qui - Istituto del Nastro Azzurro
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il nastro<br />
azzurro<br />
PERIODICO<br />
NAZIONALE<br />
DELL’ISTITUTO<br />
DEL NASTRO<br />
AZZURRO FRA<br />
COMBATTENTI<br />
DECORATI<br />
AL VALORE<br />
MILITARE<br />
ANNO XLVII - N. 5 - SETT./OTT. 2008 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 2, DCB Roma
IL NASTRO AZZURRO APRE LA SOTTOSCRIZIONE PER LA TOMBA<br />
DEL GENERALE DOUHET<br />
A seguito <strong>del</strong>la segnalazione pervenutaci con la lettera<br />
pubblicata a pag. 5, la Presidenza Nazionale<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> ha deciso di aprire una<br />
sottoscrizione a favore <strong>del</strong> restauro e <strong>del</strong> mantenimento<br />
in condizioni dignitose <strong>del</strong>la tomba <strong>del</strong> generale Giulio<br />
Douhet. Giulio Douhet è stato il primo e più grande studioso<br />
e teorico <strong>del</strong>la dottrina di impiego bellico <strong>del</strong><br />
mezzo aereo. Oggi più che mai la sua teoria si sta dimostrando<br />
valida.<br />
Per questo l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra<br />
Combattenti Decorati al Valor Militare si fa promotore<br />
<strong>del</strong>la sottoscrizione tesa al restauro ed al mantenimento<br />
in condizioni decorose <strong>del</strong>la tomba di questo grande italiano.<br />
Chi, apprezzando la correttezza e l’esigenza <strong>del</strong>l’iniziativa,<br />
volesse partecipare, può effettuare un versamento<br />
sul conto corrente <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />
specificando nella causale:<br />
Per la tomba <strong>del</strong> generale Giulio Douhet<br />
Le coordinate bancarie sono pubblicate in questa<br />
stessa pagina in basso. È possibile partecipare come:<br />
– sottoscrittori semplici versando 20 Euro;<br />
– sottoscrittori sostenitori versando 50 Euro;<br />
– sottoscrittori benemeriti versando 100 Euro o più.<br />
L’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> invierà a tutti coloro che<br />
aderiranno all’iniziativa un attestato di benemerenza e<br />
due fotografie <strong>del</strong>la tomba: “prima” e “dopo”.<br />
Con l’occasione, l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> si rivolgerà<br />
alle altre Associazioni Combattentistiche e d’Arma<br />
aderenti ad Assoarma, affinché la presente iniziativa<br />
costituisca l’avvio di un grande progetto di recupero<br />
<strong>del</strong>la memoria dei grandi <strong>del</strong>la storia militare italiana.<br />
* * *<br />
IL NASTRO AZZURRO SOSTIENE L’INIZIATIVA DI “STORIA IN<br />
RETE” TESA AL RIPRISTINO DELLA FESTA NAZIONALE DEL 4<br />
NOVEMBRE<br />
Il 4 novembre 2008 ricorre il 90° Anniversario <strong>del</strong>la<br />
Vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale. Con tale<br />
evento l’Italia unificò sotto la sua Bandiera tutti i territori<br />
fino allora ancora irredenti tra i quali le città di Trento<br />
e Trieste. Con la Legge 937/77 è stata abolita la Festa<br />
Nazionale <strong>del</strong> 4 Novembre: è giunto il momento di ripristinarla.<br />
L’iniziativa di “Storia in rete” è benemerita perché<br />
va in tal senso e, per questo, il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> la<br />
sostiene. Chiunque voglia aderire può farlo anche autonomamente<br />
esprimendo il proprio pensiero all’indirizzo<br />
E.mail: 4novembre@storiainrete.com<br />
• Comunicazioni Pag. 2<br />
• Propositi per il Congresso 2009 a Bologna “” 3<br />
• Una bella notizia “” 3<br />
• Raduno di ASSOARMA <strong>del</strong>l’1 e 2 novembre<br />
a Trieste “” 3<br />
• Lettere al Direttore “” 4<br />
• Medaglie d’Oro eccellenti: Ernesto Cabruna “” 6<br />
• 194° Anniversario <strong>del</strong>l’Istituzione<br />
<strong>del</strong>l’Arma dei Carabinieri “” 8<br />
• Festa <strong>del</strong>la Marina Militare “” 10<br />
• 234° Anniversario <strong>del</strong>la Guardia di Finanza “” 12<br />
• Detto fra noi “” 14<br />
• Elenco <strong>del</strong>le Federazioni “” 15<br />
• Finalmente anche Rovigo ha il suo<br />
“Albo Eroico” dei decorati al V.M. “” 19<br />
• Battaglia di El Alamein: la svolta eroica “” 20<br />
• Il mio otto settembre 1943 “” 22<br />
• La Battaglia di Pantelleria “” 24<br />
• Cronache <strong>del</strong>le Federazioni “” 26<br />
• Recensioni “” 30<br />
• Abbonamenti e Potenziamento Giornale “” 31<br />
• Oggettistica <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> “” 32<br />
In copertina:<br />
Immagini <strong>del</strong>le cerimonie per la ricorrenza<br />
<strong>del</strong>l’Anniversario <strong>del</strong>la Marina Militare, dei Carabinieri<br />
e <strong>del</strong>la Guardia di Finanza<br />
“IL NASTRO AZZURRO”<br />
Ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924<br />
(La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951)<br />
Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org<br />
- E-mail: redaz.nastroazzurro@libero.it - Direttore Editoriale: Giorgio Zanardi - Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong><br />
- Direttore Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Giorgio Zanardi, Antonio Daniele, Carlo Maria<br />
Magnani, Giuseppe Picca, Bruno Stegagnini, Antonio Teja, Antonino Zuco - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante -<br />
Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 <strong>del</strong> 1969 - Progetto Grafico e stampa: Arti<br />
Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: luglio 2008<br />
Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”,<br />
oppure su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3<br />
- CIN IT “A” - ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122 - C.F. 80226830588<br />
Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre.<br />
Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
IL NASTRO AZZURRO 3<br />
PROPOSITI PER IL CONGRESSO 2009 A BOLOGNA<br />
Azzurri carissimi,<br />
il Consiglio Nazionale <strong>del</strong> 16<br />
giugno 2008 ha stabilito che il<br />
nostro prossimo Congresso si<br />
svolgerà a Bologna nel mese di<br />
ottobre 2009.<br />
Tutti dobbiamo fin d’ora<br />
cominciare a pensare agli argomenti<br />
da dibattere in questa<br />
nostra tradizionale assise triennale.<br />
Per quanto riguarda quelli<br />
di iniziativa presidenziale, quattro<br />
mi sembra meritino di<br />
cominciare ad essere presi subito in considerazione.<br />
Il primo è quello relativo alla necessità di apportare una<br />
ulteriore modifica al nostro Statuto<br />
che consenta di estendere ai Soci<br />
simpatizzanti la possibilità di accedere<br />
anche alle cariche nazionali, come<br />
già ho avuto occasione di accennare<br />
in un precedente editoriale.<br />
Altrettanto importante sarà la<br />
proposta di attribuire alle personalità<br />
preposte pro tempore alla guida<br />
degli Enti decorati al Valor Militare,<br />
iscritti alle nostre Federazioni, la<br />
qualifica di Soci aderenti pro tempore<br />
per tutto il periodo nel quale ricopriranno<br />
l’incarico <strong>del</strong>la massima responsabilità <strong>del</strong>l’Ente<br />
decorato.<br />
Al termine <strong>del</strong> loro mandato, la qualifica verrà attribuita<br />
a chi li sostituirà nella guida <strong>del</strong>l’Ente o nel Comando <strong>del</strong><br />
Reparto decorato a noi associato. Sarà poi compito <strong>del</strong>le<br />
TUTTI DOBBIAMO FIN D’ORA<br />
COMINCIARE A PENSARE AGLI<br />
ARGOMENTI DA DIBATTERE IN QUESTA<br />
NOSTRA TRADIZIONALE ASSISE<br />
TRIENNALE. PER QUANTO RIGUARDA<br />
QUELLI DI INIZIATIVA PRESIDENZIALE,<br />
QUATTRO MI SEMBRA MERITINO DI<br />
COMINCIARE AD ESSERE PRESI SUBITO<br />
IN CONSIDERAZIONE.<br />
rispettive Federazioni territorialmente competenti valutare<br />
l’opportunità e la possibilità di proporre ai decaduti l’iscrizione<br />
come soci simpatizzanti.<br />
Il terzo argomento da affrontare è relativo alla realizzazione<br />
<strong>del</strong>la digitalizzazione <strong>del</strong>l’archivio Sabaudo che è ora<br />
detenuto in forma cartacea dalla Federazione di Torino,<br />
mentre il quarto riguarda l’aspirazione di riportare il Gruppo<br />
Medaglie d’Oro in seno al nostro <strong>Istituto</strong>.<br />
A questi quattro argomenti, che abbiamo tutti il dovere<br />
di dibattere a Bologna, vanno aggiunti quelli che ogni<br />
Federazione riterrà di porre in discussione per singoli locali<br />
problemi.<br />
Colgo l’occasione per interessare ogni nostra<br />
Federazione a controllare con i preposti ai Reparti e agli Enti<br />
decorati, di loro giurisdizione, se percepiscano o meno i<br />
soprassoldi <strong>del</strong>le Medaglie al<br />
Valor Militare di cui essi sono insigniti<br />
invitandoli, se non ne fruissero,<br />
a promuovere la relativa richiesta<br />
presso il Ministero<br />
<strong>del</strong>l’Economia e <strong>del</strong>le Finanze e<br />
Tesoro <strong>del</strong>la loro provincia perché,<br />
con ogni probabilità, quando il<br />
soprassoldo verrà ottenuto, lo stesso<br />
verrà probabilmente ceduto in<br />
tutto o in parte alla loro<br />
Federazione, come è già avvenuto<br />
ovunque questo interessamento<br />
locale sia stato svolto.<br />
Con il più affettuoso buon rientro dalle vacanze estive,<br />
vi abbraccia il vostro Presidente.<br />
RADUNO DI ASSOARMA DELL’1 E 2 NOVEMBRE 2008 A TRIESTE<br />
Giorgio Zanardi<br />
UNA BELLA NOTIZIA<br />
Cinquanta Ufficiali di complemento <strong>del</strong>la Marina Militare <strong>del</strong> corso Santarnecchi usciti dall’Accademia Navale di Livorno nel 1958<br />
hanno aderito con entusiasmo alla proposta loro rivolta di essere Soci simpatizzanti <strong>del</strong> nostro <strong>Istituto</strong>.<br />
Tutti questi Ufficiali, grazie all’iniziativa <strong>del</strong> loro ex capo corso Comandante medico Domenico Russo, da 50 anni si riuniscono, anno dopo<br />
anno, in una diversa città d’Italia con le rispettive famiglie per rinnovare il loro senso di attaccamento alla marina Militare, dando vita ad<br />
un ammirevole esempio di amor di Patria che merita tutto il nostro compiacimento.<br />
Si sta consolidando il programma <strong>del</strong> Raduno di Trieste al quale il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> intende partecipare in<br />
modo corale. La mattinata di sabato 1° novembre p.v., vedrà coinvolte le sole Presidenze <strong>del</strong>le Associazioni<br />
partecipanti ad alcune cerimonie, Messa in memoria dei Caduti, cerimonia a S. Saba, Basovizza e S. Giusto.<br />
Nel pomeriggio alcune Associazioni: ANGET, Finanzieri, Fanti, Marinai e Aeronautica, onoreranno i loro<br />
Caduti presso i monumenti a loro dedicati.<br />
Dalle 15.30 varie piazze saranno allietate dal suono di diverse Fanfare, tra le quali la “Fanfarina <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />
<strong>Azzurro</strong>” <strong>del</strong>la Federazione di Brescia. Un concerto <strong>del</strong>la Banda Militare <strong>del</strong>l’Esercito al Teatro Verdi<br />
concluderà la giornata.<br />
Domenica 2 novembre p.v. con inizio alle ore 9.00 le cerimonie prevedono, dopo l’alzabandiera in piazza<br />
<strong>del</strong>l’Unità d’Italia, lo schieramento in rada dei mezzi navali e sulla piazza dei radunisti, lo sbarco dei Bersaglieri al molo loro<br />
dedicato, gli onori ai Gonfaloni di Trieste e Gorizia decorati di M.O.V.M., ai Labari, ai Medaglieri ed alla bandiera di Guerra <strong>del</strong><br />
Reggimento di Formazione. Dopo gli interventi commemorativi ed un probabile lancio di paracadutisti, si svolegrà, tra le 12 e le<br />
13, lo sfilamento dei partecipanti.<br />
Notizie di dettaglio complete di piantine, orari, indirizzi di alberghi convenzionati e mense, ecc. saranno inviate ai primi di<br />
settembre, con apposita circolare, a tutte le Federazioni provinciali.
4 IL NASTRO AZZURRO<br />
Caro Cigliana,<br />
Caro Direttore,<br />
LETTERE AL DIRETTORE<br />
leggendo gli articoli apparsi sul n. 2 (marzo/aprile 2008) de “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” dedicato, in apertura , al 60°<br />
Anniversario <strong>del</strong>la promulgazione <strong>del</strong>la Costituzione italiana, mi è apparso evidente il diverso rispetto per la verità<br />
storica che è riscontrabile fra il messaggio inviato dall’On.le Vannino Chiti, quale Ministro per i Rapporti con il<br />
Parlamento e gli scritti, in proposito, sia <strong>del</strong> Direttore Editoriale e sia <strong>del</strong> Direttore Responsabile, e cioè Suo.<br />
Infatti, il primo pone l’accento oltre che sulle “ferite apportate all’unità nazionale da vent’anni di dittatura” e sulla<br />
“celebrazione incentrata sulla riscoperta sostanziale dei suoi valori fondanti” e cioè su una serie di frasi in politichese che, in<br />
buona sostanza, dicono ben poco pur lasciando aperta (se non addirittura spalancata) la porta alla “vulgata” <strong>del</strong>la<br />
“Repubblica nata dalla Resistenza” alla quale, peraltro, oramai credono in pochi…<br />
Il Direttore Giorgio Zanardi rivendica invece … che alla Guerra di Liberazione, condotta dalle potenti forze<br />
anglo-americane con i loro alleati, hanno, in Italia, contribuito principalmente i Reparti <strong>del</strong>l’Esercito Regio<br />
(tenendo anche conto <strong>del</strong> numero dei Caduti, quadruplo rispetto a quello <strong>del</strong>l’intero movimento partigiano)<br />
ricostituitosi man mano al Sud … mentre, come avviene nelle celebrazioni <strong>del</strong> 25 aprile, la loro partecipazione<br />
non ha avuto, per evidenti ragioni politiche, il dovuto riconoscimento.<br />
Del Suo intervento ho molto apprezzato la lucida disamina dei dolorosi fatti con i quali si era chiusa per il<br />
nostro Paese, con una gravissima sconfitta, la vicenda bellica, con il seguito <strong>del</strong>l’onta <strong>del</strong>l’8 settembre e la<br />
successiva guerra civile nonché, al termine <strong>del</strong>la guerra fra gli alleati ed i tedeschi - per quanto concerne l’Europa -<br />
la ricostituzione dei Partiti, la creazione <strong>del</strong>la Costituente, il Referendum e, infine, la promulgazione, un anno e<br />
mezzo dopo, <strong>del</strong>la Costituzione che, ormai sessantenne, necessiterebbe di un aggiornamento specie per quanto<br />
riguarda il Titolo V.<br />
Da ultimo, ho letto con molta attenzione ed interesse la rievocazione <strong>del</strong>le imprese eroiche <strong>del</strong>la MOVM Ettore<br />
Viola (fondatore, fra l’altro, <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>); di Maria Brighenti, prima donna decorata di<br />
MOVM; dei veri motivi <strong>del</strong>la resa di Pantelleria nel giugno <strong>del</strong> 1943 nonché <strong>del</strong> ricordo <strong>del</strong> Maresciallo Giovanni<br />
Pezzulo, caduto in Afghanistan in missione di pace, a firma di Giuseppe Valencich …<br />
Perdoni se mi sono dilungato eccessivamente e voglia accettare i migliori e più cordiali saluti.<br />
Giuseppe Cesare Maria Cigliana<br />
Ardito Tenente degli Alpini c.a.<br />
mi perdoni Lei se ho tagliato “troppo” la sua lunga lettera, ma spero di averne salvaguardato il pensiero fondamentale, che sfonda<br />
una porta aperta, situata però in un mare di nebbia: quanto Lei ricorda a commento degli articoli che ha letto, devo constatare, con<br />
vivo interesse e grande attenzione (e per questo La ringrazio anche a nome <strong>del</strong>la redazione), è vero.<br />
Però, mi permetta di confutare una <strong>del</strong>le sue affermazioni e precisamente quella relativa “…alla “vulgata” <strong>del</strong>la “Repubblica nata<br />
dalla Resistenza” alla quale, peraltro, oramai credono in pochi…”. In effetti, la nostra Repubblica è nata proprio dalla Resistenza,<br />
intesa essenzialmente come movimento politico e non come azione bellica.<br />
Il direttivo politico <strong>del</strong>la Resistenza era il Comitato di Liberazione Nazionale nel quale già coesistevano gli embrioni di quelli<br />
che sarebbero stati i futuri partiti <strong>del</strong>la rinata democrazia italiana. Tra di essi, il tentativo di egemonia da parte dei Comunisti e dei<br />
loro alleati Socialisti era già evidente quando le armi dovevano far sentire la loro voce ancora a lungo. Il Re, pur ritenendo utile l’attività<br />
<strong>del</strong> C.L.N., non lo considerava un interlocutore istituzionalmente valido e non gli annetteva l’importanza politica che esso,<br />
invece, si stava con<strong>qui</strong>stando. L’importanza <strong>del</strong>l’attività bellica <strong>del</strong>le Forze Armate ricostituitesi al sud sotto la bandiera sabauda non<br />
è mai stata riconosciuta appieno perché si sarebbe minata alla base l’importanza politica <strong>del</strong> C.L.N. che, in realtà, fu solo in grado<br />
di “fiancheggiare”, con opportune azioni “di disturbo” svolte dai partigiani, l’avanzata alleata supportata invece in forze dai militari<br />
italiani fe<strong>del</strong>i al Re, durante i due lunghi anni <strong>del</strong>la Guerra di Liberazione.<br />
Liberata l’Italia e cessate le ostilità, il C.L.N. aprì il fronte politico interno ponendo le basi per il referendum istituzionale<br />
“Monarchia-Repubblica” <strong>del</strong> 2 giugno 1946. Per fare ciò, i neonati partiti italiani, soprattutto quelli di sinistra, fecero a gara ad addebitare<br />
al Re tutte le responsabilità politiche <strong>del</strong>la disfatta, dal ventennio fascista, alla seconda guerra mondiale combattuta nelle condizioni<br />
in cui era stata combattuta (dalla parte “sbagliata”, completamente impreparati, ecc…), dal disastro <strong>del</strong>l’8 settembre alla<br />
spaccatura in due <strong>del</strong> Paese, e così via...<br />
Ci si può solo meravigliare che la “Repubblica” abbia vinto di stretta misura e non con un “plebiscito”, tanto fu intensa la propaganda.<br />
In sintesi, la nostra Repubblica è davvero nata dalla Resistenza, ma non perché la Resistenza sia stata decisiva nella sconfitta <strong>del</strong><br />
nazifascismo, bensì perché essa aveva in se il DNA repubblicano.<br />
Antonio Daniele
IL NASTRO AZZURRO 5<br />
Signor Presidente,<br />
“… da un articolo che ho letto sulla rivista “Aeronautica” (n. 3, Marzo 2008) a firma di Maurizio Piva, di cui si<br />
riportano i seguenti stralci:<br />
L’ultima domenica di febbraio, … riprese le mie ricerche iniziate in Accademia per la mia tesi di laurea sul grande teorico <strong>del</strong> potere<br />
aereo… sono…giunto sulla tomba <strong>del</strong> generale (Douhet - ndr) e <strong>del</strong>la sua consorte Teresa Casalis… sepolti a Roma nel cimitero<br />
monumentale <strong>del</strong> Verano…<br />
La tomba mostrava chiari segni di lunga dimenticanza. Piante rampicanti ricoprivano gran parte <strong>del</strong>la lapide ed anche parte <strong>del</strong>la<br />
dedica lasciata dalla moglie, lettere in parte rovinate, spezzate ed altri segni facevano supporre che nessuno fosse passato a curare il<br />
sepolcro da molti anni… Compiuta sommaria pulizia, trascritta la lapide e scattate alcune immagini, è scattato il rammarico per<br />
qualcosa che è a rischio di andare dimenticato o ancor peggio perduto… A Giulio Douhet sono state dedicate scuole, piazze, viali.<br />
Perché non rendergli onore risistemando anche la sua tomba?…”<br />
Il testo anzidetto (ridotto all’essenziale – ndr) ben rappresenta, a mio avviso, un tema che ritengo importante:<br />
stiamo facendo tutto quello che possiamo per testimoniare e difendere nella società italiana i valori <strong>del</strong>la militarità?<br />
… viviamo in un mondo dove oltre alla realtà contano sempre più anche l’immagine, la comunicazione, la<br />
“mediaticità”: portare avanti i propri valori significa dunque non solo viverli, ma anche spiegarli opportunamente,<br />
diffonderli, e infine difenderli dagli attacchi che possono giungere sia da chi li avversa direttamente, sia<br />
semplicemente dall’oblio, dal tempo che passa.<br />
In questo contesto, la vicenda raccontata dall’autore <strong>del</strong>l’articolo circa il nostro Generale Douhet - uno dei pochi<br />
militari italiani “moderni” di riconosciuta fama mondiale – ci ricorda che anche una semplice pietra può parlare,<br />
perché è insieme simbolo, testimonianza e messaggio di ciò che gli uomini hanno fatto.<br />
Quando una lapide o un monumento è in stato di abbandono, consunta ed evanescente, sgretolata e sporca,<br />
magari imbrattata dai vandali o addirittura lordata da immondizie, chi la vede riceve un’immagine negativa e il<br />
giudizio sull’uomo, sul gesto o sulla categoria ne può risultare intaccato.<br />
I Caduti raccolti nei Sacrari Militari hanno chi li cura con costanza (Onorcaduti), ma chi si occupa di salvare la<br />
dignità e il decoro <strong>del</strong>la memoria dei singoli militari o dei reparti che sono fuori da quelle strutture? …<br />
Personalmente sono socio di tre Associazioni d’Arma, e a ciascuna pagherei volentieri annualmente un’extra quota<br />
a favore di un fondo dedicato a questo tipo di opere.<br />
Mi sono permesso di scriverLe, indirizzando questa stessa lettera anche ad altri Presidenti di Associazioni ed Enti<br />
con le medesime finalità morali, perché come cittadino e soldato ritengo che nei nostri tempi serva più Patria, e in<br />
qualche modo sia giusto agire. Da solo posso fare ben poco, ma … “l’unione fa la forza” …<br />
RingraziandoLa per la Sua cortese attenzione, Le porgo Distinti saluti<br />
Piero Pastorello<br />
Caro Pastorello,<br />
il Presidente Nazionale, Comandante Giorgio Zanardi, è rimasto profondamente colpito dal messaggio di patriottismo, italianità<br />
e culto per il genio nazionale e militare dimostrato dalla sua bella lettera (che, per ragioni di spazio, ho dovuto ridurre in<br />
alcune parti) relativa alla vicenda esposta da Maurizio Piva circa lo stato di degrado e abbandono <strong>del</strong>la tomba di Giulio Douhet.<br />
È rimasto così colpito da decidere, seduta stante, di lanciare una sottoscrizione al fine di intervenire con fondi adeguati.<br />
A pagina 2 di questo stesso numero ci sono le indicazioni su come partecipare, ovviamente su base <strong>del</strong> tutto volontaria,<br />
alla sottoscrizione.<br />
Ma vediamo chi era Giulio Douhet e perché è giusto che si faccia qualcosa di concreto nel senso da Lei indicato. Egli è<br />
stato il primo e più grande studioso e teorico <strong>del</strong>la dottrina di impiego bellico <strong>del</strong> mezzo aereo. Pubblicò le sue teorie nel libro<br />
“Il dominio <strong>del</strong>l’aria”, ancora oggi testo base all’Accademia Aeronautica e per tutti gli studiosi <strong>del</strong> settore. La teoria esposta da<br />
Douhet preconizzava un’aeronautica capace di con<strong>qui</strong>stare e mantenere il dominio <strong>del</strong>l’aria in modo da poter portare, semi<br />
indisturbata, l’offesa in grande profondità nel territorio nemico fino ad ottenere, grazie al “solo impiego <strong>del</strong> mezzo aereo”, la<br />
sua completa e totale capitolazione. Nella visione strategica <strong>del</strong> Douhet, le forze di superficie dovevano semplicemente “resistere”<br />
(impedendo la violazione <strong>del</strong>le frontiere da parte <strong>del</strong> nemico) mentre l’aviazione “faceva massa” nel cielo.<br />
Chi ha raccolto e tradotto meglio in pratica le teorie douhettiane sono le Forze Armate statunitensi che hanno nella componente<br />
aerea la loro punta strategica nella cui dottrina di impiego il riferimento alle idee di Douhet è sempre presente. Un<br />
recente esempio <strong>del</strong>la validità <strong>del</strong> Douhet sono state le operazioni aeree <strong>del</strong> 1999 in Kosovo: i paesi NATO hanno impiegato<br />
le sole aeronautiche e, dopo circa due mesi di attacchi condotti in condizioni di vera e propria “supremazia” aerea, hanno ottenuto<br />
la capitolazione <strong>del</strong> regime dittatoriale di Milosevich. Come si può osservare, il genio di chi, già dagli anni venti <strong>del</strong> secolo<br />
scorso, ha saputo preconizzare la teoria vincente di impiego <strong>del</strong>le forze aeree non può essere dimenticato: e si tratta di un<br />
genio italiano.<br />
Antonio Daniele
6 IL NASTRO AZZURRO<br />
MEDAGLIE D’ORO ECCELLENTI: ERNESTO CABRUNA<br />
Tenente dei Carabinieri<br />
(Tortona, Alessandria, 2 giugno<br />
1889 - Rapallo, Genova,<br />
9 gennaio 1960) - Aveva appena<br />
diciotto anni quando, il 18 ottobre<br />
1907, varcò la soglia <strong>del</strong>la Legione<br />
Allievi Carabinieri di Roma.<br />
Era già vice brigadiere quando<br />
nel 1911, volontario, partecipò alla<br />
campagna italo-turca e alle operazioni<br />
che, nel maggio 1912, un contingente<br />
di nostre truppe condusse<br />
nell’Egeo per la occupazione <strong>del</strong>le<br />
isole di Rodi e Coo.<br />
Lo scoppio <strong>del</strong>la Grande Guerra,<br />
nel 1915, trovò Cabruna nel grado<br />
di brigadiere, Comandante <strong>del</strong>la<br />
Stazione di Salbertrand in Piemonte,<br />
sul confine francese. Ancora una<br />
volta volontario, venne assegnato<br />
alla 10^ Compagnia Carabinieri<br />
Mobilitata, con cui raggiunse il fronte<br />
il 5 ottobre 1915.<br />
Nel maggio <strong>del</strong> 1916 chiese di<br />
diventare aviatore ed il 12 luglio<br />
venne assegnato al Deposito<br />
<strong>del</strong>l’Aeronautica di Torino. Dopo tre<br />
mesi era pilota di apparecchio<br />
Farman 14 e il 10 dicembre 1916 era già in zona di guerra,<br />
assegnato alla 29^ Squadriglia aeroplani da ricognizione<br />
Farman, impegnata in un’intensa, febbrile attività quotidiana<br />
di ricognizione; erano le giornate preparative <strong>del</strong>la nona e<br />
<strong>del</strong>la decima battaglia <strong>del</strong>l’Isonzo.<br />
Nel giugno <strong>del</strong> 1917, Cabruna, promosso nel frattempo<br />
maresciallo d’alloggio, era di nuovo al Deposito<br />
<strong>del</strong>l’Aeronautica di Torino dove conseguì il brevetto di<br />
pilota sui biplani Nieuport. Tornato subito in prima linea,<br />
venne assegnato alla 84^ Squadriglia da caccia, per poi<br />
passare all’80^ e infine alla gloriosa 77^ sui campi di<br />
Aiello e di Marcon, con velivoli Nieuport e Spad. Dal<br />
libretto di volo risultano al suo attivo in quel periodo novecento<br />
ore di volo di guerra, otto velivoli avversari abbattuti<br />
ed altri due incendiati su un campo nemico, un drakenballon<br />
nemico distrutto.<br />
Cabruna si rese celebre soprattutto per la sua audacia che<br />
assunse spesso toni da leggenda e che trovò consacrazione<br />
nelle motivazioni <strong>del</strong>le ricompense al Valore che gli furono<br />
conferite.<br />
Per il ciclo di operazioni portate a termine nei cieli <strong>del</strong><br />
Carso e <strong>del</strong> Piave, Cabruna ottenne la Medaglia d’Argento al<br />
Valor Militare: “Pilota da caccia abile e ardimentoso - si legge<br />
nella motivazione - dimostrava, in ogni circostanza, calma e<br />
sangue freddo ammirevoli eseguendo importanti e numerosi<br />
voli di guerra.”<br />
Il 1918, segnò la fase più intensa e proficua <strong>del</strong>l’aviazione<br />
italiana che, riaffermando il proprio dominio <strong>del</strong>l’aria, offrì<br />
un contributo notevole alla vittoria decisiva <strong>del</strong>le nostre armi.<br />
In questo quadro, Cabruna compì gesta estremamente ardimentose.<br />
Il 29 marzo 1918 avvistò, nel<br />
cielo di Conegliano, un apparecchio<br />
da bombardamento austriaco e dieci<br />
caccia di scorta che stavano per<br />
inoltrarsi al di sopra <strong>del</strong> territorio<br />
nazionale. Accettò la sfida e, passando<br />
con straordinaria abilità attraverso<br />
i cacciatori avversari, attaccò il<br />
bombardiere, abbattendolo. I gregari,<br />
allora, si dispersero e ripiegarono<br />
sulla loro base, rinunciando alla missione.<br />
Sul modulo per la relazione<br />
<strong>del</strong> volo sono annotate queste parole:<br />
“Affrontati, da solo, undici apparecchi<br />
nemici, abbattutone uno,<br />
messi in fuga gli altri - Cielo <strong>del</strong><br />
Piave 29 marzo 1918”.<br />
Il Bollettino ufficiale <strong>del</strong><br />
Comando Supremo <strong>del</strong> 25 giugno<br />
1918 riporta la motivazione <strong>del</strong>la<br />
sua promozione per meriti di guerra<br />
a sottotenente dei Carabinieri in servizio<br />
permanente con anzianità 4<br />
aprile 1918: “Avvistato e raggiunto,<br />
da solo, nel cielo di Conegliano un<br />
apparecchio nemico scortato da<br />
dieci caccia, fra i quali tre rossi, che<br />
si ritiene siano montati dai migliori<br />
“Assi” austro-germanici, rinunciò di darsi colà all’avventura<br />
pazza di affrontarli, cosa che però fece non appena li vide<br />
decisi a volgersi in territorio nostro, dando con sublime<br />
temerarietà combattimento, sempre da solo, a tutti undici,<br />
riuscendo, mercé abilissime manovre, ad isolare il rosso<br />
“capo pattuglia” e scompigliare e disperdere i rimanenti<br />
dieci, che, tutti alla spicciolata fuggirono planando in loro<br />
territorio rinunciando definitivamente ad effettuare la ricognizione<br />
o il bombardamento”.<br />
L’impresa fornì lo spunto al famoso illustratore Achille<br />
Beltrame <strong>del</strong> “La Domenica <strong>del</strong> Corriere” per una copertina a<br />
colori apparsa sul settimanale milanese nel settembre 1918,<br />
dal titolo “1 contro 11”.<br />
L’intensa attività di volo e le vittorie riportate fece guadagnare<br />
nel 1918 al Cabruna la seconda Medaglia d’Argento al<br />
Valor Militare: “Audacissimo pilota da caccia - dice la motivazione<br />
- con tenace volontà ed ardire prodigò l’opera sua<br />
instancabile e meravigliosa con zelo ed entusiasmo.”<br />
Il 26 settembre a Cabruna venne affidato un importante<br />
servizio di crociera sulle posizioni tenute dagli austriaci dal<br />
Piave al Trentino. Decollando dalla base di Marcon presso<br />
Mestre, egli risalì tutto il Piave, sorvolando gli altipiani e<br />
<strong>qui</strong>ndi, giunto al termine <strong>del</strong> suo compito di osservazione,<br />
si diresse su Brescia per atterrare nel campo di Castenedolo.<br />
Stava già planando, quando d’improvviso si ruppe una<br />
tubazione <strong>del</strong>la pompa <strong>del</strong>l’olio. Il li<strong>qui</strong>do spruzzò ovunque<br />
colpendo al viso il pilota che, accecato, perse per alcuni<br />
instanti il controllo <strong>del</strong>l’apparecchio che urtò contro la terra<br />
molle di un seminato e si capovolse. Cabruna venne ricoverato<br />
presso l’ospedale militare di Brescia con commozione<br />
cerebrale grave, frattura <strong>del</strong>la clavicola destra ed escoriazioni<br />
in più partì <strong>del</strong> corpo. Dopo un mese appena era di
IL NASTRO AZZURRO 7<br />
nuovo in squadriglia.<br />
Il 31 ottobre, in volo di crociera sulle difese<br />
austriache, si spinse fino al suo vecchio campo<br />
di Aiello, ormai in mano avversaria, ed attaccò<br />
una squadriglia di caccia mentre rullava per il<br />
decollo: riuscì a colpire due apparecchi che si<br />
incendiarono. Fu la sua ultima impresa. Per l’azione,<br />
particolarmente meritoria perché compiuta<br />
in condizioni fisiche assai precarie, venne insignito<br />
<strong>del</strong>la Croce di Guerra al Valor Militare.<br />
Al termine <strong>del</strong> conflitto a Cabruna venne<br />
concessa, in commutazione <strong>del</strong>la seconda<br />
Medaglia d’Argento, la Medaglia d’Oro al Valor<br />
Militare: «Magnifico asso cacciatore <strong>del</strong>l’aviazione,<br />
nella perfetta esecuzione di ordini, come<br />
in arditissime iniziative, in combattimenti sostenuti e vinti<br />
con incredibile audacia anche da solo contro un numero<br />
stragrande di temuti e ben agguerriti avversari, spesso in<br />
L’AEROPLANO DI CABRUNA<br />
Lo SPAD S.XIII era un biplano da caccia monoposto prodotto durante la prima guerra mondiale dalla SPAD, sigla<br />
che identificava l’azienda francese Société (anonyme) Pour l’Aviation et ses Dérivés. Fu uno dei migliori velivoli <strong>del</strong><br />
conflitto e uno di quelli prodotti in maggior numero: 8.472 esemplari con ordini per altri 10.000 che vennero<br />
cancellati con l’armistizio.<br />
Lo SPAD S.XIII era uno sviluppo <strong>del</strong> precedente S.VII e <strong>del</strong> meno riuscito S.XII. Sull’S.XIII vennero introdotte<br />
un gran numero di modifiche, tra cui timone ed ali di maggiori dimensioni, atti a beneficiare di sostanziali<br />
miglioramenti aerodinamici. Il motore, il francospagnolo Hispano-Suiza 8B a 8 cilindri a V, grazie alla maggior<br />
potenza espressa di 220 CV, garantiva un considerevole incremento <strong>del</strong>le prestazioni <strong>del</strong> velivolo. Il velivolo francese<br />
era più veloce dei pari ruolo britannico Sopwith Camel e <strong>del</strong> tedesco Fokker D.VII, ma la sua minore maneggevolezza<br />
lo rendeva piuttosto ostico nelle mani di piloti inesperti, in particolare durante le manovre di atterraggio, a causa <strong>del</strong>la<br />
sue scarse caratteristiche di veleggiatore e <strong>del</strong>la sua repentina entrata in stallo. Era invece ottima la sua solidità come le<br />
sue doti di picchiata.<br />
Lo S.XIII fu pilotato, tra gli altri, dagli assi Georges Guynemer e Rene Fonck, in forza alla francese Armée de l’Air,<br />
e dallo statunitense Eddie Rickenbaker in forza all’United States Army Air Service, al quale alla fine <strong>del</strong> conflitto<br />
furono confermate 26 vittorie. A bordo di questo tipo d’aereo venne abbattuto l’asso degli assi italiano, il Maggiore<br />
Francesco Baracca (34 vittorie), colpito al capo da una fucilata mentre sorvolava le trincee austriache sul Montello, il<br />
19 giugno 1918.<br />
Il velivolo venne utilizzato anche da altre Aviazioni tra le quali il servizio aereo <strong>del</strong>la American Expeditionary Force<br />
<strong>del</strong>l’U.S. Army, che ne ricevette 893 e che utilizzò fino al 1920. Dopo la fine <strong>del</strong> conflitto venne impiegato anche dal<br />
Giappone, dalla Cecoslovacchia e dalla Polonia.<br />
E<strong>qui</strong>paggio: 1<br />
Primo volo: 4 aprile 1917<br />
Entrata in servizio: fine maggio 1917<br />
Costruttore: SPAD<br />
Esemplari costruiti: 8.472<br />
Lunghezza: 6,30 m<br />
Apertura alare: 8,10 m<br />
Altezza: 2,35 m<br />
Superficie alare: 21,1 m<br />
Peso a vuoto: 566 kg<br />
Peso massimo al decollo: 845 kg<br />
Motore: Hispano-Suiza 8B:<br />
Potenza: 220 CV (164 kW)<br />
Velocità massima: 234 km/h<br />
Velocità variometrica: 2 m/s<br />
Autonomia: 350 km<br />
Tangenza: 6.650 m<br />
Mitragliatrici: 2 Vickers 303 da 7,7 mm<br />
2<br />
stato cagionevole di salute, prodigò in ogni circostanza di<br />
guerra la sua meravigliosa instancabile attività con tempra di<br />
romano eroismo. Nell’ultima grande offensiva, cui volle ad<br />
ogni costo partecipare, uscendo dall’ospedale ove era<br />
degente per ferita, pur avendo ancora il braccio destro<br />
immobilizzato e dolorante e perciò trovandosi in condizioni<br />
di assoluta inferiorità, con inarrivabile tenacia di volere ed<br />
animosità, attaccava in lontano campo d’aviazione vari<br />
apparecchi nemici pronti a partire e ne incendiava due. In<br />
altra occasione si lanciava in mezzo a un gruppo di trenta<br />
apparecchi nemici, abbattendone uno ed ostacolando agli<br />
altri il raggiungimento <strong>del</strong> loro obiettivo, essendo per lui la<br />
superiorità numerica <strong>del</strong> nemico stimolo ad ingaggiare la<br />
lotta. Nelle più varie e difficili circostanze, compiendo in<br />
complesso oltre 900 ore di volo, senza esitare di fronte alle<br />
più audaci imprese, rese alla Patria grandi e segnalati servizi.<br />
- Aiello, ottobre 1918 - Cielo <strong>del</strong> Piave, giugno, luglio,<br />
novembre 1918».
è stato aperto dalla deposizione in<br />
mattinata di due corone d’alloro, una<br />
L’evento<br />
all’Altare <strong>del</strong>la Patria, l’altra al Sacrario dei<br />
Caduti presente all’interno <strong>del</strong> Museo Storico<br />
<strong>del</strong>l’Arma.<br />
Nella suggestiva atmosfera di Piazza di Siena, a<br />
Villa Borghese, si è svolta, in serata, la cerimonia<br />
<strong>del</strong> 194° Anniversario <strong>del</strong>la Istituzione <strong>del</strong>l’Arma<br />
dei Carabinieri alla presenza <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la<br />
Repubblica On. Sen. Giorgio Napolitano, <strong>del</strong><br />
Presidente <strong>del</strong> Consiglio On. Silvio Berlusconi, <strong>del</strong><br />
Ministro <strong>del</strong>la Difesa On. Avv. Ignazio La Russa, <strong>del</strong><br />
Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa Generale<br />
Vincenzo Camporini e di quelli di Forza Armata, <strong>del</strong><br />
Comandante Generale <strong>del</strong>l’Arma dei Carabinieri,<br />
Gianfrancesco Siazzu, e di numerose autorità politiche<br />
e istuzionali.<br />
Particolarmente nutrita la partecipazione allo<br />
schieramento (presenti anche rappresentanze <strong>del</strong>le<br />
Gendarmerie a cavallo straniere) che ha reso gli<br />
Onori al Presidente <strong>del</strong>la Repubblica Giorgio<br />
Napolitano. Nel suo discorso augurale, il Presidente<br />
ha ricordato i militari caduti nell’adempimento <strong>del</strong><br />
dovere teso essenzialmente a salvaguardare “…il<br />
rispetto <strong>del</strong>la legge contro ogni forma di sopraffazione<br />
e di violenza. La loro memoria contribuisce a<br />
rinsaldare e diffondere i valori di libertà e democrazia<br />
fondamento <strong>del</strong>la nostra Carta Costituzionale.<br />
La storia e le tradizioni <strong>del</strong>l’Arma, da sempre attenta<br />
nel suo radicamento sul territorio alla centralità<br />
<strong>del</strong>la persona, alla tutela <strong>del</strong>la sicurezza di ogni cittadino,<br />
all’ordinato sviluppo <strong>del</strong>la collettività ed<br />
alla promozione <strong>del</strong>la pacifica convivenza civile,<br />
dimostrano infaticabile impegno per una società più<br />
giusta e solidale e costituiscono eredità preziosa,<br />
fonte di insegnamento per le nuove generazioni.<br />
Consapevole <strong>del</strong>la quotidiana e meritoria opera<br />
svolta dai Carabinieri, il Paese si stringe oggi con<br />
affetto intorno all’Arma…”.<br />
Il Ministro <strong>del</strong>la Difesa, On. Avv. Ignazio La<br />
Russa, ha voluto rendere omaggio al Tricolore<br />
“…simbolo <strong>del</strong>la Patria, Bandiera sempre onorata<br />
dai Carabinieri <strong>del</strong> passato e <strong>del</strong> presente e che, certamente,<br />
anche in futuro sarà difesa dai Carabinieri.<br />
A quasi due secoli dalla sua fondazione, l’Arma dei<br />
Carabinieri è una risorsa insostituibile per il sistema<br />
di difesa e sicurezza nazionale e dimostra un’eccezionale<br />
vitalità: una “innovazione riuscita” <strong>del</strong><br />
1814, che ancora oggi reputiamo come una <strong>del</strong>le<br />
più “moderne tradizioni” italiane. La tutela <strong>del</strong>l’ordine<br />
e <strong>del</strong>la legalità è, oggi più che mai, segnata<br />
dalla diversità e dalla fluidità <strong>del</strong>le minacce: dalla<br />
criminalità diffusa e locale a quella<br />
organizzata e transnazionale, al terrorismo<br />
internazionale… Nei Teatri<br />
di operazione all’estero i Carabinieri,<br />
insieme ai Contingenti <strong>del</strong>le altre<br />
Forze Armate, sono interpreti <strong>del</strong>le<br />
più alte virtù <strong>del</strong>la Nazione: la solidarietà,<br />
l’umanità, il rispetto per le<br />
culture diverse. L’apprezzamento<br />
<strong>del</strong>la Comunità internazionale conferma<br />
la grande professionalità e l’indiscusso<br />
prestigio dei nostri militari…<br />
I brillanti risultati conseguiti nel<br />
2007 dalle Stazioni Carabinieri ne<br />
confermano la vitalità insostituibile
IL NASTRO AZZURRO 9<br />
per una effettiva risposta <strong>del</strong>lo Stato alle richieste di<br />
sicurezza dei cittadini… In questa particolare congiuntura<br />
sociale e politica, in cui dai cittadini sale<br />
una richiesta non rinviabile di sicurezza e legalità,<br />
noi Vi chiediamo, Carabinieri di ogni ordine e<br />
grado, di rinnovare i Vostri<br />
sforzi e confermare le Vostre<br />
capacità, nell’interesse <strong>del</strong>la<br />
Nazione. L’Italia sa che ancora<br />
una volta sarete all’altezza di<br />
questo compito….”.<br />
Sono state poi consegnate<br />
le Ricompense alla Bandiera di<br />
Guerra <strong>del</strong>l’Arma ed ai militari<br />
che si sono particolarmente<br />
distinti in servizio per abnegazione,<br />
dedizione e senso <strong>del</strong><br />
dovere, spinti anche all’estremo<br />
sacrificio. In particolare,<br />
alla Bandiera <strong>del</strong>l’Arma è stato conferito il Diploma<br />
di 1^ Classe con Medaglia d’Oro. Momenti di particolare<br />
commozione si sono avuti durante la consegna<br />
<strong>del</strong>le Medaglie d’Oro “alla memoria” ai militari<br />
caduti nell’adempimento <strong>del</strong> proprio dovere.<br />
Il momento “clou” <strong>del</strong>la manifestazione è stato il<br />
RICOMPENSE<br />
tradizionale carosello equestre <strong>del</strong> Reggimento<br />
Carabinieri a Cavallo: un alternarsi fluido e ritmico di<br />
figure complesse, eseguite con grande abilità e perizia,<br />
degna di quella tradizione <strong>del</strong>la cavalleria italiana<br />
<strong>del</strong>la quale i carabinieri <strong>del</strong> Reggimento e l’Arma<br />
intera sono fe<strong>del</strong>i e rigorosi<br />
custodi, che hanno trovato il<br />
loro culmine nella carica: un<br />
turbinare di pennacchi tra il<br />
balenio <strong>del</strong>le sciabole sguainate<br />
e lo sventolare <strong>del</strong>lo stendardo,<br />
al grido di “Pastrengo!” in<br />
memoria <strong>del</strong>l’eroica battaglia<br />
<strong>del</strong> 30 aprile 1848.<br />
Con gli onori al Presidente<br />
<strong>del</strong>la Repubblica che, accompagnato<br />
dal Ministro <strong>del</strong>la Difesa,<br />
dal Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la<br />
Difesa e dal Comandante<br />
Generale <strong>del</strong>l’Arma, ha lasciato Piazza di Siena, la<br />
manifestazione è giunta al termine. La coreografia, le<br />
luci ed i colori hanno sicuramente contribuito ad emozionare<br />
lo spettatore, ma ciò che resta è la vicinanza<br />
<strong>del</strong>l’Arma al cittadino, ben sintetizzata nello slogan<br />
“Carabinieri, patrimonio <strong>del</strong>la comunità”.<br />
Diploma di 1^ Classe con Medaglia d’Oro alla Bandiera <strong>del</strong>l’Arma:<br />
“Per la molteplicità e incisività degli interventi effettuati dall'Arma dei Carabinieri nella tutela e nella salvaguardia <strong>del</strong> patrimonio culturale<br />
nazionale che, in perfetta sinergia operativa tra le diverse componenti specializzate e territoriali e in piena unità di intenti con le strutture ministeriali,<br />
attraverso una meticolosa opera di ricostruzione <strong>del</strong>le vicende storiche e giudiziarie contribuivano in modo determinante al definitivo rientro in Patria<br />
di reperti archeologici di inestimabile valore storico-artistico illecitamente esportati all'estero, suscitando unanime, incondizionato plauso <strong>del</strong>le più alte<br />
cariche <strong>del</strong>lo Stato per la meritoria opera svolta nell'assicurare alle future generazioni la coscienza e la conoscenza <strong>del</strong> proprio passato e <strong>del</strong>l'identità<br />
collettiva”.Territorio nazionale ed estero 2006-2007.<br />
Medaglia d'Argento al Valore Militare al Carabiniere Daniele Condemi:<br />
“Libero dal servizio ed in abiti civili, con straordinario coraggio, ferma determinazione e cosciente sprezzo <strong>del</strong> pericolo, non esitava ad affrontare<br />
cinque pericolosi malviventi sorpresi in flagrante rapina ai danni di un istituto di credito. Esponendosi a violenta azione di fuoco, replicava con l'arma<br />
in dotazione, ferendo uno dei malfattori che, abbandonata l'arma, si dava a precipitosa fuga unitamente ai correi. Il suo intervento permetteva altresì<br />
la liberazione di due ostaggi (padre e il proprio bambino) tenuti sotto minaccia <strong>del</strong>le armi di uno dei rapinatori. L'operazione si concludeva con<br />
l'arresto dei cinque rapinatori e di un sesto complice - due dei quali già appartenenti ad organizzazione eversiva - il recupero <strong>del</strong>l'intera refurtiva ed il<br />
sequestro di ingente quantitativo di armi e munizioni. Fulgido esempio di elette virtù militari ed altissimo senso <strong>del</strong> dovere ";<br />
21 aprile 2006 in Civitavecchia (RM):<br />
Medaglia d'Oro al Valor Civile "alla memoria" all'Appuntato Scelto Ciro De Vita;<br />
Medaglia d'Oro al Merito Civile "alla memoria": al Maresciallo Capo Stefano Piantadosi e all'Appuntato Scelto Michelino<br />
Vese;<br />
Medaglia d'Oro al Merito Civile all’Appuntato Scelto Giuseppe Festagallo;<br />
Medaglia d'Oro al Valore <strong>del</strong>l'Arma "alla memoria" all'Appuntato Scelto Roberto Sutera;<br />
Per la stessa azione è stata conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare al Carabierie Francesco Denaro;<br />
Medaglia d'Oro al Valor Civile al S.Ten. (ora Ten.) Nicola Di Maggio, al Maresciallo Capo Raffaele Martucci, al Maresciallo<br />
Giuseppe Caroppa, all'Appuntato Salvatore Davide Arena e al Carabiniere (ora Carabiniere Scelto) Martino Decorato;<br />
Il "premio annuale ai Comandanti di Stazione" è stato assegnato al Luogotenente Giovanni Santoriello, Comandante <strong>del</strong>la<br />
Stazione di Torino Pozzo Strada (TO), al Maresciallo Aiutante s.UPS Vittorio La Notte, Comandante <strong>del</strong>la Stazione di Grado<br />
(GO), al Luogotenente Mario Petrini, Comandante <strong>del</strong>la Stazione di Cagliari Sant'Avendrace (CA), al Maresciallo Aiutante<br />
s.UPS Francesco Mingolla, Comandante <strong>del</strong>la Stazione di Pescara Scalo (PE) ed al Maresciallo Aiutante s.UPS Natale<br />
Innocenzo Malagrinò, Comandante <strong>del</strong>la Stazione di Botricello (CZ).
10 IL NASTRO AZZURRO<br />
Martedì 10 giugno 2008, alla presenza <strong>del</strong> Capo<br />
<strong>del</strong>lo Stato, la Marina Militare ha celebrato la<br />
propria festa annuale. L’arma <strong>del</strong> mare fa coincidere<br />
la data <strong>del</strong>la celebrazione annuale con l’impresa<br />
che il suo più popolare eroe, l’Ammiraglio Luigi Rizzo,<br />
compì il 10 giugno 1918 nelle acque di Premuda, affondando<br />
la corazzata Santo Stefano, vanto <strong>del</strong>la marina<br />
austriaca, con un audacissimo attacco compiuto con due<br />
piccoli MAS.<br />
A questa vicenda di coraggio e sprezzo <strong>del</strong> pericolo,<br />
si è sempre informata la nostra Marina Militare, un’arma<br />
che fa <strong>del</strong>l’audacia la sua punta di lancia.<br />
Il Capo di Stato maggiore <strong>del</strong>la Marina, Ammiraglio<br />
di Squadra Paolo La Rosa, nel suo intervento introduttivo,<br />
ha sottolineato come la scelta di celebrare il 147°<br />
Anniversario <strong>del</strong>la Marina Militare, e il 90° anniversario<br />
<strong>del</strong>l’impresa di Premuda, a Venezia sia non solo un sentito<br />
“…omaggio a Venezia, al suo Gonfalone, al Sindaco,<br />
alle Autorità, alla cittadinanza, che accoglie<br />
la Marina con generosità ed affetto…” ma<br />
soprattutto la consapevolezza che, sebbene<br />
le basi operative <strong>del</strong>la Marina Militare siano<br />
state da tempo trasferite altrove, “…resta <strong>qui</strong><br />
una parte importante <strong>del</strong>la Marina: il suo<br />
passato, con il patrimonio storico <strong>del</strong> Museo<br />
Navale, la sua identità, coltivata nel prestigioso<br />
<strong>Istituto</strong> di Studi Militari Marittimi, e la<br />
sua proiezione futura, con la Scuola Navale<br />
Morosini, che avvicina al mare giovani<br />
liceali di tutta l’Italia.<br />
Così, il legame fra la Marina e Venezia<br />
continua, forte e fecondo. È recente l’intesa<br />
per la sistemazione <strong>del</strong>l’Arsenale, finalmente<br />
destinato ad una fruizione più ampia e<br />
condivisa, con la creazione, fra l’altro, di un<br />
Polo Museale <strong>del</strong>le tradizioni marittime<br />
nazionali.<br />
Dunque, Venezia resta il centro culturale<br />
<strong>del</strong>la Marina e non solo <strong>del</strong>la nostra
IL NASTRO AZZURRO 11<br />
Marina. Ci sembra che da <strong>qui</strong> meglio si percepisca il<br />
valore dei rapporti marittimi che oggi si misurano sugli<br />
scenari <strong>del</strong>la globalizzazione.<br />
In questa prospettiva, in ottobre, l’Arsenale accoglierà<br />
nuovamente, il Simposio <strong>del</strong>le Marine, un tradizionale<br />
grande appuntamento che riconosce nel dialogo<br />
e nella cooperazione internazionale, gli strumenti più<br />
efficaci per la sicurezza marittima…”<br />
Il Ministro <strong>del</strong>la Difesa, On. Avv. Ignazio La Russa, a<br />
poi preso la parola ricordando che anche nel perduto<br />
secondo conflitto la Marina ha scritto pagine di eroismo<br />
“…a cominciare dall’affondamento, nel porto di<br />
Alessandria d’Egitto, <strong>del</strong>le corazzate britanniche Valiant<br />
e Queen Elizabeth con gli SLC (Siluri a Lenta Corsa), i<br />
famosi maiali.<br />
Quella tradizione e quelle esperienze vivono tuttora<br />
nei nostri moderni reparti d’assalto a cominciare da<br />
quelli <strong>del</strong> Comando Subacquei e Incursori.<br />
Un pensiero commosso va a tutti i marinai caduti per<br />
la Patria in ogni tempo, e in ogni luogo, ai tanti che riposano<br />
in fondo al mare, nelle loro navi e nei loro battelli.<br />
Alla Marina Militare, che <strong>del</strong>la leggendaria impresa<br />
di Premuda ha fatto la ricorrenza <strong>del</strong>la propria festa, va<br />
il saluto di tutte le Istituzioni…”<br />
Il Ministro ha poi aggiunto “…oggi riaffermiamo il<br />
valore <strong>del</strong>la Patria e il ruolo strategico che l’Italia deve<br />
svolgere nello scenario internazionale. La partecipazione<br />
a numerosissime missioni internazionali impone di<br />
mantenere elevato il dibattito sulle prospettive e sul<br />
ruolo <strong>del</strong>l’Italia, ma anche sulla necessità di disporre di<br />
uno strumento militare nazionale adeguato, per risorse<br />
e mezzi, ai compiti sempre più gravosi che in tale contesto<br />
si attribuiscono alle Forze Armate e alla risposta in<br />
termini di capacità, efficienza e preparazione che, giustamente,<br />
da esse si pretende… Oggi lo scenario internazionale<br />
è radicalmente mutato e l’Italia contribuisce<br />
alla lotta contro nuove minacce alla stabilità e alla<br />
sicurezza. Ma immutati restano i valori e gli ideali che<br />
animano gli appartenenti alla Marina… La Marina svolge<br />
un ruolo fondamentale: le nostre navi solcano i mari<br />
per controllare i flussi migratori, contrastare il terrorismo,<br />
le attività illegali e il crescente fenomeno <strong>del</strong>la<br />
pirateria.<br />
Non meno importante è il ruolo <strong>del</strong>la Marina nella<br />
cooperazione internazionale, attraverso numerose iniziative<br />
che le hanno valso una riconosciuta leadership<br />
regionale, per rafforzare le condizioni di sicurezza nel<br />
complesso scacchiere mediterraneo.<br />
Da <strong>qui</strong> la necessità di assicurare il mantenimento<br />
<strong>del</strong>le capacità operative <strong>del</strong>la flotta, pur nel processo di<br />
rinnovamento e ammodernamento attualmente in<br />
atto…”<br />
Il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica, On. Sen. Giorgio<br />
Napolitano, a conclusione <strong>del</strong>la cerimonia, ha consegnato<br />
alcune onorificenze a personale <strong>del</strong>la Marina<br />
Militare particolarmente distintosi nel corso <strong>del</strong>l’ultimo<br />
anno. Inoltre, è stata conferita la Medaglia d’Oro al<br />
Merito Civile al navigatore solitario Giovanni Soldini.
12 IL NASTRO AZZURRO<br />
234° ANNIVERSARIO DELLA GUARDIA DI FINANZA<br />
Il giorno 19 giugno 2008, il Comandante Generale<br />
<strong>del</strong>la Guardia di Finanza Generale di Corpo d’Armata<br />
Cosimo D’Arrigo, dopo la deposizione di una corona<br />
all’Altare <strong>del</strong>la Patria si è trasferito, presso lo Stadio dei<br />
Marmi <strong>del</strong> Foro Italico di Roma dove, alla presenza <strong>del</strong><br />
Capo <strong>del</strong>lo Stato, On. Sen. Giorgio Napolitano, ha avuto<br />
luogo la celebrazione <strong>del</strong> 234° Anniversario<br />
<strong>del</strong>l’Istituzione <strong>del</strong>la Guardia di Finanza.<br />
Nel leggere il suo “Ordine <strong>del</strong> Giorno Speciale”, il<br />
Comandante Generale <strong>del</strong>l’Arma ha sostenuto che “…La<br />
Guardia di Finanza è oggi un’Istituzione essenziale per<br />
lo sviluppo sano ed e<strong>qui</strong>librato <strong>del</strong> nostro Paese… perché,<br />
fe<strong>del</strong>i alla propria vocazione e alla propria missione,<br />
i Finanzieri … contrastano ogni forma di criminalità<br />
economica e finanziaria; tutelano il corretto funzionamento<br />
dei mercati e, <strong>qui</strong>ndi, le imprese legali, il “made<br />
in Italy”, i consumatori, gli utenti, i risparmiatori; continuano<br />
a vigilare i confini; lottano contro tutti i traffici<br />
illegali, in terra e in mare; concorrono al mantenimento<br />
<strong>del</strong>l’ordine e <strong>del</strong>la pubblica sicurezza; partecipano, con<br />
il loro specialistico contributo, alle missioni di pace<br />
all’estero cui il Paese fornisce il proprio apprezzato contributo.<br />
Festeggiare il 234° Anniversario di Fondazione significa<br />
avere consapevolezza <strong>del</strong>la propria storia e <strong>del</strong> proprio<br />
ruolo e rinnovare l’impegno a servire la Nazione<br />
con dedizione, abnegazione, professionalità e spirito di<br />
sacrificio…”<br />
DECORAZIONI CONCESSE<br />
Medaglia d'Argento al Valore <strong>del</strong>la Guardia di Finanza<br />
Appuntato Scelto Franco GASPARE BONO, Appuntato Scelto Vincenzo VALENTI<br />
Medaglia di Bronzo al Valore <strong>del</strong>la Guardia di Finanza<br />
Maresciallo Capo Stefano SCARAGGI, Maresciallo Ordinario Gaetano RICCHIUTI, Brigadiere<br />
Angelo Paolo MONTALBO<br />
Promozione straordinaria per benemerenze di servizio al grado di Vicebrigadiere<br />
Appuntato Scelto Gelfrido MAZZA<br />
Encomio Solenne<br />
Ten.Col. Sergio NAPOLETANO, Maresciallo Capo Antonio FUSCO, Maresciallo Capo Roberto<br />
D'ORIA<br />
Ten.Col. Paolo ZEMELLO, Cap. Luca MEOLI, Maresciallo Capo Pio PIPOLI, Maresciallo<br />
Ordinario Cristiana Maria CANNELLI<br />
Ten.Col. Antonello MAGGIORE, Cap. Rosario VICEDOMINI, Maresciallo Aiutante mare<br />
Leonardo CORNACCHIA, Maresciallo Aiutante mare Giuseppe PALUMBO, (in rappresentanza<br />
<strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio <strong>del</strong> Pattugliatore “P03 DENARO”)
IL NASTRO AZZURRO 13<br />
Al termine <strong>del</strong>la cerimonia il Presidente<br />
<strong>del</strong>la Repubblica ha assegnato personalmente<br />
alcune decorazioni al personale <strong>del</strong>la<br />
Guardia di Finanza particolarmente distintosi<br />
nell’attività di servizio svolta nell’arco <strong>del</strong>l’anno.<br />
Il Presidente <strong>del</strong> Consiglio, On. Silvio<br />
Berlusconi, ha fatto pervenire un messaggio<br />
nel quale, mentre ha rinnovato i sensi <strong>del</strong>la<br />
stima <strong>del</strong> Governo nei confronti <strong>del</strong>le<br />
Fiamme Gialle, ha particolarmente sottolineato<br />
che “…L’alta missione attribuitagli<br />
dallo Stato conferma la Guardia di Finanza<br />
nell’insostituibile attività a salvaguardia <strong>del</strong>l’ordine<br />
economico, a garanzia dei principi<br />
di solidarietà e giustizia sociale, contro<br />
frodi e illegalità, nell’interesse <strong>del</strong>l’intera<br />
collettività...”<br />
La Bandiera <strong>del</strong>la Guardia di Finanza<br />
La Bandiera <strong>del</strong>la Guardia di Finanza è decorata al Valor Militare come da elenco<br />
<strong>qui</strong> sotto. A tali decorazioni se ne aggiungono numerose altre al Valor Civile,<br />
nonché di altri Ordini nazionali e internazionali.<br />
5 CROCI DI CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE D’ITALIA;<br />
3 MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE;<br />
4 MEDAGLIE D’ARGENTO AL VALOR MILITARE;<br />
6 MEDAGLIE DI BRONZO AL VALOR MILITARE;<br />
2 CROCI AL VALOR MILITARE;<br />
Infine, sulle gradinate furono poste le 60 statue (in realtà<br />
59) offerte dalle province d’Italia. Gli artisti prescelti per la<br />
progettazione <strong>del</strong>lo Stadio avrebbero anche dovuto<br />
sovrintendere, dietro compenso di 10.000 lire, le successive<br />
fasi <strong>del</strong>la lavorazione.<br />
Fu inaugurato insieme all’Accademia di Educazione<br />
Fisica nel 1932.<br />
LO STADIO DEI MARMI<br />
Lo Stadio dei Marmi al Foro Italico fu progettato come logico<br />
proseguimento <strong>del</strong>l’Accademia di Educazione Fisica per l’allenamento<br />
quotidiano degli allievi <strong>del</strong>l’Accademia stessa.<br />
Le gradinate perimetrali in marmo bianco di Carrara furono ottenute<br />
sopraelevando il terreno di 5,50 m. I due corpi di fabbrica affiancati che<br />
<strong>del</strong>imitano l’accesso al campo sono destinati ai servizi e ai magazzini per gli<br />
attrezzi.
14 IL NASTRO AZZURRO<br />
ISTITUTO: ASSOCIAZIONE APOLITICA<br />
L’Articolo 2 <strong>del</strong> nostro Statuto Sociale afferma che l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> è apartitico e apolitico.<br />
È questo il principio fondante di una dottrina sociale di un Sodalizio che intende contribuire all’esercizio<br />
e alla diffusione di altissimi valori morali. Tra questi valori è compresa la giustizia, che è lo<br />
scopo primario <strong>del</strong>la politica. L’<strong>Istituto</strong> non può né deve prendere parte attiva alla politica, ma non può<br />
né deve estraniarsi <strong>del</strong> tutto da essa perché sia realizzata nella società la giustizia. Senza la quale, lo<br />
ricorda Sant’Agostino, la società si ridurrebbe ad una banda di ladroni (De Civitate Dei - IV,4).<br />
La giustizia è un valore di carattere morale e la sua realizzazione rientra nell’ambito <strong>del</strong>le attività di<br />
servizio che l’<strong>Istituto</strong> esprime. Attività caratterizzate da forte contenuto morale, ma non politico, perché<br />
la politica spetta ai pubblici ordinamenti. Questi, tuttavia, per bene operare hanno bisogno di stimoli e<br />
di controlli al fine di impedire il loro accecamento etico che deriva dall’interesse e dal potere: pericoli<br />
mai totalmente eliminabili. Le norme <strong>del</strong> nostro Statuto e le direttive nazionali, a me sembrano esprimere<br />
chiaramente la volontà di collaborare alla realizzazione di una società giusta. Società, cioè, dove ciascuno<br />
riconosce e pone in atto i propri doveri, ma anche società che a ciascuno sa offrire e assicurare<br />
ciò che gli compete, in dignità, libertà e giustizia.<br />
Luigi Turchi<br />
IL MUSEO DI “PIANA DELLE ORME”<br />
SI ARRICCHISCE DI UN F-104<br />
L’ameno museo all’aperto di “Piana <strong>del</strong>le Orme” si estende in contrada Borgo Faiti, alle porte di<br />
Latina, e raccoglie numerosi interessanti cimeli <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale a testimonianza degli<br />
aspri combattimenti che si svilupparono tra il 1944 e il 1945 nella zona.<br />
Con una singolare e pittoresca cerimonia, il 15 marzo 2008 l’Aeronautica Militare ha donato al<br />
museo un F-104. Si potrà obiettare che il velivolo non c’entra niente col tema <strong>del</strong> museo, ma si tratta<br />
pur sempre di una macchina che ha segnato un’epoca: quella <strong>del</strong>la “guerra fredda”. L’F-104 è stato particolarmente<br />
amato dai piloti sia per la notevole attenzione che richiedeva, sia per le prestazioni talmente<br />
elevate che gli hanno permesso di rimanere, sebbene con i dovuti aggiornamenti avionici, in linea<br />
con l’Aeronautica Militare fino al 2004, cioè a ben cinquant’anni dal suo primo volo: un vero record di<br />
longevità per un aereo da caccia.<br />
Star <strong>del</strong>la manifestazione, il generale Giorgio Bertolaso, primo pilota italiano a volare sull’F-104 e il<br />
generale Tiziano Tosi, Comandante <strong>del</strong>la Squadra Aerea, entrambi entusiasti testimoni <strong>del</strong>le eccezionali<br />
prestazioni <strong>del</strong>lo “spillone”. L’autentico amore dei piloti per questo straordinario velivolo ha consentito<br />
all’Aeronautica Militare di superare quella che è stata la più grave crisi economica in cui si è venuta<br />
a trovare tra gli anni ’80 e ’90, crisi che ha, di fatto, impedito alla nostra Arma Azzurra di transitare<br />
in quel periodo sul nuovo F-16, come invece hanno fatto tutte le forze aeree <strong>del</strong>l’area europea NATO.<br />
Come si dice nel “gioco <strong>del</strong>l’oca”, noi abbiamo dovuto “saltare un giro” e, mentre i tedeschi, gli olandesi,<br />
i belgi, i danesi, ecc… transitavano sull’F-16 mantenendosi perfettamente allo stato <strong>del</strong>l’arte, noi<br />
dovevamo accontentarci degli “aggiornamenti avionici” <strong>del</strong>l’F-104. Certo il velivolo era eccezionale,<br />
dava grandi soddisfazioni, ma era inevitabilmente superato: la nostra difesa aerea non era più all’altezza<br />
di quelle degli altri paesi <strong>del</strong>la NATO e denunciava qualche obsolescenza anche nei confronti <strong>del</strong><br />
Patto di Varrsavia. Aspettando l’Eurofighter, l’A.M. ha dovuto affiancare il “Tornado ADV” all’F-104,<br />
ormai non più idoneo ad operare da solo negli scenari attuali dove la componente elettronica è sempre<br />
più preponderante, e poi ha dovuto comunque ac<strong>qui</strong>sire, sia pure con un contratto di “leasing <strong>qui</strong>nquennale”,<br />
l’F-16 che ormai si sperava di “saltare”.<br />
Morale: l’F-104 è stato un grande protagonista dei nostri cieli, ma forse, per amore o per forza, gli<br />
abbiamo davvero chiesto troppo. E ora è giusto che stia nei musei.<br />
Antonio Daniele<br />
RICORDO DI MARIO RIGONI STERN<br />
Non potendolo citare nella rubrica “Azzurri nell’azzurro <strong>del</strong> cielo” desidero spendere due parole in<br />
ricordo di Mario Rigoni Stern, scrittore meraviglioso e accattivante, Medaglia d’Argento al Valor Militare<br />
sul campo, ex deportato in un lager nazista.<br />
L’ho incontrato l’anno scorso a luglio ad Asiago, amena località che frequento dal 1952, dove era<br />
nato il 1° novembre <strong>del</strong> 1921 e dove il 16 giugno u.s. ci ha lasciato. Gli avevo chiesto un appuntamento<br />
sia per convincerlo ad iscriversi al nostro <strong>Istituto</strong> sia per chiedergli se poteva scrivere poche righe per<br />
il nostro periodico. Mi ero preparato l’argomento: “La bellezza e necessità di ricordare, di testimoniare<br />
nella giusta prospettiva storica, l’identità nazionale ai giovani”. Avendo letto tutti i suoi lavori, compresi<br />
gli articoli scritti su “La Stampa” dal 1963 ai giorni nostri, ero convinto di invitarlo a nozze. Gli portai<br />
alcuni numeri <strong>del</strong> “<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” un Labaretto ed un fermacarte; eravamo seduti ad un Caffè e la<br />
sua affabilità mi aiutò a cercare di essere convincente. Prese nota sulla sua agenda ed il risultato fu un<br />
graditissimo “si” per l’articolo, ma solo dopo la fine <strong>del</strong> libro che stava scrivendo, (l’avrà finito?) ed un<br />
diplomatico “per il resto staremo a vedere, ma ci sono cose ..” che lasciava poco spazio alla speranza<br />
di averlo tra di noi. Ci eravamo salutati dandoci appuntamento per quest’anno. Peccato. Continuerò a<br />
rileggere, soprattutto nei momenti in cui stanco sento il bisogno di pace e di serenità, i suoi libri. Provate<br />
anche voi: l’alpino cantore <strong>del</strong>la natura, <strong>del</strong>la pace e <strong>del</strong>l’amore, <strong>del</strong>la verità senza orpelli vi affascinerà.<br />
Antonio Teja
IL NASTRO AZZURRO 15<br />
FEDERAZIONE RECAPITI PRESIDENTE O<br />
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16 IL NASTRO AZZURRO<br />
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Col. Mario PRIVITERA Su appuntamento<br />
Comm. Gavino CONGIU Da Lun a Sab<br />
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Geom. Costantino FACCO<br />
(Segretario)<br />
Da Lun a Dom<br />
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Sig. Marco CETOLONI (*) Su appuntamento<br />
Avv. Francesco ATANASIO Mar/Gio<br />
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Cav. Alberto VIDO Su appuntamento<br />
C.F. Luca BELLONE de GRECIS Da Lun a Ven<br />
h.9-11<br />
Sig.ra Anna TRIMARELLI (*) Da Lun a Ven<br />
h.10-13<br />
Dott. Marcello GHIONE Mar/Ven<br />
h.10-12<br />
Magg. Carlo BERTOLOTTI Mercoledi<br />
15-18<br />
Cav.Uff. Giuseppe MASCARI (*) Su appuntamento<br />
Sig. Francesco VOLPI Su appuntamento<br />
Gr.Uff. Walter OMICCIOLI da Lun. a Ven.<br />
h.8.30-11<br />
Dott. Giuseppe VUXANI da Lun a Ven<br />
h.10-11<br />
Gr.Uff. Vittorio ZANUTTA Mer/Sab<br />
h.10-12<br />
Sig. Ferdinando MANCINI Lun/Gio<br />
h.9-11<br />
Comm. Arnaldo DARAI Giovedi<br />
h.9-12<br />
Conte Tomaso VIALARDI di<br />
SANDIGLIANO<br />
Gen. Amos SPIAZZI di CORTE<br />
REGIA<br />
da Lun. a Ven.<br />
h.15-16<br />
Sabato<br />
h.10-12<br />
Mons. Ezio Olivo BUSATO Mar/Gio<br />
h.10-11
IL NASTRO AZZURRO 19<br />
FINALMENTE ANCHE ROVIGO HA IL SUO<br />
“ALBO EROICO” DEI DECORATI AL V.M.<br />
Grazie alla determinazione,<br />
all’amore per i valori di<br />
Patria <strong>del</strong>la Federazione<br />
Provinciale di Rovigo <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, alla tenacia <strong>del</strong><br />
suo Presidente Graziano Maron e al<br />
sostegno morale <strong>del</strong> Presidente<br />
Nazionale Com.te Giorgio Zanardi,<br />
tra molteplici difficoltà, è stato<br />
redatto e pubblicato l’Albo Eroico<br />
al Valor Militare <strong>del</strong>la Provincia di<br />
Rovigo.<br />
L’opera è stata presentata ufficialmente<br />
alla cittadinanza rodigina<br />
Sabato 17 Maggio 2008 con una<br />
cerimonia svoltasi presso<br />
l’Auditorium <strong>del</strong> Liceo Scientifico<br />
“Paleocapa” di Rovigo, alla presenza di Autorità<br />
Militari e studenti. La scelta di tale Sede è stata<br />
voluta dalla Federazione rodigina <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong><br />
<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> per meglio testimoniare tra i giovani<br />
l’amore per la Patria e per la Pace che da<br />
sempre hanno animato e sempre animeranno il<br />
cuore e le gesta dei nostri soldati.<br />
Il Col. Carlo Masutti, <strong>del</strong> Comando Operativo<br />
Forze Aeree di Poggio Renatico (FE), il Cap. di<br />
Fregata Franco Maltese, Comandante <strong>del</strong>la<br />
Capitaneria di Porto di Chioggia (VE), il Gen. di<br />
Divisione Enrico Pino, Comandante Militare<br />
Esercito Veneto con sede in Padova, nei rispettivi<br />
interventi, hanno relazionato agli studenti e ai<br />
convenuti, le loro esperienze di soldati al servizio<br />
<strong>del</strong>la Pace e <strong>del</strong>la Patria. Gli studenti <strong>del</strong> Liceo<br />
Scientifico presenti, <strong>qui</strong>ndi, hanno<br />
ascoltato una lezione di storia vissuta<br />
in prima persona dalla viva<br />
voce di alcuni dei protagonisti di<br />
oggi. Nel corso <strong>del</strong>lo stesso evento,<br />
il Signor Dissette, il Signor<br />
Veronesi, la Signora Citrini, vedova<br />
Pieghi, e la Signora Stoppa, vedova<br />
Milani, Eroi di ieri, venivano premiati<br />
dal Presidente Nazionale e<br />
dal Presidente Provinciale.<br />
Il moderatore <strong>del</strong> Convegno,<br />
Ing. Placido Maldi, ha abilmente<br />
gestito i tempi <strong>del</strong>la manifestazione<br />
che ha toccato vette di entusiasmo,<br />
da parte dei convenuti e degli studenti,<br />
quando questi ultimi hanno<br />
tributato un’ovazione spontanea alle parole <strong>del</strong><br />
Presidente Nazionale Com.te Giorgio Zanardi,<br />
dimostrando di aver recepito lo spirito<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>: “Patria e Pace”,<br />
valori e principi da divulgare ai giovani.<br />
Il Com.te Giorgio Zanardi ha concluso i lavori<br />
rivolgendosi agli studenti: “concludo a modo<br />
mio, tu che sei il più alto vieni <strong>qui</strong>....”.<br />
La sciarpa <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />
<strong>del</strong>la Federazione Provinciale di Rovigo, <strong>del</strong>la<br />
quale era stato omaggiato un attimo prima dal<br />
Presidente Graziano Maron, è così stata nuovamente<br />
donata a un rappresentante degli studenti<br />
tra scroscianti applausi.<br />
I Decorati al V.M. citati nell’Albo Eroico <strong>del</strong>la<br />
Provincia di Rovigo, così come tutti gli Eroi, non<br />
erano guerrafondai ma, fe<strong>del</strong>i sino al<br />
sacrificio, contribuirono a difendere la<br />
loro, la nostra Patria e la pace. È giusto<br />
e doveroso ricordarli e farli ricordare e<br />
la pubblicazione <strong>del</strong>l’Albo Eroico è un<br />
modo per farlo.<br />
La cerimonia si è conclusa con una<br />
colazione nel corso <strong>del</strong>la quale, tra<br />
l’entusiasmo generale, sono stati esaltati<br />
i valori patriottici e la solidarietà<br />
<strong>del</strong>la città di Rovigo alle Forze Armate<br />
impegnate nelle missioni di Pace contro<br />
il terrorismo mondiale.<br />
Nell’occasione è stato donato alle<br />
autorità militari presenti un ricordo<br />
<strong>del</strong>la Federazione Provinciale di<br />
Rovigo <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />
ed un libro <strong>del</strong>la città.
20 IL NASTRO AZZURRO<br />
BATTAGLIA DI EL ALAMEIN: LA SVOLTA EROICA<br />
Sono passati sessantasei anni da quell’estate terribile<br />
di guerra. Eravamo giunti al secondo anno di combattimenti<br />
nel deserto africano. Il generale Erwin<br />
Rommel alla testa <strong>del</strong>l’Armata Corazzata Italo tedesca<br />
aveva condotto la seconda avanzata nel deserto in modo<br />
fulmineo. In poco più di tre mesi aveva portato le divisioni<br />
<strong>del</strong>l’Asse ad un centinaio di chilometri da Alessandria.<br />
La corsa aveva allungato il percorso che i rifornimenti<br />
dovevano coprire per giungere in linea.<br />
Malta, base <strong>del</strong>la Royal Navy britannica nel<br />
Mediterraneo, era stata messa a tacere, almeno per un po’.<br />
Tobruk, espugnata dal “XXXI Guastatori” <strong>del</strong> Maggiore<br />
Paolo Caccia Dominioni, era caduta di schianto, lasciando<br />
alle esauste truppe di Rommel ogni genere di materiali,<br />
mezzi, carburanti ed oltre 30.000 prigionieri.<br />
Il Cairo sembrava a portata di mano e chi sperava di<br />
fermare Rommel per dare il via alla eliminazione di Malta<br />
con “l’perazione C3”, andò a cozzare con la suscettibilità<br />
<strong>del</strong> Generale.<br />
Sicuro di potercela fare con le forze a<br />
disposizione Rommel forzò la mano <strong>del</strong><br />
destino e perse. Senza la possibilità di rifarsi.<br />
L’Armata Corazzata Italo Tedesca si è<br />
dovuta arrestare dove il generale Derek<br />
Auchinleck, Comandante <strong>del</strong>lo scacchiere<br />
Medio Orientale britannico, aveva previsto:<br />
la stretta fascia di deserto <strong>del</strong>imitata dalla<br />
costa a nord (Golfo degli Arabi) e dalla<br />
depressione di El Qattara a sud.<br />
Qui gli Inglesi obbligheranno gli Italo<br />
Tedeschi ad una terribile battaglia di logoramento,<br />
fatta di artiglierie e masse corazzate,<br />
lanciate in attacchi reiterati contro forze inferiori<br />
per numero, non per qualità e caratteristiche<br />
dei combattenti.<br />
Alla fine di agosto <strong>del</strong> 1942 il maresciallo<br />
Rommel, comandante <strong>del</strong>le truppe italo-tedesche<br />
<strong>del</strong>l’Africa settentrionale, tentò, lanciando<br />
una grande offensiva contro le posizioni britanniche di<br />
El Alamein, il colpo che aveva mancato pochi mesi prima<br />
quando era giunto su quelle fatali posizioni con un pugno<br />
di uomini e qualche carro armato inseguendo il nemico in<br />
ritirata. Rommel era consapevole che questa sarebbe stata,<br />
quasi certamente, l’ultima buona occasione che il destino<br />
gli offriva. Conosceva infatti il progressivo potenziamento<br />
<strong>del</strong>l’armata britannica, rinforzata da numerosi reparti<br />
affluiti nel Delta <strong>del</strong> Nilo da ogni parte <strong>del</strong>l’Impero ed attestata<br />
su formidabili posizioni difensive. L’offensiva iniziata<br />
il 30 agosto <strong>qui</strong>ndi si basava sostanzialmente sull’elemento<br />
sorpresa e sulla speranza che le qualità manovriere<br />
<strong>del</strong>la nostra armata corazzata avrebbero potuto sopraffare<br />
l’avversario malgrado la situazione obiettivamente<br />
difficile. Purtroppo il calcolo si dimostrò errato. Nelle precedenti<br />
campagne Rommel aveva operato su terreno libero,<br />
manovrando i suoi carri in azioni a vasto raggio. Ad El<br />
Alamein dovette invece agire su un fronte ristretto, limitato<br />
a nord dal mare e a sud dalla invalicabile depressione
IL NASTRO AZZURRO 21<br />
di El Quattara, e non ebbe <strong>qui</strong>ndi la possibilità di manovrare<br />
sui fianchi, secondo la sua tattica preferita. Con una<br />
conversione a nord, tuttavia, Rommel tentò di tagliare<br />
fuori l’ala settentrionale <strong>del</strong>lo schieramento nemico. La<br />
manovra, di brillante ed originale ideazione, falli per tre<br />
fattori diversi: 1) l’esistenza di estesissimi campi di mine,<br />
predisposti dagli inglesi, i quali costrinsero le truppe<br />
corazzate a lunghe soste e ritardarono la conversione a<br />
nord, dando al nemico la possibilità di far affluire notevoli<br />
riserve; 2) la schiacciante superiorità aerea nemica, che<br />
inflisse alle truppe avanzanti gravi perdite (morirono nell’azione<br />
ben tre generali: Niccolini, comandante <strong>del</strong> “XX<br />
Corpo”, Nehring, comandante <strong>del</strong> Corpo corazzato tedesco<br />
e Bismarck, comandante di una divisione corazzata);<br />
3) il consumo di nafta, superiore di tre volte a quello previsto.<br />
Quest’ultimo fattore, secondo Rommel, fu quello<br />
decisivo. Infatti, proprio nel vivo <strong>del</strong>l’azione, giunse al<br />
nostro comando la notizia che i piroscafi con i rifornimenti<br />
di nafta per le truppe operanti erano stati criminosamente<br />
segnalati, e affondati e che i depositi <strong>del</strong>l’Africa settentrionale<br />
non erano in grado di alimentare la battaglia.<br />
Pochi giorni dopo la cessazione <strong>del</strong>l’offensiva italotedesca,<br />
passarono all’attacco gli inglesi. La prima azione<br />
fu di limitate proporzioni ma di grande importanza strategica:<br />
un’operazione di commandos contro Tobruk, nell’intento<br />
di distruggere le installazioni <strong>del</strong> porto, nostra principale<br />
base di rifornimento. La manovra fallì, grazie all’eroica<br />
reazione <strong>del</strong>le truppe <strong>del</strong> presidio e principalmente<br />
<strong>del</strong> battaglione “San Marco”, ma fu ugualmente il preludio<br />
ad un’azione ben più vasta, che si scatenò a poco più di<br />
un mese di distanza: l’offensiva generale britannica ad El<br />
Alamein. L’attacco ebbe inizio la sera <strong>del</strong> 23 ottobre 1942.<br />
Il momento era ben scelto. Gli inglesi sapevano infatti che<br />
le nostre truppe erano in crisi, per le crescenti difficoltà dei<br />
trasporti marittimi, e che ben difficilmente avrebbero<br />
potuto avere rinforzi dai tedeschi, i quali erano impegnati<br />
con tutta la loro aviazione e con imponenti forze corazzate<br />
nella battaglia per la con<strong>qui</strong>sta di Stalingrado. Per<br />
colmo di sventura, poi, Rommel era in Germania e il gen.<br />
Stumme, suo sostituto, era stato ucciso nelle prime ore<br />
<strong>del</strong>la battaglia.<br />
La superiorità inglese si rivelò subito, quando bocche<br />
da fuoco di tutti i calibri, schierate su appena 12 chilometri<br />
di fronte, rovesciarono sulle nostre linee un uragano di<br />
fuoco senza precedenti. Dopo questo bombardamento,<br />
dai micidiali effetti distruttivi, gli inglesi passarono all’attacco<br />
con una tattica nuova per l’Africa ma copiata dalle<br />
battaglie <strong>del</strong>la prima guerra mondiale. Niente azioni in<br />
profondità di unità carriste, niente rapidi movimenti aggiranti,<br />
in una fitta rete di schermaglie, di attacchi e di contrattacchi.<br />
Le truppe britanniche, rinforzate da elementi<br />
tratti da ogni angolo <strong>del</strong>l’Impero (australiani, sud-africani,<br />
indiani) e da due brigate francesi e greche, andarono<br />
all’attacco <strong>del</strong>le nostre linee, logorando sistematicamente<br />
una ad una le posizioni italo - tedesche, mentre il fuoco<br />
<strong>del</strong>le artiglierie non soltanto impediva ogni accenno di<br />
contrattacco da parte nostra, ma provocava anche notevoli<br />
perdite e distruzioni.<br />
Quando questa prima ondata di attacco, che aveva lo<br />
scopo di fiaccare ogni possibilità di resistenza dei nostri<br />
caposaldi, aveva raggiunto i risultati prefissi, entravano in<br />
azione nuove formazioni composte, questa volta, quasi<br />
esclusivamente di carri: centinaia di carri. Non poteva<br />
esserci, da parte nostra, alcuna possibilità di resistere ad<br />
una simile potenza. Tuttavia, dal 23 ottobre al 4 novembre,<br />
malgrado l’apertura di una pericolosa breccia nel settore<br />
centrale <strong>del</strong> fronte, le nostre truppe ressero magnificamente<br />
alla prova. Il 2 novembre, anzi, con il sacrificio,<br />
pressoché totale dei reparti corazzati italo-tedeschi,<br />
Rommel riuscì a ridurre ad appena due chilometri la penetrazione<br />
avversaria. A questo risultato, superiore ad ogni<br />
speranza, cooperarono magnificamente le divisioni attestate<br />
nel settore meridionale <strong>del</strong> fronte (in primo luogo<br />
quella meravigliosa unità che era la divisione paracadutista<br />
“Folgore”) le quali avevano respinto sulle prime linee<br />
ogni attacco, distruggendo circa trecento carri armati<br />
nemici. Ma la sproporzione <strong>del</strong>le forze in campo era troppo<br />
forte. Ai duemila e più carri armati nemici noi potevamo<br />
opporre, al sesto giorno di combattimento, non più di<br />
70 carri tedeschi e di 260 carri italiani. Perciò, malgrado i<br />
miracoli di eroismo di quasi tutte le divisioni schierate<br />
nella stretta di El Alamein, Rommel (che aveva dovuto con<br />
amarezza constatare come lo sfondamento fosse stato<br />
operato proprio in un settore tenuto da truppe tedesche)<br />
decise il 4 novembre la ritirata. Era però troppo tardi: dalla<br />
breccia operata nel nostro schieramento i carri armati britannici<br />
dilagavano già verso il mare, ripetendo con successo<br />
la manovra tentata, due mesi prima, dagli italo-tedeschi.<br />
La battaglia era persa e con la ritirata<br />
cominciava la tragedia <strong>del</strong> nostro corpo di<br />
spedizione in Africa.<br />
Tuttavia, malgrado l’esito sfortunato <strong>del</strong>la<br />
lotta, il popolo italiano può ricordare El<br />
Alamein con giustificato orgoglio. Su quel<br />
pezzo di deserto, infatti, la nostra gioventù<br />
scrisse pagine di sovrumano valore, cedendo<br />
solo alla potenza dei numeri. Ne fanno fede i<br />
morti <strong>del</strong>la Folgore, distrutta ma non vinta, e<br />
i carri <strong>del</strong>l’”Ariete” che, lanciati nell’ultimo<br />
disperato contrattacco, scomparvero nel crogiolo<br />
<strong>del</strong>la battaglia circonfusi da una luce di<br />
leggenda.<br />
Il destino <strong>del</strong>l’ACIT era scritto nei numeri:<br />
nel numero di uomini, artiglierie, carri, che lo<br />
componevano, e che una battaglia senza<br />
possibilità di manovra gli impose.
22 IL NASTRO AZZURRO<br />
IL MIO OTTO SETTEMBRE 1943<br />
Terminato il corso presso<br />
la Regia Accademia<br />
Aeronautica di Caserta,<br />
nel giugno 1943 ero stato<br />
assegnato alla Scuola di<br />
Specialità Caccia di Foligno,<br />
alla fine <strong>del</strong>lo stesso mese trasferita<br />
sull’aeroporto di<br />
Osoppo in provincia di<br />
Udine.<br />
Il massimo desiderio mio e<br />
dei miei compagni di corso<br />
era di poter terminare al più<br />
presto l’addestramento specifico<br />
per raggiungere i nostri colleghi più anziani tanto<br />
duramente impegnati a contrastare nei cieli <strong>del</strong>la Sicilia<br />
lo sbarco alleato. Anche se era ormai sempre più evidente<br />
che la guerra stava rapidamente avviandosi verso la<br />
nostra inevitabile sconfitta, per noi giovani era arduo,<br />
tanto arduo, convincercene.<br />
La sera <strong>del</strong>l’8 settembre ero in casa di amici a<br />
Tricesimo, un paesotto <strong>del</strong>la zona, quando venni a conoscenza<br />
<strong>del</strong>l’avvenuto armistizio. Superfluo dire che per<br />
me fu una mazzata terribile per il senso di frustrazione e<br />
di umiliazione che dolorosamente pativo. Avvertivo che<br />
ognuna <strong>del</strong>le copiose lagrime che non riuscivo a trattenere<br />
lacerava la mia carne come dolorosi colpi di stiletto.<br />
Ero completamente frastornato, anche perché non<br />
riuscivo a capacitarmi di come la esplosiva gioia <strong>del</strong>la<br />
popolazione civile e soprattutto quella degli Alpini (stavamo<br />
nella zona dove regnava sovrana la gloriosa<br />
Divisione Julia) potesse non consentir loro di comprendere,<br />
o almeno intravedere le tragiche conseguenze <strong>del</strong>l’armistizio<br />
per ognuno di noi e per la Patria tutta.<br />
Rientrati immediatamente in aeroporto, ad ognuno<br />
di noi ufficiali fu assegnata una squadra composta da<br />
sottufficiali e da avieri, tutti armati con mitragliatrice<br />
pesante, fucili e bombe a mano, a difesa di eventuale<br />
attacco da parte di partigiani slavi, ma nessuno di noi,<br />
dico nessuno, ipotizzava un attacco da parte di truppe<br />
germaniche.<br />
Al mattino seguente, privi di qualsiasi informazione e<br />
soprattutto in mancanza di direttive da parte <strong>del</strong>le<br />
Autorità Militari Centrali, fu deciso di far decollare verso<br />
non specificati aeroporti <strong>del</strong> Sud (in effetti....scelti ...ad<br />
libitum dai singoli piloti!!) tutti i velivoli efficienti, sorteggiandone<br />
i nomi dei piloti.<br />
Io cedetti l’aereo, a me assegnato per sorteggio, ad un<br />
carissimo fraterno collega, la cui famiglia era già in<br />
affanno e trepidazione per l’altro figlio, ufficiale<br />
<strong>del</strong>l’Esercito, dato per disperso durante le operazioni<br />
connesse con lo sbarco alleato in Sicilia.<br />
Partiti gli aerei fu deciso il trasferimento - via terra -<br />
<strong>del</strong> restante personale sull’aeroporto di Aviano, distante<br />
circa 40 chilometri, importante sede di Reparti operativi<br />
dove si sperava fossero pervenuti - almeno colà - ordini<br />
e direttive dagli Alti Comandi Centrali.<br />
Con i pochi autocarri disponibili e di limitata capienza,<br />
i famigerati autocarri “Ovunque”, fu giocoforza<br />
disporre il trasferimento di tutto il personale <strong>del</strong>la Scuola<br />
con un doppio viaggio: a me toccò far parte <strong>del</strong> primo<br />
scaglione. Purtroppo fu subito evidente che anche ad<br />
Aviano, per la identica totale mancanza di ordini e direttive,<br />
la situazione era addirittura peggiore. Decidemmo<br />
così di rientrare per ricongiungerci con il personale <strong>del</strong><br />
secondo scaglione, ancora colà rimasto con il<br />
Comandante <strong>del</strong>la nostra Scuola.<br />
Mentre sostavamo all’interno <strong>del</strong> piccolo aeroporto<br />
di Casarsa <strong>del</strong>la Delizia per rifornirci di carburante<br />
fummo raggiunti da una lunga colonna di carri armati<br />
tedeschi diretti a Trieste (il resto <strong>del</strong>la Divisione - ci dissero<br />
- era diretta a Venezia) e fummo fatti tutti prigionieri.<br />
Il giovanissimo Comandante tedesco fece incolonnare<br />
i nostri sei-sette automezzi al centro <strong>del</strong>la sua colonna<br />
carri che, sferragliando con un fragore infernale,<br />
riprese la marcia: attraversammo il Tagliamento, raggiungendo<br />
poco dopo Udine dove evidentemente per la<br />
colonna tedesca era prevista una lunga sosta. Lì, il<br />
Comandante tedesco, nella constatazione che la nostra<br />
presenza era di notevole impedimento per la sua colonna,<br />
con camerateschi saluti ed auguri pose fine alla<br />
nostra breve... prigionia, lasciandoci liberi.<br />
Seguendo strade secondarie, raggiungemmo il paese<br />
di Maiano, ad un paio di chilometri dal nostro campo,<br />
dove la popolazione locale ci avvertì che nel pomeriggio<br />
l’aeroporto era stato occupato da forze tedesche.<br />
Occupazione....blanda, in realtà, perché i nostri colleghi<br />
ufficiali erano liberi di circolare entro l’area aeroportuale,<br />
che consisteva, in realtà, in un grande prato senza<br />
alcuna recinzione, mentre i sottufficiali e gli avieri dovevano<br />
rimanere nei loro alloggiamenti.<br />
Fu facile <strong>qui</strong>ndi per un paio di ufficiali <strong>del</strong> nostro<br />
gruppo andare in aeroporto e contattare il nostro<br />
Comandante che in nottata ci fece recapitare, unitamente<br />
a qualche centinaio di lire a testa, un pacchetto di<br />
licenze regolarmente da lui firmate con la motivazione<br />
“in attesa di disposizioni ministeriali”.<br />
Fu cosi che, alle prime luci <strong>del</strong>l’11 settembre l943,<br />
munito di un documento di identità rilasciatomi dal<br />
Comune di Maiano e lasciato tutto il mio bagaglio presso<br />
il piccolo albergo <strong>del</strong> paese, cominciai, insieme ad<br />
alcuni colleghi, la dolorosa odissea <strong>del</strong> lungo e triste<br />
ritorno a casa.<br />
Nel contempo venimmo informati che l’atteggiamento<br />
<strong>del</strong>le truppe tedesche era diventato estremamente<br />
ostile nei riguardi degli italiani, e cosi, dopo due giorni<br />
di lunghe, non dimenticate ed inenarrabili peripezie a<br />
piedi per sfuggire alla temuta rappresaglia tedesca, arrivammo<br />
a Portogruaro, dove fummo piacevolmente sor-
IL NASTRO AZZURRO 23<br />
presi nel constatare che la stazione ferroviaria era, almeno<br />
in apparenza, pienamente funzionante..<br />
Dopo lunga attesa, riuscimmo a salire su un treno,<br />
proveniente da Trieste, oltremodo stracarico di nostri<br />
militari sbandati dai Balcani - incredibile! - diretto a<br />
Roma.<br />
La gioia però fu di breve durata. Dopo qualche chilometro<br />
i ferrovieri, fermato il treno in aperta campagna<br />
fecero scendere tutti noi perché erano stati avvertiti che<br />
alla stazione ferroviaria di Mestre truppe tedesche...<br />
impacchettavano su tradotte, composte da carri bestiame,<br />
tutti gli uomini in giovane età, spedendoli prigionieri<br />
direttamente, in Germania.<br />
Braccati, vagammo a piedi per tre giorni per decine e<br />
decine di chilometri per le campagne di Mogliano<br />
Veneto, Scorzè, Campo Sampiero, Mira e Mirano in un<br />
estenuante andirivieni. Di quei giorni estremamente tristi<br />
non ricordo tanto le fatiche fisiche, le apprensioni, i<br />
timori, il morale distrutto per la<br />
guerra perduta, quanto l’accoglienza<br />
e la generosa solidarietà<br />
<strong>del</strong>le popolazioni venete che ci<br />
attendevano al di fuori dei centri<br />
abitati, in aperta campagna, per<br />
offrirci in abbondanza pagnotte di<br />
pane, frutta, formaggio e vino.<br />
In qualche modo arrivammo a<br />
Rimini ed il giorno dopo raggiunsi<br />
rocambolescamente, la stazione<br />
di Falconara Marittima, stando<br />
aggrappato all’esterno di un vagone<br />
con i piedi in precario e<strong>qui</strong>librio<br />
sui respingenti <strong>del</strong> vagone stesso. Ancor oggi tremo<br />
al ricordo <strong>del</strong> pericolo incoscientemente affrontato.<br />
La mattina dopo - era il 20 settembre 1943 – allo stremo<br />
<strong>del</strong>la stanchezza psichica e fisica, finalmente munito<br />
di regolare biglietto di 1^ classe e con un viaggio<br />
alquanto veloce e comodo da Falconara Marittima, raggiunsi<br />
direttamente la Stazione di Roma Tiburtina (Roma<br />
Termini era ancora inagibile dopo il bombardamento<br />
<strong>del</strong>la Capitale).<br />
Il bacio <strong>del</strong>la mia mamma, che in realtà si manifestò<br />
come un doloroso morso che rimase impresso sulla mia<br />
guancia per qualche tempo, pose fine alla sua ansia ed<br />
alla mia odissea di quei giorni indimenticabili.<br />
A conclusione di questa mia testimonianza, espressa<br />
in assoluta aderenza ai fatti ed in piena libertà di giudizio,<br />
libertà per la quale, a differenza di tanti politicanti<br />
e/o pseudo partigiani, ho combattuto poi il nazifascismo<br />
con le armi in pugno, sento come mio desiderio/dovere<br />
esprimere alcune considerazioni personali sugli avvenimenti<br />
di quei giorni tanto tristi ed oscuri per la mia Patria<br />
e così determinanti sul mio conseguente comportamento<br />
di Ufficiale.<br />
In primis, esprimo e confermo tutto il mio sentito e<br />
più profondo disprezzo per il vergognoso comportamento<br />
<strong>del</strong> Governo, e purtroppo anche di tanta parte <strong>del</strong>le<br />
massime autorità militari, per come hanno gestito i<br />
drammatici eventi di quei giorni. Il precipitoso abbando-<br />
no di Roma verso il Sud, lasciando l’intero Paese nel<br />
caos più completo, fu l’atto finale <strong>del</strong>l’imprevidenza,<br />
<strong>del</strong>l’incapacità e <strong>del</strong> vigliacco comportamento di<br />
Badoglio e dei suoi accoliti di Governo. Con il completo<br />
disfacimento <strong>del</strong>le Forze Armate si concludeva nel<br />
modo più vergognoso la nostra tragica partecipazione<br />
alla guerra.<br />
La costituzione <strong>del</strong>la Repubblica Sociale Italiana di<br />
Mussolini, all’ombra dei tedeschi, nonostante i miseri<br />
tentativi di giustificazioni proclamate al momento e contrabbandate<br />
in epoca successiva, non fu in alcun modo -<br />
a mio personale parere - un atto patriottico, ma solo<br />
espressione di ambizione di potere, desiderio di rivalsa<br />
politica di qualche nostalgico, ma soprattutto fu manifestazione<br />
di paura fisica dei più nei riguardi degli occupanti:<br />
molto probabilmente fu anche causa concomitante<br />
<strong>del</strong> sanguinoso prolungamento <strong>del</strong>le operazioni militari<br />
sul nostro territorio.<br />
Ammetto, ma non giustifico,<br />
che una minoranza di puri di<br />
cuore ha combattuto con onore al<br />
nord insieme alle truppe germaniche.<br />
Ho detto - non giustifico -<br />
perché il rispetto dovuto per la<br />
immensa sventura <strong>del</strong>la Patria esigeva<br />
che le venisse almeno<br />
risparmiata l’onta <strong>del</strong>la guerra<br />
civile, che ne era la tragica ineluttabile<br />
conseguenza.<br />
Tutte queste vicende hanno<br />
generato in me, nato a vissuto nel<br />
clima politico <strong>del</strong>l’epoca una<br />
forte reazione antifascista ed antitedesca, da me mai,<br />
ripeto mai, sentita prima di allora e per questo, seguendo<br />
la bandiera <strong>del</strong>l’Italia, la mia bandiera, sentii che era<br />
mio ineludibile dovere continuare a far parte <strong>del</strong>la Regia<br />
Aeronautica, come da giuramento liberamente fatto in<br />
Accademia ed intimamente sentito.<br />
Personalmente poi, in antitesi con il prevalente giudizio<br />
<strong>del</strong>la massima parte dei miei connazionali, non ho<br />
mai considerato fuga l’abbandono <strong>del</strong>la Capitale da<br />
parte <strong>del</strong>la Corona per trasferirsi in altra località<br />
<strong>del</strong>l’Italia libera. Solo così, con la sopravvivenza fisica<br />
ed in libertà di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III,<br />
potevano essere salvaguardate, come in realtà furono<br />
salvaguardate senza soluzione, sia la sovranità sia la<br />
continuità <strong>del</strong>lo Stato Nazionale. Se in quel frangente il<br />
Sovrano fosse rimasto a Roma, certamente, a guerra finita,<br />
sarebbe stato considerato filonazista e collaborazionista,<br />
come - in realtà – accadde a Leopoldo II, Re <strong>del</strong><br />
Belgio, rimasto in Patria durante l’occupazione tedesca.<br />
In conclusione, seguendo la mia bandiera al Sud,<br />
sono personalmente orgoglioso di aver mantenuto fede<br />
al mio giuramento giovanile fino all’avvento costituzionale<br />
<strong>del</strong>la Repubblica, di cui sono ora cittadino altrettanto<br />
leale e fe<strong>del</strong>e.<br />
Gen. Squadra Aerea (c.a.) Umberto Bernardini
24 IL NASTRO AZZURRO<br />
LA BATTAGLIA DI PANTELLERIA<br />
Giugno – Agosto 1942, lontana estate di guerra, con il<br />
Mediterraneo teatro di due aspre battaglie aeronavali<br />
nelle quali gli italo-tedeschi prevalsero, ma fu<br />
un cruento ...canto <strong>del</strong> cigno, poiché – nel volgere di appena<br />
tre mesi – la sconfitta ad El Alamein e lo sbarco Alleato<br />
nell’Africa Occidentale francese avrebbero impresso alle<br />
operazioni militari un deciso, irreversibile sviluppo a favore<br />
degli anglo-americani. A sessantasei anni da quegli eventi,<br />
divenuti storia, è meritevole farne memoria anche per il<br />
rispetto dovuto a coloro che, nell’uno e nell’altro campo, ne<br />
furono partecipi con valore ed alto senso <strong>del</strong> dovere.<br />
All’inizio di Giugno, con Rommel saldamente in Egitto,<br />
attratto dal...miraggio <strong>del</strong>le piramidi che gli sarà fatale e l’assediata<br />
piazzaforte di Tobruk sul punto di essere espugnata,<br />
per gli inglesi la situazione si presentava...sconsolante, come<br />
ha scritto il loro ministro Anthony Eden, aggravata inoltre dal<br />
ricorrente assillo di mantenere il possesso <strong>del</strong>l’isola di Malta,<br />
essenziale punto di riferimento nel cuore <strong>del</strong> Canale di<br />
Sicilia. All’entrata <strong>del</strong>l’Italia nel conflitto, Churchill si era<br />
autorevolmente battuto affinchè l’Isola – strategico crocevia<br />
di importanti correnti di traffico – fosse “tenuta”, pagando<br />
qualsiasi prezzo, al fine di trasformarla in una minacciosa<br />
spada fiammeggiante. Scelta coraggiosa quanto improba<br />
perchè, nei primi due anni di guerra, aveva divorato ingenti<br />
quantità di mezzi, armi, materiali, con forti perdite di navi,<br />
vite umane, e duri sacrifici per le popolazioni maltesi. Nel<br />
Maggio ‘42, mentre il premier britannico stava incontrando<br />
il russo Molotov, che sollecitava rifornimenti e l’apertura <strong>del</strong><br />
“secondo fronte” in Europa, riceveva un estremo appello dal<br />
Governatore di Malta, lord Gort: viveri razionati, munizioni<br />
e carburanti in esaurimento; senza immediati reintegri, inevitabile<br />
il collasso e la resa. E Churchill, pur conscio che al<br />
momento le disponibilità erano ridotte all’osso, imponeva<br />
all’Ammiragliato di compiere ogni sforzo affinchè l’Isola<br />
fosse subito rifornita sfidando il rischio certo di<br />
tirarsi addosso l’intero dispositivo aereo e navale<br />
nemico. Da mesi menomata la<br />
“Mediterranean Fleet”, fu necessario rastrellare<br />
ovunque piroscafi e unità di scorta, sottraendoli<br />
alle prioritarie necessità di alimentare l’URSS,<br />
per organizzare due convergenti operazioni. La<br />
Harpoon, da Gibilterra; la Vigorous, in partenza<br />
dall’Egitto, secondo il consueto piano studiato<br />
per costringere le forze avversarie a dividersi,<br />
o concentrare l’offesa soltanto su di un<br />
obiettivo, evitandola all’altro. Cinque mercantili,<br />
per 42mila tonnellate, erano posti sotto carico<br />
a Glasgow-Clyde; altri dieci venivano<br />
approntati ad Haifa, Bejrut e Suez, mentre alcune<br />
unità, a rinforzo, affluivano dall’Oceano<br />
Indiano. L’operazione Vigorous – agli ordini<br />
<strong>del</strong>l’Ammiraglio Harwood - era la prima a<br />
muovere, l’11 Giugno, preceduta da un “falso”<br />
convoglio, guidato dall’incrociatore Coventry,<br />
mandato in avanscoperta allo scopo di attirare<br />
la flotta italiana, esponendola all’insidia di<br />
sommergibili e aerosiluranti. A proteggere dieci<br />
navi da carico – 72mila tonnellate di sopravvivenza<br />
per Malta – erano: la vetusta corazzata<br />
Centurion, otto incrociatori, ventisei cacciatorpediniere,<br />
naviglio minore e i diciotto sommergibili in<br />
agguato lungo l’itinerario. Mancando portaerei, la eventuale<br />
copertura era affidata ai cento Spitfire di Malta. A ponente,<br />
nella notte sul 12 giugno, aveva lasciato Gibilterra anche<br />
l’Harpoon, al comando <strong>del</strong>l’Ammiraglio Curteis. Ai cinque<br />
mercantili stracolmi si era aggregata la cisterna Kentucky con<br />
oltre 5mila tonnellate di preziosissimi carburanti. La “Forza<br />
H” di scorta, comprendeva la corazzata Malaya, cinque<br />
incrociatori, diciassette caccia, dragamine, corvette e soprattutto<br />
le portaerei Eagle e Argus che recavano venti caccia e<br />
tredici siluranti.<br />
Sino dal giorno 12, l’efficiente Servizio Informazioni italiano<br />
aveva segnalato al Comando Supremo l’avvenuta partenza<br />
dei convogli, consentendo di predisporre le contromisure<br />
più consone. Trecentocinquanta erano i velivoli <strong>del</strong>la<br />
Regia Aeronautica e un centinaio quelli <strong>del</strong> CAT, il Corpo<br />
Aereo Tedesco, schierati in Sardegna, Sicilia, Pantelleria,<br />
Libia, Grecia e Creta. In allarme anche le Divisioni <strong>del</strong>la<br />
Regia Marina, allerta i sommergibili già in mare e mandati in<br />
volo numerosi ricognitori con la consegna di individuare gli<br />
schieramenti nemici valutandone la consistenza, precisandone<br />
la posizione. Insiti, in un quadro generale siffatto, i prodromi<br />
di un durissimo scontro, oggi ricordato come battaglia<br />
di “Mezzogiugno” o di “Pantelleria”.<br />
Primo ad essere avvistato era il complesso Vigorous che,<br />
la sera <strong>del</strong> 13, subiva i violenti attacchi dei tuffatori <strong>del</strong> CAT:<br />
“Stuka” e Ju.88 provenienti dalla Grecia. Era centrato il cargo<br />
City of Calcutta, che cercava di riparare a Tobruk – scortato<br />
- mentre il Coventry incassava una rosa di schegge.<br />
L’offensiva <strong>del</strong>la Luftwaffe continuava il mattino e il pomeriggio<br />
<strong>del</strong> 14, assieme ai bombardieri italiani “Cant.Z”. Lievi<br />
danni subivano la Centurion e la Corvetta Primula. Più serie<br />
invece le conseguenze per i mercantili: danni gravi al Potaro;<br />
affondati, l’olandese Aagtekirk e il Bhutan. Quanto al com-
IL NASTRO AZZURRO 25<br />
plesso Harpoon, i ricognitori lo avvistavano soltanto il 13<br />
Giugno, senza più abbandonarlo. La prima grande azione di<br />
contrasto la producevano, in forze, gli aerei <strong>del</strong>la Regia<br />
Aeronautica, il mattino <strong>del</strong> giorno 14. Otto caccia-bombardieri<br />
Fiat, biplani, si lanciavano – in attacchi quasi suicidi -<br />
contro le navi da guerra piazzando le bombe vicinissime alla<br />
Argus e all’incrociatore Charybdis. Li avevano guidati sugli<br />
obiettivi, con compito di “radiofaro”, due trimotori S.M.79,<br />
uno dei quali al comando di un pesarese, il giovane ed<br />
esperto Tenente Alberto Leonardi. Trattenutosi scientemente<br />
in zona per assolvere al meglio il proprio compito, il suo<br />
velivolo era ripetutamente mitragliato dai caccia Hurricane,<br />
frattanto levatisi dalle Portaerei, che lo facevano precipitare<br />
in fiamme senza superstiti. Anche i Fiat pagavano il loro<br />
coraggioso slancio con sei apparecchi<br />
perduti e quattro piloti caduti.<br />
Condotte con estrema decisione<br />
anche le successive ondate di aerosiluranti<br />
S.M.84 e S.M.79, incuranti<br />
<strong>del</strong>l’infernale fuoco di sbarramento.<br />
Colava a picco il Piroscafo<br />
Tenimbar ed era gravemente danneggiato<br />
l’Incrociatore Liverpool<br />
costretto a rientrare a Gibilterra a<br />
lento moto, assistito da<br />
Cacciatorpediniere. Sette gli aerosiluranti<br />
italiani abbattuti col sacrificio<br />
dei loro e<strong>qui</strong>paggi. Può farsi<br />
risalire a questa azione l’inizio <strong>del</strong>la battaglia vera e propria<br />
che si accendeva nelle ore successive, sia contro l’Harpoon<br />
che contro il Vigorous, senza soluzione di continuità, da un<br />
estremo all’altro <strong>del</strong> Mediterraneo. Nella notte sul 15,<br />
Motosilurati tedesche uscite da Derna, colpivano<br />
l’Incrociatore Newcastle ed il Caccia Hasty che gli stessi britannici<br />
erano costretti ad affondare. Le incursioni riprendevano<br />
alle prime luci <strong>del</strong> 15 Giugno allorquando aerei <strong>del</strong><br />
CAT centravano la petroliera americana Kentucky provocando<br />
un vasto incendio. Colpita una seconda volta, gli inglesi,<br />
loro malgrado, ne provocavano la fine. Altre bombe dei<br />
“picchiatori” affondavano i mercantili Burdwan e Chant.<br />
Nuove formazioni subentravano accanendosi specialmente<br />
sull’ormai scompaginato convoglio Vigorous, danneggiando<br />
la vecchia corazzata Centurion, l’incrociatore Arethusa e,<br />
molto più seriamente il Birmingham ed i Caccia Airedale e<br />
Nestor. Il primo subito a picco, il secondo affondato, per<br />
ordine superiore, da una unità “amica”. La notte successiva,<br />
il Sommergibile tedesco U-205, che seguiva i “resti” <strong>del</strong><br />
Vigorous, silurava e affondava l’incrociatore Hermione.<br />
Infine, a causa di malintese procedure, nei pressi di Malta,<br />
alcune navi entravano in campi minati pagando l’errore con<br />
l’affondamento <strong>del</strong> Cacciatorpediniere polacco Kujawiak.<br />
Intanto, dal pomeriggio <strong>del</strong> 14, era scoccata l’ora <strong>del</strong>la Regia<br />
Marina. Da Taranto salpavano le Corazzate Littorio e Vittorio<br />
Veneto con gli Incrociatori Garibaldi, Duca D’Aosta, Gorizia<br />
e Trento, accompagnati da dodici Caccia. Al comandante,<br />
Ammiraglio Jachino, affidato il compito di sbarrare la strada<br />
per Malta al complesso Vigorous. Da Palermo, era la volta<br />
<strong>del</strong>la 7^ Divisione Incrociatori <strong>del</strong>l’Ammiraglio Da Zara con<br />
l’Eugenio di Savoia, il Montecuccoli e cinque<br />
Cacciatorpediniere. Rotta, su Pantelleria per intercettare<br />
l’Harpoon. Giunto in zona senza alcun incontro, Da Zara<br />
proseguiva puntando a Sud ma ignorando che Curteis,<br />
temendo il peggio, aveva disposto il rientro a Gibilterra di<br />
alcune unità, lasciando l’ingrato compito di far giungere a<br />
Malta i cinque Piroscafi rimasti, all’incrociatore Cairo e ad<br />
uno stuolo di Caccia e Dragamine. All’alba <strong>del</strong> giorno 15, la<br />
7^ Divisione, avvistava questo gruppo di navi e le impegnava<br />
con un’azione a fuoco che proseguiva<br />
per alcune ore. Aggressiva ed<br />
efficace. Immobilizzato il caccia<br />
Bedouin, centrato il Partridge, danneggiato<br />
il Cairo. Nel corso <strong>del</strong>lo<br />
scontro gravi danni subiva il caccia<br />
Vivaldi che comunque riusciva a<br />
tornare a Taranto assistito dal<br />
Malocello. Quando poi la brillante<br />
azione di Da Zara era conclusa, un<br />
aerosilurante italiano affondava il<br />
già malandato Bedouin. Di conserva,<br />
ma in altre acque, il gruppo<br />
Littorio e gli incrociatori avevano<br />
continuato la navigazione notturna, subendo infruttuosi<br />
attacchi di aerosiluranti. Anche a Jachino, il mattino <strong>del</strong> 15<br />
giugno, riservava sorprese e suscitava dubbi; nessuna nave<br />
<strong>del</strong> Vigorous era alle viste. Il motivo l’avrebbe appreso più<br />
tardi da un ricognitore che aveva scorto gruppi di navi dirigere<br />
verso Alessandria. Di fatto, constatata l’entità <strong>del</strong>le perdite<br />
e l’impossibilità di passare, il comando inglese aveva<br />
ordinato il ripiegamento generale, rinunciando definitivamente<br />
a raggiungere l’Isola dei Cavalieri. L’imprevista situazione<br />
imponeva anche alla Squadra italiana di volgere la<br />
prua verso casa ma costringendola ad offrirsi, quale ghiotta<br />
preda, ai Sommergibili e ai coriacei aerosiluranti Beaufort.<br />
Ed era proprio un Sommergibile, l’Umbra, a silurare e affondare<br />
il Trento , purtroppo con la perdita di quasi metà <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio.<br />
Poi, tornavano i Beaufort e, la notte sul 16, siluravano<br />
anche la Littorio che, seppure a velocità ridotta, entro<br />
il pomeriggio era di nuovo a Taranto.<br />
* * *<br />
Al termine <strong>del</strong>la lotta, prescindendo dai molti uomini<br />
Caduti, fattore doloroso e di primaria importanza per tutti,<br />
sempre, in ogni guerra, erano i britannici a doversi confrontare<br />
con un esito che il loro Ammiraglio Vian ebbe a definire<br />
“un penoso fallimento”. Infatti, se gli italo-tedechi lamentarono<br />
l’affondamento <strong>del</strong> Trento, i danni subiti dalla Littorio,<br />
dal Vivaldi e la perdita complessiva di cinquantaquattro<br />
apparecchi, per Londra, oltre alla falcidia di<br />
navi e ai trenta aerei non rientrati, soprattutto<br />
pesò il dato essenziale: dei sedici partiti, soltanto<br />
due erano stati i Piroscafi survived approdati<br />
a Malta, recando “appena” 25 mila tonnellate<br />
di materiali. Assolutamente insufficienti.<br />
Premessa per rendere indispensabile reiterare<br />
l’impresa e dare luogo ad una nuova ed ancor<br />
più dura battaglia, di lì a due mesi.<br />
Cesare Gori
26 IL NASTRO AZZURRO<br />
CRONACHE DELLE FEDERAZIONI<br />
ALESSANDRIA<br />
Nel bimestre la Federazione di Alessandria ci ha<br />
segnalato le seguenti cerimonie:<br />
– le manifestazioni per il 25 aprile, Festa Nazionale<br />
<strong>del</strong>la Liberazione, come auspicato dal Presidente<br />
<strong>del</strong>la Federazione Gen. Luigi Turchi, si sono svolte in<br />
una chiara collaborazione e partecipazione unitaria,<br />
nel rispetto <strong>del</strong>le realtà storiche, culturali e sociali <strong>del</strong><br />
territorio alessandrino.<br />
Alessandria – Anniversario <strong>del</strong>la Liberazione<br />
– il Lion’s Club Valli Curone e Grue, tramite il suo<br />
Presidente Dott.ssa Virginia Scaccheri Pelletta, ha<br />
donato alla Federazione una bandiera di idealità con<br />
l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>. La cerimonia di consegna<br />
è avvenuta presso il salone d’onore <strong>del</strong><br />
“Comando Militare Esercito Liguria” a Genova, il 30<br />
aprile 2008, alla presenza <strong>del</strong>le massime Autorità<br />
<strong>del</strong>la città e dei Dirigenti dei Distretti regionali <strong>del</strong><br />
Lion’s Club.<br />
AREZZO<br />
Su invito <strong>del</strong> Cav. Brs. Alfio Coppi, Presidente<br />
Regionale Associazione Bersaglieri e Socio <strong>del</strong> nostro<br />
<strong>Istituto</strong>, la Federazione ha partecipato al Raduno<br />
Regionale dei Bersaglieri Toscani, svoltosi a Castiglion<br />
Fiorentino (AR), alla presenza dei Gonfaloni <strong>del</strong>la<br />
Regione Toscana <strong>del</strong>la Provincia di Arezzo (M.O.V.M.) e<br />
<strong>del</strong> Comune di Firenze (M.O.V.M.). La giornata si è aperta<br />
al suono <strong>del</strong>le otto fanfare <strong>del</strong>l’A.N.B. Toscana, con<br />
l’autorevole presenza <strong>del</strong> 3° Rgt. Brs. <strong>del</strong> Cap. Luca<br />
Stegagnini, Comandante la Compagnia Carabinieri di<br />
Cortona, e di numerose Autorità. Il corteo è stato aperto<br />
dal Labaro <strong>del</strong>la Federazione di Arezzo, assieme a quello<br />
<strong>del</strong>la Sezione di Cortona (AR), scortati dal Presidente<br />
<strong>del</strong>la Federazione di Arezzo, Sig. Stefano Mangiavacchi,<br />
e dai Soci Benemeriti Alberto Romanelli e Mario<br />
Rondoni, seguiti dai Labari <strong>del</strong>le Federazioni di Siena<br />
con il Commissario, Sig. Marco Cetoloni, di Perugia con<br />
il Commissario, Cav. Uff Angelo Di Natale, e dal<br />
Presidente <strong>del</strong>la Sezione di Porto Santo Stefano (GR),<br />
Cav. Giovanni Sclano. Cerimoniere <strong>del</strong> raduno è stato il<br />
Cav. Brs. Franco Citi, Vice Presidente regionale A.N.B. e<br />
Commissario <strong>del</strong>la Federazione provinciale <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />
<strong>Azzurro</strong> di Pisa.<br />
Castiglion Fiorentino (AR) – Raduno Regionale dei<br />
Bersaglieri Toscani<br />
BARI<br />
- Comitato Dame Azzurre -<br />
Su iniziativa <strong>del</strong>la Presidente, Sig.ra Paola Zippitelli,<br />
è stata celebrata il 15 gennaio u.s. nella cripta <strong>del</strong>la cattedrale,<br />
una Messa in suffragio per i valorosi Caduti di<br />
ogni arma, da Mons. Sabino Scarcelli, Cappellano<br />
Militare, che ha esortato ogni Socio a vivere le attività di<br />
servizio non solo nelle Associazioni. “Tutti dobbiamo<br />
impegnarci a mantenere in vita il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> riprovando<br />
la gioia di collaborare ancora al bene <strong>del</strong>la Patria”<br />
ha aggiunto la Presidente Paola Zippitelli, “perché solo<br />
unendo le forze, solo partecipando, possiamo raggiungere<br />
gli scopi che ci prefiggiamo”.<br />
Bari – Messa in ricordo di tutti i Caduti<br />
BOLOGNA<br />
L’8 aprile 2008 il Presidente <strong>del</strong>la Federazione Cav.<br />
Giorgio Bulgarelli, ha presenziato alla solenne cerimonia<br />
di saluto al contingente <strong>del</strong>la Brigata Aeromobile
IL NASTRO AZZURRO 27<br />
“Friuli” in patenza per l’operazione ISAF 2008 a Herat in<br />
Afganistan. La cerimonia aperta dall’alzabandiera è stata<br />
presieduta dal Comandante <strong>del</strong>la Brigata Gen. B.<br />
Francesco Arena, alla presenza <strong>del</strong> Gen. C.A. Mario<br />
Marioli, Comandante <strong>del</strong>le Forze di Difesa, <strong>del</strong>le<br />
Autorità civili, militari e religiose, dei Gonfaloni <strong>del</strong><br />
Comune di Bologna, <strong>del</strong>la Regione Emilia Romagna e<br />
<strong>del</strong>la Provincia di Bologna e di moltissime Associazioni<br />
Combattentistiche e d’Arma.<br />
Bologna – Cerimonia di saluto al contingente <strong>del</strong>la<br />
Brigata Aeromobile “Friuli”<br />
BRESCIA<br />
Il 6° Stormo <strong>del</strong>l’Aeronautica Militare ha celebrato<br />
nella sua base di Ghedi l’85° Anniversario di Fondazione<br />
<strong>del</strong>l’Arma Azzurra. Alla presenza <strong>del</strong>le massime autorità<br />
<strong>del</strong>la Provincia di Brescia, il Col. Aurelio Colagrande,<br />
Comandante <strong>del</strong>lo Stormo, dopo aver reso omaggio alla<br />
Bandiera di Guerra e passato in rassegna lo schieramento,<br />
ha celebrato la ricorrenza tracciando un consuntivo<br />
<strong>del</strong>l’attività svolta ed illustrando i programmi futuri. La<br />
cerimonia si è conclusa con la consegna di ricompense<br />
ed onorificenze ad Ufficiali e Sottufficiali. La<br />
Federazione Bresciana era presente con il proprio<br />
Labaro, il Presidente Provinciale Gen. Carlo Maria<br />
Magnani e la M.A.V.M. Francesco Pintus.<br />
Nell’occasione al Col.<br />
Colagrande, decorato<br />
<strong>del</strong>la Croce di<br />
Cavaliere <strong>del</strong>l’Ordine<br />
Militare d’Italia, è stata<br />
consegnata la tessera<br />
di Socio effettivo<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>.<br />
Successivamente,<br />
durante una vista programmata<br />
da<br />
ASSOARMA al<br />
6°Stormo, il Gen.<br />
Magnani ha consegnato<br />
al Col. Colagrande<br />
l’Emblema Araldico<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>.<br />
Brescia – Consegna Emblema Araldico al Comandante<br />
<strong>del</strong> 6° Stormo Col. Aurelio Colagrande<br />
FERRARA<br />
Nel bimestre la Federazione di Ferrara ci ha segnalato<br />
le seguenti cerimonie:<br />
– il Ten. Col. Avv. Giorgio Anselmi, Presidente<br />
Provinciale <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> e Presidente Onorario<br />
<strong>del</strong>l’UNUCI di Ferrara, in occasione <strong>del</strong>la celebrazione<br />
<strong>del</strong> 25 aprile, ha ricordato il grande contributo<br />
<strong>del</strong>le nostre Forze Armate, ed in particolare<br />
<strong>del</strong>l’Esercito regolare, alla guerra di Liberazione:<br />
400.000 soldati, il sacrificio di 1.816 caduti e 5.127<br />
feriti che hanno fattivamente combattuto per la<br />
libertà <strong>del</strong>l’Italia. Un attimo di commozione è soppraggiunto<br />
al momento di ricordare i fanti <strong>del</strong> 67°<br />
RGT Fanteria che il 16 dicembre <strong>del</strong> ‘43 nei pressi di<br />
Cassino con<strong>qui</strong>starono Montelungo, allora Anselmi<br />
col grado di Capitano era al comando <strong>del</strong> 2° Btg. <strong>del</strong><br />
67°;<br />
Ferrara – Festa <strong>del</strong>la Liberazione<br />
– la rievocazione <strong>del</strong>l’Operazione “Herring”, l’ultima<br />
operazione in grande stile condotta dai nostri paracadutisti<br />
negli ultimi<br />
giorni di<br />
guerra, precisamente<br />
dal 20 al<br />
23 aprile 1945, è<br />
stata rievocata a<br />
Ferrara e nelle<br />
zone <strong>del</strong>l’Emilia<br />
Romagna dove<br />
si svolse in tutta<br />
la sua complessità.<br />
Il successo<br />
<strong>del</strong>la rievocazione<br />
è stato sottolineato<br />
dalla massicciapartecipazione<br />
di pubblico<br />
e dal gran<br />
numero enti e<br />
istituzioni che<br />
Ferrara – Copertina a cura di Carlo Rambaldi per la<br />
pubblicazione rievocativa <strong>del</strong>l’Operazione Herring
28 IL NASTRO AZZURRO<br />
hanno voluto parteciparvi. L’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />
<strong>Azzurro</strong> è stato altamente rappresentato dalla partecipazione<br />
<strong>del</strong> più importante degli associati alla federazione<br />
di Ferrara, il Comandante Giorgio Zanardi,<br />
Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong>, che ha preso la<br />
parola in uno degli eventi rievocativi. Con la collaborazione<br />
<strong>del</strong> noto ideatore di effetti speciali<br />
Holliwoodiani, Carlo Rambaldi, Ferrarese di origine,<br />
è stato prodotto un bell’album celebrativo<br />
<strong>del</strong>l’Operazione Herring e <strong>del</strong>le manifestazioni<br />
odierne.<br />
– il 31 maggio 2008 è ricorso l’80° anniversario <strong>del</strong>la<br />
elezione <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> in Ente Morale, l’associazione<br />
che raccoglie i combattenti decorati di<br />
Medaglie al Valor Militare. La Federazione di<br />
Ferrara ha ricordato e celebrato l’importante ricorrenza<br />
con l’assemblea generale degli iscritti che si<br />
è tenuta alle ore 10.30 nella sede <strong>del</strong>la Casa <strong>del</strong>la<br />
Patria di Corso Giovecca 165. Nella cerimonia il<br />
Presidente, avv. Giorgio Anselmi, ha letto una<br />
breve relazione sulla storia, i compiti e le attività<br />
<strong>del</strong> Sodalizio, inoltre sono stati consegnati gli attestati<br />
di benemerenza ai seguenti decorati iscritti da<br />
oltre 40 anni: Bruno Rizzati, Onofrio Colabella,<br />
Valter Chiarini, Antonio Talmelli, Antonio Stella,<br />
Giovanni Bonazza, Luigi Vimini, Lorenzo Incerti,<br />
Armando Fantinuoli e Rino Cavalieri. Hanno partecipato<br />
all’assemblea anche il Comune di Ferrara<br />
rappresentato dall’Assessore Raffaele Atti, il<br />
Comune di Bondeno con l’Assessore Brunella<br />
Benea, la Guardia di Finanza con il Luogotenente<br />
Pasqualini e l’Aeronautica Militare con il Ten. Col.<br />
Avola;<br />
Ferrara – Cerimonia di consegna Attestati di<br />
Benemerenza<br />
– presenti il Sindaco di Ferrara con tutti i Sindaci <strong>del</strong>la<br />
costa adriatica e i marinai in congedo dei gruppi<br />
<strong>del</strong>la provincia, il Com.te Giorgio Zanardi ha commemorato<br />
a Porto Garibaldi il 10 giugno u.s., insieme<br />
al Comandante <strong>del</strong>la Capitaneria di Porto<br />
Agostino Petrillo la Festa <strong>del</strong>la Marina con un toccante<br />
discorso.<br />
LA SPEZIA<br />
Il 25 aprile 2008, presso il monumento ai Caduti sito<br />
sul Piazzale <strong>del</strong> Marinaio a La Spezia, si è svolta la<br />
Cerimonia <strong>del</strong> 63° Anniversario <strong>del</strong>la Liberazione. Il<br />
Presidente <strong>del</strong>la locale Federazione <strong>del</strong> nostro <strong>Istituto</strong>,<br />
Cav. Renzo Pedrigi, ha ricevuto, come Alfiere <strong>del</strong> Labaro<br />
provinciale scortato dal Ten. CC Antonio Trombetta, gli<br />
onori militari da parte di tutte le Forze Armate presenti.<br />
La Spezia – 63° Anniversario <strong>del</strong>la Liberazione<br />
PIACENZA<br />
Venerdi 27 giugno u.s. ha avuto luogo ad Agazzano<br />
il funerale <strong>del</strong>la Principessa Donna Luisa Gonzaga <strong>del</strong><br />
Vodice di Vescovado, vedova <strong>del</strong>la M.O.V.M. Ferrante<br />
Gonzaga <strong>del</strong> Vodice. Il Presidente <strong>del</strong>la federazione Gr.<br />
Uff. Mario Bosoni ha deposto sulla salma <strong>del</strong>la Signora il<br />
foulard <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, appositamente inviato dal<br />
Presidente Nazionale Com.te Giorgio Zanardi.<br />
PORDENONE<br />
Il 25 aprile u.s. il Labaro provinciale portato da un<br />
Alpino ed affiancato dal Presidente <strong>del</strong>la Federazione<br />
dott. Aldo Ferretti, ha partecipato alla Cerimonia <strong>del</strong>la<br />
Festa <strong>del</strong>la Liberazione tenutasi a Pordenone alla presenza<br />
di tutte le Autorità convenute davanti al Monumento<br />
ai caduti. Il Presidente Vicario <strong>del</strong>la Provincia, dott.<br />
Alessandro Cirani, ha aperto la commemorazione, sono<br />
Pordenone – Festa <strong>del</strong>la Liberazione
IL NASTRO AZZURRO 29<br />
poi intervenuti Sigfrido Cescut, in rappresentanza <strong>del</strong><br />
Presidente provinciale <strong>del</strong>l’ANPI Giuseppe Giust<br />
“Vitas”, decorato di Medaglia d’Argento al Valor<br />
Militare, e Francesco Longo <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> Provinciale per<br />
la Storia <strong>del</strong> Movimento di Liberazione. L’evento si è<br />
concluso poi al Monumento a Franco Martelli, decorato<br />
di Medaglia d’Oro al Valor Militare.<br />
ROMA<br />
Il 10 febbraio u.s., su iniziativa <strong>del</strong>la “Associazione<br />
Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia”, è stato celebrato<br />
il “Giorno <strong>del</strong> Ricordo”, in cui è stato ricordato l’esodo<br />
giuliano-dalmata e la tragedia <strong>del</strong>le foibe, culminata con<br />
l’inaugurazione <strong>del</strong> Monumento alle vittime innocenti di<br />
quegli eventi. Il Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’ANVGD, On.<br />
Lucio Toth e il Presidente <strong>del</strong> Comitato di Roma <strong>del</strong>la<br />
stessa Associazione hanno ringraziato le Autorità presenti,<br />
tra cui il Sindaco di Roma pro-tempore, On. Valter<br />
Veltroni, il Presidente <strong>del</strong>la Regione Lazio, On. Piero<br />
Marrazzo, e tutte le Associazioni Combattentistiche e<br />
d’Arma per la loro partecipazione tra cui un ringraziamento<br />
particolare è stato rivolto all’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />
<strong>Azzurro</strong> che ha visto presente il Vice Presidente<br />
Nazionale, e socio <strong>del</strong>l’ANVGD, Brig.Gen. Antonio<br />
Teja.<br />
Roma – Inaugurazione <strong>del</strong> Monumento alla memoria<br />
<strong>del</strong>le vittime <strong>del</strong>le foibe<br />
SIRACUSA<br />
Nel bimestre la Federazione di Siracusa ci ha segnalato<br />
le seguenti cerimonie:<br />
– la Federazione, di concerto con la Sezione di Lentini,<br />
ha inaugurato il nuovo anno il 27 gennaio 2008 con<br />
una Santa Messa in suffragio dei Caduti presso la<br />
chiesa <strong>del</strong>l’Immacolata di Lentini, alla presenza <strong>del</strong><br />
Sindaco Alfio Mangiameli e di rappresentanze <strong>del</strong>le<br />
FF.AA. e <strong>del</strong>le FF. OO. Al termine <strong>del</strong> rito è avvenuta<br />
la benedizione dei Labari <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> e <strong>del</strong>le bandiere<br />
<strong>del</strong>l’Ass. Naz. Autieri d’Italia, <strong>del</strong>l’Ass. Naz. Arma<br />
di Cavalleria, <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> Naz. GG. OO, intervenute<br />
alla funzione, poi consegnate al socio Mar. Magg.<br />
Luigi Buccheri, Segretario <strong>del</strong>la Federazione;<br />
Lentini (SR) Santa Messa in suffragio dei Caduti<br />
– il 9 marzo la Federazione, di concerto con la Sezione<br />
di Noto, ha fatto celebrare nel santuario diocesano<br />
Maria SS. ma Scala <strong>del</strong> Paradiso in Noto una solenne<br />
Santa Messa in memoria di Amedeo di Savoia, Viceré<br />
d’Etiopia, M.O.V.M. e di tutti i Militari italiani Caduti<br />
nelle operazioni e nelle missioni all’estero;<br />
Noto (SR) - Solenne Santa Messa in memoria di Amedeo<br />
di Savoia<br />
– il 23 aprile la Federazione e le Sezioni di Noto e<br />
Lentini sono intervenute con i rispettivi Labari, su<br />
invito <strong>del</strong>la Sezione <strong>del</strong>l’Ass. Naz. Arma di<br />
Cavalleria, alla celebrazione in onore di San Giorgio,<br />
Patrono dei Cavalieri italiani per decreto di Pio XI,<br />
presso la chiesa di San Michele di Palazzolo Acreide.<br />
TORINO<br />
Martedì 6 maggio 2008 è stato celebrato il 147°<br />
Anniversario <strong>del</strong>l’istituzione <strong>del</strong>l’Esercito Italiano con una<br />
funzione religiosa presso il Tempio Gran Madre di Dio.<br />
Successivamente, resi gli Onori ai Caduti, è stata deposta<br />
presso la Cripta <strong>del</strong> Sacrario Militare una corona d’alloro,<br />
alla presenza <strong>del</strong>le Autorità militari religiose e civili <strong>del</strong>la<br />
Città, <strong>del</strong>la Provincia e <strong>del</strong>la Regione. Con le altre<br />
Associazioni combattentistiche era presente con il Labaro<br />
e alcuni Consiglieri la Federazione Provinciale di Torino.
30 IL NASTRO AZZURRO<br />
KAPPENABZEICHEN<br />
I DISTINTIVI MILITARI AUSTRO-UNGARICI 1914-1918<br />
Alberto Lembo con la collaborazione di Siro Offelli - Museo<br />
Storico Italiano <strong>del</strong>la Guerra - Rovereto 2007 - 470 pagine,<br />
4/4 colori - 79/00<br />
Esiste un vasto settore dei<br />
materiali <strong>del</strong>la propaganda<br />
austro-ungarica nella prima<br />
guerra mondiale che i collezionisti<br />
conoscono ma che è<br />
in gran parte ignoto agli studiosi<br />
di storia <strong>del</strong>la Grande<br />
Guerra. Si tratta <strong>del</strong>le migliala<br />
di distintivi propagandistici<br />
{Kappenabzeichen) prodotti<br />
negli anni 1914-1918 che vennero<br />
comprati e portati dai civili<br />
e dai soldati.<br />
I Kappenabzeichen sono<br />
distintivi metallici, muniti nella<br />
parte posteriore di un sistema di<br />
attacco con cui potevano essere<br />
appuntati, da militari e civili, sul vestito o sull’uniforme (i<br />
militari preferibilmente sul berretto) ma non costituivano<br />
parte integrante <strong>del</strong>l’uniforme. Durante la Grande Guerra se<br />
ne vendettero un numero incalcolabile di esemplari allo<br />
scopo di finanziare l’assistenza alle vedove, agli orfani, ai<br />
profughi e agli invalidi. I distintivi da berretto ebbero anche<br />
lo scopo, attraverso l’appello alla difesa <strong>del</strong>la patria e alla<br />
fe<strong>del</strong>tà all’imperatore, di stimolare il consenso alle ragioni<br />
<strong>del</strong> conflitto, il sentimento patriottico nella popolazione<br />
civile e lo spirito di corpo in reparti spesso molto compositi<br />
sul piano linguistico. All’interno di grandi unità (gruppi<br />
d’esercito, armate, ecc.), inoltre, un distintivo poteva permettere<br />
a reparti fino a quel momento mai entrati in contatto,<br />
di riconoscersi nella nuova formazione.<br />
Negli ultimi anni questi distintivi hanno rappresentato<br />
oggetto di studio e di collezionismo, ma anche di ricerca<br />
accanita sui campi di battaglia. Diversi autori se ne sono<br />
occupati, tuttavia si sentiva l’esigenza di un’opera organica<br />
e sistematica di approccio alla materia e di classificazione<br />
accurata, secondo criteri omogenei, basata su un numero<br />
significativo di pezzi.<br />
All’interno di un numero mai calcolato, ma sicuramente<br />
valutabile in qualche migliaio, di mo<strong>del</strong>li di<br />
Kappenabzeichen prodotti durante il periodo bellico, il<br />
catalogo con più di 1.100 esemplari, illustra la collezione<br />
<strong>del</strong> Museo Storico Italiano <strong>del</strong>la Guerra di Rovereto, integrata<br />
da materiali di altre collezioni (Alberto Lembo, Mauro<br />
Assenza, Radbot d’Asburgo e altri) e rappresenta la pubblicazione<br />
più completa dedicata a questo tema.<br />
Il libro, di fatto, costituisce il più completo catalogo<br />
pubblicato finora in materia. È aperto da un saggio introduttivo<br />
di Alberto Lembo che ricostruisce le fonti normative e<br />
l’uso, descrive le tipologie e la lingua, segnala i più importanti<br />
fabbricanti e disegnatori. Il criterio ordinatore adottato<br />
per presentare i distitinvi ricalca l’ordinamento <strong>del</strong>l’Esercito<br />
austroungarico. Il volume, di pregevole fattura e di presentazione<br />
editoriale particolarmente ricca, è organizzato nei<br />
seguenti capitoli: Fanteria, Formazioni volontarie,<br />
Cavalleria, Artiglieria, Marina, Aviazione, Servizi e specialità,<br />
Grandi unità, Sovrani e comandanti, Kappenabzeichen<br />
commemorativi, Esemplari provenienti dalla collezione<br />
Asburgo-Toscana.<br />
RECENSIONI<br />
Di ogni distintivo viene presentata l’immagine e una<br />
scheda tecnica (che indica il materiale, le dimensioni e il<br />
peso, il sistema di attacco, il produttore, il fabbricante, il<br />
disegnatore e il marchio), una descrizione araldica, la datazione<br />
<strong>del</strong> distintivo e i riferimenti storici, la proprietà dei<br />
distintivi.<br />
In appendice vengono riprodotti l’Ordine di battaglia<br />
<strong>del</strong>le forze armate austro-ungariche al 15 ottobre 1918 e un<br />
amplissimo elenco di abbreviazioni ufficiali in uso<br />
nell’Impero austro-ungarico.<br />
La pubblicazione <strong>del</strong> volume va a coprire un vuoto nel<br />
settore <strong>del</strong> collezionismo dei cosiddetti “militaria” e diverrà<br />
certamente in breve tempo il testo di riferimento per studiosi<br />
e amanti <strong>del</strong>la materia.<br />
Camillo Zadra<br />
IL CIPPO DI PRATORSI<br />
Di Bruno D’Orazio - Padova - <strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> -<br />
2007 Pag. 72 cm. 24x17 -Euro 12,00<br />
Un Cippo con base e croce<br />
di marmo bianco di circa 2<br />
metri di altezza, isolato ed<br />
abbandonato in un bosco di<br />
montagna, in località “Pratorsi”<br />
di San Marcello Pistoiese, raggiungibile<br />
per mezzo di un sentiero,<br />
ricorda il luogo <strong>del</strong> martirio<br />
di un e<strong>qui</strong>paggio <strong>del</strong> 41°<br />
Gruppo aerosiluranti dove il 15<br />
giugno 1943 si schiantò con il<br />
velivolo S.79 bis poco dopo il<br />
decollo dall’aeroporto militare<br />
di Siena-Ampugnano in volo<br />
per missione di guerra.<br />
I pochi resti bruciati degli<br />
aviatori, tutti pluridecorati al<br />
valor militare, e di un tecnico<br />
<strong>del</strong>le officine Reggiane, costruttori <strong>del</strong> velivolo, furono<br />
tumulati in un loculo nel cimitero <strong>del</strong>la Misericordia di<br />
Pistola, costretti per motivi che non si conoscono ad essere<br />
dimenticati. L’inesistenza negli archivi <strong>del</strong>lo Stato Maggiore<br />
Aeronautica di notizie, di alcuna traccia di atti militari che<br />
confermino la natura di quella tragica missione di guerra e<br />
l’omissione in tutti i libri di storia <strong>del</strong>l’Aeronautica Militare<br />
in circolazione, hanno spinto dopo 60 anni il nostro socio,<br />
autore <strong>del</strong> libro in titolo, fratello di Marzio, specialista di<br />
volo, uno dei membri <strong>del</strong>l’e<strong>qui</strong>paggio, a ricostruire e raccontare,<br />
dopo lunghe ed accurate ricerche ed attraverso<br />
documenti <strong>del</strong> fratello e testimonianze di aviatori sopravvissuti<br />
dei reparti aerosiluranti, il tragico avvenimento.<br />
L’opera illustrata da fotografie inedite <strong>del</strong>l’epoca <strong>del</strong> 41°<br />
Gruppo e contenente tra l’altro le biografie dei protagonisti<br />
<strong>del</strong>la vicenda e di alcuni dei comandanti, è stata selezionata<br />
e classificata al 26° posto <strong>del</strong>la graduatoria <strong>del</strong>le ammesse<br />
al concorso <strong>del</strong> premio letterario aerospaziale bandito<br />
dall’Associazione Arma Aeronautica per l’anno 2007, sesta<br />
edizione, la cui cerimonia conclusiva si è svolta ad Ac<strong>qui</strong><br />
Terme (AL) il 23 settembre 2007.<br />
Il volume si può richiedere mediante versamento <strong>del</strong>l’importo<br />
di euro 12,00 sul c/c postale n. 11750353 intestato<br />
a Gorra Maria Elisa in D’Orazio - Via Ammannati 7,<br />
35132 Padova - Tel. 049/613818.<br />
Bruno D’Orazio
IL NASTRO AZZURRO 31<br />
- Federazione Provinciale di MANTOVA € 150,00<br />
- Federazione Provinciale di GENOVA € 100,00<br />
- Gen. Michele BLASI - Potenza € 100,00<br />
- Dott. Sandro AMBROSELLI – Venafro (IS) – “in memoria dei miei eroici genitori Antonio e Mafalda” € 50,00<br />
- Sig.ra Letiza Paola BOTTAZZI – Rovigo – “in memoria di Bruno ed Aida Bottazzi” € 50,00<br />
- Sig.ra Ines CASAGRANDE – Scorzè (VE) € 50,00<br />
- Sigg. Patrizia e Paolo PERRONI - Roma € 50,00<br />
- Dott. Comm. Giuseppe REINA - Como € 50,00<br />
- Dott. Alberto RISSONE - Roma € 50,00<br />
- Dott. Comm. Michele STANCAMPIANO – Sezione Banca d’Italia - Roma € 50,00<br />
- Sig.ra Franca TEJA – Roma – “ricordando mio marito Salvatore Teja” € 50,00<br />
- <strong>Azzurro</strong> Vincenzo ARNO’ - Lussemburgo € 40,00<br />
- Sig.re Pina e Rosetta SOLE - Australia<br />
- Sig.ra Maria Luisa PETRUCCI – Roma – “in memoria di mio marito Dr. Cesare Savini (M.B.V.M.),<br />
€ 40,00<br />
Capitano <strong>del</strong> 1° Rgt. Granatieri di Sardegna”<br />
€ 35,00<br />
- Federazione Provinciale di CUNEO – SEZIONE DI SAVIGLIANO € 30,00<br />
- <strong>Azzurro</strong> Mario CORBELLINI – Delebio (SO) € 30,00<br />
- Sig.ra Giuseppina MARTINELLI – Suna (VB) € 30,00<br />
- Sig.ra Alma MUNARETTI CAIRONE - Padova € 30,00<br />
- Sig. Pietro PISTOLESE - Genova € 30,00<br />
- Gen. Giuseppe GENOVESE - Trapani € 27,00<br />
- Accademia Navale di LIVORNO € 25,00<br />
- Sig. Vincenzo CANNAVALE - Genova € 25,00<br />
- Sig. Luigi ZANIN – Galliate (NO) € 25,00<br />
- Sig.ra Jolanda ZANOLLI - Verona € 25,00<br />
- Dott. Renzo AMBROSELLI – Dragoni (CE)<br />
- Sig. Giuseppe AVARO – Guidonia Montecelio (RM) – “in ricordo dei combattenti <strong>del</strong> C.S.I.R. ed<br />
€ 20,00<br />
A.R.M.I.R. Caduti nelle lontane steppe russe compiendo il loro dovere di soldati vero la Patria”<br />
€ 20,00<br />
- Sig. Pasquale CAMPESTRI – Casacalenda (CB) € 20,00<br />
- Sig. Massimo CASSANO - Napoli € 20,00<br />
- Sig.ra Silla CASTELLI STABELLINI - Ferrara € 20,00<br />
- Dott. Salvatore COMIS - Catania € 20,00<br />
- Sig. Gian Piero DAGLIO – Sindaco <strong>del</strong> Comune di Cantalupo Ligure (AL) € 20,00<br />
- Dott. Giorgio DALL’ACQUA € 20,00<br />
- T.Col.A.M. Cav. Goffredo DANIELE – Guidonia (RM) € 20,00<br />
- Sig.ra Maria Luisa FILOSA FAZIO - Como € 20,00<br />
- Sig.ra Alda GASPERINI ALASSIO – Alessandria € 20,00<br />
- Sig. Emilio GUBERT – Dobbiaco (BZ) € 20,00<br />
- Sig.ra Vincenza MAIORANA – Castelbuono (PA) € 20,00<br />
- Gen.Div. Mario MARIOLI e Sig.ra Antonella CERRI GAMBARELLI – Vittorio Veneto (TV) € 20,00<br />
- Prof.ssa Angela Pia MONGILARDI – Valle San Nicola (BI) € 20,00<br />
- Sig.ra Maddalena OLIVIERI – Albenga (SV) € 20,00<br />
- Avv. Salvatore PICCIONE - Treviso € 20,00<br />
- Sig.ra Alice PONTELLI EUSTACCHIO – San Daniele <strong>del</strong> Friuli (UD)<br />
- Sig.ra Antonietta SAVINI – Roma – “in memoria di mio fratello M.O.V.M. Ten.art. Mario SAVINI<br />
€ 20,00<br />
(M.A.V.M., C.G.V.M.)”<br />
€ 20,00<br />
- Sig. Nicola SINOPOLI - Ragusa € 20,00<br />
- Sig. Mario SIRACUSA – Mazara <strong>del</strong> Vallo (TP) € 20,00<br />
- Sig. Giovanni SPERNANZONI – Ciampino (RM) € 20,00<br />
- Sig. Italo RUSSO – Verzino (KR) €<br />
14,00<br />
La Presidenza Nazionale e la Direzione de ‘Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” ringraziano<br />
per la generosità dei contributi versati.
1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse: € 7<br />
2) Distintivi dorati: piccoli: € 3, medi: € 3,50 grandi: €<br />
4<br />
3-4) Portachiavi: smaltato: € 7,50, metallo: € 3,50<br />
5-6) Crest: piccolo: € 20 grande: € 25<br />
7) Labaretto: € 10<br />
8) Emblema Araldico: € 20<br />
9) Fermacarte in onice: € 9,50<br />
10) Posacenere: € 9<br />
11) Attestato di Benemerenza: € 20<br />
12) Orologio: € 30<br />
13) Cravatta: lana: € 12 seta: € 15<br />
14) Foulards in seta: € 28<br />
15) Cartolina: € 0,30, cartoncino doppio: € 0,50, busta:<br />
€ 0,10<br />
16) Mug.: € 7,00<br />
Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza<br />
Nazionale <strong>del</strong>l’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico <strong>del</strong>le Federazioni ed aggiunte al costo <strong>del</strong> materiale.