Polio Plus – i versamenti effettuati l’anno 

scorso hanno consentito il raggiungimento 

degli obbiettivi e quindi non è necessario 

versare fondi a questo titolo 

Vorrei sottolineare che impegnarsi per la 

polio plus ha lo stesso valore 

• Di aiutare un bambino argentino a lottare 

contro una malattia letale 

• Di promuovere la creazione di un 

programma di alfabetizzazione per donne 

indiane 

• Di fornire un’occasione unica nella vita ad 


un borsista in Perù 

Modalità di versamento contributi 

Bonifico a fav. “Rotary International” 

n. Conto 0000000705 

JP MORGAN CHASE 

Via Catena 4 – 20121 Milano 

CAB 01600 ABI 03494 

Versamento a favore del fondo annuale - 

Indicazione della causale e nome del club 

versante. Versamento a favore del fondo 

permanente - Indicazione del nome del 

benefattore e del club di riferimento 

Per saperne di più 

Consultate il sito internet della Rotary 

Foundation (in italiano), troverete la 

segnalazione di una serie di manuali per 

FONDAZIONE ROTARY 

Programmi educativi: Borse di studio degli ambasciatori del Rotary e Borse di 

studio per la pace mondiale. 

Nel vasto campo d’interventi a carico ed a 

merito della Fondazione Rotary un posto di 

rilievo occupano i programmi educativi che 

comprendono le “Borse di studio degli 

ambasciatori del R.”, cui recentemente si sono 

aggiunte le 70 borse di studio biennali per la 

“Pace mondiale”, le “Sovvenzioni per docenti 

universitari” e gli “Scambi Gruppi di Studio”. Il 

mio compito si limita a fornirvi qualche 

orientamento (e a richiesta tutte le informazioni 

possibili) sul primo argomento. 

Vorrei ricordare anzitutto che il programma 

borse di studio fu lanciato per la prima volta nel 

lontano 1947, lo stesso anno in cui venne a 

mancare Paul Harris. Si assegnarono allora 18 

borse di studio a 18 studenti di 18 paesi diversi. 

Da allora, come naturale, l’impegno si è a 

dismisura accresciuto numericamente e 

arricchito nei contenuti. Oggi, come sapete, la 

Fondazione indica nei propri borsisti dei supposti 

“ambasciatori” del Rotary, un appellativo che 

può suscitare qualche facile ironia se non si 

comprende appieno il senso dell’operazione. Ma 

di questo aspetto dirò più avanti se riuscirò a 

contenermi nei tempi assegnatimi. Mi preme ora 

darvi qualche suggerimento pratico che spero 

possa essere utile a chi desidera partecipare al 

programma, sul quale si hanno spesso idee vaghe 

e non poche perplessità di ordine procedurale. 

E’ bene anzitutto chiarire che il numero delle 

borse messe in palio nel nostro distretto è 

piuttosto basso, non più di tre annualmente, ivi 

comprese quelle di media durata (3 o 6 mesi), ma 

in talune annate non si riesce ad andare oltre 

un’unica borsa (annuale o biennale) e può anche 

verificarsi il caso di completa indisponibilità per 

insufficienza di fondi o per dirottamento dei 

pochi fondi in altri settori considerati più urgenti. 

Ci si può chiedere, a questo punto, se valga la 

pena di parlarne e di indicarne le finalità. Ho già 

avuto modo di precisare in altra occasione che se 

anche si trattasse di assegnare una sola borsa 

annuale ciò non sarebbe motivo valido per 

ignorarne i fini col darne un’applicazione 

sbrigativa e lacunosa. 

Quest’anno purtroppo, pur avendo il Distretto 

a disposizione una borsa di 25.000 dollari, non si 

è presentato nessun candidato. Situazione 

veramente incomprensibile. A più riprese sono 

apparsi annunci e informazioni sulla nostra 

rivista distrettuale, sono stati spediti i moduli di 

domanda a tutti i club, eppure non si è sentita una 

voce da parte delle apposite commissioni di club 

(“Azione internazionale”, per intenderci), non si 

è attivato nessuno “sponsor” per presentare un 

candidato , un giovane meritevole di assumersi 

l’impegno di nostro “ambasciatore” all’estero. Si 

è trattato, io credo, di una distrazione 

imperdonabile. Per questo motivo ritengo utile 

ripetere alcuni suggerimenti: 

1) Ogni club dovrebbe porsi 

annualmente il compito di 

individuare, attraverso la propria 

commissione preposta all’azione 

internazionale, un candidato ad una 

borsa di studio, nominando all’uopo il 

relativo rotariano “sponsor” 

incaricato di preparare il giovane alle 

tematiche rotariane e di assisterlo 

nelle “démarches” procedurali. 

2) Individuato il candidato, il club si 

dovrebbe concretamente attivare per 

istruire il “dossier” durante i mesi 

primaverili (marzo – aprile), allorché 

il Distretto ha ripartito i fondi 

provenienti dal programma “share”, il 

cosiddetto Fodd (Fondo designazione 

distrettuale) in base al quale vengono 

stabiliti il numero e il tipo di borse 

messe in palio. 

3) Per istruire il “dossier” occorre 

naturalmente richiedere il necessario 

modulo alla Segreteria del Distretto o 

direttamente al presidente della 

commissione distrettuale. Si può farlo 

agevolmente e rapidamente anche 

la concessione di borse di studio e per la 

concessione di maching grant 

http://www.rotary.org/languages/italian/do 

wnloads/index.html 

Arch Klumph (padre della Rotary 

Foundation) nel 1917 – al congresso di ad 

Atlanta affermò: 

“E’ opportuno accettare delle donazioni allo 

scopo di utilizzarle per fare del bene nel 

mondo”. 

Una donazione alla Fondazione è un modo 

speciale di fare la differenza nella vita di 

un’altra persona nel mondo. 

Camillo Piazza Spessa 

attraverso il sito Web: w.w.w. 

rotary.org E’ necessario leggere 

attentamente il modulo e seguirne le 

indicazioni. Tutto in esso è previsto 

con grande chiarezza. Le cose non 

sono così complicate come potrebbe 

sembrare all’apparenza. Si tratta solo 

di vincere una certa ritrosia a mettere 

il naso nelle direttive ufficiali che la 

Fondazione, efficientissima, ci fa 

puntualmente pervenire. Ad ogni 

modo, in caso di incertezze sulla 

procedura, è sempre possibile 

chiedere chiarimenti alla 

commissione distrettuale. 

4) Il fascicolo del candidato va spedito 

al presidente della commissione entro 

il mese di agosto (al più tardi). 

5) Si tenga anche presente che nel 

numero di marzo di Rotary 2090 

appare ogni anno l’annuncio del 

programma annuale borse di studio 

con relativo puntuale richiamo delle 

modalità da seguire. 

Ciò detto per quanto riguarda la procedura, 

vorrei aggiungere due parole sulla 

“filosofia” sottesa al programma, che 

evidentemente non è solo quella di 

assicurare a un giovane, sia pure 

meritevole, il semplice pagamento del 

costo di un corso di studi all’estero. Non è 

questo , io credo, l’intento del Rotary e chi 

volesse coglierne il vero significato 

potrebbe utilmente consultare nel sito Web 

citato, la esauriente guida dedicata ai 

rotariani, la quale proprio nella pagina 

introduttiva così si esprime: “I rotariani che 

appoggiano finanziariamente le borse di 

studio della F.R. sanno che il loro 

investimento nella formazione di un 

borsista dev’essere accompagnato da un 

accurato processo di selezione, da un buon 

programma di orientamento, da una

generosa assistenza da parte dei rotariani 

ospiti e da un intenso programma di contatti 

fra gli ex – borsisti.” Il club, e per lui la 

commissione preposta all’azione 

internazionale, deve assumersi tra gli altri 

anche questo preciso scopo. Parliamoci 

chiaro: non basta istruire una pratica e 

spedire un fascicolo alla commissione 

distrettuale. Spesso, purtroppo, si 

presentano candidati digiuni di ogni vera 

conoscenza rotariana e si verificano casi di 

concorrenti che non conoscono il proprio 

“sponsor” di riferimento, né mai con lui si 

sono incontrati. Come volete che tali 

candidati possano rappresentare il Rotary in 

qualità di “ambasciatori” se appena ne 

hanno sentito parlare? Al di là delle facili 

ironie che il termine può suscitare resta 

l’esigenza di garantire scelte che rappresentino 

il Rotary, i suoi valori, il suo stile. I 

borsisti del Rotary in giro per il mondo, sia 

che partano dall’Italia sia che vengano nel 

nostro paese (e ne vengono parecchi) 

devono poter parlare di noi con simpatia, 

partecipare possibilmente alle nostre 

riunioni, acquisire uno stile ed una forma 

mentis che li disponga al dialogo, 

all’amicizia e alla solidarietà. Molti di loro, 

divenuti adulti, potranno a loro volta 

entrare nel Rotary con piena convinzione. 

Compito analogo, di assistenza più che 

di orientamento, i club possono svolgere 

nei confronti dei borsisti stranieri che 

giungono in Italia. Il nostro distretto ne 

riceve sempre parecchi, specie dal 

Giappone che invia studenti a Perugia per 

corsi di lingua, a Urbino per apprendervi 

l’arte dell’incisione e a Pesaro per 

perfezionarsi nel canto e nella musica 

presso il Conservatorio “Rossini”. Il 

compito dell’assistente ospite è molto 

importante. Egli deve accogliere il borsista 

straniero, aiutarlo a superare le prime 

difficoltà nell’impatto con il nuovo 

ambiente, fargli sentire la simpatia di una 

presenza amica, introdurlo alle riunioni di 

club invitandolo anche –se del caso – a 

svolgere relazioni sul proprio paese. E’ 

un’esperienza interessante che mi sento di 

consigliare ad ogni amico rotariano, 

avendola personalmente vissuta per diversi 

anni, ricavandone indubbi vantaggi per 

nuove amicizie ed esperienze culturali. Ho 

rilevato, a volte, perplessità ed incertezze 

ad accettare tali incarichi, nei quali si 

intravedono forse compiti troppo 

impegnativi. Cerchiamo di superare tali 

riluttanze, obiettivamente ingiustificate. Se 

ci fermiamo per un momento a immaginare 

la grande ragnatela mondiale di questo 

interscambio di esperienze, specie di 

perfetto sistema di vasi comunicanti, ci 

rendiamo conto dell’importanza che anche 

un progetto così semplice come quello delle 

borse di studio può avere nell’ambito 

dell’azione rotariana, in particolare nello 

POLIOPLUS 

Una sfida stra…vinta ! 

Mi induce a scrivere queste poche righe la constatazione che su POLIOPLUS e sulla 

sfida dello scorso anno rotariano, la campagna mondiale “Manteniamo la nostra 

promessa di eradicare la polio”, anche dopo il recente Forum di Ascoli Piceno, esiste 

una certa disinformazione e qualche incertezza a proposito dei relativi dati. 

In verità, quanto intendo ancora ripetere era già contenuto in una mia breve relazione 

resa pubblica al Forum tenuto a Colbordolo nell’ottobre scorso (al quale non mi è 

stato possibile partecipare a causa di un impegno in Romania per la definizione di 

un gemellaggio tra il Club di Tolentino e quello di Arad) ma, evidentemente non è 

bastato. 

Sento il dovere di fare ciò perché, in qualità di responsabile della campagna per il 

nostro Distretto su incarico dell’allora Governatore Lenzi, ho visto di persona 

l’impegno eccezionale di tutti i Club, compresi quelli albanesi, volto a raccogliere la 

sfida proposta dal Rotary International per giungere infine ad un risultato al di sopra 

di ogni aspettativa. 

Infatti, i Rotariani non hanno smentito la loro fama di generosità e, superando di gran 

lunga l’obbiettivo di 80 milioni di dollari, a fine agosto 2003, la raccolta globale nel 

mondo aveva raggiunto la somma di oltre 111 milioni di dollari ! 

Ma l’incredibile, e quasi insperabile, è avvenuto nel nostro Distretto, perché la 

raccolta ha toccato la cifra finale di 232.692 dollari, circa 450 milioni delle vecchie 

lire ! 

E tutto grazie all’impegno dei Presidenti di Club e dei tanti Rotariani che hanno 

profuso le loro energie senza alcun risparmio, mostrando nei teatri, nelle piazze, 

negli stadi, nelle città, la validità del nostro impegno e la forza degli ideali rotariani. 

Ad essi va riconosciuto appieno quanto hanno saputo realizzare; ad essi deve perciò 

andare il grazie più motivato e sentito sia nostro che di tutti i bambini e dei loro 

genitori che, infine, saranno liberati per sempre dal terribile flagello della polio. 

E’ stata, ancora una volta, la riprova che i Rotariani, pur talvolta apparentemente 

poco attivi e distaccati, se adeguatamente sollecitati e convinti, sanno agire con 

concretezza per giungere con ferma determinazione a realizzare eventi assolutamente 

straordinari. 

PDG Giorgio Rossi (Club Ancona) 

sforzo che il Rotary sostiene per favorire la 

comprensione tra società diverse. 

A questo punto devo aggiungere che da 

qualche anno la F.R. mette annualmente a 

disposizione dei distretti 70 borse di studio, 

denominate “Borse di studio per la pace 

mondiale”. Tali borse, della durata di due 

anni, danno al candidato la possibilità di 

accedere ad uno dei Centri del Rotary per 

studi internazionali sui problemi della pace 

e della risoluzione dei conflitti. I Centri, 

collegati con Università-partner hanno 

l’obiettivo di promuovere la ricerca, 

l’insegnamento, la pubblicazione di 

contributi scientifici, le conoscenze sui 

problemi della pace, l’intesa tra i popoli. 

Ogni distretto può presentare un solo 

candidato per la selezione finale dei 70 

borsisti affidata, congiuntamente alla 

Fondazione Rotary e alle Università – 

partner. 

Quanto opportuna sia questa iniziativa 

della Fondazione e coerente con le sue 

finalità mi sembra di assoluta evidenza 

anche in considerazione delle gravi tensioni 

internazionali tuttora irrisolte. E’ 

un’occasione che il nostro distretto non 

dovrebbe lasciarsi sfuggire, considerato 

anche il fatto che tutte le spese sono a 

carico della Fondazione e non intaccano il 

nostro fondo di designazione distrettuale. 

Tutte le informazioni del caso potranno 

ricavarsi consultando il già citato sito Web 

del Rotary. 

Urbano Urbinati 

Presidente Commissione borse 

di studio ed ex-borsisti 


ROTARY, GOLF E 

SOLIDARIETÁ 


Nei giorni 11 e 12 ottobre 2003 presso il Conero Golf Club di 

Sirolo (AN) sono state disputate per il secondo anno il 

challenge ‘Umberto Pallotta’ e la ‘Coppa del Governatore 

Distretto 2090 Rotary International’: due manifestazioni 

sportive di rilevante interesse organizzate a scopo benefico dal 

Rotary Club Ancona Riviera del Conero e patrocinate dalla 

CHALLENGE ‘UMBERTO PALLOTTA’ 

Rotariani A.I.R.G. – 1ª Categoria 

1° Netto TARDELLA R.C. Ancona Riviera del Conero 

1º Lordo MARTIRI R.C. Osimo 

2° Netto PIRRO R.C. Civitanova Marche 

3º Netto SCAPINI R.C. Ravenna 

Rotariani A.I.R.G. 2ª categoria (25/34) 

1° Netto BUONERBA R.C. Lanciano 

2° Netto LAZZERI R.C. Ancona 

3° Netto MARINELLI R.C. Civitanova Marche 

Premi Speciali 

1° Seniores ZAGNOLI R.C. Forlì 

Mogli Rotariani 

1° Netto GIAMPIERI LAZZERI R.C. Ancona 

COPPA DEL GOVERNATORE DISTRETTO 2090 

Rotariani A.I.R.G. – 1ª Categoria 

1° Netto MARTIRI R.C. Osimo 

1º Lordo PIRRO R.C. Civitanova Marche 

2° Netto TARDELLA R.C. Ancona Riviera del Conero 

3° Netto SCAPINI R.C. Ravenna 

Rotariani A.I.R.G. 2ª categoria 

1° Netto MARINELLI R.C. Civitanova Marche 

2° Netto ZAGNOLI R.C. Forlì 

3° Netto VECERE R.C. Lanciano 

Premi Speciali 

1° Seniores BUONERBA R.C. Lanciano 

Mogli Rotariani 

1° Netto BALDONI MARTIRI R.C. Osimo 

2° Netto GIAMPIERI LAZZERI R.C. Ancona 

Rotary Foundation 

Regione Marche, dalla Provincia e dal 

Comune di Ancona. 

Le due competizioni hanno visto una 

partecipazione davvero numerosa e 

qualificata: ben 101 golfisti rotariani e non 

(+42% rispetto all’anno precedente), 

provenienti da ogni parte d’Italia, si sono 

dati appuntamento sul green del Conero 

Golf Club in un ambiente delizioso, lungo 

un percorso veramente impegnativo 

illuminato da due giornate di sole 

invidiabili, per contendersi gli ambìti trofei 

in palio. 

Il Club di Osimo e quello di Ancona Riviera 

del Conero l’hanno fatta da padrone, visto 

che i loro rappresentanti – Antonio Martiri e 

Francesco Tardella – si sono aggiudicati il 

primo posto, rispettivamente in 1ª categoria, 

l’uno nella Coppa del Governatore, l’altro 

nel Challenge Pallotta. 

Altri premi sono andati a rotariani dei Club 

di Ancona, Lanciano, Forlì, Ravenna e 

Civitanova Marche, come si può vedere 

dalle classifiche riportate in calce. 

Le gare e le cerimonie per le premiazioni, 

che si sono svolte in un clima simpatico e 

gioviale, con la presenza anche del 

presidente della Provincia di Ancona Enzo 

Giancarli, sono state l’occasione per 

salutare il Governatore Vincenzo 

Montalbano Caracci e tanti rotariani, 

nonché numerosi soci del Conero Golf 

Club, che non hanno voluto far mancare il 

loro calore e la loro partecipazione alle 

finalità perseguite dalla manifestazione. 

Grazie alla sensibilità dei soci del Rotary 

Club Ancona Riviera del Conero e a quella 

dei loro amici e conoscenti, in occasione 

delle giornate di gara in questione è stato 

possibile raccogliere una somma considerevole: 

oltre 10.500,00 euro che saranno 

interamente devoluti alla Rotary Foundation 

e al programma PolioPlus. 

Insomma, così com’era avvenuto l’anno 

scorso, golf amicizia e solidarietà – sotto 

l’egida del Rotary International – hanno 

caratterizzato le giornate in questione. 

“Certamente, questo evento rappresenta 

solo una delle attività, forse la più eclatante, 

tra quelle che abbiamo intenzione di mettere 

in cantiere in questo anno rotariano”, ha 

sottolineato Giancarlo Gioacchini, 

presidente del Rotary Riviera del Conero. 

“Siamo infatti consci che la raccolta di fondi 

per la Rotary Foundation non si deve 

assolutamente fermare, soprattutto in 

momenti come questi, in cui è crollato il 

rendimento del fondo permannte”. 

Mauro Bignami

SALVO BUON 

FINE... 

Siamo reduci da un seminario sui temi 

della Fondazione Rotary, svoltosi nella 

bella cornice di Ascoli Piceno, città 

stupenda. Detto tra parentesi, il Rotary 

offre anche una possibilità d’incontrarsi 

tra amici in luoghi meritevoli di una 

visita turistica, che però in genere viene 

regolarmente rinviata se non si è spinti 

da un concreto impegno. Si è discusso 

come di consueto dei vari aspetti in cui 

si configura l’attività della Fondazione, 

dei vari rivoli nei quali confluiscono i 

contributi dei soci e infine delle 

modalità di utilizzazione dei medesimi. 

Gli amici presenti si sono certamente 

resi conto dell’importanza di questa 

istituzione, forse poco conosciuta nelle 

sue reali potenzialità a livello di club e 

di conseguenza male utilizzata all’occorrenza. 

Non è mia intenzione, ora, 

riprendere quei temi. Le relazioni svolte 

sono state raccolte in opuscolo, a 

disposizione quindi del rotariano di 

buona volontà che non disdegni di 

metterci il naso. 

Ho avuto conferma di una sensazione 

che provo da anni ormai, da quando 

cioè mi è stato affidato l’incarico di 

seguire un settore dell’attività della 

Fondazione nell’ambito dei temi 

educativi. Ho avuto sempre 

l’impressione, convalidata di anno in 

anno, di una macchina perfettamente 

oliata e funzionante nei minimi dettagli. 

Nessuna approssimazione, nessun 

ritardo affannoso, tempismo perfetto 

nelle comunicazioni e chiarezza 

esemplare dei testi. Affacciarsi con 

spirito vigile alle attività della 

Fondazione significa avvertirne le 

potenzialità e soprattutto recepirne la 

serietà. Tutti sanno che i contributi 

vengono dirottati su due fondi diversi, 

quello annuale e quello permanente. 

Tutti, forse, sanno che il fondo 

permanente è intangibile (di esso si 

utilizzano solo gl’interessi) e che quello 

annuale ritorna al 50% dopo tre anni al 

Distretto per la parte da questo versata 

e può essere utilizzato per le sue 

esigenze e i suoi progetti, ma molti 

forse non conoscono o non immaginano 

la straordinaria ricchezza di progetti e 

di interventi andati a “buon fine” con le 

contribuzioni che i rotariani 

generosamente affidano alla loro 

Fondazione. 

L’architetto Paulo V.C. Costa (San 

Paolo – Brasile), presidente 

internazionale per l’anno rotariano 

1990-91, così si esprimeva a proposito 

della R.F. : “Il capolavoro del Rotary 

International è la sua Fondazione. Essa 

trasforma le nostre più ambiziose 

aspirazioni in splendide realtà. Il 

mondo rotariano e anche quello politico 

sono ormai consapevoli del fatto che la 

Fondazione rappresenta l’espressione 

più autentica della generosità rotariana: 

una generosità che non genera solo 

benefici, ma anche aiuto e cooperazione 

nella risoluzione dei problemi che 

affliggono l’umanità.” 

E vengo al dunque. Si può intervenire 

in mille modi a beneficio del prossimo, 

in mille modi si può esercitare la 

propria generosità, ma l’azione del 

singolo ha un campo limitato e quando 

si uniscono le forze per il tramite di 

un’organizzazione non sempre si ha la 

certezza di aver affidato in buone mani 

il proprio contributo. I rotariani 

possono avere questa certezza 

affidandosi alla loro istituzione. Basta 

vederne un po’ la storia e seguirne le 

modalità d’intervento. Una sensazione 

che in me si è accentuata seguendo i 

lavori del recente seminario. E’ anche 

un concetto sul quale si è soffermato 

con decisione il PDG Mario Giannola, 

presidente dell’apposita commissione 

distrettuale. Recepire questo concetto e 

farlo diventare una convinzione può 

significare una svolta nei rapporti dei 

rotariani con la Fondazione. La loro 

generosità non avrà allora bisogno di 

ricorrere alla nota formula cautelativa 

“salvo buon fine”, avendo essi la 

certezza che il buon fine è davvero 

assicurato. 

La rubrica di... 

Urbano Urbinati 


FOLIGNO 

E’ stata una serata veramente 

speciale quella vissuta sabato 18 

ottobre u.s. dal Rotary club di 

Foligno con oltre 150 tra amici 

Lions e Rotaract. Ospite d’onore 

della serata era l’armatore 

Vincenzo Onorato, prestigiosa 

figura della imprenditoria navale e 

pluricampione mondiale di vela. 

Il grande pubblico lo ha conosciuto 

in occasione della Coppa America a 

cui ha partecipato con il suo 

Mascalzone Latino. Ed è stato 

proprio su questo evento che si è 

sviluppata la sua conversazione che 

ha fatto rivivere a tutti i presenti 

quelle emozioni già vissute con 

trepidazione, davanti al televisore 

in occasione delle gare. È- seguito 

un vivace dibattito e numerose sono 

DAI CLUB 

state le domande degli intervenuti. 

Si è parlato di quello che avviene 

nella preparazione, durante e dopo 

le gare, dei grandi sacrifici che 

devono essere sopportati, ma anche 

del grande entusiasmo che pervade 

ogni membro dello Staff ogni volta 

in cui viene affrontata una nuova 

impresa. Tutto è stato illustrato da 

Vincenzo Onorato e dai suoi più 

stretti collaboratori con intensità 

tale da catturare l’interesse di tutti i 

presenti. Grande è stata la 

soddisfazione dei soci per questa 

conviviale simpatica ed 

interessante. All’avvenimento 

hanno dato ampio spazio anche le 

maggiori testate giornalistiche 

locali e a diffusione nazionale. 

Tiziano Ronco 


FERMO 

Un’Europa che si sta costituendo 

lentamente ma la strada dell’unione 

è fondamentale per il futuro delle 

comunità nazionali. E’ stato Glauco 

Nori, Vice Avvocato generale dello 

Stato e docente di diritto 

comunitario presso l’Università di 

Ancona, a ripercorrere brevemente i 

passaggi che hanno portato dalla 

costituzione della Comunità 

europea fino all’attuale redazione 

di una carta costituzionale degli 

Stati aderenti all’U.E., che presto 

saranno 25. 

Come ha detto nella sua 

introduzione il presidente del Club 

di Fermo, Giovanni Martinelli, 

sono poco noti gli aspetti fondanti 

dell’Unione, e lo stesso Nori ha 

tenuto a ribadire che l’Europa sarà 

un fatto compiuto quando la cultura 

comunitaria sarà patrimonio dei 

cittadini. 

Realizzata per momenti successivi 

(si pensi alla prima unione della 

CECA, poi all’unione economica, 

successivamente dopo Maastricht 

all’unione monetaria, alla nascita 

della Corte europea tec.) l’UE deve 

sempre di più essere sintesi della 

volontà dei paesi aderenti, soltanto 

allora potrà fare dell’Europa una 

potenza mondiale. 


FANO 

DAI CLUB 

Serata speciale al Rotary di Fano. Il Club ha ospitato la coppia Andrea Lodovichetti e 

Luca Caprara rispettivamente regista e produttore esecutivo della Lobeca Film (mancava 

lo sceneggiatore, Francesco Belfiori, impegnato altrove). Nel presentare i tre giovani 

filmakers fanesi, il Presidente Massimo Agostini ha riassunto la loro carriera soffermandosi 

sul grande successo ottenuto con il loro ultimo lavoro “Untitled – Storie senza 

nome”, girato all’inizio del corrente anno per il concorso Cinecittà – Autogrill al Cinema 

e vincitore del primo premio e del premio speciale della giuria, presieduta dal regista Pupi 

Avati, per il miglior linguaggio audiovisivo digitale all’ultima edizione del Festival dei 

due Mondi di Spoleto. E’ seguita la proiezione del film, un cortometraggio di 15 minuti 

circa, girato, come imponeva il tema del concorso, in un autogrill, del quale ha colpito la 

carica di suspence che è riuscita a creare (senza che nulla accadesse per giustificarla) con 

la sola espressione degli attori ed un montaggio agile, essenziale ed incisivo. Al termine 

della proiezione Lodovichetti e Caprara hanno dato risposta alle varie curiosità dei soci 

del Rotary ed hanno annunciato con soddisfazione che il film appena visto ha vinto anche 

il “Primo Premio Assoluto”al Fano Film Festival e sarà presente alla finalissima del 

Mitreo Film Festival di Caserta dal 3 al 5 ottobre. Insomma un vero successo dei tre 

giovani cineasti fanesi, e dei loro collaboratori, ottenuto con pochi mezzi, tanta fantasia 

e, soprattutto una grande passione. Andrea Lodovichetti, regista e leader del gruppo, ha 

concluso annunciando che è già in fase di montaggio “Laura e Pierre”, un film comico, 

girato interamente in scenari fanesi, che vedrà la sua prima a Fano nel periodo natalizio. 

Alessandro Paganucci

INTERCLUB 

Domenica 26 Ottobre 2003 si è 

svolto in Orvieto l’interessante 

incontro fra i 3 club della Provincia 

di Terni. 

Rotariani di Terni, Amelia e Narni 

hanno prima visitato la città di 

Amelia soffermandosi alla 

“Cantina dei Colli Amerini” dove 

hanno gustato i prodotti dell’enopolio 

e consumato un’appetitosa 

colazione, proseguendo poi per 

Orvieto. 

L’incontro con i rotariani Orvietani 

è avvenuto al “Palazzo del Gusto” 

Chiostro di San Giovanni dove si è 

svolta la visita all’enoteca, 

illustrata e guidata dal Dr. Oliveti – 

direttore del centro di recente 

istituzione. 

Dopo la visita alla cantina – mostra 

ove sono esposti campioni di quasi 

tutti i vini dell’Orvietano, è iniziata 

la degustazione di diversi prodotti 

che hanno completato un pranzo 

tipico servito negli esclusivi locali 

delle “Grotte del Funaro” che 

hanno fatto rivivere i tempi remoti 

della Orvieto medioevale. 

Ogni pietanza era accompagnata 

dal vino più adatto e due esperti 

sommelieur ne illustravano le 

caratteristiche. 

Prima dell’ormai precoce 

imbrunire, i Rotariani e le gentili 

Signore hanno percorso le 

medievali vie del quartiere Serancia 

e visitato l’esclusivo “Pozzo della 

Cava” scavato nel tufo per una 

profondità di circa 40 metri e 

costituente una delle più caratteristiche 

attrazioni della città 

medioevale. 

DAI CLUB 

CITTÁ DI CASTELLO 

Ottant’anni di costume analizzati attraverso la particolarissima (e per molti 

aspetti privilegiata) ottica dei testi delle canzoni la cui attenta analisi 

linguistica disvela aspetti quanto mal significativi dell’evoluzione (o 

involuzione) della società italiana. 

L’attenta disanima, portata avanti con estrema lievità di toni e risultata 

molto apprezzata dai qualificato uditorio, è stata realizzata dal prof. 

Giuseppe Antonelli, docente di linguistica italiana all’Università di Cassinonel 

corso dei meeting d’apertura stagionale del Rotary Club. 

Introdotto dal Presidente Bruno Vella, il relatore ha compiuto una 

interessante carrellata sulle parole caratterizzanti le “canzonette” in voga 

nelle varie epoche, dagli anni ‘20 di chiara derivazione melodrammatica ai 

giorni nostri: si passa dunque dalle canzoni-feuilletons degli anni ‘30 piena 

di í’rancesismi e-non a caso- di femmes-fatales e gigolò, alle melodie 

rassicuranti e caste (specie del duo Bixio-Cherubini del ventennio, 

prolungatesi sino agli anni 60 con festival di Sanremo a rappresentare lo 

specchio fedele di valori “sani” e familiari quando si arriva a censurare chi 

non vi si adegua o semplicemente “osa” troppo; la svolta viene dal boom dei 

cantautori (temporalmente stabile con il suicidio di Tenco) che impongono 

tematiche e frasari assai diversi, alcuni dei quali di evidente connotazione 

politica; successivamente si perviene agli anni edonistico-rampanti “da 

bere”, quelli della pubblicità invasiva; e poi ’90, quelli dell’esplosione di 

una serie di generi più o meno contigui e “contaminati” che anche nel 

linguaggio segnano la prevalenza di anglismi, slang, parafrasi da sigle 

computeristiche e telefoniche. 

JESI 

Un gemellaggio nl segno di Fderico II. Il 25 ottobre il rotary club di Jesi ha 

sottoscritto ufficialmente il patto di gemellaggio con il rotary di S.Severo. 

Ad accogliere gli amici pugliesi il presidente avv. Fabrizio Illuminati, i vice 

Carotti e Ganzetti ed i rotariani jesini, oltre al presidente della fondazione 

"Federico II° Hohenstaufen" Vittorio Borgiani. Dopo un pomeriggio 

trascorso in città visitando il teatro Pergolesi , la pinacoteca, il centro storico 

ed il teatro delle meraviglie il presidente el rotary di S.Severo Ferdinando 

Cicolella ha inviato i gemelli jesini a visitare la loro zona, dove trovò la 

morte Federico II°. Nella serata si sono anche gettate le basi per un ulteriore 

patto di amicizia tra le associazioni di studi federiciani delle due realtà. La 

domenica gli ospiti pugliesi sono stati a visitare le graotte a Frasassi di 

Genga e l'antica chiesa romanica, per poi ripartire alla volta di S.Severo. 

Nicola Di Francesco 


CAMERINO DAI CLUB 

Iniziativa che ha avuto un notevole riscontro è stata la visita ai 

Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Tutti hanno potuto constatare 

quanto il mondo sia “diverso” e per molti versi ancora sconosciuto; 

molto apprezzate sono state anche le guide dell’Istituto Nazionale di 

Fisica Nucleare, che si sono distinte per la capacità di esprimere concetti 

“lontani” e complessi in modo semplice e coinvolgente e, per le risposte 

sempre contestualizzate, date alle numerose domande formulate dai 

visitatori. Ciò che al termine è emerso, è il nostro generale 

convincimento che non si può trascurare o fare a meno della ricerca e 

della scienza; la vita dell’uomo e quella del pianeta Terra sono sempre in 

continua evoluzione. Solo lo scoprire, il conoscere ed il sapere ci permetteranno 

e garantiranno sempre di gestire, migliorare e soprattutto, vivere. 

Conclusa la visita sotterranea il gruppo è ripartito alla volta de L’Aquila, 

dove era previsto, dopo il pranzo, un breve tour della città. Ad accogliere 

il folto gruppo, con ospitalità e una disponibilità “decisamente rotariana” 

c’era il Rotary Club de L’Aquila nelle persone del Presidente Sergio 

Basti e del segretario Luigi Cardilli . 

Pur con un clima decisamente invernale, il calore dimostrato dal Club 

locale e dalle persone che ci hanno accompagnato nella visita della città, 

hanno fatto sì che la soddisfazione e il piacere dello stare insieme 

aumentasse la “temperatura” e di conseguenza i sorrisi. 

Durante il giro della splendida L’Aquila, pensando ai “prossimi” 

festeggiamenti del centenario della nostra gloriosa organizzazione, 

abbiamo infine cercato e trovato il “100”, visitando la famosa fontana 

delle cento cannelle. 

Quello sgorgare perpetuo dell’acqua che da secoli ininterrottamente 

svolge la sua funzione vitale di “servizio”, ci ha suggerito un augurio: 

l’augurio al Rotary International (e quindi a tutti i rotariani del mondo) 

perché come una sorgente inesauribile, non smetta mai di “servire”, 

chiunque mostri di aver “sete”!! 

Gionata Lacchè 


ASSISI 

Il Club di Assisi, sempre attento a 

valorizzare le potenzialità del proprio 

territorio ha dedicato la conviviale al 

teatro trasferendosi a ranghi compatti 

presso il Piccolo Teatro degli Instabili 

giunto al suo secondo anno di vita per 

merito del concittadino Carlo Angeletti, 

infaticabile organizzatore di eventi, la 

cui non comune passione per il genere 

lo induce ad esplorarne tutte le diverse 

manifestazioni nel loro polimorfo 

atteggiarsi. 

La piacevole serata ha visto la partecipazione 

dei Presidenti dei Clubs 

dell’Umbria che hanno mostrato di 

gradire l’inatteso fuori programma 

animato dall’attrice fiorentina Lucia 

Poli impegnata in uno spettacolo che 

già nel titolo si preannunciava 

intrigante ed in grado di sollecitare la 

curiosità dei frequentatori abituali 

(sempre più numerosi) dell’accogliente 

struttura sorta in pieno centro storico 

in un dismesso oratorio adiacente 

all’antica chiesa di S.Giacomo “de 

muro rupto”. 

“In attesa della catastrofe” è infatti 

un’antologia di perle di Stefano Benni 

che configura uno smaliziato ritratto 

della stupidità umana osservata con 

pungente umorismo e resa 

magistralmente, attraverso le iperboli 

tipiche del grottesco e del surreale, da 

una coppia – l’Autore e l’Interprete – 

già collaudata da anni di frequentazione 

amichevole e da precedenti 

esperienze artistiche di successo come 

“Sorelle d’Italia” e “Bestiacce e 

Bestioline”. 

Lucia Poli, è da tempo approdata al 

ruolo di arguta “solista” in spettacoli 

graffianti, tipici della satira di costume, 

che rivelano la sua predilezione per i 

percorsi al femminile un po’ ambigui e 

sofisticati . 

Pio de Giuli

L’AQUILA 

Il 28 agosto scorso, quando per la 709a 

volta si apriva la Porta Santa della 

basilica di Collemaggio, la ricorrenza 

era affiancata per la prima volta da una 

iniziativa del Rotary Club di L’Aquila, 

di rilievo distrettuale. 

Nella mattinata i partecipanti, 

provenienti da vari clubs del Distretto, 

sono stati accolti dal Presidente del 

Club Ing. Sergio Basti, e da altri soci 

che li hanno accompagnati in visita 

alla basilica di S. Bernardino e al forte 

Spagnolo, sede del Museo Nazionale 

d’Abruzzo. 

La conviviale – presenti oltre 166 soci 

e ospiti del Distretto, è stata onorata dal 

Governatore Vincenzo Montalbano 

Caracci, da Tullio Tonelli, Governatore 

in coming, dal PDG Gianni Gasbarrini 

Fortuna, Presidente dell’Istituto 

Culturale Rotariano e Direttore 

responsabile della Rivista “Rotary”, 

dal PDG Michele Praitano, dagli 

assistenti del Governatore Giuseppe 

Ruscitto, Giorgio Splendiani , dai 

Presidenti dei Club di Agnone, 

Avezzano, Camerino, Chieti, 

Isernia, Manfredonia, S. Benedetto 

del Tronto, Sulmona, Teramo, Vasto, 

L’Aquila Gran Sasso d’Italia; inoltre 

presenti la Presidentessa 

dell’Innerweel, del Rotaract, 

dell’Interact, e rappresentanti dei Clubs 

di Campobasso, Pesaro, Roma est e 

Tolentino. 

Dopo la conferenza tenuta dal Prof. 

Walter Capezzali, Presidente della 

“Deputazione di Storia Patria 

dell’Abruzzo” di L’Aquila, sul 

significato storico e sull’attualità della 

Perdonanza celestiniana, si è svolto 

l’evento del- l’assegnazione del premio 

“Rotary-Perdonanza”, alla sua prima 

edizione. 

Consiste nell’attribuzione di un Paul 

Harris a chi, nel corso dell’anno, si è 

distinto per avere testimoniato con il 

proprio operato i principi della 

perdonanza celestiniana e rotariani. 

La commissione, composta dai soci 

Marinelli, presidente, Buccella, 

Galeota, Leocata, Santamaria e 

Pulcini, ha individuato nel gesto eroico 

di don Stefano Gorzano, parroco di 

Boiano (Campobasso), la massima 

espressione dei valori umani, cristiani e 

DAI CLUB 

rotariani di dedizione e di servizio 

incondizionato. 

Don Stefano, infatti, il 30 luglio scorso, 

sulle spiagge di Termoli, aveva salvato 

dall’impeto del mare tutti i ragazzi che 

lo avevano seguito per trovare 

refrigerio e divertimento nelle acque 

dell’Adriatico. Stremato dallo sforzo 

moriva sulla spiaggia colpito da infarto. 

Per l’istituzione e l’assegnazione del 

premio non poteva essere scelta 

occasione migliore della Perdonanza 

celestiniana, sia per i significati di 

consapevolezza e di riconciliazione 

dell’evento, sia per la ricerca di 

rinnovamento spirituale e per la 

disposizione al servizio che il Papa 

eremita testimoniò in tutta la sua vita. 

Nella giornata successiva, sono stati 

apporofonditi gli aspetti culturali e 

scientifici, con la visita guidata alla 

Fontana delle 99 cannelle, durante la 

quale la Prof.essa Rita Lorenzetti ha 

illustrato il significato del monumento e 

la storia delle origini della città, ed ai 

laboratori sotterranei del Gran Sasso, 

una realtà scientifica unica al mondo. 

Fabio Redi 

ROSSI SPA - CONCESSIONARIA MERCEDES-BENZ 

Via Flaminia Km. 151,500 - 06034 FOLIGNO

Scarica in formato PDF (1,33 Mb) - Distretto 2090

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