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Anno IX - sped. in A. P. 70% - Tab/D DC Varese - L. 662/96. Autorizzazione Trib. Varese n. 815 del 25.06.2001 - ISSN 1593/344X<br />

n. 1 anno 2009<br />

notizie cesvov<br />

Partire volontario<br />

2011<br />

Anno Europeo<br />

del volontariato<br />

Emergency<br />

Intervista a<br />

Rossella Miccio<br />

Cooperazione:<br />

i casi di Est<br />

Onlus e Amici<br />

del Madagascar<br />

Sve<br />

Volontari di<br />

tutta Europa,<br />

unitevi!


<strong>Cesvov</strong> fa fiorire il<br />

volontariato. Sempre.


Dum licet, et spirant flamina,<br />

navis eat<br />

OVIdIO, Fast., 4, 18<br />

(Bisogna navigare<br />

quando spira il buon vento)<br />

In copertina: Lara Falkenberg, volontaria Sve. Foto di Davide Carabelli.<br />

sommario<br />

2011: anno europeo del volontariato<br />

2...............................................di Fabio Simonelli<br />

Generazione Sve<br />

4............................................di Paola Provenzano<br />

Parlano i protagonisti<br />

6..............................................di Lara Falkenberg<br />

Impressioni dal Portogallo<br />

8..............................................di Lara Falkenberg<br />

...e dalla Svezia<br />

10...............................................di Marco Mancini<br />

E dopo si riparte<br />

12...................................a cura di Lara Falkenberg<br />

Scatti di... solidarietà<br />

14.............................................di Lara Falkenberg<br />

L’esperienza sul campo<br />

16...........................................di Paola Provenzano<br />

Est modus in rebus<br />

18...................................................di Agnese Riva<br />

Aiuti senza frontiere<br />

19...........................................di Paola Provenzano<br />

Amici d’Africa<br />

20...........................................di Paola Provenzano<br />

A voce alta<br />

22...................................................di Roberto Bof<br />

diario Verde<br />

23...................................................di Marco Sarti<br />

L’esperto risponde<br />

24............................................di Cristina Buzzetti<br />

Recensioni<br />

26...............a cura di Luca Masera e Filmstudio’90<br />

Notizie in breve<br />

28......................................a cura della redazione


2<br />

Europa<br />

n.1 anno 2009<br />

Sotto il lemma “volontariato”, l’enciclopedia<br />

virtuale Wikipedia riporta una<br />

definizione breve ma esauriente: “Il<br />

volontariato è un'attività libera e gratuita<br />

svolta per ragioni di solidarietà e di giustizia<br />

sociale. Può essere rivolta a persone in difficoltà,<br />

alla tutela della natura e degli animali,<br />

alla conservazione del patrimonio artistico e<br />

culturale. Nasce dalla spontanea volontà dei<br />

cittadini di fronte a problemi non risolti (o non<br />

affrontati) dallo stato e dal mercato. Per<br />

questo motivo il volontariato si inserisce nel<br />

terzo settore insieme ad altre organizzazioni<br />

che non rispondono alle logiche del profitto o<br />

del diritto pubblico.” Il volontariato è <strong>qui</strong>ndi<br />

un valore aggiunto, un <strong>qui</strong>nta colonna –<br />

spesso indispensabile per erogare servizi vitali<br />

– della nostra struttura sociale. Nel luglio<br />

dello scorso anno, approvando la relazione<br />

della parlamentare europea Marian Harkin, il<br />

parlamento dell’Unione ha deciso di proclamare<br />

il 2011 “anno europeo del volontariato”,<br />

riconoscendo così esplicitamente il grande<br />

valore di chi opera nel mondo dell’impegno<br />

di Fabio Simonelli<br />

2011: anno europeo<br />

del volontariato<br />

Europa<br />

Una Unione solidale<br />

Gli altri anni europei.<br />

Ogni anno l’UE sceglie un tema al fine di sensibilizzare i<br />

cittadini europei e di attirare l’attenzione dei governi<br />

nazionali su una determinata questione. I temi, per<br />

quanto diversi fra loro, sono tutti ugualmente al centro delle<br />

preoccupazioni delle istituzioni europee e degli Stati membri.<br />

Ogni anno europeo comporta una campagna di sensibilizzazione<br />

a livello comunitario e nazionale. I temi sono scelti<br />

con diversi anni di anticipo, in modo che sia fatto tutto il possibile<br />

per garantire il successo di ogni campagna.<br />

2009 della creatività e dell’innovazione<br />

2008 del dialogo interculturale<br />

2007 delle pari opportunità per tutti<br />

2006 della mobilità dei lavoratori<br />

2005 della cittadinanza attraverso l’istruzione<br />

2004 dell’educazione attraverso lo sport<br />

2003 dei disabili<br />

2001 delle lingue<br />

gratuito. Nello specifico, con tale azione il parlamento<br />

incoraggia gli Stati membri e le autorità<br />

regionali e locali a riconoscere il valore<br />

del volontariato per la “promozione della coesione<br />

sociale ed economica”, esortandoli i -<br />

nol tre ad operare in partenariato con le<br />

organizzazioni di volontariato e a consultare<br />

adeguatamente il settore per sviluppare piani<br />

e strategie finalizzati al riconoscimento, all’apprezzamento,<br />

al sostegno all’agevolazione e<br />

all’incoraggiamento dello stesso.<br />

Più di 100 milioni di europei di tutte le<br />

età, convinzioni e nazionalità sono impegnati<br />

in attività di volontariato e,<br />

stando ad alcune stime, tale settore rap pre -<br />

sen te rebbe il 5% del prodotto interno lordo<br />

delle economie nazionali dell’Unione Europea.<br />

Secondo un’indagine Eurobarometro del<br />

2006, 3 europei su 10 affermano di essere impegnati<br />

come volontari. Quasi l’80% degli intervistati<br />

considerano tali attività un settore<br />

importante e fondamentale della vita demo -<br />

cra tica in Europa.<br />

1999 della lotta contro la violenza<br />

nei confronti delle donne<br />

1998 della democrazia locale e regionale<br />

1997 contro il razzismo e la xenofobia<br />

1996 dell’istruzione e della formazione<br />

lungo tutto l’arco della vita<br />

1995 dei giovani conducenti<br />

1994 della nutrizione e della salute<br />

1993 degli anziani e della solidarietà<br />

tra le generazioni<br />

1992 della sicurezza, dell’igiene e<br />

della salute sul luogo di lavoro<br />

1990 del turismo<br />

1989 contro il cancro<br />

1988 del cinema e della televisione<br />

1987 dell’ambiente<br />

1986 della sicurezza stradale<br />

1985 della musica<br />

1984 dei cittadini e delle cittadine d’Europa<br />

1983 delle PMI e dell’artigianato


Il Parlamento Europeo<br />

Il Parlamento Europeo è l'unico organo<br />

dell'Unione Europea eletto direttamente<br />

dai cittadini. I suoi 785 deputati sono i<br />

nostri rappresentanti, scelti ogni cinque anni<br />

dagli elettori dei 27 Stati membri dell'Unione<br />

Europea quali portavoce di 492 mi lio -<br />

ni di cittadini. Il Parlamento svolge un ruolo<br />

attivo nell'elaborazione di provvedimenti<br />

legislativi che hanno un impatto diretto sulla<br />

vita quotidiana dei cittadini, ad esempio in<br />

materia di protezione dell’ambiente, diritti<br />

dei consumatori, pari opportunità, trasporti<br />

e libera circolazione dei lavoratori, dei capitali,<br />

dei servizi e delle merci. Inoltre il Parlamento<br />

condivide con il Consiglio il potere<br />

di adottare il bilancio annuale dell’Unione<br />

Europea. Il Parlamento ha la propria sede ufficiale<br />

a Strasburgo, ove avvengono le sessioni<br />

plenarie, ma si riunisce anche a<br />

Bruxelles e in Lussemburgo. È il secondo<br />

parlamento plurinazionale al mondo ad essere<br />

eletto a suffragio universale diretto,<br />

dopo l'India, con più di 342 milioni di<br />

votanti. Ogni cinque anni, a partire dal 1979,<br />

si tengono periodiche elezioni. In italia la<br />

legge che regola le elezioni europee è ispirata<br />

al principio proporzionale con sbarramento.<br />

http://www.europarl.europa.eu<br />

Chi è l’autrice della proposta<br />

Marian Harkin, Gruppo dell'Alleanza<br />

dei Democratici e dei Liberali per<br />

l'Europa, è nata il 26 novembre<br />

1953 a Sligo, Irlanda. Si è Laureata in<br />

matematica all'University College di Dublino<br />

nel 1976; abilitata all'insegnamento - University<br />

College di Dublino - nel 1977. Insegnante<br />

di matematica dal 1977 al 2002, è<br />

membro del Parlamento irlandese dal 2002.<br />

Partecipa alla: Commissione per lo sviluppo<br />

regionale; Commissione per le petizioni;<br />

Delegazione per le relazioni con il Canada.<br />

marian.harkin@europarl.europa.eu<br />

notizie cesvov<br />

La bandiera dell’Unione<br />

La situazione italiana<br />

Idati Istat che racchiudono<br />

il periodo che va dal 1995<br />

al 2005 forniscono un<br />

panorama interessante sulle<br />

organizzazioni di volontaria -<br />

to iscritte nei registri provinciali<br />

e regionali del nostro<br />

Paese. Nel corso di un decennio<br />

esse sono aumentate<br />

di oltre il 150%, passando da<br />

8.343 a 21.021. L’analisi dei<br />

dati in possesso dell’Istat<br />

permette di definire alcune<br />

caratteristiche delle organizzazioni<br />

di volontariato:<br />

1. forte radicamento nelle regioni<br />

settentrionali (28,5% nel<br />

Nord-ovest, 31,5% nel Nordest,<br />

il 19,3% nel Centro e il<br />

20,7% nel Sud ed isole);<br />

2. prevalenza relativa di piccole<br />

dimensioni organizzative;<br />

3. la concentrazione relativa<br />

di unità nei settori della sa ni -<br />

tà (28%), dell’assistenza sociale<br />

(27,8%), anche se cresce<br />

nel tempo il numero di quelle<br />

che operano in altri settori<br />

(ricreazione, cultura, protezio -<br />

ne civile, istruzione, tutela e<br />

protezione dei diritti e attività<br />

sportive).<br />

Il Servizio Civile Nazionale<br />

contava 45.890 volontari nel<br />

2006, di cui 439 operanti<br />

fuori dall’Italia. Il 21,34% era<br />

nel Nord Italia, il 21,98% nel<br />

Centro e il 55,75% al Sud e<br />

nelle Isole. Tra i settori di<br />

impiego, il 50,57% dei volontari<br />

operava nell’assistenza, il<br />

37,58% nella cultura ed educazione<br />

e l’11,85% nell’am -<br />

bien te e protezione civile.<br />

3


4<br />

di Paola Provenzano<br />

n. 1 anno 2009<br />

Generazione Sve<br />

Tu che sei in viaggio,<br />

sono le tue orme<br />

la strada, nient'altro;<br />

Tu che sei in viaggio,<br />

non sei su una strada,<br />

la strada la fai tu andando.<br />

Mentre vai si fa la strada<br />

e girandoti indietro<br />

vedrai il sentiero che mai<br />

più calpesterai.<br />

Tu che sei in viaggio,<br />

non hai una strada,<br />

ma solo scie nel mare.<br />

Antonio Machado<br />

Europa<br />

Generazione Sve, ossia ragazzi che sono<br />

nati decisamente più in là del ’68,<br />

prevalentemente venuti alla luce nella<br />

cornice del liberismo anni ‘80 e qualche volta<br />

addirittura dopo la caduta del Muro di Berlino.<br />

Sono loro i giovani con la valigia, i cittadini<br />

europei per i quali la cittadinanza attiva non è<br />

un concetto, ma un biglietto aereo con una<br />

de stinazione dove conoscere nuove perso ne,<br />

una lingua diversa, usi e costumi che spesso<br />

sono il risultato di inconsueti mix.<br />

Ad oltre dieci anni dal suo varo lo Sve,<br />

acronimo che sta per Servizio volontario<br />

europeo, ne ha fatta di strada. Inserito<br />

nel programma Gioventù della Commissione<br />

europea, dal 1996 ha permesso a migliaia di<br />

giovani di svolgere attività di volontariato lontano<br />

da casa, potendo così imparare una lingua<br />

lingua nuova ed avendo l’opportunità di<br />

conoscere una cultura differente. In media<br />

ogni anno allo Sve prendono parte circa 4mila<br />

giovani e, a partire dal <strong>qui</strong>nquennio 2007 –<br />

2012, nel programma che ora è denominato<br />

Gioventù in azione, per soddi sfare le crescenti<br />

richieste si è allargata la fa scia di età interessata<br />

(che ora arriva a 30 anni) e si è resa possibile<br />

la partecipazione di alcuni paesi che non<br />

sono membri dell’Unione.<br />

Uno sguardo d’insieme sulla situazione<br />

dello Sve in Italia la offre l’Agenzia<br />

nazionale per i giovani (Ang), ente<br />

pubblico istituito a cavallo tra il 2006 e il 2007<br />

su indicazione della Commissione Europea<br />

con l’obiettivo, tra l’altro, di implementare il<br />

programma Gioventù in azione fungendo da<br />

braccio operativo sul territorio italiano.<br />

Oggi “<br />

lo Sve – racconta Alessia Cecchini,<br />

che all’Ang si occupa proprio di servizio<br />

volontario europeo – è sicuramente<br />

molto più conosciuto tra i giovani rispetto al<br />

passato. Se nel 2005 e 2006 i giovani disposti<br />

a partire dall’Italia erano un centinaio all’anno,<br />

Ovunque vada sarò nella mia terra,<br />

cosicchè nessuna terra mi sarà esilio,<br />

né paese straniero,<br />

poichè stare bene appartiene all'uomo,<br />

non al luogo.<br />

Brunetto Latini<br />

questo numero è poi raddoppiato nei due<br />

anni seguenti”.<br />

Tra le regioni italiane quelle che risultano<br />

più attive negli invii sono soprattutto nel<br />

nord e centro, ma anche al sud, comunque,<br />

si trovano delle eccellenze. “È il caso<br />

ad esempio della Sicilia – spiega la Cecchini –<br />

attiva alla pari del Veneto in fatto di invio di<br />

ragazzi. Resta scoperta al nord la Valle<br />

D’Aosta, così come le Marche e la Basilicata al<br />

centro e al sud. Passi avanti infine si stanno<br />

facendo in Calabria e soprattutto in Puglia”.<br />

Sicuramente positivo, per dare una marcia in<br />

più alle partenze, è stato l’innalzamento dell’età<br />

per poter partecipare ai progetti: nel<br />

nuovo programma della Commissione Europea,<br />

denominato Gioventù in azione (che<br />

copre il periodo 2007 – 2012), l’opportunità<br />

riguarda infatti i ragazzi fino ai 30 anni. “Per la<br />

nostra cultura – spiega ancora la responsabile<br />

– si tratta di un passaggio importante perché<br />

da noi, rispetto ad altri Paesi, c’è la tendenza<br />

a posticipare anche di molto questa scelta.<br />

Come si accostano i giovani del nostro<br />

Paese a questa opportunità? I ragazzi<br />

italiani rivolgono spesso il loro interesse<br />

a Paesi extra europei, dal momento che il pro-<br />

L’Europa vista dal satellite


Rubens - Ratto di Europa, particolare<br />

gramma attuato dalla Commissione prevede<br />

anche questa possibilità, mentre nella classifica<br />

delle preferenze tra i Paesi dell’Unione<br />

svettano Spagna e Regno Unito. Ad approdare<br />

in Italia per il loro servizio volontario<br />

europeo sono invece circa 400 giovani all’anno,<br />

cifra che risulta tra l’altro in crescita:<br />

ad accoglierli sul territorio ci sono enti che –<br />

come gli enti di invio – hanno dovuto assolvere<br />

a un procedimento di accreditamento<br />

presso l’Agenzia nazionale al fine di garantire<br />

la qualità delle proposte. Per i giovani che<br />

affrontano un’esperienza di questo tipo sono<br />

previsti momenti di formazione che si svolgono<br />

prima di partire, all’arrivo e in un momento<br />

intermedio del loro soggiorno.<br />

notizie cesvov<br />

Europa<br />

Che cos’è lo Sve<br />

È un’iniziativa della Commissione Europea rivolta a tutti i giovani di età compresa<br />

tra i 18 e i 30 anni il cui fine è fornire un’occasione per conoscere meglio<br />

un altro Paese UE, un’altra cultura e un’altra lingua, partecipando al tempo<br />

stesso alla realizzazione di un progetto di volontariato utile ad una collettività<br />

locale. I giovani volontari europei esprimono un atto concreto di solidarietà e<br />

ampliano il proprio bagaglio di esperienze personali.<br />

Lo Sve non è: sostitutivo di servizio militare o servizio civile e non è un programma<br />

di studio all'estero come lo sono i programmi Socrates o Erasmus.<br />

Quanto dura?<br />

Sono possibili soggiorni all’estero per periodi dai 2 ai 12 mesi.<br />

Riteniamo che per la valenza formativa del programma Gioventù in Azione<br />

siano auspicabili servizi di almeno 6 mesi.<br />

In quali Paesi?<br />

Si può svolgere lo Sve in qualsiasi Paese dell’Unione Europea, inoltre in Islan -<br />

da, Liechtenstein, Norvegia e Turchia. Sono possibili anche i progetti in alcuni<br />

paesi partner (ad esempio della regione mediterranea, dell’Europa orientale<br />

e Caucaso, dell’Europa sud-orientale).<br />

In questa fase il <strong>Cesvov</strong> intende concertrarsi sui progetti nell’ambito dell’Unione<br />

Europea e dello Spazio Economico Europeo.<br />

Quanto costa?<br />

Niente! Le spese principali sono in carico al programma. Sono coperte le spese<br />

di: viaggio dall’abitazione alla sede di progetto (di andata e di ritorno),<br />

trasporto locale, alloggio e vitto, nonché la copertura assicurativa completa. Il<br />

volontario riceve anche un’indennità mensile (in denaro, per le piccole spese)<br />

diversa a seconda del paese di accoglienza.<br />

Inoltre, sono fornite gratuitamente sessioni di formazione al volontariato.<br />

Quali sono gli ambiti?<br />

Ci sono tanti tipi di progetti disponibili. Il volontario può avere cura dei bambini<br />

o delle persone anziane oppure disabili, può lavorare in un’organizzazione<br />

che si occupa della cultura, di protezione della natura, ma anche di dare informazioni<br />

sulle iniziative della UE.<br />

Le possibilità sono numerose.<br />

Cosa fa il <strong>Cesvov</strong><br />

da 5 anni il <strong>Cesvov</strong> si è accreditato come ente di invio che di accoglienza di<br />

volontari europei. In questo ambito sono state ospitate direttamente dal Centro<br />

di servizi 8 ragazze, e sono stati inviati 17 volontari. Inoltre nel 2007 il Centro<br />

si è anche accreditato come ente di coordinamento, il che dà la possibilità<br />

di fornire un supporto progettuale e organizzativo ad altre realtà non profit che<br />

volessero accogliere volontari europei. Così è accaduto con Sos Malnate, con<br />

il Comune di Malnate, l’associazione La Finestra e Avis comunale di Varese.<br />

Per saperne di più<br />

Puoi andare sul sito www.go4europe.it, oppure rivolgerti al Centro di servizi<br />

per il volontariato della provincia di Varese (<strong>Cesvov</strong>) telefonando al numero<br />

0332.293001 o recandoti direttamente in via Brambilla 15 - Varese.<br />

5


Siccome tutto è<br />

nuovo, mi piace<br />

tutto. E se potessi<br />

scegliere vorrei<br />

portare le mie<br />

coin<strong>qui</strong>line con<br />

me, il nostro<br />

appartamento<br />

interculturale!<br />

6<br />

Chi è arrivato<br />

Europa<br />

n. 1 anno 2009<br />

di Lara Falkenberg<br />

Parlano i<br />

protagonisti<br />

Sofia, 28 anni, spagnola, è impegnata come volontaria per 11 mesi al <strong>Cesvov</strong>, a<br />

Varese. È arrivata nel Settembre del 2008.<br />

La veranda del <strong>Cesvov</strong> è illuminata dal sole<br />

del tardo pomeriggio, i colleghi si sono<br />

rimessi a lavorare dopo la pausa caffè e<br />

fuori si vedono alcuni studenti che aspettano<br />

la sera, quando Sofia interrompe un momento<br />

il suo lavoro nell’area formazione del <strong>Cesvov</strong><br />

per raccontarci la sua esperienza. Sofia, spa -<br />

gno la, ha 28 anni e nel settembre dello scorso<br />

anno è partita<br />

per restare 11<br />

mesi in Italia, a<br />

Varese, per il suo<br />

progetto Sve.<br />

Mentre racconta<br />

e racconta e raccontavivacemente<br />

dettagli e<br />

pensieri sulla vita<br />

come volontaria,<br />

usando mani e<br />

piedi, ridendo, si<br />

capisce anche<br />

senza parole che<br />

sta vivendo una<br />

bella esperienza<br />

in Italia.<br />

Sofìa Gallo Galeròn - Foto di davide Carabelli<br />

Ciao Sofia! Or -<br />

mai sei <strong>qui</strong> da 5<br />

mesi. Per quali<br />

motivi hai deciso<br />

di fare il servizio<br />

volontario europeo?<br />

È un’idea nata un po’ di tempo fa, per la precisione<br />

4 anni fa. Volevo fare un’esperienza all’estero<br />

e, non avendo partecipato al progetto<br />

Erasmus, cercavo qualcosa da fare in ambito<br />

lavorativo, dopo l’università. Lo Sve mi è sembrato<br />

perfetto, perché volevo un’esperienza<br />

che fosse più di una semplice vacanza, che mi<br />

desse la possibilità di vivere veramente in una<br />

cultura diversa, e ciò è accaduto in maniera<br />

natu ra le dal momento che lo Sve è ben organizzato.<br />

Volevo portare e prendere: portare il<br />

mio contributo al lavoro e prendere questa e -<br />

sperienza.<br />

Parliamo del tuo lavoro: che cosa fai nel tuo<br />

progetto?<br />

Il mio progetto si divide in tre parti. In primo<br />

luogo c’è il lavoro nell’area formazione del<br />

<strong>Cesvov</strong>, dove mi occupo della banca dati e di<br />

altri progetti. Due pomeriggi la settimana vado<br />

all’Informagiovani e<br />

Informalavoro di<br />

Gavirate, per controllare<br />

le offerte di<br />

lavoro e consigliare<br />

le persone che arrivano<br />

con il loro<br />

curriculum. In più<br />

partecipo a “Cortisonici”,<br />

un festival<br />

di cortometraggi<br />

europei che si<br />

svolge all’inizio di<br />

marzo a Varese. Lì<br />

sono l’unica responsabile<br />

del<br />

“Focus on Portugal”,<br />

una giornata<br />

speciale per cortometraggiportoghesi.<br />

Mi occupo<br />

di tutto: dalla scelta<br />

dei fimati fino al<br />

contatto diretto<br />

con i re spon sabili e<br />

gli organizzatori.<br />

Sembra un lavoro molto vario… allora sei<br />

contenta della tua decisione di partire per<br />

l’Italia?<br />

Si! Sia personalmente che professionalmente.<br />

Sapevi parlare l’italiano prima di venire qua?<br />

No, per niente. Sapevo dire “ciao bambino”<br />

(molto usato in Spagna), ma mi sono accorta<br />

che in Italia nessuno lo usa. Conoscevo “pizza”,<br />

ma pronunciavo male la parola, e sapevo che<br />

mi piace la “pasta”. L’ italiano l’ho imparato<br />

<strong>qui</strong>, parlando.


Che cosa apprezzi di più della tua esperienza?<br />

Apprezzo davvero tutto. Il fatto che tutto sia<br />

nuovo per me in questa esperienza che sto<br />

vivendo. Puoi cominciare una nuova vita partendo<br />

da zero e questo ti fa apprezzare i piccoli<br />

dettagli, anche le cose quotidiane. Allora,<br />

siccome tutto è nuovo, mi piace tutto.<br />

E se potessi scegliere di portare una cosa<br />

notizie cesvov<br />

Simona, 26 anni, arrivata in settembre da Bucarest, è volontaria dello Sve per 11<br />

mesi a “La Finestra” di Malnate. La seguiamo per un giorno.<br />

9.00 Simona arriva a “La Finestra” e saluta i<br />

ragazzi che sono visibilmente felici di vederla.<br />

La responsabile de “La Finestra” è così contenta<br />

di lei che sta pensando di adottarla invece<br />

di lasciarla tornare in Romania. “È un<br />

lavoro che mi piace tanto, sono felice del mio<br />

progetto!”<br />

Alla mattina, Simona partecipa al laboratorio<br />

di assemblaggio,<br />

dove aiuta i ragazzi<br />

a mettere insieme<br />

delle catenelle, fino<br />

al momento della<br />

merenda, che tutti<br />

passano insieme. Si<br />

prende un succo, si<br />

chiacchiera, scherza<br />

e ride tanto. “È<br />

questa bella atmo -<br />

sfera allegra che mi<br />

piace tanto de ‘La<br />

Finestra’”!<br />

10.45-12.30 Per la<br />

seconda parte della<br />

mattinata i ragazzi<br />

si dividono nei diversi<br />

laboratori, oggi<br />

Simona si dedica<br />

a quello artistico.<br />

“Quasi ogni giorno<br />

facciamo una cosa<br />

diversa <strong>qui</strong>, mettia -<br />

mo insieme tanti<br />

oggetti artigianali differenti. E poi ci sono tutti<br />

gli altri laboratori – così i giorni non sono mai<br />

noiosi”.<br />

Simona Tudose - Foto di Chee Mei Hoh<br />

12.30-14.30 Durante la pausa, che tutti passano<br />

insieme, una ragazza arriva e fa delle<br />

coccole ai capelli di Simona. “I ragazzi qua<br />

sono dolcissimi, incredibili – così affettuosi e<br />

autentici. L’altro ieri una mi ha detto: ‘Simona,<br />

credo che ti ho contagiata con la mia simpatia!’.<br />

Sono frasi come questa che rendono le<br />

della vita <strong>qui</strong> a casa tua, in Spagna, quale<br />

sarebbe?<br />

Vorrei portare le mie coin<strong>qui</strong>line con me, il<br />

nostro appartamento interculturale! Siamo di<br />

paesi diversi (Germania, Macedonia e Belgio) e<br />

non voglio che ci disperdiamo nei vari punti<br />

cardinali dopo questa bella esperienza di convivenza<br />

che abbiamo fatto tutte insieme, condividendo<br />

le nostre diverse culture!<br />

giornate speciali per me.”<br />

14.30-17.00 Il pomeriggio Simona passa al<br />

laboratorio di teatro, dove stanno mettendo in<br />

scena il musical “Peter Pan”. Simona canta,<br />

balla e recita insieme agli altri finché è tempo<br />

di salutare. “A domani, Simo!”, una ragazza<br />

viene per darle un bacio, un altro ragazzo l’abbraccia<br />

e uno<br />

dopo l’altro tutti<br />

partono. Simona<br />

s’avvia verso casa<br />

sua, dove incontra<br />

Marrit, la sua coin<strong>qui</strong>lina<br />

olandese.<br />

C’è tempo per un<br />

the e una sigaretta<br />

insieme.<br />

19.30 La sera<br />

passa tran<strong>qui</strong>lla<br />

nella casa di Malnate.<br />

Più tardi arriva<br />

Agnieszka,<br />

l’altra coin<strong>qui</strong>lina<br />

polacca di Simona.<br />

Il pavimen -<br />

to della loro<br />

camera è coperto<br />

di stoffa di tutti i<br />

colori. Simona sta<br />

cucendo un vestito<br />

per carnevale<br />

a Ve nezia. Quando<br />

suona il campanello, mette via filo e aghi,<br />

per preparare una pasta con un amico italiano.<br />

01.00 Dopo una giornata normale ma bella,<br />

Simona prende La storia infinita, chiaramente<br />

in italiano, lingua che ora parla senza difficoltà<br />

anche se non l’aveva studiata prima di arrivare.<br />

“Se potessi conservare una cosa, per il futuro,<br />

di questa esperienza, vorrei portare con me la<br />

serenità che ti permette questa vita come<br />

volontaria Sve!”<br />

Se io potessi<br />

solo prendere<br />

una cosa con me<br />

di questa mia<br />

esperienza, vorrei<br />

portarmi via la<br />

serenità di questa<br />

vita da volontaria<br />

7


8<br />

Chi è partito<br />

Europa<br />

n. 1 anno 2009<br />

Impressioni<br />

dal Portogallo<br />

“Questa esperienza ha cambiato la mia vita!”<br />

Sentendo l’entusiasmo nella voce e vedendo<br />

la felicità negli occhi di Lara, ci credo subito.<br />

Lara Ghezzi, 27 anni, di Venegono – un<br />

paese alle porte di Varese – è partita a maggio<br />

del 2007 per il Portogallo. Se fosse stato<br />

per lei, non sarebbe più tornata in Italia. Si<br />

è innamorata del Paese, della mentalità portoghese,<br />

del suo lavoro con i ragazzi disabili<br />

e anche di un ragazzo portoghese. Come<br />

tanti volontari Sve, che hanno deciso di rimanere<br />

nei Paesi che li hanno ospitati, anche<br />

lei aveva e ha ancora il sogno di vivere in<br />

Portogallo.<br />

La sua è la storia di u na<br />

volontaria partita dall’Italia<br />

per trovare una nuova patria.<br />

Lara, dopo il tuo progetto<br />

ti sei fermata ancora 4<br />

mesi. Come è nata questa<br />

decisione di rimanere in<br />

Portogallo?<br />

Mi sono trovata benissimo<br />

con il mio progetto, sia per il<br />

Paese che per il lavoro che ho fatto. Ormai mi<br />

sento portoghese e tornare e lasciare il Portogallo<br />

è stata la cosa più difficile di tutta l’ esperienza.<br />

Lì ho trovato una mentalità umile,<br />

una grande semplicità e persone veramente<br />

buone: tutto ciò mi manca tanto.<br />

Il mio progetto, in una associazione per di sa -<br />

bili, era bellissimo, non ho altri termini per<br />

definirlo. Mi sono dedicata solo a quel lavoro<br />

ed è stata una esperienza che rimane nel<br />

cuore. Quando l’associazione mi ha proposto<br />

un lavoro ero felicissima e ho deciso di rimanere<br />

in Portogallo, per fare ciò che mi piace<br />

davvero, rimanendo con i ragazzi che<br />

conoscevo così bene e vivendo insieme al<br />

ragazzo portoghese che avevo conosciuto lì.<br />

Però alla fine, dal momento che si sentivano i<br />

primi segnali della crisi economica l’associa -<br />

zione non ha più potuto garantirmi un’occu-<br />

di Lara Falkenberg<br />

pazione. Così, per il momento, io e il mio<br />

ragazzo siamo venuti in Italia.<br />

Grazie a questa esperienza hai trovato un lavoro<br />

che vorresti fare tutta la vita. Come era<br />

il tuo progetto e come l’hai vissuto?<br />

Il mio progetto si è svolto in un paesino piccolissimo<br />

a due ore da Porto, dove il pullman<br />

passava due volte la settimana. Così, lontano<br />

della città, mi sono dedicata completamente<br />

al progetto. Era una bella sfida e mi sono impegnata<br />

al massimo. Ho lavorato con ragazzi<br />

fisicamente e mentalmente disabili dai 13 ai<br />

35 anni, li accompagnavo per<br />

tutta la giornata, dalla mattina<br />

al pomeriggio, facevo<br />

sostegno durante le lezioni,<br />

aiutavo nel laboratorio arti -<br />

sti co, ma anche durante le<br />

ore di educazione fisica e li<br />

accompagnavo per il pranzo.<br />

È stata una esperienza molto<br />

forte, sono diventata veramente<br />

amica di questi<br />

ragazzi con i quali sono ancora<br />

in contatto.<br />

Nell’associazione ho anche sviluppato progetti<br />

che poi ho seguito personalmente, soprattutto<br />

rivolti alla fotografia che è una mia passione.<br />

Ad esempio abbiamo realizzato un calendario<br />

con le foto dei ragazzi e ricordo ancora i loro<br />

visi in quegli attimi.<br />

Hai passato un anno in Portogallo a fare lo<br />

Sve, che cosa è stata la cosa più difficile e<br />

quella più bella della tua esperienza?<br />

Per me non c’è stata una cosa negativa. Anche<br />

se esistevano cose negative, come ad esempio<br />

la solitudine, per me si trattava di una cosa<br />

giusta per quel momento. La cosa più bella?<br />

Era bello tutto, soprattutto il tempo passato<br />

con i ragazzi, a fare un lavoro che mi piaceva<br />

veramente. Anche convivere con una persona<br />

è stata una esperienza molto bella e arricchente.<br />

Ho condiviso l’appartamento con una


volontaria tedesca. Non dimenticherò mai le<br />

lacrime e i sorrisi con cui abbiamo iniziato insieme<br />

il nostro progetto in un Paese nuovo<br />

per noi.”<br />

Cosa ti ha insegnata questa esperienza, cosa<br />

ti è rimasto?<br />

Lo Sve ha cambiato tutta la mia vita, mi ha<br />

fatto crescere, ha cambiato il mio modo di vivere<br />

e pensare. Questa esperienza ha cambia -<br />

to parecchio il mio carattere, adesso sono più<br />

decisa, più forte, apprezzo di più le piccole<br />

cose e il mondo mi sorride ogni giorno. Lo Sve<br />

mi ha insegnato tante cose: la pazienza e il<br />

saper prendere le persone per quello che<br />

sono. La solitudine non mi spaventa più: tutta<br />

la solitudine che ho vissuto, mi ha fatto<br />

conoscere la vera me stessa. E ne sono felice.<br />

Non rimpiango niente.<br />

Foto di Lara Ghezzi<br />

notizie cesvov<br />

Adesso, che progetti hai per il tuo futuro?<br />

“Ora vivo a Varese insieme al mio ragazzo che<br />

è venuto in Italia con me, con lui è come avere<br />

un pezzo di Portogallo con me. Adesso vorrei<br />

lavorare come operatore socio-sanitario, per<br />

continuare a lavore nell’ambito della disabilità.<br />

Per questo forse studierò in Svizzera. Soprattutto<br />

voglio anche realizzare un sogno che ho<br />

da tanto e del quale, dopo essere stata all’e -<br />

stero, sono sempre più convinta: fare del<br />

volontariato in Africa. Vorrei andare in Mozambico,<br />

dove si parla portoghese. Ma soprattutto,<br />

in estate per le vacanze e un giorno forse per<br />

sempre, tornerò in Portogallo perché mi<br />

manca tanto. Sento la saudades, una melanconia<br />

che hanno i portoghesi e si dice che e -<br />

siste soltanto lì, un sentimento di nostalgia<br />

tipico portoghese. Ed è quello che io sento<br />

per quel Paese.”<br />

Il Portogallo (Portugal in portoghese) è lo<br />

stato più occidentale dell'Europa continentale.<br />

Affacciato sull'Oceano Atlantico, con<br />

circa 830 chilometri di coste a sud e a<br />

ovest, confina solo con la Spagna (Galizia<br />

a nord, Castiglia e Leon, Estremadura e<br />

Andalusia a est). Il suo territorio,<br />

corri s pon dente all'antica provincia<br />

romana di Lusitania, occupa<br />

una fascia di territorio lunga<br />

circa 600 km e larga 150/200<br />

km che dai rilievi della Meseta<br />

spagnola scende fino alla<br />

costa atlantica. Fa parte<br />

della Nato, del Consiglio<br />

d'Europa, dell’Ocse. Dal<br />

1° gennaio 1986 è<br />

membro dell'Unione<br />

europea.<br />

9


10<br />

Chi è partito<br />

Europa<br />

n. 1 anno 2009<br />

... e dalla Svezia<br />

Marco Mancini, 23 anni, è partito<br />

lo scorso settembre da Como per<br />

la Svezia, per vivere 9 mesi vicino<br />

a Stoccolma e lavorare in una<br />

scuola dove aiuta i ragazzi con<br />

difficoltà. Ecco cosa ci scrive a<br />

metà del suo percorso.<br />

Progetto<br />

“Il mio progetto consiste in tre parti: lavoro nella scuola dove vanno ragazzi fino a 16 anni, il fine è quello<br />

di entrare in contatto con loro e supportare gli insegnanti. Aiuto gli insegnanti quando loro me lo chiedono,<br />

ad esempio assisto qualche ragazzo nei compiti. Di fatto io seguo un ragazzo serbo, che parla italiano e<br />

non svedese ed è veramente timido. Poi vado nella classe per ragazzi che non parlano ancora svedese<br />

dove ci sono figli di famiglie arrivate in Svezia per lavorare. In questa classe imparano la lingua svedese<br />

per integrarsi più facilmente: c'è il libanese, il pachistano, il somalo, il mongolo, la tailandese, la polacca.<br />

Oltre a ciò vado al playground, dove sono accolti bambini dai sei ai dieci anni e al youthcentre qualche<br />

sera per aiutare il personale. Non sono <strong>qui</strong> per studiare né per soldi, il progetto mi interessa anche e soprattutto<br />

per tutto quello che c’è intorno (il vivere con altre persone, il contatto con culture europee diverse,<br />

la cucina, la lingua, la gente nuova) e mi voglio ritagliare il mio spazio, non sto prendendo un anno<br />

sabbatico di pausa da tutto e tutti, ma ho fatto una scelta, consapevole degli obbiettivi che voglio raggiungere<br />

a lungo termine”.<br />

Compagni<br />

“Vivo insieme con Landry (non facile da pronunciare!), del sud-est della Francia che parla l’ inglese con un<br />

accento molto divertente, con Fiona di Francoforte che è un po’ la teenager del nostro gruppo ed Ana di<br />

Barcellona. Riguardo i problemi della convivenza (che sono sempre gli stessi, che si hanno tra marito e<br />

moglie, tra amici, in famiglia) parlando l’altro giorno con il mio boss, ho capito che tra la finalità del pro -<br />

get to c’è quella di imparare a collaborare”.<br />

Lingua<br />

“L’inglese in Svezia lo parlano proprio tutti, giovani, vecchi e bambini. Che soddisfazione comunicare, ho<br />

investito una profusione di energie per questo obbiettivo primario e poterne raccogliere i risultati fa sentire<br />

libero. Nel campo lavorativo, in casa, nel negozio e al bar, dappertutto puoi prendere e dare responsabilità<br />

senza timore! Dopo due mesi circa ho notato lo stacco: da un momento all’altro potevo ascoltare<br />

senza continuare ad interrompere per chiedere di parlare lentamente o il significato di una parola in particolare<br />

che mi faceva sfuggire il senso intero della frase, potevo smettere di fare il mio noto “Marco di fabbrica”<br />

quando non capivo e le persone continuavano a parlare: un sorriso che vuol dire tutto e niente.<br />

Potevo parlare. Lo svedese ora mi sembra avere un suono interessante, mentre all’inizio non lo sopportavo.<br />

Le basi dello svedese le voglio imparare, ma ora so ancora poco: saluti, numeri, colori… vediamo se riesco<br />

ad imparare questa lingua da zero. Se una persona vuole imparare a comunicare con una lingua il mio<br />

vivido consiglio è di andare a vivere due, tre mesi all’estero!”<br />

Stoccolma<br />

“Stoccolma è un fiore. Di questa città, la più importante della Svezia, ti stupisce subito la pulizia e l’ordine<br />

come la quantità di verde e acqua. Da un punto di vista artistico-storico-culturale c’è tanto da vedere e io<br />

voglio conoscere tutto quanto, voglio farmi una opinione mia, non voglio dire ‘sì, io c’ero ma ne so quanto<br />

prima’ – non sto qua tre giorni ma un anno. Posso permettermi di non essere come il turista che vede tutto<br />

in pochissimo tempo. E anche con le persone mi trovo bene, sono cordiali e disponibili. Quando chiedi una<br />

strada ti ripeterebbero la risposta anche cento volte per farti capire”.


Con i suoi 449.964 km² di superficie la<br />

Svezia è il <strong>qui</strong>nto paese più esteso d'Europa<br />

dopo Russia, Ucraina, Francia e<br />

Spagna. Si estende per una lunghezza di oltre<br />

1.500 chilometri da nord a sud. Percorrendo la<br />

stessa distanza continuando verso sud si arriverebbe<br />

fino a Roma. L'interno è per buona<br />

parte occupato da foreste. Esistono grandi<br />

risorse naturali (legname, ferro, acqua) e gli<br />

svedesi godono di un elevato tenore di vita. La<br />

Svezia è una monarchia costituzionale, l'attuale<br />

sovrano è Carlo XVI Gustav. Fino al XIX secolo<br />

era uno dei paesi più poveri d'Europa. In seguito,<br />

lo sviluppo dei trasporti permise un intenso<br />

sfruttamento delle sue risorse naturali,<br />

fattore che portò ad un vigoroso sviluppo. Un<br />

elevato livello di istruzione e le liberalizzazioni<br />

economiche contribuirono, alla fine dell'Ottocento,<br />

all'affermarsi di un'avanzata industria<br />

manifatturiera. I primi decenni del XX secolo<br />

furono caratterizzati dall'affermarsi dello<br />

stato assistenziale (welfare state), che ancora<br />

oggi rimane uno dei più efficienti al mondo.<br />

Membro dell'Unione europea dal 1995.<br />

Foto di Marco Mancini<br />

notizie cesvov<br />

11


12<br />

n. 1 anno 2009<br />

E dopo si riparte<br />

Per tanti ragazzi che partano per il Servizio volontario europeo, questo periodo all’estero diventa un’esperienza che cambia<br />

la vita ed apre strade nuove. Che impatto può avere un anno di volontariato all’estero sul futuro e quali ricordi rimangono?<br />

Il <strong>Cesvov</strong> fino ad oggi ha ospitato e coordinato 14 volontarie, delle quali 7 hanno già concluso i loro progetti. Ne abbiamo<br />

sentite alcune per sapere che direzione ha preso il cammino della loro vita.<br />

Karolina Cybulska<br />

Paese d’origine: Polonia<br />

Progetto: 01/03/05 - 01/12/05<br />

al <strong>Cesvov</strong>. Oltre al lavoro nell’area<br />

promozione, andava anche<br />

a “La Finestra” di Malnate per<br />

preparare spettacoli teatrali con i<br />

ragazzi disabili, all’“SOS Malnate”<br />

per lavori d’ufficio e all’associa -<br />

zione “Amici della terra” per collaborare<br />

al progetto “EcoMuseo”<br />

Significato dello Sve: “lo Sve era<br />

il primo passo nella vita degli<br />

adulti che mi ha dato tanto c -<br />

raggio per realizzare i miei<br />

sogn””<br />

Oggi:hha fatto un corso CELTA<br />

(Certificate in English Language<br />

Teaching to Adults) e lavorato in<br />

Polonia come professoressa diinglese<br />

per adulti mentre finiva<br />

l’università (filologia applicata)<br />

per poi frequentare un master di<br />

scienze politiche. Avendo accettato<br />

di insegnare Inglese agli<br />

stranieri sta facendo un postlaurea<br />

relativa a Poznan (LL).<br />

Una cosa che le è rimasta:i<br />

sacchi di lettere che ha mandato<br />

il suo ragazzo (ora suo marito) in<br />

Italia.<br />

Marritgen Verbraak<br />

Paese d’origine: Olanda<br />

Progetto: 15/02/08 - 15/02/09<br />

presso “SOS Malnate”. Dava una<br />

mano agli infermieri e accompagnava<br />

le uscite con l’ambulanza.<br />

Ha anche seguito un corso di<br />

primo soccorso oltre a dedicare<br />

settimanalmente un pomeriggio<br />

di lavoro al <strong>Cesvov</strong>.<br />

Oggi: è tornata a vivere in<br />

Olanda nell’appartamento che a -<br />

ve va prima dello Sve. Adesso sta<br />

cercando un lavoro come infermiera<br />

o insegnante. Per il futuro<br />

ha voglia di studiare ancora, forse<br />

l’inglese e anche di fare un’altra<br />

esperienza all’estero.<br />

Ricordo preferito: vivere a Malnate<br />

insieme a Simona, una<br />

volontaria romena. Ma anche il ricordo<br />

di tutte le ragazze conosciute<br />

a Varese.<br />

Una cosa che lei è rimasta: il regalo<br />

delle volontarie per la sua<br />

partenza, un libro con<br />

foto, commenti e ricordi<br />

del tempo passato<br />

insieme.


notizie cesvov<br />

Iza Urbanzka<br />

“Sono polacca e ho realizzato il mio progetto di Servizio volontario europeo al <strong>Cesvov</strong> nel 2007.<br />

Ho affiancato gli operatori del <strong>Cesvov</strong> nello svolgimento di lavori d’ufficio, nella realizzazione di eventi come<br />

il Premio Giovani nel Volontariato, nella preparazione della Guida all'Accessibilità. Ho realizzato il sito informativo<br />

sulle iniziative europee del Centro www.go4europe.it. Inoltre ho collaborato con due altre associazioni<br />

della provincia: con l’informagiovani di Gavirate e “La Finestra” di Malnate.<br />

Il tempo passato a Varese è stato per me un periodo molto intenso e anche cruciale per le mie future scelte.<br />

Ho fatto un’importante esperienza lavorativa (maturata dopo il rientro in Polonia), ho conosciuto meglio il<br />

Paese di cui ero curiosa, ho stretto molte amicizie che durano ancora oggi. Probabilmente la maggior parte<br />

degli ex-volontari vi direbbe lo stesso. È quasi uno slogan. Ma alcuni di loro vi racconterebbero poi di una<br />

voglia irresistibile di ritornare. Io sarò tra quelli. Mi sono lasciata incantare dalla mia esperienza italiana ed eccomi<br />

qua di nuovo! Da qualche mese vivo a Roma dove, come studentessa Erasmus, frequento psicologia. Inoltre<br />

ho cominciato una collaborazione con il <strong>Cesvov</strong> i cui effetti si concretizzeranno in una pubblicazione.”<br />

Chee Mei Hoh<br />

Hanna Ketterer<br />

Paese d’origine: Germania<br />

Progetto: 15/01/06 - 15/09/06 al <strong>Cesvov</strong>. Il progetto di<br />

Hanna si è svolto soprattutto nelle aree della promozione<br />

e formazione. Oltre a ciò Hanna ha dato una<br />

mano all’associazione “Amad” di Castiglione Olona, a “La<br />

Finestra” e all’informagiovani di Malnate.<br />

Oggi: vive a Maastricht, Olanda, dove sta frequentando<br />

studi europei (un mix di scienze politiche, economia,<br />

diritto europeo).<br />

Ricordo preferito: il lavoro con i ragazzi disabili a “La<br />

Finestra”. “Facevamo disegni e bomboniere insieme e<br />

loro erano molto interessati alla mia storia. Erano molto<br />

affettuosi. Anche l’incontro con tutti gli altri ragazzi dello<br />

Sve di tutta Europa è stato un momento meraviglioso<br />

ed indimenticabile”.<br />

Una cosa che le è rimasta: la gioia e la voglia di vivere<br />

bene, in modo rilassato e flessibile.<br />

Paese d’origine: Belgio<br />

Progetto:15/01/06-15/10/06 al <strong>Cesvov</strong>. A parte il lavoro nell’area promozione, che ha continuato<br />

anche dopo il suo progetto, Chee Mei ha svolto una parte del suo lavoro all’informagiovani/informalavoro<br />

del Comune di Malnate, all’“Sos Malnate” per dare una mano durante i viaggi di accompagnamento<br />

dei pazienti e anche all’associazione “Givis”, dove aiutava bambini stranieri con i loro<br />

compiti<br />

Oggi: Vive ancora a Varese a lavora al <strong>Cesvov</strong> come addetta ai servizi di promozione del volontariato,<br />

in particolare per l’accoglienza e l’invio dei volontari Sve.<br />

Ricordo preferito: “la formazione all’arrivo, il primo progetto Sve approvato in invio, il momento<br />

in cui mi hanno chiesto di rimanere a lavorare per il <strong>Cesvov</strong> e le risate con il<br />

mio capo”.<br />

Una cosa che le è rimasta: le persone che ha incontrato e l’amore per la montagna.<br />

pagine curate da Lara Falkenberg<br />

13


14<br />

Azione 1.1<br />

n. 1 anno 2009<br />

Scatti di...<br />

Prendere la macchina fotografica e scat -<br />

tare uno “zoom sulla solidarietà” è stato<br />

l'obiettivo dei 21 giovani prove nienti dal<br />

Portogallo, dalla Polonia e dall'Italia che hanno<br />

partecipato allo scambio giovanile realizzato<br />

dal <strong>Cesvov</strong> in collaborazione con la cooperativa<br />

sociale “Totem” nell’ambito del programma<br />

Gioventù in Azione, un programma<br />

della Commissione europea. “A close-up shot<br />

of solidarity”, questo il titolo del progetto in<br />

inglese, è stato uno dei primi scambi giovanili<br />

di Gioventù in Azione realizzato in provincia<br />

di Varese. Gli argomenti di questo scambio interculturale,<br />

che si è svolto a fine gennaio a<br />

Varese, erano il volontariato come espressione<br />

di solidarietà e la fotografia come strumento<br />

per promuoverlo. Nella pratica tutto ciò, per i<br />

7 partecipanti di ogni Paese, ha significato:<br />

partecipare a una preparazione rivolta alla fotografia<br />

e al volontariato e, durante la settimana<br />

dello scambio, partecipare ai workshop<br />

sui temi del volontariato e della fotografia. I -<br />

noltre è stata organizzata una visita a una organizzazione<br />

locale, il “banco di solidarietà<br />

alimentare” di Varese. Il programma della settimana<br />

ha incluso la visita ad una mostra fotografica<br />

a Milano, una gita al Sacro Monte di<br />

Varese e serate internazionali che hanno dato<br />

la possibilità ai ragazzi di presentare la loro<br />

cultura tramite cene tipiche e ,usica, ma so-


notizie cesvov<br />

solidarietà<br />

prattutto di creare amicizie internazionali. La<br />

settimana è terminata con l’apertura della<br />

mostra fotografica “Uno zoom sulla solidarietà”<br />

a Villa Recalcati, dove sono stati presentati<br />

tutti i reportage fotografici che erano stati<br />

realizzati durante questa esperienza.<br />

Per i giovani dei tre Paesi coinvolti (gli italiani<br />

venivano del liceo classico “Cairoli”<br />

di Varese) questa settimana interculturale<br />

è stata un’esperienza forte e arricchente. “Ho<br />

passato una settimana bellissima che mi ha<br />

fatto capire che l’amicizia non è limitata ai<br />

confini o alla lingua che si parla. Mi ha dimostrato<br />

di cosa sono capace è mi ha aperto<br />

nuove possibilità, anzi nuovi progetti per il<br />

mio futuro. Ho voglia di impegnarmi anche<br />

nel futuro in progetti come questo, di fare<br />

volontariato e incontrare giovani di altre culture.<br />

Sono felice di aver avuto la possibilità di<br />

fare questa esperienza che adesso porterò con<br />

me nel mio Paese, per non dimenticarla mai”.<br />

Questa era la testimonianza comune dei<br />

partecipanti, che partivano da Varese con le<br />

lacrime e un sorriso allo stesso tempo. Con la<br />

tristezza di partire e la felicita dell’esperienza<br />

vissuta. (L.F.)<br />

Il blog dello scambio:<br />

www.acloseupshotofsolidarity.eu<br />

15


A partire sono<br />

figure professionali<br />

specifiche<br />

come appunto<br />

medici e tecnici<br />

che, se sono<br />

occupati, si<br />

pongono in<br />

aspettativa<br />

16<br />

cooperazione<br />

n. 1 anno 2009<br />

L’esperienza sul<br />

campo<br />

Innanzitutto una domanda: perché un<br />

chirurgo, un tecnico, un anestesista o un infermiere,<br />

uomo o donna, decide di partire<br />

per una missione umanitaria? Sono stati 260<br />

gli “espatriati” ossia coloro i quali hanno viag -<br />

giato sotto la bandiera bianca con il cerchio<br />

rosso e la lettera “e” stilizzata di Emergency:<br />

molti professionisti della salute, ma anche tecnici<br />

in grado di<br />

dare una mano<br />

nella fase di<br />

avvio di nuovi<br />

punti di appoggio<br />

dove ope -<br />

rare. Sono<br />

partiti dall’Italia,<br />

ma non solo,<br />

per raggiungere<br />

una delle<br />

basi umanitarie<br />

in Afghanistan,<br />

C a m b o g i a ,<br />

Sierra Leone o<br />

Sudan facendone<br />

una<br />

scelta di vita o<br />

infilando nella<br />

routine una pa -<br />

rentesi di quel -<br />

le che la sciano<br />

il segno.<br />

Atracciare<br />

il quadro della situazione è Rossella Miccio<br />

coordinatrice dell’Ufficio umanitario<br />

di Emergency di ritorno da una missione e in<br />

attesa di una telefonata per riprendere l’aereo.<br />

Il viaggio per lei non si ferma molto spesso da<br />

otto anni a questa parte, ossia da quando,<br />

dopo una laurea in Scienze Politiche all’università<br />

di Napoli, un master in cooperazione<br />

la ha portata diritta dalla sua passione per<br />

l’Afghanistan al lavoro in Emergency.<br />

Chi parte, di solito, per le vostre missioni<br />

umanitarie?<br />

A partire con noi per i Paesi in guerra non<br />

sono i volontari, che restano invece una risorsa<br />

preziosa sul territorio nazionale per la promozione<br />

e la sensibilizzazione rispetto ai va lori<br />

delle cultura di pace. A partire sono figure professionali<br />

specifiche come medici e tecnici che,<br />

se sono occupati,<br />

si pongono<br />

in aspettativa.<br />

Per loro prevediamo<br />

una coll<br />

a b o r a z i o n e<br />

retribuita, il pa -<br />

ga mento dell’assicurazione<br />

la<br />

copertura delle<br />

spese di viaggio,<br />

vitto e alloggio.<br />

Quali sono le<br />

motivazioni?<br />

Le motivazioni<br />

sono davvero<br />

tante e diffe -<br />

renti: stanchezza<br />

di vivere nel<br />

contesto della<br />

sanità pubblica<br />

italiana, bisogno<br />

di mettersi alla prova, desiderio di recuperare<br />

il vero senso della professione medica, ma<br />

anche motivazioni legate alla sfera affettiva e<br />

in qualche caso il desiderio di approfondire aspetti<br />

clinico scientifici particolari.<br />

In che senso?<br />

di Paola Provenzano<br />

Intervista a Rossella Miccio, coordinatrice dell’Ufficio Umanitario di Emergency<br />

È quello che è successo nel centro cardiochirurgico<br />

Salam di Khartoum operativo<br />

dall’aprile del 2007 e dove è offerta assistenza<br />

altamente specializzata e gratuita ai pazienti


provenienti dal Sudan e dai Paesi limitrofi. Si<br />

tratta di un centro all’avanguardia dove per i<br />

chirurghi esercitare e una sfida anche dal<br />

punto di vista professionale.<br />

Per chi parte in che misura si tratta di una<br />

scelta di vita non reversibile?<br />

Solo nel 20% dei casi si tratta di scelte dalle<br />

quali non si torna indietro. Per lo più si tratta<br />

invece di esperienze temporanee, periodi li mi -<br />

tati nel tempo, per i quali comunque da noi è<br />

richiesto un tempo minimo di sei mesi. Comunque<br />

coloro i quali sono stati sul campo,<br />

una volta tornati restano legati ad Emergency<br />

attraverso i centri territoriali che sono un po’ in<br />

tutta Italia. Chi è “espatriato” anche solo una<br />

volta resta un testimone diretto in rappresentanza<br />

dei valori che noi sosteniamo a favore<br />

della pace e dei diritti.<br />

È difficile per voi la fase di reclutamento e<br />

quali sono le figure di cui avete maggiore<br />

bisogno?<br />

Trovare personale disposto a partire non è<br />

facile soprattutto per certe mansioni. Abbiamo<br />

ad esempio scarsità di pediatri ospedalieri e<br />

cardiochirurghi pediatrici: in questo caso si<br />

tratta di una specializzazione poco diffusa in<br />

Italia. Per questo motivo da alcuni anni ci sti-<br />

notizie cesvov<br />

Chi è Emergency?<br />

Emergency è un'associazione umanitaria fondata a Milano nel 1994 per portare aiuto alle vittime civili delle guerre e della<br />

povertà. Dal 1994 a oggi, Emergency è intervenuta in 13 paesi, costruendo 7 ospedali, 4 centri di riabilitazione, 1 centro di<br />

maternità, 1 centro di cardiochirurgia, 55 tra posti di primo soccorso e centri sanitari. Su sollecitazione delle autorità locali e<br />

di altre organizzazioni, Emergency ha anche contribuito alla ristrutturazione e all'e<strong>qui</strong>paggiamento di strutture sanitarie già e -<br />

sistenti. Dal 1994 a settembre 2008, i team di Emergency hanno portato aiuto a oltre 3.000.000 persone. Proprio perché<br />

conosce gli effetti della guerra, sin dalla sua costituzione Emergency è impegnata nella promozione di valori di pace. Nel 1994<br />

Emergency ha intrapreso la campagna che ha portato l'Italia a mettere al bando le mine antiuomo. Nel 2001, poco prima dell'inizio<br />

della guerra all'Afganistan, ha chiesto ai cittadini di esprimere il proprio ripudio della guerra con uno "straccio di pace".<br />

Nel settembre 2002, insieme ad altre organizzazioni, ha lanciato la campagna "Fuori l'Italia dalla guerra" perché l'Italia non<br />

partecipasse alla guerra contro l'Iraq. Con la campagna "Fermiamo la guerra, firmiamo la pace" Emergency ha promosso una<br />

raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare "Norme per l'attuazione del principio del ripudio della guerra sancito dall'articolo<br />

11 della Costituzione e dallo statuto dell'Onu", depositata alla Camera dei deputati nel giugno 2003. Nel 2008, insieme<br />

ad alcuni paesi africani, Emergency ha elaborato il Manifesto per una medicina basata sui diritti umani per rivendicare<br />

una sanità basata sull’e<strong>qui</strong>tà, sulla qualità e sulla responsabilità sociale. Emergency è stata giuridicamente riconosciuta Onlus<br />

nel 1998 e Ong nel 1999. Per sostenere gli obiettivi di Emergency su una più ampia scala internazionale, nel 2005 negli Stati<br />

Uniti si sono costituiti alcuni gruppi di volontari (visita Emergency Usa) e nel 2007 si è costituita Emergency UK (visita Emergency<br />

UK). Dal 2006 Emergency è riconosciuta come Ong partner delle Nazioni Unite - Dipartimento della Pubblica Informazione.<br />

amo muovendo con campagne di reclutamento<br />

anche all’estero. Il 70% di coloro che<br />

partono con noi sono italiani, ma ci sono poi<br />

anche spagnoli, inglesi e professionisti provenienti<br />

dal nord Europa. Abbiamo aperto le selezioni<br />

anche verso altri Stati e nel 2009<br />

continueremo su questa strada.<br />

Tasto finale e dolente è quello delle risorse<br />

finanziarie. Su cosa può contare Emergency?<br />

Il nostro budget e di circa 15 – 20 milioni di<br />

euro all’anno il che ci fa essere, per l’ambito in<br />

cui operiamo, una associazione di medie dimensioni.<br />

Tutti i fondi arrivano da donazioni,<br />

campagne e contributi da parte di privati, da<br />

fondazioni o dalla cooperazione decentrata.<br />

Non abbiamo linee di finanziamento da parte<br />

del Governo centrale.<br />

Sede di Milano<br />

Via Meravigli 12/14, 20123 Milano<br />

Tel.(+39) 02.881881, Fax (+39) 02.86316336<br />

info@emergency.it<br />

Sede di Roma<br />

Via dell'Arco del Monte 99 A, 00186 Roma<br />

Tel.(+39) 06.688151, Fax(+39) 06.68815230<br />

roma@emergency.it<br />

Gruppo di Varese<br />

Gruppo di Varese<br />

Cell.: 333.8912559 Cell.: 334.1508540<br />

emergencydivarese@gmail.com<br />

Gruppo di Busto Arsizio<br />

Gruppo di Busto Arsizio, Tel. 0331.341424<br />

emergencybustoarsizio@virgilio.it<br />

Gruppo di Saronno<br />

Gruppo di Saronno, Cell.: 339.7670908<br />

emergencysaronno@gmail.com<br />

17


18<br />

cooperazione<br />

n. 1 anno 2009<br />

Est modus in rebus<br />

Scrive in prima persona Agnese Riva, 22 anni, socia di EST Onlus dal 2005. Ha partecipato a 6 campi di volontariato.<br />

Laureanda in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Genova, con lingue di specializzazione russo e spagnolo.<br />

Est Onlus<br />

È un gruppo di volontari<br />

che organizza attività in<br />

favore di bambini orfani<br />

e di strada nell’Europa<br />

dell’Est. Contatti:<br />

C.P. 209, 21100 Varese.<br />

E-mail: in fo@estonlus.it.<br />

Sito: www.estonlus.it.<br />

Tel.: 0332.1806299<br />

Cell. 346.9774535<br />

Un’esperienza di “volontariato internazionale”<br />

significa per me intraprendere<br />

un viaggio verso contesti<br />

abbandonati, difficili e disarmanti, ma che si<br />

rivelano sempre appassionanti e non lasciano<br />

mai indifferenti. EST onlus è un’associazione<br />

che organizza campi di volontariato a favore<br />

di minori che vivono in orfanotrofi e ospedali<br />

in diversi paesi dell’Europa dell’est.<br />

Ogni campo ha come obiettivo principale<br />

condividere tempo e spazio con i<br />

ragazzi, proponendo loro atti vità di<br />

gioco e offrendo la propria semplice presenza<br />

come segno di amicizia, un’amicizia paritaria,<br />

Quasi un quarto di secolo<br />

in cui entrambe le parti danno e ricevono.<br />

Parlare lingue diverse non è un limite, ma uno<br />

stimolo per dare più valore al tempo passato<br />

insieme ed ai gesti scambiati, così che anche<br />

lo sforzo di comunicare diventa un gesto di<br />

affetto reciproco.<br />

Le giornate passano tra disegni e giochi di<br />

squadra, intrecciando braccialetti da regalare<br />

e conversando con le poche parole<br />

che si conoscono. Gli ultimi due campi organizzati<br />

dall’Associazione si sono svolti a Kiev<br />

(Ucraina) e a Vălcea (Romania).<br />

AKiev lavoriamo nel reparto pediatrico<br />

del più grande istituto oncologico del<br />

paese, dove i bambini troppo spesso arrivano<br />

che sono già ad uno stadio troppo<br />

avanzato della malattia per poter guarire. I<br />

ragazzi e le loro famiglie vivono una situazione<br />

di continua sofferenza, e la nostra soddisfazione<br />

nasce quando loro dimostrano che<br />

la nostra presenza è voluta. Diverso il contesto<br />

degli orfanotrofi rumeni, dove i ragazzi<br />

crescono con la totale assenza di punti di<br />

riferimento e di prospettive future, molti fumano<br />

sin da piccoli, praticano forme di autolesionismo<br />

o scappano dall’orfanotrofio per<br />

vivere in strada.<br />

Èstupefacente come bastino pochi giorni<br />

per legarsi profondamente a loro e<br />

desiderare di dargli quell’affetto e quel<br />

sostegno che non trovano altrove: la speranza<br />

è di trasmettergli un senso di forza e positi -<br />

vità, che vada oltre il nostro periodo di permanenza<br />

e che li stimoli a cercare qualcosa di<br />

bello nella loro vita. (A.R.)<br />

A ventitre anni dallo scoppio del quarto reattore della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina il cancro continua a uccidere:<br />

la speranza di vita dei bambini colpiti da un tumore solido o molle è notevolmente più bassa rispetto a quella dei coetanei<br />

europei o americani. Lo scrive il Programma Nazionale di Oncologia Pediatrica 2006-2010 approvato dal Gabinetto dei Mi nistri<br />

d’Ucraina: se in Europa e negli USA le statistiche di guarigione rag giungono il 70% dei casi, in Ucraina scende al 40%, rendendo<br />

il tumore una delle principali cause di invalidità e di mortalità infantile nel Paese. L’obiettivo esplicitato dal Programma<br />

Nazionale di Oncologia Pediatrica è quello di innalzare i livelli di non recidiva (entro i successivi 5 anni) fino al 65-70% e<br />

diminuire al 10% il tasso di mortalità infantile per tumore.


notizie cesvov<br />

Aiuti senza frontiere<br />

Sostegno a missioni, progetti di adozioni a distanza, commercio equo e solidale, attivazione di progetti di auto<br />

sostenibilità per le popolazioni locali: così nel Varesotto ci si attiva, mentre crescono le associazioni messe in piedi<br />

da stranieri per aiutare chi è rimasto in patria…<br />

Sono una sessantina, all'interno della<br />

banca dati del <strong>Cesvov</strong>, le associazioni del<br />

Varesotto che risultano attive nell'ambito<br />

della solidarietà internazionale. Hanno la<br />

mente nel Varesotto, ma il braccio operativo è<br />

in Africa, Sud America, nei paesi dell'Est Europa:<br />

<strong>qui</strong> sono diretti i fondi raccolti per<br />

costruire scuole, offrire sostegno concreto alla<br />

popolazione locale, inviare aiuti umanitari,<br />

mettere in piedi opere infrastrutturali in grado<br />

di garantire, nella maggior parte dei casi, una<br />

risorsa preziosa come l’acqua.<br />

Le aree interessate dalle azioni messe in<br />

campo possono essere differenti tra di<br />

loro, così come le soluzioni proposte al<br />

fine di offrire supporto. In comune, però vi è<br />

il desiderio di dare alla solidarietà una "declinazione"<br />

che va oltre i confini nazionali. Ad<br />

esempio per l'associazione Good Samaritan<br />

di Caronno Varesino, nata nel 1999 su sollecitazione<br />

di suor Dorina Tadiello, l'obiettivo<br />

è stato quello di realizzare progetti di coope -<br />

razione internazionale gestiti in loco dalla Ong<br />

ugandese "Comboni Samaritans of Gulu" nel<br />

nord dell'Uganda, a favore dell'etnia Acholi. Il<br />

tutto si è tradotto, nel corso dell’ultimo decennio,<br />

in supporto ai bambini orfani o figli<br />

di malati di Aids affinché possano vedere riconosciuto<br />

il loro diritto fondamentale all'istruzione,<br />

ma anche interventi in campo<br />

sanitario (grazie alla collaborazione con il St.<br />

Mary's Hospital Lacor di Gulu), nel settore e -<br />

ducativo ed infine nel settore economico.<br />

Sono invece progetti di sostegno a di -<br />

stanza quelli attivati dall'associazione<br />

Maria Flos Carmeli di Jerago con Orago<br />

in Bra sile e precisamente a San Paolo, al fine<br />

di dare un luogo fisico di ospitalità per i più<br />

piccoli altrimenti lasciati per strada dalle loro<br />

famiglie durante la giornata. Quasi trentennale<br />

è l’esperienza del Gruppo di Impegno<br />

Missionario (Gim) di Germignaga: in questo<br />

caso prioritario è stato considerare l'intervento<br />

tecnico nei Paesi del Terzo Mondo per<br />

la risoluzione di problemi concreti della popolazione<br />

con microprogetti di sviluppo.<br />

È nata invece nel 2002, dopo un viaggio in<br />

Mali, Yacouba per l’Africa di Casciago. I pro -<br />

getti? Attivare la raccolta e lo sfruttamento<br />

delle riserve idriche per uso agricolo e alimentare,<br />

promuovere l’educazione scolastica<br />

dei piccoli e attivare progetti di auto sostenibilità<br />

in un paese in cui il tasso di mortalità infantile,<br />

sotto l’anno di vita, è del 15%.<br />

C’è poi chi si occupa di commercio equo<br />

e solidale: un esempio tra i tanti è quello<br />

dell’associazione Nizzy di Samarate, attiva<br />

dal 2004 e nata da un gruppo di amici<br />

uniti da tempo nel promuovere la cultura del<br />

commercio equo e solidale e i rapporti tra<br />

nord e sud del mondo.<br />

Solidarietà: da stranieri a stranieri. Me ri -<br />

tano un capitolo a parte le associazioni<br />

nate dalla volontà di migranti che, stabilitisi<br />

nel no -<br />

stro Paese e<br />

creatisi una<br />

loro posizione,<br />

han no cominciato<br />

a darsi<br />

da fare per<br />

fornire un a -<br />

iuto a chi è rima<br />

sto in Patri<br />

a. In I ta lia<br />

l’ultimo censimento<br />

in materia<br />

parlava di<br />

circa 900 realtà<br />

di questo tipo<br />

e se un conteggio<br />

resta<br />

difficile anche a livello locale di certo si sa che<br />

la presenza dell’associazionismo straniero è in<br />

crescita. Il sudanese Ismal Adam Babkir, in<br />

Italia dal 2000 ha messo in piedi a Varese<br />

Asvosud (associazione volontariato sudanese)<br />

che non è solo e semplicemente un punto di<br />

riferimento per una comunità di connazionali<br />

immigrati, ma un sodalizio che vuole promuovere<br />

concrete azioni di aiuto per chi è rimasto<br />

in patria, in una delle terre oggi più<br />

sofferenti e martoriate dell’Africa. Tra i progetti<br />

a cui si sta lavorando vi è il quello della fornitura<br />

di acqua potabile nella regione del<br />

Grande Darfur, nella provincia di Kordofan<br />

dove la guerra ha portato alla distruzione<br />

delle risorse di acqua potabile. (P.Pr.)<br />

19


www.amicidelmadagascar.org<br />

20<br />

n. 1 anno 2009<br />

cooperazione di Paola Provenzano<br />

Amici d’Africa<br />

Un sodalizio partito dalle valli del Luinese ha messo radici oltre provincia e da<br />

venti anni oramai segue progetti in Madagascar con l’obiettivo di costruire un<br />

futuro migliore attraverso la creazione di una microeconomia locale.<br />

In tempo reale, nel mese di febbraio, si potevano<br />

leggere sul sito dell’associazione Amici<br />

del Madagascar gli aggiornamenti riguar -<br />

danti i disordini scoppiati nel Paese africano<br />

afflitto anche da due cicloni, Eric e Fanele: la<br />

mancanza d’acqua, l’interruzione della corrente<br />

elettrica, l’angoscia degli scontri, i racconti di<br />

chi in quel momento si trovava nelle missioni,<br />

l’uccisione di 26 persone nella capitale il 7 febbraio.<br />

Il tutto veniva rimbalzato sul web da chi,<br />

a Brissago Valtravaglia (piccolo comune del<br />

Luinese), riceveva i frammenti del dramma che<br />

si stava svolgendo a migliaia di<br />

chilometri di distanza. Così accade appunto<br />

tra amici, e cioè che le notizie di<br />

chi è lontano rimbalzino immediatamente<br />

e che il filo diretto non si interrompa<br />

mai.<br />

Il sodalizio che ha preso vita nel Varesotto<br />

nel 1989, in modo prima informale<br />

e poi via via più strutturato, dal<br />

2001 è Onlus, fa parte delle Ong lombarde<br />

(dal 2007) ed è oggi membro<br />

dell’Id (istituto italiano della donazione).<br />

L’associazione è cresciuta negli anni, ha<br />

moltiplicato i suoi interventi ed ha<br />

trovato sostegno ormai anche al di<br />

fuori della provincia di Varese, dal momento<br />

che in altre provincie italiane<br />

sono sorti gruppi di sostenitori. Ma<br />

nessuno ha dimenticato le origini:<br />

quelle di essere nati considerando il<br />

popolo malgascio sul piano dell’amicizia, senza<br />

pretendere di cambiare usanze o mentalità,<br />

ma con la consapevolezza di lavorare insieme<br />

per costruire un futuro migliore.<br />

Ecco allora cosa significa la costruzione di<br />

scuole e acquedotti, il supporto per la<br />

creazione di opportunità di lavoro, l’attenzione<br />

all’educazione dei più piccoli e alle<br />

dinamiche sanitarie del Paese. In altre parole i<br />

settori di intervento sono quelli dalla sanità,<br />

dell’istruzione e dell’alimentazione: in questi<br />

ambiti l’azione viene garantita attraverso il<br />

sostegno delle attività dei centri missionari. Il<br />

kit per lo scolaro (con grembiulino e cancelleria<br />

per tutto l’anno) o il kit di avviamento al<br />

lavoro con macchina da cucire o attrezzi di<br />

falegnameria sono solo due delle proposte alle<br />

quali chiunque può dare un contributo. Uno<br />

degli obiettivi, più in generale, resta quello di<br />

finanziare progetti di utilità sociale realizzati<br />

poi con mano d’opera locale al fine di mettere<br />

a disposizione della comunità locale opere<br />

come scuole, dispensari, centri sociali che<br />

aiutino a migliorare il tenore di vita.<br />

Insomma tutte le iniziative e i progetti hanno<br />

sempre anche come obiettivo quello di dare<br />

stipendio a personale locale, creando una<br />

micro economia sociale che possa poi camminare<br />

con le proprie gambe, aiutando nello<br />

stesso tempo il territorio a dotarsi di infrastrutture<br />

non solo utili, ma necessarie per<br />

poter garantire la sussistenza della popolazione<br />

locale. Tra i progetti in atto vi è quello<br />

della costruzione di una nuova scuola a Ma na -<br />

trova: oggi la struttura, oramai inagibile, è frequentata<br />

da 200 bambini che proprio per<br />

questo possono fare lezione solo all’esterno<br />

quando le condizioni meteorologiche lo permettono.<br />

Vi è poi il progetto per realizzare una<br />

casa di accoglienza per bambini denutriti ad<br />

Ankaditsiary, mentre un'altra iniziativa è volta<br />

ad assegnare un aratro e due zebù, bovini domestici<br />

molti diffusi in Madagascar ed utilizzati<br />

in agricoltura. Ad Andemaka, dove sono<br />

ospitati un centinaio di bambini disabili dai 3<br />

ai 14 anni ora si mira alla realizzazione di una<br />

lavanderia e stireria per le mamme che vivono<br />

lì con i loro bambini.<br />

Al di là dei progetti e della costante<br />

ricerca dei fondi per realizzarli per gli<br />

Amici del Madagascar vi è un lungo e resistente<br />

filo che lega due mondi differenti e<br />

che ha messo la parola amicizia in cima ad<br />

ogni azione.


notizie cesvov<br />

Social Watch: ''Obiettivi del millennio addio''<br />

La lotta alla povertà rischia di fallire. Anzi, negli ultimi venti anni il progresso verso il raggiungimento di un benessere globale<br />

da parte di tutti i Paesi del mondo ha subito una battuta d’arresto. Risultato? Se si continua così gli Obiettivi del millennio,<br />

concordati a livello internazionale, non saranno raggiunti, come previsto, nel 2015. La Dichiarazione del millennio,<br />

approvata nel 2000 da 186 Capi di Stato e di Governo nel corso della sessione speciale dell’assemblea generale delle Nazioni<br />

Unite, ha infatti stabilito l’obiettivo centrale del dimezzamento della povertà assoluta entro il 2015. L’allarme per il mancato raggiungimento<br />

degli obiettivi fissati è arrivato dal tredicesimo rapporto del Social Watch, la rete internazionale di organizzazioni<br />

della società civile nata nel 1995 per monitorare le politiche e le scelte dei governi sui temi della lotta alla povertà e della pari -<br />

tà di genere. Il rapporto, intitolato “Crisi globale. La risposta: ripartire dai diritti", smentisce gli annunci di una rapida diminuzione<br />

della povertà a livello mondiale, fatti più volte dalla Banca mondiale. Il rapporto analizza lo stato di salute e il livello dell’istruzione<br />

elementare in 176 paesi del mondo. Sono soltanto 52 i Paesi che vantano un accesso quasi universale all’istruzione<br />

di base e ai servizi sanitari. Mentre tra i Paesi di cui è possibile misurare l’evoluzione rispetto ai dati del 2000 soltanto 21 regi -<br />

strano progressi degni di nota, 55 mostrano miglioramenti lenti e ridotti e 77 sono fermi. Il peggioramento più consistenti degli<br />

indicatori sociali – che nello specifico riguardano percentuale di bambini che completano il <strong>qui</strong>nto anno di istruzione elementare,<br />

mortalità tra i piccoli di meno di cinque anni e percentuale di nascite assistite da personale sanitario qualificato – riguarda i Paesi<br />

dell’Africa subsahariana: un dato quest’ultimo particolarmente preoccupante.<br />

Il Madagascar, è uno stato insulare situato nell'oceano<br />

Indiano, al largo della costa orientale dell'Africa, di<br />

fronte al Mozambico. L'isola principale, anch'essa<br />

chiamata Madagascar, è la quarta più grande isola del<br />

mondo. Ospita il 5% delle specie animali e vegetali<br />

del mondo, l'80% delle quali si trovano solo in<br />

Madagascar. Fra gli esempi più noti di questa eccezionale<br />

biodiversità ci sono la famiglia dei<br />

lemuri, tre famiglie endemiche di uccelli, le<br />

numerose specie di camaleonti e i tipici<br />

baobab. L'aggettivo associato al Madagascar<br />

(usato per indicarne la lingua<br />

nativa, le etnie e la cittadinanza) è<br />

malgascio. Il malgascio è le prima<br />

lingua del Madagascar, ma la<br />

popolazione parla correntemente<br />

anche il francese.<br />

21


22<br />

A voce alta<br />

di Roberto Bof<br />

n. 1 anno 2009<br />

Classe 1961, sposato con Margherita, 2 figli. Giornalista della TV locale Rete55, profondo conoscitore della<br />

pratica sportiva dei disabili. Protagonista di numerosi incontri e convegni per promuovere e divulgare l’attività<br />

motoria per disabili. Allergico a tessere o incarichi di singole federazioni o società. Ideatore e organizzatore<br />

della serata varesina dedicata alla disabilità, nello sport e non solo, che nel dicembre 2008 al<br />

Cinema Vela di Varese è arrivata ad avere una partecipazione di oltre 1200 persone. Ama definirsi un di -<br />

sabile sociale ed alla domanda : “perché tanta passione ed impegno per la disabilità?” è solito rispondere:<br />

”non lo faccio apposta!”<br />

Il 2011 sarà l’anno europeo del volontariato.<br />

Oh che tristezza! Oddio, sempre meglio<br />

della giornata della solidarietà, delle arance<br />

della salute, delle orchidee della vita, delle<br />

mele per il colesterolo, della festa della mam -<br />

ma e del 2 novembre. Almeno dura 365 giorni!<br />

Volontari di tutta Europa rilassatevi ancora per<br />

qualche anno e poi sfogatevi. Anche perché<br />

nel 2011 cade anche il decimo anniversario<br />

dell’anno internazionale del volontariato. È curioso<br />

festeggiare l’internazionalità dell’impegno<br />

sociale in una società come quella<br />

italiana dove a fatica si socializza con il vicino<br />

di pianerottolo. Ma comunque, festa a tempo<br />

determinato dev’essere e festa sia! Più o meno<br />

come quella del 2003, anno internazionale<br />

della disabilità attraverso lo sport. Si dice “un<br />

segno di solidarietà per chi vive la difficoltà<br />

ogni giorno”. Appunto, ogni giorno. E quando<br />

la festa finisce, le spremute prosciugano le<br />

arance e le orchidee appassiscono? Possiamo<br />

pensare di delegare ad oltranza la ricerca e<br />

l’attenzione per gli altri agli agricoltori ed ai<br />

florovivaisti? Se la risposta è si, almeno si pensi<br />

anche ad investire nella semina e non solo sul<br />

raccolto. Fare in modo che in classe, negli<br />

spogliatoi di una palestra, al mare o al cinema,<br />

un bambino cresca vedendo al suo fianco un<br />

coetaneo con qualche problema in più, a cui è<br />

possibile offrire il proprio aiuto. Anche negli<br />

anni pari, non proclamati ufficialmente. Un<br />

sogno? Forse. Ma il mondo del sociale vive di<br />

sogni. Tanto intensamente che spesso li realiz -<br />

za. La parola magica è: volontario. Disagio giovanile,<br />

dipendenze, disabili, anziani, malati<br />

terminali, assistenza ai malati in ospedale,<br />

primo soccorso ed educazione stradale? Ci<br />

pensa il lodevole ed encomiabile volontario.<br />

Guai anche solo a parlare di rimborso spese.<br />

Anzi, per chi non paga la tessera annuale dell’associazione<br />

è pronto un richiamo ufficiale!<br />

Per lui è imperativo il rispetto di regole e orari.<br />

Corsi di formazione si ma… intanto dia la sua<br />

disponibilità. Rischia si ma… è assicurato! Impegno<br />

e preparazione professionale per poter<br />

lavorare al fianco di manager e professionisti,<br />

sempre più aiutati, volontariamente! La città<br />

dorme, tutto è chiuso per ferie oppure nevica?<br />

Niente paura, c’è il volontario. Enti e istituzioni<br />

ringraziano sentitamente per il risparmio di<br />

soldi e fatica. Ai volontari va un lauto compenso<br />

consistente in luoghi comuni e parole<br />

vuote lontane anni luce dall’ormai fuori moda<br />

riconoscenza. Oltre naturalmente ai fiori, alla<br />

frutta e all’anno europeo ed internazionale.<br />

Troppa grazia! In fondo sono semplici volontari.<br />

Aiutare gli altri è gratificante. Spesso può<br />

soddisfare l’incontenibile voglia di apparire. A<br />

volte può rendere addirittura protagonisti.<br />

Altre volte può dividere, se è vero, com’è vero,<br />

che una mamma è capace di crescere 10 figli<br />

ma 10 figli spesso non riescono ad accudire<br />

una madre…” Ho capito quanto sia pieno di<br />

insidie il termine ‘aiutare’. C'è così tanta falsa<br />

coscienza, se non addirittura esibizione nel<br />

volere a tutti i costi aiutare gli altri che se, per<br />

caso, mi capitasse di fare del bene a qualcuno,<br />

mi sentirei più pulito se potessi dire: non l'ho<br />

fatto apposta. Forse solo così tra la parola<br />

‘aiutare’ e la parola ‘vivere’ non ci sarebbe più<br />

nessuna differenza.” (Giorgio Gaber)


ll mio mio vecchio pc non ce la faceva più.<br />

Dopo diversi tentativi di riformattazione e<br />

sistemazione ha tirato definitivamente le<br />

cuoia. Ormai la schermata blu di errore era il<br />

mio desktop ufficiale. Dopo mesi ho deciso di<br />

comprarne uno nuovo.<br />

Caratteristiche? Niente di ipersupertecnologico<br />

(perchè non lo uso per videogiochi o per<br />

video ad alta definizione), parco nei consumi e<br />

nei volumi, possibilmente con linux.<br />

Mi sono avventurato nella schiera dei mini pc<br />

che hanno la caratteristica di essere molto<br />

contenuti nei consumi e sono, come dice il<br />

nome, di ridotte dimensioni. Hanno tutto<br />

quello che serve per degli utenti medi.<br />

Qualche esempio? Lo Studio Hybrid della Dell<br />

è anche molto accattivante come design con<br />

costi da 499 euro e il Mini Pc della Everex da<br />

549 euro. Alla fine ho scelto il Pc Dual Desk-<br />

top di Abaco (che vedete in foto) da 349 euro<br />

(www.abacocomputers.com). C'è anche una<br />

versione a 299 euro pensata per la famiglia<br />

che desidera evitare gli sprechi e che cerca un<br />

semplice computer per un normale utilizzo<br />

casalingo: internet, posta, scrittura documenti,<br />

foto... "Abaco è infatti un computer dotato di<br />

processore reattivo e scattante" dicono sul loro<br />

sito internet "ma che presta particolare cura al<br />

risparmio energetico e che per questo e' anche<br />

particolarmente silenzioso".<br />

Ho scelto Abaco anche perchè si trova già preinstallato<br />

Linux/Ubuntu ed è assemblato a Milano...<br />

a pochi km da casa nostra. L'ordine è<br />

partito.<br />

notizie cesvov<br />

di Marco Sarti<br />

Vicepresidente del <strong>Cesvov</strong> e direttore dell’SOS di Malnate, scrive <strong>qui</strong> in veste di appassionato “risparmiatore<br />

ecologico.” Dice a questo proposito: “Non sono un ingegnere. Non sono uno scienziato né un poeta. Non<br />

sono neanche un prete o un capopopolo. Non ho idee estremiste. Ho trovato molti siti, blog, libri che parlano<br />

di scarsità energetica e di risparmio. Pochissime le esperienza dirette. Quello che mi sono proposto in<br />

questa rubrica è raccogliere delle semplici pratiche applicate quotidianamente per tentare di consumare<br />

meno e meglio. Tutte sono state testate dal sottoscritto applicando la semplice regola del buon senso”.<br />

Lo so, lo so. Il miglior modo per muoversi<br />

senza in<strong>qui</strong>nare e spendendo poco o<br />

niente è andare a piedi o in bici. Fatto sta<br />

che sia per motivi di lavoro che di un minimo<br />

di vita sociale l'automobile risulta veramente<br />

comoda. Come tentare allora di abbassare<br />

l'impatto sull'ambiente delle mie quattroruote?<br />

Meglio una macchina a basse emissioni di Co2<br />

o quella che consuma meno benzina? Meglio<br />

quella prodotta in aziende con certificazioni<br />

ambientali delle più prestigiose o semplicemente<br />

la più leggera? Meglio con zero emissioni<br />

di particolato o elettrica? Ho valutato e<br />

vagliato col fare assolutamente inesperto di<br />

normalissimo cittadino diverse proposte e, non<br />

volendo spendere cifre astronomiche, alla fine,<br />

ho optato per una macchina ibrida a metano<br />

(e per utilizzare sempre la bici per i viaggi<br />

brevi). Il metano (che non è il GPL che invece<br />

è un derivato del petrolio) ha indubbi vantaggi:<br />

minori sostanze nocive immesse nell'ambiente<br />

e un notevole risparmio economico<br />

rispetto alla benzina (si percorre circa il doppio<br />

della strada).<br />

L'auto può essere parcheggiata nei parcheggi<br />

sotterranei e può essere imbarcata sui tra -<br />

ghetti. I distributori vengono riforniti usan do<br />

metanodotti e pertanto il suo trasporto non<br />

incrementa il traffico sulle nostre strade. Si può<br />

usufruire di un incentivo notevole (fino a 6.000<br />

euro). Difetti? La rete distributiva è un po' fiac -<br />

ca e non è semplice rifornirsi come con la<br />

benzina (a meno che non si viva in Emilia Romagna);<br />

le bombole in molti modelli sono nel<br />

bagagliaio.<br />

La maggior parte delle persone che mi hanno<br />

fatto osservazioni sulla capienza del baule,<br />

però, non lo usano mai. Con semplici accorgi -<br />

menti lo si può far diventare molto spazioso (e<br />

noi – che abbiamo ac<strong>qui</strong>stato un doblò a<br />

metano – riusciamo ad usarlo per il campeggio<br />

stracarico 3/4 volte l'anno). Con 18 euro<br />

facciamo circa 330 km (Panda e Punto a<br />

metano consumano ancora meno).<br />

http://consumomeno.blogspot.com<br />

diario verde<br />

23


L’esperto risponde<br />

Dal presente numero di<br />

“Notizie <strong>Cesvov</strong>” Cristina<br />

Buzzetti – dottore commercialista<br />

in Varese dal 1993,<br />

che dal 1998 si occupa<br />

specificamente di fiscalità<br />

del non profit – risponderà<br />

ai vari quesiti che le organizzazioni<br />

di volontariato e<br />

le associazioni di promozione<br />

sociale – nonché<br />

tutte gli altri gruppi che<br />

operano all’interno del<br />

terzo settore – vorranno<br />

sottoporre alla sua attenzione.<br />

Inviate le domande<br />

a: redazione @ cesvov.it,<br />

oppure via po sta al<br />

seguente indiriz zo: Notizie<br />

<strong>Cesvov</strong>, via Bram billa<br />

15, 21100 Varese<br />

24<br />

n. 1 anno 2009<br />

Entrate derivanti dai corsi di formazione<br />

di Cristina Buzzetti<br />

Un’ associazione ONLUS di opzione, operante nel settore della formazione, domanda<br />

se i partecipanti ai propri corsi debbano essere necessariamente soci della stessa;<br />

in ogni caso come si configurano ai fini fiscali le entrate derivanti dallo svolgimento<br />

di tali corsi di formazione?<br />

Ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs. 460/97, l’attività<br />

di una ONLUS che opera nel settore<br />

della formazione deve essere<br />

orientata ad arrecare benefici prevalentemente<br />

a persone svantaggiate in ragione di condizioni<br />

fisiche, psichiche, economiche, sociali<br />

o familiari, e solo in via secondaria a soggetti<br />

privi di questi re<strong>qui</strong>siti indipendentemente dal<br />

fatto che essi siano o meno soci.<br />

L’attività principale non costituisce esercizio<br />

di attività commerciale mentre i proventi<br />

derivanti dall'esercizio delle attività secon -<br />

daria non concorrono alla formazione del red-<br />

dito imponibile, a patto che tale attività direttamente<br />

connessa non sia prevalente rispetto<br />

a quella istituzionale e che i relativi proventi<br />

non superino il 66 per cento delle spese complessive<br />

dell'organizzazione.<br />

Ai fini dell’Imposta sul Valore Aggiunto,<br />

inoltre, si segnala che le prestazioni e -<br />

ducative dell'infanzia e della gioventù e<br />

quelle didattiche di ogni genere, anche per la<br />

formazione, l'aggiornamento, la riqualifica -<br />

zione e riconversione professionale rese da<br />

ONLUS, godono dell’esenzione IVA ai sensi<br />

dell’art. 10 del DPR 633/72.<br />

Assicurazione per i volontari attivi<br />

Un’organizzazione iscritta al Registro Provinciale del Volontariato<br />

domanda se l’assicurazione richiesta ai sensi dell'art.<br />

4 della L. 266/91 per i propri volontari attivi, sia sufficiente<br />

ai fini della copertura antinfortunistica o se esista anche un obbligo<br />

di iscrizione all’INAIL.<br />

L’articolo 4 della Legge 266/91 sancisce<br />

l’obbligo per le organizzazioni di volontariato<br />

di “assicurare i propri aderenti,<br />

che prestano attività di volontariato, contro<br />

gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento<br />

dell’attività stessa, nonché per la responsabilità<br />

civile verso i terzi”. La copertura<br />

assicurativa è un re<strong>qui</strong>sito indispensabile per<br />

poter stipulare convenzioni con lo Stato, le<br />

Regioni, le Province autonome, gli Enti locali<br />

e gli altri Enti pubblici, ai sensi dell’art. 7 della<br />

Legge 266/91, e gli oneri relativi alla copertura<br />

assicurativa sono a carico dell’ente col<br />

quale è stipulata la convenzione.<br />

Non instaurandosi tra l’organizzazione e<br />

i propri volontari alcun rapporto di lavoro<br />

dipendente o assimilato (parasubordinato)<br />

e in assenza di retribuzione<br />

alcuna, non si realizza il presupposto richiesto<br />

dal D.P.R. 1124/65 ai fini dell’insorgenza dell’obbligo<br />

assicurativo INAIL, neppure per e -<br />

stensione laddove l’organizzazione debba nel<br />

caso aprire una posizione assicurativa per<br />

collaboratori a progetto.


notizie cesvov<br />

Esonero dall’imposta di registro e di bollo all’atto dell’iscrizione<br />

Nonostante l’art. 8 della Legge 266/91 preveda espressamente che “gli atti costitutivi<br />

delle organizzazioni di volontariato, costituite esclusivamente per fini di solidarietà,<br />

e quelli connessi allo svolgimento delle loro attività siano esenti<br />

dall’imposta di bollo e di registro”, non tutte le Agenzie attribuiscono tale diritto alle organizzazioni<br />

di volontariato pretendendo invero il pagamento dell’imposta in quanto non<br />

ancora iscritte al registro del volontariato.<br />

Come si deve comportare un’organizzazione di volontariato che in sede di registrazione<br />

del’atto costitutivo e dello statuto, pretendendo giustamente che gli stessi siano regi strati<br />

in esenzione di imposta, si vede invece chiedere il pagamento?<br />

Con la Circolare Ministeriale n. 3 del 25<br />

febbraio 1992, avente a oggetto la<br />

Legge 266/91, “Legge quadro sul volontariato”,<br />

il Ministero delle Finanze ha chiarito<br />

che “per quanto concerne l’imposizione indiretta<br />

le agevolazioni fiscali sono contenute nei<br />

commi 1 e 2 dell’art. 8 e sono subordinate alla<br />

circostanza che le organizzazioni di volonta -<br />

riato siano costituite esclusivamente per fini di<br />

solidarietà e siano iscritte negli accennati re -<br />

gistri tenuti dalle regioni e province autonome.<br />

Al comma 1 è previsto che gli atti<br />

costituitivi delle accennate organizzazioni e<br />

quelli relativi allo svolgimento della loro atti -<br />

vità sono esenti dall’imposta di bollo e di re -<br />

gistro. Pertanto nelle ipotesi previste, la<br />

formalità della registrazione, agli effetti del-<br />

Risoluzione 29 maggio 1993, prot. 300028<br />

Quesito interpretativo – art. 8 della legge 11 agosto 91, n.<br />

266 (legge quadro sul volontariato). È stato chiesto l’esonero<br />

assoluto dall’imposta di registro per gli atti costitutivi delle<br />

organizzazioni di volontariato e per quelli relativi allo svolgimento<br />

delle loro attività.<br />

l’imposta di registro, dovrà essere eseguita<br />

senza pagamento di imposta.”<br />

È<strong>qui</strong>ndi da censurare il comportamento di<br />

alcune Agenzie territoriali che ancora<br />

oggi negano l’esenzione dall’imposta di<br />

registro e di bollo agli atti costitutivi e agli<br />

statuti delle organizzazioni di volontariato<br />

costituende i cui statuti siano conformi ai dettami<br />

della legge n. 266/1991. Il consiglio che<br />

si può dare qualora uno sportello terri to -<br />

riale contesti a un’associazione l’esenzione<br />

in questione, è quello di presentare una<br />

copia della Risoluzione del 29 maggio 1993<br />

dell’Agenzia delle Entrate (che <strong>qui</strong> di seguito<br />

si riporta) per evidenziare la fondatezza del<br />

diritto all’agevolazione.<br />

L’esperto risponde<br />

Sintesi<br />

Come si deve<br />

comportare<br />

un’organizzazione<br />

di volontariato<br />

che in sede di<br />

registrazione<br />

del’atto<br />

costitutivo e<br />

dello statuto, si<br />

vede chiedere il<br />

pagamento?<br />

Gli atti costitutivi delle organizzazioni di volontariato e quelli relative<br />

allo svolgimento delle loro attività sono esenti dall’imposta di bollo<br />

e di registro. Pertanto, nelle ipotesi previste, la formalità della regi -<br />

strazione, agli effetti della imposta di registro, dovrà essere eseguita<br />

senza pagamento d’imposta.<br />

Testo<br />

L’associazione di volontariato”Centro amico”, con istanza diretta a codesta intendenza, ha chiesto l’esonero assoluto dall’assolvimento<br />

dell’imposta di registro “per ogni atto inerente la modifica dell’atto costitutivo o dello statuto regolante la vita dell’Ente, ai sensi dell’art.<br />

8 della legge in oggetto”. L’Ufficio del Registro di Taranto ha ritenuto dovuta, invece, la corresponsione della suddetta imposta<br />

nella misura fissa. Codesta Intendenza, “ritenendo non manifestamente infondata l’eccezione dell’Associazione che ne occupa attesa<br />

la ratio della disposizione legislativa dettante norme di particolare favore ed incoraggiamento alla costituzione delle associazioni di<br />

volontariato, ai sensi del non e<strong>qui</strong>voco disposto dell’art. I della ripetuta legge”, ha chiesto il parere di questa Direzione Generale al<br />

fine di provvedere all’eventuale rimborso della somma corrisposta. La Scrivente informa che questo Dicastero si è pronunciato sulla<br />

problematica in esame nell’allegata circolare n. 3 del 25/2/1992, relativa alla legge 11/8/1991, n. 266 (legge-quadro sul volontaria -<br />

to), laddove ha chiarito che: ”Per quanto concerne l’imposizione indiretta le agevolazioni fiscali sono contenute nei commi 1 e 2 dell’art.<br />

8 e sono subordinate alla circostanza che le organizzazioni di volontariato siano costituite esclusivamente per fini di solidarietà<br />

e siano iscritte negli accennati registri tenuti dalle Regioni e Province autonome. Al comma 1 è previsto che gli atti costitutivi delle<br />

accennate organizzazioni e quelli relativi allo svolgimento delle loro attività sono esenti dall’imposta di bollo e di registro. Pertanto,<br />

nelle ipotesi previste, la formalità della registrazione agli effetti dell’imposta di registro, dovrà essere seguita senza pagamento di<br />

imposta”. La scrivente ritiene, <strong>qui</strong>ndi, che nella fattispecie in esame si possa procedere il rimborso della somma versata.<br />

25


Recensioni<br />

a cura di Luca Masera<br />

26<br />

Libri<br />

n. 1 anno 2009<br />

Semplice da consultare, immediato nel linguaggio,<br />

operativo nelle soluzioni, Sponsoring<br />

dalla A alla Z. Manuale operativo si<br />

propone tre obiettivi: definire la sponsorizzazione,<br />

gli elementi di affinità e le differenze<br />

con il mecenatismo e le attività di fundraising<br />

nel contesto della comunicazione; offrire un<br />

quadro completo e aderente alla prassi di un<br />

progetto di sponsorizzazione (dall’analisi della<br />

situazione, alla stipula di un contratto); descrivere<br />

contenuti e metodi per affrontare un<br />

progetto di sponsorizzazione in modo efficace<br />

e concreto. Il manuale offre una panoramica<br />

esaustiva di tutti gli aspetti collegati a un<br />

progetto di sponsorizzazione. La struttura si<br />

articola in dieci capitoli e cinque appendici.<br />

Alla fine di ogni capitolo una checklist e una<br />

breve scheda riassuntiva perfeziona l'ac<strong>qui</strong>sizione<br />

dei contenuti, rendendo immediata<br />

l'applicazione dei criteri metodologici nella o -<br />

pe ratività collegata a un progetto di sponsorizzazione.<br />

Il manuale permette di reperire<br />

un gran numero di informazioni attuabili con<br />

efficacia e immediatezza senza che la lettura si<br />

riveli difficoltosa. Il testo può essere, infatti,<br />

consultato per capitoli a seconda delle necessità<br />

del lettore, senza pregiudizio per la comprensione<br />

della tematica. La doppia ottica<br />

dello sponsor e dello sponsorizzato consente<br />

inoltre la comprensione delle logiche in base<br />

alle quali agisce l’interlocutore.<br />

Sponsoring dalla A alla Z, Manuale operativo.<br />

Elisa Bortoluzzi Dubach, Hansrudolf Frey,<br />

Skira 2008, €30,00.<br />

Negli ultimi anni del processo di co stru -<br />

zione dell’Unione europea, di pari passo<br />

con l’integrazione economica, anche la<br />

dimensione sociale è andata rafforzandosi<br />

sempre più: questo mutamento è stato la lo -<br />

gica conseguenza dello sviluppo di alcune<br />

politiche finalizzate all’attuazione del principio<br />

di coesione sociale quale obiettivo fondante<br />

della politica generale. L’Europa, intesa dal<br />

punto di vista “sociale”, è sicuramente un concetto<br />

ampio, inerente tutto ciò che riguarda la<br />

tutela dei lavoratori e del diritto del lavoro,<br />

oltre che la sanità e l’assistenza sociale: la ma -<br />

turazione del sistema è stata lenta, però col<br />

tempo è riuscita a divenire un punto centrale<br />

di una politica più complessiva in ragione del<br />

fatto che l’integrazione monetaria ha avuto<br />

bisogno della convergenza delle politiche sociali,<br />

così come l’integrazione politica ha<br />

dovuto trovare la sua identità rafforzando i<br />

diritti sociali dei cittadini europei. La prima<br />

parte dell’opera analizza proprio questa<br />

evoluzione a partire delle disposizioni dei Trattati<br />

che sono stati funzionali all’instaurarsi di<br />

un libero mercato e all’attuazione della libera<br />

circolazione dei lavoratori; si passa poi al ruolo<br />

giocato dalle istituzioni comunitarie quali<br />

soggetti del processo decisionale nella politica<br />

sociale, fino a esaminare i principali strumenti<br />

normativi e finanziari evidenziando l’adozione<br />

del metodo aperto di coordinamento quale<br />

strumento di avvicinamento tra gli obiettivi<br />

europei e le specificità dei paesi membri. La<br />

seconda parte del volume ripercorre il tema<br />

del rapporto tra la politica europea e i diversi<br />

welfare nazionali, soprattutto le diversità che<br />

riguardano l’organizzazione del sistema sociale,<br />

il suo finanziamento, l’entità e le priorità<br />

della spesa. Nella terza parte l’autrice sottolinea<br />

l’evoluzione di alcune politiche europee,<br />

in particolar modo quelle che attengono ai<br />

servizi alla persona e che <strong>qui</strong>ndi interessano<br />

direttamente la gestione dei servizi sociali.<br />

L’ultima parte, infine, analizza il Project Cicle<br />

Management quale strumento di programmazione<br />

e progettazione adottato dall’Unione<br />

Europea per l’attuazione delle politiche a livel -<br />

lo locale, e fornisce strumenti metodologici efficaci<br />

per la progettazione comunitaria e per la<br />

programmazione locale.<br />

Le politiche sociali dell’Unione Europea<br />

Mariapaola Colombo Svevo, edizioni Franco<br />

Angeli 2005, € 21,50.


Se il cinema, anche quello legato allo spettacolo,<br />

affronta sempre di più il tema dei<br />

diritti umani, un grande merito va certo<br />

ai produttori, agli sceneggiatori e ai registi indipendenti.<br />

Possiamo ricordare, tra i tanti, film<br />

di grande impegno civile come Ilaria Alpi, Il<br />

più crudele dei giorni, film diretto da Fernando<br />

Vicentini Orgnani che racconta la fine della<br />

giornalista italiana e del suo operatore Miran<br />

Hrovatin, impegnati nella denuncia dei traffici<br />

d’armi in Somalia, oppure thriller come The<br />

constant gardener, di Fernando Meirelles,<br />

dove diventa fiction di alto coinvolgimento<br />

emotivo (è pura invenzione, essendo tratta da<br />

un libro di Le Carré, ma quanto credibile…)<br />

l'indagine di un diplomatico inglese sull'assassinio<br />

della moglie, attivista in Kenya nella<br />

soluzione di problemi sanitari.<br />

Nel variegato mondo delle produzioni indipendenti,<br />

però, un posto di rilievo è<br />

spesso occupato da piccole case di produzione<br />

che collaborano strettamente con il<br />

mondo del volontariato e dell’associazionismo<br />

sociale. Ci riferiamo, ad esempio, ai numerosi<br />

documentari realizzati sia per far conoscere il<br />

lavoro sul campo portato avanti dagli enti non<br />

governativi, che per sensibilizzare il pubblico<br />

sui temi della solidarietà e dell’impegno civile.<br />

Va detto che queste opere audiovisive solo<br />

raramente arrivano sul grande schermo o<br />

trovano adeguata visibilità dopo il passaggio<br />

in qualche festival (dove, come sappiamo,<br />

sono spesso confinati nelle sezioni collaterali),<br />

mentre per circuitare si devono affidare, ancora<br />

una volta, alla rete culturale costruita da<br />

associazioni non-profit e del terzo settore.<br />

LAMREF, Ong attiva nel continente africano,<br />

’<br />

ha realizzato diversi film arrivati in qualche<br />

caso nei circuiti d’essai: basti pensare a<br />

Pole Pole, Baba Mandela, Bimbi neri Notti<br />

bianche oppure Gulu, con testimonial come<br />

Fabio Fazio, Giobbe Covatta e Luca Zingaretti.<br />

Ma anche recentemente, nella nostra provincia<br />

nell’ambito della rassegna “Un posto nel<br />

mondo”, sono stati presentati film prodotti con<br />

notizie cesvov<br />

l’attenzione a queste finalità: ci riferiamo ad<br />

esempio ai lungometraggi Forse Dio è malato,<br />

diretto da Franco Brogi Taviani, che illustra<br />

anche attraverso la parola dei cantastorie locali<br />

la drammatica situazione dei paesi africani, oppure<br />

a Okunchiran, dove il giornalista e vignettista<br />

Vauro con una piccola troupe compie<br />

un viaggio in Cambogia attraverso la strada<br />

più infestata di mine, un luogo dove il<br />

prezioso intervento di Emergency ha costruito<br />

un ospedale e un primo soccorso per le vittime<br />

della guerra.<br />

’<br />

Limpressione, positiva,<br />

è che la comuni-<br />

cazione legata al sociale abbia raccolto<br />

con grande efficacia la moderna sfida mediatica<br />

che impone di utilizzare, per trasmettere<br />

messaggi di forte valenza etica e<br />

formativa, i linguaggi audiovisivi più diretti,<br />

mostrando anche attraverso immagini scioccanti<br />

ma certamente vere realtà spesso snobbate<br />

dai mass-media. Alzi la mano chi ha visto<br />

sullo schermo domestico, in prima serata, un<br />

reportage sullo sfruttamento del lavoro minorile,<br />

sulle conseguenze delle guerre, sulle violenze<br />

etniche, sull’emigrazione come risposta<br />

ai bisogni: quando ciò accade, il messaggio è<br />

edulcorato, privilegia i toni esotici e folklorici o<br />

banalmente fa leva sulla retorica degli sforzi<br />

compiuti dal’Occidente benestante per “accorciare”<br />

le distanze con i paesi costantemente in<br />

via di sviluppo. Vedere il sociale con occhi diversi<br />

diventa allora, in questa nostra epoca<br />

confusa e fortemente contradditoria nelle<br />

potenzialità e nelle reali intenzioni informative,<br />

un impegno primario, che tutto il variegato<br />

mondo del volontariato deve continuare a<br />

praticare e a divulgare, con la consapevolezza<br />

che, come i grandi eventi che richiamano<br />

l’opinione pubblica, anche piccole storie quotidiane<br />

raccontano pezzi di verità di fronte ai<br />

quali non si può restare indifferenti: coinvolgersi<br />

e agire in prima persona è, come sempre,<br />

un semplice ma indispensabile buon inizio.<br />

Giulio Rossini<br />

Recensioni<br />

a cura di Filmstudio 90<br />

Film<br />

27


28<br />

Notizie in breve<br />

n. 1 anno 2009<br />

Odv salve dalla rendicontazione all’Agenzia delle Entrate<br />

La revisione dell'articolo 30 del decreto legge 185/2008 ha eliminato un possibile ulteriore<br />

adempimento burocratico per il mondo del volontariato. Nella sua prima versione<br />

l’articolo prevedeva anche per le organizzazioni di volontariato iscritte ai<br />

registri regionali (di cui alla legge 266/91), una rendicontazione annuale all’Agenzia<br />

delle Entrate. Il testo approvato al senato esclude dalla nuova procedura di trasmissione<br />

annuale di documentazione all'Agenzia delle Entrate le organizzazioni di volontariato<br />

iscritte ai registri regionali che non svolgono attività commerciali diverse da<br />

quelle marginali individuate con decreto del Ministro delle Finanze 25 maggio 1995.<br />

L'onere permane invece per tutti gli altri enti di tipo associativo.<br />

Pubblicata la nuova guida alle agevolazioni per disabili<br />

È stata pubblicata sul sito dell'Agenzia delle Entrate la nuova edizione della “guida<br />

alle agevolazioni per disabili” aggiornata con le novità della manovra finanziaria<br />

2009. I punti principali affrontati dal volume riguardano ad esempio le detrazioni per<br />

figli a carico, le agevolazioni per l'ac<strong>qui</strong>sto di un autoveicolo o per sussidi tecnici e<br />

informatici, le detrazioni per le spese di abbattimento delle barriere architettoniche<br />

e detrazioni Irpef delle spese sostenute per l'assistenza domiciliare. La guida è scaricabile<br />

dal sito www.agenziaentrate.it<br />

Donazioni: deducibilità senza frontiere<br />

Le erogazioni liberali a favore di enti senza scopo di lucro, con sede fuori dal territorio<br />

di appartenenza danno diritto, nell'ambito dei Paesi dell’Unione Europea, ai<br />

vantaggi fiscali previsti dallo Stato di appartenenza. A sostenerlo è stata la Corte di<br />

giustizia europea in una sua sentenza del 27 gennaio scorso richiamando il principio<br />

della libera circolazione dei capitali a proposito di un caso sollevato da un cittadino<br />

tedesco che aveva donato alcuni beni a un soggetto del terzo settore<br />

operante in Portogallo. Naturalmente, al fine di poter godere della deducibilità, occorre<br />

che siano rispettate due condizioni considerate essenziali secondo la sentenza.<br />

Il contribuente deve riuscire a dimostrare di aver sostenuto effettivamente l'onere e<br />

l'ente non lucrativo a cui si dona deve rispettare i re<strong>qui</strong>siti di legge previsti dal suo<br />

stato di appartenenza per il regime di deducibilità.


Coloro che sognano di giorno sanno molte cose<br />

che sfuggono a chi sogna soltanto di notte.<br />

(E.A.Poe)<br />

notizie cesvov<br />

Fondo Danilo Dolci, all'appello i progetti<br />

Si aprono a maggio i termini del bando “Fondo Danilo Dolci 2009”. A disposizione<br />

ci sono 5 mila euro per progetti che promuovano e diffondano in provincia di Varese<br />

attività culturali, inchieste, monitoraggi, inerenti la promozione della legalità e della<br />

nonviolenza. Saranno privilegiati i progetti che tendono a realizzare il coinvolgimento<br />

delle scuole e la collaborazione con le realtà impegnate nella lotta alla mafia.<br />

Possono presentare progetti sia scuole che associazioni, enti pubblici e privati, Onlus<br />

e organizzazioni assimilabili. Le domande potranno essere presentate, a partire dal<br />

primo e fino al 29 maggio, alla Fondazione Comunitaria del Varesotto.<br />

Modulistica e bando: www.fondodanilodolci.it<br />

Popoli e scrittori<br />

Le Acli varesine, la Caritas varesina e la Pastorale Migranti di Varese, in collaborazione<br />

con la casa editrice “Il veliero Blu”, promuovono un concorso internazionale<br />

di poesia e narrativa dedicato ai temi legati all’integrazione e aperto alla partecipazione<br />

di italiani e stranieri. Sono previste due sezioni: si potrà partecipare alla<br />

sezione narrativa con un racconto in italiano di massimo 8.000 battute e alla sezione<br />

di poesia con un massimo di tre poesie di 30 versi in italiano o in ogni altra lingua.<br />

Le opere dovranno essere inedite e mai premiate in altri concorsi e dovranno pervenire<br />

entro il 20 aprile 2009 presso la sede Acli di Varese.<br />

Modulistica e bando: www.aclivarese.it<br />

Dalla Provincia un aiuto per progetti sociali<br />

L'Assessorato alle politiche sociali della Provincia di Varese intende sostenere interventi<br />

che possano incidere sul tessuto sociale tramite la concessione di contributi a<br />

sostegno di progetti ideati e presentati dai vari gruppi di lavoro provinciali, da<br />

soggetti del privato sociale ed enti pubblici. Le aree identificate come prioritarie<br />

sono: minori e famiglia, marginalità, anziani e disabilità. Le domande di contributo<br />

dovranno essere inviate entro le ore 12 del 3 aprile 2009.<br />

Modulistica e bando: www.provincia.va.it/bandi<br />

Fondazione Cariplo, aperti i bandi 2009<br />

Nelle scorse settimane sono stati presentati i Bandi della Fondazione Cariplo per il<br />

2009. In tutto Fondazione Cariplo mette a disposizione 60 milioni di euro suddivisi<br />

in 18 differenti bandi dedicati alle quattro tradizionali aree di intervento che sono:<br />

ambiente, arte e cultura, ricerca scientifica, servizi alla persona. In questo ultimo ambito,<br />

in particolare, i progetti potranno riguardare la tutela dell’infanzia, lo sviluppo<br />

dell’impresa sociale per inserire al lavoro persone svantaggiate, il sostegno per il<br />

“dopo di noi durante noi”, la diffusione e il potenziamento degli interventi di housing<br />

sociale temporaneo a favore di soggetti deboli, la creazione di partnership internazionali<br />

per lo sviluppo. I bandi si suddividono in chiusi (con scadenza dei termini<br />

tra maggio e giugno) e aperti (senza scadenza). I progetti dovranno essere presentati<br />

da enti o soggetti senza fini di lucro.<br />

Modulistica e informazioni: www.fondazionecariplo.it<br />

29


30<br />

Notizie in breve<br />

n. 1 anno 2009<br />

Per le Odv obblighi per la sicurezza rimandati al 2010<br />

Il parlamento ha approvato il disegno di legge di conversione con modificazioni del<br />

decreto legge 207/2008 (c.d. Milleproroghe): fra le modificazioni introdotte in sede<br />

di conversione, la legge prevede la proroga per la pubblicazione del decreto applicativo<br />

sulla sicurezza nei luoghi di lavoro per le organizzazioni di volontariato al<br />

15 maggio 2010. Il decreto 81/2007 prevedeva originariamente che le disposizione<br />

in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro fossero applicate<br />

anche nelle organizzazioni di volontariato entro e non oltre dodici mesi dalla data<br />

della sua entrata in vigore. Tuttavia, con la conversione in legge del decreto legge<br />

207/2008, lo spazio temporale di applicazione viene spostato di ulteriori dodici mesi,<br />

<strong>qui</strong>ndi entro il 15 maggio 2010. Questo significa che fino a quella data o almeno fino<br />

alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di tale decreto applicativo, il D.lgs. 81/2007<br />

(attuativo dell’art. 1 della Legge del 3 agosto 2007 n. 123, in materia di tutela della<br />

salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro) continuerà a non applicarsi alle organizzazioni<br />

di volontariato.<br />

Parlamento europeo: l'Alzheimer priorità sanitaria<br />

Il Parlamento europeo ha adottato, nello scorso mese di febbraio, una dichiarazione<br />

scritta in cui si chiede che la Commissione e il Consiglio Ue riconoscano il morbo di<br />

Alzheimer tra le priorità delle politiche sanitarie pubbliche. Ciò si tradurrebbe in un<br />

piano d'azione comunitario per favorire la ricerca, la prevenzione e il trattamento,<br />

migliorando la diagnosi precoce, semplificando le procedure amministrative per chi<br />

deve farsi curare e promuovendo il ruolo delle associazioni grazie a maggiori fondi<br />

a loro favore. L’esecutivo europeo dovrebbe <strong>qui</strong>ndi pronunciarsi sull'argomento entro<br />

la fine dell'anno. Il morbo di Alzheimer interessa attualmente 6,1 milioni di europei,<br />

ovvero una donna su quattro e un uomo su cinque oltre gli 85 anni. Una cifra “destinata<br />

a raddoppiare o a triplicarsi entro il 2050, a causa dell'invecchiamento delle<br />

popolazioni”. Notizia tratta da: Redattore sociale del 4 febbraio 2009.<br />

Ratificata la convenzione sui diritti dei disabili<br />

È stato approvato dalla Camera dei Deputati il disegno di legge di ratifica della Convenzione<br />

delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Il via libera, che<br />

segue quello del Senato, è stato dato in via definitiva. Un risultato atteso da due<br />

anni, da quando cioè il documento, il primo grande trattato sui diritti umani del<br />

ventunesimo secolo, era stato firmato al Palazzo di Vetro il 30 marzo 2007. Insieme<br />

alla Convenzione, è stato dato l'ok all'istituzione dell’Osservatorio sulla condizione<br />

delle persone con disabilità, al quale è affidato il compito di provvedere alla<br />

redazione, entro due anni dalla ratifica e poi ogni quattro anni, di un rapporto dettagliato<br />

sulle misure prese per rendere efficaci gli obblighi sanciti dal documento e<br />

sui progressi conseguiti al riguardo. La Convenzione non introduce nuovi diritti, ma<br />

si prefigge lo scopo di promuovere, proteggere e assicurare alle persone con disa -<br />

bilità il pieno ed eguale godimento del diritto alla vita, alla salute, all'istruzione, al<br />

lavoro, ad una vita indipendente, alla mobilità, alla libertà di espressione e in ge ne -<br />

rale alla partecipazione alla vita politica e sociale.


La differenza tra la letteratura e il giornalismo? Il<br />

giornalismo è illeggibile e la letteratura non è letta.<br />

(Oscar Wilde)<br />

notizie cesvov<br />

Parole e immagini per raccontare il volontariato<br />

Il <strong>Cesvov</strong> propone un corso base rivolto a volontari che si occupano o vorrebbero<br />

occuparsi di comunicazione all’interno della propria associazione di appartenenza.<br />

Il corso ha l’obiettivo di fornire gli strumenti necessari a realizzare una comunicazione<br />

semplice, ma efficace. Il tutto sarà realizzato attraverso due momenti differenti. Uno<br />

riguardante la comunicazione scritta, con tutto ciò che essa comporta, partendo<br />

dalle più elementari regole di composizione del testo fino all’organizzazione di un<br />

ufficio stampa vero e proprio; l’altro più legato alla comunicazione visiva, alla rea -<br />

liz zazione di volantini e manifesti con un approfondimento sul significato degli spazi,<br />

delle forme, dei caratteri e dei colori. Le lezioni saranno frontali con esercitazioni e<br />

simulazioni. Il corso sarà articolato in 5 incontri serali (ore 20,30 – 22,30 sede <strong>Cesvov</strong>,<br />

Varese).<br />

Informazioni e iscrizioni: www.cesvov.it 0332 293001<br />

e-mail: provenzano@cesvov.it oppure simonelli@cesvov.it<br />

Informatica livello base<br />

Un corso per apprendere competenze informatiche sull’utilizzo del pc all’interno<br />

delle attività dell’associazione di volontariato: è questa la proposta del <strong>Cesvov</strong> fatta<br />

in collaborazione con Enaip. L’attività formativa è finalizzata a fornire gli strumenti e<br />

i metodi di lavoro necessari per affrontare procedure di lavoro in cui sia necessario<br />

l’uso del pc, con specifica finalità di creare documenti di testo o di elaborazione<br />

dati. In particolare i programmi sui quali si concentreranno le lezioni, 12 incontri,<br />

saranno Word ed Excell. Il corso sarà proposto in due differenti sedi. A Varese, sede<br />

Enaip, via Uberti 44 a partire dal 21 aprile e fino al 26 maggio. A Busto, sede Enaip,<br />

viale Stelvio 143, a partire dal 20 aprile e fino 28 maggio.<br />

Informazioni e iscrizioni: www.cesvov.it 0332 293001 – 0332 293005<br />

e-mail: cecchin@cesvov.it<br />

Haccp e libretto di idoneità sanitaria<br />

Sarà proposto dal <strong>Cesvov</strong> in 4 diverse sedi, in collaborazione con la Provincia di<br />

Varese, il corso di formazione per operatori del settore alimentare Haccp ex libretto<br />

di idoneità sanitaria relativo all’obbligatorietà dell’auto-controllo alimentare condotto<br />

secondo i principi dettati dalla normativa vigente.<br />

I desti natari di questa formazione sono volontari dei centri anziani e associazioni che<br />

si occupano di servizio bar, somministrazione bevande, cucina/ristorazione, Cral<br />

anziani, feste sociali e patronali. L’attività formativa prevede momenti teorici rivolti a<br />

volontari e operatori del settore di organizzazioni di volontariato e associazioni di<br />

promozione sociale. Il corso si articola in due incontri di due ore e mezza ciascuno<br />

e si terrà a Varese (14 e 15 aprile), Gallarate (21 e 24 aprile), Sesto Calende (5 e 8<br />

maggio), Saronno (12 e 15 maggio). È previsto un numero massimo di partecipanti<br />

pari a 25/30.<br />

Informazionie iscrizioni: www.cesvov.it o 0332 293001 – 0332 293005.<br />

e-mail: cecchin@cesvov.it<br />

31


Periodico di informazione<br />

del Centro di Servizi<br />

per il Volontariato<br />

della provincia di Varese.<br />

Anno IX n. 1 - marzo 2009<br />

Direttore responsabile<br />

Vincenzo Saturni<br />

Redazione<br />

Paola Provenzano<br />

provenzano@cesvov.it<br />

Fabio Simonelli<br />

simonelli@cesvov.it<br />

Lara Falkenberg<br />

Davide Carabelli<br />

carabelli@cesvov.it<br />

Luca Masera<br />

masera@cesvov.it<br />

Hanno collaborato<br />

Area Promozione <strong>Cesvov</strong><br />

Marina Bassetti<br />

Roberto Bof<br />

Marco Sarti<br />

Giulio Rossini<br />

Cristina Buzzetti<br />

Marco Mancini<br />

Lara Ghezzi<br />

Sofia Gallo Galeròn<br />

Simona Tudose<br />

Agnese Riva<br />

Est Onlus<br />

Amici del Madagascar<br />

Emergency<br />

La Finestra<br />

Filmstudio’90<br />

Redazione<br />

amministrazione<br />

Via Brambilla 15, 21100<br />

Varese<br />

Tel. 0332/293001 Fax<br />

0332/293020<br />

http://www.cesvov.it<br />

e-mail: varese@cesvov.it<br />

Grafica e impaginazione:<br />

Fabio Simonelli<br />

Paola Provenzano<br />

Lara Falkenberg<br />

Stampa<br />

Tecnografica - Varese


Società di Mutuo Soccorso<br />

Quale futuro per la più antica forma<br />

di assistenza laica italiana?<br />

Per informazioni:<br />

simonelli@cesvov.it<br />

provenzano@cesvov.it


STRUMENTI PER LA SOLIDARIETÀ<br />

n° 5<br />

Rapporto 2006<br />

sulle Organizzazioni<br />

di Volontariato<br />

nella provincia<br />

di Varese<br />

sede di Varese:<br />

via Brambilla 15, 21100 Varese<br />

tel. 0332.293001<br />

fax 0332.293020

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