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Le orchidee spontanee del piacentino - Osservatorio Trebbia

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EPIPACTIS ZINN 1757<br />

Il nome generico Epipactis è di origine incerta. Secondo alcuni autori Epipactis era il<br />

nome che i greci davano ad una specie di elleboro. Da ciò è stato tratto il nome di un<br />

nuovo genere di <strong>orchidee</strong> chiamato Helleborine per la somiglianza <strong>del</strong>le foglie con quelle<br />

<strong>del</strong>l’elleboro bianco o veratro. Genere essenzialmente euroasiatico, ma con alcune<br />

presenze in Africa e in America. Secondo gli esperti il genere sarebbe arretrato, nel<br />

corso <strong>del</strong>l’ultima glaciazione, pressappoco al di sotto <strong>del</strong>la linea <strong>del</strong> 40° parallelo. Con<br />

l’arretramento dei ghiacci cominciato circa 12 o 13 mila anni fa, la faggeta con le sue<br />

consociazioni vegetali comincia una lenta risalita verso nord: fra queste specie vi sono<br />

anche le Epipactis, che riconquistano praticamente quasi tutta l’Europa. Attualmente<br />

questo genere viene ritenuto in piena evoluzione; ciò giustifica la grande variabilità<br />

presente. Il genere si suddivide in 2 sezioni; la prima sezione (Arthochilium Irmisch) si<br />

contraddistingue per la forma <strong>del</strong> labello articolato in 2 parti: ipochilo con lobi laterali;<br />

epichilo mobile. Appartengono a questa sezione 2 sole specie di cui una sola è<br />

presente in Italia (E. palustris (L.) Crants.). La seconda sezione (Euepipactis Irmisch) si<br />

contraddistingue per avere l’ipochilo a forma di coppa senza lobi laterali e l’epichilo non<br />

articolato, ma ben fissato all’ipochilo, e vi appartengono tutte le altre specie. Queste<br />

specie vengono definite autogame o allogame a secondo <strong>del</strong> tipo di impollinazione che<br />

attuano: le prime si contraddistinguono per la mancanza di un rostello efficace, privo<br />

cioè di quell’elemento utile per far aderire il polline al capo <strong>del</strong>l’insetto vettore (viscidio) e<br />

pertanto il polline sarà disgregato, polverulento e cadrà liberamente sulla parte femminile<br />

<strong>del</strong> fiore (stimma), dando vita all’autoimpollinazione, come avviene per esempio in E.<br />

muelleri; le seconde si contraddistinguono per avere un rostello efficace. In queste ultime<br />

l’impollinazione avviene per allogamia: il polline viene trasportato da un fiore all’altro da<br />

insetti, come avviene solitamente in E. helleborine. Avviene non di rado che anche in specie<br />

attrezzate perfettamente per l’impollinazione incrociata, in condizioni estreme, il polline<br />

si disgreghi e cada sullo stimma; questo evento può avvenire ancora quando il fiore è<br />

in boccio (cleistogamia). La valutazione errata di questi fenomeni ha portato nel corso<br />

di questi anni a segnalazioni di specie poi rivelatesi errate. Credo che al fine di una più<br />

attenta determinazione sia necessario tenere maggiormente in considerazione la forma<br />

<strong>del</strong> ginostemio anzichè il modo in cui esso funziona. Queste forme di impollinazione<br />

e la scarsa specializzazione dei fiori, visitati da innumerevoli specie di insetti, portano a<br />

un’altissima produzione di semi. Il genere si caratterizza per avere la parte ipogea a forma<br />

di rizoma verticale o orizzontale con numerose radichette secondarie; brattee fogliacee ±<br />

allungate; ovari peduncolati; fiori ± penduli; sepali generalmente verdi un po’ più lunghi<br />

dei petali; labello diviso in 2 parti, ipochilo emisferico solitamente nettarifero, epichilo<br />

a forma generalmente cordata terminante con punta dritta o ribattuta. Questo genere<br />

ha attirato su di sé, negli ultimi 20 anni, l’attenzione di molti studiosi al punto che le 9<br />

specie riportate nella “Flora europea” (Moore, 1980) sono diventate oggi più di 65 tra<br />

specie e sottospecie, di cui circa una quindicina sono segnalate per l’Italia. Numero per<br />

altro destinato ad aumentare visto alcuni lavori in avanzata fase di studio. In provincia<br />

di Piacenza sono presenti 10 entità.<br />

Caratteri per identificare le specie presenti in provincia<br />

Fiori rosso violacei, foglie distiche .................................................................. E. atrorubens<br />

Fusto robusto, foglie piccole, eretti abbraccianti il fusto .......................... E. distans<br />

Foglie da 2 a 5, piccole inserite nella parte alta <strong>del</strong> fusto,<br />

ovario fusiforme con pedicello arquato ............................................... E. gracilis<br />

Pianta allogama, fiori aperti, foglie piane ovale-rotondeggianti ............. E. helleborine<br />

Fiori allogami, foglie verde chiaro, epichilo generalmente<br />

piegato all’indietro .................................................................................... E. leptochila<br />

Pianta per lo più esile, foglie disposte a spirale non più<br />

lunghe di 3 cm, labello biancastro ........................................................ E. microphilla<br />

Fiori verde-giallicci, foglie coriacee con margine ondulato,<br />

ipochilo rosso o marroncino all’interno ............................................... E. muelleri<br />

Ipochilo munito di 2 lobi laterali, epichilo mobile ....................................... E. palustris<br />

Fiori rosei o rosso magenta, epichilo a forma triangolare piano<br />

o con bordi rialzati .................................................................................... E. placentina<br />

Foglie piccole sfumate di viola soprattutto nella pagina inferiore ........... E. viridiflora<br />

CEPHALANTHERA L.C.M. RICHARD 1817<br />

Il nome generico Cephalanthera è di origine greca e sembra sia stato ispirato dalla<br />

forma globosa <strong>del</strong>l’antera. Si tratta di uno dei generi più primitivi. E’ piuttosto affine<br />

al genere Epipactis per alcuni caratteri: la struttura <strong>del</strong>l’apparato radicale formato da<br />

un rizoma ± robusto; la forma <strong>del</strong> labello diviso in 2 parti (ipochilo-epichilo); l’impollinazione<br />

che può avvenire sia per via allogama che autogama. Differisce dal genere<br />

Epipactis per l’ovario subcilindrico non peduncolato e per la colonna più allungata.<br />

Genere principalmente euro-asiatico, comprende 15 specie. In Italia sono presenti 3<br />

specie, tutte presenti anche in provincia di Piacenza:<br />

C. damasonium (Miller) Druce<br />

C. longifolia (L.) Fritsch<br />

C. rubra (L.) L.C.M. Richard<br />

Nota<br />

I fiori di queste specie restano generalmente socchiusi o comunque raramente aperti.<br />

Tali fiori sono perfettamente attrezzati per la fecondazione incrociata, tuttavia solo<br />

raramente vengono visitati da insetti pronubi. Spesso il polline cade sullo stimma<br />

quando il fiore è ancora in boccio, prima che gli insetti impollinatori possano accedervi.<br />

Pertanto vanno ritenute specie tendenzialmente autogame. Certi autori ritengono<br />

trattarsi di specie avviate per evoluzione verso la cleistogamia.<br />

Caratteri per identificare le specie presenti in provincia<br />

Fiore bianco-giallastro, infiorescenza pauciflora, foglie ovali............ C. damasonium<br />

Fiore bianco puro, foglie strette e rigide, brattee molto corte......... C. longifolia<br />

Fiori rosa, ovario pubescente, epichilo appuntito .............................. C. rubra<br />

Epipactis placentina<br />

Bongiorni & Grünanger 1993<br />

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