parliamo di taxi e tassisti / Gli appuntamenti di luglio e ... - Konrad
parliamo di taxi e tassisti / Gli appuntamenti di luglio e ... - Konrad
parliamo di taxi e tassisti / Gli appuntamenti di luglio e ... - Konrad
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
n.168 <strong>luglio</strong>/agosto 2011 <strong>di</strong>stribuzione gratuita il mensile del vivere naturale<br />
c'e ` <strong>di</strong> che essere orgogliosi / cambiamenti climatici e proiezioni future<br />
anche l'elettricita ` si puo `<br />
immagazzinare / luciano coraggioso pala<strong>di</strong>no<br />
<strong>parliamo</strong> <strong>di</strong> <strong>taxi</strong> e <strong>tassisti</strong> / <strong>Gli</strong> <strong>appuntamenti</strong> <strong>di</strong> <strong>luglio</strong> e agosto
De<strong>di</strong>chiamo questo numero <strong>di</strong> <strong>Konrad</strong> a Eynulla Fatullayev, uno dei più noti giornalisti dell’Azerbaigian, che è stato rilasciato il 26 maggio 2011. Amnesty<br />
International lo aveva <strong>di</strong>chiarato prigioniero <strong>di</strong> opinione e adottato nel 2007, avviando una campagna per la sua scarcerazione, dopo che era stato condannato<br />
per <strong>di</strong>ffamazione e terrorismo unicamente a causa dei suoi articoli. Eynulla Fatullayev fu condannato per <strong>di</strong>ffamazione dopo che ebbe scritto due articoli in cui<br />
contestava la versione ufficiale delle uccisioni <strong>di</strong> massa <strong>di</strong> civili dell’Azerbaigian nella città <strong>di</strong> Khojaly durante il conflitto tra Azerbaigian e Armenia nella regione<br />
del Nagorno-Karabakh nel 1992. Egli fu successivamente condannato per terrorismo avendo pubblicato un articolo <strong>di</strong> critica alle decisioni in politica estera<br />
dell’Azerbaigian. Quando la Corte Europea per i Diritti Umani chiese nel 2010 <strong>di</strong> liberarlo, le autorità lo condannarono a una nuova pena <strong>di</strong> due anni e mezzo<br />
sulla base <strong>di</strong> false accuse <strong>di</strong> possesso <strong>di</strong> droga.<br />
Alla campagna per la sua liberazione ha partecipato anche il Gruppo <strong>di</strong> Trieste <strong>di</strong> Amnesty International. Ecco quanto ha scritto appena liberato:<br />
“Sono molto felice <strong>di</strong> essere <strong>di</strong> nuovo in libertà. Sono estremamente grato ad Amnesty International, che dall’inizio si è presa cura del mio caso. Dico<br />
semplicemente che mi avete salvato!”<br />
konrad 168 - <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
soMMario<br />
4 C'è <strong>di</strong> che essere orgogliosi<br />
5 Anche l'elettricità si può immagazzinare<br />
6 Cambiamenti climatici e proiezioni future<br />
8 Libri<br />
Una donna virtuosa<br />
8 In ricordo <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o H. Martelli<br />
9 Luciano, coraggioso pala<strong>di</strong>no<br />
12 Marte sott'acqua<br />
13 Prepararsi alla prova costume:<br />
meglio senza lampade<br />
14 Primo anno <strong>di</strong> WWF universitario<br />
14 CAI: e l'ambiente?<br />
16 Alimentazione<br />
Estate in salute<br />
17 Agricoltura biologica questa sconosciuta<br />
Ma se è tutto inquinato?<br />
17 Siamo tutti intelligenti<br />
18 Trasporti e ambiente<br />
Parliamo <strong>di</strong> <strong>taxi</strong> e <strong>tassisti</strong><br />
19 Perù: la vittoria <strong>di</strong> Ollanta Humala<br />
20 Cinema<br />
Fanta-spionaggio e capricci del destino<br />
21 Teatri <strong>di</strong> confine<br />
Il ponte mai nato<br />
Mittelfest<br />
21 Maremetraggio<br />
22 Percorsi d'arte<br />
Al<strong>di</strong>là<br />
22 Bogdan Grom ambasciatore della cultura slovena<br />
23 Il maestro Muti. La musica da chiesa.<br />
24 Chiaulis<br />
25 La Ciceria (Cicarija). ˇ ˇ 2° parte<br />
26 Colonna vertebrale<br />
Torcicollo: centra forse l'aria con<strong>di</strong>zionata?<br />
27 È storia: il Me<strong>di</strong>o Evo nella Russia <strong>di</strong> Putin<br />
28 Green spot festival 2011<br />
29 Annunci <strong>di</strong> <strong>luglio</strong> e agosto<br />
<strong>Konrad</strong><br />
Mensile <strong>di</strong> informazione<br />
<strong>di</strong> Naturalcubo s.n.c.<br />
Redatto dall’Associazione <strong>Konrad</strong><br />
via Corti 2a - 34123 Trieste<br />
Fax 1782090961<br />
info@konradnews.it<br />
www.konradnews.it<br />
Aut. Trib. <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne n. 485<br />
del 5/9/80 Aut. fil. <strong>di</strong> Trieste<br />
Direttore e<strong>di</strong>toriale:<br />
Roberto Valerio<br />
Direttore responsabile:<br />
Dario Predonzan<br />
Pubblicità:<br />
Alex Cibin<br />
cell. 340 4000934<br />
advertising@konradnews.it<br />
Hanno collaborato:<br />
Sara Alzetta, Annelore Bezzi, Na<strong>di</strong>a e Giacomo<br />
Bo, Francesco Breda, Giulia Canziani, Walter<br />
Chiereghin, Michele Colucci, Rami Cosulich,<br />
Stefano Crisafulli, Adriana De Caro, Giorgio<br />
Den<strong>di</strong>, Giorgia Facis, Sergio Franco, Graziano<br />
Ganzit, Alessandro Giadrossi, Francesco<br />
Giz<strong>di</strong>c, Marco Modotti, Luisella Pacco, Tiziana<br />
Peressutti, Giuliano Pran<strong>di</strong>ni, Riccardo Re<strong>di</strong>vo,<br />
Lino Santoro, Marco Segina, Gianni Ursini,<br />
Severino Zannerini.<br />
Progetto grafico<br />
e impaginazione:<br />
Erratacorrige, Trieste<br />
www.erratacorrige.org<br />
3 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
Stampa:<br />
Tip. Villaggio del Fanciullo - Opicina Trieste -<br />
maeba@tipografiavdf.it<br />
<strong>Konrad</strong> non è responsabile della mancata<br />
pubblicazione degli annunci o <strong>di</strong> eventuali<br />
inesattezze.<br />
<strong>Konrad</strong> inoltre non si assume la responsabilità<br />
dei contenuti degli annunci e degli spazi<br />
pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in<br />
luoghi non autorizzati non è <strong>di</strong> responsabilità<br />
dell’e<strong>di</strong>tore.<br />
è vietata la riproduzione e l’utilizzazione<br />
esterna del materiale qui pubblicato, salvo<br />
espressa autorizzazione scritta dell’E<strong>di</strong>tore.<br />
Informativa sulla legge che tutela la privacy.<br />
In conformità della legge 675/96 sarà nostra<br />
cura inserire nell’archivio informatico della<br />
redazione i dati personali forniti, garantendone<br />
la massima riservatezza e utilizzandoli<br />
unicamente per l’invio del giornale. Ai sensi<br />
dell’art. 13 della legge 675/96 i dati potranno<br />
essere cancellati <strong>di</strong>etro semplice richiesta da<br />
inviare alla redazione.
e<strong>di</strong>toriale redazione@konradnews.it<br />
C'è <strong>di</strong> che essere orgogliosi<br />
Le opportunità aperte dai referendum del 12 e 13 giugno<br />
Disse Tremonti (sabato 11 giugno all’assemblea dei giovani industriali):<br />
“Non fate lo sport nazionale <strong>di</strong> parlare male dell’Italia, in Italia e all’estero”.<br />
Per una volta si può essere d’accordo col ministro dell’economia,<br />
anche se spesso è proprio il Governo <strong>di</strong> cui Tremonti fa parte a stimolare<br />
l’istinto auto - denigratorio <strong>di</strong> tanti italiani<br />
verso il proprio Paese...<br />
Queste parole pronunciate proprio alla<br />
vigilia dei referendum, a ben vedere,<br />
assumono un valore quasi profetica.<br />
La fantastica vittoria dei SI, infatti,<br />
<strong>di</strong>mostra senza equivoci che gli italiani,<br />
smentendo certi facili cliché (troppo<br />
spesso ripetuti a mo’ <strong>di</strong> comodo alibi):<br />
– ragionano e non sono devastati dalla TV<br />
spazzatura<br />
– decidono a prescindere da quanto<br />
gli <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> fare, o <strong>di</strong> non fare, i leader<br />
politici (anche quelli per i quali hanno<br />
votato)<br />
– sanno organizzarsi, al <strong>di</strong> fuori dei partiti,<br />
e condurre una campagna referendaria<br />
fino alla vittoria finale<br />
– sanno essere citta<strong>di</strong>ni attivi, insomma,<br />
anche se c’è chi fa <strong>di</strong> tutto per renderli<br />
sud<strong>di</strong>ti passivi.<br />
Non tutti gli italiani, certo, ma la maggioranza sì ed è questo che conta.<br />
Certo, occorrerà un’analisi approfon<strong>di</strong>ta sui dati del referendum (gli<br />
specialisti in questo campo potranno fornire elementi utili), ma intanto<br />
alcuni dati balzano agli occhi.<br />
Innanzitutto le percentuali della partecipazione al voto. Il 57% a livello<br />
nazionale deriva infatti da percentuali regionali <strong>di</strong>fferenziate, poiché<br />
alle “rosse” Emilia-Romagna e Toscana (poco più del 64% la prima,<br />
poco sotto questa cifra la seconda) si affiancano il record del Trentino-<br />
Alto A<strong>di</strong>ge (64,6%) e le Marche (61,5%), mentre alquanto <strong>di</strong>stanziata<br />
è la Lombar<strong>di</strong>a (poco più del 54%). Nel complesso è il centro-nord<br />
a trainare, mentre – non a caso – in fondo classifica sono le Regioni<br />
dove il “controllo del territorio” è in gran parte in mano alla criminalità<br />
organizzata: Sicilia, Campania e Puglia (malgrado Vendola) fanno<br />
registrare infatti percentuali poco sopra il 52%, mentre la Calabria<br />
supera <strong>di</strong> poco il 50. Anche in queste Regioni, tuttavia, il quorum è stato<br />
superato.<br />
è degno <strong>di</strong> nota che nel nord le percentuali delle Regioni governate dal<br />
centro-destra (Veneto poco meno del 59%, Piemonte 59%, Friuli-Venezia<br />
Giulia poco più del 58%) e dal centro sinistra (Liguria 59,4%), siano quasi<br />
identiche: segno che i temi referendari hanno coinvolto “trasversalmente”<br />
gli elettori e in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> incoraggiante maturità democratica.<br />
Il confronto con il resto d’Europa<br />
Quanti in Europa possono <strong>di</strong>re altrettanto?<br />
Chi altro, ad esempio, ha inciso sulla politica energetica utilizzando<br />
strumenti democratici come hanno saputo fare gli italiani?<br />
Solo gli austriaci, a ben vedere, nel 1978 (prima <strong>di</strong> Chernobyl), con un<br />
referendum <strong>di</strong>ssero NO al nucleare, benché una centrale fosse pronta ad<br />
entrare in funzione. E non ci hanno mai ripensato.<br />
I francesi, invece (oltralpe un referendum come i nostri non è neppure<br />
previsto dall’or<strong>di</strong>namento), hanno subìto per decenni la politica nucleare<br />
dei loro governanti ed ora si ritrovano con 58 reattori, in buona parte<br />
ormai vecchi (e pericolosi), ma senza le risorse per sostituirli o smaltirli in<br />
sicurezza.<br />
I tedeschi hanno dovuto attendere Fukushima perché il Governo<br />
decidesse – sulla spinta <strong>di</strong> clamorosi<br />
ribaltoni in alcune elezioni regionali – che<br />
le loro centrali nucleari, ormai vecchiotte,<br />
saranno sostituite da una strategia fondata<br />
sul risparmio e le fonti rinnovabili.<br />
Non stanno meglio inglesi, spagnoli, belgi,<br />
ecc., sia perché i rispettivi Governi non<br />
danno concreti segnali <strong>di</strong> ripensamento sul<br />
nucleare, sia perché ardua appare la strada del ricorso a strumenti <strong>di</strong><br />
democrazia <strong>di</strong>retta, come il referendum abrogativo esistente in Italia.<br />
E i vicini sloveni? Il Governo <strong>di</strong> Lubiana ha annunciato <strong>di</strong> recente il nuovo<br />
Piano energetico nazionale, rinviando<br />
al 2030 la decisione sul raddoppio della<br />
centrale <strong>di</strong> Krško, che però rimarrebbe in<br />
funzione fino al 2043, quando avrà superato<br />
i 60 anni <strong>di</strong> età.<br />
Eppure non c’è notizia <strong>di</strong> reazioni<br />
nell’opinione pubblica slovena. è istruttivo<br />
quanto accaduto alla fine <strong>di</strong> maggio: vari<br />
gruppi ambientalisti e antinucleari italiani<br />
avevano organizzato e annunciato una<br />
marcia pacifica a Krško, concordata con<br />
gli omologhi sloveni, i quali però alla vigilia<br />
comunicarono improvvisamente <strong>di</strong> aver<br />
cambiato idea e l’iniziativa abortì.<br />
Va poi detto che gli italiani, famiglie,<br />
imprese (piccole e me<strong>di</strong>e soprattutto)<br />
e pubbliche amministrazioni (<strong>di</strong> nuovo<br />
soprattutto i Comuni me<strong>di</strong>o-piccoli), sono i<br />
veri “motori” <strong>di</strong> uno dei primati più positivi<br />
– uno dei pochi – della nostra economia:<br />
quello che ci pone al quarto posto nel<br />
mondo al secondo posto nel mondo per potenza fotovoltaica installata e<br />
al sesto per quella eolica.<br />
Primati stimolati anche dagli incentivi statali, certo, e arrivati dopo un<br />
ventennio <strong>di</strong> sostanziale inerzia, ma impossibili senza l’impegno “dal<br />
basso” <strong>di</strong> tanti italiani.<br />
C’è <strong>di</strong> che essere orgogliosi, insomma.<br />
Il problema è la classe politica<br />
4 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
La classe politica non pare invece aver tratto alcun insegnamento<br />
dall’accaduto: Berlusconi, dopo aver cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sincentivare la<br />
partecipazione al voto con ogni mezzo e sotterfugio, visti i risultati<br />
<strong>di</strong>chiarava che “ora bisogna impegnarsi per le fonti rinnovabili”.<br />
Spiazzando così alcuni fedelissimi, come il presidente del Friuli-Venezia<br />
Giulia, Tondo, che invece resiste – patetico – nel credo nuclearista,<br />
riducendosi però a chiedere un coinvolgimento nella gestione della<br />
centrale <strong>di</strong> Krško, non più per un improbabile raddoppio, ma “per avere<br />
maggiori garanzie sulla sicurezza”. Non sono note le reazioni slovene.<br />
Basta un fugace accenno alle irose invettive <strong>di</strong> esponenti locali del<br />
centro-destra (tra cui quelle del vescovo <strong>di</strong> Trieste, Crepal<strong>di</strong>, sul giornale<br />
<strong>di</strong>ocesano “Vita Nuova”) dopo i risultati del 13 giugno; il centro-sinistra,<br />
invece, saltato sul “carro” dei referendum – tranne poche eccezioni – solo<br />
negli ultimi giorni <strong>di</strong> campagna, si è <strong>di</strong>stinto solo nel tentativo <strong>di</strong> usare la<br />
vittoria dei SI come arma polemica contro gli avversari politici.<br />
Mancano del tutto, per ora, segnali <strong>di</strong> una nuova strategia energetica,<br />
che coniughi innovazione tecnologica, sicurezza, rispetto per l’ambiente e<br />
benefici socio-economici. Una strategia che può avere solo nell’efficienza<br />
degli usi energetici la chiave <strong>di</strong> volta. Così come manca una riflessione<br />
sul cosa fare nella gestione dell’acqua (eppure una proposta <strong>di</strong> legge<br />
presentata dagli stessi movimenti che hanno promosso il referendum<br />
giace in Parlamento fin dal 2007…). Toccherà agli italiani, nuovamente,<br />
imporre “dal basso” queste scelte, magari aggiungendovi anche una<br />
campagna referendaria – c’è chi ci sta lavorando – per mo<strong>di</strong>ficare il<br />
“Porcellum”, cioè l’ignobile legge elettorale che è al tempo stesso effetto e<br />
concausa del degrado della politica nel Paese.<br />
Dario Predonzan
Anche l’elettricità si può immagazzinare<br />
E <strong>di</strong>stribuire con le reti intelligenti<br />
“Cosa brucerà al posto del carbone?” domanda Pencroff, “L’acqua”<br />
risponde Cyrus Smith. Così Jules Verne ne L’isola misteriosa, originale<br />
romanzo <strong>di</strong> fantascienza del 1874. E Cyrus continua: “Sì amici, io credo<br />
che… l’idrogeno e l’ossigeno <strong>di</strong> cui è composta l’acqua… offriranno una<br />
sorgente <strong>di</strong> energia inesauribile… l’acqua è il carbone dell’avvenire”.<br />
I risultati dei referendum <strong>di</strong> giugno e in particolare il referendum sul<br />
nucleare, che almeno per cinque anni impe<strong>di</strong>rà che qualcuno si sogni <strong>di</strong><br />
riproporre questa alternativa energetica in Italia, stimolerà l’accelerazione<br />
verso la ricerca e lo sviluppo tecnologico nel campo delle fonti rinnovabili,<br />
l’ingegnerizzazione <strong>di</strong> impianti e <strong>di</strong> processi più raffinati nell’ambito del<br />
risparmio energetico e nell’utilizzo dell’energia solare nella sua forma<br />
<strong>di</strong>retta (irraggiamento) e in quelle in<strong>di</strong>rette come vento, maree, biomassa,<br />
bacini idrici, etc. Un <strong>di</strong>lemma è stato agitato da quegli illustri scienziati<br />
che vedono nel nucleare la soluzione energetica per il futuro, ovvero la<br />
<strong>di</strong>scontinuità nella produzione dal fotovoltaico e dall’eolico, che <strong>di</strong>pendono<br />
dal sole e dal vento. Strano che non siano informati che la tecnologia sta<br />
marciando spe<strong>di</strong>tamente anche nel settore dello stoccaggio dell’energia, da<br />
cui attingere nei picchi <strong>di</strong> richiesta. Vero è che se non si impiegano risorse<br />
nella ricerca, il processo <strong>di</strong> affinamento dei sistemi <strong>di</strong> immagazzinamento<br />
dell’energia e <strong>di</strong> gestione intelligente della rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione elettrica<br />
marcerà più lentamente del necessario.<br />
Nella letteratura scientifica internazionale, nelle principali riviste dove sono<br />
riportati i risultati delle ricerche della comunità scientifica, nei bollettini dei<br />
<strong>di</strong>partimenti dell’energia e negli atti dei Congressi nazionali e internazionali,<br />
vengono proposte <strong>di</strong>verse tecniche <strong>di</strong> stoccaggio e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />
dell’energia. Alcune sono ben che collaudate come il pompaggio, ovvero il<br />
trasferimento <strong>di</strong> acqua da un bacino più basso a uno più alto quando viene<br />
prodotto un surplus <strong>di</strong> energia da recuperare in seguito per caduta con<br />
produzione idroelettrica. E a proposito <strong>di</strong> Verne l’elettrolisi dell’acqua per<br />
ricavare ossigeno e soprattutto idrogeno utilizzando l’elettricità in surplus<br />
da recuperare successivamente attraverso celle a combustibile. Nel primo<br />
caso la tecnologia si sta affinando per quanto riguarda le pompe e le<br />
turbine, soprattutto nella riduzione delle per<strong>di</strong>te per attrito meccanico nella<br />
rotazione e per l’uso <strong>di</strong> materiali particolarmente resistenti all’usura e alle<br />
deformazioni. Nel secondo l’efficienza del processo <strong>di</strong>pende dalla riduzione<br />
delle per<strong>di</strong>te termiche, dalla tipologia degli elettro<strong>di</strong>, dal tipo <strong>di</strong> elettrolita<br />
utilizzato, dalla temperatura <strong>di</strong> esercizio, dai sistemi <strong>di</strong> immagazzinamento<br />
dell’idrogeno prodotto e dalle caratteristiche chimico-fisiche delle celle<br />
a combustibile. Altre tipologie <strong>di</strong> impianti e <strong>di</strong> processi che sono in fase<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> sperimentazione sono i supercondensatori, che sfruttano<br />
le proprietà delle nanostrutture <strong>di</strong> carbonio (come il grafene, struttura<br />
monostrato della grafite e i suoi derivati nanotubulari semplici o multistrato)<br />
per aumentare la capacità <strong>di</strong> immagazzinamento <strong>di</strong> energia elettrica.<br />
Nell’ambito delle metodologie <strong>di</strong> stoccaggio va annoverato<br />
l’immagazzinamento nel sottosuolo <strong>di</strong> aria compressa (Compressed Air<br />
Energy Storage) o <strong>di</strong> metano: l’energia viene recuperata attraverso la<br />
rotazione <strong>di</strong> turbine. L’energia elettrica in surplus può essere trasformata<br />
in meccanica attraverso volani a bassa o alta velocità <strong>di</strong> modernissima<br />
concezione in cui sono praticamente assenti gli attriti e sono utilizzati<br />
materiali innovativi. L’energia meccanica viene recuperata come energia<br />
elettrica. L’energia solare può essere invece immagazzinata come energia<br />
termica in acquiferi isolati nel sottosuolo (Underground Thermal Energy<br />
Storage) e trasformata al momento opportuno in energia elettrica. Per<br />
continuare l’elenco delle alternative <strong>di</strong> immagazzinamento va annoverato<br />
Schema <strong>di</strong> una Smart Grid<br />
il sistema SMES (Superconducting Magnetic Energy Storage), in cui viene<br />
stoccata energia elettrica come energia magnetica attraverso la circolazione<br />
<strong>di</strong> una corrente stazionaria in un superconduttore a temperatura inferiore a<br />
–200°C, in modo da evitare la <strong>di</strong>ssipazione.<br />
Un’analisi comparativa fra le <strong>di</strong>verse opzioni deve tener conto <strong>di</strong> tre aspetti<br />
essenziali: l’impatto ambientale, i costi e l’efficienza del processo. I valori<br />
che elenchiamo in tabella relativamente ai costi d’investimento per unità<br />
<strong>di</strong> energia prodotta e ai costi <strong>di</strong> processo sono dati in euro/megawattora,<br />
l’efficienza (ovvero il rapporto energia recuperata/energia immagazzinata)<br />
è data in percentuale. Per quanto riguarda i supercondensatori i dati <strong>di</strong><br />
capacità si riferiscono ad un singolo elemento, tale valore va moltiplicato per<br />
il numero <strong>di</strong> elementi che costituiscono batteria.<br />
La rassegna presentata considera <strong>di</strong>verse tecnologie <strong>di</strong> stoccaggio<br />
dell’energia elettrica. Affinché i <strong>di</strong>versi sistemi contribuiscano però ad un<br />
uso efficiente del contributo delle <strong>di</strong>verse fonti e in particolare alla <strong>di</strong>ffusione<br />
<strong>di</strong> quelle rinnovabili, non si può prescindere da un’efficiente <strong>di</strong>stribuzione<br />
in rete ottimizzando e <strong>di</strong>slocando opportunamente la produzione, per<br />
limitare le per<strong>di</strong>te, e regolando il sistema con benefici per l’ambiente,<br />
attraverso l’informatizzazione della rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione. Tutto ciò si traduce<br />
in Smart Grids, ovvero Reti Intelligenti, il che significa affidare la gestione,<br />
l’operatività, la risoluzione dei problemi all’Information Technology. La rete<br />
<strong>di</strong> computer dovrebbe mantenere sotto controllo i punti nevralgici della<br />
rete, <strong>di</strong>agnosticare i guasti e prevenire i sovraccarichi. Il tutto non può<br />
però prescindere da una <strong>di</strong>slocazione programmata e quin<strong>di</strong> intelligente<br />
delle centrali elettriche e della produzione sul territorio, ovvero ridurre le<br />
<strong>di</strong>mensioni delle maglie della rete, perché ogni chilometro <strong>di</strong> linea comporta<br />
per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> potenza dovute alla resistenza dei conduttori. Si stima che se la<br />
rete fosse solo del 5% più efficiente la riduzione <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> gas serra<br />
sarebbe pari a quelle prodotte da 53 milioni <strong>di</strong> automobili.<br />
Esiste il problema dell’attacco cibernetico alle Smart Grids. Strutturando<br />
opportunamente il sistema, ripartendo il controllo sui numerosi computer,<br />
ognuno dei quali gestisce un tronco della rete, interconnettendo i <strong>di</strong>versi<br />
tronchi e proteggendo l’accesso a ciascun sistema e soprattutto non<br />
delegando completamente all’informatica la gestione dei singoli no<strong>di</strong>, il<br />
pericolo può essere ben arginato.<br />
Lino Santoro<br />
Metodo <strong>di</strong> stoccaggio Celle a combustibile Volano a bassa velocità Volano ad alta velocità UTES Pompaggio Aria compressa SMES Supercondensatori<br />
Costi d'investimento €/MWh 10.500 210.000 17.000.000 390 4.900 1.400 7.000 19.600.000<br />
Costi <strong>di</strong> processo €/MWh 7 2,1 2,8 10,5 2,8 2,1 0,7 3,5<br />
Efficienza % 45-80 90 93 80 80 85 97 95<br />
Capacità kWh 0,3-2000 50 750 400.000 22.000.000 2.400.000 0,8 0,5<br />
5 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011
Cambiamenti climatici e proiezioni future<br />
Intervista al professor Filippo Giorgi, <strong>di</strong>rettore della sezione <strong>di</strong> Fisica della Terra del<br />
Centro Internazionale <strong>di</strong> Fisica Teorica (ICTP) <strong>di</strong> Trieste e membro dell’organo esecutivo<br />
del Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC)<br />
Cosa ci <strong>di</strong>ce il rapporto IPCC del 2007?<br />
Per quanto riguarda il fenomeno del riscaldamento, per la prima volta si<br />
è detto che esso è inequivocabile. Questa sicurezza è basata non solo<br />
sul trend <strong>di</strong> temperatura, ma anche su una serie <strong>di</strong> altre evidenze, ad<br />
esempio l’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento della neve e<br />
dei ghiacciai.<br />
Potrebbe trattarsi <strong>di</strong> un riscaldamento dovuto al normale ciclo <strong>di</strong><br />
cambiamento <strong>di</strong> temperatura?<br />
In passato sulla terra ci sono stati dei cambiamenti <strong>di</strong> temperatura<br />
repentini, dovuti però a mutazioni fondamentali del sistema climatico che<br />
possono avvenire normalmente, senza nessun forcing esterno. Non è<br />
quello che sta accadendo adesso. Per capire la causa del riscaldamento<br />
si utilizzano dei modelli climatici. All’interno <strong>di</strong> questi modelli vengono<br />
inseriti i cosiddetti forzanti naturali, che sono sostanzialmente due: la<br />
variazione della ra<strong>di</strong>azione solare e l’attività vulcanica. Viene quin<strong>di</strong><br />
inserito anche il forzante antropogenico, che consiste fondamentalmente<br />
nelle emissioni <strong>di</strong> gas serra. In questo modo si può vedere se il<br />
riscaldamento può essere giustificato esclusivamente dai forzanti naturali<br />
o meno. La conclusione è che l’unico modo <strong>di</strong> spiegare il riscaldamento<br />
del pianeta a partire dalla seconda metà del XX secolo è che esso sia<br />
dovuto all’aumento dei gas serra. Di ciò non si ha la certezza assoluta,<br />
perché i modelli e i dati non sono perfetti, ma vi è una probabilità tra il<br />
90 e il 95% che sia così. Ci sono poi tanti altri fattori che influenzano<br />
il clima terrestre. Il clima può variare naturalmente e il riscaldamento<br />
è prodotto anche da altri processi. Ad esempio riscaldando gli oceani<br />
l’acqua evapora in quantità maggiori aumentando l’effetto serra. Con lo<br />
scioglimento dei ghiacci la quantità <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione solare riflessa è minore<br />
ed il riscaldamento aumenta. Quale <strong>di</strong> questi fattori “vince”? Essendo<br />
il sistema climatico molto complesso, la risposta non è ovvia. Tutti i<br />
modelli però danno una risposta <strong>di</strong> innalzamento della temperatura con<br />
i gas serra, e questa è l’evidenza. L’evidenza poi riguarda anche tanti<br />
altri elementi. Ad esempio il riscaldamento globale sta causando un<br />
riscaldamento della stratosfera, dove c’è l’ozono. Ciò avviene perché<br />
il riscaldamento viene trattenuto nella troposfera, la bassa atmosfera,<br />
e le ra<strong>di</strong>azioni che arrivano in alto sono <strong>di</strong> meno. Se si trattasse <strong>di</strong><br />
riscaldamento dovuto al sole, si avrebbe un riscaldamento <strong>di</strong> tutta<br />
l’atmosfera.<br />
Si possono fare delle previsioni per il futuro?<br />
Non si tratta <strong>di</strong> previsioni ma <strong>di</strong> proiezioni o scenario. Nel creare uno<br />
scenario <strong>di</strong> cambiamento climatico si fanno delle supposizioni <strong>di</strong> base: se<br />
i gas serra continuano ad aumentare ad un certo ritmo, come mi aspetto<br />
che risponda il clima terrestre? Esistono delle ipotesi plausibili <strong>di</strong> sviluppo<br />
a cui si associano varie ipotesi <strong>di</strong> emissioni. Tenendo conto <strong>di</strong> tutte queste<br />
ipotesi si ottiene un range <strong>di</strong> riscaldamento che va da 1°C a 6°C, un<br />
range amplissimo che ci pone <strong>di</strong> fronte a due climi completamente <strong>di</strong>versi.<br />
Ciò significa che c’è ancora grande incertezza sugli scenari che si fanno,<br />
ma anche molta possibilità <strong>di</strong> azione. L’obiettivo oggi è <strong>di</strong> stabilizzare il<br />
riscaldamento sotto ai 2°C rispetto ai livelli preindustriali.<br />
Perché proprio 2°C?<br />
Proiezione sul cambio <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità dell’acqua alla fine del XXI secolo in percentuale rispetto alla fine del XX secolo.<br />
Da: Climate Change Synthesis Report, An Assessement of Intergoventamental Panel on Climate Change, 2007<br />
6 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
Il riscaldamento produce un certo impatto che ha un certo costo in termini<br />
<strong>di</strong> politiche <strong>di</strong> adattamento. Valutando l’insieme dei danni prodotti dai<br />
cambiamenti climatici, la Comunità Europea è arrivata alla stima che con<br />
un riscaldamento superiore ai 2°C rispetto all’epoca preindustriale (1850),<br />
le conseguenze dei cambiamenti climatici non sarebbero più gestibili<br />
nel nostro sistema economico globale. Questa soglia è stata accettata<br />
a livello internazionale, ed ora il <strong>di</strong>battito verte su come ridurre le<br />
emissioni al punto <strong>di</strong> non superare questa soglia. Bisognerà stabilizzare<br />
la concentrazione <strong>di</strong> CO 2 ad un livello <strong>di</strong> 450-500 parti per milione entro<br />
la fine del secolo. Oggi siamo a circa 380 parti per milione. Si dovrà<br />
attuare quin<strong>di</strong> una riconversione energetica e agricola, i cui costi fino al<br />
2050 sono stati stimati intorno al 4% del GDP (prodotto nazionale lordo)<br />
globale. Si parla <strong>di</strong> una cifra astronomica, certo, ma percentualmente<br />
bassa. Tenendo conto del fatto che il GDP cresce ogni anno del 2-3%,<br />
sarebbe come fermare il GDP per un paio d’anni, come succede durante<br />
una crisi economica neanche troppo grave.
Il riscaldamento globale colpisce tutta la Terra allo stesso modo?<br />
No. Osservando il trend <strong>di</strong> riscaldamento dal 1979 al 2003, si nota come<br />
in alcune zone ci sono stati ad<strong>di</strong>rittura piccoli raffreddamenti, soprattutto<br />
negli oceani, a causa del cambiamento delle circolazioni oceaniche.<br />
Ma ci sono anche zone in cui il riscaldamento è stato più forte, come in<br />
alcune zone della Cina, dell’America Centrale o la zona me<strong>di</strong>terranea<br />
europea. Secondo le proiezioni, la zona del Me<strong>di</strong>terraneo è quella dove il<br />
riscaldamento sarà maggiore.<br />
Questo perché?<br />
Perché si sta verificando uno spostamento delle perturbazioni verso i<br />
poli e verso la zona equatoriale, dove c’è la convergenza tra le correnti<br />
dei poli. Nelle zone a metà ci sarà una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> precipitazioni. Il<br />
Me<strong>di</strong>terraneo è una delle zone che dovrebbe riscaldarsi più delle altre ed<br />
avere una <strong>di</strong>minuzione delle precipitazioni, soprattutto in estate. Il sud<br />
del Me<strong>di</strong>terraneo avrà questo problema anche in inverno, e zone come<br />
ad esempio l’Italia meri<strong>di</strong>onale saranno a rischio <strong>di</strong> desertificazione.<br />
Le piogge inoltre <strong>di</strong>venteranno più concentrate e meno frequenti. Ciò<br />
si tradurrà in eventi sia siccitosi sia alluvionali più intensi, come sta<br />
già succedendo in molte aree del mondo. In molti non percepiscono il<br />
riscaldamento perché ci sono anni in cui ad esempio nevica molto. Ma<br />
il riscaldamento globale non si vede nei singoli anni, bisogna guardare<br />
le cose nel loro complesso e su perio<strong>di</strong> lunghi. Il 2010 è stato l’anno più<br />
caldo da quando si prendono misure a livello globale, però in Italia non è<br />
stato così. Anche in questo caso non bisogna guardare un luogo specifico<br />
ma la me<strong>di</strong>a globale. Nel 2010 in molte zone tropicali, ad esempio in<br />
Africa e in In<strong>di</strong>a, ci sono state delle anomalie <strong>di</strong> 10 gra<strong>di</strong> in più rispetto<br />
alla me<strong>di</strong>a per tutta l’estate. Il riscaldamento globale non è quello che è<br />
successo a Trieste l’anno scorso.<br />
Quali conseguenze avranno questi mutamenti sulla <strong>di</strong>sponibilità d’acqua?<br />
Ci sarà una carenza d’acqua dovuta alla <strong>di</strong>minuzione delle precipitazioni<br />
ed allo scioglimento dei ghiacciai, uno dei principali magazzini d’acqua.<br />
E poi ci sarà la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> utilizzare l’acqua, che arriverà con scrosci<br />
tremen<strong>di</strong>. Tutto ciò andrà ad aggiungersi all’aumento della domanda<br />
legato all’aumento della popolazione: per il 2050 ci si aspetta che saremo<br />
in 9 miliar<strong>di</strong>.<br />
Come viene utilizzata l’acqua?<br />
Una grande quantità <strong>di</strong> acqua viene utilizzata per l’uso domestico, si<br />
parla <strong>di</strong> 400 litri <strong>di</strong> acqua al giorno a testa, ma la maggior parte <strong>di</strong> essa<br />
viene utilizzata per l’agricoltura. E ne servirà sempre <strong>di</strong> più. Basti pensare<br />
che per produrre un chilo <strong>di</strong> manzo servono 13.000 litri <strong>di</strong> acqua. Tutto<br />
il cibo che viene sprecato è quin<strong>di</strong> anche un enorme spreco <strong>di</strong> acqua.<br />
Infine c’è l’acqua che serve per la produzione <strong>di</strong> energia. Oltre che per<br />
la produzione <strong>di</strong> energia idroelettrica, l’acqua viene usata anche per il<br />
raffreddamento <strong>di</strong> tutte le centrali termiche, convenzionali e nucleari.<br />
L'IPCC<br />
7 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
Stu<strong>di</strong>o sul cambio <strong>di</strong> temperatura globale su modelli che comprendono solo forzanti<br />
naturali e modelli che comprendono sia forzanti naturali sia antropogenici.<br />
Da: Climate Change Synthesis Report, An Assessement of Intergoventamental Panel on<br />
Climate Change, 2007<br />
Quali sono le soluzioni più imme<strong>di</strong>ate per fermare il riscaldamento?<br />
La prima cosa da fare sul breve termine è migliorare l’efficienza<br />
energetica. Oggi sprechiamo circa il 60% dell’energia tra produzione,<br />
<strong>di</strong>stribuzione e uso. Ad esempio, nelle piattaforme petrolifere prima <strong>di</strong><br />
arrivare al petrolio in genere si trovano delle sacche <strong>di</strong> metano, che<br />
vengono bruciate perché è la cosa più facile da fare. Se questo metano<br />
venisse utilizzato si ridurrebbero gli sprechi. La British Petroleum sta<br />
attuando una politica <strong>di</strong> raccolta del metano riuscendo a <strong>di</strong>minuire le<br />
emissioni del 5%, oltre che ad aumentare i guadagni.<br />
Invece quali si stimano essere le politiche a lungo termine più efficaci?<br />
Le rinnovabili sono l’opzione principale. Bisogna inoltre tener conto<br />
del fatto che i Paesi in via <strong>di</strong> sviluppo stanno superando quelli già<br />
industrializzati anche sul piano delle emissioni. Si sta cercando quin<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> dare a questi Paesi delle soluzioni energetiche alternative per uno<br />
sviluppo più pulito a prezzi fattibili, e ciò può avvenire solo con uno<br />
scambio <strong>di</strong> tecnologie.<br />
Giorgia Facis<br />
L’IPCC, Intergovernamental Panel on Climate Change, è composto dai Paesi che formano le Nazioni Unite. Si tratta <strong>di</strong> un progetto nato nel 1988, che<br />
tra i suoi mandati ha quello <strong>di</strong> pubblicare a intervalli regolari dei rapporti sui cambiamenti climatici delegandone la stesura ad un gruppo <strong>di</strong> scienziati.<br />
L’organo esecutivo dell’IPCC è composto da 30 membri eletti per zone e con a capo un chairman. Quest’organo coor<strong>di</strong>na le attività <strong>di</strong> stesura dei rapporti,<br />
proponendo ad esempio gli autori, il tipo <strong>di</strong> rapporto, l’in<strong>di</strong>ce e così via. Le proposte dovranno poi essere accettate da tutte le nazioni dell’IPCC. I rapporti<br />
sono stati pubblicati ogni 6 anni a partire dal 1990, con il contributo <strong>di</strong> una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 40-50 scienziati per ogni capitolo. Per ciascun rapporto vengono fatte<br />
4 revisioni, le ultime 3 delle quali vengono pubblicate sul web dove chiunque può commentarle e dove a ciascun commento viene fornita una risposta<br />
adeguata. Dai rapporti vengono estratti il “Technical summary” ed il “Summary for Policy Makers”. Quest’ultimo è il documento che viene letto dai governi e<br />
su cui si basano gli statement principali. Dev’essere approvato da tutto l’IPCC parola per parola, in modo da raggiungere il consenso completo. Si può <strong>di</strong>re<br />
che si tratta del testo più controllato ed autorevole sull’argomento.
libri<br />
UNA DONNA VIRTUOSA<br />
è mia abitu<strong>di</strong>ne intitolare l’articolo esattamente come il<br />
libro <strong>di</strong> cui sto parlando, ma questa volta avrei voluto fare<br />
<strong>di</strong>versamente. Avrei voluto scrivere qualcosa che riguardasse<br />
l’amore, quello muto invisibile ma vero, che senti<br />
anche sulle pareti, come se i mattoni stessi ne fossero<br />
intrisi; quello che resta in una casa anche dopo che la<br />
morte ne ha travolto la famiglia.<br />
In questo terribile periodo (ho perduto mio padre), mentre<br />
cercavo un’idea per <strong>Konrad</strong>, un’idea che fosse coerente<br />
con quello che provo e proverò, mi è venuto in mente<br />
questo romanzo, letto qualche anno fa e mai <strong>di</strong>menticato.<br />
L’autrice è Kaye Gibbons.<br />
Nata nel 1960 nella Carolina del Nord, orfana <strong>di</strong><br />
padre e madre a nove anni, viene allevata da parenti<br />
poverissimi e a ventun’anni le viene <strong>di</strong>agnosticata una<br />
sindrome maniaco-depressiva con la previsione <strong>di</strong> non<br />
guarire mai più...<br />
Eppure, entra nell’Olimpo dei gran<strong>di</strong> narratori americani southern (tra<br />
William Faulkner, Eudora Welty, Flannery O’Connor) con il primo romanzo,<br />
Ellen Foster (1987), protagonista una ragazzina un<strong>di</strong>cenne, che ne passa<br />
<strong>di</strong> tutti i colori e mette a nudo col suo linguaggio cinico e saggio la società<br />
razzista, ottusa e ipocrita del Sud. Un esor<strong>di</strong>o folgorante, premiatissimo.<br />
Ma gli esor<strong>di</strong>, si sa, sono <strong>di</strong>fficili da misurare. La sapienza che sembra<br />
uscire dalla penna <strong>di</strong> Kaye potrebbe essere solo un caso: dopotutto, in<br />
Ellen, la scrittrice descrive se stessa, l’infanzia triste, il dovere <strong>di</strong> crescere e<br />
<strong>di</strong> capire anzitempo.<br />
Occorre una conferma. E la conferma arriva, col secondo romanzo, che è<br />
quello <strong>di</strong> cui vi parlo: Una donna virtuosa (1989).<br />
I protagonisti sono Jack, quarant’ anni, e Ruby, venti, che si sposano e<br />
vivono insieme venticinque anni finché Ruby, a quarantacinque, è condannata<br />
da un cancro al polmone.<br />
Lei, più che del proprio destino, inizia a preoccuparsi <strong>di</strong> quello del marito.<br />
Dopo che sarà rimasto solo, il suo Jack non saprà arrangiarsi in nulla. Già se lo<br />
Il 10 giugno, presso il Centro d’Arte e Cultura Škerk <strong>di</strong> Ternova (Duino<br />
Aurisina) si è tenuto, per iniziativa della rivista Trieste ArteCultura e del<br />
PEN Club Trieste, un incontro pubblico per ricordare Clau<strong>di</strong>o H. Martelli,<br />
critico, poeta, giornalista, organizzatore <strong>di</strong> cultura, scomparso lo scorso<br />
14 marzo. Ne hanno parlato alcuni amici dello scomparso, coor<strong>di</strong>nati da<br />
Walter Chiereghin, che è succeduto a Martelli nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Trieste<br />
Arte Cultura. “Nel giro <strong>di</strong> pochi mesi – ha affermato – la cultura triestina<br />
ha perduto, con Sergio Molesi, Clau<strong>di</strong>o Martelli e Luciano Comida, tre autorevoli<br />
voci <strong>di</strong> intellettuali <strong>di</strong>versi tra loro, ma accomunati dall’aver inteso<br />
come servizio per gli altri la loro attività, tutti e tre rifuggendo da una scrittura<br />
motivata da un intento narcisistico fine a se stesso, per offrire invece<br />
alla società che li circondava motivi <strong>di</strong> riflessione circa i <strong>di</strong>versi ambiti dei<br />
quali si sono proficuamente occupati”. Il poeta Ezio Giust ha ricordato,<br />
anche con una sua poesia in <strong>di</strong>aletto, l’amico scomparso, mentre un altro<br />
poeta <strong>di</strong> lingua slovena, Marko Kravos, ha rievocato il periodo nel quale,<br />
fin dagli anni Sessanta, Martelli è stato tra gli intellettuali italiani che per<br />
primi hanno ricercato momenti d’incontro con la cultura slovena, secondo<br />
una visione unitaria della società triestina, troppo a lungo <strong>di</strong>visa dall’invalicabile<br />
<strong>di</strong>aframma in cui contrapposti nazionalismi e una tragica catena <strong>di</strong><br />
eventi l’aveva coartata.<br />
Si sono quin<strong>di</strong> alternati al microfono Marco Menato, <strong>di</strong>rettore della Biblioteca<br />
Statale Isontina, che ha ricordato le attività <strong>di</strong> promozione culturale<br />
messe in cantiere da Martelli anche nel Goriziano, Antonio La Rocca, che<br />
ha rievocato la gestazione e la nascita del PEN Club Trieste, fortemente<br />
voluta e organizzata dallo scomparso, quin<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Senar<strong>di</strong>, italianista<br />
e collaboratore <strong>di</strong> Trieste ArteCultura, che, commentando l’ultima silloge<br />
poetica <strong>di</strong> Martelli, ne ha ricordato anche il profilo spirituale, intinto in una<br />
religiosità che lo poneva senza me<strong>di</strong>azioni <strong>di</strong> fronte alla propria coscienza<br />
e allo stordente rapporto col Divino, senza intralciare per questo una sua<br />
Una donna virtuosa <strong>di</strong> Kaye Gibbons<br />
Universale Economica Feltrinelli ,1996<br />
144 pp., € 5,68<br />
8 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
immagina, sconvolto affamato arruffato e depresso, bussare<br />
alla porta <strong>di</strong> amici per intrufolarsi da loro a cena.<br />
Così, Ruby riempie il freezer <strong>di</strong> cibo. Porzioni chepossano<br />
durare a Jack per almeno tre mesi dopo che lei sarà morta.<br />
Ho impacchettato insieme carne <strong>di</strong> maiale e granturco,<br />
manzo e fagioli e altre cose del genere, così Jack non<br />
dovrà far altro che metter mano al congelatore per tirar<br />
fuori un pasto semplice e gustoso. Credo che questo<br />
lo aiuterà. Stamattina, mentre ero in veranda, sul retro,<br />
e preparavo quei pacchetti, mi è venuto in mente che<br />
qualcuno, specialmente chi non ci conosce bene, potrebbe<br />
<strong>di</strong>re: “È pazzesco, è l’idea più malsana che abbia mai<br />
sentito”. Altri, però <strong>di</strong>rebbero: “Certo che è davvero in<br />
gamba, quella Ruby, a fare in modo che il marito mangi<br />
anche quando lei non ci sarà più”. Mah! Non posso fare<br />
un granché, ma qualcosa sì. Certo, una donna non può<br />
fare molto, una volta sottoterra.”<br />
A capitoli alterni – voce <strong>di</strong> lui, voce <strong>di</strong> lei – si <strong>di</strong>pana ai<br />
nostri occhi la loro storia, fatta <strong>di</strong> piccole cose buone,<br />
gesti semplici, tenerezza.<br />
Prima <strong>di</strong> Jack, giovanissima, Ruby aveva sposato John, attaccabrighe,<br />
violento e rozzo. E come spesso accade, è forse grazie a questo errore<br />
madornale che poi Ruby può riconoscere il valore <strong>di</strong> Jack, tanto più grande<br />
<strong>di</strong> lei, non bello, non brillante, timido ma dall’animo gentile, e con uno sconfinato<br />
e rispettoso amore per lei. Jack la proteggerà: cosa chiedere <strong>di</strong> più?<br />
Senza sentimentalismo, senza sdolcinatezze, con pennellate <strong>di</strong> sola<br />
verità, Kaye Gibbons compie il miracolo <strong>di</strong> raccontare ciò che è umile e<br />
quoti<strong>di</strong>ano, e per questo prezioso.<br />
Chiunque abbia perduto una persona cara, non potrà non commuoversi...<br />
Probabilmente chi abbiamo perso non riempiva il congelatore con<br />
l’arrosto. Ma non importa: il dono – in altre forme, altri sapori – ci è stato<br />
preparato ugualmente, e con moltissima cura.<br />
Non debba mai arrivare il giorno in cui non riusciremo più ad aprire la memoria,<br />
proprio come fosse il congelatore <strong>di</strong> Jack, per recuperare i nostri<br />
pacchetti. Porzioni d’amore e <strong>di</strong> insegnamento, senza alcuna scadenza.<br />
Luisella Pacco<br />
In ricordo <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o H. Martelli visione profondamente laica dei rapporti sociali. Ha poi preso la parola il<br />
professor Fulvio Salimbeni, storico dell’Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, che, parlando<br />
dell’ultimo libro <strong>di</strong> Martelli La Boheme triestina, ha tracciato un profilo <strong>di</strong><br />
quanto è stato personalmente testimone e protagonista lo scomparso<br />
nella società e nella cultura della città. Ha concluso la serie degli interventi,<br />
tutti assai intensi, il giornalista Saša Rudolf il quale, in italiano e<br />
in sloveno, ha brevemente ricordato la per<strong>di</strong>ta che ha dovuto subire la<br />
cultura delle nostre terre per la ravvicinata scomparsa <strong>di</strong> due personalità<br />
quali quelle <strong>di</strong> Martelli e <strong>di</strong> Comida.<br />
Tra il folto pubblico che ha seguito con partecipazione l’evento una<br />
quantità <strong>di</strong> artisti e uomini <strong>di</strong> cultura, da Miroslav Košuta, recentemente<br />
insignito del prestigioso premio Prešeren per la sua opera <strong>di</strong> poeta, a<br />
Clau<strong>di</strong>o Grisancich, dalla preside della Facoltà <strong>di</strong> Lettere Cristina Benussi<br />
al <strong>di</strong>rigente dell’area Cultura del Comune <strong>di</strong> Trieste Adriano Dugulin, che<br />
assieme agli altri ospiti si sono poi intrattenuti nel giar<strong>di</strong>no con i familiari e<br />
gli amici dello scrittore.<br />
Martelli ha lasciato un’impronta decisa e profonda con la sua opera <strong>di</strong><br />
scrittore, <strong>di</strong> critico e <strong>di</strong> giornalista: basti pensare, oltre ai volumi da lui<br />
pubblicati, agli e<strong>di</strong>toriali <strong>di</strong> Trieste ArteCultura, da lui personalmente redatti<br />
lungo tutti i quattor<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> vita della rivista, che costituiscono una prolungata<br />
riflessione circa quanto si muoveva nella società in quell’intervallo<br />
<strong>di</strong> tempo, oppure al suo Dizionario degli artisti, giunto alla quarta e<strong>di</strong>zione,<br />
opera preziosa ed apprezzata da stu<strong>di</strong>osi, critici, galleristi e collezionisti,<br />
veramente unica nel suo genere, frutto <strong>di</strong> una paziente ricerca e <strong>di</strong> un<br />
costante aggiornamento riguardante tutte le presenze nel mondo delle arti<br />
figurative giuliane. Rimangono ine<strong>di</strong>ti due altri testi <strong>di</strong> Martelli: un libro sulle<br />
sue riflessioni circa Cristianesimo e Islam e un altro Dizionario, intrapreso<br />
a quattro mani con Chiereghin negli ultimi mesi della sua esperienza<br />
umana, riguardante stavolta gli scrittori dell’area geografica compresa tra<br />
Gorizia, Trieste, l’Istria, Fiume e la Dalmazia.<br />
C. W
Luciano, coraggioso pala<strong>di</strong>no<br />
L’abbiamo stu<strong>di</strong>ato a scuola. L’Orlando furioso è un poema cavalleresco<br />
<strong>di</strong> Ludovico Ariosto, scritto, in primissima stesura tra il 1504 e il 1506 e<br />
pubblicato, nella sua definitiva e<strong>di</strong>zione, che presenta ampie <strong>di</strong>fferenze,<br />
nel 1532.<br />
Composto da 46 canti in ottave, quasi quarantamila versi in totale, ruota<br />
attorno al personaggio <strong>di</strong> Orlando, prode pala<strong>di</strong>no senza macchia e<br />
senza paura, ma profondamente inadeguato nell’affrontare la misteriosa<br />
avventura dell’amore.<br />
Tre i pilastri attorno al quale l’immensa opera si muove: la guerra tra pagani<br />
e cristiani, che si conclude con la vittoria dei secon<strong>di</strong>; l’amore folle <strong>di</strong><br />
Orlando per la bellissima Angelica che però sposa Medoro; l’amore a lieto<br />
fine tra Ruggero, guerriero pagano, e Bradamante, guerriera cristiana.<br />
Ma innumerevoli altri personaggi colorano l’Orlando regalandogli uno<br />
spessore <strong>di</strong> storie, <strong>di</strong> ironia, <strong>di</strong> eroismo, <strong>di</strong> fantasia e <strong>di</strong> passioni che non<br />
può esser riassunto in alcun modo.<br />
“Il Furioso è un libro unico nel suo genere e può essere letto senza far<br />
riferimento a nessun altro libro precedente o seguente; è un universo a sé<br />
in cui si può viaggiare in lungo e in largo, entrare, uscire, perdercisi”. Così<br />
scriveva Italo Calvino.<br />
E così più o meno mi <strong>di</strong>sse Luciano Comida, a febbraio, durante la nostra<br />
ultima telefonata.<br />
Lo avevo chiamato per chiedergli come stava. Le notizie sulla sua salute<br />
erano assai preoccupanti. Confesso che, prima <strong>di</strong> comporre il numero, ero<br />
imbarazzata. Lo avrei <strong>di</strong>sturbato? E poi, cosa gli avrei detto, come avrei<br />
riempito i probabili silenzi <strong>di</strong> una persona malata che può legittimamente<br />
mostrarsi seccata o malinconica?<br />
Come mi sbagliavo...<br />
Luciano era in ospedale, sì, consapevole della gravità <strong>di</strong> un male che lo<br />
avrebbe derubato <strong>di</strong> una gamba ma non della vita (così speravamo tutti),<br />
ma era <strong>di</strong>sponibile cortese e curioso come sempre, traboccante <strong>di</strong> idee.<br />
In quella stanza Luciano non guardava certo il soffitto, né si lagnava.<br />
Leggeva, con la sua bramosia <strong>di</strong> mangiar le pagine. Pensava. Scriveva.<br />
Dispensava e riceveva affetto.<br />
Vivo più che mai, felice <strong>di</strong> ogni suo respiro, entusiasta <strong>di</strong> tutto, quasi<br />
persino dell’esperienza <strong>di</strong>fficile che lo attendeva (“La gamba scomparsa...<br />
la vignetta <strong>di</strong> colucci<br />
9 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
è una bella idea!... ne farò un pretesto narrativo”).<br />
“Ti <strong>di</strong>sturbo?” chiesi timidamente.<br />
“Stavo leggendo l’Orlando Furioso”, rispose con naturalezza, e iniziò a<br />
parlarmene con trasporto.<br />
Oh sì, c’era anche la malattia, invadente e ineducata, come un’ospite<br />
brutta che in quel momento stava seduta sul suo letto. Ma perché darle<br />
peso? Parliamo d’altro... Vuoi mettere quei versi (“Aspetta! li cerco e te li<br />
leggo, sono troppo belli!”) che racchiudono un universo?<br />
Mentre lo ascoltavo leggere ciò che lo aveva colpito, mi sentivo misera,<br />
colpevole. Perché mai, dopo i doveri scolastici, non avevo mai più letto, e<br />
goduto come lui, l’Orlando Furioso?<br />
E mi sentivo anche incre<strong>di</strong>bilmente fortunata. Perché è una bene<strong>di</strong>zione<br />
conoscere qualcuno in grado <strong>di</strong> rinnovare istantaneamente la curiosità per<br />
un poema, romanzo, poesia... per un’idea.<br />
Non ricordo più con quali parole si chiuse la telefonata. Avrò detto “...<br />
auguri, coraggio, guarisci presto” o altre banalità. So solo che da quel<br />
momento l’Orlando è per me inestricabilmente legato a Luciano Comida.<br />
Spesso in poveri alberghi e in picciol tetti,<br />
ne le calamita<strong>di</strong> e nei <strong>di</strong>sagi,<br />
meglio s’aggiungon d’amicizia i petti<br />
Come scrive Ariosto nel quarantaquattresimo canto, è nelle calamità e<br />
nei <strong>di</strong>sagi che l’amicizia si rinsalda. La calamità che ha colpito Luciano<br />
non poteva essere più atroce, e la sua amicizia non poteva rivelarmisi più<br />
preziosa.<br />
Se esiste un al<strong>di</strong>là - e io voglio che esista – Luciano ci va a zonzo stringendo<br />
sottobraccio almeno quattro o cinque libri, sorride sotto la barba<br />
e ci ripete quello che aveva straor<strong>di</strong>nariamente compreso. Che non ci si<br />
deve abbattere né piangere addosso, mai, sia quel che sia.<br />
Bisogna essere pala<strong>di</strong>ni coraggiosi, come Orlando, pronti alla battaglia<br />
alla <strong>di</strong>sgrazia e alla fortuna.<br />
Bisogna prestare attenzione e meraviglia a questa vita, sghemba furiosa<br />
ingiusta e stupenda. Bisogna correrla, con due gambe, con una o con<br />
nessuna. Correrla col cuore, e cantarla.<br />
Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,<br />
le cortesie, l’audaci imprese io canto...<br />
Luisella Pacco
Paolo Gallina<br />
Paolo Gallina insegna meccanica applicata alla<br />
facoltà <strong>di</strong> Ingegneria dell’Università <strong>di</strong> Trieste<br />
ed è un esperto <strong>di</strong> robotica. Ha sospeso per due<br />
La anni formula la sua attività per vivere in una matematica piccola della felicità<br />
missione del Sudan e costruire una scuola professionale<br />
per i ragazzi del posto. Oltre a numerosi<br />
articoli scientifici, ha pubblicato, con<br />
Mondadori<br />
lo pseudonimo <strong>di</strong> Tulio Ampez, La riscossa dei<br />
baroni (Aracne, 2004) e Ho sposato Lilli Gruber e<br />
altri racconti inventati (Moby<strong>di</strong>ck, 2008).<br />
140 pagine, 16,50 euro<br />
Affermare che l’incipit del saggio La formula matematica<br />
della felicità, scritto da Paolo Gallina ed e<strong>di</strong>to da<br />
Mondadori presenta significative contaminazioni <strong>di</strong><br />
bizzarra ironia e spiazzante originalità è forse riduttivo.<br />
Niente <strong>di</strong> meglio allora che gettare l’occhio su <strong>di</strong><br />
un piccolo stralcio. ... Mia moglie non ha segreti per<br />
me. Di giorno lavora <strong>di</strong>etro ad una scrivania. Di pomeriggio<br />
ART DIRECTOR: GIACOMO esegue CALLO metà dei lavori <strong>di</strong> casa (metà spettano<br />
GRAPHIC DESIGNER: GIUSEPPE SARTORIO<br />
a me che sono la metà <strong>di</strong> una famiglia democratica<br />
che sud<strong>di</strong>vide equamente i compiti). Durante le pause<br />
sfoglia “Vanity Fair” o telefona ad un’amica o... a cena<br />
racconta del lavoro; ci sono cene in cui si lascia scappare<br />
un conclusivo “oggi niente <strong>di</strong> speciale” ed altre in cui arrivo a sapere<br />
e <strong>di</strong>menticare quasi prima della fine della zuppa che caio ha fatto quello<br />
e tizio gli ha detto e caio ha ribattuto e che perfino tizio si è permesso<br />
quando, secondo lei, non doveva permettersi. Dopocena sorvola sopra<br />
caio, tizio e sempronio e guar<strong>di</strong>amo assieme un film. Una sera decide lei<br />
ed una sera decido io, sempre per quella faccenda della democrazia in<br />
casa. Ed è quasi sempre lei a svegliarmi mentre sto russando in <strong>di</strong>vano<br />
alle nove e mezza e sussurrarmi all’orecchio che è ora <strong>di</strong> andare a letto.<br />
Ma sono sempre io, <strong>di</strong> notte, nella penombra, mentre sorvolo come un<br />
condor il suo collo fragile <strong>di</strong> donna senza segreti, a darle un bacio. La<br />
settimana scorsa mia moglie è tornata a casa come al solito. Io ero già<br />
in casa. Ciao – le ho lanciato dal <strong>di</strong>vano, mentre con una matita tentavo<br />
<strong>di</strong> lavorare su un'equazione. Silenzio. Ciao cara, sono in salotto. Niente.<br />
A quel punto, io, che conosco quella donna senza segreti a mena<strong>di</strong>to e<br />
so che quando non mi saluta significa che ho fatto qualcosa <strong>di</strong> sbagliato<br />
o (molto più probabile) non ho fatto la cosa che doveva esser fatta, sono<br />
scattato come una molla. Nel tragitto dal <strong>di</strong>vano all'ingresso, sfruttando<br />
anche il tempo per infilarmi le ciabatte (una era finita sotto il tavolino),<br />
ho spuntato mentalmente: lavatrice? Fatta, tovaglia? Sbattuta. Tasche<br />
dei pantaloni messi a lavare? Svuotati. Bolletta della luce? Non c'era.<br />
Qualche battuta infelice del giorno prima che aveva avuto vagamente a<br />
che fare con la sua mancanza <strong>di</strong> ambizione? Forse. Ho oltrepassato la<br />
libreria. E mi sono fermato a cinque metri dall’ingresso. Lei era là. Lei<br />
non aveva né il volto scocciato da “ti sei scordato ancora<br />
una volta la lavatrice?” né quello severo destinato ad<br />
andarsene solo dopo innumerevoli e quantitative ba<strong>di</strong>late<br />
<strong>di</strong> scuse. A <strong>di</strong>re la verità aveva un tipo <strong>di</strong> volto che come<br />
moglie senza segreti non aveva mai avuto. Ed a conferma<br />
dell’unicità del suo volto sentii nettamente partire<br />
dalle sue labbra: - Ti lascio. Ecco, è stato allora, in quel<br />
preciso istante, mentre fuori <strong>di</strong> me una donna che per me<br />
non aveva segreti smontava ogni mia certezza e dentro<br />
<strong>di</strong> me cercavo le battute giuste da <strong>di</strong>re, che ho deciso:<br />
scriverò un saggio sulla felicità. ...”<br />
La formula della felicità esiste. Ed è un’equazione.<br />
La felicità, spiega il professor Paolo Gallina,<br />
è “la variazione rispetto al tempo dello<br />
stato <strong>di</strong> una persona”. In altre parole, la felicità<br />
è il passaggio da una con<strong>di</strong>zione peggiore<br />
a una migliore, ed è tanto più intensa quanto<br />
più in fretta avviene questo cambiamento. La<br />
felicità non è la bella casa o il televisore a 350<br />
pollici in sé, ma il momento in cui li hai avuti,<br />
in cui te li sei goduti la prima volta.<br />
Come ogni formula matematica il concetto è<br />
cristallino ed elegante, le sue conseguenze implacabili.<br />
La prima è che “la felicità non dura.<br />
E se si vuole farla durare le cose non sono<br />
così semplici”. L’altra è che “è molto <strong>di</strong>fficile<br />
incrementare il proprio stato con costanza.<br />
Nella maggior parte dei casi, dato che gli stati<br />
non possono essere incrementati all’infinito,<br />
a un picco <strong>di</strong> felicità segue una fase <strong>di</strong> stasi,<br />
<strong>di</strong> aspettativa, <strong>di</strong> non-felicità sostanziale”.<br />
Oppure, parlando <strong>di</strong> shopping e consumismo,<br />
tocca rilevare che “se qualcuno sceglie <strong>di</strong> essere<br />
felice entrando e uscendo da centri commerciali,<br />
concessionarie e boutique, con pacchi<br />
e pacchi <strong>di</strong> roba, necessita <strong>di</strong> molta <strong>di</strong>sciplina<br />
per rimanere immerso a un livello <strong>di</strong> felicità<br />
accettabile”.<br />
Il ragionamento è rigoroso, fra gra<strong>di</strong>enti, costanti,<br />
derivate, teoremi... Ma niente paura, il<br />
professor Gallina si sa spiegare molto bene, sa<br />
fare esempi inconsueti e illuminanti, alleggerire<br />
la lettura con spassose narrazioni, usare le<br />
formule e i grafici solo quando servono, riportare<br />
sempre i suoi <strong>di</strong>scorsi al grado zero della<br />
nostra esperienza quoti<strong>di</strong>ana. E segue scrupoloso<br />
quella regola per cui “chi <strong>di</strong>scute <strong>di</strong> felicità,<br />
per risultare cre<strong>di</strong>bile dovrebbe perlomeno<br />
sforzarsi <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>vertente”.<br />
Ecco che alla fine <strong>di</strong> questa brillante, go<strong>di</strong>bilissima<br />
trattazione, dopo aver risolto certi nostri<br />
<strong>di</strong>lemmi esistenziali, potremo finalmente<br />
capire a cosa è servito, nella vita, stu<strong>di</strong>are<br />
matematica.<br />
00,00 In sovraccoperta:<br />
Illustrazione <strong>di</strong> Dandydaddy<br />
Conosci i migliori prodotti bio?<br />
erboristeria Il Fiore dell’arte <strong>di</strong> sanare<br />
del dott. Dario Blasich<br />
ronchi dei legionari (go) - Via Carducci 21 - tel. 0481 475545<br />
10 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
Cosa ci si può aspettare da un saggio che inizia così?<br />
Ci si può aspettare esattamente quanto espresso nel<br />
titolo. Si ritroveranno all’interno riflessioni, pensieri,<br />
chicche <strong>di</strong> vita comune riguardanti la felicità. Nulla più,<br />
nulla meno.<br />
L’autore, Paolo Gallina, docente <strong>di</strong> Meccanica Applicata all’Università<br />
<strong>di</strong> Trieste ha saputo coniugare le sue due gran<strong>di</strong> passioni: la narrativa<br />
e la matematica. Il punto <strong>di</strong> vista che elabora durante il saggio è che<br />
la felicità non è altro che il passaggio da uno stato peggiore a uno<br />
migliore, ovvero l’incremento fra due stati. La formula recita Fe = k dS/<br />
dT, ma niente paura, il prof. Gallina si sa spiegare molto bene, sa fare<br />
esempi inconsueti e illuminanti, usare formule e grafici solo quando<br />
servono. Per privilegiare l’aspetto <strong>di</strong>vulgativo, i concetti matematici<br />
vengono narrati in prima persona dall’improbabile Mirko Galimberti, il<br />
matematico protagonista. Mirko attinge a piene mani dagli esempi della<br />
propria vita con <strong>di</strong>sarmante simpatia guidando il lettore a seguirne le<br />
sfortunate vicende con crescente coinvolgimento. Il finale è ad<strong>di</strong>rittura<br />
impreve<strong>di</strong>bile. All’ultima lettera il lettore si chiederà: si tratta <strong>di</strong> un saggio<br />
camuffato da romanzo o <strong>di</strong> un romanzo camuffato da saggio? Ma se lo<br />
chiederà con il sorriso sulle labbra.<br />
Note sull’autore: Paolo Gallina insegna Meccanica Applicata alla facoltà<br />
<strong>di</strong> Ingegneria dell’Università <strong>di</strong> Trieste ed è un esperto <strong>di</strong> robotica.<br />
Ha sospeso per due anni la sua attività per lavorare in una piccola<br />
missione del Sud Sudan per collaborare alla costruzione <strong>di</strong> una scuola<br />
professionale per i ragazzi del posto.<br />
EssEnzE,<br />
fiori <strong>di</strong> BaCh,<br />
aura-soma, inCEnsi,<br />
Cristalli,<br />
fitoCosmEsi, miElE,<br />
alimEnti BiologiCi,<br />
liBri...
Marte sott'acqua<br />
Un tempo si pensava che Marte fosse solcato da canali, e si fantasticava<br />
delle civiltà che li avrebbero scavati e delle fiorenti città abitate dai marziani.<br />
Con l’avvento <strong>di</strong> strumenti migliori e <strong>di</strong> osservazioni più attente i canali sparirono,<br />
rivelandosi il frutto <strong>di</strong> un banale effetto ottico. Più <strong>di</strong> recente è stata<br />
trovata una meteorite in Antartide – la celebre ALH 84001 – proveniente da<br />
Marte e <strong>di</strong>venuta una delle più allettanti e controverse scoperte, a causa del<br />
suo contenuto <strong>di</strong> possibili nanobatteri fossili. Ormai è stato accertato con<br />
un buon grado <strong>di</strong> sicurezza che i presunti nanobatteri non sono altro che<br />
delle strutture minerali. Anche la sonda Spirit, in sei anni <strong>di</strong> permanenza sul<br />
pianeta rosso, non ha trovato omini ver<strong>di</strong> con il naso a trombetta né batteri<br />
(con o senza naso a trombetta).<br />
In compenso abbiamo scoperto il nostro Marte proprio qui, sulla Terra, o<br />
meglio sul fondo degli oceani.<br />
Vi sono zone negli abissi marini dalle con<strong>di</strong>zioni assolutamente proibitive:<br />
niente luce (oltre i 1.000 metri c’è il buio totale), pochissimo ossigeno e<br />
con bocche vulcaniche, denominate caldere, che eruttano prodotti tossici<br />
come il solfuro <strong>di</strong> idrogeno, ovvero acido solfidrico (H 2 S). Anni fa si sono<br />
scoperti batteri che in questo inferno ci stanno benissimo, anzi, che si fanno<br />
gran<strong>di</strong> scorpacciate <strong>di</strong> solfuro <strong>di</strong> idrogeno e vivono anche a temperature <strong>di</strong><br />
centinaia <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>.<br />
In effetti sulla Terra sono stati trovati batteri un po’ ovunque, ad esempio<br />
nelle Dry Valleys dell’Antartide, deserti ghiacciati e inospitali dove non<br />
piove da due milioni <strong>di</strong> anni, nei deserti <strong>di</strong> sale, nella crosta terrestre a venti<br />
chilometri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà e perfino nei serbatoi <strong>di</strong> sostanze ra<strong>di</strong>oattive.<br />
Ma gli abissi nascondono tesori ancora più preziosi e inaspettati <strong>di</strong> quattro<br />
germi con la passione per gli sport estremi.<br />
In anni recenti è stata fatta quella che definirei senza esagerazione una<br />
delle scoperte del secolo: un intero ecosistema – con animali abbastanza<br />
“superiori” – che prolifera attorno alle caldere sottomarine e alle loro emissioni<br />
tossiche e roventi.<br />
Nel 1977 il sommergibile Alvin scoprì al largo delle Galapagos quello<br />
che è stato chiamato “Rose Garden”, una sorta <strong>di</strong> Eden sottomarino, che<br />
prospera in una zona che pochi anni prima sarebbe stata giu<strong>di</strong>cata del tutto<br />
inadatta alla vita.<br />
Alla base <strong>di</strong> tutto ci sono i suddetti batteri, che grazie alle caldere proliferano<br />
in misura eccezionale, giungendo a costituire una coltre spessa alcuni<br />
centimetri.<br />
Ma ciò che balza subito all’occhio è la foresta <strong>di</strong> pogonofori, in particolare<br />
Riftia pachyptila, che tappezza il fondo marino. Si tratta <strong>di</strong> animali ancorati<br />
al fondo, dotati <strong>di</strong> un astuccio rigido e <strong>di</strong> un corpo vermiforme dotato <strong>di</strong><br />
tentacoli che spuntano all’esterno. Vivono grazie ai suddetti batteri, con i<br />
quali vivono in stretta simbiosi: i batteri permettono loro <strong>di</strong> metabolizzare i<br />
nutrienti, mentre loro forniscono il nutrimento e l’ossigeno necessario alle<br />
reazioni <strong>di</strong> ossidazione. Sono, tra l’altro, gli unici animali non parassiti ad<br />
essere privi <strong>di</strong> apparato <strong>di</strong>gerente: assimilano infatti il cibo <strong>di</strong>rettamente con<br />
i tentacoli. Possono crescere, a seconda delle con<strong>di</strong>zioni, da 1-2 cm a 80<br />
12 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
cm l’anno, arrivando a raggiungere i 2,40 metri <strong>di</strong> altezza.<br />
Nella zona si trovano poi bivalvi giganti, che possono raggiungere i 30 cm<br />
<strong>di</strong> lunghezza, nonché mitili, gamberetti e granchi. Vi sono perfino pesci, che<br />
si sono adattati in modo particolare per sopravvivere alle sostanze tossiche<br />
<strong>di</strong>sciolte nell’acqua.<br />
Un organismo da Guinness dei Primati è l’Alvinella pompeiana, un verme<br />
che sopravvive fino a 105 °C. Si tratta dell’organismo superiore più resistente<br />
al calore che si conosca.<br />
Un’ulteriore particolarità che contrad<strong>di</strong>stingue il “Rose Garden”: è un ecosistema<br />
esclusivamente animale, non vi sono tracce <strong>di</strong> organismi vegetali, né<br />
<strong>di</strong> alghe, che peraltro non potrebbero vivere per l’impossibilità <strong>di</strong> realizzare<br />
la fotosintesi.<br />
Oggi si conoscono decine <strong>di</strong> siti analoghi sia nel Pacifico sia nell’Oceano<br />
Atlantico, sempre in prossimità delle dorsali oceaniche, ovvero le fratture<br />
sottomarine della crosta terrestre. Di tanto in tanto un’eruzione sottomarina<br />
<strong>di</strong>strugge un’intera zona, ma nel giro <strong>di</strong> un paio d’anni l’ecosistema si<br />
riforma ancora più lussureggiante <strong>di</strong> prima.<br />
Tornando a Marte, nel 2008 la sonda Phoenix analizzandone la superficie<br />
ha trovato finalmente tracce d’acqua. Inoltre i rilevamenti radar danno<br />
per molto probabile l’esistenza <strong>di</strong> una vasta riserva d’acqua – per lo più<br />
ghiacciata – al <strong>di</strong> sotto della calotta polare marziana. Anche Europa, una<br />
delle lune <strong>di</strong> Giove, potrebbe possedere un oceano <strong>di</strong> acqua salmastra al<br />
<strong>di</strong> sotto della sua superficie ghiacciata, mentre su Enceladus, un satellite <strong>di</strong><br />
Saturno, sono stati osservati geyser e acqua liquida.<br />
Alla luce <strong>di</strong> queste scoperte le probabilità <strong>di</strong> trovare la vita su Marte o altri<br />
corpi del sistema solare quin<strong>di</strong> aumentano.<br />
Alla fin dei conti gli alieni potrebbero essere molto più vicini <strong>di</strong> quanto pensiamo:<br />
secondo la teoria della panspermia, la vita potrebbe essere giunta<br />
sulla Terra portata da una cometa o a cavallo <strong>di</strong> qualche meteora. Potrebbe<br />
anche essere che i veri terrestri siano i vermi sottomarini e i batteri golosi<br />
<strong>di</strong> zolfo, mentre noi abitatori della crosta terrestre siamo coloni venuti dalle<br />
stelle.<br />
Più mi guardo in giro, più penso che questa teoria sia quella giusta.<br />
Per le strade e nelle case, negli uffici e alle fermate, in ascensore, in TV e<br />
perfino in Parlamento: ecco gli alieni, sono fra noi.<br />
Siamo noi.<br />
Francesco Giz<strong>di</strong>c<br />
www.bazardelbizzarro.net<br />
da sinistra:<br />
– Questi pennacchi bluastri e inquietanti sono le emissioni sulfuree provenienti dai<br />
vulcani sottomarini, fonte <strong>di</strong> sostentamento <strong>di</strong> ecosistemi fantastici come il “Rose<br />
garden” al largo delle isole Galapagos<br />
– Una <strong>di</strong>stesa <strong>di</strong> Riftia pachyptila, vermi tubolari che vivono in simbiosi con i batteri che<br />
si cibano <strong>di</strong> zolfo<br />
– Mitili giganti (Calyptogena magnifica), ripresi nel 2002 dal batiscafo Alvin presso le<br />
Galapagos
Prepararsi alla prova costume: meglio senza lampade<br />
Ma c’è un aspetto in più, <strong>di</strong> cui tener conto. Se pensiamo che i lettini abbronzanti ci possano aiutare a<br />
preparare la pelle per l’estate, con un’abbronzatura graduale che ci permetta poi <strong>di</strong> esporci al sole con<br />
maggior tranquillità, possiamo incorrere in un grosso, quanto rischioso equivoco. Lo ha messo in evidenza<br />
uno stu<strong>di</strong>o pubblicato da un gruppo <strong>di</strong> ricercatori statunitensi e tedeschi su una rivista specializzata a<br />
settembre del 2010. I ricercatori hanno condotto una sperimentazione per verificare se un’abbronzatura<br />
ottenuta con piccole successive esposizioni alle ra<strong>di</strong>azioni tipiche dei lettini abbronzanti, potesse davvero<br />
“preparare” la pelle alle esposizioni successive.<br />
La luce naturale del sole è fatta per la maggior parte (circa il 94%) <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni ultraviolette del tipo UVA<br />
e solo in minima parte del tipo UVB, che sono le più dannose per la pelle. I comuni lettini abbronzanti<br />
utilizzano prevalentemente la ra<strong>di</strong>azione UVA.<br />
L’esperimento si è svolto su sette volontari. In una prima fase, piccole zone della loro pelle sono state<br />
esposte ai raggi UVA, oppure UVB, in dosi ritenute non dannose. La pigmentazione, ossia l’abbronzatura<br />
che ne è derivata è stata la stessa nei due casi, almeno in apparenza. In realtà solo le ra<strong>di</strong>azioni UVB avevano<br />
aumentato la produzione della melanina, cioè del pigmento che <strong>di</strong> solito è responsabile della colorazione<br />
della nostra pelle quando ci esponiamo la sole. Le ra<strong>di</strong>azioni UVA invece avevano provocato solo un<br />
effetto visibile <strong>di</strong> “foto-ossidazione”, avevano cioè solo “colorato” la melanina che era già presente.<br />
I volontari, in una seconda fase, sono stati esposti a una luce molto simile a quella solare, in dosi due volte<br />
maggiori <strong>di</strong> quelle necessarie a provocare un eritema. Ciò per verificare se le due <strong>di</strong>verse “abbronzature”<br />
ottenute, proteggessero in maniera <strong>di</strong>versa nei confronti <strong>di</strong> successive esposizioni al sole.<br />
I risultati hanno rivelato come, in entrambi i casi, l’esposizione a una dose eccessiva <strong>di</strong> luce solare avesse<br />
provocato dei danni alle cellule della pelle. I danni maggiori sono stati quelli per le cellule che nella<br />
prima fase erano state esposte agli UVA, mentre le pelli pre-trattate con UVB mostravano un modesto<br />
effetto protettivo.<br />
Un tipo <strong>di</strong> lampade abbronzanti oggi molto <strong>di</strong>ffuso sono le UVA ad alta pressione, dove la ra<strong>di</strong>azione<br />
(esclusivamente UVA) può essere anche 5-10 volte superiore al valore massimo <strong>di</strong> quella solare alla nostra<br />
latitu<strong>di</strong>ne. Un’abbronzatura ottenuta con questo tipo <strong>di</strong> lampade non fornisce alcun tipo <strong>di</strong> garanzia<br />
protettiva. Non averne consapevolezza può indurre ad essere meno prudenti nelle successive esposizioni<br />
al sole, aumentando i rischi per la salute, soprattutto per lo sviluppo <strong>di</strong> tumori della pelle.<br />
I melanomi in Italia ogni anno provocano la morte <strong>di</strong> circa 1.500 persone; sono tumori purtroppo molto<br />
frequenti in Friuli Venezia Giulia, come in altre aree geografiche molto soleggiate e abitate da popolazioni<br />
con la pelle chiara.<br />
Tornando alla nostra tintarella estiva (quella col sole vero!), alla quale non vogliamo rinunciare, è molto<br />
importante evitare <strong>di</strong> scottarsi; infatti le ustioni solari ripetute tra i 5 e i 18 anni <strong>di</strong> età, è ormai provato, aumentano<br />
il rischio <strong>di</strong> melanoma nell’età adulta. I consigli da seguire sono sempre gli stessi ma sempre vali<strong>di</strong>:<br />
conoscere il proprio fototipo, ponendo particolare attenzione se si hanno pelli sensibili e occhi e capelli<br />
chiari, utilizzare creme solari protettive, utilizzare cappelli e altri indumenti protettivi, evitare le ore più calde<br />
della giornata, non esporre i bambini al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> 1 anno alla luce <strong>di</strong>retta del sole.<br />
Annelore Bezzi<br />
Estate: voglia <strong>di</strong> mare, <strong>di</strong> sole e <strong>di</strong> tintarella.<br />
Il sole da nostro amico e compagno <strong>di</strong> piacevoli<br />
giornate all’aria aperta, può però trasformarsi in un<br />
elemento dannoso per la nostra salute. Esporsi troppo<br />
e in maniera sbagliata al sole può provocare dei danni<br />
alla nostra pelle e aumentare molto il rischio <strong>di</strong> andare<br />
incontro a tumori, come il melanoma.<br />
Ma se arriviamo alla “prova costume” già belli abbronzati,<br />
grazie all’aiuto delle lampade abbronzanti ? Negli<br />
ultimi anni questa abitu<strong>di</strong>ne si è molto <strong>di</strong>ffusa, anche<br />
tra i giovanissimi, che utilizzano i lettini abbronzanti<br />
durante l’inverno o la primavera per avere un bel colorito<br />
e non arrivare palli<strong>di</strong> alle prime uscite in costume.<br />
I rischi connessi a questo tipo <strong>di</strong> pratica sono già stati<br />
<strong>di</strong>chiarati dal nostro Ministero della Salute. è dell’11<br />
maggio infatti il decreto che ne vieta l’utilizzo ai minori<br />
<strong>di</strong> 18, alle donne incinte e ad altre categorie considerate<br />
“a rischio”.<br />
Toni lamponi<br />
13 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
gelateria<br />
Campo Belvedere
PRIMO ANNO DI WWF UNIVERSITARIO<br />
Il primo anno accademico del WWF Universitario sta arrivando agli<br />
sgoccioli.<br />
Il corso “IN NATURA” si è concluso con un’immersione nel meraviglioso<br />
mondo sommerso della Riserva marina <strong>di</strong> Miramare, dopo sei lezioni ed<br />
escursioni: all’Isola della Cona, tra Lokev e Pese, sui monti Vroce e Cocusso,<br />
al Museo del Mare, sul Monte Valerio, ad Aurisina e in Val Rosandra. è<br />
stato affrontato lo stu<strong>di</strong>o dell’ambiente lagunare, <strong>di</strong> quello<br />
boschivo, degli usi del Golfo <strong>di</strong> Trieste con approfon<strong>di</strong>menti<br />
sulla flora, la geologia carsica e l’ambiente marino.<br />
Il WWF Universitario ha partecipato anche al festival delle<br />
associazioni, l’Univillage, organizzato per la prima volta<br />
all’Università <strong>di</strong> Trieste dall’Arci - Casa dello Studente<br />
e dalla Lista <strong>di</strong> Sinistra. L’Ateneo si è animato in<br />
queste due giornate, grazie alla partecipazione<br />
<strong>di</strong> varie associazioni che hanno organizzato varie<br />
attività, conferenze, eventi e concerti. Il WWF<br />
Universitario era presente con un ricco banchetto<br />
sulle proprie attività in ateneo, informazioni sulla<br />
campagna referendaria e sulla Riserva marina <strong>di</strong><br />
Miramare. In quest’occasione è stata organizzata la<br />
conferenza “Cambia il clima: deve cambiare il modo <strong>di</strong> produrre<br />
energia. Come?”, tenuta dal prof. Maurizio Fermeglia. Durante il festival<br />
l’associazione ha anche sperimentato una raccolta <strong>di</strong>fferenziata dei<br />
rifiuti con risultati sod<strong>di</strong>sfacenti!<br />
Ultima, ma per questo non meno importante, è stata l’organizzazione <strong>di</strong><br />
un flash-mob lungo la riviera <strong>di</strong> Barcola, allo scopo <strong>di</strong> sensibilizzare la<br />
gente sul voto ai referendum del 12/13 giugno. Con una performance<br />
vari studenti hanno rappresentato il tema della privatizzazione dell’acqua.<br />
Volantini informativi sono stati <strong>di</strong>stribuiti ai bagnanti, molto attenti ai quesiti<br />
referendari. Molti hanno applau<strong>di</strong>to e confermato la loro partecipazione al<br />
CAI: E L’AMBIENTE?<br />
Il Club Alpino Italiano persegue nelle sue finalità <strong>di</strong> associazione, anche<br />
la tutela dell’ambiente montano con tanto <strong>di</strong> organi e commissioni istituite<br />
ad hoc. Purtroppo, capita che qualcuno all’interno del sodalizio se ne<br />
<strong>di</strong>mentichi e si lasci andare a commenti e prese <strong>di</strong> posizione lontane dagli<br />
ideali che ha abbracciato nell’associarsi; se poi, il soggetto in questione<br />
ricopre cariche all’interno del CAI e parla nel nome del club, allora la<br />
cosa è inammissibile. è quanto è successo per il tanto <strong>di</strong>scusso progetto<br />
<strong>di</strong> collegamento tra Pontebba (Ud) e passo Pramollo sul confine italoaustriaco,<br />
dove portavoce delle sezioni locali si sono espressi a favore <strong>di</strong><br />
investimenti e interventi ad alto impatto ambientale. è ora che gli organi<br />
centrali del Club Alpino Italiano prendano una posizione ufficiale e che<br />
osteggino con tutti i mezzi a loro <strong>di</strong>sposizione questi tipi <strong>di</strong> interventi.<br />
Il progetto <strong>di</strong> collegamento Pontebba-Passo Pramollo, prevede, nella sua<br />
14 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
voto. La Rai e il Primorski Dnevnik hanno dato ampio spazio all’iniziativa.<br />
La campagna referendaria non si è limitata a questa manifestazione,<br />
ma è proseguita con la partecipazione al banchetto universitario per la<br />
sensibilizzazione degli studenti dal 6 al 10 giugno.<br />
Si è concluso così il primo anno accademico del WWF Universitario. Tutto<br />
questo è stato possibile grazie all’attiva collaborazione <strong>di</strong> Alessandro<br />
Giadrossi, Paolo Utmar, Nicola Bressi, Livio Pol<strong>di</strong>ni, Bruno Grego,<br />
Marino Vocci, Marco Riosa, Carlo Franzosini, Maurizio Fermeglia,<br />
Nevia Iud e degli studenti che hanno partecipato alle nostre<br />
iniziative, ai quali va un sentito ringraziamento.<br />
Il prossimo anno, oltre a organizzare nuovi corsi e<br />
conferenze per avvicinare sempre <strong>di</strong> più i giovani alle<br />
tematiche ambientali, è stata presa in considerazione<br />
l’idea <strong>di</strong> collaborare con il Consiglio degli Studenti per<br />
cercare <strong>di</strong> ridurre l’impatto del nostro Ateneo, prendendo<br />
spunto dai suggerimenti dati nella tesi triennale, “Linee<br />
guida per la redazione <strong>di</strong> un bilancio ambientale<br />
dell’Università <strong>di</strong> Trieste” <strong>di</strong> Marta Mancin. Si punterà<br />
sulla raccolta <strong>di</strong>fferenziata in tutti gli e<strong>di</strong>fici, posizionando<br />
delle aiuole ecologiche ai piani e togliendo i cestini dalle<br />
aule, e progettando la graduale sostituzione dell’illuminazione<br />
a neon con quella a led.<br />
Un ulteriore obiettivo è la collaborazione con l’associazione studentesca<br />
Paesaggi Veneti SOS dell’Università Ca’ Foscari <strong>di</strong> Venezia. Uno spunto<br />
interessante potrebbe essere quello <strong>di</strong> un partenariato in un progetto<br />
internazionale sullo slow tourism.<br />
WWF Universitario Trieste<br />
wwfuniversitariotrieste@gmail.com<br />
facebook: wwf universitario trieste<br />
L'area <strong>di</strong> Passo Pramollo interessata dal progetto <strong>di</strong> collegamento.<br />
ultima revisione, un impianto funiviario articolato in tre tratte, 10km <strong>di</strong> piste,<br />
un parcheggio <strong>di</strong> interscambio a valle e uno presso la stazione interme<strong>di</strong>a,<br />
strutture commerciali e <strong>di</strong> servizio complementari, e per finire strutture<br />
ricettive per 600 posti letto a Pontebba. Dal progetto originale è sparita, per<br />
fortuna, la creazione <strong>di</strong> 800 posti letto sul versante italiano del passo. Già,<br />
dal versante italiano però, perché dall’altra parte del confine, sul territorio <strong>di</strong><br />
Hermagor, comune austriaco sul quale sorgono gli impianti e le strutture<br />
della “Nassfeld Ski Arena” <strong>di</strong> passo Pramollo, investitori come Pucher e<br />
Falkensteiner sono pronti a farsi carico delle cubature necessarie allo<br />
sviluppo immobiliare che risulta essere così il cuore dello sviluppo sciistico<br />
della zona. Ad aggiungersi a questo, il dubbio che, nonostante sia stato<br />
cancellato dal progetto il villaggio in quota, il comune <strong>di</strong> Pontebba non<br />
abbia proceduto a mo<strong>di</strong>ficare il suo piano regolatore, lasciando l’incertezza
e la paura, <strong>di</strong> una futura cementificazione delle aree intorno al valico alpino.<br />
Continuando a parlare dell’impatto ambientale delle opere previste dal<br />
progetto, non possiamo non parlare degli effetti che una serie <strong>di</strong> impianti a<br />
fune, come quella progettata dalla Doppelmayr, porterebbe al territorio<br />
pontebbano e del passo. Enormi tralicci sarebbero necessari nella prima<br />
tratta per superare un’ orografia <strong>di</strong>fficile, e ben tre stazioni a monte (una <strong>di</strong><br />
scambio, una interme<strong>di</strong>a e una <strong>di</strong> arrivo) deturperebbero in maniera<br />
consistente il particolare paesaggio <strong>di</strong> queste zone. I 10km <strong>di</strong> piste da sci<br />
previsti, inoltre, nonostante il relativo corto sviluppo, costituiscono un<br />
pesante impatto sul territorio: con una larghezza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 50 metri, queste<br />
larghe fasce <strong>di</strong>sboscate hanno notevoli ripercussioni su un’ area <strong>di</strong> forte<br />
valenza floristica e naturalistica. Basti pensare alla Wulfenia carinthiaca una<br />
pianta perenne dai caratteristici fiori azzurri con toni blu-violacei che vive<br />
solo in particolari e ristrette zone del mondo tanto da essere <strong>di</strong>chiarata<br />
specie protetta. Oltre che nei Balcani e sulla catena dell’Himalaya, questo<br />
splen<strong>di</strong>do fiore, sboccia nei prati attorno a Passo Pramollo e vede<br />
minacciato il suo habitat non solo dagli interventi previsti dal progetto, ma<br />
anche dalla loro gestione. In questi anni, infatti, si è assistito in quasi tutti i<br />
comprensori sciistici, a una notevole <strong>di</strong>minuzione delle precipitazioni<br />
nevose con conseguente aumento dell’utilizzo <strong>di</strong> innevamento artificiale.<br />
Senza scendere nei particolari, perché l’argomento richiederebbe molte<br />
pagine <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento, si sappia che l’utilizzo <strong>di</strong> impianti per la<br />
produzione <strong>di</strong> neve artificiale, provoca numerosi danni e rilevanti<br />
conseguenze come per esempio l’erosione del suolo (in un territorio già<br />
provato da numerose frane e alluvioni), l’inquinamento atmosferico e delle<br />
falde acquifere, il <strong>di</strong>sturbo della fauna selvatica e danni alla flora; per non<br />
parlare poi dell’enorme consumo <strong>di</strong> acqua e <strong>di</strong> energia necessari al<br />
funzionamento dei cannoni sparaneve non raramente illuminati anche <strong>di</strong><br />
giorno. Non sono solo gli aspetti ambientali a far storcere il naso, ma anche<br />
quelli economici, ed è giusto interrogarsi se il collegamento Pontebba-<br />
Passo Pramollo possa effettivamente portare a una rinascita della citta<strong>di</strong>na<br />
e dell’intera Valcanale. Per accorgersi che questo progetto vende illusioni <strong>di</strong><br />
crescita e sviluppo, basta spostarsi <strong>di</strong> qualche chilometro, ed andare a<br />
Sella Nevea (Ud) dove la costruzione <strong>di</strong> un nuovo impianto, che ha<br />
permesso il collegamento tra il demanio sciabile italiano e quello sloveno<br />
alle pen<strong>di</strong>ci del monte Canin, non ha portato ad un aumento considerevole<br />
delle presenze turistiche. I dati parlano <strong>di</strong> un + 4-5% nella stagione passata,<br />
quella <strong>di</strong> lancio, a fronte <strong>di</strong> un notevole investimento economico e <strong>di</strong> danni<br />
ambientali in un territorio carsico <strong>di</strong> alto prestigio. Perché le cose<br />
dovrebbero andare <strong>di</strong>versamente sul versante italiano <strong>di</strong> passo Pramollo?<br />
Come si è visto, un ruolo centrale nel progetto viene ricoperto dal settore<br />
immobiliare alberghiero che vedrebbe, a opere finite, un aumento <strong>di</strong> 600<br />
posti letto. Ma se attualmente le strutture ricettive <strong>di</strong> Pontebba sono<br />
utilizzate al 15%, e gli investitori austriaci sono pronti ad aggiungere altri<br />
800 posti letto in quota alla loro già affermata ospitalità, come pensano gli<br />
operatori turistici pontebbani <strong>di</strong> riempire i loro alberghi? Se l’aumento delle<br />
presenze sarà anche solo parzialmente simile a quello a cui ha assistito<br />
Sella Nevea, Pontebba si ritroverà a fare i conti con hotel vuoti e<br />
infrastrutture sovra<strong>di</strong>mensionate che nel giro <strong>di</strong> qualche anno<br />
rischierebbero la chiusura andando ad aumentare il degrado del paese.<br />
Altro grosso nodo da sciogliere è quello dei finanziamenti pubblici che la<br />
regione Friuli Venezia Giulia dovrebbe erogare a favore <strong>di</strong> queste opere;<br />
opere che vorrebbero andare a creare un sistema integrato Pontebba-<br />
Pramollo o ad<strong>di</strong>rittura, Pontebba-Sella Nevea-Tarvisio, ma che<br />
necessiterebbe <strong>di</strong> capacità e competenze impren<strong>di</strong>toriali mai <strong>di</strong>mostrate<br />
fino ad ora. Inoltre, nell’eventualità che questo accada, si creerebbe un polo<br />
sciistico concorrenziale a quelli già pubblicamente finanziati, tramite la<br />
società Promotur, a Piancavallo (Pn) e sul monte Zoncolan (Ud). Investire<br />
su un mercato in crisi, come quello della neve, è inaccettabile per una<br />
Anche la fauna è a rischio<br />
regione che deve già sostenere gli enormi costi or<strong>di</strong>nari della controllata<br />
Promotur: si parla <strong>di</strong> 23 milioni <strong>di</strong> euro all’anno senza contare eventuali futuri<br />
investimenti. Se si pensa poi, che se per ogni euro investito nello sci<br />
vengono garantiti forse tre euro <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to, viene da chiedersi perché la<br />
regione investa per l’intero sistema delle aree naturali protette meno <strong>di</strong> 3<br />
milioni <strong>di</strong> euro (cifra stimata per la realizzazione del solo parcheggio per la<br />
funivia <strong>di</strong> Sella Nevea) a fronte <strong>di</strong> un rapporto 1 a 7 tra euro investiti e<br />
red<strong>di</strong>to generale prodotto. L’ ultima decisione sul collegamento Pontebba-<br />
Passo Pramollo spetta alla commissione tecnica regionale che aveva<br />
promesso <strong>di</strong> chiudere l’iter <strong>di</strong> approvazione entro <strong>luglio</strong> 2010, ma che ad<br />
oggi non si è ancora espressa, segno evidente che ci sono più dubbi e<br />
perplessità che certezze. E non si parla <strong>di</strong> campanilismo, ma <strong>di</strong> valutazioni<br />
tecnico-ambientali-economiche che, si spera, annullino la tanto declamata<br />
vali<strong>di</strong>tà del progetto che vorrebbe sfruttare un territorio invece <strong>di</strong> valorizzarlo.<br />
Perché è proprio sulla valorizzazione dell’ambiente che Pontebba e la<br />
Valcanale dovrebbero puntare: non a caso l’unico intervento previsto dal<br />
comune <strong>di</strong> Pontebba, e già finanziato dal progetto INTERREG IV ITA-AUS,<br />
è quello riguardante la sistemazione delle rete sentieristica esistente sul<br />
versante italiano del Passo Pramollo e <strong>di</strong> vari collegamenti turistici con piste<br />
ciclabili e viabilità minore. è in questa <strong>di</strong>rezione che bisogna muoversi,<br />
proponendo soluzioni per un turismo meno invasivo e più <strong>di</strong> immersione in<br />
un territorio che presenta bellezze e particolarità uniche. I nuovi trend del<br />
turismo montano, sia estivo che invernale, vedono turisti alla ricerca <strong>di</strong> posti<br />
incontaminati, <strong>di</strong> contatto con la natura e riscoperta dei ritmi lenti. Sfruttare e<br />
rovinare l’ambiente montano vuol <strong>di</strong>re perdere l’unica potenzialità attrattiva<br />
che le zone <strong>di</strong> montagna hanno: quanta gente andrebbe sui laghi <strong>di</strong> Fusine<br />
se venissero trasformati in due pozzanghere fangose a causa <strong>di</strong> uno<br />
scellerato sfruttamento delle acque? Chi salirebbe alle malghe del Montasio<br />
se i suoi piani fossero trasformati in un grande parcheggio asfaltato? Quanti<br />
pernotterebbero al rifugio Gilberti se il massiccio del Canin venisse<br />
sbriciolato per far spazio a enormi piste da sci? Rispettare l’ambiente è<br />
l’unica strada percorribile dalle comunità montane per salvarsi, ed è ora che<br />
le amministrazioni locali e regionali lo capiscano. Il Club Alpino Italiano,<br />
assieme a tutte le altre associazioni ambientaliste, deve vigilare e pro<strong>di</strong>garsi<br />
affinché questo non venga mai <strong>di</strong>menticato o accantonato per far spazio a<br />
politiche <strong>di</strong> sfruttamento e <strong>di</strong>struzione.<br />
Marco Modotti<br />
Società Alpina Friulana Sottosezione <strong>di</strong> Tricesimo
aliMentazione<br />
Estate in salute<br />
I colori e i profumi del benessere<br />
Eccoci in piena estate! Profumi, colori e sapori insuperabili che inebriano<br />
i nostri sensi e ci riempiono <strong>di</strong> salute. La frutta estiva in modo particolare<br />
non trova paragone in nessun’altra stagione dell’anno. Stiamo parlando <strong>di</strong><br />
pesche, pomodori, ciliegie, angurie, meloni, albicocche, prugne, fichi… un<br />
vero para<strong>di</strong>so per il palato e per la salute.<br />
L’anguria ad esempio rinfresca, <strong>di</strong>sseta, idrata e depura l’organismo. E<br />
tutto senza incidere sulla linea. Con il suo 95% per cento <strong>di</strong> acqua infatti<br />
ha il più basso contenuto<br />
<strong>di</strong> calorie (15-26<br />
calorie ogni 100 g). Il<br />
suo gusto dolce non<br />
<strong>di</strong>pende dagli zuccheri<br />
ma da alcune sostanze<br />
aromatiche presenti in<br />
gran<strong>di</strong> quantità. E non è<br />
solo <strong>di</strong>etetica, è anche<br />
ricca <strong>di</strong> virtù. Tra queste,<br />
in particolare, le proprietà<br />
<strong>di</strong>uretiche e drenanti,<br />
che aiutano ad eliminare<br />
le tossine in eccesso<br />
e a ridurre il rischio <strong>di</strong><br />
cellulite e ritenzione<br />
idrica. L’anguria, poi, secondo<br />
l’antica tra<strong>di</strong>zione<br />
orientale, avrebbe potere<br />
antidolorifico e antiedema.<br />
Secondo uno stu<strong>di</strong>o<br />
eseguito dai ricercatori<br />
dell’Università della Florida,<br />
l’ipertensione può<br />
essere migliorata mangiando l’anguria. Infatti sembrerebbe che questo<br />
frutto possieda una sostanza, chiamata L-citrullina , un amminoacido che<br />
una volta penetrato nell’organismo si trasforma in un altro amminoacido,<br />
la L-arginina importantissimo per la formazione dell’ossido nitrico. Questa<br />
sostanza è in<strong>di</strong>spensabile per l’equilibrio della pressione e per il mantenimento<br />
dell’elasticità delle pareti arteriose.<br />
Il melone, suo stretto parente, ha anch’esso gran<strong>di</strong> proprietà: Mangiare<br />
una fetta <strong>di</strong> melone oltre che a sod<strong>di</strong>sfare il palato serve a proteggere<br />
dallo stress. Lo evidenzia uno stu<strong>di</strong>o dell’Istituto nazionale francese per la<br />
ricerca agricola (Inra), secondo cui un supplemento quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> antiossidanti<br />
super-ossido <strong>di</strong>smutasi enzimatici (Sod) come quelli contenuti nel<br />
melone può abbassare nell’intestino i livelli delle proteine da stress, quelle<br />
cioè che in caso <strong>di</strong> forti stimoli vengono prodotte grazie a un accelerazione<br />
del processo <strong>di</strong> riproduzione cellulare. I meloni inoltre forniscono energia<br />
grazie ad una buona dose <strong>di</strong> vitamine del gruppo B; grazie poi alla<br />
notevole presenza del Licopene, un potentissimo antiossidante, aiutano a<br />
prevenire <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> tumore e migliorano le funzioni car<strong>di</strong>ache, abbassano<br />
la pressione arteriosa (grazie al potassio), aiutano l’organismo a<br />
produrre insulina (sempre grazie al potassio e al magnesio) abbassando<br />
il livello <strong>di</strong> zucchero nel sangue, sono ricchi <strong>di</strong> Beta-carotene (precursore<br />
della Vitamina A) che rafforza la vista e protegge la pelle dal sole.<br />
La pesca è un’ottima me<strong>di</strong>cina naturale contro la tensione addominale e<br />
l’iper-sudorazione perché ricca in vitamine e sali minerali. Il frutto aiuta chi<br />
ha problemi intestinali e stimola la vescica, dunque è un ottimo metabolizzante<br />
del sistema drenante del corpo. è particolarmente in<strong>di</strong>cata<br />
per chi soffre <strong>di</strong> costipazione intestinale e stipsi, ma anche per chi ha<br />
problemi d’insufficienza renale o <strong>di</strong> calcoli urinari. Le pesche funzionano<br />
da integratore naturale <strong>di</strong> sali minerali: in 100 grammi <strong>di</strong> frutto si trovano<br />
260 milligrammi <strong>di</strong> potassio.<br />
Mangiare tre pesche al giorno durante la stagione calda protegge non<br />
solo da debolezza e stanchezza ma da altri <strong>di</strong>sturbi comuni, come insonnia<br />
e nervosismo.<br />
D’estate la pesca è ideale anche perché favorisce l’abbronzatura e<br />
protegge la pelle. Possiede 27 microgrammi <strong>di</strong> carotenoi<strong>di</strong> (per 100<br />
grammi <strong>di</strong> parte commestibile),<br />
i precursori della vitamina A che<br />
stimolano la produzione <strong>di</strong> melanina<br />
e combattono i ra<strong>di</strong>cali liberi,<br />
proteggendo la pelle dall’invecchiamento<br />
precoce.<br />
Le albicocche sono particolarmente<br />
ricche <strong>di</strong> vitamine e<br />
minerali. Contengono vitamina<br />
B e, in misura minore, vitamina<br />
C. Buono anche il contenuto <strong>di</strong><br />
fibre, principalmente Pectine, ben<br />
tollerate dall’intestino e utili per<br />
l’abbassamento del colesterolo<br />
LDL (colesterolo cattivo).<br />
Le albicocche sono un ottimo<br />
alimento per la prevenzione dei<br />
tumori. Uno stu<strong>di</strong>o pubblicato<br />
dall’American Cancer Society<br />
sostiene che le albicocche, e<br />
altri alimenti ricchi <strong>di</strong> carotene<br />
come le carote, possono ridurre<br />
il rischio <strong>di</strong> cancro alla laringe,<br />
esofago e polmoni. Una manciata<br />
<strong>di</strong> albicocche contiene il 100% della dose giornaliera raccomandata <strong>di</strong><br />
beta-carotene, un potente antiossidante che il nostro corpo converte in<br />
vitamina A. Le albicocche aiutano a prevenire la formazione <strong>di</strong> placche<br />
sulla parete interna delle arterie, rafforzano il sistema immunitario e<br />
contribuiscono alla salute degli occhi, della pelle, dei capelli, delle gengive<br />
e delle ghiandole e al bilanciamento della pressione sanguigna e della<br />
funzionalità car<strong>di</strong>aca. Sono un’ottima fonte <strong>di</strong> potassio (240mg per 100g)<br />
e (ferro 0,4 mg per 100g), essenziale per i globuli rossi. Oltre al ferro e<br />
al potassio, il cobalto e il rame rendono le albicocche il frutto ideale per<br />
combattere l’anemia. Questo frutto è anche particolarmente ricco <strong>di</strong><br />
boro, una elemento che è stato recentemente riconosciuto come fattore <strong>di</strong><br />
prevenzione contro l’osteoporosi, in quanto in grado <strong>di</strong> limitare il livello <strong>di</strong><br />
estrogeni nelle donne in post-menopausa.<br />
Insomma, nella frutta estiva c’è tanta <strong>di</strong> quella salute da vivere quasi <strong>di</strong><br />
ren<strong>di</strong>ta per tutto l’anno, per cui il nostro consiglio è <strong>di</strong> gustarla liberamente,<br />
stando attenti ad alcune semplici in<strong>di</strong>cazioni: mai mangiarla dopo i<br />
pasti (perché fermenta nello stomaco), preferire quella biologica perché<br />
priva <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> (e si può quin<strong>di</strong> consumare anche la buccia), mangiarla<br />
matura e possibilmente raccolta <strong>di</strong>rettamente dalla pianta.<br />
Elisir<br />
<strong>di</strong> Elisabetta Turati<br />
Trieste<br />
Via Crispi, 17<br />
tel 040 3480704<br />
elisir.erboristeria@libero.it<br />
16 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
Na<strong>di</strong>a e Giacomo Bo<br />
www.ricerche<strong>di</strong>vita.it
agricoltura biologica questa sconosciuta<br />
Una delle domande che mi vengono poste più frequentemente, quando<br />
qualcuno viene a conoscenza del lavoro che svolgo, è come si possa<br />
essere sicuri che un prodotto sia realmente biologico quando il campo<br />
del vicino viene coltivato con meto<strong>di</strong> convenzionali, usando cioè tutti i<br />
prodotti che la moderna chimica mette a <strong>di</strong>sposizione degli agricoltori per<br />
salvaguardare le proprie coltivazioni. Com’è possibile che la lattuga coltivata<br />
secondo l’agricoltura biologica non venga contaminata dai prodotti<br />
utilizzati per coltivare il mais nel campo limitrofo?<br />
Lo so, per mancanza <strong>di</strong> spazio sto in maniera semplicistica riducendo<br />
l’agricoltura biologica alla sola assenza <strong>di</strong> residui chimici nei prodotti. Il<br />
<strong>di</strong>scorso sarebbe ben più complesso.<br />
In ogni caso la risposta è: piano delle misure o piano <strong>di</strong> gestione o<br />
relazione tecnica.<br />
Molti nomi ma un’unica cosa: l’agricoltore che intende entrare nel sistema<br />
<strong>di</strong> produzione biologico deve re<strong>di</strong>gere una relazione in cui, tra molte altre<br />
cose, elenca tutti i confini della sua azienda a rischio <strong>di</strong> contaminazione<br />
esterna e propone alcune misure precauzionali da adottare per evitare<br />
che le sue coltivazioni siano inquinate dalle coltivazioni chimiche limitrofe<br />
o da eventuali potenziali fonti d’inquinamento (autostrade, industrie...).<br />
La fascia <strong>di</strong> rispetto è la misura più comune. Sul confine a rischio l’agricoltore<br />
si impegna a definire una fascia, ovvero una porzione <strong>di</strong> terreno,<br />
<strong>di</strong> larghezza tanto più ampia quanto più “pericolose” sono le possibili fonti<br />
<strong>di</strong> inquinamento limitrofe. Questa fascia <strong>di</strong> rispetto può essere lasciata<br />
incolta, può essere coltivata con colture <strong>di</strong>verse dalla coltura coltivata<br />
nel restante appezzamento, oppure può essere coltivata con la stessa<br />
coltura presente su tutto l’appezzamento. In ogni caso tutto il prodotto<br />
sIaMo tuttI InteLLIgentI<br />
La ruota della fortuna<br />
Ma se è tutto inquinato?<br />
ottenuto su quella porzione <strong>di</strong> terreno deve essere destinato al mercato<br />
convenzionare (declassando cioè il prodotto e non in<strong>di</strong>cando in etichetta<br />
che è biologico). L’agricoltore può inoltre pre<strong>di</strong>sporre delle siepi, composte<br />
da alberi ed arbusti, per creare una vera e propria barriera protettiva<br />
che avrà anche la funzione <strong>di</strong> aumentare la bio<strong>di</strong>versità della sua azienda<br />
e <strong>di</strong> favorire l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> predatori naturali degli insetti nocivi. Può<br />
inoltre prendere degli accor<strong>di</strong> con gli agricoltori confinanti affinché sui<br />
loro terreni, nei pressi dei confini con i terreni biologici, vengano utilizzati<br />
solo prodotti consentiti in agricoltura biologica, in modo tale che anche<br />
un’eventuale deriva <strong>di</strong> prodotto non rappresenti un problema per l’agricoltore<br />
biologico. Questo sistema viene spesso adottato nei vigneti o frutteti<br />
e solitamente è l’agricoltore biologico stesso che, effettua i trattamenti, a<br />
sue spese, nei filari del vicino.<br />
Sta poi all’organismo <strong>di</strong> controllo, attraverso il tecnico, valutare sul<br />
campo se le misure adottate sono adeguate, verificare che vengano effettivamente<br />
messe in pratica dall’agricoltore e, nel caso lo ritenga opportuno,<br />
decidere <strong>di</strong> far analizzare in laboratorio del prodotto o del terreno a<br />
ridosso <strong>di</strong> questi confini a rischio, per verificare in maniera inequivocabile<br />
se le misure adottate dall’agricoltore sono sufficienti o meno. Qualora<br />
non lo fossero, viene chiesto all’agricoltore biologico <strong>di</strong> potenziare queste<br />
misure in modo da ottenere un prodotto biologico privo <strong>di</strong> residui derivanti<br />
da contaminazioni esterne accidentali.<br />
Francesco Breda<br />
checcobreda@tin.it<br />
A scuola, durante le ore più noiose, si usava giocare all’impiccato. Di una parola da indovinare venivano in<strong>di</strong>cate la prima e l’ultima lettera, e una serie <strong>di</strong><br />
puntini ci dava l’in<strong>di</strong>cazione del numero <strong>di</strong> lettere della parola scelta. I tempi sono cambiati, e ora questo giochino viene presentato in televisione con il nome<br />
<strong>di</strong> “Ruota della fortuna”. Non si deve indovinare più una sola parola, ma un’intera frase, me<strong>di</strong>ante un titolo che porta sulla buona strada. I concorrenti a tali<br />
quiz vengono selezionati, e poi possono richiedere le consonanti, comperare le vocali spendendo qualcosa del loro montepremi, e solo quando c’è quasi<br />
tutto scritto, vengono loro concessi cinque secon<strong>di</strong> per stu<strong>di</strong>are la frase. Ma forse si può indovinare la frase anche senza tante lettere… che ne so? forse<br />
anche senza una sola lettera palesata.<br />
Questa è la mia proposta: proviamo a risolvere una frase senza troppi in<strong>di</strong>zi? Ecco gli esercizi da risolvere (ad ogni asterisco corrisponde una lettera).<br />
***** *** ***, * ******: “** ******!”<br />
CLIENTE ABITUALE<br />
*’ **** ** ********* ********<br />
HA 80 ANNI, E 20 CANDELINE SULLA TORTA<br />
** **** ********: **, **, **, **, ***, **, **<br />
??????????<br />
17 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
Ecco, come se non bastasse la <strong>di</strong>fficoltà, nell’ultimo esempio non c’è neppure l’in<strong>di</strong>zio. Eppure vi assicuro che si può risolvere: l’abbiamo sperimentato in<br />
parecchie scuole con studenti scettici all’inizio.<br />
Diamo un aiutino, comunque.<br />
Basta immaginare la scena, e ad esempio vedere questo cliente abituale, che si trova, penso, in un negozio (probabilmente non dal concessionario <strong>di</strong> automobili,<br />
dove <strong>di</strong> solito non si è clienti abituali…) e vedendo che ci sono i due punti e le virgolette, supporre che <strong>di</strong>ca una frase fatta <strong>di</strong> due parole, una <strong>di</strong> due e<br />
una <strong>di</strong> sei lettere… cosa mai potrà <strong>di</strong>re un cliente abituale, che va forse giornalmente in quel locale, dove è conosciuto lui e sono risapute le cose che acquista<br />
abitualmente?<br />
Poi, cosa deve accadere perché uno ad ottant’anni festeggi il compleanno e faccia mettere solo 20 candeline sulla torta? Attenzione, che quel segno dopo la<br />
prima lettera è un accento, e non un apostrofo.<br />
Per risolvere il terzo quesito, basta contare le paroline separate dalle virgole, e immaginare quale elenco potrebbe esser formato da termini tutti <strong>di</strong> due<br />
lettere, tranne uno, <strong>di</strong> tre lettere.<br />
Se avete piacere, potere comunicare le soluzioni che trovate alla nostra redazione, me<strong>di</strong>ante mail (redazione@konradnews.it). A noi farà piacere sapere<br />
che… siamo tutti intelligenti. Se invece non trovate la soluzione, non ci saranno problemi, perché gli aiuti erano veramente scarsi, ma… noi siamo ottimisti.<br />
A presto!<br />
Giorgio Den<strong>di</strong>
trasporti e aMbiente<br />
Parliamo <strong>di</strong> <strong>taxi</strong> e <strong>tassisti</strong><br />
Anche il <strong>taxi</strong> fa parte del trasporto pubblico, seppure sia affidato a privati.<br />
Perciò abbiamo pensato <strong>di</strong> porre alcune domande al presidente del la<br />
cooperativa Ra<strong>di</strong>o Taxi Trieste, che comprende la stragrande maggioranza<br />
dei <strong>tassisti</strong> triestini sig. Mauro Detela.<br />
è un signore alto e massiccio, classe 1957, con una maturità classica<br />
al liceo Petrarca e quattro anni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina. è presidente da nove anni<br />
e pare ben <strong>di</strong>sposto a ricoprire anche in futuro questa responsabilità. A<br />
prima vista <strong>di</strong>rei che si tratta <strong>di</strong> una persona equilibrata ed ottimista.<br />
Quanto contribuisce il servizio <strong>taxi</strong> alla mobilità urbana nella nostra città?<br />
In misura abbastanza rilevante, anche se è <strong>di</strong>fficile determinare<br />
una percentuale sul traffico totale.<br />
Ritiene sufficiente il numero attuale <strong>di</strong> <strong>taxi</strong> a Trieste? Ne<br />
auspicherebbe l’aumento o la <strong>di</strong>minuizione, anche se questa<br />
domanda può apparire ingenua?<br />
Attualmente i <strong>taxi</strong> in esercizio sono 250. Devo ammettere che<br />
ci sono circa 50 <strong>taxi</strong> in eccedenza sull’effettivo fabbisogno. Se<br />
pren<strong>di</strong>amo ad esempio una città all’incirca delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong><br />
Trieste, Brescia ne conta non più <strong>di</strong> un centinaio. Certamente<br />
ciò è <strong>di</strong>peso in passato da politiche <strong>di</strong> tipo clientelare.<br />
Quali sono i rapporti della categoria da Lei rappresentata con<br />
il Comune e gli altri enti pubblici?<br />
Direi sostanzialmente buoni sia con il Comune che con la<br />
Provincia e la Regione.<br />
Quali sono le Vostre principali richieste, rimaste insod<strong>di</strong>sfatte?<br />
In particolare per quanto riguarda l’aumento delle corsie<br />
preferenziali? E l’ubicazione dei posteggi?<br />
Le corsie preferenziali sono veramente poche e si dovrebbero<br />
stu<strong>di</strong>are nuovi percorsi privilegiati per il nostro servizio. Ma il<br />
problema più grave è rappresentato dalla sosta selvaggia delle automobili<br />
e dall’ingombro che ne deriva. Circa l’ubicazione dei posteggi bisognerebbe<br />
evitare <strong>di</strong> sacrificare postazioni <strong>di</strong> <strong>taxi</strong> veramente utili per dare<br />
spazio a zone pedonali <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni insignificanti.<br />
L’esempio è la centralissima via Gallina, che, se non più riservata al<br />
posteggio dei <strong>taxi</strong>, creerebbe un problema <strong>di</strong> traffico non in<strong>di</strong>fferente. Un<br />
altro punto dolente dei nostri rapporti con il Comune è rappresentato dal<br />
<strong>di</strong>vieto assoluto <strong>di</strong> entrare nelle zone pedonali, anche se solo per il tempo<br />
necessario a raccogliere il passeggero (spesso una vecchietta impossibilitata<br />
a percorrere a pie<strong>di</strong> una <strong>di</strong>stanza anche modesta). Se violiamo il<br />
<strong>di</strong>vieto, possiamo venir multati.<br />
Quale è la Sua opinione e dei Suoi rappresentati a proposito dell’introduzione<br />
in città <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> <strong>taxi</strong> collettivo? E circa altre forme <strong>di</strong><br />
“trasporto agevolato” per es. per quanto riguarda le categorie svantaggiate<br />
(<strong>di</strong>sabili, invali<strong>di</strong>, residenti fuori città).<br />
RistoRo AgRituRistico<br />
aria <strong>di</strong> primavera, prime passeggiate<br />
poi uno spuntino o un buon pranzo genuino<br />
ti aspettiamo<br />
tel./fax 040 226901 cell. 333 7798338 - www.alselva<strong>di</strong>go.com<br />
a 2 km da Basovizza <strong>di</strong>rezione Pesek<br />
loc. Basovizza 338 34149 trieste<br />
18 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
Per quanto riguarda il servizio <strong>di</strong> <strong>taxi</strong> collettivo penso sia <strong>di</strong> assai <strong>di</strong>fficile<br />
attuazione nella nostra città. Alle volte è persino <strong>di</strong>fficile mettere d’accordo<br />
due persone per un tragitto in comune.<br />
Per fortuna esistono provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> favore sia per <strong>di</strong>sabili che per giovanissimi<br />
(questi ultimi esposti al rischio <strong>di</strong> incidenti in ore notturne). Per<br />
quanto riguarda i <strong>di</strong>sabili, otto <strong>taxi</strong> sono riservati al trasporto dei <strong>di</strong>sabili<br />
dalle 6 del mattino alle 22 della sera. La Provincia ha contribuito in modo<br />
determinante all’acquisto delle apposite automobili. Per quanto riguarda<br />
il servizio c.d. “overnight” per i giovani dai 16 ai 25 anni vengono forniti 3<br />
biglietti <strong>di</strong> 5 euro ciascuno da utilizzare il sabato notte.<br />
Data la Sua esperienza vorrebbe darmi un giu<strong>di</strong>zio sullo stato della viabilità<br />
citta<strong>di</strong>na, e quali sarebbero le Sue proposte per un miglioramento<br />
della situazione?<br />
Ho già espresso il mio parere nelle risposte precedenti. Come avrà<br />
capito il nostro giu<strong>di</strong>zio è comunque critico e siamo sempre in attesa <strong>di</strong><br />
provve<strong>di</strong>menti atti a migliorare la situazione esistente.<br />
A chiusura dell’intervista, mi sembra opportuno commentare il parere negativo<br />
del presidente Detela in merito alla introduzione del <strong>taxi</strong> collettivo.<br />
Devo ammettere che il problema è complesso e ne parla <strong>di</strong>ffusamente<br />
Guido Viale nel suo libro Vita e morte dell’automobile (già citato a suo<br />
tempo in questa rubrica), ed. Bollati Boringhieri, e ne raccomando la<br />
lettura a chi ne sia interessato alle pagine 159 e seguenti. Qui mi limiterò<br />
a <strong>di</strong>re che il servizio implica l’introduzione <strong>di</strong> un sistema informatico <strong>di</strong><br />
rilevante complessità (pag.165 e segg.).<br />
Diciamo allora, almeno per quanto riguarda la nostra città, che si tratta <strong>di</strong><br />
musica dell’avvenire.<br />
Sergio Franco
PERÙ: LA VITTORIA DI OLLANTA HUMALA<br />
Nel ballottaggio delle elezioni presidenziali peruviane il 5 giugno, Ollanta<br />
Humala ha vinto per poco (51,5% dei voti) contro la figlia dell’ex-<strong>di</strong>ttatore<br />
Fujimori, anche perchè molte persone erano decise a non votare in<br />
nessun caso per la figlia dell’ex-presidente incarcerato per violazioni dei<br />
<strong>di</strong>ritti umani e per corruzione. Il periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ttatura Fujimorista degli anni<br />
‘90 è infatti ricordato per crimini come l’incarcerazione <strong>di</strong> 22.000 peruviani<br />
innocenti e la sterilizzazione forzata <strong>di</strong> 250.000 donne nelle zone an<strong>di</strong>ne<br />
più povere.<br />
Ollanta si è <strong>di</strong>stinto<br />
come il can<strong>di</strong>dato che<br />
enfatizzava la necessità<br />
<strong>di</strong> cambio del modello<br />
economico, considerando<br />
che un terzo della<br />
popolazione vive ancora<br />
in povertà nonostante gli<br />
alti tassi <strong>di</strong> crescita economica.<br />
I gran<strong>di</strong> gruppi<br />
<strong>di</strong> potere economico che<br />
temono le sue proposte<br />
<strong>di</strong> riforma hanno quin<strong>di</strong><br />
implementato una forte<br />
campagna anti-Ollanta<br />
nei mezzi <strong>di</strong> comunicazione.<br />
Il premio Nobel<br />
Mario Vargas Llosa ha<br />
chiuso la sua collaborazione<br />
con l’importante<br />
giornale El Comercio accusandolo <strong>di</strong> essersi trasformato in una macchina<br />
propagan<strong>di</strong>stica contro Ollanta, violando i più elementari principi dell’etica<br />
giornalistica con la manipolazione dell’informazione.<br />
Anche se Ollanta nella campagna elettorale del 2006 proponeva politiche<br />
economiche ra<strong>di</strong>cali simili a quelle del presidente venezuelano Chávez,<br />
nella campagna 2011 ha ripetuto che il modello al quale si ispirerà è quello<br />
più moderato <strong>di</strong> centro-sinistra del presidente brasiliano Lula. Inoltre,<br />
per tranquillizzare le classi benestanti e vincere le elezioni, arrivato alla<br />
campagna pre-ballottaggio Ollanta ha sottolineato che in molti ambiti il<br />
suo governo continuerà a promuovere gli investimenti privati e il libero<br />
mercato. Per questi cambi nelle sue proposte è stato definito dalla rivista<br />
The Economist “Il Camaleonte An<strong>di</strong>no”. Anche se il futuro presidente è<br />
stato quin<strong>di</strong> accusato <strong>di</strong> essere contrad<strong>di</strong>ttorio, bisogna considerare che<br />
la capacità <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione tra interessi molto <strong>di</strong>versi è importante in un<br />
paese come il Perù spaccato dalle <strong>di</strong>suguaglianze.<br />
Il giorno dopo la vittoria <strong>di</strong> Ollanta Humala nelle elezioni presidenziali,<br />
la borsa in Perù è caduta del 12,5%, soprattutto a causa dei titoli legati<br />
all’attività mineraria, anche se è poi risalita. Infatti Ollanta vuole imporre<br />
alle miniere una tassa sui profitti extra causati dall’aumento dei prezzi dei<br />
metalli, cosa che è normale in Cile. Negli ultimi anni i prezzi dei metalli e<br />
dunque i profitti delle miniere sono aumentati considerevolmente. Ollanta<br />
ha anche ricevuto il sostegno delle più importanti organizzazioni in<strong>di</strong>gene,<br />
perchè ha promesso che approverà un progetto <strong>di</strong> legge sul <strong>di</strong>ritto delle<br />
popolazioni in<strong>di</strong>gene ad essere consultate prima dell’approvazione <strong>di</strong> progetti<br />
energetici nelle loro terre, che è un <strong>di</strong>ritto riconosciuto dalle Nazioni<br />
Unite, ma fino ad ora<br />
non è stato rispettato in<br />
Perù. Un maggiore <strong>di</strong>alogo<br />
ed una maggiore<br />
considerazione dei reclami<br />
delle popolazioni<br />
in<strong>di</strong>gene e dei campesinos<br />
è importante, dato<br />
che la metà dei conflitti<br />
sociali nel Perù avviene<br />
per temi ambientali.<br />
Ollanta Humala ha<br />
anche promesso che<br />
aumenterà il salario minimo<br />
da 550 soles (139<br />
euro) a 750 soles (189<br />
euro). Mentre alcuni<br />
economisti sostengono<br />
che questo ostacolerà<br />
la formalizzazione delle<br />
imprese in un paese in<br />
cui metà dell’economia è informale, altri fanno notare che l’aumento del<br />
salario minimo, che è ancora lo stesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni fa, aiuterà i lavoratori<br />
<strong>di</strong> tante imprese nazionali e multinazionali i cui profitti rimarranno comunque<br />
considerevoli. Inoltre, Ollanta ha promesso una pensione minima <strong>di</strong><br />
250 soles (63 euro) per tutti gli anziani in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> povertà. Sostiene<br />
che finanzierà il programma con i fon<strong>di</strong> ricavati dalle tasse aggiuntive alle<br />
imprese minerarie e dalla lotta all’evasione fiscale e alla corruzione.<br />
Nonostante non sia mai stato condannato, Ollanta è un ex militare,<br />
indagato per torture ed abusi avvenuti nella zona dov’era comandante,<br />
e per tale motivo parte dell’elettorato teme che non rispetti le istituzioni<br />
democratiche e i <strong>di</strong>ritti umani. Tuttavia in campagna elettorale Ollanta ha<br />
giurato solennemente che rispetterà la democrazia.<br />
è importante che la popolazione vigili attentamente sulle sue promesse<br />
elettorali, che, se mantenute, potrebbero portare a cinque anni <strong>di</strong> riforme<br />
importanti per una crescita economica con maggiore inclusione sociale.<br />
Rami Cosulich<br />
Casco Bianco nella Commissione dei Diritti Umani <strong>di</strong> Ica, Perù<br />
Promotori finanziari<br />
Alice Pesiri - Via Donizetti 5/A, Trieste - tel. 040 638472 - 347 2690400 - apesiri@bancaetica.it<br />
Dario Francescutto - Via S.Francesco 37 - U<strong>di</strong>ne - tel. 0432 500744 - dfrancescutto@bancaetica.it<br />
Punti informativi<br />
Gorizia – Referente Rita Calligaris (Staranzano) tel. 348 7722120 - rita.calligaris@gmail.com<br />
Pordenone – c/o “L’altra metà”, Via della Motta - tel. 0434 524228 - puntoinformativo-pn@libero.it<br />
Trieste – Via Donizetti 5/A - tel. 040 638472 - paolo.giurco@alice.it - www.bancaetica.org/trieste<br />
U<strong>di</strong>ne – Via San Francesco, 37 - tel. 0432 500744 - www.bancaetica.org/u<strong>di</strong>ne<br />
Tolmezzo – c/o Comunità <strong>di</strong> Rinascita - Via G.Bonanni 15 - tel 0433 40461<br />
Banca Etica<br />
nella regione Friuli Venezia Giulia<br />
19 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011
cineMa<br />
I film <strong>di</strong> spionaggio vanno sempre forte. Il più interessante<br />
sul mercato è attualmente RED <strong>di</strong> Robert<br />
Schwentke. Tratto da una storia a fumetti <strong>di</strong> Warren<br />
Ellis e Cully Hammer, RED è un film che parla <strong>di</strong> pensionati,<br />
ma sono pensionati assai particolari. La parola<br />
“Red” ha molti significati, ma nel film vuol <strong>di</strong>re “ Retired<br />
Extremely Dangerous”, cioè in italiano “Pensionati<br />
(della CIA) ESTREMAMENTE PERICOLOSI”. Si tratta<br />
<strong>di</strong> una satira intelligente dei film <strong>di</strong> spionaggio, a tratti<br />
molto piacevole e <strong>di</strong>vertente. Siccome i protagonisti del<br />
film rispondono ai nomi <strong>di</strong> Bruce Willis, John Malkovich,<br />
Morgan Freeman ed Helen Mirren, ed il regista<br />
<strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> saper fare molto bene il suo mestiere, simpatia<br />
e <strong>di</strong>vertimento sono assicurati. Nella prima parte<br />
ci sono solo Bruce Willis e Morgan Freeman, i quali<br />
per <strong>di</strong>fendersi dai loro ex colleghi piuttosto invadenti<br />
sono costretti a fare fuori un numero impressionate <strong>di</strong><br />
persone. Sembrerebbe uno dei soliti film d’azione spionistici<br />
ed iper-tecnologici. E invece no. Tutto cambia<br />
quando entra in scena John Malkovich mimetizzato da<br />
pollo gigante. Egli interpreta un genialoide paranoico<br />
che ruba continuamente la scena a Bruce Willis, <strong>di</strong>mostrando<br />
<strong>di</strong> possedere un insospettabile talento comico<br />
che da solo vale la visione <strong>di</strong> tutto il film. Ancora meglio<br />
quando i nostri arrivano in una elegantissima magione<br />
ottocentesca abitata da una gentile signora (Helen<br />
Mirren), che si rivela essere una raffinata assassina. In<br />
seguito la trama si <strong>di</strong>pana fra colpi <strong>di</strong> scena e situazioni<br />
ai limiti della cre<strong>di</strong>bilità, ma senza mai oltrepassare i<br />
confini della decenza e del buon gusto. Tutto questo e<br />
molto altro ancora in un film che io non esito a definire<br />
come uno dei più belli e simpatici apparsi nell’attuale<br />
stagione cinematografica. Stesse tematiche ma nulla<br />
da ridere in Hanna <strong>di</strong> Joe Wright. Prodotto da USA,<br />
Gran Bretagna e Germania, il film si svolge quasi tutto<br />
in Africa ed in Europa e trasporta gli spettatori dalle algide<br />
<strong>di</strong>stese nevose della Svezia al cal<strong>di</strong>ssimo deserto<br />
del Marocco, e poi attraverso la Spagna e la Francia<br />
fino alla conclusione sanguinosa nella Berlino del<br />
21° secolo. Hanna (Saoirse Ronan) è una bambina<br />
sopravvissuta a un esperimento genetico dove hanno<br />
trovato la morte centinaia <strong>di</strong> persone. Incre<strong>di</strong>bilmente<br />
forte, agilissima e molto intelligente, Hanna doveva<br />
essere il primo esemplare <strong>di</strong> una nuova generazione<br />
<strong>di</strong> super-soldati quasi invulnerabili e virtualmente<br />
immortali. Ma i vertici militari hanno bruscamente<br />
deciso <strong>di</strong> terminare l’esperimento. Ciò ha comportato<br />
l’eliminazione fisica <strong>di</strong> decine <strong>di</strong> bambini innocenti e<br />
<strong>di</strong> tutte le persone coinvolte. Responsabile principale<br />
del massacro è una donna, Marissa Siebert (Cate<br />
Blanchett), un agente della CIA che sa eseguire i propri<br />
compiti con spietata efficienza (ed anche con una certa<br />
dose <strong>di</strong> sa<strong>di</strong>smo). Ottime le prove <strong>di</strong> tutti i protagonisti,<br />
a cominciare dalla giovanissima attrice irlandese (ma è<br />
nata a New York) Saoirse Ronan, già quasi una stella <strong>di</strong><br />
prima grandezza nel mondo del cinema nonostante abbia<br />
solo 17 anni. I capelli bion<strong>di</strong>ssimi, quasi bianchi, che<br />
porta nel film fanno risaltare i suoi splen<strong>di</strong><strong>di</strong> occhi azzurri<br />
che guardano il mondo con sconcertante innocenza.<br />
Splen<strong>di</strong>da pure l’interpretazione <strong>di</strong> Cate Blanchett, mai<br />
vista così o<strong>di</strong>osa nei panni un personaggio malvagio,<br />
spietato e maniaco della pulizia personale (si gratta i<br />
20 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
denti fino a farli sanguinare, e veste impeccabilmente<br />
come un agente della polizia nazista). La lotta senza<br />
quartiere fra le due donne accompagnerà lo spettatore<br />
in tutta la seconda parte del film, fino alla cruciale<br />
conclusione. Insomma, in Hanna la contaminazione<br />
fra il genere spionistico e la fantascienza raggiunge i<br />
massimi livelli, con una netta prevalenza <strong>di</strong> quest’ultima.<br />
Rimaniamo nel campo della science fiction con I<br />
guar<strong>di</strong>ani del destino <strong>di</strong> George Nolfi.Un bel racconto<br />
fantascientifico dove gli occulti personaggi che controllano<br />
le nostre vite sembrano dei grigi impiegati <strong>di</strong><br />
banca con tanto <strong>di</strong> soprabito e cappello floscio in testa.<br />
Tratto da un vecchio racconto dell’americano Philp<br />
K. Dick (Adjustment Team – 1954), I guar<strong>di</strong>ani del<br />
destino narra la storia <strong>di</strong> David (Matt Damon) ed Elise<br />
(Emily Blunt), il cui incontro fortuito non è previsto dai<br />
FANTA-SPIONAGGIO E CAPRICCI DEL DESTINO<br />
palinsesti cosmici, e crea delle pericolose lacerazioni<br />
nella stessa trama dello spazio-tempo. Catturato da<br />
un gruppo <strong>di</strong> personaggi vestiti <strong>di</strong> scuro, il terrorizzato<br />
David viene trasportato in un altro universo tramite una<br />
porta <strong>di</strong>mensionale, e gli viene intimato <strong>di</strong> non cercare<br />
mai più Elise, perché le conseguenze potrebbero essere<br />
spaventose. I Guar<strong>di</strong>ani del Destino saranno anche<br />
virtualmente onnipotenti, ma non conoscono bene la<br />
psicologia umana, perché non appena ritornato sulla<br />
Terra, David non può liberarsi della sua ossessione per<br />
Elise, ed incomincia a cercarla per ogni dove, anche se<br />
non sa nemmeno il suo cognome ed in<strong>di</strong>rizzo. Alla fine<br />
la ritrova casualmente dopo un paio d’anni, e scopre<br />
che nemmeno lei si è mai <strong>di</strong>menticata <strong>di</strong> lui, dopo<strong>di</strong>ché<br />
i due riescono finalmente a stabilire una relazione<br />
duratura. Questo farà arrabbiare parecchio gli occulti<br />
controllori, che cercheranno in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> separarli,<br />
ma l’Amore, quello vero, è una forza alla quale<br />
nemmeno i Guar<strong>di</strong>ani del Destino possono opporsi, e<br />
dopotutto non è vero che il futuro sia assolutamente<br />
immutabile, e con qualche strappo al regolamento tutto<br />
si può aggiustare. Un “happy end” abbastanza convenzionale<br />
per una favola nera a tratti molto cupa ed<br />
angosciosa che si regge soprattutto sull’interpretazione<br />
del bravissimo Matt Damon. Se David ed Elise riescono<br />
a mo<strong>di</strong>ficare il loro destino, nonostante l’opposizione<br />
ultraterrena, non altrettanto fortunato è Mitchell (Colin<br />
Farrell), protagonista del film London Boulevard <strong>di</strong><br />
William Monahan. Siamo a Londra al giorno d’oggi.<br />
Uscito <strong>di</strong> prigione dopo essersi fatto tre anni per<br />
aggressione a mano armata, Mitchell è fermamente<br />
deciso a rifarsi una vita, e trova lavoro come guar<strong>di</strong>a<br />
del corpo presso Charlotte (Keira Knightley), una giovane<br />
attrice perseguitata dai paparazzi, che, al top del<br />
successo e con un marito tanto ricco quanto <strong>di</strong>stante,<br />
ha deciso <strong>di</strong> lasciare il mondo del cinema. Ma è molto<br />
<strong>di</strong>fficile liberarsi del proprio passato che ti insegue e<br />
non ti dà mai tregua come un’ombra maligna, e Mitchell<br />
alla fine non ce la farà Nel film ci sono chiari riferimenti<br />
al capolavoro <strong>di</strong> Billy Wilder Viale del Tramonto (Sunset<br />
Boulevard – 1950) a cominciare dallo stesso titolo,<br />
ma evidentemente simili paragoni sono improponibili.<br />
Nel vecchio film <strong>di</strong> Wilder recitavano attori del calibro<br />
<strong>di</strong> Gloria Swanson, William Holden, ed Erich Von<br />
Stroheim, che si sarebbero mangiati gente come Colin<br />
Farrell e Keira Knightley a colazione.<br />
Gianni Ursini
teatri <strong>di</strong> confine<br />
Il ponte sullo stretto <strong>di</strong> Messina: un’opera ciclopica, l’ottava meraviglia del<br />
mondo e chi più ne ha più ne metta. Solo che quest’opera non è mai nata<br />
e, per come procedono i lavori, <strong>di</strong>fficilmente nascerà. A raccontare una<br />
delle più gran<strong>di</strong> panzane italiane ci ha pensato Clau<strong>di</strong>o Fava nello spettacolo<br />
‘Lavori in corso’, prodotto da Nutrimenti Terrestri e andato in scena al<br />
Rossetti mercoledì 1/6. Figlio <strong>di</strong> quel Giuseppe assassinato dalla mafia e<br />
coautore della sceneggiatura del film ‘I cento passi’, Fava ha potuto contare<br />
sulla regia <strong>di</strong> Ninni Bruschetta, sulle prove attoriali <strong>di</strong> Maurizio Marchetti,<br />
David Coco, Antonio Alveario e Faisal Taher e sulla chitarra e la voce <strong>di</strong><br />
Toni Canto. Funzionale la scena <strong>di</strong> Mariella Bellantone, che costruisce sul<br />
palco un luogo sopraelevato, da raggiungere con scalinate apposite, per<br />
evocare la struttura non finita o, meglio, mai iniziata, del ponte stesso.<br />
A sentire le cifre, che tra l’altro sono a carico della collettività, viene la<br />
pelle d’oca: sette miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> appalto, quaranta gli anni passati inutilmente,<br />
novantatré i milioni <strong>di</strong> euro per il costo <strong>di</strong> massima del progetto (che oggi<br />
sono <strong>di</strong>ventati cento<strong>di</strong>eci). E se il progetto, un giorno, dovesse prendere<br />
forma, che cosa potrebbe impe<strong>di</strong>re alla mafia <strong>di</strong> ricevere sol<strong>di</strong> e appalti,<br />
come del resto ha già fatto in altre occasioni? Senza contare poi gli<br />
MAREMETRAGGIO<br />
IL PONTE MAI NATO<br />
21 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
espropri, le <strong>di</strong>scariche da realizzare per il materiale <strong>di</strong> scarto, lo sfacelo<br />
naturale e paesaggistico, il rischio sismico, la forza dei venti e la mancanza<br />
<strong>di</strong> infrastrutture su entrambi i versanti per i treni ad alta velocità previsti.<br />
Tutto questo chiede uno dei due personaggi principali, Raffaele Frisina,<br />
ferroviere in pensione che ama guardare i treni, all’altro, un ministro in giacca,<br />
cravatta e cellulare, che alle obiezioni sulla fattibilità dell’opera balbetta<br />
mezze risposte, abbacinato dal gigantismo del Grande Progetto.<br />
Alle nude cifre, che comprendono anche la mostruosa lunghezza del ponte<br />
(3.300 metri), si alternano canzoni e siparietti comici non sempre adatti<br />
al racconto. La tragica realtà che circonda i protagonisti, infatti, viene a<br />
galla solo a tratti, come nel riferimento all’uccisione <strong>di</strong> Don Puglisi. Eppure<br />
questo non basta per dare a ‘Lavori in corso’ quella secchezza e precisione<br />
che il teatro civile richiede: a volte la leggerezza annacqua le intenzioni.<br />
Stefano Crisafulli<br />
MITTELFEST DI SERA...<br />
...bel teatro si spera. Sul tema ‘Nazioni e<br />
identità’, anche quest’anno il Mittelfest <strong>di</strong><br />
Cividale allieterà la lunga estate calda <strong>di</strong><br />
tutti coloro che non sono ancora andati in<br />
ferie (o, causa crisi, non ci vanno proprio...).<br />
Tra il 9 e il 24 <strong>luglio</strong> ci saranno, dunque,<br />
una quantità notevole <strong>di</strong> spettacoli, secondo<br />
quella tripartizione in teatro, musica e danza<br />
già sperimentata con successo l’anno<br />
scorso. Per quanto riguarda il teatro, nel giorno dell’inaugurazione, il 9/7, c’è già una gra<strong>di</strong>ta sorpresa: ad aprire il festival sarà una nuova produzione <strong>di</strong><br />
Luca Ronconi, ‘La modestia’, da un testo <strong>di</strong> Rafael Spregelburd, drammaturgo argentino. Si tratta <strong>di</strong> una rielaborazione dei sette peccati capitali <strong>di</strong> Bosch<br />
in chiave teatrale. Interessante, poi, la prova d’attrice <strong>di</strong> Isabella Ragonese, che il 16 <strong>luglio</strong> si confronterà con l’opera <strong>di</strong> Will Eno ‘Lady Gray’. La Storia sarà<br />
presente al Mittelfest con il racconto <strong>di</strong> Biljana Srbljanovic dei bombardamenti su Belgrado in ‘Giochi <strong>di</strong> famiglia’ e con ‘Goli Otok’ <strong>di</strong> Renato Sarti con Paolo<br />
Bonacelli. Da segnalare, inoltre, per la musica, ‘Notte trasfigurata’ <strong>di</strong> Schönberg, il 21/7, con Mario Brunello al violoncello e Marco Paolini voce narrante, e,<br />
per la danza, la ‘Taranta dell’ultima luna’ del coreografo Walter Matteini.<br />
S.C.<br />
Dal 1 al 9 <strong>luglio</strong> a Trieste si rinnova l’appuntamento con<br />
il festival <strong>di</strong> Maremetraggio, giunto ormai alla do<strong>di</strong>cesima<br />
e<strong>di</strong>zione e sempre più noto a livello nazionale e internazionale.<br />
Questa volta, oltre alle se<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali del cinema<br />
estivo nel Giar<strong>di</strong>no Pubblico e del Teatro Miela, il Festival si<br />
allargherà al Grand Hotel Savoia Excelsior, sede <strong>di</strong> tutti gli<br />
incontri festivalieri sul lungomare triestino. Anche nel 2011<br />
il festival proporrà nove giorni de<strong>di</strong>cati alle nuove promesse<br />
del cinema italiano e internazionale, con numerosi premi in<br />
palio per le opere in concorso. In proiezione 79 tra i migliori<br />
cortometraggi europei ed extraeuropei (sezione Maremetraggio)<br />
e 8 opere prime tra i più significativi lungometraggi<br />
ine<strong>di</strong>ti del panorama cinematografico italiano (sezione<br />
Ippocampo). Come ogni anno ci saranno poi tanti ospiti<br />
importanti, a cominciare da Andrea Bosca, giovane attore piemontese tra gli interpreti del film “Si può fare” <strong>di</strong> Giulio Manfredonia sulla cooperativa del Noncello,<br />
ma anche Daniele Liotti, Francesca Inau<strong>di</strong>, Christiane Filangieri, Luca Lucini, Vinicio Marchioni, Donatella Finocchiaro, Luca Ward, Giulia Bevilacqua<br />
e Mario Martone, il regista del monumentale film sul Risorgimento italiano “Noi credevamo”. La proverbiale testardaggine del gruppo <strong>di</strong> donne che <strong>di</strong>rigono<br />
l’iniziativa, capitanate da Maddalena Mayneri, è riuscita ad ottenere il sostegno <strong>di</strong> numerose istituzioni, tra cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali,<br />
il Ministero della Gioventù, l’Unesco, la CEI, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia ed il Comune <strong>di</strong> Trieste. In questo modo, nonostante i famigerati<br />
tagli alla cultura operati dal governo negli anni scorsi, si è potuta realizzare un’e<strong>di</strong>zione perfettamente all’altezza <strong>di</strong> quelle degli anni precedenti .<br />
G. U.
percorsi d'arte<br />
Illegio, Provincia <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne. Aria <strong>di</strong> antica purezza si respira tra la pietra<br />
viva delle case costruite dai capostipiti della progenie degli abitanti che<br />
hanno fondato la loro <strong>di</strong>mora tra i monti e i cui <strong>di</strong>scendenti tuttora le<br />
abitano.<br />
Illegio, antico borgo che conta meno <strong>di</strong> 400 abitanti.<br />
Salendo tra i monti, arrancando su una ripida strada tagliata dall’uomo<br />
nella roccia, appare all’improvviso, in una conca che lo nasconde ad<br />
occhi curiosi dalla valle del But.<br />
L’anima si rilassa, si pregna <strong>di</strong> monti, <strong>di</strong> cento tonalità <strong>di</strong> verde, <strong>di</strong> cielo, <strong>di</strong><br />
vastità e si incammina verso la sua meta, <strong>di</strong>retta in questo piccolo gioiello<br />
costruito da mano umana ma che ricerca un’elevazione verso il <strong>di</strong>vino.<br />
Scavi recenti si intercalano a case <strong>di</strong> pietra, portando a testimonianza <strong>di</strong><br />
un passato troppo lontano per essere ricordato: in quest’area è tornato<br />
alla luce il sito paleocristiano <strong>di</strong> San Paolo risalente al IV secolo, una<br />
chiesa carolingia piccola e preziosa, una fortificazione longobarda e<br />
alcuni resti <strong>di</strong> <strong>di</strong>more me<strong>di</strong>evali dei castellani. L’arroccamento montano,<br />
forse e probabilmente l’inespugnabile fortezza ricordata da Paolo<br />
Diacono come l’ultima resistenza dei Longobar<strong>di</strong>, la leggendaria fortezza<br />
<strong>di</strong> Ibligo, è contornata da un alone <strong>di</strong> spirituale bellezza.<br />
Percorrendo sentieri nel silenzio l’anima giunge a un’antica pieve,<br />
de<strong>di</strong>cata a San Floriano, <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>evale; si staglia a 750 metri e<br />
irra<strong>di</strong>a pace e spiritualità in un contesto <strong>di</strong> armonia tra uomo e natura.<br />
Usi alla vita citta<strong>di</strong>na in un contesto <strong>di</strong> superficiale noncuranza del<br />
mondo, non è facile per noi comprendere l’importanza <strong>di</strong> una piccola<br />
pieve, parola derivante dal latino plebs, plebe, che designa una chiesa<br />
rurale dotata <strong>di</strong> battistero. La pieve parla <strong>di</strong> comunità, <strong>di</strong> fratellanza, <strong>di</strong><br />
dolori e gioie con<strong>di</strong>vise, <strong>di</strong> guerre e <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong> pellegrini, <strong>di</strong> abitanti del<br />
luogo e <strong>di</strong> viandanti, <strong>di</strong> uomini uniti in un unico cammino. Cammino <strong>di</strong> cui<br />
ormai tanti hanno perso l’orientamento e vagano in una continua ricerca<br />
<strong>di</strong> un effimero piacere introvabile.<br />
Antiche armonie aleggiano nell’aria tra i Vespri e le Ave Maria, primitive<br />
melo<strong>di</strong>e arcaiche parlano all’anima viandante che ricerca un senso nel<br />
suo vivere. E non importa credere. L’anima sa e riconosce una spiritualità<br />
originaria non percependo le <strong>di</strong>fferenze umane <strong>di</strong> nomi <strong>di</strong>versi ricongiunti<br />
ad un’unica fonte.<br />
Il Comitato <strong>di</strong> San Floriano, nato in questo contesto <strong>di</strong> apertura spirituale al<br />
mondo in questo piccolo borgo <strong>di</strong> antiche melo<strong>di</strong>e, offre ogni anno la possibilità<br />
<strong>di</strong> ammirare opere provenienti da tutto il mondo <strong>di</strong> inestimabile valore.<br />
Non importa essere credenti o atei.<br />
L’immensità delle opere parla all’anima sopita dell’uomo assordato<br />
dai frastuoni accecanti della modernità. Perdendosi in un’estasi<br />
contemplativa, sorge spontaneo chiedersi come mai la genetica o<strong>di</strong>erna<br />
con la sua ricerca impazzita e senza controllo dell’origine, non sia in<br />
grado <strong>di</strong> produrre menti illuminate come nell’antichità, quando <strong>di</strong>pingere<br />
Foto <strong>di</strong> Arjana Bravin<br />
ALDILÀ’<br />
Incredulità <strong>di</strong> San Tommaso, Guercino, 1621<br />
22 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
era un mestiere che si imparava in lunghi anni e i quadri narravano gran<strong>di</strong><br />
eventi non agli occhi ma all’anima.<br />
In questa era dove scienza e ragione predominano su tutto, visitare una<br />
mostra che parla <strong>di</strong> al<strong>di</strong>là, <strong>di</strong> morte, <strong>di</strong> resurrezione è una fonte <strong>di</strong> piacere<br />
per lo spirito, per chi ama ricercare un senso a domande senza risposta<br />
nei secoli.<br />
Opere piccole, gran<strong>di</strong>, oli su tela, su tavola, legni intagliati, marmi,<br />
ceramiche, mosaici e <strong>di</strong>segni narrano tutti <strong>di</strong> un unico tema profondo e<br />
forte, forse il più sentito e il meno affrontato per le paure che invoca e che<br />
non vogliamo affrontare, ma che prima o poi si presenterà forzatamente a<br />
noi, come la morte, il passaggio.<br />
Sono arrivati gran<strong>di</strong>ssimi nella loro totalità da luoghi come la Galleria<br />
degli Uffizi <strong>di</strong> Firenze, i Musei Vaticani, le Gallerie dell’Accademia <strong>di</strong><br />
Venezia, il Museo Paleocristiano <strong>di</strong> Aquileia, la Galleria Borghese<br />
<strong>di</strong> Roma e si sono ritrovati in questo angolo <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> pace per<br />
mostrarsi alle anime erranti e vagabonde.<br />
Jacopo Negretti detto Palma il Giovane con la Risurrezione <strong>di</strong> Cristo del<br />
1615, Giovan Francesco Barbieri detto Guercino con l’Incredulità <strong>di</strong> San<br />
Tommaso del 1621, Jacobello Alberegno con il Polittico dell’Apocalisse<br />
del 1380 e Federico Barocci con Noli me tangere del 1590 sono alcuni<br />
nomi dei gran<strong>di</strong> presenti.<br />
La mostra sarà visitabile fino al 30 ottobre 2011, presso la Casa delle<br />
Esposizioni <strong>di</strong> Illegio, con orario da martedì a sabato dalle 10 alle 19<br />
e domenica dalle 9.30 alle 19.30 e con visita guidata gratuita per tutti i<br />
visitatori con inizio ogni 20 minuti.<br />
Non importa credere.<br />
Basta ammirare.<br />
Adriana De Caro<br />
bogdan grom ambasciatore della cultura slovena<br />
Bogdan Grom, artista triestino nato a Devinščina, in provincia <strong>di</strong> Trieste,<br />
nel 1918 ed emigrato negli Stati Uniti nel 1957, è stato insignito (assieme<br />
all’autore Peter Kovačič Peršin) dell’Onorificenza per merito alla carriera della<br />
Repubblica della Slovenia. L’Onorificenza, con la motivazione: “ambasciatore<br />
d’eccellenza e conoscitore della cultura slovena”, è stata consegnata dal<br />
Presidente della Repubblica Slovena Danilo Türk alle Nazioni Unite in<br />
occasione della celebrazione dei 20 anni d’in<strong>di</strong>pendenza della Slovenia (25<br />
giugno). Doveroso annuncio che la città <strong>di</strong> Trieste continua, intenzionalmente<br />
o no, a non dare: ci permettiamo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere fra i primi a comunicarlo in<br />
italiano (il Primorski dnevnik e la Rai Tv Slovena ne hanno già dato notizia). Chi<br />
volesse approfon<strong>di</strong>re il personaggio può leggerne l’intervista fatta da <strong>Konrad</strong><br />
nel febbraio 2011 (n.163).<br />
Riccardo Re<strong>di</strong>vo
Il Maestro Muti, la musica da chiesa, le strimpellate, Pier Luigi Da Palestrina e tante altre note....<br />
Sabato 28 maggio ho assistito, nella Sala del Consiglio del Comune <strong>di</strong><br />
Trieste, alla cerimonia <strong>di</strong> conferimento al Maestro Riccardo Muti della citta<strong>di</strong>nanza<br />
onoraria in virtù dello storico Concerto estivo eseguito in Piazza<br />
Unità, che rimane sicuramente un avvenimento unico che, speriamo, non<br />
sia irripetibile nella storia musicale e civile della città.<br />
Dopo le parole <strong>di</strong> benvenuto del Sindaco<br />
Dipiazza, il Maestro risponde prima<br />
leggendo un testo, poi a braccio, con<br />
un personale e significativo commento<br />
alla serata, dal concerto, all’atmosfera,<br />
all’entusiasmo dei giovani partecipanti<br />
del Coro e dell’orchestra, sul suo lavoro<br />
<strong>di</strong> concertazione per la preparazione del<br />
programma e così via. Traspare dalle<br />
sue parole la sod<strong>di</strong>sfazione per il risultato<br />
ottenuto che attraverso la musica ed oltre<br />
rimanda un messaggio <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> unione<br />
fra i popoli. Poi... dopo aver accennato<br />
al recupero del FUS (Fondo Unico dello<br />
Spettacolo), dopo una “chiaccherata<br />
positiva”... con il Ministro Tremonti, che<br />
aveva praticamente quasi <strong>di</strong>mezzato il<br />
contributo alla musica italiana, il <strong>di</strong>scorso, forse inavvertitamente scivola<br />
sull’educazione musicale scolastica. E se la prende con i flauti dolci, con<br />
il loro suono flebile, stonato, che praticamente non insegna nulla sull’educazione<br />
musicale. Ma il Maestro si toglie altri sassolini dalla scarpa... e qui<br />
arriva il bello!!! Altro che sassolino... <strong>di</strong>rei ciottolo!! Parla della musica in<br />
chiesa, argomento sempre musicale... e si rivolge all’arcivescovo Crepal<strong>di</strong>...<br />
”queste strimpellate <strong>di</strong> chitarre durante la messa... con canzoni brutte...<br />
sbagliate... e così via”. La Chiesa - aggiunge il Maestro- che è sempre<br />
stata la base della nostra musica, dovrebbe eseguire parte del suo enorme<br />
patrimonio artistico per arricchire la messa ecc. E l’intervento inatteso strappa<br />
un vigoroso applauso <strong>di</strong> una parte del pubblico, un’altra parte invece<br />
ammutolisce stupita!<br />
Poi, probabilmente, il Maestro capisce <strong>di</strong> aver toccato un tasto<br />
delicato e chiude l’argomento un po’ bruscamente, non senza aver<br />
ottenuto dall’Arcivescovo, presente in prima fila, un giu<strong>di</strong>zio concorde<br />
sull’argomento. Beh, con tutta sincerità, il tema della musica in chiesa è un<br />
filo <strong>di</strong> corrente scoperto, oggetto <strong>di</strong> storiche e tentate “Riforme musicali”. Si<br />
iniziò con il Concilio <strong>di</strong> Trento... per arrivare alle ultime <strong>di</strong> qualche decina<br />
<strong>di</strong> anni fa, ma la musica non trova più, come nel passato, la sua giusta<br />
valorizzazione e importanza. è sempre stata la Chiesa stessa a coor<strong>di</strong>nare<br />
la “musica giusta”, ma spesso la scelta è contrad<strong>di</strong>ttoria. Sostenere per<br />
esempio che Mozart, o Beethoven - che assieme ai loro capolavori <strong>di</strong><br />
musica sacra hanno composto capolavori teatrali - non possano essere<br />
considerati “autori sacri” e quin<strong>di</strong> non eseguibili durante le funzioni religiose,<br />
Emozioni e sensazioni della vecchia Europa<br />
La fotografa triestina Olga Micol offre alla città uno scorcio <strong>di</strong> Polonia. La mostra si propone<br />
come una sintesi visiva <strong>di</strong> tre città storiche: Varsavia, Cracovia e Breslavia e sono corredate<br />
<strong>di</strong> un testo <strong>di</strong> presentazione in cui si ricordano sinteticamente le <strong>di</strong>struzioni e le tragiche<br />
vicende persecutorie della Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale. Ma l’autrice, quasi per contrastare le<br />
tristezze del passato, presenta gli aspetti più seducenti della contemporaneita’. L’attenzione<br />
della fotografa è così rivolta agli ambienti architettonici delle città sopra citate, ai mercatini,<br />
agli stilemi tipici delle vetrate istoriate e alle insegne dei locali <strong>di</strong> ritrovo più raffinati.<br />
La mostra Emozioni e sensazioni della vecchia Europa si inaugurerà il primo agosto presso<br />
il Caffè Storico Tommaseo con la presentazione del critico architetto Marianna Accerboni.<br />
Lunedì 22 agosto alle 18.30 al verranno presentate altre foto <strong>di</strong> Olga Micol inerenti lo stesso<br />
tema (in sostituzione <strong>di</strong> quelle già esposte) e sarà proiettato il video intitolato Emozioni e<br />
sensazioni dalla vecchia Europa della stessa autrice.<br />
ADC<br />
è la più evidente contrad<strong>di</strong>zione. Da vari decenni le chitarre hanno sostituito<br />
prima gli strumenti ad arco, poi l’organo, nell’accompagnare i canti della<br />
messa; non è cosa sbagliata, anzi, se le chitarre sono ben accordate<br />
(purtroppo non lo sono sempre...) il coro dei fedeli, unito a un Coro della<br />
Parrocchia può produrre un bell’assieme. Ma il vero nocciolo è uno solo:<br />
il programma dei canti, ovvero che musica<br />
si dovrebbe cantare in chiesa? Tenendo<br />
conto del livello dei vari cori, spesso dei<br />
chitarristi o organisti che accompagnano,<br />
e soprattutto del livello musicale <strong>di</strong> alcuni<br />
parroci, i quali danno poca importanza alla<br />
musica che accompagna il rito, il risultato è<br />
molte volte deprimente. Certamente il sogno<br />
<strong>di</strong> Riccado Muti, sarebbe un bel mottetto<br />
del Palestrina... cantato da... angeli... che<br />
potrebbe sicuramente re<strong>di</strong>mere anche i più<br />
incalliti peccatori, ma non è così. Chi canta<br />
sono ragazzi e ragazze, <strong>di</strong>retti alla meglio da<br />
qualche volenteroso, e soprattutto con brani<br />
foto Sergio Paoletti<br />
23 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
<strong>di</strong> dubbio gusto musicale e anche con errori<br />
madornali <strong>di</strong> accenti della parola <strong>di</strong>sconnessi<br />
alla musica, oppure, ancora peggio, la<br />
mancanza <strong>di</strong> preparazione <strong>di</strong> qualche giovane... o vecchio maestro che non<br />
sceglie le tonalità più adatte per la tessitura corale, affinché tutti siano messi<br />
in grado <strong>di</strong> cantare con estensioni vocali appropriate. E allora? Qualche<br />
proposta? Molte, non c’è che l’imbarazzo della scelta... oculata.<br />
L’organo deve riprendere l’importanza che ha: alla fine della messa un<br />
buon organista è bene che suoni il “Re degli strumenti”, lasciando perdere<br />
il canto finale che viene eseguito dal coro e quasi mai ascoltato; dopo la<br />
prima strofa, infatti, la gente fa rumore, si saluta, parla già del pomeriggio,<br />
cosa farà... delle cose umane <strong>di</strong> tutti, e il coro canta nella <strong>di</strong>sattenzione più<br />
generale. E un semplice canto gregoriano, anche un “Pater Noster” sarebbe<br />
scandaloso cantarlo senza un accompagnamento con le voci scoperte,<br />
come per secoli si è cantato?... Cosa <strong>di</strong>te?... Sarebbe sbagliato?... E uno<br />
Spiritual? Cosa ne penserebbero i fedeli più tra<strong>di</strong>zionali?... E qualche<br />
canzone <strong>di</strong> Fabrizio De Andrè della “Buona Novella”, non sono brani nati<br />
per la chiesa ma si sono sempre ispirati al suo messaggio!!!... Idee come<br />
tante altre... ma l’argomento è sempre lo stesso... La Chiesa ha un secolare<br />
patrimonio musicale, non resta che l’imbarazzo della scelta! Ma a partire<br />
dall’inizio del ‘900 la musica della Chiesa, ra<strong>di</strong>ce musicale in assoluto,<br />
ha varcato le porte e si è aperta al mondo, e gli autori <strong>di</strong> talento - anche<br />
se non sacri - riconducono comunque ad essa... la base <strong>di</strong> S. Gregorio è<br />
ancora viva... e si è solo un po’ trasformata e rivestita <strong>di</strong> contemporanei fiori<br />
musicali... questa è la forza e la bellezza della musica.<br />
Severino Zannerini
CHIauLIs<br />
Fotografie <strong>di</strong> Gian Paolo Faustini<br />
La nostra rigenerazione <strong>di</strong>pende da una,<br />
per così <strong>di</strong>re, ultrafilosofia, che conoscendo<br />
l’intiero e l’intimo delle cose, ci ravvicini alla natura.<br />
Giacomo Leopar<strong>di</strong><br />
Nell’estate del 2008 il fotografo Gian Paolo Faustini mi fece conoscere<br />
Chiaulis <strong>di</strong> Paularo, un piccolo paese della Carnia. Le persone che trovammo<br />
furono così spontanee, umanamente ricche, e il contesto naturale<br />
in cui vivevano così vivo, che nel 2009 vi de<strong>di</strong>cammo un libretto. Oggi,<br />
due anni dopo la nostra avventura, sono ancora che ne parlo e so che<br />
continuerò a farlo.<br />
Capitare in un luogo grazie all’amicizia è uno dei mo<strong>di</strong> migliori per esplorarlo;<br />
e così è successo a me con Chiaulis. L’ospitalità della gente <strong>di</strong> mare<br />
e quella del Carso è grande, ma credo tenda a relegarsi alle generazioni<br />
che mi hanno preceduto. Se ciò valga anche per la montagna in generale,<br />
non lo so, ma posso constatare che a Chiaulis le persone conosciute, nate<br />
minimo due generazioni prima della mia, sono ospitali (la loro porta non<br />
conosce chiave) e genuine. L’autenticità si è vista negli occhi, nella stretta<br />
<strong>di</strong> mano, nel frico, nella <strong>di</strong>sponibilità al ricordo. Andare a Chiaulis significa<br />
semplicemente venire a conoscenza <strong>di</strong> questi valori che scorrono nei prati,<br />
nei mattoni e nel cuore dei suoi abitanti.<br />
Le persone che hanno riflesso il paese attraverso i loro occhi sono state<br />
per me quattro: tre sorelle (Gilda, Gisella e Lucina) e un’amica (Margherita):<br />
se il loro sguardo era <strong>di</strong>verso, il loro calore era unanime. A queste se<br />
ne sono ovviamente aggiunte altre il cui viso e la cui voce parlano più del<br />
loro nome (fra tutti, Maria).<br />
Far conoscere questo paesino non serve solo a <strong>di</strong>ffondere un sistema <strong>di</strong><br />
vita fondato su altri pilastri, ma serve soprattutto affinché questi pilastri non<br />
cedano e scompaiano: qui sono solamente 40 gli abitanti, quasi come le<br />
case. Una proporzione che non va bene e che testimonia un abbandono<br />
tristemente sociale: perdere una <strong>di</strong>versità, <strong>di</strong> cui questo paese è portatore,<br />
fa perdere il confronto con altri sistemi <strong>di</strong> vita <strong>di</strong>verso da quello imperante.<br />
E ciò è un pericolo. Non sono il solo, per fortuna o sensibilità e forse<br />
intelligenza, a comprendere ciò: per fare un esempio abbastanza recente,<br />
il Premio Nonino Risit d’âur <strong>di</strong> due anni fa è stato assegnato ai “Malgari <strong>di</strong><br />
Carnia”, gli ultimi depositari <strong>di</strong> un mestiere antico (descritti nel libro <strong>di</strong> Giorgio<br />
Ferigo Malghe e Malgari, Forum E<strong>di</strong>trice, mosso più o meno con gli<br />
stessi principi che hanno governato la stesura del nostro libretto). Clau<strong>di</strong>o<br />
Magris in quell’occasione ha detto, riferendosi a zone simili a queste, che<br />
possiamo “arricchire il nostro mondo con una parte <strong>di</strong> mondo <strong>di</strong>menticata”.<br />
E quant’è ricordato, e quin<strong>di</strong> vissuto, il paese <strong>di</strong> Chiaulis e le sue usanze<br />
fuori da Chiaulis? L’ultima nata <strong>di</strong> qui ha già quin<strong>di</strong>ci anni; in paese non ha<br />
coetanei e, ovviamente, nemmeno amici più piccoli: per giocare e socializzare<br />
deve inevitabilmente allontanarsi. Ma se l’ultima piccola speranza<br />
se ne va, per motivi più che comprensivi, a far vivere il paese rimarranno<br />
solamente le pietre e gli alberi, e ciò è da impe<strong>di</strong>re, nonostante non poche<br />
case assomiglino a dei grossi scheletri preistorici che affascinerebbero il<br />
viandante occasionale.<br />
24 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
La Gomera è una piccola isola delle Canarie che ha varie peculiarità,<br />
una delle quali ci interessa: il silbo gomero è uno straor<strong>di</strong>nario linguaggio<br />
fischiato, talmente potente che lo si può u<strong>di</strong>re a 5 km <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza; è molto<br />
articolato e si possono trasmettere fischiando numerose informazioni.<br />
è stato proposto perché l’Unesco lo riconosca come Capolavoro del<br />
Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità. Bene, senza scomodare<br />
l’Unesco, vorrei fare il possibile affinché un bene, sia materiale che immateriale,<br />
continui a vivere, proprio come quel fischio delle lontane Canarie:<br />
la gente non dovrebbe lasciar morire i racconti e le favole dei nonni o degli<br />
avi, non dovrebbe lasciar scomparire le antiche usanze, siano esse conta<strong>di</strong>ne,<br />
artigiane, culinarie, o culturali in senso lato, per un mondo sempre<br />
più omologato, consumistico e freddo. Non sta a me qui <strong>di</strong>re se questo<br />
modo <strong>di</strong> vivere debba essere <strong>di</strong> riferimento ma, questo sì lo posso <strong>di</strong>re,<br />
deve almeno “essere”: Chiaulis, e ciò che rappresenta, non può, o non<br />
dovrebbe <strong>di</strong>ventare un paese <strong>di</strong>sabitato: tanto ha dato (con il suo vivere<br />
antico), tanto sta dando (con le poche ma squisite voci) e tanto potrebbe<br />
dare. Molto <strong>di</strong>pende da noi.<br />
La straor<strong>di</strong>narietà del paese è data dalla sua antica or<strong>di</strong>narietà: la vita che<br />
vi si svolge non è slegata dal tempo, anzi, a mio avviso vi è assolutamente<br />
inserita dentro: un tempo naturale, lento e faticoso, che ha forgiato le<br />
persone che ho conosciuto e da cui ho ricevuto tanto, persino quel tempo<br />
poco vissuto dagli abitanti <strong>di</strong> città. Non possiamo <strong>di</strong>menticarci che, come<br />
ha detto Silvia Pérez-Vitoria, “più conta<strong>di</strong>ni ci sono in una società, più<br />
probabilità avrà la società <strong>di</strong> sopravvivere”.<br />
Parlare <strong>di</strong> un paese non è un atto eroico, lo so, ma può essere la<br />
preparazione <strong>di</strong> un atto che voi deciderete se far <strong>di</strong>ventare propositivo o<br />
inesistente. Io, intanto, cerco <strong>di</strong> far conoscere un paesino assolutamente<br />
degno <strong>di</strong> essere preservato: parlare con alcuni dei suoi rappresentanti è<br />
già un aiuto alla sua salvaguar<strong>di</strong>a. I confini del paese non <strong>di</strong>stano più <strong>di</strong><br />
cinque minuti fra loro, le case sono più delle persone e la sua delicatezza<br />
si confonde come una pietra in montagna, ma all’incontrario della pietra,<br />
questo paese può scomparire facilmente e irrime<strong>di</strong>abilmente.<br />
Il paese è fatto dagli abitanti che l’hanno costruito e dagli abitanti che<br />
ora vi risiedono e che con il loro fare costruiscono un altro tipo <strong>di</strong> case,<br />
senza legno e senza pietra. Ecco, io sono stato inglobato, se non proprio<br />
fagocitato, da alcuni abitanti <strong>di</strong> Chiaulis, <strong>di</strong>ventando un mattone metaforico<br />
per una buona frequentazione. Una volta inseriti in questo contesto, cioè<br />
sia nel paese reale che in quello dell’anima, non si può più andar via,<br />
nemmeno quando si ha un’altra vita, magari vicino al mare.<br />
La descrizione e la storia del paese l’ho lasciata alle immagini <strong>di</strong> Faustini<br />
che vogliono essere, assieme alle mie parole, un invito (che giro a tutta la<br />
redazione <strong>di</strong> <strong>Konrad</strong>) alla sua scoperta.<br />
Ho scritto <strong>di</strong> questo paese perché sono convinto che possa piacere, o<br />
almeno interessare, non tanto ai suoi vicini carnici, che già lo apprezzano,<br />
né ai chiaulisani che vi ci abitano, a cui va tutta la nostra amicizia<br />
e solidarietà e da cui siamo già stati ricambiati, ma alle persone che <strong>di</strong><br />
questo posto non hanno mai sentito parlare. è a questi ultimi che rivolgo<br />
l’invito a viaggiare per scoprire Chiaulis, le sue case (alcune delle quali del<br />
XVIII secolo), i suoi <strong>di</strong>ntorni (i sentieri, la Costa dei venti, il fiume Chiarsò),<br />
i vecchi gra<strong>di</strong>ni, gli orti e i recinti, i proverbi (“se la prima farfalla è chiara<br />
l’annata sarà buona”), la polenta compatta, le erbe, gli alberi (come i<br />
gattici, cioè il vimini), i cervi…<br />
Riccardo Re<strong>di</strong>vo
LA CICERIA (CICARIJA)<br />
II PERCORSO<br />
BERGOZZA (BRGUDAC) (749 m.)<br />
MONTE ZUPANO (ŽUPANJ) (1136 m.)<br />
DIFFICOLTA’: T<br />
LUNGHEZZA DEL PERCORSO:<br />
un´ora e venticinque minuti<br />
COME RAGGIUNGERE L´INIZIO DEL<br />
PERCORSO<br />
Si arriva a Bergozza (Brgudac)<br />
lasciando la strada Pinguente - Fiume<br />
(Buzet - Rijeka), deviando a sinistra<br />
una volta giunti a Lupogliano<br />
(Lupoglav) e poi a destra dopo sei<br />
chilometri.<br />
DESCRIZIONE: Entriamo nel Parco<br />
Naturale del Monte Maggiore (Park Prirode<br />
Učka). Il sentiero passa attraverso<br />
terreni carsici e flyschoi<strong>di</strong>. Si raggiunge<br />
una sorgente che alimenta <strong>di</strong>eci<br />
vasche in legno <strong>di</strong> quercia. Lì vicino<br />
troviamo un rifugio (Kuča na Koritima,<br />
m. 1010) dal quale si sale attraverso<br />
un ampio bosco <strong>di</strong> faggi, utilizzato per il<br />
legnatico, al monte Zupano (Županj).<br />
BERGOZZA (BRGUDAC) è un paese<br />
con pochi abitanti, dall´aspetto abbandonato.<br />
Fu quasi totalmente <strong>di</strong>strutto<br />
durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale;<br />
ben nove monumenti ricordano i caduti,<br />
i drammi <strong>di</strong> quel periodo.<br />
Il percorso inizia alla fine del paese, alla<br />
sinistra dell´acquedotto. Fatti pochi passi<br />
su una comoda mulattiera, la si lascia<br />
(in<strong>di</strong>cazione per Kuča na Koritima) e si<br />
sale a sinistra lungo un bel e faticoso<br />
sentiero, gra<strong>di</strong>nato all´inizio. Attraversato<br />
un bosco <strong>di</strong> querce e carpini si arriva<br />
dopo 40 minuti all´abbeveratoio (korita)<br />
sotto la pittoresca Rupe del Monte Braico<br />
(Brajkov Vrh). Nella zona sono presenti volpi, tassi, vipere, pipistrelli;<br />
orsi e cinghiali sono stati frequentemente avvistati in Ciceria. L´ambiente è<br />
suggestivo; fatta una breve sosta si raggiunge il vicino rifugio.<br />
La Bottega delle Spezie<br />
erboristeria<br />
dott. Manuela Zippo<br />
spezie e tè dal mondo - cioccolate selezionate<br />
integratori alimentari - fitocosmesi<br />
via combi 12 - trieste - tel. 040 303555<br />
dott. Majaron Leonarda<br />
Bilanciamento craniosacrale - Cromopuntura<br />
Test intolleranze alimentari - Fiori <strong>di</strong> Bach<br />
Dieta Psicosomatica<br />
Associazione Regionale Via San Lazzaro, 7 - Trieste<br />
Bio<strong>di</strong>namica Cranio Sacrale 347 6910549 www.bcstrieste.it<br />
Centro Trattamento e Formazione info@bcstrieste.it<br />
Itinerari in un paesaggio intatto - 2 a parte<br />
dall'alto:<br />
– Il monte Braico (1091 m.)<br />
– Il Tavolo del prefetto a Colmo<br />
– Monumenti glagolitici a Colmo<br />
Da qui, presa alla sua destra la<br />
carrareccia, la si percorre brevemente<br />
e dopo pochi metri, trascurando<br />
l´in<strong>di</strong>cazione per Orljak, si procede<br />
ancora a destra (freccia per Županj<br />
Vrh). Si scende dapprima per un breve<br />
tratto per poi procedere in leggera salita<br />
attraverso uno splen<strong>di</strong>do bosco <strong>di</strong> faggi<br />
e raggiungere in mezz´ora il monte.<br />
Dalla cima (quaderno per le firme) si<br />
ammireranno il Monte Maggiore (Učka),<br />
l´Alpe Grande (Planik), l´Istria nordorientale.<br />
DA NON PERDERE<br />
ROZZO (ROČ):<br />
Notevoli la Porta d´ingresso e le mura<br />
me<strong>di</strong>evali con torri. All´interno la Chiesa<br />
parrocchiale <strong>di</strong> San Bartolomeo del XIV<br />
sec. Accanto la chiesa <strong>di</strong> Sant´Antonio<br />
Abate dell´XI sec. con graffiti che<br />
riportano l´abbecedario glagolitico<br />
(antica scrittura slava risalente al IX<br />
sec.) <strong>di</strong> Rozzo del XIII sec. Alla fine del<br />
Me<strong>di</strong>o Evo l´abitato è stato il centro<br />
della stampa croata che faceva uso del<br />
glagolitico.<br />
Da Rozzo un viale <strong>di</strong> 7 km porta a<br />
Colmo; lungo il percorso sono presenti<br />
numerosi monumenti al glagolitico.<br />
COLMO (HUM)<br />
È una suggestiva struttura fortificata<br />
ben conservata. Oltre al Castello<br />
dell´XI sec. si visita la Cappella <strong>di</strong> San<br />
Geronimo del XII sec. con graffiti in<br />
caratteri glagolitici, il Tavolo dove il prefetto amministrava la giustizia. Dal<br />
Belvedere la vista sulla valle è splen<strong>di</strong>da.<br />
Giuliano Pran<strong>di</strong>ni<br />
ESERCIZIO FARMACEUTICO<br />
dott. Marco Esposito<br />
25 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
FARMACI SENZA OBBLIGO DI RICETTA<br />
OMEOPATIA - ERBORISTERIA - ARTICOLI SANITARI<br />
Misurazione della pressione, glicemia e colesterolo.<br />
Convenzionato A.S.S. per alimenti per celiaci<br />
www.parafarmaciaesposito.wpeople.it<br />
Trieste - via Giulia, 61/a - tel 040 5708329
colonna vertebrale<br />
Il termine torcicollo in<strong>di</strong>ca comunemente una con<strong>di</strong>zione estremamente<br />
fasti<strong>di</strong>osa e dolorosa della zona cervicale (cervicalgia) che limita<br />
fortemente i normali movimenti del capo; tale con<strong>di</strong>zione è tipicamente<br />
provocata dalla contrattura spesso monolaterale <strong>di</strong> alcuni muscoli del<br />
collo. I fattori scatenanti il torcicollo possono essere <strong>di</strong>versi:<br />
1. La contrattura può essere provocata da un raffreddamento dei tessuti<br />
muscolari (il tipico “colpo d’aria”); in questo caso non è il freddo in sé ad<br />
originare la contrattura, ma il brusco raffreddamento dei tessuti, come<br />
avviene nel passaggio da un ambiente caldo ed umido ad uno eccessivamente<br />
freddo e secco o come nel caso <strong>di</strong> un getto d’aria troppo <strong>di</strong>rezionato<br />
ad una sola regione del corpo.<br />
2. Può esserci un vero e proprio processo infiammatorio (che può avvenire<br />
a <strong>di</strong>verse strutture) ad innescare contratture acute della muscolatura<br />
cervicale;<br />
3. Per una patologia specifica, come per esempio un’ernia del <strong>di</strong>sco a<br />
livello cervicale, un trauma <strong>di</strong>storsivo oppure, molto spesso, il sovraccari-<br />
co delle articolazioni provocato da una posizione non corretta mantenuta<br />
per un periodo <strong>di</strong> tempo eccessivo.<br />
Nella sua fase acuta, la contrattura dei fasci muscolari può essere molto<br />
intensa e il dolore può irra<strong>di</strong>arsi in altre parti del corpo come le spalle e le<br />
braccia.<br />
In questo periodo più che in altri quin<strong>di</strong> è particolarmente importante ricordare<br />
che l’aria con<strong>di</strong>zionata quand’è troppo intensa e troppo <strong>di</strong>rezionata<br />
può provocare questi sintomi in <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>stretti corporei (rachide cervicale,<br />
dorsale o lombare), specie se già sofferenti o con delle patologie<br />
latenti. è bene dunque evitare sbalzi termici eccessivi soprattutto se si è<br />
molto sudati.<br />
26 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
TORCICOLLO: C’entra forse l’aria con<strong>di</strong>zionata?<br />
Il torcicollo è una forma particolare <strong>di</strong> cervicalgia acuta...<br />
scopriamo perché compare, come prevenirlo e come curarlo:<br />
Esistono altre forme <strong>di</strong> torcicollo <strong>di</strong> una certa gravità come per esempio<br />
il torcicollo congenito che viene <strong>di</strong>stinto in torcicollo congenito miogeno e<br />
torcicollo congenito osteogeno.<br />
due con<strong>di</strong>zioni patologiche dei neonati dovute ad una malformazione muscolare<br />
(a carico del muscolo sternocleidomastoideo) od ossea (dovuta<br />
alla malformazione delle vertebre cervicali).<br />
come curarlo:<br />
Le cure per il torcicollo sono estremamente variabili da caso a caso e<br />
sono fortemente <strong>di</strong>pendenti da ciò che lo ha originato. Se il dolore è<br />
provocato da una contrattura si proverà sollievo tenendo il collo al caldo;<br />
bisogna invece utilizzare un rime<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tipo contrario se all’origine del<br />
torcicollo c’è un processo <strong>di</strong> tipo infiammatorio. Nella maggior parte delle<br />
volte in cui rica<strong>di</strong>amo in un nuovo episo<strong>di</strong>o, il rime<strong>di</strong>o da utilizzare è<br />
sempre lo stesso scoperto essere valido perché, nello stesso soggetto, il<br />
torcicollo ricorre quasi sempre per gli stessi motivi.<br />
Sebbene l’istinto suggerisca il contrario, è molto<br />
importante muovere il capo anche in fase acuta (tranne<br />
in caso <strong>di</strong> un trauma serio o <strong>di</strong> una patologia specifica<br />
che lo controin<strong>di</strong>ca); è vero che l’immobilità dà,<br />
nell’imme<strong>di</strong>ato, una sensazione <strong>di</strong> riduzione del dolore,<br />
ma, alla lunga, provoca un ulteriore irrigi<strong>di</strong>mento dei<br />
muscoli con conseguente aumento delle sensazioni<br />
dolorose. è quin<strong>di</strong> consigliabile, effettuare movimenti<br />
della testa in tutte le <strong>di</strong>rezioni a intervalli <strong>di</strong> circa 60<br />
minuti; ovviamente senza forzare in modo eccessivo.<br />
Quando arriva il momento <strong>di</strong> coricarsi è meglio utilizzare<br />
un cuscino che non costringa la testa sollevata in<br />
una posizione non naturale e trovare una posizione che<br />
attenua i sintomi.<br />
Occorre una certa cautela nel ricorrere al massaggio o<br />
all’auto-massaggio, non è detto infatti che il rilassamento<br />
del muscolo sia sempre la cosa corretta da<br />
fare, in alcune circostanze infatti, come per esempio<br />
nel caso <strong>di</strong> un colpo <strong>di</strong> frusta o <strong>di</strong> un “instabilità”, la<br />
contrazione dei muscoli è un vero e proprio processo<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa messo in atto per proteggere le articolazioni<br />
sottostanti.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista me<strong>di</strong>co-farmacologico esistono terapie<br />
a base <strong>di</strong> farmaci miorilassanti e/o <strong>di</strong> antinfiammatorio o analgesico<br />
che però vanno correttamente prescritti ed utilizzati.<br />
Ovviamente i rime<strong>di</strong> “fai da te” vanno effettuati solamente quando si soffre<br />
<strong>di</strong> torcicollo in modo assai spora<strong>di</strong>co.<br />
Se la frequenza degli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> torcicollo è elevata o se l’episo<strong>di</strong>o corrente<br />
si protrae oltre ad un paio <strong>di</strong> giorni ed è particolarmente intenso è<br />
opportuno rivolgersi ad uno specialista.<br />
Anche in fase acuta, determinate manovre o terapie decontratturanti<br />
possono fornire sollievo imme<strong>di</strong>ato.<br />
Marco Segina
èStoria: Il Me<strong>di</strong>o Evo nella Russia <strong>di</strong> Putin<br />
Durante la conversazione a Gorizia (nell ambito della manifestazione<br />
èStoria ) su “Colpo su colpo: il dramma ceceno,<br />
tra guerra e terrorismo, Nicolai Lilin scherzando ha detto<br />
che i Russi “vivono in un neofeudalesimo con una leggera<br />
sfumatura tecnologica”. Non <strong>di</strong>versamente Arka<strong>di</strong>j Babčenko:<br />
“La Russia è un paese povero, basta andare cento chilometri<br />
da Mosca e ci si trova nel XIV secolo...Per i Russi l’unico vero<br />
problema è sopravvivere”. Intervistati da Sergio Canciani i<br />
due ex soldati russi, che hanno combattuto in Cecenia, hanno<br />
dato al pubblico <strong>di</strong> èStoria una descrizione impietosa del loro<br />
Paese. <strong>Gli</strong> ospedali e le scuole sono in con<strong>di</strong>zioni miserevoli,<br />
la corruzione è capillare, la magistratura asservita al potere<br />
politico lascia impunite le violazioni dei <strong>di</strong>ritti umani. E il citta<strong>di</strong>no<br />
russo, <strong>di</strong>sonesto e ignorante, è nel suo intimo uno schiavo<br />
incapace <strong>di</strong> reagire.<br />
Babčenko è giornalista alla "Novaja Gazeta", lo stesso perio<strong>di</strong>co<br />
al quale lavorava Anna Politkovskaja, uccisa nel 2006 quasi<br />
certamente a causa delle sue denunce sulle violazioni dei<br />
<strong>di</strong>ritti umani in Cecenia e in Russia. I giornalisti sono liberi <strong>di</strong><br />
scrivere quello che vogliono, c’è completa libertà <strong>di</strong> espressione<br />
perché semplicemente le parole non contano nulla e le<br />
autorità non si sentono toccate dalle denunce <strong>di</strong> atti criminali. Salvo in<br />
due casi: quando il giornalista <strong>di</strong>venta inviso al potere o quando vengono<br />
rivelate informazioni su traffici che colpiscono gli interessi <strong>di</strong> qualcuno. E<br />
negli ultimi <strong>di</strong>eci anni sei giornalisti sono stati uccisi al giornale.<br />
In Cecenia lo stato <strong>di</strong> guerra è cessato, non si parla più <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza<br />
e Putin ha affidato la guida della piccola repubblica a Ramzan Kadyrov,<br />
violento e spregiu<strong>di</strong>cato capo clan locale. Ma è una normalizzazione<br />
apparente: sparizioni, esecuzioni extra giu<strong>di</strong>ziarie, tortura, continuano a<br />
essere documentate e si sono estese alle altre repubbliche del Caucaso<br />
del Nord. Mentre il fondamentalismo islamico si alimenta della <strong>di</strong>sperazione<br />
dei giovani senza lavoro, della corruzione <strong>di</strong> politici e militari, della<br />
mancanza <strong>di</strong> democrazia.<br />
Cremlino, servizi segreti, chiesa ortodossa sono i centri del potere; Lilin<br />
non ha esitato a definire Medvedev un bamboccio politico: alle prossime<br />
elezioni Putin si rican<strong>di</strong>derà o farà eleggere un suo can<strong>di</strong>dato.<br />
Nel vuoto ideologico dopo la caduta del comunismo, lo spazio è stato colmato<br />
dal nazionalismo che si sta <strong>di</strong>ffondendo tra le persone meno colte e<br />
anche tra i giovani. La Russia <strong>di</strong> oggi ricorda per certi aspetti la Germania<br />
dei primi anni trenta. Babčenko ha ammesso che è una sua interpretazione<br />
personale, ma la Russia rischia la guerra civile, “ ...tutta la nostra società<br />
è costruita sulla violenza. La Russia al giorno d’oggi non ha un governo,<br />
non è uno stato, ma semplicemente un territorio abitato da popolazioni<br />
con rapporti tra gli in<strong>di</strong>vidui che sono basati sull’o<strong>di</strong>o”. E ha concluso: “Non<br />
vedo attualmente alcuna possibilità <strong>di</strong> uscita da questa crisi”.<br />
27 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
Aleksei Sokolov, detenuto dal maggio 2009<br />
Né c’è da aspettarsi molto dalla comunità internazionale, che ha solo<br />
timidamente criticato le gravi violazioni dei <strong>di</strong>ritti umani nel Caucaso del<br />
Nord e nel resto del Paese.<br />
Le risposte dei due ex soldati hanno lasciato tutti interdetti, non hanno<br />
offerto alcuna speranza, un accenno ad una via d’uscita.<br />
E sì che Mukhmed Gaz<strong>di</strong>ev, padre <strong>di</strong> Ibragim Gaz<strong>di</strong>ev, scomparso forzatamente<br />
in Inguscezia nel 2007, ha ringraziato per l’aiuto che riceve dai tanti<br />
corrispondenti e li invita a non desistere. Giulia Sokolova, moglie <strong>di</strong> Aleksei<br />
Sokolov, detenuto dal maggio 2009, capo <strong>di</strong> Pravovaia Osnova (Base<br />
legale), organizzazione che conduce campagne contro la tortura e altri<br />
maltrattamenti inflitti ai detenuti, ha affermato <strong>di</strong> aver fiducia e fa affidamento<br />
sul sostegno delle organizzazioni per la <strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti umani. Igor<br />
Sutyagin, scienziato nucleare, liberato lo scorso anno dopo aver trascorso<br />
quasi un<strong>di</strong>ci anni in carcere, ha <strong>di</strong>chiarato che è riuscito a sopravvivere<br />
durante tutti quegli anni grazie all’aiuto <strong>di</strong> associazioni umanitarie.<br />
In Russia ecologisti, <strong>di</strong>fensori per i <strong>di</strong>ritti umani, avvocati e giornalisti in<strong>di</strong>pendenti<br />
lottano contro la corruzione, le violazioni, le restrizioni alla libertà.<br />
Tra questi anche il giornalista della Novaya Gazeta, Babčenko.<br />
È <strong>di</strong>fficile operare in Russia, ma la richiesta <strong>di</strong> aiuto delle vittime e dei loro<br />
famigliari non deve rimanere inascoltata.<br />
Giuliano Pran<strong>di</strong>ni
GREEN SPOT FESTIVAL 2011: PARTE IL CONCORSO GO GREEN PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI<br />
Green Spot Festival, l’evento de<strong>di</strong>cato alle tematiche della green economy, della comunicazione<br />
ambientale e sociale, giunge quest’anno alla sua terza e<strong>di</strong>zione. Per la prima volta, il 2011<br />
vedrà il festival sbarcare anche a Trieste, con un’iniziativa interamente de<strong>di</strong>cata agli studenti<br />
universitari: Go Green.<br />
Go Green è un concorso che vede la collaborazione tra l’Università <strong>di</strong> Trieste e quella <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne<br />
per premiare i migliori progetti proposti da singoli o da gruppi <strong>di</strong> studenti sul tema della sostenibilità<br />
e del green marketing in campo aziendale.<br />
La mo<strong>di</strong>fica dei sistemi produttivi, <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong> comunicazione da parte <strong>di</strong> un’azienda<br />
richiede continue attenzioni per quanto riguarda l’aspetto economico, gestionale ed ecologico.<br />
La sostenibilità ambientale è fondamentale perché si affermi nella politica aziendale un’idea <strong>di</strong><br />
sostenibilità dell’azienda stessa. Pensiamo ad esempio ad un’impresa che produce mobili. Il<br />
legno è una risorsa fondamentale e se tale industria non considera la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> questo<br />
materiale e della sua produzione, <strong>di</strong>fficilmente potrà reperirla con il passare del tempo e quin<strong>di</strong><br />
anche l’azienda sarà destinata a terminare la sua attività.<br />
Per uscire da questa trappola sarà quin<strong>di</strong> fondamentale mantenere attivo il motore della<br />
produzione <strong>di</strong>minuendo il nostro impatto sugli ecosistemi. La componente ambientale non va<br />
considerata un semplice metodo per migliorare l’immagine dell’azienda, anche se questa è una<br />
conseguenza inevitabile, ma va integrata nella politica ambientale, nelle scelte tecnologiche e strategiche dell’impresa stessa.<br />
Per contrastare il <strong>di</strong>lagante fenomeno del green washing e adottare iniziative efficaci ed effettive per l’innovazione aziendale è necessario il contributo <strong>di</strong> chi<br />
può guardare ai cicli produttivi ed ai prodotti con uno sguardo attento alle novità, obiettivo e consapevole. Quali migliori innovatori degli studenti universitari?<br />
L’obiettivo principale del concorso Go Green è quello <strong>di</strong> coinvolgere gli studenti nella formulazione <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> innovazione che propongano soluzioni<br />
favorevoli per le aziende da un punto <strong>di</strong> vista ambientale ed economico. In questo modo gli stessi studenti potranno trovare l’occasione <strong>di</strong> lavorare in gruppi<br />
misti, provenienti da <strong>di</strong>versi corsi <strong>di</strong> laurea e anche da un <strong>di</strong>verso ateneo, per unire competenze ed esperienze ed avvicinarsi alla realtà aziendale e al<br />
mondo del lavoro con il comune obiettivo <strong>di</strong> rendere possibile lo sviluppo nel presente senza compromettere l’ambiente e dando quin<strong>di</strong> la possibilità alle<br />
generazioni future <strong>di</strong> poter usufruire ancora delle risorse <strong>di</strong> questo pianeta.<br />
Grazie al confronto sulle tematiche della sostenibilità gli studenti avranno anche la possibilità <strong>di</strong> avvicinarsi ad un mondo impren<strong>di</strong>toriale in continua evoluzione,<br />
imparando a sviluppare una creatività comunicativa e tecnologica e avendo la possibilità <strong>di</strong> accrescere e valorizzare il proprio percorso formativo.<br />
Straor<strong>di</strong>nario partner <strong>di</strong> quest’anno la Danieli <strong>di</strong> Buttrio – impresa leader nel settore della siderurgia - che sarà l’azienda oggetto <strong>di</strong> analisi dell’e<strong>di</strong>zione 2011.<br />
Dopo una prima e<strong>di</strong>zione che ha visto la partecipazione, tra gli altri, <strong>di</strong> IKEA Italia e Valcucine, GO GREEN continua quest’anno a coinvolgere aziende rappresentative<br />
del territorio per sviluppare in modo concreto delle sinergie continue tra il mondo della ricerca, quello dell’impren<strong>di</strong>toria e delle amministrazioni<br />
pubbliche attraverso il filo “verde” della sostenibilità.<br />
Il bando del concorso è <strong>di</strong>sponibile online all’in<strong>di</strong>rizzo www.greenspotfestival.com e le premiazioni si svolgeranno durante lo stesso Green Spot Festival nel<br />
mese <strong>di</strong> Novembre.<br />
GREEN SPOT FESTIVAL – suoni, immagini e parole sulla pubblicità sociale e l’ambiente, desidera esplorare le problematiche ambientali attraverso<br />
il linguaggio nuovo, <strong>di</strong>namico e creativo della comunicazione sociale, prefiggendosi <strong>di</strong> raggiungere <strong>di</strong>versi obiettivi: educare i più piccoli, sensibilizzare i<br />
giovani del territorio attraverso il linguaggio <strong>di</strong>namico ed imme<strong>di</strong>ato della pubblicità, coinvolgere il mondo accademico per esplorare nuovi sistemi produttivi<br />
ecosostenibili, promuovere il confronto tra amministrazioni pubbliche, associazioni ambientaliste e imprese per in<strong>di</strong>viduare possibili soluzioni ai problemi<br />
relativi alla tutela ambientale, raggiungere un’ampia fascia <strong>di</strong> pubblico attraverso nuove e accattivanti iniziative culturali.<br />
Sulla scia degli importanti risultati raggiunti nel corso delle passate e<strong>di</strong>zioni, la terza e<strong>di</strong>zione del festival sarà caratterizzata da una programmazione ricca e<br />
<strong>di</strong>versificata capace <strong>di</strong> coinvolgere un pubblico ancor più ampio ed eterogeneo, con l’obiettivo finale <strong>di</strong> rendere GREEN SPOT FESTIVAL il più importante<br />
appuntamento regionale de<strong>di</strong>cato all’ambiente ed alla comunicazione sociale.<br />
Autorealizzazione e servizio all’umanità<br />
Me<strong>di</strong>tazione - Servizio sociale<br />
Corsi <strong>di</strong> Yoga e cucina vegetariana<br />
Cene in<strong>di</strong>ane per benef cenza<br />
Organizzazione Umanitaria<br />
Ananda Marga<br />
Cordenons PN - Piazza San Pietro 10<br />
Tel. 0434 931364 - Cell. 348 9035858<br />
www.apnu.net<br />
Sara Alzetta<br />
info@greenspotfestival.com<br />
Via san giuliano, 35 - Pordenone<br />
tel./fax: 0434 28043 - gaiapn@libero.it<br />
28 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011
appuntaMenti <strong>di</strong> <strong>luglio</strong>/agosto su www.konradnews.it gli annunci <strong>di</strong> settembre entro il 21 agosto<br />
Trieste Luglio<br />
1 venerdì - 31 mercoledì ingresso libero<br />
Antistress<br />
Il “TaoCenter” è un luogo accogliente, per<br />
tutti da usare anche per pochi minuti in<br />
completo abbandono: in silenzio, leggendo,<br />
con musica classica, con mantra, con<br />
massaggio defaticante, parlando <strong>di</strong> te se<br />
ne hai voglia per in<strong>di</strong>viduare il meccanismo<br />
delle sofferenze. E l’immancabile<br />
tisana. A richiesta incontri e corsi su: “La<br />
riscoperta del valore della Parola-una<br />
forza potentissima che plasma la nostra<br />
vita” - “Al<strong>di</strong>là delle credenze” - “Lasciare i<br />
con<strong>di</strong>zionamenti” e vivere nel Benessere<br />
PsicoFisico. Info Clau<strong>di</strong>a 347 3319227,<br />
claudy1@hotmail.it<br />
2 sabato<br />
Colora la tua vita<br />
...con emozioni e libertà, ritrova la scintilla<br />
che ti accende! Seminario esperienziale<br />
condotto dalla Dr. Lucia Rigo (Ligth Coach,<br />
NLP Counselor). Via Vittorino da Feltre 6<br />
alle ore 10-19. Info 348 9515928.<br />
3 domenica ingresso libero<br />
Apertura centro visite<br />
Il Centro <strong>di</strong>dattico naturalistico <strong>di</strong><br />
Basovizza (loc. Basovizza 224, Trieste)<br />
sarà aperto dalle 14 alle 20. All’interno<br />
prosegue la mostra “Grottenarbeiter – i<br />
lavoratori delle grotte”, realizzata dal Club<br />
alpinistico triestino. Info 040 3773677, 366<br />
6867882. Il centro visite è inoltre aperto il<br />
lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle<br />
9 alle 13 e il martedì dalle 14 alle 20.<br />
4 lunedì<br />
WWF Miramare - <strong>appuntamenti</strong><br />
Impronte nel mare, visita laboratorio per<br />
i più piccoli Una passeggiata virtuale sul<br />
fondo del mare all’interno del Centro Visite<br />
e un’escursione in spiaggetta per osservare<br />
dal vivo la vita del bagnasciuga: basterà<br />
togliere le scarpe e avventurarsi prima<br />
tra le vasche acquario del Centro Visite e<br />
poi... spingersi fino sul bagnasciuga reale.<br />
Con i pie<strong>di</strong> immersi nell’acqua bassa e<br />
con degli speciali visori scopriremo la vita<br />
marina che popola l’acqua bassa della<br />
spiaggetta e osserveremo la vita fuori e<br />
dentro l’acqua della Riserva marina. Per<br />
partecipare è sufficiente presentarsi nei<br />
giorno stabiliti alle 16 al Castelletto <strong>di</strong> Miramare!<br />
In caso <strong>di</strong> meteo non favorevole,<br />
l’attività verrà ridotta alla sola parte al<br />
coperto. Info 040 224147 interno 3, info@<br />
riservamarinamiramare.it - Costo: 6 euro.<br />
4-25 ogni lunedì ingresso libero<br />
Me<strong>di</strong>tazione <strong>di</strong> luce per la terra<br />
Un invito <strong>di</strong> cuore a tutti e a chi si chiede<br />
il perchè dei cambiamenti in atto, dove<br />
stiamo andando, perchè siamo qui ora? Il<br />
Salto quantico 2012, me<strong>di</strong>tazione <strong>di</strong> Luce<br />
per la Terra e l’ Umanità, guidata da Arleen<br />
Sidhe, in connessione i regni della natura<br />
e rete <strong>di</strong> luce del pianeta; l’incontro sarà<br />
introdotto da una breve spiegazione a titolo<br />
informativo, e dopo la me<strong>di</strong>tazione seguirà<br />
un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione<br />
attuale del passaggio <strong>di</strong> frequenza<br />
e cambiamento <strong>di</strong> coscienza della Terra.<br />
Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il<br />
Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight<br />
347 2154583, arleensoundlight@libero.it<br />
martedì 5 e giovedì 28<br />
Tai chi<br />
Nelle serate <strong>di</strong> <strong>luglio</strong> a S. Giusto, aspettando<br />
il tramonto, dalle 18.30 in poi, corso<br />
<strong>di</strong> taichi per principianti e a seguire, dalle<br />
19:30, per interme<strong>di</strong>: mar 5/7 e gio 14-21-<br />
28/7. Info 328 4253103.<br />
7 giovedì ingresso libero<br />
WWF Miramare - <strong>appuntamenti</strong><br />
“Gino, piccolo grande girino”, fiaba animata<br />
presso lo stagno <strong>di</strong> Contovello. L’incontro è<br />
parte delle rete <strong>di</strong> iniziative SPURG (Spazi<br />
Urbani in Gioco) promosse dal Comune <strong>di</strong><br />
Trieste. Un fiaba sul bordo dello stagno, un<br />
intero ecosistema da osservare e scoprire,<br />
e infine un piccolo origami salterino da<br />
portare via. L’appuntamento gratuito è de<strong>di</strong>cato<br />
ai bambini e alle loro famiglie e dura<br />
dalle ore 17 alle ore 19 presso l’area verde<br />
<strong>di</strong> Contovello. Info 040 224147 interno 3 -<br />
info@riservamarinamiramare.it<br />
7-28 ogni giovedì ingressolibero<br />
Mamme & papà separati<br />
Associazione per la tutela dei <strong>di</strong>ritti dei figli<br />
nella separazione, rivolge i propri servizi<br />
a chiunque sia coinvolto <strong>di</strong>rettamente o<br />
in<strong>di</strong>rettamente nelle problematiche inerenti<br />
le separazioni coniugali in presenza <strong>di</strong> figli,<br />
offre gratuitamente sostegno psicologico<br />
e legale servendosi del volontariato <strong>di</strong><br />
professionisti quali psicologi, avvocati e<br />
pedagogisti, nonché della presenza <strong>di</strong> Soci<br />
che già hanno vissuto in prima persona<br />
le esperienze della separazione. Incontri<br />
ogni giovedì alle ore 20.30 nella sede <strong>di</strong><br />
Banca Etica in via Donizetti 5/a. Info 040<br />
9896736, trieste@mammepapaseparati.<br />
org, www.mammepapaseparati.org<br />
8 venerdì<br />
WWF Miramare - <strong>appuntamenti</strong><br />
Fiabe e riciclo creativo – spiaggia Santa<br />
Croce. Dalle 16 lo staff del WWF Miramare<br />
sarà presente presso la spiaggia per<br />
censire e raccogliere i rifiuti spiaggiati<br />
coinvolgendo i bagnanti nella operazione<br />
<strong>di</strong> pulizia della spiaggia e <strong>di</strong>stribuendo ai<br />
partecipanti del materiale informativo sui<br />
tempi necessari ai rifiuti per degradarsi<br />
nell’ambiente. Il pomeriggio si concluderà<br />
con la lettura animata <strong>di</strong> una fiaba per i più<br />
piccoli, per far riflettere sul ciclo <strong>di</strong> vita dei<br />
rifiuti e sulle pericolose conseguenze sulla<br />
vita marina, e alla fine dell’attività verranno<br />
organizzati dei laboratori creativi <strong>di</strong> riciclo<br />
e riutilizzo dei rifiuti che sono stati trovati in<br />
spiaggia e non solo.<br />
9 sabato<br />
WWF Miramare - <strong>appuntamenti</strong><br />
“Dal mare al Carso, lungo il Sentiero<br />
Natura” La passeggiata naturalistica parte<br />
dal promontorio <strong>di</strong> Miramare e si snoda<br />
lungo il sentiero Natura che permette<br />
<strong>di</strong> raggiungere Contovello, borgo sull’orlo<br />
dell’altopiano carsico attraverso la boscaglia<br />
carsica e i terrazzamenti coltivati<br />
a vigneto, con splen<strong>di</strong><strong>di</strong> scorci sul Golfo<br />
e sul Castello <strong>di</strong> Miramare. Il percorso,<br />
della dura <strong>di</strong> due ore totali circa, permette<br />
<strong>di</strong> prender visione <strong>di</strong> numerosi ambienti<br />
naturali del Carso e del Golfo: dal<br />
bagnasciuga, attraverso il Parco botanico<br />
demaniale e verso la rada boscaglia<br />
carsica (caratterizzata da carpino nero,<br />
roverella, biancospini, ecc) fino al ciglione<br />
carsico, dove ampie zone sono de<strong>di</strong>cate<br />
a vigne e olivi. Costi: 8 € /5€ bambini<br />
fino a 12 anni /sotto i 6 anni gratis info<br />
e prenotazioni in italiano: 0039 333 933<br />
9060 – giovanna@riservamarinamiramare.<br />
it. Info e prenotazioni in tedesco: 0039 340<br />
710 8735 - sabrina@ecoturismofvg.com<br />
Attenzione: le attività vengono svolte solo<br />
al raggiungimento <strong>di</strong> un numero minimo <strong>di</strong><br />
partecipanti.<br />
da sabato 9 a venerdì 22 ingresso libero<br />
Tai chi in movimento<br />
Nei più bei parchi <strong>di</strong> Trieste alle 19,30<br />
pratica gratuita per tutti: 9/7 Barcola, 11/7<br />
Giar<strong>di</strong>no pubblico, 13/7 Villa Revoltella,<br />
20/7 piazzale Rosmini, 22/7 Villa Cosulich.<br />
Info 328 4253103.<br />
10 domenica ingresso libero<br />
WWF Miramare - <strong>appuntamenti</strong><br />
WWF Miramare organizza per tutto <strong>luglio</strong><br />
e agosto <strong>appuntamenti</strong>, passeggiate e<br />
tanto altro, per tutti. Visitate il sito www.<br />
riservamarinamiramare.it per tutte le<br />
informazioni.<br />
12 martedì ingresso libero<br />
La sorgente del benessere<br />
Illustrazione e pratica del chi kung curativo<br />
cino-tibetano: l’energia vitale per la salute.<br />
Conferenza e serata sperimentale ore<br />
20.30 presso l’ass. Espande, v. del Coroneo<br />
15, Info 328 4253103.<br />
15 venerdì ingresso libero<br />
2012 e ascensione planetaria<br />
Continuano gli incontri mensili sul 2012,<br />
aperti a tutti: Cosa accadrà? I grossi<br />
cambiamenti a livello in<strong>di</strong>viduale, sociale e<br />
planetario, segnali <strong>di</strong> risveglio <strong>di</strong> coscienza<br />
e spirituale. Messaggi guida <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione<br />
per vivere al meglio questi momenti <strong>di</strong><br />
trasformazione interiore, nel corpo, nell’<br />
anima, nel quoti<strong>di</strong>ano. Conduce Arleen<br />
Sidhe, operatrice per l’ Ascensione planetaria<br />
e trasformazione quantica, terapeuta<br />
del Suono, riequilibri energetici esseni e<br />
lattura dell’ Aura. Alle ore 20.30 presso<br />
Associazione LAM-Il Sentiero, in piazza<br />
Benco 4. Info: ArtLight 347 2154583,<br />
arleensoundlight@libero.it<br />
da venerdì 15 a domenica 17<br />
Arte / Scuola del Vedere<br />
Stage intensivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e pittura del<br />
nudo (con modella) <strong>di</strong>retto dal noto artista<br />
parigino Christian Hache. In francese<br />
con interprete. Un’occasione artistica<br />
e <strong>di</strong>dattica imper<strong>di</strong>bile. Info. Scuola del<br />
Vedere, via Ciamician 9, 347 8554008,<br />
www.scuoladelvedere.it<br />
19 martedì<br />
La me<strong>di</strong>cina dei colori-two feather<br />
William Two Feather - Uomo Me<strong>di</strong>cina<br />
Apache. William Twofeather con<strong>di</strong>viderà<br />
con noi alcuni degli Insegnamenti Ira<strong>di</strong>zionali<br />
propi della sua cultura;in particolare,<br />
ci parlerà della “me<strong>di</strong>cina dei colori” nella<br />
visione del mondo nativo americano.<br />
20.30 al Joy Center in via san Francesco<br />
34. Costo 40 euro. Info 00386 40241131<br />
Jazna.<br />
23 sabato ingresso libero<br />
Festa sciamanica del Sol Leone<br />
Dalle 15.30, con Umai Tenzin Dolma una<br />
festa caratterizzata da vari incontri: viaggio<br />
sciamanico alla ricerca degli animali guida,<br />
cerimonia <strong>di</strong> offerta alle entità, purificazione<br />
<strong>di</strong> gruppo, purificazione <strong>di</strong> coppia, o<br />
personale su prenotazione. Tutto gratuito.<br />
Puoi partecipare anche ad un solo incontro.<br />
Info e prenotazioni 335 5409328, www.<br />
tecnichedelbenessere.com<br />
24 domenica<br />
Femal Energetic Fluid<br />
Alle ore 10-12 un incontro per sole<br />
donne. il FEF è una tecnica antichissima<br />
<strong>di</strong> sblocco energetico per donne <strong>di</strong> ogni<br />
età favorendo il ripristino del benessere<br />
femminile. Alle ore 15-18: Terapia Con <strong>Gli</strong><br />
Alberi, il popolo in pie<strong>di</strong> ci può insegnare<br />
29 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
molto e noi possiamo interagire con loro<br />
attivamente. Info 335 5409328 Spachtholz,<br />
www.tecnichedelbenessere.com<br />
30 sabato - 31 domenica<br />
Pranic Healing: corso base<br />
Il Pranic Healing è una tecnica che utilizza<br />
il Prana o Energia Vitale per migliorare<br />
la salute fisica ed emozionale. In questo<br />
corso esperienziale imparerete a conoscere<br />
l’anatomia sottile dell’essere umano,<br />
percepire le aure ed i centri energetici del<br />
corpo, trattare i <strong>di</strong>sturbi più comuni. Presso<br />
KRUT via Cicerone 8/B. Info Na<strong>di</strong>a 339<br />
3185960, Elisa 340 6858339.<br />
Trieste Agosto<br />
1 venerdì - 31 mercoledì ingresso libero<br />
Antistress<br />
Il “TaoCenter” è un luogo accogliente, per<br />
tutti da usare anche per pochi minuti in<br />
completo abbandono: in silenzio, leggendo,<br />
con musica classica, con mantra, con<br />
massaggio defaticante, parlando <strong>di</strong> te se<br />
ne hai voglia per in<strong>di</strong>viduare il meccanismo<br />
delle sofferenze. E l’immancabile<br />
tisana. A richiesta incontri e corsi su: “La<br />
riscoperta del valore della Parola-una<br />
forza potentissima che plasma la nostra<br />
vita” - “Al<strong>di</strong>là delle credenze” - “Lasciare i<br />
con<strong>di</strong>zionamenti” e vivere nel Benessere<br />
PsicoFisico. Info Clau<strong>di</strong>a 347 3319227,<br />
claudy1@hotmail.it<br />
1 ogni lunedì ingresso libero<br />
Me<strong>di</strong>tazione <strong>di</strong> luce per la terra<br />
Un invito <strong>di</strong> cuore a tutti e a chi si chiede<br />
il perchè dei cambiamenti in atto, dove<br />
stiamo andando, perchè siamo qui ora? Il<br />
Salto quantico 2012, me<strong>di</strong>tazione <strong>di</strong> Luce<br />
per la Terra e l’ Umanità, guidata da Arleen<br />
Sidhe, in connessione i regni della natura<br />
e rete <strong>di</strong> luce del pianeta; l’incontro sarà<br />
introdotto da una breve spiegazione a titolo<br />
informativo, e dopo la me<strong>di</strong>tazione seguirà<br />
un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione<br />
attuale del passaggio <strong>di</strong> frequenza<br />
e cambiamento <strong>di</strong> coscienza della Terra.<br />
Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il<br />
Sentiero, in piazza Benco 4. Info ArtLight<br />
347 2154583, arleensoundlight@libero.it<br />
5 venerdì ingresso libero<br />
Lombosciatalgia? Terapie innovative<br />
Conferenza dalle ore 18 al Poliambulatorio<br />
Fisiosan (Centro rieducazione Colonna<br />
Vertebrale). <strong>Gli</strong> specialisti del Centro<br />
illustreranno le nuove tecniche e meto<strong>di</strong>che<br />
conservative utilizzate dal Centro per la cura<br />
delle sciatalgie <strong>di</strong> varia natura ed origine. (Il<br />
concetto RAM ed i macchinari DBC). Gra<strong>di</strong>ta<br />
la conferma, posti limitati. Via Genova 21.<br />
Info 040 3478678, info@crcv.it<br />
5 venerdì ingresso libero<br />
Concerto <strong>di</strong> Adriano Doronzo<br />
Alle ore 20.45 ai Giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Via San<br />
Michele concerto <strong>di</strong> Adriano Doronzo. Con<br />
Franco Trisciuzzi, Irene Brigitte, Bruno Prodan,<br />
Michel Petronio e Max Cernecca.<br />
7 domenica ingresso libero<br />
Apertura centro visite<br />
Il Centro <strong>di</strong>dattico naturalistico <strong>di</strong><br />
Basovizza (loc. Basovizza 224, Trieste)<br />
sarà aperto dalle 14 alle 20. All’interno<br />
prosegue la mostra “Grottenarbeiter – i<br />
lavoratori delle grotte”, realizzata dal Club<br />
alpinistico triestino. Info 040 3773677, 366<br />
6867882. Il centro visite è inoltre aperto il<br />
lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle<br />
9 alle 13 e il martedì dalle 14 alle 20.
appuntaMenti <strong>di</strong> <strong>luglio</strong>/agosto su www.konradnews.it gli annunci <strong>di</strong> settembre entro il 21 agosto<br />
Trieste Agosto<br />
16 martedì ingresso libero<br />
Tibetan Pulsing<br />
Amorevole antico metodo che ci libera<br />
dalla sofferenza del vivere portandoci<br />
verso la saggezza. Presenta la dott.<br />
ssa Sargam Olga. Ore 20.30 luogo da<br />
destinarsi. Sucessivi incontri 19 - 20 - 21<br />
agosto. Info 0481 413011, 320 0625651<br />
Linda (ore pranzo), 334 7704439 Sargam<br />
Olga (<strong>luglio</strong>).<br />
Settimane artistiche estive<br />
L’Associazione reg. <strong>di</strong> volontariato per la<br />
promoz.della Pedagogia Steineriana in<br />
collaborazione con la coop.sociale Metamorphosis,<br />
organizza le settimane artistiche<br />
estive presso la sede <strong>di</strong> Sgonico n.44 per<br />
bambini fino agli 11 anni. Info 040 229474.<br />
Tarocchi intuitivi<br />
Con lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo mezzo <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>zione<br />
impareremo ad analizzare le situazioni<br />
del presente per proseguire verso un<br />
futuro <strong>di</strong> consapevolezza e conoscenza.<br />
Info consulti e corsi 347 1098771.<br />
Società Antroposofica <strong>di</strong> Trieste<br />
Le attività del Gruppo F. Pavisi via Mazzini<br />
30 sono sospese nei mesi <strong>di</strong> <strong>luglio</strong> e<br />
agosto, riprenderanno sabato 3 settembre.<br />
A <strong>di</strong>sposizione per eventuali richieste.<br />
Info 339 7809778, www.rudolfsteiner.it,<br />
lorenzolucchetti18@gmail.com<br />
Ass. agricoltura bio<strong>di</strong>namica<br />
Le attività sono sospese nei mesi <strong>di</strong> <strong>luglio</strong><br />
e agosto, riprenderanno mercoledì 7<br />
settembre. Info 333 7864810.<br />
Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> massaggi Aloha<br />
Di Raffaella Metlica, propone massaggi<br />
hawaiani, ayurve<strong>di</strong>ci,<br />
hot stone, indonesiani,<br />
thailandesi,<br />
rilassanti, decontratturanti,<br />
posturali e tanti altri. Si riceve su<br />
appuntamento in via Sara Davis 17. Info<br />
Raffaella 345 6008286.<br />
Riequilibri energetici esseni e aura<br />
Un incontro con sè stessi, <strong>di</strong> guarigione e<br />
armonia interiore, fisica e sottile; il sistema<br />
dei chakra e relativi organi, la circolazione<br />
pranica e sottile dei na<strong>di</strong>, il Suono, i campi<br />
aurici e i corpi <strong>di</strong> luce; il legame tra le<br />
malattie e le Forme Pensiero; Un aiuto alle<br />
problematiche, le <strong>di</strong>sarmonie, i <strong>di</strong>sagi del<br />
corpo e dell’anima, secondo gli insegnamenti<br />
<strong>di</strong> Anne e Daniel Merois-Givaudan.<br />
Incontri e trattamenti in<strong>di</strong>viduali, gruppi<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione e guarigione, con Arleen<br />
Sidhe, terapeuta certificata e allieva <strong>di</strong>retta<br />
della scuola <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> terapeuti<br />
<strong>di</strong> Anne Givaudan e del dott. Antoine<br />
Achram. Info ArtLight 347 2154583,<br />
arleensoundlight@libero.it<br />
Shiatsu nuevo<br />
Uno Shiatsu rinnovato,<br />
che mantiene tutto quello<br />
che <strong>di</strong> meglio é emerso<br />
dall’espeirenza dei trent’anni<br />
<strong>di</strong> pratica della Scuola <strong>di</strong><br />
Shiatsu Trieste e che sa innovare, rendere<br />
più efficace e più vicino alle esperienze<br />
energetiche più moderne,una pratica <strong>di</strong> terapia<br />
energetica che si conferma efficace<br />
e coinvolgente. Inizio corsi ottobre 2011.<br />
Info Marta Crasnich 328 2487818.<br />
Nadayoga, il canto il suono la voce<br />
L’uso del suono e della voce quale mezzo<br />
riequilibrante del benessere psicofisico;<br />
NadaYoga e Mantra; Ricerca del proprio<br />
Suono fondamentale o tonica in<strong>di</strong>viduale;<br />
Effetti e uso consapevole delle scale e<br />
intervalli musicali; Risonanza corporea e<br />
organi interni; Gestualità, voce e corpo;<br />
Canti, stili, espressione; Armonizzazione<br />
dei chakra e dei corpi sottili; I Suoni<br />
creatori <strong>di</strong> luce, forme e colori; Il Canto<br />
Armonico e Overtones. Lezioni in<strong>di</strong>viduali,<br />
frequenza e orari personalizzati; a richiesta<br />
si organizzano corsi, laboratori e seminari<br />
<strong>di</strong> gruppo. Info ArtLight 347 2154583,<br />
arleensoundlight@libero.it<br />
Entusiasmo ed interesse cercansi<br />
Finalmente una compagnia interessata<br />
a prevenzione, rispetto per l’ambiente e<br />
che rinuncia ad usare elementi tossici nei<br />
prodotti per la cura della persona. Per<br />
creare attività in<strong>di</strong>pendente ed etica. Info<br />
334 7963754, criways@gmail.com<br />
Psych-k seminario 17-18 settembre<br />
Si comunica con l’incoscio. Scoprirai<br />
l’innata saggezza del tuo corpo e della tua<br />
mente e la naturale abilità a cambiare le<br />
credenze negative <strong>di</strong> tutta una vita in positive.<br />
Info 335 7029917, furio@psych-k.it<br />
Latte materno e... <strong>di</strong>ntorni<br />
Sei in gravidanza? Hai avuto un bambino?<br />
Incontri formativi <strong>di</strong> sostegno alla genitorialità<br />
con Antonella Chiurco IBCLC e<br />
Sara Grafitti ostetrica, ogni mercoledì, ore<br />
10.30-12.30, allo stu<strong>di</strong>o Therapeia in viale<br />
XX Settembre 24. Info 338 9058904.<br />
Yoga estivo e corsi da settembre<br />
Quest’estate corsi <strong>di</strong> hathayoga, yoga<br />
bambini, poweryoga e ashtangayoga a<br />
Barcola, all’Ausonia e in via Milano 18. Info<br />
347 1312034, www.metamorfosys.org<br />
Scuola istruttori yoga UISP (CONI)<br />
Aperte le iscrizioni alla Scuola Istruttori<br />
Yoga “Oriente-Occidente” certificata<br />
UISP(CONI). Info dott.ssa Bellen,<br />
membro Nazionale YogaUISP; 347<br />
1312034, raffaella.bellen@libero.it, www.<br />
metamorfosys.org<br />
Jing Tao®<br />
essenza in movimento -<br />
Nel mese <strong>di</strong> Luglio lezioni <strong>di</strong><br />
prova gratuite all’aria aperta,<br />
Trainer Sonia Rizzi. Info 338 7592945,<br />
www.jingtao.it, info@jingtao.it<br />
Cercasi sala per corsi <strong>di</strong> yoga<br />
L’Associazione ENOSIS cerca una sala in<br />
centro a Trieste da affittare da settembre<br />
per tenere corsi <strong>di</strong> Yoga. Possibilmente<br />
lunedì e giovedì, orario serale dalle 19 in<br />
poi. Contattateci al 340 2768293.<br />
Bcs - craniosacrale bio<strong>di</strong>namico<br />
è presente a “Ausonia Energia Vitale” per<br />
Offrire e per far conoscere il Cranio Sacrale<br />
Bio<strong>di</strong>namico a offerta libera. Vi aspettiamo<br />
dalle 19.30 alle 21.30 ogni martedì dei<br />
mesi <strong>di</strong> giugno (escluso il giorno 28), <strong>luglio</strong><br />
e agosto 2011. Info 345 9226622.<br />
Corso gratuito <strong>di</strong> Shiatsu e Tuina<br />
Nel mese <strong>di</strong> settembre ci saranno quattro<br />
incontri gratuiti <strong>di</strong> shiatsu e quattro incontri<br />
<strong>di</strong> tuina (massaggio cinese). Info e iscrizioni<br />
040 3223500, 333 4691092, www.<br />
shatsugiar<strong>di</strong>no.it<br />
Gorizia Luglio<br />
14 giovedì ingresso libero<br />
Convegno “bene-essere”<br />
Convegno promosso dal Centro <strong>di</strong> Salute<br />
Mentale <strong>di</strong> Gorizia, nell’ambito <strong>di</strong> “Dolcemente”-approcci<br />
olistici alla cura, alla<br />
salute psichica e al bene-essere. Interventi<br />
e momenti esperienziali condotti da professionisti<br />
ed operatori del settore. Dalle<br />
ore 16.30 alle ore 21, Parco Basaglia, via<br />
Vittorio Veneto 174, Gorizia. Info 0481<br />
594103/01, 333 4857158.<br />
Associazione Spazio organizza:<br />
Yoga Hatha-Raja: incontri per con<strong>di</strong>videre<br />
esperienze <strong>di</strong> Yoga e Me<strong>di</strong>tazione ed<br />
apprendere nuove modalità per favorire<br />
l’eliminazione <strong>di</strong> blocchi e tensioni, nonchè<br />
ristabilire un corretto equilibrio mentecorpo,<br />
ogni mercoledì <strong>di</strong> <strong>luglio</strong> ed agosto<br />
dalle ore 20.15 alle ore 22 a Gorizia, nella<br />
Palestra Spazio, via Marega 26 Lucinico,<br />
con inizio mercoledì 6 <strong>luglio</strong>. Info 0481<br />
32990 Anna; 339 4716758 Licia.<br />
U<strong>di</strong>ne Luglio<br />
5 martedì ingresso libero<br />
incontra le costellazioni familiari<br />
Vieni a vedere come funziona questo straor<strong>di</strong>nario<br />
metodo che fa emergere le <strong>di</strong>namiche<br />
nascoste alla base dei problemi <strong>di</strong> vita.<br />
Via S. Rocco 142, ore 20.30. Info Giacomo<br />
Bo - www.lecostellazionifamiliari.net<br />
7 ogni giovedì<br />
Percorsi <strong>di</strong> stretching<br />
Non smettete <strong>di</strong> allenarvi durante l’estate! Il<br />
corpo risente subito <strong>di</strong> un arresto nell’attività<br />
sportiva. Stretching con Gianna Gorza e<br />
Stefano Del Degan, tutti i giove<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>luglio</strong> a<br />
partire dal 7/7, dalle ore 20 alle 21. Presso<br />
la sede <strong>di</strong> Sangha, Viale Tricesimo 103.<br />
Info Gianna 340 2233994, giannashanti@<br />
libero.it, Stefano 334 9339366, stefano.<br />
sdd@libero.it, www.sanghau<strong>di</strong>ne.com<br />
19 martedì ingresso libero<br />
Invito alle costellazioni familiari<br />
Segui con Giacomo Bo questo particolare<br />
metodo che risolve le <strong>di</strong>namiche nascoste<br />
<strong>di</strong>etro ai problemi della vita. Via S. Rocco<br />
142, ore 20.30. Info 0432 728071, www.<br />
lecostellazionifamiliari.net<br />
22 venerdì ingresso libero<br />
Difficoltà scolastiche?<br />
Aiutiamo i nostri figli. Vieni a scoprire<br />
l’efficacia del Metodo Tomatis. Conferenza<br />
a cura del dott. Pillinini, presso: Punto<br />
Riflesso-via Veneto 114-Cussignacco (Ud),<br />
ore 20.30. Info 333 3215490.<br />
Stu<strong>di</strong>o<br />
L’Associazione GEM <strong>di</strong> Feletto Umberto<br />
(UD) rende <strong>di</strong>sponibili i propri locali ad<br />
operatori o enti <strong>di</strong>versi per attività <strong>di</strong> natura<br />
culturale e iniziative legate al benessere.<br />
Info 0432 574002, info@nutrivita.it<br />
Fuori Regione<br />
1 -14 agosto da lunedì a domenica<br />
Ritiro intensivo <strong>di</strong> illuminazione<br />
Uno straor<strong>di</strong>nario ritiro <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione nel<br />
convento francescano <strong>di</strong> Monte Illuminato<br />
(Lunano - Urbino) dove ritrovare se stessi,<br />
riscoprire la gioia <strong>di</strong> vivere, ritornare a casa<br />
in pace e sereni. Info www.intensivo<strong>di</strong>illuminazione.it<br />
- Giacomo Bo.<br />
Nasce Safari Job<br />
L'INPDAP mette a concorso stage lavorativi<br />
in aziende selezionate dell'Unione Europea<br />
per giovani figli <strong>di</strong> iscritti e pensionati.<br />
400 i soggiorni <strong>di</strong> 4, 5, o 6 mesi con corso<br />
<strong>di</strong> lingue incluso. Bando e modulistica su<br />
www.inpdap.gov.it. Scadenza 14/7/2011.<br />
Escursioni<br />
30 konrad <strong>luglio</strong>/agosto 2011<br />
17 <strong>luglio</strong> domenica<br />
Pirami<strong>di</strong> in Friuli<br />
Alla scoperta <strong>di</strong> colline modellate a piramide,<br />
<strong>di</strong> particolari formazioni geologiche forse<br />
intagliate dall’uomo e <strong>di</strong> ipogei utilizzati<br />
per il culto della Madre Terra e per scopi<br />
terapeutici. Escursione con Valter Maestra<br />
a Cividale del Friuli. Info e adesioni Valter<br />
329 2303459.