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VELA LATINA<br />
nato indietro o l’archetto metallico per<br />
chio, ma erano armate a “dinghy” a vela che a motore.<br />
la scotta della randa che passa sopra la<br />
secondo l’usanza, ed avevano uno scafo Caterina Madre è del 1988, Anna del<br />
barra del timone, rivelano quale fosse<br />
meno slanciato rispetto a quello di Sal- ‘91 e Aixia, costruita a S.Antioco, del<br />
l’attrezzatura originale.<br />
vatore Padre, giudicato non sufficiente- ‘92. L’ultima nata, “Guzzetta”, diver-<br />
DA DIPORTO<br />
Nel 1926 nasce quella che, a Stintino,<br />
può essere considerata la prima imbarcazione<br />
a vela latina costruita espresmente<br />
stabile.<br />
Solo in seguito, in occasione delle<br />
prime regate, alcuni di questi dinghies<br />
tente e carrellabile, è stata replicata in<br />
tre esemplari con l’idea di farne una<br />
categoria monotipo.<br />
samente per il diporto. Commissionata<br />
vennero riarmati a vela latina andando Grazie alla spinta delle regate, la vela<br />
A STINTINO<br />
da Salvatore Azzena e realizzata da<br />
Giacomo Bosco, un carpentiere dotato<br />
di notevoli capacità e di un vivace<br />
a costituire, soltanto in virtù della<br />
poppa a specchio, quella che impropriamente<br />
viene chiamata categoria<br />
latina è rifiorita in diverse localià ed<br />
in particolare a Carloforte, dove attingendo<br />
al ricco patrimonio storico, sono In alto, Solky<br />
estro creativo, venne chiamata “Salva-<br />
“lance”. (la lancia in origine era l’im- state recuperate alcune vecchie barche In basso, Aixia<br />
seconda parte<br />
tore Padre”, ed è tuttora navigante.<br />
barcazione di servizio veloce di una e molte nuove sono state costruite nel<br />
Per lo scafo venne preso come modello<br />
nave, ed era essenzialmente una barca a giro di pochi anni.<br />
il dinghy della tonnara, mentre per<br />
remi, piuttosto che a vela).<br />
Tra tante meritano una segnalazione<br />
l’attrezzatura si scelse quella latina<br />
In tempi più recenti mi sono divertito particolare le recenti costruzioni di<br />
BARCHE DA DIPORTO<br />
Ai primi del secolo il diporto<br />
nautico, già diffuso nei paesi<br />
anglosassoni, muoveva appena<br />
delle contemporanee barche da pesca.<br />
Costruita con legname pregiato, era una<br />
barca nuova per Stintino, e per così dire<br />
“di lusso”. Tra l’altro fu la prima, e per<br />
a progettare alcuni scafi da diporto a<br />
vela latina. Essi non vogliono essere<br />
in alcun modo repliche di imbarcazioni<br />
storiche, ma semplicemente barche in<br />
Tonino Sanna, che ha saputo trasformare<br />
le imbarcazioni classiche carlofortine,<br />
bilancelle, schifetti e battelli<br />
di cui ha riprodotto le forme con<br />
i primi passi in Mediterraneo, ed aveva anni l’unica, ad essere dotata, fin dalla<br />
cui non si è voluto rinunciare al fascino un’attenta ricerca storica, in splendide<br />
carattere elitario.<br />
costruzione, di un motore entrobordo.<br />
della costruzione tradizionale e del- barche da diporto dove l’inserimento<br />
A Stintino, allora poverissimo, esisteva Salvatore Padre si dimostrò subito un<br />
l’armo latino.<br />
discreto di tughe e comodi pozzetti non<br />
un’unica barca a vela da diporto, ed ottimo veliero, capace di superare in<br />
In questi progetti ho cercato di svilup- guasta l’armonia generale, mentre le<br />
apparteneva ai proprietari, liguri, degli velocità i gozzi da pesca delle stesse<br />
pare le caratteristiche che rispondono coperte in legno a vista ed i particolari<br />
Rebecca<br />
stabilimenti della tonnara.<br />
Secondo la moda del tempo, si trattava<br />
dimensioni, specie nelle andature di<br />
bolina, anche se aveva il difetto, a causa<br />
alle richieste dei diportisti: eleganza di<br />
linee, buone prestazioni a vela, tenuta<br />
verniciati curati in modo impeccabile,<br />
impreziosiscono l’insieme senza appe-<br />
di un piccolo ed elegantissimo della scarsa larghezza, di sbandare un<br />
al mare e confort nella navigazione sia santirlo.<br />
“dinghy” di circa 6 metri.<br />
po’ troppo.<br />
Luigi Scotti<br />
Lo scafo era stretto, affilato, con la In seguito, soprattutto dagli anni ‘50<br />
prora verticale, la poppa a specchio e in poi, si armarono a Stintino diverse<br />
sezioni profonde, adatte alla bolina. barche da diporto, ma l’esempio non<br />
L’attrezzatura del dinghy, detta anche venne imitato.<br />
alla “portoghese”, era di tipo aurico: Molte di queste imbarcazioni erano<br />
l’albero, sistemato più verso prora che gozzi da pesca acquistati di seconda<br />
nell’armo latino ed inclinato all’in- mano ed adattati al diporto; altre invece<br />
dietro, portava una randa triangolare furono costruite apposta, ma in genere<br />
dotata di un lungo boma e di un picco avevano le stesse forme e proporzioni<br />
verticale scorrevole lungo l’albero e delle contemporanee barche da lavoro.<br />
che, una volta issato lo superava in Tra queste desidero ricordare<br />
altezza; vi era poi un fiocco, murato su “Rebecca” del 1960: nata anche essa<br />
un corto bompresso.<br />
dalla mano abile di Giacomo Bosco,<br />
Era l’armo tipico delle piccole barche ha le forme e le proporzioni del gozzo<br />
da diporto di allora, destinato a trasfor- stintinese unite con alcuni particolari<br />
marsi nell’attuale marconi.<br />
estetici caratteristici delle barche Pon-<br />
Anche i “canotti” di Carloforte, oggi zesi (che si avvicinavano allora a Stin-<br />
riarmati a vela latina per partecipare tino alla ricerca di acque più pescose<br />
alle regate, erano attrezzati alla porto- e meno sfruttate). Un connubio ben riughese,<br />
come testimoniano le foto delscito che dà a questa barca una linea<br />
l’epoca. Ancora oggi alcuni particolari elegante e particolare.<br />
dell’attrezzatura di queste barche, come Furono costruite per il diporto anche<br />
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ad esempio l’albero nettamente incli- alcune guzzette con la poppa a spec-<br />
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