Dicembre '64 - Ex-Alunni dell'Antonianum
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PADOVA - VIA DONATELLE), 16 - DICEMBRE 1 3 6<br />
• : .<br />
TRIMESTRALE DEGLI EX ALUNNI, DEL COLLEGIO UNIVERSITARIO,<br />
DELLA SCUOLA DI RELIGIONE E DEL PETRARCA - NUOVA SERIE 4
i<br />
ìSps^'i?^-?- . ; •- ; y-,<br />
L'ALTARE DELLA GROTTA DI BETLEMME CON I<br />
DONI LASCIATI DAL SANTO PADRE PAOLO VI<br />
SOMMARIO<br />
— L' ULTIMO DEI RE MAGI<br />
— IN NOTTE PLACIDA<br />
— A CHE TORNI O SIGNORE ?<br />
— L'ASSEMBLEA DEL 29 NOVEMBRE<br />
— LA COMPAGNIA DI GESÙ'<br />
— P. MARCOZZI ALLA RICERCA DELLE<br />
ORIGINI<br />
— RELAZIONI UMANE DI P. MESSORI<br />
— IL SANTO PADRE Al ROVERS<br />
— IL COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />
— PREMIAZIONI ALLA SCUOLA DI RE-<br />
LIGIONE<br />
— CRONACHE VARIE<br />
— CINEFORUM<br />
— PETRARCA<br />
— DEFUNTI - PRIMA LISTA ISCRITTI<br />
NUOVA SERIE - N. 12<br />
DEL 1964 - N. 4 (DICEMBRE)<br />
Direttore responsabile: P. CARLO GIACON S. J.<br />
Redattore : OPRIAMO CASELLA S. i.<br />
Tip. A. Bolzonella - Piazza del Santo 14, Padova<br />
EX ALUNNI - COLLEGIO UNIVERSITARIO<br />
SCUOLA DI RELIGIONE -PETRARCA<br />
Paolo VI nel suo viaggio in Terrasanta ha celebrata la S. Messa<br />
nella Grotta della Natività a Betlemme, sull'Altare accanto alla stella<br />
marmorea sul pavimento, che porta incise le parole: « Hic Jesu<br />
Christus natus est ». Come segno del suo Passaggio Paolo VI ha lasciato<br />
la Rosa d'Oro (che i Pontefici sogliono regalare alle grandi<br />
personalità particolarmente benemerite della Santa Chiesa), un prezioso<br />
incensiere ed un calice di mirra: i doni dei Santi Re Magi, l'omaggio<br />
che Gesù volle dall'umanità colta del suo tempo, appena disceso<br />
sulla terra. Dai pastori aveva gradito i doni della bontà istintiva,<br />
che le persone umili si scambiano nei lieti avvenimenti -familiari.<br />
Dai dotti richiede invece i doni simbolici di quanto egli desidera<br />
da l'umanità intera sulla terra.<br />
Oro, incenso e mirra: carità, preghiera, sacrificio! Sono l'omaggio<br />
perenne che l'umanità deve all'Altissimo pena la propria degenerazione<br />
in una muta di belve. Senza la scintilla divina dell'amore tenuta<br />
accesa nei cuori dalla preghiera e dalla sofferenza penitente, la<br />
umanità diventerà zimbello della scienza sempre più feconda di morte<br />
che di vita, come ne è spaventoso teste la storia di ieri con i suoi<br />
campi scientifici di esterminio, e quella di oggi colle truci esplosioni<br />
di odio in Africa, applaudite dai popoli che si gloriano di aver sostituita<br />
la religione colla scienza.<br />
Si direbbe che Paolo VI, dopo aver ripetuto a Betlemme il gesto<br />
dei Re Magi, si sia recato in India per restituire loro i doni portati<br />
al Bambino. Non è andato per dividere il pane con gli affamati, per<br />
pregare nella spettacolosa veglia eucaristica, per piangere coi sofferenti<br />
sulle loro sciagure?<br />
E' il Cristo che in Lui si è presentato ali' India, con la pienezza<br />
del suo fulgore di Betlemme, nella gloria di Unigenito del Padre pieno<br />
di grazia e di verità.<br />
C.<br />
— 1
\Jvi ^/Vottc (jtacici<br />
Con l'avvicinarsi del Natale il cuore si riempie di dolcezza e nella esultanza di questo soave ritorno,<br />
i pensieri degli uomini di buona volontà, dovrebbero essere pensieri di letizia e non di afflizione e<br />
trovare nella umiltà del redento la gioia del cristiano.<br />
E proprio in questa circostanza natalizia (che apre — comunque — una parentesi di serenità tra<br />
gli affanni e le preoccupazioni che assillano il vivere di ogni giorno, in un mondo cosi travagliato) affiora<br />
alla mia mente il ricordo dei Matali della mia giovinezza, forse richiamati dalla nostalgia di altri<br />
tempi, da un vivere diverso, da una diversa concezione della vita, più aderente alla realtà che non quella<br />
di oggi.<br />
Uno di questi in particolar modo mi ritorna vivo alla memoria anche perché da questo ebbe inizio<br />
la mia lunga carriera professionale che ormai sta per chiudersi.<br />
Eravamo nel 1917, l'anno della disfatta di Caporetto della grande guerra ed io con la mia numerosa<br />
famiglia mi trovavo in una città della Toscana, profugo dal Friuli invaso dal nemico. Vivevamo in<br />
mezzo a difficoltà di ogni genere delle quali io, non ancora quindicenne, ne percepivo appena la gravita.<br />
Proprio in quell'anno avevo conseguito, per la verità non molto brillantemente, la licenza di scuola media<br />
inferiore e se mi avessero chiesto di continuare negli studi forse avrei nicchiato come del resto avrebbe<br />
fatto qualsiasi ragazzo non prodigio. Ma non me lo chiesero. Mio padre era del parere che gli studi<br />
dovevano essere continuati senza eccessive difficoltà, senza spinte, senza raccomandazioni come aveva fatto<br />
lui che era riuscito a laurearsi mantenendosi all'università. E fu per questo che mi cercò subito una<br />
occupazione che fu il mio primo contatto con la dura realtà della vita.<br />
Lavoravo in una piccola tipografia e le mansioni che esplicavo erano varie — un tuttofare a poche<br />
lire la settimana! Considerato da quella gente un mangia-polenta, un profugo da tenere alla larga, non<br />
avevo amici e perciò la mia vita, fuori delle quotidiane occupazioni, si svolgeva in un completo isolamento.<br />
La domenica pomeriggio mi recavo, per una stradicciuola serpeggiante tra gli olivi, in un paesino<br />
su nei colli vicini alla città per raggiungere la chiesa parrocchiale dove mi piaceva assistere alle funzioni<br />
vespertine, non tanto, forse, per devozione, quanto per nostalgia della mia parrocchia lontana ove<br />
chierichetto cantavo in coro i salmi del vespro domenicale.<br />
E così anche il giorno di Natale di quell'anno 1917 salii lassù nella piccola chiesetta alpina, in solitudine<br />
e pieno di tristezza. La Chiesa era gremita non dalla mia gente, ma da persone che mi erano<br />
completamente sconosciute e ciò accresceva la mia malinconia. L'attenzione dei fedeli era il Presepio allestito<br />
con molta semplicità: povero presepio in una chiesa povera! Al termine della funzione, il canto<br />
natalizio: «In notte placida - tra muti sentier...» mi riempì l'animo di una tenerezza così dolce da sentirmi<br />
l'incavo degli occhi ingorgato di lagrime! Anch'io, come Gesù Bambino, in quel momento mi trovavo<br />
nelle condizioni di compassionare la povertà della Sua nascita anche se, allora, non ne comprendevo<br />
bene il perché. Non ero ancora in grado di conoscere a fondo quale sarebbe stata poi la Sua vita terrena<br />
e il perché essa si fosse conclusa sul Calvario in quel modo se non dalle semplici cognizioni apprese<br />
da un catechismo elementare, né forse la mia mente era abbastanza matura per capire come Egli fosse<br />
Dio! Da quella culla però, Egli, steso sulla paglia, mi guardava sorridente e mi sussurrava al cuore<br />
paroline che solo più tardi col passar degli anni ne compresi il significato.<br />
Quando uscii dal tempio calavano le ombre della sera e faceva un freddo cane. Scesi il colle con<br />
addosso un po' di quella paura che hanno i ragazzi quando si sentono soli all'imbrunire e per darmi coraggio<br />
andavo ripetendo la nenia natalizia come l'avevo sentita cantare prima.<br />
A casa mi aspettava la cena. Povera cena e poi via a letto che presto bisognava andare per essere<br />
prestissimo in piedi al mattino anche di quel giorno dopo che, allora, non era considerato festivo.<br />
Questo è. il Natale che a scadenza rievoco con tanta nostalgia; quelli che gli son succeduti non ebbero<br />
mai il potere di cancellarlo dalla memoria.<br />
In una chiesa riscaldata, addobbata e infiorata; in uno sfolgorio di luce e melodìe di canti, l'atmosfera<br />
natalizia non è più quella. Davanti ad un Presepio popolato di personaggi semoventi, circondato<br />
da casette illuminate, con contrasti di luci che alternano la notte al giorno, con torrentelli d'acqua serpeggianti<br />
tra colli alberati e giardinetti fioriti e angeli svolazzanti in un cielo pieno di stelle, I' «In notte<br />
placida - tra muti sentier...» suona per me in modo diverso da quello cantato lassù tra gli olivi, in<br />
una povera chiesa di campagna, una sera fredda e buia, da un ragazzo quindicenne soffuso di malinconia<br />
tra sconosciuta gente.<br />
Natale 1963 Locateli!<br />
2
Ogni anno quando la natura si spoglia del suo<br />
manto autunnale ed i prati incanutiscono per la bruma,<br />
ti annunzi colle flebili note dell'Avvento e ritorni<br />
misticamente sulla terra e ravvivi della tua presenza<br />
i sacri cicli della Liturgia.<br />
Ma perché torni o Signore?<br />
Per rintracciare la pecorella smarrita, il peccatore,<br />
come sempre ci è stato detto, dopo aver lasciate le<br />
novantanove pecorelle al sicuro?<br />
Ma se fosse vero che la pecorella smarrita è il peccatore,<br />
bisognerebbe invertire i termini, perché novantanove<br />
sono peccatori sulla terra e tra i dirupi troveresti<br />
solo qualche anima, a Te più che mai vicina, ritiratasi<br />
là per espiare come Te i peccati di tutti.<br />
Pecorella smarrita è allora l'umanità intera da Te<br />
suscitata con Adamo dalla polvere di questo nostro minuscolo<br />
pianeta, mentre le novantanove al sicuro sarebbero<br />
le umanità disseminate sui pianeti giganteschi<br />
danzanti attorno ai soli immensamente più grandi del<br />
nostro?<br />
I poeti l'hanno cantato. Nelle pagine di Klopstock,<br />
quando l'Eterno discende per assistere alla tragedia del<br />
Figlio sul Calvario, incontra al suo passaggio tra gli<br />
astri, l'omaggio delle umanità che li popolano<br />
uomini a noi simili agli atti e al volto<br />
ma vergini di colpe e non dannati<br />
ali' impero dì morte. E oh! come lieto<br />
in sua vecchiezza che non soffre oltraggio<br />
Auguri sinceri/<br />
A che torni<br />
o Signore i<br />
Stella marmorea che nella graffa di Beflem-<br />
me segna il punto dove sarebbe nato Gesù.<br />
Porta scritto «Hic Jesus Christus riatus est».<br />
per vicendar di tardi anni sedea<br />
tra i figli non corrotti il primo padre!...<br />
Alla destra di lui sedea la prima<br />
longeva genitrice ancor leggiadra<br />
tra la corona delle cento figlie<br />
e per maschia beltà la più perfetta...<br />
(Klopstock - il Messia - Canto V)<br />
La S. Scrittura ci parla di Enoch e di Elia, i Profeti<br />
più zelanti della tua gloria che sono stati portati<br />
in Cielo ancora viventi e che ritorneranno alla fine dei<br />
tempi sulla terra per ultimare la battaglia contro l'Anticristo.<br />
In che pianeta vegliano ora o Signore?<br />
Ma se è cosi, perché o Signore, perché non vai in<br />
quei pianeti dove saresti accolto con tutto lo sfarzo e<br />
la dignità che ti compete? Perché preferisci la nostrja<br />
terra pitocca dova trovi tanti insensati che ti insultano,<br />
ti bestemmiano, ti trattano tanto volgarmente e villanamente,<br />
ti odiano fino a tentare di cancellare il tuo<br />
nome dalla storia? Come hai potuto dire «Mia delizia<br />
è abitare coi figliuoli dell'uomo»?<br />
Ma è forse perché, come al padre della parabola,<br />
ti piace far più festa per il figliuol prodigo che per il<br />
fratello maggiore sempre fedele? Ti piace di più la nostra<br />
miseria che le ricchezze dei tuoi figli che non conoscono<br />
il pianto?<br />
Quale mistero, o Signore, negli abissi del tuo Cuore<br />
Divino! Ma illuminaci o Signore, perché non restiamo<br />
scandalizzati dal tuo stesso amore!<br />
C.<br />
II Bambino Celeste che ogni anno ritorna misticamente tra noi, ricolmi tutti dei suoi doni di grazia e<br />
verità coi quali si è rivelato nella Grotta di Betlem !<br />
È questo l'augurio che Padri e Fratelli <strong>dell'Antonianum</strong>, unitamente alfe Presidenze delle Opere che<br />
dall'Antonianum promanano, inviano ai parenti ed amici, agli <strong>Alunni</strong> ed <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> tutti e alle loro Famiglie,<br />
caldi di quell'affetto di Preghiera che rende gli auguri preziosi davanti a Dio e davanti agli uomini !<br />
— .3
P. Dezza benedice la lampada votiva all'altare dei Caduti<br />
II Presidente avv. Malipiero e l'avv. Ghedini ammirano il<br />
quadro della Madonna inaugurato nella Sala <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong><br />
La solenne Assemblea del 29 Novembre<br />
Rinnovamento delle cariche sociali e Commemorazione<br />
del 150° dal Ristabilimento della Compagnia di Gesù<br />
La S. Messa giubilare di P. Dezza<br />
In una cornice festosa - per<br />
quanto lo permetteva la Liturgia<br />
dell'Avvento - P. Paolo Dezza, Assistente<br />
dell' Unione Mondiale degli<br />
<strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> della Compagnia di<br />
Gesù, davanti al numeroso pubblico<br />
di Autorità e di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> che<br />
gremivano la Cappella, ha celebrata<br />
la S. Messa in ringraziamento<br />
al Signore, come Egli ha spiegato<br />
nella sua Omelia, per avere<br />
richiamata la Compagnia di Gesù,<br />
estinta dall' odio dei malvagi, ad<br />
una vita feconda di opere grandiose<br />
per il trionfo del Regno di Dio<br />
sulla terra.<br />
Il minuscolo drappello di vecchi<br />
<strong>Ex</strong> Gesuiti, radunati da Papa<br />
Pio VII nel 1814 per comunicare<br />
loro la «Bolla dì Ristabilimento»,<br />
ebbero presto un rigoglio portentoso.<br />
4 —<br />
A cinquant'anni da quel richiamo<br />
a vita la Compagnia di Gesù<br />
contava già ottomila membri ; alla<br />
distanza di un secolo, nel 1914,<br />
era giunta a quindicimila ed ora<br />
siamo trentaseimila membri con<br />
fiorenti opere ascetiche, scientifiche<br />
e variamente culturali in tutto<br />
il mondo.<br />
Ed il vostro ringraziamento a<br />
Dio di <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>, contenga anche<br />
il proposito di un sempre più fattivo<br />
amore alla S. Chiesa, che in<br />
questo clima di Concilio chiama<br />
voi laici tutti ad una partecipazione<br />
quanto mai attiva all'apostolato<br />
gerarchico. Tutti, ed oggi più<br />
che mai, siamo chiamati a dare a<br />
Cristo una testimonianza fattiva<br />
indispensabile perché la S. Chiesa<br />
possa compiere il suo mandato<br />
di pace e di salvezza in tutto il<br />
mondo.<br />
Durante la S. Messa eseguì devoti<br />
mottetti la Polifonica di Padova<br />
diretta dal Prof. Cestaro e<br />
dal Dr. Smarich, gentilmente prestatisi<br />
ed ai quali, anche da queste<br />
colonne, rivolgiamo i più sentiti<br />
ringraziamenti.<br />
Dopo la Messa venne benedetta<br />
ali' altare dei Caduti la lampada<br />
votiva offerta in occasione del ventennale<br />
dalla Liberazione. E' una<br />
rosa d'argento con fiammella rossa,<br />
ispirata dalle elevazioni spirituali<br />
del Caduto Capitano Negri,<br />
che restava particolarmente commosso<br />
davanti alle rose rosse come<br />
simbolo degli affetti che devono<br />
essere accessi nel nostro Cuore<br />
verso Gesù, vittima sul Calvario,<br />
per nostro amore.<br />
La Conversazione del Sen. Caron<br />
Nella Sala degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> dove<br />
ci si radunò per il vermouth offer-
il Senatore Caron tiene la sua conversazione. - Sono sul paleo col Presidente ayv. Malipiero, il P. Dezza, il Rettore P. Tremolada e<br />
l'avv. Filippetto, Consigliere Regionale della Federex.<br />
to dalla Presidenza, P. Dezza benedisse<br />
poi il quadro della «Madonna<br />
degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>» medaglione<br />
in marmo di squisita fattura,<br />
incorniciato artisticamente dal<br />
Congregato Mariano Prof. Lazzarin<br />
delle Belle Arti di Venezia.<br />
Nella Sala Accademica tenne<br />
poi una applauditissima conversazione,<br />
che pubblicheremo nel numero<br />
prossimo, l'<strong>Ex</strong> Alunno Senatore<br />
Dr. Giuseppe Caron, Sottosegretario<br />
al Tesoro, sul tema «Vent'anni<br />
di democrazia in Italia : storia<br />
e prospettive». Egli pose in giusta<br />
luce i meriti della Resistenza,<br />
i suoi frutti di democrazia che in<br />
Italia ebbero impostazione dal genio<br />
di De Gasperi. Riconosciute le<br />
deficienze odierne, riteneva però<br />
possibile un miglioramento nel futuro.<br />
Relazione del Presidente<br />
e votazione<br />
Tenne poi la relazione annuale<br />
il Presidente Avv. Malipiero che,<br />
rievocate le realizzazioni dell' anno,<br />
accennava ai problemi che dovrà<br />
affrontare il nuovo Consiglio<br />
perché l'Associazione raggiunga<br />
sempre meglio le sue finalità.<br />
Ha riferito in merito alla sua<br />
proposta di due anni fa invitante<br />
l'Associazione <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> a farsi<br />
promotrice di una Cappella alla<br />
stazione ferroviaria di Padova per<br />
dare opportunità ai viaggiatori di<br />
ascoltare la S. Messa alla domenica,<br />
come è già stato fatto in altre<br />
città. Se ad un certo punto la proposta<br />
si è arrestata è perché lo<br />
Stato stesso ha presa l'iniziativa<br />
che presto sarà attuata.<br />
Avanzava invece la proposta di<br />
prendere in considerazione le esigenze<br />
della Scuola di Religione i<br />
cui locali sono in pessimo stato e<br />
del tutto insufficienti alle necessità<br />
di oggi. Molte iniziative di apostolato<br />
oggi indispensabile non si<br />
possono prendere per mancanza<br />
di spazio.<br />
Grave è anche il problema del<br />
soggiorno montano per l'estate.<br />
Venute meno le adiacenze del<br />
«Grand Hotel Carezza», si stanno<br />
svolgendo pratiche per l'acquisto<br />
di qualche albergo nelle vicinanze.<br />
Ma le difficoltà sono enormi e<br />
ci vorrà la collaborazione di tutti<br />
per poterle superare.<br />
Lo spoglio delle schede di votazione,<br />
fatta sotto la presidenza del<br />
Consigliere Regionale Avv. Filippetto,<br />
diede approvata, quasi all'unanimità,<br />
la lista proposta dai<br />
Probiviri.<br />
Le altre cariche inferiori verranno<br />
confermate o modificate nella<br />
prima seduta del Consiglio rieletto<br />
e ne daremo resoconto nel prossimo<br />
numero.<br />
Erano presenti alla simpatica<br />
manifestazione con il Sindaco di<br />
Padova Avv. Crescente e l'Abate<br />
di S. Giustina, gli Onorevoli Bettiol<br />
e De Marzi, il Questore di Padova<br />
ed il Presidente del Tribunale,<br />
il Presidente della Camera di<br />
Commercio, il Prof. Carraro, l'Avv.<br />
Olivi, il Presidente e Direttore della<br />
Banca Antoniana, il Direttore<br />
della Cassa di Risparmio e molte<br />
altre personalità .<br />
Inviarono adesioni calorose: S.<br />
Ecc. il Vescovo di Padova, il Ministro<br />
della Pubblica Istruzione<br />
on. Gui, l'<strong>Ex</strong> Alunno Sen. Montini,<br />
fratello di Sua Santità, il Presidente<br />
avv. Adonnino ed il Segretario<br />
della Unione Mondiale, avv.<br />
Enzo Sala.<br />
La bella manifestazione si chiuse<br />
col pranzo sociale durante il<br />
quale dissero belle parole l'onorevole<br />
Bettiol, l'avv. Malipiero e, ringraziando<br />
tutti, P. Casella.<br />
La lampada votiva<br />
collocata sull'altare dei Caduti<br />
— 5
Il Nuovo Consiglio degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong><br />
come risulta dall'agenda 1965<br />
PRESIDENTE<br />
Avv. Giorgio Malipiero - v. Altinate, 16<br />
ASSISTENTE<br />
P. Cipriano Casella S. J.<br />
VICE PRESIDENTI<br />
Ing. Dr. Giorgio Baroni - v. Cappelli, 8<br />
Dr. Prof. Bruno Cacciavillani - v. S. Eufemia, 19<br />
CONSULTORI<br />
Avv. Giuseppe Ghedini - v. Altinate, 16<br />
Dr. Rag. Giordani Michele - v. A. Fasciato<br />
Comm. Giuseppe Morassutti - riv. S. Benedetto, 42<br />
Ing. Prof. Cav. Luigi Simonetti - v. I. Facciolati, 56<br />
SEGRETARI<br />
Nob. Cav. Silvio Mazzo - v. Porciglia, 18<br />
Cav. Augusto Monnet - v. XX Settembre, 27<br />
Geom. Otello Meneghetti - v. Genovesi, 4<br />
CASSIERE<br />
Dr. Annibale Puggina - v. Cerato, I-bis<br />
PROBIVIRI<br />
Dr. Prof. Mario Cappellate - v. S. Francesco, 40/b<br />
Dr. Giuseppe Salce - v. Marco Polo, 9<br />
Prof. Vittorio Zaccaria - v. S. Pio X, 45<br />
SOSTITUTI<br />
Dr. Francesco Bianchini - v. Michele Sammicheli, 2<br />
Dr. Ing. Cav. Uff. Aldo Romaro<br />
REVISORE CONTI<br />
Avv. Comm. Giorgio Tonzig<br />
COMM. STAMPA<br />
Dr. Mario Zaccaria - v. Sabatucci, 5<br />
Cav. Pietro Locateli! - v. Gaspara Stampa, 22<br />
Dr. Carlo Malagoli - v. Livorno, 5<br />
CONSIGLIERI DI CATEGORIA<br />
GIURISTI<br />
Avv. Piero Giudice - p.tta Colonna, 1<br />
COMMERCIALISTI<br />
Dr. Fernando Santinello - v. De Amicis, 6<br />
INGEGNERI<br />
Dr. Ing. Giovanni Morassutti - pz. Delia, 4<br />
ARCHITETTI<br />
Dr. Arch. Silvio Malatesta - St. dell'Orna, 8<br />
MEDICI<br />
Dr. Prof. Mario Baccaglini - v. Aquileia, 4<br />
FARMACISTI<br />
Dr. Francesco Cantele - e.so Vittorio Emanuele II, 50<br />
INDUSTRIALI<br />
Dr. Ing. Comm. Enzo Romaro - v. Castelfidardo, 3<br />
COMMERCIO<br />
Cav. Rag. Antonio Rossetto - v. Cavour, 1<br />
ARTIGIANATO<br />
Cav. Leone Ramigni - v. Roma, 13<br />
FUNZIONARI<br />
Dr. Arturo Fantecchi - v. Albania, 6<br />
CONSIGLIERI DI ZONA<br />
BELLUNO<br />
Avv. Agostino Ferale - p.za Vittorio Emanuele, 12<br />
BRESCIA<br />
Dr. Ing. Paride Gnutti - v. Regazzoni, 35<br />
MILANO<br />
Avv. Mario Filippetto - v. Redi, 25<br />
ROMA<br />
Dr. Angelo Gaietti - v. G. Bosio, 35<br />
ROVIGO<br />
Prof. Dr. Giuseppe Belloni - p.za A. Mario, Lendinara<br />
TORINO<br />
Dr. Ing. Amedeo Smania - e.so G. Marconi, 35<br />
TRENTO<br />
Dr. Ing. Gianluigi Sassudelli - pz. Mostra, 30<br />
TREVISO<br />
Avv. Mario Gracis - v. U. Foscolo, 2<br />
VENEZIA<br />
Dr. Ing. Marcellino Maggia - S. Croce d. Tolentini, 143<br />
VERONA<br />
Dr. Ing. Luigi Ambrosetti - v. Oberdan, 8<br />
VIGENZA<br />
Prof. Dr. Gianfranco Tomolo - Mura Pallamaio, 18<br />
Visioni colte nella Sala degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong><br />
durante il vermouth d'onore.
La compagnia di Gesù<br />
nacque, visse, morì e<br />
risuscitò<br />
a somiglianzà<br />
del Divsn Redentore<br />
di cui porta il nome<br />
Nacque nel 1534 quando S. Ignazio e i suoi primi sette<br />
compagni nella Cappella dei Martiri a Parigi, si impegnarono<br />
coi Voti religiosi a recarsi in Palestina per dedicarsi,<br />
come Gesù, alla diftffusione del Regno di Dio.<br />
Fu battezzata, per così dire, nel 1540 quando, resosi inattuabile<br />
il progetto della Palestina, Paolo III insinuò al valoroso<br />
drappello apostolico di cambiare il voto di mettersi<br />
alla sequela di Gesù con quello di mettersi a disposizione<br />
del Suo Vicario in terra, ed approvò la prima Costituzione<br />
dell'Ordine.<br />
Visse per oltre due secoli diffondendosi in tutto il mon-<br />
Paolo III consegna a S. Ignazio la prima approvazione<br />
della Compagnia di Gesù<br />
Lo Cappella dei Santi Martiri a Montmartre dove nacque la Compagnia di Gesù<br />
do. Alla morte del Fondatore operavano già oltre mille Gesuiti<br />
divisi in dodici provincie religiose con Missioni fiorenti<br />
in Asia, in Africa, in America. Sviluppando una prodigiosa<br />
attività in tutti i settori dell' apostolato : ascetico,<br />
letterario, scientifico, teologico, i Gesuiti raggiunsero in tutti<br />
ranghi di prim'ordine.<br />
Morì nel 1773 alla vigilia della Rivoluzione francese, colpita<br />
da un breve Pontificio che le imponeva un'obbedienza<br />
fino alla morte.<br />
Risuscitò quarant'anni dopo, quando nel 1814 Papa Pio<br />
VII, di ritorno appena dalla prigionia napoleonica, richiamò<br />
l'antico valoroso equipaggio al servizio della Barca<br />
di Pietro, con una «Bolla» che comincia proprio con<br />
questo concetto.<br />
IL VERO SEGRETO<br />
DELLA POTENZA DEI GESUITI<br />
Sta nell' impronta data alla Compagnia dal Fondatore,<br />
che presenta i seguenti spiccati caratteri di<br />
novità:<br />
a) Magnanimità d'ideale. S. Ignazio aveva come<br />
meta la conquista del mondo intero. « Se dò sette<br />
compagni alla Spagna, che cosa mi resta per le altre<br />
parti del mondo? » rispondeva al Re di Spagna<br />
che domandava quasi lutti i suoi compagni.<br />
Col programma tutto suo, espresso nel motto «alla<br />
maggior gloria di Dio» comunicò la sua stessa magnanimità<br />
ai Compagni. Il B. Pietro Fabro e S. Pietro<br />
Canisio che arrestarono la paurosa marcia del<br />
Protestantesimo ; S. Francesco Saverio che sognava<br />
la conquista della Cina attraverso il Giappone (segnando<br />
la via al prodigioso successore P. Ricci); il<br />
Patriarca Azevedo che affrontava la conversione dell'Etiopia;<br />
P. Nobrega che organizzò le Missioni del<br />
Brasile e progettò le Riduzioni per la conversione di<br />
tutta l'America del Sud; P. Possevino che tentò l'unione<br />
con Roma della Chiesa Russa; erano uomini<br />
che vivevano nel clima di un eroismo primordiale,<br />
generatore di spiriti titani che affascinavano la gioventù<br />
migliore del loro tempo.<br />
b) Preparazione diuturna ascetica e culturale delle<br />
sue recinte (17 anni eli preparazione dopo le scuole<br />
medie).<br />
e) Gli Esercizi Spirituali che trasformano le anime<br />
ed arricchirono la Compagnia di Direttori di coscienza<br />
ambiti dalle stesse corti.<br />
7
d) La « Ratio studiorum » adottata nei Collegi della<br />
Compagnia di Gesù. Graduando le classi alla capacità degli<br />
studenti otteneva successi strepitosi e rendeva i Gesuiti arbitri<br />
dell' istruzione, soprattutto media, di tutta l'Europa.<br />
(I Collegi dei Gesuiti non erano convitti come oggi ordinariamente<br />
si intende, ma un « collegium professorum », un<br />
complesso di Professori che si ponevano a disposizione di<br />
una città o di un paese per fare scuola gratuitamente. Corrispondevano<br />
ai Ginnasi-licei pubblici di oggi).<br />
e) L'agilità di movimento ottenuta mediante l'esenzione<br />
dal coro, e l'unità di comando immediato lasciato nelle<br />
mani dell'unico Generale.<br />
f) L'essersi liberata dalla zavorra abolendo le carceri<br />
del convento e vincolando invece tutti con voto a rinunciare<br />
alle cariche sia entro l'Ordine che fuori, e questo per non<br />
perdere i soggetti migliori.<br />
CAUSE DELLA SOPPRESSIONE<br />
La Compagnia di Gesù non si è estinta per senescenza<br />
come alcuni Ordini antichi cui vennero meno le vocazioni.<br />
Nemmeno per corruzione, come i Gesuati soppressi da San<br />
Pio V dopo un attentato, da loro organizzato, alla vita di<br />
S. Carlo Borromeo. Alla vigilia della soppressione i catalogi<br />
numeravano 22.000 Gesuiti in un fervore di opere sempre<br />
crescente. Né si poteva parlare di corruzione o mancanza<br />
di fervore religioso, se oltre venti dei Gesuiti soppressi<br />
meritarono di essere elevati agli onori degli Altari con a<br />
capo S. Giuseppe Pignatelli, l'anello di congiunzione tra la<br />
vecchia e la nuova Compagnia.<br />
Le vere cause sono state: a) l'illuminismo e l'enciclopedismo<br />
che preparò la Rivoluzione Francese. D'Alambert,<br />
Diderot, Voltaire l'avevano su a morte coi Gesuiti e andavano<br />
confessando apertamente che non sarebbero riusciti<br />
nel loro intento di liberarsi della schiavitù della Chiesa,<br />
finché la gioventù fosse stata educata nelle Scuole dei Gesuiti<br />
e Confessori Gesuiti avessero in mano le coscienze<br />
dei Principi.<br />
Di qui la lotta subdola per renderli odiosi. Il «calunniate,<br />
calunniate che qualche cosa resterà» di Voltaire è stato<br />
attuato soprattutto coi Gesuiti. Quando gli illuministi giunsero<br />
ad avere in mano i governi di psan parte d'Europa, con<br />
Choiseul in Francia, Aaranda in Ispagna, Pornbal in Portogallo,<br />
Tannucci a Napoli, Du Tillot a Parma, inventando<br />
complotti dei Gesuiti contro i Sovrani, indussero i Borboni<br />
(che allora dominavano direttamente o indirettamente mediante<br />
parentele tutta l'Europa) a collcgarsi con un patto di<br />
famiglia contro i Gesuiti per esigerne dal Papa la soppressione<br />
sotto minàcce di rappresaglie e di scismi. Le leggende<br />
poi che si andavano diffondendo sulle favolose ricchezze<br />
dei Gesuiti nelle Riduzioni del Paraguay, stimolavano l'avidità<br />
dei governi ali' uso delle peggiori arti per potersene<br />
impadronire,<br />
b) il Giansenismo di cui si fece celebre interprete Biagio<br />
Pascal nelle sue lettere Provinciali.<br />
Davanti al pauroso dilagare della corruzione, soprattutto<br />
nella nobiltà, i Giansenisti (che predicavano la fuga dal<br />
mondo ed il ritorno alle austerità della Chiesa primitiva)<br />
ne attribuivano la colpa ai Gesuiti chiamandoli lassisti perché<br />
predicavano una morale più umana ed accessibile alle<br />
masse.<br />
LA RISURREZIONE<br />
Un germoglio della Compagnia di Gesù sopravvisse tra<br />
i ghiacci della Russia e proprio in forza dello stesso Breve<br />
Pontificio che la sopprimeva.<br />
Tra le varie determinazioni del Breve c'era anche che<br />
le comunità dei Gesuiti non potevano sciogliersi finché non<br />
fosse stato loro comunicato ufficialmente il Breve dalla legittima<br />
autorità ecclesiastica. Questa clausola aveva lo sco-<br />
po di impedire che i Gesuiti disperdessero le loro ricchezze.<br />
Tutto doveva essere rimesso nelle mani della Chiesa.<br />
L'eroica ubbidienza dei Gesuiti anche a questa odiosa clausola<br />
fu la loro salvezza.<br />
Federico eli Prussia (protestante) e Caterina di Russia<br />
(ortodossa) protestarono che non avrebbero mai permesso<br />
che le loro scuole fossero private dei migliori professori e<br />
interdirono formalmente ai Nunzi Pontifici di comunicare<br />
ai Gesuiti dei loro Stati la Bolla di soppressione.<br />
E' così che un gruppo di Gesuiti continuò a lavorare legittimamente<br />
nella Polonia e nella Russia Bianca per altri<br />
quarantanni fino al ristabilimento.<br />
Nell'anno stesso in cui il Borbone Luigi XVI lasciava<br />
la testa sulla ghigliottina (riconoscendo nell'avvenimento<br />
la nemesi storica per il delittuoso patto di famiglia) il Borbone<br />
di Parma si affrettò a pregare Papa Pio VI perche gli<br />
permettesse di ricostituire i Gesuiti nei suoi Stati. Avutone<br />
il consenso, chiama l'amico P. Giuseppe Pignatelli, ex Gesuita,<br />
Sacerdote privato a Bologna, a fondare un Noviziato<br />
della Compagnia di Gesù a Parma. Pochi anni dopo invitava<br />
i Gesuiti anche il Borbone di Napoli.<br />
P. Pignatelli, ancora studente, quando vennero cacciati<br />
dalla Spagna i Gesuiti, non volle saperne di abbandonare<br />
l'Ordine, nonostante le pressioni della sua principesca famiglia<br />
spagnola. Fedele sempre alla Compagnia di Gesù infuse<br />
nei novizi di Parma lo stesso spirito dell'antica Compagnia,<br />
soprattutto la fedeltà al Sommo Pontefice. Quando<br />
Pio VI prima e Pio VII poi vennero tratti in prigione da<br />
Napoleone egli organizzò per loro un'assistenza, anche in<br />
denaro, veramente commovente.<br />
Pio VII non dimenticò quei gesti di squisita carità e<br />
appena ritornato a Roma invitava tutti gli ex Gesuiti e radunatili<br />
nella Cappella della Congregazione dei Nobili presso<br />
la Chiesa del Gesù, consegnava loro la Bolla che li richiamava<br />
al servizio della Chiesa, reintegrandoli, per quanto<br />
possibile, nelle loro antiche chiese e case.<br />
S. Giuseppe Pignatelli, l'anello di congiunzione<br />
tra la prima e la seconda compagnia di Gesù
;i - -"" y '• ' '<br />
Pio VII, nello Coppella de!Ea Congregazione dei Nobili, consegna agli ex Gesuiti la Balìa « Regimini Milifantis Ecclesiae », che ristabilisce<br />
la Compagnia di Gesù.
P. MARCOZZI<br />
ALLA RICERCA<br />
DELLE PRIME<br />
TRACCE SICURE<br />
DELL' UOMO<br />
Si ammette generalmente che l'uso<br />
o la costruzione di oggetti sia esclusivo<br />
dell' Uomo; perciò la presenza di<br />
questi sarebbe segno sicuro che egli è<br />
esistito.<br />
Quando Bouchez de Perthes, nel<br />
1838, rovistando nelle stratificazioni<br />
del Quaternario inferiore nei dintorni<br />
di Abbeville in Francia, ebbe in mano<br />
per la prima volta alcune pietre rozzamente<br />
lavorate, uscì nell' esclamazione,<br />
in verità alquanto enfatica :<br />
«Queste selci, nella loro imperfezione,<br />
non provano meno l'esistenza dell'uomo<br />
che i lavori del Louvres».<br />
L' esistenza di un lavoro intenzionalmente<br />
compiuto è stato considerato<br />
per lungo tempo il criterio di discriminazioni<br />
fra esseri razionali ed<br />
insipienti.<br />
Se non che negli ultimi anni alcuni<br />
Autori hanno attribuito a viventi<br />
che, per diversi rispetti, non possono<br />
considerarsi uomini, l'uso e la lavorazione<br />
di vari oggetti.<br />
Padre Marcozzi mentre parla ai Medici dell' U.N.A.M.S.I. nella Sala Serbelloni a Milano<br />
Il caso più conosciuto e quello delle<br />
Australopithecinae,<br />
MORFOLOGIA DELLE<br />
AUSTRALOPITHECINAE<br />
Questi organisimi - per quanto si<br />
può giudicare dai resti scheletrici conservati<br />
fossili - presentano una morfologia<br />
generale scimmiesca, ma con<br />
alcuni caratteri importanti che le avvicinano<br />
morfologicamente agli Uomini<br />
più che qualsiasi Antropoide vivente<br />
o fossile.<br />
I caratteri che le avvicinano al gruppo<br />
umano sono specialmente : la morfologia<br />
dei denti e la forma del bacino.<br />
Poiché questa è quasi completamente<br />
umana, si ritiene, data la stretta relazione<br />
esistente tra forma del bacino e<br />
modo di incedere, che le Australopithecinae<br />
avessero un incedere eretto o<br />
quasi, alla maniera dell'Uomo, e non<br />
ricurvo come quello degli Antropoidi.<br />
Anche altri caratteri si avvicinano<br />
maggiormente a quelli umani più che<br />
P. Marcozzi tra i membri della Gòrresgeselschaft,<br />
la più rinomata Accademia scientifica tedesca.<br />
i corrispondenti caratteri degli Artropoidi<br />
.attuali.<br />
Tuttavia, quanto alla morfologia<br />
generale, al profilo del cranio nelle varie<br />
direzioni (verticale, frontale, occipitale),<br />
al valore dei diametri cranici,<br />
alla forma delle orbite e delle ossa nasali<br />
e soprattutto, al volume e alla forma<br />
esterna del cervello, sono di tipo<br />
scimmiesco.<br />
I volume del cervello, dedotto dalla<br />
capacità cranica, è noto con sufficiente<br />
approssimazione solo in due<br />
forme : l'Australepithecus afncanus e<br />
il Plesianthropus. Per le altre forme<br />
si danno valori che sembrano calcoliti<br />
mentre in realtà sono soltanto dedotti<br />
dal volume di altre parti del corpo<br />
(per es. della mandibola), i quali<br />
non autorizzano deduzioni di tal genere.<br />
Anche per le due Australopithecinae<br />
sopra accennate si sono dati in<br />
un primo tempo vaioli diversi della<br />
capacità cranica. Ma i calcoli più sicuri,<br />
eseguiti da Wolfang Abel, per<br />
1' Australopithecus africanus, e da<br />
Broom e Robinson, per il Plesianthropus,<br />
dimostrano che sono nettamente<br />
contenuti nei limiti degli Antropoidi<br />
attuali.<br />
L'Australopithecus africanus, secondo<br />
W. Abel, ha una capacità cranica<br />
di 390 cmc nella forma infantile e nell'adulta<br />
avrebbe 450 cmc. Il Plesianthropus<br />
ha capacità cranica nella forma<br />
adulta di 480 cmc. La capacità<br />
cranica nei vari Antropodi attuali oscilla<br />
da 300 cmc (minimo dellOrango)<br />
a 655 cmc (massimo del Gorilla);<br />
nello Scimpanzè, 1' Antropoide che,<br />
per certi aspetti, più si avvicina al Plesianthropus,<br />
la capacità cranica oscilla
Reperti da tombe etnische<br />
da 320 a 500 cmc. Mentre negli Uomini<br />
attuali le oscillazioni sono comprese<br />
fra un minimo, eccezionale, rinvenuto<br />
in una donna Papua a massimi<br />
che superano i 2000 cmc. Negli<br />
Ominidi fossili i minimi e anche le<br />
medie in alcuni gruppi si abbassano<br />
notevolmente.<br />
Nel Sinanthropus si ha un minimo<br />
(stimato, non misurato) di 850 (?)<br />
cmc e un massimo di 1200 cmc.<br />
Anche il coefficiente : capacità cranica<br />
- superficie dei molari, calcolato<br />
da von Koenigswald, da valori compresi<br />
in quelli degli Antropoidi (Ples.<br />
13,4; Antropoidi 9-13,5), mentre il<br />
valore più basso negli Ominidi è 33,5.<br />
Riguardo alla morfologia del cervello,<br />
in quanto si può giudicare dall'endocardio,<br />
non si può dire molto.<br />
E' sostanzialmente scimmiesca con<br />
qualche carattere più umano. Non è<br />
invece attendibile la descrizione che fa<br />
Schepers della struttura e della forma<br />
del cervello fino nelle più minute particolarità<br />
in base all'endocranio. I migliori<br />
specialisti convengono che dall'esame<br />
dell'endocranio è possibile soltanto<br />
una conoscenza sommaria della<br />
forma esterna del cervello.<br />
Questa nella Australopithectnae —<br />
come abbiamo detto — è sostanzialmente<br />
antropoidea. Presenterebbe però<br />
scissure più complicate e più numerose<br />
di quelle degli Antropoidi. Ma il<br />
solco di Rolando sarebbe situato piuttosto<br />
all'innanzi, sicché il lobo frontale<br />
sarebbe alquanto ridotto, come<br />
negli Antropoidi e come in questi il<br />
becco encefalico è netto.<br />
Le Australopithecinae dunque, pur<br />
presentando caratteri che le avvicinano<br />
al gruppo umano (dentizione, stazione<br />
eretta o quasi, diversi particolari<br />
morfologici), sono per la morfologia<br />
generale e per lo sviluppo e forma<br />
del cervello infraumane.<br />
MANUFATTI DELLE<br />
AUSTRALOPITHECINAE^<br />
Tuttavia alcuni Tutori hanno attribuito<br />
alle Australopithecinae V impiego<br />
e la lavorazione di strumenti.<br />
Il primo fu Dart. Questi giunse a<br />
tale conclusione dall'esame del materiale<br />
fossilifero del giacimento di Makapan.<br />
In questo si trovano molti crani<br />
frammentar! o meno spezzati e numerose<br />
ossa lunghe di Ungulati. Il<br />
Dart spiega tale presenza, supponendo<br />
che le Australopithecinae ricercassero<br />
i crani di animali non molto<br />
grandi per estrarne il cervello e mangiarlo.<br />
Si sarebbero serviti per ciò delle<br />
ossa lunghe di Ungulati che impiegavano<br />
come «mazze». Questa interpretazione<br />
sarebbe avvalorata dal fatto<br />
che 58 crani di Babbuini si presentano<br />
spezzati e la rottura, secondo<br />
Dart, sarebbe stata prodotta da strumenti<br />
contundenti.<br />
Sempre secondo le osservazioni del<br />
Dart, i colpi più spesso sarebbero stati<br />
menati sulla fronte e a sinistra, come<br />
se il cacciatore avesse attaccato di<br />
fronte e col braccio destro.<br />
In un caso una pietra sarebbe rimasta<br />
infitta in un cranio, di cui avrebbe<br />
causato la rottura.<br />
Infine, poiché i resti scheletrici degli<br />
Ungulati sono prevalentemente<br />
rappresentati da corna, mandibole e<br />
denti, il Dart conclude che le Australopithecinae<br />
dovevano servirsi di questo<br />
materiale. Donde il nome di «cultura<br />
osteodontocheratica» all'impiego<br />
di tali materie.<br />
Qualche Australopithecina, poi, secondo<br />
Dart, e precisamente l'Australopithecus<br />
prometheus, avrebbe conosciuto<br />
1' uso del fuoco. Egli ammise<br />
tale supposizione, perché nel 1925, in<br />
un blocco di calcare nella cava di Makapansgat<br />
nel Transvaal, scorse alcune<br />
particelle di carbonio. Più tardi in<br />
quella stessa cava furono invenuti i<br />
resti di un Australopithecina. Il Dart,<br />
ritenne questa l'autrice del fuoco, e la<br />
denominò Australopithecina prometheus.<br />
Nel maggio 1956 C. K. Brain trovava<br />
nel giacimento di Sterkfontein,<br />
dove fu rinvenuto il Plesianthropus,<br />
pietre lavorate. Il Robinson faceva<br />
proseguire le ricerche e nella breccia<br />
mediana di color rosso oscuro, dove<br />
furono trovati i resti di Australopithecinae,<br />
rinveniva 228 pietre lavorate,<br />
che furono descritte da R. J. Mason,<br />
Per ultimo, il Robinson, sempre a<br />
Sterkfontein, nel medesimo livello,<br />
trovava un osso, secondo lui certamente<br />
lavorato. Si tratta della estremità<br />
di un osso lungo tagliato longitudinalmente,<br />
convenientemente lisciato<br />
e appuntito in modo da servire come<br />
raschiatoio. Poiché tale forma e levigatura<br />
non sarebbe spiegabile, mediante<br />
l'azione di agenti naturali (acqua,<br />
vento, rotolamento), né per l'azione<br />
degli animali rosicchianti, il Robinson<br />
ammette si tratti di un lavoro<br />
intenzionalmente ottenuto.<br />
LE DIFFICOLTA<br />
Senonché l'attribuzione d'una cultura<br />
« osteodontocheratica » alle Australopithecinae<br />
è per lo meno molto<br />
dubbia. Lo Zapfe ha osservato che lo<br />
stritolamento delle ossa del cranio e<br />
le incisioni delle ossa lunghe possono<br />
essere prodotte dalle iene. Il von Koenigswald,<br />
che ha visitato i luoghi dei<br />
rinvenimenti, non ha dubbio che questa<br />
sia la reale spiegazione.<br />
L'uso del fuoco poi, dedotto dalla<br />
presenza di ceneri, non è per nulla<br />
provato.<br />
Poiché non si tratta di cumuli di<br />
ceneri o focolari, come nella caverna<br />
di Ciu-cu-tien, che ha albergato il Sinanthropus,<br />
ma di semplici tracce carboniose,<br />
esse — osserva Oakley —<br />
possono spiegarsi con un incendio della<br />
prateria circostante la caverna delle<br />
Australopithecinae, che si è comunicato<br />
al guano dei pipistrelli, sempre<br />
presenti nelle grotte.<br />
Più tardi, riesaminando il problema<br />
in rapporto a tutte le tracce di<br />
fuoco, rinvenute finora nel Pleistocene<br />
africano, il medesimo Autore, emetteva<br />
l'opinione che le tracce di carbonio<br />
osservate dal Dart nella breccia<br />
di Makapansgat nel 1925, fossero dovute<br />
all'azione delle mine che si impiegano<br />
per far saltare il materiale.<br />
Infatti, dal 1925 in poi, non fu osservato<br />
nessun'altra traccia carboniosa.<br />
Ciò rende improbabile, non solo<br />
la supposizione che le Australopithe-<br />
— 11
cinae accendessero il fuoco, ma anche<br />
l'ipotesi dell'incendio.<br />
Quanto alle pietre lavorate, descritte<br />
da Brain.fe da Robinson, rinvenute<br />
nella cava di Sterkfontein, esse presentano<br />
una tecnica,, troppo evoluta<br />
(chelleo-acheuleana), per poterle attribuire<br />
alle Australopithecinae. Anche<br />
nella supposizione che queste lavorassero,<br />
non è ammissibile che avessero<br />
una tecnica già tanto progredita, perché,<br />
sotto l'aspetto morfologico, sono<br />
prevalentemente scimmiesche. Per questa<br />
ragione Robinson riferisce le pietre<br />
lavorate al Telanthropus, mentre<br />
1' osso lavorato potrebbe forse attribuirsi<br />
alle Australopithecinae.<br />
Il Telanthropus è stato trovato con<br />
le Australopithecinae, ma da alcuni<br />
Autori è ritenuto un Ominide del tipo<br />
Anthropus o Neanderthal.<br />
Disgraziatamente esso è troppo poco<br />
rappresentato (mascella superiore<br />
e mandibola) per permettere un giudizio<br />
sicuro sulla sua natura.<br />
Poiché inoltre nel tempo in cui vissero<br />
le Australopithecinae già esistevano<br />
gli Uomini ,non si può escludere<br />
che le pietre e le ossa lavorate siano<br />
opera di questi.<br />
E' dunque dubbio che le Australopithecinae<br />
si servissero di oggetti come<br />
strumenti ed è ancora più incerto<br />
che li preparassero mediante un'adatta<br />
lavorazione.<br />
MANIFESTAZIONI PSICHICI!E<br />
DEGLI<br />
ANTROPOIDI VIVENTI<br />
Tenendo conto delle manifestazioni<br />
psichiche degli Antropoidi attuali,<br />
è ammissibile che le Australopithecinae<br />
si servissero di strumenti e fino a<br />
qual punto?<br />
E'- ; necessario, prima di rispondere,<br />
di richiamare le manifestazioni psichiche<br />
degli Antropoidi viventi per ciò<br />
che concerne il nostro problema.<br />
L'uso del «bastone» è stato osservato<br />
presso gli Antropoidi e alle volte<br />
anche nelle scimmie inferiori. Per<br />
«bastone» s'intende qualsiasi oggetto<br />
allungato o piuttosto rigido che può<br />
servire ad avvicinare il cibo, oppure a<br />
colpire o a battere. Il caso più noto è<br />
quello nel quale il cibo è situato ad<br />
una certa distanza dalla gabbia, nella<br />
quale si trova l'animale. E questo<br />
si serve d'un bastone per avvicinarlo.<br />
Gli Antropoidi sanno anche servirsi<br />
di oggetti diversi (casse, sedie, tavole,<br />
ecc.), come di sgabelli per avvicinarsi<br />
ad un oggetto, situato troppo<br />
12 —<br />
alto per poterlo cogliere direttamente.<br />
Riescono anche a spostare lo sgabello<br />
.(dal luogo dove si trova, e collocarlo<br />
nel sito adatto per raggiungere lo scopo.<br />
In alcuni casi gli Antropoidi hanno<br />
mostrato di saper far uso anche di<br />
due strumenti, combinati insieme : il<br />
bastone e lo sgabello. Sono saliti cioè<br />
su una cassa, col bastone in mano, e<br />
di là hanno abbattuto il cibo sospeso<br />
sul soffitto della gabbia.<br />
In questi casi lo strumento era già<br />
formato e l'animale non aveva che da<br />
impiegarlo.<br />
Esistono anche osservazioni che tendono<br />
a dimostrare che le scimmie superiori,<br />
specialmente Antropoidi, riescono<br />
a costruire in qualche modo lo<br />
strumento. Riportiamo alcuni esempi.<br />
Strappano un ramo d' un arbusto<br />
per servirsi di bastone.<br />
Mettono insieme pezzi di giornale<br />
e di foglie per fare una specie di bastone.<br />
Srotolano corde avvolte a una sbarra<br />
per potersene servire.<br />
Svuotano casse del materiale contenuto<br />
prima di trasportarle sotto il cibo,<br />
dove servirsene da sgabello.<br />
Raddrizzano un filo di ferro ricurvo<br />
allo scopo di allungarlo.<br />
Infilano pezzi di canna l'uno nell'altro<br />
per allungarlo.<br />
E' vero che tutte o quasi tutte queste<br />
osservazioni, allo stato attuale, pare<br />
abbiano perduto della primitiva forza<br />
probativa, perché sembra che gli animali<br />
le abbiano adottate, non perché<br />
le hanno trovate essi, ma perché<br />
le hanno viste.<br />
« Nuove osservazioni sullo Scimpanzè<br />
— osserva Buytendijk — di<br />
cui erano ben noti i precedenti, mo-x<br />
strano che il suo comportamento è<br />
molto più determinato dalle esperienze<br />
precedenti di quanto Kòhler, Yerkes<br />
e altri avessero sospettato ».<br />
L' aggiustamento poi della canna,<br />
infilando i pezzi l'uno nell'altro, avviene<br />
solo se succede a caso, giocando<br />
coi vari pezzi. Ma, una volta ottenuto<br />
l'allungamento, l'animale sa sfruttarlo,<br />
e può ripetere l'operazione in<br />
altri casi. In altre parole, sa far tesoro<br />
della combinazione fortunata.<br />
Non è però in grado di trasmettere<br />
ai discendenti ciò che esso ha appreso.<br />
Le sue esperienze rimangono strettamente<br />
individuali.<br />
L'allevamento degli Scimpanzè da<br />
parte della madre, non conferisce<br />
nessuna superiorità conoscitiva sugli<br />
Scimpanzè lasciati a se stessi. Ciò di-<br />
mostra che il comportamento dei giovani<br />
è sostanzialmente innato; e i genitori<br />
non trasmettono le esperienze<br />
da essi acquisite.<br />
Con la scorta di questi accertamenti<br />
sulle manifestazioni psichiche degli<br />
Antropoidi, possiamo considerare<br />
quelle che si attribuiscono alle Australopithecinae.<br />
Poiché l'impiego di strumenti già<br />
formati e una certa preparazione, sia<br />
pure semplicissima, dei medesimi, o<br />
spontaneamente o per istinto imitativo,<br />
si osserva anche negli Antropoidi<br />
attuali, è possibile, pur ammettendo<br />
nelle Australopithecinae una capacità<br />
psichica sostanzialmente uguale a quella<br />
degli Antropoidi attuali, che si servissero<br />
di pietre, ossa e corna per colpire<br />
le prede e per sezionarle.<br />
Non è dunque impossibile ciò che<br />
afferma Dart riguardo alla cultura «osteodontocheratica»,<br />
benché, in tal caso,<br />
sia fuori luogo il termine «cultura».<br />
La cultura è essenzialmente degli<br />
esseri razionali, mentre 1' impiego di<br />
oggetti diversi, anche ritoccati, può<br />
spiegarsi con la sola conoscenza sensitiva.<br />
Piuttosto rimarrebbe da spiegare<br />
la trasmissione da una generazione<br />
all'altra dell' uso degli strumenti<br />
non lavorati. Se si ammette che questo<br />
avvenisse mediante 1' insegnamento,<br />
ciò non si osserva negli Antropoidi<br />
attuali. Se si ricorre a un particolare<br />
istinto, questo non appare impossibile,<br />
ma dovrebbe essere accertato.<br />
Le osservazioni di Dart ci sembrano<br />
ancora troppo poco fondate per dare<br />
come provata l'esistenza di uno o l'altro<br />
dei due modi supposti di trasmissione.<br />
Non entrano invece nell' ambito<br />
delle operazioni osservate negli Antropoidi,<br />
la lavorazione sensibilmente<br />
progredita di manufatti (pietre scheggiate)<br />
e ancor meno l'accensione e l'uso<br />
del fuoco.<br />
Queste perciò, per essere attribuite<br />
alle Australopithecinae, dovrebbero essere<br />
accertate con sicurezza.<br />
LAVORO E RAZIONALITÀ<br />
A questo punto si pone un problema<br />
: Se si accertasse l'uso del fuoco e<br />
la lavorazione di utensili per parte<br />
delle Australopithecinae, si dovrebbe<br />
per ciò stesso concludere che erano<br />
in possesso di facoltà razionali?<br />
Così si ritiene comunemente. Ma<br />
noi riteniamo necessaria qualche distinzione.<br />
L'uso del fuoco, come la lavorazione<br />
di utensili, sono certamente opera-
zioni finalistiche. E implicano perciò<br />
l'esistenza d'una intelligenza. Infatti,<br />
è soltanto dell' intelligenza comprendere<br />
il fine, valutare i mezzi e adattare<br />
i mezzi al fine, come si richiede<br />
nelle operazioni finalistiche.<br />
Ma, se ogni operazione finalistica<br />
implica un'intelligenza, non segue che<br />
sempre e necessariamente l'intelligenza<br />
sia nell'operante.<br />
Tutte le operazioni della natura,<br />
specialmente vivente, sono finalistiche.<br />
Si pensi ai fenomeni dell'assimilazione,<br />
della riproduzione, dell' irritabilità,<br />
di difesa, e si dovrà convenire che<br />
sono diretti a uno scopo. Eppure l'intelligenza<br />
non è nella natura.<br />
Non potrebbe essere la medesima<br />
cosa anche per le operazioni finalistiche<br />
di accendere il fuoco e di lavorare<br />
strumenti? Le Australopithecinae od<br />
altri organismi estinti non potrebbero<br />
aver fabbricato strumenti e acceso<br />
il fuoco, senza essere ragionevoli? Il<br />
fatto che al presente soltanto l'Uomo<br />
accende il fuoco e lavora strumenti,<br />
può rappresentare al più una presunzione<br />
in favore che anche al tempo<br />
delle Australopithecinae fosse soltanto<br />
1' Uomo che lavorasse, ma non una<br />
dimostrazione.<br />
Perché fosse una dimostrazione bisognerebbe<br />
provare che 1' accensione<br />
del fuoco e la lavorazione di strumenti<br />
è impossibile a ottenersi con le sole<br />
facoltà conoscitive sensibili (istinto e<br />
estimativa). Ma questo è impossibile,<br />
perché le operazioni istintive, sia nel<br />
mondo degli Insetti, sia in quello dei<br />
Vertebrati, si mostrano non di rado<br />
incomparabilmente più complesse<br />
e meravigliose di quanto non sia l'accensione<br />
del fuoco e la scheggiatura<br />
adatta di una pietra. Si pensi, per esempio<br />
ai difficili problemi di chimica,<br />
fisica, ingegneria, matematica e altro,<br />
risolti istintivamente dagli Insetti,<br />
Uccelli e alcuni Vertebrati.<br />
Un'Ape afferra con le mandibole<br />
un sassolino che impiega come martello<br />
per levigare il fondo della celletta.<br />
Alcuni Uccelli costruiscono nidi,<br />
così complessi, da superare ogni aspettativa.<br />
I Castori formano dighe, accumulando<br />
tronchi di albero che rosicchiano<br />
in modo da farli cadere nella direzione<br />
adatta.<br />
Queste operazioni implicano evidentemente<br />
un'intelligenza; ma 1' intelligenza<br />
non è nell'animale che la<br />
compie.<br />
IfL'UOM<br />
N 'N<br />
. •'; Éè. ;'-,-.,•'•.'" , .-• ^"js.'<br />
L'opera del P. Marcozzi considerata il più autorevole testo di Antropologia<br />
COME RICONOSCERE SE<br />
L'INTELLIGENZA<br />
E' NELL' OPERANTE<br />
Per alcune operazioni si riconosce<br />
che 1' intelligenza è nell'operante dalla<br />
natura stessa dell'azione. Se questa<br />
implica necessariamente concetti astratti,<br />
sicché essa non è che la concretizzazione<br />
di idee, come sono le manifestazioni<br />
religiose e morali, 1' individuo<br />
che compie tali azioni non può essere<br />
che razionale. Ma se l'azione, pur manifestando<br />
un'innegabile finalità, può<br />
essere ottenuta sia col concorso di principii<br />
e di idee astratte e sia con le sole<br />
facoltà conoscitive sensibili, si potrà<br />
risolvere il problema osservando come<br />
l'operazione viene eseguita. Dal modo<br />
come viene eseguita l'azione si può risalire<br />
alla natura del processo psichico<br />
che la informa.<br />
Se l'operazione è più o meno stereotipata<br />
e presenta limitate possibilità<br />
di adattamento e progresso, è probabile<br />
sia governata da processi psichici<br />
puramente sensitivi. Se, al contrario,<br />
l'azione manifesta una indefinita<br />
variabilità e una possibilità praticamente<br />
illimitata di adattamento e<br />
progresso, è guidata da processi razionali.<br />
Infatti, la distinzione fra facoltà<br />
razionali o intellettive e facoltà sensitive<br />
sta in ciò : le prime assurgono<br />
a concetti e principi assolutamente astratti<br />
e universali e colgono la natu-<br />
— 13
a delle cose, prescindendo da qualsiasi<br />
determinazione sensibile (benché<br />
l'individuo che possiede le facoltà intellettive<br />
si serva sempre nelle sue operazioni<br />
psichiche, anche superiori, di<br />
rappresentazioni sensibili). Le facoltà<br />
sensitive invece sono intrinsecamente<br />
legate alla materia; perciò le loro manifestazioni<br />
sono sempre essenzialmente<br />
concrete e determinate sensibilmente<br />
(schemi e immagini sensibili).<br />
Si comprende allora come l'individuo,<br />
dotato di facoltà razionali che<br />
colgono la natura delle cose e conoscono<br />
il fine come fine e valutano la natura<br />
del mezzo, possa raggiungere il fine<br />
mutando convenientemente il mezzo<br />
(possibilità di adattamento) e possa<br />
anche cambiare fine (possibilità di<br />
progresso). Non così avviene dell' individuo<br />
dotato di sole facoltà sensitive.<br />
Essendo queste essenzialmente legate<br />
a schemi e a immagini sensibili<br />
e non avendo che questi, l'adattamen-<br />
Padre Vittorio Marcozzi, cresciuto alla Scuola di Religione<br />
<strong>dell'Antonianum</strong>, fedele Congregato, appassionato petrarchino,<br />
è certamente oggi uno degli ecclesiastici più in vista<br />
nel campo della cultura in Italia.<br />
Tornerà gradito, crediamo, agli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> che gli furono<br />
amici o ne hanno sentito parlare, conoscere un po' più<br />
a fondo la sua attività.<br />
Professore di scienze biologiche ed antropologiche alla<br />
Pontificia Università Gregoriana di Roma e dell'Alaisianum<br />
di Gallarate, svolge da oltre trent'anni un'attività apologetica<br />
e scientifica di prim'ordine.<br />
Nelle principali città d'Italia si fece applaudire con le<br />
sue conferenze agli intellettuali in occasione di Congressi,<br />
di Ritiri Pasquali, di Esercizi specializzati, di Corsi superiori<br />
di cultura religiosa. Le sue conferenze sulla personalità<br />
del Cristo tennero ovunque per varie sere affascinato il<br />
pubblico che gremiva spesso i più vasti e distinti locali cittadini.<br />
Assistente nazionale dei Medici Cattolici, è soprattutto<br />
nell'ambiente medico che ottenne i successi più lusinghieri<br />
rivelandosi ovunque preparato a risolvere le obiezioni di coscienza<br />
e ad appianare le difficoltà di ordine intellettuale e<br />
morale.<br />
P. Marcozzi estese il suo apostolato apologetico ad un<br />
pubblico ben più vasto di quello delle sue conferenze, mediante<br />
apprezzatissime pubblicazioni, molte delle quali vedremmo<br />
volentieri in mano ai nostri <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>.<br />
Ne diamo qui un rapido cenno:<br />
«Le Origini dell'uomo» (Milano, C.E.A., 1954) giunto alla<br />
quarta edizione; tradotto in spagnolo.<br />
14 —<br />
to deve essere necessariamente limitato<br />
nell'ambito dello schema e immagine<br />
sensibili : quindi con capacità limitate<br />
di adattamento e di progresso.<br />
Nel lavoro materiale dunque non è<br />
tanto l'opera in se stessa che rivela la<br />
natura della capacità psichica dell'individuo<br />
che l'ha attuata, quanto la<br />
presenza o meno di un notevole adattamento<br />
e progresso.<br />
Quindi, per ciò che riguarda le pietre<br />
lavorate, come utensili, non è tanto<br />
il fatto che sono lavorate che prova<br />
la presenza di facoltà intellettive,<br />
quanto l'adattamento (invenzione di<br />
nuove forme) e il progresso. Perciò,<br />
se tale adattamento e progresso mancassero<br />
o fossero assai limitati, la spiegazione<br />
con le sole facoltà sensitive<br />
sarebbe giustificata.<br />
Questo nell' ambito speculativo o<br />
teorico. In pratica occorrerà molta<br />
prudenza e circospczione, perché non<br />
è sempre facile stabilire se l'adattamento<br />
e il progresso che si riscontrano<br />
nei singoli casi, superano le possibilità<br />
della psiche sensitiva. Ed è<br />
questa la difficoltà che si riscontra, allo<br />
stato attuale, per ciò che concerne<br />
le Australoptthecinae.<br />
VITTORIO MARCOZZI S. J.<br />
Da una pittura di un'anfora etrusco<br />
«Il senso della vita umana» (Milano, Bompiani, 1956)<br />
giunto alla quarta edizione. Uno dei libri più letti in Italia<br />
in questi ultimi anni.<br />
«Il problema di Dio e le scienze» (Brescia, Morcelliana,<br />
1958) giunto all'ottava edizione; tradotto in portoghese.<br />
«Il senso dell'amore» (Ed. Paoline, Roma, 1960) giunto<br />
alla quinta edizione; tradotto in spagnolo, in portoghese e<br />
in giapponese.<br />
«Ascesi e psiche» (Morcelliana, Brescia, 1958) tradotto<br />
in spagnolo.<br />
Scrisse inoltre numerosi articoli per le riviste di ascetica,<br />
di pedagogia e apologetica, come ad es.: «Formazione<br />
culturale di coloro che vivono in stato di perfezione», «I miracoli<br />
di Gesù» nel voi. VII del Simbolo della Pro Civìtate<br />
Cristiana, «La direzione spirituale dei giovani», «L'organizzazione<br />
della vita in Dio», «La Direzione degli anormali»,<br />
«II Matrimonio secondo la legge naturale», ecc.<br />
Ma l'attività che più ha attirata l'attenzione del mondo<br />
culturale è quella scientifica. Specializzatosi in antropologia,<br />
si impose subito con numerosi articoli scritti sulla «Civiltà<br />
Cattolica» e altre riviste scientifiche dal 1937 fino agli<br />
ultimi tempi, sul problema della vita e delle sue origini,<br />
sull'anima dell'uomo preistorico, sul «Sinanthropus pechinensis»<br />
ecc. Una delle sue opere principali, «L uomo nello<br />
spazio e nel tempo», tradotto anche in altre lingue, è usato<br />
come testo in varie università.<br />
L'articolo qui pubblicalo è tolto dal «Gregorianum», Rivista<br />
della Pontificia Università Gregoriana di Roma, anno<br />
XLI - voi. XLI - 4.
P. Messori a St Vincent in Valle d'Aosta ad un raduno (15-16 maggio 1964) per aziende della zona torinese<br />
II discorso di Paolo VI agli Industriali<br />
e le Relazioni Umane di Padre Messori<br />
Paolo VI ricevendo in udienza, il giorno 8 giugno,<br />
una rappresentanza di industriali ebbe per loro<br />
parole di alto elogio :<br />
«Voi siete i rappresentanti tipici - diceva loro —<br />
della vita moderna, che si qualifica come tutta condizionata<br />
e plasmata dal fenomeno industriale; vogliamo<br />
anche rilevare in voi un magnifico sviluppo<br />
delle facoltà umane, le quali, impiegate dai canoni<br />
caratteristici della vostra scuola, hanno dato saggio<br />
delle immense e superbe capacità, ed hanno ancor<br />
più svelato il riflesso divino sul volto dell'uomo, e<br />
ancor più scoperto le tracce d'un pensiero trascendente<br />
e dominante nel cosmo aperto dagli studiosi<br />
a nuove esplorazioni, e da voi a nuove conquiste. La<br />
posizione, che voi avete così occupato nel quadro<br />
della vita contemporanea è eminente, è strategica e<br />
rappresentativa; e Noi, come chiunque guardi con<br />
occhio obbiettivo la realtà storica e sociale chi ci<br />
circonda, diamo atto sinceramente della vostra importanza<br />
e, per quanto essa ha di buono, sotto moltissimi<br />
aspetti, le tributiamo la Nostra riconoscenza,<br />
il Nostro plauso e il Nostro incoraggiamento. E'<br />
questa nostra testimonianza un segno dell'atteggiamento<br />
della Chiesa verso il mondo moderno : un atteggiamento<br />
di attenzione, di comprensione, di ammirazione,<br />
di amicizia ».<br />
Rilevando però come essi siano notoriamente da<br />
parte del mondo operaio bersaglio di critiche assai<br />
acerbe e pericolose, li ammoniva paternamente ad<br />
eliminare certe deficienze nel loro comportamento<br />
verso i dipendenti che sono la causa di tanto malanimo<br />
inculcando loro gli insegnamenti delle Encicliche<br />
Pontificie in materia sociale che affermano :<br />
« ... essere necessario il coefficiente religioso per<br />
dare soluzione migliore ai rapporti umani derivanti<br />
doli' organizzazione industriale ; e ciò non già per<br />
impiegare tale coefficiente religioso come un semplice<br />
correttivo paternallstico e utilitario per temperare<br />
l'esplosione passionale e facilmente sovversiva<br />
della classe lavoratrice rispetto a quella imprenditoriale,<br />
ma per scoprire alla sua luce la deficienza<br />
fondamentale del sistema che pretende di<br />
considerare come puramente economici e automaticamente<br />
regolabili i rapporti umani nascenti dal fenomeno<br />
industriale, e per suggerire quali altri rapporti<br />
devono integrarli, anzi rigenerarli secondo la<br />
visione emanante dalla luce cristiana: prima l'uomo,<br />
poi il resto.<br />
E' bello notare come la religione nostra, la quale<br />
proclama il primato di Dio su tutte le cose mette<br />
per ciò stesso in essere, nel campo delle realtà<br />
temporali, il primato dell'uomo. Ed è bello osservare<br />
come sia, questo primato, garantito dal riconoscimento<br />
della sovranità, anzi della paternità di Dio<br />
sugli uomini, il motivo che stimola e giustifica quel<br />
dinamismo sociale, quel progresso civile a cui il fenomeno<br />
industriale, cosciente o no, imprime il suo<br />
moto ineluttabile, e che costituisce, in fondo, la sua<br />
più nobile aspirazione ed il suo più indiscutibile<br />
vanto ».<br />
— 15
tignano : P. Messori col Presidente della Regione Friuli - Venezia Giulia ed il Sindaco di<br />
Ugnano, durante una lezione al Corso di R. U. nel passato settembre.<br />
IL PRIMATO DELL' UOMO<br />
E LE RELAZIONI UMANE<br />
Che cosa intendesse il Papa per<br />
rispetto del primato dell'uomo nell'operaio<br />
e generalmente nei dipendenti,<br />
lo spiega chiaramente il R.<br />
P. Messori Roncaglia SJ. nell'opuscolo<br />
« Interprelazione latina e cristiana<br />
de Le Relazioni Umane» edito<br />
dal C.I.R.U. di Roma e di cui<br />
riportiamo alcune pagine, inculcando<br />
a tutti la lettura integrale<br />
dell'interessante opuscolo.<br />
TIPI DI RAPPORTO<br />
TRA DATORI E PRESTATORI<br />
DI LAVORO<br />
Le Relazioni Umane affrontano i problemi<br />
più delicati e complessi del mondo<br />
del lavoro, nel tentativo di risolverli<br />
secondo una precisa impostazione ideologica,<br />
dottrinale, metodologica.<br />
E proprio perché si riferiscono al<br />
mondo del lavoro esse partono da un<br />
dato di fatto: quali sono in concreto<br />
i rapporti che sogliono intercorrere tra<br />
i datori di lavoro e prestatori d'opera.<br />
Essi si possono riferire a tre tipi : il<br />
conflitto, il compromesso, la collaborazione.<br />
Il conflitto (che non deve essere confuso<br />
con il giusto contrasto d'interesse,<br />
insito naturalmente nella maggioranza<br />
dei rapporti tra gli uomini e dal quale<br />
sorgono altrettante giuste prese di posizione)<br />
che è frutto di una ideologia<br />
che afferma essere l'imprenditore e gli<br />
16 —<br />
operai antagonisti inconciliabili ; per<br />
cui i loro rapporti non possono essere<br />
regolati che da una fatale lotta di classe.<br />
Il compromesso, il quale cerca di accomodare<br />
episodicamente situazioni difficili<br />
; ma sempre con la congenita deficienza<br />
di essere una soluzione contingente<br />
e di lasciare quindi preoccupazioni<br />
nell'una e nell'altra parte in conflitto.<br />
La collaborazione, che parte del concetto<br />
che l'Azienda è una comunità di<br />
lavoro, di prosperità economica e che<br />
quindi impreditori e operai sono cooperatori<br />
di una opera comune.<br />
E' ovvio che se si domandasse ai datori<br />
e ai prestatori di lavoro quale dei<br />
tre rapporti preferissero tutti risponderebbero<br />
: la collaborazione. Ma di fatto<br />
non si è ancora trovato il modo di rendere<br />
concreta questa realtà che è da<br />
tutti desiderata.<br />
IL GIUSTO CONCETTO<br />
DELLE RELAZIONI UMANE<br />
E DEFINIZIONE<br />
Le Relazioni Umane ritengono di affrontare<br />
il problema nella sua interezza<br />
e soprattutto nelle sue radici.<br />
Tutta la materia è ancora in fase di<br />
evoluzione e di formazione, trattandosi<br />
di un movimento molto recente ; ciò<br />
nonostante esso ritiene di battere la via<br />
giusta. Si sa che la moderna scienza<br />
(che tale veramente è) delle Relazioni-<br />
Umane trova le sue origini più immediate<br />
in seguito ad alcune esperienze<br />
di psicologia sociale compiute in America<br />
attorno al 1923 ed esattamente in<br />
una fabbrica della « Western Electric<br />
Corporation ». E' apparso che i fattori<br />
psicologici influiscono sul comportamento<br />
umano : l'uomo oggetto di particolari<br />
attenzioni rende maggiormente.<br />
La scienza delle Relazioni Umane vuole<br />
proprio approfondire questo interessante<br />
mondo intcriore ed esteriore dell'uomo<br />
quando viene a trovarsi nell'esercizio<br />
di una delle sue fondamentali<br />
attività: il lavoro. E' però assolutamente<br />
da escludere ogni intenzione paternalistica<br />
a finalità produttivistica in<br />
senso corrente.<br />
Postula invece questo secondo concetto,<br />
nel senso che l'Azienda è «comunità<br />
di lavoro e sorgente di prosperità<br />
economica».<br />
Dopo queste premesse si può dare la<br />
definizione delle Relazioni Umane che<br />
pare, almeno per ora, la più completa<br />
e adeguata :<br />
«Le Relazioni Umane sono l'insieme<br />
dei legami e dei rapporti che devono<br />
intercorrere tra imprenditori, dirigenti,<br />
lavoratori nell' industria, nel commercio,<br />
nell' agricoltura, nei pubblici servizi<br />
;<br />
— secondo i principi dell'etica naturale<br />
e cristiana rivendicanti la dignità<br />
della persona umana ;<br />
— e che, permeando tutti gli organismi<br />
e le strutture del mondo del lavoro,<br />
tendono ad integrarne la organizzazione<br />
scientifica puramente tecnica ed<br />
economica ;<br />
— con l'intento di stabilire e di conservare<br />
la pace sociale in una più concorda<br />
e stretta collaborazione nella Azienda<br />
;<br />
— concepita come comunità di lavoro<br />
e sorgente di prosperità economica».<br />
Occorre analizzare parte per parte codesta<br />
definizione onde approfondire la<br />
dottrina delle Relazioni Umane e vederne<br />
quanta parte abbia nel mondo<br />
del lavoro.<br />
LA DIGNITÀ'<br />
DELLA PERSONA UMANA<br />
Qui tocchiamo proprio il punto centrale<br />
di questa nuova scienza. Ed è, un<br />
po', la scoperta della nostra epoca.<br />
Un forte gruppo di altissime personalità<br />
americane, imprenditori, economisti,<br />
professori, dirigenti sindacali,<br />
pubblicisti ecc., in quel documento che<br />
tuttora ha maggior valore e interesse<br />
in materia, che è «Human Relations in<br />
Modern Business» (pubblicato in America<br />
sul finire del 1949) ha posto questo<br />
notevolissimo rilievo.<br />
«Come imprenditori noi ci possiamo<br />
chiedere : chi è questa gente incolonnata<br />
sul libro paga? La risposta varia<br />
secondo i diversi punti di vista. Infatti<br />
alcuni economisti e studiosi di statistica<br />
sembrano pensare al lavoratore solo<br />
in quanto esso rappresenta una unità<br />
di conto nei loro schemi di domanda
e offerta. Essi parlano con eguale impersonalità<br />
di unità di carbone offerto<br />
ad un certo prezzo, di unità di lavoro<br />
che chiedono un dato salario. Tanto gli<br />
uomini, quanto il carbone vengono imprigionati<br />
nella legge della domanda e<br />
dell'offerta. Macchine senza vita ed unità<br />
umane sono egualmente considerate<br />
"fattori della produzione", che bisogna<br />
remunerare secondo il valore attribuito<br />
alle loro prestazioni, e determinato<br />
dalla cieca giustizia del mercato.<br />
Tali punti di vista hanno loro legittime,<br />
se pur limitate, ragioni. L'offerta<br />
di lavoro non può andare esente da considerazioni<br />
economiche. Ma dove la legge<br />
della domanda e dell'offerta governa<br />
il mercato del lavoro escludendo ogni<br />
considerazione di persona umana,<br />
viene compiuta una grande ingiustizia.<br />
Il lavoro non è soltanto una mercé che<br />
si compra e si vende, si impiega o si<br />
getta come una macchina utensile in<br />
una officina. La così detta ineluttabilità<br />
della "legge economica" non è sufficiente<br />
a giustificare una consapevole<br />
trascuratezza nei riguardi della fondamentale<br />
dignità della persona umana.<br />
Non può esistere nessuna "legge economica"<br />
indipendente da considerazioni<br />
umane.<br />
I lavoratori offrono sì le loro prestazioni<br />
su un mercato concorrenziale o<br />
regolato. Ma questi stessi lavoratori<br />
sono uomini. Essi hanno cuore e niente<br />
umana. Essi amano e sono amati.<br />
Essi hanno momenti di nobili aspirazioni<br />
e cadute in cattive abitudini. Essi<br />
sono uomini medi, con una vita comune.<br />
La maggior parte di essi non<br />
chiedono molto al mondo, ma i loro<br />
bisogni fondamentali sono per essi una<br />
questione di vita. La loro prima domanda<br />
alla società è quella di venire<br />
trattati come esseri umani, non come<br />
macchine».<br />
Si pone quindi in rilievo e in piena<br />
luce la dignità della persona umana.<br />
La quale dignità non si deve ritenere<br />
che poggi su vaporosi e vaghi concetti<br />
; ma su precisi principi dell'etica<br />
naturale, prima, e dell'etica cristiana,<br />
poi. E' necessario approfondire questi<br />
principi.<br />
COMUNITÀ' DI LAVORO<br />
E PRODUTTIVITÀ'<br />
Quando si afferma che l'azienda deve<br />
essere concepita «come comunità di<br />
lavoro» si vogliono intendere in queste<br />
parole una doppia realtà : l'una ideologica,<br />
che è la fondamentale, l'altra organizzativa,<br />
che è puramente tecnica.<br />
Su questo secondo aspetto non conviene<br />
qui indugiare, poiché si sono fatti<br />
notevolissimi progressi proprio in<br />
questi ultimi tempi intorno all'organizzazione<br />
scientifica del lavoro (si pensi<br />
tra l'altro al notevole 1" Congresso Internazionale<br />
del C.N.O.S. tenuto a Parigi<br />
nel 1957). Fa più al caso fermarsi<br />
un po' sulla realtà ideologica dell'affermazione.<br />
Sostanzialmente, quando si afferma<br />
che l'azienda è una «comunità di lavoro»,<br />
non si conia una frase dcmagogica<br />
ma si pone anzi la sola alternativa<br />
realistica che ha veramente importanza,<br />
e cioè la convinzione ferma che<br />
le aspirazioni legittime dei lavoratori<br />
sono, in fondo, identiche a quelle degli<br />
imprenditori e degli altri dirigenti.<br />
Soltanto un programma di collaborazione<br />
tra direzione e lavoro può facilitare<br />
la soluzione dei problemi fondamentali<br />
che turbano la moderna vita economica<br />
: uno di questi è l'aumento<br />
della produzione, che oggi si suole indicare<br />
con un termine preciso : produttività.<br />
E' indubbio che la produttività è per<br />
larga parte una -questione di forti investimenti<br />
di capitale e di abilità direttiva;<br />
ma è altrettanto certo che elemento<br />
indispensabile è la collaborazione da<br />
parte del lavoro. E' troppo manifesto<br />
che se i lavoratori rallentano e sabotano<br />
i nuovi processi produttivi, a ben<br />
poco valgono i vantaggi offerti dai metodi<br />
ancor più efficienti.<br />
Appare quindi evidente il vantaggio<br />
per gli imprenditori di essere in buoni<br />
rapporti con il lavoro, il che vuoi dire<br />
portare l'azienda ad essere una «comunità<br />
di lavoro».<br />
Altrettanto vantaggioso è per il lavoro<br />
di essere in buoni rapporti con gli<br />
imprenditori e con l'alta direzione. Tuttavia<br />
bisogna convenire che i lavoratori<br />
sono invece spesso sospettosi ed anche<br />
ostili. E ciò, in generale, perché essi<br />
temono di essere sfruttati e non adeguatamente<br />
retribuiti.<br />
Il concetto e la realtà dell'azienda come<br />
«comunità di lavoro», per l'opposto,<br />
vuole e deve intendere sia un aumento<br />
del tenore di vita per tutti e quindi<br />
in primo luogo anche per i lavoratori<br />
stessi ; sia un'ulteriore garanzia contro<br />
il rischio di un lavoro saltuario.<br />
Ecco perché il concetto e la realtà<br />
comunitaria sono della massima importanza<br />
anche tenendo conto dell'aumentato<br />
potere politico del lavoro. E'<br />
un' opera altamente sociale e feconda<br />
di bene sforzarsi di realizzare codesta<br />
comunità nell'interno delle fabbriche e<br />
delle aziende; e di ottener la collaborazione<br />
tra il lavoro organizzato sul piano<br />
nazionale e gl'imprenditori pure essi<br />
nazionalmente organizzati, convincencendoli<br />
che hanno interessi comuni e<br />
comuni problemi di capitale importanza.<br />
Tale concetto comunitario, secondo<br />
un elementare buon senso, comporta<br />
anche che ci si incontri per discutere<br />
con rettitudine d'intenti questi comuni<br />
problemi e interessi comuni.<br />
IL CRISTIANESIMO VERA ANIMA<br />
DELLE RELAZIONI UMANE<br />
Questi principi dell'etica naturale<br />
hanno di per se stessi solidità, valore,<br />
sufficienza. Tuttavia il vero animatore<br />
delle R. U., anzi la vera garanzia della<br />
loro giusta impostazione, è lo spirito<br />
cristiano.<br />
E' proprio il cristianesimo a riaffermare<br />
la fondamentale uguaglianza degli<br />
uomini quando insegna che siamo<br />
tutti figli di Dio, quando pone sulle labbra<br />
di tutti l'identica invocazione: «Padre<br />
Nostro».<br />
E' il cristianesimo ad insegnare la<br />
vera fraternità, cioè la solidarietà caratteristica<br />
delle R. U. ; quando ricorda<br />
che siamo tutti ugualmente bisognosi<br />
di redenzione e che dì fatto tutti siamo<br />
stati redenti da Nostro Signore Gesù<br />
Cristo; e che, insieme, costituiamo<br />
un «unico corpo mistico».<br />
Tutti, per il cristianesimo, abbiamo il<br />
medesimo fine eterno cui ci prepariamo<br />
con la nostra vita presente che viene<br />
tignano : Un aspetto della sala durante la lezione.
valutata con uno stesso identico criterio<br />
a prescindere dalla differenza sociale<br />
: «Ciò che l'uomo ha seminato,<br />
questo egli raccoglierà». Tale è l'insegnamento<br />
della rivelazione cristiana valevole<br />
per tutti indistintamente.<br />
Tutti finalmente abbiamo sulla terra<br />
l'identica norma di bene e di male che<br />
deve decidere della nostra condotta.<br />
Ed è proprio il cristianesimo ad additarci<br />
le due virtù caratteristiche che<br />
costituiscono il motivo architettonico<br />
dell'edificio delle Relazioni Umane costruite<br />
sulle fondazioni naturali : la giustizia,<br />
l'amore.<br />
PROSPERITÀ' ECONOMICA<br />
L'ultimo inciso della definizione concepisce<br />
l'azienda come sorgente di prosperità<br />
economica. E' evidente che tale<br />
prosperità non può essere a vantaggio<br />
soltanto di un limitato numero di<br />
persone, quantunque d'intelligenza e di<br />
intraprendenza; ma di tutti gli uomini<br />
che attendono al lavoro, proprio perché<br />
in ogni vita umana c'è un elemento<br />
sacro che deriva dalla natura spirituale<br />
dell' uomo e dal fatto che egli è<br />
creatura di Dio. Il diritto alla vita è<br />
fondamentalmente legato proprio a un<br />
minimo di prosperità economica che a<br />
sua volta è vincolato al complesso sistema<br />
della industria, del commercio,<br />
dell'agricoltura, dei pubblici servizi.<br />
Di conseguenza, per la stragrande<br />
maggioranza dei lavoratori, diritto alla<br />
vita significa oggi possibilità di lavorare<br />
e diritto ad un giusto salario.<br />
L'azienda, qualunque essa sia, pubblica<br />
o privata, industriale o commerciale,<br />
deve essere in grado di poter dare a<br />
tutti i suoi collaboratori un salario sufficiente<br />
a consentire condizioni di vita<br />
degne di un essere umano, il quale, evidentemente,<br />
ha diverse esigenze se è<br />
solo o se ha una famiglia sulle proprie<br />
spalle. L'uomo con famiglia dovrebbe<br />
poter guadagnare un salario familiare,<br />
senza essere costretto a far lavorare la<br />
moglie e i figli prima che essi abbiano<br />
raggiunto un'età ed una preparazione<br />
sufficiente. Soltanto provvedendo a ciò<br />
si potrà tutelare l'istituto familiare che<br />
rimane pur sempre la prima cellula della<br />
società.<br />
L'azienda, pertanto, qualunque forma<br />
essa abbia, deve includere il giusto salario<br />
tra i costi fissi della produzione ;<br />
cosi come essa include l'ammontare<br />
delle imposte, il tasso corrente d'interesse<br />
e il costo degli impianti. L'azienda<br />
non può e non deve valutare il lavoro<br />
esclusivamente in termini di offerta<br />
e di domanda, proprio perché gli<br />
uomini sono qualcosa di più di una<br />
mercé.<br />
E se è vero, come è vero, che un'azienda<br />
deve cercare di ridurre al minimo<br />
i costi, non deve far ciò togliendo<br />
ai lavoratori il sufficiente salario.<br />
D'altra parte il lavoratore così retribuito<br />
dev' essere educato a rendere il<br />
massimo all'azienda e produrre il suo<br />
massimo sforzo per meritare davvero<br />
questo suo salario. Così e soltanto così<br />
s'intende l'azienda concepita come comunità<br />
di prosperità economica.<br />
CONCLUSIONE<br />
Padre Carlo Messori Roncaglia S. J. lasciò Padova circa<br />
dieci anni fa perché chiamato a Roma per collaborare con<br />
Mons. Baldelli allo sviluppo della Pontificia Opera di Assistenza<br />
(P.O.A.). Mentre altri si impegnarono nella parte caritativa<br />
assistenziale, P. Messori organizzò l'attività culturale<br />
fondando il Centro Italiano Relazioni Umane (C.I.R.U.)<br />
presieduto da Sua Ecc. Eula, il primo magistrato d'Italia.<br />
Il Centro organizza nelle varie città d'Italia incontri tra industriali,<br />
dirigenti ed operai per studiare insieme i rapporti<br />
più proficui e di maggior soddisfazione.<br />
Tra gli incontri più significativi sono da segnalarsi quelli<br />
di Lignano dal 12 al 14 e dal 19 al 21 settembre, cui presero<br />
parte centosessanta maestranze di aziende della fascia<br />
Pordenone - Udine - Gorizia - Monfalcone. Erano presenti,<br />
tra gli altri, il Presidente della Regione Friuli - Venezia Giulia,<br />
On. Dr. Barzanti, che pronunciò un discorso impegnativo<br />
proponendosi di incrementare il più possibile nella propria<br />
Regione il movimento R. U. - P. Messori pubblica un periadico,<br />
il C.I.R.U., che affronta i problemi più importanti<br />
riguardanti le relazioni umane - Roma, Palazzo Brancaccio,<br />
Via Merulana 247.<br />
18 —<br />
Nel documento sopra citato : «Human<br />
Relations in Modern Business», redatto<br />
da imprenditori, economisti, professori<br />
e da altre personalità americane, e' è<br />
una conclusione che interessa di riferire<br />
qui.<br />
«Il mondo oggi è diviso da concezio-<br />
ni filosofiche antagoniste. In una gran<br />
parte di esse lo Stato è totalitario, e<br />
impone le sue leggi ai cittadini senza<br />
alcun loro consenso. Noi siamo persuasi<br />
che gli uomini liberi possono realizzare<br />
più di quelli schiavi.<br />
Ma per realizzare una tale aspirazione<br />
dobbiamo accettare quelle responsabilità<br />
che si accompagnano alla libertà.<br />
Dobbiamo lavorare uniti per risolvere<br />
comuni problemi. La collaborazione non<br />
la lotta, è la chiave del successo. Il<br />
mondo sta guardando noi per avere un<br />
esempio di quanto gli uomini liberi possono<br />
fare. Non possiamo deluderlo. Il<br />
destino delle future generazioni è nelle<br />
nostre mani : ' noi stiamo creando la<br />
storia. Questa è la nostra battaglia e il<br />
nostro impegno».<br />
Queste coraggiose e nobili affermazioni<br />
ci riguardano direttamente, come<br />
italiani e come credenti.<br />
Come italiani : questa Italia madre e<br />
maestra di civiltà nei secoli non può<br />
sottrarsi a creare, insieme alle altre<br />
genti di buona volontà, la nuova storia<br />
che nel campo delle R. U. è oggi a una<br />
fatidica svolta.<br />
Come credenti noi abbiamo il diritto<br />
e il dovere d'introdurre nell'impresa le<br />
mirabili ricchezze dell' umanesimo cristiano:<br />
di quell'umanesimo che ha come<br />
canoni fondamentali 1' abbagliante<br />
verità del « Corpo Mistico » e il fondamentale<br />
precetto dell'amore del prossimo<br />
che si concreta nelle parole di Gesù<br />
Cristo Signor Nostro: «Fai agli altri<br />
quello che vorresti fosse fatto a te».<br />
Lo sfaldamento, tragico, del mondo<br />
del lavoro è stato ed è tuttora esclusivamente<br />
opera degli uomini. Il risanamento<br />
di esso non potrà che essere esclusivamente<br />
opera di uomini, sostenuti<br />
da Dio.<br />
Dalla Lettera di Paolo VI fatta pervenire al Presidente del-<br />
la settimana sociale di Francia:<br />
« Le associazioni dei lavoratori si rifiuteranno di limitarsi<br />
ad essere dei gruppi di pressione, ma vorranno superare<br />
la mentalità di classe per collaborare con gli imprenditori<br />
per il bene comune nazionale e poi, internazionale.<br />
Organi di difesa dei legittimi interessi collettivi, ma sempre<br />
privati, dei loro aderenti, i sindacati avranno a cuore<br />
di non congelarsi in una attività di rivendicazione pura e<br />
di sola contestazione, ma di elevarsi al contrario a responsabilità<br />
superiori. Se la decisione appartiene agli organi<br />
propri dello Stato, essi avranno a cuore di partecipare alla<br />
sua elaborazione, poi alla sua applicazione, nella prospettiva<br />
del bene universale, che supera gl'interessi di gruppo :<br />
essi vorranno adattare questi a quello ed impegnare gl'individui,<br />
categorie sociali e comunità professionali a collaborare<br />
con i poteri pubblici alla prosperità comune ».
Il S. Padre a colloquio coi Dirigenti<br />
S. Padre ai Rovers del 3° Campo Nazionale<br />
Come abbiamo pubblicato nel passato numero, il<br />
Santo Padre coglieva l'occasione per deplorare certi<br />
traviamenti della gioventù moderna. - Rivolgeva<br />
però, insieme, ai Rovers le parole altamente elogiative<br />
che qui riportiamo :<br />
« La vostra visita Ci procura una grande gioia :<br />
quella di incontrare Giovani autentici. Ci piace la<br />
coerenza con cui spontaneamente tenete fede al vostro<br />
metodo, alla vostra pedagogia, alla vostra promessa<br />
di antichi Esploratori Cattolici ».<br />
« Ci piace l'idealismo che governa la vostra psicologia.<br />
Senza idee non si vive, come senza luce non<br />
si cammina. Che il vostro idealismo sia costruito<br />
sullo schema di un gioco leale e formativo, sapientemente<br />
disciplinato e organizzato, non infirma il<br />
suo valore obiettivo. Sappiamo i principi etici su<br />
cui si fonda; sappiamo le energie morali che mette<br />
in tensione ed in azione ; sappiamo la grande scuola<br />
in cui si svolge, cioè il contatto reverente, appassionato,<br />
corroborante con la natura; sappiamo la<br />
spiritualità di cui interiormente si alimenta, la verità<br />
della fede e della grazia di Cristo; e sappiamo<br />
la semplicità e la franchezza con cui vi mostrate<br />
immuni dalle debolezze del dubbio, della noia, dello<br />
scetticismo, del piacere disonesto; uomini veri,<br />
cristiani sinceri. Codesto modo di concepire la vita<br />
fortemente idealizzata, piena, austera, militante, energica,<br />
merita la Nostra ammirazione, e il Nostro<br />
incoraggiamento ».<br />
Citati parecchi esempi di questa gioventù « più<br />
vera e sana » il Papa così prosegue :<br />
« E' d'una gioventù come la vostra, carissimi Esploratori<br />
e Rovers, che ha bisogno il nostro mondo.<br />
Della vostra franchezza, della vostra semplicità,<br />
della vostra spiritualità dovete far dono alla nostra<br />
società e specialmente alla nostra gioventù.<br />
« Diciamo questo con la soddisfazione di poter<br />
aggiungere un altra lode a conto vostro. Abbiamo<br />
saputo che avete prefisso alla vostra attività qual-<br />
— 19
che nuovo punto programmatico : ieri quello della<br />
vostra "apertura al mondo dei giovani", oggi quello<br />
della vostra partecipazione alla via della "ecclesiola"<br />
cioè della Parrocchia. Bellissimi propositi! Voi<br />
vi difendete così da una facile accusa di alcuni critici<br />
che, pur ammirando in voi la formazione metodica<br />
e coerente, vi giudicano coinè un gruppo un<br />
po' appartato e quasi chiuso ai profani ».<br />
E quasi in risposta ad una denigratoria campagna<br />
di certa stampa nei confronti di recenti esempi<br />
di "servizio" dei Rovers, ribadisce :<br />
« Non è certo vero che sia così; ben si sa quanto<br />
sia disponibile e provvida la vostra presenza, anzi<br />
la vostra prestazione nelle manifestazioni della<br />
vita cattolica e civile. Ne siamo Noi stessi testimoni.<br />
L'elogio a voi dato per la vostra opera in occasione<br />
della sciagura del Vajont lo dimostra altamente.<br />
Ma sta il fatto che spesso la norma stessa<br />
che governa il vostro movimento sembra rendervi<br />
quasi indifferenti, estranei all'ambiente nel quale si<br />
svolge la vostra attività. Colesti propositi di "aprirvi"<br />
verso la gioventù che non appartiene alle vostre<br />
file e di innestarvi nella comunità ecclesiale, codeste<br />
"idee-forza", come voi le avete chiamate, possono<br />
fare molto bene a voi e molto bene al inondo<br />
giovanile che vi circonda. Molto bene a voi: perché<br />
cresce la carica di amore del prossimo, di cui voi<br />
volete essere generosi cultori; perché aumenta la<br />
L' udienza nel Cortile di S. Damaso<br />
conoscenza della realtà umana, dei bisogni morali,<br />
delle carenze sociali, delle possibilità di influsso,<br />
che sono sul vostro cammino; e perché innesta il<br />
vostro movimento nella solidarietà dello sforzo apostolico<br />
che la Chiesa promuove ed esige da tutti<br />
i suoi figli per il rinnovamento cristiano della società<br />
contemporanea. E molto bene potrete fare alla<br />
gioventù che circola d'intorno a voi. I fenomeni<br />
di decadenza che in essa si riscontrano, voi lo sapete,<br />
dipendono in buona parte dal fatto che essa<br />
non ha avuto compagni buoni, amici saggi, maestri<br />
pazienti e bravi, divertimenti sereni, libri sani, esperienze<br />
cioè positive della vita. Siate voi, Rovers carissimi,<br />
gli amici, i fratelli, le guide, gli allenatori,<br />
i compagni lieti e schietti di tanti giovani bisognosi<br />
del vostro aiuto. Avrete dato alle vostre anime nuove<br />
virtù e nuove benemerenze. Avrete fatto del vostro<br />
movimento la migliore apologià. Avrete offerto<br />
alla società un prezioso contributo di sanità inorale.<br />
Avrete professato a Cristo una testimonianza d'incomparabile<br />
valore. Avrete meritato che ancora una<br />
volta la Chiesa veda in voi dei figli forti, fedeli, generosi<br />
e militanti. Bravi, carissimi Rovers, se così<br />
sarà; e sarà certamente. Dio vi protegga. Vi assistano<br />
la Madonna ed il vostro S. Giorgio.<br />
Ed è con questi voti che Noi ora di gran cuore<br />
tutti vi benediciamo ».<br />
—*«..,„..<br />
Stato Maggiore dell'ASCI<br />
<strong>dell'Antonianum</strong><br />
CLAN «DELLE STELLE»<br />
— Assistente : P. Giovanni Ballis<br />
— Capo Clan : Ing. Giorgio Rostagni<br />
— Aiuti Capo:<br />
Piero Giro - G. Battista Rossi<br />
— Maestri Novizi :<br />
Riccardo Ruffiani - Paolo Zannini<br />
RIPARTO «BEFFINO SMANIA»<br />
— Assistente : P. Luigi Pretto<br />
— Capo Riparto : Carlo Tremolada<br />
— Aiuti Capo :<br />
Andrea Dalla Porta - Dina Sambo_<br />
Silvio Travaglia - Marco Trabucchi<br />
— Capi Sq. «Aquila»:<br />
Adelchi Mentaschi - Rob. Barbie.ro<br />
— Capi Sq. «Lupo»:<br />
Mario Garcea - Anton. Menegazzo<br />
— Capi Sq. «Scoiattolo»:<br />
Andrea Mosconi - Luigi Recarti<br />
— Capi Sq. «Castoro»:<br />
Marco Tremolada - M. Chiavato<br />
BRANCO «DEL LAGO»<br />
— Baloo : P. Ignazio Buffa<br />
— Capobranco: Sergio Dalla Costa<br />
— Aiuti Capo :<br />
Amedeo Bonini - Giuseppe Mosconi<br />
- Zelco Carlo
Campo Mobile Rover: 27 Luglio - 3 Agosto<br />
(A piedi con 20 Kg. sulle spalle, 80 Km. ed 8000 m. di dislivello; 22 partecipanti)<br />
ITINERARI :<br />
Pinci (strada Agordina), vai di Vescovà, forcella<br />
Lavaretta, casera Pian Fontana, vai dei Rossi,<br />
Soffranco di Zoldo. - Forcella Staulanza, forcella<br />
Forada, fienile Prenderà, forcella Col Duro, forcella<br />
Giau, capanna Ravà, passo Giau, col Gallina, passo<br />
Falzarego. Valparola, Settsass, Pralongià, Corvara<br />
in Badia, forcella Ciampai, Vallelunga, Selva di<br />
Gardena.<br />
Tema di marcia : «La strada del successo».<br />
Mentalità comune ; il problema della « vocazione<br />
» ; necessità di « apertura » verso chi ci circonda;<br />
« comunità » e « servizio ».<br />
Otto giorni di amicizia - DIARIO<br />
Lunedì 27<br />
ore 8,15 : Ci siamo trovati alla stazione di Padova con quegli<br />
zainoni, che ognuno si era preoccupato di pesare<br />
per potersi vantare con gli altri delle sue capacità<br />
di mulo trasportatore. Al solito ci fu l'immancabile<br />
ritardatario : P. Ballis.<br />
ore 12 : Su per la vai di Vescovà, laterale della valle Agordina....<br />
Entusiasmo e fiato grosso.<br />
L'inizio non fu spiacevole, se non per il fatto che<br />
per due ore di strada, percorsa sotto il sole, non<br />
si trovò nemmeno una goccia d'acqua.<br />
ore 21 : Siamo un po' giù di morale, la novità, lo choc<br />
causato da cambiamento ci hanno un po' abbattuti.<br />
ore 21,30: Una minestra calda, un coro a voci spiegate, una<br />
gentilezza ricevuta da un compagno, o ancor più<br />
una gentilezza offerta, ci hanno risollevato lo spirito....<br />
ore 22 : Silenzio, Ma pochi dormono, è l'eccitazione di<br />
una nuova avventura.<br />
Martedì 28<br />
ore 7,30 : Durante la S. Messa ci è presentato il tema di<br />
marcia: «II successo»,<br />
ore 14 : Comincia a piovere, ci siamo rifugiati in una<br />
malga abbandonata in vai dei Rossi, nello Zoldano:<br />
i •<br />
ore 17 : Nonostante la pioggia siamo partiti, ma poco dopo...<br />
dietro-front. I sentieri che ci avrebbero permesso<br />
di arrivare rapidamente sopra Forno di<br />
Zoldo sono spariti....<br />
ore 19 : Ci siamo «accampati» nel fienile, tutti 22. I più<br />
freschi hanno acconciato il giaciglio per tutti, altri<br />
hanno cucinato, ognuno insomma si è dato da<br />
fare per gli altri; è stato vinto l'egoismo.<br />
ore 21 : Al fuoco di bivacco a qualcuno già ciondola la<br />
testa, fuori piove ancora, il fumo dentro si può<br />
tagliare col coltello.<br />
ore 22 : Silenzio. Nessuno stasera parla : la stanchezza oppure<br />
l'intima soddisfazione per lo sforzo compiuto?....<br />
Mercoledì 29<br />
ore 14 : Finalmente un po' di riposo, ci voleva ! Siamo<br />
scesi a Soffranco di Zoldo dove abbiamo preso<br />
la corriera per Forcella Staulanza.<br />
ore 16 : La gente per strada ci guarda come se fossimo<br />
matti : «Chi ve lo fa fare...» «Ma bisogna proprio<br />
essere scout...».<br />
ore 17 : Ci sentiamo felici, siamo amici, siamo fratelli ;<br />
a contatto con la natura abbiamo capito il giusto<br />
posto in cui si devono porre le preoccupazioni<br />
e le ansietà quotidiane, e vogliamo comunicarlo<br />
agli altri con quella esuberanza e vivacità<br />
tipica della nostra età.<br />
Giovedì 30<br />
ore 12 : Dopo aver discusso la prima parte del tema di<br />
marcia (noi «rovers» sappiamo anche discutere,<br />
non solo montar tende!), iniziamo la giornata<br />
forse più bella per vastità di panorami e di vedute.<br />
ore 14 : Con un'occhiata attorno abbracciamo tutti i più<br />
bei monti dolomitici : Civetta, Marmolada, Boò,<br />
Sorapis, Croda del Lago, Antelao; il Pelmo ce<br />
l'abbiamo proprio sopra.<br />
Sorriso tra le roccie<br />
1P>
ore 16 :<br />
ore 20,30:<br />
Venerdì 31<br />
ore 13 :<br />
ore 18,30:<br />
ore 21,15:<br />
ore 23<br />
Sabato 1<br />
ore 18<br />
Domenica<br />
ore 8 :<br />
ore 10<br />
ore 14<br />
ore 17<br />
ore 21<br />
Scoppiano le « crisi », i « sani » si sobbarcano il<br />
peso degli altrui zaini. Altra prova di amicizia.<br />
Ancora una volta ci facciamo da mangiare alla<br />
luce delle stelle, così non vediamo quello che<br />
mangiamo.<br />
Abbiamo assalito e «conquistato» il rifugio Passo<br />
Giau. Dopo il nostro pranzo (finalmente con<br />
le gambe sotto una tavola) le dispense del rifugio<br />
erano letteralmente vuote.<br />
Siamo al Falzarego: .... un po' di civiltà!...<br />
Dobbiamo ancora mangiare e montare le tende :<br />
il «Marchese di Valparola», così si è autodefinito,<br />
ci ha scacciato dal suo bosco privato perché<br />
stava preparando la caccia al capriolo. Dio lo benedica.<br />
Diluvia. Brindisi in onore di S. Ignazio : P. Ballis<br />
e Giorgio portano a ciascuno nella propria...<br />
«dimora» un sorso di grappa. Anche questa è<br />
una gioia....<br />
Abbiamo attraversato il Settsass e il Pralongià,<br />
per accamparci sopra Corvara. La disposizione<br />
delle tende nel campo è particolarmente ordinata,<br />
il fuoco di bivacco viene fatto a regola d'arte;<br />
una piccola dimostrazione di tecnica scout....<br />
2<br />
E' stata celebrata la Messa più «ventilata» a cui<br />
io abbia mai assistito ; sul dorso di un crinale il<br />
vento ci sferzava e ci faceva stare in ansia per<br />
la sorte delle particole che minacciavano di spargersi<br />
qua e là.<br />
Assalto a Corvara. Tutti i negozi furono invasi<br />
dalla nostra «orda» di affamati !<br />
Abbiamo portato a termine l'ultima estenuante<br />
salita del campo a Forcella Ciampai nel gruppo<br />
Puez-Odle. Aleggia tra di noi una certa soddisfazione<br />
che mal cela molta nostalgia.<br />
Al campo molti avevano il basso schiena ammaccato<br />
dai frequenti inciampi della «perfida» discesa<br />
per un ghiaione scoscesissimo.<br />
Al fuoco ognuno di noi riferisce le proprie impressioni<br />
di questi 7 giorni di campo mobile.<br />
ore 23 :<br />
Lunedì 3<br />
ore 10 :<br />
S. Messa al Campo<br />
Tutti sono contenti, di ciò che hanno ricevuto,<br />
di ciò che hanno dato. Non sono mancate le critiche<br />
un po' per l'organizzazione un po' per il proprio<br />
egoismo. Molto è stato fatto, l'anno prossimo<br />
si cercherà di fare meglio.<br />
Si ritarda il silenzio, si cerca in tutti i modi di<br />
prolungare queste ultime ore di fraternità.<br />
Il «Canto dell'Addio» è il momento più triste, più<br />
commovente. Gli occhi di tutti sono un po' lucidi.<br />
Ognuno ripensa in questo momento le fatiche,<br />
i sacrifici, le soddisfazioni, le gioie di questi indimenticabili<br />
ma pur brevi giorni.<br />
Dopo aver discesa la Vallonga a voci spiegate, eccoci<br />
finalmente a Selva di Val Gardena. Il campo<br />
mobile è finito; ma resterà in noi il comune<br />
desiderio di continuare questa magnifica esperienza<br />
di vita «vera» anche nell'atmosfera spesso<br />
opprimente della città.<br />
AMEDEO<br />
Impresa dell'anno : costituzione del riparto Scout<br />
"A. CARREL" alla Sacra Famiglia<br />
Lo scorso anno Ruffatti, Bianchini e Dallaporta<br />
hanno preparato il terreno.<br />
Quest' anno Checco Moschetti, infaticabile, con<br />
Gianni Bianchini, Paolo Zanini e l'appoggio entusiasta<br />
di Don Mario Zannoni, ha costituito un riparto<br />
di tre squadriglie.<br />
Un risultato concreto : al campo di Pozza 6 dirigenti<br />
con 20 ragazzi.<br />
Gli aspetti salienti del lavoro<br />
Si suoi dire che le soddisfazioni vengono dal superamento<br />
delle difficoltà e noi certamente abbiamo potuto sperimentarlo.<br />
I problemi iniziali erano molti : cominciare da<br />
zero in un ambiente sconosciuto, riuscire a fare una propaganda<br />
efficiente presso i ragazzi, convincere le famiglie<br />
sulla validità dei nostri fini e del nostro metodo, trovare<br />
una sede idonea, acquistare in breve tempo l'attrezzatura<br />
necessaria alle nostre attività.<br />
I ragazzi, dopo un primo periodo di incertezza, risposero<br />
con entusiasmo, tanto che risultò necessaria una selezione.<br />
Fatta l'Italia, bisognava però fare gli Italiani. Costituito<br />
il Riparto, bisognava fare gli scouts ; alle difficoltà di<br />
carattere organizzativo, risolte brillantemente grazie soprat-<br />
in
A Pozza di Passa, dall'11 al 25 Luglio,<br />
anche il Campo Estivo del<br />
Riparto «Beppino Smania»: 26 Ragazzi<br />
e 4 dirigenti.<br />
Fa o Signore....<br />
«Fa o Signore che io abbia le mani pure, pura<br />
la lingua, puro il pensiero». La preghiera continua<br />
ritmica e profonda mentre il sole ormai sorto illumina<br />
le tende e colora le montagne quasi per incanto.<br />
Lì, attorno all'altare da campo, venticinque<br />
ragazzi offrono la loro giornata a Dio e rinnovano<br />
il loro impegno di vita scout e cristiana. Fra poco<br />
li attenderà l'avventura, il gioco, l'allegria; correranno<br />
per i boschi, arrossati soffieranno sul fuoco<br />
per cucinare, eppure sono lì, fermi sull'attenti ad<br />
innalzare la loro preghiera al Signore. Quelle parole<br />
non si perdono fra i pini o i primi raggi del<br />
sole ma rimangono nel loro animo ed imprimono<br />
uno stile alle loro azioni.<br />
Un'atmosfera particolare avvolge il campo, una<br />
alacrità sana, un ridere spensierato, un impegno<br />
singolare. Ognuno ha il suo compito nell'ambito<br />
della squadriglia e fa di tutto per adempierlo bene.<br />
Nel gioco combatte con passione, la sera, attorno<br />
al fuoco di bivacco, si sente unito ai suoi<br />
compagni sotto il ciclo stellato. Partecipa alla vita<br />
comune, è cortese, si comporta lealmente anche<br />
quando è solo.<br />
Ogni mattina chiede tutto questo al Signore,<br />
sull'attenti, quasi pronto ad un comando, non solo<br />
per i giorni sereni del campo, ma per la vita di<br />
tutto alla collaborazione veramente entusiasta del Parroco,<br />
si aggiungevano e in parte sostituivano quelle di carattere<br />
psicologico.<br />
C'è una bella differenza tra una banda di ragazzi e un<br />
Riparto scout, e il passaggio è naturalmente graduale. Lo<br />
spirito di generosità, di fratellanza e lealtà, il senso del dovere<br />
e della responsabilità, l'abitudine alla disciplina non<br />
possono essere acquistati immediatamente ma attraverso<br />
una lenta e paziente opera di educazione. Questo lavoro è<br />
meno appariscente e più difficile, ma fallire in esso renderebbe<br />
inutile il nostro servizio. La maggior parte dei ragazzi<br />
considera inizialmente lo «scautismo» soltanto come un<br />
gioco e spesso vi porta anche le caratteristiche meno positive<br />
della propria personalità in formazione : rivalità, violenza,<br />
indisciplina, egoismo. Nostro compito è cercare di<br />
migliorarli senza riuscire pesanti, mantenendo in loro il<br />
primo entusiasmo e lasciando libero sfogo al desiderio di<br />
gioco. Un lavoro paziente, talvolta collettivo, ma più spesso<br />
individuale.<br />
Al campo, svoltosi a Pozza di Passa, vicino agli esplo-<br />
Sceno di Campo<br />
ogni giorno, di sempre. Non c'è retorica in ciò, ma<br />
la semplicità dell'acqua che scorre nel torrente, dei<br />
fiori che assorbono la rugiada.<br />
Un'avventura meravigliosa il campo I Un susseguirsi<br />
di imprevisti che temprano il carattere, ma<br />
soprattutto una preghiera attiva al Signore per renderci<br />
migliori e «per avvicinarci maggiormenete al<br />
Suo Divino Figliuolo Gesù».<br />
C.T.<br />
ratori del «Beppino Smania», portammo tre squadriglie per<br />
un totale di venti ragazzi. Non nascondiamo che sulla sua<br />
riuscita eravamo inizialmente preoccupati perché quasi tutti<br />
erano al primo campo e temevamo che molti lo considerassero<br />
solo una bella avventura. E' stato invece un brillante<br />
collaudo per la nuova unità e specialmente dal punto di<br />
vista spirituale si sono ottenuti notevoli risultati.<br />
Il nostro gruppo può contare ora su due riparti efficienti<br />
e questa espansione, non solo dimostra l'attualità dello<br />
scautismo, ma garantisce al Clan dei Rovers ogni anno un<br />
numero sufficiente di nuove leve pronte a dare il meglio<br />
di sé per la formazione dei più giovani. E' lo scopo primo<br />
dell'Associazione; era il nostro quando nel '63 abbiamo iniziato<br />
questa apertura verso un nuovo ambiente.<br />
E' stato senza dubbio un lavoro alquanto faticoso, che<br />
ha impegnato ininterrottamente il nostro tempo libero, ma<br />
tuttavia un'esperienza appassionante che induce a ripetere<br />
la nota frase manzoniana: «Si dovrebbe pensare più a far<br />
bene che a star bene, e così si finirebbe anche a star meglio».<br />
F. M. & G.A. B.<br />
!
Convegno Nazionale<br />
I Collegi<br />
11 Convegno Nazionale di Studio «I Collegi universitari<br />
in Italia» si è svolto a Milano dal 13 al 15 novembre presso<br />
la sede dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.<br />
I rappresentanti di tutti i più importanti Collegi Universitari<br />
Italiani, fra i quali noi <strong>dell'Antonianum</strong>, vi hanno<br />
portato un contributo di idee ed esperienze in un incontro<br />
e scontro risultato nel complesso utile e costruttivo.<br />
Incontro e scontro perché, nella odierna situazione italiana,<br />
il fenomeno Collegio Universitario si articola in istituzioni<br />
fra loro assai diverse; e lale diversità, che si riconduce<br />
per lo più alla natura, privata o pubblica, dei finanziamenti,<br />
ne informa in modo tatara discordante gli scopi.<br />
E' per questo che il Convegno Milanese, puntualizzato<br />
da quattro relazioni dovute - rispettivamente - ai docenti<br />
prò/. Felice Battaglia, prof. Giulio Gundezzo, prò/. Aurelio<br />
Bernardi, prof. Umberto Potoschnig, ha espresso il suo aspetto<br />
più interessante nella vivace dialettica delle opinioni,<br />
via via dai partecipanti manifestate.<br />
Ne è uscito, sia pur con gli inevitabili sfasamenti che<br />
ogni tipizzazione comporta, un modello di Collegio universitario,<br />
realtà per ora solo ideale, ma che niente impedisce<br />
sperare in un prossimo futuro attuata.<br />
Si è da tutti convenuto che l'ambiente universitario,<br />
così come si presenta oggi nel nostro Paese, manifesta una<br />
indubbia insufficienza per quanto riguarda la totale formazione<br />
umana dell' individuo.<br />
L'Università svolge infatti la sua specifica funzione coltivando<br />
in maniera per lo più nozionistica le intelligenze e<br />
aumentandole in una determinata specializzazione.<br />
Essa crea specialisti e non uomini specializzali. In questo<br />
contesto si inserisce il Collegio universitario, la cui funzione<br />
primaria deve essere quella di una integrale formazione<br />
culturale, intendendo per cultura tutto ciò che manifesta<br />
la grandezza della persona e tende ad arricchirla.<br />
In verità questa affermazione di principio è stata, da<br />
parte di alcuni, a lungo contestata in nome di una visione<br />
più angusta ed esclusivamente para-intellettuale del Collegio;<br />
secondo quest'ultima opinione il Collegio deve essere<br />
non altro che rocca di belli impegni, fucina della futura<br />
élite sociale. E non è mancato anche chi ha ritenuto do-<br />
24 —<br />
P. Fontana col Gruppo degli Universitari <strong>dell'Antonianum</strong><br />
di Studio<br />
Universitari in Italia<br />
versi avvicinare il Collegio universitario, a forme assistenziali,<br />
tipo Casa dello Studente, dove sembra del tutto assente<br />
ogni scopo educativo od umanistico.<br />
Ferma restando l'equazione precedente Collegio universitario<br />
= integrale formazione culturale, è parso che il Collegio<br />
possa realizzare la sua funzione secondo una duplicità<br />
di iniziative: da un lato quelle che si potrebbero definire<br />
umanistico-culturali.<br />
Le prime vogliono far penetrare più profondamente gli<br />
studenti nel vivo dei problemi di Facoltà, allargando la loro<br />
conoscenza nelle discipline proprie e aggiornandone la<br />
preparazione ai più recenti sviluppi.<br />
Tuttavia le attività scientifico culturali possono operare,<br />
secondo affermavano più docenti, ad un livello più particolare.<br />
Se è vero che in alcune Facoltà universitarie altissima<br />
è la percentuale delle riprovazioni, pare che il Collegio debba<br />
sopperire col rimedio di corsi a carattere ripetitivo, tenuti<br />
da professori o assistenti universitari, in modo da ovviare<br />
a quelle carenze didattiche e di programmi che sembrano<br />
essere la causa prima del fenomeno. E si vede qui<br />
come la cooperazione tra Collegio ed Università sia indispensabile<br />
e in qualche caso insostituibile.<br />
Il terzo momento infine di questa orchestrazione, come<br />
i più hanno sottolineato, deve essere costituito da organizzazioni<br />
cinematografiche, teatrali, turistiche per consentire<br />
agli studenti una partecipazione più frequente ai problemi<br />
del mondo che li circonda. Dove però il Collegio universitario<br />
attua la sua peculiare ragione di essere (ma non nego<br />
che sul punto si sono manifestati al Convegno certi contrasti)<br />
è sul piano dei valori umani, spirituali e sociali.<br />
Questo margine formativo, esplicato dalle attività umanistico-culturali,<br />
deve condurre alla preparazione alla vita<br />
famigliare, professionale e sociale.<br />
A questo punto è sembrato opportuno a qualche convegnista<br />
porre l'accento su di un concetto basilare per il Collegio<br />
universitario in quanto ente pluralistico, e cioè sul<br />
senso di comunità.<br />
Se la comunità si distingue dalla collettività per il fatto<br />
che in questa le finalità sono perseguite mediante una
organizzazione esterna e in quella Invece si verifica una cospirazione<br />
di intese, che muovono dall'interno di convinzioni,<br />
non v'è dubbio che il Collegio è comunità.<br />
Ne risulta, (e qui si è sentita la voce degli studenti) il<br />
ruolo insostituibile dei Collegiali, che, in spirito di solidarietà<br />
democratica, gli uni vicino agli altri, i ricchi con i poveri,<br />
devono diventare partecipi diretti e non meri oggetti della<br />
realtà collegiale. La vitalità di un organo di rappresentanza<br />
degli studenti, non è utile solo per il coordinamento delle<br />
attività, ciò che è il suo compito permanente, ma soprattutto<br />
per sollecitare gli studenti stessi ad un preciso<br />
impegno di responsabilità, per abituarli alla dinamica interna<br />
di un sistema democratico.<br />
Si arriva così al problema, vivamente dibattuto in sede<br />
milanese, della fecondità o meno della presenza contemporanea<br />
nel Collegio universitario di studenti paganti e non<br />
paganti. Certo è che, i gruppi sociali del Collegio rispecchiano<br />
fedelmente il profilo sociale, nascerebbe la possibilità<br />
di contatti proficui e di largo respiro.<br />
Il problema toccato è evidentemente in relazione con i<br />
criteri selettivi per l'ingresso nei Collegi; criteri per ora, e<br />
tanto esige la realtà economico-sociale del Paese, necessariamente<br />
ristretti, ma che si desiderano in futuro più larghi,<br />
tali insomma da permettere un allargamento di base.<br />
A questo punto noi <strong>dell'Antonianum</strong>, in questo autorevolmente<br />
preceduti dai colleghi del «Don Mazza», abbiamo<br />
postulato un allargamento del discorso a valori cristiani.<br />
Noi siamo infatti dell' opinione che tale allargamento<br />
non comporti affatto diminuzione o misconoscimento dei<br />
valori più autenticamente umani.<br />
Per quanto attiene all'incidenza della componente reli-<br />
giosa direttamente nella vita di Collegio due sono sembrate<br />
le direttive fondamentali da seguire: la prima consiste<br />
nel portare gli studenti a porsi correttamente il problema<br />
religioso. La seconda nell' offrire loro nell' esperienza della<br />
comunità liturgica il mezzo per inserirsi nelle correnti storiche<br />
della salvezza e per recare i valori di questa nella visione<br />
unitaria di tutta la loro esistenza.<br />
Per quanto si riferisce invece all'incidenza della componente<br />
religiosa nella vita di Collegio quale preparazione<br />
alla concreta realtà del mondo di domani, pare innanzitutto<br />
basilare l'approfondimento del concetto di professione<br />
in termini di servizio degli altri.<br />
Grande rilievo deve essere poi dato, come avemmo a<br />
dire, all'idea di famiglia quale possibilità di autentica santificazione<br />
e cioè come espressione nella terrestre società,<br />
della santità della Chiesa, esperienza di amore umano e<br />
strumento di grazia.<br />
Finalmente di fronte alla stanchezza ed alla sfiducia<br />
nelle istituzioni democratiche oggi incombente, compito del<br />
Collegio universitario cattolico è, s'è detto, quello di far<br />
sentire il peso della responsabilità di ciascuno alle sorti della<br />
società; l'immagine sopradescritta di Collegio universitario,<br />
risultante dalle piccole tessere recate da ciascun convegnista,<br />
non vuole essere né esauriente né condizionante :<br />
essa, tenendo conto dei dati storici attuali, rappresenta tuttavia<br />
quel che di meglio si può fare e perciò si pone come<br />
tipo.<br />
I futuri, auspicati rapporti tra Collegi, nuovamente sensibilizzando<br />
la problematica in materia, non mancheranno<br />
certo di aggiungere nuovi elementi a questa analisi.<br />
ANTONIO REPOSO<br />
IV a Mostra Fotografica Universitaria 1965<br />
Organizzata dal Gruppo Culturale "ANTONIANUM" di Padova<br />
II concorso è riservato a tutti gli studenti universitari.<br />
Verranno assegnati<br />
— per il bianco e nero:<br />
I PREMIO Medaglia d'oro e L. 20.000<br />
II PREMIO Medaglia d'argento e L. 5.000<br />
III PREMIO Medaglia di bronzo<br />
— per il colore :<br />
PREMIO UNICO L. 10.000<br />
Premio speciale per il ritratto<br />
Premio speciale per il soggetto religioso<br />
Per altre opere segnalate premi consistenti in materiale<br />
fotografico offerto da note Ditte.<br />
NORME DEL CONCORSO<br />
1) II tema è libero.<br />
2) Le stampe possono essere in bianco e nero ed a colori;<br />
formato minimo: bianco e nero 24 x 30; colore 20 x 25.<br />
3) Le fotografie non devono essere montate e devono recare<br />
a tergo generalità ed indirizzo dell'autore, nonché il<br />
titolo.<br />
4) La quota di partecipazione è di L. 500 fino a due opere<br />
e di L. 900 fino a cinque opere.<br />
5) Termine di presentazione: 31 MARZO 1965.<br />
6) La mostra verrà allestita presso l'entrata da via Briosco<br />
DAL 12 AL 27 APRILE - Orario: dalle ore 19 alle 21.30.<br />
7) La giuria si riserva di scegliere ed accettare le foto che<br />
ritiene meritevoli.<br />
8) Si darà la maggior cura alle opere ricevute, ma non si<br />
assumono responsabilità per smarrimenti ed avarie.<br />
9) La restituzione delle opere dev'essere richiesta dagli interessati<br />
non oltre dieci giorni dalla data di chiusura<br />
della mostra.<br />
COMMISSIONE ESECUTIVA:<br />
Finzi Contini Roberto<br />
Gottardo Cesare<br />
Puglierin Gabriele<br />
GIURIA :<br />
Padre Antonio Covi, Consulente Eccl. del Cinefonim<br />
«Antonianum»<br />
Enrico Schiavinato, pittore<br />
Paolo Spezzani, fotografo<br />
Guido Delia, studente universitario<br />
Rivolgersi personalmente o per posta a:<br />
IV MOSTRA FOTOGRAFICA UNIVERSITARIA<br />
presso Collegio Universitario «Antonianum»<br />
Via Donatelle 16<br />
PADOVA<br />
— 25
ff-vUXvtf/Vi'<br />
P. Ballis, n. 2 della Scuola di Religione (n. 1 è P. Pretto) sorride<br />
ai suoi premiati ed augura a tutti gli amici felicissimo Natale e<br />
Capodanno da una situazione quanto mai... amletica!<br />
ELENCO PREMIATI DELLA SCUOLA DI RELIGIONE NELL'ANNO 1964<br />
V SUPERIORE<br />
1° Pietrogrande Rinaldo<br />
2" Pegoraro Giampaolo<br />
Peruzzi Lorenzo<br />
Todeschini Giovanni<br />
3° Salce Luigi<br />
Altichieri Tullio<br />
IV SUPERIORE<br />
1" Mosconi Giuseppe<br />
Todeschini Agostino<br />
2" Todeschini Giambattista<br />
Zaccaria Giuseppe<br />
3" Sambo Dino<br />
Tessari Giacomo<br />
Menzione Onorevole<br />
Paoletti<br />
Bellavitis Ezio<br />
III SUPERIORE A<br />
1° Apergi Francesco<br />
Beltrame Mario<br />
2° Staffolani Rodolfo<br />
3" Tremolada Federico<br />
Poli Nicolo<br />
III SUPERIORE B<br />
1" Cornoldi Cesare<br />
Menegazzo Giorgio<br />
Pettenello Roberto<br />
2° Garbar! Giuliano<br />
Favero Roberto<br />
3° Nazari Maurizio<br />
II SUPERIORE A<br />
1" Marchiori Gabriele<br />
Benettin Giancarlo<br />
2° Revoltella Piero<br />
3" Carretta Lucio<br />
Solerò Francesco<br />
II SUPERIORE B<br />
1" Finesso Sergio<br />
2" Mosconi Andrea<br />
3° De Poli Aldo<br />
SUPERIORE A e B<br />
1" Dan Wladimiro<br />
Tremolada Marco<br />
Motta Gianni<br />
2° Dente Bruno<br />
Pietrogrande Alberto<br />
3" Caporali Roberto<br />
Narpozzi Marino<br />
Sacco Italo<br />
Romanelli Renato<br />
III MEDIA<br />
1" Pitteri Alessandro<br />
Breda Bruno<br />
2" Prosdocimi Marco<br />
Mede Antonio<br />
3° Giordano Antonio<br />
II MEDIA<br />
1° Fracanzani Piero<br />
Gobbin Caudio<br />
Leoni Ezio<br />
Liccardo Luciano<br />
2" Trabucchi Giuseppe<br />
3" Favero Luigi<br />
I MEDIA<br />
1" Alberti Arnaldo<br />
Olivi Giuseppe<br />
Grassetto Maurizio<br />
2" Bràcci Alberto<br />
Berti Alessandro<br />
3" De Besi Benedetto<br />
V ELEMENTARE<br />
1" Gobbin Carlo<br />
Sormani Francesco<br />
2" Erigi Roberto<br />
Bazzolo Stefano<br />
3" Scattolin Nicola<br />
GIORNATA MISSIONARIA<br />
1° Benettin Giancarlo (abb.)<br />
2" Pegoraro Giampaolo<br />
Covi Pierluigi<br />
3" Carretta Lucio<br />
RIMANDIAMO AL PROSSIMO NUMERO UN SERVIZIO PIÙ' COMPLETO DELLA FESTA DELL'IMMACOLATA E DELLA PREMIAZIONE<br />
26 —
Follerai! entra nella Sala Accademica preceduto da P. Casella<br />
Cronache Varie<br />
Raoul Follerai!<br />
ali' Antonianum<br />
Tenne una conferenza nella sala-teatro<br />
gremita come nelle grandi occasioni.<br />
Il Follerai! è ormai conosciuto in<br />
tutto il mondo come apostolo infaticabile<br />
dei lebbrosi. Nato nel 1903 a Nevers,<br />
da famiglia di industriali, si laureò<br />
alla Sorbona e si rivelò presto come<br />
poeta, drammaturgo, scrittore vivace<br />
e moderno, accolto come corrispondente<br />
da importanti giornali stranieri.<br />
Nel 1935 ebbe coi lebbrosi in Africa<br />
un impressionante incontro, che cambiò<br />
le direttive della sua vita. Resosi conto che i lebbrosi<br />
sono tra gli esseri più infelici e peggiormente trattati del<br />
mondo, volle studiarne a fondo il problema. Sposatosi, si<br />
recò insieme con la moglie (entrata presto nei suoi piani)<br />
nei centri più popolati dai lebbrosi. Stette in loro contatto<br />
per trent'anni giungendo alle conclusioni :<br />
a) che i lebbrosi oggi sono ancora più di quindici milioni<br />
nel mondo, respinti, in gran parte abbandonati da tutti<br />
per il terrore di esserne contagiati ;<br />
b) che la lebbra, tra le malattie contagiose, è la meno<br />
contagiosa. Per trent'anni egli ha mangiato con loro ha stretlo<br />
loro la mano, li ha baciati senza alcun danno. Tutti i<br />
congressi scientifici degli ultimi decenni gli hanno dato ragione.<br />
Sono quindi ingiusti tutti quegli ostracismi contro<br />
di loro da parte di tutti i popoli, che li ridusse alla condizione<br />
di morti vivi per millenni ;<br />
e) che la lebbra è d'altra parte curabile come se ne hanno<br />
già risultati sicuri.<br />
L'apostolato del Follerau, esercitato con spirito profondamente<br />
religioso, è uno dei più vasti organizzato da un<br />
uomo in questo secolo.<br />
Or. Don Palm irò Donnini nell'Africa C.le<br />
La sera della Vigilia dell'Immacolata un folto gruppo di<br />
<strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> <strong>dell'Antonianum</strong>, specialmente Bresciani, su invito<br />
di P. Casella, dell'Ing. Gnutti e del Dr. Pozzi, in Brescia,<br />
si strinsero attorno all'amico <strong>Ex</strong> Alunno Don Palmiro<br />
Donnini, Professore e Vice Rettore del Seminario di Erescia,<br />
chiamato ora nel Congo Centrale per dirigervi l'Ospedale<br />
delle Missioni.<br />
<strong>Ex</strong> Alunno <strong>dell'Antonianum</strong>, è laureato in medicina. Fattosi<br />
Sacerdote lavorò assiduamente nel Seminario di Brescia.<br />
Gli abbiamo presentati gli auguri di tutti gli amici <strong>Ex</strong><br />
<strong>Alunni</strong> dimostrandogli tutta la nostra ammirazione anche<br />
con qualche offerta. - Pubblicheremo le<br />
sue lettere che riceveremo dal suo nuovo<br />
campo di lavoro tanto arduo ai nostri<br />
giorni.<br />
La Giornata Missionaria<br />
La Giornata Missionaria qucst' anno<br />
fu particolarmente fruttuosa per merito<br />
dei soci della Lega Missionaria Studenti<br />
assistiti da P. Buffa. - Abbiamo<br />
già elencati tra i premiati quelli che<br />
lavorarono con maggior zelo. - Mentre<br />
l'anno scorso la raccolta era stata di<br />
duecentomila lire, quest'anno ha superato<br />
le quattrocentocinquantamila.<br />
Scene della Giornata Missionaria Mondiale
Due premi a<br />
"PARLERAI,,<br />
di<br />
Giovanni<br />
// documentario a colori « Parlerai »,<br />
di cui la nostra rivista ha dato ampia<br />
cronaca nel numero di giugno <strong>'64</strong> (pagine<br />
24-27), è ormai bene avviato sulla<br />
sua strada. Nel giro di soli tre mesi<br />
ha colto ben due allori, cioè due riconoscimenti<br />
ai Festival di Venezia e di<br />
Milano.<br />
Ha partecipato anzitutto alla XV Mostra<br />
del Documentario svoltasi a Venezia,<br />
a metà agosto. Il film, ammesso alla<br />
Mostra dopo una rigorosa selezione,<br />
ha ottenuto il «Timone d'oro».<br />
La giurìa, nominata dal «Centro Italiano<br />
Relazioni Umane» e composta dal<br />
prò/. Alberto Pesce (presidente), dott.<br />
Francesco Dorigo, dott. Guido Mazzuccato,<br />
dott. Giorgio Barusco (segretario),<br />
dopo un attento esame dei documentari<br />
presentati e in relazione alle finalità<br />
particolari del Premio, ha deciso di assegnargli<br />
il «Timone d'oro».<br />
Ecco la motivazione : «per avere documentato<br />
con efficacia e decoro formale<br />
un metodo pratico di rieducazione<br />
degli organi fonetici delle bambine<br />
sordomute, ai fini di un loro reinserimento<br />
nella famiglia e nella società».<br />
La giuria ritiene inoltre di segnalare<br />
il documentario di James Blue (USA):<br />
«La marcia su Washington», come «libera<br />
testimonianza di una giusta battaglia<br />
per il riconoscimento dei diritti civili<br />
alla gente di colore».<br />
28 —<br />
Alla XV Mostra Veneziana del Film documentario viene consegnato al regista Tessaro<br />
il «Timone d'oro».<br />
Nella serata di domenica 16 agosto,<br />
al Lido, il Presidente della Giuria, prof.<br />
A. Pesce, ha consegnato al concittadino<br />
Giovanni Tessaro l'elegante «Timone<br />
d'oro».<br />
A breve distanza, il film fu inviato<br />
alle «Giornate internazionali di cinematografìa<br />
specializzata», svoltesi a Milano<br />
dal 19 al 21 ottobre, promosso dal<br />
M.I.F.E.D. (Mercato internazionale Film<br />
e Documentari) e dall'A.N.I.C.A. (Associazione<br />
Nazionale Industrie Cinematografiche).<br />
La giuria ha premiato cinque<br />
categorie: film industriali, d'animazione,<br />
pubblicitari, televisivi e culturali;<br />
in quest'ultima il primo premio, cioè<br />
la targa «AN1CA-MIFED» con medaglia<br />
d'oro è stato assegnato al documentario<br />
«Parlerai», come la ««migliore realizzazione<br />
nel settore della cinematografia<br />
educativa».<br />
A nome della «Vita-Film» e della<br />
« Perla - Cinematografica », ha ritirato il<br />
premio la signorina Maura Chinazzi da<br />
Mr. Mercier, Presidente degli enti cinematografici<br />
distributivi francesi, che,<br />
nel darlo, si è compiaciuto «per il coraggio<br />
dell'iniziativa dei produttori nell''affrontare<br />
e nello svolgere, con ottimo<br />
livello tecnico ed artistico, un soggetto<br />
particolarmente difficile e altamente umano».<br />
In ripetute proiezioni si sono<br />
poi interessate al film la Televisione di<br />
Germania, Italia, G. Bretagna, Bulgaria,<br />
mentre quella Svizzera ha segnalato il<br />
film ali' UNESCO, per una sua diffusione<br />
mondiale nell' ambito delle finalità<br />
culturali dell'Unione. Il Presidente della<br />
«Vita-Film», avv. Guido Pallaro, ha<br />
fatto pervenire al regista Tessaro, a Roma,<br />
le congratulazioni per il secondo<br />
premio ottenuto dal suo film nel giro<br />
di tre mesi e l'invito a presenziare a<br />
Padova, tra breve, ad una serata in cui<br />
si farà conoscere al pubblico della città<br />
il suo riuscito film. Tessaro ha accettato<br />
l'invito, per quanto lo abbia raggiunto<br />
in pieno lavoro per la realizzazione<br />
di una serie di short televisivi su<br />
«I paesaggi danteschi».<br />
Del delicato documentario «Parlerai»<br />
avevamo già parlato e indicato i pregi.<br />
La regìa valorizza con metodo nuovo,<br />
ma soprattutto con vero senso d'arte,<br />
l'ambiente, i mezzi e l'opera dedicati a<br />
rieducare e possibilmente a risanare,<br />
dall'infanzia, le giovani sordomute, nella<br />
villa della Contessa Valmarana a Noventa<br />
Padovana.<br />
Le inquadrature dell'azione, la spontaneità<br />
degli episodi e la bontà del colore,<br />
avevano già riscosso la sincera ammirazione<br />
di quanti, fin dalla prima visione<br />
privata, a Padova, assistettero alla<br />
proiezione del film che ora ha ottenuto<br />
così lusinghiero e meritato successo.<br />
CIACK
Ali' inaugurazione della stagione del Cineforum «Antonianum» si è svolto un dibattito su! recente film di Kubriek cui hanno partecipato<br />
(da sinistra) : P. Antonio Covi, il critico cinematografico del quotidiano «L'Arena» di Verona, dott. Luigi Barbesi, lo sceneggiatore<br />
romano dott. Luigi De Santis, critico di «Bianco e Nero» e «Rivista del cinematografo», e il presidente del Cineforum prof Vincenzo<br />
Viscidi, della nostra Università.<br />
cineforum<br />
II Cineforum Antonianum ha iniziato<br />
la sua stagione 1964-65 martedì 10 novembre<br />
per gli studenti universitari e<br />
mercoledì 11 per i professionisti, proiettando<br />
un'opera satirico-farsesca dell'americano<br />
Stanley Kubriek, «II dottor<br />
Stranamore». E' questi il primo di<br />
un ciclo dedicato al film «politico» che,<br />
come si ricorderà, fu preannunciato nel<br />
precedente numero della Rivista.<br />
Il programma di quest'anno non ha<br />
subito importanti cambiamenti d'impostazione:<br />
rimane l'«informativa», sezione<br />
che accoglie particolari opere, degne<br />
di altrettanta particolare segnalazione;<br />
e stata, invece, inserita una «serata del<br />
documentario» che si propone di offrire<br />
ai soci un programma d'alto livello<br />
con un genere a torto continuamente osteggiato<br />
dal pubblico italiano; avremo<br />
i tre fondamentali cicli preannunciati,<br />
vale a dire il citato «mondo della politica»,<br />
«parabola del western» e «romanzo<br />
e film». Una rievocazione della prima<br />
guerra-mondiale, più la presentazione<br />
di altri treo quattro film completerà<br />
il programma che, di seguito, esponiamo.<br />
// mondo della politica: «II dr. Stranamore»,<br />
«La ballata del boia» (che<br />
sembra non politico ma lo è, amara-<br />
mente), «Sette giorni a maggio» e «Mani<br />
sulla città».<br />
Parabola del genere western: «L'occhio<br />
caldo del ciclo», «L'uomo di Laramie»<br />
e «Compagnia di codardi?».<br />
Dal romanzo al film: «La ragazza di<br />
Bube», «All'ovest niente di nuovo» (che,<br />
a maggior ragione, rientra tra quelli<br />
rievocanti la grande guerra), «II buio<br />
oltre la siepe» e «Le avventure di don<br />
Chisciotte».<br />
Vedremo, poi, «I fidanzali» di Olmi,<br />
«L'infanzia di Ivan» del russo Tarkousky,<br />
«West-front 1918» del tedesco Pabst,<br />
«II Piave mormorò» di D'Incerti e<br />
Guerrasio, oltre a qualche altro scelto<br />
nella produzione nazionale eli quest'anno.<br />
Prima di recensire il dibattito inaugurale,<br />
confermiamo le due annunciate<br />
iniziative del Cineforum Antonianum :<br />
l'inizio del corso di cultura cinematografica<br />
che avverrà nel prossimo febbraio<br />
e l'invio settimanale, a domicilio<br />
dei soci, di una scheda informativa sul<br />
film in programma settimanalmente, e<br />
ciò al fine di mantenere più stretti e<br />
confidenziali legami con la famiglia del<br />
Cineforum, mettendola in grado di seguire<br />
più attentamente e da vicino l'attività<br />
in corso.<br />
Ed eccoci alla serata «fantapolitica».<br />
Dinanzi allo schermo, il Presidente del<br />
Cineforum, prof. Viscidi, presenta i critici<br />
intervenuti : dott. Barbesi («L'Arena»<br />
di Verona), De Santis (collaboratore<br />
della rivista «Cineforum») e Padre<br />
Covi (consigliere del Cineforum). Il<br />
primo, dopo aver spiegato il significato<br />
del moclernissimo genere cinematografico<br />
che consiste nel raccontare accadimenti<br />
futuri legati a circostanze attuali,<br />
ha affermato essere il film il primo<br />
di tale tipo e di considerarlo parzialmente<br />
realizzato m quanto Tentativo, esperimento.<br />
De Santis s'è invece mostrato<br />
polemico ed ha esaltato il film<br />
che, a suo dire, ha un valore eccezionale<br />
e dimostra la coerenza ideologica<br />
del suo autore, nonostante che l'edizione<br />
italiana abbia accentuato arbitrariamente<br />
e gravemente i caratteri buffoneschi<br />
dei personaggi, cinici e allucinanti<br />
all'origine. Così come ci è apparso, però,<br />
è quel che è e pertanto va severamente<br />
giudicato. L'intervento, a tale<br />
proposito, di Padre Covi, ha sortito l'effetto<br />
di alimentare la polemica con De<br />
Santis.<br />
Eccellente spettacolo, anche se macchinoso<br />
— ha detto P. Covi — presenta<br />
personaggi non troppo autentici, anzi<br />
manichini non credibili; il gioco è<br />
pericoloso, nessuna concreta prospettiva<br />
è indicata all'umanità che si autodistrugge<br />
attraverso personaggi alla soglia<br />
del paradosso. Tutto ciò squalifica<br />
moralmente il film. De Santis, dal can-<br />
— 29
to suo, non negava certi squilibri dell'opera,<br />
ripetizioni, pesantezze, inutili<br />
cedimenti di gusto, ma ne ribadisce la<br />
validità per il coraggio mostrato nel<br />
colpire generali pazzi e mitomani, criminali<br />
scienziati nazisti, i quali sfruttando<br />
terribili progressi tecnologici non<br />
s'accorgono che gli si rivoltano contro<br />
coinvolgendo, volendo e non volendo<br />
(come ha intuitivamente accennato dal<br />
pubblico, l'avv. Giacomelli), tutta l'umanità.<br />
Il regista Kubrick si riconosce<br />
nell'unico personaggio potitivo del film,<br />
il capitano inglese nel quale sono riposte<br />
le speranze dell' uomo sensato che<br />
non si abitua all'idea della bomba, non<br />
deve rimanere schiavo, in virtù di una<br />
legge che non è, né dovrebbe essere,<br />
quella dell'odio.<br />
LE SCELTE DEL PUBBLICO<br />
Finiamo queste note con uno sguardo<br />
retrospettivo alla stagione scorsa, vista<br />
con gli occhi del pubblico. Com'è<br />
noto all'inizio dei film più importanti<br />
viene data allo spettatore una scheda,<br />
che egli consegna alla fine segnando il<br />
suo «voto» al film visto. La media è<br />
stata di 145 schede per volta. Il risultato<br />
della classifica dei film indicato<br />
dai Liceali offre una prova di una confortante<br />
maturità critica. Il voto artistico<br />
complessivo è così risultato: 1°<br />
Cronaca familiare (8,3); 2° Vincitori e<br />
vinti, e Luci d'inverno (7,9); 3° Eleltra<br />
(Zarpas) (7,8); 4" Uno, due, tre (7,6);<br />
5° Salvatore Giuliano (7,5); 6" Uccello<br />
del Paradiso (7,1); 7" L'anno scorso a<br />
Marienbad (6,9). Quanto al giudizio morale-sociale<br />
dei film, assommando le voci<br />
«Positivo» e «Buono» si ha la classifica:<br />
1" Cronaca familiare (119 punti);<br />
Vincitori e vinti (75); Luci d'inverno<br />
(73); Salvatore Giuliano (57).<br />
PRIMA MESSA<br />
Nella Festa dell' Immacolata ha celebrata la sua Prima<br />
Santa Messa a Sao Leopoldo (Rio Grande de Sul) in Brasile<br />
il concittadino P. Umberto Pietrogrande S. J. già Presidente<br />
da prima del «Circolo S. Gregorio Barbarigo» della<br />
Cattedrale e poi della Gioventù Cattolica Diocesana. Dopo<br />
una brillante laurea in Legge ha sentita la vocazione alla<br />
Compagnia di Gesù e ha desiderate le Missioni del Brasile.<br />
FIORI D'ARANCIO<br />
Gandolfi Carmelo con la sig.na Erina Tosana (Darfo - BS).<br />
CULLE<br />
Hanno annunciata la nascita di :<br />
Silvia Margherita: la sorellina Marilisa di Giulio Bocchi<br />
Giovanni: i fratellini Luca, Michele e Nicoletta di<br />
Ghighi Sassudelli<br />
Vittorio: Liliana e Angelo Maggione<br />
Ilaria: il fratellino Ludovico della Penna<br />
Chiara Flora: Kolec e Daniela Ujka<br />
A tutti le congratulazioni più vive e gli auguri più sinceri<br />
dei Padri <strong>dell'Antonianum</strong> e degli amici tutti.<br />
30<br />
Da un veloce spoglio dei referendum<br />
fatti dai professionisti (solo su alcuni<br />
film) la classifica per il voto artistico<br />
si presenta così: 1° David e Lisa (7,8);<br />
2° Isola nuda (7,6); 3° La sfida dei samurai<br />
(7,02); 4° / Basilischi (6,9); Per<br />
i valori morali-sociali si ha questa graduatoria,<br />
cioè assommando le due voci<br />
(come per i Liceali): David e Lisa (84<br />
per cento ) ; Isola nuda ( 72 % ) ; / basilischi<br />
(43,5%); La sfida dei samurai<br />
(26,5 %).<br />
Un utile confronto tra i parere del<br />
Consiglio e del Direttivo del Cinefonim<br />
e quelli del pubblico si ha modo di averlo,<br />
a fine stagione, esaminando i Referendum<br />
del pubblico che portano il<br />
«giudizio di insieme» della stagione. I<br />
rilievi non sono del tutto completi (ce<br />
ne giungono ogni giorno per posta) ; ma<br />
si può profilare un primo quadro, offerto<br />
da un'ottantina di schede. Lo diamo<br />
in forma schematica (per brevità: mediocre<br />
= m.; Buono = b.; Ottimo = o.).<br />
// metodo del Cineforum, in genere :<br />
ale sembrato ottimo; a 68 buono; a<br />
10 mediocre.<br />
/ Convegni a 4 o 3, le interviste : a 2<br />
o.; a 50 b.; a 22 m.<br />
Gli interventi del pubblico: a 1 o.; a<br />
11 b.; a 65 m.<br />
La scelta dei films, in genere : a 5 o. ;<br />
a 54 b.; a 16 m.<br />
Quella dei cicli o temi: a 3 o.; a 38<br />
b.; a 20 m.<br />
Quanto poi alle attività future : vorrebbero<br />
partecipare ad un corso di cinema<br />
39 soci (contro 33); vogliono film<br />
classici 52 (e. 25); non vogliono anticipare<br />
la proiezione alle 21: 54 (e. 22);<br />
36 non vogliono il cinefonim al Giove-<br />
d (e. 30); solo 36 (e. 30) preferiscono<br />
che si dia maggior sviluppo ai problemi<br />
morali su quelli estetici. Tra i film<br />
che si sarebbero voluti escludere figurano:<br />
// processo (10 schede); // fiore<br />
e la violenza e Isola nuda (9); / Basilischi<br />
e (\)Luci d'inverno (6). Sono richiesti<br />
da molti delle «personali» di:<br />
Fellini (11); Bergman (7); Germi, Visconti,<br />
Antonioni, De Sica (4).<br />
Questi giudizi ci sembrano abbastanza<br />
significativi : se le prime due voci indicano<br />
riuscito il metodo, in genere, ed<br />
i convegni con i critici (ridotti questo<br />
anno da 20 a soli 10), gli interventi del<br />
pubblico sono giudicati... malino: (65<br />
contro 13); buona invece la scelta dei<br />
film (59 contro 16) e, molto meno, dei<br />
cicli (41 contro 20). Nell'insieme il pubblico<br />
si mostra soddisfatto, fatte alcune<br />
giuste riserve.<br />
All'attivo del Cineforum va inoltre<br />
quest' anno posta la edizione del volume<br />
«Discutere un film» (Venezia, 1964,<br />
pag. 160) che P. Bargagli sulla Rivista<br />
del Cinematografo (n. 3-4, <strong>'64</strong>) giudica<br />
«una guida eccellente per chi partecipa<br />
ai dibattiti di film o li dirige» e si augura<br />
che «/''Antonianum insista in questa<br />
via di serio impegno e che quanti<br />
si dedicano al cinema come attività di<br />
cultura e di apostolato ne approfittino<br />
largamente».<br />
Concludiamo con un augurio: che<br />
quest'anno lo spirito critico del pubblico<br />
sia maggiormente stimolato, prendendo<br />
coscienza dei molteplici aspetti<br />
del cinema. Questo condurrà ad una<br />
valutazione equa, approfondita del film<br />
(anche fuori della sede del Cineforum)<br />
e cioè ad un impegno culturale, sociale<br />
e doverosamente cristiano.<br />
Natale ali'Antonianum<br />
15 DICEMBRE<br />
S. SPANU<br />
ore 19: inizio della Solenne NOVENA DEL S. NATALE seguita<br />
dalla Santa Messa Vespertina.<br />
24-25 DICEMBRE - NOTTE SANTA<br />
TRADIZIONALI SANTE MESSE A MEZZANOTTE<br />
(con ampia possibilità di confessarsi. - Per le Signore<br />
è necessario il biglietto d'ingresso che si può<br />
ritirare dal P. Rettore o dalla Direzione della Scuola<br />
di Religione o degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>).<br />
31 DICEMBRE<br />
ore 19: S. Messa e TE DEUM DI FINE D'ANNO.<br />
Per coloro che si prenoteranno verrà celebrata una<br />
S. Messa alle ore 23.15, dopo la quale verrà brindato<br />
al nuovo anno.
Mons. Bettanini<br />
ci ha lasciati<br />
Amico dell'«Antonianum», in passato<br />
prendeva volentieri parte alle nostre<br />
riunioni e feste. Qualche estate lo passò<br />
vivendo famigliarmente con noi nei<br />
campeggi montani.<br />
Morì la mattina del 23 noverbre dodo<br />
due mesi di una paralisi che lo tenne<br />
muto ed immobilizzato sul letto.<br />
Il prof. mons. Anton Maria Bettanini<br />
era nato a Padova il 20 giugno 1884 e<br />
si era laureato al Bo' in giurisprudenza<br />
nel 1907. Abbracciata quindi la vita<br />
ecclesiastica, si era laureato in diritto<br />
canonico nell'Università pontificia S. Apollinare<br />
ed aveva conseguito il diploma<br />
di studi superiori nella Accademia<br />
dei nobili ecclesiastici a Roma. Nel 1915<br />
otteneva la docenza in diritto internazionale<br />
e nel 1922 era chiamato da padre<br />
Gemelli a collaborare alla preparazione<br />
degli statuti e regolamenti per la<br />
fondazione dell'Università Cattolica di<br />
Milano, presso la quale tenne cattedra<br />
fino al 1942, quando, per chiamata, passò<br />
alla facoltà di scienze politiche dell'Ateneo<br />
di Padova. Nel 1948 fu nomina-<br />
Dr. Marcelle Venchiarutti<br />
Dr. Pietro Reato<br />
Una delle ultime fotografie di Mons. Bettanini, a Bressanone<br />
to preside della facoltà, incarico che<br />
tenne fino al suo collocamento a riposo<br />
avvenuto pochi anni fa. Era stato nominato,<br />
quindi, professore onorario.<br />
L' Università ne dava il seguente annuncio<br />
:<br />
L'Università annuncia con profondo<br />
dolore la morte avvenuta oggi del Prof.<br />
Anton Maria Bettanini, professore onorario<br />
di Storia dei trattati e politica internazionale,<br />
già Preside della facoltà<br />
di Scienze politiche; med. d'oro dei be-<br />
nemeriti della scuola, della cultura e<br />
dell'arte; protonotario apostolico «ad<br />
instar partecipantium»; prelato domestico<br />
di Sua Santità; socio corrispondente<br />
interno della deputaz. di storia<br />
patria delle Venezie ; socio effettivo dell'Accad.<br />
patav. di Scienze, Lett. e Arti ;<br />
membro effettivo dell'Istituto Veneto di<br />
Scienze, Lettere e Arti ; membro effettivo<br />
dell'Accademia dei Fisiocritici di<br />
Siena; accademico nazionale dell'Accademia<br />
Pugliese delle Scienze.<br />
Pochi giorni prima era morto improvvisamente per emorragia cerebrale l'<strong>Ex</strong><br />
Alunno Congregato Mariano Dr. MARCELLO VENCHIARUTTI di anni 54. Anima<br />
di fede sincera, venuto alla Scuola di Religione da studente liceale, superò<br />
vari periodi penosi della sua esistenza con serena rassegnazione. Amico di Padre<br />
Pio, approfittò assai della sua direzione spirituale. Nella sua professione di<br />
dentista ebbe molta comprensione per i poveri. Possa la sua anima riposare finalmente<br />
in pace.<br />
Piangono :<br />
— la morte della Mamma: V ing. Aurelio Alfonsi;<br />
— la morte del Papa: l'alunno della Scuola di Religione Marco Bordini;<br />
lo Studente interno Roberto Viola; gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> clr. prof. Antonio e dr. prof.<br />
Aureliano Narpozzi; l'avv. Giuseppe Ghcdini;<br />
— la morte della moglie : il c.te Carlo Fracanzani ;<br />
— la morte del Fratello: il dr. Giorgio, l'ing. Alberto e Toti De Lucchi.<br />
Al desolati familiari le condoglianze di tutta la grande famiglia <strong>dell'Antonianum</strong><br />
con l'assicurazione del suffragio per i Cari estinti.<br />
Ci giunge solo ora la fotografia dell' <strong>Ex</strong> Alunno Congregato Dott. PIETRO<br />
REATO, defunto nel passato giugno. Crediamo di far cosa grata agli amici a<br />
pubblicarla benché in ritardo.<br />
Giunge ali' ultimo momento la notizia della morte dell' <strong>Ex</strong> Alunno Mons.<br />
Gregorio Falconieri, Vescovo di Conversano. Ne daremo più ampia notizia nel<br />
prossimo numero.<br />
SAN VINCENZO «B. LUCA BELLUDI»<br />
Con l'avvicinarsi del Natale sarà organizzata, come ogni anno, la raccolta<br />
di indumenti, viveri, medicinali e offerte per le famiglie povere assistite. Verrà<br />
comunque inviata una lettera e passeranno poi gli incaricati della raccolta.<br />
Inoltre, allo scopo di far partecipare maggior numero di persone alla nostra<br />
attività, è in programma l'istituzione degli «Amici della San Vincenzo». Anche<br />
su tale iniziativa daremo notizia in seguito.
È la parola che il Presidente Generale<br />
Prof. Arslan, il Vice Presidente<br />
Generale Comm. Polazzi, il<br />
Presidente del Basket Ing. Gallarossa,<br />
unitamente agli altri Consiglieri del «Petrarca», hanno sulle labbra in questi giorni per i Padri del-<br />
I Antonianum, per i collaboratori, giocatori ed amici tutti del Petrarca perché il nuovo anno abbia ad essere<br />
irraggiato anche dalle migliori fortune sportive.<br />
Giornata felice per il Petrarca<br />
Un ricordo freschissimo. Una domenica recente (6 dicembre).<br />
Una sera felice, dopo aver visto tutte le nostre<br />
squadre bianconere giocare con spigliatezza libere, libere<br />
anzitutto dalla paura di perdere che è anche quella di vincere.<br />
RIDDA FORTUNATA DI SQUADRE MINORI<br />
E' vero che vibrava ancora nell'aria l'eco degli incitamenti<br />
e voti, quasi fossero i proclami della libertà; ma<br />
altra volta era stato dimostrato, per dirla col Pindemonte,<br />
che «dura era la pietra, ed a risponder sorda». Così quando<br />
abbiamo visto quegli scriccioli della squadra allievi di<br />
calcio — scriccioli per modo di dire, se fra loro ci sono un<br />
Paiaro e un Melloni — avanzare baldanzosi a disperazione<br />
degli spigolosi terzini dell'Olympia di Cittadella, e Munari,<br />
Magro, Pilotto flottare verso porta, e tutti gli altri irrompere<br />
dietro loro, ci parve di indovinare il segno premonitore<br />
di una giornata radiosa.<br />
Il mattino era freddo, il terreno del «Tre Pini» cominciava<br />
a sgelarsi al pallido sole dicembrino; vinsero gli allievi,<br />
e quasi indicarono ai «ragazzi» di Lucio la strada da<br />
seguire. Un brivido ci colse quando vedemmo I'«Audace» di<br />
San Michele <strong>Ex</strong>tra (protagonista già in passato di memorabili<br />
scontri col Petrarca) andare in vantaggio.<br />
Macché! Fu invece la prova del fuoco, la prova che lo<br />
spirito dei giovani calciatori petrarchini era incombustibile.<br />
E la vittoria venne sugli avversari intontiti; una vittoria<br />
travolgente, che capitan Bolzonella e i suoi avevano saputo<br />
meritare.<br />
La Giovanile di Rugby intanto si preparava a recitare<br />
a Verona la parte della primattrice, con una dimostrazione<br />
eccezionale di bel gioco. E mentre Fabiano e. i suoi collaboratori<br />
(Bezzon, Filyippi e Cerato) impegnavano juniores e<br />
allievi di Pallacanestro in un vasto campo d'azione, confermando<br />
il valore straordinario della scuola - modello bianconera,<br />
la squadra riserve di Rugby «passeggiava» al «Tre Pini»<br />
in un incontro tecnicamente dimostrativo, tanto grande<br />
era la loro superiorità.<br />
LA VITTORIA SULL'«IGNIS»...<br />
Poi, l'avvenimento principe della giornata rugbystica:<br />
Petrarca-1gnis Roma. Contemporaneamente, poco lontana<br />
32 —<br />
la Padova — sul terreno ammazzagambe di Mirano — la<br />
prima squadra di calcio era investita dal furore di una Pro<br />
Venezia dura e velocissima. I rugbysti comunque — per la<br />
gioia del Presidente generale prof. Michele Arslan e di quanti<br />
avevano voluto stringersi compatti attorno alla squadra<br />
bianconera — seppero creare il clima di tante memorabili<br />
affermazioni. Perse la voce perfino il Rettore, Padre Ambrogio,<br />
che già al mattino con Padre Pretto s'era attaccato<br />
alla rete di protezione vicino alla porta dell'Audace (quasi<br />
a voler propiziare la vittoria dei «ragazzi» di Lucio), si unì<br />
al coro che favoriva il successo di Bottaro, Pennella, Luise,<br />
Gasparotto, degli Sturaro e di tutti gli altri encomiabili giocatori;<br />
e l'I gnis Roma conobbe la sua prima sconfitta stagionale<br />
!<br />
Poco più di mezz'ora di distensione; a chiusura di giornata<br />
e' era il « clou » cestistico, Petrarca - Fonte Levissima.<br />
Intanto tornavano da Mirano, affaticati ma contenti, i calciatori<br />
della prima squadra: erano capitati in un campo impossibile,<br />
avevano incassato un gol nel primo tempo, tuttavìa<br />
erano riusciti nella ripresa a dare fondo a tutte le loro<br />
energie, ad offrire insomma una dimostrazione di meravigliosa<br />
volontà; e infine il pareggio aveva premiato l'orgogliosa<br />
rimonta della squadra capitanata dal... quasi medico<br />
Ambrosio.<br />
...E SULLA «FONTE LEVISSIMA»<br />
Ecco, al Palazzetto i cestisti di Prima Serie affrontavano<br />
la lanciatissima Fonte Levissima, col suo tanto strombazzato<br />
(e bravo, effettivamente) De Simone. Faceva la sua<br />
apparizione anche qui il Rettore Padre Tremolada che ancora<br />
una volta, col suo sorriso tutto fiducia e ottimismo, portava<br />
buono. Foga e ritmo del Petrarca mettevano ben presto<br />
in soggezione l'altero rivale. Il Presidente ing. Galtarossa<br />
l'aveva ben detto alla vigilia: solo che l'avesse voluto, il<br />
Petrarca avrebbe saputo battere il quotato avversario. Esultava<br />
il comm. Dalle Molle. In un angolo pareva indifferente,<br />
come al solito, il comm. Stefanelli; mascherava col suo<br />
aspetto impenetrabile l'intima soddisfazione per la bella<br />
partita che i ragazzi stavano disputando. Ecco, dei veliti<br />
rapidi e aggressivi erano quei giovani laggiù, che parevan<br />
fatti d'argento vivo, filtranti e saettanti per ogni breccia aperta,<br />
allegri e sbarazzini poiché si potevano divertire an-
che loro nel giorno di libertà. E parve di udire una fanfara,<br />
pareva di vederli coi pennacchi frusciami, pareva di<br />
intuirne l'animo luccicante.<br />
Venne la vittoria, giusta, meritata. E fu sera. Una sera<br />
felice, per il mondo petrarchino tutto. Che è un mondo complesso,<br />
che va valutato per quello che offre — tra mille difficoltà<br />
— come mezzo stupendo di opera costruttiva fra i<br />
giovani. Un mondo che. va avanti, malgrado le interpretazioni<br />
che possono essere date da gente poco saggia o perlomeno<br />
superficiale. Non sono mai mancate, del resto, le<br />
smunte narici di critici appena sgrossati che, volendo parere<br />
raffinati, annusano il gioco (offerto a centinaia di giovani<br />
dal Petrarca) facendo del pallone un cavolo bollito!<br />
Chissà cosa vorrebbero costoro, forse dei giocatori con la<br />
parrucca Louis quatorze incipriata, degli atleti Chanel numero<br />
5, e magari nello stesso tempo tante vittorie.<br />
SANI CONCETTI E GIUSTO OBIETTIVO<br />
In seno al Petrarca invece vanno contemperate le esigenze<br />
dei sani concetti su cui è fondata tutta l'attività sportiva<br />
(un'attività enorme, sia ben chiaro) col giusto obiettivo<br />
dei giovani che quell'attività praticano: i ragazzi bianconeri<br />
appunto giocano, si divertono, possono apprezzare il<br />
valore di quanto il Petrarca sa loro offrire, solo cercando<br />
(e ottenendo, il più possibile) i risultati e l'affermazione.<br />
Lo sport è conquista. Si può vincere ma si può anche perdere,<br />
d'accordo; tuttavia è innegabile che il prezzo di una<br />
sconfìtta è l'anelito alla pronta riscossa, cioè al ritorno verso<br />
posizioni di preminenza. Per questo motivo, talvolta viene<br />
da chiedersi se quanti indossano la maglia bianconera<br />
e quanti ne seguono attivamente le sorti abbiano realmente<br />
compreso l'alto significato di quello che il Petrarca fa cer-<br />
Plauso a l'Antonianum<br />
cando di accrescere i valori umani e inorali della sua grossa<br />
comunità sportiva.<br />
TRAGUARDI DEL PETRARCA<br />
Equilibrio e saggezza, buon senso e misura: queste le<br />
condizioni dunque per un giudizio sull'opera petrarchina e<br />
sui traguardi da raggiungere o sulle posizioni da difendere.<br />
Fin che è possibile — e la possibilità c'è, pur non ignorando<br />
che lo sport rimane solo un mezzo stupendo di aiuto per<br />
tanti ragazzi — il Petrarca deve tenere fede al prestigio<br />
conquistato 'anche in campo nazionale. Difficoltà? Ostacoli?<br />
Ce ne sono; e ce ne saranno sempre. Ma c'è un Petrarca-basket<br />
in Prima Serie, una squadra cioè si batte con tutto il<br />
suo entusiasmo e pure con la sua forza tecnica con formazioni<br />
che fanno dello sport per professionismo. E vi par poco?<br />
Lo sport-mezzo contro lo sport-fine. E eie un Petrarcarugby<br />
che lotta nell Eccellenza, cioè nella massima divisione<br />
nazionale. E c'è nu Petrarca-calcio che sta risalendo con<br />
orgoglio posizioni su posizioni in quell acategoria dilettanti<br />
che dì dilettante, in tutta Italia,-ha soltanto il nome.<br />
Le squadre petrarchine insomma combattono le loro<br />
battaglie sportive contro un mondo che ha ormai dimenticato<br />
il valore della parola «sport». E quanti non apprezzano<br />
lo sforzo degli atleti bianconeri e ancor più i sacrifici e<br />
gli orientamenti dei dirigenti (per un Petrarca sempre più<br />
forte, in tutti i campi) dimostrano di «vedere al modo degli<br />
struzzi inseguiti» che mettono la testa nella sabbia per<br />
negare gli avversari.<br />
Trascuriamo dunque questo modo di vedere: danneggerà<br />
solo loro, per il ritardo a capire e, quindi, a progredire.<br />
Il Petrarca può anche perdere qualche battaglia, ma intende<br />
vincere la sua crociata: per progredire.<br />
CARLO MALAGOLI<br />
Alla Redazione dell'«Antonianum» è giunta la seguente nobile lettera: «L'Unione Sportiva Petrarca con tutti i suoi<br />
dirigenti (Consiglieri generali e Consiglieri di Sezione) con i suoi allenatori, con la grande schiera dei suoi amici e dei<br />
suoi tifosi, a mio mezzo rivolge un saluto ed un plauso al glorioso "Antonianum" che racchiude i ricordi più belli della<br />
nostra giovinezza e della nostra vita. - Michele Arslan, Presidente Generale ».<br />
La Redazione, mentre ringrazia sentitamente il Presidente Prof. Arslan e quanti hanno voluto inviarci parole di approvazione,<br />
si ripromette di mettere sempre meglio in rilievo la vita operosa <strong>dell'Antonianum</strong> in tutte le sue gradazioni<br />
e le persone che tanto nobilmente si prestano perché l'Antonianum abbia a raggiungere le sue alte finalità.<br />
Anche quest'anno l'Antonianum offre<br />
ai suoi alunni ed amici possibilità di<br />
un soggiorno sulle nevi di Carezza col<br />
seguente programma:<br />
1° TURNO: 26 DICEMBRE - 5 GENN.<br />
Per elementari e medie in Villa San<br />
Pio X (tei. 61.034 di Bolzano)<br />
Quota L. 26.000 - Viaggio andata e ritorno<br />
L. 4.000 (deposito obbligatorio per<br />
eventuali spese extra L. 5.000 - restituibili<br />
qualora non utilizzate).<br />
La quota comprende : Pensione completa<br />
per 11 giorni - tassa soggiorno -<br />
Carezza Invernale !.....<br />
Cenone di fine anno - servizio «Romeo»<br />
e proiezioni di film.<br />
Per ginnasio e liceo - all'Albergo Latemar<br />
di Nova Levante (tei. 61.145 di<br />
Bolzano).<br />
Quota L. 30.000<br />
come sopra.<br />
viaggio e deposito<br />
2° PERIODO - PER UNIVERSITARI:<br />
DAL 17 AL 31 GENNAIO in Villa San<br />
Pio X.<br />
Per le condizioni rivolgersi alla Direzione<br />
della Scuola di Religione (24.241 -<br />
51.444).<br />
ERRATA CORRIGE: nel numero precedente, nel ringraziare coloro che hanno favorito il buon esito della gita a Venezia, della<br />
quale tutti conservano grato ricordo, per svista è stato posto il nome di Domenichelli al posto di Comm. Stefanelli al quale vanno invece<br />
i nostri migliori rirngraziamenti.<br />
33
ISCRITTI 1964 - 1965<br />
Primo Elenco<br />
Alberini gen. Raoul<br />
Alfonsi cav. Giuseppe<br />
Alfonsi ing. Aurelio<br />
Aliprandi dr. Francesco<br />
Anse/m; dr. Paolo<br />
Apergi rag. Sergio<br />
Azzolin cav. Aurelio<br />
Baccaglini prof. Mario<br />
Saggio dr. Paolo<br />
Bartolomei prof. Giuseppe<br />
Be/loni avv. Giorgio<br />
Belloni prof. Giuseppe<br />
Benati Roberto<br />
Bisello gr. uff. Benvenuto<br />
Bodini dr. Giovanni<br />
Bonifazi rag. G/useppa<br />
Boniver prof. Giuseppe<br />
Bordigato col. Gino<br />
Bottecchia ing. Giovanni<br />
Succhi ing. Renato<br />
Cacciavillani prof. Bruno<br />
Caldera dr. Eugenio<br />
Canavotto ing. Giuseppe<br />
Cantte/e dr. Francesco<br />
Caporeìla Amedeo<br />
Capovilla Enrico<br />
Carbone ing. Emesto<br />
Carbognin dr. Giusto<br />
Carenza prof. Nino<br />
Corion prof. Carlo<br />
Carretta rag. Guglielmo<br />
Casale dr. Renzo<br />
Cassin rag. Paolo<br />
Castagna rag. Giulio<br />
Castellani Antonio<br />
Castellani di Sermeti dr. Luigi<br />
Catemario dei Quadri ing. Guido<br />
Chasen dr. Wolf<br />
Chiesa dr. Domenico<br />
Chiesa dr. Mario<br />
Ciraso dr. Gaetano<br />
Coiazzi prof. Luigi<br />
Chino dr. Alberto<br />
Covi rag. Pietro<br />
Da Col ing. Mario<br />
Da Col dr. Antonio<br />
Dal Porto dr. Alberto<br />
Daniele dr. Carlo Alberto<br />
Danieletto rag. Raffaele<br />
De Sisti rag. Gino<br />
Egano d'Arzignano dr. Mario<br />
Fantecchì dr. Arturo<br />
Ferri ing. Francesco<br />
Filippi rag. Castone<br />
Filippi dr. Silvio<br />
Formenton Mario<br />
Forali/' dr. Fausto<br />
Frasson Franco Paolo<br />
Gaiotti dr. Angelo<br />
Giacich dr. Walter<br />
Giocamela avv. Vittorio<br />
Gidcomelli avv. Marco<br />
Giordani dr. Michele<br />
Giron dr. Giampietro<br />
Gabbato dr. Alberto<br />
Gracis avv. Mario<br />
Grassivaro dr. Enzo<br />
Guzzon prof. Vittorio<br />
Guzzon dr. Adalgiso<br />
Loredan e.te ing. Iseppo<br />
Lorini cav. Bruno<br />
Lotti dr. Francesco<br />
Lui ing. Guido<br />
Maestrelli prof. Giuseppe<br />
Maggia avv. Piero<br />
Maggioni prof. Giorgio<br />
Magnano dr. Pasquale<br />
Malipiero avv. Giorgio<br />
Marchetti ing. Antonio<br />
Mari dr. Luigi<br />
Marino cav. Luigi<br />
Martini Giacomo<br />
Mazzo nob. Silvio<br />
Meneghini avv. Giulio<br />
Meneghini dr. Cioncarlo<br />
Menin avv. Bruno<br />
Menin dr. Luigi<br />
Mercato// Luigi<br />
Missaglia Ferruccio<br />
Montanari cav. Valentìno<br />
Montalto dr. Vittorio<br />
Morandi ing. don Francesco<br />
Morassutti ing. Giovanni<br />
Munegato ing. Antonio<br />
Napoli cav. Guido<br />
Nardone Forin Mario<br />
Narpozzi prof. Antonio<br />
Paccaagnella cav. uff. Iginio<br />
Paganini ing. Giorgio<br />
Pai laro avv. Guido<br />
Palumbo Fossati nob. Carlo<br />
Pedrazzoli ing. Giuseppe<br />
Pellizzaro avv. Aldo<br />
Peratoner dr. Giambattista<br />
Perin Antonio<br />
Poggi ing. Carlo<br />
Pretti dr. Gustavo<br />
Puggina dr. Annibale<br />
Rabolini ing. Claudio<br />
Rajmondi Giacinto<br />
Rampazzo Malin ing. Roberto<br />
Rasi dr. Pierandrea<br />
Ravagnan dr. Giuseppe<br />
Reato Antonio<br />
Risdel dr. Angelo<br />
Sono in grassetto i nomi di coloro la cui iscrizione è stata maggiorata di qualche offerta.<br />
i . MI OLÒ roi\ 1 1<br />
Riva ing. Filippo<br />
Rizzo rag. Gino<br />
Rodighiero dr. G. Carlo<br />
Rodighiero dr. Vincenzo<br />
Rohr ing. Alberto<br />
Romiati Riccardo<br />
Ronconi Antonio<br />
Ruzzante rag. cav. Antonio<br />
Sacchetto comm. Tullio<br />
Saggin ing. Francesco<br />
Salmaso dr. Giorgio<br />
Salvadei dr. Aldo<br />
Santinello dr. Fernando<br />
Santìnello dr. Giovanni<br />
Scalco dr. Ernesto<br />
Scarpari dr. Silvio<br />
Schiano col. imilio<br />
Scianti dr. Valerio<br />
Sferragatta Enrico<br />
Simonetti ing. prof. Luigi<br />
Solìmbergo rag. Diego<br />
Stoppato avv. Lorenzo<br />
Testa don Antonio<br />
Todeschini dr. Gregario<br />
Toffano dr. Giorgio<br />
Tolda cav. Antonio<br />
Toniolo dr. prof. G. Franco<br />
Torresini gr. uff. Federico<br />
Valenti dr. Bruno<br />
Vasoin dr. Luigi<br />
Vedua Angelo<br />
Ventura Franco<br />
Visentini Aldo<br />
Wiel prof. Pierantonio<br />
Zaccaria prof. Vittorio<br />
Zannini dr. Adriano<br />
Zannoni dr. Gian Fernando<br />
Zotta prof. Pierluigi<br />
Zaupa prof. Paolo<br />
Zermann dr. prof. A. Mario<br />
Zocca dr. Arrigo<br />
TRAFILERIE<br />
CORDERIE<br />
RETI METALLICHE<br />
VITERIE