e - La Voce del Popolo
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sappiamo, ha proposto una modifica<br />
alla nostra Costituzione per eleggere<br />
il presidente alla maniera francese<br />
per diventare lui il Capo <strong>del</strong>lo Stato.<br />
E qui comincia il ridere. Ora come<br />
detto si è autocandidato, subito aggiunge<br />
che lui non è vanitoso e farà<br />
quello che vuole il suo partito. Però<br />
continua in modo indiretto a battere<br />
il tasto che gli preme e cioè essere<br />
eletto Presidente <strong>del</strong>la repubblica.<br />
A parte che per essere tale bisognerebbe<br />
che in parlamento votassero<br />
almeno i due terzi dei componenti e<br />
se non sbaglio per due volte, dove<br />
andrebbe a prendere tanti parlamentari<br />
visto che anche tra alcuni che lo<br />
sostenevano finora c’è discordanza<br />
di idee, e tra questi Montezemolo<br />
che tra l’altro sembra che abbia detto<br />
che per far star meglio gli italiani<br />
sarebbe meglio che l’ex leader non<br />
si presenti più alle elezioni. Inoltre<br />
anche Frattini non sembra d’accordo.<br />
Ma egli non desiste dal suo proposito.<br />
Se si verificherà il sogno <strong>del</strong><br />
partito popolare europeo, dunque fa<br />
lo scarica barile, sembra che sia quel<br />
partito a volerlo capo <strong>del</strong>lo Stato come<br />
lui sogna. E finisce dicendo se si<br />
verificherà quel sogno “io guarderò<br />
solo da padre nobile”. Ma se è vero<br />
questo perché il Cavaliere va a cercare<br />
cose così difficili a verificarsi?<br />
Più padre nobile di Napolitano era<br />
un po’ che non lo vedevo, contentati<br />
di fare quel che ha fatto lui e saresti<br />
più rispettato. Anche se io, parlando<br />
con tanti amici, vedo che tutti sono<br />
contro di lui. Ed anche se il suo sogno<br />
si presentasse resterebbe solo<br />
un sogno. E per finire egli dice che<br />
non vuole restare solo deputato. Berlusconi<br />
dice di non essere vanitoso,<br />
ma io credo lo sia e anche troppo. È<br />
come certi bambini capricciosi che<br />
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vogliono tutto e subito. Per dire l’ultima<br />
ci sarebbe da ridere ancora di<br />
più se l’anno prossimo non fosse votato<br />
se non dagli amici e non potesse<br />
divenire nemmeno parlamentare.<br />
Gli starebbe bene come il vestito<br />
<strong>del</strong>la festa.<br />
Domenico Marchesi<br />
Giovani non difesi<br />
Egr. direttore,<br />
mentre ancora metabolizzavo l’ultima<br />
clamorosa sentenza sulla strage<br />
di piazza <strong>del</strong>la Loggia rimasta ancora<br />
senza verità è giunta la notizia <strong>del</strong>l’attentato<br />
di Brindisi. Ancora una volta<br />
non siamo stati in grado di proteggere<br />
i nostri ragazzi dalla volontà assassina<br />
che ha prescelto, con logica disumana,<br />
ragazzi inermi come bersaglio. Se<br />
il nostro Paese (e intendo gli individui<br />
che popolano questo nostro Paese)<br />
avesse bisogno di verità, la verità<br />
si sarebbe trovata, non solo nei suoi<br />
aspetti genericamente politici, ma anche<br />
nei suoi aspetti materiali (i colpevoli:<br />
una categoria che manzonianamente<br />
comprende i peccatori e gli<br />
istigatori al peccato. Gli esecutori e i<br />
mandanti). Il tempo per trovare la verità<br />
c’era e ci è stato concesso. Piazza<br />
<strong>del</strong>la Loggia è metafora di una ferita<br />
che segna la mia generazione e che è<br />
destinata a non rimarginarsi mai. Mi<br />
sento percorso da emozioni che fatico<br />
a tenere a bada. <strong>La</strong> sentenza su<br />
piazza <strong>del</strong>la Loggia è metafora di una<br />
realtà che ha segnato una generazione<br />
e gli individui che la compongono<br />
(una generazione è composta da individui,<br />
dopotutto, e questo non dobbiamo<br />
mai scordarlo). A Brindisi, invece,<br />
c’è stata una prima volta: quella di una<br />
scuola, scelta come segnale dai criminali,<br />
per dire che loro ci sono ancora.<br />
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Un attentato con il quale è stato colpito<br />
il simbolo <strong>del</strong>l’innocenza e <strong>del</strong>la<br />
voglia di progresso. È una situazione<br />
che non desta solo preoccupazione,<br />
fa piombare nell’angoscia. E prevale<br />
un sentimento di rabbia per giovani<br />
vite innocenti strappate. Urge reagire<br />
per porre fine ad ogni azione violenta<br />
ed illegale. È necessario continuare<br />
nell’azione antimafia soprattutto<br />
tra le giovani generazioni. Dobbiamo<br />
risvegliare le coscienze e tenere<br />
sempre alta la guardia. <strong>La</strong> mafia teme<br />
più un maestro di scuola che 100<br />
carabinieri, diceva il giudice Caponnetto,<br />
l’attentato di Brindisi ne è la<br />
dimostrazione. Nel profondo di una<br />
crisi economica, sociale, politica e<br />
culturale, quest’ennesimo schiaffo al<br />
popolo italiano suona come una beffa,<br />
un insulto alla razionalità e alla<br />
verità popolare. Ricordo e porto nel<br />
mio cuore la testimonianza <strong>del</strong> Beato<br />
Giovanni Paolo II: “Mafiosi pentitevi,<br />
verrà il giorno <strong>del</strong> giudizio di<br />
Dio”. Alzò la sua voce possente dalla<br />
collina di Agrigento contro il maleficio<br />
storico che affligge questo Paese<br />
che lui amava, questo Paese che lo<br />
emozionava per i suoi contrasti, per<br />
la sua natura resa matrigna dalla mano<br />
<strong>del</strong>l’uomo, per quegli uomini che<br />
sapevano non arrendersi. Ed in ogni<br />
occasione seppe toccare tutti noi. Le<br />
sue visite furono vissute tra la gente<br />
e per la gente, compromesse con le<br />
tragedie ed i mali antichi e moderni<br />
di questo popolo. Seppe perdonare<br />
con dolcezza e tuonare, come Gesù<br />
nel Tempio, contro il tumore inarginabile.<br />
Abbracciò i genitori <strong>del</strong> giudice<br />
Livatino pronunciando una frase<br />
di indiscutibile laicità “Non posso<br />
non ricordare i figli d’ Italia caduti per<br />
affermare gli ideali di giustizia e di legalità”.<br />
Giustizia e legalità su questa<br />
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terra, ora, in questa vita terrena e non<br />
nel Regno dei cieli. Un’umana esigenza,<br />
poco trascendente, ma dalla quale<br />
deve sempre passare la strada per il<br />
paradiso dei cristiani. Grazie al Beato<br />
Giovanni Paolo II giustizia e legalità,<br />
ancora una volta e per sempre<br />
riaffermate come irrinunciabili<br />
valori civili. Ridiede vita al celebre<br />
discorso “Sagunto espugnata” che<br />
il cardinale Pappalardo aveva pronunciato<br />
davanti alla bara di Dalla<br />
Chiesa. In questa terra, l’Italia che<br />
amava seppe essere violento con<br />
chi di violenza e sopruso campava,<br />
non negò il perdono a chi si fosse<br />
convertito nel corso <strong>del</strong>la vita terrena,<br />
nulla concesse ai mafiosi che<br />
inchiodò con il perentorio “Mafiosi<br />
pentitevi, verrà il giorno <strong>del</strong> giudizio<br />
di Dio” puntando il suo indice accusatorio.<br />
Ogni mattina ho l’onore di<br />
passare da piazza <strong>del</strong>la Loggia ricordando<br />
piazza Fontana, la stazione di<br />
Bologna, a Capaci, oggi ancora una<br />
volta non siamo stati in grado di proteggere<br />
i nostri ragazzi arrivederci<br />
uomini e donne senza verità... ciao<br />
Melissa. Perdonaci se quelli <strong>del</strong>la<br />
mia generazione non sono stati capaci<br />
di tutelarti... perdonaci.<br />
Celso Vassalini<br />
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