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La storiografia del Settecento e dell'Ottocento sulla questione ...

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Roberto Coaloa<br />

De Conti esprime in modo dettagliato le ragioni che lo portano a sostenere la tesi di Cuccaro e<br />

c’è anche un pizzico d’orgoglio, quando nel Proemio scrive:<br />

io abitante e proprietario <strong>del</strong> piccol comune di Cuccaro oso innalzare la voce, e riprendere con più<br />

vigore la già incominciata impresa di rivendicare a questo luogo l’onore indefinibile di essere la<br />

vera ed unica patria <strong>del</strong>lo Scopritore <strong>del</strong> Nuovo Mondo Cristoforo Colombo.<br />

In quanto monferrino ed abitante di Cuccaro egli sente quasi il bisogno di giustificarsi e si augura<br />

nelle prime pagine che non gli sarà negata l’unica lode cui aspira,<br />

di vero e sollecito amico, di zelante, sebben non cieco amatore <strong>del</strong>la patria; d’investigatore<br />

diligente, di franco sì, ma moderato difensore, ed espositore fe<strong>del</strong>e <strong>del</strong>la verità.<br />

De Conti si sofferma innanzitutto sull’incertezza <strong>del</strong> luogo di nascita di Colombo e, dopo aver<br />

spiegato i motivi che giustificano l’impegno profuso nel tentare di accertarlo, riassume i punti di forza<br />

su cui può basarsi la sua opinione. Lo storico è convinto che i documenti da lui utilizzati, già pubblicati,<br />

ma con diverso apparato valutativo, da Galeani Napione, siano ampiamente idonei a convincere i<br />

“lettori scevri d’ogni prevenzione” che il suo lavoro non è né un sogno né un paradosso.<br />

Qui giovami presentare il parere di due storici Spagnuoli contemporanei <strong>del</strong> Colombo, l’Obiedo<br />

e l’Herrera; il primo dice apertamente, che se ignorava la patria. L’Herrera poi porta la cosa al<br />

punto cui fu ridotta – Gli uni, dice, fanno Colombo di Piacenza, altri di Cogoleto nel Genovesato,<br />

altri <strong>del</strong> Castello di Cuccaro in Monferrato; qual sia la sua discendenza lo deciderà il Consiglio<br />

Supremo <strong>del</strong>le Indie avanti cui si aggira la controversia. – <strong>La</strong> decisione di quel Consiglio è<br />

emanata, dunque è finita la quistione 72 .<br />

De Conti alla fine di questo passaggio aggiunse una nota:<br />

Il dotto Americano, quale non conosceva il Sig. Conte Galeano Napione, nè sapendo quali carte<br />

egli avesse per le mani, scrisse “È un peccato che non si pubblichi il processo <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong>le<br />

Indie <strong>sulla</strong> patria e discendenza di Colombo... quei manoscritti sicuramente saranno decisivi”<br />

Ecco adunque compito il suo voto 73 .<br />

De Conti è ormai convinto di aver detto parole decise <strong>sulla</strong> <strong>questione</strong> colombiana e aggiunge:<br />

Così dovrebbe esser cessata ogni ombra di prevenzione in chi ha senno: ma giovami a maggior<br />

sicurezza aggiungere due concludentissime osservazioni. Già qui non si tratta (come farò vedere)<br />

di decisioni di un tribunale araldico, si tratta di lite gravissima, che portava all’acquisto di un ben<br />

ricco e nobile patrimonio, cui aspiravano personaggi primarii di Spagna, sostenuta da questi col<br />

massimo calore, e con tutta la sottigliezza legale. Che vi sarà di autorevole nel mondo, se tale non<br />

è una decisione proferita dopo una lite siffatta? Dippiù la decisione è preceduta dall’ammissione<br />

unanimamente fatta da’ litiganti <strong>del</strong>la discendenza di Colombo da Signori di Cuccaro in<br />

Monferrato, e sopra tale ammissione unanimamente fatta da’ litiganti <strong>del</strong>la discendenza di Colombo<br />

da Signori di Cuccaro in Monferrato, è fondato il giudizio <strong>del</strong> Consiglio. Un uomo preoccupato<br />

all’estremo può rimanere tuttora in dubbio senza potersi intimamente persuadere anche quando è<br />

astretto a cedere, dire così, esternamente, e darsi per vinto dall’autorità di una decisione di<br />

tribunale; ma come potrà egli persuadersi, quando, chi aveva sommo interesse di impugnare ed<br />

impugnò con tutte le forze sue quella verità, che fu poi canonizzata dalla sentenza, ne fu persuaso<br />

egli stesso a segno di prevenire la decisione, con ammetterla solennemente?<br />

72 Ivi, p. 8<br />

73 Ivi, p. 245, nota 1.<br />

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