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camminare insieme - Diocesi Altamura - Gravina - Acquaviva delle ...

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Nuova Serie • Anno X 2004<br />

CAMMINARE INSIEME<br />

RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI DI ALTAMURA • GRAVINA • ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />

UFFICIALE PER GLI ATTI DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />

Nuova Serie • Anno X 2004


RIVISTA TRIMESTRALE DELLA DIOCESI<br />

DI ALTAMURA • GRAVINA<br />

ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />

UFFICIALE PER GLI ATTI<br />

DEL VESCOVO E DELLA CURIA<br />

Nuova Serie • Anno X • 2004


CAMMINARE INSIEME<br />

Rivista della <strong>Diocesi</strong><br />

di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

ufficiale per gli atti del Vescovo e della Curia<br />

Nuova Serie - Anno X - 2004<br />

Registrazione Tribunale di Bari n. 1384 del 06.08.1998<br />

Direttore Responsabile: Sac. Luigi Dimarno<br />

Redazione: Segreteria della Curia Diocesana<br />

Ufficio comunicazioni sociali<br />

Amministrazione:<br />

Curia Diocesana di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Arco Duomo, 1 – 70022 <strong>Altamura</strong> (BA)<br />

Tel. e Fax 080/3117024 – e-mail: curiadiocesana@libero.it<br />

Impianti e Stampa:<br />

Grafiche Grilli srl<br />

Via Manfredonia Km 2.200 – 71100 Foggia<br />

Tel. 0881/568034-568040 – Fax 0881/755525


Santa Sede


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - campanili.


N. 553.172<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

SEGRETERIA DI STATO<br />

__________<br />

sezione<br />

per gli affari generali<br />

Dal Vaticano, 27 gennaio 2004<br />

è regolarmente pervenuta alla Segreteria di Stato la somma di €<br />

4.800,00, raccolta lo scorso anno nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti in occasione della Giornata per la Carità del Papa.<br />

Sua Santità Giovanni Paolo II desidera ringraziare l’Eccellenza<br />

Vostra e gli oblatori per questa generosa partecipazione alle Sue sollecitudini<br />

pastorali, e, mentre volentieri assicura di ricordare al Signore<br />

codesta cara comunità ecclesiale, di cuore a tutti imparte l’Apostolica<br />

Benedizione, pegno di copiosi doni di luce, di gioia e di pace.<br />

Profitto della circostanza per porgerLe un saluto cordiale, confermandomi<br />

con sensi di distinto ossequio<br />

_________________________<br />

A Sua Eccellenza Rev.ma<br />

Mons. Mario PACIELLO<br />

Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Curia Vescovile<br />

70022 ALTAMURA BA<br />

dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />

dev.mo nel Signore<br />

✠ A. Card. Sodano<br />

Segretario di Stato


CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO<br />

E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI<br />

Istruzione<br />

Redemptionis sacramentum<br />

su alcune cose che si devono osservare ed evitare<br />

circa la Santissima Eucaristia<br />

Si riporta di seguito il testo della presentazione alla Sala Stampa della<br />

Santa Sede, fatta il 23 aprile 2004 da S.E. il Card. Francis Arinze,<br />

Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />

da S.E. Mons. Angelo Amato, Segretario della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede, e da S.E. Mons. Domenico Sorrentino,<br />

Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei<br />

Sacramenti.<br />

1. Origine di questa Istruzione<br />

Intervento<br />

del Card. Francis Arinze<br />

È utile ricordare l’origine di questa Istruzione. Il 17 aprile 2003,<br />

Giovedì Santo, nel corso della celebrazione solenne dell’Ultima Cena<br />

nella Basilica di San Pietro, il Santo Padre firmò e diede alla Chiesa la<br />

sua quattordicesima lettera enciclica Ecclesia de Eucharistia.<br />

In questo bel documento, il Papa Giovanni Paolo II dichiara, tra l’altro,<br />

che la Santa Eucaristia “si pone al centro della vita ecclesiale” (n.<br />

3), “essa unisce il cielo e la terra. Comprende e pervade tutto il creato”<br />

(n. 8). “Essa è quanto di più prezioso la Chiesa possa avere nel suo<br />

cammino nella storia” (n. 9).<br />

Fa notare, allo stesso tempo, che dopo il Concilio Vaticano II, degli<br />

elementi positivi e negativi si sono sviluppati nella celebrazione del<br />

culto (n. 10) e che gli abusi sono stati un motivo di sofferenza per molti.<br />

Considera dunque suo dovere lanciare un “caldo appello perché, nella<br />

Celebrazione eucaristica, le norme liturgiche siano osservate con grande<br />

fedeltà” (n. 52). Aggiunge: “Proprio per rafforzare questo senso pro-


fondo <strong>delle</strong> norme liturgiche, ho chiesto ai Dicasteri competenti della<br />

Curia Romana di preparare un documento più specifico, con richiami<br />

anche di carattere giuridico, su questo tema di grande importanza. A<br />

nessuno è concesso di sottovalutare il Mistero affidato alle nostre mani:<br />

esso è troppo grande perché qualcuno possa permettersi di trattarlo<br />

con arbitrio personale, che non rispetterebbe il suo carattere sacro e la<br />

dimensione universale” (n. 52).<br />

Ecco dunque l’origine di questa Istruzione che la Congregazione per<br />

il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti offre adesso alla Chiesa<br />

latina, in stretta collaborazione con la Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede.<br />

2. Senso <strong>delle</strong> norme liturgiche<br />

Ci si potrebbe porre la domanda sul senso <strong>delle</strong> norme liturgiche.<br />

La creatività, la spontaneità, la libertà dei figli di Dio, un buon senso<br />

ordinario non è sufficiente? Perché il culto di Dio dovrebbe essere regolamentato<br />

per mezzo di rubriche e norme? Non basta insegnare semplicemente<br />

al popolo la bellezza e la natura elevata della liturgia?<br />

Le norme liturgiche sono necessarie perché “il culto pubblico integrale<br />

viene esercitato dal Corpo Mistico di Gesù Cristo, cioè dal Capo<br />

e dalle sue membra. Di conseguenza, ogni celebrazione liturgica, in<br />

quanto opera di Cristo sacerdote e del suo Corpo che è la Chiesa, è<br />

azione sacra per eccellenza” (Sacrosanctum Concilium, n. 7). L’apice<br />

della liturgia è la celebrazione eucaristica. Nessuno dovrebbe stupirsi<br />

se, nel corso dei tempi, la santa Chiesa la nostra Madre ha sviluppato<br />

<strong>delle</strong> parole, <strong>delle</strong> azioni, e dunque <strong>delle</strong> direttive, rispetto a questo<br />

atto supremo del culto. Le norme eucaristiche sono state elaborate per<br />

esprimere e tutelare il mistero eucaristico e, di più, per manifestare che<br />

è la Chiesa che celebra questo augusto sacrificio e questo sacramento.<br />

Come dice Giovanni Paolo II, le norme liturgiche “sono un’espressione<br />

concreta dell’autentica ecclesialità dell’Eucaristia; questo è il loro<br />

senso più profondo. La liturgia non è mai proprietà privata di qualcuno,<br />

né del celebrante, né della comunità nella quale si celebrano i<br />

Misteri” (Ecclesia de Eucharistia, 52).<br />

Segue che “il sacerdote che celebra fedelmente la Messa secondo le<br />

norme liturgiche e la comunità che a questa si conforma dimostrano, in<br />

un modo silenzioso ma eloquente, il loro amore per la Chiesa” (ibid.).


È evidente che una conformità esterna non basta. La partecipazione<br />

all’eucaristia esige la fede, la speranza e la carità, che si manifestano<br />

anche mediante degli atti di solidarietà con quelli che sono nel bisogno.<br />

Questa dimensione è sottolineata all’articolo 5 dell’Istruzione: Una osservanza<br />

puramente esteriore <strong>delle</strong> norme, come è evidente, contrasterebbe<br />

con l’essenza della sacra Liturgia, nella quale Cristo Signore<br />

vuole radunare la sua Chiesa, perché sia, con Lui, «un solo corpo e un<br />

solo spirito». L’atto esterno deve essere, pertanto, illuminato dalla fede<br />

e dalla carità che ci uniscono a Cristo e gli uni agli altri, e generano l’<br />

“amore per i poveri e gli afflitti”.<br />

3. È importante prestare attenzione agli abusi?<br />

Legata a quanto precede c’è una tentazione alla quale si deve resistere:<br />

cioè, quella di pensare che sia una perdita di tempo prestare attenzione<br />

agli abusi liturgici. Si è scritto che gli abusi sono sempre esistiti<br />

e che esisteranno sempre; dunque, dovremmo piuttosto preoccuparci di<br />

formazione e di celebrazioni liturgiche positive.<br />

Questa obiezione, parzialmente vera, può indurci in errore. Gli abusi<br />

a proposito della Santa Eucaristia non hanno tutti lo stesso peso. Alcuni<br />

minacciano di rendere il sacramento invalido. Altri manifestano una<br />

mancanza di fede eucaristica. Altri contribuiscono ancora a seminare<br />

confusione tra il popolo di Dio e tendono a dissacrare le celebrazioni<br />

eucaristiche. Gli abusi non sono da prendersi alla leggera.<br />

Certamente, tutti i membri della Chiesa hanno bisogno di una formazione<br />

liturgica. Secondo il Concilio Vaticano II è assolutamente necessario<br />

dare il primo posto alla formazione liturgica del clero (Sacrosanctum<br />

Concilium 14). Ma è anche vero che ci sono “nell’uno o nell’altro<br />

contesto ecclesiale, abusi che contribuiscono ad oscurare la retta fede<br />

e la dottrina cattolica su questo mirabile Sacramento (Ecclesia de Eucharistia<br />

10). “Gli abusi non di rado si radicano in un falso concetto di<br />

libertà” (Istruzione 7). “Atti arbitrari, infatti, non giovano a un effettivo<br />

rinnovamento” (Istruzione, 11), sperato dal Concilio Vaticano II. “Tali<br />

abusi non hanno nulla a che vedere con l’autentico spirito del Concilio<br />

e vanno corretti dai Pastori con un atteggiamento di prudente fermezza”<br />

(Giovanni Paolo II, 40° anniversario della Costituzione conciliare<br />

sulla Liturgia - Lettera apostolica Spiritus et sponsa 15).


Come dice l’Istruzione: “A quelli che modificano i testi liturgici di<br />

propria autorità, è importante far notare che la sacra Liturgia, infatti, è<br />

intimamente collegata con i principi della dottrina, e l’uso di testi e riti<br />

non approvati comporta, di conseguenza, che si affievolisca o si perda<br />

il nesso necessario tra la lex orandi e la lex credendi” (Istruzione, 10).<br />

4. Sguardo generale sull’Istruzione<br />

L’Istruzione comporta un’introduzione, otto capitoli ed una conclusione.<br />

Il primo capitolo sulla regolamentazione della sacra Liturgia parla<br />

del ruolo della Sede apostolica, del Vescovo diocesano, della Conferenza<br />

episcopale, dei sacerdoti e dei diaconi. Attiro l’attenzione sul ruolo<br />

del Vescovo diocesano. È il grande sacerdote del suo gregge. Dirige,<br />

incoraggia, promuove ed organizza. Vigila sulla musica e l’arte sacra.<br />

Stabilisce le commissioni necessarie per la liturgia, la musica e l’arte sacra<br />

(cf. Istruzione, 22, 25). Cerca dei rimedi agli abusi: in questo caso, è<br />

a lui o ai suoi collaboratori che bisognerebbe ricorrere in prima istanza,<br />

piuttosto che alla Sede Apostolica (cf. Istruzione 176-182, 184).<br />

I sacerdoti, come i diaconi, hanno promesso solennemente di esercitare<br />

il loro ministero con fedeltà. Si aspetta dunque che la loro vita sia<br />

in accordo con le loro sacre responsabilità.<br />

Il secondo capitolo mette a fuoco la partecipazione dei fedeli laici<br />

alla celebrazione dell’Eucaristia. Il Battesimo è il fondamento del loro<br />

sacerdozio comune (cf. Istruzione 36, 37). Il sacerdote ordinato è sempre<br />

indispensabile ad una comunità cristiana ed i ruoli dei sacerdoti e<br />

dei fedeli laici non dovrebbero essere confusi (cf. Istruzione, 42, 45).<br />

I laici hanno il loro ruolo specifico. Secondo l’Istruzione, ciò non vuol<br />

dire che tutti debbano fare qualche cosa ad ogni momento. Si tratta<br />

piuttosto di lasciarsi coinvolgere pienamente in questo grande privilegio,<br />

dono di Dio che è la chiamata a partecipare alla liturgia, con cuore<br />

e mente e con tutta la vita, e per mezzo di essa di ricevere la grazia di<br />

Dio. È importante comprendere bene ciò e non supporre che l’Istruzione<br />

abbia pregiudizi contro i laici.<br />

I capitoli 3, 4 e 5 provano a rispondere ad alcune domande presentate<br />

ogni tanto. Affrontano alcuni abusi riconosciuti durante la celebrazione<br />

della Messa, il discernimento di chi può e chi non può comunicarsi, la<br />

cura necessaria per ricevere la comunione sotto le due specie, <strong>delle</strong> do-


10<br />

mande concernenti i paramenti ed i vasi sacri, la posizione richiesta per<br />

ricevere la Santa Comunione e altre domande dello stesso genere.<br />

Il capitolo 6 tratta la devozione alla Santa Eucaristia fuori dalla Messa.<br />

Inoltre del rispetto dovuto al tabernacolo e di pratiche come le visite<br />

al Santissimo Sacramento, le cappelle di adorazione perpetua, le<br />

processioni ed i congressi eucaristici (cf. Istruzione 130, 135-136, 140,<br />

142-145).<br />

Il capitolo 7 tratta degli uffici straordinari affidati ai laici, per esempio,<br />

ai ministri straordinari della Santa Comunione, ai responsabili o<br />

animatori di preghiere nell’assenza di un sacerdote (cf. Istruzione 147-<br />

169). Questi ruoli sono da considerarsi distintamente rispetto a ciò che<br />

si dice nel capitolo 2 dell’Istruzione, dove si tratta della partecipazione<br />

ordinaria dei laici alla liturgia ed in particolare all’Eucaristia. Qui si<br />

tratta di ciò che i laici sono chiamati a compiere quando manca un numero<br />

sufficiente di sacerdoti o anche di diaconi. In questi ultimi anni la<br />

Santa Sede ha prestato un’attenzione considerevole a tale questione, e<br />

questa Istruzione si muove nella stessa linea, aggiungendo altre considerazioni<br />

per circostanze particolari.<br />

L’ultimo capitolo tratta di rimedi canonici nei confronti degli abusi<br />

contro la Santa Eucaristia. A lungo termine, il rimedio principale si trova<br />

in una formazione ed un’istruzione adeguata ed in una fede solida.<br />

Ma quando ci sono degli abusi, la Chiesa ha il dovere di affrontarli con<br />

chiarezza e carità.<br />

5. Conclusione<br />

Considerando l’articolo di fede secondo cui la Messa è una ri-presentazione<br />

sacramentale del Sacrificio della Croce (cf. Concilio di Trento:<br />

DS 1710), e che “nel santissimo sacramento dell’Eucaristia è contenuto<br />

veramente, realmente, sostanzialmente il corpo ed il sangue di nostro<br />

Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità, e, quindi, il Cristo tutto<br />

intero” (Concilio di Trento: DS 1651; cf. CCC 1374), è chiaro che<br />

le norme liturgiche concernenti la Santa Eucaristia meritano la nostra<br />

attenzione. Non si tratta di meticolose rubriche dettate da spiriti legalisti.<br />

“La santa Eucaristia contiene tutto il tesoro spirituale della Chiesa,<br />

cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e nostro pane vivo” (Presbyterorum<br />

Ordinis, 5). I sacerdoti ed i Vescovi sono ordinati innanzitutto per


celebrare il sacrificio eucaristico e dare il Corpo ed il Sangue di Cristo<br />

ai fedeli. I diaconi, e, al loro modo, gli accoliti, altri ministri, i lettori,<br />

i cori, e i laici avendo ricevuto una missione particolare sono chiamati<br />

tutti ad offrire il loro aiuto per le differenti funzioni ed a riempire i loro<br />

diversi ministeri con fede e devozione.<br />

L’Istruzione dunque si conclude dicendo che la Congregazione per<br />

il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti “si augura che anche<br />

mediante l’attenta applicazione di quanto richiamato alla mente nella<br />

presente Istruzione, l’umana fragilità intralci in misura minore l’azione<br />

del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, e rimossa ogni irregolarità,<br />

bandito ogni uso riprovato, per intercessione della Beata Vergine Maria,<br />

«donna eucaristica», la presenza salvifica di Cristo nel Sacramento<br />

del suo Corpo e del suo Sangue risplenda su tutti gli uomini” (Istruzione<br />

185).<br />

* * *<br />

Intervento<br />

di S.E. Mons. Angelo Amato<br />

1. Armonia tra la lex orandi e la lex credendi<br />

Da un punto di vista dottrinale, l’Istruzione si pone in continuità con<br />

l’enciclica Ecclesia de Eucharistia (RS n. 2) 1 . Nell’enciclica il Santo<br />

Padre, oltre a consegnarci con autorevolezza una lezione di altissimo<br />

magistero sull’Eucaristia, come mistero della fede, che nutre ed edifica<br />

continuamente la Chiesa nella storia, non manca di segnalare più volte<br />

le ombre e gli abusi che oscurano la retta fede e la dottrina cattolica su<br />

questo sacramento (EE n. 10; RS n. 6).<br />

Una attuazione arbitraria della Liturgia non solo deforma la celebrazione,<br />

ma provoca insicurezza dottrinale, perplessità e scandalo nel popolo<br />

di Dio (RS n. 11). In realtà gli abusi, più che espressione di libertà,<br />

manifestano, invece, una conoscenza superficiale o anche ignoranza<br />

della grande tradizione biblica ed ecclesiale relativa all’Eucaristia.<br />

1 Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Ecclesia de Eucharistia, 17 aprile 2003 (sigla: EE);<br />

Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione<br />

Redemptionis Sacramentum, 25 marzo 2004 (sigla: RS).<br />

11


12<br />

L’Istruzione, invece, intende promuovere la vera libertà, che è quella di<br />

fare ciò che è degno e giusto nella celebrazione di questo Sacramento.<br />

Essendo l’azione liturgica intrinsecamente collegata con la dottrina,<br />

l’uso di testi e riti non approvati comporta inevitabilmente l’affievolimento<br />

e poi la perdita del legame necessario tra la lex orandi e la lex<br />

credendi, secondo l’antica espressione dell’Indiculus: «Legem credendi<br />

lex statuat supplicandi» («La regola del pregare stabilisca la maniera<br />

del credere») 2 .<br />

Per questo intrinseco legame tra professione e celebrazione della<br />

fede, i fedeli hanno il diritto di esigere dai pastori «che si celebri per<br />

essi in modo integro il sacrificio della Santa Messa, in piena conformità<br />

con la dottrina del Magistero della Chiesa» (RS n. 12).<br />

Infine, è forse utile ricordare qui che nel 1996, la Congregazione per<br />

le Chiese Orientali pubblicò una Istruzione simile, molto bene accolta<br />

del resto, sull’applicazione <strong>delle</strong> prescrizioni liturgiche del Codice dei<br />

Canoni <strong>delle</strong> Chiese Orientali, intesa a tutelare il valore inalienabile<br />

del patrimonio proprio della tradizione orientale e l’urgenza di una sua<br />

fioritura 3 .<br />

2. L’autentica ecclesialità dell’Eucaristia<br />

Nell’enciclica Ecclesia de Eucharistia il Santo Padre aveva affermato:<br />

«Sento [...] il dovere di fare un caldo appello perché, nella Celebrazione<br />

eucaristica, le norme liturgiche siano osservate con grande fedeltà.<br />

Esse sono un’espressione concreta dell’autentica ecclesialità dell’Eucaristia;<br />

questo è il loro senso più profondo. La liturgia non è mai<br />

proprietà privata di qualcuno, né del celebrante né della comunità nella<br />

quale si celebrano i Misteri [...]. Anche nei nostri tempi, l’obbedienza<br />

alle norme liturgiche dovrebbe essere riscoperta e valorizzata come riflesso<br />

e testimonianza della Chiesa una e universale, resa presente in<br />

ogni celebrazione dell’Eucaristia. Il sacerdote che celebra fedelmente<br />

la Messa secondo le norme liturgiche e la comunità che a queste si<br />

2 Indiculus, cap. 8: Denz. n. 246 [ex n. 139]. Cf. anche Prospero di Aquitania, De<br />

vocatione omnium gentium, 1, 12: PL 51, 664C.<br />

3 Congregazione per le Chiese Orientali, Istruzione Il Padre incomprensibile<br />

per l’applicazione <strong>delle</strong> prescrizioni liturgiche del Codice dei Canoni <strong>delle</strong> Chiese<br />

Orientali, 6 gennaio 1996.


conforma dimostrano, in un modo silenzioso ma eloquente, il loro amore<br />

per la Chiesa [...]. A nessuno è concesso di sottovalutare il Mistero<br />

affidato alle nostre mani: esso è troppo grande perché qualcuno possa<br />

permettersi di trattarlo con arbitrio personale, che non ne rispetterebbe<br />

il carattere sacro e la dimensione universale» (EE n. 52).<br />

In queste affermazioni è riassunto al meglio il significato dottrinale<br />

della presente Istruzione: le norme liturgiche sono espressione concreta<br />

dell’ecclesialità dell’Eucaristia.<br />

L’unicità e indivisibilità del Corpo eucaristico del Signore implica<br />

l’unicità del suo Corpo mistico, che è la Chiesa una ed indivisibile:<br />

«Dal centro eucaristico sorge la necessaria apertura di ogni comunità<br />

celebrante, di ogni Chiesa particolare: dal lasciarsi attirare nelle braccia<br />

aperte del Signore consegue l’inserimento nel suo Corpo, unico ed indiviso.<br />

Anche per questo, l’esistenza del ministero Petrino, fondamento<br />

dell’unità dell’Episcopato e della Chiesa universale, è in corrispondenza<br />

profonda con l’indole eucaristica della Chiesa» 4 .<br />

L’ecclesialità dell’Eucaristia non è qualcosa che esiste solo a livello<br />

ideale, essa richiede anche un’espressione concreta nella vita di ogni<br />

comunità orante. È proprio questa “corrispondenza” fra il ministero Petrino<br />

e l’indole eucaristica della Chiesa che esige la sollecitudine del<br />

Santo Padre nei confronti sia della dottrina sia del modo concreto con<br />

cui questo mistero è celebrato nella Chiesa.<br />

Così come esiste reciprocità fra l’autentica ecclesialità dell’Eucaristia<br />

e le norme liturgiche, così c’è reciprocità fra idee erronee sull’Eucaristia<br />

e disobbedienza alle norme liturgiche. Per fare solo un esempio:<br />

in alcune nazioni del mondo si è verificato l’abuso secondo il quale<br />

il sacerdote celebrante (o i sacerdoti concelebranti) distribuiscono la<br />

Santa Comunione ai fedeli prima di comunicarsi. Come giustificazione<br />

di questa prassi (che viene vietata nel numero 97 dell’Istruzione) si è<br />

offerta la spiegazione che quando uno invita gli ospiti a casa sua, gli<br />

ospiti devono mangiare prima del padrone di casa! Ma è proprio vero<br />

che la Chiesa è la casa solo del sacerdote e che i fedeli laici siano sono<br />

degli ospiti?<br />

4 Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera Communionis Notio su<br />

alcuni aspetti della Chiesa come comunione, 28 maggio 1992, n. 11.<br />

13


14<br />

3. La recezione dell’Istruzione come evento ecclesiale<br />

Una conseguenza concreta dell’ecclesialità dell’Eucaristia è anche la<br />

recezione di questa Istruzione. In genere, tre sembrano essere le difficoltà<br />

maggiori per una corretta accoglienza dei documenti e per la loro<br />

carente assimilazione: il loro numero, la loro ampiezza, il problema<br />

della comunicazione massmediale.<br />

Per quanto riguarda il numero esso risponde ai molti eventi e alle innumerevoli<br />

domande di luce avanzate al magistero da parte del popolo<br />

di Dio. Inoltre, il numero può rivelarsi anche occasione e strumento di<br />

formazione permanente sia del clero sia dei fedeli laici.<br />

Per quanto riguarda l’ampiezza – e in concreto l’ampiezza della presente<br />

Istruzione – essa è abbastanza estesa, perché in realtà le norme da<br />

ribadire e gli abusi da evitare sono numerosissimi.<br />

Per quanto riguarda la comunicazione, il Santo Padre alla plenaria<br />

della Congregazione per la Dottrina della fede nel febbraio scorso ha<br />

offerto <strong>delle</strong> importanti indicazioni al riguardo: «Un tema già altre volte<br />

richiamato è quello della recezione dei documenti magisteriali da parte<br />

dei fedeli cattolici, spesso disorientati più che informati dalle immediate<br />

reazioni e interpretazioni dei mezzi di comunicazione sociale. In<br />

realtà, la recezione di un documento, più che un fatto mediatico, deve<br />

essere visto soprattutto come un evento ecclesiale di accoglienza del<br />

magistero nella comunione e nella condivisione più cordiale della dottrina<br />

della Chiesa. Si tratta, infatti, di una parola autorevole che fa luce<br />

su una verità di fede o su alcuni aspetti della dottrina cattolica contestati<br />

o travisati da particolari correnti di pensiero e di azione. Ed è proprio in<br />

questa sua valenza dottrinale che risiede il carattere altamente pastorale<br />

del documento, la cui accoglienza diventa quindi occasione propizia di<br />

formazione, di catechesi e di evangelizzazione» 5 .<br />

L’accoglienza quindi dell’Istruzione non deve fermarsi quindi alla<br />

notizia immediata che comunica e informa, ma deve diventare evento<br />

ecclesiale di comunione e di formazione.<br />

I Vescovi, i sacerdoti, i fedeli laici non dovrebbero quindi soffermarsi<br />

su opinioni immediate “in prima battuta”. Dovrebbero avere la<br />

5 Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti alla Sessione Plenaria della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede, 6 febbraio 2004, n. 4.


pazienza e il tempo di leggere, di assimilare e di vivere in profondità i<br />

contenuti dell’Istruzione.<br />

L’Istruzione, insomma, dovrebbe suscitare nella Chiesa sana curiosità<br />

e generosa accoglienza, per contemplare con rinnovato stupore<br />

questo grande mistero della nostra fede e incentivare comportamenti e<br />

atteggiamenti eucaristici appropriati.<br />

* * *<br />

Intervento<br />

di S.E. Mons. Domenico Sorrentino<br />

Desidero offrire alcune chiavi di lettura dell’Istruzione Redemptionis<br />

Sacramentum perché se ne possa cogliere soprattutto l’afflato spirituale<br />

che la anima.<br />

L’Istruzione, come essa stessa ricorda al n. 2, dipende dall’Enciclica<br />

Ecclesia de Eucharistia e ne porta l’ispirazione di fondo. Il fatto che<br />

abbia lo stile proprio di un discorso a valenza anche disciplinare, non<br />

toglie che il suo cuore pulsante sia un cuore “contemplativo”. È un<br />

Documento che, a modo suo, risponde all’urgenza additata dal Papa<br />

nella Lettera Apostolica Spiritus et Sponsa, ossia l’esigenza di una “spiritualità<br />

liturgica” (Spiritus et Sponsa n. 16). È significativo leggere la<br />

presente Istruzione anche alla luce di questo recente pronunciamento<br />

papale, che ripropone con forza l’attualità della Sacrosanctum Concilium,<br />

la Costituzione Conciliare sulla Sacra Liturgia, di cui abbiamo<br />

appena celebrato il XL anniversario.<br />

Sotto il profilo contenutistico, l’Istruzione non fa che ribadire la normativa<br />

liturgica vigente. Ma non lo fa in maniera arida. Sia nel proemio<br />

che lungo il percorso, pur in modo stringato, richiama le motivazioni<br />

che danno senso alla normativa. Ne emerge un’immagine della liturgia<br />

eucaristica, e della corrispondente normativa, che si può sintetizzare in<br />

queste tre prospettive:<br />

a. espressione di fede;<br />

b. esperienza del mistero;<br />

c. vissuto di comunione.<br />

1


1<br />

a. Espressione di fede<br />

La liturgia, e in modo speciale l’Eucaristia, è il luogo privilegiato<br />

in cui la Chiesa confessa la sua fede. La confessa nel modo più alto,<br />

cioè nel dialogo di amore con il suo Signore. Dialogo che, nella sua<br />

espressione liturgica, si caratterizza per il fatto che non è in gioco un<br />

solo credente o un gruppo di credenti, ma la Chiesa stessa. Si tratta della<br />

preghiera “pubblica”, che proprio per questo suo carattere, supera la<br />

portata <strong>delle</strong> altre preghiere, ed anzi, al dire del Concilio, “nessun’altra<br />

azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso<br />

grado” (cf. Sacrosanctum Concilium 7). Preghiera intrinsecamente determinata<br />

dalla professione di fede, ed al tempo stesso capace di proiettare<br />

sempre nuova luce sui contenuti della fede, in un rapporto circolare<br />

tra la lex orandi e la lex credendi, principio fondamentale a cui anche il<br />

Documento si richiama, quando afferma: “La sacra Liturgia, infatti, è<br />

intimamente collegata con i principi della dottrina e l’uso di testi e riti<br />

non approvati comporta, di conseguenza, che si affievolisca o si perda il<br />

nesso necessario tra la lex orandi e la lex credendi” (n. 10). È almeno un<br />

rischio che si corre, e che spiega perché nella liturgia nulla possa essere<br />

lasciato all’arbitrio: la posta in gioco è troppo grande! Al n. 9 l’Istruzione<br />

ricorda che attraverso i riti e le preghiere della liturgia passa l’intero<br />

flusso della fede e della tradizione. Gli abusi rivelano talvolta ignoranza<br />

del significato stesso <strong>delle</strong> norme, per mancanza di conoscenza<br />

del loro senso profondo e della loro antichità. Considerazione, questa,<br />

che richiama l’esigenza di una più approfondita e sistematica opera di<br />

formazione liturgica del popolo di Dio, alla quale il Santo Padre ci ha<br />

anche recentemente richiamati: “Rimane più che mai necessario incrementare<br />

la vita liturgica all’interno <strong>delle</strong> nostre comunità, attraverso<br />

una formazione adeguata dei ministri e di tutti i fedeli, in vista di quella<br />

piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche<br />

che è auspicata dal Concilio” (Spiritus et Sponsa, 7).<br />

b. Esperienza del mistero<br />

Il documento ricorda, al n. 5, che le norme liturgiche, al di là del loro<br />

carattere funzionale, hanno un’anima, ossia un senso profondo, spirituale,<br />

che fa appello a una osservanza non solo esteriore, ma interiore.<br />

Questa interiorità, in ultima analisi, è il rapporto con Cristo, che nella


liturgia esercita il suo sacerdozio associando a sé la Chiesa. Le norme,<br />

in quanto espressione della coscienza ecclesiale orientata dallo Spirito<br />

di Dio soprattutto attraverso il discernimento e la guida dei Pastori,<br />

garantiscono la validità e la dignità dell’azione liturgica, e con essa anche<br />

il “rendersi presente” di Cristo. Una presenza non astratta o semplicemente<br />

simbolica, ma tanto viva da consentire che Cristo giunga<br />

alla nostra portata, come avviene in massimo grado nella celebrazione<br />

eucaristica. Se l’Eucaristia è ben celebrata, i tratti del volto di Cristo<br />

delineati nel Vangelo divengono, in qualche modo, percepibili al cuore<br />

credente, come avvenne per i discepoli di Emmaus che “lo riconobbero<br />

nello spezzare il pane” (Lc 24, 31). Non a caso il documento al n. 6<br />

ricorda questo significativo episodio pasquale. La liturgia appare così<br />

come via al mistero, e la normativa come segnaletica che consente di<br />

percorrerla con sicurezza. Dice a tal proposito l’Istruzione che le parole<br />

e i riti della Liturgia, “espressione fedele maturata nei secoli dei sentimenti<br />

di Cristo”, “ci insegnano a sentire come lui”(n. 5). È additato<br />

anzi in questo il fine ultimo che il Documento persegue: “…condurre a<br />

tale conformità dei sentimenti nostri con quelli di Cristo, espressi nelle<br />

parole e nei riti della Liturgia” (ivi).<br />

c. Vissuto di comunione<br />

Un’altra cifra dell’Istruzione è la logica di comunione che essa intende<br />

promuovere. L’immagine di Chiesa che emerge dal Documento è<br />

quella di una comunità gerarchicamente ordinata, in cui l’uguaglianza<br />

fondamentale di ogni battezzato si coniuga con la diversità dei carismi<br />

e dei ministeri. La liturgia, e in particolare l’eucaristia, è epifania della<br />

Chiesa, nella sua unità e nella sua varietà.<br />

Questo è sottolineato innanzitutto dall’insistenza sulla legittima autorità<br />

deputata a regolamentare l’ambito liturgico. In conformità con il<br />

dettato del Vaticano II, è posto in chiara luce il ruolo del Vescovo, coordinato<br />

e subordinato a quello del Successore di Pietro. Si precisano, in<br />

ambito celebrativo, i ruoli dei presbiteri, dei diaconi, dei laici. L’enfasi<br />

del Documento sulla distinzione tra sacerdoti e laici va letta in questa<br />

chiave di rispetto dei doni propri di ciascuno. Sarebbe perciò fuorviante<br />

valutare tale distinzione con logiche proprie della società civile. La<br />

comunità liturgica ha l’identità della “ecclesìa”, parola che – si ricorda<br />

al n. 42 – dal greco “klesis”, “chiamata”, indica l’essere convocati<br />

1


1<br />

dall’alto, come popolo in cui Dio si rende presente e in cui Cristo agisce<br />

nello Spirito, attraverso le vocazioni ministeriali che sovranamente<br />

stabilisce. L’esigenza di un sacerdote ordinato, che celebri l’Eucaristia<br />

“in persona Christi”, sta dentro questa logica. E questa certo non oscura<br />

la partecipazione liturgica viva e operosa che, regolata da adeguate<br />

norme, spetta a tutti i battezzati. Infine, ancora nella prospettiva della<br />

comunione, è da intendere l’affermazione del “diritto” dei fedeli ad una<br />

celebrazione degna, e pertanto anche del loro diritto ad esigerla, quando<br />

si verificassero inadempienze ed abusi, ricorrendo alla legittima autorità,<br />

purché tutto avvenga coniugando verità e carità (cf n. 184). La<br />

liturgia non può diventare un “campo di battaglia”.<br />

Una domanda potrebbe sorgere a questo punto: certo, espressione<br />

di fede, esperienza del mistero, servizio di comunione, questo è la liturgia<br />

e la normativa che la regola! Ma non è troppo dire tutto questo<br />

a proposito di una serie di norme di diverso tenore, senza distinguere<br />

tra ciò che è essenziale e immutabile e ciò che invece è di sua natura<br />

riformabile? Non c’è il rischio così di irrigidire la normativa, “blindandola”,<br />

escludendo per principio possibili miglioramenti o adattamenti?<br />

Non ci sono, nella liturgia, norme che di loro natura sono soggette al<br />

cambiamento, come dimostra la storia di duemila anni, fino alla riforma<br />

liturgica voluta dal Concilio Vaticano II?<br />

Chi legge attentamente l’Istruzione vi troverà la risposta. Se essa,<br />

infatti, raccoglie e ribadisce tante norme, non tralascia di distinguere<br />

il loro peso. Al n. 7, ad esempio, distingue tra i precetti derivati direttamente<br />

da Dio e le leggi promulgate dalla Chiesa, invitando a “considerare<br />

convenientemente l’indole di ciascuna norma”. Al n. 13 sono<br />

richiamati i vari “gradi” con cui le singole norme si raccordano con la<br />

legge suprema della salvezza <strong>delle</strong> anime. Nell’ultimo capitolo vengono<br />

distinti gli abusi in rapporto alla loro gravità, non senza tuttavia<br />

ricordare che anche i meno gravi non vanno trattati con leggerezza.<br />

Ma pur facendo doverose distinzioni, va detto che sempre, nell’osservanza<br />

di tutte le norme, quelle di maggiore e quelle di minor rilievo,<br />

si esplicita l’autentico senso ecclesiale. Né si potrebbero motivare gli<br />

abusi in nome dell’adattamento pastorale, tacciando l’attuale normativa<br />

di rigidità. Per dirla con le parole del Papa, “il rinnovamento liturgico<br />

realizzato in questi decenni ha dimostrato come sia possibile coniugare<br />

una normativa che assicuri alla Liturgia la sua identità e il suo decoro,<br />

con spazi di creatività e di adattamento che la rendano vicina alle


esigenze espressive <strong>delle</strong> varie regioni, situazioni e culture” (Spiritus<br />

et Sponsa n. 15). Si potrebbe aggiungere che la richiesta di osservanza,<br />

che dà il tono a questo documento, non comporta alcun divieto di<br />

approfondire e proporre, come accadde nella storia del “movimento<br />

liturgico” e anche oggi normalmente avviene nell’ambito degli studi<br />

teologici, liturgici e pastorali. Quello che è assolutamente escluso è fare<br />

della liturgia una zona franca di sperimentazioni e di arbitri personali,<br />

non giustificati da nessuna buona intenzione.<br />

In conclusione, fornendo questo strumento di indirizzo – teologico-pastorale<br />

e giuridico <strong>insieme</strong> –, la Santa Sede si pone sulla linea di<br />

quell’opera di discernimento che la Chiesa ha sempre operato nel corso<br />

dei secoli. Significativamente, più di una volta, in linea con l’Enciclica<br />

Ecclesia de Eucharistia, si ricorda la pagina di 1Cor 11, quella in cui<br />

Paolo riprende aspramente i Corinzi per una celebrazione eucaristica<br />

fatta in spregio della carità verso i poveri: il primo documento “contro<br />

gli abusi”. L’odierna Istruzione è tutt’altro che una novità.<br />

Ma ritengo importante che se ne colga, al di là del senso correttivo,<br />

l’intimo senso promozionale. Pur in filigrana, traspaiono le linee<br />

di una spiritualità liturgica e di una pastorale liturgica. È qui indubbiamente<br />

l’antidoto radicale agli abusi. Letta così, l’Istruzione elaborata<br />

dalla Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />

d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della fede, mi pare possa<br />

essere accolta come uno strumento utile, e spero efficace, perché, a<br />

quarant’anni dalla Sacrosanctum Concilium, e mentre ci si avvia a un<br />

altro momento importante come l’annunciato Sinodo sull’Eucaristia,<br />

la liturgia sia sempre meglio vissuta come fonte e culmine della vita<br />

ecclesiale.<br />

1


20<br />

CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO<br />

E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI<br />

Documento<br />

Anno dell’Eucaristia.<br />

Suggerimenti e proposte<br />

INTRODUZIONE<br />

Ad appena un anno dalla conclusione dell’Anno del Rosario, una<br />

nuova iniziativa del Santo Padre: l’Anno dell’Eucaristia (ottobre 2004 -<br />

ottobre 2005). Le due iniziative stanno in continuità. Si pongono infatti<br />

nel quadro dell’indirizzo pastorale che il Papa ha dato a tutta la Chiesa<br />

con la Lettera Apostolica Novo Millennio ineunte, collocando al centro<br />

dell’impegno ecclesiale la contemplazione del volto di Cristo, nel solco<br />

del Concilio Vaticano II e del Grande Giubileo (cf. Mane nobiscum<br />

Domine, cap. I).<br />

In effetti, con la Rosarium Virginis Mariae, il Papa ci ha invitato<br />

a contemplare Cristo con lo sguardo e il cuore di Maria. È venuta poi<br />

l’Enciclica Ecclesia de Eucharistia, che ci ha condotti a ciò che è la<br />

“sorgente” e il “culmine” di tutta la vita cristiana, invitandoci a un rinnovato<br />

fervore nella celebrazione e nell’adorazione dell’Eucaristia. In<br />

connessione con l’Enciclica, l’Istruzione Redemptionis Sacramentum<br />

ha richiamato il dovere di tutti di assicurare una liturgia eucaristica degna<br />

di così grande Mistero.<br />

Ora l’Anno dell’Eucaristia, introdotto e orientato dalla Lettera Apostolica<br />

Mane nobiscum Domine (7 ottobre 2004), ci offre una importante<br />

occasione pastorale perché l’intera comunità cristiana sia ulteriormente<br />

sensibilizzata a fare di questo mirabile Sacrificio e Sacramento il<br />

cuore della sua vita.<br />

Per lo svolgimento di questo Anno, il Santo Padre ha lasciato l’iniziativa<br />

alle Chiese particolari. Ha chiesto tuttavia alla Congregazione<br />

per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti di offrire “suggerimenti<br />

e proposte” (cf. Mane nobiscum Domine, 29), che potessero essere<br />

utili per quanti, Pastori e operatori pastorali ad ogni livello, saranno<br />

chiamati a dare il loro contributo.<br />

Di qui il carattere di questo sussidio. Esso non pretende alcuna esau-


stività, ma si limita a dare, con uno stile essenziale, suggerimenti operativi.<br />

Talvolta sono appena richiamati ambiti e temi da non dimenticare.<br />

Un capitolo di linee di “spiritualità” eucaristica si spera possa essere<br />

utile, almeno come stimolo, nel quadro di iniziative di catechesi e formazione.<br />

È infatti importante che l’Eucaristia sia colta non soltanto negli<br />

aspetti celebrativi, ma anche come progetto di vita, alla base di una<br />

autentica “spiritualità eucaristica”.<br />

Mentre ringraziamo il Santo Padre per questo altro “dono”, affidiamo<br />

la riuscita di questo Anno all’intercessione della Madre di Dio. Alla<br />

sua scuola di “donna eucaristica”, si ridesti lo “stupore” di fronte al<br />

Mistero del Corpo e del Sangue di Cristo, e tutta la Chiesa ne viva con<br />

più grande ardore.<br />

I. QUADRO DI RIFERIMENTO<br />

1. L’orizzonte aperto dall’Anno dell’Eucaristia richiama e promuove<br />

una operosità a largo raggio, che coniuga le varie dimensioni del vivere<br />

in Cristo nella Chiesa. L’Eucaristia infatti non è un “tema” fra gli altri,<br />

ma il cuore stesso della vita cristiana. «La celebrazione della Messa, in<br />

quanto azione di Cristo e del popolo di Dio gerarchicamente ordinato,<br />

costituisce il centro di tutta la vita cristiana per la Chiesa universale, per<br />

quella locale, e per i singoli fedeli. Nella Messa, infatti, si ha il culmine<br />

sia dell’azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, sia del culto che<br />

gli uomini rendono al Padre, adorandolo per mezzo di Cristo Figlio di<br />

Dio nello Spirito Santo. In essa inoltre la Chiesa commemora, nel corso<br />

dell’anno, i misteri della redenzione, in modo da renderli in certo modo<br />

presenti. Tutte le altre azioni sacre e ogni attività della vita cristiana<br />

sono in stretta relazione con la Messa, da essa derivano e ad essa sono<br />

ordinate» (Institutio generalis Missalis Romani = IGMR, 16).<br />

Pertanto l’accento eucaristico che segna questo speciale Anno declina<br />

e innerva attività fondamentali della vita della Chiesa, sia considerata<br />

nel suo <strong>insieme</strong> come nelle singole membra. Il Papa stesso ha<br />

sottolineato questa chiave di lettura, collocando l’iniziativa all’interno<br />

del disegno pastorale complessivo, che è stato proposto alla Chiesa in<br />

termini cristologico-trinitari negli anni di preparazione del Grande Giubileo,<br />

e sta progressivamente “scandendo” gli anni successivi a partire<br />

dalla Lettera Apostolica Novo Millennio ineunte. «L’Anno dell’Eucaristia<br />

si pone dunque su uno sfondo che si è andato di anno in anno arric-<br />

21


22<br />

chendo, pur restando sempre ben incardinato sul tema di Cristo e della<br />

contemplazione del suo Volto. In certo senso, esso si propone come un<br />

anno di sintesi, come una sorta di vertice di tutto il cammino percorso»<br />

(Mane nobiscum Domine, 10).<br />

Su questa base, la programmazione di iniziative durante questo<br />

Anno dovrebbe tener conto dei vari ambiti e offrire stimoli su più<br />

versanti. In questo capitolo ci proponiamo di evocare, in modo molto<br />

sintetico, alcune “prospettive” teologico-pastorali, che disegnano una<br />

sorta di “quadro di riferimento” per i suggerimenti e le proposte che<br />

seguiranno.<br />

La fede nell’Eucaristia<br />

2. “Mistero della fede” (cf. Ecclesia de Eucharistia, cap. I), l’Eucaristia<br />

si comprende alla luce della Rivelazione biblica e della Tradizione<br />

ecclesiale. Al tempo stesso, il riferimento a queste ultime è necessario<br />

perché l’Eucaristia possa sprigionare la sua caratteristica di “mistero di<br />

luce” (cf. Mane nobiscum Domine, cap. II), facendoci in qualche modo<br />

ripercorrere il “cammino di fede” descritto nel racconto evangelico dei<br />

due “discepoli di Emmaus”, che il Santo Padre ha scelto come “icona”<br />

per l’Anno dell’Eucaristia. In effetti l’Eucaristia è mistero di luce sia in<br />

quanto suppone e implica la luce della Parola di Dio, sia perché la stessa<br />

“frazione del pane” proietta luce sul mistero di Dio-Trinità: proprio<br />

nell’evento pasquale della morte e risurrezione di Cristo, e conseguentemente<br />

nel suo “memoriale” eucaristico, Dio si rivela in sommo grado<br />

come Dio-Amore.<br />

L’Anno dell’Eucaristia pertanto si propone innanzitutto come un periodo<br />

di più intensa catechesi attorno all’Eucaristia creduta dalla Chiesa.<br />

Tale catechesi terrà presente:<br />

• la Sacra Scrittura, dai testi concernenti la “preparazione” del Mistero<br />

nell’Antico Testamento ai testi del Nuovo Testamento che riguardano<br />

sia l’istituzione dell’Eucaristia che le sue diverse dimensioni (cf.<br />

ad esempio i testi indicati nel Lezionario per la messa votiva della<br />

Santissima Eucaristia);<br />

• la Tradizione: dai Padri della Chiesa al successivo sviluppo teologico-magisteriale,<br />

con particolare attenzione al Concilio di Trento,<br />

al Concilio Vaticano II, ai recenti documenti del Magistero. Gli itinerari<br />

catechistici elaborati dalle Chiese particolari troveranno, per


tutto questo, un punto di riferimento autorevole e illuminante nel<br />

Catechismo della Chiesa Cattolica;<br />

• la mistagogìa, ossia l’introduzione approfondita al mistero celebrato<br />

attraverso la spiegazione dei riti e <strong>delle</strong> preghiere dell’Ordo Missae<br />

e del De sacra communione et de cultu mysterii eucharistici extra<br />

Missam;<br />

• le ricchezze offerte dalla storia della spiritualità, evidenziando in particolare<br />

come l’Eucaristia creduta e celebrata abbia trovato espressione<br />

nella vita dei Santi (cf. Ecclesia de Eucharistia, 62);<br />

• l’arte sacra come testimonianza di fede nel Mistero eucaristico.<br />

La celebrazione dell’Eucaristia e il culto eucaristico fuori della<br />

Messa<br />

3. Ricevuta da Cristo, che l’ha istituita, l’Eucaristia è celebrata dalla<br />

Chiesa nella forma da essa stabilita (cf. IGMR e Praenotanda all’Ordo<br />

Lectionum Missae). Il culto eucaristico fuori della Messa è intimamente<br />

legato alla celebrazione eucaristica e ad essa ordinato.<br />

«Un impegno concreto di questo Anno dell’Eucaristia potrebbe essere<br />

quello di studiare a fondo, in ogni comunità parrocchiale, l’Ordinamento<br />

generale del Messale Romano. La via privilegiata per essere<br />

introdotti nel mistero della salvezza attuata nei santi “segni” resta poi<br />

quella di seguire con fedeltà lo svolgersi dell’Anno liturgico» (Mane<br />

nobiscum Domine, 17).<br />

A titolo di semplice indicazione “tematica” per gli operatori pastorali,<br />

vengono qui di seguito segnalati gli aspetti intorno ai quali si è invitati<br />

quest’Anno a “interrogarsi” in modo speciale, ai fini di una degna<br />

celebrazione e una più fervida adorazione del Mistero eucaristico. Con<br />

i Documenti fondamentali su menzionati, non mancherà di essere di<br />

aiuto la recente Istruzione Redemptionis Sacramentum. Sono da tener<br />

presenti:<br />

• i luoghi della celebrazione: chiesa, altare, ambone, sede…;<br />

• l’assemblea liturgica: senso e modalità della sua partecipazione “piena,<br />

cosciente, attiva” (cf. SC, 14);<br />

• i diversi ruoli: il sacerdote che opera in persona Christi, i diaconi, gli<br />

altri ministeri e servizi;<br />

• la dinamica celebrativa: dal pane della Parola al pane dell’Eucaristia<br />

(cf. Ordo Lectionum Missae, 10);<br />

23


24<br />

• i tempi della celebrazione eucaristica: domenica, giorni feriali, anno<br />

liturgico;<br />

• il rapporto dell’Eucaristia con i vari sacramenti, sacramentali, esequie…<br />

• la partecipazione interiore ed esteriore: in particolare il rispetto dei<br />

“momenti” di silenzio;<br />

• il canto e la musica;<br />

• l’osservanza <strong>delle</strong> norme liturgiche;<br />

• la comunione ai malati e il Viatico (cf. De sacra communione);<br />

• l’adorazione del Santissimo Sacramento, la preghiera personale;<br />

• le processioni eucaristiche.<br />

Una verifica su questi punti sarebbe particolarmente desiderabile<br />

nell’Anno dell’Eucaristia. Certamente, nella vita pastorale <strong>delle</strong> singole<br />

comunità ai traguardi più alti non si può arrivare con facilità, ma bisogna<br />

tendervi. «Se il frutto di questo Anno fosse anche soltanto quello<br />

di ravvivare in tutte le comunità cristiane la celebrazione della Messa<br />

domenicale e di incrementare l’adorazione eucaristica fuori della Messa,<br />

questo Anno di grazia avrebbe conseguito un risultato significativo.<br />

Buona cosa tuttavia è mirare in alto, non accontentandoci di misure<br />

mediocri, perché sappiamo di poter contare sempre sull’aiuto di Dio»<br />

(Mane nobiscum Domine, 29).<br />

La spiritualità eucaristica<br />

4. Nella Lettera Apostolica Spiritus et Sponsa per il XL anniversario<br />

della Costituzione sulla Sacra Liturgia, il Papa si è augurato che si<br />

sviluppi nella Chiesa una “spiritualità liturgica”. È la prospettiva di una<br />

liturgia che nutre e orienta l’esistenza, plasmando il vissuto del credente<br />

come autentico “culto spirituale” (cf. Rm 12, 1). Senza la coltivazione<br />

di una “spiritualità liturgica”, la pratica liturgica facilmente si riduce a<br />

“ritualismo” e vanifica la grazia che sgorga dalla celebrazione.<br />

Ciò vale in modo speciale per l’Eucaristia: «La Chiesa vive dell’Eucaristia».<br />

In verità, la celebrazione eucaristica è in funzione del vivere<br />

in Cristo, nella Chiesa, per la potenza dello Spirito Santo. Occorre pertanto<br />

curare il movimento che va dall’Eucaristia celebrata all’Eucaristia<br />

vissuta: dal mistero creduto alla vita rinnovata. Per questo il presente<br />

sussidio offre anche un capitolo di linee di spiritualità eucaristica. In


questo iniziale quadro di riferimento sarà utile additare alcuni punti particolarmente<br />

significativi:<br />

• l’Eucaristia è culmen et fons della vita spirituale in quanto tale, al di<br />

là <strong>delle</strong> molteplici vie della spiritualità;<br />

• il regolare alimento eucaristico sostiene la corrispondenza alla grazia<br />

di singole vocazioni e stati di vita (ministri ordinati; sposi e genitori;<br />

persone consacrate…) e rischiara le diverse situazioni dell’esistenza<br />

(gioie e dolori, problemi e progetti, malattie e prove …);<br />

• la carità, la concordia, l’amore fraterno sono frutto dell’Eucaristia<br />

e rendono visibile l’unione con Cristo realizzata nel sacramento; al<br />

tempo stesso l’esercizio della carità nello stato di grazia è condizione<br />

perché si possa celebrare in pienezza l’Eucaristia: essa è “sorgente”,<br />

ma anche “epifania” della comunione (cf. Mane nobiscum Domine,<br />

cap. III);<br />

• la compagnia di Cristo in noi e tra noi suscita la testimonianza nel vissuto<br />

quotidiano, lievita la costruzione della città terrena: l’Eucaristia<br />

è principio e progetto di missione (cf. Mane nobiscum Domine, cap.<br />

IV).<br />

Maria: icona della Chiesa “Eucaristica”<br />

5. «Se vogliamo riscoprire in tutta la sua ricchezza il rapporto intimo<br />

che lega Chiesa ed Eucaristia, non possiamo dimenticare Maria,<br />

Madre e modello della Chiesa». Così esordisce il cap. VI della Lettera<br />

Enciclica Ecclesia de Eucharistia, in cui Giovanni Paolo II richiama la<br />

profonda relazione che Maria intrattiene con l’Eucaristia e con la Chiesa<br />

che vive del Sacramento dell’altare. L’incontro con il “Dio con noi e<br />

per noi” include la Vergine Maria.<br />

L’Anno dell’Eucaristia costituisce una occasione propizia anche per<br />

approfondire questo aspetto del Mistero. Per vivere profondamente il<br />

senso della celebrazione eucaristica, e fare in modo che essa lasci un<br />

segno nella nostra vita, non c’è di meglio che lasciarsi “educare” da<br />

Maria, “donna eucaristica”.<br />

Importante, a tal proposito, ricordare quanto il Papa ha detto nella<br />

Rosarium Virginis Mariae n. 15, a proposito della “conformazione a<br />

Cristo con Maria”: ella «ci immette in modo naturale nella vita di Cristo<br />

e ci fa come “respirare” i suoi sentimenti». D’altra parte – scrive ancora<br />

il Papa in Ecclesia de Eucharistia – nella celebrazione eucaristica,<br />

2


2<br />

in certo modo, noi riceviamo sempre, con il memoriale della morte di<br />

Cristo, anche il dono di Maria, che ci è stato fatto dal Crocifisso nella<br />

persona di Giovanni (Ecco tua Madre: Gv 19, 27): «Vivere nell’Eucaristia<br />

il memoriale della morte di Cristo implica anche ricevere continuamente<br />

questo dono. Significa prendere con noi – sull’esempio di<br />

Giovanni – colei che ogni volta ci viene donata come Madre. Significa<br />

assumere al tempo stesso l’impegno di conformarci a Cristo, mettendoci<br />

alla scuola della Madre e lasciandoci accompagnare da lei. Maria<br />

è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna <strong>delle</strong><br />

nostre Celebrazioni eucaristiche» (Ecclesia de Eucharistia, 57).<br />

Sono temi che meritano, quest’Anno, di essere fatti oggetto di speciale<br />

meditazione (cf. Mane nobiscum Domine, 31).<br />

Sulla celebrazione dell’Eucaristia in comunione con Maria, prolungandone<br />

gli atteggiamenti cultuali che rifulgono esemplari in lei, si veda<br />

Collectio Missarum de Beata Maria Virgine, Praenotanda, 12-18.<br />

I Santi testimoni di vita eucaristica<br />

6. Nella Novo Millennio ineunte, n. 30, il Papa invita a porre tutto il<br />

cammino pastorale della Chiesa nella prospettiva della “santità”. Questo<br />

non può non valere in modo particolare per un Anno tutto imperniato<br />

sulla spiritualità eucaristica. L’Eucaristia ci fa santi, e non può esserci<br />

santità non incardinata sulla vita eucaristica. «Colui che mangia di me<br />

vivrà per me» (Gv 6, 57).<br />

Questa verità è testimoniata dal “sensus fidei” di tutto il popolo di<br />

Dio. Ma ne sono in modo speciale testimoni i Santi, nei quali risplende<br />

il mistero pasquale di Cristo. Ha scritto Giovanni Paolo II in Ecclesia<br />

de Eucharistia, n. 62: «Mettiamoci, miei carissimi fratelli e sorelle, alla<br />

scuola dei Santi, grandi interpreti della vera pietà eucaristica. In loro la<br />

teologia dell’Eucaristia acquista tutto lo splendore del vissuto, ci “contagia”<br />

e, per così dire, ci “riscalda”». È cosa che vale per tutti i Santi.<br />

Alcuni tra di essi hanno vissuto questa dimensione con particolare<br />

intensità e con speciali doni dello Spirito, infervorando i fratelli del<br />

loro stesso amore per l’Eucaristia (cf. Mane nobiscum Domine, 31). Gli<br />

esempi potrebbero essere innumerevoli: da sant’Ignazio di Antiochia<br />

a sant’Ambrogio, da san Bernardo a san Tommaso d’Aquino, da san<br />

Pasquale Baylón a sant’Alfonso Maria dei Liguori, da santa Caterina da<br />

Siena a santa Teresa d’Avila, da san Pietro Giuliani Eymard a san Pio da


Pietrelcina, fino ai “martiri dell’Eucaristia”, antichi e moderni, da san<br />

Tarcisio a san Nicola Pieck e compagni, a san Pietro Maldonado.<br />

L’Anno dell’Eucaristia offrirà un’occasione per riscoprire questi “testimoni”,<br />

sia tra quelli più noti a livello della Chiesa universale, sia<br />

tra quelli che sono più ricordati nelle Chiese particolari. È desiderabile<br />

che la stessa ricerca teologica si interessi ad essi, giacché il vissuto dei<br />

Santi è un significativo “locus theologicus”: nei Santi «Dio ci parla»<br />

(cf. Lumen Gentium, 50) e la loro esperienza spirituale (cf. Dei Verbum,<br />

8), garantita dal discernimento ecclesiale, getta luce sul Mistero. Camminando<br />

alla loro luce e sulle loro orme sarà più facile assicurare che<br />

questo Anno di grazia sia veramente fecondo.<br />

II. CONTESTI CULTUALI<br />

7. Stando al cuore dell’economia sacramentale, come vertice dell’iniziazione<br />

cristiana, l’Eucaristia illumina gli altri sacramenti ed è il<br />

loro punto di convergenza. La stessa forma rituale prevede o prescrive<br />

– eccetto per la Penitenza – che i sacramenti siano o possano essere<br />

inseriti nella celebrazione dell’Eucaristia (cf. Praenotanda dei vari Ordines;<br />

Redemptionis Sacramentum, 75-76).<br />

La Liturgia <strong>delle</strong> Ore può essere armonizzata con la celebrazione<br />

eucaristica (cf. IGLH, 93-97).<br />

Anche i sacramentali, come la benedizione abbaziale, la professione<br />

religiosa, la consacrazione <strong>delle</strong> vergini, il conferimento dei ministeri<br />

istituiti o straordinari, le esequie, trovano il loro normale contesto durante<br />

la Messa. La dedicazione della chiesa e dell’altare avvengono con<br />

la celebrazione dell’Eucaristia.<br />

Vi sono pure altre benedizioni che si possono fare durante la Messa<br />

(cf. Ordo coronandi imaginem B.M. Virginis; De Benedictionibus, 28).<br />

Se è vero che altre benedizioni, atti di culto, pratiche di devozione,<br />

non sono da inserire nella Messa (cf. De Benedictionibus, 28; De sacra<br />

communione, 83; Redemptionis Sacramentum, 75-79; Direttorio pietà<br />

popolare, 13, 204), è vero altresì che non esiste preghiera cristiana<br />

senza riferimento all’Eucaristia, massima preghiera della Chiesa, indispensabile<br />

per i cristiani. Le molteplici forme di orazione privata come<br />

le varie espressioni di pietà popolare realizzano, infatti, il loro senso<br />

genuino nel disporre alla celebrazione dell’Eucaristia o nel prolungarne<br />

gli effetti nella vita.<br />

2


2<br />

A titolo indicativo si ricordano alcuni giorni, tempi e modi di preghiera<br />

con riferimento eucaristico.<br />

Domenica<br />

8. La domenica è «il giorno di festa primordiale», «fondamento e<br />

nucleo di tutto l’anno liturgico» (SC, 106). «Colta nella totalità dei suoi<br />

significati e <strong>delle</strong> sue implicazioni, essa è, in qualche modo, sintesi della<br />

vita cristiana e condizione per viverla bene» (Dies Domini, 81).<br />

È in effetti il giorno di Cristo risorto, e porta dunque con sé la memoria<br />

di ciò che è il fondamento stesso della fede cristiana (cf. 1Cor 15,<br />

14-19). «Se la domenica è il giorno della risurrezione, essa non è solo<br />

la memoria di un evento passato: è celebrazione della viva presenza del<br />

Risorto in mezzo ai suoi. Perché tale presenza sia annunciata e vissuta<br />

in modo adeguato, non basta che i discepoli di Cristo preghino individualmente<br />

e ricordino interiormente, nel segreto del cuore, la morte e<br />

la risurrezione di Cristo. (…) È importante perciò che si radunino, per<br />

esprimere pienamente l’identità stessa della Chiesa, la ekklesía, l’assemblea<br />

convocata dal Signore risorto» (Dies Domini, 31). La celebrazione<br />

eucaristica è infatti il cuore della domenica.<br />

Il nesso tra la manifestazione del Risorto e l’Eucaristia è particolarmente<br />

adombrato nel racconto dei discepoli di Emmaus (cf. Lc<br />

24, 13-35), guidati da Cristo stesso a entrare intimamente nel suo<br />

mistero attraverso l’ascolto della sua Parola e la comunione al “Pane<br />

spezzato” (cf. Mane nobiscum Domine). I gesti compiuti da Gesù:<br />

«egli prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro»<br />

(Lc 24, 30), sono i medesimi che Egli compì nell’Ultima Cena e che<br />

incessantemente Egli compie, tramite il sacerdote, nelle nostre Eucaristie.<br />

Il carattere proprio della Messa domenicale e l’importanza che questa<br />

riveste per la vita cristiana esigono che sia preparata con speciale<br />

cura, in modo che sia sentita come una epifania della Chiesa (cf. Dies<br />

Domini, 34-36; Ecclesia de Eucharistia, 41, Novo Millennio ineunte,<br />

36) e si distingua quale celebrazione gioiosa e canora, coinvolgente e<br />

partecipata (cf. Dies Domini, 50-51).<br />

Ravvivare in tutte le comunità la celebrazione dell’Eucaristia domenicale<br />

dovrebbe essere il primo impegno di questo Anno speciale.<br />

Se si farà almeno questo, <strong>insieme</strong> con l’incremento dell’adorazione eu-


caristica fuori della Messa, l’Anno dell’Eucaristia avrà ottenuto già un<br />

importante risultato (cf. Mane nobiscum Domine, 23 e 29).<br />

Veglia pasquale e comunione pasquale<br />

9. La Veglia pasquale è il cuore dell’anno liturgico. In essa, la celebrazione<br />

dell’Eucaristia è «il culmine, essendo in modo pieno il sacramento<br />

della Pasqua, cioè memoriale del sacrificio della croce e presenza<br />

del Cristo risorto, completamento dell’iniziazione cristiana, pregustazione<br />

della pasqua eterna» (Lettera feste pasquali, 90).<br />

Nel raccomandare di non celebrare in fretta la liturgia eucaristica<br />

nella Veglia pasquale, ma di aver cura che tutti i riti e le parole raggiungano<br />

la massima forza di espressione, specialmente la comunione<br />

eucaristica, momento di piena partecipazione al mistero celebrato in<br />

questa notte santa, è auspicabile – rimettendo agli Ordinari dei luoghi<br />

la valutazione sull’opportunità e le circostanze, nel pieno rispetto<br />

<strong>delle</strong> norme liturgiche: cf. Redemptionis Sacramentum, 100-107 – che<br />

sia raggiunta la pienezza del segno eucaristico con la comunione della<br />

veglia pasquale ricevuta sotto le specie del pane e del vino (cf. Lettera<br />

feste pasquali, 91 e 92).<br />

L’ottava pasquale come le Messe domenicali del tempo pasquale<br />

sono particolarmente significative per i neofiti (cf. Ordo initiationis<br />

christianae adultorum, 37-40 e 235-239). È consuetudine che i fanciulli<br />

facciano la loro Prima Comunione in queste domeniche (cf. Lettera<br />

feste pasquali, 103). Si raccomanda che, soprattutto nell’ottava di<br />

Pasqua, la santa Comunione venga portata agli infermi (Lettera feste<br />

pasquali, 104).<br />

Durante il tempo pasquale i pastori ricordino il significato del precetto<br />

della Chiesa di ricevere in questo tempo la santa Comunione (cf.<br />

CIC can. 920), facendo in modo che tale precetto non venga percepito<br />

in modo minimalistico, ma come il punto fermo e imprescindibile di<br />

una partecipazione eucaristica che deve interessare tutta la vita ed esprimersi<br />

regolarmente almeno in tutte le domeniche.<br />

Giovedì Santo<br />

10. È noto il valore della Messa crismale, che secondo la tradizione<br />

si celebra il Giovedì della Settimana Santa (per motivi pastorali può<br />

2


30<br />

anticiparsi in altro giorno, purché vicino alla Pasqua: cf. Caeremoniale<br />

Episcoporum, 275). Oltre a chiamare i presbiteri <strong>delle</strong> diverse parti<br />

della diocesi a concelebrare con il Vescovo, si invitino con insistenza<br />

anche i fedeli a partecipare a questa Messa e a ricevere il sacramento<br />

dell’Eucaristia durante la sua celebrazione (cf. Lettera feste pasquali,<br />

35).<br />

Per ricordare, soprattutto ai sacerdoti, il Mistero eucaristico del Giovedì<br />

Santo, fin dall’inizio del suo pontificato, il Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II ha inviato una Lettera ai sacerdoti (nel 2003 la Lettera Enciclica<br />

Ecclesia de Eucharistia).<br />

Per il significato speciale che questo giorno riveste (cf. Caeremoniale<br />

Epicoporum, 97), tutta l’attenzione deve rivolgersi ai misteri soprattutto<br />

commemorati nella Messa “nella cena del Signore”: l’istituzione<br />

dell’Eucaristia, l’istituzione del sacerdozio ministeriale e il comando<br />

del Signore sulla carità fraterna.<br />

Opportune indicazioni celebrative e pastorali circa la Messa vespertina<br />

del Giovedì Santo, la processione eucaristica al termine di essa<br />

e l’adorazione del Santissimo Sacramento sono rinvenibili nella citata<br />

Lettera circolare sulla preparazione e celebrazione <strong>delle</strong> feste pasquali,<br />

44-57 e nel Direttorio su pietà popolare e liturgia, 141.<br />

Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo<br />

11. Questa festa, «estesa nel 1264 da papa Urbano IV a tutta la Chiesa<br />

latina, da una parte costituì una risposta di fede e di culto a dottrine<br />

ereticali sul mistero della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, dall’altra<br />

fu il coronamento di un movimento di ardente devozione verso<br />

l’augusto Sacramento dell’altare» (Direttorio pietà popolare, 160).<br />

La festa del Corpus Domini ispirò nuove forme di pietà eucaristica<br />

nel popolo di Dio, giunte fino a noi (cf. Direttorio pietà popolare,<br />

160-163). Tra esse la processione, che rappresenta la forma tipo <strong>delle</strong><br />

processioni eucaristiche: prolunga la celebrazione dell’Eucaristia in<br />

modo che il popolo cristiano «renda pubblica testimonianza di fede e di<br />

venerazione verso il Santissimo Sacramento» (De sacra communione,<br />

101; cf. CIC, can. 944). Pertanto «si viva, quest’anno, con particolare<br />

fervore la solennità del Corpus Domini con la tradizionale processione.<br />

La fede nel Dio che, incarnandosi, si è fatto nostro compagno di viaggio<br />

sia proclamata dovunque e particolarmente per le nostre strade e fra le


nostre case, quale espressione del nostro grato amore e fonte di inesauribile<br />

benedizione» (Mane nobiscum Domine, 18).<br />

Un accento spiccatamente eucaristico potrà opportunamente assumere<br />

anche la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.<br />

Celebrazione eucaristica e Liturgia <strong>delle</strong> Ore<br />

12. «La Liturgia <strong>delle</strong> Ore estende alle diverse ore del giorno le prerogative<br />

del mistero eucaristico, “centro e culmine di tutta la vita della<br />

comunità cristiana”: la lode e il rendimento di grazie, la memoria dei<br />

misteri della salvezza, le suppliche e la pregustazione della gloria celeste.<br />

La celebrazione dell’Eucaristia viene anche preparata ottimamente<br />

mediante la Liturgia <strong>delle</strong> Ore, in quanto per suo mezzo vengono suscitate<br />

e accresciute le disposizioni necessarie alla fruttuosa celebrazione<br />

dell’Eucaristia, quali sono la fede, la speranza, la carità, la devozione e<br />

il desiderio dell’abnegazione di sé» (IGLH, 12).<br />

Nella celebrazione comune, quando le circostanze lo suggeriscono,<br />

si può fare una unione più stretta tra la Messa e una Ora dell’Ufficio<br />

– Lodi mattutine, Ora Media, Vespri –, secondo le indicazioni e la normativa<br />

vigente (cf. IGLH, 93-97).<br />

Adorazione eucaristica<br />

13. La riserva del Corpo di Cristo per la comunione agli infermi<br />

portò i fedeli alla lodevole consuetudine di raccogliersi in preghiera per<br />

adorare Cristo realmente presente nel Sacramento conservato nel tabernacolo.<br />

Raccomandata dalla Chiesa a Pastori e fedeli, l’adorazione del<br />

Santissimo è altamente espressiva del legame esistente tra la celebrazione<br />

del Sacrificio del Signore e la sua presenza permanente nell’Ostia<br />

consacrata (cf. De sacra communione, 79-100; Ecclesia de Eucharistia,<br />

25; Mysterium fidei; Redemptionis Sacramentum, 129-141).<br />

Il trattenersi in preghiera presso il Signore Gesù, vivo e vero nel<br />

Santo Sacramento, matura l’unione con lui: dispone alla fruttuosa celebrazione<br />

dell’Eucaristia e prolunga gli atteggiamenti cultuali ed esistenziali<br />

da essa suscitati.<br />

Si esprime, secondo la tradizione della Chiesa, in diverse modalità:<br />

– la semplice visita al Santissimo Sacramento riposto nel tabernacolo:<br />

31


32<br />

breve incontro con Cristo suggerito dalla fede nella sua presenza e<br />

caratterizzato dall’orazione silenziosa;<br />

– l’adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento esposto, secondo le<br />

norme liturgiche, nell’ostensorio o nella pisside, in forma prolungata<br />

o breve;<br />

– l’adorazione perpetua, quella <strong>delle</strong> Quaranta Ore o in altre forme,<br />

che investono un’intera comunità religiosa, o un’associazione eucaristica,<br />

o una comunità parrocchiale, e forniscono l’occasione per<br />

numerose espressioni di pietà eucaristica (cf. Direttorio pietà popolare,<br />

165).<br />

14. Adorazione e sacra Scrittura. «Durante l’esposizione, orazioni,<br />

canti e letture, si devono disporre in modo che i fedeli in preghiera<br />

orientino e incentrino la loro pietà sul Cristo Signore. Per favorire l’intimità<br />

della preghiera, si predispongano letture della sacra Scrittura con<br />

omelia o brevi esortazioni, che portino i fedeli a un riverente approfondimento<br />

del mistero eucaristico. È bene che alla parola di Dio i fedeli<br />

rispondano col canto e che in momenti opportuni si osservi il sacro<br />

silenzio» (De sacra communione, 95).<br />

15. Adorazione e Liturgia <strong>delle</strong> Ore. «Dinanzi al Santissimo Sacramento<br />

esposto per un tempo prolungato, si può anche celebrare qualche<br />

parte della Liturgia <strong>delle</strong> Ore, specialmente se si tratta <strong>delle</strong> Ore principali.<br />

Con tale celebrazione infatti si estende alle varie ore della giornata<br />

la lode e il rendimento di grazie della celebrazione eucaristica e la<br />

Chiesa rivolge a Cristo, e per mezzo suo al Padre, preghiere e suppliche<br />

a nome del mondo intero» (De sacra communione, 96).<br />

16. Adorazione e Rosario. La lettera apostolica Rosarium Virginis<br />

Mariae ci ha ulteriormente aiutato ad oltrepassare una visione del Rosario<br />

come preghiera semplicemente mariana, invitando a valorizzare<br />

l’impronta eminentemente cristologica di esso: contemplare i misteri di<br />

Cristo con gli occhi e il cuore di Maria, in comunione con lei e sul suo<br />

esempio.<br />

Se rimane vero che durante l’esposizione del Santissimo Sacramento<br />

non si devono compiere altre pratiche devozionali in onore della Vergine<br />

Maria e dei Santi (cf. Direttorio pietà popolare, 165), si comprende<br />

però perché il Magistero non escluda il Rosario: è appunto in forza di


questo suo carattere che va sottolineato e sviluppato. Proprio in vista<br />

dell’Anno dell’Eucaristia il Papa ha scritto: «Lo stesso Rosario, compreso<br />

nel suo senso profondo, biblico e cristocentrico, che ho raccomandato<br />

nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, potrà essere<br />

una via particolarmente adatta alla contemplazione eucaristica, attuata<br />

in compagnia e alla scuola di Maria» (Mane nobiscum Domine 18; cf.<br />

Redemptionis Sacramentum, 137; Direttorio pietà popolare, 165). Pertanto<br />

vanno riscoperti e promossi nella pratica pastorale gli elementi<br />

offerti nella Rosarium Virginis Mariae cap. III. L’ascolto di un testo<br />

biblico, il silenzio meditativo, la clausola cristologica dopo il nome di<br />

Gesù al centro dell’Ave Maria, il Gloria cantato, una adatta preghiera<br />

conclusiva rivolta a Cristo, anche in forma litanica, favoriscono l’indole<br />

contemplativa che qualifica la preghiera davanti al Santissimo custodito<br />

nel tabernacolo o esposto. Recitare il Rosario di fretta, l’assenza di spazio<br />

meditativo, l’insufficiente orientamento cristologico non aiutano a<br />

lasciarsi incontrare da Cristo presente nel Sacramento dell’altare.<br />

Quanto alle litanie della Vergine, che sono un atto cultuale a sé stante<br />

non necessariamente legato al Rosario (cf. Direttorio pietà popolare,<br />

203), esse possono più opportunamente essere sostituite da litanie rivolte<br />

direttamente a Cristo (ad es. le litanie del Cuore di Gesù, del Sangue<br />

di Cristo).<br />

17. Benedizione eucaristica. Processioni e adorazioni eucaristiche<br />

si concludono ordinariamente, quando c’è il sacerdote o il diacono, con<br />

la benedizione con il Santissimo. Gli altri ministri o persone incaricate<br />

dell’esposizione, a conclusione di essa ripongono il Sacramento nel tabernacolo<br />

(cf. De sacra communione, 91).<br />

Poiché la benedizione con il Santissimo Sacramento non è una forma<br />

di pietà eucaristica a sé stante, deve essere preceduta da una breve esposizione,<br />

con un tempo conveniente di preghiera e silenzio. «È vietata<br />

l’esposizione fatta unicamente per impartire la benedizione» (De sacra<br />

communione, 89).<br />

Processioni eucaristiche<br />

18. La processione eucaristica per le vie della città terrena aiuta i<br />

fedeli a sentirsi popolo di Dio che cammina con il suo Signore, proclamando<br />

la fede nel “Dio con noi e per noi” (cf. Redemptionis Sacramen-<br />

33


34<br />

tum, 142-144; Direttorio pietà popolare, 162-163). Ciò vale soprattutto<br />

per la processione eucaristica per eccellenza, quella del Corpus Domini.<br />

È necessario che nelle processioni si osservino le norme che garantiscono<br />

la dignità e la riverenza verso il Santissimo e ne regolano lo svolgimento,<br />

in modo che l’addobbo <strong>delle</strong> vie, l’omaggio dei fiori, i canti e<br />

le preghiere siano una manifestazione di fede nel Signore e di lode a lui<br />

(cf. De sacra communione, 101-108).<br />

Congressi eucaristici<br />

19. Segno di fede e di carità, manifestazione tutta particolare del<br />

culto eucaristico, i congressi eucaristici «si devono considerare come<br />

una “statio” cioè una sosta d’impegno e di preghiera, a cui una comunità<br />

invita la Chiesa universale, o una Chiesa locale le altre Chiese<br />

della medesima regione o della stessa nazione o del mondo intero, per<br />

approfondire <strong>insieme</strong> qualche aspetto del mistero eucaristico e prestare<br />

ad esso un omaggio di pubblica venerazione, nel vincolo della carità e<br />

dell’unità» (De sacra communione, 109).<br />

Per la fruttuosa riuscita del congresso si considerino le indicazioni<br />

date per la sua preparazione e svolgimento in De sacra communione,<br />

110-112.<br />

III. LINEE DI SPIRITUALITÀ EUCARISTICA<br />

20. Un discorso di spiritualità eucaristica esigerebbe molto più di<br />

quanto ci si propone di offrire in queste pagine. In effetti ci limitiamo ad<br />

alcuni “spunti”, nella fiducia che siano le Chiese particolari a riprendere<br />

il discorso, fornendo stimoli e più ampi contenuti per specifiche iniziative<br />

di catechesi e formazione. È importante infatti che l’Eucaristia sia<br />

colta non soltanto negli aspetti celebrativi, ma anche come progetto di<br />

vita e stia alla base di una autentica “spiritualità eucaristica”.<br />

L’Anno dell’Eucaristia è tempo propizio per dilatare lo sguardo oltre<br />

gli aspetti tipicamente celebrativi. Proprio perché è il cuore della<br />

vita cristiana, l’Eucaristia non si conclude tra le pareti della chiesa, ma<br />

esige di trasfondersi nel vissuto di chi vi partecipa. Il sacramento del<br />

Corpo di Cristo è elargito in vista dell’edificazione del Corpo di Cristo<br />

che è la Chiesa. Gli atteggiamenti eucaristici cui siamo educati dalla


celebrazione sono da coltivare nella vita spirituale, tenendo conto della<br />

vocazione e dello stato di vita di ciascuno. L’Eucaristia in verità è alimento<br />

essenziale per tutti i credenti in Cristo, senza distinzione di età e<br />

condizione.<br />

Le considerazioni che qui offriamo disegnano alcune piste di riflessione,<br />

a partire da qualche espressione della stessa liturgia, ripresa dal testo<br />

latino del Messale. Si intende così sottolineare come la spiritualità liturgica<br />

si caratterizzi per il suo ancoraggio ai segni, ai riti, alle parole della<br />

celebrazione e possa trovare in essi sicuro e abbondante nutrimento.<br />

21. Ascolto della Parola<br />

Verbum Domini.<br />

A conclusione <strong>delle</strong> letture della sacra Scrittura, l’espressione Verbum<br />

Domini – Parola di Dio! – ci richiama l’importanza di ciò che esce<br />

dalla bocca di Dio, e ce lo fa sentire non come un testo “lontano”, per<br />

quanto ispirato, ma come parola viva con la quale Dio ci interpella:<br />

siamo nel contesto di un vero «dialogo di Dio col suo popolo, dialogo<br />

in cui vengono proclamate le meraviglie della salvezza e continuamente<br />

riproposte le esigenze dell’Alleanza» (Dies Domini, 41).<br />

La liturgia della Parola è una parte costitutiva dell’Eucaristia (cf.<br />

SC, 56; Dies Domini, 39-41). Ci raccogliamo in assemblea liturgica per<br />

ascoltare ciò che il Signore ha da dirci: a tutti e a ciascuno. Egli parla<br />

ora e qui, a noi che lo ascoltiamo con fede, credendo che Egli solo ha<br />

parole di vita eterna, che la sua parola è lampada ai nostri passi.<br />

Partecipare all’Eucaristia vuol dire ascoltare il Signore al fine di mettere<br />

in pratica quanto ci manifesta, ci chiede, desidera dalla nostra vita.<br />

Il frutto dell’ascolto di Dio che ci parla quando nella chiesa si leggono<br />

le sacre Scritture (cf. SC, 7) matura nel vissuto quotidiano (cf. Mane<br />

nobiscum Domine, 13).<br />

L’atteggiamento dell’ascolto sta al principio della vita spirituale.<br />

Credere in Cristo è ascoltare la sua parola e metterla in pratica. È docilità<br />

alla voce dello Spirito, il Maestro interiore che ci guida alla verità<br />

tutta intera, non soltanto alla verità da conoscere ma anche alla verità<br />

da praticare.<br />

Per ascoltare davvero il Signore nella liturgia della Parola, occorre<br />

essere affinati nell’udito del cuore. A ciò prepara la lettura personale<br />

<strong>delle</strong> sacre Scritture, in tempi e occasioni programmate e non lasciate<br />

ad eventuali ritagli di tempo. E perché quanto ascoltato nella celebra-<br />

3


3<br />

zione eucaristica non sparisca dalla mente e dal cuore con l’uscita di<br />

chiesa, occorre trovare modi per prolungare l’ascolto di Dio, il quale<br />

ci fa giungere la sua voce in mille modi, attraverso le circostanze della<br />

vita quotidiana.<br />

22. Conversione<br />

Agnoscamus peccata nostra ut apti simus ad sacra mysteria celebranda.<br />

Kyrie eleison, Christe eleison<br />

Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris, qui tollis peccata mundi,<br />

miserere nobis<br />

Agnus Dei qui tollis peccata mundi: miserere nobis<br />

Domine non sum dignus ut intres…<br />

Come si vede dai testi citati, la dimensione penitenziale è ben presente<br />

nella celebrazione eucaristica. Essa emerge non solo all’inizio<br />

nell’atto penitenziale, con le sue varie formule di invocazione della misericordia,<br />

ma anche nella supplica a Cristo nel canto del Gloria, nel<br />

canto dell’Agnus Dei durante la frazione del Pane, nella preghiera che<br />

rivolgiamo al Signore prima di partecipare al convito eucaristico.<br />

L’Eucaristia stimola alla conversione e purifica il cuore penitente,<br />

cosciente <strong>delle</strong> proprie miserie e desideroso del perdono di Dio, pur non<br />

sostituendosi alla confessione sacramentale, unico modo ordinario, per<br />

i peccati gravi, per ricevere la riconciliazione con Dio e con la Chiesa.<br />

Tale atteggiamento dello spirito deve prolungarsi nelle nostre giornate,<br />

sostenuto dall’esame di coscienza, ossia il confrontare pensieri,<br />

parole, opere, omissioni, con il Vangelo di Gesù.<br />

Vedere con trasparenza le nostre miserie ci libera dall’autocompiacimento,<br />

ci mantiene nella verità davanti a Dio, ci porta a confessare<br />

la misericordia del Padre che sta nei cieli, ci mostra il cammino che<br />

ci attende, ci conduce al sacramento della Penitenza. Ci apre poi alla<br />

lode e al rendimento di grazie. Ci aiuta infine ad essere benevoli verso<br />

il prossimo, a compatirlo nelle sue fragilità e a perdonarlo. Il monito di<br />

Gesù a riconciliarci con il fratello, prima di portare l’offerta all’altare<br />

(cf. Mt 5, 23-24), e l’appello di Paolo a verificare la nostra coscienza<br />

prima della partecipazione all’Eucaristia (ciascuno esamini se stesso e<br />

poi mangi il pane e beva al calice: 1Cor 11, 28), vanno presi sul serio.<br />

Senza la coltivazione di questi atteggiamenti, l’Eucaristia viene disattesa<br />

in una sua dimensione profonda.


23. Memoria<br />

Memores igitur, Domine, eiusdem Filii tui salutiferae passionis necnon<br />

mirabilis resurrectionis et ascensionis in caelum (Preghiera eucaristica<br />

III)<br />

«Se i cristiani celebrano l’Eucaristia fin dalle origini e in una forma<br />

che, sostanzialmente, non è cambiata attraverso la grande diversità dei<br />

tempi e <strong>delle</strong> liturgie, è perché ci sappiamo vincolati dal comando del<br />

Signore, dato la vigilia della sua Passione: “Fate questo in memoria di<br />

me” (1Cor 11, 24-25)» (CCC, 1356).<br />

L’Eucaristia è, in senso specifico, “memoriale” della morte e risurrezione<br />

del Signore. Celebrando l’Eucaristia la Chiesa fa memoria di<br />

Cristo, di quanto ha fatto e ha detto, della sua incarnazione, morte, risurrezione,<br />

ascensione al cielo. In lui fa memoria dell’intera storia della<br />

salvezza, prefigurata nell’antica alleanza.<br />

Fa memoria di ciò che Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – ha fatto<br />

e fa per l’umanità intera, dalla creazione alla “ricreazione” in Cristo,<br />

nell’attesa del suo ritorno alla fine dei tempi per ricapitolare in sé tutte<br />

le cose.<br />

Il “memoriale” eucaristico, passando dalla celebrazione nei nostri<br />

atteggiamenti vitali, ci spinge a fare memoria grata di tutti i doni ricevuti<br />

da Dio in Cristo. Ne scaturisce una vita segnata dalla “gratitudine”,<br />

dal senso di “gratuità” e <strong>insieme</strong> dal senso di “responsabilità”.<br />

In effetti, ricordare ciò che Dio ha fatto e fa per noi nutre il cammino<br />

spirituale. La preghiera del Padre nostro ci ricorda che siamo figli del<br />

Padre che sta nei cieli, fratelli di Gesù, segnati dallo Spirito Santo che è<br />

stato effuso nei nostri cuori.<br />

Ricordare i doni di natura (la vita, la salute, la famiglia…) tiene vivo<br />

il ringraziamento e l’impegno a valorizzarli.<br />

Ricordare i doni di grazia (il battesimo e gli altri sacramenti; le virtù<br />

cristiane…) tiene vivo, <strong>insieme</strong> al ringraziamento, l’impegno a non vanificare<br />

questi “talenti” e piuttosto a farli fruttificare.<br />

24. Sacrificio<br />

Hoc est Corpus meum. Hic est calix Sanguinis mei novi et aeterni<br />

testamenti<br />

Te igitur, clementissime Pater, per Iesum Christum, Filium tuum,<br />

Dominum nostrum, supplices rogamus ac petimus, uti accepta habeas<br />

et benedicas haec dona, haec munera, haec sancta sacrificia illibata.<br />

3


3<br />

Memento, Domine, …omnium circustantium, quorum tibi fides cognita<br />

est et nota devotio, pro quibus tibi offerimus: vel qui tibi offerunt<br />

hoc sacrificium laudis.<br />

Hanc igitur oblationem servitutis nostrae, sed et cunctae familiae<br />

tuae (Preghiera eucaristica I)<br />

Offerimus tibi, gratias referentes, hoc sacrificium vivum et sanctum<br />

(Preghiera eucaristica III)<br />

L’Eucaristia è sacramento del sacrificio pasquale di Cristo. Dall’incarnazione<br />

nel grembo della Vergine fino all’ultimo respiro sulla croce,<br />

la vita di Gesù è un olocausto incessante, un perseverante consegnarsi<br />

ai disegni del Padre. Il culmine è il sacrificio di Cristo sul Calvario:<br />

«ogni volta che il sacrificio della croce, “col quale Cristo, nostro agnello<br />

pasquale, è stato immolato” (1Cor 5, 7), viene celebrato sull’altare,<br />

si effettua l’opera della nostra redenzione» (Lumen Gentium, 3; CCC,<br />

1364).<br />

Questo unico ed eterno sacrificio viene reso realmente presente nel<br />

sacramento dell’altare. In verità, «il sacrificio di Cristo e il sacrificio<br />

dell’Eucaristia sono un unico sacrificio» (CCC, 1367).<br />

Ad esso la Chiesa associa il suo sacrificio, per divenire un solo corpo<br />

e un solo spirito in Cristo, di cui è segno la comunione sacramentale (cf.<br />

Ecclesia de Eucharistia, 11-16). Partecipare all’Eucaristia, obbedire al<br />

Vangelo che ascoltiamo, mangiare il Corpo e bere il Sangue del Signore<br />

vuol dire fare della nostra vita un sacrificio a Dio gradito: per Cristo,<br />

con Cristo e in Cristo.<br />

Come l’azione rituale dell’Eucaristia è fondata sul sacrificio offerto<br />

da Cristo una volta per tutte nei giorni della sua esistenza terrena (cf. Eb<br />

5, 7-9) e lo ripresenta sacramentalmente, così la nostra partecipazione<br />

alla celebrazione deve portare con sé l’offerta della nostra esistenza.<br />

Nell’Eucaristia la Chiesa offre il sacrificio di Cristo offrendosi con lui<br />

(cf. SC, 48; IGMR, 79, f; Ecclesia de Eucharistia, 13).<br />

La dimensione sacrificale dell’Eucaristia impegna dunque la vita.<br />

Da qui la spiritualità del sacrificio, del dono di sé, della gratuità, dell’oblatività<br />

richiesta dal vivere cristianamente.<br />

Nel pane e nel vino che portiamo all’altare è significata la nostra<br />

esistenza: la sofferenza e l’impegno di vivere come Cristo e secondo il<br />

comandamento dato ai suoi discepoli.<br />

Nella comunione al Corpo e al Sangue di Cristo è significato il nostro<br />

“eccomi” a lasciare pensare, parlare, operare lui in noi.


La spiritualità eucaristica del sacrificio dovrebbe permeare le nostre<br />

giornate: il lavoro, le relazioni, le mille cose che facciamo; l’impegno<br />

nel praticare la vocazione di sposi, genitori, figli; la dedizione al ministero<br />

per chi è vescovo, presbitero, diacono; la testimonianza <strong>delle</strong><br />

persone consacrate; il senso “cristiano” del dolore fisico e della sofferenza<br />

morale; la responsabilità di edificare la città terrena, nelle varie<br />

dimensioni che comporta, alla luce dei valori evangelici.<br />

25. Ringraziamento<br />

Vere dignum et iustum est, aequum et salutare, nos semper et ubique<br />

gratias agere<br />

La vigilia della sua passione, la sera in cui istituì il sacramento del<br />

suo sacrificio pasquale, Gesù prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo<br />

diede ai discepoli… Il rendimento di grazie di Gesù ri-vive in ogni nostra<br />

celebrazione eucaristica.<br />

Il termine “eucaristia”, dalla lingua greca, significa infatti ringraziamento<br />

(cf. CCC, 1328). È una dimensione che emerge a chiare lettere<br />

nel dialogo che introduce la Preghiera eucaristica: all’invito del sacerdote<br />

«Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio», i fedeli rispondono: «È<br />

cosa buona e giusta». L’esordio della Preghiera eucaristica è sempre caratterizzato<br />

da una formula che dice il senso della riunione di preghiera:<br />

«È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,<br />

rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo…».<br />

Queste formule codificate, mentre dicono ciò che compiamo nella<br />

celebrazione, esprimono un atteggiamento che non dovrebbe venir<br />

meno nello spirito dei rigenerati in Cristo: ringraziare è proprio di chi<br />

si sente gratuitamente amato, rinnovato, perdonato. È giusto e doveroso<br />

ringraziare Dio sempre (tempo) e in ogni luogo (spazio).<br />

Da qui si irradia la spiritualità del ringraziamento per i doni ricevuti<br />

da Dio (la vita, la salute, la famiglia, la vocazione, il battesimo ecc.).<br />

Ringraziare Dio non solo nelle grandi occasioni, ma “sempre”: i Santi<br />

hanno ringraziato il Signore nella prova, nell’ora del martirio (san Cipriano<br />

diede ordine ai suoi di dare 25 monete d’oro al suo carnefice: Atti del<br />

martirio, 3-6, Ufficio <strong>delle</strong> letture del 16 settembre), per la grazia della<br />

croce… Per chi vive lo spirito eucaristico ogni circostanza della vita è occasione<br />

appropriata per ringraziare Dio (cf. Mane nobiscum Domine, 26).<br />

Ringraziare sempre e “in ogni luogo”: negli ambiti del vivere quotidiano,<br />

la casa, i posti di lavoro, gli ospedali, le scuole…<br />

3


40<br />

L’Eucaristia ci educa anche ad unirci al ringraziamento che sale dai<br />

credenti in Cristo sparsi su tutta la terra, unendo il nostro grazie a quello<br />

di Cristo stesso.<br />

26. Presenza di Cristo<br />

Domine vobiscum<br />

Gloria tibi, Domine<br />

Laus, tibi Christe<br />

Mortem tuam annuntiamus, Domine, et tuam resurrectionem confitemur,<br />

donec venias<br />

Ecce Agnus Dei... Domine, non sum dignus...<br />

«Nella celebrazione della Messa sono gradualmente messi in evidenza<br />

i modi principali della presenza di Cristo nella Chiesa. È presente<br />

in primo luogo nell’assemblea stessa dei fedeli riuniti nel suo nome; è<br />

presente nella sua parola, allorché si legge in chiesa la Scrittura e se ne<br />

fa il commento; è presente nella persona del ministro; è presente infine<br />

e soprattutto sotto le specie eucaristiche: una presenza, questa, assolutamente<br />

unica, perché nel sacramento dell’Eucaristia vi è il Cristo tutto<br />

e intero, Dio e uomo, sostanzialmente e ininterrottamente. Proprio per<br />

questo la presenza di Cristo sotto le specie consacrate vien chiamata<br />

reale: “reale non per esclusione, come se le altre non fossero tali, ma per<br />

antonomasia” (Mysterium fidei, 39» (De sacra communione, 6).<br />

«Occorre, in particolare, coltivare, sia nella celebrazione della Messa<br />

che nel culto eucaristico fuori della Messa, la viva consapevolezza<br />

della presenza reale di Cristo, avendo cura di testimoniarla con il tono<br />

della voce, con i gesti, con i movimenti, con tutto l’<strong>insieme</strong> del comportamento»<br />

(Mane nobiscum Domine, 18).<br />

Segno visibile di realtà invisibili, il sacramento contiene ciò che significa.<br />

L’Eucaristia è anzitutto opus Dei: il Signore parla e opera, ora,<br />

qui, per noi, in virtù della potenza dello Spirito (cf. CCC, 1373). La fede<br />

nella sua presenza reale la esprimiamo, ad esempio, nei dialoghi diretti<br />

che rivolgiamo al Signore dopo averne ascoltato la Parola: Lode a te, o<br />

Cristo, e prima di comunicare al suo Corpo e Sangue: O Signore, non<br />

sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e<br />

io sarò salvato.<br />

La celebrazione dell’Eucaristia dovrebbe portarci ad esclamare,<br />

come gli Apostoli dopo aver incontrato il Risorto: «Abbiamo visto il<br />

Signore!» (Gv 20, 25). La comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo


è comunione con il Risorto, farmaco di immortalità, pegno della gloria<br />

futura.<br />

La presenza, il calore, la luce del Dio con noi devono rimanere in noi<br />

e trasparire in tutta la nostra vita. Fare comunione con Cristo ci aiuta a<br />

“vedere” i segni della divina presenza nel mondo e a “manifestarli” a<br />

quanti incontriamo.<br />

27. Comunione e carità<br />

Una voce dicentes<br />

Concede, ut, qui Corpore et Sanguine Filii tui reficimur, Spiritu eius<br />

Sancto repleti, unum corpus et unus spiritus inveniamur in Christo<br />

(Preghiera eucaristica III)<br />

“Populo congregato”: con queste parole inizia l’Ordo Missae. Il segno<br />

della croce al principio della Messa manifesta che la Chiesa è il<br />

popolo radunato nel nome della Trinità.<br />

Il convenire tutti, nello stesso luogo, per celebrare i santi misteri è<br />

rispondere al Padre celeste che chiama i suoi figli, per stringerli a sé per<br />

Cristo, nell’amore dello Spirito Santo.<br />

L’Eucaristia non è azione privata, ma azione di Cristo che associa<br />

sempre a sé la Chiesa con vincolo sponsale indissolubile (cf. Mane nobiscum<br />

Domine, cap. III).<br />

Nella liturgia della Parola ascoltiamo la medesima Parola divina,<br />

sorgente di comunione tra tutti coloro che la mettono in pratica.<br />

Nella liturgia eucaristica presentiamo, nel pane e nel vino, l’offerta<br />

della nostra vita: è la “comune” offerta della Chiesa che, nei santi misteri,<br />

si dispone a far comunione con Cristo.<br />

In virtù dell’azione dello Spirito Santo, nell’offerta della Chiesa si<br />

rende presente il sacrificio di Cristo («Guarda con amore e riconosci<br />

nell’offerta della tua Chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione»):<br />

una sola offerta spirituale gradita al Padre, per Cristo, con Cristo,<br />

in Cristo. Il frutto di questa associazione al “sacrificio vivo e santo” è<br />

rappresentato dalla comunione sacramentale: «e a noi, che ci nutriamo<br />

del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo<br />

perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito» (Preghiera<br />

eucaristica III).<br />

Ecco la sorgente incessante della comunione ecclesiale, illustrata da<br />

san Giovanni con la similitudine della vite e dei tralci e da san Paolo<br />

con quella del corpo. L’Eucaristia fa la Chiesa (cf. Ecclesia de Euchari-<br />

41


42<br />

stia), colmandola della carità di Dio e spronandola alla carità. Il presentare,<br />

<strong>insieme</strong> al pane e al vino, anche offerte in denaro o altri doni per<br />

i poveri ricorda che l’Eucaristia è impegno alla solidarietà e alla condivisione.<br />

A tal proposito il Santo Padre ha fatto un appello accorato:<br />

«Perché dunque non fare di questo Anno dell’Eucaristia un periodo in<br />

cui le comunità diocesane e parrocchiali si impegnano in modo speciale<br />

ad andare incontro con fraterna operosità a qualcuna <strong>delle</strong> tante povertà<br />

del nostro mondo?» (Mane nobiscum Domine, 28).<br />

La preghiera liturgica, pur coinvolgendo i singoli partecipanti, è<br />

sempre formulata al “noi”: è la voce della Sposa che loda e supplica,<br />

una voce dicentes.<br />

Gli stessi atteggiamenti assunti dai partecipanti manifestano la comunione<br />

tra membra dell’unico organismo. «L’atteggiamento comune<br />

del corpo, da osservarsi da tutti i partecipanti, è segno dell’unità dei<br />

membri della comunità cristiana riuniti per la sacra Liturgia: manifesta<br />

infatti e favorisce l’intenzione e i sentimenti dell’animo di coloro che<br />

partecipano» (IGMR, 42).<br />

Lo scambio della pace prima della Comunione (o prima di presentare<br />

i doni all’altare, come nel rito ambrosiano) è espressivo della “comunione<br />

ecclesiale” necessaria per fare comunione sacramentale con<br />

Cristo. Il frutto della Comunione è l’edificazione della Chiesa, riflesso<br />

visibile della comunione trinitaria (cf. Ecclesia de Eucharistia, 34).<br />

Da qui la spiritualità di comunione (cf. Novo Millennio ineunte, 43-<br />

45): richiesta dall’Eucaristia e suscitata dalla celebrazione eucaristica<br />

(cf. Mane nobiscum Domine, 20-21).<br />

La comunione tra gli sposi è modellata, purificata, nutrita dalla partecipazione<br />

all’Eucaristia.<br />

Il ministero dei pastori della Chiesa e la docilità dei fedeli al loro<br />

magistero è tonificato dall’Eucaristia.<br />

La comunione alle sofferenze di Cristo è sigillata per i fedeli malati<br />

dalla partecipazione all’Eucaristia.<br />

La riconciliazione sacramentale, dopo i nostri “smarrimenti”, è coronata<br />

dalla comunione eucaristica.<br />

La comunione tra molteplici carismi, funzioni, servizi, gruppi, movimenti<br />

all’interno della Chiesa è assicurata dal santo mistero dell’Eucaristia.<br />

La comunione tra persone impegnate in varie attività, servizi, associazioni<br />

di una parrocchia, è manifestata dalla partecipazione alla medesima<br />

Eucaristia.


La tessitura di rapporti di pace, intesa, concordia, nella città terrena<br />

è sostenuta dal sacramento del Dio con noi e per noi.<br />

28. Silenzio<br />

Quiesce in Domino et exspecta eum (Ps 37, 7)<br />

Nel ritmo celebrativo, il silenzio è necessario per il raccoglimento,<br />

l’interiorizzazione, la preghiera interiore (cf. Mane nobiscum Domine,<br />

18). Non è vuoto, assenza, bensì presenza, ricettività, reazione davanti<br />

a Dio che parla a noi, qui e ora, ed opera per noi, qui e ora. «Sta in silenzio<br />

davanti al Signore», ricorda il Sal 37(36), 7.<br />

In verità la preghiera, con le sue diverse sfumature – lode, supplica,<br />

invocazione, grido, lamento, ringraziamento – prende corpo a partire<br />

dal silenzio.<br />

Tra gli altri momenti, nella celebrazione dell’Eucaristia ha particolare<br />

rilievo il silenzio dopo l’ascolto della Parola di Dio (cf. Ordo Lectionum<br />

Missae, 28; IGMR, 128, 130, 136) e soprattutto dopo la comunione<br />

al Corpo e al Sangue del Signore (cf. IGMR,164).<br />

Questi tempi di silenzio sono in certo senso prolungati, al di fuori<br />

della celebrazione, nel raccolto sostare in adorazione, preghiera, contemplazione<br />

davanti al Santissimo Sacramento.<br />

Lo stesso silenzio della tradizione monastica, quello dei tempi di<br />

esercizi spirituali, di giornate di ritiro, non sono forse il prolungare quei<br />

momenti di silenzio caratteristici della celebrazione eucaristica affinché<br />

possa radicarsi e portare frutto in noi la presenza del Signore?<br />

Occorre passare dall’esperienza liturgica del silenzio (cf. Lettera<br />

apostolica Spiritus et Sponsa, 13) alla “spiritualità” del silenzio, alla<br />

dimensione contemplativa della vita. Se non è ancorata al silenzio, la<br />

parola può deperire, trasformarsi in rumore, addirittura in stordimento.<br />

29. Adorazione<br />

Procidebant ante sedentem in trono et adorabant viventem in saecula<br />

saeculorum (Ap 4, 10)<br />

La posizione che assumiamo durante la celebrazione dell’Eucaristia<br />

– in piedi, seduti, in ginocchio – rinvia ad atteggiamenti del cuore. È<br />

una gamma di vibrazioni quella della comunità orante.<br />

Se lo stare in piedi confessa la libertà filiale donataci dal Cristo pasquale,<br />

il quale ci ha rialzati dalla schiavitù del peccato; lo stare seduti<br />

esprime la ricettività cordiale di Maria, che sedutasi a piedi di Gesù ne<br />

43


44<br />

ascoltava la parola; lo stare in ginocchio o profondamente inchinati dice<br />

il farci piccoli davanti all’Altissimo, davanti al Signore (cf. Fil 2, 10).<br />

Il genuflettere davanti all’Eucaristia, come fanno il sacerdote e i fedeli<br />

(cf. IGMR, 43), esprime la fede nella presenza reale del Signore<br />

Gesù nel Sacramento dell’altare (cf. CCC, 1387).<br />

Riflettendo quaggiù, nei santi segni, la liturgia celebrata nel santuario<br />

del cielo, imitiamo i vegliardi: «si prostravano davanti a Colui che<br />

siede sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli» (Ap 4,<br />

10).<br />

Se nella celebrazione dell’Eucaristia adoriamo il Dio con noi e per<br />

noi, tale sentire dello spirito deve prolungarsi e riconoscersi anche in<br />

tutto ciò che facciamo, pensiamo, operiamo. La tentazione, sempre insidiosa<br />

nel curare gli affari di questo mondo, è quella di piegare le nostre<br />

ginocchia davanti a degli idoli e non più a Dio solo.<br />

Le parole con cui Gesù contraddice le suggestioni idolatriche del<br />

diavolo, nel deserto, devono trovare riscontro nel nostro parlare, pensare,<br />

agire quotidiano: «Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto»<br />

(Mt 4, 10).<br />

Il piegare il ginocchio davanti all’Eucaristia, adorando l’Agnello che<br />

ci concede di fare Pasqua con lui, ci educa a non prostrarci a idoli costruiti<br />

dalle mani dell’uomo e ci sostiene nell’obbedire con fedeltà, docilità,<br />

venerazione, a colui che riconosciamo unico Signore della Chiesa<br />

e del mondo.<br />

30. Gioia<br />

Et ideo, choris angelicis sociati, te laudamus in gaudio confitentes:<br />

Sanctus<br />

Propter quod caelestia tibi atque terrestria canticum novum concinunt<br />

adorando… (prefazio II della SS.ma Eucaristia)<br />

«Per essenza, la gioia cristiana è partecipazione alla gioia insondabile,<br />

<strong>insieme</strong> divina e umana, che è nel cuore di Gesù Cristo glorificato»<br />

(Gaudete in Domino, II), e questa partecipazione alla gioia del Signore<br />

«non si può dissociare dalla celebrazione del mistero eucaristico» (ivi,<br />

IV), in modo particolare dall’Eucaristia celebrata nel “dies Domini”.<br />

«Il carattere festoso dell’Eucaristia domenicale esprime la gioia che<br />

Cristo trasmette alla sua Chiesa attraverso il dono dello Spirito. La gioia<br />

è appunto uno dei frutti dello Spirito Santo (cf. Rm 14, 17; Gal 5, 22)»<br />

(Dies Domini, 56).


Diversi sono gli elementi che nella Messa sottolineano la gioia dell’incontro<br />

con Cristo e con i fratelli, sia nelle parole (si pensi al Gloria,<br />

al prefazio) che nei gesti e nel clima festivo (l’accoglienza, gli ornamenti<br />

floreali e l’uso di adeguato accompagnamento musicale, secondo<br />

quanto è consentito dai tempi liturgici).<br />

Una espressione della gioia del cuore è il canto, il quale non è abbellimento<br />

esteriore della celebrazione eucaristica (cf. IGMR, 39; Dies<br />

Domini, 50; Chirografo per il centenario del Motu Proprio “Tra le sollecitudini”<br />

sulla musica sacra).<br />

L’assemblea celeste, a cui quella eucaristica si unisce celebrando i<br />

santi misteri, canta con gioia le lodi dell’Agnello immolato e vivente in<br />

eterno, perché con lui non c’è più lutto, né pianto, né lamento.<br />

Il “cantare la Messa” e non semplicemente durante la Messa, ci permette<br />

di sperimentare che il Signore Gesù viene a far comunione con<br />

noi «perché la sua gioia sia in noi e la nostra gioia sia piena» (cf. Gv 15,<br />

11; 16, 24; 17, 13). Ci colmerai di gioia, Signore, con la tua presenza!<br />

La gioia della celebrazione eucaristica si riverbera nella domenica,<br />

insegnandoci a rallegrarci nel Signore, sempre. A gustare la gioia dell’incontro<br />

fraterno e dell’amicizia. A condividere la gioia ricevuta in<br />

dono (cf. Dies Domini, 55-58).<br />

Sarebbe un controsenso per chi partecipa all’Eucaristia lasciarsi dominare<br />

dalla tristezza. La letizia cristiana non nega la sofferenza, la<br />

preoccupazione, il dolore; sarebbe una risibile ingenuità. Nel pianto<br />

della semina insegna a scorgere la gioia del raccolto. Nella sofferenza<br />

del venerdì santo fa attendere il gaudio del mattino di Pasqua.<br />

L’Eucaristia educa a gioire <strong>insieme</strong> agli altri, senza trattenere soltanto<br />

per sé la gioia ricevuta in dono. Il Dio con noi e per noi pone il<br />

sigillo della sua presenza nelle nostre tristezze, tra i nostri dolori, in noi<br />

sofferenti. Chiamandoci a far comunione con sé, Egli ci consola in ogni<br />

nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si<br />

trovano in qualsiasi genere di afflizione (cf. 2Cor 1, 4).<br />

31. Missione<br />

Oratio universalis<br />

«Vere Sanctus es, Domine, …quia per Filium tuum,… Spiritus Sancti<br />

operante virtute, …populum tibi congregare non desinis, ut a solis<br />

ortu usque ad occasum oblatio munda offeratur nomini tuo (Preghiera<br />

eucaristica IIII)<br />

4


4<br />

Benedicat vos omnipotens Deus… Ite, missa est<br />

Costituita da credenti di ogni lingua, popolo e nazione, la Chiesa è<br />

frutto della missione che Gesù ha affidato agli Apostoli ed è incessantemente<br />

investita del mandato missionario (cf. Mt 28, 16-20). «Dalla<br />

perpetuazione nell’Eucaristia del sacrificio della Croce e dalla comunione<br />

col Corpo e Sangue di Cristo la Chiesa trae la necessaria forza<br />

spirituale per compiere la sua missione. Così l’Eucaristia si pone come<br />

fonte e <strong>insieme</strong> come culmine di tutta l’evangelizzazione, poiché il suo<br />

fine è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con lo<br />

Spirito Santo» (Ecclesia de Eucharistia, 22).<br />

Nella preghiera universale, nella Preghiera eucaristica, nelle orazioni<br />

di messe per varie necessità, l’intercessione della Chiesa celebrante<br />

i santi misteri abbraccia l’orizzonte del mondo, le gioie e le tristezze<br />

dell’umanità, le sofferenze e il grido dei poveri, l’anelito di giustizia e<br />

di pace che attraversa la terra (cf. Mane nobiscum Domine, 27-28).<br />

Il congedo con cui si conclude la celebrazione eucaristica non è semplicemente<br />

la comunicazione del termine dell’azione liturgica: la benedizione,<br />

specialmente con le formule solenni, che precede la dimissione,<br />

ci ricorda che usciamo di chiesa con il mandato di testimoniare al<br />

mondo che siamo “cristiani”. Lo ricorda Giovanni Paolo: «Il congedo<br />

alla fine di ogni Messa costituisce una consegna, che spinge il cristiano<br />

all’impegno per la propagazione del Vangelo e la animazione cristiana<br />

della società» (Mane nobiscum Domine, 24). Il cap. IV della Lettera<br />

Apostolica Mane nobiscum Domine tratta appunto dell’Eucaristia presentata<br />

come principio e progetto di missione.<br />

L’incontro con Cristo non è un talento da seppellire, ma da far fruttificare<br />

in opere e parole. L’evangelizzazione e la testimonianza missionaria<br />

si dipartono dunque come forze centrifughe dal convito eucaristico<br />

(cf. Dies Domini, 45). La missione è portare Cristo, in modo credibile,<br />

negli ambienti di vita, di lavoro, di fatica, di sofferenza, facendo<br />

in modo che lo spirito del Vangelo sia lievito della storia e “progetto”<br />

di relazioni umane improntate alla solidarietà e alla pace. «Potrebbe la<br />

Chiesa realizzare la propria vocazione senza coltivare una costante relazione<br />

con l’Eucaristia, senza nutrirsi di questo cibo che santifica, senza<br />

poggiare su questo sostegno indispensabile alla sua azione missionaria?<br />

Per evangelizzare il mondo c’è bisogno di apostoli “esperti” nella<br />

celebrazione, adorazione e contemplazione dell’Eucaristia» (Giovanni<br />

Paolo II, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2004, 3).


Come annunciare Cristo senza ritornare, regolarmente a conoscerlo<br />

nei santi misteri?<br />

Come testimoniarlo senza alimentarsi alla sorgente della comunione<br />

eucaristica con lui?<br />

Come partecipare alla missione della Chiesa, superando il rischio<br />

dell’individualismo, senza coltivare il vincolo eucaristico che ci stringe<br />

ad ogni fratello di fede, anzi ad ogni uomo?<br />

Giustamente, l’Eucaristia può essere chiamata anche il Pane della<br />

missione: una bella “figura” in questo senso è il cibo che venne dato<br />

ad Elia, perché continuasse a svolgere la sua missione, senza cedere di<br />

fronte alle difficoltà del cammino: «con la forza datagli da quel cibo,<br />

camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio,<br />

l’Oreb» (1Re 19, 8).<br />

IV. INIZIATIVE E IMPEGNI PASTORALI<br />

32. C’è da pensare che i singoli Vescovi, le Conferenze dei Vescovi, i<br />

Superiori religiosi, non mancheranno di dare indicazioni per il fruttuoso<br />

svolgersi dell’Anno dell’Eucaristia (cf. Mane nobiscum Domine, 5 e<br />

29).<br />

A scopo orientativo si segnalano suggerimenti e proposte.<br />

33. Conferenze dei Vescovi<br />

– Preparare opportuni sussidi – specie dove le <strong>Diocesi</strong> non potranno<br />

farlo – che diano risalto all’Anno dell’Eucaristia, favoriscano la riflessione<br />

di sacerdoti e fedeli, affrontando problematiche dottrinali e<br />

anche quelle pastorali maggiormente sentite nei loro paesi (mancanza<br />

di preti, affievolimento in alcuni sacerdoti dell’importanza della<br />

Messa quotidiana, disaffezione alla Messa domenicale, abbandono<br />

del culto eucaristico…).<br />

– Considerare il tipo e la qualità <strong>delle</strong> trasmissioni televisive e radiofoniche<br />

della celebrazione eucaristica (cf. Dies Domini, 54), utili<br />

specialmente per chi è impossibilitato a partecipare alla Messa (correttezza<br />

<strong>delle</strong> riprese, bontà del commento, bellezza e dignità della<br />

celebrazione per non diffondere prassi discutibili, eccessivo risalto<br />

alla spettacolarità ecc.). Prestare attenzione anche ad altre forme di<br />

preghiera radio-teletrasmesse (favorire adorazioni in chiesa, evitando<br />

che i fedeli si accontentino di seguire l’adorazione tele-trasmessa).<br />

4


4<br />

– Proporre iniziative per l’apertura e la chiusura dell’Anno dell’Eucaristia<br />

nelle singole <strong>Diocesi</strong>.<br />

– Invitare ad approfondimenti Università, Facoltà, Istituti di studio,<br />

Seminari.<br />

– Promuovere congressi eucaristici nazionali.<br />

– Interessare e coinvolgere soprattutto i sacerdoti con iniziative anche<br />

a livello nazionale.<br />

34. <strong>Diocesi</strong><br />

– Curare l’apertura solenne e la chiusura ufficiale dell’Anno dell’Eucaristia,<br />

entro i termini stabiliti per la Chiesa universale, in data utile nelle<br />

singole <strong>Diocesi</strong>: si consiglia una celebrazione “stazionale” in cattedrale<br />

– o luogo adatto – presieduta dal Vescovo; se si crede opportuno,<br />

la celebrazione può cominciare in una chiesa o posto vicino al luogo<br />

della celebrazione, al quale ci si reca in processione al canto <strong>delle</strong> litanie<br />

dei Santi (cf. ad esempio Caeremoniale Episcoporum, 261).<br />

– Valorizzare, in dati giorni e circostanze dell’anno liturgico, la “Messa<br />

stazionale” presieduta dal Vescovo, quale segno di comunione eucaristica<br />

della Chiesa particolare (cf. Mane nobiscum Domine, 22).<br />

– Invitare gli uffici e le commissioni diocesane di settori pastorali (catechetico,<br />

liturgico, arte, musica liturgica, scuola, malati, questioni<br />

sociali, famiglia, clero, vita consacrata, giovani, movimenti…) a<br />

promuovere almeno una iniziativa specifica nel corso dell’anno.<br />

– Promuovere congressi eucaristici (tempi di riflessione e di preghiera).<br />

– Valorizzare gli incontri del clero (partecipazione alla Messa crismale,<br />

ritiri mensili, incontri diocesani o vicariali, esercizi spirituali<br />

annuali, formazione permanente) per approfondire temi eucaristici,<br />

anche a livello pastorale e spirituale.<br />

– Dare un accento eucaristico alla Giornata mondiale di preghiera per<br />

la santificazione dei sacerdoti nella solennità del Sacratissimo Cuore<br />

di Gesù.<br />

– Promuovere la conoscenza di Santi e Sante, specie se con particolare<br />

relazione alla <strong>Diocesi</strong>, che si sono distinti per l’amore all’Eucaristia,<br />

ne hanno predicato il Mistero, hanno scritto su di esso.<br />

– Conoscere il patrimonio di arte diocesana con riferimento eucaristico<br />

– dipinti, sculture, iconografia, altari, tabernacoli, vasi sacri….<br />

–, custodito nelle varie chiese e nei musei diocesani; curare mostre,<br />

letture guidate, pubblicazioni.


– Incrementare l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento individuando<br />

a tale scopo chiese e cappelle adatte, ricordarne l’esistenza<br />

dove già ci sono, procurando che siano aperte soprattutto durante gli<br />

orari congeniali alla gente (cf. Mane nobiscum Domine, 18).<br />

– I giovani siano in particolare sollecitati a porre il tema della XX Giornata<br />

Mondiale della Gioventù “Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2, 2), in<br />

rapporto con l’Anno dell’Eucaristia (cf. Mane nobiscum Domine, 30).<br />

Sarebbe significativo un incontro di adorazione eucaristica per giovani<br />

a livello diocesano in prossimità della Domenica <strong>delle</strong> Palme.<br />

– Aprire rubriche di interesse eucaristico su settimanali, riviste diocesane,<br />

siti internet, emittenti radio-televisive locali.<br />

35. Parrocchie<br />

Accogliere l’invito del Santo Padre è fare il possibile, durante questo<br />

Anno, per dare all’Eucaristia domenicale il posto centrale che le compete<br />

nella parrocchia, a giusto titolo chiamata «comunità eucaristica»<br />

(cf. SC, 42; Mane nobiscum Domine, 23; Dies Domini, 35-36; Eucharisticum<br />

mysterium, 26).<br />

In questa luce, si suggeriscono alcune piste:<br />

– Dove c’è bisogno, riordinare o dare un assetto stabile ai luoghi della<br />

celebrazione (altare, ambone, presbiterio) e alla riserva dell’Eucaristia<br />

(tabernacolo, cappella dell’adorazione); dotarsi dei libri liturgici;<br />

curare la verità e bellezza dei segni (vesti, vasi sacri, arredo).<br />

– Incremento o costituzione del gruppo liturgico parrocchiale. Cura<br />

dei ministri istituiti e dei ministri straordinari della Santa Comunione,<br />

dei ministranti, della schola cantorum ecc.<br />

– Dedicare particolare attenzione al canto liturgico, tenendo conto <strong>delle</strong><br />

indicazioni offerte nel recente Chirografo di Giovanni Paolo II<br />

sulla musica sacra.<br />

– Programmare in periodi dell’anno – tempo pasquale, quaresima – incontri<br />

formativi specifici sull’Eucaristia nella vita della Chiesa e del<br />

cristiano; occasione particolarmente propizia, per adulti e ragazzi, è<br />

il tempo di preparazione alla Prima Comunione.<br />

– Riprendere in mano e far conoscere l’Institutio generalis Missalis<br />

Romani (cf. Mane nobiscum Domine, 17) e i Praenotanda dell’Ordo<br />

Lectionum Missae; il De sacra communione et de cultu mysterii eucharistici<br />

extra Missam; la recente Enciclica Ecclesia de Eucharistia<br />

e l’Istruzione che l’ha seguita Redemptionis Sacramentum.<br />

4


0<br />

– Educare allo “stare in chiesa”: cosa fare quando si entra in chiesa; genuflessione<br />

o inchino profondo al Santissimo Sacramento; clima di raccoglimento;<br />

indicazioni per aiutare la partecipazione interiore durante<br />

la Messa, specie in certi momenti (tempi di silenzio, preghiera personale<br />

dopo la comunione) e per educare alla partecipazione esteriore<br />

(modo di acclamare o pronunciare coralmente le parti comuni). Per la<br />

comunione sotto le due Specie ci si attenga alle disposizioni vigenti (cf.<br />

SC, 55; IGMR, 281-287; Redemptionis Sacramentum, 100-107).<br />

– Celebrare convenientemente l’anniversario della dedicazione della<br />

propria chiesa.<br />

– Riscoprire la “propria” chiesa parrocchiale, conoscendo il senso di<br />

quanto abitualmente si vede in essa: lettura guidata dell’altare, ambone,<br />

tabernacolo, iconografia, vetrate, portale, ecc. Il visibile della<br />

chiesa favorisce la contemplazione dell’Invisibile.<br />

– Promuovere – anche indicando modalità pratiche – il culto eucaristico<br />

e la preghiera personale e comunitaria davanti al Santissimo<br />

(cf. Mane nobiscum Domine, 18): visita, adorazione del Santissimo<br />

e benedizione eucaristica, Quaranta Ore, processioni eucaristiche.<br />

Valorizzare in modo conveniente, dopo la Messa nella Cena del Signore<br />

il Giovedì Santo, il prolungarsi dell’adorazione eucaristica (cf.<br />

Direttorio pietà popolare, 141).<br />

– Proporre in particolari circostanze iniziative specifiche (adorazioni<br />

notturne).<br />

– Verificare la regolarità e la dignità nel portare la comunione ai malati.<br />

– Far conoscere l’insegnamento della Chiesa circa il Viatico.<br />

– Accompagnare la vita spirituale di chi, trovandosi in situazioni irregolari<br />

e partecipando alla santa Messa, non può ricevere la comunione<br />

eucaristica.<br />

36. Santuari<br />

L’Anno dell’Eucaristia interpella direttamente anche i santuari, luoghi<br />

già di per sé chiamati ad offrire abbondantemente ai fedeli i mezzi<br />

della salvezza, annunciando con zelo la Parola di Dio, favorendo convenientemente<br />

la vita liturgica, in specie con l’Eucaristia e la celebrazione<br />

della Penitenza, nonché coltivando forme approvate di pietà popolare<br />

(cf. C.I.C. can. 1234, § 1; Direttorio pietà popolare, 261-278).<br />

Speciale interesse di fedeli e pellegrini riguarderà quest’Anno i santuari<br />

eretti a motivo di prodigi eucaristici e di pietà eucaristica.


– Essendo la celebrazione eucaristica il fulcro della molteplice azione<br />

dei santuari (evangelizzazione, carità, cultura), sarà fruttuoso:<br />

• condurre i pellegrini – partendo dalla devozione peculiare del<br />

santuario – a un profondo incontro con Cristo;<br />

• curare l’esemplare svolgimento della celebrazione eucaristica;<br />

• favorire la partecipazione dei vari gruppi alla medesima celebrazione<br />

eucaristica, debitamente articolata e attenta – se è il caso<br />

– alla diversità <strong>delle</strong> lingue, valorizzando anche il canto gregoriano,<br />

almeno nelle melodie più facili, soprattutto per l’Ordinario<br />

della Messa, specie il simbolo di fede e la preghiera del Signore<br />

(cf. Direttorio pietà popolare, 268).<br />

– Assicurare la possibilità della preghiera davanti al Santissimo Sacramento,<br />

curando il raccoglimento e animando momenti di adorazione<br />

comunitaria. Facilitare con una adeguata segnalazione l’individuazione<br />

del luogo del Tabernacolo (cf. IGMR, 314-317; Redemptionis<br />

Sacramentum, 130).<br />

– Incoraggiare la pratica del sacramento della Penitenza, assicurando,<br />

secondo le possibilità, la disponibilità di confessori in orari utili per<br />

le gente (cf. Direttorio pietà popolare, 267).<br />

37. Monasteri, Comunità religiose e Istituti<br />

Dato lo stretto vincolo tra Eucaristia e vita consacrata (cf. Vita consecrata,<br />

95; Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società<br />

di vita apostolica, Ripartire da Cristo, 26), l’anno dell’Eucaristia deve<br />

risultare uno stimolo in più ad ancorarsi al cuore della propria vocazione<br />

e missione, personalmente e comunitariamente.<br />

In tutte le Regole e Costituzioni è prescritta o raccomandata la Messa<br />

quotidiana e la devozione eucaristica.<br />

– L’anno dell’Eucaristia è un’opportunità per programmare tempi di<br />

riflessione e di verifica:<br />

• sulla qualità della celebrazione eucaristica in comunità;<br />

• sulla fedeltà alle norme liturgiche;<br />

• sull’eredità eucaristica della tradizione del proprio Istituto come<br />

anche sulla situazione presente;<br />

• sulla personale devozione eucaristica.<br />

– Riscoprire nella vita e negli scritti dei propri fondatori - fondatrici la<br />

pietà eucaristica da essi praticata e insegnata.<br />

– Interrogarsi: quale testimonianza di vita eucaristica offrono le per-<br />

1


2<br />

sone di vita consacrata operanti in parrocchie, ospedali, case di cura,<br />

istituzioni educative e scolastiche, penitenziari, centri si spiritualità,<br />

case di accoglienza, santuari, monasteri?<br />

– Verificare se si segue l’orientamento più volte dato dal Magistero<br />

(cf. Dies Domini, 36) di partecipare alla Messa domenicale in parrocchia<br />

e di ben sintonizzarsi con la pastorale della Chiesa diocesana<br />

in cui vivono.<br />

– Incrementare Ore di adorazione del Santissimo Sacramento (cf.<br />

Mane nobiscum Domine, 18).<br />

38. Seminari e case di formazione<br />

Lo speciale Anno dell’Eucaristia interpella le comunità e case di formazione<br />

in cui si preparano i futuri sacerdoti diocesani e religiosi, nonché<br />

i diaconi (cf. Mane nobiscum Domine, 30).<br />

La partecipazione alla mensa della Parola e dell’Eucaristia matura<br />

la risposta vocazionale e la apre alla missione specifica che Dio affida<br />

a quanti Egli stesso sceglie come pastori del suo popolo (cf. Congregazione<br />

per l’Educazione Cattolica, Istruzione sulla formazione liturgica<br />

nei Seminari, 8-27 e Appendice 30-41).<br />

Mentre sostiene il quotidiano cammino di formazione, l’Eucaristia<br />

manifesta ai seminaristi qual è il cuore del loro futuro ministero.<br />

Attenzioni da considerare:<br />

– Coltivare il raccordo tra formazione teologica ed esperienza spirituale<br />

del Mistero eucaristico per una sua più profonda interiorizzazione.<br />

– Cura della partecipazione interiore ed esteriore alla celebrazione della<br />

Messa.<br />

– Conoscenza della teologia liturgica risaltante dai riti e dai testi della<br />

celebrazione eucaristica.<br />

– Conoscenza anche pratica di quanto concerne il rito della Messa e<br />

soprattutto il modo adeguato di celebrarla: funzione dello spazio<br />

celebrativo; il genere dei diversi testi e il modo di pronunciarli, le<br />

sequenze rituali, le parti del Messale, la normativa che regola la celebrazione<br />

eucaristica nei giorni dell’anno, le legittime possibilità di<br />

scelta di formule e formulari.<br />

– Utilità di una certa dimestichezza con la lingua latina e il canto gregoriano,<br />

in modo da poter pregare e cantare in latino quando serve,<br />

radicandosi nella tradizione della Chiesa orante.<br />

– Incremento dell’adorazione eucaristica, sia personale che comuni-


taria, nelle sue varie forme, compresa l’esposizione del Santissimo<br />

Sacramento.<br />

– Conveniente collocazione del Tabernacolo in modo da favorire la<br />

preghiera privata.<br />

39. Associazioni, Movimenti, Confraternite<br />

Lo spirito di comunione, fraternità, condivisione che motiva l’iscrizione<br />

a un’associazione è naturalmente legato al mistero eucaristico.<br />

Esistono confraternite e associazioni esplicitamente intitolate all’Eucaristia,<br />

al Santissimo Sacramento, alla devozione eucaristica.<br />

L’inserimento di associazioni, gruppi e movimenti nella Chiesa, alla<br />

cui edificazione e vitalità contribuiscono, secondo i loro carismi, si manifesta<br />

con il normale ritrovarsi nelle Messe domenicali della parrocchia<br />

(cf. Mane nobiscum Domine, 23; Dies Domini, 36).<br />

L’Anno dell’Eucaristia:<br />

– È un appello a riflettere, verificare, interiorizzare, aggiornare eventualmente<br />

gli Statuti tradizionali.<br />

– È un’occasione per un approfondimento catechetico-mistagogico<br />

dell’Eucaristia.<br />

– È uno stimolo a dedicare più tempo all’adorazione eucaristica, coinvolgendo<br />

anche altre persone in una sorta di “apostolato” eucaristico.<br />

– È un invito a coniugare preghiera e impegno di carità.<br />

V. PERCORSI CULTURALI<br />

40. Questo capitolo è volutamente schematico, ma non per questo di<br />

scarso significato. Il motivo dell’essenzialità è soprattutto il fatto che,<br />

spostandoci sul piano della cultura, ci incontriamo inevitabilmente con<br />

le variegate situazioni <strong>delle</strong> tante Chiese particolari sparse nel mondo,<br />

ciascuna <strong>delle</strong> quali inserita in un determinato contesto, con le sue ricchezze,<br />

le sue peculiarità, la sua storia. Spetta alle Chiese particolari<br />

dare corpo a quanto qui viene ricordato con semplici menzioni tematiche.<br />

Ma non è difficile comprendere quanto sia importante che l’occasione<br />

di questo Anno dell’Eucaristia venga colta anche come stimolo a<br />

scoprire quanto l’Eucaristia sia stata capace, e resti capace, di incidere<br />

fortemente nella cultura umana.<br />

3


4<br />

41. Ricerca storica<br />

Spazi di ricerca si aprono per le Facoltà Teologiche, per le Università<br />

Cattoliche e gli Istituti di studi superiori. Alle Facoltà Teologiche<br />

in particolare si suggerisce come pista significativa di coniugare l’approfondimento<br />

dei fondamenti biblici e dottrinali dell’Eucaristia con<br />

l’approfondimento del vissuto cristiano, specie il vissuto dei Santi.<br />

42. Edifici, monumenti, biblioteche<br />

Cattedrali, monasteri, santuari e non poche chiese rappresentano già<br />

di per sé “un bene culturale” e spesso si qualificano anche come centri<br />

di irradiazione di cultura. In questa prospettiva, l’Anno dell’Eucaristia<br />

può offrire uno stimolo a mettere in luce la tematica eucaristica risaltante<br />

dal patrimonio culturale e artistico, a riflettere su di essa, a promuoverne<br />

la conoscenza.<br />

Mostre, convegni e pubblicazioni di vario tipo possono farsi avvalendosi<br />

anche della collaborazione di istituzioni ed enti ecclesiastici e<br />

non (Università, Facoltà, Centri di studio, Circoli culturali, Editoria).<br />

43. Arte, musica sacra, letteratura<br />

Se da una parte l’arte sacra con tematica eucaristica è testimonianza<br />

della fede creduta, dall’altra è trasmissione di essa al popolo di Dio. Gli<br />

esempi potrebbero essere moltissimi, dai ben noti dipinti che si trovano<br />

nelle catacombe romane alle numerose realizzazioni su questo tema,<br />

compiute sia in Oriente che in Occidente nel corso dei secoli.<br />

La conoscenza della tradizione permette di rendersi conto degli accenti<br />

“eucaristici” che hanno ispirato la produzione artistica nelle epoche<br />

che ci hanno preceduto e di instaurare confronti con la produzione<br />

contemporanea.<br />

Ci limitiamo ad evocare alcuni ambiti tematici:<br />

Quanto all’arte sacra:<br />

– altari, tabernacoli, cappelle<br />

– affreschi, mosaici, miniature, pitture, sculture, arazzi, intarsi<br />

– vasi sacri: calici, pissidi, patene, ostensori<br />

– paramenti: vesti liturgiche, paliotti d’altare, baldacchini, stendardi<br />

– manifatture e carri per le processioni eucaristiche<br />

– arredi peculiari per la reposizione del Santissimo Sacramento il Giovedì<br />

Santo<br />

Per la musica sacra:


– messe<br />

– inni<br />

– sequenze<br />

– mottetti<br />

Per la letteratura, il teatro, la filmografia:<br />

– poesia<br />

– racconti<br />

– romanzi<br />

– rappresentazioni<br />

– film<br />

– documentari<br />

44. Per tutti questi ambiti, i competenti sapranno trovare facilmente<br />

i percorsi giusti, e sarebbe un grande esito dell’Anno dell’Eucaristia<br />

se le ricerche compiute portassero a una maggiore conoscenza e a una<br />

maggiore condivisione di tesori che appartengono alla comune eredità<br />

del cristianesimo nei diversi continenti.<br />

Va in questo senso ciò che il Papa dice nella Mane nobiscum Domine<br />

riferendosi all’Eucaristia anche nei termini di un più forte impegno<br />

a testimoniare «la presenza di Dio nel mondo». Di fronte a orientamenti<br />

culturali che tendono a marginalizzare il contributo cristiano, e<br />

persino a cancellare dalla memoria il suo contributo storico nelle terre<br />

tradizionalmente cristiane, il Papa ha scritto: «Non abbiamo paura di<br />

parlare di Dio e di portare a fronte alta i segni della fede. La “cultura<br />

dell’Eucaristia” promuove una cultura del dialogo, che trova in essa<br />

forza e alimento. Ci si sbaglia a ritenere che il riferimento pubblico alla<br />

fede possa intaccare la giusta autonomia dello Stato e <strong>delle</strong> istituzioni<br />

civili, o che addirittura possa incoraggiare atteggiamenti di intolleranza.<br />

Se storicamente non sono mancati errori in questa materia anche<br />

nei credenti, come ebbi a riconoscere in occasione del Giubileo, ciò va<br />

addebitato non alle “radici cristiane”, ma all’incoerenza dei cristiani nei<br />

confronti <strong>delle</strong> loro radici» (Mane nobiscum Domine, 26).<br />

CONCLUSIONE<br />

Un anno di grazia, di fervore, di mistagogia<br />

45. A conclusione di queste pagine, dopo tanti suggerimenti e proposte,<br />

conviene ritornare a ciò che è più essenziale, ricordando che il


Santo Padre, nella Lettera Apostolica Mane nobiscum Domine, ha parlato<br />

di un “Anno di grazia”. In effetti, tutte le cose che potremo fare<br />

avranno un senso se poste dentro l’ottica del dono di Dio. Le iniziative<br />

non dovranno essere che sentieri aperti, perché la grazia, sempre offerta<br />

dallo Spirito di Dio, scorra con abbondanza, accolta dai singoli e dalle<br />

comunità. L’eccomi della Vergine Santa dovrà ancora una volta dare il<br />

tono all’eccomi di tutta la Chiesa, che continuamente, con il corpo e il<br />

sangue di Cristo, riceve anche il dono della maternità di Maria: “Ecco<br />

tua Madre!” (cf . Ecclesia de Eucharistia, 57).<br />

La riuscita di quest’Anno dipenderà indubbiamente dalla profondità<br />

della preghiera. Siamo invitati a celebrare l’Eucaristia, a riceverla, ad<br />

adorarla, con la fede dei Santi. Come dimenticare, in questa giornata in<br />

cui la liturgia fa memoria di Santa Teresa d’Avila, il fervore della grande<br />

mistica spagnola, dottore della Chiesa? A proposito della comunione<br />

eucaristica, ella scrive: «Non c’è d’andar molto lontano per cercare il<br />

Signore. Fino a quando il calore naturale non ha consumato gli accidenti<br />

del pane, il buon Gesù è in noi: avviciniamoci a Lui!» (Cammino di<br />

perfezione, 8).<br />

Questo Anno speciale dovrà appunto aiutarci a incontrare Gesù nell’Eucaristia<br />

e a vivere di lui. A questo dovrà tendere anche la catechesi<br />

“mistagogica”, che il Papa chiede ai Pastori come impegno speciale<br />

(cf. Mane nobiscum Domine, 17). Facendo eco al suo appello, ci piace<br />

concludere con un tipico brano della mistagogia in Occidente, tratto dal<br />

De Mysteriis (n. 54) di Sant’Ambrogio:<br />

Lo stesso Signore Gesù proclama: “Questo è il mio corpo”. Prima<br />

della benedizione <strong>delle</strong> parole celesti la parola indica un particolare<br />

elemento. Dopo la consacrazione ormai designa il corpo e il sangue di<br />

Cristo. Egli stesso lo chiama suo sangue. Prima della consacrazione lo<br />

si chiama con altro nome. Dopo la consacrazione è detto sangue. E tu<br />

dici: “Amen”, cioè, “È così”. Ciò che pronunzia la bocca, lo affermi lo<br />

spirito. Ciò che enunzia la parola, lo senta il cuore.<br />

Dalla sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei<br />

Sacramenti, 15 ottobre 2004, memoria di Santa Teresa di Gesù, vergine<br />

e dottore della Chiesa.<br />

Francis Card. Arinze ✠ Domenico Sorrentino<br />

Prefetto Arcivescovo Segretario


PENITENZIERIA APOSTOLICA<br />

Decreto<br />

circa le Indulgenze<br />

concesse durante l’Anno dell’Eucaristia<br />

Il più grande dei miracoli (Cf. Solennità del SS.mo Corpo e Sangue<br />

di Cristo, Ufficio <strong>delle</strong> Letture, seconda lettura) e supremo memoriale<br />

della Redenzione operata da N. S. Gesù Cristo mediante il suo sangue,<br />

l’Eucaristia, in quanto sacrificio e in quanto sacramento, produce in modo<br />

indefettibile l’unità della Chiesa, la sostiene con la forza della grazia<br />

soprannaturale, la inonda di gioia ineffabile, ed è un aiuto soprannaturale<br />

per nutrire la pietà dei fedeli e spingerli verso l’aumento, anzi verso la<br />

perfezione, della loro vita cristiana.<br />

In considerazione di ciò, mosso dalla sollecitudine verso la Chiesa,<br />

il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, al fine di promuovere il culto e<br />

pubblico e privato verso il Santissimo Sacramento, con la Lettera Apostolica<br />

Mane nobiscum, Domine del 7 ottobre 2004, ha stabilito che fosse<br />

celebrato in tutta la Chiesa un anno apposito, chiamato “Anno dell’Eucaristia”.<br />

Al fine, poi, di esortare i fedeli, nel corso di questo anno, ad una più<br />

profonda conoscenza e ad un più intenso amore verso l’ineffabile “Mistero<br />

della fede”, e affinché ne ricavino sempre più abbondanti frutti<br />

spirituali, il medesimo Beatissimo Padre, nell’Udienza concessa ai sottoscritti<br />

Moderatori della Penitenzieria Apostolica il 17 dicembre c.a.,<br />

ha voluto arricchire di Indulgenze alcuni determinati atti di culto e di<br />

devozione verso il SS.mo Sacramento, qui sotto indicati.<br />

1. Viene concessa l’Indulgenza Plenaria a tutti e ai singoli fedeli, alle<br />

solite condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e<br />

preghiera secondo l’intenzione del Sommo Pontefice, con l’animo totalmente<br />

distaccato dall’affetto verso qualunque peccato), ogniqualvolta<br />

partecipino con attenzione e pietà a una sacra funzione o ad un pio<br />

esercizio svolti in onore del SS.mo Sacramento, solennemente esposto o<br />

conservato nel Tabernacolo.


2. È concessa inoltre, alle condizioni sopra ricordate, l’Indulgenza<br />

Plenaria al Clero, ai membri degli Istituti di Vita Consacrata e <strong>delle</strong> Società<br />

di Vita Apostolica e agli altri fedeli tenuti per legge alla recita della<br />

Liturgia <strong>delle</strong> Ore, nonché a quelli che sono soliti dire l’Ufficio Divino<br />

per pura devozione, ogniqualvolta, a conclusione della giornata, recitino<br />

davanti al Signore presente nel tabernacolo, o in comune o privatamente,<br />

il Vespro e la Compieta.<br />

I fedeli, che, impediti per malattia o altre giuste cause di poter visitare<br />

il SS.mo Sacramento dell’Eucaristia in una chiesa o oratorio, potranno<br />

conseguire l’Indulgenza Plenaria in casa propria o dovunque si<br />

trovino a motivo dell’impedimento se, con totale riprovazione d’ogni<br />

peccato, come è stato detto sopra, e con l’intenzione di osservare, non<br />

appena sarà possibile, le tre consuete condizioni, compiranno spiritualmente<br />

con il desiderio del cuore la visita, in spirito di fede nella<br />

reale presenza di Gesù Cristo nel Sacramento dell’Altare, e reciteranno<br />

il Padre Nostro e il Credo, aggiungendo una pia invocazione a Gesù<br />

Sacramentato (p.e. “Sia lodato e ringraziato ogni momento il SS.mo<br />

Sacramento”).<br />

Se non potessero fare neppure questo, otterranno l’Indulgenza Plenaria,<br />

se si uniranno con desiderio interiore a coloro che praticano nel<br />

modo ordinario l’opera prescritta per l’Indulgenza e offriranno a Dio<br />

Misericordioso le infermità e i disagi della loro vita, avendo anch’essi il<br />

proposito di adempiere non appena possibile le tre solite condizioni.<br />

I sacerdoti che svolgono ministero pastorale, soprattutto i parroci, tenendo<br />

presenti i “Suggerimenti e proposte” indicati il 15 ottobre 2004<br />

dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />

informino nel modo più conveniente i loro fedeli di questa salutare<br />

disposizione della Chiesa, si prestino con animo pronto e generoso ad<br />

ascoltare le loro confessioni, e, nei giorni da determinarsi per l’utilità<br />

dei fedeli, guidino in modo solenne pubbliche recite di preghiere a Gesù<br />

Sacramentato.<br />

Infine, nell’impartire la catechesi esortino i fedeli a dare spesso aperte<br />

testimonianze di fede e di venerazione verso il SS.mo Sacramento,<br />

come è proposto nella Concessione generale IV dell’“Enchiridion Indulgentiarium”,<br />

tenendo presenti anche le altre concessioni dello stesso<br />

Enchiridion: n. 7: Adorazione e processione eucaristica, n. 8: Comunione<br />

eucaristica e spirituale, n. 27: Prima Messa dei neosacerdoti e celebrazioni<br />

giubilari di Ordinazione sacerdotale ed episcopale.


Il presente Decreto ha vigore durante l’Anno Eucaristico, a partire<br />

dal giorno stesso della sua pubblicazione su “L’Osservatore Romano”.<br />

Nonostante qualunque contraria disposizione.<br />

Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 25 dicembre 2004,<br />

nella solennità del Natale del Signore Nostro Gesù Cristo.<br />

✠ James Francis Card. Stafford<br />

Penitenziere Maggiore<br />

Gianfranco Girotti, O.F.M.Conv.<br />

Reggente


0<br />

SUPREMO TRIBUNALE<br />

DELLA SEGNATURA APOSTOLICA<br />

Decreto di costituzione<br />

del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese<br />

a Tribunale di seconda istanza<br />

per il Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano<br />

di Scutari (Albania)<br />

Prot. n. 4007/2004 SAT.<br />

Viso ac mature perpenso decreto diei 11 Maii 2003, quod huc pervenit<br />

die 6 Novembris 2003, quo, ad normam cann. 1423 et 1439 § 2<br />

Codicis Iuris Canonici et cann. 1067-1086 Codicis Canonum Ecclesiarum<br />

Orientalium, Exc.mus D.nus Angelus Massafra, Praeses Conferentiae<br />

Episcoporum Albaniae atque Archiepiscopus Scodrensis et Exc.<br />

mus Archiepiscopus Dyrracenus-Tiranensis ac Rev.mi Administratores<br />

Apostolici Alexiensis, Pulatensis, Rrësheniensis, Sappensis et Exc.mus<br />

Administrator Apostolicus Albaniae Meridionalis, cum antea seu die 18<br />

Martii 2003 nihil obstare Haec Signatura Apostolica declarasset, erexerunt<br />

in civitate Scodrensi Tribunal Interdioecesanum primae instantiae<br />

pro eadem Archidioecesi Scodrensi ac pro Archidioecesi Dyrracena-Tiranensi<br />

et pro dioecesibus Alexiensi, Pulatensi, Rrësheniensi, Sappensi<br />

et Administratione Apostolica Albaniae Meridionalis, ad cognoscendas<br />

ac definiendas omnes causas iudiciales a iure expresse non exceptas, scilicet<br />

causas nullitatis matrimonii, sive per processum ordinarium sive ad<br />

normam cann. 1686-1688 pertractandas, causas separationis coniugum<br />

aliasque causas contentiosas, necnon causas poenales;<br />

Attento quod, integro partium iure provocandi in altera instantia ad<br />

Rotam Romanam (Const. Ap. Pastor bonus, art. 128, n. 1; cfr. can. 1444,<br />

§ 1, n. 1), a causis pertractatis in primo iurisdictionis gradu apud Tribunal<br />

Interdioecesanum Scodrense fit appellatio, consentiente Eius Moderatore,<br />

ad Forum Interdioecesanum Apulum;


VI art. 124, n. 4 Const. Ap. “Pastor bonus” (cfr. etiam can. 1445, § 3,<br />

n. 3 Codicis Iuris Canonici);<br />

Prae oculis habito quod aequitas canonica animarumque salus in Ecclesia<br />

suprema semper lex esse debent (cfr. can. 1752 Codicis Iuris Canonici),<br />

supremum signaturae apostolicae tribunal<br />

decrevit:<br />

1 - petitam probationem concedi;<br />

2 - probari pariter designationem Fori Interdioecesani Apuli tamquam<br />

Tribunalis secundae instantiae a causis pertractatis in primo iurisdictionis<br />

gradu apud Tribunal Interdioecesanum Scodrense, incolumi semper<br />

manente facultate provocandi pro secunda instantia ad Tribunal Rotae<br />

Romanae iuxta legis praescripta;<br />

atque mandavit:<br />

insuper ut Exc.mus Moderator Fori Interdioecesani Scodrensis necnon<br />

ceteri Exc.mi Episcopi interesse habentes statuant de tempore ex<br />

quo novum Tribunal Interdioecesanum primae instantiae vigere incipiat<br />

et de regimine causarum, nunc pendentium, in prima instantia apud Fora<br />

dioecesana vel Administrationem Apostolicam Albaniae Meridionalis,<br />

ad normam art. 22 “Normarum pro Tribunalibus Interdioecesanis, vel<br />

Regionalibus aut Interregionalibus” ab Hac Signatura Apostolica editarum<br />

die 28 Decembris 1970 (in AAS 63, 1971, pp. 486-492).<br />

Quod notificetur iis quorum interest ad omnes iuris effectus.<br />

Datum Romae e Sede Supremi Signaturae Apostolicae, die 23 Ianuarii<br />

2004.<br />

Marius Franciscus Card. Pompedda<br />

Praefectus<br />

Franciscus Daneels, O. Praem., P.I.<br />

vices Exc.mi Secretarii agens<br />

1


2<br />

* * *<br />

Visto che con decreto dell’11 maggio 2003, qui pervenuto il 6 novembre<br />

2003, a norma dei cann. 1423 e 1439 § 2 CJC e dei cann. 1067-<br />

1086 CCEO, l’Ecc.mo Mons. Angelo Massafra, Presidente della Conferenza<br />

Episcopale di Albania e Arcivescovo di Scutari, l’Ecc.mo Arcivescovo<br />

di Durazzo-Tirana, i Rev.mi Amministratori Apostolici di Lesh,<br />

Pult, Rrëshen, Sapë e l’Ecc.mo Amministratore Apostolico dell’Albania<br />

Meridionale, hanno eretto in Scutari, con nulla osta di questa Segnatura<br />

Apostolica in data 18 marzo 2003, un Tribunale Interdiocesano di prima<br />

istanza per le Arcidiocesi di Scutari e di Durazzo-Tirana, per le diocesi<br />

di Lesh, Pult, Rrëshen, Sapë e per l’Amministrazione Apostolica dell’Albania<br />

Meridionale, per istruire e definire tutte le cause giudiziali non<br />

espressamente riservate dal diritto, come le cause di nullità matrimoniale,<br />

sia con procedimento ordinario, sia che con procedimento speciale a<br />

norma dei cann. 1686-1688, le cause di separazione dei coniugi e le altre<br />

cause contenziose e penali;<br />

visto che, fatto salvo il diritto di appellare ogni causa direttamente<br />

alla Rota Romana (cfr. Cost. Ap. Pastor bonus, art. 128, n. 1; cfr. can.<br />

1444, § 1, n. 1), per le cause trattate in primo grado di giurisdizione presso<br />

il Tribunale Interdiocesano di Scutari ci si appellerà, con il consenso<br />

del suo Moderatore, al Tribunale Regionale Pugliese;<br />

in forza dell’art. 124, n. 4 della Cost. Ap. Pastor bonus (cfr. anche il<br />

can. 1445, § 3, n. 3 CJC);<br />

ben consapevole che l’equità canonica e la salvezza <strong>delle</strong> anime devono<br />

essere sempre la suprema legge della Chiesa (cfr. can. 1752 CJC),<br />

il<br />

supremo tribunale della segnatura apostolica<br />

decreta:<br />

– di concedere la richiesta approvazione;<br />

– di approvare parimenti la designazione del Tribunale Regionale Pugliese<br />

quale Tribunale di seconda istanza per le cause trattate in primo<br />

grado di giurisdizione presso il Tribunale Interdiocesano di Scutari,


estando sempre la facoltà di appellare, secondo la prescrizione di<br />

legge, al Tribunale della Rota Romana;<br />

dà inoltre mandato:<br />

all’Ecc.mo Moderatore del Tribunale Interdiocesano di Scutari e agli<br />

altri Ecc.mi Vescovi interessati di stabilire la data di inizio <strong>delle</strong> attività<br />

del suddetto nuovo Tribunale Interdiocesano di prima istanza e il regime<br />

da seguire per le cause attualmente pendenti in prima istanza presso i<br />

rispettivi Tribunali diocesani e l’Amministrazione Apostolica della Albania<br />

Meridionale, a norma dell’art. 22 <strong>delle</strong> “Norme per i Tribunali Interdiocesani,<br />

Regionali o Interregionali”, emanate da questa Segnatura<br />

Apostolica il 28 dicembre 1970 (in AAS 63, 1971, pp. 486-492).<br />

Il presente decreto sia notificato a tutti coloro che ne sono interessati,<br />

per gli effetti del diritto.<br />

Dato a Roma, dalla sede della Suprema Segnatura Apostolica, il 23 gennaio<br />

2004<br />

Mario Francesco Card. Pompedda<br />

Prefetto<br />

Frans Daneels, O. Praem., P.I.<br />

Vice Segretario<br />

3


4<br />

DOCUMENTI DELLA SANTA SEDE<br />

ANNO 2004<br />

Giovanni Paolo II<br />

• Lettera Apostolica Mane nobiscum Domine per l’Anno dell’Eucaristia:<br />

Ottobre 2004 - Ottobre 2005 (7 ottobre 2004)<br />

Congregazione per la Dottrina della Fede<br />

• Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo<br />

e della donna nella Chiesa e nel mondo (31 luglio 2004)<br />

• Notificazione sul libro “Jesus Symbol of God” di Padre Roger Haight,<br />

S.J. (13 dicembre 2004)<br />

Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti<br />

• Istruzione Redemptionis Sacramentum su alcune cose che si devono<br />

osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia (23 aprile 2004)<br />

• Anno dell’Eucaristia: suggerimenti e proposte (14 ottobre 2004)<br />

Congregazione per i Vescovi<br />

• Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi Apostolorum Successores<br />

(22 febbraio 2004)


Conferenza<br />

Episcopale<br />

Italiana


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolari decori.


Comunicazione e missione.<br />

Direttorio sulle comunicazioni sociali<br />

nella missione della Chiesa<br />

Nel mese di settembre 2004 è stato pubblicato il documento Comunicazione<br />

e missione. Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione<br />

della Chiesa, frutto di un lungo e articolato lavoro portato avanti<br />

dalla Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali,<br />

che si è fatta interprete di un’esigenza diffusa e di un’urgenza pastorale<br />

evidenziata da molti operatori. Il testo, elaborato da esperti nominati<br />

dalla Segreteria Generale della CEI e coordinati dall’Ufficio Nazionale<br />

per le comunicazioni sociali, è stato sottoposto alla consultazione dei<br />

Vescovi italiani al fine di raccogliere pareri per arricchire e integrare il<br />

testo, rendendolo in tal modo più aderente alle esigenze della comunità<br />

ecclesiale. Il testo è stato approvato dalla 53 a Assemblea Generale della<br />

Conferenza Episcopale Italiana (Roma, 17-21 maggio 2004).<br />

Il Direttorio si presenta come una specifica attuazione pastorale, con<br />

indicazioni anche di carattere operativo, <strong>delle</strong> linee generali tracciate<br />

dagli orientamenti pastorali e <strong>delle</strong> prospettive aperte dal Progetto culturale.<br />

Si articola in due parti nelle quali sono esposti i fondamenti e le<br />

indicazioni operative per una svolta nella mentalità e nell’impegno di<br />

tutti i cristiani, ciascuno secondo i propri doni e le specifiche responsabilità,<br />

affinché l’inculturazione del Vangelo dentro i linguaggi mediatici<br />

renda i media stessi sempre più capaci di trasmettere e di lasciar trasparire<br />

il messaggio evangelico.<br />

Il documento si colloca nel solco dei quarant’anni del decreto conciliare<br />

Inter mirifica (4 dicembre 1963), e a circa vent’anni dalla nota<br />

della Commissione Episcopale per le comunicazioni sociali Il dovere<br />

pastorale <strong>delle</strong> comunicazioni sociali (15 maggio 1985).<br />

Il volume è corredato da un ampio indice <strong>delle</strong> fonti e da un dettagliato<br />

indice analitico per consentirne un più agile ed efficace utilizzo.<br />

Per la prima volta, infine, un documento dell’Episcopato italiano è<br />

corredato da un cd rom, che offre una sussidiazione multimediale del<br />

Direttorio allo scopo, tra l’altro, di esemplificare un uso appropriato ed<br />

efficace dei media stessi.<br />

Per opportuna documentazione vengono di seguito riportati il decreto<br />

di pubblicazione del Direttorio e la presentazione del Card. Camillo<br />

Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.


Prot. n. 514/04<br />

Conferenza Episcopale Italiana<br />

DECRETO<br />

La 53 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana,<br />

svoltasi in Roma dal 17 al 21 maggio 2004, ha esaminato e approvato<br />

con la prescritta maggioranza il documento Comunicazione e missione.<br />

Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa.<br />

Tale documento intende offrire indicazioni, anche di carattere operativo,<br />

per l’attuazione <strong>delle</strong> linee contenute negli orientamenti pastorali<br />

Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia e <strong>delle</strong> prospettive aperte<br />

dal Progetto culturale. Esso mira a orientare l’azione di rinnovamento<br />

pastorale nel settore della comunicazione sociale, in un quadro culturale<br />

profondamente mutato, nel contesto della pastorale ordinaria con particolare<br />

riguardo alla realtà parrocchiale. Inoltre esso si pone come presupposto<br />

indispensabile e come strumento significativo dell’impegno<br />

della Chiesa italiana nella promozione e nel sostegno dei media nazionali<br />

e locali.<br />

Pertanto con il presente decreto, per mandato della 53 a Assemblea<br />

Generale, a norma dell’art. 28, lett. a) dello statuto, dispongo che venga<br />

pubblicato il documento Comunicazione e missione. Direttorio sulle<br />

comunicazioni sociali nella missione della Chiesa, come di seguito riportato.<br />

A questi orientamenti «ogni Vescovo si atterrà in vista dell’unità e<br />

del bene comune, a meno che ragioni di speciale rilievo ne dissuadano, a<br />

suo giudizio, l’adozione nella propria diocesi» (statuto, art. 18).<br />

Roma, 18 giugno 2004<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente


Comunicare il Verbo della vita<br />

Presentazione<br />

Ciò che era fin da principio,<br />

ciò che noi abbiamo udito,<br />

ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi,<br />

ciò che noi abbiamo contemplato<br />

e ciò che le nostre mani hanno toccato,<br />

ossia il Verbo della vita […]<br />

noi lo annunziamo anche a voi,<br />

perché anche voi siate in comunione con noi.<br />

La nostra comunione<br />

è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo.<br />

Queste cose vi scriviamo,<br />

perché la nostra gioia sia perfetta<br />

(1Gv 1, 1-4)<br />

La comunicazione del Vangelo oggi, per una Chiesa chiamata a configurarsi<br />

alla Trinità seguendo il Verbo incarnato, comunicatore e rivelatore<br />

del Padre, richiede una particolare attenzione ai cambiamenti generati<br />

dai meravigliosi strumenti della comunicazione sociale. Per evangelizzare<br />

ed esercitare il suo ruolo profetico la comunità ecclesiale deve<br />

comprendere e dialogare con la nuova cultura generata dalla crescente<br />

diffusione dei media. È un dovere e un’opportunità per la Chiesa saper<br />

rispondere con coraggio alle nuove istanze culturali lasciandosi interpellare<br />

dai cambianti e nello stesso tempo offrendo il suo contributo per<br />

il bene e la salvezza dell’umanità. In ogni circostanza e in ogni tempo la<br />

Chiesa non è mai venuta meno alla sua missione: comunicare il Verbo<br />

della vita, ascoltato, contemplato, toccato e annunciato. La Chiesa, testimone<br />

sin dalle origini <strong>delle</strong> parole e dei gesti con cui Gesù ha redento<br />

l’umanità, esiste per comunicare agli uomini di ogni tempo questa buona<br />

notizia. Se non si impegnasse con tutte le sue forze nel comunicare ciò<br />

che il Signore le ha affidato verrebbe meno alla sua missione. Il mandato<br />

di comunicare il Vangelo scaturisce dalla sua identità e oggi è reso ancora<br />

più urgente dal nuovo contesto mediatico che caratterizza il nostro<br />

tempo.


0<br />

Nel cammino della Chiesa in Italia<br />

La Chiesa in Italia negli ultimi anni ha posto una rinnovata attenzione<br />

al ruolo che la comunicazione sociale gioca nella cultura, nella vita sociale<br />

del Paese e nella sua stessa missione. Il mondo dei media è divenuto<br />

un ambiente in cui l’uomo d’oggi vive, interagisce, è presente come un<br />

“nuovo areopago” dove si esprimono pubblicamente i pensieri, dove si<br />

scambiano le idee, vengono fatte circolare le notizie e le informazioni<br />

d’ogni genere. Ci troviamo di fronte a una nuova grande sfida culturale<br />

con cui deve misurarsi il genio missionario della Chiesa (cfr Redemptoris<br />

missio, n. 37). Facendoci interpreti di un’esigenza diffusa e di una urgenza<br />

pastorale, noi Vescovi italiani poniamo nelle mani <strong>delle</strong> nostre comunità<br />

il Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa<br />

in Italia. Comunicazione e missione è un documento che nell’ottica del<br />

Progetto culturale cristianamente ispirato, riprende le numerose indicazioni<br />

emerse in questi anni, a partire dal Convegno Ecclesiale di Palermo<br />

(1995), e poi nella 42 a Assemblea Generale di Collevalenza (novembre<br />

1996), ribadite e approfondite in più occasioni, nel corso di questi anni,<br />

fino agli orientamenti pastorali per il decennio 2001-2010 che hanno posto<br />

a tema Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia.<br />

Come attuazione degli orientamenti pastorali per il decennio<br />

Il Direttorio rappresenta una concreta e specifica attuazione di quanto<br />

auspicato negli orientamenti pastorali che richiamano e ribadiscono<br />

l’importanza di innestare la comunicazione sociale nell’azione missionaria<br />

della Chiesa e di dare piena attuazione agli impegni assunti fino<br />

a oggi: “La comunione ecclesiale e la missione evangelizzatrice della<br />

Chiesa trovano inoltre nei media un campo privilegiato di espressione.<br />

Dal Concilio a oggi, la Chiesa ha preso ancor più coscienza di quanto<br />

sia importante coniugare tutti gli ambiti della vita ecclesiale con questa<br />

nuova realtà culturale e sociale. Le iniziative avviate in questi anni<br />

dalla Chiesa in Italia per raccordare e promuovere la comunicazione in<br />

campo ecclesiale e per rendere più incisiva la presenza della Chiesa nei<br />

media dovranno trovare in questo decennio un’ulteriore realizzazione<br />

nel quadro di un’organica pastorale <strong>delle</strong> comunicazioni sociali e nella<br />

prospettiva del progetto culturale” (Comunicare il Vangelo in un mondo<br />

che cambia, n. 39).


Per una pastorale organica e integrata<br />

Con il Direttorio si intende proporre alla comunità ecclesiale italiana<br />

un quadro strutturato dei contenuti e <strong>delle</strong> prospettive da cui partire per<br />

realizzare una pastorale che consideri le comunicazioni sociali non come<br />

un suo settore, ma come una sua dimensione essenziale.<br />

L’attuazione di una pastorale organica e integrata che assuma pienamente<br />

le opportunità e le sfide della comunicazione sociale, esige un<br />

forte impegno educativo e una coerente azione pastorale supportata da<br />

competenze e da strumenti adeguati. Le due parti del Direttorio offrono<br />

sia i fondamenti sia le indicazioni operative per una svolta nella mentalità<br />

e nell’impegno di tutti i cristiani, ciascuno secondo i propri doni e le<br />

specifiche responsabilità, affinché l’inculturazione del Vangelo dentro i<br />

linguaggi mediatici renda i media stessi sempre più capaci di trasmettere<br />

e di lasciar trasparire il messaggio evangelico.<br />

Destinatari e obiettivi<br />

Destinatari del documento sono tutti i membri della comunità ecclesiale,<br />

i responsabili della pastorale, gli operatori in genere e in particolare<br />

quelli per le comunicazioni sociali e la cultura; chi gestisce i vari media<br />

cattolici e opera in essi; i professionisti del settore; tutti coloro che<br />

sono responsabili della formazione perché collochino la loro missione<br />

educativa nella nuova prospettiva culturale generata dai media.<br />

Il Direttorio intende aiutare le comunità ecclesiali a prendere coscienza<br />

del ruolo dei media nella nostra società; far maturare una competenza<br />

relativa alla conoscenza, al giudizio, alla utilizzazione dei media per la<br />

missione della Chiesa; sviluppare alcune idee circa i punti nevralgici<br />

della pastorale <strong>delle</strong> comunicazioni sociali (comprensione dei media come<br />

cultura e non solo come mezzi, ecc.); offrire una piattaforma comune<br />

per i piani pastorali che ciascuna diocesi è chiamata a realizzare.<br />

Una bussola per i media e gli operatori pastorali<br />

Il Direttorio intende costituire anche una piattaforma unitaria per i<br />

media ecclesiali, gli organismi e le iniziative nel campo <strong>delle</strong> comunicazioni<br />

sociali, per i professionisti cattolici che operano nelle strutture<br />

pubbliche e private della comunicazione sociale. Questo strumento po-<br />

1


2<br />

trà risultare quanto mai utile, quindi, sia per favorire un maggiore raccordo<br />

tra i media sia per sviluppare una pastorale organica ben supportata<br />

da organismi e strutture come gli uffici diocesani e regionali <strong>delle</strong><br />

comunicazioni sociali, le associazioni del settore e i centri formativi, in<br />

modo particolare i seminari e le facoltà teologiche. Seguendo le indicazioni<br />

del documento si coltiveranno, quali imprescindibili impegni della<br />

comunità ecclesiale, la formazione e la promozione di nuove figure di<br />

animatori nel campo della comunicazione e della cultura.<br />

Roma, 18 giugno 2004<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Italiana


Rendiconto,<br />

previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985,<br />

circa l’utilizzo <strong>delle</strong> somme IRPEF<br />

pervenute all’I.C.S.C. e alla C.E.I.<br />

nell’anno 2003<br />

L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la<br />

Conferenza Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale<br />

competente il rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione <strong>delle</strong><br />

somme di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge<br />

e lo pubblichi sul «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana»,<br />

organo ufficiale della stessa Conferenza.<br />

In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo<br />

all’anno 2003, con allegate alcune annotazioni illustrative, inviato dal<br />

Presidente della CEI, Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On.<br />

Giuseppe Pisanu, con lettera in data 8 luglio 2004, prot. n. 518/04.<br />

Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine <strong>delle</strong> lettere del comma<br />

secondo dell’art. 44:<br />

Lettera a) - Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto nell’anno<br />

2003:<br />

– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore <strong>delle</strong><br />

diocesi: n. 36.041<br />

– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore <strong>delle</strong><br />

diocesi: n. 3.223<br />

Lettera b) - Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per il<br />

dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi<br />

previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo<br />

<strong>delle</strong> ritenute fiscali):<br />

– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />

da un minimo di € 10.272,00 (€ 856,00 mensili per 12 mensilità)<br />

ad un massimo di € 19.131,60 (€ 1.594,30 mensili per 12 mensilità)<br />

– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:<br />

sacerdoti: € 13.867,20 (€ 1.155,60 mensili per 12 mensilità)<br />

vescovi emeriti: € 16.820,40 (€ 1.401,70 mensili per 12 mensilità)<br />

3


4<br />

Lettera c) - Ammontare complessivo <strong>delle</strong> somme di cui agli artt. 46 e<br />

47 destinate al sostentamento del clero:<br />

– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento<br />

del clero e deducibili a termini dell’art. 46: € 19.036.118,00<br />

– importo destinato dalla CEI a valere sull’anticipo dell’otto per mille<br />

IRPEF: € 329.500.000,00<br />

Lettera d) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione:<br />

n. 123<br />

Lettera e) - Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione:<br />

n. 35.315<br />

Lettera f) - Ammontare <strong>delle</strong> ritenute fiscali e dei contributi previdenziali<br />

operati ai sensi dell’art. 25:<br />

– ritenute fiscali: € 57.134.434,00<br />

– contributi previdenziali: € 26.928.977,00<br />

Lettera g) - Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli<br />

Istituti per il sostentamento del clero: € 306.007.723,00<br />

Lettera h) - Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:<br />

1. Esigenze di culto della popolazione<br />

La somma destinata a questa finalità è stata pari a €<br />

452.000.000,00.<br />

In particolare, essa è stata così ripartita:<br />

– per la costruzione di nuovi edifici di culto e centri parrocchiali: € 130<br />

milioni;<br />

– alle diocesi, per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e pastorale: € 150<br />

milioni;<br />

– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla CEI: € 36,5 milioni;<br />

– per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici: € 50 milioni;<br />

– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi e<br />

dell’educazione cristiana: € 50 milioni;<br />

– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali:<br />

€ 6 milioni;<br />

– per il “fondo di riserva” costituito presso la Conferenza Episcopale<br />

Italiana: € 29,5 milioni.


2. Interventi caritativi in Italia e nei paesi del Terzo mondo<br />

La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 185 milioni.<br />

In particolare, essa è stata così ripartita:<br />

– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale:<br />

€ 75 milioni;<br />

– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla CEI: € 30<br />

milioni;<br />

– per interventi caritativi a favore di paesi del Terzo mondo: € 80 milioni.<br />

3. Accantonamento a futura destinazione per le esigenze di culto<br />

e pastorale e per gli interventi caritativi: € 49.903.209,87.<br />

ANNOTAZIONI<br />

L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la<br />

Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale<br />

competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione <strong>delle</strong><br />

somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi<br />

che “tale rendiconto deve comunque precisare”.<br />

sostentamento del clero cattolico<br />

1. Quanto al dato di cui alla lett. a) dell’art. 44, comma secondo<br />

Il numero di 39.264 (36.041 + 3.223) individua i sacerdoti inseriti<br />

nel sistema di sostentamento nel corso del 2003, compresi coloro che<br />

tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.<br />

I primi (36.041) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione<br />

per il ministero svolto a tempo pieno in servizio <strong>delle</strong> diocesi<br />

(cf. art. 24); i secondi (3.223) sono coloro a cui si è provveduto a titolo<br />

di previdenza integrativa (cf. art. 27, comma primo), non essendo essi<br />

più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.<br />

2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)<br />

L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione<br />

assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione<br />

del sistema remunerativo.


A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la CEI<br />

determina il valore monetario del singolo punto (per il 2003: € 10,70);<br />

la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei<br />

punti per il valore del punto.<br />

Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a<br />

partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2003: 80 punti mensili)<br />

sono attribuiti punti ulteriori (che, a partire dal 1998, possono raggiungere<br />

un massimo di 149 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste<br />

dalla normativa data dalla CEI ai sensi dell’art. 75 della legge n.<br />

222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico<br />

(oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità<br />

nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza<br />

di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).<br />

3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)<br />

Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento<br />

del clero cattolico nel 2003, sono state pari a € 19.036.118,00.<br />

Si tratta dell’importo complessivo <strong>delle</strong> erogazioni liberali versate<br />

nel corso del 2002 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto<br />

Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento<br />

del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto<br />

conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2002,<br />

al ricevimento <strong>delle</strong> rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente<br />

detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio<br />

successivo (2003).<br />

La somma di € 329.500.000,00 corrisponde all’importo trasmesso<br />

dalla CEI all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo<br />

di € 1.016.403.209,87 effettuato dallo Stato nell’anno 2003 ai sensi<br />

dell’ultimo comma dell’art. 47.<br />

4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e)<br />

Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato<br />

secondo i seguenti criteri:<br />

A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano<br />

annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:<br />

a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal vescovo dio-


cesano, sentito il consiglio presbiterale, ricevono dagli enti ecclesiastici<br />

presso i quali esercitano il ministero;<br />

b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti”<br />

(art. 33).<br />

B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art.<br />

33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo<br />

non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale<br />

Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce<br />

l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato”<br />

(art. 34, comma primo).<br />

C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono<br />

all’integrazione di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio.<br />

Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto<br />

Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni<br />

sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi<br />

primo e secondo).<br />

In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:<br />

– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico,<br />

perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore<br />

per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate<br />

computabili, gli si deve l’intera remunerazione.<br />

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 123.<br />

– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o<br />

godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono<br />

la misura di remunerazione loro attribuita (cfr quanto annotato<br />

più sopra alla lettera B) hanno diritto di ricevere una integrazione<br />

fino alla concorrenza di tale misura.<br />

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 35.315.<br />

– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici<br />

o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi<br />

apporti, o addirittura superano, la misura di remunerazione loro attribuita;<br />

in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.<br />

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.826.


5. Quanto al dato di cui alla lettera f)<br />

A proposito <strong>delle</strong> ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di<br />

quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della<br />

remunerazione dei sacerdoti:<br />

– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;<br />

– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il<br />

sostentamento del clero.<br />

È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è<br />

gravato sui sacerdoti nel 2003 è maggiore dell’importo indicato: quando,<br />

per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote<br />

concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle<br />

scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute<br />

sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. È noto inoltre<br />

che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i<br />

sacerdoti godono.<br />

A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di<br />

quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo<br />

speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria<br />

per ogni sacerdote secolare avente cittadinanza italiana e per ogni<br />

sacerdote non avente cittadinanza italiana, ma presente sul territorio<br />

italiano al servizio di diocesi italiane.<br />

6. Quanto alla lettera g)<br />

Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente<br />

punto 3 <strong>delle</strong> presenti Annotazioni (€ 348.536.118,00) e la<br />

somma erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il<br />

sostentamento del clero (€ 306.007.723,00) – utilizzata per la corresponsione<br />

ai sacerdoti <strong>delle</strong> integrazioni e degli assegni di previdenza,<br />

per il versamento dei contributi previdenziali al Fondo Clero dell’INPS,<br />

per il pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa in favore<br />

del Clero – si constata la differenza positiva di € 42.528.395,00.<br />

Tale somma sarà utilizzata per le esigenze del sostentamento del clero<br />

dell’anno successivo.


7. Quanto alla lettera h)<br />

1. esigenze di culto della popolazione<br />

A) Una quota di € 130 milioni è stata destinata per la costruzione di edifici<br />

di culto cattolico e <strong>delle</strong> pertinenti opere parrocchiali. Gli interventi<br />

sono finalizzati all’esigenza di rispondere in maniera adeguata<br />

alla mobilità della popolazione sul territorio nazionale, con particolare<br />

riferimento agli insediamenti abitativi nelle periferie urbane, e<br />

di dotare le comunità parrocchiali di adeguate infrastrutture (per es.<br />

case canoniche, locali per la catechesi e la pastorale giovanile).<br />

B) Una quota di € 150 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />

per il sostegno <strong>delle</strong> attività di culto e di pastorale.<br />

La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti<br />

criteri: una quota base (€ 338.346,16) eguale per ciascuna<br />

diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />

€ 112.782,05), una quota variabile a seconda del numero degli<br />

abitanti (€ 1,2717 per abitante).<br />

L’individuazione <strong>delle</strong> finalità di culto e di pastorale alle quali destinare<br />

la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata<br />

dalla CEI ai vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento<br />

la descrizione <strong>delle</strong> attività di religione e di culto contenuta nell’art.<br />

16, lett. a) della legge 222/1985: attività dirette all’esercizio del culto<br />

e alla cura <strong>delle</strong> anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a<br />

scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.<br />

Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai vescovi gli schemi per<br />

il rendiconto annuale.<br />

C) Una quota di € 36,5 milioni è stata destinata a sostegno di attività<br />

di culto e pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla<br />

Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente. A<br />

titolo esemplificativo si segnalano, tra gli altri, contributi: a monasteri<br />

di clausura femminili che versano in condizioni di particolare<br />

necessità; alle Facoltà teologiche affidate alla diretta responsabilità<br />

dei vescovi italiani; a enti e associazioni operanti nell’ambito della<br />

catechesi, dell’educazione cristiana e per scopi missionari.


0<br />

D) Una quota di € 50 milioni è stata destinata per la salvaguardia dei<br />

beni culturali ecclesiastici. Gli interventi programmati sono finalizzati<br />

primariamente al restauro e al consolidamento statico di edifici<br />

di culto di interesse storico-artistico e loro pertinenze, alla conservazione<br />

e consultazione di archivi e biblioteche diocesani e alla promozione<br />

di musei diocesani o di interesse diocesano, all’inventariazione<br />

informatizzata dei beni artistici e storici di proprietà di enti ecclesiastici,<br />

all’installazione di impianti di sicurezza per gli edifici di culto e<br />

le loro dotazioni storico-artistiche, al restauro di organi a canne.<br />

E) Una quota di € 50 milioni è stata destinata per il “fondo speciale”,<br />

costituito presso la CEI, finalizzato alla promozione della catechesi e<br />

dell’educazione cristiana.<br />

F) Una quota di € 6 milioni è stata destinata per l’attività dei Tribunali<br />

ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.<br />

G) Una quota di € 29,5 milioni è stata destinata per il “fondo di riserva”,<br />

costituito presso la Conferenza Episcopale Italiana e descritto al n. 7,<br />

lett. I <strong>delle</strong> Annotazioni allegate al rendiconto presentato nel 2000 e<br />

relativo all’anno 1999.<br />

2.1. interventi caritativi<br />

a favore della collettività nazionale<br />

A) Una quota di € 75 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane<br />

per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.<br />

La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti<br />

criteri: una quota base (€ 169.567,62) uguale per ciascuna<br />

diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti:<br />

€ 56.522,54), una quota variabile a seconda del numero degli<br />

abitanti (€ 0,6366 per abitante).<br />

B) Una quota di € 30 milioni è stata destinata per interventi caritativi<br />

in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla<br />

Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente.<br />

A titolo esemplificativo si segnalano, tra gli altri: il sostegno alle<br />

diocesi del Molise vittime del terremoto del 2002; vari contributi


alla Caritas Italiana che coordina interventi sul territorio riguardanti<br />

i seguenti ambiti: il sostegno alle famiglie particolarmente disagiate,<br />

l’accoglienza dei rifugiati, il recupero <strong>delle</strong> vittime della tratta di esseri<br />

umani, iniziative orientate a favorire il reinserimento lavorativo,<br />

sociale e comunitario di detenuti; il sostegno a dodici diocesi del<br />

nord Italia vittime dell’alluvione del 2003; contributi a fondazioni<br />

ed enti senza scopo di lucro che operano per l’assistenza ai poveri<br />

e agli emarginati, per il reinserimento sociale di disoccupati ed ex<br />

tossicodipendenti, per il sostegno di soggetti disabili.<br />

2.2. interventi caritativi<br />

a favore di paesi del terzo mondo<br />

Nell’anno 2003 una quota di € 80 milioni è stata destinata agli interventi<br />

caritativi a favore del Terzo mondo.<br />

Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato.<br />

Relativamente ai fondi dell’anno 2003 sono pervenuti n. 785 progetti,<br />

di cui quelli finora approvati sono stati 256. Molti progetti sono stati<br />

respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n.<br />

222/85, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno urgente<br />

o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri<br />

generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.<br />

I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti:<br />

dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario,<br />

agricolo-ambientale, economico, cooperativo e <strong>delle</strong> comunicazioni sociali;<br />

non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione<br />

di competenze gestionali, né si tengono in minor considerazione la<br />

formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno<br />

offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche taluni<br />

interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono<br />

nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti<br />

varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più<br />

mirati per emergenze locali.<br />

Ecco di seguito alcuni tra i progetti maggiormente significativi ai<br />

quali sono stati concessi contributi:<br />

In ambito scolastico:<br />

educazione e formazione di rifugiati sudanesi; formazione di insegnanti<br />

1


2<br />

in Uganda, Salvador, Macedonia, India (diocesi di Nellore); scuole di<br />

formazione professionale in Guatemala, Cile, Angola, Madagascar.<br />

In ambito sanitario:<br />

formazione di personale sanitario in Uganda, Tanzania, Sudan e Repubblica<br />

Democratica del Congo; sostegno alla sanità di base in Bangladesh<br />

per il controllo della lebbra e della tubercolosi; riqualificazione del personale<br />

sanitario e acquisto di equipaggiamenti ospedalieri in Malawi e<br />

India.<br />

Nel settore della promozione umana:<br />

formazione di educatori comunitari in Uruguay e Camerun; recupero di<br />

ragazzi a rischio emarginazione in Venezuela; “scuola in strada” nelle<br />

Filippine e “speranza, cultura, lavoro, vita” in Brasile, Guatemala, Perù,<br />

Repubblica Democratica del Congo per favorire il reinserimento sociale<br />

dei minori; promozione di uno sviluppo orientato al consolidamento del<br />

processo di pace in Myanmar; formazione degli operatori per una migliore<br />

gestione degli impianti idrici in Tanzania; formazione di animatori<br />

nelle zone rurali della Colombia.<br />

Tra le emergenze alle quali è stato possibile dar risposta nel 2003 si<br />

segnala:<br />

Iran (terremoto) € 2.000.000,00;<br />

Iraq (guerra) € 1.500.000,00;<br />

Algeria (terremoto) € 500.000,00;<br />

Sri Lanka (inondazione) € 150.000,00;<br />

Corea del Nord (carestia) € 100.000,00;<br />

Angola (scuola) € 100.000,00;<br />

Rwanda (carceri) € 100.000,00;<br />

Etiopia (carestia e siccità) € 100.000,00;<br />

Zambia (carestia) € 100.000,00;<br />

Argentina (carestia) € 100.000,00.<br />

L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque<br />

erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma di<br />

€ 70 milioni destinata nell’anno 2002 è stata interamente erogata per<br />

finanziare 527 dei 1.490 progetti presentati.


3. accantonamento a futura destinazione<br />

per le esigenze di culto e pastorale<br />

e per gli interventi caritativi<br />

Tenuto presente l’incremento <strong>delle</strong> somme pervenute alla CEI nell’anno<br />

2003 in forza degli artt. 46 e 47 della legge 222/1985 e considerata<br />

l’eventualità che nei prossimi anni possa ridursi l’entità dei conguagli<br />

<strong>delle</strong> somme al predetto titolo corrisposte, la Conferenza Episcopale<br />

Italiana ha stabilito di costituire un accantonamento di € 49.903.209,87<br />

che verrà destinato per le finalità di culto e pastorale e per gli interventi<br />

caritativi negli anni successivi.<br />

3


4<br />

Ripartizione <strong>delle</strong> somme<br />

derivanti dall’otto per mille IRPEF<br />

per l’anno 2004<br />

determinazione<br />

La 53 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana<br />

– preso atto che, sulla base <strong>delle</strong> informazioni ricevute il 28 gennaio<br />

2004 dal Ministero dell’Economia e <strong>delle</strong> Finanze, la somma<br />

relativa all’otto per mille dell’IRPEF che lo Stato è tenuto a versare<br />

alla CEI nel corso dell’anno 2004 risulta pari a € 936.527.892,91<br />

(€ 153.827.820,46 a titolo di conguaglio per l’anno 2001 e €<br />

782.700.072,45 a titolo di anticipo dell’anno 2004);<br />

– viste le Determinazioni circa la ripartizione <strong>delle</strong> somme derivanti<br />

dall’otto per mille dell’IRPEF per l’anno 2003, approvate dalla 51 a<br />

Assemblea Generale, in particolare il n. 1, lettera d), nel quale si dispone<br />

la costituzione di un “accantonamento a futura destinazione<br />

per le esigenze di culto e pastorale e per gli interventi caritativi”;<br />

– considerate le proposte di ripartizione e assegnazione presentate<br />

dalla Presidenza della CEI;<br />

– visti i paragrafi 1 e 5 della delibera CEI n. 57,<br />

approva<br />

la seguente determinazione<br />

1. La somma di € 936.527.892,91, di cui in premessa, è così ripartita<br />

e assegnata:<br />

a) all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero:<br />

€ 319.500.000,00;<br />

b) per le esigenze di culto e pastorale:<br />

€ 437.027.892,91, di cui:<br />

– alle diocesi: € 150.000.000,00;<br />

– per la nuova edilizia di culto: € 130.000.000,00 (di cui 10 milioni<br />

destinati alla costruzione di case canoniche nel Sud d’Italia);


– per i beni culturali ecclesiastici: € 70.000.000,00;<br />

– al Fondo per la catechesi e l’educazione cristiana:<br />

€ 50.000.000,00;<br />

– ai Tribunali Ecclesiastici Regionali: € 6.000.000,00;<br />

– per esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale:<br />

€ 31.027.892,91;<br />

c) per gli interventi caritativi: € 180.000.000,00, di cui:<br />

– alle diocesi: € 80.000.000,00;<br />

– per interventi nei Paesi del terzo mondo: € 80.000.000,00;<br />

– per esigenze caritative di rilievo nazionale: € 20.000.000,00;<br />

2. Alle voci “esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale” ed<br />

“esigenze caritative di rilievo nazionale” è ulteriormente destinata la<br />

somma di € 14.972.107,09, prelevandola dall’“accantonamento” disposto<br />

dalla 51 a Assemblea Generale, che è così ripartita:<br />

– per esigenze di culto e pastorale di rilievo nazionale:<br />

€ 4.972.107,09;<br />

– per esigenze caritative di rilievo nazionale:<br />

€ 10.000.000,00.<br />

3. Eventuali variazioni in positivo o in negativo della somma di cui in<br />

premessa derivanti dalle comunicazioni definitive dell’Amministrazione<br />

statale competente saranno imputate al “fondo di riserva” costituito<br />

presso la CEI.


Rito del Matrimonio<br />

Il 28 novembre 2004, prima domenica di Avvento, è entrato in vigore<br />

il Rito del Matrimonio, versione italiana dell’editio typica altera dell’Ordo<br />

celebrandi Matrimonium.<br />

Questa versione italiana è il frutto di due distinte Assemblee Generali<br />

dei Vescovi italiani: la 48 a Assemblea (Roma, 14-18 maggio 2001) aveva<br />

approvato quasi all’unanimità gli adattamenti all’Ordo, con l’eccezione<br />

del cap. IV a motivo di talune difficoltà interpretative, successivamente<br />

risolte dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti;<br />

la 50 a Assemblea Generale aveva completato il lavoro approvando<br />

il capitolo mancante e concernente la celebrazione del matrimonio<br />

tra una parte cattolica e una parte catecumena o non cristiana.<br />

Il testo, ottenuta la prescritta recognitio della Santa Sede in data 29<br />

aprile 2004, è stato pubblicato con decreto del Card. Camillo Ruini, Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Italiana, in data 4 ottobre 2004.<br />

Per opportuna documentazione vengono di seguito riportati il decreto<br />

di recognitio della Congregazione per il culto divino e la disciplina<br />

dei sacramenti, il decreto di pubblicazione del Rito del matrimonio e la<br />

presentazione del Cardinale Presidente della CEI.<br />

Prot. N. 874/02/L<br />

Congregatio de Cultu Divino<br />

et Disciplina Sacramentorum<br />

I T A L I Æ<br />

Instante Eminentissimo Domino Camillo Card. Ruini, pro Alma Urbe<br />

Vicario Generali Suæ Sanctitatis et Præside Conferentiæ Episcoporum<br />

Italiæ, litteris die 26 mensis septembris 2002 datis, vigore facultatum<br />

huic Congregationi a Summo Pontifice IOANNE PAULO II tributarum,<br />

interpretationem italicam editionis typicæ alteræ ordinis celebrandi Matrimonium,<br />

prout in adiecto exstat exemplari, perlibenter probamus seu<br />

confirmamus.<br />

In textu imprimendo mentio fiat de approbatione seu confirmatione<br />

ab Apostolica Sede concessa.


Eiusdem insuper textus impressi duo exemplaria ad hanc Congregationem<br />

transmittantur.<br />

Contrariis quibuslibet minime obstantibus.<br />

Ex ædibus Congregationis de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum,<br />

die 29 aprilis 2004, in memoria S. Catharinæ Senensis, virginis et<br />

Ecclesiæ doctoris, Italiæ patronæ.<br />

Prot. N. 750/04<br />

Conferenza Episcopale Italiana<br />

Franciscus Card. Arinze<br />

Præfectus<br />

✠ Dominicus Sorrentino<br />

Archiepiscopus a Secretis<br />

Questa versione italiana dell’editio typica altera dell’Ordo celebrandi<br />

Matrimonium è stata approvata secondo le delibere dell’Episcopato<br />

e ha ricevuto la conferma della Congregazione per il Culto Divino e<br />

la Disciplina dei Sacramenti, con decreto Prot. N. 874/02/L del 29 aprile<br />

2004.<br />

La presente edizione deve essere considerata “tipica” per la lingua<br />

italiana, ufficiale per l’uso liturgico.<br />

Questi nuovi testi del Rito del Matrimonio si potranno adoperare<br />

appena pubblicati; diventeranno obbligatori dal 28 novembre 2004, prima<br />

domenica di Avvento.<br />

Roma, 4 ottobre 2004, Festa di S. Francesco d’Assisi<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Vicario Generale di Sua Santità<br />

per la diocesi di Roma<br />

Presidente della Conferenza Episcopale Italiana


Riferimenti<br />

PRESENTAZIONE<br />

1. Con la celebrazione del sacramento del Matrimonio gli sposi cristiani<br />

partecipano all’alleanza sponsale di Cristo con la Chiesa e ricevono<br />

la grazia di viverla e manifestarla nel loro rapporto di coppia e<br />

nella vita familiare. Si tratta di una celebrazione in cui si attua un evento<br />

salvifico. Per questo la Chiesa ha rivolto al sacramento del Matrimonio<br />

un’attenzione costante e premurosa.<br />

Di tale attenzione è espressione l’adattamento per la Chiesa italiana<br />

dell’Ordo celebrandi Matrimonium, promulgato nella seconda edizione<br />

tipica il 19 marzo 1990.<br />

2. Nell’adattamento sono stati tenuti presenti i principi della riforma<br />

liturgica del Concilio Vaticano II (Sacrosanctum Concilium, nn. 37-40),<br />

il capitolo “De aptationibus” (nn. 39-44) dell’Ordo celebrandi Matrimonium<br />

(1990), e la quarta Istruzione per una corretta applicazione della<br />

Costituzione conciliare sulla Sacra Liturgia La Liturgia romana e l’inculturazione<br />

(1994).<br />

Sono state rispettate le caratteristiche del Rito dell’edizione tipica del<br />

1990, che è pensata e strutturata con contenuti e sequenze rituali essenziali<br />

proprio perché le Chiese particolari procedano a una loro inculturazione.<br />

Si è voluto, però, anche rispondere a una rinnovata coscienza ecclesiale<br />

del Matrimonio, di cui fanno fede, tra gli altri documenti, l’Esortazione<br />

apostolica Familiaris consortio di Giovanni Paolo II (1981) e il<br />

Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia (1993).<br />

Sono state prese in considerazione inoltre le riflessioni e le osservazioni<br />

degli organismi competenti e dei fedeli, che è stato possibile raccogliere<br />

in circa trent’anni di esperienza celebrativa del sacramento del<br />

Matrimonio seguendo la traduzione della prima edizione dell’Ordo celebrandi<br />

Matrimonium (1969).<br />

La caratterizzazione di alcuni testi eucologici e di alcune sequenze<br />

rituali, e l’arricchimento del Lezionario tengono conto sia di istanze di<br />

natura teologica sia di necessità di ordine pastorale, fatta comunque salva<br />

la sostanziale unità del rito romano, nel rispetto della sua nobile semplicità,<br />

chiarezza, brevità.<br />

La ricchezza dei testi biblici ed eucologici e la varietà <strong>delle</strong> forme


viene già incontro alle diversità <strong>delle</strong> situazioni e <strong>delle</strong> esigenze degli<br />

sposi, ed esclude pertanto il ricorso ad altri testi ed espressioni.<br />

3. Il testo italiano non comprende al momento l’adattamento del capitolo<br />

terzo dell’edizione tipica latina del 1990 sul “Rito del Matrimonio<br />

con l’assistenza di un laico”.<br />

Criteri ispiratori dell’adattamento rituale<br />

4. Il significato specificamente cristiano del Matrimonio. L’unione<br />

coniugale è un valore universale dell’umanità, costituisce il fondamento<br />

della famiglia, cellula originaria della società, e si collega intimamente<br />

al mistero stesso della vita. Deriva dalla volontà di Dio Creatore e da lui<br />

riceve benedizione e santità.<br />

Gesù Cristo da parte sua ha elevato il Matrimonio a sacramento; ne<br />

ha fatto il simbolo reale che contiene e manifesta la sua unione con la<br />

Chiesa, la nuova alleanza. Il Signore crocifisso e risorto, dopo aver inserito<br />

i credenti nel corpo ecclesiale con il Battesimo, li santifica anche<br />

come coppia; comunica agli sposi lo Spirito Santo per renderli capaci<br />

di amarsi l’un l’altro con amore di donazione che sia un riflesso del suo<br />

sacrificio pasquale e della comunione trinitaria.<br />

Nell’adattamento del Rito la peculiarità del Matrimonio cristiano è<br />

stata messa in risalto offrendo una scelta più ampia di testi e dando indicazioni<br />

perché l’inserimento nella Celebrazione eucaristica faccia risplendere<br />

nella pienezza del suo significato la dimensione pasquale del<br />

“mistero grande” (Ef 5, 25).<br />

5. La dimensione ecclesiale del sacramento del Matrimonio. La coppia<br />

e la famiglia, in virtù del sacramento, diventano immagine viva del<br />

mistero stesso della Chiesa e partecipano della sua fecondità. Attraverso<br />

la testimonianza di un amore oblativo, fedele, indissolubile e fecondo,<br />

accolgono e trasmettono in modo peculiare e insostituibile il dono della<br />

salvezza che viene da Cristo.<br />

La natura ecclesiale della celebrazione del Matrimonio risulta evidente<br />

soprattutto in alcuni momenti dell’azione rituale. Nei Riti d’ingresso<br />

è la Chiesa raccolta nel Signore che accoglie gli sposi: il saluto<br />

di colui che presiede e la monizione aiutano fin dall’inizio a evitare che


0<br />

la celebrazione assuma un carattere privato. Il Matrimonio infatti non<br />

riguarda soltanto gli sposi, i parenti e gli amici, ma richiede la partecipazione<br />

di tutta la Chiesa.<br />

La memoria del Battesimo, collocata subito dopo il saluto, evidenzia<br />

il fondamento teologico dell’atto del consenso, elemento costitutivo del<br />

sacramento. In forza del sacerdozio battesimale gli sposi partecipano al<br />

mistero dell’alleanza pasquale e compiono un atto propriamente ecclesiale.<br />

Il consenso degli sposi è la risposta a una parola di amore che, in<br />

quanto proveniente da Dio, li precede.<br />

6. La presenza dello Spirito nel Matrimonio cristiano. Come ogni celebrazione<br />

liturgica anche la celebrazione del Matrimonio è attuata “nello<br />

Spirito Santo”. Nei testi eucologici del Rito del Matrimonio è costante<br />

il riferimento al dono dello Spirito e alla sua grazia.<br />

Anche alcune scelte rituali, in particolare la possibilità di collocare<br />

la benedizione nuziale dopo il consenso, rivelano l’opera dello Spirito<br />

Santo nel Sacramento. La benedizione è infatti atto di riconoscenza<br />

al Dio della creazione e dell’alleanza, è memoria dell’opera di Cristosposo,<br />

è invocazione fiduciosa dello Spirito, nella cui forza soltanto il<br />

mistero si realizza nell’oggi celebrativo. L’epiclesi della preghiera eucaristica<br />

attua in pienezza l’appartenenza della nuova coppia all’unico<br />

corpo di Cristo. La possibilità di stendere il velo sugli sposi prima della<br />

benedizione nuziale, nei luoghi dove già esiste la consuetudine o altrove<br />

con il permesso dell’Ordinario, richiama, a sua volta, la presenza dello<br />

Spirito che, avvolgendo gli sposi con la sua ombra, dona loro una nuova<br />

comunione di vita.<br />

7. La gradualità nel cammino di fede e nell’esperienza di Chiesa.<br />

Nell’esperienza pastorale italiana si verifica sempre di più il caso di coppie<br />

che, pur non avendo maturato un chiaro orientamento cristiano e non<br />

vivendo una piena appartenenza alla Chiesa, desiderano la celebrazione<br />

religiosa del Matrimonio essendo battezzati e non rifiutando esplicitamente<br />

la fede.<br />

Sembra opportuno in tali situazioni prevedere, come suggerisce<br />

l’edizione latina del 1990, la possibilità di celebrare il sacramento del<br />

Matrimonio “extra Missam” (Prænotanda, n. 29). Tuttavia, perché il<br />

Rito proposto per tali situazioni non venga percepito come una forma<br />

diminuita e debole, si è preferito dare al secondo capitolo, che nell’edi-


zione tipica latina è denominato “Ordo celebrandi Matrimonium sine<br />

Missa”, il titolo positivo di “Celebrazione del Matrimonio nella liturgia<br />

della Parola”.<br />

Questo capitolo è articolato in una sequenza rituale più semplice e<br />

utilizza un linguaggio più immediato. Non si sono voluti però tralasciare<br />

gesti e testi significativi quali la memoria del Battesimo, lo scambio<br />

della pace e la consegna della Bibbia. Tali elementi rituali intendono<br />

orientare verso l’Eucaristia che rimane sempre fonte e culmine della celebrazione<br />

della Parola, del consenso dei coniugi e della benedizione<br />

degli sposi.<br />

8. La ministerialità degli sposi nella celebrazione. Gli sposi, nell’esprimere<br />

il loro consenso, sono ministri della grazia di Cristo. Essi vivono<br />

compiutamente la loro ministerialità partecipando in modo attivo<br />

ai diversi momenti della celebrazione.<br />

Nell’adattamento sono state messe in evidenza le diverse possibilità<br />

con cui gli sposi sono coinvolti in prima persona nell’azione rituale.<br />

In particolare ciò si attua con la loro partecipazione alla processione al<br />

fonte per la memoria del Battesimo, con la venerazione del Vangelo, con<br />

la scelta di formule diverse per esprimere il consenso e per invocare la<br />

benedizione e con la presentazione <strong>delle</strong> offerte all’altare.<br />

Dalla celebrazione del sacramento alla vita di coppia e di famiglia<br />

9. Se il Matrimonio costituisce un momento propizio per riscoprire e<br />

sviluppare la vocazione battesimale, non si deve pensare che questo si<br />

esaurisca con la celebrazione. Esso investe tutta l’esistenza degli sposi,<br />

che sono chiamati, giorno dopo giorno, ad accogliere e valorizzare la<br />

grazia che scaturisce dal sacramento, traducendo nei gesti e nelle parole<br />

della vita quotidiana ciò che essi sono diventati in forza dell’intervento<br />

dello Spirito.<br />

La benedizione nuziale, vera epiclesi sugli sposi, li inserisce per tutta<br />

la vita nel circuito dell’amore trinitario. Prendere coscienza di questa<br />

partecipazione, esserne grati al Signore, esprimerla nella fedeltà quotidiana<br />

dell’amore, è il cammino mistagogico che caratterizza tutta la loro<br />

vita. Il Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia raccomanda<br />

che gli itinerari di fede per le giovani coppie “siano il più possibile<br />

impostati come riflessione mistagogica, cioè come proposta in grado<br />

1


2<br />

di aiutare i giovani sposi a fare memoria del dono e della grazia ricevuti<br />

nel giorno del Matrimonio” (n. 103).<br />

L’accompagnamento mistagogico risulta dunque necessario per rafforzare<br />

la capacità di dialogo tra gli sposi, offrire occasioni di confronto<br />

e sostegno tra coppie di sposi, rendere gli sposi coscienti e responsabili<br />

del proprio ruolo nella Chiesa e aiutarli a vivere il loro ministero in armonica<br />

collaborazione con tutti gli altri ministeri.<br />

Lo strumento più adeguato per poter compiere un itinerario mistagogico,<br />

oltre ai testi eucologici e alle sequenze rituali del Rito del Matrimonio,<br />

risulta essere il Lezionario, arricchito di nuove pericopi sia<br />

dell’Antico che del Nuovo Testamento.<br />

10. La Chiesa italiana, nel riconoscere la missione affidatale dal suo<br />

Sposo e Signore, illuminata, guidata e sostenuta dallo Spirito Santo,<br />

in gioiosa fedeltà al mandato ricevuto, avverte con freschezza sempre<br />

rinnovata la responsabilità di annunciare nella celebrazione l’autentico<br />

“Vangelo del matrimonio e della famiglia”, per porre gli sposi in un costante<br />

stato di vita al servizio della comunità ecclesiale e sociale.<br />

Roma, 26 luglio 2002<br />

Memoria dei santi Gioacchino e Anna<br />

Camillo Card. Ruini<br />

Vicario Generale di Sua Santità<br />

per la diocesi di Roma<br />

Presidente della Conferenza Episcopale Italiana


Lettera<br />

del Consiglio Episcopale Permanente<br />

in preparazione al 24° Congresso Eucaristico Nazionale<br />

Bari, 21-29 maggio 2005<br />

La Lettera è stata approvata dal Consiglio Episcopale Permanente<br />

nella sessione del 20-23 settembre 2004 e ha tenuto presente la lettera<br />

apostolica Mane nobiscum Domine. Essa intende accompagnare il<br />

cammino di preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale (Bari,<br />

21-29 maggio 2005) nell’Anno Eucaristico indetto dal Santo Padre.<br />

È un documento che vuole stimolare iniziative di riflessione, di preghiera<br />

e di carità per dare ospitalità piena all’Eucaristia nel cuore dei<br />

cristiani e nella vita <strong>delle</strong> comunità cristiane.<br />

Dopo aver presentato il tema del Congresso: “Senza la domenica non<br />

possiamo vivere”, la Lettera precisa che la domenica è la Pasqua settimanale;<br />

è il giorno del Risorto; è il giorno in cui Gesù, come accadde in<br />

quel primo giorno dopo il sabato, si manifesta ai discepoli attorno alla<br />

mensa della Parola, del Pane e del Vino dell’Amore. La Domenica è, in<br />

questa prospettiva, giorno della Chiesa e giorno dell’uomo.<br />

Di conseguenza la domenica va preparata: è necessaria una pastorale<br />

settimanale dinamica e articolata che sappia convergere verso la<br />

domenica e ripartire da essa per trasformare i cristiani in epifania del<br />

Cristo Risorto attraverso la vita nuova della carità.<br />

“Senza la domenica non possiamo vivere”<br />

1. «Coroni l’anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l’abbondanza»<br />

(Sal 65, 12). Il Signore anche in questo nuovo anno liturgico<br />

continuerà a visitarci e ricolmarci con l’abbondanza dei suoi doni. Sarà,<br />

anzi, un anno particolarmente ricco di grazia. Il cammino di preparazione<br />

al Congresso Eucaristico Nazionale, che si svolgerà a Bari dal 21 al<br />

29 maggio del 2005, ci aiuterà a vivere meglio questo “Anno dell’Eucaristia”,<br />

indetto dal Santo Padre Giovanni Paolo II perché ci lasciamo<br />

illuminare dal «Mistero che costituisce la radice e il segreto della vita<br />

3


4<br />

spirituale dei fedeli come anche di ogni iniziativa della Chiesa locale» 1 .<br />

La preparazione al Congresso Eucaristico costituirà per le Chiese particolari<br />

in Italia il modo più concreto con cui rispondere all’invito del<br />

Papa.<br />

Il tema del Congresso – “Senza la domenica non possiamo vivere” –<br />

lo pone inoltre all’interno del cammino previsto per questo decennio dagli<br />

orientamenti pastorali e ne diventa una tappa fondamentale: mentre<br />

riprende e rilancia la riflessione sulla parrocchia 2 , ci prepara al Convegno<br />

ecclesiale del 2006 a Verona. Le nostre parrocchie, infatti, potranno<br />

essere autentiche comunità di servi del Signore, solo se riscopriranno e<br />

custodiranno la centralità della domenica, e se la celebrazione eucaristica,<br />

cuore della domenica, sarà per loro il luogo specifico dell’educazione<br />

missionaria: annunziare Gesù Risorto, speranza del mondo 3 . Anche<br />

il Papa ci chiede che «in questo anno si ponga un impegno speciale nel<br />

riscoprire e vivere pienamente la domenica come giorno del Signore e<br />

giorno della Chiesa» 4 .<br />

2. Senza la domenica non possiamo vivere. Non è uno slogan ad effetto<br />

né l’esclamazione di chi, dopo una settimana di duro lavoro, può<br />

finalmente riposarsi. È, al contrario, la testimonianza di fedeltà alla domenica<br />

dei 49 martiri di Abitène – una località nell’attuale Tunisia – che<br />

nel 304 hanno preferito, contravvenendo ai divieti dell’imperatore Diocleziano,<br />

andare incontro alla morte, piuttosto che rinunciare a celebrare<br />

il giorno del Signore. Erano consapevoli che la loro identità e la loro<br />

stessa vita cristiana si basava sul ritrovarsi in assemblea per celebrare<br />

l’Eucaristia nel giorno memoriale della Risurrezione.<br />

È quanto ci testimonia il redattore degli Atti del martirio, commentando<br />

la domanda posta dal proconsole Anulino al martire Felice: «O<br />

stolta e ridicola richiesta del giudice! Gli ha detto: “Non dire se sei cristiano”,<br />

e poi ha aggiunto: “Dimmi invece se hai partecipato all’assem-<br />

1 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine (7 ottobre 2004), n. 5.<br />

2 Cfr Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />

mondo che cambia. Nota pastorale dell’Episcopato italiano (30 maggio 2004).<br />

3 Cfr Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che<br />

cambia. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il primo decennio del<br />

2000 (29 giugno 2001), n. 47.<br />

4 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 23.


lea”. Come se vi possa essere un cristiano senza il giorno domenicale,<br />

o si potesse celebrare il giorno domenicale senza il cristiano! Non lo sai,<br />

Satana, che è il giorno domenicale a fare il cristiano e che è il cristiano a<br />

fare il giorno domenicale, sicché l’uno non può sussistere senza l’altro,<br />

e viceversa? Quando senti dire “cristiano”, sappi che vi è un’assemblea<br />

che celebra il Signore; e quando senti dire “assemblea”, sappi che lì c’è<br />

il cristiano».<br />

Questa “piccola parrocchia” di Abitène si è conservata fedele al suo<br />

Signore, pur in mezzo alle persecuzioni, grazie alla celebrazione eucaristica<br />

domenicale. Si comprende, allora, perché Emerito, al proconsole<br />

che gli rimproverava di aver ospitato nella sua casa i cristiani per l’Eucaristia<br />

domenicale, non esitò a rispondere: «Senza la domenica non<br />

possiamo vivere». La testimonianza dei martiri di Abitène ci sollecita<br />

in questo anno di preparazione «a riscoprire con nuovo vigore il senso<br />

della domenica: il suo “mistero”, il valore della sua celebrazione, il suo<br />

significato per l’esistenza umana e cristiana» 5 .<br />

Quali sono i tratti caratteristici che fanno della domenica l’elemento<br />

qualificante dell’identità e della vita dei cristiani?<br />

3. La domenica “Pasqua settimanale”. Non comprenderemmo l’importanza<br />

e il valore della domenica se non facessimo innanzitutto riferimento<br />

a Cristo e alla sua morte e risurrezione. La domenica, infatti, ci<br />

riporta a quel «primo giorno dopo il sabato», quando Cristo, risorto dai<br />

morti, è apparso ai suoi discepoli. Da quel primo mattino, ogni settimana<br />

il Risorto convoca i cristiani attorno alla sua mensa «nel giorno in cui<br />

ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale» 6 . Non<br />

è stata la Chiesa a scegliere questo giorno, ma il Risorto. Essa non può<br />

né manipolarlo né modificarlo; solo accoglierlo con gratitudine, facendo<br />

della domenica il segno della sua fedeltà al Signore. Sì, «questo è il<br />

giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso» (Sal<br />

118, 24).<br />

Se Egli non fosse risorto, la nostra fede sarebbe senza fondamento<br />

e noi resteremmo ancora nei nostri peccati 7 . Per questo, fin dall’inizio,<br />

quell’anonimo “primo giorno dopo il sabato” è diventato per i cristiani<br />

5 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini (31 maggio 1998), n. 3.<br />

6 Messale Romano, Embolismo domenicale della prece eucaristica.<br />

7 Cfr 1Cor 15, 17.


il «giorno del Signore», come attesta l’Apocalisse (Ap 1, 10). La Chiesa,<br />

ogni domenica, è ricondotta all’essenzialità della sua vita e della<br />

sua missione: «La missionarietà, infatti, deriva dallo sguardo rivolto al<br />

centro della fede, cioè all’evento di Gesù Cristo, il Salvatore di tutti,<br />

e abbraccia l’intera esistenza cristiana. Dalla liturgia alla carità, dalla<br />

catechesi alla testimonianza della vita, tutto nella Chiesa deve rendere<br />

visibile e riconoscibile Cristo Signore» 8 . Lo splendore della luce della<br />

Risurrezione, che illumina la Liturgia <strong>delle</strong> Ore della domenica, dovrebbe<br />

attraversare l’intera giornata.<br />

La domenica è anche il giorno in cui facciamo memoria del Battesimo,<br />

evento che, unendoci alla morte e alla risurrezione di Cristo, è per<br />

noi fonte di vita nuova. Per Tertulliano la domenica è «il giorno della risurrezione<br />

salvifica di Cristo»; con essa «noi celebriamo ogni settimana<br />

la festa della nostra Pasqua» 9 . La Chiesa nella celebrazione eucaristica<br />

domenicale esprime la sua gratitudine con la preghiera liturgica: «Mirabile<br />

è l’opera da lui compiuta nel mistero pasquale; egli ci ha fatti passare<br />

dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci<br />

stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista per<br />

annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai<br />

chiamato alla splendore della tua luce» 10 .<br />

Perché non riscoprire e valorizzare meglio la possibilità, che la liturgia<br />

ci offre, di ricordare e rinnovare la grazia del nostro Battesimo,<br />

attraverso l’aspersione dell’assemblea all’inizio della celebrazione domenicale?<br />

4. La celebrazione eucaristica, cuore della domenica. Nel suo giorno<br />

il Risorto si rende presente nella celebrazione eucaristica e si dona a noi<br />

nella Parola, nel Pane e nel dinamismo del suo amore, permettendoci di<br />

vivere la sua stessa vita. L’Eucaristia domenicale ravviva, così, nei credenti<br />

la consapevolezza che la Chiesa non si “autogenera”, ma è “dono”<br />

che viene dall’Alto. Ogni domenica, la comunità cristiana mentre è riconfermata<br />

nella sua vocazione, è edificata e vivificata dallo Spirito del<br />

8 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />

mondo che cambia, n. 1.<br />

9 Tertulliano, De sollemnitate paschali, n. 7.<br />

10 Messale Romano, Prefazio I <strong>delle</strong> domeniche del tempo ordinario.


Risorto, perché si presenti al mondo quale «segno e strumento dell’intima<br />

unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» 11 .<br />

Per questo il giorno del Signore è anche il giorno della Chiesa, che<br />

ricorda a ogni cristiano che non è possibile vivere individualisticamente<br />

la fede. «Quanti, infatti, hanno ricevuto la grazia del Battesimo, non<br />

sono stati salvati solo a titolo individuale, ma come membra del Corpo<br />

mistico, entrati a far parte del Popolo di Dio. È importante perciò che<br />

si radunino, per esprimere pienamente l’identità stessa della Chiesa, la<br />

ekklesía, l’assemblea convocata dal Signore risorto, il quale ha offerto<br />

la sua vita “per riunire <strong>insieme</strong> i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,<br />

52)» 12 . Questo richiede che «i sacerdoti nel loro impegno pastorale prestino,<br />

durante questo anno di grazia, un’attenzione ancor più grande alla<br />

Messa domenicale, come celebrazione in cui la comunità parrocchiale si<br />

ritrova in maniera corale, vedendo ordinariamente partecipi anche i vari<br />

gruppi, movimenti, associazioni in essa presenti» 13 .<br />

Disertare l’Eucaristia domenicale porta a impoverirsi, a vedere la<br />

propria fede e l’appartenenza alla Chiesa indebolirsi giorno dopo giorno<br />

e a constatare la propria incapacità di fare della domenica un giorno di<br />

festa. Mentre l’industria del divertimento diventa sempre più prolifica e<br />

le occasioni per far festa si moltiplicano, l’uomo sembra aver smarrito<br />

“il perché” e il “per chi” festeggiare. «Purtroppo quando la domenica<br />

perde il significato originario e si riduce a puro “fine settimana”, può capitare<br />

che l’uomo rimanga chiuso in un orizzonte tanto ristretto che non<br />

gli consente più di vedere il “cielo”. Allora, per quanto vestito a festa,<br />

diventa intimamente incapace di “far festa”» 14 .<br />

La domenica ritorna ogni settimana per ricordare a tutti che Cristo<br />

è la nostra festa! La partecipazione all’Eucaristia domenicale più che<br />

un obbligo dovrebbe essere un bisogno! «Come potremmo vivere senza<br />

di Lui?» 15 . Come abbiamo scritto recentemente, «si tratta di offrire occasioni<br />

di esperienza comunitaria e di espressione di festa, per liberare<br />

l’uomo da una duplice schiavitù: l’assolutizzazione del lavoro e del profitto<br />

e la riduzione della festa a puro divertimento. La parrocchia, che<br />

11 Concilio Ecumenico Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 1.<br />

12 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini, n. 31.<br />

13 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 23.<br />

14 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini, n. 4.<br />

15 Sant’Ignazio di Antiochia, Ai Magnesi, 9, 2.


condivide la vita quotidiana della gente, deve immettervi il senso vero<br />

della festa che apre alla trascendenza. Un aiuto particolare va dato alle<br />

famiglie, affinché il giorno della festa possa rinsaldarne l’unità, mediante<br />

relazioni più intense tra i suoi membri; la domenica infatti è anche<br />

giorno della famiglia» 16 .<br />

5. La celebrazione eucaristica domenicale, sorgente della missione.<br />

«La partecipazione al corpo e al sangue di Cristo – afferma san Leone<br />

Magno – non è ordinata ad altro che a trasformarci in ciò che assumiamo.<br />

E colui nel quale siamo morti, sepolti e risuscitati, è lui che diffondiamo,<br />

mediante ogni cosa, nello spirito e nella corporeità» 17 . Per questo,<br />

la celebrazione eucaristica domenicale non può esaurirsi dentro le nostre<br />

chiese, ma esige di trasformarsi in servizio di carità. È la preghiera che<br />

la liturgia pone sulle nostre labbra, perché diventi impegno di vita: «O<br />

Padre, che nella Pasqua domenicale ci chiami a condividere il pane vivo<br />

disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane<br />

terreno» 18 .<br />

La celebrazione eucaristica domenicale genera un’onda di carità, destinata<br />

a espandersi in tutta la vita dei fedeli, trasformando il modo stesso<br />

di vivere il resto della domenica. Così è descritto da Giustino, in modo<br />

incisivo e coinvolgente, il dinamismo della carità che dalla celebrazione<br />

eucaristica si diffondeva nelle case raggiungendo tutte le persone: «Si fa<br />

quindi la spartizione e la distribuzione a ciascuno degli alimenti consacrati,<br />

e attraverso i diaconi se ne manda agli assenti. I facoltosi, e quelli<br />

che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò<br />

che si raccoglie viene depositato presso il preposto. Questi soccorre gli<br />

orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa,<br />

e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma, si prende<br />

cura di chiunque sia nel bisogno» 19 .<br />

La celebrazione eucaristica domenicale diviene, così, per tutti noi<br />

una preziosa occasione per verificare la nostra conformazione a Cristo<br />

e il nostro impegno di imitarlo nel dono generoso della nostra vita. Essa<br />

16 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />

mondo che cambia, n. 8.<br />

17 San Leone Magno, Trattato, 63, 7.<br />

18 Messale Romano, Colletta per l’anno B della XVII domenica del tempo ordinario.<br />

19 San Giustino, I Apologia, 67, 3.


non permette né fughe all’indietro, né sogni evasivi, ma il “rimanere”<br />

in lui e con lui fedeli alla storia, così che la speranza generi le opere<br />

«dell’ottavo giorno» 20 . Si tratta di gesti profondamente umani e semplici<br />

che esprimono e realizzano la solidarietà, la condivisione, la speranza<br />

di un futuro migliore, la liberazione integrale dell’uomo. A volte sarà il<br />

dono di una parola, di una visita, di un sorriso a far sperimentare a chi è<br />

solo che anche per lui è domenica. La domenica è, dunque, anche giorno<br />

dell’uomo. Perché questo non resti solo un pio desiderio ma si trasformi<br />

in realtà, è necessario che le nostre comunità siano capaci di ascoltare<br />

e accogliere gli «interrogativi che toccano le strutture portanti dell’esistenza:<br />

gli affetti, il lavoro, il riposo» 21 .<br />

6. La celebrazione eucaristica domenicale va preparata. Come aiutare<br />

i battezzati a riscoprire tutta la ricchezza custodita e donata dalla<br />

domenica? Perché ci sia un vero coinvolgimento e una reale e profonda<br />

partecipazione, perché il clima festoso sostenuto dai canti e dai gesti sia<br />

autentico, è necessario arrivare alla celebrazione preparati e motivati.<br />

L’improvvisazione e la superficialità, personale o comunitaria, non possono<br />

che produrre indifferenza, senso di disagio, o addirittura noia. Molto<br />

difficilmente si potrà recuperare la centralità della domenica nella vita<br />

della parrocchia, se non si avranno dei momenti in cui giovani, adulti e<br />

anziani si ritrovino non solo per prepararsi alla celebrazione eucaristica<br />

domenicale ma anche per essere da questa “provocati”, così che tutta<br />

la vita e l’agire pastorale della comunità siano da essa interpellati, illuminati<br />

e sostenuti. Non possiamo disattendere quanto il Papa ci chiede:<br />

«I Pastori si impegnino in quella catechesi “mistagogica”, tanto cara ai<br />

Padri della Chiesa, che aiuta a scoprire le valenze dei gesti e <strong>delle</strong> parole<br />

della liturgia, aiutando i fedeli a passare dai segni al mistero e a coinvolgere<br />

in esso l’intera loro esistenza» 22 . A tale scopo, potranno essere di<br />

grande aiuto i sussidi che gli uffici e gli organismi della CEI prepareranno<br />

per l’Avvento-Natale e per la Quaresima-Pasqua. Possano le donne e<br />

gli uomini del nostro tempo «incontrando la Chiesa che ogni domenica<br />

20 Cfr Conferenza Episcopale Italiana, Il giorno del Signore. Nota pastorale dell’Episcopato<br />

italiano (15 luglio 1984), nn. 37-38.<br />

21 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />

mondo che cambia, n. 9.<br />

22 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 17.


100<br />

celebra con gioia il mistero da cui attinge tutta la sua vita, incontrare lo<br />

stesso Cristo» 23 .<br />

7. La preghiera liturgica, così, sintetizza in modo mirabile la ricchezza<br />

della domenica: «Nel giorno del Signore tu riunisci i credenti a celebrare<br />

per la loro salvezza il mistero pasquale. Così ci illumini con la<br />

parola di vita e, radunati in una sola famiglia, ci fai commensali alla cena<br />

di Cristo. Per questo dono di grazia e di gioia noi rinasciamo a più viva<br />

speranza e, nell’attesa del ritorno del Salvatore, siamo stimolati ad aprirci<br />

ai nostri fratelli con amore operoso» 24 .<br />

Questa comprensione della domenica e in essa della celebrazione eucaristica<br />

apre la mente e il cuore dei fedeli a considerare l’Eucaristia<br />

come centro della loro vita. Essa è «mistero di presenza», che prolunga<br />

nella ferialità quotidiana il dono di grazia del Risorto, compagno di viaggio<br />

del discepolo 25 ; è «polo di attrazione» per le comunità parrocchiali<br />

e religiose e per i singoli fedeli che in religioso ascolto e in adorante<br />

silenzio riparano «con fede e amore le trascuratezze, le dimenticanze e<br />

persino gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del<br />

mondo» 26 ; è «centro della vita cristiana» e «spinge il cristiano all’impegno<br />

per la propagazione del Vangelo e l’animazione cristiana della<br />

società» 27 . Sono convinzioni e atteggiamenti che trovano ulteriore nutrimento<br />

in quella adorazione del mistero eucaristico a cui ci richiama il<br />

Santo Padre in questo “Anno dell’Eucaristia”.<br />

Mentre affidiamo il cammino di preparazione e la celebrazione del<br />

Congresso Eucaristico Nazionale alla protezione della Vergine Maria,<br />

donna “eucaristica” con l’intera sua vita, ci auguriamo che si possa dire<br />

di ciascuno di noi quanto Gregorio di Nazianzo affermava di sua madre:<br />

«Fondamento di tutte le tue parole e di tutte le tue azioni era il giorno del<br />

Signore. Ogni sofferenza, o madre mia, tu l’onoravi con le tue lacrime.<br />

Solo nei giorni di festa tu cessavi. Della tua gioia come del tuo pianto<br />

avevi quale testimone il tempio del Signore» 28 .<br />

23 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini, n. 87.<br />

24 Liturgia ambrosiana, Prefazio <strong>delle</strong> domeniche del tempo ordinario.<br />

25 Cfr Lc 24, 15. 28-29.<br />

26 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 18.<br />

27 Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mane nobiscum Domine, n. 24.<br />

28 San Gregorio di Nazianzo, Epitaffio, in ricordo della madre.


Siamo profondamente convinti che se custodiremo la domenica, «la<br />

domenica “custodirà” noi e le nostre parrocchie, orientandone il cammino,<br />

nutrendone la vita» 29 .<br />

Roma, 1 novembre 2004<br />

Solennità di tutti i Santi<br />

Il Consiglio Permanente<br />

della Conferenza Episcopale Italiana<br />

29 Conferenza Episcopale Italiana, Il volto missionario <strong>delle</strong> parrocchie in un<br />

mondo che cambia, n. 8.<br />

101


102<br />

DOCUMENTI DELLA CONFERENZA<br />

EPISCOPALE ITALIANA<br />

ANNO 2004<br />

Assemblea Generale della CEI<br />

• Nota Pastorale Il volto missionario <strong>delle</strong> Parrocchie in un mondo<br />

che cambia (7 giugno 2004)<br />

• Rito del Matrimonio (28 novembre 2004)<br />

Presidenza della CEI<br />

• Intesa tra Ministero dell’Istruzione e Conferenza Episcopale Italiana<br />

circa gli Obiettivi specifici di apprendimento dell’IRC (26<br />

maggio 2004)<br />

• Comunicazione e Missione. Direttorio sulle Comunicazioni Sociali<br />

nella Missione della Chiesa (18 giugno 2004)<br />

Consiglio Episcopale Permanente<br />

• Lettera in preparazione al 24° Congresso Eucaristico Nazionale<br />

- Bari, 21-29 maggio 2005: “Senza la domenica non possiamo vivere”<br />

(1 novembre 2004)<br />

• Lettera alle comunità cristiane su migrazioni e pastorale d’<strong>insieme</strong><br />

(21 novembre 2004)


Conferenza<br />

Episcopale<br />

Pugliese


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolare Madonna<br />

dell’Assunta.


Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

27-29 gennaio 2004<br />

Centro di Accoglienza “S. Maria <strong>delle</strong> Grazie” - San Giovanni Rotondo<br />

Ospiti di S.E. Mons. Domenico D’Ambrosio, i Vescovi pugliesi si<br />

sono ritrovati a San Giovanni Rotondo, nel Centro di Accoglienza S.<br />

Maria <strong>delle</strong> Grazie, per la riunione ordinaria invernale nei giorni 27-29<br />

gennaio 2004. I lavori sono cominciati martedì 27 alle ore 11, sotto la<br />

presidenza di S.E. Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Arcivescovo Metropolita<br />

di Lecce.<br />

La riunione è stata convocata con lettera del 15 gennaio 2004, prot. n.<br />

08/04 [Allegato 1].<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Pietro Maria Fragnelli, Segretario;<br />

Mons. Raffaele Calabro, Mons. Domenico Caliandro, Mons. Domenico<br />

D’Ambrosio, Mons. Vito De Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons.<br />

Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />

Padovano, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons. Riccardo<br />

Ruotolo, Mons. Marcello Semeraro, Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco<br />

Pio Tamburrino, Mons. Francesco Zerrillo. E altresì presente l’Arcivescovo<br />

emerito Mons. Settimio Todisco.<br />

Sono assenti per motivi di salute Mons. Francesco Cacucci e Mons.<br />

Benigno Luigi Papa; Mons. Michele Seccia per un viaggio già programmato<br />

in Benin allo scopo di incontrare i sacerdoti fidei donum.<br />

Dopo la recita dell’ora media, il Presidente saluta tutti i Confratelli<br />

presenti e fornisce alcune informazioni in merito ai Confratelli assenti.<br />

In particolare in merito a Mons. Francesco Minerva, giunto al felice traguardo<br />

dei 100 anni, Mons. Guglielmo Motolese, Mons. Martino Scarafile,<br />

Mons. Vincenzo Franco, Mons. Carmelo Cassati.<br />

10


10<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

Il Presidente Mons. Ruppi, dopo aver ringraziato Mons. D’Ambrosio<br />

per la squisita ospitalità, apre i lavori riferendo sul recente Consiglio<br />

episcopale permanente della CEI tenutosi in gennaio. In particolare accenna<br />

ai seguenti argomenti:<br />

1. concorso per gli insegnanti di religione che sarà approfondito con<br />

la partecipazione di Mons. Giosuè Tosoni e don Vincenzo Annichiarico<br />

nel pomeriggio del 28 gennaio;<br />

2. nuove tabelle CEI per l’edilizia di culto: è previsto un aumento del<br />

3% rispetto ai vecchi parametri in base alla natura sismica del territorio<br />

ordinata su di una scala di 4 livelli;<br />

3. IV Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona 2006. Il Comitato<br />

preparatorio sarà presieduto dal Card. Dionigi Tettamanzi; il Sud sarà<br />

rappresentato come vice-presidente da Mons. Cataldo Naro, Arcivescovo<br />

di Acireale;<br />

4. relazione sulla solidarietà della CEI per il debito estero: con la<br />

Guinea Conakri è stata raggiunta una buona collaborazione, mentre<br />

con lo Zambia le trattative sono in corso; la <strong>Diocesi</strong> italiana più attiva<br />

è stata quella di Conversano-Monopoli. Per questo problema è stata<br />

costituita una fondazione;<br />

5. approfondimento del programma per la 53 a Assemblea generale<br />

della CEI (maggio 2004): l’argomento dovrebbe ruotare attorno a<br />

“Parrocchia, associazioni e movimenti ecclesiali”;<br />

6. nuova mappa <strong>delle</strong> facoltà di teologia in Italia: oltre che a Milano,<br />

Firenze, Napoli e Palermo dovrebbero sorgere altre tre facoltà teologiche<br />

a Bologna (già molto avanti, tra Seminario e Domenicani),<br />

Venezia e Bari. Mons. Ruppi, Mons. Cacucci e Mons. Papa hanno<br />

già avviato proficui colloqui con la Congregazione per l’Educazione<br />

Cattolica, il Card. Ruini (CEI) e il Card. Giordano (PFTIM) per spianare<br />

la strada alla facoltà di teologia in Puglia. Resta da verificare la<br />

posizione dell’Ordine dei Domenicani, inizialmente restii, ma poi più<br />

disponibili (considerata la carenza di iscrizioni). Tale facoltà sarebbe<br />

il polo per gli Istituti di Scienze Religiose di Bari, Foggia e Lecce, per<br />

i due Istituti distaccati di Oria e San Severo (distaccati dall’Ateneo<br />

S. Croce di Roma) e di Brindisi (distaccato dal Regina Apostolorum<br />

di Roma). Viene auspicata una commissione di studio, con incontri a


tempi brevi tra le autorità accademiche dell’Istituto teologico ecumenico<br />

di Bari, di Santa Fara e del Vescovo delegato dalla CEP per gli<br />

studi per avviare l’analisi attenta dei problemi e l’elaborazione di una<br />

bozza di statuto in modo da presentare già entro marzo al Consiglio<br />

permanente della CEI una bozza di intesa. La facoltà avrebbe due sezioni:<br />

a) Molfetta, b) San Nicola di Bari. Il governo potrebbe seguire<br />

il modulo bolognese. A livello nazionale le sette facoltà teologiche<br />

risultanti dovrebbero elaborare un piano nazionale <strong>delle</strong> specializzazioni.<br />

I Vescovi hanno accolto con interesse l’idea ed i passi fatti per<br />

la facoltà pugliese.<br />

7. La vita del Clero: Mons. Ruppi, nel quadro dell’attenzione generale<br />

alla qualità della vita sacerdotale, presenta un testo riservato ai Vescovi<br />

con situazioni sacerdotali particolarmente problematiche.<br />

8. Direttorio <strong>delle</strong> Comunicazioni Sociali: l’ultima revisione in corso<br />

sta definendo la bozza che avrà un’ultima approvazione nel Consiglio<br />

permanente di marzo per essere presentata nell’Assemblea di<br />

maggio. Il documento esplicita i criteri circa l’intervento di chierici<br />

e religiosi nei mass media. Si evidenzia la necessità dell’autorizzazione<br />

per quanti parlano in nome della Chiesa, al fine di evitare la<br />

presenza in spettacoli di puro intrattenimento e di dibattito politico.<br />

Bisogna muoversi evitando ogni sorta di ingenuità e di dilettantismo.<br />

Mons. Todisco, affermando il diritto di parola, sostiene la necessità<br />

di distinguere gli interventi in cui ci si espone ex auctoritate e quando<br />

a livello personale. Mons. Calabro chiede che l’autorità centrale<br />

intervenga indicando un responsabile <strong>delle</strong> Comunicazioni Sociali.<br />

Mons. Paciello invita i Confratelli ad incoraggiare la diffusione della<br />

stampa cattolica (Avvenire) e di Sat 2000.<br />

9. I Convegni annuali degli Uffici Pastorali Nazionali del 2004:<br />

Mons. D’Ambrosio parla della Settimana liturgica su “Liturgia e<br />

santità” che si svolgerà a San Giovanni Rotondo dal 23 al 27 agosto<br />

2004;<br />

Mons. Talucci presenta il Convegno nazionale per la pastorale del<br />

turismo, del tempo libero e dello sport, i cui temi sono stati già definiti.<br />

Si terrà a Brindisi dal 5 al 7 Novembre 2004. La prima giornata<br />

è rivolta soprattutto alle autorità civili per dare risonanza all’evento.<br />

Mons. Ruppi partecipa alcune notizie circa il convegno che si terrà a<br />

Lecce nei giorni 14-17 giugno 2004 e che vedrà convocati i responsabili<br />

degli Uffici catechistici, liturgici e della Caritas. Si prevedono<br />

10


10<br />

un migliaio di partecipanti. Il tema del convegno recita “La parrocchia<br />

vive la domenica”. La preparazione del convegno è avviata: tra<br />

i relatori figurano i Vescovi Lambiasi e Betori. Il Presidente auspica<br />

la presenza dei Vescovi di Puglia. Circa la data, è stato osservato che,<br />

per quanto riguarda le elezioni europee, è confermata la data del 13<br />

giugno; per le elezioni provinciali non si sa se possa essere utilizzata<br />

la stessa data.<br />

10. I problemi regionali<br />

Sanità: per quanto riguarda la sostituzione dei cappellani ospedalieri<br />

non c’è bisogno di delibera regionale in quanto sono in organico; ciò<br />

vale anche per i nuovi nominati; si ricorda ai presenti che l’Intesa<br />

stipulata dalla Regione Puglia va oltre il concetto di “convenzione”<br />

comunemente inteso.<br />

Mons. Ruotolo spiega che vi sono due tipi di convenzione:<br />

– ad ore: è definita come consulenza;<br />

– dipendenza: si ha con la firma del contratto e dà diritto al versamento<br />

dei contributi per la pensione.<br />

Famiglia: sono stati presentati 3 diversi disegni di legge in Commissione:<br />

una dalla Giunta, un’altra da Alleanza Nazionale, l’ultima dall’opposizione.<br />

Si sta cercando una mediazione: allo stato attuale c’è<br />

convergenza su 10 dei 18 articoli.<br />

L’articolo 12 parla dei consultori.<br />

11. Beni culturali: sul modello di quella campana, si intende stendere<br />

un’Intesa con la Regione per la tutela dei beni culturali. L’iter sarebbe<br />

quello di concordare con la Regione un testo per un accordo previo si<br />

da poterlo firmare dopo l’invio alla Santa Sede per la revisione.<br />

Seminario regionale e Istituto Teologico Pugliese<br />

27 gennaio 2004, ore 16<br />

Intervengono Mons. Giovanni Ricchiuti, Rettore del Seminario Regionale<br />

di Molfetta, e Mons. Salvatore Palese, Direttore dell’Istituto<br />

Teologico Pugliese.<br />

Mons. Ricchiuti porge il saluto degli educatori e dei seminaristi. Nella<br />

data odierna ricorre il 10° anniversario della sua nomina a Rettore. Presenta<br />

la relazione inviata alla Congregazione per l’Educazione Cattolica


circa l’anno 2002-2003 [Allegato 2], eco e riscontro alla relazione del<br />

Visitatore Mons. Gualtiero Bassetti.<br />

Il clima in Seminario è sereno e di impegno.<br />

La traccia formativa segue due documenti (Pastores dabo vobis e Linee<br />

comuni per i nostri seminari) con particolare attenzione all’integrazione<br />

tra formazione filosofica, biblica e spirituale.<br />

A proposito della visita di Mons. Bassetti, afferma che è stata un’esperienza<br />

di arricchimento e ringrazia per la risposta della Congregazione<br />

per l’Educazione Cattolica, con le osservazioni in esame.<br />

Il Rettore inoltre precisa circa l’età degli educatori e il valore dei padri<br />

spirituali mettendo in evidenza la decisa attenzione da parte di tutti<br />

alle verifiche dei singoli. Riferisce sull’accompagnamento psicologico,<br />

mantenuto nell’ambito dei suoi confini, sul propedeutico, che è residenziale<br />

e sulla situazione economica definita tranquilla.<br />

Dall’Annuario 2003-2004 emerge che grazie all’avvio dell’anno propedeutico<br />

i numeri restano stabili: 188 alunni, di cui 28 al propedeutico.<br />

L’enfasi dell’anno è concentrata sulla formazione teologica nella maturazione<br />

integrale. “Cercatori e testimoni della verità”: per il tema, molto<br />

gradito ai giovani, è stato preso spunto da La sorgente della speranza.<br />

Lo studio come atto di speranza di T. Radcliffe, già Maestro dell’Ordine<br />

dei Predicatori. Gli approfondimenti: biblico con E. Manicardi, filosofici<br />

e pedagogici con M. <strong>Acquaviva</strong>, S. Palese, A. Panzetta. Si è letta in<br />

comunità la lettera di San Tommaso d’Aquino al fratello sul modo di<br />

studiare.<br />

Conclude confermando il clima sereno e non nascondendo imperfezioni.<br />

Mons. Palese esprime la gratitudine sua personale e dei docenti.<br />

Consegna il testo della relazione [Allegato 3] e ringrazia i Vescovi<br />

per il contributo annuale e per quello eccezionale.<br />

Il presente anno è anno di passaggio.<br />

Circa i docenti sottolinea che c’è necessità di docenti stabili (sono<br />

appena 6 su 12) e che vanno sostenuti i giovani per la docenza.<br />

L’Istituto permette di conseguire la Licenza in Teologia con specializzazione<br />

in Antropologia teologica.<br />

Il Consiglio d’Istituto sta elaborando una proposta per coloro che dopo<br />

il ciclo istituzionale non proseguono gli studi.<br />

Propone di chiedere il riconoscimento giuridico allo Stato per l’Istituto<br />

Teologico ed elenca le iniziative dell’Istituto: Convegno giuridico;<br />

10


110<br />

Cristianesimo popolare oggi; 2 quaderni dell’Istituto; la pubblicazione<br />

della Rivista di Scienze Religiose; la settimana di aggiornamento biblico;<br />

l’incontro per docenti di studi patristici.<br />

Seguono gli interventi dei Confratelli Vescovi.<br />

Mons. Fragnelli chiede qualche parola in più sull’anno propedeutico.<br />

Risponde Mons. Ricchiuti: l’ingresso in seminario avviene dopo il<br />

discernimento fatto in <strong>Diocesi</strong>; non dovrebbe accadere che i referenti<br />

diocesani decidano una settimana prima dell’ingresso, a settembre. Offre<br />

un’accresciuta preparazione allo studio della filosofia e teologia; il<br />

cammino formativo dell’anno propedeutico prevede incontri tematici<br />

(più che storici), lezioni di latino (23 su 29 non lo conoscono), greco e<br />

tedesco; l’attuale primo corso testimonia della positività di questo cammino.<br />

Circa i tempi di permanenza in seminario: a tre periodi di 10 giorni<br />

ciascuno intervallati da pause di una settimana circa, seguono tre periodi<br />

di un mese fino a maggio.<br />

Mons. Padovano afferma che l’esperienza dell’anno propedeutico<br />

non esaurisce l’attenzione ai “nuovi” ed invita don Caliandro, responsabile<br />

dell’anno propedeutico, a visitare le diocesi per l’incontro con i<br />

giovani candidati al propedeutico. Anche Mons. Semeraro incoraggia.<br />

Per il Rettore non ci sono preclusioni per il propedeutico, anche se per i<br />

candidati con 40 anni di età bisogna fare un altro discorso.<br />

Mons. Palese testimonia della bontà del propedeutico per le positive<br />

motivazioni riscontrate negli studenti del primo anno.<br />

Mons. D’Ambrosio chiede quale sia la difficoltà più emergente nel<br />

rapporto tra Seminario e <strong>Diocesi</strong>.<br />

Mons. Ricchiuti risponde che la dimensione diocesana è stimolata e<br />

curata: i seminaristi invitano i sacerdoti della <strong>Diocesi</strong> di provenienza; i<br />

superiori non condividono l’eccessiva sottolineatura della dimensione<br />

diocesana in quanto indebolisce le dinamiche interne (corso, gruppo, comunità).<br />

I ministeri è bene che si celebrino in seminario perché i giovani<br />

non pensino di poter condurre la loro vita come “trattativa privata” con<br />

il proprio Ordinario; per questo è necessario un costante collegamento<br />

diretto tra il Vescovo ed il Rettore.<br />

Per Mons. Talucci i docenti devono essere anche educatori ed il Rettore<br />

deve essere voce unitaria degli educatori.<br />

Mons. Caliandro invita a prendere coscienza del fatto che molti giovani<br />

arrivino al termine del cammino formativo senza aver risolto alcuni<br />

problemi.


Mons. D’Ambrosio ricorda la particolarità dei giovani di oggi. Il Rettore<br />

evidenzia la necessità di aiuto da parte dei parroci. Mons. Fragnelli,<br />

incoraggiando ciò invita anche a chiedere sostegno all’azione dello psicologo<br />

(Mons. Semeraro propone Sovernigo).<br />

Il Rettore pone la questione degli educatori nell’anno formativo<br />

2004-2005: servono due educatori (uno dall’Archidiocesi di Otranto,<br />

l’altro è da definire) per il primo anno perché rientra in <strong>Diocesi</strong> don Enzo<br />

De Ceglie (Trani-Barletta-Bisceglie); probabilmente rientra in <strong>Diocesi</strong><br />

don Mimmo Cornacchia (<strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti).<br />

Dopo il trasferimento di S.E.R. Mons. D’Addario ad altra sede, la<br />

fondazione Regina Apuliae non ha il Presidente. La prossima assemblea<br />

si terrà il 31 marzo ‘04 e in quella sessione si provvederà.<br />

Alla ripresa dei lavori Mons. D’Ambrosio relaziona a nome della<br />

Commissione episcopale sul Seminario. Si sono tenuti tre incontri con<br />

l’équipe formativa del seminario regionale sui seguenti temi:<br />

• <strong>Diocesi</strong> - Seminario - Frizioni su ministeri, estate, tirocinio pastorale.<br />

Il Seminario Regionale è una scelta per la formazione dei nostri sacerdoti,<br />

ma non basta. Il nodo con la <strong>Diocesi</strong> non è sciolto: va approfondito.<br />

• L’anno propedeutico: non è un anno di orientamento vocazionale, ma<br />

è già formazione al sacerdozio. Ci vuole il percorso previo in diocesi.<br />

• Il sesto anno non funziona. Su 22 alunni solo 7 + 2 lo frequentano.<br />

Sarebbe il caso di vedere come si può corrispondere nello studio alla<br />

frequenza dell’anno pastorale.<br />

A questa relazione seguono le riflessioni dei Confratelli.<br />

Mons. Pichierri: il clima è buono, Don De Ceglie dovrà rientrare in<br />

<strong>Diocesi</strong>.<br />

Non è bene che i giovani presentino la domanda di ammissione agli<br />

Ordini; si deve insistere sul ruolo dei parroci, che devono scrivere al<br />

Vescovo; anche il rapporto con le famiglie deve essere intensificato. A<br />

proposito <strong>delle</strong> celebrazioni in <strong>Diocesi</strong>, esse sono feconde di nuove vocazioni.<br />

Secondo Mons. Negro il problema di fondo si ravvisa nell’individuare<br />

il tipo di formazione oggi in Seminario. È più di testa, non scende<br />

nelle emozioni: l’affettività non viene “educata”. È difficoltà dell’oggi.<br />

111


112<br />

Per questo occorre interrogarsi: quali educatori? Gli attuali vanno incoraggiati.<br />

Mons. Fragnelli propone di inviare dalla Regione 5/6 preti a studiare/<br />

formarsi per la formazione dei preti.<br />

Mons. Talucci invita tutti a prendere <strong>delle</strong> decisioni.<br />

Mons. Calabro esprime apprezzamento sul Rettore e chiede di curare<br />

la scelta degli educatori e <strong>delle</strong> guide spirituali.<br />

Mons. De Grisantis richiede un aiuto psicologico per tutti, non solo<br />

in chiave “negativa”, la frequenza del sesto anno non favorisce la conoscenza<br />

dei futuri presbiteri (la <strong>Diocesi</strong> è molto lontana da Molfetta);<br />

Mons. Paciello propone che il 6° anno sia lasciato ai singoli Vescovi perché<br />

possano meglio guidare i giovani prossimi all’Ordinazione. Si impone<br />

chiarezza sul 6° anno che può essere pensato come il propedeutico<br />

per quanto riguarda la sospensione dello studio (Mons. Di Molfetta).<br />

Mons. Caliandro riferisce <strong>delle</strong> sorprese negative quando il giudizio<br />

dell’équipe formativa non risulta essere verace; insiste sulla cura nella<br />

scelta degli educatori e dei padri spirituali.<br />

Sulla stessa lunghezza d’onda il parere di Mons. Semeraro e Mons.<br />

Martella, i quali sottolineano le difficoltà oggettive del seminario.<br />

Mons. Zerrillo avanza l’ipotesi della presenza di un vice-rettore a<br />

Molfetta.<br />

Mons. Talucci fa riferimento al biennio “di discernimento” affermando<br />

che non può restare tale; gli animatori si limitano a registrare il vissuto<br />

senza interagire; la presenza degli animatori deve essere fonte per<br />

un cammino verso la consacrazione e non solo l’abilitazione per andare<br />

avanti. Mons. Negro evidenzia come per la formazione debbano innescarsi<br />

<strong>delle</strong> dinamiche “formative” e non si devono solo approntare iniziative.<br />

Mons. D’Ambrosio, Presidente della Commissione sul Seminario, offrirà<br />

all’èquipe formativa del Seminario Regionale una sintesi ordinata<br />

degli interventi.<br />

Mons. Ruppi sintetizza i punti su cui la Commissione sul Seminario<br />

dovrà riflettere e avanzare <strong>delle</strong> proposte:<br />

• il 6° anno<br />

• l’esperienza pastorale<br />

• le persone incaricate della formazione.


Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese<br />

Mercoledì 28 gennaio ore 9.00<br />

Mons. Murolo, nella qualità di Vicario Giudiziale, dà lettura della relazione<br />

[Allegato 4].<br />

Tutti i giudici in servizio sono stati confermati fino al 31/12/2008; lo<br />

stesso per il difensore del Vincolo. In particolare, a fronte dell’elevato<br />

numero di cause, si chiede che possa aumentare anche il numero dei<br />

giudici a tempo pieno.<br />

Istituto Pastorale Pugliese<br />

Don Cosimo Damasi dà lettura della relazione circa l’attività svolta<br />

dall’Istituto [Allegato 5].<br />

Seguono gli interventi dei Confratelli: Mons. Semeraro informa che<br />

l’Istituto si avvale della collaborazione di D. Amato, S. Ramirez, M. Lobascio,<br />

D. Cornacchia, G. Copertino (segretario), P. Zuppa, S. Calabrese,<br />

A. Sabatelli.<br />

Circa l’Annuario si pensa di farne, oltre la versione cartacea, anche<br />

una su CD; Mons. Negro chiede che si snellisca la versione cartacea anche<br />

perché di poca utilità. Mons. Semeraro propone di mettere solo gli<br />

aspetti istituzionali (per es. indirizzi, strutture…); Mons. Paciello propone<br />

due strumenti: per le strutture e per le persone.<br />

Chiede all’Istituto Pastorale di elaborare un percorso di formazione<br />

permanente per presbiteri e laici e quindi di costituire un gruppo stabile<br />

alla guida dell’IPP. Si potrebbe elaborare anche un percorso per i presbiteri<br />

dei primi 5 anni di ordinazione.<br />

Mons. Ruppi riferisce del progetto del WEBRegione che sarà ultimato<br />

con la redazione dell’Annuario.<br />

Mons. Padovano rende noto che nei giorni 17-18 aprile p.v. si terrà a<br />

Conversano l’incontro regionale <strong>delle</strong> Confraternite il cui tema è “Confraternite<br />

e parrocchia in una pastorale integrata”.<br />

Insegnamento della Religione Cattolica<br />

Sono presenti don Giosuè Tosoni e don Vincenzo Annichiarico.<br />

Don Tosoni, Direttore del Servizio Nazionale CEI per l’IRC, spiega<br />

113


114<br />

le modalità di partecipazione al concorso sintetizzando i contenuti della<br />

lettera ai responsabili degli Uffici Scuola Diocesani [Allegato 6]:<br />

• è disponibile il 70% dei posti per il quale è richiesta l’idoneità ecclesiale<br />

e il superamento del concorso speciale per conseguire l’immissione<br />

in ruolo;<br />

• sottolinea l’urgenza di un’attenzione privilegiata alla pastorale scolastica<br />

legata all’Ufficio Scuola e non all’Ufficio Catechistico.<br />

Gli interventi dei Vescovi della Regione:<br />

Il Presidente invita tutti a verificare quanto prima il numero <strong>delle</strong> cattedre<br />

disponibili per le scuole medie inferiori e superiori, consapevoli<br />

che il 25% dei vincitori di concorso può chiedere l’utilizzo part-time<br />

(non meno di 9 ore) e che ciò consentirebbe di inserire supplenti.<br />

Mons. Padovano chiede che sia redatta una lettera per gli insegnanti<br />

prendendo a modello quella inviata ai responsabili diocesani.<br />

Per quanto riguarda il 30% gestito dai Vescovi Mons. Caliandro invita<br />

a curare l’accesso dei sacerdoti e dei religiosi all’IRC.<br />

Mons. Zerrillo evidenzia la situazione della sua diocesi ove per raggiungere<br />

le 18 ore è necessario spostarsi in diverse località. A tal proposito<br />

don Tosoni invita a fare una simulazione per vedere come valorizzare<br />

il 30% per gli “spezzoni” e dove creare cattedre “a scavalco”.<br />

Si deve attestare l’idoneità di tutti? Si può rifiutare a chi proviene da<br />

altra diocesi o almeno invitare ad attendere.<br />

Come assegnare le cattedre del 70%? Don Annichiarico risponde che<br />

bisogna individuare un criterio elastico che non sia né per anzianità né<br />

per la situazione contingente.<br />

Per quanto riguarda la partecipazione dei sacerdoti e dei religiosi,<br />

Mons. Ruppi chiede che si cerchi un criterio comune. Il Direttore del Servizio<br />

nazionale IRC invita all’incontro con i singoli sacerdoti anche per<br />

verificare la ricaduta economica della partecipazione o meno al concorso.<br />

Introduzione del processo sulle virtù del Sac. Antonio Spalatro<br />

Mons. D’Ambrosio propone l’introduzione del processo sulle virtù<br />

del Sac. Antonio Spalatro di Vieste [Allegato 7] e presenta i tratti principali<br />

della figura di questo sacerdote morto a soli 28 anni.<br />

Mons. Zerrillo, che lo conobbe personalmente, testimonia della sua<br />

fragranza / arrendevolezza / ingenuità. Organista, sempre umile anche


di fronte alle intemperanze del maestro di cappella. Ci sono <strong>delle</strong> testimonianze<br />

interessanti come quella della donna che ne ha composto la<br />

salma: era stata aiutata da lui nei momenti di fame e povertà.<br />

P. Jesus Castellano leggerà il diario. La sua parrocchia vive di questa<br />

eredità.<br />

Secondo la normativa canonica, Mons. D’Ambrosio chiede il parere<br />

della Conferenza Episcopale regionale. La Conferenza esprime parere<br />

favorevole all’unanimità.<br />

Incontro con la Presidenza Regionale della CISM<br />

Sono accolti i Rev.di Ministri Provinciali della Provincia foggiana<br />

dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, <strong>delle</strong> province salentina e barese<br />

dell’Ordine dei Frati Minori, dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali,<br />

della Congregazione dei Rogazionisti e dell’Ordine dei Carmelitani.<br />

L’incontro è legato a tre comunicazioni:<br />

1. i Padri Cappellani Ospedalieri<br />

2. la tutela e la valorizzazione dei beni culturali<br />

3. la pianificazione degli studi teologici in Italia.<br />

Mons. Ruppi informa sui punti sottolineando quanto già riferito in<br />

altra parte del presente verbale: ribadisce che per le sostituzioni dei Cappellani<br />

ospedalieri non c’è bisogno di delibera regionale in quanto essi<br />

sono inseriti nel personale in organico; per la tutela e la valorizzazione<br />

dei beni culturali sono disponibili dei contributi per Archivi, Musei e Biblioteche,<br />

come per le diocesi. In particolare si sofferma sulla progettata<br />

facoltà teologica pugliese presentando l’esigenza che i religiosi contribuiscano<br />

con i docenti; pertanto ne incoraggia la formazione. Infine il<br />

Presidente chiede un religioso esperto in Diritto Canonico per il Tribunale<br />

Ecclesiastico Regionale Pugliese.<br />

Fra Donato Sardella ofm, Presidente CISM/Puglia dà lettura della<br />

relazione [Allegato 8] al termine della quale si dà a tutti i presenti la<br />

possibilità di intervenire.<br />

Mons. Ruppi propone di confrontarsi su temi quali le parrocchie, i<br />

beni culturali e la formazione.<br />

P. Diego chiede ai Vescovi se sono soddisfatti dell’operato dei religiosi,<br />

se sono presenti remore nell’affidare parrocchie a loro, come sono<br />

inseriti nei piani pastorali diocesani.<br />

11


11<br />

Mons. Ruppi si fa portavoce dell’apprezzamento da parte di tutti i<br />

Vescovi di Puglia, i quali chiedono una maggiore presenza in mezzo ai<br />

confratelli del clero diocesano per offrire la testimonianza del proprio<br />

carisma.<br />

I diversi interventi dei Confratelli evidenziano la necessità del dialogo<br />

e della stima reciproca, perché i Vescovi possano anch’essi sostenere<br />

il cammino dei Religiosi presenti in diocesi.<br />

Mons. D’Ambrosio evidenzia la necessità di collaborazione anche<br />

per quanto riguarda la chiusura di comunità, non desiderando trovarsi di<br />

fronte a decisione già prese. Vari altri interventi riferiscono della presenza<br />

dei religiosi nel territorio diocesano.<br />

P. Buccoliero manifesta la difficoltà di unire parrocchia e convento;<br />

propone la soluzione di fraternità a sostegno della pastorale parrocchiale.<br />

Il carisma esige la creazione di nuove fraternità chiudendone alcune,<br />

possibilmente senza sacrificare “conventi senza parrocchia”.<br />

Il Ministro Provinciale dei Frati minori Conventuali, P. Piemontese,<br />

informa circa la peregrinatio del corpo di S. Giuseppe da Copertino che<br />

farà tappa a Bari e a Copertino; sarebbe felice se i Vescovi partecipassero<br />

agli incontri.<br />

Il Ministro Provinciale dei Frati minori Cappuccini sottolinea il carisma<br />

dell’Ordine e dice che i frati non sono formati in vista della parrocchia.<br />

Chiede possibilità di dialogo e familiarità superando i confini<br />

dell’istituzionale.<br />

P. Alfarano chiede la visita agli studentati perché l’incontro con il<br />

Vescovo aiuta i fomandi.<br />

Il Presidente CISM propone di creare un piccolo nucleo per ritornare<br />

sui temi emersi nell’incontro.<br />

Completati i punti all’Ordine del giorno, il Presidente chiude la sessione<br />

invernale della Conferenza.<br />

Il Segretario<br />

✠ Pietro Maria Fragnelli<br />

Vescovo di Castellaneta


Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

31 marzo 2004<br />

Seminario Regionale - Molfetta<br />

Mercoledì 31 marzo 2004 alle ore 9.15, nel Pontificio Seminario<br />

Regionale di Molfetta, ha inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce<br />

Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />

Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />

Domenico Caliandro, Mons. Vito De Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta,<br />

Mons. Pietro Maria Fragnelli, Mons. Luigi Martella, Mons. Donato<br />

Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico Padovano, Mons. Benigno<br />

Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons. Marcello Semeraro,<br />

Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio Tamburrino e Mons. Francesco<br />

Zerrillo.<br />

Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Vincenzo Franco,<br />

Mons. Settimio Todisco, Mons. Martino Scarafile e Mons. Riccardo<br />

Ruotolo.<br />

È assente Mons. Domenico D’Ambrosio, impegnato a San Giovanni<br />

Rotondo.<br />

Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />

e Vescovi con lettera di convocazione del 22 marzo 2004 (Prot. n.<br />

13/04) [Allegato 1]:<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

2. Seminario Regionale: Sesto Anno, Esperienze pastorali, Quadro del<br />

personale<br />

3. Preparazione Convegni Nazionali<br />

4. Facoltà Teologica Pugliese<br />

5. Varie ed eventuali.<br />

I lavori della Conferenza iniziano in anticipo per la presenza del Presidente<br />

della Giunta Regionale, Raffaele Fitto, accompagnato dal Dott.<br />

De Donatis e dal Dott. Virgilio.<br />

11


11<br />

Il Presidente della CEP, Mons. Ruppi, introduce i lavori salutando il<br />

Presidente Fitto a nome dei Vescovi e ringrazia per il servizio reso alla<br />

comunità regionale e l’attenzione riservata ai problemi di particolare<br />

utilità per tutta la società, come la legge sulla famiglia, appena approvata<br />

e che tutela e promuove i valori che fanno parte della nostra tradizione e<br />

cultura. Frutto della positiva collaborazione tra le Istituzioni di governo<br />

della Regione e la Conferenza dei Vescovi sui problemi di comune interesse<br />

è anche l’intesa per i beni culturali, per la quale è stata comunicata<br />

la recognitio canonica della Santa Sede. Mons. Ruppi ringrazia altresì il<br />

Dott. De Donatis, capo gabinetto del Presidente Fitto, e il Dott. Virgilio,<br />

responsabile regionale del settore dei beni culturali.<br />

L’on. Fitto saluta i Vescovi, lieto di poter annunciare l’approvazione<br />

definitiva della Legge Regionale per la famiglia, un passo importante<br />

che si aggiunge al Nuovo Statuto regionale, al piano sanitario, ecc. La sinergia<br />

che l’intesa sui Beni Culturali ecclesiastici può attivare nei prossimi<br />

mesi, rappresenta la volontà della Regione di proseguire nell’attuazione<br />

del programma stabilito per le diverse problematiche. Il prossimo<br />

impegno in calendario è il primo piano sociale regionale integrativo della<br />

LR 17 per affrontare le crescenti emergenze sociali in dialogo con il<br />

piano sanitario regionale. A questo faranno seguito gli strumenti operativi<br />

e concreti necessari per la piena attuazione della legge per la famiglia,<br />

approvata poche ore fa dal Consiglio Regionale.<br />

Prima di procedere alla firma dell’Intesa, Mons. Ruppi dà lettura della<br />

recognitio canonica da parte della Congregazione per i Vescovi [Allegato<br />

2] e dà lettura del testo della intesa programmatica tra la<br />

regione puglia e la conferenza episcopale pugliese per la tutela<br />

e la valorizzazione di beni culturali appartenenti ad enti<br />

ed istituzioni ecclesiastiche [Allegato 3].<br />

Viene richiamata una particolare attenzione all’Art. 5 per la costituzione<br />

di una Commissione paritetica per una concreta e rapida applicazione<br />

dell’Intesa.<br />

Firmata l’Intesa, il Presidente Fitto si congeda dai Vescovi che riprendono<br />

i lavori con la recita dell’Ora Media.<br />

L’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Mons. Ruppi, introduce i lavori<br />

porgendo un fraterno saluto ai Vescovi presenti e in particolare agli<br />

Emeriti; informa sulle condizioni di salute dei Confratelli impossibilitati<br />

ad intervenire (Mons. Motolese, Mons. Cassati e Mons. Accogli) e per i


quali invita a pregare. Comunica inoltre che Mons. D’Ambrosio, assente<br />

per urgenti impegni a San Giovanni Rotondo, fa sapere che il 1° luglio<br />

p.v. avrà luogo la dedicazione della nuova chiesa.<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

Mons. Ruppi riferisce su quanto emerso nell’ultimo Consiglio Permanente<br />

della CEI e da sottoporre all’attenzione della Conferenza, rinviando<br />

al Comunicato finale pubblicato su Avvenire il 30 marzo.<br />

• La C.E.P. deve segnalare alla Segreteria della CEI un Vescovo per le<br />

votazioni che si svolgeranno durante la prossima assemblea CEI, per<br />

l’elezione del presidente della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo<br />

e il Dialogo, in sostituzione di Mons. Chiaretti (eletto Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Umbra). I Vescovi indicano, all’unanimità,<br />

Mons. Marcello Semeraro.<br />

• Nel Consiglio Permanente si è auspicato il superamento della situazione<br />

di stallo e di polemica tra i poli che sta segnando la vita della<br />

Nazione. Si è richiamato l’art. 29 della Costituzione per ribadire l’importanza<br />

della famiglia, fondata sul matrimonio. Mons. Ruppi ricorda<br />

che la legge approvata dalla Regione Puglia, non ha fatto riferimento<br />

alle coppie di fatto.<br />

• Nell’ambito della riforma scolastica in atto e dell’adeguamento dei<br />

programmi per l’insegnamento della religione cattolica, il Consiglio<br />

Permanente ha approvato gli orientamenti specifici di apprendimento<br />

per la prima e seconda media.<br />

• Sono state approfondite <strong>delle</strong> linee di collaborazione tra Vescovi Europei<br />

e Africani.<br />

• Per quanto concerne la somma pervenuta dall’otto per mille IRPEF,<br />

mentre è stata approvata la ripartizione dei fondi per le finalità specifiche,<br />

è stato evidenziato come le offerte deducibili siano ancora in leggera<br />

flessione e le firme si attestano ad una percentuale dell’87,25%.<br />

A tale proposito è importante attivare i responsabili del servizio del<br />

Sovvenire e quanti sono impegnati nei consigli degli affari economici<br />

perché anche coloro che non sarebbero tenuti a presentare la dichiarazione<br />

dei redditi (pensionati e reddito fisso) esprimano con la firma<br />

la scelta di destinazione dell’otto per mille.<br />

• Durante i lavori assembleari di maggio si dovrà approvare il valore del<br />

punto e l’assegnazione di alcuni punti ai sacerdoti docenti di religione.<br />

11


120<br />

• Si svolgerà a Bologna, dal 7 al 10 ottobre prossimo, la Settimana Sociale.<br />

• Tribunali Ecclesiastici Regionali. Nel contesto nazionale è emerso<br />

che quello della Puglia detiene un primato negativo per le cause arretrate<br />

e pendenti (al 21 dicembre 2003, erano 774). Nel corso del 2003<br />

sono state introdotte 271 nuove istanze e ne sono state decise 231. La<br />

tendenza attuale è di diminuzione al Nord ed aumento al Sud per l’introduzione<br />

di nuovi libelli, ma ciò è dovuto anche alla diminuzione<br />

dei matrimoni concordatari al Nord.<br />

Interviene l’Arcivescovo di Bari, Mons. Cacucci che, nella qualità di<br />

Moderatore del TERP, comunica ai Confratelli che la Segnatura Apostolica<br />

nell’approvare la costituzione del Tribunale di prima istanza<br />

di Scutari, ha stabilito Bari come sede per la seconda istanza. Confermando<br />

la necessità di altri giudici per far fronte alle esigenze del<br />

TERP, Mons. Cacucci comunica che è stato indicato un frate minore<br />

che potrebbe collaborare, ma al momento è impegnato al Tribunale di<br />

Campobasso come difensore del vincolo.<br />

• Per quanto concerne, infine, l’elaborazione di un documento pastorale<br />

sul volto missionario della Parrocchia, il testo richiede ulteriori<br />

approfondimenti.<br />

• Il Presidente, Mons. Ruppi, conferma quanto già anticipato per lettera<br />

ai Confratelli circa il parere favorevole espresso dal Consiglio<br />

Permanente circa l’istituzione di una Facoltà Teologica nella Regione<br />

ecclesiastica della Puglia e chiede di anticipare il 4° punto dell’O.<br />

d.G. per l’importanza che riveste e la necessità di un adeguato approfondimento.<br />

2. Facoltà Teologica Pugliese<br />

Dopo la Conferenza di gennaio, dice il Presidente Mons. Ruppi, è stato<br />

approfondito il dialogo con i Domenicani e la Facoltà di Napoli. Si è<br />

così giunti alla nomina di un docente dell’Angelicum nella commissione<br />

per lo Statuto. Anche il Preside di Napoli dovrà provvedere ad indicare<br />

un nominativo per tale commissione.<br />

Il Comitato per gli studi di teologia e di religione cattolica è stato<br />

prorogato sino al 2005 ed avrà le seguenti competenze: stabilire il livello<br />

degli studi; fissare i criteri per la pianificazione degli Istituti Teologici e<br />

Facoltà in Italia; verificare il funzionamento degli Istituti e <strong>delle</strong> Facol-


tà; esaminare le richieste per le nuove istituzioni; promuovere iniziative<br />

culturali; svolgere tutti i compiti su mandato della Presidenza CEI.<br />

Le Conferenze Episcopali della Puglia e del Triveneto sono state autorizzate<br />

ad avviare l’iter per la formazione <strong>delle</strong> Facoltà Teologiche nelle<br />

rispettive Regioni. Pertanto sarà responsabilità della CEP approntare un<br />

dossier da presentare alla Congregazione per l’Educazione Cattolica.<br />

Mons. Ruppi ripercorre la memoria storica degli istituti teologici in<br />

Puglia, avendo egli stesso vissuto gli eventi in prima persona.<br />

Il 1° ottobre 1968 avvenne l’erezione dell’Istituto Superiore di Teologia<br />

Ecumenica a Bari e la <strong>Diocesi</strong> provvede con una fondazione.<br />

Il 10 maggio 1971 la Santa Sede approva la sezione di studi Ecumenici<br />

e Patristici greco-bizantini, che viene incorporata dall’Angelicum.<br />

Il 9 luglio 1991 la Santa Sede approva l’incorporazione all’Angelicum.<br />

Nel 1992 ha luogo l’aggregazione dell’Istituto Teologico Pugliese di<br />

Molfetta alla Facoltà Teologica per l’Italia Meridionale di Napoli.<br />

Nel 1978 a Santa Fara (Bari) nasce lo S.T.I.P. (Studio Teologico interprovinciale)<br />

incorporato all’Antoniano di Roma.<br />

Il 29 gennaio 2004 i Vescovi della CEP hanno deliberato all’unanimità<br />

di avviare la nascita di una Facoltà Teologica Pugliese, che unifichi<br />

le realtà accademiche esistenti e dia la possibilità alla nostra Regione di<br />

avere una Facoltà Teologica vera e propria.<br />

La Facoltà Teologica Pugliese nascerà con l’unificazione <strong>delle</strong> tre<br />

realtà (le due di Bari e quella di Molfetta), ma c’è bisogno di molta pazienza<br />

e attenzione alle attese di tutti. Saranno coinvolti i tre Direttori<br />

e si indica Mons. Semeraro quale Presidente dell’Istituto Pastorale Pugliese<br />

come esperto nella Commissione per lo Statuto.<br />

Per perseguire questi obiettivi si pongono due adempimenti da assolvere<br />

e predisporre con cura: uno Statuto e una solida base di finanziamento.<br />

Per quanto concerne lo Statuto, un’apposita Commissione è già al<br />

lavoro con il coinvolgimento di tutte le componenti interessate.<br />

Sul problema economico-finanziario, Mons. Ruppi presenta una ipotesi<br />

di lavoro: costituire una Fondazione con un importo globale di 10<br />

miliardi di vecchie lire, che sarebbero così reperiti. La <strong>Diocesi</strong> di Bari<br />

metterebbe a disposizione due miliardi, oltre ai tre già esistenti nella<br />

fondazione fatta a suo tempo per l’Istituto Ecumenico. I Vescovi della<br />

Regione assicurerebbero altri cinque miliardi (due ripartiti tra le diverse<br />

121


122<br />

diocesi più tre dal Fondo attualmente a disposizione della stessa Conferenza).<br />

Circa la destinazione di quest’ultima somma, tocca ai Vescovi<br />

decidere, dal momento che la Facoltà è anche aperta all’Oriente e all’Ecumenismo.<br />

Infine, Mons. Ruppi, ricorda che la Santa Sede è entrata nella “Carta<br />

di Bologna”, cioè un’intesa nel contesto europeo e a cui aderiscono già<br />

40 Paesi che stanno omologando la struttura degli studi superiori universitari,<br />

secondo il modulo 3+2 (laurea breve). Tutte le Facoltà europee<br />

devono adeguarsi allo standard europeo entro il 2006.<br />

Concluse queste informazioni importanti e preliminari, il Presidente,<br />

Mons. Ruppi, apre la discussione invitando i Confratelli ad intervenire.<br />

Mons. Cacucci nell’esprimere l’adesione al progetto e alla proposta<br />

finanziaria da parte della <strong>Diocesi</strong> di Bari, ritiene opportuno andare avanti<br />

sulla strada intrapresa anche per il riconoscimento dei titoli di studio a<br />

livello europeo.<br />

Mons. Ruppi pone ai presenti due questioni sintetiche e precise sulle<br />

quali i Vescovi devono esprimersi: si condivide il cammino sinora realizzato?<br />

Si è d’accordo nel confluire nella Fondazione già esistente?<br />

In modo unanime i Vescovi aderiscono a quanto illustrato dal Presidente<br />

ed invitano ad andare avanti. Iniziano gli interventi dei singoli<br />

Ordinari sulla questione.<br />

Mons. Papa si dice convinto e felice di aderire alla proposta: il futuro<br />

teologico della Puglia dipende solo da noi! È un segno di fiducia che la<br />

Santa Sede e la CEI pongono in noi ed è anche la via per il riconoscimento<br />

degli studi teologici in virtù della carta di Bologna. Secondo l’Arcivescovo<br />

di Taranto siamo in linea con la memoria storica. I problemi economici<br />

sono legati ai problemi statutari, perciò è importante il coinvolgimento<br />

della CEP che significa coinvolgimento <strong>delle</strong> Chiese particolari.<br />

Che non si verifichi l’evoluzione conosciuta per l’istituto Ecumenico di<br />

Bari (l’istituisce la CEP e non deve finire per essere interesse della sola<br />

<strong>Diocesi</strong> di Bari). La Conferenza deve diventare il soggetto promotore e<br />

sostenitore della Facoltà, insiste Mons. Papa, che sollecita i Confratelli a<br />

coinvolgere le <strong>Diocesi</strong>, i Consigli Presbiterali, Pastorali, Episcopali…<br />

Mons. Negro chiede un supplemento di riflessione per l’importanza<br />

e le ripercussioni che comporterà questa impostazione. Non è il problema<br />

amministrativo che fa paura. Si fa necessaria una riflessione previa<br />

su che cosa cambierà. Per i nostri seminaristi quale prospettiva si apre?<br />

Importante il coinvolgimento <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong>.


Mons. Semeraro riferisce della riunione svoltasi a Bari con la partecipazione<br />

di Mons. Ruppi, Mons. Cacucci, P. Sardella per il CISM e P. Carucci<br />

per lo STIP. Le istanze presentate devono fare da sfondo a tutto il<br />

lavoro da svolgere e questo deve essere precisato a livello di linguaggio,<br />

perché non ci si riduca a fare un “cappello” per la situazione esistente.<br />

Perciò è importante una impostazione nuova e specifica che prenda in<br />

seria considerazione, per esempio, la questione dei docenti stabili. La<br />

commissione, continua Mons. Semeraro, dovrebbe essere formata da 2-<br />

3 persone capaci ed esperte che ci aiutino in questo percorso che stiamo<br />

seguendo.<br />

Mons. Cacucci precisa che non si tratta della preminenza dell’uno<br />

sull’altro Istituto, bensì di una razionalizzazione e pianificazione degli<br />

studi teologici nella Regione.<br />

Secondo Mons. Ruppi, il coinvolgimento <strong>delle</strong> Chiese particolari deve<br />

essere perseguito in modo accorto e convinto. Va anche ripensata la<br />

tipologia <strong>delle</strong> licenze e specializzazioni secondo le esigenze culturali e<br />

pastorali <strong>delle</strong> Chiese particolari.<br />

Mons. Todisco esprime il timore che le difficoltà si proiettino nel futuro,<br />

perciò pone la questione in modo diretto: cosa vogliamo fare noi<br />

Vescovi per la Puglia? Prima degli strumenti e strutture vengono le relazioni<br />

comunionali e l’impegno a superare le forze divergenti esistenti.<br />

Per Mons. Fragnelli la Conferenza Episcopale regionale vive un momento<br />

storico non solo per l’importanza della questione, ma anche per la<br />

soggettività con cui la stessa Conferenza si pone.<br />

Mons. Calabro evidenzia il maggior dialogo in atto anche con le diverse<br />

Istituzioni ecclesiali, culturali, civili.<br />

Anche gli altri Vescovi presenti si dicono d’accordo nel proseguire<br />

con determinazione il cammino avviato (Mons. De Grisantis) per una<br />

riforma globale degli studi teologici nella Regione, compresi gli Istituti<br />

Superiori di scienze religiose (Mons. Seccia) e cominciando a pensare<br />

nelle <strong>Diocesi</strong> per essere pronti al momento opportuno (Mons. Paciello).<br />

Mons. Ruppi ringrazia tutti i Confratelli per l’utilissima discussione<br />

che arricchisce ed incoraggia il lavoro avviato. A proposito dello Statuto<br />

chiede ai presenti di confermare la commissione che oltre a Mons. Ruppi,<br />

Mons. Cacucci, Mons. Papa, Mons. Semeraro includa anche, per una<br />

maggiore comunione di intenti lo STIP e l’Angelicum. La Commissione<br />

della CEP continuerà a lavorare e riflettere <strong>insieme</strong> ai designati dall’Ordine<br />

Domenicano e dalla CISM per elaborare una prima bozza di Statuto<br />

123


124<br />

che abbia presente lo studio della teologia e la realtà pastorale. Rimandando<br />

in futuro il discorso finanziario, il Presidente chiede ai presenti<br />

di portare per la prossima Conferenza (il 3 giugno p.v.) altre indicazioni<br />

per lo Statuto, le specializzazioni e il quadro docenti.<br />

Mons. Semeraro osserva che sarebbe opportuno il coinvolgimento<br />

dell’Istituto Pastorale Pugliese.<br />

Dopo una breve interruzione, i lavori riprendono con il successivo<br />

punto all’ordine del giorno.<br />

3. Preparazione Convegni Nazionali<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, invita i Vescovi interessati a relazionare<br />

brevemente sulla preparazione dei Convegni Nazionali che si stanno programmando<br />

nella Regione in vista del Congresso Eucaristico Nazionale.<br />

A Lecce, per il Convegno che avrà inizio il 14 giugno p.v., si stanno<br />

già definendo i programmi e la sistemazione logistica. Non essendoci<br />

molte novità rispetto a quanto già comunicato nella precedente riunione,<br />

si passa al successivo punto all’ordine del giorno.<br />

4. Seminario Regionale: Sesto Anno, Esperienze pastorali, Quadro<br />

del personale<br />

Viene chiamato il Rettore, Mons. Ricchiuti per riferire ai Vescovi sulle<br />

problematiche indicate.<br />

Quadro del personale. Il Rettore inizia dal quadro dell’equipe formativa<br />

come si annuncia per il prossimo anno formativo. Per quanto<br />

concerne i Padri Spirituali, se si conferma il rientro in diocesi di don<br />

Domenico Cornacchia, si dovrà provvedere alla sostituzione. Circa gli<br />

animatori dei corsi, si pone il problema per il primo Anno che dovrebbe<br />

avere almeno 40 seminaristi, in quanto 25 dovrebbero rimanere dopo<br />

l’anno propedeutico e una quindicina verrebbero dai seminari minori<br />

<strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong>. Poiché don Enzo De Ceglie dovrebbe rientrare in <strong>Diocesi</strong>,<br />

sarà necessario prevedere la designazione di due animatori per il primo<br />

anno.<br />

I Vescovi discutono sulle indicazioni offerte dal Rettore e il Presidente,<br />

Mons. Ruppi, invita i Vescovi di <strong>Altamura</strong> e di Trani a soprassedere,<br />

per questo anno, a richiamare in diocesi i propri sacerdoti. Mons. Paciello<br />

aderisce alla richiesta, lasciando don Cornacchia per un altro anno co-


me Padre Spirituale, Mons. Pichierri conferma la necessità che don De<br />

Ceglie rientri in diocesi. Per gli altri animatori se ne riparlerà a giugno.<br />

Sesto Anno. Mons. Ricchiuti introduce l’argomento ricordando che<br />

si devono contemperare le due esigenze del necessario inserimento pastorale<br />

ed ambientale nella propria <strong>Diocesi</strong> ed alcuni periodi di formazione<br />

in Seminario. Dopo le esperienze fatte in passato, sta emergendo<br />

la proposta di prevedere dei periodi da trascorrere in Seminario per formazione,<br />

per esempio di due-tre settimane a novembre, gennaio e maggio.<br />

Ma per l’attuazione della proposta è necessario acquisire il parere<br />

dei Vescovi.<br />

Mons. Papa chiede che il periodo trascorso in Seminario sia educativo<br />

e culturale, per la formazione del futuro presbitero.<br />

Mons. Semeraro si dice d’accordo con la proposta fatta dal Rettore e<br />

ritiene utile un periodo di “descolarizzazione”.<br />

Mons. Martella ritiene che, inteso come anno di pastorale, il sesto anno<br />

è fallito. Non potendo avvalerci di altre esperienze, si può verificare<br />

la proposta avanzata dal Rettore.<br />

Si avverte l’esigenza di un ulteriore periodo di formazione, sostiene<br />

Mons. Seccia, per offrire ai giovani più tempo per la maturazione e<br />

l’approfondimento, magari con qualche esperienza pastorale forte (missione…)<br />

e sempre in riferimento al proprio Vescovo e agli educatori del<br />

Seminario. Questo sarebbe possibile con la proposta della periodica presenza<br />

in seminario, fatta dal Rettore.<br />

Un mese in seminario, ma per fare cosa? Si chiede Mons. De Grisantis,<br />

che sostiene la necessità di organizzare qualcosa di ben definito da<br />

proporre ai giovani.<br />

Secondo Mons. Negro ci sono ancora molte difficoltà nel definire il<br />

sesto anno. È bene che i Vescovi ne parlino. Per il momento si conservi<br />

la prassi in atto.<br />

Mons. Ruppi conclude la discussione invitando i Vescovi a presentare<br />

una proposta definitiva nella prossima Conferenza.<br />

5. Varie<br />

- documento Caritas Nazionale e Regionale per lo stato sociale<br />

Mons. Paciello invita i Vescovi a leggere con attenzione il documento<br />

inviato per fare il punto sulle molteplici problematiche connesse alla<br />

12


12<br />

legge finanziaria 2004 e le politiche sociali con preoccupanti conseguenze<br />

sulla situazione economica, finanziaria, sociale, nazionale<br />

e regionale. Una realtà che dovrebbe essere osservata e seguita con<br />

attenzione dalle Caritas diocesane per i problemi del territorio, specie<br />

in ordine all’attuazione di alcune leggi [Allegato 4].<br />

- documento Missionari Comboniani di Bari [Allegato 5]<br />

I vescovi prendono atto del documento fatto pervenire dai Comboniani<br />

per attirare l’attenzione sulle situazioni di conflitto esistenti nel mondo.<br />

- nomina dell’assistente unitario di ACI<br />

Terminato il mandato quinquennale di don Franco Fanizza, esaminata la<br />

terna proposta dalla Delegazione Regionale di A.C., sentito il parere<br />

dell’Arcivescovo di Bari, il sacerdote don Nicola LARICCHIA viene<br />

nominato Assistente regionale unitario di ACI per il quinquennio<br />

2004-2008.<br />

- nomina del Delegato regionale per la FACI<br />

Visti i risultati emersi dall’elezione svoltasi a Bari il 12 marzo u.s. tra i<br />

Presidenti Incaricati Diocesani della FACI, sentito il parere dell’Arcivescovo<br />

di Foggia, il sacerdote don Michele DI NUNZIO viene nominato<br />

Delegato Regionale FACI per il triennio 2004-2006.<br />

Mons. Caliandro comunica che il sacerdote incaricato nella Commissione<br />

regionale della famiglia è don Angelo PANZETTA, della <strong>Diocesi</strong><br />

di Taranto.<br />

Esaurito l’ordine del giorno e completata la discussione sui diversi argomenti,<br />

alle ore 13.30 il Presidente, con la recita dell’Angelus, dichiara<br />

conclusa la Conferenza e anticipa ai Confratelli gli auguri pasquali.<br />

✠ Michele Seccia<br />

Segretario C.E.P.


Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

3 giugno 2004<br />

Seminario Regionale - Molfetta<br />

Giovedì 3 giugno 2004 alle ore 9.30, nel Pontificio Seminario Regionale<br />

di Molfetta, ha avuto inizio la riunione ordinaria della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce<br />

Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />

Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />

e Vescovi con lettera di convocazione del 22 maggio 2004 [Prot.<br />

n. 23/04]:<br />

1. Comunicazioni del Presidente;<br />

2. Verso la Facoltà Teologica Pugliese;<br />

3. Seminario Regionale: Animatori;<br />

4. Convegni Nazionali: preparazione e programmi;<br />

5. Statuto e regolamento C.E.P.;<br />

6. Varie: - incaricato regionale pastorale vocazionale<br />

- altre nomine.<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice presidente;<br />

Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />

Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />

Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />

Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />

Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />

Mons. Marcello Semeraro, Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco<br />

Pio Tamburrino.<br />

Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Settimio Todisco<br />

e Mons. Ruotolo.<br />

È assente Mons. Francesco Zerrillo, impossibilitato ad intervenire<br />

per impegni pastorali.<br />

12


12<br />

Dopo la recita dell’Ora media, il Presidente saluta i presenti, in particolare<br />

i Vescovi emeriti, e rivolge un pensiero augurale ai Vescovi per<br />

l’onomastico o l’anniversario di ordinazione. Prima di passare alle comunicazioni,<br />

Mons. Ruppi ricorda Mons. Mariano Magrassi O.S.B., Arcivescovo<br />

emerito di Bari-Bitonto e già presidente della CEP, tornato<br />

alla casa del Padre il 14 aprile u.s. Mons. Cacucci, ringrazia i numerosi<br />

Confratelli che sono intervenuti per la celebrazione esequiale del suo<br />

amato predecessore e consegna ai Vescovi copia del testamento spirituale<br />

del compianto Presule.<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

Il Presidente introduce i lavori riferendo ai Vescovi sulle recenti attività<br />

legislative della Regione Puglia.<br />

Legge sulla Famiglia: dopo l’approvazione della Legge che si ispira<br />

ai principi e valori propri della famiglia meridionale, si è ora in attesa del<br />

regolamento applicativo, per il quale si auspica una particolare attenzione<br />

ai consultori e al sostegno per le famiglie in difficoltà.<br />

Legge sugli oratori. A fronte <strong>delle</strong> diverse richieste provenienti da<br />

operatori pastorali impegnati negli oratori, Mons. Ruppi ricorda che<br />

mentre esiste da circa un anno una normativa generale e nazionale, la<br />

Regione Puglia non ha ancora affrontato il problema.<br />

Beni culturali: Musei - Archivi - Biblioteche. Si è in attesa di provvedimenti<br />

per misure di sostegno, stando a quanto stabilito nell’accordo di<br />

programma. Una certa difficoltà si riscontra per i musei diocesani, che<br />

presentano una tipologia molto variegata.<br />

Mons. Padovano, delegato per i beni culturali, interviene per chiedere<br />

di stabilire una griglia di condizioni comuni e verificabili che faciliterebbe<br />

l’intesa con le autorità regionali. Ad esempio: tempi di apertura,<br />

fruibilità (per il turismo), la consistenza (grandezza e tipologia).<br />

I Vescovi esprimono brevemente la situazione <strong>delle</strong> diocesi circa i<br />

musei diocesani e da un rapido confronto emerge, oltre alla diversità di<br />

situazioni tra Musei aperti e gestiti direttamente o da cooperative (Lecce,<br />

Nardò-Gallipoli, Trani, Bari, Bitonto, Otranto, Andria, San Severo...);<br />

musei in allestimento (Foggia...); ed emerge anche il non facile<br />

rapporto con la/le Soprintendenza/e per il potere decisionale esercitato<br />

dai funzionari.


Mons. Padovano ripropone la necessità di trovare dei criteri comuni,<br />

verificabili e concreti, nonostante la difficoltà perché sarebbe un punto<br />

di partenza per l’intesa con la Regione.<br />

Mons. Ruppi ricorda che è in atto il riordino <strong>delle</strong> Soprintendenze e<br />

accenna alla possibilità di una intesa tra la CEI e il Ministero per i Beni<br />

Culturali.<br />

Mons. Cacucci fa notare la difficoltà nel non avere un unico referente<br />

a livello di Soprintendenza. Mons. Negro chiede che il Consiglio Permanente<br />

della CEI insista perché nella terza intesa venga incluso il ruolo<br />

<strong>delle</strong> Conferenze episcopali regionali.<br />

Mons. Ruppi si impegna a promuovere un incontro tra la CEP e il Direttore<br />

generale dei Beni Culturali.<br />

Ponendo fine ad una discussione che si è prolungata abbastanza, i<br />

Vescovi concordano sul fatto che, pur in presenza di risultati positivi da<br />

registrare in campo nazionale e regionale quanto ad alcune disposizioni<br />

normative, è percepibile una crescente difficoltà sociale dovuta sia alla<br />

situazione mondiale, sia alla tensione politica tra i poli. In tale contesto<br />

è avvertita l’esigenza di una Chiesa più profetica che si esprime anche<br />

attraverso la voce dei Pastori.<br />

Prima di passare al successivo punto dell’OdG, il Presidente conferma<br />

e ricorda i prossimi appuntamenti per i Vescovi:<br />

– Esercizi spirituali dal 18 al 22 ottobre a Cassano: saranno predicati<br />

da S.E. Mons. Angelo COMASTRI, potranno partecipare anche i sacerdoti;<br />

– Convegno nazionale unitario Direttori Uffici Catechistico, Liturgico<br />

e Caritas a Lecce, dal 14 al 17 giugno: si prevedono circa 800 partecipanti<br />

e una ventina di Vescovi. Tema: La Parrocchia vive la Domenica;<br />

– Dedicazione della nuova Chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo<br />

il 1° luglio. Mons. D’Ambrosio invita i Vescovi ad intervenire;<br />

– Pellegrinaggio regionale in Terra Santa, dal 15 al 19 novembre<br />

promosso dall’Opera Romana Pellegrinaggi [Allegato 1].<br />

2. Verso la Facoltà Teologica Pugliese<br />

Mons. Ruppi informa i Confratelli sull’iter che si sta compiendo per<br />

arrivare al riconoscimento della Facoltà Teologica Pugliese. L’Emilia<br />

Romagna ha già ottenuto il riconoscimento e dal prossimo anno accade-<br />

12


130<br />

mico 2004-2005 comincerà a funzionare la Facoltà Teologica. Quanto<br />

alla nostra Regione, si sta approntando il “dossier” richiesto per la nuova<br />

facoltà e che dovrà essere inoltrato alla Congregazione competente attraverso<br />

la CEI.<br />

Mons. Ruppi fa riferimento alla documentazione informativa inviata<br />

ai singoli Vescovi, per permettere a tutti di seguire l’evoluzione della<br />

problematica inerente l’importante obiettivo da perseguire per la nostra<br />

Regione. Nel primo testo inviato è presentata “la responsabilità e i<br />

compiti della CEI e <strong>delle</strong> Conferenze episcopali regionali, <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong><br />

e <strong>delle</strong> Facoltà teologiche nei confronti della formazione teologica in<br />

Italia” [Allegato 2]. Oltre a presentare le disposizioni vigenti, sono<br />

indicati tutti gli incontri avuti con diverse autorità ecclesiastiche, accademiche<br />

e religiose (domenicani, cappuccini e minori).<br />

Il 19 maggio u.s. c’è stato l’ultimo contatto con l’Antonianum ed è<br />

stato designato P. Cornelio del Zotto che ha assicurato piena collaborazione.<br />

Attualmente si sta ancora lavorando per completare e definire lo Statuto<br />

su cui i singoli Vescovi si dovranno pronunciare. Per la Puglia sarà<br />

necessario, per la costituzione di un’unica Facoltà Teologica, far confluire<br />

nella stessa anche gli Istituti Superiori di Scienze Religiose presenti<br />

nella Regione.<br />

Date queste informazioni di carattere generale, Mons. Ruppi invita i<br />

Vescovi ad esaminare la “prima bozza di statuto” già fatta pervenire a<br />

domicilio nei giorni scorsi [Allegato 3]. Durante la lettura dei primi<br />

articoli seguono diversi interventi dei Vescovi, per qualche precisazione,<br />

integrazione o elisione di termini. In particolare all’art. 5, i Vescovi concordano<br />

che si indichi Bari quale sede della Facoltà e precisando le due<br />

sezioni “San Nicola di Bari e Santa Fara” di Bari e “Regina Apuliae” di<br />

Molfetta. Nel Titolo II, i Vescovi chiedono che si parli di “Rapporti con le<br />

Chiese particolari di Puglia” e di “Commissione Episcopale di alto patronato”,<br />

della quale dovrebbero far parte 3 Vescovi eletti dalla C.E.P.<br />

Il lavoro di completamento e revisione dello Statuto viene demandato<br />

alla Commissione che ne ha già curato la prima formulazione per<br />

facilitare una stesura unitaria e completa nel linguaggio.<br />

Altro punto fondamentale riguarda la base economico-finanziaria<br />

su cui dovrà fondarsi la nuova facoltà teologica. Mons. Ruppi informa<br />

i Confratelli vescovi che, oltre al fondo già disponibile, è necessario<br />

reperire una somma pari a circa due miliardi (di vecchie lire = €


1.033.000,00). Tale somma, espressione del diretto coinvolgimento di<br />

tutte le Chiese particolari della Regione, sarà ripartita a carico <strong>delle</strong> singole<br />

<strong>Diocesi</strong>, con il criterio seguito dalla CEI, secondo un prospetto già<br />

preparato da Mons. Ruppi [Allegato 4].<br />

I Vescovi approvano all’unanimità la ripartizione della somma a carico<br />

<strong>delle</strong> singole <strong>Diocesi</strong>.<br />

3. Seminario Regionale: Animatori<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, invita Mons. D’Ambrosio a presentare<br />

le indicazioni per il prossimo anno formativo e fa chiamare il Rettore,<br />

Mons. Ricchiuti.<br />

Mons. D’Ambrosio ricorda ai presenti che, mentre si è trovata una<br />

soluzione per i Padri Spirituali con la permanenza per un altro anno di<br />

don Mimmo Cornacchia della diocesi di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong> grazie alla<br />

disponibilità di Mons. Paciello, si dovrà provvedere ancora a due nuovi<br />

animatori per il prossimo primo anno. Infatti, per il rientro in diocesi di<br />

don Enzo De Ceglie (Trani) e la previsione di un primo anno numeroso<br />

esigono la formazione di due gruppi e, di conseguenza, due animatori.<br />

Mons. D’Ambrosio accenna alle indicazioni emerse dalle indagini<br />

fatte nelle settimane passate ed i Vescovi concordano che vengano chiamati<br />

come animatori i due sacerdoti don Donato Allegretti (<strong>Diocesi</strong> di<br />

Cerignola) e don Davide Longo (<strong>Diocesi</strong> di Manfredonia).<br />

Mons. Paciello chiede il rientro in diocesi di don Nunzio, che ha svolto<br />

la funzione di segretario dell’Istituto Teologico Pugliese.<br />

Oltre quanto comunicato dall’Arcivescovo di Lecce, non vi sono ulteriori<br />

informazioni sui Convegni Nazionali che si svolgeranno in Regione<br />

entro la fine del corrente anno.<br />

4. Statuto e regolamento C.E.P.<br />

Mons. Seccia, in qualità di segretario, ricorda che il 7 giugno p.v. ha<br />

termine il quinquennio dell’attuale Presidenza della C.E.P. (eletta l’8<br />

giugno 1999) e che a norma dello Statuto e del Regolamento si dovrebbe<br />

procedere al rinnovo mediante votazione.<br />

I Vescovi, tenendo presente il delicato ed importante lavoro in atto<br />

per la realizzazione della Facoltà Teologica Pugliese, chiedono all’una-<br />

131


132<br />

nimità che la Presidenza continui nelle sue funzioni per il tempo necessario,<br />

onde evitare ritardi in questa fase importante e delicata.<br />

Dovendo tuttavia adeguare lo Statuto e il Regolamento della CEP per<br />

quanto concerne i rapporti con la Regione (Accordi, Intese, ecc. che sono<br />

soggette alla recognitio da parte della Santa Sede), i Vescovi chiedono<br />

che il Segretario invii copia dello Statuto e del Regolamento della<br />

CEP per poter predisporre eventuali integrazioni o modifiche.<br />

5. Varie<br />

Mons. Calabro presenta ai Vescovi copia del regolamento per il Consiglio<br />

degli Affari Economici del Seminario Regionale di Molfetta per<br />

l’approvazione. Ma data l’ora tarda l’approvazione si rimanda alla prossima<br />

conferenza [Allegato 5].<br />

Mons. Ruppi informa i Vescovi che il giorno 8 settembre avrà luogo a<br />

Lecce una riunione di pastorale universitaria promossa da Mons. Leuzzi<br />

del Vicariato di Roma.<br />

Mons. Ruppi ricorda che si deve provvedere alla nomina di un Vescovo<br />

delegato regionale dell’otto per mille. I Vescovi indicano Mons.<br />

Padovano.<br />

Don Gianni Caliandro è nominato Incaricato Regionale per la pastorale<br />

vocazionale, in sostituzione di don Mimmo Cornacchia, il cui<br />

mandato è scaduto dal febbraio scorso.<br />

P. Massimiliano Carucci o.f.m.capp. è nominato assistente regionale<br />

dell’U.C.I.I.M.<br />

Alle ore 13.30 esauriti i punti all’OdG con la recita della preghiera il<br />

Presidente dichiara chiusa la riunione.<br />

Il Segretario CEP<br />

✠ Michele Seccia


Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

22 ottobre 2004<br />

Oasi “Santa Maria” - Cassano Murge<br />

Giovedì sera 21 ottobre e Venerdì 22 ottobre 2004 alle ore 9.30,<br />

gli Arcivescovi e Vescovi <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di Puglia, al termine del corso di<br />

esercizi spirituali predicati da S. Ecc. Mons. Angelo COMASTRI, Arcivescovo<br />

Prelato di Loreto, si sono riuniti nella stessa Oasi “Santa Maria”<br />

di Cassano Murge, per la riunione ordinaria annuale della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese. Ha presieduto l’incontro l’Arcivescovo Metropolita<br />

di Lecce Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />

Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />

e Vescovi con lettera di convocazione dell’ ottobre 2004:<br />

1. Comunicazioni del Presidente;<br />

2. La Facoltà Teologica Pugliese: iter e prospettive amministrative (S.E.<br />

Mons. RUPPI);<br />

3. Preparazione del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari (S. Ecc.<br />

Mons. CACUCCI);<br />

4. Il nuovo Rito del Matrimonio (S.E. Mons. di MOLFETTA);<br />

5. Varie ed eventuali.<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice Presidente;<br />

Mons. Michele Seccia, Segretario, Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />

Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Vito De<br />

Grisantis, Mons. Felice Di Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons.<br />

Luigi Martella, Mons. Donato Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico<br />

Padovano, Mons. Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri,<br />

Mons. Marcello Semeraro, Mons. Rocco Talucci e Mons. Francesco<br />

Zerrillo.<br />

Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Martino Scarafile<br />

e Mons. Settimio Todisco.<br />

Assente: Mons. Francesco Pio Tamburrino.<br />

133


134<br />

Data la molteplicità degli argomenti e la necessità di approfondire<br />

il problema della istituenda Facoltà teologica, i Vescovi concordano di<br />

anticipare l’inizio dei lavori in serata del giovedì dalle ore 20.30 alle ore<br />

22.00, per riprendere l’indomani mattina dalle ore 9.00 alle ore 12.30. Il<br />

verbale si attiene all’ordine del giorno.<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

Mons. Ruppi, Arcivescovo Metropolita di Lecce, introduce i lavori<br />

dando lettura di una lettera di Mons. Tamburrino con la quale l’Arcivescovo<br />

di Foggia motiva la forzata assenza e si associa alle decisioni<br />

dei Vescovi, in particolare per quanto concerne la volontà di istituire la<br />

Facoltà Teologica Pugliese.<br />

Il Presidente saluta Mons. Semeraro per la recente nomina a Vescovo<br />

di Albano, lo ringrazia per il lavoro svolto nella Regione ecclesiastica, prima<br />

come docente di teologia a Molfetta, poi, come Vescovo nella Conferenza<br />

e nell’Istituto Pastorale: una proficua collaborazione che continuerà<br />

per i prossimi mesi essendo Mons. Semeraro Amministratore di Oria.<br />

Anche a Mons. Cacucci il Presidente rivolge un grazie particolare sia<br />

per l’accoglienza, sia per il considerevole lavoro fatto per la preparazione<br />

del Congresso Eucaristico nazionale.<br />

Il Presidente riferisce ai Vescovi sui lavori del Consiglio Permanente.<br />

C’è preoccupazione per la situazione politica nazionale segnata da<br />

una conflittualità che lascia prevedere difficili prospettive.<br />

A proposito del complesso problema sociale costituito dallo smaltimento<br />

dei rifiuti, che in Sicilia e Campania hanno avuto molto risalto<br />

nella cronaca, sono stati presentati due documenti riservati sui termovalorizzatori,<br />

che sarà opportuno conoscere per evitare prese di posizioni<br />

radicali.<br />

È stata preparata una nuova Ratio sulla formazione dei futuri presbiteri,<br />

ma il Consiglio Permanente ha sollecitato un’ampia consultazione<br />

dell’Episcopato prima della pubblicazione. Inoltre la Congregazione<br />

per l’Educazione Cattolica ha chiesto di mettere mano ad uno Statuto<br />

per tutti i Seminari Regionali.<br />

Il documento riservato sul matrimonio, consegnato ai singoli Vescovi<br />

[Allegato 1], sarà discusso nella prossima riunione del 9 dicembre.<br />

È in corso di approvazione una nuova intesa tra la CEI e il Ministero<br />

dei BB.CC., se ne prevede la pubblicazione verso dicembre.


A proposito del recente concorso riservato ai docenti di religione, è<br />

confermato che saranno immessi in ruolo il 60% dei vincitori nel corso di<br />

questo anno. Mentre la qualifica giuridica partirà dal l° settembre 2004, la<br />

sistemazione amministrativa decorrerà con il prossimo anno scolastico.<br />

Passando ad uno sguardo sulla Regione, il Presidente riferisce che<br />

l’intesa con l’Istituto bancario Monte Paschi di Siena sta funzionando:<br />

già molte le richieste di mutui agevolati per favorire i lavori di restauro<br />

<strong>delle</strong> Cattedrali o di strutture storico-artistiche monumentali di proprietà<br />

ecclesiastica. Il fondo messo a disposizione non è ancora esaurito.<br />

Infine, il Presidente legge ai Vescovi la proposta avanzata dal Provinciale<br />

dei Redentoristi [Allegato 2]: che la Conferenza dei Vescovi Pugliesi<br />

faccia la richiesta che San Gerardo Maiella venga indicato come<br />

protettore, in Puglia, <strong>delle</strong> gestanti e dei bambini. I presenti condividono<br />

e approvano la proposta.<br />

2. La Facoltà Teologica Pugliese: iter e prospettive amministrative<br />

Il Presidente, Mons. Ruppi, introduce il successivo punto dell’ordine<br />

del giorno concernente l’iter per la istituzione della Facoltà Teologica<br />

Pugliese. A tutti i presenti viene consegnata copia della bozza dello Statuto<br />

come elaborato dalla Commissione [Allegato 3].<br />

Come premessa, ricorda tutto il cammino fatto nei mesi precedenti,<br />

in particolare nelle prime tre riunioni della CEP del corrente anno 2004<br />

(27-29 gennaio; 31 marzo e 3 giugno), da quando i Vescovi hanno cominciato<br />

a discutere sui molteplici aspetti concernenti l’erezione di una<br />

Facoltà Teologica in Puglia, con l’intento di razionalizzare gli istituti<br />

teologici nella regione.<br />

Mons. Ruppi accenna anche al non facile lavoro svolto dalla commissione<br />

(Mons. Ruppi, Mons. Cacucci, Mons. Papa, Mons. Semeraro,<br />

Presidi degli Istituti Teologici, Responsabile dell’USMI) per la redazione<br />

dello Statuto. Si sofferma sugli incontri con i Padri Domenicani P.<br />

Mongillo e il Delegato del P. Generale. L’obiettivo fondamentale che si<br />

è cercato di perseguire è stato di evitare una semplice sommatoria <strong>delle</strong><br />

realtà già esistenti per cercare una reale convergenza nell’unità. In tal<br />

senso è stato colto il segnale di disponibilità della Congregazione per<br />

l’Educazione Cattolica nell’istituire facoltà teologiche in Triveneto e in<br />

Puglia. Per il momento si è preferito rinviare la discussione sugli II.SS.<br />

RR. (che rimarrebbero scuole teologiche) e gli II.SS.SS.RR. (che diven-<br />

13


13<br />

terebbero Istituti Superiori di religione cattolica). Mons. Ruppi conclude<br />

questa rapida introduzione ricordando che per l’erezione della Facoltà<br />

dovrà essere richiesto il parere <strong>delle</strong> Facoltà viciniori.<br />

Alla luce del lavoro già fatto, continua il Presidente, ora la Conferenza<br />

è chiamata ad adottare lo Statuto, mentre l’approvazione dello stesso<br />

spetta alla Congregazione vaticana. Pertanto si dovrà leggere lo Statuto<br />

perché i Vescovi che lo desiderano possano fare le osservazioni che ritengono<br />

necessarie.<br />

Lo stesso Mons. Ruppi legge lo Statuto articolo per articolo. Salvo<br />

qualche piccolo intervento di modifica o di integrazione, <strong>delle</strong> quali il<br />

Presidente prende nota, la bozza elaborata dalla Commissione viene fatta<br />

propria dall’intera Conferenza Episcopale.<br />

Per quanto concerne la parte amministrativa, il Presidente ricorda che<br />

esistono già due Fondazioni quella di San Nicola (voluta da Mons. Nicodemo,<br />

già Arcivescovo di Bari, con un patrimonio di 7,5 miliardi); e<br />

quella della Regina Apuliae (del 29.03.1993), nella quale sono già interessate<br />

tutte le <strong>Diocesi</strong> attraverso i Vescovi ed alcuni rappresentanti laici.<br />

Considerato che per un adeguato funzionamento della Facoltà si dovrebbe<br />

prevedere un fabbisogno annuo di circa un miliardo di vecchie lire,<br />

i Vescovi concordano di raccordare la Facoltà alla Fondazione Regina<br />

Apuliae, rivedendo e integrando in qualche parte lo statuto [Allegato<br />

4]. Il piano finanziario previsto sarà assicurato per metà dalla <strong>Diocesi</strong> di<br />

Bari, da una somma già disponibile che sarebbe accreditata alla stessa<br />

Fondazione e dalle integrazioni da parte <strong>delle</strong> singole <strong>Diocesi</strong> (per un totale<br />

di € 1.032.999,91) secondo il prospetto già consegnato nella precedente<br />

riunione della CEP e riproposto ancora ai Vescovi [Allegato 5].<br />

Questo garantirebbe una base economica sicura per l’erigenda Facoltà.<br />

I Vescovi approvano tutto ciò che è stato discusso, concordato e alla<br />

richiesta del Presidente, decidono di sottoscrivere la domanda formale<br />

all’Em.mo Presidente della C.E.I. allegando alla richiesta per l’istituzione<br />

della Facoltà Teologica, tutta la documentazione richiesta per questo<br />

livello dell’iter burocratico, perché lo stesso Presidente C.E.I. completi<br />

l’indagine ed inoltri l’istanza all’Autorità Superiore (Congregazione per<br />

l’educazione cattolica) [Allegato 6].<br />

Prima di concludere su questo punto, Mons. Negro richiama l’attenzione<br />

dei Vescovi perché si tenga presente il quadro dei docenti stabili,<br />

chiarendo che hanno tale qualifica solo coloro che sono in possesso del<br />

Decreto della Santa Sede.


Inoltre, continua Mons. Negro, si dovrebbe perseguire un’intesa con<br />

gli Istituti religiosi per regolare meglio la distribuzione dei fondi.<br />

Il Presidente, conclude la discussione su questo importante punto,<br />

ribadendo che l’intento dell’Episcopato della Regione ecclesiastica Pugliese<br />

resta quello di dare vita, con il sostegno della CEI e l’approvazione<br />

della Santa Sede, ad una Facoltà Teologica, che valorizzi la storia<br />

passata e la proietti verso un futuro unitario, capace di incidere profondamente<br />

nel tessuto ecclesiale e civile della Regione e si apra al dialogo<br />

con le altre Facoltà Teologiche e le molteplici realtà accademiche civili<br />

che operano in Puglia.<br />

3. Preparazione del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari<br />

Prende la parola l’Arcivescovo di Bari, Mons. Cacucci che, anzitutto<br />

esprime gratitudine ai confratelli Vescovi per la collaborazione e l’adesione<br />

ai diversi Convegni nazionali (Monopoli, Lecce, Brindisi, Massafra...).<br />

Presenta il documento <strong>delle</strong> linee teologico-pastorali in preparazione<br />

del Congresso Eucaristico Nazionale, pubblicato dalle EDB. Nell’invitare<br />

tutti i Vescovi a sensibilizzare le Chiese particolari sull’evento<br />

del CEN, Mons. Cacucci dichiara la disponibilità di qualche membro<br />

del Comitato preparatorio di Bari ad andare nelle singole diocesi. Per<br />

le giornate conclusive del CEN (sabato e domenica) è prevista la partecipazione<br />

del Papa. Infine, Mons. Cacucci annunzia che il 18 gennaio<br />

2005 sarà riaperta la Cattedrale di Bari, dopo i recenti lavori di restauro.<br />

4. Il nuovo Rito del Matrimonio<br />

Mons. di Molfetta, Vescovo di Cerignola-Ascoli S., consegna ai Vescovi<br />

una nota con degli appunti sul nuovo Rito del matrimonio [Allegato<br />

7] e spiega nelle linee essenziali in che senso e con quali particolari il Rito<br />

del Matrimonio è stato adattato alla situazione italiana. Evidenzia la necessità<br />

di tenere presenti sia la Nota pubblicata dalla CEP nel 1994 e sia<br />

l’editio typica per l’Italia del Rito del Matrimonio approvata dalla Congregazione<br />

per il Culto divino, il 24 aprile 2004. Firmato dal Card. Ruini<br />

il 4 ottobre 2004 per la pubblicazione, il rito entrerà in vigore dalla prima<br />

domenica di Avvento. I Vescovi sono invitati ad esprimersi se ritengono<br />

opportuno o meno pubblicare una notificazione collegiale della Conferenza<br />

per una disciplina liturgica comune a tutte le Chiese di Puglia.<br />

13


13<br />

Si apre un’ampia ed articolata discussione che tocca diversi aspetti<br />

del nuovo rito e problemi concernenti la celebrazione stessa del matrimonio.<br />

Alla fine prevale l’orientamento di attendere per una eventuale<br />

nota collegiale e di lasciare ai singoli Vescovi la responsabilità di seguire<br />

l’applicazione del nuovo rito nelle rispettive diocesi.<br />

5. Varie<br />

Responsabile Regionale Caritas. Mons. Paciello comunica ai presenti<br />

che nel corso dell’ultimo incontro della Delegazione Regionale<br />

della Caritas, a seguito del termine del mandato di don Dorino Angelillo,<br />

quale Delegato regionale, i Direttori diocesani hanno formalizzato la<br />

terna dalla quale la Conferenza deve nominare il nuovo Delegato regionale<br />

della Caritas. All’unanimità viene designato don Raffaele SARNO<br />

della <strong>Diocesi</strong> di Trani-Barletta-Bisceglie.<br />

Istituto pastorale Pugliese. Mons. Semeraro riferisce ai Vescovi dell’attività<br />

dell’Istituto pastorale e consegna una relazione scritta [Allegato<br />

8]. Attualmente si sta preparando il testo base da utilizzare negli<br />

incontri periodici concordati per il piano di formazione elaborato e<br />

portato avanti dall’Istituto. Sempre a proposito dell’attività dell’Istituto,<br />

Mons. Semeraro comunica che verso il periodo natalizio sarà pubblicato<br />

il nuovo Annuario <strong>delle</strong> Chiese di Puglia.<br />

A seguito della recente nomina a vescovo di Albano, Mons. Semeraro,<br />

comunica ai Confratelli che inizierà il ministero pastorale in quella<br />

diocesi il 27 novembre p.v., e continuerà a lavorare nella Conferenza<br />

sino alla nomina del nuovo Vescovo di Oria, avendo ancora la responsabilità<br />

di Amministratore Diocesano.<br />

Il Presidente ringrazia Mons. Semeraro del prezioso lavoro svolto<br />

nella Regione e nella Conferenza.<br />

Tribunale Ecclesiastico Regionale. Mons. Cacucci, nella qualità di<br />

Moderatore del T.E.R.P., su segnalazione del Vicario Giudiziale, propone<br />

ai Vescovi la nomina del secondo Giudice laico nella persona del<br />

Dott. Antonio Lia, dell’Archidiocesi di Bari, il quale per più di tre anni<br />

ha esercitato l’ufficio di Difensore del vincolo e dal 1988 l’incarico di<br />

Patrono stabile; e la nomina a Patrono stabile della dott.ssa Franca Maria


Lorusso, della diocesi di Molfetta, la quale dal 2000 ha esercitato l’ufficio<br />

di Difensore del vincolo.<br />

I Vescovi approvano le due nomine all’unanimità.<br />

Parere della Conferenza. Il Vescovo di San Severo, Mons. Seccia,<br />

chiede ai presenti il parere per l’introduzione del processo di canonizzazione<br />

del Servo di Dio P. Matteo di Agnone, sacerdote cappuccino morto<br />

a Serracapriola il 1616, del quale è stato inviato ai singoli Vescovi una<br />

scheda biografica [Allegato 9]. I Vescovi acconsentono all’unanimità.<br />

Calendario. Il Presidente ricorda che la prossima riunione della Conferenza<br />

avrà luogo a Molfetta, nel Seminario Regionale, il 9 dicembre.<br />

Per quanto concerne la data della sessione invernale di più giorni, i Vescovi<br />

concordano di ritrovarsi a San Giovanni Rotondo dal 25 al 27 gennaio<br />

2005.<br />

Esauriti tutti i punti dell’ordine del giorno, il Presidente ringrazia i<br />

presenti per la grande disponibilità mostrata nel lavoro e con la recita<br />

dell’Angelus conclude la Conferenza.<br />

13


140<br />

Verbale<br />

della riunione ordinaria<br />

9 dicembre 2004<br />

Seminario Regionale - Molfetta<br />

Giovedì 9 dicembre 2004 alle ore 9.30, gli Arcivescovi e Vescovi<br />

<strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di Puglia, si ritrovano nel Pontificio Seminario Regionale<br />

di Molfetta per la riunione ordinaria della Conferenza Episcopale<br />

Pugliese. Presiede l’Arcivescovo Metropolita di Lecce Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente della C.E.P.<br />

Questo l’ordine del giorno dei lavori comunicato agli Ecc.mi Arcivescovi<br />

e Vescovi con lettera di convocazione del 29 Novembre 2004<br />

(Prot. N. 40/04):<br />

1. Comunicazioni del Presidente<br />

2. Adempimenti Notarili per la Fondazione<br />

3. Documento sul matrimonio (Mons. D. Mogavero, Sottosegretario CEI)<br />

4. Varie.<br />

Sono presenti gli Arcivescovi e Vescovi della Regione: Mons. Cosmo<br />

Francesco Ruppi, Presidente; Mons. Francesco Cacucci, Vice Presidente;<br />

Mons. Michele Seccia, Segretario; Mons. Raffaele Calabro, Mons.<br />

Domenico Caliandro, Mons. Domenico D’Ambrosio, Mons. Felice Di<br />

Molfetta, Mons. Pietro M. Fragnelli, Mons. Luigi Martella, Mons. Donato<br />

Negro, Mons. Mario Paciello, Mons. Domenico Padovano, Mons.<br />

Benigno Papa, Mons. Giovanni Battista Pichierri, Mons. Marcello Semeraro,<br />

Mons. Rocco Talucci, Mons. Francesco Pio Tamburrino e Mons.<br />

Francesco Zerrillo.<br />

Sono altresì presenti gli Arcivescovi emeriti: Mons. Giuseppe Casale,<br />

Mons. Vincenzo Franco e Mons. Settimio Todisco.<br />

Assente: Mons. Vito De Grisantis, impegnato nella visita pastorale.<br />

1. Fondazione Regina Apuliae - Adempimenti Notarili<br />

Data la convocazione dell’assemblea dei soci della Fondazione “Regina<br />

Apuliae”, gli Arcivescovi e i Vescovi si incontrano nella sala indi-


cata con diversi sacerdoti e laici membri della Fondazione, alla presenza<br />

del Notaio per alcuni adempimenti urgenti e necessari: presa d’atto <strong>delle</strong><br />

dimissioni di alcuni soci fondatori Vescovi, sacerdoti o laici, presenti nel<br />

1992 (Bonicelli, Cassati, Casale, D’Addario,...) ed ora trasferiti altrove<br />

o già emeriti o defunti; elezione dei membri del nuovo Consiglio di<br />

amministrazione e dei revisori dei conti; ratifica di alcune modifiche ed<br />

integrazioni allo Statuto della Fondazione.<br />

Mons. Padovano, nella qualità di vice-presidente dopo il trasferimento<br />

di Mons. D’Addario a Teramo-Atri, presiede la riunione. Il Notaio<br />

verificata, per appello nominale, la presenza di un numero congruo di<br />

soci fondatori, dichiara la validità dell’incontro e, quindi, la legittimità<br />

di assumere decisioni. Su proposta di Mons. Padovano l’elezione del<br />

nuovo Consiglio di Amministrazione avviene per acclamazione. Vengono<br />

eletti: Mons. Ruppi, Presidente; Mons. Cacucci, Vice-presidente;<br />

Mons. Padovano e Mons. Ricchiuti (rettore pro tempore del Seminario<br />

Regionale), Dott. Pantaleo Di Pinto (economo pro tempore del Seminario<br />

Regionale), consiglieri. Come Revisori dei conti vengono indicati<br />

Mons. Negro, don Enzo Pisanello e il Dott. Stefano Gallo.<br />

Dopo questa prima parte, Mons. Ruppi, assunta la presidenza, propone<br />

la modifica e l’integrazione di alcuni articoli dello Statuto della Fondazione<br />

per renderla più funzionale alle necessità dell’erigenda Facoltà<br />

Teologica (soci sostenitori,...).<br />

Completati tutti gli adempimenti, gli Arcivescovi e i Vescovi, si recano<br />

nella sede della CEP per continuare i lavori della Conferenza con i<br />

punti previsti all’ordine del giorno.<br />

2. Comunicazioni del Presidente<br />

Recitata l’ora media, l’Arcivescovo Metropolita di Lecce, Mons.<br />

Ruppi, saluta i Vescovi emeriti presenti e ringrazia tutti per la partecipazione<br />

all’assemblea della Fondazione Regina Apuliae. Un particolare saluto<br />

rivolge a Mons. Mogavero, sottosegretario CEI, venuto per illustrare<br />

la bozza del documento su “Matrimoni tra cattolici e musulmani”.<br />

Il Presidente riferisce ai Vescovi presenti alcune informazioni di comune<br />

interesse.<br />

• Facoltà Teologica. Mons. Ruppi comunica che, <strong>insieme</strong> a Mons. Cacucci,<br />

Mons. Papa, Mons. Semeraro e Mons. Martella, è stata accolta<br />

141


142<br />

la commissione inviata dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica<br />

(CEC) e formata da P. Franco IMODA s.j. (già Rettore della Pont.<br />

Università Gregoriana) e Mons. Matteo FERRARI (Officiale della<br />

stessa CEC), venuta per visitare le strutture che dovranno costituire<br />

la Facoltà Teologica Pugliese. I Visitatori sono stati positivamente<br />

colpiti sia dagli immobili, sia dalle Biblioteche che, <strong>insieme</strong>, offrono<br />

un patrimonio librario di oltre 125.000 volumi, distribuiti tra Molfetta<br />

(circa 50.000 volumi), Bari San Nicola (circa 15.000) e Bari Santa<br />

Fara (60.000 volumi). Un fondo consistente che dovrà essere messo<br />

in rete per una migliore fruibilità da parte degli studiosi. È stata anche<br />

letta la bozza dello Statuto, per il quale i Visitatori hanno dato dei<br />

consigli che sono stati recepiti. Positivo anche il giudizio quanto al<br />

numero e alla qualità degli alunni presenti nel Seminario Regionale<br />

di Molfetta. Infine, la commissione ha apprezzato l’impegno economico<br />

assunto dai Vescovi Pugliesi e dalla <strong>Diocesi</strong> di Bari.<br />

Mons. Ruppi informa i presenti circa la trasmissione della domanda<br />

per l’istituenda Facoltà Teologica alla CEI che, a sua volta, dovrà<br />

inoltrarla alla Congregazione per l’Educazione Cattolica. Intanto si è<br />

provveduto ad integrare la documentazione con le schede personali<br />

dei singoli docenti e della loro attività (pubblicazioni, insegnamenti,<br />

ricerche,...). Questa impegnativa iniziativa della Conferenza Episcopale<br />

Pugliese ha trovato condivisione e sostegno da parte della CEI e<br />

del Consiglio Permanente. Anche a livello regionale si è riscontrata<br />

la disponibilità di alcuni soci sostenitori.<br />

Mons. Ruppi conclude su questo argomento ricordando che si è tenuto<br />

presente anche il “processo di Bologna”, con il quale gli studi universitari<br />

(titoli, durata,...) si rivedono ed unificano a livello europeo.<br />

Questo coinvolge anche lo studio della teologia e se ne dovrà tenere<br />

conto anche per il riordino degli II.SS.RR. e degli II.SS.SS.RR.<br />

3. Documento sul matrimonio tra cattolici e musulmani<br />

Il Presidente ringrazia Mons. Mogavero per la sua presenza e lo invita<br />

a relazionare ai Vescovi sul documento in questione.<br />

Mons. Mogavero ringrazia i Vescovi per l’invito e inizia il suo intervento<br />

con una breve premessa sull’origine del documento. Nel 2002<br />

la Commissione episcopale Ecumenismo e Dialogo riceve mandato<br />

per raccogliere documentazione in merito ai matrimoni tra battezzati e


musulmani. A gennaio 2003 i documenti sono presentati al Consiglio<br />

Permanente e ordinati sistematicamente in criteri di comportamento e<br />

normative specifiche. Ovviamente la casistica rientra nella fattispecie<br />

di matrimonio tra battezzato e non battezzato, ma l’esperienza ha manifestato<br />

la delicatezza del problema. Il Consiglio Permanente prende<br />

posizione perché sia evitata ogni facilitazione e siano bene informati i<br />

fedeli per i problemi che potrebbero verificarsi. Si confrontano due linee:<br />

divieto e non concessione di licenza da una parte; più possibilista,<br />

dall’altra.<br />

Nel marzo del 2004 la Presidenza ridiscute il problema.<br />

Il 3 maggio 2004 nel documento Erga migrantes Caritas Christi, al n.<br />

63 è detto che si dovrà sconsigliare il matrimonio tra cattolici e migranti<br />

non cristiani, alla luce di tante amare esperienze.<br />

Anche se l’orientamento appare chiaro, restano aperti diversi quesiti:<br />

se preparare o meno un apposito documento; se questo deve essere un testo<br />

ufficiale pubblico o restare riservato. Il Consiglio Permanente ha approvato<br />

il testo che è stato affidato alle Conferenze regionali per un’ampia<br />

e approfondita consultazione. Infatti ci si trova davanti ad un serio<br />

problema pastorale, un nodo insoluto; inoltre va riconosciuta una diffusa<br />

ignoranza del diritto islamico. Una pubblicazione di indicazioni comuni<br />

potrebbe evitare frammentarietà e confusioni; si offrirebbero anche degli<br />

orientamenti ai fedeli. È molto importante che i Vescovi si esprimano, sulla<br />

pubblicazione ufficiale o meno del documento, per non restare bloccati<br />

nell’indecisione e lasciare la problematica ad interventi personalizzati.<br />

Mons. Mogavero, fatta questa necessaria premessa, passa ad illustrare<br />

la struttura del documento, che risente di una impostazione canonistica.<br />

Dopo la premessa, si presenta il contesto pastorale, evidenziando la<br />

complessità del problema e l’indicazione a non incoraggiare. Si presenta<br />

poi la visione cristiana del matrimonio fondato sul sacramento. Seguono<br />

due excursus: I. approfondimento giuridico -pastorale sull’impedimento<br />

di disparitas cultus; II. sulla professione di fede islamica (richiesta<br />

ai cristiani che volessero sposare una ragazza islamica): chi l’ha fatta<br />

deve seguire tutta la prassi per ritornare alla fede cristiana. Infine, Mons.<br />

Mogavero si sofferma sull’itinerario di verifica e di preparazione per<br />

un matrimonio del genere. Il sacerdote deve essere subito coinvolto; la<br />

parte cattolica deve prepararsi adeguatamente alla celebrazione, con un<br />

accompagnamento specifico e personalizzato per una seria verifica della<br />

decisione da assumere e <strong>delle</strong> possibili conseguenze da conoscere e pre-<br />

143


144<br />

vedere. Quanto alla celebrazione potrà avvenire o secondo la formula<br />

canonica ordinaria al di fuori della celebrazione eucaristica o con la dispensa<br />

dalla forma canonica. Infine, non deve essere trascurato l’accompagnamento<br />

<strong>delle</strong> giovani coppie. La bozza del documento esaminato<br />

comprende anche la modulistica e due appendici che potrebbero essere<br />

eliminate in caso di pubblicazione della Nota (elementi di conoscenza<br />

del matrimonio nell’Islam; alcuni dati statistici).<br />

Conclusa la presentazione da parte di Mons. Mogavero, il Presidente<br />

ringrazia il relatore ed invita i presenti ad esprimersi sia sulla necessità o<br />

meno di avere degli orientamenti comuni, sia circa l’alternativa se pubblicare<br />

una Nota apposita o trasmettere un documento riservato.<br />

Si apre un ampio ed articolato dibattito tra i Vescovi ed emerge con<br />

chiarezza che la maggioranza condivide sia la necessità di Orientamenti<br />

comuni, sia la pubblicazione di una Nota.<br />

In particolare i Vescovi emeriti Mons. Casale e Todisco si dicono<br />

d’accordo sulla pubblicazione ed invitano a non avere paura, anche se<br />

il problema resta molto serio. Mons. Fragnelli sostiene che sia opportuno<br />

e doveroso intervenire davanti alla confusione o i fraintendimenti<br />

che non educano i fedeli alla testimonianza coerente. Secondo Mons.<br />

D’Ambrosio si sta arrivando con un po’ di ritardo ad un intervento in<br />

questo settore. Mons. Talucci si dice d’accordo con la chiarezza, non<br />

solo giuridica ma anche pastorale. Secondo Mons. Cacucci il problema<br />

va inquadrato nel contesto istituzionale ed è necessario illuminare i cattolici<br />

su questioni importanti come quella del matrimonio. Mons. Ruppi<br />

considera il fenomeno come parte di una precisa strategia ed evidenzia<br />

l’importanza di guardare con prudenza e fiducia per meglio comprenderne<br />

problemi e mentalità. Mons. Calabro ricorda che sono in aumento<br />

i casi di matrimonio canonico dopo il civile e si dice convinto della necessità<br />

di pubblicare una istruzione. Secondo Mons. Padovano, trattandosi<br />

di una problematica molto accesa, è importante essere più freddi ed<br />

affrontare la situazione meno emotivamente. Per Mons. Negro questa è<br />

la sfida del momento. Mons. Tamburrino chiede come si sono regolate<br />

le altre Conferenze dei Paesi europei.<br />

Mons. Mogavero, nel raccogliere le diverse osservazioni fatte dai<br />

presenti, conferma che il documento avrà un taglio pastorale e culturale<br />

di alto profilo. Non si intende rispondere ad una emergenza, ma di<br />

offrire uno strumento che orienti i Pastori. Si impone la necessità della<br />

conoscenza della cultura giuridica islamica.


Va ricordato anche che la dispensa è un atto discrezionale dell’ordinario,<br />

e quando è data senza ragioni valide, la stessa dispensa è nulla.<br />

Ricorda, infine, che è importante fare attenzione alla provenienza geografica.<br />

Per poter dialogare ci si dovrà porre su un livello di pari dignità.<br />

4. Varie<br />

• Convegno Ecclesiale di Verona 2006. In vista del prossimo Convegno<br />

Ecclesiale i Vescovi sono chiamati a designare una delegazione<br />

regionale che dovrà seguire i lavori di preparazione e sensibilizzare<br />

le <strong>Diocesi</strong>. Dopo breve consultazione i presenti concordano unanimemente<br />

la formazione della delegazione. Vescovo: Mons. Fragnelli;<br />

Sacerdote: don Giovanni Ancona; Laico: Fernando Pellegrino<br />

(Otranto); Laica: Maria Teresa Resta (Bari).<br />

• Commissione Regionale per la Cooperazione Missionaria. Mons.<br />

Zerrillo, Vescovo delegato, comunica che don Alessandro Greco ha<br />

ultimato il quinquennio. Sentito il parere dell’Arcivescovo di Taranto,<br />

i Vescovi concordano che don Greco sia confermato per un secondo<br />

quinquennio.<br />

• Tribunale Ecclesiastico Regionale. Mons. Cacucci, comunica che a<br />

seguito del rientro in <strong>Diocesi</strong> del sacerdote don Giampetruzzi, questi<br />

potrà essere designato Giudice del TERP, avendone titolo e capacità.<br />

I Vescovi approvano. Il Segretario, Mons. Seccia, ricorda che è necessario<br />

provvedere in tempo alla regolarizzazione <strong>delle</strong> nomine che<br />

stanno per scadere con la fine del corrente anno 2004. D’intesa con<br />

l’Arcivescovo di Bari, Moderatore del TERP, e del Vicario giudiziale,<br />

si propone la conferma, per altri quattro anni, di tutte le nomine (giudici,<br />

difensore del vincolo e promotore di giustizia, patroni stabili)<br />

unificandone la scadenza al 31 dicembre 2008. I Vescovi approvano<br />

all’unanimità.<br />

Mons. Ruppi, vista l’ora, ringrazia tutti gli intervenuti e mentre ricorda<br />

che la prossima Sessione invernale dei lavori della Conferenza avrà<br />

luogo a San Giovanni Rotondo dal 25 al 27 gennaio 2005, formula gli<br />

auguri per le imminenti festività natalizie.<br />

Con la recita dell’Angelus i lavori hanno termine alle ore 13.15.<br />

14


14<br />

Intesa<br />

tra la Regione Puglia e la Conferenza Episcopale Pugliese<br />

per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali<br />

appartenenti ad enti ed istituzioni ecclesiastiche<br />

Prot. N. 258/04<br />

Congregatio pro Episcopis<br />

C O N F E R E N T I Æ E P I S C O P O R U M A P U L I Æ<br />

de conventionis cum regione civili apuliæ<br />

recognitione<br />

decretum<br />

Exc.mus P.D. Cosmus Franciscus Ruppi, Conferentiae Episcoporum<br />

Apuliae Praeses, ipsius Conferentiae nomine, ab Apostolica Sede postulavit<br />

ut Conventio inter Regionem Ecclesiasticam Apuliae et Regionem<br />

Civilem Apuliae circa tutelam bonorum culturalium ad entia et instituta<br />

ecclesiastica pertinentium, a conventu plenario ipsius Conferentiae approbata,<br />

rite recognosceretur.<br />

Congregatio pro Episcopis, vi facultatum sibi tributarum, auditis Secretaria<br />

Status, normas praedictae conventionis, prout in adnexo exemplari<br />

continentur, iuri canonico universali accommodatas repperit et ratas<br />

habuit.<br />

Quapropter, eaedem normae, modis ac temporibus a memorata Conferentia<br />

determinatis, promulgari poterunt.<br />

Contrariis quibusvis minime obstantibus.<br />

Datum Romae ex Aedibus Congregationis pro Episcopis die 23 mensis<br />

Martii anno 2004.<br />

✠ Joannes Baptista Card. Re<br />

Praefectus<br />

✠ Franciscus Monterisi<br />

a Secretis


* * *<br />

L’anno duemilaquattro, il giorno 31 del mese di marzo, nella Sede della<br />

Conferenza Episcopale Pugliese, tra la Regione Puglia, rappresentata<br />

dal Presidente della Giunta Regionale On.le Raffaele FITTO, e la Conferenza<br />

Episcopale Pugliese, rappresentata da S.E. Mons. Cosmo Francesco<br />

RUPPI, in conformità alla autorizzazione, espressa all’unanimità<br />

nella sessione del 28 gennaio 2004 da parte della Conferenza Episcopale<br />

Pugliese, costituita dagli Ordinari Diocesani di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti, Andria, Bari-Bitonto, Brindisi-Ostuni, Castellaneta,<br />

Cerignola-Ascoli Satriano, Conversano-Monopoli, Foggia-Bovino, Lecce,<br />

Lucera-Troia, Manfredonia-Vieste-S. Giovanni Rotondo, Molfetta-<br />

Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Nardò-Gallipoli, Oria, Otranto, San Severo,<br />

Taranto, Trani-Barletta-Bisceglie, Ugento-S. Maria di Leuca, al fine di<br />

sottoscrivere il presente Protocollo di Intesa e di assumere espressamente<br />

l’impegno di adempiere a quanto di sua competenza;<br />

premesso<br />

– che tra i fini istituzionali della Regione Puglia è prevista la tutela, la conservazione<br />

e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale;<br />

– che il patrimonio culturale di proprietà degli Enti ecclesiastici civilmente<br />

riconosciuti e operanti nel territorio regionale pugliese riveste<br />

un considerevole interesse nell’ambito dell’esercizio <strong>delle</strong> citate<br />

competenze regionali statutarie;<br />

– che la Conferenza Episcopale Pugliese è l’organo di governo della<br />

Regione Ecclesiastica pugliese, Ente civilmente riconosciuto, cui<br />

compete mantenere i rapporti con le Istituzioni politiche della regione<br />

in rappresentanza degli interessi religiosi cattolici;<br />

– che la Conferenza Episcopale Pugliese assicura, attraverso gli Enti<br />

ecclesiastici proprietari dei beni di interesse culturale presenti sul territorio<br />

regionale, l’impegno alla conservazione e valorizzazione degli<br />

stessi, che costituiscono testimonianza della storia, della cultura e<br />

della tradizione della popolazione pugliese;<br />

– che le disposizioni dell’art. 12 dell’accordo sottoscritto in data 18<br />

febbraio 1984 tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, comportante<br />

modifiche al Concordato Lateranense dell’11febbraio 1929, ratificato<br />

e portato ad esecuzione con la Legge 25 marzo 1985, n. 121,<br />

14


14<br />

prevedono rapporti di reciproca collaborazione fra la Pubblica Amministrazione<br />

e l’Autorità Ecclesiastica per la tutela e la valorizzazione<br />

dei beni culturali di interesse religioso appartenenti ad enti ed<br />

istituzioni ecclesiastiche;<br />

– che il disposto dell’art. 8 del D.P.R. n. 571 del 26/9/1996 relativo all’Intesa<br />

tra il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Italiana prevede che le disposizioni in<br />

essa contenute “possono costituire base di riferimento per le eventuali<br />

intese stipulate nell’esercizio <strong>delle</strong> rispettive competenze tra le<br />

Regioni e gli Enti autonomi territoriali ecclesiastici”;<br />

– che in analogia con quanto stabilito a livello statale e in altre regioni<br />

italiane, per quanto riguarda gli interventi relativi ai beni culturali di<br />

proprietà ecclesiastica, è opportuno stabilire una forma di consultazione<br />

regolata con protocollo d’intesa tra la Regione Puglia e la Conferenza<br />

Episcopale Pugliese;<br />

visto<br />

– la L. 25 marzo 1985, n. 121 (Modificazioni al Concordato Lateranense<br />

dell’11 febbraio 1929) ed in particolare l’art. 12 n. 1;<br />

– il D.P.R. 26 settembre 1996, n. 571 (Intesa fra il Ministero per i Beni e<br />

le Attività Culturali ed il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana,<br />

sottoscritta in data 13 settembre 1996, relativa ai Beni Culturali<br />

Ecclesiastici);<br />

preso atto<br />

del documento della Conferenza Episcopale Italiana “I beni culturali<br />

della Chiesa in Italia. Orientamenti”, approvato dalla XXXVI Assemblea<br />

Generale dei Vescovi italiani (26-29 ottobre 1992) ed in conformità<br />

agli indirizzi dell’Autorità Ecclesiastica;<br />

tutto ciò premesso<br />

considerato che le Parti, come sopra costituite, convengono sulla opportunità<br />

di definire un accordo atto a coordinare gli interventi rientranti<br />

nelle rispettive competenze e tesi alla salvaguardia e valorizzazione dei<br />

beni culturali di proprietà ecclesiastica, al fine di ottimizzare il perseguimento<br />

di comuni obiettivi.


Tale accordo viene definito sulla base dei principi dell’Intesa sottoscritta<br />

tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Italiana in data 13.09.1996 e portata ad<br />

esecuzione con D.P.R. 26.09.1996, n. 571, per le finalità di cui all’art.<br />

12, n. 1, co. 1 dell’Accordo di revisione del Concordato Lateranense.<br />

Quanto sopra costituisce parte integrante della presente Intesa.<br />

si conviene quanto segue<br />

Art. 1<br />

Finalità<br />

Scopo della presente Intesa è l’attivazione di reciproche forme di collaborazione<br />

permanente fra la Regione Puglia e la Conferenza Episcopale<br />

Pugliese, al fine di concordare opportune disposizioni per armonizzare<br />

ed ottimizzare gli interventi sul patrimonio storico, artistico e<br />

culturale appartenente ad Enti ed Istituzioni ecclesiastiche.<br />

Art. 2<br />

Soggetti sottoscrittori<br />

Sono competenti, per l’attuazione <strong>delle</strong> presenti disposizioni:<br />

a) il Presidente della Giunta Regionale della Puglia o persona da lui delegata;<br />

b) il Presidente della Conferenza Episcopale Pugliese o persona da lui<br />

delegata.<br />

Gli Ordinari diocesani, territorialmente competenti, ciascuno nell’ambito<br />

della propria giurisdizione ecclesiastica e secondo le disposizioni<br />

emanate dalla Santa Sede, fungono da tramite tra il Presidente della Conferenza<br />

Episcopale Pugliese o persona da lui delegata, e gli Istituti di vita<br />

consacrata, le Società di vita apostolica e le loro articolazioni, che siano<br />

civilmente riconosciute.<br />

Art. 3<br />

Accordi<br />

Per il raggiungimento degli obiettivi comuni di cui all’art. 1, la Regione<br />

Puglia e la Conferenza Episcopale Pugliese promuovono, altresì,<br />

accordi e programmi congiunti anche con Comuni e Province.<br />

14


1 0<br />

Detti accordi potranno definire anche la realizzazione di interventi ed<br />

iniziative che richiedono una partecipazione organizzativa e finanziaria<br />

congiunta, individuando le forme, i modi, i tempi e le risorse finanziarie<br />

attivabili da ciascuna <strong>delle</strong> Parti interessate.<br />

Art. 4<br />

Reciprocità di informazione<br />

Le Parti si impegnano reciprocamente ad assicurare ogni utile scambio<br />

di informazioni per il perseguimento dei compiti prioritari di cui all’art 1.<br />

In particolare, fra i soggetti competenti ai sensi dell’art. 2, è assicurata<br />

la più ampia informazione in ordine alla pianificazione annuale e<br />

pluriennale, ai piani di spesa e alle determinazioni finali, nonché allo<br />

svolgimento e alla conclusione degli interventi e <strong>delle</strong> iniziative di cui<br />

agli artt. 1 e 3.<br />

Art. 5<br />

Commissione paritetica per i Beni Culturali Ecclesiastici<br />

Al fine di favorire lo scambio di informazioni, di suggerire orientamenti<br />

per sviluppare forme di collaborazione, di esaminare problematiche<br />

di comune interesse, di verificare con continuità l’attuazione <strong>delle</strong><br />

presenti disposizioni e di contribuire in tal modo alla concreta attuazione<br />

del presente accordo, le parti si impegnano a costituire, entro trenta<br />

giorni dalla data di pubblicazione della presente Intesa, una Commissione<br />

paritetica per i Beni Culturali Ecclesiastici.<br />

Attraverso tale organismo, la Regione e la Conferenza Episcopale<br />

Pugliese oltre a scambiarsi reciproche informazioni in ordine ai piani e<br />

programmi disciplinati dalla normativa vigente e/o a quelli predisposti<br />

dall’autorità ecclesiastica, a iniziative sostenute mediante l’erogazione<br />

di contributi europei, nazionali, regionali o della Conferenza Episcopale<br />

Italiana, provvederanno a relazionare, con cadenza almeno semestrale,<br />

sul loro stato di attuazione.<br />

La Commissione è composta:<br />

per la Regione Puglia, dal Capo di Gabinetto del Presidente pro tempore<br />

della Giunta Regionale, dall’Assessore ai Beni Culturali, dal Dirigente<br />

del Settore Beni Culturali;<br />

per la Conferenza Episcopale Pugliese, dal Vescovo delegato, dall’Incaricato<br />

per i Beni Culturali e da un Componente dalla stessa designato.


Art. 6<br />

Procedure<br />

Ciascun Soggetto sottoscrittore, nello svolgimento <strong>delle</strong> attività di<br />

propria competenza, si impegna ad utilizzare tutti gli strumenti di semplificazione<br />

e di snellimento dell’attività amministrativa prevista dalla<br />

vigente normativa e ad utilizzare appieno e in tempi rapidi tutte le risorse<br />

finanziarie destinate agli interventi connessi al presente Protocollo.<br />

Le Parti concordano, altresì, che i piani relativi ad interventi e/o iniziative<br />

di interesse regionale afferenti i beni culturali saranno presentati<br />

alla Regione Puglia per il tramite del Presidente della Conferenza Episcopale<br />

Pugliese o persona da lui incaricata.<br />

Art. 7<br />

Interventi di manutenzione straordinaria e di restauro<br />

Relativamente agli interventi di manutenzione straordinaria e di restauro<br />

di beni culturali nella disponibilità di Enti ed Istituzioni, soggetti<br />

alla loro giurisdizione, compresi quelli di cui all’art. 2 comma 2, gli Ordinari<br />

diocesani territorialmente competenti presenteranno un piano annuale,<br />

evidenziando le priorità e l’eventuale partecipazione finanziaria<br />

all’intervento di altri Enti pubblici e/o privati. Tali priorità saranno oggetto<br />

di valutazione da parte della Giunta Regionale, per l’inserimento<br />

nei propri programmi di finanziamento.<br />

Art. 8<br />

Archivi, Musei, Biblioteche<br />

La Regione Puglia concorrerà al sostegno economico per la fruizione<br />

degli Archivi, Musei e Biblioteche diocesane nel rispetto della normativa<br />

regionale vigente in materia e <strong>delle</strong> procedure previste per la concessione<br />

dei relativi contributi.<br />

Art. 9<br />

Fruizione e accessibilità al pubblico.<br />

Recupero funzionale di immobili in disuso<br />

La Regione Puglia e la Conferenza Episcopale Pugliese si impegnano<br />

ad individuare, di comune accordo, modalità ed ambiti operativi al<br />

1 1


1 2<br />

fine di assicurare le più idonee condizioni di fruizione pubblica e valorizzazione<br />

dei beni culturali di proprietà ecclesiastica, nel rispetto <strong>delle</strong><br />

esigenze di culto.<br />

La Conferenza Episcopale Pugliese si impegna a favorire la stipula<br />

di convenzioni con gli Enti proprietari per l’utilizzo di beni immobili<br />

ecclesiastici attualmente in disuso.<br />

Per il recupero funzionale degli edifici di culto in disuso che rivestono<br />

carattere di riconosciuta importanza storico-artistica, la loro ristrutturazione<br />

dovrà corrispondere al titolo della dignità originaria, conformemente<br />

al can. 1212 del CIC e all’art. 831, comma 2 del Codice Civile.<br />

Art. 10<br />

Modalità di attuazione<br />

L’attuazione della presente Intesa, nel rispetto degli indirizzi e dei<br />

suggerimenti che saranno forniti dalla Commissione paritetica di cui al<br />

precedente art. 5, è rispettivamente demandata alle strutture e organi regionali<br />

e agli organismi ecclesiastici competenti per la materia e potrà<br />

essere, di volta in volta, regolamentata da apposite Convenzioni.<br />

Art. 11<br />

Decorrenza<br />

La presente Intesa entrerà in vigore dalla data di pubblicazione ed<br />

avrà durata di cinque anni, rinnovabile tacitamente, salvo diverso intendimento<br />

di una <strong>delle</strong> parti, espresso con formale comunicazione.<br />

La presente Intesa potrà comunque essere oggetto di verifica e modificata<br />

di comune accordo.<br />

Regione Puglia Conferenza Episcopale Pugliese<br />

On.le Dott. Raffaele Fitto S.E. Mons. Cosmo Francesco Ruppi


Tribunale<br />

Ecclesiastico<br />

Regionale<br />

Pugliese


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolari decori.


Relazione per l’anno 2003<br />

agli Eccellentissimi Vescovi<br />

della Regione Puglia<br />

28 gennaio 2004<br />

Eccellenze Reverendissime,<br />

porgo i più vivi ringraziamenti anche a nome dei Vicari Giudiziali Aggiunti,<br />

Mons. Antonio Caricato e don Pasquale Larocca per la fiducia che<br />

avete riposto in noi riconfermando l’incarico per il prossimo quinquennio.<br />

Assicuriamo impegno e fedeltà nel compimento di questo servizio.<br />

Presento a Voi la relazione della attività del nostro Tribunale<br />

Regionale durante l’anno 2003. È una informazione doverosa perché<br />

non soltanto siate resi partecipi del lavoro svolto da coloro che voi avete<br />

deputato all’ufficio di giudici e da tutti i loro collaboratori: Difensori<br />

del Vincolo, cancelliere, notai, patroni, ma anche perché sia data a voi<br />

la possibilità di osservare un aspetto della situazione che interessa la<br />

pastorale della famiglia nella nostra regione.<br />

1. Le cause (cfr. Allegato n. 2)<br />

A) Nel 2003 sono stati introdotti 275 nuovi libelli (nel 1998: 300; nel<br />

1999: 267; nel 2000: 284; nel 2001: 311; nel 2002: 266);<br />

sono state decise 205 cause;<br />

ne sono state archiviate 26;<br />

al 31 Dicembre 2003 risultano pendenti 774 cause.<br />

Al 31 Dicembre del 2002 risultavano pendenti 730 cause.<br />

Delle cause decise<br />

139 si sono concluse affermativamente, cioè con la dichiarazione<br />

di nullità del matrimonio;<br />

66 si sono concluse negativamente, cioè con il riconoscimento della<br />

validità del matrimonio.<br />

B Le motivazioni principali:<br />

Matrimoni dichiarati nulli:<br />

• 49 per esclusione della indissolubilità,<br />

• 33 per esclusione della prole,<br />

1


1<br />

• 27 per simulazione totale del consenso,<br />

• 23 per difetto di discrezione di giudizio e per incapacità ad<br />

assumere gli obblighi coniugali, iuxta can. 1095, n. 2 e n. 3,<br />

• 22 per timore,<br />

• 9 per esclusione della fedeltà,<br />

• 1 per difetto di forma canonica.<br />

C) Durata della convivenza dopo la celebrazione: dai 275 libelli presentati<br />

nel 2003 risulta che 206 unioni matrimoniali sono durate tra<br />

i 10 giorni e i 5 anni (cfr. Allegato n. 5).<br />

* Considerando il numero crescente di nuovi libelli introdotti, la breve<br />

durata <strong>delle</strong> convivenze matrimoniali e il numero dei matrimoni dichiarati<br />

nulli per simulazione, totale e parziale (esclusione della indissolubilità,<br />

della prole e della fedeltà) e per la incapacità psicologica, si constata,<br />

che da parte dei fedeli che hanno errato, c’è fiducia nella Chiesa a<br />

cui si ricorre per ottenere una parola di verità, di giustizia in ordine alla<br />

pacificazione della coscienza e alla regolarizzazione del loro rapporto<br />

con Dio e con la comunità ecclesiale. Ma si constata anche che le comunità<br />

cristiane hanno ancora molto da impegnarsi perché gli sposi siano<br />

aiutati ad accostarsi al sacramento del matrimonio con convinzione, con<br />

sincera fede e con maggiore consapevolezza e capacità psicologica.<br />

Forse non è superfluo ripetere quanto detto negli anni scorsi circa<br />

la necessità della preparazione remota dei nubendi e della preparazione<br />

prossima da realizzare mediante un percorso che abbia la caratteristica<br />

di un catecumenato.<br />

Ma è anche necessario ribadire che ai parroci e agli operatori di pastorale<br />

familiare tocca essere più attenti nel rendersi conto <strong>delle</strong> reali<br />

intenzioni con cui e per cui gli sposi chiedono il sacramento.<br />

Infatti incombe sui parroci il dovere morale di valorizzare quell’adempimento,<br />

con significato pastorale, dell’esame dei nubendi (cd.<br />

“processetto matrimoniale”).<br />

Esso deve essere finalizzato a verificare la libertà, l’integrità del consenso,<br />

la volontà di sposarsi secondo la natura, i fini e le proprietà essenziali<br />

del matrimonio, l’autenticità della domanda religiosa del matrimonio<br />

e la maturazione avvenuta soprattutto in ordine alla volontà di<br />

celebrare un patto coniugale come lo intende la Chiesa (cfr. can. 1063 e<br />

Direttorio di Pastorale familiare, p. 73, n. 66).


Bisognerebbe essere più coraggiosi nel mettere in pratica quanto è<br />

indicato nella Familiaris Consortio: “quando …nonostante ogni tentativo<br />

fatto, i nubendi mostrano di rifiutare in modo esplicito e formale<br />

ciò che la Chiesa intende compiere quando si celebra il matrimonio dei<br />

battezzati, il pastore d’anime non può ammetterli alla celebrazione…”<br />

(F.C. n. 68,e).<br />

* A proposito dei “processetti matrimoniali” c’è da dire che spesso è<br />

capitato di esaminarne alcuni con risposte monosillabiche e standard e<br />

che risultavano redatti da persone diverse dal parroco il quale vi aveva<br />

apposto solo la firma.<br />

* Inoltre mi permetto suggerire che si raccomandi ai parroci di porre<br />

particolare attenzione anche in ciò che è necessario all’adempimento di<br />

una celebrazione valida, come l’osservanza della forma canonica (quando<br />

naturalmente non c’è stata la concessione della dispensa).<br />

È stato dichiarato nullo un matrimonio, che si è svolto con processo<br />

documentale, perché nell’“atto di matrimonio” non erano stati indicati i<br />

testimoni, richiesti dalla forma canonica (iuxta can. 1108 § 1), né di essi<br />

erano riportate le firme.<br />

È opportuno ricordare ai parroci, o a chi ne fa le veci, che, secondo il<br />

can. 1121 § 1, è loro compito redigere l’atto di matrimonio (e non di un<br />

collaboratore laico occasionale, come è capitato nel caso esaminato dal<br />

Tribunale), specialmente quando si conferisce la delega ad un altro sacerdote<br />

(per giunta straniero senza la residenza in Italia). Nel caso a cui<br />

si fa riferimento fu data la delega ad un sacerdote anziano che scambiò il<br />

matrimonio, solo canonico, di due vedovi, avanti negli anni, per una celebrazione<br />

di 50° e perciò firmò e fece firmare gli sposi, ma senza che ci<br />

fossero i testimoni e senza neppure richiedere lo scambio del consenso,<br />

né tanto meno leggere gli articoli del Codice Civile (cfr. CEI, Decreto<br />

Generale sul matrimonio canonico, n. 42).<br />

2. I Giudici (cfr. Allegato n. 1)<br />

* Durante l’anno 2003 i giudici che sono stati impegnati nelle istruttorie<br />

e nelle ponenze sono stati 19, e di essi: 4 a tempo pieno (20 ore settimanali):<br />

Murolo, Caricato, Larocca, Magnocavallo; 6 a tempo parziale<br />

(12 ore settimanali) : Cota, De Punzio, Di Nunzio, Montanaro, Pica, Sal-<br />

1


1<br />

vo; 9 con impegno “occasionale”: Aquino, Di Leo, Di Vittorio, Dotti, P.<br />

Lorusso, P. Neri, Oliva, Palmiotti, Sozzo.<br />

I Giudici che hanno fatto parte solo dei collegi, ma senza fare istruttorie<br />

e ponenze, con impegno “occasionale”, sono stati 2: Stangarone e Fusillo.<br />

Un nuovo “uditore” che quest’anno ha collaborato per le istruttorie<br />

<strong>delle</strong> cause è stato il dott. Giuseppe Nuzzi, della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<br />

<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>.<br />

Nell’ anno 2004 entra a far parte del collegio dei Giudici Mons. Leonardo<br />

Erriquenz della <strong>Diocesi</strong> di Conversano-Monopoli che questa Conferenza<br />

Episcopale ha nominato nella precedente sessione di Dicembre<br />

2003. Sono certo del valido contributo che Mons. Erriquenz darà al nostro<br />

Tribunale.<br />

* Una nota positiva che voglio evidenziare è la seguente: in alcuni<br />

casi, durante l’istruttoria, proprio per l’attenzione pastorale del giudice,<br />

le parti si sono riappacificate e hanno ripreso a convivere. Il Tribunale ha<br />

interessato i relativi parroci per la continuazione del cammino.<br />

* Nel 2003 sono state decise 205 cause, pertanto con soddisfazione si<br />

può prendere atto che i giudici e gli “uditori” si sono impegnati facendo<br />

del loro meglio, ognuno secondo le proprie possibilità e disponibilità,<br />

nonostante i condizionamenti di tempo e di spazio.<br />

Intanto il numero <strong>delle</strong> cause in pendenza al 31 Dicembre 2003 è<br />

molto alto: 774.<br />

È noto quanto stia a cuore a ognuno di Voi il nostro lavoro e tutti noi,<br />

Giudici, Uditori, Difensori del Vincolo, Cancelliere e Notai siamo orgogliosi<br />

di rendere questo delicato servizio.<br />

È noto anche quanto Voi siate preoccupati perché le cause si definiscano<br />

entro tempi più brevi con la stessa obiettività e serietà.<br />

Ora, più che chiedere altri giudici, oso chiedere che quelli già impegnati<br />

possano ottimizzare la loro disponibilità. Cioè che possa aumentare<br />

il numero dei giudici a tempo pieno, altrimenti difficilmente si potrà<br />

sbloccare la situazione <strong>delle</strong> tante cause da completare.<br />

Inoltre, in prospettiva bisognerebbe pensare a preparare giovani sacerdoti<br />

che, interessati alle problematiche pastorali familiari, conseguendo<br />

il titolo accademico in Diritto canonico, possano, in un prossimo<br />

futuro, con competenza e disponibilità ricoprire incarichi nei vari uffici<br />

del Tribunale.


3. I Difensori del Vincolo e Promotore di Giustizia (cfr. Allegato n. 1)<br />

Il Titolare dell’ufficio di Difensore del Vincolo è stato Mons. Felice<br />

Posa. Con lui hanno collaborato egregiamente come sostituti tre sacerdoti<br />

e cinque laici. Nel 2004 ha iniziato a collaborare anche il sac. Luigi<br />

Lazzari della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong>.<br />

L’opera del Difensore del Vincolo è importante perché deve svolgere<br />

il suo compito di proporre ed esporre tutto quello che ragionevolmente<br />

può addursi contro la nullità del matrimonio, specialmente nella fase dibattimentale.<br />

Per il nostro organico, essendo alto il numero <strong>delle</strong> cause, è necessaria<br />

qualche unità in più perché molte volte i Difensori del vincolo in<br />

carica (titolare e sostituti) non sempre riescono ad essere tempestivi nel<br />

presentare le “Animadversiones pro vinculo”.<br />

Mons. Felice Posa durante l’anno 2003 ha ricoperto l’incarico di<br />

Promotore di Giustizia, ma quando ciò è risultato incompatibile, perché<br />

impegnato come “difensore del vincolo”, l’incarico di Promotore di<br />

Giustizia Aggiunto è stato svolto da don Ignazio Pansini.<br />

4. I Patroni Stabili (cfr. Allegato n. 6)<br />

Affinché, specialmente a livello periferico, si possano avere notizie<br />

chiare sul prezioso servizio reso dai patroni stabili a vantaggio dei fedeli<br />

che ne abbiano bisogno, mi permetto ricordare chi è il patrono stabile.<br />

Ecco come si esprime il can. 1490: “In ciascun tribunale si costituiscano,<br />

per quanto è possibile, patroni stabili, stipendiati dallo stesso<br />

tribunale, che esercitino l’incarico di avvocati o procuratori nelle cause<br />

soprattutto matrimoniali per le parti che di preferenza desiderino sceglierli”.<br />

Le Norme della CEI del 18/3/1 997 danno queste indicazioni:<br />

Art. 6, § 2: “A tali patroni stabili i fedeli possono rivolgersi per ottenere<br />

consulenza canonica circa la loro situazione matrimoniale e<br />

per avvalersi del loro patrocinio avanti il Tribunale regionale presso il<br />

quale prestano il loro servizio… Per potersi avvalere del patrocinio di<br />

un patrono stabile, la parte che ne abbia interesse deve farne richiesta<br />

scritta e motivata al Preside del Collegio giudicante. Questi accoglie la<br />

richiesta tenuto conto <strong>delle</strong> ragioni addotte e <strong>delle</strong> effettive disponibilità<br />

di servizio”.<br />

1


1 0<br />

§ 3: “Il patrono stabile non riceve alcun compenso dai fedeli, né per<br />

la consulenza, né per il patrocinio o la rappresentanza in giudizio”.<br />

Nel nostro Tribunale hanno l’incarico di Patroni stabili l’avv. Antonio<br />

Lia e l’avv. Paolo Stefanì.<br />

Essi, secondo quanto stabilito dal Regolamento del nostro Tribunale,<br />

hanno assicurato la presenza, almeno una volta al mese nelle sedi <strong>delle</strong><br />

<strong>Diocesi</strong> dei capoluoghi di provincia in un apposito ufficio <strong>delle</strong> rispettive<br />

Curie.<br />

In particolare l’avv. Lia: il terzo mercoledì del mese presso la Curia<br />

di Taranto e il quarto mercoledì del mese presso la Curia di Lecce;<br />

l’avv. Stefanì: il primo mercoledì del mese presso la Curia di Foggia<br />

e il secondo mercoledì del mese presso la Curia di Brindisi.<br />

Negli altri giorni, durante le ore d’ufficio, sono a disposizione presso<br />

la sede del Tribunale in Bari.<br />

Oltre a quanto è indicato nel prospetto (Allegato n. 6) circa il numero<br />

<strong>delle</strong> cause introdotte dai patroni stabili durante il 2003, rendo noto che<br />

essi hanno svolto consulenze:<br />

n. 110 a Bari, n. 38 a Foggia, n. 14 a Brindisi, n. 31 a Taranto, n. 48<br />

a Lecce.<br />

Posso attestare che l’avv. Lia e l’avv. Stefanì hanno svolto il loro lavoro<br />

con competenza e passione pastorale.<br />

Dato il numero alto di richieste, molto probabilmente si prevede, per<br />

il nostro Tribunale, d’intesa con gli organi della C.E.I., la possibilità di<br />

un terzo patrono stabile.<br />

5. I patroni di fiducia<br />

Negli Allegati n. 7 e n. 8 sono elencati gli avvocati iscritti all’albo del<br />

nostro Tribunale, ammessi dall’Ecc.mo Moderatore e quante cause ogni<br />

avvocato ha introdotto nel 2003.<br />

Oltre a coloro che hanno conseguito il diploma di avvocati rotali sono<br />

elencati quelli che hanno la Laurea in Diritto Canonico e quelli che hanno<br />

conseguito il titolo accademico di Licenza in Diritto Canonico. Questi<br />

ultimi sono stati ammessi “ad biennium” per dar loro la possibilità di<br />

conseguire anche il dottorato.<br />

Per opportuna retta informazione mi permetto ricordare che la misura<br />

degli onorari dovuti dalle parti ai patroni di fiducia è determinata


dal Preside del Collegio giudicante in riferimento alla tabella stabilita, e<br />

anche quest’anno confermata, dal Consiglio Episcopale Permanente: da<br />

un minimo di €. 1.330,00 ad un massimo di €. 2.660,00 (escluso IVA e<br />

ulteriori oneri sostenuti dal patrono e che non possono essere compresi<br />

in tali onorari).<br />

Sia i patroni stabili sia i patroni di fiducia sono disponibili a turno<br />

per assumere le cause di gratuito patrocinio dei fedeli in serie difficoltà<br />

economiche.<br />

6. La Cancelleria e la sede del Tribunale<br />

Il Cancelliere don Vito Spinelli, un “addetto alla Cancelleria” e sei<br />

notai-attuari che assistono i giudici durante le istruttorie, hanno fatto tutto<br />

il possibile per seguire le tantissime pratiche. Il loro numero si è rivelato<br />

inadeguato alla mole di lavoro.<br />

Si prevede che nel prossimo mese di aprile il Tribunale potrà trasferire<br />

la sua sede in ambienti più ampi messi a disposizione dall’Arcivescovo<br />

di Bari. Attualmente sono in corso i lavori di adattamento per i<br />

quali la C.E.I. ha erogato un contributo di €. 109.421,00.<br />

7. L’Amministrazione<br />

I costi di gestione del nostro Tribunale possono essere rilevati dalla<br />

relazione finanziaria allegata.<br />

Dal 1 Luglio 2003 l’Amministrazione è gestita dal dott. Benedetto<br />

Morea con la collaborazione del dott. Carlo Cassano. Questi era uno dei<br />

notai-attuari che è stato distaccato per seguire la contabilità.<br />

Anche quest’anno voglio ricordare che il concorso <strong>delle</strong> parti ai costi<br />

<strong>delle</strong> cause, così come stabilito dal Consiglio Permanente Episcopale, è<br />

il seguente:<br />

la parte attrice, che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a versare<br />

al momento della presentazione del libello €. 414,00;<br />

la parte convenuta non è tenuta ad alcuna contribuzione, ove partecipi<br />

all’istruttoria senza patrocinio. Nel caso in cui nomini un patrono di<br />

fiducia o ottenga di fruire dell’assistenza di un patrono stabile, è tenuta a<br />

versare €. 207,00.<br />

1 1


1 2<br />

8. Conclusione<br />

Concludo la presente relazione rinnovando la gratitudine per la<br />

vostra fiducia e assicurando a nome di tutti gli operatori del Tribunale<br />

un servizio in piena fedeltà e collaborazione con Voi.<br />

Sac. Luca Murolo<br />

Vicario Giudiziale


Organico del Tribunale<br />

nell’anno 2004<br />

Allegato n. 1<br />

Moderatore S.E. Mons. Francesco Cacucci Arcivescovo<br />

di Bari-Bitonto<br />

Vicario<br />

Mons. Luca Murolo (Molfetta-Ruvo<br />

Giudiziale<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Vicario<br />

Giudiziale emerito<br />

Mons. Luigi Stangarone (Bari-Bitonto)<br />

Vicario<br />

Giudiziale agg.<br />

Mons. Antonio Caricato (Lecce)<br />

Vicario<br />

Giudiziale agg.<br />

Sac. Pasquale Larocca (Bari-Bitonto)<br />

Giudici Sac. Gianfranco Aquino (Oria)<br />

Sac. Mario Cota (San Severo)<br />

Sac. Pietro De Punzio (Brindisi-Ostuni)<br />

Sac. Nicola Dileo (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Sac. Michele Di Nunzio (Foggia-Bovino)<br />

Sac. Agostino Divittorio (Cerignola<br />

Ascoli Satriano)<br />

Sor. Federica Dotti (Comunità Loyola<br />

Molfetta)<br />

Mons. Leonardo Erriquenz (Conversano-Monopoli)<br />

Mons. Domenico Fusillo (Conversano-Monopoli)<br />

P. Lorenzo Lorusso, OP (PP. Domenicani<br />

S. Nicola - Bari)<br />

Sac. Antonio Magnocavallo (Bari-Bitonto)<br />

Mons. Giuseppe Montanaro (Taranto)<br />

P. Antonio Neri (Ist. Betania - Terlizzi)<br />

Mons. Paolo Oliva (Taranto)<br />

Sac. Nunzio Palmiotti (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Sac. Giuseppe Pica (Nardò-Gallipoli)<br />

1 3


1 4<br />

Sac. Filippo Salvo (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

Sac. Antonio Sozzo (Lecce)<br />

Difensori del Vincolo<br />

Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Sostituti Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Sac. Giuseppe Romagno (Conversano-Monopoli)<br />

Sac. Giuseppe Laterza (Conversano-Monopoli)<br />

Sac. Luigi Lazzari (<strong>Altamura</strong>-Gravin<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Dott. Vito Giannelli (Bari-Bitonto)<br />

Dott.ssa Valentina Bovio (Bari-Bitonto)<br />

Dott. Fabio Alberto Russo (Bari-Bitonto)<br />

Dott.ssa F.sca Maria Lorusso (Molfetta-Ruv<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Dott.ssa Vitalba Simone (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Promotore di Giustizia<br />

Titolare Mons. Felice Posa (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Aggiunto Sac. Ignazio Pansini (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Uditori Sac. Michele Barbaro (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

Sac. Giovanni Pinto (Lucera-Troia)<br />

Dott.ssa Maria Colaluce (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Dott. Giuseppe Nuzzi (<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti)<br />

Dott. Vittorio Palumbieri (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

Uditori supplenti Dott. Antonio Capoccia (Lecce)<br />

Dott. Mario Macrì (Ugento-Santa Maria<br />

di Leuca)<br />

Ins. Giulia Villani (Ugento-Santa Maria<br />

di Leuca)


Patroni stabili Avv. Dott. Antonio Lia (Bari-Bitonto)<br />

Avv. Dott. Paolo Stefanì (Bari-Bitonto)<br />

Cancelleria<br />

Cancelliere -<br />

Notaio<br />

Addetto<br />

alla Cancelleria<br />

Sac. Vito Spinelli (Bari-Bitonto)<br />

Rag. Alfonso De Leo (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Amministrazione Prof. Benedetto Morea (Bari-Bitonto)<br />

Dott. Carlo Cassano (Bari-Bitonto)<br />

Attuari - Notai<br />

Sostituti Rag. Leonardo Amato (Bari-Bitonto)<br />

Rag. M. Antonietta Baronchelli (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Rag. Antonio Iurilli (Molfetta-Ruvo<br />

Giovinazzo-Terlizzi)<br />

Rag. Angela Sette (Bari-Bitonto)<br />

Dott. Liborio Tridente (Trani-Barletta-Bisceglie)<br />

Rag. Rosa Zaffanella (Bari-Bitonto)<br />

Deputati Rag. Palma <strong>Acquaviva</strong> (Taranto)<br />

Rag. Graziano Facecchia (Brindisi-Ostuni)<br />

Rag. Gianni Giannone (Lecce)<br />

Rag. Maurizio Margheriti (Oria)<br />

Rag. Francesco Mosè Radi (Cerignola<br />

Ascoli Satriano)<br />

1


1<br />

Relazione anno 2003<br />

Cause introdotte 275<br />

Cause archiviate 26<br />

Cause decise 205<br />

Decise<br />

Affermative 139<br />

Negative 66<br />

Totale 205<br />

Capi di nullità<br />

Allegato n. 2<br />

Esclusione dell’indissolubilità 49 affermative<br />

52 negative<br />

Esclusione della prole 33 affermative<br />

34 negative<br />

Timore 22 affermative<br />

18 negative<br />

Defectus discretionis iudicii 3 affermative<br />

3 negative<br />

Incapacità ad assumere gli obblighi coniugali 20 affermative<br />

14 negative<br />

Simulazione totale del consenso 27 affermative<br />

25 negative<br />

Errore di persona 0 affermative<br />

1 negative


Errore di qualità 6 affermative<br />

16 negative<br />

Esclusione della fedeltà 9 affermative<br />

6 negative<br />

Dolo 6 affermative<br />

6 negative<br />

Impotenza 3 affermative<br />

2 negative<br />

Condizione 5 affermative<br />

4 negative<br />

Esclusione del bonum coniugum 3 affermative<br />

10 negative<br />

Difetto di forma canonica 1 affermative<br />

0 negative<br />

Esclusione della sacramentalità 0 affermative<br />

2 negative<br />

La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />

sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />

il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />

ammessi e altri respinti.<br />

1


1<br />

<strong>Diocesi</strong> di provenienza<br />

<strong>delle</strong> 275 cause introdotte nell’anno 2003<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> 8<br />

Andria 5<br />

Bari-Bitonto 58<br />

Brindisi-Ostuni 23<br />

Castellaneta 8<br />

Cerignola-Ascoli Satriano 2<br />

Conversano-Monopoli 24<br />

Foggia-Bovino 17<br />

Lecce 21<br />

Lucera-Troia 1<br />

Manfredonia-Vieste 9<br />

Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi 9<br />

Nardò-Gallipoli 14<br />

Oria 10<br />

Otranto 10<br />

San Severo 13<br />

Taranto 17<br />

Trani-Barletta-Bisceglie 21<br />

Ugento-S. Maria di Leuca 5<br />

Totale 275<br />

Allegato n. 3


Professioni<br />

Allegato n. 4<br />

Attori Attrici Convenuti Convenute<br />

Agricoltore 4 3 8 1<br />

Artigiano 13 8 8 6<br />

Casalinga 0 14 0 32<br />

Commerciante 10 2 8 1<br />

Disoccupato 5 7 7 16<br />

Impiegato 25 12 20 22<br />

Imprenditore 3 0 1 0<br />

Infermiere 1 6 2 3<br />

Insegnante 5 18 2 9<br />

Libero Profess. 40 17 29 19<br />

Militari 11 0 15 1<br />

Operaio 22 18 19 13<br />

Pensionato 2 0 0 2<br />

Studente 5 19 5 21<br />

Non dichiarati 2 3 3 2<br />

Totale 148 127 127 148<br />

Attori 148<br />

Attrici 127<br />

Totale parte attrice 275<br />

Convenuti 127<br />

Convenute 148<br />

Totale parte convenuta 275<br />

1


1 0<br />

Durata della convivenza matrimoniale<br />

<strong>delle</strong> coppie che hanno introdotto il libello<br />

nell’anno 2003<br />

10 giorni 1<br />

14 giorni 1<br />

15 giorni 1<br />

20 giorni 2<br />

1 mese 1<br />

2 mesi 10<br />

3 mesi 6<br />

4 mesi 2<br />

5 mesi 4<br />

6 mesi 10<br />

7 mesi 1<br />

8 mesi 7<br />

9 mesi 1<br />

10 mesi 6<br />

1 anno 32<br />

15 mesi 1<br />

18 mesi 7<br />

19 mesi 1<br />

2 anni 48<br />

3 anni 26<br />

4 anni 16<br />

5 anni 21<br />

6 anni 7<br />

7 anni 13<br />

8 anni 12<br />

9 anni 5<br />

10 anni 4<br />

11 anni 5<br />

12 anni 1<br />

13 anni 1<br />

14 anni 1<br />

Allegato n. 5


16 anni 1<br />

18 anni 4<br />

19 anni 1<br />

20 anni 2<br />

26 anni 1<br />

29 anni 1<br />

Coppie non dichiarate 10<br />

Totale 275<br />

1 1


1 2<br />

Statistiche sull’attività del Tribunale<br />

in particolare per la diocesi di<br />

<strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

Anno 2003<br />

Allegato n. 6<br />

totale cause decise<br />

Totale cause decise nella<br />

<strong>Diocesi</strong><br />

aff. neg.<br />

205 6 4 2<br />

Capi di nullità Totale Aff. Neg. Arch.<br />

Esclusione della indissolubilità 5 5<br />

Esclusione della prole 3 2 1<br />

Timore 0<br />

Defectus discretionis iudicii 0<br />

Incapacità ad assumere<br />

0<br />

gli obblighi coniugali<br />

Simulazione totale del consenso 1 1<br />

Errore di persona 0<br />

Errore di qualità 0<br />

Esclusione della fedeltà 1 1<br />

Dolo 0<br />

Impotenza 0<br />

Condizione 1 1<br />

Esclusione del bonum coniugum 2 2<br />

Ratto 0<br />

Esclusione della sacramentalità 0<br />

La somma dei capi ammessi o respinti non corrisponde al numero <strong>delle</strong><br />

sentenze affermative o negative in quanto alcune volte nella stessa sentenza<br />

il Tribunale si è pronunziato su più capi, alcuni dei quali vengono<br />

ammessi e altri respinti.


Vita<br />

Diocesana


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolari decori.


Il Vescovo Mario e i Presbiteri della <strong>Diocesi</strong><br />

con vivo dolore comunicano al Popolo di Dio<br />

che il 2 maggio 2004, in Sassari, è piamente deceduto<br />

S.E. Rev.ma Mons. Salvatore Isgrò<br />

Arcivescovo di Sassari<br />

già Vescovo di <strong>Gravina</strong> e Prelato di <strong>Altamura</strong><br />

e <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

Memori e grati per la guida, gli insegnamenti e l’amore ricevuti da un<br />

Pastore attento, zelante e instancabile, in attesa di una Celebrazione unitaria,<br />

in tutte le Parrocchie e le Chiese della <strong>Diocesi</strong> offriamo suffragi<br />

e preghiere perché Cristo Buon Pastore accolga nel suo Regno il servo<br />

fedele Salvatore, Vescovo.<br />

<strong>Altamura</strong>, 3 maggio 2004<br />

REV. MO<br />

MONS. SALVATORE FERRANDU<br />

CURIA ARCIVESCOVILE<br />

VIA ARCIVESCOVADO N. 19<br />

07100 SASSARI<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

APPRESA TRISTE NOTIZIA DIPARTITA MONS. SALVATORE<br />

ISGRÒ INTERA COMUNITÀ DIOCESANA ALTAMURA-GRA-<br />

VINA-ACQUAVIVA DELLE FONTI PARTECIPA VIVO DOLORE<br />

CHIESA TURRITANA MEMORE ET GRATA PER LA GUIDA GLI<br />

INSEGNAMENTI E L’AMORE RICEVUTI DA UN PASTORE AT-<br />

TENTO ZELANTE E INSTANCABILE ET ELEVA SUFFRAGI E<br />

PREGHIERE AFFINCHÉ CRISTO BUON PASTORE LO ACCOLGA<br />

NEL SUO REGNO.<br />

✠ MARIO PACIELLO<br />

VESCOVO<br />

1


1<br />

* * *<br />

Testamento Spirituale<br />

«Ascolta, Signore, la mia voce.<br />

Io grido: abbi pietà di me. Rispondimi!<br />

Il tuo volto, Signore, io cerco;<br />

accoglimi, Dio della mia salvezza» (Ps 26, 7-9).<br />

«Ecco il mio cuore ti ascolta, Signore;<br />

rendilo disponibile e dimmi: sono io la tua salvezza (Ps 34, 3).<br />

Inseguirò il suono di questa tua parola<br />

e ti raggiungerò. Non nascondermi il<br />

tuo volto: che io muoia per non più<br />

morire, per vedere il tuo volto».<br />

(S. Agostino, Confessioni I, 5, 3)<br />

Professo con umile riconoscente certezza la fede del popolo cristiano<br />

in Dio Uno e Trino nella quale sono stato rigenerato con il lavacro del<br />

Battesimo, confermato con il sigillo e che alimentata dalla Parola e dalla<br />

Eucaristia ha sempre orientato la mia esistenza.<br />

Adoro, lodo e ringrazio il Padre <strong>delle</strong> Misericordie che dopo avermi<br />

fatto nascere in una famiglia cristiana mi ha scelto come ministro di<br />

Gesù, Maestro, Sacerdote e Pastore con la grazia dell’Ordine Sacro sino<br />

all’episcopato.<br />

Amo con profondo e tenero amore la Santa Madre Chiesa, universale<br />

e particolare, nella quale ho sentito la presenza dolce e forte della B.V.<br />

Maria, come il fondamento visibile e solido di Pietro.<br />

Ricordo con speciale riconoscenza la Chiesa Arborense della mia<br />

formazione, quella di <strong>Gravina</strong>, <strong>Altamura</strong> e <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti nella<br />

quale ho esercitato con giovanile dedizione il mio ministero di Vescovo<br />

e maggiormente la Chiesa Turritana al cui servizio di edificazione mi<br />

sono dedicato più a lungo, amandola più di me stesso.


Un particolare pensiero di stima e gratitudine rivolgo ai Confratelli<br />

con i quali ho condiviso onere e gioia della responsabilità pastorale nell’attesa<br />

di incontrarli alla Cena dell’Agnello <strong>insieme</strong> ai Santi pontefici<br />

romani di questa formidabile stagione che ha celebrato e tradotto nel<br />

rinnovamento della Chiesa il Concilio Vaticano II.<br />

Oltre ai presbiteri, fraterni e necessari collaboratori dell’Ordine episcopale,<br />

un grazie sentito esprimo ai Consacrati e alle Consacrate incontrati<br />

con edificazione nel mio lungo servizio. Non posso dimenticare<br />

le Congregazioni <strong>delle</strong> Figlie di S. Giuseppe di Genoni, le Missionarie<br />

del S. Costato e le Suore del Getsemani che mi sono state vicine nelle<br />

successive tappe del mio ministero. Auspico che vengano riconosciuti<br />

come modelli di Santità i loro fondatori.<br />

Ai numerosi laici, soprattutto associati, lascio la mia affettuosa amicizia<br />

e fiducia, convinto del loro ruolo insostituibile per la piena missione<br />

della Chiesa nel mondo, a partire dalla famiglia e dalla gioventù,<br />

evangelizzando il vasto campo della cultura e della società che cambia<br />

per la costruzione della civiltà dell’amore.<br />

Mi affido infine con filiale fiducia al Padre misericordioso perché<br />

con l’intercessione della B.V. Maria, Madre del Redentore mi accolga<br />

benigno nel Suo Regno di luce e di Pace.<br />

Chiedo inoltre a quanti in morte o dopo morte si ricorderanno di me,<br />

soprattutto i presbiteri da me ordinati, la carità della preghiera di suffragio.<br />

A Dio ogni onore e gloria! Amen.<br />

Sassari, 21 ottobre 2003<br />

* * *<br />

✠ Salvatore Isgrò<br />

1


BIANCA


Atti<br />

del Vescovo


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - particolare Agnello Pasquale.


Cammino Pastorale Diocesano e Parrocchiale<br />

Verifica e sviluppo<br />

del Programma Pastorale 2003-2005<br />

INTRODUZIONE<br />

È la quinta volta che la <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti si raccoglie, in larghissima rappresentanza ai piedi di Maria con<br />

le stesse finalità, gli stessi sentimenti degli anni precedenti.<br />

Per il gregge e per i Pastori è di grande conforto e stimolo una Giornata<br />

Mariana di preghiera, di purificazione interiore, di riflessione sulla<br />

vita della <strong>Diocesi</strong>, di esperienza di unità di fede e di comunione fraterna,<br />

prima di porre mano agli aratri per programmare e avviare il nuovo anno<br />

pastorale nelle parrocchie.<br />

PREMESSA<br />

Lo scorso anno abbiamo tracciato una tappa di Cammino Pastorale<br />

della durata di due anni 2003-2005.<br />

Questa Assemblea si inserisce a metà percorso:<br />

a) per stimolare una verifica degli impegni assunti lo scorso anno, di<br />

quanto e come li abbiamo rispettati;<br />

b) per volgere lo sguardo verso eventuali, nuove indicazioni magisteriali<br />

e della Chiesa Italiana, da cui attingere suggerimenti e proposte per<br />

la seconda tappa del cammino.<br />

VERIFICA<br />

La verifica degli impegni e <strong>delle</strong> attività programmate lo scorso anno<br />

sarebbe auspicabile che non si facesse soltanto qui, ma soprattutto in<br />

ogni parrocchia:<br />

a) per prendere meglio conoscenza e coscienza del cammino della <strong>Diocesi</strong>,<br />

b) per far pervenire alla Curia osservazioni e suggerimenti preziosi.<br />

1 1


1 2<br />

1. Il Catecumenato<br />

Chi, meglio dei singoli Consigli Pastorali Parrocchiali e degli Operatori<br />

Pastorali di ogni Comunità, può dire:<br />

– come si sviluppano il pre-catecumenato e il catecumenato nella propria<br />

parrocchia e nel rapporto con la <strong>Diocesi</strong>? Solo dalle parrocchie è<br />

possibile sapere se e come sono seguiti i neofiti nel cammino mistagogico<br />

e di crescita cristiana; quale sostegno, padrini, garanti, catechisti<br />

ricevono dalla programmazione parrocchiale e dalla Comunità.<br />

2. Le Scuole di Formazione<br />

La Scuola di Formazione Teologico-Pastorale e la Scuola di Formazione<br />

per Catechisti, si sono puntualmente svolte: ma quale attenzione e<br />

valorizzazione hanno riscosso nelle singole parrocchie?<br />

A me sembra che la “formazione” dei Laici non è ancora ritenuta come<br />

esigenza primaria ed indispensabile da parte di tutti e di tutte le parrocchie.<br />

Per il 2004-2005, l’Ufficio Catechistico Diocesano, al fine di rendere<br />

più ampia ed agevole la partecipazione ai momenti formativi ha unificato<br />

le due Scuole e le ha dislocate in cinque centri: <strong>Altamura</strong>, <strong>Gravina</strong>,<br />

<strong>Acquaviva</strong>, Santeramo, Spinazzola. Non basta, però, un grande impiego<br />

di persone, di risorse e di forze: occorre da parte di tutti la consapevolezza<br />

che della formazione non si può fare a meno.<br />

3. Le Scuole di Preghiera<br />

Verifichi ogni parrocchia quanto i propri giovani e gli adulti sono<br />

sensibilizzati e informati circa la “Scuola di Preghiera dei Giovani” e il<br />

“Pozzo di Giacobbe”. L’esperienza e le valutazioni di quanti hanno vissuto<br />

questi momenti può aiutarci a migliorare questo prezioso servizio<br />

alla Comunità.<br />

4. Le Aggregazioni Laicali<br />

Un passo in avanti si è fatto nel non facile impegno di mettere in dialogo<br />

tra loro e con la <strong>Diocesi</strong>, le Associazioni, i Gruppi, i Movimenti e le<br />

Confraternite, per mezzo del ritiro quaresimale e la consegna dello Sta-


tuto della Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (C.D.A.L.).<br />

Ora bisogna impegnarsi per rendere operativo e fruttuoso questo dialogo.<br />

L’obiettivo di ogni aggregazione deve essere “respirare la Chiesa”.<br />

5. Il Giornale Avvenire<br />

Il progetto “Avvenire”, con abbonamento annuale solo per il sabato, è<br />

riuscito al 50%, creando non pochi risvolti negativi.<br />

La risposta poteva essere piena e si poteva evitare di penalizzare<br />

quelle 250 persone che, avendo risposto all’iniziativa, avevano diritto a<br />

ricevere non solo settimanalmente il giornale, ma anche la pagina diocesana<br />

settimanale.<br />

6. Incontri: Vescovo-Sacerdoti-Consigli<br />

Gli incontri del Vescovo con i Sacerdoti dei singoli Paesi, e gli incontri<br />

interparrocchiali con i Consigli Pastorali si sono realizzati.<br />

Alcuni di questi incontri sono stati chiari, liberi, fraterni; altri hanno<br />

viaggiato sul filo della formalità; ci si è preoccupati di esporre le cose<br />

che si fanno più che di chiedersi come porsi davanti ai gravi e nuovi problemi<br />

pastorali.<br />

Se continuiamo a fare sommari superficiali, affrettati, triti e retorici<br />

della complessa realtà parrocchiale, scaviamo la tomba alle Comunità<br />

con le nostre mani.<br />

7. Esercizi Spirituali: Presbiteri e Laici<br />

Gli Esercizi Spirituali Presbiteri-Laici a Cassano hanno visto la partecipazione<br />

di una ventina di preti e diaconi e di un centinaio di laici.<br />

La risposta, anche se discreta, poteva essere più ampia. Dopo tre anni<br />

consecutivi si avverte da parte dei sacerdoti il bisogno di fare gli esercizi<br />

spirituali diocesani ad anni alterni: un anno i Presbiteri, un anno i laici:<br />

naturalmente con tempi e modalità diverse.<br />

8. Corpus Domini Diocesano<br />

Il Corpus Domini Diocesano, che quest’anno ha avuto una nutritissima<br />

partecipazione numerica e spirituale a <strong>Gravina</strong>, nel 2005, cede il<br />

1 3


1 4<br />

passo alle Celebrazioni del Congresso Eucaristico Nazionale di Bari,<br />

al quale ogni Comunità parrocchiale e Associazione sentirà il dovere di<br />

partecipare.<br />

9. Il Pellegrinaggio Diocesano<br />

L’idea di un Pellegrinaggio Diocesano a Lourdes, formato da pellegrini<br />

di diverse parrocchie che avrebbero dovuto convergere a Lourdes<br />

nella stessa settimana, ha dato un risultato soddisfacente. Anche questo<br />

è un segno che è possibile e bello vivere esperienze di fede in un contesto<br />

di incontro, di comunione e di unità. Per amore di verità, però, non<br />

si possono non evidenziare due cose: il disagio che abbiamo creato all’Opera<br />

Romana Pellegrinaggi, e il desiderio di tanti pellegrini arrivati<br />

con i pullman, di fare un’unica organizzazione del Pellegrinaggio Diocesano.<br />

10. Impegni degli Uffici<br />

Su tanti altri aspetti e punti essenziali del programma 2003-2005, che<br />

riguardano soprattutto gli impegni assunti dagli Uffici Pastorali della<br />

<strong>Diocesi</strong>, si stanno interrogando i Direttori dei singoli settori pastorali in<br />

incontri di Curia, nel tentativo e col desiderio di servire meglio la Comunità<br />

Diocesana e contribuire a tessere la comunione pastorale.<br />

11. Giorno del Signore<br />

Una verifica molto attenta chiedo che si faccia in ogni parrocchia sulla<br />

scelta prioritaria che, come <strong>Diocesi</strong>, abbiamo fatto col Programma<br />

Pastorale 2003-2005, cioè:<br />

a) sul Giorno del Signore, come è visto, vissuto e inculcato nelle famiglie<br />

cristiane;<br />

b) sulla capacità della parrocchia di far sentire l’importanza, la centralità,<br />

la solennità della Celebrazione Eucaristica nel Giorno del Signore;<br />

c) sulle iniziative e sugli sforzi fatti dalla parrocchia per istruire ed educare<br />

la comunità a vivere il Giorno del Signore.


12. Indagine e Convegno sul Giorno del Signore<br />

La scheda per l’indagine sul modo di pensare e vivere la domenica,<br />

elaborata nei mesi passati e impostata scientificamente per una lettura<br />

ottica <strong>delle</strong> risposte, viene messa in circolazione a partire da oggi. I risultati<br />

e le diverse letture trasversali che si vorranno fare, saranno messe<br />

a disposizione <strong>delle</strong> Comunità, perché ne facciano tesoro.<br />

In febbraio 2005, dopo aver raccolto i risultati dell’indagine, celebreremo<br />

il grande Convegno, già in programma, sul Giorno del Signore.<br />

13. Uno sguardo ad altri impegni assunti in programma<br />

a) Nel 2005 saranno conclusi i lavori di restauro della Chiesa di San Michele,<br />

per l’Adorazione Eucaristica nel cuore di <strong>Altamura</strong>.<br />

Dobbiamo cominciare a tessere una rete di appuntamenti di Parrocchie,<br />

Associazioni e Istituti perché San Michele diventi un centro vivo<br />

del culto eucaristico e un punto di riferimento per chiunque cerca<br />

l’incontro personale con il Signore.<br />

b) Sono stati portati a termine nel 2004 altri due impegni:<br />

¸ l’apertura della Casa di Accoglienza San Lorenzo in <strong>Altamura</strong>, affidata<br />

alle Missionarie del Samaritano;<br />

¸ il completamento di due case canoniche per permettere ai Sacerdoti<br />

di vivere in parrocchia: Santa Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong>;<br />

Madonna del Rosario in <strong>Altamura</strong>. Intanto sono in corso altre tre<br />

pratiche già approvate dalla C.E.I., per acquisto e ristrutturazione<br />

di case canoniche: Cattedrale e Sant’Eustachio di <strong>Acquaviva</strong>;<br />

Consolazione in <strong>Altamura</strong>.<br />

c) Sta rispettando la complessa e difficile tabella di marcia la costruzione<br />

del grande ospedale “Miulli”, che, a luglio 2005, sarà completato,<br />

e nel Natale 2005, dovrà essere pienamente funzionante in tutti i reparti.<br />

Stiamo cominciando a prepararci all’evento: l’approssimarsi dell’apertura<br />

ci chiama a programmare iniziative di riflessione sul senso che<br />

ha per la Chiesa guidare e servire una struttura sanitaria.<br />

d) Si è completato il secondo Progetto Incubaritas, organizzato da Caritas,<br />

Pastorale Giovanile e Pastorale del Lavoro per la formazione<br />

dei giovani all’imprenditoria, ed è nata in <strong>Gravina</strong> una nuova realtà<br />

commerciale giovanile.<br />

1


1<br />

14. Avvenimenti di rilievo accaduti in questo anno<br />

Ho cercato finora di gettare uno sguardo panoramico su ciò che<br />

avevamo previsto nel programma 2003-2005. Ma un anno è pieno di<br />

novità e imprevisti, di tante sorprese e iniziative non programmate o almeno<br />

che non era possibile datare a distanza.<br />

a. In questo anno pastorale sono stati ordinati diaconi don Massimiliano<br />

Santoro e don Giuseppe Cifarelli. È stato ordinato sacerdote e nominato<br />

Vicario Parrocchiale di Santa Maria Maggiore in <strong>Acquaviva</strong> don<br />

Nunzio Falcicchio.<br />

b. Sono tornati alla Casa del Padre don Domenico Farella di <strong>Gravina</strong>,<br />

don Giacinto Ventura di <strong>Acquaviva</strong> e Sua Eccellenza Mons. Salvatore<br />

Isgrò già Vescovo della nostra <strong>Diocesi</strong>.<br />

c. Abbiamo ricordato e celebrato in <strong>Gravina</strong> il decimo anniversario della<br />

morte di Sua Eccellenza Mons. Tarcisio Pisani.<br />

d. La Vergine Santissima, nell’immagine della Madonna di Loreto e<br />

della Madonna di Lourdes ha visitato alcuni centri della <strong>Diocesi</strong>, richiamando<br />

maree di fedeli.<br />

e. La pubblicazione di un libro su Papa Benedetto XIII e la nascita di<br />

un Centro Studi ha dato occasione ad alcune manifestazioni culturali<br />

sulla figura di Papa Orsini, nato a <strong>Gravina</strong>.<br />

f. Il 13 maggio 2004 il Vescovo e una Delegazione della Comunità di<br />

Gesù sono andati a Bucarest per fare una visita ufficiale al Patriarca<br />

della Chiesa Ortodossa di Romania Sua Beatitudine Teoktist e all’Arcivescovo<br />

Metropolita Cattolico di Bucarest Mons. Joan Robu.<br />

g. La nostra <strong>Diocesi</strong>, nella persona del Vescovo, è stata chiamata ad<br />

animare una giornata dei due Congressi Eucaristici celebrativi nella<br />

<strong>Diocesi</strong> di Lucera-Troia e di San Severo.<br />

h. Da alcuni mesi la nostra <strong>Diocesi</strong> fa giungere la sua voce a due milioni<br />

di ascoltatori nella trasmissione “Giovedì Sacerdotale” di Radio Maria.<br />

i. Una soddisfacente riuscita ha avuto il Convegno Ecumenico sulla<br />

“Giustificazione” secondo la visione Luterana e quella Cattolica.<br />

l. L’Azione Cattolica della <strong>Diocesi</strong> è stata presente alla grande Assemblea<br />

Nazionale a Loreto. La partecipazione è stata entusiastica; ma<br />

nella fase di preparazione in <strong>Diocesi</strong> si è evidenziata qualche scollatura<br />

da verificare, perché l’esperienza di Loreto possa produrre frutti<br />

nelle Associazioni parrocchiali.


m. L’entusiastica tenacia di un giovane di <strong>Gravina</strong> ha organizzato, nonostante<br />

sordità e diffidenze, una “Giornata del Ministrante”, che potrebbe<br />

diventare, con la partecipazione di tutte le parrocchie, “Giornata<br />

Diocesana del Ministrante”.<br />

QUALE PARROCCHIA PER IL NOSTRO TEMPO<br />

Il delicato e pur necessario lavoro di verifica e l’attenzione ai nuovi<br />

impegni da assumere per l’anno pastorale che questa Assemblea inaugura,<br />

non devono far passare inosservata la Nota Pastorale dei Vescovi Italiani:<br />

“Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia”.<br />

Soprattutto non possiamo non accogliere e valorizzare l’invito che<br />

il Papa e i Vescovi fanno, di riscoprire la parrocchia, di chiederci quale<br />

volto essa deve avere in un mondo in rapida evoluzione, quale metodologia<br />

pastorale deve adottare, perché la parrocchia entri in dialogo col<br />

territorio.<br />

Dobbiamo riconoscere che della parrocchia abbiamo idee inesatte,<br />

sbagliate, approssimative e incomplete, frutto non di studio ma di impressioni,<br />

di esperienze negative, di mentalità corrente o di metodi pastorali<br />

di questa o quella figura di parroco.<br />

Una scelta saggia e quanto mai opportuna sarebbe, per questo nuovo<br />

anno pastorale, studiare, approfondire, discutere il Documento dei<br />

Vescovi con un corso di formazione per giovani, gruppi famiglie, laici<br />

impegnati, o nella catechesi degli adulti.<br />

Se non si conosce l’identità, la missione, la funzione della parrocchia<br />

non si può nemmeno renderla presenza di Chiesa nel territorio.<br />

1. La Parrocchia: Chiesa vicina alla vita<br />

Dice il Papa nella Esortazione Apostolica Christifideles Laici (n. 26)<br />

che la parrocchia “è l’ultima localizzazione della Chiesa; è in un certo<br />

senso la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e <strong>delle</strong> sue<br />

figlie”. La Parrocchia è la “figura della Chiesa incarnata in un luogo”; è<br />

la “figura della Chiesa vicina alla vita” (Doc. C.E.I., 4). La Parrocchia<br />

“non ha la medesima identità teologica” della <strong>Diocesi</strong>, ma è solo per<br />

mezzo di essa che la <strong>Diocesi</strong> realizza il legame col territorio. La parrocchia<br />

è come la risultante di due coordinate: vita cristiana e territorio.<br />

1


1<br />

2. Parrocchia e Territorio<br />

La parrocchia, nel IV-V secolo è nata per evangelizzare le campagne,<br />

il territorio fuori le mura.<br />

Oggi, nonostante la grande facilità di movimento e la molteplicità di incontri<br />

e di relazioni, le persone sono ancora molto legate al territorio dove<br />

abitano e per tutte le loro necessità fanno riferimento alla propria parrocchia.<br />

Uno dei punti controversi nella diversa concezione della parrocchia,<br />

specialmente tra i sacerdoti, è la questione dei confini territoriali, che,<br />

pur avendo una necessità pratica dal punto di vista giuridico e pastorale,<br />

non può non tener conto della facile mobilità <strong>delle</strong> persone.<br />

3. Occorre una pastorale integrata<br />

Una pastorale integrata contribuisce molto a superare una visione rigida<br />

dei confini. Dobbiamo valutare con realismo i cambiamenti culturali<br />

in corso, per discernere le strade da percorrere, perché ogni persona<br />

e ogni famiglia possa incontrare Cristo.<br />

È impensabile oggi scegliere di restare prigionieri di una concezione<br />

chiusa di parrocchia amministratrice di sacramenti.<br />

Se si prende coscienza che la parrocchia è sempre meno in grado di<br />

dare risposte autosufficienti, si scopre la necessità di aprirsi, di attuare<br />

una conversione missionaria della pastorale, di “tessere rapporti diretti<br />

con tutti i suoi abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della<br />

Comunità o ai suoi margini” (Doc. C.E.I., 10).<br />

Conversione pastorale significa che non bisogna incappare né in Scilla,<br />

né in Cariddi, cioè chiudersi in una mortale autosufficienza pastorale,<br />

oppure rassegnarsi a essere “centro di servizi”.<br />

Il duplice scoglio si supera con l’integrazione pastorale, cioè intensificando<br />

la collaborazione con le parrocchie vicine, per programmare<br />

<strong>insieme</strong> le attività che superano le possibilità della singola parrocchia.<br />

4. La fonte e i canali di una pastorale integrata<br />

Una pastorale integrata è postulata non solo, né principalmente dai<br />

cambiamenti sociologici, ma dal mistero stesso della Chiesa che è Comunione.<br />

La comunionalità della Chiesa sgorga dalla Trinità e sfocia<br />

nella missionarietà.


a) Fondamentali, per l’unità e l’integrazione pastorale sono gli Orientamenti<br />

Pastorali dati dal Vescovo e l’impegno degli Uffici Pastorali<br />

della Curia. Tuttavia, una ecclesiologia di comunione non germoglia<br />

ugualmente senza una convinta disponibilità e una vera obbedienza<br />

da parte dei sacerdoti e dei fedeli laici.<br />

b) Ecco la necessità che, prima sacerdoti e seminaristi, e fedeli laici poi,<br />

si convertano allo Spirito di comunione e a una fede missionaria, che<br />

non rinuncia al confronto con mentalità e culture estranee e contrarie<br />

al Vangelo.<br />

c) Conversione a una pastorale integrata non è sinonimo di moltiplicazione<br />

di attività. Tutt’altro! Bisogna cominciare col valorizzare ciò<br />

che esiste pastoralmente e che ci fa avvicinare tante persone precariamente<br />

legate alla Chiesa.<br />

d) La svolta missionaria non è né aggiunta, né alternativa alla pastorale<br />

ordinaria; ma rivoluzione copernicana di mentalità e di rapporti con<br />

la <strong>Diocesi</strong> e con le altre parrocchie.<br />

e) Resta primaria la cura pastorale degli adulti, cioè <strong>delle</strong> famiglie e degli<br />

ambienti di lavoro, cominciando a rimescolare tutte le ore e le date<br />

degli incontri, secondo i ritmi di vita <strong>delle</strong> famiglie. Anche per raggiungere<br />

i giovani non si può fare a meno della collaborazione <strong>delle</strong><br />

famiglie.<br />

f) Come si può parlare di parrocchia e non parlare del parroco? Nel Decreto<br />

Conciliare Christus Dominus (30) si legge: “collaboratori del<br />

Vescovo sono i parroci, ai quali, come a pastori propri, è affidata la<br />

cura <strong>delle</strong> anime, in una determinata parte della <strong>Diocesi</strong>, sotto l’autorità<br />

dello stesso Vescovo”.<br />

La pastorale integrata, o rinnovamento pastorale, non mette in discussione<br />

il ruolo e la responsabilità del parroco, ma lo aiuta ad esercitare<br />

l’ufficio nel modo più autentico e non da protagonista unico <strong>delle</strong><br />

sorti della parrocchia.<br />

g) Il servizio pastorale non è una condanna ad esaurirsi, ma responsabilità:<br />

ÿ di coinvolgere e formare i laici alla corresponsabilità;<br />

ÿ attenzione a non fare della parrocchia una bacca chiusa in se stessa,<br />

ma ad inserirla nella comunione ecclesiale e missionaria e nel<br />

dialogo interparrocchiale.<br />

h) Integrazione pastorale significa anche invito, apertura e accoglienza<br />

verso i Religiosi e le Associazioni e Movimenti presenti in Parroc-<br />

1


1 0<br />

chia, perché entrino in modo stabile nella vita e nelle attività della<br />

parrocchia, pur nel rispetto del loro carisma.<br />

i) Chi ha la grazia di avere il Vicario parrocchiale o un diacono, o chi ne<br />

svolge il compito, non sottovaluti l’importanza di tale presenza.<br />

Il vice-parroco fa una preziosa esperienza in vista di altre responsabilità;<br />

il parroco ha interlocutori preziosi per il dialogo, il confronto, la<br />

pastorale giovanile, la vita comune.<br />

l) Queste riflessioni sulla parrocchia sono incomplete e sintetiche; tuttavia<br />

non è possibile concluderle senza accennare:<br />

ÿ alla necessità di puntare a ciò che è primario ed essenziale nella<br />

pastorale: l’annuncio del Regno di Dio;<br />

ÿ alla assoluta necessità di costituire in ogni Parrocchia Consigli Pastorali<br />

formati, responsabilizzati, ascoltati e valorizzati.<br />

Non posso nascondere che nel giro, fatto quest’anno, tra i Consigli<br />

Pastorali <strong>delle</strong> Parrocchie, ho incontrato Consigli molto ricettivi, passivi,<br />

muti, senza segni di sollecitudine missionaria con molti membri<br />

in atteggiamento di ospiti, di uditori, di invitati.<br />

Con Consigli così fatti, la Parrocchia può solo dormire un sonno comatoso<br />

col rischio di non svegliarsi più.<br />

m) “La parrocchia da sola non basta - dice il Documento C.E.I. al n. 9;<br />

ci vogliono competenze che possono essere assicurate solo da livelli<br />

più integrati, diocesani o almeno zonali, e da dedizioni più specifiche,<br />

come quelle associative”. Se non basta da sola la parrocchia, a<br />

maggior ragione non basta da solo il parroco.<br />

«La proposta di una pastorale integrata mette in luce che la parrocchia<br />

di oggi e di domani non dovrà più concepirsi a porte sbarrate,<br />

ma all’interno di un tessuto di relazioni stabili» (Doc. C.E.I., 11).<br />

Mi auguro che queste semplici provocazioni facciano sentire a tutti il<br />

bisogno di approfondire il problema grave e urgente della conversione<br />

pastorale e di chiedersi, cosa occorre fare sul piano parrocchiale e<br />

diocesano.<br />

n) Il Programma e il calendario <strong>delle</strong> attività che oggi consegno ai Presbiteri,<br />

ai Responsabili di Associazioni, Gruppi, Movimenti e ai Segretari<br />

dei Consigli Pastorali, non sono definitivi: sono solo una bozza<br />

offerta alle vostre riflessioni.<br />

La Curia e il Vescovo restano in attesa fino alla fine di settembre per<br />

raccogliere osservazioni, suggerimenti, correzioni, aggiunte.


Entro la prima settimana di ottobre vi sarà consegnato il testo ufficiale<br />

e definitivo.<br />

La Vergine Maria benedica il nostro cammino e il nostro impegno.<br />

Foggia, Santuario di Maria SS. Incoronata, 11 settembre 2004<br />

Ritiri del Clero 2004-2005<br />

15 ottobre 2004<br />

16 novembre 2004<br />

17 dicembre 2004<br />

21 gennaio 2005<br />

18 febbraio 2005<br />

15 aprile 2005<br />

20 maggio 2005<br />

CALENDARIO<br />

Aggiornamenti del Clero nel 2004-2005<br />

22 ottobre 2004<br />

26 novembre 2004<br />

28 gennaio 2005<br />

25 febbraio 2005<br />

Pozzo di Giacobbe<br />

8 novembre 2004<br />

13 dicembre 2004<br />

10 gennaio 2005<br />

14 febbraio 2005<br />

14 marzo 2005<br />

11 aprile 2005<br />

9 maggio 2005<br />

Riunioni Uffici di Curia<br />

25 ottobre 2004<br />

22 novembre 2004<br />

24 gennaio 2005<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

1 1


1 2<br />

28 febbraio 2005<br />

18 aprile 2005<br />

23 maggio 2005<br />

Messa Crismale<br />

23 marzo 2005 (Concattedrale - <strong>Acquaviva</strong>)<br />

Incontri Nazionali<br />

Congresso Eucaristico Nazionale 21-29 maggio 2005<br />

Incontro Preti-Seminaristi (sem-pre)<br />

27 giugno /1 luglio 2005<br />

VI Assemblea Pastorale Diocesana (Incoronata)<br />

10 settembre 2005


“Pozzo di Giacobbe”, intuizione felice<br />

Articoli<br />

Il 10 maggio 2004 si completa il secondo “Pozzo di Giacobbe”, una<br />

Lectio Divina per laici, tenuta dal Vescovo, che da novembre a maggio,<br />

ogni secondo lunedì del mese, raccoglie da tutta la <strong>Diocesi</strong>, presso il<br />

Centro Giovanile “Benedetto xiii” di <strong>Gravina</strong>, circa cinquecento persone.<br />

L’esperienza è partita nel novembre 2003, come momento centrale e<br />

qualificante del programma di formazione racchiuso nel Progetto Pastorale<br />

Diocesano del “Seminario per Laici”.<br />

I sette incontri di Lectio Divina del primo anno si sono svolti intorno<br />

al dialogo di Gesù con la Samaritana (Gv 4, 1-42). In questo secondo<br />

anno ci si è messi in cammino con Gesù nel suo viaggio verso Gerusalemme<br />

(Lc 9, 51). In sette tappe si è giunti al capitolo 11, 26; è nel desiderio<br />

di tutti, nel prossimo autunno, rimettersi in cammino per seguire il<br />

Maestro su questa strada.<br />

Molti sono stati gli spunti di formazione teologica, morale, sacramentale,<br />

pastorale, ascetica offerti dalla Parola di Dio, grazie al contributo<br />

<strong>delle</strong> riflessioni puntuali e profonde dei Padri della Chiesa.<br />

Un sussidio di preghiere, canti, letture patristiche, distribuiti di volta<br />

in volta a tutti i presenti, ha permesso non solo di partecipare al canto e<br />

alla preghiera, ma anche di rileggere a casa gli scritti dei Padri.<br />

Facendo l’esperienza del “Pozzo di Giacobbe” sorge spontanea una<br />

domanda: è proprio vero che l’uomo di oggi non ha bisogno né voglia di<br />

ascoltare?... soprattutto di ascoltare la Parola di Verità? Questa apparente<br />

sazietà, questo aprioristico rifiuto che sembra caratterizzare anche i<br />

cristiani, a che cosa è dovuto? Probabilmente ad ignoranza di quale tesoro<br />

di verità e di grazia racchiudono le Scritture! Quel vecchietto gravemente<br />

malato che, dopo aver sorseggiato per la prima volta un bicchiere<br />

di buon vino, si pentì di essere stato così stolto da non averne mai voluto<br />

bere in tutta la sua vita, è una icona emblematica della gran moltitudine<br />

di cristiani che non accostano le labbra del cuore al nettare <strong>delle</strong> divine<br />

Scritture, perché hanno altro da fare, temono di perdere tempo, considerano<br />

la cosa buona per bambini, e non si rendono conto di quanti doni<br />

divini si privano.<br />

1 3


1 4<br />

Il cristiano del ventunesimo secolo, frastornato dal secolarismo e dal<br />

pragmatismo, è come un fanciullo che ha imparato a parlare ascoltando<br />

soltanto dialetti; non conosce il suono genuino della lingua madre, la sua<br />

grammatica, i suoi accenti, la corretta dizione; e quando scopre luoghi<br />

dove potersi fermare per imparare a pensare evangelicamente, a parlare<br />

come Cristo, a obbedire allo Spirito, ne resta preso e, come la Samaritana,<br />

chiama gli altri.<br />

Il “Pozzo di Giacobbe” dà un’acqua che scava nel cuore di chi beve<br />

con semplicità e disponibilità. Nel silenzio le divine armonie della Parola<br />

del Cristo, arrivano più facilmente nelle pieghe intime dell’anima;<br />

e quando il cuore è aperto e disponibile, la Parola, anche se è forte ed<br />

esigente, scende in profondità, si aggrappa alle pareti dell’anima e converte.<br />

Il “Pozzo di Giacobbe”: un’intuizione felice, un incontro vero con<br />

Cristo presso la sorgente inesauribile della Sua parola, un appuntamento<br />

mensile al quale non si vuole porre più fine.<br />

Il “Pozzo di Giacobbe” è la gioia di ritrovarsi intorno all’Eucaristia,<br />

anche con la tuta che odora di officina, appena usciti dall’ufficio o dalla<br />

scuola; è una riserva di energie spirituali attinte alla fonte <strong>delle</strong> Scritture<br />

e dei Padri della Chiesa.<br />

Il “Pozzo di Giacobbe”: una Chiesa Locale: Vescovo, Presbiteri, Diaconi,<br />

Religiosi, ma soprattutto Laici, radunati, non per una solenne liturgia,<br />

né per un congresso diocesano, ma per due ore di silenzio, di<br />

contemplazione, di preghiera.<br />

Il “Pozzo di Giacobbe”: un piccolo grappolo di sette incontri, in<br />

ognuno dei quali si rivive la pagina evangelica di Andrea che, dopo essere<br />

stato un giorno con Gesù, dice al fratello Simone “Abbiamo trovato<br />

il Messia” e lo conduce da lui. Così è andato man mano crescendo il numero<br />

dei partecipanti al “Pozzo”: sono loro, infatti, che fanno sentire ad<br />

altri il desiderio di farne esperienza.<br />

La rapidità con cui si riempie la sala; il godimento spirituale e la soddisfazione<br />

con cui si torna a casa; il bisogno di raccontare l’esperienza,<br />

di invitare amici e persone care a condividerla; la partecipazione profonda,<br />

sono solo alcuni segni visibili di ciò che Cristo Eucaristia e la Sua<br />

parola operano nelle coscienze, e che solo Lui conosce.<br />

Una testimonianza per tutte: un signore forte e robusto, al termine di<br />

una lectio, ha detto: “non riesco a stare in Chiesa molto tempo. Qui sto


due ore e mi sembrano cinque minuti. Se questo è un miracolo: è avvenuto!”.<br />

(Pubblicato in Avvenire - 1 maggio 2004)<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

1


1<br />

Messaggio augurale<br />

in occasione della Santa Pasqua<br />

…verso il Congresso Eucaristico Nazionale<br />

Messaggi<br />

“Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte…” (Lc 11, 5).<br />

Amico che dormi,<br />

nel silenzio della tua notte<br />

busso alla tua porta<br />

per chiederti il pane<br />

per l’ospite importuno.<br />

Svegliati, Amico,<br />

dammi il pane<br />

nella cena spezzato,<br />

sul legno consacrato,<br />

nel sepolcro profumato<br />

di divina fragranza.<br />

Esci, Amico risorto,<br />

offrimi il pane<br />

che con te mi risuscita<br />

perché vada felice<br />

ad accogliere il fratello.<br />

Apri la porta, Amico fedele,<br />

e allo spezzar del pane<br />

sarà subito giorno,<br />

giorno primo ed ultimo,<br />

annuncio del giorno eterno.<br />

Sorgi, Amico divino,<br />

sveglia i tuoi figli,<br />

imbandisci per loro<br />

l’essenziale mensa<br />

della gloria futura.


Quando tutti con Te<br />

siederemo uniti,<br />

splendore di verità<br />

e bellezza di grazia<br />

rinnoveranno il mondo.<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

Gesù nel sepolcro<br />

– è l’Amico che si è addormentato dopo aver spezzato e offerto se stesso<br />

nel cenacolo e sulla croce.<br />

L’Amico importuno<br />

– è l’uomo che non può né vivere, né amare senza l’Eucaristia.<br />

Il Pane<br />

– è l’Eucaristia con la quale Cristo risorto dà vita anche a me e mi rende<br />

capace di farmi dono e di accogliere l’altro;<br />

– è la Mensa di festa della Domenica, Giorno del Signore, Pasqua settimanale;<br />

– è fonte di Verità e di Grazia, per cancellare terrore e odio, violenza e<br />

morte, e per rinnovare il mondo nell’unità e nell’amore.<br />

* * *<br />

Messaggio di saluto<br />

in occasione della celebrazione di commiato<br />

della Congregazione del Preziosissimo Sangue<br />

dalla Comunità del Sacro Cuore in Santeramo in Colle<br />

Reverendissimo P. Provinciale,<br />

Carissimo Don Michele,<br />

Amati Parrocchiani del Sacro Cuore,<br />

un imprevisto, non programmato da me, e sopraggiunto dopo<br />

aver preso l’impegno di essere con voi in questa celebrazione di commiato<br />

della Congregazione del Preziosissimo Sangue da Santeramo e<br />

1


1<br />

di conclusione della cura pastorale della Comunità del S. Cuore, non mi<br />

permette, con mio grande e sincero rammarico, di essere presente.<br />

Ma non vorrei che l’impossibilità di essere fisicamente partecipe<br />

alla celebrazione avesse il sapore della distanza da parte mia, o della<br />

mancanza di attenzione verso l’Istituto del Preziosissimo Sangue e verso<br />

tutti i Religiosi che, negli anni che hanno avuto in cura la parrocchia,<br />

hanno dato con gioia il meglio <strong>delle</strong> loro energie.<br />

Pur rappresentato degnissimamente dal mio Vicario Generale,<br />

Don Vito Colonna, sento il bisogno di farvi giungere per iscritto un segno<br />

della mia presenza spirituale.<br />

Umanamente non gioisco della conclusione di questo rapporto<br />

della Congregazione con la nostra <strong>Diocesi</strong>; ma mi rendo conto <strong>delle</strong> gravi<br />

difficoltà in cui si vengono a trovare oggi tanti Istituti che non sono<br />

più in grado di tenere in vita opere e servizi moltiplicatisi nel tempo, e rispetto<br />

le decisioni dei Superiori che tentano di riordinare le loro attività.<br />

Ringrazio il Padre Provinciale per aver concesso a Don Michele<br />

Masi di rimanere a servizio della <strong>Diocesi</strong> a titolo personale pur restando<br />

membro dell’Istituto del Preziosissimo Sangue.<br />

Ringrazio tutta la Congregazione e tutti i Religiosi vivi e defunti<br />

mandati a Santeramo per tutto il bene, l’apostolato, le fatiche, il servizio,<br />

i sacrifici che hanno fatto nella Comunità del Sacro Cuore.<br />

Chiedo alla Comunità parrocchiale di unirsi nella preghiera e<br />

nella riconoscenza al ringraziamento del Vescovo e di intensificare la<br />

supplica e l’animazione vocazionale perché il Signore mandi santi e numerosi<br />

operai alla nostra Chiesa. Il Cuore di Cristo ci racchiuda tutti nel<br />

Suo amore.<br />

Vi benedico.<br />

<strong>Gravina</strong> in Puglia, 14 giugno 2004<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


* * *<br />

Messaggio<br />

ai fedeli di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

sulla Festa Patronale<br />

Dopo tutto quello che si è detto, gridato, rivendicato e minacciato<br />

circa le feste patronali, è giusto e doveroso ascoltare direttamente dal<br />

Vescovo una parola di verità che dia serenità alle persone di buona volontà.<br />

<strong>Acquaviva</strong>, città degna di rispetto<br />

Innanzitutto sento il bisogno e il dovere di prendere le difese di un’intera<br />

Città e <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, che<br />

non meritano di essere presentate alla pubblica opinione come ribelli e<br />

rudi nella fede, da un gruppetto di contestatori.<br />

In <strong>Acquaviva</strong> vi sono professionisti seri, uomini e donne di cultura,<br />

cristiani impegnati, famiglie educate nella fede, comunità parrocchiali in<br />

piena sintonia col cammino pastorale della <strong>Diocesi</strong>, Associazioni e singoli<br />

cittadini, anche di pensiero laico, che non si sentono e non vogliono<br />

essere rappresentati da quel gruppo che sta avendo un comportamento<br />

civilmente e cristianamente riprovevole, poiché contorce volutamente e<br />

strumentalizza la verità dei fatti.<br />

Sono sicuro che il silenzio della Città, <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali<br />

e dei cristiani adulti nella fede è una risposta eloquente e dignitosa a<br />

questa agitazione anti-ecclesiale assolutamente ingiustificata, costruita<br />

sulla falsità e sul rifiuto di capire e di accettare le ragioni di un cambiamento.<br />

Alziamo lo sguardo<br />

Fare strepito, cortei, manifestazioni di protesta, raccolta di firme,<br />

per contestare l’ora di una processione, nel terzo millennio, dopo quarant’anni<br />

dal rinnovamento promosso dal Concilio Vaticano II, in un<br />

tempo in cui la Chiesa sta facendo passi da gigante per ricucire l’unità di<br />

tutte le Chiese Cristiane e per mettere in dialogo tutte le Religioni, è segno<br />

di un provincialismo di infimo livello culturale che offende tutta la<br />

1


200<br />

<strong>Diocesi</strong> che con fatica e tanta buona volontà sta cercando di <strong>camminare</strong><br />

nella fedeltà al Concilio, al Magistero di Giovanni Paolo II e agli Orientamenti<br />

Pastorali della Chiesa Italiana.<br />

Basterebbe un minimo di attenzione al momento altamente drammatico<br />

che il mondo sta vivendo a causa del terrorismo feroce e disumano<br />

che tiene sotto scacco tutte le Nazioni, o all’impegno della Chiesa per<br />

farsi messaggera di pace dove c’è odio e guerra, o alla sua grande preoccupazione<br />

per individuare vie nuove di evangelizzazione <strong>delle</strong> nuove<br />

generazioni, per rendersi conto di quanto sia sproporzionato, fuori luogo,<br />

estemporaneo, senza senso, l’inutile chiasso di alcuni e il loro gratuito<br />

e offensivo attacco al Vescovo.<br />

Il Vescovo, segno di Cristo-Pastore<br />

Come uomo e cristiano posso pure permettere che mi si offenda; ma<br />

non posso tacere se si offende il Vescovo, come figura istituzionale, come<br />

segno della presenza di Cristo Pastore nella <strong>Diocesi</strong>, come garante<br />

dell’unità della Chiesa Locale e della comunione col Papa e con la Chiesa<br />

Universale, come Maestro e Guida della Fede e della Vita Cristiana<br />

del Popolo a lui affidato.<br />

Chi rinnega il Vescovo e si ribella alla sua autorità nelle cose che riguardano<br />

la fede, la morale, la vita cristiana, si ribella a Cristo, rinnega<br />

Cristo, si mette contro la Chiesa. E quando a comportarsi così sono i<br />

membri di un’Associazione o Confraternita, il Vescovo dovrebbe immediatamente<br />

scioglierla.<br />

Come si può pensare di onorare e venerare la Vergine offendendo Gesù<br />

Cristo e ribellandosi alla Chiesa? Una devozione a Maria che non<br />

porta ad essere cristiani fino in fondo, è molto discutibile.<br />

Forse è necessario ricordare che la vita della Chiesa non si regola<br />

con rivendicazioni sindacali, occupazioni di ambienti, manifestazioni<br />

di piazza, come si usa fare per contestare decreti legislativi o scelte di<br />

governo. Il servizio pastorale del Vescovo non deve rendere conto a nessuna<br />

ideologia o ingerenza di partito.<br />

Ragioni di un cambiamento<br />

Premesso questo, entro nel vivo del problema, non per fare polemica<br />

con quelli che hanno denigrato l’operato del Vescovo, ma per dare


chiarezza e dire la verità a quanti sono stati turbati e disorientati da personaggi<br />

che, pur di essere “contro” la Chiesa, strumentalizzano anche le<br />

devozioni e l’emotività del popolo.<br />

Il Vescovo è stato accusato da alcuni di distruggere le tradizioni e la<br />

fede di una comunità semplicemente perché ha sentito, come Vescovo,<br />

la responsabilità di dare dignità alla festa, di migliorarne la celebrazione,<br />

di fare essere presente l’immagine della Vergine in tutte le parrocchie e<br />

nelle zone nuove della città.<br />

<strong>Acquaviva</strong> non è più soltanto il centro storico, come 30-40 anni fa: è<br />

cresciuta, sono sorti nuovi quartieri e nuove parrocchie. Per questo motivo<br />

ho voluto che nella novena, ogni comunità parrocchiale accogliesse<br />

per un giorno la statua della Madonna. La partecipazione in massa che<br />

si registra ogni giorno e in ogni parrocchia è segno dell’alto gradimento,<br />

da parte del popolo, di questa innovazione.<br />

I parroci del centro storico possono decidere il percorso da seguire<br />

nel passaggio da una parrocchia all’altra. La processione del giorno della<br />

festa è indifferente che si faccia di mattina o di sera: importa che se<br />

ne faccia una sola e che percorra le strade principali della città e non<br />

soltanto le stradine del borgo antico. La processione fatta nelle ore serali<br />

permette una più larga e facile partecipazione <strong>delle</strong> famiglie.<br />

I fedeli che, durante la novena, si preparano alla festa partecipando<br />

all’incontro della Madonna nelle parrocchie; che, nel giorno della festa,<br />

partecipano alla Messa, si confessano e fanno la Comunione, certamente<br />

non danno nessuna importanza alla questione dell’ora della processione<br />

e soprattutto non osano sfidare il Vescovo contestandogli il diritto di regolare<br />

la vita liturgica dei cristiani affidati al suo ministero pastorale.<br />

Il Vescovo, custode della pietà popolare<br />

È vero che la pietà popolare è un valore da salvare: ma non è il Vescovo<br />

il primo responsabile e la persona competente per aggiornare,<br />

adeguare ai bisogni dei tempi, correggere, migliorare le manifestazioni<br />

della vita cristiana?<br />

Quelli che dicono di voler difendere la tradizione forse hanno un concetto<br />

non esatto di tradizione.<br />

La tradizione non è la recita che si ripete sempre con lo stesso copione<br />

del passato. La tradizione è la trasmissione di un valore vivo; è vivere oggi,<br />

con le esigenze di oggi, nelle condizioni di oggi, i valori del passato.<br />

201


202<br />

Oggi non si celebra la Messa come quarant’anni fa: nessuno afferma<br />

che è stata abolita la Messa! Si celebra anche di sera: prima non era così.<br />

Prima si celebrava la prima Messa alle cinque del mattino, ora non è<br />

così. Questo è soltanto un piccolo esempio di quanto la Chiesa sia attenta<br />

a rispondere nel migliore dei modi ai bisogni e alle condizioni di vita<br />

dei nuovi tempi.<br />

I contestatori hanno detto che la decisione è piovuta dall’alto senza<br />

preparare la comunità: non è vero! Forse questa impressione è di chi non<br />

frequenta la Messa, la Parrocchia, la vita della Chiesa, le indicazioni<br />

pastorali del Vescovo.<br />

“A Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio”<br />

A quanti hanno scritto e criticato, accusato e disapprovato, ai partiti<br />

che si sono appellati al Sindaco, è mio dovere fare <strong>delle</strong> precisazioni:<br />

– come il Vescovo rispetta l’autorità, i ruoli, l’attività, le delibere della<br />

Giunta e del Consiglio Comunale e non interferisce in questioni amministrative:<br />

così chiede di essere riconosciuto e rispettato nel suo<br />

compito di Maestro della Fede, di Guida e moderatore della vita cristiana<br />

e <strong>delle</strong> manifestazioni di fede.<br />

– Credo che quando in Consiglio Comunale si fanno interpellanze sulla<br />

vita liturgica della comunità cristiana, basterebbe rispondere che la<br />

questione è di competenza del Vescovo.<br />

– Penso che tutti siano d’accordo con me che né io personalmente né la<br />

Chiesa Locale possiamo prendere ordini da un partito.<br />

“Beati voi, quando diranno ogni sorta di male contro di voi”<br />

Da qualche parte si paventano minacce e reazioni, se il Vescovo non<br />

cambia decisioni: se per paura abbandonassi il gregge o facessi marcia<br />

indietro, sarei un mercenario, non un Pastore, e creerei il primo caso in<br />

Italia di un Vescovo che prende ordini dai comunisti italiani, e di una<br />

Chiesa soggetta a ingerenze partitiche.<br />

Una processione religiosa non è una violenta manifestazione no-global,<br />

ma un momento pubblico di fede: se qualcuno vuole onorare la Vergine<br />

offendendo o disturbando la processione, non ne sono responsabile.<br />

Sono Padre nella Fede del popolo affidatomi; devo fare ciò che è meglio<br />

per la crescita cristiana <strong>delle</strong> comunità: non posso prendere “lezioni


e ordini” da chi è poco o per nulla preparato nella fede o lontano dalla<br />

Chiesa. A tal proposito, non posso non disapprovare l’interferenza con<br />

una presenza ufficiosa e dichiarazioni alla stampa del Sindaco di Bari e<br />

del Presidente della Provincia.<br />

Il Vescovo non va in cerca di popolarità, né ha bisogno di consensi<br />

popolari. Contestazioni, incomprensioni, esperienze di solitudine, giudizi<br />

pesanti e cattivi sono un pane quotidiano che il Vescovo deve mangiare<br />

con amore se vuole essere fedele al suo ministero.<br />

Contestatori, osservate la vera devozione mariana degli Acquavivesi<br />

Sono certo che la risposta definitiva e incontestabile ai contestatori non<br />

la daranno le mie parole, ma la partecipazione plenaria, devota, di tutti gli<br />

Acquavivesi sia al pellegrinaggio di Maria di Costantinopoli nelle parrocchie,<br />

sia alle Messe e alla grande processione del giorno della festa.<br />

Ai contestatori dico che li amo ugualmente come figli e fratelli, che<br />

perdono le loro intemperanze, che prego per loro perché la Madonna<br />

illumini la loro mente e tocchi il loro cuore, perché si mettano nel giusto<br />

atteggiamento di fede e di obbedienza.<br />

Santa Maria di Costantinopoli, patrona di <strong>Acquaviva</strong>, ne sarebbe immensamente<br />

felice.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 2 settembre 2004<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

Messaggio<br />

ai Sacerdoti e ai fedeli di <strong>Altamura</strong><br />

in occasione della morte di<br />

Massimiliano Santoro<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

il tragico evento che il 14 ottobre 2004 ha stroncato la giovane esistenza<br />

di Massimiliano, ha gettato nella più profonda costernazione la<br />

famiglia, la Comunità Ecclesiale, il Seminario, i Giovani.<br />

203


204<br />

Nulla, assolutamente nulla, faceva prevedere il drammatico epilogo<br />

pensato e attuato nel vortice di una manciata di minuti.<br />

Davanti a questi cicloni improvvisi in serene giornate primaverili tutti<br />

si chiedono: “Perché?”. Domanda destinata a restare senza risposta,<br />

non perché chi dovrebbe darla non c’è più; ma perché questi gesti sono<br />

fuori di ogni logica e sfuggono a ogni capacità di resistenza.<br />

Sono attimi di inspiegabile irresponsabilità che nessuno psicologo<br />

potrà mai analizzare.<br />

Per questi motivi e per la speranza che ci viene dal Sangue di Cristo<br />

versato per noi e per la nostra salvezza, noi ci mettiamo con fiducia in<br />

preghiera per affidare Massimiliano alla Bontà misericordiosa del Padre<br />

Celeste e per chiedere forza e conforto per i suoi familiari e per tutti noi.<br />

Il Signore accolga il nostro dolore, le nostre lacrime e la nostra preghiera<br />

in suffragio di Massimiliano, dia a lui la pace dei giusti e a noi,<br />

l’obbedienza della fede e l’umiltà di accettare.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 15 ottobre 2004<br />

Carissimi giovani,<br />

* * *<br />

Lettera-Messaggio ai Giovani<br />

per la Giornata del Seminario<br />

8 dicembre 2004<br />

Solennità dell’Immacolata<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

la Solennità dell’Immacolata mi fa sentire un fortissimo bisogno di<br />

scrivervi perché<br />

• è una festa “giovane”: la protagonista, infatti, è una ragazza eccezionale,<br />

che profuma di purezza, splende di candore interiore, e che, nonostante<br />

la sua piccolezza, ha contribuito a capovolgere le sorti della<br />

storia.<br />

• In questo giorno la nostra <strong>Diocesi</strong> (cioè tutte le parrocchie di Alta-


mura, <strong>Gravina</strong>, <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Santeramo, Spinazzola e Poggiorsini)<br />

celebra la “Giornata del Seminario”: una giornata che invita<br />

tutti a volgere lo sguardo verso quei giovani che si incamminano<br />

sulle orme di Maria di Nazareth, per seguire Cristo e mettersi al Suo<br />

servizio nel ministero sacerdotale.<br />

“Chi salirà il monte del Signore?” (Sal 23)<br />

Sapete cos’è e dov’è il Seminario? Conoscete qualcuno dei seminaristi<br />

dei nostri paesi?<br />

In questi due mesi tutti, ne sono certo, avete sentito parlare di Massimiliano,<br />

un giovane ormai alle soglie del sacerdozio.<br />

Tutti siamo stati coinvolti nel dolorosissimo mistero della sua morte.<br />

Massimiliano era un giovane che desiderava ardentemente essere sacerdote;<br />

ma era segretamente tormentato dallo sconforto di sentirsi non<br />

adeguato a portarne il peso.<br />

Certo, nessuna creatura umana è degna di essere investita dalla grazia<br />

di partecipare al sacerdozio ministeriale di Cristo.<br />

Chi non tiene quotidianamente presente questa verità, corre il rischio<br />

di vivere superficialmente e in modo ambiguo le grandi responsabilità<br />

che il sacerdozio comporta.<br />

Quando si prende coscienza non solo della propria inadeguatezza, ma<br />

anche della incapacità a viverne gli impegni, è saggio e lodevole incamminarsi<br />

verso altri sentieri, lungo i quali si può e si deve ugualmente<br />

annunziare Cristo e testimoniare il Suo amore.<br />

Ora Massimiliano vede con chiarezza queste verità: preghiamo molto<br />

per lui, perché sono certo che il Signore ha letto nel suo cuore una<br />

sincera ricerca di luce, mentre la sua mente era nel buio.<br />

Foto di famiglia<br />

Credo che vi faccia piacere conoscere anche gli altri seminaristi, sapere<br />

quanti ne sono, a che punto sono del loro cammino. Uno di essi,<br />

Giuseppe Cifarelli, il cinque febbraio 2005, sarà ordinato sacerdote.<br />

Due, terminati gli studi, stanno trascorrendo un anno di esperienze pastorali,<br />

di perfezionamento e di preparazione spirituale agli Ordini Sacri.<br />

Sei di essi stanno formandosi e studiando teologia nel Pontificio Seminario<br />

Regionale di Molfetta.<br />

20


20<br />

Ventidue giovanissimi, mentre frequentano le scuole statali, vivono<br />

in comunità nel Seminario Diocesano di <strong>Gravina</strong>. Ad essi si aggiungono<br />

dodici ragazzi, il “Gruppo Samuel”, che frequentano settimanalmente<br />

il Seminario e vivono i momenti e le esperienze più importanti <strong>insieme</strong><br />

con la comunità interna.<br />

Ci sono anche giovani e ragazze desiderosi di fare chiarezza dentro di sé,<br />

di scoprire il senso della loro vita e il progetto di Dio su di loro, che si incontrano<br />

periodicamente con i Sacerdoti del Seminario: è il “Gruppo Se Vuoi”.<br />

Giovani come voi<br />

Questi giovani, vostri coetanei, lottano contro la superficialità e la<br />

tentazione di vivere da parassiti; hanno lo sguardo rivolto intorno, per<br />

sapere cosa fare per andare incontro ai bisogni degli altri.<br />

Hanno un cuore, come tutti voi, ma cercano di riempirlo ogni giorno<br />

di un amore grande per Cristo.<br />

Hanno un’anima e un corpo, come voi; ma la loro unica passione è<br />

poter dare a tutti i doni ricevuti da Dio.<br />

Anch’essi hanno bisogno di amici, ma vanno incontro agli altri, per<br />

<strong>camminare</strong> accanto a loro.<br />

Soffrono le vostre stesse inquietudini, desiderano, come voi, essere<br />

amati, e trovano la pienezza dell’amore e la quiete interiore nell’incontro<br />

con Cristo, nell’ascolto della Sua Voce, e in un serio impegno a servizio<br />

del prossimo.<br />

Se li cercate all’inizio e al termine di ogni giornata, li troverete in colloquio<br />

personale e comunitario col Signore.<br />

Dal giorno in cui hanno percepito che “Qualcuno” diceva loro “Vieni e<br />

seguimi”, si sono messi in cammino per conoscere sempre più chiaramente<br />

il progetto di Dio e stringere un’amicizia vera, profonda, leale con Cristo.<br />

La loro giornata, la settimana, i mesi sono scanditi da orari e calendari<br />

di impegni, ma non mancano loro il tempo libero, lo sport, le relazioni,<br />

gli interessi per l’arte, la cultura, il volontariato, il servizio, l’esercizio<br />

fisico, il riposo, gli affetti familiari.<br />

Giovani per voi<br />

Sono giovani come voi, ma consapevoli di essere stati chiamati, sin<br />

dal grembo materno, ad esistere per gli altri, ad appartenere agli altri, a


spendere l’esistenza per accogliere, per ascoltare e confortare, per consigliare,<br />

per formare i giovani, per prendersi cura <strong>delle</strong> famiglie, per interessarsi<br />

dei problemi sociali e morali del loro tempo, per annunciare<br />

a ogni uomo l’amore di Cristo Crocifisso, per aiutare ogni persona a<br />

raggiungere la salvezza.<br />

Non è meraviglioso tutto questo? Non trovate che è il modo più bello<br />

di spendere una vita, l’unica che abbiamo?<br />

Un modo diverso di essere giovani<br />

Carissimi giovani, non vi ho descritto personaggi di romanzi cavallereschi,<br />

né ho disegnato cartoni animati per nuovi super-men. Vi ho presentato<br />

dei giovani veri.<br />

Vi ho delineato un modo diverso di essere giovani, per farvi una<br />

proposta, per far nascere in voi degli interrogativi, per farvi sentire<br />

il bisogno di mettervi allo specchio, non per acconciarvi i capelli, ma<br />

per guardarvi dentro.<br />

Non meravigliatevi se in occasione della “Giornata del Seminario”<br />

mi sono rivolto particolarmente a voi.<br />

La “Giornata del Seminario” non serve solo e innanzitutto per chiedere<br />

qualche euro in più ai vostri genitori per le grandi necessità del<br />

Seminario.<br />

La “Giornata del Seminario” è una annuale “uscita” di Cristo per le<br />

strade <strong>delle</strong> nostre città, come faceva nei villaggi di Galilea, per dire,<br />

dovunque ci sono giovani, senza eufemismi e con autorevolezza: “seguitemi,<br />

vi farò pescatori di uomini” (Mt 4, 18).<br />

I Vangeli raccontano che Simon Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni,<br />

Matteo e tutti gli altri “all’istante, abbandonate le reti lo seguirono<br />

(Mt 4, 18); “Quello (Matteo), alzatosi, si mise a seguirlo” (Mt 9, 9).<br />

Qualcuno, incontrato per strada, pur essendo un “gran bravo ragazzo”,<br />

davanti alla proposta di Gesù che gli disse, dopo averlo fissato negli<br />

occhi: “ti manca una sola cosa. Và, vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri<br />

avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi” (Mc 10, 17), non ebbe<br />

il coraggio di rischiare: si allontanò per inabissarsi nella tristezza del rifiuto<br />

della proposta e nelle scorie <strong>delle</strong> molte ricchezze che possedeva.<br />

Credo che questo bravo giovane, desideroso di bene, ma indeciso e<br />

adagiato mollemente nel suo benessere, abbia molti seguaci anche ai<br />

giorni nostri: non vorrei che voi siate tra quelli sui quali nessuno può<br />

20


20<br />

contare o che passano nella storia lasciando solo lo sporco <strong>delle</strong> loro<br />

pedate, per poi perdersi nell’anonimato di quanti non hanno saputo dare<br />

un senso alla loro vita.<br />

Se questo discorso vi interessa e pensate che sarebbe da approfondire,<br />

parlatene con il sacerdote che conoscete, con gli educatori<br />

del Seminario, con i giovani seminaristi, col Vescovo stesso: da<br />

apparenti, banali circostanze si sono verificate decisive svolte nella<br />

vita dei “Grandi” e nella storia dell’umanità.<br />

Chissà se questa lettera era un appuntamento fissato dall’eternità da<br />

parte di Colui che vi ama e vuole che tutti gli uomini siano salvi!<br />

Io ve lo auguro con tutto il cuore e intanto vi invito a pregare ogni<br />

giorno così:<br />

Gesù, sacerdote, re e profeta,<br />

come un giorno passasti<br />

sulle rive del mar di Galilea,<br />

per chiamare i primi evangelizzatori<br />

del Regno, così passa oggi<br />

nei giardini e nei deserti<br />

<strong>delle</strong> nuove generazioni.<br />

Risveglia nei giovani<br />

la consapevolezza di dover<br />

preparare la nuova primavera della Chiesa.<br />

Il soffio vivificante del Tuo Spirito<br />

ravvivi in loro e porti a compimento<br />

aspirazioni e speranze,<br />

susciti vocazioni,<br />

metta in luce carismi,<br />

dia la forza di fare scelte<br />

coraggiose e definitive.<br />

Maria, madre del Sommo Sacerdote,<br />

Tabernacolo e sposa dello Spirito Santo,<br />

trascina col tuo esempio<br />

i giovani e le ragazze<br />

che il Padre chiama


a dire con gioia e generosità<br />

il loro “Eccomi” al Signore. Amen.<br />

Vi abbraccio con affetto di Padre.<br />

* * *<br />

Natale è…<br />

Messaggio di Natale<br />

alle Famiglie della <strong>Diocesi</strong><br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

È giusto chiedersi, dopo due millenni, cos’è Natale? Si!, perché è un<br />

mistero troppo grande da comprendere e da accogliere; e troppi sono,<br />

in ogni secolo, i segni che per il Bimbo di Betlemme c’è sempre meno<br />

posto nel mondo.<br />

Natale è la scoperta di sentirsi amati immensamente e incondizionatamente<br />

da Dio.<br />

È Dio che viene a “intrigarsi” di noi; che si riveste dei panni laceri<br />

della nostra umanità, perché noi, barboni dell’anima, potessimo non<br />

trovarci a disagio alla Sua presenza; perché non ci sentissimo umiliati,<br />

vedendolo seduto accanto a noi, sulla coperta di cartoni <strong>delle</strong> nostre miserie<br />

morali.<br />

…è Dio che si dona<br />

Colui che viene, non entra dal camino, cadendo su un “morbido” panettone,<br />

per portarci un regalo e scomparire: viene per farsi vedere e per<br />

restare con noi.<br />

Non porta doni, ma dona se stesso, perché è Lui il Dono del quale<br />

ogni uomo e donna di ogni tempo e latitudine hanno bisogno, per essere<br />

se stessi, per riallacciare i rapporti con Dio, per costruire una umanità<br />

non più deturpata dal sigillo del male.<br />

Questa è la sconcertante e inaudita verità del Natale: Dio che si fa<br />

uomo per dare all’uomo la dignità di essere e comportarsi come Dio.<br />

20


210<br />

Poiché questa Verità è uno dei due pilastri principali di tutta la fede cristiana,<br />

è giusto fare festa, essere nel gaudio, promuovere la gioia, abbellire<br />

case e città, riempire di luci variopinte il buio della notte, esprimere<br />

con i canti e con la gioia di stare <strong>insieme</strong>, l’eccezionale e immeritata<br />

grandezza del mistero che celebriamo.<br />

…è gioia o angoscia?<br />

Ma qui sorge spontanea e inevitabile una raffica di interrogativi: se<br />

questo è il senso e il contenuto del Natale, dov’è il festeggiato? Quali<br />

sono i segni della Sua venuta? Che significa fargli festa? È vera gioia<br />

quella che si vede in giro o che cerchiamo di creare con le nostre trovate<br />

consumistiche?<br />

Esistono davvero quelle famiglie scintillanti, dorate, felici, propinate<br />

dalla pubblicità, che sembrano uscite dalla bacchetta magica di una fatina,<br />

solo perché hanno mangiato una fetta di panettone o stappato una<br />

bottiglia di champagne? Forse dobbiamo chiederci se non abbiamo tramutato<br />

le feste di Natale in tempo di angoscia.<br />

È angoscioso l’acquisto dei regali, per il timore di non scegliere quelli<br />

giusti o di dimenticare qualcuno. È un’angoscia la spesa e la preparazione<br />

di pranzi e cenoni.<br />

È un’angoscia l’ansia dei commercianti che temono affari magri e<br />

merce in giacenza.<br />

È un’angoscia il rammarico di catechisti, preti ed educatori, che non<br />

riescono più a far capire che Natale non è il vecchietto vestito di rosso,<br />

ma il Figlio di Dio che si fa uomo, e che Gesù Bambino non è un cartone<br />

animato, né un personaggio di un fantasioso scrittore di favole.<br />

Natale è l’angoscia dei figli contesi in famiglie esplose e frantumate,<br />

ai quali non è concesso di partecipare alla Messa e di sedersi a tavola,<br />

avendo accanto papà e mamma <strong>insieme</strong>.<br />

…è il Bambino diventato un miliardo di bambini<br />

Allora, perché siamo felici e a chi facciamo festa?<br />

Noi cristiani stiamo svuotando il Natale; stiamo assistendo passivamente<br />

alla rapina dell’anima cristiana della Natività, riuscendo perfino<br />

ad essere egoisticamente e stranamente felici, mentre mali gravissimi<br />

affliggono il mondo.


Il Bimbo nella mangiatoia, oggi, è un terzo dell’intera umanità, che<br />

difficilmente supera l’età dell’infanzia, perché non ha alloggi, acqua,<br />

igiene, cure mediche, istruzione, cibo; è schiavo del lavoro forzato e del<br />

traffico di minori per l’industria del sesso, della vendita di organi, della<br />

guerriglia. È vittima della guerra e dell’AIDS.<br />

Quel bambino, oggi, è esposto come merce per l’erotismo informatico;<br />

subisce violenze oscene, è costretto a compiere, come documenta<br />

l’Unicef, atti agghiaccianti, da brivido.<br />

L’attacco alla scuola di Beslam è solo l’ultimo esempio tragico di<br />

come quel Bambino sia bersaglio facile del più spietato terrorismo; e il<br />

turismo sessuale è una <strong>delle</strong> moderne e diaboliche invenzioni di uomini<br />

senza scrupoli e organizzazioni malavitose, per rapire l’innocenza ai<br />

bambini e al mondo la speranza in un domani migliore.<br />

“Tutto ciò che avete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avrete<br />

fatto a me”, dice Gesù (Mt 25, 45).<br />

Se qualcuno pensa che questi crimini non ci toccano, non ci appartengono<br />

o non possiamo fare nulla per impedirli, è in errore.<br />

…è umanità libera<br />

In casa nostra le cose non vanno meglio.<br />

A questo Bambino in embrione vogliamo togliere il diritto di essere<br />

“persona”. Se non ha compiuto 24 settimane lo possiamo anche eliminare.<br />

Ora ci stiamo adoperando per manipolarlo a nostro piacimento o<br />

per servirci <strong>delle</strong> sue cellule per i pezzi di ricambio di chi ha la fortuna di<br />

essere uscito prima dal grembo materno.<br />

E mentre in Iraq e in altri Paesi dove non c’è libertà religiosa, le chiese<br />

e i cristiani subiscono attentati terroristici e umilianti discriminazioni,<br />

da noi c’è chi, mosso da discutibili motivazioni culturali, o per un’incomprensibile<br />

rispetto della diversità, ma molto più probabilmente per<br />

ignoranza religiosa o per pregiudizi ideologici, vuole eliminare il presepe,<br />

i segni cristiani, e il nome stesso di Gesù.<br />

…è il mio incontro con Gesù<br />

Queste fitte e gelide nebbie, tuttavia, non devono farci dimenticare<br />

che sotto la fosca coltre di tanti mali, sull’arido tronco di Iesse germoglia<br />

ancora tutto il bene che, sempre, ma particolarmente nei giorni di<br />

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212<br />

Natale, fiorisce. C’è un’assetata, forse inconscia, ricerca di Dio. Nel più<br />

profondo del cuore di ogni uomo e di ogni credo religioso c’è una inconfessata<br />

attesa di salvezza, l’inquietudine per una liberazione che tarda a<br />

venire, la speranza in un non meglio identificato nuovo ordine di cose,<br />

un bisogno segreto di aiuto dall’alto, l’aspirazione verso un mondo di<br />

giustizia e di pace. Tutti, anche quelli che non lo sanno o che vivono<br />

male e fanno il male, attendono uno sconosciuto salvatore. I cristiani<br />

che sentono il bisogno di prepararsi spiritualmente a celebrare con il più<br />

pieno coinvolgimento il grandioso mistero dell’Incarnazione del Figlio<br />

di Dio, devono suscitare nei cuori una struggente nostalgia di Dio.<br />

Egli vuole che tutti gli uomini lo conoscano e nessuno resti fuori dalla<br />

salvezza a causa del peccato: per questo Egli si è fatto crocifiggere, è<br />

risorto, ha mandato il Suo Spirito, ha fondato la Chiesa.<br />

L’impresa è ardua, ma non impossibile: basta che ognuno dica a se<br />

stesso: comincio io. Natale è il mio personale incontro con Gesù, che,<br />

unito a quello degli altri, diventa luce del mondo.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 19 dicembre 2004, IV Domenica di Avvento<br />

Messaggio augurale<br />

in occasione del Santo Natale 2004<br />

Anno Eucaristico<br />

“Andiamo fino a Betlemme<br />

a vedere quello che è accaduto<br />

e che il Signore ci ha fatto sapere”<br />

(Lc 2, 15).<br />

In Betlemme, “Casa del Pane”,<br />

Tu, Verbo Eterno, hai preso Carne;<br />

sul Sion, Tuo “Santo Monte”,<br />

hai fatto del pane la Tua Carne,<br />

perché, nel tempo,<br />

i Tabernacoli fossero “Betlemme”,<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


ogni Altare, il “Banchetto” promesso,<br />

ogni Mensa, “culla” e “sepolcro”<br />

di Amore senza fine.<br />

Nella Grotta e sulla Mensa<br />

sei presente, ma non ti vedo,<br />

perché l’universo immenso<br />

non ti può abbracciare.<br />

Parli, ma non sento la Tua Voce,<br />

perché nessun suono può tradurre<br />

la Tua ineffabile Sapienza.<br />

Mi guardi, ma non mi mostri il Tuo Volto,<br />

perché non v’è bellezza<br />

che possa esprimerti.<br />

Ti comunichi a me,<br />

ma la Tua Divina Carezza<br />

non sfiora il mio viso,<br />

perché non muoia di felicità.<br />

Unito al Tuo Sacrificio,<br />

ti sento nel silenzio,<br />

ti incontro nell’assenza,<br />

ti vedo nei Segni,<br />

mi sei accanto nella solitudine,<br />

mi rendi fratello universale.<br />

Ricevendoti,<br />

sei con me sulla Croce,<br />

sei mia forza nelle prove,<br />

sei mia luce nel buio,<br />

sei mia pace nel pianto del cuore,<br />

sei mio compagno nel cammino,<br />

sei mia sazietà nel deserto vuoto,<br />

sei mio Dio e mia Salvezza<br />

nel tempo e nell’eternità.<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

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214<br />

Omelia<br />

per la Messa Crismale<br />

Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />

7 aprile 2004<br />

Fratelli carissimi,<br />

Sacerdoti, Diaconi, Ministri Istituiti,<br />

Popolo di Dio qui radunato,<br />

Omelie<br />

Is 61, 1-3.6.8-9<br />

Sal 88<br />

Ap 1, 5-8<br />

Lc 4, 16-21<br />

la Messa del Crisma ci immerge nel mistero grande rivelato e celebrato<br />

da Cristo quando partecipò il proprio sacerdozio unico ed universale<br />

agli Apostoli, per renderli, a loro volta, dispensatori dei divini misteri,<br />

per affidare loro il ministero della riconciliazione e mandarli come suoi<br />

ambasciatori.<br />

Il dono<br />

Il dono del carattere e della missione sacerdotale trovò i Dodici impreparati<br />

a comprendere il mistero, ignari dell’ora che stavano vivendo,<br />

distratti da interessi antagonistici, divisi tra loro da sospetti e rivalità.<br />

Cristo non si lasciò condizionare da tanta grettezza: spezzò se stesso<br />

nel segno del pane e del vino, pregò intensamente per loro, si inginocchiò<br />

davanti a ciascuno, Egli il maestro e il Signore, aprì il proprio cuore<br />

in un lungo testamento di amore.<br />

In ognuno di questi gesti c’era un bisogno primordiale: fondere i Dodici<br />

nell’unità; far nascere il loro sacerdozio nell’unità del sacramento<br />

dell’Ordine e dell’Eucaristia, nell’unità del mandato dell’amore e del<br />

servizio. Purtroppo, usciti dal cenacolo, essi si dispersero: avevano ricevuto<br />

il dono, ma non ne avevano ancora preso coscienza.


Il memoriale<br />

Non condanniamo Pietro, Tommaso, Filippo che non capirono, né il<br />

gruppo che si dileguò. Chiediamoci, piuttosto, se per caso noi restiamo<br />

freddi ed insensibili celebrando oggi il memoriale di quei gesti e di quelle<br />

parole di Gesù.<br />

Riconosciamo umilmente, davanti al Signore e alla Chiesa, di avere<br />

bisogno di comprendere il mistero dell’unità, di convertirci all’unità;<br />

rinnoviamo, con ferma e convinta volontà, alla presenza di questa raccolta<br />

assemblea, l’impegno di essere ricercatori e costruttori di unità.<br />

È questione di coerenza di fede. La nostra esigenza di unità, infatti,<br />

affonda le radici nell’unità <strong>delle</strong> tre Persone Divine.<br />

L’unità della Trinità<br />

Il Padre che ci ha creati, il Figlio che ci ha redenti respirano unità nella<br />

comunione dello Spirito che ci santifica: “Io e il Padre siamo una cosa<br />

sola” (Gv 8, 14); “Il Padre è in me, e io nel Padre” (Gv 10, 38); “Chi<br />

vede me, vede colui che mi ha mandato” (Gv 12, 45).<br />

Dalla perfetta unità <strong>delle</strong> tre Persone Divine scaturisce la perfetta comunione<br />

di volontà del Cristo col Padre: “Io non posso far nulla da me<br />

stesso… perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi<br />

ha mandato” (Gv 5, 30); “Io non sono venuto da me… vengo da lui ed<br />

egli mi ha mandato” (Gv 7, 28-29).<br />

Nati nell’unità della Trinità<br />

In questo abisso infinito ed eterno di unità siamo nati come figli di Dio,<br />

come Diaconi, Presbiteri, Vescovi; da questa fonte inesauribile e sempre<br />

nuova di unità è scaturita la Chiesa. A queste acque, come alberi piantati<br />

lungo il fiume, siamo chiamati a dissetarci per dare frutti di unità.<br />

È questo il disegno del Padre; è questa la volontà del Cristo: “Io sono<br />

nel Padre e voi in me e io in voi” (Gv 14, 20); “Chi rimane in me e io in<br />

lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 5);<br />

“Siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti<br />

nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato” (Gv 18, 22-23).<br />

A Pentecoste, il dono dello Spirito Santo ha costituito la Chiesa, sin<br />

dal suo nascere, nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; per<br />

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21<br />

questo Paolo può dire ai Corinzi: “Ora voi siete corpo di Cristo e sue<br />

membra, ciascuno in particolare” (1Cor 12, 27), e ai Galati: “Tutti voi<br />

siete una sola persona in Cristo Gesù”.<br />

Unità come impegno<br />

L’unità, non è solo dono; è anche responsabilità e impegno. La Chiesa,<br />

sin dalle origini, ha cercato, non senza momenti di infedeltà, di non perdere<br />

la prima <strong>delle</strong> sue quattro note che la caratterizzano: l’unità, perché<br />

senza di essa non potrebbe essere nemmeno santa, cattolica, apostolica.<br />

Lo stesso Paolo è costretto a richiamare i Corinzi: “Ora vi esorto, o<br />

fratelli, per il nome del Signore Nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi<br />

nel parlare, che non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetto<br />

accordo nella mente e nel pensiero” (1Cor 1, 10); e ai Cristiani di Efeso:<br />

“Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e Padre<br />

di tutti, che è sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti e dimora in tutti” (Ef<br />

4, 5-6).<br />

Il segno dell’unità<br />

L’unità della Chiesa Universale è radice e frutto della comunione <strong>delle</strong><br />

Chiese Particolari; e queste, per essere unite nel loro interno, non possono<br />

fare a meno dell’unità dei Presbiteri col Vescovo e tra di loro.<br />

Il Direttorio per il ministero dei Vescovi (pubblicato dopo l’esortazione<br />

apostolica “Pastores gregis”), al n. 8 dice: “Il Vescovo, visibile principio<br />

di unità nella sua Chiesa, è chiamato a edificare incessantemente<br />

la Chiesa Particolare nella comunione di tutti i suoi membri”.<br />

L’esortazione apostolica “Pastores gregis” ribadisce quanto il Concilio<br />

e il Magistero pontificio hanno insegnato circa il dovere del Vescovo<br />

di promuovere l’unità e di stare vicino a tutti i sacerdoti, specialmente ai<br />

giovani, ai sacerdoti che iniziano un nuovo ministero e ai sacerdoti che<br />

lasciano uffici per motivi di età.<br />

Compito delicato e arduo che non può ricadere solo sulle spalle del<br />

Vescovo. Egli, infatti, non è un dio sceso dall’Olimpo, ma un fratello<br />

che, per quanto animato da sentimenti di paternità e di tenerezza, è pur<br />

sempre un uomo rivestito di debolezza; una debolezza tanto più evidente<br />

quanto più gravi sono i pesi <strong>delle</strong> sue responsabilità e numerosi i doveri<br />

che deve compiere.


Rendersi disponibili a ogni spinta verso la comunione e l’incontro è<br />

dovere di tutti, che scaturisce dalla grazia dell’ordinazione e dalla grave<br />

responsabilità, che come pastori abbiamo, di dare testimonianza costante,<br />

fattiva, credibile di unità.<br />

Lasciare solo al Vescovo il compito di farsi prossimo e di andare incontro,<br />

è uno sforzo inutile quando dall’altra parte si ha interesse a mantenersi<br />

a distanza.<br />

Il nostro Presbiterio, in genere, mostra buona disponibilità e fattiva<br />

sensibilità quando è chiamato a dare segni di comunione pastorale e di<br />

unità di intenti. Ma non possiamo non confessare la tentazione alla quale<br />

spesso, purtroppo, si cede di attribuire al Vescovo o ai Confratelli la colpa<br />

<strong>delle</strong> divisioni, <strong>delle</strong> distanze, <strong>delle</strong> conseguenze degli scollamenti,<br />

anche quando la coscienza ci dice che siamo anche noi a non volere essere<br />

scomodati dalle posizioni acquisite.<br />

Tirare i remi in barca, è contro l’unità; ritirarsi a vita privata, è contro<br />

l’unità; non partecipare alla vita diocesana, è contro l’unità; mettersi in atteggiamento<br />

critico, per giustificare il proprio assenteismo, è contro l’unità.<br />

Nessuno si dispiaccia se il Vescovo fa queste considerazioni alla presenza<br />

del popolo di Dio, perché, se si prendono questi atteggiamenti, i<br />

fedeli ne sono i primi testimoni, perché ne subiscono le conseguenze.<br />

Credere nell’unità<br />

Chi non crede nell’unità, non crede in Cristo; chi pensa che è impossibile<br />

<strong>camminare</strong> verso l’unità, non ha speranza in Cristo e nelle sue<br />

promesse.<br />

Non credere nell’unità è mancanza di fede, come non credere nella<br />

presenza reale del Cristo nelle specie Eucaristiche; ostacolare o non favorire<br />

l’unità è profanazione del Corpo di Cristo che è la Chiesa; infatti<br />

l’apostolo ricorda ai cristiani di Corinto che, se infrangono l’unità e si<br />

accostano all’Eucaristia, si comunicano indegnamente e mangiano la<br />

propria condanna.<br />

Per essere divisi non è necessario provare rancore o odiarsi o vendicarsi:<br />

basta ignorare, disistimare il fratello e comportarsi come se egli<br />

non esistesse; si è divisi anche andandosene per vie proprie, senza lasciarsi<br />

guidare dal Progetto Pastorale Diocesano. Purtroppo, dopo 20<br />

anni dal nuovo Codice, la parrocchia, pur essendo, anche nel XXI secolo,<br />

la forma più valida di organizzazione della vita ecclesiale, fa fatica a<br />

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21<br />

svestirsi dell’abito che la identificava come “beneficio”, per indossare<br />

la veste della missionarietà e del servizio, l’apertura della interparrocchialità.<br />

Credo che sia questo uno dei più grossi ostacoli che il cammino<br />

verso l’unità pastorale incontra in tutte le <strong>Diocesi</strong>: la parrocchia vista come<br />

proprietà del parroco, e non come stazione missionaria in cui opera<br />

per qualche tempo, in comunione con gli altri Presbiteri, un inviato del<br />

Vescovo Diocesano.<br />

Pastori per l’unità<br />

Come inviati da Cristo a condurre il Popolo alla salvezza, non possiamo<br />

non essere assertori e costruttori di unità.<br />

A condurre il gregge non da mercenari, ma con animo di pastori, siamo<br />

chiamati tutti, ma uno solo è il Pastore Grande <strong>delle</strong> pecore.<br />

I luoghi dove il gregge è guidato al pascolo sono le singole comunità<br />

parrocchiali; ma uno solo è l’Ovile, una sola la Voce, una sola la Porta:<br />

Cristo nel segno visibile del Vescovo.<br />

Una Chiesa Locale unita, un Presbiterio in piena comunione pastorale<br />

riescono a sentire meglio gli appelli che vengono dal popolo, riescono a<br />

dare risposte concrete ed efficaci ai grandi mali che affliggono la società:<br />

l’ateismo pratico, lo smarrimento etico, la frantumazione della famiglia, lo<br />

sbandamento giovanile, l’immigrazione , la disoccupazione, la povertà.<br />

Davanti a problemi di fede, di morale, di situazioni sociali così gravi;<br />

quando è in gioco il Regno di Dio e la salvezza <strong>delle</strong> anime, non c’è posto<br />

per individualismi, pregiudizi, riserve, chiusure, isolamenti; è un grave<br />

peccato non mettere <strong>insieme</strong> tutte le forze per rendere efficace, incisiva,<br />

unitaria e organica l’azione pastorale di tutta la Chiesa Locale; è urgente<br />

e primario formare i laici, specialmente quelli che chiamiamo alla partecipazione<br />

responsabile all’apostolato, perché acquisiscano un forte senso<br />

di comunione, si sentano apostoli di una Chiesa che parla tutte le lingue,<br />

che ha piantato i pioli della sua tenda ai confini del mondo. Che senso ha<br />

fare gemellaggi e non dialogare con la parrocchia accanto?<br />

Unità e diversità<br />

Chi ha paura dell’unità, ne ha un concetto sbagliato. L’unità non è<br />

negazione <strong>delle</strong> singole identità, non è rifiuto della diversità, non è privazione<br />

di libertà o di iniziativa.


Al contrario: non c’è unità senza diversità. Senza l’unità armonica e<br />

ordinata di tutto ciò che ha una sua specifica identità, non emerge la diversità<br />

<strong>delle</strong> singole parti. La diversità è la ricchezza dell’unità.<br />

La bellezza di una Cattedrale è data dall’unità e dalla diversità di tutti<br />

gli elementi architettonici che la compongono. Un capitello, per quanto<br />

artistico, se resta solo, è buono soltanto per un museo o per un deposito.<br />

Il privilegio dell’unità<br />

A che cosa paragoneremo l’unità? A un <strong>insieme</strong> di fili che, diventati<br />

cavo, permettono l’attracco della nave in porto, sostengono le cabine di<br />

una funivia, danno alle gru la capacità di sollevare tonnellate.<br />

Insieme si acquistano forze e si raggiungono risultati che da soli è impossibile<br />

ottenere. Questa forza di coesione è frutto di un’Eucaristia ricevuta<br />

e assimilata. Quando l’incontro con Cristo Eucaristia è autentico,<br />

il cuore e le mani del pastore si riempiono di frutti di unità, di comunione<br />

fraterna, di carità in tutte le stagioni della vita.<br />

Che cos’è l’unità<br />

Lo spirito di unità del presbitero non è un semplice “essere d’accordo”<br />

su qualche iniziativa; ma ricerca di comunione di fede e di amore<br />

a Cristo, zelo condiviso per la salvezza <strong>delle</strong> anime, testimonianza comunitaria<br />

di essere un solo cuore e una sola anima, partecipazione all’ansia<br />

del Cristo per la sua “ora”: l’ora della gloria del Padre, l’ora del<br />

dono di sé, l’ora della salvezza, della riunione nell’unico ovile di tutto<br />

il gregge.<br />

Unità: dall’io al noi<br />

L’unità è il passaggio dall’“io” al “noi”. L’“io” è pienamente se stesso<br />

quando si apre incondizionatamente al “noi”. Chi non sa parlare al plurale,<br />

non conosce il linguaggio del Vangelo e della Chiesa; è una persona<br />

senza rapporti sociali, un cristiano senza parrocchia, un religioso senza<br />

comunità, un presbitero senza Chiesa Locale; un membro senza corpo,<br />

un ramo senza albero.<br />

Il linguaggio del “noi” è difficile da imparare, ma indispensabile per<br />

comunicare come uomini, come figli di Dio e, ancor più, come pastori.<br />

21


220<br />

Presbiterio e unità<br />

L’unità è l’altra faccia dell’universalità. Senza unità non ci può essere<br />

nemmeno universalità, perché prima di andare “verso”, bisogna essere<br />

“uni”. Non c’è movimento di missione, se non c’è cammino di comunione.<br />

Senza unità interna, l’ecumenismo non ha senso, non ha forza, né<br />

slancio; non ha fondamento il dialogo con le religioni, non si ha nulla da<br />

annunciare al mondo, perché l’evangelizzazione, senza la testimonianza<br />

dell’unità, è propaganda e ritualismo.<br />

In un discorso ai Vescovi eletti di recente, Giovanni Paolo II ha detto:<br />

“Il gesto del sacerdote che pone le proprie mani nelle mani del Vescovo,<br />

nel giorno dell’ordinazione presbiterale, professandogli filiale rispetto<br />

e obbedienza, a prima vista può sembrare un gesto a senso unico. Il gesto<br />

in realtà impegna entrambi: il Sacerdote e il Vescovo. Il giovane Presbitero<br />

sceglie di affidarsi al Vescovo e, da parte sua, il Vescovo s’impegna<br />

a custodire queste mani”. (Giovanni Paolo II, Ai Vescovi eletti di<br />

recente, 23.09.2002).<br />

Cari fratelli nel sacerdozio, bisogna che quelle mani si ritrovino ogni<br />

giorno e si stringano sempre più, anche quando per l’avanzata età si lascia<br />

l’effettiva guida pastorale di una comunità o un incarico di diretta<br />

responsabilità (cfr. Pastores gregis n. 47).<br />

Ce lo chiede Cristo, che ci ha costituito nell’unità; ne hanno bisogno<br />

gli Operatori Pastorali, che non devono sentirsi contesi da una parte ed<br />

estranei all’altra; ne ha diritto il Popolo di Dio di ogni comunità, che<br />

vuol sentirsi parte viva della Chiesa Locale e in dialogo con le altre parrocchie;<br />

lo chiedono le Associazioni, i Gruppi, i Movimenti, per essere<br />

aiutati a respirare ecclesialità e comunione diocesana; è un dovere che<br />

abbiamo verso chi non si riconosce nella Chiesa e ha bisogno di segni<br />

per credere.<br />

Nella benedizione dell’olio per il Crisma, chiederemo al Signore che<br />

si compia in noi il disegno del Suo amore e la nostra vita integra e pura<br />

sia in tutto conforme alla grande dignità che ci riveste come re, sacerdoti<br />

e profeti.<br />

La Vergine Santissima, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli,<br />

ci aiuti a vivere particolarmente in questo senso la rinnovazione <strong>delle</strong><br />

promesse sacerdotali e a dare questo segno alla nostra personale partecipazione<br />

alla Pasqua che stiamo per celebrare.


* * *<br />

Omelia<br />

per la Celebrazione diocesana<br />

del Corpus Domini<br />

<strong>Gravina</strong> in Puglia<br />

10 giugno 2004<br />

Gn 14, 18-20<br />

Sal 109<br />

1Cor 11, 23-26<br />

Lc 9, 11-17<br />

“Egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li<br />

benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla<br />

folla. Tutti mangiarono e si saziarono e <strong>delle</strong> parti avanzate furono portate<br />

via dodici ceste” (Lc 9, 16-17).<br />

Gesù benedisse i pani, li spezzò, li consegnò ai discepoli.<br />

Tutti ne mangiarono, si saziarono: ne avanzarono 12 ceste.<br />

Nessuno comprese il valore simbolico del gesto, né il messaggio in<br />

esso contenuto; infatti, Gesù osserverà con rammarico che, invece di<br />

capire il segno, volevano farlo re perché lui li aveva sfamati.<br />

Quando nel cenacolo il gesto di benedire e dello spezzare il pane, non<br />

avrà più valore di simbolo, ma sarà vero e reale dono del Suo Corpo e del<br />

Suo Sangue, la comprensione dei discepoli distratti e litigiosi non sarà<br />

migliore di quella della folla.<br />

Anche nella Comunità cristiana di Corinto, dove era abituale la celebrazione<br />

della Frazione del Pane, si verificavano inconvenienti e abusi<br />

che denotavano mancanza di rispetto verso il Corpo e il Sangue del Signore,<br />

ed erano segno di una fede eucaristica talmente fragile, da non<br />

incidere sul comportamento dei singoli e della Comunità.<br />

Paolo, responsabile dell’ortodossia e della fedeltà dei Corinzi, sente<br />

il bisogno di fare, riguardo all’Eucaristia, quelle puntualizzazioni che<br />

abbiamo ascoltate nella seconda lettura.<br />

Oggi, non meno di ieri, la Chiesa guarda con attenzione al mistero<br />

che Cristo ha messo nelle sue mani e, poiché i fedeli hanno il diritto di<br />

221


222<br />

esigere “che si celebri per essi in modo integro il sacrificio della Santa<br />

Messa, in piena conformità con la Dottrina del Magistero” (RS, 12),<br />

essa è sollecita a correggere attuazioni arbitrarie della liturgia che deformano<br />

le celebrazioni e provocano insicurezza dottrinale.<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II, dopo averci dato una lezione di<br />

altissimo magistero sull’Eucaristia con una Enciclica, ha voluto che la<br />

Curia Romana, con una Istruzione, ribadisse punti da osservare e abusi<br />

da evitare nei confronti della SS. Eucaristia.<br />

Non è questo il momento di approfondire l’Istruzione, ma non posso<br />

non fare eco all’appello del Santo Padre, per chiedere che se ne faccia<br />

oggetto di attento studio da parte dei sacerdoti, e di catechesi ed evangelizzazione<br />

per i fedeli laici.<br />

In questa celebrazione voglio condividere con voi alcune riflessioni<br />

sulla seconda lettura, stimolate dall’Enciclica e dall’Istruzione sull’Eucaristia.<br />

1. L’Eucaristia non è proprietà privata (EE, 52)<br />

L’Apostolo Paolo, parlando dell’Eucaristia ai Cristiani di Corinto,<br />

può dire: “Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso”.<br />

¸ Cioè: vi ho dato fedelmente quello che mi è stato consegnato; non ho<br />

tolto né aggiunto nulla; non ho manipolato la grandezza, la profondità<br />

del gesto eucaristico fatto da Gesù.<br />

¸ Ma vi ho dato anche quello che io ricevo celebrando l’Eucaristia: il<br />

mio spezzarmi, il mio donarmi, il mio farmi tutto a tutti, la mia sollecitudine<br />

per tutte le Chiese è frutto dell’Eucaristia che celebro.<br />

Sacerdoti, diaconi, catechisti, ministri istituiti, ministranti, coristi,<br />

tutti dobbiamo poter dire con Paolo: “nella fedeltà e in modo vivo vi trasmetto<br />

ciò che ho ricevuto”.<br />

“La liturgia, scrive il Papa nell’Enciclica, non è mai proprietà privata<br />

di qualcuno, né del celebrante né della comunità nella quale si celebrano<br />

i misteri”. “Le norme liturgiche siano osservate con grande fedeltà”,<br />

perché “sono un’espressione concreta dell’autentica ecclesialità<br />

dell’Eucaristia” (EE, 52).<br />

La celebrazione eucaristica è il momento privilegiato in cui la Chiesa<br />

confessa la sua fede; è il centro della vita ecclesiale, “è quanto di più<br />

prezioso la Chiesa possa avere nel suo cammino nella storia” (EE, 9);


“unisce il cielo e la terra, comprende e pervade tutto il creato” (EE, 8)<br />

…non la si può manipolare, né maltrattare.<br />

Se l’Eucaristia è celebrata bene, i credenti che vi partecipano fanno<br />

l’esperienza dei discepoli di Emmaus: riconoscono il Risorto presente<br />

nello spezzare il pane.<br />

La fedeltà alle norme, quindi, non è un’arida osservanza di rubriche:<br />

“Il sacerdote che celebra fedelmente la Messa secondo le norme liturgiche<br />

e la comunità che a questa si conforma dimostrano, in modo silenzioso<br />

ma eloquente, il loro amore per la Chiesa” (EE, 52).<br />

Purtroppo, abusi se ne commettono molti nei confronti della liturgia.<br />

“La causa di questi abusi, ha scritto Rinaldo Falsini, deriva dalla mancata<br />

formazione liturgica dei sacerdoti e dall’ignoranza della stessa introduzione<br />

generale del messale” (Vita Pastorale, n. 6/2004).<br />

2. I tradimenti nelle celebrazioni liturgiche<br />

“Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese il pane”.<br />

Paolo, con questa annotazione temporale, vuol mettere in maggiore<br />

risalto l’assoluta gratuità del dono e la sproporzione dell’amore di Cristo<br />

a confronto con la meschinità dei discepoli.<br />

Purtroppo, quel contesto di tradimento fatto di venalità, di viltà, di<br />

paura, di rinnegamento, di fuga, di abbandono dei discepoli, oggi sembra<br />

che lo abbiamo istituzionalizzato, come se non potessimo celebrare<br />

l’Eucaristia senza tradirla.<br />

a) C’è il tradimento di quanti si comunicano stando abitualmente in peccato<br />

e rifiutando di riconciliarsi con Dio per mezzo del sacramento<br />

della penitenza;<br />

b) c’è il tradimento di quanti sono assidui frequentatori dell’altare e della<br />

mensa eucaristica e altrettanto seminatori di divisione, assertori di<br />

antiecclesialità, sordi verso ogni proposta di comunione e di unità;<br />

c) c’è il tradimento di tutti gli abusi, spesso fatti in buona fede e con pie<br />

intenzioni.<br />

Nell’Istruzione della Congregazione per il Culto Divino si afferma che:<br />

ƒ un modo arbitrario di celebrare rivela conoscenza superficiale o ignoranza<br />

<strong>delle</strong> norme e disorienta dottrinalmente il popolo di Dio.<br />

ƒ Il mistero che ci è stato affidato è troppo grande per permetterci di<br />

manipolarlo.<br />

223


224<br />

ƒ Non si possono motivare gli abusi in nome dell’adattamento pastorale,<br />

perché si ritiene rigida la norma.<br />

ƒ Non è possibile fare della liturgia il luogo neutro di sperimentazioni e<br />

scelte personali.<br />

ƒ Gli abusi, che “non di rado si radicano in un falso concetto di libertà”<br />

(n. 7):<br />

F alcuni minacciano di rendere il sacramento invalido;<br />

F altri sono segno di mancanza di fede nell’Eucaristia;<br />

F altri tendono a dissacrare l’Eucaristia.<br />

ƒ Per porre un argine, è “necessario incrementare la vita liturgica all’interno<br />

<strong>delle</strong> nostre comunità, attraverso una formazione adeguata<br />

dei ministri e di tutti i fedeli, in vista di quella piena, consapevole e<br />

attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche che è auspicata dal<br />

Concilio” (Spiritus et Sponsa, 7).<br />

Per rimettere al centro della vita della Chiesa l’Eucaristia, e farla<br />

essere sorgente di comunione e fermento di missione, dobbiamo impegnarci<br />

su diversi fronti:<br />

A) Riportare la famiglia a vivere il Giorno del Signore, aiutandola, con<br />

celebrazioni vive, a scoprire tutta l’importanza, la bellezza e la necessità<br />

della partecipazione comunitaria alla Messa.<br />

B) Non stancarci mai di fare catechesi e istruzioni continue e concrete<br />

sul significato dei simboli e dei riti e sul modo come essere attivamente<br />

presenti e partecipi ai vari momenti della celebrazione eucaristica.<br />

C) Rivedere con occhi nuovi il modo come si celebra, l’ambiente in cui<br />

si celebra, la suppellettile di cui ci si serve: dal calice alle pissidi,<br />

dalle ampolline ai turiboli, dalle tovaglie di altare ai lini sacri, dai<br />

paramenti ai messali, dai lezionari ai candelieri; dall’amplificazione<br />

alla illuminazione, dai canti alle letture, dai comportamenti e dagli<br />

abiti dei ministranti al coinvolgimento dell’assemblea nell’ascolto,<br />

nel canto, nella preghiera; dalla preghiera dei fedeli a tutte le aggiunte<br />

estemporanee e improvvisate di preghiere, parole, commenti;<br />

dall’approssimazione di riti alla superficialità distratta con cui ci<br />

si muove durante le celebrazioni.


3. Diventare Eucaristia con Cristo<br />

“E disse: questo è il mio corpo, che è per voi, questo calice è la nuova<br />

alleanza nel mio sangue: fate questo in memoria di me”.<br />

Dandoci il suo corpo e il suo sangue, Cristo ci ha dato il segno vivo,<br />

reale, vero, presente del suo amore verso il Padre, della sua obbedienza,<br />

della sua offerta, della sua volontà di salvare ogni uomo nel suo sangue,<br />

della sua disponibilità a spezzarsi e donarsi per fare di noi una cosa sola,<br />

per farci crescere nella carità.<br />

“Fate questo in memoria di me” significa: assumete i miei sentimenti,<br />

il mio atteggiamento interiore; partecipate a quello che io faccio di me<br />

nel segno del pane spezzato.<br />

Come è possibile far emergere da tante nostre celebrazioni il senso<br />

pieno dell’Eucaristia? Come renderle memoria viva dell’amore, dell’obbedienza,<br />

dell’offerta del Cristo? Come renderle fonte e culmine<br />

della vita <strong>delle</strong> nostre comunità?<br />

Dobbiamo ridurre coraggiosamente il numero <strong>delle</strong> Messe elevandone<br />

al massimo la dignità, la solennità e la cura.<br />

Troppe Messe senza necessità e senza la dovuta dignità si celebrano:<br />

¸ Messe ad ogni ora del giorno,<br />

¸ Messe per qualsiasi richiesta,<br />

¸ Messe su privata ordinazione,<br />

¸ Messe binate senza giusta ragione pastorale,<br />

¸ Messe monologo, in cui il celebrante è anche lettore, ministrante e<br />

assemblea,<br />

¸ Messe abusive, celebrate in luoghi e ore non ammessi,<br />

¸ Messe secondo il comodo del celebrante o di qualche fedele.<br />

Quale partecipazione all’amorosa obbedienza del Cristo ci può essere,<br />

se non si accetta nemmeno di obbedire alle norme liturgiche e alle<br />

disposizioni diocesane?<br />

Se è lecito usare <strong>delle</strong> immagini, direi che Cristo, dandoci il sacrificio<br />

del Suo Corpo e del Suo Sangue:<br />

ƒ ci ha imbandito un pranzo di festa da consumare <strong>insieme</strong>: forse ne<br />

abbiamo fatto un veloce spuntino.<br />

ƒ Ci ha dato un prezioso abito da cerimonia: forse lo abbiamo ridotto a<br />

un indumento feriale.<br />

ƒ Ci ha preparato una scuola che insegna a essere uomini e donne,<br />

22


22<br />

educatori, professionisti, operai, imprenditori, politici, cittadini, una<br />

scuola che forma persone aperte e responsabili verso i grandi problemi<br />

della società e del mondo: probabilmente ne abbiamo fatto soltanto<br />

un modo come dare suffragio ai defunti.<br />

ƒ Ci ha dato una rappresentazione viva, presente del Suo amore, del<br />

Suo sacrificio: sembra che ne abbiamo fatto una cornice adattabile a<br />

tutte le circostanze.<br />

4. Eucaristia: annuncio del Risorto nella storia<br />

“Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice,<br />

voi annunziate la morte del Signore finché Egli venga”.<br />

Ogni Messa:<br />

¸ è e deve essere un grande momento di evangelizzazione della morte e<br />

resurrezione del Signore;<br />

¸ è una pietra miliare lungo la strada dei secoli che conduce dal cenacolo<br />

al ritorno glorioso di Cristo;<br />

¸ è una fiamma che tiene viva la fede e rende perseverante nel tempo<br />

l’annuncio del Cristo risorto fino alla sua venuta;<br />

¸ è liturgia della terra e del cielo che inneggia al Cristo risorto, Re dell’universo<br />

e Signore della storia;<br />

¸ è la Chiesa che trasmette agli uomini di ogni tempo i doni di salvezza<br />

che ha ricevuto dal suo Signore.<br />

Se tale è il Dono, quale non deve essere lo stupore sempre nuovo,<br />

il rispetto devoto, il timore santo, la gioia filiale, il silenzio mistico, il<br />

canto riverente, l’orizzonte vasto, la partecipazione intensa <strong>delle</strong> nostre<br />

celebrazioni liturgiche?<br />

Lo Spirito Santo, che guida e santifica la Chiesa, che, con la Sua potenza,<br />

ha tessuto il Cristo nel grembo di Maria e Lo rende presente nel<br />

Pane e nel Vino, trasformi le nostre menti e i nostri cuori, ravvivi la nostra<br />

fede, perché possiamo diventare Eucaristia con Cristo e annunziare<br />

la Sua morte e risurrezione finché Egli venga.<br />

(Pubblicata in Avvenire - 12 giugno 2004)


Omelia<br />

per la S. Messa trasmessa su rai uno<br />

Concattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

17 ottobre 2004<br />

XXIX Domenica del Tempo Ordinario - C<br />

Es 17, 8-13<br />

Sal 120<br />

2Tm 3, 14 – 4, 2<br />

Lc 18, 1-8<br />

“Il Figlio dell’uomo, quando verrà troverà la fede sulla terra?” (Lc<br />

18, 8).<br />

Questa domanda improvvisa, a conclusione di una parabola dall’esito<br />

felice, da 20 secoli attraversa la storia, interpella i credenti di tutti i<br />

tempi e da tutti attende risposta.<br />

Gli uomini del terzo millennio e tutti coloro che li rappresentano, hanno<br />

fede? Sono convinti che le grandi battaglie per la giustizia, la pace,<br />

la libertà, il riconoscimento dei diritti, la salvaguardia dei valori fondamentali<br />

dell’ordine naturale, si vincono non solo lottando come Giosuè<br />

e i suoi uomini, ma innanzitutto salendo sulla cima del monte, come Mosè,<br />

per pregare? “Quando Mosè alzava le mani, dice il libro dell’Esodo,<br />

Israele era il più forte”. (Es 17, 10).<br />

“Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”,<br />

dice il Salmo 127.<br />

Ed è proprio della necessità di pregare che oggi parla il Signore: una<br />

necessità non astratta, impersonale, per destinatari anonimi o per categorie<br />

scelte; ma un bisogno primario di tutti. Come è necessario respirare<br />

per vivere, così è indispensabile pregare perché sia viva la fede.<br />

Chi dice di credere e non dialoga con Dio, non ha vera fede.<br />

Perché la preghiera sia vera, efficace, alimenti la fede e trasformi la<br />

vita dei credenti, è necessario che sia perseverante, cioè costante, fedele,<br />

continua.<br />

Bisogna pregare “sempre, senza stancarsi” dice Gesù, anche nel silenzio<br />

di Dio, nell’oscurità della sofferenza, nell’aridità spirituale.<br />

La preghiera deve essere fiduciosa: pregare è fidarsi di Dio che è padre;<br />

è essere certi di essere ascoltati.<br />

22


22<br />

Il Padre celeste, dice Gesù, “farà giustizia prontamente ai suoi eletti<br />

che gridano a lui”.<br />

Pregare è chiedere a Dio di volere anche noi ciò che Egli chiede a noi:<br />

è ascoltare ciò che Egli dice a noi.<br />

La Scrittura, scrive Paolo a Timoteo, è ispirata da Dio, e perciò può<br />

istruire per la salvezza, convincere, correggere, condurre alla virtù, formare<br />

personalità complete e preparate.<br />

Ecco perché l’apostolo scongiura in nome di Dio il suo discepolo e<br />

collaboratore di annunziare il Vangelo anche in luoghi e momenti ritenuti<br />

non opportuni, senza aver timore di rimproverare, ammonire ed esortare,<br />

perché tutti giungano alla conoscenza del Cristo e della sua verità.<br />

Tutti abbiamo bisogno di instaurare un giusto rapporto con Dio nella<br />

preghiera.<br />

Devono pregare:<br />

– gli operai, perché non diventino anch’essi pezzi di ingranaggio <strong>delle</strong><br />

macchine con le quali lavorano;<br />

– i liberi professionisti, per non essere fagocitati da un’insaziabile sete<br />

di guadagno;<br />

– i poveri, perché si sentano amati da Dio, per mezzo della solidarietà<br />

dei fratelli.<br />

Devono pregare i politici: il Papa, nel Messaggio per la 44ª settimana<br />

sociale, ha detto: “Se l’azione politica non si confronta con una superiore<br />

istanza etica, illuminata a sua volta da una visione integrale dell’uomo e<br />

della società, finisce per essere asservita a fini inadeguati, se non illeciti”.<br />

È necessario riscoprire la centralità della preghiera in famiglia. La<br />

preghiera in casa è elemento costitutivo della vita e della crescita della<br />

famiglia. Il dialogo con Dio è linfa salutare per la vitalità della famiglia<br />

cristiana.<br />

Nella preghiera si rinverdiscono gli affetti, ci si scambia il perdono, si<br />

ricambia l’aria, si risale in quota.<br />

La famiglia ha bisogno di pregare e di confrontarsi quotidianamente<br />

col vangelo, perché è esposta alla dispersione del mondo che la circonda.<br />

Bisogna insegnare ai giovani a pregare. Pregare è proprio dei giovani,<br />

perché pregare è amare. Amare e pregare è giovane. I giovani amano<br />

male e non pregano perché non insegniamo a fare l’una e l’altra cosa.<br />

Aiutiamo i giovani ad amare il silenzio, ad entrarvi, nascerà una generazione<br />

primaverile per colorare di speranza i foschi orizzonti di questo<br />

inizio di millennio.


Tenere le braccia alzate in preghiera e per la salvezza dell’umanità<br />

è talmente essenziale che Dio chiama uomini e donne a dedicare la vita<br />

alla preghiera, per entrare nel cuore della storia.<br />

Senza una vita consacrata alla preghiera, dice S. Teresa di Lisieux,<br />

“Gli apostoli non avrebbero più annunziato il vangelo, i martiri non<br />

avrebbero più versato il loro sangue”.<br />

E la storia ci attesta che solo uomini e donne che hanno saputo coniugare<br />

la preghiera di Mosè e l’azione di Giosuè, che si sono mantenuti<br />

saldamente fedeli alla Parola come Paolo e Timoteo, hanno contribuito<br />

alla salvezza della famiglia, al progresso morale e civile dei popoli, alla<br />

promozione della cultura, alla crescita della pace tra le nazioni e alla<br />

santità nella Chiesa.<br />

* * *<br />

Omelia<br />

per la Consacrazione verginale<br />

di Marisa Piazza e Anna Garziano<br />

Basilica Concattedrale di <strong>Gravina</strong><br />

6 novembre 2004<br />

XXXII Domenica del Tempo Ordinario - C<br />

Schema<br />

Mac 7, 1-2.9-14<br />

Sal 16<br />

2Ts 2, 16-3,5<br />

Lc 20, 27-38<br />

La Parola che il Signore ci ha donata, anche se parla di morte e risurrezione,<br />

ci aiuta molto ad entrare nel senso di questa celebrazione… a<br />

comprendere il gesto di Anna e Marisa.<br />

Un bambino, qualche giorno fa, sentendo dagli adulti che oggi si celebrava<br />

uno sposalizio con Gesù, ha esclamato: “Con tanti uomini che<br />

ci sono, proprio Gesù si deve prendere!”.<br />

L’innocenza e la semplicità infantile di questo bimbo non c’erano<br />

nel quesito che i Sadducei pongono a Gesù, alcuni giorni prima della<br />

22


230<br />

sua Passione: “Di chi sarà moglie, nell’altra vita, la donna sposata da<br />

sette fratelli?”.<br />

Coloro che ponevano questa domanda a Gesù erano i Sadducei: un<br />

partito politico-religioso, formato dalla casta sacerdotale più ricca e<br />

dalla nobiltà di Gerusalemme.<br />

I Sadducei non credevano alla risurrezione dei morti. Pensavano che<br />

l’unico modo per sopravvivere dopo la morte era assicurarsi una discendenza.<br />

Per questo, quando un uomo moriva senza figli, il fratello<br />

del defunto doveva sposare la vedova.<br />

Proprio perché negavano la risurrezione, non riconoscevano come<br />

Parola di Dio il racconto dei sette fratelli Maccabei, che noi abbiamo<br />

ascoltato nella Prima lettura.<br />

Ma i Sadducei non erano gli unici che non credevano alla risurrezione<br />

dei corpi.<br />

Anche l’apostolo Paolo nel Foro, nella piazza, di Atene, fu deriso e<br />

lasciato solo dagli uditori, quando cominciò a parlare di risurrezione<br />

dai morti.<br />

Oggi sono tante le correnti di pensiero che non credono nella vita<br />

oltre la morte e sono tanti i cristiani che non credono nella vita eterna.<br />

E, se guardiamo il modo di vivere del mondo, dobbiamo ammettere che<br />

sono molti quelli che “vivono da nemici della croce e hanno per Dio il<br />

loro ventre” (S. Paolo).<br />

In questo contesto, come una meteora in un mare immobile, cade<br />

oggi questa celebrazione con la quale Marisa ed Anna gridano al mondo<br />

ciò che i fratelli Maccabei dicevano al giudice: “Da Dio ho queste<br />

membra… da lui spero riaverle di nuovo… Il Re del mondo ci risusciterà<br />

a vita nuova ed eterna… è bello attendere da Dio di essere da lui<br />

risuscitati”.<br />

In queste espressioni è già contenuta quella verità che Gesù ha affermato<br />

più chiaramente nel Vangelo: “Nella vita eterna non ci si sposa, né<br />

ci si marita, ma tutti saranno come gli angeli”.<br />

Ad alcuni uomini e donne, però, il Signore propone di vivere e di<br />

essere uguali agli angeli già in terra: ecco la vita consacrata. Ecco da<br />

dove nasce la decisione di Anna e Marisa di consacrarsi a Cristo e alla<br />

Chiesa.


San Paolo, nella seconda lettura, sembra che voglia rappresentare<br />

scenicamente ciò che stiamo vivendo.<br />

Il brano proclamato della lettera ai Tessalonicesi sembra una scena<br />

di un grande dramma, in cui i protagonisti sono Marisa e Anna, tutti noi,<br />

l’apostolo Paolo, la Chiesa, nella persona del Vescovo.<br />

Con le parole dell’Apostolo, Anna e Marisa ci rivelano il loro segreto:<br />

siamo qui perché “il Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro<br />

ci ha amate e ci ha dato per sua grazia una consolazione eterna e una<br />

buona speranza”.<br />

Ma, consapevoli della grandezza del dono e della responsabilità, si<br />

rivolgono a tutti noi per una richiesta: “Pregate per noi, perché la Parola<br />

del Signore si diffonda” anche per mezzo del nostro umile e gioioso<br />

dono.<br />

A questo punto interviene l’apostolo Paolo, per dare fiducia a queste<br />

nostre due sorelle, dicendo: “Il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi<br />

custodirà dal maligno”.<br />

Infine, la Chiesa, nella persona del Vescovo, accogliendo la petizione<br />

di Anna e Marisa e la carica di fiducia di Paolo, si mette in preghiera:<br />

“Il Signore diriga i vostri cuori nell’amore di Dio e nella pazienza di<br />

Cristo”.<br />

Tutta la Chiesa diocesana oggi prega e dice grazie ad Anna e Marisa<br />

per il loro “sì”, per la loro disponibilità, per la loro testimonianza, per il<br />

dono che fanno di sé alla Chiesa.<br />

La Chiesa, la nostra Chiesa locale, il mondo, i giovani hanno bisogno<br />

di segni che richiamano la vita futura.<br />

Abbiamo bisogno di chi dimostri che Dio ci ama e chiama all’amore;<br />

di chi testimoni che Cristo riempie di senso, di gioia, di amore, la vita di<br />

un giovane o di una ragazza, infinitamente di più di qualunque creatura;<br />

di chi dimostri che la sostanza dell’amore non è nel dialogo sessuale,<br />

ma nel rapporto intimo di comunione di cuori, di vite, di intenti; di chi<br />

si faccia segno visibile ed efficace che esiste una nuzialità vera e reale<br />

con Cristo; di chi vive il presente, guardando il futuro; di chi si impegna<br />

nel tempo alla luce dell’eternità; di chi dimostri, con le scelte di vita, che<br />

“c’è più gioia nel dare, che nel ricevere”; di chi faccia prendere coscienza<br />

a tutti che c’è un progetto di amore su ogni uomo e su ogni donna.<br />

La vita non ci è stata data per farne la fiera della stoltezza, il bazar<br />

del nulla o della affannosa futilità, un ripostiglio disordinato di espe-<br />

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232<br />

rienze deludenti. La vita non è una fatalità, né un cioccolatino da offrire<br />

al primo che capita. La vita di ogni persona, per quanto piccola o breve<br />

sia, fa parte di un grandioso disegno di amore di Dio: ogni persona ha il<br />

dovere di sapere quale è il suo posto e la sua missione.<br />

Marisa e Anna, nel consegnarvi l’anello e la Liturgia <strong>delle</strong> ore, vi<br />

dirò: “Non dimenticate mai che vi siete donate totalmente a Lui e al<br />

suo Corpo che è la Chiesa”; “La preghiera della Chiesa risuoni senza<br />

interruzione nel vostro cuore e sulle vostre labbra, come lode perenne<br />

al Padre e viva intercessione per la salvezza del mondo”.<br />

È questo il nostro augurio, e soprattutto la nostra preghiera.<br />

* * *<br />

Omelia<br />

nella Solenne Concelebrazione<br />

per il Centenario della morte di Melania Calvat<br />

Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />

15 dicembre 2004<br />

Is 45, 6-8.18.21-26<br />

Sal 84<br />

Lc 7, 19-23<br />

“Io sono il Signore e non c’è alcun altro” (Is 45, 6)<br />

“Vieni, Signore, Re di giustizia e di pace” (Rit. al Salmo)<br />

“Sei Tu Colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?” (Lc 7, 20)<br />

La Parola che è stata proclamata richiama e attualizza il messaggio di<br />

N. S. de La Salette a Melania Calvat e a Massimino Giraud.<br />

Lascio agli studiosi intervenuti alle celebrazioni centenarie, il compito<br />

di approfondire gli aspetti storici, teologici, scientifici, ecclesiali,<br />

politici e mistici suscitati da Melania Calvat e da Massimino Giraud e<br />

dalle apparizioni de La Salette.<br />

Io vorrei solo fare un cenno dell’esperienza umana e spirituale di Melania,<br />

senza addentrarmi in questioni di critica storico-filosofica o teologica.


Sia perché siamo in un contesto liturgico, sia perché sono vostro Pastore,<br />

vorrei aiutarvi a guardare più da vicino la testimonianza di Melania,<br />

per confrontarci con essa.<br />

Mi sembra opportuno partire dall’evento centrale che ha fatto entrare<br />

nella storia civile ed ecclesiale il nome di Melania e del suo piccolo amico;<br />

e lo faccio, servendomi di alcuni passi del suo racconto biografico.<br />

“Vidi una bella luce, più brillante di quella del sole ed ebbi appena il<br />

tempo di dire queste parole: - Massimino, vedi laggiù?... Guardavo con<br />

molto coraggio quella luce, che era immobile, e come se si fosse aperta,<br />

scorsi un’altra luce ancora più brillante della prima, che si muoveva, in<br />

quella luce una bellissima Signora, seduta sul nostro Paradiso (piccola<br />

costruzione fatta con pietre dai due fanciulli), con la testa fra le mani”…<br />

“La Madonna… pianse per quasi tutto il tempo in cui ci parlò. Le sue<br />

lacrime scendevano ad una ad una lentamente sino alle sue ginocchia,<br />

poi, come scintille di luce, sparivano. Avrei voluto consolarla, perché<br />

non piangesse più, ma mi sembrava che avesse bisogno di farci vedere<br />

le sue lacrime per meglio mostrare il suo amore dimenticato dagli uomini…<br />

Avrei voluto gettarmi fra le sue braccia e dirle: - Mia buona Mamma,<br />

non piangere! Ti voglio amare per tutti gli uomini della terra!”…<br />

“Era tutta bella, tutta fatta d’amore. Sembrava che la parola ‘amore’<br />

uscisse dalle sue labbra purissime. Il suo sguardo era dolce, penetrante.<br />

L’abito era d’un bianco argentato. Non aveva nulla di materiale ed era<br />

composta di una luce cangiante, scintillante. La corona di rose che aveva<br />

sulla testa era così luminosa che è impossibile formarsene un’idea…”.<br />

“Aveva un grembiule giallo. Ma che dico giallo? Brillava più di diversi<br />

soli messi <strong>insieme</strong>. Non era di stoffa materiale ma un composto di<br />

gloria… d’una bellezza che rapiva. Aveva due catene (al collo), una più<br />

grande e l’altra più piccola. A quest’ultima era appesa una Croce Luminosa.<br />

Il Crocifisso era di color carne naturale”…<br />

“Mi guardava con tenera bontà. Avrei voluto lanciarmi fra le sue<br />

braccia”.<br />

L’incontro di Melania col soprannaturale non si è verificato solo sulle<br />

pendici del monte Planeau, nelle Alpi Occidentali, il 19 settembre 1846.<br />

L’esperienza mistica ha accompagnato tutta la vita di Melania.<br />

Ma, per evitare di far credere che la Santità consista in fenomeni mistici,<br />

in gratuite esperienze straordinarie, è utile dare un’idea di chi è<br />

quella creatura favorita dall’Alto.<br />

233


234<br />

Melania era terza di una famiglia di sette figli; nacque il 7 novembre<br />

1831 nella casa più povera del villaggio di Corps, <strong>Diocesi</strong> di Grenoble,<br />

sulle Alpi Occidentali. Il papà era taglialegna e muratore. Per lavoro<br />

spesso doveva assentarsi da casa. Fu lui ad insegnare a Melania l’amore<br />

al Crocifisso, sin dalla più tenera età.<br />

Scrive Melania nell’autobiografia: “Amavo quel Cristo e Gli parlavo,<br />

ma Lui non mi rispondeva e nella mia ignoranza pensavo che dovessi<br />

imitare il suo silenzio”.<br />

Melania era scontrosa di carattere, taciturna. Aveva una natura che<br />

altri definivano selvatica e ribelle, specie quando era costretta a stare nel<br />

chiasso.<br />

La mamma amava le feste, gli svaghi, i balli, i divertimenti. Un giorno,<br />

picchiò la bambina, la maledisse, deplorò che non fosse morta alla<br />

nascita, la cacciò di casa perché, con il suo pianto inconsolabile, le aveva<br />

rovinato una festa. La stessa scena, con rinnovata cacciata da casa, si<br />

ripeté quando Melania aveva 5 anni. La bimba non ricorderà più quanti<br />

giorni era stata fuori. Al padre che, rientrato in famiglia, era andato a<br />

cercarla e le aveva chiesto cosa avesse mangiato, racconta che un fanciullo<br />

l’aveva nutrita. Papà Calvat pensò che lo stress le aveva confuso<br />

le idee. Amava appartarsi dove nessuno la vedeva, per pregare come il<br />

“Fratellino”, Gesù, le aveva insegnato: prostrata al suolo, oppure ritta<br />

con le braccia aperte.<br />

Durante una “lunga e misteriosa” malattia, per un eccesso di pudore,<br />

non volle essere toccata dal dottore.<br />

Più si inoltrava nel “Divino”, più diventava silenziosa e isolata: con<br />

due soldi presi nella borsa della mamma comprò una bambola per catechizzarla<br />

e insegnarle a pronunciare il nome di Gesù, e si stupiva che la<br />

bambola non dava alcun segno di apprendimento.<br />

La madre, sentendola parlare da sola e saputo che aveva preso i due<br />

soldi nella sua borsa, la coprì di improperi e le diede della ladra.<br />

In un’altra circostanza, poiché Melania, con il suo pianto l’aveva costretta<br />

ad abbandonare lo spettacolo di un prestigiatore, la cacciò di casa.<br />

La piccola, rifugiatasi in chiesa, fu accolta da una zia, finché la mamma,<br />

inviperita, non se la riprese.<br />

A sei anni Melania è già pastorella presso un’anziana donna, per volontà<br />

della madre.<br />

Durante l’inverno, il papà la iscrive a scuola; la maestra, un giorno,


vedendola spettinata e mal ridotta, tenta di ravviarle i capelli, ma trovandoli<br />

incollati da grumi di sangue, glieli lega con un nastro.<br />

A casa, la mamma le dà della “civetta” che vuole attirare l’attenzione<br />

dei ragazzi, e le taglia i capelli qua e là, rendendola ridicola. Il giorno<br />

seguente: risate generali a scuola.<br />

Un giorno, per aver attaccato un bottone alla camicia del padre, fu<br />

aggredita dalla madre come falsa e ipocrita, e accusata di voler sottrarre<br />

l’amore del padre verso la moglie. Sputi, schiaffi e la punizione di dormire<br />

su un giaciglio, per terra, completarono la ricompensa.<br />

Scrive Melania: “Non avendo mai perso la presenza di Dio Benedetto,<br />

baciavo nel mio spirito ad una ad una, ogni parola che la mia cara<br />

madre mi indirizzava” (autobiografia).<br />

A dieci anni, Melania è a servizio in borgata “Le Serre”. Quando non<br />

è al pascolo deve custodire un neonato.<br />

Un giorno mentre è sola in casa, entrano dei malviventi per rubare; Melania<br />

dà loro del lardo affumicato. I ladri, uscendo incendiano la culla.<br />

La pastorella pur avendo spento il fuoco e messo in salvo il bambino,<br />

dovette buscarsi le reazioni della nonna e della mamma del neonato.<br />

Il papà del piccolo, un certo Maurizio, in una <strong>delle</strong> sue visite, tentò di far<br />

sedere Melania sulle proprie ginocchia; ma si buscò un solenne ceffone.<br />

Un grosso schiaffo ricevette Melania dalla propria mamma, che aveva<br />

litigato con il marito e si era allontanata da casa, perché si era preoccupata<br />

di portarle da mangiare.<br />

Così si sentì chiamare pazza e strega dalla mamma, solo perché il papà<br />

le aveva comprato della stoffa per cucirsi <strong>delle</strong> camicie.<br />

Nel 1843-44 Melania è pastorella a Sainte-Luce; nel 1845 è a Saint<br />

Michel presso due giovani sposi che hanno un bimbo e un unico letto.<br />

I padroni vogliono che Melania dorma con loro; la pastorella dorme tre<br />

notti per terra; la quarta notte si rannicchia nel trogolo in cui mangiavano<br />

i maiali.<br />

Un giovane di Corps diffonde la notizia in paese; la mamma, punta<br />

nell’orgoglio, ritira la figlia, ma per affidarla a una famiglia di ladri, i<br />

quali vogliono che dorma con loro.<br />

Uno di essi le sbatte più volte la testa sul pavimento, poi afferra una<br />

scure per staccarle la testa; Melania, la cui ora del martirio è arrivata,<br />

viene rapita in estasi; l’energumeno e gli altri non la vedono più. Quando<br />

riappare al di fuori della casa pensano che sia una strega; ma questo non<br />

impedisce loro di maltrattarla.<br />

23


23<br />

Pietro Calvat la porta via da quell’ambiente, ma la moglie manda<br />

Melania presso i Pra, agli Ablandins, una frazione del comune de La<br />

Salette.<br />

Il 18 settembre 1846, mentre Melania è al pascolo sulle pendici del<br />

monte Planeau, incontra Massimino Giraud, un pastorello di undici anni:<br />

il giorno dopo i due ragazzi si trovano alla presenza della Bella Signora,<br />

per ricevere un messaggio e un segreto che procureranno loro<br />

tante sofferenze, incomprensioni e persecuzioni.<br />

Dopo l’apparizione, Melania è accolta presso le suore della Provvidenza<br />

di Corps.<br />

La sua natura silenziosa, timida, triste, man mano si stempera in una<br />

maggiore socievolezza; le suore notano soprattutto il suo distacco dal<br />

mondo e la sua umiltà, poiché, di propria iniziativa, non parlava mai dell’apparizione<br />

e si nascondeva se si accorgeva di essere notata.<br />

Quando decise di farsi suora e lo comunicò al padre, si salvò miracolosamente<br />

da una fucilata e rimase rinchiusa in cantina per sei giorni,<br />

finché un signore di Parigi, devoto de La Salette, non pagò un grosso<br />

debito di Pietro Calvat, a condizione che liberasse la figlia.<br />

Il giorno dopo Melania partì per Corenc, per entrare nel Noviziato<br />

<strong>delle</strong> Suore della Provvidenza, col nome di suor Maria della Croce.<br />

Il 19 settembre 1851, Mons. De Bruillard, Vescovo di Grenoble, dichiara<br />

l’autenticità dell’apparizione; ma quando Melania giunge alla<br />

professione, è fermata, perché a Grenoble c’è un nuovo vescovo, Mons.<br />

Ginouhilac, il quale vuole conoscere il segreto.<br />

Qui comincia una seconda peregrinazione fisica e spirituale che è impossibile<br />

descrivere nell’ambito di un’Omelia. Dopo un periodo di riposo<br />

a Valenza e a Corps, un prelato inglese lo porta in Inghilterra.<br />

A causa di un malessere si trova ospite del Monastero <strong>delle</strong> Carmelitane<br />

di Darlington e assediata dalle monache perché si facesse Carmelitana,<br />

anche perché c’era la minaccia di scomunica del vescovo di<br />

Grenoble, se fosse rientrata in <strong>Diocesi</strong>. Fa la professione, ma non il voto<br />

di clausura.<br />

Nel 1860 raggiunge la mamma a Marsiglia dove lavora presso il signor<br />

Geille. Qui è accolta come ospite dalle suore della Compassione,<br />

che la mandano in Grecia, a Cefalonia, per mettere ordine e disciplina in<br />

un orfanotrofio.


Al ritorno a Marsiglia, le è permesso di entrare effettivamente nella<br />

Congregazione, purché non si faccia riconoscere. Viene riconosciuta, si<br />

sparge la notizia, ed ella si trova fuori.<br />

Di tutto ciò che è avvenuto dopo: della conoscenza di Mons. Petagna.<br />

Vescovo esule di Castellammare; dei rapporti con Mons. Zola, futuro<br />

Vescovo di Lecce; dell’atteggiamento di alcuni Vescovi francesi; dell’incontro<br />

e della collaborazione con S. Annibale M. di Francia; del suo<br />

arrivo ad <strong>Altamura</strong>, si parlerà diffusamente nelle relazioni del Convegno.<br />

Mi sembra, invece, opportuno accennare alle esperienze mistiche<br />

raccontate da Melania nei suoi scritti, senza pretesa di esprimere giudizi,<br />

ma con la ferma convinzione personale che quando una creatura umana<br />

subisce prove terribili, accettandole e giudicandole in modo evangelicamente<br />

e asceticamente ineccepibile, è segno che è immersa in un rapporto<br />

superiore con la Trinità.<br />

Melania racconta che quando, bambina, era cacciata di casa dalla<br />

mamma, il “Fratellino” col vestito rosa, si prendeva cura di lei. A 5 anni<br />

chiede a Gesù come corrispondere al Suo Amore. “Soffrendo e crocifiggendoti”<br />

le risponde Gesù.<br />

Melania domanda di seguire la via della crocifissione e viene appagata:<br />

vede Gesù portare una grande Croce, e riceve le stigmate nel suo corpicino.<br />

Scrive Paul Gouin: “Da quel momento essa provò grandi dolori<br />

nelle parti del corpo stigmatizzate dove, in certi giorni, specialmente il<br />

Venerdì durante la Quaresima, vi si formavano <strong>delle</strong> piaghe, che, aprendosi,<br />

effondevano sangue”.<br />

Il parroco Rigaux, che ospitò Melania, ormai prossima alla fine, attesta:<br />

“Ho visto scorrere il sangue di questa privilegiata, ho toccato le sue<br />

mani insanguinate; la mia buona domestica ha visto la corona di spine<br />

emettere sangue davanti a lei”.<br />

Non aveva ancora ricevuto la Prima Comunione, Gesù le si fa vedere<br />

visibilmente presente nell’Eucaristia, la comunica togliendo un’Ostia<br />

dal cuore aperto e le dice: “Ricevi, sorella, l’amore eterno del Dio dei<br />

forti”. Al rito è presente Maria.<br />

Quando fu cacciata di casa e si rifugiò in Chiesa pregando davanti<br />

alla statua della Vergine, il Bambino le mostrò uno specchio appannato.<br />

Melania chiede perdono dei suoi peccati e lo specchio si rischiara.<br />

Scrive Melania: “Mi inginocchiai pregando Maria, Vergine e Madre di<br />

23


23<br />

ottenermi per i meriti della passione e della morte di Gesù Cristo, per<br />

i meriti della Sua povertà, il perdono <strong>delle</strong> mie colpe… E pregai il mio<br />

dolce Gesù di darmene l’assoluzione. Lo fece con la mano destra” (Autobiografia).<br />

In una <strong>delle</strong> tante apparizioni, Gesù le si mostra col volto insanguinato.<br />

Melania vuole asciugarlo, ma ne è impedita e comprende che Gesù<br />

vuole espiazione, riparazione, penitenza.<br />

In compagnia dell’Angelo Custode vede il Purgatorio e, dopo averlo<br />

descritto, conclude: “Da quel momento cercavo con ogni mezzo possibile<br />

di sollevare le anime del Purgatorio e di ottenere la loro liberazione…<br />

Mi procurai qualche piccolo oggetto per la penitenza corporale…”: spine<br />

nel letto, rami di rovo, una cintura con chiodi.<br />

Prima dell’apparizione della Vergine a La Salette, mentre i fratelli<br />

giocavano all’aperto, poco distante da Corps, Melania si raccoglie in<br />

preghiera nella Cappella di San Rocco. Le appare Gesù, “il mio desiderato<br />

fratello”, per celebrare con lei, dopo le vittorie riportate, il “fidanzamento<br />

spirituale”.<br />

Il cammino terreno di Melania si è concluso ad <strong>Altamura</strong>; i suoi giorni<br />

si sono spenti tra noi, perché noi raccogliessimo l’eredità di luce che,<br />

col suo ritorno al Padre e il suo incontro “vis à vis” con la Vergine, si è<br />

accesa per tutta la Chiesa.<br />

A 100 anni dalla sua morte, lontani e fuori da tutti i condizionamenti<br />

politici ed ecclesiali in cui Melania è stata chiamata a dare la sua testimonianza<br />

di amore a Cristo, alla Chiesa, all’umanità, credo che siano<br />

maturati i tempi per rileggere la sua vita e riscoprire il senso della sua<br />

missione.<br />

Sono certo che queste celebrazioni centenarie e l’intercessione di<br />

Melania apriranno vie nuove al messaggio che il Signore e la Vergine<br />

le hanno affidato e segneranno l’inizio di un ritorno della Veggente nel<br />

cuore de La Salette e di un cammino verso la sua glorificazione.


Omelia<br />

per la Veglia di preghiera<br />

alla fine dell’anno<br />

Basilica Concattedrale di <strong>Gravina</strong><br />

31 dicembre 2004<br />

Schema<br />

È impossibile vivere questa fine di anno, senza pensare alla catastrofe<br />

mondiale che stiamo vivendo.<br />

In queste ore si cercano i dispersi, si accumulano e seppelliscono<br />

cadaveri, si identificano i morti, si cerca di aiutare i superstiti, si fanno<br />

calcoli di vite umane perdute, di danni provocati dal maremoto; si<br />

elencano le conseguenze sull’ambiente, sui sopravvissuti, sull’economia<br />

dei Paesi colpiti, sulle multinazionali che investano nel Sud-Est<br />

asiatico, sul movimento turistico.<br />

Ci si domanda quanto costerà e durerà la ricostruzione e la ripresa<br />

della vita.<br />

Si è messa in moto la solidarietà di persone, volontari, associazioni,<br />

governi.<br />

C’è chi piange i morti e la perdita di tutto; c’è chi gioisce di essersela<br />

scampata; c’è chi ha negli occhi le immagini allucinanti della fine del<br />

mondo in diretta.<br />

C’è chi si chiede: Dio, se c’è, perché non ha fatto nulla? Perché Dio<br />

ha punito milioni di persone?<br />

Così, tra un atteggiamento blasfemo e preoccupazioni puramente<br />

materiali, fra qualche tempo, <strong>insieme</strong> ai cadaveri, corriamo il rischio di<br />

seppellire anche tutto quello che dobbiamo capire.<br />

Mi sono chiesto in questi giorni: Il popolo biblico, come avrebbe<br />

visto questo immenso disastro?.<br />

Il popolo d’Israele, davanti all’esilio, alle carestie, alla distruzione<br />

di Gerusalemme, con l’aiuto dei Profeti, si faceva l’esame di coscienza,<br />

rientrava in se stesso, prendeva coscienza della preziosità e fragilità<br />

della vita, della brevità dei giorni, della necessità di vivere rettamente,<br />

della facilità con cui ci si può trovare davanti alla morte; sentiva un<br />

23


240<br />

rinnovato bisogno di tornare al Signore, di rispettare la legge, di non<br />

vivere da stolto.<br />

Se il maremoto non ci ricorda e non ci insegna tutto questo, i suoi<br />

danni saranno infinitamente superiori, e tante vite umane perdute non<br />

avranno insegnato nulla.<br />

Apriamo il cuore e le mani alla solidarietà verso le popolazioni colpite;<br />

ma apriamoli anche verso Dio.<br />

Un anno solare che finisce è come un’onda che giunge a riva: non ci<br />

uccide, ma ci ricorda che un altro anno della nostra vita è passato.<br />

Il nostro essere qui, in quest’ora, è segno che:<br />

1. guardiamo il tempo con gli occhi della fede: non come semplice succedersi<br />

di giorni lieti e tristi; ma come dono di Dio a noi, per cui<br />

siamo venuti a ringraziarlo per l’anno che ci ha dato;<br />

2. guardiamo il tempo come dono nostro a Dio, per cui siamo venuti a<br />

offrirgli tutto ciò che, col suo aiuto, abbiamo fatto di buono;<br />

3. guardiamo alla fine di un anno, non come insulso momento di sfrenata<br />

allegria, ma come momento di verifica, di esame, di riepilogo:<br />

quanta luce e quanto buio ci sono stati in quest’anno? Quanto amore<br />

e quanta divisione? Quanto cammino e quanto regresso?<br />

4. Guardiamo al nuovo anno come nuovo inizio, per cui ci chiediamo,<br />

sul piano personale, familiare, comunitario, in che cosa dobbiamo<br />

rinnovarci, cambiare?<br />

Il Vangelo che è stato letto, ci ha presentato:<br />

– dei saggi che cercano il re che è nato;<br />

– la città di Gerusalemme addormentata.<br />

Quella città addormentata, oggi, è il mondo; e quella domanda:<br />

“Dov’è il re che è nato?”, gli uomini di oggi non sentono più il bisogno<br />

di porsela.<br />

Chiediamo al Signore, per intercessione di Maria, di farci vivere il<br />

2005, anno dell’Eucaristia, nell’atteggiamento dei Magi:<br />

1. di ricerca di Gesù e di adorazione davanti a lui nell’Eucaristia;<br />

2. di annuncio e di missione verso tute le persone e le famiglie <strong>delle</strong><br />

nostre Comunità.


Ai Rev.diPresbiteri e Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

Lettere<br />

Carissimi,<br />

è ormai imminente l’avvio della serie di incontri del Vescovo con Voi<br />

e con gli Organismi Pastorali Parrocchiali, previsti dal Programma Pastorale<br />

Diocesano 2003-2005.<br />

Abbiamo bisogno di:<br />

1. verificare problematiche sacerdotali e pastorali dei singoli Paesi;<br />

2. ipotizzare nuovi assetti pastorali e parrocchiali;<br />

3. confrontarci con le Linee Programmatiche della <strong>Diocesi</strong> per gli anni<br />

2003-2005;<br />

4. presentare proposte, suggerimenti, problemi, difficoltà, in vista di un<br />

migliore andamento della vita diocesana.<br />

Chiedo umilmente e fraternamente che tutti gli incontri siano caratterizzati<br />

da fraternità, verità, apertura, interesse, dialogo.<br />

Il silenzio o la passività, l’assenza o l’animosità renderebbero inutili<br />

e controproducenti momenti di grazia per la nostra Chiesa Locale.<br />

Colgo l’occasione per convocare ufficialmente l’Assemblea Presbiterale<br />

per l’elezione del nuovo Consiglio Presbiterale, al termine del ritiro<br />

del 13 febbraio 2004 presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII”<br />

(art. 6 dello Statuto).<br />

I Presbiteri impediti riceveranno a casa il modulo per l’elezione e lo<br />

faranno pervenire al Vescovo in busta chiusa (art. 11).<br />

Il seggio elettorale sarà così composto:<br />

Presidente: D. Vito Colonna;<br />

Segretario: D. Vincenzo Panaro;<br />

Scrutatori: D. Giovanni Giove - D. Nunzio Falcicchio.<br />

In attesa di vederci e ascoltarci, Vi saluto cordialmente.<br />

<strong>Gravina</strong> in Puglia, 11 gennaio 2004, Festa del Battesimo del Signore<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

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242<br />

INCONTRI DEL VESCOVO CON I SACERDOTI<br />

<strong>Altamura</strong>:<br />

16 gennaio 2004 ore 10.00-12.30 Curia Diocesana<br />

Allegato A<br />

<strong>Gravina</strong>-Spinazzola-Poggiorsini:<br />

23 gennaio 2004 ore 10.00-12.30 Episcopio <strong>Gravina</strong><br />

<strong>Acquaviva</strong>:<br />

30 gennaio 2004 ore 10.00-12.30 Cattedrale <strong>Acquaviva</strong><br />

Santeramo:<br />

27 febbraio 2004 ore 10.00-12.30 Padri Monfortani<br />

INCONTRI DEL VESCOVO<br />

CON GLI ORGANISMI PASTORALI PARROCCHIALI<br />

<strong>Altamura</strong>: ore 19.30<br />

<strong>Altamura</strong> 1:<br />

21 gennaio 2004 Cattedrale - S. Agostino - S. Nicola - SS.<br />

Trinità<br />

<strong>Altamura</strong> 2:<br />

3 febbraio 2004 Carmine - Consolazione - SS. Rosario<br />

<strong>Altamura</strong> 3:<br />

4 febbraio 2004 S. Cuore - S. Michele - S. Teresa<br />

<strong>Altamura</strong> 4:<br />

10 febbraio 2004 S. Anna - S. Giovanni Bosco - S. Sabino<br />

- S. Sepolcro


<strong>Gravina</strong>-Poggiorsini: ore 19.30<br />

<strong>Gravina</strong> 1:<br />

17 febbraio 2004 B. Pastore - S. Domenico - SS. Crocifisso<br />

<strong>Gravina</strong> 2:<br />

18 febbraio 2004 S. Giovanni B.- S. Giovanni Ev. - S. Nicola<br />

- S. Francesco - Maria SS. Addolorata<br />

<strong>Gravina</strong> 3:<br />

24 febbraio 2004 Madonna della Grazia - Spirito Santo - S.<br />

Matteo - SS. Pietro e P.<br />

<strong>Acquaviva</strong>: ore 19.30<br />

<strong>Acquaviva</strong> 1:<br />

3 marzo 2004 S. Eustachio - S. Agostino - S. Lucia - S.<br />

Domenico<br />

<strong>Acquaviva</strong> 2:<br />

4 marzo 2004 S. Francesco - Sacro Cuore - S. Maria<br />

Maggiore<br />

Santeramo: ore 19.30<br />

11 marzo 2004 S. Erasmo - S. Cuore - SS. Crocifisso<br />

Spinazzola: ore 19.30<br />

16 marzo 2004 S. Pietro Ap. - Maria SS. Annunziata<br />

N.B.: I Parroci interessati ai singoli incontri concorderanno tra loro il<br />

luogo più idoneo ad accogliere comodamente tutti i partecipanti.<br />

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244<br />

TRACCIA PER IL DIALOGO<br />

CON I SACERDOTI E I DIACONI<br />

1. Condizioni di vita, di salute, di lavoro:<br />

• bisogni - difficoltà - attese.<br />

2. Difficoltà e problemi pastorali:<br />

• quale valutazione si dà al lavoro pastorale che si svolge;<br />

• punti deboli e nodi da sciogliere.<br />

3. Rapporti con le altre parrocchie della città:<br />

• collaborazione - isolamento - difformità - indipendenza.<br />

Allegato B<br />

4. Atteggiamenti presbiterali e pastorali:<br />

• vita spirituale e formazione;<br />

• fraternità e dialogo - disistima e diffidenza - collaborazione e confronto<br />

- possibili iniziative.<br />

5. Rapporto con il Vescovo e la <strong>Diocesi</strong>:<br />

• apertura e dialogo - partecipazione e accoglienza - non curanza e<br />

sordità - docilità e obbedienza pastorale - integrazione parrocchie<br />

e comunità religiose.<br />

6. Osservanza norme canoniche e liturgiche:<br />

• obblighi amministrativi e giuridici;<br />

• obblighi di giustizia;<br />

• rapporti con la Curia.<br />

7. Sguardo intorno:<br />

• quale presenza sul territorio;<br />

• quale l’efficacia dell’iniziazione;<br />

• quali frutti dalla liturgia e dall’omiletica;<br />

• quale impegno perché tutto sia vivo;<br />

• fedeltà statica o fedeltà creativa.


8. Sguardo in avanti:<br />

• come si ipotizza il prossimo futuro;<br />

• quale rinnovamento - rivoluzione pastorale;<br />

• quali laici adulti domani dai giovani di oggi;<br />

• la nostra responsabilità;<br />

• quale volontà di progresso.<br />

TRACCIA PER L’INCONTRO<br />

DEGLI OPERATORI PASTORALI COL VESCOVO<br />

Allegato C<br />

1. Partecipazione responsabile dei Laici alla vita della propria<br />

parrocchia:<br />

• elaborazione del Programma Pastorale Parrocchiale;<br />

• incontri periodici del Consiglio Pastorale Parrocchiale;<br />

• valorizzazione del Programma Pastorale Diocesano;<br />

• formazione spirituale e pastorale dei Laici;<br />

• amministrazione della Parrocchia;<br />

• tariffe-comportamento catechetico-liturgico-pastorale.<br />

2. Rapporti tra Parrocchie e con la <strong>Diocesi</strong>:<br />

• collaborazione-aiuto-scambio tra Parrocchie vicine;<br />

• presenza <strong>delle</strong> Parrocchie alle iniziative della <strong>Diocesi</strong>;<br />

• programmazione interparrocchiale di alcuni servizi e attività.<br />

3. Sguardo al territorio:<br />

• problemi-difficoltà-carenze all’interno della Parrocchia;<br />

• problema dell’informazione circa gli appuntamenti e la partecipazione;<br />

• presenze e assenze alla vita della Parrocchia: famiglie e giovani;<br />

• quale annuncio sul territorio;<br />

• Azione Cattolica e Movimenti all’interno della Parrocchia.<br />

4. Catechesi e Sacramenti:<br />

• tempi e modalità dell’iniziazione;<br />

• catechesi per giovani e adulti;<br />

• preparazione ai Sacramenti;<br />

• il Giorno del Signore nella propria Parrocchia.<br />

24


24<br />

5. Proposte - richieste - suggerimenti:<br />

• per superare eventuali situazioni di stallo;<br />

• per un’azione pastorale più efficace;<br />

• per un’azione pastorale che rinnovi costantemente la Parrocchia.<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

Rev.di<br />

Presbiteri e Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

quest’anno ricorre il decimo anniversario della morte di Sua Eccellenza<br />

Mons. Tarcisio Pisani, che per 12 anni è stato padre, maestro e<br />

pastore della nostra <strong>Diocesi</strong>, lasciando ovunque un soave profumo di<br />

umiltà, di carità, di infuocato amore allo Spirito Santo e alle anime.<br />

È dovere e bisogno di tutti ricordarlo con gratitudine nella preghiere<br />

e ravvivarne la testimonianza con celebrazioni degne di una tale figura<br />

di Vescovo.<br />

Mi premuro, pertanto, di comunicarvi alcuni appuntamenti perché<br />

abbiate modo di partecipare alle diverse celebrazioni anniversarie.<br />

12 marzo 2004 ore 11.00: Solenne Concelebrazione, presieduta da<br />

S. Ecc.za Mons. Cosmo Francesco Ruppi, nella Cappella del Centro<br />

Giovanile “Benedetto XIII”, in occasione del ritiro dei presbiteri e dei<br />

diaconi.<br />

13 marzo 2004 ore 19.00: Solenne Concelebrazione nella Cattedrale<br />

di <strong>Gravina</strong>, presieduta da P. Gregorio Colatorti, Provinciale dei Padri<br />

Minimi di Paola.<br />

20 marzo 2004 ore 17.00: Convegno, presso il Centro Giovanile, su<br />

S. Ecc.za Mons. Tarcisio Pisani: “Dal carisma di Francesco da Paola al<br />

servizio della carità nell’umiltà”. Relatori:<br />

• P. Giuseppe Fiorini Morosini, Superiore Generale o.m.;<br />

• S. Ecc.za Mons. Agostino Superbo, Arcivescovo di Potenza;<br />

• Prof. Giacomo Martielli, già Presidente di A.C. Diocesana;<br />

• Prof. Matteo Calisi, Presidente Comunità di Gesù.


In autunno sono previsti:<br />

¸ la presentazione di una raccolta di Scritti di Mons. Pisani;<br />

¸ una manifestazione artistica con la partecipazione di S. Ecc.za<br />

Mons. Cerasoli, Vescovo della <strong>Diocesi</strong> di Awasa, con la quale Pisani<br />

unì in gemellaggio la nostra <strong>Diocesi</strong>.<br />

Con la certezza che il ricordo, l’affetto e la gratitudine verso Mons.<br />

Pisani ci faranno incontrare, fraternamente Vi saluto.<br />

<strong>Gravina</strong> in Puglia, 13 febbraio 2004<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

Ai Rev.di<br />

Presbiteri e Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

la solenne celebrazione della Messa del Crisma è la madre di tutte le<br />

concelebrazioni della <strong>Diocesi</strong>, perché, nel giorno in cui si fa memoria<br />

dell’istituzione del sacerdozio ministeriale, tutto il Presbiterio si raduna<br />

nell’unità intorno al Vescovo.<br />

La Messa Crismale raccoglie in suggestiva e orante assemblea tutte<br />

le componenti del Popolo di Dio; offre l’opportunità di rinnovare, alla<br />

presenza dei fedeli, gli impegni assunti nella nostra ordinazione; è momento<br />

di grazia per dare nuovo inizio a rapporti di fraterna amicizia e<br />

di fattiva collaborazione; è occasione provvidenziale per scambiare un<br />

segno di sincera pace e di leale fraternità con tutti i Confratelli; è offerta<br />

di un nuovo appello, da parte di Cristo, di conversione all’unità.<br />

Credo che sia molto importante per ognuno di noi giungere alla Messa<br />

Crismale con le migliori disposizioni interiori all’ascolto, alla conversione<br />

e all’accoglienza; disposizioni che è facile acquisire o migliorare<br />

con una salutare Confessione sacramentale. Vincoli più stretti di grazia<br />

ci fanno gustare meglio le verità della comunione dei Santi e la gioia del-<br />

24


24<br />

la genuina fraternità sacerdotale. Tutti <strong>insieme</strong> intorno alla stessa Mensa<br />

sentiremo presenti anche i Confratelli impediti: don Michele Colangelo,<br />

don Giacinto Ventura, don Giacomino Lorusso, don Francesco Simone,<br />

e i tre Confratelli che sono tornati alla Casa del Padre: don Nicola Loiudice,<br />

don Michele Mastrogiacomo e don Domenico Farella.<br />

Il Popolo di Dio ci ama più di quanto meritiamo e prega per noi più<br />

di quanto non immaginiamo, perché vuole vederci impegnati a dare<br />

l’esempio in tutto quello di cui ci facciamo maestri e censori.<br />

La rinnovazione <strong>delle</strong> promesse dell’ordinazione sia per tutti noi<br />

espressione di decisa volontà di dare nuovo slancio alla nostra vita spirituale,<br />

alla comunione pastorale, alla ricerca dell’unità.<br />

Rinnovandovi la preghiera di invitare alla Messa Crismale i vostri<br />

Familiari, gli Operatori Pastorali, i Catecumeni, i Cresimandi, vi saluto<br />

cordialmente e vi benedico.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 31 marzo 2004<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

Ai Rev.di<br />

Presbiteri e Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

la Solennità del Corpus Domini del 2004 è un ideale ingresso della<br />

Chiesa che è in Italia nell’anno del Congresso Eucaristico Nazionale.<br />

Il prossimo anno, nella nostra <strong>Diocesi</strong> non ci sarà la celebrazione<br />

“diocesana” del Corpus Domini, perché, come Chiesa locale, saremo<br />

chiamati a vivere una più ampia esperienza di comunione, partecipando<br />

alle celebrazioni conclusive del Congresso Eucaristico a Bari.<br />

Quest’anno, la celebrazione diocesana del Corpus Domini si svolgerà<br />

a <strong>Gravina</strong> il prossimo 10 giugno: sarà un modo come ricordare il<br />

decimo anniversario dell’elevazione della Cattedrale a Basilica.


Con la presente, vorrei far giungere ad ognuno di voi un rinnovato,<br />

fraterno appello, non solo ad essere personalmente presenti, ma soprattutto<br />

a promuovere la partecipazione dei fedeli laici, in particolare le famiglie<br />

che hanno vissuto l’esperienza della celebrazione dei Sacramenti<br />

dell’Iniziazione cristiana.<br />

Come altre volte ho detto, non sono io che vi chiamo, ma Cristo, che<br />

fa appello alla vostra fede nell’Eucaristia, fonte e segno di comunione.<br />

Ci ritroveremo per la Celebrazione Eucaristica in Corso Vittorio<br />

Emanuele (edificio scolastico “S. Giovanni Bosco”); dopo la Celebrazione,<br />

ci porteremo tutti processionalmente in Piazza Cattedrale per la<br />

Benedizione Eucaristica.<br />

Colgo l’occasione per comunicare a tutta la <strong>Diocesi</strong> che il 7 giugno,<br />

alle ore 19.00, nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, celebreremo una solenne<br />

liturgia in suffragio di S.E. Mons. Salvatore Isgrò, nel trigesimo della<br />

sua morte.<br />

In attesa di incontrarci, vi saluto cordialmente.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 24 maggio 2004<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

Ai Presbiteri<br />

e ai Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

l’11 Settembre sembra una data destinata a imprimere nella storia del<br />

terzo millennio un’impronta di morte e di desolazione.<br />

In questo giorno si sono verificati non soltanto eventi luttuosi e sconvolgenti,<br />

ma sembra che si sia inaugurata un’era di terrore di dimensioni<br />

planetarie. Il fenomeno dei kamikaze, l’atroce e disumana efferatezza<br />

24


2 0<br />

degli attentati; la strategia della distruzione di uomini e cose come fine<br />

a se stessa; l’impossibilità di vivere la normalità quotidiana e i grandi<br />

eventi nella tranquillità dell’ordine; le minacce farneticanti rivolte al<br />

mondo intero; l’insensata e diabolica persecuzione di cristiani inermi e<br />

innocenti, non sono e non devono essere l’ultima parola di questo inizio<br />

di secolo.<br />

Nemmeno coloro che ci rappresentano al Parlamento Europeo, e che<br />

hanno tentato di strappare sulla carta la radice profonda del secolare albero<br />

della civiltà europea, riusciranno a intaccare la cultura e l’anima e<br />

la grande storia cristiana dell’Europa.<br />

Tuttavia non possiamo chiudere gli occhi davanti a un liberalismo<br />

imperante, impegnato ad abolire di fatto e di diritto ogni principio etico<br />

e morale.<br />

Anche se il contesto socio-culturale e gli instabili equilibri mondiali<br />

non scuotono la speranza di quanti credono in Cristo, è pur vero che l’ora<br />

presente ci chiama a un impegno di annunzio e ad una testimonianza di<br />

unità e di comunione pari alle attese di salvezza dell’umanità.<br />

Con questa consapevolezza, ci accingiamo a dare inizio a un nuovo<br />

anno di cammino pastorale.<br />

l’11 Settembre 2004,<br />

alle ore 10.00,<br />

presso il Santuario della Madre di Dio<br />

Incoronata di Foggia,<br />

tutto il Presbiterio Diocesano, i Diaconi, i Ministri, i Religiosi e le Religiose,<br />

le Associazioni, i Gruppi e i Movimenti, tutto il Popolo di Dio<br />

della <strong>Diocesi</strong>, <strong>insieme</strong> con il Vescovo si recheranno in pellegrinaggio e<br />

si raduneranno in Assemblea Ecclesiale per verificare il lavoro fatto e<br />

assumere nuovi impegni; per mettere tutte le Comunità e i loro Pastori e<br />

Operatori Pastorali nelle mani della Madre di Dio.<br />

Invito, pertanto, i Parroci e tutti i Responsabili <strong>delle</strong> Aggregazioni<br />

Laicali a promuovere la più ampia partecipazione alla Quinta Giornata<br />

Mariana della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

Fiducioso, vi benedico e vi aspetto.


Dal Palazzo Vescovile, 15 agosto 2004, Solennità dell’Assunzione della<br />

Beata Vergine Maria<br />

✠ Mario, Vescovo<br />

NOTIZIE UTILI<br />

PER IL PELLEGRINAGGIO ALL’INCORONATA<br />

DELL’11 SETTEMBRE 2004<br />

La giornata si articolerà nel modo seguente:<br />

ore 10.00 Cammino di preghiera intorno al Santuario e saluto alla<br />

Gran Madre di Dio Incoronata, con la recita del Rosario.<br />

ore 11.00 Assemblea Diocesana.<br />

ore 13.00 Pranzo - tempo libero.<br />

ore 15.30 Celebrazione comunitaria del Sacramento della Riconciliazione.<br />

ore 17.00 Solenne Concelebrazione - Preghiera di affidamento a Maria.<br />

ore 19.00 Ritorno a casa.<br />

I Parroci e gli organizzatori di pullman:<br />

1. comunichino a don Luigi Dimarno (Tel. 080/3117024 - 080/3113638)<br />

il numero dei pullman prenotati e richiedano i cartelloni per l’identificazione<br />

degli autobus;<br />

2. comunichino, entro e non oltre il 4 settembre, il numero dei pellegrini<br />

che intendono usufruire del servizio mensa del Santuario (prezzo del<br />

pranzo € 10,00);<br />

3. ritirino dalla Curia i pass per coloro che intendono raggiungere il<br />

Santuario con mezzo proprio.<br />

I Sacerdoti, i Diaconi, i Ministri istituiti, i Seminaristi portino le vesti<br />

liturgiche proprie per la concelebrazione.<br />

2 1


2 2<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

Ai Rev.di<br />

Presbiteri e Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

dire “ottobre” è come parlare di “missione”, di risveglio del cammino<br />

<strong>delle</strong> Comunità.<br />

Con la presente non vorrei soltanto ricordarvi date e luoghi dei primi<br />

appuntamenti, ma esortarvi fraternamente a ripartire con rinnovato zelo<br />

nell’impegno comune di credere nella comunione e di contribuire ad<br />

edificarla.<br />

I fedeli laici hanno bisogno di “vedere” la nostra testimonianza per<br />

aprirsi a una nuova immagine di Chiesa, per collaborare con noi nella<br />

conversione di tutta la pastorale parrocchiale.<br />

Chiedo umilmente e fermamente a ognuno di sentirsi moralmente<br />

obbligato, in forza del sacramento e dell’ufficio, a partecipare a tutti i<br />

momenti di comunione presbiterale, cittadina e diocesana.<br />

Isolarsi e chiudersi, crearsi alternative e alibi per non partecipare, è<br />

portare in un vicolo cieco e mortale se stessi e la comunità di cui si è<br />

eventualmente responsabili.<br />

Non posso, tuttavia, non dare atto della sensibilità, della fedeltà e dell’“obbedienza”<br />

della quasi totalità del Presbiterio, e cogliere questa occasione<br />

per ringraziare ognuno per la sua parte.<br />

Vi ricordo che:<br />

1) il 15 ottobre, terzo venerdì del mese, ci sarà il primo Ritiro del Clero<br />

dell’anno pastorale 2004-2005, animato da don Luigi Renna, Docente<br />

di Teologia morale.<br />

I ritiri si svolgeranno presso l’aula magna del Centro Giovanile “Benedetto<br />

XIII”, di <strong>Gravina</strong> con inizio alle ore 9.30.<br />

2) Il 22 ottobre, alle ore 10.00 nell’Aula Giovanni Paolo II, presso<br />

l’Episcopio di <strong>Gravina</strong> ci sarà il primo aggiornamento su “Il nuovo<br />

rito del matrimonio”.<br />

Relatore sarà don Franco Lanzolla, parroco di Bari.<br />

Vi comunico, inoltre, che:


1) Al termine del ritiro saranno consegnate ai parroci le Schede dell’Indagine<br />

sul Giorno del Signore.<br />

2) Il 17 ottobre RAI Uno trasmetterà la Santa Messa dalla Cattedrale di<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

3) Il 28 ottobre, verso le 22.30, nel corso della trasmissione “Giovedì<br />

Sacerdotale” di Radio Maria, il Vescovo terrà la quinta conversazione<br />

sulla paternità di Dio.<br />

Lo stesso giorno è la “Giornata dell’Animatore di A.C.”: alle ore 19.30,<br />

presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII”, si svolgerà un incontro<br />

di don Giorgio Bezze, Assistente Nazionale del Settore Giovani di<br />

A.C., con i Sacerdoti, gli Assistenti, i Presidenti e Consiglieri di A.C.<br />

Oggetto dell’incontro è l’approfondimento del “Progetto Formativo”.<br />

4) L’incontro “Al Pozzo di Giacobbe” in novembre, eccezionalmente, a<br />

causa dell’ottavario dei defunti, si svolgerà il terzo lunedì, quindi il<br />

15 novembre alle ore 19.00.<br />

In attesa di incontrarci Vi saluto cordialmente.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 7 ottobre 2004, Memoria della Beata V. Maria<br />

del Rosario<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

* * *<br />

Carissimi,<br />

Ai Rev.di Presbiteri e Diaconi<br />

della <strong>Diocesi</strong><br />

con la presente vi ricordo innanzitutto ciò che già vi avevo annunciato<br />

nella mia del 7 ottobre u.s., cioè che il Pozzo di Giacobbe, a causa della<br />

conclusione dell’ottavario per i defunti, è stato trasferito al 15 novembre,<br />

quindi a lunedì prossimo, ore 19.00 Centro Giovanile, <strong>Gravina</strong>.<br />

Ma vi scrivo anche per ringraziarvi per l’affettuosa vicinanza spirituale<br />

testimoniatami particolarmente nelle vicende del mese scorso.<br />

Per quanto riguarda la mia salute vi rendo noto che l’applicazione di<br />

un piccolo “stand” ad un’arteria collaterale ha risolto al meglio un possi-<br />

2 3


2 4<br />

bile pericolo di eventuali difficoltà più serie. Ora è tutto perfettamente in<br />

ordine, anche se mi è stato raccomandato di non abusare della pazienza<br />

del Signore con stress senza sosta.<br />

Circa la lettera anonima che tanti di voi hanno ricevuto e che ha fatto<br />

chiedere a tutti chi poteva esserne l’autore, vi confesso che non mi sono<br />

messo alla ricerca di nomi, per non trovare difficoltà a restare in atteggiamento<br />

di accettazione e di perdono verso chiunque, prete o laico,<br />

possa essere stato l’autore.<br />

A prescindere se credete o meno a ciò che è stato scritto, chiedo a<br />

ognuno di voi di aiutarmi a far <strong>camminare</strong> la nostra <strong>Diocesi</strong>, le Comunità<br />

Parrocchiali; a far crescere nella comunione e nella missionarietà il<br />

Presbiterio e il popolo di Dio.<br />

Io non posso nulla senza di voi: voi siete una sola cosa con me. Se la<br />

<strong>Diocesi</strong> è viva, è dono dello Spirito e merito dell’impegno di tutti.<br />

L’anno dell’Eucaristia inviti tutti a ritrovarci quotidianamente davanti<br />

al Tabernacolo per diventare sempre più Presbiterio unito e Chiesa in<br />

cammino.<br />

Con cordiali saluti.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 8 novembre 2004<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Decreti<br />

Istituzione<br />

della Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali<br />

Prot. n. 11/2004<br />

Il cammino conciliare della Chiesa in Italia, scandito dalle grandi<br />

scelte dell’evangelizzazione, della comunione e della testimonianza<br />

della carità, ha favorito nelle comunità cristiane la promozione di una<br />

“cultura di comunione”. In questa prospettiva, l’apostolato associato «è<br />

un “segno” che deve manifestarsi nei rapporti di “comunione”, sia all’interno<br />

che all’esterno <strong>delle</strong> varie forme aggregative, nel più ampio<br />

contesto della comunità cristiana» (Christifideles laici, n. 29).<br />

Pertanto, in sintonia con la missione universale della Chiesa e cosciente<br />

dei rapidi cambiamenti della società contemporanea;<br />

volendo promuovere, articolare e coordinare l’azione <strong>delle</strong> Aggregazioni<br />

laicali presenti in <strong>Diocesi</strong>, favorendone una maggiore comunicazione<br />

ed una più efficace collaborazione tra loro e con la stessa <strong>Diocesi</strong>,<br />

in ordine alle linee pastorali che coinvolgono l’apostolato dei laici;<br />

vista la Nota CEI “Le aggregazioni laicali nella Chiesa” (29 aprile<br />

1993); lo Statuto della Consulta Nazionale <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali<br />

(CNAL), approvato dal Consiglio Episcopale Permanente della CEI<br />

nella riunione del 12 maggio 1993; lo Statuto della Consulta Regionale<br />

del Laicato di Puglia, approvato “ad experimentum” e “ad triennium”<br />

dalla Conferenza Episcopale Pugliese nella riunione del 4 giugno 2002;<br />

visto il can. 215 del CJC, con il presente Decreto<br />

istituisco<br />

la Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali<br />

(CDAL)<br />

e<br />

approvo<br />

lo Statuto qui allegato “ad experimentum” per un triennio,<br />

a partire dalla data del presente Decreto.<br />

2


2<br />

Con la mia paterna benedizione.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 22 febbraio 2004, Festa della Cattedra di San<br />

Pietro<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

STATUTO<br />

Premessa<br />

“Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando<br />

le cose temporali e ordinandole secondo Dio” (Lumen gentium, 31).<br />

“Situazioni nuove, sia ecclesiali sia sociali, economiche, politiche e<br />

culturali, reclamano oggi, con una forza del tutto particolare, l’azione<br />

dei fedeli laici” (Christifideles laici, 3).<br />

“Le associazioni non sono fine a se stesse, ma devono servire a compiere<br />

la missione della Chiesa nei riguardi del mondo” (Apostolicam actuositatem,<br />

19).<br />

Titolo primo<br />

IDENTITÀ, NATURA E FINI<br />

Art. 1<br />

Con Decreto Vescovile del 22 febbraio 2004 (Prot. n. 11/2004), è istituita<br />

nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti la Consulta<br />

Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL), al fine di promuovere:<br />

1. una maggiore comunicazione tra le Aggregazioni laicali e la <strong>Diocesi</strong>;<br />

2. una più efficace collaborazione, in ordine alle linee pastorali che<br />

coinvolgono l’apostolato dei laici.<br />

Art. 2<br />

Fanno parte della CDAL: gli Ordini secolari e gli Istituti secolari, le Fraternità<br />

secolari, le Confraternite, le Associazioni, i Gruppi, i Movimenti, gli<br />

Organismi e le Istituzioni ecclesiali di apostolato dei laici che operano in<br />

<strong>Diocesi</strong> e che hanno ottenuto il riconoscimento di ecclesialità da parte della


Sede Apostolica, oppure della C.E.I., oppure della C.E.P., oppure dell’Ordinario<br />

diocesano.<br />

Art. 3<br />

La CDAL, nel rispetto dell’identità e dei compiti <strong>delle</strong> singole Aggregazioni,<br />

si propone di:<br />

1. valorizzare la forma associata e coordinata dell’apostolato dei fedeli<br />

laici;<br />

2. far crescere uno stile ed una prassi di laicato maturo e responsabile,<br />

mediante la reciproca conoscenza e stima, promuovendo la collaborazione<br />

tra le diverse Aggregazioni, in vista degli obiettivi pastorali<br />

della <strong>Diocesi</strong>;<br />

3. collaborare con il Vescovo e con gli Uffici di Curia per l’elaborazione<br />

di proposte in ordine agli orientamenti ed alle linee pastorali della<br />

<strong>Diocesi</strong>;<br />

4. assumere gli orientamenti pastorali della <strong>Diocesi</strong>, sollecitandone e<br />

sostenendone la mediazione nelle singole Aggregazioni.<br />

Art. 4<br />

La CDAL, nella propria attività ed in ordine alle finalità di cui all’art.<br />

3 del presente Statuto:<br />

1. mantiene rapporti stabili con il Vescovo, mediante un sacerdote da lui<br />

delegato, e con la Curia Diocesana;<br />

2. partecipa, mediante 2 rappresentanti eletti dall’Assemblea, alle riunioni<br />

del Consiglio Pastorale Diocesano;<br />

3. cura i rapporti con la Consulta Regionale e con la Consulta Nazionale<br />

<strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali;<br />

4. stabilisce relazioni con le istituzioni culturali e sociali presenti in<br />

<strong>Diocesi</strong>, che operano nell’ambito ecclesiale e nel territorio;<br />

5. interloquisce con le istituzioni, gli enti civili, le espressioni politiche<br />

ed economiche presenti sul territorio diocesano, al fine di dare attuazione<br />

alle deliberazioni dei suoi Organi.<br />

Art. 5<br />

Al finanziamento della Consulta si provvede mediante:<br />

1. una quota annuale, stabilita dall’Assemblea e versata da ciascuna Aggregazione;<br />

2


2<br />

2. contributi volontari da parte della <strong>Diocesi</strong>, di altri organismi o di singoli.<br />

Sono organismi della CDAL:<br />

1. l’Assemblea;<br />

2. il Consiglio di Presidenza;<br />

a) Composizione<br />

Titolo secondo<br />

ORGANISMI<br />

Art. 6<br />

Art. 7<br />

L’Assemblea<br />

L’Assemblea è composta dai Responsabili di ogni singola Aggregazione,<br />

di cui all’art. 2 del presente Statuto, o da un loro delegato; possono<br />

partecipare anche i rispettivi Assistenti Spirituali o Consulenti Ecclesiastici.<br />

b) Compiti<br />

Spetta all’Assemblea:<br />

1. definire gli orientamenti e il programma <strong>delle</strong> attività della CDAL e<br />

verificarne l’esecuzione;<br />

2. fissare le quote annuali di partecipazione;<br />

3. eleggere 5 componenti del Consiglio di Presidenza;<br />

4. eleggere 2 rappresentanti che entrano a far parte del Consiglio Pastorale<br />

Diocesano, curando che vi sia la più ampia rappresentatività<br />

<strong>delle</strong> Aggregazioni;<br />

5. approvare il bilancio preventivo e consuntivo;<br />

6. deliberare le proposte di modifica dello Statuto, da sottoporre all’approvazione<br />

del Vescovo;<br />

7. costituire eventualmente al suo interno Commissioni di studio o di<br />

lavoro (permanenti o straordinarie) per specifiche attività concernenti<br />

la natura e le finalità della CDAL, al fine di sottoporre alla stessa<br />

Assemblea proposte di deliberazione.


c) Riunioni<br />

1. L’Assemblea si riunisce ordinariamente tre volte l’anno, ed è convocata<br />

dal Presidente, con invito scritto contenente l’ordine del giorno,<br />

almeno cinque giorni prima della riunione. Essa può essere convocata<br />

anche su richiesta del Vescovo o della maggioranza dei membri del<br />

Consiglio di Presidenza, o su richiesta di almeno un terzo dei membri<br />

della CDAL;<br />

2. la presidenza dell’Assemblea spetta al Vescovo o al suo Delegato;<br />

3. di ciascuna riunione verrà redatto apposito verbale a cura del Segretario<br />

o, in caso di impedimento, di un altro componente designato<br />

dalla stessa Assemblea.<br />

d) Deliberazioni<br />

1. L’Assemblea, in riferimento ai compiti di cui all’art. 7,b, delibera<br />

a maggioranza semplice dei presenti aventi diritto;<br />

2. per quanto riguarda le proposte di modifica dello Statuto, l’Assemblea<br />

delibera con la maggioranza di almeno due terzi dei membri<br />

presenti e aventi diritto.<br />

a) Composizione<br />

Art. 8<br />

Il Consiglio di Presidenza<br />

1. Il Consiglio di Presidenza è costituito da 7 membri, di cui 2 di diritto<br />

e 5 eletti dall’Assemblea fra i componenti della CDAL, secondo<br />

quanto previsto dall’art. 7,b-3 del presente Statuto;<br />

2. sono membri di diritto del Consiglio di Presidenza il Delegato Vescovile<br />

e il Presidente diocesano di Azione Cattolica;<br />

3. tra i 7 membri, il Vescovo sceglie e nomina il Presidente;<br />

4. tutti i componenti del Consiglio di Presidenza hanno diritto di voto.<br />

b) Durata<br />

1. Il Consiglio di Presidenza dura in carica per un quinquennio, e tutti i<br />

suoi membri possono essere rieletti per un secondo mandato;<br />

2


2 0<br />

2. nel caso in cui uno dei membri viene meno, egli viene sostituito dal<br />

1° dei non eletti.<br />

c) Compiti<br />

Il Consiglio di Presidenza, che si riunisce di norma ogni trimestre e<br />

su richiesta del Vescovo o del Presidente, ha il compito di:<br />

1. nominare il Tesoriere e il Segretario;<br />

2. attuare i programmi definiti dall’Assemblea;<br />

3. curare i rapporti con la <strong>Diocesi</strong> e con le altre realtà di cui all’art. 4 del<br />

presente Statuto;<br />

4. verificare la gestione contabile.<br />

Art. 9<br />

Il Presidente<br />

Spetta al Presidente, nominato dal Vescovo:<br />

1. curare l’esecuzione <strong>delle</strong> delibere del Consiglio di Presidenza e le<br />

relazioni con le Aggregazioni componenti la CDAL;<br />

2. rappresentare la CDAL nei rapporti con la <strong>Diocesi</strong> e con le altre realtà<br />

di cui all’art. 4 del presente Statuto;<br />

3. convocare l’Assemblea, definendo l’ordine del giorno su indicazione<br />

del Consiglio di Presidenza;<br />

4. convocare il Consiglio di Presidenza e definire l’ordine del giorno;<br />

5. coordinare, eventualmente anche tramite un suo delegato scelto tra i<br />

componenti del Consiglio di Presidenza, l’attività <strong>delle</strong> Commissioni<br />

di lavoro.<br />

Art. 10<br />

Il Delegato Vescovile<br />

Il Delegato Vescovile è un Sacerdote che rappresenta il Vescovo all’interno<br />

della CDAL; egli partecipa alle riunioni dell’Assemblea e del<br />

Consiglio di Presidenza con diritto di voto.<br />

Art. 11<br />

Il Tesoriere<br />

Spetta al Tesoriere, eletto dal Consiglio di Presidenza:


1. riscuotere le quote annuali dalle singole Aggregazioni e curare la gestione<br />

amministrativa della CDAL;<br />

2. sottoporre annualmente al Consiglio di Presidenza il bilancio preventivo<br />

e consuntivo e chiedere l’approvazione dell’Assemblea.<br />

Art. 12<br />

Il Segretario<br />

Spetta al Segretario, eletto dal Consiglio di Presidenza:<br />

1. redigere i verbali <strong>delle</strong> riunioni;<br />

2. inviare le comunicazioni e gli avvisi <strong>delle</strong> convocazioni.<br />

Art. 13<br />

Le Commissioni<br />

Per specifici problemi pertinenti la natura e le finalità della CDAL,<br />

l’Assemblea può costituire al suo interno Commissioni di studio o di<br />

lavoro (permanenti o straordinarie). Di esse possono far parte anche<br />

esperti non appartenenti alla CDAL.<br />

Art. 14<br />

L’Assemblea può presentare al Vescovo, per l’approvazione, proposte<br />

di modifica alle norme statutarie. Per quanto non contemplato nel<br />

presente Statuto, si fa riferimento alle norme canoniche.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 22 febbraio 2004, Festa della Cattedra di San<br />

Pietro<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

2 1


2 2<br />

Disposizioni sull’idoneità<br />

all’insegnamento della Religione Cattolica nella Scuola<br />

Prot. n. 12/2004<br />

Con il presente Decreto, in vista di meglio definire la natura, le caratteristiche,<br />

le condizioni e le modalità per il riconoscimento dell’idoneità<br />

all’insegnamento della religione cattolica nella scuola, il sottoscritto<br />

Mons. Mario Paciello,Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti,<br />

approva<br />

le seguenti Disposizioni sull’idoneità all’insegnamento della religione<br />

cattolica nella scuola.<br />

1. natura e caratteristiche<br />

L’insegnamento della religione cattolica è una forma di servizio per<br />

una scuola che promuove la formazione integrale della persona nel rispetto<br />

<strong>delle</strong> diverse tradizioni culturali dell’Italia. L’accordo concordatario<br />

tra l’Italia e la Santa Sede del 1984 e le relative Intese applicative<br />

ne indicano le linee essenziali corrispondenti alle finalità educative proprie<br />

della scuola.<br />

Tale insegnamento concorre, <strong>insieme</strong> alle altre discipline scolastiche,<br />

al raggiungimento <strong>delle</strong> finalità educative proprie di ciascun ordine scolastico,<br />

mediante l’uso degli strumenti e dei metodi tipici dell’apprendimento,<br />

facendo propria l’esigenza di una programmazione educativodidattica<br />

attenta ai problemi dei bambini, dei ragazzi, dei giovani e <strong>delle</strong><br />

loro famiglie.<br />

L’insegnamento della religione cattolica, risulta pertanto:<br />

a) assicurato dalla Repubblica e liberamente scelto da famiglie e alunni<br />

(Intesa, 4.1 premessa; Accordi, 9.2; Nota CEI 91, 12);<br />

b) impartito da insegnanti riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica<br />

(Prot. addiziona/e 5; Intesa, 4.1);<br />

c) svolto nel quadro <strong>delle</strong> finalità della scuola e secondo programmi<br />

ministeriali (Accordi, 9,2; Intesa, 1.1; 4.1;Nota CEI 91, 13);


d) in conformità alla dottrina della Chiesa (Prot. addiziona/e, 5; Intesa,<br />

1.1; 4.1; Nota CEI 91, 13);<br />

e) nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni (Prot. addiziona/e,<br />

5; Intesa, 1.1);<br />

f) distinto e complementare rispetto alla catechesi (Nota CEI 84, 13;<br />

Nota CEI 91, 13);<br />

g) offerto a tutti, indipendentemente dall’appartenenza religiosa di ciascuno<br />

(Nota CEI 84, 9; Nota CEI 91, 7);<br />

h) inserito nelle indicazioni nazionali per i piani personalizzati.<br />

2. decreto di idoneità<br />

A. Significato<br />

Il riconoscimento di idoneità, in ottemperanza ai canoni 804 e 805<br />

del CDC, attesta che il docente di religione è in possesso di:<br />

• una conoscenza adeguata dei contenuti della rivelazione cristiana e<br />

della dottrina della Chiesa, in vista dell’insegnamento scolastico;<br />

• una competenza pedagogico-metodologico-didattica adeguata al grado<br />

di scuola per il quale si rilascia l’attestato;<br />

• una testimonianza di vita cristiana coerente con la fede professata e<br />

vissuta nella piena comunione ecclesiale.<br />

B. Condizioni<br />

Oltre che il possesso dei titoli di qualificazione professionale previsti<br />

dalle Intese, per il rilascio dell’attestato di idoneità da parte dell’Ordinario<br />

diocesano, si richiede che i candidati:<br />

a) adempiano ai requisiti stabiliti dal CDC (Canoni 804-805), dalle Deliberazioni<br />

della CEI (Deliberazione CEI approvata dalla XXXIV<br />

Assemblea Generale - Roma 6/10 maggio 1991) e dalla normativa<br />

diocesana;<br />

b) siano responsabilmente partecipi della vita della comunità diocesana,<br />

conoscendo la storia e la cultura locale, con particolare riguardo alla<br />

dimensione religiosa;<br />

c) partecipino ai Corsi di formazione e di aggiornamento promossi o<br />

riconosciuti dall’Ufficio diocesano per l’IRC.<br />

2 3


2 4<br />

C. Modalità<br />

a) L’attestato di idoneità viene rilasciato previa specifica domanda e<br />

sulla base di quanto stabilito dal presente decreto.<br />

b) L’attestato di idoneità viene rilasciato a tutti i docenti di religione,<br />

specialisti e insegnanti titolari di classe o di sezione nella scuola elementare<br />

o materna, che ne abbiano le condizioni.<br />

c) In relazione a quanto previsto dalla Deliberazione CEI approvata<br />

dalla XXXIV Assemblea Generale - Roma, 6-10 maggio 1991, nel<br />

punto 2.2, l’idoneità viene rilasciata di norma in riferimento a uno<br />

specifico ordine di scuola.<br />

d) Per l’eventuale procedimento di revoca dell’idoneità vale quanto disposto<br />

dal Can. 805 del Codice di Diritto Canonico, dalla Delibera<br />

n. 41 della CEI (approvata dalla XXXII Assemblea Generale - Roma,<br />

14-18 maggio 1990), dalla Deliberazione CEI circa il riconoscimento<br />

dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole<br />

pubbliche (approvata dalla XXXIV Assemblea Generale - Roma, 6-<br />

10 maggio 1991) e da quanto specificato da norme diocesane.<br />

3. norma transitoria<br />

A tutti i docenti di religione cattolica titolari di classe e di sezione<br />

nella scuola primaria e dell’infanzia e a tutti gli incaricati di religione<br />

cattolica verrà richiesta la partecipazione a un Corso di aggiornamento<br />

sulla Riforma scolastica in atto e sugli “Obiettivi specifici” relativi all’IRC.<br />

L’eventuale non partecipazione a questo Corso, può comportare<br />

la revoca dell’idoneità.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 23 febbraio 2004<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Convenzione<br />

con l’Opera Mariana del Samaritano<br />

per l’affidamento della struttura di S. Lorenzo in <strong>Altamura</strong><br />

Prot. n. 97/2004<br />

tra<br />

la <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti,<br />

Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto,<br />

iscritto nel Registro <strong>delle</strong> Persone Giuridiche<br />

tenuto presso la Prefettura di Bari il 9 giugno 1987 al n. 217,<br />

in persona del Vescovo pro tempore, S.E. Mons. Mario Paciello,<br />

e<br />

l’Opera Mariana del Samaritano,<br />

Associazione privata di fedeli,<br />

riconosciuta con Decreto del Vescovo di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti<br />

l’8 dicembre 1996,<br />

in persona del Presidente e Legale rappresentante pro tempore,<br />

Giovanni Spano<br />

è stata sottoscritta la seguente<br />

convenzione<br />

Premesso<br />

1. che la predetta <strong>Diocesi</strong> intende avvalersi del complesso immobiliare<br />

ristrutturato adiacente la Rettoria di San Lorenzo, sito in Piazza S.<br />

Lorenzo n. 9 in <strong>Altamura</strong>, allo scopo di realizzare il progetto di accoglienza<br />

residenziale gestito e diretto dal ramo femminile dell’Opera<br />

Mariana del Samaritano, avente tra le principali finalità:<br />

a) l’accoglienza residenziale di ragazze che vivono particolari disagi<br />

(prostituzione, gravidanze indesiderate, conflitti familiari, ecc.);<br />

2


2<br />

b) il sostegno alle famiglie in crisi e aiuto alla vita;<br />

c) la formazione al volontariato cristiano;<br />

2. che detta <strong>Diocesi</strong> intende affidare in comodato la struttura residenziale<br />

di cui al n. 1 all’Opera Mariana del Samaritano, che accetta, per<br />

il conseguimento <strong>delle</strong> proprie specifiche finalità;<br />

tra le parti si conviene quanto segue:<br />

1. La presente convenzione ha durata decennale ed è tacitamente rinnovata<br />

in difetto di disdetta. La disdetta deve essere comunicata all’altra<br />

parte un anno prima della scadenza.<br />

Tuttavia il biennio di avvio dell’iniziativa ha valore di prova, riservandosi<br />

le parti, all’esito della stessa, la decisione di dar seguito alla<br />

presente convenzione sino alla scadenza.<br />

2. La manutenzione ordinaria è affidata all’Opera Mariana del Samaritano.<br />

3. Il progetto trarrà i mezzi economici per la sua realizzazione da:<br />

– un contributo diocesano;<br />

– rette rinvenienti da Enti pubblici che intendano avvalersi della<br />

struttura residenziale;<br />

– offerte e donazioni.<br />

4. La <strong>Diocesi</strong> chiede all’Opera Mariana del Samaritano, che accetta,<br />

che siano adibite all’ospitalità di sacerdoti tre stanze ubicate al primo<br />

piano dell’immobile. Tale ospitalità sarà offerta a fronte della corresponsione<br />

di compensi da parte degli ospiti, che confluiranno nei<br />

mezzi economici di cui al punto 3.<br />

5. La <strong>Diocesi</strong> chiede all’Opera Mariana del Samaritano, che accetta, di<br />

predisporre e gestire il tradizionale pranzo del giovedì per i sacerdoti<br />

aderenti all’iniziativa, con i proventi forniti dagli stessi.<br />

6. La <strong>Diocesi</strong> chiede all’Opera Mariana del Samaritano, che accetta,<br />

di riservare il piccolo appartamento ubicato al primo piano, com-


posto da una stanza più servizi, a dimora della Sig.na Giuseppina<br />

Santacroce, secondo quanto disposto dal Vescovo.<br />

La compresenza con la Sig.na Santacroce non deve condizionare la<br />

vita della Comunità. La linea telefonica privata sarà a carico della<br />

stessa. Alla Sig.na Santacroce verrà chiesto un contributo per le spese<br />

della casa, nella misura stabilita dal Vescovo.<br />

Allegato A: Planimetria dell’immobile<br />

Allegato B: Contratto di comodato<br />

<strong>Altamura</strong>, 28 febbraio 2004<br />

Giovanni Spano ✠ Mario Paciello<br />

Presidente e Legale rappresentante Vescovo<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

Prot. n. 98/2004<br />

* * *<br />

Costituzione<br />

del Consiglio Presbiterale<br />

– in seguito alla scadenza del mandato del Consiglio Presbiterale,<br />

avvenuta in data 1 ottobre 2003;<br />

– visto lo Statuto del medesimo Consiglio, promulgato con Decreto<br />

del 18 maggio 1998;<br />

– visti i risultati della consultazione elettorale del 13 febbraio 2004,<br />

nel corso della quale il presbiterio ha eletto i membri facenti parte del<br />

medesimo Consiglio;<br />

2


2<br />

– procedendo con questo stesso atto alla scelta dei membri di nomina<br />

vescovile;<br />

– a norma dei cann. 495-501 del CJC,<br />

con il presente Decreto<br />

che risulta così composto:<br />

costituisco<br />

il consiglio presbiterale<br />

a) Membri di diritto<br />

Rev.do Sac. Vito Colonna Vicario Generale<br />

Rev.do Sac. Giuseppe Lofrese Vicario Episcopale<br />

Rev.do P. Pasquale Cenciarelli, cmf Vicario Episcopale<br />

Rev.do Sac. Giuseppe Pietroforte Vicario Episcopale<br />

Rev.do Sac. Luigi Dimarno Vicario Episcopale<br />

Rev.do Sac. Angelantonio Cianciotta Rettore<br />

del Seminario diocesano<br />

b) Membri eletti dal Presbiterio<br />

Rev.do Sac. Giuseppe Creanza<br />

Rev.do Sac. Luigi Lazzari<br />

Rev.do Sac. Saverio Ciaccia<br />

Rev.do Sac. Domenico Natale<br />

Rev.do Mons. Felice Posa<br />

Rev.do Sac. Domenico Giannuzzi<br />

Rev.do P. Matteo Ornelli, ofm<br />

Rev.do P. Giacomo Paris, smm<br />

c) Membri nominati dal Vescovo<br />

Rev.do Sac. Giovanni Bruno<br />

Rev.do Sac. F. Saverio Colonna<br />

Rev.do Sac. Giuseppe Manfredi<br />

Rev.do Sac. Giacomo Lorusso jr.<br />

Rev.do Sac. Saverio Paternoster<br />

Rev.do Sac. Pasquale Settembre


Rev.do Sac. Vincenzo Confetti<br />

Rev.do Sac. Andrea Wisniewski<br />

Rev.do Sac. Giacomo Fiore<br />

Rev.do Sac. Nicola Laterza<br />

Rev.do P. Luigi Colleoni, smm<br />

Rev.do Don Pasquale Martino, sdb<br />

Rev.do P. Giuseppe Rolli, ofm Conv.<br />

A norma del suddetto Statuto, il Consiglio Presbiterale rimane in<br />

carica per cinque anni, a partire dalla data odierna.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 1 marzo 2004<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

Prot. n. 103/2004<br />

* * *<br />

Costituzione<br />

del Collegio dei Consultori<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

– in seguito alla scadenza del mandato del Collegio dei Consultori,<br />

avvenuta in data 27 marzo 2004;<br />

– visto il mio Decreto in data 1 marzo 2004, con il quale ho costituito il<br />

Consiglio Presbiterale per i prossimi cinque anni;<br />

– visto l’art. 19 dello Statuto del medesimo Consiglio, promulgato con<br />

Decreto del 18 maggio 1998;<br />

– a norma del can. 502 § 1 del CJC,<br />

con il presente Decreto<br />

2


2 0<br />

che risulta così composto:<br />

costituisco<br />

il collegio dei consultori<br />

Rev.do Sac. Vito Colonna<br />

Rev.do Sac. Giovanni Bruno<br />

Rev.do Sac. Saverio Ciaccia<br />

Rev.do Sac. Giuseppe Creanza<br />

Rev.do Sac. Domenico Giannuzzi<br />

Rev.do Mons. Felice Posa<br />

Rev.do P. Matteo Ornelli, ofm<br />

A norma del diritto, il Collegio dei Consultori rimane in carica per<br />

cinque anni.<br />

Dal Palazzo Vescovile, 1 aprile 2004<br />

Il Cancelliere Vescovile<br />

Mons. Diego Carlucci<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo


Mons. Vescovo ha nominato:<br />

Nomine<br />

1 gennaio 2004 Mons. Felice Posa, Amministratore parrocchiale<br />

della Parrocchia di S. Lucia in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti (Prot. n. 01/2004).<br />

il Diac. Giuseppe Cifarelli, Collaboratore presso<br />

la Parrocchia del Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong> (Prot.<br />

n. 03/2004).<br />

2 febbraio 2004 il Sac. Rocco Scalera, Assistente Spirituale dell’Associazione<br />

Italiana Guide e Scouts d’Europa<br />

Cattolici, con sede in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 08/2004).<br />

19 febbraio 2004 Mons. Diego Carlucci, Direttore Spirituale del<br />

Gruppo di Preghiera di P. Pio “Maria Immacolata”,<br />

con sede in <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 09/2004).<br />

1 marzo 2004 il Sac. Flavian Osuagwu, sdv, Vicario parrocchiale<br />

della Parrocchia di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti (Prot. n. 99/2004).<br />

19 marzo 2004 Mons. Felice Posa, Vicario Giudiziale (Prot. n.<br />

102/2004).<br />

8 aprile 2004 Mons. Felice Posa, Notaio dell’Ufficio di Curia e<br />

Direttore dell’Archivio storico e Capitolare di <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti (Prot. n. 106/2004).<br />

21 giugno 2004 il Sac. Giuseppe Lofrese, Canonico Cantore del<br />

Capitolo della Basilica Cattedrale di <strong>Gravina</strong><br />

(Prot. n. 108/2004);<br />

il Sac. Saverio Ciaccia, Canonico del Capitolo<br />

della Basilica Cattedrale di <strong>Gravina</strong> (Prot. n.<br />

109/2004).<br />

2 1


2 2<br />

1 luglio 2004 il Sac. Michele Masi, cpps, Parroco della Parrocchia<br />

del Sacro Cuore in Santeramo in Colle, “ad<br />

nutum Episcopi” (Prot. n. 110/2004).<br />

15 agosto 2004 il Sac. Domenico Natale, Parroco di S. Maria<br />

Maggiore in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, per nove anni<br />

(Prot. n. 111/2004).<br />

8 settembre 2004 confermando nel loro incarico coloro che già svolgono<br />

un servizio in Seminario, Mons. Vescovo ha<br />

affidato l’incarico di Formatori del Seminario diocesano,<br />

così come di seguito specificato (Prot. n.<br />

114/2004):<br />

- Sac. Angelantonio Cianciotta Rettore<br />

- Sac. Rocco Scalera Educatore<br />

- Diac. Giuseppe Cifarelli Educatore<br />

- Sac. Giuseppe Creanza Padre Spirituale<br />

per i Seminaristi<br />

di Scuola Superiore<br />

- Sac. Giovanni Giove Padre Spirituale<br />

per i Seminaristi<br />

di Scuola Media<br />

- Avv. Massimo Marvulli Economo<br />

25 settembre 2004 il Sac. Giuseppe Ciccarone, Canonico Penitenziere<br />

della Concattedrale di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti<br />

(Prot. n. 115/2004).<br />

1 ottobre 2004 il Sac. Giuseppe Lofrese, Consulente ecclesiastico<br />

dell’Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi<br />

(U.C.I.I.M.) - Sezione di <strong>Gravina</strong> in Puglia (Prot.<br />

n. 116/2004).<br />

4 ottobre 2004 il Rag. Luca Cagnazzi, Direttore dell’Ufficio diocesano<br />

di Pastorale Giovanile (Prot. n. 117/04).


15 ottobre 2004 il Sac. Carlo Carducci, Assistente Spirituale dell’Associazione<br />

Laicale “Sacro Costato”, Sezione<br />

di <strong>Gravina</strong> (Prot. 118/2004).<br />

6 novembre 2004 la Sig.na Marisa Piazza, della “Fraternità Marta e<br />

Maria”, Vice Direttore dell’Ufficio diocesano Comunicazioni<br />

Sociali (Prot. n. 119/2004).<br />

In data 29 settembre 2004, previo consenso di Mons. Vescovo, S.E.<br />

Mons. Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes et Lourdes, ha nominato<br />

Mons. Francesco Paolo Colonna Cappellano d’onore della Basilica<br />

di Lourdes.<br />

Incardinazione<br />

In data 8 aprile 2004, previo Decreto di escardinazione a firma di S.E.<br />

Mons. Stanislaw Stefanek, Vescovo di Łomza (Polonia), Mons. Vescovo<br />

ha incardinato nella <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong><br />

Fonti il Sac. Miroslaw Korenkiewicz, del Clero della suddetta circoscrizione<br />

ecclesiastica (Prot. n. 105/2004).<br />

Mons. Vescovo ha confermato:<br />

Conferme<br />

1 gennaio 2004 il Sac. Luigi Dimarno, Presidente del Capitolo<br />

Cattedrale di <strong>Altamura</strong> (Prot. n. 02/2004).<br />

19 gennaio 2004 il Sig. Antonio Lorusso, Priore della Confraternita<br />

di S. Francesco da Paola, con sede in <strong>Altamura</strong><br />

(Prot. n. 06/2004).<br />

30 novembre 2004 il Sig. Michele Casino, Presidente (Priore) dell’Arciconfraternita<br />

di S. Croce, con sede in <strong>Gravina</strong><br />

in Puglia (Prot. n. 122/2004).<br />

2 3


2 4<br />

Mons. Vescovo ha autorizzato:<br />

Autorizzazioni<br />

16 gennaio 2004 il Sac. Michele Paternoster, Parroco della Parrocchia<br />

SS. Nome di Gesù in Borgata Dolcecanto<br />

(<strong>Gravina</strong>), a stipulare l’atto di acquisto a titolo<br />

gratuito da parte della Regione Puglia di alcuni<br />

immobili siti nella Borgata “Dolcecanto” (Prot. n.<br />

04/2004).<br />

29 gennaio 2004 il Sac. Vito Cassese, Parroco della Parrocchia<br />

dei Santi Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong>, a stipulare un<br />

contratto di mutuo della durata di dieci anni, con<br />

cessione di credito e iscrizione di ipoteca (Prot. n.<br />

07/2004).<br />

15 marzo 2004 il Sac. Domenico Giannuzzi, Parroco della Parrocchia<br />

di S. Agostino in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, ad<br />

alienare un immobile di proprietà della Parrocchia,<br />

sito in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, Via F. Campanella<br />

n. 7, al fine di incrementare il patrimonio per la<br />

ristrutturazione <strong>delle</strong> case canoniche di proprietà<br />

<strong>delle</strong> Parrocchie “in solidum” di S. Eustachio<br />

e S. Agostino in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti (Prot. n.<br />

101/2004).<br />

3 aprile 2004 il Sac. Giuseppe Nuzzi, legale rappresentante del<br />

Beneficio Parrocchiale di San Nicola e Santa Cecilia,<br />

a quietanzare l’avvenuto riscatto da parte dei<br />

Sigg. Schinco Michele e Porzia Filomena, ora eredi,<br />

della porzione del lotto n. 6 del Parco S. Eligio,<br />

sito in <strong>Gravina</strong> in Puglia, ed a consentire la relativa<br />

trascrizione (Prot. n. 104/2004).<br />

9 giugno 2004 il Sac. Vito Incampo, Parroco della Parrocchia<br />

S. Maria della Consolazione in <strong>Altamura</strong>, ad acquistare<br />

l’edificio sito in <strong>Altamura</strong>, Via Pola n. 10,


da destinare a casa canonica parrocchiale (Prot. n.<br />

107/2004).<br />

1 settembre 2004 il Sac. Michele Paternoster, Parroco della Parrocchia<br />

Mater Ecclesiae (S. Matteo) in <strong>Gravina</strong>, a<br />

stipulare un contratto di mutuo della durata di cinque<br />

anni (Prot. n. 112/2004).<br />

6 settembre 2004 il Sig. Giglio Michele, Priore della Confraternita<br />

di S. Antonio, con sede in <strong>Gravina</strong> in Puglia presso<br />

la Parrocchia di S. Francesco, a ristrutturare la<br />

facciata esterna del loculario di proprietà della medesima<br />

Confraternita e a realizzazione nuovi ossarietti<br />

(Prot. n. 113/2004).<br />

25 novembre 2004 il Sac. Vito Colonna, Parroco della parrocchia S.<br />

Sepolcro in <strong>Altamura</strong>, a stipulare un contratto di<br />

mutuo, della durata di quindici anni, presso la Banca<br />

Popolare di Milano, Filiale di <strong>Altamura</strong> (Prot. n.<br />

121/2004).<br />

13 dicembre 2004 il Sac. Giacomo Fiore, Parroco della parrocchia<br />

di S. Erasmo in Santeramo in Colle, rinnovando<br />

l’autorizzazione già concessa in data 28.04.1993<br />

da S.E. Mons. Tarcisio Pisani, ad accettare una donazione<br />

in favore della medesima parrocchia da<br />

parte della Signorina Virgintino Elvira, non avendo<br />

espletato a suo tempo tutta la procedura necessaria<br />

(Prot. n. 123/2004).<br />

Mons. Vescovo ha concesso la Licenza:<br />

Licenze<br />

21 febbraio 2004 al Sac. Giuseppe Lofrese, Presidente dell’Istituto<br />

Diocesano per il Sostentamento del Clero, per adire<br />

le vie legali contro il Sig. Ditaranto Francesco<br />

(Prot. n. 10/2004).<br />

2


2<br />

11 marzo 2004 a S.E. Mons. Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo<br />

di Foggia-Bovino, per conferire il Ministero<br />

del Lettorato al Seminarista Giuseppe Loviglio<br />

(Prot. n. 100/2004).<br />

Mons. Vescovo ha riconosciuto:<br />

Riconoscimento<br />

17 gennaio 2004 il Centro Studi “Benedetto XIII”, con sede in<br />

<strong>Gravina</strong> in Puglia, quale Associazione privata di<br />

fedeli, approvandone lo Statuto (Prot. n. 05/2004).<br />

Mons. Vescovo ha approvato:<br />

Approvazione<br />

28 novembre 2004 le modifiche allo Statuto della “Comunità di Gesù”<br />

(Prot. n. 219/04).<br />

Idoneità all’Insegnamento della Religione Cattolica<br />

25 febbraio 2004 Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />

all’insegnamento della Religione Cattolica ai seguenti<br />

Docenti (Prot. n. 13-64/2004):<br />

Amatulli Antonio, Attanasio Assunta, Battista<br />

Chiara, Bruno Sac. Giovanni, Cacciapaglia Marianna,<br />

Capodiferro Sac. Michele, Carducci Sac.<br />

Carlo, Carucci Maria, Casiello Domenica, Casiello<br />

Caterina, Cassese Sac. Vito, Chiaromonte Rosa,<br />

Cicala Sac. Francesco, Colacicco Francesco, Colonna<br />

Angela, Cornacchia Giovanni, D’Ambrosio<br />

Michele, De Bellis Porzia, Di Rosa Giovanna, Disanto<br />

Anna, Ferrulli Leonardo, Goffredo Angelo,<br />

Iacobellis Angela, Laera Angela, Langiulli Maria<br />

Raffaella, Laterza Sac. Nicola, Lazzari Sac. Luigi,<br />

Leone Saverio, Lofrese Nicola, Lombardi Maria<br />

Filippa, Lorusso Sac. Nicola, Marroccoli Giacinta,<br />

Martimucci Diego, Monitillo Sac. Giovanni,


Moramarco Giuseppina, Natuzzi Vito Nicola, Nettis<br />

Isabella, Picciallo Maria Vincenza, Pietroforte<br />

Sac. Giuseppe, Pietroforte Angela, Pinto Anna, Pistacchio<br />

Rosaria, Raguso Vito, Savino Vincenzo,<br />

Scarcella Sac. Nicola, Settembre Sac. Pasquale,<br />

Squicciarini Maria, Stano Valeria, Storsillo Antonia,<br />

Vessio Maria Rosaria, Stano Maria, Lombardi<br />

Sac. Michele.<br />

27 febbraio 2004 Mons. Vescovo ha rilasciato il Certificato di idoneità<br />

all’insegnamento della Religione Cattolica<br />

ai seguenti docenti (Prot. n. 65-96/2004):<br />

Amatulli Antonio, Battista Chiara, Carducci Sac.<br />

Carlo, Casiello Domenica, Casiello Caterina, Colacicco<br />

Francesco, Cornacchia Giovanni, D’Ambrosio<br />

Michele, De Bellis Porzia, Di Rosa Giovanna,<br />

Disanto Anna, Ferrulli Leonardo, Iacobellis Angela,<br />

Langiulli M. Raffaella, Leone Saverio, Lofrese<br />

Nicola, Lombardi M. Filippa, Marroccoli Giacinta,<br />

Martimucci Diego, Moramarco Giuseppina, Natuzzi<br />

Vito Nicola, Nettis Isabella, Picciallo Maria<br />

Vincenza, Pietroforte Sac. Giuseppe, Pietroforte<br />

Angela, Pinto Anna, Pistacchio Rosaria, Raguso<br />

Vito, Stano Valeria, Storsillo Antonia, Vessio Maria<br />

Rosaria, Cassese Sac. Vito.<br />

15 dicembre 2004 Mons. Vescovo ha rilasciato il Decreto di idoneità<br />

all’insegnamento della Religione Cattolica nelle<br />

Scuole Primarie Statali ai seguenti Insegnanti<br />

(Prot. n. 124-370/2004):<br />

Abrusci Angela, Abruzzese Pasqua, Albanese Rosa,<br />

Angiulli Stefano, Antonacci Grazia, Ariuolo<br />

Isabella, Attollino Angela Assunta, Barbieri Leonarda<br />

A., Berloco Caterina, Borracino M. Carmela,<br />

Braia Bruna, Bruno Francesca M., Buccino Rosa,<br />

Buonamassa Francesca, Buonamassa Maria Giovanna,<br />

Buongallino Maria Grazia, Cagnazzi Maria<br />

Carmela, Calderoni Lucia, Calia Biagia, Calia<br />

2


2<br />

Rosa, Campanale Rosaria, Cancellara Maria Addolorata,<br />

Cancellara Maria Luisa, Cantore Caterina,<br />

Capolongo Marisa, Capone Maria, Capone<br />

Angela, Caporusso Ada, Capozzo Maria, Capurso<br />

Maria, Capuzzi Genoveffa, Cardinale Anna, Carducci<br />

Luigina, Carlucci Rosa, Carnevale Laura,<br />

Carnevale Anna Maria, Carone Maria, Cassandro<br />

Dora, Castellano Maria, Centonze Vittoria, Ceruzzi<br />

Eufemia Rosa, Stella Cesarea, Chiarulli Rosa<br />

Lucia, Cianciotta Annunziata, Ciccarone Tiziana,<br />

Ciccarone Domenica, Cirrottola Antonia, Colacicco<br />

Rosita, Colacicco Rosella Maria, Colafelice<br />

Anna Maria, Colafiglio M. Filippa, Colamonaco<br />

Giuseppa, Colazzo Giuseppina, Colonna Maria,<br />

Colonna Anna, Consiglio Gina, Console Pentrelli<br />

Maria, Continisio Maria, Corizzo Vincenza, Cornacchia<br />

Annunziata, Cornacchia Grazia, Crapuzzi<br />

Giuseppina, Cristallo Grazia, Cusanno Anna Maria,<br />

D’Agostino Maddalena, D’Agostino Carmela,<br />

D’Ambrosio Margherita, Di Marzio Luciana, De<br />

Vito Diana, Debernardis Rosa Angela, Debernardis<br />

Angela, Delvecchio Caterina, Denora Antonia, Di<br />

Marzio Rosanna Lucia, Di Battista Anna Maria, Di<br />

Chio Maria, Di Lascio Giovanna, Di Noia Felicia,<br />

Di Noia Maria, Di Palo Anna, Di Paola Raffaella,<br />

Difonzo Lucia, Digennaro Rosa Angela, Dimattia<br />

Maria Giuseppe, Dimauro Marianna, Dimola<br />

Maria, Dinapoli Rosa, Dionisio Maria D., Disanto<br />

Antonia, Divincenzo Filomena, Falco Lucrezia,<br />

Fiore Maria, Forte Anna, Forte Angela, Fraccalvieri<br />

Isabella, Fraccalvieri Liliana, Fragnito Antonia,<br />

Fratusco Donata, Garibaldi Domenica, Garziano<br />

Anna, Germano Anna Maria, Giannini Angela<br />

V.M., Giordano Maria Lucia, Giorgio Maria Filippa,<br />

Giorgio Angela, Giove Caterina, Giustino<br />

Maria, Giustino Grazia, Gramegna Maria Carmela,<br />

Grieco Angelina, Grimaldi Maria Giovanna, Guastamacchia<br />

Patrizia, Indrio Maria Grazia, Ippolito


Margherita, La Volpe Grazia, Labarile Giovanna,<br />

Lacapra Anna, Lacarpia Maria Giacinta, Lamparelli<br />

Giovanna, Lanubile Maria Rosaria, Larato Angela,<br />

Larenza Anna Maria, Lasaponara Lucia, Lassandro<br />

Anna, Lassandro Teresa, Latrofa Giovanni,<br />

Lella Beniamina, Leone Angela, Leone Giovanna,<br />

Lerario Martino, Lofiase Caterina, Loiudice Anna<br />

Rosa, Loizzo Paolina, Lombardi Erminia, Longo<br />

Domenica, Lorusso Anna, Lorusso Arcangela, Lorusso<br />

Caterina, Lorusso Eleonora, Lorusso Angelina,<br />

Lorusso Annunziata, Lorusso Maria Giovanna,<br />

Lorusso Antonia, Lorusso Maria Nicola, Lorusso<br />

Giovanna, Lorusso Francesca, Losignore Maria<br />

Antonia, Losito Anna, Maffei Pasqua, Magliocco<br />

Elisabetta, Maino Rosa Maria, Mandolino Dionisia,<br />

Marsico Maria Oronza, Marvulli Maria Caterina,<br />

Maselli Anna Maria, Masiello Giulia, Massaro<br />

Teresa, Massaro Elisabetta, Massaro Carmela,<br />

Masserio Caterina, Mastromarino Lucia, Mastropasqua<br />

Francesca, Mastrorocco Serafina, Mastrorocco<br />

Anna Maria, Mininni Maria, Montrone Margherita,<br />

Moramarco Maria D., Moretti Rosa, Netti<br />

Angela, Ninivaggi Veneranda, Nuzzi Rosa, Nuzzi<br />

Maria, Nuzzolese Rosa, Orlando Monica, Paradiso<br />

Rosa, Paradiso Lucia, Partipilo Grazia, Pastore Isabella,<br />

Paternoster Rosa, Paulucci Angela, Pellegrino<br />

Teresa, Peragina Giacomina, Petronella Chiara,<br />

Picerno Caterina, Piizzi Maria Teresa, Pirrazzo<br />

Stella, Plantamura Chiara, Porfido Erasmo, Porfido<br />

Anna, Porfido Chiara, Porfido Chiara Cristina,<br />

Posa Anna Maria, Proscia Laura, Quatraro Anna<br />

Maria, Radogna Bruna, Raguso Grazia, Rella Maria,<br />

Rinaldi Giovanna, Rinaldi M. Annunziata, Romagno<br />

Maria, Sacco Vincenza, Sampaolo Leone<br />

Isabella, Sampaolo Losito Isabella, Santoro Angela,<br />

Santoro Iolanda, Scalera Letizia, Scivetti Maria<br />

Isabella, De Carlo M. Antonietta, Sergio Antonietta,<br />

Sicolo Maria Vincenza, Soldo Rosa, Sportelli<br />

2


2 0<br />

Rosaria, Stano Pasquina, Stingi Angelica, Taccardi<br />

Maria Pia, Tancorra Dorotea, Tancredi Anna, Tarantino<br />

Maria, Tirelli Paola, Tria Domenica, Tria<br />

Anna, Tritto Anna, Tufarulo Maria Luigia, Turi<br />

Maria Rosaria, Varrese Anna, Varvara Anna Maria,<br />

Varvara Maria Teresa, Vendola Lucia, Vernice Angela,<br />

Vicenti Dorotea, Vitale Domenica, Viti Irene<br />

Anna Maria, Zuccaro Angela, Fraccalvieri Giovanna,<br />

Catena Domenica, Colacicco Rosa, D’Oria<br />

Anna Maria, Diele Maria, Forzati Arcangela, Mannarella<br />

M. Giovanna, Navarra Nunzia, Nuzzi Letizia,<br />

Nuzzi Maria, Palumbo Maria, Pontrandolfo<br />

Raffaella Anna, Scattaglia Teresa, Tripputi Annunziata.


Ordinazione<br />

Il 30 ottobre 2004, nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong>, S.E. Mons. Alfred<br />

Maria Oburu Asue, cmf, Vescovo di Ebebiyin (Guinea Equatoriale),<br />

previa licenza di Mons. Vescovo, ha conferito l’Ordine del Presbiterato<br />

al Diacono Vittorio Bruscella, della Congregazione dei Missionari Figli<br />

del Cuore Immacolato di Maria, Missionari Clarettiani, munito <strong>delle</strong><br />

lettere dimissorie del suo legittimo Superiore.<br />

Consacrazione<br />

Il 6 novembre 2004, nella Basilica Concattedrale di <strong>Gravina</strong>, Mons.<br />

Vescovo ha consacrato a Dio le Signorine Anna Garziano e Marisa<br />

Piazza, della Fraternità Marta e Maria.<br />

Ministeri<br />

Il 21 marzo 2004, nella Cappella Maggiore del Pontificio Seminario<br />

Regionale “Pio XI” di Molfetta, S.E. Mons. Francesco Pio Tamburrino,<br />

Arcivescovo di Foggia-Bovino, previe lettere dimissorie del Vescovo<br />

diocesano, ha conferito il Ministero del Lettorato al Seminarista Giuseppe<br />

Loviglio, della Comunità parrocchiale Mater Ecclesiae in <strong>Gravina</strong>.<br />

L’8 aprile 2004, durante la Messa In Coena Domini nella Cattedrale<br />

di <strong>Altamura</strong>, Mons. Vescovo ha istituito Ministri straordinari della<br />

Comunione i Signori:<br />

Condo Ampuero Sr. Erika Ruthmery, <strong>delle</strong> Figlie della Madonna<br />

del Divino Amore<br />

(Parrocchia Sacro Cuore in <strong>Altamura</strong>)<br />

Scarabaggio Rosa<br />

(Parrocchia S. Agostino in <strong>Altamura</strong>)<br />

Havyarimana Sr. Virginie, della Congregazione Bene Tereziya del<br />

Burundi<br />

(Parrocchia S. Maria della Consolazione in <strong>Altamura</strong>)<br />

2 1


2 2<br />

Calia Rosa, Difonzo Giulia<br />

(Parrocchia SS. Rosario di Pompei in <strong>Altamura</strong>)<br />

<strong>Acquaviva</strong> Maria, Dilerma Rosa, Indrio Lucia, Ninivaggi Chiara<br />

(Parrocchia S. Sepolcro in <strong>Altamura</strong>)<br />

Rrutja Pranvera Veronica<br />

(Parrocchia S.S. Pietro e Paolo in <strong>Gravina</strong>)<br />

Botta Luigia, Caponio Elisabetta, De Palma Anna, Plantamura<br />

Francesco<br />

(Parrocchia Sacro Cuore in Santeramo)<br />

Carbone Franca, Cognetti Maria Pia, di Paola Luigi, Rosati Rosa<br />

Anna, Rosato Vincenza<br />

(Parrocchia SS. Annunziata in Spinazzola)<br />

Massini Sr. Anna Rita<br />

(Suore Figlie del Divino Zelo - <strong>Altamura</strong>)<br />

Dentico Sr. Teresa, Quarta Sr. Carla, Ramunno Sr. Lucia, Valvano<br />

Sr. Giovanna<br />

(Suore Adoratrici del Sangue di Cristo - Santeramo)<br />

L’11 settembre 2004, presso il Santuario della Madre di Dio Incoronata<br />

di Foggia, Mons. Vescovo ha conferito il Ministero dell’Accolitato<br />

al Seminarista Vincenzo Lopano, della Comunità parrocchiale della<br />

SS. Trinità in <strong>Altamura</strong>.<br />

Il 18 settembre 2004, nella Parrocchia di S. Francesco in <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti, Mons. Vescovo ha ammesso tra i candidati agli Ordini<br />

Sacri il Seminarista Nicola Chiarulli, della medesima Comunità parrocchiale.<br />

Il 10 dicembre 2004, nella Parrocchia di S. Teresa in <strong>Altamura</strong>, Mons.<br />

Vescovo ha conferito il Ministero dell’Accolitato al Signor Pietro Dipace,<br />

della Comunità parrocchiale di S. Maria della Consolazaione in<br />

<strong>Altamura</strong>.


Introduzione<br />

Mons. Fortunato Maria Farina,<br />

profeta, testimone, servo della speranza<br />

Conferenza nel 50° Anniversario della morte<br />

del Servo di Dio<br />

Mons. Fortunato Maria Farina<br />

Foggia - Teatro “Giordano”<br />

20 febbraio 2004<br />

Interventi<br />

“Ogni Chiesa Particolare avrà la cura di celebrare i propri santi Vescovi,<br />

ricordando anche i Pastori che per la vita santa e gli insegnamenti<br />

illuminati hanno lasciato nel popolo speciale eredità di ammirazione e di<br />

affetto. Sono essi le spirituali sentinelle che guidano dal cielo il cammino<br />

della Chiesa pellegrina nel tempo” (Pastores Gregis [PG] n. 25).<br />

“…Le Chiese Particolari… si adoperino per farne conoscere ai fedeli<br />

la figura per mezzo di biografie aggiornate e, se è il caso, esaminino<br />

l’opportunità di introdurre le loro cause di canonizzazione” (PG n. 25).<br />

“Il volto di ciascuno di questi santi Vescovi, dagli esordi della vita della<br />

Chiesa sino ai nostri giorni… è quasi una tessera che, collocata in una sorta<br />

di mistico mosaico, compone il volto di Cristo Buon Pastore” (PG n. 5).<br />

È la Voce autorevole del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II a fare<br />

questo appello a tutte le <strong>Diocesi</strong> del mondo, nella Esortazione Apostolica<br />

post-sinodale “Pastores Gregis”, sul Vescovo servitore del Vangelo<br />

di Gesù Cristo per la speranza nel mondo.<br />

La Chiesa che è in Foggia-Bovino, in fraterna comunione con la<br />

Chiesa Particolare di Lucera-Troia, oggi vuole onorare e ricordare colui<br />

che un tempo ne è stato padre e pastore: il servo di Dio Mons. Fortunato<br />

M. Farina.<br />

La stima reverenziale, la venerazione commossa, l’affetto filiale che<br />

hanno promosso tutte le commemorazioni e le celebrazioni anniversarie<br />

di Mons. Farina, negli anni passati, pervadono, con immutata vivezza e<br />

intensità, questa vera assemblea ecclesiale, nel 50° anniversario della<br />

2 3


2 4<br />

morte di una <strong>delle</strong> più luminose figure di Vescovi della prima metà del<br />

secolo scorso.<br />

Se tutti coloro che mi hanno preceduto nel delicato compito di parlare<br />

di Mons. Farina, in vita, in morte e nelle diverse ricorrenze anniversarie,<br />

hanno avvertito tutta la difficoltà di presentare in modo adeguato e<br />

completo la figura di padre, di pastore, di maestro, di Mons. Farina, pur<br />

avendo vissuto, lavorato pregato con lui, potete comprendere quale infinito<br />

disagio provi io, che ho conosciuto il servo di Dio negli ultimi anni<br />

della sua vita, a parlare di lui.<br />

Premessa<br />

Sua Eccellenza Mons. Tamburrino e il Vice Postulatore hanno insistito<br />

perché facessi questa commemorazione del servo di Dio Mons. Farina<br />

nel cinquantesimo anniversario della sua morte. L’onore che mi è stato<br />

dato è pari alla mia inadeguatezza ad assolvere l’incarico. Non aspettatevi,<br />

perciò, una dotta esposizione, né una contestualizzazione socio-politico-culturale,<br />

né una minibiografia del grande maestro di santità che<br />

le <strong>Diocesi</strong> di Troia e di Foggia hanno avuto in dono dal Signore dal 1919<br />

al 1954.<br />

Col mio povero e lacunoso impegno vorrei riuscire a farvi entrare<br />

nell’anima di Mons. Farina, perché ognuno possa trovarsi come davanti<br />

ad uno specchio: non serve conoscere la testimonianza dei santi, se essi<br />

non ci stimolano a imitarne gli esempi e seguirne le orme.<br />

Vorrei che uscissimo tutti da questo teatro portandoci nel cuore non<br />

un gruzzolo di notizie biografiche su Mons. Farina, ma un certo turbamento<br />

interiore, un bisogno di metterci in crisi, una rinnovata nostalgia<br />

di Dio, un giudizio più sincero e severo verso noi stessi, una nuova chiamata<br />

a dare una svolta alla nostra vita.<br />

A me è capitata una cosa bella: studiando l’Esortazione Apostolica<br />

post-sinodale “Pastores Gregis”, e leggendo contemporaneamente, con<br />

interesse, tutto quello che avevo tra le mani di Mons. Farina, ho scoperto<br />

che:<br />

1. gli insegnamenti del Papa, applicati alla testimonianza di Mons. Farina,<br />

diventavano concreti, profondi, veri, praticabili, quasi naturali,<br />

luminosi.<br />

2. La figura di Mons. Farina, alla luce della “Pastores Gregis”, appariva<br />

con lineamenti perfetti, quasi un modello che ha preceduto e incarna-


to in pieno il documento pontificio; l’ideale di Vescovo che la Chiesa<br />

vuole per il Terzo Millennio.<br />

Se il Vescovo ideale è quello disegnato dalla “Pastores Gregis”,<br />

Mons. Farina è di una sorprendente attualità; è un modello intramontabile,<br />

nonostante il grande capovolgimento epocale che si è verificato in<br />

questi cinquant’anni.<br />

E se questa sera, nel tentativo di ravvivare il suo profilo spirituale e<br />

pastorale, mi limitassi a riassumere ciò che altri hanno detto molto meglio<br />

di me, senza illuminare la sua testimonianza con la luce dell’Esortazione<br />

Apostolica, voi ascoltereste con rinnovata emozione gesta ben<br />

note, ma non cogliereste un aspetto importantissimo: la perfetta corrispondenza<br />

della vita e del ministero di Mons. Farina, con la figura ideale<br />

di Vescovo che la Chiesa vuole per gli uomini e i bisogni del nostro tempo:<br />

un uomo di Dio che è padre, pastore, profeta, testimone e servo della<br />

speranza.<br />

Profeta, testimone, servo della speranza<br />

“Compito di ogni Vescovo, scrive il Papa, è annunziare al mondo la<br />

speranza, a partire dalla predicazione del Vangelo di Gesù Cristo. …A<br />

lui, in particolare spetta il compito di essere profeta, testimone e servo<br />

della speranza… soprattutto dove più forte è la pressione di una cultura<br />

immanentistica… dove manca la speranza, la fede stessa è messa in<br />

questione… Il Vescovo è in mezzo alla sua Chiesa sentinella vigile, profeta<br />

coraggioso, testimone credibile e servo fedele di Cristo” (PG n. 3).<br />

E io credo che l’opera <strong>delle</strong> opere di Mons. Farina è stata la speranza<br />

irradiata, annunziata, testimoniata, servita, donata.<br />

È stato profeta della speranza perché ha aperto vie nuove nella Chiesa<br />

per la formazione e l’apostolato dei laici, per la vita consacrata secolare,<br />

per l’impegno sociale e politico di uomini e donne di A.C., per la formazione<br />

del clero.<br />

È stato testimone di speranza, perché dall’adolescenza al tramonto<br />

della sua vita non è mai venuto meno, nonostante le difficoltà e il mutare<br />

<strong>delle</strong> stagioni della sua vita, ai suoi propositi e impegni, alla fedeltà al<br />

progetto di Dio.<br />

È stato servo della speranza, perché ha lottato contro ogni speranza<br />

per far rifiorire tutto ciò che toccava, far rivivere tutto quello a cui rivolgeva<br />

il suo sguardo di pastore.<br />

2


2<br />

Chi era Fortunato M. Farina?<br />

Non parto dal suo ricco casato né dai suoi nobili natali. Non percorro<br />

le tappe della sua formazione, dei suoi studi, del suo ministero sacerdotale<br />

ed episcopale. Non racconterò la sua vita.<br />

Parto dalla sua anima ricca di nobili virtù; percorro, non la sua carriera,<br />

ma il suo cammino ascetico per cercare di capire:<br />

ƒ perché Fortunato Maria parlava col silenzio, comunicava col sorriso<br />

delicato, convinceva con l’esempio;<br />

ƒ dove affondavano le radici l’amabilità, la discrezione, la delicatezza, il<br />

rispetto che, sin da ragazzo, hanno reso esemplare il suo comportamento;<br />

ƒ quale era la sorgente segreta del fascino soprannaturale che traspariva<br />

dalla sua umanità umile e dal suo vestito dimesso.<br />

Un figlio devoto di Maria quale egli è stato sin dalla tenera età, un<br />

ammiratore appassionato di Maria di Nazareth, non poteva non seguire,<br />

nel suo cammino spirituale le orme di colei che considerava sua Madre,<br />

sua consigliera, maestra, confidente, regina, suo modello e rifugio.<br />

Come Maria, la “Piena di Grazia”, ha camminato nella fede con una obbedienza<br />

perfetta, pronta, concreta, umile, fedele, faticosa, così il servo di<br />

Dio, dotato di tanti doni di natura e di grazia, ha risposto all’Amore dal quale<br />

si sentiva amato, con volontà ferrea, con una tenacia al limite <strong>delle</strong> capacità<br />

umane, con una concretezza meticolosa che rasentava il perfezionismo 1 .<br />

Il progetto: essere santo<br />

Il 2 aprile 1898, all’età di 17 anni, Fortunato scrive nel suo diario:<br />

“Mio Dio, voi mi chiamate, eccomi pronto. Non farò resistenza alle<br />

chiamate del Signore”.<br />

Scoprire la vocazione e comprendere la necessità di essere santo, per<br />

il giovanissimo Fortunato fu un tutt’uno.<br />

Lo stesso giorno annota: “La mia vita sarà tutta spesa ad onore della<br />

Madonna e una tale devozione sarà l’arma e il mezzo con cui mi accingerò<br />

a raggiungere i più alti gradi della perfezione e della santità”.<br />

1 “Alla santificazione oggettiva, che per opera di Cristo si ha nel Sacramento con la<br />

comunicazione dello Spirito, deve corrispondere la santità soggettiva, nella quale il<br />

Vescovo, con il sostegno della grazia, sempre più deve progredire attraverso l’esercizio<br />

del ministero” (PG n. 11).


Io lo definirei il santo della volontà: capito quale era il progetto di<br />

Dio, pur trovandosi, per temperamento, in posizione svantaggiata, lo ha<br />

realizzato con ferma tenacia fino alla perfezione.<br />

Il giorno di Natale del 1905, sacerdote da un anno, scrive: “Ho proposto<br />

di nuovo di farmi santo; non mi stancherò mai di fare un tale proposito<br />

nonostante la mia grande miseria” (25.12.1905).<br />

Non si nasconde difetti e infedeltà agli impegni presi; non si stanca di<br />

rinnovare nel tempo, con crescente lucidità e fermezza i propositi; non<br />

lo scoraggia la sproporzione tra il senso della propria inadeguatezza e<br />

l’asperità della strada stretta che conduce alla perfezione. E anche se,<br />

quando giungerà in vetta, prima di addormentarsi nel Signore, sulla soglia<br />

di quel Regno che aveva sempre agognato, e per il quale aveva speso<br />

tutto se stesso, per non entrarvi da solo, sarà ancora convinto di non aver<br />

fatto niente, non si stancherà di riproporsi a più riprese, lungo il cammino<br />

degli anni: “Attenderò con tutto l’ardore a farmi santo” (3.10.1912);<br />

“Il bene è in rapporto diretto con la mia santità; quanto più sarò santo<br />

tanto più saranno feconde le mie opere” (3.10.1912) 2 .<br />

La via stretta<br />

Non basta decidere un viaggio: bisogna incamminarsi; non serve fare<br />

un progetto se non lo si realizza. La volontà di farsi santo porta il giovane,<br />

il sacerdote, il Vescovo Fortunato ad andare, senza tentennamenti<br />

contro se stesso.<br />

Solo alcuni flash, scattati lungo gli anni dei suoi diari: “Sarò energico<br />

nel vincere il mio temperamento amante dell’accidia” (28.10.1905).<br />

• “la lentezza è uno dei miei difetti capitali che devo combattere con<br />

grande energia” (15.12.1908).<br />

• “Insisterò molto sulla santa carità alla quale sinora spesso ho mancato”<br />

(13.10.1912).<br />

• “Venererò nei miei superiori la presenza di Dio e questo sentimento<br />

non mi farà punto fermare sui loro difetti” (9.9.1914).<br />

2 “L’edificazione del gregge di Cristo nella verità e nella santità richiede da parte del<br />

Vescovo…l’esemplarità della vita… la bontà d’animo e la pazienza, la comprensione<br />

e la compassione per le miserie dell’anima e del corpo, l’indulgenza e il perdono. Si<br />

tratta, infatti, di esprimere nel miglior modo possibile il supremo modello, che è Gesù<br />

Buon Pastore” (PG n. 43).<br />

2


2<br />

• “Convincendomi che sono l’ultimo Vescovo della Chiesa… eserciterò<br />

con frequenza, quotidianamente la virtù della speranza, facendo<br />

spesso atti di confidenza” (1.5.1930).<br />

• “… voglio guadagnare il tempo perduto” (18.9.1932).<br />

• “Amerò la santa purità e la custodirò come la pupilla dei miei occhi”<br />

(27.10.1934).<br />

Questi propositi, rinnovati nel tempo e sostenuti da un forte spirito di<br />

mortificazione, da penitenze volontarie e dall’uso del cilicio, nonostante<br />

le continue e progressive sofferenze fisiche, che rendevano insonni le<br />

sue notti e tormentate dalla tosse le sue giornate; questi propositi, sono<br />

segno non solo di perseveranza nell’impegno, ma anche di lucida conoscenza<br />

dei propri lati deboli e dei doni ricevuti.<br />

È consapevole, il giovane Fortunato, della precoce maturità spirituale,<br />

ma anche della sua lentezza; <strong>delle</strong> sue doti intellettuali, del suo amore<br />

alla cultura e della sua noia di studiare; del suo forte senso del valore<br />

del tempo e della vita, e della accidia da tenere sotto controllo; del suo<br />

bisogno innato di perfezione e dell’inclinazione allo scrupolo e alla malinconia:<br />

per questo si aggrappa saldamente alla roccia dell’unione con<br />

Dio, della preghiera, dell’amore a Maria.<br />

L’intimità con Dio, il costante atteggiamento di ascolto e di ricerca<br />

della Sua Volontà, l’abbandono incondizionato a Maria plasmano il cuore<br />

del Pastore sempre sereno, instancabilmente dinamico, forte nei pericoli<br />

e nelle lotte, gioioso e creativo nel servizio, ricco e profondo nel<br />

magistero e nella guida <strong>delle</strong> anime, sensibile particolarmente verso i<br />

poveri, i sofferenti, le vittime <strong>delle</strong> due guerre mondiali; paterno e delicatamente<br />

fermo nel rapporto con tutti 3 .<br />

La signorina Assunta Giancaspero racconta: “In una festa gli mandammo<br />

un po’ di dolci… Dolcemente mi disse: «Sia la prima e l’ultima<br />

volta, per questa volta li accetto, ringrazio e non si ripeta più»” (testimonianza<br />

scritta nel 1991, all’età di 92 anni).<br />

3 “Sul volto del Vescovo, insomma, i fedeli devono potere contemplare le qualità che<br />

sono dono della grazia… quasi l’autoritratto di Cristo: il volto della povertà, della<br />

mitezza e della passione per la giustizia; il volto misericordioso del padre e dell’uomo<br />

pacifico e pacificatore; …il volto di colui che rivive la compassione di Gesù verso gli<br />

afflitti e talvolta… il volto pieno di fortezza e di gioia interiore di chi è perseguitato a<br />

causa della verità del Vangelo” (PG n. 18).


L’intimità con Dio<br />

Mons. Farina era pienamente convinto di quanto afferma il Papa nella<br />

“Pastores Gregis”, che cioè “la testimonianza della vita diventa per<br />

un Vescovo come un nuovo titolo di autorità” (PG n. 31); e condivideva<br />

sin da giovane sacerdote ciò che dice San Gregorio Nazianzeno:<br />

• “prima purificarsi e poi purificare,<br />

• prima lasciarsi istruire dalla sapienza e poi istruire,<br />

• prima diventare luce e poi illuminare,<br />

• prima avvicinarsi a Dio e poi condurvi gli altri,<br />

• prima esser santi e poi santificare” (Orazione II, n. 71).<br />

Essere santi! Come? Con quali modelli? Giovanni Paolo II scrive:<br />

“Nella loro vita e nel loro ministero, nel cammino spirituale e nello sforzo<br />

di adeguare la loro azione apostolica, i Vescovi sono sempre confortati<br />

dall’esempio di Pastori santi” (PG n. 25).<br />

I grandi maestri di Mons. Farina sono stati: San Luigi Gonzaga, San<br />

Giovanni Berchmans, Sant’Ignazio di Loyola, San Francesco di Sales,<br />

San Carlo Borromeo, San Luigi Grignon de Monfort, il Curato d’Ars,<br />

San Filippo Neri. Egli, però, non è stato fotocopia di nessuno di loro; ma<br />

come ape laboriosa ha succhiato da ognuno il nettare degli insegnamenti<br />

e degli esempi per modellarsi su Cristo, Amore Crocifisso, ed essere a<br />

sua volta guida sicura, padre e maestro giusto per il suo tempo e per<br />

la sua Chiesa; in perfetta sintonia, quasi preludio di quanto insegna la<br />

“Pastores Gregis”: “Nessun Vescovo può ignorare che il vertice della<br />

santità rimane Cristo Crocifisso, nella Sua suprema donazione al Padre<br />

e ai fratelli nello Spirito Santo” (PG n. 13).<br />

Mons. Farina respirava Dio, profumava di intimità con Lui, tanto che<br />

perfino gli spiriti più rudi e insensibili ne restavano presi 4 .<br />

Leggendo i suoi diari si ha l’impressione di avere a che fare con un<br />

asceta sepolto nelle penombre profonde di un’austera abbazia; dando uno<br />

sguardo alle sue opere, ai suoi interessi, ai suoi rapporti col mondo della<br />

cultura, della politica, <strong>delle</strong> gravi problematiche sociali del suo tempo,<br />

al suo dinamismo pastorale, alla fermezza con cui affrontava fascisti e<br />

comunisti quando tentavano di fermare la vita della Chiesa e la libertà di<br />

4 “Nella vita del Vescovo deve risplendere la vita di Gesù e quindi la sua obbedienza al<br />

Padre fino alla morte e alla morte di croce (cfr Fil 2, 8), il suo amore casto e verginale,<br />

la sua povertà che è libertà assoluta dinanzi ai beni terreni” (PG n. 18).<br />

2


2 0<br />

aggregazione, se non conoscessimo la testimonianza data con la vita, verrebbe<br />

da chiedersi come facesse a trovare il tempo per il Signore 5 .<br />

Mons. Farina ha saputo essere Mosè e Giosuè <strong>insieme</strong>: ha fatto sintesi<br />

tra la profondità del contemplativo e l’attività del pastore solerte,<br />

vigile e operoso.<br />

Tutto questo era frutto di un lavorio interiore cominciato sin dall’adolescenza.<br />

A sedici anni Fortunato scriveva: “Starò sempre unito a Gesù e<br />

Maria, li amerò con tutto il mio cuore” (28.9.1897). E, andando avanti negli<br />

anni e nell’assunzione di responsabilità pastorali, annota: “Voglio vivere<br />

interiormente sempre più unito a Gesù Cristo, prostrato nel segreto del mio<br />

cuore, quasi in perenne adorazione al suo cospetto” (12.4.1922).<br />

“Il Signore m’invita all’unione intima con Lui… (anche)…durante<br />

la notte, tutte le volte che mi desto… L’unione con Dio è il colmo della<br />

santità e la vera beatitudine dell’anima” (21.10.1924).<br />

Tanta sete da cervo trafelato aveva la sua ispiratrice in Maria e la sua<br />

origine nella preghiera e nell’ascolto.<br />

La Madre di Dio<br />

È impossibile parlare in due o tre minuti del rapporto di Mons. Farina<br />

con la Madre di Dio.<br />

Giovanni Paolo II dice che il Vescovo “Sarà imitatore della Vergine<br />

Maria” (PG n. 3); “Per Maria, il Vescovo nutrirà una devozione autentica<br />

e filiale, sentendosi chiamato a fare “proprio” il suo “Fiat” (PG n. 14).<br />

Mons. Farina, consacrato a Maria sin dall’età di sette anni, nel decimo<br />

anno dell’ordinazione sacerdotale annota nel diario: “La Madonna…<br />

sarà mio modello, mia maestra, mia madre, mio conforto e mio aiuto in<br />

tutto” (21.10.1914); e negli esercizi spirituali per l’ordinazione episcopale<br />

dichiara: “Da vero figlio e schiavo di Maria costituisco sin d’ora la<br />

Santissima Vergine Signora e Padrona della mia <strong>Diocesi</strong>, del seminario<br />

e di tutte le opere cui dovrò mettere mano” (29.7.1919) 6 .<br />

5 “È soprattutto nell’esercizio del proprio ministero… che il Vescovo è chiamato a<br />

santificarsi e a santificare, avendo come principio unificante la contemplazione del<br />

volto di Cristo e l’annunzio del Vangelo della salvezza” (PG n. 11).<br />

6 “Il Vescovo… deve, quindi, coltivare una vita di preghiera e di fede profonda e<br />

riporre in Dio tutta la sua fiducia…riservando una particolare e filiale devozione alla<br />

Vergine Maria, che è perfetta Maestra di vita spirituale” (PG n. 13).


Sapete tutti come legava tutte le date importanti della vita sua e <strong>delle</strong><br />

<strong>Diocesi</strong> alle feste mariane; è superfluo ricordare tutti i segni della sua<br />

devozione filiale, dall’Ave Maria ogni ora, alle giaculatorie, al Rosario,<br />

alle mortificazioni del sabato.<br />

Sono storia, le grandiose celebrazioni per gli anniversari dei prodigi<br />

della Madonna dei Setti Veli e della Madonna Addolorata, per l’Anno<br />

Mariano e per le consacrazioni <strong>delle</strong> <strong>Diocesi</strong> di Troia e di Foggia a Maria.<br />

Richiamo solo due testimonianze, una di Mons. Raffaele Castielli,<br />

l’altra della signorina Assunta Giancaspero, e un ricordo personale.<br />

Mons. Castielli: “A noi giovani sacerdoti diceva: «Mettete la Madonna<br />

in mezzo alle vostre attività apostoliche: Essa vi aiuterà e sarà<br />

garantita la buona riuscita di quanto farete»” (R. Castielli, Il fascino<br />

della santità, 1999, p. 20).<br />

Assunta Giancaspero: “Parlava della Madonna proprio come un figlio<br />

amoroso parla della mamma sua e ripeteva: Andate a Lei in tutte le<br />

circostanze spirituali e temporali e troverete ristoro: fatene la prova”.<br />

Il ricordo personale: “Ero adolescente quando incontravo Mons. Farina.<br />

L’ascoltavo con attenzione quando parlava. Non c’era colloquio o<br />

omelia in cui, senza forzature, in modo naturale, non entrasse il pensiero<br />

o il riferimento a Maria. Nel seminario di Troia la Madonna era una<br />

presenza viva; la consacrazione a Lei era il punto di arrivo dei cinque<br />

anni di formazione; la devozione a Lei, fonte di tanto fervore e di molte<br />

iniziative. Tutto questo era frutto della formazione che Mons. Farina<br />

dava ad educatori e seminaristi”.<br />

Preghiera e ascolto<br />

In una omelia di Origene si legge: “Sono queste le due attività del<br />

Pontefice: o imparare da Dio, leggendo le Scritture divine e meditandole<br />

più volte, o ammaestrare il popolo. Però insegni le cose che Egli<br />

stesso ha imparato da Dio” (Omelie sul Lev., 6).<br />

Sant’Ignazio d’Antiochia diceva si sé: “Mi affido al Vangelo come<br />

alla carne di Cristo” (Ai Filadelfesi, 5).<br />

E Giovanni Paolo II conclude: (il Vescovo) “deve essere come «dentro»<br />

la parola, per lasciarsene custodire e nutrire come da un grembo<br />

materno” (PG n. 15). “Il Vescovo potrà portare tra i suoi fratelli i segni<br />

del suo essere padre, fratello e amico soltanto se sarà entrato nella nube<br />

2 1


2 2<br />

oscura e luminosa del mistero del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”<br />

(PG n. 12).<br />

Nel diario di Mons. Farina molte sono le pagine che testimoniano<br />

l’impegno, che sin da ragazzo ha fedelmente mantenuto, di dedicare un<br />

tempo all’orazione mentale.<br />

Ma qui, più che la rilettura dei suoi propositi, vale la testimonianza di<br />

quanti gli sono stati vicino o lo hanno conosciuto.<br />

Sua Eccellenza Mons. De Santis, sua creatura, suo collaboratore e<br />

suo primo biografo, racconta le lunghe ore in ginocchio, giorno e notte<br />

nella cappella del seminario o dell’episcopio, incurante del freddo e della<br />

tosse, anche durante i bombardamenti su Foggia 7 .<br />

Dal suo fedele e ininterrotto intrattenersi con il Signore fioriva l’unzione<br />

spirituale della sua predicazione.<br />

Le labbra e il cuore di Mons. Farina erano sempre in perfetta armonia:<br />

sulle sue labbra diventavano melodie le vibrazioni della sua anima.<br />

Mai nessuno, ascoltandolo, ha potuto chiedersi “perché tu non fai<br />

quello che insegni?”, perché in lui era la vita che diventava parola;<br />

l’amore diventava infuocata esortazione; l’intima unione con Dio ne<br />

annunciava la presenza; la luce e la chiarezza interiore si traduceva in<br />

discorsi semplici, accessibili, lineari, comprensibili da tutti; era la sua<br />

incessante tensione interiore verso la ricerca della volontà di Dio, che<br />

riusciva a scuotere e convertire i cuori.<br />

Il Pastore<br />

Giovanni Paolo II dice che “il Vescovo governa col cuore del servo<br />

umile e del pastore affettuoso, che guida il suo gregge, cercando la gloria<br />

di Dio e la salvezza <strong>delle</strong> anime. Vissuta così, quella del Vescovo, è<br />

davvero una forma di governo unica al mondo” (PG n. 43).<br />

La gloria di Dio e la salvezza <strong>delle</strong> anime! Ecco l’unica aspirazione<br />

che Mons. Farina ha alimentato con tutte le sue forze, per tutta la sua<br />

vita.<br />

7 “L’amore del Vescovo verso la Santa Eucaristia si esprime pure quando, nel corso<br />

della giornata, dedica parte anche abbastanza prolungata del proprio tempo all’adorazione<br />

davanti al tabernacolo” (PG n. 16). “Il Vescovo, pertanto, riuscirà ad essere per i<br />

fedeli un maestro di preghiera solo se potrà contare sulla propria esperienza personale<br />

di dialogo con Dio” (PG n. 17).


A diciassette anni scriveva: “Studierò, pregherò indefessamente con<br />

perfezione, sempre unito al mio caro Gesù, unicamente a sua maggior<br />

gloria e per la salute <strong>delle</strong> anime” (3.3.1898).<br />

Da giovane sacerdote scriveva: “Io sono tutto di Dio, non devo viver<br />

che per Lui solo, sarò bene attento ad avere unicamente di mira in tutte<br />

le mie azioni la maggior gloria di Dio” (22.1.1991).<br />

E alla vigilia dell’ordinazione episcopale confermava ancora: “Non<br />

avrò altra mira nel mio operare all’infuori della maggior gloria di<br />

Dio. Non piglierò alcuna deliberazione… senza prima aver pregato”<br />

(29.7.1919) 8 .<br />

Da tanta chiarezza interiore non poteva scaturire che un’azione pastorale<br />

limpida, essenziale, mirata, aperta e attenta a tutte le componenti<br />

e a tutti i bisogni del gregge: sacerdoti, seminaristi, laici, consacrate, lavoratori,<br />

poveri, anziani, missioni, vocazioni, promozione della donna,<br />

impegno socio-politico, cultura, ricostruzione post-bellica, associazionismo<br />

cattolico, formazione cristiana, seminario, parrocchie, pietà popolare<br />

9 . Per parlarne diffusamente, bisognerebbe scrivere una biografia;<br />

ma per grazia di Dio, ci ha pensato, non senza fatica, Mons. De Santis.<br />

Vi invito a leggerla perché è una miniera di testimonianze molto utili<br />

particolarmente per i sacerdoti, i laici impegnati e i consacrati del nostro<br />

tempo.<br />

Nella prima Lettera Pastorale, inviata al popolo di Troia, prima del<br />

suo ingresso, scrive: “Vengo in mezzo a voi solo a reclamare che Gesù<br />

Cristo regni in voi e intorno a voi, cioè nelle anime vostre e nelle famiglie,<br />

e che vi adoperiate affinché Egli regni in tutto l’ordinamento<br />

sociale”.<br />

Sembra che Giovanni Paolo II parli proprio di Mons. Farina quando<br />

ricorda Vescovi esemplari che “In tempi difficili hanno risollevato il loro<br />

popolo, hanno ricostruito chiese dopo tempi di persecuzione e di calamità,<br />

hanno edificato ospizi dove accogliere pellegrini e poveri, hanno<br />

8 “Il Vescovo sarà altresì attento a cogliere, nella preghiera e nel discernimento, la<br />

volontà di Dio attraverso quanto lo Spirito dice alla Chiesa” (PG n. 19).<br />

9 “Un Vescovo può ritenersi davvero ministro della comunione e della speranza per il<br />

popolo santo di Dio solo quando cammina alla presenza del Signore. Non è possibile,<br />

infatti, essere al servizio degli uomini senza prima essere “servi di Dio” (PG n. 13).<br />

“Nella contemplazione appassionata del suo volto, nell’imitazione generosa della vita<br />

del buon pastore (è) il fondamento di ogni pastorale” (PG n. 12).<br />

2 3


2 4<br />

aperto ospedali dove curare ammalati e vecchi” (PG n. 25); e quando afferma<br />

che il Vescovo ideale è il “Pastore che, configurato a Cristo nella<br />

santità della vita, si spende generosamente per la Chiesa affidatagli, portando<br />

contemporaneamente nel cuore la sollecitudine per tutte le Chiese<br />

sparse sulla terra” (Omelia del 27.10.2001 al Sinodo dei Vescovi).<br />

Credo che il seminario per le missioni e il seminario diocesano, la<br />

costituzione di 11 parrocchie nuove cittadine e rurali nelle due <strong>Diocesi</strong>;<br />

il Piccolo Seminario M. De Prospero, l’opera Pia M. G. Barone a Foggia<br />

e l’opera Pia <strong>Gravina</strong> a San Marco in Lamis; le case canoniche e gli asili<br />

parrocchiali nei paesi della <strong>Diocesi</strong> di Troia, la casa Divina Provvidenza<br />

a Foggia, il riscatto e il rilancio del Santuario dell’Incoronata, l’accoglienza<br />

in <strong>Diocesi</strong> <strong>delle</strong> Suore Oblate, <strong>delle</strong> Suore di San Giuseppe, di<br />

Sant’Anna, Paoline, dei Padri Giuseppini del Murialdo, e il ritorno <strong>delle</strong><br />

Redentoriste; il risanamento morale di zone in condizioni di degrado e<br />

abbandono, l’opera San Michele, parlino da sé.<br />

Per tutte queste opere “si è votato ad una vita di rinuncia”, “ha ridotto<br />

le sue spese al puro necessario” (P.G. De Giovanni, Omelia I° anniv.<br />

della morte). Viaggiava in terza classe; si serviva della corriera negli<br />

spostamenti tra Troia e Foggia. Si fece povero, si indebitò, perché dava<br />

tutto ciò che riceveva, prima ancora di riceverlo.<br />

Ma le strutture, pur essendo tante e avendo il vantaggio di essere visibili,<br />

non sono l’impegno primario di un pastore, né la parte più impegnativa<br />

del suo lavoro, né ciò che rimane per l’eternità.<br />

Solo nel grande libro di Dio potremo leggere in modo puntuale e<br />

completo, come Mons. Farina ha anticipato e attuato ciò che il Santo<br />

Padre chiede ai Vescovi circa la formazione dei Presbiteri, la massima<br />

cura nella scelta degli educatori dei seminaristi, le visite frequenti<br />

in seminario 10 ; il posto speciale da riservare alla cura della vita contemplativa<br />

11 ; l’accompagnamento particolare dei giovani per la loro<br />

formazione spirituale e per prepararli ad assumersi responsabilità in<br />

10 “La formazione dei presbiteri costituisce per il Vescovo una preoccupazione di primaria<br />

importanza. […] Ogni Vescovo, pertanto, esprimerà la sua premura anzitutto<br />

scegliendo con massima cura gli educatori dei futuri presbiteri… non mancherà di<br />

visitare con frequenza il seminario” (PG n. 48).<br />

11 “Nella sua cura premurosa verso tutte le forme di vita consacrata,… il Vescovo dovrà<br />

riservare un posto speciale per la vita contemplativa” (PG n. 50).


società 12 ; la vicinanza paterna ai sacerdoti, per sostenerli nelle loro difficoltà<br />

ascetiche e spirituali e favorire la fedeltà alla vocazione.<br />

Cura dei sacerdoti<br />

Il giorno della sua ordinazione sacerdotale, il 18 settembre 1904, don<br />

Fortunato M. Farina parlò così al suo Signore: “Io mi offro a voi vittima<br />

volontaria, per la salvezza <strong>delle</strong> anime, per la santificazione del clero;<br />

vittima senza riserva, senza restrizione di sorta; immolatemi e sacrificatemi<br />

tutto come a voi meglio aggrada” (18.9.1904).<br />

Due anni dopo, riconferma la sua offerta, mettendola nelle mani di<br />

Maria: “Con tutto il cuore e con tutte le forze dell’anima mia, o mia<br />

carissima Madre Maria, fermamente propongo ai vostri piedi di consacrarmi<br />

tutto alla santificazione del clero specialmente secolare, di spendere<br />

per questo massimo apostolato tutte le mie energie, di indirizzare<br />

ad esso tutte le mie azioni, di formarne il fine della mia esistenza, sempre<br />

e unicamente per la maggior gloria di Dio e il bene <strong>delle</strong> anime. Ecco a<br />

questo fine io offro, per mezzo vostro, tutto me stesso in olocausto perenne<br />

al Signore” (3.12.1906).<br />

Nella prima Lettera Pastorale, rivolgendosi ai sacerdoti, dice: “Io mi<br />

terrò sempre stretto a voi con la mente e col cuore, e cercherò di rendere<br />

sempre più intimi i nostri rapporti per lavorare concordemente con abnegazione<br />

e con costanza a far regnare Gesù Cristo nelle anime affidate<br />

alle nostre cure, affinché esse poi, strenuamente, <strong>insieme</strong> con noi, cooperino<br />

alla restaurazione cristiana di tutto l’edificio sociale” 13 .<br />

Mons. Castielli attesta che “l’opera primaria a cui consacrò se stesso<br />

fu la cura dei sacerdoti e <strong>delle</strong> vocazioni al sacerdozio” (Il fascino della<br />

santità, p. 23).<br />

E prendendosi cura personalmente di ognuno di loro, aiutando i bisognosi,<br />

mangiando alla mensa del seminario, mettendoli in guardia dal-<br />

12 “Il Vescovo… avrà una cura particolare per… l’accompagnamento spirituale dei<br />

giovani. Un ministero di speranza non può fare a meno di costruire il futuro <strong>insieme</strong><br />

con coloro – i giovani, appunto – ai quali è affidato l’avvenire” (PG n. 53).<br />

13 “I Vescovi nell’esercizio del loro ministero di padre e pastore in mezzo ai loro fedeli<br />

debbono comportarsi come “coloro che servono”, avendo sempre sotto gli occhi<br />

l’esempio del Buon Pastore, che è venuto non per essere servito, ma per servire e dare<br />

la sua vita per le pecore” (PG n. 42).<br />

2


2<br />

l’isolamento pastorale, inculca la vita comunitaria, addita il traguardo<br />

della santità; a Salerno e nelle due <strong>Diocesi</strong> fonda, per il loro cammino di<br />

perfezione, l’Unione Apostolica del Clero; a Troia fa nascere l’Istituto<br />

sacerdotale secolare della “S. Milizia di Gesù”. Era convinto, infatti, che<br />

per cambiare il volto della <strong>Diocesi</strong>, per promuovere un laicato cristiano,<br />

bisognava elevare innanzitutto lo stile di vita dei sacerdoti. E così avvenne!<br />

14 .<br />

Formazione dei Laici<br />

Sin da quando era universitario a Napoli e giovane prete a Salerno,<br />

don Fortunato era convinto, come afferma Giovanni Paolo II nella Pastores<br />

Gregis, che: “Spettano soprattutto ai laici… l’evangelizzazione<br />

<strong>delle</strong> culture, l’inserimento della forza del Vangelo nelle realtà della famiglia,<br />

del lavoro, dei mass-media, dello sport, del tempo libero, l’animazione<br />

cristiana dell’ordine sociale e della vita pubblica nazionale e<br />

internazionale” (PG n. 51).<br />

Per questo si adopera con tutte le forze per sviluppare l’associazionismo<br />

cattolico: il Circolo Universitario a Napoli, il Circolo dei Giovani<br />

a Salerno, il Circolo Manzoni a Foggia, l’Azione Cattolica, la Gioventù<br />

Femminile. Dalle loro file sono germogliate vocazioni al sacerdozio, alla<br />

vita religiosa, alle missioni, all’impegno sociale e politico, alla consacrazione<br />

laicale, al volontariato negli ospedali e tra i carcerati 15 .<br />

Attraverso convegni, settimane della Giovane, settimane Rurali, veglie<br />

notturne per soli uomini nei tempi forti dell’Anno liturgico, corsi di<br />

esercizi, giornate di studio, direzione spirituale e formazione personale,<br />

porta giovani e adulti, uomini e donne a una fede impegnata, sia durante<br />

il ventennio fascista, quando l’Azione Cattolica era considerata un’Associazione<br />

sovversiva e gli iscritti nemici della Patria, sia negli anni altrettanto<br />

difficili del dopoguerra.<br />

14 “Il Vescovo deve essere particolarmente vicino al suo gregge e innanzitutto ai suoi<br />

sacerdoti, paternamente attento alle loro difficoltà ascetiche e spirituali, prestando<br />

loro l’opportuno sostegno per favorirne la fedeltà alla vocazione e alle esigenze di<br />

un’esemplare santità di vita nell’esercizio del ministero” (PG n. 51).<br />

15 “(I fedeli laici) Hanno bisogno del sostegno, dell’incoraggiamento, e dell’aiuto dei<br />

loro Vescovi, che li guidino a sviluppare il loro apostolato secondo la loro propria<br />

indole secolare” (PG n. 51).


Conclusione<br />

Come Mosè, davanti al roveto ardente, segno visibile della Divina<br />

Presenza, si scalza in segno di riverenza, si sente chiamato a dare testimonianza<br />

di quell’incontro e a intraprendere una missione umanamente<br />

impossibile di liberazione e di salvezza, così noi, che siamo stati attratti<br />

e illuminati dalla trasparenza interiore, dal fascino soprannaturale, dallo<br />

splendore della virtù, dal profumo di santità di Mons. Farina; noi, che respiriamo<br />

e ci muoviamo in una società culturalmente smarrita e frantumata,<br />

totalmente disattenta ai valori etici e spirituali, una società che non<br />

teme di negare ufficialmente ogni rapporto con la Trascendenza, tutta<br />

orientata verso una interpretazione edonistica e materialistica della vita;<br />

noi, laici cristiani, consacrati, religiosi, sacerdoti del nuovo millennio,<br />

seguendo la strada aperta da Mons. Farina, dobbiamo riscoprire il bisogno<br />

primordiale e assoluto della ricerca concreta, perseverante, fedele,<br />

incessante di Dio. È di Lui che il mondo ha bisogno; è la Sua presenza<br />

che gli uomini vogliono vedere in noi.<br />

Sono consapevole che, nonostante queste grandinate di accenni fugaci,<br />

non ho detto nulla del Servo di Dio; anzi temo che, avendo dovuto<br />

cogliere fior da fiore nel ricco e variopinto giardino <strong>delle</strong> sue virtù e<br />

<strong>delle</strong> opere, della sua interiorità e dell’azione pastorale, ne ho travisato il<br />

volto e mortificato la testimonianza.<br />

In questo mese, mentre leggevo, ricercavo, riflettevo e scrivevo,<br />

avendo davanti agli occhi la dolcissima foto di Mons. Farina benedicente,<br />

più volte gli ho detto: “Aiutami a capirti, a non deformarti. Fammi<br />

parlare di te come discepolo che ti ha assimilato e non come improvvisato<br />

e frettoloso ricercatore che deve superare un esame su un personaggio<br />

del passato”.<br />

Quello sguardo penetrante e quella mano benedicente sembrava che<br />

mi incoraggiassero ad andare avanti.<br />

Questa sera, guardandolo meglio, mi sembra che mi dica: “Che cosa<br />

mi hai combinato?” Mi affido alla Sua e alla vostra preghiera.<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

2


2<br />

Indirizzo di saluto<br />

a Sua Beatitudine Teoctist<br />

Patriarca della Chiesa Ortodossa di Romania<br />

durante la visita<br />

con una Delegazione della Comunità di Gesù<br />

Beatitudine,<br />

Bucarest, 14 maggio 2004<br />

con sincera e profonda gioia, a nome mio personale, a nome della<br />

<strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, di cui sono umile<br />

e indegno Pastore, e della Comunità di Gesù, qui rappresentata dal<br />

Presidente e da alcuni Consiglieri, esprimo a Sua Beatitudine Teoctist,<br />

Patriarca della Chiesa Ortodossa di Romania il saluto più devoto, affettuoso<br />

e cordiale.<br />

Nella Sua augusta persona saluto i Presbiteri e i fedeli della Chiesa che<br />

si fregia dell’appellativo glorioso di “Giardino della Madre di Dio”.<br />

Nella preghiera, nella docilità allo Spirito e nell’ascolto della Parola<br />

ci siamo preparati a vivere come piccolo evento di salvezza questo incontro,<br />

confortati anche dal consenso e dalla Benedizione del Pontificio<br />

Consiglio per l’Unità dei Cristiani, del Pontificio Consiglio per i Laici,<br />

della Conferenza Episcopale Italiana, della Conferenza Episcopale Latina<br />

della Romania, e della Conferenza Episcopale della Puglia.<br />

La Sua fama di uomo di Dio animato da ardente anelito per l’unità<br />

della Chiesa, il Suo magistero, la Sua azione pastorale, la testimonianza<br />

del Suo impegno per la piena comunione della Chiesa Cattolica e della<br />

Chiesa Ortodossa di Romania hanno portato oggi alla Sua presenza la<br />

Comunità di Gesù, appassionata per l’unità e impegnata sul piano ecumenico<br />

fin dalla sua nascita.<br />

Vostra Beatitudine, conscio <strong>delle</strong> piaghe ancora aperte dalle drastiche<br />

repressioni di vari decenni di totalitarismo ateo, e preoccupato<br />

per l’emergenza di una cultura secolaristica e consumistica che tenta di<br />

emarginare la fede e i valori cristiani dalla vita pubblica, sostiene tenacemente<br />

che, per rendere vivo e operante il Vangelo nel mondo odierno,


è necessaria apertura ecumenica e testimonianza di comunione dei cristiani.<br />

Anche il progressivo allargamento dell’Unione Europea costituisce<br />

un nuovo appello per la Chiesa: più i Cristiani respirano unità, meglio<br />

possono assicurare all’Europa un’anima cristiana.<br />

Vostra Beatitudine, nel discorso che ha tenuto alla presenza di Giovanni<br />

Paolo II nella sua seconda visita in Vaticano, ha affermato: “La<br />

nostra Chiesa è rimasta fedele all’apertura ecumenica e alla collaborazione<br />

tra i Cristiani nell’intento di riscoprire l’unità di tutti i Cristiani<br />

[…] Stanno nascendo vari progetti di collaborazione ecumenica e siamo<br />

determinati ad approfondirli e a far sì che diventino più numerosi nel futuro<br />

[…] La ricerca della piena unità della Chiesa è una vocazione e un<br />

dovere per tutti noi, <strong>insieme</strong>, e per ognuno di noi, individualmente”.<br />

La Chiesa Ortodossa Rumena, sin dal 1989 gode fama di Chiesa<br />

aperta all’ecumenismo: da questa Chiesa, dopo la prima visita di Vostra<br />

Beatitudine al Papa Giovanni Paolo II, è partito il primo invito al Santo<br />

Padre di visitare un Paese Ortodosso.<br />

Mentre Le esprimiamo tutta la nostra gratitudine per una così luminosa<br />

testimonianza, Le confidiamo con gioia che questi sono i sentimenti,<br />

questo è l’impegno che, senza alcuna intenzione di proselitismo, fusione<br />

o assorbimento, animano la Comunità di Gesù.<br />

Nessuno si nasconde le asperità del cammino della Commissione Mista<br />

Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e tutta<br />

la Chiesa Ortodossa; ma non è possibile non rallegrarsi per la comune volontà<br />

di progredire nella speranza verso l’unità, e per la comunione di fede<br />

circa i Sacramenti, l’Eucaristia, il Sacerdozio, il Ministero Episcopale.<br />

Lo Spirito Santo, vincolo di unità, fuoco di carità, illumini le nostre<br />

menti, perché, docili alla Sua Grazia, possano attuare il desiderio più<br />

grande di Cristo: Iνα παντeς eν ωσιν (Gv 17, 21).<br />

di Vostra Beatitudine<br />

umile fratello<br />

✠ Mario Paciello<br />

Vescovo<br />

2


300<br />

Il malato icona dell’Eucaristia<br />

Relazione<br />

tenuta durante il Congresso Eucaristico Diocesano<br />

nella <strong>Diocesi</strong> di San Severo<br />

4 giugno 2004<br />

“Il malato, icona dell’Eucaristia!”.<br />

Per capire il nesso che c’è tra queste tre parole; per scoprire quale<br />

rapporto c’è tra il malato e l’Eucaristia, è necessario fermarsi un momento<br />

a riflettere su:<br />

1. “che cosa è”, o meglio, “chi è l’Eucaristia”;<br />

2. “quando” il malato diventa “icona” dell’Eucaristia;<br />

3. quale è il nostro ruolo vicino a questa icona.<br />

Premetto una testimonianza di Emmanuel Mounier, uno dei grandi testimoni<br />

cristiani del XX secolo. Dopo che la sua piccola Françoise fu colpita<br />

da encefalite che la separò dal colloquio col mondo, scrive a sua moglie:<br />

“20 marzo 1940. Che senso avrebbe tutto questo, se la nostra bambina<br />

fosse solo un pezzetto di carne sciupata non si sa dove, un po’ di vita<br />

accidentata, e non questa piccola ostia bianca, che ci supera tutti, una<br />

infinità di mistero e di amore che ci abbaglierebbe se lo vedessimo faccia<br />

a faccia; se ogni colpo più duro non fosse una nuova elevazione, che ogni<br />

volta, quando il nostro cuore comincia a essere abituato, adattato al colpo<br />

precedente, è una nuova richiesta di amore … Dalla mattina alla sera,<br />

non pensiamo a questo male come a qualcosa che ci viene tolto, ma come<br />

a qualcosa che noi doniamo, per non demeritare questo piccolo Cristo,<br />

che è in mezzo a noi, per non lasciarlo solo a lavorare col Cristo”.<br />

“16 aprile 1940… nulla somiglia al Cristo più dell’innocenza che soffre”.<br />

All’ombra della croce di Cristo e del suo sacrificio eucaristico, tutto<br />

ciò che per lo spirito del mondo è motivo di disperazione e di morte, si<br />

trasforma in luce di speranza. Il cristiano che soffre con fede condivide il<br />

pensiero di Paolo: “Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente<br />

non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata<br />

in noi” (Rom 8, 18).


1. Chi è l’Eucaristia?<br />

L’Eucaristia è non solo:<br />

ƒ l’ostia consacrata;<br />

ƒ il pane e il vino che diventano corpo e sangue di Cristo;<br />

ƒ la comunione.<br />

L’Eucaristia:<br />

a) è Gesù che obbedisce per amore del Padre; che fa la volontà del Padre,<br />

il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.<br />

In ogni celebrazione eucaristica Cristo presenta al Padre, non i suoi<br />

dolori; ma la sua obbedienza, la sua docilità, la disponibilità interiore<br />

con cui ha accettato, vissuto e offerto la passione.<br />

b) È Gesù che si dona per gli altri, per noi, fino a restare per sempre<br />

con noi;<br />

c) È Gesù che si fa servo dei fratelli.<br />

Con la lavanda dei piedi ai discepoli, Egli ha espresso l’ atteggiamento<br />

di umiltà, di servizio, di nascondimento con cui è nell’Eucaristia.<br />

d) È Gesù che per amore muore per tutti, per dare la vita.<br />

“Questo è il mio corpo dato per voi…questo è il mio sangue versato<br />

per tutti”: Gesù è corpo spezzato e dato, è sangue versato per amore.<br />

Si ama nella misura in cui si è disposti a morire per la persona amata.<br />

Solo morendo, l’amore può dare la vita: “Se il chicco di frumento non<br />

muore, non dà frutto”.<br />

e) È Gesù che si fa fratello universale: si spezza e dà la sua vita,<br />

per essere fratello universale; perché tutti siano uno; per essere contemporaneo<br />

a ogni uomo.<br />

A Nazareth, per le strade di Palestina, nel cenacolo, ogni giorno si<br />

fa a pezzi per tutti, per ognuno, per me. Un modello di vita al quale<br />

ogni cristiano si deve ispirare. Lo comprese bene Albert Schweitzer:<br />

“Quando morirò vorrei che i miei negri mi mangiassero e poi<br />

potessero dire: era buono, buono fino in fondo”.<br />

2. Tutti icone vive dell’Eucaristia<br />

Gesù nel cenacolo, dopo aver detto: “Questo è il mio corpo …questo,<br />

il mio sangue…”, aggiunse: “Fate questo in memoria di me”, cioè:<br />

301


302<br />

• mettetevi nell’atteggiamento mio;<br />

• celebrate e comunicatevi condividendo i miei sentimenti;<br />

• esprimete nella messa quello che sto manifestando io con questo rito;<br />

• quando celebrate, non fatemi offrire da solo; ma io con voi, voi con<br />

me;<br />

• l’Eucaristia non deve essere solo il segno vivo di ciò che sono io; ma<br />

anche di ciò che siete voi. L’ Eucaristia completa siamo io e voi.<br />

Anche voi siete chiamati, come me:<br />

• a fare la volontà del Padre;<br />

• a donarvi agli altri;<br />

• ad amare fino in fondo;<br />

• a dare la vita per gli altri.<br />

Se ogni cristiano è icona dell’Eucaristia, lo è ancora di più, per speciale<br />

vocazione e missione, il malato, il sofferente, il disabile. È impossibile,<br />

e inopportuno in questo contesto, richiamare gli insegnamenti <strong>delle</strong><br />

Scritture e del Magistero. Basta per tutti un pensiero della costituzione<br />

della Chiesa del Concilio Vaticano II: “Mentre seguiamo le sue orme<br />

nella tribolazione e nella persecuzione, come il corpo al capo veniamo<br />

associati alle sue sofferenze e soffriamo con lui per essere con Lui glorificati”<br />

(Lumen Gentium).<br />

Ecco perché Santa Gemma Galgani prega così: “Gesù, contentami,<br />

non è più tempo che tu soffra così… ora ci sono io, tocca a me”.<br />

Giovanni Paolo II, nel suo ultimo libro, parlando <strong>delle</strong> Visite Pastorali<br />

che faceva come Vescovo di Cracovia, riguardo ai malati, scrive:<br />

“Ho sempre avuto chiara consapevolezza del fondamentale apporto che<br />

i sofferenti recano alla vita della Chiesa. Ricordo che, le prime volte,<br />

gli infermi mi intimidivano. C’era bisogno di un bel po’ di coraggio per<br />

presentarsi davanti a un sofferente ed entrare, per così dire, nel suo dolore<br />

fisico e spirituale, senza farsi condizionare dal disagio di riuscire<br />

a mostrargli almeno un po’ di amorevole compassione. Il senso profondo<br />

del mistero della sofferenza umana mi si svelò solo più tardi. Nella<br />

debolezza dei malati vidi sempre più chiaramente emergere la forza, la<br />

forza della misericordia. In un certo qual modo, essi «provocano» la<br />

misericordia. Mediante la loro preghiera e la loro offerta, non soltanto<br />

impetrano misericordia, ma costituiscono lo «spazio della misericordia»<br />

o, meglio, «aprono spazi» alla misericordia. Con la loro infermità


e con la loro sofferenza, infatti, suscitano atti di misericordia e creano la<br />

possibilità di compierli. Ero solito affidare alle preghiere degli ammalati<br />

i problemi della Chiesa, e l’esito era sempre molto positivo” (Alzatevi,<br />

andiamo, p. 61-62).<br />

Non è la malattia che per se stessa rende icona del Cristo Eucaristia.<br />

L’importante non è il soffrire o il non soffrire; ma “come” si soffre. La<br />

sofferenza finisce: il modo come si soffre “resta”. Non la sofferenza salva,<br />

ma l’atteggiamento interiore con cui la si accoglie.<br />

Quando il malato o il disabile si mette nell’atteggiamento di obbedienza,<br />

di offerta, di dono, di Gesù, diventa Eucaristia vivente, sacrificio<br />

perenne, luogo e occasione di salvezza per molti. Scrive Simon Weil 16 :<br />

“Come Dio è presente nella percezione sensibile di un pezzo di pane mediante<br />

la consacrazione eucaristica, è presente anche nel male supremo<br />

mediante il dolore, mediante la croce” (“L’ ombra e la grazia”).<br />

Purtroppo, oggi ci si lascia sedurre e guidare da un nichilismo senza<br />

speranza, senza principi. Spesso si è incapaci di credere nel senso della<br />

vita, nel valore della persona.<br />

Ci siamo assuefatti a notizie e sentimenti di violenza. Cadiamo facilmente<br />

nella depressione psicologica, accarezzando progetti di morte:<br />

suicidio, aborto, eutanasia sono epiloghi che non ci scandalizzano più.<br />

Certo, la sofferenza ripugna perché è più forte di noi. Ma, niente paura:<br />

anche i santi più esperti del soffrire hanno avuto paura della croce.<br />

“Il dolore mi sbalordisce, diceva Santa Gemma Galgani, alla vista della<br />

croce si intimidiscono tutti i miei sensi”.<br />

Solo Cristo insegna e aiuta a portare la croce con dignità e con gioia;<br />

ne danno conferma le numerosissime testimonianze di quanti, segnati<br />

particolarmente dal dolore, hanno incontrato Cristo sulla via del loro<br />

calvario. Una scia luminosa di fede e di pace interiore ha lasciato Benedetta<br />

Bianchi Porro 17 .<br />

A diciassette anni, portata allo scetticismo, avverte pensieri di suicidio;<br />

quando mette in rapporto a Cristo la sua sofferenza scrive cose<br />

stupende: “Da quando so che c’è chi mi guarda lottare, cerco di farmi<br />

16 Scrittrice francese, oppressa dal problema della miseria. Lasciò l’insegnamento per<br />

fare l’operaia. Partecipò alla guerra spagnola. Morì nel 1943.<br />

17 Bella ragazza morta a 28 anni. Resta progressivamente paralizzata, sorda, muta,<br />

cieca, priva dei cinque sensi.<br />

303


304<br />

forte… Io credo all’amore disceso dal cielo; a Gesù Cristo e alla sua<br />

croce gloriosa, si, io credo all’amore”.<br />

“… La vita in sé e per sé mi sembra un miracolo e vorrei poter innalzare<br />

sempre un inno di lode a chi me l’ha data”.<br />

“Più vado avanti, più ho la certezza che grandi cose ha fatto in me<br />

Colui che è potente, e l’anima mia glorifica il Signore”.<br />

Il giorno prima di morire chiede alla mamma di inginocchiarsi accanto<br />

a lei per dirle: “Mamma, ringrazia Dio per me per tutto quello che mi<br />

ha dato”. È morta dicendo “Grazie”.<br />

3. IL nostro ruolo<br />

Vivere così la sofferenza non è facile.<br />

Giovanni Paolo II, nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato<br />

2003, invita “cappellani, religiosi, e religiose, medici, infermieri<br />

e infermiere, farmacisti, personale tecnico e amministrativo, assistenti<br />

sociali e volontari” ad impegnarsi per “essere sempre più generosi discepoli<br />

di Cristo buon samaritano”. E aggiunge: “Consapevoli della vostra<br />

identità, scorgete nei sofferenti il volto del Signore dolente e glorioso”.<br />

“Nella cura dei malati, più che altrove, si rende credibile l’amore”.<br />

Chi si accosta al letto del malato o del disabile tenga sempre lucidamente<br />

presente che:<br />

➢ il malato non è un semplice oggetto di cure;<br />

➢ il malato non è in condizioni di inferiorità rispetto a chi si prende cura<br />

di lui;<br />

➢ disabilità, anzianità, malattia sono un nuovo titolo di dignità della<br />

persona;<br />

➢ è vero che il malato ha bisogno di tutto sul piano fisico, medico, spirituale,<br />

psicologico, affettivo. Ma è anche vero che egli offre:<br />

• l’opportunità agli altri di farsi dono;<br />

• lezioni di vita sulla sofferenza, sul valore e la fragilità della vita;<br />

• una infinità di atti di amore che germogliano a causa della sua malattia;<br />

• un luogo di incontro e di comunione della famiglia;<br />

• spesso anche occasione di scoperta della propria vocazione.<br />

Giovanni Paolo II, nel suo ultimo libro, scrive: “Un posto particolare<br />

nella mia memoria – e, più ancora, nel mio cuore – ha frate Alberto


(Adam Chmielowski). Combatté durante l’insurrezione di gennaio e in<br />

quell’insurrezione un proiettile gli rovinò la gamba. Da allora rimase<br />

invalido; portava una protesi. Egli era per me una figura mirabile, a cui<br />

ero spiritualmente molto legato. Su di lui scrissi un dramma che intitolai<br />

Fratello del nostro Dio. La sua personalità mi affascinava e vidi in lui<br />

un modello che faceva per me: aveva lasciato l’arte per diventare servo<br />

dei poveri, dei «tumefatti», come venivano chiamati i barboni. La sua<br />

storia mi aiutò molto a prendere la decisione di abbandonare l’arte e il<br />

teatro per entrare in seminario” (Alzatevi, andiamo, p. 147).<br />

Chiunque, a qualunque titolo, serve un malato, non si senta benefattore,<br />

ma beneficato; non creda di dare, ma di ricevere; non si aspetti un<br />

grazie, ma lo dica con la gioia del suo servizio.<br />

E quando la sofferenza lo mette alla prova, faccia tesoro di tutte le<br />

lezioni che ha ricevuto, perché Cristo, col dono di chi soffre e di chi solleva,<br />

possa continuare a rendere visibile e completo il suo sacrificio nel<br />

tempo.<br />

Grazie, Signore,<br />

perché mi hai condotto<br />

sulla strada dei piccoli<br />

e degli ultimi,<br />

per farmi incontrare<br />

i grandi e i primi<br />

del Regno dei Cieli.<br />

Grazie, perché mi hai rivelato<br />

che appartengo a chi soffre<br />

e non posso più<br />

essere felice da solo.<br />

Divino Samaritano,<br />

liberami dalla vanità<br />

di sentirmi benefattore;<br />

fammi comprendere<br />

che Amore è tutto il bene<br />

che ancora non ho fatto,<br />

e tutta la gioia<br />

che ancora non ho dato.<br />

30


30<br />

Gioiscano i poveri,<br />

non del mio donarmi,<br />

ma di leggere sul mio volto<br />

la gratitudine per il bene<br />

che essi mi fanno.<br />

Per mezzo mio,<br />

Tu, o Signore, doni<br />

ai Tuoi fratelli più piccoli<br />

un sorriso, un sollievo,<br />

un sorso d’acqua;<br />

per mezzo loro doni a me<br />

il centuplo e la vita eterna.<br />

Fa’, o Signore,<br />

che io mi renda degno<br />

di tanta grazia,<br />

rispondendo ad ogni chiamata,<br />

come l’umile Ancella<br />

di Nazareth,<br />

“Eccomi! Sono la serva<br />

del Signore”.<br />

Amen.<br />

✠ Mario, Vescovo


Atti<br />

della Curia


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Prospetto principale - Vista dal Corso Federico<br />

II di Svevia.


Carissimi,<br />

VICARIO GENERALE<br />

Ai Responsabili <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali<br />

e p.c. A S.E. Mons. Mario Paciello<br />

Ai Rev.mi Assistenti Spirituali<br />

Ai Rev.mi Parroci<br />

in data 22 febbraio u.s., il nostro Vescovo ha approvato lo Statuto<br />

della Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL), che Vi<br />

invio in allegato.<br />

Ora, in vista del primo incontro della Consulta, è importante che ciascuna<br />

Aggregazione, tramite il proprio Responsabile, chieda ufficialmente<br />

al Vescovo di essere inserita in questo Organismo diocesano, in<br />

sintonia con quanto richiamato dalla Nota pastorale della C.E.I. “Criteri<br />

di ecclesialità dei Gruppi, Movimenti e Associazioni dei fedeli nella<br />

Chiesa” (22 maggio 1981).<br />

Per Vostra conoscenza, Vi invio anche in allegato lo stralcio della<br />

suddetta Nota, in cui sono richiamati i quattro criteri di ecclesialità:<br />

1. fedeltà all’ortodossia;<br />

2. conformità alle finalità della Chiesa;<br />

3. comunione con il Vescovo;<br />

4. riconoscimento della pluralità associativa e disponibilità alla collaborazione.<br />

Vi invio, pertanto, la scheda da compilare e da consegnare domenica<br />

28 marzo p.v., nel corso del Ritiro Spirituale, che il Vescovo terrà per<br />

le Aggregazioni laicali, presso il Centro Giovanile “Benedetto XIII” in<br />

<strong>Gravina</strong>.<br />

Al Ritiro, coordinato dall’Ufficio diocesano Famiglia, sono invitate a<br />

partecipare tutte le Aggregazioni laicali, quale momento forte nel cammino<br />

quaresimale.<br />

Colgo l’occasione per augurarVi una buona Quaresima e salutarVi<br />

fraternamente.<br />

<strong>Altamura</strong>, 9 marzo 2004<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

30


310<br />

* * *<br />

DOMANDA DI AMMISSIONE<br />

alla CONSULTA DIOCESANA<br />

DELLE AGGREGAZIONI LAICALI<br />

Denominazione ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––<br />

Istituita il –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––<br />

Riconoscimento giuridico il _____________________ n. _________<br />

Statuto approvato il __________________ da __________________<br />

Indirizzo ________________________________________________<br />

Numero complessivo dei componenti (al 31.12.2003) _____________<br />

_________________________ M ______________F ____________<br />

Collegata con il:<br />

□ Centro Provinciale ______________________________________<br />

□ Centro Regionale _______________________________________<br />

□ Centro Nazionale _______________________________________<br />

Responsabile ____________________________________________<br />

Indirizzo _________________________ Tel. __________________<br />

Assistente Spirituale _______________________________________<br />

Io sottoscritto ____________________________________________<br />

in qualità di ______________________________________________


CHIEDO<br />

all’Ordinario Diocesano che la suddetta Aggregazione Laicale sia iscritta<br />

nella Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali.<br />

Data ______________________________<br />

Carissimi,<br />

* * *<br />

Firma<br />

Ai Rev.di Sacerdoti<br />

Religiosi e Diaconi<br />

della <strong>Diocesi</strong><br />

Vi comunico che dalle ore 12.00 di lunedì 21 al pranzo di venerdì<br />

25 giugno p.v., presso l’Oasi “S. Maria” in Cassano Murge, si terranno<br />

per il terzo anno consecutivo gli Esercizi Spirituali, che interessano non<br />

solo i Sacerdoti, i Religiosi e i Diaconi, ma anche i Laici che desiderano<br />

condividere spiritualmente questi giorni di preghiera e di meditazione.<br />

Detterà le meditazioni Mons. Ugo Ughi, Assistente Nazionale di<br />

A.C. - Settore Adulti. L’A.C. diocesana si assume il compito di far partecipare<br />

i suoi aderenti e di informare le Comunità.<br />

La quota di partecipazione è di €. 155,00 (da consegnare a Don Luigi<br />

Dimarno durante gli Esercizi); i laici, che non risiederanno presso l’Oasi,<br />

potranno partecipare senza alcun impegno economico.<br />

Vogliate comunicare la Vostra adesione entro lunedì 31 maggio p.v.,<br />

consegnando in Curia il talloncino sottostante debitamente compilato.<br />

Un saluto cordiale.<br />

<strong>Altamura</strong>, 13 maggio 2004<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

311


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Carissimi,<br />

* * *<br />

- Ai Rev.di Sacerdoti e Diaconi<br />

Diocesani e Religiosi<br />

- Alle Religiose<br />

- Ai Responsabili degli Ordini<br />

Secolari, <strong>delle</strong> Confraternite,<br />

Associazioni, Gruppi<br />

e Movimenti ecclesiali<br />

l’appuntamento annuale della Solennità del Corpus Domini, che celebreremo<br />

giovedì 10 giugno p.v. a <strong>Gravina</strong>, alle ore 19.00 (ore 18.30:<br />

arrivi ed accoglienza), costituisce un momento importante per la vita<br />

della <strong>Diocesi</strong>, riunita <strong>insieme</strong> al suo Pastore intorno al Sacramento dell’Eucaristia,<br />

la cui dottrina è stata ultimamente esposta con premurosa<br />

sollecitudine e grande autorevolezza dal Papa, nella Lettera Enciclica<br />

Ecclesia de Eucharistia, e dalla Congregazione per il Culto Divino e la<br />

Disciplina dei Sacramenti, nella Istruzione Redemptionis sacramentum.<br />

Con la presente, Vi comunico alcune notizie utili:<br />

– La Celebrazione Eucaristica si svolgerà in Corso Vittorio Emanuele<br />

(Scuola Elementare “San Giovanni Bosco”). Seguirà la Processione,<br />

che si concluderà in Piazza Cattedrale con la Benedizione Eucaristica,<br />

percorrendo Corso Vittorio Emanuele, Piazza Pellicciari,<br />

Via Marconi, Piazza Notar Domenico. Alla Processione prenderanno<br />

parte, <strong>insieme</strong> al Vescovo, ai Sacerdoti, ai Diaconi, ai Ministri istituiti,<br />

ai Seminaristi ed ai Ministranti, anche tutti i fedeli convenuti.<br />

Faranno corona al SS.mo Sacramento le Autorità presenti e i membri<br />

<strong>delle</strong> Confraternite del SS.mo Sacramento presenti in <strong>Diocesi</strong>.<br />

– Per raggiungere il luogo della celebrazione: dirigersi verso Piazza<br />

Scacchi.<br />

– Il parcheggio per i pullman sarà nella zona della Fiera “S. Giorgio”,<br />

presso il Campo sportivo comunale.<br />

– Ai Sacerdoti ricordo di:<br />

1. portare solo il camice per la celebrazione; la Curia provvederà alle<br />

stole e alle casule. I paramenti sacri saranno indossati nella parrocchia<br />

di S. Domenico, in Piazza Cavour;


2. affiggere per tempo nelle parrocchie i manifesti per la celebrazione.<br />

I libretti saranno distribuiti al momento dell’arrivo;<br />

3. invitare i fedeli a confessarsi, per ricevere convenientemente<br />

l’Eucarestia.<br />

– Alla celebrazione potranno partecipare tutti i membri <strong>delle</strong> Confraternite,<br />

<strong>delle</strong> Associazioni, dei Gruppi e dei Movimenti ecclesiali,<br />

portando stendardi e labari propri.<br />

– Per l’UNITALSI, gli ammalati e gli anziani sono riservati posti a<br />

sedere.<br />

– L’animazione dei canti della Celebrazione Eucaristica e della Processione<br />

sarà affidata ai Cori parrocchiali di <strong>Gravina</strong>. A partire dalle ore<br />

18.00, ci saranno le prove dei canti già riportati nel libretto.<br />

Eventuali altre notizie e/o disposizioni saranno date immediatamente<br />

prima della celebrazione.<br />

In attesa di incontrarVi, fraternamente Vi saluto nel Signore.<br />

<strong>Altamura</strong>, 19 maggio 2004<br />

* * *<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

Indirizzo augurale<br />

a S.E. Mons. Vescovo<br />

in occasione della 5 a Assemblea Diocesana<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

Santuario dell’Incoronata - Foggia<br />

11 settembre 2004<br />

come è ormai consuetudine, anche quest’anno ci siamo radunati qui<br />

al Santuario della Madonna Incoronata per invocare la Sua materna protezione<br />

sulla nostra <strong>Diocesi</strong> all’inizio del nuovo anno pastorale.<br />

313


314<br />

Ci eravamo lasciati a <strong>Gravina</strong>, il 10 giugno u.s., celebrazione diocesana<br />

del Corpus Domini, dove Lei nell’omelia aveva sottolineato alcuni<br />

aspetti del sacramento dell’Eucaristia, in particolare la necessità<br />

che ogni cristiano diventi Eucaristia con Cristo e annunci la Sua morte e<br />

risurrezione nella Storia.<br />

Ed è proprio il Congresso Eucaristico Nazionale (Bari, maggio 2005)<br />

l’evento di grazia che in questi ultimi due anni ha polarizzato l’attenzione<br />

e la programmazione pastorale <strong>delle</strong> Chiese di Puglia, contemporaneamente<br />

punto di arrivo e di partenza per consolidare la nostra fede nell’Eucaristia<br />

e per purificarci dai tradimenti nelle celebrazioni liturgiche.<br />

A noi il compito di restituire alle Parrocchie, nuclei fondamentali nella<br />

vita quotidiana della <strong>Diocesi</strong>, quella figura di Chiesa Eucaristica che<br />

ne svela la natura di mistero di comunione e di missione.<br />

La data odierna, 11 settembre, come Lei ha scritto, nei cuori e nelle<br />

menti evoca ricordi dolorosi di desolazione e di distruzione. Da quel<br />

giorno innumerevoli altre immagini di morte provenienti da molte parti<br />

del mondo, come i corpicini oltraggiati dei bambini nella scuota di Beslan<br />

(Ossezia - Russia), sono passate sotto i nostri occhi attoniti e sgomenti.<br />

Carissimo Padre,<br />

dalle continue stragi degli innocenti crediamo che il Signore faccia<br />

germogliare semi di speranza e di pace e anche per noi, stretti intorno al<br />

nostro Pastore come i figli impauriti al padre, sicuri che lui non li abbandonerà<br />

e saprà condividere gioie e dolori offrendo il prezioso incoraggiamento<br />

a ciascuno, ogni avvenimento triste per la memoria collettiva<br />

si trasformi in propositi di dialogo e apertura a cominciare dalle nostre<br />

famiglie, nella Parrocchie e nella <strong>Diocesi</strong>.<br />

Carissimo don Mario,<br />

le prossime ricorrenze del 13° anniversario di ordinazione episcopale,<br />

del 7° anniversario dell’ingresso nella nostra Chiesa locale, del 67°<br />

compleanno, sono per tutti, Presbiteri e Laici, momenti propizi per lodare<br />

e ringraziare il Signore che l’ha inviato in mezzo a noi e per invocare<br />

lo Spirito Santo affinché rinnovi i nostri cuori stanchi e abitudinari, dandoci<br />

nuovo impulso per attuare una “pastorale integrata” attraverso un<br />

annuncio cristiano più convincente e la coerente testimonianza di unità<br />

e comunione.


O Maria Incoronata, veglia su noi che a te ci affidiamo, e aiutaci a diventare<br />

sempre più servitori della missione in una comunità responsabile.<br />

Buon lavoro, Eccellenza, e cordiali auguri.<br />

* * *<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

Indirizzo di saluto<br />

a S.E. Mons. Alfred Maria Oburu Asue, C.M.F.<br />

Vescovo di Ebebiyin (Guinea Equatoriale)<br />

in occasione dell’Ordinazione Presbiterale<br />

di P. Vittorio Bruscella, C.M.F.<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

Cattedrale di <strong>Altamura</strong><br />

30 ottobre 2004<br />

Le porgo il saluto deferente a nome di Mons. Mario Paciello, nostro<br />

Vescovo e Pastore, spiritualmente in comunione con questa assemblea<br />

in festa. Sia il benvenuto in mezzo a noi!<br />

Per Lei che viene dalla Guinea Equatoriale, terra di missione, assumono<br />

un significato pregnante le parole del Santo Padre, in occasione<br />

dell’ultima Giornata Missionaria Mondiale, celebrata domenica scorsa:<br />

«Raccolta intorno all’altare, la Chiesa comprende meglio le sue origini<br />

e il suo mandato missionario. Eucaristia e missione formano un binomio<br />

inscindibile».<br />

Anche P. Vittorio Bruscella, un giovane di questa Chiesa locale, ha<br />

condiviso con Lei l’esperienza della missione: il mondo ha bisogno di<br />

giovani che offrano se stessi, che siano capaci di donarsi agli altri!<br />

Questa sera siamo qui perché abbiamo accolto con gioia l’invito di P.<br />

Vittorio a pregare con lui e per lui.<br />

Sac. Vito Colonna<br />

Vicario Generale<br />

31


31<br />

SEGRETERIA<br />

Verbali <strong>delle</strong> Riunioni<br />

degli Uffici di Curia<br />

Verbale n. 16<br />

Lunedì 26 gennaio 2004, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />

Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, per una<br />

verifica dei seguenti punti del Programma Pastorale Diocesano:<br />

1. Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL);<br />

2. incontri Vescovo-Sacerdoti e Operatori Pastorali;<br />

3. inchiesta sul “Giorno del Signore”;<br />

4. Celebrazione diocesana del Corpus Domini;<br />

5. varie ed eventuali.<br />

Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale per l’Evangelizzazione<br />

e la Catechesi), don L. Dimarno (Vicario Episcopale per il<br />

Settore tecnico-amministrativo), don A. Cianciotta (Centro Diocesano<br />

Vocazioni), don S. Ciaccia (Ufficio Formazione Permanente), don G.<br />

Chironna (Ufficio Migranti) e don R. Scalera (Servizio per la promozione<br />

del sostegno economico alla Chiesa).<br />

All’inizio dell’incontro, viene letto e approvato il verbale della riunione<br />

precedente.<br />

Quindi, il Vescovo saluta i presenti, invitandoli ad una verifica di<br />

alcuni punti del Programma Pastorale diocesano 2003-2005.<br />

1. Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL): quanto<br />

prima, in vista del primo incontro, sarà pubblicato lo Statuto della<br />

CDAL; intanto, sarà necessario sensibilizzare soprattutto gli Assistenti<br />

<strong>delle</strong> singole Aggregazioni laicali circa la bontà e l’efficacia di questo<br />

Organismo diocesano, per un dialogo fruttuoso ed un cammino veramente<br />

ecclesiale all’interno <strong>delle</strong> Comunità parrocchiali e della Comunità<br />

diocesana.


2. Incontri Vescovo-Sacerdoti e Operatori Pastorali: dagli incontri<br />

già svolti con i Sacerdoti, è emersa l’esigenza di un secondo incontro,<br />

per favorire un dialogo più sereno ed affrontare tutti i punti proposti dal<br />

Vescovo per la riflessione. Il Vescovo, da parte sua, ribadisce questi incontri<br />

come momenti di grazia, di crescita e di Chiesa, assicurando la<br />

sua disponibilità ad un secondo incontro con i Sacerdoti.<br />

Circa gli incontri con gli Operatori Pastorali, si nota nei laici una certa<br />

difficoltà ad instaurare un dialogo efficace; forse, hanno bisogno di<br />

vedere più collaborazione tra i Sacerdoti (don Lazzari). Inoltre, è emersa<br />

la proposta che siano gli stessi laici, piuttosto che i Parroci, a presentare<br />

brevemente i punti per la discussione.<br />

3. Inchiesta sul “Giorno del Signore”: il Vescovo chiede ai presenti a<br />

che punto è il lavoro in vista della elaborazione del questionario. Finora,<br />

l’unico Ufficio che ha presentato una proposta è quello di Pastorale Sociale<br />

e del Lavoro: è necessario, pertanto, darsi <strong>delle</strong> scadenze precise,<br />

se vogliamo arrivare preparati al Convegno del prossimo mese di ottobre.<br />

Alla domanda di alcuni tra i presenti di affidarci a qualche esperto<br />

(don Carducci) o di nominare un gruppo di persone che contattino laici<br />

capaci di condurre l’inchiesta stessa (don M. Lorusso), il Vescovo riafferma<br />

l’importanza che ciascun Ufficio offra una griglia di domande che<br />

riguardano il proprio ambito pastorale, al fine di guardare al Giorno del<br />

Signore nella sua completezza; quello che ci serve non è una statistica<br />

scientificamente esatta, ma provocare la gente su questi temi: si eviti,<br />

pertanto, di complicare troppo il lavoro; al contrario, si favorisca un lavoro<br />

comune.<br />

4. Celebrazione diocesana del Corpus Domini: il Vescovo comunica<br />

ai presenti il no da parte della Soprintendenza al progetto di una nuova<br />

porta per la Cattedrale di <strong>Gravina</strong>. Pertanto, circa la possibilità di celebrare<br />

lì il Corpus Domini a livello diocesano, per ora viene rimandata<br />

ogni decisione definitiva.<br />

5. Il Diac. G. Angelillo illustra ai presenti il progetto della Caritas<br />

diocesana “Ascoltiamo ed osserviamo le nostre povertà in rete”, circa<br />

l’informatizzazione dei Centri di ascolto cittadini, in modo che possano<br />

ricevere dai Centri d’ascolto parrocchiali tutte le notizie e gli ascolti effettuati,<br />

per un esame vero della realtà. Tale progetto, che prevede una<br />

31


31<br />

spesa complessiva di € 20.263,20, sarà finanziato in parte dall’otto per<br />

mille della CEI, in parte dalla <strong>Diocesi</strong>. Il Vescovo, pur apprezzando questo<br />

progetto, invita a non perdere mai di vista il rapporto tra Caritas diocesana<br />

e Caritas parrocchiali, da più parti considerato carente, al fine di<br />

organizzare al meglio la carità. Il Diac. Angelillo ribadisce che la Caritas<br />

diocesana si pone quale supporto alle parrocchie, attraverso l’offerta di<br />

servizi: in questa prospettiva, il Centro d’ascolto cittadino dovrebbe rappresentare<br />

un punto di riferimento imprescindibile e sicuro. In definitiva,<br />

la Caritas diocesana non deve mai sostituirsi alle parrocchie nel loro<br />

impegno di carità (don Giannuzzi).<br />

L’Ufficio Liturgico comunica ai presenti l’incontro per Animatori<br />

parrocchiali di liturgia e musica sacra con Mons. Marco Frisina, il<br />

prossimo 12 febbraio, su “L’animazione liturgico-musicale nel Giorno<br />

del Signore”. Questa iniziativa, non programmata all’inizio dell’Anno<br />

Pastorale, è stata voluta dal Comitato per il Congresso Eucaristico Nazionale<br />

del 2005, quale occasione per preparare i fedeli <strong>delle</strong> singole<br />

<strong>Diocesi</strong> a celebrare quell’evento.<br />

L’Ufficio Famiglia ricorda l’incontro con don Franco Lanzolla, programmato<br />

per il prossimo 10 febbraio.<br />

L’Ufficio Ecumenismo propone di affrontare in un altro momento,<br />

magari in collaborazione con altri Uffici, il tema dell’Eucaristia nel dialogo<br />

ecumenico, proposto per la Giornata del dialogo tra ebrei e cristiani<br />

(17 gennaio u.s.), non più celebrata a causa di alcune difficoltà. Il<br />

Vescovo suggerisce di inserirlo nel prossimo Convegno sul Giorno del<br />

Signore.<br />

L’Ufficio Missionario informa circa alcune iniziative a livello nazionale:<br />

il treno della speranza per i ragazzi (23 maggio) e il Convegno<br />

nazionale a Pescara (27-30 settembre). Si tratta di iniziative la cui partecipazione<br />

è aperta a tutti.<br />

Infine, don Giannuzzi informa i presenti che, per la mancanza del<br />

numero minimo richiesto di abbonamenti, la pagina diocesana di “Avvenire”<br />

non può ancora partire.<br />

L’incontro si conclude con un momento di preghiera alle ore 18.50.<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Segretario


* * *<br />

Verbale n. 17<br />

Lunedì 23 febbraio 2004, alle ore 16.00, si è svolta presso la Curia<br />

Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia, per una<br />

verifica dei seguenti punti del Programma Pastorale Diocesano:<br />

1. Celebrazione diocesana del Corpus Domini;<br />

2. Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL);<br />

3. “Avvenire”;<br />

4. Pellegrinaggio diocesano a Lourdes;<br />

5. Inchiesta sul “Giorno del Signore”;<br />

6. varie ed eventuali.<br />

Risultano assenti: don D. Giannuzzi (Ufficio Cultura e Comunicazioni<br />

Sociali), don A. Cianciotta (Centro Diocesano Vocazioni), don V.<br />

Incampo (Segretariato per l’Ecumenismo e il Dialogo), don V. Confetti<br />

(Ufficio Pastorale Sanitaria) e don R. Scalera (Servizio per la promozione<br />

del sostegno economico alla Chiesa).<br />

All’inizio dell’incontro, viene letto e approvato il verbale della riunione<br />

precedente.<br />

Quindi, il Vescovo saluta i presenti e, prima di passare a trattare i<br />

vari punti all’ordine del giorno, li invita ad una verifica <strong>delle</strong> iniziative<br />

svolte ultimamente.<br />

Ufficio Liturgico: circa l’incontro per Animatori parrocchiali di liturgia<br />

e musica sacra con Mons. Marco Frisina, svoltosi lo scorso 12<br />

febbraio, è stata soddisfacente la partecipazione da parte dei laici e di<br />

diversi Sacerdoti, anche se si è notata l’assenza di qualche parrocchia.<br />

Ufficio Famiglia: scarsa la partecipazione all’incontro con don Franco<br />

Lanzolla, svoltosi lo scorso 10 febbraio.<br />

Il Vicario Generale ringrazia per la nutrita partecipazione dei Sacerdoti<br />

ai funerali di Mons. Domenico Farella, lo scorso 21 febbraio, sottolineando<br />

che la testimonianza di comunione all’interno del Presbiterio<br />

deve sempre superare i problemi esistenti.<br />

31


320<br />

1. Celebrazione diocesana del Corpus Domini: è emerso da parte dei<br />

presenti l’auspicio che quest’anno possa svolgersi a <strong>Gravina</strong>, per venire<br />

incontro al desiderio di tanti laici gravinesi, sempre presenti alle celebrazioni<br />

svoltesi negli altri paesi della <strong>Diocesi</strong> (don Cassese); forse sarebbe<br />

il caso di riprendere il discorso con il Clero (don G. Lorusso), al<br />

fine di rimuovere alla base le motivazioni di questo rifiuto, superando<br />

eventuali ostacoli contingenti (don Ciaccia). Il Vescovo ribadisce che<br />

è suo desiderio prendere decisioni senza dover imporre alcunché a nessuno;<br />

pertanto, viene chiesto dai presenti a don Saverio Ciaccia di farsi<br />

promotore di un incontro del Clero di <strong>Gravina</strong>, in cui affrontare e definire<br />

la questione.<br />

2. Consulta Diocesana <strong>delle</strong> Aggregazioni Laicali (CDAL): in data<br />

22 febbraio u.s., il Vescovo ne ha approvato lo Statuto; quanto prima,<br />

ogni singola Aggregazione riceverà un’apposita scheda, mediante la<br />

quale potrà chiedere di far parte di questo organismo.<br />

3. “Avvenire”: a tutt’oggi, sono pervenute soltanto 250 richieste di<br />

abbonamento. Accanto alla buona risposta di alcune parrocchie, si registra<br />

l’assenza parziale o addirittura totale di altre, con la conseguenza<br />

che, per la mancanza del numero minimo richiesto di abbonamenti, la<br />

pagina diocesana non è ancora partita. Il Vescovo richiama il dovere che<br />

abbiamo di offrire la pagina diocesana a quanti si sono abbonati; per cui,<br />

i Sacerdoti si sentano responsabili nel sollecitare nuovi abbonamenti,<br />

altrimenti rischiamo di perdere per il futuro anche quegli abbonamenti<br />

che abbiamo.<br />

4. Pellegrinaggio diocesano a Lourdes: non appena si avranno notizie<br />

più dettagliate circa i costi <strong>delle</strong> due opzioni (in pullman e in aereo),<br />

l’Ufficio diocesano Pellegrinaggi provvederà ad informare tutti i Sacerdoti.<br />

Circa il Pellegrinaggio diocesano a Roma per l’Udienza dal Papa,<br />

il Vescovo precisa che è importante, prima di chiedere una data, sapere<br />

chi e quanti siamo.<br />

5. Inchiesta sul “Giorno del Signore”: quasi tutti gli Uffici, individualmente<br />

o per Settore, hanno presentato una griglia di domande in vista<br />

dell’elaborazione del questionario. Viene affidato a F. Colacicco, don<br />

S. Ciaccia e don M. Lorusso, in rappresentanza dei tre Settori Pastorali,


il compito di fare sintesi <strong>delle</strong> domande e dare organicità ed uniformità<br />

al questionario, al fine di evitare ripetizioni; prima di essere ufficializzato<br />

e distribuito per l’inchiesta, il questionario sarà inviato a tutti gli<br />

Uffici di Curia, per eventuali correzioni e/o integrazioni.<br />

6. Ufficio per i Beni culturali: si sta cercando di riavviare, in collaborazione<br />

con gli Uffici Caritas e Pastorale Giovanile, il progetto di inventariazione<br />

dei beni culturali mobili, temporaneamente sospeso a causa di<br />

alcuni problemi sopraggiunti.<br />

Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro: viene sollevato il problema<br />

circa la posizione della nostra Chiesa diocesana di fronte alla situazione<br />

dei dipendenti in cassa integrazione del gruppo industriale “Natuzzi”.<br />

Sarebbe utile, a questo proposito, per evitare di apparire inopportuni o<br />

moralistici, individuare un gruppo di persone, possibilmente imprenditori,<br />

che ci aiutino a valutare l’attuale momento economico, prospettando<br />

alcuni tentativi di risposta a partire dall’esperienza cristiana (don<br />

Cassese). Si tratta di un problema, chiarisce il Vescovo, che merita l’attenzione<br />

non soltanto da parte del Vescovo o di qualche altro Ufficio,<br />

ma da parte di voci più autorevoli in materia, al fine di esprimere una<br />

posizione quanto più possibile unitaria. Il monito, ricorda il Vicario Generale,<br />

fu lanciato già a suo tempo da Mons. Superbo.<br />

L’incontro si conclude con un momento di preghiera alle ore 18.00.<br />

* * *<br />

Verbale n. 18<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Segretario<br />

Venerdì 30 aprile 2004, alle ore 10.40, si è svolta presso il Centro<br />

Giovanile “Benedetto XIII” in <strong>Gravina</strong> la riunione degli Uffici di Curia,<br />

convocata con lettera del Vicario Generale in data 24 aprile 2004 (prot.<br />

n. 48/04), per discutere il seguente ordine del giorno:<br />

1. Questionario sul Giorno del Signore;<br />

2. preparazione al Convegno sul Giorno del Signore;<br />

3. varie ed eventuali.<br />

321


322<br />

Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio Scuola),<br />

don V. Cassese (Ufficio Catechistico), don D. Giannuzzi (Ufficio<br />

Cultura e Comunicazioni Sociali), don G. Monitillo (Ufficio Confraternite),<br />

don V. Confetti (Ufficio Pastorale Sanitaria) e don R. Scalera<br />

(Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa).<br />

Introduce l’incontro il Vicario Generale, presentando la bozza del<br />

Questionario per l’inchiesta su “Il Giorno del Signore”, elaborata da<br />

don Michele Lorusso e don Saverio Ciaccia e già inviata ai Direttori<br />

degli Uffici di Curia per eventuali osservazioni, correzioni e/o integrazioni,<br />

come da lettera dello stesso Vicario Generale in data 22 marzo<br />

2004 (prot. n. 35/04).<br />

Dopo che il Vescovo ha indicato alcuni criteri uniformi per la formulazione<br />

<strong>delle</strong> domande, sono seguiti gli interventi da parte dei presenti.<br />

Le singole osservazioni sono state opportunamente annotate<br />

dal Segretario ed armonizzate nella stesura definitiva del suddetto<br />

Questionario.<br />

Non essendoci altro tempo a disposizione per trattare gli altri punti<br />

all’ordine del giorno, la riunione si è conclusa con un momento di preghiera<br />

alle ore 13.00.<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Segretario<br />

* * *<br />

Verbale n. 19<br />

Lunedì 24 maggio 2004, alle ore 16.30, si è svolta presso la<br />

Curia Diocesana la riunione ordinaria mensile degli Uffici di Curia,<br />

convocata con lettera del Vicario Generale in data 17 maggio 2004<br />

(prot. n. 60/04), per discutere il seguente ordine del giorno:<br />

1. consegna del questionario e criteri per la somministrazione dello stesso;<br />

2. modalità di svolgimento e proposte circa le tematiche e i relatori del<br />

Convegno;<br />

3. varie ed eventuali.


Risultano assenti: don G. Lofrese (Vicario Episcopale - Ufficio Scuola),<br />

don N. Laterza (Ufficio Missionario), don D. Giannuzzi (Ufficio<br />

Cultura e Comunicazioni Sociali), don G. Chironna (Ufficio Migranti)<br />

e don R. Scalera (Servizio per la promozione del sostegno economico<br />

alla Chiesa).<br />

All’inizio dell’incontro, il Vescovo saluta i presenti e, prima di affrontare<br />

i vari punti all’ordine del giorno, li aggiorna circa alcuni argomenti<br />

trattati durante la 53 a Assemblea Generale della CEI, svoltasi a<br />

Roma dal 17 al 21 maggio u.s. In particolare:<br />

– presentazione, discussione e votazione della Nota pastorale Il volto<br />

missionario della parrocchia in un mondo che cambia, rielaborata<br />

dopo l’Assemblea di Assisi (novembre 2003);<br />

– nuove esperienze di iniziazione cristiana in Italia (sarebbe utile leggere<br />

il testo di questa comunicazione in un prossimo incontro degli<br />

Uffici di Curia);<br />

– presentazione, discussione e votazione del Direttorio sulle comunicazioni<br />

sociali nella missione della Chiesa in Italia;<br />

– 44 a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Bologna, 7-10 ottobre<br />

2004);<br />

– iniziative in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale di<br />

Bari;<br />

– indicazioni circa l’itinerario diocesano e regionale in vista del 4°<br />

Convegno Ecclesiale Nazionale (Verona, 16-20 ottobre 2006);<br />

– consultazione collegiale sui “Lineamenta” in preparazione alla XI<br />

Assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi su L’Eucaristia:<br />

fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa.<br />

1. Viene consegnato ai presenti il testo del questionario sul Giorno<br />

del Signore, così come definito nell’ultimo incontro degli Uffici di<br />

Curia del 30 aprile u.s. (cfr. Verbale n. 18): si concede ancora tempo, in<br />

maniera improrogabile, sino alla fine del mese per le ultime eventuali<br />

osservazioni, correzioni e/o integrazioni.<br />

Quanto alla somministrazione del medesimo questionario, emerge<br />

subito la necessità di affidarci a qualche esperto in materia (don G. Lorusso),<br />

chiedendo eventualmente ad un sociologo che ci aiuti ad individuare<br />

un campione ben preciso di persone (don S. Colonna).<br />

Il Vescovo ribadisce che il nostro obiettivo non è quello di un’inda-<br />

323


324<br />

gine scientificamente esatta, quanto piuttosto quello di cogliere il modo<br />

di sentire comune della gente sulla Domenica, per cui sarebbe sbagliato<br />

ascoltare soltanto coloro che già frequentano la Messa domenicale.<br />

Altro obiettivo dovrebbe essere quello di tipo catechetico, stimolando<br />

la gente a riflettere su questo tema, attraverso una mappa di opinioni<br />

quanto più larga possibile (don Ciaccia); una sorta di indagine “a forbice”,<br />

per un confronto tra quelli che stanno dentro e quelli che stanno<br />

fuori la Comunità (don Cianciotta).<br />

Per raggiungere tutte le fasce sociali in maniera razionale e favorire<br />

l’obiettivo catechetico, sarebbe utile rifarsi ai dati dell’ultimo Censimento<br />

nazionale (don M. Lorusso), oppure distribuire il questionario<br />

alle famiglie che vengono in parrocchia ad iscrivere i propri figli al Catechismo<br />

(don Incampo). Si potrebbe affidare l’incarico all’Azione Cattolica,<br />

chiedendo di somministrare il questionario per metà in ambito<br />

parrocchiale e per metà in ambito extraparrocchiale (Vicario Generale).<br />

Intervenendo, il Vescovo auspica che, al di là <strong>delle</strong> concrete modalità<br />

di attuazione, l’indagine sia condotta in modo tale da consentire in<br />

futuro una lettura trasversale dei dati; per questo, sarebbe necessaria<br />

un’impostazione dello stesso questionario ai fini di una lettura ottica<br />

(don Ciaccia).<br />

Al termine dei diversi interventi, si giunge al seguente orientamento<br />

comune:<br />

a) il questionario deve avere un obiettivo catechetico;<br />

b) deve essere impostato in modo tale da favorire la lettura ottica;<br />

c) deve essere diffuso a largo raggio.<br />

2. Modalità di svolgimento e proposte circa le tematiche e i relatori<br />

del Convegno (febbraio 2005): vista l’esiguità del tempo a disposizione,<br />

si propone un incontro nei prossimi giorni in Curia tra i Direttori<br />

disponibili.<br />

L’incontro si conclude con un momento di preghiera alle ore 18.30.<br />

Sac. Vincenzo Panaro<br />

Segretario


CONSIGLIO PRESBITERALE<br />

Assemblea elettiva<br />

per il rinnovo del Consiglio Presbiterale<br />

Oggi, venerdì 13 febbraio 2004, presso il Centro Giovanile “Benedetto<br />

XIII”, si è riunito il Presbiterio della <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti per procedere alla elezione del nuovo Consiglio<br />

Presbiterale per il quinquennio 2004-2009.<br />

L’incontro ha inizio alle ore 9.45 con la preghiera dell’Ora Media, cui<br />

segue la meditazione dettata da Mons. Giovanni Ricchiuti.<br />

Alle ore 11.30 il Vescovo procede all’insediamento del seggio elettorale,<br />

così composto:<br />

Presidente: Sac. Vito Colonna, Vicario Generale<br />

Segretario: Sac. Vincenzo Panaro<br />

Scrutatori: Sac. Giovanni Giove, Sac. Nunzio Falcicchio<br />

Vengono distribuite le schede e si procede alle votazioni.<br />

Il seggio resta aperto dalle ore 11.30 alle ore 12.15.<br />

Chiuso il seggio, si procede allo spoglio <strong>delle</strong> schede:<br />

• votanti: 69 su 101 aventi diritto<br />

• schede valide: 67<br />

• schede bianche: 1<br />

• schede nulle: 1<br />

Esito <strong>delle</strong> votazioni<br />

Lista n. 1: <strong>Altamura</strong><br />

1. Creanza don Giuseppe: voti n. 22<br />

2. Lazzari don Luigi: voti n. 21<br />

3. Incampo don Vito: voti n. 10<br />

4. Bruno don Giovanni: voti n. 9<br />

5. Simone Mons. Oronzo, Cornacchia don Domenico, Panaro don Vincenzo,<br />

Giove don Giovanni: voti n. 7<br />

6. Dileo don Nicola, Manfredi don Giuseppe: voti n. 5<br />

7. Carlucci Mons. Diego, Perrucci don Guerino, Chironna don Giuseppe,<br />

Colonna don F. Saverio: voti n. 3<br />

32


32<br />

8. Lorusso don Michele, Ferrulli don Sante, Korenkiewicz don Mirko,<br />

Monitillo don Giovanni, Scalera don Rocco: voti n. 2<br />

9. Colonna Mons. F. Paolo, Fiore Mons. Antonio, Lorusso Mons. Venturo,<br />

Moramarco Mons. Vincenzo: voti n. 1<br />

Lista n. 2: <strong>Gravina</strong>-Spinazzola-Poggiorsini<br />

1. Ciaccia don Saverio: voti n. 25<br />

2. Natale don Domenico: voti n. 16<br />

3. Lorusso don Giacomo jr.: voti n. 15<br />

4. Cassese don Vito: voti n. 14<br />

5. Lorusso don Nicola: voti n. 11<br />

6. Paternoster don Saverio: voti n. 8<br />

7. Settembre don Pasquale: voti n. 5<br />

8. Cipriani Mons. Giuseppe: voti n. 4<br />

9. Capodiferro don Michele, Mazzotta don Vincenzo, Nuzzi don Giuseppe:<br />

voti n. 3<br />

10. Caputo Mons. Carlo, Carducci don Carlo, Casino don Angelo, Ferrante<br />

don Andrea, Scarcella don Nicola: voti n. 2<br />

11. Colangelo Mons. Michele, Farella Mons. Domenico, Lorusso Mons.<br />

Giacomo sr.: voti n. 1<br />

Lista n. 3: <strong>Acquaviva</strong>-Santeramo<br />

1. Posa Mons. Felice, Giannuzzi don Domenico: voti n. 20<br />

2. Lerario don Tommaso: voti n. 14<br />

3. Fiore don Giacomo: voti n. 13<br />

4. Falcicchio don Nunzio: voti n. 12<br />

5. Nardulli don Nicola, Laterza don Nicola: voti n. 9<br />

6. Lombardi don Michele: voti n. 6<br />

7. Laddaga don Domenico: voti n. 4<br />

8. Confetti don Vincenzo: voti n. 3<br />

9. Nuzzi don Vito, Amapani don Alessandro: voti n. 2<br />

10. Lenoci Mons. Gaetano, Ciccarone don Giuseppe, Colaninno Mons.<br />

Lorenzo, Raimondi don Vito Antonio, Wisniewski don Andrea: voti<br />

n. 1<br />

Lista n. 4: Religiosi<br />

1. Ornelli P. Matteo: voti n. 25<br />

2. Paris P. Giacomo: voti n. 16


3. Rolli P. Giuseppe: voti n. 14<br />

4. Colleoni P. Luigi: voti n. 11<br />

5. Bevilacqua P. Maurizio: voti n. 8<br />

6. Alemanno P. Giuseppe, Losito don Sabino, Masi don Michele: voti<br />

n. 5<br />

7. Paccagnella P. Ugo, Pinnelli P. Leonardo: voti n. 4<br />

8. Martino don Pasquale, Lamanna P. Giuseppe, Pedullà P. Domenico:<br />

voti n. 3<br />

9. Protopapa P. Giovanni, Virgintino don Pasquale: voti n. 2<br />

10. Fenili P. Giuseppe, Integlia don Antonio, Pesenti P. Andrea, Sivieri<br />

P. Dario, Stiano don Giuseppe: voti n. 1<br />

Alle ore 13.00 terminano le operazioni di scrutinio.<br />

* * *<br />

Riunione del 30 aprile 2004<br />

Il Presidente<br />

Don Vito Colonna<br />

Il Segretario<br />

Don Vincenzo Panaro<br />

Gli Scrutatori<br />

Don Giovanni Giove<br />

Don Nunzio Falcicchio<br />

Oggi, 30 aprile 2004, alle ore 9.45, presso il Centro Giovanile “Benedetto<br />

XIII”, a seguito di convocazione con lettera del Vicario Generale<br />

in data 24 aprile 2004 Prot. n. 48/04, si è riunito il nuovo Consiglio Presbiterale,<br />

costituito per il quinquennio 2004-2009 con Decreto di S.E.<br />

Mons. Mario Paciello in data 1 marzo 2004.<br />

Risultano assenti giustificati: don Giuseppe Lofrese, don Domenico<br />

Giannuzzi, don Vincenzo Confetti, don Giacomo Lorusso jr., don Pasquale<br />

Martino, sdb.<br />

32


32<br />

Dopo la preghiera iniziale ed il saluto da parte del Vescovo, viene designato<br />

come Segretario del medesimo Consiglio don Giuseppe Creanza,<br />

il quale accetta l’incarico.<br />

Il Vescovo, quindi, passa ad illustrare le mansioni del Consiglio Presbiterale,<br />

elencando alcune tra le questioni di maggiore importanza per<br />

le quali il Codice di Diritto Canonico ne richiede la consultazione:<br />

• la celebrazione del Sinodo diocesano;<br />

• l’erezione, la modifica dei confini e la soppressione di una parrocchia;<br />

• la destinazione <strong>delle</strong> offerte versate alla cassa parrocchiale;<br />

• l’istituzione dei Consigli Pastorali Parrocchiali;<br />

• la costruzione di nuove chiese;<br />

• la riduzione di una chiesa ad uso profano;<br />

• l’imposizioni di speciali tributi.<br />

Successivamente, lo stesso Vescovo comunica ai presenti alcune<br />

notizie che riguardano la vita diocesana:<br />

– l’incardinazione in <strong>Diocesi</strong> di don Miroslaw Korenkiewicz, proveniente<br />

della <strong>Diocesi</strong> di Łomza in Polonia, a decorrere dall’8 aprile<br />

2004;<br />

– la celebrazione diocesana del Corpus Domini, che quest’anno si svolgerà<br />

a <strong>Gravina</strong> il prossimo 10 giugno;<br />

– la promessa di suoli pubblici da parte del Comune <strong>Altamura</strong> per la costruzione<br />

di due nuove parrocchie, rispettivamente in Via Bari e Via<br />

Selva;<br />

– l’inventariazione della casa di don Michele Mastrogiacomo, deceduto<br />

il 9 giugno 2003, e la sua destinazione alla Fraternità “Marta e<br />

Maria”;<br />

– la convenzione tra la Comunità Montana e la <strong>Diocesi</strong> per il Convento<br />

del SS. Crocifisso in Santeramo;<br />

– il ritiro, da parte della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo<br />

Sangue, dei Sacerdoti in servizio presso la Parrocchia del Sacro<br />

Cuore in Santeramo, previsto per il 30 giugno p.v.<br />

Anche su Spinazzola, già da diverso tempo, si sta cercando di individuare,<br />

in accordo con l’Amministrazione Comunale, un suolo per la costruzione<br />

di una nuova parrocchia, mentre a <strong>Gravina</strong> persistono ancora


<strong>delle</strong> difficoltà per l’individuazione di un suolo da destinare alla costruzione<br />

della nuova chiesa della parrocchia dello Spirito Santo, attualmente<br />

ubicata in un garage alquanto inadatto a tale scopo.<br />

Su invito del Vescovo, don Saverio Paternoster rende noto al Consiglio<br />

che, a partire dal prossimo Anno Scolastico, una parte del Centro<br />

Giovanile “Benedetto XIII” sarà ceduta in fitto all’Istituto Professionale<br />

“G. Galilei” di <strong>Gravina</strong>, per un periodo da sei a dodici anni. Il Seminario<br />

diocesano, attualmente ubicato al piano terra e al primo piano, si sposterà<br />

completamente al primo piano.<br />

Non essendoci altri argomenti all’ordine del giorno, la riunione termina<br />

con un momento di preghiera alle ore 10.30.<br />

Il Segretario<br />

Sac. Giuseppe Creanza<br />

32


330<br />

In pace Domini<br />

Si è spento il 19 febbraio 2004, all’età di 79 anni, Mons. Domenico<br />

Farella, Cappellano di Sua Santità, attualmente Vicario Giudiziale,<br />

Canonico Cantore del Capitolo Concattedrale di <strong>Gravina</strong>, Direttore dell’Archivio<br />

Storico di <strong>Gravina</strong> e Cappellano del Monastero <strong>delle</strong> Suore<br />

Domenicane in <strong>Gravina</strong>.<br />

Nato a <strong>Gravina</strong> il 3 giugno 1925, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />

nel Seminario di <strong>Gravina</strong>, passò al Seminario Regionale di Molfetta per<br />

gli studi liceali e teologici.<br />

Ordinato Sacerdote da Mons. Giovanni Maria Sanna nella Cattedrale di<br />

<strong>Gravina</strong> il 29 agosto 1948, fu destinato al Seminario Vescovile come Vice<br />

Rettore (1948-1950) ed Insegnante di Matematica e Francese (1948-1965), e<br />

come Vicario cooperatore della parrocchia di S. Nicola (1948-1956).<br />

Negli anni successivi ha ricoperto incarichi di responsabilità a livello<br />

diocesano: Segretario (1949-1957) e poi Direttore dell’Ufficio Catechistico<br />

(1957-1972), Cerimoniere Vescovile (1952-1999), Segretario del<br />

Consiglio della Cassa Diocesana (1954-1962) e Direttore dell’Ufficio<br />

Amministrativo (1959-1978), Amministratore del Beneficio dei Parroci<br />

(1955-1978), della Cappellania Curata SS. Nome di Gesù - Ente Loglisci<br />

(1955-1963) e del Sacro Monte dei Morti (1955-1962), Presidente del<br />

Comitato diocesano Pellegrinaggi (1956-1976), Responsabile dell’Ufficio<br />

Pastorale (1972-1975) e Incaricato dell’Ufficio Liturgico (1972-<br />

1987). Del Tribunale diocesano è stato Giudice (1972-1976), Difensore<br />

del Vincolo e Promotore di Giustizia (1976-1987), Vicario Giudiziale<br />

(1987-2004).<br />

Delegato Generale per la <strong>Diocesi</strong> di <strong>Gravina</strong> dal 1974 al 1979, è stato<br />

Vicario Generale e Moderatore di Curia dal 1979 al 1987, Convisitatore<br />

durante la Visita Pastorale (1979-1982) e Incaricato F.A.C.I. (1981-<br />

1996). Nel 1987 fu nominato Delegato Diocesano per le Associazioni<br />

Laicali sprovviste di Assistente e per la Consulta dei Laici.<br />

All’interno del Capitolo Cattedrale di <strong>Gravina</strong> è stato Mansionario<br />

(1952-1957), Canonico (1957-1971), Penitenziere (1971-1978), Teologo<br />

(1978-1991), Primicerio (1991-1993) e Cantore (1993-2004), Direttore<br />

dell’Archivio Storico (1998-2004). Già Moderatore del Consiglio<br />

Presbiterale dal 1972 al 1975, è stato Membro del medesimo Consiglio<br />

per diversi mandati (1989-1998).


Insegnante di Religione nelle Scuole Statali Medie e Superiori dal<br />

1956 al 1978, Cappellano dell’Ospedale Civile di <strong>Gravina</strong> (1949-1956),<br />

dell’Ente Riforma Fondiaria (1954-1960), del Monastero <strong>delle</strong> Suore<br />

Domenicane (1959-2004) e <strong>delle</strong> Suore dell’Ospedale (1960-1971),<br />

Rettore della Chiesa Maria SS. del Suffragio, detta del Purgatorio dal<br />

1971, ha esercitato il ministero sacerdotale a favore dell’A.C., come Assistente<br />

diocesano della Gioventù Maschile (1949-1950), Vice Assistente<br />

diocesano della Gioventù Femminile (1958-1961), Vice Assistente<br />

diocesano (1959-1961), Assistente diocesano dell’Associazione Unione<br />

Uomini (1961-1964), Delegato Vescovile e Assistente diocesano<br />

A.I.M.C. (1964-1967); a favore <strong>delle</strong> vocazioni e della vita consacrata,<br />

come Confessore ordinario <strong>delle</strong> Suore del Sacro Costato di Poggiorsini<br />

(1956-1959), Confessore straordinario <strong>delle</strong> Suore del Preziosissimo<br />

Sangue di Irsina (1957-1969), Confessore straordinario <strong>delle</strong> Suore<br />

Ancelle del Santuario presso S. Sebastiano e presso l’Ospedale (1961-<br />

1963), Confessore ordinario del Seminario Vescovile (1961-1969),<br />

Confessore straordinario <strong>delle</strong> Suore del Sacro Costato <strong>delle</strong> 4 case di<br />

<strong>Gravina</strong> (1961-1973), Confessore ordinario <strong>delle</strong> Suore Francescane del<br />

Signore (1970-1981), Confessore straordinario <strong>delle</strong> Suore Domenicane<br />

(1970-2004), Assistente Spirituale dell’Istituto Secolare <strong>delle</strong> Missionarie<br />

della Regalità (1974-1987), Confessore ordinario <strong>delle</strong> Suore<br />

Carmelitane Scalze (dal 1976).<br />

A livello regionale, è stato Membro del Consiglio dell’Istituto Pastorale<br />

Pugliese (1972-1976) e della Commissione Presbiterale Regionale<br />

(1973-1980) e Delegato per la Consulta Regionale dell’Apostolato dei<br />

Laici (dal 1985).<br />

Provato negli ultimi anni di vita da sofferenze fisiche e morali, ha<br />

lasciato in quanti lo hanno conosciuto un ricordo di fedeltà al ministero<br />

sacerdotale e di attaccamento al dovere quotidiano.<br />

* * *<br />

Si è spento il 24 aprile 2004, all’età di 92 anni, Mons. Giacinto<br />

Ventura, Cappellano di Sua Santità, attualmente Canonico Penitenziere<br />

del Capitolo Concattedrale e Vicario cooperatore di S. Domenico in<br />

<strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti.<br />

Nato ad <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti il 4 gennaio 1912, dopo aver frequen-<br />

331


332<br />

tato il Ginnasio ed il Liceo nel Seminario Abbaziale di Subiaco, completò<br />

gli studi teologici nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta.<br />

Ordinato Sacerdote da Mons. Domenico Dell’Aquila nella Cattedrale<br />

di <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti il 24 luglio 1938, fu Vice Parroco di S. Domenico<br />

fino al 1946. Mansionario del Capitolo Cattedrale di <strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti dal 28 giugno 1942, divenne Canonico il 30 novembre 1946;<br />

il 1 maggio 1954 fu nominato Canonico Penitenziere del medesimo Capitolo.<br />

Cappellano del Ricovero di mendicità nel 1948, dal 1951 al 1963 è<br />

stato Rettore della chiesa di S. Lucia, prima che questa fosse istituita<br />

come Parrocchia.<br />

Direttore dell’Ufficio Amministrativo ed Economo Diocesano, Padre<br />

Spirituale del Terz’Ordine Francescano, Cappellano <strong>delle</strong> Suore “Cirielli”<br />

e Confessore <strong>delle</strong> Suore per molti anni, Cappellano dell’Ospedale<br />

“Miulli” nel plesso di Casamassima, dal 1 settembre 1981 al 1 ottobre<br />

1983 ha svolto l’ufficio di Vicario Economo di S. Domenico. Il 9 maggio<br />

1987 fu nominato Amministratore parrocchiale di S. Lucia: incarico<br />

al quale rinunciò, per motivi di età e di salute, il 9 maggio 1994.<br />

Insegnante di Religione nella Scuola Media e presso l’I.P.S.I.A. “N.<br />

Chiarulli” in <strong>Acquaviva</strong> <strong>delle</strong> Fonti, è stato, inoltre, Incaricato diocesano<br />

F.A.C.I. (1987-1996), Collaboratore prima (dal 1993 al 1996) e Vicario<br />

cooperatore in seguito della Parrocchia di S. Domenico (dal 1996 fino<br />

alla morte).<br />

Sacerdote umile e generoso, il Signore lo ricompensi in eterno per il<br />

bene da lui compiuto nel suo lungo ministero pastorale.<br />

* * *<br />

È venuto tragicamente a mancare il 14 ottobre 2004 il Diac. Massimiliano<br />

Santoro.<br />

Nato ad <strong>Altamura</strong> il 14 giugno1976, dopo aver qui frequentato la<br />

Scuola Elementare e la Scuola Media, entrò nel Seminario dei Missionari<br />

Clarettiani a Roma, frequentando il Liceo Classico “V. Bachelet”;<br />

conseguì la maturità classica nel 1996. Nel settembre dello stesso anno<br />

fece il suo ingresso nel Pontificio Seminario Regionale di Molfetta per<br />

gli studi filosofici e teologici, conclusisi nel 2002.<br />

Ammesso tra i candidati agli Ordini nel 1999; istituito Lettore nel<br />

2000 e Accolito nel 2002, l’11 ottobre 2003 era stato ordinato Diacono


nella Cattedrale di <strong>Altamura</strong> da S.E. Mons. Mario Paciello ed inviato<br />

quale Collaboratore presso la Parrocchia di S. Agostino in <strong>Altamura</strong>.<br />

Ha vissuto il suo impegno pastorale in Parrocchia principalmente<br />

nel campo della liturgia e dell’animazione dei gruppi giovanili, mentre<br />

si preparava a ricevere l’Ordinazione sacerdotale, già fissata per la<br />

fine di dicembre 2004.<br />

* * *<br />

Si è spento il 27 novembre 2004, all’età di 89 anni, Mons. Giacomo<br />

Lorusso, Cappellano di Sua Santità ed Arcidiacono del Capitolo<br />

Concattedrale di <strong>Gravina</strong>.<br />

Nato a <strong>Gravina</strong> il 2 febbraio 1915, dopo aver frequentato il Ginnasio<br />

nel Seminario Vescovile di <strong>Gravina</strong> ed il Liceo nel Pontificio Seminario<br />

Regionale di Molfetta, completò gli studi teologici nel Pontificio Seminario<br />

Regionale di Chieti.<br />

Ordinato Sacerdote da Mons. Giovanni Maria Sanna nella Cattedrale<br />

di <strong>Gravina</strong> il 26 dicembre 1943, ha esercitato il ministero sacerdotale<br />

in <strong>Gravina</strong> come Vice Parroco di S. Giovanni Evangelista (dal 1944 al<br />

1951) e Cappellano della Chiesa di S. Felice (dal 1944 al 1976 e, successivamente,<br />

dal 1989 al 1994).<br />

Nominato Cancelliere della Curia Vescovile di <strong>Gravina</strong> il 1 febbraio<br />

1945, ha ricoperto tale ufficio fino all’8 settembre 1987, quando, in seguito<br />

alla costituzione della nuova <strong>Diocesi</strong> di <strong>Altamura</strong>-<strong>Gravina</strong>-<strong>Acquaviva</strong><br />

<strong>delle</strong> Fonti, è stato nominato Notaio di Curia nella stessa sede di<br />

<strong>Gravina</strong>, fino al 7 ottobre 1991. Altri incarichi a livello diocesano: Addetto<br />

alla custodia della Cassa Diocesana nel 1954, Notaio del Tribunale<br />

Interdiocesano nel 1972, Membro del Consiglio Diocesano di Amministrazione<br />

dal 1974 al 1978.<br />

Insegnante nel Seminario Vescovile di <strong>Gravina</strong> dal 1944 al 1949 ed<br />

Assistente della Gioventù maschile di A.C. dal 1944 al 1947, Padre Spirituale<br />

della Confraternita “S. Michele Arcangelo” dal 1952, dal 1954<br />

è stato Confessore <strong>delle</strong> Suore del Sacro Costato (Casa “S. Francesco<br />

Saverio), Confessore <strong>delle</strong> Suore Francescane del Signore dal 1957 al<br />

1969, Confessore <strong>delle</strong> Monache Domenicane di S. Maria dal 1966. Dal<br />

1968 è stato anche Insegnante di Religione nella Scuola Media.<br />

Nominato Mansionario del Capitolo Cattedrale di <strong>Gravina</strong> nel 1947,<br />

divenne Canonico nel 1950; successivamente, è stato promosso Cantore<br />

333


334<br />

(dal 1970 al 1991), Arciprete (dal 1991 al 1993) e Arcidiacono (dal 1993<br />

fino alla morte).<br />

Sacerdote umile e silenzioso, ha lasciato in quanti lo hanno conosciuto<br />

una testimonianza di amore a Cristo e al sacerdozio fino alla fine della<br />

vita, soprattutto nel ministero della Riconciliazione e della direzione<br />

spirituale.


Rendiconto<br />

relativo alla assegnazione<br />

<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />

per l’esercizio 2004<br />

I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />

- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2004 521.596,30<br />

- interessi maturati sui depositi bancari e sugli investimenti:<br />

- fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi<br />

precedenti<br />

- somme impegnate per iniziative pluriennali<br />

esercizi precedenti<br />

- somme assegnate nell’esercizio 2003 e non erogate<br />

al 31.03.2004<br />

A. Esercizio del culto:<br />

a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare<br />

per l’anno 2004<br />

al 30.09.2003 1.707,10<br />

al 31.12.2003 1.718,97<br />

al 31.03.2004 1.325,03<br />

al 30.06.2004 1.104,62<br />

5.855,72<br />

190.248,30<br />

0,00<br />

396.641,74<br />

1.108.486,34<br />

1. Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti<br />

o altri beni culturali ecclesiastici 101.853,15<br />

2. Arredi sacri <strong>delle</strong> nuove parrocchie 15.000,00<br />

3. Centro Giovanile 100.000,00<br />

216.853,15<br />

33


33<br />

B. Esercizio e cura <strong>delle</strong> anime:<br />

1. Attività pastorali straordinarie 27.511,12<br />

2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 25.000,00<br />

3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale 43.883,37<br />

4. Istituto di scienze religiose<br />

5. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o locali<br />

11.483,86<br />

di ministero pastorale 34.000,00<br />

6. Consultorio familiare diocesano 2.500,00<br />

7. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità 15.500,00<br />

8. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti ad- 4.250,00<br />

detti<br />

9. Clero anziano e malato 3.000,00<br />

10. Istituti di vita consacrata in straordinaria necessità 9.000,00<br />

11. Rimborso spese collaboratori 5.200,00<br />

181.328,35<br />

C. Formazione del clero:<br />

1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 85.532,72<br />

2. Formazione permanente del clero 11.700,00<br />

3. Restauro Seminario Diocesano 213.367,64<br />

310.600,36<br />

D. Scopi missionari:<br />

1. Centro missionario diocesano e animazione missionaria 5.050,00<br />

3. Cura pastorale degli immigrati presenti in diocesi 5.000,00<br />

10.050,00<br />

E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />

1. Associazioni ecclesiali (per la formazione dei membri) 6.000,00<br />

2. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito della diocesi 7.800,00<br />

3. Istituti e Centri Religiosi 6.500,00<br />

20.300,00


F. Contributo al servizio diocesano per la promozione<br />

del sostegno economico alla Chiesa 1.200,00<br />

1.200,00<br />

G. Altre assegnazioni:<br />

1. Casa San Lorenzo 16.000,00<br />

2. Fondo Facoltà Teologica Pugliese 50.385,18<br />

3. Fitto Parrocchia Spirito Santo 15.121,00<br />

4. Ricostruzione Parrocchia S. Sabino 30.000,00<br />

5. Spese di manutenzione e tasse per immobili 14.400,00<br />

125.906,18<br />

H. Somme impegnate per iniziative pluriennali:<br />

1. Fondo diocesano di garanzia<br />

(fino al 10% del contributo dell’anno 2004) 52.000,00<br />

2. Fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi pre- 190.248,30<br />

cedenti<br />

242.248,30<br />

b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 1.108.486,34<br />

II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />

- contributo ricevuto dalla c.e.i. nel 2004 278.824,69<br />

- interessi maturati sui depositi bancari e sugli investimenti:<br />

al 30.09.2003 1.123,16<br />

al 31.12.2003 1.114,52<br />

al 31.03.2004 632,40<br />

al 30.06.2004 689,15<br />

3.559,27<br />

33


33<br />

- somme impegnate per iniziative pluriennali esercizi<br />

precedenti<br />

- somme assegnate nell’esercizio 2003 e non erogate<br />

al 31.03.2004<br />

a) totale <strong>delle</strong> somme da assegnare<br />

per l’anno 2004<br />

A. Distribuzione a persone bisognose:<br />

0,00<br />

198.672,08<br />

477.496,77<br />

1. Da parte della diocesi 55.247,27<br />

2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 40.000,00<br />

3. Da parte di altri Enti Ecclesiastici 30.000,00<br />

125.247,27<br />

B. Opere caritative diocesane:<br />

1. In favore di extracomunitari 13.000,00<br />

2. In favore di anziani 5.500,00<br />

3. In favore di portatori di handicap 7.500,00<br />

4. In favore di altri bisognosi 22.140,00<br />

5. Fondo antiusura Regionale 15.000,00<br />

63.140,00<br />

C. Opere caritative parrocchiali:<br />

1. Caritas parrocchiali 31.861,00<br />

31.861,00<br />

D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />

1. Centro Accoglienza Benedetto XIII 30.430,00<br />

2. Opere caritative religiose 44.160,00<br />

3. Casa di Accoglienza Loglisci 167.658,50<br />

242.248,50


E. Altre assegnazioni:<br />

1. Gemellaggio con <strong>Diocesi</strong> di Awasa (Etiopia) 15.000,00<br />

15.000,00<br />

b) totale <strong>delle</strong> assegnazioni 477.496,77<br />

1. Il parere del Consiglio diocesano per gli affari economici è stato<br />

espresso nella riunione tenutasi in data 6 dicembre 2004 ore 16.30.<br />

2. Il parere del Collegio dei consultori è stato espresso nella riunione<br />

tenutasi in data 6 dicembre 2004 ore 10.30.<br />

3. L’incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico<br />

alla Chiesa è stato sentito dal Vescovo in data 4 dicembre 2004.<br />

4. Il direttore della Caritas diocesana è stato sentito dal Vescovo in merito<br />

agli interventi caritativi in data 29 novembre 2004.<br />

<strong>Altamura</strong>, 10 dicembre 2004<br />

il vescovo diocesano<br />

✠ Mario Paciello<br />

33


340<br />

Rendiconto<br />

relativo alla erogazione<br />

<strong>delle</strong> somme derivanti dall’otto per mille dell’IRPEF<br />

per l’esercizio 2003<br />

I. PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE<br />

A. Esercizio del culto:<br />

1. Conservazione o restauro edifici di culto già esistenti<br />

o altri beni culturali ecclesiastici 51.146,85<br />

2. Sussidi liturgici 8.642,23<br />

3. Centro Giovanile 75.000,00<br />

134.789,08<br />

B. Esercizio della cura <strong>delle</strong> anime:<br />

1. Attività pastorali straordinarie 1.433,92<br />

2. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 20.000,00<br />

3. Mezzi di comunicazione sociale a finalità pastorale 15.145,17<br />

4. Istituto di scienze religiose<br />

5. Manutenzione straordinaria di case canoniche e/o lo-<br />

8.516,14<br />

cali di ministero pastorale 6.208,68<br />

6. Consultorio familiare diocesano 2.500,00<br />

7. Parrocchie in condizioni di straordinaria necessità 1.500,00<br />

8. Enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti 6.950,00<br />

addetti<br />

9. Clero anziano e malato 660,00<br />

10. Rimborso spese collaboratori laici 6.300,00<br />

69.213,91<br />

C. Formazione del clero:<br />

1. Seminario diocesano, interdiocesano, regionale 65.132,52<br />

2. Formazione permanente del clero 4.600,00<br />

3. Restauro Seminario 49.254,34<br />

118.986,86


D. Scopi missionari:<br />

1. Centro missionario diocesano e animazione missio- 1.290,00<br />

naria<br />

2. Cura pastorale degli immigrati presenti in diocesi 10.000,00<br />

11.290,00<br />

E. Catechesi ed educazione cristiana:<br />

1. Iniziative di cultura religiosa nell’ambito della diocesi 5.455,58<br />

2. Istituti e Centri Religiosi 1.500,00<br />

6.955,58<br />

F. Contributo al servizio diocesano per la promozione del<br />

sostegno economico alla Chiesa:<br />

G. Altre erogazioni:<br />

2.400,00<br />

1. Casa S. Lorenzo 14.000,00<br />

2. Parrocchia Sacro Cuore - Santeramo 20.000,00<br />

3. Fitto parrocchia Spirito Santo 11.879,00<br />

4. Spese notarili e tasse per donazioni immobili 850,00<br />

46.729,00<br />

Riepilogo<br />

a) totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />

nel 2003<br />

390.364,43<br />

- totale <strong>delle</strong> somme da erogare per l’anno 977.154,47<br />

2003<br />

- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />

nell’anno 2003 (fino al 31 marzo 2004) 390.364,43<br />

- differenza 586.890,04<br />

L’importo “differenza” è così composto:<br />

341


342<br />

* Fondo diocesano di garanzia<br />

(fino al 10% del contributo dell’anno 2003) 52.000,00<br />

* Fondo diocesano di garanzia relativo agli esercizi precedenti<br />

138.248,30<br />

Totale fondo diocesano di garanzia<br />

(da riportare nel rendiconto assegnazioni 2004) 190.248,30<br />

* Altre somme assegnate nell’esercizio 2003 e non<br />

erogate al 31.03.2004 (da riportare nel rendiconto assegnazioni<br />

2004) 396.641,74<br />

- interessi netti del 30.09.03; 31.12.03 e 31.03.04 4.751,10<br />

- assegni emessi o bonifici effettuati ma non<br />

ancora contabilizzati nell’e/c 15.600,00<br />

saldo conto corrente e/o deposito titoli al 607.241,14<br />

31 marzo 2004<br />

II. PER INTERVENTI CARITATIVI<br />

A. Distribuzione a persone bisognose:<br />

1. Da parte della diocesi 13.525,00<br />

2. Da parte <strong>delle</strong> parrocchie 15.000,00<br />

3. Da parte di altri enti ecclesiastici 30.000,00<br />

B. Opere caritative diocesane:<br />

1. In favore di extracomunitari 7.000,00<br />

2. In favore di anziani 7.500,00<br />

3. In favore di portatori di handicap 500,00<br />

4. In favore di altri bisognosi 11.480,00<br />

5. Fondo antiusura (diocesano o regionale) 15.000,00<br />

C. Opere caritative parrocchiali:<br />

1. Caritas parrocchiale 18.139,00<br />

118.144,00


D. Opere caritative di altri enti ecclesiastici:<br />

1. Centro di accoglienza Benedetto XIII 50.430,00<br />

2. Opere caritative religiose 27.788,16<br />

78.218,16<br />

Riepilogo<br />

b) totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />

nel 2003<br />

196.362,16<br />

- totale <strong>delle</strong> somme da erogare<br />

395.034,24<br />

per l’anno 2003<br />

- a dedurre totale <strong>delle</strong> erogazioni effettuate<br />

nell’anno 2003 (fino al 31 marzo 2004) 196.362,16<br />

- differenza 198.672,08<br />

L’importo “differenza” è così composto:<br />

* Altre somme assegnate nell’esercizio<br />

2003 e non erogate al 31.03.2004 (da riportare<br />

nel rendiconto assegnazioni 2004) 198.672,08<br />

- interessi netti del 30.09.03; 31.12.03 e 31.03.04 2.869,63<br />

- assegni emessi o bonifici effettuati ma non ancora<br />

contabilizzati nell’e/c 3.000,00<br />

saldo conto corrente e/o deposito titoli al 31 204.541,71<br />

marzo 2004<br />

343


344<br />

RENDICONTO DELLE COLLETTE<br />

PER LE GIORNATE OBBLIGATORIE 2004<br />

Maremoto<br />

Sud-Est<br />

Asiatico<br />

Giornata<br />

Migranti<br />

missionaria Seminario<br />

Carità<br />

del Papa<br />

Università<br />

Cattolica<br />

Luoghi<br />

Santi<br />

Infanzia<br />

missionaria Lebbrosi<br />

ALTAMURA<br />

Cattedrale 250,00 250,00 150,00 150,00 200,00 50,00 500,00 500,00 500,00<br />

Sacro Cuore 200,00 150,00 200,00 100,00 100,00 200,00 500,00 800,00 800,00<br />

S. Agostino 100,00 100,00 100,00 100,00 150,00 500,00 500,00 860,00<br />

S. Anna 140,00 50,00 170,00 125,00 55,00 1.050,00 250,00 1.500,00<br />

S. Giovanni Bosco 400,00 110,00 100,00 75,00 165,00 1.200,00 1.200,00 2.700,00<br />

S. Maria Carmine 130,00 50,00 130,00 200,00 800,00 450,00 900,00<br />

S. M. Consolazione 50,00 150,00 120,00 150,00 100,00 1.600,00 500,00 1.300,00<br />

S. Michele A. 160,00 125,00 235,00 150,00 155,00 145,00 450,00 550,00 1.130,00<br />

S. Nicola 410,00 150,00 125,00 115,00 70,00 100,00 525,00 420,00 1.215,00<br />

SS. Rosario 200,00 80,00 50,00 50,00 80,00 365,00 550,00 620,00<br />

S. Sabino 325,00 200,00 100,00 100,00 100,00 150,00 150,00 135,00<br />

S. Sepolcro 250,00 50,00 400,00 50,00 150,00 50,00 100,00 100,00 1.120,00<br />

S. Teresa 600,00 410,00 180,00 245,00 350,00 200,00 564,00 595,00 1.300,00<br />

SS. Trinità 150,00 100,00 150,00 50,00 150,00 200,00 1.750,00 500,00 1.550,00<br />

Ancelle “Volpicelli”<br />

Buoncammino 495,00 50,00 235,00 210,00 212,00 525,00 360,00 1.665,00


Cimitero 130,00 65,00 88,00 55,00 80,00 100,00 550,00<br />

Madonna della Croce 90,00 60,00 30,00 24,00 40,00 65,00 60,00 50,00<br />

Ospedale 70,00 50,00 85,00 50,00 80,00 75,00 110,00 130,00<br />

S. Antonio 35,50 25,00 34,50 62,50 92,50<br />

S. Chiara<br />

S. Domenico 100,00 50,00 25,00 60,00 80,00<br />

S. Francesco di P. 50,00 30,00 59,50 34,00 80,00<br />

S. Lorenzo<br />

S. Lucia 150,00 120,00 110,00 50,00 95,00 110,00 810,00 260,00 500,00<br />

Annunziata<br />

Offerte varie 1.944,79<br />

4.355,50 1.580,00 2.700,00 1.897,50 2.314,00 2.317,00 11.811,00 8.439,00 20.172,29<br />

GRAVINA<br />

Buon Pastore 800,00<br />

Madonna d. Grazia 40,00 40,00 40,00 30,00 226,00 236,00 direttamente<br />

Mater Ecclesiae 600,00 600,00 650,00<br />

S. Domenico 1.400,00 300,00 50,00 400,00 150,00 3.100,00 2.200,00 5.400,00<br />

S. Francesco 170,00 350,00 100,00 100,00 100,00 200,00 315,00 170,00 3.010,00<br />

S. Giovanni Battista 86,00 313,00 375,00 1.075,00 417,00 3.500,00<br />

S. Giovanni Evang. 50,00 30,00 30,00 35,00 30,00 550,00 250,00 350,00<br />

SS. Nicola e Cecilia 300,00 200,00 1.000,00<br />

34


34<br />

SS. Pietro e Paolo 120,00 dirett.<br />

Spirito Santo 185,00 508,00 600,00 905,00<br />

SS. Crocifisso 115,00 185,00 1.800,00 850,00 2.500,00<br />

SS. Nome di Gesù 95,00 50,00<br />

Cattedrale<br />

Ospedale<br />

S.Emidio<br />

S. Felice 57,00<br />

S. Giuseppe<br />

S. Maria<br />

S. Sofia<br />

S. Teresa<br />

Suore S. Cecilia<br />

Suore Sacro Costato 200,00<br />

Confr. S. Antonio 70,00<br />

Terz’Ordine Franc. 500,00<br />

Confr. S. Michele 500,00<br />

Comunità di Gesù 130,00<br />

Giovani N.N. 310,00<br />

Associazione Scout 214,00<br />

1.620,00 350,00 671,00 533,00 1.320,00 410,00 8.569,00 5.820,00 19.969,00


ACQUAVIVA<br />

S. Eustachio 100,00 50,00 25,00 400,00 245,00 1.914,00<br />

S. Agostino 100,00 50,00 25,00 100,00 30,00 208,00<br />

Sacro Cuore 150,00 160,00 150,00 100,00 1.050,00 650,00 1.720,00<br />

S. Domenico 1.000,00 100,00 50,00 50,00 50,00 1.000,00 1.000,00 10.000,00<br />

S. Francesco 50,00 50,00 178,00 95,00 539,28<br />

S. Lucia 93,40 82,20 65,00 150,00 400,00 220,00<br />

S. Maria Maggiore 600,00 160,00 250,00 100,00 200,00 380,00 900,00 1.900,00<br />

Addolorata<br />

Immacolata<br />

Ospedale “Collone”<br />

Ospedale “Miulli” 55,00 120,00<br />

S. Anna<br />

S. Benedetto<br />

S. Chiara<br />

Suore “Cirielli” 100,00 100,00 400,00 200,00 1.000,00<br />

1.600,00 0,00 753,40 792,20 515,00 528,00 3.535,00 3.640,00 17.501,28<br />

SANTERAMO<br />

S. Erasmo 470,00 200,00 150,00 300,00 210,00 220,00 805,00 400,00 1.750,00<br />

Sacro Cuore 200,00 100,00 250,00 650,00 300,00 1.070,00<br />

SS. Crocifisso 1.070,00 500,00 405,00 385,00 405,00 1.150,00 500,00 2.500,00<br />

34


34<br />

Annunziata 30,00 36,50 62,00<br />

Carmine 31,00 60,00 50,00<br />

Monfortani 80,00 50,00 100,00 227,97<br />

Ospedale<br />

Pietà 35,00 105,00 85,00<br />

S. Giuseppe 35,00<br />

S. Lucia 45,00 50,00<br />

Salesiani 100,00 200,00<br />

Confr. Carmine 60,00 50,00<br />

Confr. Annunziata 50,00 75,00<br />

Confr. S. Giuseppe 20,00 47,46<br />

Confr. SS. Sacram. 50,00 40,00<br />

1.575,00 200,00 850,00 885,00 991,00 625,00 3.231,50 1.200,00 6.207,43<br />

SPINAZZOLA<br />

S. Pietro Apostolo 30,00 30,00 40,00 30,00 50,00 30,00 600,00 200,00 1.370,00<br />

SS. Annunziata 50,00 150,00 50,00 250,00 100,00 550,00 200,00 2.000,00<br />

80,00 30,00 190,00 80,00 300,00 130,00 1.150,00 400,00 3.370,00<br />

POGGIORSINI<br />

M. SS. Addolorata 100,00 200,00 500,00<br />

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 100,00 200,00 0,00 500,00<br />

TOTALE 9.230,50 2.160,00 5.164,40 4.187,70 5.440,00 4.110,00 28.496,50 19.499,00 67.720,00<br />

Aggiornato al 15.03.2006


Diario<br />

del Vescovo


Cattedrale di <strong>Altamura</strong>. Facciata principale - leone con Vangelo S.<br />

Marco.


GENNAIO 2004<br />

1 Celebrazione Eucaristica con insediamento Canonici - Cattedrale-<br />

<strong>Gravina</strong><br />

2 Udienze<br />

Scambio di auguri natalizi e pranzo con i Sacerdoti di <strong>Acquaviva</strong><br />

3 Udienze<br />

4-7 Viaggio a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) per Battesimi in Duomo<br />

8 Udienze<br />

9 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

10 Udienze<br />

Visita cantiere S. Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />

Incontro col Ministro Rosy Bindi - Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

11 Celebrazione Eucaristica con Battesimi - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

12 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

13 Incontro con il Presidente Fitto per l’Ospedale “Miulli” - Episcopio<br />

- Bari<br />

Udienze<br />

Visita alla Parrocchia del SS. Crocifisso - Santeramo<br />

Incontro presso la Parrocchia di S. Sepolcro per il progetto di ristrutturazione<br />

14 Udienze<br />

15 Conferenza Stampa su Benedetto XIII - Palazzo della Provincia<br />

- Bari<br />

Udienze<br />

16 Incontro con i Sacerdoti di <strong>Altamura</strong> - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro per la programmazione del Convegno su Mons. Pisani<br />

- Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

17 Udienze<br />

Visita ad un Sacerdote ammalato - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro col Comitato “Papa Benedetto XIII” - <strong>Gravina</strong><br />

3 1


3 2<br />

18 Partenza per Roma<br />

19 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Sanità e della Salute -<br />

Roma<br />

20 Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale S. Sebastiano - Spinazzola<br />

21 Udienze<br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Altamura</strong> 1 - <strong>Altamura</strong><br />

22 Udienze<br />

23 Udienze<br />

Incontro con i Sacerdoti di <strong>Gravina</strong> e Poggiorsini - Episcopio -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

24 Incontro con gli Operatori della Comunicazione Sociale - Curia<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

Chiusura Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani - S. Maria<br />

del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />

25 Udienze<br />

Partecipazione alla Messa in Rito Bizantino della Comunità di<br />

Pulsano - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

26 Incontro Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Consiglio Diocesano di A.C. - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

27-29 C.E.P. - S. Maria <strong>delle</strong> Grazie - S. Giovanni Rotondo<br />

30 Udienze<br />

31 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Salesiani - Santeramo<br />

FEBBRAIO 2004<br />

1 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per la festa della Madonna della Vita -<br />

Gesù Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />

2 Udienze<br />

Visita alla casa Canonica di S. Eustachio - <strong>Acquaviva</strong>


Celebrazione dei Vespri solenni - Suore “Cirielli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per la Giornata Mondiale della Vita Consacrata<br />

- Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

3 Udienze<br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Altamura</strong> 2 - <strong>Altamura</strong><br />

4 Udienze<br />

S. Messa della Beata Suor Maria De Mattias - Sacro Cuore - Santeramo<br />

Incontro con gli Organismi Pastorali <strong>Altamura</strong> 3 - Sacro Cuore -<br />

<strong>Altamura</strong><br />

5 Incontro in Soprintendenza per il restauro del Palazzo Loglisci di<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Incontro con i Seminaristi teologi e pranzo in Seminario<br />

6 Visita ad un Sacerdote ammalato della <strong>Diocesi</strong> - Policlinico - Bari<br />

Udienze<br />

7 Cresime Adolescenti - S. Erasmo - Santeramo<br />

8 Celebrazione Eucaristica per il Serra Club - Suore del Divino Zelo<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

9 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

10 Udienze<br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Altamura</strong> 4 - <strong>Altamura</strong><br />

11 Giornata Mondiale del Malato<br />

Visita alle Clarisse - <strong>Altamura</strong><br />

Visita ad una malata - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

12 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per XX anniversario della Parrocchia -<br />

Spirito Santo - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

13 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Elezione del Consiglio Presbiterale<br />

3 3


3 4<br />

Incontro con il Prof. Vitone per i progetti della chiesa del “Miulli”<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

14 Cresime Adolescenti - S. Erasmo - Santeramo<br />

Udienze<br />

15 Celebrazione Eucaristica per l’A.C.R. - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Chiesa Matrice - Grumo Appula<br />

17 Visita ad un Sacerdote ammalato - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Gravina</strong> 1 - S. Domenico<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Visita a un Sacerdote ammalato - <strong>Gravina</strong><br />

18 Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Gravina</strong> 2 - Parrocchia S.<br />

Nicola - <strong>Gravina</strong><br />

19 Visita a un Sacerdote moribondo - <strong>Gravina</strong><br />

20 Conferenza per la Commemorazione di Mons. Farina nel 50° della<br />

morte - Teatro Giordano - Foggia<br />

21 Udienze<br />

Esequie di Don Domenico Farella - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica e Convegno per l’80° di presenza degli<br />

Scout a <strong>Gravina</strong><br />

22 Celebrazione Eucaristica per gli Insegnanti di Religione a convegno<br />

Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

23 Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro con gli Insegnanti di Religione Cattolica - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

24 Udienze<br />

25 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per i Seminaristi di Molfetta - Centro<br />

Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per le Ceneri - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze


26 Udienze<br />

Incontro con i Volontari del Servizio Civile - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

27 Incontro e pranzo con i Sacerdoti di Santeramo - Monfortani -<br />

Santeramo<br />

28 Udienze<br />

Cammino Penitenziale dei Giovani a Picciano<br />

MARZO 2004<br />

1 Udienze<br />

Incontro con i Sacerdoti di <strong>Acquaviva</strong><br />

Visita a S. Sepolcro di <strong>Altamura</strong> per progetto restauro<br />

2 Celebrazione Eucaristica per la B.V.M. di Costantinopoli - Cattedrale<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

3 Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Acquaviva</strong> 1 - <strong>Acquaviva</strong><br />

4 Incontro con gli Educatori del Seminario Diocesano<br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Acquaviva</strong> 2 - <strong>Acquaviva</strong><br />

6 Udienze<br />

Partecipazione al Concerto di Giosy Cento organizzato dall’Associazione<br />

ANT - <strong>Gravina</strong><br />

7 Celebrazione Eucaristica per l’iscrizione dei Catecumeni - Cattedrale<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Cresime - Mater Ecclesiae - <strong>Gravina</strong><br />

8 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

9 Incontro con l’Associazione “Teresa Orsini” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di <strong>Acquaviva</strong> 3 - <strong>Acquaviva</strong><br />

10 Udienze<br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di S.S. Pietro e Paolo e Madonna<br />

della Grazia - <strong>Gravina</strong><br />

3


3<br />

11 Udienze<br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di Santeramo - Salesiani -<br />

Santeramo<br />

12 Celebrazione Eucaristica - Monastero Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />

Ritiro del Clero e Celebrazione Eucaristica nel X anniversario della<br />

morte di Mons. Tarcisio Pisani - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Benedizione Via Crucis - Sacro Cuore - Santeramo<br />

13 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica nel X anniversario della morte di Mons.<br />

Tarcisio Pisani - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

14 Udienze<br />

Ritiro Regionale O.F.S. e Celebrazione Eucaristica - Centro Giovanile<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

15 Udienze<br />

16 Udienze<br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di Spinazzola<br />

17 Udienze<br />

Incontro con gli Organismi Pastorali di Mater Ecclesiae e Spirito<br />

Santo - <strong>Gravina</strong><br />

18 Udienze<br />

Catechesi sul Giorno del Signore - Gesù Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />

19 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica con i Genitori dei Seminaristi e del<br />

“Gruppo Samuel” - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

20 Concelebrazione al Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile<br />

- Monopoli<br />

Partecipazione al Convegno su Mons. Tarcisio Pisani - Centro<br />

Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

21 Cresime Adolescenti - S. Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - Santeramo


22 Predicazione Ritiro alle coppie - Piccolo Seminario - Foggia<br />

23 Udienze<br />

24 Partenza per Roma<br />

25 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Carità e della Salute -<br />

Roma<br />

26 Partecipazione alla Via Crucis dei Giovani - <strong>Gravina</strong><br />

27 Partecipazione al Convegno: “La Domenica con i disabili” - Oasi<br />

S. Maria - Cassano<br />

Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Maria SS. Addolorata - Poggiorsini<br />

Partecipazione al Recital - Scuola “S. Giovanni Bosco” - <strong>Altamura</strong><br />

28 Ritiro Quaresimale <strong>delle</strong> Associazioni - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - Santeramo<br />

29 Udienze<br />

Visita ad un Sacerdote ammalato - <strong>Acquaviva</strong><br />

30 Predicazione Ritiro alle Suore di Maria Bambina - Noci<br />

31 C.E.P. - Molfetta<br />

Udienze<br />

Consegna della Liturgia <strong>delle</strong> Ore ai Neocatecumenali di S. Agostino<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

APRILE 2004<br />

1 Catechesi Radiofonica su Radio Maria<br />

2 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - S. Sepolcro - <strong>Altamura</strong><br />

3 Incontro di preghiera dei Seminaristi con il Vescovo - Cappellina<br />

Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Quaresima in Azienda: Celebrazione Eucaristica - <strong>Altamura</strong><br />

Chiusura Marcia della Pace A.C.R. - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

3


3<br />

4 Benedizione <strong>delle</strong> Palme e Celebrazione Eucaristica - Cattedrale<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Veglia Clariana - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

5 Inaugurazione Museo - Comune di <strong>Acquaviva</strong><br />

6 Celebrazione Penitenziale dei Giovani - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

7 Messa del Crisma - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

8 Messa “In Cœna Domini” - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

9 Azione Liturgica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

Processione del Legno Santo - <strong>Gravina</strong><br />

10 Veglia Pasquale - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

11 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

12 Celebrazione Eucaristica con Battesimo - Santuario di Picciano<br />

13 Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale Madonna del Bosco<br />

- Santuario Madonna del Bosco - Spinazzola<br />

14 Udienze<br />

Incontro con il Consiglio Pastorale Parrocchiale - Sacro Cuore -<br />

Santeramo<br />

15 Visita a un Sacerdote ammalato - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze<br />

Apertura Fiera “San Giorgio” - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro con i Cresimandi, Genitori e Padrini - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />

16 Incontro con i Sacerdoti di <strong>Altamura</strong> - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per il XXV di Sacerdozio di don Giuseppe<br />

Pietroforte - S. Domenico - <strong>Acquaviva</strong><br />

17 Incontro della Delegazione Regionale Caritas col Direttore Nazionale<br />

sulla programmazione 2004-2005 - Seminario - Bari<br />

Cresime Adolescenti - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />

18 Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong>


19 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

20 Incontro con l’Istituto Tecnico per Geometri “Nervi” - <strong>Altamura</strong><br />

Visita al Seminario Diocesano<br />

Presentazione degli Alinari - Comune di <strong>Acquaviva</strong><br />

21 Udienze<br />

22 Incontro con i Sacerdoti di Santeramo<br />

Consiglio Affari Economici Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Inaugurazione Oratorio e Celebrazione Eucaristica - S. Domenico<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

24 Udienze<br />

Cresime Adolescenti - S. Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />

25 Cresime Adolescenti - S. Pietro Apostolo e Maria SS. Annunziata<br />

- Spinazzola<br />

Cresime Adolescenti - SS. Crocifisso - <strong>Gravina</strong><br />

Inaugurazione attività commerciale nata dal progetto “Incubaritas”<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

26 Consulta Regionale per la Pastorale della Salute - S. Fara - Bari<br />

Esequie di don Giacinto Ventura - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

Partecipazione al Concerto Antiusura - Bari<br />

27 Partecipazione al Convegno sulla Sicurezza - <strong>Altamura</strong><br />

Premiazione - Poggiorsini<br />

29 Udienze<br />

Presentazione di un libro di don Giussani - Aula “Giovanni Paolo<br />

II” - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

30 Consiglio Presbiterale e Collegio dei Consultori - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro con gli Insegnanti R. C. - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti della Parrocchia Spirito Santo - Cattedrale<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

MAGGIO 2004<br />

1 Partecipazione alla preghiera di lode dell’OFS-GI.FRA. Regionali<br />

e Famiglia Francescana - Palazzetto dello Sport - <strong>Altamura</strong><br />

3


3 0<br />

Celebrazione Eucaristica - Fornello - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime Adolescenti - Gesù Buon Pastore - <strong>Gravina</strong><br />

2 Udienze<br />

Riflessione ai Cresimandi della Parrocchia di S. Teresa - Oasi “San<br />

Giovanni” - <strong>Altamura</strong><br />

3 Udienze<br />

Celebrazione del Matrimonio - Bari<br />

Catechesi ai Seminaristi sul Rosario - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

Visita ad una Mostra di Pittura - <strong>Altamura</strong><br />

5 Inaugurazione locali presso le Suore del Divino Zelo - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Festa di S. Irene - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

6 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per Prima Professione Religiosa di 5<br />

Suore Missionarie di Gesù Crocifisso - S. Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

7 Udienze<br />

8 Udienze<br />

Cresime Adolescenti - Maria SS. Addolorata - Poggiorsini<br />

9 Cresime Adolescenti - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime Adolescenti - Madonna della Grazia - <strong>Gravina</strong><br />

10 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

11 Udienze<br />

12 Udienze<br />

13 Celebrazione del Matrimonio - Cattedrale - Foggia<br />

Partenza in aereo per Bucarest<br />

14 Incontro con il Patriarca di Bucarest, S.B. Teoctist<br />

Incontro con il Metropolita di Bucarest<br />

Rientro in aereo a <strong>Gravina</strong><br />

15 Celebrazione Eucaristica con la presenza dell’immagine della<br />

Madonna di Lourdes - S. Teresa - <strong>Altamura</strong>


Partecipazione al Convegno sul lavoro - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime Adolescenti - S. Maria del Carmine - <strong>Altamura</strong><br />

16 Udienze<br />

Cresime Adolescenti - S. Domenico - <strong>Gravina</strong><br />

Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - Santeramo<br />

17-21 Assemblea Generale della C.E.I. - Roma<br />

22 Celebrazione Eucaristica - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime Adolescenti - S. Francesco - <strong>Gravina</strong><br />

23 Celebrazione Eucaristica con Benedizione icone - S. Giovanni<br />

Bosco - <strong>Altamura</strong><br />

24 Udienze<br />

Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro Ecumenico sulla Giustificazione - S. Maria della Consolazione<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

25 Visita a Spinazzola<br />

Celebrazione Eucaristica per 50° Clarisse - S. Nicola - <strong>Altamura</strong><br />

Catechesi sulla Pentecoste - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong><br />

26 Visita ad un Sacerdote - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze - Incontro al “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

27 Udienze<br />

Catechesi radiofonica su Radio Maria<br />

28 Udienze<br />

Meditazione e Celebrazione Eucaristica per l’A.d.P. - Santuario<br />

Madonna del Bosco - Spinazzola<br />

Incontro con il Rotary Club - Monastero del Soccorso - <strong>Altamura</strong><br />

29 Visita al cantiere del nuovo Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Cresime Adolescenti della Parrocchia S. Giovanni Battista - Cattedrale<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

30 Udienze<br />

Cresime Adolescenti - S. Maria della Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />

Cresime Adolescenti - S. Teresa - <strong>Altamura</strong><br />

3 1


3 2<br />

31 Catechesi per il Congresso Eucaristico - Lucera<br />

Celebrazione Eucaristica per il Congresso Eucaristico - Lucera<br />

GIUGNO 2004<br />

1 Udienze<br />

Incontro al “Miulli” per progetto chiese Ospedale - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per S. Annibale Maria Di Francia - Cattedrale<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

2 Celebrazione Eucaristica e Processione - Festa Patronale S. Erasmo<br />

- Chiesa Madre - Santeramo<br />

Cresime Adolescenti - S. Lucia - <strong>Acquaviva</strong><br />

3 C.E.P. - Molfetta<br />

Incontro con i Neocatecumenali - Aula “Giovanni Paolo II” - Episcopio<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

4 Udienze<br />

Catechesi su: “Il malato icona dell’Eucaristia” per il Congresso<br />

Eucaristico Diocesano - Ospedale - San Severo<br />

5 Udienze<br />

Cresime Adolescenti - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />

Incontro con i Gruppi Famiglia - Sacro Cuore - <strong>Altamura</strong><br />

6 Celebrazione Eucaristica con Battesimo di un’adulta - SS. Crocifisso<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong><br />

7 Consiglio Affari Economici Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica in suffragio di Mons. Isgrò - Cattedrale<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

10 Corpus Domini Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

11 Udienze<br />

Incontro con i ragazzi del Catechismo di Santeramo - Cattedrale<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

12 Udienze


13 Cresime Adolescenti - S. Anna - <strong>Altamura</strong><br />

Partenza per Roma<br />

21-25 Esercizi Spirituali Presbiteri e Laici - Oasi “S. Maria” - Cassano<br />

24 Incontro al “Miulli” con i Dirigenti e i Sindacati non medici<br />

26 Udienze<br />

Partenza per Roma<br />

27 Cresime Adolescenti - S.S. Pietro e Paolo - <strong>Gravina</strong><br />

28-30 SEM.PRE<br />

LUGLIO 2004<br />

1 Concelebrazione Eucaristica per la consacrazione della nuova<br />

chiesa di San Pio da Pietrelcina - San Giovanni Rotondo<br />

2 Udienze<br />

3 Udienze<br />

5 Consiglio Affari Economici Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze<br />

6 Udienze<br />

7 Udienze<br />

8 Udienze<br />

9 Incontro con l’Ufficio Scuola - <strong>Gravina</strong><br />

10 Visita al cantiere del nuovo Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

15 Catechesi radiofonica su Radio Maria<br />

17-25 Periodo di riposo<br />

27 Udienze<br />

28 Udienze<br />

3 3


3 4<br />

Visita a dei Sacerdoti ammalati - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro con il Comitato Feste e i Sacerdoti di <strong>Acquaviva</strong><br />

29 Udienze<br />

30 Udienze<br />

AGOSTO 2004<br />

1 Visita ai ragazzi di Spinazzola al Camposcuola - Andria<br />

2-6 Predicazione Esercizi Spirituali Fraternità “Marta e Maria” - Sant’Agata<br />

sui due Golfi (NA)<br />

7 Visita ad un Sacerdote infermo - <strong>Acquaviva</strong><br />

9 Udienze<br />

10 Udienze<br />

11 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale Madonna Addolorata<br />

- Poggiorsini<br />

Celebrazione Eucaristica per le Clarisse - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

12 Udienze<br />

13 Udienze<br />

Visita alla Parrocchia di S. Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale Madonna del Bosco -<br />

Spinazzola<br />

14 Udienze<br />

15 Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale Maria SS. Assunta e S.<br />

Irene - <strong>Altamura</strong><br />

Processione<br />

16 Udienze<br />

17-20 Pellegrinaggio Diocesano a Lourdes


21 Udienze<br />

23 Incontro con l’Ufficio Scuola - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

24-31 Predicazione Esercizi Spirituali Suore Oblate del Sacro Cuore di<br />

Gesù - Trevi nel Lazio<br />

SETTEMBRE 2004<br />

2 Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Catechesi radiofonica su Radio Maria<br />

3 Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

Messaggio televisivo per le Feste Patronali - <strong>Acquaviva</strong><br />

Udienze<br />

4-5 Assemblea Straordinaria di A.C.I. - Loreto<br />

6 Udienze<br />

Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />

7 Celebrazione Eucaristica e Processione - Patrocinio della B.V.<br />

Maria di Costantinopoli - <strong>Acquaviva</strong><br />

8 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - Madonna della Grazia - <strong>Gravina</strong><br />

Partecipazione al Raduno Regionale dei Bersaglieri - <strong>Altamura</strong><br />

9 Udienze<br />

10 Udienze<br />

11 V Assemblea Pastorale Diocesana - Santuario dell’Incoronata -<br />

Foggia<br />

12 Celebrazione Eucaristica - Festa Madonna del Buoncammino -<br />

Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

Processione<br />

13 Udienze<br />

14 Udienze<br />

3


3<br />

15 Udienze<br />

Partenza per Roma<br />

17 Udienze<br />

18 Incontro con gli Assistenti di A.C. - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica con Ammissione tra i candidati agli Ordini<br />

Sacri del seminarista Nicola Chiarulli - S. Francesco - <strong>Acquaviva</strong><br />

19 Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />

20 Udienze<br />

22 Udienze<br />

Incontro con il SEM.PRE e pranzo - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

Veglia di preghiera per Padre Pio - Santa Croce - <strong>Altamura</strong><br />

23 Udienze<br />

Incontro con i tecnici del nuovo Ospedale “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

24 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per il Centenario di Ordinazione Sacerdotale<br />

di don E. Montemurro - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

25 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per l’ingresso di don Domenico Natale come<br />

nuovo Parroco della Parrocchia S. Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />

26 Celebrazione Eucaristica - S. Maria della Consolazione - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

27 Inaugurazione nuovi locali parrocchiali - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />

28 Udienze<br />

Primi Vespri di San Michele Arcangelo con immissione in possesso<br />

del Canonico don Saverio Ciaccia - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

29 Celebrazione Eucaristica - S. Michele Arcangelo - <strong>Altamura</strong>


Celebrazione Eucaristica - Festa Patronale San Michele Arcangelo<br />

- Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Secondi Vespri e Processione<br />

30 Udienze<br />

Incontro con i Sacerdoti della Parrocchia di S. Anna - <strong>Altamura</strong><br />

OTTOBRE 2004<br />

2 Udienze<br />

Visita a dei Sacerdoti ammalati - <strong>Gravina</strong><br />

3 Udienze<br />

Incontro con i volontari della Casa di riposo “Villa Serena” - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per il Transito di S. Francesco - S. Nicola<br />

- <strong>Altamura</strong><br />

4 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica con Professione Religiosa perpetua di<br />

una Suora Missionaria di Gesù Crocifisso - S. Francesco - <strong>Gravina</strong><br />

5 Udienze<br />

6 Udienze<br />

7 Inaugurazione Centro Anziani “Bella Età” - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - SS. Rosario - <strong>Altamura</strong><br />

Udienze<br />

8 Celebrazione Eucaristica presso le Suore Domenicane - <strong>Gravina</strong><br />

10 Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />

Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per il 60° della Parrocchia - S. Maria del<br />

Carmine - <strong>Altamura</strong><br />

Visita a S. Sabino - Fornello - <strong>Altamura</strong><br />

11 Udienze<br />

3


3<br />

Incontro con i Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici in<br />

preparazione alla Giornata di sensibilizzazione per il Sostentamento<br />

del Clero - Aula Giovanni Paolo II - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

12 Celebrazione Eucaristica - Santuario di S. Gerardo Maiella<br />

13 Commissione C.E.I. per la Pastorale della Carità e della Salute -<br />

Roma<br />

14 Udienze<br />

15 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - S. Teresa - <strong>Altamura</strong><br />

Saluto ai Maratoneti di New York - <strong>Altamura</strong><br />

16 Esequie del Diacono Massimiliano Santoro - S. Agostino - <strong>Altamura</strong><br />

Partecipazione alla Conferenza del Serra Club - Seminario Diocesano<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

17 Celebrazione Eucaristica in diretta TV su RAI Uno - Cattedrale<br />

- <strong>Acquaviva</strong><br />

Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />

Cresime Adolescenti - S. Maria Maggiore - <strong>Acquaviva</strong><br />

18-22 Esercizi Spirituali C.E.P. - Oasi “S. Maria” - Cassano<br />

23 Celebrazione Eucaristica per l’ingresso ufficiale nella Fraternità<br />

“Marta e Maria” - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

24 Cresime Adolescenti - Sacro Cuore - <strong>Acquaviva</strong><br />

Visita ai Focolarini in Ritiro - <strong>Acquaviva</strong><br />

Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />

25 Udienze<br />

Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

27 Udienze


Incontro con la Comunità Montana - SS. Crocifisso - Santeramo<br />

28 Udienze<br />

29 Celebrazione Eucaristica per l’inizio del Convegno Internazionale<br />

<strong>delle</strong> Comunità Carismatiche - Fiuggi<br />

30 Convegno Internazionale <strong>delle</strong> Comunità Carismatiche - Fiuggi<br />

NOVEMBRE 2004<br />

3 Incontro con la “Comunità di Gesù” - Aula Giovanni Paolo II -<br />

Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

6 Celebrazione Eucaristica per la Consacrazione Verginale nella<br />

Fraternità “Marta e Maria” - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

11 Celebrazione Eucaristica - Sacro Cuore - <strong>Acquaviva</strong><br />

12 Incontro con i Preti giovani - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

13 Udienze<br />

15 Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

16 Udienze<br />

17 Udienze<br />

18 Firma dell’atto di sottoscrizione tra l’I.N.A.I.L. e il “Miulli” - Roma<br />

20 Consiglio Pastorale Diocesano e C.D.A.L. - Centro Giovanile -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

21 Visita a dei Sacerdoti ammalati - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per la Fraternità “Marta e Maria” - Episcopio<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

22 Udienze<br />

Riunione Uffici di Curia - Curia - <strong>Altamura</strong><br />

3


3 0<br />

23 Incontro con gli Operatori Sanitari dell’Ospedale di Stigliano (PZ)<br />

26 Aggiornamento del Clero - Aula Giovanni Paolo II - Episcopio<br />

- <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

27 Visita ai Sacerdoti ammalati<br />

28 Visita al cantiere del Palazzo Loglisci - <strong>Gravina</strong><br />

Assemblea Straordinaria di A.C. - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Esequie di don Giacomino Lorusso - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

29 Udienze<br />

30 Udienze<br />

1 Udienze<br />

DICEMBRE 2004<br />

2 Udienze<br />

Visita al Santuario del Buoncammino - <strong>Altamura</strong><br />

3 Udienze<br />

4 Incontro di preghiera con i Seminaristi del minore - Episcopio -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Delegazione Regionale Caritas - Molfetta<br />

Udienze<br />

Partecipazione al Convegno sul trapianto <strong>delle</strong> cornee - <strong>Altamura</strong><br />

5 Celebrazione Eucaristica - S.S. Nicola e Cecilia - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per la conclusione della Settimana del<br />

Volontariato - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

6 Udienze<br />

Collegio dei Consultori e Consiglio Diocesano per gli Affari Economici<br />

- Curia - <strong>Altamura</strong><br />

7 Cresime Adolescenti - SS. Trinità - <strong>Altamura</strong>


8 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro con la Fraternità “Marta e Maria”<br />

Partecipazione allo spettacolo organizzato dall’A.C. parrocchiale<br />

- S.S. Nicola e Cecilia - <strong>Gravina</strong><br />

9 C.E.P. - Molfetta<br />

Incontro con il Movimento per la Vita - Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

10 Manifestazione per la ripresa dei lavori all’Ospedale di <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica per la peregrinatio della Madonna di Loreto<br />

- U.N.I.T.A.L.S.I. - S. Teresa - <strong>Altamura</strong><br />

11 Incontro con la Pastorale Giovanile - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

Udienze<br />

12 Cresime Adolescenti - S. Domenico - <strong>Acquaviva</strong><br />

13 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica - S. Lucia - <strong>Acquaviva</strong><br />

Lectio Divina “Al Pozzo di Giacobbe” - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

14 Visita a Dolcecanto - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro con gli Operatori Pastorali parrocchiali - S. Anna - <strong>Altamura</strong><br />

15 Celebrazione Eucaristica per il Centenario della morte di Melania<br />

Calvat - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

16 Partecipazione al Convegno su Melania Calvat - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

17 Ritiro del Clero - Centro Giovanile - <strong>Gravina</strong><br />

Inaugurazione del Presepe - S. Giovanni Bosco - <strong>Altamura</strong><br />

Celebrazione Eucaristica con i genitori, i Seminaristi e il Serra<br />

Club - Seminario Diocesano - <strong>Gravina</strong><br />

18 Visita e Messa alla Colonia Hanseniana - Gioia del Colle<br />

Udienze<br />

3 1


3 2<br />

19 Meditazione ai giovani di S. Nicola - Monastero Domenicane -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica dell’Alleanza - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

20 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per i Sacerdoti defunti - Cattedrale -<br />

<strong>Gravina</strong><br />

21 Udienze<br />

22 Incontro presso il III Circolo Didattico - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro di Natale con gli allievi infermieri del “Miulli” - <strong>Acquaviva</strong><br />

Visita ai Sacerdoti ammalati<br />

Scambio di auguri di Natale<br />

23-24 Scambio di auguri di Natale<br />

24 Santa Messa della notte - Cattedrale - <strong>Altamura</strong><br />

25 Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Gravina</strong><br />

Celebrazione Eucaristica - Cattedrale - <strong>Acquaviva</strong><br />

26 Celebrazione Eucaristica con i Diaconi permanenti e le famiglie<br />

- Episcopio - <strong>Gravina</strong><br />

Incontro con la Fraternità “Marta e Maria” per l’elezione Consiglio<br />

Direttivo<br />

29 Udienze<br />

Celebrazione Eucaristica per il XXV di Sacerdozio di don Giovanni<br />

Monitillo - S. Nicola - <strong>Altamura</strong><br />

30 Catechesi radiofonica su Radio Maria<br />

31 Veglia di Preghiera per la pace - Cattedrale - <strong>Gravina</strong>


SUSSIDIO RICCHISSIMO<br />

PER L’ANNUNCIO LITURGICO DELLA PAROLA DI DIO<br />

Temi di predicazione<br />

OMELIE<br />

QUOTE ABBONAMENTO 2006/2007 - ITALIA<br />

Cartaceo: € 48,00<br />

PDF: € 37,00<br />

Cartaceo + PDF: € 76,00<br />

Banche di appoggio:<br />

BANCOPOSTA<br />

COD. ABI CAB CIN N° CONTO<br />

07601 03400 O 000024794802<br />

BANCA SELLA<br />

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03268 03400 F 052868482870<br />

EDITRICE DOMENICANA ITALIANA SRL<br />

Via Luigi Calmieri, 19 - 80133 Napoli<br />

Tel. 081 5526670<br />

Fax 081 4109563<br />

e-mail: amministr@ediwebonline.it<br />

sito: ediwebonline.it<br />

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BIANCA


Indice<br />

Santa Sede ............................................................................... 3<br />

Segreteria di Stato<br />

Offerte per la carità del Papa per l’anno 2003 ............................. 5<br />

Conferenza Episcopale Italiana ...................................... 65<br />

Conferenza Episcopale Pugliese ..................................... 103<br />

Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese ............. 153<br />

Vita Diocesana ....................................................................... 173<br />

Atti del Vescovo ................................................................... 179<br />

Atti della Curia .................................................................. 307<br />

Diario del Vescovo ............................................................... 349


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