La storiografia del Settecento e dell'Ottocento sulla questione ...
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Roberto Coaloa<br />
sempre con l’Italia dei rapporti bruschi: nel 1826 c’è il duello con Gabriele Pepe, a proposito <strong>del</strong> verso<br />
«Je vais chercher ailleurs (pardonne, ombre romaine!) Des hommes et non pas de la poussière<br />
humaine», che aveva ferito la dignità nazionale degl’italiani. Al duellante e romantico Alphonse de<br />
<strong>La</strong>martine, come prima accadde a Washington Irving, il ghiribizzo di identificare in Cristoforo<br />
Colombo un figlio <strong>del</strong> popolo era uno sfoggio di democratismo.<br />
A metà Ottocento, il conte Antoine-François-Félix Roselly de Lorgues (1805-1898), nominato<br />
da papa Pio IX “postulatore officiale <strong>del</strong>la causa di beatificazione di Cristoforo Colombo presso la corte<br />
di Roma” studiò la biografia <strong>del</strong> grande Ammiraglio con molta attenzione. Roselly de Lorgues, tuttavia,<br />
si dimostrò poco attento alle diverse opinioni sull’origine di Colombo, poiché la sua opera era tesa a<br />
beatificare la figura <strong>del</strong>lo Scopritore, occupandosi molto di più ai fatti <strong>del</strong>la sua vita avventurosa 80 . Lo<br />
storico è interessante poiché svela i molti errori dei biografi di Colombo:<br />
80 Roselly de Lorgues inaugurò una serie di scritti apologetici su Colombo che appoggiavano l’opportunità <strong>del</strong>la causa<br />
sostenuta dal conte. Ricordiamo ad esempio: G.A. DONDERO, L’onestà di Cristoforo Colombo nuovamente difesa e<br />
rivendicata, Genova 1877; GIUS. DI G. BALDI, Il voto <strong>del</strong>l’episcopato cattolico per la glorificazione <strong>del</strong> Genio Cristiano.<br />
Adesioni episcopali alla causa <strong>del</strong> Servo di Dio Cristoforo Colombo. Aggiuntavi una lettera <strong>del</strong> Conte Roselly de Lorgues<br />
ed altre testimonianze <strong>del</strong>la Cattolica stampa, Genova 1880; Gius. Di G. BALDI, Cristoforo Colombo glorificato dal voto<br />
<strong>del</strong>l’episcopato cattolico, Genova 1881.<br />
81 Cfr. Cristoforo Colombo. Storia <strong>del</strong>la sua vita e dei suoi viaggi sull’appoggio di documenti autentici raccolti in Ispana<br />
ed in Italia <strong>del</strong> Conte Roselly de Lorgues. Volgarizzata per cura <strong>del</strong> conte Tullio Dandolo, volume primo, Milano 1857,<br />
pp. 32-33.<br />
82 Ivi, pp. 39-40.<br />
83 Ivi, p. 41.<br />
Un capitano generale, il marchese di Solana, osava scrivere queste linee a famoso Godoi principe<br />
<strong>del</strong>la Pace: «Colombo non fece che scoperte… il conquisto di così belle colonie fu riservato ai<br />
Cortez, ai Sandoval, agli Alvarez, ai Pizzarri». Nel suo compendio <strong>del</strong>la Storia di Spagna,<br />
Ascargorta è in pieno errore sopra tutto ciò che riguarda Colombo; ignora la metà <strong>del</strong>la sua vita;<br />
non conosce che due de’ suoi viaggi; confonde gli avvenimenti, le date, e crede che scoprì la<br />
terraferma nella sua seconda spedizione.<br />
Se gli Spagnoli commettono di tali errori <strong>sulla</strong> storia <strong>del</strong> loro paese, come si vorrà che noi<br />
biasimiamo severamente uno scrittor francese, Paquis, di aver nella sua Storia di Spagna fatto<br />
pigliar terra a Colombo in Portogallo solamente al ritorno <strong>del</strong> suo secondo viaggio; e Alessandro<br />
Dumas di scrivere che Colombo aveva passato una parte <strong>del</strong>la sua vita in prigione, mentre la sua<br />
carcerazione durò meno di tre mesi? <strong>La</strong>martine fa approdar Colombo in Ispana nel 1471, quindici<br />
anni prima <strong>del</strong> suo arrivo; Granire di Cassagnac afferma, che, «le Isole Vergini furono scoperte da<br />
Cristoforo Colombo nel suo ultimo viaggio, nel novembre <strong>del</strong> 1493»: ora, l’ultimo viaggio di<br />
Colombo, cominciato nel maggio 1502, terminò nel novembre 1504, undici anni dopo il termine<br />
erratamente indicato. […] Noi passiamo sotto silenzio gli anacronismi, le contraddizioni e le<br />
confusioni innumerevoli, commesse dalla turba de’ letterati di second’ordine 81 .<br />
Roselly de Lorgues ricordò Luigi Colombo e la <strong>questione</strong> colombiana:<br />
Nel 1853, l’unico discendente dei conti Colombo di Cuccaro, ultimo membro superstite <strong>del</strong>la<br />
famiglia di Colombo, monsignor Luigi Colombo, prelato domestico di Sua Santità e segretario<br />
<strong>del</strong>la Congregazione <strong>del</strong>le Indulgenze, componeva uno scritto sopra il suo immortale antenato.<br />
Nel suo libro che si andava stampando al tempo <strong>del</strong>la nostra ultima dimora in Roma, e di cui<br />
l’illustre prelato ebbe la cortesia di comunicarci le bozze, è sollevata la <strong>questione</strong> <strong>del</strong>la nascita, ma<br />
non è definitivamente risoluta. Quantunque tale opera offra piuttosto un insieme di giudizi sotto<br />
l’aspetto elusivo <strong>del</strong> parentado, che non una storia reale <strong>del</strong>le scoperte di Cristoforo Colombo,<br />
pure reca luce sui servigi che ha resi al mondo l’Uomo che ne integrò lo scovrimento 82 .<br />
Roselly de Lorgues notava «il profondo interesse desto dalla memoria di Colombo»<br />
nell’Ottocento 83 . E tuttavia, la <strong>questione</strong> colombiana si esaurì con lo studio di Luigi Colombo. Solo<br />
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