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La storiografia del Settecento e dell'Ottocento sulla questione ...

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Roberto Coaloa<br />

patria di Colombo ha avuto per Genova effetti positivi in termini di immagine e prestigio, ma anche<br />

un favorevolissimo impatto economico e turistico: basti pensare alla pioggia di soldi e opportunità di<br />

sviluppo profusa <strong>sulla</strong> città in occasione <strong>del</strong> quinto centenario <strong>del</strong>la scoperta <strong>del</strong>l’America, con benèfici<br />

effetti sia immediati che di medio e lungo termine.<br />

De Conti nella sua attività di storico poco si curava <strong>del</strong>le motivazioni economiche (che, come<br />

si è accennato, potevano essere connesse alle controversie storiografiche sulle origini di Colombo),<br />

avendo piuttosto in mente il prestigio <strong>del</strong>la propria terra, anche se non gli sfuggivano altre valenze:<br />

«Le nazioni <strong>del</strong> pari <strong>del</strong>le famiglie debbono pregiarsi – scrive lo storico – di produr personaggi<br />

segnalati per valore ed eroiche virtù. Chi congiunge gli studi <strong>del</strong>le lettere colla scienza politica, ben<br />

ravvisa l’importanza di poter vantar per … paesano il Colombo». (p. 19)<br />

Nel 1846, Vincenzo De Conti pubblicò ad Alessandria, “per Luigi Capriolo Tipografo-Librajo”,<br />

il suo primo scritto sul navigatore: “Cenni biografici sul grande ammiraglio Cristoforo Colombo<br />

scopritore <strong>del</strong>le Indie occidentali e Consignore <strong>del</strong> castello di Cuccaro in Monferrato”.<br />

All’Archivio Storico Comunale di Casale Monferrato sono conservati i manifesti <strong>del</strong>la<br />

pubblicazione.<br />

Su un foglio rosa rettangolare di un 1 m per 50 cm è riportato:<br />

“CENNI BIOGRAFICI SUL GRANDE AMMIRAGLIO CRISTOFORO COLOMBO<br />

Scopritore <strong>del</strong>le Indie Occidentali e Consignore <strong>del</strong> Castello di Cuccaro in Monferrato CON NOTE<br />

DI VINCENZO DE-CONTI Autore <strong>del</strong>la Storia <strong>del</strong> Monferrato” 74 .<br />

Nel 1847, De Conti pubblicò dal medesimo editore (che nel frontespizio <strong>del</strong>l’opera riporta il<br />

nome <strong>del</strong> casalese come “Autore <strong>del</strong>la Storia <strong>del</strong> Monferrato”) un’opera più corposa <strong>del</strong>la precedente,<br />

dal titolo: “Dissertazione storico-critica-letteraria sul grande ammiraglio Cristoforo Colombo<br />

scopritore <strong>del</strong>le Indie occidentali e Consignore <strong>del</strong> castello di Cuccaro in Monferrato”.<br />

Per la precisione i due lavori, entrambi editi dal tipografo editore alessandrino Luigi Capriolo,<br />

furono preceduti nel 1846 da un opuscolo di 22 pagine, rarissimo, intitolato: Estratto di note <strong>sulla</strong><br />

controversia <strong>del</strong>la patria di Cristoforo Colombo che seguono i cenni biografici <strong>del</strong> medesimo a<br />

pubblicarsi in breve da Vincenzo De’ Conti autore <strong>del</strong>la Storia <strong>del</strong> Monferrato.<br />

Questo opuscolo non differisce dall’apparato di note unito al volume uscito dopo poco tempo.<br />

Il motivo per cui si fece l’estratto è spiegato in apertura dei Cenni biografici:<br />

74 ASCCM, Fondo De Conti, Mazzo 35, fascicolo 233. Sono conservati 2 manifesti identici.<br />

652<br />

Questo scritto doveva essere stampato per l’occasione <strong>del</strong>l’Ottavo Congresso degli Scienziati in<br />

Genova, ma imprevedute circostanze non lo permisero, per altro ne vennero distribuite per estratto<br />

le note. (p. 3)<br />

De Conti è inviso a Genova e altrove; il suo nome provoca strane reazioni, per lo più una<br />

congiura <strong>del</strong> silenzio. Ma in qualche modo la sua sorte fu migliore di quella di Napione. Gli interventi<br />

di Gian Francesco Galeani Napione conte di Cocconato furono quasi sempre dimenticati, per miopia<br />

o per arroganza, dalle bibliografie straniere che, da pedanti e disposte a tutto registrare, si fanno<br />

improvvisamente sciatte e distratte nei confronti degli italiani.<br />

Eppure gli scritti di Napione e De Conti ci appaiono più vicini all’immagine di un Colombo che<br />

disponeva di molte conoscenze nel campo <strong>del</strong>l’astronomia, <strong>del</strong>la matematica e <strong>del</strong>la nautica e<br />

possedeva libri rari e di pregio. Padroneggiava numerose lingue e conosceva opere di autori come<br />

Tolomeo, Giuseppe Flavio, Agostino, Isidoro di Siviglia, Alfragano, Gioacchino da Fiore, per<br />

menzionarne solo alcuni. Inoltre già ai suoi tempi era noto come scrittore prolifico e disponeva di una<br />

grande biblioteca che nell’ambito <strong>del</strong>la cosmografia sopravanzava la collezione libraria <strong>del</strong> navigatore<br />

Amerigo Vespucci e faceva ombra persino all’archivio <strong>del</strong> re Ferdinando d’Aragona.<br />

Da tutto ciò non emerge l’immagine di un uomo incolto, soprattutto non in un’epoca in cui gli<br />

stessi esponenti <strong>del</strong>l’alta nobiltà non sempre erano in grado di leggere e scrivere. Balza agli occhi, poi,

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