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Iasos - Associazione Iasos di Caria

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W. Radt (Hrsg.), Stadtgrabungen und Stadtforschung im westlichen Kleinasien, BYZAS 3 (2006) 125–132<br />

Zusammenfassung<br />

<strong>Iasos</strong><br />

Seit den 1970er Jahren hat <strong>di</strong>e Restaurierung antiker Bauten in <strong>Iasos</strong> Tra<strong>di</strong>tion.<br />

Der Beitrag stellt <strong>di</strong>e neueren Beispiele derartiger Aktivitäten zusammen: Turm am<br />

Westhafen, Grabmal in der Westnekropole (sog. Orologio), hofförmiger Grabkomplex<br />

(sog. Fischmarkt), Agora, Odeion, Haus der Mosaiken. Auf <strong>di</strong>e Darstellung<br />

von Ausgrabungen und deren Ergebnissen wird verzichtet.<br />

Fede BERTI<br />

...e un riconoscente pensiero a Wolfgang Radt, alla sua dottrina, alla sua magistrale opera<br />

in terra turca...<br />

Non vi è dubbio che, negli anni più recenti, a <strong>Iasos</strong> si sia preferito anteporre allo scavo le<br />

attività connesse al restauro architettonico: una ‘tra<strong>di</strong>zione’ dalla quale Doro Levi, iniziatore<br />

dei lavori della Missione, negli anni ‘70 del secolo scorso aveva peraltro gettato solide<br />

basi con alcuni importanti interventi.<br />

Risalgono infatti a quel periodo, oltre che consolidamenti <strong>di</strong> carattere prevalentemente<br />

statico (ad esempio il rafforzamento della cosiddetta Porta Est, nella parte dell’arco che si<br />

innesta nelle mura <strong>di</strong> IV sec. a.C.), sia il restauro del Bouleuterion e della pavimentazione<br />

della limitrofa stoa, sia la parziale ricostruzione del complesso funerario che chiamiamo<br />

Mercato del Pesce (Bal›k Pazar›).<br />

I più recenti lavori che ora desidero richiamare alla memoria hanno interessato la torre<br />

del porto occidentale (1996), la tomba a camere sovrapposte denominata l’Orologio della<br />

necropoli occidentale (1997), il Bal›k Pazar› (1992–1995), l’Agora (1999–2000), la Casa<br />

dei Mosaici (1996–2004).<br />

* I lavori qui passati in rassegna sono stati resi possibili dall’interessamento del Ministero per gli Affari Esteri, <strong>di</strong> Fiat,<br />

<strong>di</strong> Vehbi Koç Vakf›, <strong>di</strong> TurbanItalia. Ricordo inoltre con particolare riconoscenza, per il cantiere del Bal›k Pazar›,<br />

Lale Aytaman, allora Vali <strong>di</strong> Mu¤la, ed Engin Özgen, allora Direttore Generale del Ministero della Cultura.


126<br />

Fig. 1 <strong>Iasos</strong>. L’interno della torre del porto<br />

occidentale dopo il restauro.<br />

Fede Berti<br />

La torre del porto occidentale<br />

E’ certamente il ‘segno’ architettonico più<br />

caratteristico del paesaggio, il simbolo più<br />

rappresentativo del legame che intercorse<br />

tra la città e il mare, ma un ‘segno’ ridotto<br />

a rudere dal moto delle onde che avevano<br />

causato il crollo del lato meri<strong>di</strong>onale, il più<br />

esposto, e l’indebolimento, alla base, dei<br />

contrafforti sui fianchi settentrionale e occidentale.<br />

Il restauro dell’anno 1996, cercando <strong>di</strong> salvaguardare<br />

il valore architettonico esistente,<br />

ha escluso interpretazioni che portassero a<br />

ricostruzioni basate sul residuale o su confronti.<br />

Deroghe, naturalmente, ve ne sono<br />

state: allo spessore del lato meri<strong>di</strong>onale,<br />

eroso in profon<strong>di</strong>tà, accenna una sorta <strong>di</strong><br />

bassa piattaforma che <strong>di</strong>fende dal mare il<br />

nucleo cementizio originario; al posto del<br />

suolo ricco <strong>di</strong> calce che costituiva il pavimento<br />

della camera inferiore (dove si apriva<br />

una cisterna) vi è ora un lastricato irregolare<br />

che lascia un piccolo spazio vuoto<br />

tra sè e le pareti (fig. 1).<br />

Alla cura posta nel cogliere ogni informazione superstite (feritoie, imposta <strong>di</strong> impalcati<br />

lignei, altro) si è affiancata la cura nel dare riconoscibilità al restauro me<strong>di</strong>ante integrazioni<br />

murarie tenute in sottopiano e malte acconce: un atteggiamento nei confronti della<br />

relazione nuovo-antico che ha poi improntato anche i successivi interventi.<br />

Allo stato delle cose, a quale periodo risalga la torre rimane cosa incerta poichè non è stata<br />

sanata l’apparente contrad<strong>di</strong>zione tra dati strutturali e dati storici posta in risalto da chi se<br />

ne è occupato 1 . Qualsiasi nuova analisi tuttavia non potrà prescindere dalle fotografie conservate<br />

nell’ Istituto Germanico <strong>di</strong> Istanbul, dalle quali, in modo inaspettato, risulta che la<br />

torre era merlata: la conoscenza <strong>di</strong> tale particolare non avrebbe certo avuto influenza sulle<br />

opere <strong>di</strong> restauro che sono state realizzate, avrebbe bensì chiaramente in<strong>di</strong>rizzato verso soluzioni<br />

<strong>di</strong>verse l’analisi della costruzione e l’ ipotesi della sua ricostruzione.<br />

1 N. Masturzo, La torre del porto occidentale e le fortificazioni post-classiche <strong>di</strong> <strong>Iasos</strong>, in: <strong>Iasos</strong> <strong>di</strong> <strong>Caria</strong>. Un contributo<br />

ferrarese alla archeologia microsiatica. Progetti e lavori <strong>di</strong> restauro, Atti della Accademia delle Scienze <strong>di</strong> Ferrara 71<br />

Suppl., 1993/94, 155 ss. (successivamente citato <strong>Iasos</strong> <strong>di</strong> <strong>Caria</strong>. Progetti e lavori <strong>di</strong> restauro[1993/94]); Il restauro<br />

della torre del porto <strong>di</strong> <strong>Iasos</strong>, Bollettino della <strong>Associazione</strong> <strong>Iasos</strong> <strong>di</strong> <strong>Caria</strong> 3, 1997, 7 s.


Fig. 2 <strong>Iasos</strong>. La tomba a camere sovrapposte<br />

denominata L’Orologio, veduta laterale.<br />

<strong>Iasos</strong> 127<br />

La tomba denominata<br />

l’Orologio<br />

Slanciata e solitaria tra le rovine quasi scomparse<br />

della necropoli che si trova ai pie<strong>di</strong><br />

del Canac›k Tepe, a circa 1 km dalla città<br />

antica, anche la sagoma <strong>di</strong> questa tomba<br />

rappresenta un suggestivo complemento<br />

del paesaggio per chiunque giunga a <strong>Iasos</strong><br />

da Nord-Est. Recentemente, un villaggio<br />

per vacanze ha ricoperto <strong>di</strong> cemento parte<br />

della collina e molte cose sono mutate.<br />

Ancora contrad<strong>di</strong>stinto da una certa evidenza<br />

monumentale l’ insieme degli e<strong>di</strong>fici<br />

era apparso a Giacomo Gui<strong>di</strong> 2 . Egli descrisse<br />

un secondo imponente monumento con<br />

nicchie subito oltre l’Orologio e altre sepolture<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni modeste, formate da<br />

un grande lastrone che ricopre due rocce<br />

vicine; proprio queste ultime – lo si vede<br />

ancora oggi – hanno una caratterizzazione<br />

talmente marcata per la rozzezza della struttura<br />

da suggerire che potessero essere tombe<br />

»preistoriche«, un fatto che le più recenti<br />

ricerche smentiscono riportandone la co-<br />

struzione a epoche decisamente più recenti. Si è infatti visto che le enormi e rozze lastre<br />

usate per la copertura chiudono più e meno piccole camere funerarie con muri <strong>di</strong> ottima<br />

fattura e piante variamente articolate.<br />

Il nostro e<strong>di</strong>ficio, <strong>di</strong> piena età imperiale, è a due piani 3 . Il rude aspetto esteriore che ha<br />

l’opera cementizia (che impiegava mattoni nelle ghiere degli archi del piano superiore)<br />

era in origine mascherato e ingentilito da un or<strong>di</strong>ne marmoreo e da un rivestimento in<br />

stucco ad imitazione dell’opera quadrata, come in<strong>di</strong>cano lacerti, tracce e impronte (<strong>di</strong> pilastri,<br />

<strong>di</strong> colonnine) qua e là osservabili.<br />

La camera inferiore ha volta a vela e nicchioni poco profon<strong>di</strong> su due lati; il vano superiore<br />

è un’e<strong>di</strong>cola con tre gran<strong>di</strong> arcate sui due pilastri angolari destinata – parrebbe – a ospitare<br />

una statua poiché presenta il lato posteriore chiuso.<br />

Il restauro ha ovviato alle ingiurie provocate dal tempo con un minuzioso lavoro <strong>di</strong> consolidamento,<br />

che ha fermato con catene il collasso della volta superiore, l’ha protetta dalle<br />

2 G. Gui<strong>di</strong>, Viaggio <strong>di</strong> esplorazione in <strong>Caria</strong>, ASAtene 4/5, 1921/22.<br />

3 N. Masturzo, Il restauro della tomba monumentale chiamata l’Orologio, Bollettino della <strong>Associazione</strong> <strong>Iasos</strong> <strong>di</strong> <strong>Caria</strong><br />

4, 1998, 8 s.


128<br />

acque meteoriche con un rivestimento <strong>di</strong> lamine <strong>di</strong> piombo e ha colmato le lacune più e<br />

meno ampie della muratura con gli accorgimenti del caso (fig. 2).<br />

I lavori nell’Agora<br />

Fede Berti<br />

Interventi ‘filologici’, quin<strong>di</strong>, i precedenti, ai quali non si chiedeva che <strong>di</strong> attenuare o contrastare<br />

un degrado evidente o intollerabile. Entrambi hanno avuto come oggetto le emergenze<br />

architettoniche che, per così <strong>di</strong>re, da sempre caratterizzano il paesaggio e che contrassegnavano<br />

i punti <strong>di</strong> arrivo nella città (per mare e per via <strong>di</strong> terra).<br />

Diversi i presupposti da cui hanno preso l’avvio i restauri nell’Agora 4 , durati due stagioni,<br />

restauri che viceversa si sono confrontati con un sistema monumentale estremamente più<br />

complesso e con una realtà derivante in gran parte dallo scavo.<br />

Dapprima si è proceduto al consolidamento degli e<strong>di</strong>fici del settore meri<strong>di</strong>onale, ovvero<br />

degli e<strong>di</strong>fici compresi tra l’attuale ingresso e il Cesareo (mura, Bouleuterion, stoa), successivamente<br />

ci si è spostati sulle stoai orientale e settentrionale, ciascuna con le proprie pertinenze,<br />

e al centro, sulla chiesa <strong>di</strong> VI sec. d.C.<br />

Non saprei definire questo impegnativo lavoro realizzato tra il 1999 e il 2000 se non come un<br />

‘tentativo’ <strong>di</strong> dare alle cose un <strong>di</strong>verso or<strong>di</strong>ne; come tale, con il trascorrere del tempo, esso<br />

ha manifestato la propria fragilità. Uno dei problemi consisteva nel trovare una collocazione<br />

per le parti dell’alzato delle stoai <strong>di</strong> età imperiale rimaste (ma non tutte) – per decenni<br />

– nella giacitura <strong>di</strong> ritrovamento, quin<strong>di</strong> in uno stato <strong>di</strong> degrado più e meno avanzato a<br />

causa dell’esposizione, senza allontanarle dal luogo a cui erano destinate e intervenendo<br />

quanto meno possibile su quest’ultimo.<br />

Per le sequenze stratigrafiche e il susseguirsi delle evidenze monumentali che presenta,<br />

l’Agora rappresenta infatti uno dei punti più significativi delle vicende millenarie della<br />

città e, in ragione dei problemi <strong>di</strong> conservazione che la riguardano e che sentiamo quanto<br />

mai pressanti, volutamente non ne è stata riportata alla luce che una parte: rimangono<br />

coperti dal terreno infatti sia un tratto del portico occidentale con l’angolo <strong>di</strong> nord-ovest,<br />

sovrastato dal torrione del ‘castello’ dell’istmo, sia una non piccola porzione dell’area me<strong>di</strong>ana.<br />

Inoltre, quale sorte destinare al saggio stratigrafico aperto circa 35 anni ad<strong>di</strong>etro, saggio in cui<br />

sono visibili gli e<strong>di</strong>fici dell’età del Bronzo e la necropoli tardo-geometrica, quest’ultima<br />

peraltro già ‘selezionata’ dalle stesse operazioni <strong>di</strong> scavo, dal momento che pithoi e casse<br />

in argilla vennero tolti dal luogo <strong>di</strong> giacitura?<br />

In quegli anni, proprio per portare alla luce i sottostanti e<strong>di</strong>fici preistorici non ci si peritò<br />

<strong>di</strong> rimuovere anche pavimenti, muri e fondazioni <strong>di</strong> parte della navata meri<strong>di</strong>onale della<br />

chiesa con i suoi annessi: una scelta che non poteva essere ‘ricompensata’ dalla visibilità<br />

4 Sull’agora si veda E. Pagello, Il foro romano imperiale. Considerazioni preliminari, BdA 31/32 Suppl., 1985, 137 s. Per<br />

un progetto ricostruttivo: S. Barbera – E. Pagello, Il progetto <strong>di</strong> anastylosis dell’agora adrianea, in: <strong>Iasos</strong> <strong>di</strong> <strong>Caria</strong>.<br />

Progetti e lavori <strong>di</strong> restauro (1993/94), 43 s.


Fig. 3 <strong>Iasos</strong>. Il rilievo <strong>di</strong> IV sec. a.C. rubato dal<br />

museo del Bal›k Pazar›.<br />

duratura delle strutture rese deboli e malferme<br />

dal procedere dello scavo in profon<strong>di</strong>tà,<br />

come attesta la rapi<strong>di</strong>tà con cui viene<br />

vanificato ogni tentativo <strong>di</strong> ricomporre<br />

quanto resta sia delle tombe a cista, sia degli<br />

e<strong>di</strong>fici precedenti, in particolare quelli<br />

risalenti alla tarda età del Bronzo (TB III),<br />

<strong>di</strong> assai scarsa consistenza.<br />

Tutto ciò rimane motivo <strong>di</strong> apprensione.<br />

Personalmente, sono del parere che l’unico<br />

rime<strong>di</strong>o al progressivo ma inarrestabile<br />

degrado sia un nuovo interro: una operazione<br />

certamente complessa e da pianificarsi<br />

convenientemente nel rispetto delle<br />

norme vigenti e della perspicuità ‘<strong>di</strong>dattica’<br />

del luogo allorquando la e<strong>di</strong>zione dei<br />

materiali e dello scavo a cui lavora un gruppo<br />

<strong>di</strong> colleghi delle Università <strong>di</strong> Pisa, <strong>di</strong><br />

Bristol e dell’Istituto ICEVO del CNR <strong>di</strong><br />

Roma sarà completata.<br />

Per ciò che concerne l’agora <strong>di</strong> età imperiale<br />

(fig.3), lo si è accennato poco sopra,<br />

occorreva precipuamente assicurare stabili-<br />

tà alla serie <strong>di</strong> blocchi <strong>di</strong> cornice delle stoai orientale e settentrionale, rimasti in buona<br />

parte nella posizione <strong>di</strong> caduta al piede degli stilobati. La soluzione scelta è stata quella <strong>di</strong><br />

trasferirli all’interno delle stoai stesse ricreando per quanto possibile, nel porticato orientale,<br />

la continuità testuale delle due iscrizioni <strong>di</strong> de<strong>di</strong>ca; è stato lasciato nel luogo <strong>di</strong> ritrovamento,<br />

arretrato rispetto ai restanti, uno dei blocchi iniziali della de<strong>di</strong>ca all’imperatore<br />

Adriano, rinvenuto proprio negli scavi della stoa concomitanti con questi lavori.<br />

Resta viceversa senza una conveniente risposta il problema dello stoccaggio dei restanti<br />

elementi architettonici dell’agora, anche se <strong>di</strong> numero inferiore rispetto ai blocchi della<br />

trabeazione.<br />

Sono appena avviati – ad esempio – l’assemblaggio, la ricomposizione e la pulitura delle<br />

colonne superstiti (parti <strong>di</strong> alcune sono reimpiegate in altri e<strong>di</strong>fici); il loro grado <strong>di</strong> frammentarietà<br />

(elevatissimo) e la impossibilità <strong>di</strong> ripristinarne la forma se non accettando il<br />

principio della ricostruzione si riverberano – ovviamente – sui capitelli, alcuni dei quali<br />

soltanto (e con un valore puramente esemplificativo) hanno ritrovato una ri-collocazione.<br />

Il Bal›k Pazar›<br />

<strong>Iasos</strong> 129<br />

E’ un monumento funerario singolare, imponente e complesso, quasi sovra<strong>di</strong>mensionato<br />

per la città, che in età imperiale non fu certamente una metropoli. Già Doro Levi lo aveva


130<br />

Fede Berti<br />

Fig. 4 <strong>Iasos</strong>. Casa dei mosaici: integrazione <strong>di</strong> lacuna con ripresa dello schema geometrico del <strong>di</strong>segno.<br />

scelto perché <strong>di</strong>venisse il luogo <strong>di</strong> raccolta dei ritrovamenti <strong>di</strong> epigrafi e sculture: un’idea<br />

che, ripresa in un più ampio progetto realizzato tra il 1992 e il 1995 con il determinante<br />

sostegno delle autorità locali e del Ministero per la Cultura <strong>di</strong> Ankara, ha portato a una<br />

vera e propria ricostruzione dell’e<strong>di</strong>ficio, al quale si assegnavano nuove funzioni.<br />

Per ciò che riguarda il tempio funerario, Levi e l’architetto Gino Pavan si erano limitati ad<br />

accennarne il volume ricostruendo il po<strong>di</strong>o-cella e parte del lato posteriore sino all’imposta<br />

del tetto; inoltre, ferma restando l’originalità del braccio occidentale del quadriportico, a<br />

essere ricostruito era stato il braccio settentrionale. Nel luogo erano state portate le iscrizioni,<br />

una parte dei materiali <strong>di</strong> scavo (in cassette) e, con alcuni gran<strong>di</strong> pezzi scultorei, la<br />

ricomposizione del frontescena del Bouleuterion.<br />

Avviare il nuovo cantiere ha significato tracciare un <strong>di</strong>verso tratto strada <strong>di</strong> accesso al paese,<br />

poi scavare i lati orientale e meri<strong>di</strong>onale del quadriportico sopra cui passava proprio la<br />

strada, ricostruirli, allestire le sezioni espositive 5 .<br />

Non è questa la sede per elencare quali deroghe abbiano anche qui allontanato la ricostruzione<br />

da quell’approccio ‘lieve’ all’antico che ho richiamato poco sopra e che resta un<br />

optimum teorico, poiché dare all’e<strong>di</strong>ficio una destinazione ha fatto sì che alcune scelte<br />

<strong>di</strong>venissero funzionali per il contenuto più che per il contenitore. Le linee dell’intervento<br />

5 F. Berti, L’Antiquarium <strong>di</strong> <strong>Iasos</strong> e il Bal›k Pazar›. Temi e suggestioni <strong>di</strong> una esposizione, in: <strong>Iasos</strong> <strong>di</strong> <strong>Caria</strong>. Progetti e<br />

lavori <strong>di</strong> restauro (1993/94) 127 s.; R. Parapetti, Il complesso del Bal›k Pazar›. Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> restauro e <strong>di</strong> anastilosi, in: <strong>Iasos</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Caria</strong>. Progetti e lavori <strong>di</strong> restauro (1993/94) 115 s.


<strong>Iasos</strong> 131<br />

Fig. 5 <strong>Iasos</strong>. L’angolo sud-orientale dell’agora dopo i lavori più recenti.<br />

erano tracciate in forma sufficientemente perspicua dallo stato <strong>di</strong> fatto, sebbene alcuni<br />

dati mancassero (il raccordo angolare tra le volte dei porticati, ad esempio, era a vela o a<br />

unghia?); l’aver fatto ricorso a materiali <strong>di</strong>versi dagli originari vuole evidenziare l’ipoteticità<br />

<strong>di</strong> alcune delle soluzioni adottate (non conosciamo, ad esempio, quale forma avesse il<br />

tetto dei corpi <strong>di</strong> fabbrica sopraelevati in corrispondenza delle esedre e dell’ingresso e, per<br />

rimarcare ciò, la ‘generica’ copertura a doppio spiovente che si è realizzata ha impiegato<br />

legno e non pietra).<br />

In breve, il lavoro è rimasto circoscritto al quadriportico con le sue pertinenze settentrionali<br />

e non ha toccato il tempio funerario per intraprenderne una nuova e più ampia ricostruzione;<br />

lo scavo non è intervenuto sulle parti dell’e<strong>di</strong>ficio che si sviluppano all’esterno<br />

dei portici orientale e meri<strong>di</strong>onale.<br />

Non che ciò abbia comportato un percorso operativo meno complesso e intenso: ma abbiamo<br />

realizzato un museo-antiquarium che, per motivi <strong>di</strong>sparati, non ha poi saputo (o potuto)<br />

mantenere fede alle premesse sottese al progetto <strong>di</strong> realizzazione per ciò che riguarda<br />

la fruizione da parte dei visitatori. Non solo: <strong>di</strong> fronte al più che comprensibile timore <strong>di</strong><br />

dover subire altri furti (fig. 4) o tentativi <strong>di</strong> furto dopo quelli già perpetrati, la <strong>di</strong>rezione del<br />

Museo Archeologico <strong>di</strong> Milas ha trasferito dal Bal›k Pazar› alla propria sede tutto ciò che,<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni minuscole (iscrizioni, sculture e frammenti architettonici), potesse essere<br />

ancora sottratto.<br />

Ad<strong>di</strong>tare come sostanziali soltanto questi due aspetti (una scarsa frequentazione, furti) del<br />

processo che ha avuto inizio con l’inaugurazione del museo non è corretto in quanto alcune


132<br />

importanti iniziative hanno avuto come cornice proprio il Bal›k Pazar› (i concerti, ad esempio),<br />

eppure il bilancio <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> attività appare sconfortante, soprattutto perché,<br />

come ho osservato sfiorando il tema delicato e inquietante del furto, ben poco ora rimane<br />

dell’originario assetto da noi dato ai materiali. Essendo quattro le sezioni in cui erano sud<strong>di</strong>visi<br />

(la scultura con alcuni pregevoli documenti <strong>di</strong> periodo arcaico e tardo-classico, i monumenti<br />

e le iscrizioni funerarie, le testimonianze epigrafiche, l’architettura), era la sezione<br />

epigrafica, in costante accrescimento nonostante la limitatezza dello spazio, a rappresentare<br />

un vero e proprio caposaldo per la conoscenza <strong>di</strong> <strong>Iasos</strong>, costituita come era dal 90% dei<br />

testi da noi ritrovati a partire dal 1969.<br />

La casa dei mosaici<br />

Fede Berti<br />

Nell’e<strong>di</strong>ficio, che rappresenta bene l’architettura residenziale ‘colta’ della prima età imperiale<br />

nella città e che, sfruttando una posizione <strong>di</strong> rara suggestione paesaggistica, costituisce<br />

una delle mete preferite dei visitatori, si è attivato dal 1996 il cantiere <strong>di</strong> scavo della<br />

Scuola <strong>di</strong> Specializzazione del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Archeologiche della Università <strong>di</strong><br />

Cagliari.<br />

E’ quin<strong>di</strong> più che comprensibile il fatto che da alcuni anni proprio lì si lavori, alternando<br />

lo scavo al restauro 6 .<br />

Per una migliore conservazione delle decorazioni parietali e pavimentali, ovvero degli affreschi<br />

e dei mosaici, era necessario realizzare una copertura e si è progettata una struttura<br />

modulare (e suscettibile <strong>di</strong> ampliamenti) in legno e policarbonato. E’ stata portata a termine<br />

nel 2000. Si sono utilizzati quale elemento generatore del ‘nuovo’ i muri esistenti,<br />

consolidati e sopraelevati irregolarmente per l’inserimento dei montanti su cui appoggiano<br />

‘vele’ trasparenti, leggere, <strong>di</strong> inclinazione <strong>di</strong>versa, una per stanza. Poiché la struttura non<br />

doveva entrare in competizione con il paesaggio, non è stata caratterizzata da un punto <strong>di</strong><br />

vista architettonico: la pendenza delle falde non emerge dal profilo della collina e si adegua<br />

al naturale pen<strong>di</strong>o del terreno, il colore della verniciatura e il riflesso traslucido del<br />

policarbonato non contrastano con i colori circostanti.<br />

Il restauro dei pavimenti, che si estendono su una superficie <strong>di</strong> ca. 230 m 2 (sono esclusi i<br />

nuovi tratti <strong>di</strong> mosaico riportati in luce nel 2003), ha avuto inizio nel 2002 e procede<br />

tutt’ora: un intervento nuovo e tecnicamente <strong>di</strong>verso dal precedente, che, realizzato negli<br />

6 Per i vari aspetti del restauro e dei lavori <strong>di</strong> copertura si vedano M. Ricci, Il restauro degli affreschi della “Casa dei<br />

Mosaici”, in: <strong>Iasos</strong> <strong>di</strong> <strong>Caria</strong>. Progetti e lavori <strong>di</strong> restauro (1993/94) 197 s.; M. Manara, Interventi <strong>di</strong> valorizzazione e<br />

salvaguar<strong>di</strong>a dell’area monumentale <strong>di</strong> <strong>Iasos</strong>, in: ibidem 187 s.; La copertura della “casa dei mosaici”, Bollettino della<br />

<strong>Associazione</strong> <strong>Iasos</strong> <strong>di</strong> <strong>Caria</strong> 7, 2001, 15 s.; F. Berti – M. Del Gau<strong>di</strong>o – M. Siboni, Esperienze italiane <strong>di</strong> restauro<br />

musivo all’estero: il caso dei pavimenti della “casa dei mosaici” a <strong>Iasos</strong>, Turchia, in: X Colloquio AISCOM, Lecce<br />

2004, (in corso <strong>di</strong> stampa).<br />

In quanto allo scavo e ai suoi risultati: S. Angiolillo – R. Cicilloni – M. Frau – P. Passeroni, Relazione preliminare sulle<br />

campagne <strong>di</strong> scavo 1996–97 a <strong>Iasos</strong>, Annali della Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia dell’Università <strong>di</strong> Cagliari n. s. 1999, 255<br />

s.; S. Angiolillo, Un impianto per la lavorazione dell’olio a <strong>Iasos</strong>, in: Architettura, arte e artigianato nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />

dalla Preistoria all’Alto Me<strong>di</strong>oevo. Atti della Tavola Rotonda Internazionale in memoria <strong>di</strong> Giovanni Tore,<br />

Cagliari 17–19 <strong>di</strong>cembre 1999 (2001) 339 s.; S. Angiolillo – M. Giuman – M. A. Ibba – A. Stiglitz, La terza campagna<br />

<strong>di</strong> scavo nella ‘Casa dei Mosaici’, Bollettino della <strong>Associazione</strong> <strong>Iasos</strong> <strong>di</strong> <strong>Caria</strong> 10, 2004, 13 s.


anni ‘80 e destinato ad ‘arginare’ le lacune più che a colmarle, non attenuava certamente<br />

l’impressione <strong>di</strong> frammentarietà dell’insieme, derivante in particolare dallo stato <strong>di</strong> fatto<br />

del mosaico della pastas e degli ambulacri del peristilio.<br />

Il tipo <strong>di</strong> integrazione adottata per uno dei ‘gran<strong>di</strong>’ vuoti (il tappeto centrale <strong>di</strong> uno dei<br />

vani settentrionali in origine decorato da un rosone policromo, il cui <strong>di</strong>segno geometrico<br />

è stato ripreso e colorato) sembra che abbia sciolto le incertezze che si nutrivano e – sia sul<br />

piano del metodo, sia sul piano della armonia dell’insieme – che abbia in<strong>di</strong>cato la scelta<br />

come corretta. Si tratterà <strong>di</strong> applicarla ora alle non poche, vaste e restanti lacune dei tratti<br />

<strong>di</strong> pavimentazione non ancora ripristinati.<br />

Özet<br />

<strong>Iasos</strong> 133<br />

<strong>Iasos</strong>’ta 1970’li y›llardan beri gelenek oldu¤u üzere antik yap›lar onar›lmaktad›r.<br />

Makalede, bu çal›flmalardan yeni birkaç örnek sunulmaktad›r: Bat› limanda kule,<br />

bat› nekropolde mezar (Orologio denilen), avlu biçimli mezar kompleksi (Bal›k pazar›<br />

denilen), agora, odeion, mozaik evi. Kaz› ve sonuçlar› de¤erlen<strong>di</strong>rme d›fl›ndad›r.


BYZAS 3<br />

STADTGRABUNGEN UND STADTFORSCHUNG<br />

IM WESTLICHEN KLEINASIEN<br />

– GEPLANTES UND ERREICHTES –<br />

Internationales Symposion 6./7. August 2004 in Bergama (Türkei)<br />

Herausgegeben von<br />

Wolfgang Radt<br />

Inhalt<br />

Vorwort<br />

Adolf HOFFMANN ............................................................................................................................................................................................... VII<br />

Einführung<br />

Wolfgang RADT ............................................................................................................................................................................................................. 1<br />

Aizanoi<br />

Klaus RHEIDT ................................................................................................................................................................................................................. 5<br />

Alexandria Troas<br />

Elmar SCHWERTHEIM .................................................................................................................................................................................... 11<br />

Allianoi<br />

Ahmet YARAfi ............................................................................................................................................................................................................... 19<br />

Aphro<strong>di</strong>sias<br />

Christopher RATTÉ ............................................................................................................................................................................................... 37<br />

Blaundos<br />

Axel FILGES .................................................................................................................................................................................................................... 49<br />

Daskyleion<br />

Tomris BAKIR ............................................................................................................................................................................................................... 61<br />

Didyma<br />

Andreas FURTWÄNGLER ............................................................................................................................................................................. 73<br />

Ephesos<br />

Friedrich KRINZINGER ................................................................................................................................................................................... 81<br />

Herakleia<br />

Anneliese PESCHLOW-BINDOKAT .............................................................................................................................................. 101<br />

Hierapolis of Phrygia<br />

Francesco D’ANDRIA ...................................................................................................................................................................................... 113<br />

<strong>Iasos</strong><br />

Fede BERTI .................................................................................................................................................................................................................. 125<br />

Ilion<br />

Charles Brian ROSE ........................................................................................................................................................................................... 135


Kaunos<br />

Cengiz IfiIK ................................................................................................................................................................................................................... 159<br />

Knidos<br />

Christine BRUNS-ÖZGAN ......................................................................................................................................................................... 167<br />

Limyra<br />

Thomas MARKSTEINER ............................................................................................................................................................................. 179<br />

Loryma<br />

Winfried HELD ....................................................................................................................................................................................................... 187<br />

Lykien<br />

Martin ZIMMERMANN ................................................................................................................................................................................. 199<br />

Magnesia<br />

Orhan B‹NGÖL ....................................................................................................................................................................................................... 215<br />

Metropolis<br />

Recep MER‹Ç ............................................................................................................................................................................................................. 227<br />

Milet<br />

Volkmar von GRAEVE ..................................................................................................................................................................................... 241<br />

Patara<br />

Fahri IfiIK ........................................................................................................................................................................................................................ 263<br />

Pergamon<br />

Wolfgang RADT ...................................................................................................................................................................................................... 279<br />

Perge<br />

Halûk ABBASO⁄LU ......................................................................................................................................................................................... 289<br />

Phokaia<br />

Ömer ÖZY‹⁄‹T ........................................................................................................................................................................................................ 303<br />

Priene<br />

Wulf RAECK ................................................................................................................................................................................................................ 315<br />

Sagalassos<br />

Marc WAELKENS .................................................................................................................................................................................................. 325<br />

Sar<strong>di</strong>s<br />

Crawford H. GREENEWALT, Jr. ........................................................................................................................................................ 359<br />

Alt-Smyrna<br />

Meral AKURGAL ................................................................................................................................................................................................... 373<br />

Troia<br />

Manfred O. KORFMANN ............................................................................................................................................................................ 383<br />

Abbildungsnachweis ........................................................................................................................................................................................................ 395<br />

Anschriften der Autoren ........................................................................................................................................................................................... 397<br />

Produktion und Vertrieb<br />

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