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Il Rapporto Ambientale - Autorità di Bacino del fiume Serchio

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RAPPORTO AMBIENTALE- I PARTE:<br />

CONTENUTI DEL PDG E RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI O PROGRAMMI<br />

E CON LA NORMATIVA VIGENTE IN MATERIA DI PROTEZIONE AMBIENTALE<br />

Lucca, lì 26 Giugno 2009


Professionista incaricata: Dr Antonella Grazzini<br />

Contributi <strong>di</strong><br />

Arch Debora Agostini (Cap. 5.1.1)<br />

Arch Michela Biagi (Cap. 5..1.2)<br />

Dr Irene Benvenuti (Cap 5.2)<br />

2


In<strong>di</strong>ce<br />

1- Valutazione <strong>Ambientale</strong> Strategica<br />

1.1-Riferimenti normativi<br />

1.2- <strong>Il</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong><br />

1.3- I contenuti <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong><br />

2- <strong>Il</strong>lustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> Gestione <strong>del</strong>le Acque<br />

2.1- Riferimenti normativi<br />

2.2- Contenuti<br />

3- Inquadramento territoriale<br />

3.1- <strong>Il</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> Fiume <strong>Serchio</strong><br />

3.2- <strong>Il</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli<br />

4- Inquadramento amministrativo <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong><br />

4.1- Competenze amministrative<br />

4.1.1- Provincie e Comuni<br />

4.1.2-Le Gestioni associate<br />

4.1.2.1-ATO Acque<br />

4.1.2.2- Comunità Montane<br />

4.1.2.3- Comprensori e Consorzi <strong>di</strong> Bonifica<br />

4.1.2.4- SEL- Sistemi Economici Locali<br />

4.1.2.5- AATO rifiuti<br />

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5- <strong>Il</strong>lustrazione <strong>del</strong> rapporto con altri pertinenti piani o programmi<br />

5.1- Piani territoriali<br />

5.1.1- PIT- Piano <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo Territoriale<br />

5.1.2- PTC- Piani Territoriali <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciali<br />

5.1.2.1-PTC Provincia <strong>di</strong> Lucca<br />

5.1.2.2.- PTC Provincia <strong>di</strong> Pistoia<br />

5.1.2.3- PTC Provincia <strong>di</strong> Pisa<br />

5.1.3- Lo status <strong>del</strong>la pianificazione a livello comunale<br />

5.2- Piani settoriali<br />

5.2.1- PRAA- Piano Regionale <strong>di</strong> Azione <strong>Ambientale</strong><br />

5.2.2- PIER- Piano <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo Energetico Regionale<br />

5.2.3- PRAER- Piano Regionale <strong>del</strong>le Attività Estrattive, <strong>di</strong> Recupero <strong>del</strong>le aree escavate e <strong>di</strong> Riutilizzo dei residui recuperabili<br />

5.2.4- Piano Regionale <strong>del</strong>la Mobilità e <strong>del</strong>la Logistica<br />

5.2.5- PSR- Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale<br />

5.2.6- Programma Forestale Regionale<br />

5.2.7- Piano Regionale per la pesca nelle acque interne<br />

6- Aree <strong>di</strong> particolare interesse ambientale e <strong>di</strong>sposizioni normative<br />

6.1-La Rete Natura 2000<br />

6.2- I Geotopi<br />

6.1.1- Legislazione <strong>di</strong> riferimento<br />

6.1.2- I siti <strong>del</strong>la Rete Ecologica<br />

6.1.3- Le misure <strong>di</strong> conservazione<br />

6.3- Le Aree Ramsar<br />

6.4- Le aree protette<br />

6.1.3.1- Le misure <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>la Del C.R. 454/08<br />

6.1.3.2- Le misure <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>la Del G.R. 644/04<br />

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6.4.1- Legislazione <strong>di</strong> riferimento<br />

6.4.2- Elenco aree protette nel territorio <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong><br />

6.4.3- Pianificazione e gestione <strong>del</strong>le aree protette<br />

6.5- Le aree IBA<br />

6.6.- Istituti <strong>di</strong> protezione ai sensi dei Piani Faunistici Venatori<br />

6.6.1- Legislazione <strong>di</strong> riferimento<br />

6.6.2- Oasi <strong>di</strong> protezione ex art. 15 L.R. 03/94<br />

6.6.3- Zone <strong>di</strong> Protezione ex art. 14 L.R. 3/94<br />

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1- Valutazione <strong>Ambientale</strong> Strategica<br />

1.1- Riferimenti normativi<br />

<strong>Il</strong> riferimento normativo per la procedura <strong>di</strong> Valutazione <strong>Ambientale</strong> Strategica (<strong>di</strong> seguito VAS) è il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – Parte II e s.m.i..<br />

In particolare la parte II <strong>del</strong> D.Lgs 152/2006 è stata mo<strong>di</strong>ficata dal Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n.4 al quale si farà esplicito riferimento nel presente<br />

<strong>Rapporto</strong>.<br />

Ai sensi <strong>del</strong>l‟art. 6 comma 1 <strong>del</strong> Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n.4, il PdG è necessariamente sottoposto a VAS in quanto essa “…riguarda i piani e i<br />

programmi che possono avere impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale” e in particolare si effettua per quei Piani che (art 6 comma 2 lettera a)<br />

“… sono elaborati per la valutazione e gestione <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>l'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, <strong>del</strong>la pesca, energetico, industriale, dei trasporti,<br />

<strong>del</strong>la gestione dei rifiuti e <strong>del</strong>le acque, <strong>del</strong>le telecomunicazioni, turistico, <strong>del</strong>la pianificazione territoriale o <strong>del</strong>la destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro<br />

<strong>di</strong> riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area <strong>di</strong> localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV <strong>del</strong> presente<br />

Decreto”. In tal senso “La valutazione ambientale <strong>di</strong> piani, programmi e progetti ha la finalità <strong>di</strong> assicurare che l'attività' antropica sia compatibile con le con<strong>di</strong>zioni<br />

per uno sviluppo sostenibile, e quin<strong>di</strong> nel rispetto <strong>del</strong>la capacità rigenerativa degli ecosistemi e <strong>del</strong>le risorse, <strong>del</strong>la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità e <strong>di</strong> un'equa<br />

<strong>di</strong>stribuzione dei vantaggi connessi all'attività' economica. Per mezzo <strong>del</strong>la stessa si affronta la determinazione <strong>del</strong>la valutazione preventiva integrata degli impatti<br />

ambientali nello svolgimento <strong>del</strong>le attività normative e amministrative, <strong>di</strong> informazione ambientale, <strong>di</strong> pianificazione e programmazione. 4. In tale ambito: a) la<br />

valutazione ambientale <strong>di</strong> piani e programmi che possono avere un impatto significativo sull'ambiente ha la finalità <strong>di</strong> garantire un elevato livello <strong>di</strong> protezione<br />

<strong>del</strong>l'ambiente e contribuire all'integrazione <strong>di</strong> considerazioni ambientali all'atto <strong>del</strong>l'elaborazione, <strong>del</strong>l'adozione e approvazione <strong>di</strong> detti piani e programmi<br />

assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle con<strong>di</strong>zioni per uno sviluppo sostenibile…” (Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n.4, Art. 4, comma 3 e 4).<br />

<strong>Il</strong> D.Lgs 4/2008 recepisce e attua le Direttiva 2001/42/CE <strong>del</strong> Parlamento Europeo e <strong>del</strong> Consiglio, <strong>del</strong> 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti <strong>di</strong><br />

determinati piani e programmi. L'interessante innovazione introdotta da questa Direttiva e <strong>di</strong> conseguenza dal Decreto <strong>di</strong> recepimento è riconducibile al momento<br />

<strong>di</strong> applicazione <strong>del</strong>la valutazione stessa che “deve essere effettuata durante la fase preparatoria <strong>del</strong> piano o <strong>del</strong> programma e anteriormente alla sua adozione o<br />

all'avvio <strong>del</strong>la relativa procedura legislativa” (art.4).<br />

Tale procedura accompagna quin<strong>di</strong> l'iter pianificatorio o programmatico capace <strong>di</strong> garantire la scelta coscienziosa fra le alternative "alla luce degli<br />

obiettivi e <strong>del</strong>l'ambito territoriale <strong>del</strong> piano e programma" (art.5).<br />

Altra fondamentale introduzione è la sostanziale partecipazione <strong>del</strong> "pubblico" nel processo valutativo dove per pubblico si intende "una o più persone<br />

fisiche o giuri<strong>di</strong>che, secondo la normativa o la prassi nazionale, e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi" (art.2), nonché le misure previste per il<br />

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monitoraggio durante l'attuazione <strong>del</strong> piano al fine <strong>di</strong> contrastare gli effetti negativi derivanti dall'attuazione degli stessi piani e programmi, permettendo <strong>di</strong><br />

effettuare <strong>del</strong>le correzioni al processo in atto.<br />

La VAS, nel caso <strong>del</strong> PdG, prevede l‟elaborazione <strong>del</strong> rapporto ambientale, lo svolgimento <strong>di</strong> consultazioni, la valutazione <strong>del</strong> piano o <strong>del</strong> programma, <strong>del</strong><br />

rapporto e degli esiti <strong>del</strong>le consultazioni, l‟espressione <strong>di</strong> un parere motivato, l‟informazione sulla decisione e il monitoraggio.<br />

1.2- <strong>Il</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong><br />

<strong>Il</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong>, ai sensi <strong>del</strong>l‟art. 5 c.1 lett. f) <strong>del</strong> D.Lgs 152/06 come corretto dal D.Lgs 4/2008, è un documento <strong>del</strong> piano; esso “costituisce parte<br />

integrante <strong>del</strong> piano o <strong>del</strong> programma e ne accompagna l’intero processo <strong>di</strong> elaborazione e approvazione” (art. 13, c.3).<br />

<strong>Il</strong> <strong>Rapporto</strong> segue quin<strong>di</strong> l‟attività <strong>di</strong> formazione e approvazione <strong>del</strong> piano con il medesimo livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento.<br />

L‟art. 5 par. 1 <strong>del</strong>la Dir 2001/42/CEE recita: nel caso sia necessaria una valutazione ambientale ai sensi <strong>del</strong>l’art. 3, par. 1, deve essere redatto un rapporto<br />

ambientale in cui siano in<strong>di</strong>viduati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione <strong>del</strong> piano o <strong>del</strong> programma potrebbe avere sull’ambiente nonché le<br />

ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e <strong>del</strong>l’ambito territoriale <strong>del</strong> piano o <strong>del</strong> programma. Tale rapporto ambientale contiene le informazioni che possono<br />

essere ragionevolmente richieste, tenuto conto <strong>del</strong> livello <strong>del</strong>le conoscenze e dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> valutazione attuali, dei contenuti e <strong>del</strong> livello <strong>di</strong> dettaglio <strong>del</strong> piano o<br />

<strong>del</strong> programma e, per evitare duplicazioni <strong>del</strong>la valutazione, <strong>del</strong>la fase in cui si trova nell’iter decisionale e <strong>del</strong>la misura in cui taluni aspetti sono più<br />

adeguatamente valutati in altre fasi <strong>di</strong> detto iter.<br />

Ai sensi <strong>del</strong>l‟art. 5 c.1 lett. p) e q) <strong>del</strong> D.Lgs 152/06 e s.m.i. l‟<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> ha in<strong>di</strong>viduato:<br />

- l‟<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> F. <strong>Serchio</strong> quale AUTORITA‟ PROCEDENTE<br />

- <strong>Il</strong> Ministero <strong>del</strong>l‟Ambiente e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare quale AUTORITA‟ COMPETENTE<br />

Questi sono in sintesi contenuti <strong>del</strong> rapporto ambientale ai sensi <strong>del</strong>l‟allegato I <strong>del</strong>la Dir 2001/42/CEE (come ripreso nell‟allegato VI <strong>del</strong> D.Lgs 152/06 e s.m.i.)<br />

1. illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali <strong>del</strong> piano e <strong>del</strong> rapporto con altri pertinenti piani o programmi<br />

2. aspetti pertinenti allo stato attuale <strong>del</strong>l‟ambiente e sua evoluzione probabile senza l‟attuazione <strong>del</strong> piano<br />

3. caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche <strong>del</strong>le aree che potrebbero essere significativamente interessate<br />

4. qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree <strong>di</strong> particolare rilevanza ambientale, culturale<br />

e paesaggistica, quali le zone designate ai sensi <strong>del</strong>le Dir. 92/43/CEE e 89/409/CEE nonché i territori con produzioni agricole <strong>di</strong> particolare qualità e<br />

tipicità, <strong>di</strong> cui all‟art. 21 <strong>del</strong> D.Lgs 228/2001<br />

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5. obiettivi <strong>di</strong> protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano e il modo in cui, durante la sua<br />

preparazione, si è tenuto conto degli obiettivi e <strong>di</strong> ogni considerazione ambientale<br />

6. possibili effetti significativi sull‟ambiente compresi aspetti quali la bio<strong>di</strong>versità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, acqua, l‟aria, i<br />

fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l‟interrelazione tra i suddetti fattori<br />

7. misure previste per impe<strong>di</strong>re, ridurre e compensare nel modo più completo gli eventuali effetti negativi significativi sull‟ambiente dall‟attuazione <strong>del</strong> piano<br />

8. sintesi <strong>del</strong>le ragioni <strong>del</strong>la scelta <strong>del</strong>le alternative in<strong>di</strong>viduate e una descrizione <strong>di</strong> come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali <strong>di</strong>fficoltà<br />

incontrate (ad es carenze tecniche o <strong>di</strong>fficoltà derivanti dalla novità dei problemi e <strong>del</strong>le tecniche per risolverli) nella raccolta <strong>di</strong> informazioni richieste<br />

9. descrizione <strong>del</strong>le misure previste in merito al monitoraggio e al controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall‟attuazione <strong>del</strong> piano proposto<br />

definendo, in particolare, le modalità <strong>di</strong> raccolta dei dati e <strong>di</strong> elaborazione degli in<strong>di</strong>catori necessari alla valutazione degli impatti, la perio<strong>di</strong>cità <strong>del</strong>la<br />

produzione <strong>di</strong> un rapporto illustrante i risultati <strong>del</strong>la valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare<br />

10. sintesi non tecnica <strong>del</strong>le informazioni <strong>di</strong> cui alle lettere precedenti<br />

Ai sensi dei commi 1 e 2 <strong>del</strong>l‟art. 13 <strong>del</strong> D.Lgs 152/06 e s.m.i., l‟<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> F. <strong>Serchio</strong> ha redatto un <strong>Rapporto</strong> Preliminare sui possibili impatti<br />

ambientali significativi <strong>del</strong>l‟attuazione <strong>del</strong> piano consultando sui contenuti <strong>del</strong>lo stesso i soggetti competenti in materia ambientale al fine <strong>di</strong> definire la portata e<br />

il livello <strong>di</strong> dettaglio <strong>del</strong>le informazioni da includere nel <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong>.<br />

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Questa fase,analoga a quella <strong>di</strong> scoping prevista per la procedura <strong>di</strong> VIA ha permesso <strong>di</strong> ricevere i seguenti contributi dagli Enti competenti in materia<br />

ambientale:<br />

Ente Prot. Elementi da tenere in considerazione nella redazione <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong><br />

<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong><br />

Interregionale <strong>del</strong> Fiume<br />

Magra<br />

Regione Toscana Giunta<br />

Regionale<br />

Ministero <strong>del</strong>le Politiche<br />

Agricole Alimentali e<br />

Forestali- Corpo Forestale<br />

N° 1518<br />

<strong>del</strong> 07/05/2009<br />

Del DG.R. n°<br />

473 <strong>del</strong><br />

08/06/2009<br />

N° 1565<br />

<strong>del</strong> 08/05/2009<br />

Acquifero carbonatico <strong>del</strong>le Alpi Apuane (in quanto con<strong>di</strong>viso): misure normative che regolino le modalità <strong>del</strong>l‘escavazione <strong>del</strong> marmo<br />

Stato <strong>di</strong> qualità dei corpi idrici: approccio integrato e integrale <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong>le acque (miglioramento qualità acque con salvaguar<strong>di</strong>a ambiente fluviale nel suo complesso<br />

e <strong>del</strong>la sua naturalità: Fasce tampone boscate ed ecosistemi filtro collegati con le aree <strong>di</strong> pertinenza fluviale (Fascia <strong>di</strong> Riassetto Fluviale <strong>del</strong> PAI AdB Magra)<br />

Adozione <strong>di</strong> misure che assumano valenza normativa nella corretta gestione <strong>del</strong>la risorsa idrica e prevenzione <strong>di</strong> utilizzi non sostenibili<br />

In<strong>di</strong>cazioni per eutrofizzazione Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli: utilizzare gli effluenti depurati per l‘irrigazione invece che smaltirli nel reticolo superficiale; ridurre al minimo i<br />

prelievi dal Lago mo<strong>di</strong>ficando le tecniche <strong>di</strong> irrigazione; istallazione <strong>di</strong> ecosistemi filtro vegetati e/o <strong>di</strong> fasce tampone vegetate lungo il reticolo <strong>di</strong> bonifica al fine <strong>di</strong><br />

intercettare e rimuovere i nutrienti; adottare pratiche agricole che riducano al minimo l‘uso <strong>di</strong> fertilizzanti e concimi; ripristinare il buon funzionamento <strong>del</strong>le Porte<br />

Vinciane<br />

Si rileva l‘assenza nel <strong>Rapporto</strong> Preliminare <strong>del</strong>la valutazione dei rapporto tra il PdG e altri piani come ad esempio PTA, Piani d‘Ambito, PAI e i PdG dei Distretti<br />

confinanti. Tali rapporti dovranno essere valutati nel <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong><br />

Aspetti metodologici: il PdG <strong>del</strong>le acque ha una valeenza sovra regionale: la VAS potrebbe risultare un proce<strong>di</strong>mento i cui lla RT, L‘AdB <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> e gli Enti locali sub<br />

regionali lavorano in modo coor<strong>di</strong>nato alla pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un ―contenitore comune‖ che si va a collocare all‘interno <strong>di</strong> un quadro normativo incerto e in evoluzione;<br />

da evitare conflittualità e rischi <strong>di</strong> sovrapposizione (specialmente sotto il profilo <strong>del</strong>l‘apparato normativp e <strong>di</strong>sciplinare) tra il PdG e la strategia, gli obiettivi e le azioni<br />

definiti nei Piani Regionali afferenti alla materia <strong>del</strong>le acque o a essa connessi<br />

I quadri conoscitivi e la documentaizone cartografica devono essere idonei a sostenere l‘elaborazione <strong>del</strong> piano, coerenti con i dati , sia in terimini <strong>di</strong> qualità<br />

<strong>del</strong>l‘informazione sia in termini <strong>di</strong> quantità a quanto già rappresentatao e cerificato nei QC <strong>di</strong> livello regionale ( da citare la fonte <strong>del</strong> dato) anche per permettere una<br />

corretta e coerente consultazione <strong>del</strong> pubblico ; i materiali devono essere resi <strong>di</strong>sponibili per le attività <strong>di</strong> partecipazione e consultazione anche attraverso strumenti<br />

telematici<br />

Gli obiettivi <strong>di</strong> Distretto non si configurano come una copia degli obiettivi regionali, devono quin<strong>di</strong> essere evidenziate le relazioni che identificano il PdG non come un<br />

raccoglitore <strong>del</strong>la pianificazione regionale ma come uno strumento <strong>di</strong>strettuale, che porta un valoreaaggiunto rispetto alla sommatoria <strong>del</strong>le pianificazioni regionali;<br />

Analisi <strong>del</strong>le coerenze esterne sia con la pianificazione strettamente connessa al settore <strong>del</strong>le acque sia con tutta la pianificazione regionale che in<strong>di</strong>rettamente agisce<br />

con le tematiche <strong>del</strong> PdG: PRAA, PIT, PAI, POT, PRAE, PRAER, PAR, Piano regionale per la pesca nelle acque interne, PFR, Piani <strong>di</strong> Bonifica, Programmazione <strong>del</strong>le<br />

Aree Protette, Piano Regionale <strong>del</strong>la mobilità e <strong>del</strong>la Logistica<br />

In<strong>di</strong>viduare e valutare le alternative fattibili fornendo la motivazione <strong>del</strong>la scelta fatta , anche in termini <strong>di</strong> sostenibilità, nell‘ambito <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> ambientale<br />

Nel QC vanno illustrati anche gli aspetti pertinenti <strong>del</strong>lo stato attuale <strong>del</strong>l‘ambiente (bio<strong>di</strong>versità, fllora e fauna, suolo, aria, fattori climatici, acqua, paesaggio,<br />

popolazione) evidenziando l‘analisi <strong>del</strong>la sua probabile evoluzione senza l‘attuazione <strong>del</strong> piano<br />

Redazione <strong>del</strong>lo Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Incidenza<br />

L‘articolazione <strong>del</strong>la strategia <strong>di</strong> Piano deve essere chiaramente strutturata partendo da obiettivi generali, obiettivi specifici correlati, azioni e programmi <strong>di</strong> azione.:le<br />

relazioni interne tra obiettivi e azioni dovrebbero essere valutate con un‘apposita analisi <strong>di</strong> coerenza<br />

<strong>Il</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong> deve contenere l‘impostaizone <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> monitoraggio. <strong>Il</strong> monitoraggio VAS integra il monitoraggio <strong>di</strong> piano senza rappresentare il<br />

duplicato <strong>di</strong> quest‘ultimo e serve per: misurare gli effetti <strong>del</strong>le azioni <strong>di</strong> piano e misurare il raggiungimento degli oniettivi <strong>di</strong> piano<br />

Rete Natura 2000<br />

Zone boschive<br />

Aree protette<br />

9


Ente Prot. Elementi da tenere in considerazione nella redazione <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong><br />

<strong>del</strong>lo Stato – Comando<br />

Prov. <strong>di</strong> Lucca<br />

Provincia <strong>di</strong> Lucca-<br />

Dipartimento Servizi Tecnici<br />

– Servizio Pianificazione<br />

Territoriale e Mobilità<br />

Provincia <strong>di</strong> Lucca-<br />

Dipartimento Infrastrutture-<br />

Servizio Difesa <strong>del</strong> Suolo<br />

Comune Barga – Area<br />

Assetto Territorio<br />

ARPAT<br />

Azienda USL 3 Pistoia<br />

N° 1570<br />

<strong>del</strong> 08/05/2009<br />

N°1682<br />

<strong>del</strong> 18/05/2009<br />

N°1676<br />

<strong>del</strong> 18/05/2009<br />

N° 2022<br />

Del 11/06/2009<br />

N° 1935 <strong>del</strong><br />

08/08/2009<br />

Rete Natura 2000<br />

Coerenza con PdG SIR-pSIC n° 5 ―Monte la Nuda- Monte Tondo‖e n°10 ―Monte Castellino- Le Forbici‖<br />

Aree <strong>di</strong> pertinenza fluviale: salvaguar<strong>di</strong>a dal rischio idraulico; tutela <strong>del</strong>l‘ambiente fluviale e <strong>del</strong> paesaggio; funzione <strong>di</strong> connessione ecologica<br />

Analisi <strong>del</strong> contesto urbanistico per stimare le pressioni esercitate sulle acque dall‘attuazione <strong>del</strong>le previsioni contenute negli strumenti urbanistici comunali<br />

Fenomeni <strong>di</strong> subsidenza e <strong>di</strong> insalinamento<br />

Sistema <strong>di</strong> monitoraggio <strong>del</strong>la falda idrica sia in Versilia che nella Piana <strong>di</strong> Lucca (Prov LU+AdB <strong>Serchio</strong>+AdB Arno+AdB Toscana Nord+ Centro Funzionale Regionale)<br />

Progetti infrastrutturali che hanno a oggetto dorsali acquedottistiche che hanno impatti sull‘uso <strong>del</strong>la risorsa e con il fine <strong>di</strong> preservare la falda idrica pregiata<br />

Regolazione sugli usi <strong>del</strong>le acque sotterranee e superficiali (Prov. LU, AdB <strong>Serchio</strong>, AdB Arno)<br />

Piani d‘Ambito AATO 1 e AATO 2<br />

QC <strong>del</strong> PS adottato <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> Barga<br />

Definire meglio il quadro degli obiettivi generali <strong>di</strong> sostenibilità e ambientali specifici <strong>di</strong> riferimento <strong>del</strong> Piano<br />

Non risultano in<strong>di</strong>viduate o caratterizzate le azioni per il raggiungimento <strong>di</strong> tali obiettivi<br />

Per quanto concerne le misure volte al miglioramento <strong>del</strong>lo stato ambientale <strong>del</strong>le acque (misure <strong>di</strong> base e misure supplementari) è necessario definire la natura e gli<br />

eventuali effetti ambientali non soltanto sul sistema fluviale ma almeno sulle aree contemini, in<strong>di</strong>viduandone limiti spaziali, temporali e la relativa natura ed entità per<br />

giungere a iun giu<strong>di</strong>zio complessivo sul rispetto degli obiettivi <strong>di</strong> piano e, più in generale, <strong>di</strong> sostenibilità <strong>di</strong> tali misure, in tal modo rendendo possibile anche in<br />

confronto tra le alternative.<br />

Alle misure <strong>di</strong> piano e quin<strong>di</strong> ai potenziali impatti a esse collegati dovrebbero essere associati in<strong>di</strong>catori, sia <strong>di</strong> processo, che consentono <strong>di</strong> verificarne lo stato <strong>di</strong><br />

attuazione, sia <strong>di</strong> contesto, che permettono <strong>di</strong> analizzarne le relazioni <strong>del</strong>lo stato amebintale, che andrebbero a costituire l‘ossatura <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> monitoraggio. Gli stessi<br />

in<strong>di</strong>catori dovrebbero essere utilizzati per definire lo stato ambientale attuale da cui partire per l‘attivit <strong>di</strong> monitoraggio.<br />

Vengono riportati dati ricavati dal PTA per la zona <strong>di</strong> competenza relativ allo stato <strong>di</strong> qualità <strong>del</strong>le acque superficiali e sotterranee<br />

Necessità <strong>di</strong> configurare la tutela <strong>del</strong>la risorsa idrica, acque suyperficili e sotterranee, in modo tale da poter garantire qualitativamente e quantitativamente gli standard<br />

buono/elevato per le risorse <strong>del</strong>le acque da destinare alla produzione <strong>di</strong> acqua potabile, fermo restando:<br />

- <strong>di</strong> dare per tale destinazione preferenza alle acque sotterranee<br />

<strong>di</strong> vietare l‘immissione <strong>di</strong>retta nelle acque sotterranee e suprfciali <strong>di</strong> scarichi non trattati in mo<strong>di</strong> adeguati<br />

<strong>di</strong> garantire elevati standard <strong>di</strong> qualità ambientale<br />

<strong>di</strong> considerare adeguatamente gli impatti <strong>del</strong>le industrie presenti, specie in loc. lima, Comune <strong>di</strong> Piteglio<br />

e <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre, per la tutela <strong>del</strong>la risorsa idrica, adeguati piani <strong>di</strong> monitoraggio comprensivo le sostanze prioritarie (Dir 2008/105/CE <strong>del</strong> 16/12/2008, allegato II) e<br />

sostanze pericolose prioritarie (Dir 2008/105/CEE <strong>del</strong> 16/12/2008 Allegato III).<br />

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1.3- I contenuti <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong><br />

Sulla base <strong>di</strong> quanto previsto dalla vigente normativa comunitaria e nazionale in materia <strong>di</strong> VAS e dei contributi pervenuti dagli Enti competenti in materia<br />

ambientale a seguito <strong>del</strong>l‟invio <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> Preliminare, questi sono i documenti che andranno a costituire il <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong>:<br />

A) CONTENUTI DEL PDG E RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI O PROGRAMMI E CON LA NORMATIVA VIGENTE IN MATERIA DI<br />

PROTEZIONE AMBIENTALE<br />

B) QUADRO AMBIENTALE E SOCIO-ECONOMICO<br />

C) RELAZIONE DI INCIDENZA<br />

D) VALUTAZIONE DELLE COERENZE DEGLI OBIETTIVI, DELLE MISURE E DELLE AZIONI E VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI<br />

E) RAPPORTO PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI<br />

In sintesi <strong>di</strong> seguito si riportano i contenuti <strong>di</strong> ciascun documento:<br />

A) CONTENUTI DEL PDG E RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI O PROGRAMMI E CON LA NORMATIVA VIGENTE IN MATERIA DI<br />

PROTEZIONE AMBIENTALE<br />

Questa I parte <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong>, dopo aver sinteticamente riportato finalità e contenuti <strong>del</strong> PdG, prende in esame tutti i piani territoriali e settoriali vigenti<br />

estrapolando dagli stessi gli in<strong>di</strong>rizzi, gli obiettivi e la <strong>di</strong>sciplina relativi alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>la risorsa idrica.<br />

Inoltre, sono stati considerati tutti i vincoli <strong>di</strong> protezione ambientale presenti nel territorio <strong>del</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> precisando gli obiettivi <strong>di</strong> conservazione e gli<br />

strumenti <strong>di</strong> gestione attualmente vigenti.<br />

Tale documentazione, permette <strong>di</strong> valutare la coerenza esterna rispetto ad altri piani/programmi territoriali e settoriali, degli obiettivi <strong>del</strong> PdG in fase <strong>di</strong> definizione<br />

e a in<strong>di</strong>viduare eventuali approfon<strong>di</strong>menti <strong>del</strong> quadro conoscitivo <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> ambientale funzionali a una corretta ed esaustiva valutazione degli effetti sulla<br />

risorsa <strong>del</strong>le azioni <strong>di</strong> Piano. Inoltre risponde a quanto richiesto nei contributi pervenuti dagli enti competenti in materia ambientale in merito alla necessità <strong>di</strong><br />

valutare piani e programmi vigenti.<br />

Questa sezione risponde quin<strong>di</strong> ai seguenti punti <strong>del</strong>l‟allegato I <strong>del</strong>la Dir 2001/42/CEE:<br />

1) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali <strong>del</strong> piano e <strong>del</strong> rapporto con altri pertinenti piani o programmi<br />

4) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree <strong>di</strong> particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali<br />

le zone designate ai sensi <strong>del</strong>le Dir. 92/43/CEE e 79/409/CEE<br />

5) obiettivi <strong>di</strong> protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano<br />

11


B) QUADRO AMBIENTALE E SOCIO-ECONOMICO<br />

- analisi <strong>del</strong> contesto ambientale con inquadramento generale <strong>del</strong>le caratteristiche ambientali culturali, paesaggistiche e socio-economiche<br />

<strong>del</strong> territorio <strong>del</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>;<br />

- analisi <strong>del</strong>le caratteristiche dei corpi idrici principali: superficiali, sotterranei e loro interazione con le acque costiere<br />

- analisi <strong>del</strong>le pressioni significative sulla risorsa acqua e sull‟ambiente ad essa correlato;<br />

- sintesi <strong>del</strong>le criticità emerse<br />

- valutazione <strong>del</strong>la probabile evoluzione <strong>del</strong>l‟ambiente in assenza <strong>del</strong>le misure <strong>di</strong> piano;<br />

- caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche <strong>del</strong>le aree che potrebbero essere significativamente interessate dalle misure <strong>del</strong><br />

PdG<br />

- analisi <strong>del</strong>le politiche ambientali in corso per la risoluzione/mitigazione <strong>del</strong>le criticità in atto<br />

C) RELAZIONE DI INCIDENZA per i siti <strong>del</strong>la Rete Natura 2000 e <strong>del</strong>la Rete Ecologica Regionale (Dir 92/43/CEE, Dir. 89/409/CEE, L.R. 56/00 e s.m.i.) ricadenti<br />

sul territorio <strong>del</strong>l‟<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> e i Siti <strong>del</strong>le zone limitrofe potenzialmente interessati da interferenze legate all‟attuazione degli obiettivi, <strong>del</strong>le<br />

misure e <strong>del</strong>le azioni <strong>del</strong> PdG. La relazione <strong>di</strong> incidenza<br />

La valutazione d'incidenza costituisce una misura preventiva <strong>di</strong> tutela legata ai piani o ai progetti cui devono necessariamente aggiungersi le misure <strong>di</strong><br />

conservazione opportune al mantenimento o al ripristino, in uno stato <strong>di</strong> conservazione sod<strong>di</strong>sfacente, <strong>del</strong>le specie e degli habitat dei siti natura 2000<br />

I par. 3-4 <strong>del</strong>l‟art. 6 <strong>del</strong>la Dir 92/43/CEE recitano:<br />

3. Qualsiasi piano o progetto non <strong>di</strong>rettamente connesso e necessario alla gestione <strong>del</strong> sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito,<br />

singolarmente o congiuntamente a altri piani e progetti, forma oggetto <strong>di</strong> una opportuna valutazione <strong>del</strong>l’incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>del</strong> medesimo.<br />

L‟art. 7 <strong>del</strong>la Dir Habitat precisa che gli obblighi derivanti dall‟art. 6, paragrafi 2,3,4 si applicano anche alle Zone Speciali <strong>di</strong> Conservazione previste dall‟art. 4,<br />

paragrafo 2, <strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettiva Uccelli.<br />

Si precisa quin<strong>di</strong> che le misure <strong>di</strong> tutela non si applicano soltanto ai siti <strong>del</strong>la Rete Natura 2000 ma anche per piani o progetti all‟esterno <strong>di</strong> essi che possano<br />

avere incidenza sugli habitat e le specie per cui il sito è stato designato.<br />

La valutazione <strong>di</strong> incidenza, a livello nazionale, è normata dall‟art. 5 <strong>del</strong> D.P.R. 120/03 che ne specifica finalità e contenuti (allegato G).<br />

Essa è parte integrante <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong> <strong>del</strong>la procedura <strong>di</strong> Valutazione <strong>Ambientale</strong> Strategica, ai sensi <strong>del</strong>la Dir 2001/42/CEE e <strong>del</strong> D.Lgs 152/06 e<br />

s.m.i..<br />

12


D) VALUTAZIONE DELLE COERENZE DEGLI OBIETTIVI, DELLE MISURE E DELLE AZIONI E VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI<br />

1- Analisi <strong>del</strong>la coerenza interna ed esterna degli obiettivi, <strong>del</strong>le misure e <strong>del</strong>le azioni <strong>del</strong> PdG<br />

2- Analisi dei possibili impatti significativi sull‟ambiente, compresi quelli secondari, <strong>di</strong>retti o in<strong>di</strong>retti, reversibili e non reversibili, a breve o a lungo<br />

termine, positivi e negativi, determinati dall‟attuazione <strong>del</strong>le misure previste dal PdG sulle risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e sui beni<br />

materiali<br />

3- Analisi effetti cumulativi<br />

4- In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> mitigazione<br />

E) RAPPORTO PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI<br />

1- In<strong>di</strong>viduazione modalità <strong>di</strong> raccolta dati e <strong>di</strong> informazioni utili per l‟elaborazione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori per il monitoraggio degli effetti sulle <strong>di</strong>verse matrici ambientali<br />

2- definizione <strong>del</strong>la perio<strong>di</strong>cità <strong>del</strong>la produzione <strong>di</strong> un rapporto valutativo circa gli effetti in corso d‟opera e post operam <strong>del</strong>le misure e azioni previste dal PdG<br />

13


2- <strong>Il</strong>lustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali <strong>del</strong> piano <strong>di</strong> gestione<br />

2.1- I riferimenti normativi<br />

<strong>Il</strong> 23 ottobre 2000 è stata pubblicata, dal Parlamento e dal Consiglio Europeo la Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque), che istituisce un quadro per<br />

l‟ azione comunitaria in materia <strong>di</strong> acque. Con la stesura <strong>di</strong> questo testo normativo l‟ Unione Europea ha inteso rispondere alla necessità, come sottolineato nel<br />

preambolo 18 al testo, <strong>di</strong> stabilire principi comuni e fornire un quadro globale in cui inserire gli interventi, in modo da coor<strong>di</strong>nare, integrare e nel lungo periodo<br />

sviluppare ulteriormente i principi e le strutture generali idonee a garantire la protezione e un utilizzo sostenibile <strong>del</strong>le acque comunitarie. L‟ obiettivo primario <strong>di</strong><br />

tale testo normativo è quello <strong>di</strong> istituire interventi atti alla protezione <strong>del</strong>le acque che ne impe<strong>di</strong>scano un ulteriore deterioramento qualitativo e quantitativo e<br />

consentano il raggiungimento <strong>del</strong> “buono stato ecologico” per tutti i corpi idrici entro il 2015. La Direttiva impone, tra l‟ altro, una riorganizzazione <strong>del</strong>la gestione<br />

<strong>del</strong> patrimonio idrico. Infatti gli Stati Membri devono in<strong>di</strong>viduare tutti i bacini idrografici, intesi come “il territorio nel quale scorrono tutte le acque superficiali<br />

attraverso una serie <strong>di</strong> torrenti, fiumi ed eventualmente laghi per sfociare al mare in un’unica foce, a estuario o <strong>del</strong>ta", presenti nel loro territorio ed assegnarli a<br />

<strong>di</strong>stretti idrografici. Questi ultimi risultano essere quelle aree <strong>di</strong> terra e <strong>di</strong> mare costituite da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee<br />

e costiere, e corrispondono alla principale unità per la gestione dei bacini idrografici. Per ciascun <strong>di</strong>stretto idrografico la Direttiva prevede ai sensi <strong>del</strong>l‟art. 13 che,<br />

entro il 2009, debba essere pre<strong>di</strong>sposto un Piano <strong>di</strong> Gestione <strong>del</strong>le Acque (<strong>di</strong> seguito PdG) <strong>di</strong> ciascun <strong>di</strong>stretto idrografico. Esso risulta essere lo strumento<br />

che in<strong>di</strong>ca le azioni da porre in essere sulle acque, per garantire il raggiungimento degli obiettivi ambientali e socioeconomici che detta la Direttiva.<br />

La Direttiva 2000/60/CE è stata recepita in Italia con l‟ emanazione <strong>del</strong> Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante "Norme in materia ambientale".<br />

Tale D.Lgs in<strong>di</strong>vidua 8 Distretti Idrografici (tra cui il <strong>di</strong>stretto Pilota <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>) e pertanto 8 <strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> Distretto. Con la L. n.13 <strong>del</strong> 27/02/2009 "Conversione in<br />

legge, con mo<strong>di</strong>ficazioni, <strong>del</strong> decreto-legge 30 <strong>di</strong>cembre 2008, n. 208, recante misure straor<strong>di</strong>narie in materia <strong>di</strong> risorse idriche e <strong>di</strong> protezione <strong>del</strong>l'ambiente",<br />

viene attribuito alle <strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>di</strong> rilievo Nazionale il compito <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere il Piano <strong>di</strong> Gestione a livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>stretto idrografico sulla base degli atti e dei pareri<br />

<strong>di</strong>sponibili. All‟articolo 1, comma 3 bis, infatti è stabilito che ”L'adozione dei piani <strong>di</strong> gestione <strong>di</strong> cui all'articolo 13 <strong>del</strong>la Direttiva 2000/60/CE <strong>del</strong> Parlamento<br />

europeo e <strong>del</strong> Consiglio, <strong>del</strong> 23 ottobre 2000, e' effettuata, sulla base degli atti e dei pareri <strong>di</strong>sponibili, entro e non oltre il 22 <strong>di</strong>cembre 2009, dai comitati<br />

istituzionali <strong>del</strong>le autorità <strong>di</strong> bacino <strong>di</strong> rilievo nazionale, integrati da componenti designati dalle regioni il cui territorio ricade nel <strong>di</strong>stretto idrografico al quale si<br />

riferisce il piano <strong>di</strong> gestione non già rappresentate nei medesimi comitati istituzionali. Ai fini <strong>del</strong> rispetto <strong>del</strong> termine <strong>di</strong> cui al primo periodo, le autorità <strong>di</strong> bacino <strong>di</strong><br />

rilievo nazionale provvedono, entro il 30 giugno 2009, a coor<strong>di</strong>nare i contenuti e gli obiettivi dei piani <strong>di</strong> cui al presente comma all'interno <strong>del</strong> <strong>di</strong>stretto idrografico<br />

<strong>di</strong> appartenenza, con particolare riferimento al programma <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> cui all'articolo 11 <strong>del</strong>la citata Direttiva 2000/60/CE. Per i <strong>di</strong>stretti idrografici nei quali non e'<br />

presente alcuna <strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> bacino <strong>di</strong> rilievo nazionale, provvedono le regioni”.<br />

14


2.2- Contenuti<br />

I contenuti <strong>del</strong> PdG sono in<strong>di</strong>cati all‟allegato VII <strong>del</strong> Decreto e si formano secondo scadenze temporali predefinite.<br />

A. I piani <strong>di</strong> gestione dei bacini idrografici comprendono i seguenti elementi.<br />

1. Descrizione generale <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong> <strong>di</strong>stretto idrografico, a norma <strong>del</strong>l'articolo 5 e <strong>del</strong>l'allegato II. Essa include:<br />

1.1. Per le acque superficiali: rappresentazione cartografica <strong>del</strong>l'ubicazione e <strong>del</strong> perimetro dei corpi idrici, rappresentazione cartografica <strong>del</strong>le ecoregioni<br />

e dei tipi <strong>di</strong> corpo idrico superficiale presenti nel bacino idrografico, segnalazione <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> riferimento per i tipi <strong>di</strong> corpo idrico superficiale.<br />

1.2. Per le acque sotterranee: .rappresentazione cartografica <strong>del</strong>l'ubicazione e <strong>del</strong> perimetro dei corpi idrici sotterranei.<br />

2. Sintesi <strong>del</strong>le pressioni e degli impatti significativi esercitati dalle attività umane sullo stato <strong>del</strong>le acque superficiali e sotterranee, comprese: . stime<br />

sull'inquinamento da fonti puntuali, . stime sull'inquinamento da fonti <strong>di</strong>ffuse, con sintesi <strong>del</strong>le utilizzazioni <strong>del</strong> suolo, stime <strong>del</strong>le pressioni sullo stato quantitativo<br />

<strong>del</strong>le acque, estrazioni comprese, analisi degli altri impatti antropici sullo stato <strong>del</strong>le acque.<br />

3. Specificazione e rappresentazione cartografica <strong>del</strong>le aree protette, come prescritto dall'articolo 6 e dall'allegato IV.<br />

4. Mappa <strong>del</strong>le reti <strong>di</strong> monitoraggio istituite ai fini <strong>del</strong>l'articolo 8 e <strong>del</strong>l'allegato V e rappresentazione cartografica dei risultati dei programmi <strong>di</strong> monitoraggio<br />

effettuati a norma <strong>di</strong> dette <strong>di</strong>sposizioni per verificare lo stato <strong>del</strong>le:<br />

4.1. acque superficiali (stato ecologico e chimico);<br />

4.2. acque sotterranee (stato chimico e quantitativo);<br />

4.3. aree protette.<br />

5. Elenco degli obiettivi ambientali fissati a norma <strong>del</strong>l'articolo 4 per acque superficiali, acque sotterranee e aree protette, compresa in particolare la specificazione dei casi in cui è<br />

stato fatto ricorso all'articolo 4, paragrafi 4, 5, 6 e 7 e alle informazioni connesse imposte da detto articolo.<br />

6. Sintesi <strong>del</strong>l'analisi economica sull'utilizzo idrico prescritta dall'articolo 5 e dall'allegato III.<br />

7. Sintesi <strong>del</strong> programma o programmi <strong>di</strong> misure adottati a norma <strong>del</strong>l'articolo 11, compresi i conseguenti mo<strong>di</strong> in cui realizzare gli obiettivi <strong>di</strong> cui all'articolo 4.<br />

7.1. Sintesi <strong>del</strong>le misure necessarie per attuare la normativa comunitaria sulla protezione <strong>del</strong>le acque.<br />

7.2. Relazione sulle iniziative e misure pratiche adottate in applicazione <strong>del</strong> principio <strong>del</strong> recupero dei costi <strong>del</strong>l'utilizzo idrico in base all'articolo 9.<br />

7.3. Sintesi <strong>del</strong>le misure adottate per sod<strong>di</strong>sfare i requisiti <strong>di</strong> cui all'articolo 7.<br />

7.4. Sintesi dei controlli sull'estrazione e l'arginamento <strong>del</strong>le acque, con rimando ai registri e specificazione dei casi in cui sono state concesse esenzioni a norma<br />

<strong>del</strong>l'articolo 11, paragrafo 3, lettera e).<br />

7.5. Sintesi dei controlli decisi per gli scarichi in fonti puntuali e per altre attività che producono un impatto sullo stato <strong>del</strong>le acque a norma <strong>del</strong>l'art 11, par. 3, lettere g) e i).<br />

7.6. Specificazione dei casi in cui sono stati autorizzati, a norma <strong>del</strong>l'articolo 11, paragrafo 3, lettera j), scarichi <strong>di</strong>retti nelle acque sotterranee.<br />

7.7. Sintesi <strong>del</strong>le misure adottate a norma <strong>del</strong>l'articolo 16 sulle sostanze prioritarie.<br />

7.8. Sintesi <strong>del</strong>le misure adottate per prevenire o ridurre l'impatto degli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> inquinamento accidentale.<br />

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7.9. Sintesi <strong>del</strong>le misure adottate ai sensi <strong>del</strong>l'articolo 11, paragrafo 5, per i corpi idrici per i quali il raggiungimento degli obiettivi enunciati all'articolo 4 è improbabile,<br />

7.10. Particolari <strong>del</strong>le misure supplementari ritenute necessarie per il conseguimento degli obiettivi ambientali fissati.<br />

7.11. Particolari <strong>del</strong>le misure adottate per scongiurare un aumento <strong>del</strong>l'inquinamento <strong>del</strong>le acque marine a norma <strong>del</strong>l'articolo 11, paragrafo 6.<br />

8. Repertorio <strong>di</strong> eventuali programmi o piani <strong>di</strong> gestione più dettagliati adottati per il <strong>di</strong>stretto idrografico e relativi a determinati sottobacini, settori, tematiche o tipi <strong>di</strong> acque,<br />

corredato <strong>di</strong> una sintesi <strong>del</strong> contenuto.<br />

9. Sintesi <strong>del</strong>le misure adottate in materia <strong>di</strong> informazione e consultazione pubblica, con relativi risultati e eventuali conseguenti mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong> piano.<br />

10. Elenco <strong>del</strong>le autorità competenti in base all'allegato I.<br />

11. Referenti e procedure per ottenere la documentazione e le informazioni <strong>di</strong> base <strong>di</strong> cui all'articolo 14, paragrafo 1, in particolare dettagli sulle misure <strong>di</strong> controllo adottate a<br />

norma <strong>del</strong>l'art.11, par.3, lett g) e i), e sugli effettivi dati <strong>del</strong> monitoraggio raccolti a norma <strong>del</strong>l'art.8 e <strong>del</strong>l'all. V. B. <strong>Il</strong> primo e i successivi aggiornamenti <strong>del</strong> piano <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong><br />

bacino idrografico comprendono anche quanto segue:<br />

1. sintesi <strong>di</strong> eventuali mo<strong>di</strong>fiche o aggiornamenti alla versione precedente <strong>del</strong> piano <strong>di</strong> gestione, compresa una sintesi <strong>del</strong>le revisioni da effettuare a norma <strong>del</strong>l'art 4, par.4,<br />

5, 6 e 7;<br />

2. valutazione dei progressi registrati per il raggiungimento degli obiettivi ambientali, con rappresentazione cartografica dei risultati <strong>del</strong> monitoraggio relativi al periodo<br />

coperto dal piano precedente, e motivazione per l'eventuale mancato raggiungimento degli stessi;<br />

3. sintesi e illustrazione <strong>del</strong>le misure previste nella versione precedente <strong>del</strong> piano <strong>di</strong> gestione e non realizzate;<br />

4. sintesi <strong>di</strong> eventuali misure supplementari temporanee adottate a norma <strong>del</strong>l'articolo 11, paragrafo 5, successivamente alla pubblicazione <strong>del</strong>la versione precedente <strong>del</strong><br />

piano <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong> bacino idrografico.”<br />

Pertanto il PdG comprende ai sensi dei punti 1, 2, 3, 4, 5 <strong>del</strong>l‟allegato VII gli elementi descrittivi, l‟analisi <strong>del</strong>lo stato e la fissazione degli obiettivi <strong>di</strong> riqualificazione dei corpi<br />

idrici; ai sensi <strong>del</strong> punto 6 l‟ analisi economica applicata ai costi e ai benefici connessi alla gestione <strong>del</strong>le risorse ed, infine, ai sensi dei punti 7, 8, 9, 10, 11 la sintesi dei<br />

programmi <strong>del</strong>le misure che si intende adottare per raggiungere gli obiettivi, nonché le deroghe e le motivazioni su cui queste si fondano.<br />

Ai sensi <strong>del</strong>la L. n.13 <strong>del</strong> 27/02/2009, art.1 c. 3 bis, i contenuti <strong>del</strong> Piano, sopra in<strong>di</strong>cati sono in fase <strong>di</strong> costruzione “sulla base degli atti e dei pareri <strong>di</strong>sponibili“ e a<br />

tal fine sono utilizzati i dati contenuti nel “Piano <strong>di</strong> Tutela <strong>del</strong>le acque <strong>del</strong>la Toscana” (<strong>di</strong> seguito PTA), redatto dalla Regione Toscana, approvato con Del C.R. <strong>del</strong><br />

25 gennaio 2005, n.6, e quelli <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o condotto per la redazione <strong>del</strong> progetto <strong>di</strong> “Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong>, stralcio Bilancio idrico <strong>del</strong> lago <strong>di</strong> Massaciuccoli”, da parte<br />

<strong>del</strong>la <strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> pilota <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong>, adottato in data 20 febbraio 2007 con Del. n° 150 <strong>del</strong> Comitato Istituzionale. Tali dati, inoltre, sono aggiornati con<br />

i più recenti stu<strong>di</strong> e monitoraggi, <strong>di</strong>sponibili presso la Regione Toscana, e con stu<strong>di</strong> già acquisiti o attualmente in corso <strong>di</strong> svolgimento presso questa <strong>Autorità</strong> o<br />

altri Enti pubblici.<br />

<strong>Il</strong> PdG, quin<strong>di</strong>, risulta sud<strong>di</strong>viso in due parti;<br />

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- una Parte A nella quale si troveranno i dati <strong>di</strong>sponibili e coerenti, derivati dal PTA e da altri piani settoriali adottati da parte <strong>del</strong>l‟<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> bacino (Piano<br />

stralcio per il Bilancio Idrico <strong>del</strong> lago <strong>di</strong> Massaciuccoli),<br />

- una Parte B <strong>di</strong> elaborazione dati e quadro conoscitivo e propositivo<br />

3- Inquadramento territoriale<br />

<strong>Il</strong> territorio <strong>di</strong> competenza <strong>del</strong>l‟<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong> ha un‟ estensione <strong>di</strong> circa 1.565 km 2 .<br />

3.1- <strong>Il</strong> bacino <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong><br />

Al suo interno si possono in<strong>di</strong>viduare due bacini principali:<br />

- il bacino <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong> in senso stretto<br />

- il bacino <strong>del</strong> lago <strong>di</strong> Massaciuccoli<br />

Fig. 1: Inquadramento <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong> comprendente il bacino <strong>del</strong> Lago <strong>di</strong><br />

Massaciuccoli.<br />

<strong>Il</strong> Fiume <strong>Serchio</strong> nasce dallo spartiacque <strong>del</strong>la dorsale appenninica che separa il settore più settentrionale <strong>del</strong>la Toscana dall‟Emilia Romagna, in<strong>di</strong>viduato, da<br />

ovest verso est, dall‟allineamento <strong>del</strong>le cime dei monti Tondo (1783 m s.l.m.), Ischia (1727 m s.l.m.), Sillano (1875 m s.l.m.), Castellino (1818 m s.l.m.) e Prado<br />

(2008 m s.l.m.) che ne <strong>del</strong>imitano la testata <strong>del</strong> bacino. <strong>Il</strong> <strong>Serchio</strong> si forma dall‟unione <strong>di</strong> piccoli corsi d‟ acqua e torrenti, i principali dei quali, dal versante<br />

appenninico, sono il <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Sillano e il <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Soraggio, e, dal versante apuano, il <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Minucciano, a sua volta formato dalla confluenza <strong>del</strong> Rio <strong>di</strong><br />

17


Minucciano con il torrente Acqua Bianca. Scorre in <strong>di</strong>rezione sud-est per circa 50 chilometri fino alla confluenza in destra idrografica con il Torrente Lima, suo<br />

principale affluente, che ha una lunghezza <strong>di</strong> 42 km e un bacino <strong>di</strong> circa 315 km2. Dopo aver ricevuto le acque <strong>del</strong>la Lima, il <strong>Serchio</strong> si <strong>di</strong>rige verso sud in<br />

<strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>la città <strong>di</strong> Lucca, in prossimità <strong>del</strong>la quale il suo tracciato cambia <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>rigendosi verso sud-ovest. Dopo un percorso totale <strong>di</strong> circa<br />

105 km e dopo aver attraversato la piana costiera <strong>di</strong> S.Rossore-Migliarino, si getta in mare presso Marina <strong>di</strong> Vecchiano, in provincia <strong>di</strong> Pisa. Durante il suo<br />

percorso incontra numerosi affluenti (Edron, Turrite Secca, Turrite <strong>di</strong> Gallicano, Pedogna, Freddana, Cerchia e Contesora, i maggiori in destra idrografica;<br />

Corfino, Castiglione, Corsonna, Ania, Fegana, Lima, Fraga ed Ozzeri, i maggiori in sinistra idrografica) che, a causa <strong>del</strong>la particolare conformazione allungata <strong>del</strong><br />

bacino principale, hanno, con l‟ eccezione <strong>del</strong>la Lima, lunghezza limitata, generalmente inferiore ai 20 km, e drenano superfici <strong>di</strong> estensione non superiore ai 50<br />

km2. <strong>Il</strong> bacino idrografico <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> ha una superficie totale <strong>di</strong> circa 1435 km2 e dal punto <strong>di</strong> vista geologico e geomorfologico è sostanzialmente sud<strong>di</strong>visibile in<br />

tre macro zone: l‟area a nord <strong>di</strong> Ponte a Moriano, comprendente la Garfagnana, la Me<strong>di</strong>a Valle, e il sottobacino <strong>del</strong> Torrente Lima; quella a sud <strong>di</strong> Ponte a<br />

Moriano, tra i rilievi <strong>del</strong>le Pizzorne e il Monte Pisano, corrispondente alla piana <strong>di</strong> Lucca, e infine la bassa valle <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>, da Ripafratta al mare, oltre al bacino<br />

<strong>del</strong> lago <strong>di</strong> Massaciuccoli.<br />

Fino alla confluenza con il torrente Lima la vallata <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> corrisponde a una ampia depressione tettonica, la cui influenza sulle caratteristiche morfologiche<br />

<strong>del</strong> territorio è chiaramente riconoscibile. I fianchi <strong>del</strong>la valle mostrano ancora, a luoghi, un profilo a gra<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> faglie <strong>di</strong>rette, che scende verso il fondovalle. I<br />

l reticolo idrografico segue nei suoi tratti fondamentali i lineamenti tettonici <strong>del</strong>la regione, con il <strong>Serchio</strong> che scorre prevalentemente lungo l'asse <strong>del</strong>la<br />

depressione, allungata in <strong>di</strong>rezione Nord Ovest – Sud Est, e con gli affluenti che incidono profondamente, e in <strong>di</strong>rezione generalmente trasversale, i pilastri<br />

tettonici <strong>del</strong> versante apuano e <strong>del</strong> versante appenninico. In questa configurazione, anche le caratteristiche litologiche <strong>del</strong>le formazioni affioranti influenzano i<br />

tratti morfologici <strong>del</strong>l‟intero territorio. <strong>Il</strong> versante occidentale <strong>del</strong>la vallata, rappresentato dalla dorsale apuana, infatti, è costituito da rocce metamorfiche<br />

prevalentemente calcaree che determinano forme aspre e versanti acclivi, localmente anche subverticali o strapiombanti, e dalle rocce carbonatiche non<br />

metamorfiche <strong>del</strong>la “successione toscana” che ricoprono quelle apuane e che si sviluppano soprattutto sul lato occidentale <strong>del</strong>la Me<strong>di</strong>a Valle. <strong>Il</strong> versante<br />

orientale, a esclusione <strong>del</strong> massiccio <strong>di</strong> rocce calcaree non metamorfiche che forma il rilievo <strong>del</strong>la Pania <strong>di</strong> Corfino, invece, è costituito quasi esclusivamente da<br />

arenarie macigno e le valli, <strong>di</strong> solito, si presentano più aperte e con i pen<strong>di</strong>i spesso ricoperti dalla vegetazione. Nelle zone centrali <strong>del</strong>la depressione tettonica<br />

localmente sono conservati se<strong>di</strong>menti lacustri <strong>di</strong> età plio – pleistocenica. Antichi depositi alluvionali terrazzati <strong>di</strong>stribuiti a varie quote, tra i quali spicca il grande<br />

conoide <strong>di</strong> Barga, interrompono il profilo dei versanti testimoniando le mo<strong>di</strong>ficazioni <strong>del</strong> reticolo idrografico e i sollevamenti recenti <strong>del</strong>la zona. <strong>Il</strong> sottobacino <strong>del</strong><br />

torrente Lima è anch‟ esso fortemente con<strong>di</strong>zionato dalla sua struttura geologica; nel tratto compreso tra l'Abetone e la località La Lima, il torrente si imposta<br />

lungo una <strong>di</strong>rettrice tettonica parallela alla <strong>di</strong>rezione principale <strong>del</strong>la dorsale appenninica ed i versanti, costituiti quasi esclusivamente da arenaria, sono molto<br />

acclivi nella parte alta dei rilievi, e con forme più dolci alle quote inferiori. Nel tratto più a valle, sino all‟immissione nel <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong>, il torrente Lima ha una<br />

<strong>di</strong>rezione antiappenninica, in<strong>di</strong>cativamente perpen<strong>di</strong>colare alla dorsale, e attraversa le rocce calcaree mesozoiche <strong>del</strong>la cosiddetta “successione toscana”: la<br />

valle è molto stretta, con fianchi ripi<strong>di</strong> nel tratto superiore, con il <strong>fiume</strong> incassato e in rapido approfon<strong>di</strong>mento.<br />

18


Dalla confluenza con il torrente Lima sino allo sbocco nella piana <strong>di</strong> Lucca presso Ponte a Moriano, il <strong>Serchio</strong> attraversa i rilievi calcarei <strong>del</strong>la successione<br />

toscana, forma la pianura alluvionale <strong>di</strong> Diecimo e incide le rocce dei versanti presso il Piaggione e Vinchiana. L‟area a sud <strong>di</strong> Ponte a Moriano, <strong>del</strong>imitata a<br />

settentrione dall‟altopiano <strong>del</strong>le Pizzorne, costituisce la piana lucchese; essa corrisponde a un‟ampia depressione tettonica colmata da se<strong>di</strong>menti argillosi <strong>di</strong><br />

ambiente lacustre, sormontati da depositi alluvionali sabbioso-ghiaiosi e infine da limi e sabbie recenti. A valle <strong>di</strong> Ripafratta, fino alla foce, il <strong>Serchio</strong> scorre nei<br />

depositi alluvionali <strong>del</strong>la pianura; nel bacino <strong>del</strong> lago <strong>di</strong> Massaciuccoli affiorano infine argille e terreni torbosi, che soprastanno ad alternanze <strong>di</strong> depositi sabbiosi e<br />

sabbie limose con argille, limi e torbe, che testimoniano le variazioni <strong>del</strong> livello marino e i vari scenari ambientali (marino poco profondo, litoraneo, lacustre) che<br />

hanno caratterizzato quest‟area in epoca geologica recente.<br />

3.2- <strong>Il</strong> bacino <strong>del</strong> lago <strong>di</strong> Massaciuccoli<br />

Sezione geologica schematica in <strong>di</strong>rezione<br />

Sud Ovest – Nord Est, fra il mare, le Apuane<br />

e la dorsale appenninica.<br />

Tra i monti <strong>del</strong> Quiesa e le dune costiere <strong>del</strong> Tirreno, retrostante alla fascia litoranea <strong>del</strong>la Versilia, è situata un'ampia depressione al centro <strong>del</strong>la quale si trova il<br />

lago <strong>di</strong> Massaciuccoli, esteso su uno specchio d‟acqua <strong>del</strong>la superficie <strong>di</strong> 13 km 2 , con un bacino idrografico <strong>di</strong> circa 114 km2 e con un bacino idrogeologico <strong>di</strong><br />

170 km2. <strong>Il</strong> lago ha una profon<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa due metri, ed è in parte <strong>del</strong>imitato da argini che si sviluppano per una lunghezza <strong>di</strong> circa 16 Km e che<br />

raggiungono, in altezza, la quota massima <strong>di</strong> 1,20 metri s.l.m. L‟altezza <strong>di</strong> questi dal piano <strong>di</strong> campagna esterno è variabile, in funzione <strong>del</strong>la morfologia e <strong>del</strong>la<br />

quota <strong>del</strong> terreno, fino a circa 3 – 4 metri. <strong>Il</strong> lago propriamente detto è affiancato da un'area umida palustre, denominata Padule <strong>di</strong> Massaciuccoli, <strong>del</strong>la superficie<br />

<strong>di</strong> 15 km2, residuo <strong>di</strong> quella che anticamente caratterizzava buona parte <strong>del</strong>la pianura versiliese e <strong>di</strong> cui si ha notizia già a partire dal XV secolo, quando si<br />

19


estendeva dal <strong>fiume</strong> Camaiore fino al <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong>. L'area appena descritta rappresenta un'ampia conca naturale al centro <strong>del</strong>la quale si trova appunto il lago <strong>di</strong><br />

Massaciuccoli, collegato al mare tramite un emissario naturale, il canale Burlamacca, che sfocia nel porto <strong>di</strong> Viareggio. A partire dal 1741 i deflussi <strong>del</strong><br />

Burlamacca sono regolati da un'opera idraulica consistente in cateratte note con il nome <strong>di</strong> "Porte Vinciane", il cui scopo è quello <strong>di</strong> consentire il deflusso naturale<br />

<strong>del</strong>le acque <strong>del</strong> lago verso il mare e <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rne il flusso contrario. Interratosi nel tempo, l‟altro emissario naturale rappresentato dal canale <strong>del</strong>la Bufalina è stato<br />

recentemente riattivato, con funzionamento intermittente, me<strong>di</strong>ante l‟ installazione <strong>di</strong> una pompa idrovora che allontana le acque in eccesso dal lago,<br />

allorquando, in occasione <strong>di</strong> eventi meteorici particolarmente gravosi, il livello <strong>del</strong> lago si innalzi oltre la soglia <strong>di</strong> sicurezza. <strong>Il</strong> territorio pianeggiante contiguo allo<br />

specchio lacustre e alle aree palustri circostanti è stato pesantemente mo<strong>di</strong>ficato da un'opera <strong>di</strong> bonifica meccanica, iniziata già a partire dal secolo XVIII e<br />

proseguita in maniera più consistente nei primi decenni <strong>del</strong> XX secolo, tanto allo scopo <strong>di</strong> combattere la malaria quanto con l‟ intento <strong>di</strong> acquisire terreni fertili per<br />

l'agricoltura. Le aree bonificate, riguardanti il settore settentrionale e meri<strong>di</strong>onale <strong>del</strong> territorio contiguo al lago, sono oggi gestite dal Consorzio <strong>di</strong> Bonifica<br />

Versilia-Massaciuccoli e sono interessate da attività agricole, agroflorovivaistiche e zootecniche. Questi terreni si trovano a una quota più bassa <strong>del</strong> livello me<strong>di</strong>o<br />

marino e sono interessati da fenomeni <strong>di</strong> subsidenza favoriti dal drenaggio <strong>del</strong>le acque operato dalla bonifica che, abbassando il livello <strong>del</strong>la falda, innesca<br />

l‟inevitabile compattazione <strong>del</strong>le torbe superficiali. Per effetto <strong>del</strong>la bonifica il lago rappresenta pertanto un contenitore pensile e la superficie <strong>del</strong>le sue acque,<br />

durante le piogge, può raggiungere quote <strong>di</strong> alcuni metri sopra il piano <strong>del</strong>la campagna circostante, generando problemi <strong>di</strong> stabilità degli argini.<br />

I corsi d'acqua naturali che alimentano il lago provengono in prevalenza dalle colline orientali ai cui pie<strong>di</strong> è sito lo specchio d'acqua; gli apporti idrici superficiali<br />

<strong>del</strong>le fasce <strong>di</strong> dune poste fra il lago e il mare sono trascurabili, mentre maggiore impatto rivestono gli afflussi provenienti dai vari canali <strong>di</strong> bonifica sia a nord che<br />

a sud. Oltre alle lavorazioni agricole il territorio è stato caratterizzato a partire dall‟inizio <strong>del</strong> „900 da un consistente processo <strong>di</strong> urbanizzazione riguardante<br />

principalmente la parte occidentale <strong>di</strong> Viareggio e Torre <strong>del</strong> Lago e quella settentrionale nei comuni <strong>di</strong> Massarosa e <strong>di</strong> Camaiore, urbanizzazione contrassegnata<br />

da caratteristiche <strong>di</strong> stagionalità dovute alla forte valenza turistica estiva <strong>di</strong> tali aree. <strong>Il</strong> bacino ricade inoltre nel comune <strong>di</strong> Vecchiano e, per piccola parte, nel<br />

comune <strong>di</strong> Lucca, ed è attraversato o lambito da alcune linee stradali e ferroviarie <strong>di</strong> interesse nazionale (l'autostrada Genova-Rosignano, l'autostrada Firenze-<br />

mare, l'autostrada Lucca-Viareggio, la strada statale Aurelia, la linea ferroviaria Genova-Pisa e quella Lucca-Viareggio). <strong>Il</strong> suo territorio ricade inoltre nelle<br />

province <strong>di</strong> Lucca e <strong>di</strong> Pisa e per una parte consistente è interessato dal Parco Regionale Migliarino – S. Rossore – Massaciuccoli; al suo interno sono comprese<br />

<strong>di</strong>verse aree protette <strong>di</strong> valenza internazionale e nazionale. Relativamente alla qualità <strong>del</strong>le sue acque il lago presenta oggi problemi <strong>di</strong> eutrofizzazione causati<br />

dalla presenza <strong>di</strong> una grande quantità <strong>di</strong> nutrienti, in primo luogo fosforo e azoto, che innescano abnormi fioriture algali responsabili <strong>del</strong>la opacità <strong>del</strong>le acque. In<br />

parte tale scenario è imputabile alla presenza <strong>di</strong> alcuni inse<strong>di</strong>amenti produttivi e industriali, localizzati con maggiore densità nella parte settentrionale <strong>del</strong> territorio,<br />

e ai reflui dei depuratori. Riguardo gli impianti <strong>di</strong> depurazione, è da qualche anno in essere una politica <strong>di</strong> riallocazione <strong>del</strong>le acque reflue trattate dal lago <strong>di</strong><br />

Massaciuccoli verso il reticolo superficiale con recapito <strong>di</strong>verso dal lago. <strong>Il</strong> principale responsabile <strong>del</strong>la <strong>di</strong>spersione dei nutrienti nelle acque <strong>del</strong> bacino sembra<br />

comunque essere il funzionamento <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> bonifica che confluisce le acque dai territori bonificati entro il lago, sistema che viene poi ad essere “invertito”<br />

durante il periodo primaverile – estivo con l‟ utilizzazione <strong>del</strong> lago come serbatoio per irrigazione. Infatti oggi il lago si trova ad assolvere a una duplice funzione:<br />

20


se da una parte costituisce il naturale recapito <strong>del</strong>le acque <strong>di</strong> bonifica allontanate dalle aree circostanti (prevalentemente nel periodo invernale), dall‟altra sono le<br />

acque contenute nello specchio d‟ acqua <strong>del</strong> lago a essere utilizzate per l‟irrigazione, a fini agricoli, <strong>del</strong>le stesse aree circostanti (nel periodo primaverile –<br />

estivo), innescando pertanto uno sorta <strong>di</strong> “ricircolo” <strong>del</strong>le acque che naturalmente si arricchiscono dei nutrienti contenuti in fertilizzanti e concimi.<br />

Nel sistema lacuale si sta inoltre verificando un aumento <strong>del</strong>la salinità <strong>del</strong>le acque superficiali causata principalmente dal funzionamento non ottimale <strong>del</strong>le Porte<br />

Vinciane,che permettono l'ingresso nel lago <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong> mare. Infatti, lo stato <strong>di</strong> funzionamento <strong>di</strong> tale opera è oggi insod<strong>di</strong>sfacente a causa <strong>del</strong>l‟ inadeguata<br />

manutenzione e <strong>del</strong>l‟incauta e arbitraria gestione <strong>del</strong>l‟apertura <strong>del</strong>le porte per le esigenze <strong>del</strong>la navigazione sul canale. È stato riscontrato, con analisi <strong>di</strong>rette, la<br />

presenza <strong>di</strong> un flusso “entrante” <strong>di</strong> acqua marina sul fondo <strong>del</strong> canale, sia a Porte Vinciane aperte sia a Porte Vinciane chiuse. Tale situazione è aggravata<br />

dall‟ andamento dei livelli idrometrici <strong>del</strong> lago, il quale, per 5- 6 mesi l‟anno, si trova sotto il livello me<strong>di</strong>o <strong>del</strong> mare con punte <strong>di</strong> oltre – 50 cm, innescando un<br />

naturale richiamo <strong>del</strong>le acque marine verso il lago. La situazione è inoltre ulteriormente compromessa dalla presenza, lungo il canale Burlamacca, <strong>di</strong> numerose<br />

“buche” originate dall‟estrazione <strong>di</strong> sabbie silicee, ove è stata riscontrata la presenza <strong>di</strong> acqua salmastra che in tali buche evidentemente si deposita, andando ad<br />

interessare le falde acquifere sotterranee.<br />

21


4- Inquadramento amministrativo <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong><br />

Da un punto <strong>di</strong> vista amministrativo il territorio rientra interamente nella Regione Toscana.<br />

4.1- Competenze amministrative<br />

4.1.1- Provincie e Comuni<br />

Prov Cod. ISTAT Comune<br />

%<br />

territorio<br />

nel<br />

bacino<br />

9046002 Bagni <strong>di</strong> Lucca 99<br />

Lucca<br />

9046003 Barga 100<br />

9046004 Borgo a Mozzano 100<br />

9046005 Camaiore 27<br />

9046006 Camporgiano 100<br />

9046008 Careggine 100<br />

9046009 Castelnuovo <strong>di</strong> Garfagnana 100<br />

9046010 Castiglione <strong>di</strong> Garfagnana 100<br />

9046011 Coreglia Antelminelli 100<br />

9046012 Fabbriche <strong>di</strong> Vallico 100<br />

9046014 Fosciandora 100<br />

9046015 Gallicano 100<br />

9046016 Giuncugnano 99<br />

9046017 Lucca 98<br />

9046018 Massarosa 99<br />

9046019 Minucciano 64<br />

9046020 Molazzana 100<br />

9046022 Pescaglia 100<br />

9046023 Piazza al <strong>Serchio</strong> 100<br />

9046025 Pieve Fosciana 100<br />

9046027 San Romano in Garfagnana 100<br />

9046028 Seravezza 10<br />

9046029 Sillano 100<br />

9046030 Stazzema 30<br />

9046031 Vagli <strong>di</strong> Sotto 100<br />

Le province che ricadono nell'area <strong>del</strong> bacino sono, per la maggior<br />

parte, quelle <strong>di</strong> Lucca (81.5%) e, marginalmente, quelle <strong>di</strong> Pistoia,<br />

per la parte più alta <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> Torrente Lima (10.5%), e <strong>di</strong> Pisa<br />

(8%), per il tratto terminale <strong>del</strong> Fiume <strong>Serchio</strong> e per una parte <strong>del</strong>la<br />

pianura costiera.<br />

I terreni <strong>di</strong> pianura hanno un'estensione complessiva <strong>di</strong> 301,5 Kmq<br />

(costituita da 228,3 Kmq <strong>di</strong> piane <strong>di</strong> origine alluvionale e da 73,2 Kmq<br />

<strong>del</strong>la fascia <strong>di</strong> sabbie costiere) pari al 19,3 % <strong>del</strong>l'intera superficie <strong>del</strong><br />

bacino. La rimanente parte <strong>del</strong> territorio (81.7%) è rappresentata da<br />

aree collinari e montuose.<br />

22


Pisa<br />

Pistoia<br />

4.1.2- Le Gestioni associate<br />

4.1.2.1- ATO Acque<br />

9046032 Vergemoli 100<br />

9046033 Viareggio 100<br />

9046035 Villa Colleman<strong>di</strong>na 100<br />

9046007 Capannori 24<br />

9046034 Villa Basilica 17<br />

9050037 Vecchiano 100<br />

9050026 Pisa 2<br />

9050031 San Giuliano Terme 53<br />

9047001 Abetone 68<br />

9047004 Cutigliano 100<br />

9047015 Piteglio 73<br />

9047019 San Marcello Pistoiese 73<br />

9047007 Marliana 2<br />

9047012 Pescia 3<br />

La L. 36 <strong>del</strong> 5 gennaio 1994 (Legge Galli) ha introdotto rilevanti novità nel campo <strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong>la risorsa e <strong>del</strong>la gestione dei servizi idrici, tra i quali:<br />

l‟in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> una nuova organizzazione per Ambiti Territoriali Ottimali (A.T.O.) dei servizi idrici basata su criteri idrografici e amministrativi;<br />

il concetto <strong>di</strong> uso e salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le acque pubbliche per le generazioni future;<br />

il concetto <strong>di</strong> risparmio e rinnovo <strong>del</strong>la risorsa nel rispetto <strong>del</strong> patrimonio idrico e <strong>del</strong>l‟ambiente;<br />

il concetto <strong>di</strong> utilizzo prioritario <strong>del</strong>la risorsa acqua per il consumo umano;<br />

la fissazione <strong>di</strong> obiettivi connessi alla efficienza, efficacia ed economicità nei servizi, <strong>di</strong> equilibrio economico nei costi e ricavi.<br />

Per realizzare questi obiettivi la legge ha stabilito la costituzione <strong>del</strong> Servizio Idrico Integrato su base <strong>di</strong> Ambito per i servizi <strong>di</strong> acquedotto, fognatura e<br />

depurazione. La legge ha anche previsto <strong>di</strong> attribuire alla Regione la responsabilità nella <strong>del</strong>imitazione e nella organizzazione degli Ambiti e, soprattutto, <strong>del</strong>la<br />

creazione <strong>di</strong> questi nuovi soggetti, le <strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> Ambito Territoriale Ottimale (A.T.O.). La Regione Toscana, con L.R. 81/95 ha:<br />

sud<strong>di</strong>viso il territorio regionale in 6 Ambiti Ottimali (Toscana Nord, Basso Valdarno, Me<strong>di</strong>o Valdarno, Alto Valdarno, Ombrone e Toscana Costa);<br />

scelto per ogni ATO la forma giuri<strong>di</strong>ca;<br />

approvato uno schema tipo <strong>di</strong> Statuto.<br />

23


Nella seguente tabella sono stati inseriti anche i riferimenti ai Piani d‟Ambito vigenti negli Ambiti Territoriali Ottimali, che saranno oggetto <strong>di</strong> successiva analisi per<br />

la verifica degli obiettivi e <strong>del</strong>le coerenze nell‟ambito <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong>, come richiesto nei contributi pervenuti dalla Prov <strong>di</strong> Lucca- servizio<br />

Difesa <strong>del</strong> Suolo e dall‟<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> Fiume Magra a seguito <strong>del</strong>l‟invio <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> preliminare.<br />

ATO Piano d’Ambito Prov Comune<br />

AATO n° 1<br />

Toscana Nord<br />

POT approvato con <strong>del</strong>iberazione <strong>del</strong>l'Assemblea Consortile<br />

n. 13 <strong>del</strong> 17.05.2004<br />

Revisione straor<strong>di</strong>naria<br />

approvata con Deliberazioni <strong>del</strong>l'Assemblea Consortile<br />

Delibera n. 12 <strong>del</strong> 26.04.2007<br />

Delibera n. 21 <strong>del</strong> 03.04.2007<br />

Delibera n. 25 <strong>del</strong> 03.04.2007<br />

LU<br />

Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Barga<br />

Borgo a Mozzano<br />

Camaiore<br />

Camporgiano<br />

Careggine<br />

Castelnuovo <strong>di</strong> Garfagnana<br />

Castiglione <strong>di</strong> Garfagnana<br />

Coreglia Antelminelli<br />

Fabbriche <strong>di</strong> Vallico<br />

Fosciandora<br />

Gallicano<br />

Giuncugnano<br />

Lucca<br />

Massarosa<br />

Minucciano<br />

Molazzana<br />

Pescaglia<br />

Piazza al <strong>Serchio</strong><br />

Pieve Fosciana<br />

San Romano in Garfagnana<br />

Seravezza<br />

Sillano<br />

Stazzema<br />

Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Vergemoli<br />

Viareggio<br />

Villa Colleman<strong>di</strong>na<br />

PI Vecchiano<br />

PT Abetone<br />

24


ATO Piano d’Ambito Prov Comune<br />

AATO n° 2<br />

Basso Valdarno<br />

Deliberazione Assemblea Consortile n° 01 <strong>del</strong> 26/03/2009<br />

“III POT 2008/2010. Approvazione”<br />

4.1.2.2.- Comunità Montane nel territorio <strong>del</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong><br />

LU<br />

PI<br />

PT<br />

Cutigliano<br />

Piteglio<br />

San Marcello Pistoiese<br />

Capannori<br />

Villa Basilica<br />

Pisa<br />

San Giuliano Terme<br />

Marliana<br />

Legislazione <strong>di</strong> riferimento: L. n° 1102 <strong>del</strong> 03/12/1971; D.Lgs 267 <strong>del</strong> 18/08/2000; L.R. 26 Giugno 2008 n° 37 “Rior<strong>di</strong>no <strong>del</strong>le Comunità Montane”<br />

Ai sensi <strong>del</strong>l‟art. 28 <strong>del</strong>lo stesso D.Lgs 267/00, queste sono le funzioni:<br />

1. L'esercizio associato <strong>di</strong> funzioni proprie dei comuni o a questi conferite dalla regione spetta alle comunità montane. Spetta, altresì, alle comunità montane l'esercizio <strong>di</strong> ogni altra<br />

funzione ad esse conferita dai comuni, dalla provincia e dalla regione.<br />

2. Spettano alle comunità montane le funzioni attribuite dalla legge e gli interventi speciali per la montagna stabiliti dalla Unione europea o dalle leggi statali e regionali.<br />

3. Le comunità montane adottano piani pluriennali <strong>di</strong> opere ed interventi e in<strong>di</strong>viduano gli strumenti idonei a perseguire gli obiettivi <strong>del</strong>lo sviluppo socioeconomico, ivi compresi<br />

quelli previsti dalla Unione europea, dallo Stato e dalla regione, che possono concorrere alla realizzazione dei programmi annuali operativi <strong>di</strong> esecuzione <strong>del</strong> piano.<br />

4. Le comunità montane, attraverso le in<strong>di</strong>cazioni urbanistiche <strong>del</strong> piano pluriennale <strong>di</strong> sviluppo, concorrono alla formazione <strong>del</strong> piano territoriale <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento.<br />

5. <strong>Il</strong> piano pluriennale <strong>di</strong> sviluppo socioeconomico e i suoi aggiornamenti sono adottati dalle comunità montane ed approvati dalla provincia secondo le procedure previste dalla<br />

legge regionale.<br />

6. Gli interventi finanziari <strong>di</strong>sposti dalle comunità montane e da altri soggetti pubblici a favore <strong>del</strong>la montagna sono destinati esclusivamente ai territori classificati montani.<br />

Pescia<br />

I dati <strong>del</strong>la seguente tabella sono stati tratti dall‟allegato B “Ambiti territoriali <strong>di</strong> Comunità Montane” <strong>del</strong>la L.R. 37/08<br />

Comunità Montana Comune<br />

Superficie comunale<br />

complessiva (ha)<br />

Territorio montano ai sensi<br />

<strong>del</strong>la legislazione statale (ha)<br />

Abetone 3122 3122 695<br />

Appennino Pistoiese<br />

Cutigliano<br />

Piteglio<br />

4386<br />

4999<br />

4386<br />

4999<br />

1621<br />

1834<br />

San Marcello Pistoiese 8470 8470 6917<br />

Me<strong>di</strong>a Valle <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> Barga 6644 6644 10092<br />

Popolazione territorio<br />

montano Anno 2006<br />

25


Comunità Montana Comune<br />

Superficie comunale<br />

complessiva (ha)<br />

Territorio montano ai sensi<br />

<strong>del</strong>la legislazione statale (ha)<br />

Borgo a Mozzano 7238 7238 7312<br />

Coreglia Antelminelli 5284 5284 5094<br />

Fabbriche <strong>di</strong> Vallico 1552 1552 528<br />

Pescaglia 7032 7032 3791<br />

Villa Basilica 3648 3648 1175<br />

Comune montano Bagni <strong>di</strong> Lucca 16464 16464 6547<br />

Garfagnana<br />

Camporgiano 2706 2706 2310<br />

Careggine 2444 2444 619<br />

Castelnuovo <strong>di</strong> Garfagnana 2852 2852 6010<br />

Castiglione <strong>di</strong> Garfagnana 4864 4864 1886<br />

Fosciandora 1982 1982 651<br />

Gallicano 3067 3067 3858<br />

Giuncugnano 1892 1892 501<br />

Minucciano 5699 5699 2363<br />

Molazzana 3165 3165 1155<br />

Piazza al <strong>Serchio</strong> 2716 2716 2504<br />

Pieve Fosciana 2874 2874 2373<br />

San Romano in Garfagnana 2603 2603 1415<br />

Sillano 6210 6210 739<br />

Vagli <strong>di</strong> Sotto 4100 4100 1039<br />

Vergemoli 2729 2729 348<br />

Villa Colleman<strong>di</strong>na 3478 3478 1366<br />

Popolazione territorio<br />

montano Anno 2006<br />

Ai sensi degli Artt. 13, 14, 15 <strong>del</strong>la L.R. 37/98 i comuni <strong>di</strong> un ambito territoriale nel quale è costituita la comunità montana possono trasformarla in unione <strong>di</strong><br />

comuni ai sensi <strong>del</strong>l‟art. 32 <strong>del</strong> D.Lgs 267/00. Questo è stato l‟iter <strong>di</strong> trasformazione <strong>del</strong>le Comunità Montane soppresse.<br />

26


4.1.2.3-Comprensori e Consorzi <strong>di</strong> Bonifica<br />

Legislazione <strong>di</strong> riferimento: L.R. 05/07/1994 Norme in materia <strong>di</strong> Bonifica”, L.R. 3 <strong>del</strong> 27/01/2004 “Mo<strong>di</strong>fiche alla L.R. 05/07/1994”<br />

I Consorzi <strong>di</strong> bonifica hanno il compito <strong>di</strong> garantire la tutela e la regimazione <strong>del</strong>le acque <strong>di</strong> pianura e <strong>di</strong> collina per migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>del</strong> territorio e<br />

salvaguardarlo, sia dal punto <strong>di</strong> vista idraulico, attraverso il drenaggio <strong>del</strong>le acqua e la <strong>di</strong>fesa dei corsi d´acqua in piena, sia dal punto <strong>di</strong> vista ambientale.<br />

Questi in sintesi i compiti dei Consorzi <strong>di</strong> Bonifica:<br />

- La programmazione degli interventi <strong>di</strong> manutenzione or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria da eseguire sui corsi d´acqua e sulle opere idrauliche consortili<br />

- lo stu<strong>di</strong>o e la progettazione degli interventi <strong>di</strong> ricostruzione e la realizzazione <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> bonifica<br />

- il servizio <strong>di</strong> tutela, regimazione e qualificazione dei terreni e degli immobili urbani ed extraurbani<br />

- la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong> territorio e dei suoi corsi d´acqua per scongiurare fenomeni catastrofici, alluvioni e degrado<br />

- il servizio <strong>di</strong> controllo e pronto intervento in caso <strong>di</strong> piene ed emergenze idrauliche<br />

Sono da analizzare i Piani <strong>di</strong> Bonifica.<br />

Comprensorio Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Comune<br />

N° 4<br />

“Me<strong>di</strong>a Valle <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>”<br />

Ex L.R. 34/94 Art. 53<br />

Me<strong>di</strong>a Valle <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong><br />

Comune montano singolo Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

C.M. Me<strong>di</strong>a Valle <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong><br />

C.M. Garfagnana<br />

Barga<br />

Borgo a Mozzano<br />

Coreglia Antelminelli<br />

Fabbriche <strong>di</strong> Vallico<br />

Lucca<br />

Villa Basilica<br />

Pescaglia<br />

Careggine<br />

Camporgiano<br />

Castelnuovo <strong>di</strong> Garfagnana<br />

Castiglione <strong>di</strong> Garfagnana<br />

Fosciandora<br />

Gallicano<br />

Giuncugnano<br />

Minucciano<br />

Molazzana<br />

Piazza al <strong>Serchio</strong><br />

27


N° 12 “Pianura Lucchese”<br />

N° 19<br />

N° 11 Versilia Massaciuccoli<br />

4.1.2.4- SEL- Sistemi Economici Locali<br />

Consorzio <strong>di</strong> Bonifica<br />

Auser- Bientina<br />

C.M. Appennino Pistoiese<br />

Pieve Fosciana<br />

San Romano <strong>di</strong> Garfagnana<br />

Sillano<br />

Vagli Sotto<br />

Vergemoli<br />

Villa Colleman<strong>di</strong>na<br />

Abetone<br />

Cutigliano<br />

Marliana<br />

Pescia<br />

Piteglio<br />

San Marcello Pistoiese<br />

Lucca<br />

Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Pisa<br />

Capannori<br />

“Ufficio dei fiumi e fossi” <strong>di</strong> Pisa S. Giuliano Terme<br />

Consorzio <strong>di</strong> Bonifica<br />

Versilia- Massaciuccoli<br />

Vecchiano<br />

Viareggio<br />

Massarosa<br />

Lucca<br />

Camaiore<br />

All‟interno <strong>del</strong>la generale tendenza a riorientare le politiche su unità socio-economicoterritoriali sub regionali, la Regione Toscana ha sud<strong>di</strong>viso il proprio territorio<br />

in unità elementari, i Sistemi Economici Locali (SEL) a partire dai Sistemi Locali <strong>del</strong> Lavoro [Istat, Irpet 1994]. Tali sistemi locali, la cui attuale perimetrazione è<br />

stata approvata con la Del. C.R. n.219 <strong>del</strong> Luglio 1999, “costituiscono l‟unità territoriale minima in base alla quale riorientare la batteria degli strumenti operativi e<br />

<strong>di</strong> supporto alle politiche <strong>di</strong> intervento” e “costituiscono l‟ambito territoriale per la valutazione degli effetti dei progetti e degli interventi”. L‟adozione <strong>di</strong> questa<br />

nuova prospettiva nel guardare al processo <strong>di</strong> sviluppo economico <strong>del</strong>la<br />

regione ed alle politiche <strong>di</strong> intervento ha molto aumentato la domanda <strong>di</strong> informazione e conoscenza a livello locale. E‟ <strong>di</strong>ventata pratica ampiamente <strong>di</strong>ffusa negli<br />

stu<strong>di</strong> economici regionali riferirsi al sistema locale come unità elementare d‟indagine in modo tale che la realtà regionale viene a comporsi <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> entità<br />

subregionali il cui stu<strong>di</strong>o non può prescindere dagli aspetti territoriali, demografici e sociali.<br />

28


SEL Provincia Comuni<br />

3.1 Valle <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>: Quadrante Garfagnana LU<br />

Camporgiano - Careggine - Castelnuovo <strong>di</strong> Garfagnana - Castiglione <strong>di</strong> Garfagnana - Fosciandora - Gallicano -<br />

Giuncugnano - Minucciano - Molazzana - Piazza al <strong>Serchio</strong> - Pieve Fosciana - San Romano in Garfagnana -<br />

Sillano - Vagli Sotto - Vergemoli - Villa Colleman<strong>di</strong>na<br />

3.2 Valle <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>: Quadrante Me<strong>di</strong>a Valle LU Bagni <strong>di</strong> Lucca - Barga - Borgo a Mozzano - Coreglia Antelminelli - Fabbriche <strong>di</strong> Vallico<br />

4 Versilia LU Camaiore -Massarosa - Viareggio<br />

5 Area Lucchese LU Lucca -Pescaglia<br />

7 Area Pistoiese - Quadrante montano PT Abetone - Cutigliano - Marliana - Piteglio - Sambuca Pistoiese - San Marcello Pistoiese<br />

4.1.2.5- AATO rifiuti<br />

Legislazione <strong>di</strong> riferimento: L.R. 25/1998 e L.R. 61/2007<br />

ATO Provincia Comuni<br />

ATO Toscana Costa<br />

LU<br />

Bagni <strong>di</strong> Lucca - Barga - Borgo a Mozzano - Camaiore - Camporgiano - Careggine - Castelnuovo <strong>di</strong><br />

Garfagnana - Castiglione <strong>di</strong> Garfagnana - Coreglia Antelminelli - Fabbriche <strong>di</strong> Vallico - Fosciandora -<br />

Gallicano - Giuncugnano - Lucca - Massarosa - Minucciano - Molazzana - Pescaglia - Piazza al <strong>Serchio</strong><br />

- Pieve Fosciana - San Romano in Garfagnana - Sillano - - Vagli <strong>di</strong> Sotto - Vergemoli - Viareggio - Villa<br />

Basilica - Villa Colleman<strong>di</strong>na<br />

PI Pisa - San Giuliano Terme<br />

ATO Toscana Centro PT Abetone - Cutigliano - Pescia - Piteglio - San Marcello Pistoiese -<br />

29


5- <strong>Il</strong>lustrazione <strong>del</strong> rapporto con altri pertinenti piani o programmi<br />

Di seguito, facendo seguito anche ai contributi pervenuti dagli Enti competenti in materia ambientale consultati nell‟ambito <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> Preliminare, sono stati<br />

analizzati i contenuti dei piani territoriali e settoriali che interessano il territorio <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>. In particolare, dopo aver definito sinteticamente contenuti e<br />

articolazione essenziale <strong>di</strong> ciascun piano, sono state specificamente considerate le <strong>di</strong>sposizioni <strong>del</strong>lo stesso in materia <strong>di</strong> risorse idriche, così da facilitare<br />

l‟eventuale implementazione degli obiettivi <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> Gestione <strong>del</strong>le Acque e permettere una più agevole analisi <strong>di</strong> coerenza con le misure in corso <strong>di</strong><br />

definizione. La struttura <strong>del</strong>le tabelle riprende quella già utilizzata nella redazione <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> Tutela <strong>del</strong>le Acque.<br />

Si fa presente che, a oggi, la maggior parte degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione e programmazione regionale sono stati oggetto <strong>di</strong> aggiornamento e mo<strong>di</strong>fiche.<br />

5.1- Piani territoriali<br />

5.1.1- PIT- Piano <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo Territoriale<br />

Data la recente adozione dal aprte <strong>del</strong> Consiglio Regionale <strong>del</strong>l‟implementazione <strong>del</strong> PIT al 16/07/2009, si rmanda a fase successiva l‟analisi <strong>di</strong> dettaglio dei<br />

contenuti <strong>del</strong>le schede <strong>di</strong> paesaggio relative al territorio <strong>del</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>.<br />

Riferimenti - approvato con <strong>del</strong>. C.R. n. 72 <strong>del</strong> 24 luglio 2007<br />

- Implementazione <strong>del</strong> piano <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo territoriale (PIT) per la <strong>di</strong>sciplina paesaggistica – Articolo 143 <strong>del</strong> decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Co<strong>di</strong>ce dei beni culturali e <strong>del</strong><br />

paesaggio ai sensi <strong>del</strong>l'articolo 10 <strong>del</strong>la L. 6 luglio 2002, n. 137) e articolo 33 <strong>del</strong>la legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo <strong>del</strong> territorio) adottata con Del. C.R.n° 644<br />

Articolazione<br />

essenziale i<br />

<strong>del</strong> 16/06/2009<br />

1. Documento <strong>di</strong> piano<br />

2. Disciplina <strong>di</strong> piano e relativi allegati:<br />

2 A Disciplina generale <strong>di</strong> piano<br />

2B Disciplina dei beni paesaggistici<br />

Sezione 3 ―Schede dei paesaggi e in<strong>di</strong>viduazione degli obiettivi <strong>di</strong> qualità-funzionamenti, <strong>di</strong>namiche,<br />

obiettivi <strong>di</strong> qualità, azioni prioritarie‖ (relativi ambiti);<br />

Sezione 4 ―Schede dei paesaggi e in<strong>di</strong>viduazione degli obiettivi <strong>di</strong> qualità- Beni paesaggistici soggetti a<br />

tutela ai sensi <strong>del</strong>l' art.136 <strong>del</strong> d.lgs. 22/01/2004 n°42‖ (relativi ambiti);<br />

Dette schede in<strong>di</strong>viduano negli atti <strong>di</strong> programmazione regionale - quali il piano <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong>le acque le connessioni con i contenuti paesaggistici <strong>del</strong> presente piano (art. 31 <strong>del</strong> PIT); al pari<br />

degli altri strumenti <strong>del</strong>la pianificazione territoriale e gli atti <strong>di</strong> governo <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong>le province e dei comuni nonché le politiche <strong>di</strong> settore <strong>del</strong>la Regione perseguono gli obiettivi <strong>di</strong> qualità<br />

contenuti nelle suddette schede dei paesaggi e che costituiscono parte integrante <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sciplina generale. In particolare (ai sensi <strong>del</strong>l‘art. 1 <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sciplina dei beni paesaggistici <strong>del</strong> piano) gli<br />

obiettivi <strong>di</strong> qualità e le azioni in<strong>di</strong>viduate nella Sezione 3 <strong>del</strong>le ―schede dei paesaggi e in<strong>di</strong>viduazione degli obiettivi <strong>di</strong> qualità‖ costituiscono, con riferimento ai beni paesaggistici, prescrizioni<br />

d‘uso ai sensi <strong>del</strong>l‘articolo 143 <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce dei beni culturali e <strong>del</strong> paesaggio, per gli strumenti <strong>del</strong>la pianificazione dei comuni e per gli atti <strong>di</strong> governo <strong>del</strong> territorio. Costituiscono altresì<br />

in<strong>di</strong>cazioni per le politiche <strong>di</strong> sviluppo con esse compatibili da attuarsi con gli strumenti programmatori <strong>di</strong> settore e con il concorso <strong>del</strong>le forze economiche e sociali. Allo stesso modo, anche<br />

gli obiettivi <strong>di</strong> tutela <strong>di</strong> cui alla Sezione 4 e gli obiettivi per il recupero e la riqualificazione, hanno carattere prescrittivo per gli strumenti <strong>del</strong>la pianificazione e per gli atti <strong>di</strong> governo <strong>del</strong> territorio.<br />

30


Nota: ambiti <strong>del</strong>le schede <strong>di</strong> paesaggio e cartografie aree degradate che interessano il <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> Fiume <strong>Serchio</strong>:<br />

Ambito 1: Lunigiana<br />

Ambito 3: Garfagnana<br />

Ambito 4: Me<strong>di</strong>a Valle Del <strong>Serchio</strong><br />

Ambito 5: Montagna Pistoiese<br />

Ambito 13: Area Pisana<br />

Ambito 14: Piana <strong>di</strong> Lucca<br />

Ambito 21: Versilia<br />

Oggetto e finalità il Piano <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo territoriale, ai sensi <strong>del</strong>l‘ art. 48 <strong>del</strong>la L.R. 1/2005 costituisce l‘atto <strong>di</strong> programmazione territoriale <strong>di</strong> riferimento a cui gli strumenti <strong>del</strong>la pianificazione territoriale dei comuni<br />

e <strong>del</strong>le province e gli atti <strong>di</strong> governo <strong>del</strong> territorio debbono conformarsi.<br />

<strong>Il</strong> PIT contiene lo statuto <strong>del</strong> territorio in cui in<strong>di</strong>vidua e definisce:<br />

a) i sistemi territoriali e funzionali che definiscono la struttura <strong>del</strong> territorio;<br />

b) le invarianti strutturali;<br />

c) i principi per l‘utilizzazione <strong>del</strong>le risorse essenziali nonché le prescrizioni inerenti ai relativi livelli minimi prestazionali e <strong>di</strong> qualità;<br />

d) le aree <strong>di</strong>chiarate <strong>di</strong> notevole interesse pubblico ai sensi <strong>del</strong>l‘articolo 32, comma 2.<br />

<strong>Il</strong> PIT ha inoltre valenza <strong>di</strong> piano paesaggistico (ai sensi degli articoli 135 e 143 <strong>del</strong> medesimo co<strong>di</strong>ce e <strong>del</strong>l'articolo 33 <strong>del</strong>la stessa l.r. 1/2005).<br />

struttura Tra gli argomenti essenziali <strong>del</strong> PIT come emergono dal documento <strong>di</strong> Piano si in<strong>di</strong>viduano:<br />

―l‘agenda strategica‖ ed i ―metaobiettivi‖ che costituiscono riferimento essenziale per la definizione degli obiettivi <strong>di</strong> programmazione e pianificazione territoriale ai vari livelli e che informano e<br />

qualificano l‘agenda strategica per l‘applicazione <strong>del</strong>lo statuto <strong>del</strong> Piano. I metaobiettivi costituiscono invarianti strutturali assieme a quelle attinenti le infrastrutture e ai beni paesaggistici <strong>di</strong><br />

interesse unitario regionale, ed assieme alle azioni in<strong>di</strong>viduate per l‘attuazione <strong>del</strong>l‘Agenda strategica.<br />

Dei tre metaobiettivi 1 quello che incide maggiormente sul piano gestione acque è il 3° metaobiettivo ―Conservare il valore de l patrimonio territoriale <strong>del</strong>la Toscana‖ con i due obiettivi<br />

conseguenti:<br />

1° obiettivo conseguente: tutelare il valore <strong>del</strong> patrimonio ―collinare‖ <strong>del</strong>la Toscana<br />

2° obiettivo conseguente: tutelare il valore <strong>del</strong> patrimonio costiero <strong>del</strong>la Toscana<br />

Costituiscono l‘agenda strategica <strong>del</strong> piano i seguenti sistemi funzionali:<br />

- La Toscana <strong>del</strong>l‘attrattività e <strong>del</strong>l‘accoglienza<br />

- La Toscana <strong>del</strong>le reti<br />

- La Toscana <strong>del</strong>la qualità e <strong>del</strong>la conoscenza<br />

- La Toscana <strong>del</strong>la coesione sociale e territoriale<br />

<strong>Il</strong> sistema territoriale è ricondotto ai due lemmi (Articolo 3 – I sistemi che definiscono la struttura <strong>del</strong> territorio toscano e le sue funzionalità):<br />

―universo urbano <strong>del</strong>la Toscana‖<br />

―universo rurale <strong>del</strong>la Toscana‖<br />

Le Invarianti strutturali correlate al suddetto sistema territoriale:<br />

a) la «città policentrica toscana»;<br />

b) la «presenza industriale» in Toscana;<br />

c) il «patrimonio collinare» <strong>del</strong>la Toscana;<br />

d) il «patrimonio costiero, insulare e marino» <strong>del</strong>la Toscana;<br />

e) le infrastrutture <strong>di</strong> interesse unitario regionale;<br />

f) i paesaggi ed i beni paesaggistici <strong>del</strong>la Toscana.<br />

1 1° metaobiettivo - Integrare e qualificare la Toscana come “città policentrica”<br />

2° metaobiettivo - Sviluppare e consolidar e la presenza “industriale” in Toscana<br />

31


2A. <strong>di</strong>sciplina generale<br />

Titolo II Statuto <strong>del</strong><br />

territorio toscano<br />

Art. 4<br />

La <strong>di</strong>sciplina si articola in <strong>di</strong>rettive, le prescrizioni e le salvaguar<strong>di</strong>e concernenti le invarianti strutturali che compongono lo statuto <strong>del</strong> territorio regionale e <strong>di</strong> supporto alle agende <strong>di</strong> cui lo<br />

statuto si avvale ai fini <strong>del</strong>la sua efficacia sostantiva.<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

PRESSIONI/IMPATTI<br />

N.N.<br />

RISPOSTE (testi estratti dalla <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> piano)<br />

Comma 2. ― Integrare e qualificare la ―città policentrica toscana‖ costituisce il primo dei metaobiettivi in cui si articola l‘agenda per l‘applicazione <strong>del</strong>lo statuto <strong>del</strong> territorio toscano ai sensi <strong>del</strong><br />

Documento <strong>di</strong> Piano. Ai fini <strong>del</strong> suo perseguimento questo Piano sostiene e tutela la riconoscibilità paesaggistica <strong>del</strong>la ―città toscana‖ me<strong>di</strong>ante le azioni <strong>di</strong> mantenimento e rafforzamento<br />

<strong>del</strong>le reti e dei corridoi ecologici che connotano e penetrano gli inse<strong>di</strong>amenti urbani, e salvaguardando le <strong>di</strong>scontinuità ed i paesaggi che li separano nella molteplice scansione <strong>del</strong>le forme<br />

<strong>del</strong> territorio toscano.‖<br />

Comma 3. ―Ai fini <strong>del</strong>la qualificazione <strong>del</strong>la ―città policentrica toscana‖ nell‘insieme urbano e rurale da cui gli inse<strong>di</strong>amenti <strong>del</strong> territorio regionale traggono la loro riconoscibilità, questo Piano<br />

persegue la definizione ad opera dei Comuni me<strong>di</strong>ante i rispettivi strumenti <strong>di</strong> governo <strong>del</strong> territorio, <strong>del</strong>lo ―statuto <strong>del</strong>la città toscana‖ ai fini <strong>di</strong> cui al paragrafo 6.3.1 <strong>del</strong> Documento <strong>di</strong><br />

Piano‖.<br />

Comma 4. La Regione sostiene comunque il miglioramento costante <strong>del</strong>le componenti territoriali, inse<strong>di</strong>ative e tipologiche <strong>del</strong>la ―città policentrica toscana‖, me<strong>di</strong>ante modalità e stili e<strong>di</strong>ficatori,<br />

manutentivi, abitativi, infrastrutturali e <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> mobilità e accessibilità che ne privilegino la sostenibilità sociale e ambientale sotto i profili energetico, idrico, <strong>di</strong> trattamento dei rifiuti e che<br />

favoriscano le sperimentazioni e le applicazioni <strong>del</strong>le più moderne acquisizioni scientifiche e tecnologiche in materia.<br />

5. Per integrare e qualificare la ―città policentrica toscana‖ questo piano sostiene il potenziamento <strong>del</strong>le sue capacità <strong>di</strong> accoglienza me<strong>di</strong>ante lo sviluppo <strong>del</strong>l‘offerta <strong>di</strong> residenza urbana e<br />

<strong>del</strong>la mobilità intra e interregionale.<br />

Art. 9 12 ter. La Regione e le province promuovono, ai fini <strong>del</strong>la riqualificazione <strong>del</strong>le infrastrutture esistenti e <strong>del</strong>la realizzazione <strong>del</strong>le nuove, la collocazione <strong>di</strong> fasce ver<strong>di</strong> tese a raccordare la<br />

maglia agraria interrotta dalle infrastrutture ed a migliorare la qualità paesaggistica, utilizzando specifiche risorse previste dal piano <strong>di</strong> sviluppo rurale per incentivare la produzione agricola in<br />

Articolo 10 - La “città<br />

policentrica toscana”.<br />

Direttive per sostenere<br />

la qualità <strong>del</strong>la e nella<br />

“città toscana”.<br />

Articolo 13<br />

La “città policentrica<br />

toscana” e il turismo.<br />

Prescrizioni.<br />

Articolo 18 – La<br />

presenza “industriale”<br />

in Toscana. Direttive<br />

per il suo sviluppo e il<br />

suo consolidamento.<br />

Articolo 19 – La<br />

presenza “industriale”<br />

in Toscana.<br />

Prescrizioni correlate<br />

tal senso finalizzata.<br />

Comma 1. ―Al fine <strong>di</strong> assicurare la continuità e la bio<strong>di</strong>versità <strong>del</strong>le reti naturali costituite dai molteplici corridoi ecologici che, nei loro specifici episo<strong>di</strong>, connettono e attraversano gli<br />

inse<strong>di</strong>amenti urbani <strong>del</strong>la Toscana quali fattori essenziali per la qualità <strong>del</strong>la ―città policentrica‖, gli strumenti <strong>del</strong>la pianificazione territoriale in<strong>di</strong>viduano, tutelano e valorizzano i corsi d‘acqua e<br />

gli specchi lacustri, e gli ambiti territoriali che ad essi si correlano, gli spazi ver<strong>di</strong> pubblici e privati, nonché ogni altra risorsa naturale presente sul territorio, e ne promuovono l‘incremento<br />

quanto a dotazione e <strong>di</strong>sponibilità. Contestualmente gli strumenti <strong>del</strong>la pianificazione territoriale determinano le con<strong>di</strong>zioni e dettano prescrizioni per favorire l‘attuazione degli interventi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa integrata <strong>del</strong> suolo previsti dalla pianificazione <strong>di</strong> bacino.‖<br />

Comma 2. ―Nuovi inse<strong>di</strong>amenti turistici in zone termali sono proporzionati per <strong>di</strong>mensioni e bacino <strong>di</strong> utenza alla risorsa idrica da utilizzare, in coerenza con i piani e programmi <strong>di</strong> settore e<br />

con le concessioni e permessi <strong>di</strong> ricerca in atto.‖<br />

Comma 7. ―La Regione e le amministrazioni locali, secondo le rispettive competenze, promuovono la realizzazione <strong>di</strong> infrastrutture e servizi idrici ad uso specifico degli inse<strong>di</strong>amenti<br />

produttivi.‖<br />

Comma 8. ―L‘eventuale esigenza <strong>di</strong> potenziamento <strong>del</strong>le infrastrutture e dei servizi idrici già esistenti per gli inse<strong>di</strong>amenti produttivi viene sod<strong>di</strong>sfatta:<br />

a) me<strong>di</strong>ante il coor<strong>di</strong>namento tra gli strumenti <strong>del</strong>la pianificazione territoriale, le politiche settoriali e la pianificazione d‘ambito <strong>del</strong> servizio idrico integrato;<br />

b) compatibilmente con l‘uso sostenibile <strong>del</strong>la risorsa idrica nella sua rinnovabilità e a tutela <strong>del</strong>la permanenza <strong>del</strong>la sua preesistente <strong>di</strong>sponibilità quantitativa e qualitativa nei singoli ambiti<br />

territoriali interessati.‖<br />

Comma 1. ―Nella formulazione degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione territoriale sono osservate le seguenti prescrizioni:<br />

a) la realizzazione degli inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> attività produttive manifatturiere e <strong>di</strong> attività ad esse correlate deve consentire la piena riutilizzabilità <strong>del</strong>le aree e la riconversione industriale,<br />

perseguire il risparmio <strong>del</strong>le risorse idriche ed energetiche,<br />

l‘utilizzazione <strong>di</strong> energie rinnovabili, con particolare riferimento a quelle originate localmente, la riduzione <strong>del</strong>la produzione <strong>di</strong> rifiuti e la riutilizzazione ed il riciclaggio dei materiali;<br />

[…]<br />

e) ai sensi <strong>del</strong> regolamento emanato con decreto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Giunta regionale 9 febbraio 2007 n. 2/R … Disposizioni per la tutela e valorizzazione degli inse<strong>di</strong>amenti), devono essere<br />

adottate soluzioni progettuali <strong>di</strong> qualità funzionale, estetica e paesaggistica in grado <strong>di</strong> assicurare il più congruo inserimento <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti relativi ad attività produttive e ad attività correlate<br />

nei contesti paesaggistici circostanti con specifica attenzione alla qualità architettonica e tipologica, agli arre<strong>di</strong> urbani e vegetazionali nei comparti interessati e alla riduzione <strong>del</strong> fabbisogno<br />

32


Articolo 21 – <strong>Il</strong><br />

patrimonio “collinare”<br />

Direttive ai fini <strong>del</strong>la<br />

conservazione<br />

attiva <strong>del</strong> suo valore.<br />

Articolo 22 – <strong>Il</strong><br />

patrimonio “collinare”<br />

Direttive ai fini <strong>del</strong>la<br />

conservazione<br />

attiva <strong>del</strong>le risorse<br />

agro-ambientali e <strong>di</strong><br />

quelle paesaggistiche,<br />

oltre che sociali<br />

ed economiche, <strong>del</strong>la<br />

Toscana rurale.<br />

Articolo 25 -<br />

Prescrizioni correlate<br />

Articolo 26 – <strong>Il</strong><br />

patrimonio “costiero,<br />

insulare e marino”<br />

<strong>del</strong>la Toscana quale<br />

invariante<br />

strutturale <strong>del</strong>lo<br />

Statuto.<br />

Articolo 27 – <strong>Il</strong><br />

patrimonio “costiero<br />

insulare e marino” ..<br />

Direttive ai fini <strong>del</strong>la<br />

conservazione attiva<br />

<strong>del</strong> suo valore.<br />

Articolo 28 – <strong>Il</strong><br />

patrimonio “costiero,<br />

insulare e marino”<br />

<strong>del</strong>la Toscana.<br />

Prescrizioni correlate<br />

energetico ed idrico, all‘incremento <strong>del</strong>l‘utilizzazione <strong>di</strong> energie e risorse idriche rinnovabili, alla più efficace e sostenibile gestione dei rifiuti inclusi la riduzione dei medesimi, il recupero e il<br />

riciclaggio interno dei materiali e degli imballaggi e la previsione <strong>di</strong> strutture per un‘efficiente raccolta <strong>di</strong>fferenziata.‖<br />

Comma 3. ―La tutela e la persistenza <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> patrimonio paesaggistico, considerata nella consistenza materiale e formale e nella integrità e fruibilità <strong>del</strong>le sue risorse storiche,<br />

culturali e ambientali, è in ogni caso assunta come criterio costitutivo <strong>del</strong>la progettazione e come postulato dei canoni funzionali ed estetici <strong>del</strong>la stessa.‖<br />

Comma 4. ―La sod<strong>di</strong>sfazione <strong>del</strong> criterio progettuale <strong>di</strong> cui al comma precedente deve contestualmente contemplare tipologie progettuali recanti le più avanzate ed affidabili tecnologie<br />

realizzative, impiantistiche e gestionali a <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> suolo, <strong>del</strong>la sua struttura geomorfologica e <strong>del</strong>la vitalità e fruibilità <strong>del</strong>le sue risorse, così come a tutela <strong>del</strong>la salubrità <strong>del</strong>l‘aria<br />

e <strong>del</strong>la salute umana, e a sostegno <strong>del</strong>la rinnovabilità e <strong>del</strong>l‘uso più parsimonioso ed efficiente <strong>del</strong>le fonti energetiche e <strong>del</strong>le risorse idriche superficiali e sotterranee e <strong>del</strong>la loro preesistente<br />

<strong>di</strong>sponibilità quantitativa e qualitativa nei singoli ambiti territoriali interessati.‖<br />

Comma 2. ―Le risorse agroambientali <strong>del</strong> territorio rurale toscano comprendono in particolare:<br />

[…]<br />

e) i terreni soggetti a bonifica idraulica;<br />

f) gli schemi irrigui che corrispondono ai terreni serviti da impianti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> acque irrigue consortili già realizzati o <strong>di</strong> prossima realizzazione;‖<br />

Comma 3. La Regione, le province e i comuni, nell‘ambito <strong>del</strong>le rispettive competenze e in cooperazione con le comunità montane, i consorzi <strong>di</strong> bonifica e le autorità <strong>di</strong> bacino, promuovono la<br />

corretta gestione dei beni <strong>di</strong> cui al comma 2 ed in tal senso , anche utilizzando le specifiche risorse <strong>di</strong>sponibili a sostegno <strong>del</strong>le attività agricole, contribuiscono:<br />

[…]<br />

c) a contenere e prevenire l'erosione <strong>del</strong> territorio toscano e a ridurre i rischi <strong>di</strong> esondazione e <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o;<br />

d) a garantire adeguati livelli <strong>di</strong> irrigazione attraverso modalità alternative al prelievo sotterraneo che contribuiscano a salvaguardare le falde da eccessivi emungimenti e da fenomeni <strong>di</strong><br />

degrado (quali la salinizzazione);<br />

e) a contribuire a mantenere un alto livello <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità;<br />

f) a favorire una corretta regimazione <strong>del</strong>le acque;<br />

g) a promuovere e incentivare pratiche colturali finalizzate al mantenimento dei terreni in buone con<strong>di</strong>zioni agronomiche e ambientali con riferimento alle modalità in<strong>di</strong>viduate in applicazione<br />

<strong>del</strong> reg. (CE) 1782/03;<br />

…‖<br />

Comma 1. ―La localizzazione <strong>di</strong> nuovi impianti, inse<strong>di</strong>amenti e funzioni specialistiche <strong>di</strong> tipo sportivo e per il tempo libero è subor<strong>di</strong>nata alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le risorse essenziali <strong>del</strong> territorio <strong>di</strong><br />

cui al comma 2, <strong>del</strong>l‘articolo 3 <strong>del</strong>la l.r. 1/2005, e alla con<strong>di</strong>zione che non si alteri il valore dei paesaggi e si promuova la riqualificazione <strong>di</strong> quelli degradati, recuperando un idoneo assetto<br />

agrario e idrogeologico <strong>del</strong> territorio‖<br />

Comma 2. ―<strong>Il</strong> lemma ―patrimonio costiero insulare e marino‖ - <strong>di</strong> cui al suddetto paragrafo 6.3.3 (sottoparagrafo 2) <strong>del</strong> Documento <strong>di</strong> Piano - designa il valore paesaggistico e funzionale <strong>del</strong><br />

territorio - urbano ed extraurbano - che <strong>di</strong>pende dal mare e dalle relazioni organiche che con esso intrattengono le comunità e le attività umane inse<strong>di</strong>ate sul litorale toscano, nelle sue isole,<br />

nel suo entroterra e nelle sue città, insieme alle testimonianze storico-culturali e alle specifiche funzioni portuali, ricettive e infrastrutturali che quelle comunità e quelle attività identificano e<br />

qualificano nell‘insieme <strong>del</strong> territorio regionale sia per il passato sia per il futuro.‖<br />

Comma 1. ―La sod<strong>di</strong>sfazione <strong>del</strong>le esigenze <strong>di</strong> sviluppo economico e infrastrutturale correlate all‘utilizzo <strong>del</strong>le risorse e <strong>del</strong>le opportunità <strong>di</strong> cui il mare e la costa toscana sono forieri, è<br />

finalizzata alla conservazione attiva <strong>del</strong> valore ambientale, funzionale e culturale dei beni che ne compongono la conformazione territoriale e lo specifico paesaggio.‖<br />

Comma 1. ―Oltre a quanto prescritto nell‘articolo 23, gli strumenti <strong>del</strong>la pianificazione territoriale assicurano il mantenimento <strong>del</strong> carattere <strong>di</strong> ruralità <strong>di</strong>ffusa e <strong>del</strong>le regole <strong>del</strong> sistema<br />

inse<strong>di</strong>ativo, con riguardo alla tutela degli elementi particolarmente caratterizzanti quali la macchia me<strong>di</strong>terranea, la pineta costiera ed il sistema dunale fisso. Conseguentemente l'analisi dei<br />

fenomeni <strong>di</strong> evoluzione <strong>del</strong>la linea <strong>di</strong> costa, <strong>di</strong> alterazione <strong>del</strong> sistema dunale, <strong>di</strong> degradazione <strong>del</strong>la risorsa idrica locale ed altresì <strong>di</strong> alterazione <strong>del</strong> paesaggio marittimo costituisce elemento<br />

obbligatorio dei quadri conoscitivi degli strumenti <strong>del</strong>la pianificazione <strong>del</strong>le amministrazioni interessate e determina la classificazione <strong>del</strong> territorio.‖<br />

Comma 2 bis. ―Qualsiasi intervento che interessi l'assetto geomorfologico ed idraulico è effettuato secondo criteri progettuali <strong>di</strong> ingegneria naturalistica.‖<br />

33


Articolo 29 – Le<br />

infrastrutture <strong>di</strong><br />

interesse unitario<br />

regionale quale<br />

invariante<br />

strutturale <strong>del</strong>lo<br />

Statuto. Definizione<br />

tematica.<br />

Articolo 35 – Lo<br />

Statuto <strong>del</strong> territorio<br />

toscano. Direttive<br />

generali<br />

Articolo 36 – Lo<br />

Statuto <strong>del</strong> territorio<br />

toscano. Misure<br />

generali <strong>di</strong><br />

salvaguar<strong>di</strong>a.<br />

Titolo III<br />

L’agenda strategica e<br />

l’efficacia effettuale<br />

<strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo<br />

territoriale.<br />

Comma 3. ―Per le attività <strong>di</strong> acquicoltura, gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione prevedono specifiche norme tecniche <strong>di</strong>rette a garantire la protezione <strong>del</strong>le falde presenti.‖<br />

Comma 4. ―Nei tratti <strong>di</strong> costa alta gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione definiscono gli interventi a tutela ambientale con specifico riferimento:<br />

a) ai deflussi idrici <strong>di</strong> cui assicurano la specifica funzionalità;<br />

b) alla funzionalità <strong>del</strong>la canalizzazione <strong>di</strong> deflusso e dei suoi accessori;<br />

c) al miglioramento <strong>del</strong>le coperture boschive e al rimboschimento <strong>del</strong>le aree a caratterizzazione boschiva;<br />

…‖<br />

Comma 6. ―Gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione <strong>del</strong>le amministrazioni costiere e insulari formulano le relative previsioni tenendo conto <strong>del</strong> bilancio idrico e <strong>del</strong>le <strong>di</strong>namiche biochimiche connesse<br />

pre<strong>di</strong>sposti dalle <strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> bacino.<br />

Comma 7. ―Gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione <strong>del</strong>le amministrazioni i cui territori siano investiti da fenomeni <strong>di</strong> cuneo salino, definiscono le più idonee modalità d‘uso <strong>del</strong>le risorse <strong>del</strong> territorio al<br />

fine <strong>di</strong> contenerne le <strong>di</strong>mensioni e i ritmi fino al loro esaurimento.‖<br />

Comma 8. ―Per i territori <strong>di</strong> cui ai commi 5 e 7 gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione prevedono comunque:<br />

a) il rior<strong>di</strong>no o il potenziamento <strong>del</strong>la situazione <strong>di</strong> alimentazione <strong>del</strong>la falda;<br />

b) la re<strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>le utenze, anche nel tempo, per evitare fenomeni <strong>di</strong> concentrazione;<br />

c) la riduzione ovvero, laddove necessario, la sospensione degli emungimenti;<br />

d) gli obiettivi concernenti la riduzione dei fenomeni erosivi e congruenti modalità <strong>di</strong> monitoraggio continuativo;<br />

e) la tutela <strong>del</strong>la risorsa idrica, anche me<strong>di</strong>ante la previsione <strong>del</strong> riutilizzo <strong>del</strong>le acque reflue a fini irrigui e industriali.‖<br />

Comma 1. ―Ai fini <strong>di</strong> quanto sancito nei paragrafi 6.1, 6.4 e 7 dal Documento <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> questo PIT, sono considerati risorse <strong>di</strong> interesse unitario regionale i beni, le funzioni e le infrastrutture<br />

attinenti alla realizzazione e alla operatività <strong>di</strong> viabilità regionale, <strong>di</strong> porti, aeroporti e <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> trattamento e smaltimento <strong>di</strong> rifiuti, <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> produzione o <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> energia, <strong>di</strong> reti<br />

telematiche, le opere necessarie alla mitigazione <strong>del</strong> rischio e alla tutela <strong>del</strong>le acque, nonché i beni, le funzioni e le infrastrutture attinenti la gestione <strong>del</strong>la risorsa idrica nel suo complesso.‖<br />

Comma 1. ―La pianificazione degli interventi <strong>di</strong> trasformazione urbanistica è sempre subor<strong>di</strong>nata alla verifica <strong>del</strong>l’esistenza <strong>del</strong>le infrastrutture e dei servizi idrici necessari per sod<strong>di</strong>sfare<br />

la domanda <strong>di</strong> approvvigionamento, <strong>di</strong>stribuzione e depurazione.<br />

L‘eventuale esigenza <strong>di</strong> potenziamento <strong>del</strong>le infrastrutture e servizi idrici già esistenti è sod<strong>di</strong>sfatta compatibilmente con l‘uso sostenibile <strong>del</strong>la risorsa e me<strong>di</strong>ante il coor<strong>di</strong>namento con le<br />

politiche settoriali, con la pianificazione <strong>di</strong> bacino e con la pianificazione d‘ambito <strong>del</strong> servizio idrico integrato e attraverso la valutazione <strong>del</strong>la coerenza con gli altri piani <strong>di</strong> settore a livello<br />

regionale.‖<br />

Comma 3. ―Gli strumenti <strong>del</strong>la pianificazione territoriale e gli atti <strong>di</strong> governo <strong>del</strong> territorio a far data dalla pubblicazione sul BURT <strong>del</strong>l‘avviso <strong>di</strong> adozione <strong>del</strong> piano, non devono prevedere<br />

nuove e<strong>di</strong>ficazioni, manufatti <strong>di</strong> qualsiasi natura o trasformazioni morfologiche negli alvei, nelle golene, sugli argini e nelle aree comprendenti le due fasce <strong>del</strong>la larghezza <strong>di</strong> m.10 dal piede<br />

esterno <strong>del</strong>l'argine o, in mancanza, dal ciglio <strong>di</strong> sponda dei corsi d'acqua principali ai fini <strong>del</strong> corretto assetto idraulico in<strong>di</strong>viduati nel Quadro conoscitivo <strong>del</strong> presente piano come aggiornato<br />

dai piani <strong>di</strong> bacino vigenti e fermo restando il rispetto <strong>del</strong>le <strong>di</strong>sposizioni in essi contenute.‖<br />

Comma 4. ―La prescrizione <strong>di</strong> cui al comma 3 non si riferisce alle opere idrauliche, alle opere <strong>di</strong> attraversamento <strong>del</strong> corso d'acqua, agli interventi trasversali <strong>di</strong> captazione e restituzione <strong>del</strong>le<br />

acque, nonché agli adeguamenti <strong>di</strong> infrastrutture esistenti senza avanzamento verso il corso d'acqua, a con<strong>di</strong>zione che si attuino le precauzioni necessarie per la riduzione <strong>del</strong> rischio idraulico<br />

relativamente alla natura <strong>del</strong>l'intervento ed al contesto territoriale e si consenta comunque il miglioramento <strong>del</strong>l'accessibilità al corso d'acqua stesso.‖<br />

Comma 5. ―Sono fatte salve dalla prescrizione <strong>di</strong> cui al comma 3 le opere infrastrutturali che non prevedano l‘attraversamento <strong>del</strong> corso d‘acqua e che sod<strong>di</strong>sfino le seguenti con<strong>di</strong>zioni:<br />

a) non siano <strong>di</strong>versamente localizzabili;<br />

b) non interferiscano con esigenze <strong>di</strong> regimazione idraulica, <strong>di</strong> ampliamento e <strong>di</strong> manutenzione <strong>del</strong> corso d‘acqua;<br />

c) non costituiscano ostacolo al deflusso <strong>del</strong>le acque in caso <strong>di</strong> esondazione per tempi <strong>di</strong> ritorno duecentennali;<br />

d) non siano in contrasto con le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui all‘articolo 96 <strong>del</strong> regio decreto 523/1904.‖<br />

Comma 2. ―Nell‘ambito dei sistemi funzionali <strong>di</strong> cui al precedente articolo 3, comma 3, la Regione cura la realizzazione <strong>del</strong>l‘agenda strategica per lo sviluppo sostenibile <strong>del</strong> territorio toscano<br />

come definita nel Documento <strong>di</strong> Piano in modo che piani, programmi e linee <strong>di</strong> azione che investono il territorio o utilizzano comunque le sue risorse siano congruenti al perseguimento dei<br />

metaobiettivi e degli obiettivi correlati <strong>di</strong> cui si compone l‘agenda per l‘applicazione <strong>del</strong>lo statuto <strong>del</strong> territorio toscano <strong>di</strong> questo Piano e corrispondano alla valorizzazione <strong>di</strong> quelle capacità<br />

territoriali e funzionali <strong>del</strong>la società toscana che gli stessi sistemi funzionali contemplano.‖<br />

34


Articolo 38 – Natura e<br />

funzionalità<br />

<strong>del</strong>l’agenda strategica<br />

<strong>del</strong> PIT.<br />

35


5.1.2- I Piani Territoriali <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciali<br />

5.1.2.1- PTC Provincia <strong>di</strong> Lucca<br />

Ente Provincia <strong>di</strong> Lucca – Consiglio Provinciale<br />

Tipologia Delibera <strong>del</strong> Consiglio Provinciale<br />

Co<strong>di</strong>ce D.C.P. n.108 <strong>del</strong> 18/07/2000<br />

Ambito geografico Territorio compreso entro la circoscrizione amministrativa <strong>del</strong>la Provincia <strong>di</strong> Lucca<br />

Ambito temporale N.N.<br />

Oggetto e finalità<br />

Struttura sintetica<br />

Titolo I Disposizioni generali<br />

Articolo 1 Finalità<br />

1. <strong>Il</strong> presente piano persegue lo sviluppo sostenibile <strong>del</strong> territorio provinciale e a tal fine:<br />

a) assume le tutele <strong>del</strong>l'integrità fisica e <strong>del</strong>l'identità culturale <strong>del</strong> territorio interessato, come con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ogni ammissibile scelta <strong>di</strong> trasformazione, fisica o funzionale, <strong>del</strong> medesimo territorio;<br />

b) promuove azioni <strong>di</strong> valorizzazione <strong>del</strong>le qualità ambientali, paesaggistiche e urbane presenti nel suddetto territorio, nonché <strong>di</strong> ripristino <strong>del</strong>le qualità deteriorate, e <strong>di</strong> conferimento <strong>di</strong> nuovi e<br />

più elevati caratteri <strong>di</strong> qualità, formale e funzionale, ove necessario e opportuno, e in particolare al sistema inse<strong>di</strong>ativo antropico;<br />

c) in<strong>di</strong>rizza gli atti <strong>di</strong> pianificazione e <strong>di</strong> programmazione, attinenti il governo <strong>del</strong> territorio, alla configurazione <strong>di</strong> un assetto <strong>del</strong> territorio interessato coerente con le predette finalità.<br />

Articolo 2 Obiettivi generali<br />

1. Costituiscono obiettivi generali <strong>del</strong> presente piano:<br />

a) la tutela <strong>del</strong>le risorse naturali, <strong>del</strong> paesaggio e <strong>del</strong> sistema inse<strong>di</strong>ativo <strong>di</strong> antica e consolidata formazione;<br />

b) la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo in riferimento sia agli aspetti idraulici che a quelli relativi alla stabilità dei versanti;<br />

c) la promozione <strong>del</strong>le attività economiche nel rispetto <strong>del</strong>le componenti territoriali storiche e morfologiche <strong>del</strong> territorio;<br />

d) il potenziamento e l‘interconnessione funzionale <strong>del</strong>le reti dei servizi e <strong>del</strong>le infrastrutture;<br />

e) il coor<strong>di</strong>namento dei piani strutturali e degli altri strumenti urbanistici comunali.<br />

Elaborati costituivi<br />

• Quadro conoscitivo<br />

• Relazione generale<br />

• Norme<br />

• Allegati alle norme<br />

- In<strong>di</strong>rizzi per le indagini e valutazioni sulle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> fragilità <strong>del</strong> territorio<br />

- Criteri e in<strong>di</strong>rizzi attinenti il territorio rurale<br />

- Criteri e in<strong>di</strong>rizzi attinenti la mobilità<br />

- Elaborati grafici <strong>di</strong> progetto<br />

• <strong>Il</strong> documento, ―Le relazioni tra P.I.T. regionale e il P.T.C. <strong>del</strong>la Provincia <strong>di</strong> Lucca‖<br />

Norme<br />

Titolo I Disposizioni generali<br />

Titolo II Articolazioni <strong>del</strong> territorio provinciale<br />

Titolo III Disposizioni finalizzate alla tutela <strong>del</strong>l‘integrità fisica <strong>del</strong> territorio e <strong>del</strong>l‘ambiente<br />

Titolo IV Disposizioni finalizzate alla tutela <strong>del</strong>l‘identità culturale <strong>del</strong> territorio<br />

Titolo V <strong>Il</strong> sistema inse<strong>di</strong>ativo<br />

Titolo VI Le infrastrutture, le attrezzature e le attività <strong>di</strong> rilevanza sovracomunale<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

PRESSIONI<br />

36


RIF. Testo estratto<br />

Titolo II Capo IV<br />

Sezione I Tabella<br />

RIF. Testo estratto<br />

Titolo II Capo IV<br />

Sezione I Art.32, 33<br />

Titolo II Capo IV<br />

Sezione I Art.34<br />

La fragilità ambientale<br />

<strong>Il</strong> Sistema Acqua<br />

Graduatoria dei Comuni in funzione degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> pressione <strong>del</strong> sistema acqua, sulla base <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>catori e in relazione a tre livelli <strong>di</strong> attenzione, alto me<strong>di</strong>o e basso:<br />

- Fabbisogno idrico industriale: 8% livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o; 8% livello <strong>di</strong> attenzione elevato.<br />

- Fabbisogno idrico civile: 6% livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o; 3% (Comune <strong>di</strong> Lucca) livello <strong>di</strong> attenzione elevato;<br />

- Fabbisogno idrico zootecnico: 6% livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o; 6% livello <strong>di</strong> attenzione elevato;<br />

- Fabbisogno idrico agricolo: 6% livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o; 8% livello <strong>di</strong> attenzione elevato;<br />

- Deficit depurativo: 80% livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o; 5% livello <strong>di</strong> attenzione elevato;<br />

- Carico inquinante: 28% livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o; 3% (Comune <strong>di</strong> Viareggio) livello <strong>di</strong> attenzione elevato.<br />

RISPOSTE<br />

Sistema Acqua<br />

Art. 32 - Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> fragilità<br />

1. Gli in<strong>di</strong>catori utilizzati per definire, nella tabella, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> fragilità per la risorsa acqua sono riferiti al fabbisogno idrico, al deficit depurativo e al carico inquinante.<br />

2. <strong>Il</strong> deficit depurativo è calcolato come <strong>di</strong>fferenza tra la potenzialità degli impianti espressa in abitanti equivalenti e il numero degli abitanti equivalenti totali.<br />

3. <strong>Il</strong> carico inquinante è stato calcolato come me<strong>di</strong>a dei valori normalizzati riferiti alla quantità <strong>di</strong> fosforo e <strong>di</strong> azoto rilasciati ai corpi idrici e alla pressione derivante dall‘utilizzo <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> in<br />

agricoltura (EEP <strong>del</strong>le acque).<br />

Art.33 – In<strong>di</strong>rizzi relativi alla relazione sullo stato <strong>del</strong>le risorse idriche<br />

1. I comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione alto per almeno uno degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> fragilità ambientale <strong>del</strong> sistema acqua, sono tenuti ad approfon<strong>di</strong>re le conoscenze sul sistema acqua<br />

nella relazione sullo stato <strong>del</strong>l‘ambiente prevista dalle istruzioni tecniche per la valutazione degli atti <strong>di</strong> programmazione e <strong>di</strong> pianificazione territoriale <strong>di</strong> competenza degli enti locali, al fine <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduare lo stato qualitativo e quantitativo <strong>del</strong>le risorse idriche, le pressioni antropiche esercitate sulle stesse, nonché le politiche e gli interventi <strong>di</strong> controllo, tutela e risanamento in atto, con<br />

particolare riferimento agli elementi <strong>di</strong> crisi evidenziati dagli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> fragilità ambientale.<br />

2. Sulla base <strong>del</strong>la predetta relazione i piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici comunali definiscono le norme per la valutazione <strong>del</strong>le trasformazioni in relazione alle risorse idriche locali, e<br />

in<strong>di</strong>viduano specifiche con<strong>di</strong>zioni alle trasformazioni.<br />

In<strong>di</strong>rizzi relativi ai fabbisogni produttivi<br />

1. I piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici dei comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione alto per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici produttivi sono tenuti a valutare la sostenibilità<br />

<strong>del</strong>le proprie previsioni verificando il sod<strong>di</strong>sfacimento <strong>del</strong>le seguenti con<strong>di</strong>zioni alla trasformabilità:<br />

a) sia effettuato, con la competente autorità <strong>di</strong> ambito territoriale ottimale, il controllo dei prelievi idrici;<br />

b) sia effettuata la preventiva verifica <strong>del</strong> bilancio idrico con la competente autorità <strong>di</strong> bacino;<br />

c) venga previsto l‘utilizzo <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong> approvvigionamento <strong>di</strong>fferenziate in relazione alla destinazione <strong>del</strong>le risorse idriche, riservando l‘utilizzo <strong>del</strong>le acque idropotabili ai soli usi che richiedono<br />

elevati livelli qualitativi;<br />

d) venga previsto il riciclo <strong>di</strong> acque «interne», il riuso <strong>di</strong> acque «esterne» (da impianti <strong>di</strong> depurazione civili o da altri impianti produttivi), il riuso consortile o limitrofo <strong>di</strong> acque «interne» con<br />

sistema <strong>di</strong> utilizzo a cascata, secondo i criteri definiti nella normativa tecnica attuativa <strong>del</strong>la legge 5 gennaio 1994, n.36, salvo motivate ragioni tecniche e/o economiche contrarie;<br />

e) venga prevista, anche ai sensi <strong>del</strong>l‘articolo 28, la raccolta e l‘impiego <strong>del</strong>le acque meteoriche;<br />

f) venga promossa la <strong>di</strong>ffusione dei meto<strong>di</strong> e <strong>del</strong>le apparecchiature per il risparmio idrico nei settori industriale e agricolo, promuovendo per quest‘ultimo, in particolare, la sostituzione<br />

<strong>del</strong>l‘irrigazione ad alta intensità con impianti a bassa intensità o con irrigazione localizzata;<br />

g) vengano rispettate le prescrizioni <strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

2. Nei comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici produttivi le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al precedente comma trovano applicazione<br />

relativamente alle previsioni dei piani strutturali e degli altri strumenti urbanistici comunali che comportano un incremento dei fabbisogni idrici, fermo restando comunque l‘obbligo <strong>di</strong> rispettare le<br />

prescrizioni <strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

3. I piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici dei comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione basso per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici produttivi sono tenuti al rispetto <strong>del</strong>le<br />

prescrizioni <strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

37


Titolo II Capo IV<br />

Sezione I Art.35<br />

Titolo II Capo IV<br />

Sezione I Art.36<br />

In<strong>di</strong>rizzi relativi ai fabbisogni civili<br />

1. I piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici dei comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione alto per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici civili sono tenuti a valutare la sostenibilità<br />

<strong>del</strong>le proprie previsioni verificando il sod<strong>di</strong>sfacimento <strong>del</strong>le seguenti con<strong>di</strong>zioni alla trasformabilità:<br />

a) sia effettuato, con la competente autorità <strong>di</strong> ambito territoriale ottimale, il controllo dei prelievi idrici per uso potabile;<br />

b) sia effettuata la preventiva verifica <strong>del</strong> bilancio idrico con la competente autorità <strong>di</strong> bacino;<br />

c) venga prevista, in coerenza con gli orientamenti <strong>del</strong>la competente autorità <strong>di</strong> ambito territoriale ottimale, la razionalizzazione <strong>del</strong> sistema e immissione e e il risanamento degli<br />

acquedotti inefficienti, anche al fine <strong>di</strong> ridurre le per<strong>di</strong>te ai valori tecnicamente accettabili, cioè non superiori al 20 per cento, e <strong>di</strong> eliminare ogni problema <strong>di</strong> deficit idrico;<br />

d) venga prevista la razionalizzazione dei consumi <strong>di</strong> acqua idropotabile, attraverso l‘utilizzo <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong> approvvigionamento <strong>di</strong>fferenziate in relazione agli usi <strong>del</strong>le risorse idriche, riservando<br />

prioritariamente le acque <strong>di</strong> migliore qualità d‘uso per il consumo umano e abbandonando progressivamente il ricorso ad esse per usi che non richiedono elevati livelli qualitativi;<br />

e) vengano rispettate le prescrizioni <strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

2. Nei comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici civili le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al precedente comma trovano applicazione relativamente<br />

alle previsioni dei piani strutturali e degli altri strumenti urbanistici comunali che comportano un incremento dei fabbisogni idrici, fermo restando comunque l‘obbligo <strong>di</strong> rispettare le<br />

prescrizioni <strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

3. I piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici dei comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione basso per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici civili sono tenuti al rispetto <strong>del</strong>le prescrizioni<br />

<strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

In<strong>di</strong>rizzi relativi al deficit depurativo e carico inquinante<br />

1. I piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione alto per gli in<strong>di</strong>catori relativi al deficit depurativo e al carico inquinante sono tenuti a valutare la<br />

sostenibilità <strong>del</strong>le proprie previsioni verificando il sod<strong>di</strong>sfacimento <strong>del</strong>le seguenti con<strong>di</strong>zioni alla trasformabilità:<br />

a) venga sod<strong>di</strong>sfatta la necessità complessiva <strong>di</strong> depurazione;<br />

b) venga previsto un monitoraggio permanente <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> efficienza degli impianti <strong>di</strong> depurazione esistenti, da effettuarsi dai soggetti competenti, e, qualora i controlli evidenziassero il<br />

mancato rispetto dei parametri <strong>di</strong> legge per la qualità <strong>del</strong>le acque reflue in uscita dagli impianti, venga prevista la messa in opera <strong>di</strong> sistemi finalizzati a un affinamento degli effluenti e<br />

comunque alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong> corpo recettore da eventuali impatti dovuti a situazioni <strong>di</strong> emergenza nella gestione <strong>del</strong>l‘impianto; qualora per garantire adeguati livelli qualitativi degli effluenti si<br />

rendesse necessaria la sostituzione degli impianti <strong>di</strong> depurazione esistenti, si deve favorire, in particolare per le piccole comunità, laddove esistano spazi adeguati, il ricorso a sistemi <strong>di</strong><br />

fitodepurazione;<br />

c) venga effettuata una verifica <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> efficienza <strong>del</strong>la rete fognaria, prevedendo il progressivo miglioramento <strong>del</strong>l‘impermeabilità e il completamento <strong>del</strong>la stessa in funzione <strong>del</strong>le<br />

esigenze attuali e dei nuovi interventi; nelle zone <strong>di</strong> nuova urbanizzazione e nelle ristrutturazioni urbane deve essere previsto, salvo ragioni tecniche, economiche e ambientali contrarie, il<br />

sistema <strong>di</strong> fognatura separata;<br />

d) venga promosso un miglioramento <strong>del</strong>le capacità e immissione e dei corsi d‘acqua superficiali attraverso l‘applicazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> manutenzione volti alla conservazione o al ripristino<br />

<strong>del</strong>le caratteristiche <strong>di</strong> naturalità <strong>del</strong>l‘alveo fluviale, degli ecosistemi e <strong>del</strong>le fasce ver<strong>di</strong> ripariali e il rispetto <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> naturale espansione;<br />

e) vengano promossi interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa chimica dei suoli riguardanti le colture ad intenso uso <strong>di</strong> prodotti fitosanitari, attraverso:<br />

- la riduzione e il mantenimento <strong>del</strong>la riduzione <strong>di</strong> concimi e fitofarmaci;<br />

- l‘introduzione o il mantenimento <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>del</strong>l‘agricoltura biologica;<br />

- l‘introduzione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> pacciamatura che prevedono l‘utilizzo <strong>di</strong> materiale vegetale in luogo <strong>del</strong>la plastica per evitare l‘utilizzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>serbanti;<br />

f) vengono promossi interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa chimica dei suoli riguardanti le colture floricole, attraverso:<br />

- l‘introduzione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lotta integrata e biologica;<br />

- l‘introduzione nei sistemi fuori suolo <strong>del</strong>la coltivazione in idroponia che con il riciclo permette una riduzione <strong>del</strong>l‘impiego <strong>di</strong> elementi fertilizzanti e una minore <strong>di</strong>spersione nell‘ambiente <strong>di</strong> questi<br />

e dei prodotti fitosanitari;<br />

- l‘impiego <strong>di</strong> semi o materiale <strong>di</strong> propagazione <strong>di</strong> partenza sano;<br />

- l‘utilizzo <strong>di</strong> tecniche (concia, termoterapia) che consentono <strong>di</strong> ridurre il rischio <strong>di</strong> trasmissione dei parassiti me<strong>di</strong>ante gli organi <strong>di</strong> propagazione;<br />

- il corretto uso <strong>del</strong>la tecnica irrigua e <strong>del</strong>la concimazione;<br />

- l‘utilizzo dei mezzi fisici per la <strong>di</strong>sinfezione dei terreni al posto dei fumiganti;<br />

g) negli interventi <strong>di</strong> sistemazione fluviale vengono rispettate le <strong>di</strong>rettive sui criteri progettuali per l‘attuazione degli interventi in materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa idrogeologica definiti dalla <strong>del</strong>iberazione <strong>del</strong><br />

Consiglio regionale 20 maggio 1997, n.155;<br />

h) venga previsto un miglioramento <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> monitoraggio <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le acque superficiali, da effettuarsi dai soggetti competenti, aumentando la frequenza dei campionamenti relativi<br />

allo stato ecologico dei corpi idrici (EBI) e prevedendo l‘analisi perio<strong>di</strong>ca dei parametri chimici, fisici e microbiologici necessari per attuare la legislazione comunitaria, nazionale o locale in<br />

materia <strong>di</strong> protezione <strong>del</strong>le acque;<br />

38


Titolo II Capo III Art.27<br />

Titolo II Capo III Art.28<br />

i) venga previsto un monitoraggio perio<strong>di</strong>co <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le acque sotterranee, da effettuarsi dai soggetti competenti, pianificando il sistema <strong>di</strong> controlli in funzione <strong>del</strong>la vulnerabilità<br />

idrogeologica e <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> potenziali veicoli <strong>di</strong> contaminazione degli acquiferi (inse<strong>di</strong>amenti sprovvisti <strong>di</strong> rete fognaria, siti da bonificare, scarichi abusivi ricorrenti, intenso uso <strong>di</strong><br />

fitofarmaci e fertilizzanti per l‘agricoltura) e prevedendo le misure necessarie per attuare la legislazione comunitaria, nazionale o locale in materia <strong>di</strong> protezione <strong>del</strong>le acque;<br />

l) venga rispettate le prescrizioni sullo smaltimento <strong>del</strong>le acque definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

2. Nei comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o per gli in<strong>di</strong>catori relativi al deficit depurativo e al carico inquinante le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al precedente comma trovano applicazione<br />

relativamente alle previsioni dei piani strutturali e degli altri strumenti urbanistici comunali che comportano un incremento <strong>del</strong>la necessità <strong>di</strong> depurazione dei reflui o un incremento <strong>del</strong> carico<br />

inquinante, fermo restando comunque l‘obbligo <strong>di</strong> rispettare le prescrizioni in materia <strong>di</strong> smaltimento <strong>del</strong>le acque<br />

definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

3. I piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici dei comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione basso per gli in<strong>di</strong>catori relativi al deficit depurativo e al carico inquinante sono tenuti al<br />

rispetto <strong>del</strong>le prescrizioni in materia <strong>di</strong> smaltimento <strong>del</strong>le acque definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

La fragilità degli Acquiferi<br />

Aree a elevata vulnerabilità intrinseca potenziale (alta/elevata permeabilità primaria e secondaria)<br />

1. Nelle aree a elevata vulnerabilità intrinseca potenziale non è ammissibile il nuovo impianto <strong>di</strong>:<br />

a) impianti per zootecnia <strong>di</strong> carattere industriale;<br />

b) impianti <strong>di</strong> itticoltura intensiva;<br />

c) manifatture potenzialmente a forte capacità <strong>di</strong> inquinamento;<br />

d) centrali termoelettriche;<br />

e) depositi a cielo aperto e altri stoccaggi <strong>di</strong> materiali inquinanti idroveicolabili.<br />

2. Non sono ammissibili né la realizzazione né l‘ampliamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche, se non per i materiali <strong>di</strong> risulta <strong>del</strong>l‘attività e<strong>di</strong>lizia completamente inertizzati.<br />

3. Le attività estrattive <strong>di</strong> cava sono ammissibili a con<strong>di</strong>zione che idonei stu<strong>di</strong> idrogeologici, corredanti i progetti <strong>di</strong> coltivazione, escludano ogni possibile interferenza negativa con la<br />

circolazione idrica sotterranea.<br />

4. Nell‘esecuzione <strong>del</strong>le opere destinate a contenere o a convogliare sostanze, liquide o solide o gassose, potenzialmente inquinanti, quali cisterne, reti fognarie, oleodotti, gasdotti, e simili,<br />

devono essere poste in essere particolari cautele atte a garantire la tenuta idraulica, quali l‘approntamento <strong>di</strong> bacini <strong>di</strong> contenimento a tenuta stagna, <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> evacuazione d‘emergenza, <strong>di</strong><br />

materiali o pannelli assorbenti, e simili.<br />

5. Sono comunque vietati:<br />

a) gli scarichi liberi sul suolo e nel sottosuolo <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> e <strong>di</strong> altre sostanze <strong>di</strong> qualsiasi genere o provenienza;<br />

b) il lagunaggio dei liquami prodotti da allevamenti zootecnici aziendali o interaziendali, al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> appositi lagoni <strong>di</strong> accumulo impermeabilizzati con materiali artificiali.<br />

Disposizioni generali volte a tutelare le risorse idriche <strong>del</strong> sottosuolo<br />

1. In occasione <strong>di</strong> ogni trasformazione, riguardante immobili dei quali facciano parte, o siano pertinenziali, superfici, coperte e scoperte, a<strong>di</strong>bibili alla produzione o allo stoccaggio <strong>di</strong> beni finali, <strong>di</strong><br />

interme<strong>di</strong> e <strong>di</strong> materie prime, ovvero <strong>di</strong> qualsiasi merce suscettibile <strong>di</strong> provocare scolo <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> inquinanti, devono essere osservate le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:<br />

a) tutte le predette superfici devono essere adeguatamente impermeabilizzate, e munite <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> raccolta dei liqui<strong>di</strong> <strong>di</strong> scolo provenienti dalle medesime superfici;<br />

b) le opere <strong>di</strong> raccolta dei liqui<strong>di</strong> <strong>di</strong> scolo devono essere <strong>di</strong>mensionate in funzione anche <strong>del</strong>le acque <strong>di</strong> prima pioggia, per esse intendendosi quelle in<strong>di</strong>cativamente corrispondenti, per ogni<br />

evento meteorico, a una precipitazione <strong>di</strong> 5 millimetri uniformemente <strong>di</strong>stribuita sull'intera superficie scolante servita dalla rete <strong>di</strong> drenaggio;<br />

c) le acque <strong>di</strong> prima pioggia, devono essere convogliate nella rete fognante per le acque nere, con o senza pretrattamento secondo quanto concordato con il soggetto gestore <strong>del</strong>la medesima<br />

rete fognante, oppure smaltite in corpi idrici superficiali previo adeguato trattamento;<br />

d) le acque meteoriche eccedenti quelle <strong>di</strong> prima pioggia possono essere smaltite in corpi idrici superficiali, ove ammissibile in<br />

relazione alle caratteristiche degli stessi, o in fognatura o in impianti consortili appositamente previsti.<br />

39


Titolo II Capo III Art.29<br />

Titolo II<br />

Capo III Art.30<br />

5.1.2.2.- PTC Provincia <strong>di</strong> Pisa<br />

Ente Consiglio Provinciale<br />

Disposizioni volte alla tutela <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le acque destinate al consumo umano<br />

1. Per acque destinate al consumo umano si intendono tutte le acque, escluse le acque minerali e termali, qualunque ne sia l'origine, allo stato in cui si trovano o dopo trattamento, che siano:<br />

a) fornite al <strong>di</strong>retto consumo umano;<br />

b) utilizzate da imprese, me<strong>di</strong>ante incorporazione o contatto, nella produzione, nel trattamento, nella conservazione, nell'immissione sul mercato <strong>di</strong> prodotti e sostanze alimentari destinate al<br />

consumo umano.<br />

2. Al fine <strong>di</strong> assicurare, mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative <strong>del</strong>le acque da destinare al consumo umano, i comuni sono tenuti a recepire, nei rispettivi piani strutturali, e negli altri<br />

strumenti urbanistici comunali, a salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le sorgenti, dei pozzi a uso idropotabile e dei punti <strong>di</strong> presa <strong>del</strong>le acque, le perimetrazioni <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a definite dalla regione, su<br />

proposta <strong>del</strong>l‘autorità d‘ambito territoriale ottimale, ovvero, in assenza <strong>di</strong> tale definizione, secondo le estensioni minime stabilite dalle relative <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge, e a <strong>di</strong>sciplinare tali aree <strong>di</strong><br />

salvaguar<strong>di</strong>a in conformità alle medesime <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge, e alle eventuali <strong>di</strong>sposizioni regionali.<br />

Aree vulnerate da fenomeni <strong>di</strong> intrusione <strong>del</strong> cuneo salino <strong>del</strong>l’acquifero superiore<br />

1. Nelle aree vulnerate da fenomeni <strong>di</strong> intrusione <strong>del</strong> cuneo salino <strong>del</strong>l‘acquifero superiore deve essere fatto assoluto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> attivazione <strong>di</strong> nuovi emungimenti dal sottosuolo, conseguenti sia<br />

a nuove captazioni che a incrementi <strong>di</strong> emungimento da<br />

pozzi esistenti. Tale <strong>di</strong>vieto deve essere esteso anche agli impianti idrovori <strong>di</strong> bonifica, nonché agli emungimenti temporanei<br />

realizzati per gli scavi sotto falda, a esclusione <strong>di</strong> quelli ragionevolmente definibili modesti per estensione e profon<strong>di</strong>tà o i cui effetti siano annullabili attraverso impianti <strong>di</strong> reimmissione in falda.<br />

2. Deve essere evitata la possibilità <strong>di</strong> attivazione <strong>di</strong> utilizzazioni idroesigenti, per esse intendendosi le attività colturali e <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> beni esprimenti per il proprio esercizio fabbisogni<br />

d‘acqua eccedenti quelli omologabili ai consumi domestici, a meno che non sia previsto e garantito il sod<strong>di</strong>sfacimento dei relativi fabbisogni idrici me<strong>di</strong>ante rete acquedottistica attingente<br />

all‘esterno <strong>del</strong>le aree vulnerate da fenomeni <strong>di</strong> intrusione <strong>del</strong> cuneo salino <strong>del</strong>l‘acquifero superiore.<br />

3. Deve essere perseguita la riduzione dei prelievi <strong>di</strong> acque sotterranee in atto, in particolare <strong>di</strong> quelli a scopi industriali o irrigui, per i quali è possibile ipotizzare soluzioni alternative (acque<br />

superficiali, acque depurate, bacini <strong>di</strong> ritenuta).<br />

4. Deve essere fatto assoluto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> apertura <strong>di</strong> nuove cave <strong>di</strong> sabbia, e deve essere perseguita la tombatura, almeno parziale, <strong>di</strong> quelle esistenti.<br />

Tipologia Delibera <strong>del</strong> Consiglio Provinciale<br />

Co<strong>di</strong>ce D.C.P. n. 100 <strong>del</strong>27/02/2006<br />

Ambito geografico Territorio compreso entro la circoscrizione amministrativa <strong>del</strong>la Provincia <strong>di</strong> Pisa eccezione per le aree soggette al Piano Territoriale <strong>del</strong> Parco <strong>di</strong> Migliarino, S.Rossore e Massaciuccoli<br />

Ambito temporale N.N<br />

Oggetto e finalità<br />

Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento, è l‘atto <strong>di</strong> pianificazione territoriale con il quale la Provincia esercita, un ruolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento programmatico e <strong>di</strong> raccordo tra le politiche territoriali <strong>del</strong>la<br />

Regione e la pianificazione urbanistica comunale.<br />

<strong>Il</strong> P.T.C., si fonda su:<br />

- il principio generale <strong>del</strong>lo sviluppo equilibrato e sostenibile<br />

- le norme generali per la tutela e l‘uso <strong>del</strong>le risorse <strong>del</strong> territorio<br />

- gli obiettivi strategici e le prescrizioni <strong>del</strong> P.I.T., che integra con le dovute specificazioni <strong>di</strong> sua competenza .<br />

<strong>Il</strong> Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento, persegue i seguenti obiettivi generali:<br />

a) la tutela <strong>del</strong>l'integrità fisica ed il superamento <strong>del</strong>le situazioni <strong>di</strong> rischio ambientale;<br />

b) la tutela e la valorizzazione <strong>del</strong>l‘identità culturale <strong>del</strong> territorio;<br />

c) lo sviluppo equilibrato, integrato e sostenibile <strong>del</strong> territorio, in coerenza con il quadro conoscitivo <strong>del</strong>le risorse, che fa parte integrante <strong>del</strong> P.T.C.;<br />

d) il miglioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>la vita ed il perseguimento <strong>di</strong> pari opportunità <strong>di</strong> vita per tutti i citta<strong>di</strong>ni;<br />

e) la valutazione preventiva degli effetti territoriali ed ambientali <strong>di</strong> ogni atto <strong>di</strong> governo <strong>del</strong> territorio e la massima sinergia tra i <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> pianificazione;<br />

f) l‘integrazione <strong>del</strong>le politiche <strong>di</strong> settore, territoriali, ambientali, culturali, economiche e sociali.<br />

40


Struttura sintetica<br />

RIF. Testo estratto<br />

Titolo I Capo II<br />

Art. 11<br />

Quadro conoscitivo compresi gli elaborati grafici <strong>del</strong> quadro conoscitivo (n 23 tavole)<br />

Elaborati <strong>del</strong> Piano, costituiti da:<br />

Relazione generale<br />

Norme<br />

Elaborati <strong>di</strong> progetto compresi gli Elaborati grafici <strong>di</strong> progetto (n.15 tavole)<br />

Documento <strong>di</strong> valutazione degli effetti ambientali<br />

Documento <strong>di</strong> valutazione d‘incidenza<br />

Norme<br />

DISPOSIZIONI GENERALI<br />

TITOLO I - STATUTO DEL TERRITORIO<br />

Capo I Disciplina <strong>del</strong> Territorio provinciale<br />

Capo II Identificazione dei sistemi territoriali – Disciplina <strong>del</strong>le risorse e <strong>del</strong>le invarianti<br />

Capo III Disciplina per l‘uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse essenziali<br />

TITOLO II - LA STRATEGIA DELLO SVILUPPO.<br />

Capo I Disciplina d‘uso <strong>del</strong>le risorse - Le città e gli inse<strong>di</strong>amenti urbani<br />

Capo II Disciplina d‘ uso <strong>del</strong>le risorse – <strong>Il</strong> territorio rurale<br />

Capo III Disciplina d‘ uso <strong>del</strong>le risorse – La rete <strong>del</strong>le Infrastrutture<br />

TITOLO III PIANI DI SETTORE E LE ATTIVITÀ DI RILEVANZASOVRACOMUNALE<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

PRESSIONI<br />

<strong>Il</strong> Sistema Territoriale <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘ Arno - Obiettivi<br />

2 Sistema <strong>del</strong>la pianura <strong>del</strong>l‘Arno: Città ed inse<strong>di</strong>amenti – Obiettivi<br />

- la valorizzazione <strong>del</strong>le risorse idro-termali in comune <strong>di</strong> S.Giuliano e Vicopisano, e in comune <strong>di</strong> Calci ove siano confermatela indagini specifiche, integrata con le funzioni turistico ricettive e con le<br />

risorse rappresentate dal Monte Pisano, dall‘ex lago <strong>di</strong> Bientina, dal <strong>fiume</strong> Arno;<br />

- la riduzione <strong>del</strong> consumo <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> acqua e la messa in atto <strong>di</strong> strategie per il risparmio <strong>del</strong>la risorsa idrica, in particolare nei Comuni ad alta criticità per consumi per usi produttivi industriali e<br />

civili.;<br />

- il riassetto <strong>del</strong> reticolo idraulico <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> pianura, in particolare quelle interessate da nuovi inse<strong>di</strong>amenti produttivi e <strong>di</strong> completamento;<br />

- la prevenzione e mitigazione <strong>del</strong> rischio geomorfologico ed idraulico nelle aree che espongono la popolazione ad eventi esondativi, franosi ed erosivi;<br />

3 Sistema <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘Arno: Territorio rurale - Obiettivi<br />

- il risanamento dal <strong>di</strong>ssesto geomorfologico, la riduzione <strong>del</strong>la pericolosità idraulica, il mantenimento in efficienza <strong>del</strong> reticolo idraulico <strong>del</strong>la bonifica, in coerenza con le previsioni strutturali e le<br />

<strong>di</strong>scipline dei P.A.I. <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> e <strong>del</strong> P.A.I. <strong>del</strong>l‘ Arno;<br />

- il recupero degli equilibri biologici dei corpi idrici superficiali e il superamento <strong>del</strong>l‘impoverimento degli habitat e <strong>del</strong>le specie lungo il <strong>Serchio</strong>, l‘Arno ed i loro affluenti, e la riqualificazione <strong>del</strong>le aree<br />

<strong>di</strong> paesaggio fluvio-lacuale e <strong>del</strong>le aree umide e più in generale <strong>del</strong>le aree alluvionali, con interventi ambientali integrati e/o con interventi anche a parco dei principali corsi d‘acqua, la conservazione<br />

dei caratteri <strong>di</strong> ruralità e naturalità dei varchi ancora liberi lungo il <strong>fiume</strong> Arno, la conservazione o costruzione <strong>di</strong> corridoi ecologici;<br />

- la conservazione <strong>del</strong>la varietà e <strong>del</strong>le specificità degli habitat e <strong>del</strong>le specie, in relazione anche alle aree <strong>di</strong> cui alla L. R. n.56/2000, approvate con Del.C.R.06/2004, il riequilibrio biologico dei corpi<br />

idrici superficiali ed il rafforzamento dei sistemi ambientali e <strong>del</strong>la rete ecologica;<br />

- la messa in atto <strong>di</strong> strategie per il risparmio <strong>del</strong>la risorsa idrica, in particolare nei Comuni ad alta criticità per consumi per usi produttivi in agricoltura.e civili;<br />

- l‘incremento <strong>del</strong>lo sfruttamento <strong>del</strong>le fonti rinnovabili <strong>di</strong> energia, sia per impiego locale, che per impiego esterno, con particolare riferimento alla fonte da biomassa ed alla fonte eolica, fatte salve le<br />

opportune verifiche <strong>di</strong> carattere ambientale e paesistico.<br />

4 Sistema <strong>del</strong>la pianura <strong>del</strong>l‘Arno: Infrastrutture - Obiettivi<br />

Infrastrutture per la mobilità<br />

- l‘integrazione funzionale <strong>del</strong>le reti infrastrutturali per la mobilità <strong>del</strong>le persone e <strong>del</strong>le merci (ferroviarie, viarie, idroviarie); in relazione al porto <strong>di</strong> Livorno e all‘interporto <strong>di</strong> Guasticce, al terminal<br />

<strong>del</strong>l‘aeroporto <strong>di</strong> Pisa, agli scali ferroviari <strong>di</strong> Pisa, <strong>di</strong> Gello <strong>di</strong> Pontedera e <strong>di</strong> S.Miniato, al canale dei Navicelli ed alla Darsena Pisana ;<br />

41


Titolo I Capo II<br />

Art. 12<br />

Titolo I Capo II<br />

Art. 14<br />

- l‘attuazione <strong>del</strong> protocollo d‘intesa per lo sviluppo <strong>del</strong>l‘area costiera Pisa–Livorno in relazione alla realizzazione <strong>del</strong>le opere necessarie alla riduzione <strong>del</strong> rischio idraulico <strong>del</strong>lo Scolmatore <strong>del</strong> <strong>fiume</strong><br />

Arno, comprendenti gli interventi per la <strong>di</strong>fesa al mare <strong>del</strong>l‘arenile <strong>del</strong> Calabrone, gli interventi per lo sbocco al mare <strong>del</strong> canale dei Navicelli e <strong>del</strong>lo Scolmatore, gli interventi per rendere navigabile lo<br />

Scolmatore e all‘avvio operativo <strong>del</strong>la piattaforma logistica costiera;<br />

- La realizzazione <strong>del</strong>l‘incile d‘Arno e lo sviluppo <strong>di</strong> circuiti d‘acqua (mare-<strong>fiume</strong>-canale) e <strong>del</strong>la navigabilità <strong>del</strong>le vie d‘acqua, in particolare <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong> e <strong>del</strong>l‘Arno, per finalità turistiche,<br />

scientifiche, sociali, formative e ricreative/sportive, e coor<strong>di</strong>nata alla realizzazione <strong>del</strong> porto turistico <strong>di</strong> Marina <strong>di</strong> Pisa e <strong>di</strong> appro<strong>di</strong> ver<strong>di</strong> integrati ai percorsi ciclabili d‘argine e <strong>di</strong> golena;<br />

Infrastrutture tecnologiche<br />

Costituiscono obiettivi specifici per la rete degli acquedotti:<br />

- il risanamento <strong>del</strong>la rete acquedottistica e la riduzione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>spersioni.<br />

Costituiscono obiettivi specifici per la rete fognaria:<br />

- lo sviluppo <strong>del</strong>la rete duale fognaria e <strong>di</strong> adduzione alla depurazione e riciclaggio, <strong>del</strong>le acque utilizzate nei processi produttivi e per usi civili, in tutti gli interventi <strong>di</strong> ristrutturazione urbanistica e<br />

nelle nuove previsioni inse<strong>di</strong>ative.<br />

<strong>Il</strong> Sistema Territoriale <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘Arno – Invarianti<br />

1 Sistema <strong>del</strong>la pianura <strong>del</strong>l‘Arno: Città ed inse<strong>di</strong>amenti - Invarianti<br />

Sono invarianti per il sistema <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘Arno: (…).<br />

- la funzione <strong>di</strong> arricchimento <strong>del</strong>la qualità percettiva <strong>del</strong> paesaggio urbano rappresentata dal <strong>fiume</strong> Arno e dal Fiume <strong>Serchio</strong> e più in generale dai corsi d‘acqua interessanti tratti urbani; (…)<br />

- la funzione ecologica <strong>del</strong>le vie d‘acqua naturali ed artificiali, <strong>del</strong> verde e dei parchi urbani, degli orti periurbani .<br />

2 Sistema <strong>del</strong>la pianura <strong>del</strong>l‘Arno:Territorio rurale- Invarianti<br />

Sono invarianti per il territorio rurale, nel sistema <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘Arno :<br />

- la funzione <strong>di</strong> presi<strong>di</strong>o ambientale (Idrogeologico e paesaggistico) <strong>del</strong>le aree agricole collinari e <strong>del</strong> Monte Pisano;<br />

- la funzione idraulica e paesaggistica <strong>del</strong> reticolo <strong>del</strong>le vie d‘acqua naturali ed artificiali, <strong>di</strong> pianura e <strong>di</strong> collina e <strong>del</strong>le strade <strong>del</strong>la bonifica;<br />

- la funzione ecologica per l‘incremento <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità e per la conservazione degli habitat, <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatica, <strong>del</strong>la rete costituita dalle Riserve Naturali, dalle A.N.P.I.L., dai Siti<br />

d‘importanza Regionale (S.I.R.), dai boschi, dalle formazioni vegetazionali lineari, dalle aree <strong>di</strong> pertinenza e <strong>di</strong> paesaggio fluvio/lacuale <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong>, <strong>del</strong>l‘ Arno e dei suoi affluenti, <strong>del</strong>l‘ex lago <strong>di</strong><br />

Sesto e dalle aree umide, dal reticolo <strong>del</strong>la bonifica e dal reticolo idrografico minore, da particolari sistemazioni agrarie (muretti a secco), dalle grotte, dai pascoli e dalle radure, dalle Oasi faunistiche<br />

e dalle aree <strong>di</strong> ripopolamento e cattura, e più in generale, dalle aree agricole, in particolare da quelle a colture estensive; (…)<br />

- la funzione ecologica, <strong>di</strong>portistica/ricreativa <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Arno e <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> <strong>Serchio</strong>;<br />

- la funzione <strong>di</strong> ricarica <strong>del</strong>l‘acquifero <strong>del</strong> Monte Pisano, e <strong>del</strong>le Cerbaie e dei paleoalvei;<br />

3 Sistema <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘Arno: Infrastrutture - Invarianti .<br />

Infrastrutture per la mobilità<br />

Sono invarianti per le infrastrutture viarie : (…)<br />

- la funzione, <strong>di</strong> struttura caratterizzante il paesaggio agricolo <strong>del</strong>la bonifica e <strong>del</strong>la rete <strong>del</strong>le vie d‘acqua e <strong>del</strong> principale Canale Emissario <strong>del</strong> Bientina, e <strong>del</strong>la rete viaria principale e poderale ed in<br />

particolare <strong>del</strong>la S.P.n.3 Bientina-Altopascio; (..)<br />

Sono invarianti per le infrastrutture idroviarie:<br />

- la funzione <strong>di</strong> darsena e via d‘acqua <strong>del</strong>la Darsena Pisana e <strong>del</strong> Canale dei Navicelli (Pisa) per trasporto <strong>del</strong>le merci e <strong>del</strong>le persone anche nella prospettiva <strong>del</strong>la riapertura <strong>del</strong>l‘incile;<br />

- la funzione <strong>di</strong>portistica <strong>del</strong> costruendo porto turistico <strong>di</strong> Marina <strong>di</strong> Pisa e degli appro<strong>di</strong> ver<strong>di</strong>;-<br />

la funzione <strong>di</strong> via d‘acqua storica nel trasporto <strong>di</strong> persone e merci <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Arno e <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> per finalità esclusivamente ricreative o <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e ricerca;<br />

Sono invarianti, per la rete degli acquedotti:<br />

- la funzione <strong>di</strong> approvvigionamento e <strong>di</strong>stribuzione funzionale alle esigenze inse<strong>di</strong>ative e produttive nel rispetto <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sponibilità <strong>del</strong>la risorsa acqua.<br />

Sono invarianti, per la rete fognaria, associata agli impianti <strong>di</strong> depurazione<br />

- la funzione <strong>di</strong> depurazione, riciclo e smaltimento.<br />

<strong>Il</strong> Sistema Territoriale <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali Obiettivi<br />

2 Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali: Città ed inse<strong>di</strong>amenti - Obiettivi<br />

- la prevenzione e mitigazione <strong>del</strong> rischio geomorfologico ed idraulico nelle aree che<br />

espongono la popolazione ad eventi esondativi, franosi ed erosivi.;<br />

3 Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali: Territorio rurale - Obiettivi<br />

Costituiscono obiettivi specifici per questa risorsa:<br />

- il risanamento dal <strong>di</strong>ssesto geomorfologico e la riduzione <strong>del</strong>la pericolosità idraulica attraverso interventi sui corsi d‘acqua e sui terreni, coor<strong>di</strong>nata con le politiche e le pratiche agricole e <strong>di</strong><br />

42


Titolo I Capo II<br />

Art. 15<br />

Titolo I Capo III<br />

Art. 22<br />

forestazione, in coerenza con le previsioni strutturali e le <strong>di</strong>scipline <strong>del</strong> P.A.I. <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> Toscana Costa;<br />

- la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>la risorsa idrica <strong>del</strong> Cecina e più in generale dei corsi d‘acqua superficiali;<br />

- la conservazione <strong>del</strong>la varietà e <strong>del</strong>le specificità degli habitat e <strong>del</strong>le specie, in relazione anche alle aree <strong>di</strong> cui alla L.R. n.56/2000, approvate con Del.C.R.06/2004, il riequilibrio biologico dei corpi<br />

idrici superficiali ed il rafforzamento dei sistemi ambientali e <strong>del</strong>la rete ecologica;<br />

4 Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali: Infrastrutture - Obiettivi<br />

Infrastrutture per la mobilità<br />

Costituiscono obiettivi specifici per la rete degli acquedotti:<br />

- il risanamento <strong>del</strong>la rete acquedottistica e la riduzione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>spersioni;<br />

- il miglioramento <strong>del</strong>la penetrazione <strong>del</strong> servizio acquedottistico, sia in termini <strong>di</strong> aumento <strong>del</strong>la popolazione servita, che <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità idrica per abitante.<br />

Costituiscono obiettivi specifici per la rete fognaria:<br />

-lo sviluppo <strong>del</strong>la rete fognaria e <strong>del</strong>la depurazione e riciclaggio <strong>del</strong>le acque.<br />

<strong>Il</strong> Sistema Territoriale <strong>del</strong>le Colline interne e Meri<strong>di</strong>onali -Invarianti<br />

1 Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali : Città ed inse<strong>di</strong>amenti - Invarianti<br />

2 Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali: Territorio rurale - Invarianti<br />

Costituiscono invarianti per il territorio rurale, nel Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali:<br />

- la funzionalità idraulica <strong>del</strong> sistema idrografico collinare e <strong>di</strong> pianura; (..)<br />

- la funzione ecologica per la conservazione degli habitat, <strong>del</strong>le flora e <strong>del</strong>la fauna selvatica , <strong>del</strong>la rete costituita dalle Riserve Naturali, dalle A.N.P.I.L., dai Siti d‘importanza Regionale (S.I.R.), dai<br />

boschi, dalle formazioni vegetazionali lineari, dalle acque e dalle aree <strong>di</strong> pertinenza fluvio lacua le <strong>del</strong> sistema idrografico, in particolare <strong>del</strong> Fine, <strong>del</strong> Cecina, e dei principali affluenti, degli affluenti in<br />

sx <strong>del</strong>l‘Arno, <strong>del</strong> Cornia, <strong>del</strong> lago <strong>di</strong> S.Luce, da particolari sistemazioni agrarie (muretti a secco), dalle grotte, dai pascoli e dalle radure, dalle Oasi faunistiche e dalle aree <strong>di</strong> ripopolamento e cattura,<br />

e più in generale, dalle aree agricole; (..)<br />

- la funzione <strong>di</strong> ricarica degli acquiferi dei paleo alvei <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Cecina e <strong>del</strong>l‘Era.<br />

3 Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali : Infrastrutture - Invarianti<br />

(…)<br />

Costituiscono invarianti per la rete acquedottistica:<br />

- la funzione <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfacimento dei nuovi fabbisogni nei limiti <strong>di</strong> tolleranza <strong>del</strong>la risorsa.<br />

Costituiscono invarianti per la rete fognaria:<br />

- la funzione <strong>di</strong> depurazione, riciclo e smaltimento. (..)<br />

Disciplina per l'uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse essenziali<br />

<strong>Il</strong> paesaggio <strong>del</strong>la costa - le aree <strong>di</strong> paesaggio fluvio lacuale – ilpaesaggio <strong>del</strong>la bonifica<br />

1 <strong>Il</strong> paesaggio <strong>del</strong>la costa (…)<br />

2 Le aree <strong>di</strong> paesaggio fluvio-lacuale<br />

Le aree <strong>di</strong> paesaggio fluvio-lacuale comprendono:<br />

- le zone <strong>di</strong> tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici <strong>di</strong> corsi d‘acqua e bacini, coincidenti con le aree a maggiore vulnerabilità idrogeologica e interessanti per la ricarica <strong>del</strong>le falde<br />

idriche e per la conservazione dei caratteri <strong>del</strong> paesaggio fluvio – lacuale e la funzione ecologica;<br />

- le zone umide.<br />

Esse sono in<strong>di</strong>viduate nelle Tavv. P.7, e P.10. I Piani Strutturali, nella redazione <strong>del</strong> quadro conoscitivo, in<strong>di</strong>vidueranno le aree <strong>di</strong> paesaggio fluvio- lacuale, a scala adeguata, anche mo<strong>di</strong>ficando la<br />

perimetrazione <strong>del</strong>la Tavv. P.7, e P.10., con adeguata motivazione, derivante da appropriate indagini <strong>di</strong> carattere idrogeologico. …omiss….<br />

3 <strong>Il</strong> paesaggio <strong>del</strong>la bonifica<br />

Corrisponde, per lo più ad aree <strong>di</strong> pianura nelle quali si è conservata la trama fon<strong>di</strong>aria <strong>del</strong>la bonifica, caratterizzata dal reticolo infrastrutturale idraulico e viario, dalle opere puntuali e manufatti<br />

idraulici e rurali, dalla tessitura dei campi, solitamente stretti e lunghi, quando derivanti da sistemazioni ottocentesche, o irregolari a mosaico, quando dovute a sistemazioni idrauliche precedenti o in<br />

relazione ad assetti morfologici più complessi. …omiss…<br />

43


Titolo I Capo III<br />

Art. 38 comma 1<br />

RIF. Testo estratto<br />

Titolo I Capo II<br />

Art. 13<br />

Titolo I Capo II<br />

Art. 16<br />

Disciplina per l'uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse essenziali<br />

<strong>Il</strong> sistema acqua<br />

Criteri generali<br />

I Comuni nella fase <strong>di</strong> adozione <strong>del</strong> P.S. o <strong>di</strong> varianti allo stesso, provvedono in relazione al previsto aumento <strong>del</strong> fabbisogno idrico e <strong>del</strong>lo smaltimento dei reflui a<br />

-a richiedere il parere alla competente <strong>Autorità</strong> d‘Ambito Territoriale Ottimale -a determinare gli ambiti <strong>di</strong> sofferenza idrica dove non possono essere previsti incrementi <strong>di</strong><br />

volumetrie che comportino aggravio <strong>di</strong> approvvigionamento idrico;<br />

-a prevedere nuovi incrementi e<strong>di</strong>ficatori solo ove sia prevista la contestuale realizzazione <strong>del</strong>la rete fognaria e degli impianti <strong>di</strong> depurazione;<br />

-a prevedere nelle aree produttive <strong>di</strong> espansione, nelle nuove aree a verde fortemente idroesigenti e per la rete anti- incen<strong>di</strong>o la realizzazione <strong>di</strong> reti duali .<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione alto per almeno uno degli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> fragilità ambientale <strong>del</strong> sistema acqua (fabbisogni produttivi, fabbisogni civili, carico depurativo),<br />

in<strong>di</strong>viduati nell‘ambito <strong>del</strong>la valutazione <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> fragilità ambientale (Tav. QC.15, Doc.4), si prescrive che gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione includano una relazione sullo stato <strong>del</strong>le risorse<br />

idriche, che in<strong>di</strong>vidui lo stato qualitativo e quantitativo <strong>del</strong>le risorse idriche, le pressioni antropiche esercitate sulle stesse, nonché le politiche/interventi <strong>di</strong> controllo, tutela e risanamento in atto, con<br />

particolare riferimento agli elementi <strong>di</strong> crisi evidenziati dagli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> fragilità ambientale. Sulla base <strong>del</strong>la relazione sullo stato <strong>del</strong>le risorse idriche, gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione definiscono le<br />

specifiche con<strong>di</strong>zioni alle trasformazioni.<br />

RISPOSTE<br />

<strong>Il</strong> Sistema Territoriale <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘Arno – Disciplina <strong>del</strong>le Invarianti<br />

1 Sistema <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘Arno: Città ed inse<strong>di</strong>amenti - Disciplina <strong>del</strong>le Invarianti<br />

Costituiscono prescrizioni : (..)<br />

-i Comuni con centri urbani fluviali dovranno prevedere nei piani strutturali <strong>di</strong>scipline atte a conservare liberi i varchi <strong>di</strong> accesso al corso d‘acqua e le vedute, favorendone la<br />

conservazione naturalistica e la fruizione.<br />

2 Sistema <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘Arno: Territorio rurale - Disciplina <strong>del</strong>le Invarianti<br />

- nell‘attuazione <strong>di</strong> previsioni urbanistiche i Comuni garantiscono sempre l‘efficace funzionamento <strong>del</strong>la rete <strong>di</strong> bonifica idraulica <strong>di</strong> collina e <strong>di</strong> pianura;<br />

- per i Comuni fluviali (S.Miniato, S.Croce S.A., Castelfranco <strong>di</strong> S., S.Maria a Monte, Montopoli V.A., Pontedera, Calcinaia, Vicopisano, Cascina, Pisa, S.Giuliano Terme e Vecchiano, costituisce<br />

prescrizione la conservazione dei varchi naturali <strong>di</strong> accesso al corso d‘acqua, e la promozione <strong>di</strong> azioni coor<strong>di</strong>nate per la fruizione, anche ciclopedonale, <strong>del</strong>le risorse naturali, per l‘attivazione <strong>di</strong><br />

circuiti d‘acqua per finalità ecologiche naturalistiche, scientifiche,<br />

3 Sistema <strong>del</strong>la Pianura <strong>del</strong>l‘Arno: Infrastrutture - Disciplina <strong>del</strong>le Invarianti (..)<br />

Infrastrutture idroviarie<br />

-<strong>Il</strong> Comune <strong>di</strong> Pisa perseguirà la migliore funzionalità <strong>del</strong>la Darsena Pisana e <strong>del</strong> Canale dei Navicelli per gli sviluppi <strong>del</strong>le attività cantieristiche, <strong>del</strong>la nautica e il trasporto <strong>del</strong>le merci, anche in<br />

rapporto agli interventi funzionali alla darsena Toscana <strong>del</strong> porto <strong>di</strong> Livorno e alla riapertura <strong>del</strong>l‘incile da‘Arno .<br />

<strong>Il</strong> Comune <strong>di</strong> Pisa altresì definirà assieme al parco <strong>di</strong> M.S.R.M. l‘assetto definitivo <strong>del</strong> porto turistico in foce d‘Arno, fatte salve le dovute valutazioni preventive sugli effetti derivanti dalla sua<br />

realizzazione su tutte le risorse interessate.<br />

I Comuni interessati dal corso <strong>del</strong>l‘Arno e dal <strong>Serchio</strong>, ove sussistano le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza idraulica, promuoveranno la classificazione per la navigabilità dei corsi d‘acqua, ai fini <strong>del</strong>la fruizione<br />

ricreativa e sociale, ma anche per finalità scientifiche e sportive.<br />

Disposizioni specifiche per le Infrastrutture tecnologiche<br />

Rete degli acquedotti<br />

I Comuni promuovono presso l‘autorità competente (A.T.O) per la risorsa idrica la verifica sull‘efficienza e l‘ammodernamento <strong>del</strong>la rete acquedottistica, ai fini <strong>del</strong>la riduzione <strong>del</strong>le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> rete, in<br />

particolare in concomitanza alla realizzazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> ristrutturazione urbanistica o <strong>di</strong> nuove previsioni inse<strong>di</strong>ative.<br />

Rete fognaria<br />

I piani strutturali contengono specifiche prescrizioni per il Regolamento Urbanistico per la realizzazione <strong>del</strong>la rete duale <strong>di</strong> smaltimento <strong>del</strong>le acque reflue e <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> depurazione e riciclo, ai fini<br />

<strong>del</strong> risparmio <strong>del</strong>le risorse idriche, in relazione ad interventi <strong>di</strong> ristrutturazione urbanistica e/o nuove previsioni inse<strong>di</strong>ative.<br />

Sistema Territoriale <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali: Disciplina <strong>del</strong>le Invarianti<br />

1 Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali: Città ed inse<strong>di</strong>amenti - Disciplina <strong>del</strong>leInvarianti<br />

Costituiscono prescrizioni per le città e gli inse<strong>di</strong>amenti, nel sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali:(..)<br />

- i Comuni con centri urbani fluviali dovranno prevedere nei Piani Strutturali <strong>di</strong>scipline atte a conservare liberi i varchi <strong>di</strong> accesso al corso d‘acqua e le vedute, favorendo la conservazione dei<br />

caratteri naturali e gli usi ricreativi.<br />

44


Titolo I Capo III<br />

Articoli 18, 19<br />

Titolo I Capo III<br />

Articolo 20<br />

2 Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali: Territorio rurale - Disciplina <strong>del</strong>le Invarianti<br />

Costituiscono prescrizioni:<br />

L‘attuazione <strong>di</strong> previsioni urbanistiche comunali dovrà garantire sempre l‘efficace funzionamento <strong>del</strong>la rete <strong>di</strong> bonifica idraulica.<br />

Per i Comuni fluviali (Montecatini V., Riparbella, Montescudaio, Guar<strong>di</strong>stallo, Pomarance, Volterra, Castelnuovo Val <strong>di</strong> Cecina, S.Luce, Montever<strong>di</strong> M.mo, Terricciola, Peccioli, Capannoli Palaia)<br />

costituisce prescrizione la conservazione dei varchi naturali <strong>di</strong> accesso al corso d‘acqua, e <strong>del</strong>le vedute e la promozione <strong>di</strong> azioni coor<strong>di</strong>nate per la fruizione a pie<strong>di</strong> ed in bici <strong>del</strong>le risorse naturali<br />

anche me<strong>di</strong>ante la costituzione <strong>di</strong> aree protette, <strong>di</strong> parchi urbani, extra- urbani , parchi sovracomunali.<br />

3 Sistema <strong>del</strong>le Colline Interne e Meri<strong>di</strong>onali: Infrastrutture - Disciplina <strong>del</strong>le Invarianti<br />

Rete degli acquedotti<br />

I Comuni promuovono presso l‘autorità competente (A.T.O) per la risorsa idrica la verifica sull‘efficienza e l‘ammodernamento <strong>del</strong>la rete acquedottistica, ai fini <strong>del</strong>la riduzione <strong>del</strong>le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> rete, in<br />

particolare in concomitanza alla realizzazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> ristrutturazione urbanistica o <strong>di</strong> nuove previsioni inse<strong>di</strong>ative.<br />

Rete fognaria<br />

I Piani Strutturali contengono specifiche prescrizioni per il Regolamento Urbanistico per la realizzazione <strong>del</strong>la rete duale <strong>di</strong> smaltimento <strong>del</strong>le acque reflue e <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> depurazione e riciclo, ai fini<br />

<strong>del</strong> risparmio <strong>del</strong>le risorse idriche, in relazione ad interventi <strong>di</strong> ristrutturazione urbanistica e/o nuove previsioni inse<strong>di</strong>ative;<br />

Disciplina per l'uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse essenziali<br />

Pericolosità geomorfologica – I Piani <strong>di</strong> assetto idrogeologico (L183/89 )<br />

Pericolosità idraulica -I piani <strong>di</strong> assetto idrogeologico (L183/89)<br />

(...) In sede <strong>di</strong> primo adeguamento ai rispettivi piani <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> Stralcio <strong>di</strong> Assetto Idrogeologico (P.A.I.) approvati, il P.T.C. assume nel proprio quadro conoscitivo e fa propri tutti gli elaborati e le<br />

<strong>di</strong>scipline <strong>di</strong> ciascun piano ed in particolare... omiss...<br />

<strong>Il</strong> P.T.C. promuove nei Piani Strutturali e negli atti <strong>di</strong> governo der territorio comunali e provinciali azioni e comportamenti tali da prevenire e comunque non aggravare lo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto dei versanti,<br />

da aumentare l‘efficienza idrogeologica <strong>del</strong> suolo, <strong>del</strong>la copertura vegetale e quella idraulica <strong>del</strong>la rete idrografica principale e minore.<br />

Disciplina per l'uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse essenziali<br />

Integrità degli acquferi<br />

Classi <strong>di</strong> vulnerabilità: I Comuni nel pre<strong>di</strong>sporre gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione territoriale verificano ed approfon<strong>di</strong>scono le informazioni contenute nei successivi commi ed alla TAV.P.9.<br />

La Tav. P.9 articola l‘intero territorio interessato dalla <strong>di</strong>sciplina dettata dal presente piano nelle seguenti classi e sottoclassi <strong>di</strong> vulnerabilità idrogeologica:<br />

classe 1 - vulnerabilità irrilevante : (...)<br />

classe 2 - vulnerabilità bassa (...)<br />

classe 3 - vulnerabilità me<strong>di</strong>a (...) sottoclasse 3 a, (...) sottoclasse 3 b (...)<br />

classe 4 - vulnerabilità elevata (...) sottoclasse 4a, (...) sottoclasse 4b (...)<br />

Livelli <strong>di</strong> rischio e relative <strong>di</strong>sposizioni<br />

La Tabella 1,..., che costituisce <strong>di</strong>rettiva per la panificazione urbanistica comunale, attribuisce a ciascuna <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse considerate trasformazioni ed attività, teoricamente proponibili nell'intero<br />

territorio od in sue particolari componenti, un numero, espresso<br />

in caratteri romani, equivalente al livello <strong>di</strong> rischio idrogeologico che l‘effettuazione <strong>del</strong>la medesima trasformazione od attività comporta in relazione al suo interessare aree comprese in una <strong>del</strong>le<br />

definite classi <strong>di</strong> vulnerabilità. <strong>Il</strong> medesimo numero corrisponde alle limitazioni da porre all'effettuazione <strong>del</strong>la trasformazione o <strong>del</strong>l'attività, ovvero alle cautele alle quali tale effettuazione deve<br />

essere, subor<strong>di</strong>nata. Le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al presente articolo specificano quanto <strong>di</strong>sposto all‘art.78 <strong>del</strong> vigente P.I.T.<br />

I livelli <strong>di</strong> rischio idrogeologico, sono definiti nei seguenti termini:<br />

livello I - rischio irrilevante : la trasformazione o l'attività é pienamente ammissibile, se non auspicabile, nei riguar<strong>di</strong><br />

<strong>del</strong>la vocazione riscontrata nelle parti <strong>di</strong> territorio interessate.<br />

livello II - rischio basso: la trasformazione o l'attività é ammissibile, in relazione alle conoscenze <strong>di</strong>sponibili, ma è richiesta verifica a livello locale.<br />

livello III - rischio me<strong>di</strong>o/alto: la trasformazione o l'attività é subor<strong>di</strong>nata alle con<strong>di</strong>zioni poste da una valutazione puntuale <strong>del</strong>la vulnerabilità idrogeologica, al minimo conforme a quanto <strong>di</strong>sposto ai<br />

commi, e quin<strong>di</strong> da un progetto sulla mitigazione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> rischio accertato,<br />

tenuto conto anche <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong>la trasformazione o attività.<br />

livello IV - rischio elevato: la trasformazione o l'attività oltrechè subor<strong>di</strong>nata alle con<strong>di</strong>zioni poste da una valutazione puntuale <strong>del</strong>la vulnerabilità idrogeologica ancora conforme al minimo a quanto<br />

<strong>di</strong>sposto al comma 3 e quin<strong>di</strong> da un progetto sulla mitigazione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong><br />

rischio accertato, può essere definita ammissibile solamente ove si <strong>di</strong>mostri il permanere <strong>di</strong> fabbisogni altrimenti non sod<strong>di</strong>facibili, per insussistenza <strong>di</strong> alternative ovvero per la loro rilevante<br />

maggiore onerosità in termini <strong>di</strong> bilancio ambientale,economico e sociale complessiva.<br />

45


Titolo I Capo III<br />

Articolo 25<br />

Titolo I Capo III<br />

Art. 38 comma 2<br />

La valutazione puntuale <strong>del</strong>la vulnerabilità idrogeologica e conseguentemente la determinazione <strong>del</strong>la concreta ammissibilità <strong>del</strong>le trasformazioni e <strong>del</strong>le attività alle quali è attribuito, in ragione <strong>del</strong><br />

loro interessare aree comprese in una <strong>del</strong>le definite classi <strong>di</strong> pericolosità, i numeri equivalenti ai livelli III - rischio me<strong>di</strong>o/ alto e IV - rischio elevato, deve conseguire da uno stu<strong>di</strong>o idrogeologico <strong>di</strong><br />

dettaglio, esteso ad un significativo intorno <strong>del</strong>l'area interessata, contenente al minimo:<br />

- valutazione <strong>del</strong> parametro propagazione: identificazione, localizzazione e valutazione quantitativa <strong>del</strong>la prima risorsa significativa (parametro trasmissività T>10E-5 mq/sec), attraverso la sua<br />

caratterizzazione geometrica e il calcolo dei parametri idrogeologici <strong>del</strong>l'acquifero, incluse le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> separazione da acquiferi <strong>di</strong>versi; la procedura prevede il censimento dei pozzi e<br />

l'esecuzione <strong>di</strong> prove a portata costante;<br />

- valutazione <strong>del</strong> parametro penetrazione ed abbattimento: caratterizzazione idrogeologica <strong>del</strong>la copertura satura ed insatura effettuabile attraverso l'esecuzione <strong>di</strong> prospezioni geomeccaniche e<br />

geofisiche, nonché <strong>di</strong> prove <strong>di</strong> permeabilità in sito;<br />

- valutazione <strong>del</strong> parametro infiltrazione: caratterizzazione clivometrica <strong>del</strong>l'area ed in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> ricarica <strong>del</strong>l'acquifero;<br />

- verifica quantitativa <strong>del</strong>la vulnerabilità <strong>del</strong>l'acquifero in relazione ai tempi <strong>di</strong> arrivo che in<strong>di</strong>viduano le classi e le sottoclassi <strong>di</strong> vulnerabilità, tenendo conto dei parametri <strong>di</strong> infiltrazione, penetrazione<br />

e propagazione, precedentemente determinati, nonché <strong>del</strong>le<br />

alterazioni in regime <strong>di</strong>namico indotte da nuovi pozzi.<br />

Sono comunque ammissibili e non soggetti alla verifica puntuale <strong>del</strong>la vulnerabilità idrogeologica gli interventi <strong>di</strong> tipo conservativo che non comportino nuovi apporti o mo<strong>di</strong>fiche <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> fatto in<br />

merito allo stoccaggio, produzione e smaltimento dei reflui e in ogni caso <strong>di</strong> sostanze potenzialmente inquinanti le acque.<br />

Le note che seguono la Tabella 1, e che rinviano ad alcune <strong>del</strong>le relative caselle, specificano, in relazione alle particolari fattispecie interessate, quali siano le linee guida <strong>di</strong> intervento per la<br />

mitigazione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> rischio.<br />

TABELLA 1 - VULNERABILITÀ IDROGEOLOGICA E RELATIVI LIVELLI DI RISCHIO 3<br />

Trasformazioni ed attività in rapporto alle classi e sottoclassi <strong>di</strong> vulnerabilità ...omiss....<br />

Note: ...omiss...<br />

Disciplina per l'uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse essenziali<br />

Le emergenze percettive<br />

I Comuni nel <strong>di</strong>sporre il quadro conoscitivo <strong>del</strong> piano strutturale in<strong>di</strong>viduano le emergenze percettive <strong>di</strong> seguito elencate: (…)<br />

c) gli elementi organizzatori <strong>del</strong> paesaggio rurale: comprendenti elementi significativi <strong>del</strong>la trama infrastrutturale e vegetazionale <strong>del</strong> paesaggio storico, come strade poderali e interpoderali, alberate<br />

e non, i tracciati viari storici caratterizzati da alberature <strong>di</strong> antico impianto, viali alberati e relitti <strong>di</strong> filari in fregio alle poderali, siepi, sistemazioni idraulico agrarie (terrazzamenti, ciglionamenti, rete<br />

scolante, la rete idraulica <strong>del</strong>la bonifica), or<strong>di</strong>tura dei campi e maglia agraria ;<br />

d) le visuali da salvaguardare; che riguardano percorsi e vie d‘acqua con fruizione <strong>di</strong> uno o più ambiti o sistemi ambientali o <strong>di</strong> singole emergenze <strong>di</strong> cui ai precedenti commi.<br />

In relazione a questi elementi i Comuni nei piani strutturali definiscono <strong>di</strong>scipline volte alla conservazione, alla valorizzazione e all‘uso, nel rispetto <strong>del</strong>le prescrizioni (…)<br />

Gli Strumenti Urbanistici comunali tutelano e valorizzano gli elementi organizzatori <strong>del</strong> paesaggio rurale, sia in quanto risorsa paesaggistica, sia in relazione alla <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo (stabilità dei terreni<br />

e regimazione <strong>del</strong>le acque) e per gli effetti sulla bio<strong>di</strong>versità degli ecosistemi <strong>del</strong> territorio.<br />

Le sistemazioni idraulico agrarie (terrazzamenti, ciglionamenti , muretti a secco, muri <strong>di</strong> contenimento in pietra lungo le strade) che verranno in<strong>di</strong>viduate e perimetrale negli Strumenti Urbanistici<br />

sono da conservare integralmente, anche me<strong>di</strong>ante il ripristino <strong>del</strong>le parti crollate. In via eccezionale, a fronte <strong>di</strong> crolli totali ed ove altre opere risultino più efficaci sotto il profilo <strong>del</strong>la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo<br />

e <strong>del</strong>la regimazione <strong>del</strong>le acque, potranno essere adottate tecniche costruttive <strong>di</strong>verse, purchè paesaggisticamente compatibili.<br />

Disciplina per l'uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse essenziali<br />

<strong>Il</strong> sistema acqua<br />

Fabbisogni produttivi (industria, agricoltura, zootecnia)<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione alto per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici produttivi, gli strumenti urbanistici comunali devono subor<strong>di</strong>nare le nuove previsioni <strong>di</strong><br />

inse<strong>di</strong>amenti produttivi e/o le previsioni <strong>di</strong> ampliamento <strong>del</strong>le esistenti, nonché gli interventi <strong>di</strong> trasformazione d‘uso colturale <strong>del</strong>le aree agricole, alla preventiva <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> sostenibilità, in<br />

termini <strong>di</strong> consumi e smaltimento dei reflui, rilasciata dal competente A.T.O. Gli stessi Comuni devono, comunque, attivare politiche per … omiss…<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici produttivi, le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al precedente comma, si applicano alle nuove previsioni<br />

urbanistiche che comportano un incremento dei fabbisogni idrici, fatta salva comunque la necessità <strong>di</strong> rispettare le prescrizioni <strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente normativa nazionale e<br />

regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione basso per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici produttivi, gli strumenti urbanistici comunali devono subor<strong>di</strong>nare le nuove previsioni per<br />

inse<strong>di</strong>amenti produttivi, nonché gli interventi <strong>di</strong> trasformazione d‘uso colturale <strong>del</strong>le aree agricole, al rispetto <strong>del</strong>le prescrizioni <strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente normativa nazionale e<br />

regionale.<br />

46


Titolo I Capo III<br />

Art. 38 comma 3<br />

Titolo I Capo III<br />

Art. 38 comma 4<br />

Titolo III Art. 83<br />

Titolo III Art. 84<br />

Disciplina per l'uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse essenziali<br />

<strong>Il</strong> sistema acqua<br />

Fabbisogni civici<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione alto per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici civili, gli strumenti urbanistici comunali devono subor<strong>di</strong>nare le previsioni degli strumenti urbanistici<br />

alla preventiva <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> sostenibilità, in termini <strong>di</strong> consumi e smaltimento dei reflui, rilasciata dal competente A.T.O. Deve, comunque, essere prevista… omiss…<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni fabbisogni idrici civili, le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al precedente comma, si applicano alle nuove previsioni<br />

urbanistiche che comportano un incremento dei fabbisogni idrici, fatta salva comunque la necessità <strong>di</strong> rispettare le prescrizioni <strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente<br />

normativa nazionale e regionale.<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione basso per gli in<strong>di</strong>catori relativi ai fabbisogni idrici civili, gli strumenti urbanistici comunali devono subor<strong>di</strong>nare le nuove previsioni al rispetto <strong>del</strong>le<br />

prescrizioni <strong>di</strong> risparmio idrico definite dalla vigente normativa nazionale e regionale<br />

Disciplina per l'uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse essenziali<br />

<strong>Il</strong> sistema acqua<br />

Copertura <strong>del</strong> servizio depurativo <strong>del</strong>le acque reflue e carico inquinante<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione alto per gli in<strong>di</strong>catori relativi alla copertura <strong>del</strong> servizio depurativo e al carico inquinante, gli strumenti urbanistici comunali devono subor<strong>di</strong>nare le<br />

previsioni degli strumenti urbanistici alla preventiva <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> sostenibilità, in termini <strong>di</strong> consumi e smaltimento dei reflui, rilasciata dal competente A.T.O.<br />

Deve, comunque, essere (…). previsto un miglioramento <strong>del</strong>le capacità autodepurative dei corsi d‘acqua superficiali attraverso l‘applicazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> manutenzione volti alla conservazione<br />

e/o al ripristino <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>di</strong> naturalità <strong>del</strong>l‘alveo fluviale, degli ecosistemi e <strong>del</strong>le fasce ver<strong>di</strong> ripariali e il rispetto <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> naturale espansione.<br />

Dovranno, in ogni caso, essere rispettate le prescrizioni per la depurazione definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong> risorse idriche.<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione me<strong>di</strong>o per gli in<strong>di</strong>catori relativi alla copertura <strong>del</strong> sistema depurativo e al carico inquinante, le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui al precedente comma (relativo ai<br />

comuni a livello <strong>di</strong> attenzione alto) si applicano agli interventi <strong>di</strong> trasformazione che comportano un incremento <strong>del</strong>la necessità <strong>di</strong> depurazione dei reflui e/o un incremento <strong>del</strong> carico inquinante, fatta<br />

salva comunque la necessità, per tutte le nuove previsioni, <strong>di</strong> rispettare le prescrizioni in materia <strong>di</strong> smaltimento <strong>del</strong>le acque definite dalla vigente normativa nazionale e regionale in materia <strong>di</strong><br />

risorse idriche.<br />

Per i Comuni che presentano un livello <strong>di</strong> attenzione basso per gli in<strong>di</strong>catori relativi alla copertura <strong>del</strong> sistema depurativo e al carico inquinante, gli strumenti urbanistici comunali devono subor<strong>di</strong>nare<br />

le nuove previsioni al rispetto <strong>del</strong>le prescrizioni in materia <strong>di</strong> smaltimento <strong>del</strong>le acque definite dalla vigente normativa nazionale e regionale.<br />

Programma per gli interventi <strong>del</strong>la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo<br />

Tutte le attività <strong>di</strong> pianificazione , <strong>di</strong> programmazione e <strong>di</strong> attuazione perseguono la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo, intendendo per suolo: il territorio, il suolo, il sottosuolo, gli abitati e le opere infrastrutturali. con<br />

interventi idrogeologici, idraulici, idraulico- forestali, idraulico-agrari, silvopastorali., <strong>di</strong> forestazione e <strong>di</strong> bonifica, nel rispetto dei piani stralcio <strong>di</strong> assetto idrogeologico <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> bacino nazionale<br />

<strong>del</strong>l‘Arno, <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> bacino regionale Toscana Costa e <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> bacino sperimentale <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>.<br />

La Provincia elabora i progetti relativi agli interventi strutturali <strong>del</strong> Piano stralcio per la Riduzione <strong>del</strong> rischio idraulico <strong>del</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> Fiume Arno attribuiti nel protocollo sottoscritto tra la Regione e gli<br />

Enti Locali, in data 04/06/2001 e finalizzati alla messa in sicurezza <strong>del</strong>la Valdera e ne cura la realizzazione, in attuazione <strong>del</strong> programma approvato nell‘accordo <strong>di</strong> programma integrativo <strong>del</strong>l‘APQ<br />

<strong>del</strong> 18.05.1999.<br />

La Provincia provvede altresì alla manutenzione or<strong>di</strong>naria ed alla progettazione e realizzazione degli interventi <strong>di</strong> manutenzione staor<strong>di</strong>naria per quanto <strong>di</strong> sua competenza <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

esistenti, finalizzandoli alla eliminazione <strong>del</strong>le situazioni <strong>di</strong> rischio per gli elementi sensibili (centri abitati, infrastrutture, beni culturali) e ricorrendo per quanto possibile a soluzioni spontaneamente<br />

rinaturalizzabili e <strong>di</strong> ingegneria naturalistica.<br />

Al fine <strong>di</strong> mantenere in efficienza le sezioni <strong>di</strong> deflusso <strong>del</strong>le acque, interviene anche con il taglio e la rimozione <strong>del</strong>la vegetazione, che può arrecare danno alle sponde e al deflusso <strong>del</strong>le acque,<br />

secondo un piano <strong>di</strong> manutenzione <strong>del</strong>la vegetazione, che tuttavia salvaguar<strong>di</strong> gli ecosistemi <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna e la funzione <strong>di</strong> corridoio ecologico <strong>del</strong>la aree a vegetazione ripariale come<br />

in<strong>di</strong>viduati alla Tav. P.14; il piano è soggetto al nulla osta <strong>del</strong>l‘<strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> competente, ove espressamente previsto dal P.A.I..<br />

Le aree non comprese nei programmi <strong>di</strong> miglioramento ed assestamento <strong>del</strong>la vegetazione ripariale sono vincolate per una fascia <strong>del</strong>la larghezza <strong>di</strong> 150 metri dal ciglio <strong>del</strong>la sponda (art.31 Norme<br />

P.A.I <strong>del</strong> <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong>).<br />

Piano <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong> demanio idrico (Art.5 DCR 6/2005 Approvazione <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> Tutela <strong>del</strong>le acque)<br />

La Provincia provvede a:<br />

- effettuare la ricognizione sulle concessioni <strong>di</strong> prelievo d‘acqua e ad aggiornare i relativi canoni in funzione dei consumi effettivi, degli usi e <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> acque reflue da utilizzare;<br />

-a completare il censimento <strong>del</strong>le derivazioni in atto, in n relazione ai corpi idrici superficiali a portata critica ed nei corpi idrici sotterranei in stato <strong>di</strong> sofferenza<br />

-a in<strong>di</strong>viduare gli ulteriori corpi idrici superficiali e sotterranei e ad effettuare analoga verifica sulle concessioni e canoni entro 12 mesi dall‘in<strong>di</strong>viduazione;<br />

-ridurre <strong>del</strong> 20% i prelievi relativi alle concessioni assentite sia nei corpi idrici superficiali a portata critica che nei corpi idrici sotterranei in stato <strong>di</strong> sofferenza entro il 31.12.2005, per quelli già<br />

in<strong>di</strong>viduatie ed entro 12 mesi dall‘in<strong>di</strong>viduazione per gli altri;<br />

47


-a superare la criticità nei corpi idrici superficiali entro 5 anni dalla loro in<strong>di</strong>viduazione;<br />

-a rilasciare nuove concessioni o il rinnovo <strong>di</strong> concessioni <strong>di</strong> derivazione, in conformità con il piano <strong>di</strong> Tutela <strong>del</strong>le acque.<br />

In caso <strong>di</strong> rinnovo o <strong>di</strong> nuova concessione dovranno essere installate a spese <strong>del</strong> concessionario le apparecchiature <strong>di</strong> misurazione <strong>del</strong>la portata prelevata,<br />

Ai fini <strong>del</strong>la tutela quantitativa e qualitativa <strong>del</strong> patrimonio idrico la provincia promuove anche attraverso il sostegno degli specifici piani <strong>del</strong> settore agricoltura, forestazione e <strong>di</strong>fesa incen<strong>di</strong>,<br />

protezione civile, <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la fauna e <strong>del</strong>la pesca<br />

- il riutitilizzo <strong>del</strong>le acque reflue in agricoltura<br />

- progetti finalizzati a rallentare il deflusso <strong>del</strong>le acque fluviali, per permettere la ricarica <strong>del</strong>le falde (piccoli e me<strong>di</strong> invasi collinari, traverse)<br />

- progetti che riducano il deflusso <strong>del</strong>le acque piovane ed aumentino l‘infiltrazione nel sottosuolo (rimboschimenti recupero <strong>di</strong> terreni abbandonati).<br />

5.1.2.3- PTC Provincia <strong>di</strong> Pistoia<br />

Ente Provincia <strong>di</strong> Pistoia – Consiglio Provinciale<br />

Tipologia Delibera <strong>del</strong> Consiglio Provinciale<br />

Co<strong>di</strong>ce D.C.P. n.123 <strong>del</strong> 21/04/2009<br />

Ambito<br />

geografico<br />

Ambito<br />

temporale<br />

Oggetto e<br />

finalità<br />

Struttura<br />

sintetica<br />

Territorio compreso entro la circoscrizione amministrativa <strong>del</strong>la Provincia <strong>di</strong> Pistoia<br />

N.N.<br />

<strong>Il</strong> P.T.C. è lo strumento <strong>di</strong> pianificazione e <strong>di</strong> programmazione <strong>di</strong>retto al coor<strong>di</strong>namento e al raccordo tra gli atti <strong>del</strong>la programmazione territoriale regionale e la pianificazione urbanistica comunale.<br />

<strong>Il</strong> P.T.C. all‘intero <strong>del</strong> suo ambito definisce i principi per l‘uso e la tutela <strong>del</strong>le risorse <strong>del</strong> territorio, come con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ogni ammissibile scelta <strong>di</strong> trasformazione, fisica o funzionale, <strong>del</strong> medesimo<br />

territorio; stabilisce i criteri per gli interventi <strong>di</strong> competenza provinciale; promuove azioni per la valorizzazione <strong>del</strong>le qualità ambientali, paesaggistiche e urbane presenti nel territorio provinciale e<br />

per il recupero <strong>del</strong>le situazioni <strong>di</strong> degrado; definisce le regole per il governo <strong>del</strong> territorio e degli inse<strong>di</strong>amenti con specifica considerazione dei valori paesistici; in<strong>di</strong>rizza gli atti <strong>di</strong> pianificazione e<br />

<strong>di</strong> programmazione che attengono il governo <strong>del</strong> territorio, alla configurazione <strong>di</strong> un assetto <strong>del</strong> territorio provinciale coerente con le predette finalità.<br />

I suoi obiettivi generali sono la tutela <strong>del</strong>le risorse naturali <strong>del</strong> territorio, ed in particolare la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo sia da rischi comuni che da situazioni <strong>di</strong> fragilità idraulica e geomorfologica; la tutela e la<br />

valorizzazione <strong>del</strong>le città e degli inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> antica formazione e la riqualificazione degli inse<strong>di</strong>amenti consolidati e <strong>di</strong> recente formazione, il recupero e la valorizzazione <strong>del</strong> paesaggio,<br />

<strong>del</strong>l‘ambiente e <strong>del</strong> territorio rurale, come risorse produttive ed essenziale presi<strong>di</strong>o ambientale; la promozione <strong>del</strong>le attività economiche nel rispetto dei caratteri storici e morfologici e <strong>del</strong>le qualità<br />

ambientali <strong>del</strong> territorio; il miglioramento <strong>del</strong>l‘accessibilità al sistema inse<strong>di</strong>ativo e <strong>del</strong>la mobilità in generale attraverso il potenziamento <strong>del</strong>le infrastrutture e l‘integrazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong><br />

trasporto; la razionalizzazione <strong>del</strong>le reti e dei servizi tecnologici; il coor<strong>di</strong>namento dei piani <strong>di</strong> settore provinciali, dei P.S. e degli altri strumenti urbanistici comunali.<br />

Elaborati costituivi:<br />

• Norme<br />

• Allegati alle norme (Allegato 1 Procedure ed in<strong>di</strong>rizzi per le attività <strong>di</strong> valutazione; Allegato 2 In<strong>di</strong>rizzi e prescrizioni per le aree ad esclusiva o prevalente funzione agricola: adempimenti provinciali in<br />

relazione alla L. R. 64/85 e s.m.i. D.C.P. 27 Maggio 1998 n. 70; Allegato 3 Schede <strong>del</strong>le infrastrutture viarie; Allegato 4 Documento <strong>di</strong> conformità al P.I.T.; Allegato 5 Catalogo <strong>di</strong> documentazione <strong>del</strong>le<br />

tavole <strong>di</strong> piano)<br />

• Relazione generale<br />

• Elaborati grafici (Elaborati grafici <strong>di</strong> progetto n.13 tavole, Elaborati grafici <strong>del</strong> quadro conoscitivo n.13 tavole)<br />

Norme<br />

Titolo I Disposizioni generali<br />

Titolo II Articolazione <strong>del</strong> Territorio Provinciale<br />

Titolo III La tutela <strong>del</strong>l‘integrità fisica <strong>del</strong> territorio<br />

Titolo IV <strong>Il</strong> territorio rurale<br />

Titolo V Le città e gli inse<strong>di</strong>amenti urbani<br />

Titolo VI Le infrastrutture per la mobilità<br />

48


RIF. Testo estratto<br />

N.N. N.N.<br />

RIF. Testo estratto<br />

Titolo II Capo I<br />

Art.10<br />

Comma 1<br />

Titolo II Capo I<br />

Art.11<br />

Comma 1<br />

Titolo II Capo I<br />

Art.12<br />

Comma 1<br />

Titolo VII I Piani <strong>di</strong> Settore e le attività <strong>di</strong> rilevanza sovracomunale<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

PRESSIONI/IMPATTI<br />

RISPOSTE<br />

Sistema Territoriale locale <strong>del</strong>la Montagna Pistoiese: obiettivi e invarianti strutturali b) <strong>Il</strong> territorio rurale<br />

OBIETTIVI<br />

OBIETTIVI<br />

• il risanamento <strong>del</strong> <strong>di</strong>ssesto idrogeologico <strong>del</strong> territorio attraverso interventi strutturali estesi ai bacini idrografici dei fiumi Lima, Reno e <strong>del</strong>le Limentre, nel quadro <strong>di</strong> una politica generale tesa al<br />

recupero permanente <strong>del</strong>l‘alta collina e <strong>del</strong>le aree montane;<br />

INVARIANTI:<br />

• gli elementi lineari <strong>del</strong> sistema funzionale ambientale (gli ambienti <strong>di</strong> fondovalle e dei paesaggi fluviali) con particolare attenzione ai fondovalle <strong>del</strong>la Lima, <strong>del</strong> Reno e <strong>del</strong>le Limentre;<br />

Sistema Territoriale locale <strong>del</strong>la pianura Pistoiese: obiettivi e invarianti strutturali b) <strong>Il</strong> territorio rurale<br />

OBIETTIVI:<br />

• il superamento <strong>del</strong>le situazioni <strong>di</strong> rischio idraulico, da perseguire me<strong>di</strong>ante il recupero degli spazi necessari per le <strong>di</strong>namiche fluviali e favorendo la rinaturalizzazione <strong>del</strong> reticolo idraulico;<br />

• la valorizzazione <strong>del</strong> sistema fluviale <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Ombrone e dei suoi affluenti da realizzare privilegiando il recupero degli elementi <strong>di</strong> naturalità e legando la sistemazione a parco nell‘ambito fluviale<br />

attorno alla città <strong>di</strong> Pistoia e <strong>del</strong>l‘area <strong>di</strong> confluenza degli affluenti con le opere <strong>di</strong> regimazione idraulica;<br />

• l‘or<strong>di</strong>nato sviluppo <strong>del</strong> vivaismo in relazione sia alle caratteristiche morfologiche e inse<strong>di</strong>ative <strong>del</strong> territorio, sia in relazione alla compatibilità ambientali <strong>del</strong>le impermeabilizzazioni <strong>del</strong> suolo e dei prelievi<br />

e dei rischi <strong>di</strong> inquinamento <strong>del</strong>l‘acqua <strong>di</strong> falda;<br />

INVARIANTI:<br />

• la funzione <strong>del</strong>la sistemazione idraulico-forestale <strong>del</strong>le vallate collinari <strong>del</strong>l'Ombrone, <strong>del</strong> Vincio <strong>di</strong> Brandeglio, <strong>del</strong> Vincio <strong>di</strong> Montagnana, <strong>del</strong>la Brana, <strong>del</strong>le Buri e dei corsi d'acqua minori;<br />

• la funzione <strong>di</strong> essenziali corridoi ambientali assolta dall‘area <strong>di</strong> pianura dal <strong>fiume</strong> Ombrone e dai suoi principali affluenti;<br />

• l‘organizzazione agraria <strong>del</strong>la pianura pistoiese centrata sulla tra<strong>di</strong>zionale specializzazione <strong>del</strong> vivaismo ornamentale;<br />

• l'agricoltura tra<strong>di</strong>zionale <strong>del</strong>la collina come componente strutturale <strong>del</strong> paesaggio la cui permanenza è con<strong>di</strong>zione essenziale per la conservazione degli equilibri idraulici e geomorfologici.<br />

Sistema Territoriale locale <strong>del</strong>la Val<strong>di</strong>nievole: obiettivi e invarianti strutturali b) <strong>Il</strong> territorio rurale<br />

Sistema Territoriale locale <strong>del</strong>la Val<strong>di</strong>nievole: obiettivi e invarianti strutturali b) <strong>Il</strong> territorio rurale<br />

OBIETTIVI :<br />

• la sistemazione dei corsi d‘acqua principali, privilegiando il recupero degli spazi necessari alle <strong>di</strong>namiche fluviali e la messa in sicurezza dalle situazioni <strong>di</strong> rischio;<br />

• la riqualificazione <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> pertinenza fluviale, recuperando le relazioni territoriali tra il padule e la collina attraverso interventi <strong>di</strong> sistemazione anche a parco dei principali corsi d‘acqua (i due<br />

Pescia, il Borra, il Nievole);<br />

INVARIANTI<br />

• l‘or<strong>di</strong>nato assetto idrogeologico <strong>del</strong>l‘area da perseguire attraverso interventi strutturali estesi e <strong>di</strong>ffusi alle vallate <strong>del</strong> Pescia, <strong>del</strong> Nievole e dei corsi d'acqua minori nel quadro <strong>di</strong> una politica generale<br />

tesa al recupero permanente <strong>del</strong>l‘area collinare;<br />

• la funzione <strong>di</strong> corridoi ambientali e collegamenti paesistici fra l‘area collinare ed il Padule assolta dal Nievole, dalle Pescia, dal Borra e dagli altri corsi d‘acqua minori <strong>del</strong>la Val<strong>di</strong>nievole;<br />

• le aree umide e le aree palustri tuttora riconoscibili nonché il sistema idrografico connesso <strong>di</strong> cui deve essere previsto e tutelato il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione;<br />

• l'agricoltura tra<strong>di</strong>zionale <strong>del</strong>la collina come componente strutturale <strong>del</strong> paesaggio la cui permanenza è con<strong>di</strong>zione essenziale per la conservazione degli equilibri idraulici e geomorfologici.<br />

49


Titolo II Capo II<br />

Art.14<br />

Titolo II Capo II<br />

Art.16<br />

Titolo III Capo<br />

IV Art.27<br />

<strong>Il</strong> sistema funzionale per l’ambiente<br />

1 <strong>Il</strong> P.T.C. in<strong>di</strong>vidua nel sistema funzionale per l‘ambiente, l‘insieme degli elementi areali e lineari che (...) determinano l‘identità e la specificità ambientale e paesaggistica <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong>la Provincia <strong>di</strong><br />

Pistoia.<br />

2. Gli elementi lineari costituiscono i collegamenti paesistici fra il territorio collinare e montano ed il territorio antropizzato. Detti collegamenti sono in<strong>di</strong>viduati negli ambiti fluviali <strong>di</strong> pianura e nei connessi<br />

elementi <strong>di</strong> valorizzazione paesaggistica quali le infrastrutture <strong>di</strong> protezione idraulica, le aree a parco urbano e le aree degradate da riqualificare come in<strong>di</strong>cate nella tavola P11 che i P.S. potranno<br />

ulteriormente specificare ed integrare.<br />

3. Si prescrive ai P.S. dei Comuni:<br />

A. <strong>di</strong> valutare a partire dai contenuti <strong>del</strong> P.T.C., in relazione al Sistema Funzionale per l'Ambiente ed anche ai sensi <strong>del</strong>la L.R. 16 Gennaio 1995, n. 5 art. 32 la necessità <strong>di</strong> costituire ambiti territoriali ai<br />

collegamenti paesistici, al fine <strong>di</strong> mantenere la funzione specifica dettata dal Piano Provinciale. La <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> tali ambiti sarà determinata dalle indagini comunali in relazione alle risorse territoriali,<br />

alla presenza <strong>di</strong> beni <strong>di</strong> particolare valore storico-architettonico, al grado <strong>di</strong> frammentazione paesistica presente, alle infrastrutture ed alle strutture <strong>di</strong> prevenzione <strong>del</strong> rischio idraulico esistenti. (…)<br />

4. (... ) <strong>Il</strong> sistema funzionale per l‘ambiente a livello provinciale è costituito da:<br />

C. Riserva provinciale <strong>del</strong> Padule <strong>di</strong> Fucecchio ed area contigua; (…)<br />

G. il sistema fluviale <strong>del</strong>la montagna e <strong>di</strong> connessione ecologica e paesaggistica fra gli ambiti <strong>del</strong>la collina ed il Padule <strong>di</strong> Fucecchio e la bassa pianura pistoiese.<br />

5. Le aree <strong>del</strong>le Riserve Provinciali e <strong>del</strong>le Aree naturali <strong>di</strong> interesse locale sono <strong>di</strong>sciplinate dai relativi Regolamenti <strong>di</strong> Gestione oltre che dalla <strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong>le presenti Norme.<br />

6. <strong>Il</strong> P.T.C. in<strong>di</strong>vidua ambiti territoriali contigui, ai sensi <strong>del</strong>l‘art. 22 punto 9 <strong>del</strong> P.I.T., alla riserva <strong>del</strong> Padule <strong>di</strong> Fucecchio (...)<br />

8. Negli ambiti contigui i P.S. dovranno prevedere specifiche azioni <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a per i caratteri paesaggistici degli ambiti in particolare per siepi e alberature, rete idraulica, chiari e vegetazione<br />

palustre e dovranno conformarsi ai seguenti criteri: (…)<br />

• salvaguar<strong>di</strong>a dei caratteri paesaggistici <strong>del</strong> Padule quali tessitura fon<strong>di</strong>aria, siepi ed alberature, rete idrografica,chiari e vegetazione palustre;<br />

11. I P.S. e gli altri strumenti urbanistici comunali, definiscono gli ambiti e gli interventi necessari a salvaguardare e valorizzare i corsi d‘acqua con le relative aree <strong>di</strong> pertinenza evidenziati nella tavola<br />

P11, sulla base dei seguenti criteri:<br />

• realizzazione <strong>di</strong> parchi urbani e sistemi continui <strong>di</strong> aree a verde nei tratti in cui i corsi d‘acqua attraversano il sistema inse<strong>di</strong>ativo;<br />

• riqualificazione degli argini e <strong>del</strong>le relative formazioni arboree nei tratti pedecollinari e <strong>di</strong> pianura, ed in particolare a contatto con le aree agricole specialistiche;<br />

• recupero degli inse<strong>di</strong>amenti e <strong>del</strong>le strutture protoindustriali azionate dalla forza idraulica in un progetto <strong>di</strong> complessiva fruizione turistico-culturale e turistico-naturalistica dei corsi d‘acqua e dei<br />

fondovalle <strong>del</strong>la montagna e <strong>del</strong>la collina.<br />

<strong>Il</strong> sistema funzionale <strong>del</strong> floroviavaismo<br />

4. Sono oggetto prioritario d‘intervento i progetti mirati alla realizzazione d‘impianti per il ricircolo <strong>del</strong>le acque, per ridurre i consumi irrigui con l‘introduzione <strong>di</strong> tecnologie <strong>di</strong> erogazione a domanda in<br />

funzione <strong>del</strong>le esigenze idrologiche. A tale scopo sulla base <strong>del</strong>la carta climatologica QC08 la Provincia <strong>di</strong> Pistoia ed i Consorzi <strong>di</strong> Bonifica pre<strong>di</strong>sporranno progetti <strong>di</strong> bacino per il monitoraggio<br />

climatologico e per la definizione dei parametri irrigui <strong>di</strong> riferimento per le aziende.<br />

5. I Comuni attraverso i propri enti strumentali attueranno i progetti per la riutilizzazione <strong>del</strong>le acque degli impianti <strong>di</strong> trattamento dei reflui civili e industriali per scopi irrigui.<br />

Integrità idraulica<br />

Caratteri generali<br />

1. I P.S. e gli strumenti urbanistici comunali integrano e dettagliano sulla base <strong>di</strong> appositi stu<strong>di</strong> e <strong>del</strong>la pianificazione <strong>di</strong> bacino gli elementi <strong>del</strong> quadro conoscitivo elencati <strong>di</strong> seguito secondo quanto<br />

in<strong>di</strong>cato nell‘articolo seguente.<br />

2. Per quanto riguarda le aree <strong>di</strong> pianura la tavola P09 ―Fragilità Idraulica‖ riporta:<br />

• La <strong>del</strong>imitazione degli ambiti B con il criterio geometrico definito all‘art. 77 <strong>del</strong> P.I.T. che recepisce i dettami <strong>del</strong>la D.C.R.T. 230/94.<br />

• La zonazione <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> criticità per effetti idraulici ottenuta sintetizzando le carte <strong>del</strong> «rischio» idraulico dei P.R.G. vigenti dei singoli comuni e la ―Carta guida <strong>del</strong>le aree allagate‖ redatta sulla base<br />

degli eventi alluvionali significativi (1966-1999) allegata al D.P.C.M. 5 Novembre 1999 (Approvazione <strong>del</strong> Piano stralcio relativo alla riduzione <strong>del</strong> "Rischio Idraulico" <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> Fiume Arno);<br />

3. Per le aree collinari e montane, dove gli ambiti B definiti con criterio geometrico sono arealmente limitati e <strong>di</strong>pendenti da caratteristiche fisiche locali, la tavola P09 segnala i corsi d‘acqua dotati <strong>di</strong><br />

ambito B come riportato nell‘Allegato 5 <strong>del</strong> P.I.T.<br />

50


Titolo III Capo<br />

III Art.28<br />

Integrità idraulica<br />

In<strong>di</strong>rizzi<br />

1. Carta <strong>del</strong>le aree allagate.<br />

I P.S. devono dotarsi <strong>di</strong> una carta <strong>del</strong>le aree allagate su base storica per eventi alluvionali a partire dal 1966, come previsto dalla norma n.6 <strong>del</strong> D.P.C.M. 5 Novembre 1999.<br />

2. Definizione degli ambiti B nel territorio <strong>di</strong> pianura.<br />

Per le aree <strong>di</strong> pianura i P.S. e gli altri strumenti urbanistici comunali superano le misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> cui all‘art. 77 <strong>del</strong> P.I.T., relative agli ambiti B, me<strong>di</strong>ante verifiche dei corsi d‘acqua compresi<br />

nell‘elenco <strong>del</strong>l‘allegato 5 <strong>del</strong> P.I.T., che tengano conto anche degli allagamenti dovuti a fenomeni <strong>di</strong> ristagno <strong>del</strong>le acque basse. Nei nuovi ambiti B dovranno essere comprese le aree allagabili a<br />

seguito <strong>di</strong> piene con tempi <strong>di</strong> ritorno duecentennali.<br />

3. Definizione degli ambiti B nel territorio collinare e montano:<br />

a) Per le porzioni collinari e montane dei bacini i P.S. e gli strumenti urbanistici comunali superano le salvaguar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> cui al citato art. 77 <strong>del</strong> P.I.T. in<strong>di</strong>viduando nelle aree <strong>di</strong> fondovalle gli ambiti B<br />

definiti con i criteri riportati ai punti successivi.<br />

b) Questo tipo <strong>di</strong> zonazione non deve essere effettuato valutando l‘altezza <strong>del</strong>l‘acqua per piene con tempo <strong>di</strong> ritorno duecentennali, ma, in maniera più cautelativa, tenendo conto che in aree montane,<br />

con pendenze degli alvei molto elevate, la pericolosità <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> pertinenza fluviale <strong>di</strong>pende soprattutto dal trasporto solido e da eventi misti «alluvione-frana» che danno luogo più a colate torrentizie<br />

che a piene convenzionali tipiche dei territori <strong>di</strong> pianura. In particolare all‘interno degli ambiti B devono essere <strong>di</strong>stinte le aree allagabili a seguito <strong>di</strong> eventi or<strong>di</strong>nari e <strong>di</strong> eventi eccezionali secondo i<br />

seguenti criteri:<br />

b1) Ambiti B per eventi or<strong>di</strong>nari.<br />

Corrispondono alle aree con pericolosità massima e comprendono gli alvei dei corsi d'acqua e comunque i luoghi in cui l'acqua è arrivata o può arrivare a seguito <strong>di</strong> piene or<strong>di</strong>narie. In queste aree<br />

inoltre, a seguito <strong>di</strong> piene eccezionali, si possono verificare fenomeni <strong>di</strong> tipo misto "alluvione-frana" in cui, a seguito <strong>di</strong> temporanee ostruzioni degli alvei, le alluvioni possono essere caratterizzate da<br />

portate solide particolarmente elevate. Nella maggioranza dei casi queste pertinenze sono fasce ristrette ai lati dei corsi d'acqua principali che possono <strong>di</strong>venire più ampie in corrispondenza <strong>di</strong><br />

confluenze e comunque in tutti i casi in cui il fondovalle si allarga per un qualunque motivo.<br />

b2) Ambiti B per eventi eccezionali<br />

Corrispondono ad aree generalmente poste a quote maggiori rispetto all'alveo, ma in cui non viene esclusa la possibilità che si possano verificare fenomeni <strong>di</strong> alluvionamenti o fenomeni <strong>di</strong> tipo misto<br />

"alluvione-frana", a seguito <strong>di</strong> piene eccezionali.<br />

4. Superamento <strong>del</strong>le salvaguar<strong>di</strong>e <strong>del</strong>l‘ambito B.<br />

All‘interno degli ambiti B ridefiniti come ai precedenti punti 1 e 2, i P.S. e gli altri strumenti urbanistici comunali, in attuazione <strong>del</strong> comma 4 <strong>del</strong>l‘art. 65 <strong>del</strong> P.I.T., provvedono:<br />

• Alla perimetrazione degli inse<strong>di</strong>amenti e <strong>del</strong>le infrastrutture esistenti e <strong>di</strong> progetto che dovranno essere messi in sicurezza; identica perimetrazione dovrà riguardare anche le aree ricadenti nelle classi<br />

<strong>di</strong> pericolosità 3b e 4 come definite al successivo punto 5.<br />

• Alla in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le aree da destinare ad interventi <strong>di</strong> regimazione idraulica per la messa in sicurezza <strong>del</strong>le aree così perimetrate.<br />

5. Pericolosità idraulica<br />

I P.S. e gli strumenti urbanistici comunali provvedono alla zonazione <strong>di</strong> pericolosità <strong>del</strong>l‘intero territorio secondo i criteri seguenti o ad essi assimilabili:<br />

Classe Pericolosità Definizione<br />

1 Irrilevante Aree collinari e montane prossime ai corsi d‘acqua per le quali ricorrono le seguenti con<strong>di</strong>zioni:<br />

a) non vi sono notizie storiche <strong>di</strong> precedenti inondazioni<br />

b) sono in situazione <strong>di</strong> alto morfologico, <strong>di</strong> norma a quote altimetriche superiori <strong>di</strong> 2 metri rispetto al piede esterno <strong>del</strong>l‘argine o, in mancanza, al ciglio <strong>di</strong> sponda.<br />

2 Bassa Aree <strong>di</strong> fondovalle per le quali ricorrono le seguenti con<strong>di</strong>zioni:<br />

a) non vi sono notizie storiche <strong>di</strong> precedenti inondazioni<br />

b) sono in situazione <strong>di</strong> alto morfologico, <strong>di</strong> norma a quote altimetriche superiori <strong>di</strong> 2 metri rispetto al piede esterno <strong>del</strong>l‘argine o, in mancanza, al ciglio <strong>di</strong> sponda.<br />

3a Me<strong>di</strong>o-bassa Aree <strong>di</strong> fondovalle protette o meno <strong>di</strong> opere idrauliche per le quali ricorra una sola <strong>di</strong> queste due con<strong>di</strong>zioni:<br />

a) vi sono notizie storiche <strong>di</strong> precedenti inondazioni<br />

b) sono in situazione morfologica sfavorevole, <strong>di</strong> norma a quote altimetriche inferiori <strong>di</strong> 2 metri rispetto al piede esterno <strong>del</strong>l‘argine o, in mancanza, al ciglio <strong>di</strong> sponda.<br />

3b Me<strong>di</strong>o-alta Aree <strong>di</strong> fondovalle protette da opere idrauliche per le quali ricorrono entrambe le con<strong>di</strong>zioni:<br />

a) vi sono notizie storiche <strong>di</strong> precedenti inondazioni<br />

b) sono in situazione morfologica sfavorevole, <strong>di</strong> norma a quote altimetriche inferiori <strong>di</strong> 2 metri rispetto al piede esterno <strong>del</strong>l‘argine o, in mancanza, al ciglio <strong>di</strong> sponda.<br />

4 Elevata Aree <strong>di</strong> fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrono entrambe le con<strong>di</strong>zioni:<br />

a) vi sono notizie storiche <strong>di</strong> precedenti inondazioni<br />

51


Titolo III Capo<br />

III Art.29<br />

b) sono in situazione morfologica sfavorevole, <strong>di</strong> norma a quote altimetriche inferiori <strong>di</strong> 2 metri rispetto al piede esterno <strong>del</strong>l‘argine o, in mancanza, al ciglio <strong>di</strong> sponda..<br />

6. Disposizioni per le aree comprese negli ambiti B<br />

a) Aree <strong>di</strong> pianura:<br />

a1) Nuove previsioni.<br />

La realizzazione <strong>di</strong> interventi in aree <strong>di</strong> nuova previsione all‘interno degli ambiti B ridefiniti con i criteri idraulici è con<strong>di</strong>zionata alla contestuale esecuzione <strong>del</strong>le opere per la messa in sicurezza degli<br />

interventi stessi come in<strong>di</strong>cato al punto 4.<br />

a2) Patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente.<br />

Per quanto riguarda il patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente, nelle aree comprese negli ambiti B, fino al compimento <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> cui al punto 4, i P.S. e gli altri Strumenti Urbanistici dovranno prevedere una<br />

<strong>di</strong>sciplina che definisca gli interventi possibili tenendo conto <strong>del</strong>la necessità <strong>di</strong> non incrementare il rischio e <strong>di</strong> non pregiu<strong>di</strong>care futuri interventi <strong>di</strong> regimazione idraulica <strong>del</strong> territorio.<br />

b) Aree collinari e montane:<br />

b1) Interventi ammessi all‘interno degli ambiti B in aree soggette a eventi or<strong>di</strong>nari:<br />

• interventi idraulici volti alla messa in sicurezza <strong>del</strong>le aree a rischio ed alla migliore regimazione <strong>del</strong> corso d‘acqua, approvati dall‘<strong>Autorità</strong> Idraulica competente e tali da migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

funzionalità idraulica, da non aumentare il rischio <strong>di</strong> inondazione a valle e da non pregiu<strong>di</strong>care la possibile attuazione <strong>di</strong> una sistemazione idraulica definitiva;<br />

• interventi <strong>di</strong> carattere e<strong>di</strong>lizio, infrastrutturale o <strong>di</strong> trasformazione morfologica che prevedano demolizione senza ricostruzione, manutenzione or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria, restauro e risanamento<br />

conservativo, nonché altri interventi sui manufatti esistenti finalizzati a ridurne la vulnerabilità o a migliorare la tutela <strong>del</strong>la pubblica incolumità, purché senza aumento <strong>di</strong> superficie o <strong>di</strong> volume, o <strong>di</strong><br />

aumento <strong>del</strong> carico urbanistico.<br />

c) Interventi ammessi all‘interno degli ambiti B in aree soggette a eventi eccezionali:<br />

Purché siano realizzati in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza idraulica, non concorrano ad incrementare il carico inse<strong>di</strong>ativo, non precludano la possibilità <strong>di</strong> attenuare o eliminare le cause che determinano le<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rischio e risultino coerenti con la pianificazione degli interventi <strong>di</strong> emergenza <strong>di</strong> protezione civile, oltre a quelli consentiti nelle aree precedenti, sono ammessi anche:<br />

• gli interventi <strong>di</strong> ampliamento, adeguamento e ristrutturazione <strong>del</strong>le infrastrutture pubbliche o <strong>di</strong> interesse pubblico riferite a servizi essenziali e non <strong>del</strong>ocalizzabili già previsti dallo strumento urbanistico<br />

comunale o da piani provinciali <strong>di</strong> settore;<br />

• gli interventi <strong>di</strong> ristrutturazione e<strong>di</strong>lizia;<br />

• interventi <strong>di</strong> adeguamento o ristrutturazione <strong>del</strong>la viabilità e <strong>del</strong>la rete dei servizi privati esistenti non <strong>del</strong>ocalizzabili;<br />

• nella verifica <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza idraulica dovrà essere tenuto conto dei fenomeni <strong>di</strong> colate torrentizie a seguito <strong>di</strong> fenomeni misti «frana-alluvione».<br />

7. Disposizioni per le aree inserite nelle classi 3 e 4 <strong>di</strong> pericolosità idraulica:<br />

Relativamente a queste aree valgono le <strong>di</strong>sposizioni previste dall‘art. 80 commi 4 e 5 <strong>del</strong> P.I.T. Gli strumenti urbanistici comunali a seguito degli stu<strong>di</strong> idraulici previsti dal P.I.T. per queste aree,<br />

provvedono a definire gli interventi ammessi nelle singole classi <strong>di</strong> pericolosità.<br />

8. Disposizioni per la riduzione <strong>del</strong>l‘impermeabilizzazione superficiale:<br />

a) Per l‘intero territorio provinciale la realizzazione <strong>di</strong> nuovi e<strong>di</strong>fici deve garantire il mantenimento <strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong> almeno il 25% <strong>del</strong>la superficie fon<strong>di</strong>aria, che consenta l‘assorbimento anche<br />

parziale <strong>del</strong>le acque meteoriche.<br />

b) Spazi pubblici e privati destinati a piazzali, parcheggi e viabilità pedonale e meccanizzata devono essere realizzati con modalità costruttive che consentano l‘infiltrazione o la ritenzione anche<br />

temporanea <strong>del</strong>le acque. La prescrizione non si attua per motivi <strong>di</strong> sicurezza e per tutela storico-ambientale. Tra i motivi <strong>di</strong> sicurezza rientrano le esigenze statiche in relazione a carichi stradali gravosi<br />

ed in rapporto alle caratteristiche geotecniche dei terreni.<br />

c) <strong>Il</strong> convogliamento <strong>del</strong>le acque piovane in corsi d‘acqua superficiali e nella rete fognaria deve essere evitato quando è possibile <strong>di</strong>rigere le acque in aree a<strong>di</strong>acenti con superficie permeabile a quote<br />

inferiori e salvo <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> terzi.<br />

Integrità idraulica<br />

Prescrizioni<br />

1. Alle aree soggette a criticità per effetti idraulici in<strong>di</strong>cate nella tavola P09 e non comprese nella Carta Guida <strong>del</strong>le Aree Allagate <strong>del</strong> D.P.C.M. 5 Novembre 1999, viene estesa la norma n. 6 <strong>del</strong><br />

D.P.C.M. citato: ―le opere che comportano trasformazione e<strong>di</strong>lizie e urbanistiche [...] potranno essere realizzate a con<strong>di</strong>zione che venga documentato dal proponente ed accertato dall‘<strong>Autorità</strong><br />

amministrativa competente al rilascio <strong>del</strong>l‘autorizzazione il non incremento <strong>del</strong> rischio idraulico da esse determinabile o che siano in<strong>di</strong>viduati gli interventi necessari alla mitigazione <strong>di</strong> tale rischio, da<br />

realizzarsi contestualmente all‘esecuzione <strong>del</strong>le opere richieste‖.<br />

52


Titolo III Capo<br />

IV Art.30<br />

Integrità degli acquiferi<br />

Caratteri generali<br />

1. La tavola P10 ―fragilità degli acquiferi‖ riporta una zonazione <strong>di</strong> vulnerabilità intrinseca all‘inquinamento <strong>del</strong>le acque sotterranee elaborata «per complessi e situazioni idrogeologiche».<br />

La carta presenta una <strong>di</strong>stinzione fra la vulnerabilità <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> pianura e quella <strong>del</strong>le aree collinari e montane. Nelle aree <strong>di</strong> pianura le falde acquifere sono contenute nei depositi alluvionali e fluviolacustri<br />

permeabili per porosità, ed hanno per questo una notevole continuità laterale; in queste con<strong>di</strong>zioni la vulnerabilità è legata principalmente alla natura ed allo spessore <strong>del</strong> terreno non saturo <strong>di</strong><br />

copertura. Nelle aree collinari e montane le acque sotterranee si trovano in una rete <strong>di</strong> fratture ad alta permeabilità con una <strong>di</strong>somogeneità molto elevata; la vulnerabilità pertanto risulta molto variabile<br />

anche su brevi <strong>di</strong>stanze.<br />

2. Le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> cui al precedente comma 1 costituiscono le basi conoscitive per una zonazione <strong>di</strong> vulnerabilità più dettagliata che i Comuni devono sviluppare per il loro intero territorio.<br />

53


Titolo III Capo<br />

IV Art.31<br />

Integrità degli acquiferi<br />

In<strong>di</strong>rizzi<br />

1. La zonazione <strong>di</strong> vulnerabilità intrinseca dovrà essere elaborata con criteri scientificamente riconosciuti; a titolo in<strong>di</strong>cativo si segnalano due meto<strong>di</strong> fra quelli oggi più utilizzati: il metodo parametrico a<br />

punteggi e pesi denominato SINTACS (Civita 1990) oppure più semplicemente utilizzando il metodo basato sulla valutazione «per complessi e situazioni idrogeologiche» (C.I.S.).<br />

<strong>Il</strong> metodo SINTACS considera i seguenti sette fattori <strong>di</strong> vulnerabilità:<br />

S Soggiacenza <strong>del</strong>la falda<br />

I Infiltrazione efficace<br />

N Non saturo (effetto <strong>di</strong> autodepurazione <strong>del</strong>)<br />

T Tipologia <strong>del</strong>la copertura<br />

A Acquifero (caratteristiche idrogeologiche <strong>del</strong>)<br />

C Conducibilità idraulica <strong>del</strong>l‘acquifero<br />

S Superficie topografica (acclività <strong>del</strong>la)<br />

A ciascun fattore, sud<strong>di</strong>viso per intervalli <strong>di</strong> valori e/o tipologie, viene attribuito un punteggio crescente (da 1 a 10) in funzione <strong>del</strong>l‘influenza sulla vulnerabilità. Inoltre viene introdotto un peso<br />

moltiplicatore, <strong>di</strong>verso per ogni fattore considerato, che amplifica il punteggio in misura <strong>di</strong>rettamente proporzionale all‘importanza che il medesimo fattore assume nel determinare il grado <strong>di</strong><br />

vulnerabilità. La sommatoria dei prodotti dei punteggi per i pesi determina un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> vulnerabilità che viene messa in relazione con le seguenti classi <strong>di</strong> vulnerabilità:<br />

• Classe 1: Vulnerabilità estremamente elevata<br />

• Classe 2: Vulnerabilità molto alta<br />

• Classe 3: Vulnerabilità alta<br />

• Classe 4: Vulnerabilità me<strong>di</strong>a<br />

• Classe 5: Vulnerabilità bassa<br />

• Classe 6: Vulnerabilità molto bassa<br />

<strong>Il</strong> metodo «per complessi e situazioni idrogeologiche» (CIS) si basa su valutazioni qualitative che tengono conto <strong>del</strong>la permeabilità e tipologia <strong>del</strong>l‘acquifero e soprattutto <strong>del</strong>lo spessore <strong>del</strong>la sua<br />

copertura. In riferimento alle situazioni idrogeologiche <strong>del</strong> territorio provinciale la tabella che segue riporta la tipologia degli acquiferi con il relativo grado <strong>di</strong> vulnerabilità.<br />

Classi <strong>di</strong> vulnerabilità Descrizione<br />

1 - Estremamente elevata<br />

• Acquiferi ad alta permeabilità con copertura ridotta o assente<br />

• Acquiferi in complessi carbonatici a frattura e a carsismo molto sviluppati<br />

2 - Molto alta<br />

• Acquiferi a permeabilità me<strong>di</strong>a con copertura ridotta o assente<br />

• Acquiferi in complessi carbonatici con moderato carsismo e interstrati argillitici e/o marnosi<br />

3 - Alta<br />

• Acquiferi a permeabilità elevata con copertura a permeabilità molto bassa o nulla <strong>di</strong> spessore compreso fra 1 e 5 metri<br />

• Acquiferi in arenarie molto fratturate<br />

4 - Me<strong>di</strong>a<br />

• Acquiferi a permeabilità me<strong>di</strong>a con coperture a permeabilità molto bassa o nulla con spessore fra 5 e 10 metri<br />

• Complessi flyschoi<strong>di</strong> costituiti da alternanze <strong>di</strong> arenarie e/o calcari e/o marne<br />

5 - Bassa<br />

• Acquiferi con coperture a permeabilità molto bassa o nulla con spessore fra 10 e 20 metri<br />

• Complessi prevalentemente argillitici con intercalazioni arenacee e/o carbonatiche in cui si sviluppa una circolazione idrica sotterranea molto compartimentata<br />

6 - Molto bassa<br />

• Acquiferi con coperture a permeabilità molto bassa o nulla con spessore maggiore <strong>di</strong> 20 metri<br />

• Complessi argillitici con circolazione idrica praticamente assente<br />

54


Titolo III Capo<br />

IV Art.32<br />

Titolo IIV Capo<br />

I<br />

Art.37 Comma<br />

2<br />

Titolo IIV Capo<br />

I<br />

Art.38 Comma<br />

2<br />

Titolo IIV Capo<br />

I<br />

Art.39 Comma<br />

2<br />

Titolo IIV Capo<br />

I<br />

Art.40 Comma<br />

2<br />

Titolo IIV Capo<br />

I<br />

Art.41 Comma<br />

2<br />

Titolo IIV Capo<br />

I<br />

Art.42 Comma<br />

2<br />

Titolo IIV Capo<br />

I<br />

Art.43 Comma<br />

2<br />

Integrità degli ecosistemi <strong>di</strong> flora e <strong>di</strong> fauna<br />

Prescrizioni<br />

1. Nelle aree comprese nelle classi 1 e 2 <strong>di</strong> vulnerabilità (vulnerabilità estremamente elevata e molto alta) non sono ammissibili, <strong>di</strong> norma, impianti potenzialmente molto inquinanti quali:<br />

• impianti <strong>di</strong> zootecnia industriali;<br />

• realizzazione ed ampliamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche, impianti per lo stoccaggio ed il trattamento <strong>di</strong> R.S.U. e <strong>di</strong> rifiuti speciali e tossico nocivi;<br />

• impianti industriali ad elevata capacità inquinante.<br />

Nelle aree comprese in queste classi inoltre i P.S. e gli altri strumenti urbanistici comunali dovranno regolamentare:<br />

• le attività estrattive;<br />

• la realizzazione <strong>di</strong> collettori fognari;<br />

• l‘utilizzo in agricoltura <strong>di</strong> prodotti chimici sparsi <strong>di</strong>rettamente sul suolo.<br />

Gli ambiti <strong>di</strong> Paesaggio<br />

Le aree dei crinali nu<strong>di</strong><br />

PRESCRIZIONI:<br />

• tutelare il sistema dei crinali nella sua organicità definita dalla morfologia ed uso <strong>del</strong> suolo, assetto idrogeologico, valore paesaggistico; (...)<br />

• salvaguardare e preservare da elementi intrusivi le zone umide in quota, nonché le sorgenti <strong>di</strong> quota e le origini degli impluvi; (...)<br />

Gli ambiti <strong>di</strong> Paesaggio<br />

Le aree silvo-pastorali <strong>del</strong>l‘Alta Montagna P.se e <strong>del</strong> Battifolle e <strong>del</strong>la Macchia Antonini<br />

PRESCRIZIONI:<br />

• non alterare i caratteri morfologici, gli assetti idrogeologici, i valori paesaggistici dei luoghi;<br />

Gli ambiti <strong>di</strong> Paesaggio<br />

Le aree agricolo-forestali <strong>del</strong>la Montagna P.se<br />

PRESCRIZIONI:<br />

• salvaguardare le aree <strong>di</strong> particolare importanza per la fauna selvatica con particolare riferimento ai corsi d‘acqua e le aree <strong>di</strong> pertinenza fluviale;<br />

Gli ambiti <strong>di</strong> Paesaggio<br />

L‘alta collina Pistoiese e <strong>del</strong>la Val<strong>di</strong>nievole ed il crinale <strong>del</strong> Montalbano a prevalenza <strong>di</strong> bosco<br />

PRESCRIZIONI:<br />

• impe<strong>di</strong>re l‘alterazione dei caratteri morfologici, degli assetti idrogeologici, dei valori paesaggistici dei luoghi ed in particolare <strong>del</strong> sistema dei crinali;<br />

Gli ambiti <strong>di</strong> Paesaggio<br />

La Collina Arborata<br />

PRESCRIZIONI:<br />

• impe<strong>di</strong>re le alterazioni dei caratteri morfologici degli assetti idrogeologici, dei valori paesaggistici dei luoghi;<br />

• tutelare le aree ed i corsi d‘acqua <strong>di</strong> particolare importanza per la fauna selvatica;<br />

Gli ambiti <strong>di</strong> Paesaggio<br />

La pianura <strong>del</strong>l‘agricoltura promiscua<br />

PRESCRIZIONI:<br />

• salvaguardare i corsi d‘acqua e le formazioni arboree <strong>di</strong> argine e <strong>di</strong> ripa;<br />

• preservare i residui varchi <strong>di</strong> connessione ecologica fra la collina e le aree <strong>del</strong>la bassa pianura e <strong>del</strong> Padule.<br />

Gli ambiti <strong>di</strong> Paesaggio<br />

La pianura <strong>del</strong>l‘agricoltura specializzata<br />

PRESCRIZIONI:<br />

• salvaguardare i corsi d‘acqua e le formazioni arboree d‘argine e <strong>di</strong> ripa e preservare i varchi <strong>di</strong> connessione ecologica; dando maggiore incisività al problema <strong>del</strong>le risorse idriche anche attraverso<br />

iniziative volte al recupero <strong>del</strong>le acque reflue ad uso agricolo e industriale;<br />

• tutelare le aree a rischio freatico con forte vulnerabilità degli acquiferi e favorire modalità <strong>di</strong> approvvigionamento idrico alternativo al prelievo <strong>del</strong>le falde in attuazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>sposizioni <strong>del</strong> Titolo III<br />

Capo IV;<br />

55


Titolo IIV Capo<br />

I<br />

Art.44 Comma<br />

2<br />

Titolo IIV Capo<br />

I<br />

Art.45 Comma<br />

2<br />

Titolo VII<br />

Art.76<br />

Comma 1<br />

Gli ambiti <strong>di</strong> Paesaggio<br />

- Le aree <strong>del</strong>la bonifica storica <strong>del</strong>la Val<strong>di</strong>nievole<br />

PRESCRIZIONI:<br />

• salvaguardare i caratteri e la struttura dei tessuti agrari <strong>del</strong>la bonifica ancora riconoscibili;<br />

• in<strong>di</strong>viduare le aree dove i tessuti agrari <strong>del</strong>la bonifica sono stati alterati e <strong>di</strong>sciplinarne le trasformazioni nel rispetto <strong>del</strong>le caratteristiche ambientali e paesaggistiche <strong>del</strong>l‘area;<br />

• tutelare le sistemazioni idraulico-agrarie ed in particolare la rete idrografica minore ed i corsi d‘acqua arginati e le relative formazioni arboree;<br />

• in<strong>di</strong>viduare i tracciati storici degli interventi <strong>del</strong>la bonifica e valorizzarli nel sistema dei percorsi turistico-escursionistici <strong>di</strong> accesso al Padule;<br />

Gli ambiti <strong>di</strong> Paesaggio<br />

<strong>Il</strong> Palude <strong>di</strong> Fucecchio<br />

PRESCRIZIONI:<br />

• tutelare le aree umide e la naturale <strong>di</strong>namica fluviale e palustre;<br />

• salvaguardare i caratteri strutturali <strong>del</strong> paesaggio palustre, <strong>del</strong>le aree boscate e <strong>del</strong> paesaggio agrario <strong>del</strong>la bonifica;<br />

I Piani <strong>di</strong> settore e le attività <strong>di</strong> rilevanza sovracomunale<br />

Risorse idriche e reti primarie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sribuzione<br />

La Provincia effettua me<strong>di</strong>ante l‘istituzione <strong>di</strong> una adeguata rete <strong>di</strong> monitoraggio, annualmente il bilancio idrico dei singoli sistemi territoriali locali e detta gli in<strong>di</strong>rizzi per il prelievo agli Enti e ai soggetti<br />

Gestori.<br />

56


5.1.3- Lo status <strong>del</strong>la pianificazione a livello comunale<br />

Questo schema riassuntivo permette <strong>di</strong> comprendere lo statu si attuazione <strong>del</strong>la pianificazione comunale e <strong>di</strong> poter acquisire nell‟ambito <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong><br />

rapporto ambientale quelle informazioni circa le pressioni esercitate dall‟attuazione <strong>del</strong>le previsioni urbanistiche comunali sulla risorsa acqua come evidenziato<br />

nel contributo pervenuto dalla provincia <strong>di</strong> Lucca- Servizio Pianificazione Territoriale e Mobilità a seguito <strong>del</strong>l‟invio <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> Preliminare.<br />

Comuni Approvazione Altri Strumenti<br />

Abetone Del CC 40 <strong>del</strong> 01/08/2008<br />

Piano Strutturale Regolamento Urbanistico<br />

Adozione Approvazione Adozione Approvazione<br />

Bagni <strong>di</strong> Lucca Del CC 1 <strong>del</strong> 21/01/2008<br />

Barga Del CC n. 21 <strong>del</strong> 22/04/09<br />

Borgo a Mozzano Del 25 CC <strong>del</strong> 04/05/2005 Del CC 46 <strong>del</strong> 25/10/2008<br />

Camaiore Del CC 130 <strong>del</strong> 28/12/1999 Del CC 70 <strong>del</strong> 30/11/2001<br />

Camporgiano<br />

Capannori<br />

Careggine<br />

Castelnuovo Garf<br />

Castiglione Garf<br />

Programma <strong>di</strong> Fabbricazione Del CC 67<br />

<strong>del</strong> 23/11/1995<br />

Programma <strong>di</strong> Fabbricazione DGR 12809<br />

<strong>del</strong> 09/11/1981<br />

Piano Regolatore Generale Del CC 60 <strong>del</strong><br />

30/12/2003<br />

Conferenza servizi <strong>del</strong> 18/12/2000<br />

Del CC 55 <strong>del</strong> 18/09/2001<br />

Del CC 40 <strong>del</strong> 12/09/2002<br />

Variante Del 96 <strong>del</strong> 21/12/2004<br />

Del CC 41 <strong>del</strong> 16/02/2008<br />

Coreglia Ant.lli Del CC 43 <strong>del</strong> 13/12/2006 Del CC 25 <strong>del</strong> 04/05/2009<br />

Del CC 13 <strong>del</strong> 12/03/2009<br />

Del CC 14 <strong>del</strong> 13/03/2009<br />

Del CC 15 <strong>del</strong> 16/3/2009<br />

Seduta C.C. <strong>del</strong> 29/11/2007<br />

Cutogliano Del CC 82 <strong>del</strong> 28 /11/2003 Del CC 8 <strong>del</strong> 15/02/2006<br />

Fabbriche <strong>di</strong> Vallico Del CC 43 <strong>del</strong> 08/11/2008<br />

Fosciandora Del 5 CC <strong>del</strong> 30/01/2008<br />

Gallicano Del CC 40 <strong>del</strong> 29/07/2005 Del CC 22 <strong>del</strong> 31/08/2007<br />

Giuncugnano Del CC 15 <strong>del</strong> 22/05/2007 Del CC 3 <strong>del</strong> 13/02/2009<br />

Lucca Del CC 129 <strong>del</strong> 09/08/2001 Del CC N° 25 <strong>del</strong> 16.03.2004<br />

Marliana Del CC 9 <strong>del</strong> 28/02/2001 Del CC 18 <strong>del</strong> 28/06/2002 Del CC 24 <strong>del</strong> 26/04/2004<br />

57


Massarosa<br />

Minucciano<br />

Comuni Approvazione Altri Strumenti<br />

Programma <strong>di</strong> Fabbricazione DGR 6590<br />

<strong>del</strong> 04/07/1994<br />

Piano Strutturale Regolamento Urbanistico<br />

Adozione Approvazione Adozione Approvazione<br />

Del CC 50 <strong>del</strong> 26/04/2004<br />

Del CC 51 <strong>del</strong> 27/04/2004<br />

Molazzana Del CC 17 <strong>del</strong> 31/05/2008<br />

Pescia<br />

Variante Generale PRG DGR 344 <strong>del</strong><br />

10/11/1998<br />

Pescaglia Del CC 54 <strong>del</strong> 23/12/2006 Del CC 7 <strong>del</strong> 04/04/2009<br />

Piazza al <strong>Serchio</strong><br />

Pieve Fosciana Del C.C. n° 53 <strong>del</strong> 23/12/2003<br />

Piano Regolatore Generale<br />

DGR 3357 <strong>del</strong> 27/04/1977<br />

Del C.C. n° 75 <strong>del</strong> 18/11/2004<br />

Del C.C. n° 2 <strong>del</strong> 13/04/2005<br />

Pisa Del CC 48 <strong>del</strong> 21/07/2005<br />

Piteglio Del CC 16 <strong>del</strong> 22/06/2005<br />

S. Giuliano Terme<br />

Regolamento E<strong>di</strong>lizio<br />

Del. CC 89 <strong>del</strong> 21.12.2001<br />

Del CC 122 <strong>del</strong> 17.12.2007<br />

S. Marcello Ptse Del CC 34 <strong>del</strong> 08/05/2007<br />

S. Romano in Garf<br />

Variante generale PDF Del GRT 1443<br />

<strong>del</strong> 15/12/1997<br />

Del C.C. n° 01 <strong>del</strong><br />

20/01/2006<br />

Seravezza Del CC n° 102 <strong>del</strong> 19/12/2006 Seduta <strong>del</strong> 09/01/2009<br />

Sillano<br />

Programma <strong>di</strong> Fabbricazione DGR 1157<br />

<strong>del</strong> 16/09/1996<br />

Stazzema Del CC 33 <strong>del</strong> 30/06/2007 Del CC n.18 <strong>del</strong> 09.04.2009<br />

Vagli <strong>di</strong> Sotto PRG Del GRT 610 <strong>del</strong> 20/05/1996<br />

Vecchiano Del CC 25 <strong>del</strong> 18/06/2007<br />

Vergemoli Del CC 11 <strong>del</strong> 28/04/2008<br />

Viareggio Del CC 27 <strong>del</strong> 29/06/2004<br />

Villa Basilica Del CC 3 <strong>del</strong> 28/02/2007 Del CC 18 <strong>del</strong> 21/04/2009<br />

Villa Colleman<strong>di</strong>na Del CC 2 <strong>del</strong> 11/04/2008<br />

Del CC 101 <strong>del</strong> 06/10/2008<br />

Del CC 102 <strong>del</strong> 07/10/2008<br />

Del CC 103 <strong>del</strong> 10/10/2008<br />

Del CC 107 <strong>del</strong> 10/11/2008<br />

Del C.C. n° <strong>del</strong><br />

Del CC 43 <strong>del</strong> 28/07/2001<br />

Variante Del CC 77 <strong>del</strong> 04/12/2008<br />

58


5.2- Piani settoriali<br />

5.2.1- PRAA- Piano Regionale <strong>di</strong> Azione <strong>Ambientale</strong><br />

TITOLO Piano Regionale <strong>di</strong> Azione <strong>Ambientale</strong> (PRAA)<br />

Ente Regione Toscana<br />

Tipologia Deliberazione <strong>del</strong> Consiglio regionale<br />

Co<strong>di</strong>ce D.C.R. 14 Marzo 2007, n.32<br />

Ambito geografico Territorio regionale<br />

Ambito temporale 2007-2010<br />

<strong>Il</strong> Piano Regionale <strong>di</strong> Azione <strong>Ambientale</strong> è il documento che racchiude l‘intera programmazione ambientale <strong>del</strong>la Regione Toscana. E‘ uno strumento a forte carattere d‘integrazione che<br />

definisce in maniera precisa gli strumenti e le azioni tramite le quali ci si prefigge <strong>di</strong> giungere al conseguimento degli obiettivi strategici (macrobiettivi). <strong>Il</strong> Piano vuole contribuire ad in<strong>di</strong>rizzare<br />

l'economia toscana ed i suoi citta<strong>di</strong>ni verso uno sviluppo sostenibile, durevole, innovativo e integrato, e a ra<strong>di</strong>care comportamenti che rispettino la salute <strong>del</strong>l'uomo e salvaguar<strong>di</strong>no le risorse<br />

ambientali.<br />

Oggetto e finalità<br />

Le finalità generali <strong>del</strong> PRAA sono quelle <strong>di</strong> promuovere la conservazione <strong>del</strong>le risorse ambientali e valorizzare le potenzialità locali <strong>di</strong> sviluppo. Cambiamenti climatici, natura, bio<strong>di</strong>versità e<br />

<strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo, ambiente e salute, uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse e gestione dei rifiuti sono le quattro aree <strong>di</strong> azione prioritaria previste dal Piano regionale <strong>di</strong> azione ambientale. Per ognuna <strong>di</strong><br />

queste aree sono in<strong>di</strong>viduati macrobiettivi, obiettivi, interventi , risorse e in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> monitoraggio.<br />

Struttura sintetica<br />

<strong>Il</strong> PRAA è articolato in 9 capitoli:<br />

0. Glossario<br />

1. I principi ispiratori<br />

2. <strong>Il</strong> principio <strong>di</strong> integrazione<br />

3. Aree <strong>di</strong> azione prioritaria e macrobiettivi<br />

4. Macrobiettivi - Obiettivi specifici - Interventi<br />

5. Quadro <strong>del</strong>le risorse finanziarie<br />

6. Strumenti<br />

7. <strong>Il</strong> sistema <strong>del</strong>le Agenzie Regionali<br />

8. <strong>Il</strong> sistema <strong>di</strong> Monitoraggio<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

PRESSIONI/IMPATTI<br />

RIF Testo estratto<br />

H.1 Alpi Apuane<br />

Le Alpi Apuane rappresentano il maggior sistema carsico d‘Italia e, insieme al complesso amiatino, il più importante acquifero <strong>del</strong>la Toscana. I maggiori problemi per l‘integrità ambientale<br />

<strong>del</strong>la zona provengono dall‘attività estrattiva, che provoca impatti non soltanto per il rischio <strong>di</strong> inquinamento <strong>del</strong>le acque superficiali (...), ma anche perché, asportando materiale roccioso,<br />

4.3.2 – Scheda H1 mo<strong>di</strong>fica la morfologia dei luoghi e dei profili dei pen<strong>di</strong>i e ha talvolta cancellato o temporaneamente ricoperto elementi geomorfologici <strong>di</strong> rilievo. Fra le altre criticità ambientali <strong>del</strong>la zona si<br />

segnalano il <strong>di</strong>fficile processo <strong>di</strong> depurazione e collettamento <strong>del</strong>le acque reflue nelle zone <strong>del</strong>la pianura versiliese, il fenomeno <strong>di</strong> voragini nel Comune <strong>di</strong> Camaiore, causato dal carsismo<br />

presente nel sottosuolo nonché dagli ingenti prelievi dalla falda sotterranea praticati nell‘area e i fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto idrogeologico nella parte alta dal bacino <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Frigido.<br />

4.3.2 – Scheda H4<br />

H.4 Distretto cartario lucchese<br />

Nel <strong>di</strong>stretto operano attualmente 210 aziende <strong>del</strong> settore cartario/cartotecnico (...).Le principali problematiche <strong>del</strong>l‘area sono connesse con gli elevati consumi idrici ed energetici,la<br />

59


4.3.2 – Scheda H14<br />

produzione <strong>di</strong> rifiuti, l‘inquinamento atmosferico (dovuto all ‘emissione <strong>di</strong> sostanze inquinanti o maleodoranti)e quello acustico (causato dal rumore dei macchinari all ‘interno <strong>del</strong>le fabbriche e<br />

da quello dei mezzi <strong>di</strong> trasporto commerciali e privati),la carenza nei servizi <strong>di</strong> fognatura e <strong>di</strong> acquedotto,la fragilità <strong>del</strong> reticolo idrografico minore.È da evidenziare inoltre il problema <strong>del</strong>la<br />

subsidenza.La produzione <strong>di</strong> rifiuti soli<strong>di</strong> urbani pro capite <strong>del</strong> <strong>di</strong>stretto presenta valori superiori alla me<strong>di</strong>a regionale, mentre si segnala in positivo la percentuale <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata, tra<br />

le più alte <strong>del</strong>la Toscana.I rifiuti speciali vengono in prevalenza ancora conferiti in <strong>di</strong>scarica, in parte vengono avviati ad impianti <strong>di</strong> termovalorizzazione <strong>di</strong> altre regioni o ad altre forme <strong>di</strong><br />

recupero. I flussi prevalenti <strong>di</strong> rifiuto dal settore cartario sono costituiti dal pulper (circa 90.000 tonnellate nel 2002), dai fanghi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinchiostrazione (circa 130.000 t/anno), dai fanghi <strong>di</strong><br />

depurazione (oltre 30.000 t/anno).<br />

H.14 Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli<br />

Le cause <strong>del</strong> degrado <strong>del</strong> lago <strong>di</strong> Massaciuccoli sono state identificate in sei aspetti principali, collegati allo sviluppo demografico e all‘industrializzazione <strong>del</strong>l‘agricoltura: eutrofizzazione,<br />

salinizzazione, sovrasfruttamento <strong>del</strong>la falda, interrimento,rischio idraulico e presenza <strong>di</strong> specie esotiche. L‘eutrofizzazione consiste nella presenza nell‘ambiente acquatico <strong>di</strong> quantità<br />

eccessive <strong>di</strong> fosforo e azoto, provenienti dagli scarichi civili non opportunamente depurati e dal <strong>di</strong>lavamento dei terreni agricoli trattati chimicamente, che alterano il trofismo lacustre<br />

portandolo da ambiente dominato da macrofite ad ambiente dominato da fitoplancton. Altro aspetto critico è la captazione estiva <strong>del</strong>le acque lacustri per l ‘irrigazione: i minimi estivi<br />

conseguenti (fino a –75 cm rispetto al me<strong>di</strong>o mare) causano nel lago il rientro <strong>di</strong> acque salate dal suo emissario, il canale Burlamacca. Altro problema è causato poi dallo sfruttamento <strong>del</strong>la<br />

falda a scopo irriguo.<br />

Le zone <strong>di</strong> bonifica, inoltre, sono contrad<strong>di</strong>stinte dalla presenza <strong>di</strong> terreni torbosi e pertanto sono soggette a fenomeni <strong>di</strong> subsidenza che si ripercuotono sia sulle infrastrutture (viabilità, ponti<br />

e e<strong>di</strong>fici), sia sul drenaggio <strong>del</strong>la rete <strong>di</strong> acque basse. A causa <strong>del</strong>l ‘interrimento, dovuto sia ai se<strong>di</strong>menti derivanti dai comparti agricoli che all ‘aumento <strong>di</strong> biomassa all ‘interno <strong>del</strong> lago, negli<br />

ultimi 37 anni la per<strong>di</strong>ta totale <strong>di</strong> invaso <strong>del</strong> lago è stata <strong>di</strong> 2.000.000 m3. Infine, la crescita smisurata <strong>del</strong> gambero rosso americano, una specie esotica importata ed immessa nell‘ambiente,<br />

comporta problemi per la zona.<br />

RISPOSTE<br />

RIF Testo estratto<br />

Area <strong>di</strong> azione: B Natura, bio<strong>di</strong>versità e <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo<br />

Macrobiettivo: B1 Aumentare la percentuale <strong>del</strong>le aree protette, migliorarne la gestione e conservare la bio<strong>di</strong>versità terrestre e marina<br />

Cap. 4 – Par. 4.2<br />

Cap. 4 – Par. 4.2<br />

Obiettivo specifico: Valorizzazione <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità specifica <strong>di</strong> un territorio<br />

Interventi: Progetti <strong>di</strong> valorizzazione e conservazione <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità nelle aree umide dei tre parchi regionali<br />

Area <strong>di</strong> azione: B Natura, bio<strong>di</strong>versità e <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo<br />

Macrobiettivo: B3 Mantenimento e recupero <strong>del</strong>l‘equilibrio idrogeologico e <strong>del</strong>l‘erosione costiera<br />

Obiettivo specifico: prevenzione rischio idrogeologico<br />

Interventi: Approfon<strong>di</strong>menti per l'in<strong>di</strong>viduazione aree <strong>di</strong> criticità ed eventi critici<br />

Obiettivo specifico: Mitigazione e riduzione dei rischi da criticità idrogeologiche in essere nel bacino <strong>del</strong> F. Arno e negli altri bacini ricadenti nel territorio regionale<br />

Interventi: Realizzazione degli interventi strutturali previsti nei PAI<br />

Mitigazione <strong>del</strong> rischio idraulico e idrogeologico anche a seguito <strong>di</strong> eventi calamitosi<br />

Obiettivo specifico: Valutazione efficacia strumenti <strong>di</strong> programmazione e pianificazione<br />

Interventi: In<strong>di</strong>viduazione beni da proteggere in aree critiche<br />

Obiettivo specifico: Aggiornamento strumenti normativi<br />

Interventi: Pre<strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong> regolamento per la gestione degli invasi <strong>di</strong> competenza regionale e provinciale<br />

Obiettivo specifico: Ripristino officiosità idraulica dei corpi idrici superficiali<br />

Interventi: Interventi urgenti <strong>di</strong> ripristino e/o riqualificazione - Verbale <strong>di</strong> urgenza e somma urgenza<br />

Redazione ed emanazione criteri omogenei per la stesura dei piani <strong>di</strong> classifica<br />

60


Cap. 4 – Par. 4.2<br />

Cap. 4 – Par. 4.2<br />

Cap. 4 – Par. 4.2<br />

Cap. 4 – Par. 4.2<br />

Omogeneizzazione e aggiornamento sulla base <strong>del</strong>le Linee guida regionali <strong>del</strong>l‘archivio <strong>del</strong>le opere idrauliche e <strong>di</strong> bonifica<br />

Attivazione <strong>del</strong> Fondo Solidarietà Nazionale (FSN) a seguito <strong>di</strong> calamità naturali per il ripristino <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> bonifica<br />

Creazione database - Archivio <strong>del</strong>le opere idrauliche e <strong>di</strong> bonifica<br />

Obiettivo specifico: Manutenzione straor<strong>di</strong>naria <strong>del</strong> reticolo idrografico<br />

Interventi: Programmazione e realizzazione degli interventi manutentori, sulla base <strong>di</strong> priorità definite e con<strong>di</strong>vise, anche, ove possibile,<br />

ai fini <strong>di</strong> produrre energia elettrica<br />

Approvazione dei Piani Manutenzione Straor<strong>di</strong>naria<br />

Obiettivo specifico: Miglioramento e omogeneizzazione <strong>del</strong>la operatività e organizzazione degli Enti<br />

Interventi: Mo<strong>di</strong>fica dei confini dei comprensori<br />

Redazione <strong>di</strong> uno Statuto tipo dei Consorzi <strong>di</strong> Bonifica e <strong>di</strong> un Regolamento tipo per le Comunità Montane<br />

Obiettivo specifico: Recupero ambientale <strong>del</strong>la linea <strong>di</strong> costa ai fini <strong>del</strong>la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>l'abitato<br />

Interventi: Mitigazione <strong>del</strong> rischio <strong>del</strong>l'erosione costiera attraverso interventi <strong>di</strong>: ripascimento, mo<strong>di</strong>fica e realizzazione opere rigide,<br />

ripristino sistemi dunali Provincia <strong>di</strong> Lucca<br />

Area <strong>di</strong> azione: C Ambiente e salute<br />

Macrobiettivo: C3 Ridurre gli impatti dei prodotti fitosanitari e <strong>del</strong>le sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull‘ambiente<br />

Obiettivo specifico: Implementare il quadro conoscitivo in materia fitofarmaci e <strong>del</strong>la loro <strong>di</strong>ffusione nel territorio toscano al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare aree più vulnerabili<br />

Interventi: Classificare, me<strong>di</strong>ante valutazione <strong>di</strong> rischio ambientale, i fitofarmaci utilizzati in ambito regionale per un loro consapevole impiego sulla<br />

base <strong>del</strong> minor impatto ambientale e sulla salute umana. Sviluppo <strong>di</strong>progetto per la in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le aree vulnerabili ai fitofarmaci sul territorio regionale<br />

Obiettivo specifico: Valutazione <strong>del</strong> grado <strong>di</strong> tossicità e genotossicità <strong>di</strong> acque sotterranee toscane contaminate da sostanze pericolose ai fini <strong>di</strong> un implementazione <strong>del</strong> quadro conoscitivo<br />

e <strong>di</strong> una consapevole gestione <strong>del</strong>le stesse acque<br />

Interventi: Pianificare, su alcuni acquiferi toscani <strong>di</strong> particolare interesse, attività sperimentali <strong>di</strong> monitoraggio ecotossicologico e <strong>di</strong> mutagenicità<br />

<strong>del</strong>le sostanze con attività tossica e/o mutagena<br />

Area <strong>di</strong> azione: D Uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse naturali e gestione dei rifiuti<br />

Macrobiettivo: D1 Ridurre la produzione totale <strong>di</strong> rifiuti e la percentuale conferita in <strong>di</strong>scarica e migliorare il sistema <strong>di</strong> raccolta aumentando il recupero ed il riciclo<br />

Obiettivo specifico: Prevenire l'abbandono dei rifiuti<br />

Interventi: Azioni per la raccolta dei rifiuti in mare e volte a <strong>di</strong>sincentivare l‘abbandono<br />

Area <strong>di</strong> azione: D Uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse naturali e gestione dei rifiuti<br />

Macrobiettivo: D2 Bonificare i siti inquinati e ripristinare le aree minerarie <strong>di</strong>smesse<br />

Obiettivo specifico: Implementare il quadro conoscitivo<br />

Interventi: Istituzione ed allestimento <strong>di</strong> un sistema informativo integratocon<strong>di</strong>viso ed accessibile da tutti gli Enti Locali quale anagraferegionale dei siti contaminati<br />

Area <strong>di</strong> azione: D Uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse naturali e gestione dei rifiuti<br />

Macrobiettivo: D3 Tutelare la qualità <strong>del</strong>le acque interne e costiere e promuovere un uso sostenibile <strong>del</strong>la risorsa idrica<br />

Obiettivo specifico: Miglioramento e adeguamento degli strumenti per la gestione ed il controllo <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> qualità ambientale e <strong>del</strong>l‘uso sostenibile <strong>del</strong>la risorsa in linea con gli obiettivi<br />

61


<strong>del</strong>la Direttiva 2000/60<br />

Interventi: Adeguamento <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> Tutela <strong>del</strong>le Acque alla DirettivaComunitaria 2000/60 e coor<strong>di</strong>namento dei soggetti istituzionali<br />

per l‘attuazione <strong>del</strong> Piano stesso<br />

Analisi dei costi connessi con l‘attuazione <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> Tutela <strong>del</strong>le Acque finalizzata al perseguimento <strong>del</strong> principio <strong>del</strong>la "piena copertura dei costi"<br />

Valutazione e monitoraggio degli effetti <strong>del</strong> Piano <strong>di</strong> Tutela <strong>del</strong>le Acque<br />

Approfon<strong>di</strong>mento degli aspetti regolamentari in attuazione <strong>del</strong>la normativa regionale sulla tutela <strong>del</strong>le acque dall‘inquinamento.<br />

Obiettivo specifico: Implementazione dei quadri conoscitivi in riferimento allo stato quali-quantitativo <strong>del</strong>la risorsa<br />

Interventi: Approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la conoscenza degli effettivi prelievi e <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sponibilità naturale <strong>del</strong>la risorsa (bilancio idrico e DMV)<br />

In<strong>di</strong>viduazione e sperimentazione <strong>del</strong>l‘utilizzo <strong>di</strong> nuovi in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> stato <strong>di</strong> qualità ambientale<br />

Completamento e miglioramento <strong>del</strong> monitoraggio <strong>del</strong>lo stato qualitativo <strong>del</strong>la risorsa<br />

Definizione <strong>del</strong> background <strong>di</strong> fondo regionale <strong>del</strong>le sostanze pericolose nelle acque e nei se<strong>di</strong>menti<br />

Completamento <strong>del</strong>la rete <strong>di</strong> monitoraggio quantitativa freatimetrica e idrometrica calibrata per la definizione <strong>del</strong> DMV<br />

Obiettivo specifico: Controllo e <strong>del</strong>l‘inquinamento da fonte <strong>di</strong>ffusa riduzione<br />

Interventi: Supporto alle AATO me<strong>di</strong>ante la definizione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni e criteri da adottare sul territorio regionale per l‘in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong><br />

Salvaguar<strong>di</strong>a<br />

Attività <strong>di</strong> formazione per le imprese agricole ricadenti all‘interno <strong>del</strong>le zone vulnerabili da nitrati<br />

In<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le zone <strong>di</strong> protezione degli acquiferi<br />

Approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>le conoscenze <strong>del</strong> territorio interessato dalle zone vulnerabili e aree sensibili<br />

Obiettivo specifico: Riduzione <strong>del</strong> fenomeno <strong>di</strong> intrusione <strong>di</strong> acqua salmastra nelle zone costiere e salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le zone umide e degli ecosistemi<br />

Interventi: Progetti sperimentali <strong>di</strong> ricarica artificiale degli acquiferi costieri per contrastare i fenomeni <strong>di</strong> ingressione <strong>di</strong> acqua salmastra<br />

Interventi per la riduzione degli apporti dei nutrienti nelle acque <strong>del</strong>le zone umide anche con utilizzo <strong>del</strong>la fitodepurazione ed il ripristino<br />

<strong>del</strong>le fasce riparie<br />

Progetti sperimentali per il miglioramento <strong>del</strong>la qualità dei se<strong>di</strong>menti <strong>del</strong>le zone umide<br />

Obiettivo specifico: Razionalizzazione e riduzione dei prelievi finalizzata al mantenimento <strong>del</strong>la risorsa necessaria alla conservazione degli ecosistemi acquatici e al rispetto <strong>del</strong> tasso <strong>di</strong><br />

rinnovabilità <strong>del</strong>la risorsa presente in natura<br />

Interventi: Messa a punto <strong>di</strong> programmi e strumenti per il risparmio idrico attraverso la riduzione e l‘ottimizzazione <strong>di</strong> consumi per i <strong>di</strong>versi comparti<br />

e la riduzione <strong>del</strong>le per<strong>di</strong>te ed il recupero <strong>del</strong>le acque refluedepurate per usi compatibili<br />

Azioni per la promozione <strong>del</strong>l‘ecoefficienza nell‘uso <strong>del</strong>l‘acqua destinate all‘incentivazione <strong>del</strong> risparmio<br />

Potenziamento <strong>del</strong>le riserve <strong>di</strong> acque meteoriche raccolte ed invasate finalizzate all‘uso plurimo<br />

Revisione <strong>del</strong> canone come strumento economico per la corretta gestione <strong>del</strong>la risorsa e come incentivo al risparmio. Censimento dei pozzi e valutazione <strong>del</strong>l'introduzione <strong>del</strong><br />

canone per l'uso.<br />

Piena attuazione <strong>del</strong>le competenze amministrative relative ai prelievi <strong>del</strong>la risorsa idrica da parte <strong>del</strong>le Province con costituzione banca dati e revisione/aggiornamento <strong>del</strong>le<br />

procedure<br />

Obiettivo specifico: Miglioramento <strong>del</strong>la qualità dei servizi idropotabili come garanzia <strong>di</strong> idonee dotazioni a tutti i citta<strong>di</strong>ni<br />

Interventi: Incentivazione per l‘anticipazione dei tempi <strong>del</strong>la realizzazione degli interventi <strong>del</strong> Servizio Idrico Integrato correlate con la tutela <strong>del</strong>la<br />

salute ed il <strong>di</strong>ritto all'approvvigionamento idropotabile<br />

Coor<strong>di</strong>namento dei sistemi <strong>di</strong> approvvigionamento che superano la scala <strong>di</strong> Ambito e che possono essere <strong>di</strong>chiarati <strong>di</strong> interesse generale<br />

Obiettivo specifico: Estensione e miglioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le reti <strong>di</strong> fognatura e degli impianti <strong>di</strong> depurazione a servizio <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni e deicomparti industriali<br />

Interventi: Incentivazione per l‘anticipazione dei tempi <strong>del</strong>la realizzazione degli interventi <strong>del</strong> Servizio Idrico Integrato<br />

62


Cap. 4 – Par. 4.2<br />

Cap. 4 – Par. 4.2<br />

Obiettivo specifico: Adeguamento alla Direttiva europea ―Acque <strong>di</strong> balneazione‖<br />

Interventi: Massimo controllo nella movimentazione dei se<strong>di</strong>menti marini per la tutela degli ecosistemi e caratterizzazione <strong>del</strong>le spiagge<br />

Campagna <strong>di</strong> formazione/informazione volta a sensibilizzare un corretto approccio all‘ambiente marino<br />

Obiettivo specifico: Mantenere e migliorare lo stato qualitativo <strong>del</strong>le acque costiere e <strong>del</strong>la risorsa mare in generale<br />

Interventi: Sperimentazione dei sistemi <strong>di</strong> monitoraggio e <strong>di</strong> controllo degli sversamenti in mare in sinergia con competenze statali e<br />

attività <strong>di</strong> altre regioni me<strong>di</strong>terranee<br />

Caratterizzazione e monitoraggio <strong>del</strong>le prateria <strong>di</strong> Posidonia e <strong>del</strong>le biocenosi <strong>di</strong> maggior pregio ambientale in accordo con la Direttiva 2000/60, e posizionamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuasori<br />

<strong>del</strong>le reti a strascico.<br />

Obiettivo specifico: Recupero, valorizzazione e promozione <strong>del</strong> patrimonio storico, culturale e ambientale legato alle acque.<br />

Interventi: Creazione <strong>di</strong> un Museo <strong>di</strong>ffuso organizzato sulla conoscenza, il recupero, la valorizzazione e la promozione <strong>del</strong> patrimonio<br />

storico, culturale e ambientale legato alle acque e promozione <strong>del</strong>l'acqua <strong>di</strong> qualità<br />

Area <strong>di</strong> azione: E Obiettivi e interventi trasversali<br />

Macrobiettivo: E1 Implementazione e integrazione dei quadri conoscitivi e dei sistemi informativi<br />

Obiettivo specifico: Realizzare un sistema <strong>di</strong> basi dati territoriali e ambientali per definizione e gestione Piani e azioni ambientali e<br />

territoriali per Regione, Province, Comuni, altri Enti<br />

Interventi: Riorganizzazione attuali sistemi <strong>di</strong> basi dati <strong>di</strong>sponibili presso Regioneed Enti regionali, tra cui il SINA-SIRA, e sviluppo <strong>di</strong> un<br />

infrastruttura <strong>di</strong>integrazione e <strong>di</strong>ffusione dei database fra gli Enti. Produzione degli archivi georiferiti costituenti la base informativa regionale territoriale e ambientale e <strong>del</strong>le zone<br />

<strong>di</strong> criticità.<br />

Obiettivo specifico: Sviluppare il Quadro conoscitivo per analisi e valutazioni comparate<br />

Interventi: Definizione <strong>del</strong>le specifiche per la georeferenziazione degli archivi ambientali Sviluppo <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> analisi territoriale dei<br />

dati statisticicensuari <strong>di</strong> interesse ambientale e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione WEB<br />

Sistema <strong>di</strong> georeferenziazione (con aggiornamento) archivio assistiti con associazione a DB regionali grafo strade, in<strong>di</strong>rizzi, e<strong>di</strong>fici per analisi <strong>di</strong> rischio e epidemiologiche<br />

Obiettivo specifico: Monitorare le con<strong>di</strong>zioni meteoidropluviometriche<br />

Interventi: Estensione <strong>del</strong>la rete <strong>di</strong> monitoraggio idropluviometrico<br />

Gestione <strong>del</strong>le reti <strong>di</strong> monitoraggio idropluviometrico<br />

Ottimizzazione <strong>del</strong>le reti <strong>di</strong> monitoraggio idropluviometrico<br />

Obiettivo specifico: Monitoraggio <strong>del</strong>la <strong>di</strong>namica fluviale e marina<br />

Interventi: Progetto <strong>del</strong>le reti <strong>di</strong> monitoraggio <strong>di</strong> trasporto solido<br />

Potenziamento sistema <strong>di</strong> monitoraggio meteo marino<br />

Obiettivo specifico: Definire e realizzare mo<strong>del</strong>li applicativi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione.<br />

Interventi: Ricostruzione dei Corpi Idrici Significativi Sotterranei Mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong>namica degli acquiferi<br />

Area <strong>di</strong> azione: E Obiettivi e interventi trasversali<br />

Macrobiettivo: E2 Ricerca e innovazione<br />

Obiettivo specifico: Prevenzione formazione sostanze inquinanti;nuovi materiali;processi produttivi basati sull ‘uso efficiente e sostenibile <strong>di</strong> energia e risorse; introduzione <strong>del</strong>le<br />

BAT;<strong>di</strong>minuzione pressioni ambientali nelle ―zone <strong>di</strong> criticità ‖ in<strong>di</strong>viduate nel PRAA..<br />

Interventi: Attività <strong>di</strong> ricerca,sviluppo ed innovazione tecnologica in campo ambientale<br />

63


Cap. 6 – Par. 6.1<br />

Obiettivo specifico: Aumentare l ‘eco-efficienza e migliorare la competitività <strong>del</strong>le imprese con l ‘adozione <strong>di</strong> tecnologie non inquinanti,soprattutto attraverso la promozione <strong>del</strong>la<br />

prevenzione e <strong>del</strong>la riduzione <strong>del</strong>l ‘inquinamento alla fonte dei processi produttivi.<br />

Interventi: Coor<strong>di</strong>namento e messa in rete <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> ricerca e agenzie finalizzati alal <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>la cealner production<br />

Obiettivo specifico: Trasferimento tecnologico,<strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>l ‘innovazione,soluzione congiunta <strong>di</strong> problematiche ambientali.<br />

Interventi: Trasferimento tecnologico,<strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>l ‘innovazione,soluzione congiunta <strong>di</strong> problematiche ambientali.<br />

Supporto alle politiche ambientali con particolare riferimento ai quadri conoscitivi,agli strumenti d ‘intervento per mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> produzione e consumo sostenibili,al monitoraggio <strong>del</strong>le<br />

politiche e degli interventi<br />

STRUMENTI INDIVIDUATI DAL PRAA<br />

Gli strumenti descritti in questo paragrafo costituiscono una sorta <strong>di</strong> ―cassetta degli attrezzi‖ in<strong>di</strong>spensabile per l‘attuazione degli interventi in<strong>di</strong>viduati al capitolo 4. In particolare il PRAA<br />

riporta:<br />

6.1.1 Ricerca e innovazione<br />

6.1.2 Cooperazione internazionale sui temi <strong>del</strong>l‘ambiente e <strong>del</strong>lo sviluppo sostenibile<br />

6.1.3 Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma e volontari<br />

6.1.4 Certificazioni ambientali e buone pratiche <strong>di</strong> sostenibilità<br />

6.1.5 IPPC<br />

6.1.6 <strong>Il</strong> parco progetti<br />

6.1.7 VIA<br />

6.1.8 Valutazione integrata e valutazione ambientale<br />

5.2.2- PIER- Piano <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo Energetico Regionale<br />

TITOLO Piano <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo energetico regionale (PIER)<br />

Ente Regione Toscana<br />

Tipologia Deliberazione <strong>del</strong> Consiglio regionale<br />

Co<strong>di</strong>ce D.C.R. 8 Luglio 2008, n.47<br />

Ambito geografico Territorio regionale<br />

Ambito temporale 2007-2010<br />

<strong>Il</strong> Piano <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo Energetico Regionale, <strong>di</strong> durata triennale, proietta i propri scenari alla ―datatraguardo‖ <strong>del</strong> 2020 ed è realizzato in coerenza con la LR 39/2005 e con il PRS 2006-2010.<br />

<strong>Il</strong> PIER ha il compito <strong>di</strong> definire le scelte fondamentali <strong>del</strong>la programmazione energetica sulla base degli in<strong>di</strong>rizzi dettati dal Programma Regionale <strong>di</strong> Sviluppo (PRS); in particolare detta<br />

in<strong>di</strong>rizzi e procedure per la realizzazione degli interventi in campo energetico.<br />

<strong>Il</strong> complesso <strong>di</strong> azioni previste dal PIER è rivolto ad assicurare la sostenibilità <strong>del</strong> sistema energetico regionale, intesa nelle sue più ampie declinazioni, da quella ambientale, a quella<br />

Oggetto e finalità sociale, a quella economica. Tali azioni tengono conto sia <strong>del</strong>la compatibilità con le esigenze proprie <strong>del</strong>l‘ambiente sia <strong>del</strong>la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le caratteristiche socio economiche <strong>del</strong><br />

territorio e <strong>del</strong> complesso <strong>di</strong> tipicità culturali che lo connotano. <strong>Il</strong> Piano <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo Energetico Regionale persegue tre obiettivi generali: sostenibilità, sicurezza, efficienza energetica e vari<br />

obiettivi specifici fra i quali i pruincipali sono: ridurre <strong>del</strong> 20% i gas serra nel 2020, Obiettivo al 2020: 20% <strong>del</strong>l‘energia prodotta me<strong>di</strong>ante l‘impiego <strong>di</strong> FER ed incremento <strong>del</strong>l‘efficienza<br />

energetica, Sviluppare la ricerca nel settore <strong>del</strong>le FER, Diversificare l‘approvvigionamento <strong>di</strong> gas metano etc...<br />

Struttura sintetica<br />

<strong>Il</strong> PIER è organizzato in 4 capitoli principlai così articolati:<br />

1. SCENARI E QUADRO NORMATIVO<br />

2. QUADRO ANALITICO: LA SITUAZIONE ATTUALE E SCENARI<br />

64


RIF Testo estratto<br />

N.N. N.N.<br />

3. OBIETTIVI, AZIONI E STRUMENTI<br />

3.1. Obiettivi e strumenti<br />

3.2. Obiettivo specifico 1 – Ridurre <strong>del</strong> 20% i gas serra nel 2020<br />

3.3. Obiettivo specifico 2 – FER al 20% nel 2020 ed efficienza energetica<br />

3.3.1 Energia eolica.<br />

3.3.2 Energia fotovoltaica.<br />

3.3.3 Energia geotermica.<br />

3.3.4 Energia idroelettrica.<br />

3.3.5 Energia solare termica.<br />

3.3.6 Bassa e me<strong>di</strong>a entalpia.<br />

3.3.7 Energia da biomasse.<br />

3.3.8 Cogenerazione a gas metano e microcogenerazione.<br />

3.3.9 Biocarburanti.<br />

3.4. Obiettivo specifico 3 – La ricerca nel settore <strong>del</strong>le energie rinnovabili<br />

3.5. Obiettivo specifico 4 – Diversificare l’approvvigionamento <strong>di</strong> gas<br />

3.6. Obiettivo specifico 5 – Riconvertire gli impianti inquinanti<br />

3.7. Obiettivo specifico 6 – Ren<strong>di</strong>mento energetico <strong>di</strong> immobili e impianti<br />

3.8. Obiettivo specifico 7 – Partecipazione e tutela <strong>del</strong> consumatore<br />

4. QUADRO DELLE RISORSE FINANZIARIE<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

PRESSIONI/IMPATTI<br />

RISPOSTE<br />

RIF Testo estratto<br />

Terzo obiettivo: efficienza energetica<br />

L’efficienza degli impianti<br />

Gli impianti che producono energia elettrica impiegando fonti energetiche alternative, sono, per lo più, <strong>di</strong> efficienza ancora limitata. Ciò deriva sia dalla non programmabilità <strong>del</strong>la fonte, sia da<br />

motivi tecnologici.<br />

Questo vale, in modo particolare, per eolico e fotovoltaico, ma anche per gli impianti alimentati dalle biomasse (per la produzione <strong>di</strong> energia elettrica) e dall‘acqua.<br />

Cap 3 – Par. 3.1.1<br />

<strong>Il</strong> primo dato, evidente, è quello connesso alla natura <strong>del</strong>la fonte. Non sempre c‘è luce e non sempre c‘è vento. Purtroppo, infine, c‘è sempre meno acqua.<br />

(...)<br />

La ricerca e l‘innovazione tecnologica, pertanto, costituiscono l‘elemento <strong>di</strong> traino per l‘affermazione <strong>di</strong> impianti in grado <strong>di</strong> produrre energia elettrica e termica impiegando fonti rinnovabili o<br />

pulite e, soprattutto, per consentire, attraverso il loro sviluppo, un graduale superamento <strong>del</strong>le fonti fossili, più inquinanti e dannose per il clima.<br />

Cap 3 – Par. 3.3<br />

OBIETTIVO SPECIFICO 2 – FER AL 20% NEL 2020 ED EFFICIENZA ENERGETICA<br />

L‘obiettivo specifico sulle energie rinnovabili, prevede che, alla data traguardo <strong>del</strong> 2020, queste incidano sulla produzione totale <strong>di</strong> energia per almeno il 20%. Secondo le previsioni<br />

sviluppate in questo piano, l‘obiettivo (17-20%) viene raggiunto considerando:<br />

Energia elettrica<br />

La produzione <strong>di</strong> energia elettrica attraverso impianti alimentati da FER, dovrebbe raggiungere, nel 2020, il livello <strong>del</strong> 39% <strong>del</strong> fabbisogno stimato.<br />

Le previsioni interessano l‘eolico, l‘idroelettrico, il solare fotovoltaico, le biomasse, la geotermia ad alta entalpia, i gas <strong>di</strong> <strong>di</strong>scarica ed il biogas.<br />

(.....)<br />

Cap 3 – Par. 3.3.4 3.3.4 Energia idroelettrica<br />

65


Cap 3 – Par. 3.3.4<br />

Cap 3 – Par. 3.3.4<br />

Cap 3 – Par. 3.3.4<br />

Cap 3 – Par. 3.3.4<br />

Definizione e quadro <strong>di</strong> riferimento<br />

<strong>Il</strong> PER 2000 rilevava che ―La produzione elettrica da fonte idraulica ha raggiunto, a livello nazionale e regionale, buoni livelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione ed economicità, vicini alla competitività anche per la<br />

piccola idraulica…‖ Pertanto “….le potenzialità idroelettriche residue <strong>del</strong>la regione sono modeste. Infatti i siti ancora <strong>di</strong>sponibili in Toscana per la realizzazione <strong>di</strong> grossi impianti, con un<br />

tempo <strong>di</strong> ritorno <strong>del</strong>l’investimento sufficientemente breve, sono già stati sfruttati; conseguentemente, gli impianti ancora da installare, possono essere unicamente <strong>di</strong> taglie ridotte<br />

(minihydro)‖.<br />

Sempre nel PER troviamo un‘altra utile in<strong>di</strong>cazione da riprendere e riproporre: ―…va ricercata la collocazione (degli) impianti all’interno <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> gestione integrata <strong>del</strong>le risorse idriche:<br />

un’opzione è quella degli impianti a recupero energetico inseriti nelle reti acquedottistiche. <strong>Il</strong> recupero energetico può intendersi sia come ottimizzazione <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong>l’energia utilizzata in rete<br />

(motori idraulici per l’azionamento <strong>del</strong>le pompe per il sollevamento), che come semplice inserimento <strong>di</strong> unità <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia elettrica (turbogeneratori) in sistemi idraulici realizzati<br />

per usi <strong>di</strong>versi e nei quali viene perciò <strong>di</strong>ssipata parte più o meno rilevante <strong>del</strong>l’energia <strong>di</strong>sponibile‖.<br />

Disciplina <strong>del</strong>la materia<br />

Inquadramento normativo<br />

Le norme che <strong>di</strong>sciplinano la materia sono:<br />

RD 1775/33 ―Testo Unico <strong>del</strong>le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge sulle acque ed impianti elettrici‖,per quanto riguarda l‘ottenimento, dalla Provincia, <strong>del</strong>la concessione <strong>di</strong> derivazione<br />

<strong>del</strong>leacque pubbliche ad uso idroelettrico;<br />

Dlgs 387/2003, articolo 12, il quale prevede <strong>di</strong> norma l‘autorizzazione unica;<br />

Dlgs 152/2006 e sue successive mo<strong>di</strong>fiche, anche per le norme generali sulla Valutazione <strong>di</strong> Impatto <strong>Ambientale</strong>;<br />

LR n. 79/98, sulle procedure <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Impatto <strong>Ambientale</strong><br />

LR 39/2005, articoli 12, 13 e 14, in materia <strong>di</strong> energia, in base alla quale: la competenza al rilascio <strong>del</strong>l‘autorizzazione è <strong>del</strong>la Provincia,<br />

laddove si debba ancora acquisire una concessione <strong>di</strong> derivazione d‘acqua, il relativo proce<strong>di</strong>mento ricomprende anche l‘autorizzazione all‘impianto,<br />

L. 244/2007 che, integrando il Dlgs 387/2003, sottopone a DIA e<strong>di</strong>lizia l‘installazione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> potenza inferiore a 100 kW.<br />

Semplificazione amministrativa<br />

Per gli impianti soggetti a DIA il Comune potrà in<strong>di</strong>viduare, nei propri strumenti ex articolo 52 LR 1/2005 e nei propri regolamenti e<strong>di</strong>lizi, con<strong>di</strong>zioni sulle modalità <strong>di</strong> realizzazione, al fine <strong>di</strong><br />

assicurare maggiore tutela al patrimonio territoriale, e rispettando, comunque, l‘esigenza <strong>di</strong> ridurre gli oneri amministrativi a carico <strong>del</strong> citta<strong>di</strong>no.<br />

Per gli impianti minihydro dovrà essere ricercata la massima semplificazione amministrativa, fatta salva la necessaria tutela almeno <strong>del</strong> minimo deflusso vitale e la garanzia <strong>di</strong> una minima<br />

<strong>di</strong>stanza tra impianti <strong>di</strong> presa e restituzione in alveo. Inoltre, tali semplificazioni amministrative non debbono determinare con<strong>di</strong>zioni favorevoli al rilascio <strong>di</strong> concessioni <strong>di</strong> derivazione in serie.<br />

Sulla scorta <strong>del</strong>le considerazioni fatte a proposito <strong>del</strong>la limitate capacità <strong>di</strong> sviluppo <strong>del</strong>la fonte idroelettrica, si ritiene appropriato qualificare come impianti minihydro quelli con una potenza<br />

non superiore a 3 MW.<br />

Previsioni<br />

Riprendendo ed ampliando le previsioni elaborate in sede <strong>di</strong> PER 2000, si può ipotizzare una possibilità <strong>di</strong> sviluppo <strong>del</strong> minihydro, al 2020, non superiore ai 100 MW.<br />

Potenza impianti installati prima <strong>del</strong>l‘entrata in vigore <strong>del</strong> PIER MW 317,9<br />

Potenza aggiuntiva prevista MW 100<br />

Potenza complessiva prevista MW 417,9<br />

Producibilità prevista GWh 942<br />

Tabella <strong>di</strong> sintesi<br />

Strumenti ed incentivi<br />

E‘ auspicabile che le Province, attraverso il coinvolgimento degli enti competenti, compresi gli AATO, definiscano, laddove presenti, <strong>di</strong>sposizioni in materia <strong>di</strong> rilascio <strong>di</strong> concessioni <strong>di</strong><br />

derivazione <strong>di</strong> acqua pubblica ai fini <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia.<br />

Disposizioni particolari dovranno essere dettate per:<br />

i bacini dei fiumi Arno e <strong>Serchio</strong>;<br />

gli impianti da collocarsi all‘interno <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> gestione integrata <strong>del</strong>la risorsa idrica.<br />

66


Cap 3 – Par. 3.3.7<br />

Cap 3 – Par. 3.3.7<br />

Più in generale è sentita l‘esigenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una mappa a livello regionale <strong>del</strong>le zone maggiormente vocate ad accogliere tale tipo <strong>di</strong> impianti.<br />

3.3.7 Energia da biomasse<br />

(...) Non va, comunque, <strong>di</strong>menticato che la produzione <strong>di</strong> energia sia elettrica che termica da biomasse agricole o forestali, trova un limite intrinseco nell‘esigenza primaria <strong>del</strong>la sostenibilità<br />

generale e <strong>del</strong> rispetto <strong>del</strong>le caratteristiche proprie <strong>del</strong>l‘agricoltura toscana e <strong>del</strong>l‘attività forestale. Di conseguenza il ricorso a biomasse ottenute attraverso processi <strong>di</strong> deforestazione od altri<br />

processi ambientalmente incompatibili, che determinano elevati quantitativi <strong>di</strong> energia grigia, risulta in netto contrasto con gli obiettivi <strong>del</strong>la Regione Toscana (...)<br />

Disposizioni attuative<br />

(...)<br />

A tal proposito particolare attenzione dovrà essere posta sia alla valutazione <strong>del</strong> bilancio idrico conseguente all‘avvio <strong>di</strong> nuove colture, (...)<br />

5.2.3- PRAER- Piano Regionale <strong>del</strong>le Attività Estrattive, <strong>di</strong> Recupero <strong>del</strong>le aree escavate e <strong>di</strong> Riutilizzo dei residui recuperabili (PRAER)<br />

<strong>Il</strong> PRAER da gli in<strong>di</strong>rizzi alle Provincie per la formazione <strong>del</strong> PAERP (Piano Attività Estrattive e Recupero <strong>del</strong>le aree Escavate e riutilizzo dei residui recuperabili<br />

Provinciale). Le Province <strong>di</strong> Lucca, Pisa e Pistoia non hanno ancora approvato il PRAERP quin<strong>di</strong> valgono ancora le <strong>di</strong>sposizioni <strong>del</strong> PRAE (Piano regionale <strong>del</strong>le<br />

Attività Estrattive- Art. 38 <strong>del</strong>la L.R. 79/98). La legislazione vigente in materia <strong>di</strong> attività estrattive è data dalla L.R. 79/98 “Testo unico in materia <strong>di</strong> cave, torbiere,<br />

miniere, recupero <strong>di</strong> aree escavate e riutilizzo <strong>di</strong> residui recuperabili” e il suo regolamento <strong>di</strong> attuazione DPGR 10/R <strong>del</strong> 23/02/2007.<br />

TITOLO Piano Regionale <strong>del</strong>le Attività Estrattive, <strong>di</strong> Recupero <strong>del</strong>le aree escavate e <strong>di</strong> Riutilizzo dei residui recuperabili (PRAER)<br />

Ente Regione Toscana<br />

Tipologia Deliberazione <strong>del</strong> Consiglio Regionale<br />

Co<strong>di</strong>ce D.G.R. 27 Febbraio 2007, n.27<br />

Ambito geografico Territorio regionale<br />

Ambito temporale 2007-2010<br />

P.R.A.E.R., previsto dalla l.r. 78/1998, rappresenta l‘atto <strong>di</strong> programmazione settoriale con cui la Regione stabilisce gli in<strong>di</strong>rizzi e gli obiettivi <strong>di</strong> riferimento per l‘attività <strong>di</strong> pianificazione in<br />

materia <strong>di</strong> cave e torbiere, <strong>di</strong> recupero <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> escavazione <strong>di</strong>smesse o in abbandono, nonché <strong>di</strong> recupero e riciclaggio dei materiali assimilabili <strong>di</strong> cui al comma 2, <strong>del</strong>l‘articolo 2<br />

<strong>del</strong>la l.r. 78/1998, <strong>di</strong> competenza <strong>del</strong>le Province e dei Comuni, ferme restando le competenze in materia attribuite agli Enti Parco dalla legislazione vigente.<br />

Oggetto e finalità <strong>Il</strong> P.R.A.E.R. si rivolge a tutti i materiali <strong>di</strong> cava esistenti nel territorio regionale <strong>di</strong>stinguendoli, come nel precedente P.R.A.E., in due settori <strong>di</strong>stinti:<br />

- Settore I - materiali per usi industriali, per costruzioni ed opere civili, così come definiti alla lettera a), comma1, articolo 2 <strong>del</strong>la l.r. 78/1998 ;<br />

- Settore II - materiali ornamentali, definiti come tali alla lettera b), comma1, articolo 2 <strong>del</strong>la l.r. 78/1998 e materiali ―storici‖, cioè <strong>di</strong> particolare importanza sia nel collocamento <strong>del</strong>le<br />

Struttura sintetica<br />

pietre toscane nell‘e<strong>di</strong>lizia e nell‘arte sia per il restauro monumentale.<br />

<strong>Il</strong> PRAER è articoalto nei seguenti capitoli:<br />

Elaborato 1:<br />

1 Analisi<br />

2 Obiettivi<br />

3 interventi e strumenti<br />

4 valutazione ex ante<br />

5 criteri e procedure <strong>di</strong> attuazione<br />

6 monitoraggio<br />

67


7 Elaborati ed allegati <strong>del</strong> p.r.a.e.r.<br />

Elaborato 2:<br />

PARTE I – Prescrizioni e criteri per la redazione <strong>del</strong> Piano <strong>del</strong>le Attività Estrattive, <strong>di</strong> Recupero <strong>del</strong>le aree escavate e <strong>di</strong> riutilizzo dei residui recuperabili <strong>del</strong>la Provincia<br />

(P.A.E.R.P.)<br />

PARTE II – Prescrizioni e criteri per l‘adeguamento <strong>del</strong>la pianificazione comunale<br />

PARTE III – Raccordo con la <strong>di</strong>sciplina <strong>del</strong> Piano <strong>del</strong> Parco regionale <strong>del</strong>le Alpi Apuane<br />

PARTE IV – Bacini marmiferi dei comuni <strong>di</strong> Massa e Carrara<br />

PARTE V – Istruzioni tecniche<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

PRESSIONI/IMPATTI<br />

RIF Testo estratto<br />

N.N. N.N.<br />

RISPOSTE<br />

RIF Testo estratto<br />

ELABORATO 1<br />

Cap. 2 – Par. 2.1<br />

2.1 Utilizzo equilibrato e sostenibile <strong>del</strong>le risorse <strong>del</strong> territorio<br />

L'obiettivo fondamentale <strong>del</strong> P.R.A.E.R. è quello <strong>di</strong> pianificare l'attività <strong>di</strong> cava, il recupero <strong>del</strong>le aree escavate e il riutilizzo dei residui recuperabili integrato con i principi <strong>del</strong>lo sviluppo<br />

sostenibile introdotto dalla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 5 (Norme per il governo <strong>del</strong> territorio).<br />

(...)<br />

La pianificazione e la progettazione <strong>del</strong>l'attività estrattiva deve essere tesa ad evitare trasformazioni irreversibili <strong>del</strong>le falde idriche e <strong>del</strong>l‘assetto idrogeologico, incentivando interventi<br />

finalizzati al mantenimento o al miglioramento <strong>del</strong>la qualità e quantità <strong>del</strong>le acque <strong>di</strong> falda e <strong>del</strong>le specie vegetali esistenti.<br />

5.2.4- Piano Regionale <strong>del</strong>la Mobilità e <strong>del</strong>la Logistica<br />

TITOLO Piano Regionale <strong>del</strong>la mobilità e <strong>del</strong>la logistica<br />

Ente Regione Toscana<br />

Tipologia Deliberazione <strong>del</strong> Consiglio regionale<br />

Co<strong>di</strong>ce DCR 63 <strong>del</strong> 22.6.2004<br />

Ambito geografico Territorio regionale<br />

Ambito temporale<br />

Oggetto e finalità<br />

Struttura sintetica<br />

<strong>Il</strong> Piano Regionale <strong>del</strong>la Mobilità e <strong>del</strong>la Logistica costituisce l'atto <strong>di</strong> programmazione <strong>del</strong> sistema infrastrutturale e dei servizi <strong>di</strong> trasporto pubblico ai sensi <strong>del</strong>l'articolo 13, comma 2, <strong>del</strong><br />

Piano <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo Territoriale approvato con <strong>del</strong>iberazione <strong>del</strong> Consiglio regionale n. 12 <strong>del</strong> 25.01.2000. <strong>Il</strong> Piano definisce le <strong>di</strong>rettrici e gli obiettivi <strong>di</strong> rilievo strategico <strong>del</strong>le politiche regionali<br />

per la mobilità, anche nella loro interconnessione con le tematiche ambientali e <strong>del</strong>lo sviluppo economico e sociale, proponendosi come obiettivo principale la creazione <strong>di</strong> soluzioni<br />

alternative per fronteggiare la crisi <strong>del</strong>la mobilità e dei trasporti. <strong>Il</strong> Piano definisce le principali opzioni <strong>di</strong> intervento in materia <strong>di</strong> trasporto pubblico locale, infrastrutture stradali e ferroviarie,<br />

porti commerciali e turistici, trasporti marittimi e aerei, logistica, sicurezza <strong>del</strong>la mobilità.<br />

Gli obiettivi specifici <strong>del</strong> Piano possono essere così sintetizzati: orientare la mobilità <strong>del</strong>le persone, superare il deficit infrastrutturale, aumentare la sicurezza <strong>del</strong>la mobilità, sviluppare<br />

l‘intermodalità nel trasporto merci ed innovare la logistica, creare le professionalità adeguate.<br />

lI documento principlae <strong>del</strong> pianto, IL PROGETTO, è articolato nei seguenti capitoli principali:<br />

1. Perche‘ un nuovo piano<br />

2. I riferimenti programmatici<br />

3. Lo scenario attuale<br />

4. Le criticita‘ e le opportunita‘<br />

68


5. Le strategie<br />

6. Gli obiettivi e gli strumenti<br />

7. Ulteriori azioni<br />

8. <strong>Il</strong> monitoraggio <strong>del</strong> piano<br />

9. Cartografia<br />

Sono inoltre presenti i seguenti allegati:<br />

Allegato 1 - I costi ambientali e sociali <strong>del</strong>la mobilità<br />

Allegato 2 - <strong>Il</strong> trasporto pubblico locale<br />

Allegato 3 - Le criticità <strong>del</strong>la rete stradale e ferroviaria<br />

Allegato 4 - Le infrastrutture ferroviarie. Scenari <strong>di</strong> intervento<br />

Allegato 5 - I porti commerciali e turistici<br />

Allegato 6 - I trasporti marittimi ed aerei<br />

Allegato 7 - Situazione e prospettive <strong>del</strong>la logistica<br />

Allegato 8 - Distretti e innovazione. Le funzioni logistiche e <strong>di</strong> trasporto<br />

Allegato 9 - La sicurezza <strong>del</strong>la mobilità<br />

Allegato 10 - La mobilità come policy making. <strong>Il</strong> piano regionale <strong>del</strong>la Toscana<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

CONSIDERAZIONI<br />

RIF Testo estratto<br />

3.9 un sistema portuale e <strong>di</strong> navigazione interna con <strong>di</strong>screte potenzialità<br />

La rete <strong>di</strong> vie navigabili, costituita dal canale Burlamacca (...) completa il quadro <strong>del</strong>l‘offerta <strong>di</strong> infrastrutture per il trasporto per via d‘acqua con interessanti opportunità <strong>di</strong> integrazione<br />

CAP 3, Par. 3.9<br />

nell‘ambito <strong>di</strong> un <strong>di</strong>stretto logistico costiero.<br />

69


5.2.5- PSR- Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale<br />

TITOLO Programma <strong>di</strong> Sviluppo Rurale (PSR)<br />

Ente Regione Toscana<br />

Tipologia Deliberazione <strong>del</strong>la Giunta Regionale<br />

Co<strong>di</strong>ce D.G.R. 220 <strong>del</strong> 30/03/2009<br />

Ambito geografico Territorio regionale<br />

Ambito temporale 2007-2013<br />

<strong>Il</strong> Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale è il documento <strong>di</strong> programmazione per lo sviluppo <strong>del</strong>le aree rurali. <strong>Il</strong> quadro normativo cui si riferisce ed il suo fondo finanziario sono denominati ―FEARS‖. La<br />

struttura <strong>del</strong> PSR è articolata in 4 assi <strong>di</strong> intervento che costituiscono gli obiettivi generali :<br />

1. Asse 1 - Miglioramento <strong>del</strong>la competitività <strong>del</strong> settore agricolo e forestale<br />

Oggetto e finalità<br />

2. Asse 2 - Miglioramento <strong>del</strong>l‘ambiente e <strong>del</strong>lo spazio rurale<br />

3. Asse 3 - Qualità <strong>del</strong>la vita nelle zone rurali e <strong>di</strong>versificazione <strong>del</strong>l‘economia rurale<br />

4. Asse 4 - Approccio Leader<br />

Struttura sintetica<br />

<strong>Il</strong> PSR è articolato in 16 capitoli:<br />

5. Titolo <strong>del</strong> programma <strong>di</strong> sviluppo rurale<br />

6. Stato membro e regione amministrativa<br />

7. Analisi <strong>del</strong>la situazione evidenziante i punti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> debolezza, la strategia scelta e la valutazione ex-ante<br />

8. Giustificazione <strong>del</strong>le priorità selezionate con riferimento agli orientamenti strategici comunitari e al piano strategico nazionale, nonché impatto previsto secondo la valutazione exante<br />

9. Descrizione degli assi e <strong>del</strong>le misure proposte per ciascuno <strong>di</strong> esse<br />

10. Piano finanziario<br />

11. Ripartizione in<strong>di</strong>cativa per Misura <strong>di</strong> Sviluppo Rurale<br />

12. Tabella sui finanziamenti nazionali aggiunti per asse<br />

13. Gli elementi necessari alla valutazione ai sensi <strong>del</strong>le norme sulla concorrenza e, se <strong>del</strong> caso, l‘elenco dei regimi <strong>di</strong> aiuto autorizzati a norma degli Articoli 87, 88 e 89 <strong>del</strong> Trattato<br />

che saranno utilizzati per l‘attuazione dei programmi<br />

14. Informazioni sulla complementarietà con le misure finanziate dagli altri strumenti <strong>del</strong>la politica agricola comune, attraverso la politica <strong>di</strong> coesione e dal Fondo europeo per la pesca<br />

15. Designazione <strong>del</strong>le autorità competenti e degli organismi responsabili<br />

16. Descrizione dei sistemi <strong>di</strong> sorveglianza e valutazione, nonché composizione <strong>del</strong> comitato <strong>di</strong> sorveglianza<br />

17. Disposizioni volte a dare adeguata pubblicità al programma<br />

18. Designazione <strong>del</strong>le parti consultate e risultati <strong>del</strong>la consultazione<br />

19. Parità tra uomini e donne e non <strong>di</strong>scriminazione<br />

20. Assistenza tecnica.<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

PRESSIONI/IMPATTI<br />

RIF Testo estratto<br />

(....)<br />

Asse 2 - Miglioramento <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong>lo spazio rurale attraverso la gestione <strong>del</strong> territorio;<br />

Cap. 3, Par. 3.3<br />

OS 7 Promozione <strong>del</strong> risparmio idrico - OS 8 Riduzione <strong>del</strong>l’inquinamento dei corpi idrici<br />

Fabbisogni<br />

L‘analisi degli utilizzi <strong>del</strong>l‘acqua in Toscana inserita nella valutazione ex-ante è quella su cui maggiormente l‘uso degli in<strong>di</strong>catori baseline proposti dal CMEF e aggiuntivi proposti dal<br />

70


valutatore ha potuto integrare efficacemente l‘analisi socio-economica per l‘in<strong>di</strong>viduazione dei fabbisogni a cui il PSR si propone <strong>di</strong> rispondere. Ne emerge una situazione <strong>di</strong> forte prelievo <strong>di</strong><br />

acqua ad uso irriguo complessivamente ridotta rispetto alle superfici potenzialmente irrigabili ma concentrata localmente e stagionalmente che, unita ai prelievi industriali, concentrati nelle<br />

medesime aree, contribuisce alla creazione <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong> crisi.<br />

L‘in<strong>di</strong>catore baseline <strong>di</strong> contesto aggiuntivo (BC 15) mette in evidenza la prevalenza <strong>del</strong> prelievo <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong> falda da parte <strong>del</strong>le aziende agricole che contribuisce al peggioramento <strong>del</strong>la<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> salinizzazione <strong>del</strong>le falde non solo in aree costiere. Altri in<strong>di</strong>catori baseline rilevano situazioni critiche rispetto alla risorsa idrica (BO 20 – carichi potenziali <strong>di</strong> azoto – Toscana<br />

72, Italia 37, Europa-15 55).<br />

RISPOSTE<br />

RIF Testo estratto<br />

3.2 Le strategie scelte per affrontare i punti <strong>di</strong> forza ed i punti <strong>di</strong> debolezza<br />

1. Assi, priorità generali, obiettivi specifici <strong>del</strong> PSR Toscana<br />

(....)<br />

Asse 2 - Miglioramento <strong>del</strong>l'ambiente e <strong>del</strong>lo spazio rurale<br />

Asse 2 - Miglioramento <strong>del</strong>l'ambiente e <strong>del</strong>lo spazio rurale<br />

(....)<br />

A fronte <strong>di</strong> queste problematiche si ritiene che i principali aspetti critici d‘interesse nell‘ambito <strong>del</strong> PSR siano:<br />

(....)<br />

- la riduzione <strong>del</strong>l‘impatto <strong>del</strong>le pratiche agricole, con particolare riferimento alla protezione quantitativa e qualitativa <strong>del</strong>le risorse idriche (quasi il 50% <strong>del</strong>l‘acqua impiegata in Toscana<br />

proviene da falde sotterranee) e alla conservazione <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità e <strong>del</strong> paesaggio (la Toscana ha ancora un patrimonio <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 1000 specie selvatiche animali e vegetali censite);<br />

- la conservazione e la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo (più <strong>del</strong> 60% <strong>del</strong> suolo regionale è a rischio <strong>di</strong> erosione) e <strong>del</strong>la copertura forestale;<br />

Capitolo 3 - Par. 3.2 (....)<br />

In relazione a tali criticità, gli obiettivi prioritari e gli obiettivi specifici in<strong>di</strong>viduati sono i seguenti:<br />

Capitolo 3 - Par. 3.2<br />

estratto dalla tabella<br />

Asse Obiettivi prioritari PSR Obiettivi specifici PSR<br />

2<br />

Tutela qualitativa e quantitativa <strong>del</strong>le risorse idriche<br />

superficiali e profonde<br />

7. Promozione <strong>del</strong> risparmio idrico<br />

8. Riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento dei corpi idrici<br />

(....)<br />

Obiettivo prioritario: Tutela qualitativa e quantitativa <strong>del</strong>le risorse idriche superficiali e profonde<br />

Con questo OP si recepisce la priorità comunitaria <strong>del</strong> ‗Regime <strong>del</strong>le acque‘, cui è collegato un corrispondente obiettivo prioritario nella strategia nazionale relativo alla ‗Tutela qualitativa e<br />

quantitativa <strong>del</strong>le risorse idriche superficiali e profonde‘. In questo ambito occorre prevedere interventi che favoriscano l‘implementazione a me<strong>di</strong>o termine <strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettiva quadro per le acque<br />

2000/60/CE e che, nel contempo, siano sinergici con quanto previsto dalla con<strong>di</strong>zionalità. Gli OS che fanno riferimento a questa priorità sono i seguenti.<br />

OS 7. Promozione <strong>del</strong> risparmio idrico<br />

Dall‘analisi <strong>del</strong>la situazione emerge che in regione le principali pressioni sulle risorse idriche derivano dai consumi civili e produttivi non agricoli. La domanda <strong>di</strong> acqua per uso irriguo da parte<br />

<strong>del</strong>l‘agricoltura, seppur complessivamente inferiore rispetto al fabbisogno degli altri settori, contribuisce localmente alla creazione <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong> crisi soprattutto nel periodo estivo. E‘ utile<br />

sottolineare come, essendo l‘entità dei fabbisogni irrigui globali connessa alle colture praticate, localmente la concentrazione su aree ristrette <strong>di</strong> colture fortemente idroesigenti (es.<br />

ornamentali in Provincia <strong>di</strong> Pistoia o floricole in Provincia <strong>di</strong> Lucca) può determinare prelievi piuttosto intensi. Si evidenzia anche come situazioni locali <strong>di</strong> scarsa <strong>di</strong>sponibilità idrica o <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salinizzazione <strong>del</strong>le falde (costa grossetana e livornese) hanno significativamente aumentato la <strong>di</strong>ffusione degli impianti <strong>di</strong> irrigazione localizzata nell‘ambito <strong>del</strong>le colture <strong>di</strong><br />

pieno campo, sia erbacee che arboree. Nonostante ciò, il fenomeno <strong>del</strong>l‘ingressione <strong>di</strong> acqua marina in molti acquiferi costieri minaccia una compromissione permanente <strong>del</strong>le falde<br />

sotterranee. E‘ necessario pertanto, in particolare nelle zone critiche <strong>del</strong>le pianure costiere, promuovere la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> irrigazione che consentano il risparmio idrico e sostenere<br />

la conversione <strong>del</strong>le colture irrigue in colture asciutte a ridotta o nulla esigenza <strong>di</strong> acqua.<br />

71


Capitolo 5 - Par. 5.3 -<br />

5.3.1.1 -5.3.1.1.1<br />

Misure Finalità<br />

111. Azioni nel campo <strong>del</strong>la formazione professionale<br />

e <strong>del</strong>l‘informazione (art. 21)<br />

114. Ricorso a servizi <strong>di</strong> consulenza da parte degli<br />

impren<strong>di</strong>tori agricoli e forestali (art. 24)<br />

121. Ammodernamento <strong>del</strong>le aziende agricole (art. 26)<br />

125. Miglioramento e sviluppo <strong>del</strong>le infrastrutture in<br />

parallelo con lo sviluppo e l‘adeguamento <strong>del</strong>l‘agricoltura<br />

e <strong>del</strong>la silvicoltura (art. 30)<br />

214. Pagamenti agroambientali (art. 39)<br />

Per promuovere e <strong>di</strong>ffondere le conoscenze relative alle pratiche che<br />

garantiscono un minor impiego <strong>di</strong> acqua<br />

Per supportare le imprese nelle azioni finalizzate al<br />

risparmio idrico<br />

La misura sostiene investimenti finalizzati alla riduzione dei consumi idrici<br />

nei processi produttivi<br />

Consente <strong>di</strong> migliorare le con<strong>di</strong>zioni generali <strong>di</strong> impiego <strong>del</strong>la risorsa<br />

idrica, riducendo i prelievi in falda e le <strong>di</strong>spersioni.<br />

Gli impegni agroambientali comprendono la riduzione <strong>del</strong>le colture irrigue,<br />

con conseguente risparmio idrico<br />

221. Imboschimento <strong>di</strong> terreni agricoli (art.43) La non utilizzazione dei terreni a fini agricoli riduce il consumo <strong>di</strong> acqua<br />

OS 8. Riduzione <strong>del</strong>l’inquinamento dei corpi idrici<br />

La situazione <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le acque in regione è molto <strong>di</strong>fferenziata, sempre in rapporto alla asimmetrica <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>lo sviluppo socioeconomico registratosi negli ultimi cinquant‘anni: la<br />

qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei è scarsa nelle zone maggiormente sviluppate, con un maggior carico <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti e <strong>di</strong> attività produttive (valdarno e costa nord) mentre<br />

nella restante parte <strong>del</strong> territorio la situazione è decisamente migliore, fatta eccezione per le zone dove sono proprio le attività agricole e zootecniche a creare i maggiori problemi (val <strong>di</strong><br />

chiana, zona Pescia/Pistoia/Viareggio, costa livornese) dovuti all‘inquinamento <strong>del</strong>le falde da nitrati e da altri composti derivati da prodotti impiegati in agricoltura. L‘azione <strong>del</strong> PSR in questo<br />

campo si deve esplicare sia a livello <strong>di</strong> sostegno agli investimenti aziendali volti alla depurazione e al reimpiego <strong>del</strong>le acque utilizzate per i processi produttivi, sia sostenendo tecniche <strong>di</strong><br />

produzione agricole e zootecnica a minor impatto sul sistema idrico, in particolare per quanto riguarda la riduzione <strong>del</strong>l‘impiego <strong>di</strong> fertilizzanti e fitofarmaci.<br />

Misure Finalità<br />

111. Azioni nel campo <strong>del</strong>la formazione professionale Per promuovere e <strong>di</strong>ffondere le conoscenze relative alle pratiche che<br />

e <strong>del</strong>l‘informazione (art. 21)<br />

garantiscono la riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento <strong>del</strong>le acque<br />

114. Ricorso a servizi <strong>di</strong> consulenza da parte degli Per supportare le imprese nelle azioni finalizzate alla <strong>di</strong>minuzione<br />

impren<strong>di</strong>tori agricoli e forestali (art. 24)<br />

<strong>del</strong>l‘impatto sui corpi idrici dei processi produttivi<br />

121. Ammodernamento <strong>del</strong>le aziende agricole (art.26) La misura sostiene investimenti finalizzati alla riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento<br />

derivante dai processi produttivi<br />

123. Accrescimento <strong>del</strong> valore aggiunto dei prodotti<br />

agricoli e forestali (art. 28)<br />

Idem<br />

214. Pagamenti agroambientali (art. 39) Per <strong>di</strong>minuire l‘impatto <strong>del</strong>le pratiche agricole sulle acque<br />

221. Imboschimento <strong>di</strong> terreni agricoli (art.43) La riduzione <strong>del</strong>l‘intensità <strong>del</strong>le pratiche <strong>di</strong> coltivazione riduce l‘apporto <strong>di</strong><br />

fertilizzanti e fitofarmaci<br />

1. Denominazione <strong>del</strong>la misura: Azioni nel campo <strong>del</strong>la formazione professionale<strong>del</strong>l‘informazione, inclusa la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> conoscenze scientifiche e pratiche innovative, rivolteagli addetti<br />

<strong>del</strong> settore agricolo, alimentare e forestale (art. 20,a,i/art. 21 Reg. (CE) 1698/05)<br />

2. Co<strong>di</strong>ce misura: 111<br />

3. Obiettivi <strong>del</strong>la misura<br />

(...)<br />

La misura è prioritariamente orientata al miglioramento <strong>del</strong>le competenze degli operatori dei settori agricolo e forestale, in particolare favorendo la ‗Diffusione <strong>del</strong>le informazioni e <strong>del</strong>le<br />

72


Capitolo 5 - Par. 5.3 -<br />

5.3.1.1 - 5.3.1.1. 4<br />

Capitolo 5 - Par. 5.3 -<br />

5.3.1.2 - 5.3.1.2.1<br />

conoscenze e rafforzamento <strong>del</strong>le competenze professionali‘ (obiettivo specifico prioritario <strong>del</strong>la misura), favorendo anche la <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>le conoscenze in materia <strong>di</strong> sicurezza sui luoghi <strong>di</strong><br />

lavoro .<br />

La misura contribuisce, inoltre, al conseguimento <strong>di</strong> tutti gli altri obiettivi specifici relativi all‘asse 1 e all‘asse 2:<br />

(...)<br />

• ―promozione <strong>del</strong> risparmio idrico‖ (promuovendo e <strong>di</strong>ffondendo le conoscenze relative alla pratiche che garantiscono un minor impiego <strong>di</strong> acqua);<br />

• ―riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento dei corpi idrici‖ (promuovendo e <strong>di</strong>ffondendo le conoscenze relative alla pratiche che garantiscono la riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento <strong>del</strong>le acque);<br />

(...)<br />

1. Denominazione <strong>del</strong>la Misura: Ricorso a servizi <strong>di</strong> consulenza da parte degli impren<strong>di</strong>tori agricoli e forestali (art. 20, a,iv, art. 24 <strong>del</strong> Reg. (CE) 1698/05).<br />

2. Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la misura: 114<br />

3. Obiettivi <strong>del</strong>la misura<br />

La misura è prioritariamente orientata al miglioramento <strong>del</strong>la competitività <strong>del</strong> settore agricolo-forestale in particolare favorendo il ―consolidamento e lo sviluppo <strong>del</strong>le aziende sul territorio e<br />

sui mercati me<strong>di</strong>ante la promozione e la <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>l‘innovazione‖ (obiettivo specifico prioritario <strong>del</strong>la misura) e <strong>del</strong>le conoscenze in materia <strong>di</strong> sicurezza sui luoghi <strong>di</strong> lavoro .<br />

La misura contribuisce, inoltre, anche al conseguimento <strong>di</strong> tutti gli altri obiettivi specifici relativi all‘asse 1 e all‘asse 2:<br />

(...)<br />

• ―promozione <strong>del</strong> risparmio idrico‖ (supportando le imprese nelle azioni finalizzate alla <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong> consumo idrico);<br />

• ―riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento dei corpi idrici‖ (supportando le imprese nelle azioni finalizzate alla <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>l‘impatto dei processi produttivi sui corpi idrici);<br />

(...)<br />

1. Denominazione <strong>del</strong>la misura: Ammodernamento <strong>del</strong>le aziende agricole (art. 20,b,i/art. 26 Reg.(CE) n. 1698/05)<br />

2. Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la misura: 121<br />

3. Obiettivi <strong>del</strong>la misura<br />

(...)<br />

Le finalità <strong>di</strong> miglioramento <strong>del</strong> ren<strong>di</strong>mento globale aziendale in termini <strong>di</strong> miglioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le produzioni, <strong>del</strong>la sostenibilità ambientale e <strong>del</strong>la situazione aziendale in termini <strong>di</strong><br />

sicurezza sul lavoro e <strong>di</strong> igiene e benessere degli animali collegano la misura anche ai seguenti obiettivi specifici <strong>di</strong> programma:<br />

(...)<br />

- ―promozione <strong>del</strong> risparmio idrico‖ (sostenendo interventi finalizzati alla riduzione dei consumi idrici nei processi produttivi);<br />

- ―riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento dei corpi idrici‖ (sostenendo interventi finalizzati alla riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento derivante dai processi produttivi);<br />

(...)<br />

Di seguito si elencano le tipologie <strong>di</strong> investimento considerate prioritarie per ciascuno dei comparti produttivi presi in esame nell‘analisi <strong>del</strong> contesto, in cui per ciascuno <strong>di</strong> essi sono state<br />

evidenziate le esigenze strutturali e territoriali e i fabbisogni conseguenti.<br />

(...)<br />

Comparto floricolo:<br />

Investimenti per impianti <strong>di</strong> irrigazione a basso consumo<br />

Investimenti per il recupero <strong>del</strong>le acque <strong>di</strong> irrigazione e/o fertirrigazione<br />

(...)<br />

Comparto vivaistico:<br />

Investimenti per il recupero <strong>del</strong>le acque <strong>di</strong> irrigazione e/o fertirrigazione<br />

(...)<br />

Comparto ortofrutticolo:<br />

Realizzazione <strong>di</strong> impianti irrigui ad alta efficienza<br />

(...)<br />

Comparto tabacco:<br />

Realizzazione <strong>di</strong> nuovi impianti irrigui ad alta efficienza per ridurre i consumi idrici<br />

(...)<br />

4. Descrizione <strong>del</strong>la misura e articolazione interna<br />

73


Capitolo 5 - Par. 5.3 -<br />

5.3.1.2 - 5.3.1.2.3<br />

Capitolo 5 - Par. 5.3 -<br />

5.3.1.2 - 5.3.1.2.5<br />

(...)<br />

Le tipologie <strong>di</strong> investimenti materiali ammissibili sono le seguenti:<br />

(...)<br />

d. Realizzazione <strong>di</strong> nuovi impianti irrigui ad alta efficienza e impianti per la <strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>le acque reflue,<br />

fertirrigazione; opere <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> acque ad uso agricolo, nuovi invasi, recupero e/o miglioramento degli<br />

esistenti.<br />

(...)<br />

1. Denominazione <strong>del</strong>la misura: Accrescimento <strong>del</strong> valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali (art. 20,b,iii/art 28 Reg. (CE) 1698/05)<br />

2. Co<strong>di</strong>ce Misura: 123<br />

3. Obiettivi <strong>del</strong>la misura<br />

(...)<br />

La misura persegue, inoltre, anche i seguenti obiettivi specifici:<br />

(...)<br />

- ―riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento dei corpi idrici‖ (sostenendo interventi finalizzati alla riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento derivante dai processi produttivi, valorizzando i sottoprodotti residui <strong>del</strong>l‘attività<br />

<strong>di</strong> trasformazione; migliorando l‘impatto <strong>del</strong>le attività <strong>di</strong> lavorazione dei prodotti);<br />

4. Descrizione <strong>del</strong>la misura ed articolazione interna.<br />

<strong>Il</strong> miglioramento <strong>del</strong> ren<strong>di</strong>mento globale <strong>del</strong>l‘impresa deve riferirsi ad almeno uno degli aspetti specifici elencati nel prospetto seguente:<br />

(...)<br />

Miglioramento ambientale in termini <strong>di</strong>:<br />

(...)<br />

Risparmio idrico<br />

(...)<br />

1. Denominazione <strong>del</strong>la misura. Miglioramento e sviluppo <strong>del</strong>le infrastrutture in parallelo con lo sviluppo e l‘adeguamento <strong>del</strong>l‘agricoltura e <strong>del</strong>la silvicoltura (art. 20, b, v/art. 30 Reg. (CE)<br />

1698/2005).<br />

2. Co<strong>di</strong>ce misura: 125<br />

3. Obiettivi <strong>del</strong>la misura<br />

(...)<br />

La misura persegue, inoltre, anche i seguenti obiettivi specifici:<br />

• ―promozione <strong>del</strong> risparmio idrico‖ (consentendo <strong>di</strong> migliorare le con<strong>di</strong>zioni generali <strong>di</strong> impiego <strong>del</strong>la risorsa idrica, riducendo i prelievi in falda e le <strong>di</strong>spersioni)<br />

(...)<br />

4. Descrizione <strong>del</strong>la misura e articolazione interna<br />

La misura sostiene gli interventi <strong>di</strong> realizzazione o miglioramento <strong>di</strong> infrastrutture a servizio <strong>del</strong>le aziende agricole e forestali, e in particolare:<br />

a. il rifacimento e il miglioramento <strong>del</strong>la viabilità interpoderale e vicinale me<strong>di</strong>ante il miglioramento <strong>del</strong> tracciato, <strong>del</strong>la carreggiata, <strong>del</strong>le banchine, dei canali <strong>di</strong> scolo sia paralleli che<br />

trasversali alla carreggiata.:<br />

b. il potenziamento, miglioramento e adeguamento <strong>del</strong>la viabilità forestale interaziendale me<strong>di</strong>ante:<br />

i. la realizzazione <strong>di</strong> nuove strade o piste forestali (camionabili, trattorabili) finalizzate a permettere la gestione <strong>di</strong> popolamenti forestali e, in generale, a permettere il collegamento<br />

<strong>del</strong>le zone boscate con la viabilità pubblica asfaltata;<br />

ii. il miglioramento, l‘adeguamento e la messa a norma <strong>del</strong>le strade e piste forestali interaziendali esistenti, attraverso l‘esecuzione <strong>di</strong><br />

interventi <strong>di</strong> allargamento, realizzazione o ripristino <strong>del</strong>la rete scolante, realizzazione o ripristino <strong>di</strong> attraversamenti e <strong>di</strong> altre opere<br />

accessorie, stabilizzazione <strong>del</strong> fondo stradale, consolidamento o ripristino <strong>del</strong>le scarpate stradali.<br />

c. la realizzazione e il miglioramento <strong>del</strong>le infrastrutture per l‘adduzione <strong>di</strong> acqua potabile e per uso irriguo interaziendale. In particolare sono finanziati:<br />

i. nuovi acquedotti rurali interaziendali per uso potabile da impiegare a fini produttivi;<br />

ii. nuove strutture consortili per l‘adduzione <strong>di</strong> acque superficiali ad uso irriguo (costruzione <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> adduzione intubate dalla fonte fino ai punti <strong>di</strong> prelievo aziendale; stazioni <strong>di</strong><br />

pompaggio e impianti <strong>di</strong> filtraggio);<br />

iii. vasche e piccoli invasi <strong>di</strong> accumulo interaziendali per la raccolta <strong>di</strong> acque superficiali da destinare ad uso irriguo;<br />

74


Capitolo 5 - Par. 5.3 –<br />

5.3.2.1 - 5.3.2.1.4<br />

(...)<br />

iv. miglioramento <strong>del</strong>le infrastrutture irrigue consortili esistenti per una maggiore efficienza <strong>del</strong> servizio irriguo (recupero <strong>del</strong>l‘efficienza degli invasi e <strong>del</strong>le vasche <strong>di</strong> accumulo<br />

attraverso il miglioramento <strong>del</strong>la raccolta <strong>del</strong>le acque, il rimo<strong>del</strong>lamento e l‘impermeabilizzazione, opere per la loro messa in sicurezza; opere per la riduzione <strong>del</strong>le per<strong>di</strong>te <strong>del</strong>le<br />

condotte e l‘intubamento dei canali a cielo aperto; miglioramento <strong>del</strong>l‘efficienza <strong>del</strong>le stazioni <strong>di</strong> pompaggio e degli impianti <strong>di</strong>filtrazione);<br />

v. nuove strutture irrigue collettive per l‘utilizzo irriguo <strong>di</strong> acque reflue depurate (realizzazione <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> adduzione intubate dall‘impianto <strong>di</strong> depurazione alle vasche <strong>di</strong> accumulo e<br />

da queste ai punti <strong>di</strong> prelievo aziendale; vasche <strong>di</strong> accumulo e <strong>di</strong> compenso; stazioni <strong>di</strong> filtraggio e pompaggio);<br />

vi. miglioramento ed adeguamento <strong>di</strong> strutture irrigue consortili preesistenti per l‘impiego irriguo <strong>di</strong> acque reflue depurate (opere per la riduzione <strong>del</strong>le per<strong>di</strong>te <strong>del</strong>le condotte e<br />

l‘intubamento canali a cielo aperto; miglioramento <strong>del</strong>l‘efficienza <strong>del</strong>le stazioni <strong>di</strong> pompaggio e impianti <strong>di</strong> filtraggio; rimo<strong>del</strong>lamento, impermeabilizzazione e copertura <strong>del</strong>le vasche<br />

<strong>di</strong> accumulo preesistenti).<br />

1. Denominazione <strong>del</strong>la misura. Pagamenti agro-ambientali (art. 36, a, iv/ art. 39 Reg. (CE) 698/05)<br />

2. Co<strong>di</strong>ce Misura: 214<br />

3. Obiettivi <strong>del</strong>la misura<br />

(...)<br />

La misura, sostenendo la <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>l‘impatto <strong>del</strong>le pratiche agricole sulle acque, è correlata prioritariamente all‘obiettivo specifico <strong>del</strong> PSR ―Riduzione <strong>del</strong>l‘inquinamento dei corpi idrici‖,<br />

ma per la varietà <strong>del</strong>le azioni in essa contemplate, contribuisce anche al conseguimento <strong>di</strong> altri obiettivi specifici <strong>di</strong> seguito elencati:<br />

―Promozione <strong>del</strong> risparmio idrico‖ (alcune azioni agro-ambientali prevedono la riduzione <strong>del</strong>le colture irrigue o l‘introduzione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> irrigazione a bassi volumi per consentire il risparmio<br />

idrico);<br />

Di seguito si presenta uno schema riepilogativo <strong>del</strong>la correlazione fra le singole azioni con gli obiettivi specifici <strong>del</strong> PSR e i relativi vantaggi ambientali attesi.<br />

Asse<br />

2<br />

Obiettivi specifici<br />

PSR<br />

....<br />

7. Promozione<br />

<strong>del</strong><br />

risparmio idrico<br />

8. Riduzione<br />

<strong>del</strong>l‘inquinamento<br />

dei corpi idrici<br />

Azioni (214) Vantaggi ambientali<br />

214. a 1 Introduzione o mantenimento <strong>del</strong>l‘agricoltura biologica<br />

214. a 2 Introduzione o mantenimento <strong>del</strong>l‘agricoltura integrata<br />

214. a 3 Conservazione <strong>del</strong>le risorse paesaggistiche e ambientali<br />

b. sospensione <strong>del</strong>le produzioni agricole con impossibilità <strong>di</strong><br />

ricavare qualsiasi tipo <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to<br />

d. colture per l‘alimentazione <strong>del</strong>la fauna selvatica<br />

214.a 4. incremento <strong>del</strong>la sostanza organica nei suoli attraverso<br />

l‘impiego <strong>di</strong> ammendanti compostati <strong>di</strong> qualità<br />

214. a 1 Introduzione o mantenimento <strong>del</strong>l‘agricoltura biologica<br />

214. a 2 Introduzione o mantenimento <strong>del</strong>l‘agricoltura integrata<br />

214. a 3 Conservazione <strong>del</strong>le risorse paesaggistiche e ambientali<br />

214. a 3 a. frammentazione <strong>del</strong>l‘uso <strong>del</strong> suolo e costituzione <strong>di</strong><br />

corridoi ecologici<br />

214. a 3 b. sospensione <strong>del</strong>le produzioni agricole con impossibilità<br />

<strong>di</strong> ricavare qualsiasi tipo <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to<br />

214. a 3 c. creazione <strong>di</strong> fasce tampone inerbite lungo la rete<br />

idrografica<br />

214. a 3 d. colture per l‘alimentazione <strong>del</strong>la fauna selvatica<br />

Diminuzione dei volumi idrici impiegabili sia attraverso limitazione degli<br />

apporti idrici sia l‘utilizzo <strong>di</strong> specifici meto<strong>di</strong> irrigui<br />

Cessazione <strong>del</strong>le pratiche irrigue<br />

Aumento <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sponibilità idrica<br />

<strong>del</strong> suolo<br />

Diminuzione <strong>del</strong>l‘impatto sulle<br />

acque <strong>del</strong>le pratiche agricole a<br />

seguito <strong>del</strong>la selezione e riduzione<br />

nell‘uso <strong>di</strong> fitofarmaci e fertilizzanti<br />

Sottrazione <strong>di</strong> terreni dalla<br />

coltivazione e creazione <strong>di</strong> barriere<br />

naturali alla <strong>di</strong>ffusione degli<br />

inquinanti<br />

75


Capitolo 5 - Par. 5.3 –<br />

5.3.2.2 - 5.3.2.2.1<br />

....<br />

4. Descrizione <strong>del</strong>la misura.<br />

La misura si sviluppa in due sottomisure:<br />

214 a Pagamenti Agroambientali;<br />

214 b Conservazione <strong>del</strong>le risorse genetiche;<br />

Nella sottomisura 214. a sono presenti le seguenti azioni, l‘apporto <strong>di</strong> ciascuna azione al raggiungimento degli obiettivi specifici sopra elencati è illustrato nelle singole schede <strong>di</strong> azione. Le<br />

azioni presenti nella sottomisura 214 a sono le seguenti:<br />

214. a 1; Introduzione o mantenimento <strong>del</strong>l‘agricoltura biologica – 45%<br />

214. a 2; Introduzione o mantenimento <strong>del</strong>l‘agricoltura integrata – 30%<br />

214. a 3;. Conservazione <strong>del</strong>le risorse paesaggistiche e ambientali – 15%<br />

214. a 4;. Incremento <strong>del</strong>la sostanza organica nei suoli attraverso l‘impiego <strong>di</strong> ammendanti compostati <strong>di</strong> qualità – 2%<br />

214. a 5; Inerbimento <strong>di</strong> seminativi e colture arboree nelle superfici con pendenza me<strong>di</strong>a superiore al 20% - 8% .<br />

(...)<br />

1. Denominazione <strong>del</strong>la misura. Imboschimento <strong>di</strong> terreni agricoli (art. 36, lett. b, i/art. 43 Reg. (CE) 1698/2005)<br />

2. Co<strong>di</strong>ce misura: 221<br />

3. Obiettivi <strong>del</strong>la misura<br />

(...)<br />

L‘obiettivo specifico che la misura persegue prioritariamente è quello <strong>di</strong> ―contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici‖. La misura, inoltre, contribuisce anche al conseguimento dei<br />

seguenti obiettivi specifici:<br />

• ―conservazione <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità e tutela <strong>del</strong>le specie selvatiche e <strong>di</strong> quelle coltivate o allevate‖ (in quanto la misura sostiene la costituzione <strong>di</strong> aree boschive e la rinaturalizzazione);<br />

• ―riduzione <strong>del</strong>l‘erosione <strong>del</strong> suolo‖ (in quanto la misura sostiene l‘impianto <strong>di</strong> boschi a finalità protettive).<br />

Tutto ciò in linea con i fabbisogni emersi nell‘analisi in merito ai principali temi ambientali e all‘in<strong>di</strong>cazione degli strumenti per sod<strong>di</strong>sfare detti fabbisogni, <strong>di</strong> seguito riportato:<br />

a) Favorire il mantenimento e il miglioramento <strong>del</strong>la variabilità spaziale <strong>del</strong>l‘ambiente rurale, attraverso:<br />

(...)<br />

b) Favorire la conservazione qualitativa <strong>del</strong>la risorsa idrica attraverso:<br />

l‘esecuzione <strong>di</strong> interventi forestali quali: a) attività <strong>di</strong> forestazione ambientale, b) creazione <strong>di</strong> fasce tampone, boschetti e filari, che oltre alla tutela qualitativa, contribuiscono a<br />

favorire l‘infiltrazione <strong>del</strong>le acque, l‘alimentazione <strong>del</strong>le falde, la creazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> espansione dei fiumi (da realizzare nelle aree a minore in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> boscosità e con maggior<br />

livello <strong>di</strong> inquinamento <strong>del</strong>le acque)<br />

c) Favorire l‘aumento <strong>del</strong>l‘assorbimento <strong>del</strong>la CO2 attraverso:<br />

(...)<br />

4. Descrizione <strong>del</strong>la misura e articolazione interna.<br />

La misura sostiene il primo imboschimento <strong>di</strong> superfici agricole, con creazione <strong>di</strong> superfici classificabili come ‗aree forestali‘ secondo la normativa regionale, me<strong>di</strong>ante:<br />

(...)<br />

c) realizzazione <strong>di</strong> impianti arborei, con funzione <strong>di</strong> filtro antinquinamento e <strong>di</strong> schermatura (paesaggistica, antirumore, ecc.), in prossimità <strong>di</strong> canali, corsi d‘acqua, infrastrutture lineari<br />

(strade, ferrovie, ecc.) o aree industriali, con ciclo superiore o uguale a 15 anni;<br />

(...)<br />

76


5.2.6- Programma Forestale Regionale<br />

TITOLO Programma Forestale Regionale<br />

Ente Regione Toscana<br />

Tipologia Deliberazione <strong>del</strong> Consiglio regionale<br />

Co<strong>di</strong>ce D.C.R. 13/12/2006 n° 125<br />

Ambito geografico Territorio regionale<br />

Ambito temporale 2007-2011<br />

l‘articolo 4 <strong>del</strong>la L.R. 21/03/2000 n.39 ―Legge forestale <strong>del</strong>la Toscana‖ ne definisce contenuti ed articolazione <strong>del</strong>l programma forestale regionale (PFR), con l‘obiettivo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le linee<br />

<strong>di</strong> sviluppo e <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong> patrimonio forestale toscano. Per la legge forestale <strong>del</strong>la Toscana il PFR:<br />

descrive lo stato e le caratteristiche dei boschi, inquadrandoli nel contesto ambientale ed economico <strong>del</strong>la Toscana; in<strong>di</strong>vidua le eventuali aree omogenee funzionali alla programmazione ed<br />

attuazione <strong>del</strong>l‘attività forestale; definisce gli obiettivi strategici ed i criteri generali per l‘esercizio, da parte degli Enti competenti, <strong>del</strong>le funzioni amministrative ad essi <strong>del</strong>egate nell‘ambito <strong>del</strong><br />

Oggetto e finalità settore forestale; in<strong>di</strong>vidua le tipologie e le modalità <strong>di</strong> attuazione degli interventi forestali, definendo le procedure per la presentazione, la valutazione, il finanziamento ed il monitoraggio dei<br />

programmi attuativi elaborati dagli Enti competenti determinando altresì l'entità e la <strong>di</strong>stribuzione territoriale dei contingenti <strong>di</strong> operai in amministrazione <strong>di</strong>retta; in<strong>di</strong>vidua gli obiettivi strategici<br />

per lo sviluppo e la valorizzazione <strong>del</strong>la selvicoltura privata; definisce, in attuazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>sposizioni <strong>del</strong>la L.R. 39/00, le modalità <strong>di</strong> realizzazione degli inventari speciali e <strong>del</strong>le iniziative <strong>di</strong><br />

ricerca, sperimentazione, educazione, informazione e qualificazione professionale nel settore forestale; in<strong>di</strong>vidua inoltre le previsioni <strong>di</strong> spesa e le relative fonti finanziarie nonché le<br />

Struttura sintetica<br />

procedure per la ren<strong>di</strong>contazione ed il monitoraggio finanziario.<br />

<strong>Il</strong> PFR è articolato nei seguenti capitoli:<br />

1. Inquadramento normativo e programmatico<br />

2. Quadro analitico<br />

3. Definizione degli obiettivi e <strong>del</strong>le azioni<br />

4. Strumenti <strong>di</strong> attuazione<br />

5. Raccordo con altri livelli istituzionali<br />

6. Valutazione <strong>di</strong> fattibilita‘ economico<br />

Allegati<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

RISPOSTE<br />

RIF Testo estratto<br />

In questa fase <strong>di</strong> programmazione si ritiene opportuno riprendere gli obiettivi strategici prioritari definiti dalle linee programmatiche <strong>del</strong>la politica forestale nazionale peraltro già ampiamente<br />

perseguiti nella programmazione precedente.<br />

Tali <strong>di</strong>rettive, tratte dal documento relativo alle linee guida, sono da riferirsi ai seguenti punti:<br />

Cap. 3, Par 3.1 - tutela <strong>del</strong>l‘ambiente, attraverso il mantenimento <strong>del</strong>le risorse forestali, al loro appropriato sviluppo al miglioramento <strong>del</strong> contributo <strong>del</strong> ciclo globale <strong>del</strong> carbonio, al mantenimento <strong>del</strong>la<br />

salute e vitalità <strong>del</strong>l‘ecosistema forestale, alla conservazione e allo sviluppo <strong>del</strong>la <strong>di</strong>versitàbiologica negli ecosistemi forestali ed al mantenimento <strong>del</strong>le funzioni protettive nella gestione<br />

forestale con particolare riguardo all‘assetto idrogeologico e alla tutela <strong>del</strong>le acque;<br />

-<br />

(....)<br />

(....)<br />

Per il potenziamento <strong>del</strong>le imprese si prevedono una serie <strong>di</strong> azioni gia‘ in<strong>di</strong>cate in altri paragrafi <strong>del</strong> piano e che saranno sostenute prevalentemente con i contributi previsti dal Piano <strong>di</strong><br />

Sviluppo Rurale Regionale e in particolare:<br />

Cap. 3, Par 3.2..3 - (....)<br />

- lo sviluppo <strong>del</strong>la multi<strong>di</strong>sciplinarieta‘ <strong>del</strong>le imprese. Quest‘ultimo aspetto assume particolare rilevanza perché consente all‘impresa forestale <strong>di</strong> non limitare la propria attività al solo<br />

intervento forestale, ma <strong>di</strong> operare anche in settori <strong>di</strong> valenza ambientale contermini o in spaccati a valle <strong>del</strong>la filiera con rilevanti vantaggi sia in termini <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong> territorio che <strong>di</strong><br />

ricaduta economica. I possibili campi <strong>di</strong> intervento sono in sintesi i seguenti:<br />

77


Cap. 3, Par 3.2.5.1<br />

Cap. 3, Par 3.2.9.2<br />

Cap. 4, 4.2.1<br />

1. la tutela e la manutenzione <strong>del</strong> territorio soprattutto per quanto concerne le sistemazioni idraulico-forestali. Per questi interventi le aziende e le cooperative agroforestali<br />

si possono porre come soggetti esecutivi con budget limitato nei confronti <strong>di</strong> soggetti appaltanti pubblici, ai sensi <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>sposto dagli articoli 14 e 15 <strong>del</strong>la<br />

Legge Forestale <strong>del</strong>la Toscana;<br />

2. ...<br />

Per quanto riguarda le sistemazioni idraulico forestali ed il controllo <strong>del</strong>la vegetazione in alveo, occorre considerare che le risorse annualmente destinate a tali interventi, spesso rilevatesi<br />

insufficienti rispetto all‘effettivo fabbisogno espresso dal territorio, rimarranno sostanzialmente stabili, stante l‘attuale obiettivo generale <strong>di</strong> contenimento <strong>del</strong>la spesa pubblica; per questo<br />

motivo, nell‘attuazione <strong>del</strong> PFR 2007-2011, gli Enti competenti dovranno ricercare,nella elaborazione dei propri programmi <strong>di</strong> intervento,il massimo coor<strong>di</strong>namento con l‘azione degli altri<br />

soggetti preposti alla tutela e <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo, quali Consorzi <strong>di</strong> bonifica ed <strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> bacino, al fine <strong>di</strong> sfruttare al massimo le sinergie dei rispettivi strumenti finanziari.<br />

In particolare la programmazione annuale nel settore forestale dovrà essere coor<strong>di</strong>nata con l‘attività <strong>di</strong> manutenzione or<strong>di</strong>naria <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> bonifica nei casi in cui all‘ Ente competente, ai<br />

sensi <strong>del</strong>la L.R. 39/00, siano state anche attribuite le funzioni relative all‘attività <strong>di</strong> bonifica e questo con l‘obiettivo <strong>di</strong> evitare duplicazioni <strong>di</strong> funzioni e cattivo uso <strong>del</strong>le risorse finanziarie.<br />

Sempre in funzione <strong>del</strong>la stabilizzazione dei livelli <strong>di</strong> spesa e <strong>del</strong>la conseguente necessità <strong>di</strong> massimizzare l‘efficacia degli interventi, si confermano anche nel presente programma, quali<br />

riferimenti per l‘attività <strong>di</strong> programmazione e progettazione degli Enti competenti, le in<strong>di</strong>cazioni riportate nei documenti <strong>di</strong> programmazione regionale nel settore forestale già a partire dalla<br />

fine degli anni 80, ovvero che si possa intervenire con i finanziamenti <strong>del</strong> settore forestale su:<br />

sistemazione <strong>di</strong> frane ed aree in <strong>di</strong>ssesto idrogeologico, limitatamente alle sole aree forestali, tramite canalizzazione <strong>del</strong>le acque <strong>di</strong> superficie, piccole opere <strong>di</strong> consolidamento e interventi<br />

sulla vegetazione;<br />

sistemazione dei corsi d‘acqua minori, con interventi <strong>di</strong> sponda e in alveo per contenere l‘azione erosiva;<br />

controllo <strong>del</strong>la vegetazione in alveo, ripulitura e ripristino <strong>del</strong>le normali sezioni <strong>di</strong> deflusso dei corsi d‘acqua minori;<br />

Considerata la notevole quantità <strong>di</strong> sistemazioni idraulico forestali realizzate negli ultimi anni <strong>di</strong> fondamentale importanza sarà l‘avvio, da parte dei singoli Enti competenti, <strong>di</strong> una efficace e<br />

puntuale programmazione degli interventi per la manutenzione or<strong>di</strong>naria al fine <strong>di</strong> garantire efficienza e durata <strong>del</strong>le sistemazioni stesse; tale attività dovrà essere impostata a partire dalla<br />

localizzazione degli interventi realizzati, prevista all‘interno <strong>del</strong>la procedura informatica utiizzata per la formazione ed il monitoraggio dei piani annuali <strong>di</strong> attuazione degli interventi pre<strong>di</strong>sposti<br />

da ciascun Ente competente, procedura che potrà eventualmente essere implementata con un modulo <strong>di</strong> cartografia funzionale a tale attività. E‘ importante sottolineare che questo tipo <strong>di</strong><br />

attività, nella quale dovrà essere privilegiato il ricorso all‘amministrazione <strong>di</strong>retta, in modo da sfruttare la maggior flessibilità e prontezza <strong>di</strong> impiego <strong>del</strong>le maestranze forestali <strong>di</strong>pendenti dai<br />

singoli Enti rispetto al ricorso alle imprese forestali, non è destinato in alcun modo a sostituirsi o assorbire l‘attività <strong>di</strong> manutenzione <strong>del</strong>le opere sistematorie realizzate nell‘ambito <strong>del</strong>la<br />

normativa in materia <strong>di</strong> bonifica, attività per la quale la stessa normativa detta precise <strong>di</strong>sposizioni, in<strong>di</strong>viduando nella contribuenza, raccolta dai soggetti titolari <strong>del</strong>le funzioni <strong>di</strong><br />

bonifica, lo strumento atto a garantirne la copertura finanziaria.<br />

Al fine <strong>di</strong> garantire il raggiungimento <strong>di</strong> tali obiettivi gli uffici <strong>del</strong>la Giunta, in stretta collaborazione con gli Enti competenti, verificheranno competenze e capacità professionali <strong>del</strong>le<br />

maestranze forestali alle <strong>di</strong>pendenze degli Enti stessi attivando, in caso <strong>di</strong> necessità, le opportune iniziative <strong>di</strong> aggiornamento e qualificazione professionale secondo le <strong>di</strong>sposizioni <strong>del</strong>la<br />

DGR 978/03.<br />

Si ritiene inoltre opportuno riconfermare le in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong> precedente P.F.R. relativamente alle modalità <strong>di</strong> realizzazione <strong>del</strong>le nuove sistemazioni idraulico forestali che dovranno<br />

privilegiare l‘utilizzo <strong>di</strong> materiali naturali quali pietra e legname e <strong>del</strong>le tecniche <strong>del</strong>l‘ingegneria naturalistica sfruttando, in questo settore, l‘elevata competenza e capacità professionale<br />

raggiunta dalle imprese iscritte all‘Albo regionale <strong>del</strong>le imprese agricolo forestali previsto dall‘art. 13 <strong>del</strong>la L.R. 39/00.<br />

Nella progettazione e realizzazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> sistemazione <strong>di</strong> versanti e <strong>di</strong> sistemazione dei corsi d‘acqua minori, attuati nell‘ambito <strong>del</strong>l‘attività <strong>di</strong>sciplinata dal presente programma gli<br />

Enti dovranno porre particolare attenzione al rispetto <strong>del</strong>le ―Direttive sui criteri progettuali per l'attuazione degli interventi in materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa idrogeologica‖ <strong>di</strong> cui alla Deliberazione <strong>del</strong><br />

Consiglio regionale n. 155 <strong>del</strong> 20 maggio 1997.<br />

Le principali linea <strong>di</strong> ricerca da promuovere nella RegioneToscana<br />

- (...)<br />

- Protezione <strong>del</strong> suolo:<br />

- definizione <strong>di</strong> linee guida per la gestione e manutenzione <strong>del</strong> territorio agro-forestale al fine <strong>di</strong> prevenire e mitigare gli effetti <strong>del</strong> <strong>di</strong>ssesto idrogeologico;<br />

- <strong>di</strong>ffusione nell‘impiego <strong>del</strong>le tecniche <strong>di</strong> ingegneria naturalistica per la sistemazione dei corsi d‘acqua e dei versanti e monitoraggio degli interventi.<br />

- (...)<br />

4.2.1 Interventi a carattere or<strong>di</strong>nario in amministrazione <strong>di</strong>retta<br />

Gli interventi previsti per la gestione or<strong>di</strong>naria sono riconducibili alle seguenti tipologie:<br />

- (...)<br />

- B - in tutti i terreni, sia pubblici che privati:<br />

(...)<br />

78


Cap. 4, 4.2.3<br />

manutenzione or<strong>di</strong>naria e controllo <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> sistemazione idraulico-forestale, in particolare quelle realizzate con tecniche <strong>di</strong> ingegneria naturalistica;<br />

ralizzazione <strong>di</strong> piccoli interventi <strong>di</strong> sistemazione idraulico-forestale con tecniche <strong>di</strong> ingegneria naturalistica e loro manutenzione;<br />

(...)<br />

Interventi a carattere straor<strong>di</strong>nario in affidamento<br />

(...)<br />

In particolare si dovrà ricorrere all‘affidamento a soggetti<br />

esterni per l‘esecuzione <strong>di</strong>:<br />

- (...)<br />

- sistemazioni idraulico-forestali e in particolare sistemazione <strong>di</strong> aree in <strong>di</strong>ssesto, stabilizzazione dei versanti e ripristino <strong>del</strong> normale deflusso <strong>del</strong>le acque, stabilizzazione degli alvei e<br />

controllo <strong>del</strong>la vegetazione all‘interno <strong>del</strong> letto <strong>di</strong> piena e sulle fasce spondali;<br />

- (...)<br />

- realizzazione <strong>di</strong> opere antincen<strong>di</strong>o (laghetti, cesse e viali parafuoco, ecc<br />

79


5.2-7-Piano regionale per la pesca nelle acque interne<br />

TITOLO Piano Regionale per la Pesca nelle acque interne<br />

Ente Regione Toscana<br />

Tipologia Deliberazione <strong>del</strong> Consiglio Regionale<br />

Co<strong>di</strong>ce D.C.R. 16 maggio 2007 n. 52<br />

Ambito geografico Territorio regionale<br />

Ambito temporale 2007-2012<br />

Oggetto e finalità L‘art.8 <strong>del</strong>la Legge Regionale <strong>del</strong> 3 gennaio 2005 n.7 ―Gestione <strong>del</strong>le risorse ittiche e regolamentazione <strong>del</strong>la pesca in acque interne‖ introduce un nuovo strumento <strong>di</strong> programmazione<br />

prevedendo che la Regione approvi il piano regionale per la pesca nelle acque interne. Questo è lo strumento programmatico con il quale la Regione assume iniziative e detta in<strong>di</strong>rizzi al fine<br />

<strong>di</strong> perseguire l‘obiettivo primario <strong>di</strong> conservazione, incremento e riequilibrio <strong>del</strong>le popolazioni ittiche per assicurarne la corretta fruibilità nel pieno rispetto dei principi <strong>di</strong> tutela e salvaguar<strong>di</strong>a<br />

degli ecosistemi acquatici. <strong>Il</strong> piano ha vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 6 anni. La finalità <strong>del</strong> piano regionale, sopra richiamata, si realizza attraverso i seguenti obiettivi generali:<br />

- sud<strong>di</strong>visione in zone ittiche dei corpi idrici;<br />

- ottimizzazione <strong>del</strong>la gestione e tutela <strong>del</strong>la fauna ittica;<br />

- realizzazione degli istituti previsti dalla L.R. 7/2005;<br />

- uniforme esercizio <strong>del</strong>la pesca <strong>di</strong>lettantistica, sportiva e professionale nelle acque interne;<br />

- in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le specie ittiche alloctone e relative misure <strong>di</strong> contenimento;<br />

- partecipazione <strong>del</strong>le associazionismo alla programmazione, alla gestione ittica e alle funzioni <strong>di</strong> vigilanza.<br />

Gli obiettivi specifici, le iniziative e gli in<strong>di</strong>rizzi saranno attuati dalle Amministrazioni Provinciali così come stabilito dall‘art.9 <strong>del</strong>la L.R 7/05 me<strong>di</strong>ante i piani provinciali per la pesca in acque<br />

interne che hanno durata corrispondente a quella <strong>del</strong> piano regionale.<br />

Struttura sintetica <strong>Il</strong> Piano è articolato nei seguenti capitoli:<br />

Quadro analitico<br />

Criteri per la zonazione <strong>del</strong>le acque toscane<br />

In<strong>di</strong>rizzi per la gestione e tutela <strong>del</strong>la fauna ittica<br />

Criteri per la realizzazione degli istituti previsti dalla L.R. 07/2005<br />

In<strong>di</strong>rizzi per l‘esercizio <strong>del</strong>la pesca <strong>di</strong>lettantistica, sportiva e professionale, obiettivi, tipologie degli interventi e priorità<br />

Partecipazione <strong>del</strong>le associazioni alla programmazione, alla gestione ittica e alle funzioni <strong>di</strong> vigilanza<br />

In<strong>di</strong>rizzi per stu<strong>di</strong>, indagini e iniziative atte alla <strong>di</strong>ffusione e promozione <strong>del</strong>la conoscenza <strong>del</strong>la fauna ittica, degli ambienti acquatici, <strong>del</strong>l‘esercizio <strong>del</strong>la pesca e <strong>del</strong>l‘uso dei prodotti<br />

ittici<br />

Piani e progetti provinciali e relativo monitoraggio<br />

Quadro <strong>di</strong> riferimento finanziario pluriennale<br />

Monitoraggio annuale<br />

In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> risultato<br />

DISPOSIZIONI SPECIFICHE IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE<br />

PRESSIONI/IMPATTI<br />

RIF Testo estratto<br />

N.N. N.N.<br />

RISPOSTE<br />

RIF Testo estratto<br />

80


2 - Criteri per la<br />

zonazione <strong>del</strong>le acque<br />

toscane<br />

3. In<strong>di</strong>rizzi per la<br />

gestione e la tutela<br />

<strong>del</strong>la fauna ittica<br />

In base all‘articolo 10.1 <strong>del</strong>la L.R. 7/05 i corpi idrici <strong>del</strong>la Regione Toscana, ai fini <strong>del</strong>la pesca, dovranno essere sud<strong>di</strong>visi nelle seguenti zone ittiche:<br />

a. zona a salmoni<strong>di</strong>;<br />

b. zona a ciprini<strong>di</strong>;<br />

c. zona <strong>di</strong> foce o ad acque salmastre, ovvero specchi lacustri naturali o artificiali <strong>di</strong> rilevante superficie.<br />

Pertanto, allo scopo <strong>di</strong> promuovere la tutela e la salvaguar<strong>di</strong>a degli ecosistemi acquatici attraverso una razionale gestione <strong>del</strong>le risorse ittio-faunistiche, è necessario che le province<br />

provvedano, ove non ancora effettuato, alla sud<strong>di</strong>visione in zone ittiche dei corpi idrici<br />

2.1 Zonazione nelle acque dolci<br />

Per giungere alla determinazione <strong>del</strong>la comunità ittica vocata a vivere nell‘ambiente in esame, la metodologia consigliata è quella <strong>di</strong> compiere indagini <strong>di</strong>rette in stazioni campione,<br />

rappresentative <strong>di</strong> una sezione <strong>di</strong> un corso d‘acqua, e in grado <strong>di</strong> rappresentare tutti gli habitat e/o microhabitat presenti in quel tratto. Insieme a questa metodologia d‘indagine, può essere<br />

affiancata la rilevazione <strong>del</strong> pescato dei pescatori <strong>di</strong> mestiere o sportivi, sia tramite la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> apposite schede, sia con il controllo<br />

<strong>di</strong>retto dei cestini. L‘A.I.I.A.D. (1996) propone una prima fase d‘indagine (Carte Ittiche <strong>di</strong> primo livello) nella quale si consiglia <strong>di</strong> raccogliere dati morfometrici, idrologici, fisico-chimici, biologici<br />

e relativi agli effetti antropici (altri parametri da considerare possono essere l‘accessibilità al corso d‘acqua o la presenza <strong>di</strong> zone a regime speciale <strong>di</strong> pesca), al fine <strong>di</strong> giungere ad una sua<br />

prima caratterizzazione ambientale.<br />

Per una standar<strong>di</strong>zzazione dei dati raccolti, <strong>di</strong> seguito si riporta un elenco <strong>di</strong> parametri consigliati da rilevare per ciascuna stazione <strong>di</strong> campionamento<br />

2.2 Zonazione acque salmastre<br />

Si deve inoltre definire, con buona precisione, la zona ad acque salmastre dei corpi idrici considerati. In altri termini si tratta <strong>di</strong> definire la <strong>di</strong>mensione <strong>del</strong> tratto <strong>di</strong> corso d‘acqua interessato<br />

dalla risalita <strong>del</strong> cuneo salino e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> trovare con precisione il massimo punto <strong>di</strong> risalita <strong>del</strong>lo stesso. In genere, per definire questa zona non si utilizza la composizione specifica <strong>del</strong><br />

popolamento ittico, né le principali caratteristiche chimico-fisiche ed ambientali <strong>del</strong> corso d‘acqua, ma vengono presi in esame i risultati dei rilevamenti eseguiti sulla salinità <strong>del</strong>l‘acqua. <strong>Il</strong><br />

valore limite <strong>del</strong>la concentrazione <strong>di</strong> sale nelle acque, considerato come separazione tre acque oligoaline e acque mesoaline è <strong>di</strong> 5 g/l. L‘estensione <strong>di</strong> questa zona è influenzata sia dalle<br />

con<strong>di</strong>zioni idrauliche <strong>del</strong> <strong>fiume</strong>, sia dalle oscillazioni <strong>di</strong> marea; a questi va aggiunto anche il fattore ―vento‖ che in certi casi può avere degli effetti talvolta importanti.<br />

In stazioni scelte in base ad informazioni bibliografiche raccolte (tratti storicamente interessati dalla risalita <strong>del</strong> cuneo salino), operando da un natante equipaggiato con GPS, ecoscandaglio e<br />

con specifiche sonde per la misura <strong>del</strong>la conducibilità, in giornate prestabilite sulla base <strong>del</strong>la conoscenza dei cicli <strong>di</strong> marea, dei venti e <strong>del</strong>le portate in arrivo, in tutti i corsi d‘acqua oggetto<br />

<strong>del</strong>l‘indagine si deve intercettare il movimento in salita <strong>del</strong>l‘acqua salmastra e definire il punto massimo <strong>di</strong> risalita lungo il <strong>fiume</strong>.<br />

Successivamente si dovrà cercare <strong>di</strong> descrivere il gra<strong>di</strong>ente salino che si stabilisce nel tratto <strong>di</strong> <strong>fiume</strong> interessato, <strong>di</strong>stribuendo alcune stazioni <strong>di</strong> rilevamento fisse dove effettuare le necessarie<br />

letture <strong>del</strong>la variazione <strong>del</strong>la conducibilità.<br />

3.1 Distretti zoogeografici Nel territorio toscano si riconoscono due <strong>di</strong>stretti zoogeografici ben <strong>di</strong>stinti per quanto riguarda l‘ittiofauna. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>stretto tosco-laziale, che occupa larga parte <strong>del</strong>la<br />

regione (31 bacini idrografici), rappresentato dai fiumi che sfociano nel mar Tirreno e quello padano veneto (6 bacini idrografici), costituito dai tratti montani dei fiumi che terminano nel mar<br />

Adriatico. I due <strong>di</strong>stretti hanno specie ittiche caratteristiche e <strong>di</strong>stintive. A seguito <strong>del</strong>l‘attività antropica, si è però verificato il passaggio <strong>di</strong> specie da un <strong>di</strong>stretto all‘altro (transfaunazione), per lo<br />

più da quello padano-veneto verso quello tosco-laziale, in origine caratterizzato da un minor numero <strong>di</strong> taxa. Specie autoctone <strong>del</strong> territorio italiano <strong>di</strong>ventano quin<strong>di</strong> alloctone (o non presenti<br />

in origine) quando si spostano da un <strong>di</strong>stretto all‘altro. Infine sul territorio regionale sono state introdotte in perio<strong>di</strong> più o meno recenti specie estranee alla fauna ittica italiana, come il siluro,<br />

che hanno ulteriormente complicato la situazione ittiofaunistica regionale. (…)<br />

Tutte le specie autoctone, nei <strong>di</strong>stretti <strong>di</strong> appartenenza, devono essere oggetto <strong>di</strong> adeguata tutela, perché, negli ultimi anni, si è assistito ad una continua riduzione <strong>del</strong> loro areale, anche a<br />

seguito <strong>del</strong>l‘introduzione <strong>di</strong> specie alloctone. (…)<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni per la tutela e la protezione <strong>del</strong>le singole specie, devono essere applicate dalle Province, nei corsi d‘acqua e nei bacini lacustri dove sono state rilevate con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rarefazione<br />

dei taxa autoctoni, nel rispetto <strong>del</strong>la presente normativa regionale in materia <strong>di</strong> pesca nelle acque interne, <strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettiva habitat e <strong>del</strong> Decreto Dirigenziale n. 3792 <strong>del</strong> 31 luglio 2006.<br />

81


3.6- Obblighi<br />

ittiogenici<br />

4- Criteri per la<br />

realizzazione degli<br />

istituti previsti dalla<br />

L.R. 7/2005<br />

Seguono, per ogni specie, in<strong>di</strong>rizzi specifici <strong>di</strong> tutela per ogni <strong>di</strong>stretto zoogeografico.<br />

Sono elencate le specie alloctone presenti nelle acque regionali<br />

E‘ da considerarsi prioritario, ove possibile, attivare adeguati programmi <strong>di</strong> riduzione numerica <strong>del</strong>le popolazioni, in particolare verso specie quali il siluro o il gambero <strong>del</strong>la Louisiana per il loro<br />

impatto sugli ecosistemi acquatici. In linea <strong>di</strong> principio nelle zone in cui, alla luce degli stu<strong>di</strong> condotti a livello provinciale durante l‘elaborazione <strong>del</strong>la carta ittica o altre ricerche sono presenti<br />

zone <strong>di</strong> particolare pregio o la presenza <strong>di</strong> comunità <strong>di</strong> specie autoctone ben rappresentate, è importante adottare adeguati provve<strong>di</strong>menti per la riduzione e il contenimento <strong>del</strong>le specie<br />

alloctone.<br />

Come definito dalla legge regionale le province, in caso <strong>di</strong> interventi che comportino l'interruzione o l'asciutta, anche parziale, <strong>del</strong> corpo idrico, con il rilascio <strong>del</strong>l'autorizzazione prescrivono<br />

obblighi ittiogenici per la ricostituzione <strong>del</strong>la popolazione ittica. (….)<br />

<strong>Il</strong> calcolo degli obblighi ittiogenici può essere ragionevolmente ottenuto desumendo, il valore <strong>di</strong> densità e <strong>di</strong> composizione ittica (pesci, molluschi, crostacei e fauna eteroterma invertebrata) per<br />

unità <strong>di</strong> superficie (m2) <strong>di</strong> un determinato corso d‘acqua, dalla carta ittica provinciale o, in mancanza, da stu<strong>di</strong> sulla fauna ittica già pubblicati, ottenendo i dati secondo il seguente criterio<br />

gerarchico:<br />

1) dato <strong>di</strong> densità ottenuto nella stessa area interessata dall‘intervento in alveo<br />

2) dato <strong>di</strong> densità ottenuto in altro tratto <strong>del</strong>lo stesso corso d‘acqua interessato dall‘obbligo e con la stessa vocazione ittica<br />

3) dato <strong>di</strong> densità ottenuto su corsi a<strong>di</strong>acenti o <strong>del</strong>lo stesso bacino idrografico con la stessa vocazione ittica (nel caso <strong>di</strong> più corsi si adotta il valore me<strong>di</strong>o)<br />

4) dato <strong>di</strong> densità ottenuto su corsi d‘acqua <strong>di</strong> altri bacini idrografici con la stessa vocazione ittica.<br />

4.1 Zone a regolamento specifico<br />

hanno lo scopo <strong>di</strong> promuovere i valori <strong>del</strong>la pesca e <strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong>l‘acqua ed hanno la funzione <strong>di</strong> promuovere lo sviluppo <strong>del</strong>le aree rurali.<br />

L‘attività alieutica ed il rispetto <strong>del</strong>l‘ambiente sono dunque posti in una posizione centrale e considerati quali forza trainante per lo sviluppo <strong>di</strong> aree rurali. Pesca ed educazione ambientale<br />

devono dunque fungere quale importante motore per l‘economia e<br />

per il rinnovamento <strong>del</strong>le aree rurali. <strong>Il</strong> carattere <strong>di</strong> sviluppo sostenibile e <strong>di</strong> rinnovabilità <strong>del</strong>la risorsa <strong>di</strong> queste zone è testimoniato anche dal <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> svolgere raduni e gare <strong>di</strong> pesca. Queste<br />

zone possono avere al massimo durata <strong>di</strong> 10 anni rinnovabili e prevedono l‘adozione <strong>di</strong> uno specifico piano <strong>di</strong> gestione per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Le zone a regolamento<br />

specifico dovrebbero essere istituite in:<br />

1) Zone <strong>di</strong> particolare pregio ambientale e/o già all‘interno <strong>di</strong> aree protette (ad esempio ZPS,SIC,SIR), previa valutazione <strong>di</strong> incidenza, ai sensi <strong>del</strong>la L.R. 56/2000;<br />

2) Zone in cui sono presenti specie <strong>di</strong> particolare importanza ittiofaunistica;<br />

3) Zone in cui sono presenti specie <strong>di</strong> particolare interesse alieutico in grado <strong>di</strong> fungere da elemento <strong>di</strong> attrazione per i pescatori;<br />

4) Zone all‘interno <strong>di</strong> percorsi turistici, eno-gastronomici, ecc., già esistenti dove si vuole ampliare l‘offerta per i visitatori;<br />

5) Zone <strong>di</strong>fficilmente valorizzabili da un punto <strong>di</strong> vista turistico dove la pesca e l‘educazione ambientale possono offrire una fonte <strong>di</strong> attrazione;<br />

6) Zone facilmente accessibili e fruibili da parte <strong>del</strong>le scuole, associazioni piscatorie e ambientaliste, dove poter coniugare l‘attività <strong>di</strong> pesca con quella <strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong>l‘acqua;<br />

4.2 Zone <strong>di</strong> frega<br />

Le zone <strong>di</strong> frega possono essere istituite nelle aree in cui è consentita la pesca, limitatamente al periodo <strong>di</strong> riproduzione <strong>del</strong>le singole specie presenti. L‘allegato A, al comma 2, <strong>del</strong> D.P.G.R. n.<br />

54/R, prevede già un periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> pesca, per permetterne la riproduzione, per <strong>di</strong>verse specie ittiche.<br />

L‘attuale normativa prevede inoltre il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ―atti <strong>di</strong> sommovimento <strong>del</strong> fondo‖ (art. 11, c. 3, D.P.G.R. 54/R) nel periodo <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>le zone <strong>di</strong> frega. Sono quin<strong>di</strong> da evitare lavori/interventi<br />

in alveo che possono arrecare danno alle zone <strong>di</strong> frega ed ai soggetti in riproduzione. Sono <strong>di</strong> seguito in<strong>di</strong>cati i perio<strong>di</strong> consigliati e non per l‘esecuzione <strong>di</strong> lavori in alveo:<br />

82


5-- In<strong>di</strong>rizzi per<br />

l’esercizio <strong>del</strong>la pesca<br />

<strong>di</strong>lettantistica,<br />

sportiva e<br />

professionale,<br />

obiettivi, tipologie<br />

degli interventi e<br />

4.3 Zone <strong>di</strong> protezione<br />

Le zone <strong>di</strong> protezione hanno lo scopo <strong>di</strong> tutelare le risorse ittiche e permettere il riequilibrio biologico dei corpi idrici e sono istituite, in particolare, in ambienti carenti <strong>di</strong> risorse ittiche. Al pari<br />

<strong>del</strong>le zone <strong>di</strong> frega, possono essere istituite anche per permettere la riproduzione naturale <strong>del</strong>le specie ittiche. A <strong>di</strong>fferenza <strong>del</strong>le prime, dove la pesca è vietata, nelle zone <strong>di</strong> protezione, si può<br />

avere un <strong>di</strong>vieto totale o parziale, applicato in modo <strong>di</strong>verso alle singole specie.<br />

Le zone <strong>di</strong> protezione, la cui durata minima è <strong>di</strong> 4 anni, dovrebbero essere istituite prioritariamente in:<br />

Ambienti che hanno subito gravi turbative (inquinamento, lavori in alveo, alluvioni etc. ) per permettere un più rapido recupero <strong>del</strong>la comunità ittica.<br />

Aree <strong>di</strong> particolare pregio (ad esempio ZPS,SIC,SIR), in cui sono presenti specie in declino o <strong>di</strong> interesse comunitario, previa valutazione <strong>di</strong> incidenza, ai sensi <strong>del</strong>la L.R. 56/2000.<br />

Aree in cui si rende necessario adottare una misura minima maggiore o un periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> pesca <strong>di</strong>verso da quello stabilito, ai fini <strong>del</strong>la tutela <strong>di</strong> una o più specie ittiche.<br />

Aree in cui si rende necessario limitare l‘impiego <strong>di</strong> determinati attrezzi o modalità <strong>di</strong> pesca ai fini <strong>del</strong>la tutela <strong>di</strong> una o più specie ittiche.<br />

Aree destinate all‘introduzione e successivo prelievo <strong>di</strong> soggetti da destinare al ripopolamento <strong>di</strong> altri corsi d‘acqua.<br />

Aree <strong>di</strong> particolare importanza ai fini <strong>del</strong>la riproduzione <strong>del</strong>le specie ittiche presenti, che possono permettere il ripopolamento <strong>di</strong> un ampio tratto <strong>di</strong> corso d‘acqua, pur con un numero limitato<br />

<strong>di</strong> riproduttori.<br />

Tutte le altre aree in cui, durante la realizzazione <strong>del</strong>la Carta Ittica <strong>del</strong> territorio, è emersa la necessità <strong>di</strong> istituire zone <strong>di</strong> protezione per la tutela <strong>di</strong> determinate specie ittiche.<br />

Al momento <strong>di</strong> istituzione <strong>del</strong>le zone <strong>di</strong> protezione, è opportuno prevedere un adeguato piano <strong>di</strong> gestione (vigilanza e perio<strong>di</strong>ci campionamenti <strong>del</strong> tratto interessato dal provve<strong>di</strong>mento). (…)<br />

Nel caso in cui sia necessario integrare o ricostruire popolazioni naturali <strong>di</strong> specie ittiche autoctone, la forma più corretta <strong>di</strong> ripopolamento dovrebbe basarsi sull'immissione <strong>di</strong> soggetti ottenuti<br />

da riproduttori selvatici, sottoposti ad adeguate analisi genetiche. A questo proposito è dunque importante procedere alla realizzazione o al potenziamento <strong>di</strong> piccole strutture ittiogeniche<br />

definite incubatoi <strong>di</strong> valle o <strong>di</strong> pianura.<br />

4.5 Campi <strong>di</strong> gara<br />

I campi <strong>di</strong> gara sono istituiti dalle singole Amministrazioni Provinciali su richiesta <strong>del</strong>le associazioni <strong>di</strong> pescatori riconosciute a livello nazionale o regionale e regolamentati da un atto istitutivo<br />

<strong>di</strong> cui all‘art 13 <strong>del</strong> regolamento attuativo L.R 7/05.<br />

Nella scelta <strong>del</strong>le aree per lo svolgimento <strong>del</strong>l‘attività agonistica, particolare attenzione deve essere rivolta ad una valutazione generale <strong>del</strong> quadro faunistico <strong>del</strong>l‘area in oggetto, in riferimento<br />

soprattutto all‘eventuale presenza <strong>di</strong> preesistenti forme <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong> territorio. (…)<br />

5.1 Pesca <strong>di</strong>lettantistica e sportiva<br />

La presenza <strong>del</strong>le associazioni dei pescatori si ra<strong>di</strong>ca fortemente nel territorio regionale, assumendo un ruolo significativo nella conservazione e nella valorizzazione <strong>del</strong>la fauna ittica e degli<br />

ecosistemi acquatici. (…)<br />

Uno dei compiti che i pescatori <strong>di</strong>lettanti hanno da sempre assolto è stato quello <strong>del</strong>la salvaguar<strong>di</strong>a degli ambienti acquatici. La loro presenza, costante e <strong>di</strong>ffusa, li ha resi, sempre più<br />

consapevolmente, le prime sentinelle <strong>del</strong>l‘acqua. Su questo ruolo, che è uno degli obiettivi da evidenziare e consolidare, pescatori e associazioni dovranno fornire il loro prezioso contributo.<br />

(…)<br />

Per quanto riguarda la pesca sportiva in Toscana questa riveste un ruolo <strong>di</strong> primaria importanza, ricca <strong>di</strong> passioni e capacità. (…)<br />

83


priorità La mo<strong>di</strong>ficazione degli ambienti acquatici ma soprattutto dei popolamenti ittici, in termini <strong>di</strong> numero <strong>di</strong> specie alloctone e <strong>del</strong>le relative quantità, costituiscono tuttavia un problema che deve<br />

essere affrontato con attenzione. La localizzazione <strong>di</strong> alcuni campi <strong>di</strong> gara deve infatti il suo successo alla presenza <strong>di</strong> elevate quantità <strong>di</strong> specie alloctone.<br />

L‘apporto propositivo <strong>del</strong>le associazioni nella scelta dei luoghi più adatti all‘interesse per la pesca sportiva e alle caratteristiche <strong>di</strong> accoglienza adeguate dovrà porsi in relazione anche alle<br />

necessità <strong>di</strong> tutela ambientale.<br />

5.2 Pesca professionale<br />

La pesca professionale ha rivestito storicamente un ruolo fondamentale nell‘economia regionale, fornendo un prezioso sostegno all‘alimentazione <strong>del</strong>le popolazioni. Nel corso degli ultimi<br />

decenni, le mo<strong>di</strong>ficazioni ambientali e faunistiche, insieme ai cambiamenti nei consumi alimentari intervenuti, hanno certamente ridotto il contributo economico ed occupazionale <strong>del</strong>la pesca<br />

nelle acque interne, relegandola in forma residuale nei laghi e nelle acque salmastre. Nelle acque dolci, la mo<strong>di</strong>ficazione nella composizione ittica <strong>del</strong> pescato, arricchitasi spesso <strong>di</strong> specie<br />

alloctone <strong>di</strong> modesto o nullo interesse commerciale ha influito localmente in misura evidente.<br />

Tali considerazioni sono evidenziate dall‘esiguo numero <strong>di</strong> licenze, riportate nella tabella sottostante, localizzate nelle province con laghi (Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli, Lago <strong>di</strong> Chiusi, lago <strong>di</strong><br />

Montepulciano) e in quelle dove è possibile esercitare in acque <strong>di</strong> foce la cattura <strong>di</strong> specie marine. (…)<br />

La sensibilità verso la tutela degli ambienti acquatici e il senso <strong>di</strong> responsabilità dei pescatori verso un ambiente da consegnare alle future generazioni deve tendere al ripristino degli ambienti<br />

originari e dunque sfavorire la presenza <strong>del</strong>la fauna alloctona. In questo senso il sostegno dei pescatori al contrasto alle specie alloctone invasive, specie se sovradensitarie e in competizione<br />

8- Piani e progetti<br />

provinciali e relativo<br />

monitoraggio<br />

In Provincia <strong>di</strong> Pistoia e <strong>di</strong> Lucca la Carta ittica risulta in fase <strong>di</strong> elaborazione.<br />

Per completare quanto richiesto nell‟ambito dei contributi pervenuti dagli Enti competenti in materia ambientale, a seguito <strong>del</strong>l‟invio <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> Preliminareo,<br />

sono in fase <strong>di</strong> elaborazione<br />

- PRAE<br />

con specie autoctone, nelle forme consentite dalla legge e previste nei piani provinciali potrà assumere un ruolo car<strong>di</strong>ne nella tutela <strong>del</strong>la fauna ittica, obiettivo prioritario <strong>del</strong>la legge. (….)<br />

La L.R. 7/05 ha pienamente applicato il principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà orizzontale affidando la gestione <strong>del</strong>la pesca nelle acque interne alle Province territorialmente competenti .<br />

Nel rispetto degli in<strong>di</strong>rizzi contenuti nel presente piano le Amministrazioni Provinciali approvano i piani provinciali per la pesca in acque interne. Le previsioni contenute nei singoli piani<br />

provinciali si attuano attraverso progetti.<br />

I progetti devono essere ricompresi nelle finalità generali <strong>del</strong>la L.R. 7/2005 in particolare per attività <strong>di</strong> conservazione, incremento e riequilibrio <strong>del</strong>le popolazioni ittiche, per assicurarne la<br />

corretta fruibilità nell‘ambito proprio <strong>del</strong>l‘attività <strong>di</strong> pesca nonché per la promozione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, indagini ed iniziative <strong>di</strong> interesse provinciale, per la <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>la conoscenza <strong>del</strong>la fauna ittica,<br />

degli ambienti acquatici, <strong>del</strong>l‘esercizio <strong>del</strong>la pesca, <strong>del</strong>l‘uso dei prodotti ittici .<br />

- PAR Piano Agricolo Regionale<br />

- Programma pluriennale <strong>del</strong>la pesca professionale e <strong>del</strong>l‟acquacoltura<br />

84


6- Aree <strong>di</strong> particolare interesse ambientale e <strong>di</strong>sposizioni normative<br />

La Direttiva 2000/60/CE all‟articolo 6 richiede che gli stati membri provvedano all‟istituzione <strong>di</strong> uno o più registri <strong>di</strong> tutte le aree <strong>di</strong> ciascun <strong>di</strong>stretto idrografico alle<br />

quali è stata attribuita una protezione speciale in base alla specifica normativa comunitaria.<br />

Lo scopo <strong>di</strong> ciò è quello <strong>di</strong> proteggere le acque superficiali e sotterranee ivi contenute o <strong>di</strong> conservarne gli habitat e le specie presenti che <strong>di</strong>pendono<br />

<strong>di</strong>rettamente dall‟ambiente acquatico. <strong>Il</strong> compito <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere il registro <strong>del</strong>le aree protette è stato affidato alle <strong>Autorità</strong> <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> dal D.Lgs 152/2006 art. 17 c.3.<br />

L‟elenco <strong>del</strong>le aree da inserire nel registro è in<strong>di</strong>cato nell‟allegato IV <strong>del</strong>la Direttiva .<br />

In questa sezione sono analizzati i dati relativi alle Aree designate per la protezione degli habitat e <strong>del</strong>le specie, compresi i siti Natura 2000.<br />

6.1- La Rete Natura 2000<br />

6.1.1- Legislazione <strong>di</strong> riferimento<br />

Normativa Obiettivi Risposte Normativa nazionale e regionale vigente Coerenza PdG<br />

Dir. 79/409/CEE<br />

concernente la<br />

conservazione degli<br />

uccelli selvatici<br />

conservazione <strong>di</strong> tutte<br />

le specie <strong>di</strong> uccelli<br />

viventi naturalmente<br />

allo stato selvatico nel<br />

territorio europeo degli<br />

Stati membri al quale si<br />

applica il trattato .<br />

Protezione, gestione e<br />

regolazione <strong>di</strong> tali<br />

specie <strong>di</strong>sciplinandone<br />

lo sfruttamento . Si<br />

applica agli uccelli , alle<br />

uova , ai ni<strong>di</strong> e agli<br />

habitat<br />

Già nel 1979 la Comunità Europea, attraverso la<br />

Direttiva 79/409/CEE2, definita ―Direttiva Uccelli‖,<br />

aveva posto le basi per una rete <strong>di</strong> siti <strong>di</strong> importanza<br />

naturalistica, prevedendo, agli artt. 3-4 l‘istituzione <strong>di</strong><br />

apposite zone <strong>di</strong> protezione speciale per le specie <strong>di</strong><br />

uccelli <strong>di</strong> maggior importanza comunitaria: ― La<br />

preservazione, il mantenimento e il ripristino dei<br />

biotopi e degli habitat comportano anzitutto le<br />

seguenti misure: a) istituzione <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> protezione;<br />

b) mantenimento e sistemazione conforme alle<br />

esigenze ecologiche degli habitat situati all'interno e<br />

all'esterno <strong>del</strong>le zone <strong>di</strong> protezione; c) ripristino dei<br />

biotopi <strong>di</strong>strutti; d) creazione <strong>di</strong> biotopi.‖(art. 3, par.<br />

2).<br />

Art. 4<br />

1- Per le specie elencate nell'allegato I sono<br />

previste misure speciali <strong>di</strong> conservazione per quanto<br />

riguarda l'habitat, per garantire la sopravvivenza e la<br />

riproduzione <strong>di</strong> dette specie nella loro area <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione (....) Gli Stati membri classificano in<br />

particolare come zone <strong>di</strong> protezione speciale i<br />

territori più idonei in numero e in superficie alla<br />

conservazione <strong>di</strong> tali specie, tenuto conto <strong>del</strong>le<br />

necessità <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong> queste ultime nella zona<br />

geografica marittima e terrestre in cui si applica la<br />

presente <strong>di</strong>rettiva.<br />

Dir. 92/43/CEE Direttiva <strong>del</strong> Consiglio relativa alla conservazione degli<br />

habitat naturali e seminaturali e <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche<br />

L. 357/97 e s.m.i (D.P.R. n° 120/2003)- Regolamento recante attuazione<br />

<strong>del</strong>la Dir 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e<br />

seminaturali, nonché <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche<br />

L. 157/92 ―Norme per la protezione <strong>del</strong>la fauna selvatica omeoterma e per il<br />

prelievo venatorio‖<br />

Dir. 92/43/CEE Direttiva <strong>del</strong> Consiglio relativa alla conservazione degli<br />

habitat naturali e seminaturali e <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche<br />

L. 157/92 ―Norme per la protezione <strong>del</strong>la fauna selvatica omeoterma e per il<br />

prelievo venatorio‖ Artt 2, 18<br />

L.R. 56/00 e s.m.i.- ―Norme per la conservazione e la tutela degli habitat<br />

naturali e seminaturali, <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche‖- Mo<strong>di</strong>fiche alla<br />

L.R. 7/98- Mo<strong>di</strong>fiche alla L.R. 49/95‖ Art. 15<br />

Del G.R. 644/04- Attuazione <strong>del</strong>l‘art. 12, comma 1, lett a) <strong>del</strong>la L.R. 56/00-<br />

Approvazione <strong>del</strong>le ―norme tecniche relative alle forme e alle modalità <strong>di</strong><br />

tutela e conservazione dei Siti <strong>di</strong> Importanza Regionale (SIR),<br />

Del C.R.06/04- Perimetrazione dei siti <strong>di</strong> importanza regionale e<br />

designazione <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> protezione speciale in attuazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>rettive<br />

79/409/CEE e 92/43/CEE<br />

Del C.R.24 luglio 2007, n. 80 riguardante Legge regionale 6 aprile 2000, n.<br />

56. Designazione <strong>di</strong> nuovi siti <strong>di</strong> importanza comunitaria (SIC) ai sensi <strong>del</strong>la<br />

Tav. n° - Aree protette<br />

Siti <strong>del</strong>la Rete Natura 2000<br />

<strong>Rapporto</strong> ambientale completo <strong>di</strong><br />

relazione <strong>di</strong> incidenza<br />

85


Normativa Obiettivi Risposte Normativa nazionale e regionale vigente Coerenza PdG<br />

Direttiva 92/43/CEE e mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>l‘allegato D (Siti <strong>di</strong> importanza regionale);<br />

D.M. 03/09/2002- In<strong>di</strong>rizzi per la gestione dei Siti <strong>di</strong> Interesse Comunitario e<br />

<strong>del</strong>le Zone <strong>di</strong> Protezione Speciale in<strong>di</strong>viduati i sensi <strong>del</strong>le Dir 92/43/CEE e<br />

79/409/CEE‖<br />

D.M. 17/10/2007 <strong>del</strong> Ministero Ambiente e Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare-<br />

Criteri minimi uniformi per la definizione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> conservazione relative<br />

a zone speciali <strong>di</strong> conservazione (ZSC) e zone <strong>di</strong> protezione speciale (ZPS)<br />

Del G.R. n° 454/08- Criteri minimi uniformi per la definizione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong><br />

conservazione relative a zone speciali <strong>di</strong> conservazione (ZSC) e zone <strong>di</strong><br />

Dir 92/43/CEE<br />

(G.U.C.E. n. L 206<br />

<strong>del</strong> 22 luglio 1992)<br />

Direttiva <strong>del</strong><br />

Consiglio relativa alla<br />

conservazione degli<br />

habitat naturali e<br />

seminaturali e <strong>del</strong>la<br />

flora e <strong>del</strong>la fauna<br />

selvatiche<br />

Contribuire a<br />

salvaguardare la<br />

bio<strong>di</strong>versità me<strong>di</strong>ante la<br />

conservazione degli<br />

habitat naturali, nonché<br />

<strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna<br />

selvatiche nel territorio<br />

europeo degli Stati<br />

membri al quale si<br />

applica il trattato<br />

Art. 4<br />

2 . Analoghe misure vengono adottate dagli Stati<br />

membri per le specie migratrici non menzionate<br />

nell'all. I che ritornano regolarmente , tenuto conto<br />

<strong>del</strong>le esigenze <strong>di</strong> protezione nella zona geografica<br />

marittima e terrestre in cui si applica la presente<br />

<strong>di</strong>rettiva per quanto riguarda le aree <strong>di</strong> riproduzione ,<br />

<strong>di</strong> muta e <strong>di</strong> svernamento e le zone in cui si trovano<br />

le stazioni lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione . A tale<br />

scopo, gli Stati membri attribuiscono una importanza<br />

particolare alla protezione <strong>del</strong>le zone umide e<br />

specialmente <strong>del</strong>le zone d ' importanza<br />

internazionale .<br />

Art. 3-<br />

1. É costituita una rete ecologica europea coerente<br />

<strong>di</strong> zone speciali <strong>di</strong> conservazione, denominata<br />

Natura 2000. Questa rete, formata dai siti in cui si<br />

trovano tipi <strong>di</strong> habitat naturali elencati nell'allegato I<br />

e habitat <strong>del</strong>le specie <strong>di</strong> cui all'allegato II, deve<br />

garantire il mantenimento ovvero, all'occorrenza, il<br />

ripristino, in uno stato <strong>di</strong> conservazione<br />

sod<strong>di</strong>sfacente, dei tipi <strong>di</strong> habitat naturali e degli<br />

habitat <strong>del</strong>le specie interessati nella loro area <strong>di</strong><br />

ripartizione naturale. La rete Natura 2000<br />

comprende anche le zone <strong>di</strong> protezione speciale<br />

classificate dagli Stati membri a norma <strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettiva<br />

79/409/CEE.<br />

protezione speciale (ZPS) Attuazione‖.<br />

L. 157/92 ―Norme per la protezione <strong>del</strong>la fauna selvatica omeoterma e per il<br />

prelievo venatorio<br />

L.R. 3/94 ―Norme per la protezione <strong>del</strong>la fauna selvatica omeoterma e per il<br />

prelievo venatorio- Recepimento L. 157/92‖ Art. 14 Zone <strong>di</strong> protezione lungo<br />

le rotte <strong>di</strong> migrazione <strong>del</strong>l‘avifauna<br />

Del G.R. 231/04 ―Proposta <strong>di</strong> 7 nuove aree Ramsar‖<br />

L.R. 56/00 e s.m.i.- ―Norme per la conservazione e la tutela degli habitat<br />

naturali e seminaturali, <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche‖- Mo<strong>di</strong>fiche alla<br />

L.R. 7/98- Mo<strong>di</strong>fiche alla L.R. 49/95. Art. 10- la Regione riconosce primaria<br />

importanza alle aree <strong>di</strong> collegamento ecologico funzionale e definisce, nel<br />

PIT (Piano <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo Territoriale) gli in<strong>di</strong>rizzi per l‘in<strong>di</strong>viduazione, la<br />

ricostituzione e la tutela <strong>del</strong>le stesse<br />

Del G.R. n° 1148 /02- In<strong>di</strong>cazioni tecniche per l‘in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong><br />

collegamento ecologico funzionale. Le amministrazioni provinciali devono<br />

recepire all‘interno dei propri PTC tali in<strong>di</strong>cazioni che derivano da criteri <strong>di</strong><br />

analisi territoriale che tengono conto <strong>del</strong>le potenzialità nei confronti <strong>del</strong>le<br />

<strong>di</strong>namiche biologiche.<br />

L. 357/97 e s.m.i (D.P.R. n° 120/2003)- Regolamento recante attuazione<br />

<strong>del</strong>la Dir 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e<br />

seminaturali, nonché <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche<br />

DM 30/03/2009 <strong>del</strong> Ministero Ambiente e Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare-<br />

Secondo elenco aggiornato dei siti <strong>di</strong> importanza comunitaria per la regione<br />

biogeografica continentale in Italia ai sensi <strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettiva 92/43/CEE.<br />

DM 30/03/2009 <strong>del</strong> Ministero Ambiente e Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare-<br />

Secondo elenco aggiornato dei siti <strong>di</strong> importanza comunitaria per la regione<br />

biogeografica me<strong>di</strong>terranea in Italia ai sensi <strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettiva 92/43/CEE.L.R.<br />

56/00 e s.m.i.- Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali<br />

e seminaturali, <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche‖- Mo<strong>di</strong>fiche alla L.R. 7/98-<br />

Mo<strong>di</strong>fiche alla L.R. 49/95. Allegati A, B, C, D<br />

Del C.R.06/04- Perimetrazione dei siti <strong>di</strong> importanza regionale e<br />

designazione <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> protezione speciale in attuazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>rettive<br />

79/409/CEE e 92/43/CEE<br />

Del C.R.24 luglio 2007, n. 80 riguardante Legge regionale 6 aprile 2000, n.<br />

56. Designazione <strong>di</strong> nuovi siti <strong>di</strong> importanza comunitaria (SIC) ai sensi <strong>del</strong>la<br />

Direttiva 92/43/CEE e mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>l‘allegato D (Siti <strong>di</strong> importanza regionale);<br />

Tav. n° - Aree protette<br />

Siti <strong>del</strong>la Rete Natura 2000<br />

Adozione <strong>di</strong> misure Art. 6 L. 357/97 e s.m.i (D.P.R. n° 120/2003)- Regolamento recante attuazione Recepimento misure <strong>di</strong><br />

86


Normativa Obiettivi Risposte Normativa nazionale e regionale vigente Coerenza PdG<br />

intese ad assicurare il<br />

mantenimento o il<br />

ripristino, in uno stato <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

sod<strong>di</strong>sfacente, degli<br />

habitat naturali e <strong>del</strong>le<br />

specie <strong>di</strong> fauna e flora<br />

selvatiche <strong>di</strong> interesse<br />

comunitario tenendo<br />

conto <strong>del</strong>le esigenze<br />

economiche, sociali e<br />

culturali, nonché <strong>del</strong>le<br />

particolarità regionali e<br />

locali.<br />

qualsiasi piano o<br />

programma che possa<br />

avere incidenze<br />

significative sugli<br />

obiettivi <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>di</strong> un sito<br />

già designato o che<br />

sarà designato deve<br />

formare oggetto <strong>di</strong> una<br />

valutazione appropriata;<br />

incoraggiare, nelle<br />

politiche <strong>di</strong> riassetto <strong>del</strong><br />

territorio e <strong>di</strong> sviluppo,<br />

la gestione degli<br />

elementi <strong>del</strong> paesaggio<br />

aventi un'importanza<br />

fondamentale per la<br />

flora e la fauna<br />

selvatiche;<br />

1. Per le zone speciali <strong>di</strong> conservazione, gli Stati<br />

membri stabiliscono le misure <strong>di</strong> conservazione<br />

necessarie che implicano all'occorrenza appropriati<br />

piani <strong>di</strong> gestione specifici o integrati ad altri piani <strong>di</strong><br />

sviluppo e le opportune misure regolamentari,<br />

amministrative o contrattuali che siano conformi alle<br />

esigenze ecologiche dei tipi <strong>di</strong> habitat naturali <strong>di</strong> cui<br />

all'allegato I e <strong>del</strong>le specie <strong>di</strong> cui all'allegato II<br />

presenti nei siti.<br />

2. Gli Stati membri adottano le opportune misure per<br />

evitare nelle zone speciali <strong>di</strong> conservazione il<br />

degrado degli habitat naturali e degli habitat <strong>di</strong><br />

specie nonché la perturbazione <strong>del</strong>le specie per cui<br />

le zone sono state designate, nella misura in cui tale<br />

perturbazione potrebbe avere conseguenze<br />

significative per quanto riguarda gli obiettivi <strong>del</strong>la<br />

presente <strong>di</strong>rettiva.<br />

Art. 6<br />

3. Qualsiasi piano o progetto non <strong>di</strong>rettamente<br />

connesso e necessario alla gestione <strong>del</strong> sito ma che<br />

possa avere incidenze significative su tale sito,<br />

singolarmente o congiuntamente ad altri piani e<br />

progetti, forma oggetto <strong>di</strong> una opportuna valutazione<br />

<strong>del</strong>l'incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli<br />

obiettivi <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong> medesimo. Alla luce<br />

<strong>del</strong>le conclusioni <strong>del</strong>la valutazione <strong>del</strong>l'incidenza sul<br />

sito e fatto salvo il paragrafo 4, le autorità nazionali<br />

competenti danno il loro accordo su tale piano o<br />

progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che<br />

esso non pregiu<strong>di</strong>cherà l'integrità <strong>del</strong> sito in causa e,<br />

se <strong>del</strong> caso, previo parere <strong>del</strong>l'opinione pubblica .<br />

Art. 10<br />

Laddove lo ritengano necessario, nell'ambito <strong>del</strong>le<br />

politiche nazionali <strong>di</strong> riassetto <strong>del</strong> territorio e <strong>di</strong><br />

sviluppo, e segnatamente per rendere<br />

ecologicamente più coerente la rete Natura 2000, gli<br />

Stati membri si impegnano a promuovere la<br />

gestione <strong>di</strong> elementi <strong>del</strong> paesaggio che rivestono<br />

primaria importanza per la fauna e la flora<br />

selvatiche.<br />

Si tratta <strong>di</strong> quegli elementi che, per la loro struttura<br />

lineare e continua (come i corsi d'acqua con le<br />

relative sponde, o i sistemi tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong><br />

<strong>del</strong>imitazione dei campi) o il loro ruolo <strong>di</strong><br />

collegamento (come gli stagni o i boschetti) sono<br />

<strong>del</strong>la Dir 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e<br />

seminaturali, nonché <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche<br />

D.M. 03/09/2002- In<strong>di</strong>rizzi per la gestione dei Siti <strong>di</strong> Interesse Comunitario e<br />

<strong>del</strong>le Zone <strong>di</strong> Protezione Speciale in<strong>di</strong>viduati i sensi <strong>del</strong>le Dir 92/43/CEE e<br />

79/409/CEE‖<br />

D.M. 17/10/2007 <strong>del</strong> Ministero Ambiente e Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare-<br />

Criteri minimi uniformi per la definizione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> conservazione relative<br />

a zone speciali <strong>di</strong> conservazione (ZSC) e zone <strong>di</strong> protezione speciale (ZPS)<br />

L.R. 56/00 e s.m.i.- ―Norme per la conservazione e la tutela degli habitat<br />

naturali e seminaturali, <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche‖- Mo<strong>di</strong>fiche alla<br />

L.R. 7/98- Mo<strong>di</strong>fiche alla L.R. 49/95<br />

Del G.R. 644/04- Attuazione <strong>del</strong>l‘art. 12, comma 1, lett a) <strong>del</strong>la L.R. 56/00-<br />

Approvazione <strong>del</strong>le ―norme tecniche relative alle forme e alle modalità <strong>di</strong><br />

tutela e conservazione dei Siti <strong>di</strong> Importanza Regionale (SIR),<br />

Del G.R. n° 454/08- Criteri minimi uniformi per la definizione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong><br />

conservazione relative a zone speciali <strong>di</strong> conservazione (ZSC) e zone <strong>di</strong><br />

protezione speciale (ZPS) Attuazione‖.<br />

L. 357/97 e s.m.i (D.P.R. n° 120/2003)- Regolamento recante attuazione<br />

<strong>del</strong>la Dir 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e<br />

seminaturali, nonché <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche Capo II- Le<br />

Province svolgono tutte le funzioni amministrative relative alla tutela <strong>del</strong>la<br />

bio<strong>di</strong>versità non espressamente riservate alla competenza regionale. Tali<br />

funzioni sono svolte dagli Enti parco regionali, per i territori compresi<br />

all‘interno degli stessi e possono essere attribuiti agli Enti parco nazionali,<br />

previa intesa tra Regione, la Provincia o le Province territorialmente<br />

competenti. La Regione esercita comunque il potere sostitutivo in caso <strong>di</strong><br />

inadempienza <strong>del</strong>le funzioni attribuite agli Enti.<br />

L.R. 56/00 e s.m.i.- ―Norme per la conservazione e la tutela degli habitat<br />

naturali e seminaturali, <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche‖- Mo<strong>di</strong>fiche alla<br />

L.R. 7/98- Mo<strong>di</strong>fiche alla L.R. 49/95. Art. 15<br />

D.Lgs 152/06 e s.m.i. Titolo I Valutazione <strong>Ambientale</strong> Strategica<br />

L. 357/97 e s.m.i (D.P.R. n° 120/2003)- Regolamento recante attuazione<br />

<strong>del</strong>la Dir 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e<br />

seminaturali, nonché <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche Art.<br />

L.R. 56/00 e s.m.i.- ―Norme per la conservazione e la tutela degli habitat<br />

naturali e seminaturali, <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche‖- Mo<strong>di</strong>fiche alla<br />

L.R. 7/98- Mo<strong>di</strong>fiche alla L.R. 49/95. Art. 10- la Regione riconosce primaria<br />

importanza alle aree <strong>di</strong> collegamento ecologico funzionale e definisce, nel<br />

PIT (Piano <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo Territoriale) gli in<strong>di</strong>rizzi per l‘in<strong>di</strong>viduazione, la<br />

ricostituzione e la tutela <strong>del</strong>le stesse<br />

Del G.R. n° 1148 /02- In<strong>di</strong>cazioni tecniche per l‘in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong><br />

collegamento ecologico funzionale. Le amministrazioni provinciali devono<br />

recepire all‘interno dei propri PTC tali in<strong>di</strong>cazioni che derivano da criteri <strong>di</strong><br />

analisi territoriale che tengono conto <strong>del</strong>le potenzialità nei confronti <strong>del</strong>le<br />

<strong>di</strong>namiche biologiche.<br />

conservazione per i siti <strong>del</strong>la Rete<br />

Natura 2000 definite sia a livello<br />

nazionale che regionale.<br />

Analisi piani <strong>di</strong> gestione approvati<br />

per siti compresi nel territorio <strong>del</strong><br />

<strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong><br />

Redazione <strong>di</strong> incidenza nell‘ambito<br />

<strong>del</strong> proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> VAS<br />

Rispetto <strong>del</strong>le reti <strong>di</strong> connessione<br />

ecologica<br />

Protezione <strong>di</strong> specie autoctone a<br />

rischio <strong>di</strong> estinzione<br />

Controllo <strong>del</strong>la sostenibilità<br />

ambientale <strong>del</strong>le attività agro-silvopastorali<br />

Conservazione, ripristino e<br />

rinaturalizzazione <strong>del</strong>le strutture<br />

idrogeologiche<br />

Attribuzione <strong>di</strong> un grado <strong>di</strong> priorità<br />

ai corsi d‘acqua e ai sentieri<br />

montani<br />

Sorveglianza <strong>del</strong>la qualità<br />

87


Normativa Obiettivi Risposte Normativa nazionale e regionale vigente Coerenza PdG<br />

Attuare forme <strong>di</strong><br />

monitoraggio <strong>del</strong>lo<br />

status <strong>di</strong> conservazione<br />

<strong>di</strong> habitat e specie<br />

essenziali per la migrazione, la <strong>di</strong>stribuzione<br />

geografica e lo scambio genetico <strong>di</strong> specie<br />

selvatiche<br />

Art. 11<br />

Gli Stati membri garantiscono la sorveglianza <strong>del</strong>lo<br />

stato <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>le specie e degli habitat <strong>di</strong><br />

cui all'articolo 2, tenendo particolarmente conto dei<br />

tipi <strong>di</strong> habitat naturali e <strong>del</strong>le specie prioritari.<br />

L. R. 03/94 ―Norme per la tutela <strong>del</strong>la fauna selvatica omeoterma e per il<br />

prelievo venatorio- Recepimento <strong>del</strong>la L.157/92‖ Art. 14 Zone <strong>di</strong> protezione<br />

lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione <strong>del</strong>l‘avifauna<br />

L.R.7/2005 ―Gestione <strong>del</strong>le risorse ittiche e regolamentazione <strong>del</strong>la pesca<br />

nelle acque interne‖ Art. 14.<br />

L.R. 56/00 e s.m.i.- ―Norme per la conservazione e la tutela degli habitat<br />

naturali e seminaturali, <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche‖- Art. 3- La<br />

sorveglianza sullo stato <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>le specie e degli habitat è<br />

svolta dalle Provincie che ogni 2 anni comunicano alla Giunta regionale gli<br />

esiti <strong>del</strong>le loro indagini sullo stato <strong>di</strong> salute <strong>del</strong>le popolazioni vegetali e<br />

animali e degli habitat <strong>di</strong> interesse regionale, nonché sullo stato <strong>di</strong><br />

conservazione e tutela dei siti <strong>del</strong>la rete ecologica regionale<br />

Progetto ReNaTo (Repertorio Naturalistico Toscano) dal 1997 è stata<br />

realizzata una banca dati georeferenziata nella quale sono state raccolte e<br />

organizzate le conoscenze a oggi <strong>di</strong>sponibili sulle emergenze floristiche,<br />

faunistiche e vegetazionali <strong>del</strong> territorio toscano. Progetto BIOMART<br />

(BIO<strong>di</strong>versità MArina in Toscana) affidato ad ARPAT per il monitoraggio e<br />

l‘in<strong>di</strong>viduaizone <strong>di</strong> biocenosi vulnerabili e specie rare nel mare toscano.<br />

<strong>del</strong>l‘ambiente e <strong>del</strong>le sue matrici<br />

(ad es acqua)<br />

Raccolta informazioni circa lo<br />

status <strong>di</strong> conservazione <strong>di</strong> habitat<br />

e specie, anche attraverso stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

settore o progetti in corso.<br />

Georeferenziazione e messa a<br />

<strong>di</strong>sposizione dei dati per<br />

l‘implementazione degli archivi<br />

Specifiche in<strong>di</strong>cazioni in merito alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità sono da ricercarsi nel PRAA (Piano Regionale <strong>di</strong> Azione <strong>Ambientale</strong>) <strong>del</strong>la Toscana in<br />

particolare alla scheda relativa al macrobbiettivo B1 ”Aumentare la percentuale <strong>del</strong>le aree protette, migliorarne la gestione e conservare la bio<strong>di</strong>versità terrestre e<br />

marina” <strong>di</strong> cui si riporta un estratto:<br />

Obiettivo specifico<br />

Acquisizione e sviluppo <strong>di</strong> strumenti conoscitivi per la tutela dlela bio<strong>di</strong>versità terrestre e marina<br />

Intervento In<strong>di</strong>catori Risultati attesi<br />

Realizzazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, ricerche e interventi finalizzati alla tutela <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità Stu<strong>di</strong> e ricerche<br />

Stu<strong>di</strong> e interventi<br />

bio<strong>di</strong>versità<br />

finalizzati alla <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la<br />

Informazione su bio<strong>di</strong>versità, parchi e aree protette N° iniziative intraprese<br />

Garantire l‘informazione ambientale su natura e<br />

Aggiornamento <strong>di</strong> RENATO (Repertorio Naturalistico Toscano) e <strong>di</strong> BIOMART<br />

Attuazione Direttiva Habitat e Uccelli e L.R. 56/00<br />

N° <strong>di</strong> dati raccolti e relazioni<br />

prodotte<br />

bio<strong>di</strong>versità<br />

Implementazione e aggiornamento database <strong>di</strong> specie<br />

e habitat terrestri e marini<br />

Intervento In<strong>di</strong>catori Risultati attesi<br />

Sviluppo <strong>di</strong> infrastrutture connesse alla bio<strong>di</strong>versità- Investimenti non produttivi previsti dalla DGR 644/04 nei SIR <strong>del</strong>la rete<br />

ecologica regionale<br />

N° nuove infrastrutture<br />

connesse alla bio<strong>di</strong>versità<br />

Adeguamento e riconoscimento dei centri <strong>di</strong> conservazione ex situ <strong>di</strong> flora e fauna N° <strong>di</strong> centri riconosciuti<br />

Creazione <strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> monitoraggio ambientale nei SIR N° SIR monitorati<br />

Emanazione da parte <strong>del</strong>la Regione <strong>di</strong> una meto<strong>di</strong>ca finalizzata a un‘elaborazione omogenea dei Piani da parte <strong>del</strong>le<br />

Amministrazioni provinciali o degli Enti Parco, tenendo conto <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse situazioni e problematiche ambientali locali<br />

Aumento <strong>del</strong>le infrastrutture connesse alla bio<strong>di</strong>versità<br />

Presenza <strong>di</strong> centri corrispondenti ai requisiti previsti<br />

dalla DGR 1175/04<br />

Monitoraggio volto a verificare o stato <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>di</strong> specie e habitat presenti nei SIR<br />

Linee guida Approvazione <strong>del</strong>le linee guida<br />

88


Mo<strong>di</strong>fica e aggiornamento <strong>del</strong>la L.R. 56/00 Testo <strong>di</strong> legge Approvazione nuovo testo <strong>di</strong> legge<br />

Mo<strong>di</strong>fica e aggiornamento <strong>del</strong>la L.R. 56/00 Testo <strong>di</strong> legge Approvazione nuovo testo <strong>di</strong> legge<br />

Svolgimento <strong>del</strong>le procedure <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> incidenza <strong>di</strong> competenza regionale N° valutazioni effettuate Sod<strong>di</strong>sfare gli adempimenti previsti dalla UE<br />

Stu<strong>di</strong>o preliminare e sperimentazione per la definizione <strong>di</strong> in sistema <strong>di</strong> reti ecologiche interregionali N° corridoi interregionali<br />

Realizzazione e avvio <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong>l‘Osservatorio Toscano <strong>di</strong> Cetacei<br />

Osservatorio Toscano dei<br />

Cetacei<br />

Elaborazione e adozione dei Piani <strong>di</strong> gestione e dei Piani <strong>di</strong> Azione da parte <strong>del</strong>le Province o degli Enti Parco N° Piani <strong>di</strong> gestione approvati<br />

Formazione <strong>del</strong>l‘elenco regionale dei geotopi <strong>di</strong> interesse regionale<br />

N° <strong>di</strong> geotopi inseriti<br />

nell‘elenco generale<br />

In<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le aree <strong>di</strong> collegamento ecologico<br />

interregionale<br />

Sviluppo <strong>del</strong>l‘Osservatorio Toscano dei Cetacei<br />

Adozione <strong>di</strong> più <strong>del</strong> 50% <strong>del</strong> totale dei Piani <strong>di</strong><br />

Gestione<br />

Elenco ufficiale regionale<br />

In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> linee guida per il monitoraggio ei SIR e conseguente effettuazione <strong>di</strong> indagini conoscitive per la verifica <strong>del</strong>lo<br />

stato <strong>di</strong> conservazione <strong>di</strong> specie e habitat<br />

Attuazione L.R. 49/95<br />

N° <strong>di</strong> monitoraggi<br />

Descrizione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> conservazione <strong>di</strong> specie e<br />

habitat <strong>di</strong> interesse conservazionistico<br />

Intervento In<strong>di</strong>catori Risultati attesi<br />

Interventi <strong>di</strong> raccordo consistenti in progetti <strong>di</strong> valorizzazione e conservazione bio<strong>di</strong>versità nelle aree protette N° progetti finanziati Tutela re la bio<strong>di</strong>versità nelle aree protette<br />

Coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>l‘attuazione e gestione <strong>del</strong>le misure previste dal PSR e POR 2007-2013 inerenti aree protette e<br />

bio<strong>di</strong>versità<br />

Monitoraggio PSR e POR<br />

Attuazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>rettive Habitat e Uccelli nei SIR e<br />

aree protette<br />

segreteria e coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>la consulta per le aree protette e la bio<strong>di</strong>versità<br />

Valorizzazione <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità specifica <strong>di</strong> un territorio<br />

N° <strong>di</strong> sedute <strong>del</strong>la consulta<br />

all‘anno<br />

Efficace svolgimento degli adempimenti <strong>del</strong>la consulta<br />

Intervento In<strong>di</strong>catori Risultati attesi<br />

Progetti <strong>di</strong> valorizzazione e conservazione <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità nelle aree umide dei 3 parchi regionali<br />

Valorizzazione e gestione tenuta S. Rossore<br />

N° <strong>di</strong> progetti attivati Valorizzare la bio<strong>di</strong>versità nelle aree umide<br />

Intervento In<strong>di</strong>catori Risultati attesi<br />

Interventi <strong>di</strong> manutenzione e gestione <strong>del</strong>la Tenuta <strong>di</strong> S. Rossore (PI)<br />

N° <strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong> gestione<br />

realizzate<br />

Conservazione e miglioramento <strong>del</strong>la Tenuta <strong>di</strong> S.<br />

Rossore<br />

89


6.1.2- I siti <strong>del</strong>la Rete Ecologica<br />

n° Tipologia<br />

Cod Natura<br />

2000<br />

Nome<br />

Ambito: Val <strong>di</strong> Lima<br />

Sup<br />

(ha)<br />

Provincia/Comuni<br />

Sotto bacini <strong>del</strong> F. <strong>Serchio</strong><br />

interessati<br />

14 SIR-pSIC IT5120006 Monte Prato Fiorito- Monte Coronato- Valle <strong>del</strong>lo Scesta 1907,68 LU: Bagni <strong>di</strong> Lucca T. Scesta, T. Lima, T. Fegana<br />

28 SIR-pSIC IT5130001 Alta Valle <strong>del</strong> Sestaione 832.2 PT: Abetone T. Sestaione<br />

29 SIR-ZPS IT5130002 Campolino 132.5 PT: Abetone T. Sestaione<br />

30 SIR-ZPS IT5130003 Abetone 623.1 PT: Abetone T. Sestaione<br />

31 SIR- ZPS IT5130004 Pian degli Ontani 669.7 PT: Cutigliano T. Sestaione<br />

32 SIR-pSIC IT5130005 Libro Aperto- Cima Tauffi 357.7 PT: Abetone, Cutigliano T. Rio Maggiore<br />

33 SIR-pSIC IT5130006 M.Spigolino- M. Gennaio 492.7 PT: S. Marcello Pistoiese T. Volata- T. Ver<strong>di</strong>ana<br />

B04 SIR- pSIC IT5120102 Zone calcaree <strong>del</strong>la Val <strong>di</strong> Lima e <strong>del</strong> Balzo Nero 1685.5<br />

LU (84,2%) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

PT (15,7%): Piteglio<br />

T. Scesta<br />

Fosso Fiescio<br />

Rio Coccia <strong>di</strong> Vico<br />

Rio Coccia <strong>di</strong> Limano<br />

Sovrapposizione con altri SIR e con<br />

Aree Protette<br />

Confina<br />

a E con il SIR-PSIC B04 (IT5120102)<br />

Sovrapposizione con<br />

SIR- ZPS n° 30 per 114 ha;<br />

SIR- ZPS n° 29 per 112.7 ha<br />

SIR- ZPS n° 31 per 132.55 ha.<br />

IBA 040 per 232.77 ha<br />

confina con<br />

pSIC- ZPS Monte Ron<strong>di</strong>naio-Monte<br />

Giovo (Emilia Romagna IT4040002)<br />

SIR- pSIC n° 13 (IT5120005)<br />

Sovrapposizione con<br />

RSN Campolino<br />

SIR- pSIC n° 28 per 112 ha<br />

IBA 040 per 124.6 ha<br />

Sovrapposizione con<br />

RNS Abetone<br />

SIR- pSIC 28 per 114 ha.<br />

IBA 040 per 604 ha<br />

Sovrapposizione con<br />

RSN Pian degli Ontani<br />

SIR- pSIC n° 28 per 132.5 ha.<br />

IBA 040 per 637 ha<br />

Confina con<br />

RNS Abetone<br />

RSN Campolino<br />

SIR-pSIC n° 13<br />

Confina con<br />

PR Alto Appennino Modenese (Emilia<br />

Romagna)<br />

pSIC- ZPS ―Monte Cimone, Libro<br />

Aperto, Lago <strong>di</strong> Pratignano ― (Emlia<br />

Romagna).<br />

Confina con<br />

PR Corno alle Scale (Emilia Romagna)<br />

pSIC- ZPS ―Corno alle Scale ―.<br />

Confina<br />

a NE con RSN Pian degli Ontani<br />

a O con SIR –pSIC n° 14 (IT5120006)<br />

a NE con SIR-ZPS n° 31 (IT5130004)<br />

a NE IBA 040<br />

90


n° Tipologia Cod Natura 2000 Nome<br />

5 SIR-pSIC IT5110005 Monte La Nuda- Monte Tondo 520,72<br />

Sup<br />

(ha)<br />

9 SIR-pSIC IT5120001 Monte Sillano- Passo Romecchio 260,30 LU: Sillano<br />

10 SIR-pSIC IT5120002 Monte Castellino- Le Forbici 664,06<br />

11 SIR-pSIC IT5120003<br />

Parco <strong>del</strong>l‘Orecchiella-<br />

Pania <strong>di</strong> Corfino-lamarossa<br />

2008,28<br />

Ambito: Garfagnana e Me<strong>di</strong>a Valle<br />

Provincia/Comuni<br />

LU (16,96%): Giuncignano,<br />

Sillano<br />

MS (83,04): Casola in Lunigiana,<br />

Fivizzano<br />

Sotto bacini <strong>del</strong> F. <strong>Serchio</strong><br />

interessati<br />

T. Acqua Bianca<br />

F. <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong> Sillano<br />

Fosso <strong>del</strong>la Mattonaia<br />

F. <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Sillano<br />

F. <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Soraggio<br />

LU: Castiglione <strong>di</strong> Garfagnana<br />

(4,7%) S. Romano in F. <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Soraggio<br />

Garfagnana (37,46%), Sillano, T. Corfino<br />

(66,03%),<br />

(21,14%)<br />

Villa Colleman<strong>di</strong>na T. Castiglione<br />

LU: Piazza al <strong>Serchio</strong> (10,62%),<br />

F. <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Soraggio<br />

S. Romano in Garf,(16,3%)<br />

T. Corfino<br />

Sillano (21,61%), Villa<br />

F. <strong>Serchio</strong><br />

Colleman<strong>di</strong>na (51,46%)<br />

12 SIR-ZPS IT5120004 Pania <strong>di</strong> Corfino 134,09 LU: Villa Colleman<strong>di</strong>na T. Corfino<br />

13 SIR--pSIC IT5120005<br />

Monte Romecchio,<br />

Monte Ron<strong>di</strong>naio, Poggione<br />

719,27<br />

T. Corsonna<br />

LU: Bagni <strong>di</strong> Lucca (33%), Barga<br />

T. Ania<br />

(36,4%), Coreglia Antelminelli<br />

T. Fegana<br />

(28,8%)<br />

T. Scesta<br />

Sovrapposizione con altri SIR e con Aree Protette<br />

P.N. Appennino Tosco-Emiliano<br />

confina a E con pSIC-ZPS ―Monte La Nuda, Cima Belfiore,<br />

Passo <strong>del</strong> Cerreto‖ (Emilia Romagna IT4030003).<br />

Confina lungo il limite N con il pSIC-ZPS ― Val d‘Ozola-Monte<br />

Cusna‖ (Regione Emilia Romagna IT4030004).<br />

P.N. Appennino Tosco Emiliano (<br />

Confina con :<br />

SIR- pSIC n° 11 (IT5120003) lungo il confine O<br />

pSIC ―Monte Prado (Emilia Romagna IT4030006) a E<br />

pSIC-ZPS ―Abetina Reale-Alta Val Dolo‖ (Emilia Romagna<br />

IT4030005) a S<br />

Sovrapposizione con<br />

P.N. Appennino Tosco- Emiliano<br />

RNS Orecchiella per 37 ha<br />

RSN Lamarossa per 167,35 ha<br />

RSN Pania <strong>di</strong> Corfino per 120 ha<br />

SIR- pSIC n° 12 (IT5120004), interamente compreso<br />

Confina a NE con SIR-pSIC n° 10 (IT5120002)<br />

P.N. Appennino Tosco- Emiliano<br />

interamente compreso in SIR- pSIC n° 11 (IT5120003)<br />

RNS ―Pania <strong>di</strong> Corfino‖<br />

Confina<br />

con pSIC- ZPS ―Monte Ron<strong>di</strong>naio - Monte Giovo‖ (Regione<br />

Emilia Romagna IT4040002).<br />

con SIR-pSIC n° 28 (IT5130001), con SIR-ZPS n° 29<br />

(IT5130002) con SIR-ZPS n° 31 (IT5130004)<br />

con IBA 040 a N<br />

A NE RSN Campolino<br />

A NE RSN Pian degli Ontani<br />

A NO Parco Reg. ‘Alto Appennino Modenese (Emilia Romagna).<br />

15 SIR-pSIC-ZPS IT5120007 Orrido <strong>di</strong> Botri 243,91 LU- Bagni <strong>di</strong> Lucca T. Fegana Sovrapp. con RSN Orrido <strong>di</strong> Botri per 192,87 ha (79,07%)<br />

16 SIR-pSIC IT5120008<br />

Valli glaciali <strong>di</strong> Orto <strong>di</strong> Donna e Solco<br />

2832,62<br />

<strong>di</strong> Equi<br />

17 SIR-pSIC IT5120008 Monte Sumbra 1862,57<br />

LU: Minucciano<br />

MS: Casola in Lunigiana, T. Acqua Bianca<br />

Fivizzano, Massa<br />

LU: Careggine (35%), Stazzema T. Edron<br />

(14%), Vagli <strong>di</strong> Sotto (51%) T. Turrite Secca<br />

Sovrapposizione con<br />

SIR-ZPS n° 23 (IT5120015) per 1543, 69 ha (83 %).<br />

IBA 039 per 1801,5 ha (94,1 %)<br />

P.R. Apuane per 1822,,86 (97,9%)<br />

Confina<br />

a ovest con il SIR-pSIC n° 21 (IT5120013)<br />

91


n° Tipologia Cod Natura 2000 Nome<br />

Sup<br />

(ha)<br />

18 SIR-pSIC IT5120010 Valle <strong>del</strong> Serra Monte Altissimo 1857,08<br />

20 SIR-pSIC IT5120012 Monte Croce- Monte Matanna 1246,48<br />

21 SIR-pSIC IT5120013 M. Tambura- M. Sella 2009,88<br />

22 SIR-pSIC IT5120014 M. Corchia- Le Panie 3962,87<br />

23 SIR-ZPS IT5120015<br />

B05 SIR IT5120103<br />

Praterie primarie e secondarie<br />

<strong>del</strong>le Apuane<br />

Rupi basaltiche <strong>di</strong> Piazza<br />

al <strong>Serchio</strong> e Poggio<br />

Ambito: Garfagnana e Me<strong>di</strong>a Valle<br />

Provincia/Comuni<br />

LU (69%): Seravezza<br />

MS (31%): :Massa, Montignoso<br />

Sotto bacini <strong>del</strong> F. <strong>Serchio</strong><br />

interessati<br />

Turrite Secca<br />

LU: Camaiore (4,52%),<br />

T. Turrite <strong>di</strong> Gallicano<br />

Pescaglia (3,32%), Stazzema<br />

T. Turrite cava<br />

(89,94%), Vergemoli (2,22%)<br />

LU (58%): Minucciano,<br />

T. Acqua Bianca<br />

Seravezza, Stazzema, Vagli <strong>di</strong><br />

T. Turrite Secca<br />

Sotto<br />

T. Edron<br />

MS (42%): Massa<br />

LU: Molazzana (23,28%),<br />

T. Turrite Secca<br />

Seravezza (0,94%), Stazzema<br />

T. Turrite <strong>di</strong> Gallicano<br />

(56,94%), Vergemoli (18,77%)<br />

LU (64.88%): Seravezza,<br />

Stazzema, Vagli <strong>di</strong> Sotto, T. Acqua Bianca<br />

Minucciano, Careggine, T. Edron<br />

Camaiore, Pescaglia, Vergemoli, T. Turrite Secca<br />

17320,84<br />

Molazzana<br />

T. Turrite <strong>di</strong> Gallicano<br />

T. Turrite Secca<br />

MS (35.12%)::Fivizzano, Massa, T. Pedogna<br />

Carrara, Casola in Lunigiana<br />

59,78<br />

LU: Camporgiano (47,56%),<br />

Piazza al <strong>Serchio</strong> (52,44%)<br />

T. Acqua Bianca,<br />

F. <strong>Serchio</strong><br />

T. Edron<br />

Sovrapposizione con altri SIR e con Aree Protette<br />

a sud con il SIR-pSIC n° 22 (IT5120014).<br />

Sovrapposizione con<br />

SIR- ZPS n° 23 (IT5120015) per 1229,7 ha (66%)<br />

IBA 039 per 1800,3ha (97%).<br />

P.R. Apuane per 1628, 8 (88%)<br />

Confina a NE con SIR-ZPS n° 21 (IT5120013)<br />

Sovrapposizione<br />

P.R. Apuane per 1222,08 ha (98,04%)<br />

SIR- ZPS n° 23 (IT5120015) per 967 ha (77,58%)<br />

IBA 039 per 15906.8 ha (72.8%)<br />

Confina a N con il SIR- pSIC n° 22 (IT5120014).<br />

Sovrapposizione<br />

P.R. Apuane per 1928,6 ha (96%)<br />

SIR-ZPS n° 23 (IT5120015) per 1143,78 ha (6.6%)<br />

IBA 039 per 15906.86 ha (72.8%)1<br />

Confina<br />

a E con SIR-pSIC n° 17 (IT5120009),<br />

a S con SIR-pSIC n°18 (IT5120010).<br />

a O con SIR-pSIC n° 16 (IT5120008)<br />

a O con SIR-pSIC n° 7 (IT5110007).<br />

Sovrapposizione<br />

con P.R. Apuane (100%)<br />

con SIR -ZPS n° 23 (IT5120015) per 3158,8 ha (79,7%)<br />

IBA 039 per 3326,86 ha (83,95%<br />

Confina<br />

a S con SIR - pSIC n° 20 (IT5120012)<br />

a NO con SIR – pSIC (IT5120009).<br />

Sovrapposizione con<br />

PR Apuane per 16426.37 ha (94,84%)<br />

SIR- pSIC n° 6 (IT5110006) per 1143,78 ha (6.6%)<br />

SIR-pSIC n° 7 ―per 116.09 ha (0.7%)<br />

SIR-pSIC n° 8 (IT5110008) per 722.86 ha (4.2%)<br />

SIR-pSIC n° 16 (IT5120008) per 2458.14 ha (14,2%)<br />

SIR-pSIC n° 17 (IT5120009)per 1543, 69 ha (8.9%)<br />

SIR-pSICn°18 (IT5120010)per 1229,74 ha (7.1%)<br />

SIR-pSIC n° 20 (IT5120012)per 967,07ha (5.58%)<br />

SIR-ZPS n° 21 (IT5120013)per 1922,64 ha (11.10%)<br />

SIR- pSIC n° 22 (IT5120014)per 3158,8 ha (18,24%)<br />

IBA 039 per 15906.86 ha (72.8%)<br />

92


n° Tipologia Cod Natura 2000 Nome<br />

Sup<br />

(ha)<br />

B06 SIR IT5120104 Monte Palo<strong>di</strong>na 1091,38<br />

n° Tipologia Cod Natura 2000 Nome<br />

Ambito: Garfagnana e Me<strong>di</strong>a Valle<br />

Provincia/Comuni<br />

Sotto bacini <strong>del</strong> F. <strong>Serchio</strong><br />

interessati<br />

Sovrapposizione con altri SIR e con Aree Protette<br />

T. Turrite <strong>di</strong> Galicano<br />

LU: Fabbriche <strong>di</strong> Vallico (41,2%),<br />

T. Turrite Cava<br />

Gallicano (58,8%)<br />

F. <strong>Serchio</strong><br />

100 % Area interna <strong>del</strong> P.R. Apuane<br />

Ambito: Costa<br />

24 SIR-pSIC-ZPS IT5120016 Macchia Lucchese 403,27 LU: Viareggio<br />

Sup<br />

(ha)<br />

Provincia/Comuni<br />

LU (95,25%): Massarosa, Viareggio<br />

25 SIR-pSIC-ZPS IT5120017 Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli 1908,01<br />

PI (4,75%):: Vecchiano<br />

61 SIR—pSIC-ZPS IT5170001 Dune litoranee <strong>di</strong> Torre <strong>del</strong> Lago 121,74<br />

LU: (81,47%) Viareggio<br />

PI (18,53 %): Vecchiano<br />

62 SIR-pSIC-ZPS IT5170002 Selva Pisana 9658,34 PI: Pisa, S. Giuliano T., Vecchiano<br />

n° Tipologia Cod Natura 2000 Nome<br />

Ambito: Monte Pisano<br />

Sup<br />

(ha)<br />

Provincia/Comuni<br />

LU (73,13%): Capannori, Lucca<br />

27 SIR-pSIC IT5120019 Monte Pisano 4869,86<br />

PI (26,87%): Buti, Calci<br />

Sovrapposizione con altri SIR e<br />

aree protette<br />

Sotto bacini <strong>del</strong> F. <strong>Serchio</strong><br />

interessati<br />

Sovrapposizione con IBA 082<br />

P.R. Migliarino- S. Rossore-<br />

Massaciuccoli 100%<br />

Areico<br />

Confina con SIR- pSIC-ZPS n°<br />

61 (IT5170001)<br />

Sovrapposizione con IBA 077<br />

Canale Barra, Fossa Nuova<br />

P.R. Migliarino- S. Rossore-<br />

Corsi d‘acqua minore dei rilievi<br />

Massaciuccoli per 1230,3ha<br />

d‘oltre <strong>Serchio</strong>, Burlamacca<br />

(64,5%)<br />

Sovrapposizione con IBA 082<br />

P.R. Migliarino- S. Rossore-<br />

Massaciuccoli 100%<br />

Areico<br />

Confina a E con SIR- pSIC-ZPS<br />

n° 24 (IT5120016)<br />

Fiume Morto<br />

Ozzeri<br />

Sovrapposizione con altri SIR e Sotto bacini <strong>del</strong> F. <strong>Serchio</strong><br />

aree protette<br />

interessati<br />

Sovrapposizione con ANPIL<br />

(APPI02) per 121,83 ha (2,50%)<br />

Ozzeri<br />

confina a E con SIR –pSIC B03<br />

(IT5120101)<br />

Con Del. C.P, - Lucca n° 102 <strong>del</strong> 25/07/2008 è stata approvata la proposta <strong>di</strong> ampliamento <strong>del</strong> SIR-SIC “Monte Pisano” ; con Del C.P.- Lucca n° 101 <strong>del</strong><br />

26/07/2008 è stata approvata la proposta <strong>di</strong> istituzione <strong>del</strong> SIR – SIC denominato “Padule <strong>di</strong> Verciano, Prati alle Fontane, Padule <strong>del</strong>le Monache”<br />

93


6.1.3- Le misure <strong>di</strong> conservazione<br />

Le due <strong>di</strong>rettive Habitat (Di 92/43/CEE) e Uccelli (Dir 79/409/CEE) prevedono che gli Stati membri adottino le opportune MISURE DI CONSERVAZIONE per<br />

evitare nelle ZSC (Zone Speciali <strong>di</strong> Conservazione) il degrado degli habitat naturali e degli habitat <strong>di</strong> specie nonché la perturbazione <strong>del</strong>le specie per cui le zone<br />

sono state designate, nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per il perseguimento degli obiettivi previsti. Le misure <strong>di</strong><br />

conservazione costituiscono l‟insieme <strong>di</strong> tutte le misure necessarie per mantenere o ripristinare gli habitat naturali e le popolazioni <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> fauna e <strong>di</strong> flora<br />

selvatiche in uno stato <strong>di</strong> conservazione sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

Inoltre la <strong>di</strong>rettiva Habitat prevede (art. 6, par. 2) MISURE DI SALVAGUARDIA adottate dagli Stati membri “per evitare nelle zone speciali <strong>di</strong> conservazione il<br />

degrado degli habitat <strong>di</strong> specie, nonché la perturbazione <strong>del</strong>le specie per cui le zone sono state designate nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere<br />

conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi” <strong>del</strong>la stessa Direttiva.<br />

Gli articoli 3, 4 e 6 <strong>del</strong> DPR 357/97 e successive mo<strong>di</strong>ficazioni attribuiscono a Regioni e Province autonome la competenza <strong>di</strong> adottare, per le ZSC e per le ZPS,<br />

“le misure <strong>di</strong> conservazione necessarie che implicano all‟occorrenza appropriati piani <strong>di</strong> gestione specifici o integrati ad altri piani <strong>di</strong> sviluppo e le opportune<br />

misure regolamentari amministrative o contrattuali che siano conformi alle esigenze ecologiche dei tipi <strong>di</strong> habitat naturali <strong>di</strong> cui all‟allegato A e <strong>del</strong>le specie <strong>di</strong> cui<br />

all‟allegato B presenti nei siti”;<br />

All‟art.5 <strong>del</strong> Decreto <strong>del</strong> 17 Ottobre 2007 <strong>del</strong> Ministro <strong>del</strong>l'Ambiente e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare recante “Criteri minimi uniformi per la definizione <strong>di</strong><br />

misure <strong>di</strong> conservazione relative a Zone speciali <strong>di</strong> conservazione (ZSC) e a Zone <strong>di</strong> protezione speciale (ZPS)”; sono definiti i <strong>di</strong>vieti e gli obblighi da applicare<br />

all‟interno <strong>di</strong> tutte le ZPS ed è demandata alle Regioni l‟adozione o l‟adeguamento <strong>del</strong>le specifiche misure <strong>di</strong> conservazione ed eventuali piani <strong>di</strong> gestione per le<br />

stesse.<br />

94


6.1.3.1- Le misure <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>la Del C.R. 454/08<br />

Allegato A -“Misure <strong>di</strong> conservazione valide per tutte le ZPS”<br />

ZPS Bac<br />

<strong>Serchio</strong><br />

IT5120004<br />

Pania <strong>di</strong> Corfino<br />

IT5130002<br />

Campolino<br />

IT5130003<br />

Abetone<br />

IT5130004 Pian<br />

degli Ontani<br />

IT512020 Orrido<br />

<strong>di</strong> Botri<br />

IT5120016<br />

Macchia<br />

Lucchese<br />

IT5170001<br />

Dune<br />

litoranee <strong>di</strong><br />

Torre <strong>del</strong> Lago<br />

IT5170002<br />

Selva Pisana<br />

IT5120021 Lago<br />

e Padule <strong>di</strong><br />

Massacciuccoli<br />

Allegato A<br />

Divieti Obblighi<br />

a) esercizio attività venatoria a Gennaio, con eccezione <strong>del</strong>la caccia da appostamento fisso e temporaneo e in forma<br />

vagante per 2 giornate, prefissate dal calendario venatorio, alla settimana, nonché con eccezione caccia ungulati;<br />

b) effettuazione preapertura attività venatoria, con eccezione caccia <strong>di</strong> selezione ungulati;<br />

c) esercizio attività venatoria in deroga ai sensi <strong>del</strong>l'art. 9, paragrafo 1, lettera c), <strong>del</strong>la Direttiva n. 79/409/CEE;<br />

d) utilizzo munizionamento a pallini <strong>di</strong> piombo all'interno <strong>del</strong>le zone umide, quali laghi, stagni, palu<strong>di</strong>,<br />

acquitrini, lanche e lagune d'acqua dolce, salata, salmastra, nonché nel raggio <strong>di</strong> 150 metri dalle rive più<br />

esterne a partire dalla stagione venatoria 2008/2009;<br />

e) attuazione pratica sparo al nido nello svolgimento attività <strong>di</strong> controllo demografico popolazioni <strong>di</strong> corvi<strong>di</strong>. <strong>Il</strong> controllo<br />

demografico <strong>del</strong>le popolazioni <strong>di</strong> corvi<strong>di</strong> è comunque vietato nelle aree <strong>di</strong> presenza <strong>del</strong> Lanario (Falco biarmicus);<br />

f) effettuazione ripopolamenti faunistici a scopo venatorio, a eccezione <strong>di</strong> quelli con soggetti appartenenti a sole<br />

specie e popolazioni autoctone provenienti da allevamenti nazionali, o da zone <strong>di</strong> ripopolamento e cattura, o dai centri<br />

pubblici e privati <strong>di</strong> riproduzione <strong>del</strong>la fauna selvatica allo stato naturale insistenti sul medesimo territorio;<br />

g) abbattimento esemplari appartenenti alle specie, Combattente (Philomacus pugnax), Moretta (Aythya fuligula);<br />

h) svolgimento attività addestramento cani da caccia prima <strong>del</strong> 01/09 e dopo la chiusura <strong>del</strong>la stagione venatoria.<br />

Sono fatte salve le zone <strong>di</strong> cui all'art. 10, c. 8, lett. e), <strong>del</strong>la Legge n. 157/92 sottoposte a procedura <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong><br />

incidenza positiva ai sensi <strong>del</strong>l'art. 5 <strong>del</strong> DPR 357/07 e s.m.i. entro la data <strong>di</strong> emanazione <strong>del</strong>l'atto <strong>di</strong> cui all'art. 3, c.1;<br />

i) costituzione nuove zone per allenamento e addestramento cani e per gare cinofile, nonché ampliamento esistenti;<br />

j) <strong>di</strong>struzione o danneggiamento intenzionale <strong>di</strong> ni<strong>di</strong> e ricoveri <strong>di</strong> uccelli;<br />

k) realizzazione <strong>di</strong> nuove <strong>di</strong>scariche o nuovi impianti <strong>di</strong> trattamento e smaltimento <strong>di</strong> fanghi e rifiuti nonché<br />

ampliamento <strong>di</strong> quelli esistenti in termine <strong>di</strong> superficie, fatte salve le <strong>di</strong>scariche per inerti;<br />

l) realizzazione nuovi impianti eolici, fatti salvi gli impianti per i quali, alla data <strong>di</strong> emanazione <strong>del</strong> presente atto, sia<br />

stato avviato il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> autorizzazione me<strong>di</strong>ante deposito <strong>del</strong> progetto. Gli enti competenti dovranno valutare<br />

l'incidenza <strong>del</strong> progetto, tenuto conto <strong>del</strong> ciclo biologico <strong>del</strong>le specie per le quali il sito e' stato designato, sentito<br />

l'INFS. Sono inoltre fatti salvi gli interventi <strong>di</strong> sostituzione e ammodernamento, anche tecnologico, che non comportino<br />

un aumento <strong>del</strong>l'impatto sul sito in relazione agli obiettivi <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>la ZPS, nonché gli impianti per<br />

autoproduzione con potenza complessiva non superiore a 20 kw;<br />

m) realizzazione nuovi impianti <strong>di</strong> risalita a fune e nuove piste da sci, a eccezione <strong>di</strong> quelli previsti negli strumenti <strong>di</strong><br />

pianificazione generali e <strong>di</strong> settore vigenti alla data <strong>di</strong> emanazione <strong>del</strong> presente atto, a con<strong>di</strong>zione che sia conseguita<br />

la positiva valutazione d'incidenza dei singoli progetti ovvero degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione generali e <strong>di</strong> settore <strong>di</strong><br />

riferimento <strong>del</strong>l'intervento, nonché <strong>di</strong> quelli previsti negli strumenti adottati preliminarmente e comprensivi <strong>di</strong><br />

valutazione d'incidenza; sono fatti salvi gli impianti per i quali sia stato avviato il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> autorizzazione,<br />

me<strong>di</strong>ante deposito <strong>del</strong> progetto esecutivo comprensivo <strong>di</strong> valutazione d'incidenza, nonché interventi <strong>di</strong> sostituzione e<br />

ammodernamento anche tecnologico e modesti ampliamenti <strong>del</strong> demanio sciabile che non comportino un aumento<br />

<strong>del</strong>l'impatto sul sito in relazione agli obiettivi <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>la ZPS;<br />

n) apertura nuove cave e ampliamento <strong>di</strong> quelle esistenti, a eccezione <strong>di</strong> quelle previste negli strumenti <strong>di</strong><br />

pianificazione generali e <strong>di</strong> settore vigenti alla data <strong>di</strong> emanazione <strong>del</strong> presente atto ivi compresi gli ambiti<br />

in<strong>di</strong>viduati nella Carta <strong>del</strong>le Risorse <strong>del</strong> Piano regionale <strong>del</strong>le Attività estrattive, a con<strong>di</strong>zione che risulti<br />

a) messa in sicurezza, rispetto al rischio <strong>di</strong> elettrocuzione e impatto<br />

degli uccelli, <strong>di</strong> elettrodotti e linee aeree ad alta e me<strong>di</strong>a tensione <strong>di</strong><br />

nuova realizzazione o in manutenzione straor<strong>di</strong>naria o in<br />

ristrutturazione;<br />

b) sulle superfici a seminativo soggette all'obbligo <strong>del</strong> ritiro dalla<br />

produzione (set-aside) e non coltivate durante tutto l'anno e altre<br />

superfici ritirate dalla produzione ammissibili all'aiuto <strong>di</strong>retto,<br />

mantenute in buone con<strong>di</strong>zioni agronomiche e ambientali a norma<br />

<strong>del</strong>l'art. 5 <strong>del</strong> Reg. (CE) n. 1782/2003, garantire la presenza <strong>di</strong> una<br />

copertura vegetale, naturale o artificiale, durante tutto l'anno e <strong>di</strong><br />

attuare pratiche agronomiche consistenti esclusivamente in<br />

operazioni <strong>di</strong> sfalcio, trinciatura <strong>del</strong>la vegetazione erbacea, o<br />

pascolamento sui terreni ritirati dalla produzione sui quali non<br />

vengono fatti valere titoli <strong>di</strong> ritiro, ai sensi <strong>del</strong> Reg.(CE) 1782/03. Dette<br />

operazioni devono essere effettuate almeno una volta all'anno, fatto<br />

salvo il periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto annuale <strong>di</strong> intervento compreso fra il 01/03 e<br />

il 31/07 <strong>di</strong> ogni anno, ove non <strong>di</strong>versamente <strong>di</strong>sposto nel piano <strong>di</strong><br />

gestione. <strong>Il</strong> periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto annuale <strong>di</strong> sfalcio o trinciatura non può<br />

comunque essere inferiore a 150 giorni consecutivi compresi fra il<br />

15/02 e il 30/09 <strong>di</strong> ogni anno. E' fatto comunque obbligo <strong>di</strong> sfalci e/o<br />

lavorazioni <strong>del</strong> terreno per la realizzazione <strong>di</strong> fasce antincen<strong>di</strong>o,<br />

conformemente a quanto previsto dalle normative in vigore. In deroga<br />

all'obbligo <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> una copertura vegetale, naturale o<br />

artificiale, durante tutto l'anno sono ammesse lavorazioni meccaniche<br />

sui terreni ritirati dalla produzione nei seguenti casi:<br />

1) pratica <strong>del</strong> sovescio, in presenza <strong>di</strong> specie da sovescio o piante<br />

biocide;<br />

2) terreni interessati da interventi <strong>di</strong> ripristino <strong>di</strong> habitat e biotopi;<br />

3) colture a perdere per la fauna, ai sensi <strong>del</strong>l'arti 1, lett c), <strong>del</strong> DM<br />

<strong>del</strong> 7 Marzo 2002 Ministero <strong>del</strong>le Politiche Agricole e Forestali;<br />

4) nel caso in cui le lavorazioni siano funzionali all'esecuzione <strong>di</strong><br />

interventi <strong>di</strong> miglioramento fon<strong>di</strong>ario;<br />

5) sui terreni a seminativo ritirati dalla produzione per un solo anno<br />

o, limitatamente all'annata agraria precedente all'entrata in<br />

produzione, nel caso <strong>di</strong> terreni a seminativo ritirati per due o più<br />

anni, lavorazioni <strong>del</strong> terreno allo scopo <strong>di</strong> ottenere una produzione<br />

agricola nella successiva annata agraria, comunque da effettuarsi<br />

Attività da promuovere<br />

e incentivare<br />

a) repressione <strong>del</strong><br />

bracconaggio;<br />

b) rimozione dei cavi sospesi<br />

<strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> risalita, impianti<br />

a fune ed elettrodotti<br />

<strong>di</strong>smessi;<br />

c) informazione e<br />

sensibilizzazione <strong>del</strong>la<br />

popolazione locale e dei<br />

maggiori fruitori <strong>del</strong> territorio<br />

sulla rete Natura 2000;<br />

d) l'agricoltura biologica e<br />

integrata con riferimento ai<br />

Programmi <strong>di</strong> Sviluppo<br />

Rurale;<br />

e) le forme <strong>di</strong> allevamento e<br />

agricoltura estensive<br />

tra<strong>di</strong>zionali;<br />

f) il ripristino <strong>di</strong> habitat naturali<br />

quali ad esempio zone umide,<br />

temporanee e permanenti, e<br />

prati tramite la messa a riposo<br />

dei seminativi;<br />

g) il mantenimento <strong>del</strong>le<br />

stoppie e <strong>del</strong>le paglie, nonché<br />

<strong>del</strong>la vegetazione presente al<br />

termine dei cicli produttivi dei<br />

terreni seminati, nel periodo<br />

invernale almeno fino alla fine<br />

<strong>di</strong> Febbraio.<br />

95


ZPS Bac<br />

<strong>Serchio</strong><br />

Allegato A<br />

Divieti Obblighi<br />

accertata e verificata l’idoneità al loro successivo inserimento nelle Carte dei Giacimenti e <strong>del</strong>le Cave e Bacini<br />

estrattivi, prevedendo altresì che il recupero finale <strong>del</strong>le aree interessate dall'attività estrattiva sia realizzato a<br />

fini naturalistici e a con<strong>di</strong>zione che sia conseguita la positiva valutazione <strong>di</strong> incidenza dei singoli progetti<br />

ovvero degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione generali e <strong>di</strong> settore <strong>di</strong> riferimento <strong>del</strong>l'intervento. Sono fatti salvi i<br />

progetti <strong>di</strong> cava già sottoposti a procedura <strong>di</strong> valutazione d'incidenza, in conformità agli strumenti <strong>di</strong><br />

pianificazione vigenti e sempreché l'attività estrattiva sia stata orientata a fini naturalistici e sia compatibile<br />

con gli obiettivi <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>le specie prioritarie;<br />

o) svolgimento attività <strong>di</strong> circolazione motorizzata al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>le strade, fatta eccezione per i mezzi agricoli e forestali,<br />

per i mezzi <strong>di</strong> soccorso, controllo e sorveglianza, nonché ai fini <strong>del</strong>l'accesso al fondo e all'azienda da parte degli aventi<br />

<strong>di</strong>ritto, in qualità <strong>di</strong> proprietari, lavoratori e gestori;<br />

p) eliminazione elementi naturali e seminaturali caratteristici <strong>del</strong> paesaggio agrario con alta valenza ecologica<br />

quali stagni, laghetti, acquitrini, prati umi<strong>di</strong>, maceri, torbiere, sfagneti, pozze <strong>di</strong> abbeverata, fossi, muretti a<br />

secco, siepi, filari alberati, canneti, risorgive e fontanili, vasche in pietra, lavatoi,abbeveratoi, pietraie;<br />

q) eliminazione terrazzamenti esistenti, <strong>del</strong>imitati a valle da muretto a secco oppure da scarpata inerbita, sono<br />

fatti salvi i casi regolarmente autorizzati <strong>di</strong> rimo<strong>del</strong>lamento dei terrazzamenti eseguiti allo scopo <strong>di</strong> assicurare<br />

una gestione economicamente sostenibile;<br />

r) esecuzione livellamenti non autorizzati dall'ente gestore, sono fatti salvi i livellamenti or<strong>di</strong>nari per la<br />

preparazione <strong>del</strong> letto <strong>di</strong> semina, per la sistemazione dei terreni a risaia e per le altre operazioni or<strong>di</strong>narie<br />

collegate alla gestione dei seminativi e <strong>del</strong>le altre colture agrarie e forestali;<br />

s) conversione superficie a pascolo permanente ai sensi <strong>del</strong>l'art. 2, punto 2 <strong>del</strong> Reg. (CE) 796/2004 ad altri usi;<br />

t) bruciatura stoppie e paglie, nonché <strong>del</strong>la vegetazione presente al termine dei cicli produttivi <strong>di</strong> prati naturali o<br />

seminati, sulle superfici specificate ai punti seguenti:<br />

1) superfici a seminativo ai sensi <strong>del</strong>l'art. 2, punto 1 <strong>del</strong> Reg. (CE) n. 796/2004, comprese quelle investite a colture<br />

consentite dai paragrafi a) e b) <strong>del</strong>l'art. 55 <strong>del</strong> Reg. (CE) n. 1782/2003 ed escluse le superfici <strong>di</strong> cui al successivo<br />

punto 2);<br />

2) superfici a seminativo soggette all'obbligo <strong>del</strong> ritiro dalla produzione (set - aside) e non coltivate durante tutto<br />

l'anno e altre superfici ritirate dalla produzione ammissibili all'aiuto <strong>di</strong>retto, mantenute in buone con<strong>di</strong>zioni<br />

agronomiche e ambientali a norma <strong>del</strong>l'art. 5 <strong>del</strong> Reg.(CE) n. 1782/03.<br />

Sono fatti salvi, in ogni caso, gli interventi <strong>di</strong> bruciatura connessi a emergenze <strong>di</strong> carattere fitosanitario prescritti<br />

dall'autorità competente o a superfici investite a riso e salvo <strong>di</strong>versa prescrizione <strong>del</strong>la competente autorità <strong>di</strong><br />

gestione;<br />

u) esercizio <strong>del</strong>la pesca con reti da traino, draghe, ciancioli, sciabiche da natante, sciabiche da spiaggia e reti<br />

analoghe sulle praterie sottomarine, in particolare sulle praterie <strong>di</strong> posidonie (Posidonia oceanica) o <strong>di</strong> altre<br />

fanerogame marine, <strong>di</strong> cui all'art. 4 <strong>del</strong> Regolamento (CE) n. 1967/06;<br />

v) esercizio <strong>del</strong>la pesca con reti da traino, draghe, sciabiche da spiaggia e reti analoghe su habitat coralligeni e letti <strong>di</strong><br />

maerl, <strong>di</strong> cui all'art. 4 <strong>del</strong> Regolamento (CE) n. 1967/06.<br />

non prima <strong>del</strong> 15 luglio <strong>del</strong>l'annata agraria precedente all'entrata in<br />

produzione. Sono fatte salve <strong>di</strong>verse prescrizioni <strong>del</strong>la competente<br />

autorità <strong>di</strong> gestione;<br />

c) regolamentazione degli interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>serbo meccanico nella<br />

rete idraulica naturale o artificiale, quali canali <strong>di</strong> irrigazione e<br />

canali collettori, in modo che essi vengano effettuati al <strong>di</strong> fuori<br />

<strong>del</strong> periodo riproduttivo degli uccelli, ad eccezione degli habitat<br />

<strong>di</strong> cui all'art. 6 comma 11;<br />

d) monitoraggio <strong>del</strong>le popolazioni <strong>del</strong>le specie ornitiche protette<br />

dalla Direttiva 79/409/CEE e in particolare quelle <strong>del</strong>l'Allegato I<br />

<strong>del</strong>la medesima <strong>di</strong>rettiva o comunque a priorità <strong>di</strong><br />

conservazione.<br />

Attività da promuovere<br />

e incentivare<br />

96


Allegato B- “Ripartizione <strong>del</strong>le ZPS in tipologie e relative misure <strong>di</strong> conservazione”. Le ZPS sono state ripartite in una o più tipologie riportate nell‟Allegato 1 <strong>del</strong><br />

Decreto Ministeriale (“Descrizione <strong>del</strong>le tipologie ambientali <strong>di</strong> riferimento per le ZPS”) e per ciascuna tipologia ambientale sono stati definiti specifici obblighi,<br />

<strong>di</strong>vieti, regolamentazioni e attività da favorire.<br />

Al momento <strong>del</strong>la designazione a ZSC dei SIC, con apposito DM <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l‟Ambiente e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare adottato <strong>di</strong> intesa con la<br />

Regione Toscana (art. 3 c. 2 DPR 357/97), saranno approvati i criteri minimi uniformi per la definizione <strong>del</strong>le misure <strong>di</strong> conservazione valide per tutte le ZSC.<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni che riguardano la tutela <strong>del</strong> suolo, <strong>del</strong>la risorsa idrica e degli ecosistemi acquatici sono sottolineate.<br />

ZPS<br />

Caratterizzate<br />

Da presenza<br />

<strong>di</strong><br />

ambienti<br />

aperti<br />

<strong>del</strong>le<br />

montagne<br />

me<strong>di</strong>terranee<br />

Ambienti<br />

forestali<br />

<strong>del</strong>le<br />

montagne<br />

me<strong>di</strong>terranee<br />

Rete Natura<br />

2000<br />

<strong>Bacino</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Serchio</strong><br />

IT5120004<br />

Pania <strong>di</strong><br />

Corfino<br />

IT5130002<br />

Campolino<br />

IT5130003<br />

Abetone<br />

IT5130004<br />

Pian degl<br />

Ontani<br />

IT512020<br />

Orrido <strong>di</strong> Botri<br />

IT5130003<br />

Abetone<br />

IT5130004<br />

Pian degl<br />

Ontani<br />

Allegato B<br />

Obblighi e <strong>di</strong>vieti Regolamentazione <strong>di</strong> Attività da favorire<br />

obbligo <strong>di</strong> integrazione degli strumenti <strong>di</strong><br />

gestione forestale da parte degli enti<br />

competenti ai sensi <strong>del</strong>la LR 39/00 al fine<br />

<strong>di</strong> garantire il mantenimento <strong>di</strong> una<br />

presenza adeguata <strong>di</strong> piante morte,<br />

dannose o deperienti, utili alla<br />

ni<strong>di</strong>ficazione ovvero all'alimentazione<br />

<strong>del</strong>l'avifauna nei casi specifici in cui le<br />

prescrizioni <strong>del</strong> Regolamento Forestale<br />

<strong>del</strong>la Toscana siano ritenute insufficienti<br />

per la tutela <strong>del</strong>l'avifauna stessa. Qualora<br />

una ZPS o parte <strong>di</strong> essa non sia<br />

compresa in un'area protetta così come<br />

1. circolazione su strade ad uso forestale e loro gestione, evitandone<br />

l'asfaltatura salvo che per ragioni <strong>di</strong> sicurezza e incolumità pubblica ovvero<br />

<strong>di</strong> stabilità dei versanti;<br />

2. avvicinamento a pareti occupate per la ni<strong>di</strong>ficazione da Capovaccaio<br />

(Neophron percnopterus), Aquila reale (Aquila chrysaetos), Falco pellegrino<br />

(Falco peregrinus), Lanario (Falco biarmicus), Grifone (Gyps fulvus), Gufo<br />

reale (Bubo bubo) e Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax) me<strong>di</strong>ante<br />

elicottero, <strong>del</strong>taplano, parapen<strong>di</strong>o, arrampicata libera o attrezzata e<br />

qualunque altra modalità;<br />

3. tagli selvicolturali nelle aree che interessano i siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong>le<br />

specie caratteristiche <strong>del</strong>la tipologia ambientale, in connessione alle epoche<br />

e alle metodologie degli interventi e al fine <strong>di</strong> non arrecare <strong>di</strong>sturbo o danno<br />

alla loro riproduzione;<br />

4. pascolo al fine <strong>di</strong> ridurre fenomeni <strong>di</strong> eccessivo sfruttamento <strong>del</strong> cotico<br />

erboso, anche per consentire la transumanza e la monticazione estiva.<br />

1. circolazione su strade ad uso forestale e loro gestione, evitandone<br />

l'asfaltatura salvo che per ragioni <strong>di</strong> sicurezza e incolumità pubblica ovvero<br />

<strong>di</strong> stabilità dei versanti;<br />

2. tagli selvicolturali nelle aree che interessano i siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong>le<br />

specie caratteristiche <strong>del</strong>la tipologia ambientale,in connessione alle epoche<br />

e alle metodologie degli interventi e al fine <strong>di</strong> non arrecare <strong>di</strong>sturbo o danno<br />

alla loro riproduzione;<br />

3. avvicinamento a pareti occupate per la ni<strong>di</strong>ficazione da Capovaccaio<br />

(Neophron percnopterus), Aquila reale (Aquila chrysaetos), Falco pellegrino<br />

(Falco peregrinus), Lanario (Falco biarmicus), Grifone (Gyps fulvus), Gufo<br />

reale (Bubo bubo) e Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax) me<strong>di</strong>ante<br />

elicottero, <strong>del</strong>taplano, parapen<strong>di</strong>o, arrampicata libera o attrezzata e<br />

qualunque altra modalità;<br />

1. mantenimento <strong>del</strong>le attività agrosilvopastorali estensive e in particolare<br />

recupero e gestione <strong>del</strong>le aree a prato permanente e a pascolo;<br />

2. mantenimento e recupero <strong>del</strong> mosaico <strong>di</strong> aree a vegetazione erbacea e<br />

arbustiva.<br />

1. attività agro-silvo-pastorali in grado <strong>di</strong> mantenere una struttura <strong>di</strong>setanea dei<br />

soprassuoli e la presenza <strong>di</strong> radure e chiarie all'interno <strong>del</strong>le compagini forestali;<br />

2. conservazione <strong>di</strong> prati e <strong>di</strong> aree aperte all'interno <strong>del</strong> bosco anche <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a e<br />

piccola estensione e <strong>di</strong> pascoli ed aree agricole, anche a struttura complessa, nei<br />

pressi <strong>del</strong>le aree forestali;<br />

3. mantenimento degli elementi forestali <strong>di</strong> bosco non ceduato, anche <strong>di</strong> parcelle<br />

<strong>di</strong> ridotta estensione, nei pressi <strong>di</strong> bacini idrici naturali e artificiali e negli impluvi<br />

naturali;<br />

4. gestione forestale in grado <strong>di</strong>: mantenere una struttura <strong>di</strong>setanea dei<br />

soprassuoli, ovvero in grado <strong>di</strong> mantenere e promuovere una struttura<br />

caratterizzata dall‘alternanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> governo <strong>del</strong> bosco (ceduo, ceduo<br />

sotto fustaia, fustaia <strong>di</strong>setanea), favorire l‘evoluzione all‘alto fusto e l‘aumento<br />

<strong>del</strong>la biomassa vegetale morta e garantire una presenza adeguata <strong>di</strong> piante<br />

97


ZPS<br />

Caratterizzate<br />

Da presenza<br />

<strong>di</strong><br />

Presenza <strong>di</strong><br />

ambienti<br />

misti<br />

me<strong>di</strong>terranei<br />

zone umide<br />

Rete Natura<br />

2000<br />

<strong>Bacino</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Serchio</strong><br />

IT5120004<br />

Pania <strong>di</strong><br />

Corfino<br />

IT5120016<br />

Macchia<br />

Lucchese<br />

IT5120020<br />

Orrido <strong>di</strong><br />

Botri<br />

IT5170001<br />

Dune<br />

litoranee <strong>di</strong><br />

Torre<br />

<strong>del</strong> Lago<br />

IT5170002<br />

Selva<br />

Pisana<br />

IT5120021<br />

Lago e<br />

Padule <strong>di</strong><br />

Massacciuccoli<br />

IT5170002<br />

Selva<br />

Pisana<br />

Allegato B<br />

Obblighi e <strong>di</strong>vieti Regolamentazione <strong>di</strong> Attività da favorire<br />

definita ai sensi <strong>del</strong>la LR 49/95 e ricada<br />

nel territorio <strong>di</strong> competenza <strong>di</strong> una<br />

Comunità montana, tale integrazione<br />

deve essere concertata dalla medesima<br />

con la Provincia interessata.<br />

1. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> eliminazione dei muretti a<br />

secco funzionali alle esigenze ecologiche<br />

<strong>del</strong>le specie <strong>di</strong> interesse comunitario.<br />

2. obbligo <strong>di</strong> integrazione degli strumenti<br />

<strong>di</strong> gestione forestale da parte degli enti<br />

competenti ai sensi <strong>del</strong>la LR 39/00 al fine<br />

<strong>di</strong> garantire il mantenimento <strong>di</strong> una<br />

presenza adeguata <strong>di</strong> piante morte,<br />

annose o deperienti, utili alla ni<strong>di</strong>ficazione<br />

ovvero all'alimentazione <strong>del</strong>l'avifauna nei<br />

casi specifici in cui le prescrizioni <strong>del</strong><br />

Regolamento Forestale <strong>del</strong>la Toscana<br />

siano ritenute insufficienti per la tutela<br />

<strong>del</strong>l'avifauna stessa. Qualora una ZPS o<br />

parte <strong>di</strong> essa non sia compresa in un'area<br />

protettacosì come definita ai sensi <strong>del</strong>la<br />

LR 49/95 e ricada nel territorio <strong>di</strong><br />

competenza <strong>di</strong> una Comunità montana,<br />

tale integrazione deve essere concertata<br />

dalla medesima con la Provincia<br />

interessata.<br />

1. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> bonifica idraulica <strong>del</strong>le zone<br />

umide naturali;<br />

2. <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> abbattimento, in data<br />

antecedente al 1° Ottobre, <strong>di</strong> esemplari<br />

appartenenti alle specie Codone (Anas<br />

acuta), Marzaiola (Anas querquedula),<br />

Mestolone (Anas clypeata), Alzavola<br />

(Anas crecca), Canapiglia (Anas<br />

strepera), Fischione (Anas penelope),<br />

Moriglione (Aythya ferina), Folaga (Fulica<br />

atra), Gallinella d'acqua (Gallinula<br />

4. attività forestali in merito all'eventuale rilascio <strong>di</strong> matricine nei boschi<br />

cedui, alla eventuale in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> provvigioni massime, <strong>di</strong> estensione ed<br />

epoca degli interventi <strong>di</strong> taglio selvicolturale, <strong>di</strong> norme su tagli intercalari;<br />

5. apertura <strong>di</strong> nuove strade e piste forestali a carattere permanente.<br />

6. pascolo al fine <strong>di</strong> ridurre fenomeni <strong>di</strong> eccessivo sfruttamento <strong>del</strong> cotico<br />

erboso, anche per consentire la transumanza e la monticazione estiva.<br />

1. circolazione su strade ad uso forestale e loro gestione, evitandone<br />

l'asfaltatura salvo che per ragioni <strong>di</strong> sicurezza e incolumità pubblica ovvero<br />

<strong>di</strong> stabilità dei versanti;<br />

2. avvicinamento a pareti occupate per la ni<strong>di</strong>ficazione da Capovaccaio<br />

(Neophron percnopterus), Aquila reale (Aquila chrysaetos), Falco pellegrino<br />

(Falco peregrinus), Lanario (Falco biarmicus), Grifone (Gyps fulvus), Gufo<br />

reale (Bubo bubo) e Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax) me<strong>di</strong>ante<br />

elicottero, <strong>del</strong>taplano, parapen<strong>di</strong>o, arrampicata libera o attrezzata e<br />

qualunque altra modalità;<br />

3. tagli selvicolturali nelle aree che interessano i siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione <strong>del</strong>le<br />

specie caratteristiche <strong>del</strong>la tipologia ambientale, in connessione alle epoche<br />

e alle metodologie degli interventi e al fine <strong>di</strong> non arrecare <strong>di</strong>sturbo o danno<br />

alla loro riproduzione.<br />

1. taglio dei pioppeti occupati da garzaie, evitando gli interventi nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

ni<strong>di</strong>ficazione;<br />

2. costruzione <strong>di</strong> nuove serre fisse;<br />

3. caccia in presenza, anche parziale, <strong>di</strong> ghiaccio;<br />

4. trattamento <strong>del</strong>le acque reflue dei bacini <strong>di</strong> ittiocoltura intensiva o<br />

semintensiva;<br />

5. attività che comportino improvvise e consistenti variazioni <strong>del</strong> livello<br />

<strong>del</strong>l'acqua o la riduzione <strong>del</strong>la superficie <strong>di</strong> isole ovvero zone affioranti.<br />

6. realizzazione <strong>di</strong> sbarramenti idrici e interventi <strong>di</strong> artificializzazione degli<br />

alvei e <strong>del</strong>le sponde tra cui rettificazioni, tombamenti, canalizzazioni,<br />

arginature, riduzione <strong>del</strong>la superficie <strong>di</strong> isole ovvero zone affioranti;<br />

morte, annose o deperienti, utili alla ni<strong>di</strong>ficazione ovvero all'alimentazione<br />

<strong>del</strong>l'avifauna;<br />

5. conservazione <strong>del</strong> sottobosco;<br />

6. mantenimento <strong>del</strong>le attività agrosilvopastorali estensive e in particolare<br />

recupero e gestione <strong>del</strong>le aree a prato permanente e a pascolo;<br />

1. conservazione, manutenzione e ripristino, senza rifacimento totale, dei muretti a<br />

secco esistenti e realizzazione <strong>di</strong> nuovi attraverso tecniche costruttive tra<strong>di</strong>zionali<br />

e manufatti in pietra;<br />

2. creazione <strong>di</strong> filari arborei - arbustivi con specie autoctone lungo i confini degli<br />

appezzamenti coltivati;<br />

3. conservazione e ripristino degli elementi naturali e seminaturali<br />

<strong>del</strong>l'agroecosistema come siepi, filari, laghetti, boschetti, stagni;<br />

4. conservazione <strong>di</strong> una struttura <strong>di</strong>setanea dei soprassuoli e <strong>di</strong> aree aperte<br />

all'interno <strong>del</strong> bosco anche <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a e piccola estensione e <strong>di</strong> pascoli ed aree<br />

agricole, anche a struttura complessa, nei pressi <strong>del</strong>le aree forestali;<br />

5. mantenimento <strong>di</strong> una presenza adeguata <strong>di</strong> piante morte, annose o deperienti,<br />

utili alla ni<strong>di</strong>ficazione ovvero all'alimentazione <strong>del</strong>l'avifauna;<br />

6. mantenimento degli elementi forestali <strong>di</strong> bosco non ceduato, anche <strong>di</strong> parcelle<br />

<strong>di</strong> ridotta estensione, nei pressi <strong>di</strong> bacini idrici naturali e artificiali e negli impluvi<br />

naturali;<br />

7. mantenimento ovvero promozione <strong>di</strong> una struttura <strong>del</strong>le compagini forestali<br />

caratterizzata dall'alternanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> governo <strong>del</strong> bosco (ceduo, ceduo<br />

sotto fustaia, fustaia <strong>di</strong>setanea);<br />

8. controllo <strong>del</strong>la vegetazione arbustiva nei prati e pascoli ari<strong>di</strong>;<br />

9. ripristino <strong>di</strong> prati pascoli e prati ari<strong>di</strong> a partire da seminativi in rotazione;<br />

10. ripristino <strong>di</strong> prati e pascoli me<strong>di</strong>ante la messa a riposo dei seminativi;<br />

11. conservazione <strong>del</strong> sottobosco.<br />

1. riduzione dei nitrati immessi nelle acque superficiali nell'ambito <strong>di</strong> attività<br />

agricole;<br />

2. messa a riposo a lungo termine dei seminativi, nonché la conversione dei<br />

terreni da pioppeto in boschi <strong>di</strong> latifoglie autoctone o in praterie sfalciabili o per<br />

creare zone umide o per ampliare biotopi relitti e gestiti per scopi ambientali nelle<br />

aree contigue a lagune costiere, valli, torbiere e laghi;<br />

3. mantenimento e coltivazione ecocompatibile <strong>del</strong>le risaie nelle aree a<strong>di</strong>acenti le<br />

zone umide;<br />

4. incentivazione dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> agricoltura biologica;<br />

5. creazione e mantenimento <strong>di</strong> fasce tampone a vegetazione erbacea (spontanea<br />

o seminata) o arboreo - arbustiva <strong>di</strong> una certa ampiezza tra le zone coltivate e le<br />

98


ZPS<br />

Caratterizzate<br />

Da presenza<br />

<strong>di</strong><br />

Rete Natura<br />

2000<br />

<strong>Bacino</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Serchio</strong><br />

Allegato B<br />

Obblighi e <strong>di</strong>vieti Regolamentazione <strong>di</strong> Attività da favorire<br />

chloropus), Porciglione (Rallus<br />

aquaticus), Beccaccino (Gallinago<br />

gallinago), Beccaccia (Scolopax<br />

rusticola), Frullino (Lymnocryptes<br />

minimus), Pavoncella (Vanellus vanellus);<br />

3. obbligo <strong>di</strong> monitoraggio <strong>del</strong> livello idrico<br />

<strong>del</strong>le zone umide, in particolar modo<br />

durante la stagione riproduttiva <strong>del</strong>le<br />

specie ornitiche presenti, al fine <strong>di</strong> evitare<br />

eccessivi sbalzi <strong>del</strong> medesimo.<br />

7. epoche e metodologie degli interventi <strong>di</strong> controllo ovvero gestione <strong>del</strong>la<br />

vegetazione spontanea arborea, arbustiva e erbacea all'interno <strong>del</strong>le zone<br />

sia umide e ripariali che <strong>del</strong>le garzaie, in modo che sia evitato taglio, sfalcio,<br />

trinciatura, incen<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>serbo chimico, lavorazioni superficiali <strong>del</strong> terreno,<br />

durante il periodo riproduttivo <strong>del</strong>l'avifauna, fatti salvi interventi straor<strong>di</strong>nari<br />

<strong>di</strong> gestione previa autorizzazione <strong>del</strong>l'ente gestore, al fine <strong>di</strong> non arrecare<br />

<strong>di</strong>sturbo o danno alla riproduzione <strong>del</strong>la fauna selvatica;<br />

8. interventi <strong>di</strong> gestione idraulica dei canali (taglio <strong>del</strong>la vegetazione,<br />

risagomatura, dragaggio);<br />

9. realizzazione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> pioppicoltura;<br />

10. utilizzo dei <strong>di</strong>serbanti e <strong>del</strong> piro<strong>di</strong>serbo per il controllo <strong>del</strong>la vegetazione<br />

<strong>del</strong>la rete idraulica artificiale (canali <strong>di</strong> irrigazione, fossati e canali collettori);<br />

11. pesca con nasse e trappole.<br />

zone umide;<br />

6. creazione <strong>di</strong> zone a <strong>di</strong>versa profon<strong>di</strong>tà d'acqua con argini e rive a ridotta<br />

pendenza;<br />

7. mantenimento ovvero ripristino <strong>del</strong> profilo irregolare (con insenature e anfratti)<br />

dei contorni <strong>del</strong>la zona umida;<br />

8. mantenimento ovvero ripristino <strong>del</strong>la vegetazione sommersa, natante ed<br />

emersa e dei terreni circostanti l'area umida; 9. mantenimento dei cicli <strong>di</strong><br />

circolazione <strong>del</strong>le acque salate nelle saline abbandonate al fine <strong>di</strong> conservare gli<br />

habitat con acque e fanghi ipersalati idonei per Limicoli, Sterni<strong>di</strong> e Fenicottero;<br />

10. interventi <strong>di</strong> taglio <strong>del</strong>le vegetazione, nei corsi d'acqua con alveo <strong>di</strong> larghezza<br />

superiore ai 5 metri, effettuati solo su una <strong>del</strong>le due sponde in modo alternato nel<br />

tempo e nello spazio, al fine <strong>di</strong> garantire la permanenza <strong>di</strong> habitat idonei a specie<br />

vegetali e animali;<br />

11. creazione <strong>di</strong> isole e zone affioranti idonee alla ni<strong>di</strong>ficazione in aree dove questi<br />

elementi scarseggiano a causa <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> erosione, subsidenza,<br />

mantenimento <strong>di</strong> alti livelli <strong>del</strong>l'acqua in primavera;<br />

12. mantenimento <strong>di</strong> spiagge naturali e <strong>di</strong> aree non soggette a pulitura<br />

meccanizzata tra gli stabilimenti balneari;<br />

13. conservazione ovvero ripristino <strong>di</strong> elementi naturali tra gli stabilimenti balneari<br />

esistenti;<br />

14. trasformazione ad agricoltura biologica nelle aree agricole esistenti contigue<br />

alle zone umide;<br />

15. realizzazione <strong>di</strong> sistemi per la fitodepurazione;<br />

16. gestione perio<strong>di</strong>ca degli ambiti <strong>di</strong> canneto, da realizzarsi esclusivamente al <strong>di</strong><br />

fuori <strong>del</strong> periodo <strong>di</strong> riproduzione <strong>del</strong>l'avifauna, con sfalci finalizzati alla<br />

<strong>di</strong>versificazione strutturale, al ringiovanimento, al mantenimento <strong>di</strong> specchi<br />

d'acqua liberi, favorendo i tagli a rotazione per parcelle ed evitando il taglio raso;<br />

17. ripristino <strong>di</strong> prati stabili, zone umide temporanee o permanenti, ampliamento <strong>di</strong><br />

biotopi relitti gestiti per scopi esclusivamente ambientali, in particolare nelle aree<br />

contigue a lagune costiere, valli, torbiere, laghi tramite la messa a riposo dei<br />

seminativi;<br />

18. conversione dei terreni a<strong>di</strong>biti a pioppeto in boschi <strong>di</strong> latifoglie autoctone;<br />

19. colture a basso consumo idrico e in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong> approvvigionamento<br />

idrico, tra cui reflui depurati per tamponare le situazioni <strong>di</strong> stress idrico estivo;<br />

20. adozione, attraverso il meccanismo <strong>del</strong>la certificazione ambientale, <strong>di</strong> pratiche<br />

ecocompatibili nella pioppicoltura, tra cui il mantenimento <strong>del</strong>la vegetazione<br />

erbacea durante gli sta<strong>di</strong> avanzati <strong>di</strong> crescita <strong>del</strong> pioppeto, il mantenimento <strong>di</strong><br />

strisce non fresate anche durante le lavorazioni nei primi anni <strong>di</strong> impianto, il<br />

mantenimento <strong>di</strong> piccoli nuclei <strong>di</strong> alberi morti, annosi o deperienti.<br />

99


6.1.3.2- Le misure <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong>la Del G.R. 644/04<br />

Le misure <strong>di</strong> conservazione dei siti <strong>del</strong>la Rete Ecologica Regionale (SIC+SIR+ZPS) sono state definite in funzione <strong>del</strong>le specifiche criticità ed esigenze ambientali<br />

necessarie a garantire la conservazione degli habitat o specie presenti nel sito e opportunamente classificate con un livello <strong>di</strong> importanza in base alla loro priorità<br />

nel contesto ambientale <strong>del</strong> sito e, più in generale, all‟interbo <strong>del</strong>la rete ecologica regionale in base al valore degli elementi da conservare (EE= molto elevata; E=<br />

Elevata; M= Me<strong>di</strong>a; B= Bassa). All‟interno <strong>del</strong>le schede <strong>del</strong>la stessa Del G.R. 644/04 è stato in<strong>di</strong>cato il grado <strong>di</strong> priorità che all‟interno <strong>di</strong> ciascun sito ha la<br />

redazione <strong>di</strong> uno specifico piano <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong> sito, <strong>di</strong> un Piano <strong>di</strong> gestione integrato con altri strumenti <strong>del</strong>la pianificazione territoriale o un Piano <strong>di</strong> Azione.<br />

In genere è stata in<strong>di</strong>cata la necessità <strong>del</strong> PdG per i siti dove la conservazione <strong>del</strong>le specie/habitat è legata ad attività umane “tra<strong>di</strong>zionali” che possono cessare<br />

o mo<strong>di</strong>ficarsi (pascoli montani, agro ecosistemi tra<strong>di</strong>zionali) e per quelli oggetto <strong>di</strong> forti pressioni da parte <strong>di</strong> attività umane <strong>di</strong>versificate (es zone umide in aree<br />

fortemente antropizzate, tratti fluviali <strong>di</strong> basso corso interessati da urbanizzazione, agricoltura e problematiche <strong>di</strong> rischio idraulico).<br />

Le misure riportate negli Allegati A e B <strong>del</strong>la Del. C.R. 454/08 costituiscono norme a integrazione <strong>del</strong>le norme tecniche approvate con Del G.R. 644/2004.<br />

Sono evidenziate con carattere in blu e in grassetto quelle misure <strong>di</strong> conservazione che interessano la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo e la tutela degli ecosistemi (compresi<br />

habitat e specie) legati alla risorsa acqua. Rispondenndo a quanto richiesto dalla Provincia <strong>di</strong> Lucca. Servizio Pianificazione Territoriale e Mobilità nel contributo<br />

fornito a seguito <strong>del</strong>l‟invio <strong>del</strong> <strong>Rapporto</strong> Preliminare, sono stati analizzate nel dettaglio anche le misure <strong>di</strong> conservazione specifiche riguardanti la risorsa acqua<br />

previste nei Piani <strong>di</strong> Gestione approvati per il SIR-pSIC n° 5 “Monte la Nuda- Monte Tondo” e per il SIR-pSIC n° 10 “Monte Castellino- Le Forbici” (evidenziate in<br />

giallo).<br />

Sito<br />

SIR-pSIC n° 5<br />

―Monte La<br />

Nuda- Monte<br />

Tondo‖<br />

(IT5110005)<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Gestione pascolo-<br />

abbandono<br />

Stazioni isolate e con pochi<br />

in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> rare specie<br />

vegetali,<br />

Siti appenninici<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al sito<br />

Abbandono <strong>del</strong>le attività <strong>di</strong><br />

pascolo nelle praterie<br />

sommitali e nei crinali<br />

secondari, con processi <strong>di</strong><br />

ricolonizzazione arbustiva<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

Mantenimento <strong>di</strong> habitat alto montani con<br />

rilevanti popolamenti ornitici (E).<br />

Conservazione elevati livelli <strong>di</strong> naturalità e <strong>di</strong><br />

scarso <strong>di</strong>sturbo antropico, (circo glaciale <strong>del</strong><br />

M. La Nuda (E).<br />

Tutela stazioni <strong>di</strong> Primula apennina (M) e <strong>di</strong><br />

Galium carmineum e <strong>di</strong> Erigeron gau<strong>di</strong>nii (M).<br />

Conservazione dei nardeti sommitali (M).<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Gestione pascolo (E)<br />

Conservazione habitat <strong>di</strong> Primula<br />

apennina (M).<br />

Programma <strong>di</strong> conservazione ex situ<br />

per la tutela <strong>del</strong>le specie vegetali rare<br />

(M).<br />

Mantenimento e miglioramento <strong>del</strong>la<br />

compatibilità dei piani <strong>di</strong> settore con gli<br />

obiettivi <strong>di</strong> Conservazione<br />

Controllo popolazione <strong>di</strong> cinghiale<br />

Difesa dall‘erosione nelle praterie <strong>di</strong><br />

crinale<br />

Tutela <strong>del</strong>le stazioni <strong>di</strong> rare specie <strong>di</strong><br />

flora<br />

Mantenimento e incremento dei<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Piano redatto<br />

nell‘ambito <strong>del</strong><br />

progetto LIFE<br />

Natura<br />

―Conservazione<br />

<strong>del</strong>le praterie<br />

montane<br />

<strong>del</strong>l‘Appennino<br />

Tosco-<br />

Emiliano‖<br />

Approvato con<br />

Del CP (Lucca)<br />

n° 75 <strong>del</strong><br />

08/05/2008<br />

Del CP (Massa)<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Non necessari<br />

100


Sito<br />

SIR-pSIC n° 9<br />

M. Sillano -<br />

Passo<br />

Romecchio<br />

(IT5120001)<br />

SIR-pSIC n° 10<br />

Monte<br />

Castellino – Le<br />

Forbici<br />

(IT5120002)<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Gestione <strong>del</strong> pascolo:<br />

eccesso sui nardeti e<br />

abbandono<br />

Turismo escursionistico<br />

Presenza <strong>di</strong> strade sterrate<br />

lungo il perimetro <strong>del</strong> sito.<br />

Gestione <strong>del</strong> pascolo: are in<br />

abbandono e zone sovra<br />

pascolate<br />

Turismo escursionistico e<br />

importanti stazioni<br />

floristiche.<br />

Raccolte <strong>di</strong> flora.<br />

Presenza <strong>di</strong> rare specie <strong>di</strong><br />

flora con stazioni <strong>di</strong> ridotte<br />

<strong>di</strong>mensioni (ad esempio la<br />

stazione <strong>di</strong> Rhododendron<br />

ferruginuem).<br />

Interrimento <strong>di</strong> prati umi<strong>di</strong>.<br />

Siti appenninici<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al sito<br />

Ipotesi <strong>di</strong> localizzazione <strong>di</strong><br />

impianti eolici al Passo<br />

Pradarena.<br />

Diffusa riduzione <strong>del</strong> pascolo<br />

in aree montane, con<br />

conseguente frammentazione<br />

<strong>del</strong>l‘habitat.<br />

Riduzione <strong>del</strong> pascolo<br />

nell‘intero comprensorio<br />

appenninico, con conseguente<br />

riduzione e frammentazione<br />

<strong>del</strong>l‘habitat per le specie legate<br />

alle praterie secondarie.<br />

Abbattimenti illegali <strong>di</strong> Canis<br />

lupus.<br />

Strade sterrate <strong>di</strong> accesso ai<br />

rifugi o alle zone <strong>di</strong> crinale.<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

Mantenimento <strong>del</strong> complesso <strong>di</strong> ambienti<br />

sommitali con praterie e brughiere montane e<br />

affioramenti rocciosi, che costituiscono<br />

l‘habitat per numerose specie <strong>di</strong> Passeriformi<br />

ni<strong>di</strong>ficanti e aree <strong>di</strong> caccia <strong>di</strong> Aquila<br />

chrysaetos (E).<br />

Mantenimento <strong>del</strong>le formazioni erbose <strong>di</strong><br />

Nardo ricche <strong>di</strong> specie (E).<br />

Mantenimento degli elevati livelli <strong>di</strong> naturalità,<br />

con particolare riferimento alla zona Monte <strong>di</strong><br />

Soraggio–Le Porraie (E).<br />

Tutela <strong>del</strong>le stazioni <strong>di</strong> Primula apennina e<br />

<strong>del</strong>le altre specie <strong>di</strong> flora <strong>del</strong>le pareti rocciose<br />

e dei detriti <strong>di</strong> falda (M).<br />

Tutela stazioni <strong>di</strong> Primula apennina,<br />

Rhododendron ferruginuem e <strong>di</strong> specie <strong>di</strong><br />

flora <strong>del</strong>le pareti rocciose e dei versanti<br />

detritici (EE).<br />

Tutela <strong>del</strong>le rare fitocenosi (E).<br />

Conservazione <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> praterie<br />

sommitali, comprendente notevoli estensioni<br />

<strong>di</strong> habitat <strong>di</strong> elevato interesse<br />

conservazionistico, con notevoli popolamenti<br />

faunistici (E).<br />

Mantenimento/incremento ‘idoneità<br />

ambientale <strong>del</strong>le aree alto montane per<br />

importanti popolamenti <strong>di</strong> passeriformi<br />

ni<strong>di</strong>ficanti e per il foraggiamento <strong>di</strong> Aquila<br />

chrysaetos (M).<br />

Diminuzione <strong>del</strong>l‘isolamento e <strong>del</strong>la<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

popolamenti <strong>di</strong> anfibi, <strong>di</strong> uccelli e <strong>di</strong><br />

Mammiferi <strong>di</strong> interesse comunitario e<br />

regionale<br />

Mantenimento e miglioramento <strong>del</strong>la<br />

compatibilità <strong>del</strong>le attività turistiche ed<br />

escursionistiche<br />

Mantenimento e miglioramento <strong>del</strong>la<br />

compatibilità dei piani <strong>di</strong> settore con gli<br />

obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

Mantenimento e miglioramento <strong>di</strong> aree<br />

prative <strong>di</strong> collegamento ecologico<br />

nell‘area vasta<br />

Gestione pascolo (E)<br />

Misure normative o gestionali per il<br />

turismo (B)<br />

Verifica <strong>del</strong>la consistenza ed eventuale<br />

ricostituzione <strong>di</strong> popolazioni <strong>di</strong> specie<br />

preda <strong>di</strong> Aquila chrysaetos (Lagomorfi,<br />

Galliformi) (B).<br />

Gestione pascolo (E)<br />

Programma <strong>di</strong> conservazione ex situ<br />

per la tutela <strong>di</strong> Rhododendron<br />

ferruginuem (E).<br />

Gestione turismo escursionistico per la<br />

tutela <strong>del</strong>le stazioni <strong>di</strong> specie floristiche<br />

rare (M).<br />

Verifica <strong>del</strong>la consistenza ed eventuale<br />

ricostituzione <strong>di</strong> popolazioni <strong>di</strong> specie<br />

preda <strong>di</strong> Aquila chrysaetos (Lagomorfi,<br />

Galliformi) (B).<br />

Controllo popolazione <strong>di</strong> cinghiale<br />

Difesa dall‘erosione nelle praterie <strong>di</strong><br />

crinale<br />

Tutela <strong>del</strong>le stazioni <strong>di</strong> rare specie <strong>di</strong><br />

flora<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

n° <strong>del</strong><br />

Elevata <strong>Il</strong> Piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

complessivo<br />

potrebbe<br />

essere<br />

sostituito da un<br />

piano <strong>di</strong> settore<br />

Piano redatto<br />

nell‘ambito <strong>del</strong><br />

progetto LIFE<br />

Natura<br />

―Conservazione<br />

<strong>del</strong>le praterie<br />

montane<br />

<strong>del</strong>l‘Appennino<br />

Tosco-<br />

Emiliano‖<br />

Approvato con<br />

Del CP (Lucca)<br />

n° 75 <strong>del</strong><br />

08/05/2008<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Elevata, per la<br />

gestione <strong>del</strong> pascolo<br />

brado. Piano <strong>di</strong><br />

azione comune per<br />

la gestione <strong>del</strong><br />

pascolo per tutti i siti<br />

<strong>di</strong> alto crinale<br />

appenninico (dalla<br />

Lunigiana al<br />

Pistoiese),<br />

Non necessari<br />

101


Sito<br />

SIR-pSIC n°11<br />

Parco<br />

<strong>del</strong>l'Orecchiella -<br />

Pania <strong>di</strong> Corfino<br />

- Lamarossa<br />

(IT5120003)<br />

SIR-ZPSn° 12<br />

Pania <strong>di</strong> Corfino<br />

(IT5120004)<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Gestione pascolo-<br />

abbandono<br />

Piccoli inse<strong>di</strong>amenti turistici<br />

ad alta quota e viabilità<br />

relativamente <strong>di</strong>ffusa, con<br />

conseguente <strong>di</strong>sturbo e<br />

frammentazione.<br />

Turismo escursionistico<br />

stagionale<br />

Le torbiere sono<br />

minacciate da varie<br />

cause: eutrofizzazione e<br />

inquinamento <strong>del</strong>l’acqua,<br />

attività escursionistiche,<br />

interrimento, evoluzione<br />

<strong>del</strong>la vegetazione.<br />

Raccolte <strong>di</strong> fauna minore e<br />

flora.<br />

Abbattimenti illegali <strong>di</strong> Canis<br />

lupus e rapaci.<br />

Turismo escursionistico nei<br />

mesi estivi.<br />

Siti appenninici<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al sito<br />

Riduzione/cessazione <strong>del</strong><br />

pascolo, <strong>di</strong>ffusa su tutto<br />

l‘Appennino Toscano.<br />

Centri abitati ai confini<br />

meri<strong>di</strong>onali.<br />

Turismo escursionistico nei<br />

mesi estivi.<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

frammentazione degli habitat <strong>di</strong> prateria <strong>del</strong><br />

sito per fenomeni <strong>di</strong> abbandono <strong>del</strong>le aree<br />

limitrofe<br />

Conservazione <strong>del</strong> complesso <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong><br />

praterie e praterie con ginepri mantenute dal<br />

pascolo, alternate ad ambienti rocciosi,<br />

habitat <strong>di</strong> passeriformi ni<strong>di</strong>ficanti (incluso<br />

Emberiza citrinella) e aree <strong>di</strong> caccia e<br />

ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> Aquila chrysaetos e altre<br />

specie <strong>di</strong> rapaci (EE).<br />

Conservazione <strong>di</strong> torbiere ed aree umide<br />

con rare specie idrofitiche (ad esempio<br />

Menyanthes trifoliata) (E).<br />

Conservazione e incremento dei livelli <strong>di</strong><br />

naturalità degli estesi e continui complessi<br />

forestali (E).<br />

Eventuale completamento <strong>del</strong>la rimozione <strong>del</strong><br />

<strong>di</strong>sturbo alle specie ornitiche ni<strong>di</strong>ficanti nelle<br />

pareti rocciose, dovuto ad attività alpinistiche<br />

(le principali aree sono già tutelate in questo<br />

senso) (M).<br />

Conservazione degli elevati livelli <strong>di</strong> naturalità<br />

(e qualità <strong>del</strong>le acque) degli ecosistemi <strong>di</strong><br />

forra (M).<br />

Conservazione elevati livelli <strong>di</strong> naturalità (E).<br />

Tutela <strong>del</strong>l‘aquila reale e <strong>del</strong>le altre specie<br />

rupicole (E).<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Mantenimento e incremento dei<br />

popolamenti <strong>di</strong> anfibi, <strong>di</strong> uccelli e <strong>di</strong><br />

Mammiferi <strong>di</strong> interesse comunitario e<br />

regionale<br />

Mantenimento e miglioramento <strong>del</strong>la<br />

compatibilità <strong>del</strong>le attività turistiche ed<br />

escursionistiche<br />

Mantenimento e miglioramento <strong>del</strong>la<br />

compatibilità dei piani <strong>di</strong> settore con gli<br />

obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

Mantenimento e miglioramento <strong>di</strong> aree<br />

prative <strong>di</strong> collegamento ecologico<br />

nell‘area vasta<br />

Gestione pascolo (EE).<br />

Verifica/adeguamento piani <strong>di</strong> gestione<br />

forestale agli obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

<strong>del</strong> sito, così da garantire: la tutela<br />

<strong>del</strong>le formazioni boschive <strong>di</strong> forra; la<br />

conservazione/incremento <strong>del</strong>le fasi<br />

forestali mature e senescenti, con<br />

salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> alberi <strong>di</strong> grosse<br />

<strong>di</strong>mensioni e marcescenti; la<br />

conservazione <strong>del</strong>la continuità <strong>del</strong>la<br />

matrice forestale (E).<br />

Gestione turismo escursionistico e<br />

alpinistico (M).<br />

Analisi <strong>di</strong> dettaglio stato <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>di</strong> aree umide e<br />

torbiere e adozione misure <strong>di</strong><br />

conservazione ritenute necessarie<br />

(M).<br />

Approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>le conoscenze su<br />

alcuni gruppi faunistici (M).<br />

Monitoraggio qualità <strong>del</strong>le acque dei<br />

torrenti (B).<br />

Verifica consistenza ed eventuale<br />

ricostituzione <strong>di</strong> popolazioni <strong>di</strong> specie<br />

predate da Aquila chrysaetos<br />

(Lagomorfi, Galliformi) (B)<br />

Gestione turismo.<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Scarsa. L‘area<br />

è compresa nel<br />

patrimonio<br />

agroforestale<br />

regionale (in<br />

gestione al<br />

CFS) ed è<br />

quin<strong>di</strong> garantita<br />

l‘elaborazione<br />

<strong>del</strong> Piano <strong>di</strong><br />

Gestione.<br />

Non<br />

necessario.<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Molto elevata, per<br />

quanto riguarda la<br />

gestione <strong>del</strong><br />

pascolo. Appare,<br />

comunque,<br />

sufficiente<br />

l‘adeguamento <strong>del</strong><br />

Piano <strong>di</strong> Gestione<br />

<strong>del</strong> patrimonio<br />

agroforestale, che<br />

dovrà tenere conto<br />

degli obiettivi <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>del</strong><br />

sito, in particolare<br />

per quanto riguarda<br />

le praterie, le zone<br />

umide e gli ambienti<br />

<strong>di</strong> forra.<br />

Non necessari.<br />

102


Sito<br />

SIR-pSIC n°13<br />

M. Romecchio -<br />

M. Ron<strong>di</strong>naio -<br />

Poggione<br />

(IT5120005)<br />

SIR-pSIC n°28<br />

Alta Valle <strong>del</strong><br />

Sestaione<br />

(IT5130001)<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Pascolo ancora presente<br />

non vi sono però<br />

informazioni su carico e<br />

tendenze in atto: possibile<br />

una degradazione <strong>del</strong><br />

suolo per compattazione,<br />

dovuta al calpestio per<br />

pascolamento nelle aree<br />

umide, con Swertia<br />

perennis, localizzate nelle<br />

selle.<br />

Turismo escursionistico<br />

Presenza rare specie <strong>di</strong><br />

flora con stazioni <strong>di</strong> ridotte<br />

<strong>di</strong>mensioni (ad es l<br />

Campanula spicata).<br />

Impianti sciistici, attività e<br />

infrastrutture connesse,<br />

che producono<br />

antropizzazione e<br />

frammentazione degli<br />

habitat, <strong>di</strong>sturbo alla<br />

fauna, inquinamento <strong>del</strong>le<br />

acque, <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> piante<br />

appartenenti a specie o<br />

ecotipi non locali (con<br />

rischio <strong>di</strong> inquinamento<br />

genetico), innesco <strong>di</strong><br />

fenomeni erosivi.<br />

Riduzione/cessazione <strong>del</strong><br />

pascolo, che provoca<br />

degradazione e scomparsa<br />

dei nardeti, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> habitat<br />

per specie ornitiche rare.<br />

Gestione forestale non<br />

specificamente mirata agli<br />

obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

<strong>del</strong> sito.<br />

Eccessiva antropizzazione<br />

Siti appenninici<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al sito<br />

Diffusa riduzione <strong>del</strong> pascolo<br />

su tutto l‘Appennino Toscano,<br />

con degradazione e<br />

frammentazione <strong>del</strong>l‘habitat<br />

per numerose specie<br />

minacciate.<br />

Presenza <strong>di</strong> strade sterrate<br />

lungo il perimetro <strong>del</strong> sito.<br />

Strutture turistiche invernali sui<br />

confini <strong>del</strong> sito (Monte<br />

Gomito).<br />

Riduzione/cessazione <strong>del</strong><br />

pascolo <strong>di</strong>ffusa su tutto il<br />

crinale appenninico.<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

Conservazione <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> praterie<br />

sommitali, comprendente notevoli estensioni<br />

<strong>di</strong> habitat <strong>di</strong> elevato interesse<br />

conservazionistico, con importanti<br />

popolamenti faunistici (EE).<br />

Conservazione stazione Campanula spicata<br />

(E).<br />

Mantenimento/incremento idoneità <strong>del</strong> sito<br />

quale area <strong>di</strong> foraggiamento <strong>di</strong> Aquila<br />

chrysaetos (M).<br />

Conservazione aree umide localizzate<br />

nelle selle, con importanti stazioni<br />

floristiche (M).<br />

Riduzione eventuali impatti significativi<br />

causati dal turismo escursionistico (B).<br />

Gestione turismo escursionistico<br />

Verifica consistenza ed eventuale<br />

ricostituzione <strong>di</strong> popolazioni <strong>di</strong> specie preda <strong>di</strong><br />

Aquila chrysaetos (Lagomorfi, Galliformi) (B).<br />

Conservazione <strong>del</strong>le Abetaie appenniniche<br />

con abete rosso autoctono e dei Faggeti degli<br />

Appennini con Abies alba (EE).<br />

Conservazione degli estesi mosaici <strong>di</strong> praterie<br />

e brughiere montane con affioramenti<br />

rocciosi, che costituiscono habitat per<br />

passeriformi ni<strong>di</strong>ficanti e aree <strong>di</strong> caccia per<br />

Aquila chrysaetos (EE).<br />

Conservazione <strong>del</strong>le torbiere e dei laghetti<br />

glaciali con rare specie vegetali idrofitiche<br />

(Menyanthes trifoliata, Sparganium<br />

minimum) e con popolamenti <strong>di</strong> Anfibi <strong>di</strong><br />

interesse conservazionistico (EE).<br />

Conservazione degli estesi e continui<br />

complessi forestali <strong>di</strong> elevata maturità (E).<br />

Conservazione <strong>del</strong>le formazioni erbose <strong>di</strong><br />

nardo ricche <strong>di</strong> specie e <strong>del</strong>le brughiere<br />

subalpine (M).<br />

Conservazione <strong>del</strong>l’elevata qualità <strong>del</strong><br />

corso d’acqua e dei popolamenti ittici (M).<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Gestione pascolo (EE).<br />

Programma conservazione ex situ per<br />

tutela <strong>di</strong> Campanula spicata (EE).<br />

Gestione turismo escursionistico<br />

Programma complessivo per la<br />

limitazione <strong>del</strong>l‘impatto causato da<br />

infrastrutture e attività sciistiche e <strong>di</strong><br />

protocollo/regolamento per gli<br />

interventi <strong>di</strong> ripristino ambientale,<br />

relativo a modalità <strong>di</strong> intervento, specie<br />

ed ecotipi da utilizzare (EE).<br />

Gestione pascolo (EE)<br />

Verifica/adeguamento dei piani <strong>di</strong><br />

gestione forestale agli obiettivi <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>del</strong> sito, in modo da<br />

garantire: il mantenimento dei nuclei<br />

spontanei <strong>di</strong> abete rosso; la<br />

conservazione <strong>del</strong>le fasi mature e<br />

senescenti, con salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> alberi<br />

<strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni e marcescenti; il<br />

mantenimento <strong>di</strong> parcelle <strong>di</strong> abetine<br />

mature pure, anche se artificiali<br />

(habitat <strong>di</strong> Certhia familiaris) (E).<br />

Valutazione <strong>di</strong> incidenza per tutti i<br />

progetti e/o le attività che possano<br />

comportare sovraccarichi ambientali<br />

legati all’incremento <strong>del</strong> turismo <strong>di</strong><br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Elevata.<br />

Potrebbero<br />

però essere<br />

sufficienti piani<br />

<strong>di</strong> settore<br />

Elevata; non<br />

necessaria in<br />

caso <strong>di</strong><br />

elaborazione <strong>di</strong><br />

Piani d‘azione<br />

settoriali.<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Molto elevata la<br />

necessità <strong>di</strong> un<br />

piano per la<br />

gestione <strong>del</strong><br />

pascolo, che<br />

potrebbe essere<br />

comune per molti<br />

siti <strong>di</strong> crinale<br />

appenninico e<br />

articolato per<br />

province.<br />

Elevata necessità <strong>di</strong><br />

un<br />

piano/programma<br />

per la gestione <strong>del</strong>le<br />

attività <strong>di</strong> fruizione<br />

turistica e <strong>del</strong>le<br />

infrastrutture<br />

connesse; elevata<br />

necessità <strong>di</strong> un<br />

Piano <strong>di</strong> azione per<br />

la gestione <strong>del</strong><br />

pascolo (anche<br />

comune a tutti i Siti<br />

<strong>di</strong> alto crinale<br />

appenninico,<br />

articolato per<br />

province).<br />

103


Sito<br />

SIR-ZPS n°29<br />

Campolino<br />

(IT5130002)<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

<strong>del</strong>le compagini boschive,<br />

con sviluppo <strong>di</strong> boschi<br />

coetanei monospecifici.<br />

Stato <strong>di</strong> conservazione dei<br />

nuclei <strong>di</strong> abete rosso<br />

autoctono che presentano<br />

scarsa o assente<br />

rinnovazione naturale, per<br />

competizione con il faggio e<br />

le brughiere <strong>del</strong> sottobosco.<br />

Turismo estivo<br />

concentrato soprattutto<br />

nelle zone con stazioni<br />

floristiche e habitat <strong>di</strong><br />

particolare interesse<br />

(laghetti glaciali).<br />

Rischio <strong>di</strong> inquinamento<br />

genetico per i nuclei <strong>di</strong><br />

abete rosso autoctono.<br />

Prelievo <strong>di</strong> erpetofauna.<br />

Presenza <strong>di</strong> specie animali<br />

alloctone, con impatto non<br />

conosciuto (marmotta).<br />

Stazioni isolate e con pochi<br />

in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> rare specie<br />

vegetali, con rischio <strong>di</strong><br />

scomparsa.<br />

Possibili alterazioni degli<br />

ecosistemi fluviali per<br />

captazioni e ipotesi <strong>di</strong><br />

sfruttamento idroelettrico.<br />

Rischio inquinamento<br />

genetico per i nuclei <strong>di</strong><br />

abete rosso autoctono.<br />

Stato <strong>di</strong> conservazione dei<br />

nuclei <strong>di</strong> abete rosso<br />

autoctono, che presentano<br />

scarsa o assente<br />

rinnovazione naturale, per<br />

competizione con il faggio e<br />

le brughiere <strong>del</strong> sottobosco.<br />

Siti appenninici<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al sito<br />

Strutture per il turismo<br />

invernale prossime ai confini<br />

<strong>del</strong> sito. Gli impianti sciistici e<br />

le infrastrutture connesse<br />

portano a livelli molto elevati <strong>di</strong><br />

carico antropico in inverno e in<br />

estate, con frammentazione<br />

degli habitat, <strong>di</strong>sturbo alla<br />

fauna, inquinamento <strong>del</strong>le<br />

acque, <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> piante<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

Conservazione dei nuclei <strong>di</strong> abete rosso<br />

autoctono, caratterizzati da livelli elevati <strong>di</strong><br />

maturità e complessità strutturale, habitat<br />

<strong>del</strong>la popolazione isolata <strong>di</strong> Certhia familiaris<br />

(EE).<br />

Salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>l‘integrità <strong>del</strong> laghetto<br />

glaciale, che ospita specie vegetali e<br />

popolamenti <strong>di</strong> Anfibi <strong>di</strong> interesse<br />

conservazionistico (E).<br />

Tutela <strong>del</strong>le modeste superfici <strong>di</strong> praterie<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

massa invernale ed estivo, alla<br />

realizzazione d’impianti <strong>di</strong><br />

produzione energetica e <strong>di</strong><br />

elettrodotti e alla realizzazione <strong>di</strong><br />

infrastrutture <strong>di</strong> trasporto<br />

nell’intorno <strong>del</strong> sito (E).<br />

Gestione turismo escursionistico<br />

nelle vallecole alto montane <strong>di</strong><br />

origine glaciale, caratterizzate da<br />

emergenze naturalistiche (Lago<br />

Piatto, Lago Nero, Lago Greppo) (M).<br />

Approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>le conoscenze su<br />

alcuni gruppi faunistici (M).<br />

Verifica consistenza <strong>del</strong>le popolazioni<br />

<strong>di</strong> specie predate da Aquila chrysaetos<br />

(Lagomorfi, Galliformi) e loro eventuale<br />

ricostituzione (B)<br />

Programma <strong>di</strong> conservazione ex situ<br />

per la tutela <strong>del</strong>le specie vegetali rare<br />

e/o presenti con stazioni <strong>di</strong> ridotte<br />

<strong>di</strong>mensioni (M).<br />

Interventi finalizzati a favorire la<br />

rinnovazione naturale <strong>del</strong>l‘abete rosso<br />

(EE).<br />

Monitoraggio <strong>del</strong>la consistenza e <strong>del</strong>la<br />

tendenza <strong>del</strong>la popolazione isolata <strong>di</strong><br />

Certhia familiaris e<br />

verifica/adeguamento <strong>del</strong>le previsioni<br />

<strong>di</strong> gestione forestale rispetto alle<br />

esigenze ecologiche <strong>del</strong>la specie<br />

(conservazione <strong>del</strong>le fasi mature <strong>del</strong>le<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Non<br />

necessari<br />

o.<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Appare sufficiente la<br />

verifica e l‘eventuale<br />

adeguamento<br />

(presumibilmente<br />

non necessario)<br />

<strong>del</strong>le previsioni <strong>di</strong><br />

gestione forestale<br />

<strong>del</strong>la Riserva<br />

Statale.<br />

104


Sito<br />

SIR-ZPS n°30<br />

Abetone<br />

(IT5130003)<br />

SIR-ZPS n°31<br />

Pian degli<br />

Ontani<br />

(IT5130004)<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Rischio <strong>di</strong> progressiva<br />

scomparsa <strong>del</strong>le limitate<br />

zone aperte <strong>di</strong> crinale,<br />

causata dalla cessazione<br />

<strong>del</strong> pascolo.<br />

Gestione pascolo<br />

Turismo estivo e invernale<br />

Lo stato <strong>di</strong> conservazione<br />

dei nuclei <strong>di</strong> abete rosso<br />

autoctono, per l‘insufficiente<br />

rinnovazione naturale,<br />

dovuta a competizione con<br />

faggio e specie arbustive<br />

<strong>del</strong> sottobosco, appare<br />

sfavorevole.<br />

Presenza <strong>di</strong> due assi viari,<br />

<strong>di</strong> cui uno (strada <strong>del</strong><br />

Brennero) particolarmente<br />

frequentato, e <strong>di</strong> centri<br />

abitati.<br />

Presenza <strong>di</strong> elettrodotti ad<br />

alta tensione.<br />

Processi <strong>di</strong> chiusura <strong>del</strong>le<br />

praterie secondarie lungo il<br />

crinale principale.<br />

Modesti carichi turistici estivi<br />

legati al vicino centro <strong>di</strong><br />

Pian <strong>di</strong> Novello.<br />

Siti appenninici<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al sito<br />

appartenenti a specie o ecotipi<br />

non locali (con rischio <strong>di</strong><br />

inquinamento genetico),<br />

innesco <strong>di</strong> fenomeni erosivi.<br />

Riduzione pascolo nell‘intero<br />

comprensorio appenninico,<br />

con rarefazione e isolamento<br />

<strong>del</strong>le specie legate alle<br />

praterie secondarie.<br />

Strutture per il turismo<br />

invernale prossime ai confini<br />

<strong>del</strong> sito. Gli impianti sciistici e<br />

le infrastrutture connesse<br />

portano a livelli molto elevati <strong>di</strong><br />

carico antropico, in inverno e<br />

in estate, con frammentazione<br />

degli habitat, <strong>di</strong>sturbo alla<br />

fauna, inquinamento <strong>del</strong>le<br />

acque, <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> piante<br />

appartenenti a specie o ecotipi<br />

non locali (con rischio <strong>di</strong><br />

inquinamento genetico),<br />

innesco <strong>di</strong> fenomeni erosivi.<br />

Pressione turistica, presenza<br />

<strong>di</strong> assi viari e zone urbanizzate<br />

ai limiti <strong>del</strong> sito.<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

montane con affioramenti rocciosi, habitat <strong>di</strong><br />

passeriformi ni<strong>di</strong>ficanti e aree <strong>di</strong> caccia <strong>di</strong><br />

Aquila chrysaetos (M).<br />

Conservazione dei nuclei <strong>di</strong> abete rosso<br />

autoctono, caratterizzati da livelli elevati <strong>di</strong><br />

maturità e complessità strutturale, habitat<br />

<strong>del</strong>la popolazione isolata <strong>di</strong> Certhia familiaris<br />

(E).<br />

Tutela modeste superfici <strong>di</strong> praterie montane<br />

con affioramenti rocciosi, habitat <strong>di</strong><br />

passeriformi ni<strong>di</strong>ficanti e aree <strong>di</strong> caccia <strong>di</strong><br />

Aquila chrysaetos (M).<br />

Conservazione <strong>del</strong>le formazioni erbose <strong>di</strong><br />

nardo ricche <strong>di</strong> specie (M).<br />

Conservazione degli estesi e continui<br />

complessi forestali <strong>di</strong> elevata maturità (M).<br />

Conservazione degli habitat prioritari (E).<br />

Mantenimento e incremento dei livelli <strong>di</strong><br />

maturità/naturalità <strong>del</strong>le faggete (M).<br />

Mantenimento/recupero <strong>del</strong>le aree aperte <strong>di</strong><br />

crinale (M).<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

abetine pure) (E).<br />

Tutela assoluta <strong>del</strong> laghetto glaciale<br />

(E).<br />

Monitoraggio <strong>del</strong>le tendenze in atto<br />

nelle praterie <strong>di</strong> crinale e adozione<br />

<strong>del</strong>le misure <strong>di</strong> conservazione<br />

eventualmente opportune (M).<br />

Gestione pascolo (E).<br />

Monitoraggio consistenza e tendenza<br />

<strong>del</strong>la popolazione isolata <strong>di</strong> Certhia<br />

familiaris e verifica/adeguamento <strong>del</strong>le<br />

previsioni <strong>di</strong> gestione forestale rispetto<br />

alle esigenze ecologiche <strong>del</strong>la specie<br />

(E).<br />

Piano complessivo per la limitazione<br />

<strong>del</strong>l‘impatto causato dalle infrastrutture<br />

e dalle attività sciistiche ed<br />

escursionistiche, elaborazione <strong>di</strong> un<br />

protocollo relativo alle modalità <strong>di</strong><br />

intervento con riferimento anche a<br />

specie ed ecotipi da utilizzare negli<br />

interventi <strong>di</strong> ripristino ambientale (E).<br />

Interventi finalizzati alla rinnovazione<br />

naturale <strong>del</strong>l‘abete rosso (E).<br />

Valutazione incidenza per tutti i<br />

progetti e/o le attività che possano<br />

comportare sovraccarichi ambientali<br />

legati all’incremento <strong>del</strong> turismo <strong>di</strong><br />

massa invernale ed estivo, alla<br />

realizzazione d’impianti <strong>di</strong><br />

produzione energetica e <strong>di</strong><br />

elettrodotti e alla realizzazione <strong>di</strong><br />

infrastrutture <strong>di</strong> trasporto<br />

nell’intorno <strong>del</strong> sito (E).<br />

Misure gestionali per limitare i<br />

fenomeni <strong>di</strong> ricolonizzazione arbustiva<br />

e arborea <strong>del</strong>le praterie secondarie<br />

(M).<br />

Adozione piani <strong>di</strong> gestione forestale in<br />

grado <strong>di</strong> mantenere e migliorare le<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Scarsa.<br />

Non<br />

necessario.<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Elevata necessità <strong>di</strong><br />

un piano <strong>di</strong> azione<br />

relativo alla gestione<br />

<strong>del</strong> pascolo,<br />

articolato per<br />

province, valido per<br />

tutti i siti <strong>di</strong> alto<br />

crinale appenninico.<br />

Necessaria inoltre la<br />

verifica, con<br />

eventuale<br />

adeguamento, <strong>del</strong>le<br />

previsioni <strong>di</strong><br />

gestione forestale<br />

<strong>del</strong>la Riserva<br />

Statale, con<br />

particolare<br />

riferimento alla<br />

problematica <strong>del</strong>la<br />

rinnovazione<br />

spontanea<br />

<strong>del</strong>l‘abete rosso.<br />

Appare sufficiente la<br />

verifica e l‘eventuale<br />

adeguamento<br />

(presumibilmente<br />

non necessario)<br />

<strong>del</strong>le previsioni <strong>di</strong><br />

105


Sito<br />

SIR-pSIC n°32<br />

Libro Aperto –<br />

Cima Tauffi<br />

(IT5130005)<br />

SIR-pSIC n°33<br />

M.te Spigolino<br />

– M.te Gennaio<br />

(IT5130006)<br />

SIR-pSIC n°14<br />

Monte Prato<br />

Fiorito – Monte<br />

Coronato –<br />

Valle <strong>del</strong>lo<br />

Scesta<br />

(IT5120006)<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Eventuale<br />

riduzione/cessazione <strong>del</strong><br />

pascolo, con conseguente<br />

scomparsa dei nardeti,<br />

riduzione <strong>del</strong>l‘idoneità per<br />

specie ornitiche rare.<br />

Turismo escursionistico<br />

Presenza specie animali<br />

alloctone, con impatto non<br />

conosciuto (marmotta).<br />

Riduzione attività <strong>di</strong> pascolo<br />

nelle praterie sommitali.<br />

Turismo escursionistico.<br />

Fenomeni <strong>di</strong> erosione <strong>del</strong><br />

suolo e <strong>del</strong> cotico erboso.<br />

Presenza <strong>di</strong> ripetitori e <strong>di</strong><br />

altre strutture per<br />

telecomunicazioni sul<br />

crinale ai confini occidentali<br />

<strong>del</strong> sito.<br />

Eccessivo carico <strong>di</strong> cinghiali<br />

(con particolare riferimento<br />

ai danneggiamenti al cotico<br />

erboso nel crinale <strong>del</strong> M.te<br />

Gennaio).<br />

Gestione pascolo-<br />

abbandono<br />

Cessazione pratiche<br />

colturali nei castagneti da<br />

frutto.<br />

Captazioni idriche sul<br />

Torrente Scesta che<br />

Siti appenninici<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al sito<br />

Strutture per il turismo<br />

invernale sui confini <strong>del</strong> sito.<br />

Riduzione/cessazione <strong>del</strong><br />

pascolo, <strong>di</strong>ffusa su tutto il<br />

crinale appenninico.<br />

Previsione <strong>di</strong> impianti eolici a<br />

breve <strong>di</strong>stanza.<br />

Strada <strong>di</strong> accesso al Passo<br />

<strong>del</strong>la Croce Arcana, con ampio<br />

parcheggio e con notevole<br />

carico turistico estivo.<br />

Presenza <strong>di</strong> una funivia <strong>di</strong><br />

collegamento tra la<br />

Doganaccia ed il crinale<br />

presso Croce Arcana.<br />

Previsione <strong>di</strong> nuovi impianti<br />

eolici in aree prossime.<br />

Strutture turistiche alla<br />

Doganaccia (impianti sciistici)<br />

e nella zona <strong>del</strong> Lago<br />

Scaffaiolo.<br />

Riduzione/cessazione <strong>di</strong>ffusa<br />

<strong>del</strong> pascolo su tutto il crinale<br />

appenninico.<br />

Diffusa riduzione <strong>del</strong> pascolo<br />

su tutto l‘Appennino Toscano,<br />

con degradazione e<br />

frammentazione <strong>del</strong>l‘habitat<br />

per numerose specie<br />

minacciate.<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

Conservazione <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> praterie<br />

sommitali, comprendente notevoli estensioni<br />

<strong>di</strong> habitat <strong>di</strong> elevato interesse<br />

conservazionistico, con importanti<br />

popolamenti floristici e faunistici (EE).<br />

Mantenimento <strong>di</strong> elevati livelli <strong>di</strong> naturalità<br />

(M).<br />

Mantenimento/incremento <strong>del</strong>l‘idoneità <strong>del</strong><br />

sito quale area <strong>di</strong> foraggiamento <strong>di</strong> Aquila<br />

chrysaetos (B).<br />

Riduzione <strong>di</strong> eventuali impatti significativi<br />

causati dal turismo escursionistico (B).<br />

Mantenimento <strong>del</strong> complesso <strong>di</strong> ambienti<br />

sommitali con praterie e brughiere montane e<br />

affioramenti rocciosi, che costituiscono<br />

l‘habitat per numerosi passeriformi ni<strong>di</strong>ficanti<br />

e aree <strong>di</strong> caccia <strong>di</strong> Aquila chrysaetos (E).<br />

Mantenimento <strong>del</strong>le formazioni erbose <strong>di</strong><br />

Nardo (E).<br />

Mantenimento <strong>di</strong> elevati livelli <strong>di</strong> naturalità,<br />

con particolare riferimento alla zona <strong>del</strong><br />

Corno alle Scale (E).<br />

Tutela <strong>del</strong>le stazioni <strong>di</strong> specie rare <strong>di</strong> flora<br />

(M).<br />

Riduzione <strong>di</strong> eventuali impatti significativi<br />

causati dal turismo escursionistico (B).<br />

Conservazione <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> praterie<br />

secondarie <strong>del</strong> Monte Coronato e <strong>del</strong> Monte<br />

Prato Fiorito, comprendente notevoli<br />

estensioni <strong>di</strong> habitat <strong>di</strong> elevato interesse<br />

conservazionistico, che presumibilmente<br />

supportano importanti popolamenti faunistici<br />

(EE).<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

valenze naturalistiche <strong>del</strong>l‘area (M).<br />

Monitoraggio tendenze in atto nelle<br />

praterie <strong>di</strong> crinale e adozione <strong>del</strong>le<br />

misure <strong>di</strong> conservazione<br />

eventualmente opportune (M).<br />

Gestione pascolo (EE).<br />

Verifica consistenza <strong>del</strong>le popolazioni<br />

<strong>di</strong> specie preda <strong>di</strong> Aquila chrysaetos<br />

(Lagomorfi, Galliformi) e loro eventuale<br />

ricostituzione (B).<br />

Gestione pascolo (E).<br />

Gestione turismo escursionistico (B).<br />

Verifica consistenza <strong>del</strong>le popolazioni<br />

<strong>di</strong> specie preda <strong>di</strong> Aquila chrysaetos<br />

(Lagomorfi, Galliformi) e loro eventuale<br />

ricostituzione (B).<br />

Gestione pascolo (EE).<br />

Raccolta dati naturalistici (E).<br />

Verifica previsioni <strong>del</strong>la pianificazione<br />

forestale rispetto agli obiettivi <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>del</strong> sito, loro eventuale<br />

adeguamento, adozione <strong>di</strong> misure<br />

contrattuali o normative tali da<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Elevata.<br />

Potrebbe<br />

essere<br />

sufficiente<br />

l‘elaborazione<br />

<strong>di</strong> Piani <strong>di</strong><br />

azione relativi a<br />

singoli aspetti<br />

gestionali (cfr.<br />

sotto).<br />

Elevata; non<br />

necessaria in<br />

caso <strong>di</strong><br />

elaborazione <strong>di</strong><br />

Piani d‘azione<br />

settoriali.<br />

Molto elevata<br />

per le aree<br />

interessate da<br />

praterie<br />

secondarie,<br />

me<strong>di</strong>o bassa<br />

per le aree<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

gestione forestale<br />

<strong>del</strong>la Riserva<br />

Statale.<br />

Necessità <strong>di</strong> un<br />

piano/programma<br />

per gestione attività<br />

<strong>di</strong> fruizione turistica<br />

e infrastrutture<br />

connesse; elevata<br />

necessità <strong>di</strong> un<br />

Piano <strong>di</strong> azione per<br />

gestione <strong>del</strong> pascolo<br />

(anche comune a<br />

tutti i Siti <strong>di</strong> alto<br />

crinale appenninico,<br />

articolato per<br />

province).<br />

Molto elevata e<br />

urgente la necessità<br />

<strong>di</strong> un piano per la<br />

gestione <strong>del</strong> pascolo<br />

(che potrebbe<br />

essere coor<strong>di</strong>nato<br />

con quelli degli altri<br />

106


Sito<br />

SIR-pSIC-ZPS<br />

n° 15 Orrido <strong>di</strong><br />

Botri<br />

(IT5120020)<br />

Sito<br />

SIR-pSIC n°16<br />

Valli glaciali <strong>di</strong><br />

Orto <strong>di</strong> Donna e<br />

Solco <strong>di</strong> Equi<br />

(IT5120008)<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

accentuano gli effetti <strong>del</strong>la<br />

siccità estiva.<br />

Scarsi livelli <strong>di</strong> conoscenza<br />

<strong>del</strong>le emergenze<br />

naturalistiche e <strong>del</strong>le<br />

tendenze in atto.<br />

Incen<strong>di</strong> estivi.<br />

Fenomeni <strong>di</strong> erosione dei<br />

versanti sul Monte Prato<br />

Fiorito.<br />

Rimboschimenti <strong>di</strong> conifere.<br />

Escursionismo nel<br />

fondovalle (regolamentato)<br />

Scarsa <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong><br />

informazioni sulle<br />

emergenze naturalistiche.<br />

Siti appenninici<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al sito<br />

Riduzione/degradazione <strong>del</strong>le<br />

aree <strong>di</strong> foraggiamento<br />

<strong>del</strong>l‘aquila reale per<br />

cessazione/riduzione <strong>del</strong><br />

pascolo.<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

Conservazione degli elevati livelli <strong>di</strong> naturalità<br />

<strong>del</strong>la valle <strong>del</strong> Torrente Scesta e tutela<br />

<strong>del</strong>l‘ecosistema fluviale (E).<br />

Mantenimento/incremento <strong>del</strong>l‘idoneità <strong>del</strong><br />

sito quale area <strong>di</strong> foraggiamento <strong>di</strong> Aquila<br />

chrysaetos (M).<br />

Tutela dei popolamenti <strong>di</strong> Anfibi (M).<br />

Conservazione/recupero dei castagneti da<br />

frutto, almeno nella porzione meri<strong>di</strong>onale <strong>del</strong><br />

sito (M).<br />

Conservazione degli elevati livelli <strong>di</strong><br />

naturalità <strong>del</strong>l’Orrido <strong>di</strong> Botri (E).<br />

Tutela <strong>del</strong>l‘aquila reale e <strong>del</strong>le altre specie<br />

rupicole (E).<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

garantire: conservazione/recupero dei<br />

castagneti da frutto almeno nelle zone<br />

servite dalla viabilità; tutela assoluta<br />

<strong>del</strong>la vegetazione ripariale;<br />

conservazione/incremento <strong>del</strong>le fasi<br />

mature e senescenti dei boschi (M).<br />

Tutela <strong>del</strong>le piccole raccolte <strong>di</strong><br />

acqua, habitat <strong>di</strong> Anfibi, e<br />

limitazione <strong>del</strong>le immissioni <strong>di</strong> trote<br />

ai soli tratti inferiori dei corsi<br />

d’acqua (M).<br />

Verifica consistenza ed eventuale<br />

ricostituzione <strong>di</strong> popolazioni <strong>di</strong> specie<br />

preda <strong>di</strong> Aquila chrysaetos (Lagomorfi,<br />

Galliformi) (B).<br />

Misure per gestione turismo (M).<br />

In<strong>di</strong>viduazione e superamento <strong>del</strong>le<br />

eventuali carenze conoscitive (B).<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

forestali. <strong>Il</strong><br />

piano <strong>di</strong><br />

gestione<br />

potrebbe<br />

essere<br />

sostituito da<br />

piani d‘azione<br />

Siti Apuani<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Gestione pascolo: Presenza <strong>di</strong> bacini Conservazione elevati livelli <strong>di</strong> naturalità <strong>del</strong>le Interventi <strong>di</strong> razionalizzazione e<br />

abbandono e sovrapascolo. estrattivi marmiferi zone a maggiore altitu<strong>di</strong>ne (sistema <strong>di</strong> cime, risistemazione ambientale dei bacini<br />

Fenomeni <strong>di</strong> inquinamento (cave, <strong>di</strong>scariche e pareti rocciose e cenge erbose) (EE).<br />

estrattivi (EE).<br />

fisico e strade <strong>di</strong> arroccamento) Mantenimento integrità dei popolamenti Gestione pascolo (EE).<br />

impermeabilizzazione<br />

con occupazione <strong>del</strong> floristici e faunistici <strong>di</strong> interesse Elaborazione e adozione <strong>di</strong> piani <strong>di</strong><br />

<strong>del</strong>l‘alveo <strong>di</strong> alcuni torrenti suolo, inquinamento dei conservazionistico (EE).<br />

gestione selvicolturale <strong>di</strong> tipo<br />

montani per deposizione <strong>di</strong> corsi d’acqua, <strong>di</strong>sturbo Mantenimento praterie secondarie e relativi naturalistico, che garantiscano il Non<br />

fanghi derivanti da limitrofi sonoro. Pur non inclusi nel popolamenti faunistici (EE).<br />

mantenimento <strong>di</strong> stazioni <strong>di</strong> specie necessario.<br />

siti estrattivi.<br />

SIR, alcuni bacini estrattivi Conservazione specie ornitiche ni<strong>di</strong>ficanti arboree <strong>di</strong> interesse conservazionistico Piano <strong>del</strong><br />

Turismo stagionale<br />

costituiscono ―isole‖ negli ambienti rupicoli, anche me<strong>di</strong>ante la (E).<br />

Parco,<br />

Disturbo all‘avifauna e alla interne al sito, limitazione <strong>del</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>retto (E).<br />

Interventi <strong>di</strong> risanamento <strong>del</strong>le<br />

fauna troglobia causato dalle aumentandone gli effetti <strong>di</strong> Conservazione stazione puntiforme <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> cava (ravaneti) e dei<br />

attività alpinistiche e <strong>di</strong>sturbo.<br />

Maculinea rebeli (E).<br />

tratti fluviali soggetti a fenomeni <strong>di</strong><br />

speleologiche.<br />

Riduzione <strong>del</strong> pascolo Conservazione cenosi ad Abies alba (E) e a inquinamento (E).<br />

Dimensioni ridotte, ed nell‘intero comprensorio Taxus baccata (M) e dei vaccinieti subalpini Valutazione <strong>di</strong> incidenza per piani<br />

elevata vulnerabilità, <strong>del</strong>la apuano e appenninico. (M).<br />

progetti opere nell‘intorno <strong>del</strong> sito (E).<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

siti appenninici).<br />

Necessità me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

un piano per<br />

l‘organizzazione e la<br />

limitazione<br />

<strong>del</strong>l‘impatto <strong>del</strong>la<br />

fruizione turistica.<br />

Non necessario Non necessari<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

In tutto il territorio<br />

apuano la necessità<br />

<strong>di</strong> piani <strong>di</strong> gestione<br />

<strong>del</strong>le aree aperte<br />

(pascoli, praterie<br />

secondarie,<br />

arbusteti, ex coltivi<br />

terrazzati), appare<br />

molto alta e<br />

strategica per la<br />

conservazione degli<br />

elevati valori<br />

naturalistici.<br />

107


Sito<br />

SIR-pSIC n°17<br />

M. Sumbra<br />

(IT5120009)<br />

Siti Apuani<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

stazione <strong>di</strong> Euphorbia<br />

Conservazione complessi carsici importanti Programma <strong>di</strong> conservazione ex situ per<br />

hyberna ssp. insularis,<br />

per la fauna troglobia (M).<br />

la tutela specie vegetali rare e<br />

prossima a un frequentato<br />

Conservazione stazione <strong>di</strong> Euphorbia minacciate <strong>di</strong> scomparsa (Euphorbia<br />

sentiero escursionistico.<br />

hyberna ssp. insularis (M).<br />

hyberna ssp insularis, ecotipi <strong>di</strong> Abies<br />

Presenza <strong>di</strong> ―aree contigue<br />

Tutela e riqualificazione degli ecosistemi alba) (E).<br />

speciali‖ <strong>del</strong> Parco <strong>del</strong>le Alpi<br />

fluviali (B).<br />

Elaborazione piano per la<br />

Apuane potenzialmente<br />

conservazione <strong>del</strong>la stazione puntiforme<br />

destinate ad attività<br />

<strong>di</strong> Maculinea rebeli, (E).<br />

estrattive.<br />

Regolamentazione <strong>del</strong>le attività<br />

Dimensioni ridotte ed elevata<br />

alpinistiche e speleologiche (E).<br />

vulnerabilità <strong>del</strong> nucleo<br />

Azioni <strong>di</strong> sensibilizzazione e adozione <strong>di</strong><br />

autoctono <strong>di</strong> Abies alba.<br />

misure normative per ridurre i danni<br />

Raccolte <strong>di</strong> specie rare <strong>di</strong><br />

causati dalle attività <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong><br />

insetti e <strong>di</strong> specie rare o<br />

entomofauna e <strong>di</strong> specie vegetali con<br />

vistose <strong>di</strong> flora (in<br />

vistosa fioritura primaverile (M).<br />

prevalenza Liliaceae,<br />

Monitoraggio (naturalistico) degli<br />

Amaryllidaceae,<br />

interventi <strong>di</strong> rinaturalizzazione <strong>del</strong>le<br />

Orchidaceae, Paeoniaceae).<br />

<strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> cava (M).<br />

Interventi <strong>di</strong> recupero<br />

ambientale dei siti <strong>di</strong> cava<br />

<strong>di</strong>smessi con rinver<strong>di</strong>menti<br />

realizzati utilizzando<br />

materiale<br />

autoctono.<br />

vegetale non<br />

Rischio scomparsa stazione<br />

puntiforme e isolata <strong>di</strong><br />

Maculinea rebeli.<br />

Non ottimale stato <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>del</strong>la cenosi a<br />

Taxus baccata <strong>del</strong> solco<br />

d‘Equi, in gran parte alterata<br />

dal taglio degli esemplari<br />

maggiori e dalla vicina<br />

presenza<br />

estrattivo.<br />

<strong>di</strong> un sito<br />

Gestione pascolo: sovra Numerosi bacini estrattivi Mantenimento integrità ed elevati livelli <strong>di</strong> Gestione pascolo (EE).<br />

pascolamento con processi<br />

<strong>di</strong> erosione <strong>del</strong> suolo ed<br />

alterazione <strong>del</strong>la flora;<br />

sottoutilizzo <strong>del</strong>le praterie in<br />

gran parte <strong>del</strong>le altre aree.<br />

marmiferi, con cave,<br />

<strong>di</strong>scariche e strade <strong>di</strong><br />

arroccamento, ai margini<br />

<strong>del</strong> sito.<br />

Riduzione <strong>del</strong> pascolo<br />

naturalità <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> cime, pareti rocciose<br />

verticali (circo glaciale <strong>del</strong> Monte Sumbra) e<br />

cenge erbose con popolamenti floristici e<br />

faunistici <strong>di</strong> interesse conservazionistico (EE).<br />

Conservazione <strong>del</strong>le specie ornitiche ni<strong>di</strong>ficanti<br />

Gestione selvicolturale <strong>di</strong> tipo<br />

naturalistico, (E).<br />

Valutazione <strong>di</strong> incidenza per piani<br />

progetti opere nell‘intorno <strong>del</strong> sito (E).<br />

Regolamentazione <strong>del</strong>le attività<br />

Non<br />

necessario.<br />

Piano <strong>del</strong><br />

Parco<br />

Pressione <strong>del</strong> turismo nell‘intero comprensorio negli ambienti rupicoli, anche me<strong>di</strong>ante la alpinistiche e speleologiche (M).<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

In tutto il territorio<br />

apuano la necessità<br />

<strong>di</strong> piani <strong>di</strong> gestione<br />

<strong>del</strong>le aree aperte<br />

(pascoli, praterie<br />

secondarie,<br />

arbusteti, ex coltivi<br />

108


Sito<br />

SIR-pSIC n° 18<br />

Valle <strong>del</strong> Serra -<br />

Monte Altissimo<br />

(IT5120010)<br />

Siti Apuani<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

escursionistico.<br />

apuano e appenninico. limitazione <strong>del</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>retto (E).<br />

Interventi <strong>di</strong> risanamento <strong>del</strong>le<br />

Piccole porzioni <strong>del</strong> sito Centri abitati e assi Conservazione degli habitat prioritari e <strong>del</strong>le <strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> cava (ravaneti) e dei<br />

interne ad ―aree contigue stradali ai confini fitocenosi (E).<br />

tratti fluviali soggetti a fenomeni <strong>di</strong><br />

speciali‖ <strong>del</strong> Parco <strong>del</strong>le Alpi meri<strong>di</strong>onali.<br />

Mantenimento <strong>del</strong>le praterie secondarie (e dei inquinamento (B).<br />

Apuane, potenzialmente<br />

relativi popolamenti faunistici) e ostacolo ai<br />

destinate ad attività<br />

processi <strong>di</strong> chiusura e/o degrado (E).<br />

estrattive.<br />

Conservazione e incremento <strong>del</strong>la maturità <strong>di</strong><br />

Disturbo all‘avifauna rupicola<br />

complessi forestali isolati quali la faggeta <strong>del</strong><br />

e alla fauna troglobia legato<br />

Fatonero o il bosco <strong>di</strong> betulla <strong>del</strong> M.te Porreta<br />

alle attività alpinistiche e<br />

(M).<br />

speleologiche (che<br />

Conservazione <strong>di</strong> complessi carsici importanti<br />

minacciano<br />

Chirotteri).<br />

soprattutto i<br />

per la fauna troglobia (B)<br />

Disturbo sonoro derivante<br />

dalle vicine aree estrattive.<br />

Inquinamento <strong>del</strong> torrente<br />

Turrite Secca a valle dei<br />

bacini estrattivi <strong>di</strong> Arni e<br />

Campagrina.<br />

Frequenti incen<strong>di</strong> estivi nel<br />

settore orientale.<br />

Gestione pascolo-<br />

Gestione pascolo<br />

abbandono Inquinamento<br />

<strong>del</strong>le acque.<br />

Piccole porzioni <strong>del</strong> sito<br />

interne ad ―aree contigue<br />

speciali‖ <strong>del</strong> Parco <strong>del</strong>le Alpi<br />

Apuane potenzialmente<br />

destinate ad attività<br />

estrattive.<br />

Frequenti incen<strong>di</strong>, con<br />

forte degradazione <strong>del</strong><br />

soprassuolo arboreo nei<br />

versanti in destra<br />

idrografica <strong>del</strong> Torrente<br />

Serra che permette però la<br />

conservazione degli<br />

arbusteti a Ulex ed Erica.<br />

Possibile danneggiamento<br />

<strong>del</strong>le stazioni <strong>di</strong> rare<br />

Vasti bacini estrattivi<br />

circostanti il sito, con cave,<br />

<strong>di</strong>scariche e strade <strong>di</strong><br />

arroccamento. Pur non<br />

compresi nel SIR, alcuni<br />

bacini estrattivi<br />

costituiscono ―isole‖<br />

interne al sito,<br />

aumentandone gli effetti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbo.<br />

Vicina presenza <strong>di</strong> centri<br />

abitati e strade.<br />

Riduzione <strong>del</strong> pascolo<br />

nell‘intero comprensorio<br />

apuano e appenninico.<br />

Conservazione stazioni <strong>di</strong> Hymenophyllum<br />

tunbrigense e <strong>di</strong> Campanula spicata (EE).<br />

Mantenimento praterie secondarie (e dei<br />

relativi popolamenti faunistici) e ostacolo ai<br />

processi <strong>di</strong> chiusura, particolarmente<br />

importante nella dorsale M. Focoraccia – M.<br />

Carchio (EE).<br />

Miglior inserimento ambientale siti estrattivi e<br />

salvaguar<strong>di</strong>a sistema cime e pareti rocciose<br />

(E).<br />

Tutela e riqualificazione degli ecosistemi<br />

fluviali (M).<br />

Gestione selvicolturale e controllo incen<strong>di</strong> per<br />

mantenimento castagneti con sottobosco ricco<br />

<strong>di</strong> pteridofite (M).<br />

Conservazione <strong>di</strong> estensioni significative <strong>di</strong><br />

arbusteti a Ulex ed Erica (M).<br />

Favorire la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> raccolte <strong>di</strong><br />

acqua accessibili agli anfibi (EE).<br />

Gestione selvicolturale <strong>di</strong> tipo<br />

naturalistico (E).<br />

Verifica <strong>del</strong>la <strong>di</strong>stribuzione e <strong>del</strong>lo stato<br />

<strong>di</strong> conservazione <strong>di</strong> Campanula spicata<br />

e Vandenboschia speciosa (E).<br />

Valutazione <strong>di</strong> incidenza per piani<br />

progetti opere nell‘intorno <strong>del</strong> sito (E).<br />

Misure gestionali per assicurare la<br />

conservazione degli arbusteti, in<br />

particolare <strong>di</strong> quelli con forte presenza <strong>di</strong><br />

Erica scoparia (ad es., attraverso il<br />

taglio perio<strong>di</strong>co <strong>del</strong>le eriche,<br />

possibilmente a fini produttivi) (M).<br />

Programma <strong>di</strong> conservazione ex situ per<br />

la tutela <strong>del</strong>le specie vegetali rare e<br />

minacciate <strong>di</strong> scomparsa (M).<br />

Non<br />

necessario.<br />

Piano <strong>del</strong><br />

Parco,<br />

pteridofite per gli eventi<br />

Messa a norma degli scarichi civili ed<br />

alluvionali <strong>del</strong> 1996.<br />

eliminazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>scariche abusive<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

terrazzati) appare<br />

molto alta e<br />

strategica per la<br />

conservazione degli<br />

elevati valori<br />

naturalistici.<br />

Importante anche la<br />

realizzazione <strong>di</strong> linee<br />

guida e/o piani <strong>di</strong><br />

area vasta finalizzati<br />

alla riqualificazione<br />

dei bacini estrattivi<br />

abbandonati o in<br />

corso <strong>di</strong> <strong>di</strong>smissione.<br />

Elevata, infine, la<br />

necessità <strong>di</strong> un<br />

piano <strong>di</strong> gestione<br />

<strong>del</strong>la fruizione<br />

turistica, in<br />

particolare per le<br />

attività alpinistiche<br />

(soprattutto) e<br />

speleologiche.<br />

109


Sito<br />

SIR-pSIC n°20<br />

M. Croce - M.<br />

Matanna<br />

(IT5120012)<br />

Siti Apuani<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Ridotte <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>la<br />

negli impluvi presso i centri abitati (M).<br />

stazione <strong>di</strong> Campanula<br />

Interventi <strong>di</strong> risanamento <strong>del</strong>le<br />

spicata,.<br />

<strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> cava (ravaneti) e dei<br />

Possibile riduzione<br />

tratti fluviali soggetti a fenomeni <strong>di</strong><br />

superficie occupata dagli<br />

inquinamento (M).<br />

arbusteti a Ulex ed Erica per<br />

Controllo degli incen<strong>di</strong> (M).<br />

evoluzione <strong>del</strong>la vegetazione<br />

Regolamentazione attività alpinistiche e<br />

(per prolungata assenza <strong>di</strong><br />

incen<strong>di</strong>).<br />

Elevata pressione turistica<br />

nelle aree sommitali.<br />

Gestione pascolo.<br />

speleologiche (B).<br />

Trasformazione prati<br />

secondari sommitali in felceti<br />

(felce aquilina) e asfo<strong>del</strong>eti,<br />

con riduzione <strong>del</strong>l‘habitat<br />

idoneo alle bulbifere con<br />

fioritura primaverile.<br />

Mantenimento integrità <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> cime,<br />

Elevata pressione turistica<br />

pareti rocciose verticali e cenge erbose, con Gestione pascolo (EE)<br />

estiva (ad es. Albergo<br />

popolamenti floristici e faunistici <strong>di</strong> interesse Favorire la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> raccolte <strong>di</strong><br />

Matanna) con <strong>di</strong>sturbo<br />

conservazionistico (EE).<br />

acqua accessibili agli anfibi (EE).<br />

sonoro, realizzazione <strong>di</strong><br />

Mantenimento mosaico praterie secondarie, Verifica degli effetti sulle praterie dei<br />

sentieri e rifugi, raccolte <strong>di</strong><br />

caratterizzato da elevata eterogeneità frequenti incen<strong>di</strong> appiccati a fine inverno<br />

specie a vistosa fioritura (in<br />

particolare Liliaceae e<br />

Amaryllidaceae nei versanti<br />

<strong>del</strong> Monte Croce).<br />

Disturbo agli uccelli rupicoli<br />

causato da attività<br />

Riduzione pascolo<br />

nell‘intero comprensorio<br />

apuano e appenninico.<br />

Elevata pressione<br />

turistica.<br />

ambientale per presenza <strong>di</strong> alberi e arbusti<br />

sparsi e affioramenti rocciosi e ostacolo ai<br />

processi <strong>di</strong> chiusura e/o degrado <strong>del</strong>le<br />

formazioni erbacee, con particolare riferimento<br />

agli habitat prioritari (EE).<br />

Conservazione specie ornitiche ni<strong>di</strong>ficanti negli<br />

(E).<br />

Regolamentazione attività alpinistiche<br />

(M).<br />

Gestione turismo escursionistico (M).<br />

Riqualificazione siti degradati da<br />

sovrapascolo o da eccessivo calpestio,<br />

Non<br />

necessario.<br />

Piano <strong>del</strong><br />

Parco,<br />

alpinistiche.<br />

ambienti rupicoli, anche me<strong>di</strong>ante la con fenomeni <strong>di</strong> erosione <strong>del</strong> suolo (M).<br />

Progettata strada <strong>di</strong> valico<br />

limitazione <strong>del</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>retto (E).<br />

Azioni <strong>di</strong> sensibilizzazione e adozione <strong>di</strong><br />

tra Versilia e Garfagnana<br />

Mantenimento <strong>del</strong>le stazioni floristiche sul misure normative relativamente<br />

(Foce <strong>del</strong>le Porchette, Foce<br />

Monte Croce (E).<br />

all‘attività <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> specie vegetali<br />

<strong>di</strong> Petrosciana).<br />

Tutela <strong>del</strong>le faggete calcicole <strong>del</strong> Callare con vistosa fioritura primaverile (B).<br />

Erosione versanti innescata<br />

dalla rete sentieristica e dal<br />

sovrapascolo nel versante<br />

Matanna (M).<br />

orientale<br />

Matanna.<br />

<strong>del</strong> Callare<br />

Frequenti incen<strong>di</strong> primaverili<br />

ed estivi sui pascoli<br />

sommitali.<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

110


Sito<br />

SIR-pSIC n°21<br />

M. Tambura - M.<br />

Sella<br />

(IT5120013)<br />

SIRpSIC n°22 M.<br />

Corchia - Le<br />

Panie<br />

(IT5120014)<br />

Siti Apuani<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Gestione pascolo-<br />

abbandono<br />

Presenza <strong>di</strong> bacini estrattivi<br />

abbandonati.<br />

Presenza <strong>di</strong> ―aree contigue<br />

speciali‖ <strong>del</strong> Parco Apuane<br />

potenzialmente destinate ad<br />

attività estrattive.<br />

Danneggiamento dei nuclei<br />

<strong>di</strong> Taxus baccata nella Valle<br />

<strong>di</strong> Renara.<br />

Turismo estivo<br />

escursionistico<br />

(Campocatino).<br />

Disturbo ad avifauna e fauna<br />

troglobia legato alle attività<br />

alpinistiche (modeste) e<br />

speleologiche.<br />

Presenza bacini estrattivi<br />

marmiferi abbandonati.<br />

Gestione pascolo-<br />

abbandono es Prati <strong>del</strong><br />

Puntato) e sovrapascolo (M.<br />

Freddone).<br />

Presenza <strong>di</strong> una ―area<br />

contigua speciale‖ <strong>del</strong> Parco<br />

Apuane potenzialmente<br />

destinata ad attività<br />

estrattiva.<br />

Turismo estivo<br />

escursionistico con <strong>di</strong>sturbo<br />

all‘avifauna legato alle<br />

attività alpinistiche (modesto)<br />

e speleologiche (che<br />

minacciano soprattutto i<br />

Chirotteri ma anche<br />

Pyrrhocorax pyrrhocorax).<br />

Possibili impatti legati<br />

Presenza <strong>di</strong> bacini<br />

estrattivi marmiferi<br />

(cave, <strong>di</strong>scariche e<br />

strade <strong>di</strong> arroccamento),<br />

con occupazione <strong>di</strong><br />

suolo, inquinamento<br />

<strong>del</strong>le acque e mo<strong>di</strong>fica<br />

degli elementi<br />

fisiografici. Pur non<br />

compresi nel SIR, alcuni<br />

bacini estrattivi<br />

costituiscono ―isole‖<br />

interne al sito,<br />

aumentandone gli effetti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbo.<br />

Riduzione <strong>del</strong> pascolo<br />

nell‘intero comprensorio<br />

apuano e appenninico.<br />

Presenza <strong>di</strong> bacini<br />

estrattivi marmiferi<br />

(cave, <strong>di</strong>scariche e<br />

strade <strong>di</strong> arroccamento)<br />

con occupazione <strong>di</strong><br />

suolo, inquinamento<br />

<strong>del</strong>le acque e mo<strong>di</strong>fica<br />

degli elementi<br />

fisiografici rilevanti<br />

(crinale <strong>del</strong> Monte<br />

Corchia).<br />

Riduzione <strong>del</strong> pascolo<br />

nell‘intero comprensorio<br />

apuano e appenninico.<br />

Conservazione elevati livelli <strong>di</strong> naturalità <strong>del</strong>le<br />

zone a maggiore altitu<strong>di</strong>ne (sistema <strong>di</strong> cime,<br />

crinali, pareti rocciose e cenge erbose) (EE).<br />

Mantenimento integrità dei popolamenti<br />

floristici e faunistici <strong>di</strong> interesse<br />

conservazionistico (E).<br />

Mantenimento castagneti da frutto c/o<br />

Campocatino (E).<br />

Mantenimento praterie secondarie (e dei<br />

relativi popolamenti faunistici) e ostacolo ai<br />

processi <strong>di</strong> chiusura e/o degrado (M).<br />

Conservazione pozze per la riproduzione <strong>di</strong><br />

anfibi e habitat utili per specie minacciate <strong>di</strong><br />

insetti (M).<br />

Tutela nuclei <strong>di</strong> Taxus baccata -Val <strong>di</strong> Renara<br />

(M).<br />

Conservazione complessi carsici importanti per<br />

la fauna troglobia (M).<br />

Conservazione specie ornitiche ni<strong>di</strong>ficanti negli<br />

ambienti rupicoli, anche me<strong>di</strong>ante la<br />

limitazione <strong>del</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>retto (B).<br />

Conservazione elevati livelli <strong>di</strong> naturalità zone<br />

a maggiore altitu<strong>di</strong>ne (sistema <strong>di</strong> cime, crinali,<br />

pareti rocciose e cenge erbose) (EE).<br />

Mantenimento stazione <strong>di</strong> Linaria alpina sulla<br />

vetta <strong>del</strong> Pizzo <strong>del</strong>le Saette (EE).<br />

Conservazione/recupero aree umide <strong>di</strong><br />

Fociomboli e Mosceta (EE).<br />

Mantenimento integrità popolamenti floristici e<br />

faunistici <strong>di</strong> interesse conservazionistico (EE).<br />

Conservazione complessi carsici importanti per<br />

la fauna troglobia (E).<br />

Conservazione specie ornitiche ni<strong>di</strong>ficanti negli<br />

ambienti rupicoli, anche me<strong>di</strong>ante limitazione<br />

<strong>del</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>retto (ad es attività<br />

speleologiche nella Buca dei Gracchi) (E).<br />

Mantenimento assetti paesistici e vegetazionali<br />

<strong>del</strong>l‘area <strong>del</strong> Puntato, conservazione dei prati<br />

da sfalcio e <strong>del</strong>le alberature (E).<br />

Riqualificazione bacini estrattivi abbandonati<br />

(E).<br />

Interventi <strong>di</strong> razionalizzazione e<br />

risistemazione ambientale dei bacini<br />

estrattivi (E).<br />

Gestione selvicolturale <strong>di</strong> tipo<br />

naturalistico, finalizzata al<br />

mantenimento dei castagneti da frutto<br />

(attraverso misure contrattuali) e <strong>del</strong>le<br />

stazioni <strong>di</strong> specie arboree <strong>di</strong> interesse<br />

conservazionistico (misure normative o<br />

gestionali) (E).<br />

Valutazione <strong>di</strong> incidenza per piani<br />

progetti opere nell‘intorno <strong>del</strong> sito (E).<br />

Gestione pascolo (M).<br />

Regolamentazione attività alpinistiche e<br />

speleologiche (M).<br />

Azioni <strong>di</strong> sensibilizzazione e misure<br />

normative per ridurre l‘impatto <strong>del</strong>le<br />

attività <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> entomofauna e <strong>di</strong><br />

specie vegetali a fioritura primaverile<br />

(M).<br />

Gestione pascolo (EE).<br />

Interventi razionalizzazione e<br />

risistemazione ambientale dei bacini<br />

estrattivi (EE).<br />

Verifica/adeguamento pianificazione<br />

forestale rispetto agli obiettivi <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>del</strong> sito, in modo da<br />

garantire: il mantenimento dei<br />

castagneti da frutto, dei nuclei <strong>di</strong> Tilio-<br />

Acerion e <strong>del</strong>le faggete mature dei<br />

versanti settentrionali <strong>del</strong>le Panie;<br />

l‘aumento <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> fasi mature<br />

e senescenti, con salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> alberi<br />

<strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni e marcescenti; il<br />

controllo <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> conifere<br />

provenienti da rimboschimenti; la<br />

rinaturalizzazione degli impianti <strong>di</strong><br />

conifere (E).<br />

Regolamentazione <strong>del</strong>le attività<br />

alpinistiche e speleologiche (E).<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Non<br />

necessario.<br />

Piano <strong>del</strong><br />

Parco<br />

Non<br />

necessario.<br />

Piano <strong>del</strong><br />

Parco,<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Utile l‘elaborazione<br />

<strong>di</strong> alcuni piani <strong>di</strong><br />

settore (che<br />

dovrebbero<br />

riguardare tutti i siti<br />

<strong>del</strong>le Apuane),<br />

relativi alla<br />

riqualificazione dei<br />

siti degradati<br />

(necessità elevata),<br />

alla gestione<br />

forestale (me<strong>di</strong>a),<br />

all‘organizzazione<br />

<strong>del</strong>la fruizione<br />

turistica (me<strong>di</strong>a), alla<br />

regolamentazione<br />

<strong>del</strong>le attività<br />

speleologiche<br />

(me<strong>di</strong>a) e alla<br />

gestione <strong>del</strong> pascolo<br />

(me<strong>di</strong>a).<br />

Utile l‘elaborazione<br />

<strong>di</strong> alcuni piani <strong>di</strong><br />

settore (che<br />

dovrebbero<br />

riguardare tutti i siti<br />

<strong>del</strong>le Apuane),<br />

relativi alla gestione<br />

<strong>del</strong> pascolo<br />

(necessità molto<br />

elevata), alla<br />

riqualificazione dei<br />

siti degradati<br />

(elevata), alla<br />

gestione forestale<br />

(elevata),<br />

all‘organizzazione<br />

<strong>del</strong>la fruizione<br />

turistica (me<strong>di</strong>a), alla<br />

regolamentazione<br />

<strong>del</strong>le attività<br />

111


Sito<br />

Siti Apuani<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

all‘apertura turistica<br />

Mantenimento praterie secondarie (e dei Verifica <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> conservazione<br />

<strong>del</strong>l‘Antro <strong>del</strong> Corchia.<br />

relativi popolamenti faunistici) e ostacolo ai <strong>del</strong>le torbiere (interrimento,<br />

Rimboschimenti a Foce<br />

processi <strong>di</strong> chiusura e/o degrado (E).<br />

evoluzione <strong>del</strong>la vegetazione, impatto<br />

Mosceta, con <strong>di</strong>ffusione<br />

Conservazione <strong>del</strong>le pozze per la riproduzione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse cause <strong>di</strong> minaccia) ed<br />

spontanea degli abeti nei<br />

<strong>di</strong> anfibi (M).<br />

eventuale adozione <strong>di</strong> misure<br />

prati circostanti e nelle<br />

Conservazione <strong>del</strong> nucleo relitto <strong>di</strong> Tilio- gestionali e normative (E).<br />

formazioni forestali.<br />

Acerion nel basso corso <strong>del</strong> Canale <strong>del</strong>le Valutazione <strong>di</strong> incidenza per piani<br />

Mo<strong>di</strong>ficazioni ecologiche<br />

Fredde, previa verifica <strong>di</strong> consistenza e progetti opere nell‘intorno <strong>del</strong> sito (E).<br />

nelle torbiere, con per<strong>di</strong>ta<br />

stato <strong>di</strong> conservazione (B).<br />

Realizzazione <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> specie rare. Nella<br />

conservazione ex situ per la tutela <strong>del</strong>le<br />

torbiera <strong>di</strong> Fociomboli le<br />

specie vegetali rare e minacciate <strong>di</strong><br />

cause <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazione<br />

scomparsa (Herminium monorchis,<br />

sono riconducibili alla<br />

Linaria alpina) (E).<br />

gestione <strong>del</strong> pascolo e alla<br />

Azioni <strong>di</strong> sensibilizzazione e misure<br />

frequentazione turistica,<br />

normative per ridurre l‘impatto <strong>del</strong>le<br />

da verificare ulteriori effetti<br />

attività <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> entomofauna e <strong>di</strong><br />

legati all’apertura <strong>di</strong> piste<br />

specie vegetali con vistosa fioritura<br />

forestali e alla strada <strong>di</strong><br />

arroccamento alla cava <strong>del</strong><br />

Retrocorchia. La torbiera<br />

<strong>di</strong> Mosceta è in via <strong>di</strong><br />

primaverile (M).<br />

interrimento ed è<br />

influenzata dalla presenza<br />

<strong>di</strong> un rifugio a<strong>di</strong>acente.<br />

Abbandono <strong>di</strong> coltivi<br />

terrazzati, con<br />

ricolonizzazione arbustiva<br />

(Prati <strong>del</strong> Puntato,<br />

Franchino, Campanice, Pian<br />

<strong>del</strong> Lago).<br />

Presenza rifugi montani e<br />

strade<br />

sommitali.<br />

accesso aree<br />

Fenomeni <strong>di</strong> erosione <strong>del</strong><br />

suolo legati agli eventi<br />

alluvionali <strong>del</strong>la primavera<br />

1996.<br />

Pericolo scomparsa rare<br />

stazione floristiche <strong>di</strong> Linaria<br />

alpina e Herminium<br />

monorchis. per ridotte<br />

<strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>le stazioni,<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

speleologiche<br />

(elevata).<br />

Per le zone <strong>di</strong><br />

Mosceta e<br />

Fociomboli, <strong>di</strong><br />

elevato valore<br />

naturalistico ma<br />

con<strong>di</strong>zionate da vari<br />

elementi <strong>di</strong> minaccia<br />

e <strong>di</strong> degrado,<br />

potrebbe essere utile<br />

l‘elaborazione <strong>di</strong> uno<br />

specifico piano<br />

particolareggiato.<br />

112


Sito<br />

SIR-ZPS n°23<br />

Praterie<br />

primarie e<br />

secondarie <strong>del</strong>le<br />

Apuane<br />

(IT5120015)<br />

Siti Apuani<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

carico turistico e gestione<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

dei prati umi<strong>di</strong> a<br />

Fociomboli per Herminium<br />

monorchis.<br />

Gestione prati <strong>del</strong> Puntato<br />

me<strong>di</strong>ante perio<strong>di</strong>ci incen<strong>di</strong>,<br />

con banalizzazione floristica<br />

e creazione <strong>di</strong> brachipo<strong>di</strong>eti<br />

monospecifici.<br />

Gestione pascolo<br />

Presenza <strong>di</strong> ―aree contigue<br />

Gestione pascolo (EE).<br />

speciali‖ <strong>del</strong> Parco Apuane<br />

Limitazione ulteriori espansioni bacini<br />

potenzialmente destinate ad<br />

estrattivi e infrastrutture connesse,<br />

attività estrattive.<br />

Riduzione <strong>del</strong> pascolo nei<br />

risistemazione bacini estrattivi<br />

Cessazione <strong>del</strong>l‘agricoltura rilievi appenninici<br />

abbandonati (E).<br />

nei rilievi minori e circostanti e conseguente Mantenimento praterie secondarie (e dei Misure contrattuali (o gestionali) per<br />

conseguente<br />

aumento <strong>del</strong>l‘isolamento relativi popolamenti faunistici) e ostacolo ai mantenimento/recupero attività agricole<br />

ricolonizzazione arbustiva per le specie <strong>di</strong> prateria. processi <strong>di</strong> chiusura e/o degrado (EE).<br />

tra<strong>di</strong>zionali nei rilievi secondari (M).<br />

(con per<strong>di</strong>ta degli habitat Presenza <strong>di</strong> bacini Mantenimento integrità <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> cime, Valutazione <strong>di</strong> incidenza per piani<br />

preferenziali per l‘ortolano). estrattivi marmiferi (cave, pareti rocciose e cenge erbose (EE).<br />

progetti opere nell‘intorno <strong>del</strong> sito (E).<br />

Disturbo all‘avifauna durante <strong>di</strong>scariche e strade <strong>di</strong> Mantenimento/recupero eterogeneità Adozione misure gestionali finalizzate al Non<br />

il periodo riproduttivo, legato arroccamento), con ambientale legata alle attività agricole mantenimento <strong>di</strong> sufficienti superfici <strong>di</strong> necessario.<br />

alle attività alpinistiche e, in occupazione <strong>di</strong> suolo, e tra<strong>di</strong>zionali sui rilievi minori (E).<br />

arbusteti a Ulex europaeus ed Erica Piano <strong>del</strong><br />

misura assai minore, mo<strong>di</strong>fica degli elementi Mantenimento superfici adeguate <strong>di</strong> arbusteti a scoparia, favorendo la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> Parco<br />

speleologiche (queste ultime fisiografici. Pur non Ulex europaeus ed Erica scoparia. (M). quest‘ultima specie (M).<br />

minacciano soprattutto i compresi nel SIR, alcuni Riduzione <strong>di</strong>sturbo alle specie rupicole, Monitoraggio perio<strong>di</strong>co specie che, a<br />

Chirotteri ma, localmente, bacini estrattivi durante la ni<strong>di</strong>ficazione, causato da attività scala regionale, sono concentrate<br />

anche Pyrrhocorax costituiscono ―isole‖ alpinistiche e, in misura minore, speleologiche esclusivamente o in gran parte nelle Alpi<br />

pyrrhocorax).<br />

interne al sito, (M).<br />

Apuane (M).<br />

Progressiva colonizzazione aumentandone gli effetti <strong>di</strong><br />

Controllo <strong>del</strong>le attività speleologiche e<br />

da parte <strong>di</strong> specie arboree <strong>di</strong>sturbo.<br />

alpinistiche, in<strong>di</strong>viduando le aree e i<br />

degli arbusteti a Ulex<br />

perio<strong>di</strong> in cui tali attività possono<br />

europaeus ed Erica<br />

minacciare la ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> specie rare<br />

scoparia, in assenza <strong>di</strong><br />

e regolamentandole opportunamente<br />

incen<strong>di</strong> o <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong><br />

gestione attiva.<br />

(M).<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Appare necessaria e<br />

urgente<br />

l‘elaborazione <strong>di</strong><br />

alcuni piani <strong>di</strong><br />

settore (che<br />

coprirebbero gli altri<br />

siti <strong>del</strong>le Apuane),<br />

relativi alla gestione<br />

<strong>del</strong> pascolo<br />

(necessità molto<br />

elevata) e alla<br />

regolamentazione<br />

<strong>del</strong>le attività<br />

alpinistiche e<br />

speleologiche<br />

(necessità elevata).<br />

113


Sito<br />

SIR-pSIC-ZPS<br />

n° 24 Macchia<br />

lucchese<br />

(IT5120016)<br />

SIR-pSIC-ZPS<br />

n° 25 Lago e<br />

Padule <strong>di</strong><br />

Massaciuccoli -<br />

(ex Lago <strong>di</strong><br />

Massaciuccoli)<br />

(IT5120021)<br />

Siti costieri<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Artificialità <strong>di</strong> parte <strong>del</strong>le<br />

formazioni boschive e<br />

Misure <strong>di</strong> gestione forestale finalizzate<br />

presenza specie alloctone<br />

a: la rinaturalizzazione (parziale) <strong>del</strong>le<br />

(Amorpha fruticosa).<br />

formazioni artificiali; il<br />

Forte carico antropico nei<br />

mantenimento/incremento <strong>del</strong>la<br />

mesi estivi all‘interno<br />

presenza <strong>di</strong> fasi mature e senescenti;<br />

<strong>del</strong>l‘area e ai suoi confini (il<br />

l‘era<strong>di</strong>cazione o il controllo <strong>del</strong>la<br />

sito è <strong>del</strong>imitato a est da una<br />

<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> specie vegetali alloctone<br />

strada molto frequentata e<br />

confina a ovest con spiagge<br />

altrettanto frequentate).<br />

Scarsa<br />

gestione/abbandono <strong>del</strong>la<br />

rete idraulica interna al<br />

sito e fenomeni <strong>di</strong><br />

Elevatissimo carico<br />

antropico nei mesi estivi<br />

nelle spiagge e nei centri<br />

urbani confinanti.<br />

Abbondante presenza <strong>di</strong><br />

specie alloctone.<br />

Mantenimento/incremento <strong>del</strong>la qualità e<br />

bio<strong>di</strong>versità dei boschi e <strong>del</strong>le zone umide<br />

retrodunali (E).<br />

Conservazione <strong>di</strong> Periploca graeca (M).<br />

(E).<br />

Adeguata risistemazione sistema<br />

idraulico per garantire un opportuno<br />

apporto idrico alle <strong>di</strong>verse formazioni<br />

vegetali presenti (pineta, bosco<br />

igrofilo, zone umide retrodunali) (M).<br />

Attivazione <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong><br />

Non necessario.<br />

inari<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>le<br />

monitoraggio finalizzati alla verifica<br />

fitocenosi tipiche <strong>del</strong>le<br />

<strong>del</strong>l‘influenza <strong>del</strong>le presenze turistiche<br />

depressioni <strong>di</strong> interduna<br />

sul sito ed eventuale adozione <strong>del</strong>le<br />

fossile.<br />

misure <strong>di</strong> conservazione opportune (M).<br />

Presenza <strong>di</strong> cani<br />

Azioni <strong>di</strong> controllo <strong>del</strong>le popolazioni <strong>di</strong><br />

inselvatichiti o domestici non<br />

cani inselvatichiti nell'area. Incremento<br />

al guinzaglio con danni<br />

<strong>del</strong>la sorveglianza per limitare la<br />

all'avifauna<br />

suolo.<br />

ni<strong>di</strong>ficante al<br />

presenza <strong>di</strong> cani non al guinzaglio (M).<br />

Inquinamento acque, con Agricoltura intensiva<br />

Prosecuzione/intensificazione degli<br />

gravi fenomeni <strong>di</strong> nelle aree circostanti.<br />

interventi per il miglioramento <strong>del</strong>la<br />

eutrofizzazione e morie Presenza <strong>di</strong> due<br />

qualità <strong>del</strong>le acque e per il Non necessario.<br />

primaverili ed estive <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche controllate Miglioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le acque rallentamento dei fenomeni <strong>di</strong> <strong>Il</strong> Parco sta<br />

pesci e uccelli, crolli nei (Carbonaie e (EE).<br />

interrimento e salinizzazione (EE). affrontando la<br />

popolamenti <strong>di</strong> uccelli Pioppogatto).<br />

Conservazione <strong>del</strong>le vaste estensioni <strong>di</strong> Prosecuzione/intensificazione <strong>del</strong>le maggior parte<br />

svernanti e ni<strong>di</strong>ficanti. Aree circostanti a vegetazione elofitica e idrofitica, con azioni <strong>di</strong> controllo <strong>del</strong>la fauna <strong>del</strong>le<br />

Presenza massiccia specie elevata urbanizzazione. adeguati livelli <strong>di</strong> eterogeneità (EE).<br />

alloctona (E).<br />

problematiche<br />

alloctone invasive (pesci, Presenza <strong>di</strong> depuratori Tutela <strong>del</strong>la popolazione ni<strong>di</strong>ficante <strong>di</strong> tarabuso Prosecuzione degli interventi <strong>di</strong> evidenziate, in<br />

gambero rosso).<br />

che scaricano nel lago (EE).<br />

gestione <strong>del</strong>la vegetazione elofitica modo<br />

Profonda alterazione (anche se è in progetto il Ripristino <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni ecologiche adatte (E).<br />

congruente con<br />

comunità vegetali loro allontamento). allo sviluppo <strong>di</strong> vegetazione sommersa (E). Azioni <strong>di</strong> sensibilizzazione e gli obiettivi <strong>di</strong><br />

(scomparsa quasi Ingressione <strong>di</strong> acqua Controllo <strong>del</strong>le specie alloctone (E).<br />

sorveglianza per la riduzione degli gestione <strong>del</strong><br />

completa <strong>del</strong>le macrofite <strong>di</strong> marina dal Canale Tutela <strong>del</strong>la fitocenosi a drosera (E).<br />

abbattimenti illegali <strong>di</strong> tarabuso (E). sito.<br />

fondale) e animali.<br />

Burlamacca, per il<br />

Sistemazione e gestione <strong>del</strong>la rete<br />

Interrimento.<br />

cattivo funzionamento<br />

idraulica (canali e fossi) nel Padule<br />

Fondo fangoso con elevati <strong>del</strong>le Porte Vinciane.<br />

(M).<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Un piano relativo<br />

all‘organizzazione<br />

<strong>del</strong>la fruizione<br />

turistica potrebbe<br />

essere necessario, a<br />

seguito <strong>di</strong> un‘analisi<br />

dei reali effetti sul<br />

sito. Necessaria la<br />

verifica, e l‘eventuale<br />

adeguamento, <strong>del</strong>le<br />

previsioni in materia<br />

forestale rispetto agli<br />

obiettivi <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>del</strong><br />

sito.<br />

Potrebbe essere<br />

utile un piano <strong>di</strong><br />

gestione <strong>del</strong>l‘area<br />

palustre, che<br />

definisca precisi<br />

obiettivi (superfici a<br />

―chiaro‖, interventi<br />

necessari, modalità<br />

operative).<br />

Appare<br />

estremamente<br />

necessario anche un<br />

coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>la<br />

gestione agricola e<br />

idraulica <strong>del</strong>le aree<br />

circostanti.<br />

114


Sito<br />

SIR-pSIC-ZPS<br />

n° 61 Dune<br />

litoranee <strong>di</strong><br />

Torre <strong>del</strong> Lago<br />

(IT5170001)<br />

Siti costieri<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

livelli <strong>di</strong> inquinamento.<br />

Sistemazione e gestione degli<br />

Attività venatoria e<br />

aggallati con presenza <strong>di</strong> sfagnete e<br />

conseguente <strong>di</strong>sturbo<br />

boschi igrofili (la mancanza <strong>di</strong> azioni<br />

(nell‘area contigua),<br />

<strong>di</strong> gestione permette a queste<br />

abbattimenti illegali (anche a<br />

strutture galleggianti <strong>di</strong> spostarsi nel<br />

carico <strong>del</strong> tarabuso, come<br />

Lago, creando talvolta problemi, più<br />

recentemente accertato).<br />

o meno rilevanti) (B).<br />

Crollo popolazione<br />

ni<strong>di</strong>ficante <strong>di</strong> tarabuso per<br />

cause in parte sconosciute.<br />

Problemi <strong>di</strong> gestione legati<br />

alla presenza <strong>di</strong> numerose<br />

aree <strong>di</strong> proprietà privata nel<br />

sito.<br />

Turismo intenso e<br />

conseguente <strong>di</strong>sturbo,<br />

Interventi <strong>di</strong> recupero/riqualificazione<br />

calpestio, sentieramento e<br />

<strong>del</strong>le zone umide retrodunali (E).<br />

danneggiamento <strong>del</strong>le dune.<br />

Eliminazione o controllo specie esotiche,<br />

Azioni <strong>di</strong> ―pulizia‖ e<br />

in particolare gli amorfeti retrodunali (E).<br />

spianamento meccanico<br />

Riduzione impatto causato dagli<br />

<strong>del</strong>la spiaggia, con<br />

eliminazione <strong>del</strong>le comunità<br />

associate ai materiali<br />

spiaggiati.<br />

Diffusione specie esotiche<br />

( Amorpha futicosa e Yucca<br />

gloriosa.)<br />

Interrimento zone umide<br />

retrodunali, accelerato<br />

anche dalla presenza <strong>di</strong><br />

folte cenosi <strong>di</strong> specie<br />

esotiche (in particolare<br />

amorfeti ad Amorpha<br />

futicosa).<br />

Densi rimboschimenti <strong>di</strong><br />

Aree a elevata<br />

antropizzazione, ai confini<br />

settentrionali (Porto <strong>di</strong><br />

Viareggio) e meri<strong>di</strong>onali<br />

(Marina <strong>di</strong> Torre <strong>del</strong> Lago)<br />

<strong>del</strong> SIR.<br />

Erosione costiera.<br />

Intensa presenza <strong>di</strong> specie<br />

esotiche anche derivanti<br />

da rimboschimenti.<br />

Elevato carico turistico<br />

estivo, presenza <strong>di</strong><br />

strutture per la fruizione<br />

turistica e parcheggi.<br />

Mantenimento degli habitat dunali e<br />

retrodunali e <strong>del</strong>le relative comunità vegetali e<br />

animali (E).<br />

interventi <strong>di</strong> pulizia <strong>del</strong>le spiagge<br />

(evitando la rimozione o anche lo<br />

spostamento <strong>di</strong> legni spiaggiati,<br />

utilizzando mezzi meccanici <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni ridotte, evitando i perio<strong>di</strong> più<br />

critici per lo svolgimento degli interventi)<br />

(E).<br />

Azioni <strong>di</strong> informazione/sensibilizzazione<br />

e aumento <strong>del</strong>la sorveglianza nei giorni<br />

festivi primaverili per impe<strong>di</strong>re la<br />

presenza <strong>di</strong> cani non al guinzaglio (M).<br />

Controllo <strong>del</strong>l‘impatto turistico attraverso<br />

in<strong>di</strong>cazioni sulle vie <strong>di</strong> accesso<br />

preferenziali, recinzioni <strong>di</strong> aree<br />

particolarmente fragili, cartelli informativi<br />

Non necessario<br />

un piano<br />

aggiuntivo al<br />

Piano <strong>del</strong> Parco<br />

Regionale.<br />

Sufficiente la<br />

verifica <strong>del</strong><br />

Piano <strong>del</strong> Parco<br />

rispetto a<br />

obiettivi e<br />

misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

<strong>del</strong> sito.<br />

conifere su dune a sud <strong>di</strong><br />

(M).<br />

Torre <strong>del</strong> Lago.<br />

Interventi <strong>di</strong> riqualificazione habitat<br />

Problema cani inselvatichiti o<br />

dunali e retrodunali (interventi <strong>di</strong> sand-<br />

vaganti per alcuni uccelli<br />

fencing, razionalizzazione <strong>del</strong>la rete <strong>di</strong><br />

durante il periodo <strong>di</strong><br />

sentieri <strong>di</strong> accesso alla spiaggia) (M).<br />

ni<strong>di</strong>ficazione.<br />

Lo sviluppato sistema <strong>di</strong><br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Non necessari.<br />

115


Sito<br />

SIR-pSIC-ZPS<br />

Selva Pisana<br />

(IT5160002)<br />

Siti costieri<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

sentieri che tagliano<br />

perpen<strong>di</strong>colarmente la duna,<br />

favorisce l‘azione erosiva dei<br />

venti.<br />

Intensi fenomeni <strong>di</strong><br />

erosione costiera (causa <strong>di</strong><br />

alterazione <strong>di</strong> ecosistemi<br />

dunali e aree umide <strong>di</strong><br />

retroduna), soprattutto a<br />

sud <strong>del</strong>la Foce <strong>del</strong> Fiume<br />

<strong>Serchio</strong>.<br />

Interventi <strong>di</strong> protezione <strong>del</strong>la costa<br />

Danneggiamento pinete<br />

rispetto ai fenomeni erosivi (EE).<br />

costiere per effetto <strong>di</strong> aerosol<br />

Prosecuzione degli interventi <strong>di</strong><br />

marino con tensioattivi<br />

contenimento <strong>del</strong>le popolazioni <strong>di</strong><br />

inquinanti<br />

ungulati (E).<br />

Inquinamento dei fiumi<br />

Conservazione aree umide rispetto alle Interventi <strong>di</strong> recupero/riqualificazione<br />

<strong>Serchio</strong> e Arno.<br />

principali cause <strong>di</strong> minaccia (erosione <strong>del</strong>le zone umide (E).<br />

Eccessivo carico <strong>di</strong> ungulati.<br />

costiera, interrimento, <strong>di</strong>sseccamento) Controllo <strong>del</strong>l‘impatto turistico attraverso Non necessario.<br />

Origine artificiale <strong>di</strong> buona Vicinanza ad aree con (EE).<br />

in<strong>di</strong>cazioni su vie <strong>di</strong> accesso È sufficiente<br />

parte <strong>del</strong>la superficie elevata artificialità (zone Conservazione dei boschi planiziali in preferenziali, recinzioni o cartelli garantire che gli<br />

boschiva<br />

urbanizzate e aree con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> elevata naturalità e maturità informativi (M).<br />

strumenti <strong>di</strong><br />

Presenza <strong>di</strong> assi viari (strade agricole intensive).<br />

(EE).<br />

Riduzione <strong>del</strong>l‘impatto causato dagli pianificazione<br />

statali, autostrada, ferrovia). Presenza <strong>di</strong> assi viari ai Mantenimento degli ambienti dunali e <strong>del</strong>le interventi <strong>di</strong> pulizia <strong>del</strong>le spiagge <strong>del</strong> Parco siano<br />

Interventi <strong>di</strong> regimazione confini <strong>del</strong> sito.<br />

relative comunità vegetali e animali (E).<br />

(evitando la rimozione o anche lo adeguati<br />

idraulica e <strong>di</strong> pulizia dei Scarsa qualità <strong>del</strong>le acque Tutela <strong>del</strong>l‘integrità <strong>di</strong> adeguate superfici <strong>di</strong> spostamento <strong>di</strong> legni spiaggiati, rispetto agli<br />

canali secondari.<br />

dei fiumi e corsi d‘acqua in pineta (anche per il loro valore storico e utilizzando mezzi meccanici <strong>di</strong> obiettivi <strong>di</strong><br />

Turismo balneare intenso entrata nel sito.<br />

paesaggistico) e adozione <strong>di</strong> misure per <strong>di</strong>mensioni ridotte, evitando i perio<strong>di</strong> più conservazione<br />

con <strong>di</strong>sturbo, calpestio e<br />

favorire l‘incremento dei livelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>versità e il critici per lo svolgimento degli interventi) <strong>del</strong> sito.<br />

danneggiamento <strong>del</strong>le dune.<br />

recupero dei popolamenti floristici <strong>di</strong> (M).<br />

Presenza <strong>di</strong> infrastrutture<br />

sottobosco (M).<br />

Interventi <strong>di</strong> riqualificazione degli habitat<br />

turistiche e parcheggi in aree<br />

a)<br />

dunali e retrodunali (interventi <strong>di</strong> sand-<br />

dunali e retrodunali.<br />

fencing, ecc.; sistemazione dei sentieri<br />

Diffusione <strong>di</strong> specie esotiche,<br />

<strong>di</strong> accesso alla spiaggia) (M).<br />

anche legate a interventi <strong>di</strong><br />

Era<strong>di</strong>cazione o controllo <strong>del</strong>le specie<br />

rimboschimento in aree<br />

esotiche (M).<br />

retrodunali con Tamarix<br />

sp.pl., Elaeagnus sp.pl.,<br />

Yucca gloriosa, o legate alla<br />

realizzazione<br />

urbano.<br />

<strong>di</strong> verde<br />

Cani vaganti durante il<br />

periodo <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong><br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Appare necessaria<br />

l‘elaborazione <strong>di</strong><br />

piani <strong>di</strong> gestione<br />

forestale per tutto il<br />

sito o l‘integrazione<br />

<strong>di</strong> quelli esistenti.<br />

116


Sito<br />

Sito<br />

SIR-pSIC n°27<br />

Monte Pisano<br />

(IT5120019)<br />

Siti costieri<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

specie ornitiche terricole.<br />

Presenza <strong>di</strong> aree a elevata<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

antropizzazione all‘interno<br />

<strong>del</strong> sito (ad es. ippodromo,<br />

poligono<br />

militari).<br />

<strong>di</strong> tiro e aree<br />

Monti Pisani<br />

Principali criticità Principali misure <strong>di</strong> conservazione da adottare<br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità interni al sito<br />

Estesi impianti artificiali <strong>di</strong><br />

Principali elementi <strong>di</strong><br />

criticità esterni al<br />

sito<br />

Principali obiettivi <strong>di</strong> conservazione<br />

In<strong>di</strong>cazioni per le misure <strong>di</strong><br />

conservazione<br />

pini, <strong>di</strong> scarso pregio<br />

naturalistico.<br />

Presenza vecchi siti estrattivi<br />

Tutela e, dove necessario, recupero<br />

e previsione nuove cave.<br />

<strong>del</strong>la rete <strong>di</strong> pozze, aree umide e corsi<br />

Ripetitori sulla vetta.<br />

d’acqua minori per la conservazione<br />

Incen<strong>di</strong> perio<strong>di</strong>ci che<br />

<strong>di</strong> specie rare <strong>di</strong> flora e fauna (E).<br />

mantengono gli arbusteti a<br />

Gestione selvicolturale finalizzata al<br />

Ulex europaeus ma<br />

mantenimento/recupero dei nuclei<br />

rappresentano una seria<br />

minaccia per le cenosi<br />

vegetali <strong>del</strong> settore<br />

settentrionale.<br />

Presenza viabilità fino alle<br />

quote più elevate.<br />

Mo<strong>di</strong>ficazioni aree umide<br />

(interrimento, captazioni<br />

per uso agricolo e civile<br />

lungo i corsi d’acqua,<br />

antropizzazione, ecc.).<br />

Incen<strong>di</strong>.<br />

Con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> isolamento,<br />

con scarsi collegamenti<br />

con aree a caratteristiche<br />

ambientali simili, in un<br />

ambito ad elevata<br />

antropizzazione.<br />

Conservazione <strong>del</strong>le aree umide <strong>di</strong><br />

interesse floristico-vegetazionale (E).<br />

Conservazione/ampliamento <strong>del</strong>le stazioni <strong>di</strong><br />

Pinus laricio (E).<br />

Conservazione <strong>del</strong>le popolazioni <strong>di</strong> specie<br />

minacciate <strong>di</strong> Anfibi e Chirotteri (E).<br />

Mantenimento <strong>di</strong> superfici significative <strong>di</strong><br />

formazioni arbustive a Ulex europaeus e loro<br />

gestione a fini conservazionistici (M).<br />

Conservazione dei castagneti da frutto (M).<br />

autoctoni <strong>di</strong> Pinus laricio e, in generale,<br />

a un miglioramento qualitativo <strong>del</strong><br />

soprassuolo arboreo, anche me<strong>di</strong>ante il<br />

controllo degli incen<strong>di</strong> (E).<br />

In<strong>di</strong>viduazione dei siti <strong>di</strong> maggiore<br />

importanza per i Chirotteri e, se<br />

necessario, regolamentazione<br />

<strong>del</strong>l‘attività speleologica (M).<br />

Definizione e attuazione <strong>di</strong> protocolli <strong>di</strong><br />

gestione per la conservazione e il<br />

miglioramento (incremento <strong>del</strong>la<br />

Elevato n° <strong>di</strong> cinghiali che<br />

<strong>di</strong>versità strutturale, incremento <strong>del</strong>la<br />

nel periodo estivo tendono<br />

presenza <strong>di</strong> altre specie arbustive quali<br />

a concentrarsi nelle poche<br />

Erica scoparia) degli arbusteti a Ulex<br />

zone con <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong><br />

(M).<br />

acqua, con possibili<br />

Misure contrattuali per la conservazione<br />

impatti negativi per le<br />

e il recupero dei castagneti da frutto (M).<br />

importanti<br />

floristiche.<br />

stazioni<br />

Possibile <strong>di</strong>sturbo alle<br />

colonie <strong>di</strong> Chirotteri per<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Necessità<br />

piano<br />

<strong>di</strong> gestione<br />

Scarsa.<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Necessità<br />

piani <strong>di</strong> settore<br />

Necessaria<br />

l‘elaborazione <strong>di</strong> un<br />

protocollo <strong>di</strong><br />

gestione per gli<br />

arbusteti e per i<br />

nuclei <strong>di</strong> Pinus<br />

laricio. In generale,<br />

la gestione forestale<br />

dovrebbe essere<br />

coor<strong>di</strong>nata alla scala<br />

<strong>del</strong> sito, anche<br />

me<strong>di</strong>ante lo<br />

strumento <strong>del</strong> piano<br />

<strong>di</strong> gestione <strong>del</strong><br />

patrimonio agricoloforestale<br />

regionale.<br />

117


6.2- I Geotopi<br />

attività speleologiche.<br />

Diffusione <strong>di</strong> Robinia<br />

pseudacacia.<br />

Informazioni non complete<br />

sullo stato <strong>di</strong> conservazione<br />

e sulla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Pinus<br />

laricio.<br />

Attività venatoria.<br />

Ai sensi <strong>del</strong>l‟art. 1 c.4 <strong>del</strong>la L.R. 56/00 (come mo<strong>di</strong>ficato dall‟art. 194 <strong>del</strong>la L.R. 01/05) i geotopi <strong>di</strong> importanza regionale (GIR) <strong>di</strong> cui all‟art. 11 costituiscono<br />

invarianti strutturali ai sensi <strong>del</strong>l‟art. 4 <strong>del</strong>la L.R. 01/05 e fanno parte <strong>del</strong>lo statuto <strong>del</strong> territorio degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione territoriale <strong>di</strong> cui all‟art. 48, c.1<br />

e 2 <strong>del</strong>la medesima legge. Un Geotopo <strong>di</strong> Importanza Regionale è definito come “forma naturale <strong>del</strong> territorio, <strong>di</strong> superficie o sotterranea, costituita da particolari<br />

emergenze geologiche, geopmorfologiche e pedologiche, che presenta un rilevante valore ambientale.”. I Geositi sono inoltre considerati elementi <strong>di</strong> rilievo ai fini<br />

<strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong>la carta <strong>del</strong>la natura <strong>di</strong> cui all‟art. 3 c.3 <strong>del</strong>la L. 394/91 (mo<strong>di</strong>ficata dalla L. 172/2003) anche in conformità con quanto previsto negli atti statali <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>rizzo.”<br />

L‟articolo 64 <strong>del</strong>le Norme <strong>del</strong> vigente PTC <strong>di</strong> Lucca (Titolo IV “Disposizioni finalizzate alla tutela <strong>del</strong>l‟identità culturale <strong>del</strong> territorio”, Capo I “<strong>Il</strong> territorio rurale”<br />

Sezione II “Gli specifici elementi a prevalenza <strong>di</strong> naturalità”) precisa che i piani strutturali e gli altri strumenti urbanistici comunali generali, anche in riferimento al<br />

c. 5 <strong>del</strong>l‟art. 33 <strong>del</strong> PIT, verificano, integrano e dettagliano le in<strong>di</strong>viduazioni <strong>del</strong>le emergenze geologiche (definite come un complesso <strong>di</strong> testimonianze genetiche<br />

e morfoevolutive <strong>di</strong> un’area ; esse costituiscono elementi ad alta naturalità e <strong>di</strong> notevole valenza per l‟identità culturale <strong>del</strong> territorio) effettuate dalle tavole B.2<br />

<strong>del</strong>lo stesso PTC e dettano <strong>di</strong>sposizioni volte a mantenerne e valorizzarne i caratteri <strong>di</strong>stintivi, con l‟osservanza dei seguenti commi.<br />

2. Nelle emergenze geologiche sono ammissibili:<br />

a) le opere e le attività volte alla conservazione degli aspetti naturalistici e paesaggistici;<br />

b) le opere e le attività volte al miglioramento <strong>del</strong>l‟assetto idrogeologico, ove non in contrasto con gli aspetti naturalistici e paesaggistici<br />

3. Nelle emergenze geologiche non possono essere consentiti:<br />

a) l‟esercizio <strong>di</strong> attività suscettibili <strong>di</strong> danneggiare gli elementi geologici o mineralogici;<br />

b) l‟introduzione <strong>di</strong> qualsiasi forma <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> specie vegetali non autoctone.<br />

4. Le emergenze geologiche possono essere oggetto <strong>di</strong> specifici progetti <strong>di</strong> iniziativa pubblica, definiti d‟intesa tra tutte le amministrazioni competenti, volti a<br />

prevedere e a <strong>di</strong>sciplinare le attività ammissibili e, in particolare:<br />

a) le attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> ricerca, a opera degli enti o degli astuti scientifici autorizzati<br />

118


) l‟eventuale realizzazione <strong>di</strong> attrezzature <strong>di</strong> supporto e <strong>di</strong> servizio, <strong>di</strong> percorsi e <strong>di</strong> spazi <strong>di</strong> sosta, <strong>di</strong> impianti tecnici <strong>di</strong> modesta entità, per favorire<br />

l‟osservazione e la pubblica fruizione dei beni interessati.<br />

5. Delle emergenze geologiche può essere definita compatibile la seguente utilizzazione:<br />

- attività escursionistiche, ricreative, d‟osservazione e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

Denominazione Scheda Prov Lucca Località Comune<br />

Cresta periclinale <strong>di</strong> calcareniti <strong>del</strong>la muraglia 502.219.0 Muraglia, C. Tramonti (Montefegatesi) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Cordoni morenici relitti sotto al Valico <strong>di</strong> Foce al Lago 502.220.0 Foce al Lago (Montefegatesi) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Testimone d‟erosione calciru<strong>di</strong>tico sulla cima <strong>del</strong> Balzo Nero 502.225.0 Balzo Nero, Piani (Vico Pancellorum) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Depressione doliniforme nel solco <strong>del</strong>l‟inferno a Le Grotte 502.226.0 Solco d‟Inferno (Vico Pancellorum) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Circhi glaciali a testata <strong>del</strong>le colvalli <strong>del</strong> Torrente Scesta 502.215.0 Diaccio al Bosco, Pian Cavallaro Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Strette <strong>di</strong> Cocciglia sezionanti fianti anclinale inverso 502.227.0 Le Strette, Ponte Nero (Cocciglia) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Riattivazione <strong>di</strong> falda detritica ai “Ravoni <strong>del</strong>la Scesta” 502.223.0 Ravoni <strong>del</strong>la Scesta (Palleggio) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Morfologia a collasso gravitativo nella “rava <strong>di</strong> Celle” 502.222.0 Tommaso (S. Cassiano <strong>di</strong> Controne) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Incisione <strong>del</strong> Torrente Lima a Tana a Termini 502.229.0 Tana a Termini, Cave Tana (Lucchio) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Incisione <strong>del</strong> Torrente Lima a Ponte Maggio 502.228.0 P.Coccia, P. Maggio (Giar<strong>di</strong>netto) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Depressione doliniforme in arenarie,sede <strong>del</strong> lago <strong>di</strong> Casoli 502.230.0 Lago <strong>di</strong> Casoli (Casoli Val <strong>di</strong> Lima) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Tavolato sommitale <strong>del</strong> Monte Memoriante, conformato a “mesa” 502.231.0 Monte Memoriante (Lucchio) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Rilievo derivato a “cuestas” multiple attorno al monte Mosca 502.217.0 M.Mosca, Focetta (Montefegatesi) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Riattivazione <strong>di</strong> falda detritica al Balzo <strong>del</strong>l‟Osteria 502.218.0 Balzo all'Osteria (C.Colle a Palmi) Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Mo<strong>del</strong>la mento glaciale sui piani <strong>del</strong>l‟Altaretto 503.001.0 Piani <strong>del</strong>l‟Altaretto (Bacchionero) Barga<br />

Sovralluvionamento alveare in destra <strong>del</strong> Torrente Ania 503.002.0 Puntone, Rocco, Grifoglia (Renaio) Barga<br />

Chiusa trasversale a Canyon incisa dal torrente Ania 503.003.0 Casa Canale (Tiglio Basso) Barga<br />

Mo<strong>del</strong>lamento carsico epigeo sul tavolato <strong>del</strong> Monte Prana 505.286.0 Testata <strong>del</strong>la Val Lucese (Metato) Camaiore<br />

"Pitone" <strong>di</strong> <strong>di</strong>abase incluso in argilliti a Bocca <strong>di</strong> Riocavo 506.109.A Rocca <strong>di</strong> Rio Cavo (Casciana) Camporgiano<br />

Testimone d'erosione <strong>di</strong> <strong>di</strong>abase sulla Rocca <strong>di</strong> Cascianella 506.109.B Altura detta La Rocca (Cascianella) Camporgiano<br />

Testimone d'erosione <strong>di</strong> <strong>di</strong>abase su Colle Castello a Casatico 506.109.C Colle Castello (Casatico) Camporgiano<br />

Chiusa trasversale incisa dal <strong>Serchio</strong> al Molino <strong>del</strong> Rancone 506.109.D Molino <strong>del</strong> Rancone (Capoluogo) Camporgiano<br />

Chiusa incisa dal <strong>Serchio</strong> attorno al "Pitone" <strong>del</strong>la Capriola 506.109.F Monte Capriola, Puppiana (Poggio) Camporgiano<br />

Canyon e cascate lungo l‟incisione <strong>del</strong> Canale <strong>del</strong> Ponte 508.097.0 Immissario dx. <strong>del</strong>l'invaso <strong>di</strong> Vagli Careggine<br />

Disgiunzione beante attraverso la spalla <strong>del</strong> Fornacchio 508.099.0 Coste <strong>di</strong> Giovo (Capanne Careggine) Careggine<br />

Canyon e cascate lungo l‟incisione <strong>del</strong> Canale <strong>del</strong> ponte 508.097.0 Immissario dx. <strong>del</strong>l'invaso <strong>di</strong> Vagli Careggine<br />

Mo<strong>del</strong>lamento glaciale lungo il fosso <strong>del</strong>le Comarelle 508.100.0 Affluente sx. <strong>del</strong>la Turrite Secca Careggine<br />

Paleo alveo incassato e sospeso tra La Liscia e Novicchia 509.196.0 La Liscia, Novicchia (Volcascio) Castelnuovo Garfagnana<br />

Casa Colonica 509.098.0 S.P. 16 <strong>di</strong> S. Romano Castelnuovo Garfagnana<br />

Esarazione glaciale alle falde <strong>del</strong>l‟Alpe <strong>di</strong> S. Pellegrino 510.194.0 Pradaccio, Al Giro (San Pellegrino) Castiglione Garfagnana<br />

119


Denominazione Scheda Prov Lucca Località Comune<br />

Esarazione glaciale alla testata <strong>del</strong> Torrente <strong>di</strong> Castiglione 510.192.0 Camerale. Calamone (Casone Profecchia) Castiglione Garfagnana<br />

Torbiere dei laghi <strong>di</strong> Cella entro la conca <strong>del</strong> Calamone 510.193.0 Laghi <strong>di</strong> Cella (Casone Profecchia) Castiglione Garfagnana<br />

Chiusa trasversale a canyon incisa dal Torrente Segone 511.160.0 C.ta dei Gatti, Ansugo (Ghivizzano) Coreglia Antelminelli<br />

Chiusa trasversale a Canyon incisa dal torrente Ania 511.159.0 M'Disten<strong>di</strong>no, Pian d. Cesti (Tiglio) Coreglia Antelminelli<br />

Compluvio calanchivo stabilizzato detto Solco Rovinosoi 511.157.0 S. Rovinoso, Frontignano (Scalpello) Coreglia Antelminelli<br />

Sovralluvionamento alveare in sinistra <strong>del</strong> Torrente Ania 511.158.0 Puntone, Piastroso (Scalpello) Coreglia Antelminelli<br />

Risalto <strong>di</strong> pieghe angolari in strati calcarenitici a Pracchi 511.161.0 Sponda sx. Rio Fontanone (Pracchi) Coreglia Antelminelli<br />

Incisione a canyon <strong>del</strong> Rio maggiore o <strong>del</strong>la Fontana 512.002.0 Molino <strong>di</strong> Selvaneta (Vallico <strong>di</strong> Sotto) Fabbriche <strong>di</strong> Vallico<br />

Mo<strong>del</strong>lamento carsico epigeo sul tavolato <strong>del</strong> Monte Penna 512.001.0 Monte Penna, Prada (Vallico Sopra) Fabbriche <strong>di</strong> Vallico<br />

Circhi glaciali sui fianchi settentrionali <strong>del</strong> Monte Palo<strong>di</strong>na 515.252.0 Pian <strong>di</strong> Corte, Pian <strong>di</strong> Lago Gallicano<br />

Rilievi ruiniforni in brecce scistose si Pian <strong>del</strong>la Conserva 517.621.0 Monte Pian <strong>del</strong>la Conserva (Coselli) Lucca<br />

Incisione a comba anticlinale <strong>del</strong> Rio <strong>di</strong> San Pantaleone 517.622.0 Rio <strong>di</strong> S. Pantaleone (S. Pantaleone Lucca<br />

Forme miste carsiche e morfostrutturali a Moriglion <strong>di</strong> Penna 517.620.0 S. Maria <strong>del</strong> Giu<strong>di</strong>ce Lucca<br />

Laghetto <strong>di</strong> Montramito Montramito Massarosa<br />

Relitto erosivo formante la piramide detta Torre <strong>del</strong> Diavolo 519.218.0 Foce <strong>di</strong> Giovo (Orto <strong>di</strong> donna) Minucciano<br />

Arco roccioso parietale sulla sinistra <strong>del</strong> Canal Sabbuco 519.219.A Fosso Sabbuco (Orto <strong>di</strong> donna) Minucciano<br />

Macereti a megablocchi sul fianco cataclinale degli Zucchi 519.219.B Prati <strong>di</strong> Cardeto (Orto <strong>di</strong> donna)) Minucciano<br />

Forme miste glaciali e carsiche sul fianco nord <strong>del</strong> M. Tambura 519.220.0 Zona <strong>del</strong>la Carcaraia (Gorfigliano) Minucciano<br />

Forme miste glaciali e carsiche alla pen<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> M. Pisanino 519.217.0 Catinelli, Mirandola (Gorfigliano) Minucciano<br />

Rilievo derivato inverso nella fossa tettonica <strong>del</strong>l‟Argegna 519.216.0 Contrada Tea (Magliano a Mattino) Minucciano<br />

Forme da mo<strong>del</strong>lamento glaciale verso l‟Alpe <strong>di</strong> S. Antonio 520.102.0 Lato Nord Pania Secca Molazzana<br />

Confluenza in Turrite Secca <strong>del</strong>l‟essurgenza <strong>del</strong> Fontanaccio 520.105.0 Fosso <strong>del</strong> Fontanaccio (Pizzorno) Molazzana<br />

Dossi montonati solcati a “grikes” sotto la cresta dei denti 520.103.0 Pianaccette (Prati <strong>del</strong>l‟uomo morto) Molazzana<br />

Forme da mo<strong>del</strong>lamento carsico sull‟altopiano <strong>del</strong>la Vetricia 520.104.0 La Vetricia (Prati <strong>del</strong>l‟uomo morto) Molazzana<br />

Trasversale incisa dalla Turrite <strong>di</strong> S. Rocco ai Romiti 522.001.0 Ai Romiti (Fabbriche <strong>di</strong> Vallico) Pescaglia<br />

Coalescenza <strong>di</strong> tre doline in un‟uvala al culmine <strong>del</strong>la Ripa 523.088.0 Camporzano, La Ripa (Borsigliana) Piazza al <strong>Serchio</strong><br />

Gola <strong>di</strong> confluenza fra T. <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Gramolazzo e <strong>di</strong> Sillano 523.089.B Castelvecchio, C. Croce Piazza al <strong>Serchio</strong><br />

Incisione <strong>del</strong> T. <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Gramolazzo verso San Michele 523.089.A S. Michele, Pietraccia (Capoluogo) Piazza al <strong>Serchio</strong><br />

Gola incisa dal F. <strong>Serchio</strong> intorno allo sprone <strong>di</strong> Petrognano 523.089.C Piani, Campaccio (Petrognano) Piazza al <strong>Serchio</strong><br />

Pinnacoli arenacei addossati alla Grotta <strong>del</strong>le Penne 525.153.0 Grotta <strong>del</strong>le Penne (Capraia) Pieve Fosciana<br />

Manifestazioni fratico-termali <strong>del</strong> Lago <strong>di</strong> Prà <strong>di</strong> Lama 525.154.0 Prà <strong>di</strong> lama (Bagno <strong>del</strong>la Pieve) Pieve Fosciana<br />

Olistolite fenduto <strong>di</strong> brecce oficalci che presso il boschetto 525.155.0 Boschetto, Sirivella (Pontecosi) Pieve Fosciana<br />

Esarazione glaciale a circo intestata <strong>del</strong> Torrente Sillico 525.152.0 M. Albano , La Ban<strong>di</strong>ta (Capraia) Pieve Fosciana<br />

Incisione valliva <strong>del</strong> Torrente Covezza <strong>di</strong> Verrucole 527.129.A T. Covezza <strong>di</strong> Verrucole (Verrucole) San Romano Garfagnana<br />

Esarazione glaciale selettiva attorno alla Bocca <strong>di</strong> Scala 527.128.0 Monte Bocca <strong>di</strong> Scala (Orecchiella) San Romano Garfagnana<br />

Rilievo derivato sui “pitoni” <strong>di</strong>abasici a Sambuca e Villetta 527.129.B Sambuca, Capanne, Rocca (Villetta San Romano Garfagnana<br />

Erosione calanchiva nel compluvio <strong>del</strong> Fosso dei Tre Canali 529.198.B Fosso dei Tre Canali (Camporanda) Sillano<br />

120


Denominazione Scheda Prov Lucca Località Comune<br />

Comba incisa nel nucleo <strong>di</strong>apirico <strong>di</strong> gessi presso la Rivolta 529.198.A La Rivolta, Lamastrone (Camporanda) Sillano<br />

Chiusa incisa dal <strong>Serchio</strong> nel nucleo dei gessi <strong>del</strong>l‟acquaio 529.198.C Acquaiola, Brescione (Camporanda) Sillano<br />

Forme da mo<strong>del</strong>lamento glaciale alle pen<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> Monte Prado 529.199.0 Pratovolta, Aneta (Casini <strong>di</strong> Corte) Sillano<br />

Terrazzi quotati <strong>del</strong>la Piana in sinistra <strong>del</strong>la Val <strong>di</strong> Corte 529.200.B Piana, Pratomaleta (Casini <strong>di</strong> Corte) Sillano<br />

Torbiera periglaciale con specchio <strong>del</strong>la Lama <strong>di</strong> S. Martino 529.196.A Lama <strong>di</strong> San Martino (Ospedaletto) Sillano<br />

Forme da esarazione glaciale a testata <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Dalli 529.196.0 C.ta Romana, Re<strong>di</strong>na (Capanne Nuove) Sillano<br />

Chiusa incisa dal serchio attraverso la finestra <strong>di</strong> Soraggio 529.198.D F. <strong>Serchio</strong> <strong>di</strong> Soraggio (Le Coste) Sillano<br />

Terrazzi quotati <strong>di</strong> Sargiana in destra <strong>del</strong>la Val <strong>di</strong> Corte. 529.200.A Pian <strong>di</strong> Sargiana (Metello- Soraggio) Sillano<br />

Chiusa a canyon incisa dal serchio <strong>di</strong> Soraggio al Conchiuso 529.197.0 Gola <strong>del</strong> Conchiuso (Rocca Soraggio) Sillano<br />

Forme miste glaciali e carsiche sul fianco Nord <strong>del</strong> M. Tambura 531.187.0 Zona <strong>del</strong>la Carcaraia Campocatino Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Torbiera periglaciale alla testata <strong>del</strong> Fosso <strong>del</strong>la Ferraia 531.186.0 Case Tontorone Monti <strong>di</strong> Roggio Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Campo <strong>di</strong> doline e laghetto sui prati <strong>di</strong> passo Sella 531.190.0 Passo Sella, Veladro (Arnetola) Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Circo <strong>di</strong> esarazione glaciale a testata <strong>del</strong> Fosso Anguillatra 531.193.0 Can. bianco, F. Anguillaia (Fatonero) Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Circo <strong>di</strong> esarazione glaciale a testata <strong>del</strong> Fosso Fatonero 531.192.0 M. Fiocca, Fossa (Fatonero) Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Risalto <strong>del</strong> nucleo Isoclinale <strong>del</strong>le Cintoie <strong>del</strong>la Tambura 531.189.A Cintole <strong>del</strong>la Tambura (Arnetola) Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Risalto <strong>del</strong> nucleo isoclinale <strong>del</strong>le cenge <strong>di</strong> San Viviano 531.189.B Eremo <strong>di</strong> San Viviano (Campocatino) Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Circo glaciale e anfiteatro morenico <strong>di</strong> Campocatino 531.188.0 Caselli Campocatino (Campocatino) Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Campo <strong>di</strong> doline e laghetto sui prati <strong>di</strong> Passo Sella 531.190.0 Passo Sella, Veladro (Arnetola) Vagli <strong>di</strong> Sotto<br />

Testimoni d‟erosione formanti i monoliti <strong>del</strong>le Rocchette 532.078.0 Le Rocchette, Le Tese Vergemoli<br />

Fronte <strong>di</strong> “cuesta” a strapiombo sopra l‟eremo <strong>di</strong> Calomini 532.079.0 Eremo <strong>di</strong> Calomini (Calomini) Vergemoli<br />

Nevaio ipogeo <strong>del</strong>la Buca <strong>del</strong>la Neve nel Vallone <strong>del</strong>l‟Inferno 532.080.0 V. <strong>del</strong>l'inferno (Pania <strong>del</strong>la Croce) Vergemoli<br />

Circo glaciale sospeso sul versante sud <strong>del</strong> Monte Vecchio 535.278.0 Scaloni, Monte Vecchio (Campaiana) Villa Colleman<strong>di</strong>na<br />

Non si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> dati analoghi per le provincie <strong>di</strong> Pisa e Pistoia.<br />

121


6.3- Le Aree Ramsar<br />

Legislazione <strong>di</strong> riferimento<br />

Livello N° e data Titolo Oggetto<br />

Internazionale 2 febbraio 1971 Convenzione <strong>di</strong> Ramsar<br />

Nazionale<br />

D.P.R. 184 <strong>del</strong> 11 febbraio<br />

1987<br />

Esecuzione <strong>del</strong> protocollo <strong>di</strong> emendamento <strong>del</strong>la convenzione internazionale <strong>di</strong><br />

Ramsar <strong>del</strong> 2 febbraio 1971 sulle zone umide <strong>di</strong> Importanza internazionale,<br />

adottato a Parigi il 3 <strong>di</strong>cembre 1982.<br />

D.P.R. 448 <strong>del</strong> 13/03/1976 Ratifica ed esecuzione <strong>del</strong>la Convenzione <strong>di</strong> Ramsar<br />

Regionale . Del G.R. n° 231 <strong>del</strong> 15-03-2004<br />

Richiesta <strong>di</strong> riconoscimento quali zone umide <strong>di</strong> importanza<br />

internazionale ai sensi <strong>del</strong>la Convenzione <strong>di</strong> Ramsar per 7 aree umide<br />

toscane:<br />

- Padule <strong>di</strong> Fucecchio<br />

- Lago <strong>di</strong> Sibolla<br />

- Ex Lago e Padule <strong>di</strong> Bientina<br />

- Lago e Padule <strong>di</strong> Massaciuccoli- Macchia <strong>di</strong> Migliarino- Tenuta<br />

S. Rossore<br />

- Padule <strong>del</strong>la Trappola – Foce <strong>del</strong>l‘Ombrone<br />

- Padule Orti- Bottagone<br />

- Padule <strong>di</strong> Scarlino<br />

Le aree Ramsar rientrano tra i beni tutelati per Legge <strong>del</strong> D.Lgs 490/99 e s.m.i.<br />

Definisce in maniera precisa cosa sono le zone umide e gli<br />

uccelli acquatici; detta le norme per la classificazione <strong>del</strong>le zone<br />

umide presenti nel territorio <strong>di</strong> ciascun Stato contraente da<br />

inserire nell'Elenco <strong>del</strong>le zone umide <strong>di</strong> importanza<br />

internazionale e per la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> tutela ed<br />

in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> tali zone.<br />

Nel bacino <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong> rientra parzialmente la proposta <strong>di</strong> area<br />

Ramsar per il territorio <strong>del</strong> Lago e Padule <strong>di</strong> Massaciuccoli-<br />

Macchia <strong>di</strong> Migliarino- Tenuta S. Rossore, compreso nei confini<br />

<strong>del</strong> Parco Regionale Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli<br />

“le Zone Umide sono <strong>di</strong>stese quali stagni, palu<strong>di</strong>,torbiere, bacini naturali e artificiali permanenti o temporanei con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra<br />

o salata comprese le <strong>di</strong>stese d’acqua marina la cui profon<strong>di</strong>tà in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> bassa marea non supera i sei metri”.<br />

122


6.4- Aree protette<br />

6.4.1- Legislazione <strong>di</strong> riferimento<br />

Livello N° e data Titolo<br />

Nazionale<br />

L. 394/1991<br />

Delibera <strong>del</strong>la Conferenza Stato Regioni <strong>del</strong> 24/07/2003<br />

Legge quadro sulle Aree protette<br />

Elenco ufficiale <strong>del</strong>le Aree Protette- V Aggiornamento 2003<br />

L.R. 11 Aprile 1995 n° 49 e s.m.i. Norme sui parchi, le riserve naturali e le aree naturali protette <strong>di</strong> interesse locale<br />

Regionale<br />

Del C.R. n° 154 <strong>del</strong> 23/11/2004<br />

Del C.R. 842 <strong>del</strong> 26/11/2006<br />

Approvazione IV Programma triennale per le aree protette 2004-2007 ai sensi degli artt 4 e 5<br />

<strong>del</strong>la L.R. 49/95<br />

Verifica annuale 2006 <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> attuazione <strong>del</strong> 4° programma regionale 2004/2007 per le<br />

aree protette e IX aggiornamento <strong>del</strong>l‘elenco ufficiale <strong>del</strong>le aree protette regionali.<br />

Del C.R. n° 32 <strong>del</strong> 14 Marzo 2007 PRAA- Piano Regionale <strong>di</strong> Azione <strong>Ambientale</strong><br />

Tav. X<br />

Aree protette. Parchi e<br />

riserve naturali<br />

Specifiche in<strong>di</strong>cazioni in merito agli obiettivi regionali per le aree protette sono da ricercarsi nel PRAA (Piano Regionale <strong>di</strong> Azione <strong>Ambientale</strong>) <strong>del</strong>la Toscana in<br />

particolare alla scheda relativa al macrobbiettivo B1 ”Aumentare la percentuale <strong>del</strong>le aree protette, migliorarne la gestione e conservare la bio<strong>di</strong>versità terrestre e<br />

marina” <strong>di</strong> cui si riporta un estratto:<br />

Obiettivo specifico<br />

Attuazione L.R. 49/95<br />

Intervento In<strong>di</strong>catori Risultati attesi<br />

Istruttoria dei bilanci consuntivi e preventivi degli enti parco regionali e finanziamento spese<br />

correnti <strong>di</strong> gestione<br />

Interventi <strong>di</strong> raccordo consistenti in progetti <strong>di</strong> valorizzazione e conservazione bio<strong>di</strong>versità<br />

nelle aree protette<br />

N° <strong>di</strong> bilanci approvati Miglioramento <strong>del</strong>la gestione dei parchi naturali<br />

N° progetti finanziati Tutela re la bio<strong>di</strong>versità nelle aree protette<br />

Istruttoria e finanziamento <strong>di</strong> piani e progetti per a tutela e la valorizzazione <strong>del</strong>le aree protette N° <strong>di</strong> progetti e iniziative finanziate o realizzate Miglioramento efficienza <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong>le aree protette<br />

Coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>l‘attuazione e gestione <strong>del</strong>le misure previste dal PSR e POR 2007-2013<br />

inerenti aree protette e bio<strong>di</strong>versità<br />

Istruttoria, espressione pareri e approvazione relativa a Piani e Regolamenti <strong>di</strong> Parchi,<br />

Riserve, ANPIL e ai Piani <strong>di</strong> Sviluppo Economico e Sociale<br />

Monitoraggio PSR e POR Attuazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>rettive Habitat e Uccelli nei SIR e aree protette<br />

N° <strong>di</strong> Piani e Regolamenti approvati Miglioramento <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong>le aree protette<br />

segreteria e coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>la consulta per le aree protette e la bio<strong>di</strong>versità N° <strong>di</strong> sedute <strong>del</strong>la consulta all‘anno Efficace svolgimento degli adempimenti <strong>del</strong>la consulta<br />

Istituzione nuove aree protette e aggiornamento <strong>del</strong>l‘elenco ufficiale <strong>del</strong>le aree protette marine<br />

e terrestri<br />

Valorizzazione <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità specifica <strong>di</strong> un territorio<br />

N° aree protette inserite nell‘elenco<br />

Consolidamento <strong>del</strong>le attuali aree protette e sviluppo <strong>di</strong> nuove<br />

aree protette regionali<br />

Intervento In<strong>di</strong>catori Risultati attesi<br />

Progetti <strong>di</strong> valorizzazione e conservazione <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità nelle aree umide dei 3 parchi<br />

regionali<br />

N° <strong>di</strong> progetti attivati Valorizzare la bio<strong>di</strong>versità nelle aree umide<br />

123


Valorizzazione e gestione tenuta S. Rossore<br />

Intervento In<strong>di</strong>catori Risultati attesi<br />

Interventi <strong>di</strong> manutenzione e gestione <strong>del</strong>la Tenuta <strong>di</strong> S. Rossore (PI) N° <strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong> gestione realizzate Conservazione e miglioramento <strong>del</strong>la Tenuta <strong>di</strong> S. Rossore<br />

6.4.2- Elenco aree protette nel territorio <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> <strong>Serchio</strong><br />

Tipologia<br />

Parco<br />

Nazionale<br />

Riserva<br />

Naturale<br />

Statale<br />

Parco<br />

Regionale<br />

Co<strong>di</strong>ce<br />

Naz<br />

Cod<br />

reg<br />

Denominazione<br />

EUAP1158 PN03 Parco <strong>del</strong>l‘Appennino Tosco-Emiliano<br />

EUAP0128<br />

EUAP0132<br />

EUAP 0135 RNLU01<br />

Riserva Naturale <strong>di</strong> Luoghi naturali e Biogenetica<br />

<strong>di</strong> Lamarossa<br />

Riserva Naturale <strong>di</strong> Popolamento Animale<br />

<strong>del</strong>l‘Orecchiella<br />

Riserva Naturale <strong>di</strong> Luoghi naturali e Biogenetica<br />

<strong>del</strong>la Pania <strong>di</strong> Corfino<br />

Estensione<br />

(ha)<br />

26613 ha <strong>di</strong> cui 7189 ha in<br />

Toscana e 16424 ha in Emilia<br />

Romagna<br />

Comuni/Province Gestione<br />

LU: Giuncugnano, S. Romano in Garf, Villa<br />

Colleman<strong>di</strong>na<br />

MS: Comano, Filattiera, Fivizzano, Licciana Nar<strong>di</strong><br />

PR: Corniglio<br />

Ente Parco<br />

RE: Busana, Castelnuovo ne Monti, Collagna,<br />

Ligonchio, Raniseto, Villa Minozzo<br />

167 ha LU: S. Romano in Garfagnana ex ASFD Lucca<br />

217,58 ha LU: S. Romano in Garf. , Villa Colleman<strong>di</strong>na ex ASFD Lucca<br />

135 ha LU:Villa Colleman<strong>di</strong>na ex ASFD Lucca<br />

EUAP0133 Riserva Naturale Biogenetica <strong>del</strong>l‘Orrido <strong>di</strong> Botri 192 ha LU: Bagni <strong>di</strong> Lucca ex ASFD Lucca<br />

EUAP0113 Riserva naturale biogenetica <strong>del</strong>l‘Abetone 584 ha<br />

EUAP0136<br />

EUAP0119<br />

Riserva naturale orientata e biogenetica Pian degli<br />

Ontani<br />

Riserva naturale orientata e biogenetica <strong>di</strong><br />

Campolino<br />

590 ha<br />

98 ha<br />

EUAP0231 PR02 Migliarino- S. Rossore- Massaciuccoli 14245 ha<br />

EUAP0229 PR03 Apuane 20598 ha<br />

ANPIL APPI03 Monte Castellare 237 ha<br />

PT: Abetone Ex ASFD Pistoia<br />

PT: Cutigliano Ex ASFD Pistoia<br />

PT: Abetone Ex ASFD Pistoia<br />

LU: Massarosa, Viareggio<br />

PI: S. Giuliano Terme, Pisa, Vecchiano<br />

MS: Carrara, Casola in Lunigiana, Fivizzano, Massa,<br />

Montignoso<br />

LU: Camaiore, Careggine, Fabbriche <strong>di</strong> Vallico,<br />

Gallicano, Minucciano, Molazzana, Pescaglia,<br />

Seravezza, Stazzema, vagli Sotto, Vergemoli<br />

PI: S. Giuliano Terme Comune<br />

124


Tipologia<br />

Co<strong>di</strong>ce<br />

Naz<br />

Cod<br />

reg<br />

Denominazione<br />

Estensione<br />

(ha)<br />

APPI04 Valle <strong>del</strong>le Fonti 193 ha<br />

6.4.2- Pianificazione e gestione <strong>del</strong>le aree protette<br />

Comuni/Province Gestione<br />

PI: S. Giuliano Terme Comune<br />

I contenuti dei Piani e dei Regolamenti sono oggetto <strong>di</strong> specifica analisi per evidenziare gli in<strong>di</strong>rizzi e le prescrizioni relative alla risorsa idrica e alla <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong><br />

suolo.<br />

Denominazione Legge istitutiva Piano <strong>del</strong> Parco/Piani <strong>di</strong> Gestione/Piani <strong>di</strong> Settore Regolamento<br />

Parco Nazionale <strong>del</strong>l‘Appennino Tosco-<br />

DPR 21-05-2001 In fase <strong>di</strong> elaborazione In fase <strong>di</strong> elaborazione<br />

Emiliano<br />

Riserva Naturale Statale <strong>di</strong> Luoghi naturali e DM 23-06-197<br />

Biogenetica <strong>di</strong> Lamarossa<br />

e DM 13-07-1977<br />

Riserva Naturale Statale<br />

Animale <strong>del</strong>l‘Orecchiella<br />

<strong>di</strong> Popolamento<br />

DM 28/04/1980<br />

Riserva Naturale Statale <strong>di</strong> Luoghi naturali e DM 26-07-1971 e<br />

Biogenetica <strong>del</strong>la Pania <strong>di</strong> Corfino<br />

DM 02-03-1977<br />

Riserva Naturale Statale Biogenetica DM 26/07/1971 e<br />

<strong>del</strong>l‘Orrido <strong>di</strong> Botri<br />

DM 02/03/1977<br />

Riserva Naturale<br />

<strong>del</strong>l‘Abetone<br />

Statale Biogenetica<br />

D.M. 13/07/1977<br />

Riserva Naturale Statale<br />

Biogenetica Pian degli Ontani<br />

Orientata e<br />

D.M. 13/07/1977<br />

Riserva Naturale Statale<br />

biogenetica <strong>di</strong> Campolino<br />

Orientata<br />

D.M. 26/07/1971 e<br />

e<br />

DM 29/03/1972 e<br />

DM 02/03/1977<br />

Parco Regionale Migliarino- S. Rossore- L.R. 61 <strong>del</strong> 13/12/1979<br />

Massaciuccoli<br />

L.R. 24 <strong>del</strong> 11/08/1997<br />

Piano <strong>di</strong> Gestione Padule Settentrionale e Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli Approvato con<br />

Del C.D. Ente Parco n° 227/20 <strong>del</strong> 25/10/1999<br />

Variante al Piano <strong>di</strong> Gestione Padule Settentrionale e Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli,<br />

Approvato con Del. limitatamente alle aree classificate ―Ambito unitario <strong>di</strong> intervento n° 9‖ (Loc.<br />

Regolamento <strong>del</strong> Parco _Art.<br />

CR n° 515 <strong>del</strong> 12- Torre <strong>del</strong> Lago Puccini) Approvato con Del C.D. Ente Parco n° 15 <strong>del</strong><br />

12-1989 e mo<strong>di</strong>ficato 16.02.2004<br />

15 L.R. n° 24/1994. Del C.D.<br />

Ente Parco n° 98 <strong>del</strong><br />

con Del C.R. n° 223 Secondo Piano <strong>di</strong> gestione d-ella Tenuta Borbone e Macchia Lucchese-<br />

07/07/2008<br />

<strong>del</strong> 10-09-1991. Adottato con Del C.D. Ente Parco n° 132 <strong>del</strong> 12/11/2007<br />

Piano <strong>di</strong> Gestione Tenuta <strong>di</strong> Migliarino e Fattoria <strong>di</strong> Vecchiano -<br />

Approvato con Del C.D. Ente Parco n°360 <strong>del</strong> 24/12/1997<br />

Mo<strong>di</strong>ficato con Del C.D. Ente Parco n° 215/8 <strong>del</strong> 13/09/1999<br />

125


Parco Regionale Apuane<br />

Monte Castellare<br />

Valle <strong>del</strong>le Fonti<br />

Denominazione Legge istitutiva Piano <strong>del</strong> Parco/Piani <strong>di</strong> Gestione/Piani <strong>di</strong> Settore Regolamento<br />

LR n°5 <strong>del</strong> 21-01-1985<br />

L.R n° 65 <strong>del</strong> 11-08-1997<br />

Del C.C. n° 131<br />

<strong>del</strong> 23/12/1997<br />

Del C.C. n° 43<br />

<strong>del</strong> 30/07/2006<br />

Del C.C. n° 131<br />

<strong>del</strong> 23/12/1997<br />

Del C.C. n° 43<br />

<strong>del</strong> 30/07/2006<br />

Piano <strong>di</strong> Gestione Tenuta <strong>di</strong> S. Rossore- Approvato con Del C.D. Ente<br />

Parco n°214 <strong>del</strong> 13/09/1999<br />

Relazione generale<br />

La proposta <strong>di</strong> Regolamento<br />

<strong>del</strong> Parco è stata approvata<br />

con Del. C.D. Ente Parco n. 37<br />

<strong>del</strong> 26/08/2003. Ha poi<br />

ottenuto il prescritto pareri<br />

obbligatorio favorevole <strong>del</strong><br />

La proposta <strong>di</strong> Piano Norme tecniche <strong>di</strong> attuazione<br />

<strong>del</strong> Parco adottata<br />

con Del. C.D. N° 46 Direttive per le aree contigue<br />

<strong>del</strong> 29/11/ Allegato ―Attività estrattive‖- Stralcio ―aree contigue <strong>di</strong> cava <strong>del</strong>le Alpi Comitato scientifico.<br />

Apuane‖ <strong>del</strong> Piano Regionale integrativo per i materiali ornamentali- La Comunità <strong>del</strong> Parco non si<br />

Relazione illustrativa e Norme Tecniche <strong>di</strong> Attuazione<br />

è ancora espressa in merito.<br />

Proce<strong>di</strong>me to in corso<br />

Proce<strong>di</strong>mento in corso<br />

126


6.5- Le aree IBA<br />

Le Important Bird Areas sono state in<strong>di</strong>viduate da BirdLife International nel 1989 al fine <strong>di</strong> identificare e proteggere su scala biogeografica una rete <strong>di</strong> aree<br />

critiche per la sopravvivenza nel lungo termine <strong>di</strong> popolazioni <strong>di</strong> uccelli che in esse vivono, con particolare riferimento a quelle specie <strong>di</strong> uccelli per la cui<br />

conservazione è appropriato un approccio basato sulla conservazione (Garibol<strong>di</strong>, Rizzi e Casale, 2000). L‟inventario IBA europeo è stato commissionato all‟ICBP<br />

(oggi Bird Life International) nel 1981 per dare attuazione a quanto dettato dall‟art. 4 <strong>del</strong>la Direttiva Uccelli, ossia per in<strong>di</strong>viduare quelle aree prioritarie alle quali<br />

applicare gli obiettivi <strong>di</strong> conservazione previsti dalla <strong>di</strong>rettiva stessa. Nel 1999 si è conclusa una prima fase <strong>di</strong> aggiornamento <strong>del</strong>l‟inventario, localizzando molti<br />

nuovi siti e revisionando i criteri standar<strong>di</strong>zzati 2 che permettono <strong>di</strong> identificare e designare un particolare sito quale luogo <strong>di</strong> importanza internazionale per la<br />

conservazione <strong>di</strong> una parte significativa <strong>del</strong>la popolazione <strong>di</strong> una o varie specie <strong>di</strong> uccelli considerate prioritarie (in particolare le SPEC- Species of European<br />

2 Si riportano i criteri per le in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le IBA (A. Garibol<strong>di</strong>, V. Rizzi, F. Casale, 2000)<br />

A- AREE DI IMPORTANZA MONDIALE PER L’AVIFAUNA (GLOBALLY IMPORTANT BIRD AREAS)<br />

Cat. A1- SPECIE GLOBALMENTE MINACCIATE : ―il sito ospita regolarmente un numero significativo <strong>di</strong> una specie globalmente minacciata‖<br />

Cat. A2- SPECIE A DISTRIBUZIONE LIMITATA/ENDENMICHE (ENDEMIC BIRD AREAS): ―il sito ospita o si ritiene che ospiti una componente significativa <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> specie la cui <strong>di</strong>stribuzione nel periodo <strong>di</strong><br />

ni<strong>di</strong>ficazione è assai ristretta. In tal caso il sito viene definito una Endemic Bird Area (EBA)‖<br />

Cat. A3- GRUPPI DI SPECIE LIMITATE AI BIOMI : ―il sito ospita o è potenzialmente idoneo a ospitare una componente significativa <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> specie la cui <strong>di</strong>stribuzione è largamente o interamente limitata a un<br />

bioma‖<br />

Cat. A4- SPECIE GREGARIE<br />

Criterio A4i: <strong>Il</strong> sito ospita o si ritiene che ospiti in maniera regolare, >1% <strong>del</strong>la popolazione biogeografica <strong>di</strong> una specie gregaria <strong>di</strong> uccello acquatico (waterbird)<br />

Criterio A4ii: <strong>Il</strong> sito ospita o si ritiene che ospiti in maniera regolare, >1% <strong>del</strong>la popolazione globale <strong>di</strong> una specie gregaria <strong>di</strong> uccello marino o terrestre<br />

Criterio A4iii: <strong>Il</strong> sito ospita o si ritiene che ospiti in maniera regolare, > 20.000 uccelli acquatici o >10.000 coppie <strong>di</strong> uccelli marini <strong>di</strong> una o più specie<br />

Criterio A4iv: il sito sod<strong>di</strong>sfa o si ritiene sod<strong>di</strong>sfi i limiti richiesti per le specie migratrici nel siti definiti ―colli <strong>di</strong> bottiglia‖<br />

B- AREE DI IMPORTANZA EUROPEA (REGIONAL IMPORTANT BIRD AREAS)<br />

Cat. B1- SPECIE GREGARIE<br />

Criterio B1i: <strong>Il</strong> sito ospita >1% <strong>del</strong>la popolazione <strong>di</strong> una rotta migratoria o <strong>di</strong> un‘altra <strong>di</strong>stinta popolazione <strong>di</strong> una specie <strong>di</strong> uccelli acquatici<br />

Criterio B1ii: il sito ospita >1% <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stinta popolazione <strong>di</strong> una specie <strong>di</strong> uccelli marini<br />

Criterio B1iii: il sito ospita >1% <strong>del</strong>la popolazione <strong>di</strong> una rotta migratoria o <strong>di</strong> un‘altra <strong>di</strong>stinta popolazione <strong>di</strong> altre specie gregarie<br />

Criterio B1iv: il sito è un ―collo <strong>di</strong> bottiglia‖ dove passano regolarmente in migrazione primaverile o autunnale più <strong>di</strong> 5.000 cicogne (Ciconiidae) o più <strong>di</strong> 3.000 rapaci (Accipitridae) o gru (Gruidae)<br />

Cat. B2 - SPECIE CON UNO STATUS DI CONSERVAZIONE SFAVOREVOLE IN EUROPA (SPEC 2 e 3): ―il sito è uno degli ‗n‘ siti più importanti in Italia <strong>di</strong> una specie in declino, vulnerabile, rara o localizzata come<br />

ni<strong>di</strong>ficante in Europa e per la conservazione <strong>del</strong>la quale si ritiene appropriata la protezione dei siti in cui è presente‖.<br />

Cat. B3 - SPECIE CON UNO STATUS DI CONSERVAZIONE FAVOREVOLE MA CONCENTRATE IN EUROPA (SPEC 4): ―il sito è uno degli ‗n‘ siti più importanti nel Paese per una specie con un favorevole status <strong>di</strong><br />

conservazione ma concentrate in Europa e per la cui conservazione l‘approccio <strong>di</strong> protezione <strong>del</strong> sito viene ritenuto appropriato‖.<br />

C- AREE IMPORTANTI NELL’UNIONE EUROPEA<br />

Cat. C1- SPECIE GLOBALMENTE MINACCIATE: ―il sito ospita regolarmente cifre significative <strong>di</strong> una specie globalmente minacciata o la cui conservazione sia <strong>di</strong> interesse mon<strong>di</strong>ale‖<br />

Cat. C2 – SPECIE GREGARIE DELL‘ALLEGATO I: ―il sito ospita regolarmente almeno l‘1% <strong>di</strong> una popolazione migratoria <strong>di</strong>fferenziabile o <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>la popolazione nell‘U.E. <strong>di</strong> una specie <strong>del</strong>l‘Allegato I <strong>del</strong>la Direttiva<br />

Uccelli‖.<br />

Cat. C3- SPECIE GREGARIE NON PRESENTI NELL‘ALLEGATO I: ―<strong>Il</strong> sito ospita regolarmente almeno l‘1% <strong>di</strong> una popolazione migratoria <strong>di</strong>fferenziabile <strong>di</strong> specie non incluse nell‘allegato I‖<br />

Cat. C4- SPECIE GREGARIE: ―il sito ospita regolarmente più <strong>di</strong> 20.000 uccelli acquatici <strong>di</strong> una o varie specie o più <strong>di</strong> 10.000 coppie (o 20.000 in<strong>di</strong>vidui) <strong>di</strong> uccelli marini migratori‖<br />

Cat. C5- COLLI DI BOTTIGLIA: ―il sito è un collo <strong>di</strong> bottiglia durante le migrazioni dove passano regolarmente, in primavera o in autunno, più <strong>di</strong> 5000 cicogne o più <strong>di</strong> 3000 rapaci migratori o gru.‖<br />

Cat. C6 - SPECIE DELL‘ALLEGATO I: ―il sito è uno dei 5 più importanti nella sua regione per una specie o sottospecie <strong>del</strong>l‘Allegato I <strong>del</strong>la Direttiva Uccelli‖.<br />

127


Conservation Concern (Tucker and Heath, 1994)- o quelle coloniali o gregarie) a livello globale, regionale o sub-regionale. In Italia il progetto è stato seguito dalla<br />

Lega Italiana Protezione Uccelli.<br />

Le IBA costituiscono uno strumento tecnico utile alla Commissione Europea per valutare l‟adeguatezza <strong>del</strong>le reti nazionali <strong>di</strong> ZPS (Zone Speciali <strong>di</strong><br />

Conservazione); inoltre la Corte <strong>di</strong> Giustizia Europea ha stabilito che rappresentano il riferimento per la designazione <strong>del</strong>le ZPS e che ad esse si applicano<br />

<strong>di</strong>rettamente le misure <strong>di</strong> tutela previste dalla Direttiva Uccelli all‟art. 4. In Italia sono state identificate 192 aree IBA <strong>di</strong> cui 18 ricadono totalmente in Toscana e 2<br />

risultano in parte con<strong>di</strong>vise con le regioni limitrofe. La maggior parte <strong>di</strong> queste aree coincidono anche solo parzialmente con la Rete Natura 2000 e con il sistema<br />

<strong>del</strong>le aree protette. In particolare, con la Deliberazione C.R. n° 06/2004, la Regione Toscana, nell‟ambito <strong>del</strong>la revisione dei perimetri e <strong>del</strong>le denominazioni dei<br />

siti <strong>del</strong>la propria rete ecologica (SIR), su in<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l‟Ambiente e <strong>del</strong>la Tutela <strong>del</strong> Territorio ha provveduto alla designazione <strong>di</strong> 26 nuove ZPS<br />

qualora il territorio <strong>di</strong> un pSIC interessasse anche un‟area IBA.<br />

Nella seguente tabella sono riportate le Aree IBA ricadenti nel bacino <strong>del</strong> Fiume <strong>Serchio</strong>:<br />

Cod<br />

IBA<br />

Nome Prov.<br />

Sup<br />

(ha) 3<br />

Criteri Aree protette SIR<br />

039 Alpi Apuane LU, MS 16.800 B2, C6 P.R. Apuane<br />

040<br />

Appennino dal passo <strong>del</strong><br />

Cerreto a Monte Caligi<br />

LU, PT,<br />

MO, RE<br />

45.000<br />

3 Perimetrazioni in scala 1:10.000 <strong>di</strong>sponibili sul sito web <strong>del</strong>la LIPU<br />

B2, B3, C6<br />

RNS Campolino<br />

RNS Lamarossa<br />

RNS Orrido <strong>di</strong> Botri<br />

RNS Pania <strong>di</strong> Corfino<br />

RNS Pian degli Ontani<br />

RNS Orecchiella<br />

RNS Abetone<br />

PR Alto Appennino<br />

Modenese<br />

PR Alto Appennino<br />

Reggiano.<br />

PN Appennino Tosco-<br />

Emiliano<br />

SIR-ZPS 23<br />

SIR- pSIC 22<br />

SIR- pSIC 21<br />

SIR- pSIC 20<br />

SIR- pSIC 19<br />

SIR- pSIC 18<br />

SIR- pSIC 17<br />

SIR- pSIC 16<br />

SIR-pSIC-11<br />

SIR-ZPS 12<br />

SIR-ZPS 15<br />

SIR-pSIC 28<br />

SIR-ZPS 29<br />

SIR-ZPS 30<br />

SIR-ZPS 31<br />

Specie ornitiche per<br />

cui il sito si qualifica<br />

Aquila chrysaetos (C6)<br />

Anthus campestris (C6)<br />

Monticola saxatilis (B2)<br />

Pyrrhocorax pyrrhocorax (C6).<br />

Sito importante per la migrazione <strong>del</strong> biancone<br />

Pernis apivorus (C6),<br />

Aquila chrysaetos (C6)<br />

Strix aluco (B3)<br />

Caprimulgus europaeus (B2)<br />

Picus viri<strong>di</strong>s (B2)<br />

Monticola saxatilis (B2),<br />

Parus caeruleus (B3),<br />

128


Cod<br />

IBA<br />

Nome Prov.<br />

077 Lago <strong>di</strong> Massaciuccoli LU, PI 1.700<br />

Sup<br />

(ha) 3<br />

Criteri Aree protette SIR<br />

A1, A4i,<br />

B1i, B2, B3,<br />

C1, C2, C3<br />

082 Migliarino - S. Rossore LU, PI 7.000 A1, B2, C1<br />

P.R. Migliarino - S.<br />

Rossore - Massaciuccoli<br />

P.R. Migliarino - S.<br />

Rossore - Massaciuccoli<br />

SIR-pSIC-ZPS 25<br />

SIR-pSIC-ZPS 24<br />

SIR-pSIC-ZPS 61<br />

Specie ornitiche per<br />

cui il sito si qualifica<br />

Botaurus stellaris (C2, C6)<br />

Ixobrychus minutus (B2, C6)<br />

Ardea purpurea (C2, C6)<br />

Circus aeruginosus (C6)<br />

Numenius tenuirostris (A1, C1)<br />

Chlidonias niger (A4i, B1i, C2)<br />

Locustella luscinioides (B3)<br />

Acrocephalus melanopogon (C2, C6)<br />

Acrocephalus scirpaceus (B3)<br />

Lagopus mutus (C6)<br />

Alectoris greca (C6)<br />

Prunella collaris (A3)<br />

Tichodroma muraria (A3)<br />

Pyrrhocorax graculus (A3)<br />

Montifringilla nivalis (A3)<br />

Serinus citrinella (A3)<br />

129


6.6- Istituti <strong>di</strong> protezione ai sensi dei Piani Faunistici Venatori<br />

6.6.1- Legislazione <strong>di</strong> riferimento<br />

Livello N° e data Titolo<br />

1950 Convenzione <strong>di</strong> Parigi per la protezione degli uccelli<br />

02/02/1971 Convenzione <strong>di</strong> Ramsar per la tutela <strong>del</strong>le zone umide <strong>di</strong> importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici,<br />

Internazionale<br />

1972<br />

1973<br />

Convenzione <strong>di</strong> Bonn sulla conservazione <strong>del</strong>le specie migratrici appartenenti alla fauna selvatica<br />

Convenzione <strong>di</strong> Washington per la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le specie <strong>di</strong> flora e fauna in pericolo <strong>di</strong> estinzione e relativi habitat attraverso il controllo <strong>del</strong> commercio<br />

internazionale<br />

1979<br />

Dir 79/409/CEE e s.m.i.<br />

Convenzione <strong>di</strong> Berna sulla conservazione <strong>del</strong>la vita selvatica e <strong>del</strong>l‘ambiente naturale in Europa<br />

Comunitario<br />

(Direttive 85/411; 86/122; 91/244 e<br />

94/24, 97/49)<br />

Direttiva Uccelli:<br />

Dir. 92/43/CEE Direttiva habitat: conservazione degli habitat naturali e seminaturali <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche<br />

L. 357/97 e s.m.i<br />

( D.P.R. n° 120/2003)<br />

Regolamento recante attuazione <strong>del</strong>la Dir 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la fauna selvatiche<br />

DPR n° 448/1978 Esecuzione <strong>del</strong>la Convenzione relativa alle zone umide <strong>di</strong> importanza internazionale firmata a Ramsar il 2/02/1971‖<br />

L 503 /1981 Ratifica ed esecuzione <strong>del</strong>la Convenzione <strong>di</strong> Berna<br />

Nazionale L. 42/1983 Ratifica ed esecuzione <strong>del</strong>la Convenzione sulla conservazione <strong>del</strong>le specie migratorie appartenenti alla fauna selvatica, con allegati, adottata a Bonn il 23/0/6/1979.<br />

L. n° 874 /1975 Ratifica ed esecuzione <strong>del</strong>la Convenzione <strong>di</strong> Washington<br />

L. 157/92 Norme per la protezione <strong>del</strong>la fauna omeoterma e per il prelievo venatorio<br />

D.M. 17/10/2007 Ministero Ambiente<br />

e Tutela <strong>del</strong> Territorio e <strong>del</strong> Mare<br />

Criteri minimi uniformi per la definizione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> conservazione relative a zone speciali <strong>di</strong> conservazione (ZSC) e zone <strong>di</strong> protezione speciale (ZPS)<br />

Del. C.P. n° 54 <strong>del</strong> 16/05/2007 ―Approvazione <strong>del</strong> Piano Faunistico Venatorio 2006-2010‖<br />

L.R. 03/94 e s .m.i ―Recepimento <strong>del</strong>la L. 157/92- Norme per la protezione <strong>del</strong>la fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio‖<br />

Del C.R. n° 06/2004 Perimetrazione dei siti <strong>di</strong> importanza regionale e designazione <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> protezione speciale in attuazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>rettive 79/409/CEE e 92/43/CEE<br />

Regionale Del C.R. T. 292/94 In<strong>di</strong>rizzi regionali <strong>di</strong> programmazione faunistica- venatoria<br />

Del GRT 13/R 25/02/04 Testo unico dei regolamenti regionali <strong>di</strong> attuazione <strong>del</strong>la L.R. 3/94‖<br />

Del G.R. n° 454/08<br />

Criteri minimi uniformi per la definizione <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> conservazione relative a zone speciali <strong>di</strong> conservazione (ZSC) e zone <strong>di</strong> protezione speciale (ZPS)<br />

Attuazione‖.<br />

6.6.2- Oasi <strong>di</strong> protezione ex art. 15 L.R. 03/94<br />

1. Le oasi <strong>di</strong> protezione destinate al rifugio, alla riproduzione ed alla sosta <strong>del</strong>la fauna selvatica sono istituite dalla Provincia, in attuazione <strong>del</strong> piano<br />

faunistico – venatorio regionale <strong>di</strong> cui all’art. 9<br />

2. Nelle oasi <strong>di</strong> protezione si effettuano interventi idonei alla conservazione <strong>del</strong>la fauna selvatica, favorendo l’inse<strong>di</strong>amento e l’irra<strong>di</strong>amento naturale <strong>del</strong>le<br />

specie stanziali e la sorta <strong>del</strong>le specie migratorie.<br />

3. Le Province gestiscono le oasi <strong>di</strong> protezione. Per la gestione possono avvalersi <strong>del</strong> concorso <strong>di</strong> associazioni culturali, ambientaliste, venatorie e agricole.<br />

Le priorità per la realizzazione degli interventi è affidata ai proprietari o conduttori i cui terreni ricadono nell’oasi. Nel caso in cui le oasi ricadano in zone<br />

<strong>di</strong> terreno demaniale la gestione avviene d’intesa con la Comunità Montana e/o i comuni interessati.<br />

4. Nelle oasi <strong>di</strong> protezione l’attività venatoria è vietata, così come ogni forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo o <strong>di</strong> nocumento alla fauna selvatica<br />

- (….)<br />

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Approvazione<br />

PFV<br />

Denominazione<br />

Limestre ―<strong>Il</strong> Cesto <strong>del</strong><br />

Lupo‖<br />

Estensione<br />

(ha)<br />

900 ha<br />

Provincie/Comuni<br />

PT: S. Marcello<br />

pistoiese, Piteglio<br />

Del C.P.. 124/A <strong>del</strong><br />

30/11/2006 Balzo Nero 873 ha LU: Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

Monte Vecchio-<br />

Orecchiella<br />

4187 ha<br />

LU: Castiglione <strong>di</strong><br />

Garfagnana, Villa<br />

Colleman<strong>di</strong>na,<br />

Sillano<br />

Orrido <strong>di</strong> Botri 2162 ha LU: Bagni <strong>di</strong> Lucca<br />

6.6.3- Zone <strong>di</strong> Protezione ex art. 14 L.R. 3/94<br />

Sovrapposizione con<br />

altri vincoli<br />

Ambito<br />

Oasi affiliata WWF Valle <strong>del</strong>la Lima<br />

SIR -pSICB04<br />

RNS ―Balzo Nero‖<br />

SIR-pSIC n° Garfagnana<br />

SIR-ZPS n° 15<br />

RNS ―Orrido <strong>di</strong> Botri‖<br />

Valle <strong>del</strong>la Lima T. Coccia<br />

Garfagnana-<br />

Me<strong>di</strong>a Valle<br />

Sottobacini <strong>del</strong> F. <strong>Serchio</strong><br />

interessati<br />

Affluenti T. Limestre: Rio<br />

Pagano, Rio <strong>del</strong>la Fredda,<br />

Forra <strong>del</strong>la Nebbiana, Rio<br />

d‘Africo<br />

Rio Torbecchia<br />

Affluenti Forra <strong>del</strong>la Liesina<br />

T. Corfino, F. Rimonio, T. <strong>di</strong><br />

Castglione, T. Covezza <strong>di</strong><br />

Corfino<br />

T. Fegana<br />

Gestione<br />

Privata (KME Group)<br />

Comunità Montana<br />

Me<strong>di</strong>a<br />

<strong>Serchio</strong><br />

Valle <strong>del</strong><br />

Piano generale <strong>di</strong><br />

gestione approvato con<br />

Del G.P. n° 11 <strong>del</strong><br />

25/01/2005<br />

Comunità Montana<br />

Garfagnana<br />

Comunità Montana<br />

Garfagnana – Ex<br />

ASFD per la<br />

porzione <strong>di</strong> Riserva<br />

Naturale Statale<br />

1. La Provincia, in attuazione degli in<strong>di</strong>rizzi regionali <strong>di</strong> cui al precedente art. 7, provvede all'istituzione <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> protezione lungo le rotte <strong>di</strong> migrazione<br />

<strong>del</strong>l'avifauna segnalate dall'I.N.F.S.<br />

2. La Provincia, nelle zone <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong> cui al comma precedente, interviene per il ripristino e la salvaguar<strong>di</strong>a degli ecosistemi.<br />

(….)<br />

Nelle zone <strong>di</strong> protezione vige il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> caccia<br />

Denominazione Estensione (ha) Provincie/Comuni<br />

Sottobacini <strong>del</strong><br />

<strong>Serchio</strong> interessati<br />

F.<br />

Val <strong>di</strong> Luce 855 PT: Abetone T. Lima<br />

Valico Abetone 161 PT: Abetone T. Lima<br />

Brentino 433 LU: Viareggio <strong>Bacino</strong> <strong>del</strong> Massaciuccoli<br />

Lucca - <strong>Serchio</strong> 3531 LU: Borgo a Mozzano, Lucca Fiume <strong>Serchio</strong><br />

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