La storiografia del Settecento e dell'Ottocento sulla questione ...
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<strong>La</strong> <strong>storiografia</strong> <strong>del</strong> <strong>Settecento</strong> e <strong>del</strong>l’Ottocento <strong>sulla</strong> <strong>questione</strong> colombiana<br />
De Conti”; proseguì nello stesso giornale nei giorni successivi: il 24 marzo 1847, il 1° aprile 1847<br />
con un pezzo di Carlo Novelli dal titolo “Intorno alla patria <strong>del</strong> Grande Ammiraglio Cristoforo<br />
Colombo de Consignori di Cuccaro”, il 4 aprile 1847 con un articolo di Carlo Novelli, il 13 aprile<br />
1847 con una storia di Cristoforo Colombo scritta da G.A. Bessone; pure la diffusa “Gazzetta<br />
Piemontese” <strong>del</strong> 31 marzo 1847 riprese la <strong>questione</strong> colombiana.<br />
Cesare Balbo era allora un celebre scrittore; nel 1846 aveva finito di compilare la voce storica<br />
“Italia” per la “Nuova Enciclopedia Popolare”, che l’editore Pomba di Torino aveva iniziato a<br />
pubblicare nel 1844 sotto la direzione di Francesco Predari. Da quella proficua collaborazione<br />
nell’Enciclopedia torinese, la vena storica di Balbo guadagnò di stimoli editoriali: pubblicò “Storia<br />
d’Italia sotto i barbari” e il noto e diffusissimo “Sommario <strong>del</strong>la Storia d’Italia”.<br />
Prendendo spunto da quest’ultima opera, Balbo scrisse a proposito di Cristoforo Colombo:<br />
Nato intorno al 1435 in Genova od intorno, chè non importa guari, studiò a Pavia, navigò per la<br />
sua patria e pe’ Francesi che la signoreggiavano, e per gli Angioini che essa aiutava, intorno al<br />
1459 60 .<br />
Cos’era successo?<br />
Un’ipotesi è la seguente. Quando Napione riprese prepotentemente la <strong>questione</strong> colombiana nei<br />
primi anni <strong>del</strong>l’Ottocento, il Piemonte era sotto la dominazione napoleonica. In particolare, il<br />
Monferrato, godette di alcuni privilegi. Sebbene parte <strong>del</strong>la sua nobiltà scomparì a cavallo dei due<br />
secoli, furono molti a godere di un accresciuto prestigio nel paese dopo l’allontanamento dei Savoia.<br />
I notevoli mutamenti nella distribuzione <strong>del</strong>la proprietà terriera avvenuti nell’età napoleonica<br />
avvantaggiarono soprattutto la media e la grande proprietà borghese. Si assistette ad un allargamento<br />
(avvenuto in particolare con l’acquisto di beni ecclesiastici e in minor misura demaniali) <strong>del</strong>le proprietà<br />
appartenenti a borghesi (speculatori, commercianti, professionisti, funzionari) e ad una assunzione di<br />
caratteri giuridici borghesi da parte <strong>del</strong>le proprietà appartenenti a famiglie nobili. In questo contesto<br />
storico si osserva la formazione di un nucleo agrario, aspetto rilevante nella società italiana fin verso<br />
la fine <strong>del</strong> XIX secolo, che aggraverà la condizione dei contadini.<br />
Pio Vidua sembra dar corpo e figura a quel rafforzamento <strong>del</strong>la borghesia terriera che tende ad<br />
assorbire la nobiltà ed approfittare <strong>del</strong>le riforme attuate dal regime napoleonico, pur mantenendo un<br />
atteggiamento di leale attaccamento a casa Savoia 61 .<br />
L’esempio di Pio Vidua è esemplare; la stessa cosa si può dire di altre famiglie nobili monferrine<br />
che accrebbero i loro patrimoni durante l’epoca napoleonica.<br />
Al momento <strong>del</strong>la Restaurazione, il Regno di Sardegna tornò ad essere quello che il Palmaverde<br />
descriveva prima <strong>del</strong>la calata dei francesi. Vittorio Emanuele I fece ritornare antichi ministri al lavoro,<br />
con alcune eccezioni: nel 1814, ad esempio, Pio Vidua fu primo segretario di Stato per gli affari interni,<br />
nel primo ministero dopo il periodo napoleonico.<br />
Qualcosa però cambiò nei privilegi accordati fino ad allora alle classi nobili <strong>del</strong> Piemonte. Il<br />
Regno di Sardegna integrato di Genova e <strong>del</strong>la Liguria, insieme alla Sardegna, doveva lasciar spazio<br />
per il funzionamento <strong>del</strong>la macchina statale a molti rappresentanti non piemontesi.<br />
Ci fu un cambiamento <strong>del</strong>le élites al potere. <strong>La</strong> stessa cosa pare sia accaduta a livello<br />
storiografico.<br />
Non è un caso che la <strong>questione</strong> colombiana sia riapparsa negli anni dopo la Restaurazione.<br />
All’epoca, l’ultimo studio di Gian Francesco Galeani Napione <strong>sulla</strong> <strong>questione</strong> colombiana era il<br />
volume Della patria di Cristoforo Colombo. Dissertazione pubblicata nelle Memorie <strong>del</strong>l’Accademia<br />
imperiale <strong>del</strong>le Scienze di Torino. Ristampata con giunte, documenti, lettere diverse ed una<br />
dissertazione epistolare intorno all’autor <strong>del</strong> libro De Imitatione Christi. Tale volume che contiene una<br />
60 C. BALBO, Della Storia d’Italia dalle origini fino ai nostri tempi. Sommario, Firenze 1856, p. 267.<br />
61 R. COALOA, Carlo Vidua un romantico atipico, cit., p. 52.<br />
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