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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Selene Calloni Williams<br />
Quaderni di Yoga 2<br />
La reintegrazione attraverso la gioia<br />
Editore di pensieri, emozioni, strumenti<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
E’ una collana diretta da Matteo Ponti<br />
I «quaderni di Yoga» costituiscono un'esposizione completa, dettagliata e unitaria delle<br />
tecniche dello Yoga; dalle posture fisiche al controllo del respiro, dalle krìyà alle pratiche<br />
di meditazione tradizionale, dalla meditazione al lavoro sui chakra, ma non solo. L'autrice<br />
non si limita a una mera classificazione delle tecniche, ma ne svela il significato più<br />
profondo: ne esce un «racconto» dello Voga non solo chiaro ed esauriente, ma anche<br />
appassionato e affascinante, capace di trasportarci nella più bella di tutte le avventure:<br />
l'avventura interiore.<br />
Il criterio secondo il quale la collana è stata ideata fa sì che ogni singolo libro, pur<br />
facendo parte di un più ampio disegno,possa avere anche una vita indipendente ed<br />
essere un'opera di per sé completa e utile.<br />
La chiarezza dell'esposizione e l'ampio utilizzo di disegni rendono la collana fruibile non<br />
solo da quanti conducono gruppi di hatha-yoga e meditazione, e da chi opera nell'ambito<br />
delle terapie psicocorporee, ma anche dal lettore che si accosta per la prima volta allo<br />
Voga e al vasto panorama delle tecniche di autoesplorazione. L'autrice, infatti, in perfetta<br />
sintonia con l'antico insegnamento del Tantra, ci propone un cammino di autoevoluzione<br />
integrale che non si realizza attraverso una fuga nello spirito, ma tramite l'incontro dello<br />
spirito e della materia, dell'anima e del corpo, del Cielo e della Terra.<br />
è un marchio<br />
http://www.nonterapia.ch/<br />
info@nonterapia.ch<br />
Società di <strong>Nonterapia</strong>: Bissone, Losanna, Milano, Edimburgo.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
SELENE CALLONI WILLIAMS<br />
Molto giovane trascorre svariati anni in Oriente dove è iniziata allo yoga e allo sciamanismo da<br />
Michael Williams. Studia meditazione durante sei anni di ritiro presso il Polgasduwa Island<br />
Hermitage, l’eremitaggio theravada nella foresta (Forest Monastery), fondato dal Ven.<br />
Nyanatiloka nel 1911, che si trova nel Distretto di Galle, in Sri Lanka. Successivamente si<br />
laurea in psicologia con una tesi sullo Yoga Integrale di Sri Aurobindo e viaggia intensamente<br />
per le regioni himalayane seguendo un percorso geografico che è altresì un percorso di<br />
iniziazione interiore. Anche in Occidente è allieva di grandi maestri del calibro di Raimon<br />
Panikkar e James Hillman, con quest’ultimo e altri filosofi pubblica nel 2003 il libro Quaderni di<br />
Mantra, edizioni Holos International, Melide, Svizzera. Aspetti significativi della sua iniziazione,<br />
unitamente alla spiegazione di pratiche e di rituali dello Yoga Sciamanico, si trovano nei libri<br />
Iniziazione allo Yoga Sciamanico, edizioni Mediterranee, Roma, 1999 e Yogin e Sciamano,<br />
edizioni Attipoetici, Bissone, 2010.<br />
La sua tesi di laurea sullo Yoga Integrale è stata pubblicata nel 1993 dalla Casa Editrice<br />
Promolibri di Torino con il titolo Energia e Armonia nello Yoga Integrale, libro ri-edito in<br />
versione riveduta e corretta nel 2010 da Atti Poetici. Le edizioni Attipoetici nel 2010 pubblicano<br />
in nuova edizione anche i suoi Quaderni di Yoga, due volumi dedicati alle tecniche psicofisiche<br />
dello yoga, già editi nel 1994 da Promolibri.<br />
Nel 2004 pubblica per i tipi della Casa Editrice Magnanelli di Torino il saggio Il Mito del<br />
Superuomo, da Nietzsche ad Aurobindo.<br />
È autrice televisiva e documentarista. A cavallo tra il 2007 e 2008 realizza il programma<br />
televisivo Camminando, andato in onda su “LA7” nel febbraio 2008. Ha realizzato anche<br />
documentari a carattere antropologico. Il documentario Myanmar, la Terra dei Nat, è<br />
acquistabile presso la Società di <strong>Nonterapia</strong> al prezzo di 25 Euro. Per averlo è sufficiente<br />
inviare una mail di richiesta a info@nonterapia.ch.<br />
Su esempio e incarico di Michael Williams, fonda il movimento dello Yoga Sciamanico.<br />
www.yogasciamanico.it<br />
Il movimento dello Yoga Sciamanico vanta oggi numerosi<br />
allievi che hanno dato origine ad associazioni e centri in<br />
cui é possibile praticare lo Yoga Sciamanico.<br />
Per unire tutte le attività sotto una unica egida, nel 2003 fonda in Svizzera la Società di<br />
<strong>Nonterapia</strong>, oggi proprietaria dei marchi:<br />
un innovativo laboratorio di idee e prodotti per la formazione aziendale<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
l’opificio dei viaggi nelle emozioni, dove si creano viaggi a partire<br />
da un interesse antropologico e antroposofico. Capire i popoli, le loro culture, i loro riti,<br />
sentirne l’anima.<br />
Sfatando l’ansia della guarigione e dell’elevazione, a vantaggio dell’essere più divertiti, creativi,<br />
rilassati, definisce il metodo simboloimmaginale, che si basa sulle tradizioni astoriche e sui<br />
sistemi naturali e pubblica nel 2008 il libro elettronico “Il metodo simboloimmaginale”, edito<br />
dalla Società di <strong>Nonterapia</strong>. Nel metodo simboloimmaginale l’esperienza estetica si propone<br />
quale alternativa all’esperienza terapeutica, là dove l’uomo, oltre che parte della realtà<br />
oggettiva, sia pure in grado di condividere l’aspetto immaginario del reale, nel quale egli può<br />
essere padrone del corso degli eventi, nonché delle vicende del proprio corpo e della propria<br />
mente.<br />
Oggi Selene Calloni Williams vive a Edimburgo, la capitale UNESCO della letteratura. Dalla<br />
Scozia, assai spesso, come sempre del resto, il suo spirito nomade continua a portarla per il<br />
mondo, ovunque vi siano ispirazioni da cogliere.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
INTRODUZIONE<br />
Sono passati circa tredici anni da quando il mio Maestro mi parlò per la prima volta della gioia.<br />
Non posso ricordare esattamente le sue parole, ma ricordo molto bene il suono della sua voce,<br />
l'espressione del suo viso e il senso di ciò che egli mi disse. La sua voce aveva il potere di<br />
entrare direttamente dentro il mio cuore e, anche quando non capivo il senso di ciò che diceva,<br />
essa cambiava dentro di me qualcosa. Sono certa che la sua voce poteva entrare nella<br />
programmazione della mia mente fisica, il mio computer inconscio, e mutare molti aspetti del<br />
mio destino.<br />
Ricordo che la prima volta in cui egli mi parlò della gioia io mi sentivo molto rilassata, faticavo<br />
a capire, ma non mi sforzavo di afferrare il senso di ciò che mi diceva. Il suo atteggiamento<br />
era così dolce che io provavo piacere nel seguire i gesti delle sue mani, delle sue labbra, nel<br />
lasciarmi cullare dal suono della sua voce e mi perdevo in questo piacere.<br />
Anni dopo, parlando a qualcuno della gioia, mi è capitato di dirmi: «Ma queste parole io le ho<br />
già sentite!» e, all'improvviso, mi sono ritrovata identificata con il mio maestro che mi parlava<br />
e, mentre le sue parole uscivano dalle mie labbra, capivo perfettamente il senso di ogni sua<br />
frase.<br />
In seguito ho scritto quelle frasi, affinché non andassero perdute. Rileggendole anche a<br />
distanza di tempo mi è parso che, benché fossero su carta e senza suono, esse conservassero<br />
la loro magia. Questa è la ragione per cui ho deciso di riportarle nell'introduzione di questo<br />
«Quaderno» dedicato alla gioia:<br />
«Ogni volta che stai per prendere una decisione riguardo a qualcosa che devi o vuoi fare,<br />
chiediti per tre volte: "Questa cosa che sto per fare mi dà gioia, oppure no?". Se per due volte<br />
ti sarai risposta di no, lascia immediatamente cadere quella cosa e riposa nella più totale<br />
inazione.<br />
La tua mente, di certo, ti assillerà con un grosso quantitativo di dubbi, di sensi di colpa, di<br />
paure: ti accuserà di pigrizia, di egoismo, di irresponsabilità e metterà in dubbio tutto il tuo<br />
sàdhana. Guarda la tua mente che si agita, ma non darle ascolto, rimani nello stato dì inazione<br />
fino a quando un'intuizione nascerà oltre gli ostacoli della tua ragione e ti chiarirà ogni cosa.<br />
Allora vedrai dove ciò che stavi per fare ti avrebbe condotto e ti ringrazierai per non averlo<br />
fatto, capirai cos'altro devi fare, e lo farai.<br />
La gioia è un'energia divina, è la forza che risveglia la coscienza dal suo sonno, è il potere che<br />
permette alla vita di evolvere. Fino a quando sei prigioniero de! tuo io lotti per possederla, ma<br />
quando sei libero dall'illusione di avere un io, lotti unicamente per lei: allora, come un cavaliere<br />
che lotta per liberare la principessa che ama, tu consacri alla gioia ogni tua azione, celebri la<br />
sua esistenza e dedichi a lei ogni tuo respiro.<br />
La gioia è la coppa del sacro Graal che dobbiamo riconquistare per guarire il nostro pianeta e<br />
permetterne l'evoluzione. Questa coppa è nascosta dentro di noi ed è lì che la dobbiamo ritrovare.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Perciò, innanzitutto sii sempre consapevole della gioia che è dentro di te, non lasciarla mai<br />
appassire, non soffocarla con assurde pretese, con il pretesto del sacrificio, con il senso della<br />
colpa o del rimpianto.<br />
La gioia è il centro del tuo essere ed è ciò che ti permette di essere integra, ed essere integra<br />
è ciò che ti dà la forza per risvegliarti dal sogno.<br />
Il tuo essere è composto di molte parti. Tu hai uno spirito animale, un animo primitivo e uno<br />
guerriero, uno spirito infantile, uno spirito creativo, uno spirito magico e uno logico, ecc. Tu hai<br />
molte anime e ognuna di queste sta con te per crescere e imparare, per fare esperienza ed<br />
evolvere. Ma se tu credi all'illusione del dolore, se ti lasci rapire dalla tristezza, dalla<br />
quiescenza, dall'inerzia e dalla noia, allora il tuo spirito animale, il tuo bambino interiore, il tuo<br />
mago, il tuo guerriero, il tuo poeta, il tuo animo primitivo, il tuo animo creativo, prima o poi ti<br />
lasciano, impossibilitati a vivere nel grigiore della tua illusione. Si tratta di potentissime energie<br />
naturali che si separano da te, lasciandoti vulnerabile nel corpo e nella psiche.<br />
Solo se vivi nella gioia ogni parte di te è sempre con te. La gioia ha il potere di calamitare le<br />
anime e di fare di ogni uomo un essere perfettamente integro. Quando sei integra tutte le parti<br />
di te sono con te, unite intorno alla tua gioia; tutte le energie della vita, tutte le forze della<br />
natura sono con te, e questo ti dà il potere di risvegliarti dal sogno. La gioia è il grande fuoco<br />
intorno al quale si riuniscono e danzano le tue anime. Nella danza le anime si fondono e<br />
divengono una sola scia di luce, una girandola incandescente. In questo vortice ardente tu sei<br />
liberata dal sogno. Lasciati gioire, lasciati danzare sempre più velocemente, lasciati impazzire,<br />
lasciati ardere e bruciare, lasciati perdere, abbi fiducia, non trattenerti, smetti di fare<br />
resistenza: non c'è niente che devi fare per risvegliarti, solamente smetti di trattenerti, di<br />
fermarti, cessa di fare resistenza.<br />
Risvegliati ora, proprio adesso, in questo istante! Se non ti risvegli adesso, non ti ridesterai<br />
mai! Abbi fede e lasciati andare, smetti di fare resistenza!<br />
Apri gli occhi e fissa la gioia, non distogliere mai lo sguardo dalla sua luce e sarai trasportata al<br />
di fuori del sogno. Ci sono vari gradi di sogno, vari stadi di inconsapevolezza che dovrai<br />
attraversare prima di raggiungere il risveglio: non distogliere mai il tuo sguardo dalla luce della<br />
gioia e non ti perderai nei mondi del sogno. Mentre viaggerai verso il risveglio udirai molte voci<br />
tristi e spaventose parlarti di fatti terribili e dolorosi. Si tratta delle voci di Maya, l'illusione, di<br />
cui la tua mente è vittima: non dare credibilità a queste voci. Le voci di Maya ti parlano della<br />
morte come di un fatto terribile, ma Maya non sa neppure cos'è la morte. Per chi, come te, è<br />
sul cammino, la morte e la nascita sono delle tappe di un percorso inarrestabile, perciò non<br />
soffrire per la morte quando la vedi arrivare in chi ami o conosci, né temila per te stessa. Le<br />
voci di Maya ti parleranno di tremende ingiustizie e atroci sofferenze. Per quanto queste cose<br />
possano sembrare reali alla tua mente, coltiva nel tuo cuore la certezza che esse sono pure<br />
illusioni e così facendo acquisterai il potere di risvegliare la tua consapevolezza. L'universo è<br />
fatto d'amore, abbi fede e lasciati amare. L'ingiustizia non può accadere, le atrocità non sono<br />
compatibili con la natura dell'universo e neppure lo è il senso del dolore; tutto ciò è il prodotto<br />
dell'illusione della tua mente. Rifiuta di credere in questa illusione, mantieni fisso il tuo sguardo<br />
sulla luce della gioia e attraverserai i mondi del sogno fino al più perfetto risveglio. Allora<br />
riconquisterai la coppa della gioia e ne verserai l'inesauribile contenuto ovunque vorrai, per<br />
sempre.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Non sarai mai in grado di amare questo universo fino a quando non ti deciderai a lasciarti<br />
amare, e non potrai mai portare la gioia agli altri fino a quando non l'avrai riconquistata in te<br />
stessa, perciò impara a ricevere e gioisci, smettendo di opporre resistenza all'amore e alla<br />
gioia che ti si offrono. Del resto, per quanti sforzi tu faccia, non riuscirai mai a impedire a Dio<br />
di amarti, potrai solo rimandare l'unione con lui, ma, alla fine, non la potrai evitare.<br />
Alcuni credono che si debba andare oltre tutte le forme dell'esistenza, giacché la vera realtà<br />
dell'universo è il vuoto e la vera natura dell'essere è la vacuità. Altri credono che l'esistenza sia<br />
la vera realtà e che la vera natura dell'essere sia il suo stesso divenire, lo credo nel vuoto e<br />
nell'esistenza che si amano e incessantemente si concedono l'uno all'altra. Il vuoto è irreale e<br />
anche la creazione è irreale: l'amore tra il creatore e la creazione, tra il vuoto e l'essere, tra lo<br />
spirito e la natura: questo è reale. Solo l'amore è vero.<br />
Quando vai oltre tutti i mondi del sogno, ti ritrovi al di là dello spazio e del tempo, non hai più<br />
alcun punto di riferimento, poiché niente è più possibile, eccetto una sola cosa: l'amore. Allora<br />
non esiste più il giorno, né la notte, esiste solo l'amore tra il giorno e la notte. II vuoto è<br />
irreale e l'essere è altrettanto irreale, solo l'amore che il vuoto prova per l'essere e che l'essere<br />
nutre per il vuoto è reale... e reale è la gioia che l'amore crea.<br />
Oltre tutti i mondi del sogno, al di là di tutti i piani di inconsapevolezza e di ignoranza, niente è<br />
reale, eccetto la gioia. Ripeti questo nel tuo cuore incessantemente, mentre attraversi i mondi<br />
del sogno, e sicuramente giungerai al perfetto risveglio e alla liberazione.»<br />
Quaderni di Yoga<br />
È una collana che ha lo scopo di offrirli un vasto panorama di tecniche psicofisiche tratte dallo<br />
hatha-yoga e dai Tantra. Le tecniche sono divise in sedute per agevolare la tua pratica che<br />
potrà essere settimanale, bisettimanale o anche quotidiana, secondo la tua disponibilità e il tuo<br />
coinvolgimento.<br />
Poiché ogni volume della collana deve poter avere una vita indipendente, abbiamo richiamato<br />
alcuni esercizi fondamentali già presenti in Quaderni di Yoga I: ciò ti permetterà di procedere<br />
nell'apprendimento senza essere costretto a consultare il volume precèdente.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
LE SEDUTE<br />
Praticare lo Yoga in un luogo tranquillo dove si ha la certezza di non essere disturbati è molto<br />
importante. Utile è anche creare nel luogo prescelto la giusta atmosfera, bruciando-bastoncini<br />
d'incenso o servendosi di essenze profumate, creando penombra o, qualora fosse necessario,<br />
servendosi di un'illuminazione tenue e diffusa.<br />
Riguardo al sàdhana, ovvero alla disciplina alla quale dovrai attenerti (meditare, praticare<br />
posture o il controllo del respiro per tante volte alla settimana o al mese, ecc.) preferiamo non<br />
darti regole precise, è meglio che sia tu stesso a scegliere e ad adeguare la tua scelta ai tuoi<br />
progressi. Vorremmo però, a questo proposito, suggerirti un pensiero molto profondo tratto dal<br />
vivo insegnamento di Sri Anandamayi Ma.<br />
Sri Anandamayi Ma, che è detta dai suoi discepoli la Madre Permeata di Gioia, ci pare la figura<br />
più adatta ad aprire questo secondo volume dei Quaderni di Yoga dedicato, appunto, alla gioia.<br />
Le seguenti parole della Madre sono state da lei pronunciate nel 1948 in risposta a una<br />
domanda rivoltale da una donna che si era recata presso di lei in occasione dei darshana (il<br />
momento in cui il Maestro si mostra ai discepoli).<br />
«Anche se non ti senti incline a meditare, conquista la tua riluttanza e fai una prova.<br />
L'abitudine di innumerevoli vite ti spinge nella direzione opposta e ti rende difficile meditare;<br />
persevera malgrado ciò! Con la tua tenacia guadagnerai la forza e sarai plasmata; vaie a dire<br />
svilupperai la capacità di fare sadhana. Convinci la tua mente che per quanto arduo, il compito<br />
dovrà essere fatto. Il riconoscimento e la fama durano solo per breve tempo, essi non<br />
t'accompagneranno quando lascerai questo mondo. Se il tuo pensiero non si volge<br />
naturalmente verso l'Eterno, fissacelo con uno sforzo di volontà. Qualche severo colpo del<br />
destino ti spingerà verso Dio, e questo sarà solo un'espressione della Sua Misericordia. Per<br />
quanto doloroso, è con questi colpi che s'impara la propria lezione.<br />
L'ostinazione della mente deve essere vinta con risolutezza. Sia che la mente cooperi oppure<br />
no, devi essere adamantina nella tua determinazione di compiere senza fallo un certo numero<br />
di pratiche - semplicemente perché la sadhana è il vero lavoro dell'uomo.»<br />
'Sri Anandamayi Ma - Vita e insegnamento della Madre permeata di Gioia, S. Maria degli Angeli<br />
(Assisi), Vidyananda. 1992, p. 130.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
LA RESPIRAZIONE PURIFICANTE<br />
OTTAVA SEDUTA<br />
□ Disponi il tuo corpo nella posizione di shavàsana. Questa posizione è solo<br />
apparentemente molto semplice: essa, infatti, richiede un'assoluta immobilità del corpo<br />
(shavàsana letteralmente significa «posizione del cadavere»), cosa che non è molto facile da<br />
ottenere, specie per i principianti.<br />
□ Sdraiati tenendo le braccia lungo i fianchi e le mani aperte con le palme rivolte verso<br />
l'alto. Le braccia non devono toccare il corpo. Tieni le gambe leggermente divaricate e le punte<br />
dei piedi naturalmente cascanti verso l'esterno. Gli occhi sono chiusi e così pure le labbra. I<br />
denti non si toccano. La testa è diritta, in linea con il resto del corpo.<br />
□ Rimani perfettamente immobile osservando lo spazio buio che si estende infinito davanti<br />
ai tuoi occhi chiusi; questo è il cidàkasha, la regione interiore.<br />
□ Ricorda che si conquista l'immobilità del corpo attraverso l'abbandono e non<br />
costringendo il corpo. Abbandona il tuo corpo sul pavimento come un oggetto che hai lasciato<br />
cadere a terra e sul quale non possiedi più alcun controllo. Lascia che il tuo corpo diventi<br />
sempre più morbido.<br />
□ Ripeti mentalmente il mantra SO 'HAM in sincronia con il tuo respiro spontaneo. Ripeti<br />
SO nel corso di ogni inalazione e 'HAM ne! corso di ogni esalazione.<br />
□ Lascia che il suono del mantra riempia tutto il tuo spazio mentale e svuota la mente dai<br />
pensieri disturbanti.<br />
□ Dopo pochi minuti inizia ad allungare il tuo respiro. Respira attraverso il naso in modo<br />
sempre più profondo, completo e lento. Anche il suono interiore del mantra diviene sempre più<br />
lungo.<br />
□ Percepisci il tuo respiro come onde che attraversano ritmicamente il tuo essere fisico<br />
ripulendolo dalle tossine e dalle tensioni che hai accumulato. Sii molto attento; osserva e nota<br />
se ci sono parti del tuo corpo nelle quali il respiro non entra agevolmente come nelle altre. Se<br />
individui zone del corpo chiuse al respiro, concentrati su di esse e invia il tuo respiro proprio in<br />
quelle zone.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Lasciati ripulire dalle onde del tuo respiro e senti com'è piacevole. Poi scegli una zona<br />
particolare del tuo corpo, una zona che avverti particolarmente debole o sovraccarica e ripulisci<br />
con il tuo respiro questa zona in particolare.<br />
□ Quando senti di aver completato la pulizia del tuo essere fisico, socchiudi le labbra e<br />
prendi a respirare attraverso la bocca, sempre in maniera lenta e profonda, piacevole. Continua<br />
a ripetere il mantra SO 'HAM.<br />
□ Adesso visualizza il tuo corpo astrale come un corpo di luce che si interpenetra con il<br />
tuo corpo fisico e ne fuoriesce di circa trenta centimetri. Senti il respiro che fluisce nel tuo<br />
corpo astrale come onde ritmiche e, per mezzo di queste onde, ripulisciti dalle tossine<br />
psichiche che hai accumulato nel tuo corpo astrale. Lascia che il tuo respiro porti fuori da te<br />
tutti i pensieri e le emozioni negative e sentiti sempre più leggero a ogni respiro.<br />
□ Lasciati ripulire dalle tossine psichiche e senti come è piacevole.<br />
□ Infine torna al ritmo spontaneo del respiro e, continuando a ripetere mentalmente il<br />
mantra SO 'HAM, avverti l'intero tuo essere come una canna di bambù, vuota all'interno.<br />
Sentiti come una canna di bambù nella quale il vento della vita scorre senza incontrare<br />
ostacoli.<br />
SALUTO AL SOLE (SÙRYANAMASKÀRA)<br />
Il saluto al sole è una sequenza di posizioni che stimola, uno dopo l'altro, tutti i chakra,<br />
armonizzandone il funzionamento e favorendo la circolazione energetica. Il saluto al sole può<br />
venire praticato come «esercizio di riscaldamento« all'inizio di ogni seduta di hatha-yoga.<br />
Posizione di partenza: in piedi, le mani giunte a preghiera davanti al torace, i piedi paralleli,<br />
leggermente distanziati, il corpo diritto.<br />
Respirazione: lenta e profonda dal naso.<br />
o Inalando solleva le braccia e inarca la schiena all'indietro.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
o Esalando fletti il busto in avanti, afferra con le mani le gambe stirando dolcemente la<br />
schiena.<br />
o Inalando appoggia le mani a terra e slancia all'indietro la gamba sinistra. Appoggia il<br />
ginocchio sinistro a terra e porta lo sguardo verso l'alto. La pianta del piede destro<br />
poggia a terra completamente.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
o Trattenendo il respiro slancia all'indietro anche la gamba destra.<br />
o Esalando poggia a terra le ginocchia e il torace. Tieni il bacino leggermente sollevato.<br />
o Inalando esegui la posizione del cobra. Appoggiando il bacino a terra inarca la schiena<br />
sostenendoti sulle braccia. Nella posizione completa le braccia sono completamente<br />
distese ma l'osso pubico resta a contatto con il pavimento. Se non riesci a mantenere<br />
l'osso pubico a terra tenendo le braccia distese, allora tieni i gomiti leggermente piegati.<br />
o<br />
o Esalando esegui la posizione della montagna. Sollevati e poggia a terra tutta la pianta<br />
dei piedi, anche i talloni. Rivolgi lo sguardo all'ombelico.<br />
o Inalando porta in avanti il piede sinistro e appoggialo al centro delle mani. Metti il<br />
ginocchio destro a terra e porta lo sguardo verso l'alto.<br />
o Esalando porta in avanti anche il piede destro, alla stessa altezza del sinistro. Afferra<br />
con le mani le gambe e tira dolcemente la schiena.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
o Inalando sollevati e inarca leggermente all'indietro la schiena.<br />
o Esalando ritorna con le mani giunte a preghiera davanti al torace.<br />
Ripeti il saluto al sole due o tre volte.<br />
Puoi praticare il saluto al sole come «esercizio di riscaldamento» all'inizio di ogni seduta di<br />
hatha-yoga.<br />
□ Pratica le posture del saluto al sole in maniera «morbida»: non forzare lo stiramento dei<br />
muscoli, concentrati piuttosto sul senso del piacere che ti deriva dai movimenti effettuati in<br />
modo armonico e in sincronicità con la respirazione. Praticare il saluto al sole tutte le mattine<br />
appena svegli è un'ottima abitudine, aiuta a stimolare la ripresa dell'attività muscolare diurna e<br />
a mantenere il corpo elastico nel tempo.<br />
□ Durante le prime esecuzioni è normale incontrare difficoltà nel coordinare la<br />
respirazione con i movimenti, ma con l'allenamento costante tali difficoltà scompariranno.<br />
POSIZIONE DEL SALUTO (PRANAMA)<br />
È una posizione di raccoglimento.<br />
□ Siediti sui talloni, tieni i piedi uniti e le ginocchia leggermente divaricate.<br />
□ Porta a terra la fronte, cercando di allontanare il meno possibile i glutei dai talloni.<br />
□ Appoggia le mani a terra davanti alla testa, tenendo i gomiti un po' piegati per facilitare<br />
il rilassamento delle braccia.<br />
Mettiti in ascolto del tuo respiro e seguilo<br />
con la ripetizione mentale del mantra SO<br />
'HAM. Noterai che, dopo l'esercizio<br />
dinamico del saluto al sole, la respirazione<br />
è un po' affannosa: seguila fino a quando la<br />
sentirai di nuovo perfettamente rilassata.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Adesso respira in maniera molto lenta e profonda dal naso, sempre ripetendo il mantra.<br />
□ Percepisci il respiro muoversi lungo la tua colonna vertebrale. Quando inspiri e ripeti SO<br />
il respiro sale, quando espiri e ripeti 'HAM il respiro scende.<br />
□ La respirazione fluisce in onde ritmiche nella tua spina dorsale ripulendola da ogni<br />
tensione, li midollo spinale è il corrispettivo, nel corpo fisico, della sushumnà-nàdì, il canale<br />
pranico principale. Ripulisci il tuo midollo spinale da ogni genere di impurità fisica e psichica<br />
mediante il tuo respiro.<br />
□ Dopo qualche minuto sciogli la posizione di raccoglimento molto lentamente.<br />
LA FARFALLA (POSIZIONE DI RISCALDAMENTO)<br />
□ Siediti, metti le piante dei piedi a contatto fra loro e tieni i piedi il più possibile vicini<br />
all'inguine.<br />
□ Blocca i piedi con le mani così che non scivolino in avanti, poi apri e chiudi ritmicamente<br />
le ginocchia. Cerca di spingerle bene verso il pavimento. Questo movimento ti permette di<br />
scaldare i muscoli all'interno delle cosce.<br />
POSIZIONE DEL RAGNO (POSIZIONE DI CARICA DEI CHAKRA)<br />
□ Restando seduto, appoggia a terra le piante dei piedi divaricando le gambe.<br />
□ Fletti la schiena e poni il braccio destro sotto il ginocchio destro e il braccio sinistro sotto<br />
il ginocchio sinistro, quindi, spingendo i piedi in avanti e divaricando ulteriormente le gambe,<br />
scendi verso il pavimento con il tronco. Lascia cadere la testa e chiudi gli occhi.<br />
□ Non tenderti al limite massimo delle tue possibilità. È meglio tendersi un po' di meno,<br />
ma riuscire a tenere la posizione un po' più a lungo, piuttosto che tendersi molto, ma essere<br />
costretti a sciogliere la posizione in breve tempo. Le posizioni dello Yoga, infatti, hanno lo<br />
scopo di stimolare non solo i muscoli e le articolazioni, ma anche le strutture più profonde<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
dell'essere fisico, gli organi interni e soprattutto i chakra, i centri dell'energia psicofisica.<br />
Organi interni e chakra hanno bisogno di più tempo per reagire rispetto ai muscoli più esterni e<br />
vengono influenzati dal protrarsi dell'immobilità nella postura. □ Tieni la posizione del ragno<br />
restando immobile, rilassato e mantenendo il respiro spontaneo dal naso: avvertirai la tensione<br />
diminuire gradualmente. Resta nella posizione fino a quando la puoi mantenere senza fatica,<br />
poi scioglila lentamente.<br />
Questa posizione carica i chakra, e in particolare i due chakra più bassi, il mùlàdhàra e lo<br />
svàdhishthàna, i quali, nell'involucro fisico, corrispondono al medesimo plesso nervoso: il<br />
plesso pelvico. Caricare un chakra significa aumentarne l'energia: ciò avviene in tutte quelle<br />
posizioni, come in tutte quelle situazioni della vita, nelle quali il corpo, e in particolare la<br />
colonna vertebrale, si distende: in queste situazioni, infatti, i chakra si aprono e accumulano<br />
energia. Per esempio, una situazione di questo tipo si verifica durante la notte, quando<br />
dormiamo. Nel sonno il nostro corpo si distende tanto che al mattino la nostra statura è<br />
leggermente più alta. Questa distensione della colonna vertebrale e di tutto l'essere in<br />
generale permette una maggiore apertura dei centri energetici che si caricano. La questione<br />
non è solo fisica, i chakra riguardano il corpo fisico tanto quanto il corpo vitale (l'insieme dei<br />
desideri, emozioni e passioni) e il corpo mentale. Poiché i tre involucri si interpenetrano, la<br />
distensione del corpo fisico richiama quella del vitale e della mente.<br />
I chakra bassi sono «chakra di terra», ovvero sono connessi con l'energia della terra.<br />
Quest'energia rappresenta il nostro potenziale vitale che è per la maggior parte allo stato<br />
latente e viene gradualmente ridestato attraverso la pratica dello Yoga.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
IL TRIDENTE (BANDHATRAYA)<br />
Si tratta di eseguire simultaneamente le tre contrazioni che abbiamo già presentato<br />
separatamente in Quaderni di Yoga I.<br />
□ Resta seduto in una postura meditativa (siddhàsana, sukhàsana, padmàsana, o<br />
vajràsana) con la schiena ben diritta.<br />
□ Inala lentamente e profondamente attraverso le narici, producendo nella gola il suono<br />
tipico dell'ujjàyi-prànàyàma.<br />
□ Per produrre il suono dell'ujjàyl devi, contrarre leggermente i muscoli all'interno della<br />
gola. L'aria che passa attraverso la gola parzialmente contratta produce un suono simile al<br />
suono della respirazione durante il sonno.<br />
□ La contrazione parziale dell'interno della gola permette di controllare e rallentare al<br />
meglio il respiro, poiché restringe i condotti dell'aria all'interno della gola.<br />
□ A polmoni pieni trattieni il respiro ed esegui simultaneamente le seguenti tre<br />
contrazioni:<br />
1) mula-bandha (contrazione pelvica): contrai lo sfintere anale e l'area degli organi<br />
genitali.<br />
2) uddiyàna-bandha (contrazione addominale): contrai tutta l'area addominale, spingendo<br />
l'addome all'interno, verso la colonna vertebrale. Se riesci cerca anche di spostare leggermente<br />
l'addome verso l'alto.<br />
3) jàlandhara-bandha (contrazione della gola): premi il mento contro il torace senza<br />
incurvare le spalle in modo che la gola risulti completamente chiusa e il collo piacevolmente<br />
stirato.<br />
□ Mantieni le tre contrazioni per il tempo in cui riesci a restare in ritenzione interna del<br />
respiro senza sforzarti, poi rilassale simultaneamente e quindi esala.<br />
□ Esala sempre dal naso lentamente e profondamente producendo nella gola il suona dell’<br />
ujjàyi.<br />
□ Effettua una nuova inalazione con il suono dell'ujjàyì e, a polmoni pieni, esegui di nuovo<br />
le tre contrazioni.<br />
□ Prosegui per un tempo variabile dai cinque ai dieci minuti.<br />
I! bandhatraya unisce i benefici effetti dei tre bandha. Il mulabandha rinforza la muscolatura<br />
del pavimento pelvico che sostiene gli organi interni, previene il prolasso dei visceri, migliora la<br />
tonicità nell'area perineale, esercita notevoli benefici sugli organi sessuali, ridesta l'energia di<br />
terra latente nei chakra bassi e la muove verso l'alto, verso i chakra più alti, dove essa viene<br />
utilizzata per creare emozioni, volontà, pensieri, sentimenti, ecc.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
L'uddiyàna-bandha esercita un'ulteriore spinta ascensionale sull'energia di terra (uddìyànabandha<br />
significa «volare verso l'alto»), influenza particolarmente il terzo chakra, il manipùra, e<br />
massaggia energicamente e stimola gli organi interni.<br />
Il jàlandhara-bandha stimola la tiroide ed è molto utile a tutti gli organi interni della gola.<br />
Influenza il chakra della gola, il vishuddha-chakra, migliorando l'assertività, la capacità di<br />
espressione e comunicazione. Jàla significa «rete», li jàlandhara-bandha agisce sulla rete dei<br />
flussi pranici armonizzando le due energie, maschile e femminile.<br />
La pratica del bandhatraya accresce l'energia psicofisica di tutti i chakra, aumentando la<br />
vitalità e il magnetismo sessuale del corpo, la capacità di sentire e volere dell'essere emotivo e<br />
la visione del mentale. È veramente una pratica molto utile e completa.<br />
L'ATTO DEL CAPOVOLGERSI ( VIPARITAKARANI-MUDRÀ)<br />
□ Dopo aver eseguito il bandhatraya, sdraiati sulla schiena e riposati per qualche istante.<br />
Quindi preparati per la pratica della viparìtakarani-mudrà.<br />
□ Solleva le gambe a ginocchia piegate e poi raddrizzale.<br />
□ Alza anche il bacino sostenendo il corpo con le mani appoggiate sulle reni.<br />
□ Il corpo appoggia sul collo e sulle spalle.<br />
□ Tieni la posizione a occhi chiusi respirando dal naso. La respirazione risulta<br />
prevalentemente addominale, in quanto la gabbia toracica è compressa nella posizione.<br />
Accentua volutamente il carattere addominale della respirazione.<br />
La posizione di viparìtakarani-mudrà è simile a quella del sarvanga-asana, la «candela» (vedi<br />
Quaderni di Yoga I). A differenza della candela, però, viparìtakarani non richiede che il dorso<br />
sia tenuto in verticale rispetto al pavimento, ma esso deve avere un'inclinazione di circa 45° e<br />
perciò va sostenuto con le braccia.<br />
I testi antichi dedicano una grande attenzione all'atto del capovolgere il corpo. .<br />
La Hathayoga-pradìpikà afferma: «Per colui che ha l'ombelico in posizione superiore e il palato<br />
in quella inferiore, il Sole è in alto e la Luna in basso: questa, chiamata posizione capovolta<br />
(viparita-karani) è appresa grazie all'insegnamento di un maestro».<br />
E la Gheranda-samhità: «Il sole risiede alla base della regione ombelicale, la Luna alla radice<br />
del palato. Poiché il sole consuma l'ambrosia (amrta), l'uomo è schiavo della morte».<br />
L'amrta è il simbolo del potenziale vitale ed evolutivo che è prodotto dal chakra lunare, il<br />
lalana-chakra, il quale si trova alla radice del palato. Questo potenziale viene normalmente<br />
bruciato dal chakra solare, ¡l manipura-chakra, nell'addome. Il gesto del capovolgersi permette<br />
allo yogin di preservare il proprio potenziale lunare e ciò gli assicura una maggior resistenza<br />
alle malattie e al processo dell'invecchiamento. I testi antichi affermano che la pratica costante<br />
delle posizioni capovolte permette all'organismo di bruciare meglio gli alimenti migliorando il<br />
proprio metabolismo. Questa pratica è dunque ottima persino per chi ha problemi di<br />
sovrappeso. A proposito della viparitakaram-mudrà, la Hathayoga-pradipikà afferma: «Chi la<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
effettua giornalmente ha il fuoco gastrico ravvivato, e per questo praticante bisogna preparare<br />
una grande quantità di cibo».<br />
In senso più globale, l'atto del capovolgersi è un ribaltamento delle abitudini corporee che<br />
scuote dalla stasi la coscienza fisica e dà una spinta al processo del divenire dell'energia,<br />
dell'evoluzione della vita. Capovolgere il corpo è importante per impedire al corpo di<br />
sclerotizzare le proprie energie nella stasi delle abitudini, di mantenersi giovane e per<br />
permettere alla coscienza del piano fisico di risvegliarsi.<br />
Variante della posizione di avvitamento (posizione di armonizzazione Sole-Luna)<br />
□ Sdraiati sulla schiena, tieni le gambe unite e apri le braccia all'altezza delle spalle.<br />
□ Solleva la gamba sinistra tenendo piegato il ginocchio.<br />
□ Raddrizza la gamba sinistra e lèntamente fai scendere il piede sinistro verso la mano<br />
destra.<br />
□ Tieni il gomito sinistro a terra e la spalla sinistra più bassa possibile.<br />
□ Gira la testa verso sinistra.<br />
□ Mantieni il ginocchio destro rilassato.<br />
□ Tieni la posizione respirando profondamente dal naso. Essendo il corpo avvitato, la<br />
respirazione profonda ti permette di esercitare un dolce massaggio degli organi interni.<br />
□ Esegui dall'altro lato.<br />
Ritroviamo qui la polarità solare-lunare che abbiamo già incontrato durante la viparitakarammudrà<br />
e che riguardava il<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
capovolgimento di due chakra: il manipura, il chakra che risiede alla radice dell'ombelico, e il<br />
lalana, il chakra, meno conosciuto, che risiede alla radice del palato e che produce l'ambrosia.<br />
La polarità solare-lunare è il simbolo della duplice natura del pràna, l'energia della vita:<br />
maschile e femminile, attiva e passiva, aggressiva e dolce. Si tratta dei poli opposti di ogni<br />
manifestazione che devono essere unificati dalla pratica dello Yoga. La stessa parola hathayoga<br />
esprime questo concetto: Ha e Tha sono il Sole e la Luna, il maschile e il femminile.<br />
Hatha-yoga è lo Yoga della riunificazione degli opposti.<br />
La polarità solare e lunare è presente nell'uomo anche sotto forma di due differenti correnti<br />
energetiche che scorrono lungo i nervi-canali situati ai lati della colonna vertebrale. Questi due<br />
canali energetici corrispondono alle due narici e vengono chiamati rispettivamente ¡dà, il<br />
canale lunare che termina nella narice sinistra, e pingala, il canale solare che termina nella<br />
narice destra. La pratica dello hatha-yoga deve condurre alla riunificazione dei due flussi<br />
energetici. Questa riunificazione si ottiene spingendo il pràna, che fluisce nei due canali<br />
laterali, all'interno del canale centrale, la sushumnà-nàdì, che corrisponde al midollo spinale.<br />
La riunificazione delle due opposte forme di energia corrisponde al superamento della visione<br />
dualistica, dell'attività discriminante della mente, che impedisce all'uomo di vedere la reale<br />
unità dell'esistenza. Le posizioni che producono una torsione della colonna vertebrale, come la<br />
presente, lavorano in modo particolare al fine di spingere il pràna, dai due canali laterali,<br />
all'interno della sushumnà, il canale centrale, perciò le chiamiamo «posizioni di armonizzazione<br />
Sole-Luna».<br />
VILOMA-PRÀNÀYÀMA: PRIMA VARIANTE (RESPIRAZIONE FRAZIONATA)<br />
□ Seduto in una postura meditativa con la colonna vertebrale ben eretta, chiudi gli occhi e<br />
avvicina leggermente il mento al torace per chiudere un po' la gola: ciò facilita il controllo del<br />
respiro.<br />
□ Inala attraverso il naso in maniera frazionata e ritmica: inala per due secondi poi<br />
trattieni il respiro per due secondi, inala ancora per due secondi e ancora trattieni il respiro per<br />
due secondi. Continua così fino a che avrai completato il riempimento dei polmoni.<br />
□ Esala lentamente e completamente dal naso, preferibilmente con il suono dell'ujjàyì che<br />
ti aiuta a controllare l'esalazione.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Durante le brevi e ripetute fasi di ritenzione del respiro esegui il muia-bandha, la<br />
contrazione pelvica, così come è descritta qui sopra nell'esposizione del bandatraya.<br />
□ Pratica il viloma-prànàyàma da un minimo di cinque minuti fino a un massimo variabile,<br />
in base alla tua esperienza, dai dieci ai trenta minuti e più.<br />
Viloma è un prànàyàma fondamentale: esso stimola i movimenti pranici impedendo all'energia<br />
vitale di fissarsi in percorsi, forme e modi abitudinari che causano l'indurimento dei tessuti<br />
corporei e la rigidità degli schemi mentali. La stimolazione profonda delle correnti energetiche<br />
porta, naturalmente, alla stimolazione dei chakra, a una visione mentale ed emotiva sempre<br />
più elastica e aperta, a un corpo che, non indurendosi, è in grado di contrastare il processo<br />
dell'invecchiamento.<br />
L'apparato muscolare respiratorio viene reso più elastico dalla pratica del viloma e tutto<br />
l'organismo viene ripulito dalle tossine e ossigenato profondamente.<br />
Consigliamo vivamente la pratica del viloma-prànàyàma anche al di fuori delle sedute di hathayoga.<br />
È possibile praticare il viloma-prànàyàma anche stando sdraiati nel letto. In questo caso<br />
è preferibile praticare l'inspirazione frazionata alla mattina, mentre si praticherà il viloma<br />
frazionando l'esalazione (seconda variante) alla sera. Ciò è dovuto al fatto che, mentre le<br />
ritenzioni interne del respiro hanno un effetto attivante, le ritenzioni esterne hanno un influsso<br />
calmante sull'energia vitale. In seguito prenderemo in esame più dettagliatamente la seconda<br />
variante del viloma-prànàyàma, la quale prevede il frazionamento dell'esalazione.<br />
MEDITAZIONE SUL CHAKRA DEL CUORE<br />
□ Sdraiati in shavàsana, la «posizione del cadavere».<br />
□ Rilassati profondamente contemplando il cidàkàsha, lo spazio buio che si estende<br />
infinito dinnanzi ai tuoi occhi chiusi.<br />
□ Quando avvertirai tutto il tuo corpo abbandonato e il tuo respiro calmo, rivolgi<br />
l'attenzione al centro del torace, all'altezza del cuore: qui vi è il tuo quarto chakra, l’anàhata.<br />
□ Visualizza una luce color acquamarina, tra il verde e l'azzurro, in corrispondenza del<br />
quarto chakra. Ripeti mentalmente il mantra YAM, la vibrazione sonora che corrisponde al<br />
chakra del cuore. Lascia che gradualmente la sensazione del colore divenga sempre più chiara<br />
e intensa.<br />
□ Percepisci l'anàhata-chakra come un passaggio, un tunnel di energia color<br />
acquamarina: senti che questo passaggio è senza fine. Uno spazio infinito è all'interno del tuo<br />
torace: respira in questo spazio. Lascia che il tuo respiro divenga più lento e profondo. A ogni<br />
inalazione entra con il tuo respiro e la tua consapevolezza all'interno del passaggio, a ogni<br />
esalazione ritorna in superficie. E così, respirando sempre più lentamente e completamente,<br />
entra sempre più in profondità all'interno del tuo chakra.<br />
□ Molto in profondità all'interno del chakra del cuore risiede il Maestro interiore.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Entra in contatto con il tuo Maestro, medita sulla sua presenza nelle profondità del tuo<br />
chakra del cuore. Chiedi al tuo Maestro di guidarti sulla via del risveglio e da' a lui la tua piena<br />
fiducia e disponibilità.<br />
□ Lascia che la luce color acquamarina esca dal tuo torace e ti circondi. Senti il Maestro<br />
che ti avvolge, abbandonati al suo abbraccio e compi in sua presenza il tuo abbandono, il dono<br />
di te. Ripeti nel tuo cuore queste parole: «Maestro, ti affido il mio essere, ti prego, non lasciare<br />
che esso continui a vagare nell'illusione dell'ego, guidalo al risveglio».<br />
La seduta di Yoga è terminata. Ringrazia te stesso per il tempo che ti sei dedicato.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
CONTEMPLAZIONE DEL TERZO OCCHIO<br />
NONA SEDUTA<br />
□ Siediti in una postura meditativa (sukhàsana, siddhàsana, o padmàsana).<br />
□ Chiudi gli occhi e, sotto le palpebre, porta lo sguardo verso l'alto, verso il centro tra le<br />
sopracciglia, il terzo occhio, l'ajna-chakra.<br />
□ Mantieni i tuoi occhi fissi verso l'alto, appoggia le mani a terra ai lati del corpo, lascia<br />
cadere le spalle e la testa.<br />
□ Ripeti mentalmente il mantra AUM.<br />
□ Senti il tuo corpo diventare sempre più morbido, abbandonato e rilassato. Senti la forza<br />
di gravità che attira ogni singola parte del tuo corpo verso il basso: abbandona il tuo corpo alla<br />
forza della gravità. Contemporaneamente avverti la tua energia sottile salire verso l'alto, verso<br />
il terzo occhio.<br />
□ Resta a contemplare le due forze opposte: la forza esterna della gravità che attrae il tuo<br />
corpo fisico verso il basso e la forza interna che sale verso il terzo occhio attratta dal tuo<br />
stesso sguardo e dalla tua concentrazione.<br />
□ Continua a ripete il mantra AUM.<br />
□ Dopo qualche minuto ti sentirai rilassato e contemporaneamente sentirai di aver<br />
attivato le tue energie sottili.<br />
VILOMA-PRÀNÀYAMA: SECONDA VARIANTE (RESPIRAZIONE FRAZIONATA)<br />
□ Restando seduto nella postura meditativa che hai scelto, rilassa adesso i tuoi occhi,<br />
mantenendoli sempre chiusi, ed esegui la seconda variante del viloma-prànàyama.<br />
□ Inala lentamente e profondamente dal naso, producendo nella gola il suono dell'ujjàyi.<br />
□ Esala a frazioni: espira per due secondi, trattieni il respiro per due secondi, espira per<br />
due secondi, trattieni il respiro per due secondi, ecc.<br />
□ Pratica il vitoma-prànàyàma da un minimo di cinque minuti fino a un massimo variabile,<br />
in base alla tua esperienza, dai dieci ai trenta minuti e più.<br />
Saluto al sole (sequenza di più posizioni)<br />
Esegui due o tre saluti al sole per preparare il tuo corpo alle posizioni successive.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
POSIZIONE DELLA FOLGORE DISTESA (SUPTA-VAJRÀSANA) (posizione di scarica dei<br />
chakra bassi)<br />
Come tutte le posture che producono un inarcamento della colonna vertebrale, e quindi un<br />
movimento di chiusura delle vertebre, questa posizione scarica l'energia in eccesso, che può<br />
essere disturbante, dai chakra (mùlàdhàra, svadhishthàna, chakra delle ginocchia, dei piedi,<br />
inoltre chakra della gola, nella terza fase, e manipùra-chakra, nella quarta fase).<br />
□ Siediti in mezzo ai talloni; non importa se i glutei non toccano il pavimento: vedrai che<br />
con la pratica costante riuscirai a sederti comodamente. Se dovessi avere molta difficoltà puoi<br />
mettere un piccolo cuscino o un asciugamano arrotolato sotto i glutei.<br />
□ I piedi vanno tenuti diritti in modo tale che tutto il collo del piede poggi a terra.<br />
Questa posizione comprende varie fasi, vari livelli di esecuzione.<br />
Prima fase<br />
□ Appoggia le mani a terra dietro la schiena, il più lontano possibile dal corpo: questa è la<br />
prima fase della posizione nella quale ti consigliamo di sostare per qualche istante prima di<br />
passare alle fasi successive: questo ti permetterà di stirare i muscoli in modo graduale, senza<br />
traumi e, alla fine ti consentirà anche di mantenere più a lungo la postura.<br />
Seconda fase<br />
□ Adesso, se riesci, appoggiati sui gomiti. Puoi lasciare cadere la testa all'indietro per non<br />
affaticare i muscoli del collo. Se non riesci ad appoggiarti sui gomiti mantieni la prima fase<br />
della posizione.<br />
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Terza fase<br />
□ Appoggia a terra la sommità della testa, stacca le mani dal pavimento e appoggiale alle<br />
cosce. Questa fase del supta-vajràsana influenza notevolmente il chakra della gola.<br />
Quarta fase<br />
□ Appoggia a terra le spalle e distendi più che puoi la schiena.<br />
□ Le ginocchia non devono mai sollevarsi da terra.<br />
□ Scegli di eseguire la fase della posizione nella quale puoi ottenere il miglior stiramento<br />
senza eccessiva fatica o dolore e tienila per un tempo variabile dai tre ai dieci minuti.<br />
Ammesso che tu non ne sia già in grado, con l'allenamento costante potrai arrivare a praticare<br />
tutte le fasi della postura.<br />
Oltre a riequilibrare le energie dei chakra, questa postura ti permette di allungare i muscoli<br />
anteriori delle cosce dai quali dipende il buon assetto della schiena. Molto spesso la pratica di<br />
questa postura risolve dolori di schiena causati da un'eccessiva rigidità della muscolatura<br />
anteriore delle cosce.<br />
Anche gli organi addominali, specie nella quarta fase, vengono beneficamente distesi.<br />
Posizione dell'elefante (posizione di carica dei chakra)<br />
□ Dopo aver eseguito il supta-vajràsana, sciogli bene le gambe, se necessario massaggia<br />
le ginocchia e il collo dei piedi. Quindi portati in piedi.<br />
□ Tieni i piedi diritti e perpendicolari alle spalle.<br />
□ Piega le ginocchia in modo che le cosce risultino orizzontali rispetto al pavimento.<br />
□ Appoggia le mani a terra subito davanti ai piedi e senti le ginocchia a contatto con le<br />
braccia.<br />
□ Respira in maniera lenta e profonda dal naso, preferibilmente accompagnando il tuo<br />
respiro con il suono dell'ujjàyì che ti aiuta a rallentarlo.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Durante l'inalazione raddrizza le ginocchia cercando di sollevare il meno possibile le<br />
mani da terra. Durante l'esalazione piega nuovamente le ginocchia così da portare le cosce<br />
orizzontali al pavimento.<br />
□ Continua così fino a quando le gambe inizieranno ad affaticarsi, allora sciogli là<br />
posizione.<br />
La postura dell'elefante è molto utile alla schiena e inoltre rinforza la muscolatura delle gambe.<br />
Rappresenta una contro-posizione ideale alla precedente, infatti apre le vertebre, incurvando la<br />
colonna vertebrale e carica di energie nuove i chakra, in special modo il manipùra, lo<br />
svàdhishthàna e il mulàdhàra.<br />
POSIZIONE COMPLETA DI TORSIONE (posizione di armonizzazione Sole-Luna)<br />
Questa posizione comprende due fasi, una facilitata e l'altra completa.<br />
Prima fase<br />
□ Siediti con le gambe distese in avanti.<br />
□ Piega la gamba destra verso l'interno e appoggia il piede destro vicino al gluteo sinistro.<br />
□ Appoggia il piede sinistro a terra al di là del ginocchio destro.<br />
□ Tieni il ginocchio sinistro verticale al pavimento.<br />
□ Appoggia la mano sinistra a terra dietro la schiena.<br />
□ Porta il braccio destro al di sopra della gamba sinistra e afferra con la mano destra il<br />
ginocchio o la caviglia sinistra, oppure tieni libera la mano se non arrivi ad afferrarti né al<br />
ginocchio né alla caviglia.<br />
□ Spingi bene indietro verso sinistra la spalla sinistra e ruota anche il collo verso sinistra.<br />
□ Respira profondamente dal naso. La respirazione profonda nelle posizioni in cui il corpo<br />
è avvitato ti permette di esercitare un dolce massaggio degli organi interni.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Resta per qualche secondo nella prima fase della posizione per permettere ai muscoli di<br />
allungarsi gradualmente, poi prova ad eseguire la fase completa.<br />
Seconda fase<br />
□ Passa l'avambraccio destro al di sotto del ginocchio sinistro, facendo attenzione che il<br />
braccio destro sia appoggiato alla gamba al di sopra del ginocchio e non scivoli al di sotto.<br />
□ Circonda con il braccio sinistro la schiena e allaccia le mani.<br />
□ Se non riesci ad allacciare le mani, mantieniti nella prima fase della posizione.<br />
□ Tieni la posizione per due, tre minuti, con il respiro profondo.<br />
□ Esegui dall'altro lato nel seguente modo:<br />
□ Piega la gamba sinistra verso l'interno e appoggia il piede sinistro al gluteo destro.<br />
□ Appoggia il piede destro a terra al di là del ginocchio sinistro.<br />
□ Appoggia la mano destra a terra dietro la schiena e, passando il braccio sinistro sopra la<br />
gamba destra, afferra con la mano sinistra il ginocchio o la caviglia sinistra, oppure tieni libera<br />
la mano se non arrivi ad afferrarti alla gamba sinistra.<br />
□ Dopo qualche secondo prova ad eseguire la fase completa, passando il braccio sinistro<br />
sotto il ginocchio destro, il braccio destro intorno alla schiena e allacciando le mani.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Questa postura ti permette di riequilibrare le tue energie. Il suo apprendimento può sembrare<br />
un po' complesso, ma dopo le prime volte, l'esecuzione risulta già automatica.<br />
MEDITAZIONE SULLA FIAMMA DELLA CANDELA (TRÀTAKA)<br />
□ Accendi una candela e siedi in una postura meditativa a circa un metro di distanza dalla<br />
candela.<br />
□ Mantieni il tuo sguardo fisso sulla fiamma. Probabilmente, dopo breve tempo, i tuoi<br />
occhi prenderanno a lacrimare. Non preoccuparti di questo e, se ti è possibile, continua a<br />
mantenere il tuo sguardo fisso. Il tràtaka è considerato una pratica utile alla salute degli occhi<br />
e alla capacità visiva.<br />
□ Mentre fissi la fiamma, respira in modo spontaneo attraverso la bocca. La respirazione dalla<br />
bocca accentua gli effetti psichici del tràtaka in quanto la modalità respiratoria influisce<br />
sull'energia mentale ed emotiva.<br />
Un cambiamento della modalità respiratoria abituale modifica lo stato interiore, facilitando la<br />
concentrazione e il contatto con il Sé profondo, dal quale i nostri abituali schemi mentali, i<br />
nostri modi di ragionamento comuni, ci tengono lontani.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Se vuoi scoprire aspetti di te dei quali non hai mai fatto esperienza prima, devi fare qualcosa<br />
che non hai mai fatto prima, devi cambiare i tuoi schemi energetici così da modificare la tua<br />
visione e il tuo sentire. Perciò, a volte, le pratiche dello Yoga possono apparire cosi strane,<br />
poiché il loro scopo è spezzare le catene delle tue abitudini vitali e mentali.<br />
Lo Yoga non è assimilabile a una ginnastica fisica o mentale, perciò non legarti, come fanno<br />
alcuni, al concetto di allenamento. Non applicare i soliti schemi mentali a qualcosa che è fatto<br />
per rompere ogni schema e condurti alla liberazione.<br />
Puoi protrarre il tràtaka dai venti minuti fino a un'ora e più.<br />
Contemplazione in shavasana<br />
Il tràtaka è una pratica che richiede un po' più di tempo rispetto ad altre. Dopo questa pratica<br />
puoi terminare la tua seduta. Prima, però, resta per qualche minuto sdraiato in shavasana,<br />
testimone di tutto ciò che passa attraverso di te in questi istanti che seguono una profonda<br />
pratica di concentrazione.<br />
La seduta di Yoga è terminata. Ringrazia te stesso per il tempo che ti sei dedicato.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
LA SANA RIBELLIONE<br />
Giurai che non avrei sofferto per la tristezza e la stupidità del mondo, per la sua crudeltà ed<br />
ingiustizia; resi perciò il mio cuore duro e resistente come una macina di mulino e diedi alla<br />
mia mente la levigatezza dell'acciaio. Non soffrii più, però la gioia mi aveva abbandonato.<br />
Allora Dio spezzò il mio cuore e arò la mia mente. Attraverso un'angoscia crudele ed<br />
incessante mi innalzai fino ad una beatifica assenza di dolore, e attraverso la sofferenza,<br />
l'indignazione e la ribellione, fino a un'infinita conoscenza e ad una pace immutabile.<br />
Sri Aurobindo, Pensieri e aforismi, Milano, Arka, 1985, p. 344<br />
L'intelligente è in rivolta permanente. Solo lo stupido è sempre obbediente.<br />
Osho Rajneesh<br />
(Tratto da Osho Times International, febbraio 1996, Pune, Tao Publishing Pvt. Ltd.)<br />
Sat è Cit ed è Ànanda, dicevano gli antichi: l'Esistenza è Coscienza ed è Gioia.<br />
Tutto ciò che esiste è Gioia, eppure noi spesso abbiamo paura di certe esperienze della vita<br />
poiché riteniamo che in esse sia contenuta sofferenza, aggressività, durezza. La paura è un<br />
freno che si oppone al fluire dell'energia vitale, un meccanismo che vuole rallentare,<br />
ostacolare, deviare, modificare l'ineluttabile.<br />
La paura ci frena e chiude a tal punto dinnanzi a certe esperienze della vita (quelle nelle quali<br />
siamo portati a credere che vi sia in agguato il dolore), che realmente noi finiamo per soffrire,<br />
ma la nostra sofferenza è data dal nostro chiuderci, irrigidirci, frenarci e indurirci, non è data in<br />
realtà da ciò che accade, poiché nulla può esistere e accadere, nella realtà, eccetto la gioia.<br />
Se riusciamo a vincere la paura e ci abbandoniamo senza riserve all'esperienza, allora<br />
scopriamo che anche là dove noi temevamo vi fosse in agguato il dolore, vi è delizia e pace.<br />
Puoi sperimentare questa verità in modo molto semplice, nelle piccole cose che ti possono<br />
accadere abitualmente. Per esempio mentre sei per strada e inizia a piovere all'improvviso.<br />
Quando piove all'improvviso e la gente non ha pensato a portare con sé un ombrello, tutti<br />
iniziano a correre, cercano riparo, si coprono il capo con la giacca o con il giornale. La pioggia<br />
improvvisa all'inizio è molto fastidiosa, l'ipotesi di un raffreddore è la prima cosa a cui la mente<br />
pensa. Ma se ti rilassi profondamente e dentro di te sorridi alla pioggia, se la vedi come una<br />
benedizione, come una delle infinite mani del Divino che ti tocca, provi solo un senso di gioia<br />
profonda e la pioggia non può più farti del male o infastidirti in nessun modo.<br />
Se ti sdrai in un campo a meditare, può darsi che le formiche o i grilli ti infastidiscano sulle<br />
prime, ma se veramente riesci a lasciarti andare, se ti abbandoni alla natura totalmente e ti<br />
senti fino in fondo parte del tutto, alla fine scopri proprio nella formica che ti cammina sulla<br />
mano o nel grillo che ti salta sul viso un principio di dolcezza, di amore e dì armonia infinito.<br />
Ciò che vale per le piccole cose è altrettanto valido per le più grandi. Quando ti accade<br />
qualcosa che la tua mente si rifiuta di accettare perché lo giudica ingiusto e tutto il tuo essere<br />
si irrigidisce perché non accetta, si chiude all'energia della vita perché non vuole sentire, non<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
vuole esserci: allora la tua anima, la sola che potrebbe levare il sigillo ai tuoi occhi e farti<br />
vedere la gioia nascosta, viene soffocata in una morsa dura e fredda, l'esistenza pare<br />
congelarsi e oscurarsi. In queste condizioni non puoi fare veramente esperienza di ciò che ti<br />
sta accadendo, in realtà sperimenti solo la tua chiusura, la tua rigidità, la tua paura e il<br />
soffocamento della tua anima. Nessuno potrà mai negare che tu stia soffrendo, ma se osservi<br />
bene, tu vedrai che il tuo dolore viene da dentro di te, è prodotto da te, tu ne sei l'origine, ne<br />
determini l'intensità e la durata.<br />
Il dolore è sconfitto quando vinci la tua paura di soffrire, ti abbandoni a ciò che ti sta<br />
accadendo, accetti di fare l'esperienza, dici di sì, ti rilassi e ti apri, allora scopri che in ciò che<br />
temevi è nascosto un principio d'amore, di delizia e di pace.<br />
Per poter sconfiggere il dolore devi lottare contro i tuoi automatismi. È automatico per te<br />
soffrire quando ti succede la tale o la talaltra cosa, chiunque lo farebbe se fosse al tuo posto;<br />
tutti sanno che quando la tale cosa succede si piange, perché la tale cosa è ritenuta una<br />
disgrazia. Allora, quando la tale cosa succede a te, anche tu piangi, se non lo facessi ti<br />
sentiresti un cinico o quantomeno fuori posto. Sei talmente condizionato che non ti fermi<br />
nemmeno un attimo a soppesare l'ipotesi contraria; sei così ipnotizzato che non ti sfiora<br />
neppure l'idea che ciò che è successo potrebbe invece essere positivo se osservato in un'ottica<br />
non egoista, in modo rilassato.<br />
Essere ipnotizzati significa essere condizionati a dare al tal tipo di accadimento il tal tipo di<br />
risposta. Il condizionamento responsabile della nostra sofferenza consiste nella nostra abitudine<br />
inconscia a prestare orecchio alla paura che si genera dal nostro ego dinnanzi a quegli<br />
avvenimenti che vengono a privarci di qualcosa o a negarci qualche possibilità. Al momento<br />
della nascita della paura, la sofferenza non esìste ancora, ciò che esiste è solo la paura del<br />
nostro ego di soffrire. La paura generata dall'ego provoca l'irrigidimento, la chiusura, il rifiuto<br />
di tutto l'essere alla vita, chiude l'anima nella morsa che la soffoca e da tutto ciò nasce la<br />
nostra sofferenza.<br />
Il condizionamento attiva in noi processi così automatici e rapidi che ci è impossibile fare<br />
veramente esperienza di ciò che ci accade; noi facciamo esperienza solo del nostro<br />
irrigidimento, del nostro soffocamento.<br />
Ciò che alimenta il nostro condizionamento è qualcosa di non ben definibile, come una<br />
vibrazione, che incessantemente si ripete e si ripete, sempre uguale a se stessa, nelle nostre<br />
orecchie e dinnanzi ai nostri occhi, perciò parliamo di ipnotismo. Quando ascolti la gente<br />
intorno a te parlare di un tal avvenimento con note tristi, quando leggi un giornale, quando<br />
ascolti la televisione, quella vibrazione che sa di dolore è lì, è dentro il modo di raccontare, è<br />
dentro il suono stesso delle parole, si ripete e si ripete, alimentando il tuo condizionamento.<br />
Hai fatto conoscenza della vibrazione dal sapore di dolore fin dall'istante in cui sei venuto al<br />
mondo, l'hai assorbita con la prima boccata d'aria che hai respirato, eppure liberartene adesso<br />
ti è possibile, ti è sempre stato possibile.<br />
La liberazione dall'ipnotismo passa attraverso una sana dose di ribellione, proprio come dice<br />
Aurobindo. Ribellarsi al modo comune, abituale di percepire la vita per avvicinare ogni esperienza<br />
come fosse unica, con una coscienza vergine, incontaminata dal «senso comune»,<br />
assolutamente libera: questa è la liberazione dall'ipnotismo.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Per ridestarti dall'ipnotismo generale devi ribellarti internamente a ogni fonte che alimenta il<br />
tuo condizionamento a creare dolore: questa è la «Rivoluzione della Coscienza», la sola che<br />
possa veramente portare l'uomo e il mondo a un reale cambiamento.<br />
«Ribellarti internamente» a qualcosa significa screditare, togliere ogni autorità a quella cosa.<br />
Togli al «senso comune» ogni autorità: il «senso comune» neppure assomiglia lontanamente<br />
alla verità delle cose e alla saggezza degli illuminati. Togli autorità al «senso comune» e<br />
riprendi questa autorità per te stesso. Sei tu e solo tu che hai l'autorità di decidere come devi<br />
percepire la vita e quale senso dare agli avvenimenti della vita, perciò dimentica tutto ciò che<br />
ti è stato insegnato a riguardo e ripulisci la tua consapevolezza da tutti i condizionamenti. Hai<br />
diritto a vivere la tua vita in prima persona, da protagonista, perciò non lasciare che sia il<br />
«senso comune» a decidere per te.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
IL DOLORE E IL SUPERAMENTO DEL DOLORE<br />
Odiavo ed evitavo il dolore, provando risentimento perché mi veniva inflitto; ma scopro adesso<br />
che se non avessi così sofferto, non possiederei ora, ben forgiata e perfezionata nella mia<br />
mente, nel mio cuore e nel mio corpo, questa capacità di somma delizia infinitamente<br />
sensibile.<br />
La sofferenza ci rende capaci di sopportare l'intera forza del Signore delle Delizie; essa ci rende<br />
capaci di sopportare anche l'altro gioco del Signore del Potere. Il dolore è la chiave che apre le<br />
porte della forza; è la strada maestra che conduce alla città della beatitudine.<br />
Sri Aurobindo, Pensieri e Aforismi, cit.<br />
Solo per aver sofferto puoi ribellarti alla sofferenza. Ogni cosa porta in sé l'energia per il<br />
proprio superamento: così il dolore porta in sé la volontà di ribellarsi al dolore, la capacità di<br />
ridestarsi dall'ipnotismo.<br />
La volontà di ribellarsi al dolore viene dall'avere sofferto. Questa volontà ci dà la possibilità di<br />
vivere ciò che ci accade senza opporre resistenza.<br />
Il dolore nasce dalla paura dell'ego che ci chiude alle esperienze della vita e soffoca l'anima.<br />
Ma la paura dell'ego è destinata a divenire un meccanismo autodistruttivo. Infatti, quando è<br />
nella propria disperazione, l'ego vive tutta la propria impotenza, la propria irrilevanza. Allora,<br />
dal profondo dell'essere nasce il senso dell'infinito e dell'onnipotente al quale l'uomo si<br />
sottomette e si arrende mentre, in questo «surrender», l'ego e il dolore di cui esso è fonte<br />
svaniscono. Dunque è proprio quando all'ego pare di aver perso tutto, che tutto può essere<br />
conquistato.<br />
Se nel baratro scuro del dolore si accende il senso dell'infinito, il richiamo della spiritualità, se<br />
l'anima, presa nella morsa del dolore, è capace di urlare e se questo urlo viene udito, allora il<br />
dolore stesso diviene lo strumento per accedere alla vera gioia attraverso il «surrender»,<br />
l'abbandono al Divino, il Signore delle Delizie.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
DECIMA SEDUTA<br />
A partire da questa seduta inizieremo a servici di un semplicissimo strumento molto utile nella<br />
pratica dello Yoga: la bandana.<br />
La bandana può essere un foulard o qualsiasi pezzo di stoffa tu possa legarti intorno alla testa<br />
allo scopo di bendare i tuoi occhi.<br />
HII... FUU: LA RESPIRAZIONE SONORA<br />
□ Siedi in una posizione meditativa e copri i tuoi occhi con la bandana.<br />
□ Inala ed esala profondamente dalla bocca producendo il suono del mantra Hii... Fuu.<br />
□ Produci il suono Hii durante l'inalazione e il suono Fuu durante l'esalazione.<br />
□ In questa respirazione l'inalazione è molto lenta: per produrre il suono Hii devi tenere i<br />
denti vicini e le labbra socchiuse, ciò contribuisce a rallentare l'inalazione. L'esalazione invece è<br />
veloce, cade nel corpo come un profondo sospiro. Senti che l'esalazione ha un effetto catartico,<br />
liberatorio. Ogni volta che l'aria esce dal tuo corpo puoi svuotarti delle tue tensioni e liberarti<br />
dalle tossine, fisiche e psichiche, che hai accumulato.<br />
□ Mentre respiri fa' oscillare il tuo corpo lievemente ma ritmicamente, in modo costante.<br />
□ Respira in modo molto profondo. Se il tuo corpo non è abituato all'ossigenazione<br />
prodotta dalla respirazione profonda, dopo breve avvertirai sensazioni particolari, un po'<br />
strane.<br />
□ Forse sentirai la testa leggera, una certa sensazione di euforia, formicolio nelle mani,<br />
ecc. Non preoccuparti per queste sensazioni, non sono pericolose, continua la pratica. Solo se<br />
avvertirai sensazioni sgradevoli o dolorose, allora dovrai sospendere: ciò è comunque da<br />
prendere come indice di una eccessiva intolleranza o debolezza del tuo fisico causata da una<br />
patologia o da particolari condizioni di depressione organica. In caso di buona salute la<br />
respirazione profonda, anche protratta per diverso tempo, non può che portare benefici al<br />
corpo, alla mente e allo spirito. Non aver paura di respirare. Il respiro è vita, non aver paura<br />
della vita. Lasciati respirare, lascia che il respiro apra tutto il tuo corpo, non opporre resistenza<br />
al respiro, non opporre resistenza alla vita.<br />
□ Respira per un tempo variabile dai cinque ai venti minuti. Poi sdraiati.<br />
Contemplazione in shavàsana<br />
□ Sdràiati in shavàsana e resta a osservare tutte le sensazioni del tuo corpo: gli effetti<br />
della respirazione profonda che hai appena fatto e tutte le altre sensazioni che riesci ad<br />
avvertire.<br />
□ È possibile che dopo la respirazione profonda si produca una apnea spontanea<br />
prolungata nella quale avvertirai una sensazione di profondissimo rilassamento.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Saluto al sole (sequenza di più posizioni)<br />
Fai una o due esecuzioni consecutive.<br />
Breve rilassamento in shavàsana<br />
Distenditi per alcuni minuti nella posizione del cadavere e segui il tuo respiro spontaneo con la<br />
ripetizione mentale del mantra SO 'HAM. Senti che la tua respirazione si normalizza.<br />
Varianti del sarvàngàsana (la candela) (posizione di carica del vishuddha-chakra)<br />
□ Disponiti nella posizione di shavàsana alzando le gambe a ginocchia piegate e poi<br />
raddrizzandole.<br />
□ Solleva il bacino.<br />
□ Premi con le braccia contro il pavimento e cerca di sollevare la schiena il più possibile<br />
fino a che senti di aver appoggiato a terra solo le vertebre cervicali e, ovviamente, la testa.<br />
□ Appoggia le mani sulla schiena. Adesso devi cercare di raddrizzare bene la schiena: per<br />
fare ciò porta le mani il più possibile verso le spalle e avvicina più che puoi i gomiti tra loro.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Nella posizione il mento è premuto contro il torace e tutto l'interno della gola è stimolato. Tutti<br />
gli organi del corpo risultano capovolti e vengono dunque tonificati dal mantenimento della<br />
posizione. Questa posizione ricarica il vishudda-chakra, il chakra della gola, che è quei centro<br />
che trasforma la nostra energia vitale nella capacità di esprimere i nostri pensieri e le nostre<br />
emozioni.<br />
Come hai assunto la posizione esegui subito le varianti. Prima variante<br />
□ Piega la gamba destra e appoggia la pianta del piede destro all'interno del ginocchio<br />
sinistro.<br />
□ Spingi bene in fuori il ginocchio destro, cosicché la gamba destra disegni un triangolo il<br />
più possibile piatto.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Tieni immobile la posizione per trenta, sessanta secondi e poi solleva la gamba destra.<br />
□ Raddrizza bene la schiena e quindi piega la gamba sinistra e appoggia la pianta del<br />
piede sinistro all'interno del ginocchio destro spingendo bene in fuori il ginocchio sinistro.<br />
Mantieni l'immobilità per altri trenta, sessanta secondi.<br />
Seconda variante<br />
□ Porta lentamente il piede destro verso terra oltre ¡1 capo. Non importa se il piede<br />
destro non arriva fino a terra, cerca di tenere immobile la gamba sinistra.<br />
□ Tieni immobile la posizione per trenta-sessanta secondi e poi solleva la gamba destra.<br />
□ Raddrizza bene la schiena e quindi porta verso terra il piede sinistro, tenendo ferma la<br />
gamba destra.<br />
□ Mantieni l'immobilità per altri trenta-sessanta secondi.<br />
Terza variante<br />
□ Porta il piede destro a terra dinnanzi al corpo cercando di tenere la gamba sinistra il più<br />
possibile verticale rispetto al pavimento. Tieni per trenta-sessanta secondi.<br />
□ Solleva la gamba destra, raddrizza bene la schiena e quindi porta a terra il piede<br />
sinistro cercando di tenere la gamba destra il più possibile in verticale.<br />
□ Mantieni l'immobilità per altri trenta-sessanta secondi.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
POSIZIONE DEL MEZZO ARATRO (ARDHA-HALÀSANA) (posizione di carica dei<br />
chakra)<br />
□ Immediatamente dopo aver eseguito le varianti di sarvàngàsana, senza riportare a terra<br />
la schiena, appoggia le ginocchia piegate alla fronte e riposa nel «mezzo aratro» tenendo gli<br />
occhi chiusi e il respiro spontaneo dal naso. In questa postura la tua colonna vertebrale è<br />
dolcemente incurvata e i tuoi chakra, in special modo il manipura, si ricaricano.<br />
□ Sciogli non appena ti stanchi.<br />
ROTAZIONI DEL COLLO<br />
□ Dopo le posizioni di appoggio sul collo è sempre bene fare alcune rotazioni molto lente e<br />
complete del collo, restando seduti a gambe incrociate.<br />
KRÌYÀ DEL LOTO DEL CUORE<br />
Questa kriyà è accompagnata da un gesto simbolico delle mani attraverso il quale ci aiutiamo a<br />
muovere l'energia verso il quarto chakra, il chakra del cuore.<br />
□ Siediti in una postura meditativa a occhi chiusi.<br />
□ Disponi le mani in grembo, la sinistra sopra la destra con le palme rivolte verso l'alto.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Respira lentamente e profondamente dal naso producendo sia durante l'inalazione, sia<br />
durante l'esalazione, il suono dell’ujjàyì nella gola.<br />
□ Durante l'inalazione solleva l'energia della Terra dal primo chakra fino al chakra del<br />
cuore accompagnando questo movimento sottile con il movimento della tua mano sinistra che,<br />
sfiorando il corpo, si alza fino al'altezza del torace.<br />
□ Appoggia la mano sinistra al centro del torace e trattieni brevemente il respiro. Nel corso<br />
della durata della ritenzione del respiro, ripeti mentalmente, in modo lento, ritmico e continuo,<br />
ilmantra YAM (YAM è il blja-mantra, o mantra-seme, che corrisponde al quarto chakra).<br />
□ Esalando spingi il braccio sinistro verso l'esterno, come dovessi, con la mano sinistra,<br />
allontanare qualcosa dal corpo. Attraverso il braccio e la mano sinistra restituisci l'energia della<br />
Terra al cosmo.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ In ritenzione esterna del respiro riporta la mano sinistra in grembo e appoggia la mano<br />
destra sulla fronte.<br />
Durante l’inalazione successiva fai scendere l’energia del Cielo simultaneamente abbassa la<br />
mano destra lungo il corpo. Raggiungi l'altezza del cuore e appoggia la mano destra al centro<br />
del torace.<br />
□ Trattieni brevemente il respiro ripetendo mentalmente il mantra YAM.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Esalando spingi il braccio destro verso l'esterno e, attraverso la mano destra, restituisci<br />
l'energia del Cielo al cosmo.<br />
□ A polmoni vuoti riporta la mano destra in grembo e poi, sollevando la mano sinistra,<br />
ricomincia un nuovo ciclo.<br />
□ Continua per cinque-dieci minuti.<br />
La kriyà del loto del cuore è una pratica meditativa molto bella e profonda che ti lascia con una<br />
piacevole sensazione di benessere e di pace, dovuta all'apertura del chakra del cuore.<br />
POSIZIONE DELLA CONCHIGLIA (SHANKHÀSANA) (posizione di riposo)<br />
□ Restando seduto piega le gambe in modo da portare le ginocchia verso il torace.<br />
Circonda le gambe con le mani e appoggia la fronte alle ginocchia. Se la fronte non arriva ad<br />
appoggiarsi alle ginocchia, metti le braccia sovrapposte sulle ginocchia e appoggia la fronte<br />
sulle braccia.<br />
□ Mantieni la posizione a occhi chiusi con il respiro spontaneo ascoltando il piacevole<br />
stiramento della colonna vertebrale.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Puoi ripetere mentalmente il mantra SO 'HAM in sincronia con la tua respirazione spontanea.<br />
POSIZIONE DELLA PINZA DIVARICATA: VARIANTE LATERALE (variante del<br />
pashcimottanàsana)<br />
□ Stando seduto, divarica al massimo le gambe.<br />
□ Afferra con la mano destra la gamba destra oppure, se ci arrivi, il piede destro.<br />
□ Scendi con il fianco destro lungo il braccio destro.<br />
□ Porta il braccio sinistro al di sopra della testa e afferra con la mano sinistra il braccio<br />
destro.<br />
□ Mantieni immobile la posizione dai due ai cinque minuti a occhi chiusi e respirando<br />
spontaneamente dal naso.<br />
□ Esegui dall'altro lato.<br />
Questa posizione stira i muscoli della gambe, i fianchi e permette l'armonizzazione dell'energia<br />
solare e lunare.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
MEDITAZIONE ATTRAVERSO LA VISUALIZZAZIONE<br />
□ Stai camminando in una città affollata, piena di gente, di macchine, di traffico.<br />
□ Improvvisamente senti che i tuoi piedi non toccano terra, le tue gambe si muovono ma i<br />
tuoi piedi non toccano la terra.<br />
□ Piano piano ti senti sollevare nell'aria. Sali fino ad arrivare al di sopra della testa delle<br />
persone... e sali ancora.<br />
□ Arrivi fino all'altezza dei primi tetti delle case... e sali ancora.<br />
□ Dall'alto la città si fa sempre più piccola, mentre tu sali sempre più in alto.<br />
□ Adesso hai la sensazione di volare. Ti muovi nell'aria e vedi dall'alto i paesaggi che si<br />
alternano: i mari, le foreste, le città, le montagne... Nasce e cresce dentro di te una<br />
sensazione di leggerezza e di libertà.<br />
□ Poi consideri il tuo corpo steso sul pavimento e lo percepisci da molto lontano, da<br />
enormi distese di spazio.<br />
□ Visualizza la zona o l'organo del tuo corpo che ritieni essere il più pesante. Osservalo<br />
bene per alcuni secondi.<br />
□ Pensa alla persona più pesante che è parte o che è mai stata parte della tua vita,<br />
visualizzala. Osservala bene.<br />
□ Pensa all'oggetto più pesante che è parte o che è mai stato parte della tua vita,<br />
visualizzalo. Osservalo bene per alcuni secondi.<br />
□ Pensa alla situazione più pesante della tua vita presente o passata e osservala bene.<br />
□ Considera la sfera dei tuoi sentimenti e pensa all'emozione o al sentimento più pesante<br />
che è mai stato parte del tuo essere. Osservalo bene.<br />
□ Considera il pensiero più pesante che è mai stato nella tua mente. Osservalo bene per<br />
alcuni secondi.<br />
□ Adesso prendi tutte queste cose pesanti a cui hai pensato e legale, una dopo l'altra, a<br />
un palloncino. Legale bene e poi osservale alzarsi nell'aria, sempre più in alto. Respira profondamente<br />
e lentamente dal naso mentre osservi tutte le cose pesanti della tua vita salire<br />
sempre più in alto nell'aria. Avverti in tutto il tuo essere una crescente sensazione di libertà e<br />
di leggerezza.<br />
□ Infine ricrea la sensazione del volo. Vola sopra ogni cosa, sempre più leggero, sempre<br />
più felice, sempre più libero.<br />
42
Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Resta con la tua sensazione di libertà e formula questo pensiero: «Non c'è nulla a cui<br />
arrivare; tutto è già qui. L'intera esistenza culmina in questo momento, converge in questo<br />
momento, si versa in questo momento. Tutto ciò che esiste si versa in questo momento: è qui,<br />
ora».<br />
La seduta di Yoga è terminata. Ringrazia te stesso per il tempo che ti sei dedicato.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
LA CANNA DI BAMBÙ<br />
UNDICESIMA SEDUTA<br />
□ Siedi in una postura meditativa a occhi chiusi. Tieni le mani in grembo oppure<br />
appoggiate alle ginocchia.<br />
□ Respira attraverso la bocca molto profondamente. L'inalazione è rallentata, mentre<br />
l'esalazione viene eseguita a velocità spontanea e risulta più breve rispetto all'inalazione.<br />
Prima fase<br />
□ Inalando solleva l'energia della Terra attraverso i vari chakra fino al chakra del cuore.<br />
Visualizza l'energia della Terra come una luce che entra nel corpo dal primo chakra (l'area del<br />
perineo) e sale al centro del corpo raccogliendosi al centro del torace, all'altezza del cuore,<br />
nell'anàhata-chakra.<br />
□ Quando esali percepisci la tua energia che viene spinta dal chakra del cuore verso l'alto<br />
e viene resa al Cielo attraverso il sahasràra-chakra, il chakra «corona» che si trova alla sommità<br />
del capo. Visualizza l'energia come luce che sale e zampilla dalla tua testa.<br />
□ Senti che, in conseguenza della tua respirazione profonda, l'energia che ti attraversa è<br />
molto abbondante e forte, è come un fiume in piena, che passando attraverso di te rompe i<br />
tuoi argini, costituiti dalle tue paure, dalle tue difese mentali, dissolve i tuoi blocchi emotivi e<br />
scioglie le tue tensioni fisiche. Lasciati ripulire mentre respiri in modo sempre più profondo.<br />
□ Continua per cinque minuti.<br />
Seconda fase<br />
□ Appoggia le mani a terra ai lati del corpo.<br />
□ Continua a respirare come prima dalla bocca.<br />
□ Quando inali visualizza l'energia della Terra come luce e percepiscila salire lungo i due<br />
canali laterali: l'energia entra nel corpo attraverso i chakra delle mani, al centro delle palme,<br />
sale lungo le braccia e raggiunge il centro del torace.<br />
□ Quando esali visualizza e percepisci l'energia che viene spinta dal chakra del cuore<br />
verso l'alto e zampilla dalla sommità della tua testa.<br />
□ Continua per cinque minuti.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Terza fase<br />
□ Adesso durante l'inalazione visualizza e percepisci l'energia della Terra salire<br />
simultaneamente attraverso i tre canali: quello centrale e quelli laterali. Poi, mentre esali,<br />
lascia che dal tuo chakra essa venga nuovamente sospinta verso il cielo.<br />
□ Continua per cinque minuti.<br />
Quarta fase<br />
□ Chiudi la bocca, lascia il tuo respiro fluire spontaneo dal naso.<br />
□ Percepisci e visualizza, sotto forma di una bellissima luce dorata, l'energia del Cielo<br />
scendere in te entrando dal tuo sahasràra-chakra.<br />
□ Lascia che l'energia del Cielo attraversi tutti i tuoi chakra ed entri nella Terra perforando<br />
il tuo mulàdhàra-chakra. Lascia che essa permei ogni area, ogni cellula del tuo corpo e ogni<br />
aspetto della tua mente.<br />
□ Percepisciti come un canale puro che collega Cielo e Terra o, come diceva il maestro<br />
illuminato Osho, come una canna di bambù vuota all'interno.<br />
□ Percepisciti vuoto e nello stesso tempo vasto, vasto come il mondo. Formula questo<br />
pensiero: «Il vero riposo nasce dall'espansione, dall'universalizzazione della coscienza. Divieni<br />
vasto come il mondo e sarai sempre in riposo. Nel pieno dell'azione, proprio nel mezzo della<br />
battaglia e dello sforzo, conoscerai il riposo dell'infinito e dell'eternità» (Mère).<br />
Saluto al sole (sequenza di più posizioni)<br />
□ Esegui due o tre saluti al sole per preparare il tuo corpo alle posture successive.<br />
CONCENTRAZIONE SUL TERZO CHAKRA<br />
□ Dopo i «saluti al sole» sdraiati in shavàsana per un breve rilassamento.<br />
□ Mentre ti rilassi e la tua respirazione si normalizza, fai una breve concentrazione sul<br />
terzo chakra.<br />
□ Visualizza il terzo chakra come una intensa luce gialla circa due dita sotto il tuo<br />
ombelico.<br />
Il terzo chakra è la sede della tua forza, del tuo cosiddetto potere personale: la tua volontà che<br />
forma e determina il tuo destino, la tua energia che dà modo ai tuoi pensieri, alle tue aspirazioni,<br />
ma anche alle tue paure, di concretizzarsi e ai tuoi desideri di esprimersi, di realizzarsi,<br />
ma anche di ingannarti e di agitarti. Non per niente si dice che il terzo chakra è la sede dell'io:<br />
tutto ciò che la tua mente pensa che tu sia e che il mondo sia, si concretizza unicamente grazie<br />
alla forza che è nella tua pancia.<br />
45
Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Il plesso solare (organo che nel corpo fisico corrisponde al terzo chakra) e il cervello sono<br />
simboleggiati dalla metafora dei due soli: il sole rosso e il sole nero. Il sole rosso è il tuo<br />
cervello che risplendendo illumina, cioè crea, la tua persona, il tuo mondo e il tuo destino.<br />
Come saprai, la tua mente è formatrice, ovvero essa crea tutti i fenomeni che tu vivi o, se<br />
preferisci, tutti i fenomeni sono prodotti dalla tua mente. Per fare un simile lavoro la mente<br />
trae energia dal sole nero, ovvero dal terzo chakra. Il cervello prende forza dalla pancia e,<br />
senza l'energia che è nella tua pancia, la tua mente non avrebbe più alcun potere.<br />
□ Respira adesso lentamente, sempre più lentamente e piacevolmente, senza sforzo,<br />
attraverso il naso.<br />
□ Respira attraverso il terzo chakra, immaginando l'aria entrare e uscire dal tuo corpo<br />
direttamente attraverso l'area del terzo chakra.<br />
□ Insieme al tuo respiro entra sempre più in profondità nel tuo chakra, dentro la luce<br />
gialla.<br />
□ Lasciati sprofondare dentro la tua stessa pancia.<br />
□ Cogli l'origine della tua forza che è nel fondo del tuo chakra, senti che questa forza è<br />
illimitata e avverti, giunto all'origine della tua forza, nel punto più profondo del tuo chakra, una<br />
sensazione del tipo «io posso», oppure «io so». Entra in contatto con questa sensazione e<br />
stringi con essa un legame permanente.<br />
POSIZIONE DEL MEZZO ARCO (ARDHA-DHANURÀSANA): PRIMA FASE<br />
Questa posizione scarica l'energia in eccesso, stagnante e disturbante dal tuo terzo chakra,<br />
riequilibrandone le funzioni.<br />
□ Portati carponi. Appoggia a terra l'avambraccio destro e afferra con la mano sinistra il<br />
piede destro.<br />
□ Tira con la mano destra il piede sinistro verso la nuca e contemporaneamente spingi la<br />
testa all'indietro verso il piede.<br />
□ Tieni la posizione finché puoi farlo senza fatica, poi scioglila.<br />
□ Nella posizione mantieni il respiro spontaneo dal naso.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
POSIZIONE DI RACCOGLIMENTO (DHÀRMIKÀSANA)<br />
Prima di eseguire il mezzo arco dall'altro lato riposa brevemente la schiena nella posizione di<br />
raccoglimento.<br />
□ Siediti sui talloni, i piedi distesi.<br />
□ Poggia la fronte a terra, cercando di mantenere i glutei il più possibile vicini ai talloni.<br />
Rilassa le braccia ai lati del corpo.<br />
□ Resta in questa posizione per uno o due minuti concentrandoti sul movimento<br />
spontaneo del tuo respiro. Segui il tuo respiro ripetendo mentalmente il mantra SO 'HAM.<br />
Entra nel tuo corpo insieme al tuo respiro e muoviti con esso.<br />
□ Sciogli molto lentamente.<br />
POSIZIONE DEL MEZZO ARCO (ARDHA-DHANURÀSANA): SECONDA FASE<br />
□ Ritorna carponi ed esegui il «mezzo arco» dall'altro lato.<br />
□ Appoggia a terra l'avambraccio destro e afferra con la mano sinistra il piede destro.<br />
□ Quindi cerca di avvicinare il piede alla nuca e la nuca al piede il più possibile.<br />
Come avrai notato il «mezzo arco» è una posizione di equilibrio e diventa più difficile, quindi<br />
più intensa, se eseguita a occhi chiusi.<br />
La sequenza della lepre<br />
Si tratta di tre posture dinamiche eseguite una di seguito all'altra. La pratica di questa<br />
sequenza produce effetti molto rilassanti sul sistema nervoso, sprigionando un'immediata<br />
sensazione di benessere. Infatti tende a riequilibrare le funzioni dei due sistemi nervosi<br />
antagonisti: simpatico e parasimpatico. La sequenza della lepre risulta molto utile per chi<br />
soffre di dolori alla schiena o alla cervicale.<br />
Primo movimento<br />
□ Siediti sui talloni e poggia a terra gli avambracci. Tieni i gomiti a contatto tra loro e così<br />
pure il lato interno delle mani. La forma del tuo corpo, ora, ricorda la forma del corpo di una<br />
lepre.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Respira lentamente e profondamente dal naso con il suono dell’Ujjàyi. Mentre inali,<br />
solleva molto lentamente la testa e spingila all'indietro.<br />
□ Mentre esali, abbassa la testa fino a comprimere il mento contro il torace: questo è il<br />
jàlandhara-bandha, la contrazione della gola, che influenza il vishuddha-chakra.<br />
□ Muoviti in modo molto lento, a occhi chiusi, ascoltando tutto il piacere del movimento<br />
dolce effettuato in sincronia con la respirazione.<br />
□ Protrai il primo movimento per circa tre minuti.<br />
Secondo movimento<br />
□ Adesso, restando sempre seduto sui talloni, appoggia a terra le mani davanti al corpo.<br />
□ Continua a respirare in modo lento e profondo dal naso con il suono dell’'ujjàyi.<br />
□ Ad ogni inalazione inarca la schiena spingendo indietro la testa.<br />
□ Ad ogni esalazione incurva la schiena e abbassa la testa fino a che il tuo mento sarà<br />
nuovamente premuto contro il torace come nel jàlandhara-bandha.<br />
□ Protrai il movimento per circa tre minuti.<br />
Terzo movimento<br />
□ Mettiti con la fronte a terra e i glutei vicini ai talloni, come nella posizione di<br />
raccoglimento.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Respira sempre lentamente e profondamente dal naso con il suono dell'ujjàyi.<br />
□ Durante ogni inalazione solleva il corpo dai talloni e fai rotolare la testa sul pavimento.<br />
Cerca di portare l'appoggio della testa il più indietro possibile verso la nuca; il mento, in questo<br />
modo, si comprime contro il torace e tutto il collo si stira.<br />
□ Durante ogni esalazione torna nella posizione di raccoglimento facendo rotolare la testa<br />
sul pavimento, senza sollevarla, riporta l'appoggio sulla fronte e i glutei vicini ai talloni.<br />
□ Muoviti in maniera continua e armonica, in sincronia con la tua respirazione,<br />
possibilmente sempre a occhi chiusi e restando molto rilassato.<br />
□ Protrai anche il terzo movimento per circa tre minuti.<br />
□ Resta per qualche istante nella posizione di raccoglimento prima di sollevare la testa da terra<br />
e poi sollevati molto lentamente per permettere al sangue di defluire lentamente dalla testa.<br />
POSIZIONE DEL BILANCIERE: PRIMA VARIANTE (POSIZIONE DI ARMONIZZAZIONE<br />
SOLE-LUNA)<br />
□ Quando hai sciolto la posizione di raccoglimento resta seduto sui talloni e porta le<br />
braccia verso l'alto; con una mano afferra le dita della mano opposta.<br />
□ Prendi un'inalazione profonda dal naso poi, esalando profondamente dal naso, porta il<br />
gluteo destro a terra al lato destro dei tuoi piedi. Inclina il busto verso sinistra. Appoggia il<br />
braccio destro alla testa per non affaticare la spalla.<br />
□ Resta in posizione con il respiro spontaneo dal naso per qualche secondo.<br />
□ Inalando profondamente dal naso risali da terra tornando a sederti sui talloni.<br />
□ Esalando profondamente dal naso, porta il gluteo sinistro a terra al lato sinistro dei tuoi<br />
piedi. Inclina il busto verso destra<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
e, appoggiando il braccio sinistro alla testa, tieni la postura in modo rilassato respirando<br />
spontaneamente dal naso.<br />
□ Durate un'inalazione profonda ripeti un altro ciclo.<br />
□ Continua per circa cinque minuti.<br />
KAPÀLABHÀTI<br />
È una krìyà, un processo di purificazione, che ti permette di eliminare le tossine e di ossigenare<br />
profondamente l'organismo. Il termine kapàlabhàti letteralmente significa, «brillantezza del<br />
cranio», infatti questa kriyà stimola la circolazione intracerebrale, ripulendo il cervello dalle<br />
tossine.<br />
Soprattutto la kapàlabhàti muove le tue energie sottili, riattiva energie assopite stimolando<br />
l'intero sistema nervoso, non solo il cervello. È importante kapàlabhàti per rompere gli schemi<br />
energetici abituali e creare nuovi e più potenti sistemi di energia nel tuo corpo-mente. Ricordi<br />
quanto abbiamo detto durante l'esposizione del tràtaka, la pratica di fissità dello sguardo sulla<br />
fiamma della candela? Se vuoi scoprire aspetti di te dei quali non hai mai tatto esperienza<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
prima, devi fare qualcosa che non hai mai fatto prima, devi cambiare i tuoi schemi energetici<br />
così da modificare la tua visione e il tuo sentire. Perciò, a volte, le pratiche dello Yoga possono<br />
apparire così strane, poiché il loro scopo è spezzare le catene delle tue abitudini vitali e<br />
mentali, rompere i vecchi equilibri energetici, per permetterti di procedere verso equilibri<br />
superiori.<br />
□ Inala dal naso lentamente e completamente, producendo il suono dell'ujjàyi.<br />
□ Esala a frazioni contraendo a scatti l'addome. Contrai e rilascia ripetutamente e<br />
rapidamente l'addome; in altre parole spingi l'addome verso la colonna vertebrale, tiralo in<br />
dentro, e rilassalo ripetutamente. Ad ogni contrazione addominale, ogni volta che l'addome<br />
rientra, esce un po' d'aria dal corpo. Devi sentire che l'aria viene espulsa proprio dalla<br />
contrazione addominale.<br />
□ Non inalare tra un'espulsione e l'altra, inala soltanto alla fine della raffica di espulsioni,<br />
dopo che hai svuotato completamente i polmoni.<br />
□ All'inizio fai poche espulsioni, anche solo due, per ciascuna esalazione. Poi,<br />
gradatamente, aumenta il numero di espulsioni per ciascuna espirazione senza diminuire la<br />
potenza delle stesse. Bada anche che le espulsioni terminali abbiano la stessa potenza delle<br />
iniziali.<br />
□ Pratica per alcuni minuti senza interruzioni. Poiché kapàlabháti è una kriyà che porta<br />
all'attivazione delle tue energie, è importante praticarla senza soste, in quanto le interruzioni<br />
ritardano il processo dell'attivazione energetica.<br />
□ Dopo pochi minuti di pratica continuata avvertirai una sensazione di calore nella testa o,<br />
comunque, l'energia salire verso l'alto.<br />
□ Vai avanti fino a quando senti di poterlo fare senza sforzo eccessivo e sempre in modo<br />
piacevole.<br />
□ Non essere meticoloso, non contare il numero di espulsioni che fai per ciascuna<br />
esalazione, non cercare di mantenere questo numero costante. Abbandona ogni controllo<br />
mentale, kapàlabhàti ti dona un piacevole senso di euforia che diviene ancora più piacevole e<br />
utile se il controllo mentale viene lasciato cadere. Non cercare di essere «regolare», non esiste<br />
regola che non sia quella di liberarsi da ogni regolamento, non esiste maniera di procedere che<br />
non sia quella di andare oltre ogni schema predeterminato.<br />
□ Lascia fare al tuo corpo. Lascia che il tuo corpo gioisca di ciò che sta facendo, non<br />
costringerlo, liberalo. Abbi fiducia nel tuo corpo e lascia che si esprima oltre ogni schema<br />
mentale, al di là di tutto ciò che la tua mente ritiene di avere imparato su di lui e sul respiro.<br />
Soltanto cerca dì non assecondare con movimenti del dorso o delle spalle le contrazioni<br />
addominali. Tieni il corpo fermo, è solo l'addome che si muove in kapàlabhàti: questo cerca di<br />
ricordarlo e, per il resto, cerca di essere spontaneo, sciolto e naturale più che puoi.<br />
APNEA SPONTANEA<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Quando sentirai che è giunto il momento di terminare la pratica della kapàlabhàti, sdraiati in<br />
shavàsana. Rilassati profondamente. A questo punto è molto probabile che si produca un'apnea<br />
spontanea prolungata. Il tuo corpo, infatti, si è così bene ripulito dalle tossine, si è così<br />
profondamente ossigenato, che per un certo tempo sembra proprio non avere più bisogno di<br />
respirare. L'apnea spontanea che allora si produce è davvero un momento magico. Durante<br />
questa apnea sperimenterai un silenzio interiore, un'assenza di movimento, una quiete, una<br />
pace, una sensazione di rilassamento e nello stesso tempo di benessere molto profonda:<br />
goditela!<br />
CICLI SUCCESSIVI DI KAPÀLABHÀTI<br />
□ Dopo il rilassamento in shavàsana, se vuoi puoi ritornare seduto e ripetere un altro ciclo di<br />
kapàlabhàti, seguito da una successiva fase di rilassamento in shavàsana e, eventualmente, da<br />
un altro ciclo ancora di kapàlabhàti, ecc. Vai avanti fino a che lo ritieni giusto e possibile.<br />
Ascolta il tuo corpo: non appena esso dà i primi segni di stanchezza, poni termine alla pratica.<br />
Concentrazione al centro dell'essere<br />
□ Siediti in una postura meditativa.<br />
□ Visualizza una linea luminosa che taglia a metà il tuo corpo, come una spada lucente o<br />
un cordone d'argento.<br />
□ Prendi tutta la tua consapevolezza e mettila sulla linea di luce.<br />
□ Ogni pensiero che ti viene alla mente prendilo e mettilo al centro del tuo essere nella<br />
linea luminosa e osserva che in questa esso si dissolve. Ogni emozione che avverti prendila e<br />
mettila nella linea luminosa e osservala dissolversi. Ogni sensazione fisica che avverti (per<br />
esempio: «mi fa un po' male la schiena», «mi viene il formicolio nei piedi») prendila e mettila<br />
al centro del tuo essere, nella linea luminosa e in questa dissolvila.<br />
□ Mantieni la tua consapevolezza centrata ma senza fatica, con un atteggiamento<br />
rilassato e sereno.<br />
□ Senti che l'esistenza è una vibrazione che si compie tra due poli opposti, ma nel centro<br />
del tuo essere tutti gli opposti si unificano, perciò ogni pensiero, ogni emozione che agita il tuo<br />
essere, non appena si confronta con il tuo centro si scopre illusoria e viene superata.<br />
Dissolti i tuoi pensieri e le tue emozioni, tuttavia, il tuo centro continua a permanere: esso è il<br />
Sé immortale. La dissoluzione dei tuoi pensieri e delle tue emozioni non porta al tuo annullamento,<br />
ma al manifestarsi della tua vera natura. Medita su ciò, non appena sentirai di aver<br />
sufficientemente raccolto la tua energia mentale e vitale lungo la linea d'argento, ovvero non<br />
appena ti sentirai centrato.<br />
La seduta di Yoga è terminata. Ringrazia te stesso per il tempo che ti sei dedicato.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
ILLUMINAZIONE ED EVOLUZIONE<br />
La polarità è la natura dell'essere. Esistere significa vibrare tra due poli. I piani dell'esistenza<br />
sono molteplici, poiché gli esseri non vibrano tutti alla medesima maniera. Più la vibrazione di<br />
un essere è veloce, più la sua polarità si avvicina all'unità. Gli esseri dei piani astrali hanno una<br />
vibrazione più veloce rispetto alla nostra e, oltre i piani astrali, molte altre dimensioni<br />
vibratorie esistono nelle quali la polarità risulta sempre più ridotta da un vibrare sempre più<br />
veloce.<br />
Più si procede verso manifestazioni superiori dell'esistenza, più la vibrazione degli esseri è<br />
veloce e la polarità si avvicina all'unità.<br />
La stessa cosa avviene quando un essere procede verso il proprio centro.<br />
Più procedi verso il centro del tuo essere, più la tua vibrazione si fa veloce poiché nel centro<br />
esatto del tuo essere i poli opposti si uniscono e l'intervallo che passa tra l'uno e l'altro è<br />
sempre più breve fino a risultare nullo: allora l'estrema velocità vibratoria risulta essere<br />
l'immobilità.<br />
Questa riunificazione degli opposti che si incontra al centro dell'essere può essere vista in un<br />
duplice modo:<br />
Poiché resistenza è polarità, poiché esistere significa vibrare tra due poli, ciò che trovi nel<br />
centro del tuo essere, là dove gli opposti si uniscono, è il non esistere, il nulla, il vuoto. Questa<br />
è la visione buddhista e vedantica: la realtà dell'essere è il vuoto, l'immobilità, il nulla assoluto,<br />
che è altresì il tutto assoluto, il Purusha, il Signore. Perciò bisogna cercare al di là delle forme<br />
dell'esistenza il nulla originario quale unico principio di liberazione.<br />
All'opposto troviamo la concezione tantrìca secondo la quale ciò che veramente esiste è la<br />
vibrazione, ovvero l'energia che crea i mondi, la Madre. Al centro dell'essere, nella sua manifestazione<br />
più potente, la Madre è una con il Purusha. Vale a dire che nel centro dell'essere la<br />
Madre e il Padre, l'esistenza vibrante e l'immobile nulla, si uniscono e in tale unione realizzano<br />
l'ànanda, la gioia. Ciò che esiste al centro dell'essere, la verità dell'essere, è dunque l'unione,<br />
l'amore tra il Padre e la Madre tra la Natura e il Signore della Natura, e reale è la gioia che da<br />
questa unione scaturisce.<br />
Non nell'esistenza e neppure nella non esistenza, ma nella gioia il Padre e la Madre si<br />
dissolvono. Il concetto della gioia è ciò attraverso cui il dualismo e il non-dualismo vengono<br />
superati. Questo è il grande segreto alchemico: gli opposti che si uniscono non si annientano,<br />
ma generano un terzo elemento. La Madre e il Padre, unendosi per mezzo dell'amore, si<br />
trasformano nella gioia.<br />
Nel Buddhismo e nello Yoga classico l'incontro con il centro del proprio essere è il nirvana o il<br />
samàdhi, ovvero la dissoluzione dell'essere nella propria vacuità originaria. Nel Tantra e nello<br />
Yoga Integrale di Sri Aurobindo l'incontro con il centro del proprio essere è estasi, la bruciante<br />
gioia mistica.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
La via attraverso la quale si giunge al samàdhi è il percorso dell'annullamento di sé, la via<br />
attraverso la quale si giunge all'estasi mistica è il percorso del perfezionamento di sé. Affinché<br />
vi sia la gioia, bisogna che esista un essere in grado di fare l'esperienza della gioia, ecco<br />
perché nel proprio completamento l'essere non cessa di esistere, ma diviene l'esperienza<br />
stessa della gioia. Nel proprio completamento l'essere è un puro principio di consapevolezza<br />
che sperimenta la sola vera realtà universale: la gioia. Le parole chiave per esprimere tutto ciò<br />
sono Sat-Cit- Ananda, Esistenza-Coscienza-Gioia: l'Esistenza è Coscienza che sperimenta<br />
Gioia.<br />
La via buddhista e vedantica è la via attraverso la quale ogni forma dell'esistenza, ogni<br />
fenomeno, viene trasceso in quanto illusorio.<br />
La via tantrica e integrale è la via attraverso la quale ogni forma dell'esistenza, ogni fenomeno,<br />
scopre la propria, assoluta perfezione e la manifesta nella gioia di esistere.<br />
La prima via ti dice: l'esistenza è dolore ed è solo con il non esistere che puoi liberarti dal<br />
dolore; non c'è nulla che tu possa fare per cambiare la sofferenza e l'imperfezione del mondo:<br />
devi andare oltre il mondo.<br />
La seconda via ti dice: guarda che tutto ciò che esiste è gioia, sei tu che ti rifiuti di vederla<br />
perché ti rifiuti di esistere pienamente, di essere vivo fino in fondo, rifiuti di buttarti<br />
nell'esperienza della vita, la filtri attraverso la tua mente, te ne tieni al di fuori ed è per questo<br />
che soffri e crei il dolore, perché rifiuti di abbandonarti alla vita, perché non hai sufficiente fede<br />
nella vita, perché hai paura e non ti abbandoni alla vita. Il dolore e il male sono prodotti della<br />
tua stessa mente che giudica l'esistenza, anziché darsi ad essa con fede totale. Il dolore e il<br />
male non esistono nella realtà, perciò sappi che ogni volta che li vedi nel mondo non stai<br />
guardando altro che un limite della tua fede, una imperfezione del tuo essere e quel male, quel<br />
dolore, quell'imperfezione che vedi, sappi che possono e devono essere da te trasformati in<br />
gioia e in perfezione assoluta.<br />
La prima via è indubbiamente comprensibile e accettabile dalla mente, si basa<br />
sull'osservazione dell'evidenza. La seconda via è assolutamente illogica, folle: essa nega<br />
l'evidenza in nome della fede. La prima è una strada che non cozza contro il modo di<br />
funzionare della mente, ma anzi, si lascia condividere da questa. La seconda strada è<br />
assolutamente provocatoria nei confronti della ragione, quasi sembra che si prenda gioco del<br />
suo modo di funzionare e si diverta a sconcertarla, proprio come faceva Gesù quando compiva<br />
i miracoli e chiedeva fede e amore. Nel messaggio di Gesù c'era lo stesso fuoco d'amore e di<br />
gioia che arde nel Tantra, la stessa capacità sovramentale di provocare la ragione e, infatti,<br />
Gesù, così come il Tantra, è stato condannato dagli uomini e il suo messaggio, esattamente<br />
come è successo per il Tantra, è stato stravolto.<br />
Il Tantra è divenuto per l'umanità una via di perdizione, un incitamento al peccato e<br />
all'immoralità. Il Cristianesimo è divenuto una noiosa predica tesa a esaltare la rinuncia, la<br />
sofferenza, l'espiazione, una via che fa leva sulla paura della morte e della punizione.<br />
Il ruolo della mente umana è mentire, perciò quando la mente si incontra con qualcosa che di<br />
gran lunga la supera, ne cambia immediatamente l'aspetto. Non essendo in grado di volare, la<br />
mente traveste le aquile da polli, ma, prima o poi, i travestimenti sono tutti destinati a cadere,<br />
questa è la legge.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Il Tantra attende questa umanità alla prossima svolta. Il maestro illuminato Osho profetizzava<br />
non molti anni orsono: «I giorni del Tantra si avvicinano». Anche Osho è stato condannato,<br />
esattamente come è successo al Tantra, dalla «mente che mente», ma la menzogna oramai<br />
pare proprio avere i giorni contati. Questa umanità è prossima a una svolta decisiva, la stessa<br />
svolta di cui anche Aurobindo e la Madre ci hanno parlato. La scelta oramai pare proprio essere<br />
tra l'autodistruzione e la trasformazione. Il Tantra sarà tra i più potenti strumenti di<br />
trasformazione.<br />
Da ultimo, a una più ampia visione, appare chiaro che tutti i sentieri sinceramente spirituali<br />
non sono mai in contraddizione tra loro, sebbene possano sembrare, a prima vista,<br />
schiettamente opposti, come nel caso del Buddhismo e del Tantra. In realtà si tratta di diverse<br />
tappe del medesimo percorso, un po' come la nascita e la morte, per chi è sul cammino, non<br />
sono che tappe di un ininterrotto processo di divenire.<br />
Vi è un tempo in cui la mente, giunta all'espressione massima delle proprie capacità, rivolge il<br />
proprio sguardo all'interno di sé e riconosce le proprie menzogne. In questo stadio l'uomo si<br />
trova senza più alcun punto di riferimento, riconosce che tutti i fenomeni che egli credeva la<br />
realtà non sono che il prodotto della sua stessa mente e che la vera essenza dell'esistenza è il<br />
vuoto. L'uomo si confronta allora con il vuoto e, anziché continuare a riempirlo di illusioni, lo<br />
accetta. Questo momento è detto illuminazione. Questa grandiosa capacità di accettazione lo<br />
libera dalla ruota del karman e lo salva dal dolore.<br />
Fino a questo istante tutto si è compiuto per opera dell'uomo che ha dato ti massimo di sé,<br />
esprimendo appieno tutte le possibilità della propria natura. Il processo del divenire può<br />
concludersi a questo punto, e molto frequentemente pare proprio che lo faccia.<br />
Ma esistono casi in cui il processo di evoluzione della coscienza umana non si arresta<br />
all'illuminazione, alla redenzione dal dolore e alla liberazione dal karman. Ci sono esseri umani<br />
per i quali accettare una salvazione personale che abbandoni il pianeta, la natura e il resto<br />
dell'umanità al proprio destino, non solo non è concepibile ma è addirittura, come si esprimeva<br />
Aurobindo, «disgustoso». Esistono esseri umani che, giunti alla propria liberazione,<br />
consapevolmente vi rinunciano per qualcosa di ancora più grande.<br />
Per un istante questi esseri hanno tutto e in un istante essi rinunciano a tutto in nome di un<br />
imponderabile anelito d'amore. Questi esseri di luce sono i pionieri di una nuova umanità,<br />
«messaggeri dell'incomunicabile, portatori della parola magica, del fuoco mistico, portatori<br />
della coppa dionisiaca della gioia. Scopritori delle strade soleggiate della bellezza, il cui passo<br />
un giorno cambierà la dolorosa terra» (Sri Aurobindo, Savitri).<br />
Giunto alla propria liberazione l'uomo rinuncia al premio che gli spetta e chiede il riscatto<br />
dell'intero pianeta. Immediatamente quest'uomo scopre che la Madre dei Mondi è al suo<br />
fianco, è nel suo cuore, nella sua mente, nel suo corpo come un potere senza limiti: questo è il<br />
risveglio della forza, della Kundalini-Shakti, l'energia del divenire che crea i mondi e infallibilmente<br />
li conduce al trionfo. Il risveglio della forza della Madre nell'uomo coincide con la<br />
discesa nell'uomo di un potere di fede totale. La fede non è un potere che fa parte della<br />
natura, è una grazia che discende nella natura per permetterle di superare i propri limiti,<br />
svelare la propria perfezione e fare esperienza della gioia assoluta.<br />
La fede è una voce che si accende nel tuo cuore e che inarrestabilmente ripete: «Tutto è<br />
perfetto»; persino dinnanzi alle più crudeli atrocità questa voce non cessa: «Tutto è perfetto,<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
tutto è divino, tutto è gioia». Perché la fede è ciò che ti dà il potere di negare l'evidenza, e<br />
l'evidenza è l'illusione generata dalla tua mente. Allora l'essere umano non ha più bisogno del<br />
vuoto per fuggire al dolore e liberarsi dal karman, egli resta qui, nel mondo, nella natura, e<br />
dolcemente, amorevolmente, pazientemente la conduce alla riscoperta della propria<br />
perfezione. Questo è il processo dell'evoluzione attraverso il quale la mente cede il posto a un<br />
vero potere di comprensione, che Aurobindo ha definito «sovra menta le», e l'uomo procede<br />
verso una manifestazione superiore: il dopo-uomo.<br />
L'evoluzione è una tappa diversa dall'illuminazione, entrambe sono tappe del medesimo<br />
percorso e, benché l'evoluzione porti in sé l'illuminazione, non necessariamente l'una procede<br />
dall'altra.<br />
LA DISCESA DELLA FORZA<br />
DODICESIMA SEDUTA<br />
Si tratta di una meditazione molto bella che si basa sul potere della visualizzazione. Genera un<br />
senso di pace e carica di energie nuove e positive, perciò potrai farla non solo come preparazione<br />
alla tua seduta di Yoga, ma ogni volta che, per qualsiasi ragione, ti sentirai bisognoso di<br />
aiuto.<br />
□ Siediti in una postura meditativa, oppure sdraiati in shavàsana.<br />
□ Visualizza una bella luce lilla al di sopra della testa.<br />
□ La luce lilla rappresenta la forza spirituale che è il potere di trasformazione e di<br />
evoluzione dell'essere. La sede delBrahman,lo Spirito, è al di sopra di tutti i tuoi chakra, ovvero<br />
sopra la tua testa, e vi comunichi tramite il sahasràra-chakra, il loto dai mille petali, che si<br />
trova, appunto, alla sommità del capo, in corrispondenza dellla cosiddetta fontanella.<br />
□ Attraverso il sahasràra-chakra, la luce lilla inizia a scendere nel tuo essere.<br />
□ Visualizzala entrare nel cervello e riempirlo sciogliendo tutte le tensioni, le resistenze, le<br />
chiusure, le paure, le angosce che sono ne! cervello e generando una sensazione di pace e di<br />
apertura.<br />
□ Poi visualizzala riempire i tuoi occhi, sciogliere le paure e tutte le difficoltà che sono nei<br />
tuoi occhi. Visualizzala scendere in tutta la testa, riempire gli organi del viso e portare ovunque<br />
pace e serenità.<br />
□ Visualizzala entrare nella gola e sciogliere le difficoltà che sono nella tua gola, i tuoi<br />
problemi di comunicazione. Le lacrime che non hai pianto, le grida che hai trattenuto, tutto ciò<br />
che dovevi e non hai saputo esprimere, tutto ciò forma dei blocchi nel tuo chakra della gola.<br />
Visualizza la luce entrare e sciogliere i blocchi, portando un senso di liberazione e di apertura.<br />
□ Poi visualizza la luce riempire i tuoi polmoni e portare dentro ai polmoni un senso di<br />
gioia.<br />
□ Visualizzala entrare ne! tuo cuore e sciogliere le sue paure.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Visualizzala nello stomaco, nella bocca dello stomaco, nel fegato, dove scioglie la rabbia<br />
accumulata.<br />
□ Visualizzala negli organi genitali, dove scioglie il senso della colpa e del peccato,<br />
portando pace e serenità.<br />
□ Visualizzala nei reni, nella colonna vertebrale e dovunque tu ritenga opportuno.<br />
□ Visualizzala nelle gambe, nei piedi, nelle braccia e nelle mani.<br />
□ Infine visualizza la luce lilla in ogni cellula del tuo corpo e senti che questa è la forza<br />
dell'evoluzione che può fare di te un essere nuovo. Celebra l'esistenza di questa forza dentro di<br />
te, donati a lei per essere il suo strumento.<br />
□ Adesso raccogli tutta la tua luce e mettila dove vuoi: su una persona, una cosa, una<br />
situazione, o ancora su una parte del tuo corpo. Metti la luce dove senti il bisogno di sciogliere<br />
le resistenze e generare un'apertura.<br />
□ Quando sentirai di averla conclusa, esci dalla meditazione iniziando a fare dei piccoli<br />
movimenti del corpo e poi stirandoti bene, come se ti svegliassi da un lungo sonno.<br />
Saluto al sole (sequenza di più posizioni)<br />
□ Come sempre, fai due o tre esecuzioni consecutive.<br />
Posizione di raccoglimento<br />
□ Dopo i «saluti al sole» riposati per qualche minuto in una posizione di raccoglimento, come<br />
dhàrmikàsana, la «conchiglia», o il «saluto».<br />
KAPÀLABHÀTI A NARICI ALTERNE<br />
□ Siedi in una postura meditativa.<br />
□ Porta la mano destra (o la sinistra, se sei mancino) al viso.<br />
□ Appoggia il dito indice e il medio tra le sopracciglia. Userai il dito pollice per tappare la<br />
narice destra (o la sinistra, se sei mancino) e il mignolo e l'anulare per tappare la narice<br />
sinistra (o la destra, se sei mancino). La superficie del polpastrello del dito pollice, pressappoco<br />
equivale a quella del mignolo e dell'anulare uniti. Le narici vanno tappate alla base delle ossa<br />
nasali e non al termine delle ali del naso.<br />
□ Inala lentamente e completamente dalla narice sinistra tenendo la destra tappata.<br />
□ Esala dalla narice sinistra, sempre tenendo la destra tappata, a frazioni, contraendo<br />
l'addome a scatti, come nella kapàlabhàti.<br />
□ Quindi esegui attraverso la narice destra, tenendo tappata la sinistra.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
In questo esercizio si esala sempre attraverso la stessa narice dalla quale si è inalato. Si inala<br />
ed esala da una narice, e poi dall'altra.<br />
La kapàtabhàti a narici alterne unisce ai benefici della kapàlabhàti tradizionale gli effetti<br />
riequilibranti della respirazione a narici alterne. È meno intensa della kapàlabhàti tradizionale,<br />
perciò può essere eseguita per un tempo più prolungato.<br />
Posizione di riposo (shavàsana)<br />
□ Terminata la kapàlabhàti a narici alterne, riposa per alcuni istanti in shavàsana, ascoltando le<br />
sensazioni del tuo corpo: gli effetti della respirazione che hai appena eseguito e tutte le altre<br />
sensazioni che riesci ad avvertire.<br />
POSIZIONE DELLA FRECCIA: PRIMA FASE<br />
□ Mettiti carponi e appoggia a terra gli avambracci e le mani. Tieni le dita delle mani ben<br />
divaricate tra loro; poni i pollici e gli indici a contatto.<br />
□ Appoggia l'attaccatura dei capelli, ovvero la sommità della fronte, nel triangolo formato<br />
dai pollici e dagli indici.<br />
□ Solleva la gamba destra più in alto possibile, tenendola diritta ma non rigida.<br />
□ Tieni la posizione fino a che ti è possibile. Appena ti stanchi scioglila.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Posizione del saluto (pranama)<br />
□ Prima di eseguire la posizione della freccia dall'altro lato, riposa per un minuto o due nel<br />
pranama.<br />
POSIZIONE DELLA FRECCIA: SECONDA FASE<br />
□ Torna nella posizione della freccia, sollevando questa volta la gamba sinistra.<br />
□ Al termine riposa ancora per un minuto o due nel pranama.<br />
POSIZIONE DELL'ARCO SUL FIANCO: PRIMA FASE (posizione di scarica del terzo<br />
chakra)<br />
Questa posizione scarica l'energia in eccesso, disturbante, dai chakra e in particolare dal<br />
manipùra-chakra.<br />
□ Sdraiati sul fianco destro.<br />
□ Infila il braccio destro sotto il corpo, così da poter afferrare con la mano destra il piede<br />
destro dietro la schiena.<br />
□ Afferra con la mano sinistra il piede sinistro.<br />
□ Inarca bene la schiena spingendo indietro le ginocchia e le spalle.<br />
□<br />
59
Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Mantieni la testa appoggiata a terra.<br />
□ Respira spontaneamente. Resta rilassato e possibilmente a occhi chiusi.<br />
Posizione del mezzo aratro (ardha-halàsana)<br />
□ Prima di eseguire il dhanuràsana sull'altro fianco, mettiti per un minuto o due nella posizione<br />
del mezzo aratro, così potrai distendere e riposare la schiena.<br />
POSIZIONE DELL'ARCO SUL FIANCO: SECONDA FASE<br />
□ Esegui la posizione dell'arco (dhanuràsana) sul fianco sinistro.<br />
POSIZIONE DEL VASCELLO (posizione di carica del quinto chakra)<br />
Questa posizione influenza e carica il chakra della gola.<br />
□ Appena hai terminato la seconda fase del dhanuràsana, resta sdraiato sulla schiena.<br />
□ Porta le ginocchia piegate al torace e allaccia le mani davanti alle ginocchia.<br />
□ Inalando profondamente dal naso solleva la testa da terra.<br />
□ Esalando profondamente dal naso avvicina il più possibile il viso alle ginocchia.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ In ritenzione esterna del respiro mantieniti in immobilità nella postura per brevi istanti,<br />
poi riporta la testa a terra.<br />
□ Riposa per qualche secondo, respirando spontaneamente, poi ripeti.<br />
□ Fai almeno cinque esecuzioni.<br />
□ Alla fine distendi le gambe in avanti, le braccia oltre il capo e stira bene tutto il corpo.<br />
KRIYÀ PER LA PURIFICAZIONE DEL CHAKRA DELLA GOLA<br />
Questa kriyà consta di tre fasi che vanno eseguite in sequenza: essa trae spunto dagli<br />
insegnamenti del maestro spirituale Osho.<br />
La prima è una fase di prànàyàma e serve ad attivare le energie psicofisiche e a concentrare la<br />
mente, eliminando le tensioni.<br />
Nella seconda fase vi è un continuo alternarsi di un processo di respirazione «attivante» e di un<br />
processo di purificazione del quinto chakra (vishuddha-chakra) attraverso l'emissione di suoni<br />
e parole spontanee.<br />
La terza è la fase della contemplazione nel silenzio e nell'immobilità.<br />
La natura stessa della kriyà richiede un ambiente nel quale sia possibile emettere suoni a voce<br />
alta e anche urlare senza disturbare e senza essere disturbati.<br />
□ Siediti in una postura meditativa e usa la tua bandana per coprirti gli occhi.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Prima fase<br />
□ Per dieci-quindici minuti circa esegui questo prànàyàma:<br />
□ Inala molto profondamente dal naso. Trattieni il respiro a polmoni pieni il più a lungo<br />
possibile. Esala molto profondamente dal naso. Trattieni il respiro a polmoni vuoti il più a lungo<br />
possibile.<br />
Questa pratica assomiglia al «prànàyàma quadrato» che abbiamo già esposto in Quaderni di<br />
Yoga I, ma qui non è necessario che i quattro atti respiratori abbiano la medesima durata.<br />
Seconda fase<br />
□ Per altri dieci-quindici minuti esegui questa kriyà:<br />
□ Fai sessanta respiri profondi, veloci, potenti dalla bocca, poi lascia che, per qualche<br />
minuto, dalla tua bocca escano suoni o parole in modo del tutto spontaneo. Forse escono suoni<br />
disumani, simili a voci di animali, forse escono parole di un linguaggio sconosciuto. Qualsiasi<br />
suono si formi nella tua gola, producilo, non frenarti, e se ti viene il pianto, piangi, se ti viene il<br />
riso ridi, lasciati andare...<br />
□ Pensa ai blocchi che sono nel chakra della gola come a una sabbietta scura che devi<br />
buttare fuori dalla tua gola e senti che remissione spontanea dei suoni ti permette di ripulire la<br />
tua gola da questa sabbietta che hai accumulato nell'arco della tua vita.<br />
□ Quando sentirai che è il momento, appena ti sembrerà che non c'è più alcun suono nella<br />
tua gola, riprendi a respirare profondamente, potentemente e velocemente dalla bocca. Fai<br />
circa sessanta respiri e poi di nuovo lascia uscire suoni e parole per qualche minuto. Quando<br />
sentirai che la tua gola è di nuovo vuota, fai ancora i sessanta respiri e poi scoprirai che ci<br />
sono altri suoni da fare uscire.<br />
□ Vai avanti così, alternando i suoni e i respiri profondi secondo i tempi che ti suggerisce il<br />
tuo inconscio.<br />
□ Durante la fase dell'emissione dei suoni, puoi muovere il tuo corpo, puoi fare tutti quei<br />
movimenti che sembra ti aiutino a fare uscire i suoni: puoi oscillare in avanti e indietro il<br />
tronco, puoi far vibrare le gambe, pestare i pugni a terra, puoi anche metterti a testa in giù e<br />
capovolgere il tuo corpo, se questo ti aiuta.<br />
□ Durante la fase dei sessanta respiri profondi resta fermo nella postura meditativa che<br />
hai scelto.<br />
□ Alla fine sdraiati in shavàsana e resta assolutamente immobile e silenzioso.<br />
□ Contempla tutto ciò che accade dentro e fuori di te.<br />
□ Nell'immobilità e nel silenzio raccogli in te tutte le tue energie. Lascia che i pensieri<br />
vaghino lontano dalla tua mente e che la tua mente diventi uno specchio d'acqua<br />
assolutamente calmo.<br />
62
Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Mentre sei sdraiato, sii un testimone di te stesso, perfettamente consapevole di non<br />
essere né il corpo, né il vitale, né il mentale.<br />
□ Concediti di scivolare sempre più in profondità nel tuo essere, verso il tuo centro.<br />
Viaggiando sempre più a fondo nel tuo essere entrerai nella pace del tuo centro, allora diverrai<br />
consapevole di essere il Sé eterno di cui corpo, vitale e mentale non sono che il riflesso.<br />
Proprio come accade al riflesso della luna sull'acqua, il corpo, il vitale e il mentale a un certo<br />
punto svaniscono, per poi riformarsi, per poi svanire ancora... Allora realizzerai che né la<br />
morte né la nascita sono reali, ma che solo l'esperienza è reale; e questo è ciò che è il Sé:<br />
l'esperienza di ogni cosa.<br />
□ Mentre viaggi sempre più a fondo nel tuo essere formula questo pensiero: «Non esiste<br />
né creazione né distruzione, non esiste né destino né volontà libera; non c'é via da seguire né<br />
conquista: ecco la verità finale» (Sri Ramana Maharshi).<br />
La seduta di Yoga è terminata. Ringrazia te stesso per il tempo che ti sei dedicato.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
IL TAGLIALEGNA<br />
TREDICESIMA SEDUTA<br />
Si tratta di una respirazione purificante che può essere molto utile per prepararti a vivere la<br />
tua seduta di Yoga nelle migliori condizioni possibili.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ In piedi, le ginocchia leggermente piegate, tieni i piedi perpendicolari alle spalle.<br />
Intreccia le dita delle mani tra loro.<br />
□ Inalando lentamente e completamente attraverso il naso con il suono dell’ujjàyì nella<br />
gola, sollevati e inarca leggermente la schiena distendendo le braccia all'indietro, come se le<br />
tue mani impugnassero una scure e tu la sollevassi verso l'alto per prepararti a sferrare il<br />
colpo.<br />
□ Adesso sferra il colpo: esala soffiando dalla bocca e flettiti in avanti. Lascia le braccia e<br />
la testa cadere verso terra. Trattieni brevemente il respiro a polmoni vuoti, sentendo tutto il<br />
tuo corpo morbido e abbandonato.<br />
□ Inalando ancora dal naso con il suono nella gola, sollevati lentamente, poi inarcati<br />
leggermente distendendo le braccia all'indietro. Esalando dalla bocca di nuovo flettiti in avanti.<br />
Una breve apnea a polmoni vuoti nella quale sperimenti l'abbandono del tuo corpo e poi di<br />
seguito un altro ciclo e così via...<br />
□ Ricorda di mantenere sempre le ginocchia leggermente piegate, perché questo facilita il<br />
movimento della schiena.<br />
□ Pratica il «taglialegna» per circa cinque minuti.<br />
Il «taglialegna» ti permette di ripulire il tuo organismo dalle tossine, di ossigenare tutti i<br />
tessuti, scalda i muscoli delle gambe e scioglie le rigidità nella schiena: ecco perché la pratica<br />
di questo esercizio può permetterti di vivere al meglio tutta quanta la tua seduta di Yoga.<br />
Saluto al sole (sequenza di più posizioni)<br />
□ Come al solito, fai due o tre esecuzioni consecutive.<br />
Posizione di raccoglimento<br />
□ Dopo i «saluti al sole» riposati per qualche minuto in una posizione di raccoglimento, come<br />
dhàrmikàsana, la «conchiglia», o il «saluto».<br />
POSIZIONE SULLA TESTA (SHIRSHÀSANA)<br />
In shirshàsana il corpo risulta completamente capovolto. I pieni benefici della postura si<br />
ottengono quando si è in grado di mantenerla almeno per cinque minuti; tuttavia è bene<br />
allenarsi gradualmente al mantenimento del shirshàsana e, per le prime volte che la si pratica,<br />
va bene anche un tempo di mantenimento di pochi secondi che poi andrà allungato<br />
progressivamente.<br />
La posizione sulla testa permette un totale e rapido capovolgimento della circolazione<br />
sanguigna di cui beneficiano il cuore e il cervello, il capovolgimento del corpo stimola tutti gli<br />
organi ed esercita un'azione rigenerante, perciò si dice che la pratica di questa postura rallenta<br />
il processo dell'invecchiamento. All'inizio è meglio praticare la postura con l'aiuto di una parete.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Seduto sui talloni, appoggia a terra la sommità della fronte a circa dieci centimetri di<br />
distanza dalla parete e intreccia le dita delle mani dietro la testa.<br />
□ Solleva le ginocchia da terra e cammina con i piedi verso la testa tenendo le ginocchia<br />
piegate.<br />
□ Spingi il bacino lentamente e gradualmente verso il muro. Le gambe si sollevano a<br />
ginocchia piegate.<br />
□ Quando il bacino è verticale al pavimento distendi le gambe e appoggia i talloni alla<br />
parete.<br />
□ Solo i talloni devono risultare appoggiati alla parete, tutto il resto del corpo deve<br />
esserne staccato. L'appoggio sul pavimento è costituito da un triangolo formato dagli<br />
avambracci e della testa.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Quando ti sentirai abbastanza sicuro, potrai provare a staccare i talloni dalla parete e a<br />
restare in equilibrio.<br />
□ Nella postura respira dal naso lentamente e profondamente.<br />
□ Quando ti stanchi sciogli lentamente piegando le ginocchia.<br />
□ Appena hai riportato i piedi a terra, non sollevare subito la testa, ma rimani per qualche<br />
secondo in una delle posizioni di raccoglimento, quali dhàrmikàsana o il «saluto»;in questo<br />
modo permetti alla circolazione sanguigna di ristabilirsi gradualmente.<br />
□ Se sei molto esperto, o comunque puoi eseguire il shìrshàsana con facilità, non<br />
esagerare con i tempi di mantenimento. Il tempo ottimale va dai cinque ai dieci minuti. Tenuta<br />
per cinque-dieci minuti la posizione permette un'ottima irrorazione del cervello, ma tenuta per<br />
troppo tempo può causare la rottura di vasi capillari nella testa.<br />
Shirshàsana, come tutte le posture capovolte, ovvero le posizioni nelle quali l'ombelico viene a<br />
trovarsi più in alto rispetto alla fronte, permette l'inversione Sole-Luna che abbiamo già visto<br />
nel caso di viparitakaram-mudrà; ciò permette la conservazione del potenziale vitale, e anche<br />
per questo motivo il shirshàsana rallenta il processo dell'invecchiamento.<br />
L'esecuzione del shtrshàsana è controindicata nel caso di problemi nell'area cervicale.<br />
ROTAZIONI DEL COLLO<br />
□ Dopo il shirshàsana che produce una compressione delle vertebre cervicali è buona<br />
norma eseguire qualche rotazione del collo.<br />
□ Seduto in una postura meditativa ruota il collo lentamente in entrambi i sensi, tenendo<br />
le spalle ferme.<br />
Posizione del bilanciere: seconda variante (posizione di armonizzazione Sole-Luna)<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ In ginocchio, stendi la gamba destra all'esterno.<br />
□ Scivola con la mano destra lungo la gamba destra, inclinando lateralmente il busto.<br />
□<br />
□ Porta il braccio sinistro al di sopra della testa.<br />
□ Afferra con la mano sinistra il polso destro o la caviglia destra.<br />
□ Mantieni la posizione con il respiro spontaneo a occhi chiusi o aperti, come preferisci.<br />
Sciogli non appena ti stanchi.<br />
□ Esegui dall'altro lato.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
POSIZIONE DELLA MEZZALUNA (ARDHACHANDRÀSANA): PRIMA VARIANTE<br />
Si tratta di una postura d'equilibrio che rinforza i muscoli delle gambe e dei fianchi.<br />
□ In posizione eretta, tieni i piedi diritti e leggermente divaricati.<br />
□ Piega le ginocchia e appoggia la mano destra a terra al lato esterno del piede destro.<br />
Soleva la gamba sinistra in modo che risulti perpendicolare alla destra; fai attenzione a non<br />
spostarla all'indietro.<br />
□ Appoggia la mano sinistra alla coscia sinistra.<br />
□ Se ti è possibile raddrizza il ginocchio destro.<br />
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Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Piegati verso il pavimento dal lato destro il più possibile e tieni la postura con il respiro<br />
spontaneo. Trattandosi di una postura d'equilibrio risulta facilitata se tenuta a occhi aperti e<br />
più difficoltosa se tenuta a occhi chiusi.<br />
□ Esegui anche dall'altro lato.<br />
MEDITAZIONE NEL CENTRO DELL'ESSERE<br />
Questa meditazione ti aiuta a essere più centrato, ad avere un migliore equilibrio. Il centro<br />
dell'essere è pluridimensionale: può, infatti, avere la dimensione spaziale della verticalità che<br />
passa attraverso il centro esatto di tutti i tuoi chakra, come abbiamo già visto durante la<br />
«concentrazione al centro dell'essere» oppure può assumere la dimensione della profondità,<br />
come accade nel caso di questa meditazione che ti porta dentro il tuo terzo chakra, il quale,<br />
secondo l'insegnamento di molti maestri illuminati, è considerato il punto in cui tutte le forze<br />
dell'essere si trovano in perfetto equilibrio, ovvero il centro dell'essere umano.<br />
□ Sdraiato in shavàsana, a occhi chiusi, poni la tua attenzione nel terzo chakra, circa due<br />
dita sotto l'ombelico e visualizza in quest'area del tuo corpo una goccia d'acqua che cade. La<br />
goccia d'acqua cade ritmicamente, incessantemente, formando un lago nella tua pancia;<br />
mantieni fissa la tua concentrazione e lascia che il ritmo della goccia svuoti progressivamente<br />
la mente e induca in te uno stato di profondo rilassamento.<br />
□ Dopo qualche minuto il lago formato dalla goccia diviene un oceano. Senti che nella tua<br />
pancia vi è uno spazio infinito e che in questo spazio senza limiti vi è un oceano di forza, di<br />
potere vitale.<br />
□ Tuffati nell'oceano della tua forza, lasciati sprofondare nelle acque dell'oceano che è<br />
nella tua pancia. Lasciati cadere sempre più giù...<br />
□ All'improvviso, molto in profondità del tuo chakra, sul fondo del tuo oceano, vedi una<br />
splendente luce gialla.<br />
□ Continua a lasciarti sprofondare, fino a che raggiungi la luce gialla e ti siedi al di sopra<br />
di essa.<br />
□ Immaginati seduto sopra la splendente luce gialla. Sei al centro esatto del tuo essere,<br />
nelle profondità del tuo manipùra-chakra, sei seduto sopra il nucleo della tua forza, sopra la<br />
sorgente del tuo potere vitale e della tua volontà.<br />
□ Vivi la sensazione di essere perfettamente in equilibrio, totalmente padrone della tua<br />
forza e della tua volontà. Lasciati assorbire da questa esperienza per un certo tempo, per tutto<br />
il tempo che ritieni opportuno.<br />
70
Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
□ Adesso senti che essere in perfetto equilibrio significa essere al centro esatto di ogni<br />
polo dell'esistenza. Tu sei al centro tra il bene e il male, tra la notte e il giorno, il giorno e la<br />
notte, il sole e la luna, la morte e la vita.<br />
□ Visualizza da un lato della tua immagine seduta sopra la luce gialla il regno della vita,<br />
con tutte le persone vive che conosci e con tutto ciò che, per te, simboleggia la vita. Poi<br />
visualizza dall'altro lato della tua immagine il regno della morte, con tutte le persone che hai<br />
conosciuto e che sono morte e con tutto ciò che, per te, simboleggia la morte.<br />
□ Sentiti a eguale distanza dai morti e dai vivi. Senti che la morte non è qualcosa che ti<br />
accade a un dato momento, ma essa è sempre presente in te, insieme alla tua vita, e senti che<br />
tu sei perfettamente equidistante dalla morte e dalla vita.<br />
□ Non sei attaccato alla vita, non hai attaccamenti che ti sbilanciano verso le persone e le<br />
cose che hai collocato nel regno della vita, né hai paura di tutto ciò che hai collocato nel regno<br />
della morte: sei perfettamente centrato.<br />
□ Medita sulla tua centralità tra la morte e la vita.<br />
□ Infine senti che qui dove sei ora, nei centro del tuo essere, non c'è assolutamente nulla<br />
che possa farti paura o agitarti in alcun modo. Senti che ogni volta che qualche fenomeno<br />
starà per farti perdere la tua calma o la tua sicurezza, potrai ritrovarle semplicemente<br />
entrando in profondità nel tuo terzo chakra e ricollegandoti con la sorgente del tuo potere<br />
vitale: questo significa centrarsi.<br />
□ Adesso riprendi la consapevolezza del tuo corpo sdraiato, percorri mentalmente tutto il<br />
perimetro de! tuo corpo.<br />
□ Quindi inizia la ripresa del tono muscolare, come sempre facendo dapprima dei piccoli<br />
movimenti con le mani e con i piedi, poi facendo movimenti più ampi con braccia e gambe ed<br />
infine stirando tutto il tuo corpo.<br />
La seduta di Yoga è terminata. Ringrazia te stesso per il tempo che ti sei dedicato.<br />
71
Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
L'UNIONE CONSAPEVOLE CON LA NATURA<br />
La disciplina tantrica include tra gli obiettivi del suo Yoga non soltanto la liberazione, che è la<br />
preoccupazione onnidominante dei sistemi specifici, ma una gioia cosmica del potere dello<br />
Spirito, che gli altri metodi possono accettare strada facendo incidentalmente, in parte o<br />
casualmente, ma che evitano di considerare come movente o come scopo. Si tratta di un<br />
sistema più audace e più vasto. - Sri Aurobindo<br />
Il Tantra è per eccellenza il sistema che conduce alla «reintegrazione attraverso la gioia».<br />
Nel Tantra la «gioia cosmica del potere dello Spirito» è, come dice Aurobindo un «movente» e<br />
uno «scopo».<br />
Con la pratica dello Yoga mente, cuore e corpo entrano in un contatto sempre più profondo con<br />
lo spirito; fare Yoga significa, infatti, armonizzare le varie parti di sé intorno al proprio centro<br />
spirituale e armonizzare il proprio centro con il centro cosmico.<br />
Dalla progressiva acquisizione dell'armonia nasce un senso di sottile e profondissima gioia.<br />
Saper cogliere questa gioia e farne il movente del sàdhana futuro è ciò che insegna il Tantra.<br />
Giungere alla suprema realizzazione della gioia, mediante l'incontro e l'unione della propria<br />
gioia individuale con la Gioia suprema, I'Ánandadivino, è lo scopo che il tantrico tiene<br />
permanentemente dinnanzi ai propri occhi. Niente più che la conquista di una gioia sempre più<br />
grande può spingere il ricercatore spirituale nel proprio cammino.<br />
La conquista della gioia per il Tantra non è, come nel caso di altri percorsi spirituali, il<br />
trascendimento della natura, vista come limite e prigione dello spirito e il ritiro in uno stato di<br />
contemplazione o assorbimento sopraelevato e lontano dalla natura, ma è l'accettazione<br />
gioiosa di tutti gii aspetti e le attività della natura, la loro liberazione e la loro evoluzione.<br />
D'altra parte il Tantra non è neppure un ritorno alle origini dell'umanità, all'uomo primitivo,<br />
all'essere totalmente naturale la cui natura non conosce prigionie, costrizioni, violenze da parte<br />
della mente. La consapevolezza dell'uomo primitivo era in uno stato di indifferenziazione tale<br />
per cui la possibilità di autocritica e di autocoscienza era di fatto assente.<br />
Il Tantra è il sentiero del recupero dell'unione primigenia uomo-natura, mediante la liberazione<br />
del potere della natura da ogni freno psichico, ma in tale recupero la coscienza di sé non si<br />
perde, al contrario, si perfeziona. Il tantrico sa della propria unione con gli immensi poteri e le<br />
indomabili forze della natura, ne accetta la presenza dentro di sé e l'azione attraverso di sé,<br />
tuttavia egli non perde la propria coscienza distinta.<br />
Lo scopo del tantrico è evolutivo in quanto egli non solo non realizza l'unione con i poteri della<br />
natura mediante il ritorno alla indifferenziazione della coscienza propria dell'uomo primitivo,<br />
ma, mantenendo piena facoltà di autocoscienza, egli realizza l'unità mediante la<br />
coscientizzazione dei poteri, degli aspetti, delle forze e delle azioni della natura in sé e tramite<br />
sé.<br />
72
Selene Calloni Williams – Quaderni di Yoga 2, la reintegrazione attraverso la gioia<br />
Le tappe del sentiero tantrico sono: l'accettazione degli aspetti della natura, la loro liberazione<br />
dai veti, dalle paure, dai dogmi, dalle censure, dalle condanne della mente e la loro elevazione<br />
mediante l'alchimia che li trasforma da ciechi impulsi inconsci, in forze coscienti e volontarie.<br />
La liberazione dei poteri della natura<br />
«La liberazione dei poteri della natura» è una meditazione esistenziale, ovvero una<br />
meditazione da fare mentre vivi le esperienze della vita affinché esse possano darti il massimo<br />
ed essere strumenti della tua crescita.<br />
In tutte le tue esperienze sii totale. Partecipa a ciò che sta accadendo con tutto il tuo essere,<br />
pienamente, senza giudicarti, senza frenarti, senza paura. Per fare ciò devi mettere da parte la<br />
tua mente e aprire tutto il tuo essere con fiducia. La mente è un filtro tra te e ciò che ti<br />
accade, la mente interpreta ciò che ti accade e non te lo fai mai vivere in modo diretto. Metti<br />
da parte la tua mente e lasciati andare.<br />
L'esperienza che il Tantra predilige per realizzare lo stato di non-mente e la liberazione dei<br />
poteri della natura è l'unione sessuale. In nessuna altra situazione così come nell'atto sessuale<br />
la tua natura è potente, il tuo istinto presente, le tue forze deste, e in nessuna altra situazione<br />
ti accade che la tua mente sia così pronta a giudicare, a limitare, a frenare la libera<br />
espressione dei poteri della tua natura. Il sesso è un'esperienza che riguarda il corpo e la<br />
natura, eppure la maggior parte degli esseri umani fa sesso non con il proprio corpo, ma<br />
attraverso la propria mente.<br />
L'energia sessuale è una forza potentissima nell'uomo, ha a che vedere con la sua primitività,<br />
la sua animalità, la sua aggressività positiva, costruttiva, la sua energia vitale e il suo potere di<br />
autoguarigione.<br />
Energia sessuale, potere naturale, energia vitale, potere di autoguarigione sono tutti sinonimi e<br />
indicano una forza davvero illimitata che, condannata da tutte le religioni e le culture, repressa<br />
dal senso della colpa e dalla paura, risiede addormentata nelle profondità dell'essere;<br />
inutilizzata essa giace al fondo dell'uomo, nell'area del coccige: è la cosiddetta Kundalini. Al<br />
risveglio di questo potere si dedica lo Yoga tantrico mediante le posture, le meditazioni e le<br />
respirazioni e attraverso le esperienze della vita che, se vissute consapevolmente,<br />
rappresentano la massima espressione della meditazione, quella che noi abbiamo definito<br />
meditazione esistenziale.<br />
Il Tantra ti suggerisce di essere totale nell'atto sessuale, di mettere da parte la tua mente con i<br />
suoi pensieri che fanno da filtro all'esperienza, con il suo pesante bagaglio di divieti culturali,<br />
anche quelli dai quali sei convinto di esserti emancipato. L'inconscio collettivo è stato<br />
condizionato per secoli dal senso del peccato e della colpa e continuamente produce simboli<br />
psichici, o archetipi, che bloccano il tuo potere vitale, la tua capacità di autoguarigione e il tuo<br />
diritto di libera espressione, ovvero la tua Kundalini, la tua energia sessuale.<br />
Solo liberandoti dal condizionamenti inconsci ed essendo totale nell'atto sessuale, puoi altresì<br />
liberarti dalle tue più recondite perversioni, puoi purificare il tuo essere e riallinearlo, in perfetta<br />
sintonia, con la natura cosmica. La perversione nasce dalla repressione e mai dalla libera<br />
espressione di sé. La devianza e la perversione nascono dalla paura, dal senso di colpa, di<br />
vergogna, di impotenza che bloccano energie destinate a fluire in libertà. L'energia bloccata è<br />
ciò che sconvolge la mente e il corpo causando disturbi psichici e fisici.<br />
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La repressione dell'energia vitale garantisce alla società il potere sull'individuo. Il Tantra è<br />
destinato a ridare all'uomo la libertà da tutti i divieti inconsci, è destinato a far comprendere<br />
all'uomo che egli è infinitamente più grande di qualsiasi ruolo sociale e che la sua vita non può<br />
limitarsi entro le funzioni che la società vorrebbe attribuirgli.<br />
Il tantrico è un uomo che ha risvegliato un potere enorme: tutto il potere contenuto nella<br />
natura; pertanto egli non è più condizionabile dal linguaggio del mondo, si è ridestato<br />
dall'ipnotismo collettivo, ha realizzato che il mondo appartiene all'uomo e non viceversa, e<br />
quindi, anziché lasciarsi adoperare dal mondo, usa il mondo come strumento della propria<br />
continua crescita spirituale, non ha bisogno né di fuggirlo, né di adorarlo, semplicemente lo<br />
adopera come teatro della propria esperienza senza mai essere schiavo delle cose di cui si<br />
serve, senza attaccamento e senza disprezzo.<br />
Non vi è che un modo per lacerare ad uno ad uno tutti i simboli psichici che trattengono la<br />
nostra energia vitale, non vi è che una via per giungere alla liberazione, non ci sono due possibilità,<br />
due strade, due porte, non ve ne è che una sola: la fede.<br />
In nome della fede nel Brahman, nel Signore della Natura, in colui che è al di sopra di ogni<br />
legge sociale e religiosa, di ogni potere di condanna, di repressione e di inganno, il tantrico<br />
lacera i simboli inconsci che bloccano la propria energia.<br />
Liberati dalle catene che li trattenevano, il corpo, la vita e la psiche del tantrico provano una<br />
profondissima gioia che cresce e cresce mano a mano che la libertà si fa più vasta. La gioia,<br />
che è potere di apertura, richiama una fede ancora più forte e la fede permette al tantrico di<br />
avventurarsi su sentieri sconosciuti, in esperienze imponderabili dinnanzi alle quali tutti coloro<br />
che sono rimasti al palo scuotono la testa, impossibilitati a comprendere, e disapprovano.<br />
Giunto a nuove frontiere, il tantrico perviene ad un'impeccabile unità del proprio secondo<br />
chakra con il proprio quarto chakra, del proprio sesso con il proprio amore, allora comprende<br />
che sesso e amore sono due energie nate insieme e da sempre unite nella natura, divise<br />
solamente nell'uomo dal suo stesso giudizio mentale.<br />
Il tantrico è riuscito ad accettare, ad amare e a liberare le energie vitali che un tempo la sua<br />
mente condannava ed amandole le ha sollevate all'altezza del cuore, ovvero ha innalzato la<br />
Kundalini dagli abissi del primo chakra fino al quarto chakra, il chakra dell'amore, il grande<br />
trasformatore, il luogo ove ha inizio la trasmutazione dell'uomo, la «Nuova Era».<br />
Adesso il potere di amare, proprio dell'energia del cuore, e il potere di generare, proprio<br />
dell'energia sessuale, sono simultanei in lui, così come lo sono nella Shakti, nella Madre<br />
cosmica, la quale crea i mondi amando.<br />
Allora il tantrico scopre che energia sessuale significa ben più di quell'agire o essere agiti<br />
sessualmente al quale gli uomini sono abituati. L'energia sessuale legata all'amore è il potere<br />
che unisce l'uomo alla natura, al cosmo, alla Madre. L'atto sessuale è un gesto di comunione,<br />
di fusione che può essere esteso ad ogni cosa che è parte della creazione. Il tantrico può unirsi<br />
a una nuvola, al sole o a un filo d'erba con la stessa intensità di piacere con la quale si unisce<br />
ai propri simili, poiché l'amore non conosce distinzioni.<br />
Il piacere, la gioia che gli derivano da questa sua capacità di unione universale (si parla a<br />
questo proposito di «orgasmo cosmico») sono infinitamente più vasti del piacere che egli traeva<br />
dall'attività sessuale di un tempo ed è perciò che il tantrico trascende, supera il sesso e<br />
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perviene in modo del tutto spontaneo, senza sacrificio, senza rinuncia, ma con estremo<br />
piacere, alla meta nominata e ambita da tutti i sentieri mistici: il superamento della necessità<br />
di fare sesso, il superamento della stessa natura sessuale, duale. Questo superamento è detto<br />
brahma-charya, termine che altrove significa sforzo e rinuncia, ma nel Tantra significa gioioso<br />
superamento dovuto al raggiungimento dì un piacere infinitamente più vasto e completo.<br />
Per il Tantra ogni rinuncia è una forma di perversione: solo il gioioso superamento può essere<br />
considerato una vera conquista.<br />
Stai nella gioia, vivi nella gioia, respira gioia, e in molte altre esperienze della vita scoprirai di<br />
poter liberare i poteri della natura che sono rinchiusi nel tuo essere. Sii totale in ogni<br />
esperienza che affronti, cerca di mettere la mente da parte e concediti con fede a ciò che ti<br />
accade, lasciati essere, lasciati vivere.<br />
Quando mangi, quando preghi, quando giochi o lavori, quando imprechi, quando festeggi,<br />
cerca di essere totale, cerca di essere lì, di essere dentro a quello che fai con tutto il tuo<br />
essere, non pensare, perché il pensiero ti porta via, ti porta altrove. Senti, percepisci, gusta,<br />
permettiti di provare piacere: questa è la meditazione esistenziale che libera i poteri della<br />
natura racchiusi nelle profondità del tuo essere.<br />
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QUATTORDICESIMA SEDUTA<br />
RESPIRAZIONE RITMATA E ATTIVAZIONE ENERGETICA<br />
□ Sdraiato in shavàsana rilassati seguendo il tuo respiro spontaneo con il suono interiore<br />
del mantra SO 'HAM.<br />
□ Quando avvertirai il tuo corpo privo di tensioni, inizia la pratica della respirazione<br />
ritmata.<br />
□ Esegui tre respiri spontanei dal naso e, dopo ogni tre respiri spontanei, fai un profondo<br />
respiro dalla bocca. Non perdere la concentrazione e non interrompere il ritmo del tuo respiro.<br />
□ Visualizza il primo chakra come una luce color rosso scuro nell'area del perineo. Respira<br />
attraverso il primo chakra, creando la sensazione che l'aria entri ed esca dal corpo attraverso<br />
la zona del perineo.<br />
□ Ogni volta che fai il respiro profondo dalla bocca, visualizza la luce rossa espandersi,<br />
senti l'energia del tuo primo chakra esplodere. La luce del primo chakra si espande e si unisce<br />
all'energia della terra, degli alberi, dei fiumi, dei mari, delle montagne, di tutta la natura.<br />
□ Continua per circa tre minuti.<br />
□ Visualizza il secondo chakra come una luce color rosso chiaro nell'area dei tuoi organi<br />
sessuali. Respira attraverso il secondo chakra.<br />
□ Ogni volta che fai il respiro profondo dalla bocca, visualizza la luce rossa espandersi,<br />
senti l'energia del tuo secondo chakra esplodere. La luce del secondo chakra espandendosi si<br />
unisce all'energia rossa di tutti gli animali del pianeta.<br />
□ Continua per circa tre minuti.<br />
□ Visualizza il terzo chakra come una luce color giallo nell'area dell'ombelico. Respira<br />
attraverso il terzo chakra.<br />
□ Ogni volta che fai il respiro profondo dalla bocca, visualizza la luce gialla espandersi,<br />
senti l'energia del tuo terzo chakra esplodere. La luce dei terzo chakra espandendosi si unisce<br />
all'energia cosmica. Continua per circa tre minuti.<br />
□ Visualizza il quarto chakra come una luce color acquamarina, tra il verde e l'azzurro, al<br />
centro del tuo torace, all'altezza del cuore.<br />
□ Ogni volta che fai il respiro profondo dalla bocca, visualizza la luce acquamarina<br />
espandersi, senti l'energia del tuo quarto chakra esplodere. La luce del quarto chakra è amore<br />
ed espandendosi abbraccia l'intera esistenza. Senti che ogni tuo profondo respiro è<br />
un'esplosione d'amore. Continua per circa tre minuti.<br />
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□ Visualizza il quinto chakra come una luce blu al centro della tua gola. Respira attraverso<br />
il quinto chakra.<br />
□ Ogni volta che fai il respiro profondo dalla bocca, visualizza la luce blu espandersi, senti<br />
l'energia del quinto chakra esplodere. La luce del quinto chakra espandendosi si unisce<br />
all'energia blu di tutti gli altri esseri umani. Continua per circa tre minuti.<br />
□ Adesso, sotto le palpebre chiuse, rivolgi i tuoi occhi verso il sesto chakra; mantieni il tuo<br />
sguardo fisso verso il centro tra le sopracciglia. Visualizza il sesto chakra come una luce bianca<br />
o dorata all'interno del tuo cervello in corrispondenza del centro tra le sopracciglia. Respira<br />
spontaneamente dal naso e lascia che la tua energia fluisca verso l'alto, verso il sesto chakra.<br />
L'energia va là dove è rivolta la tua attenzione. Non c'è niente che devi fare, adesso: lascia<br />
fare! Rilassati profondamente e lascia che la tua energia fluisca verso l'alto.<br />
□ Quando vorrai potrai uscire dallo stato meditativo e riprenderti stirando bene il tuo<br />
corpo.<br />
Saluto al sole (sequenza di più posizioni)<br />
□ Come sempre, fai due o tre esecuzioni consecutive.<br />
Posizione di raccoglimento<br />
□ Terminati i «saluti al sole», riposati per qualche minuto in una posizione di raccoglimento: il<br />
«saluto», dhàrmikàsana, la «foglia» (Quaderni di Yoga I).<br />
POSIZIONE DELLA MEZZALUNA (ARDHACHANDRÀSANA): SECONDA VARIANTE<br />
□ In posizione eretta, con i piedi perpendicolari alle spalle, allunga le braccia verso l'alto e<br />
afferra con una mano le dita della mano opposta.<br />
□ Inala profondamente dal naso.<br />
□ Esalando profondamente dal naso flettiti lateralmente.<br />
□ Tieni per qualche istante la flessione respirando spontaneamente dal naso.<br />
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□ Inalando profondamente raddrizzati e poi esalando flettiti dall'altro lato. Tieni ancora la<br />
flessione per qualche secondo respirando spontaneamente.<br />
□ Ripeti ancora una o due volte per patte.<br />
□ Questa variante della «mezzaluna» ti permette un buon stiramento dei fianchi e<br />
migliora il tuo equilibrio.<br />
Posizione del triangolo (trìkonàsana) (posizione di armonizzazione Sole-Luna)<br />
□ Restando in piedi, dopo l'esecuzione della «mezzaluna», preparati per il trìkonàsana.<br />
Tieni sempre i piedi perpendicolari alle spalle e ruotali entrambi leggermente verso destra.<br />
□ Tenendo diritte le ginocchia, porta la mano sinistra verso terra dal lato esterno della<br />
gamba destra. Distendi in alto il braccio destro. Volgi il viso verso la mano destra. Se riesci<br />
appoggia a terra la mano sinistra, ma bada che le tue ginocchia restino diritte. Tieni per circa<br />
un minuto respirando spontaneamente dal naso.<br />
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Esegui dall'altro lato ruotando entrambi i piedi leggermente verso sinistra, portando la mano<br />
destra verso terra dal lato esterno della gamba sinistra e distendendo il braccio sinistro verso<br />
l'alto. Volgi il viso verso la mano sinistra. Tieni sempre per circa un minuto con il respiro<br />
spontaneo.<br />
□ Se vuoi puoi ripetere da un lato e dall'altro.<br />
POSIZIONE CAPOVOLTA (KAPÀLÀSANA)<br />
Come nel shìrshàsana, il corpo risulta completamente capovolto in questa posizione. A<br />
differenza del shìrshàsana, nel quale la base d'appoggio è costituita dalla testa e dagli avambracci,<br />
questa posizione prevede un appoggio sulle mani e sulla testa. L'esecuzione del<br />
kapàlàsana risulta un po' più facile dell'esecuzione del shìrshàsana in quanto è possibile servirsi<br />
dei muscoli delle braccia per bilanciarsi durante la fase del capovolgimento. Tuttavia il<br />
mantenimento del kapàlàsana risulta più difficoltoso del mantenimento del shìrshàsana in<br />
quanto vi è un maggiore lavoro del collo.<br />
□ In ginocchio appoggia a terra la testa all'altezza della sommità della fronte e appoggia a<br />
terra le mani in modo che queste formino con la testa un ampio triangolo, Solleva le ginocchia<br />
da terra e, tenendole un po' piegate, cammina con i piedi verso il viso. Infine, raddrizzando la<br />
colonna vertebrale, stacca i piedi da terra. Quando il tronco sarà verticale rispetto al<br />
pavimento, inizia a distendere le gambe verso l'alto lentamente.<br />
□ All'inizio esegui la postura contro una parete per evitare di capovolgerti. In questo caso<br />
appoggerai i talloni alla parete, avendo cura di mantenerne distaccato tutto il resto del corpo.<br />
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I benefici di questa postura sono i medesimi del shfrshàsaria (p. 87). Allenati gradualmente al<br />
mantenimento della posizione, iniziando con un tempo breve (pochi secondi) che prolungherai<br />
di volta in volta senza mai forzarti. Il kapàlàsana è controindicato in caso di problemi nell'area<br />
cervicale, pressione alta o disturbi cardiaci.<br />
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IL TRÀTAKA SULLE DITA<br />
□ Seduto in una postura meditativa esegui la seguente mudrà delle mani: intreccia le dita<br />
delle mani appoggiando il pollice sinistro sopra al destro. Tieni le mani, atteggiate nella mudrà,<br />
in grembo.<br />
□ Fissa con lo sguardo un punto del tuo pollice sinistro. Devi scegliere un punto preciso<br />
del dito così che i tuoi occhi possano rimanere perfettamente immobili.<br />
□ Tieni gli occhi immobili (tràtaka), socchiudi le labbra e respira attraverso la bocca in<br />
maniera solo leggermente più profonda rispetto al tuo respiro spontaneo.<br />
□ A ogni inalazione senti che l'energia della terra entra nel tuo corpo attraverso il tuo<br />
primo chakra (area del perineo) e sale fino al centro del torace, nel chakra del cuore.<br />
□ A ogni esalazione senti che l'energia della terra si muove dal chakra del cuore verso<br />
l'alto e raggiunge il cielo fuoriuscendo attraverso il sahasràra-chakra, alla sommità del capo.<br />
□ Continua per circa cinque minuti.<br />
□ Adesso inverti la posizione dei pollici, portando il destro sopra al sinistro.<br />
□ Fissa il tuo sguardo (tràtaka) in un punto del pollice destro.<br />
□ Continua a respirare attraverso la bocca in maniera solo leggermente più profonda<br />
rispetto al ritmo spontaneo del tuo respiro.<br />
□ A ogni inalazione senti l'energia del cielo scendere nel tuo corpo attraverso il sahasràrachakra,<br />
alla sommità del capo, e raggiungere il chakra del cuore, al centro del torace.<br />
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□ A ogni esalazione senti l'energia partire dal chakra del cuore e scendere attraverso il tuo<br />
corpo fino a che, perforando il primo chakra, essa raggiunge la terra.<br />
□ Continua per circa cinque minuti.<br />
□ Durante la pratica, fai esperienza dell'energia come di un fluido che, scorrendo<br />
attraverso il tuo essere, lo purifica, sciogliendo le tue tensioni fisiche, i tuoi blocchi emotivi e<br />
dissolvendo le chiusure della tua mente.<br />
□ Senti di essere un canale tra la terra e il cielo e aspira a far sì che questo canale possa<br />
divenire sempre più aperto e libero. Al termine della pratica sdraiati in shavàsana e resta<br />
dentro te stesso, ascoltando le tue sensazioni.<br />
□ Lascia che tutto ti attraversi; non attaccarti a nulla, non trattenere nulla, allora avrai<br />
ogni cosa.<br />
La seduta di Yoga è terminata. Ringrazia te stesso per il tempo che ti sei dedicato.<br />
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