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Ethan Frome - Proloco Scorrano

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI LECCE<br />

Facoltà di Beni Culturali<br />

Corso di Laurea in Beni Archivistici e Librari<br />

_______________________________________________________<br />

TESI DI LAUREA<br />

in Storia delle Biblioteche<br />

LA BIBLIOTECA COMUNALE<br />

RELATORE :<br />

Chiar.mo Prof . GINO PISANÒ<br />

1<br />

DI SCORRANO<br />

(vicende storiche - fonti - documenti)<br />

LAUREANDO :<br />

MAURIZIO MARRA<br />

__________________________________________________________________<br />

ANNO ACCADEMICO 2004 - 05


SOMMARIO<br />

INTRODUZIONE……………………………………………..pag 3<br />

CAPITOLO I<br />

SCORRANO: cenni storici………………......………………..” 8<br />

a) Le origini……………………………………………………………..” 9<br />

b) Dai Normanni all’Ottocento…………………………………………” 13<br />

CAPITOLO II<br />

LA BIBLIOTECA: dal 1737 ad oggi…………………………” 21<br />

a) Domenico Antonio Donbattista………………………………………………………..”<br />

22<br />

b) 1806 -1955: dalla prima soppressione dei conventi ai “repubblicani”…….” 34<br />

c) 1956 - 1975: da Blandolino a Pendinelli, vent’anni di servizio………………. ”<br />

67<br />

d) 1976 - 2002: “otto” anni di servizio…………..……………………………..”<br />

85<br />

e) Gli ultimi anni: “dall’oscurantismo all’illuminismo”..…………………….. ……”<br />

107<br />

CAPITOLO III<br />

Il patrimonio librario….….……………………………….…..” 110<br />

a) Il fondo antico………………………………………………………………………… …..”<br />

111<br />

2<br />

b) La sezione moderna…………………………………………………………………. …..”


134<br />

CAPITOLO IV: conclusioni………………..…………………..” 141<br />

BIBLIOGRAFIA................................………………………….” 146<br />

INTRODUZIONE<br />

Parlare di biblioteche nell’epoca dell’informatica, e per di più di una<br />

biblioteca di un piccolo centro come <strong>Scorrano</strong>, può sembrare anacronistico,<br />

noi cercheremo di provare il contrario, dimostrando che dalla storia di una<br />

biblioteca si può attingere una miniera di notizie, importanti in misura<br />

maggiore o minore, ma che contribuiscono ad una maggiore conoscenza in<br />

senso lato.<br />

Noi iniziamo a parlare del libro antico, che ha assunto il suo status<br />

culturale tardi rispetto ad altri beni culturali, i quali erano visibili, mentre il<br />

libro stava nascosto tra gli scaffali in attesa che qualche coraggioso<br />

studioso lo spulciasse. Sfogliare un libro, oggetto per sua natura fragile,<br />

stampato cinquecento anni fa e giunto sino a noi, è una sensazione non da<br />

poco. Se si unisce poi il piacere della fattura dell’oggetto al piacere della<br />

lettura, abbiamo un bene culturale che trasmette emozioni infinite. Ma<br />

nascosti come i libri sono pure i bibliofili e i lettori, e questo contribuisce a<br />

una sorta di oblio del problema biblioteche.<br />

Per storia di una biblioteca intendiamo oltre il bene bibliografico, anche<br />

la storia della cultura della comunità cittadina, perché la biblioteca è<br />

espressione del livello culturale di una città, come scrive Gino Pisanò:<br />

3<br />

Dietro la storia di una biblioteca può esserci la storia di una città, con le sue<br />

istituzioni, la sua cultura, le sue tensioni civili, ma, certamente, c’è sempre<br />

una storia di uomini e di idee. 1<br />

1 G. PISANÒ, Contributi alla storia delle biblioteche salentine. Le Comunali di Maglie e


Uomini, aggiungiamo noi, a volte dimenticati, se non addirittura<br />

sconosciuti, come nel caso di tanti cittadini scorranesi. Non esiste a<br />

<strong>Scorrano</strong> un strada intitolata a Giuseppe Andrea Manfredi, il maggiore<br />

artista scorranese, eppure come vedremo una volta c’era, non esiste una<br />

strada intitolata alla famiglia De Lucretiis, famiglia che si è non solo<br />

opposta al potere feudale, ma che ha generato numerosi sindaci. In<br />

compenso abbiamo una strada intitolata a Giorgio Almirante, politico dai<br />

trascorsi fascisti e una strada al calciatore Gaetano Scirea.<br />

Dopo questa parentesi toponomastica parliamo delle biblioteche, che<br />

hanno una valenza storica non indifferente per ricostruire il passato, ma<br />

anche per conoscere il presente, perché i problemi della biblioteche non<br />

sono cambiati, e dalla loro storia contemporanea si possono trarre, come<br />

nel caso di <strong>Scorrano</strong>, amare considerazioni, che nel nostro caso avrebbero<br />

potuto scoraggiarci dall’intraprendere questo lavoro.<br />

Quello che invece ci ha spinto ad andare avanti è stato l’amore per i libri<br />

e per <strong>Scorrano</strong>, un lavoro frutto di intense ricerche, durante le quali ci<br />

siamo imbattuti in scoperte sorprendenti.<br />

Abbiamo utilizzato le fonti più disparate, anche quelle orali, fonti queste<br />

ultime tra le più ricche dell’intero Salento. La carenza di documenti non ha<br />

reso facile il lavoro. Il patrimonio documentario scorranese, poi, sia<br />

pubblico, sia ecclesiastico, sia privato, è stato oggetto in passato, anche<br />

non lontano, di furti, di saccheggi vandalici, di dispersioni, che hanno<br />

creato dei vuoti storici difficili da colmare. Questo spiega in parte la<br />

mancanza di monografie sulla cittadina. Per anni non si è scritto quasi<br />

nulla, solo ultimamente da parte di Antonio Blandolino, già per lunghi anni<br />

Sindaco di <strong>Scorrano</strong>, è venuta alla luce una storia di <strong>Scorrano</strong> sino<br />

Gallipoli, Galatina, Congedo, 1995, p. 7.<br />

4


all’Ottocento. Una storia di <strong>Scorrano</strong> è stata inserita recentemente<br />

nell’opera di Padre Stefano Campanella e di Maria Concetta Rossi<br />

riguardante la fraternità cappuccina nonché le viste pastorali. Un altro<br />

opuscolo è stato pubblicato da Giovanni Giangreco in occasione del<br />

seminario di infortunistica stradale organizzato dall’ACIS (Associazione<br />

Consulenti Infortunistica Stradale sez. di Lecce) in collaborazione con la<br />

Polizia Stradale, svoltosi nel 2003 a <strong>Scorrano</strong>. Per questo motivo abbiamo<br />

cercato con questo lavoro di colmare, almeno in parte, una lacuna storica,<br />

attraverso la storia della biblioteca.<br />

Ma torniamo alla biblioteca. Come dicevamo la storia di una biblioteca è<br />

anche storia di quel contesto socio-politico-culturale nel quale la biblioteca<br />

opera, in questo caso <strong>Scorrano</strong>. Nel I° capitolo parleremo proprio di questa<br />

cittadina, perché non si può non conoscere il proprio microcosmo se si<br />

vogliono conoscere le altre realtà.<br />

Proprio dalle origini del centro storico inizieremo nel I° capitolo a parlare<br />

di <strong>Scorrano</strong>, origini che come vedremo sono incerte, ora pur non avendo<br />

prove storiche certe non chiuderemo la porta a nessuna ipotesi.<br />

Parleremo poi da quando si hanno i primi documenti storici fino all’Unità<br />

d’Italia, un periodo di quasi ottocento anni, nei quali <strong>Scorrano</strong> grazie alla<br />

sua posizione geografica assume un posto rilevante nel territorio salentino.<br />

In questi anni vedremo le tribolate vicende amministrative e soprattutto il<br />

tentativo di opporsi al potere feudale da parte di alcuni cittadini scorranesi.<br />

Parleremo anche dell’attività amministrativa, quasi sempre turbolenta.<br />

5<br />

Dopo aver parlato di <strong>Scorrano</strong>, passeremo nel II° capitolo a parlare della<br />

sua biblioteca, faremo una storia, anzi per alcuni periodi una vera e propria<br />

cronaca, perché riporteremo fatti e avvenimenti in modo particolareggiato.<br />

Inizieremo col parlare del suo fondatore, Domenico Antonio Battisti, che<br />

a noi risulta cognominarsi Donbattista, la cui biblioteca, della quale, come


vedremo, si preoccupava tanto, avrà una vita travagliata. Parleremo poi del<br />

suo testamento, che è l’archetipo della biblioteca civica attuale.<br />

Cercheremo anche di tracciare un profilo biografico del personaggio a tutto<br />

tondo, per quello che ci è stato possibile trovare, risalendo attraverso i libri<br />

alla sua personalità, alla sua cultura, ai suoi interessi.<br />

Passeremo poi a descrivere tutto il periodo che va dall’acquisizione della<br />

biblioteca da parte della Chiesa di <strong>Scorrano</strong>, fino ai primi anni dopo<br />

l’avvento della democrazia successivi alla seconda guerra mondiale. Un<br />

arco di oltre duecento anni, sul quale abbiamo cercato di far luce in ordine<br />

ai periodi più antichi e più oscuri. Vedremo come mai la biblioteca passa<br />

nelle mani del Comune, insieme a quella dei Cappuccini, vedremo, ancora,<br />

i primi vagiti di questa biblioteca comunale, il suo ritorno alla Chiesa, i<br />

successivi crucci degli amanti della cultura per le condizioni in cui il clero<br />

la gestì con la compiacenza delle autorità fasciste locali.<br />

Si passerà successivamente ad esaminare il periodo in cui la biblioteca<br />

viene riaperta su pressione dei repubblicani “mazziniani” scorranesi.<br />

Tratteremo poi gli anni in cui la biblioteca sarà una sorta di epifania,<br />

nonostante, come vedremo, non mancassero tutti gli elementi per farla<br />

funzionare.<br />

Infine parleremo degli ultimi anni, in cui le buone intenzioni per la<br />

biblioteca da parte dell’Amministrazione guidata dal dottor Walter Colazzo<br />

si perdono per strada e cercheremo di capire il perché. Poi si parlerà della<br />

rinascita della biblioteca durante l’Amministrazione guidata dal dottor<br />

Mario Pendinelli, anche se è una rinascita irta di ostacoli non ancora<br />

superati. Questi ostacoli, che non sono solo materiali, ma anche mentali,<br />

hanno caratterizzato la vita della biblioteca.<br />

6<br />

Presi in esame, attraverso la sua storia, i fattori specifici della biblioteca<br />

(cioè i luoghi dove è stata raccolta, le persone preposte al suo


funzionamento e al suo accrescimento, gli utenti) parleremo nel II° capitolo<br />

del fattore principale: i libri. Anche se oggi con le moderne biblioteche<br />

multimediali i libri convivono con altri supporti non cartacei, essi<br />

rimangono il fondamento di qualsiasi biblioteca. Parleremo dei libri antichi<br />

svolgendo un indagine filologica, cercando di individuare il canone<br />

bibliografico, ma essendoci più nuclei librari fusi, cercheremo di<br />

individuare il canone di ognuno di questi nuclei risalendo ai vecchi<br />

proprietari. Ma parleremo anche dei libri moderni, non solo per dare un<br />

canone bibliografico, ma soprattutto per scoprire come si è venuto a<br />

formare tale canone e per dare un catalogo sommario del posseduto.<br />

7


a) Le origini.<br />

8<br />

CAPITOLO I<br />

SCORRANO: cenni storici.


<strong>Scorrano</strong> è una cittadina situata nel cuore delle serre salentine, proprio<br />

nella parte centrale dell’attuale Provincia di Lecce.<br />

Secondo la tradizione, la fondazione sarebbe avvenuta in epoca romana<br />

per opera del console Marco Emilio Scauro, cui furono assegnate queste<br />

terre dopo la conquista della penisola salentina da parte di Roma. Parliamo<br />

di tradizione, perché non vi sono fonti documentali che consentano di<br />

indicarne l’origine.<br />

Esaminiamo ora questi elementi: riguardo lo stemma civico, l’aquila<br />

potrebbe rappresentare, sia l’aquila delle legioni romane, sia un uccello<br />

presente nel territorio, infatti il bosco di Belvedere, che si estendeva da<br />

Tricase a <strong>Scorrano</strong> fino alla metà dell’Ottocento, era probabilmente<br />

sorvolato da uccelli di grandi dimensioni; per quel che riguarda<br />

l’etimologia, secondo Quintino Manfredi, sacerdote scorranese vissuto<br />

nell’Ottocento, il nome deriverebbe in modo evidente da Scauro, 2 lo stesso<br />

affermava il Ferrari, 3 invece secondo Gerarhd Rohlfs, studioso tedesco del<br />

Salento, il nome <strong>Scorrano</strong> deriverebbe dal cognome meridionale Scurra. 4<br />

Riguardo all’impianto urbanistico, vi sono elementi, come l’andamento<br />

ortogonale delle strade, che fanno pensare ad un castrum romano, altri<br />

come l’andamento ellittico del perimetro murario, che fanno pensare a<br />

un’origine bizantina.<br />

Non si hanno reperti archeologici. La scoperta fatta nel 1949 dallo<br />

studioso Nicola Bernardini di alcuni oggetti in bronzo e di frammenti di<br />

vasi, ritenuti romani, 5 poi da successive indagini, risultati appartenenti<br />

2 Cfr. Q. MANFREDI, Vita della gloriosa verg. e mart. di Tropea S.ta Domenica protettrice<br />

di <strong>Scorrano</strong>, <strong>Scorrano</strong>, Musio Editore, 1998, p. 20.<br />

3 Cfr. J. A. FERRARI, Apologia parodossica della città di Lecce, Cavallino, Capone, 1977,<br />

pp. 206 s.<br />

4 Cfr. G. ROHLFS, Dizionario toponomastico del Salento, Ravenna. Longo, 1986, pp. 116 s.<br />

5 Cfr. N. BERNARDINI, Estratto di “Paleontologia Italiana”, Roma, 1953, Anno VIII<br />

Parte V, p. 3.<br />

9


addirittura al neolitico, non avvalora la tesi della romanità.<br />

Anche se non abbiamo elementi certi, citazioni dirette delle fonti antiche,<br />

oppure fonti entitative, vi sono tuttavia fonti letterarie, anche se non sempre<br />

attendibili.<br />

Nell’epigramma composto nel 1600 dal sacerdote e latinista scorranese<br />

Angelo Antonio D’Apo e riportato da Luigi Tasselli nel libro Antichità di<br />

Leuca leggiamo:<br />

conderis a scauro romano sanguine tellus […]. 6<br />

La traduzione è:<br />

o terra, tu sei fondata da Scauro di sangue romano.<br />

Oltre all’epigramma, nel Tasselli leggiamo:<br />

<strong>Scorrano</strong>, terra situata nel benigno Cielo, […] sia sta edificata da Marco Emilio<br />

Scauro ne’ tempi che dominavano i Romani in tutta la Salentina […]. 7<br />

Notiamo che il Tasselli, per avvalorare le sue tesi, annota ai margini del<br />

suo libro le fonti, qui indica Gabriele Lucretio e Giuseppe Molle, dottori di<br />

<strong>Scorrano</strong>, oltre a Marciano da Squinzano e Jacopo Antonio Ferrari.<br />

Altra fonte è quella, già citata, del Manfredi. Il sacerdote indica un<br />

manoscritto dello scorranese padre Todero, maestro appartenente ai frati<br />

minori conventuali vissuto tra Seicento e Settecento, nel quale si parla di<br />

un tempio innalzato da Marco Emilio Scauro al dio pagano Giano,<br />

6 L. TASSELLI, Antichità di Leuca, Lecce, Eredi di Pietro Micheli, 1693, p. 224.<br />

7 ibidem.<br />

7<br />

10


manoscritto poi andato perduto. 8 Si può confutare l’argomento letterario<br />

sostenendo che D’Apo e Todero sono scrittori locali, quindi il campanile<br />

può avere avuto il suo peso, ma i due erano dei dotti, anzi il D’Apo era un<br />

accademico molto noto in Terra d’Otranto. 9<br />

<strong>Scorrano</strong>, comunque si trovava e si trova sulla confluenza di importanti<br />

vie di comunicazione, ubicata su di una collina, quindi in posizione<br />

strategica. Donde la possibilità che fosse un piccolo castrum.<br />

Se tracce mancano della presenza romana, abbondano nei dintorni del<br />

nucleo abitativo storico altre tracce: menhir, tombe, iscrizioni messapiche,<br />

frammenti di vasi e di elementi architettonici. Tutti questi reperti<br />

confermerebbero una presenza umana diffusa nel territorio intorno<br />

all’abitato principale, purtroppo alle scoperte non è seguita un’opera di<br />

ricerca archeologica degna di nota.<br />

Dopo la caduta di Roma, il Salento fu interessato dalle invasioni<br />

barbariche, in modo particolare quella dei Goti, poi subì la conquista dei<br />

bizantini e seguì le loro vicissitudini. Del periodo bizantino, per quanto<br />

riguarda <strong>Scorrano</strong>, le fonti sono ancora più scarne, alcuni riferimenti:<br />

archeologici, religiosi, anche linguistici 10 (ricordiamo che la lingua greca<br />

nel Salento era parlata in un territorio molto più ampio di quello che oggi<br />

corrisponde alla Grecìa Salentina), farebbero propendere anche per<br />

un’origine bizantina. È probabile però, che essendoci già diversi nuclei<br />

abitativi esterni all’attuale centro storico, i bizantini, ricordiamo arrivati<br />

come conquistatori, si siano insediati sul nucleo abitativo principale situato<br />

in posizione strategica, nucleo corrispondente all’attuale centro storico, e lì<br />

sarebbe sorta la <strong>Scorrano</strong> medievale.<br />

11<br />

I nuclei abitativi esterni, che sono stati sempre parecchi, basti pensare<br />

8 Cfr. Q. MANFREDI, op. cit., p. 24.<br />

9 Cfr. F. CASOTTI, Dizionario degli uomini illustri di Terra d’Otranto, Manduria, Lacaita,<br />

1999, p. 128.<br />

10 Cfr. D. DE ROSSI, Storia dei Comuni del Salento, Lecce, Grafiche <strong>Scorrano</strong>, 1972, p. 348.


alle numerose chiese extra moenia esistenti una volta nel feudo scorranese,<br />

furono annessi amministrativamente al nucleo principale in seguito.<br />

Ricordiamo tra questi nuclei, quelli principali poi diventati casali 11 :<br />

Sombrino, ora si trova in agro di Cutrofiano, Francavilla, che avrebbe dato<br />

i natali a Santa Cesarea 12 (è solo una ipotesi, comunque la santa è molto<br />

venerata a <strong>Scorrano</strong>, e numerose le attribuzioni del nome Cesarea e<br />

Cesario), infine Casale Specchiullo, che doveva avere una certa<br />

importanza visto che compare spesso negli atti accanto al nome <strong>Scorrano</strong>.<br />

Sarà poi distrutto dai Turchi. 13<br />

b) Dai Normanni all’Ottocento.<br />

Al periodo normanno risalgono le prime notizie storiche di <strong>Scorrano</strong>,<br />

fondate sui documenti.<br />

Nel 1071, con la caduta di Bari, Roberto il Guiscardo, approfittando<br />

11 Cfr. L. CARDUCCI, Storia del Salento, Galatina, Congedo, 2004, p. 192.<br />

12<br />

12 Cfr. A. PEROTTI, Appunti di Storia Castrense, Maglie, Erreci Edizioni, 1992, p. 35.<br />

13 Cfr. A. BLANDOLINO, <strong>Scorrano</strong> dalle origini all’Ottocento, Lecce, Capone, 2004, p. 119.


della crisi dell’impero bizantino, completa la conquista della Puglia, 14<br />

quindi anche <strong>Scorrano</strong> finisce sotto il dominio normanno. Nel 1190<br />

Tancredi, conte normanno di Lecce, poi diventato re, l’annovera tra i casali<br />

della sua Contea.<br />

Al periodo normanno risale la fortificazione di <strong>Scorrano</strong>, che viene cinta<br />

da alte mura con sedici torri, diventando quasi una fortezza militare. La<br />

posizione strategica, su un’altura al centro del Salento, fece la fortuna del<br />

paese, che godette di privilegi per secoli. Purtroppo della cinta muraria<br />

rimane solo la porta principale chiamata “Porta Terra”.<br />

Successivamente, in seguito al matrimonio della figlia di Tancredi,<br />

Albiria, con il capitano francese Gualtiero di Brienne, passò con la Contea<br />

di Lecce alla famiglia francese dei Brienne. 15<br />

Al momento dell’invasione angioina, <strong>Scorrano</strong> era ghibellina. Infatti<br />

parteggiò per la casa degli Hohenstaufen e pagò a caro prezzo questa<br />

fedeltà agli Svevi: nel 1269 Angelo e Pietro, baroni di <strong>Scorrano</strong>, furono<br />

impiccati con altri nobili salentini, dopo una strenua resistenza, nel castello<br />

di Gallipoli. 16<br />

Anche per il periodo angioino i pochi documenti riguardano la vita<br />

amministrativa. <strong>Scorrano</strong>, che per oltre un secolo fu legato come tutto il<br />

Salento, alle vicende dinastiche e belliche angioine, ottenne dai sovrani dei<br />

privilegi che mantenne per secoli: il 6 aprile 1376 Giovanna Iª d’Angio,<br />

regina di Napoli, concesse all’Università di <strong>Scorrano</strong> l’autorizzazione ad<br />

effettuare il mercato la domenica, giorno dedicato al Signore. 17<br />

Successivamente, nel 1385, il matrimonio di Maria d’Enghen con<br />

Raimondo Del Balzo Orsini, famiglia imparentata con i D’Angiò, contribuì<br />

14 Cfr. L. CARDUCCI, op. cit., pp. 170 ss.<br />

15 Cfr. id., p. 199.<br />

16 Cfr. AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SCORRANO, <strong>Scorrano</strong>, immagini di un<br />

centro salentino, Corigliano (Le), Stabilimento Grafico Colazzo, 1986, pp. 14 s.<br />

17 Cfr. A. BLANDOLINO, op. cit., pp. 78 s.<br />

13


all’estensione dei suoi feudi fino all’annessione del Principato di Taranto.<br />

Lo “staterello orsiniano” acuì la contesa con la corona napoletana. 18<br />

<strong>Scorrano</strong> seguì il destino della famiglia Del Balzo Orsini, subendo, come<br />

tutto il Salento, la tirannia del figlio di Raimondo, Giovanni Antonio.<br />

Alla sua morte il principato orsiniano fu rifeudalizzato dal re di Napoli e<br />

“polverizzato” in molti feudi minori. 19<br />

<strong>Scorrano</strong> ottenne dagli Aragonesi le esenzioni su dazi imposti<br />

precedentemente dal principe di Taranto e mantenne i vecchi privilegi,<br />

come quello di tenere il mercato di domenica, privilegio confermato dal re<br />

Alfonso I° d’Aragona. 20<br />

Privilegi, <strong>Scorrano</strong> li aveva ottenuti anche dall’esoso principe di Taranto,<br />

si trattava del privilegio a pascolare e a fare legna nel bosco di Belvedere. 21<br />

Nel 1480, dopo la caduta di Otranto, subì l’attacco dei Turchi di Acmet<br />

Pascià, dell’attacco turco rimangono a testimonianza i proiettili delle<br />

bombarde scagliati dall’esercito turco contro le sue mura.<br />

Dalla metà del Quattrocento alla metà del Cinquecento, feudatari di<br />

<strong>Scorrano</strong> furono i conti Del Balzo di Alessano, feudatari della più grande<br />

contea del Salento comprendente 17 centri abitati. La contea commerciava<br />

direttamente con Venezia attraverso il porto di Novaglie e Alessano era<br />

anche sede vescovile. 22<br />

Il feudo di <strong>Scorrano</strong> passò ai Gonzaga, attraverso il matrimonio di una<br />

erede dei Del Balzo con Ferrante Gonzaga. Il feudo viene venduto nel<br />

1585 alla famiglia piemontese dei Brayda. Nel 1602 passò ai<br />

Maramonte di Lecce, poi nel 1643 fu venduto ai Trane di Trani, quindi<br />

passa ai Milazzi di Bisceglie e infine fu acquistato, nel 1686 dai Frisari, 23<br />

18 Cfr. L. CARDUCCI, op. cit., pp. 260 ss.<br />

14<br />

19 id., pp. 285 ss.<br />

20 Cfr. L. TASSELLI, op. cit., p. 225.<br />

21 Cfr. A. BLANDOLINO, op. cit., pp. 85 s.<br />

22 Cfr. G. ARDITI, La corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto, Lecce,<br />

Stab. Scipione Ammirato, 1879-1885, pp. 21 s.<br />

23 Cfr. id., p. 552.


che lo amministrarono, dal 1725 a titolo ducale, fino al 1806, anno che<br />

sancisce la fine della feudalità.<br />

In tutto questo periodo, quasi tre secoli, il Salento perde la sua rilevanza<br />

politica e di conseguenza subisce un declino economico, solo Gallipoli<br />

grazie al porto e al commercio dell’olio non conosce crisi economica.<br />

La rivolta napoletana del 1647 contro gli spagnoli, a differenza di Nardò<br />

o di Muro, non coinvolse <strong>Scorrano</strong>. Nel 1713 è l’Austria degli Asburgo a<br />

ottenere il Regno di Napoli, che, dopo le guerre di successione, nel 1738<br />

passa alla famiglia dei Borboni.<br />

In tutto questo lungo periodo, la storia di <strong>Scorrano</strong> è caratterizzata da<br />

avvenimenti di interesse quasi esclusivamente interno: il passaggio, senza<br />

traumi, dal rito greco a quello latino; la costruzione di numerosi edifici<br />

sacri, chiese, conventi, cappelle, cui si legano riti, tradizioni, culti che<br />

durano ancora come quello per Santa Domenica, una martire cristiana<br />

originaria di Tropea, che, nel Seicento, quando imperversava la peste nel<br />

Salento, secondo una leggenda, apparve per salvare la cittadina,<br />

divenendone la Santa Patrona.<br />

Nel momento in cui gli Aragonesi riconobbero le autonomie locali,<br />

l’attività del decurionato di <strong>Scorrano</strong>, che dal Seicento si riuniva presso il<br />

Sedile Universale, 24 fu subito movimentata.<br />

Del decurionato fecero parte i rappresentanti delle famiglie benestanti del<br />

paese, la maggior parte estinte, ricordiamo le più influenti: Costa, D’Apo,<br />

De Lucretiis, Leone (famiglia di notai, proprietari della chiesa della<br />

Madonna della Specchiulla, scomparsa, e di San Rocco), Lillo, Manco (un<br />

Manco sarà anche Sindaco di Lecce), Mariano, Marra (altra famiglia di<br />

notai, proprietari della chiesa di San Giuseppe, costruita dal sacerdote don<br />

Giuseppe Monteduro, ora scomparsa), Mexi (una tra le famiglie più ricche,<br />

24<br />

15


vi era anche una via detta de li Mexi, l’attuale vicolo ovest di via Del Balzo<br />

Orsini, proprietari di una chiesa intitolata a S. Vito, ma non quella<br />

conosciuta, ora scomparse entrambe), Magavero (aveva il patronato della<br />

chiesa della Madonna del Carmine e poi proprietari della chiesa di<br />

Sant’Antonio, ora scomparse), Panico, Pendinelli, Ungaro, Veris<br />

(proprietaria della chiesa San Giovanni Evangelista, precedentemente dei<br />

Volante), infine Volante (proprietaria della chiesa di S. Gaetano,<br />

scomparsa, ubicata nel I° vicolo di via Pellegrini, un tempo chiamato via di<br />

S. Gaetano o dei Volante), ed è proprio Ignazio Volante, nel Settecento,<br />

grazie alle numerose opere pubbliche realizzate, uno dei sindaci più<br />

confermati e amati della storia di <strong>Scorrano</strong>.<br />

A parte i contrasti tra le famiglie benestanti e i conflitti di interesse di<br />

alcuni amministratori, sono anche i privilegi e le esenzioni di <strong>Scorrano</strong>,<br />

causa di una serie di vertenze, a rendere infuocata la vita amministrativa,<br />

24 Il Sedile Universale era il luogo, situato nel centro storico di <strong>Scorrano</strong>, dove si riuniva il<br />

decurionato.<br />

16<br />

ecco principalmente con chi: già a partire dal Cinquecento con Maglie,<br />

allora casale, per il privilegio di <strong>Scorrano</strong> di tenere il mercato di domenica,<br />

poi addirittura esteso anche negli altri giorni festivi; con alcuni feudatari,<br />

tra i quali i Frisari, per quanto riguarda alcune esenzioni degli scorranesi,<br />

vertenza che dura fino all’arrivo dei Francesi; con l’Arcivescovado e con la<br />

Chiesa locale. La parrocchia di <strong>Scorrano</strong>, grazie soprattutto alle sue<br />

proprietà, ormai quasi completamente alienate, era la più ricca della<br />

Diocesi e gli scorranesi cercavano di accrescere i loro privilegi. La<br />

ricchezza della Chiesa di <strong>Scorrano</strong> è dovuta ai numerosi lasciti fatti da<br />

diversi devoti, anche non scorranesi, alla suddetta Chiesa (la stessa chiesa<br />

fu costruita con i fondi raccolti da don Angelantonio Chiarello, sacerdote<br />

morto nel 1681 in concetto di santità), lasciti molte volte consistenti,


icordiamo tra questi quelli dei componenti di famiglie note, come: Caserta<br />

(cospicuo quello di Mario che era stato anche Sindaco, proprietario della<br />

chiesa di S. Blasi, non più esistente), D'Apo, De Lucretiis (quello delle<br />

sorelle Maria e Lucia, per la sua consistenza fu contestato da un congiunto,<br />

il medico Gabriele, che arrivò poi ad un accordo con la Chiesa), Leone,<br />

Manfredi, Molle, Panico (ingente quello di Tommaso, essendo figlio di una<br />

Caserta e nipote di una Mexi), Volante (tutte famiglie con sacerdoti tra i<br />

componenti), così come altre meno note, come: De Locis, Della Lucrezia, 25<br />

Della Venosa, Dongiovanni (che avevano il patronato della chiesa di S.<br />

Antonio, prima che diventasse di proprietà dei Magavero), e poi altre dove<br />

25 Molto probabilmente si tratta sempre della famiglia De Lucretiis, prove ne sono i nomi di<br />

battesimo in comune, oltre alla presenza di numerosi sacerdoti.<br />

non figurano sacerdoti come: Grasso, Della Marca, Menzonza. 26<br />

Le vertenze comunque non sono indolori, perché le somme che la<br />

comunità deve sborsare per avvocati e procuratori sono ingenti (alcune<br />

vertenze vengono dibattute anche a Napoli), ma esprimono l’orgoglio e il<br />

coraggio civico della comunità in difesa dei propri diritti. Ecco cosa scrive<br />

a riguardo Antonio Blandolino: “Non avranno paura di schierarsi,<br />

apertamente, contro il feudatario del luogo, pur certi di poter essere<br />

angariati, di poter vedere i loro nomi tra i segnanti, di dover essere<br />

eliminati da ogni potere pubblico, come, in effetti, accadrà”. 27<br />

25<br />

17<br />

26 Cfr. ARCHIVIO PRIVATO GIOVANNI GIANGRECO [d’ora in poi APG], Copia Platea<br />

della Chiesa Matrice di <strong>Scorrano</strong>.<br />

27 Cfr. A. BLANDOLINO, op. cit., p. 289. Il testo riporta numerosi atti integrali riguardanti la<br />

vita amministrativa del Comune di <strong>Scorrano</strong> dal 1500 al 1800. Nel secondo e quarto capitolo,<br />

molte pagine sono dedicate alla lotta politica tra i De Lucretiis, visti con simpatia dall’autore,<br />

perché difensori della povera gente, e i Frisari. Nei documenti più antichi il cognome appare a<br />

volte come Lucreti, Lucretii, De Lucretii, De Lucrezis, De Lucreziis, ma è sempre la stessa<br />

famiglia, ormai estintasi a <strong>Scorrano</strong>. I discendenti sono i nipoti e i pronipoti di Vincenzo Amato<br />

e Francesco Marra, che sposarono le ultime De Lucretiis, le sorelle Costanza e Addolorata,<br />

rispettivamente nel 1878 e nel 1884.


Nel Settecento, la famiglia De Lucretiis, pur essendo una famiglia<br />

potente, ma schierata apertamente contro la famiglia Frisari, feudataria del<br />

luogo, viene perseguitata a livello politico insieme ai propri amici. 28 Non<br />

solo, alcune delle famiglie, che si schierano contro il feudatario, perdono<br />

anche il potere economico in maniera poco chiara.<br />

I De Lucretiis sono una famiglia patrizia, ricordiamo soprattutto<br />

Cristoforo, il primo a guidare la ribellione contro i Frisari, poi Giuseppe,<br />

Fedele, tutti sindaci di <strong>Scorrano</strong>, l’ultimo Sindaco è un altro Cristoforo nel<br />

1814, ma ancora nel 1836, un altro De Lucretiis, Antonio è in corsa per<br />

questa carica.<br />

18<br />

La famiglia abita in via San Lorenzo o delli Lucrezii 29 (la parte ponente<br />

dell’attuale via Garibaldi). È una famiglia facoltosa e anche colta,<br />

composta da avvocati o medici, proprietaria della chiesa di S. Lorenzo,<br />

accanto alla loro abitazione, 30 e della chiesa della Presentazione di Maria<br />

Vergine (quest’ultima si trovava in località Muzzone, poi donata al<br />

Capitolo di <strong>Scorrano</strong>). 31 32 Queste chiese non esistono più. Numerosi<br />

risultano gli ecclesiastici (è la famiglia insieme a quella dei Leone nella<br />

quale ci sono state più ordinazioni) tra i quali ricordiamo Berardino<br />

arciprete di Castro, predicatore e teologo di nominanza, e fratello di altri<br />

due sacerdoti. Questa famiglia, insieme con altre famiglie, cerca di<br />

ribellarsi al potere feudale del duca Frisari, il quale oltre a detenere un<br />

potere enorme era appoggiato anche da alcune famiglie nobili o benestanti<br />

legate al potere ducale. Si cercava di combattere i privilegi e le angherie, le<br />

28 Cfr. id., p. 401.<br />

29 Diverse erano a <strong>Scorrano</strong> le strade indicate con i nomi delle famiglie, ricordiamole: dell’Api,<br />

delli Lilli, delli Lubelli, delli Lucrezii, delli Magaveri, dei Mauri, delli Mexi, delli Molli, delli<br />

Moschi, dei Tafuri, dei Volanti. Una conferma dell’organizzazione territoriale delle famiglie<br />

avanzata da Gérard Delille in Famille et propriété dans le Royaume de Naples (XV e -XIX e<br />

siécle) Rome-Paris, Éditions de l’école des hautes études en sciences sociales, 1985, pp. 90 ss.<br />

30 Archivio di Stato di Lecce [d’ora in poi AS LE], Catasto Onciario <strong>Scorrano</strong>, 1749, c. 65r.<br />

31 13 APG, Copia Platea..., cit., F. 162 .<br />

32 Un’altra conferma della tesi avanzata dal Delille sono le chiese di famiglia, che sono, non solo<br />

un segno di prestigio, ma il simbolo del “territorio” delle famiglie più ricche.


violenze e gli abusi di questo potere, come quello di portare le donne nel<br />

palazzo ducale prima di essere arrestate. Insomma le ingiustizie cui erano<br />

sottoposti quotidianamente i cittadini. A difesa della povera gente,<br />

Cristoforo De Lucretiis interviene regolarizzando i pesi e le misure e<br />

abbassando il prezzo del sale, ma i De Lucretiis intervengono anche in<br />

difesa dei diritti di <strong>Scorrano</strong> contro i tentativi della vicina Maglie di<br />

sottrarre territorio alla cittadina.<br />

La lotta della famiglia De Lucretiis contro i potere dei Frisari dura per<br />

buona parte del Settecento. Altre famiglie, come i D'Apo, i Marra, i Panico,<br />

i cui componenti hanno un grande orgoglio, come il notaio Francesco<br />

Marra, che ricoprirà varie cariche politiche, tra cui quella di Sindaco, sono<br />

costrette, a volte, per timore del potere ducale, a moderare o a rinunciare a<br />

questa lotta. Gli acerrimi nemici del potere feudale sono senza ombra di<br />

dubbio i De Lucretiis, che sono da considerarsi i più grandi difensori dei<br />

diritti del popolo scorranese.<br />

L’età murattiana 33 non provocò particolari mutamenti socio-economici, a<br />

parte la fine del feudalesimo che favorì una modernizzazione della vita<br />

amministrativa.<br />

Al ritorno dei Borboni, nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, la vita<br />

amministrativa fu gestita sempre da poche famiglie legate alla famiglia<br />

Frisari 34 e fu caratterizzata dalle vicende poco chiare del cancelliere del<br />

Comune, Francesco Saverio Vanalesti, personaggio ambiguo e presunto<br />

appartenente a sette carbonare. 35<br />

19<br />

33 Tra le famiglie scorranesi, che si schierarono con Murat, i De Lucretiis furono in prima fila<br />

34 Cfr. A. BLANDOLINO, op. cit., pp. 522 ss.<br />

35 Cfr. A. BLANDOLINO, Carboneria, Moti, Manifestazioni, Dimostrazioni a <strong>Scorrano</strong> dal<br />

1817 al 1864, Galatina, Grafiche Panico, 2002, pp. 29 ss. Il termine vanaleste, indicante a<br />

<strong>Scorrano</strong> una persona di dubbia condotta, probabilmente deriva dal Vanalesti citato.


20<br />

CAPITOLO II<br />

LA BIBLIOTECA: dal 1737 ad oggi


a)Domenico Antonio Donbattista.<br />

La Biblioteca comunale, il plesso delle Scuole elementari di via Emilio<br />

Scauro e una strada di <strong>Scorrano</strong>, sono intitolate a Domenico Antonio<br />

Battisti. Il perché di queste intitolazioni è presto detto.<br />

Questo sacerdote, scorranese, ma residente a Roma, donò, nel 1737, la<br />

sua biblioteca alla Chiesa di <strong>Scorrano</strong> e alcuni beni immobili al fratello per<br />

l’istituzione di una scuola pubblica e gratuita.<br />

La comunità scorranese, con le intitolazioni summenzionate,<br />

sembrerebbe essersi sdebitata con questo sacerdote, in realtà, come<br />

vedremo successivamente, la vita della biblioteca è piena di tribolazioni,<br />

ma anche, pur se in misura minore, la vita della scuola, la stessa strada,<br />

intitolata al sacerdote, non avranno “vita” facile.<br />

In questo paragrafo cercheremo di tracciare una biografia del sacerdote,<br />

incominciando a fare chiarezza sul suo cognome, che, al pari della<br />

biblioteca, è stato bistrattato, subendo una sorta di metamorfosi, alla quale<br />

si spera che qualcuno ponga rimedio.<br />

21<br />

Domenico Antonio Battisti, in realtà, si chiamava Domenico Antonio<br />

Donbattista, ecco cosa abbiamo trovato nella cartella personale del


sacerdote relativa alla sua ordinazione:<br />

Io Giuseppe Montenato Arciprete della Parrocchia della Chiesa di <strong>Scorrano</strong><br />

attesto che perquisito il libro dei battezzati che conservo sotto la mia<br />

responsabilità ho rinvenuto al foglio decimo quarto a tergo la seguente particula<br />

vale a dire Anno del Signore 1671 giorno ventiquattro maggio Don Pietro Paolo<br />

Caserta Dottore in entrambi i diritti su licenza dell’arciprete battezza un bambino<br />

nato oggi da Giuseppe Donbattista e Teodora Grasso coniugi e cui fu imposto il<br />

nome Francesco Antonio Domenico. Padrini furono Nunzio Pendinello e<br />

Lucrezia Goffredo.<br />

Nonché similmente attesto che perquisito il libri dei confirmati l’anno<br />

millesettecentosettantasette l’Illustrissimo e Reverendissimo Arcivescovo<br />

Idruntino Ambrogio Maria Piccolomini che nel giorno nove ottobre ho trovato<br />

che Domenico Antonio Donbattista fu confirmato dal sopraddetto Arcivescovo<br />

e il padrino fu Don Donato Antonio De Venosa.<br />

In verità testimonio di propria mano sottoscrissi<br />

Terra di <strong>Scorrano</strong> ventiquattro agosto 1684<br />

36 37<br />

Giuseppe Montenato Arciprete.<br />

Nella stessa cartella vi è l’atto di assenso dell’Università di <strong>Scorrano</strong>:<br />

Si fa fede per noi sottoscritti Sindaco e Amministratori dell’Università della terra<br />

di <strong>Scorrano</strong> a chi la presente spetterà vedere o sarà in qualsivoglia modo<br />

presentata in giudizio o fuori o sottogiuramento che così è come Domenico<br />

Antonio Donbattista figlio legittimo e naturale di Giuseppe Donbattista della terra<br />

di <strong>Scorrano</strong> come un altro fratello, e volendosi clericare per servizio di Dio, non<br />

solo non pregiudica alli interessi di questa nostra Università, ma dà vantaggio<br />

avere tutti li requisiti necessari, onde in fede richiesti avemmo fatta fare la<br />

presente per mano del nostro ordinario Cancellario e firmate di sue proprie mani<br />

di chi sa scrivere e di chi non sa scrivere segnata con il segno della croce e<br />

sigillata con il solito sigillo di questa nostra Università.<br />

Data in <strong>Scorrano</strong> il 19 agosto 1684.<br />

Angelo Todero Sindaco<br />

Segno di croce di propria mano di Francesco Pendinello Amministratore<br />

Aloisio Antonio Rausa Amministratore<br />

Giuseppe Palombo Amministratore<br />

Francesco Antonio Michalj ordinario Cancellarlo. 38<br />

Inoltre, vengono riportate le testimonianze dei sacerdoti scorranesi,<br />

Antonio Musca e Oronzo Leone, relative ai requisiti richiesti per l’aspirante<br />

36<br />

22<br />

Cfr. Archivio Parrocchiale <strong>Scorrano</strong>, Libro dei battezzati, 1668-1706, c. 14 v.<br />

37 Archivio Diocesano di Otranto [d’ora in poi ADO], Cartella Ordinazioni <strong>Scorrano</strong>, b. 1.<br />

38 ADO, Cartella Ordinazioni <strong>Scorrano</strong>, b. 1.


sacerdote, oltre all’atto notarile, relativo al patrimonio dato dalla famiglia<br />

alla Chiesa, del notaio Angelo Antonio Procopio. Tutti lo citano come<br />

Domenico Antonio Donbattista, figlio di Giuseppe Donbattista. 39<br />

Ma, Domenico Antonio, non entra solo in seminario col cognome<br />

Donbattista, diventa anche sacerdote:<br />

Il giorno trentuno Luglio 1695 in S. Pietro in Galatina<br />

L’Illustrissimo Reverendissimo Signor Don Francesco Maria De Aste Arcivescovo<br />

Idruntino secondo la consuetudine di Santa Romana Chiesa nel convento dei<br />

monaci sotto il titolo di S. Caterina nella stessa terra di S. Pietro in forza del breve<br />

intercorso sui tempi delle ordinazioni e fuori tempo ordinò al sacro presbiterato<br />

ordine il Diacono Domenico Antonio Donbattista di <strong>Scorrano</strong>. In fede<br />

Così è. Io Abate Domenico Canonico. 40<br />

Dall’atto di battesimo abbiamo rilevato che il primo nome era Francesco.<br />

Il nome Francesco era stato dato perché, probabilmente, Francesco era il<br />

nome del nonno. Nella platea della Chiesa Matrice di <strong>Scorrano</strong>, abbiamo<br />

trovato un legato per messe del 1664, da parte di un certo Francesco<br />

Donbattista, sicuramente il nonno di Domenico Antonio. 41<br />

Nell’atto di assenso dell’Università di <strong>Scorrano</strong> si parla di un suo fratello,<br />

42 43<br />

si tratta di Berardino Leonardo Donbattista, notaio, nato nel 1673.<br />

Questa è la prova più evidente che il cognome era Donbattista.<br />

Ma, oltre ad un fratello, Domenico Antonio aveva una sorella, si tratta di<br />

39 Cfr. Ibidem.<br />

40 ADO, Bollario Sacre Ordinazioni dal 1675 al 1701, c. 98 r.<br />

L’ordinazione avvenne a Galatina, perché in quel periodo, i vescovi della Diocesi di Otranto<br />

risiedevano in quella città.<br />

41 Cfr. APG, Copia Platea…, cit.., F. 68. Vi era l’abitudine, specie nelle famiglie di un certo rango<br />

di attribuire più nomi. Scartabellando nelle ordinazioni di scorrano, a Salvatore De Lucretiis, erano<br />

stati dati ben otto nomi.<br />

42 Cfr. AS LE, Atti dei notai, <strong>Scorrano</strong> 1719 -1799.<br />

43 Cfr. AS LE, Catasto Onciario <strong>Scorrano</strong>, 1749, c. 20 r.<br />

44 Cfr. ADO, Cartella Ordinazioni Muro, b. IV.<br />

41<br />

42<br />

43<br />

23


Apollonia, la quale era sposata a Muro con Angelo Gennaccari, e madre di<br />

Realino e Domenico Antonio, quest’ultimo sacerdote. Nella cartella<br />

dell’ordinazione relativa, dove viene riportato l’atto di battesimo con data<br />

diciassette settembre 1713, Apollonia viene indicata come Donbattista. 44<br />

Nello stesso fascicolo, in altri atti successivi, la sorella viene indicata come<br />

Apollonia de Battista. Si nota che vi è un errore del compilatore, che ne fa<br />

anche degli altri, perché viene riportato il cognome Maggetto al posto di<br />

Maggiullo, cognome tipico di Muro. Quel “don” vicino a Battista, induceva,<br />

e induce in errore, ritenendolo un titolo, invece, era, ed è, come abbiamo<br />

evidenziato, un tutt’uno. Vi sono altri cognomi simili, per esempio<br />

Dongiovanni o Donfrancesco, ma nessuno si è mai sognato di togliere quel<br />

don. Invece, con Donbattista è successo, probabilmente perché esisteva già<br />

il cognome Battista. Da Battista a Battisti il passo è stato breve.<br />

Nella copia dell’atto notarile del notaio apostolico Gaetano Approbato,<br />

relativo alla donazione dei sui beni, Domenico Antonio viene indicato come<br />

Battisti, ma viene indicato anche il fratello allo stesso modo, fratello, come<br />

già detto prima, notaio, il quale firmava i propri atti col suo vero cognome:<br />

Donbattista. Inoltre, nell’atto del notaio Approbato, la sorella della madre di<br />

Domenico Antonio, viene indicata come Grassi e non Grasso. 45<br />

Si evince un errore del notaio, errore, forse dovuto come altri, ad una<br />

latinizzazione, che qualcuno in passato, Luigi Mariano, come vedremo<br />

successivamente, si accorse, ma il Sindaco di allora, Antonio Blandolino, lo<br />

ritenne invece una svista dello stesso Mariano. 46 Molti anni più tardi, lo<br />

stesso Blandolino, nella sua <strong>Scorrano</strong> Dalle origini all’Ottocento, avendo<br />

avuto modo di consultare una miriade di documenti, scrive:<br />

44<br />

24<br />

45 Cfr. ADO, Fondo parrocchie, <strong>Scorrano</strong>, b. 145/48, fasc. 36.<br />

46 Il cognome, che il Mariano riteneva esatto, era però Battista, non avendo elementi sufficienti<br />

per attribuirgli quello vero.<br />

47 Cfr. A. BLANDOLINO, <strong>Scorrano</strong>…, cit., p. 323.


A questo punto mi si permetta di precisare il cognome di Berardino e Domenico.<br />

Moltissimi documenti riportano: Donbattista; altri, Battista. Oggi è scritto:<br />

Battisti. 47<br />

A nostro avviso, vi sono elementi a sufficienza per affermare che il vero<br />

cognome è Donbattista. Se oggi per errore è scritto Battisti, nemmeno<br />

Battista, è un errore che la comunità scorranese non può più ignorare, non<br />

si tratta di una i al posto di una a, si tratta di uno stravolgimento del<br />

cognome.<br />

Ma passiamo ora a ripercorrere la vita di Domenico Antonio. Egli<br />

proveniva da una famiglia della classe media scorranese, famiglia che era su<br />

posizioni antifeudali, il fratello faceva parte di quel gruppo di cittadini che<br />

nel 1738 si ribellò al potere del duca Frisari. 48<br />

Dopo l’ordinazione, Domenico Antonio si trasferì a Roma, ma fece sempre<br />

parte del Capitolo della Chiesa di <strong>Scorrano</strong>. 49<br />

Prima di giungere a Roma, dimorò per un periodo a Palermo, al servizio di<br />

don Girolamo, poi giunto a Roma, fu al servizio del cardinale Ferrari e<br />

successivamente, il 28-11-1717, fu nominato abate beneficiato dalla Basilica<br />

Vaticana. La chiesa, presso la quale svolse i suoi servizi, era quella di San<br />

Paolo alla Regola di Roma, detta anche di San Paolino, posta in via di S.<br />

Paolo alla Regola, vicino al fiume Tevere, nel quartiere Regola, nel centro di<br />

Roma, quartiere, in passato, caratterizzato da una intensa attività artigianale<br />

legata alle attività fluviali. 50 La chiesa, all’epoca, dipendeva dalla<br />

47<br />

48 Cfr. Archivio Privato Antonio Blandolino, Copia Conclusione parlamentare dell’otto ottobre<br />

1738. L’archivio privato di Antonio Blandolino è, probabilmente, l’archivio più ricco di<br />

<strong>Scorrano</strong>, soprattutto per quanto riguarda gli ultimi cinquant’anni dell’ultimo secolo. Si spera che<br />

gli eredi non disperdano un tale patrimonio.<br />

49 Cfr. APG, Copia Platea…, cit., F. 17. Nella Platea viene indicato sempre come Battista, nei<br />

protocolli notarili, presenti nell’Archivio Parrocchiale di <strong>Scorrano</strong>, il fratello Berardino è<br />

indicato, invece, come “Donbattista”.<br />

50 Cfr. ADO, Fondo parrocchie, <strong>Scorrano</strong>, b. 145/48, fasc. 36.<br />

49<br />

50<br />

25


parrocchia di Santa Caterina della Rota, attualmente dipende dalla<br />

parrocchia dei Santi Biagio e Carlo ai Catinari.<br />

Domenico Antonio giunse a Roma via Palermo. Molto probabilmente,<br />

risiedendo, al tempo del sacerdozio, a Galatina, città nella quale vi erano<br />

comunità francescane, attraverso quest’Ordine si recò a Palermo. E sempre<br />

attraverso quest’Ordine giunse a Roma, prova ne sia che la chiesa di San<br />

Paolo era gestita dal Terzo Ordine Regolare dei Francescani di Sicilia.<br />

Non siamo riusciti a sapere chi fosse don Gerolamo (forse si trattava del<br />

Ministro Provinciale dei Francescani di Sicilia, vissuto in quel periodo), 51 ma<br />

siamo riusciti ad individuare chi fosse il cardinale Ferrari. Si trattava del<br />

domenicano Tommaso Maria, Maestro dei Sacri Palazzi Apostolici, una<br />

personalità di rilievo.<br />

Da fonti indirette, sappiamo che fu amico del cardinale Albani, grazie al<br />

quale ottenne il beneficio. Si trattava di Alessandro, appassionato<br />

archeologo, che costruì una villa-museo ad Anzio. Non quindi, come si<br />

riteneva, amico del cardinale Giovanni Francesco, cioè Papa Clemente XI,<br />

originario di Urbino, cultore di arti e scienze.<br />

Domenico Antonio, anche lui cultore di arti e scienze, giunse a Roma nel<br />

Settecento, proprio nel periodo in cui si coniugarono arti e scienze.<br />

Da fonti non accertate, sembra che Domenico Antonio fu collaboratore<br />

della Biblioteca Vaticana. Non abbiamo elementi per affermarlo, possiamo,<br />

però, affermare che fu proprietario di una ricca biblioteca, composta,<br />

sicuramente, da oltre seicento volumi, o, “forse”, come vedremo più avanti,<br />

da oltre mille volumi.<br />

26<br />

Il nucleo di questa biblioteca si formò sicuramente a <strong>Scorrano</strong>. Domenico<br />

Antonio cominciò a “masticare” cultura proprio nel suo paese natale, fece<br />

51 51 Notizie fornite da padre Giuseppe Messina, parroco della chiesa di Sant’Anna in Palermo e<br />

studioso dei religiosi francescani del TOR (Terzo Ordine Regolare).


parte dell’Accademia degli Intrepidi, costituita a <strong>Scorrano</strong> nel 1692. 52<br />

E per un intellettuale gli strumenti professionali erano i libri. Giunto a<br />

Roma, fece parte degli Arcadi con il nome di Laudeno. 53<br />

Delle sue opere ci restano due sonetti, raccolti nelle Rime degli Arcadi. A<br />

Roma accrebbe la sua cultura, ma naturalmente anche la sua biblioteca. Una<br />

biblioteca eterogenea, che, come vedremo più in dettaglio nel III° capitolo,<br />

esprimeva la varietà di interessi del suo proprietario.<br />

Nella sua opera Luigi Maggiulli, ne parla come «insigne teologo, buon<br />

filosofo, ingegnoso poeta», ma lo riporta due volte: una come Battista, l’altra<br />

come Battisti. 54 Allo stesso modo lo riporta nella sua opera il Casotti. 55<br />

Sull’attività culturale del sacerdote scorranese a Roma sappiamo poco.<br />

Sicuramente frequentò i salotti culturali, con quali intellettuali di spessore sia<br />

stato in contatto, non è dato saperlo, tracce di un suo archivio non ne sono<br />

rimaste.<br />

Prima del testamento, con il quale donava la sua biblioteca, Domenico<br />

Antonio donò numerose reliquie alla Chiesa di <strong>Scorrano</strong>, tra le quali degli<br />

56 57<br />

ostensori e una statua in legno di Maria Immacolata fatta fare a Napoli.<br />

Queste reliquie non sappiamo che fine abbiano fatto. Donò anche delle<br />

reliquie alla sorella e ai figli di quest’ultima, poi trenta ducati al<br />

«Reverendissimo Luogotenente del terz’ordine della Nazione Siciliana». 58<br />

Veniamo ora al testamento riguardante la biblioteca. Il suddetto fu rogato<br />

52 Cfr. A. BLANDOLINO, <strong>Scorrano</strong>…, cit., pp. 20 s.<br />

53 Cfr. ARCADIA ACCADEMIA LETTERARIA ITALIANA, Gli Arcadi dal 1690 al 1800.<br />

Onomasticon, Roma, Tip. Editrice Romana, 1977, p. 279.<br />

54 Lecce, BIBLIOTECA ARCHIVIO DI STATO, L. MAGGIULLI, Dizionario biografico<br />

degli Uomini Chiari di Terra d’Otranto, [fine sec. XIX], ms. r1, cc. 295 s.<br />

55 Cfr. F. CASOTTI, Dizionario degli uomini illustri di Terra d’Otranto, Manduria, Lacaita,<br />

1999, pp. 45. ss.<br />

56 Cfr. APG, Copia Platea…, cit., FF. 53 ss.<br />

57 Cfr. Archivio Privato Famiglia Timo.<br />

5858 Cfr. ADO, Fondo Parrocchie, <strong>Scorrano</strong>, b. 145/48, fasc. 36.<br />

27


dal notaio Apostolico Gaetano Approbato, in data ventuno agosto 1737,<br />

ecco alcuni stralci:<br />

[…] lascia tutti, e singoli libri, che si troveranno presso d’esso Testatore nel tempo<br />

di sua morte descritti, ed annoverati con Indice colla memoria ancora di alcuni<br />

imprestati, se non quelli saranno prima stati restituiti da ricuperarsi, ed unirsi agli<br />

altri libri suddetti, lascia dissi a questa Venerabile Chiesa Parrocchiale di <strong>Scorrano</strong><br />

sua Patria, e per essa a questo Reverendissimo Capitolo, acciò resti in perpetuo uso,<br />

e comodo di tutti quelli, che vorranno studiare, e leggerli, e da tale effetto vuole, che<br />

quelli che si debbano collocare in una stanza secondo la determinazione, e buon<br />

regolamento, che prega fare questo Reverendissimo Capitolo. E per maggior<br />

memoria della buona volontà di esso Testatore lascia ancora per collocarsi in detta<br />

stanza due scrivanie di legno di Noce con due crocefissi uno d’avorio e l’altro<br />

d’ottone indorato ornato con suoi piedi, una sfera armillare di ottone, ed altra simile<br />

di cartone, una sfera ad uso dei venti con il suo Castellotto, e banderola, un orologio<br />

d’ottone a sole in forma di dado, un cannocchiale il più lungo che abbia, e qualche<br />

instrumento matematico, che si troverà dentro le dette scrivanie con un microscopio<br />

grandicello ornato con legno di granatiglia, e ciò a pubblico profitto di quelli, che<br />

vorranno leggere, e studiare nella detta sua Patria liberamente e non altrimenti. E<br />

perché fra li suddetti libri ve ne sono alcuni proibiti, quali si conoscono dal<br />

soprariferito indice che perciò non è permesso quelli leggere se non con espressa<br />

licenza de Superiori, pertanto in caso, che questi si Trovassero dopo la morte di esso<br />

Testatore per ragione di legato li lascia al Molto Illustre e molto Reverendo Signor<br />

Abbate Francesco Mariani parimente beneficiato di detta Suprascritta Vaticana<br />

basilica. […]. Ed affinché li suddetti libri lasciati alla sopraddetta Venerabile Chiesa<br />

Parrocchiale di <strong>Scorrano</strong> sua Patria, e per essa a questo Reverendissimo Capitolo<br />

come ancora le altre robe come sopra disposte, e da trasmettersi qui, siano più<br />

facilmente qui trasportate, pertanto vuole, che tutti li mobili, che dopo la sua morte<br />

si troveranno costì in Roma presso esso Testatore. Si vendino […], e del prezzo,<br />

che da medesimi se ne ritrarrà, si paghino tutte le spese necessarie per il suddetto<br />

trasporto da farsi a Mare per la città di Napoli, e poi da colà in Gallipoli ne tempi<br />

tranquilli d’aria, e remoti d’ogni pericolo di tempesta come sarebbe ne mesi di<br />

59 60<br />

Aprile, e Maggio perché così è e non altrimenti.<br />

In questo testamento non si parla di donazione di metà dei libri alla<br />

59 Cfr. Ibidem.<br />

60 APG, Copia Platea…, cit., FF. 55 ss.<br />

28


Biblioteca Vaticana, donazione citata negli annuari, e in altre cronache, ma<br />

della quale non abbiamo trovata traccia. Probabilmente, se donazione c’è<br />

stata a questa biblioteca, è avvenuta prima. Di questa donazione, a nostro<br />

avviso, dalle ricerche effettuate e da quanto riscontrato, nutriamo molti<br />

dubbi.<br />

Leggiamo inoltre nel testamento che Domenico Antonio lascia tutti i suoi<br />

beni mobili ed immobili al fratello Berardino, con la clausola che alla sua<br />

morte siano lasciati al Capitolo di <strong>Scorrano</strong>, affinché istituisca una scuola,<br />

nominando un maestro sacerdote che insegni «la grammatica e li buoni<br />

costumi». Al suddetto Capitolo, dona per uso della scuola la casa ereditata<br />

dalla zia, Eufrasia Grasso. Inoltre, nel medesimo testamento, nomina<br />

l’Arciprete e il Sindaco di <strong>Scorrano</strong>, come esecutori testamentari.<br />

Dopo la morte di Domenico Antonio, avvenuta il 20-07-1739, 61 i libri,<br />

come vedremo nel prossimo capitolo, vengono consegnati alla Chiesa di<br />

<strong>Scorrano</strong>. Dopo la morte del fratello Berardino, avvenuta nel 1750, e poi<br />

dopo quella della moglie, Antonella Abbate di San Cassiano, non avendo<br />

questi ultimi eredi, anche il resto dei beni passa alla Chiesa di <strong>Scorrano</strong>.<br />

Si trattava di alcuni terreni e di una masseria in località Fontana, di una<br />

vigna in località Silva, della casa natale, costituita da due case sotto e<br />

sopra, con molino, situate in via della Porticella, tra il primo e il secondo<br />

vicolo ad est della suddetta strada. I terreni, dati prima in enfiteusi, furono<br />

successivamente alienati, parte dalla Chiesa, parte poi, come vedremo, dal<br />

Comune di <strong>Scorrano</strong>. La casa, data prima in affitto, causa la mancanza di<br />

manutenzione, crollò. 62<br />

La casa della zia fu venduta, ma non sappiamo né a chi, né quando. La<br />

casa, posta in via della Giudecca, è, probabilmente, l’attuale casa<br />

“palazziata” in via Garibaldi, attualmente di proprietà delle famiglie<br />

61 Archivio del Capitolo della Basilica Vaticana, Elenco Capitolari.<br />

62 ADO, Fondo parrocchie, <strong>Scorrano</strong>, b. 146/48, fasc. 43.<br />

29


Abruzzese e De Pascalis. Siamo giunti a questa conclusione tenendo<br />

presente la descrizione della casa della zia, rilevata nel fascicolo<br />

dell’ordinazione, e confrontando le abitazioni dei residenti in quella strada<br />

attraverso il Catasto Onciario del 1749, grazie al quale siamo riusciti ad<br />

individuare via della Giudecca, in pratica una parte dell’attuale via<br />

Garibaldi. 63<br />

Dal testamento si evincono le intenzioni di Domenico Antonio: fare della<br />

sua biblioteca privata, una biblioteca aperta a tutti. Il sacerdote scorranese,<br />

pur non essendo né nobile né ricco, aveva accumulato molti libri, e giunto<br />

ad una certa età, temeva che la sua biblioteca andasse dispersa. Quindi,<br />

ispirato probabilmente, come altri donatori, dal Petrarca, che per primo<br />

aveva avuto l’idea di trasformare la sua biblioteca privata in biblioteca<br />

pubblica, anche se l’idea del poeta non andò in porto, Domenico Antonio<br />

decise di donare la sua biblioteca privata, i cui libri, già faceva circolare,<br />

come apprendiamo dal testamento, tra amici e conoscenti.<br />

30<br />

Dal testamento si avvertono anche i timori per i suoi libri, quindi, con<br />

meticolosità, indicava il periodo nel quale bisognava trasportarli e come<br />

ricavare i soldi necessari per le spese di trasporto. Dava indicazioni<br />

affinché venissero collocati in maniera ottimale. Inoltre, pur donando la sua<br />

biblioteca e il legato per la scuola alla Chiesa di <strong>Scorrano</strong>, probabilmente<br />

perché all’epoca gli ambienti ecclesiastici erano ancora centri di<br />

acculturamento, nominava anche il Sindaco di <strong>Scorrano</strong> come esecutore<br />

testamentario. Quest’ultima disposizione testamentaria, ribadisce l’idea che<br />

il sacerdote scorranese aveva della cultura come cosa di pubblica utilità.<br />

63 In via della Giudecca, oltre alla scuola, vi è stata, per un periodo, la sede del Monte dei Pegni.<br />

Da altre fonti, abbiamo appreso che, molto probabilmente, via della Giudecca fu poi nominata<br />

l’attuale via Ungaro. Dall’impiegato comunale, Giuseppe De Jaco, ora in pensione, “memoria<br />

storica” del Comune, abbiamo saputo che vi era un registro topografico con tutte le<br />

denominazioni delle strade di <strong>Scorrano</strong>, dal Cinquecento ai giorni nostri, registro che risulta<br />

disperso.


Domenico Antonio non donò i suoi libri proibiti, libri che sono andati<br />

dispersi come tutti i suoi strumenti scientifici, sia quelli donati, sia quelli<br />

lasciati a Roma. Non li donò perché sapeva che quei libri non potevano<br />

circolare nelle biblioteche pubbliche, erano confinati nelle biblioteche<br />

private, a volte a rischio dei proprietari. Non abbiamo l’elenco né di questi<br />

libri né degli altri. 64<br />

Comunque, dai libri rimasti, attraverso una sorta di scavo archeologico,<br />

siamo riusciti a tracciare un profilo culturale del personaggio.<br />

La biblioteca del Donbattista, si può definire, anticipando il canone<br />

bibliografico che vedremo nel prossimo capitolo, di tipo professionale e<br />

storico-letteraria, ma con interessi di tipo illuministico.<br />

Di tipo professionale, perché, come vedremo, il 60% dei testi è composto<br />

da opere di argomento religioso, teologiche e simili, di storia e diritto<br />

ecclesiastico, quindi da “strumenti” di lavoro.<br />

La manualistica letteraria ci conferma il suo interesse per la poesia e per<br />

la scrittura creativa.<br />

Domenico Antonio era un bibliofilo che aveva molta cura dei suoi libri,<br />

abbiamo infatti trovato poche tracce vergate nei suoi libri, una era attinente<br />

alla legatura di un libro eseguita da un libraio romano. A ribadire il gusto<br />

classicista è la presenza di testi di architettura e di arte.<br />

31<br />

Tra i testi di letteratura antica, ve ne sono alcuni scritti, oltre che nelle<br />

lingue classiche, latino e greco, anche in francese. Compaiono poi testi<br />

biblici (anche in ebraico e aramaico). Oltre alle lingue classiche, conosceva<br />

Domenico Antonio anche le lingue summenzionate? A nostro avviso sì,<br />

perché compaiono nella sua biblioteca diversi manuali e dizionari in queste<br />

64 L’elenco originale dei libri donati alla Chiesa di <strong>Scorrano</strong> era conservato da un impiegato<br />

addetto presso il Comune di <strong>Scorrano</strong>, l’ultimo fu Giuseppe De Jaco, il quale, prima di andare<br />

in pensione, come lui stesso ci riferisce, lo consegnò alla dirigente del Comune, Domenica<br />

Ruggeri, che attualmente lavora presso altro ente. Nonostante le ricerche effettuate dagli<br />

impiegati comunali, anche questo documento risulta disperso.


lingue.<br />

Oltre a testi di autori classici di filosofia, sono attestati nella biblioteca,<br />

anche testi di autori vicini ad Averroè. Anche le idee tipiche del secolo dei<br />

lumi sono attestate nel patrimonio librario del sacerdote.<br />

Lo possiamo notare attraverso la presenza di opere scientifiche, in<br />

particolare modo, di scienze naturali e astronomia. Di quest’ultima materia,<br />

il sacerdote doveva essere appassionatissimo. Ciò si nota dalla presenza,<br />

nella sua biblioteca, oltre che degli atlanti astronomici, anche degli<br />

strumenti ottici e di testi relativi all’ottica.<br />

Le sue aperture mentali si notano grazie alla presenza dei testi in odore di<br />

eresia, la cui quasi totalità, come già detto, rimase a Roma.<br />

Da quanto sopra, il Donbattista si può definire una personalità poliedrica,<br />

in possesso di una elevata cultura. Se il Maggiulli ha parlato di lui come<br />

teologo, filosofo, poeta, noi possiamo aggiungere, astronomo, esteta,<br />

poliglotta, aperto all’influenza del pensiero a lui contemporaneo.<br />

b) Dalla soppressione dei conventi ai “repubblicani”.<br />

32<br />

Dopo la morte dell'abate Domenico Antonio Donbattista, secondo le<br />

disposizioni testamentarie di quest'ultimo, anche se la nave che trasportò i<br />

libri transitò attraverso il porto di Tricase e non quello di Gallipoli, 65 la<br />

biblioteca venne consegnata nel 1741 alla Chiesa parrocchiale di <strong>Scorrano</strong>.<br />

La scuola invece sorse dopo la morte del fratello Berardino, erede dei beni,<br />

e venne gestita dallo stesso clero. Subito dopo l’acquisizione della<br />

biblioteca, don Giovanni D’Apo si impegnò a costruire un piccolo locale e<br />

ad acquistare gli arredi per collocarla, chiese quindi nel 1741 il beneplacito<br />

al vescovo Michele Orsi, che glielo concesse, di ipotecare due terreni della<br />

65 Cfr. ADO, Fondo Parrocchie, <strong>Scorrano</strong>, b. 145/48, fasc. 36.


Chiesa per ottenere i quaranta ducati necessari alla costruzione. 66 Non si<br />

hanno indicazioni dove fossero stati costruiti i locali, ma sicuramente erano<br />

adiacenti alla chiesa parrocchiale. Per decenni, poi, i documenti ufficiali<br />

non ci dicono nulla riguardo la vita della biblioteca, più "loquaci" lo sono<br />

per la scuola.<br />

Nei documenti dell'Archivio diocesano di Otranto, riguardanti la<br />

parrocchia di <strong>Scorrano</strong>, leggiamo che il maestro di scuola veniva scelto<br />

annualmente dal clero e che la scuola funzionava regolarmente, anche se in<br />

alcuni anni funzionava quasi a livello familiare per mancanza di alunni. La<br />

donazione del Donbattista, fatta in favore della cultura e dell'istruzione a<br />

<strong>Scorrano</strong>, è sicuramente di stimolo ad altri scorranesi a fare donazioni in tal<br />

senso. Nel 1792, infatti Ignazio Volante donò un legato a favore<br />

dell'istruzione all'Università di <strong>Scorrano</strong>, diversi anni dopo nel 1855 anche<br />

la famiglia Rausa compì un gesto simile, e nel 1872 Rosa Marra (moglie<br />

del notaio salvatore De Pandis, poi Sindaco, e madre del sacerdote<br />

Salvatore, nonché figlia del notaio Francesco e sorella di Giuseppe, pure lui<br />

notaio, entrambi poi anche sindaci) donò i suoi beni alla famiglia Frisari per<br />

il mantenimento di tre figlie della carità, affinché provvedessero<br />

all’istruzione dei bambini e alla cura degli infermi. Questo lascito, non<br />

sappiamo la consistenza, ha una storia complessa, passerà, non si sa come,<br />

alla Congregazione della Carità, che poi lo venderà per evitare<br />

l’incameramento dei beni. 67<br />

Nonostante le difficoltà, il fatto che in un piccolo centro come <strong>Scorrano</strong><br />

ci fosse, nel Settecento, una scuola pubblica è un caso rarissimo. All'arrivo<br />

dei francesi nel regno di Napoli la situazione scolastica è gravissima,<br />

l'istruzione è privata e monopolio del clero, nei piccoli centri è assente. Tra<br />

66 Cfr. ibid., b. 145/48, fasc. 28.<br />

67 Cfr. ibid. b. 147/48, fasc. 78.<br />

33


i tanti cardini della rivoluzione francese, uno è quello dell'istruzione<br />

pubblica, e i francesi cercano di tradurre in realtà questa visione della<br />

scuola, anche al di fuori dei propri confini. Nel 1806 Giuseppe Bonaparte,<br />

insediatosi nel Regno di Napoli, istituisce il Ministero dell'Interno con<br />

delega alle scuole pubbliche, inoltre chiede ai vescovi dello stato<br />

napoletano una relazione sulla situazione dell'istruzione pubblica nelle<br />

rispettive diocesi. Dalla relazione stilata dal vescovo Morelli, nella diocesi<br />

di Otranto risultano solo quattro scuole pubbliche, una di queste è quella<br />

istituita a <strong>Scorrano</strong> per disposizione testamentaria del sacerdote Domenico<br />

Battista. 68<br />

Proprio un vescovo, Vincenzo Andrea Grande, è il primo ad interessarsi<br />

all'attività della biblioteca. Originario di Lecce, già rettore del seminario di<br />

Lecce, regge la diocesi di Otranto per ben 38 anni dal 1833 al 1871. Nella<br />

relazione della visita pastorale del 14 novembre 1834, il maestro di scuola<br />

risulta essere don Quintino Manfredi di <strong>Scorrano</strong>, custode anche della<br />

biblioteca. Ecco cosa leggiamo, tradotto dal latino, riguardo alla stessa:<br />

Poiché la nobile Biblioteca del Legato al Capitolo dello stesso sopraddetto Signor<br />

Abate Battista a beneficio degli studiosi, deve essere riparata sia nella struttura<br />

che nelle finestre, si prenda cura di tali riparazioni. Poiché diversi libri andarono<br />

dispersi, ordinò al reverendo don Quintino Manfredi custode della stessa<br />

biblioteca, che in seguito se non per necessità, a persone molto oneste e per breve<br />

tempo, non sia dato alcun libro in prestito, e se sussistono le condizioni rilasci una<br />

ricevuta scritta di propria mano custodita scrupolosamente in Biblioteca. 69<br />

Queste fonte, anche se sintetica, ci dice molto sull'attività della<br />

biblioteca. Infatti, dalla dispersione dei libri, dovuta a prestiti a persone<br />

poco probe, possiamo capire che la biblioteca assolve il compito per il<br />

quale il suo donatore l'aveva destinata, quello di servizio pubblico. Lo<br />

conferma una ricevuta, a firma di don Michele Ungaro, trovata in un libro<br />

68 Cfr. ADO, Fondo visite, Morelli.<br />

69 ADO, Fondo Visite, Grande.<br />

34


del fondo antico. Tra la scuola e la biblioteca non vi è però<br />

complementarità, ciascun istituto viaggia da solo. L'unica cosa in comune è<br />

la persona del bibliotecario, che svolge anche le funzioni di maestro.<br />

Purtroppo, dalle disposizioni che dà il Grande, si nota che il regolamento,<br />

previsto dal Donbattista, non viene rispettato, inoltre si affaccia il problema<br />

della struttura, che sarà una costante per la vita della biblioteca.<br />

Dunque, un piccolo centro come <strong>Scorrano</strong>, nel secolo dei lumi, oltre alla<br />

scuola pubblica, ha una biblioteca destinata all'uso pubblico, costituita<br />

attraverso una donazione, così come la gran parte delle biblioteche di<br />

identica tipologia. Parliamo di biblioteca destinata all'uso pubblico e non di<br />

biblioteca pubblica, poiché la biblioteca appartiene alla Chiesa capitolare<br />

di <strong>Scorrano</strong> e non ad una istituzione pubblica, possiamo parlare quindi di<br />

biblioteca ottriata, cioè concessa ad uso pubblico. 70<br />

Per anni, la biblioteca scorranese sarà l'unica biblioteca in Terra<br />

d'Otranto ad uso pubblico, insieme alla De Leo di Brindisi fondata nel<br />

1798, infatti la “Piccinno” di Maglie rimane abbandonata dalla fine del<br />

Settecento sino alla fine del secolo scorso e la comunale Fontò di Gallipoli,<br />

fondata nel 1825, inizia l’attività pubblica solo nel 1844. 71<br />

L'arrivo dei francesi provoca non solo un terremoto nella vita<br />

amministrativa, anche se positivo, ma anche nella vita sociale. Infatti i<br />

francesi sono pervasi ancora da uno spirito giacobino, vengono così<br />

emanati, prima da Giuseppe Bonaparte, poi da Gioacchino Murat, decreti<br />

che prevedono la soppressione degli Ordini religiosi, con il regolamento<br />

circa la compilazione dei verbali di consegna dei beni.<br />

Sono molti i conventi che vengono chiusi, uno di questi è il convento dei<br />

70 G. PISANÒ, Dalla biblioteca ottriata alla biblioteca pubblica, Bari, Editrice Tipografica,<br />

1998, pp. 19 s.<br />

35<br />

71 Cfr. G. PISANÒ, Contributi alla storia delle biblioteche salentine. Le Comunali di Maglie<br />

e Gallipoli, Galatina, Congedo, 1995.


Frati Minori Conventuali di <strong>Scorrano</strong>. Il convento e la relativa chiesa<br />

sorgono sul luogo, dove, secondo la tradizione, esisteva la chiesa di S.<br />

Salvatore, nella quale, sempre secondo la tradizione, si fermò a predicare<br />

S. Francesco.<br />

Nel terzo inventario riguardante i beni librari e artistici del convento,<br />

stilato il 22 settembre 1809 dalla commissione presieduta dal Sindaco<br />

Giuseppe Marra, sono indicate 11 opere, per un totale di 54 volumi. Si<br />

tratta di opere di teologia, filosofia, oltre ad un bollario francescano, ma vi<br />

sono anche altri libri. Leggendo abbiamo una sorpresa:<br />

36<br />

Il resto dello studio è composto da libercoli insignificanti di antica edizione, e<br />

solo buoni per fuochisti, tutti tarlati ed inlegibili, hanno il peso di circa rotula<br />

ottanta. 72<br />

Cioè è sorprendente, perché i monasteri, i conventi e le abbazie sono stati<br />

considerati sempre luoghi di conservazione del materiale librario, ma lo<br />

stato penoso del materiale cartaceo forse è il segno dell'abbassamento del<br />

livello culturale degli istituti religiosi, già iniziato dopo la metà del<br />

Settecento, e che, come vedremo nelle vicende della biblioteca, continuerà<br />

per molti anni. Non sappiamo cosa ne fu dei libri dei Conventuali,<br />

sicuramente non andarono nella biblioteca civica, perché nel registro<br />

d’ingresso compilato intorno al 1950 da Luigi Mariano non compaiono. 73<br />

Probabilmente andarono dispersi, mentre gran parte dei documenti<br />

dell'archivio finirono a Roma, presso l'archivio generale dell'ordine,<br />

nonostante le suppliche per evitare la soppressione del convento e quelle<br />

fatte dopo, anche dalla popolazione (tra i firmatari, Raffaele De Lorentiis,<br />

del quale parleremo più avanti), per la sua riapertura. Solo nel 1843, dopo<br />

72 ADO, Soppressione del convento di S. Antonio, dei padri Minori conventuali […], b.<br />

148/48, fasc. 86. La rotula è un'antica misura napoleonica che corrisponde a circa 900 grammi,<br />

considerato il peso dei tomi di allora possiamo calcolare che erano circa un centinaio di volumi.<br />

73 Cfr. Archivio Biblioteca Comunale di <strong>Scorrano</strong> [d’ora in poi ABCS], Registri d’ingresso.


l'acquisto da parte del Comune di <strong>Scorrano</strong>, acquisto avvenuto nel 1839 e<br />

voluto fortemente dal Sindaco Ignazio Veris, si insedia un'altra famiglia<br />

religiosa, quella degli Agostiniani, ai quali viene affidato l'insegnamento<br />

scolastico dopo la morte di don Quintino Manfredi.<br />

Se non servono per i Conventuali le suppliche, servono per l'altra<br />

famiglia di religiosi presenti a <strong>Scorrano</strong>. I Cappuccini sono presenti a<br />

<strong>Scorrano</strong> fin dal 1600, anno in cui viene costruito il convento su<br />

interessamento dell'Università di <strong>Scorrano</strong>, che secondo la tradizione vinse<br />

una sorta di gara con la vicina Maglie per avere una comunità dell'Ordine.<br />

Il convento era dotato di un orto che i monaci coltivavano personalmente,<br />

ma anche di una biblioteca, creata nel 1650, prevista nelle Costituzioni<br />

dell'Ordine. Il convento fu anche sede di noviziato fin dal Settecento. Fu<br />

scelta come sede di studio proprio per la sua posizione geografica e, alla<br />

data del 1861, anno di costituzione del Regno d'Italia, godeva ormai di un<br />

certo prestigio culturale. Ma questo fatto storico è l'inizio dei problemi per<br />

la comunità cappuccina di <strong>Scorrano</strong>. Il convento, scampato alle leggi<br />

napoleoniche, non sfugge alle leggi anticlericali del nuovo Stato italiano,<br />

infatti con la legge del 7 luglio 1866 è prevista la soppressione di gran<br />

parte degli istituti religiosi, con la successiva del 15 agosto 1867 anche la<br />

soppressione di Chiese e benefici dei Capitoli. Il 29 luglio 1868 il<br />

Consiglio comunale (Sindaco è l'avvocato Salvatore Leone) delibera la<br />

richiesta di cessione degli edifici conventuali dei Cappuccini e degli<br />

Agostiniani per adibirli rispettivamente a ospedale e scuola, inoltre il<br />

trasferimento presso quest'ultimo della biblioteca dei Cappuccini:<br />

37<br />

[…] stante il numero della gioventù studiosa, e la parte colta del paese, vi sarebbe<br />

bisogno di una biblioteca, da servire ad uso della scuola, e dei naturali [scil.:<br />

ignoranti] del paese, così è che io propongo al Real Governo la traslocazione in<br />

questo locale della libreria spettante agli ex Cappuccini, si possa supporre non<br />

concederà, mentrechè un Governo eminentemente basato sulle idee progressiste<br />

non vorrà negare che l’istruzione e si promulghi e si diffondi per tale mezzo, e ciò


pure anche per non fare un’opera accumulata con molte offerte, e con mille stenti<br />

e fatiche in tempi da noi non lontani, e che ora è obbliata nell’ex Convento dei<br />

Cappuccini in fondo d’una stanzuccia ermeticamente chiusa e suggellata con reale<br />

deperimento dei libri colà accumulati, e così utile di nessuno al mondo. Nello<br />

stesso tempo fa notare che sotto la mia sorveglianza, e poscia degli altri sindaci<br />

pro tempre, il Maestro Elementare si offre gratuitamente alla custodia della<br />

biblioteca. 74<br />

38<br />

La biblioteca nelle intenzioni quindi doveva servire sia per la scuola, sia<br />

per la comunità cittadina.<br />

Le richieste, per una serie di disguidi, rimangono inascoltate. Il convento<br />

degli Agostiniani viene venduto all'asta ai privati, le proprietà ad Achille<br />

Tamborino di Maglie, mentre quello dei Cappuccini, che non viene<br />

abbandonato mai dai monaci, viene acquistato nel 1881 da Benedetto<br />

Faggiano di Lecce, che supera l’offerta di Pasquale Carlucci, viene ceduto<br />

poi ai frati, i quali lo riscattano col tempo, mentre la scuola dal 1870<br />

diviene comunale.<br />

Per quanto riguarda la biblioteca, il 1868 è un anno di intenso scambio<br />

epistolare tra la Sotto Prefettura di Gallipoli e il Comune di <strong>Scorrano</strong>: la<br />

legge del 1866, difatti, stabiliva che manoscritti, libri, archivi, che erano<br />

appartenenti ai religiosi, dovevano essere consegnati a biblioteche<br />

pubbliche nelle rispettive province.<br />

Già il 10 marzo 1868, il sotto prefetto di Gallipoli scrive al Sindaco di<br />

<strong>Scorrano</strong> per avere notizie riguardo le biblioteche dei conventi. 75<br />

Dopo la delibera del 29 luglio 1868, già citata, il Consiglio comunale<br />

delibera un’altra proposta per la biblioteca, lo si rileva dalla missiva del 4<br />

ottobre 1868 inviata dal sotto prefetto:<br />

Il Signor Prefetto manifesta che avendo cotesto Consiglio comunale modificata<br />

in parte la proposta per la biblioteca, converrà attendere le disposizioni<br />

74 Cfr. AS LE, Prefettura, Serie I, versamento I, b. 15, fasc. 88<br />

75 Cfr. Archivio Comunale di <strong>Scorrano</strong> [d’ora in poi ACS)], Finanze, Cessioni di<br />

locali ed arredi sacri dell'ex convento dei Cappuccini, b. 38, fasc. 612.3.


Ministeriali…[…]. 76<br />

Le disposizioni ministeriali erano quelle del Ministero della Pubblica<br />

Istruzione, da cui dipendeva la responsabilità dei beni archivistici e<br />

librari. L’8 ottobre 1868, il Ministero chiede, tramite la Sotto Prefettura<br />

di Gallipoli, informazioni riguardo alle biblioteche dei conventi. La<br />

risposta fu certamente celere, perché, sempre tramite la Sotto Prefettura<br />

di Gallipoli, il Ministero propone al Comune di <strong>Scorrano</strong> di annettere la<br />

biblioteca dei Cappuccini. Ecco cosa riporta la missiva del sotto prefetto<br />

Gabrielli del 27 ottobre 1868:<br />

[…]…le manifesto che il Ministero d’Istruzione Pubblica vuol sapere se cotesto<br />

Municipio annetterebbe la piccola libreria dell’ex Convento dei Cappuccini a<br />

condizione di farne fondamento d’una Biblioteca pubblica, la quale si dovrebbe<br />

porre in luogo adatto e decente e dotare d’una somma annua (almeno 200 lire), e<br />

acciocché si potesse fornire a poco a poco di libri confacenti alla popolare<br />

cultura. 77<br />

È una domanda inutile vista la precedente delibera del Consiglio, ma si<br />

deve seguire l’iter burocratico, infatti il 12 novembre 1868, il Consiglio<br />

comunale di <strong>Scorrano</strong>, delibera a riguardo favorevolmente, inoltre la<br />

delibera riporta quanto segue:<br />

Si destina per locale una stanza comunale a lamia accanto del così detto<br />

Ospedale. Per dotazione annua e manutenzione, si assegnano lire centocinquanta<br />

[…]. In modo, che sia proclamato il Signor Luigi Leone custode della libreria,<br />

senza diritto ad emolumento alcuno, giacché si presta gratuitamente. 78<br />

La prima sede della biblioteca risulta quindi essere la sede comunale,<br />

all’epoca ubicata accanto alla chiesa matrice nell’attuale via Pio XII,<br />

mentre con Luigi Leone si affaccia una nuova costante per la vita della<br />

76 Ibidem.<br />

77<br />

78<br />

39


iblioteca: il volontariato.<br />

75 Ibidem<br />

76 Ibidem.<br />

Nel 1868, quindi, <strong>Scorrano</strong> ha la sua Biblioteca comunale, una biblioteca<br />

che possiamo definire pubblica, perché ha tutti i requisiti, oltre all’utenza<br />

universale, per definirla tale: la titolarità di un potere pubblico (il Comune);<br />

il finanziamento da parte di un ente pubblico (il Comune); il carattere di<br />

biblioteca come istituto della democrazia e come istituto sorto dal basso (la<br />

constatazione del crescente numero di studenti e la richiesta della parte<br />

colta della popolazione) non impiantato dall’alto. Naturalmente vi sono<br />

connotati antichi, perché i libri, pur di valore, non sono adatti ad un’utenza<br />

universale, la biblioteca poi non nasce dal bisogno di cultura degli strati<br />

meno abbienti della popolazione, ma solo da quella parte della popolazione<br />

socialmente e culturalmente più elevata.<br />

La Biblioteca comunale, dunque, nasce principalmente per due motivi,<br />

uno contingente, le leggi di soppressione degli ordini religiosi, uno storico,<br />

la presenza di questi ordini provvisti di biblioteca a <strong>Scorrano</strong>.<br />

La biblioteca civica di <strong>Scorrano</strong> è una delle tante biblioteche pubbliche<br />

che nascono dopo la formazione del Regno d’Italia, biblioteche che<br />

nascono dalla necessità di creare un sistema bibliotecario nazionale, per<br />

gestire al meglio il patrimonio bibliografico incamerato dal nuovo Stato<br />

nazionale in seguito alla soppressione degli istituti religiosi.<br />

Nel Salento leccese, fatta eccezione per Maglie e Gallipoli, la nascita<br />

delle biblioteche pubbliche avviene molti anni più tardi: la Vergari di<br />

Nardò nel 1885, l’Abatelillo di Taviano nel 1887, la Siciliani di Galatina<br />

nel 1890, solo la provinciale Benardini viene fondata prima di quella di<br />

<strong>Scorrano</strong>, precisamente il 21 marzo 1863, data di una deliberazione del<br />

Consiglio Provinciale di Pubblica Istruzione di Terra d’Otranto.<br />

40


Per anni, i documenti riguardanti la biblioteca tacciono. Sappiamo che la<br />

biblioteca dei Cappuccini viene consegnata solo il 10 luglio 1878, dieci<br />

anni dopo, 79 ma nei ricordi dei suoi viaggi in Puglia, nel 1874 e nel 1875, lo<br />

studioso Fernando Gregorovius, che lamenta la penuria di biblioteche in<br />

Terra d’Otranto, cita la De Leo e le Comunali di Gallipoli, Ostuni e Oria,<br />

poi riferisce che vi sono alcune biblioteche comunali, senza citarle, è molto<br />

probabile che una di queste sia quella di <strong>Scorrano</strong>, non essendocene molte<br />

altre. 80<br />

L’8 giugno 1878, però, il sotto prefetto di Gallipoli scrive al Sindaco di<br />

<strong>Scorrano</strong>, Pasquale Carlucci, in merito all’offerta fatta dieci anni prima dal<br />

Ministero della Pubblica Istruzione riguardo alla biblioteca, dichiarando di<br />

non aver ancora ricevuto risposta e afferma che, se il Comune di <strong>Scorrano</strong><br />

non avesse accettato l’offerta, i libri sarebbero stati ceduti alla Biblioteca<br />

comunale di Gallipoli. 81<br />

Non sappiamo se l’incartamento precedente fosse stato smarrito, sembra<br />

strano che il Ministero solleciti la pratica dopo dieci anni, oppure, se in<br />

maniera grossolana, qualcuno a Gallipoli abbia ordito ai danni della<br />

Biblioteca comunale di <strong>Scorrano</strong>, o, ipotesi più probabile, che qualcuno<br />

abbia cercato di evitare che i Cappuccini perdessero la propria biblioteca,<br />

vista la simpatia della quale godettero sempre presso la popolazione<br />

scorranese. Non scartiamo, però, l’idea del solito “pastrocchio burocratico<br />

italico”.<br />

La risposta del Comune di <strong>Scorrano</strong> non si fa attendere, anche se non è<br />

nei documenti. Il 24 giugno, il sotto prefetto invita il Consiglio comunale<br />

a deliberare in favore dell’istituzione della biblioteca pubblica, 82 cosa che<br />

79 Cfr. ACS, Copie delle deliberazioni originali del Consiglio, b. 1, vol. 4.<br />

80 F. GREGOROVIUS, Nelle Puglie, Firenze, Barbera, 1882, pp. 393 s.<br />

81 Cfr. ACS, Finanze…, cit.<br />

82 Cfr. Ibidem.<br />

41


avviene subito dopo, perché in un’altra nota del sotto prefetto del 31 luglio,<br />

si esprime compiacimento per la decisione presa dal Comune di <strong>Scorrano</strong>. 83<br />

Il 18 ottobre 1878, il Consiglio comunale delibera per l’annessione anche<br />

della biblioteca della Chiesa capitolare, cioè della biblioteca del<br />

Donbattista:<br />

[…] ora ha mestieri di aver in consegna l’altra, appartenente a questo ex Clero,<br />

onde così cumularla formandone una Biblioteca pubblica comunale, […]. Più<br />

dotare la detta Biblioteca di una conveniente annua somma di £ 200, per suo<br />

mantenimento ed incremento. 84<br />

Dal verbale di presa di possesso della biblioteca del clero redatto<br />

dell’Ufficio dell’Intendenza di Finanza di Maglie e dal relativo inventario,<br />

risultano 830 volumi, ma sono indicate solo 73 opere in più volumi, mentre<br />

ben 574 volumi sono indicati sotto la voce miscellanea. 85<br />

L’inventario della biblioteca dei Cappuccini viene redatto solo il 1°<br />

marzo 1883, a firma del Sindaco Carlucci. Vi sono elencati 811 volumi<br />

(alcune opere sono in più tomi), si tratta di opere di teologia, ascetica,<br />

filosofia, commentari, panegirici, quaresimali, storie di santi, ma anche libri<br />

di storia, fisica, diritto, un esempio, questo, della diversificazione del<br />

patrimonio librario dei Cappuccini, che si ebbe a partire dalla metà del<br />

secolo XVIII°. Nell’elenco leggiamo che vi sono anche 324 libri e<br />

volumetti, non specificati, di padri della Chiesa, stampati fra Cinque e<br />

Settecento, in cattivo stato. 86<br />

Anche i Cappuccini non si comportano diversamente dai loro colleghi<br />

Conventuali per quanto riguarda la cura del materiale librario. Questo<br />

83 Cfr. Ibidem.<br />

84 ACS, Copie delle deliberazioni originali del Consiglio, b. 1, vol. 4.<br />

85 ACS, Intendenza di finanza, b. 1.109, fasc. 10.208.<br />

85<br />

42<br />

86 Cfr. APG, Copia Inventario Biblioteca Cappuccini.


dimostra che la sensibilità culturale non è molto forte nelle comunità, ma è<br />

riferibile solo ai singoli monaci.<br />

La biblioteca dei Cappuccini confluisce parzialmente nella biblioteca<br />

Comunale appena costituita. Infatti, parte di essa, con le opere più preziose<br />

come incunaboli e manoscritti, confluisce a Bari nella biblioteca della sede<br />

della Provincia dei Cappuccini di Puglia, altri libri probabilmente furono<br />

occultati. Non sappiamo se i monaci “bararono” sul numero dei volumi,<br />

oppure se ci fu un accordo sottobanco tra gli amministratori e i monaci.<br />

Una cosa è certa, il tempo passato tra il 1868 e il 1878 giocò a favore dei<br />

Cappuccini. Non abbiamo notizie se i libri confluiti a Bari poi ritornarono<br />

nel convento di <strong>Scorrano</strong>. Una parte considerevole sicuramente sì, infatti<br />

dopo la riapertura del seminario sappiamo della presenza di una biblioteca<br />

a <strong>Scorrano</strong>. Nelle visite effettuate nel 1920 e nel 1922, il provinciale Padre<br />

Zaccaria da Triggiano dava raccomandazioni per formare i cataloghi della<br />

biblioteca e dell’archivio conventuale. 87<br />

I frati, diventato il convento sede di studio teologico, non possono<br />

esimersi dal rispettare le raccomandazioni impartite, inoltre incrementano il<br />

patrimonio librario, vista l’agiata situazione economica in cui vivono,<br />

grazie soprattutto alle elemosine raccolte. La biblioteca dei Cappuccini<br />

risulta qualche anno più tardi nell’annuario delle biblioteche, dove viene<br />

indicato il patrimonio librario, composto da 3.000 volumi e 1 incunabolo.<br />

Vi si legge, inoltre:<br />

Appartiene al convento ed ha carattere prevalentemente letterario-filosofico e di<br />

cultura ecclesiastica. Serve per uso dello studentato dei Cappuccini. Direttore: il<br />

guardiano del convento. 88<br />

87 Cfr., F. STEFANO CAMPANELLA - M. C. ROSSI, <strong>Scorrano</strong>. Le visite pastorali e la<br />

fraternità cappuccina (secoli XVI-XX), pp. 123 s.<br />

88 Annuario delle biblioteche italiane, Firenze-Roma, Bemporad, 1933, p. 362.<br />

43


La biblioteca è l’unica di <strong>Scorrano</strong> che compare nell’annuario, perché,<br />

invece, la Comunale non compaia lo vedremo più avanti.<br />

Ritornando alla Biblioteca comunale, questa viene trasferita presso<br />

l’archivio comunale (il primo dei tanti traslochi) secondo una costante cui<br />

sarà sottoposta negli anni, mentre il Sindaco, Pasquale Carlucci, aderisce<br />

come custode volontario. Il Carlucci, che discende da una famiglia di<br />

medici originaria di Martignano, si prodiga per dare uno sviluppo alla<br />

biblioteca, sicuramente con successo, perché Cosimo De Giorgi nel 1888<br />

la cita nei suoi Bozzetti di viaggio:<br />

Poi mi condussero a vedere la Biblioteca comunale donata dal canonico Battista<br />

di <strong>Scorrano</strong>, che fu pure canonico del Vaticano. Si compone per la maggior<br />

parte di opere ascetiche e teologiche e di scrittori latini. Vi notai tre atlanti<br />

geografici ed astronomici molto pregiati: uno del Delisle del 1720, uno di<br />

Homann di Norimberga del 1730 ed uno del Bayer stampato in Ulma nel 1639. 89<br />

Non si parla della pubblica utilità, perché la biblioteca viene vista ancora<br />

come una sorta di monumento, anche se nata in pieno Positivismo, in un<br />

periodo di risveglio della cultura salentina. Si guarda più all’aspetto<br />

conservativo.<br />

Ma l’attività della biblioteca non può durare con il volontariato, infatti<br />

nel momento in cui il Carlucci, probabilmente per anzianità, lascia<br />

l’incarico, non stanziando poi il Comune i soldi necessari per il suo<br />

mantenimento, quella piccola parvenza di attività bibliotecaria si ferma.<br />

Ecco anni dopo, l’11 maggio 1896, cosa propone in Consiglio comunale il<br />

Sindaco Carlo Guarini:<br />

La stessa trovasi in questo archivio da più anni accatastata, con deperimento dei<br />

libri, non avendo il Comune avuti mezzi di costruire dei scaffali adatti. Io<br />

intanto proporrei alle SS. Loro di darsi in consegna ai PP. Cappuccini, o questo<br />

Clero, con l’obbligo di ben custodirli, formandone analogo elenco di opere<br />

89 C. DE GIORGI, La Provincia di Lecce. Bozzetti di viaggio, Galatina, Congedo, 1975,<br />

vol. II, pp. 79 s. Opere non più presenti in biblioteca.<br />

44


conservato in archivio. […], che la libreria di proprietà del Comune, sia<br />

consegnata a questo Clero, per essere custodita e ben riordinata, dietro analogo<br />

elenco di tutte le opere, e con l’obbligo al detto Clero, che a qualunque richiesta<br />

dovrà sempre consegnarla al Municipio. 90<br />

45<br />

Non trovandosi in bilancio le 200 lire destinate per la manutenzione<br />

(corrispondono a circa 700 euro attuali) e non essendoci volontari, la<br />

biblioteca ritorna nel luogo da dove era partita: nella chiesa parrocchiale,<br />

dove rimarrà per più di mezzo secolo. Un fallimento per l’Amministrazione<br />

dell’epoca, ma in particolare modo della cultura laica, che vedeva<br />

nell’istituzione delle biblioteche pubbliche il successo di questa cultura.<br />

Naturalmente fu una vittoria della cultura religiosa, perché questa resa è il<br />

segno che tale cultura, anche se messa in crisi, è ancora imperante, una<br />

vittoria che possiamo definire di Pirro, perché il periodo corrente dal 1896<br />

al 1953, data di restituzione della biblioteca al Comune, è il periodo più<br />

oscuro per la Biblioteca comunale.<br />

Non sappiamo perché fu scelto il clero e non i Cappuccini. Forse questi<br />

ultimi avevano già ricostituito la propria biblioteca, ma anche la biblioteca<br />

della Chiesa si stava ricostituendo grazie ad una donazione.<br />

Nel 1892, Lucente Ungaro, sorella dell’arciprete Francesco Saverio<br />

Ungaro, dona la biblioteca di famiglia alla Chiesa parrocchiale, biblioteca<br />

di valore, composta da opere geografiche, letterarie, scientifiche,<br />

teologiche, anche antiche, come cinquecentine, tra cui l’Opera Omnia di<br />

Pico della Mirandola. Questa biblioteca rimane per decenni abbandonata,<br />

solo nel 1972 il dottor Giovanni Giangreco la riscopre parzialmente<br />

“murata” insieme all’archivio parrocchiale. Gli anni passano, ma l’incuria<br />

dei religiosi scorranesi per i libri rimane la stessa.<br />

Intanto nel 1897 arrivano altre “rogne” per il Comune, il Ministro degli<br />

90 ACS, Registri delle deliberazioni originali del Consiglio, b 1, vol. 11.


Interni dirama una circolare in cui dà disposizioni per l’ordinamento degli<br />

archivi comunali. Il Sindaco Carlo Guarini propone al Consiglio comunale,<br />

non avendo il Comune i soldi necessari e visto che l’archivio era tenuto “su<br />

per giù” con le stesse norme, di affidare l’ordinamento al segretario<br />

comunale, che sarebbe stato gratificato a lavoro compiuto. Il Consiglio<br />

comunale naturalmente approva. 91<br />

Parlare dell’ordinamento di un archivio in modo superficiale e non<br />

affidarne l’ordinamento a persone competenti è prova della scarsa<br />

sensibilità che molti amministratori scorranesi hanno avuto per i beni di<br />

natura cartacea, ma anche di ignoranza della materia. Infatti in una nota del<br />

14 settembre 1906, la sotto prefettura di Gallipoli lamentava la non<br />

ottemperanza delle circolari prefettizie riguardo all’archivio di <strong>Scorrano</strong> e<br />

invitava a ottemperare a ciò anche l’archivio della Congregazione di<br />

Carità. 92<br />

Ritornando alla Biblioteca, siamo alle soglie del Novecento, esattamente<br />

al giorno 29 aprile 1903, data della convocazione del Consiglio comunale.<br />

Ecco quanto recita la delibera:<br />

Il Presidente dà la parola al consigliere Sig. Bello Deodato per esporre i fatti<br />

circa la Biblioteca Comunale Battisti, ed il Sig. Bello in breve espone quanto<br />

segue: […]. Faccio notare intanto al Consiglio che la libreria non è (a quanto mi<br />

si riferisce) ben custodita e ben ordinata, anzi mi consta che l’elenco dei libri<br />

dato a questo ufficio dal parroco, e che io Loro presento, è inesatto perché i<br />

libri quivi elencati non corrispondono a quelli accertati e segnati nell’inventario<br />

originale che trovasi presso questo ufficio. Domando perciò dalla presidenza<br />

una proposta per devenire ad un provvedimento. Il Presidente propone che si<br />

nomini il sac. Sig. reverendo D. Ignazio Filippo, il quale, di unita al consigliere<br />

Sig. Bello, faccia l’inventario dei libri e li riordini opportunamente. 93<br />

Per la prima volta sentiamo parlare di biblioteca “Battisti”, non sappiamo<br />

91 ibid., b. 1 vol. 12.<br />

92 Cfr. ACS, Finanze, Proprietà comunali, b. 36, fasc. 576.<br />

93 ACS, Registri delle deliberazioni originali del Consiglio, busta 1, reg. 13.<br />

93<br />

46


esattamente quando sia stata data la denominazione, già sbagliata allora,<br />

ma sicuramente tra il 1878 e il 1888, al tempo del Sindaco Carlucci.<br />

Sentiamo parlare anche di mal conservazione dei libri, evidentemente una<br />

malattia comune a tutti i religiosi scorranesi, ma, mentre i Cappuccini,<br />

ricostituendo la loro biblioteca, fanno ammenda degli errori passati, i preti<br />

confutano quel poco di buono che hanno fatto al riguardo i loro<br />

predecessori. Non sappiamo se dal 1896 al 1903 ci sia stato qualche<br />

barlume di attività bibliotecaria, è anche probabile, una cosa è certa: alcuni<br />

libri sono andati dispersi. Preoccupato di ciò è quindi il giovane<br />

Consigliere (nato nel 1874) Deodato Bello, un altro volontario, anche se<br />

non specializzato. La sua professione è quella di geometra. Quello della<br />

non competenza dei bibliotecari, che si sono alternati, è un’altra costante<br />

della vita della biblioteca, questo naturalmente a danno della stessa. Ma<br />

soggetti competenti, nel ramo, a <strong>Scorrano</strong> non mancavano, ecco cosa<br />

scrive Gino Pisanò:<br />

Fra il 1902 e il 1904, quando ormai era allocata in un ampio salone che forma<br />

l’ala terrena settentrionale del Palazzo, disposti in nuovi scaffali i suoi libri, essi<br />

furono inventariati e schedati. Fu affidato quest’incarico al prof. Pasquale De<br />

Lorentiis che lo adempì scrupolosamente. 94<br />

Pasquale De Lorentiis è uno scorranese appartenente a una famiglia<br />

benestante, nasce nel 1869 da Raffaele, Consigliere comunale, e dalla<br />

magliese Cristina Ferramosca, ha anche alcuni congiunti sacerdoti.<br />

Professore di lettere per molti anni al liceo “Capece” di Maglie, cittadina<br />

nella quale poi si trasferisce, ma anche insigne studioso.<br />

47<br />

Negli anni Sessanta del Novecento, <strong>Scorrano</strong> gli intitola il secondo<br />

plesso delle Scuole elementari. Se gli amministratori avessero compreso le<br />

94 G. PISANÒ, Contributi alla storia delle biblioteche salentine. Le Comunali di Maglie e<br />

Gallipoli, Galatina, Congedo, 1995, p. 95.


potenzialità culturali del De Lorentiis e gli avessero proposto di operare a<br />

<strong>Scorrano</strong>, luogo natio che amava tantissimo, non si sarebbe persa<br />

un’occasione, forse storica, per il rilancio della Biblioteca comunale<br />

scorranese. L’occasione perduta non era solo momentanea, forse sarebbe<br />

stata anche futura. Pasquale era padre di Decio, altro insigne studioso,<br />

fondatore e poi direttore del museo speleologico di Maglie, nato a Maglie<br />

nel 1912, ma in realtà nasce, come lui stesso diceva, a <strong>Scorrano</strong> (alle cui<br />

Scuole elementari intitolate alla memoria del padre dona una raccolta<br />

malacologica), muore nel 1994, padre anche di Claudia, nata nel 1817 a<br />

Maglie e tuttora vivente, prima, guarda caso, bibliotecaria ufficiale di<br />

quella Biblioteca comunale dal 1957 al 1984.<br />

La storia naturalmente non si fa con i se, ma questi possono servire da<br />

lezione agli amministratori futuri, cosa che, come vedremo, non succederà,<br />

se non di rado.<br />

Tornando a Deodato Bello, non è dato sapere se adempì al suo compito<br />

di inventariare “scrupolosamente”, come il De Lorentiis, anche perché alla<br />

data della delibera, il Sindaco era dimissionario, e lo stesso Bello si dimise<br />

da Consigliere successivamente, dimissioni poi rientrate. Nella vita<br />

amministrativa c’è in quel periodo una certa “maretta”, ciò non può che<br />

condizionare la vita della biblioteca, infatti il Consiglio comunale, che si<br />

riunisce il 16 ottobre 1903, ha tra gli ordini del giorno: “provvedimento per<br />

biblioteca”, ma tale argomento viene rimandato ad altra seduta e rimarrà<br />

senza frutto. Sentiremo parlare ufficialmente della Biblioteca solo nel<br />

ventennio fascista, se attività bibliotecaria c’è prima del fascismo, è<br />

sicuramente un barlume.<br />

Ma a <strong>Scorrano</strong>, oltre a Pasquale De Lorentiis, vi erano altri competenti<br />

nel ramo bibliotecario, si tratta di Luigi Mariano e Francesco Solidoro.<br />

48<br />

Il primo, che farà rinascere la Biblioteca negli anni Cinquanta, nasce nel


1879. Conseguita la maturità classica, abbandona poi gli studi e lavora per<br />

alcuni anni, dal 1904 al 1907, al Comune come “amanuense”, nel 1905<br />

riordina anche l’anagrafe, 95 successivamente lavorerà come ufficiale<br />

postale, seguendo in un certo senso le orme del padre Felice, impiegato<br />

telegrafista. Il secondo nasce nel 1850, figlio di Carmine, si diploma a<br />

Roma e svolge la professione di insegnante elementare per ben 38 anni, dal<br />

1874 al 1912, prima a Melpignano poi a <strong>Scorrano</strong>, dà le dimissioni per<br />

motivi di salute, cerca di ottenere il massimo dagli alunni, un neo: viene<br />

richiamato spesso perché giunge in ritardo a scuola. 96 Francesco,<br />

ricordiamo è il padre dello studioso dottor Anacleto Solidoro, che nasce a<br />

<strong>Scorrano</strong> nel 1881, ma poi si trasferisce a Maglie, autore del libro: Prime<br />

infeudazioni in Terra d’Otranto.<br />

Nel 1904 i due, vista la situazione bibliotecaria scorranese, costituiscono<br />

una biblioteca scolastica e circolante, sono spinti entrambi dalla passione<br />

per la cultura, ma non solo. Mentre il Solidoro, essendo maestro di scuola,<br />

è spinto anche dalle sollecitazioni istituzionali, il Mariano, essendo un<br />

mazziniano, è spinto anche da quella cultura laica figlia del Risorgimento.<br />

Ecco cosa scrive il Solidoro al Sindaco di <strong>Scorrano</strong> il 9 aprile 1904:<br />

Secondo quanto raccomandato insistentemente con ripetute circolari il Ministero<br />

della P.ca I., son potuto riuscire, coadiuvato dalla collega Valana e dal sig.<br />

Mariano a mettere su una bibliotechina per uso della scuola. Vero è che in essa<br />

figurano libri non adatti all’intelligenza dei bambini, ma essi serviranno a formare<br />

il nucleo della nuova istituzione e ad aumentare il n° dei libri che resteranno ad<br />

uso non solo dei bambini della scuola, ma anche di quelli prosciolti negli anni<br />

antecedenti. qui acchiuso Ella troverà l’elenco dei libri ora disponibili e per essi si<br />

richiede uno scaffale a chiave perché siano conservati. Intanto è da notare che il<br />

sig. Mariano si riserba il diritto di proprietà su tutti quelli segnati con asterisco. 97<br />

95 Cfr. ACS, Amministrazione, Personale, b. 14, fasc. 119.<br />

96 ACS, Provveditorato agli studi, Personale: insegnanti, b. 89, fasc. 1173.<br />

97 ACS, Educazione nazionale, Biblioteche, Busta 95, Fasc., 1278.<br />

49


Dall’elenco dei libri, sotto il titolo “Biblioteca educativa circolante”<br />

risultano 80 volumi. La maggior parte sono del Mariano, molti quelli con<br />

l’asterisco, alcuni sono del Solidoro, gli altri sono: di Clementina Valana di<br />

Maglie, che collabora alla biblioteca e che insegna a <strong>Scorrano</strong> nel 1903 e<br />

nel 1904; di Antonio Papadia, arciprete; di Luigi De Maggio, disegnatore e<br />

calligrafo, figlio di Cosimo e Maria Piccinno, sarti originari di Alessano, i<br />

quali hanno altri due figli pure sarti, oltre a uno falegname e l’altro<br />

musicista; di un certo Ragusa, forse Giuseppe, non residente a <strong>Scorrano</strong>,<br />

ma sicuramente originario. Tra i libri mancano i classici latini e greci, vi<br />

sono dei classici italiani medievali e moderni: Cantù, Capuana, Dante, De<br />

Amicis, Foscolo, Giusti, Leopardi, Manzoni, Machiavelli, il Novellino,<br />

Parini, Pellico, Serao, non manca Mazzini e autori minori d’ispirazione<br />

risorgimentale come Gabriele Rossetti, che sono del Mariano, vi sono<br />

anche manuali, scolastici e non, qualche libro di storia, autori stranieri<br />

come Verne, Poë e Thomas Moore, poeta e musicista irlandese, autore di<br />

liriche patriottiche (il libro è del Mariano e conferma il suo amor di patria).<br />

Una biblioteca di impianto “risorgimentale-didattico” aperta anche ai<br />

classici moderni, rispettava non alla lettera le direttive imposte dall’alto.<br />

Queste biblioteche nascono sotto la spinta della Sinistra parlamentare, ma<br />

la tipologia circolante nasce già nel 1861 a Prato, fondata da Antonio<br />

Bruni e Attilio Cini, sul modello della circulating library britannica, dove i<br />

lettori in pratica pagavano una quota di iscrizione e i libri circolavano tra<br />

98 99<br />

gli iscritti.<br />

Nel 1889, il professore Giuseppe Signorini fonda nella vicina Maglie la<br />

98 Cfr. P. TRANIELLO, La biblioteca pubblica, Bologna, il Mulino, 1997, pp. 146 ss.<br />

99 Cfr. G. PISANÒ, Dinamiche postunitarie nella tipologia delle biblioteche salentine, in<br />

“Bollettino Storico di Terra d’Otranto”, 8 - 1998, pp. 193 ss.<br />

100 Cfr. G. PISANÒ, Contributi…, cit., p. 92.<br />

99<br />

50


circolante “Ugo Foscolo”, l’attività dura due anni, i libri rimasti (la<br />

maggior parte andarono dispersi) confluirono nella “Piccinno”. 100<br />

L’attività della biblioteca circolante di <strong>Scorrano</strong> dura molto di più, non<br />

sappiamo quanto, comunque rimane attiva sicuramente fino al 1915, perché<br />

quell’anno, esattamente il 24 maggio, il Consiglio comunale di <strong>Scorrano</strong><br />

presieduto dal Sindaco Luigi De Donno, stanzia 15 lire (corrispondono a<br />

50 euro attuali) per la biblioteca popolare circolante, così viene chiamata,<br />

in virtù della funzione svolta. 101<br />

L’Amministrazione si dimostrò parsimoniosa (con quei soldi si potevano<br />

comprare tre o quattro libri), così come le altre, ma in tempi di<br />

“desertificazione culturale”, anche una “stilla” monetaria può servire.<br />

Prima di questa delibera vi erano state, il 3 ottobre 1913 e poi con sollecito<br />

il 20 marzo 1914, delle missive inviate dal Regio Ispettorato di Maglie al<br />

Sindaco in merito ad una richiesta di sussidio da parte del patronato<br />

scolastico per la biblioteca popolare. Si chiedono notizie sul numero dei<br />

libri, sui lettori e se la biblioteca scorranese fosse iscritta alla Federazione<br />

delle Biblioteche Popolari di Milano. 102<br />

Non abbiamo documenti successivi, ma in considerazione della<br />

“sensibilità” culturale che il Sindaco De Donno ebbe per la Biblioteca<br />

comunale negli anni successivi, è probabile che quelle lettere siano rimaste<br />

senza risposta. Sappiamo, dai registri d’ingresso del Mariano, che la<br />

biblioteca ebbe un incremento librario, forse con qualche donazione, ma<br />

non vi sono fonti a riguardo, non sappiamo dove sono andati a finire i libri,<br />

probabilmente dispersi, sicuramente non quelli del Mariano, appassionato<br />

bibliofilo, che si era riservato il diritto di proprietà nel momento in cui<br />

l’attività della circolante fosse finita. Ipotizziamo che l’attività della<br />

100<br />

101<br />

102 ACS, Educazione nazionale, Biblioteca, b. 95, fasc. 1278.32. Per quanto riguardo la<br />

Fderazione delle Biblioteche Popolari, si veda il saggio del Traniello, op. cit., pp. 150 s.<br />

51


circolante scorranese non durò a lungo dopo il 24 maggio (data che segna<br />

l’entrata in guerra dell’Italia), infatti dopo la guerra abbiamo il biennio<br />

rosso e poi il fascismo.<br />

101 Cfr. ACS, Registri delle deliberazioni originali del Consiglio, b. 1, reg. 13.<br />

Le biblioteche circolanti non possono definirsi pubbliche, ma ottriate<br />

perché sono imposte dall’alto, così come il canone bibliografico, ma quella<br />

di <strong>Scorrano</strong> ha delle caratteristiche proprie: il canone viene rispettato<br />

parzialmente, anche se quello imposto dall’alto è in linea con l’ideologia<br />

del Mariano, uno dei fondatori. Egli non lavora nell’ambito scolastico,<br />

come i fondatori delle altre biblioteche circolanti, quasi obbligati dall’alto.<br />

Siamo nell’ambito dell’esigenza che nasce dal basso: i libri, anche se<br />

pochi, sono donati da ben “sei” privati cittadini, di diversa estrazione<br />

sociale. Ciò ribadisce l’espressione di un bisogno che parte dal basso. Di<br />

negativo in questo periodo vi è la vendita dell’oliveto denominato “Mastro<br />

di scuola” di proprietà del Comune (donato dal Donbattista per la<br />

“scuola”) al sig. Carmine Camboa, che aveva terreni adiacenti, “fratello”<br />

del Sindaco Vito Camboa. 103<br />

52<br />

Per sentire parlare di biblioteca pubblica a <strong>Scorrano</strong> devono passare più<br />

di vent’anni, ma non in modo positivo. La biblioteca rimane nei locali della<br />

parrocchia per tutto questo tempo. In che condizioni fossero i libri lo<br />

deduciamo da ciò che scrive Luigi Mariano il 28 dicembre 1956, in una sua<br />

breve storia della Biblioteca comunale:<br />

Gli uni e gli altri giacevano in locali umidi in scaffali aperti senza ordine senza<br />

catalogo. Molti furono disfatti dall’umidità molti furono disfatti dallo spirito<br />

vandalico di ragazzi che in quei locali si aggiravano, finché il nuovo Parroco non<br />

ottenne che il Sindaco li riprendesse in sua cura. 104<br />

103 Cfr. ACS, Finanze, Vendite, b. 38, fasc. 628.<br />

104 ACS, Educazione nazionale, Biblioteche, b. 95, fasc. 1278.


Riguardo al parroco, le cose non andarono esattamente così.<br />

Probabilmente, siccome questa breve storia doveva essere indirizzata al<br />

Ministero della Pubblica Istruzione, il Mariano cercò di evitare polemiche,<br />

per il resto le cose andarono esattamente come descritto.<br />

Ecco cosa scrive il 15 ottobre 1937 la Regia Soprintendenza<br />

Bibliografica di Bari al podestà di <strong>Scorrano</strong> Luigi De Donno (vi è il<br />

sospetto che ci sia stata una “delazione” al Ministero da parte di qualche<br />

bibliofilo, il Mariano?):<br />

Dovendo riferire in merito al superiore Ministero, prego la S. V. di voler<br />

cortesemente informare questo Ufficio, se la Biblioteca Comunale di <strong>Scorrano</strong>,<br />

infelicemente collocata in un vano umido e buio della Parrocchia, sia stata<br />

trasferita in locale più idoneo, di proprietà Comunale. Di tanto la S. V. mi diede<br />

verbalmente assicurazione nell’aprile scorso, rimandando di necessità il<br />

provvedimento all’inaugurazione - che suppongo ormai avvenuta - del nuovo<br />

edificio scolastico. Ho il dovere di ricordarle che, qualora per codesta biblioteca<br />

non fosse possibile trovare in <strong>Scorrano</strong> locale più asciutto e decoroso di quello<br />

attuale, questa Soprintendenza sarebbe costretta a proporne al Ministero<br />

dell’educazione nazionale il trasferimento in altra città. 105<br />

Una lettera dai toni duri, alla quale il De Donno risponde prontamente il<br />

16 ottobre. Non abbiamo la missiva, ma da un appunto manoscritto,<br />

riportato sulla lettera citata prima, leggiamo che la biblioteca sarebbe stata<br />

trasferita il mese successivo nella sede della nuova scuola (la vecchia sede<br />

era in via Discesa Re Ladislao), una costruzione imponente come<br />

l’architettura fascista imponeva, realizzata dalla ditta Pietro Viva di Tricase<br />

su progetto dell’ingegnere Francesco Bernardini. Nonostante i<br />

“numerosissimi” solleciti da parte della Soprintendenza, che continuano<br />

fino al giugno del 1938, quando viene nominato il commissario prefettizio,<br />

105 Ibidem.<br />

53


il De Donno non se ne cura, sembra non preoccuparsi affatto del rischio<br />

che la biblioteca venga trasferita in un’altra città, è un atteggiamento<br />

possiamo dire “sospetto”, perché sembra tipico di chi non aspetta altro che<br />

la minaccia della Soprintendenza sia messa in atto. Ma nonostante il De<br />

Donno non sia più Sindaco la questione non si risolve. Il 25 luglio del 1938<br />

la prefettura di Lecce scrive al commissario prefettizio per ordinare il<br />

trasferimento della biblioteca, il parroco, don Ignazio Filippo però nega il<br />

trasferimento, mentre il successivo parroco, don Rosario Nocco di<br />

Castrignano de’ Greci, temporeggia, anni dopo il successivo, don Leonardo<br />

Surdo di Corigliano, non ricevendo sollecitazioni, non se ne curerà affatto,<br />

il commissario chiede quindi al vescovo di Otranto di concedere<br />

l’autorizzazione, ma dopo una lettera del 24 novembre 1938 della Regia<br />

Soprintendenza Bibliografica, il commissario scrive che dopo numerose<br />

sollecitazioni non avendo ricevuto riscontro dal vescovo, chiede che<br />

intervenga il prefetto. 106<br />

Alla fine i libri rimasero nella parrocchia, anche perché il 10 giugno 1940<br />

l’Italia littoria si avventura in una guerra inutile e sorgono altri problemi.<br />

Questa vicenda ci conferma la scarsa sensibilità che hanno avuto in passato<br />

i religiosi di <strong>Scorrano</strong> per i beni librari, e inoltre il potere che ancora gode<br />

la Chiesa, la quale cerca di riappropriarsi di quello che considera suo,<br />

anche se, non bisogna dimenticarlo, le era stato donato per uso pubblico.<br />

Nemmeno durante il fascismo, quindi si risolve qualcosa per la<br />

biblioteca, la famosa frase di Benito Mussolini «libro e moschetto fascista<br />

perfetto» non scuote la sensibilità culturale dei fascisti scorranesi, fa più<br />

presa la frase del conterraneo, era di Sannicola, Achille Starace, Segretario<br />

nazionale del Partito fascista, il quale ai medici riuniti in un congresso<br />

suggerì “di leggere meno libri e di darsi all’ippica”. In quegli anni si decise<br />

106 Cfr. Ibidem.<br />

54


di intitolare una nuova strada proprio ad Achille Starace, e i fascisti, ansiosi<br />

di intitolargli la strada senza aspettarne la costruzione, ebbero un’idea a dir<br />

poco brillante: cambiarono la denominazione della strada Domenico<br />

Antonio “Battisti”, denominazione data alla fine dell'Ottocento con la<br />

nuova classificazione delle strade, e che corrispondeva all’attuale strada<br />

che fiancheggia la parte est e sud della proprietà dei Guarini. Gli autori di<br />

questa sorte di misfatto culturale, consci di ciò, cercarono di rimediare<br />

cambiando la denominazione di via Lecce-Leuca intitolandola a Domenico<br />

“Battisti”. Naturalmente, cambiare il nome della strada principale<br />

comportava una serie di problemi, infatti la strada dopo poco tempo<br />

assunse la vecchia denominazione. Dopo la caduta del fascismo, la parte di<br />

via Starace che si affaccia su piazza Vittorio Emanuele, assunse<br />

quest’ultima denominazione, mentre la parte della strada che fiancheggia la<br />

proprietà sud dei Guarini, assunse quest’altra denominazione. Anche la<br />

denominazione della strada intitolata al pittore Giuseppe Andrea Manfredi<br />

(si trattava del vico ovest di via Pellegrini, la vecchia via Porticella, dove il<br />

pittore era nato) viene cambiata e assume per intero la denominazione via<br />

Pellegrini, vescovo di Altamura. 107<br />

Una nota positiva in campo librario in quegli anni è l’acquisto, su invito<br />

della prefettura, del Grande atlante geografico della casa editrice De<br />

Agostini, che ancora è presente in biblioteca, per una spesa di lire 525<br />

corrispondenti a 300 euro attuali. 108<br />

La vera nota positiva viene però dall’impegno dei singoli cittadini, in<br />

questo caso da parte di Saverio Timo, segretario comunale per moltissimi<br />

107 Mancando documenti e carte topografiche, si è risaliti all’esatto cambiamento della<br />

toponomastica attraverso una certosina ricerca incrociata tra l’archivio storico e l’archivio dello<br />

stato civile, favorita dalla “longanimità” dell’impiegato dell’ufficio anagrafe Antonio Bello.<br />

108 Cfr. ACS, Indici delle deliberazioni originali della Giunta, b. 1, reg. 2.<br />

55


anni, il quale provvede a catalogare i libri presenti sul municipio e a<br />

riordinare l’archivio. Il Timo, in possesso di maturità classica, scrive<br />

diverse opere: scrive di letteratura italiana e di latino, romanzi, ma<br />

soprattutto un dizionario salentino-italiano, il cui manoscritto è andato<br />

perduto, così come altri. 109<br />

Dopo la guerra e i primi duri anni del dopoguerra, il 18 giugno 1950 dagli<br />

scanni del Consiglio comunale si leva una voce a favore della biblioteca, è<br />

quella della Consigliera repubblicana di minoranza Maria Domenica<br />

Mariano, maestra elementare figlia di Luigi Mariano, in un certo senso, sia<br />

per le idee che per l’amore della biblioteca, autentica figlia d’arte. Nella<br />

relazione della Mariano si parla, elogiandolo, del “Battisti”, della sua<br />

donazione, citando anche gli strumenti scientifici e la casa lasciata in via<br />

Pellegrini, una conferma dell’ubicazione della casa del Donbattista. Poi,<br />

una breve storia della biblioteca nella quale leggiamo:<br />

Sta di fatto che non vi fu mai un catalogo razionale dei libri esistenti, e il<br />

deterioramento fu sempre, per varie cause, progressivo. Sono ancora esistenti dei<br />

libri di pregevole edizione […]. Propongo che il Consiglio tenuta presente la<br />

deliberazione dell’11 maggio 1896 e conformandosi ad essa, preghi il Parroco a<br />

provvedere all’ordinamento della Battisti ed alla compilazione d’un catalogo<br />

razionale dei libri esistenti. Si impegna sin da ora, di inscrivere nel bilancio 1951<br />

una somma per le spese di registri e schede ed altro occorrente, facendo<br />

affidamento sulla libera, spontanea e gratuita collaborazione di cittadini idonei per<br />

quanto riguarda contributo personale. 110<br />

Dalla relazione della Mariano possiamo capire che la biblioteca giace<br />

ancora nella parrocchia, in attesa che gli insetti e l’umidità compiano il loro<br />

lavoro distruttivo, si attende solo qualche “crocerossino” volontario che la<br />

salvi, la Mariano parla infatti di collaborazione gratuita, che in effetti, di lì<br />

109 Le notizie, riguardo a Saverio Timo, sono state fornite dal nipote Francesco Timo.<br />

110 ACS, Registri delle deliberazioni originali del Consiglio, b. 2, reg. 16.<br />

56


a qualche anno, arriverà. Il Comune ha pochi fondi. In campo culturale si<br />

era impegnato solo a contrarre, il 25 maggio 1950, un abbonamento al “<br />

Giornale del Mezzogiorno” di Roma, per la somma di lire 2000,<br />

abbonamento sottoscritto per sostenere un giornale che portava avanti una<br />

battaglia in favore dei Comuni meridionali. 111<br />

L’impegno preso dal Consiglio, presieduto dal Sindaco Giuseppe De<br />

Jaco Veris, in seguito alla proposta della Mariano, non viene mantenuto. È<br />

un periodo di crisi amministrativa. La seduta successiva, causa le<br />

dimissioni dei Consiglieri, subentra il commissario prefettizio e nel 1951<br />

torna, sulla poltrona di primo cittadino, Luigi De Donno.<br />

Il 28 settembre 1952 il Consiglio comunale, per interpellanza presentata<br />

della minoranza repubblicana, si riunisce in seduta straordinaria,<br />

argomento: la biblioteca. Tra i Consiglieri della minoranza vi sono: Luigi<br />

Mariano, già Consigliere da giovanissimo nei primi anni del Novecento,<br />

Michele Mariano, insegnante di lettere, Rizieri Marra, ex mastro muratore,<br />

poi impiegato per motivi di salute. Luigi Mariano inizia a parlare partendo<br />

dall’argomento scuola, il Sindaco lo richiama, perché non era quello<br />

l’argomento, ma il Mariano chiarisce che biblioteca e scuola sono<br />

collegate. Dopo aver parlato del “Battisti”, nella relazione del Mariano si<br />

parla dei problemi dell’asilo e della scuola:<br />

Circa la Scuola elementare dice che grande colpa per cui i bambini non<br />

imparano (a lui molte lamentale a riguardo sono pervenute dai genitori) è data<br />

dal fatto che la famiglia è assente, lontana dalla scuola. Alla scuola si va quando<br />

si può, quando si vuole. Molte volte la causa è nell’ambiente e nelle necessità<br />

famigliari’. […]. Famiglia-Asilo-Scuola devono formare una Trinità inscindibile<br />

e continua. Manca una coscienza scolastica e questo bisogna infondere nelle<br />

masse. […].<br />

Propone il piano per avere il cinematografo nella scuola. Lamenta il fatto<br />

che nelle scuole non vi siano i quadri con effige che diano il simbolo dello<br />

111 Cfr. Ibidem.<br />

57


Stato.<br />

[…]. Prima vi erano i quadri di Mussolini e del Re, oggi è doveroso che nella<br />

scuola siano portati quelli di Mazzini e di Luigi Einaudi, Primo Presidente della<br />

Repubblica Italiana. Viene ora a parlare della importanza della Biblioteca filo di<br />

congiunzione tra le masse, la famiglia, la scuola. […].<br />

Sicché propone che vengano ritirati dal parroco tutti i volumi della<br />

“Battisti” e che sia trovato un luogo adatto da essere adibito a biblioteca<br />

comunale, che dovrebbe essere gestita dal Comune coadiuvato dal<br />

Patronato scolastico, con apposito regolamento da approvarsi dal<br />

Consiglio. Continua il Consigliere Mariano a proporre l’istituzione di una<br />

Biblioteca popolare circolante che dovrebbe essere gestita da Patronato<br />

scolastico. Tratta anche la questione delle biblioteche di classe, che<br />

dovrebbero ritenersi emanazione della biblioteca popolare. Così ha termine<br />

la relazione Mariano, il quale propone di decidere nei riguardi della<br />

biblioteca popolare Domenico “Battisti” la cui proprietà è del Comune:<br />

58<br />

[…], poiché nessuno dubbio rimane a proposito, contrariamente alla nota del 30<br />

ottobre 1951 - in copia alla presente allegata - pervenuta al Sindaco da parte di<br />

questo Parroco che è oggi è in possesso dei volumi della biblioteca stessa. […].<br />

Interviene il Consigliere Prof. Mariano Michele il quale dopo di aver<br />

constato che ben pochi cittadini potrebbero usufruire dei libri della<br />

“Battisti”, propone che la biblioteca venga integrata mediante l’acquisto di<br />

libri moderni, soprattutto idonei per ragazzi. Propone altresì che il Comune<br />

contribuisca all’acquisto di questi libri e che in proposito venga nominata<br />

una commissione la quale dovrebbe curare sottoscrizioni volontarie da<br />

parte dei cittadini. Il Sindaco interviene dicendo che, al momento,<br />

problema primo è quello di mettere in vita la biblioteca. Il Consiglio<br />

comunale delibera di dare mandato al Sindaco affinché questi, coadiuvato


dal Consigliere Luigi Mariano, provveda a far sorgere la biblioteca di<br />

narrativa in apposito locale di proprietà del Comune. 112<br />

La lunga relazione tenuta dal Mariano esprime con veemenza il tentativo<br />

della minoranza consigliare repubblicana di far rinascere la Biblioteca<br />

comunale. Si cerca di convincere, con argomentazioni valide circa la bontà<br />

dell’idea della biblioteca, la maggioranza. Si parla della biblioteca come<br />

filo conduttore tra la famiglia e la scuola. Il Mariano insiste, parla di<br />

biblioteca popolare e di classe, di cinematografo, senza dimenticare il suo<br />

Mazzini. L’altro Mariano, Michele, parla della vetustà del materiale<br />

librario, infatti la minoranza vuole riaprire la biblioteca, ma per farne una<br />

biblioteca veramente pubblica, e per farlo occorre che sia accessibile a tutti<br />

e questo può avvenire offrendo letture universali e non destinate ai soli<br />

studiosi. Purtroppo, di tante richieste solo una viene approvata, ma è la<br />

principale: l’apertura della biblioteca. Luigi Mariano si proietta in questa<br />

avventura, sempre come volontario. Gli ostacoli non mancano: il parroco,<br />

don Beniamino Guida, ritiene la biblioteca ormai proprietà della Chiesa (i<br />

libri sono infatti nella parrocchia da più di mezzo secolo); lo stesso<br />

Sindaco, personaggio poco sensibile ai problemi della cultura, per non<br />

smentirsi, l’11 novembre 1952 disdice l’abbonamento al “Giornale del<br />

Mezzogiorno” per, a suo dire, problemi di bilancio. 113<br />

Ma il Mariano non agisce individualmente, ha dalla sua anche l’appoggio<br />

politico, ancorché di minoranza, ed è ormai deciso ad andare avanti. Dal<br />

1953 al 1955, il Mariano, completato il trasferimento dei libri dalla<br />

parrocchia ai locali del Comune siti in via Crispi, inizia l’ordinamento dei<br />

libri. Solo il 22 marzo 1955, il soprintendente bibliografico per la Puglia e<br />

la Lucania apprende tutto ciò, non ufficialmente, ma da un giornale locale,<br />

112 ACS, Registri delle deliberazioni originali del Consiglio, b. 2, reg. 18.<br />

59<br />

113 Cfr. ACS, Amministrazione, Abbonamenti, b. 2, fasc. 10.


notizia fornita chiaramente, come succede per questo tipo di notizie,<br />

dall’interessato, in questo caso il Mariano. Ecco cosa riporta la lettera<br />

inviata dal soprintendente al Sindaco:<br />

Leggo sul settimanale ‘Il Popolo del Salento’ Anno I, n. 10 (11 marzo 1955) la<br />

seguente nota di cronaca: ‘LA BIBLIOTECA BATTISTI’ - Ad opera del signor<br />

Luigi Mariano, appassionatissimo di cose nostre, sta per essere riordinata la<br />

celebre biblioteca “Battisti” che contiene diverse opere importanti, tra le quali<br />

delle importanti edizioni di Aldo Manuzio, che dovrebbero essere preservate con<br />

urgenti rimedi dalle tarle. Peccato che diversi preziosi manoscritti esistenti e<br />

provenienti dalla Schola Scriptoria siano andati perduti. Ci congratuliamo<br />

vivamente col sig. Mariano per quello che ha già fatto e per quello che potrà<br />

ancora fare […]. 114<br />

Nell’articolo riportato, nel quale si parla anche di schola scriptoria, vi è<br />

un plauso al Mariano e nessun cenno all’Amministrazione comunale,<br />

considerato che il Mariano è anche Consigliere di minoranza. Tutto ciò<br />

indispettisce il Sindaco De Donno, il quale risponde prontamente il 25<br />

marzo, ecco come:<br />

Nel 1909, essendo io Sindaco trovai i libri che componevano la suddetta<br />

biblioteca accantonati per terra in un angolo dell’archivio comunale. Non avendo<br />

in quel tempo alcun locale disponibile per dare degno loco ai libri di che trattasi,<br />

pregai il Reverendo Arciprete di conservarmeli provvisoriamente nella sua<br />

biblioteca ecclesiastica, obbligandomi di fornire a tutte spese del Comune i<br />

necessari scaffali per contenerli. Lo stesso ben volentieri mi venne incontro e<br />

quindi, inventariati i libri li prese per la loro conservazione. Senonché nel 1953, lo<br />

scrivente, avendo finalmente a disposizione il locale adatto, chiese al Consiglio<br />

Comunale la facoltà di ritirare dalla Biblioteca Ecclesiastica tutti i libri da essa<br />

tenuti in consegna, e per ciò fare conferì l’incarico la Consigliere Comunale Luigi<br />

Mariano, il quale portò a termine l’incarico ricevuto. Così questo Comune, ha<br />

realizzato la sua Biblioteca Comunale ‘Battisti’ e, questa Amministrazione per il<br />

suo impianto, scaffali ecc., non ha lesinato alcuna spesa come non lesinerà l’altra<br />

ancora necessaria per il suo completamento. Da quanto detto ne consegue quindi<br />

che, il ‘Popolo del Salento’ pur elogiando il Consigliere Mariano avrebbe dovuto<br />

non dimenticare di dire la sua parola di plauso verso questa Amministrazione, che<br />

ne era stata ed è la promotrice. 115<br />

114 ACS, Educazione nazionale, Biblioteche, b. 95, fasc. 1278.<br />

115 ACS, Ibidem.<br />

60


Pur di non rimanere in ombra di fronte al Mariano, il De Donno non si<br />

risparmia in falsità, a cominciare da quella del 1909. Infatti, come abbiamo<br />

documentato, i libri erano stati già consegnati alla parrocchia nel 1896, non<br />

era stato dato nessun scaffale al parroco e sappiamo bene come erano stati<br />

conservati. Nell’inventario dei beni del Comune del 1907, a firma dello<br />

stesso De Donno, non risultavano nelle sede comunale beni librari, ad<br />

eccezione di un atlante geografico, vi erano anche due scaffali, ma per<br />

l’archivio, c’erano anche altri libri acquistati dalle precedenti<br />

Amministrazioni, che come vedremo molti anni dopo confluiranno nella<br />

biblioteca, ma perché non risultino nell’inventario è inspiegabile. 116<br />

61<br />

Non parla il De Donno delle sollecitazioni della Soprintendenza negli<br />

anni trenta, o del silenzio, forse assenso. Infatti è il Mariano a chiederne la<br />

restituzione, nei confronti del parroco, che nel 1951 riteneva la biblioteca<br />

di proprietà della Chiesa. Il De Donno parla invece di grande impegno di<br />

spesa, che non abbiamo riscontrato, il caso dell’abbonamento riportato<br />

sopra è indicativo, parla, poi, alla fine della lettera, di “inaugurazione della<br />

biblioteca di narrativa”. Abbiamo registrato la risposta che dà a Michele<br />

Mariano. L’inaugurazione invece avverrà, ma solo quarant’anni dopo.<br />

Dell’unica cosa positiva, preso forse dal rancore, non parla: l’acquisto da<br />

parte del Comune di 21 libri acquistati dalla casa editrice Vallecchi di<br />

Firenze, molti non più presenti attualmente. L’elenco è stato ricavato dai<br />

registri d’ingresso del Mariano. 117 Si tratta di opere di autori italiani e<br />

stranieri come Cecov, Dostoevskij, Keats e di autori cari al Mariano, che<br />

nelle scelte di acquisto avrà sicuramente detto la sua, come Garibaldi,<br />

Mazzini, Pellico. Anche se il numero dei libri acquistati è esiguo, la cosa<br />

significativa è che, per la prima volta, l’Amministrazione acquista dei libri<br />

116 Cfr. ACS, Finanze, Proprietà comunali, b. 36, reg. 586.<br />

117 ABCS, Registri d’ingresso.


62<br />

esclusivamente per la biblioteca. Alcuni libri vengono anche donati dalla<br />

Federazione delle Biblioteche Popolari, si tratta di libri di storia, di politica<br />

internazionale, poi di autori moderni come Fogazzaro, Pirandello, Verga,<br />

oltre alla Storia della Letteratura Italiana del De Sanctis. Il primo libro<br />

donato da un privato risulta La vita di Gesù di Antonietta Fiori, donato<br />

dalla figlia del Mariano, Maria Domenica, repubblicana, ma cattolicissima.<br />

In totale al 2 maggio 1955 dai registri d’ingresso risultano 1.250 opere<br />

per un totale di 1.465 volumi, dei quali 1.386 delle biblioteche Cappuccini<br />

e Battisti, il resto doni e acquisti. Sapendo che i volumi della biblioteca<br />

erano in totale 1.641, di cui 811 dei Cappuccini, gli altri 830 della Battisti,<br />

sottraendo a questa somma i 1.386 volumi indicati dal Mariano, abbiamo<br />

una perdita di ben 255 volumi, che negli anni sono andati, per la maggior<br />

parte trafugati, chiaramente i pezzi più pregiati, gli altri dispersi e distrutti,<br />

un depauperamento dell’ordine del 16%, qualcosa di cui alcuni<br />

amministratori scorranesi del passato, civili e religiosi, dovrebbero<br />

vergognarsi per l’incuria e l’accondiscendenza. Ecco cosa scrive Mariano<br />

in quella sua relazione per la soprintendenza:<br />

In ambiente umido, polveroso, aperto ed esposto alla cupidigia di persone<br />

esperte e competenti di lettere, i due menzionati con molti altri sparirono, altri<br />

ammuffirono, […]. 118<br />

Probabilmente il Mariano aveva dei sospetti sul ladro, o sui ladri.<br />

Ritornando agli amministratori, cosa dovrebbero fare quelli del presente e<br />

del futuro? Parafrasando Lord Byron quando scriveva che cosa dovessero<br />

fare i veneziani quando la città lagunare sarebbe stata ricoperta dall’acqua,<br />

possiamo dire: «Oh nobile biblioteca, quando i tuoi libri saranno persi o<br />

distrutti, io non scorranese piangerò. E gli scorranesi cosa dovranno fare?<br />

118 ACS, Educazione nazionale, Biblioteche, b. 95, fasc. 1278.


Tutto fuorché piangere.»<br />

Il 5 maggio 1955 con un prestito, come risulta da un registro di<br />

protocollo, 119 la Biblioteca comunale inizia ufficialmente la propria attività.<br />

Si tratta di due incunaboli, legati insieme, di Tommaso d’Aquino, prestati<br />

ad Antonio Blandolino futuro Sindaco di <strong>Scorrano</strong>, restituiti solo<br />

“nell’ottobre del 1957”. I due incunaboli erano stati spediti<br />

precedentemente a Bari presso la Soprintendenza per un restauro, insieme<br />

ad un altro libro. A firmare il registro per la spedizione è Lucio Trane,<br />

studente di giurisprudenza, ma in possesso di maturità classica ottenuta con<br />

profitto, è uno del gruppetto di giovanissimi volontari (la solita costante)<br />

che coadiuva saltuariamente il Mariano.<br />

c) 1956 - 1975: da Blandolino a Pendinelli, vent’anni di servizio.<br />

Terminata l’era De Donno, inizia nel 1956 l’era Blandolino, il quale<br />

come umanista (laurea in filosofia, latinista, storico, bibliofilo con<br />

competenze biblioteconomiche, era stato chiamato dopo la laurea presso la<br />

biblioteca dell’Università Cattolica, ma aveva rinunciato all’incarico) cerca<br />

di far rivivere la biblioteca mediante il suo utilizzo pubblico, nonostante i<br />

problemi sociali della città non fossero pochi. Riportiamo alcuni passi di<br />

una delle tante accorate lettere che Blandolino scrive ai potenti<br />

democristiani dell’epoca, come questa ad Amintore Fanfani, segretario<br />

della Democrazia Cristiana:<br />

Ritorno nuovamente a seccarla e ripeto quanto sa già. […] Mi preoccupa solo il<br />

fatto che un Comune di 5.000 abitanti non abbia mai, dico mai, avuto un aiuto<br />

economico da parte dello Stato. Mai ha goduto del piano Fanfani, mai ha<br />

119 ABCS, Registro protocollo.<br />

63


goduto del piano Romita (Legge 640), mai ha goduto della cassa del<br />

Mezzogiorno, mai ha goduto di mutui, mai niente. Eppure ha avuto due<br />

Amministrazioni democratiche cristiane e con la mia è la terza, che a tutto<br />

hanno pensato fuor che a quello di effettuare opere che aiutassero<br />

effettivamente i bisognosi. […]. Mi interessa solo fare del bene a della povera<br />

gente che soffre e non viene mai aiutata. […]. Mancano le fognature, mancano<br />

le abitazioni, manca la luce, manca l’acqua, manca insomma quello che è<br />

necessario al vivere civile. 120<br />

64<br />

Una situazione drammatica, non certo enfatizzata, un esempio è il<br />

servizio del carro-botte che trasportava i liquami fecali delle abitazioni del<br />

centro storico, durato sino agli anni ottanta. Nonostante ciò,<br />

l’Amministrazione Blandolino, nella quale erano presenti anche<br />

esponenti della vecchia minoranza come Rizieri Marra e poi<br />

successivamente anche Michele Mariano, minoranza che aveva sollecitato<br />

la riapertura della biblioteca alla passata Amministrazione. Grazie al<br />

volontariato di Luigi Mariano, sempre come Consigliere di minoranza, è la<br />

prima Amministrazione a prendere di petto la questione biblioteca, non<br />

solo, ma aveva cercato di dare delle soluzioni al problema scuola, anche se<br />

ancora non vi era rapporto di complementarità tra le due istituzioni. Si<br />

tesse, tuttavia, quel filo d’unione del quale parlava il Mariano.<br />

Il Mariano si prodiga tantissimo per la biblioteca, scrive anche una breve<br />

storia, già citata, nella quale parla anche dei libri:<br />

Erano tra quei libri una Divina Commedia illustrata con commento del Laudino-<br />

Buti-Vannutelli edizione 500sca, un Orlando Furioso, anche esso illustrato<br />

delle prime edizioni Ferraresi. […] Molti o tarlati interamente o fracidi per<br />

l’umidità assorbita, ho dovuto eliminare, altri pure in condizioni miserevoli,<br />

nella speranza che anche in parte possono essere utili, ho compreso nel<br />

catalogo. Per lo più sono tutti da riparare nella legatura ed altri, molti anche nel<br />

120 ACS, Governo, Partiti e loro organizzazioni, b. 63, fasc. 949.


contesto, per effetto dei tarli e le legature in marocchino sono tutte perdute. 121<br />

65<br />

Il Mariano, parla anche di uno schedario, poi disperso, per autori e per<br />

materia, secondo le indicazioni del manuale D’Amato, allega anche un<br />

elenco diviso per classi di alcuni libri, le classi sono: teologia e filosofia<br />

morale, sacra scrittura, religiosi, classici greco-latini, classici italiani,<br />

storia, scienze giuridiche, scienze matematiche e naturali, scienze mediche,<br />

inoltre alcuni libri li raggruppa come incunaboli e aldini, nel registro di<br />

ingresso parla anche di legature in mezza pelle e di xilografie. Da come<br />

scrive il Mariano, ci accorgiamo che siamo di fronte non a un semplice<br />

bibliofilo, ma ad un bibliologo. La storia della biblioteca viene inviata poi<br />

dal Sindaco Blandolino, a sua firma, al Ministero della Pubblica Istruzione,<br />

il 23 marzo 1957, 122 Blandolino aggiunge solo la richiesta di un contributo<br />

per il restauro e l’incremento, oltre all’invio di persona competente per<br />

valutare il valore. Essa non verrà. Ma a <strong>Scorrano</strong> essa c’era.<br />

L’Amministrazione comunale si affida quasi ciecamente a lui, ogni<br />

richiesta inviata al Sindaco dalla Soprintendenza bibliografica viene girata<br />

al Mariano, come un questionario compilato il 7 maggio 1957, poi a firma<br />

sempre di Blandolino. Ecco uno stralcio:<br />

Manca una vera sistemazione, si sono dati libri in prestito saltuariamente. Lettori<br />

di medio ceto. Minima percentuale (129 letture). Si chiedono romanzi, libri di<br />

avventure, di memorie, di viaggi. Vi è ‘La Rocca’ della Pro Civitate cristiana di<br />

Assisi. 123<br />

Come vediamo la biblioteca funziona, ma poco, manca l’utilizzo da parte<br />

degli studenti.<br />

L’Amministrazione non si interessa solo della biblioteca, sibbene, anche<br />

121 ACS, Educazione nazionale, Biblioteche, b. 95, fasc. 1278<br />

122 Cfr. Ibidem.<br />

123 Cfr. Ibidem.


del campo scolastico e culturale. Il 14 maggio 1957 delibera<br />

l’abbonamento alla rivista “Crocevia”, è rimasto attualmente solo un<br />

numero, mentre il 26 maggio inoltra una richiesta per l’istituzione di una<br />

scuola di avviamento professionale per l’industria, che non verrà istituita,<br />

per fortuna ne verrà poi istituita una di tipo commerciale. 124<br />

L’Amministrazione chiede anche un contributo per l’archivio, perché<br />

l’umidità aveva distrutto annate delle “Gazzette Ufficiali” e lo stesso<br />

archivio era a rischio. La sede municipale, il palazzo Veris, acquistata anni<br />

prima dal Comune, si trova in condizioni disastrose. 125<br />

Richieste giungono anche dalla Soprintendenza, che dopo l’ordinamento<br />

dell’archivio, constatato l’inidoneità dei locali adibiti a biblioteca, chiede<br />

all’Amministrazione uno sforzo per trovare locali idonei. Ecco il 23 luglio<br />

1957 cosa risponde il Sindaco:<br />

Ho già provveduto a trovare locali più idonei e più convenienti per la<br />

Biblioteca. Orario ancora fissato non ve n’è, ma ci sto pensando e col I° Agosto<br />

sarà tutto sistemato. 126<br />

Naturalmente il trasloco avviene successivamente alla data indicata,<br />

intanto Blandolino scrive anche al Ministero, riferisce dell’orario, che era<br />

stato deciso dalle 18 alle 21, e chiede l’istituzione di un corso per legatori,<br />

124 Cfr. ACS, Registri delle deliberazioni originali del Consiglio, b. 3, reg. 20.<br />

125<br />

66<br />

126123 Cfr. ACS, Amministrazione, Archivio, b. 1, fasc. 4.<br />

124 ACS, Educazione nazionale, Biblioteche, b. 95, fasc. 1278.


una delle tante richieste inevase. 127<br />

Ma la biblioteca di <strong>Scorrano</strong> si trova anche coinvolta in quel fermento<br />

culturale che anima in quel periodo il Salento. Nel 1963 la provincia di<br />

Lecce con la sua biblioteca viene scelta, insieme alle province di Cremona,<br />

La Spezia, Rieti, come territorio in cui sperimentare un progetto, il piano L<br />

(L sta per libro e lettura), che prevede l’istituzione di biblioteche, anche<br />

nei più piccoli Comuni. 128<br />

Anche il prefetto dirama in quel periodo circolari per l’apertura di<br />

biblioteche, o l’incremento per quelle esistenti, siamo di fronte insomma a<br />

una intensa attività progettuale in campo bibliotecario, ma in molti casi tale<br />

resterà.<br />

L’11 giugno 1957 la Biblioteca provinciale, avendo istituito il “Bibliobus<br />

Salentino” (un servizio di lettura e prestito alimentato dalla suddetta<br />

biblioteca), invia una nota al Sindaco di <strong>Scorrano</strong>, nella quale si chiede<br />

l’adesione, sicché libri, scaffali e quant’altro vengano forniti gratuitamente.<br />

Al Comune si chiede di mettere a disposizione una sala, il Sindaco<br />

risponde in data 23 luglio favorevolmente. 129<br />

Il 10 ottobre 1957 il Sindaco, oltre a scrivere al Ministero per sollecitare<br />

i contributi richiesti, scrive al direttore della Biblioteca provinciale per<br />

avere notizie riguardo al famoso “Bibliobus Salentino”:<br />

127 Cfr. Ibidem.<br />

[…] perché mi fu assicurato che tutto il materiale l’avrei ricevuto. Mi dissi<br />

disposto a tutto, ma sino ad oggi, nulla. Come mai? Cosa è successo? Posso<br />

128 Cfr. T. PELLEGRINO, Come la biblioteca è cresciuta negli anni ’50, in “La Gazzetta del<br />

Mezzogiorno, 23-3-79, p. 17.<br />

129 Cfr. ACS, Educazione nazionale, Biblioteche, b. 95, fasc. 1278.<br />

67


sperare ancora? 130<br />

Il famoso “Bibliobus” arriverà molti anni dopo, in compenso arrivano i<br />

fondi del Ministero e, nel 1959, vengono restaurati a Bari, presso la<br />

Soprintendenza, 28 volumi. Non molti, ma meglio di niente. I fondi<br />

arrivano, dietro una richiesta della Soprintendenza, che chiede un impegno<br />

di spesa, per la Biblioteca da parte del Comune, il quale stanzia in un<br />

primo momento lire 30.000, per poi ridurle a sole lire 5.000 per spese<br />

varie. 131<br />

Nonostante ciò, la biblioteca ha un incremento librario di 37 unità, si<br />

tratta di due libri di storia donati dalla Biblioteca provinciale di Lecce, 5<br />

libri di argomento vario dell’ex biblioteca del Patronato scolastico, di un<br />

libro di poesie di Giuseppe De Dominicis, donato dal Sindaco, il resto sono<br />

libri acquistati dal Comune: narrativa, italiana e straniera, e storia. Quasi un<br />

terzo di questi libri è andato disperso.<br />

Dopo l’idea del bibliobus, viene partorita nel 1958, questa volta da parte<br />

della soprintendenza di Bari, una nuova idea: l’istituzione di consorzi di<br />

biblioteche. Questi consorzi prevedono che un Comune provvisto di<br />

biblioteca, e in posizione geografica centrale rispetto ad altri Comuni<br />

sprovvisti, ma dotati di sale di lettura, sia il capofila, questo Comune<br />

potrebbe incrementare il patrimonio bibliografico, gli altri Comuni<br />

usufruirebbero di un servizio di prestito e lettura senza eccessive spese, il<br />

Comune di <strong>Scorrano</strong>, è conscio delle difficoltà, ma è favorevole all’idea. 132<br />

L’idea di questo consorzio rimane purtroppo un’idea, non rimane un’idea<br />

per fortuna il consorzio universitario salentino, nato per favorire<br />

l’istituzione dell’ateneo leccese, al quale il Comune di <strong>Scorrano</strong> aderisce.<br />

130 Ibidem.<br />

131 Ibidem.<br />

132 Ibidem<br />

68


Il 1958 è un anno importante per la Biblioteca comunale scorranese: per<br />

la prima volta entra negli annali delle biblioteche italiane, acquisendo così<br />

visibilità. Nell’annuario è riportata una breve storia della biblioteca, è<br />

quella scritta dal Mariano, infatti leggiamo «Ebbe origine dalla donazione<br />

del concittadino Abate Domenico Antonio Battisti», esattamente quello che<br />

aveva scritto il Mariano, solo che aveva scritto Battista. Infatti egli è il<br />

primo ad accorgersi dell’errore anagrafico, ma trascura il don davanti al<br />

resto del cognome. Blandolino, poi, pensando ad un errore del Mariano,<br />

trascrisse Battisti. Nell’annuario è riportato il numero dei libri, sono<br />

evidenziate le cattive condizioni in cui si trovano, il direttore risulta il<br />

Sindaco stesso, Antonio Blandolino. 133<br />

Il vero bibliotecario è, però, Luigi Mariano. Anche le richieste della<br />

soprintendenza rivolte al direttore per recarsi a Bari, vengono girate a lui. 134<br />

Ma il 3 aprile 1959, per problemi di salute, il Mariano, con una lettera<br />

telegrafica indirizzata al Sindaco, dà le dimissioni a bibliotecario<br />

volontario:<br />

La prego di nominare altro fiduciario cui affidare la gestione della Biblioteca<br />

Battista e del Bibliobus salentino. Sono in attesa che mi si comunichi la data per<br />

la consegna. 135<br />

Il Mariano diligentemente attende il sostituto, non vuole lasciare la<br />

biblioteca abbandonata, anche qui poi una conferma a proposito del<br />

cognome, indicato come Battista e non Battisti. Oltre al Mariano, il<br />

Comune in quell’anno subisce la perdita dell’archivio dell’Asilo di<br />

133 Cfr. Annuario delle biblioteche italiane, Roma, F.lli Palombi, 1956-1959, vol. 2, p. 228.<br />

134 Cfr. ACS, Educazione nazionale, Biblioteche, b. 95, fasc. 1278.<br />

135 Ibidem.<br />

136 ACS, Assistenza e beneficenza, Asilo, b. 22, fasc. 253.<br />

135<br />

69


Mendicità “Sigismondo Veris”, che confluisce nell’archivio dell’Ospedale,<br />

un atto dovuto perché l’asilo era passato alle dipendenze dell’Ospedale con<br />

un decreto del 29 giugno 1939, ma considerato che l’Amministrazione<br />

dell’ente ospedaliero dipendeva dal Comune, forse si sarebbe potuto<br />

trovare una scappatoia. 136<br />

In compenso viene intitolata una strada a Domenico Antonio Battisti, che<br />

è quella attuale, poi viene istituita la scuola di avviamento professionale di<br />

tipo commerciale. Quella di tipo agrario nonostante le promesse politiche,<br />

non viene istituita, così come quella femminile, questa perché entra in<br />

vigore la legge 1859 del 1962 che istituisce la Scuola media unificata.<br />

L’impegno di spesa è notevole, perché il Comune non ha locali adatti, un<br />

problema atavico quello della mancanza di locali. Divenuto poi cronico,<br />

vengono presi in locazione quelli di via Discesa Re Ladislao di proprietà<br />

dell’ex Sindaco Giuseppe De Jaco Veris. Negli anni successivi verranno<br />

utilizzati i locali del palazzo Guarini e della parte nuova del Convento degli<br />

Agostiniani, fino alla costruzione del plesso di via D’annunzio. 137<br />

Con delibera del 30 dicembre 1962 l’Amministrazione stanzia anche lire<br />

30.000 per l’acquisto di un’enciclopedia: Storia d’Italia, destinata ad<br />

incrementare la biblioteca della Scuola professionale e annessa Scuola<br />

media unificata. 138<br />

Da questa delibera apprendiamo che la Scuola media ha già la sua<br />

piccola biblioteca, attualmente composta da un migliaio di volumi: per la<br />

maggior parte opere di narrativa, oltre a una sezione per l’insegnanti. È<br />

comunque da lodare l’impegno dell’Amministrazione per questa neonata<br />

biblioteca scolastica, ma sarebbe stato più opportuno incrementare la<br />

136<br />

137 Cfr. ACS, Registri delle deliberazioni originali del Consiglio, b. 3, reg. 23.<br />

138 Cfr. Ibidem.<br />

70


vecchia Biblioteca comunale così da tessere un filo con la scuola. Il<br />

Mariano lascia l’incarico due anni dopo, quando vengono nominati due<br />

bibliotecari con incarico provvisorio: si tratta di Giuseppe Presicce,<br />

studente universitario e futuro preside del liceo scientifico di Maglie, e di<br />

Francesco Bello, diplomato ragioniere. 139<br />

Purtroppo in questo periodo la biblioteca è gestita sempre in modo<br />

irregolare e da personale saltuario e non specializzato, i corsi della<br />

Biblioteca provinciale, che non sono gratuiti vengono disertati, al corso<br />

organizzato nel 1960 dalla Società Umanitaria e dalla Federazione Italiana<br />

Biblioteche Popolari, che si svolge a Meina sul Lago Maggiore, viene<br />

indicato come partecipante l’insegnante elementare Vito Rizzo, ma<br />

purtroppo l’iscrizione giunge in ritardo. 140<br />

Come direttore figura sempre il Sindaco Antonio Blandolino, ma a farne<br />

le veci è il vicesindaco Rizieri Marra, bibliofilo appassionato di musica, il<br />

quale si occupa di tutto ciò che concerne la biblioteca, tipo i rapporti con la<br />

Soprintendenza, ricerche, conservazione dei libri, provvedendo<br />

personalmente alla disinfestazione secondo le disposizioni ministeriali. 141<br />

Purtroppo la situazione, senza un bibliotecario ufficiale, con locali non<br />

adatti, non può durare, ma per fortuna il 24 maggio 1963 arriva in<br />

“soccorso” il piano L, già citato, del Ministero della Pubblica Istruzione.<br />

Con l’esperimento si prevede di installare la biblioteca in ogni Comune,<br />

che deve fornire solo il locale, il Ministero fornisce scaffalature, sedie,<br />

schedario, ecc., oltre ai libri e al compenso per il bibliotecario.<br />

Nonostante i buoni propositi del Ministero, ancora oggi nella Provincia di<br />

Lecce vi sono Comuni sprovvisti di biblioteche, altri hanno un embrione di<br />

139 Cfr. ACS, Educazione nazionale, Biblioteche, b. 95, fasc. 1278.<br />

140 Cfr. Ibidem.<br />

141 Cfr. Ibidem<br />

71


iblioteca, altri hanno biblioteche carenti, le linee guida IFLA/UNESCO<br />

per le biblioteche pubbliche prevedono 2 libri per abitante, o almeno 1 libro<br />

per abitante, in Provincia di Lecce queste biblioteche si possono contare<br />

sulle dita di una mano.<br />

Il Consiglio comunale, considerato che una biblioteca esiste, ma è priva<br />

di bibliotecario, che i locali in via Crispi sono soggetti ad infiltrazioni<br />

d’acqua, naturalmente con delibera del 3 agosto 1963, aderisce al piano e<br />

destina allo scopo un locale di proprietà comunale. 142<br />

Il locale destinato a biblioteca è l’ex chiesa di San Giovanni Evangelista,<br />

ubicata in piazza Municipio di fronte alla sede comunale. La chiesa<br />

apparteneva alla famiglia Volante, che aveva il palazzo adiacente, poi<br />

venne abbattuta e ricostruita dalla famiglia Veris, acquistata, quindi, dal<br />

Comune, viene adibita per alcuni anni ad ufficio postale. Finalmente la<br />

nuova destinazione: biblioteca, destinazione d’uso che dura per un quarto<br />

di secolo. Dopo il trasloco nella nuova sede inizia il periodo “aureo” della<br />

Biblioteca, perché per circa quindici anni esplica in pieno il ruolo di<br />

biblioteca pubblica. Prima del trasloco viene nominato a tempo determinato<br />

un bibliotecario archivista, si tratta di Francesco Bello, che aveva già<br />

esplicato tale compito, anche se l’opposizione in Consiglio si “oppone” (il<br />

famoso ossimoro della politica):<br />

Il Presidente […] ricorda le disposizioni sulle Biblioteche Comunali e così come<br />

posto come ordine del giorno procedere alla nomina di un addetto riordinamento<br />

archivio comunale e bibliotecario […] perché l’archivio di ogni ente pubblico o<br />

privato rappresenta la storia vivente dell’Ente stesso. […] e fa il nome di Bello<br />

Francesco giovane studioso in possesso di diploma ragioniere capace<br />

dell’incarico. Apertasi al discussione il consigliere della minoranza comunista<br />

capo gruppo sig. Marsella Costantino si oppone a tale spesa e conseguente<br />

nomina che non ritiene necessaria in rapporto alle condizioni finanziarie del<br />

bilancio. Fa presente che se fino ad oggi non è stato mai assunto un bibliotecario<br />

non ravvisa necessario che sia accolli una nuova maggiore spesa e si dichiara col<br />

142 Ibidem. ACS, Registri delle deliberazioni originali del Consiglio, b. 3, reg. 23..<br />

72


suo gruppo assolutamente contro la proposta. 143<br />

73<br />

È vero che non era stato assunto nessun bibliotecario, ma perché<br />

<strong>Scorrano</strong> aveva la fortuna di avere una persona come Luigi Mariano.<br />

I Consiglieri del Partito Comunista forse non credevano nell’eternità, ma<br />

nel caso del Mariano, che morirà proprio quell’anno, ci speravano,<br />

Naturalmente c’è in Consiglio una vivace discussione, come riportato in<br />

delibera, ma il Sindaco chiarisce che è un’assunzione provvisoria e che in<br />

bilancio vi è un capitolo di spesa destinato a ciò. Le condizioni del bilancio<br />

comunale non sono poi disastrate, nonostante le opere eseguite<br />

dall’Amministrazione. Nel 1965 al momento del passaggio<br />

dall’Amministrazione Blandolino a quella Pendinelli, risulta un avanzo di<br />

lire 5.614.485. 144<br />

Avanzo con il quale l’Amministrazione, considerato che lo stipendio<br />

lordo di un impiegato era meno di lire 50.000 mensili, poteva assumere un<br />

bibliotecario in pianta stabile senza sperare in un altro valido come<br />

Mariano. Il quale per fortuna “arriverà”. In questi anni comunque<br />

ricordiamo che vi è un incremento della biblioteca grazie al materiale<br />

presente sulla sede municipale, si tratta degli Annuari di Terra d’Otranto,<br />

di vari manuali per gli amministratori, di varie annate degli atti del<br />

Consiglio Provinciale di Lecce, del dizionario italiano Tommaseo, del<br />

Dizionario Corografico d’Italia, di atlanti geografici anche preunitari,<br />

opere tutte dell’Ottocento o degli inizi del Novecento, acquistate dalle<br />

Amministrazioni guidate dai Carlucci.<br />

La nuova Amministrazione, guidata da Ennio Pendinelli, geometra presso<br />

il Genio Civile, pur non trovandosi una biblioteca moderna, continua sulla<br />

143 Ibidem.<br />

144 Cfr. ACS, Amministrazione, Sindaco, b. 3, fasc. 19.3.


strada intrapresa dalla precedente Amministrazione, anche perché il<br />

Sindaco, pur non avendo fatto studi classici, è appassionato di storia ed<br />

amante di tutto ciò che riguarda i beni archivistici e librari. Il primo passo<br />

che fa la nuova Amministrazione per la cultura è la costruzione del secondo<br />

plesso delle Scuole elementari, perché il vecchio edificio è ormai<br />

insufficiente, poi provvede subito al riordinamento dell’archivio,<br />

riordinamento purtroppo infinito, infine si cerca di dare un funzionamento<br />

regolare alla biblioteca, che nelle intenzioni del neosindaco dovrebbe<br />

essere il fiore all’occhiello dell’Amministrazione, per tessere finalmente<br />

quel filo con la scuola auspicato dal Mariano.<br />

In questi anni vengono nominati alcuni bibliotecari con incarichi sempre<br />

provvisori, ma con periodi di maggiore durata rispetto al passato, si tratta<br />

di incarichi semestrali. La prima nomina ufficiale viene data il 14 giugno<br />

1966 a Maria Augusta Mariano, così è riportato in delibera, anche se il<br />

vero nome è Maria Alberta, in possesso di maturità classica e di diploma di<br />

bibliotecaria ottenuto presso la Biblioteca provinciale, ma per problemi<br />

burocratici solo un anno dopo, il 27 maggio 1967, con altra delibera si dà<br />

corso alla delibera precedente e viene dato l’incarico a partire dal 1°<br />

giugno, ma a iniziare è Maria Luisa Micocci, la quale, nel frattempo, ha<br />

avanzato richiesta: è insegnante elementare e anch’essa in possesso di<br />

diploma specifico della Biblioteca provinciale, si avvicenda con la<br />

Mariano, che inizia il 1° dicembre. 145<br />

Con questa delibera si decidono sia il compenso, che è di lire 20.000<br />

mensili sia l’orario di apertura: tre ore pomeridiane tutti i giorni esclusi i<br />

festivi. È un orario che tiene conto delle esigenze scolastiche, ma anche in<br />

145 Cfr. ACS, Registro delle deliberazioni della Giunta comunale, 1967.<br />

74


mattinata saltuariamente la biblioteca apre le sue porte. A frequentarla nel<br />

mattino sono studiosi o professori universitari, sia del neonato ateneo<br />

leccese, sia di quelli di Bari e Napoli, a fare le veci del bibliotecario è<br />

Giuseppe De Jaco, impiegato comunale, che annota su un registro queste<br />

visite, registro purtroppo andato disperso.<br />

In questo periodo vengono acquistati periodicamente dei libri, così da<br />

incrementare e ammodernare il patrimonio bibliografico, sottoscritti<br />

abbonamenti a riviste, anche specializzate come il Bollettino dell’Istituto di<br />

Patologia del Libro o dell’Associazione Italiana Biblioteche, vengono<br />

donati anche dei volumi da parte del Sindaco, acquistati nuovi scaffali,<br />

purtroppo non abbiamo i registri di entrata per conoscere i libri che sono<br />

stati acquistati, abbiamo comunque una delibera di Giunta del 17 luglio<br />

1969 che ci indica un acquisto:<br />

Sentita la bibliotecaria che ha segnalato un crescente interesse del pubblico per i<br />

classici. […]. Delibera procedere all’acquisto della collana ‘I classici di tutti i<br />

Paesi’ serie 1-40, edita dalla P. E. M. Roma per il prezzo di £. 112.000. 146<br />

Si tratta di una spesa notevole, corrispondono a oltre due stipendi attuali.<br />

Dalla richiesta del pubblico si intuisce che la biblioteca è frequentata anche<br />

da studenti delle Scuole inferiori o superiori. Purtroppo non abbiamo il<br />

registro dei prestiti per conoscere la frequenza, ma sappiamo per certo che<br />

la biblioteca è abbastanza frequentata. Quel famoso filo, anche se debole,<br />

è stato teso.<br />

Grazie agli incarichi semestrali affidati alle bibliotecarie, si ha una<br />

regolarità nella gestione della biblioteca, di ciò non può che avvantaggiarsi<br />

l’utenza. Gli incarichi, nel 1969, però diventano annuali, il perché lo<br />

troviamo nella delibera di Giunta del 17 luglio 1969:<br />

146 ACS, Registro delle deliberazioni della Giunta comunale, 1969.<br />

75


Atteso che la Sig.na Mariano Maria Augusta dopo aver ceduto alla collega Sig.na<br />

Micocci il suo turno col consenso di questa Amministrazione, non ha dimostrato<br />

successivamente di avere alcun interesse all’incarico; Considerato che la predetta<br />

Sig.na Mariano è in procinto di sposarsi e trasferirà la residenza in altro comune;<br />

Ritenuto dover affidare, in conseguenza, l’incarico alla signorina Micocci Maria<br />

Luisa in continuazione. 147<br />

76<br />

Sembrerebbe un incarico in pianta stabile, ma la successiva delibera del 6<br />

agosto, in seguito a comunicazione prefettizia, che rileva l’inammissibilità<br />

di un incarico a tempo indeterminato, rettifica tutto e l’incarico viene<br />

affidato per un anno sino al dicembre 1969. 148<br />

Con successiva delibera viene confermato l’incarico sino al giugno del<br />

1970. 149<br />

Mentre la biblioteca funziona, il problema rimane nel campo archivistico,<br />

ecco cosa leggiamo nella delibera della Giunta comunale del 20 luglio 1868<br />

conseguente all’acquisto di scaffalature:<br />

Considerato che gli atti di Archivio sono confusamente ammassati per terra in una<br />

stanza, senza alcuna possibilità di essere consultati […]. 150<br />

Un problema che sembra non avere soluzione, ma la situazione attuale<br />

della Biblioteca è un’indicazione come si può risolvere: dare incarichi più<br />

duraturi e a personale competente. L’Amministrazione comunale continua<br />

in questa politica, a partire dal 1970, con la delibera di Giunta del 13<br />

settembre, l’incarico viene affidato ad Antonio Pio Micocci, fratello della<br />

precedente bibliotecaria, in seguito al trasferimento di quest’ultima in altro<br />

Comune:<br />

147 Ibidem.<br />

148 Ibidem.<br />

149 ibid., 1970.<br />

150 ibid., 1968.<br />

Considerato che il predetto munito di diploma di ragioniere, ha frequentato il<br />

corso agli Uffici ed ai servizi delle biblioteche popolari e scolastiche, superando<br />

con esito positivo, gli esami di fine corso tenutesi a Lecce nel 1969; Atteso che<br />

in questo Comune non esiste altro aspirante in possesso del titolo specifico;


Delibera Affidare al rag. Micocci Antonio Pio l’incarico di addetto alla<br />

Biblioteca Comunale per la durata di un anno dal 16 ottobre 1970 e fino al 15<br />

ottobre 1971. 151<br />

77<br />

Incarico che viene poi rinnovato.<br />

Il compenso però rimane sempre quello, lire 20.000 mensili, ma nel 1971<br />

quando l’orario di apertura viene portato a 40 ore settimanali, il compenso<br />

mensile viene aumentato a lire 35.000. 152<br />

Purtroppo nemmeno per questo periodo conosciamo la frequenza, non<br />

abbiamo il registro dei prestiti, abbiamo riscontrato sul protocollo della<br />

corrispondenza solo la restituzione di alcuni libri. Continua anche<br />

l’incremento librario con opere per ragazzi, enciclopedie, storia, letteratura<br />

(è il bibliotecario Micocci a provvedere a catalogare la sezione<br />

moderna), 153 ma anche con riviste di tutti i generi: “Vitt” (ragazzi),<br />

“Arianna” (rivista femminile), “Quadrante” (rivista delle forze armate), “Il<br />

Carabiniere”, “Quadrifoglio” (trimestrale dell’Alfa Romeo), “Historia”,<br />

“Oggi”, “News week”, “Selezione del Reader’s Digest”, “Realtà Nuova”<br />

poi “Il Rotary” del Rotary Club, “Storia dell’Arte”, della quale non è<br />

rimasta traccia. Dal protocollo di corrispondenza risulta il rinvenimento, da<br />

parte di Giovanni Giangreco (se Luigi Mariano è stato l’anima delle<br />

biblioteca per quasi 60 anni, lui, che da bambino osservava il Mariano che<br />

cercava empiricamente di salvare qualche libro, lo è stato negli ultimi 35<br />

anni) di due opere latine appartenenti alla Biblioteca comunale, trovate tra i<br />

resti della biblioteca di don Salvatore De Jaco, biblioteca andata dispersa.<br />

L’Amministrazione, poi, in seguito al VII° convegno di studi dei laureati<br />

cattolici svoltosi a <strong>Scorrano</strong> il 19 maggio 1969, ne stampa anche gli atti, un<br />

151 ibid., 1970<br />

152 Cfr. ibid., 1971.<br />

153 ibid., 1972.


evento nell’evento. 154<br />

Con il conseguente incremento librario vengono acquistate nuove<br />

scaffalature, inoltre si provvede alla sicurezza acquistando degli estintori. 155<br />

Uno degli ultimi atti da parte dell’Amministrazione Pendinelli per la<br />

Biblioteca è nel 1975, con il conferimento dell’incarico di bibliotecaria<br />

provvisoria ad Anna Maruccio, in possesso allora di diploma magistrale,<br />

l’anno dopo avviene il passaggio di consegne alla nuova Amministrazione.<br />

In questi dieci anni l’Amministrazione ha raggiunto il suo scopo: avere una<br />

biblioteca efficiente. Naturalmente la biblioteca ha i suoi problemi, uno di<br />

questi è la “concorrenza”, ma non delle biblioteche limitrofe, bensì di<br />

un’altra biblioteca impiantata a <strong>Scorrano</strong>. La biblioteca in questione è<br />

quella del Centro di lettura istituito dal Provveditorato agli Studi di Lecce,<br />

meglio conosciuta come biblioteca di via De Lorentiis, perché è ubicata<br />

presso il plesso delle Scuole elementari della suddetta via. Questo Centro<br />

viene istituito a Santa Cesarea Terme nell’estate del 1962. Dal registro dei<br />

prestiti vediamo che il Centro, considerato che si trova in un piccolo<br />

Comune, è molto frequentato, con regolarità sia nel periodo invernale, che<br />

in quello estivo. 156<br />

Il 15 novembre 1965 il Centro viene trasferito ad Ortelle, una perdita per<br />

un piccolo centro come Santa Cesarea, che non ha altre strutture<br />

bibliotecarie. Anche qui, a Ortelle, il Centro è frequentato, ma il 20<br />

novembre 1968 il Centro viene trasferito a <strong>Scorrano</strong>, altra perdita per quel<br />

piccolo Comune, ma sembra purtroppo una “guerra” tra poveri. Da questo<br />

momento comunque la storia di questo Centro corre parallela a quella della<br />

Biblioteca comunale per poi intrecciarsi.<br />

154 ACS, Registro delle deliberazioni della Giunta comunale, 1970.<br />

155 ACS, Indice delle deliberazioni della Giunta comunale, 1967-1974.<br />

78<br />

156 Cfr. ABCS, Centro di lettura, Registro dei prestiti, v. I.


A <strong>Scorrano</strong>, dal registro di prestito già citato, notiamo una certa<br />

frequenza, ma fino al 1975 non superiore a quelle degli altri due centri<br />

indicati prima, anzi dal 1973 al 1975 risulta un calo netto di lettori, anche<br />

se è probabile che il registro in quel periodo non venga tenuto in maniera<br />

regolare. Naturalmente ciò è conseguenza del fatto che esiste già una<br />

struttura bibliotecaria. A frequentare il Centro non sono solo studenti delle<br />

scuole locali, ma anche studenti universitari, insegnanti, impiegati e operai.<br />

A spingere questi lettori è l’acquisizione da parte del Provveditorato di testi<br />

di storia, politica, libri inchiesta. I libri con i quali è iniziata l’attività del<br />

Centro sono libri di narrativa per ragazzi, poi vengono acquistati classici di<br />

letteratura italiana e straniera, fino al 1978 vengono acquistati 400 libri. 157<br />

Vengono acquistate anche delle riviste come: “La Zagaglia” (rivista<br />

salentina di cultura e anche notiziario del Gruppo Speleologico Salentino),<br />

“Storia Illustrata”, “Epoca”, “La Civiltà Cattolica” e altre che poi, dopo la<br />

chiusura del Centro, della quale parleremo in seguito, confluiscono nella<br />

biblioteca comunale, ma, ad esclusione delle prime due, le altre sono<br />

andate disperse. 158<br />

A dirigere il Centro di lettura fino al 1975 sono due insegnanti elementari,<br />

dapprima Romualdo Rizzo, poi il collega Vito Rizzo.<br />

157 Cfr. ABCS, Centro di lettura, Registro d’ingresso.<br />

Abbiamo parlato di “concorrenza”, ma in realtà è una concorrenza che fa<br />

solo bene alla cultura: avere due strutture bibliotecarie in un piccolo centro,<br />

fa sì che il lettore che non trova qualcosa in una si rivolga all’altra, quindi il<br />

bisogno di cultura, nei limiti della consistenza bibliotecaria, viene<br />

soddisfatto.<br />

157158 Cfr. ABCS, Centro di lettura, Registro d’ingresso riviste<br />

158 .<br />

79


d) 1976 - 2002: “otto” anni di servizio.<br />

Tra il 1976 e il 2002 vi è un arco di tempo di 27 anni, ma purtroppo ne<br />

risultano solo otto di servizio, nemmeno un terzo, il perché lo vedremo<br />

ripercorrendo questo periodo.<br />

80<br />

Nel 1975 ad amministrare il Comune è l’Amministrazione guidata da


Ferruccio Visconti, insegnante di Scuola media laureato in economia e<br />

commercio, il quale non può che proseguire l’opera del Sindaco<br />

precedente, visto che in Giunta vi sono anche due altri insegnanti: Luigi<br />

Bello, democristiano, e Paride Vergari, socialdemocratico, quindi con una<br />

sensibilità culturale maggiore.<br />

Nel 1976 la Biblioteca comunale compare nell’Annuario delle<br />

Biblioteche, dove viene riportata una breve storia della stessa, quella del<br />

Mariano. Viene indicato l’orario, che è dalle 17 alle 20, si segnala che sono<br />

presenti edizioni antiche ed una sezione per ragazzi, oltre a 12 periodici in<br />

corso, che vi è solo il catalogo per materie, mentre quello per autore è in<br />

corso, che la direttrice risulta Anna Maruccio e che la consistenza è di<br />

2.100 volumi. 159<br />

Dal 1958, data dell’ultimo annuario visionato, al 1976, notiamo un<br />

notevole incremento di libri: oltre il quaranta per cento, libri acquistati o<br />

confluiti dal municipio, qualcuno anche donato, un fatto positivo perché vi<br />

è, oltre all’incremento, l’ammodernamento del patrimonio librario.<br />

L’Amministrazione dell’epoca continua questo incremento e conseguente<br />

ammodernamento, anche se non sappiamo in che misura. 160<br />

Fino al 1978 la bibliotecaria è Anna Maruccio, solo per alcuni mesi del<br />

1977 viene sostituita da Augusta Mariano, una vicenda questa dai risvolti<br />

legali. Nonostante Anna Maruccio svolgesse il suo compito con dedizione,<br />

viene all’improvviso licenziata dall’Amministrazione e sostituita da<br />

159 Cfr. Annuario delle biblioteche italiane, Roma, F.lli Palombi, 1976, p. 374.<br />

160 Cfr. ACS, Indice delle deliberazioni della Giunta comunale, 1978<br />

81<br />

161 Notizie fornite dalla dottoressa Anna Maruccio.


Augusta Mariano. Sembra che vi fosse sentore di una legge che avrebbe<br />

consentito ai bibliotecari provvisori di entrare in ruolo, naturalmente Anna<br />

Maruccio ricorre alle vie legali, riottenendo il suo incarico provvisorio, sarà<br />

lei stessa nel 1978 a dare le dimissioni, quando entra a lavorare a scuola,<br />

soddisfatta dell’esperienza, soprattutto umana, di bibliotecaria, ma quasi<br />

disgustata da quell’episodio. 161<br />

In questi anni, la direttrice Anna Maruccio si prodiga per compilare il<br />

catalogo per autori con le relative schede bibliografiche, nonostante il<br />

tempo a disposizione sia poco, poiché questi anni sono quelli in cui la<br />

biblioteca è maggiormente frequentata, ma si prodiga anche ad aiutare gli<br />

studenti nei loro impegni scolastici. Dai numeri di alcune tessere trovate<br />

nell’archivio della biblioteca comunale, risulta un numero di lettori di oltre<br />

500, un numero notevole, quindi quasi tutti gli studenti di <strong>Scorrano</strong>, chi<br />

poco, chi molto, frequentano la biblioteca, anche se dalle firme del retro<br />

delle schede bibliografiche, la maggioranza dei lettori risultano le donne,<br />

assidue lettrici. A frequentarla di più sono gli studenti delle Scuole<br />

superiori, dal protocollo della corrispondenza risultano poi anche lettori<br />

non scorranesi e vi sono pure richieste di informazioni di utenti di altre<br />

zone d’Italia. I libri maggiormente richiesti sono: narrativa per ragazzi,<br />

romanzi, classici, e storia. In questo periodo funziona anche il famoso<br />

bibliobus, ed è proprio Anna Maruccio a fare “l’autista”, perché va<br />

personalmente a Lecce ogni mese a prendere i libri presso la biblioteca<br />

provinciale. Per la biblioteca di <strong>Scorrano</strong> è forse il periodo più felice, forse<br />

l’unico nella sua lunga e travagliata storia. Questo è il frutto dell’impegno<br />

delle passate amministrazioni, naturalmente merito all’Amministrazione<br />

attuale che continua in questo lavoro. La biblioteca diventa anche un luogo<br />

d’incontro per i ragazzi, un luogo dove socializzare.<br />

161<br />

82


L’Amministrazione comunale, nella quale vi sono due gruppi fortemente<br />

contrapposti, democristiani e socialdemocratici (i blandoliniani), visto il<br />

fermento che si è creato intorno alla biblioteca, nel Consiglio comunale del<br />

29 settembre 1977, la inserisce in un progetto per l’occupazione giovanile,<br />

insieme ad altri progetti per gli anziani, per corsi di scuola serale, per il<br />

censimento delle terre incolte e dei beni del Comune. Questi progetti, in<br />

parte, vedranno la luce solo dieci anni dopo. Il progetto che ci riguarda<br />

prevede l’occupazione di dieci giovani, di cui due laureati in materie<br />

umanistiche, oltre a quattro diplomati e quattro operai, per il riordino degli<br />

archivi del Comune, della parrocchia, del convento dei Cappuccini,<br />

dell’Ospedale, e delle biblioteche dei predetti enti. 162<br />

Nelle intenzioni, il progetto è qualcosa quasi di faraonico, riordinare il<br />

patrimonio archivistico e librario di <strong>Scorrano</strong>, anche quello sconosciuto,<br />

come nel caso dell’Ospedale. Ma il progetto rimane un progetto, infatti<br />

ecco cosa succede per questi beni. Della biblioteca dell’Ospedale, una<br />

biblioteca naturalmente specialistica e sconosciuta ai più, creata grazie a un<br />

lascito del dottore Gino Catalano in memoria del padre, il dottore Giovanni<br />

Catalano, 163 e formata a quanto pare da un numero notevole di volumi, non<br />

si sa più nulla, sembra svanita nel nulla, ad eccezione di pochissime<br />

centinaia di libri, mentre per quanto riguarda l’archivio è stato riordinato<br />

dagli impiegati ospedalieri. Della biblioteca della parrocchia sappiamo ben<br />

poco, mentre, per quanto riguarda l’archivio, solo nel settembre del 1990 la<br />

dottoressa Carla Palma, originaria di <strong>Scorrano</strong> e archivista della<br />

Soprintendenza, su sollecitazione di Giovanni Giangreco, fa un parziale<br />

riordino, coadiuvata dallo stesso Giangreco e da Ennio Pendinelli. Ella<br />

rileva i documenti esistenti, constata che i più antichi necessitano di<br />

162 Cfr. SCORRANO. Progetti per l’occupazione giovanile, in “Tempo d’oggi”, 20 OTTOBRE<br />

1977, p. 6.<br />

163<br />

83


estauro, inoltre fa emettere la dichiarazione “di notevole interesse<br />

storico”. 164 Anche se, ancora oggi, non vi è una inventariazione analitica,<br />

l’attuale parroco, don Gino De Giorgi, ha provveduto a riordinare i libri<br />

canonici e a collocarli nell’ufficio parrocchiale per permetterne la<br />

consultazione.<br />

Per quanto riguarda il convento, solo dieci anni dopo viene effettuato un<br />

ordinamento della biblioteca, la quale dal 1933, data in cui compare<br />

nell’Annuario delle Biblioteche, ad oggi, si è progressivamente<br />

depauperata in ordine al materiale più antico, confluito nel convento di<br />

Santa Fara a Bari, presso la biblioteca della Provincia dei Cappuccini di<br />

Puglia. Infatti l’opera più significativa che vi si conserva è del 1632, si<br />

tratta degli Annales del Boverio, mentre un incremento complessivo c’è<br />

163 Cfr. <strong>Scorrano</strong>. Un ospedale in continua crescita, in “Tempo d’oggi”, 4 GIUGNO 1975, p. 6.<br />

164 Cfr. APG, C. PALMA, Copia Rilevamento della documentazione esistente presso l’Archivio<br />

parrocchiale della Chiesa Matrice di <strong>Scorrano</strong>.<br />

stato, perché il numero dei volumi presenti attualmente, tra antichi e<br />

moderni, è di 4.300. 165 In realtà c’è stato un depauperamento notevole: i<br />

libri presenti nell’annuario del 1993 risultano 7.000. Viene riportata anche<br />

la tipologia dei libri: Bibbia, teologia e filosofia, storia locale, la presenza<br />

di carte geografiche e stampati musicali, i periodici (tre di cui 2 in corso) e<br />

2 giornali in corso. 166<br />

164<br />

165<br />

166<br />

84<br />

165 Cfr. F. S. CAMPANELLA-M. C. ROSSI, op. cit., vol. 2, p. 150.<br />

166 Cfr. MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI, Catalogo delle<br />

biblioteche d’Italia. Puglia, Milano, Bibliografica, 1993, pp. 354 s.


Sembra che i frati facciano come le formiche, solo che le formiche<br />

lavorano l’estate per l’inverno, ma per loro stesse, i frati scorranesi<br />

lavorano per anni, ma per i loro confratelli baresi, perché tanto materiale<br />

del convento di <strong>Scorrano</strong> va a finire a Bari, anche se le offerte vengono<br />

raccolte a <strong>Scorrano</strong> e nel Salento. Nel convento di Bari è confluito anche<br />

l’archivio dei frati scorranesi, una conferma di quanto detto prima, archivio<br />

del quale era stato fatto un inventario nel 1979 da parte di Giovanni<br />

Giangreco.<br />

Per quanto concerne l’archivio del Comune, bisogna aspettare il XXI°<br />

secolo per il riordino, mentre per la biblioteca se ne parlerà solo nel 1987.<br />

Essa biblioteca rimane chiusa, non essendo stato rinnovato l’incarico al<br />

bibliotecario. Il clima politico è teso, fatto di sospetti e di acredine<br />

celata, la maggioranza è formata da due gruppi contrapposti, uniti forse<br />

dalla paura del “pericolo rosso”. Infatti, in quel periodo, si registra una<br />

notevole avanzata del P.C.I. e a <strong>Scorrano</strong> vi è un grande fermento a livello<br />

giovanile vicino a questo partito. In una situazione politica del genere,<br />

naturalmente molte idee abortiscono, la biblioteca rimane aperta fino al<br />

1979, poi dal 1980 al 1987 rimane chiusa. Nel 1980 la nuova maggioranza,<br />

un monocolore democristiano, nonostante la biblioteca stesse chiusa,<br />

acquista dei libri. 167<br />

Le buone intenzioni ci sono, ma anche se la D. C. ha la maggioranza<br />

assoluta, vi sono al suo interno dei malumori che penalizzano la vita<br />

amministrativa. Nel 1982 vi è poi il “ribaltone” e fino al 1985 la vita<br />

amministrativa rimane paralizzata, così come la vita della biblioteca,<br />

nonostante una delibera del Consiglio comunale, della quale riportiamo i<br />

167 Cfr. ACS, Indice delle deliberazioni della Giunta comunale, 1980.<br />

85


passaggi più significativi:<br />

Preso atto che la Biblioteca comunale è chiusa da parecchi anni; Considerato che<br />

occorre riattivare tale importante servizio; […]; A seguito di un lungo dibattito e<br />

ad unanimità di voti Delibera Procedersi alla riattivazione della Biblioteca<br />

comunale. 168<br />

Per fortuna i politici di allora erano tutti d’accordo, ma probabilmente a<br />

parole, e i fatti? Insomma un’altra fumata bianca.<br />

Fortunatamente quei 500 ragazzi che hanno la tessera della biblioteca<br />

non rimangono “orfani” della lettura, a <strong>Scorrano</strong> funziona quel famoso<br />

Centro di lettura. Dal 1976 fino al 1978 a dirigere il Centro è l’insegnante<br />

Gianfranco Ferramosca di Maglie. In questo periodo, con la biblioteca vi è<br />

una sana “concorrenza”, il numero dei lettori è costante come per gli altri<br />

anni, ma dal 1980 in poi, quando la Comunale rimane chiusa, rileviamo che<br />

il numero dei lettori raddoppia o quasi triplica. 169<br />

Dal 24 luglio 1977 con D.P.R. 616, il Centro passa sotto la giurisdizione<br />

della Regione Puglia assumendo la denominazione di C.R.S.E.C. (centro<br />

regionale servizi educativi culturali), ma solo nell’estate del 1979 vi è il<br />

passaggio delle consegne: i libri vengono acquistati ancora dal<br />

Provveditorato agli Studi, mentre a dirigere il Centro non sono insegnanti<br />

elementari, ma due operatrici nominate dalla Regione. Si tratta di Maria De<br />

Jaco, che è la dirigente, e di Maria Grazia Scoletta, entrambe in possesso<br />

di diploma magistrale. Le due operatrici, nel 1979, su invito<br />

dell’Amministrazione comunale, conscia del danno in atto con la chiusura<br />

della biblioteca, gestiscono, alternandosi, anche la Biblioteca comunale,<br />

esperienza che dura solo quell’anno. 170<br />

168 ACS, Copia delle deliberazioni del Consiglio comunale, 1983<br />

169 Cfr. ABCS, Centro di lettura, Registro dei prestiti, vol. I e II.<br />

170 Notizie fornite da Maria De Jaco.<br />

86


Il Centro di lettura rimane l’unico riferimento culturale a <strong>Scorrano</strong>. Oltre<br />

alla lettura, si svolgono altre attività culturali come il cineforum. I libri<br />

vengono acquistati dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione<br />

Puglia, fino al 1982, quando gli acquisti si interrompono, vengono donati<br />

solo tre libri da parte di altri C.R.S.E.C. e uno da parte di Giovanni<br />

Giangreco (si tratta degli appunti di una conferenza tenuta a <strong>Scorrano</strong><br />

diversi anni prima sulla storia della cittadina). Il totale dei libri acquistati<br />

fino al 1985 è di 468, compresi quelli acquistati precedentemente dal<br />

Provveditorato agli Studi di Lecce. 171<br />

Purtroppo, questa bella favola culturale giunge al termine. Il Centro a<br />

<strong>Scorrano</strong> è rimasto per ben 17 anni, contribuendo alla formazione culturale<br />

di tanti adolescenti, prima come supporto dell’istituzione “biblioteca” e poi<br />

come sostituto. Il 31 marzo 1986, il Centro viene trasferito a Maglie, luogo<br />

natale del presidente della regione Salvatore Fitto, il depauperamento<br />

culturale di <strong>Scorrano</strong> continua. Per fortuna i libri confluiscono nella<br />

biblioteca comunale, in attesa di una sua riapertura, però non quelli<br />

acquistati dalla Regione, dei quali rimane a <strong>Scorrano</strong> solo un dizionario di<br />

italiano e la Storia della letteratura italiana del De Sanctis. Dei 400 libri<br />

acquistati dal Provveditorato, rimangono solo 309, di cui 46 risultano<br />

smarriti durante l’attività dei centri di lettura prima della creazione dei<br />

C.RS.E.C., altri 45 risultano dispersi o per la maggior parte sottratti<br />

successivamente. 172<br />

87<br />

Si tratta di classici: Manzoni, Tasso, Boccaccio, libri su Hitler e<br />

Mussolini, dei quali alcuni scritti da Enzo Biagi. Questi ultimi libri, che<br />

dalle schede di lettura della biblioteca (le quali vanno dal 1988 al 1990)<br />

risultano ancora in essa, possiamo dire quasi con certezza che sono stati<br />

171 Cfr. ABSC, Centro di lettura, Registro d’ingresso.<br />

172 ABCS, Centro di lettura, Registro d’ingresso.


trafugati, perché è molto strano che non ne sia rimasto nessuno, pur<br />

appartenendo a quel genere che ha estimatori in quell’ala politica che ha<br />

amministrato <strong>Scorrano</strong> per alcuni anni.<br />

Il Centro di lettura quindi “emigra” a Maglie dopo lo “sfratto” da<br />

<strong>Scorrano</strong>. Ma contro questo “sfratto” non si leva una voce forte dal<br />

Consiglio comunale in difesa del Centro!<br />

Dal 1985 ad amministrare <strong>Scorrano</strong> vi è per la prima volta una<br />

Amministrazione di sinistra che, a causa di altri problemi più urgenti, come<br />

quello della rete idrica e fognante, solo nel 1987 inizia ad affrontare il<br />

problema della Biblioteca. A sollecitare in tal senso l’Amministrazione è<br />

l’Associazione Culturale “La Bellagreca”, dal nome di un quartiere di<br />

<strong>Scorrano</strong>. L’associazione nasce su iniziativa di Giovanni Giangreco,<br />

sempre presente sulle “barricate” culturali, il quale con un gruppo di<br />

insegnanti (Giovanni Catamo, Adele Esposito, Bruno Nicolardi, Salvatore<br />

Stefanelli) e un gruppo di studenti (Giacomo De Donno, Gabriele<br />

Mastroleo, Anna Montagna, Giovanna Montagna, Raffaele Puce, Antonio<br />

Schito) cerca di dare uno scossone al torpore culturale scorranese. E uno<br />

degli obiettivi, anzi il principale, è la biblioteca. L’associazione, che ha<br />

sede presso l’abitazione di Giovanni Giangreco, pubblica un giornale. Nel<br />

numero di maggio del 1987 ampio spazio è dedicato al problema<br />

biblioteca:<br />

88<br />

L’argomento « biblioteca » ci è parso tra i problemi insoluti di scorrano, quello<br />

che, a nostro avviso, meritava, di essere immediatamente affrontato […]. Però<br />

crediamo che in una piccola comunità determinati valori possano essere<br />

recuperati anche e soprattutto con una maggiore attenzione della classe<br />

dirigente politica, religiosa e culturale, fornendo occasioni e strumenti di<br />

incontro e di creatività. Uno strumento a <strong>Scorrano</strong> c’è: la biblioteca, appunto.<br />

Ma c’è stato anche qualcuno che non l’ha ritenuta utile per svolgere un pubblico<br />

servizio. 173<br />

173 BIBLIOTECA COMUNALE. Perché è chiusa? Gli scorranesi per la prima volta affrontano<br />

il problema, in “La Bellagreca”, MAGGIO 1987.


89<br />

Dall’articolo si evince l’obiettivo dell’associazione: la riapertura della<br />

biblioteca. Ma si evince anche l’indignazione dei componenti<br />

l’associazione per questo problema, manifestata sul giornale da una foto:<br />

un libro, dove compare la sede della biblioteca, eroso dai topi. Sullo stesso<br />

numero del giornale sono riportati i dati di un questionario con risposte<br />

multiple, sulla biblioteca, rivolto agli studenti: della quinta elementare, che<br />

rappresentano il 20% degli intervistati, delle Scuole medie inferiori il 50%,<br />

delle Scuole superiori il 20%, altri studenti il 10%, purtroppo delle 600<br />

schede consegnate solo 465 vengono restituite, ma sono significative<br />

ugualmente. Esaminiamo alcuni risultati del questionario, nel quale non<br />

riscontriamo differenze significative nelle risposte tra i vari gruppi di<br />

studenti. Alla 1ª domanda: «Cosa è una biblioteca?», il 78% risponde un<br />

luogo dove si trovano o sono raccolti dei libri, appena il 7,5% risponde un<br />

luogo di cultura, la percentuale sale solo tra gli studenti oltre i vent’anni, il<br />

25%. Alla 3ª domanda: «A chi può essere utile?», il 62% risponde a tutti,<br />

ma il 27% risponde solo agli studenti. Alla 4ª domanda: «Tu hai mai avuto<br />

la necessità di andare in biblioteca?», oltre il 41% risponde di no. Alla 5ª<br />

domanda: «Sai quante biblioteche esistono a <strong>Scorrano</strong>? », oltre il 50% non<br />

sa rispondere. Alla 8ª domanda: «La Biblioteca comunale di <strong>Scorrano</strong> è<br />

intitolata a Domenico Antonio Battisti. Sai chi era questo personaggio?»,<br />

oltre il 93% non sa rispondere, appena il 4% risponde un “sacerdote”. La<br />

percentuale sale tra gli studenti delle elementari, oltre il 15%. Alla 9ª<br />

domanda sulla conoscenza dell’esistenza di libri antichi in biblioteca, oltre<br />

l’83% risponde di no, mentre il 92% non sa rispondere alla 11ª domanda,<br />

relativa al motivo della chiusura della biblioteca, e alla 13ª domanda<br />

sull’opportunità di riaprirla, oltre il 78% risponde positivamente. Dopo anni<br />

di chiusura il danno provocato a livello culturale si nota dalle risposte degli


90<br />

studenti. La biblioteca viene vista dai ragazzi come un mero deposito di<br />

libri, per una parte un luogo ad uso esclusivo degli studenti, i quali non<br />

conoscono nulla di questa istituzione, né delle sue vicende, ormai vi è un<br />

allontanamento da questo bene primario, considerata la percentuale di<br />

coloro che non hanno mai avuto necessità di recarsi in biblioteca, anche se<br />

è molto più alta la percentuale di coloro che ne chiedono la riapertura.<br />

Questo questionario è commentato dall’assessore alla cultura Francesco<br />

Visconti, insegnante elementare, in una lunga intervista riportata sul<br />

giornale dell’associazione. L’assessore esprime la preoccupazione per il<br />

depauperamento culturale subito dai ragazzi a causa della chiusura della<br />

biblioteca, ma manifesta la volontà dell’Amministrazione di riaprirla, che<br />

vista l’esigua capacità della chiesa di S. Giovanni, sta avviando un progetto<br />

di ristrutturazione di alcuni locali del palazzo municipale da destinare a<br />

biblioteca, museo di storia naturale, archivio storico, per il quale bisogna<br />

aspettare altra acqua sotto i ponti, considerati i tempi tecnici però<br />

l’Amministrazione si è attivata per trovare altri locali idonei, in via<br />

provvisoria. Riportiamo dall’intervista alcuni stralci riguardo il perché della<br />

chiusura della biblioteca e sul suo ruolo:<br />

Primo: non si è mai attribuita la dovuta importanza, sia sociale e perché no?<br />

anche politica a questo servizio, che, secondo me, è stato sempre considerato<br />

secondario rispetto ad altri problemi; e ciò non solo da parte degli amministratori<br />

che si sono succeduti, ma anche (e questo è ancora più grave) nella stessa<br />

mentalità di molti cittadini, che non vedono nella Biblioteca una sua funzione<br />

educativa e propulsiva […], ma solo un luogo dove i ragazzi con difficoltà con i<br />

loro compiti scolastici, possono trovare dei testi da cui copiare le ricerche che<br />

vengono loro assegnate. […]. Se ben gestita la Biblioteca dovrebbe avere una<br />

funzione di spinta culturale per l’intera comunità scorranese. Essa dovrebbe<br />

essere centro di seri dibattiti, conferenze […]. La Biblioteca dovrebbe essere<br />

centro di ricerca sulla nostra cultura, sulle nostre tradizioni […]. 174<br />

174 BIBLIOTECA COMUNALE. DA OLTRE DIECI ANNI TOTALE E COMPLETO STATO DI<br />

ABBANDONO, in “La Bellagreca”, MAGGIO 1987, pp. 5 s.


Le promesse del Visconti vengono mantenute, l’Amministrazione<br />

comunale raggiunge un accordo con i Padri Cappuccini per l’utilizzo dei<br />

locali a piano terra dell’Oasi S. Francesco, locali in passato utilizzati come<br />

scuola, in questi vengono allocati la biblioteca e il museo ornitologico: si<br />

tratta della collezione privata di Luigi Galasso, formata da circa 3.000<br />

esemplari, che viene data al Comune, attraverso una convenzione, in<br />

comodato. 175 Si richiede anche un intervento della Soprintendenza per la<br />

salvaguardia dei libri, pertanto vengono effettuati a Noci, presso il<br />

laboratorio di restauro del libro dei Frati Benedettini, degli interventi su una<br />

“manciata” di libri.<br />

Prima che i libri subiscano il nuovo trasloco, dopo l’estate viene eseguita<br />

la catalogazione da parte di alcuni giovani impiegati a tempo determinato,<br />

si tratta di: Marco Presicce, laureato in lettere; Anna Bozzolo, in possesso<br />

di maturità classica; di Giovanna Balena, Maria Domenica Manfredi,<br />

Giuseppa Montagna, Luigina Montagna, tutte all’epoca in possesso di<br />

maturità magistrale. Nonostante l’inesperienza, eseguono in maniera<br />

ammirevole il compito assegnato, anche se dalle “disposizioni ricevute” la<br />

catalogazione non viene riportata sulle classiche schede bibliografiche, ma<br />

su tagliandini di carta, quando il Sindaco Blandolino se ne accorge, è<br />

troppo tardi. Affinché questi risultati non vadano dispersi, i giovani<br />

catalogatori decidono di incollare i tagliandini su dei quadernoni, formando<br />

una sorta di album. 176<br />

91<br />

Grazie a questa idea, questa catalogazione non è andata perduta, i<br />

quadernoni, per quanto riguarda i libri antichi, ancora esistono. Sono andati<br />

175 Cfr. LA BIBLIOTECA RIAPRE, in “ La Bellagreca”, LUGLIO 1987, p. 4.<br />

176 Un catalogo del genere, ma su volume, viene fatto nel 1737 da Antonio Cocchi, bibliotecario<br />

della Magliabechiana, la prima biblioteca pubblica di Firenze, donata da Antonio Magliabechi<br />

nel 1714. Cfr. M. MANNELLI COGGIOLI, La Biblioteca Magliabechiana, Firenze, Olschki,<br />

2000, p. 65.


perduti quelli degli altri libri, in tanti traslochi in cui tanto materiale grigio è<br />

andato perduto, sono l’unico catalogo rimasto, anche se non completo,<br />

perché molti libri, dimenticati chissà dove nei locali del municipio, vengono<br />

recuperati successivamente.<br />

Non vi sono, tra questi, i famosi atlanti notati dal De Giorgi, che<br />

risultavano ancora presenti nell’inventario del Mariano, nel catalogo del<br />

1987 non risultano, e non risulteranno più in nessun catalogo, perché<br />

vengono trafugati. Comunque il numero esatto dei libri perduti in totale lo<br />

sapremo solo quando sarà terminata la catalogazione, che è ancora in<br />

corso. Il gruppo, terminando celermente il compito assegnato, provvede poi<br />

anche alla catalogazione della biblioteca dei Cappuccini.<br />

Il 5 novembre 1987 la biblioteca riapre nella nuova sede, la bibliotecaria<br />

è Concetta Biasco, in possesso di diploma magistrale. Ella in virtù di una<br />

convenzione col Comune, gestirà la biblioteca fino al marzo 1991 in<br />

maniera lodevole, essendo stata anche lei da studentessa utente della stessa<br />

biblioteca e quindi ben conscia dell’utilità di un tale istituto. Dalle schede<br />

di prestito, rileviamo una notevole frequentazione della biblioteca da parte<br />

degli studenti di ogni ordine e grado, ma anche di studenti universitari,<br />

nonché di altri utenti, anche non scorranesi. Notiamo, ancora, che non vi è<br />

più la prevalenza di lettori di un sesso su un altro. I libri richiesti sono di<br />

tutti i generi, un fatto importantissimo, che, se unito all’utenza quasi<br />

universale, rende l’idea della biblioteca come istituto della democrazia.<br />

Nonostante la grande affluenza, l’incremento librario è modestissimo: si<br />

tratta solo di qualche dono dell’Amministrazione provinciale di Lecce. 177<br />

L’Amministrazione comunale sembra decisa a risolvere il problema-<br />

177 Notizie fornite da Concetta Biasco.<br />

92


iblioteca una volta per tutte, e l'unico mezzo necessario è l’assegnazione a<br />

tempo indeterminato dell’incarico di bibliotecario. Il 9 settembre 1988, la<br />

Giunta comunale indice dei concorsi per la copertura di alcuni posti, tra i<br />

quali quello di un addetto alla biblioteca. Al concorso non vi sono<br />

partecipanti in possesso di titoli specifici, sono tutti diplomati, escluso un<br />

laureato. Il concorso termina il 21 giugno 1991 dopo la prova scritta e<br />

orale, vincitore del concorso risulta Antonella Rizzo, in.possesso di<br />

diploma di ragioniera. 178<br />

La Giunta comunale, il 13 maggio 1991, approva anche un progetto per<br />

la sistemazione di alcuni locali del palazzo comunale da destinare a<br />

biblioteca, ma c’è qualcosa che si sta incrinando, perché la convenzione<br />

alla bibliotecaria terminata nel 1990, non viene rinnovata. Infatti, quando il<br />

problema delle risorse umane e quello logistico sembrano risolti, sul<br />

Comune di <strong>Scorrano</strong> si abbatte un cataclisma politico: nel giro di due anni<br />

tra ribaltoni e accordi, si hanno due sindaci, due commissari, nonché<br />

“tangentopoli” come ciliegina sulla torta. In mezzo a tanto marasma,<br />

pensare alla biblioteca è utopistico.<br />

93<br />

Non demorde, però, Giovanni Giangreco. Già nel 1992, durante<br />

l’Amministrazione guidata da Francesco Visconti, Giovanni Giangreco e<br />

Giacomo De Donno, neolaureato in lingue, provvedono a collocare i libri<br />

negli scaffali della nuova sede di piazza Vittorio Emanuele, presso i locali<br />

del piano terra dell’ex Asilo di Mendicità. Si tratta di un altro trasloco,<br />

purtroppo necessario, perché i locali dove si trova ubicata fino a quel<br />

momento la biblioteca non sono di proprietà comunale. Il Sindaco Visconti,<br />

che si era prodigato in passato per la riapertura della biblioteca in quanto<br />

assessore alla cultura, prova a fare altrettanto come Sindaco: prima delle<br />

sue dimissioni, cerca una soluzione con Giovanni Giangreco, il quale ce<br />

178 ACS, Concorso di addetto alla Biblioteca comunale, 1988.


l’ha già in mente. Terminata in modo quasi fisiologico l’attività della<br />

precedente associazione, lo scopo principale era stato raggiunto, Giangreco<br />

nel 1993 ne forma un’altra, denominata “Associazione Culturale<br />

Scorranese” con sede sempre presso la sua abitazione, gli altri soci<br />

fondatori sono: il professore universitario Mario Lombardo, la ricercatrice<br />

Maria Teresa Giannotta, gli insegnanti elementari Francesco Visconti e<br />

Anna Concetta Toma, Antonietta Melfi in possesso di maturità classica. 179<br />

All’associazione aderiscono poi altri insegnanti, alcuni già ex soci della<br />

precedente: Giovanni Catamo, Giovanni Cotardo, Bruno Nicolardi,<br />

l’impiegato Rocco Giangreco, il bancario Luigi Russo, il farmacista<br />

Giovanni Spagnolo, il rettore dell’Università di Lecce, Angelo Rizzo. Il<br />

primo passo che fa l’associazione, perché previsto nello statuto, è quello di<br />

«offrire collaborazione, sotto forma di volontariato, per la gestione del<br />

patrimonio culturale locale». Si chiede la gestione della Biblioteca<br />

comunale in regime di convenzione, biblioteca che si trova, in seguito ad<br />

un altro trasloco, presso i locali a piano terra dell’ex Asilo di Mendicità. La<br />

delibera viene adottata dal commissario Adriana Giarratana, il 21<br />

novembre del 1993 con le seguenti motivazioni:<br />

Considerato che si rende effettivamente necessario garantire l’apertura al<br />

pubblico della predetta struttura, soprattutto in considerazione del fatto che per<br />

anni il patrimonio della stessa non è stato messo a disposizione dei cittadini, con<br />

notevole danno per la formazione culturale dei giovani e per la valorizzazione<br />

della tradizione culturale locale […]. 180<br />

Ma già da tempo, per accelerare i tempi, con il consenso del<br />

commissario, l’associazione si è attivata per eseguire la catalogazione su<br />

schede bibliografiche. La convenzione stipulata col Comune prevede<br />

l’apertura pomeridiana per tre ore, esclusi i mesi di luglio e agosto, con<br />

179 Cfr. APG, Associazione Culturale Scorranese.<br />

180 Ibidem<br />

94


turnazione tra i soci. Purtroppo non è previsto il prestito a domicilio. 181<br />

Questa decisione non solo limita l’utenza ad alcuni lavoratori: contadini,<br />

operai, lavoratori del terziario privato, che considerati gli orari di lavoro,<br />

non potrebbero usufruire del servizio bibliotecario, ma ne lede anche il<br />

diritto alla cultura, sovvertendo il concetto di biblioteca pubblica e della<br />

biblioteca come istituto della democrazia. Nonostante questo problema,<br />

che non è trascurabile, la biblioteca, dopo l’inaugurazione, presente l’ex<br />

rettore Donato Valli, torna a vivere, ma per poco. Sul palazzo comunale si<br />

è insediata da poco una nuova Amministrazione guidata dal Sindaco dottor<br />

Walter Colazzo, alla quale l’associazione, nel febbraio 1993, si rivolge per<br />

richiedere le normali attrezzature per la funzionalità della biblioteca, oltre<br />

ad attrezzature audiovisive, e a locali per corsi di alfabetizzazione per<br />

anziani, animazione per bambini, incontri sull’arte e sulla cultura a<br />

<strong>Scorrano</strong>. 182<br />

L’8 marzo 1994 il Sindaco dà la risposta, che è positiva per le prime due<br />

iniziative, negativa per la terza:<br />

[…], in ossequio al provvedimento del CO.RE.CO., sez. di Lecce, che ha<br />

annullato la delibera del Commissario Straordinario con la quale si affidava a<br />

codesta Associazione la gestione della Biblioteca comunale, a titolo gratuito,<br />

motivando con la circostanza che trattasi di compito istituzionale dell’ente. 183<br />

Infatti il CO.RE.CO., acronimo di Comitato Regionale di Controllo, il 4<br />

gennaio 1994 annulla in modo lapidario la delibera del Commissario<br />

straordinario:<br />

181 Cfr. Ibidem<br />

182 Cfr. Ibidem.<br />

183 Ibidem.<br />

184 Ibidem<br />

184<br />

95<br />

RILEVATO che trattasi di servizio istituzionale del Comune che non può<br />

essere affidato ad estranei con regime convenzionale; RITENUTO, pertanto,<br />

l’atto in esame viziato da eccesso di potere […]. 184


96<br />

Ancora oggi non si comprende la decisione del Comitato, visto che in<br />

passato la biblioteca è stata gestita in convenzione, e lo sarà come vedremo<br />

anche in futuro. Così come non si riesce a comprendere la risposta negativa<br />

del Sindaco per quanto riguarda gli incontri di arte e cultura, egli considera<br />

la decisione del Comitato di controllo in modo olofrastico. È da rilevare,<br />

nella decisione del Comitato, il grande valore che si attribuisce al servizio<br />

bibliotecario, ribadito nella risposta del Sindaco, ma senza fare una<br />

digressione con la legislazione ci chiediamo (e chiediamo ai componenti il<br />

comitato di controllo del tempo, allo stesso Sindaco e anche alle altre<br />

autorità come il prefetto di allora): «cosa succede se l’Ente non ottempera<br />

al suo compito istituzionale?». Certamente l’Amministrazione non cerca<br />

una soluzione alternativa, anzi la chiusura è vista bene da un punto di vista<br />

politico, perché qualcuno pensa, che essendo l’associazione sbilanciata a<br />

sinistra (non conosciamo esattamente gli orientamenti politici dei soci, ma<br />

la stessa storia si ripeterà più avanti) possa fare proseliti in quella<br />

direzione. Ma la “paura dello spettro comunista” svanisce quando tra i<br />

componenti l’associazione, scoraggiati dalla decisione del Comitato di<br />

controllo, vi è una sorta di scoramento e i progetti vengono ridimensionati<br />

mancando i presupposti per eseguirli. Di questa perdita di energie<br />

l’Amministrazione non si cura. Il Sindaco provvede a salvaguardare i libri,<br />

facendo sigillare i locali della biblioteca dagli operai del Comune. A parte i<br />

dubbi, su un metodo così radicale di salvaguardia, non si è tenuto in nessun<br />

conto che oltre ai libri antichi, vi sono circa 2.500 volumi di opere<br />

moderne, dei quali, oltre un migliaio donati dai soci dell’Associazione<br />

Culturale, la maggior parte da Giovanni Giangreco, gli altri da Giovanni<br />

Catamo, Giovanni Cotardo, Angelo Rizzo, Luigi Russo, Giovanni<br />

Spagnolo, membri dell’associazione. Sempre nel 1994 la Biblioteca prende


“vita” quando una dipendente del Comune, Domenica Bello, viene inviata<br />

nei locali come “addetta al controllo dei libri”, ma viste le condizioni<br />

igieniche dei locali, sembra una sorta di punizione. Dopo le continue<br />

lamentale, alla dipendente viene assegnato altro incarico.<br />

L’associazione cerca comunque di smuovere la situazione organizzando<br />

il 18 marzo 1995 un dibattito sul tema “Libri, biblioteche, servizi culturali a<br />

<strong>Scorrano</strong>: ieri, oggi…e domani?”, introdotto da Giovanni Giangreco,<br />

presenti anche il Sindaco Walter Colazzo, il rettore Angelo Rizzo, il<br />

professore Donato Valli, e il preside della Scuola media di <strong>Scorrano</strong>, Elio<br />

Lia, il quale nel suo intervento, quasi “lungimirante”, sostiene che i libri<br />

non servono più, perché al loro posto ci sono i computers, ecco cosa scrive<br />

a tal proposito Umberto Eco:<br />

Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere. […]. I libri da<br />

leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti<br />

per essere presi in mano […], senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo<br />

di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. 185<br />

La profezia del preside si avvera. Messa in sicuro la biblioteca,<br />

l’Amministrazione comunale, solo alla fine del 1996, vista la disponibilità<br />

del preside della locale Scuola media ad offrire i locali della succursale<br />

della stessa, ubicati in via Bellagreca e prospicienti la stessa sede centrale,<br />

decide di stanziare lire 65.000.000 per attrezzature multimediali. 186<br />

Il 16 gennaio 1997 la Giunta comunale delibera in tal senso e indice una<br />

gara per l’assegnazione dell’appalto di fornitura dell’attrezzatura, vinta poi<br />

dalla ditta SVIC di Lecce, che è anche la ditta che fornisce l’assistenza<br />

meccanografica al Comune, ecco cosa riporta la delibera:<br />

[…]. Ritenuto che è confermato l’intento di questa Amministrazione di rendere<br />

attiva la Biblioteca Comunale, dotandola anche dei supporti multimediali già nella<br />

185 U. ECO et al., Libri e biblioteche, Palermo, Sellerio, 2002, p. 110.<br />

97<br />

186 ACS, Deliberazioni della Giunta comunale, 1996.


disponibilità di questa Amministrazione ma anche adeguandola alle moderne<br />

necessità didattiche e di ricerca al fine di creare un Punto Cultura capace di<br />

soddisfare le esigenze scolastiche ma anche quelle di formazione culturale<br />

pomeridiana ed in linea con la multimedialità come via di ricerca e con l’impegno<br />

di rafforzare comunque la necessità della educazione alla lettura nei modi<br />

tradizionali privilegiando la nascita di un rapporto soggettivo con il libro;<br />

Ravvisata pertanto la urgenza e la necessità di provvedervi […]. 187<br />

98<br />

La biblioteca dovrebbe riaprire, secondo le intenzioni<br />

dell’Amministrazione, sotto i migliori auspici. Si parla di “Punto Cultura”,<br />

di “rapporto soggettivo col libro”, di “formazione culturale pomeridiana”,<br />

che non abbiamo idea cosa possa significare. Ipotizziamo che sia rivolta ai<br />

lavoratori, anche se si parla sempre di corsi serali per questi utenti, e infine<br />

di “urgenza”. Il 13 agosto 1997 la Giunta comunale delibera<br />

l’approvazione degli atti riguardanti i lavori di ristrutturazione, in base al<br />

progetto del 1991, di alcuni locali del palazzo comunale da destinare a<br />

biblioteca, ma i libri prendono la strada della succursale delle Scuole<br />

medie, non sappiamo il perché, visto che non trattandosi di locali del<br />

Comune è sempre una sistemazione provvisoria:<br />

Premesso che a giorni sarà attivata la biblioteca multimediale, sita presso l’ex<br />

succursale della Scuola Media “A. Manzoni” in via Bella Greca; che occorre,<br />

conseguentemente procedere allo spostamento dei libri attualmente custoditi nel<br />

locali dell’ex asilo di mendicità, allo scopo di costituire, oltre alla biblioteca<br />

multimediale, una biblioteca cartacea e tradizionale; Considerato: che trattasi di<br />

un’operazione delicata, in quanto occorre dotarsi di unità in grado di effettuare le<br />

operazioni di trasloco con la cura e la competenza necessaria […]. 188<br />

Quindi viene dato incarico a Antonia Ardilla, in possesso di diploma<br />

della scuola d’arte, e a Lucio De Cagna, in possesso di licenza media, ai<br />

quali viene corrisposto un compenso di lire 2.500.000 ciascuno. È<br />

ammirevole l’attenzione dell’Amministrazione verso la biblioteca, visto che<br />

187 Ibid., 1997.<br />

188 Ibidem.


viene dato incarico a personale con “competenza” per effettuare<br />

l’ennesimo trasloco. Anche se non conosciamo queste competenze, ci<br />

chiediamo ancora oggi quale fosse la necessità di questo trasloco, dato che<br />

i locali a piano terra dell’ex asilo erano idonei. A nostro avviso questo<br />

trasloco è la marginalizzazione della cultura.<br />

I libri della biblioteca, trasportati nella nuova sede, vengono posti sotto<br />

chiave insieme al museo ornitologico, i cui esemplari a causa delle<br />

condizioni ambientali non idonee, imputridiscono. Per questo motivo il<br />

proprietario chiede il risarcimento del danno subito al Comune e l’ottiene<br />

dopo una transazione. Del museo rimangono solo le schede. La biblioteca<br />

cartacea messa in quarantena attende la luce. Speranza che svanisce col<br />

tempo. All’inizio dell’anno scolastico 1997-1998 viene dato incarico alla<br />

ditta SVIC di Lecce, sempre la stessa ditta, di erogare il servizio di<br />

assistenza tecnica, che con varie proroghe mensili continuerà per tutto<br />

l’anno e sino al 2001, per un compenso che varia negli anni da lire 720.000<br />

a lire 1.140.000 la settimana, servizio che non comprende aggiornamenti<br />

software, ottimizzazione per Internet, ecc., insomma altre spese. 189 .<br />

Non si sa l’utilità e il perché si proroghi questo servizio, quando la stessa<br />

Amministrazione nomina, mediante concorso, un assistente a tempo<br />

determinato per la biblioteca multimediale: si tratta di Antonio Pizzileo, in<br />

possesso del diploma di “ragioniere programmatore”, il quale non verrà<br />

mai chiamato a lavorare, così come gli altri in graduatoria. 190<br />

Questa famosa biblioteca multimediale viene pubblicizzata attraverso una<br />

campagna di marketing, un enorme cartellone sulla sede e l’inserimento nel<br />

sito Internet delle risorse culturali della Provincia di Lecce, dove risulta che<br />

i famosi atlanti notati dal De Giorgi, nel 1888, sono “presenti”. 191<br />

189 Cfr. ACS, Deliberazioni della Giunta comunale, 1997, 1998, 2000, 2001.<br />

190 Cfr. ACS, Concorso per assistente biblioteca multimediale, 1999.<br />

99<br />

191 Cfr. INTERNET, www.turismo.provincia.le.it/home/risorse.


100<br />

Il problema principale è che la biblioteca funziona solo per gli studenti<br />

della scuola e si limita a corsi di alfabetizzazione informatica, utili sì, ma<br />

senza il “rapporto soggettivo col libro”. E la biblioteca cartacea, per la<br />

quale si è presa tanta premura per il trasloco? Silenzio assoluto. Ecco cosa<br />

scrive la professoressa Pia Italia Vergine a riguardo:<br />

Una biblioteca in stato di quasi abbandono: i libri, fra cui due incunaboli<br />

“giacciono” in una stanza, in scaffali aperti senza ordine se non quello della<br />

separazione fra moderno e antico e senza catalogo. Oggi la Biblioteca Comunale,<br />

priva di personale specializzato, ha “ceduto” alle lusinghe della multimedialità ed<br />

è diventata “Biblioteca multimediale”. 192<br />

Non si riesce a comprendere l’atteggiamento dell’Amministrazione, che<br />

dai propositi esposti nelle deliberazioni aveva in animo di fare una<br />

biblioteca all’avanguardia in tutti i sensi, qualcosa come la biblioteca di<br />

Melpignano, che tutti gli altri Comuni invidiano. Invece, i buoni propositi si<br />

perdono per strada, probabilmente per la paura del Sindaco che il fondo<br />

antico della biblioteca subisca un ulteriore depauperamento, paura non<br />

infondata. Lo stesso Sindaco probabilmente non si fida degli altri<br />

amministratori, ricordiamo che durante il suo mandato dà le dimissioni per<br />

ben due volte, poi rientrate, quindi per non sbagliare non fa nulla per far<br />

funzionare la biblioteca cartacea, se questa può essere la ragione. Se la<br />

ragione è invece burocratica, una tardata programmazione sulla gestione, è<br />

preferibile a una eventuale ragione politica. Noi ipotizziamo che i problemi<br />

della maggioranza abbiano pesato sulla vita amministrativa, relegando in<br />

secondo piano il problema della biblioteca cartacea tradizionale e che il<br />

famoso “Punto Cultura” sia rimasto un semplice punto interrogativo. Che la<br />

biblioteca in questi anni sia stata dimenticata, ce lo conferma l’acquisto da<br />

192 P. I. VERGINE, Bibliographia Antiqua Lupiensis. Incunaboli delle Biblioteche pubbliche e<br />

private di Lecce e provincia, Galatina, Congedo, 2001, pp. XXVII s.


parte dell’Amministrazione di testi e materiale multimediale per la<br />

biblioteca scolastica “Pasquale De Lorentiis”, opera senz’altro meritevole,<br />

ma non prioritaria.<br />

Opera meritoria è stata quella della richiesta di istituire nel 1995 un<br />

servizio informatizzato di segreteria dell’Università di Lecce e una<br />

postazione self-service per la certificazione automatica, ma la delibera,<br />

come quella della biblioteca, viene annullata dall’organo di controllo, la<br />

postazione però viene istituita a Maglie presso la locale biblioteca<br />

comunale, evidentemente per il CO. RE. CO. esistono cittadini di serie A e<br />

di serie B? 193<br />

e) Gli ultimi anni: “dall’oscurantismo all’illuminismo”.<br />

Terminata la fase “oscurantista”, altro termine non troviamo, della<br />

precedente Amministrazione, si insedia nel 2002 la nuova Amministrazione<br />

guidata da Mario Pendinelli. Il nuovo Sindaco è, possiamo dire, figlio<br />

d’arte, essendo stato suo padre Ennio, Sindaco di <strong>Scorrano</strong> dal 1965 al<br />

1975. Come il padre cerca di seguire le orme per quanto riguarda<br />

l’impegno per la Biblioteca, amante anche lui di tutto ciò che odora di<br />

193 ACS, Copia Ricorso al T.A.R. da parte del Comune di <strong>Scorrano</strong> per l’annullamento<br />

deliberazione n. 32 del 16.10.95.<br />

101


cultura, a tal punto che provvede personalmente a divellere un segnale<br />

stradale, la cui presenza, dopo il restauro della chiesa della Madonna Luce,<br />

disturbava la visuale della chiesa stessa.<br />

La nuova Amministrazione, anche per esigenze della Scuola media, fa<br />

traslocare i libri presso un locale dell’asilo nido, mentre i computers vengo<br />

dati in uso alle Scuole elementari. Purtroppo è un fatto tragico a far<br />

smuovere la situazione, nel novembre 2002 muore Angelo Rizzo, uno dei<br />

cittadini più illustri nella storia di <strong>Scorrano</strong>. Nato da umili origini, il padre<br />

era emigrato negli Stati Uniti, diventa nel 1981 professore di fisica<br />

all’Università di Lecce, dal 1992 al 2001 è rettore presso la stessa<br />

università, grande scienziato, ma anche grande innovatore, grazie alle sue<br />

idee l’Università di Lecce ha una metamorfosi, esce dal limbo delle piccole<br />

università e si sviluppa in maniera esponenziale, le altre doti sono umane,<br />

quella di essere grande mentore di tanti studenti e di amare svisceratamente<br />

la sua terra, in particolare modo il luogo natio. La morte di Angelo Rizzo è<br />

una grande perdita per la comunità scientifica, ma soprattutto per <strong>Scorrano</strong>.<br />

Poco tempo dopo, su idea del Sindaco Mario Pendinelli e della<br />

professoressa Virginia Valzano, direttrice del Coordinamento SIBA<br />

dell’Università di Lecce, viene avviato nel novembre 2003 un progetto<br />

innovativo per la salvaguardia, la valorizzazione e la fruizione del<br />

patrimonio librario di <strong>Scorrano</strong>: una biblioteca digitale in memoria di<br />

Angelo Rizzo, che raccoglie, mediante l’acquisizione digitale, le edizioni<br />

antiche presenti nella biblioteca comunale e visibili tramite accesso via<br />

Internet, progetto finanziato dal Comune di <strong>Scorrano</strong> e dalla Provincia di<br />

Lecce. 194<br />

194<br />

Cfr. Archivio Pro Loco <strong>Scorrano</strong>, Copia Deliberazione della Giunta comunale,<br />

18-12-2003.<br />

195 Cfr. Ibidem.<br />

102


Alcuni giorni dopo, il Comune, su invito del Presidente della Provincia di<br />

Lecce, aderisce al protocollo d’intesa per la creazione e lo sviluppo di una<br />

rete delle biblioteche e mediateche del Salento. 195<br />

L’Amministrazione, intanto, si attiva per l’acquisto di tutto quanto<br />

necessario, come scaffalature e computers, per l’allestimento dei locali e il<br />

funzionamento della biblioteca digitale tramite Internet. Purtroppo gli<br />

scaffali acquistati, con chiusura a vetri e ante scorrevoli, non sono però i<br />

più idonei per la conservazione dei libri antichi. I locali scelti sono quelli al<br />

primo piano dell’ex Asilo di Mendicità, quindi i libri antichi vengono<br />

traslocati, per l’ennesima volta, nei nuovi locali adibiti anche a sala<br />

conferenze, mentre gli altri libri vengono traslocati in un locale dell’asilo<br />

nido, in attesa di “novità”. Un centinaio di libri del fondo antico non<br />

subiscono il trasloco, perché nei locali della Scuola media non erano mai<br />

arrivati, vengono trovati per caso in una nicchia dell’ex asilo murata con<br />

cartongesso, chi l’abbia messi resta un mistero, come tanti di questa<br />

martoriata biblioteca.<br />

Iniziate la digitalizzazione e la catalogazione dei testi antichi, operazioni<br />

ancora in corso, il 24 maggio 2004 nei nuovi locali viene presentata<br />

ufficialmente la Digital Library “ Angelo Rizzo”, disponibile sul sito<br />

www.siba2.unile.it/dlrizzo, presenti: la professoressa Valzano, il Sindaco e<br />

le altre autorità cittadine, i famigliari dello scomparso Angelo Rizzo, e<br />

tanta, tanta gente, un evento nell’evento.<br />

195<br />

103


104<br />

CAPITOLO III<br />

Il patrimonio librario


a) Il fondo antico<br />

La storia di una biblioteca è fatta non solo dalla sua genesi, dei fatti e<br />

misfatti relativi alla sua vita, ma anche del suo elemento più importante: il<br />

libro, in questo paragrafo esamineremo quindi il nucleo storico della<br />

biblioteca comunale scorranese.<br />

105<br />

Parlare di libri antichi nell'era dell'informatica sembra quasi un canto del<br />

cigno, perché il libro in genere viene considerato dai più come oggetto<br />

anacronistico. Figuriamoci quello antico! Ma proprio quest’ultimo, a<br />

dispetto degli “internauti”, è risorto. La dimostrazione sono i numerosi<br />

cataloghi, i mercati e le mostre di libri antichi, le ristampe anastatiche, le<br />

splendide edizioni in facsimile, le riviste del settore come “Charta” e<br />

“Alumina”, insomma un settore più vivo che mai.


Il fondo antico della biblioteca comunale di <strong>Scorrano</strong> è costituito da circa<br />

1.700 volumi, tra cui due incunaboli, circa 300 cinquecentine, numerose<br />

seicentine e settecentine, oltre a tutti quei testi, già indicati nel precedente<br />

capitolo riguardanti quelle opere acquistate dal Comune nell’Ottocento e<br />

poi confluite nella biblioteca molti anni più tardi. Non conosciamo il<br />

numero esatto dei volumi sia in generale, sia per epoca, perché il fondo è in<br />

fase di catalogazione e digitalizzazione da parte del coordinamento SIBA<br />

dell’Università di Lecce.<br />

106<br />

Conosciamo, purtroppo, bene lo stato di conservazione. I libri per la<br />

maggior parte sono in pessimo stato, si presentano pieni di fori e di<br />

“gallerie”, danni dovuti all’azione di insetti carticoli, soprattutto tarli e<br />

termiti, che nell’ambiente umido, dove è stata tenuta per lunghi periodi la<br />

biblioteca, trovano l’ambiente ideale. Altri libri sono quasi intoccabili,<br />

presentano danni da esposizione all’acqua combinata con attacchi di<br />

anobidi. Non mancano libri che presentano il fenomeno del foxing, cioè la<br />

presenza di macchie brune sulla carta dovuta allo sviluppo di<br />

microrganismi, causato dalla conservazione in ambiente umido o alla<br />

penetrazione della polvere tra le pagine. Le coperte in pergamena di molti<br />

libri presentano danni di tipo meccanico, alcuni libri sono privi di coperta,<br />

le legature sono quasi tutte danneggiate. Ma oltre ai danni indiretti causati<br />

dell’uomo, cioè la cattiva conservazione, vi sono quelli colposi (l’uso dei<br />

canonici timbri sui frontespizi e tavole) e quelli dolosi: le mutilazioni dei<br />

libri con la sottrazione di frontespizi e pagine varie, il trafugamento dei<br />

tanti volumi di cui abbiamo già parlato nel capitolo precedente, le scritte<br />

vandaliche. Fortunatamente vi sono libri, oltre a quei pochi restaurati negli<br />

anni passati, che si presentano in discreto stato d’uso, ma la situazione<br />

complessiva del fondo antico è catastrofica. Occorrerebbe un restauro, ma<br />

a parte lo stato di alcuni che è sicuramente compromesso, un’operazione di


estauro avrebbe dei costi che l’Amministrazione comunale di <strong>Scorrano</strong><br />

non può permettersi. Ma essa potrebbe far stilare un preventivo di massima<br />

da qualche laboratorio di restauro e tentare di cercare uno sponsor che<br />

finanzi l’operazione.<br />

107<br />

Esaminata la situazione fisica dei libri passiamo ora ad esaminarli nella<br />

loro interezza: dove sono stati stampati, di chi erano, di che parlano. La<br />

mancanza di un catalogo analitico e la fusione dei fondi, errore che<br />

purtroppo avveniva spesso in passato, non hanno reso certo facile questo<br />

lavoro, per eseguirlo nel migliore dei modi abbiamo utilizzato: il registro<br />

d’ingresso di Luigi Mariano, dove viene indicata, anche se non sempre e a<br />

volte sbagliata, la provenienza (un tentativo dell’accorto Mariano di porre<br />

rimedio all’errore indicato prima); gli inventari di consegna dell’intendenza<br />

di finanza; gli inventari dei beni dei sacerdoti scorranesi, tra cui quelli<br />

librari, redatti durante il vescovado di Vincenzo Maria Morelli nel 1793, 196<br />

oltre naturalmente all’esame delle note di possesso, la prima forma degli ex<br />

libris, note molte volte illeggibili perché erase, a volte, ad arte, depennate,<br />

addirittura ritagliate, oppure indecifrabili a causa della grafia informale.<br />

Attraverso l’esame di tutti questi elementi siamo riusciti ad individuare i tre<br />

nuclei librari che costituiscono il fondo antico: Cappuccini, Battisti,<br />

ecclesiastico. Abbiamo tralasciato i libri acquistati dal Comune, di cui<br />

abbiamo già parlato, anche perché sono libri stampati dopo il 1830, data<br />

che in biblioteconomia segna lo spartiacque tra libro antico e moderno,<br />

però non abbiamo tralasciato quei libri scomparsi e di cui siamo a<br />

conoscenza certa, li indichiamo anche nella speranza di una “ricomparsa<br />

improvvisa”, è successo recentemente per una decina di volumi.<br />

Dal punto di vista tipografico, la maggior parte dei libri della biblioteca<br />

196 Cfr. ADO, Provvedimenti, accertamenti e disposizioni sul conto del personale ecclesiastico<br />

parrocchiale, 1701 - 1882, b. 143/48, fasc. 16.


108<br />

risulta stampata in Italia, circa il 75%. A far la parte del leone, tra i luoghi<br />

di stampa, è Venezia con oltre 1/3 dei libri che si trovano in biblioteca (è<br />

un fatto quasi scontato perché Venezia è la città che, nel Cinquecento,<br />

aveva il primato della stampa in Europa), segue poi Napoli con il 18%,<br />

Roma con il 12, Padova con quasi il 5, Bologna con il 2, infine con oltre<br />

l’1% Bassano e Lecce, poco meno dell’1% Faenza, Firenze, Lucca,<br />

Milano, poi ancora più giù Bergamo e Brescia, Genova. Ma i libri<br />

provengono anche da altre città italiane, grandi e piccole: Benevento,<br />

Foligno, Macerata, Mantova, Messina, Parma, Torino, Trento, Verona,<br />

Vicenza. Il resto dei libri proviene da tipografie di diversi paesi europei,<br />

oltre il 10% dalla Francia, tra le città francesi è Lione con quasi il 7% a<br />

guidare questa classifica, addirittura è 4ª dopo le tre italiane (l’antica<br />

Lugduni, il nome latino di Lione, era uno dei centri di stampa europei), poi<br />

vi è Parigi con il 3,5%, presente anche Strasburgo. Dopo la Francia segue<br />

la Germania con il 4%, tra le città tedesche i principali centri di<br />

provenienza risultano Colonia e Francoforte con oltre l’1,5%, segue<br />

Magonza, la culla della stampa, infine Augusta, Lipsia e Ulma. Tra i paesi<br />

europei segue l’Olanda con oltre il 5%, tra le cui città abbiamo Amsterdam<br />

con il 3,5%, il resto proviene da L’Aia. Abbiamo poi il Belgio con il 2,5%,<br />

tra le città belghe abbiamo Anversa con l’1,5%, poi Bruxelles e Lovanio.<br />

Quindi la Svizzera con l’1,5% delle stampe, quasi tutte pubblicate a<br />

Basilea, ma risulta presente anche Ginevra, entrambe centri di stampa del<br />

calvinismo. Con meno dell’1% delle stampe risultano: l’Inghilterra con<br />

Cambridge e Londra, la Spagna con Barcellona e Madrid. Insomma un<br />

panorama “eurotipografico” completo, ma meno completo per quanto<br />

riguarda i grandi stampatori. A parte i libri stampati presso la Tipografia<br />

Vaticana, sono presenti alcuni dei grandi italiani, tra questi: Aldo e Paolo<br />

Manuzio, gli Albrizzi, i Giolito de’ Ferrari, i Giunta, gli Scoto, i Sessa, tutti


veneziani o operanti a Venezia, poi i Remondini di Bassano. Ricordiamo<br />

anche Pietro Micheli, il primo stampatore leccese (non salentino, perché il<br />

primo nel Salento è il copertinese Giovani Bernardino Desa). Tra i grandi<br />

stampatori europei possiamo segnalare solo la presenza della famiglia<br />

olandese degli Elzevier, famosi per aver inventato il formato in 32°, un<br />

formato piccolissimo utile per quei libri da passeggio.<br />

Passiamo ora ad esaminare i vari nuclei dal punto di vista semantico e<br />

patrimoniale, tralasciando gli aspetti strettamente tipografici.<br />

Incominciamo da quello dei Cappuccini che era composto da 811 volumi.<br />

Su quelli rimasti compaiono su gran parte le note di possesso, sia<br />

all’interno che sui tagli del libro, ma compaiono anche su molti libri le note<br />

ad usum con il nome del monaco che li utilizzava e la relativa provenienza,<br />

da queste note scopriamo che i monaci non provenivano solo dalla Puglia,<br />

ma anche da luoghi più lontani come Venezia. Sempre dalle note di<br />

possesso notiamo che diversi libri provengono da altri conventi tramite<br />

scambi, che a volte venivano annotati sugli stessi libri, questo rapporto di<br />

scambio avveniva in particolar modo col convento di Gallipoli, in misura<br />

minore con i conventi di Casarano, Diso, Tricase.<br />

All’antica biblioteca dei Cappuccini appartenevano i due incunaboli<br />

dell’attuale Biblioteca comunale. Si “narra” che ce ne fossero degli altri,<br />

ma non abbiamo riscontri probanti che attestino ciò. I due incunaboli sono:<br />

Commentaria super libros Aristotelis de anima di Tommaso d’Aquino<br />

stampato a Venezia da Rinaldo da Nimega nel 1481; Prima pars summe<br />

theologie sempre di Tommaso d’Aquino stampato a Venezia da Antonio<br />

de Strada nel 1482. Gli esemplari, sui quali si trovano solo le note di<br />

possesso dei Cappuccini di <strong>Scorrano</strong>, si trovano in discrete condizioni,<br />

legati insieme con legatura, non coeva, in cartone e pelle, con nervature sul<br />

dorso.<br />

109


110<br />

Per quanto riguarda il resto del fondo, la tipologia è di carattere<br />

prevalentemente teologico e religioso, quasi l’80%, dei libri sono di questa<br />

tipologia: opere ascetiche, agiografie, commentari della Bibbia, libri<br />

devozionali, di prediche e quaresimali, di teologia. Il 14% dei testi è<br />

costituito da opere di carattere storico, l’8% di storia ecclesiastica, il 6% di<br />

storia antica e moderna. Il resto è composto da testi di filosofia, di diritto,<br />

quasi tutti di diritto ecclesiastico, di classici, di scienze e di facezie varie.<br />

Da come si può notare siamo di fronte ad una biblioteca quasi<br />

monotematica, tesa ad una religiosità “pratica”. Sono presenti in discreto<br />

numero le opere storiche, carenti quelle letterarie, le altre materie, anche se<br />

in numero limitato, sono presenti quasi tutte, insomma una tipologia<br />

comune ad altre biblioteche cappuccine, ma essendo il convento di<br />

<strong>Scorrano</strong> sede di noviziato, è strano che sia carente di manuali di<br />

grammatica italiana e latina, dizionari e altri testi che difficilmente<br />

potevano mancare in una biblioteca di un convento sede di studio. L’ipotesi<br />

avanzata nel precedente capitolo, circa un occultamento di libri da parte dei<br />

frati prima della soppressione degli ordini religiosi, non è quindi da<br />

ritenersi infondata, suffragata anche dal fatto che, tenendo presente<br />

l’annuario delle biblioteche italiane del 1933 già citato, in cinquanta anni,<br />

dal 1883 al 1933, arco di tempo caratterizzato anche da un periodo di<br />

profondo anticlericalismo, confluiscono ben 3.000 volumi e un incunabolo,<br />

mentre in oltre 230 anni, dal 1650, anno di fondazione della biblioteca dei<br />

Cappuccini, al 1883, anno di incameramento dei libri da parte del Comune,<br />

confluiscono “ufficialmente” solo 811 volumi.<br />

Vediamo ora le opere più significative. Di San Tommaso oltre ai due<br />

incunaboli, anche se vi è la sua opera più importante cioè la Summa<br />

Teologica, anche in versione cinquecentesca, non vi sono altre opere, la<br />

maggior parte dei commentari e dei di libri di teologia sono di autori


minori, da segnalare una notevole presenza di opere di frati veneziani, oltre<br />

a una discreta presenza di opere di frati salentini.<br />

Tra le opere più significative di grandi teologi sono da segnalare: alcuni<br />

commentari sulla dottrina di San Tommaso e un commentario sul vangelo<br />

di San Giovanni, rispettivamente degli spagnoli Francesco Suarez e<br />

Francesco Toledo, entrambi padre gesuiti; tutte le opere teologiche scritte<br />

nel Settecento dal cappuccino Tommaso de Charmes; le opere di<br />

Sant’Ignazio, vescovo di Antiochia; poi le opere di San Bernardo<br />

da Chiaravalle, di papa Gregorio X° e di Sant’Agostino; i trattati di<br />

teologia morale di Martino Bonacina e Paolo Laymann; opere del<br />

cappuccino friulano Gioavanni Zamoro e di fra Bonaventura Cocaleo;<br />

commentari alla sacra scrittura e altre opere del padre parigino Giovanni<br />

De La Farge; l’Opera Omnia di Gregorio Magno, un altro dei padri della<br />

Chiesa; il Commentariorum in quartum sententiarum del teologo<br />

tridentino Domenico Soto; infine la Summa Theologiae Scotisticae del<br />

padre Sebastiano Depasuier. Nonostante la presenza di questa opera (lo<br />

scotismo ricordiamo è la corrente filosofica di Giovanni Scoto che era in<br />

contrasto con quella di San Tommaso) l’indirizzo della biblioteca senza<br />

ombra di dubbio rimane tomistico.<br />

111<br />

Tra le opere ascetiche, devozionali e di prediche, segnaliamo opere di:<br />

Giovanni Tiepolo patriarca di Venezia tra Cinque e Seicento; del<br />

cappuccino calabrese Domenico Scorpione, famoso maestro di cappella;<br />

del frate Bendetto Mandina, vescovo di Caserta; dell’agostiniano padre<br />

Simone da Camerino; la monumentale Summa praedicantium, 13 volumi,<br />

di Filippo Die; Le Lettere Spirituali di San Francesco da Sales; il<br />

Quaresimale del gesuita Paolo Sègneri da Nettuno, eminente teologo e<br />

letterato; prediche del vescovo di Catania Giovanni Osorio; L’Araldo<br />

Evangelico del padre veneziano Angelo Maria Marchesini; Quaresimale e


Santorale del predicatore agostiniano Agostino Paoletti; Settimana Santa<br />

del cappuccino ticinese Ludovico Monaco.<br />

Per quanto riguarda la storia ecclesiastica abbiamo molte opere sulla<br />

storia dei Cappuccini come: Delle croniche dei Frati minori di monsignore<br />

Marco da Lisbona; poi la monumentale storia della Chiesa Annales<br />

ecclesiastici del cardinale e bibliotecario della Vaticana Cesare Baronio, la<br />

risposta all’opera della Chiesa luterana Secoli da Magdeburg; poi l’altra<br />

ancor più monumentale Istoria Ecclesiastica, 26 volumi, dell’abate<br />

Claudio Fleury; la Istoria del Concilio di Trento, risposta all’anticuriale<br />

Storia di Sarpi, del cardinale gesuita Pietro Sforza Pallavicino, discendente<br />

da una nobile famiglia parmense; infine Historia Ecclesiastica di Socrate<br />

Scolastico. Per la storia antica e moderna sono da segnalare diverse opere:<br />

Roma instaurata dello storico e umanista forlivese Biondo Flavio; La<br />

Storia d’Italia di Francesco Guicciardini; Delle Historie del Mondo di<br />

Giovanni Tarcagnota; Historia del Mondo dell’aquilano, ma vicentino<br />

d’adozione Cesare Campana; Historia di Milano dello storico degli Sforza,<br />

il milanese Bernardino Corio; Le Età del mondo del fiorentino Girolamo<br />

Bardi; Le Historie dello storico bizantino (era nato sul Monte Athos)<br />

Giovanni Zonara; l’opera Del Mappamondo Istorico del padre Antonio<br />

Foresti; Romanae Historiae dello storico e politico romano Dione Cassio<br />

da Nicea; Historia degli imperatori greci di Niceta Coniata, segretario<br />

presso la corte imperiale di Bisanzio; Della guerra del Peloponneso di<br />

Tucidide; Delle imprese dei Greci di Polibio e la storia di Roma di Tito<br />

Livio; poi la settecentesca Osservazioni critiche sopra via Appia di<br />

Erasmo Gesualdo da Gaeta.<br />

Assenti libri e atlanti di geografia, cosa molto strana visto l’impegno<br />

missionario dei frati Cappuccini, a nostro avviso un’altra conferma circa<br />

l’occultamento dei libri.<br />

112


Pochi i libri di filosofia, da segnalare solo: Logica peripatetica secondo<br />

Scoto e Fisica peripatetica del predicatore cappuccino Illuminato Oddo;<br />

una summa della filosofia di San Bonaventura da Bagnoreggio, uno dei<br />

principali filosofi francescani insieme a Scoto; Dialoghi di Filone<br />

d’Alessandria, filosofo ebreo di lingua greca.<br />

Pochissimi i libri scientifici, da segnalare: il trattato di entomologia<br />

Galleria di Minerva del medico Antonio Vallisneri senior, docente di<br />

medicina all’Università di Padova tra Seicento e Settecento;<br />

Meteorologicorum commentari di Francesco Vicomercati da Milano; il<br />

testo di astronomia Efhemerides motum coelestium, presente anche in<br />

italiano, dell’astronomo e letterato bolognese Eustachio Manfredi.<br />

Per quanto riguarda il diritto segnaliamo Compendio delle leggi civili e<br />

Controversie oratorie del padre cesenate Giannangelo Serra.<br />

L’antichità latina è rappresentata da: Giulio Cesare con i Commentari;<br />

Fedro con le Favole; Plinio con Historia naturalis; poi Cicerone con<br />

l’Opera Omnia; Seneca; infine una raccolta di autori latini tra cui spicca<br />

Terenzio. Fra i greci: Demostene<br />

Per gli autori “moderni” abbiamo il Tasso con i Discorsi sul poema<br />

eroico; poi il leccese Ascanio Grandi con La vergine desponsata e i Fasti<br />

sacri; il cardinale Celestino Sfrondato col suo Gallia vindicata; Stefano<br />

Guazzo da Casale Monferrato con La ghirlanda della contessa Angela<br />

Bianca Beccaria, una raccolta di madrigali.<br />

Pochissimi i testi di lingua e i manuali di retorica, tra i pochi abbiamo: un<br />

manuale di lingua latina del teologo Quinto Mario Corrado da Oria;<br />

Trattato del sublime, trattato di retorica attribuito al retore greco Dionisio<br />

Longino; l’enciclopedico La retorica del fiorentino Bartolomeo<br />

Cavalcanti; Il rimario del viterbese Gerolamo Ruscelli, famoso per i trattati<br />

sulle imprese.<br />

113


Di “imprese” o simili vi sono alcuni testi: Dell’imprese del senese<br />

Scipione Bargagli; Imprese, stratagemmi ed errori militari del piacentino<br />

messere Bernardino Rocca (detto il Gamberello); Discorsi cavallereschi<br />

di Gaspare Toraldo da Tropea, ufficiale nella battaglia di Lepanto e amico<br />

del Tasso, che lo cita nel suo poema.<br />

Da segnalare il trattato politico Le relazioni universali del gesuita<br />

Giovanni Botero e l’opera morale Le avventure di Telemaco, anche in<br />

francese, scritta dal vescovo e teologo francese François-Marie de Salignac<br />

(detto Fénelon).<br />

Da segnalare, ancora, il testo di giurisprudenza Tractatus de dictionibus<br />

[…] di Antonio Angelo Grato, l’importanza è dovuta al fatto che è l’unico<br />

testo del fondo Cappuccini del quale siamo riusciti ad individuare il<br />

vecchio possessore, si tratta della famiglia Costa. Il libro risulta acquistato<br />

a Napoli nel 1627, faceva parte della biblioteca, poi dispersa, di questa<br />

famiglia. 197<br />

Dai libri segnalati possiamo dire che il fondo dei Cappuccini è ancora una<br />

biblioteca in odore di controriforma. Questi libri dovevano servire come<br />

arma militiae clericorum, cioè tanto per difendere le proprie idee quanto<br />

per controbattere le tesi degli avversari. 198<br />

Passiamo adesso a quello del “Battisti” composto da 830 volumi, dei<br />

quali una parte appartenevano al Donbattista, il resto ai sacerdoti<br />

scorranesi. Abbiamo cercato, nonostante le difficoltà, di distinguere i due<br />

fondi, anche se rimane qualche dubbio su qualche testo, nel complesso<br />

197 La famiglia Costa non era né nobile né ricca, ma era tra le più influenti di <strong>Scorrano</strong>,<br />

ricordiamo il sacerdote Giuseppe, e Antonio, che diventò Sindaco, addirittura era<br />

l’unico che abitava in una strada indicata col proprio nome, si tratta dell’attuale vicolo<br />

est di via Del Balzo Orsini, poi il medico Pasquale, figlio di Antonio, che scrisse<br />

un’opera medica in latino.<br />

198 Cfr. D. LEVANTE, Le biblioteche degli ordini religiosi nell’Italia del secolo XVI. Il<br />

programma di una ricerca d’interesse nazionale. Estratto da “QUADERNI DI STUDI”<br />

n. 3/2003, Istituto Superiore di Scienze Religiose, Lecce, p. 235.<br />

114


siamo riusciti a separarli e individuarne il canone bibliografico di ognuno.<br />

Per quanto riguarda i libri del Donbattista, abbiamo accertato,<br />

escludendo sia quelli stampati dopo la sua morte, sia quelli con altre note di<br />

possesso, sia quelli inseriti nell’elenco del vescovo Morelli già citato, che<br />

ve ne erano di sua proprietà circa 500, non risultano incunaboli. Si “dice”<br />

che ce ne fossero, ma anche per questo nucleo vale quanto detto per i<br />

Cappuccini. Su questi libri abbiamo notato che il Donbattista non usava<br />

mettere note di possesso, parecchi risultano acquistati già usati (sono del<br />

Cinquecento e del Seicento), altri sembrano donati, vi sono solo note di<br />

possesso dei vecchi proprietari, su uno, Hinni et Secula di Benedetto Ar.<br />

Montani, abbiamo trovato la nota ex Biblioteca Ricciardiana Aretina,<br />

biblioteca a noi sconosciuta (forse si tratta di qualche biblioteca privata o<br />

dell’omonima fiorentina). Su qualcuno compaiono le note: Donbattista,<br />

Battista, Battisti, amico del cardinale Ferrari, ma sono tutte note con grafie<br />

diverse, solo in un caso nel libro De perenni philosophia di Agostino<br />

Steuco compare un foglietto manoscritto in lingua latina, che sembrerebbe<br />

appartenere al sacerdote scorranese. Vi si legge la soddisfazione per un<br />

libro a lungo desiderato: viene riportata la data, 14 settembre 1701 in<br />

numeri romani, e il luogo, Roma. Su alcuni testi, ma anche su quelli dei<br />

sacerdoti scorranesi, accanto alle note di possesso erase, compaiono i nomi<br />

di due sacerdoti magliesi: don Paolino Piccinno De Matteis e don Donato<br />

Maria Piccinno, probabilmente hanno avuto quei libri in prestito o hanno<br />

officiato a <strong>Scorrano</strong>, anche se per breve periodo, e hanno pensato bene di<br />

lasciare un “ricordo”.<br />

115<br />

A differenza dell’ex biblioteca dei Cappuccini, la biblioteca del<br />

Donbattista ha una tipologia diversa, solo il 44,5% dei testi è composto da<br />

opere di carattere religioso, teologia, prediche, quaresimali, ecc, quindi


questa tipologia è maggioritaria (si tratta sempre della biblioteca di un<br />

sacerdote), ma non prevalente. Da segnalare alcune Bibbie in greco ed<br />

ebraico, due indici di libri proibiti. Il 18% dei testi sono di carattere storico,<br />

una metà di storia ecclesiastica, l’altra metà di storia antica, ma anche<br />

qualcuno di storia moderna. Il 14% riguarda testi di letteratura, in<br />

maggioranza letteratura classica, tradotta anche in francese. Abbiamo un<br />

7% sia di testi di diritto, quasi tutti di diritto ecclesiastico, altrettanti di<br />

manuali vari, si tratta di manuali di lingua latina, greca, ebraica, aramaica,<br />

francese. Il 3,5 % dei testi è di carattere geografico e astronomico, diversi<br />

gli atlanti, oltre il 3% sono di scienze ed arti, quasi tutti di scienze naturali,<br />

matematica, architettura. Il 2% sono di filosofia, il resto, meno dell’1%,<br />

sono di argomento vario.<br />

Una biblioteca come si può notare differente da quella dei Cappuccini,<br />

nella quale i libri non afferenti alla religione sono appena il 12%, in questa<br />

invece sono quasi il 40%.<br />

Esaminiamo ora alcune delle opere cominciando da quelle di argomento<br />

teologico e religioso in genere. Abbiamo, oltre alle Bibbie, tra cui quella<br />

poliglotta, e agli Index librorum prohibitorum dei papi Clemente X e<br />

Innocenzo XI, l’Opera Omnia di Sant’Agostino, quella dell’abate<br />

cistercense Bernardo da Chiaravalle, quella di Giovanni Crisostomo,<br />

patriarca di Costantinopoli, la Summa Theologica e Opuscola di San<br />

Tommaso, alcuni commentari di Geronimo Gonzales, Sententiarum del<br />

novarese vescovo di Parigi Pietro Lombardo, I tre libri delle prediche di<br />

Cornelio Musso, Meditazioni e La voce divina del padre Ludovico Da<br />

Ponte, opere di Francesco Panigarola, da segnalare poi dell’abate<br />

benedettino Agostino Calmet Dictionarium Historicum criticum<br />

chronologicum geografhicum et literale sacrae scripturae, un’opera<br />

utilissima per lo studio della Bibbia.<br />

116


Di diritto non vi sono testi degni di nota a parte il Digestorum Juris<br />

Civilis, anche in italiano, di Giustiniano.<br />

Di storia ecclesiastica abbiamo Annales ecclesiastici di Cesare Baronio,<br />

La storia delle variazioni delle chiese protestanti del vescovo Jacopo<br />

Benigno Bossuet, Historia ecclesiastica di Alessandro Natale e Gerarchia<br />

cardinalizia di Bartolomeo Piazza.<br />

Per quanto riguarda la storia antica abbiamo: le opere principali di<br />

Giuseppe Flavio, Lucio Floro, Tito Livio, Polibio, Plutarco, tradotto anche<br />

in francese, poi il testo Del regno d’Italia sotto i barbari del sacerdote<br />

Michele Tesauro, infine La vita degli imperatori romani, La vita dei<br />

pontefici di Antonio Ciccarelli da Foligno, nessun testo particolarmente<br />

significativo di storia moderna.<br />

117<br />

Oltre agli storici, per la letteratura greca e latina sono presenti: Cicerone<br />

con lettere e orazioni, alcune opere scelte tradotte anche in francese,<br />

Claudiano con l’Opera Omnia, Esopo e Fedro con le Favole, Giovenale e<br />

Persio con le Satire, tradotte anche in italiano da Camillo Silvestri conte di<br />

Rovigo, Lucano con Pharsalia, Marziale con gli Epigrammi, Macrobio<br />

con In somnium Scipionis, Orazio con l’Opera Omnia, Ovidio con le<br />

Metamorfosi, Petronio col Satyricon, opere di Plinio il giovane e<br />

Quintiliano, poi Tacito, Seneca e Virgilio, ognuno con l’Opera Omnia,<br />

abbiamo quindi una discreta presenza di testi classici.<br />

Per i testi riguardanti la letteratura italiana segnaliamo, oltre la Divina<br />

Commedia di Dante e Orlando furioso dell’Ariosto, opere entrambe<br />

illustrate, già indicate nel precedente capitolo perché scomparse, Rime e<br />

altre opere del veneziano Pietro Bembo, Rime di: Luigi Groto (detto il<br />

Cieco d’Adria), Petrarca e Tasso, i commenti alle epistole e alle opere di<br />

Cesare, rispettivamente a cura di Paolo Manuzio e di Aldo Manuzio, una<br />

raccolta di opere di Giovanni Pontano, Diverse orazioni […] di Francesco


Sansovino, Della perfetta Poesia Italiana e Riflessioni sopra il buon gusto<br />

dello storiografo Ludovico Antonio Muratori, Prefetto della Biblioteca<br />

Ambrosiana e bibliotecario della corte estense di Modena, Elegantiae<br />

della lingua latina del filosofo Lorenzo Valla, infine per i salentini<br />

abbiamo De Situ Japygiae del medico galatonese Antonio De Ferrariis<br />

(detto il Galateo).<br />

Per la filosofia abbiamo l’opera completa di Aristotele, Platone con i<br />

Dialoghi, Filone e Teofrasto, il testo già citato del gubbino Agostino<br />

Steuco, vescovo di grande cultura, filosofo e teologo conoscitore di<br />

ebraico, greco e latino, bibliotecario della Vaticana, poi abbiamo il filosofo<br />

astrologo e alchimista Agostino Nifo (detto il Sesso), il cui pensiero si<br />

colloca tra Averroé e Aristotele.<br />

118<br />

Per l’arte, la scienza e tecnica abbiamo due opere di autori latini il De<br />

architectura di Vitruvio e il De aquaeductibus di Frontino in un unico<br />

volume, Strategematicon sempre di Frontino, Anatome Animalium di<br />

Gerardo Blasi, Herbario nuovo del botanico Castore Durante da Gualdo<br />

Tadino, Le sacre grotte vaticane del romano Francesco Maria Torrigio,<br />

altre opere dove si parla di monumenti sacri, Centuria problematum<br />

opticorum, testo di ottica di Francesco Eschinardi, ottico romano che<br />

contribuì alla costruzione del primo telescopio a riflessione.<br />

Da segnalare poi alcuni manuali: Lexicon hebraicum et caldaicum di<br />

Johannes Buxtorf; Lexicon Latinum e altri manuali di lingua del frate<br />

Ambrogio da Calepo (detto il Calepino); Amalthea Onomastica,<br />

l’importante opera lessicografica del grammatico lucchese Giuseppe<br />

Laurenzi; Monas Hieroglyphica un testo di ermetismo e alchimia del<br />

matematico astronomo e astrologo londinese John Dee, ricco bibliofilo che<br />

finì in prigione con le accuse di magia ed eresia.<br />

Oltre ai testi di geografia e di astronomia dobbiamo segnalare gli atlanti


astronomici scomparsi già citati nel precedente capitolo, Uranometria di<br />

Joahnn Bayer, che diede inizio all’età d’oro degli atlanti celesti,<br />

Uranometria di John Baptista Homann, Atlante geografico […] di<br />

Guillaume Delisle, poi La sfera astronomica di padre Bonaventura<br />

Cavalieri, La sfera geografica celeste di Marc’Antonio Guigues, il Novae<br />

coelestium terrestriumque rerum observationes, di Francesco Fontana<br />

astronomo e costruttore di cannocchiali kleperiani, considerato il primo<br />

atlante lunare.<br />

Insomma una biblioteca nella quale si riflettono i molteplici interessi del<br />

Donbattista, dei quali abbiamo già parlato nel I° capitolo. Purtroppo non<br />

abbiamo tutto l’elenco, non solo dei libri donati alla Chiesa di <strong>Scorrano</strong>,<br />

ma soprattutto quello, compresi i libri proibiti, dell’intera biblioteca privata<br />

del Donbattista, sicuramente si conoscerebbe meglio il suo pensiero e la<br />

sua personalità.<br />

Passiamo ora all’ultimo nucleo, che abbiamo chiamato impropriamente<br />

“ecclesiastico”, in realtà si tratta dei libri dei sacerdoti scorranesi e anche<br />

dei libri delle biblioteche di famiglia di qualcuno di loro. Abbiamo stilato<br />

anche per questo nucleo, pur se eterogeneo dal punto di vista della<br />

proprietà, un canone. Oltre il 46% dei testi sono di natura religiosa,<br />

teologia, orazioni, prediche, ecc., un 20% sono di storia, di cui la metà di<br />

storia ecclesiastica, l’8% sono testi di scienze, quasi tutti di medicina e<br />

matematica, il 5% di diritto civile, il 7% di filosofia, altrettanti di<br />

letteratura, quasi tutta classica, un 3% di geografia, altrettanti di manuali,<br />

meno dell’1% di argomento vario. Un tipo di canone che assomiglia molto<br />

a quello della biblioteca del Donbattista anche nelle cifre, solo che in<br />

questo “ecclesiastico” abbiamo più libri di filosofia e meno manuali,<br />

mentre le materie scientifiche sono diverse perché diversi gli interessi.<br />

119<br />

Incominciamo ad esaminare i testi di carattere religioso ed ecclesiastico


in generale. Da segnalare i numerosi testi Storia del Concilio di Trento del<br />

padre gesuita Pietro Pallavicino Sforza, testo fondamentale per la<br />

formazione del sacerdote, infatti compare insieme alla Bibbia nell’elenco<br />

dei libri di tutti i sacerdoti stilato dal vescovo Morelli. I sacerdoti sono:<br />

Altobello Leone, Giuseppe D’Apo, Giuseppe Lillo, Michele Lillo, Paolino<br />

Maggio, Bruno Magavero, Gabriele de Lucretiis, Giuseppe Pasquale<br />

Donadeo, Luigi De Donno, Ignazio Leone, Giorgio Leone, Eugenio<br />

Manfredi, Tiburzio Rausa, Giuseppe Ungaro, Emanuele Costa.<br />

Tra gli altri libri religiosi, oltre a breviari e prediche varie, possiamo<br />

segnalare alcuni trattati di teologia di Martino Bonacina, Francisco Suarez<br />

e padre Rodriguez, un’opera minore di Bartolomeo Sacchi (detto il<br />

Platina), primo Prefetto della Biblioteca Vaticana, l’opera morale<br />

dell’avvocato Girolamo Ercoli Del giuoco de lotto, che ribadiva le tesi<br />

proibizionista di papa Benedetto XIII riguardo questo gioco. Tra i padri<br />

della Chiesa abbiamo San Gerolamo con Epistole Selectae, Sant’Ignazio,<br />

proveniente da una famiglia di santi, con Esercizi Spirituali e Le<br />

Meditazioni, testi appartenuti a don Gabriele De Lucretiis, insieme alle<br />

opere di Sant'Agostino e San Tommaso, opere che nell’elenco del Morelli<br />

vengono indicate “troppo grandi”, molto probabilmente in folio, non si<br />

tratta di codici. 199<br />

120<br />

Nell’elenco viene indicata la presenza di altri libri, non sappiamo la<br />

quantità e se siano di argomento religioso o di altro genere. Forse tra i testi<br />

c’era l’opera di Tertulliano, che non è indicato a quale sacerdote<br />

appartenesse, invece appartengono a don Giuseppe Donadeo le<br />

Confessioni di Sant’Agostino e l’opera di San Fulgenzio, a don Michele<br />

199 Sembra strano che a <strong>Scorrano</strong> non si sia trovato nessun manoscritto. A nostro avviso<br />

c’erano, per esempio quello di padre Todero già citato, sicuramente sono stati trafugati, come i<br />

libri liturgici in lingua greca, che risultano nelle visite pastorali dei vari vescovi.


Monosi Le Glorie di Maria dell’ex avvocato poi fattosi prete e diventato<br />

santo, Alfonso Maria de’ Liguori, a don Tiburzio Rausa e poi a don<br />

Ignazio Rausa il testo ascetico Regia via Crucis del benedettino<br />

arcivescovo olandese Benedetto Van Haeften, a don Giuseppe Battista<br />

Marra il Breviarum Romanum del Baronio, testo del 1766, ma acquistato a<br />

Roma nel 1882. 200<br />

Infine abbiamo gli Scripta Omnia, compresa l’opera monumentale di<br />

diritto canonico, del professore dell’università di Lovanio Zegeri Van<br />

Espen, opera di proprietà di don Bernardino De Lucretiis.<br />

Per quanto riguarda i testi di diritto civile segnaliamo Esame economico<br />

del sistema civile dell’illuminista gallipolino Filippo Briganti, De justitia et<br />

jure di Domenico Soto, De Institutione juris publici universalis Naturae et<br />

Gentium di Ignatio Schwarz.<br />

Tra i filosofi segnaliamo John Locke con Guida dell’intelletto alla<br />

ricerca della verità e Antonio Genovesi con vari testi tra cui Elementa<br />

metaphisicae, opera che risente dell’influenza (tra gli altri) di Locke e che<br />

creò qualche problema all’autore, poi Lorenzo Valla con un testo minore<br />

appartenuto a don Giorgio Leone.<br />

121<br />

A questo sacerdote appartengono alcune opere classiche di Orazio,<br />

Properzio, Tibullo, i Carmina di Catullo, testi insoliti considerato che si<br />

tratta di poeti che parlano d’amore, soprattutto Catullo che ne parla in<br />

maniera esplicita, ma a questo sacerdote appartengono anche altri testi di<br />

autori latini come Virgilio, Cicerone con Le epistole e Orazioni, di queste<br />

opere ve ne sono altre di altri sacerdoti, anche in italiano o commentate in<br />

italiano. Sempre ad altri sacerdoti appartengono l’Opera Omnia di Seneca,<br />

le Metamorfosi di Ovidio, le Favole di Fedro. Tra i pochi autori non<br />

200 Non siamo riusciti ad individuare questo sacerdote, sicuramente era originario di <strong>Scorrano</strong>,<br />

perché la famiglia Marra era all’epoca una delle più numerose.


classici abbiamo il Tasso con Il Messaggiero. Dialogo del Signor<br />

Torquato Tasso al Sereniss. Sign. Vincenzo Gonzaga […], opera dedicata<br />

al principe omonimo: si tratta di una cinquecentina, è del 1582,<br />

appartenuta, forse, alla famiglia De Lucretiis, poi lo scozzese Walter Scott<br />

con tutte le opere, testi questi forse acquistati direttamente dalla<br />

parrocchia.<br />

Per la storia, abbiamo Tito Livio con Storia di Roma, le monumentali<br />

opere di Crevier e Le Beau Storia degli Imperatori Romani, e di Thomas<br />

Salmon con Lo Stato presente di tutti i paesi e popoli del mondo […],<br />

Giuseppe Senatore con Giornale storico di quanto avvenne nei reami di<br />

Napoli e di Sicilia negli anni 1734 - 1735, cioè quando questo regno passò<br />

a Carlo III DI Borbone, lo storico Giovanni Antonio Summonte con la<br />

ponderosa Historia della Città e del Regno di Napoli, appartenuta alla<br />

famiglia De Lucretiis, alla quale è probabile che sia appartenuta anche<br />

l’opera del Senatore.<br />

Per la geografia, da segnalare alcuni atlanti: l’Atlante corografico storico<br />

e statistico del Regno delle due Sicilie del famoso geografo e cartografo<br />

brindisino, l’ingegnere militare Benedetto Marzolla, al quale è dedicato il<br />

liceo classico della sua città, l’Atlante geografico degli Stati italiani e<br />

l’Atlante illustrativo ossia raccolta dei principali monumenti […] di<br />

Attilio Zuccagni Orlandini, poi l’opera Compendio di Geografia del<br />

parigino Conrad Malte Brun.<br />

122<br />

Per le scienze, da segnalare Elementi di Matematica del sacerdote e<br />

matematico Vito Caravelli, al quale è intitolata la biblioteca di Irsina, suo<br />

paese natale, I primi sei libri degli elementi di Euclide di Vincenzo Flauti,<br />

professore all’Università di Napoli. Per la medicina segnaliamo opere<br />

scritte in italiano, latino e anche in spagnolo da medici e scienziati tra i<br />

quali: Thomas Burnet, Valmont di Bumare, Francisco Micon, Johanne


Theodoro Schenckio, abbiamo poi l’opera completa del medico e letterato<br />

Francesco Redi, l’Historia phisico medica del medico astronomo e<br />

matematico Celestino Cominale, nativo di Uggiano, infine i trattati di<br />

medicina legale e militare tra cui il Trattato o riflessioni tirate dalla<br />

pratica su le ferite d’arme da fuoco di François Henry Le Dran.<br />

Per i manuali oltre ad alcuni testi di lingua latina e francese abbiamo il<br />

Corso di Mitologia di Lefrane, De institutione grammatica di Emanuele<br />

Alvari, di proprietà di don Giovanni D’Apo, Orazioni accademiche del<br />

conte Marco Tomini Foresti e De’ costumi de’ primitivi cristiani del<br />

predicatore domenicano e bibliotecario della casanatense Tommaso Maria<br />

Mamachi, entrambi di proprietà di don Francesco Saverio Monosi, infine<br />

un libro di teatro Ein Bardiet für die Schaübune di Hermanns Schlacht.<br />

Purtroppo alcuni di questi libri sono scomparsi, come tanti altri di cui<br />

abbiamo già parlato, ma dei quali non sappiamo assolutamente nulla.<br />

Nonostante queste poche centinaia di libri rimasti dei sacerdoti scorranesi,<br />

dal genere e dalle note di possesso dei libri, dalla conoscenza delle famiglie<br />

di questi sacerdoti, abbiamo potuto individuare, oltre a quella già<br />

conosciuta dei Leone, l’esistenza di altre biblioteche private, due delle<br />

quali, Monosi e De Lucretiis, erano già state segnalate dal Mariano nel<br />

registro d’entrata.<br />

123<br />

Alcune di queste biblioteche potrebbero essere (il condizionale è<br />

d’obbligo, perché non abbiamo elementi a sufficienza per affermarlo, ma<br />

solo indizi) quelle delle famiglie: Lillo, Magavero, Manfredi, Marra e<br />

Rausa. Gli indizi che abbiamo, oltre ai pochi libri, sono diversi: il livello<br />

economico di queste famiglie, i loro interessi in favore della cultura, vedi i<br />

legati Marra e Rausa in favore dell’istruzione, la presenza di vari sacerdoti,<br />

di professionisti, di letterati, la presenza nella famiglia Marra di Francesco,<br />

archivista insieme a Celidonio De Lucretiis dell’archivio dell’Università di


<strong>Scorrano</strong>. 201<br />

Possiamo affermare, invece, l’esistenza delle biblioteche private dei:<br />

D’Apo, De Lucretiis, Leone, Monosi.<br />

La famiglia D’Apo era una delle famiglie più ricche. Tra i componenti<br />

della famiglia, oltre ai sacerdoti compare un letterato come Angelo Antonio<br />

D’Apo, il cui nome è registrato su alcuni libri che si trovano nella<br />

biblioteca della famiglia Guarini, come un incunabolo del 1475 di Paolo<br />

Orosio, Historiae. Non si sa però come siano finiti in casa Guarini, 202<br />

proprietari, questi, anche di un museo delle carrozze. Oltre ai libri religiosi<br />

di proprietà degli Api, così veniva anche chiamata la famiglia, abbiamo<br />

trovato libri di altro genere. Senza dimenticare poi l’interesse per i beni<br />

librari pubblici, è, infatti, Giovanni D’Apo come riportato nel precedente<br />

capitolo, a costruire la prima sede, e sino ad ora l’unica, della biblioteca.<br />

Tutti elementi che non lasciano dubbi sull’esistenza di una biblioteca<br />

privata, il cui indirizzo è sicuramente di tipo teologico e classico.<br />

La famiglia De Lucretiis (ne abbiamo già parlato nel capitolo riguardante<br />

<strong>Scorrano</strong>) era una delle più ricche 203 e colte (tanti i sacerdoti, gli avvocati e<br />

i medici). Sono proprio queste professioni, oltre alle note di possesso e alla<br />

vicinanza dei membri laici della famiglia alla Chiesa, che ci inducono ad<br />

affermare l’appartenenza ai De Lucretiis di tutti i testi di medicina e<br />

giurisprudenza, oltre ad altri di letteratura, storia e religione in genere.<br />

Forse è appartenuto a loro l’unico libro in tedesco trovato, diciamo forse,<br />

perché vi sono vari testi di medicina e giurisprudenza, anche se scritti in<br />

latino, di autori tedeschi, ma non abbiamo elementi probanti per sostenere<br />

201 A. BLANDOLINO, <strong>Scorrano</strong>…, cit., p. 454.<br />

202 Notizie tratte da F. GUARINi, La Biblioteca Guarini di <strong>Scorrano</strong> (Secoli XV-XVIII),<br />

Tesi di Laurea sostenuta presso l’Università degli Studi di Lecce, relatore prof. L. Rizzo,<br />

nell’a.a. 1995-96.<br />

124<br />

203 6 Cfr. AS LE, Catasto Onciario <strong>Scorrano</strong>, 1749, c. 69 r, c. 184 r, c. 229 r.


che qualche componente la famiglia conoscesse la lingua tedesca,<br />

sicuramente conoscevano il latino, qualcuno conosceva sicuramente un po’<br />

di spagnolo (vi era un testo di medicina). Non dimentichiamo, poi, la<br />

presenza, come già riportato, di Celidonio come archivista; i rapporti della<br />

famiglia con bibliofili come il sacerdote Ignazio Ricci, 204 che aveva donato<br />

la sua biblioteca, confluita nella Piccinno di Maglie; il soggiorno dei vari<br />

membri a Napoli, città dove si erano laureati e sede di una intensa vita<br />

culturale che fungeva da calamita per chi veniva dai centri minori.<br />

L’attrazione per questa città si vede dai libri posseduti riguardanti la città<br />

medesima e dove sicuramente si era formata quella coscienza riformatrice<br />

prima, illuministica poi, giacobina dopo, anche se nella sua fase più<br />

moderata, ma sempre nello spirito cattolico, e che aveva portato la famiglia<br />

a guidare la rivolta civile contro i feudatari di <strong>Scorrano</strong>. Un percorso simile<br />

ad altri salentini che avevano studiato a Napoli, su tutti quello quello<br />

dell’avvocato e filosofo casaranese Francesco Antonio Astore, autore di<br />

Catechismo repubblicano, libro nel quale si riflettono le idee di questa<br />

famiglia. A nostro avviso, questo ed altri libri simili forse non sono mancati<br />

nella famiglia De Lucretiis, si vedano i libri di Locke, del Genovesi, del<br />

Briganti. E proprio a questa famiglia gallipolina si può accostare la famiglia<br />

De Lucretiis, una famiglia ricca, formata da professionisti che non<br />

abbandonano la propria terra (se si esclude qualche sacerdote residente a<br />

Napoli), né l’impegno nella vita pubblica per un lunghissimo periodo (gli<br />

amministratori erano espressione della classe colta e illuminata che<br />

costituiva la locale intellighentia). 205<br />

Una biblioteca privata, sicura e cospicua quella dei Briganti. Atrettanto<br />

204 Risulta un legato, a favore del medico Giuseppe De Lucretiis, da parte del sacerdote<br />

magliese. Cfr. ASL, Catasto Onciario <strong>Scorrano</strong>, 1749, c. 67 r, v.<br />

205 Cfr. D. VALLI, Catalogo della Biblioteca “Siciliani” di Galatina, Firenze, La Nuova Italia<br />

Editrice, 1979, p. XIV.<br />

125


sicura, dagli elementi in nostro possesso, quella dei De Lucretiis. Non<br />

sappiamo la consistenza, possiamo solo definirne l’indirizzo che è di tipo<br />

professionale (predominano i testi di teologia, giurisprudenza, medicina, i<br />

settori di lavoro dei membri) e storico-letterario di tipo moderno, aperta<br />

alla filosofia illuminista.<br />

Passiamo alla famiglia Leone, che era una famiglia benestante. Numerosi<br />

i sacerdoti e i professionisti. Come abbiamo visto dall’elenco del vescovo<br />

Morelli, compaiono diversi libri non di argomento religioso, addirittura<br />

Catullo e Valla, note di possesso compaiono su testi presenti nella<br />

Biblioteca Piccinno di Maglie, nella quale sono finiti gran parte dei libri<br />

della famiglia Leone, una biblioteca di cui, oltre a confermare l’esistenza,<br />

nonostante l’esiguità dei libri individuati, possiamo azzardarci a definire<br />

l’indirizzo, che è di tipo teologico e classico-epicureo.<br />

Anche la famiglia Monosi era una famiglia benestante, don Francesco<br />

Saverio Monosi, nel 1837, acquista il convento degli Agostiniani per poi<br />

rivenderlo la Comune. Lo stesso sacerdote era stato insegnante di teologia,<br />

aveva poi rinunciato a questa carriera per amore della sua <strong>Scorrano</strong>. Altro<br />

elemento, oltre alle note di possesso, la presenza, insieme con i libri<br />

religiosi, di libri politematici e di trattati: etnologia, forse qualche atlante.<br />

Anche di questa biblioteca, oltre a confermarne l’esistenza, possiamo<br />

tentare di azzardare l’indirizzo: di tipo teologico e storico-geografico.<br />

126<br />

Alcuni dei libri indicati non sono più in biblioteca, non sappiamo<br />

esattamente quanti e quali libri di queste biblioteche siano stati donati alla<br />

parrocchia e dove siano andati a finire, quanti altri libri siano finiti in altre<br />

biblioteche, sia private che pubbliche, quanti siano andati dispersi, una<br />

cosa è certa: un ulteriore depauperamento librario ai danni di <strong>Scorrano</strong>, ma<br />

l’elenco non si ferma, perché nel prossimo paragrafo ne tratteremo ancora.


) La sezione moderna<br />

127<br />

Il nucleo librario moderno è composto attualmente da oltre 3.000 volumi<br />

ed è in continua crescita, grazie alle donazioni che vengono periodicamente<br />

effettuate, naturalmente si spera in un incremento di una certa entità da<br />

parte dell’Amministrazione comunale, quando le finanze comunali lo<br />

consentiranno e che non ci siano altre priorità “molto più urgenti”, la<br />

speranza è che non siano tempi biblici.<br />

Prima di esaminare questa sezione della biblioteca, diamo un breve cenno<br />

per quanto riguarda l’editoria. Sono presenti in grande quantità tutti i<br />

grandi colossi dell’editoria italiana, compresa la barese Laterza, ma<br />

cospicua è la quantità di testi della più grande e più bella realtà editoriale<br />

salentina: la Congedo di Galatina, città che per le pubblicazioni prodotte


(ricordiamo l’editrice Salentina e le Grafiche Panico) possiamo considerare<br />

il baricentro dell’editoria salentina, naturalmente sono presenti in discreta<br />

misura le altre case editrici salentine e pugliesi, da Adda di Bari a Lacaita<br />

di Manduria, da Capone di Cavallino a Conte e ad Adriatica di Lecce. Vi è<br />

solo una certa “carenza” per quanto riguarda i testi della casa editrice<br />

Schena di Fasano, che, considerato il livello editoriale, meriterebbe una<br />

presenza maggiore. Da segnalare i testi pubblicati dai centri regionali per i<br />

servizi educativi e culturali, i famosi C.R.S.E.C., e quelli pubblicati da<br />

associazioni culturali, Pro Loco e associazioni simili tipo Gallipoli Nostra,<br />

o da scuole come l’Istituto d’Arte di Nardò, tutti testi, nonostante gli ottimi<br />

lavori, che, a causa della scarsa pubblicità, a volte purtroppo finiscono nel<br />

dimenticatoio.<br />

128<br />

Il canone bibliografico della biblioteca comunale di <strong>Scorrano</strong>, per quanto<br />

riguarda questa sezione, non rispetta quello indicato in biblioteconomia per<br />

le biblioteche comunali. Le indicazioni di massima che si danno per i testi<br />

per questo tipo di biblioteche sono in percentuale del 30 di storia locale,<br />

del 20 di attività locale, del 30 di sapere generale e del 20 di enciclopedie,<br />

invece a <strong>Scorrano</strong> abbiamo il 20 di storia locale, il 15 di attività locale, il<br />

55 di sapere generale e il 10 di enciclopedie. Se scendiamo di più in<br />

dettaglio, ci accorgiamo che solo il 16% dei testi è dedicato al Salento, il<br />

restante è dedicato alla Puglia e solo una manciata di testi e opuscoli è<br />

dedicata a <strong>Scorrano</strong> (la mancanza è forzata, essendoci pochissimo<br />

materiale scritto sulla cittadina). Mancano anche le enciclopedie, ce ne<br />

sono diverse, anche specialistiche, per esempio di geografia, psicologia e<br />

pedagogia, ma sono diventate, se non obsolete, sicuramente sorpassate. Un<br />

punto di forza potrebbe essere rappresentato da quel 55% di sapere<br />

generale, ma se lo esaminiamo più in dettaglio ci accorgiamo, che, sì, sono<br />

rappresentate tante classi dello scibile umano, ma rappresentate nel vero


senso della parola: ci sono solo pochissimi testi di scienze, tecnica,<br />

informatica, spettacolo, vi è poi una certa carenza per quanto riguarda<br />

filosofia, geografia, storia, religione, dizionari. Le classi ben rappresentate<br />

sono l’arte e l’architettura, quasi il 20%, ma ben il 15% riguardano<br />

l’attività locale, poi la letteratura con quasi il 15% (di cui la metà italiana),<br />

ma mancano tante opere fondamentali, infine la narrativa per ragazzi con<br />

oltre il 15%, anche se datata e consunta, assenti i libri per bambini.<br />

Abbiamo quindi una biblioteca che avrebbe bisogno non solo di essere<br />

incrementata, ma anche di essere ammodernata oculatamente, anche con<br />

testi dalla grafica accattivante per avvicinare soprattutto i più piccoli alla<br />

lettura.<br />

Il canone bibliografico della biblioteca non rispecchia altro che il<br />

contesto burrascoso in cui la biblioteca è vissuta. Un contesto fatto<br />

soprattutto di donazioni, infatti i libri rispecchiano gli interessi dei donatori,<br />

per fare un esempio le ultime donazioni sono di opere riguardanti il<br />

restauro, il donatore è Giovanni Giangreco, che lavora nel settore. Non vi è<br />

stata mai una seria politica bibliotecaria, l’idea in passato della biblioteca<br />

di narrativa per ragazzi si è fermata con i libri ricevuti dalla biblioteca del<br />

Centro di lettura, insomma abbiamo oggi una Biblioteca comunale che non<br />

riusciamo a definire.<br />

Esaminiamo ora brevemente le varie classi rappresentate indicando anche<br />

gli autori principali, tra questi anche quelli che non sono più presenti come<br />

Mazzini e Pellico.<br />

129<br />

Per quanto riguarda i classici latini e greci sono presenti solo i seguenti<br />

autori: Cicerone, Lucrezio, Omero, Tito Livio, Virgilio. Per la letteratura<br />

più moderna, tra i presenti ne citiamo alcuni: Dante, Carducci, Foscolo,<br />

Goldoni, Leopardi, Machiavelli, Manzoni, Montale, Parini, Pellico,<br />

Montale, Petrarca, Saba, Tasso, Ungaretti, Verga, oltre a tanti minori. Se i


130<br />

principali autori italiani ci sono quasi tutti, pochi sono i grandi autori<br />

stranieri, possiamo citare: Dickens, Dumas, Gogol, Tolstoj, Voltaire, Zola,<br />

assente addirittura Shakespeare. Tra gli autori di narrativa per ragazzi<br />

segnaliamo Salgari, presente Isac Asimov con numerose opere di<br />

fantascienza, genere molto richiesto. Non mancano testi di storia della<br />

letteratura, tra cui l’opera di Francesco De Sanctis, e testi di linguistica.<br />

Presenti vari testi di filosofia, ma pochi i grandi filosofi, da segnalare solo<br />

Benedetto Croce. Non mancano testi di psicologia e pedagogia, sociologia.<br />

Per la religione, oltre a testi di patristica e alcune Bibbie, vi sono testi<br />

riguardanti altre religioni, oltre la cristiana, per esempio Il Corano.<br />

Abbiamo anche alcuni testi di diritto e di economia, da segnalare tra questi<br />

solo Dalla Pubblica felicità alla Ricchezza nazionale dell’illuminista<br />

Giuseppe Palmieri di Martignano. Vi è poi una manciata di testi di<br />

medicina, tecnica, scienze naturali e qualche testo riguardante le<br />

invenzioni. Per i testi politici abbiamo tra gli autori Gramsci, Togliatti,<br />

Nenni, Mazzini, poi saggi su Mazzini, Moro, De Gaulle, John Kennedy,<br />

sul fascismo, sull’Unione Sovietica, su Israele, sulla Cina, sul petrolio, la<br />

biografia del brigatista rosso Mario Fracasso di Alessano. Pochissimi i testi<br />

riguardanti il cinema, il teatro, la musica. Molto più numerosi i testi che<br />

riguardano l’arte, in particolare modo la pittura, da segnalare il Vasari con<br />

Le vite e una collana sui più importanti musei del mondo, rappresentata<br />

anche l’arte sacra in Puglia. Altrettanto numerosi sono i testi di<br />

archeologia, architettura e urbanistica, attinenti quasi tutti alla Puglia e alla<br />

Basilicata (a Matera, non a caso, Giovanni Giangreco 206 vi aveva lavorato<br />

206 Lo abbiamo nominato tante volte in questo lavoro, vogliamo qui tracciarne una<br />

biografia. Giovanni Giangreco nasce a <strong>Scorrano</strong> nel 1948, è laureato in lettere ed è<br />

dipendente della Soprintendenza della sezione di Lecce, ama la sua terra a dismisura, e<br />

cerca da anni, attraverso la ricerca, di valorizzare culturalmente il tacco d’Italia,<br />

dimenticato per lungo tempo dalla cosiddetta grande cultura, però non in maniera da<br />

sterile campanilismo, ma attraverso un percorso culturale che abbia i connotati di<br />

scientificità. Giovanni Giangreco ha svolto numerose attività culturali: l’inventariazione


presso l’Archivio di Stato), un ulteriore conferma circa il canone della<br />

biblioteca, che rispecchia gli interessi dei donatori. Anche in buon numero i<br />

testi riguardanti città e paesi di questa regione, così come i narratori<br />

pugliesi, tra i quali Raffaele Nigro. Chiaramente molti di più i testi<br />

riguardanti il Salento leccese e i suoi Comuni, i più presenti sono:<br />

Galatone, Gallipoli, Maglie Otranto, nel complesso pochi i testi su Lecce<br />

considerata la sua importanza storica e amministrativa, come scarno il<br />

materiale su <strong>Scorrano</strong> a causa dei motivi già indicati. In compenso, copiosa<br />

è la sezione riguardante gli scrittori salentini tra i quali segnaliamo: Antonio<br />

De Ferrariis (detto il Galateo), Girolamo Comi e il magliese Nicola De<br />

Donno.<br />

Purtroppo, vi sono pochi dizionari e atlanti, abbiamo delle enciclopedie,<br />

ma sono datate, come già anticipato.<br />

131<br />

Nonostante quella di <strong>Scorrano</strong> sia una piccola biblioteca, la presenza poi,<br />

di testi di biblioteconomia, quasi tutti dell’Editrice Bibliografica di Milano,<br />

del Soggettario della Biblioteca Centrale di Firenze, delle Rica (Regole<br />

Italiane Catalogazione Autori), e uno Schema di classificazione Dewey,<br />

tendono a dare l’idea di una biblioteca rispettabile. Da segnalare una copia<br />

dell’Inventario dell’Archivio Storico del Comune di <strong>Scorrano</strong>, presenza<br />

delle chiese rupestri del Salento, degli archivi, già citati, del Convento dei Cappuccini e<br />

della Chiesa Matrice di <strong>Scorrano</strong>, della biblioteca del Museo Speleologico di Maglie,<br />

dei beni artistici della Basilicata, ha elaborato il progetto per il Museo del Territorio di<br />

Gallipoli e di Morciano, numerose le pubblicazioni, sia su <strong>Scorrano</strong> che su altri centri<br />

salentini, come Castro e Ortelle, sulle chiese e sui beni speleologici del Salento, sulla<br />

cartapesta leccese, sul restauro di alcuni monumenti salentini, sulle luminarie, oltre alla<br />

schedatura dei beni culturali di alcuni centri come <strong>Scorrano</strong>, Maglie, Muro. Relatore<br />

ricercatissimo in molti convegni di studio, da anni conduce uno studio su Giuseppe<br />

Andrea Manfredi, il maggiore artista scorranese, un sacerdote vissuto tra il Seicento e il<br />

Settecento, definito dal Giangreco un catechista col pennello (Cfr. G. GIANGRECO, La<br />

paternità riconosciuta, in “L’Arenosa”, DICEMBRE 2004, p. 2.) autore di numerose opere<br />

pittoriche a <strong>Scorrano</strong> e in altri centri, fece anche ricostruire la chiesa di Santa Lucia,<br />

ristrutturata poi, dopo il 1948, dal parroco Beniamino Guida. Al Manfredi, Giangreco<br />

spera un giorno di dedicare una monografia.


utilissima per gli studiosi per anticipare ricerche, ma anche per evitare<br />

visite inutili all’archivio.<br />

Passiamo ora a fare una veloce disamina dell’emeroteca, che in realtà<br />

non esiste come spazio ad hoc, perché le riviste sono per il momento<br />

collocate tra i libri e anche, per motivi di spazio, “nell’antibagno”.<br />

Oltre alle riviste indicate nel precedente capitolo, quelle acquistate dal<br />

Comune e quelle provenienti dal Centro di lettura, abbiamo altre riviste.<br />

sappiamo per certo che ce ne erano altre, ma non sappiamo quali e<br />

soprattutto che fine abbiano fatto.<br />

Vi sono vari numeri sciolti di riviste di cultura nazionali come “La<br />

Crusca”, o riviste di cultura locali tra le quali segnaliamo “Nuovi<br />

Orientamenti” (rivista pubblicata a Gallipoli) e “Annuario Studi Salentini”<br />

presente dal 1956 ad oggi, “Contributi” (rivista della Società di Storia<br />

Patria per la Puglia sezione di Maglie-Otranto), “Puglia Tradizione”. Altre<br />

riviste di cultura presenti con varie annate sono: “Sapere”, “Altamura”<br />

(rivista storica e bollettino dell’Archivio Biblioteca civica dell’omonima<br />

città), “Vetera Christianorum”, (organo dell’Istituto di Letteratura<br />

Cristiana Antica dell’Università di Bari), “Le Scienze”, “Agorà 2000”<br />

(rivista di informazione telematica).<br />

132<br />

Tra le riviste specializzate ricordiamo: “Sud Puglia” (rassegna trimestrale<br />

della Banca Popolare Sud Puglia di Matino), “Terra d’Otranto” (rivista<br />

della Camera di Commercio di Lecce), “Giochi della Gioventù”, con varie<br />

annate, poi “Spaziosport” (rivista di impiantistica sportiva del C.O.N.I),<br />

“L’Informatore Agricolo” (rivista pubblicata a Verona), Geometri nel<br />

Salento (periodico del collegio omonimo) “Lu Puparu” (giornale<br />

dell’Associazione Pupari Leccesi), tutte con diversi numeri sciolti.<br />

Numerose le riviste dedicate ai Comuni e finite poi in biblioteca:<br />

“Comuni d’Italia”, “Notiziario Anci” (attualmente diretto da uno


scorranese, il dottor Danilo Moriero). Numerose pure le riviste di<br />

legislazione come: “Nuova Rassegna di Legislazione, Dottrina e<br />

Giurisprudenza”, “Cronache Legislative”, “30 Giorni al Parlamento”.<br />

Altrettanto numerosi anche i notiziari pubblicati dalla Regione Puglia<br />

come: “Giornale della Regione Puglia”, “Puglia Emigrazione”, “Puglia<br />

Scuola”, “Notiziario Agricolo Regionale”, con diverse annate.<br />

Da come possiamo vedere c’è poco, anzi, tra quel poco qualcuno ha<br />

pensato bene di fare razzia di qualche rivista, come già indicato nel<br />

capitolo precedente.<br />

Non è sparita, fortunatamente, una raccolta di dischi in vinile della casa<br />

discografica Cetra, nei quali sono registrate le voci di attori come Vittorio<br />

Gasman o Arnoldo Foa’, che recitano opere letterarie italiane fra le quali<br />

alcuni canti della Divina Commedia o poesie del Leopardi.<br />

Come abbiamo visto la sezione moderna, pur con diverse cose<br />

interessanti e utili, ribadiamo per l’ennesima volta, necessita di un<br />

incremento e conseguente ammodernamento, con una politica di acquisto<br />

oculata, senza aspettare le solite donazioni, che sono benvenute, ma non<br />

possono risolvere il problema.<br />

133


134<br />

CAPITOLO IV: conclusioni


Come abbiamo visto, le biblioteche possono benissimo andare di pari<br />

passo con la telematica, anzi la maggiore presenza di Internet sembra<br />

essere consequenziale alla maggiore presenza di biblioteche.<br />

Tralasciando Internet possiamo dire che le colpe della sofferta storia<br />

della Comunale di <strong>Scorrano</strong> sono di tutti, ma i principali responsabili sono,<br />

come abbiamo visto, gli amministratori scorranesi. Pochi sono stati gli<br />

amministratori sensibili al problema biblioteca, di quei pochi quasi tutti<br />

hanno inteso i beni librari come qualsiasi altro bene culturale, alla stregua<br />

di un monumento storico. I beni librari offrono la loro massima espressione<br />

nel momento della fruizione, ma se una biblioteca non è in ordine, non è<br />

possibile godere di questa fruizione. Molti di più gli amministratori contrari<br />

alla biblioteca, che difficilmente palesano questa avversione, ma i fatti lo<br />

hanno dimostrato: basta non fare nulla. La maggior parte è costituita da<br />

quelli indifferenti, grazie ai quali però sarebbe bastato poco per far pesare<br />

la bilancia da parte di quel manipolo di sensibili al problema e avremmo<br />

avuto una situazione ben diversa.<br />

135<br />

Questa “assenza” amministrativa ha provocato negli anni delle costanti: i<br />

continui traslochi, che hanno ridotto l’attività; le strutture inadeguate, che<br />

hanno provocato il deperimento dei libri e reso più problematica la<br />

fruizione; il volontariato, che non permette un funzionamento regolare della<br />

biblioteca; la mancanza di specializzazione, che non permette un ottimale<br />

funzionamento. Solo eliminando queste costanti, anche se quella del<br />

volontariato è stata ed è preziosa ai fini del funzionamento, ma non può<br />

essere sufficiente, la biblioteca civica scorranese potrebbe avere una vita


egolare.<br />

Naturalmente ciò può essere solo conseguenza di una stabilità<br />

amministrativa, quella stabilità che in alcuni casi, come abbiamo visto, ha<br />

garantito, pur con tante costanti, un minimo di vita bibliotecaria.<br />

Infatti, la comparazione tra la vita amministrativa e quella bibliotecaria ne<br />

è una prova. Ripercorriamo brevemente quanto già esposto nei capitoli I e<br />

II attraverso lo schema seguente, elencando i periodi amministrativi e il<br />

Sindaco (con C. abbiamo indicato il commissariamento), se vi è stata<br />

stabilità amministrativa, se la biblioteca ha funzionato, questa<br />

comparazione parte dal periodo della delibera del 1868, che sanciva<br />

l’istituzione della biblioteca civica.<br />

PERIODO AMMINISTRAZIONE STABILITÀ BIBLIOTECA<br />

1867-71 LEONE SÌ NO<br />

1871-95 CARLUCCI SÌ SÌ<br />

1895-1920 VARI SINDACI NO NO<br />

1920-23 CAMBOA NO NO<br />

1923-45 C., DE DONNO, C. NO NO<br />

1946-51 DE JACO VERIS, C. NO NO<br />

1951-56 DE DONNO NO NO<br />

1956-65 BLANDOLINO SÌ SÌ<br />

1965-75 PENDINELLI SÌ SÌ<br />

1975-78 VISCONTI SÌ SÌ<br />

1979-82 VISCONTI NO NO<br />

1982-85 BLANDOLINO NO NO<br />

1985-90 BLANDOLINO SÌ SÌ<br />

1991-93 VARI SINDACI, C. NO NO<br />

1993-97 COLAZZO SÌ NO<br />

1997-2002 COLAZZO NO NO<br />

2002- PENDINELLI SÌ SÌ<br />

136<br />

Analizzando i periodi, notiamo che all’inizio, nonostante la stabilità<br />

amministrativa, la biblioteca non funziona perché fisicamente ancora non<br />

c’è, dopo un periodo positivo con Carlucci, poi vi è burrasca<br />

amministrativa per lunghi anni, quindi il periodo di Camboa, quando vi era<br />

lo scontro tra combattenti e fascisti. Uscito vincitore il fascismo, che per


137<br />

certi versi avrebbe dovuto garantire stabilità, abbiamo, tuttavia, anche<br />

periodi di commissariamento che la dicono lunga sulla stabilità<br />

amministrativa. Terminata la guerra, i problemi economici e politici non<br />

permettono una gestione amministrativa serena, poi ritorna De Donno, e i<br />

problemi politici si acuiscono, tocca poi a Blandolino e successivamente a<br />

Pendinelli. Vi è un periodo amministrativo stabile, anche se la contesa<br />

politica è sempre infuocata, ma si garantisce un periodo positivo per la<br />

biblioteca. Nel primo periodo di Visconti vi è stabilità amministrativa,<br />

anche se “forzata”, ma vuoi per questa stabilità, vuoi per forza di inerzia<br />

del periodo precedente, la biblioteca funziona, anche se politicamente il<br />

fuoco covava sotto la cenere, e ritornano i problemi amministrativi e<br />

bibliotecari. Ritornato Blandolino, nel primo periodo vi è una situazione<br />

anomala, il Sindaco di uno schieramento, la Giunta di un altro, è facile<br />

immaginare la vita amministrativa, figurarsi quella bibliotecaria. Nel<br />

secondo periodo la situazione amministrativa si risolve a vantaggio anche<br />

della biblioteca. Successivamente abbiamo un periodo travagliatissimo,<br />

anche se il coraggio e la sensibilità del commissario Giarratana<br />

garantiscono per un brevissimo periodo il funzionamento. Con<br />

l’Amministrazione Colazzo, nel primo periodo vi è stabilità, ma la scelta<br />

della multimedialità, pur se meritevole, creando illusioni, ha fatto cadere in<br />

secondo piano la biblioteca tradizionale, mentre la multimediale avrebbe<br />

dovuto andare a braccetto con quest’ultima. Nel secondo periodo, la<br />

stabilità è solo apparente e la biblioteca chiaramente non funziona. Poi con<br />

l’Amministrazione Pendinelli (figlio del precedente Sindaco omonimo),<br />

attualmente in carica, abbiamo un periodo stabile come non mai, la stessa<br />

opposizione aiuta questa stabilità, con una opposizione costruttiva, ma<br />

critica, e non facendo ostruzionismo per partito preso. Invertendo questo<br />

schema, conosciamo attraverso la biblioteca l’efficienza amministrativa,


insomma la conferma che la biblioteca è la specola della realtà in cui è<br />

collocata.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

138<br />

Annuario delle biblioteche italiane, Firenze-Roma, Bemporad, 1933.<br />

Annuario delle biblioteche italiane, Roma, F.lli Palombi, 1956-1959.<br />

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GIORNALI E PERIODICI<br />

“L’Arenosa”<br />

“La Bellagreca”<br />

“La Gazzetta del Mezzogiorno”<br />

“Tempo d’oggi”<br />

ARCHIVI<br />

140


Archivio Biblioteca Comunale di <strong>Scorrano</strong><br />

Archivio Comunale di <strong>Scorrano</strong><br />

Archivio Diocesano di Otranto<br />

Archivio del Capitolo della Basilica Vaticana<br />

Archivio di Stato di Lecce<br />

Archivio Parrocchiale di <strong>Scorrano</strong><br />

Archivio Privato Antonio Blandolino<br />

Archivio Privato Famiglia Timo<br />

Archivio Privato Giovanni Giangreco<br />

Archivio Pro Loco <strong>Scorrano</strong><br />

INTERNET<br />

www.provincia.le.it<br />

www.siba2.unile.it/dlrizzo/<br />

141

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