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Dicembre '64 - Ex-Alunni dell'Antonianum

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PADOVA - VIA DONATELLE), 16 - DICEMBRE 1 3 6<br />

• : .<br />

TRIMESTRALE DEGLI EX ALUNNI, DEL COLLEGIO UNIVERSITARIO,<br />

DELLA SCUOLA DI RELIGIONE E DEL PETRARCA - NUOVA SERIE 4


i<br />

ìSps^'i?^-?- . ; •- ; y-,<br />

L'ALTARE DELLA GROTTA DI BETLEMME CON I<br />

DONI LASCIATI DAL SANTO PADRE PAOLO VI<br />

SOMMARIO<br />

— L' ULTIMO DEI RE MAGI<br />

— IN NOTTE PLACIDA<br />

— A CHE TORNI O SIGNORE ?<br />

— L'ASSEMBLEA DEL 29 NOVEMBRE<br />

— LA COMPAGNIA DI GESÙ'<br />

— P. MARCOZZI ALLA RICERCA DELLE<br />

ORIGINI<br />

— RELAZIONI UMANE DI P. MESSORI<br />

— IL SANTO PADRE Al ROVERS<br />

— IL COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />

— PREMIAZIONI ALLA SCUOLA DI RE-<br />

LIGIONE<br />

— CRONACHE VARIE<br />

— CINEFORUM<br />

— PETRARCA<br />

— DEFUNTI - PRIMA LISTA ISCRITTI<br />

NUOVA SERIE - N. 12<br />

DEL 1964 - N. 4 (DICEMBRE)<br />

Direttore responsabile: P. CARLO GIACON S. J.<br />

Redattore : OPRIAMO CASELLA S. i.<br />

Tip. A. Bolzonella - Piazza del Santo 14, Padova<br />

EX ALUNNI - COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />

SCUOLA DI RELIGIONE -PETRARCA<br />

Paolo VI nel suo viaggio in Terrasanta ha celebrata la S. Messa<br />

nella Grotta della Natività a Betlemme, sull'Altare accanto alla stella<br />

marmorea sul pavimento, che porta incise le parole: « Hic Jesu<br />

Christus natus est ». Come segno del suo Passaggio Paolo VI ha lasciato<br />

la Rosa d'Oro (che i Pontefici sogliono regalare alle grandi<br />

personalità particolarmente benemerite della Santa Chiesa), un prezioso<br />

incensiere ed un calice di mirra: i doni dei Santi Re Magi, l'omaggio<br />

che Gesù volle dall'umanità colta del suo tempo, appena disceso<br />

sulla terra. Dai pastori aveva gradito i doni della bontà istintiva,<br />

che le persone umili si scambiano nei lieti avvenimenti -familiari.<br />

Dai dotti richiede invece i doni simbolici di quanto egli desidera<br />

da l'umanità intera sulla terra.<br />

Oro, incenso e mirra: carità, preghiera, sacrificio! Sono l'omaggio<br />

perenne che l'umanità deve all'Altissimo pena la propria degenerazione<br />

in una muta di belve. Senza la scintilla divina dell'amore tenuta<br />

accesa nei cuori dalla preghiera e dalla sofferenza penitente, la<br />

umanità diventerà zimbello della scienza sempre più feconda di morte<br />

che di vita, come ne è spaventoso teste la storia di ieri con i suoi<br />

campi scientifici di esterminio, e quella di oggi colle truci esplosioni<br />

di odio in Africa, applaudite dai popoli che si gloriano di aver sostituita<br />

la religione colla scienza.<br />

Si direbbe che Paolo VI, dopo aver ripetuto a Betlemme il gesto<br />

dei Re Magi, si sia recato in India per restituire loro i doni portati<br />

al Bambino. Non è andato per dividere il pane con gli affamati, per<br />

pregare nella spettacolosa veglia eucaristica, per piangere coi sofferenti<br />

sulle loro sciagure?<br />

E' il Cristo che in Lui si è presentato ali' India, con la pienezza<br />

del suo fulgore di Betlemme, nella gloria di Unigenito del Padre pieno<br />

di grazia e di verità.<br />

C.<br />

— 1


\Jvi ^/Vottc (jtacici<br />

Con l'avvicinarsi del Natale il cuore si riempie di dolcezza e nella esultanza di questo soave ritorno,<br />

i pensieri degli uomini di buona volontà, dovrebbero essere pensieri di letizia e non di afflizione e<br />

trovare nella umiltà del redento la gioia del cristiano.<br />

E proprio in questa circostanza natalizia (che apre — comunque — una parentesi di serenità tra<br />

gli affanni e le preoccupazioni che assillano il vivere di ogni giorno, in un mondo cosi travagliato) affiora<br />

alla mia mente il ricordo dei Matali della mia giovinezza, forse richiamati dalla nostalgia di altri<br />

tempi, da un vivere diverso, da una diversa concezione della vita, più aderente alla realtà che non quella<br />

di oggi.<br />

Uno di questi in particolar modo mi ritorna vivo alla memoria anche perché da questo ebbe inizio<br />

la mia lunga carriera professionale che ormai sta per chiudersi.<br />

Eravamo nel 1917, l'anno della disfatta di Caporetto della grande guerra ed io con la mia numerosa<br />

famiglia mi trovavo in una città della Toscana, profugo dal Friuli invaso dal nemico. Vivevamo in<br />

mezzo a difficoltà di ogni genere delle quali io, non ancora quindicenne, ne percepivo appena la gravita.<br />

Proprio in quell'anno avevo conseguito, per la verità non molto brillantemente, la licenza di scuola media<br />

inferiore e se mi avessero chiesto di continuare negli studi forse avrei nicchiato come del resto avrebbe<br />

fatto qualsiasi ragazzo non prodigio. Ma non me lo chiesero. Mio padre era del parere che gli studi<br />

dovevano essere continuati senza eccessive difficoltà, senza spinte, senza raccomandazioni come aveva fatto<br />

lui che era riuscito a laurearsi mantenendosi all'università. E fu per questo che mi cercò subito una<br />

occupazione che fu il mio primo contatto con la dura realtà della vita.<br />

Lavoravo in una piccola tipografia e le mansioni che esplicavo erano varie — un tuttofare a poche<br />

lire la settimana! Considerato da quella gente un mangia-polenta, un profugo da tenere alla larga, non<br />

avevo amici e perciò la mia vita, fuori delle quotidiane occupazioni, si svolgeva in un completo isolamento.<br />

La domenica pomeriggio mi recavo, per una stradicciuola serpeggiante tra gli olivi, in un paesino<br />

su nei colli vicini alla città per raggiungere la chiesa parrocchiale dove mi piaceva assistere alle funzioni<br />

vespertine, non tanto, forse, per devozione, quanto per nostalgia della mia parrocchia lontana ove<br />

chierichetto cantavo in coro i salmi del vespro domenicale.<br />

E così anche il giorno di Natale di quell'anno 1917 salii lassù nella piccola chiesetta alpina, in solitudine<br />

e pieno di tristezza. La Chiesa era gremita non dalla mia gente, ma da persone che mi erano<br />

completamente sconosciute e ciò accresceva la mia malinconia. L'attenzione dei fedeli era il Presepio allestito<br />

con molta semplicità: povero presepio in una chiesa povera! Al termine della funzione, il canto<br />

natalizio: «In notte placida - tra muti sentier...» mi riempì l'animo di una tenerezza così dolce da sentirmi<br />

l'incavo degli occhi ingorgato di lagrime! Anch'io, come Gesù Bambino, in quel momento mi trovavo<br />

nelle condizioni di compassionare la povertà della Sua nascita anche se, allora, non ne comprendevo<br />

bene il perché. Non ero ancora in grado di conoscere a fondo quale sarebbe stata poi la Sua vita terrena<br />

e il perché essa si fosse conclusa sul Calvario in quel modo se non dalle semplici cognizioni apprese<br />

da un catechismo elementare, né forse la mia mente era abbastanza matura per capire come Egli fosse<br />

Dio! Da quella culla però, Egli, steso sulla paglia, mi guardava sorridente e mi sussurrava al cuore<br />

paroline che solo più tardi col passar degli anni ne compresi il significato.<br />

Quando uscii dal tempio calavano le ombre della sera e faceva un freddo cane. Scesi il colle con<br />

addosso un po' di quella paura che hanno i ragazzi quando si sentono soli all'imbrunire e per darmi coraggio<br />

andavo ripetendo la nenia natalizia come l'avevo sentita cantare prima.<br />

A casa mi aspettava la cena. Povera cena e poi via a letto che presto bisognava andare per essere<br />

prestissimo in piedi al mattino anche di quel giorno dopo che, allora, non era considerato festivo.<br />

Questo è. il Natale che a scadenza rievoco con tanta nostalgia; quelli che gli son succeduti non ebbero<br />

mai il potere di cancellarlo dalla memoria.<br />

In una chiesa riscaldata, addobbata e infiorata; in uno sfolgorio di luce e melodìe di canti, l'atmosfera<br />

natalizia non è più quella. Davanti ad un Presepio popolato di personaggi semoventi, circondato<br />

da casette illuminate, con contrasti di luci che alternano la notte al giorno, con torrentelli d'acqua serpeggianti<br />

tra colli alberati e giardinetti fioriti e angeli svolazzanti in un cielo pieno di stelle, I' «In notte<br />

placida - tra muti sentier...» suona per me in modo diverso da quello cantato lassù tra gli olivi, in<br />

una povera chiesa di campagna, una sera fredda e buia, da un ragazzo quindicenne soffuso di malinconia<br />

tra sconosciuta gente.<br />

Natale 1963 Locateli!<br />

2


Ogni anno quando la natura si spoglia del suo<br />

manto autunnale ed i prati incanutiscono per la bruma,<br />

ti annunzi colle flebili note dell'Avvento e ritorni<br />

misticamente sulla terra e ravvivi della tua presenza<br />

i sacri cicli della Liturgia.<br />

Ma perché torni o Signore?<br />

Per rintracciare la pecorella smarrita, il peccatore,<br />

come sempre ci è stato detto, dopo aver lasciate le<br />

novantanove pecorelle al sicuro?<br />

Ma se fosse vero che la pecorella smarrita è il peccatore,<br />

bisognerebbe invertire i termini, perché novantanove<br />

sono peccatori sulla terra e tra i dirupi troveresti<br />

solo qualche anima, a Te più che mai vicina, ritiratasi<br />

là per espiare come Te i peccati di tutti.<br />

Pecorella smarrita è allora l'umanità intera da Te<br />

suscitata con Adamo dalla polvere di questo nostro minuscolo<br />

pianeta, mentre le novantanove al sicuro sarebbero<br />

le umanità disseminate sui pianeti giganteschi<br />

danzanti attorno ai soli immensamente più grandi del<br />

nostro?<br />

I poeti l'hanno cantato. Nelle pagine di Klopstock,<br />

quando l'Eterno discende per assistere alla tragedia del<br />

Figlio sul Calvario, incontra al suo passaggio tra gli<br />

astri, l'omaggio delle umanità che li popolano<br />

uomini a noi simili agli atti e al volto<br />

ma vergini di colpe e non dannati<br />

ali' impero dì morte. E oh! come lieto<br />

in sua vecchiezza che non soffre oltraggio<br />

Auguri sinceri/<br />

A che torni<br />

o Signore i<br />

Stella marmorea che nella graffa di Beflem-<br />

me segna il punto dove sarebbe nato Gesù.<br />

Porta scritto «Hic Jesus Christus riatus est».<br />

per vicendar di tardi anni sedea<br />

tra i figli non corrotti il primo padre!...<br />

Alla destra di lui sedea la prima<br />

longeva genitrice ancor leggiadra<br />

tra la corona delle cento figlie<br />

e per maschia beltà la più perfetta...<br />

(Klopstock - il Messia - Canto V)<br />

La S. Scrittura ci parla di Enoch e di Elia, i Profeti<br />

più zelanti della tua gloria che sono stati portati<br />

in Cielo ancora viventi e che ritorneranno alla fine dei<br />

tempi sulla terra per ultimare la battaglia contro l'Anticristo.<br />

In che pianeta vegliano ora o Signore?<br />

Ma se è cosi, perché o Signore, perché non vai in<br />

quei pianeti dove saresti accolto con tutto lo sfarzo e<br />

la dignità che ti compete? Perché preferisci la nostrja<br />

terra pitocca dova trovi tanti insensati che ti insultano,<br />

ti bestemmiano, ti trattano tanto volgarmente e villanamente,<br />

ti odiano fino a tentare di cancellare il tuo<br />

nome dalla storia? Come hai potuto dire «Mia delizia<br />

è abitare coi figliuoli dell'uomo»?<br />

Ma è forse perché, come al padre della parabola,<br />

ti piace far più festa per il figliuol prodigo che per il<br />

fratello maggiore sempre fedele? Ti piace di più la nostra<br />

miseria che le ricchezze dei tuoi figli che non conoscono<br />

il pianto?<br />

Quale mistero, o Signore, negli abissi del tuo Cuore<br />

Divino! Ma illuminaci o Signore, perché non restiamo<br />

scandalizzati dal tuo stesso amore!<br />

C.<br />

II Bambino Celeste che ogni anno ritorna misticamente tra noi, ricolmi tutti dei suoi doni di grazia e<br />

verità coi quali si è rivelato nella Grotta di Betlem !<br />

È questo l'augurio che Padri e Fratelli <strong>dell'Antonianum</strong>, unitamente alfe Presidenze delle Opere che<br />

dall'Antonianum promanano, inviano ai parenti ed amici, agli <strong>Alunni</strong> ed <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> tutti e alle loro Famiglie,<br />

caldi di quell'affetto di Preghiera che rende gli auguri preziosi davanti a Dio e davanti agli uomini !<br />

— .3


P. Dezza benedice la lampada votiva all'altare dei Caduti<br />

II Presidente avv. Malipiero e l'avv. Ghedini ammirano il<br />

quadro della Madonna inaugurato nella Sala <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong><br />

La solenne Assemblea del 29 Novembre<br />

Rinnovamento delle cariche sociali e Commemorazione<br />

del 150° dal Ristabilimento della Compagnia di Gesù<br />

La S. Messa giubilare di P. Dezza<br />

In una cornice festosa - per<br />

quanto lo permetteva la Liturgia<br />

dell'Avvento - P. Paolo Dezza, Assistente<br />

dell' Unione Mondiale degli<br />

<strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> della Compagnia di<br />

Gesù, davanti al numeroso pubblico<br />

di Autorità e di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> che<br />

gremivano la Cappella, ha celebrata<br />

la S. Messa in ringraziamento<br />

al Signore, come Egli ha spiegato<br />

nella sua Omelia, per avere<br />

richiamata la Compagnia di Gesù,<br />

estinta dall' odio dei malvagi, ad<br />

una vita feconda di opere grandiose<br />

per il trionfo del Regno di Dio<br />

sulla terra.<br />

Il minuscolo drappello di vecchi<br />

<strong>Ex</strong> Gesuiti, radunati da Papa<br />

Pio VII nel 1814 per comunicare<br />

loro la «Bolla dì Ristabilimento»,<br />

ebbero presto un rigoglio portentoso.<br />

4 —<br />

A cinquant'anni da quel richiamo<br />

a vita la Compagnia di Gesù<br />

contava già ottomila membri ; alla<br />

distanza di un secolo, nel 1914,<br />

era giunta a quindicimila ed ora<br />

siamo trentaseimila membri con<br />

fiorenti opere ascetiche, scientifiche<br />

e variamente culturali in tutto<br />

il mondo.<br />

Ed il vostro ringraziamento a<br />

Dio di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>, contenga anche<br />

il proposito di un sempre più fattivo<br />

amore alla S. Chiesa, che in<br />

questo clima di Concilio chiama<br />

voi laici tutti ad una partecipazione<br />

quanto mai attiva all'apostolato<br />

gerarchico. Tutti, ed oggi più<br />

che mai, siamo chiamati a dare a<br />

Cristo una testimonianza fattiva<br />

indispensabile perché la S. Chiesa<br />

possa compiere il suo mandato<br />

di pace e di salvezza in tutto il<br />

mondo.<br />

Durante la S. Messa eseguì devoti<br />

mottetti la Polifonica di Padova<br />

diretta dal Prof. Cestaro e<br />

dal Dr. Smarich, gentilmente prestatisi<br />

ed ai quali, anche da queste<br />

colonne, rivolgiamo i più sentiti<br />

ringraziamenti.<br />

Dopo la Messa venne benedetta<br />

ali' altare dei Caduti la lampada<br />

votiva offerta in occasione del ventennale<br />

dalla Liberazione. E' una<br />

rosa d'argento con fiammella rossa,<br />

ispirata dalle elevazioni spirituali<br />

del Caduto Capitano Negri,<br />

che restava particolarmente commosso<br />

davanti alle rose rosse come<br />

simbolo degli affetti che devono<br />

essere accessi nel nostro Cuore<br />

verso Gesù, vittima sul Calvario,<br />

per nostro amore.<br />

La Conversazione del Sen. Caron<br />

Nella Sala degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> dove<br />

ci si radunò per il vermouth offer-


il Senatore Caron tiene la sua conversazione. - Sono sul paleo col Presidente ayv. Malipiero, il P. Dezza, il Rettore P. Tremolada e<br />

l'avv. Filippetto, Consigliere Regionale della Federex.<br />

to dalla Presidenza, P. Dezza benedisse<br />

poi il quadro della «Madonna<br />

degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>» medaglione<br />

in marmo di squisita fattura,<br />

incorniciato artisticamente dal<br />

Congregato Mariano Prof. Lazzarin<br />

delle Belle Arti di Venezia.<br />

Nella Sala Accademica tenne<br />

poi una applauditissima conversazione,<br />

che pubblicheremo nel numero<br />

prossimo, l'<strong>Ex</strong> Alunno Senatore<br />

Dr. Giuseppe Caron, Sottosegretario<br />

al Tesoro, sul tema «Vent'anni<br />

di democrazia in Italia : storia<br />

e prospettive». Egli pose in giusta<br />

luce i meriti della Resistenza,<br />

i suoi frutti di democrazia che in<br />

Italia ebbero impostazione dal genio<br />

di De Gasperi. Riconosciute le<br />

deficienze odierne, riteneva però<br />

possibile un miglioramento nel futuro.<br />

Relazione del Presidente<br />

e votazione<br />

Tenne poi la relazione annuale<br />

il Presidente Avv. Malipiero che,<br />

rievocate le realizzazioni dell' anno,<br />

accennava ai problemi che dovrà<br />

affrontare il nuovo Consiglio<br />

perché l'Associazione raggiunga<br />

sempre meglio le sue finalità.<br />

Ha riferito in merito alla sua<br />

proposta di due anni fa invitante<br />

l'Associazione <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> a farsi<br />

promotrice di una Cappella alla<br />

stazione ferroviaria di Padova per<br />

dare opportunità ai viaggiatori di<br />

ascoltare la S. Messa alla domenica,<br />

come è già stato fatto in altre<br />

città. Se ad un certo punto la proposta<br />

si è arrestata è perché lo<br />

Stato stesso ha presa l'iniziativa<br />

che presto sarà attuata.<br />

Avanzava invece la proposta di<br />

prendere in considerazione le esigenze<br />

della Scuola di Religione i<br />

cui locali sono in pessimo stato e<br />

del tutto insufficienti alle necessità<br />

di oggi. Molte iniziative di apostolato<br />

oggi indispensabile non si<br />

possono prendere per mancanza<br />

di spazio.<br />

Grave è anche il problema del<br />

soggiorno montano per l'estate.<br />

Venute meno le adiacenze del<br />

«Grand Hotel Carezza», si stanno<br />

svolgendo pratiche per l'acquisto<br />

di qualche albergo nelle vicinanze.<br />

Ma le difficoltà sono enormi e<br />

ci vorrà la collaborazione di tutti<br />

per poterle superare.<br />

Lo spoglio delle schede di votazione,<br />

fatta sotto la presidenza del<br />

Consigliere Regionale Avv. Filippetto,<br />

diede approvata, quasi all'unanimità,<br />

la lista proposta dai<br />

Probiviri.<br />

Le altre cariche inferiori verranno<br />

confermate o modificate nella<br />

prima seduta del Consiglio rieletto<br />

e ne daremo resoconto nel prossimo<br />

numero.<br />

Erano presenti alla simpatica<br />

manifestazione con il Sindaco di<br />

Padova Avv. Crescente e l'Abate<br />

di S. Giustina, gli Onorevoli Bettiol<br />

e De Marzi, il Questore di Padova<br />

ed il Presidente del Tribunale,<br />

il Presidente della Camera di<br />

Commercio, il Prof. Carraro, l'Avv.<br />

Olivi, il Presidente e Direttore della<br />

Banca Antoniana, il Direttore<br />

della Cassa di Risparmio e molte<br />

altre personalità .<br />

Inviarono adesioni calorose: S.<br />

Ecc. il Vescovo di Padova, il Ministro<br />

della Pubblica Istruzione<br />

on. Gui, l'<strong>Ex</strong> Alunno Sen. Montini,<br />

fratello di Sua Santità, il Presidente<br />

avv. Adonnino ed il Segretario<br />

della Unione Mondiale, avv.<br />

Enzo Sala.<br />

La bella manifestazione si chiuse<br />

col pranzo sociale durante il<br />

quale dissero belle parole l'onorevole<br />

Bettiol, l'avv. Malipiero e, ringraziando<br />

tutti, P. Casella.<br />

La lampada votiva<br />

collocata sull'altare dei Caduti<br />

— 5


Il Nuovo Consiglio degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong><br />

come risulta dall'agenda 1965<br />

PRESIDENTE<br />

Avv. Giorgio Malipiero - v. Altinate, 16<br />

ASSISTENTE<br />

P. Cipriano Casella S. J.<br />

VICE PRESIDENTI<br />

Ing. Dr. Giorgio Baroni - v. Cappelli, 8<br />

Dr. Prof. Bruno Cacciavillani - v. S. Eufemia, 19<br />

CONSULTORI<br />

Avv. Giuseppe Ghedini - v. Altinate, 16<br />

Dr. Rag. Giordani Michele - v. A. Fasciato<br />

Comm. Giuseppe Morassutti - riv. S. Benedetto, 42<br />

Ing. Prof. Cav. Luigi Simonetti - v. I. Facciolati, 56<br />

SEGRETARI<br />

Nob. Cav. Silvio Mazzo - v. Porciglia, 18<br />

Cav. Augusto Monnet - v. XX Settembre, 27<br />

Geom. Otello Meneghetti - v. Genovesi, 4<br />

CASSIERE<br />

Dr. Annibale Puggina - v. Cerato, I-bis<br />

PROBIVIRI<br />

Dr. Prof. Mario Cappellate - v. S. Francesco, 40/b<br />

Dr. Giuseppe Salce - v. Marco Polo, 9<br />

Prof. Vittorio Zaccaria - v. S. Pio X, 45<br />

SOSTITUTI<br />

Dr. Francesco Bianchini - v. Michele Sammicheli, 2<br />

Dr. Ing. Cav. Uff. Aldo Romaro<br />

REVISORE CONTI<br />

Avv. Comm. Giorgio Tonzig<br />

COMM. STAMPA<br />

Dr. Mario Zaccaria - v. Sabatucci, 5<br />

Cav. Pietro Locateli! - v. Gaspara Stampa, 22<br />

Dr. Carlo Malagoli - v. Livorno, 5<br />

CONSIGLIERI DI CATEGORIA<br />

GIURISTI<br />

Avv. Piero Giudice - p.tta Colonna, 1<br />

COMMERCIALISTI<br />

Dr. Fernando Santinello - v. De Amicis, 6<br />

INGEGNERI<br />

Dr. Ing. Giovanni Morassutti - pz. Delia, 4<br />

ARCHITETTI<br />

Dr. Arch. Silvio Malatesta - St. dell'Orna, 8<br />

MEDICI<br />

Dr. Prof. Mario Baccaglini - v. Aquileia, 4<br />

FARMACISTI<br />

Dr. Francesco Cantele - e.so Vittorio Emanuele II, 50<br />

INDUSTRIALI<br />

Dr. Ing. Comm. Enzo Romaro - v. Castelfidardo, 3<br />

COMMERCIO<br />

Cav. Rag. Antonio Rossetto - v. Cavour, 1<br />

ARTIGIANATO<br />

Cav. Leone Ramigni - v. Roma, 13<br />

FUNZIONARI<br />

Dr. Arturo Fantecchi - v. Albania, 6<br />

CONSIGLIERI DI ZONA<br />

BELLUNO<br />

Avv. Agostino Ferale - p.za Vittorio Emanuele, 12<br />

BRESCIA<br />

Dr. Ing. Paride Gnutti - v. Regazzoni, 35<br />

MILANO<br />

Avv. Mario Filippetto - v. Redi, 25<br />

ROMA<br />

Dr. Angelo Gaietti - v. G. Bosio, 35<br />

ROVIGO<br />

Prof. Dr. Giuseppe Belloni - p.za A. Mario, Lendinara<br />

TORINO<br />

Dr. Ing. Amedeo Smania - e.so G. Marconi, 35<br />

TRENTO<br />

Dr. Ing. Gianluigi Sassudelli - pz. Mostra, 30<br />

TREVISO<br />

Avv. Mario Gracis - v. U. Foscolo, 2<br />

VENEZIA<br />

Dr. Ing. Marcellino Maggia - S. Croce d. Tolentini, 143<br />

VERONA<br />

Dr. Ing. Luigi Ambrosetti - v. Oberdan, 8<br />

VIGENZA<br />

Prof. Dr. Gianfranco Tomolo - Mura Pallamaio, 18<br />

Visioni colte nella Sala degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong><br />

durante il vermouth d'onore.


La compagnia di Gesù<br />

nacque, visse, morì e<br />

risuscitò<br />

a somiglianzà<br />

del Divsn Redentore<br />

di cui porta il nome<br />

Nacque nel 1534 quando S. Ignazio e i suoi primi sette<br />

compagni nella Cappella dei Martiri a Parigi, si impegnarono<br />

coi Voti religiosi a recarsi in Palestina per dedicarsi,<br />

come Gesù, alla diftffusione del Regno di Dio.<br />

Fu battezzata, per così dire, nel 1540 quando, resosi inattuabile<br />

il progetto della Palestina, Paolo III insinuò al valoroso<br />

drappello apostolico di cambiare il voto di mettersi<br />

alla sequela di Gesù con quello di mettersi a disposizione<br />

del Suo Vicario in terra, ed approvò la prima Costituzione<br />

dell'Ordine.<br />

Visse per oltre due secoli diffondendosi in tutto il mon-<br />

Paolo III consegna a S. Ignazio la prima approvazione<br />

della Compagnia di Gesù<br />

Lo Cappella dei Santi Martiri a Montmartre dove nacque la Compagnia di Gesù<br />

do. Alla morte del Fondatore operavano già oltre mille Gesuiti<br />

divisi in dodici provincie religiose con Missioni fiorenti<br />

in Asia, in Africa, in America. Sviluppando una prodigiosa<br />

attività in tutti i settori dell' apostolato : ascetico,<br />

letterario, scientifico, teologico, i Gesuiti raggiunsero in tutti<br />

ranghi di prim'ordine.<br />

Morì nel 1773 alla vigilia della Rivoluzione francese, colpita<br />

da un breve Pontificio che le imponeva un'obbedienza<br />

fino alla morte.<br />

Risuscitò quarant'anni dopo, quando nel 1814 Papa Pio<br />

VII, di ritorno appena dalla prigionia napoleonica, richiamò<br />

l'antico valoroso equipaggio al servizio della Barca<br />

di Pietro, con una «Bolla» che comincia proprio con<br />

questo concetto.<br />

IL VERO SEGRETO<br />

DELLA POTENZA DEI GESUITI<br />

Sta nell' impronta data alla Compagnia dal Fondatore,<br />

che presenta i seguenti spiccati caratteri di<br />

novità:<br />

a) Magnanimità d'ideale. S. Ignazio aveva come<br />

meta la conquista del mondo intero. « Se dò sette<br />

compagni alla Spagna, che cosa mi resta per le altre<br />

parti del mondo? » rispondeva al Re di Spagna<br />

che domandava quasi lutti i suoi compagni.<br />

Col programma tutto suo, espresso nel motto «alla<br />

maggior gloria di Dio» comunicò la sua stessa magnanimità<br />

ai Compagni. Il B. Pietro Fabro e S. Pietro<br />

Canisio che arrestarono la paurosa marcia del<br />

Protestantesimo ; S. Francesco Saverio che sognava<br />

la conquista della Cina attraverso il Giappone (segnando<br />

la via al prodigioso successore P. Ricci); il<br />

Patriarca Azevedo che affrontava la conversione dell'Etiopia;<br />

P. Nobrega che organizzò le Missioni del<br />

Brasile e progettò le Riduzioni per la conversione di<br />

tutta l'America del Sud; P. Possevino che tentò l'unione<br />

con Roma della Chiesa Russa; erano uomini<br />

che vivevano nel clima di un eroismo primordiale,<br />

generatore di spiriti titani che affascinavano la gioventù<br />

migliore del loro tempo.<br />

b) Preparazione diuturna ascetica e culturale delle<br />

sue recinte (17 anni eli preparazione dopo le scuole<br />

medie).<br />

e) Gli Esercizi Spirituali che trasformano le anime<br />

ed arricchirono la Compagnia di Direttori di coscienza<br />

ambiti dalle stesse corti.<br />

7


d) La « Ratio studiorum » adottata nei Collegi della<br />

Compagnia di Gesù. Graduando le classi alla capacità degli<br />

studenti otteneva successi strepitosi e rendeva i Gesuiti arbitri<br />

dell' istruzione, soprattutto media, di tutta l'Europa.<br />

(I Collegi dei Gesuiti non erano convitti come oggi ordinariamente<br />

si intende, ma un « collegium professorum », un<br />

complesso di Professori che si ponevano a disposizione di<br />

una città o di un paese per fare scuola gratuitamente. Corrispondevano<br />

ai Ginnasi-licei pubblici di oggi).<br />

e) L'agilità di movimento ottenuta mediante l'esenzione<br />

dal coro, e l'unità di comando immediato lasciato nelle<br />

mani dell'unico Generale.<br />

f) L'essersi liberata dalla zavorra abolendo le carceri<br />

del convento e vincolando invece tutti con voto a rinunciare<br />

alle cariche sia entro l'Ordine che fuori, e questo per non<br />

perdere i soggetti migliori.<br />

CAUSE DELLA SOPPRESSIONE<br />

La Compagnia di Gesù non si è estinta per senescenza<br />

come alcuni Ordini antichi cui vennero meno le vocazioni.<br />

Nemmeno per corruzione, come i Gesuati soppressi da San<br />

Pio V dopo un attentato, da loro organizzato, alla vita di<br />

S. Carlo Borromeo. Alla vigilia della soppressione i catalogi<br />

numeravano 22.000 Gesuiti in un fervore di opere sempre<br />

crescente. Né si poteva parlare di corruzione o mancanza<br />

di fervore religioso, se oltre venti dei Gesuiti soppressi<br />

meritarono di essere elevati agli onori degli Altari con a<br />

capo S. Giuseppe Pignatelli, l'anello di congiunzione tra la<br />

vecchia e la nuova Compagnia.<br />

Le vere cause sono state: a) l'illuminismo e l'enciclopedismo<br />

che preparò la Rivoluzione Francese. D'Alambert,<br />

Diderot, Voltaire l'avevano su a morte coi Gesuiti e andavano<br />

confessando apertamente che non sarebbero riusciti<br />

nel loro intento di liberarsi della schiavitù della Chiesa,<br />

finché la gioventù fosse stata educata nelle Scuole dei Gesuiti<br />

e Confessori Gesuiti avessero in mano le coscienze<br />

dei Principi.<br />

Di qui la lotta subdola per renderli odiosi. Il «calunniate,<br />

calunniate che qualche cosa resterà» di Voltaire è stato<br />

attuato soprattutto coi Gesuiti. Quando gli illuministi giunsero<br />

ad avere in mano i governi di psan parte d'Europa, con<br />

Choiseul in Francia, Aaranda in Ispagna, Pornbal in Portogallo,<br />

Tannucci a Napoli, Du Tillot a Parma, inventando<br />

complotti dei Gesuiti contro i Sovrani, indussero i Borboni<br />

(che allora dominavano direttamente o indirettamente mediante<br />

parentele tutta l'Europa) a collcgarsi con un patto di<br />

famiglia contro i Gesuiti per esigerne dal Papa la soppressione<br />

sotto minàcce di rappresaglie e di scismi. Le leggende<br />

poi che si andavano diffondendo sulle favolose ricchezze<br />

dei Gesuiti nelle Riduzioni del Paraguay, stimolavano l'avidità<br />

dei governi ali' uso delle peggiori arti per potersene<br />

impadronire,<br />

b) il Giansenismo di cui si fece celebre interprete Biagio<br />

Pascal nelle sue lettere Provinciali.<br />

Davanti al pauroso dilagare della corruzione, soprattutto<br />

nella nobiltà, i Giansenisti (che predicavano la fuga dal<br />

mondo ed il ritorno alle austerità della Chiesa primitiva)<br />

ne attribuivano la colpa ai Gesuiti chiamandoli lassisti perché<br />

predicavano una morale più umana ed accessibile alle<br />

masse.<br />

LA RISURREZIONE<br />

Un germoglio della Compagnia di Gesù sopravvisse tra<br />

i ghiacci della Russia e proprio in forza dello stesso Breve<br />

Pontificio che la sopprimeva.<br />

Tra le varie determinazioni del Breve c'era anche che<br />

le comunità dei Gesuiti non potevano sciogliersi finché non<br />

fosse stato loro comunicato ufficialmente il Breve dalla legittima<br />

autorità ecclesiastica. Questa clausola aveva lo sco-<br />

po di impedire che i Gesuiti disperdessero le loro ricchezze.<br />

Tutto doveva essere rimesso nelle mani della Chiesa.<br />

L'eroica ubbidienza dei Gesuiti anche a questa odiosa clausola<br />

fu la loro salvezza.<br />

Federico eli Prussia (protestante) e Caterina di Russia<br />

(ortodossa) protestarono che non avrebbero mai permesso<br />

che le loro scuole fossero private dei migliori professori e<br />

interdirono formalmente ai Nunzi Pontifici di comunicare<br />

ai Gesuiti dei loro Stati la Bolla di soppressione.<br />

E' così che un gruppo di Gesuiti continuò a lavorare legittimamente<br />

nella Polonia e nella Russia Bianca per altri<br />

quarantanni fino al ristabilimento.<br />

Nell'anno stesso in cui il Borbone Luigi XVI lasciava<br />

la testa sulla ghigliottina (riconoscendo nell'avvenimento<br />

la nemesi storica per il delittuoso patto di famiglia) il Borbone<br />

di Parma si affrettò a pregare Papa Pio VI perche gli<br />

permettesse di ricostituire i Gesuiti nei suoi Stati. Avutone<br />

il consenso, chiama l'amico P. Giuseppe Pignatelli, ex Gesuita,<br />

Sacerdote privato a Bologna, a fondare un Noviziato<br />

della Compagnia di Gesù a Parma. Pochi anni dopo invitava<br />

i Gesuiti anche il Borbone di Napoli.<br />

P. Pignatelli, ancora studente, quando vennero cacciati<br />

dalla Spagna i Gesuiti, non volle saperne di abbandonare<br />

l'Ordine, nonostante le pressioni della sua principesca famiglia<br />

spagnola. Fedele sempre alla Compagnia di Gesù infuse<br />

nei novizi di Parma lo stesso spirito dell'antica Compagnia,<br />

soprattutto la fedeltà al Sommo Pontefice. Quando<br />

Pio VI prima e Pio VII poi vennero tratti in prigione da<br />

Napoleone egli organizzò per loro un'assistenza, anche in<br />

denaro, veramente commovente.<br />

Pio VII non dimenticò quei gesti di squisita carità e<br />

appena ritornato a Roma invitava tutti gli ex Gesuiti e radunatili<br />

nella Cappella della Congregazione dei Nobili presso<br />

la Chiesa del Gesù, consegnava loro la Bolla che li richiamava<br />

al servizio della Chiesa, reintegrandoli, per quanto<br />

possibile, nelle loro antiche chiese e case.<br />

S. Giuseppe Pignatelli, l'anello di congiunzione<br />

tra la prima e la seconda compagnia di Gesù


;i - -"" y '• ' '<br />

Pio VII, nello Coppella de!Ea Congregazione dei Nobili, consegna agli ex Gesuiti la Balìa « Regimini Milifantis Ecclesiae », che ristabilisce<br />

la Compagnia di Gesù.


P. MARCOZZI<br />

ALLA RICERCA<br />

DELLE PRIME<br />

TRACCE SICURE<br />

DELL' UOMO<br />

Si ammette generalmente che l'uso<br />

o la costruzione di oggetti sia esclusivo<br />

dell' Uomo; perciò la presenza di<br />

questi sarebbe segno sicuro che egli è<br />

esistito.<br />

Quando Bouchez de Perthes, nel<br />

1838, rovistando nelle stratificazioni<br />

del Quaternario inferiore nei dintorni<br />

di Abbeville in Francia, ebbe in mano<br />

per la prima volta alcune pietre rozzamente<br />

lavorate, uscì nell' esclamazione,<br />

in verità alquanto enfatica :<br />

«Queste selci, nella loro imperfezione,<br />

non provano meno l'esistenza dell'uomo<br />

che i lavori del Louvres».<br />

L' esistenza di un lavoro intenzionalmente<br />

compiuto è stato considerato<br />

per lungo tempo il criterio di discriminazioni<br />

fra esseri razionali ed<br />

insipienti.<br />

Se non che negli ultimi anni alcuni<br />

Autori hanno attribuito a viventi<br />

che, per diversi rispetti, non possono<br />

considerarsi uomini, l'uso e la lavorazione<br />

di vari oggetti.<br />

Padre Marcozzi mentre parla ai Medici dell' U.N.A.M.S.I. nella Sala Serbelloni a Milano<br />

Il caso più conosciuto e quello delle<br />

Australopithecinae,<br />

MORFOLOGIA DELLE<br />

AUSTRALOPITHECINAE<br />

Questi organisimi - per quanto si<br />

può giudicare dai resti scheletrici conservati<br />

fossili - presentano una morfologia<br />

generale scimmiesca, ma con<br />

alcuni caratteri importanti che le avvicinano<br />

morfologicamente agli Uomini<br />

più che qualsiasi Antropoide vivente<br />

o fossile.<br />

I caratteri che le avvicinano al gruppo<br />

umano sono specialmente : la morfologia<br />

dei denti e la forma del bacino.<br />

Poiché questa è quasi completamente<br />

umana, si ritiene, data la stretta relazione<br />

esistente tra forma del bacino e<br />

modo di incedere, che le Australopithecinae<br />

avessero un incedere eretto o<br />

quasi, alla maniera dell'Uomo, e non<br />

ricurvo come quello degli Antropoidi.<br />

Anche altri caratteri si avvicinano<br />

maggiormente a quelli umani più che<br />

P. Marcozzi tra i membri della Gòrresgeselschaft,<br />

la più rinomata Accademia scientifica tedesca.<br />

i corrispondenti caratteri degli Artropoidi<br />

.attuali.<br />

Tuttavia, quanto alla morfologia<br />

generale, al profilo del cranio nelle varie<br />

direzioni (verticale, frontale, occipitale),<br />

al valore dei diametri cranici,<br />

alla forma delle orbite e delle ossa nasali<br />

e soprattutto, al volume e alla forma<br />

esterna del cervello, sono di tipo<br />

scimmiesco.<br />

I volume del cervello, dedotto dalla<br />

capacità cranica, è noto con sufficiente<br />

approssimazione solo in due<br />

forme : l'Australepithecus afncanus e<br />

il Plesianthropus. Per le altre forme<br />

si danno valori che sembrano calcoliti<br />

mentre in realtà sono soltanto dedotti<br />

dal volume di altre parti del corpo<br />

(per es. della mandibola), i quali<br />

non autorizzano deduzioni di tal genere.<br />

Anche per le due Australopithecinae<br />

sopra accennate si sono dati in<br />

un primo tempo vaioli diversi della<br />

capacità cranica. Ma i calcoli più sicuri,<br />

eseguiti da Wolfang Abel, per<br />

1' Australopithecus africanus, e da<br />

Broom e Robinson, per il Plesianthropus,<br />

dimostrano che sono nettamente<br />

contenuti nei limiti degli Antropoidi<br />

attuali.<br />

L'Australopithecus africanus, secondo<br />

W. Abel, ha una capacità cranica<br />

di 390 cmc nella forma infantile e nell'adulta<br />

avrebbe 450 cmc. Il Plesianthropus<br />

ha capacità cranica nella forma<br />

adulta di 480 cmc. La capacità<br />

cranica nei vari Antropodi attuali oscilla<br />

da 300 cmc (minimo dellOrango)<br />

a 655 cmc (massimo del Gorilla);<br />

nello Scimpanzè, 1' Antropoide che,<br />

per certi aspetti, più si avvicina al Plesianthropus,<br />

la capacità cranica oscilla


Reperti da tombe etnische<br />

da 320 a 500 cmc. Mentre negli Uomini<br />

attuali le oscillazioni sono comprese<br />

fra un minimo, eccezionale, rinvenuto<br />

in una donna Papua a massimi<br />

che superano i 2000 cmc. Negli<br />

Ominidi fossili i minimi e anche le<br />

medie in alcuni gruppi si abbassano<br />

notevolmente.<br />

Nel Sinanthropus si ha un minimo<br />

(stimato, non misurato) di 850 (?)<br />

cmc e un massimo di 1200 cmc.<br />

Anche il coefficiente : capacità cranica<br />

- superficie dei molari, calcolato<br />

da von Koenigswald, da valori compresi<br />

in quelli degli Antropoidi (Ples.<br />

13,4; Antropoidi 9-13,5), mentre il<br />

valore più basso negli Ominidi è 33,5.<br />

Riguardo alla morfologia del cervello,<br />

in quanto si può giudicare dall'endocardio,<br />

non si può dire molto.<br />

E' sostanzialmente scimmiesca con<br />

qualche carattere più umano. Non è<br />

invece attendibile la descrizione che fa<br />

Schepers della struttura e della forma<br />

del cervello fino nelle più minute particolarità<br />

in base all'endocranio. I migliori<br />

specialisti convengono che dall'esame<br />

dell'endocranio è possibile soltanto<br />

una conoscenza sommaria della<br />

forma esterna del cervello.<br />

Questa nella Australopithectnae —<br />

come abbiamo detto — è sostanzialmente<br />

antropoidea. Presenterebbe però<br />

scissure più complicate e più numerose<br />

di quelle degli Antropoidi. Ma il<br />

solco di Rolando sarebbe situato piuttosto<br />

all'innanzi, sicché il lobo frontale<br />

sarebbe alquanto ridotto, come<br />

negli Antropoidi e come in questi il<br />

becco encefalico è netto.<br />

Le Australopithecinae dunque, pur<br />

presentando caratteri che le avvicinano<br />

al gruppo umano (dentizione, stazione<br />

eretta o quasi, diversi particolari<br />

morfologici), sono per la morfologia<br />

generale e per lo sviluppo e forma<br />

del cervello infraumane.<br />

MANUFATTI DELLE<br />

AUSTRALOPITHECINAE^<br />

Tuttavia alcuni Tutori hanno attribuito<br />

alle Australopithecinae V impiego<br />

e la lavorazione di strumenti.<br />

Il primo fu Dart. Questi giunse a<br />

tale conclusione dall'esame del materiale<br />

fossilifero del giacimento di Makapan.<br />

In questo si trovano molti crani<br />

frammentar! o meno spezzati e numerose<br />

ossa lunghe di Ungulati. Il<br />

Dart spiega tale presenza, supponendo<br />

che le Australopithecinae ricercassero<br />

i crani di animali non molto<br />

grandi per estrarne il cervello e mangiarlo.<br />

Si sarebbero serviti per ciò delle<br />

ossa lunghe di Ungulati che impiegavano<br />

come «mazze». Questa interpretazione<br />

sarebbe avvalorata dal fatto<br />

che 58 crani di Babbuini si presentano<br />

spezzati e la rottura, secondo<br />

Dart, sarebbe stata prodotta da strumenti<br />

contundenti.<br />

Sempre secondo le osservazioni del<br />

Dart, i colpi più spesso sarebbero stati<br />

menati sulla fronte e a sinistra, come<br />

se il cacciatore avesse attaccato di<br />

fronte e col braccio destro.<br />

In un caso una pietra sarebbe rimasta<br />

infitta in un cranio, di cui avrebbe<br />

causato la rottura.<br />

Infine, poiché i resti scheletrici degli<br />

Ungulati sono prevalentemente<br />

rappresentati da corna, mandibole e<br />

denti, il Dart conclude che le Australopithecinae<br />

dovevano servirsi di questo<br />

materiale. Donde il nome di «cultura<br />

osteodontocheratica» all'impiego<br />

di tali materie.<br />

Qualche Australopithecina, poi, secondo<br />

Dart, e precisamente l'Australopithecus<br />

prometheus, avrebbe conosciuto<br />

1' uso del fuoco. Egli ammise<br />

tale supposizione, perché nel 1925, in<br />

un blocco di calcare nella cava di Makapansgat<br />

nel Transvaal, scorse alcune<br />

particelle di carbonio. Più tardi in<br />

quella stessa cava furono invenuti i<br />

resti di un Australopithecina. Il Dart,<br />

ritenne questa l'autrice del fuoco, e la<br />

denominò Australopithecina prometheus.<br />

Nel maggio 1956 C. K. Brain trovava<br />

nel giacimento di Sterkfontein,<br />

dove fu rinvenuto il Plesianthropus,<br />

pietre lavorate. Il Robinson faceva<br />

proseguire le ricerche e nella breccia<br />

mediana di color rosso oscuro, dove<br />

furono trovati i resti di Australopithecinae,<br />

rinveniva 228 pietre lavorate,<br />

che furono descritte da R. J. Mason,<br />

Per ultimo, il Robinson, sempre a<br />

Sterkfontein, nel medesimo livello,<br />

trovava un osso, secondo lui certamente<br />

lavorato. Si tratta della estremità<br />

di un osso lungo tagliato longitudinalmente,<br />

convenientemente lisciato<br />

e appuntito in modo da servire come<br />

raschiatoio. Poiché tale forma e levigatura<br />

non sarebbe spiegabile, mediante<br />

l'azione di agenti naturali (acqua,<br />

vento, rotolamento), né per l'azione<br />

degli animali rosicchianti, il Robinson<br />

ammette si tratti di un lavoro<br />

intenzionalmente ottenuto.<br />

LE DIFFICOLTA<br />

Senonché l'attribuzione d'una cultura<br />

« osteodontocheratica » alle Australopithecinae<br />

è per lo meno molto<br />

dubbia. Lo Zapfe ha osservato che lo<br />

stritolamento delle ossa del cranio e<br />

le incisioni delle ossa lunghe possono<br />

essere prodotte dalle iene. Il von Koenigswald,<br />

che ha visitato i luoghi dei<br />

rinvenimenti, non ha dubbio che questa<br />

sia la reale spiegazione.<br />

L'uso del fuoco poi, dedotto dalla<br />

presenza di ceneri, non è per nulla<br />

provato.<br />

Poiché non si tratta di cumuli di<br />

ceneri o focolari, come nella caverna<br />

di Ciu-cu-tien, che ha albergato il Sinanthropus,<br />

ma di semplici tracce carboniose,<br />

esse — osserva Oakley —<br />

possono spiegarsi con un incendio della<br />

prateria circostante la caverna delle<br />

Australopithecinae, che si è comunicato<br />

al guano dei pipistrelli, sempre<br />

presenti nelle grotte.<br />

Più tardi, riesaminando il problema<br />

in rapporto a tutte le tracce di<br />

fuoco, rinvenute finora nel Pleistocene<br />

africano, il medesimo Autore, emetteva<br />

l'opinione che le tracce di carbonio<br />

osservate dal Dart nella breccia<br />

di Makapansgat nel 1925, fossero dovute<br />

all'azione delle mine che si impiegano<br />

per far saltare il materiale.<br />

Infatti, dal 1925 in poi, non fu osservato<br />

nessun'altra traccia carboniosa.<br />

Ciò rende improbabile, non solo<br />

la supposizione che le Australopithe-<br />

— 11


cinae accendessero il fuoco, ma anche<br />

l'ipotesi dell'incendio.<br />

Quanto alle pietre lavorate, descritte<br />

da Brain.fe da Robinson, rinvenute<br />

nella cava di Sterkfontein, esse presentano<br />

una tecnica,, troppo evoluta<br />

(chelleo-acheuleana), per poterle attribuire<br />

alle Australopithecinae. Anche<br />

nella supposizione che queste lavorassero,<br />

non è ammissibile che avessero<br />

una tecnica già tanto progredita, perché,<br />

sotto l'aspetto morfologico, sono<br />

prevalentemente scimmiesche. Per questa<br />

ragione Robinson riferisce le pietre<br />

lavorate al Telanthropus, mentre<br />

1' osso lavorato potrebbe forse attribuirsi<br />

alle Australopithecinae.<br />

Il Telanthropus è stato trovato con<br />

le Australopithecinae, ma da alcuni<br />

Autori è ritenuto un Ominide del tipo<br />

Anthropus o Neanderthal.<br />

Disgraziatamente esso è troppo poco<br />

rappresentato (mascella superiore<br />

e mandibola) per permettere un giudizio<br />

sicuro sulla sua natura.<br />

Poiché inoltre nel tempo in cui vissero<br />

le Australopithecinae già esistevano<br />

gli Uomini ,non si può escludere<br />

che le pietre e le ossa lavorate siano<br />

opera di questi.<br />

E' dunque dubbio che le Australopithecinae<br />

si servissero di oggetti come<br />

strumenti ed è ancora più incerto<br />

che li preparassero mediante un'adatta<br />

lavorazione.<br />

MANIFESTAZIONI PSICHICI!E<br />

DEGLI<br />

ANTROPOIDI VIVENTI<br />

Tenendo conto delle manifestazioni<br />

psichiche degli Antropoidi attuali,<br />

è ammissibile che le Australopithecinae<br />

si servissero di strumenti e fino a<br />

qual punto?<br />

E'- ; necessario, prima di rispondere,<br />

di richiamare le manifestazioni psichiche<br />

degli Antropoidi viventi per ciò<br />

che concerne il nostro problema.<br />

L'uso del «bastone» è stato osservato<br />

presso gli Antropoidi e alle volte<br />

anche nelle scimmie inferiori. Per<br />

«bastone» s'intende qualsiasi oggetto<br />

allungato o piuttosto rigido che può<br />

servire ad avvicinare il cibo, oppure a<br />

colpire o a battere. Il caso più noto è<br />

quello nel quale il cibo è situato ad<br />

una certa distanza dalla gabbia, nella<br />

quale si trova l'animale. E questo<br />

si serve d'un bastone per avvicinarlo.<br />

Gli Antropoidi sanno anche servirsi<br />

di oggetti diversi (casse, sedie, tavole,<br />

ecc.), come di sgabelli per avvicinarsi<br />

ad un oggetto, situato troppo<br />

12 —<br />

alto per poterlo cogliere direttamente.<br />

Riescono anche a spostare lo sgabello<br />

.(dal luogo dove si trova, e collocarlo<br />

nel sito adatto per raggiungere lo scopo.<br />

In alcuni casi gli Antropoidi hanno<br />

mostrato di saper far uso anche di<br />

due strumenti, combinati insieme : il<br />

bastone e lo sgabello. Sono saliti cioè<br />

su una cassa, col bastone in mano, e<br />

di là hanno abbattuto il cibo sospeso<br />

sul soffitto della gabbia.<br />

In questi casi lo strumento era già<br />

formato e l'animale non aveva che da<br />

impiegarlo.<br />

Esistono anche osservazioni che tendono<br />

a dimostrare che le scimmie superiori,<br />

specialmente Antropoidi, riescono<br />

a costruire in qualche modo lo<br />

strumento. Riportiamo alcuni esempi.<br />

Strappano un ramo d' un arbusto<br />

per servirsi di bastone.<br />

Mettono insieme pezzi di giornale<br />

e di foglie per fare una specie di bastone.<br />

Srotolano corde avvolte a una sbarra<br />

per potersene servire.<br />

Svuotano casse del materiale contenuto<br />

prima di trasportarle sotto il cibo,<br />

dove servirsene da sgabello.<br />

Raddrizzano un filo di ferro ricurvo<br />

allo scopo di allungarlo.<br />

Infilano pezzi di canna l'uno nell'altro<br />

per allungarlo.<br />

E' vero che tutte o quasi tutte queste<br />

osservazioni, allo stato attuale, pare<br />

abbiano perduto della primitiva forza<br />

probativa, perché sembra che gli animali<br />

le abbiano adottate, non perché<br />

le hanno trovate essi, ma perché<br />

le hanno viste.<br />

« Nuove osservazioni sullo Scimpanzè<br />

— osserva Buytendijk — di<br />

cui erano ben noti i precedenti, mo-x<br />

strano che il suo comportamento è<br />

molto più determinato dalle esperienze<br />

precedenti di quanto Kòhler, Yerkes<br />

e altri avessero sospettato ».<br />

L' aggiustamento poi della canna,<br />

infilando i pezzi l'uno nell'altro, avviene<br />

solo se succede a caso, giocando<br />

coi vari pezzi. Ma, una volta ottenuto<br />

l'allungamento, l'animale sa sfruttarlo,<br />

e può ripetere l'operazione in<br />

altri casi. In altre parole, sa far tesoro<br />

della combinazione fortunata.<br />

Non è però in grado di trasmettere<br />

ai discendenti ciò che esso ha appreso.<br />

Le sue esperienze rimangono strettamente<br />

individuali.<br />

L'allevamento degli Scimpanzè da<br />

parte della madre, non conferisce<br />

nessuna superiorità conoscitiva sugli<br />

Scimpanzè lasciati a se stessi. Ciò di-<br />

mostra che il comportamento dei giovani<br />

è sostanzialmente innato; e i genitori<br />

non trasmettono le esperienze<br />

da essi acquisite.<br />

Con la scorta di questi accertamenti<br />

sulle manifestazioni psichiche degli<br />

Antropoidi, possiamo considerare<br />

quelle che si attribuiscono alle Australopithecinae.<br />

Poiché l'impiego di strumenti già<br />

formati e una certa preparazione, sia<br />

pure semplicissima, dei medesimi, o<br />

spontaneamente o per istinto imitativo,<br />

si osserva anche negli Antropoidi<br />

attuali, è possibile, pur ammettendo<br />

nelle Australopithecinae una capacità<br />

psichica sostanzialmente uguale a quella<br />

degli Antropoidi attuali, che si servissero<br />

di pietre, ossa e corna per colpire<br />

le prede e per sezionarle.<br />

Non è dunque impossibile ciò che<br />

afferma Dart riguardo alla cultura «osteodontocheratica»,<br />

benché, in tal caso,<br />

sia fuori luogo il termine «cultura».<br />

La cultura è essenzialmente degli<br />

esseri razionali, mentre 1' impiego di<br />

oggetti diversi, anche ritoccati, può<br />

spiegarsi con la sola conoscenza sensitiva.<br />

Piuttosto rimarrebbe da spiegare<br />

la trasmissione da una generazione<br />

all'altra dell' uso degli strumenti<br />

non lavorati. Se si ammette che questo<br />

avvenisse mediante 1' insegnamento,<br />

ciò non si osserva negli Antropoidi<br />

attuali. Se si ricorre a un particolare<br />

istinto, questo non appare impossibile,<br />

ma dovrebbe essere accertato.<br />

Le osservazioni di Dart ci sembrano<br />

ancora troppo poco fondate per dare<br />

come provata l'esistenza di uno o l'altro<br />

dei due modi supposti di trasmissione.<br />

Non entrano invece nell' ambito<br />

delle operazioni osservate negli Antropoidi,<br />

la lavorazione sensibilmente<br />

progredita di manufatti (pietre scheggiate)<br />

e ancor meno l'accensione e l'uso<br />

del fuoco.<br />

Queste perciò, per essere attribuite<br />

alle Australopithecinae, dovrebbero essere<br />

accertate con sicurezza.<br />

LAVORO E RAZIONALITÀ<br />

A questo punto si pone un problema<br />

: Se si accertasse l'uso del fuoco e<br />

la lavorazione di utensili per parte<br />

delle Australopithecinae, si dovrebbe<br />

per ciò stesso concludere che erano<br />

in possesso di facoltà razionali?<br />

Così si ritiene comunemente. Ma<br />

noi riteniamo necessaria qualche distinzione.<br />

L'uso del fuoco, come la lavorazione<br />

di utensili, sono certamente opera-


zioni finalistiche. E implicano perciò<br />

l'esistenza d'una intelligenza. Infatti,<br />

è soltanto dell' intelligenza comprendere<br />

il fine, valutare i mezzi e adattare<br />

i mezzi al fine, come si richiede<br />

nelle operazioni finalistiche.<br />

Ma, se ogni operazione finalistica<br />

implica un'intelligenza, non segue che<br />

sempre e necessariamente l'intelligenza<br />

sia nell'operante.<br />

Tutte le operazioni della natura,<br />

specialmente vivente, sono finalistiche.<br />

Si pensi ai fenomeni dell'assimilazione,<br />

della riproduzione, dell' irritabilità,<br />

di difesa, e si dovrà convenire che<br />

sono diretti a uno scopo. Eppure l'intelligenza<br />

non è nella natura.<br />

Non potrebbe essere la medesima<br />

cosa anche per le operazioni finalistiche<br />

di accendere il fuoco e di lavorare<br />

strumenti? Le Australopithecinae od<br />

altri organismi estinti non potrebbero<br />

aver fabbricato strumenti e acceso<br />

il fuoco, senza essere ragionevoli? Il<br />

fatto che al presente soltanto l'Uomo<br />

accende il fuoco e lavora strumenti,<br />

può rappresentare al più una presunzione<br />

in favore che anche al tempo<br />

delle Australopithecinae fosse soltanto<br />

1' Uomo che lavorasse, ma non una<br />

dimostrazione.<br />

Perché fosse una dimostrazione bisognerebbe<br />

provare che 1' accensione<br />

del fuoco e la lavorazione di strumenti<br />

è impossibile a ottenersi con le sole<br />

facoltà conoscitive sensibili (istinto e<br />

estimativa). Ma questo è impossibile,<br />

perché le operazioni istintive, sia nel<br />

mondo degli Insetti, sia in quello dei<br />

Vertebrati, si mostrano non di rado<br />

incomparabilmente più complesse<br />

e meravigliose di quanto non sia l'accensione<br />

del fuoco e la scheggiatura<br />

adatta di una pietra. Si pensi, per esempio<br />

ai difficili problemi di chimica,<br />

fisica, ingegneria, matematica e altro,<br />

risolti istintivamente dagli Insetti,<br />

Uccelli e alcuni Vertebrati.<br />

Un'Ape afferra con le mandibole<br />

un sassolino che impiega come martello<br />

per levigare il fondo della celletta.<br />

Alcuni Uccelli costruiscono nidi,<br />

così complessi, da superare ogni aspettativa.<br />

I Castori formano dighe, accumulando<br />

tronchi di albero che rosicchiano<br />

in modo da farli cadere nella direzione<br />

adatta.<br />

Queste operazioni implicano evidentemente<br />

un'intelligenza; ma 1' intelligenza<br />

non è nell'animale che la<br />

compie.<br />

IfL'UOM<br />

N 'N<br />

. •'; Éè. ;'-,-.,•'•.'" , .-• ^"js.'<br />

L'opera del P. Marcozzi considerata il più autorevole testo di Antropologia<br />

COME RICONOSCERE SE<br />

L'INTELLIGENZA<br />

E' NELL' OPERANTE<br />

Per alcune operazioni si riconosce<br />

che 1' intelligenza è nell'operante dalla<br />

natura stessa dell'azione. Se questa<br />

implica necessariamente concetti astratti,<br />

sicché essa non è che la concretizzazione<br />

di idee, come sono le manifestazioni<br />

religiose e morali, 1' individuo<br />

che compie tali azioni non può essere<br />

che razionale. Ma se l'azione, pur manifestando<br />

un'innegabile finalità, può<br />

essere ottenuta sia col concorso di principii<br />

e di idee astratte e sia con le sole<br />

facoltà conoscitive sensibili, si potrà<br />

risolvere il problema osservando come<br />

l'operazione viene eseguita. Dal modo<br />

come viene eseguita l'azione si può risalire<br />

alla natura del processo psichico<br />

che la informa.<br />

Se l'operazione è più o meno stereotipata<br />

e presenta limitate possibilità<br />

di adattamento e progresso, è probabile<br />

sia governata da processi psichici<br />

puramente sensitivi. Se, al contrario,<br />

l'azione manifesta una indefinita<br />

variabilità e una possibilità praticamente<br />

illimitata di adattamento e<br />

progresso, è guidata da processi razionali.<br />

Infatti, la distinzione fra facoltà<br />

razionali o intellettive e facoltà sensitive<br />

sta in ciò : le prime assurgono<br />

a concetti e principi assolutamente astratti<br />

e universali e colgono la natu-<br />

— 13


a delle cose, prescindendo da qualsiasi<br />

determinazione sensibile (benché<br />

l'individuo che possiede le facoltà intellettive<br />

si serva sempre nelle sue operazioni<br />

psichiche, anche superiori, di<br />

rappresentazioni sensibili). Le facoltà<br />

sensitive invece sono intrinsecamente<br />

legate alla materia; perciò le loro manifestazioni<br />

sono sempre essenzialmente<br />

concrete e determinate sensibilmente<br />

(schemi e immagini sensibili).<br />

Si comprende allora come l'individuo,<br />

dotato di facoltà razionali che<br />

colgono la natura delle cose e conoscono<br />

il fine come fine e valutano la natura<br />

del mezzo, possa raggiungere il fine<br />

mutando convenientemente il mezzo<br />

(possibilità di adattamento) e possa<br />

anche cambiare fine (possibilità di<br />

progresso). Non così avviene dell' individuo<br />

dotato di sole facoltà sensitive.<br />

Essendo queste essenzialmente legate<br />

a schemi e a immagini sensibili<br />

e non avendo che questi, l'adattamen-<br />

Padre Vittorio Marcozzi, cresciuto alla Scuola di Religione<br />

<strong>dell'Antonianum</strong>, fedele Congregato, appassionato petrarchino,<br />

è certamente oggi uno degli ecclesiastici più in vista<br />

nel campo della cultura in Italia.<br />

Tornerà gradito, crediamo, agli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> che gli furono<br />

amici o ne hanno sentito parlare, conoscere un po' più<br />

a fondo la sua attività.<br />

Professore di scienze biologiche ed antropologiche alla<br />

Pontificia Università Gregoriana di Roma e dell'Alaisianum<br />

di Gallarate, svolge da oltre trent'anni un'attività apologetica<br />

e scientifica di prim'ordine.<br />

Nelle principali città d'Italia si fece applaudire con le<br />

sue conferenze agli intellettuali in occasione di Congressi,<br />

di Ritiri Pasquali, di Esercizi specializzati, di Corsi superiori<br />

di cultura religiosa. Le sue conferenze sulla personalità<br />

del Cristo tennero ovunque per varie sere affascinato il<br />

pubblico che gremiva spesso i più vasti e distinti locali cittadini.<br />

Assistente nazionale dei Medici Cattolici, è soprattutto<br />

nell'ambiente medico che ottenne i successi più lusinghieri<br />

rivelandosi ovunque preparato a risolvere le obiezioni di coscienza<br />

e ad appianare le difficoltà di ordine intellettuale e<br />

morale.<br />

P. Marcozzi estese il suo apostolato apologetico ad un<br />

pubblico ben più vasto di quello delle sue conferenze, mediante<br />

apprezzatissime pubblicazioni, molte delle quali vedremmo<br />

volentieri in mano ai nostri <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>.<br />

Ne diamo qui un rapido cenno:<br />

«Le Origini dell'uomo» (Milano, C.E.A., 1954) giunto alla<br />

quarta edizione; tradotto in spagnolo.<br />

14 —<br />

to deve essere necessariamente limitato<br />

nell'ambito dello schema e immagine<br />

sensibili : quindi con capacità limitate<br />

di adattamento e di progresso.<br />

Nel lavoro materiale dunque non è<br />

tanto l'opera in se stessa che rivela la<br />

natura della capacità psichica dell'individuo<br />

che l'ha attuata, quanto la<br />

presenza o meno di un notevole adattamento<br />

e progresso.<br />

Quindi, per ciò che riguarda le pietre<br />

lavorate, come utensili, non è tanto<br />

il fatto che sono lavorate che prova<br />

la presenza di facoltà intellettive,<br />

quanto l'adattamento (invenzione di<br />

nuove forme) e il progresso. Perciò,<br />

se tale adattamento e progresso mancassero<br />

o fossero assai limitati, la spiegazione<br />

con le sole facoltà sensitive<br />

sarebbe giustificata.<br />

Questo nell' ambito speculativo o<br />

teorico. In pratica occorrerà molta<br />

prudenza e circospczione, perché non<br />

è sempre facile stabilire se l'adattamento<br />

e il progresso che si riscontrano<br />

nei singoli casi, superano le possibilità<br />

della psiche sensitiva. Ed è<br />

questa la difficoltà che si riscontra, allo<br />

stato attuale, per ciò che concerne<br />

le Australoptthecinae.<br />

VITTORIO MARCOZZI S. J.<br />

Da una pittura di un'anfora etrusco<br />

«Il senso della vita umana» (Milano, Bompiani, 1956)<br />

giunto alla quarta edizione. Uno dei libri più letti in Italia<br />

in questi ultimi anni.<br />

«Il problema di Dio e le scienze» (Brescia, Morcelliana,<br />

1958) giunto all'ottava edizione; tradotto in portoghese.<br />

«Il senso dell'amore» (Ed. Paoline, Roma, 1960) giunto<br />

alla quinta edizione; tradotto in spagnolo, in portoghese e<br />

in giapponese.<br />

«Ascesi e psiche» (Morcelliana, Brescia, 1958) tradotto<br />

in spagnolo.<br />

Scrisse inoltre numerosi articoli per le riviste di ascetica,<br />

di pedagogia e apologetica, come ad es.: «Formazione<br />

culturale di coloro che vivono in stato di perfezione», «I miracoli<br />

di Gesù» nel voi. VII del Simbolo della Pro Civìtate<br />

Cristiana, «La direzione spirituale dei giovani», «L'organizzazione<br />

della vita in Dio», «La Direzione degli anormali»,<br />

«II Matrimonio secondo la legge naturale», ecc.<br />

Ma l'attività che più ha attirata l'attenzione del mondo<br />

culturale è quella scientifica. Specializzatosi in antropologia,<br />

si impose subito con numerosi articoli scritti sulla «Civiltà<br />

Cattolica» e altre riviste scientifiche dal 1937 fino agli<br />

ultimi tempi, sul problema della vita e delle sue origini,<br />

sull'anima dell'uomo preistorico, sul «Sinanthropus pechinensis»<br />

ecc. Una delle sue opere principali, «L uomo nello<br />

spazio e nel tempo», tradotto anche in altre lingue, è usato<br />

come testo in varie università.<br />

L'articolo qui pubblicalo è tolto dal «Gregorianum», Rivista<br />

della Pontificia Università Gregoriana di Roma, anno<br />

XLI - voi. XLI - 4.


P. Messori a St Vincent in Valle d'Aosta ad un raduno (15-16 maggio 1964) per aziende della zona torinese<br />

II discorso di Paolo VI agli Industriali<br />

e le Relazioni Umane di Padre Messori<br />

Paolo VI ricevendo in udienza, il giorno 8 giugno,<br />

una rappresentanza di industriali ebbe per loro<br />

parole di alto elogio :<br />

«Voi siete i rappresentanti tipici - diceva loro —<br />

della vita moderna, che si qualifica come tutta condizionata<br />

e plasmata dal fenomeno industriale; vogliamo<br />

anche rilevare in voi un magnifico sviluppo<br />

delle facoltà umane, le quali, impiegate dai canoni<br />

caratteristici della vostra scuola, hanno dato saggio<br />

delle immense e superbe capacità, ed hanno ancor<br />

più svelato il riflesso divino sul volto dell'uomo, e<br />

ancor più scoperto le tracce d'un pensiero trascendente<br />

e dominante nel cosmo aperto dagli studiosi<br />

a nuove esplorazioni, e da voi a nuove conquiste. La<br />

posizione, che voi avete così occupato nel quadro<br />

della vita contemporanea è eminente, è strategica e<br />

rappresentativa; e Noi, come chiunque guardi con<br />

occhio obbiettivo la realtà storica e sociale chi ci<br />

circonda, diamo atto sinceramente della vostra importanza<br />

e, per quanto essa ha di buono, sotto moltissimi<br />

aspetti, le tributiamo la Nostra riconoscenza,<br />

il Nostro plauso e il Nostro incoraggiamento. E'<br />

questa nostra testimonianza un segno dell'atteggiamento<br />

della Chiesa verso il mondo moderno : un atteggiamento<br />

di attenzione, di comprensione, di ammirazione,<br />

di amicizia ».<br />

Rilevando però come essi siano notoriamente da<br />

parte del mondo operaio bersaglio di critiche assai<br />

acerbe e pericolose, li ammoniva paternamente ad<br />

eliminare certe deficienze nel loro comportamento<br />

verso i dipendenti che sono la causa di tanto malanimo<br />

inculcando loro gli insegnamenti delle Encicliche<br />

Pontificie in materia sociale che affermano :<br />

« ... essere necessario il coefficiente religioso per<br />

dare soluzione migliore ai rapporti umani derivanti<br />

doli' organizzazione industriale ; e ciò non già per<br />

impiegare tale coefficiente religioso come un semplice<br />

correttivo paternallstico e utilitario per temperare<br />

l'esplosione passionale e facilmente sovversiva<br />

della classe lavoratrice rispetto a quella imprenditoriale,<br />

ma per scoprire alla sua luce la deficienza<br />

fondamentale del sistema che pretende di<br />

considerare come puramente economici e automaticamente<br />

regolabili i rapporti umani nascenti dal fenomeno<br />

industriale, e per suggerire quali altri rapporti<br />

devono integrarli, anzi rigenerarli secondo la<br />

visione emanante dalla luce cristiana: prima l'uomo,<br />

poi il resto.<br />

E' bello notare come la religione nostra, la quale<br />

proclama il primato di Dio su tutte le cose mette<br />

per ciò stesso in essere, nel campo delle realtà<br />

temporali, il primato dell'uomo. Ed è bello osservare<br />

come sia, questo primato, garantito dal riconoscimento<br />

della sovranità, anzi della paternità di Dio<br />

sugli uomini, il motivo che stimola e giustifica quel<br />

dinamismo sociale, quel progresso civile a cui il fenomeno<br />

industriale, cosciente o no, imprime il suo<br />

moto ineluttabile, e che costituisce, in fondo, la sua<br />

più nobile aspirazione ed il suo più indiscutibile<br />

vanto ».<br />

— 15


tignano : P. Messori col Presidente della Regione Friuli - Venezia Giulia ed il Sindaco di<br />

Ugnano, durante una lezione al Corso di R. U. nel passato settembre.<br />

IL PRIMATO DELL' UOMO<br />

E LE RELAZIONI UMANE<br />

Che cosa intendesse il Papa per<br />

rispetto del primato dell'uomo nell'operaio<br />

e generalmente nei dipendenti,<br />

lo spiega chiaramente il R.<br />

P. Messori Roncaglia SJ. nell'opuscolo<br />

« Interprelazione latina e cristiana<br />

de Le Relazioni Umane» edito<br />

dal C.I.R.U. di Roma e di cui<br />

riportiamo alcune pagine, inculcando<br />

a tutti la lettura integrale<br />

dell'interessante opuscolo.<br />

TIPI DI RAPPORTO<br />

TRA DATORI E PRESTATORI<br />

DI LAVORO<br />

Le Relazioni Umane affrontano i problemi<br />

più delicati e complessi del mondo<br />

del lavoro, nel tentativo di risolverli<br />

secondo una precisa impostazione ideologica,<br />

dottrinale, metodologica.<br />

E proprio perché si riferiscono al<br />

mondo del lavoro esse partono da un<br />

dato di fatto: quali sono in concreto<br />

i rapporti che sogliono intercorrere tra<br />

i datori di lavoro e prestatori d'opera.<br />

Essi si possono riferire a tre tipi : il<br />

conflitto, il compromesso, la collaborazione.<br />

Il conflitto (che non deve essere confuso<br />

con il giusto contrasto d'interesse,<br />

insito naturalmente nella maggioranza<br />

dei rapporti tra gli uomini e dal quale<br />

sorgono altrettante giuste prese di posizione)<br />

che è frutto di una ideologia<br />

che afferma essere l'imprenditore e gli<br />

16 —<br />

operai antagonisti inconciliabili ; per<br />

cui i loro rapporti non possono essere<br />

regolati che da una fatale lotta di classe.<br />

Il compromesso, il quale cerca di accomodare<br />

episodicamente situazioni difficili<br />

; ma sempre con la congenita deficienza<br />

di essere una soluzione contingente<br />

e di lasciare quindi preoccupazioni<br />

nell'una e nell'altra parte in conflitto.<br />

La collaborazione, che parte del concetto<br />

che l'Azienda è una comunità di<br />

lavoro, di prosperità economica e che<br />

quindi impreditori e operai sono cooperatori<br />

di una opera comune.<br />

E' ovvio che se si domandasse ai datori<br />

e ai prestatori di lavoro quale dei<br />

tre rapporti preferissero tutti risponderebbero<br />

: la collaborazione. Ma di fatto<br />

non si è ancora trovato il modo di rendere<br />

concreta questa realtà che è da<br />

tutti desiderata.<br />

IL GIUSTO CONCETTO<br />

DELLE RELAZIONI UMANE<br />

E DEFINIZIONE<br />

Le Relazioni Umane ritengono di affrontare<br />

il problema nella sua interezza<br />

e soprattutto nelle sue radici.<br />

Tutta la materia è ancora in fase di<br />

evoluzione e di formazione, trattandosi<br />

di un movimento molto recente ; ciò<br />

nonostante esso ritiene di battere la via<br />

giusta. Si sa che la moderna scienza<br />

(che tale veramente è) delle Relazioni-<br />

Umane trova le sue origini più immediate<br />

in seguito ad alcune esperienze<br />

di psicologia sociale compiute in America<br />

attorno al 1923 ed esattamente in<br />

una fabbrica della « Western Electric<br />

Corporation ». E' apparso che i fattori<br />

psicologici influiscono sul comportamento<br />

umano : l'uomo oggetto di particolari<br />

attenzioni rende maggiormente.<br />

La scienza delle Relazioni Umane vuole<br />

proprio approfondire questo interessante<br />

mondo intcriore ed esteriore dell'uomo<br />

quando viene a trovarsi nell'esercizio<br />

di una delle sue fondamentali<br />

attività: il lavoro. E' però assolutamente<br />

da escludere ogni intenzione paternalistica<br />

a finalità produttivistica in<br />

senso corrente.<br />

Postula invece questo secondo concetto,<br />

nel senso che l'Azienda è «comunità<br />

di lavoro e sorgente di prosperità<br />

economica».<br />

Dopo queste premesse si può dare la<br />

definizione delle Relazioni Umane che<br />

pare, almeno per ora, la più completa<br />

e adeguata :<br />

«Le Relazioni Umane sono l'insieme<br />

dei legami e dei rapporti che devono<br />

intercorrere tra imprenditori, dirigenti,<br />

lavoratori nell' industria, nel commercio,<br />

nell' agricoltura, nei pubblici servizi<br />

;<br />

— secondo i principi dell'etica naturale<br />

e cristiana rivendicanti la dignità<br />

della persona umana ;<br />

— e che, permeando tutti gli organismi<br />

e le strutture del mondo del lavoro,<br />

tendono ad integrarne la organizzazione<br />

scientifica puramente tecnica ed<br />

economica ;<br />

— con l'intento di stabilire e di conservare<br />

la pace sociale in una più concorda<br />

e stretta collaborazione nella Azienda<br />

;<br />

— concepita come comunità di lavoro<br />

e sorgente di prosperità economica».<br />

Occorre analizzare parte per parte codesta<br />

definizione onde approfondire la<br />

dottrina delle Relazioni Umane e vederne<br />

quanta parte abbia nel mondo<br />

del lavoro.<br />

LA DIGNITÀ'<br />

DELLA PERSONA UMANA<br />

Qui tocchiamo proprio il punto centrale<br />

di questa nuova scienza. Ed è, un<br />

po', la scoperta della nostra epoca.<br />

Un forte gruppo di altissime personalità<br />

americane, imprenditori, economisti,<br />

professori, dirigenti sindacali,<br />

pubblicisti ecc., in quel documento che<br />

tuttora ha maggior valore e interesse<br />

in materia, che è «Human Relations in<br />

Modern Business» (pubblicato in America<br />

sul finire del 1949) ha posto questo<br />

notevolissimo rilievo.<br />

«Come imprenditori noi ci possiamo<br />

chiedere : chi è questa gente incolonnata<br />

sul libro paga? La risposta varia<br />

secondo i diversi punti di vista. Infatti<br />

alcuni economisti e studiosi di statistica<br />

sembrano pensare al lavoratore solo<br />

in quanto esso rappresenta una unità<br />

di conto nei loro schemi di domanda


e offerta. Essi parlano con eguale impersonalità<br />

di unità di carbone offerto<br />

ad un certo prezzo, di unità di lavoro<br />

che chiedono un dato salario. Tanto gli<br />

uomini, quanto il carbone vengono imprigionati<br />

nella legge della domanda e<br />

dell'offerta. Macchine senza vita ed unità<br />

umane sono egualmente considerate<br />

"fattori della produzione", che bisogna<br />

remunerare secondo il valore attribuito<br />

alle loro prestazioni, e determinato<br />

dalla cieca giustizia del mercato.<br />

Tali punti di vista hanno loro legittime,<br />

se pur limitate, ragioni. L'offerta<br />

di lavoro non può andare esente da considerazioni<br />

economiche. Ma dove la legge<br />

della domanda e dell'offerta governa<br />

il mercato del lavoro escludendo ogni<br />

considerazione di persona umana,<br />

viene compiuta una grande ingiustizia.<br />

Il lavoro non è soltanto una mercé che<br />

si compra e si vende, si impiega o si<br />

getta come una macchina utensile in<br />

una officina. La così detta ineluttabilità<br />

della "legge economica" non è sufficiente<br />

a giustificare una consapevole<br />

trascuratezza nei riguardi della fondamentale<br />

dignità della persona umana.<br />

Non può esistere nessuna "legge economica"<br />

indipendente da considerazioni<br />

umane.<br />

I lavoratori offrono sì le loro prestazioni<br />

su un mercato concorrenziale o<br />

regolato. Ma questi stessi lavoratori<br />

sono uomini. Essi hanno cuore e niente<br />

umana. Essi amano e sono amati.<br />

Essi hanno momenti di nobili aspirazioni<br />

e cadute in cattive abitudini. Essi<br />

sono uomini medi, con una vita comune.<br />

La maggior parte di essi non<br />

chiedono molto al mondo, ma i loro<br />

bisogni fondamentali sono per essi una<br />

questione di vita. La loro prima domanda<br />

alla società è quella di venire<br />

trattati come esseri umani, non come<br />

macchine».<br />

Si pone quindi in rilievo e in piena<br />

luce la dignità della persona umana.<br />

La quale dignità non si deve ritenere<br />

che poggi su vaporosi e vaghi concetti<br />

; ma su precisi principi dell'etica<br />

naturale, prima, e dell'etica cristiana,<br />

poi. E' necessario approfondire questi<br />

principi.<br />

COMUNITÀ' DI LAVORO<br />

E PRODUTTIVITÀ'<br />

Quando si afferma che l'azienda deve<br />

essere concepita «come comunità di<br />

lavoro» si vogliono intendere in queste<br />

parole una doppia realtà : l'una ideologica,<br />

che è la fondamentale, l'altra organizzativa,<br />

che è puramente tecnica.<br />

Su questo secondo aspetto non conviene<br />

qui indugiare, poiché si sono fatti<br />

notevolissimi progressi proprio in<br />

questi ultimi tempi intorno all'organizzazione<br />

scientifica del lavoro (si pensi<br />

tra l'altro al notevole 1" Congresso Internazionale<br />

del C.N.O.S. tenuto a Parigi<br />

nel 1957). Fa più al caso fermarsi<br />

un po' sulla realtà ideologica dell'affermazione.<br />

Sostanzialmente, quando si afferma<br />

che l'azienda è una «comunità di lavoro»,<br />

non si conia una frase dcmagogica<br />

ma si pone anzi la sola alternativa<br />

realistica che ha veramente importanza,<br />

e cioè la convinzione ferma che<br />

le aspirazioni legittime dei lavoratori<br />

sono, in fondo, identiche a quelle degli<br />

imprenditori e degli altri dirigenti.<br />

Soltanto un programma di collaborazione<br />

tra direzione e lavoro può facilitare<br />

la soluzione dei problemi fondamentali<br />

che turbano la moderna vita economica<br />

: uno di questi è l'aumento<br />

della produzione, che oggi si suole indicare<br />

con un termine preciso : produttività.<br />

E' indubbio che la produttività è per<br />

larga parte una -questione di forti investimenti<br />

di capitale e di abilità direttiva;<br />

ma è altrettanto certo che elemento<br />

indispensabile è la collaborazione da<br />

parte del lavoro. E' troppo manifesto<br />

che se i lavoratori rallentano e sabotano<br />

i nuovi processi produttivi, a ben<br />

poco valgono i vantaggi offerti dai metodi<br />

ancor più efficienti.<br />

Appare quindi evidente il vantaggio<br />

per gli imprenditori di essere in buoni<br />

rapporti con il lavoro, il che vuoi dire<br />

portare l'azienda ad essere una «comunità<br />

di lavoro».<br />

Altrettanto vantaggioso è per il lavoro<br />

di essere in buoni rapporti con gli<br />

imprenditori e con l'alta direzione. Tuttavia<br />

bisogna convenire che i lavoratori<br />

sono invece spesso sospettosi ed anche<br />

ostili. E ciò, in generale, perché essi<br />

temono di essere sfruttati e non adeguatamente<br />

retribuiti.<br />

Il concetto e la realtà dell'azienda come<br />

«comunità di lavoro», per l'opposto,<br />

vuole e deve intendere sia un aumento<br />

del tenore di vita per tutti e quindi<br />

in primo luogo anche per i lavoratori<br />

stessi ; sia un'ulteriore garanzia contro<br />

il rischio di un lavoro saltuario.<br />

Ecco perché il concetto e la realtà<br />

comunitaria sono della massima importanza<br />

anche tenendo conto dell'aumentato<br />

potere politico del lavoro. E'<br />

un' opera altamente sociale e feconda<br />

di bene sforzarsi di realizzare codesta<br />

comunità nell'interno delle fabbriche e<br />

delle aziende; e di ottener la collaborazione<br />

tra il lavoro organizzato sul piano<br />

nazionale e gl'imprenditori pure essi<br />

nazionalmente organizzati, convincencendoli<br />

che hanno interessi comuni e<br />

comuni problemi di capitale importanza.<br />

Tale concetto comunitario, secondo<br />

un elementare buon senso, comporta<br />

anche che ci si incontri per discutere<br />

con rettitudine d'intenti questi comuni<br />

problemi e interessi comuni.<br />

IL CRISTIANESIMO VERA ANIMA<br />

DELLE RELAZIONI UMANE<br />

Questi principi dell'etica naturale<br />

hanno di per se stessi solidità, valore,<br />

sufficienza. Tuttavia il vero animatore<br />

delle R. U., anzi la vera garanzia della<br />

loro giusta impostazione, è lo spirito<br />

cristiano.<br />

E' proprio il cristianesimo a riaffermare<br />

la fondamentale uguaglianza degli<br />

uomini quando insegna che siamo<br />

tutti figli di Dio, quando pone sulle labbra<br />

di tutti l'identica invocazione: «Padre<br />

Nostro».<br />

E' il cristianesimo ad insegnare la<br />

vera fraternità, cioè la solidarietà caratteristica<br />

delle R. U. ; quando ricorda<br />

che siamo tutti ugualmente bisognosi<br />

di redenzione e che dì fatto tutti siamo<br />

stati redenti da Nostro Signore Gesù<br />

Cristo; e che, insieme, costituiamo<br />

un «unico corpo mistico».<br />

Tutti, per il cristianesimo, abbiamo il<br />

medesimo fine eterno cui ci prepariamo<br />

con la nostra vita presente che viene<br />

tignano : Un aspetto della sala durante la lezione.


valutata con uno stesso identico criterio<br />

a prescindere dalla differenza sociale<br />

: «Ciò che l'uomo ha seminato,<br />

questo egli raccoglierà». Tale è l'insegnamento<br />

della rivelazione cristiana valevole<br />

per tutti indistintamente.<br />

Tutti finalmente abbiamo sulla terra<br />

l'identica norma di bene e di male che<br />

deve decidere della nostra condotta.<br />

Ed è proprio il cristianesimo ad additarci<br />

le due virtù caratteristiche che<br />

costituiscono il motivo architettonico<br />

dell'edificio delle Relazioni Umane costruite<br />

sulle fondazioni naturali : la giustizia,<br />

l'amore.<br />

PROSPERITÀ' ECONOMICA<br />

L'ultimo inciso della definizione concepisce<br />

l'azienda come sorgente di prosperità<br />

economica. E' evidente che tale<br />

prosperità non può essere a vantaggio<br />

soltanto di un limitato numero di<br />

persone, quantunque d'intelligenza e di<br />

intraprendenza; ma di tutti gli uomini<br />

che attendono al lavoro, proprio perché<br />

in ogni vita umana c'è un elemento<br />

sacro che deriva dalla natura spirituale<br />

dell' uomo e dal fatto che egli è<br />

creatura di Dio. Il diritto alla vita è<br />

fondamentalmente legato proprio a un<br />

minimo di prosperità economica che a<br />

sua volta è vincolato al complesso sistema<br />

della industria, del commercio,<br />

dell'agricoltura, dei pubblici servizi.<br />

Di conseguenza, per la stragrande<br />

maggioranza dei lavoratori, diritto alla<br />

vita significa oggi possibilità di lavorare<br />

e diritto ad un giusto salario.<br />

L'azienda, qualunque essa sia, pubblica<br />

o privata, industriale o commerciale,<br />

deve essere in grado di poter dare a<br />

tutti i suoi collaboratori un salario sufficiente<br />

a consentire condizioni di vita<br />

degne di un essere umano, il quale, evidentemente,<br />

ha diverse esigenze se è<br />

solo o se ha una famiglia sulle proprie<br />

spalle. L'uomo con famiglia dovrebbe<br />

poter guadagnare un salario familiare,<br />

senza essere costretto a far lavorare la<br />

moglie e i figli prima che essi abbiano<br />

raggiunto un'età ed una preparazione<br />

sufficiente. Soltanto provvedendo a ciò<br />

si potrà tutelare l'istituto familiare che<br />

rimane pur sempre la prima cellula della<br />

società.<br />

L'azienda, pertanto, qualunque forma<br />

essa abbia, deve includere il giusto salario<br />

tra i costi fissi della produzione ;<br />

cosi come essa include l'ammontare<br />

delle imposte, il tasso corrente d'interesse<br />

e il costo degli impianti. L'azienda<br />

non può e non deve valutare il lavoro<br />

esclusivamente in termini di offerta<br />

e di domanda, proprio perché gli<br />

uomini sono qualcosa di più di una<br />

mercé.<br />

E se è vero, come è vero, che un'azienda<br />

deve cercare di ridurre al minimo<br />

i costi, non deve far ciò togliendo<br />

ai lavoratori il sufficiente salario.<br />

D'altra parte il lavoratore così retribuito<br />

dev' essere educato a rendere il<br />

massimo all'azienda e produrre il suo<br />

massimo sforzo per meritare davvero<br />

questo suo salario. Così e soltanto così<br />

s'intende l'azienda concepita come comunità<br />

di prosperità economica.<br />

CONCLUSIONE<br />

Padre Carlo Messori Roncaglia S. J. lasciò Padova circa<br />

dieci anni fa perché chiamato a Roma per collaborare con<br />

Mons. Baldelli allo sviluppo della Pontificia Opera di Assistenza<br />

(P.O.A.). Mentre altri si impegnarono nella parte caritativa<br />

assistenziale, P. Messori organizzò l'attività culturale<br />

fondando il Centro Italiano Relazioni Umane (C.I.R.U.)<br />

presieduto da Sua Ecc. Eula, il primo magistrato d'Italia.<br />

Il Centro organizza nelle varie città d'Italia incontri tra industriali,<br />

dirigenti ed operai per studiare insieme i rapporti<br />

più proficui e di maggior soddisfazione.<br />

Tra gli incontri più significativi sono da segnalarsi quelli<br />

di Lignano dal 12 al 14 e dal 19 al 21 settembre, cui presero<br />

parte centosessanta maestranze di aziende della fascia<br />

Pordenone - Udine - Gorizia - Monfalcone. Erano presenti,<br />

tra gli altri, il Presidente della Regione Friuli - Venezia Giulia,<br />

On. Dr. Barzanti, che pronunciò un discorso impegnativo<br />

proponendosi di incrementare il più possibile nella propria<br />

Regione il movimento R. U. - P. Messori pubblica un periadico,<br />

il C.I.R.U., che affronta i problemi più importanti<br />

riguardanti le relazioni umane - Roma, Palazzo Brancaccio,<br />

Via Merulana 247.<br />

18 —<br />

Nel documento sopra citato : «Human<br />

Relations in Modern Business», redatto<br />

da imprenditori, economisti, professori<br />

e da altre personalità americane, e' è<br />

una conclusione che interessa di riferire<br />

qui.<br />

«Il mondo oggi è diviso da concezio-<br />

ni filosofiche antagoniste. In una gran<br />

parte di esse lo Stato è totalitario, e<br />

impone le sue leggi ai cittadini senza<br />

alcun loro consenso. Noi siamo persuasi<br />

che gli uomini liberi possono realizzare<br />

più di quelli schiavi.<br />

Ma per realizzare una tale aspirazione<br />

dobbiamo accettare quelle responsabilità<br />

che si accompagnano alla libertà.<br />

Dobbiamo lavorare uniti per risolvere<br />

comuni problemi. La collaborazione non<br />

la lotta, è la chiave del successo. Il<br />

mondo sta guardando noi per avere un<br />

esempio di quanto gli uomini liberi possono<br />

fare. Non possiamo deluderlo. Il<br />

destino delle future generazioni è nelle<br />

nostre mani : ' noi stiamo creando la<br />

storia. Questa è la nostra battaglia e il<br />

nostro impegno».<br />

Queste coraggiose e nobili affermazioni<br />

ci riguardano direttamente, come<br />

italiani e come credenti.<br />

Come italiani : questa Italia madre e<br />

maestra di civiltà nei secoli non può<br />

sottrarsi a creare, insieme alle altre<br />

genti di buona volontà, la nuova storia<br />

che nel campo delle R. U. è oggi a una<br />

fatidica svolta.<br />

Come credenti noi abbiamo il diritto<br />

e il dovere d'introdurre nell'impresa le<br />

mirabili ricchezze dell' umanesimo cristiano:<br />

di quell'umanesimo che ha come<br />

canoni fondamentali 1' abbagliante<br />

verità del « Corpo Mistico » e il fondamentale<br />

precetto dell'amore del prossimo<br />

che si concreta nelle parole di Gesù<br />

Cristo Signor Nostro: «Fai agli altri<br />

quello che vorresti fosse fatto a te».<br />

Lo sfaldamento, tragico, del mondo<br />

del lavoro è stato ed è tuttora esclusivamente<br />

opera degli uomini. Il risanamento<br />

di esso non potrà che essere esclusivamente<br />

opera di uomini, sostenuti<br />

da Dio.<br />

Dalla Lettera di Paolo VI fatta pervenire al Presidente del-<br />

la settimana sociale di Francia:<br />

« Le associazioni dei lavoratori si rifiuteranno di limitarsi<br />

ad essere dei gruppi di pressione, ma vorranno superare<br />

la mentalità di classe per collaborare con gli imprenditori<br />

per il bene comune nazionale e poi, internazionale.<br />

Organi di difesa dei legittimi interessi collettivi, ma sempre<br />

privati, dei loro aderenti, i sindacati avranno a cuore<br />

di non congelarsi in una attività di rivendicazione pura e<br />

di sola contestazione, ma di elevarsi al contrario a responsabilità<br />

superiori. Se la decisione appartiene agli organi<br />

propri dello Stato, essi avranno a cuore di partecipare alla<br />

sua elaborazione, poi alla sua applicazione, nella prospettiva<br />

del bene universale, che supera gl'interessi di gruppo :<br />

essi vorranno adattare questi a quello ed impegnare gl'individui,<br />

categorie sociali e comunità professionali a collaborare<br />

con i poteri pubblici alla prosperità comune ».


Il S. Padre a colloquio coi Dirigenti<br />

S. Padre ai Rovers del 3° Campo Nazionale<br />

Come abbiamo pubblicato nel passato numero, il<br />

Santo Padre coglieva l'occasione per deplorare certi<br />

traviamenti della gioventù moderna. - Rivolgeva<br />

però, insieme, ai Rovers le parole altamente elogiative<br />

che qui riportiamo :<br />

« La vostra visita Ci procura una grande gioia :<br />

quella di incontrare Giovani autentici. Ci piace la<br />

coerenza con cui spontaneamente tenete fede al vostro<br />

metodo, alla vostra pedagogia, alla vostra promessa<br />

di antichi Esploratori Cattolici ».<br />

« Ci piace l'idealismo che governa la vostra psicologia.<br />

Senza idee non si vive, come senza luce non<br />

si cammina. Che il vostro idealismo sia costruito<br />

sullo schema di un gioco leale e formativo, sapientemente<br />

disciplinato e organizzato, non infirma il<br />

suo valore obiettivo. Sappiamo i principi etici su<br />

cui si fonda; sappiamo le energie morali che mette<br />

in tensione ed in azione ; sappiamo la grande scuola<br />

in cui si svolge, cioè il contatto reverente, appassionato,<br />

corroborante con la natura; sappiamo la<br />

spiritualità di cui interiormente si alimenta, la verità<br />

della fede e della grazia di Cristo; e sappiamo<br />

la semplicità e la franchezza con cui vi mostrate<br />

immuni dalle debolezze del dubbio, della noia, dello<br />

scetticismo, del piacere disonesto; uomini veri,<br />

cristiani sinceri. Codesto modo di concepire la vita<br />

fortemente idealizzata, piena, austera, militante, energica,<br />

merita la Nostra ammirazione, e il Nostro<br />

incoraggiamento ».<br />

Citati parecchi esempi di questa gioventù « più<br />

vera e sana » il Papa così prosegue :<br />

« E' d'una gioventù come la vostra, carissimi Esploratori<br />

e Rovers, che ha bisogno il nostro mondo.<br />

Della vostra franchezza, della vostra semplicità,<br />

della vostra spiritualità dovete far dono alla nostra<br />

società e specialmente alla nostra gioventù.<br />

« Diciamo questo con la soddisfazione di poter<br />

aggiungere un altra lode a conto vostro. Abbiamo<br />

saputo che avete prefisso alla vostra attività qual-<br />

— 19


che nuovo punto programmatico : ieri quello della<br />

vostra "apertura al mondo dei giovani", oggi quello<br />

della vostra partecipazione alla via della "ecclesiola"<br />

cioè della Parrocchia. Bellissimi propositi! Voi<br />

vi difendete così da una facile accusa di alcuni critici<br />

che, pur ammirando in voi la formazione metodica<br />

e coerente, vi giudicano coinè un gruppo un<br />

po' appartato e quasi chiuso ai profani ».<br />

E quasi in risposta ad una denigratoria campagna<br />

di certa stampa nei confronti di recenti esempi<br />

di "servizio" dei Rovers, ribadisce :<br />

« Non è certo vero che sia così; ben si sa quanto<br />

sia disponibile e provvida la vostra presenza, anzi<br />

la vostra prestazione nelle manifestazioni della<br />

vita cattolica e civile. Ne siamo Noi stessi testimoni.<br />

L'elogio a voi dato per la vostra opera in occasione<br />

della sciagura del Vajont lo dimostra altamente.<br />

Ma sta il fatto che spesso la norma stessa<br />

che governa il vostro movimento sembra rendervi<br />

quasi indifferenti, estranei all'ambiente nel quale si<br />

svolge la vostra attività. Colesti propositi di "aprirvi"<br />

verso la gioventù che non appartiene alle vostre<br />

file e di innestarvi nella comunità ecclesiale, codeste<br />

"idee-forza", come voi le avete chiamate, possono<br />

fare molto bene a voi e molto bene al inondo<br />

giovanile che vi circonda. Molto bene a voi: perché<br />

cresce la carica di amore del prossimo, di cui voi<br />

volete essere generosi cultori; perché aumenta la<br />

L' udienza nel Cortile di S. Damaso<br />

conoscenza della realtà umana, dei bisogni morali,<br />

delle carenze sociali, delle possibilità di influsso,<br />

che sono sul vostro cammino; e perché innesta il<br />

vostro movimento nella solidarietà dello sforzo apostolico<br />

che la Chiesa promuove ed esige da tutti<br />

i suoi figli per il rinnovamento cristiano della società<br />

contemporanea. E molto bene potrete fare alla<br />

gioventù che circola d'intorno a voi. I fenomeni<br />

di decadenza che in essa si riscontrano, voi lo sapete,<br />

dipendono in buona parte dal fatto che essa<br />

non ha avuto compagni buoni, amici saggi, maestri<br />

pazienti e bravi, divertimenti sereni, libri sani, esperienze<br />

cioè positive della vita. Siate voi, Rovers carissimi,<br />

gli amici, i fratelli, le guide, gli allenatori,<br />

i compagni lieti e schietti di tanti giovani bisognosi<br />

del vostro aiuto. Avrete dato alle vostre anime nuove<br />

virtù e nuove benemerenze. Avrete fatto del vostro<br />

movimento la migliore apologià. Avrete offerto<br />

alla società un prezioso contributo di sanità inorale.<br />

Avrete professato a Cristo una testimonianza d'incomparabile<br />

valore. Avrete meritato che ancora una<br />

volta la Chiesa veda in voi dei figli forti, fedeli, generosi<br />

e militanti. Bravi, carissimi Rovers, se così<br />

sarà; e sarà certamente. Dio vi protegga. Vi assistano<br />

la Madonna ed il vostro S. Giorgio.<br />

Ed è con questi voti che Noi ora di gran cuore<br />

tutti vi benediciamo ».<br />

—*«..,„..<br />

Stato Maggiore dell'ASCI<br />

<strong>dell'Antonianum</strong><br />

CLAN «DELLE STELLE»<br />

— Assistente : P. Giovanni Ballis<br />

— Capo Clan : Ing. Giorgio Rostagni<br />

— Aiuti Capo:<br />

Piero Giro - G. Battista Rossi<br />

— Maestri Novizi :<br />

Riccardo Ruffiani - Paolo Zannini<br />

RIPARTO «BEFFINO SMANIA»<br />

— Assistente : P. Luigi Pretto<br />

— Capo Riparto : Carlo Tremolada<br />

— Aiuti Capo :<br />

Andrea Dalla Porta - Dina Sambo_<br />

Silvio Travaglia - Marco Trabucchi<br />

— Capi Sq. «Aquila»:<br />

Adelchi Mentaschi - Rob. Barbie.ro<br />

— Capi Sq. «Lupo»:<br />

Mario Garcea - Anton. Menegazzo<br />

— Capi Sq. «Scoiattolo»:<br />

Andrea Mosconi - Luigi Recarti<br />

— Capi Sq. «Castoro»:<br />

Marco Tremolada - M. Chiavato<br />

BRANCO «DEL LAGO»<br />

— Baloo : P. Ignazio Buffa<br />

— Capobranco: Sergio Dalla Costa<br />

— Aiuti Capo :<br />

Amedeo Bonini - Giuseppe Mosconi<br />

- Zelco Carlo


Campo Mobile Rover: 27 Luglio - 3 Agosto<br />

(A piedi con 20 Kg. sulle spalle, 80 Km. ed 8000 m. di dislivello; 22 partecipanti)<br />

ITINERARI :<br />

Pinci (strada Agordina), vai di Vescovà, forcella<br />

Lavaretta, casera Pian Fontana, vai dei Rossi,<br />

Soffranco di Zoldo. - Forcella Staulanza, forcella<br />

Forada, fienile Prenderà, forcella Col Duro, forcella<br />

Giau, capanna Ravà, passo Giau, col Gallina, passo<br />

Falzarego. Valparola, Settsass, Pralongià, Corvara<br />

in Badia, forcella Ciampai, Vallelunga, Selva di<br />

Gardena.<br />

Tema di marcia : «La strada del successo».<br />

Mentalità comune ; il problema della « vocazione<br />

» ; necessità di « apertura » verso chi ci circonda;<br />

« comunità » e « servizio ».<br />

Otto giorni di amicizia - DIARIO<br />

Lunedì 27<br />

ore 8,15 : Ci siamo trovati alla stazione di Padova con quegli<br />

zainoni, che ognuno si era preoccupato di pesare<br />

per potersi vantare con gli altri delle sue capacità<br />

di mulo trasportatore. Al solito ci fu l'immancabile<br />

ritardatario : P. Ballis.<br />

ore 12 : Su per la vai di Vescovà, laterale della valle Agordina....<br />

Entusiasmo e fiato grosso.<br />

L'inizio non fu spiacevole, se non per il fatto che<br />

per due ore di strada, percorsa sotto il sole, non<br />

si trovò nemmeno una goccia d'acqua.<br />

ore 21 : Siamo un po' giù di morale, la novità, lo choc<br />

causato da cambiamento ci hanno un po' abbattuti.<br />

ore 21,30: Una minestra calda, un coro a voci spiegate, una<br />

gentilezza ricevuta da un compagno, o ancor più<br />

una gentilezza offerta, ci hanno risollevato lo spirito....<br />

ore 22 : Silenzio, Ma pochi dormono, è l'eccitazione di<br />

una nuova avventura.<br />

Martedì 28<br />

ore 7,30 : Durante la S. Messa ci è presentato il tema di<br />

marcia: «II successo»,<br />

ore 14 : Comincia a piovere, ci siamo rifugiati in una<br />

malga abbandonata in vai dei Rossi, nello Zoldano:<br />

i •<br />

ore 17 : Nonostante la pioggia siamo partiti, ma poco dopo...<br />

dietro-front. I sentieri che ci avrebbero permesso<br />

di arrivare rapidamente sopra Forno di<br />

Zoldo sono spariti....<br />

ore 19 : Ci siamo «accampati» nel fienile, tutti 22. I più<br />

freschi hanno acconciato il giaciglio per tutti, altri<br />

hanno cucinato, ognuno insomma si è dato da<br />

fare per gli altri; è stato vinto l'egoismo.<br />

ore 21 : Al fuoco di bivacco a qualcuno già ciondola la<br />

testa, fuori piove ancora, il fumo dentro si può<br />

tagliare col coltello.<br />

ore 22 : Silenzio. Nessuno stasera parla : la stanchezza oppure<br />

l'intima soddisfazione per lo sforzo compiuto?....<br />

Mercoledì 29<br />

ore 14 : Finalmente un po' di riposo, ci voleva ! Siamo<br />

scesi a Soffranco di Zoldo dove abbiamo preso<br />

la corriera per Forcella Staulanza.<br />

ore 16 : La gente per strada ci guarda come se fossimo<br />

matti : «Chi ve lo fa fare...» «Ma bisogna proprio<br />

essere scout...».<br />

ore 17 : Ci sentiamo felici, siamo amici, siamo fratelli ;<br />

a contatto con la natura abbiamo capito il giusto<br />

posto in cui si devono porre le preoccupazioni<br />

e le ansietà quotidiane, e vogliamo comunicarlo<br />

agli altri con quella esuberanza e vivacità<br />

tipica della nostra età.<br />

Giovedì 30<br />

ore 12 : Dopo aver discusso la prima parte del tema di<br />

marcia (noi «rovers» sappiamo anche discutere,<br />

non solo montar tende!), iniziamo la giornata<br />

forse più bella per vastità di panorami e di vedute.<br />

ore 14 : Con un'occhiata attorno abbracciamo tutti i più<br />

bei monti dolomitici : Civetta, Marmolada, Boò,<br />

Sorapis, Croda del Lago, Antelao; il Pelmo ce<br />

l'abbiamo proprio sopra.<br />

Sorriso tra le roccie<br />

1P>


ore 16 :<br />

ore 20,30:<br />

Venerdì 31<br />

ore 13 :<br />

ore 18,30:<br />

ore 21,15:<br />

ore 23<br />

Sabato 1<br />

ore 18<br />

Domenica<br />

ore 8 :<br />

ore 10<br />

ore 14<br />

ore 17<br />

ore 21<br />

Scoppiano le « crisi », i « sani » si sobbarcano il<br />

peso degli altrui zaini. Altra prova di amicizia.<br />

Ancora una volta ci facciamo da mangiare alla<br />

luce delle stelle, così non vediamo quello che<br />

mangiamo.<br />

Abbiamo assalito e «conquistato» il rifugio Passo<br />

Giau. Dopo il nostro pranzo (finalmente con<br />

le gambe sotto una tavola) le dispense del rifugio<br />

erano letteralmente vuote.<br />

Siamo al Falzarego: .... un po' di civiltà!...<br />

Dobbiamo ancora mangiare e montare le tende :<br />

il «Marchese di Valparola», così si è autodefinito,<br />

ci ha scacciato dal suo bosco privato perché<br />

stava preparando la caccia al capriolo. Dio lo benedica.<br />

Diluvia. Brindisi in onore di S. Ignazio : P. Ballis<br />

e Giorgio portano a ciascuno nella propria...<br />

«dimora» un sorso di grappa. Anche questa è<br />

una gioia....<br />

Abbiamo attraversato il Settsass e il Pralongià,<br />

per accamparci sopra Corvara. La disposizione<br />

delle tende nel campo è particolarmente ordinata,<br />

il fuoco di bivacco viene fatto a regola d'arte;<br />

una piccola dimostrazione di tecnica scout....<br />

2<br />

E' stata celebrata la Messa più «ventilata» a cui<br />

io abbia mai assistito ; sul dorso di un crinale il<br />

vento ci sferzava e ci faceva stare in ansia per<br />

la sorte delle particole che minacciavano di spargersi<br />

qua e là.<br />

Assalto a Corvara. Tutti i negozi furono invasi<br />

dalla nostra «orda» di affamati !<br />

Abbiamo portato a termine l'ultima estenuante<br />

salita del campo a Forcella Ciampai nel gruppo<br />

Puez-Odle. Aleggia tra di noi una certa soddisfazione<br />

che mal cela molta nostalgia.<br />

Al campo molti avevano il basso schiena ammaccato<br />

dai frequenti inciampi della «perfida» discesa<br />

per un ghiaione scoscesissimo.<br />

Al fuoco ognuno di noi riferisce le proprie impressioni<br />

di questi 7 giorni di campo mobile.<br />

ore 23 :<br />

Lunedì 3<br />

ore 10 :<br />

S. Messa al Campo<br />

Tutti sono contenti, di ciò che hanno ricevuto,<br />

di ciò che hanno dato. Non sono mancate le critiche<br />

un po' per l'organizzazione un po' per il proprio<br />

egoismo. Molto è stato fatto, l'anno prossimo<br />

si cercherà di fare meglio.<br />

Si ritarda il silenzio, si cerca in tutti i modi di<br />

prolungare queste ultime ore di fraternità.<br />

Il «Canto dell'Addio» è il momento più triste, più<br />

commovente. Gli occhi di tutti sono un po' lucidi.<br />

Ognuno ripensa in questo momento le fatiche,<br />

i sacrifici, le soddisfazioni, le gioie di questi indimenticabili<br />

ma pur brevi giorni.<br />

Dopo aver discesa la Vallonga a voci spiegate, eccoci<br />

finalmente a Selva di Val Gardena. Il campo<br />

mobile è finito; ma resterà in noi il comune<br />

desiderio di continuare questa magnifica esperienza<br />

di vita «vera» anche nell'atmosfera spesso<br />

opprimente della città.<br />

AMEDEO<br />

Impresa dell'anno : costituzione del riparto Scout<br />

"A. CARREL" alla Sacra Famiglia<br />

Lo scorso anno Ruffatti, Bianchini e Dallaporta<br />

hanno preparato il terreno.<br />

Quest' anno Checco Moschetti, infaticabile, con<br />

Gianni Bianchini, Paolo Zanini e l'appoggio entusiasta<br />

di Don Mario Zannoni, ha costituito un riparto<br />

di tre squadriglie.<br />

Un risultato concreto : al campo di Pozza 6 dirigenti<br />

con 20 ragazzi.<br />

Gli aspetti salienti del lavoro<br />

Si suoi dire che le soddisfazioni vengono dal superamento<br />

delle difficoltà e noi certamente abbiamo potuto sperimentarlo.<br />

I problemi iniziali erano molti : cominciare da<br />

zero in un ambiente sconosciuto, riuscire a fare una propaganda<br />

efficiente presso i ragazzi, convincere le famiglie<br />

sulla validità dei nostri fini e del nostro metodo, trovare<br />

una sede idonea, acquistare in breve tempo l'attrezzatura<br />

necessaria alle nostre attività.<br />

I ragazzi, dopo un primo periodo di incertezza, risposero<br />

con entusiasmo, tanto che risultò necessaria una selezione.<br />

Fatta l'Italia, bisognava però fare gli Italiani. Costituito<br />

il Riparto, bisognava fare gli scouts ; alle difficoltà di<br />

carattere organizzativo, risolte brillantemente grazie soprat-<br />

in


A Pozza di Passa, dall'11 al 25 Luglio,<br />

anche il Campo Estivo del<br />

Riparto «Beppino Smania»: 26 Ragazzi<br />

e 4 dirigenti.<br />

Fa o Signore....<br />

«Fa o Signore che io abbia le mani pure, pura<br />

la lingua, puro il pensiero». La preghiera continua<br />

ritmica e profonda mentre il sole ormai sorto illumina<br />

le tende e colora le montagne quasi per incanto.<br />

Lì, attorno all'altare da campo, venticinque<br />

ragazzi offrono la loro giornata a Dio e rinnovano<br />

il loro impegno di vita scout e cristiana. Fra poco<br />

li attenderà l'avventura, il gioco, l'allegria; correranno<br />

per i boschi, arrossati soffieranno sul fuoco<br />

per cucinare, eppure sono lì, fermi sull'attenti ad<br />

innalzare la loro preghiera al Signore. Quelle parole<br />

non si perdono fra i pini o i primi raggi del<br />

sole ma rimangono nel loro animo ed imprimono<br />

uno stile alle loro azioni.<br />

Un'atmosfera particolare avvolge il campo, una<br />

alacrità sana, un ridere spensierato, un impegno<br />

singolare. Ognuno ha il suo compito nell'ambito<br />

della squadriglia e fa di tutto per adempierlo bene.<br />

Nel gioco combatte con passione, la sera, attorno<br />

al fuoco di bivacco, si sente unito ai suoi<br />

compagni sotto il ciclo stellato. Partecipa alla vita<br />

comune, è cortese, si comporta lealmente anche<br />

quando è solo.<br />

Ogni mattina chiede tutto questo al Signore,<br />

sull'attenti, quasi pronto ad un comando, non solo<br />

per i giorni sereni del campo, ma per la vita di<br />

tutto alla collaborazione veramente entusiasta del Parroco,<br />

si aggiungevano e in parte sostituivano quelle di carattere<br />

psicologico.<br />

C'è una bella differenza tra una banda di ragazzi e un<br />

Riparto scout, e il passaggio è naturalmente graduale. Lo<br />

spirito di generosità, di fratellanza e lealtà, il senso del dovere<br />

e della responsabilità, l'abitudine alla disciplina non<br />

possono essere acquistati immediatamente ma attraverso<br />

una lenta e paziente opera di educazione. Questo lavoro è<br />

meno appariscente e più difficile, ma fallire in esso renderebbe<br />

inutile il nostro servizio. La maggior parte dei ragazzi<br />

considera inizialmente lo «scautismo» soltanto come un<br />

gioco e spesso vi porta anche le caratteristiche meno positive<br />

della propria personalità in formazione : rivalità, violenza,<br />

indisciplina, egoismo. Nostro compito è cercare di<br />

migliorarli senza riuscire pesanti, mantenendo in loro il<br />

primo entusiasmo e lasciando libero sfogo al desiderio di<br />

gioco. Un lavoro paziente, talvolta collettivo, ma più spesso<br />

individuale.<br />

Al campo, svoltosi a Pozza di Passa, vicino agli esplo-<br />

Sceno di Campo<br />

ogni giorno, di sempre. Non c'è retorica in ciò, ma<br />

la semplicità dell'acqua che scorre nel torrente, dei<br />

fiori che assorbono la rugiada.<br />

Un'avventura meravigliosa il campo I Un susseguirsi<br />

di imprevisti che temprano il carattere, ma<br />

soprattutto una preghiera attiva al Signore per renderci<br />

migliori e «per avvicinarci maggiormenete al<br />

Suo Divino Figliuolo Gesù».<br />

C.T.<br />

ratori del «Beppino Smania», portammo tre squadriglie per<br />

un totale di venti ragazzi. Non nascondiamo che sulla sua<br />

riuscita eravamo inizialmente preoccupati perché quasi tutti<br />

erano al primo campo e temevamo che molti lo considerassero<br />

solo una bella avventura. E' stato invece un brillante<br />

collaudo per la nuova unità e specialmente dal punto di<br />

vista spirituale si sono ottenuti notevoli risultati.<br />

Il nostro gruppo può contare ora su due riparti efficienti<br />

e questa espansione, non solo dimostra l'attualità dello<br />

scautismo, ma garantisce al Clan dei Rovers ogni anno un<br />

numero sufficiente di nuove leve pronte a dare il meglio<br />

di sé per la formazione dei più giovani. E' lo scopo primo<br />

dell'Associazione; era il nostro quando nel '63 abbiamo iniziato<br />

questa apertura verso un nuovo ambiente.<br />

E' stato senza dubbio un lavoro alquanto faticoso, che<br />

ha impegnato ininterrottamente il nostro tempo libero, ma<br />

tuttavia un'esperienza appassionante che induce a ripetere<br />

la nota frase manzoniana: «Si dovrebbe pensare più a far<br />

bene che a star bene, e così si finirebbe anche a star meglio».<br />

F. M. & G.A. B.<br />

!


Convegno Nazionale<br />

I Collegi<br />

11 Convegno Nazionale di Studio «I Collegi universitari<br />

in Italia» si è svolto a Milano dal 13 al 15 novembre presso<br />

la sede dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.<br />

I rappresentanti di tutti i più importanti Collegi Universitari<br />

Italiani, fra i quali noi <strong>dell'Antonianum</strong>, vi hanno<br />

portato un contributo di idee ed esperienze in un incontro<br />

e scontro risultato nel complesso utile e costruttivo.<br />

Incontro e scontro perché, nella odierna situazione italiana,<br />

il fenomeno Collegio Universitario si articola in istituzioni<br />

fra loro assai diverse; e lale diversità, che si riconduce<br />

per lo più alla natura, privata o pubblica, dei finanziamenti,<br />

ne informa in modo tatara discordante gli scopi.<br />

E' per questo che il Convegno Milanese, puntualizzato<br />

da quattro relazioni dovute - rispettivamente - ai docenti<br />

prò/. Felice Battaglia, prof. Giulio Gundezzo, prò/. Aurelio<br />

Bernardi, prof. Umberto Potoschnig, ha espresso il suo aspetto<br />

più interessante nella vivace dialettica delle opinioni,<br />

via via dai partecipanti manifestate.<br />

Ne è uscito, sia pur con gli inevitabili sfasamenti che<br />

ogni tipizzazione comporta, un modello di Collegio universitario,<br />

realtà per ora solo ideale, ma che niente impedisce<br />

sperare in un prossimo futuro attuata.<br />

Si è da tutti convenuto che l'ambiente universitario,<br />

così come si presenta oggi nel nostro Paese, manifesta una<br />

indubbia insufficienza per quanto riguarda la totale formazione<br />

umana dell' individuo.<br />

L'Università svolge infatti la sua specifica funzione coltivando<br />

in maniera per lo più nozionistica le intelligenze e<br />

aumentandole in una determinata specializzazione.<br />

Essa crea specialisti e non uomini specializzali. In questo<br />

contesto si inserisce il Collegio universitario, la cui funzione<br />

primaria deve essere quella di una integrale formazione<br />

culturale, intendendo per cultura tutto ciò che manifesta<br />

la grandezza della persona e tende ad arricchirla.<br />

In verità questa affermazione di principio è stata, da<br />

parte di alcuni, a lungo contestata in nome di una visione<br />

più angusta ed esclusivamente para-intellettuale del Collegio;<br />

secondo quest'ultima opinione il Collegio deve essere<br />

non altro che rocca di belli impegni, fucina della futura<br />

élite sociale. E non è mancato anche chi ha ritenuto do-<br />

24 —<br />

P. Fontana col Gruppo degli Universitari <strong>dell'Antonianum</strong><br />

di Studio<br />

Universitari in Italia<br />

versi avvicinare il Collegio universitario, a forme assistenziali,<br />

tipo Casa dello Studente, dove sembra del tutto assente<br />

ogni scopo educativo od umanistico.<br />

Ferma restando l'equazione precedente Collegio universitario<br />

= integrale formazione culturale, è parso che il Collegio<br />

possa realizzare la sua funzione secondo una duplicità<br />

di iniziative: da un lato quelle che si potrebbero definire<br />

umanistico-culturali.<br />

Le prime vogliono far penetrare più profondamente gli<br />

studenti nel vivo dei problemi di Facoltà, allargando la loro<br />

conoscenza nelle discipline proprie e aggiornandone la<br />

preparazione ai più recenti sviluppi.<br />

Tuttavia le attività scientifico culturali possono operare,<br />

secondo affermavano più docenti, ad un livello più particolare.<br />

Se è vero che in alcune Facoltà universitarie altissima<br />

è la percentuale delle riprovazioni, pare che il Collegio debba<br />

sopperire col rimedio di corsi a carattere ripetitivo, tenuti<br />

da professori o assistenti universitari, in modo da ovviare<br />

a quelle carenze didattiche e di programmi che sembrano<br />

essere la causa prima del fenomeno. E si vede qui<br />

come la cooperazione tra Collegio ed Università sia indispensabile<br />

e in qualche caso insostituibile.<br />

Il terzo momento infine di questa orchestrazione, come<br />

i più hanno sottolineato, deve essere costituito da organizzazioni<br />

cinematografiche, teatrali, turistiche per consentire<br />

agli studenti una partecipazione più frequente ai problemi<br />

del mondo che li circonda. Dove però il Collegio universitario<br />

attua la sua peculiare ragione di essere (ma non nego<br />

che sul punto si sono manifestati al Convegno certi contrasti)<br />

è sul piano dei valori umani, spirituali e sociali.<br />

Questo margine formativo, esplicato dalle attività umanistico-culturali,<br />

deve condurre alla preparazione alla vita<br />

famigliare, professionale e sociale.<br />

A questo punto è sembrato opportuno a qualche convegnista<br />

porre l'accento su di un concetto basilare per il Collegio<br />

universitario in quanto ente pluralistico, e cioè sul<br />

senso di comunità.<br />

Se la comunità si distingue dalla collettività per il fatto<br />

che in questa le finalità sono perseguite mediante una


organizzazione esterna e in quella Invece si verifica una cospirazione<br />

di intese, che muovono dall'interno di convinzioni,<br />

non v'è dubbio che il Collegio è comunità.<br />

Ne risulta, (e qui si è sentita la voce degli studenti) il<br />

ruolo insostituibile dei Collegiali, che, in spirito di solidarietà<br />

democratica, gli uni vicino agli altri, i ricchi con i poveri,<br />

devono diventare partecipi diretti e non meri oggetti della<br />

realtà collegiale. La vitalità di un organo di rappresentanza<br />

degli studenti, non è utile solo per il coordinamento delle<br />

attività, ciò che è il suo compito permanente, ma soprattutto<br />

per sollecitare gli studenti stessi ad un preciso<br />

impegno di responsabilità, per abituarli alla dinamica interna<br />

di un sistema democratico.<br />

Si arriva così al problema, vivamente dibattuto in sede<br />

milanese, della fecondità o meno della presenza contemporanea<br />

nel Collegio universitario di studenti paganti e non<br />

paganti. Certo è che, i gruppi sociali del Collegio rispecchiano<br />

fedelmente il profilo sociale, nascerebbe la possibilità<br />

di contatti proficui e di largo respiro.<br />

Il problema toccato è evidentemente in relazione con i<br />

criteri selettivi per l'ingresso nei Collegi; criteri per ora, e<br />

tanto esige la realtà economico-sociale del Paese, necessariamente<br />

ristretti, ma che si desiderano in futuro più larghi,<br />

tali insomma da permettere un allargamento di base.<br />

A questo punto noi <strong>dell'Antonianum</strong>, in questo autorevolmente<br />

preceduti dai colleghi del «Don Mazza», abbiamo<br />

postulato un allargamento del discorso a valori cristiani.<br />

Noi siamo infatti dell' opinione che tale allargamento<br />

non comporti affatto diminuzione o misconoscimento dei<br />

valori più autenticamente umani.<br />

Per quanto attiene all'incidenza della componente reli-<br />

giosa direttamente nella vita di Collegio due sono sembrate<br />

le direttive fondamentali da seguire: la prima consiste<br />

nel portare gli studenti a porsi correttamente il problema<br />

religioso. La seconda nell' offrire loro nell' esperienza della<br />

comunità liturgica il mezzo per inserirsi nelle correnti storiche<br />

della salvezza e per recare i valori di questa nella visione<br />

unitaria di tutta la loro esistenza.<br />

Per quanto si riferisce invece all'incidenza della componente<br />

religiosa nella vita di Collegio quale preparazione<br />

alla concreta realtà del mondo di domani, pare innanzitutto<br />

basilare l'approfondimento del concetto di professione<br />

in termini di servizio degli altri.<br />

Grande rilievo deve essere poi dato, come avemmo a<br />

dire, all'idea di famiglia quale possibilità di autentica santificazione<br />

e cioè come espressione nella terrestre società,<br />

della santità della Chiesa, esperienza di amore umano e<br />

strumento di grazia.<br />

Finalmente di fronte alla stanchezza ed alla sfiducia<br />

nelle istituzioni democratiche oggi incombente, compito del<br />

Collegio universitario cattolico è, s'è detto, quello di far<br />

sentire il peso della responsabilità di ciascuno alle sorti della<br />

società; l'immagine sopradescritta di Collegio universitario,<br />

risultante dalle piccole tessere recate da ciascun convegnista,<br />

non vuole essere né esauriente né condizionante :<br />

essa, tenendo conto dei dati storici attuali, rappresenta tuttavia<br />

quel che di meglio si può fare e perciò si pone come<br />

tipo.<br />

I futuri, auspicati rapporti tra Collegi, nuovamente sensibilizzando<br />

la problematica in materia, non mancheranno<br />

certo di aggiungere nuovi elementi a questa analisi.<br />

ANTONIO REPOSO<br />

IV a Mostra Fotografica Universitaria 1965<br />

Organizzata dal Gruppo Culturale "ANTONIANUM" di Padova<br />

II concorso è riservato a tutti gli studenti universitari.<br />

Verranno assegnati<br />

— per il bianco e nero:<br />

I PREMIO Medaglia d'oro e L. 20.000<br />

II PREMIO Medaglia d'argento e L. 5.000<br />

III PREMIO Medaglia di bronzo<br />

— per il colore :<br />

PREMIO UNICO L. 10.000<br />

Premio speciale per il ritratto<br />

Premio speciale per il soggetto religioso<br />

Per altre opere segnalate premi consistenti in materiale<br />

fotografico offerto da note Ditte.<br />

NORME DEL CONCORSO<br />

1) II tema è libero.<br />

2) Le stampe possono essere in bianco e nero ed a colori;<br />

formato minimo: bianco e nero 24 x 30; colore 20 x 25.<br />

3) Le fotografie non devono essere montate e devono recare<br />

a tergo generalità ed indirizzo dell'autore, nonché il<br />

titolo.<br />

4) La quota di partecipazione è di L. 500 fino a due opere<br />

e di L. 900 fino a cinque opere.<br />

5) Termine di presentazione: 31 MARZO 1965.<br />

6) La mostra verrà allestita presso l'entrata da via Briosco<br />

DAL 12 AL 27 APRILE - Orario: dalle ore 19 alle 21.30.<br />

7) La giuria si riserva di scegliere ed accettare le foto che<br />

ritiene meritevoli.<br />

8) Si darà la maggior cura alle opere ricevute, ma non si<br />

assumono responsabilità per smarrimenti ed avarie.<br />

9) La restituzione delle opere dev'essere richiesta dagli interessati<br />

non oltre dieci giorni dalla data di chiusura<br />

della mostra.<br />

COMMISSIONE ESECUTIVA:<br />

Finzi Contini Roberto<br />

Gottardo Cesare<br />

Puglierin Gabriele<br />

GIURIA :<br />

Padre Antonio Covi, Consulente Eccl. del Cinefonim<br />

«Antonianum»<br />

Enrico Schiavinato, pittore<br />

Paolo Spezzani, fotografo<br />

Guido Delia, studente universitario<br />

Rivolgersi personalmente o per posta a:<br />

IV MOSTRA FOTOGRAFICA UNIVERSITARIA<br />

presso Collegio Universitario «Antonianum»<br />

Via Donatelle 16<br />

PADOVA<br />

— 25


ff-vUXvtf/Vi'<br />

P. Ballis, n. 2 della Scuola di Religione (n. 1 è P. Pretto) sorride<br />

ai suoi premiati ed augura a tutti gli amici felicissimo Natale e<br />

Capodanno da una situazione quanto mai... amletica!<br />

ELENCO PREMIATI DELLA SCUOLA DI RELIGIONE NELL'ANNO 1964<br />

V SUPERIORE<br />

1° Pietrogrande Rinaldo<br />

2" Pegoraro Giampaolo<br />

Peruzzi Lorenzo<br />

Todeschini Giovanni<br />

3° Salce Luigi<br />

Altichieri Tullio<br />

IV SUPERIORE<br />

1" Mosconi Giuseppe<br />

Todeschini Agostino<br />

2" Todeschini Giambattista<br />

Zaccaria Giuseppe<br />

3" Sambo Dino<br />

Tessari Giacomo<br />

Menzione Onorevole<br />

Paoletti<br />

Bellavitis Ezio<br />

III SUPERIORE A<br />

1° Apergi Francesco<br />

Beltrame Mario<br />

2° Staffolani Rodolfo<br />

3" Tremolada Federico<br />

Poli Nicolo<br />

III SUPERIORE B<br />

1" Cornoldi Cesare<br />

Menegazzo Giorgio<br />

Pettenello Roberto<br />

2° Garbar! Giuliano<br />

Favero Roberto<br />

3° Nazari Maurizio<br />

II SUPERIORE A<br />

1" Marchiori Gabriele<br />

Benettin Giancarlo<br />

2° Revoltella Piero<br />

3" Carretta Lucio<br />

Solerò Francesco<br />

II SUPERIORE B<br />

1" Finesso Sergio<br />

2" Mosconi Andrea<br />

3° De Poli Aldo<br />

SUPERIORE A e B<br />

1" Dan Wladimiro<br />

Tremolada Marco<br />

Motta Gianni<br />

2° Dente Bruno<br />

Pietrogrande Alberto<br />

3" Caporali Roberto<br />

Narpozzi Marino<br />

Sacco Italo<br />

Romanelli Renato<br />

III MEDIA<br />

1" Pitteri Alessandro<br />

Breda Bruno<br />

2" Prosdocimi Marco<br />

Mede Antonio<br />

3° Giordano Antonio<br />

II MEDIA<br />

1° Fracanzani Piero<br />

Gobbin Caudio<br />

Leoni Ezio<br />

Liccardo Luciano<br />

2" Trabucchi Giuseppe<br />

3" Favero Luigi<br />

I MEDIA<br />

1" Alberti Arnaldo<br />

Olivi Giuseppe<br />

Grassetto Maurizio<br />

2" Bràcci Alberto<br />

Berti Alessandro<br />

3" De Besi Benedetto<br />

V ELEMENTARE<br />

1" Gobbin Carlo<br />

Sormani Francesco<br />

2" Erigi Roberto<br />

Bazzolo Stefano<br />

3" Scattolin Nicola<br />

GIORNATA MISSIONARIA<br />

1° Benettin Giancarlo (abb.)<br />

2" Pegoraro Giampaolo<br />

Covi Pierluigi<br />

3" Carretta Lucio<br />

RIMANDIAMO AL PROSSIMO NUMERO UN SERVIZIO PIÙ' COMPLETO DELLA FESTA DELL'IMMACOLATA E DELLA PREMIAZIONE<br />

26 —


Follerai! entra nella Sala Accademica preceduto da P. Casella<br />

Cronache Varie<br />

Raoul Follerai!<br />

ali' Antonianum<br />

Tenne una conferenza nella sala-teatro<br />

gremita come nelle grandi occasioni.<br />

Il Follerai! è ormai conosciuto in<br />

tutto il mondo come apostolo infaticabile<br />

dei lebbrosi. Nato nel 1903 a Nevers,<br />

da famiglia di industriali, si laureò<br />

alla Sorbona e si rivelò presto come<br />

poeta, drammaturgo, scrittore vivace<br />

e moderno, accolto come corrispondente<br />

da importanti giornali stranieri.<br />

Nel 1935 ebbe coi lebbrosi in Africa<br />

un impressionante incontro, che cambiò<br />

le direttive della sua vita. Resosi conto che i lebbrosi<br />

sono tra gli esseri più infelici e peggiormente trattati del<br />

mondo, volle studiarne a fondo il problema. Sposatosi, si<br />

recò insieme con la moglie (entrata presto nei suoi piani)<br />

nei centri più popolati dai lebbrosi. Stette in loro contatto<br />

per trent'anni giungendo alle conclusioni :<br />

a) che i lebbrosi oggi sono ancora più di quindici milioni<br />

nel mondo, respinti, in gran parte abbandonati da tutti<br />

per il terrore di esserne contagiati ;<br />

b) che la lebbra, tra le malattie contagiose, è la meno<br />

contagiosa. Per trent'anni egli ha mangiato con loro ha stretlo<br />

loro la mano, li ha baciati senza alcun danno. Tutti i<br />

congressi scientifici degli ultimi decenni gli hanno dato ragione.<br />

Sono quindi ingiusti tutti quegli ostracismi contro<br />

di loro da parte di tutti i popoli, che li ridusse alla condizione<br />

di morti vivi per millenni ;<br />

e) che la lebbra è d'altra parte curabile come se ne hanno<br />

già risultati sicuri.<br />

L'apostolato del Follerau, esercitato con spirito profondamente<br />

religioso, è uno dei più vasti organizzato da un<br />

uomo in questo secolo.<br />

Or. Don Palm irò Donnini nell'Africa C.le<br />

La sera della Vigilia dell'Immacolata un folto gruppo di<br />

<strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> <strong>dell'Antonianum</strong>, specialmente Bresciani, su invito<br />

di P. Casella, dell'Ing. Gnutti e del Dr. Pozzi, in Brescia,<br />

si strinsero attorno all'amico <strong>Ex</strong> Alunno Don Palmiro<br />

Donnini, Professore e Vice Rettore del Seminario di Erescia,<br />

chiamato ora nel Congo Centrale per dirigervi l'Ospedale<br />

delle Missioni.<br />

<strong>Ex</strong> Alunno <strong>dell'Antonianum</strong>, è laureato in medicina. Fattosi<br />

Sacerdote lavorò assiduamente nel Seminario di Brescia.<br />

Gli abbiamo presentati gli auguri di tutti gli amici <strong>Ex</strong><br />

<strong>Alunni</strong> dimostrandogli tutta la nostra ammirazione anche<br />

con qualche offerta. - Pubblicheremo le<br />

sue lettere che riceveremo dal suo nuovo<br />

campo di lavoro tanto arduo ai nostri<br />

giorni.<br />

La Giornata Missionaria<br />

La Giornata Missionaria qucst' anno<br />

fu particolarmente fruttuosa per merito<br />

dei soci della Lega Missionaria Studenti<br />

assistiti da P. Buffa. - Abbiamo<br />

già elencati tra i premiati quelli che<br />

lavorarono con maggior zelo. - Mentre<br />

l'anno scorso la raccolta era stata di<br />

duecentomila lire, quest'anno ha superato<br />

le quattrocentocinquantamila.<br />

Scene della Giornata Missionaria Mondiale


Due premi a<br />

"PARLERAI,,<br />

di<br />

Giovanni<br />

// documentario a colori « Parlerai »,<br />

di cui la nostra rivista ha dato ampia<br />

cronaca nel numero di giugno <strong>'64</strong> (pagine<br />

24-27), è ormai bene avviato sulla<br />

sua strada. Nel giro di soli tre mesi<br />

ha colto ben due allori, cioè due riconoscimenti<br />

ai Festival di Venezia e di<br />

Milano.<br />

Ha partecipato anzitutto alla XV Mostra<br />

del Documentario svoltasi a Venezia,<br />

a metà agosto. Il film, ammesso alla<br />

Mostra dopo una rigorosa selezione,<br />

ha ottenuto il «Timone d'oro».<br />

La giurìa, nominata dal «Centro Italiano<br />

Relazioni Umane» e composta dal<br />

prò/. Alberto Pesce (presidente), dott.<br />

Francesco Dorigo, dott. Guido Mazzuccato,<br />

dott. Giorgio Barusco (segretario),<br />

dopo un attento esame dei documentari<br />

presentati e in relazione alle finalità<br />

particolari del Premio, ha deciso di assegnargli<br />

il «Timone d'oro».<br />

Ecco la motivazione : «per avere documentato<br />

con efficacia e decoro formale<br />

un metodo pratico di rieducazione<br />

degli organi fonetici delle bambine<br />

sordomute, ai fini di un loro reinserimento<br />

nella famiglia e nella società».<br />

La giuria ritiene inoltre di segnalare<br />

il documentario di James Blue (USA):<br />

«La marcia su Washington», come «libera<br />

testimonianza di una giusta battaglia<br />

per il riconoscimento dei diritti civili<br />

alla gente di colore».<br />

28 —<br />

Alla XV Mostra Veneziana del Film documentario viene consegnato al regista Tessaro<br />

il «Timone d'oro».<br />

Nella serata di domenica 16 agosto,<br />

al Lido, il Presidente della Giuria, prof.<br />

A. Pesce, ha consegnato al concittadino<br />

Giovanni Tessaro l'elegante «Timone<br />

d'oro».<br />

A breve distanza, il film fu inviato<br />

alle «Giornate internazionali di cinematografìa<br />

specializzata», svoltesi a Milano<br />

dal 19 al 21 ottobre, promosso dal<br />

M.I.F.E.D. (Mercato internazionale Film<br />

e Documentari) e dall'A.N.I.C.A. (Associazione<br />

Nazionale Industrie Cinematografiche).<br />

La giuria ha premiato cinque<br />

categorie: film industriali, d'animazione,<br />

pubblicitari, televisivi e culturali;<br />

in quest'ultima il primo premio, cioè<br />

la targa «AN1CA-MIFED» con medaglia<br />

d'oro è stato assegnato al documentario<br />

«Parlerai», come la ««migliore realizzazione<br />

nel settore della cinematografia<br />

educativa».<br />

A nome della «Vita-Film» e della<br />

« Perla - Cinematografica », ha ritirato il<br />

premio la signorina Maura Chinazzi da<br />

Mr. Mercier, Presidente degli enti cinematografici<br />

distributivi francesi, che,<br />

nel darlo, si è compiaciuto «per il coraggio<br />

dell'iniziativa dei produttori nell''affrontare<br />

e nello svolgere, con ottimo<br />

livello tecnico ed artistico, un soggetto<br />

particolarmente difficile e altamente umano».<br />

In ripetute proiezioni si sono<br />

poi interessate al film la Televisione di<br />

Germania, Italia, G. Bretagna, Bulgaria,<br />

mentre quella Svizzera ha segnalato il<br />

film ali' UNESCO, per una sua diffusione<br />

mondiale nell' ambito delle finalità<br />

culturali dell'Unione. Il Presidente della<br />

«Vita-Film», avv. Guido Pallaro, ha<br />

fatto pervenire al regista Tessaro, a Roma,<br />

le congratulazioni per il secondo<br />

premio ottenuto dal suo film nel giro<br />

di tre mesi e l'invito a presenziare a<br />

Padova, tra breve, ad una serata in cui<br />

si farà conoscere al pubblico della città<br />

il suo riuscito film. Tessaro ha accettato<br />

l'invito, per quanto lo abbia raggiunto<br />

in pieno lavoro per la realizzazione<br />

di una serie di short televisivi su<br />

«I paesaggi danteschi».<br />

Del delicato documentario «Parlerai»<br />

avevamo già parlato e indicato i pregi.<br />

La regìa valorizza con metodo nuovo,<br />

ma soprattutto con vero senso d'arte,<br />

l'ambiente, i mezzi e l'opera dedicati a<br />

rieducare e possibilmente a risanare,<br />

dall'infanzia, le giovani sordomute, nella<br />

villa della Contessa Valmarana a Noventa<br />

Padovana.<br />

Le inquadrature dell'azione, la spontaneità<br />

degli episodi e la bontà del colore,<br />

avevano già riscosso la sincera ammirazione<br />

di quanti, fin dalla prima visione<br />

privata, a Padova, assistettero alla<br />

proiezione del film che ora ha ottenuto<br />

così lusinghiero e meritato successo.<br />

CIACK


Ali' inaugurazione della stagione del Cineforum «Antonianum» si è svolto un dibattito su! recente film di Kubriek cui hanno partecipato<br />

(da sinistra) : P. Antonio Covi, il critico cinematografico del quotidiano «L'Arena» di Verona, dott. Luigi Barbesi, lo sceneggiatore<br />

romano dott. Luigi De Santis, critico di «Bianco e Nero» e «Rivista del cinematografo», e il presidente del Cineforum prof Vincenzo<br />

Viscidi, della nostra Università.<br />

cineforum<br />

II Cineforum Antonianum ha iniziato<br />

la sua stagione 1964-65 martedì 10 novembre<br />

per gli studenti universitari e<br />

mercoledì 11 per i professionisti, proiettando<br />

un'opera satirico-farsesca dell'americano<br />

Stanley Kubriek, «II dottor<br />

Stranamore». E' questi il primo di<br />

un ciclo dedicato al film «politico» che,<br />

come si ricorderà, fu preannunciato nel<br />

precedente numero della Rivista.<br />

Il programma di quest'anno non ha<br />

subito importanti cambiamenti d'impostazione:<br />

rimane l'«informativa», sezione<br />

che accoglie particolari opere, degne<br />

di altrettanta particolare segnalazione;<br />

e stata, invece, inserita una «serata del<br />

documentario» che si propone di offrire<br />

ai soci un programma d'alto livello<br />

con un genere a torto continuamente osteggiato<br />

dal pubblico italiano; avremo<br />

i tre fondamentali cicli preannunciati,<br />

vale a dire il citato «mondo della politica»,<br />

«parabola del western» e «romanzo<br />

e film». Una rievocazione della prima<br />

guerra-mondiale, più la presentazione<br />

di altri treo quattro film completerà<br />

il programma che, di seguito, esponiamo.<br />

// mondo della politica: «II dr. Stranamore»,<br />

«La ballata del boia» (che<br />

sembra non politico ma lo è, amara-<br />

mente), «Sette giorni a maggio» e «Mani<br />

sulla città».<br />

Parabola del genere western: «L'occhio<br />

caldo del ciclo», «L'uomo di Laramie»<br />

e «Compagnia di codardi?».<br />

Dal romanzo al film: «La ragazza di<br />

Bube», «All'ovest niente di nuovo» (che,<br />

a maggior ragione, rientra tra quelli<br />

rievocanti la grande guerra), «II buio<br />

oltre la siepe» e «Le avventure di don<br />

Chisciotte».<br />

Vedremo, poi, «I fidanzali» di Olmi,<br />

«L'infanzia di Ivan» del russo Tarkousky,<br />

«West-front 1918» del tedesco Pabst,<br />

«II Piave mormorò» di D'Incerti e<br />

Guerrasio, oltre a qualche altro scelto<br />

nella produzione nazionale eli quest'anno.<br />

Prima di recensire il dibattito inaugurale,<br />

confermiamo le due annunciate<br />

iniziative del Cineforum Antonianum :<br />

l'inizio del corso di cultura cinematografica<br />

che avverrà nel prossimo febbraio<br />

e l'invio settimanale, a domicilio<br />

dei soci, di una scheda informativa sul<br />

film in programma settimanalmente, e<br />

ciò al fine di mantenere più stretti e<br />

confidenziali legami con la famiglia del<br />

Cineforum, mettendola in grado di seguire<br />

più attentamente e da vicino l'attività<br />

in corso.<br />

Ed eccoci alla serata «fantapolitica».<br />

Dinanzi allo schermo, il Presidente del<br />

Cineforum, prof. Viscidi, presenta i critici<br />

intervenuti : dott. Barbesi («L'Arena»<br />

di Verona), De Santis (collaboratore<br />

della rivista «Cineforum») e Padre<br />

Covi (consigliere del Cineforum). Il<br />

primo, dopo aver spiegato il significato<br />

del moclernissimo genere cinematografico<br />

che consiste nel raccontare accadimenti<br />

futuri legati a circostanze attuali,<br />

ha affermato essere il film il primo<br />

di tale tipo e di considerarlo parzialmente<br />

realizzato m quanto Tentativo, esperimento.<br />

De Santis s'è invece mostrato<br />

polemico ed ha esaltato il film<br />

che, a suo dire, ha un valore eccezionale<br />

e dimostra la coerenza ideologica<br />

del suo autore, nonostante che l'edizione<br />

italiana abbia accentuato arbitrariamente<br />

e gravemente i caratteri buffoneschi<br />

dei personaggi, cinici e allucinanti<br />

all'origine. Così come ci è apparso, però,<br />

è quel che è e pertanto va severamente<br />

giudicato. L'intervento, a tale<br />

proposito, di Padre Covi, ha sortito l'effetto<br />

di alimentare la polemica con De<br />

Santis.<br />

Eccellente spettacolo, anche se macchinoso<br />

— ha detto P. Covi — presenta<br />

personaggi non troppo autentici, anzi<br />

manichini non credibili; il gioco è<br />

pericoloso, nessuna concreta prospettiva<br />

è indicata all'umanità che si autodistrugge<br />

attraverso personaggi alla soglia<br />

del paradosso. Tutto ciò squalifica<br />

moralmente il film. De Santis, dal can-<br />

— 29


to suo, non negava certi squilibri dell'opera,<br />

ripetizioni, pesantezze, inutili<br />

cedimenti di gusto, ma ne ribadisce la<br />

validità per il coraggio mostrato nel<br />

colpire generali pazzi e mitomani, criminali<br />

scienziati nazisti, i quali sfruttando<br />

terribili progressi tecnologici non<br />

s'accorgono che gli si rivoltano contro<br />

coinvolgendo, volendo e non volendo<br />

(come ha intuitivamente accennato dal<br />

pubblico, l'avv. Giacomelli), tutta l'umanità.<br />

Il regista Kubrick si riconosce<br />

nell'unico personaggio potitivo del film,<br />

il capitano inglese nel quale sono riposte<br />

le speranze dell' uomo sensato che<br />

non si abitua all'idea della bomba, non<br />

deve rimanere schiavo, in virtù di una<br />

legge che non è, né dovrebbe essere,<br />

quella dell'odio.<br />

LE SCELTE DEL PUBBLICO<br />

Finiamo queste note con uno sguardo<br />

retrospettivo alla stagione scorsa, vista<br />

con gli occhi del pubblico. Com'è<br />

noto all'inizio dei film più importanti<br />

viene data allo spettatore una scheda,<br />

che egli consegna alla fine segnando il<br />

suo «voto» al film visto. La media è<br />

stata di 145 schede per volta. Il risultato<br />

della classifica dei film indicato<br />

dai Liceali offre una prova di una confortante<br />

maturità critica. Il voto artistico<br />

complessivo è così risultato: 1°<br />

Cronaca familiare (8,3); 2° Vincitori e<br />

vinti, e Luci d'inverno (7,9); 3° Eleltra<br />

(Zarpas) (7,8); 4" Uno, due, tre (7,6);<br />

5° Salvatore Giuliano (7,5); 6" Uccello<br />

del Paradiso (7,1); 7" L'anno scorso a<br />

Marienbad (6,9). Quanto al giudizio morale-sociale<br />

dei film, assommando le voci<br />

«Positivo» e «Buono» si ha la classifica:<br />

1" Cronaca familiare (119 punti);<br />

Vincitori e vinti (75); Luci d'inverno<br />

(73); Salvatore Giuliano (57).<br />

PRIMA MESSA<br />

Nella Festa dell' Immacolata ha celebrata la sua Prima<br />

Santa Messa a Sao Leopoldo (Rio Grande de Sul) in Brasile<br />

il concittadino P. Umberto Pietrogrande S. J. già Presidente<br />

da prima del «Circolo S. Gregorio Barbarigo» della<br />

Cattedrale e poi della Gioventù Cattolica Diocesana. Dopo<br />

una brillante laurea in Legge ha sentita la vocazione alla<br />

Compagnia di Gesù e ha desiderate le Missioni del Brasile.<br />

FIORI D'ARANCIO<br />

Gandolfi Carmelo con la sig.na Erina Tosana (Darfo - BS).<br />

CULLE<br />

Hanno annunciata la nascita di :<br />

Silvia Margherita: la sorellina Marilisa di Giulio Bocchi<br />

Giovanni: i fratellini Luca, Michele e Nicoletta di<br />

Ghighi Sassudelli<br />

Vittorio: Liliana e Angelo Maggione<br />

Ilaria: il fratellino Ludovico della Penna<br />

Chiara Flora: Kolec e Daniela Ujka<br />

A tutti le congratulazioni più vive e gli auguri più sinceri<br />

dei Padri <strong>dell'Antonianum</strong> e degli amici tutti.<br />

30<br />

Da un veloce spoglio dei referendum<br />

fatti dai professionisti (solo su alcuni<br />

film) la classifica per il voto artistico<br />

si presenta così: 1° David e Lisa (7,8);<br />

2° Isola nuda (7,6); 3° La sfida dei samurai<br />

(7,02); 4° / Basilischi (6,9); Per<br />

i valori morali-sociali si ha questa graduatoria,<br />

cioè assommando le due voci<br />

(come per i Liceali): David e Lisa (84<br />

per cento ) ; Isola nuda ( 72 % ) ; / basilischi<br />

(43,5%); La sfida dei samurai<br />

(26,5 %).<br />

Un utile confronto tra i parere del<br />

Consiglio e del Direttivo del Cinefonim<br />

e quelli del pubblico si ha modo di averlo,<br />

a fine stagione, esaminando i Referendum<br />

del pubblico che portano il<br />

«giudizio di insieme» della stagione. I<br />

rilievi non sono del tutto completi (ce<br />

ne giungono ogni giorno per posta) ; ma<br />

si può profilare un primo quadro, offerto<br />

da un'ottantina di schede. Lo diamo<br />

in forma schematica (per brevità: mediocre<br />

= m.; Buono = b.; Ottimo = o.).<br />

// metodo del Cineforum, in genere :<br />

ale sembrato ottimo; a 68 buono; a<br />

10 mediocre.<br />

/ Convegni a 4 o 3, le interviste : a 2<br />

o.; a 50 b.; a 22 m.<br />

Gli interventi del pubblico: a 1 o.; a<br />

11 b.; a 65 m.<br />

La scelta dei films, in genere : a 5 o. ;<br />

a 54 b.; a 16 m.<br />

Quella dei cicli o temi: a 3 o.; a 38<br />

b.; a 20 m.<br />

Quanto poi alle attività future : vorrebbero<br />

partecipare ad un corso di cinema<br />

39 soci (contro 33); vogliono film<br />

classici 52 (e. 25); non vogliono anticipare<br />

la proiezione alle 21: 54 (e. 22);<br />

36 non vogliono il cinefonim al Giove-<br />

d (e. 30); solo 36 (e. 30) preferiscono<br />

che si dia maggior sviluppo ai problemi<br />

morali su quelli estetici. Tra i film<br />

che si sarebbero voluti escludere figurano:<br />

// processo (10 schede); // fiore<br />

e la violenza e Isola nuda (9); / Basilischi<br />

e (\)Luci d'inverno (6). Sono richiesti<br />

da molti delle «personali» di:<br />

Fellini (11); Bergman (7); Germi, Visconti,<br />

Antonioni, De Sica (4).<br />

Questi giudizi ci sembrano abbastanza<br />

significativi : se le prime due voci indicano<br />

riuscito il metodo, in genere, ed<br />

i convegni con i critici (ridotti questo<br />

anno da 20 a soli 10), gli interventi del<br />

pubblico sono giudicati... malino: (65<br />

contro 13); buona invece la scelta dei<br />

film (59 contro 16) e, molto meno, dei<br />

cicli (41 contro 20). Nell'insieme il pubblico<br />

si mostra soddisfatto, fatte alcune<br />

giuste riserve.<br />

All'attivo del Cineforum va inoltre<br />

quest' anno posta la edizione del volume<br />

«Discutere un film» (Venezia, 1964,<br />

pag. 160) che P. Bargagli sulla Rivista<br />

del Cinematografo (n. 3-4, <strong>'64</strong>) giudica<br />

«una guida eccellente per chi partecipa<br />

ai dibattiti di film o li dirige» e si augura<br />

che «/''Antonianum insista in questa<br />

via di serio impegno e che quanti<br />

si dedicano al cinema come attività di<br />

cultura e di apostolato ne approfittino<br />

largamente».<br />

Concludiamo con un augurio: che<br />

quest'anno lo spirito critico del pubblico<br />

sia maggiormente stimolato, prendendo<br />

coscienza dei molteplici aspetti<br />

del cinema. Questo condurrà ad una<br />

valutazione equa, approfondita del film<br />

(anche fuori della sede del Cineforum)<br />

e cioè ad un impegno culturale, sociale<br />

e doverosamente cristiano.<br />

Natale ali'Antonianum<br />

15 DICEMBRE<br />

S. SPANU<br />

ore 19: inizio della Solenne NOVENA DEL S. NATALE seguita<br />

dalla Santa Messa Vespertina.<br />

24-25 DICEMBRE - NOTTE SANTA<br />

TRADIZIONALI SANTE MESSE A MEZZANOTTE<br />

(con ampia possibilità di confessarsi. - Per le Signore<br />

è necessario il biglietto d'ingresso che si può<br />

ritirare dal P. Rettore o dalla Direzione della Scuola<br />

di Religione o degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>).<br />

31 DICEMBRE<br />

ore 19: S. Messa e TE DEUM DI FINE D'ANNO.<br />

Per coloro che si prenoteranno verrà celebrata una<br />

S. Messa alle ore 23.15, dopo la quale verrà brindato<br />

al nuovo anno.


Mons. Bettanini<br />

ci ha lasciati<br />

Amico dell'«Antonianum», in passato<br />

prendeva volentieri parte alle nostre<br />

riunioni e feste. Qualche estate lo passò<br />

vivendo famigliarmente con noi nei<br />

campeggi montani.<br />

Morì la mattina del 23 noverbre dodo<br />

due mesi di una paralisi che lo tenne<br />

muto ed immobilizzato sul letto.<br />

Il prof. mons. Anton Maria Bettanini<br />

era nato a Padova il 20 giugno 1884 e<br />

si era laureato al Bo' in giurisprudenza<br />

nel 1907. Abbracciata quindi la vita<br />

ecclesiastica, si era laureato in diritto<br />

canonico nell'Università pontificia S. Apollinare<br />

ed aveva conseguito il diploma<br />

di studi superiori nella Accademia<br />

dei nobili ecclesiastici a Roma. Nel 1915<br />

otteneva la docenza in diritto internazionale<br />

e nel 1922 era chiamato da padre<br />

Gemelli a collaborare alla preparazione<br />

degli statuti e regolamenti per la<br />

fondazione dell'Università Cattolica di<br />

Milano, presso la quale tenne cattedra<br />

fino al 1942, quando, per chiamata, passò<br />

alla facoltà di scienze politiche dell'Ateneo<br />

di Padova. Nel 1948 fu nomina-<br />

Dr. Marcelle Venchiarutti<br />

Dr. Pietro Reato<br />

Una delle ultime fotografie di Mons. Bettanini, a Bressanone<br />

to preside della facoltà, incarico che<br />

tenne fino al suo collocamento a riposo<br />

avvenuto pochi anni fa. Era stato nominato,<br />

quindi, professore onorario.<br />

L' Università ne dava il seguente annuncio<br />

:<br />

L'Università annuncia con profondo<br />

dolore la morte avvenuta oggi del Prof.<br />

Anton Maria Bettanini, professore onorario<br />

di Storia dei trattati e politica internazionale,<br />

già Preside della facoltà<br />

di Scienze politiche; med. d'oro dei be-<br />

nemeriti della scuola, della cultura e<br />

dell'arte; protonotario apostolico «ad<br />

instar partecipantium»; prelato domestico<br />

di Sua Santità; socio corrispondente<br />

interno della deputaz. di storia<br />

patria delle Venezie ; socio effettivo dell'Accad.<br />

patav. di Scienze, Lett. e Arti ;<br />

membro effettivo dell'Istituto Veneto di<br />

Scienze, Lettere e Arti ; membro effettivo<br />

dell'Accademia dei Fisiocritici di<br />

Siena; accademico nazionale dell'Accademia<br />

Pugliese delle Scienze.<br />

Pochi giorni prima era morto improvvisamente per emorragia cerebrale l'<strong>Ex</strong><br />

Alunno Congregato Mariano Dr. MARCELLO VENCHIARUTTI di anni 54. Anima<br />

di fede sincera, venuto alla Scuola di Religione da studente liceale, superò<br />

vari periodi penosi della sua esistenza con serena rassegnazione. Amico di Padre<br />

Pio, approfittò assai della sua direzione spirituale. Nella sua professione di<br />

dentista ebbe molta comprensione per i poveri. Possa la sua anima riposare finalmente<br />

in pace.<br />

Piangono :<br />

— la morte della Mamma: V ing. Aurelio Alfonsi;<br />

— la morte del Papa: l'alunno della Scuola di Religione Marco Bordini;<br />

lo Studente interno Roberto Viola; gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> clr. prof. Antonio e dr. prof.<br />

Aureliano Narpozzi; l'avv. Giuseppe Ghcdini;<br />

— la morte della moglie : il c.te Carlo Fracanzani ;<br />

— la morte del Fratello: il dr. Giorgio, l'ing. Alberto e Toti De Lucchi.<br />

Al desolati familiari le condoglianze di tutta la grande famiglia <strong>dell'Antonianum</strong><br />

con l'assicurazione del suffragio per i Cari estinti.<br />

Ci giunge solo ora la fotografia dell' <strong>Ex</strong> Alunno Congregato Dott. PIETRO<br />

REATO, defunto nel passato giugno. Crediamo di far cosa grata agli amici a<br />

pubblicarla benché in ritardo.<br />

Giunge ali' ultimo momento la notizia della morte dell' <strong>Ex</strong> Alunno Mons.<br />

Gregorio Falconieri, Vescovo di Conversano. Ne daremo più ampia notizia nel<br />

prossimo numero.<br />

SAN VINCENZO «B. LUCA BELLUDI»<br />

Con l'avvicinarsi del Natale sarà organizzata, come ogni anno, la raccolta<br />

di indumenti, viveri, medicinali e offerte per le famiglie povere assistite. Verrà<br />

comunque inviata una lettera e passeranno poi gli incaricati della raccolta.<br />

Inoltre, allo scopo di far partecipare maggior numero di persone alla nostra<br />

attività, è in programma l'istituzione degli «Amici della San Vincenzo». Anche<br />

su tale iniziativa daremo notizia in seguito.


È la parola che il Presidente Generale<br />

Prof. Arslan, il Vice Presidente<br />

Generale Comm. Polazzi, il<br />

Presidente del Basket Ing. Gallarossa,<br />

unitamente agli altri Consiglieri del «Petrarca», hanno sulle labbra in questi giorni per i Padri del-<br />

I Antonianum, per i collaboratori, giocatori ed amici tutti del Petrarca perché il nuovo anno abbia ad essere<br />

irraggiato anche dalle migliori fortune sportive.<br />

Giornata felice per il Petrarca<br />

Un ricordo freschissimo. Una domenica recente (6 dicembre).<br />

Una sera felice, dopo aver visto tutte le nostre<br />

squadre bianconere giocare con spigliatezza libere, libere<br />

anzitutto dalla paura di perdere che è anche quella di vincere.<br />

RIDDA FORTUNATA DI SQUADRE MINORI<br />

E' vero che vibrava ancora nell'aria l'eco degli incitamenti<br />

e voti, quasi fossero i proclami della libertà; ma<br />

altra volta era stato dimostrato, per dirla col Pindemonte,<br />

che «dura era la pietra, ed a risponder sorda». Così quando<br />

abbiamo visto quegli scriccioli della squadra allievi di<br />

calcio — scriccioli per modo di dire, se fra loro ci sono un<br />

Paiaro e un Melloni — avanzare baldanzosi a disperazione<br />

degli spigolosi terzini dell'Olympia di Cittadella, e Munari,<br />

Magro, Pilotto flottare verso porta, e tutti gli altri irrompere<br />

dietro loro, ci parve di indovinare il segno premonitore<br />

di una giornata radiosa.<br />

Il mattino era freddo, il terreno del «Tre Pini» cominciava<br />

a sgelarsi al pallido sole dicembrino; vinsero gli allievi,<br />

e quasi indicarono ai «ragazzi» di Lucio la strada da<br />

seguire. Un brivido ci colse quando vedemmo I'«Audace» di<br />

San Michele <strong>Ex</strong>tra (protagonista già in passato di memorabili<br />

scontri col Petrarca) andare in vantaggio.<br />

Macché! Fu invece la prova del fuoco, la prova che lo<br />

spirito dei giovani calciatori petrarchini era incombustibile.<br />

E la vittoria venne sugli avversari intontiti; una vittoria<br />

travolgente, che capitan Bolzonella e i suoi avevano saputo<br />

meritare.<br />

La Giovanile di Rugby intanto si preparava a recitare<br />

a Verona la parte della primattrice, con una dimostrazione<br />

eccezionale di bel gioco. E mentre Fabiano e. i suoi collaboratori<br />

(Bezzon, Filyippi e Cerato) impegnavano juniores e<br />

allievi di Pallacanestro in un vasto campo d'azione, confermando<br />

il valore straordinario della scuola - modello bianconera,<br />

la squadra riserve di Rugby «passeggiava» al «Tre Pini»<br />

in un incontro tecnicamente dimostrativo, tanto grande<br />

era la loro superiorità.<br />

LA VITTORIA SULL'«IGNIS»...<br />

Poi, l'avvenimento principe della giornata rugbystica:<br />

Petrarca-1gnis Roma. Contemporaneamente, poco lontana<br />

32 —<br />

la Padova — sul terreno ammazzagambe di Mirano — la<br />

prima squadra di calcio era investita dal furore di una Pro<br />

Venezia dura e velocissima. I rugbysti comunque — per la<br />

gioia del Presidente generale prof. Michele Arslan e di quanti<br />

avevano voluto stringersi compatti attorno alla squadra<br />

bianconera — seppero creare il clima di tante memorabili<br />

affermazioni. Perse la voce perfino il Rettore, Padre Ambrogio,<br />

che già al mattino con Padre Pretto s'era attaccato<br />

alla rete di protezione vicino alla porta dell'Audace (quasi<br />

a voler propiziare la vittoria dei «ragazzi» di Lucio), si unì<br />

al coro che favoriva il successo di Bottaro, Pennella, Luise,<br />

Gasparotto, degli Sturaro e di tutti gli altri encomiabili giocatori;<br />

e l'I gnis Roma conobbe la sua prima sconfitta stagionale<br />

!<br />

Poco più di mezz'ora di distensione; a chiusura di giornata<br />

e' era il « clou » cestistico, Petrarca - Fonte Levissima.<br />

Intanto tornavano da Mirano, affaticati ma contenti, i calciatori<br />

della prima squadra: erano capitati in un campo impossibile,<br />

avevano incassato un gol nel primo tempo, tuttavìa<br />

erano riusciti nella ripresa a dare fondo a tutte le loro<br />

energie, ad offrire insomma una dimostrazione di meravigliosa<br />

volontà; e infine il pareggio aveva premiato l'orgogliosa<br />

rimonta della squadra capitanata dal... quasi medico<br />

Ambrosio.<br />

...E SULLA «FONTE LEVISSIMA»<br />

Ecco, al Palazzetto i cestisti di Prima Serie affrontavano<br />

la lanciatissima Fonte Levissima, col suo tanto strombazzato<br />

(e bravo, effettivamente) De Simone. Faceva la sua<br />

apparizione anche qui il Rettore Padre Tremolada che ancora<br />

una volta, col suo sorriso tutto fiducia e ottimismo, portava<br />

buono. Foga e ritmo del Petrarca mettevano ben presto<br />

in soggezione l'altero rivale. Il Presidente ing. Galtarossa<br />

l'aveva ben detto alla vigilia: solo che l'avesse voluto, il<br />

Petrarca avrebbe saputo battere il quotato avversario. Esultava<br />

il comm. Dalle Molle. In un angolo pareva indifferente,<br />

come al solito, il comm. Stefanelli; mascherava col suo<br />

aspetto impenetrabile l'intima soddisfazione per la bella<br />

partita che i ragazzi stavano disputando. Ecco, dei veliti<br />

rapidi e aggressivi erano quei giovani laggiù, che parevan<br />

fatti d'argento vivo, filtranti e saettanti per ogni breccia aperta,<br />

allegri e sbarazzini poiché si potevano divertire an-


che loro nel giorno di libertà. E parve di udire una fanfara,<br />

pareva di vederli coi pennacchi frusciami, pareva di<br />

intuirne l'animo luccicante.<br />

Venne la vittoria, giusta, meritata. E fu sera. Una sera<br />

felice, per il mondo petrarchino tutto. Che è un mondo complesso,<br />

che va valutato per quello che offre — tra mille difficoltà<br />

— come mezzo stupendo di opera costruttiva fra i<br />

giovani. Un mondo che. va avanti, malgrado le interpretazioni<br />

che possono essere date da gente poco saggia o perlomeno<br />

superficiale. Non sono mai mancate, del resto, le<br />

smunte narici di critici appena sgrossati che, volendo parere<br />

raffinati, annusano il gioco (offerto a centinaia di giovani<br />

dal Petrarca) facendo del pallone un cavolo bollito!<br />

Chissà cosa vorrebbero costoro, forse dei giocatori con la<br />

parrucca Louis quatorze incipriata, degli atleti Chanel numero<br />

5, e magari nello stesso tempo tante vittorie.<br />

SANI CONCETTI E GIUSTO OBIETTIVO<br />

In seno al Petrarca invece vanno contemperate le esigenze<br />

dei sani concetti su cui è fondata tutta l'attività sportiva<br />

(un'attività enorme, sia ben chiaro) col giusto obiettivo<br />

dei giovani che quell'attività praticano: i ragazzi bianconeri<br />

appunto giocano, si divertono, possono apprezzare il<br />

valore di quanto il Petrarca sa loro offrire, solo cercando<br />

(e ottenendo, il più possibile) i risultati e l'affermazione.<br />

Lo sport è conquista. Si può vincere ma si può anche perdere,<br />

d'accordo; tuttavia è innegabile che il prezzo di una<br />

sconfìtta è l'anelito alla pronta riscossa, cioè al ritorno verso<br />

posizioni di preminenza. Per questo motivo, talvolta viene<br />

da chiedersi se quanti indossano la maglia bianconera<br />

e quanti ne seguono attivamente le sorti abbiano realmente<br />

compreso l'alto significato di quello che il Petrarca fa cer-<br />

Plauso a l'Antonianum<br />

cando di accrescere i valori umani e inorali della sua grossa<br />

comunità sportiva.<br />

TRAGUARDI DEL PETRARCA<br />

Equilibrio e saggezza, buon senso e misura: queste le<br />

condizioni dunque per un giudizio sull'opera petrarchina e<br />

sui traguardi da raggiungere o sulle posizioni da difendere.<br />

Fin che è possibile — e la possibilità c'è, pur non ignorando<br />

che lo sport rimane solo un mezzo stupendo di aiuto per<br />

tanti ragazzi — il Petrarca deve tenere fede al prestigio<br />

conquistato 'anche in campo nazionale. Difficoltà? Ostacoli?<br />

Ce ne sono; e ce ne saranno sempre. Ma c'è un Petrarca-basket<br />

in Prima Serie, una squadra cioè si batte con tutto il<br />

suo entusiasmo e pure con la sua forza tecnica con formazioni<br />

che fanno dello sport per professionismo. E vi par poco?<br />

Lo sport-mezzo contro lo sport-fine. E eie un Petrarcarugby<br />

che lotta nell Eccellenza, cioè nella massima divisione<br />

nazionale. E c'è nu Petrarca-calcio che sta risalendo con<br />

orgoglio posizioni su posizioni in quell acategoria dilettanti<br />

che dì dilettante, in tutta Italia,-ha soltanto il nome.<br />

Le squadre petrarchine insomma combattono le loro<br />

battaglie sportive contro un mondo che ha ormai dimenticato<br />

il valore della parola «sport». E quanti non apprezzano<br />

lo sforzo degli atleti bianconeri e ancor più i sacrifici e<br />

gli orientamenti dei dirigenti (per un Petrarca sempre più<br />

forte, in tutti i campi) dimostrano di «vedere al modo degli<br />

struzzi inseguiti» che mettono la testa nella sabbia per<br />

negare gli avversari.<br />

Trascuriamo dunque questo modo di vedere: danneggerà<br />

solo loro, per il ritardo a capire e, quindi, a progredire.<br />

Il Petrarca può anche perdere qualche battaglia, ma intende<br />

vincere la sua crociata: per progredire.<br />

CARLO MALAGOLI<br />

Alla Redazione dell'«Antonianum» è giunta la seguente nobile lettera: «L'Unione Sportiva Petrarca con tutti i suoi<br />

dirigenti (Consiglieri generali e Consiglieri di Sezione) con i suoi allenatori, con la grande schiera dei suoi amici e dei<br />

suoi tifosi, a mio mezzo rivolge un saluto ed un plauso al glorioso "Antonianum" che racchiude i ricordi più belli della<br />

nostra giovinezza e della nostra vita. - Michele Arslan, Presidente Generale ».<br />

La Redazione, mentre ringrazia sentitamente il Presidente Prof. Arslan e quanti hanno voluto inviarci parole di approvazione,<br />

si ripromette di mettere sempre meglio in rilievo la vita operosa <strong>dell'Antonianum</strong> in tutte le sue gradazioni<br />

e le persone che tanto nobilmente si prestano perché l'Antonianum abbia a raggiungere le sue alte finalità.<br />

Anche quest'anno l'Antonianum offre<br />

ai suoi alunni ed amici possibilità di<br />

un soggiorno sulle nevi di Carezza col<br />

seguente programma:<br />

1° TURNO: 26 DICEMBRE - 5 GENN.<br />

Per elementari e medie in Villa San<br />

Pio X (tei. 61.034 di Bolzano)<br />

Quota L. 26.000 - Viaggio andata e ritorno<br />

L. 4.000 (deposito obbligatorio per<br />

eventuali spese extra L. 5.000 - restituibili<br />

qualora non utilizzate).<br />

La quota comprende : Pensione completa<br />

per 11 giorni - tassa soggiorno -<br />

Carezza Invernale !.....<br />

Cenone di fine anno - servizio «Romeo»<br />

e proiezioni di film.<br />

Per ginnasio e liceo - all'Albergo Latemar<br />

di Nova Levante (tei. 61.145 di<br />

Bolzano).<br />

Quota L. 30.000<br />

come sopra.<br />

viaggio e deposito<br />

2° PERIODO - PER UNIVERSITARI:<br />

DAL 17 AL 31 GENNAIO in Villa San<br />

Pio X.<br />

Per le condizioni rivolgersi alla Direzione<br />

della Scuola di Religione (24.241 -<br />

51.444).<br />

ERRATA CORRIGE: nel numero precedente, nel ringraziare coloro che hanno favorito il buon esito della gita a Venezia, della<br />

quale tutti conservano grato ricordo, per svista è stato posto il nome di Domenichelli al posto di Comm. Stefanelli al quale vanno invece<br />

i nostri migliori rirngraziamenti.<br />

33


ISCRITTI 1964 - 1965<br />

Primo Elenco<br />

Alberini gen. Raoul<br />

Alfonsi cav. Giuseppe<br />

Alfonsi ing. Aurelio<br />

Aliprandi dr. Francesco<br />

Anse/m; dr. Paolo<br />

Apergi rag. Sergio<br />

Azzolin cav. Aurelio<br />

Baccaglini prof. Mario<br />

Saggio dr. Paolo<br />

Bartolomei prof. Giuseppe<br />

Be/loni avv. Giorgio<br />

Belloni prof. Giuseppe<br />

Benati Roberto<br />

Bisello gr. uff. Benvenuto<br />

Bodini dr. Giovanni<br />

Bonifazi rag. G/useppa<br />

Boniver prof. Giuseppe<br />

Bordigato col. Gino<br />

Bottecchia ing. Giovanni<br />

Succhi ing. Renato<br />

Cacciavillani prof. Bruno<br />

Caldera dr. Eugenio<br />

Canavotto ing. Giuseppe<br />

Cantte/e dr. Francesco<br />

Caporeìla Amedeo<br />

Capovilla Enrico<br />

Carbone ing. Emesto<br />

Carbognin dr. Giusto<br />

Carenza prof. Nino<br />

Corion prof. Carlo<br />

Carretta rag. Guglielmo<br />

Casale dr. Renzo<br />

Cassin rag. Paolo<br />

Castagna rag. Giulio<br />

Castellani Antonio<br />

Castellani di Sermeti dr. Luigi<br />

Catemario dei Quadri ing. Guido<br />

Chasen dr. Wolf<br />

Chiesa dr. Domenico<br />

Chiesa dr. Mario<br />

Ciraso dr. Gaetano<br />

Coiazzi prof. Luigi<br />

Chino dr. Alberto<br />

Covi rag. Pietro<br />

Da Col ing. Mario<br />

Da Col dr. Antonio<br />

Dal Porto dr. Alberto<br />

Daniele dr. Carlo Alberto<br />

Danieletto rag. Raffaele<br />

De Sisti rag. Gino<br />

Egano d'Arzignano dr. Mario<br />

Fantecchì dr. Arturo<br />

Ferri ing. Francesco<br />

Filippi rag. Castone<br />

Filippi dr. Silvio<br />

Formenton Mario<br />

Forali/' dr. Fausto<br />

Frasson Franco Paolo<br />

Gaiotti dr. Angelo<br />

Giacich dr. Walter<br />

Giocamela avv. Vittorio<br />

Gidcomelli avv. Marco<br />

Giordani dr. Michele<br />

Giron dr. Giampietro<br />

Gabbato dr. Alberto<br />

Gracis avv. Mario<br />

Grassivaro dr. Enzo<br />

Guzzon prof. Vittorio<br />

Guzzon dr. Adalgiso<br />

Loredan e.te ing. Iseppo<br />

Lorini cav. Bruno<br />

Lotti dr. Francesco<br />

Lui ing. Guido<br />

Maestrelli prof. Giuseppe<br />

Maggia avv. Piero<br />

Maggioni prof. Giorgio<br />

Magnano dr. Pasquale<br />

Malipiero avv. Giorgio<br />

Marchetti ing. Antonio<br />

Mari dr. Luigi<br />

Marino cav. Luigi<br />

Martini Giacomo<br />

Mazzo nob. Silvio<br />

Meneghini avv. Giulio<br />

Meneghini dr. Cioncarlo<br />

Menin avv. Bruno<br />

Menin dr. Luigi<br />

Mercato// Luigi<br />

Missaglia Ferruccio<br />

Montanari cav. Valentìno<br />

Montalto dr. Vittorio<br />

Morandi ing. don Francesco<br />

Morassutti ing. Giovanni<br />

Munegato ing. Antonio<br />

Napoli cav. Guido<br />

Nardone Forin Mario<br />

Narpozzi prof. Antonio<br />

Paccaagnella cav. uff. Iginio<br />

Paganini ing. Giorgio<br />

Pai laro avv. Guido<br />

Palumbo Fossati nob. Carlo<br />

Pedrazzoli ing. Giuseppe<br />

Pellizzaro avv. Aldo<br />

Peratoner dr. Giambattista<br />

Perin Antonio<br />

Poggi ing. Carlo<br />

Pretti dr. Gustavo<br />

Puggina dr. Annibale<br />

Rabolini ing. Claudio<br />

Rajmondi Giacinto<br />

Rampazzo Malin ing. Roberto<br />

Rasi dr. Pierandrea<br />

Ravagnan dr. Giuseppe<br />

Reato Antonio<br />

Risdel dr. Angelo<br />

Sono in grassetto i nomi di coloro la cui iscrizione è stata maggiorata di qualche offerta.<br />

i . MI OLÒ roi\ 1 1<br />

Riva ing. Filippo<br />

Rizzo rag. Gino<br />

Rodighiero dr. G. Carlo<br />

Rodighiero dr. Vincenzo<br />

Rohr ing. Alberto<br />

Romiati Riccardo<br />

Ronconi Antonio<br />

Ruzzante rag. cav. Antonio<br />

Sacchetto comm. Tullio<br />

Saggin ing. Francesco<br />

Salmaso dr. Giorgio<br />

Salvadei dr. Aldo<br />

Santinello dr. Fernando<br />

Santìnello dr. Giovanni<br />

Scalco dr. Ernesto<br />

Scarpari dr. Silvio<br />

Schiano col. imilio<br />

Scianti dr. Valerio<br />

Sferragatta Enrico<br />

Simonetti ing. prof. Luigi<br />

Solìmbergo rag. Diego<br />

Stoppato avv. Lorenzo<br />

Testa don Antonio<br />

Todeschini dr. Gregario<br />

Toffano dr. Giorgio<br />

Tolda cav. Antonio<br />

Toniolo dr. prof. G. Franco<br />

Torresini gr. uff. Federico<br />

Valenti dr. Bruno<br />

Vasoin dr. Luigi<br />

Vedua Angelo<br />

Ventura Franco<br />

Visentini Aldo<br />

Wiel prof. Pierantonio<br />

Zaccaria prof. Vittorio<br />

Zannini dr. Adriano<br />

Zannoni dr. Gian Fernando<br />

Zotta prof. Pierluigi<br />

Zaupa prof. Paolo<br />

Zermann dr. prof. A. Mario<br />

Zocca dr. Arrigo<br />

TRAFILERIE<br />

CORDERIE<br />

RETI METALLICHE<br />

VITERIE

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