Progetto ALCOTRA 016 ADM Natura 2000 - Giardini Hanbury
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA<br />
DIPARTIMENTO PER LO STUDIO DEL<br />
TERRITORIO E DELLE SUE RISORSE<br />
Corso Europa, 26 - 16132 GENOVA<br />
Fax. 010 353.8147<br />
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong><br />
<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong><br />
Relazione ed analisi dei nuovi dati<br />
relativi ad Habitat emergenti.<br />
Bozza cartografica finale degli habitat<br />
a cura di Lugi Minuto e Mauro Mariotti<br />
Rif. Contratto DIPTERIS - Regione Liguria DGR 1807<br />
30 giugno 2010
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione e analisi Habita - Bozza cartografica finale<br />
INDICE<br />
1. PREMESSA...................................................................................................................... 4<br />
2. CONFRONTO TRA BANCHE DAT DEI PARTNERS RELATIVE AGLI HABITAT 6<br />
3. MANUALE PER LA GESTIONE DEL SISTEMA DI SCAMBIO<br />
TRANSFRONTALIERO DI DATI NATURALISTICI DI PREGIO 7<br />
4. PROTOCOLLI DI MONITORAGGIO E SCAMBI TRANSFRONTALIERI DI<br />
ESPERIENZE 8<br />
4.1 Elaborazione delle immagini satellitari QUICKBIRD 12<br />
4.2 Realizzazione della carta degli habitat definitiva 18<br />
4.3 Problematiche e soluzioni per un protocollo di condivisione di dati di<br />
Habitat mediante webservice 21<br />
5. NUOVA LISTA DEGLI HABITAT E RELATIVA ANALISI 26<br />
6. DESCRIZIONE DEGLI HABITAT 35<br />
1170 - Scogliere 36<br />
1210 – Vegetazione annua delle linee di deposito marine 38<br />
1240 – Scogl. con veget. delle coste medit. con Limonium spp. endemici 40<br />
– Acque ferme i corpi idrici e loro componente biotica 43<br />
– Acque dolci correnti; acque correnti di corpi idrici e loro componente<br />
biotica 45<br />
3220 – Corsi d’acqua alpini con vegetazione riparia erbacea 46<br />
3240 – Corsi d’acqua alpini con veg. riparia legnosa a Salix elaeagnos 48<br />
3260 – Fiumi delle pianure e montani con vegetazione Ranuncolion<br />
fluitantis e Callitricho-Batrachion 49<br />
3280 – Saliceti a Salix purpurea mediterranei 51<br />
4030 – Lande secche europee 52<br />
– Arbusteti alti e mantelli riferibili ai Rhamno-Prunetea 54<br />
– Arbusteti alti e mantelli a nocciolo riferibili al Corylo-Populion tremulae 54<br />
4060 – Lande alpine e boreali 55<br />
– Lande, macchie, garighe e arbusteti (non temperati o oromediterranei) 58<br />
5130 – Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli 59<br />
5210 – Matorral arborescenti di Juniperus ssp. 61<br />
5320 – Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere 63<br />
5330 – Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 65<br />
– Habitat arbustivi o erbaceo arbustivi mesomediterranei 68<br />
6110 – Form. erbose calcicole rupicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi 69<br />
6170 – Formazioni erbose calcicole alpine o subalpine 71<br />
6210 – Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli<br />
su substrato calcareo 74<br />
6220 – Perc.substeppici di graminacee e p.annue dei Thero-Brachypodietea 77<br />
6230 – Form. erb. a Nardus, ricche di sp., su substr. siliceo delle zone montane 80<br />
6310 - Dehesas con Quercus spp. sempreverde 82<br />
6420 - Prat. umide medit. con p. erbacee alte del Molinio-Holoschoenion 85<br />
6430 - Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile 87<br />
6510 - Praterie magre da fieno a bassa altitudine 89<br />
6520 - Praterie montane da fieno 91<br />
- Megaforbieti ruderali e nitrofili 93<br />
7220 - Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino 94<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione e analisi Habita - Bozza cartografica finale<br />
7230 - Torbiere basse alcaline 96<br />
8120 - Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini 99<br />
8130 - Pietraie e ghiaioni termofili del Mediterraneo occidentale e delle Alpi 101<br />
8210 - Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 103<br />
8230 - Rocce silicee con vegetazione pioniera 105<br />
8240 - Pavimenti calcarei 107<br />
8310 - Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 108<br />
- Boschi temperati a gravitazione centro-europea di latifoglie decidue 109<br />
9110 - Faggeti del Luzulo-Fagetum 110<br />
9150 - Faggeti calcicoli dell’Europa Centrale del Cephalanthero-Fagion 112<br />
- Boschi misti di Acer pseudoplatanus e/o Fraxinus excelsior di incerta<br />
attribuzione 113<br />
- Boschi e boscaglie di Alnus viridis 114<br />
- Boschi e boscaglie di Sorbus aucuparia 115<br />
91HO - Boschi pannonici di Quercus pubescens 116<br />
91EO - Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior 118<br />
9180 - Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion 121<br />
9260 - Foreste di Castanea sativa 123<br />
- Orno-Ostrieti prevalentemente calcifili a gravitazione occidentale-alpica<br />
riferibili all’associazione Plagio-Ostrietum 125<br />
- Altri boschi a carattere montano, con Ostrya carpinifolia dominante 126<br />
- Boscaglie d’invasione a nocciolo (Corylus avellana) 127<br />
92A0 - Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba 128<br />
9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 130<br />
- Boschi di conifere 133<br />
- Boschi montani e subalpini di abete bianco (Abies alba) 134<br />
- Boschi mesoneutrofili di abete bianco del settore appenninico con evidenti<br />
segni di naturalizzazione e riferibili ai Fagetalia 134<br />
9420 - Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus cembra 135<br />
- Pinete a pino silvestre 137<br />
- Boschi misti montani e subalpini di abeti, pini montani e larice 138<br />
9540 - Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici 139<br />
- Rimboschimenti collinari e montani, interni, di pino nero 142<br />
- Insediamenti sparsi 143<br />
- Reti stradali, autostradali, ferroviarie e altre infrastrutture tecniche 144<br />
- Parchi, ville, giardini, ecc 145<br />
- Oliveti 146<br />
- Ecomosaici agricoli 147<br />
- Muri a secco 148<br />
7. POPOLAMENTO DELLA BANCA DATI E ATTIVAZIONE DEL SISTEMA DI<br />
INTERROGAZIONE TRANSFRONTALIERO CON RELATIVA CARTOGRAFIA 149<br />
7.1 Inizializzazione banca dati di progetto (<strong>ADM</strong>) 149<br />
7.2 Caricamento dei dati relativi agli HABITAT. 151<br />
8. ANALISI DEGLI HABITAT 153<br />
9. CARTOGRAFIA DEGLI HABITAT 157<br />
10. BIBLIOGRAFIA 167<br />
ALLEGATO V – Elenco dei poligoni degli habitat cartografati<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
1. PREMESSA<br />
L’archiviazione nelle banche dati delle informazioni sugli habitat è nella maggior parte dei<br />
casi connessa alla realizzazione di carte a copertura totale delle aree di indagine.<br />
Il presente progetto dopo una scelta iniziale con cui si erano selezionati preliminarmente<br />
solo alcuni tipi di habitat protetti dalla Direttiva 92/43 (habitat “naturali” inclusi nell’Allegato<br />
I e habitat di specie) si è sviluppato invece in modo tradizionale dedicando la propria<br />
attenzione a identificare e cartografare ogni tipo di habitat rilevabile nell’area di progetto<br />
alla scala 1:10.000. Ovviamente le valutazioni e le eventuali scelte gestionali avverranno<br />
in seguito distinguendo, fra gli habitat, quelli soggetti a normative di protezione.<br />
Poiché il <strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> “<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>” ha tra le proprie finalità anche lo<br />
scambio di esperienze e dati fra istituzioni coinvolte nella gestione territoriale e nella<br />
ricerca con particolare riguardo anche alla biodiversità della zona transfrontaliera Italia-<br />
Francia, si è proceduto a un serrato confronto con momenti comuni di rilevamento sul<br />
campo e di scambio-revisione di documenti.<br />
Ogni partecipante al confronto ha contribuito con una visione interpretativa, fortemente<br />
influenzata dai criteri metodologici adottati a livello nazionale da Francia (Cahiers des<br />
Habitats) e Italia (AA.VV., 2009) e regionale (Mariotti, 2008).<br />
Oltre alle esperienze di addestramento in comune condotte sul campo nel luglio 2009, i<br />
partner francesi hanno realizzato una carta degli Habitat per una superficie di cira 2.650<br />
ettari nel SIC “Chauve souris de Breil-sur-Roya”, mentre i partner italiani hanno proseguito<br />
il rilevamento dell’intera area di progetto (e delle sue connessioni ecologiche),<br />
rappresentata nella Fig. 1 e corrispondente a circa 27.400 ettari. La cartografia di parte<br />
italiana è realizzata per la prima volta alla scala 1:1000 per circa 19.800 ettari, mentre è<br />
rivisitata e aggiornata secondo nuovi criteri condivisi per 7.580 ettari. Circa 14.458 ettari<br />
(Parco naturale, Paesaggio protetto e ZPS) corrispondono alla superficie oggetto di<br />
contratto fra DIP.TE.RIS. e Parco delle Alpi Liguri, mentre 12.920 ettari corrispondono alla<br />
superficie oggetto di contratto fra DIP.TE.RIS. e Regione Liguria. Il rilevamento<br />
cartografico nella parte italiana è stato realizzato in modo più speditivo rispetto a quanto<br />
previsto poiché le condizioni meteoclimatiche non hanno permesso il completamento dei<br />
rilevamenti programmati; è stata comunque predisposta una carta degli habitat con<br />
numerose variazioni e integrazioni rispetto alle conoscenze e cartografie disponibili<br />
inizialmente. Occorre peraltro precisare che la richiesta da parte della Regione Liguria di<br />
includere nell’area oggetto d’indagine anche territori ricadenti nella rete ecologica<br />
regionale, formalizzata in un momento ormai avanzato dei lavori ha richiesto un impegno<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
significativo sottraendo tempo e risorse agli studi dedicati ai siti (SIC e ZPS) propri della<br />
rete <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong> e alla rielaborazione finale dei dati.<br />
Entrambi i partner, italiani e francesi, hanno considerato la scala 1:10.000 come scala<br />
nominale delle rispettive carte.<br />
Fig. 1 - Area italiana oggetto della cartografia degli Habitat<br />
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2. CONFRONTO TRA BANCHE DATI DEI PARTNERS RELATIVE<br />
AGLI HABITAT<br />
A differenza di quanto avvenuto per la flora, per gli habitat non è stato possibile condurre<br />
un reale confronto transfrontaliero fra banche dati dei due paesi, a causa dell’assenza di<br />
una cartografia georeferenziata e/o una banca dati sugli habitat stessi per il territorio<br />
francese preesistente al progetto condotto in ambito <strong>ALCOTRA</strong>.<br />
Lo stesso progetto peraltro ha rappresentato uno stimolo per l’avvio di una banca<br />
dati/cartografia degli habitat proprio sul lato francese.<br />
Pertanto il confronto evidenzia:<br />
a) l’assenza di un sistema consolidato di cartografia-base di dati sugli habitat in<br />
Francia a fronte di una cartografia-base di dati disponibile da circa dieci anni per la<br />
Regione Liguria sul lato italiano, inizialmente limitata agli habitat di maggior pregio o<br />
soggetti a protezione e poi estesa a tutte le tipologie degli habitat nei siti della rete<br />
<strong>Natura</strong> <strong>2000</strong><br />
b) la disponibilità di una cartografia-base di dati realizzata dai partner nel corso del<br />
progetto <strong>ALCOTRA</strong> sia sul lato francese per circa 1.515 ettari e per oltre 27.000<br />
ettari sul lato italiano, come già evidenziato nel capitolo precedente.<br />
c) le differenze più significative riguardano: 1) i tipi di proiezione e sistemi di<br />
riferimento cartografico (Gauss Boaga, UTM per l’Italia; Lambert per la Francia) 2) i<br />
criteri di interpretazione di alcuni habitat, segnatamente i boschi di Quercus<br />
pubescens.<br />
A conclusione del confronto sono stati redatti e condivisi una lista ragionata comune degli<br />
habitat (riportata al capitolo successivo) e un glossario bilingue comprendente voci relative<br />
anche agli habitat<br />
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3. MANUALE PER LA GESTIONE DEL SISTEMA DI SCAMBIO<br />
TRANSFRONTALIERO DI DATI NATURALISTICI DI PREGIO<br />
Sia durante la progettazione sia durante la realizzazione del sistema di scambio<br />
transfrontaliero di dati naturalistici di pregio, si è provveduto alla stesura di un manuale per<br />
la sua gestione (Allegato III). Il sistema ha trovato residenza nel sito della Regione Liguria<br />
http://www.cartografiarl.regione.liguria.it/NAtura<strong>2000</strong><strong>ADM</strong>/menutot.asp<br />
Il manuale ha la funzione sia di spiegare i principi secondo i quali è stato strutturato il<br />
sistema sia spiegare come si possa intervenire su di esso per delle eventuali future<br />
modifiche. Sebbene il sistema lavori in modo estremamente semplice ed intuitivo vi<br />
vengono anche definite le principali modalità d’uso e sono spiegate le potenzialità di<br />
elaborazione che il sistema permette di realizzare navigando in modo abbinato nei due<br />
database di partenza.<br />
Sebbene l’ingegneria e la struttura informatica del sistema sia stata realizzata dalla<br />
DATASIEL, il DIP.TE.RIS. ha collaborato attivamente quale consulente scientifico durante<br />
tutte le operazioni. Già nella definizione delle finalità del sistema si sono fornite idee su<br />
che dati sarebbe stato utile attingere dai database per un qualsiasi utente scientifico e<br />
non. Si è collaborato quindi all’ideazione di un approccio combinato di specie e habitat che<br />
fornisse sia dati puntuali selezionati per specie e/o per area sia dati cartografici sulla<br />
distribuzione dei dati naturalistici. L’interfaccia che si è venuta a creare tra informatici e<br />
scienziati, concretizzata con numerosi incontri a gruppi di lavoro, ha permesso la<br />
realizzazione di uno strumento snello e semplice che fornisce anche ad un grande<br />
pubblico informazioni naturalistiche su un vasto territorio transfrontaliero.<br />
Molto importante è l’aspetto cartografico degli habitat che permette di visualizzare<br />
nell’area di studio transfrontaliera una interpretazione di habitat comune e combinata.<br />
Per quanto ci risulta, questa è la prima esperienza del genere in Europa.<br />
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4. PROTOCOLLI DI MONITORAGGIO E SCAMBI<br />
TRANSFRONTALIERI DI ESPERIENZE<br />
A differenza di quanto rilevato per le specie vegetali non risulta esservi nessun protocollo<br />
di monitoraggio consolidato sul lato della Francia, ma anche per la Liguria esistono dei<br />
criteri e delle linee guida, ma non un sistema consolidato. Lo scambio transfrontaliero delle<br />
esperienze relativamente agli habitat ha portato a una check list abbastanza condivisa, ma<br />
che necessita ancora di approfondimenti comuni.<br />
Il progetto è stato utile per capire reciprocamente (ma solo nell’ambito degli esperti<br />
coinvolti) soprattutto le modalità con cui vengono classificati e cartografati gli habitat.<br />
Per gli scambi futuri, in assenza di una banca dati sugli habitat a scala utile alla gestione<br />
liberamente disponibile sul Web per la parte francese, i soggetti italiano potranno<br />
richiedere dati alle istituzioni francesi attraverso i canali istituzionali. I francesi potranno<br />
invece leggere le informazioni direttamente sui web isituzionali regionali della Liguria.<br />
Di seguito si riporta una sintesi della metodologia adottata per la cartografia<br />
Nell’ambito del progetto <strong>ALCOTRA</strong> <strong>ADM</strong> si è provveduto all’aggiornamento della carta<br />
degli habitat e restituzione in scala 1:10.000 su l’intera area d’indagine. Per questo studio<br />
sono state utilizzate le immagini d’archivio del satellite Quickbird (acquisizione avvenuta<br />
tra il 2003 e il 2006), e il modello digitale del terreno (DEM) in formato grid con dimensioni<br />
delle celle di 5m, integrati con numerosi sopralluoghi sul territorio sia per le rilevazioni<br />
biologiche per specie e habitat, sia per l’individuazione di aree campione necessarie per<br />
l’analisi con tecniche di classificazione guidata e object oriented delle immagini satellitari.<br />
METODOLOGIA DI ELABORAZIONE DEI LIVELLI RASTER<br />
Elaborazioni del DEM (modello digitale del terreno)<br />
Il modello digitale del terreno è stato elaborato utilizzando algoritmi di analisi geospaziali<br />
per estrarre rispettivamente i livelli raster delle<br />
- Acclività (slope)<br />
- Esposizione (aspect)<br />
- Shaded relief<br />
Acclività<br />
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La mappa raster dell’acclività (slope) presenta i dati in formato gradi (valori di inclinazione<br />
rispetto all’orizzontale) con dimensione delle celle pari alla dimensione delle celle del dem<br />
di partenza.<br />
Nella Figura 2 è visibile il livello slope dell’intera area di studio (con sovraimpresse gli<br />
squadri CTR). I valori di acclività variano da 0 a 82° con una netta predominanza delle<br />
aree a maggior acclività.<br />
0 10 20 45 80°<br />
Color table<br />
Fig. 2 – Slope area di studio<br />
Esposizione<br />
La mappa raster dell’esposizione esprime, in gradi la direzione verso la quale si affaccia il<br />
versante.<br />
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L’elaborazione della mappa eseguita sul dem rappresenta i valori in gradi a partire<br />
dall’esposizione est secondo la seguente scala di valori: 90° = Nord, 180°Ovest, 270°Sud,<br />
360° Est<br />
Color table<br />
0 90 180 270 360°<br />
Fig.3 – Mappa raster delle esposizioni nell’area di studio<br />
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La mappa raster shaded relief permette di evidenziare l’andamento dei rilievi<br />
considerando la presenza dell’ombra associata a particolari valori di altitudine e di azimuth<br />
(definiti dall’utente) della fonte luminosa.<br />
In Figura 3 è possibile osservare il risultato di tale operazione renderizzato su un dem. Il<br />
principale vantaggio di questa tecnica risiede nella facilità di poter discernere l’andamento<br />
dei rilievi e dei crinali anche in una finestra mappa GIS bidimensionale.<br />
Fig. 4 – Particolare del shaded relief dell’area di studio<br />
Tutte e tre le mappe raster elaborate sono state prodotte con il software GRASS<br />
(Geographic Resource Analysis Support System) ed integrati insieme in un ambiente GIS<br />
per migliorare la fase di stesura della carta degli habitat definitiva in scala 10.000.<br />
Utilizzando specifici moduli implementati nei GIS ibridi quali GRASS è possibile associare<br />
ai livelli vettoriali informazioni estrapolate dai livelli raster sia semplicemente trasferendo i<br />
valori di ogni pixel ai vettori corrispondenti, sia tramite l’applicazione di funzioni statistiche<br />
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univariate (media, varianza, deviazione standard ecc) oppure funzioni di interpolazione e<br />
geostatistica (regressione multipla, kriging).<br />
4.1 Elaborazione delle immagini satellitari QUICKBIRD.<br />
Il satellite Quickbird è attualmente il satellite che produce immagini con la più alta<br />
risoluzione tra i satelliti per usi civili, potendo arrivare a circa 70 cm di risoluzione<br />
geometrica.<br />
E’ stato lanciato in orbita (a 450 km di altitudine) il 18 ottobre 2001, ed è in grado di<br />
acquisire immagini multispettrali e pancromatiche.<br />
La risoluzione radiometrica (il numero di livelli digitali utilizzati per rappresentare<br />
l’immagine) è di 11 bit, presenta cioè 2048 livelli di grigio per pixel, a differenza dei 256<br />
livelli standard delle immagini a 8 bit.<br />
Questo fatto comporta la possibilità di poter discernere con più accuratezza tra differenti<br />
radiometrie, potendo riconoscere oggetti che altri satelliti non sono in grado di<br />
differenziare.<br />
Quest’ultima proprietà si rende particolarmente utile nello studio dei differenti tipi di<br />
vegetazione, in particolare per le formazioni arbustive.<br />
La risoluzione spettrale delle immagini, per il canale del blue (blu visibile) è tra 450 – 520<br />
nanometri, per il canale del green (verde visibile) è tra 520 – 600 nanometri, per il canale<br />
del red (rosso visibile) è tra 630 – 690 nanometri, per il canale near IR (infrarosso vicino) è<br />
tra 760 – 900 nanometri. La risoluzione geometrica delle bande multispettral i è di 2 m<br />
circa.<br />
L’immagine pancromatica (bianco e nero) di QuickBird si basa su una risoluzione di 61 cm<br />
(al nadir) con una profondità di 11bit per pixel. Il sensore pancromatico recepisce<br />
informazioni al visibile e alla lunghezza d’onda dell’infrarosso vicino ed ha una lunghezza<br />
di banda di 450-900 nm.<br />
Le immagini satellitari utilizzate per il presente studio erano già georiferite e mosaicate in<br />
squadri di ampiezza comunale (es. Pigna, Pieve di Teco, Imperia ecc), si è quindi<br />
provveduto solo all’integrazione con i livelli raster ottenuti in precedenza dal dem (slope,<br />
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aspect, shaded relief) al fine di individuare le tipologie di vegetazione e di habitat di<br />
interesse.<br />
Per fare ciò sono state preventivamente individuate delle aree di controllo a terra per la<br />
classificazione guidata e sono state effettuate le seguenti elaborazioni sulle immagini:<br />
- creazione di immagini a colori reali e a falso colore dell’intera area di studio<br />
- trasformazione di Brovey<br />
Creazione di immagini a falsi colori<br />
Per la corretta digitalizzazione a video della carta degli habitat sono state predisposte<br />
immagini a colori reali e all’infrarosso falso colore.<br />
La banda dell’infrarosso vicino, insieme alla banda pancromatica, è particolarmente utile<br />
per distinguere le differenti tipologie di vegetazione, sia formazioni forestali sia formazioni<br />
arbustive.<br />
La vegetazione infatti respinge la radiazione infrarosso vicino con una intensità che è<br />
proporzionale alle caratteristiche intrinseche (specie presenti), vigore vegetativo (la<br />
vegetazione senescente respinge assai meno della vegetazione giovane o in salute), stato<br />
idrico, ecc.<br />
La vegetazione nell’infrarosso falso colore apparirà con diversi toni di colore rosso, ad<br />
indicare differenze di composizione specifica o di vigore vegetativo.<br />
La clorofilla e gli altri pigmenti assorbono circa il 70 – 90% della banda del blu e del rosso,<br />
per ricavare energia dal processo fotosintetico e respingono la luce nella banda del verde<br />
(per questo motivo la vegetazione appare di colore verde). Anche l’infrarosso vicino viene<br />
fortemente riflesso dalla vegetazione.<br />
A titolo di esempio le conifere appariranno decisamente più scure, le latifoglie più chiare e<br />
brillanti.<br />
Similmente le vegetazione in forte stress idrico e defogliata apparirà di colore più scuro.<br />
Le aree non vegetate e urbanizzate appariranno azzurrine. L’acqua appare nera (non<br />
respinge l’infrarosso).<br />
Contestualmente al colore della vegetazione si deve considerare anche il carattere<br />
tessitura.<br />
Le vegetazioni arboree sono caratterizzate da una tessitura decisamente evidente, le<br />
formazioni erbacee o basso arbustive appaiono invece con tessitura minuta poco visibile.<br />
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Fig. 5 - Area nel comune di Pigna visualizzata a colori reali<br />
Fig. 6 - Area nel comune di Pigna visualizzata in falso colore infrarosso.<br />
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Confrontando le figure 5 e 6 nell’immagine ad infrarosso è possibile distinguere con<br />
maggiore facilità differenti tipologie di vegetazione.<br />
In figura 7 è possibile osservare uno stralcio della carta degli habitat in scala 1:10.000<br />
sovrapposta alla immagine satellitare falso colore infrarosso, onde evidenziare che la<br />
perimetrazione degli habitat è stata eseguita rispettando la risposta spettrale del tipo di<br />
vegetazione indagata.<br />
Fig. 7 - Carta degli habitat realizzata su immagine composite NIR<br />
Trasformazione di Brovey<br />
La “trasformazione di Brovey” è stata utilizzata per estrarre informazioni spettrali ad una<br />
scala di maggior dettaglio. Infatti una trasformazione di tipo Brovey permette di fondere<br />
insieme immagini multispettrali con immagini pancromatiche ad elevata risoluzione.<br />
L’algoritmo di elaborazione utilizza tre bande multispettrali (indicate rispettivamente b1, b2,<br />
b3) e una banda pancromatrica (indicata come Pan). Le bande multispettrali sono<br />
rispettivamente il canale del rosso, del verde, e dell’infrarosso vicino<br />
La formula utilizzata per tale trasformazione è la seguente:<br />
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DN_b1<br />
DN_fused = ------------------------------- * DN_pan<br />
DN_b1 + DN_b2 + DN_b3<br />
dove<br />
DN sta per Digital Number (valore di risposta spettrale), per le immagini a 11 bit di<br />
profondità varia tra 0 e 2048.<br />
I canali del satellite utilizzati per la trasformazione di Brovey sono rispettivamente:<br />
• banda del verde visibile in b1<br />
• banda dell’infrarosso vicino NIR in b2<br />
• banda del rosso in b3<br />
• banda pancromatica a maggiore risoluzione (0.7m) in “pan”.<br />
L’immagine che si ottiene presenta le seguenti caratteristiche:<br />
• risoluzione spettrale uguale a quella delle bande multispettrali<br />
• risoluzione geometrica (spaziale) uguale a quella pancromatica<br />
• aspetto molto simile ad un’immagine a colori reali, ma assai meglio contrastata.<br />
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Fig. 8 – Esempio di trasformazione di Brovey nella medesima area di studio delle immagini<br />
precedenti.<br />
In figura 8 è possibile osservare lo stralcio della carta degli habitat su una immagine<br />
composite da trasformazione Brovey grazie alla quale si è mantenuto la massima<br />
risoluzione geometrica possibile con la massima informazione spettrale.<br />
Il miglior dettaglio geometrico dell’immagine, rispetto ad una semplice composite Nir si può<br />
evincere da uno zoom di una porzione dell’area precedente in figura 8.<br />
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Fig. 9 – Particolare dell’immagine composite Brovey<br />
Nella figura 9, l’immagine rappresentata ha una risoluzione di 0,7 m, si possono quasi<br />
contare le singole chiome degli alberi.<br />
4.2 Realizzazione della carta degli habitat definitiva<br />
Nelle immagini precedenti, è stata presentata la carta habitat <strong>ADM</strong> nella sua veste<br />
definitiva, ma per arrivare alla sua realizzazione è stata prodotta una carta utilizzando<br />
tecniche di classificazione delle immagini di “tipo guidato” (supervised), con numerose<br />
aree di controllo a terra, utilizzando algoritmi di classificazione object oriented.<br />
In particolare è stato utilizzato l’algoritmo SMAP, implementato nel GIS GRASS; esso<br />
utilizza una funzione Sequential Maximum A Posteriori per attribuire ogni singolo pixel<br />
dell’immagine alla classe scelta, risultando superiore a molti altri algoritmi di<br />
classificazione.<br />
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In figura 10 è sinteticamente evidenziato uno stralcio del risultato della classificazione con<br />
algoritmo SMAP, i pixel colorati sulla sinistra indicano le varie classi individuate, sulla<br />
destra la shell linux in cui è possibile utilizzare questo particolare tipo di classificazione<br />
supevised. Sullo sfondo l’immagine composite Brovey.<br />
Fig. 10 - Procedura di realizzazione di una classificazione guidata con SMAP<br />
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La carta degli habitat definitiva è stata poi realizzata verificando e modificando i risultati<br />
della classificazione guidata attraverso numerosi rilievi a terra, e procedendo in seguito<br />
alla digitalizzazione a video delle geometrie, pesando insieme i vari layer prodotti (vettoriali<br />
e raster) in un medesimo ambiente GIS<br />
L’elaborazione del modello tridimensionale e delle immagini satellitari e la loro<br />
integrazione con i vettoriali prodotti, è stata effettuata utilizzando il GIS GRASS, questo<br />
GIS è utilizzato per la gestione, l’elaborazione, il modellamento spaziale e la<br />
visualizzazione di dati geografici.<br />
Originariamente scritto, sviluppato, gestito e diffuso dall’U.S. Army Construction<br />
Engineering Research Laboratories (USA-CERL, 1982-1995), sezione dell’US Army Corp<br />
of Engineers, come strumento per la gestione del territorio e la pianificazione ambientale<br />
per scopi militari, è diventato rapidamente un potente strumento in differenti aree della<br />
ricerca scientifica, è utilizzato dalla NASA, NOAA, USDA, DLR, CSIRO, U.S Census<br />
Bureau ecc, e in ambienti accademici in tutto il mondo(in Italia dal Politecnico di Milano,<br />
Ingegneria ambientale di Trento ecc.).<br />
La motivazione di questa scelta risiede nei seguenti motivi:<br />
- migliori algoritmi di elaborazione rispetto ad altri GIS<br />
- maggiore stabilità, tutte le elaborazioni sono state, infatti, effettuate su workstation<br />
Linux con sistema operativo Opensuse 11.1<br />
- possibilità di gestione di immagini di elevate dimensioni > 5 Gigabytes, poiché le<br />
immagini Quickbird essendo ad elevata risoluzione, sono di conseguenza molto<br />
“pesanti”<br />
- possibilità di integrare insieme l’ambiente raster con l’ambiente vector (capacità di<br />
“GIS ibrido”)<br />
- elevatissimo numero di funzioni per il cleaning e la topologia dei livelli vettoriali.<br />
Elevato numero di moduli per il remote sensing, modelizzazione 3D ecc…<br />
La realizzazione delle tabelle alfanumeriche associate alle geometrie (campo Sigle e<br />
Codice Ligure) è stata effettuata con l’ausilio del GIS Mapinfo, per le intuitive e “user<br />
friendly” possibilità di query SQL.<br />
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4.3 Problematiche e soluzioni per un protocollo di condivisione di dati Habitat<br />
mediante webservice<br />
La realizzazione dell’applicazione <strong>ADM</strong> e delle funzionalità del web-service afferenti agli<br />
habitat ha seguito lo schema utilizzato anche per le specie vegetali e animali.<br />
Sono infatti state decise degli elenchi concordati di specie animali, specie vegetali ed<br />
habitat definiti patrimoniali.<br />
Si è quindi provveduto alla realizzazione di tabelle di appoggio utilizzate dall’applicazione<br />
<strong>ADM</strong> per la interrogazione delle rispettive basi di dati italiane e francesi.<br />
Nelle tabelle successive saranno riassunte le informazioni di base concordate necessarie<br />
alla piena funzionalità dell’applicativo <strong>ADM</strong> tramite funzionalità di web-service.<br />
La realizzazione di un webservice permette l’interrogazione delle rispettive base dati<br />
senza doverne modificare i contenuti e permettendo di visualizzare tutte le informazioni<br />
associate ad ogni record.<br />
Lo schema per la costruzione del webservice è rappresentabile di seguito sotto forma di<br />
diagrammi suddivisi in due fasi:<br />
La prima fase è stata di implementazione vera e propria, predisponendo l’elenco di specie<br />
e di habitat da considerare.<br />
Contestualmente alla fase di implementazione delle tabelle si è provveduto ad alcune<br />
necessarie modifiche e aggiornamenti nomenclaturali delle checklist degli habitat della<br />
Liguria e delle specie vegetali e animali.<br />
Quest’ultime si sono rese necessarie in seguito alla fase di ricognizione in campo che ha<br />
permesso di individuare numerose specie e alcune tipologie di habitat non segnalate in<br />
precedenza.<br />
Sempre durante la prima fase di indagine sono emerse alcune problematicità riguardanti<br />
soprattutto le specie animali e gli habitat.<br />
Nella base dati SILENE dei partner francesi del progetto non sono presenti le specie<br />
animali e non esistono schede alfanumeriche associate a geometrie poligonali per gestire<br />
le varie tipologie di habitat.<br />
Invece nella banca dati italiana, attraverso uno serie di schede habitat identificate da un<br />
numero scheda e da un ID_STAZIONE quest’ultime si possono interfacciare con la parte<br />
vettoriale (geometrica) della cartografia e descrivere in modo soddisfacente le differenti<br />
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combinazioni di mosaico, misto e tutte la altre informazioni necessarie (fattori positivi,<br />
fattori negativi..) unitamente a una relazione di tipo “gerarchico” con gli habitat di direttiva.<br />
Appurate queste differenze, ed essendo stato deciso di modificare nelle rispettive basi dati<br />
soltanto gli aspetti afferenti alle nuove indagini avviate, cioè nuove osservazioni o nuove<br />
segnalazione di habitat e specie, unitamente ad aggiornamenti sulla nomenclatura e sulle<br />
sinonimie, si è proceduto nel caso delle specie animali, a produrre un elenco di specie<br />
patrimoniali corredate dalle necessarie informazioni di decodifica, affinché l’applicazione<br />
potesse estrarre le altre informazioni e poi potesse visualizzare, solo per il territorio ligure,<br />
le segnalazioni in un visualizzatore cartografico.<br />
Per gli habitat si è invece deciso di procedere diversamente. Poiché i partner francesi<br />
avevano predisposto una cartografia nel formato shapefile, si è acquisita la mappa<br />
vettoriale prodotta, e opportunamente riproiettata in un sistema di coordinate compatibile<br />
(UTM, con Datum Wgs84) si sono utilizzate le informazioni alfanumeriche contenute nello<br />
shapefile stesso per costruire le tabelle di servizio necessarie alla consultazione e<br />
all’utilizzo del webservice.<br />
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<strong>ADM</strong>_HABITAT_CORINE<br />
<strong>ADM</strong>_SPECIE<br />
Diagramma 1 – implementazione webservice<br />
La mappa è stata vestita utilizzando le regole previste per la carta degli habitat della<br />
Regione Liguria ed è stata ospitata sul server regionale.<br />
La trasformazione di datum tra il sistema utilizzato in Francia per la realizzazione dei<br />
vettoriali (Conformal Conical Lambert II etendu) e quello utilizzato dall’applicazione <strong>ADM</strong><br />
per la visualizzazione cartografica (UTM 32 – Wgs84) è stata realizzata utilizzando i<br />
seguenti parametri:<br />
name: Lambert Conformal Conic<br />
datum: ntf<br />
<strong>ADM</strong>_ENTI<br />
<strong>ADM</strong>_SPECIE<br />
_LOCALI<br />
<strong>ADM</strong>_ZONE<br />
<strong>ADM</strong>_SINONIMI<br />
_LOCALI<br />
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towgs84: -168.000,-60.000,320.000<br />
proj: lcc<br />
ellps: clark80IGN<br />
a: 6378249.<strong>2000</strong>000002<br />
es: 0.0068034876<br />
f: 293.4660212940<br />
lat_0: 46.8000000000<br />
lat_1: 45.8989189644<br />
lat_2: 47.6960145020<br />
lon_0: 2.33722917<br />
x_0: 600000.0000000000<br />
y_0: 2<strong>2000</strong>00.0000000000<br />
# Geodetic Reference System 1980 (IUGG, 1980)grs80 "Geodetic Reference System<br />
1980"<br />
implementati nel GIS GRASS ((Geographic Resource Analysis Support System).<br />
Di seguito si propongono le caratteristiche delle tabelle utilizzate nel progetto.<br />
<strong>ADM</strong>_ENTI<br />
La tabella contiene i codici e le denominazioni dei Enti che forniscono al progetto le<br />
banche dati che alimentano la base dati di progetto.<br />
COD_ENTE varchar2(10) Pk<br />
DESC_ENTE varchar2(200)<br />
<strong>ADM</strong>_SPECIE<br />
La tabella contiene i codici e le denominazioni delle Specie concordate a livello di<br />
progetto.<br />
Tali termini possono differire dal punto di vista “informatico” dalle relative denominazioni<br />
locali, ma nella sostanza identificano in modo univoco, per il progetto, le specie comuni.<br />
ID_SPECIE_PROGETTO number(10) Pk<br />
SPECIE varchar2(400)<br />
<strong>ADM</strong>_SPECIE_LOCALI<br />
La tabella contiene i codici e le denominazioni locali delle specie con il riferimento al<br />
codice concordato a livello di progetto.<br />
COD_ENTE varchar2(10) Pk Fk verso <strong>ADM</strong>_ENTI<br />
ID_SPECIE_LOCALE varchar2(30) Pk<br />
SPECIE_LOCALE varchar2(400)<br />
ID_SPECIE_PROGETTO number(10) Fk verso <strong>ADM</strong>_SPECIE<br />
<strong>ADM</strong>_SINONIMI_LOCALI<br />
La tabella contiene i codici e le denominazioni locali dei sinonimi con il riferimento al<br />
codice locale della specie.<br />
COD_ENTE varchar2(10) Pk<br />
Fk verso <strong>ADM</strong>_ENTI<br />
Fk verso <strong>ADM</strong>_SPECIE_LOCALE<br />
ID_SINONIMO varchar2(30) Pk<br />
SINONIMO_LOCALE varchar2(400)<br />
ID_SPECIE_LOCALE number(10) Fk verso <strong>ADM</strong>_SPECIE_LOCALE<br />
<strong>ADM</strong>_HABITAT_CORINE<br />
La tabella contiene i codici della codifica Corine e le denominazioni dei singoli partner dei<br />
soli habitat presenti nella zona di progetto.<br />
CODICE varchar2(30) Pk<br />
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COD_ENTE varchar2(10) Fk verso <strong>ADM</strong>_ENTI<br />
HABITAT varchar2(400)<br />
<strong>ADM</strong>_ZONE<br />
La tabella contiene i codici delle unità amministrative nella zona di progetto.<br />
ID number Pk<br />
COD_ZONA varchar2(20)<br />
BBOX varchar2(100)<br />
TIPO varchar2(1)<br />
COD_PADRE varchar2(20) Fk verso <strong>ADM</strong>_ZONE<br />
NOME varchar2(200)<br />
COD_ENTE varchar2(10) Fk verso <strong>ADM</strong>_ENTI<br />
La fase 2 del progetto riguardante sia il popolamento delle rispettive base dati sia<br />
l’implementazione e pubblicazione dei dati dei partner, è potuta avvenire grazie all’insieme<br />
di indagini scientifiche che sono state eseguite concordando con i partner metodologie di<br />
lavoro e protocolli di indagini.<br />
Lo strumento del webservice inoltre permette, una volta stabiliti i criteri di scelta delle<br />
entità (specie, habitat) che si vogliono studiare di poter operare individualmente sulle<br />
proprie rispettive basi di dati, senza apportare modifiche sostanziali, e di poter poi<br />
visualizzare, in un ambiente comune (applicazione <strong>ADM</strong> e visualizzatore cartografico<br />
associato), con un definito sistema di proiezione, le osservazioni e le segnalazioni delle<br />
entità indagate con ad esse associate tutte le informazioni, somiglianze e differenze<br />
presenti in ciascuna banca dati.<br />
La fase di aggiornamento dell’elenco delle entità visualizzabili può essere fatta<br />
modificando solamente le tabelle di relazione e di decodifica dell’applicazione <strong>ADM</strong>,<br />
aggiungendo o togliendo per esempio, specie o tipologie di habitat, similmente il<br />
cambiamento nomenclaturale può esere gestito direttamente dall’applicativo <strong>ADM</strong>, che di<br />
fatto non si comporta come una base dati soggetta ad obsolescenza se non aggiornata,<br />
ma come una semplice “via di accesso” alle singole banche dati e, quindi, aggiornata nella<br />
misura in cui sono aggiornate quest’ultime.<br />
Altro vantaggio risiede nella semplicità di utilizzo e nella rapidità di impiego permettendo di<br />
accedere via web a servizi di consultazione di base dati diverse partendo da un’unica<br />
interfaccia.<br />
Nell’esplicitare la fase di implementazione e di studio, relativamente al comparto habitat<br />
del progetto possiamo indicare brevemente tra i risultati conseguiti:<br />
- oltre 2300 nuovi poligoni habitat ridisegnati nell’area di indagine, in scala 1:10.000,<br />
- individuazione di nuove tipologie di habitat.<br />
- altri riportati nei capitoli successivi.<br />
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5. NUOVA LISTA DEGLI HABITAT E RELATIVA ANALISI<br />
La seguente lista (Tabella 1) comprende tutti gli habitat che sono stati finora rilevati o che<br />
si ritiene presenti nell’area oggetto di indagine. Essa è stata formulata con il contributo dei<br />
partner sia francesi sia italiani e risulta molto più estesa e articolata di quella preliminare<br />
già riportata nella prima relazione del progetto.<br />
Peraltro non deve ancora essere ritenuta definitiva in senso assoluto poiché sono<br />
prevedibili eventuali minori aggiunte in seguito agli accertamenti programmati nelle fasi<br />
finali del progetto.<br />
NOME NOM CODICE/CODE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
Tabella 1 - Checklist condivisa degli habitat<br />
CODLIGURE CORINE EUNIS ALLEGATO<br />
- ANNEX<br />
ITALIA FRANCE<br />
Scogliere Récifs 1170 A.1.2 11.24,<br />
11.25<br />
A3, A4 I 1 0<br />
Vegetazione Végétation annuelle 1210 B.1.2.1 17.2 B2.1 I 1 0<br />
annua delle linee<br />
di deposito marine<br />
des laisses de mer<br />
Scogliere con Falaises avec 1240 B.2 18.22 B3.3 I 1 0<br />
vegetazione delle végétation des côtes<br />
coste<br />
mediterranee con<br />
méditerranéennes<br />
Limonium<br />
endemici<br />
spp.<br />
Fiumi alpini con Rivières alpines avec 3220 C.2.1.1 24.221, C3.551- I 1 0<br />
vegetazione végétation ripicole<br />
24.222 C3.552<br />
riparia erbacea herbacée<br />
Fiumi alpini con Rivières alpines avec 3240 C.2.1.2 24.224 F9.11 I 1 1<br />
vegetazione végétation ripicole<br />
riparia legnosa a ligneuse à Salix<br />
Salix elaeagnos elaeagnos<br />
Fiumi delle Rivières des étages 3260 C.2.3 24.4 C2.1B I 1 0<br />
pianure e montani planitiaire à<br />
con vegetazione montagnard avec<br />
del Ranunculion végétation du<br />
fluitantis e Ranunculion fluitantis<br />
Callitricho-<br />
et du Callitricho-<br />
Batrachion Batrachion<br />
Saliceti a Salix Saussaies à Saule 3280 C.2.5.2.1 44.122 F9.12 I 1 1<br />
purpurea<br />
pourpre<br />
mediterranei méditerranéennes<br />
Lande secche Landes séches 4030 D.1.1 31.2 F4.2 I 1 1<br />
europee<br />
européennes<br />
Lande alpine e Landes alpines et 4060 D.1.2 31.4 F2.2 I 1 1<br />
boreali<br />
boréales<br />
Boscaglie di Pinus Fourrés à Pinus mugo 4070 nv 31.5 F2.43 I 0 1<br />
mugo e et Rhododendron<br />
Rhododendron hirsutum (Mugohirsutum<br />
(Mugo- Rhododendretum<br />
Rhododendretum<br />
hirsuti)*<br />
hirsuti)*<br />
Lande oro- Landes oro- 4090 D.1.3 31.7 F7.4 I 0 1<br />
mediterraneeméditerranéennes endemiche a endémiques à genêts<br />
ginestre spinose épineux<br />
Formazioni stabili Formation stables 5110 D.2.1.1.1 31.82 F3.12 I 0 1<br />
xerotermofile a xérothermophiles à<br />
Buxus<br />
Buxus sempervirens<br />
sempervirens sui des pentes rocheuses<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
NOME NOM CODICE/CODE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
pendii rocciosi<br />
(Berberidion p.p.)<br />
Formazioni<br />
Juniperus<br />
a<br />
communis su<br />
lande<br />
calcicoli<br />
Matorral<br />
o prati<br />
arborescenti<br />
Juniperus spp.<br />
di<br />
Formazioni basse<br />
di euforbie vicino<br />
alle scogliere<br />
Arbusteti termomediterranei<br />
pre-desertici<br />
e<br />
Garighe a Genista<br />
cinerea<br />
Formazioni erbose<br />
calcicole rupicole<br />
o basofile<br />
dell'Alysso-Sedion<br />
albi<br />
Formazioni erbose<br />
calcicole alpine e<br />
subalpine<br />
Praterie xerofile a<br />
Sesleria e carici<br />
sempreverdi<br />
Formazioni erbose<br />
secche<br />
seminaturali e<br />
facies coperte da<br />
cespugli su<br />
substrato calcareo<br />
(Festuco -<br />
Brometalia) (*<br />
notevole fioritura<br />
di orchidee)<br />
Percorsi<br />
substeppici di<br />
graminacee e<br />
piante annue dei<br />
Thero-<br />
Brachypodietea<br />
Comunità<br />
Brachypodium<br />
phoenicoides<br />
a<br />
Praterie ad<br />
Aphyllanthes e<br />
steppe supramediterranee<br />
Formazioni erbose<br />
a Nardus, ricche di<br />
specie, su<br />
substrato siliceo<br />
delle zone<br />
montane (e delle<br />
zone submontane<br />
dell'Europa<br />
continentale)<br />
Dehesas con<br />
Quercus<br />
sempreverde<br />
spp.<br />
Prat. umide medit.<br />
con piante<br />
erbacee alte del<br />
(Berberidion p.p.)<br />
Formations à<br />
Juniperus communis<br />
sur landes ou<br />
pelouses calcaires<br />
Matorrals<br />
arborescents à<br />
Juniperus spp.<br />
Formations basses<br />
d'euphorbes près des<br />
falaises<br />
Fourrés thermoméditerranéens<br />
et<br />
pré-désertiques<br />
Garrigues à Genista<br />
cinerea<br />
Pelouses rupicoles<br />
calcaires ou basiphiles<br />
du Alysso-Sedion albi*<br />
Pelouses calcaires<br />
alpines et subalpines<br />
Versants à Seslérie et<br />
Laîches<br />
sempervirentes<br />
Pelouses sèches<br />
semi-naturelles et<br />
faciès<br />
d'embuissonnement<br />
sur calcaires (Festuco<br />
Brometalia)(*sites<br />
d'orchidées<br />
remarquables)*<br />
Parcours<br />
substeppiques de<br />
graminées et<br />
annuelles du Thero-<br />
Brachypodietea*<br />
Gazons à Brachypode<br />
de Phénicie<br />
Pelouses à<br />
Aphyllanthes<br />
Formations herbeuses<br />
à Nardus, riches en<br />
espéces, sur substrat<br />
siliceux des zones<br />
montagnardes et de<br />
zones<br />
submontagnardes de<br />
l'Europe continentale)<br />
Dehesas à Quercus<br />
spp. sempervirens<br />
Prairies humides<br />
médit. à grandes<br />
herbes de Molinio-<br />
CODLIGURE CORINE EUNIS ALLEGATO<br />
- ANNEX<br />
ITALIA FRANCE<br />
5130 D.2.1.2.1 31.88 F3.16 I 1 1<br />
5210 D.2.1.3.1 32.13 F5.13 I 1 1<br />
5320 D.2.2.1.1 32.217 F5.517 I 1 1<br />
5330 D.2.3.1 32.22-<br />
32.26<br />
F5.52 -<br />
F5.56<br />
I 1 1<br />
?5330 D.2.3.1.5 32.62 F6.62 I 1 1<br />
6110 E.1.1.1 34.11 E1.11 I 1 1<br />
6170 E.1.3 ? 36.41 E4.4 I 1 1<br />
6170 >E.1.3.1.1 36.431 E4.4111 I ? 1<br />
6210 E.2.1 34.31 E1.2 I 1 1<br />
6220 E.2.2 34.5 E1.3 I 1 1<br />
6220 E.2.2.2.1 34.36 E1.2A I 1 1<br />
6220 D.2.2.2.1.2 34.721 E1.52 I 1 1<br />
6230 E.2.3.1 36.31 E4.31,<br />
E1.71<br />
6310 ? 32.11 x<br />
84.6<br />
F5.11,<br />
E7.3<br />
I 1 1<br />
I 1 0<br />
6420 E.4.1.2.1 37.4 E3.1 I 1 0<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 27
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
NOME NOM CODICE/CODE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
Molinio-<br />
Holoschoenion<br />
Bordure planiziali,<br />
montane e alpine<br />
di megaforbie<br />
idrofile<br />
Praterie magre da<br />
fieno a bassa<br />
altitudine<br />
(Alopecurus<br />
pratensis,<br />
Sanguisorba<br />
officinalis)<br />
Prati falciati<br />
montani<br />
subalpini<br />
Sorgenti<br />
e<br />
pietrificanti con<br />
formazione<br />
travertino<br />
di<br />
(Cratoneurion) *<br />
Torbiere<br />
alcaline<br />
basse<br />
Ghiaioni calcarei e<br />
scistocalcarei<br />
montani e alpini<br />
(Thlaspietea<br />
rotundifolii)<br />
Pietraie e ghiaioni<br />
termofili<br />
Mediterraneo<br />
del<br />
occidentale e delle<br />
Alpi<br />
Pareti rocciose<br />
calcaree con<br />
vegetazione<br />
casmofitica<br />
Rocce silicee con<br />
vegetazione<br />
pioniera del Sedo-<br />
Scleranthion o del<br />
Sedo albi-<br />
Veronicion dillenii<br />
Pavimenti calcarei<br />
*<br />
Falde rocciose<br />
superficiali<br />
pavimentazioni<br />
e<br />
calcaree naturali,<br />
prive o quasi di<br />
vegetazione<br />
Grotte non ancora<br />
sfruttate a livello<br />
turistico<br />
Faggeti del<br />
Luzulo-Fagetum<br />
Faggeti calcicoli<br />
dell’Europa<br />
Centrale<br />
Cephalanthero-<br />
Fagion<br />
del<br />
Foreste alluvionali<br />
di Alnus glutinosa<br />
e F.xinus excelsior<br />
(Alno-Padion,<br />
Alnion incanae,<br />
Salicion albae) *<br />
Holoschoenion<br />
Mégaphorbiaies<br />
hydrophiles d'ourlets<br />
planitiaires et des<br />
étages montagnard à<br />
alpin<br />
Pelouses maigre de<br />
fauche<br />
altitude<br />
de basse<br />
Prairies de fauche<br />
montagnardes<br />
subalpine<br />
et<br />
Sources pétrifiantes<br />
avec formation de<br />
travertins<br />
(Cratoneurion)*<br />
Tourbières basses<br />
alcalines<br />
Éboulis calcaires et de<br />
schistes calcaires des<br />
étages montagnard à<br />
alpin (Thlaspietea<br />
rotundifolii)<br />
Éboulis ouestméditerranéens<br />
et<br />
thermophiles<br />
CODLIGURE CORINE EUNIS ALLEGATO<br />
- ANNEX<br />
6430 E.4.2 37.7,<br />
37.8<br />
E5.4,<br />
E5.5<br />
ITALIA FRANCE<br />
I 1 1<br />
6510 E.5.1.1 38.2 E2.2 I 1 1<br />
6520 E.5.1.2 38.3 E2.3 I 1 ?<br />
7220 F.2.1.1 54.12 C2.121 I 1 1<br />
7230 F.1.4.1 54.2 D4.1 I 1 1<br />
8120 ? 61.2 H2.4 I 1 1<br />
8130 G.1.3 61.3 H2.5,<br />
H2.6<br />
I 1 1<br />
Pentes rocheuses 8210 G.2.1 62.1 H3.2 I 1 1<br />
calcaires<br />
végétation<br />
avec<br />
chasmophytique<br />
Roches siliceuses 8230 G.3.1 62.42 H3.6 I 1 1<br />
avec végétation<br />
pionniére du Sedo-<br />
Scleranthion ou du<br />
Sedo<br />
dillenii<br />
albi-Veronicion<br />
Pavements calcaires* 8240 G.4.1 62.3 H3.511 I 1 1<br />
Dalles rocheuses 8240? >G; G.7 62.3 H3.5 0? 1 1<br />
Grottes non exploitées<br />
par le tourisme<br />
Hêtraies du Luzulo-<br />
Fagetum<br />
Hêtraies calcicoles<br />
médio-européennes à<br />
Cephalanthero-Fagion<br />
Forêts alluviales à<br />
Alnus glutinosa et<br />
Fraxinus excelsior<br />
(Alno-Padion, Alnion<br />
incanae, Salicion<br />
albae)*<br />
8310 G.6.1 65 H1 I 1 1<br />
9110 H.1.1.1.1.1 41.11 G1.61 I 1 1<br />
9150 H.1.1.1.3 41.16 G1.66 I 1 1<br />
91E0 H.1.1.6.1 44.3,<br />
44.2,<br />
44.13<br />
G1.111,<br />
G1.121,<br />
G1.122<br />
I 1 1<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 28
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
NOME NOM CODICE/CODE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
Boschi pannonici<br />
di Quercus<br />
pubescens *<br />
Foreste di<br />
versanti, ghiaioni e<br />
valloni del Tilio-<br />
Acerion*<br />
Foreste<br />
Castanea sativa<br />
di<br />
Foreste a galleria<br />
di Salix alba e<br />
Populus alba<br />
Foreste di<br />
Quercus<br />
Quercus<br />
ilex e<br />
rotundifolia<br />
Foreste alpine di<br />
Larix decidua e/o<br />
Pinus cembra<br />
Pinete<br />
mediterranee di<br />
pini mesogeni<br />
endemici<br />
Foreste<br />
d'Aleppo<br />
di pino<br />
provenzali-liguri<br />
Foreste<br />
endemiche<br />
Juniperus spp.*<br />
Pozze,<br />
abbeveratoi,<br />
cisterne etc<br />
di<br />
Forêts pannoniques<br />
de Quercus<br />
pubescens<br />
Forêts de pentes,<br />
éboulis ou ravins du<br />
Tilio-Acerion*<br />
Forêts de Castanea<br />
sativa<br />
Forêts-galeries à Salix<br />
alba et Populus alba<br />
Forêts à Quercus ilex<br />
et Quercus rotundifolia<br />
Forêts alpines à Larix<br />
decidua et/ou Pinus<br />
cembra<br />
Pinèdes<br />
méditerranéennes de<br />
pins mésogéens<br />
endémiques<br />
Forèts de Pins d'Alep<br />
provenço-liguriennes<br />
Forêts endémiques à<br />
Juniperus spp.*<br />
Flaques d'eau,<br />
abreuvoires, citernes,<br />
etc<br />
CODLIGURE CORINE EUNIS ALLEGATO<br />
- ANNEX<br />
ITALIA FRANCE<br />
91H0 H.1.1.4 41.73 G1.7374 I 1 0<br />
9180 ? H.1.1.3.2 41.4 G1.4 I 0 1<br />
9260 H.1.2.1 41.9 G1.7D5 I 1 1<br />
92A0 H.1.2.3.4 44.141,<br />
44.6<br />
G1.112,<br />
G1.3<br />
I 1 1<br />
9340 H.1.3.2 45.3 G2.1 I 1 1<br />
9420 H.2.1.3 42.31,<br />
42.32<br />
G3.21-<br />
G3.22<br />
I 1 1<br />
9540 H.2.2.1 42.8 G3.7 I 1 ?<br />
9540 H.2.2.1.2 42.843 G3.74 I 1 1<br />
9560 nv 42.A2-<br />
42.A5,<br />
42.A8<br />
G3.9 I 0 1<br />
Null C.1.2.2.2 22 J5, C1 0 1 1<br />
Laghi artificiali Réservoirs Null C.1.2.2.1 22 J5 0 1 1<br />
Acque correnti Lits des riviéres Null C.2.7 24.1 C2 0 1 1<br />
Altre brughiere e Autres bruyères ou Null ? 31 F4 0 1 1<br />
cespuglieti a broussailles<br />
carattere<br />
essentiellement<br />
prevalentemente montagneuuses ou<br />
montano<br />
submontano<br />
o submontagneuses<br />
Arbusteti e Fourrés ou Null D.1.1.3.1 31.8C F3.17 0 1 ?<br />
mantelli a nocciolo broussailles<br />
Corylus avellana<br />
de<br />
Cespuglieti e<br />
brughiere a<br />
Genista cinerea a<br />
carattere montano<br />
Comunità<br />
supramediterranee<br />
di Pteridium<br />
aquilinum<br />
Cespuglieti mesoxerofili<br />
a Cotinus<br />
coggyria<br />
Cespuglieti<br />
calcicoli a Rubus<br />
ulmifolius e<br />
Coriaria myrtifolia<br />
Altre macchie,<br />
garighe o<br />
cespuglieti a<br />
carattere<br />
prevalentemente<br />
mediterraneo o<br />
submediterraneo<br />
Cespuglieti<br />
termofili a Pistacia<br />
Garrigues ou<br />
broussailles<br />
montagnardes à<br />
Genista cinerea<br />
Landes supraméditerranéennes<br />
à<br />
Fougères<br />
Fruticées mésoxérophiles<br />
à Cotinus<br />
coggyria<br />
Fourrés calcicoles à<br />
Rubus ulmifolius et<br />
Coriaria myrtifolia<br />
Autres types des<br />
maquis, garrigue ou<br />
brousses<br />
principalement<br />
Méditerranée ou<br />
subméditerranéennes<br />
Fourrés thermophiles<br />
à Pistacia lentiscus et<br />
Null D.1.2.3.1 32.62 F6.62 0 1 1<br />
Null Null 31.863 E5.33 0 1 1<br />
Null D.2.4.1.2.1 31.89 F3.2 0 1 1<br />
Null D.1.1.2.1.1 31.891 F3.2 0 1 1<br />
Null ? 32 F5 0 1 1<br />
Null D.2.3.1.3 32.214 F5.514 0 1 1<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 29
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
NOME NOM CODICE/CODE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
lentiscus e<br />
Rhamnus<br />
alaternus<br />
Cespuglieti<br />
occidentali a<br />
Phillyrea<br />
Garighe a Cistus<br />
albidus<br />
Garighe<br />
supramediterranee<br />
Comunità di<br />
Spartium junceum<br />
Margini di boschi<br />
termofili<br />
Altre brughiere e<br />
cespuglieti a<br />
carattere<br />
prevalentemente<br />
alpino o subalpino<br />
Altri tipi di faggeta<br />
(faggete centrosudeuropee)<br />
Boschi di Quercus<br />
pubescens della<br />
Francia orientale<br />
Boschi di Ostrya<br />
carpinifolia<br />
dominante<br />
supramediterraneo<br />
Boschi di Ostrya<br />
carpinifolia<br />
dominante<br />
montano<br />
Boschi misti di<br />
latifoglie<br />
Rhamnus alaternus<br />
Fourrés occidentaux à<br />
Phillyrea<br />
Garrigues à Cistus<br />
albidus<br />
Garrigues<br />
supraméditerranéenne<br />
Champs de Spartium<br />
junceum<br />
Lisières xérothermophiles<br />
Autres broussailles<br />
essentiellement<br />
alpines ou subalpines<br />
Autres types de bois<br />
de hêtre<br />
Chênaies<br />
pubescentes<br />
orientales<br />
Bois de Charmes<br />
houblon<br />
méditerranéenssupra-<br />
Bois de Charmes<br />
houblon montagnards<br />
Forêts mixte de<br />
feuillus<br />
CODLIGURE CORINE EUNIS ALLEGATO<br />
- ANNEX<br />
ITALIA FRANCE<br />
Null >D.2.3 32.21A3 F5.51A3 0 ? 1<br />
Null D.2.2.2.1.1.2 32.431 F6.13 0 ? 1<br />
Null >D.2.3 32.6 F6.6 0 1 1<br />
Null D.1.1.2.2.2 32.A F5.4 0 1 1<br />
Null Null 34.41 E5.2 1 1<br />
Null Null 36 F2 0 1 1<br />
Null H.1.1.1 41.17 G1.6 0 1 1<br />
Null Null 41.73 G1.73 0 0 1<br />
Null >H.1.2.2 41.812 G1.7C1 0 1 1<br />
Null >H.1.2.2 41.813 G1.7C1 0 1 1<br />
Null ? 41.8,<br />
41.2-<br />
41.4,<br />
41.A-<br />
41.F,<br />
41.H<br />
G1.7/P-<br />
41.8 &<br />
G1.A<br />
0 1 1<br />
Altri boschi di Autres forêts de Null ? 42 G3 0 ? 1<br />
conifere alpini conifères alpines<br />
Boschi misti di Forêts mixtes de Null H.1.1 X H.2 43 G4 0 1 1<br />
conifere e latifoglie conifères et feuillus<br />
Foreste neutrofile Sapinières<br />
Null H.2.1.2 42.112 G3.112 0 1 1<br />
medio-europee di neutrophiles de la<br />
Abies sp., spesso<br />
in associazione ai<br />
boschi di Faggio<br />
zone du Hêtre<br />
Foreste perialpine Forèts péri-alpines à Null 42.591 G3.49 0 0 1<br />
a bosso e Pino Buis de Pins<br />
silvestre<br />
sylvestres<br />
Rimboschimenti a Reboisement à pin Null 42.6 G3.57 0 0 1<br />
pino nero<br />
noir (Pinus nigra)<br />
Boschi di Pinus Forêts de Pin Null H.2.1.4.1 43.58, G3.48, 0 1 1<br />
sylvestris<br />
sylvestre<br />
42.59 G3.49<br />
Canneti Cannieres Null I.6.1 53.6 C3.3 0 1 ?<br />
Popolamenti ad Peuplements de Null I.6.1.1 53.62 C3.32 0 1 1<br />
Arundo donax Cannes de Provence<br />
Edifici e altri Bâtiments et autre Null I.5.5.3 8 J1.31, 0 1 1<br />
manufatti<br />
artefacts traditionnels<br />
J2<br />
tradizionali<br />
pietra<br />
in en pierre<br />
Oliveti Oliveraies Null I.5.2.1 83.11 G2.91 0 1 1<br />
Oliveti<br />
coltivazione<br />
in Oliveraies cultivés Null I.5.2.1.1 83.11 G2.91 0 1 ?<br />
Oliveti<br />
Oliveraies<br />
Null I.5.2.1.2 83.11 G2.91 0 1 ?<br />
abbandonati abandonées<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 30
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
NOME NOM CODICE/CODE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CODLIGURE CORINE EUNIS ALLEGATO<br />
- ANNEX<br />
ITALIA FRANCE<br />
Muri a secco Murs de pierre Null I.5.5.2 84 J2.4 0 1 1<br />
Siepi, orli e<br />
ambienti ecotonali<br />
particolarmente<br />
significativi<br />
Ecomosaici<br />
agricoli<br />
Aree urbane<br />
densamente<br />
edificate<br />
Aree scarsamente<br />
edificate<br />
Haies,<br />
écotones<br />
bords et Null I.5.5.1 84.2 FA 0 1 1<br />
particulièrement<br />
important<br />
Eco-mosaïque<br />
agricole<br />
Null I.5.4 84.4 X08 0 1 1<br />
Villes Null I.1.1 86.1 J1 1 1<br />
Villes Null I.1.2 86.1 J2 1 1<br />
Aree estrattive? Carrières Null I.3? 86.41 J3 1 1<br />
Corpi idrici<br />
altamente artificiali<br />
e strutture<br />
annesse<br />
Eaux douces Null C.1.2.2 89 J5 0 1 1<br />
L’analisi delle tabella 1 e il suo confronto con quelle delle precedenti relazioni evidenzia un<br />
ulteriore incremento dovuto soprattutto al criterio estensivo relativo alla cartografia a<br />
copertura totale, non limitata ai soli habitat emergenti e al reperimento di nuove tipologie di<br />
habitat nel corso delle campagne di rilevamento che hanno determinato anche variazioni<br />
sul quadro generale degli habitat della Liguria (cfr. Tabella 2).<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 31
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
CODICE_LI_H NOME HABITAT<br />
LIGURIA<br />
D.1.2.4<br />
Altre brughiere e<br />
cespuglieti a<br />
carattere<br />
prevalentemente<br />
alpino o subalpino 4<br />
E.1.3 .1.1.4 Aspetti discontinui<br />
e frammentari a<br />
Sesleria e Carex<br />
sempervirens 6<br />
E.2.2.4 Habitat con<br />
vegetazione<br />
riferibile al<br />
Phlomido<br />
lychnitidis-<br />
Brachypodion<br />
retusi 4<br />
E.2.2.4.1 Praterie ad<br />
Aphyllanthes e<br />
steppe supra-<br />
mediterranee 5<br />
E.4 Formazioni<br />
erbacee<br />
mesoigrofile e orli<br />
mesofili o<br />
mesotermofili 2<br />
E.4.3 Margini di boschi<br />
termofili e altri<br />
aspetti<br />
mesotermofili di<br />
orlo 3<br />
E.4.3.1 Aspetti di<br />
vegetazione<br />
riferibile alla classe<br />
Trifolio medii-<br />
Geranietea<br />
E.6 Comunità di<br />
Pteridium<br />
sanguinei 4<br />
aquilinum 2<br />
E.6.1 Comunità<br />
supramediterranee<br />
di Pteridium<br />
aquilinum 3<br />
E.7 Aspetti diversi di<br />
vegetazione<br />
sinantropica 2<br />
Tabella 2 - Aggiunte e correzioni del sistema regionale degli habitat<br />
LIVELLO Sigla Relazione/sigla nat<strong>2000</strong> Relazione/nat<strong>2000</strong> MACRO_MICRO_H RIF_FITOSOC_H RUOLO_DINAM_H METODO_RILEV_H PERIODO_MON_H<br />
A.arb.a<br />
31<br />
33<br />
33<br />
PRI<br />
PRI<br />
PRI<br />
A.Pt<br />
A.Pt<br />
A.Sin<br />
< - - Macro_Micro Dummy MPE FTS 5<br />
< 6170 < Macro_Micro Dummy ICO FTS 5<br />
< 6220 < Macro_Micro Dummy MPE FTS 2<br />
< 6220 < Macro_Micro Dummy MPE FTS 2<br />
= - - Micro Dummy VAR FST dummy<br />
< - - Micro Dummy ICO FTS 5<br />
< - - Micro Dummy ICO FTS 5<br />
= - - Macro_Micro Dummy MPE FTS 5<br />
< - - Macro_Micro Dummy MPE FTS 5<br />
= - - Macro_Micro Dummy SOS FST 5<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 32
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
CODICE_LI_H NOME HABITAT<br />
LIGURIA<br />
E.7.1 Megaforbieti<br />
ruderali e nitrofili<br />
per la massima<br />
parte riferibili alla<br />
classe<br />
Artemisietea<br />
vulgaris 3<br />
E.7.1.1 Vegetazione<br />
sinantropica<br />
riferibile all'ordine<br />
Artemisietalia<br />
vulgaris 4<br />
E.7.1.1.1 Megaforbieti<br />
riferibili all'alleanza<br />
Arction lappae 5<br />
E.7.1.1.2 Megaforbieti<br />
nitrofili riferibili<br />
all'alleanza<br />
Rumicion<br />
pseudalpini 6<br />
H.1.1.1.6 Altri tipi di faggeta<br />
(faggete centro-<br />
sudeuropee) 5<br />
H.1.1.3 Boschi e boscaglie<br />
di acero, frassino,<br />
carpino bianco,<br />
tiglio e/o altre<br />
specie montane 4<br />
H.1.1.3.5 Boschi e boscaglie<br />
di Alnus viridis 5<br />
H.1.1.3.6 Boschi e boscaglie<br />
di Sorbus<br />
aucuparia 5<br />
H.1.2.2.4 Altri boschi a<br />
carattere montano,<br />
con Ostrya<br />
carpinifolia<br />
dominante 5<br />
D.2.3.1.5 Formazioni<br />
arbustive o<br />
erbaceo-arbustive<br />
mediterranee o<br />
termomediterranee<br />
caratterizzate da<br />
Genista cinerea 5<br />
D.2.3.1.5.1 Habitat arbustivi o<br />
erbaceo-arbustivi<br />
LIVELLO Sigla Relazione/sigla nat<strong>2000</strong> Relazione/nat<strong>2000</strong> MACRO_MICRO_H RIF_FITOSOC_H RUOLO_DINAM_H METODO_RILEV_H PERIODO_MON_H<br />
6<br />
A.Sin<br />
A.Sin<br />
A.Sin<br />
A.Sin<br />
A.Fs<br />
A.bl<br />
A.bl.Av<br />
A.bl.Sau<br />
A.bl.Oc<br />
28<br />
28<br />
< - - Macro_Micro Dummy SOS FTS 5<br />
< - - Macro_Micro Dummy SOS FTS 5<br />
< - - Macro_Micro Dummy SOS FTS 5<br />
< - - Macro_Micro Dummy SOS FTS 5<br />
= - - Macro Dummy PRC FST 5<br />
< - - Macro Dummy PRC FST 5<br />
= - - Macro Dummy PRC FTS 5<br />
= - - Macro Dummy PRC FTS 5<br />
= - - Macro Dummy PAC FTS 5<br />
< 5330 < Macro_Micro Dummy MPE FTS 5<br />
< 5330 < Macro_Micro Dummy MPE FTS 5<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 33
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
CODICE_LI_H NOME HABITAT<br />
LIGURIA<br />
termomediterranei<br />
xerofili con<br />
vegetazione<br />
riferibile al<br />
Lavandulo<br />
angustifoliae-<br />
Genistion cinereae<br />
D.2.3.1.5.2 Formazioni<br />
mediterranee<br />
riferibili<br />
all’associazione<br />
Euphorbio<br />
spinosae-<br />
Genistetum<br />
cinereae 6<br />
In azzurro<br />
gli habitat<br />
aggiunti<br />
LIVELLO Sigla Relazione/sigla nat<strong>2000</strong> Relazione/nat<strong>2000</strong> MACRO_MICRO_H RIF_FITOSOC_H RUOLO_DINAM_H METODO_RILEV_H PERIODO_MON_H<br />
28<br />
< 5330 < Macro_Micro Dummy MPE FTS 5<br />
In verde i<br />
campi<br />
modificati<br />
Per D.2.3.1.5 il codice già esistente è stato utilizzato per nuovo habitat così che vale sia come modifica sia come aggiunta<br />
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6. DESCRIZIONE DEGLI HABITAT<br />
Di seguito vengono riportate schede illustrative dei singoli habitat (habitat dell’All.I Direttiva<br />
92/43, Habitat di specie e altri habitat) in ordine per codice del sistema ligure. Per gli<br />
habitat dell’All. I Dir. 92/43 viene riportata una sisntesi del recente manuale interpretativo<br />
italiano con informazioni utili a individuare i caratteri, l’inquadramento fitosociologico e i<br />
processi dinamici, nonché una cartina che evidenzia la distribuzione in Italia; vengono<br />
inoltre riportate indicazioni sulle caratteristiche, prevalentemente distributive (mediante<br />
raffigurazione cartografica di sintesi) e sulle superfici rilevate nell’area di progetto (esclusi<br />
gli elementi di connessione della rete ecologica ligure, REL) e infine una sintesi della<br />
valutazione dello stato conservativo degli habitat stessi. Per gli habitat che non sono<br />
elencati nell’Allegato I dir. 92/43 sono riportati invece solo i caratteri relativi alla presenza<br />
nell’area di progetto.<br />
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1170 - Scogliere<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
NOME NOM<br />
CODICE NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
A.1.2 Scogliere Récifs 1170<br />
CORINE EUNIS<br />
11.24,<br />
11.25<br />
A3,<br />
A4<br />
ALLEGATO NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 0<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Le scogliere possono essere concrezioni di origine sia biogenica sia geogenica. Sono<br />
substrati duri e compatti su fondi solidi e incoerenti o molli, che emergono dal fondo<br />
marino nel piano sublitorale e litorale. Le scogliere possono ospitare una zonazione di<br />
comunità bentoniche di alghe e specie animali nonché concrezioni e concrezioni<br />
corallogeniche.<br />
Le associazioni di substrato duro (scogliere) di alghe molli e calcaree dei piani del sistema<br />
fitale del Mediterraneo possono trovarsi in contatto catenale con varie fitocenosi ad<br />
Angiosperme marine della Classe Zosteretea marinae<br />
Pignatti 1953 e ad alghe sifonali del genere Caulerpa<br />
della classe Caulerpetea Giaccone e Di Martino 1997.<br />
L’habitat 1170 è talora in contatto con l’habitat 1110<br />
“Banchi di sabbia a debole copertura permanente di<br />
acqua marina” che occupa le superfici della Biocenosi del<br />
Detrico Costiero e della Biocenosi delle Sabbie Fini ben<br />
Calibrate con associazioni a Rodoliti che possono<br />
formare estesi letti con alghe calcaree ed evolvere verso<br />
scogliere biogeniche (Coralligeno di Piattaforma).<br />
L’habitat 1170 inoltre talora è in contatto con l’habitat<br />
8330 “Grotte marine sommerse o semisommerse” sia<br />
nella parte più esterna delle grotte emerse o<br />
semisommerse nei piani superiori sia negli ambienti<br />
circalitorali semioscuri.<br />
L’edificazione delle scogliere biogeniche, sia superficiali sia di profondità, richiede tempi<br />
lunghissimi. Queste formazioni hanno pertanto notevole importanza scientifica e<br />
paesaggistica. Le formazioni superficiali, in particolare, sono soggette a molti fattori di<br />
disturbo quali il calpestamento, l’attracco delle barche da turismo, l’inquinamento delle<br />
acque superficiali e richiedono specifiche misure<br />
di gestione e conservazione.<br />
(Spampinato<br />
et al. in AAVV, 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO:<br />
L’habitat è limitato all’orlo di contatto col mare della maggior parte della linea costiera del<br />
SIC “Capo Mortola” in cui occupa una superficie di circa 3,4 ettari, talora periodicamente<br />
sommersi e si presenta nel piano sopralitorale per circa 25% a mosaico e circa 75% in<br />
continuità con l’habitat 1240 che caratterizza le rocce soprastanti. Ovviamente risulta<br />
molto più sviluppato nel SIC marino antistante (Fondali di Capo Mortola-San Gaetano).<br />
In anni recenti questo habitat e le biocenosi che lo caratterizzano sono stati oggetto di<br />
indagini (Vota, 2008) impiegate per la redazione di norme di conservazione discusse con i<br />
soggetti interessati (operatori della pesca professionale, della pesca ricreativa, del diving e<br />
della nautica) e in fase di adozione come regolamento del SIC marino e dell’Area di tutela<br />
marina di Capo Mortola, inclusa nell’Area Protetta<br />
Regionale dei <strong>Giardini</strong> Botanici <strong>Hanbury</strong><br />
ai sensi della legge istitutiva di questa stessa.<br />
L’importanza scientifica ed ecologica di questo tipo di habitat è notevole. e nel sito<br />
considerato assomma interessi scientifici soprattutto legati alle biocenosi animali<br />
estremamente ricche e agli aspetti geologici caratterizzati dalla presenza di fossili che<br />
testimoniano<br />
gli eventi paleogeografici all’origine di Capo Mortola.<br />
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Fig. 11 - Localizzazione dell’habitat 1170 nell’area di progetto<br />
(in tratteggio la parte a<br />
mosaico con altri habitat)<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Sulla base di osservazioni e valutazioni effettuate da esperti biologi marini, conoscitori<br />
della zona l’habitat è in buone condizioni presso la riva, mentre evidenzia alterazioni e<br />
problemi significativi nella parte sommersa compresa nell’adiacente SIC marino,<br />
soprattutto in relazione a prelievi da parte di subacquei, ancoraggi ed eccessiva<br />
frequentazione di natanti. Sono in corso di redazioni progetti più accurati di monitoraggio.<br />
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1210 - Vegetazione annua delle linee di deposito marine<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
B.1.2.1<br />
NOME NOM<br />
Vegetazione annua<br />
delle linee di deposito<br />
marine<br />
Végétation<br />
annuelle des<br />
laisses de mer<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
1210 17.2 B2.1 I 1 0<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Formazioni erbacee, annuali (con vegetazione terofitica-alonitrofila) che colonizzano le<br />
spiagge sabbiose e ciottoli fini, in prossimità della battigia dove il materiale organico<br />
portato dalle onde si accumula e si decompone creando un substrato ricco di sali marini e<br />
di sostanza organica in decomposizione. L’habitat è diffuso lungo tutti i litorali sedimentari<br />
italiani e del Mediterraneo dove si sviluppa in contatto con la zona afitoica, in quanto<br />
periodicamente raggiunta dalle onde, e, verso l’entroterra, con le formazioni psammofile<br />
perenni.<br />
La fisionomia è caratterizzata da Cakile maritima subsp.<br />
maritima, Salsola kali, S. soda, Euphorbia peplis,<br />
Polygonum maritimum, Matthiola sinuata, M. tricuspidata,<br />
Atriplex latifolia, A. tatarica var. tornabeni, Raphanus<br />
raphanistrum ssp. maritimus, Glaucium flavum. Frequente<br />
in questa vegetazione è la presenza di giovani individui di<br />
Elymus farctus (= Elytrigia juncea, Agropyron junceum) o<br />
di Sporobolus arenarius a causa del contatto catenale con<br />
la vegetazione delle dune embrionali mentre altre specie<br />
psammofile perenni degli stessi ambienti vi si possono<br />
solo occasionalmente rinvenire: Euphorbia paralias,<br />
Medicago marina, Otanthus maritimus, Eryngium<br />
maritimum. Xanthium italicum di dubbio indigenato è<br />
specie piuttosto diffusa.<br />
Le formazioni erbacee terofitiche colonizzanti le spiagge sabbiose ricche di detriti organici<br />
sono spesso riconducibili all’associazione Salsolo kali–Cakiletum maritimae Costa e<br />
Manzanet 1981 nom. mut. propos. in Rivas-Martínez et al. 2002, essendo la più diffusa in<br />
Italia e nel resto del Mediterraneo, oltre che ad altre associazioni dell’alleanza Euphorbion<br />
peplis Tx 1950. Questo habitat è inoltre caratterizzato da cenosi appartenenti all’alleanza<br />
Thero-Atriplicion Pignatti 1953. Entrambe queste alleanze sono annoverate nell’ordine<br />
Euphorbietalia peplis Tx 1950, classe: Cakiletea maritimae Tüxen & Preising ex Br.-Bl. &<br />
Tüxen 1952.<br />
E’ un habitat pioniero che rappresenta la prima fase di colonizzazione da parte della<br />
vegetazione superiore fanerogamica nella dinamica di costruzione delle dune costiere.<br />
Prende quindi contatto da un lato, con le comunità dunali delle formazioni embrionali<br />
riconducibili all’habitat 2110 "Dune embrionali mobili" e dall'altro lato con la zona afitoica,<br />
periodicamente raggiunta dalle onde. (Biondi e Galdenzi in AAVV, 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO:<br />
Habitat estremamente localizzato e frammentario che ricopre una superficie di appena<br />
0,03 ettari sul margine Est della linea costiera del SIC Capo Mortola, soggetto a forti<br />
variazioni determinate dalle condizioni del mare. Altri frammenti puntiformi sono presenti<br />
anche più a Ovest tra la Foce del Rio Sorba e i Balzi Rossi. Interessanti sono alcuni<br />
aspetti particolarmente ricchi di depositi organici derivanti dalla degradazione di posidonia<br />
spiaggiata. L’importanza degli habitat e alcune delle problematiche di gestione della fascia<br />
costiera di questa zona sono state delineate da Mariotti (2008b).<br />
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Fig. 12 - Localizzazione dell’habitat 1210 nell’area di progetto<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Sulla base di osservazioni recenti si evidenzia la progressiva riduzione dei fenomeni di<br />
deposito e l’accentuarsi dei processi erosivi che determinano oltre all’arretramento della<br />
linea di battigia il progressivo impoverimento sino a prolungati periodi di scomparsa<br />
dell’habitat 1210. Ciò è la conseguenza soprattutto di interventi e utilizzi del suolo<br />
generalizzati e ampiamente diffusi nel contesto in cui si trova il SIC di Capo Mortola, quali<br />
il ridotto trasporto solido dei corsi d’acqua arginati o canalizzati. Per lo stato di<br />
conservazione di questi frammenti di habitat 1210 nel futuro si dovrà monitorare e valutare<br />
attentamente l’eventuale incidenza del costruendo porto turistico a Est del SIC.<br />
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1240 - Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp.<br />
endemici<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
B.2<br />
NOME NOM<br />
Scogliere con<br />
vegetazione delle<br />
coste mediterranee<br />
con Limonium spp.<br />
endemici<br />
Falaises avec<br />
végétation des côtes<br />
méditerranéennes<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
1240 18.22 B3.3 I 1 0<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Scogliere e coste rocciose del Mediterraneo ricoperte, seppure in forma discontinua, da<br />
vegetazione con specie alo-rupicole. Si tratta di piante per lo più casmofitiche,<br />
casmocomofite e comofitiche che hanno la capacità di vivere nelle fessure delle rocce e di<br />
sopportare il contatto diretto con l’acqua marina e l’areosol marino. Sono questi importanti<br />
fattori limitanti per le specie vegetali per cui le piante, che possono colonizzare l’ambiente<br />
roccioso costiero, sono altamente specializzate. In rilievo la specie Crithmum maritimum e<br />
le specie endemiche e microendemiche del genere Limonium sp. pl., rese sito-specifiche<br />
da particolari meccanismi di riproduzione asessuata (apomissia) e dalla bassa dispersione<br />
dei propaguli.<br />
La fisionomia è dominata da: Crithmum maritimum,<br />
Limonium sp.pl., Crucianella rupestris, Erodium corsicum,<br />
Spergularia macrorhiza, Asteriscus maritimus. Altre specie<br />
occupano nicchie ecologiche che caratterizzano la variazioni<br />
morfologiche delle coste rocciose: Daucus gingidium, D.<br />
siculus, D. carota ssp. maritimus, Lotus cytisoides,<br />
Reichardia picroides var. maritima, Plantago macrorrhiza,<br />
Frankenia laevis, F. hirsuta, Allium commutatum, A.<br />
ampeloprasum, Helichrysum litoreum, H. pseudolitoreum, H.<br />
rupestre var. rupestre, H. rupestre var. messerii, Seseli<br />
bocconii ssp. praecox, Brassica insularis, Centaurea<br />
cineraria ssp. cineraria, C. cineraria ssp. circaea, C.<br />
diomedea, Senecio bicolor, S. cineraria, Anthyllis barbajovis,<br />
Catapodium balearicum, Bellium crassifolium, Brassica tyrrhena, Hyoseris taurina,<br />
Silene martinolii, Cephalaria mediterranea, Centaurea filiformis ssp. ferulacea, C. f. ssp.<br />
filiformis, Dianthus sardous.<br />
Si tratta di comunità riferibili alle alleanze Crithmo-Staticion Molinier 1934, Crucianellion<br />
rupestris Brullo & Furnari 1988, Erodio corsici-Limonion articulati Gamisans & Muracciole<br />
ex Géhu & Biondi 1994 (ordine Crithmo-Staticetalia Molinier 1934) e Anthyllidion barbaejovis<br />
Brullo & De Marco 1989 (ordine Senecetalia cinerariae Biondi 2007) appartenenti,<br />
tutte, alla classe Crithmo-Staticetea Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952. L’habitat è<br />
inoltre rappresentato da formazioni annoverate nell’alleanza Helichrysion litorei Biondi<br />
2007 dell’ordine Helichrysetalia italici Biondi & Géhu in Géhu & Biondi 1994, classe<br />
Helichryso-Crucianelletea (Sissingh 1974) Géhu, Rivas-Martinez & Tüxen in Géhu 1975<br />
em. Géhu & Biondi 1994.<br />
L'habitat è interessato dalla presenza di fitocenosi pioniere, durevoli, altamente<br />
specializzate che non presentano per lo più comunità di sostituzione. Sono possibili<br />
contatti catenali con l’habitat 1170 “Scogliere”, mentre, verso l’interno, l’habitat entra in<br />
contatto con i pratelli terofitici dell’habitat 6220 “Percorsi substeppici di graminacee e<br />
piante annue dei Thero-Brachypodietea”, con le formazioni a Helichrysum sp.pl. con<br />
euforbie basse (habitat 5320 “Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere”), con la<br />
vegetazione ad arbusti spinosi delle phryganas degli habitat 5420 “Phrygane di<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 40
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Sarcopoterium spinosum” e 5430 “Phrygane endemiche dell'Euphorbio-Verbascion”; con<br />
le macchie mediterranee caratterizzanti gli habitat 2250* “Dune costiere con Juniperus<br />
spp.”, 5210 “Matorral arborescenti di Juniperus sp.pl.” e 5330 “Arbusteti termomediterranei<br />
e pre-steppici”, e con le cenosi di sostituzione di queste dell’habitat 2260<br />
“Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia”. In alcuni casi la morfologia<br />
delle falesie permette l’insediamento su limitati ripiani di formazioni igrofile temporanee<br />
della classe Isöeto-Nanojuncetea (habitat 3170* “Stagni temporanei mediterranei”) e talora<br />
il trasporto eolico della sabbia che viene accumulata contro le coste rocciose determina il<br />
contatto tra la successione dunale e quella delle falesie marittime per cui l’habitat può<br />
prendere contatto anche con la classe della vegetazione delle dune della classe<br />
Ammophiletea e delle formazioni più stabili della cosiddetta duna grigia della classe<br />
Helichryso-Crucianelletea, ordine Crucianelletalia rispettivamente dell’habitat 2120 “Dune<br />
mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)” e 2210<br />
“Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae” (Biondi e Galdenzi in AAVV, 2009).<br />
Fig. 13 - Localizzazione dell’habitat 1240 nell’area di progetto (in tratteggio gli aspetti a<br />
mosaico o misti)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Habitat di notevole importanza naturalistica e paesaggistica, presente nel SIC Capo<br />
Mortola dove ricopre una superficie di circa 1,4 ettari lungo la linea costiera, per circa 70%<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 41
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in aspetti a mosaico e in continuità con l’habitat 1170 altitudinalmente inferiore.<br />
Probabilmente diffuso anche sul lato Est del capo con aspetti più frammentari.<br />
Per l’importanza degli habitat e alcune delle problematiche di gestione della fascia costiera<br />
di questa zona si rimanda a Mariotti (2008b).<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
L’habitat 1240 risulta essere generalmente poco sensibile a fattori di minaccia e<br />
conseguentemente lo stato di conservazione è sodisfacente. Si rilevano tuttavia fenomeni<br />
di diffusione di specie esotiche che incidono sui caratteri della flora e denomeni di disturbo<br />
antropico sul litorale (specialmente nelle stagioni primaverili ed estive) che incidono sulla<br />
fauna ornitica che troverebbe maggiori potenzialità.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 42
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– Acque ferme di corpi idrici e loro componente biotica<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
C.1.2<br />
C.1.2.2<br />
NOME NOM<br />
Acque ferme di corpi idrici<br />
(e loro componente biotica,<br />
fauna acquatica a<br />
vertebrati e invertebrati,<br />
fito- e zoo-plancton)<br />
Corpi idrici altamente<br />
artificiali e strutture<br />
annesse<br />
Eaux calmes (et<br />
leur élément<br />
biotique)<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
Null 22 C1 0 1 1<br />
Eaux douces Null 89 J5 0 1 1<br />
C.1.2.2.1 Laghi artificiali Réservoirs Null 22 J5 0 1 1<br />
C.1.2.2.2<br />
Pozze, abbeveratoi,<br />
cisterne etc<br />
Flaques d'eau,<br />
abreuvoires,<br />
citernes, etc<br />
Null 22<br />
J5,<br />
C1<br />
0 1 1<br />
I corpi idrici, differenziati secondo le loro dimensioni, origini e caratteristiche morfologiche<br />
(dai bacini di riserva idrica artificiali alle piccole pozze di origine naturale, ai vecchi canali<br />
abbandonati), talora apparentemente insignificanti, rappresentano nell’area di progetto<br />
importanti habitat indispensabili al ciclo riproduttivo di specie di anfibi o svolgono un ruolo<br />
notevole per altre specie animali. Molti di questi habitat rappresentano nuclei semplici o<br />
stepping stones nell’ambito della rete ecologica della Liguria (L.R. 28/2009).<br />
Nell’area di progetto il Lago Tenarda è un bacino artificiale che svolge un ruolo<br />
significativo come specchio acqueo artificiale disponibile per la fauna ornitica (anatidi in<br />
particolare) e per i piccoli vertebrati e invertebrati acquatici. La superficie del lago e delle<br />
strutture connesse assomma in media circa 14 ettari, ma la superficie dello specchio<br />
accqueo può raggiungere i 33 ettari; può contenere circa 2.000.000 m 3 di acqua; la diga, a<br />
gravità ordinaria, è alta circa 33 m e lunga 195 m. Ovviamente sotto il profilo della<br />
continuità ecosistemica essa costituisce comunque una barriera e determina<br />
un’alterazione dei regimi idrici naturali.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 43
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Ugualmente importanti sono gli abbeveratoi e le piccole pozze naturali o artificiali, per le<br />
quali si rileva la necessità di un censimento dettagliato e una valutazione ai fini di una<br />
riqualificazione laddove abbiano caratteristiche inidonee alla conservazione della piccola<br />
fauna anfibia o acquatica.<br />
Fig. 14 - Localizzazione dei corpi idrici più significativi per la fauna<br />
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– Acque dolci correnti; acque correnti di corpi idrici e loro componente biotica<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
C.2<br />
C.2.7<br />
NOME NOM<br />
Habitat di acque dolci<br />
correnti<br />
Acque correnti di corpi<br />
idrici e loro<br />
componente biotica<br />
Habitats des<br />
ruisseaux d'eau<br />
douce<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 24.1 C2 0 1 1<br />
Lits des riviéres null 24.1 C2 0 1 1<br />
Il territorio è prevalentemente calcareo e non dispone di corpi d’acqua corrente superficiali<br />
significativi, con parziale eccezione per il limite settentrionale, nell’alto bacino del Tanaro<br />
che, essendo, tuttavia, condiviso con la Regione Piemonte, non è stato statisticamente<br />
valutato. Complessivamente è stata quindi calcolata una superficie di poco superiore a 1<br />
ettaro.<br />
Lo stato di conservazione di questo habitat risente molto del regime pluviometrico<br />
stagionale e delle captazioni per scopi sia irrigui sia potabili.<br />
Gli ambienti acquatici sia correnti, sia di acque ferme meriterebbero tuttavia<br />
approfondimenti di dettaglio futuri, certamente non realizzabili nel breve tempo concesso<br />
dal presente progetto.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 45
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3220 - Corsi d’acqua alpini con vegetazione riparia erbacea<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
C.2.1.1<br />
NOME NOM<br />
Fiumi alpini con<br />
vegetazione riparia<br />
erbacea<br />
Rivières alpines<br />
avec végétation<br />
ripicole herbacée<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
3220<br />
CORINE EUNIS<br />
24.221,<br />
24.222<br />
C3.551-<br />
C3.552<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 0<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Comunità pioniere di piante erbacee o suffruticose con prevalenza di specie alpine che<br />
colonizzano i greti ghiaiosi e sabbiosi dei corsi d’acqua a regime alpino. Le stazioni sono<br />
caratterizzate dall’alternanza di fasi di inondazione (nei periodi di piena dovuti alla fusione<br />
delle nevi e nelle fasi di morbida)<br />
e disseccamento (generalmente in tarda estate).<br />
Fitosociologicamente rientrano nell’alleanza Epilobion<br />
fleischeri G. Br.-Bl. & J. Br.-Bl. 1931 (classe Thlaspietea<br />
rotundifolii Br.-Bl. 1948, ordine Epilobietalia fleischeri Moor<br />
1958), e nell’alleanza Phalaridion arundinaceae Kopechy<br />
1961 (classe Pragmiti-Magnocaricetea Klika et Novak 1941,<br />
ordine Nasturtio-Glycerietalia Pignatti 1953). Sono<br />
formazioni ad alta dinamica in grado di rigenerarsi<br />
velocemente dopo fenomeni di piena. Il forte dinamismo<br />
morfogenetico fluviale cui sono sottoposte ne blocca<br />
l’evoluzione verso le comunità legnose riparie, ma<br />
contemporaneamente crea nuove superfici su cui questo<br />
tipo di habitat si può dinamicamente rinnovare. Le comunità<br />
di questo habitat ospitano spesso plantule di specie legnose<br />
che indicano la direzione della naturale evoluzione dei popolamenti la cui permanenza è<br />
determinata dalla ricorrenza stagionale degli episodi alluvionali. In queste situazioni<br />
l’habitat può regredire fino a determinare la presenza di ghiaie fluviali prive di vegetazione.<br />
Questo habitat<br />
rappresenta stadi dinamici durevoli ad alte quote; più in basso è in stretta<br />
relazione con gli habitat 3230 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria<br />
germanica” e 3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos” che<br />
esprimono stadi più evoluti in cui diventa prevalente la vegetazione arbustiva a Myricaria<br />
germanica (3230) o arboreo-arbustiva a Salix eleagnos e Hippophae rhamnoides (3240)<br />
(Zivkovic e Biondi in AAVV, 2009).<br />
CARATTERISTICHE<br />
NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Habitat erbacei o prevalentemente erbacei<br />
propri delle rive e dei greti attivi dei corsi<br />
d’acqua nei piani subalpino e altomontano, che s’insediano in modo discontinuo su<br />
accumuli recenti di sedimenti grossolani, estremamente poveri di sostanze nutritive. Sono<br />
soggetti a fasi di innevamento e scioglimento delle nevi, nonché agli apporti idrici sia<br />
superficiali sia sotterranei. Sono altresì fortemente influenzati dagli equilibri fra erosione e<br />
accumulo dei sedimenti, spesso alterati da interventi idraulici. La struttura orizzontale<br />
evidenzia una distribuzione a chiazze o zolle delle piante in corrispondenza di “tasche” di<br />
sedimento più fine, per lo più ricoperte da ciottoli. Nell’area di progetto sono stati osservati<br />
in diversi punti sparsi lungo i tratti superiori dei corsi d’acqua delle zone più elevate.<br />
La vegetazione è caratterizzata da Calamagrostis pseudophragmites, Scrophularia canina,<br />
Tussilago farfara, Epilobium dodonaei, E. fleischeri, Salix eleagnos (iuv.), Salix purpurea<br />
(iuv.).<br />
La localizzazione<br />
cartografica finora realizzata, non agevole per la ridotta estensione la<br />
notevole frammentazione e l’elevata variabilità dipendente dalle condizioni meteorologiche<br />
stagionali (negli anni di progetto l’innevamento è stato notevolmente prolungato), deve<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 46
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
essere considerata preliminare e merita successivi approfondimenti. Le superfici<br />
assommano a circa 0,7 ettari.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Le condizioni geomorfologiche e le caratteristiche calcaree del substrato, altamente<br />
permeabili, limitano notevolmente lo sviluppo di questo habitat. Laddove presente non<br />
evidenzia particolari problematiche di conservazione<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
3240 - Corsi d’acqua alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
C.2.1.2<br />
NOME NOM<br />
Fiumi alpini con<br />
vegetazione riparia<br />
legnosa a Salix<br />
elaeagnos<br />
Rivières alpines avec<br />
végétation ripicole<br />
ligneuse à Salix<br />
elaeagnos<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
3240 24.224 F9.11 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Formazioni arboreo-arbustive pioniere di salici di greto che si sviluppano sui greti ghiaiososabbiosi<br />
di fiumi con regime torrentizio e con sensibili variazioni del livello della falda nel<br />
corso dell'anno. Tali salici pionieri, con diverse entità tra le quali Salix eleagnos è<br />
considerata la specie guida, sono sempre prevalenti sulle altre specie arboree che si<br />
insediano in fasi più mature. Tra gli arbusti, l’olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) è il<br />
più caratteristico indicatore di questo habitat. Lo strato erbaceo è spesso poco<br />
rappresentato e raramente significativo. Queste formazioni hanno la capacità di<br />
sopportare sia periodi di sovralluvionamento<br />
che fenomeni siccitosi.<br />
Sotto il<br />
profilo fitosociologico le formazioni a Salix<br />
eleagnos e/o Hippophaë rhamnoides appartengono<br />
all’alleanza Salicion incanae Aich. 1933 (dell’ordine<br />
Salicetalia purpureae Moor 1958, classe Salici purpureae-<br />
Populetea nigrae (Rivas-Martínez & Cantó ex Rivas-<br />
Martínez & al. 1991) Rivas-Martínez & al. 2002). I salici di<br />
ripa sono in grado di colonizzare le ghiaie nude del corso<br />
alto e medio dei fiumi e di stabilizzarle; il saliceto di ripa è<br />
infatti uno stadio primitivo ma lungamente durevole,<br />
essendo condizionato dalla ricorrenza di eventi alluvionali<br />
che ritardano l’insediamento di un bosco igrofilo più<br />
maturo. Dove il corso del fiume è più stabile e ha portata<br />
meno irregolare, si osservano contatti seriali con i boschi<br />
ripari dell’habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus<br />
glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)” rispetto ai<br />
quali il 3240 si insedia dove l’umidità è meno costante ed inferiore è l’apporto di sostanze<br />
nutritizie. In situazioni meno stabili l’habitat 3240 è sostituito dalle formazioni a Myricaria<br />
germanica (3230 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica”),<br />
assai più rare, e dall’habitat erbaceo 3220 “Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea “<br />
con i quali spesso si trova a mosaico. I rapporti dinamici con gli stadi erbacei precedenti e<br />
con eventuali evoluzioni verso formazioni arboree sono determinati soprattutto dalle<br />
caratteristiche del regime idrologico e dalla topografia che possono riguardare anche<br />
l'habitat 6430 "Bordure planiziali, montane ed alpine di megaforbie igrofile".(Biondi e<br />
Zivkovic in AAVV, 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Formazioni arborescenti-arbustive pioniere di salici si sviluppano su tratti di greti ghiaiososabbiosi<br />
di torrenti con sensibili variazioni del livello irdico nel corso dell'anno. Tra le<br />
diverse specie guida è presente Salix eleagnos, mentre manca Hippophae rhamnoides,<br />
altrove considerato il più caratteristico indicatore di questo habitat.<br />
Una precisa localizzazione cartografica, peraltro non agevole per la distribuzione lineare o<br />
puntiforme, sia per il prolungato periodo di copertura nevosa negli anni di progetto sia per<br />
la difficoltà di distinzione rispetto agli habitat 91E0 e 3220. Peraltro, sulla base di<br />
osservazioni da confermare, è opportuno mantenere pro memoria in lista l’habitat.<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
3260 - Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e<br />
Callitricho-Batrachion<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
C.2.3<br />
NOME NOM<br />
Fiumi delle pianure e<br />
montani con<br />
vegetazione del<br />
Ranunculion fluitantis<br />
e Callitricho-<br />
Batrachion<br />
Rivières des étages<br />
planitiaire à<br />
montagnard avec<br />
végétation du<br />
Ranunculion fluitantis<br />
et du Callitricho-<br />
Batrachion<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
3260 24.4 C2.1B I 1 0<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Questo habitat include i corsi d’acqua, dalla pianura alla fascia montana, caratterizzati da<br />
vegetazione erbacea perenne paucispecifica formata da macrofite acquatiche a sviluppo<br />
prevalentemente subacqueo con apparati fiorali generalmente emersi del Ranunculion<br />
fluitantis e Callitricho-Batrachion e muschi acquatici. Nella vegetazione esposta a corrente<br />
più veloce (Ranunculion fluitantis) gli apparati fogliari rimangono del tutto sommersi<br />
mentre in condizioni reofile meno spinte una parte delle foglie è portata a livello della<br />
superficie dell’acqua (Callitricho-Batrachion). Questo habitat, di alto valore naturalistico ed<br />
elevata vulnerabilità, è spesso associato alle comunità a Butomus umbellatus; è<br />
importante tenere conto di tale aspetto nell’individuazione dell’habitat. La disponibilità di<br />
luce è un fattore critico e perciò questa vegetazione non s’insedia in corsi d'acqua<br />
ombreggiati dalla vegetazione esterna e dove la limpidezza dell’acqua è limitata dal<br />
trasporto torbido. Le cenosi acquatiche attribuite a questo habitat rientrano nell’alleanza<br />
Ranunculion fluitantis Neuhäusl 1959 e nell’alleanza Ranunculion aquatilis Passarge 1964<br />
(syn. Callitricho-Batrachion Den Hartog & Segal 1964) dell’ordine Potametalia Koch 1926<br />
(classe Potametea Klika in Klika & Novák 1941). Il nome dell’alleanza Callitricho-<br />
Batrachion (segnalata nel nome dell’habitat e sinonimo del Ranunculion aquatilis) deriva<br />
dai generi Callitriche e Batrachium. Quest’ultimo è in realtà un subgenere ritenuto<br />
attualmente mal differenziabile dal genere Ranunculus, pertanto nell’elenco floristico<br />
riportato nella scheda non è indicato.<br />
Si tratta di vegetazione azonale stabile; se il regime<br />
idrologico del corso d’acqua risulta costante, la<br />
vegetazione è controllata nella sua espansione ed<br />
evoluzione dall’azione stessa della corrente. Ove venga<br />
meno l’influsso della corrente possono subentrare<br />
fitocenosi elofitiche della classe Phragmiti-Magnocaricetea<br />
e, soprattutto in corrispondenza delle zone marginali dei<br />
corsi d’acqua, ove la corrente risulta molto rallentata o<br />
addirittura annullata, si può realizzare una commistione<br />
con alcuni elementi del Potamion e di Lemnetea minoris<br />
che esprimono una transizione verso la vegetazione di<br />
acque stagnanti (habitat 3150 “Laghi eutrofici naturali con<br />
vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”).<br />
Viceversa, un aumento molto sensibile della corrente può<br />
ridurre la capacità delle macrofite di radicare sul fondale ciottoloso e in continuo<br />
movimento. (Zivkovic et al. in AAVV, 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 49
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Questo tipo di habitat caratterizzato da vegetazione erbacea sommersa con Callitriche sp.<br />
in ambiente reofilo è stato rinvenuto nell’area di progetto solo in un punto (pochi metri<br />
quadrati) sulla riva dell’emissario della torbiera sopra Case Binda al confine con la<br />
Regione Piemonte. L’habitat è altamente vulnerabile e di eccezionale interesse per la<br />
presenza di specie vegetali rare a livello regionale.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
La superficie estremamente ridotta di questo habitat rende particolarmente a rischio la sua<br />
conservazione.<br />
Fig. 15 - Localizzazione dell’habitat 3260 nell’area di progetto<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 50
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
3280 - Saliceti a Salix purpurea mediterranei<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
C.2.5.2.1 007<br />
CODICE NOME NOM<br />
Saliceti a Salix<br />
purpurea<br />
mediterranei<br />
Saussaies à Saule<br />
pourpre<br />
méditerranéennes<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
3280 ? 44.122 F9.12 I 1 1<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
I saliceti a Salix purpurea costituiscono uno degli habitat elementari che partecipano<br />
solitamente ai geosigmeti che colonizzano suoli alluvionali, periodicamente inondati, ricchi<br />
di nutrienti, negli alvei e sulle rive dei corsi d’acqua del piano basale nella zona costiera su<br />
sabbie fini o substrato sabbioso-limoso. Tali geosigmeti possono essere interpretati come<br />
sototipi dell’Habitat “3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione<br />
dell’alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba”.<br />
In realtà secondo la descrizione riportata sia nel manuale europeo d’interpretazione sia in<br />
quello italiano (Biondi e Zivkvovic, 2009) la corrispondenza parrebbe esclusa in quanto si<br />
fa riferimento alla solo componente erbacea e non si fa cenno alla componente legnosa,<br />
che tuttavia è citata nella denominazione ufficiale dell’habitat.<br />
L’habitat è stato segnalato dai partner francesi nell’area campione da essi cartografata,<br />
ma con corrispondenza nulla rispetto agli Habitat <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>.<br />
Esso si rinviene lungo il fiume Roja e i suoi principali affluenti oltre che in tratti di corsi<br />
minori lungo la costa. E’ stato rilevato nell’ambito della porzione di rete ecologica che<br />
connette i siti della rete <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong> seppure in aspetti molto frammentari.<br />
Fig. 16 - Localizzazione dei popolamenti a Salix purpurea segnalati nell’ambito della rete<br />
ecologica<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 51
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
4030 - Lande secche europee<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
D.1.1<br />
NOME NOM<br />
Lande secche<br />
europee<br />
Landes séches<br />
européennes<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
4030 31.2 F4.2 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Vegetazione basso-arbustiva acidofila generalmente dominata da Calluna vulgaris<br />
(brughiera), spesso ricca in specie dei generi Vaccinium, Genista, Erica e/o di Ulex<br />
europaeus, presente nella Pianura Padana e nelle regioni centro-settentrionali del<br />
versante occidentale della Penisola, dal piano basale a quello submontano-montano.<br />
La distribuzione dell’habitat è atlantico-medioeuropea, per cui è molto raro nelle Alpi<br />
orientali. E’ infatti una vegetazione tipica delle zone con condizioni climatiche di stampo<br />
oceanico, cioè con precipitazioni abbastanza elevate ed elevata umidità atmosferica.<br />
I suoli sono generalmente acidi, sabbiosi o limosi, poveri di nutrienti e asciutti, ma nel caso<br />
dei terrazzi fluvio-glaciali antichi dell’alta Pianura Padana sono molto evoluti (paleosuoli) e<br />
possono presentare fenomeni di ristagno d’acqua. In alcuni casi, l’habitat si rileva anche<br />
su suoli decalcificati derivati da substrati carbonatici, su ofioliti, su depositi morenici o su<br />
morfologie rilevate presenti nell’area delle risorgive.<br />
In Italia, oltre ad alcuni sottotipi indicati nel manuale europeo,si includono le formazioni di<br />
brughiera a Calluna vulgaris codominate da una o più altre specie arbustive, quali Cytisus<br />
scoparius, Ulex europaeus, Erica arborea e/o E. scoparia, dove può essere frequente la<br />
presenza di Pteridium aquilinum. Si tratta di comunità tipiche di pascoli abbandonati e<br />
radure dei boschi di latifoglie collinari e submontani. Tali comunità rappresentano una<br />
variante caratterizzata da specie più schiettamente termofile e mediterranee.<br />
L’habitat, caratterizzato da aspetti di vegetazione a Calluna e Vaccinium, è segnalato<br />
nell’area di progetto presso Cima Donzella dove ricopre una superficie di circa 13 ettari, in<br />
parte a mosaico con praterie o boschi di latifoglie.<br />
Sotto il profilo fitosociologico Le associazioni che possono<br />
essere attribuite a questo habitat sono: Chamaecytiso<br />
hirsuti-Callunetum Oberd. 1964, Erico-Genistetum pilosae<br />
Oberdorfer & Hofmann 1967, Tuberario lignosae-<br />
Callunetum De Dominicis et Casini 1979, Danthonio-<br />
Callunetum Pedrotti 1982 (Genistion pilosae Duvign.<br />
1942, Vaccinio myrtilli-Genistetalia pilosae R.Schub. 1960,<br />
Calluno vulgaris-Ulicetea minoris Br.-Bl. & Tüxen ex Klika<br />
& Hadač 1944); Calluno vulgaris-Ericetum cinereae<br />
(Allorge 1922) Lemée 193 (Cisto salviifolii-Ericion cinereae<br />
Géhu 1975, Ulicetalia minoris Quantin 1935, Calluno<br />
vulgaris-Ulicetea minoris Br.-Bl. & Tüxen ex Klika & Hadač<br />
1944); Calluno-Sarothamnetum scoparii Malc. 1929 em.<br />
Oberd. 1962 (Sarothamnion scoparii Tx. ex Oberd. 1957,<br />
Prunetalia spinosae R. Tx. 1952, Rhamno-Prunetea spinosae Rivas Goday et Borja<br />
Carbonell 1961); Cytiso villosi-Ulicetum europaei Vagge, Biondi, Izco & Pinzi 2004<br />
(Telinion monspessulano-linifoliae Rivas-Martinez, Galan & Cantò 2002, Cytiso villosi-<br />
Telinetalia monspessulanae Rivas-Martinez, Galan & Cantò 2002, Cytisetea scopariostriati<br />
Rivas-Martinez 1975).<br />
Costituiscono, in genere, brughiere collegate agli orli e ai mantelli di numerose tipologie di<br />
boschi acidofili (a dominanza di abete rosso, pino silvestre, faggio, castagno, rovere,<br />
cerro, leccio o pino marittimo). Spesso sono forme di degradazione di questi boschi o di<br />
ricolonizzazione di pascoli abbandonati. La ripresa del bosco, attraverso stadi intermedi a<br />
betulla, a pioppo tremolo o a pino silvestre e a ginepro, riduce la diversità, già di per sé<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 52
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
poco elevata, di queste formazioni. In alcuni casi è la colonizzazione di Cytisus scoparius<br />
a favorire la transizione verso gli stadi dinamici più maturi. Salvo casi di particolari<br />
condizioni topografiche e climatiche locali che possono mantenere stabili tali formazioni, le<br />
brughiere evolvono più o meno rapidamente verso comunità forestali, conservandosi solo<br />
con il periodico passaggio del fuoco o con il pascolo.(Blasi e Copiz in AAVV, 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Questo habitat caratterizzato, nel suo aspetto più rappresentativo, da vegetazione con<br />
prevalenza o significativa presenza di Calluna vulgaris è stato segnalata per un totale di<br />
circa 18 ettari nei dintorni del Passo della Mezzaluna- Monte Arborea (pendici sud di<br />
Monte Donzella), di Case Sciorella, Rocca Dermasio, Bric Seravaglion.<br />
Per circa 64% è segnalato in aspetti a mosaico con habitat erbacei<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Non si evidenziano particolari problematiche per lo stato di conservazione dell’habitat<br />
4030.<br />
Fig. 17 - Localizzazione degli aspetti più tipici dell’habitat 4030 nell’area di progetto<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 53<br />
I
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Arbusteti alti e mantelli riferibili ai Rhamno-Prunetea<br />
- Arbusteti e mantelli a nocciolo (Corylus avellana) riferibili al Corylo-Populion<br />
tremulae<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
D.1.1.2<br />
D.1.1.3.1<br />
NOME NOM<br />
Arbusteti alti e<br />
mantelli riferibili ai<br />
Rhamno-Prunetea<br />
Arbusteti e mantelli<br />
a nocciolo (Corylus<br />
avellana) riferibili al<br />
Corylo-Populion<br />
tremulae<br />
Broussailles hautes et<br />
manteaux relative aux<br />
Rhamno-Prunetea<br />
Fourrés ou<br />
broussailles de<br />
Noisetiers (Corylus<br />
avellana) relative aux<br />
Corylo-Populion<br />
tremulae<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 31.81 F3.1 0 1 0<br />
null 31.81 F3.8C 0 1 0<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Si tratta di vegetazione arbustiva con differenti aspetti a carattere montano, presente<br />
soprattutto su praterie e pascoli abbandonati (riferibili in parte all’habitat 6210), in forte<br />
progressione dinamica verso le formazioni forestali, riferibile in prevalenza ai Prunetalia. in<br />
senso più generico (D.1.1.2) è stata segnalata in alta Valle Arroscia nell’ambito delle<br />
porzioni considerate della rete ecologica di connessione dei siti <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>, ma è diffusa<br />
anche altrove. Sussistono difficoltà a distinguere questi aspetti dalle facies arbustate<br />
dell’Habitat 6210.<br />
L’aspetto a nocciolo (D.1.1.3.1) è invece ampiamente segnalato nell’area di progetto dove<br />
si stima che occupi oltre 800 ettari (circa 3,3% dell’area considerata). Di questi, circa il<br />
43% è segnalato in aspetti misti o a mosaico.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Questi aspetti dinamici di transizione devono essere attentamente considerati per i ruoli<br />
che svolgono rispetto alle attività trofiche e riproduttive dell’ornitofauna, anche se non<br />
pongono particolare problemi di conservazione, dato il progressivo abbandono di prati e<br />
pascoli. Probabilmente dovrebbero essere oggetto di interventi di contenimento a favore<br />
degli spazi più aperti a struttura erbacea.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 54
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
4060 - Lande alpine e boreali<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
D.1.2 Lande alpine e boreali<br />
D.1.2.3.1<br />
NOME NOM<br />
Lande aperte e<br />
pseudogarighe di<br />
ginestre non spinose<br />
riferibili al Lavandulo<br />
angustifoliae-<br />
Genistion cinereae<br />
Landes alpines et<br />
boréales<br />
Landes ouvertes et<br />
psuedogarrigues du<br />
Lavandulo<br />
angustifoliae-<br />
Genistion cinereae<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
4060 31.4 F2.2 I 1 1<br />
4060<br />
32.61,<br />
32.62<br />
F6 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Formazioni di arbusti bassi, nani o prostrati delle fasce alpina, subalpina e montana dei<br />
rilievi montuosi eurasiatici, dominate in particolare da ericacee e/o ginepro nano.<br />
In Italia è presente sulle Alpi e sull’Appennino. Si sviluppa normalmente nella fascia<br />
altitudinale compresa fra il limite della foresta e le praterie primarie d’altitudine ma, in<br />
situazioni particolari, si riscontra anche a quote più basse.<br />
Questo habitat, sulle Alpi, è certamente tra i più diffusi e ben rappresentati poiché include<br />
sia i rodoro-vaccinieti acidofili (Rhododendron ferrugineum, Vaccinium sp.) che i rodoreti<br />
basifili (Rhododendron hirsutum, Rhodothamnus chamaecistus), i tappeti di azalea nana<br />
(Loiseleuria procumbens), le formazioni a ginepro nano (Juniperus communis subsp.<br />
alpina), quelle a ginestra stellata (Genista radiata), ad uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi)<br />
dei crinali ventosi e, infine, quelle a camedrio alpino (Dryas octopetala), qualora non<br />
ricondotte all’habitat 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine”).<br />
Scendendo lungo l’Appennino molte di queste comunità (es. rodoreti e vaccinieti)<br />
scompaiono e nella porzione più meridionale è possibile rilevare soprattutto i ginepreti a<br />
Juniperus communis subsp. alpina e a Juniperus hemisphaerica, che vengono inclusi in<br />
questo habitat<br />
Le numerose cenosi che confluiscono in questo tipo<br />
svolgono un ruolo essenziale sia per l'impronta che<br />
conferiscono al paesaggio vegetale, sia per il ruolo di<br />
protezione dei suoli e dei versanti. L’inquadramento<br />
sintassonomico è piuttosto complesso visto il numero<br />
elevato di aspetti cenologici differenti che è possibile<br />
rilevare in Italia (Alpi, Appennino settentrionale, centrale e<br />
meridionale). In generale, comunque, le comunità<br />
suddette vengono ricondotte essenzialmente alle seguenti<br />
alleanze: Loiseleurio-Vaccinion Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny<br />
1926, Rhododendro-Vaccinion (Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny<br />
1926) Br.-Bl. 1948, Juniperion nanae Br.-Bl. 1939<br />
(Vaccinio-Piceetea Br.-Bl. in Br.-Bl. et al. 1939), Ericion<br />
carneae Rubel ex Grabherr, Greimler et Mucina 1993<br />
(Erico-Pinetea Horvat 1959), Daphno oleoidis-Juniperion<br />
alpinae Stanisci 1997 (Junipero-Pinetea Rivas-Martinez 1965 nom. inv. prop. 2002),<br />
Berberidion vulgaris Br.-Bl. 1950 (Rhamno-Prunetea spinosae Rivas Goday et Borja<br />
Carbonell 1961) e Geranion sanguinei Tx. ex Muller 1961 (Trifolio-Geranietea Th. Muller<br />
1961).<br />
Molte delle formazioni indicate rappresentano l’espressione climacica della fascia<br />
subalpina superiore e, pertanto, in assenza di perturbazioni, sono destinate a non subire<br />
modificazioni. In alcuni casi sono formazioni pioniere favorite dalla persistenza di fattori<br />
limitanti<br />
(crinali ventosi, versanti ripidi, innevamento prolungato, acidità del suolo, aridità,<br />
ecc.).<br />
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Si tratta di un habitat che è stato fortemente contratto per favorire il pascolo, originando<br />
praterie che, se abbandonate, vengono ricolonizzate spontaneamente, seppure con<br />
velocità variabile. In termini sindinamici: al di sopra del limite del bosco, l’evoluzione di<br />
queste formazioni è molto limitata, salvo la colonizzazione in ambiente alpino di alberi<br />
sparsi, mentre per alcune, più tipiche della fascia montana, potrebbe manifestarsi in tempi<br />
più o meno lunghi una evoluzione verso le formazioni forestali, essenzialmente di conifere<br />
sulle Alpi e di faggio sull’Appennino.<br />
La gran parte delle specie erbacee presenti in queste comunità sono caratteristiche delle<br />
praterie circostanti, a dimostrazione di un collegamento dinamico. Ma l’intervallo di tempo<br />
necessario per il recupero delle praterie di sostituzione, una volta abbandonate dal<br />
pascolo, soprattutto quelle dei vaccinieti, è probabilmente piuttosto lungo in quanto le<br />
graminacee che dominano queste associazioni prative, fortemente competitive e dotate di<br />
robusti apparati radicali, rendono difficile l’insediamento delle comunità legnose.<br />
A seconda dell’aspetto considerato e delle particolari condizioni stazionali, possono<br />
formarsi complessi mosaici o contatti (seriali o catenali) con praterie (curvuleti, firmeti,<br />
festuceti, elineti, seslerieti, nardeti, brachipodieti, brometi), saliceti nani delle vallette nivali,<br />
rupi casmofitiche, formazioni glareicole, mughete, alneti di ontano verde, pinete di pino<br />
nero, pinete di pino silvestre, lariceti, cembreti, abetine, peccete, faggete e perfino con gli<br />
ostrieti del Cytisantho-Ostryetum. In particolare le formazioni a Genista radiata dei<br />
versanti meridionali dell'arco alpino, in espansione a seguito dell'abbandono dei prati e dei<br />
pascoli, sono a contatto sia con formazioni di seslerio-brometo (6210 e 6170), che con le<br />
mughete basifile (4070).(Blasi e Copiz in AAVV, 2009)<br />
Fig. 18 - Localizzazione dell’habitat 4060 (tipo D.1.2) nell’area di progetto (in tratteggio gli<br />
aspetti misti o a mosaico)<br />
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CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Comprende differenti habitat altomontani con vegetazione sempreverde a struttura basso<br />
arbustiva e scarsa componente erbacea: i rodoreti, i vaccinieti, i ginepreti e i ginestreti<br />
nani. Spesso partecipano a mosaici o aspetti misti con boschi di larice o praterie<br />
subalpine. Le specie caratterizzanti dei rodoreti e vaccinieti sono Rhododendron<br />
ferrugineum, Vaccinium myrtillus, V. gaultherioides. I ginepreti nani, sono dominati da<br />
Juniperus nana (Juniperus communis ssp. alpina). Le superfici attribuite agli aspetti più<br />
tipici dell’habitat ricoprono circa 273 ettari, di cui circa 73% in aspetti misti o a mosaico.<br />
Altri aspetti in parte riferibili all’habitat 4060 sono le lande aperte o pseudogarighe delle<br />
quote più elevate dell’area dominate da Lavandula angustifolia e Genista cinerea,<br />
differenti, ma non facilmente distinguibili dagli aspetti più termofili rinvenibili alle quote<br />
minori. Questi aspetti ricoprono circa 935 ettari dei quali 92% partecipano a mosaici o<br />
formazioni miste.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
La superficie di questo tipo di habitat può considerarsi prevalentemente stabile o in<br />
espansione, con locali episodi di riduzione. Salvo situazioni puntuali non sussistono rischi<br />
particolari per il suo stato di conservazione.<br />
Fig. 19 - Localizzazione dell’habitat 4060 (tipo D.1.2.3.1 a Lavandula e Genista cinerea)<br />
nell’area di progetto (in tratteggio gli aspetti misti o a mosaico)<br />
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- Lande, macchie, garighe e arbusteti non temperati o oromediterranei (pro parte)<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
D.2<br />
D.2.1<br />
D.2.1.3<br />
D.2.2.<br />
NOME NOM<br />
Lande, macchie, garighe e arbusteti<br />
(non temperati o oromediterranei)<br />
Lande, macchie e pseudomacchie<br />
mediterranee, submediterranee o<br />
submontani, in genere a sclerofille<br />
sempreverdi<br />
Arbusteti arborescenti mediterranei,<br />
submediterranei o submontani<br />
Garighe e pseudogarighe<br />
mediterranee, submediterranee o<br />
submontane<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 31.4 F2.2 I 1 1<br />
null 1 ?<br />
null 1 ?<br />
null 32.2 F5.517 0 1 0<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Si tratta di vegetazione con struttura da erbaceo-suffruticosa ad arborescente<br />
mediterranea, submediterranea o submontana per lo più a sclerofille sempreverdi.<br />
Comprende altri aspetti, alcuni dei quali riferibili ad habitat dell’allegato I della Direttiva<br />
43/92, illustrati nei successivi capitoli. L’habitat nella sua accezione più generale (D.2), che<br />
potrebbe essere meglio dettagliata da uno studio più approfondito, è segnalato su una<br />
superficie di circa 26 ettari, di cui 83% in formazioni miste o a mosaico con habitat erbacei.<br />
Il sottotipo D2.2 a struttura erbaceo-arbustiva o suffruticosa, più aperta, è segnalato su<br />
circa 538 ettari, pressochè tutti in aspetti misti o a mosaico con formazioni erbacee; non si<br />
esclude che parte di esso; nella zona più costiera possa essere riferito all’habitat 5320.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Questi aspetti dinamici, che svolgono un ruolo importante rispetto alle attività trofiche e<br />
riproduttive della fauna, non pongono particolare problemi di conservazione, salvo<br />
variazioni al loro interno connesse a fenomeni di disturbo come il passaggio del fuoco.<br />
Fig. 20 - Localizzazione di aspetti generici di lande macchie, garighe e arbusteti (D.2 a<br />
sinistra e D.2.2 a destra)<br />
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5130 - Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
D.2.1.2.1<br />
NOME NOM<br />
Formazioni a<br />
Juniperus<br />
communis su lande<br />
o prati calcicoli<br />
Formations à<br />
Juniperus communis<br />
sur landes ou<br />
pelouses calcaires<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
5130 31.88 F3.16 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Arbusteti più o meno radi dominati da Juniperus communis. Sono generalmente cenosi<br />
arbustive aperte, che includono sia gli ambiti di prateria in cui il ginepro comune forma<br />
piccoli nuclei che gli ambiti in cui il ginepro, spesso accompagnato da altre specie<br />
arbustive (fra cui Rosa sp. pl., Crataegus monogyna, Prunus spinosa), forma nuclei più<br />
ampi. Si tratta di cenosi secondarie che colonizzano praterie pascolate e prato-pascoli ora<br />
in abbandono. Sono diffusi nella fascia collinare e montana, prevalentemente su substrati<br />
carbonatici, ma anche di natura diversa, in condizioni da xerofile a mesoxerofile. L’habitat<br />
è presente in tutta l’Italia settentrionale e centrale; nella regione alpina è poco comune<br />
mentre è frequente nell’area appenninica.<br />
L’habitat 5130 può essere interpretato come un mosaico<br />
di comunità erbacee e arbustive riconducibili a syntaxa<br />
differenti. Su substrati calcarei (31.881) i diversi tipi di<br />
praterie su cui si insediano i nuclei di Juniperus communis<br />
possono essere inquadrate essenzialmente nella classe<br />
Festuco-Brometea Br.-Bl. et Tx. ex Br.-Bl. 1949, mentre le<br />
porzioni arbustate più chiuse possono essere riferite<br />
all’ordine Prunetalia spinosae Tx. 1952 e alle alleanze<br />
Berberidion vulgaris Br.-Bl ex Tx 1952 o Cytision<br />
sessilifolii Biondi et al. 1988; su substrati più acidi, in<br />
ambiti di brughiera, le comunità attribuite al sottotipo<br />
31.882 sono state riferite alla classe Calluno-Ulicetea Br.-<br />
Bl. & Tx. ex Klika & Hadac 1944 o, nel caso delle<br />
comunità piemontesi che si insediano su suoli derivati da<br />
ofioliti o paleosuoli, alla classe Nardo-Callunetea Oberdorfer 1979.<br />
L’habitat costituisce uno stadio secondario legato all’abbandono o alla diminuzione delle<br />
pratiche gestionali che si origina in seguito alla ricolonizzazione di praterie<br />
precedentemente pascolate o, più raramente, falciate o coltivate, da parte del ginepro<br />
comune. (Blasi e Del Vico in AAVV., 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Habitat corrispondente a stadio secondario insediato su pascoli abbandonati e dominato<br />
da arbusti di ginepro comune alti 1-3 m. E’ segnalato sul Monte Ceppo in prossimità<br />
dell’area considerata, ma è verosimile la sua presenza altrove.<br />
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Fig. 21 - Localizzazione dell’habitat 5130 in vicinanza dell’area di progetto<br />
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5210 - Matorral arborescenti di Juniperus spp.<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
D.2.1.3.1<br />
NOME NOM<br />
Matorral<br />
arborescenti di<br />
Juniperus spp.<br />
Matorrals<br />
arborescents à<br />
Juniperus spp.<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
5210 32.13 F5.13 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Macchie di sclerofille sempreverdi mediterranee e submediterranee organizzate attorno a<br />
ginepri arborescenti (Juniperus oxycedrus e J. phoenicea). Sono costituite da specie<br />
arbustive che danno luogo a formazioni per lo più impenetrabili. Tali formazioni possono<br />
essere interpretate sia come stadi dinamici delle formazioni forestali (matorral secondario),<br />
sia come tappe mature in equilibrio con le condizioni edafiche particolarmente limitanti che<br />
non consentono l’evoluzione verso le formazioni forestali (matorral primario). L’habitat è<br />
tipico dei substrati calcarei e si ritrova prevalentemente in aree ripide e rocciose del piano<br />
termomediterraneo.<br />
Le formazioni caratterizzanti i matorral arborescenti a<br />
ginepro sono riferibili essenzialmente alle alleanze<br />
Juniperion turbinatae Rivas-Martinez 1975 corr. 1987 e<br />
Oleo-Ceratonion Br.-Bl. ex Guinochet & Drouineau 1944<br />
em. Rivas-Martínez 1975, entrambe incluse nell’ordine<br />
Pistacio-Rhamnetalia alaterni Rivas-Martinez 1975, classe<br />
Quercetea ilicis Br.-Bl. (1936) 1947, in cui lo strato<br />
arboreo è costituito dalle specie Juniperus oxycedrus e<br />
Juniperus phoenicea ssp. turbinata.<br />
La formazione caratterizzante il matorral arborescente a<br />
Juniperus phonicea ssp. turbinata è riferibile alle<br />
associazioni Oleo-Juniperetum turbinatae (Sardegna,<br />
Lazio, Campania) e Chameropo-Juniperetum turbinatae<br />
(Sicilia) che nelle località con bioclima termomediterraneo<br />
tendono a costituire lo stadio maturo della serie del “ginepro fenicio” su substrati<br />
carbonatici mentre nelle zone con bioclima mesomediterraneo si presentano come serie<br />
edafoxerofila o stadio bloccato su emergenze rocciose. Tali associazioni di solito<br />
prendono contatti di tipo catenale con associazioni delle serie della lecceta. L’associazione<br />
Erico-Juniperetum turbinatae si rinviene invece su substrati granitici, mentre l'Euphorbio<br />
characias-Juniperetum turbinatae si sviluppa sulle scisti della Sardegna settentrionaleoccidentale.<br />
Inoltre i matorral arborescenti di Juniperus sp. pl. sono dinamicamente<br />
collegati con altri habitat con cui spesso sono in “mosaico”: con il 5330 "Arbusteti termomediterranei<br />
e pre-steppici"; 5320 "Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere"<br />
(Euphorbion pithyusae), con le praterie del 6220 "Percorsi substeppici di graminacee e<br />
piante annue dei Thero-Brachypodietea" (Phlomido lychnitidis-Brachypodion retusi), con le<br />
foreste di sclerofille mediterranee del 9340 "Foreste di Quercus ilex e Quercus<br />
rotundifolia" e del 9320 "Foreste di Olea e Ceratonia". Altri habitat associati sono il 9560*<br />
“Foreste endemiche di Juniperus spp.”. Queste foreste sono formazioni di altitudine media<br />
dominate da Juniperus sp. pl. I matorral arborescenti di Juniperus sp. pl. sono<br />
generalmente associati in campo con questo habitat, dal momento che derivano da loro,<br />
come per i ginepri fenici del Piemonte che si accompagnano ai turiferi. In Toscana<br />
formazioni arborescenti a J. oxycedrus trovano condizioni ottimali su affioramenti di<br />
serpentini e dal punto di vista dinamico rappresentano uno stadio di passaggio fra garighe<br />
dell’Armerio-Alyssetum bertolonii s.l. e boschi, che a dominanza di sclerofille sempreverdi<br />
o di latifoglie decidue, in relazione alle caratteristiche climatiche delle stazioni. (Biondi e<br />
Galdenzi in AAVV:, 2009)<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 61
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
L’habitat 5210 è caratterizzato da arbusti alti 1-2 m di ginepro rosso (J. oxycedrus),<br />
segnalato nel SIC di Capo Mortola con superficie ridotta (inferiore a 2 ettari). Tale<br />
segnalazione merita un approfondimento di carattere interpretativo. Aspetti a ginepro<br />
fenicio (J. phoenicea) e a J. thurifera sono invece rarissimi e di ridotta superficie, presso il<br />
confine con la Francia, e con carattere più rupicolo. Nel complesso sdi stima che l’habitat<br />
copra circa 27 ettari, sempre in formazioni miste o a mosaico in precentuali variabili da 10<br />
a 60% per lo più con habitat erbacei o rupestri.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione può essere considerato mediamente buono per i ginepreti a<br />
Juniperus oxycedrus, mentre per quelli a J. phoenicea, stante la ridotta superficie ed<br />
estrema frammentazione, sussistono condizioni di rischio moderato.<br />
Fig. 22 - Localizzazione dell’habitat 5210 nell’area di progetto<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 62
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
5320 - Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
D.2.2.1.1<br />
D.2.2.2<br />
NOME NOM<br />
Formazioni basse<br />
di euforbie vicino<br />
alle scogliere<br />
Altre garighe pù<br />
o meno termofile,<br />
costiere o non<br />
Formations<br />
basses<br />
d'euphorbes près<br />
des falaises<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
5320 32.217 F5.517 I 1 1<br />
5320 32.<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Garighe litorali subalofile a dominanza di camefite che si sviluppano su litosuoli in una<br />
fascia compresa tra le falesie direttamente esposte all’azione del mare e le comunità<br />
arbustive della macchia mediterranea, con possibili espansioni verso l'interno. Queste<br />
cenosi sono presenti lungo la costa tirrenica, dalla Liguria alla Sicilia, in Sardegna<br />
settentrionale ed in corrispondenza del promontorio del Gargano, su litosuoli di varia<br />
natura. La loro distribuzione geografica è quindi prevalentemente tirrenica; del resto le<br />
comunità incluse in questo habitat sono caratterizzate da diverse specie ad areale<br />
mediterraneo-occidentale. In termini bioclimatici l’ambito di pertinenza di queste garighe, in<br />
accordo con Rivas-Martìnez, è il macrobioclima mediterraneo ed in particolare il bioclima<br />
pluvistagionale-oceanico; il termotipo è quello termomediterraneo e l’ombrotipo è quello<br />
secco inferiore. Le specie dominanti sono Helichrysum italicum (Liguria e Puglia);<br />
Helichrysum litoreum (Lazio, Toscana, Puglia); Euphorbia pythusa (Sardegna); Anthyllis<br />
barba-jovis (Liguria, Toscana, Campania e Puglia); Thymelaea hirsuta (Liguria). In<br />
particolare le comunità a dominanza di Thymelaea hirsuta sono estremamente localizzate<br />
presso le falesie calcaree di Bergeggi-Capo Vado e non sono state inquadrate dal punto di<br />
vista sintassonomico.<br />
Sotto il profilo fitosociologico, le cenosi ascrivibili a questo<br />
habitat sono in parte riferibili all’ordine Helichrysetalia<br />
italici Biondi & Géhu 1994 della classe Helichryso<br />
staechadis-Crucianelletea maritimae (Géhu, Rivas-<br />
Martìnez, R. Tüxen 1973 in Bon & Géhu 1973) Sissingh<br />
1974 em. Géhu & Biondi 1994. In particolare le comunità a<br />
Euphorbia pithyusa e Artemisia densiflora nell’alleanza<br />
Euphorbion pithyusae Biondi & Géhu 1974, mentre le<br />
garighe a dominanza di specie del genere Helichrysum<br />
nell’alleanza Helichrysion litorei Biondi 2007. Le garighe a<br />
dominanza di Anthyllis barba-jovis invece sono inquadrate<br />
nell’alleanza Antyllidion barba-jovis Brullo & De Marco<br />
1989, dell’ordine Senecetalia cinerariae Biondi 2007.<br />
Queste comunità occupano una fascia compresa tra le<br />
cenosi fortemente alofile delle falesie a dominanza di Crithmum maritimum e specie del<br />
genere Limonium (habitat 1240 – Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con<br />
Limonium spp. endemici) e le comunità arbustive della macchia mediterranea; possono<br />
espandersi verso l’interno a causa di eventi di disturbo a carico delle comunità di macchia<br />
ma in generale hanno carattere primario. (Blasi e Burrascano in AAVV., 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Comunità prossime alla linea di costa ma più interne rispetto alle cenosi spiccatamente<br />
alofile a Crithmum maritimum e Limonium sp.pl.. L’habitat, per lo più in mosaico con<br />
habitat erbacei e rupestri, nel suo aspetto più rappresentativo si ritrova con diffusione<br />
discontinua nel SIC di Capo Mortola e nelle sue vicinanze, dove è segnalato per una<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 63
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
superficie stimata di circa 9 ettari (D.2.2.1.1) mentre è segnalato su circa 6 ettari nel SIC<br />
del M. Grammondo con aspetti meno tipici, forse da rivedere come attribuzione.<br />
Fig. 23 - Aree in cui sono segnalati aspetti riferiti all’habitat 5320<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione può essere considerato di livello medio e risente molto della<br />
elevata pressione antropica costiera.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 64
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
5330 - Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
D.2.3.1<br />
D.2.3.1.5<br />
D.2.3.1.5.2<br />
NOME NOM<br />
Arbusteti termomediterranei<br />
e predesertici<br />
Formazioni arbustive<br />
o erbaceo-arbustive<br />
mediterranee o<br />
termomediterranee<br />
caratterizzate da<br />
Genista cinerea<br />
Formazioni<br />
mediterranee riferibili<br />
all’associazione<br />
Euphorbio spinosae-<br />
Genistetum cinereae<br />
Fourrés thermoméditerranéens<br />
et prédésertiques<br />
Garrigues à<br />
Genista cinerea<br />
Garrigues à<br />
Genista cinerea<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
5330<br />
CORINE EUNIS<br />
32.22-<br />
32.26<br />
F5.52<br />
-<br />
F5.56<br />
ALLEGATO<br />
- NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 1<br />
5330 32.62 F6.62 I 1 1<br />
5330 32.61 F6.62 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Arbusteti caratteristici delle zone a termotipo termo-mediterraneo. Si tratta di cenosi<br />
piuttosto discontinue la cui fisionomia è determinata sia da specie legnose (Euphorbia<br />
dendroides, Chamaerops humilis, Olea europaea, Genista ephedroides, Genista tyrrhena,<br />
Genista cilentina, Genista gasparrini, Cytisus aeolicus, Coronilla valentina) che erbacee<br />
perenni (Ampelodesmos mautitanicus sottotipo 32.23). In Italia questo habitat è presente<br />
negli ambiti caratterizzati da un termotipo termomediterraneo, ma soprattutto laddove<br />
rappresentato da cenosi a dominanza di Ampelodesmos mauritanicus può penetrare in<br />
ambito mesomediterraneo. Cenosi ascrivibili a questo habitat sono presenti dalla Liguria<br />
alla Calabria e nelle isole maggiori, lungo le coste rocciose. In particolare sono presenti<br />
lungo le coste liguri, sulle coste della Sardegna settentrionale, della Toscana meridionale<br />
e delle isole dell’Arcipelago Toscano, lungo le coste del Lazio meridionale e della<br />
Campania, a Maratea, sulle coste calabre sia tirreniche che ioniche, con una particolare<br />
diffusione nella zona più meridionale della regione. Per quanto riguarda le coste adriatiche<br />
comunità di arbusteti termomediterranei sono presenti dal Salento al Conero, in particolare<br />
lungo i litorali rocciosi salentini, garganici, alle isole Tremiti ed in corrispondenza del Monte<br />
Conero. In Sicilia e Sardegna tutti i sottotipi si rinvengono anche nell’interno ricalcando la<br />
distribuzione del termotipo termomediterraneo. Mentre nell’Italia peninsulare, specialmente<br />
nelle regioni meridionali, nelle zone interne sono presenti solo cenosi del sottotipo<br />
dominato da Ampelodesmos mauritanicus, la cui distribuzione è ampiamente influenzata<br />
dal fuoco.<br />
Sotto il profilo sintassonomico gli arbusteti a dominanza di<br />
Euphorbia dendroides sono tutti riferibili allo stesso gruppo<br />
di associazioni (Oleo-Euphorbieta dendroidis Géhu &<br />
Biondi 1997 dell’alleanza Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl.<br />
1936, ordine Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Rivas<br />
Martinez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. 1947). La<br />
stessa alleanza è quella di riferimento per le comunità<br />
dominate o codominate da Chamaerops humilis. Le<br />
praterie ad Ampelodemos mauritanicus rientrano nella<br />
classe Lygeo-Stipetea Riv.-Mart. 1978 che include le<br />
praterie mediterranee termofile dominate da grosse<br />
graminacee cespitose e in particolare nell’ordine<br />
Hyparrenietalia Riv.-Mart. 1978. Le formazioni ad<br />
Euphorbia dendroides e Periploca angustifolia delle isole<br />
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del Canale di Sicilia sono riferite all’alleanza Periplocion angustifoliae Rivas Martinez 1975<br />
dell’ordine Pistacio-Rhamnetalia Rivas Martinez 1975. Le cenosi a dominanza di specie<br />
del genere Genista sono inquadrate nella Classe Cisto Lavanduletea Br.-Bl.in Br.-Bl.,<br />
Molinier & Wagner 1940 e nell’ordine Lavanduletalia Br.-Bl.in Br.-Bl., Molinier & Wagner<br />
1940 em. Rivas Martinez 1968 . In particolare sono riferite all’alleanza Calicotomo villosae-<br />
Genistion tyrrhenae Biondi 1997 le cenosi delle isole tirreniche e del Cilento; sono incluse<br />
nell’alleanza Teucrion mari Gamisans & Muracciole 1984 le cenosi della Sardegna; mentre<br />
le comunità a Genista cinerea rilevate in Liguria sono incluse nell’alleanza Lavandulo<br />
angustifoliae-Genistion cinereae Barbero, Loisel & Quézel 1972 dell’ordine Ononidetalia<br />
striatae Br.-Bl. 1950 (Classe Festuco-Brometea Br.-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl. 1949).<br />
Gli arbusteti a Euphorbia dendroides possono avere carattere primario laddove le<br />
condizioni stazionali non permettano l’evoluzione della vegetazione verso forme più<br />
complesse; tuttavia spesso queste cenosi rappresentano stadi di sostituzione di comunità<br />
di macchia alta a Juniperus oxycedrus, J. phoenicea (habitat 5210 – Matorral arborescenti<br />
di Juniperus spp.), a Olea europaea (habitat 9320 - Foreste di Olea e Ceratonia) o a mirto<br />
e lentisco. Invece se disturbate possono essere sostituite da garighe a cisti o a elicrisi, a<br />
Phagnalon spp., Genista corsica o Thymelea hirsuta e Thymus capitatum in Sardegna<br />
(habitat 5320 - Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere).<br />
I contatti catenali che interessano le comunità di altri sottotipi sono per quanto riguarda la<br />
fascia più prossima alla linea di costa con comunità casmofitiche alofile (habitat 1240 –<br />
Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici) o<br />
garighe subalofile (habitat 5320 - Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere).<br />
Internamente invece il contatto dell’Oleo-Euphorbietum dendroidis è con le formazioni<br />
perenni dell’Hyparrhenion hirtae (habitat 6220* – Percorsi substeppici di graminacee<br />
piante annue dei Thero-Brachypodietea), con alcuni aspetti riferibili alla vegetazione<br />
casmofitica (habitat 8210 - Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica) e con le<br />
garighe nanofanerofitiche a dominanza di Rosmarinus officinalis e Cistus sp. pl., con le<br />
garighe a Cistus sp. pl., anche con le pinete a Pinus halepensis (habitat 9540 – Pinete<br />
mediterranee di pini mesogeni endemici) e con la macchia a dominanza di sclerofille<br />
sempreverdi o boschi di leccio (habitat 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus<br />
rotundifolia), con cui queste comunità sono spesso anche in contatto seriale. Le comunità<br />
ad Ampelodesmos mauritanicus sono praterie secondarie che sostituiscono comunità di<br />
macchia mediterranea, boschi di leccio e nelle regioni più meridionali anche boschi a<br />
dominanza di roverella. A fronte di eventi di disturbo che eliminino gli accumuli di suolo su<br />
cui si insedia l’ampelodesmo, questo può essere sostituito da comunità a dominanza di<br />
Hyparrhenia hirta o da praterie a dominanza di terofite (habitat 6220 – Percorsi substeppici<br />
di graminaceee piante annue dei Thero-Brachypodietea). Nei settori più interni le comunità<br />
arbustive che ricolonizzano l’ampelodesmeto possono essere quasi del tutto prive di<br />
specie della macchia mediterranea essendo costituite principalmente da Spartium<br />
junceum. Le comunità a dominanza di ginestre della sezione ephedrospartum sono stadi<br />
di sostituzione dei boschi di leccio (habitat 9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus<br />
rotundifolia) e se disturbate vengono sostituite da garighe a cisti (Cistus salvifolius, C.<br />
incanus e C. monspeliensis) o da ampelodesmeti. Sono invece in contatto catenale<br />
spesso con gli arbusteti a Euphorbia dendroides ascrivibili al sottotipo 32.22. Quindi<br />
attualmente esistono vaste superfici interessate dalla presenza di ginestreti senescenti,<br />
nei quali sono attive le dinamiche di recupero dei ginepreti. Trattandosi in ognuno dei<br />
sottotipi di comunità caratterizzate da una certa discontinuità sono frequenti dei pattern a<br />
mosaico in cui gli arbusteti mediterranei si alternano a comunità erbacee dominate da<br />
emicriptofite o da terofite (habitat 6220– Percorsi substeppici di graminaceee piante annue<br />
dei Thero-Brachypodietea). (Blasi e Burrascano in AAVV:, 2009)<br />
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CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Sono stati distinti nell’ultima fase del progetto le formazioni a Genista cinerea<br />
maggiormente termomediterranee, attribuibili all’habitat 5330, localizzati ad altitudine<br />
minore (in corrispondenza della serie dei Quercetalia ilicis), legati a un maggior grado di<br />
xerotermofilia e dominati da specie proprie della macchia mediterranea e delle garighe<br />
come Satureja montana, Euphorbia spinosa ssp. ligustica, Lavandula angustifolia (aspetti<br />
riferibili al Lavandulo angustifoliae-Genistion cinereae o più precisamente all’associazione<br />
Euphorbio spinosae-Genistetum cinereae). Gli altri aspetti di maggiore altitudine e a<br />
carattere più alpino sono stati già riportati con parziale riferimento all’habitat 4060.<br />
Si segnala infine la probabile appartenenza all’habitat 5330 degli aspetti a Coronilla<br />
valentina e di quelli a Coronilla juncea ricadenti nel SIC di Capo Mortola e nei suoi dintorni,<br />
dove è presente anche Ampelodesmos mauritanica. Nel complesso le superfici attribuite<br />
all’habitat 5330 assommano a circa 694 ettari, di cui il 95% in aspetti a mosaico o misti.<br />
Fig. 24 - Localizzazione degli aspetti a Genista cinerea per lo più riferibili all’habitat, 5330<br />
e degli aspetti a Coronilla valentina e a Coronilla juncea (triangolo rosso)<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Nell’area di progetto l’habitat 5330 caratterizzato per lo più dagli aspetti più termofili a<br />
Genista cinerea, può essere valutato in buon stato di conservazione e in condizioni di<br />
relativa stabilità o espansione. Ciò è probabilmente favorito anche dalle variazioni generali<br />
di innalzamento termico del clima, oltre che dall’abbandono di pratiche rurali. Peraltro<br />
l’habitat è in parte favorito dal passaggio del fuoco.<br />
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- Habitat arbustivi o erbaceo arbustivi mesomediterranei<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
D.2.4<br />
D.2.4.1<br />
NOME NOM<br />
Habitat arbustivi o erbaceo<br />
arbustivi mesomediterranei<br />
Macchie basse o alte<br />
mesomediterranee<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 32.3 F5.25 0 1 ?<br />
null 32.3 F5.25 0 1 ?<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Si tratta di aspetti diversi di macchia dominati da specie comuni quali Calicotome spinosa,<br />
Erica arborea, Pistacia terebinthus, P. lentiscus, ecc, rientranti nella serie del leccio e non<br />
riferibili ad habitat esplicitamente previsti dall’All. I della Direttiva 43/92.<br />
Sono segnalati nelle zone facenti parte della rete ecologica regionale che connette i siti<br />
della rete <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>,. ma verosimilmente presenti anche all’interno o ai margini di<br />
questi.<br />
Svolgono un ruolo importante nella difesa del suolo avviando i processi dinamici di<br />
ricostituzione verso le comunità forestali in una settore della Riviera dove l’uso del<br />
territorio con l’agricoltura intensiva e gli incendi hanno inciso fortemente sulla naturalità<br />
riducendo l’estensione dei boschi mediterranei.<br />
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6110 - Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.1.1.1<br />
NOME NOM<br />
Formazioni erbose<br />
calcicole rupicole o<br />
basofile dell'Alysso-<br />
Sedion albi<br />
Pelouses rupicoles<br />
calcaires ou<br />
basiphiles du<br />
Alysso-Sedion albi*<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
6110 34.11 E1.11 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Pratelli xerotermofili, erboso-rupestri, discontinui, colonizzati da vegetazione pioniera di<br />
terofite e di succulente, con muschi calcifili e licheni, dal piano mesomediterraneo a quello<br />
supratemperato inferiore, localmente fino all'orizzonte subalpino. Il substrato è<br />
generalmente calcareo, ma può interessare anche rocce ofiolitiche o vulcaniti.<br />
Le cenosi appartenenti<br />
a questo habitat sono state<br />
inquadrate per l'Appennino nelle associazioni Petrorhagio<br />
saxifragae-Sedetum sexangularis Venanzoni e Gigante<br />
1999, Sedetum sexangulari-rupestris Di Pietro et al. 2006<br />
e, in Cilento, Sedo albi-Alyssetum orientalis Corbetta et<br />
al., 2004. Per il Carso triestino ed isontino e per<br />
l'Appennino settentrionale è stata rinvenuta l'associazione<br />
Alysso alyssoidis-Sedetum albi Oberd. et Th. Müller in<br />
Müller 1961. Per il Carso è stato inoltre descritto un<br />
"fitocenon a Sedum montanum/orientale" (Poldini, 1980).<br />
Tali syntaxa si inquadrano nell'alleanza Alysso alyssoidis-<br />
Sedion albi Oberdorfer & Müller in Müller 1961, ordine<br />
Sedo-Scleranthetalia Br.-Bl. 1955, classe Sedo-<br />
Scleranthetea Br.-Bl. 1955 em. Th. Müller 1961.<br />
Considerate le situazioni estreme<br />
e molto peculiari, queste comunità sono<br />
sostanzialmente stabili se considerate in termini seriali. Si possono riconoscere a volte<br />
termini ancora più primitivi, su affioramenti rocciosi costituiti unicamente da muschi calcifili<br />
(Tortellion) e licheni (Toninion coeruleo-nigricantis). In tal caso, evidentemente, si tratta di<br />
comunità da riferire all’habitat 8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione<br />
casmofitica”. Tra le associazioni di contatto nel carso triestino prevalgono quelle licheniche<br />
nei punti di maggiore aridità e quelle del Saturejion subspicatae (Festuco-Brometea) nei<br />
punti di accumulo di terriccio; inoltre su suoli con maggiore componente argillosa sono<br />
frequenti contatti con l'alleanza Vulpio-Crepidion Poldini 1989. Nell'Appennino centromeridionale<br />
si sviluppano contatti analoghi con l'alleanza Artemisio albae-Saturejion<br />
montanae, con le praterie xerofile dell'alleanza Phleo-Bromion (habitat 6210 “Formazioni<br />
erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo") e anche<br />
con formazioni di macchia arbustiva dell'habitat 5130 "Formazioni a Juniperus communis<br />
su lande o prati calcicoli”. Non sempre evidentissimo è anche il confine con aspetti<br />
termofili dei pavimenti calcarei (habitat 8240 “Pavimenti calcarei”). (Lasen e Poldini in<br />
AAVV., 2009)<br />
CARATTERISTICHE<br />
NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Micro habitat caratterizzati da vegetazione<br />
prevalentemente erbaceo-suffruticosa, basifila,<br />
discontinua, per gran parte nudi e soggetti a erosione. Si osservano spesso su accumuli di<br />
detriti medio-fini e forme di erosione in lacune dei pascoli e a contatto con rocce compatte.<br />
Le specie che meglio caratterizzano l’habitat sono quelle succulente appartenenti ai generi<br />
Sedum e Sempervivum, accompagnate da diverse specie erbacee a ciclo annuo o<br />
perenne con habitus xerofitico, licheni e muschi. Nella cartografia l’habitat figura<br />
pressoché sempre associato a mosaico con habitat rupestri o di praterie discontinue, non<br />
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essendo possibile riportare cartograficamente la presenza di tessere di dimensioni spesso<br />
minime sparse o disposte linearmente alla base di pendii spesso impervi; in tali mosaici<br />
l’habitat 6110 partecipa con percentuali variabili, raramente sino al 50%. La superficie<br />
occupata è stata stimata in circa 11 ettari, ma le difficoltà oggettive potrebbero avere<br />
indotto da un lato a una sovrastima delle superfici e dall’altro a una sottostima delle<br />
presenze dell’habitat.<br />
Fig. 25 - Localizzazione dell’habitat 6110 nell’area di progetto<br />
STATO<br />
DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Nell’area di progetto l’habitat 6110 può essere valutato<br />
in buon stato di conservazione e in<br />
condizioni di relativa stabilità. Ciò è dovuto soprattuto alla scarsità di fattori di minaccia.<br />
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6170 - Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.1.3<br />
E.1.3.1.2.1<br />
NOME NOM<br />
Formazioni erbose<br />
calcicole alpine e<br />
subalpine<br />
Praterie xerofile a<br />
Sesleria e carici<br />
sempreverdi<br />
Pelouses calcaires<br />
alpines et<br />
subalpines<br />
Versants à Seslérie<br />
et Laîches<br />
sempervirentes<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
6170 36.41 E4.4 I 1 1<br />
6170 36.431 E4.4111 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Praterie alpine e subalpine, talvolta anche discontinue, comprese le stazioni a prolungato<br />
innevamento, (vallette nivali, dell'Arabidion caeruleae) delle Alpi e delle aree centrali e<br />
meridionali degli Appennini e sviluppate, di norma, sopra il limite del bosco, su suoli<br />
derivanti da matrice carbonatica (o non povera di basi). Talvolta anche sotto il limite della<br />
foresta nel piano altimontano e nelle forre umide prealpine (seslerieti di forra)<br />
eccezionalmente anche a 300-500<br />
m di quota.<br />
Sotto il profilo sintassonomico si riferiscono di seguito solo<br />
i riferimenti coerenti con il territorio indagato. Le alleanze<br />
esclusive delle alpi sud-occidentali sono:<br />
- Avenion sempervirentis Barbero 1968 (= Avenion<br />
montanae Barbero 1968 p.p.) afferisce dell’ordine<br />
Seslerietalia caeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & H. Jenny 1926,<br />
classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= Festuco-<br />
Seslerietea Barbero & Bonin 1969).<br />
- Ononidion cenisiae Barbero 1972 (che Theurillat et al.,<br />
1995 sinonimizzano con Avenion sempervirentis) è da<br />
inquadrare nell’ordine Ononidetalia striatae Br.-Bl. 1952<br />
della classe Festuco valesiacae-Brometea erecti Br.-Bl. &<br />
Tüxen ex Br.-Bl. 1949 (l’ordine Ononidetalia striatae è<br />
fatto afferire da Theurillat et al. 1995, alla classe Elyno-<br />
Seslerietea Br.-Bl. 1948).<br />
Per le Alpi si riconoscono le seguenti alleanze: Seslerion albicantis Br.-Bl. in Br.-Bl. &<br />
Jenny 1926 (ordine Seslerietalia coeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926, classe<br />
Seslerietea albicantis Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926) Seslerion coeruleae e Caricion<br />
austroalpinae Sutter 1962 [ordine Seslerietalia coeruleae Br.-Bl. in Br.-Bl. & Jenny 1926,<br />
classe Elyno-Seslerietea Br.-Bl. 1948 (= Festuco-Seslerietea Barbero & Bonin 1969)].<br />
Anche Caricion firmae Gams 1936 (del medesimo ordine Seslerietalia), il cui riferimento<br />
Corine è 36.433, va incluso in questo sottotipo.<br />
Si tratta di habitat assai articolati che includono numerose comunità, a contatto sia di tipo<br />
seriale che catenale. Da situazioni assai primitive (mosaici con 8120 “Ghiaioni calcarei e<br />
scisto-calcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii)” e 8210 “Pareti rocciose calcaree<br />
con vegetazione casmofitica”) si passa progressivamente verso cenosi più acidificate, al<br />
punto che nel sottotipo del Caricion ferrugineae, in alcuni casi, il limite con 6150<br />
“Formazioni erbose boreo-alpine silicicole “ non è sempre ben definibile. Le diverse<br />
comunità afferenti a questo tipo di habitat sono spesso in contatto topografico con<br />
mughete (4070 "Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum -Mugo-<br />
Rhododendretum hirsuti-") [assenti nel terriutorio indagato] e detriti di falda (appunto,<br />
8120). Sotto il limite potenziale della foresta, l’evoluzione post abbandono determina la<br />
scomparsa delle comunità del 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine”<br />
(seslerieti e firmeti) a favore di consorzi arbustivi ad ericacee (da ricondurre all’habitat<br />
4060 “Lande alpine e boreali” sia per aspetti basifili che per brughiere acidofile).<br />
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Ovunque, sotto il limite della vegetazione arbustiva, la presenza di pino mugo, rododendri,<br />
ontano verde, altri arbusti, oltre a plantule di Larix, Picea e Pinus cembra, testimonia una<br />
dinamica evolutiva facilmente interpretabile e condizionata sia dai fattori morfologici che<br />
dai livelli di utilizzazione. Le situazioni più complesse sono, peraltro, non quelle primitive,<br />
ma quelle più evolute in cui, per motivi di substrato, o di suoli più profondi, l’acidificazione<br />
superficiale è avanzata. In assenza di fattori limitanti lo sviluppo, gli arbusti e le altre<br />
specie legnose colonizzano i siti originando, nella situazione attuale, appunto, mosaici<br />
intricati. Nelle stazioni fresche, a lungo innevamento, o con apporto naturale di sostanze<br />
organiche, i passaggi e le compenetrazioni con comunità di Adenostylion (es.<br />
Peucedanetum ostruthii), codice 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie<br />
idrofile”, sono relativamente diffuse. (Lasen et al in AAVV:., 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Habitat tipici delle praterie discontinue o più raramente continue della fascia altomontana e<br />
subalpina, per lo più dal pascolo o condizionate da vento e acclività accentuati. La<br />
vegetazione è dominata da piccole specie graminoidi o da uno strato misto di erbe,<br />
camefite e nanofanerofite di bassa taglia. Localmente sono presenti aspetti con graminoidi<br />
di maggiore taglia (Helictotrichon sempervirens, H. parlatorei, ecc ). In corrispondenza di<br />
depressioni con maggiore disponibilità idrica la cotica è più compatta, mentre in<br />
corrispondenza di creste o versanti fortemente acclivi, talora gradinati, l’habitat ha<br />
copertura discontinua o a cordoni ed è a diretto contatto con aspetti rupestri o tipici dei<br />
detriti in ripetute e ravvicinate alternanze.<br />
Fig. 26 - Localizzazione dell’habitat 6170<br />
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Spesso risulta difficoltosa la distinzione fra gli habitat riferibili a 6170 con quelli di prateria<br />
a maggiore componente termofila, riconducibile a 6210 o con lande alpine riferibili a 4060.<br />
Allo stesso Habitat 6170 appartengono frammenti di vegetazione a Carex sempervirens, di<br />
notevole importanza, localizzati sul versante nord del Gruppo Saccarello - Fronté.<br />
Nel complesso la superficie occupata dall’habitat 6170 è stata stimata in circa 1217 ettari<br />
(circa il 5% dell’area di progetto) di cui circa 94% nell’ambito di aspetti a mosaico o misti.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Nell’area di progetto lo stato di conservazione dell’habitat 6110 può essere valutato di<br />
livello medio, ma in progressiva riduzione. Ciò è testimoniato soprattutto dalla diffusione di<br />
aspetti a mosaico o misti in cui si evidenziano significative presenze di specie legnose che<br />
tendono a riavviare i processi dinamici di ricostituzione del manto forestale. Localmente<br />
situazioni di sovrapascolamento e stazionamento del bestiame hanno portato<br />
all’affermazione da un lato di praterie impoverite a Nardus stricta e dall’altro a megaforbieti<br />
con piante nitrofile.<br />
Poichè la valutazione dello stato di conservazione deve fondarsi soprattutto sul confronto<br />
tra la superficie della situazione attuale e quella potenziale dell’habitat si possono<br />
esprimere le seguenti considerazioni. Nel territorio indagato il limite dell’albero è prossimo<br />
alla quota maggiore del territorio stesso e anche le fasce altimetriche più elevate non<br />
corrispondono, se non in percentuale insignificante, alla potenzialità per i pascoli alpini. Se<br />
col termine potenziale si considera la potenzialità naturale, ne consegue che la superficie<br />
attuale è superiore a quella effettivamente potenziale in conseguenza di attività rurali<br />
esercitate più intensamente nel passato. Se invece per potenzialità si intende quella<br />
agronomica dell’alpeggio allore ne consegue che la superficie attuale è inferiore alle<br />
possibilità, testimoniate dagli usi territoriali del passato. Queste due alternative<br />
porterebbero a due valutazioni differenti: una con trend positivo a favore di altri habitat e<br />
una con trend negativo. In realtà sarebbe più opportuno utilizzare per una valutazione<br />
sullo stato di conservazione diversi parametri, fra i quali popolamenti faunistici (avifauna<br />
ed entomofauna) e floristici. In base a ciò, considerando quanto espresso nella relazione<br />
circa la ricchezza specifica del territorio, lo stato di conservazione può essere valutato di<br />
livello medio.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 73
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6210 - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su<br />
substrato calcareo<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.2.1<br />
NOME NOM<br />
Formazioni erbose<br />
secche seminaturali<br />
e facies coperte da<br />
cespugli su<br />
substrato calcareo<br />
(Festuco -<br />
Brometalia)<br />
(*notevole fioritura<br />
di orchidee)<br />
Pelouses sèches seminaturelles<br />
et faciès<br />
d'embuissonnement sur<br />
calcaires (Festuco<br />
Brometalia)(*sites<br />
d'orchidées<br />
remarquables)*<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO<br />
- NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
6210 34.31 E1.2 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Praterie polispecifiche perenni a dominanza di graminacee emicriptofitiche, generalmente<br />
secondarie, da aride a semimesofile, diffuse prevalentemente nel Settore Appenninico ma<br />
presenti anche nella Provincia Alpina, dei Piani bioclimatici Submeso-, Meso-, Supra-<br />
Temperato, riferibili alla classe Festuco-Brometea, talora interessate da una ricca<br />
presenza di specie di Orchideaceae ed in tal caso considerate prioritarie (*). Per quanto<br />
riguarda l’Italia appenninica, si tratta di comunità endemiche, da xerofile a semimesofile,<br />
prevalentemente emicriptofitiche ma con una possibile componente camefitica, sviluppate<br />
su substrati di varia natura.<br />
Per individuare il carattere prioritario deve essere soddisfatto almeno uno dei seguenti<br />
criteri:<br />
(a) il sito ospita un ricco contingente di specie di orchidee;<br />
(b) il sito ospita un’importante popolazione di almeno una specie di orchidee ritenuta non<br />
molto comune a livello nazionale;<br />
(c) ) il sito ospita una o più specie di orchidee ritenute rare, molto rare o di eccezionale<br />
rarità a livello nazionale.<br />
La specie fisionomizzante è quasi sempre Bromus erectus, ma talora il ruolo è condiviso<br />
da altre entità come Brachypodium rupestre.<br />
L’Habitat 6210 per il territorio italiano viene prevalentemente riferito all’ordine Brometalia<br />
erecti Br.-Bl. 1936.<br />
Sotto il profilo sintassonomico si riferiscono di seguito solo<br />
i riferimenti coerenti con il territorio indagato, ma si rileva<br />
che nel manuale italiano d’interpretazione sono presenti<br />
anche altre indicazioni riferite al settore appenninico,<br />
valide per le quote inferiori dell’area di progetto. Per i<br />
brometi alpini sono riconosciute le alleanze Bromion erecti<br />
Koch 1926 (= Mesobromion erecti Br.-Bl & Moor 1938),<br />
inclusa la suballeanza Seslerio caeruleae-Mesobromenion<br />
erecti Oberdorfer 1957, per gli aspetti mesofili;<br />
Xerobromion erecti (Br.-Bl & Moor 1938) Moravec in Holub<br />
et al. 1967 per gli aspetti xerofili; Festuco amethystinae-<br />
Bromion erecti Barbero & Loisel 1972 per gli aspetti<br />
xerofili delle Alpi liguri.<br />
In questo habitat vanno inoltre inserite le praterie<br />
subcontinentali dell'ordine Festucetalia valesiacae (34.31), per gli aspetti riguardanti le<br />
alleanze Cirsio-Brachypodion pinnati Hadac & Klika in Klika & Hadac 1944 e Diplachnion<br />
serotinae Br.-Bl. 1961.<br />
Le praterie dell’Habitat 6210, tranne alcuni sporadici casi, sono habitat tipicamente<br />
secondari, il cui mantenimento è subordinato alle attività di sfalcio o di pascolamento del<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
bestiame, garantite dalla persistenza delle tradizionali attività agro-pastorali. In assenza di<br />
tale sistema di gestione, i naturali processi dinamici della vegetazione favoriscono<br />
l’insediamento nelle praterie di specie di orlo ed arbustive e lo sviluppo di comunità riferibili<br />
rispettivamente alle classi Trifolio-Geranietea sanguinei e Rhamno-Prunetea spinosae;<br />
quest’ultima può talora essere rappresentata dalle ‘Formazioni a Juniperus communis su<br />
lande o prati calcicoli’ dell’Habitat 5130. All’interno delle piccole radure e discontinuità del<br />
cotico erboso, soprattutto negli ambienti più aridi, rupestri e poveri di suolo, è possibile la<br />
presenza delle cenosi effimere della classe Helianthemetea guttati riferibili all’Habitat<br />
6220* ‘Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea’ o<br />
anche delle comunità xerofile a dominanza di specie del genere Sedum, riferibili all’Habitat<br />
6110 ‘Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi’. Può<br />
verificarsi anche lo sviluppo di situazioni di mosaico con aspetti marcatamente xerofili a<br />
dominanza di camefite riferibili agli habitat delle garighe e nano-garighe appenniniche<br />
submediterranee (classi Rosmarinetea officinalis, Cisto-Micromerietea).<br />
Dal punto di vista del paesaggio vegetale, i brometi sono tipicamente inseriti nel contesto<br />
delle formazioni forestali caducifoglie collinari e montane a dominanza di Fagus sylvatica<br />
(Habitat 9110 ‘Faggeti del Luzulo-Fagetum’, 9120 ‘Faggeti acidofili atlantici con sottobosco<br />
di Ilex e a volte di Taxus’, 9130 ‘Faggeti dell'Asperulo-Fagetum’, 9140 ‘Faggeti subalpini<br />
dell'Europa Centrale con Acer e Rumex arifolius’, 9150 ‘Faggeti calcicoli dell'Europa<br />
Centrale del Cephalanthero-Fagion, 91K0 ‘Faggete illiriche dell’Aremonio-Fagion’, 9210*<br />
‘Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex’, 9220 ‘Faggeti degli Appennini con Abies alba e<br />
faggeti con Abies nebrodensis’) o di Ostrya carpinifolia, di Quercus pubescens (Habitat<br />
91AA ‘Boschi orientali di roverella’), di Quercus cerris (Habitat 91M0 ‘Foreste Pannonico-<br />
Balcaniche di cerro e rovere’) o di castagno (9260 ‘Foreste di Castanea sativa’).(gigante e<br />
Selvaggi in AAVV., 2009<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Comprende habitat caratterizzati da praterie mesoxeriche più termofile di quelle<br />
propriamente dei piani altomontani e subalpini, dominate da specie diverse, per lo più<br />
graminoidi, soggette localmente a pascolo. Si ritrovano sovente in aspetti arbustati o con<br />
nuclei arborescenti confondibili con aspetti a mosaico cui partecipano habitat arbustivi o<br />
con habitat complessi quali 6310. Spesso ospitano ricchi popolamenti di orchidacee e<br />
acquisiscono importanza prioritaria. La distinzione rispetto a 6170 e 6220 ai limiti<br />
altitudinali superiori e inferiori non è sempre agevole. La superficie occupata dall’habitat<br />
6210 è stata stimata in 1117 ettari circa (4,6% dell’area di progetto) di cui l’87% in aspetti<br />
misti o a mosaico.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Nell’area di progetto lo stato di conservazione dell’habitat 6210 può essere valutato di<br />
livello medio-buono, ma in progressiva riduzione soprattutto negli aspetti puramente<br />
erbacei a favore soprattutto di quelli arbustati direttamente connessi con i processi<br />
dinamici di ricostituzione del manto forestale.<br />
Localmente situazioni di sovrapascolamento e stazionamento del bestiame hanno portato<br />
all’affermazione da un lato di praterie impoverite a Nardus stricta e dall’altro a megaforbieti<br />
con piante nitrofile.<br />
La mancanza o la riduzione di attività di pascolo e/o sfalcio, esercitate con intensità<br />
congrua, limitano anche i popolamenti di orchidee, che tuttavia sono ancora ben<br />
rappresentati nell’area di progetto.<br />
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Fig. 27 - Localizzazione dell’habitat 6210<br />
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6220 - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.2.2<br />
E.2.2.1.1<br />
E.2.2.4.1<br />
NOME NOM<br />
Percorsi substeppici<br />
di graminacee e<br />
piante annue dei<br />
Thero-Brachypodietea<br />
Comunità a<br />
Brachypodium<br />
phoenicoides<br />
Praterie ad<br />
Aphyllanthes e steppe<br />
supra-mediterranee<br />
Parcours<br />
substeppiques de<br />
graminées et<br />
annuelles du Thero-<br />
Brachypodietea*<br />
Gazons à Brachypode<br />
de Phénicie<br />
Pelouses à<br />
Aphyllanthes<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
6220 34.5 E1.3 I 1 1<br />
6220 34.36 E1.2A I 1 1<br />
6220 34.721 E1.52 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di graminacee, su substrati di<br />
varia natura, spesso calcarei e ricchi di basi, talora soggetti ad erosione, con aspetti<br />
perenni (riferibili alle classi Poetea bulbosae e Lygeo-Stipetea, con l’esclusione delle<br />
praterie ad Ampelodesmos mauritanicus che vanno riferite all’Habitat 5330 ‘Arbusteti<br />
termo-mediterranei e pre-steppici’, sottotipo 32.23) che ospitano al loro interno aspetti<br />
annuali (Helianthemetea guttati), dei Piani Bioclimatici Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-<br />
Mediterraneo, con distribuzione prevalente nei settori costieri e subcostieri dell’Italia<br />
peninsulare e delle isole, occasionalmente rinvenibili nei territori interni in corrispondenza<br />
di condizioni edafiche e microclimatiche<br />
particolari.<br />
I diversi aspetti dell’Habitat 6220* per il territorio italiano<br />
possono essere riferiti alle seguenti classi: Lygeo-Stipetea<br />
Rivas-Martínez 1978 per gli aspetti perenni termofili,<br />
Poetea bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martínez in Rivas-<br />
Martínez 1978 per gli aspetti perenni subnitrofili ed<br />
Helianthemetea guttati (Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine &<br />
Nègre 1952) Rivas Goday & Rivas-Martínez 1963 em.<br />
Rivas-Martínez 1978 per gli aspetti annuali. Nella prima<br />
classe vengono incluse le alleanze: Polygonion tenoreani<br />
Brullo, De Marco & Signorello 1990, Thero-Brachypodion<br />
ramosi Br.-Bl. 1925, Stipion tenacissimae Rivas-Martínez<br />
1978 e Moricandio-Lygeion sparti Brullo, De Marco &<br />
Signorello 1990 dell’ordine Lygeo-Stipetalia Br.-Bl. et O.<br />
Bolòs 1958; Hyparrhenion hirtae Br.-Bl., P. Silva &<br />
Rozeira 1956 (incl. Aristido caerulescentis-Hyparrhenion hirtae Brullo et al. 1997 e<br />
Saturejo-Hyparrhenion O. Bolòs 1962) ascritta all’ordine Hyparrhenietalia hirtae Rivas-<br />
Martínez 1978. La seconda classe è rappresentata dalle tre alleanze Trifolio subterranei-<br />
Periballion Rivas Goday 1964, Poo bulbosae-Astragalion sesamei Rivas Goday & Ladero<br />
1970, Plantaginion serrariae Galán, Morales & Vicente <strong>2000</strong>, tutte incluse nell’ordine<br />
Poetalia bulbosae Rivas Goday & Rivas-Martínez in Rivas Goday & Ladero 1970. Infine gli<br />
aspetti annuali trovano collocazione nella terza classe che comprende le alleanze<br />
Hypochoeridion achyrophori Biondi et Guerra 2008 (ascritta all’ordine Trachynietalia<br />
distachyae Rivas-Martínez 1978), Trachynion distachyae Rivas-Martínez 1978,<br />
Helianthemion guttati Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 e Thero-Airion Tüxen &<br />
Oberdorfer 1958 em. Rivas-Martínez 1978 (dell’ordine Helianthemetalia guttati Br.-Bl. in<br />
Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940).<br />
La vegetazione delle praterie xerofile mediterranee si insedia di frequente in<br />
corrispondenza di aree di erosione o comunque dove la continuità dei suoli sia interrotta,<br />
tipicamente all’interno delle radure della vegetazione perenne, sia essa quella delle<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
garighe e nano-garighe appenniniche submediterranee delle classi Rosmarinetea<br />
officinalis e Cisto-Micromerietea; quella degli ‘Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici’<br />
riferibili all’Habitat 5330; quella delle ‘Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-<br />
Lavanduletalia riferibili all’Habitat 2260; quella delle ‘Formazioni erbose secche<br />
seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo’ della classe Festuco-<br />
Brometea, riferibili all’Habitat 6210; o ancora quella delle ‘Formazioni erbose rupicole<br />
calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi’ riferibile all’Habitat 6110, nonché quella delle<br />
praterie con Ampelodesmos mauritanicus riferibili all’Habitat 5330 ‘Arbusteti termomediterranei<br />
e pre-steppici’. Può rappresentare stadi iniziali (pionieri) di colonizzazione di<br />
neosuperfici costituite ad esempio da affioramenti rocciosi di varia natura litologica, così<br />
come aspetti di degradazione più o meno avanzata al termine di processi regressivi legati<br />
al sovrapascolamento o a ripetuti fenomeni di incendio. Quando le condizioni ambientali<br />
favoriscono i processi di sviluppo sia del suolo che della vegetazione, in assenza di<br />
perturbazioni, le comunità riferibili all’Habitat 6220* possono essere invase da specie<br />
perenni arbustive legnose che tendono a soppiantare la vegetazione erbacea, dando<br />
luogo a successioni verso cenosi perenni più evolute. Può verificarsi in questi casi il<br />
passaggio ad altre tipologie di Habitat, quali gli ‘Arbusteti submediterranei e temperati’, i<br />
‘Matorral arborescenti mediterranei’ e le ‘Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche’<br />
riferibili rispettivamente agli Habitat dei gruppi 51, 52 e 53 (per le tipologie che si<br />
rinvengono in Italia).<br />
Dal punto di vista del paesaggio vegetale, queste formazioni si collocano generalmente<br />
all’interno di serie di vegetazione che presentano come tappa matura le pinete<br />
mediterranee dell'Habitat 2270 'Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster'; la<br />
foresta sempreverde dell’Habitat 9340 ‘Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia’ o il<br />
bosco misto a dominanza di caducifoglie collinari termofile, quali Quercus pubescens, Q.<br />
virgiliana, Q. dalechampi, riferibile all’Habitat 91AA ‘Boschi orientali di roverella’, meno<br />
frequentemente Q. cerris (Habitat 91M0 ‘Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere’).<br />
(Gigante in AAVV:, 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Comprende habitat erbacei nettamente xerici e termofili localizzati esclusivamente nelle<br />
parti più meridionali dell’area di progetto, (Capo Mortola, Grammondo, parti inferiori di<br />
Testa d’Alpe) sovente limitati come superficie e molto frammentati o con andamento<br />
lineare. Aspetti particolari sono quelli caratterizzati da Brachypodium phoenicoides (a<br />
Capo Mortola e dintorni) o da Aphyllanthes monspeliensis, nettamente costieri. Questi<br />
ultimi, pur previsti nella check list condivisa in ambito transfrontaliero, non sono tuttavia<br />
stati segnalati nell’area di progetto.<br />
Qui la superficie occupata dall’habitat 6220 è stata stimata in circa 110 ettari, di cui circa<br />
92% in aspetti a mosaico o misti, per la maggior parte con l’habitat 6210.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Nell’area di progetto lo stato di conservazione dell’habitat 6220 può essere valutato di<br />
livello medio-basso, soprattutto in rapporto alla forte pressione antropica esercitata nella<br />
fascia costiera o più in generale più prossima alla costa.<br />
Si tratta di una zona che peraltro risente più di altre della diffusione di specie esotiche che<br />
alterano la naturalità degli habitat. Anche la ridotta attività del pascolo contribuisce a<br />
limitare l’habitat 6220.<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
.<br />
Fig. 28 - Localizzazione dell’Habitat 6220<br />
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6230 - Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone<br />
montane<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.2.3.1<br />
NOME NOM<br />
Formazioni erbose a<br />
Nardus, ricche di<br />
specie, su substrato<br />
siliceo delle zone<br />
montane (e delle<br />
zone submontane<br />
dell'Europa<br />
continentale)<br />
Formations herbeuses à<br />
Nardus, riches en<br />
espéces, sur substrat<br />
siliceux des zones<br />
montagnardes et de zones<br />
submontagnardes de<br />
l'Europe continentale)<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
6230 36.31<br />
CORINE EUNIS<br />
E4.31,<br />
E1.71<br />
ALLEGATO<br />
- NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Praterie chiuse mesofile, perenni, a prevalenza o a significativa partecipazione di Nardus<br />
stricta, localizzate in aree pianeggianti o poco acclivi, da collinari ad altimontanosubalpine,<br />
delle Alpi e degli Appennini, sviluppate su suoli acidi, derivanti da substrati a<br />
matrice silicatica, o anche carbonatica, ma in tal caso soggetti a lisciviazione.<br />
In Italia, nell'habitat sono comprese le comunità dell'ordine Nardetalia strictae Oberd. ex<br />
Preising 1949 (cl. Nardetea strictae Rivas Goday in Rivas-Goday & Rivas-Martinez 1963)<br />
appartenenti alle alleanze Violion caninae Schwickerath 1944, Nardo-Agrostion tenuis<br />
Sillinger 1933 e Ranunculo-Nardion Bonin 1972. Secondo indicazione esplicita di EUR27,<br />
inoltre, è riferibile a questo habitat anche Sieversio-Nardetum strictae Lüdi 1948 (Nardion<br />
strictae Br.-Bl. 1926, Festucetalia spadiceae Barbero 1970, classe Caricetea curvulae Br.-<br />
Bl. 1948), limitatamente agli aspetti subalpini.<br />
Nelle Alpi e nell'Appennino settentrionale le comunità a<br />
nardo rappresentano aspetti di sostituzione delle faggete<br />
su silice. In aree alpine queste formazioni forestali sono<br />
riferibili agli habitat 9110 "Faggeti del Luzulo-Fagetum" e<br />
9120 "Faggeti acidofili atlantici con sottobosco di Ilex e a<br />
volte di Taxus (Quercion robori-petreae o Ilici-Fagenion)".<br />
L'habitat inoltre si rinviene nell'area potenziale per le<br />
peccete riferibili all'habitat 9410 "Foreste acidofile<br />
montane e alpine di Picea (Vaccinio-Piceetea)". Nei<br />
nardeti subalpini, inoltre, in assenza di gestione,<br />
l'evoluzione verso il rodoreto a rododendro ferrugineo<br />
(4060 "Lande alpine e boreali") si osserva<br />
frequentemente con veri e propri mosaici. In assenza di<br />
interventi agro-pastorali, i nardeti sono destinati ad essere<br />
invasi da specie arbustive o arboree. Tra le specie arboree nella fascia montana entra<br />
spesso Betula pendula o Pinus sylvestris e, talvolta, anche Corylus avellana e Populus<br />
tremula, oltre a Picea e Larix e, talora, Pinus cembra. Con assai maggiore frequenza,<br />
tuttavia, si osservano lembi di nardeto montano invasi da aggruppamenti a rosa e ginepro<br />
(habitat 5130 “Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcioli”).<br />
Le situazioni più xeriche sono quasi ovunque interessate da abbondante partecipazione di<br />
Calluna vulgaris che prelude alla formazione di brughiere asciutte della classe Calluno-<br />
Ulicetea (habitat 4030 "Lande secche europee"). Gli aspetti più pingui della prateria sono<br />
spesso determinati da varianti gestionali e dalla morfologia di dettaglio, e dal contatto con<br />
triseteti dell'habitat 6520 “Praterie montane da fieno”. In gran parte dell’area dolomitica,<br />
dove le minacce sono di due tipi, l’abbandono o l’intensificazione delle concimazioni, i<br />
nardeti si sono fortemente ridotti e, spesso, si osserva che essi sono relegati a fasce<br />
marginali, che rappresentano, in realtà, uno scrigno di biodiversità e sono assai importanti<br />
per la fauna. Nelle stazioni più fresche e a migliore disponibilità idrica, i nardeti vengono<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 80
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
sostituiti, o invasi, da aggruppamenti monospecifici a Deschampsia caespitosa, da<br />
considerare come forme di degradazione. Nardeti paucispecifici sono diffusi in aree molto<br />
frequentate dai cervi e da altri ungulati. Su suoli con elevata capacità di ritenzione idrica<br />
sono diffusi i nardeti igrofili, quasi sempre favoriti da un pascolamento estensivo, a<br />
contatto con le torbiere di transizione con sfagni (habitat 7140 “Torbiere di transizione e<br />
instabili”), oppure con gli aggruppamenti a Molinia caerulea (habitat 6410 "Praterie con<br />
Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae)"). Nei versanti a<br />
sud e più xerici, è inoltre frequente il contatto del nardeto (sempre Sieversio-Nardetum in<br />
massima parte) con cenosi di Festucion variae e Festucion spadiceae (habitat 6150<br />
"Formazioni erbose boreo-alpine silicicole") e, in stazioni un po’ più fresche, con quelle di<br />
Agrostion schraderianae. (Lasen et al in AAVV:., 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Comprende habitat erbacei dominati da Nardus stricta al quale si accompagnano diverse<br />
specie acidofile (Festuca rubra, Arnica montana, Antennaria dioica, ecc). L’origine di tali<br />
habitat è legata generalmente a un pascolo eccessivo e a una acidificazione del suolo.<br />
La superficie occupata dall’habitat 6230 nell’area di progetto è stata stimata in circa 468<br />
ettari, di cui circa 91% osservabili in aspetti a mosaico o misti alla scala adottata.<br />
Fig. 29 - Localizzazione dell’habitat 6230<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Nei casi in cui l’effetto del pascolo è molto accentuato si può osservare una progressiva<br />
perdita di specie a favore del nardo e conseguentemente a una diffusione di aspetti<br />
degradati lontani dalla piena rappresentatività dell’habitat.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 81
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6310 - Dehesas con Quercus spp. sempreverde<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.3.1<br />
NOME NOM<br />
Dehesas con<br />
Quercus spp.<br />
sempreverde<br />
Dehesas à Quercus<br />
spp. sempervirens<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
6310<br />
CORINE EUNIS<br />
32.11 x<br />
84.6<br />
F5.11,<br />
E7.3<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 0<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Pascoli alberati a dominanza di querce sempreverdi (Quercus suber, Q.ilex, Q.coccifera),<br />
indifferenti al substrato, da termomediterraneo inferiore secco inferiore a<br />
supramediterraneo inferiore umido superiore. Sono presenti maggiormente nella<br />
subregione biogeografica Mediterranea occidentale, quindi in Italia maggiormente, ma non<br />
esclusivamente, nel versante tirrenico, isole incluse. Si tratta comunque di un habitat<br />
seminaturale, mantenuto dalle attività agro-zootecniche, in particolare l’allevamento brado<br />
ovi-caprino, bovino e suino.<br />
Si tratta di un habitat a forte determinismo antropico, dove<br />
non sempre è possibile pervenire ad un inquadramento<br />
sintassonomico delle cenosi presenti. I pascoli alberati<br />
derivano infatti dal diradamento di preesistenti comunità<br />
forestali a dominanza di querce sempreverdi. In Italia<br />
queste sono riferite quasi sempre all’alleanza centromediterranea<br />
Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi,<br />
Casavecchia & Gigante 2003, che include tutti i boschi a<br />
dominanza di leccio e sughera in bioclima Mediterraneo<br />
Pluvistagionale Oceanico (ordine Quercetalia ilicis Br.-Bl.<br />
ex Molinier 1934 em. Rivas-Martìnez 1975, classe<br />
Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950). Fanno<br />
eccezione i pascoli alberati a quercia spinosa, inclusi<br />
nell’alleanza Juniperion turbinatae Rivas-Martìnez 1975<br />
corr. 1987 (ordine Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Rivas Martìnez 1975, classe<br />
Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950). Le comunità erbacee sono costituite da<br />
specie pabulari, mentre il corteggio floristico nemorale è solitamente scomparso. Nel<br />
Mediterraneo occidentale le comunità pascolive ovine sono inquadrate nell’alleanza<br />
Trifolio subterranei-Periballion Rivas Goday 1964 (ordine Poetalia bulbosae Rivas Goday<br />
& Rivas-Martínez in Rivas Goday & Ladero 1970, classe Poetea bulbosae Rivas Goday &<br />
Rivas-Martínez in Rivas-Martínez 1978), rinvenuta anche in Sardegna dove queste<br />
praterie sono state attribuite alla associazione Poo bulbosae -Trifolietum subterranei Rivas<br />
Goday 1964) Rivas Goday & Ladero 1970 della quale in Sardegna è stata descritta la<br />
subassociazione trifolietosum igrescentis Ladero, Biondi & Mossa 1992. Nel caso di<br />
pascoli lavorati, concimati o nitrificati da sovrapascolamento, si assiste ad un cambio della<br />
composizione floristica, per cui le comunità erbacee sono inquadrabili nell’alleanza Echio<br />
plantaginei-Galactition tomentosae O. Bolòs & Molinier 1969, ordine Thero-Brometalia<br />
(Rivas Goday & Rivas-Martínez ex Esteve 1973) O. Bolòs 1975 della classe Stellarietea<br />
mediae Tüxen, Lohmeyer & Preising ex von Rochow 1951.<br />
Le dinamiche naturali tendono alla ricostituzione delle comunità forestali sempreverdi.<br />
L’uso intensivo invece, impedendo la rinnovazione delle specie forestali, può portare alla<br />
perdita dell’habitat a dehesa e alla costituzione di pascoli aperti, privi della componente<br />
arborea. I contatti seriali sono prevalentemente con le comunità camefitiche e arbustive<br />
mediterranee che occuperebbero vaste aree se cessasse il pascolo e riattiverebbero le<br />
dinamiche della successione secondaria. Si tratta di garighe acidofile della classe Cisto-<br />
Lavanduletea Br.-Bl. in Br.-Bl., Molinier & Wagner 1940 e calcicole della classe<br />
Rosmarinetea officinalis Rivas-Martínez, Fernández-González, Loidi, Lousã & Penas<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
2001. Gli arbusteti sono inquadrabili invece nelle alleanze Oleo-Ceratonion siliquae Br.-Bl.<br />
ex Guinochet & Drouineau 1944 em. Rivas-Martìnez 1975 (9320 "Foreste di Olea e<br />
Ceratonia") ed Ericion arboreae (Rivas-Martìnez ex Rivas-Martìnez, Costa & Izco 1986)<br />
Rivas-Martìnez 1987 della classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950 (ordine<br />
Pistacio lentisci-Rhamnetalia alaterni Rivas Martìnez 1975), nell’alleanza Telinion<br />
monspessulano-linifoliae Rivas-Martínez, Fernández-González, Loidi, Lousã & Penas<br />
2001 della classe Cytisetea scopario-striati Rivas-Martínez 1975 (ordine Cytiso villosi-<br />
Telinetalia monspessulanae Rivas-Martínez, Fernández-González, Loidi, Lousã & Penas<br />
2001), e infine nell’alleanza Pruno-Rubion ulmifolii O. Bolòs 1954 della classe Rhamno-<br />
Prunetea Rivas-Goday & Borja ex Tüxen 1962 (ordine Prunetalia spinosae Tüxen 1952).<br />
In Liguria quando vengono a cessare pascolo, incendio e/o diboscamento, si ha uno<br />
sviluppo di macchie alte e forteti più o meno densi che precedono il bosco di sughera o di<br />
leccio riferibili ai codici 9330 o 9340. Inoltre dove l’habitat 6310 non ha caratteri tipici per<br />
l’assenza di una gestione estensiva e omogenea delle attività agropastorali idonee al suo<br />
mantenimento, si osservano continui contatti seriali fra piccole tessere erbacee, arbustive<br />
o arborescenti. In qualche caso l’habitat può avere il ruolo di mantello con specie<br />
prenemorali insediate su formazioni erbacee appartenenti a 6210 o 6220 oppure può<br />
rappresentare un antico orlo di formazioni boschive di leccio o di sughera o di altre<br />
formazioni arboree dense mediterranee. (Farris in AAVV., 2009).<br />
Fig. 30 - Localizzazione dell’habitat 6310 nell’area di progetto<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Si tratta di un complesso di habitat elementari costituito da praterie a carattere<br />
tendenzialmente mediterraneo corredate da nuclei arborei o arborescenti di Quercus ilex<br />
(o altre specie dei Quercetalia ilicis), sulle quali viene esercitato ( o veniva esercitato) il<br />
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pascolo, ovino o bovino. La distinzione rispetto a un mosaico di 6210 e 9340 non è<br />
agevole. E’ presente nella parte meridionale dell’area di progetto con una superficie<br />
occupata stimata in circa 763 ettari, di cui circa 80% in aspetti a mosaico con altri habitat.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Anche questo habitat risente del calo di intensità delle attività di pascolo che sono<br />
determinanti per il suo mantenimento, ma soprattutto ha una limitata estensione in quanto<br />
gran parte del suo areale potenziale è stato occupato dalle colture (in particolare da quelle<br />
floricole in serra). Gli esempi rilevati risultano comunque di discreta qualità<br />
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6420 - Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-<br />
Holoschoenion<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.4.1.2.1<br />
NOME NOM<br />
Praterie umide<br />
mediterranee con<br />
piante erbacee alte<br />
del Molinio-<br />
Holoschoenion<br />
Prairies humides<br />
méditerranéennes à<br />
grandes herbes de<br />
Molinio-Holoschoenion<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
6420 37.4 E3.1 I 1 0<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Giuncheti mediterranei e altre formazioni erbacee igrofile, di taglia elevata, del Molinio-<br />
Holoschoenion, prevalentemente ubicate presso le coste in sistemi dunali, su suoli<br />
sabbioso-argillosi, ma talvolta presenti anche in ambienti umidi interni capaci di tollerare<br />
fasi temporanee di aridità.<br />
L'habitat viene riferito all’alleanza Molinio-Holoschoenion<br />
vulgaris Br.-Bl. ex Tchou 1948 dell'ordine<br />
Holoschoenetalia vulgaris Br.-Bl. ex Tchou 1948 della<br />
classe Molinio-Arrhenatheretea Tx. 1937.<br />
Rapporti seriali: il pascolamento, in particolare di bovini ed<br />
equini, favorisce la persistenza di queste formazioni a<br />
giunchi nel tempo. In assenza di attività agro-pastorali si<br />
verifica l'invasione da parte di specie igrofile arbustive<br />
(salici ecc.) che conduce allo sviluppo di boscaglie e<br />
boschi a dominanza di frassino meridionale degli habitat<br />
91B0 "Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia", 91F0<br />
"Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur,<br />
Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus<br />
angustifolia (Ulmenion minoris)". Sulle coste<br />
nordadriatiche, le condizioni subalofile in cui si sviluppano queste comunità, le rendono<br />
relativamente stabili.<br />
I contatti catenali sono vari e si possono considerare, fra gli altri, diversi aspetti di<br />
vegetazione elofitica e palustre quali canneti e cariceti; frequente è il mosaico con pozze<br />
effimere degli habitat 3120, "Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni<br />
generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp.", 3170* "Stagni<br />
temporanei mediterranei" e 3130, "Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con<br />
vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea" e con giuncheti alofili<br />
dell'habitat 1410 "Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)". A contatto con<br />
queste comunità, nelle aree più asciutte, possono svilupparsi praterie subnitrofile a<br />
dominanza di Agrostis stolonifera riferibili all'ordine Plantaginetalia majoris Tx. et Preis. in<br />
Tx. 1950.<br />
In alcune regioni questo habitat include junceti retrodunali in rapporti catenali con<br />
Caricetum elatae Koch, Cladietum marisci (Allorge) Zobrist, Phragmitetum communis e<br />
Alno-Fraxinetum oxycarpae. Nelle zone umide retrodunali del settore jonico il contatto<br />
catenale è con le cenosi del Plantaginion crassifoliae (Juncetalia maritimae). Sulle coste<br />
nordadriatiche, inoltre, si rilevano contatti con gli elementi della lecceta extrazonale e con<br />
comunità di Ruppietea e di Juncetalia maritimi. (Lasen et alin AAVV:., 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Microhabitat igrofilo localizzato nella fascia costiera su superfici estremamente ridotte,<br />
soprattutto in prossimità di rivi o depressioni.<br />
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Le operazioni di rilevamento hanno portato alla segnalazione di una tessera di pochi metri<br />
quadrati in un'unica località, ma non si escludono altre presenze.<br />
Fig. 31 - Localizzazione dell’habitat 6420 segnalato nell’area di progetto<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
L’habitat 6420 risente della forte pressione antropica, della impermeabilizzazione diffusa<br />
del suolo, della canalizzazione dei corsi d’acqua e dell’uso agricolo intensivo rilevabili in<br />
tutta la fascia costiera.<br />
La superficie ridotta dei frammenti di questo habitat porta a valutare di livello basso lo<br />
stato di conservazione.<br />
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6430 - Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.4.2<br />
NOME NOM<br />
Bordure planiziali,<br />
montane e alpine<br />
di megaforbie<br />
idrofile<br />
Mégaphorbiaies<br />
hydrophiles d'ourlets<br />
planitiaires et des étages<br />
montagnard à alpin<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
6430<br />
CORINE EUNIS<br />
37.7,<br />
37.8<br />
E5.4,<br />
E5.5<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Comunità di alte erbe a foglie grandi (megaforbie) igrofile e nitrofile che si sviluppano, in<br />
prevalenza, al margine dei corsi d’acqua e di boschi igro-mesofili, distribuite dal piano<br />
basale a quello alpino.<br />
Possono essere distinti due sottotipi principali:<br />
- comunità di megaforbie igro-nitrofile planiziali e collinari, più raramente montane (37.7);<br />
- comunità di megaforbie igrofile dei piani da alto-montano ad alpino (37.8)<br />
In massima parte le comunità di Calthion R. Tx, 1937 em. Bal.-Tul. 1978 sono riconducibili<br />
ai due sottotipi.<br />
Le prime si inquadrano negli ordini Convolvuletalia sepium Tx. ex Mucina 1993<br />
(Calystegetalia sepium) con le alleanze Convolvulion sepium Tx. ex Oberdorfer 1957<br />
(Senecionion fluviatilis R. Tx. 1950), Petasition officinalis Sillinger 1933, Calthion Tx. 1937<br />
e Bromo ramosi-Eupatorion cannabini O. Bolos e Masalles in O. Bolos 1983 e Galio<br />
aparines-Alliarietalia petiolatae Goers e Mueller 1969 (Glechometalia hederaceae) con le<br />
alleanze Aegopodion podagrariae R. Tx. 1967, Galio-Alliarion petiolatae Oberd. et<br />
Lohmeyer in Oberd. et ali 1967, Impatienti noli-tangere-Stachyon sylvaticae Goers ex<br />
Mucina in Mucina et ali 1993, Conio maculati-Sambucion ebuli (Bolos & Vigo ex Riv.-Mart.<br />
et ali 1991) Riv.-Mart. et ali 2002 (= Sambucion ebuli) (classe Galio-Urticetea Passarge ex<br />
Kopecky 1969). Le seconde si inquadrano nelle alleanze Rumicion alpini Ruebel ex Klika<br />
et Hadac 1944 e Adenostylion alliariae Br.-Bl. 1926 dell'ordine Adenostyletalia Br.-Bl.<br />
1930 e Calamagrostion arundinaceae (Luquet 1926) Jenik 1961 dell'ordine<br />
Calamagrostietalia villosae Pavl. in Pavl. et al. 1928 (classe Mulgedio-Aconitetea Hadac et<br />
Klika in Klika 1948 (=Betulo-Adenostyletea Br.-Bl. et R. Tx. 1943). Le comunità della<br />
suballeanza Calthenion (R. Tx. 1937) Bal.-Tul. 1978, sono riconducibili, in massima parte,<br />
ad uno dei due sottotipi.<br />
La diversità di situazioni (sono coinvolte almeno tre classi di<br />
vegetazione in questo codice), rende difficili le<br />
generalizzazioni. In linea di massima questi consorzi igronitrofili<br />
possono derivare dall’abbandono di prati umidi<br />
falciati, ma costituiscono più spesso comunità naturali di orlo<br />
boschivo o, alle quote più elevate, estranee alla dinamica<br />
nemorale. Nel caso si sviluppino nell'ambito della<br />
potenzialità del bosco, secondo la quota, si collegano a stadi<br />
dinamici che conducono verso differenti formazioni forestali<br />
quali querco-carpineti, aceri-frassineti, alnete di ontano nero<br />
e bianco, abieteti, faggete, peccete, lariceti, arbusteti di<br />
ontano verde e saliceti. I contatti catenali sono molto<br />
numerosi e articolati e interessano canneti, magnocariceti,<br />
arbusteti e boschi paludosi, praterie mesofile da sfalcio. I megaforbieti subalpini sono<br />
spesso in mosaico, secondo la morfologia di dettaglio, con varie comunità erbacee ed<br />
arbustive.<br />
I megaforbieti montano-subalpini, ancorchè spesso frammentari, non sono confondibili con<br />
altre comunità rientranti in natura <strong>2000</strong>. Data la componente nitrofila, invece, si dovrà<br />
valutare se si tratta di situazioni apprezzabili a livello naturalistico o di semplici stadi di<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
degradazione (alcune comunità di Rumicion alpini). Nel caso, frequente, di radure<br />
boschive di una certa dimensione, meritano di essere segnalate, anche quando, per motivi<br />
di scala, si tenderà a inglobarle negli habitat nemorali (9410 “Foreste acidofile montane e<br />
alpine di Picea (Vaccinio-Piceetea)”, 9420 “Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus<br />
cembra”, 9140 “Faggeti subalpini dell'Europa Centrale con Acer e Rumex arifolius”) o<br />
arbustivi (alneta di ontano verde, 4060 “Lande alpine e boreali“). (Lasen in AAVV:, 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Microhabitat meso-igrofilo localizzato lungo i margini delle formazioni boschive e in<br />
prossimità di rivi minori (spesso in vicinanza di pascoli) diffuso con tessere di superficie<br />
variabile, ma sempre ridotta, dal livello del mare sino alle quote più elevate. Il riporto<br />
cartografico è quasi ovunque impossibile per il livello di scala adottato; è in via di<br />
definizione la segnalazione simbolica degli aspetti più meritevoli di conservazione.<br />
Fig. 32 - Localizzazione di uno degli aspetti più rappresentativi dell’habitat 6430<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
L’habitat 6430 non evidenzia particolari problemi di conservazione. Anche se non<br />
segnalato è abbastanza diffuso in quanto accompagna diversi altri habitat costituendone<br />
l’orlo.<br />
Le difficoltà maggiori risiedono proprio nell’approntamento di metodi atti a cartografare,<br />
valutare e monitorare l’habitat medesimo.<br />
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6510 - Praterie magre da fieno a bassa altitudine<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.5.1.1<br />
NOME NOM<br />
Praterie magre da fieno a<br />
bassa altitudine<br />
(Alopecurus pratensis,<br />
Sanguisorba officinalis)<br />
Pelouses<br />
maigre de<br />
fauche de<br />
basse altitude<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
6510 38.2 E2.2 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Prati da mesici a pingui, regolarmente falciati e concimati in modo non intensivo,<br />
floristicamente ricchi, distribuiti dalla pianura alla fascia montana inferiore, riferibili<br />
all’alleanza Arrhenatherion. Si includono anche prato-pascoli con affine composizione<br />
floristica. In Sicilia tali formazioni che presentano caratteristiche floristiche diverse pur<br />
avendo lo stesso significato ecologico, vengono riferite all’alleanza Plantaginion cupanii.<br />
Le praterie afferenti a questo codice rientrano nella classe Molinio-Arrhenatheretea R. Tx.<br />
1937 em. R. Tx. 1970, ordine Arrhenatheretalia R. Tx. 1931 e comprendono la<br />
maggioranza delle associazioni dell'alleanza Arrhenatherion elatioris Koch 1926, restando<br />
escluse quelle a carattere marcatamente<br />
sinantropico.<br />
Si tratta di tipi di vegetazione che si possono mantenere<br />
esclusivamente attraverso interventi di sfalcio essendo,<br />
infatti, la vegetazione potenziale rappresentata da<br />
formazioni arboree. Anche la concimazione è decisiva. In<br />
sua assenza, pur assicurando regolari falciature, si<br />
svilupperebbero, secondo le caratteristiche dei diversi siti,<br />
altri tipi di prateria, soprattutto mesoxerofila (6210 “<br />
Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte<br />
da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)”),<br />
o xerofila (62A0 "Formazioni erbose secche della regione<br />
submediterranea orientale -Scorzoneretalia villosae-". PIù<br />
raramente anche i molinieti (6410 “Praterie con Molinia su<br />
terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion<br />
caeruleae)”) favoriti dall'assenza di drenaggi (a volte<br />
anche indiretti), o i nardeti collinari-montani (6230 “Formazioni erbose a Nardus, ricche di<br />
specie, su substrato siliceo delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa<br />
continentale)”) Il loro abbandono conduce, spesso anche rapidamente, a fasi di<br />
incespugliamento, spesso precedute da altri consorzi erbacei. Facies ad Avenula<br />
pubescens dominanti, ad esempio, sono già sintomatiche, mentre il brachipodieto (a<br />
Brachypodium rupestre) rappresenta uno stadio di transizione prenemorale. La presenza<br />
di alcuni elementi di Cynosurion potrebbe dipendere dalla gestione, a volte variabile anche<br />
nel breve periodo. La comunità matura dipenderà molto dal contesto biogeografico di quel<br />
territorio. Nelle Alpi sudorientali, ad esempio, gli arrenatereti gravitano nella fascia di<br />
competenza dei boschi di querce e carpino bianco (91L0 "querceti di rovere illirici -<br />
Erythronio-Carpinion"-) o delle faggete termofile (91K0 "Foreste illiriche di Fagus sylvatica<br />
-Aremonio-Fagion"-. I contatti catenali sono anch’essi assai variabili, e possono<br />
interessare comunità idro-igrofile, sia erbacee che legnose, e sinantropico-ruderali. (Lasen<br />
et al, 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Habitat mantenuto da attività di sfalcio, purtroppo in declino, esercitata ormai quasi<br />
esclusivamente in prossimità degli insediamenti rurali e quindi per lo più esterna ai siti<br />
considerati. Nell’ambito della classificazione <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong> nelle fasi di rilevamento<br />
antecedenti il progetto, prima della pubblicazione di diversi manuali interpretativi, si è<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
preferito il riferimento all’habitat 6510, ma nelle fasi di rilevamento più recenti si sono<br />
riconsiderate alcune attribuzioni preferendo, in diversi casi, il riferimento all’habitat 6520<br />
denominato “Prati montani da fieno”. La superficie complessivamente occupata dall’habitat<br />
è stata stimata in circa 97 ettari, di cui una parte significativa in piccole tessere adiacenti o<br />
prossime agli insediamenti.<br />
Fig. 33 - Localizzazione dell’habitat 651<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
L’habitat 6510 potrebbe essere sicuramente molto meglio rappresentato, ma la ridotta<br />
estensione è dovuta al progressivo abbandono delle pratiche rurali o al loro mutare. Lo<br />
stato di conservazione degli esempi rimasti, misurabile attraverso al ricchezza specifica<br />
dello strato erbaceo e, in senso negativo dalla diffusione di specie legnose o comunque<br />
invasive, è di livello medio.<br />
Risulterebbe particolarmente importante l’attivazione di processi di programmazione e<br />
incentivazione delle praticher rurali atte a mantenere ed eventualmente ri-espandere<br />
l’habitat.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 90
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
6520 - Praterie montane da fieno<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.5.1.2<br />
E.5.1.2.1<br />
NOME NOM<br />
Prati falciati montani<br />
e subalpini<br />
Praterie e prati<br />
montani con<br />
vegetazione riferibile<br />
al Triseto<br />
flavescentis-<br />
Polygonion bistortae<br />
Prairies de fauche<br />
montagnardes et<br />
subalpine<br />
Prairies de fauche<br />
montagnardes avec<br />
vegetation des Triseto<br />
flavescentis-<br />
Polygonion bistortae<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
6510 38.3 E2.3 I 1 1<br />
6510 38.3 E2.3 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Praterie mesofile, più o meno pingui, montano-subalpine, ricche di specie. Di norma<br />
falciate, ma talvolta anche pascolate in modo non intensivo. Prevalgono elementi di Poo-<br />
Trisetetalia ai quali si associano, talvolta, componenti di Nardetalia, Seslerietalia e/o<br />
Festuco-Brometea.<br />
I prati pingui montano-subalpini sono espressione della classe Molinio-Arrhenatheretea R.<br />
Tx. 1937 em. R. Tx. 1970 e dell'ordine Poo alpinae-Trisetetalia Ellmauer et Mucina 1993.<br />
Essi includono le comunità dell'alleanza Polygono-Trisetion Br.-Bl. et R. Tx. ex Marshall<br />
1947 nom. inv.<br />
Anche per le comunità afferenti a 6520, si tratta di<br />
situazioni determinate dall’utilizzo antropico. La<br />
vegetazione potenziale, sia nella fascia montana che in<br />
quella subalpina, è sempre di tipo nemorale. I triseteti<br />
sono stati ricavati, storicamente, a scapito di faggete,<br />
abieteti, peccete e lariceti o larici-cembreti. In prossimità<br />
dei prati il larice è spesso tra le specie più competitive e si<br />
sviluppa sui lembi abbandonati. Frequenti sono gli stadi di<br />
incespugliamento con ingresso di specie arboree,<br />
soprattutto conifere. In versanti a sud l’abbandono<br />
favorisce anche stadi cespugliati con ginepri e rose<br />
selvatiche. Numerosi prati falciati, che un tempo erano<br />
sicuramente da riferire ai triseteti, sono oggi abbandonati<br />
e solo sporadicamente pascolati da ovini. Soprattutto sui<br />
terreni decalcificati l'abbandono dei triseteti porta spesso alla formazione di orli vistosi<br />
dominati da Chaerophyllum aureum. I contatti catenali sono anch’essi condizionati dalla<br />
morfologia di dettaglio e dall’uso pregresso del suolo. Oltre a boschi e cespuglieti, anche<br />
torbiere, megaforbieti, rupi e detriti possono essere situati a stretto contatto. (Lasen e<br />
Sburlino in AA.VV., 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Habitat mantenuto da attività di sfalcio, purtroppo in declino, esercitata ormai quasi<br />
esclusivamente in prossimità degli insediamenti rurali e quindi in molti casi esterna ai siti<br />
considerati. In diiversi casi l’attribuzione all’habitat 6520 è avvenuta nelle fasi più recenti<br />
del rilevamento, mentre in precedenza era stata privilegiata l’attribuzione all’habitat 6510.<br />
L’habitat ha una distribuzione più settentrionale e più elevato rispetto all’habitat<br />
precedente e la superficie complessivamente occupata è stata stimata in circa 11 ettari, di<br />
cui circa un quarto in ambito di mosaici o aspetti misti.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
L’habitat 6520 è in forte regressione rispetto a quanto si poteva osservare in passato a<br />
causa dell’abbandono o al mutare delle pratiche rurali. Lo stato di conservazione degli<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 91
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esempi rimasti, misurabile attraverso al ricchezza specifica dello strato erbaceo e, in<br />
senso negativo dalla diffusione di specie legnose o comunque invasive, è di livello buono.<br />
Risulterebbe particolarmente importante l’attivazione di processi di programmazione e<br />
incentivazione delle praticher rurali atte a mantenere ed eventualmente ri-espandere<br />
l’habitat.<br />
Fig. 34 - Localizzazione dell’habitat 6520<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 92
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Megaforbieti ruderali e nitrofili<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
E.7<br />
E.7.1.1.2<br />
NOME NOM<br />
Aspetti diversi di vegetazione<br />
sinantropica<br />
Megaforbieti nitrofili riferibili<br />
all'alleanza<br />
pseudalpini<br />
Rumicion<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
null<br />
CORINE EUNIS<br />
31,<br />
37<br />
E1.4,<br />
E5<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
0 1 1<br />
null 37.8 E5.5 0 1 1<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Microhabitat legati soprattutto alle aree di stazionamento del bestiame, spesso dominati<br />
da Rumex alpinus e Chenopodium bonus-henricus. La componente nitrofila è<br />
praticamente esclusiva, la ricchezza specifica e il livello naturalistico piuttosto bassi e ciò<br />
induce a considerare questi aspetti come semplici stadi di degradazione, non inquadrabili<br />
tra i megaforbieti già descritti per l’habitat 6430 e non meritevoli di conservazione, bensì<br />
degni di attenzione per un loro contenimento.<br />
La localizzazione è nella parte più settentrionale dell’area di progetto e la superficie<br />
rilevata assomma a circa 10 ettari.<br />
Fig. 35 - Localizzazione dell’habitat E.7.1.1.2<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 93
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
7220 - Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
F.2.1.1<br />
NOME NOM<br />
Sorgenti pietrificanti<br />
con formazione di<br />
travertino<br />
(Cratoneurion) *<br />
Sources pétrifiantes<br />
avec formation de<br />
travertins<br />
(Cratoneurion)*<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
7220 54.12 C2.121 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Comunità a prevalenza di briofite che si sviluppano in prossimità di sorgenti e pareti<br />
stillicidiose che danno origine alla formazione di travertini o tufi per deposito di carbonato<br />
di calcio sulle fronde. Si tratta quindi di formazioni vegetali spiccatamente igro-idrofile,<br />
attribuite all’alleanza Cratoneurion commutati che prediligono pareti, rupi, muri<br />
normalmente in posizioni ombrose, prevalentemente calcarei, ma che possono svilupparsi<br />
anche su vulcaniti, scisti, tufi, ecc. Questa vegetazione che presenta un'ampia diffusione<br />
nell'Europa meridionale, è costituita da diverse associazioni che in Italia esprimono una<br />
notevole variabilità, a seconda della<br />
latitudine delle stazioni.<br />
Le specie<br />
caratteristiche delle associazioni del<br />
Cratoneurion sono: Palustriella commutata (syn.:<br />
Cratoneuron commutatum), Palustriella commutata var.<br />
falcata, Didymodon tophaceus, Hymenostylium<br />
recurvirostrum, Gymnostomum calcareum, Pellia<br />
endiviifolia, Pellia epiphylla, Southbya tophacea, Bryum<br />
pallens, Orthothecium rufescens.<br />
Può essere aggiunta anche la presenza significativa di<br />
alcune piante superiori quali Tofieldia calyculata,<br />
Pinguicula vulgaris, Parnassia aplustris, Saxfraga<br />
aizoides.<br />
Il riferimento<br />
sintassonomico è alla Classe Montio-<br />
Cardaminetea Br.-Bl. et Tx ex Klika et Had. 1944, Ord.:<br />
Montio-Cardaminetalia Pawl. 1928, All.: Cratoneurion<br />
commutati W. Koch 1928, Ass.: Cratoneuretum filicinocommutati Aichinger 1933,<br />
Cratoneuretum falcati Gams 1927, Aggr. a Eucladium verticillatum, Aggr. a Gymnostomum<br />
recurvirostre.<br />
Le associazioni del Cratoneurion commutati sono considerabili come comunità durevoli<br />
che risentono però molto delle variazioni idriche stagionali. In presenza di un maggiore<br />
apporto idrico le comunità del Cratoneurion vengono sostituite dalle associazioni idrofile<br />
dei Platyphypnidio-Fontinaletea antipyreticae. Queste prendono rapporti catenali con le<br />
comunità della classe Adiantetea (nuovo habitat da proporre). (Aleffi e Spampinato in<br />
AAVV:, 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Microhabitat di notevole interesse scientifico, segnalato per la prima volta in Liguria in<br />
epoca recente, nell’ambito della realizzazione della Carta degli Habitat e ritrovato nel<br />
corso del presente progetto anche in poche altre stazioni, coincidenti con quelle dei<br />
popolamenti di Pinguicula vulgaris. Gli aspetti rilevati non sono particolarmente ricchi nella<br />
loro componente briofitica e occupano superfici estremamente ridotte, spesso sui margini<br />
di scarpate stradali, tuttavia rivestono notevole importanza scientifica.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 94
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Fig. 36 - Localizzazione dell’habitat 7220<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 7220 può essere considerato discreto. La notevole<br />
frammentazione, la rarità e la ridotta superficie, nonché la localizzazione particolare<br />
dell’habitat 7220 evidenzia una condizione di rischio molto elevato per lo stesso.<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
7230 - Torbiere basse alcaline<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
F.1.4.1<br />
NOME NOM<br />
Torbiere basse<br />
alcaline<br />
Tourbières basses<br />
alcalines<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
7230 54.2 D4.1 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Torbiere basse alcaline legate a sistemi di zone umide, del tutto o per la maggior parte<br />
occupati da comunità torbigene a dominanza di carici calcicole di piccola taglia e muschi<br />
bruni. Si sviluppano su suoli permanentemente inondati da acque calcaree, soligene o<br />
topogene, ricche di basi, con falda superficiale (la formazione di torba avviene<br />
generalmente in acqua). Si tratta di habitat tipici del Macrobioclima Temperato e diffusi, in<br />
Italia settentrionale sia sulle Alpi che nell’avanterritorio alpino quali resti di un’antica<br />
vegetazione periglaciale, che, sporadicamente, si estente nell’Appennino centrale e<br />
meridionale. I sistemi delle torbiere basse alcaline possono includere elementi delle<br />
praterie umide (Molinietalia caerulaeae, CORINE 37), dei cariceti (Magnocaricion,<br />
CORINE 53.2), dei canneti (Phragmition, CORINE 53.1), dei cladieti (CORINE 53.3,<br />
Habitat 7210*), aspetti delle torbiere di transizione (CORINE 54.5, 54.6, Habitat 7140) e<br />
della vegetazione acquatica e anfibia<br />
(22.3, 22.4) o legata alle sorgenti (54.1).<br />
La vegetazione delle<br />
torbiere basse alcaline viene<br />
inquadrata nell’alleanza Caricion davallianae Klika 1934,<br />
ascritta all’ordine Caricetalia davallianae Br.-Bl. 1949 ed<br />
alla classe Scheuchzerio-Caricetea fuscae R. Tüxen 1937.<br />
Possono essere citate le associazioni, Schoenetum<br />
ferruginei Du Rietz 1925 (Primulo-Schoenetum ferruginei<br />
(Koch 1926) Oberd. 1957 em. 1962), Caricetum<br />
davallianae Dutoit 1924, Eleocharitetum pauciflorae Lüdi<br />
1921, Juncetum subnodulosi Koch 1926, Schoenetum<br />
nigricantis Koch 1926, Erucastro-Schoenetum nigricantis<br />
Poldini 1973, Erucastro-Schoenetum nigricantis Poldini<br />
1973 em. Sburlino et Ghirelli 1995. Possono essere<br />
incluse in questo habitat anche fitocenosi dell’alleanza<br />
Caricion fuscae Koch 1926 em. Klika 1934 se<br />
caratterizzate da una forte presenza di specie basifile quali Parnassia palustris, Tofieldia<br />
caliculata ed anche comunità caratterizzate da Eriophorum latifolium quale specie<br />
fisionomica di riferimento, soprattutto nella parte meridionale dell'areale di distribuzione<br />
dell'Habitat.<br />
Le paludi calcaree dell’Habitat 7230 si sviluppano dalla pianura fino al piano subalpino,<br />
ove si possono trovare lembi di origine primaria sviluppati in piccole aree paludose<br />
alimentate da sorgenti. In generale le caratteristiche stazionali di questi tipi di vegetazione<br />
sono rappresentate da suoli torbosi fortemente idromorfi ricchi in basi; il pH può variare da<br />
valori neutri ad alcalini. La sindinamica delle associazioni dell’alleanza Caricion<br />
davallianae è nota in Italia soltanto per poche località; nella torbiera di Fiavé (Trentino) è<br />
stata descritta la Serie alpina edafoigrofila turficola del salice cenerognolo (Salix cinerea)<br />
[Saliceto cinereae sigmetum], che comprende anche alcune associazioni dell’alleanza in<br />
esame e presenta la seguente articolazione (Canullo et al., 1991, 1994): arbusteto<br />
paludoso a salice cenerognolo (Salicetum cinerae); prati umidi (Gentiano-Molinietum,<br />
Lysimachio-Filipenduletum); prati torbosi neutro-basifili (Caricetum davallianae,<br />
Schoenetum ferruginei, Trichophoretum alpini); vegetazione terofitica su suolo torboso<br />
umido (Cyperetum flavescentis). In assenza di gestione (abbandono delle tradizionali<br />
attività di sfalcio) le cenosi dell’Habitat 7230 evolvono rapidamente verso le ‘Praterie con<br />
Molinia su terreni calcarei, torbosi o argillosolimosi (Molinion caeruleae)’ dell’Habitat 6410<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 96
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
o le ‘Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile’ dell’Habitat 6430. Non si<br />
concorda con questa opinione. Le comunità di torbiera bassa neutro-alcalina sono di per<br />
sé durevoli o, al limite, possono incespugliarsi (p.e. con formazione di saliceti a Salix<br />
cinerea, Frangula alnus). Diversa è la situazione in caso di abbassamento della falda (p.e.<br />
per drenaggio antropico) o nel caso di fenomeni di eutrofizzazione; in quest’ultimo caso<br />
può diventare anche molto abbondante Molinia, ma il corteggio floristico resta quello di<br />
Caricetalia davallianae; vere comunità di Molinion possono essere ricavate dall’uomo<br />
attraverso drenaggio (non troppo forte) e sfalcio ma non rappresentano una naturale<br />
evoluzione dell’Habitat di torbiera. Per la dinamica delle comunità di 7230 nella Pianura<br />
veneto-friulana si veda Sburlino et al. (1996). Sono molto frequenti i contatti catenali sia<br />
con i pascoli calcarei dell’Habitat 6170 ‘Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine’<br />
che con le cenosi degli Habitat 7140 ‘Torbiere di transizione e instabili’ o 7240 ‘Formazioni<br />
pioniere alpine del Caricion bicoloris-atrofuscae’. Contatti catenali possono avvenire anche<br />
con praterie xerofile, mesofile o igrofile (Habitat 62A0, 6210, 6510, 6520, 6410) e con<br />
cenosi basso-arbustive di 4030.<br />
Le paludi calcaree comprendono diverse associazioni divenute ormai molto rare in tutta<br />
Italia e ovunque in corso di degenerazione, regressione e scomparsa a seguito di<br />
drenaggi, abbandono della fienagione e conseguente degenerazione per penetrazione di<br />
specie estranee (prevalentemente degli ordini Molinietalia e Arrhenatheretalia) e processo<br />
della successione secondaria, con sviluppo di specie arbustive e arboree (Alnus glutinosa,<br />
Frangula alnus, Salix sp. pl., ecc.).<br />
La specie Carex davalliana è distribuita sulle Alpi e nell’Appennino settentrionale, con<br />
alcune stazioni disgiunte nell’Appennino centrale (Marche e Abruzzo). L’alleanza Caricion<br />
davallianae presenta una distribuzione analoga a quella della specie, benché<br />
sull’Appennino essa risulti molto impoverita dal punto di vista floristico. In Italia essa è<br />
distribuita come segue: nella Regione alpina, sottoregione alpina, è abbastanza diffusa,<br />
per quanto ovunque in progressiva riduzione; nella Regione continentale, sottoregioni<br />
continentale e padana, è rara e localizzata. Possono essere incluse in questo habitat<br />
anche fitocenosi dell’alleanza Caricion fuscae Koch 1926 em. Klika 1934 se caratterizzate<br />
da una forte presenza di specie basifile quali Parnassia palustris, Tofieldia caliculata ed<br />
anche comunità caratterizzate da Eriophorum latifolium quale specie fisionomica di<br />
riferimento, soprattutto nella parte meridionale dell'areale di distribuzione dell'Habitat.<br />
(Venanzoni in AAVV., 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Habitat idro-igrofilo di eccezionale interesse, prossimo al margine meridionale della propria<br />
diffusione. La Torbiera sopra Margheria Binda, al confine con la regione Piemonte viene<br />
segnalata per la prima volta nei suoi aspetti naturalistici proprio nell’ambito del presente<br />
progetto. Essa ospita diversi habitat elementari fra i quali emerge per maggiore estensione<br />
il cariceto a Carex nigra. Di notevole valore, soprattutto in rapporto al corteggio floristico<br />
con Swertia perennis, Triglochin palustris, Drosera rotundifolia, è il frammento di torbiera<br />
immediatamente a nord della precedente, disposta lungo un solco vallivo.<br />
complessivamente la superficie dell’habitat è stato stimato in meno di un ettaro. La prima<br />
specie citata è stata segnalata come nuova per la flora ligure (Marsili et al, 2009)<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 7230 può essere considerato buono. L’apporto idrico<br />
soprattutto attraverso le precipitazioni nevose è dicreto e ne garantisce la conservazione<br />
anche se tra gli abitanti dei dintorni viene riferita una maggiore estensione e una maggiore<br />
profondità dell’acqua in un passato abbastanza recente.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 97
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Fig. 37 - Localizzazione dell’habitat 7230<br />
Fig. 38 - Particolare della localizzazione dell’habitat 7230<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 98
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
8120 - Ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e alpini<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
G.1.2<br />
NOME NOM<br />
Ghiaioni calcarei e<br />
scistocalcarei<br />
montani e alpini<br />
(Thlaspietea<br />
rotundifolii)<br />
Éboulis calcaires et de<br />
schistes calcaires des<br />
étages montagnard à<br />
alpin (Thlaspietea<br />
rotundifolii)<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
8120 61.2 H2.4 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Ghiaioni mobili calcescistici, calcarei e marnosi dal piano montano all'alpino con comunità<br />
erbacee pioniere perenni delle alleanze Drabion hoppeanae (detriti criofili di calcescisti o<br />
di rocce di diversa natura dei piani alpino e nivale), Thlaspion rotundifolii (detriti<br />
mesoxerofili dei calcari compatti a elementi medi, a elementi fini e dei calcescisti e rocce<br />
ultrabasiche dal piano subalpino a alpino), Festucion dimorphae (= Linario-Festucion<br />
dimorphae) e Petasition paradoxi (= Gymnocarpion robertiani) (detriti mesoigrofili di calcari<br />
a elementi fini o di diversa pezzatura e dei calcescisti), Dryopteridion submontanae (=<br />
Arabidenion alpinae) (detriti calcarei o ultrabasici a blocchi).<br />
La vegetazione<br />
dei detriti di falda è compresa nella classe<br />
Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926.<br />
Afferenti all'habitat 8120 sono le comunità dell'ordine<br />
Drabetalia hoppeanae Zollitsch 1968 (con l'alleanza<br />
Drabion hoppeanae Zollitsch 1968) e tra quelle di<br />
Thlaspietalia rotundifolii Br.-Bl. in Br.-Bl. et Jenny 1926,<br />
tutte quelle di Thlaspion rotundifolii Jenny-Lips 1930 e la<br />
maggior parte di quelle di Petasition paradoxi Zollitsch ex<br />
Lippert 1966. Per ambedue queste alleanze sono state<br />
descritte numerose associazioni.<br />
Dell'alleanza Festucion dimorphae<br />
Bonin 1969 (= Linario-<br />
Festucion dimorphae Avena & Bruno 1975), dei ghiaioni<br />
mobili dalle Alpi marittime agli Appennini dal piano<br />
montano all'alpino, sono state descritte le due suballeanze<br />
Thlaspienion stylosi Avena e Bruno 1975 (piano alpino) e Linario-Festucenion dimorphae<br />
Avena e Bruno 1975 (piani subalpino e montano).<br />
Per i detriti carbonatici<br />
vale, in linea generale, quanto già riferito a proposito di 8110<br />
“Ghiaioni silicei dei piani montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e Galeopsietalia<br />
ladani)”. Fenomeni ricorrenti di ringiovanimento dei suoli mantengono a lungo queste<br />
comunità pioniere, determinando solo, di volta in volta, modifiche spaziali che si<br />
compensano. I contatti catenali più frequenti (micromosaici) sono verso comunità erbacee<br />
di 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine” (firmeti e seslerieti) o arbustive<br />
(junipero-rodoreti -4060 “Lande alpine e boreali", mughete 4070 “Boscaglie di Pinus mugo<br />
e Rhododendron hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti)”, saliceti 4080 “Boscaglie<br />
subartiche di Salix spp.”, soprattutto Salicetum waldsteinianae nell’area dolomitica), più<br />
raramente con nuclei arborei di larice e/o abete rosso. Frequenti anche i contatti spaziali<br />
con cenosi subnivali di Arabidetalia caeruleae, spesso in mosaico e poco cartografabili. La<br />
tradizione del pascolamento, e la frequentazione degli ungulati selvatici, inducono sovente<br />
lo sviluppo di nuclei di Rumicion alpini e di Adenostylion nelle falde detritiche in via di<br />
parziale consolidamento. Da richiamare, inoltre, i contatti e le transizioni tra comunità di<br />
Petasition paradoxi e quelle dei greti torrentizi (Salicion eleagni ed Epilobietalia fleischeri).<br />
Contatti, non sempre facili da discriminare nella fascia montana, interessano comunità di<br />
Stipion calamagrostis che sono riferite all’habitat 8130 “Ghiaioni del Mediterraneo<br />
occidentale e termofili”. (Lasen et al in aAVV., 2009).<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 99
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Il rilevamento di dettaglio ha permesso di confermare la presenza dell’habitat 8120 anche<br />
per nel settore ligure dell’area di progetto,<br />
nonostante le difficoltà della distinzione rispetto<br />
all’habitat 8130 dovuta alla commistione di caratteri alpini e mediterranei osservabile<br />
spesso anche a quote elevate. L’habitat 8120 si rinviene soprattutto nella parte<br />
settentrionale e occupa una superficie stimata in circa 84 ettari di cui 76% in aspetti a<br />
mosaico.<br />
Fig. 39 - Localizzazione dell’habitat 8120<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo<br />
stato di conservazione dell’habitat 8120 può essere considerato buono e non<br />
sussistono rischi particolari.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 100
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
8130 - Pietraie e ghiaioni termofili del Mediterraneo occidentale e delle Alpi<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
G.1.3<br />
NOME NOM<br />
Pietraie e ghiaioni<br />
termofili del<br />
Mediterraneo<br />
occidentale e delle<br />
Alpi<br />
Éboulis ouestméditerranéens<br />
et<br />
thermophiles<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
8130 61.3<br />
CORINE EUNIS<br />
H2.5,<br />
H2.6<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Ghiaioni, pietraie e suoli detritici ad esposizione calda delle Alpi e degli Appennini con<br />
vegetazione termofila degli ordini Androsacetalia alpinae p., Thlaspietalia rotundifolii p.,<br />
Stipetalia calamagrostis e Polystichetalia<br />
lonchitis p.<br />
Il riferimento sintassonomico per le Alpi è allo Stipion<br />
calamagrostis Jenny in Br.-Bl- et al. 1952 (Stipetalia<br />
calamagrostis Oberd. et Seibert in Oberd. 1977, classe<br />
Thlaspietea rotundifolii Br.-Bl. 1948) e Silenion marginatae<br />
Lakusic 1966 (Thlaspietalia) delle pietraie carsiche<br />
nordadriatiche. Nell'Appennino settentrionale si rinviene<br />
invece l'associazione Cryptogrammo-Dryopteridetum<br />
oreaidis Riv.Mart. in Riv-Mart. et Costa 1970 corr. Riv.-Mart.<br />
et ali 1991 dell'alleanza Dryopteridion oreaidis Riv.-Mart.<br />
1977 corr. Riv.-Mart. et al 1991, ordine Androsacetalia<br />
alpinae Br.-Bl. in Br.-Bl- et Jenny 1926. Le formazioni<br />
vegetali che colonizzano i ghiaioni costituiscono stadi<br />
dinamici bloccati.<br />
Rapporti catenali: con la vegetazione dell'habitat 8210 "Pareti rocciose calcaree con<br />
vegetazione casmofitica", con le praterie secondarie dell'habitat 6210 "Formazioni erbose<br />
secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-<br />
Brometalia)". (Lasen et al in AAVV., 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
L’habitat 8130 è caratterizzato da comunità proprie di pietraie incoerenti di natura<br />
prevalentemente calcarea su acclività variabili da 25 a 100% sia come sfasciumi ai piedi di<br />
pareti rocciose sia come depositi di torrenti o di fenomeni crionivali (talora attivi nel<br />
passato e ora cessati o rallentati). Gli elementi variano di dimensioni da fini a grossolane,<br />
talora con blocchi di discrete dimensioni; anche la mobilità degli stessi elementi può<br />
variare in base alla pendenza e al contesto, con aspetti altamente mobili oppure un poco<br />
consolidati. L’habitat è localizzato dal piano mediterraneo a quello subalpino, ma in<br />
quest’ultimo solo con particolari condizioni microclimatiche, ben soleggiate. La percentuale<br />
di copertura vegetale può variare, ma è solitamente bassa e comunque quasi mai<br />
superiore a 50%. Gli aspetti si differenziano soprattutto in base alla tipologia del substrato<br />
e della collocazione geografica e altitudinale. Il corteggio floristico comprende:<br />
Scrophularia canina, Vincetoxicum hirundinaria, Erysimum spp, Epilobium spp, Rumex<br />
scutatus, Iberis sempervirens, Laserpitium gallicum. Alle quote meno elevate tra le specie<br />
più significative troviamo: Melica ciliata, Teucrium chamaedrys, T.montanum, Galium<br />
corrudifolium. In aree limitate si osservano diverse specie del genere Campanula, e<br />
Saxifraga oppositifolia, Tra gli aspetti più tipici sono quelli dominati da Achnatherum<br />
calamagrostis. In condizioni di minore soleggiamento si può rinvenire Gymnocarpium<br />
robertianum.<br />
La localizzazione prevalente è nella parte meridionale dell’area di progetto; l’habitat<br />
occupa superfici stimate in circa 219 ettari, per la quasi totalità in aspetti a mosaico.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 101
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Fig. 40 - Localizzazione dell’habitat 8130<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 8130 può essere considerato buono e non<br />
sussistono rischi particolari.<br />
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8210 - Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
G.2.1<br />
NOME NOM<br />
Pareti rocciose<br />
calcaree con<br />
vegetazione<br />
casmofitica<br />
Pentes rocheuses<br />
calcaires avec<br />
végétation<br />
chasmophytique<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
8210 62.1 H3.2 I 1 1<br />
Comunità casmofitiche delle rocce carbonatiche, dal livello del mare nelle regioni<br />
mediterranee a quello cacuminale<br />
nell’arco alpino.<br />
L'habitat viene individuato nell'ambito delle comunità della<br />
classe Asplenietea trichomanis (Br.-Bl. in Meier et Br-Bl.<br />
1934) Oberd. 1977 ed in particolare nei seguenti livelli<br />
sintassonomici: ordine Onosmetalia frutescentis Quezel<br />
1964 con l'alleanza Campanulion versicoloris Quezel<br />
1964; ordine Potentilletalia caulescentis Br.-Bl. in Br.-Bl. et<br />
Jenny 1926 con le alleanze Saxifragion australis Biondi &<br />
Ballelli ex Brullo 1983, Saxifragion lingulatae Rioux &<br />
Quézel 1949, Cystopteridion Richard 1972 e Potentillion<br />
caulescentis Br.-Bl. et Jenny 1926; ordine Asplenietalia<br />
glandulosi Br.-Bl. in Meier et Br.-Bl. 1934 con le alleanze<br />
Dianthion rupicolae Brullo & Marcenò 1979 e Centaureion<br />
pentadactylis Brullo, Scelsi & Spampinato 2001; ordine<br />
Centaureo-Campanuletalia Trinajstic 1980, alleanza<br />
Centaureo-Campanulion Horvatic 1934; alleanze Asperulion garganicae Bianco, Brullo, E.<br />
& S. Pignatti 1988 (esclusiva del Gargano - Puglia); Campanulion versicoloris Quezel<br />
1964 (esclusiva del Salento e delle Murge - Puglia); Caro multiflori-Aurinion megalocarpae<br />
Terzi & D'Amico 2008 (esclusiva della Basilicata e della Puglia); per la Sardegna è stato<br />
descritto l'ordine Arenario bertoloni-Phagnaletalia sordidae Arrigoni e Di Tommaso 1991<br />
con l'alleanza Centaureo-Micromerion cordatae Arrigoni e Di Tommaso 1991 a cui vanno<br />
riferite le associazioni Laserpitio garganicae-Asperuletum pumilae Arrigoni e Di Tommaso<br />
1991, Helichryso-Cephalarietum mediterraneae Arrigoni e Di Tommaso 1991. Possono<br />
rientrare nell'habitat anche le comunità riferibili all'alleanza Polypodion serrati Br.-Bl. in Br.-<br />
Bl. Roussine et Négre 1952 (classe Anomodonto-Polypodietea cambrici Riv.-Mart. 1975,<br />
ordine Anomodonto-Polypodietalia O. Bolòs et Vives in O. Bolos 1957).<br />
Le comunità casmofitiche, espressione azonale, sono pioniere, ma hanno scarsissima<br />
probabilità evolutiva. A volte, invece, ai fini operativi di rilevamento cartografico, sono<br />
mascherate all’interno di aree boscate o arbustate con le quali sono in contatto. La gamma<br />
di possibilità è troppo ampia per meritare di essere esemplificata. Non mancano, inoltre,<br />
specialmente a quote elevate, contatti e difficoltà di discriminazione con situazioni primitive<br />
di 6170 “Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine” (es. Caricetum firmae<br />
potentilletosum nitidae) e con la vegetazione dei detriti dell’habitat 8120 “Ghiaioni calcarei<br />
e scisto-calcarei montani e alpini (Thlaspietea rotundifolii)”. Più raramente, a quote più<br />
basse, si verificano contatti con comunità dei prati arido-rupestri riferibili agli habitat 62A0<br />
“Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia<br />
villosae)” e 6110* “Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi”.<br />
(Lasen et al in AAVV., 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
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Habitat a sviluppo tendenzialmente verticale, ma presente anche su versanti a declivio<br />
meno ripido soggetti a erosione. Le distinzioni delle diverse fitocenosi si basano su<br />
caratteri climatici e in particolare sulle differenze nel soleggiamento. Il ricoprimento da<br />
parte delle piante vascolari è sempre molto basso (0,5-25%), spesso inferiore a 5%. In<br />
quasi tutti gli aspetti troviamo una significativa componente pteridofitica con Asplenium<br />
trichomanes, A. ruta-muraria, Ceterach officinarum, Polypodium vulgare, P. interjectum,<br />
Anogramma leptophylla.<br />
Sarà opportuno, In una eventuale fase successiva distinguere con simboli particolari le<br />
falesie verticali dalle altre zone rupestri, anche in relazione al diverso ruolo esercitato nei<br />
riguardi dell’ornitofauna.<br />
E’ localizzato prevalentemente nella zona centro-settentrionale dell’area di progetto. La<br />
superficie occupata dall’habitat 8210 è stata stimata in circa 577 ettari, per massima parte<br />
(89%) in aspetti a mosaico.<br />
Fig. 41 - Localizzazione dell’habitat 8210<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 8210 può essere considerato buono e non<br />
sussistono rischi particolari, tranne che per situazioni in cui è particolarmente intensa<br />
l’attività di arrampicata.<br />
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8230 - Rocce silicee con vegetazione pioniera<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
G.3.1<br />
NOME NOM<br />
Rocce silicee con<br />
vegetazione pioniera<br />
del Sedo-Scleranthion<br />
o del Sedo albi-<br />
Veronicion dillenii<br />
Roches siliceuses avec<br />
végétation pionniére<br />
du Sedo-Scleranthion<br />
ou du Sedo albi-<br />
Veronicion dillenii<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
8230 62.42 H3.6 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Comunità pioniere di Sedo-Scleranthion o Arabidopsidion thalianae (= Sedo albi-<br />
Veronicion dillenii), spesso ricche di muschi e/o licheni, che colonizzano suoli superficiali<br />
su rocce silicee in erosione (Rhizocarpetea<br />
geographici).<br />
Le comunità che identificano questo habitat sono riferibili<br />
alla classe Koelerio-Corynephoretea Klika in Klika et<br />
Novak 1941, ordine Sedo-Scleranthetalia Br.-Bl. 1955, che<br />
comprende le alleanze Sedo-Scleranthion biennis Br.-Bl.<br />
1955 e Arabidopsidion thalianae Passarge 1964. Sulla<br />
base della corrispondenza precisa con il codice Corine-<br />
Biotopes, si dovrebbero includere in questo habitat anche<br />
le comunità licheniche della classe Rhizocarpetea<br />
geographici Wirth 1972.<br />
Le particolari condizioni di esposizione (soprattutto<br />
soggette a erosione eolica) determinano scarse possibilità<br />
evolutive verso suoli più profondi sui quali potrebbero<br />
insediarsi sia comunità erbacee (habitat 6230 “Formazioni<br />
erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo<br />
delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa continentale)”, che cenosi<br />
camefitiche ed arbustive (ad esempio con Arctostaphylos uva-ursi e/o Juniperus sabina,<br />
oppure alcune specie del genere Rosa). I contatti catenali interessano diverse comunità,<br />
ma quelli più frequenti, a parte le pareti con vere casmofite dell’habitat 8220 “Pareti<br />
rocciose silicee con vegetazione casmofitica”, o i detriti dell’habitat 8110 “Ghiaioni silicei<br />
dei piani montano fino a nivale (Androsacetalia alpinae e Galeopsietalia ladani)”, sono<br />
quelli prativi, già sopra elencati, oltre agli arbusteti riferibili agli habitat 5130 “Formazioni a<br />
Juniperus communis su lande o prati calcicoli” e 4060 “Lande alpine e boreali”. (Lasen in<br />
AAVV., 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Microhabitat di substrati erosi, caratterizzato da detriti medio-fini, associato a praterie<br />
discontinue o altri habitat di substrati rocciosi compatti a natura non schiettamente<br />
calcarea. Tra le specie più significative si possono citare: Le specie più frequenti o tipiche<br />
sono le crassulacee dei generi Sedum e Sempervivum. Per la notevole framentazione il<br />
riporto cartografico alla scala adottata non può essere rappresentativo di tutte le situazioni<br />
osservabili. Nel complesso la superficie occupata dall’habitat 8230 è stata stimata in circa<br />
75 ettari, per oltre 80% in aspetti a mosaico.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 8230 può essere considerato buono e non soggetto<br />
a rischi particolarmente accentuati.<br />
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Fig. 42 - Localizzazione dell’habitat 8230<br />
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8240 - Pavimenti calcarei<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
G.4<br />
NOME NOM<br />
Habitat di substrati<br />
calcarei erosi con<br />
vegetazione pioniera<br />
G.4.1 Pavimenti calcarei *<br />
Pavements<br />
calcaires*<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 62 H3 0 1 1<br />
8240 62.3 H3.511 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Superfici calcaree suborizzontali con vegetazione rada, spesso con muschi e licheni, che<br />
si estendono dalle creste dei massicci e delle piattaforme calcareo-dolomitiche esposte ad<br />
avanzati processi di carsificazione,<br />
dal bioclima alpino a quello collinare.<br />
E’ un habitat a prevalente<br />
determinismo geomorfologico<br />
che può interessare molteplici classi di vegetazione. Per le<br />
caratteristiche morfologiche tipiche questo habitat è<br />
sostanzialmente stabile. In ogni caso, secondo l’orizzonte<br />
altitudinale e le condizioni climatiche, i contatti con altri tipi<br />
di habitat possono essere molteplici. Particolarmente<br />
frequenti quelli con habitat casmofitici (8210 "Pareti<br />
rocciose calcaree con vegetazione casmofitica"), con le<br />
praterie alpine discontinue dell'habitat 6170 "Formazioni<br />
erbose calcicole alpine e subalpine" e con l'habitat 6110*<br />
"Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile<br />
dell'Alysso-Sedion albi". (Lasen et al. in AAVV., 2009)<br />
CARATTERISTICHE<br />
NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Microhabitat riportato nella lista in quanto verosimilmente presente anche nel territorio, ma<br />
non ancora non rilevato.<br />
In zone della rete ecologica<br />
di connessione dei siti della rete <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong> sono segnalate<br />
aree genericamente riferite a substrati calcarei erosi.<br />
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8310 - Grotte non ancora sfruttate a livello turistico<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
G.6.1<br />
NOME NOM<br />
Grotte non ancora<br />
sfruttate a livello<br />
turistico<br />
Grottes non<br />
exploitées par le<br />
tourisme<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
8310 65 H1 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Grotte non aperte alla fruizione turistica, comprensive di eventuali corpi idrici sotterranei,<br />
che ospitano specie altamente specializzate, rare, spesso strettamente endemiche, e che<br />
sono di primaria importanza nella conservazione di specie animali dell’ Allegato II quali<br />
pipistrelli e anfibi. I vegetali fotosintetici si rinvengono solo all’imboccatura delle grotte e<br />
sono rappresentati da alcune piante vascolari, briofite e alghe.<br />
La vegetazione brio-pteridofitica presente all’imboccatura delle grotte è stata riferita a varie<br />
associazioni. In Sicilia è talora presente il Thamnobryo alopecuri-Phyllitidetum scolopendrii<br />
Brullo, Privitera & Puglisi 1992, associazione del Adiantion<br />
capilli-veneris Br.-Bl. ex Horvatic 1934. Per le grotte del<br />
Carso triestino Poldini (1989) riporta alcune associazioni del<br />
Cystopteridion (Nordhag. 1936) J.L. Rich. 1972, quali<br />
l’Asplenio-Cystopteridetum fragilis Oberd. (1936) 1949 e<br />
Phyllitido-Plagiochiletum cavernarum Tomazic 1946.<br />
In assenza di perturbazioni ambientali, sia naturali<br />
(variazioni nel regime idrico), sia antropiche, l’habitat è<br />
stabile nel tempo ed è caratterizzato da una notevole<br />
costanza dei fattori ecologici nel lungo periodo. Esso<br />
rappresenta un ambiente di rifugio per una fauna<br />
cavernicola, spesso strettamente endemica, di notevole<br />
interesse biogeografico. (Spampinato in AAVV., 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI<br />
PROGETTO<br />
Microhabitat presente in diversi punti<br />
dell’area di progetto, di particolare<br />
importanza per la fauna troglobia (cfr.<br />
parte della relazione sui chirotteri).<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI<br />
PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat<br />
8310 può essere considerato buono e<br />
non soggetto a rischi particolarmente<br />
accentuati, salvo situazioni limitate in<br />
cui saltuariamente le cavità e il territorio<br />
circostante sono frequentati dal<br />
bestiame.<br />
Fig. 43 - Localizzazione dell’habitat<br />
8310<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 108
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Boschi temperati a gravitazione centro-europea di latifoglie decidue<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.1<br />
NOME<br />
Boschi temperati a gravitazione<br />
centro-europea di latifoglie decidue<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 41 G1 0 1 1<br />
Questa categoria è stata impiegata per indicare boschi di caducifoglie per i quali non vi è<br />
una specie prevalente nella fisionomia o per i quali non è stata possibile una verifica<br />
attendibile. Tale categoria si estende su una superficie stimata in circa 1116 ettari di cui<br />
circa 80% in aspetti misti o a mosaico.<br />
Fig. 44 - Localizzazione dell’habitat H.1.1, bosco di caducifoglie<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 109
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
9110 Faggeti del Luzulo-Fagetum<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.1.1.1.1<br />
NOME NOM<br />
Faggeti del<br />
Luzulo-Fagetum<br />
Hêtraies du<br />
Luzulo-Fagetum<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
9110 41.11 G1.61 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Faggete, pure o miste, talvolta coniferate, dei substrati silicatici o particolarmente poveri di<br />
carbonati, oligotrofiche od oligo-mesotrofiche, a reazione francamente acida, da<br />
submontane ad altimontane, dell’arco alpino.<br />
Le faggete acidofile vengono di regola riferite alla classe Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vlieger<br />
in Vlieger 1938, ordine Quercetalia roboris R. Tx. 1931 e all'alleanza Luzulo-Fagion<br />
Lohmeyer et R. Tx. in R. Tx. 1954. In Italia sono rappresentate le associazioni:<br />
- Luzulo luzuloidis-Fagetum Meusel 1937 (=Luzulo albidae-Fagetum)<br />
- Castaneo sativae-Fagetum (Wraber 1955) Marincek et Zupancic 1995 (Poldini, ex<br />
schedis)<br />
- Phytocoenon Rhododendron ferrugineum-Fagus sylvatica prov. (Del Favero & Lasen,<br />
1993)<br />
Per le faggete acidofile delle Alpi sudoccidentali, si segnalano le seguenti associazioni del<br />
Luzulo-Fagion Lohmeyer et R. Tx. in R. Tx. 1954 :<br />
Luzulo niveae-Fagetum sylvaticae Ellenberg et Klötzli 1972<br />
Luzulo pedemontanae-Fagetum sylvaticae Oberdorfer et Hoffmann 1967<br />
Veronico urticifoliae – Fagetum sylvaticae Montacchini 1972 (= Luzulo pedemontanae-<br />
Fagetum sylvaticae Oberd. et Hofmann 1967 veronicetosum urticifoliae (Montacchini<br />
1972) Arrigoni et al. 1997)<br />
Bardat al., 2004 nelle Alpi marittime francesi (e dunque potenzialmente in quelle italiane) e<br />
Aeschimann et al. (2004) per le Alpi del sud riconoscono la suballeanza: Galio rotundifoliii<br />
- Fagenion sylvaticae Gamisans (1977) 1979 (= Luzulo pedemontanae - Fagenion<br />
sylvaticae Rameau 1993.<br />
Le comunità di Luzulo-Fagion sono da considerarsi<br />
climatozonali, termine maturo della serie e possono<br />
essere precedute, secondo l’altitudine ed altri fattori, da<br />
varie cenosi che includono sia stadi seriali precedenti, ad<br />
esempio con abbondanza di Populus tremula e Betula<br />
pendula (da abbandono di prati), o anche Corylus, che da<br />
stadi di sostituzione derivanti dalle utilizzazioni che,<br />
spesso, almeno in fascia montana, favoriscono la Picea e,<br />
in quella collinare e submontana, querce e castagno. Da<br />
segnalare anche i contatti con situazioni ricche di pino<br />
silvestre in stazioni con apporti alluvionali o substrati<br />
ghiaiosi. Sempre a causa delle dinamiche selvicolturali,<br />
nella fascia montana, potrebbe essere difficile riconoscere<br />
comunità di Luzulo-Fagetum da cenosi a dominanza di<br />
conifere (Luzulo nemorosae-Abietetum e Luzulo-Piceetum). La variante altimontanosubalpina<br />
a Rhododendron ferrugineum (dei suoli carbonatici decalcificati),<br />
sostanzialmente stabile essendo tipica di suoli acidi maturi, è spesso a contatto con lariceti<br />
primitivi, boschi di conifere, mughete e arbusteti subalpini. Castaneo-Fagetum stabilisce<br />
contatti seriali con i corileti a Daphne mezereum e Luzula nivea e le praterie a Festuca<br />
rubra e Stellaria graminifolia. (Lasen et al in AAVV:., 2009)<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 110
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Le faggete hanno una discreta estensione soprattutto nella parte più interna e distante dal<br />
mare; per la maggior parte sono riferibili all’habitat 9110 e solo in percentuale minima<br />
all’habitat 9150 (rilevato presso il Monte Ceppo in area esterna a quella di progetto. La<br />
superficie è stata stimata in circa 3783 ettari di cui circa 76% in aspetti puri e 24% in<br />
aspetti misti o a mosaico.<br />
Fig. 45 - Localizzazione dell’habitat 9110<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 9110 può essere considerato di livello medio ed<br />
evidenzia margini di miglioramento in relazione a una gestione selvicolturale più attenta<br />
alla biodiversità. Salvo situazioni limitate, non si rilevano rischi particolarmente accentuati.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 111
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
9150 Faggeti calcicoli dell’Europa Centrale del Cephalanthero-Fagion<br />
CODICE NOME NOM<br />
040<br />
Faggeti<br />
calcicoli<br />
dell’Europa<br />
Centrale del<br />
Cephalanthero-<br />
Fagion<br />
Hêtraies calcicoles<br />
médio-européennes<br />
à Cephalanthero-<br />
Fagion<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO<br />
- NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
H.1.1.1.3 9150 41.16 G1.66 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Faggete alpine e prealpine della fascia collinare e montana, xerotermofile, calcifile, di<br />
pendii acclivi e/o suoli superficiali, con umidità alternante e soggetti a deficit idrico, della<br />
suballeanza Cephalanthero-Fagenion R. Tx. in R. Tx. et Oberd. 1958, alleanza Fagion<br />
sylvaticae Luquet 1926, ordine Fagetalia sylvaticae Pawlowski in Pawlowski et al. 1928,<br />
classe Querco-Fagetea Br.-Bl. et<br />
Vlieger in Vlieger 1937.<br />
In molte circostanze, la scarsa evoluzione e profondità del<br />
suolo è il risultato di secolari ceduazioni. Tuttavia, le<br />
stesse condizioni stazionali, salvo la formazione di sacche<br />
di terreno più profondo, in cui potrebbero albergare specie<br />
più mesofile, rallentano i processi evolutivi. Altrimenti, la<br />
progressiva affermazione di cenosi afferenti a 9130<br />
"Faggeti dell'Asperulo-Fagetum" sarebbe garantita. Nei<br />
settori più collinari anche il contatto con il Carpinion è<br />
possibile, in caso di terreni a maggiore capacità di<br />
ritenzione idrica. Queste formazioni si sono sviluppate su<br />
alcuni versanti (ripidi pendii), in seguito all’abbandono<br />
dello sfalcio di prati magri e asciutti, o del pascolamento di<br />
ovicaprini. Stadi arbustivi, in cui possono svolgere un ruolo<br />
importante Genista radiata (più orientale, quindi sovente<br />
vicino a formazioni poi riferibili all'habitat 91K0 "Foreste illiriche di Fagus sylvstica"),<br />
Amelanchier ovalis, Cotoneaster nebrodensis possono essere fisiologici e favoriti da<br />
incendi. Nelle Alpi occidentali sono diffusi arbusteti a Buxus sempervirens e vari stadi di<br />
Prunetalia, anche per effetto di tagli o di abbandono. I contatti più frequenti sono con ornoostrieti<br />
(ma gli ostrio-faggeti saranno di preferenza attribuiti a 91K0), pinete di pino<br />
silvestre (per le quali è stato proposto un nuovo codice), boschi di cerro, rovere o<br />
roverella. Rispetto ad altri tipi di faggeta, queste hanno probabilmente un minore livello di<br />
naturalità, ma per effetto delle condizioni stazionali conservano una varietà floristica<br />
sovente superiore a quella di cenosi più naturaliformi. La presenza di orchidee rare è,<br />
ovviamente, un elemento naturalistico da non sottovalutare. (Lasen et al in AAVV.., 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
L’habitat non è stato ancora osservato e identificato con sicurezza nell’area di progetto.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 112
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Boschi misti di Acer pseudoplatanus e/o Fraxinus excelsior di incerta attribuzione<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.1.3.3<br />
NOME<br />
Boschi misti di Acer pseudoplatanus<br />
e/o Fraxinus excelsior di incerta<br />
attribuzione<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 41.4 G1.A4 0 1 1<br />
Questa categoria comprende boschi dominati da Acer pseudoplatanus e boschi misti con<br />
presenza significativa di questa specie. Tale categoria si estende su una superficie stimata<br />
in circa 61 ettari per gran parte in aspetti misti.<br />
Fig. 46 - Localizzazione dell’habitat H.1.1.3.3, bosco con Acer psedoplatanus<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 113
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Boschi e boscaglie di Alnus viridis<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.1.3.5<br />
NOME<br />
Boschi e boscaglie di<br />
Alnus viridis<br />
CODICE NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO - NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 31.61 F2.31 0 1 1<br />
Questa categoria comprende boschi e boscaglie dominate da Alnus viridis e boschi misti<br />
con presenza significativa di questa specie. Tale categoria si estende su una superficie<br />
stimata in circa 89 ettari per circa 75% in aspetti misti o a mosaico.<br />
Fig. 47 - Localizzazione dell’habitat H.1.1.3.5, boschi e boscglie con Alnus viridis<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Boschi e boscaglie di Sorbus aucuparia<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.1.3.6<br />
NOME<br />
Boschi e boscaglie di Sorbus<br />
aucuparia<br />
CODICE NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO - NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 41.E 0 1 1<br />
Questa categoria comprende boschi e boscaglie dominate da Sorbus aucuparia e boschi<br />
misti con presenza significativa di questa specie. Tale categoria si estende su una<br />
superficie stimata in circa 14 ettari per circa 70% in aspetti puri.<br />
Fig. 48 - Localizzazione dell’habitat H.1.1.3.6, boschi e boscglie con Sorbus aucuparia<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
91HO - Boschi pannonici di Quercus pubescens<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.1.4<br />
NOME NOM<br />
Boschi pannonici<br />
di Quercus<br />
pubescens *<br />
Forêts pannoniques<br />
de Quercus<br />
pubescens<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
91H0 41.73 G1.7374 I 1 0<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Querceti xerofili e radi di Quercus pubescens delle vallate interne alpine delle Alpi orientali<br />
italiane con clima a carattere continentale. Si rinvengono come formazioni edafo-xerofile<br />
lungo i versanti assolati esposti a sud in cui la presenza di specie a gravitazione orientale,<br />
submediterranea e centro-europea è sensibile mentre le aree di potenzialità dell’habitat<br />
sono occupate dalle colture arboree intensive (vigneti e frutteti). Le condizioni edafiche,<br />
nell'ambito di un macrobioclima temperato favoriscono lo sviluppo di questi boschi anche<br />
in stazioni collinari padane e sul<br />
bordo meridionale dell'arco alpino.<br />
I boschi di roverella<br />
cui l’habitat 91H0 fa riferimento, si<br />
inquadrano nella classe Querco-Fagetea Br.-Bl. & Vlieger<br />
in Vlieger 1937 nell’ordine Quercetalia pubescentipetraeae<br />
Klika 1933, nell'alleanza Quercion pubescentipetraeae<br />
Br.-Bl. 1932 che in Italia si rinviene<br />
prevalentemente nel settore alpino orientale e nelle<br />
suballeanze Seslerio autumnalis-Ostryenion carpinifoliae<br />
Blasi, Di Pietro & Filesi 2004 (aree carsiche italiane) e<br />
Ostryo-Carpinenion orientalis Poldini 1982 della fascia<br />
esalpica dal Friuli fino al lago di Garda e forse oltre,<br />
entrambi dell'alleanza Carpinion orientalis Horvat 1958.<br />
Rapporti seriali: la boscaglia di roverella è in contatto<br />
dinamico con formazioni arbustive dell’alleanza<br />
Berberidion e con prati aridi dell’habitat 6210 “Formazioni<br />
erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-<br />
Brometalia) (*notevole fioritura di orchidee)) o steppici dell’habitat 6240* “Formazioni<br />
erbose sub-pannoniche”, con la vegetazione di orlo della classe Trifolio-Geranietea.<br />
Rapporti catenali: con pinete di pino silvestre, boschi<br />
mesofili che tendono al Carpinion,<br />
con boschi a dominanza di carpino nero.<br />
A questo habitat vanno riferiti i querceti<br />
termofili delle vallate interne alpine orientali<br />
(Trentino Alto-Adige nella Val Venosta e forse anche Lombardia) in cui si riscontrano<br />
affinità ecologiche e floristiche con quelle dei querceti pannonici. Allo stesso habitat sono<br />
riferiti i querceti termofili e xerofili a carattere subcontinentale delle regioni settentrionali<br />
(Liguria, Veneto, Emilia Romagna). I querceti segnalati per le regioni peninsulari con<br />
influenza submediterranea vanno riferiti all’habitat 91AA. (Biondi et al in AAVV.., 2009).<br />
CARATTERISTICHE<br />
NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Habitat forestale d’importanza prioritaria, d’incerta attribuzione. Nella vicina zona francese<br />
i boschi di roverella non sono attribuiti ad alcun habitat dell’allegato I dir. 92/43. Si ritiene<br />
che almeno parte dei boschi di Quercus pubescens della zona italiana di progetto possa<br />
essere riferito all’habitat 91H0 come peraltro indicato anche dal manuale italiano di<br />
interpretazione (Biondi et al., 2009). Permangono dubbi basati sul fatto che per la parte<br />
francese l’interpretazione di questi boschi è differente. La superficie stimata dell’habitat<br />
assomma a circa 1100 ettari di cui circa 71% in formazioni miste.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 116
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Fig. 49 - Localizzazione dell’habitat 91H0<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 91H0 può essere considerato di livello medio ed<br />
evidenzia margini di miglioramento in relazione a una gestione selvicolturale più attenta<br />
alla biodiversità. Salvo situazioni limitate, non si rilevano rischi particolarmente accentuati.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 117
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
91EO - Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.1.6.1<br />
NOME NOM<br />
Foreste alluvionali di<br />
Alnus glutinosa e<br />
Fraxinus excelsior<br />
(Alno-Padion, Alnion<br />
incanae, Salicion<br />
albae) *<br />
Forêts alluviales à<br />
Alnus glutinosa et<br />
Fraxinus excelsior<br />
(Alno-Padion,<br />
Alnion incanae,<br />
Salicion albae)*<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
91E0<br />
CORINE EUNIS<br />
44.3,<br />
44.2,<br />
44.13<br />
G1.111,<br />
G1.121,<br />
G1.122<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Foreste alluvionali, ripariali e paludose di Alnus spp., Fraxinus excelsior e Salix spp.<br />
presenti lungo i corsi d’acqua sia nei tratti montani e collinari che planiziali o sulle rive dei<br />
bacini lacustri e in aree con ristagni idrici non necessariamente collegati alla dinamica<br />
fluviale. Si sviluppano su suoli alluvionali spesso inondati o nei quali la falda idrica è<br />
superficiale, prevalentemente in macrobioclima temperato ma penetrano anche in quello<br />
mediterraneo dove l’umidità edafica<br />
lo consente.<br />
I boschi ripariali di salice bianco appartengono all’alleanza<br />
Salicion albae Soó 1930 (ordine Salicetalia purpureae Moor<br />
1958, classe Salici purpureae-Populetea nigrae Rivas-<br />
Martínez & Cantó ex Rivas-Martínez , Báscones, T.E. Díaz,<br />
Fernández-González & Loidi classis nova (addenda).<br />
I boschi ripariali di ontano e/o frassino si inseriscono<br />
nell’alleanza Alnion incanae Pawłowski in Pawłowski,<br />
Sokołowski & Wallisch 1928 (= Alno-Ulmion Braun-Blanquet<br />
e R. Tüxen ex Tchou 1948 em. T. Müller e Görs 1958; =<br />
Alno-Padion Knapp 1942; = Alnion glutinoso-incanae<br />
(Braun-Blanquet 1915) Oberdorfer 1953) che caratterizza<br />
generalmente il tratto superiore dei corsi d’acqua e nelle<br />
suballeanze Alnenion glutinoso-incanae Oberd. 1953 e<br />
Hyperico androsaemi-Alnenion glutinosae Amigo et al. 1987 (dell’Appennino meridionale).<br />
Le ontanete ripariali del Mediterraneo occidentale sono incluse nell’alleanza Osmundo-<br />
Alnion glutinosae (Br.-Bl., P. Silva & Rozeira 1956) Dierschke & Rivas-Martínez in Rivas-<br />
Martínez 1975 (che vicaria nel Mediterraneo occidentale l’Alnion incanae) e nella<br />
suballeanza Hyperico hircini-Alnenion glutinosae Dierschke 1975 (che ha una<br />
distribuzione limitata alla parte meridionale della penisola italiana).<br />
Sia l’Alnion incanae che l’Osmundo-Alnion glutinosae rientrano nell’ordine Populetalia<br />
albae Br.-Bl. ex Tchou 1948 (classe Salici purpureae-Populetea nigrae Rivas-Martínez &<br />
Cantó ex Rivas-Martínez , Báscones, T.E. Díaz, Fernández-González & Loidi classis nova<br />
(addenda)) che comprende associazioni forestali insediate nell’alveo maggiore dei corsi<br />
d’acqua, sui terrazzi più alti e più esterni, quindi interessati più raramente dalle piene,<br />
rispetto all’ordine Salicetalia purpureae Moor 1958 (in cui ricadono i saliceti).<br />
Infine, le ontanete ad Alnus glutinosa delle aree paludose (variante 44.91) rientrano<br />
nell’alleanza Alnion glutinosae Malcuit 1929 (ordine Alnetalia glutinosae Tüxen 1937,<br />
classe Alnetea glutinosae Br.-Bl. & Tüxen ex Westhoff, Dijk & Passchier 1946). La classe<br />
Alnetea glutinosae, a differenza della Salici-Populetea nigrae, comprende associazioni<br />
forestali sviluppate in ambienti paludosi, al di fuori dell’influenza diretta dei corsi d’acqua;<br />
infatti tali ambienti si incontrano in depressioni o terreni pianeggianti, sempre con falda<br />
freatica affiorante e con suoli idromorfi che spesso contengono un’alta percentuale di<br />
sostanza organica non decomposta (torba).<br />
I boschi ripariali e quelli paludosi sono per loro natura formazioni azonali e lungamente<br />
durevoli essendo condizionati dal livello della falda e dagli episodi ciclici di morbida e di<br />
magra. Generalmente sono cenosi stabili fino a quando non mutano le condizioni<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 118
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
idrologiche delle stazioni sulle quali si sviluppano; in caso di allagamenti più frequenti con<br />
permanenze durature di acqua affiorante tendono a regredire verso formazioni erbacee<br />
(ciò che non avviene per le ontanete paludose che si sviluppano proprio in condizioni di<br />
prolungato alluvionamento); in caso di allagamenti sempre meno frequenti tendono ad<br />
evolvere verso cenosi forestali mesofile più stabili.<br />
Rispetto alla zonazione trasversale del fiume (lungo una linea perpendicolare all’asse<br />
dell’alveo) le ontanete ripariali possono occupare posizione diverse. Nelle zone di<br />
montagna si sviluppano direttamente sulle rive dei fiumi, in contatto catenale con le<br />
comunità idrofile di alte erbe (habitat 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di<br />
megaforbie idrofile”) e con la vegetazione di greto dei corsi d’acqua corrente (trattata nei<br />
tipi 3220 “Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea”, 3230 “Fiumi alpini con<br />
vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica”, 3240 “Fiumi alpini con vegetazione<br />
riparia legnosa a Salix elaeagnos”, 3250 “Fiumi mediterranei a flusso permanente con<br />
Glaucium flavum”, 3260 “Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion<br />
fluitantis e Callitricho-Batrachion”, 3270 “Fiumi con argini melmosi con vegetazione del<br />
Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.”, 3280 “Fiumi mediterranei a flusso permanente<br />
con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba”, 3290 “Fiumi<br />
mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion”). In pianura questi boschi<br />
ripariali si trovano normalmente, invece, lungo gli alvei abbandonati all’interno delle<br />
pianure alluvionali in contatto catenale con i boschi ripariali di salice e pioppo.<br />
Lungo le sponde lacustri o nei tratti fluviali dove minore è la velocità della corrente, i<br />
boschi dell’habitat 91E0* sono in contatto catenale con la vegetazione di tipo palustre<br />
riferibile agli habitat 3110 “Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale delle pianure<br />
sabbiose (Littorelletalia uniflorae), 3120 "Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale<br />
su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp.”, 3130<br />
“Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o<br />
degli Isoeto-Nanojuncetea”, 3140 “Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica<br />
di Chara spp.”, 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o<br />
Hydrocharition”, 3160 “Laghi e stagni distrofici naturali” e 3170 “Stagni temporanei<br />
mediterranei”.<br />
Verso l’esterno dell’alveo, nelle aree pianeggianti e collinari, i boschi ripariali sono in<br />
contatto catenale con diverse cenosi forestali mesofile o termofile rispettivamente delle<br />
classi Querco-Fagetea e Quercetea ilicis, verso cui potrebbero evolvere con il progressivo<br />
interramento. In particolare possono entrare in contatto catenale con i boschi termofili a<br />
Fraxinus oxycarpa (91B0 “Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia”), i boschi a<br />
dominanza di farnia (habitat 9160 "Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa<br />
Centrale del Carpinion betuli”) e le foreste miste riparie a Quercus robur dell'habitat 91F0<br />
“Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor,<br />
Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)”. Contatti possono avvenire<br />
anche con le praterie dell’habitat 6510 “Praterie magre da fieno a bassa altitudine<br />
Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis”. In montagna sono invece in contatto con le<br />
praterie dell’habitat 6520 "Praterie montane da fieno” o con le foreste di forra del Tilio-<br />
Acerion (habitat 9180 “Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion”). In stazioni<br />
montane fresche si osserva la normale evoluzione delle alnete di Alnus incana verso<br />
boschi più ricchi di abete rosso (climax della pecceta montana). (Biondi et al in AAVV..,<br />
2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Habitat d’importanza prioritaria, non molto diffuso nell’area di progetto soprattutto a causa<br />
del substrato calcareo fortemente drenante e delle captazioni che riducono la disponibilità<br />
idrica superficiale. Si osserva soprattutto lungo alcuni corsi d’acqua (Bevera e Barbaira)<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 119
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
come fascia boscata riparia e in un caso si presenta come bosco umido di versante:<br />
verosimilmente presente anche sul confine settentrionale tra le regioni Liguria e Piemonte.<br />
La superficie stimata di questo habitat assomma a oltre 140 ettari disposti linearmente<br />
lungo alcuni solchi vallivi, spesso in commistione con boschi mesofili di latifoglie.<br />
Fig. 50 - Localizzazione dell’habitat 91E0<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 91E0 può essere considerato di livello medio, risente<br />
delle condizioni geolitologiche non favorevoli e delle captazioni. Sussitono notevoli<br />
margini di miglioramento in relazione a una gestione delle risorse idriche più attenta alla<br />
biodiversità.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 120
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
9180 - Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.1.3.2<br />
NOME NOM<br />
Foreste di versanti,<br />
ghiaioni e valloni<br />
del Tilio-Acerion*<br />
Forêts de pentes,<br />
éboulis ou ravins<br />
du Tilio-Acerion*<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
9180 41.4 G1.4 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Boschi misti di caducifoglie mesofile che si sviluppano lungo gli impluvi e nelle forre umide<br />
con abbondante rocciosità superficiale e talvolta con abbondanti muschi, nel piano<br />
bioclimatico supratemperato e penetrazioni in quello mesotemperato. Frequenti lungo i<br />
versanti alpini, specialmente esterni e prealpini, si rinvengono sporadicamente anche in<br />
Appennino con aspetti floristicamente impoveriti. Si distinguono tre prevalenti tipologie<br />
boschive diverse per caratteristiche ecologiche e biogeografiche:<br />
1) aceri frassineti mesofili degli ambienti più freschi, corrispondenti ai codici corine<br />
biotopes 41.41 (per gli Appennini e per le Alpi) e 41.43 (per le Alpi) riferibili alle<br />
suballeanze Lunario-Acerenion, Lamio orvalae-Acerenion e Ostryo-Tilienion;<br />
2) aceri-tiglieti più termofili dei precedenti, situati nei versanti protetti e quindi più caldi,<br />
corrispondenti al codice corine biotope 41.45 e alla suballeanza Tilio-Acerenion (Tilienion<br />
platyphylli).<br />
3) boschi meso-igrofili di forra endemici dell’Italia meridionale caratterizzati dalla presenza<br />
di specie ad areale mediterraneo (Ostrya carpinifolia, Festuca exaltata, Cyclamen<br />
hederifolium, Asplenium onopteris) e a specie endemiche dell’Italia meridionale (Acer<br />
obtusatum ssp. neapolitanum) riferibili alle alleanze: Lauro nobilis-Tilion platyphylli (Italia<br />
meridionale, rinvenuta per ora in<br />
Puglia al Gargano) e Tilio-Ostryon (Calabria e Sicilia).<br />
Sotto il profilo sintassonomico i boschi dell’habitat 9180*<br />
vengono tutti riferiti alla classe Querco-Fagetea Br.-Bl. &<br />
Vlieger in Vlieger 1937. Per l’Italia settentrionale e centrale<br />
l’ordine e l’alleanza di riferimento sono Fagetalia<br />
sylvaticae Pawlowski in Pawlowski, Sokolowski & Wallisch<br />
1928 e Tilio platyphylli-Acerion pseudoplatani Klika 1955.<br />
Per l'Italia settentrionale le suballeanze di riferimento<br />
sono: Lunario-Acerenion pseudoplatani (Moor 1973) Th.<br />
Müller 1992, Lamio orvalae-Acerenion pseudoplatani<br />
Marinček 1990 e Tilienion platyphylli (Moor 1073) T. Müller<br />
1992. I boschi dell’Appennino centro-settentrionale<br />
vengono riferiti alla suballeanza Ostryo carpinifoliae-<br />
Tilienion platyphylli Košir, Čarni & Di Pietro 2008 mentre<br />
per l’Italia meridionale l’alleanza di riferimento è Lauro<br />
nobilis-Tilion platyphylli Biondi, Casavecchia & Biscotti 2008. Sempre per l’Italia<br />
meridionale, infine, i boschi di forra del piano mesotemperato submediterraneo a contatto<br />
con le leccete vengono attribuiti all’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 e<br />
all’alleanza Tilio-Ostryon Brullo, Scelsi & Spampinato 2001.<br />
Rapporti seriali: l’habitat<br />
occupa stazioni con morfologia e microclima peculiari pertanto<br />
non presenta comunità di sostituzioni sempre note. Localmente, nell'Appennino centrale,<br />
gli acereti del Tilio-Acerion dell'associazione Aceretum obtusati-pseudoplatani Biondi et al.<br />
2002 subass. aconitetosum neapolitani Allegrezza 2003 si pongono in collegamento<br />
dinamico con la vegetazione di megaforbie dell'associazione Ranunculo lanuginosi-<br />
Aconitetum neapolitani Allegrezza 2003 (Habitat 6430 "Bordure planiziali, montane e<br />
alpine di megaforbie idrofile").<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 121
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Rapporti catenali: in Appennino i boschi di tiglio sono in rapporto catenale con le faggete<br />
sia microterme sia termofile delle suballeanze Cardamino kitaibelii-Fagenion (Aremonio-<br />
Fagion) e Geranio versicoloris-Fagion del piano bioclimatico supratemperato ascritte<br />
all’habitat 9210* “Apennine beech forests with Taxus and Ilex” e 9220* “Apennine beech<br />
forests with Abies alba and beech forests with Abies nebrodensis”. Non è raro ritrovare<br />
boschi mesofili ad aceri e tigli nel piano bioclimatico mesotemperato in contatto con boschi<br />
misti di cerro e carpino bianco dell’alleanza Erythronio-Carpinion riferibili all’habitat 91L0<br />
“Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)” e di orno-ostrieti (alleanza Carpinion<br />
orientalis). Possono trovarsi in contatto, o ospitare al loro interno, con habitat rocciosi<br />
riferibili all’8210 “Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica”.<br />
Nell’Italia settentrionale e sulle Alpi i boschi riferibili all’habitat 9180 sono in contatto con i<br />
boschi di querce o di rovere e castagno degli habitat 9260 “Boschi di Castanea<br />
sativa”e<br />
9160 “Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpinion betuli” e<br />
con i boschi di carpino bianco dell’alleanza Erythronio-Carpinion dell’habitat 91L0<br />
“Querceti di rovere illirici (Erythronio-Carpinion)" per quanto riguarda gli aspetti più<br />
termofili, con faggete ed abieti-faggete degli habitat 9130 “Faggeti dell’Asperulo-Fagetum”,<br />
9150 “Faggeti calcicoli dell’Europa centrale del Cephalanthero-Fagion” e 91K0 “Foreste<br />
illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)” per quanto attiene invece agli aspetti più<br />
mesofili. Talvolta l’habitat è inoltre in contatto spaziale con ontanete di ontano bianco<br />
dell’habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion,<br />
Alnion incanae, Salicion albae)” e con praterie di fondovalle dell’habitat 6510 “Praterie<br />
magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis)”. (Biondi<br />
e Casavecchia in AAVV., 2009)<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Trattasi<br />
di habitat che può essere escluso dalla parte italiana dell’area di progetto in<br />
quanto le rare presenze di alberi di tiglio non caratterizzano alcun habitat, ma rientrano in<br />
altre tipologie.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 122
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
9260 - Foreste di Castanea sativa<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.2.1<br />
NOME NOM<br />
Foreste di<br />
Castanea sativa<br />
Forêts de<br />
Castanea sativa<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
9260 41.9 G1.7D5 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Boschi acidofili ed oligotrofici dominati da castagno. L’habitat include i boschi misti con<br />
abbondante castagno e i castagneti d’impianto (da frutto e da legno) con sottobosco<br />
caratterizzato da una certa naturalità (sono quindi esclusi gli impianti da frutto produttivi in<br />
attualità d'uso che coincidono con il codice Corine 83.12 - impianti da frutto Chestnut<br />
groves e come tali privi di un sottobosco naturale caratteristico) dei piani bioclimatici<br />
mesotemperato (o anche submediterraneo) e supratemperato su substrati da neutri ad<br />
acidi (ricchi in silice e silicati), profondi e freschi e talvolta su suoli di matrice carbonatica e<br />
decarbonatati per effetto delle precipitazioni. Si rinvengono sia lungo la catena alpina e<br />
prealpina sia lungo l’Appennino.<br />
I boschi a dominanza di Castanea sativa derivano<br />
fondamentalmente da impianti produttivi che, abbandonati,<br />
si sono velocemente rinaturalizzati per l’ingresso di specie<br />
arboree, arbustive ed erbacee tipiche dei boschi naturali<br />
che i castagneti hanno sostituito per intervento antropico.<br />
In tutta Italia, sono state descritte numerose associazioni<br />
vegetali afferenti a diversi syntaxa di ordine superiore. Si<br />
fa riferimento pertanto all’ordine Fagetalia sylvaticae Pawl.<br />
in Pawl. et al. 1928 (classe Querco-Fagetea Br.-Bl. &<br />
Vlieger in Vlieger 1937) e alle alleanze Erythronio dentiscanis-Carpinion<br />
betuli (Horvat 1958) Marincek in<br />
Wallnöfer, Mucina & Grass 1993 (suballeanza Pulmonario<br />
apenninae-Carpinenion betuli Biondi, Casavecchia, Pinzi,<br />
Allegrezza & Baldoni 2002) e Carpinion betuli Issler 1931<br />
per i castagneti del piano bioclimatico supratemperato, all’ordine Quercetalia roboris<br />
Tüxen 1931 e all’alleanza Quercion robori-petraeae Br.-Bl. 1937 per i castagneti più<br />
acidofili del piano bioclimatico mesotemperato, all’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae<br />
Klika 1933 per i castagneti del piano mesotemperato con le alleanze Teucrio siculi-<br />
Quercion cerridis Ubaldi (1988) 1995 em. Scoppola & Filesi 1995 per l’Italia centrooccidentale<br />
e meridionale, Erythronio dens-canis-Quercion petraeae Ubaldi (1988) 1990<br />
per l’Appennino settentrionale marnoso-arenaceo e l’alleanza Carpinion orientalis Horvat<br />
1958 con la suballeanza mesofila Laburno-Ostryon (Ubaldi 1981) Poldini 1990 per i<br />
castagneti neutrofili.<br />
Rapporti seriali: i castagneti rappresentano quasi sempre formazioni di sostituzione di<br />
diverse tipologie boschive. In particolare occupano le aree di potenzialità per boschi di<br />
cerro dell’habitat 91M0 “Foreste pannonico-balcaniche di quercia cerro-quercia sessile”,<br />
carpineti e querco-carpineti degli habitat 91L0 “Querceti di rovere illirici (Erythronio-<br />
Carpinion)” e 9190 “Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur”,<br />
acero-frassineti nel piano bioclimatico mesotemperato di faggete degli habitat 91K0<br />
“Foreste illiriche di Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)” e 9210 “Faggeti degli Appennini<br />
con Taxus e Ilex” in quello supratemperato. Pertanto le formazioni arbustive ed erbacee di<br />
sostituzione sono quelle appartenenti alle serie dei boschi potenziali.<br />
Rapporti catenali: nel piano mesotemperato l’habitat è in rapporto catenale con le faggete<br />
degli habitat 9210* “Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex”, 91K0 “Foreste illiriche di<br />
Fagus sylvatica (Aremonio-Fagion)”, 9110 “Faggeti del Luzulo-Fagetum” e 9120 “Faggeti<br />
acidofili atlantici con sottobosco di Ilex e a volte di Taxus (Quercion robori-petraeae o Ilici-<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 123
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Fagenion)” e gli aspetti di sostituzione di queste, con boschi di carpino nero o di roverella<br />
dell’habitat 91AA “Boschi orientali di quercia bianca” , con i boschi di forra dell’habitat 9180<br />
“Foreste di versanti, ghiaioni, e valloni del Tilio-Acerion” e con boschi ripariali degli habitat<br />
91E0 “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion<br />
incanae, Salicion albae)” e 92A0 “Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba”.<br />
Benché largamente favorito dall'azione antropica, è stata confermata la presenza di nuclei<br />
autoctoni nelle aree collinari e prealpine a substrato silicatico. In ogni caso, il contributo<br />
paesaggistico e di biodiversità (frequenti gli stadi ricchi di geofite) resta più che<br />
apprezzabile. (Biondi e Casavecchia in AAVV., 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
I castagneti sono spesso frammisti ad altre formazioni forestali e localizzati alle quote più<br />
basse dell’area considerata. La superficie stimata per l’habitat 9260 assomma a circa 890<br />
ettari di cui circa 60 in aspetti misti o a mosaico con altre formazioni.<br />
Fig. 51 - Localizzazione dell’habitat 9260<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 9260 può essere considerato di livello medio-basso,<br />
risente di una gestione selvicolturale che privilegia la ceduazione e della scarsità di<br />
individui annosi. Sussistono notevoli margini di miglioramento in relazione a una gestione<br />
selvicolturale più attenta alla biodiversità.<br />
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- Orno-Ostrieti prevalentemente calcifili a gravitazione occidentale-alpica riferibili<br />
all’associazione Plagio-Ostrietum<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.2.2.2<br />
NOME<br />
Orno-Ostrieti prevalentemente calcifili a<br />
gravitazione occidentale-alpica riferibili<br />
all’associazione Plagio-Ostrietum<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 41.81 G1.7C 0 1 1<br />
Questa categoria comprende una parte dei boschi e delle boscaglie dominate da Ostrya<br />
carpinifolia e boschi misti con presenza significativa di questa specie e corteggio floristico<br />
peculiare del territorio alle quote inferiori. Tale categoria si estende su una superficie<br />
stimata in circa 678 ettari per gran parte in aspetti misti o a mosaico.<br />
Fig. 52 - Localizzazione dell’habitat H.1.2.2.2, orno-ostrieti (pro parte)<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Altri boschi a carattere montano, con Ostrya carpinifolia dominante<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.2.2.4<br />
NOME<br />
Altri boschi a carattere montano,<br />
con Ostrya carpinifolia dominante<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 41.81 G1.7C 0 1 1<br />
Questa categoria comprende una parte dei boschi e delle boscaglie dominate da Ostrya<br />
carpinifolia e boschi misti con presenza significativa di questa specie a carattere più<br />
montano rispetto al tipo precedente. Tale categoria si estende su una superficie stimata in<br />
circa 1000 ettari per 68% in aspetti misti o a mosaico.<br />
Fig. 53 - Localizzazione dell’habitat H.1.2.2.4, orno-ostrieti (pro parte)<br />
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<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Boscaglie d’invasione a nocciolo (Corylus avellana)<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.2.3.1<br />
NOME<br />
Boscaglie d’invasione a nocciolo<br />
(Corylus avellana)<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 31.8C F3.17 0 1 1<br />
Questa categoria comprende boscaglie miste codominate da Corylus avellana e insediate<br />
per lo più su pascoli abbandonati. Tale categoria si estende su una superficie stimata in<br />
circa 52 ettari.<br />
Fig. 54 - Localizzazione dell’habitat H.1.2.3.1, boscaglie d’invasione a Corylus avellana<br />
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92A0 - Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.2.3.4<br />
NOME NOM<br />
Foreste a galleria<br />
di Salix alba e<br />
Populus alba<br />
Forêts-galeries à<br />
Salix alba et<br />
Populus alba<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
92A0<br />
CORINE EUNIS<br />
44.141,<br />
44.6<br />
G1.112,<br />
G1.3<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Boschi ripariali a dominanza di Salix spp. e Populus spp. presenti lungo i corsi d’acqua del<br />
bacino del Mediterraneo, attribuibili alle alleanze Populion albae e Salicion albae. Sono<br />
diffusi sia nel piano bioclimatico mesomediterraneo che in quello termomediterraneo oltre<br />
che nel macrobioclima temperato, nella variante submediterranea.<br />
I saliceti ripariali rientrano nell’alleanza Salicion albae Soó 1930 (ordine Salicetalia<br />
purpureae Moor 1958), mentre i boschi di pioppo nell’alleanza Populion albae Br.-Bl. ex<br />
Tchou 1948 (ordine Populetalia albae Br.-Bl. ex Tchou 1948). Entrambi gli ordini sono<br />
inclusi nella classe Salici purpureae-Populetea nigrae Rivas-Martínez & Cantó ex Rivas-<br />
Martínez , Báscones, T.E. Díaz, Fernández-González & Loidi, classis nova (addenda).<br />
I boschi ripariali sono per loro natura formazioni azonali e lungamente durevoli essendo<br />
condizionati dal livello della falda e dagli episodi ciclici di morbida e di magra.<br />
Generalmente sono cenosi stabili fino a quando non mutano le condizioni idrologiche delle<br />
stazioni sulle quali si sviluppano; in caso di allagamenti più frequenti con permanenze<br />
durature di acqua affiorante, tendono a regredire verso formazioni erbacee; in caso di<br />
allagamenti sempre meno frequenti, tendono ad evolvere verso cenosi mesofile più stabili.<br />
Verso l’interno dell’alveo i saliceti arborei si rinvengono frequentemente a contatto con la<br />
vegetazione pioniera di salici arbustivi (habitat 3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia<br />
legnosa a Salix elaeagnos”), con le comunità idrofile di alte erbe (habitat 6430 “Bordure<br />
planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile”) e in genere con la vegetazione di greto<br />
dei corsi d’acqua corrente (trattata nei tipi 3250 “Fiumi mediterranei a flusso permanente<br />
con Glaucium flavum”, 3260 “Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del<br />
Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion”, 3270 “Fiumi con argini melmosi con<br />
vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.”, 3280 “Fiumi mediterranei a<br />
flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba” e<br />
3290 “Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion”). Lungo le<br />
sponde lacustri o nei tratti fluviali, dove minore è la velocità della corrente, i contatti<br />
catenali si esprimono con la vegetazione di tipo palustre trattata nei tipi 3120 “Acque<br />
oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del<br />
Mediterraneo occidentale con Isoetes spp.”, 3130 “Acque stagnanti, da oligotrofe a<br />
mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea”, 3140<br />
“Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.”, 3150 “Laghi<br />
eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition", 3160 “Laghi e<br />
stagni distrofici naturali” e 3170 “Stagni temporanei mediterranei”.<br />
I saliceti ed i pioppeti sono in collegamento catenale tra loro, occupando zone<br />
ecologicamente diverse: i saliceti si localizzano sui terrazzi più bassi raggiunti<br />
periodicamente dalle piene ordinarie del fiume, mentre i pioppeti colonizzano i terrazzi<br />
superiori e più esterni rispetto all’alveo del fiume, raggiunti sporadicamente dalle piene<br />
straordinarie. I boschi dell’habitat 92A0 possono entrare in contatto catenale con le<br />
ontanete riparali dell’habitat 91E0* “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus<br />
excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae)”, con i boschi igro-termofili a<br />
Fraxinus oxycarpa (habitat 91B0 "Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia") e con le<br />
foreste miste riparie a Quercus robur dell'habitat 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi<br />
a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia<br />
(Ulmenion minoris)”. (Zivkovic e Biondi in AAVV., 2009).<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 128
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Questo habitat è rappresentato più compiutamente (seppure con tessere degradate e di<br />
ridotta dimensione) solo nel Roja e nei suoi affluenti principali dove è stato osservato in<br />
una piccola area della rete ecologica.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 129
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
9340 - Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.1.3.2<br />
NOME NOM<br />
Foreste di Quercus<br />
ilex e Quercus<br />
rotundifolia<br />
Forêts à Quercus<br />
ilex et Quercus<br />
rotundifolia<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
9340 45.3 G2.1 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Boschi dei Piani Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo (ed occasionalmente<br />
Subsupramediterraneo e Mesotemperato) a dominanza di leccio (Quercus ilex), da<br />
calcicoli a silicicoli, da rupicoli o psammofili a mesofili, generalmente pluristratificati, con<br />
ampia distribuzione nella penisola italiana sia nei territori costieri e subcostieri che nelle<br />
aree interne appenniniche e prealpine; sono inclusi anche gli aspetti di macchia alta, se<br />
suscettibili di recupero. Per il territorio italiano vengono riconosciuti i sottotipi 45.31 e<br />
45.32:<br />
45.31. Leccete termofile prevalenti nei Piani bioclimatici Termo- e Meso-Mediterraneo<br />
(occasionalmente anche nel Piano Submediterraneo), da calcicole a silicicole, da rupicole<br />
a mesofile, dell’Italia costiera e subcostiera.<br />
45.32. Leccete mesofile prevalenti nei Piani bioclimatici Supra- e Submeso-Mediterranei<br />
(occasionalmente anche nei Piani Subsupramediterraneo e Mesotemperato), da calcicole<br />
a silicicole, da rupicole a mesofile, dei territori collinari interni, sia peninsulari che insulari,<br />
e, marginalmente, delle aree prealpine. Il Sottotipo 45.32 riferisce principalmente agli<br />
aspetti di transizione tra le classi Quercetea ilicis e Querco-Fagetea che si sviluppano<br />
prevalentemente lungo la catena appenninica e, in minor misura, nei territori interni di<br />
Sicilia e Sardegna e sulle pendici più calde delle aree insubrica e prealpina ove assumono<br />
carattere relittuale.<br />
Le leccete della penisola italiana sono distribuite nelle<br />
Province biogeografiche Italo-Tirrenica, Appennino-<br />
Balcanica e Adriatica e svolgono un ruolo di cerniera tra<br />
l’area tirrenica ad occidente e quella adriatica ad oriente;<br />
sulla base delle più recenti revisioni sintassonomiche esse<br />
vengono riferite all’alleanza mediterranea centro-orientale<br />
Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante<br />
2003 (ordine Quercetalia ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em.<br />
Rivas-Martínez 1975, classe Quercetea ilicis Br.-Bl. ex A.<br />
& O. Bolòs 1950), all’interno della quale vengono<br />
riconosciuti due principali gruppi ecologici, uno termofilo e<br />
l’altro mesofilo. Le cenosi a dominanza di leccio distribuite<br />
nei territori peninsulari e siciliani afferiscono alla<br />
suballeanza Fraxino orni-Quercenion ilicis Biondi,<br />
Casavecchia & Gigante 2003 mentre per quanto riguarda il Settore Sardo, il riferimento è<br />
alla suballeanza Clematido cirrhosae-Quercenion ilicis Bacchetta, Bagella, Biondi,<br />
Filigheddu, Farris & Mossa 2004. Sono riferibili a questo habitat anche gli aspetti<br />
inquadrati da vari Autori nelle alleanze Quercion ilicis Br.-Bl. ex Molinier 1934 em. Rivas-<br />
Martínez 1975 ed Erico-Quercion ilicis Brullo, Di Martino & Marcenò 1977.<br />
Le leccete del Sottotipo 45.31, presenti nell’Italia peninsulare costiera ed insulare,<br />
costituiscono generalmente la vegetazione climatofila (testa di serie) nell’ambito del Piano<br />
bioclimatico meso-mediterraneo e, in diversi casi, in quello termo-mediterraneo, su<br />
substrati di varia natura. Le tappe dinamiche di sostituzione possono coinvolgere le<br />
fitocenosi arbustive riferibili agli Habitat 2250 ‘Dune costiere con Juniperus spp.’ e 5210<br />
‘Matorral arborescenti di Juniperus spp.’, gli arbusteti e le macchie dell’alleanza Ericion<br />
arboreae, le garighe dell’Habitat 2260 ‘Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 130
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Lavenduletalia’ e quelle della classe Rosmarinetea, i ‘Percorsi substeppici di graminacee e<br />
piante annue dei Thero-Brachypodietea’ dell’Habitat 6220*. I contatti catenali coinvolgono<br />
altre formazioni forestali e preforestali quali le pinete dell’Habitat 2270 ‘Dune con foreste di<br />
Pinus pinea e/o Pinus pinaster’ o dell’Habitat 9540 ‘Pinete mediterranee di pini mesogeni<br />
endemici’, le ‘Dehesas con Quercus spp. sempreverde’ dell’Habitat 6310, i querceti<br />
mediterranei dell’Habitat 91AA ‘Boschi orientali di roverella’, i ‘Querceti a Quercus trojana’<br />
dell’Habitat 9250, le ‘Foreste di Olea e Ceratonia’ dell’Habitat 9320, le ‘Foreste di Quercus<br />
suber’ dell’Habitat 9330, le ‘Foreste di Quercus macrolepis’ dell’Habitat 9350, i ‘Matorral<br />
arborescenti di Laurus nobilis’ dell’Habitat 5230, la ‘Boscaglia fitta di Laurus nobilis’<br />
dell’Habitat 5310, i ‘Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia’ dell’Habitat 91B0, le<br />
‘Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor,<br />
Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia’ dell’Habitat 91F0, le ‘Foreste di Platanus<br />
orientalis e Liquidambar orientalis’ dell’Habitat 92C0.<br />
Le leccete del Sottotipo 45.32 rappresentano prevalentemente (ma non solo) aspetti<br />
edafo-xerofili in contesti caratterizzati dalla potenzialità per la foresta di caducifoglie, o<br />
comunque esprimono condizioni edafiche e topoclimatiche particolari. Le tappe dinamiche<br />
di sostituzione sono spesso riferibili ad arbusteti della classe Rhamno-Prunetea (in parte<br />
riconducibile all’Habitat 5130 ‘Formazioni a Juniperus communis su lande o prati<br />
calcicoli’), a garighe della classe Rosmarinetea, a ‘Formazioni erbose rupicole calcicole o<br />
basofile dell’Alysso-Sedion albi’ dell’Habitat 6110, a ‘Percorsi substeppici di graminacee e<br />
piante annue dei Thero-Brachypodietea’ dell’Habitat 6220*. I contatti catenali coinvolgono<br />
generalmente altre formazioni forestali decidue o miste riferibili alla classe Querco-<br />
Fagetea, quali ad esempio i querceti mediterranei dell’Habitat 91AA ‘Boschi orientali di<br />
roverella’, le ‘Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere’ dell’Habitat 91M0, i ‘Faggeti<br />
degli Appennini con Taxus e Ilex’ dell’Habitat 9210, i ‘Faggeti degli Appennini con Abies<br />
alba e faggeti con Abies nebrodensis’ dell’Habitat 9220, le ‘Foreste di Castanea sativa’<br />
dell’Habitat 9260. (Gigante in AAVV., 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
L’habitat è presente nella parte più meridionale dell’area di progetto, dove risale sino a<br />
quote di un certo interesse, mentre è sottorappresentato nella fascia costiera rispetto alle<br />
potenzialità.<br />
La superficie occupata dall’habitat 9340 è stata stimata in circa 359 ettari di cui circa il<br />
75% in aspetti misti o a mosaico.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 9340 può essere considerato di livello medio-basso,<br />
risente di una gestione selvicolturale che privilegia la ceduazione. Sussistono notevoli<br />
margini di miglioramento in relazione a una gestione selvicolturale più attenta alla<br />
biodiversità, che permetta uno sviluppo maggiore almeno di una parte degli individu<br />
arborei.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 131
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Fig. 55 - Localizzazione dell’habitat 9340<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 132
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Boschi di conifere<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
NOME<br />
CODICE NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO - NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
H.2 Boschi di conifere null 42 G3 0 1 1<br />
H.2.1<br />
Boschi temperati e alpini di<br />
conifere<br />
null 42 G3 0 1 1<br />
Queste categorie sono state impiegata per indicare boschi misti o a mosaico con conifere<br />
per i quali non è stata possibile una verifica attendibile sulla specie dominante o privi di<br />
una specie dominante. Tali categorie si estendono su una superficie stimata in circa 456<br />
ettari.<br />
Fig. 56 - Localizzazione degli habitat H.2 e H.2.1, boschi di conifere<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 133
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Boschi montani e subalpini di abete bianco (Abies alba)<br />
- Boschi mesoneutrofili di abete bianco del settore appenninico con evidenti segni<br />
di naturalizzazione e riferibili ai Fagetalia<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.2.1.2<br />
H.2.1.2.3<br />
NOME<br />
Boschi montani e subalpini di abete<br />
bianco (Abies alba)<br />
Boschi mesoneutrofili di abete bianco del<br />
settore appenninico con evidenti segni di<br />
naturalizzazione e riferibili ai Fagetalia<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 42.11 G3.11 0 1 1<br />
null 42.112 G3.112 0 1 1<br />
Queste categorie comprendono boschi con significativa presenza di abete bianco che si<br />
estendono su una superficie stimata in circa 815 ettari di cui circa 33% in aspetti misti o a<br />
mosaico.<br />
Fig. 57 - Localizzazione degli habitat H.2.1.2 e H.2.1.2.3, boschi con presenza di abete<br />
bianco<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 134
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
9420 - Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus cembra<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.2.1.3<br />
NOME NOM<br />
Foreste alpine di<br />
Larix decidua e/o<br />
Pinus cembra<br />
Forêts alpines à<br />
Larix decidua<br />
et/ou Pinus<br />
cembra<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
9420<br />
CORINE EUNIS<br />
42.31,<br />
42.32<br />
G3.21-<br />
G3.22<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Foreste subalpine, o talvolta altimontane, con prevalenza di Larix decidua e/o Pinus<br />
cembra, costituenti formazioni pure o miste, talvolta associate con Picea abies o Pinus<br />
uncinata.<br />
Nell'ambito della classe Vaccinio-Piceetea Br.-Bl. in Br.-Bl.<br />
et al. 1939, ordine Piceetalia excelsae Pawlowski in<br />
Pawlowski et al. 1928, le cenosi mesofile su substrati<br />
silicatici afferiscono a Larici-Pinetum cembrae (Pallmann<br />
et Haffter 1933) Ellenberg 1963 (Piceion excelsae<br />
Pawlowski in Pawlowski et al., 1928). Quelle xerofile si<br />
riferiscono a Cotoneastro-Pinetum cembrae Béguin et<br />
Theurillat 1982. Le cembrete e anche i lariceti basifili<br />
vengono inquadrati in Erico-Pinion mugo Leibundgut 1948<br />
nom. inv. (Erico-Pinetalia Horvat 1959; Erico-Pinetea<br />
Horvat 1959); le associazioni di riferimento sono Pinetum<br />
cembrae Bojko 1931, Laricetum deciduae Bojko 1931,<br />
Rhodothamno-Laricetum (Zukrigl 1973) Willner et Zukrigl<br />
1999.<br />
I boschi di larice possono assumere un carattere di comunità durevole, soprattutto nelle<br />
Alpi orientali ove la concorrenza dell'abete rosso è rilevante. I contatti con l'habitat 9410<br />
"Foreste acidofile di Picea montano-alpine" sono spesso evidenti e si riscontrano varianti<br />
altitudinali. A parte l’influenza del pascolamento e delle attività antropiche, si verificano<br />
anche fenomeni naturali, collegati a innevamento e apporti detritico-colluviali, che<br />
favorendo il ringiovanimento dei suoli accrescono la competitività del larice. La presenza<br />
del pino cembro, in alcuni distretti ostacolata in quanto poco favorevole al pascolo,<br />
corrisponde a situazioni più vicine a quelle naturali. Non mancano, peraltro, aspetti in cui<br />
sia larice che pino cembro colonizzano direttamente versanti rupestri e, soprattutto il<br />
larice, falde detritiche e massi grossolani stabilizzati. I contatti più frequenti, in relazione ai<br />
tipi presenti, sono quelli con gli arbusteti, a Alnus viridis (buona disponibilità idrica e di<br />
nutrienti), a Rhododendron ferrugineum, a Juniperus nana e ad Arctostaphylos uva ursi<br />
e/o Juniperus sabina, o a Erica carnea e Pinus mugo nei settori basifili. Si segnalano,<br />
inoltre, stadi di larici-cembreto subalpino (m 1800-<strong>2000</strong>) in cui, con Picea quasi assente, o<br />
al massimo accessoria, è vitale e ben rappresentato l’abete bianco (nel sottobosco a<br />
Rhododendron ferrugineum, con o senza Alnus viridis). L’abbandono di pascoli e prati, sta<br />
favorendo ricolonizzazioni su vasti comprensori, soprattutto da parte del larice. Si è notato,<br />
peraltro, che nelle aree dove il portaseme non manca, anche il cembro svolge<br />
egregiamente la funzione di diretto colonizzatore di praterie e pascoli. Una situazione<br />
peculiare delle Dolomiti più interne a clima continentale è la pineta cosiddetta endalpica,<br />
che nella fascia altimontana (1400-1800 m) è prevalente in alcuni versanti ed è<br />
caratterizzata da una consociazione di pino silvestre, pino cembro, pino mugo, abete<br />
rosso e larice. Nelle Alpi occidentali, infine, da non trascurare i rapporti con formazioni<br />
ricche di Pinus uncinata, mediamente più primitive o confinate su versanti con minori<br />
probabilità evolutive. Nel settore sud-alpino lombardo (Alpi Orobie e gruppo dell'Adamello)<br />
le formazioni a Pinus cembra si rinvengono sovente impostate su praterie a Festuca<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 135
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
scabriculmis, che mantengono intatta la loro composizione floristica, associate a uno<br />
strato arbustivo a Juniperus nana. In queste situazioni è spesso presente Picea excelsa.<br />
(Lasen e Sburlino in AAVV., 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Gli aspetti forestali a larice o misti con larice, pur di antica origine artificiale, sono ormai<br />
ampiamente spontaneizzati e sono per gran parte riferibili all’habitat 9420.; si presentano<br />
con strutture diverse: da aspetti radi a boschi relativamente densi, talora con ruolo di<br />
colonizzazione su prati o rupi. Si estende su una superficie stiamta in circa 1633 ettari, di<br />
cui 36% in aspetti misti o a mosaico.<br />
Fig. 58 - Localizzazione dell’habitat 9420<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 9420 può essere considerato di livello buono, per la<br />
varietà di aspetti con cui si presenta, anche se sussistono notevoli margini di<br />
miglioramento in relazione a una gestione selvicolturale più attenta alla biodiversità, che<br />
eviti l’abbattimento avvenuto nel passato di alberi vetusti.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 136
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Pinete a pino silvestre<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.2.1.4.1<br />
NOME<br />
Pinete a pino<br />
silvestre<br />
CODICE NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
null<br />
CORINE EUNIS<br />
42.591 G3.49<br />
ALLEGATO - NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
0 1 1<br />
Questa categoria comprende boschi dominati in purezza da Pinus sylvestris e boschi misti<br />
con significativa presenza di questa specie che si estendono su una superficie stimata in<br />
circa 2750 ettari (11, 4 % del territorio indagato) di cui circa 55% in aspetti misti o a<br />
mosaico.<br />
Fig. 59 - Localizzazione degli habitat H.2.1.4.1, boschi di pino silvestre<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 137
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Boschi misti montani e subalpini di abeti, pini montani e larice<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.2.1.6<br />
NOME<br />
Boschi misti montani e subalpini<br />
di abeti, pini montani e larice<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
null 42 G3 0 1 1<br />
Questa categoria comprende boschi misti con diverse specie di conifere montane e<br />
subalpine che si estendono su una superficie stimata di circa 4 ettari.<br />
Fig. 60 - Localizzazione dell’habitat H.2.1.6, boschi misti di conifere montane e subalpine<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 138
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
9540: Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.2.2.1<br />
H.2.2.1.1<br />
H.2.2.1.2<br />
NOME NOM<br />
Pinete<br />
mediterranee di<br />
pini mesogeni<br />
endemici<br />
Pinete a pino<br />
marittimo (Pinus<br />
pinaster)<br />
Foreste di pino<br />
d'Aleppo<br />
provenzali-liguri<br />
Pinèdes<br />
méditerranéennes de<br />
pins mésogéens<br />
endémiques<br />
Pinédes de Pinus<br />
pinaster<br />
Forèts de Pins d'Alep<br />
provenço-liguriennes<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
9540 42.8 G.3.7 I 1 1<br />
9540 42.823 G3.72 I 1 1<br />
9540 42.843 G3.74 I 1 1<br />
FRASE DIAGNOSTICA E ALTRE NOTE RELATIVE ALL’HABITAT IN ITALIA<br />
Pinete mediterranee e termo-atlantiche a pini termofili mediterranei: Pinus pinaster, P.<br />
pinea, P. halepensis, Pinus brutia, localizzate in territori a macrobioclima mediterraneo<br />
limitatamente ai termotipi termo e mesomediterraneo. Presentano in genere una struttura<br />
aperta che consente la rinnovazione delle specie di pino e la presenza di un denso strato<br />
arbustivo costituito da specie sclerofille sempreverdi. Talora costituiscono delle formazioni<br />
di sostituzione dei boschi dei Quercetalia ilicis o delle macchie mediterranee dei Pistacio-<br />
Rhamnetalia alaterni. Rientrano in questo habitat gli impianti artificiali realizzati da molto<br />
tempo che si sono stabilizzati e inseriti in un contesto di vegetazione naturale.<br />
Le pinete a pino marittimo<br />
(Pinus pinaster) si insediano su<br />
substrati di natura silicea o comunque su suoli acidi;<br />
presentano uno strato arbustivo di specie sempreverdi tra<br />
le quali predominano specie indicatrici di tali condizioni<br />
edafiche quali Erica arborea ed Arbutus unedo. Nella<br />
Penisola Italiana sono presenti in Liguria e Toscana, dove<br />
sono distribuite dalla fascia mesomediterranea a quella<br />
sub mediterranea fino a 700 m di quota. In Liguria sui<br />
serpentini è localizzato l’Euphorbio ligusticae-Pinetum<br />
pinastri Furrer & Hofmann 1960 (Pignatti, 1998). Altre<br />
pinete naturali a Pinus pinaster si rinvengono a Pantelleria<br />
dove la specie è presente con la sottospecie Pinus<br />
pinaster ssp. hamiltoni che sono state riferite al Genisto<br />
aspalathoidis-Pinetum hamiltonii (Brullo et al., 1977;<br />
Gianguzzi 1999a, 1999b). Altre pinete a Pinus pinaster si rinvengono nella Sardegna<br />
settentrionale sui monti della Gallura.<br />
Le pinete a Pinus pinea sono autoctone probabilmente solo nella Sicilia nord-orientale<br />
come è evidenziato da resi fossili, altrove si tratta verosimilmente di vecchie introduzione<br />
che si sono inserite nel contesto della vegetazione naturale. In Sicilia queste pinete si<br />
localizzano su substrati di natura silicea all’interno delle fasce bioclimatiche termo e<br />
mesomediterranea e sono state riferite a due distinte associazioni: il Cisto crispi-Pinetum<br />
pineae Bartolo, Brullo & Pulvirenti 1994, localizzato sui monti Peloritani (Bartolo et al.<br />
1994) ed il Cisto cretici-Pinetum pineae Brullo, Minissale, Siracusa, Scelsi & Spampinato<br />
2002 presente sugli Erei e sulle Madonie (Brullo et al. 2002).<br />
Le pinete a Pinus halepensis sono, tra le pinete mediterranee, quelle più diffuse, e si<br />
rinvengono soprattutto nell’Italia meridionale e nelle Isole (Agostini 1964, 1967). Esse<br />
sono state oggetto di numerosi studi fitosociologici e sono state riferite a diverse<br />
associazioni qui di seguito citate. Il Thymo-Pinetum halepensis De Marco & Caneva 1985<br />
si localizza nella fascia termomediterranea su substrati marnosi, viene riportato per la<br />
Puglia (Taranto) e la Sicilia meridionale, con varie subassociazioni (De Marco & Caneva,<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 139
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
1985; Bartolo et al., 1986; Biondi et al., 2004). Il Pistacio lentisci-Pinetum halepensis De<br />
Marco & Caneva 1985 si localizza su substrati calcarei nella fascia termomesomediterrana,<br />
è riportato per Cilento, Gargano, Isole Tremiti, Sardegna sudoccidentale,<br />
Pantelleria e Calabria nord-orientale (Corbetta et al., 2004; De Marco &<br />
Caneva, 1985; Bartolo et al., 1986; Gianguzzi 1999a, 1999b; Spampinato 1990). L’Erico-<br />
Pinetum halepensis De Marco & Caneva 1985 si localizza su substrati di natura silicea<br />
all’interno della fascia bioclimatica mesomediterranea, viene riportato per la Calabria nordorientale,<br />
la Sardegna sud-occidentale (Isola di San Pietro) e le Isole Eolie (De Marco &<br />
Caneva, 1985; Bartolo et al., 1986; Spampinato, 1990). Il Plantago albicantis-Pinetum<br />
halepensis Bartolo, Brullo, Minissale & Spampinato 1986 si localizza su substrati sabbiosi<br />
del litorale presso Taranto (Bartolo et al., 1986; Biondi et al., 2004). Lo Junipero oxycedri-<br />
Pinetum halepensis Vagge <strong>2000</strong> è stato descritto da Vagge (<strong>2000</strong>) per le coste rocciose di<br />
natura calcarea della Liguria in aree a bioclima mesomediterraneo. Il Cyclamino<br />
hederifoliae-Pinetum halepensis è stato descritto per le gravine pugliesi dove si localizza<br />
su substrati calcarei in aree a bioclima termomediterraneo secco con penetrazioni nella<br />
fascia mesomediterranea subumida (Biondi et al., 2004). Il Coronillo emeroidis-Pinetum<br />
halepensis Biondi, Casavecchia, Guerra, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2004 è stato<br />
descritto per le Marche ma è presente anche in Abruzzo (Allegrezza et al., 2006; Pirone,<br />
1985) dove costituisce una formazione meso-xerofila localizzata in aree costiere con<br />
bioclima mesomediterraneo su areniti più o meno consolidate. In Umbria il pino d’Aleppo si<br />
rinviene all’interno delle leccete termofile miste su calcare del Fraxino orni-Quercetum ilicis<br />
Horvatic (1956) 1958 pinetosum halepensis Horvatic 1958 (Biondi et al., 2002).<br />
Le pinete mediterranee hanno in genere un ruolo edafoclimatofilo, localizzandosi in<br />
specifiche condizioni ambientali dove la pedogenesi è bloccata, su suoli poveri in nutrienti<br />
e poco evoluti. Grazie alle capacità colonizzatrici dei pini mediterranei possono<br />
rappresentare in aree con suoli erosi o degradati uno stadio all’interno della sedie<br />
dinamica che porta verso formazione forestali sempreverdi. I contatti catenali e seriali<br />
sono dunque con le formazioni forestali dei Quercetea ilicis. Le pinete a Pinus pinaster<br />
hanno contatti catenali con le leccete del Viburno-Quercetum ilicis, mentre quelle su ofioliti<br />
dell' Euphorbio ligusticae-Pinetum pinastri si pongono in un contesto di vegetazione<br />
temperata e possono rappresentare uno stadio durevole o evolvere verso i querceti a<br />
Quercus petraea.<br />
Le pinete a Pinus pinea della Sicilia, nelle aree a pedogenesi bloccata, rappresentano uno<br />
stadio durevole che prende contatto con le garighe acidofile dei Cisto-Micromerietea o dei<br />
Cisto-Lavanduletea. In altri contesti possono rappresentare uno stadio della serie<br />
dinamica dei querceti del Erico-Quercetum virgiliane.<br />
Più articolata è la posizione sindinamica delle pinete a Pinus halepensis in relazione alla<br />
diversificata vegetazione che originano. Le formazioni più termofile riferite al Thymo-<br />
Pinetum halepensis, rappresentano delle formazioni edafoclimatofile durevoli e hanno<br />
normali contatti seriali con le garighe dei Cisto-Micromerietea e dei Rosmarinetea<br />
officinalis. Le altre tipologie di pinete a pino d’Aleppo possono rappresentare degli stadi<br />
durevoli o transitori. Esse contraggono rapporti sindinamici con le formazioni di macchia<br />
dell’Oleo-Ceratonion e più in generale rientrano nelle serie dinamiche di leccete termofile<br />
basifile del Fraxino orni-Quercion ilicis. (Spampinato in AAVV., 2009).<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Le pinete a Pinus halepensis costiere e quelle a Pinus pinaster in posizione generalmente<br />
più arretrata sono riferibili all’habitat 9540.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 140
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
Fig. 61 - Localizzazione dell’habitat 9540<br />
STATO DI CONSERVAZIONE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Lo stato di conservazione dell’habitat 9420 può essere considerato di livello medio-basso<br />
per gli aspetti a Pinus halepensis in ragione dei danni da incendi e della diffusione di<br />
specie invasive, mentre si può considerare basso per i lembi residui a Pinus pinaster, che<br />
oltre a effetti apportati dal passaggio del fuoco, portano evidenti segni di parassitosi.<br />
Margini di milgioramento sussistono per il primo tipo.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 141
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Rimboschimenti collinari e montani, interni, di pino nero<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
H.3.6.1<br />
NOME NOM<br />
Rimboschimenti<br />
collinari e<br />
montani, interni,<br />
di pino nero<br />
Reboisement<br />
à pin noir<br />
(Pinus nigra)<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
Null 42.6 G3.57 0 1 1<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Formazioni dense o radi di pino nero sviluppatesi da attività non recenti di<br />
rimboschimento.<br />
Fig. 62 - Localizzazione dei principali rimboschimenti di pino nero (H.3.6.1)<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 142
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Insediamenti sparsi<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
I.1.2<br />
NOME NOM<br />
Habitat di zone urbanizzate<br />
residenziali a tessuto discontinuo<br />
(insediamenti sparsi)<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
Villes Null 86.1 J2 0 1 1<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Nuclei abitati sparsi o loro frazioni e infrastrutture connesse la cui superficie è stata<br />
stimata in circa 33 ettari.<br />
Fig. 63 - Localizzazione degli insediamenti (I.1.2)<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 143
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Reti stradali, autostradali, ferroviarie e altre infrastrutture tecniche<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
I.2.2<br />
NOME NOM<br />
Habitat di reti stradali,<br />
autostradali, ferroviarie e altre<br />
infrastrutture tecniche<br />
CODICE<br />
NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
Null 86.1 J4 0 1 1<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
E’ stata evidenziata solo la presenza di un tratto autostradale nella zona sud dell’area<br />
studiata.<br />
Fig. 64 - Localizzazione del tratto autostradale (I.2.2)<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 144
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Parchi, ville, giardini, ecc<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
I.4.1<br />
NOME NOM<br />
Parchi, ville,<br />
giardini, ecc<br />
Parcs et<br />
jardins<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
Null 85.3 I.2 0 1 1<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
E’ stata evidenziata solo la presenza della parte coltivata dei <strong>Giardini</strong> Botanici <strong>Hanbury</strong> per<br />
una superficie di circa 7,5 ettari.<br />
Fig. 65 - Localizzazione di giardini (I.4)<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 145
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Oliveti<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
NOME NOM<br />
CODICE NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO - NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
I.5.2.1 Oliveti Oliveraies Null 83.11 G2.91 0 1 1<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Gli oliveti rappresentano una delle colture più importanti del contesto e svolgono un ruolo<br />
trofico importante anche per molte specie ornitiche o, più in generale di vertebrati. Ai<br />
margini della aree considerate sono presenti sia in aspetti odiernamente in coltura sia in<br />
aspetti abbandonati e a vario livello colonizzati dalla vegetazione spontanea.<br />
La superficie è stata stimata in circa 263 ettari.<br />
Fig. 66 - Localizzazione degli oliveti (I.5.2.1), in coltura e in abbandono<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 146
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Ecomosaici agricoli<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
I.5.4<br />
NOME NOM<br />
Ecomosaici<br />
agricoli<br />
Eco-mosaïque<br />
agricole<br />
CODICE<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO -<br />
NATURA <strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
Null 84.4 X08 0 1 1<br />
CARATTERISTICHE NELL’AREA DI PROGETTO<br />
Sempre ai margini delle zone considerate troviamo, per lo più in prossimità di insediamenti<br />
rurali anche ecomosaici agricoli con coltivazioni varie di ridotte dimensioni a diretto<br />
contatto con la vegetazione naturale, che svolgono un ruolo importante sia per il presidio<br />
del territorio da parte dell’uomo sia per la fauna.<br />
La superficie occupata è stata stimata in circa 88 ettari.<br />
Fig. 67 - Localizzazione delle aree con ecomosaici agricoli<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 147
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
- Muri a secco<br />
CODICE<br />
LIGURE<br />
I.5.5.2<br />
NOME NOM<br />
Muri a<br />
secco<br />
Murs de<br />
pierre<br />
CODICE NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
CORINE EUNIS<br />
ALLEGATO - NATURA<br />
<strong>2000</strong><br />
IT FR<br />
Null 84 J2.4 0 1 1<br />
I muri a secco rappresentano un altro microhabitat importante per invertebrati e piccoli<br />
vertebrati (erpetofauna in particolare), alcuni dei quali protetti da direttive internazionali. La<br />
diffusione nell’area di progetto è notevole; il rilevamento cartografico si è limitato a<br />
evidenziare le zone in cui tale habitat gioca un ruolo maggiormente significativo che<br />
assommano a circa 26 ettari.<br />
Fig. 68 - Localizzazione di una delle principali aree con muri a secco<br />
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7. POPOLAMENTO DELLA BANCA DATI E ATTIVAZIONE DEL<br />
SISTEMA DI INTERROGAZIONE TRANSFRONTALIERO CON<br />
RELATIVA CARTOGRAFIA<br />
Nell’aprile e nel giugno 2010 si è provveduto al caricamento dei dati nel database della<br />
Regione Liguria. L’inserimento è avvenuto in modo massivo caricando tutte le informazioni<br />
con l’aiuto dei tecnici della Datasiel. Tutte le informazioni e i dati puntiformi sulle specie<br />
sono quindi ora a disposizione del Committente. Il caricamento dei dati non ha creato<br />
particolari problemi, mentre qualche difficoltà in più è si è avuto con gli habitat per<br />
problemi di geometrie ma di questo si forniscono dettagli nella realazione legata agli<br />
habitat.<br />
Come da richiesta del committente abbiamo anche provveduto la caricamento dei dati<br />
sull’Avifauna riferiti alle ZPS dell’area di studio prodotti del progetto “Monitoraggio della<br />
comunità ornitica nelle ZPS e nelle aree liguri di maggiore vocazionalità avifaunistica e/o<br />
agricola” gestito dal Parco del Beigua.<br />
7.1. Inizializzazione banca dati di progetto (<strong>ADM</strong>)<br />
Elementi<br />
Zone ITA<br />
Zone FR<br />
Input Record<br />
caricati<br />
Data caricamento<br />
Habitat progetto<br />
Habitat locale<br />
86 2.4.2010<br />
Specie di progetto specie_progetto.xls 317 22.10.2009<br />
Specie ITA specie_locali_Italia.xls 317 28.10.2009<br />
Specie FR specie_locali_Francia.xls 314 22.10.2009<br />
Sinonimi ITA sinonimi_locali_Italia.xls 33 28.10.2009<br />
Sinonimi FR sinonimi_locali_Francia.xls 1503 28.10.2009<br />
E’ stato utilizzato un file Access (<strong>ADM</strong>.mdb) per trasferire i dati da EXCEL in banca<br />
dati. i dati francesi è stato attribuito il codice ente CBNM e a quelli italiani il codice ente<br />
RLIG.<br />
2 aprile 2010<br />
Base dati di PROGETTO: Caricamenti HABITAT<br />
Sono stati caricati i dati nella tabella <strong>ADM</strong>_HABITAT (86 elementi) insrendo anche il campi<br />
Codice_italiano e Codice_francese poter caricare i valori in Habitat_locali.<br />
Si sono richiesti gli URL dei servizi esposti dalla Francia (web services).<br />
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1. Caricamento di stazioni Puntiformi<br />
A partire dal foglio excel e mediante la trasformazione in Access sono state utilizzate le<br />
seguenti query di inserimento:<br />
Per rispettare SOLO la gerarchia ISA si devono valorizzare BIO_STAZIONI,<br />
bio_stazione_specie, bio_staz_specie_punt:<br />
INSERT INTO BIODIVERSITA_BIO_STAZIONI ( identificativo, nascita, compilatore,<br />
toponimo, precisione, validita, quota )<br />
SELECT id_staz, data, 38, cod_toponimo, precisione, 0, quota<br />
FROM bio_stazioni_adm;<br />
Per inserire gli elenchi associate alla stazione:<br />
INSERT<br />
comune )<br />
INTO BIODIVERSITA_BIO_STAZIONI_COMUNI (staz_codice, provincia,<br />
SELECT id_staz, provincia, comuni<br />
FROM bio_stazioni_adm;<br />
INSERT INTO BIODIVERSITA_BIO_STAZIONI_RILEVATORI ( staz_codice, rilevatore )<br />
SELECT id_staz, id_rilevatore<br />
FROM bio_stazioni_adm;<br />
INSERT INTO BIODIVERSITA_BIO_STAZIONI_SQUADRI ( staz_codice, squadro )<br />
SELECT id_staz, squadro<br />
FROM bio_stazioni_adm;<br />
INSERT INTO BIODIVERSITA_BIO_STAZIONI_BIOCLIMI ( staz_codice,<br />
bioclima_codice )<br />
SELECT id_staz, bioclima<br />
FROM bio_stazioni_adm;<br />
INSERT INTO BIODIVERSITA_BIO_STAZIONI_BIOGEOGRAFIE ( staz_codice,<br />
biogeografia_codice )<br />
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SELECT id_staz, biogeogr<br />
FROM bio_stazioni_adm;<br />
Aggiornamento sequence per tabella Bio_stazioni_US:<br />
Drop SEQUENCE "BIODIVERSITA"."BIO_ID_ASS_US";<br />
CREATE SEQUENCE "BIODIVERSITA"."BIO_ID_ASS_US" MINVALUE 1 MAXVALUE<br />
999999999999999999999999999 INCREMENT BY 1 START WITH 20603 CACHE 20<br />
NOORDER NOCYCLE ;<br />
Risultati finali<br />
Tabella Elementi inseriti<br />
Bio_stazioni ISA stazione 1160<br />
Bio_stazione_specie ISA stazione 1160<br />
Bio_staz_specie_punt ISA stazione 1160<br />
Bio_stazioni_rilevatori elenco 1160<br />
Bio_stazioni_comuni elenco 1160<br />
Bio_stazioni_squadri elenco 1160<br />
Bio_stazioni_biogeografie elenco 1160<br />
Bio_stazioni_bioclimi elenco 1160<br />
Bio_stazioni_US Specie osservate 2812<br />
Sequence BIO_ID_ASS_US Drop e create<br />
7.2 Caricamento dei dati relativi agli HABITAT.<br />
Si elencano, sommariamente, i passi che sono stati fatti per inserire nella BD della<br />
Biodiversità della Regione Liguria gli habitat censiti con il progetto <strong>ADM</strong>.<br />
• Aggiornare la check list degli habitat inserendo gli habitat (circa 20)<br />
• Estrarre dalla carta degli habitat aggiornata da Mariotti i dati (STAZIONI) da inserire<br />
in banca dati (2046+317+311)<br />
• E’ rimasto indefinito con Arpal come comportarsi per le osservazioni che<br />
“aggiornano” dati già esistenti. La banca dati prevederebbe la gestione della<br />
storicizzazione dei dati (morte/nascita), ma potrebbero essere plausibili anche<br />
questi due scenari:<br />
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o Eliminazione delle stazioni esistenti e conseguente inserimento delle nuove<br />
osservazioni<br />
o Aggiornamento delle stazioni esistenti<br />
Il caricamento completo della cartografia finale degli habitat sul sistema non è stato fatto<br />
completamente per decisione dell’ARPAL, attuale gestore della banca di dati ligure.<br />
Nonostante una riunione ad hoc alla fine di giugno, si è decido di aspettare per il<br />
caricamento completo. Per tale motivo pur essendo i dati attualmente tutti pronti (compresi<br />
i corridoi ecologici) il lavoro non è stato eseguito per nostra volontà.<br />
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8. ANALISI DEGLI HABITAT<br />
Viene di seguito riportata la tabella sinottica con gli habitat rilevati sia nell’area di progetto<br />
condivisa con i partner francesi sia quelli rilevati nella porzione della rete ecologica della<br />
Liguria (REL) di connessione dei siti della Rete <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong> citata nella premessa.<br />
Per gli habitat presenti nell’area di progetto condivisa - con eccezione per gli habitat<br />
puntiformi - sono riportate le stime delle superfici occupate, mentre tale dato non viene<br />
fornito per la porzione della REL.<br />
Gli habitat sono presentati secondo l’ordine del codice habitat del sistema regionale<br />
aggiornato (colonna 1); sono inoltre riportati: superfici in ettari (colonna 2); percentuali<br />
(colonna 3) riferite al totale della superficie rilevata; denominazione dell’habitat secondo il<br />
sistema regionale (colonna 4); eventuale corrispondenza con i codici <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong><br />
(colonne 5 e 6); presenza nei siti e/o nella porzione di REL (colonne 7 e 8).<br />
Tutti i poligoni con il proprio identificativo, le sigle di vestizione, i codici regionali e le<br />
percentuali di copertura dei singoli habitat sono riportato nell’Allegato V.<br />
Fig. 69 - Percentuali delle superfici delle macrocategorie degli habitat rispetto al totale<br />
dell’area rilevata nei siti (esclusa porzione REL)<br />
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Tabella 3 - Habitat rilevati e relativa superficie<br />
Hab Ha_Hab % Nome Habitat natura<strong>2000</strong> relaz SITI REL<br />
A.1.2 3,40 0,014<br />
Habitat dei fondi duri tra il sopralitorale e l’infralitorale delle scogliere<br />
sommerse e semisommerse<br />
1170 = 1 1<br />
B.1.2.1 0,03 0,000<br />
Vegetazione delle linee di deposito marine su substrati<br />
prevalentemente sabbiosi, ghiaiosi o misti<br />
1210 = 1 1<br />
B.2 1,36 0,006<br />
0,020<br />
Habitat delle scogliere e falesie marine emerse 1240 = 1 0<br />
C.1.2 0,00 0,000 Acque ferme di corpi idrici e loro componente biotica null 1 1<br />
C.1.2.2.1 14,29 0,059 Laghi artificiali null 1 0<br />
C.1.2.2.2 0,00 0,000 Pozze, abbeveratoi, cisterne etc null 1 0<br />
C.2.1.1 0,68 0,003 Corsi d’acqua alpini e relativa vegetazione erbacea 3220 = 1 0<br />
C.2.1.2 0,00 0,000 Corsi d'acqua alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos 3240 = 1 0<br />
C.2 0,00 0,000 Habitat di acque dolci correnti null 0 1<br />
C.2.3 0,00 0,000<br />
Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion<br />
fluitantis e Callitricho-Batrachion<br />
3260 = 1 1<br />
C.2.5.2.1 0,00 0,000 Saliceti a Salix purpurea mediterranei 3280 # 0 1<br />
C.2.7 1,13 0,005<br />
0,067<br />
Acque correnti di corpi idrici e loro componente biotica null 1 1<br />
D.1.1 18,01 0,075 Lande secche riferibili ai Calluno-Ulicetea 4030 < 1 0<br />
D.1.1.2 0,00 0,000 Arbusteti alti e mantelli riferibili ai Rhamno-Prunetea null 0 1<br />
D.1.1.3.1 802,94 3,335<br />
Arbusteti e mantelli a nocciolo (Corylus avellana) riferibili al Corylo-<br />
Populion tremulae<br />
null 1 0<br />
D.1.2 273,05 1,134 Habitat propri di lande alpine, subalpine e boreali 4060 = 1 0<br />
D.1.2.3.1 934,75 3,882<br />
Lande aperte e pseudogarighe di ginestre non spinose riferibili al<br />
Lavandulo angustifoliae-Genistion cinereae<br />
4060 < 1 1<br />
D.2 26,41 0,110 Lande, macchie, garighe e arbusteti (non temperati o oromediterranei) null 1 0<br />
D.2.1 0,00 0,000<br />
Lande, macchie e pseudomacchie mediterranee, submediterranee o<br />
submontani, in genere a sclerofille sempreverdi<br />
null 0 1<br />
D.2.1.2.1 0,00 0,000 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli 5130 = 0 0<br />
D.2.1.3 0,00 0,000 Arbusteti arborescenti mediterranei, submediterranei o submontani null 0 1<br />
D.2.1.3.1 26,64 0,111 Ginepreti arborescenti 5210 = 1 0<br />
D.2.2 537,68 2,233<br />
Garighe e pseudogarighe mediterranee, submediterranee o<br />
submontane<br />
null 1 0<br />
D.2.2.1.1 8,89 0,037<br />
Garighe costiere termofile a Euphorbia spp., Helichrysum spp. e altri<br />
generi<br />
5320 = 1 0<br />
D.2.2.2 5,69 0,024 Altre garighe pù o meno termofile, costiere o non 5320 < 1 0<br />
D.2.3.1 21,32 0,089 Habitat arbustivi o erbaceo-arbustivi termo-mediterranei xerofili 5330 = 1 1<br />
D.2.3.1.5 0,00 0,000<br />
Formazioni arbustive o erbaceo-arbustive mediterranee o<br />
termomediterranee caratterizzate da Genista cinerea<br />
5330 < 0 1<br />
D.2.3.1.5.2 672,32 2,792<br />
Formazioni mediterranee riferibili all’associazione Euphorbio spinosae-<br />
Genistetum cinereae<br />
5330 < 1 0<br />
D.2.4 0,00 0,000 Habitat arbustivi o erbaceo arbustivi mesomediterranei null 0 1<br />
D.2.4.1 0,00 0,000 Macchie basse o alte mesomediterranee null 0 1<br />
13,820<br />
Formazioni discontinue pioniere rupicole, collinari o montane, riferibili<br />
E.1.1.1 11,01 0,046 all’Alysso alyssoidis-Sedion albi, caratterizzate da specie diverse di<br />
Sedum, Cerastium, Minuartia, Thymus, licheni e muschi<br />
6110 = 1 1<br />
E.1.3 1217,14 5,055 Formazioni erbose alpine e subalpine 6170 = 1 0<br />
E.1.3.1.2.1 0,00 0,000 Praterie xerofile a Sesleria e carici sempreverdi 6170 < 1 0<br />
E.2.1 1116,77 4,638<br />
E.2.2 110,11 0,457<br />
E.2.2.1.1 0,00 0,000<br />
Formazioni erbose secche seminaturali con dominanza di specie<br />
perennni riferibili ai Brometalia erecti<br />
Praterie e pratelli meso- e termo-mediterranei xerofili, con significativa<br />
componente di specie annue, in parte riferibili alla classe Stipo-<br />
Brachypodietea distachyae<br />
Habitat con vegetazione erbacea prevalentemente annuale neutrofila,<br />
xerofila riferibile ai Brachypodietalia distachyae<br />
6210 = 1 1<br />
6220 = 1 0<br />
6220 < 0 1<br />
E.2.3.1 468,63 1,946 Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, delle zone montane 6230 = 1 0<br />
E.3.1 763,34 3,170<br />
Mosaici di pascoli arborati e macchie arborescenti meso-mediterranee<br />
a Quercus ilex<br />
6310 = 1 1<br />
E.4.1.2.1 0,14 0,001<br />
Formazioni erbacee umide mediterranee riferibili ai Molinio<br />
arundinaceae-Holoschoenion vulgaris<br />
6420 = 1 0<br />
E.4.2 0,00 0,000 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile 6430 = 1* 1*<br />
E.5.1.1 97,15 0,403 Praterie e prati magri da fieno a bassa altitudine 6510 = 1 1<br />
E.5.1.2 11,31 0,047 Prati falciati montani e subalpini 6520 = 1 1<br />
E.5.1.2.1 0,00 0,000<br />
Praterie e prati montani con vegetazione riferibile al Triseto<br />
flavescentis-Polygonion bistortae<br />
6520 < 0 1<br />
E.7 0,00 0,000 Aspetti diversi di vegetazione sinantropica null 0 1<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 154
<strong>Progetto</strong> <strong>ALCOTRA</strong> <strong>016</strong> "<strong>ADM</strong> <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong>" Relazione ed analisi Habitat - Bozza cartografica finale<br />
E.7.1.1.2 10,69 0,044 Megaforbieti nitrofili riferibili all'alleanza Rumicion pseudalpini null 1 0<br />
15,808<br />
F.1.4.1 0,20 0,001 Torbiere basse alcaline 7230 = 1 0<br />
F.2.1.1 0,00 0,000<br />
Habitat eliofili subalpini e montani di zone sorgive con acque dure<br />
pietrificanti con vegetazione riferibili al Cratoneurion commutatae<br />
7220 = 1 0<br />
G.1.2 83,77<br />
0,001<br />
0,348<br />
Habitat delle pietraie e dei ghiaioni calcarei e scistocalcarei montani e<br />
alpini<br />
8120 ? 1 0<br />
G.1.3 218,88 0,909<br />
Habitat delle pietraie e dei ghiaioni termofili del Mediterraneo<br />
occidentale e delle Alpi<br />
8130 = 1 0<br />
G.2.1 577,60 2,399<br />
Habitat dei pendii e delle pareti rocciose calcaree con vegetazione<br />
casmofitica<br />
8210 = 1 1<br />
G.3.1 74,40 0,309<br />
Habitat di substrati silicei erosi con vegetazione pioniera del Sedo-<br />
Scleranthion<br />
8230 = 1 0<br />
G.4 0,00 0,000 Habitat di substrati calcarei erosi con vegetazione pioniera null 0 1<br />
G.6.1 0,00 0,000 Habitat di grotte o cavità non utilizzate per il turismo 8310 = 1 1<br />
G.7 0,00 0,000<br />
3,965<br />
Altri aspetti con aree nude o con vegetazione scarsa null 0 1<br />
H.1.1 1111,32 4,615 Boschi temperati a gravitazione centro-europea di latifoglie decidue null 1 1<br />
H.1.1.1.1.1 3783,45 15,713 Faggete acidofile oligotrofe riferibili all’associazione Luzulo-Fagetum 9110 = 1 0<br />
H.1.1.3.3 61,38 0,255<br />
Boschi misti di Acer pseudoplatanus e/o Fraxinus excelsior di incerta<br />
attribuzione<br />
null 1 0<br />
H.1.1.3.5 88,75 0,369 Boschi e boscaglie di Alnus viridis null 1 0<br />
H.1.1.3.6 13,92 0,058 Boschi e boscaglie di Sorbus aucuparia null 1 0<br />
H.1.1.4 1106,63 4,596 Boschi con prevalenza di roverella riferibili al Quercion pubescentis 91H0 = 1 1<br />
H.1.1.6 0,00 0,000 Formazioni boschive riparie null 0 1<br />
H.1.1.6.1 142,19 0,591<br />
Boschi e boscaglie riparie o alluvionali e boschi idro-igrofili ad Alnus<br />
glutinosa e/o Fraxinus excelsior<br />
91E0 = 1 0<br />
H.1.2.1 890,65 3,699 Castagneti 9260 = 1 1<br />
H.1.2.2 0,00 0,000 Orno-Ostrieti e ostrieti riferibili al Quercion pubescenti-petraeae null 0 1<br />
H.1.2.2.2 678,55 2,818<br />
Orno-Ostrieti prevalentemente calcifili a gravitazione occidentale-alpica<br />
riferibili all’associazione Plagio-Ostrietum<br />
null 1 0<br />
H.1.2.2.4 1003,49 4,168 Altri boschi a carattere montano, con Ostrya carpinifolia dominante null 1 1<br />
H.1.2.3 0,00 0,000 Boscaglie d’invasione null 0 1<br />
H.1.2.3.1 52,46 0,218 Boscaglie d’invasione a nocciolo (Corylus avellana) null 1 0<br />
H.1.2.3.4 0,00 0,000<br />
Boschi ripari fluviali con aspetti a galleria di Salix alba e Populus alba<br />
riferibili ai Salicetea purpureae<br />
92A0 = 0 1<br />
H.1.3.2 359,33 1,492 Boschi e boscaglie di leccio (Quercus ilex) 9340 = 1 1<br />
H.2 379,35 1,575 Boschi di conifere null 1 1<br />
H.2.1 77,04 0,320 Boschi temperati e alpini di conifere null 1 1<br />
H.2.1.2 1,39 0,006 Boschi montani e subalpini di abete bianco (Abies alba) null 1 0<br />
H.2.1.2.3 813,83 3,380<br />
Boschi mesoneutrofili di abete bianco del settore appenninico con<br />
evidenti segni di naturalizzazione e riferibili ai Fagetalia<br />
null 1 0<br />
H.2.1.3 1633,34 6,783 Boschi montani e subalpini di larice 9420 = 1 0<br />
H.2.1.4.1 2752,15 11,430 Pinete a pino silvestre null 1 1<br />
H.2.1.6 4,11 0,017 Boschi misti montani e subalpini di abeti, pini montani e larice null 1 0<br />
H.2.2.1 577,75 2,399 Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici 9540 = 1 0<br />
H.2.2.1.1 0,00 0,000 Pinete a pino marittimo (Pinus pinaster) 9540 < 0 1<br />
H.2.2.1.2 0,00 0,000 Pinete a pino d’Aleppo (Pinus halepensis) 9540 < 0 1<br />
H.3.6.1 21,63 0,090 Rimboschimenti collinari e montani, interni, di pino nero null 1 1<br />
64,592<br />
I.1.1 0,00 0,000 Habitat di zone urbanizzate residenziali a tessuto continuo null 0 1<br />
I.1.2 33,29 0,138<br />
Habitat di zone urbanizzate residenziali a tessuto discontinuo<br />
(insediamenti sparsi)<br />
null 1 1<br />
I.2.2 0,85 0,004<br />
Habitat di reti stradali, autostradali, ferroviarie e altre infrastrutture<br />
tecniche<br />
null 1 1<br />
I.3 0,00 0,000 Habitat di aree estrattive, cantieri, discariche null 0 1<br />
I.3.1 0,00 0,000 Habitat di aree estrattive null 0 1<br />
I.4.1 7,46 0,031 Parchi, ville, giardini, ecc null 1 0<br />
I.4.2 0,00 0,000 Habitat a verde di aree sportive (campi da gioco, ecc.) null 0 1<br />
I.5 0,00 0,000 Habitat di aree agricole null 0 1<br />
I.5.2.1 263,49 1,094 Habitat di zone agricole con prevalenza di oliveti null 1 1<br />
I.5.2.1.1 0,00 0,000 Habitat di zone agricole con prevalenza di oliveti in coltura null 0 1<br />
I.5.2.1.2 0,00 0,000 Habitat di zone agricole con prevalenza di oliveti in stato di abbandono null 0 1<br />
I.5.4 87,98 0,365 Habitat di ecomosaici agricoli eterogenei null 1 1<br />
I.5.4.1 0,00 0,000<br />
Habitat di ecomosaici agricoli eterogenei con colture arboree e<br />
seminativi<br />
null 0 1<br />
I.5.5.1 0,00 0,000 Habitat di filari, viali alberati e siepi arboree o arboreo-arbustive null 0 1<br />
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I.5.5.2 25,62 0,106 Habitat dei muri a secco null 1 0<br />
I.5.5.3 0,00 0,000 Habitat di edifici rurali sparsi con caratteri costruttivi tradizionali null 0 1<br />
I.6.1.1 0,00 0,000 Canneti ad Arundo donax null 1 1<br />
1,739<br />
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9. CARTOGRAFIA DEGLI HABITAT<br />
Viene qui riportata la versione finale della carta degli habitat in scala 1:50.000 per poterli<br />
presentare in versione A4. L’elaborazione originale della versione derinitiva è redatta alla<br />
scala 1:10.000 e allegata in tavole fuori testo. Per semplicità gli habitat sono presentati per<br />
SIC come raffigurato nel quadro di unione (Figura 70). La scala di restituzione è 1:50.000,<br />
per ragioni di limitazioni del formato della presente relazione, ma la scala nominale della<br />
bozza è comunque 1:10.000. La bozza della legenda è riportata qui sotto. Per essa si è<br />
cercata una vestizione che fosse simile a quella utilizzata nella precedente carta degli<br />
habitat e unitaria con quella che a livello transfrontaliero sarà pubblicata in rete attraverso<br />
il WEB Service previsto dal progetto. I colori sono stati assegnati per gruppi di habitat<br />
onde semplificare la lettura della carta. Non sono stati colorati (area barrata in diagonale)<br />
in questa versione tutti gli habitat non compresi nell’Allegato I della Direttiva Habitat<br />
92/42/CEE poiché non contemplati nel progetto. Di essi però si sono raccolti i dati e<br />
disegnati i relativi poligoni.<br />
Habitat compresi nell’Allegato I della Direttiva 92/43 (e s.m.e i.)<br />
Habitat marini<br />
Habitat di scogliera sommersi e semisommersi (1170 )<br />
Habitat costieri di interfaccia fra ecosistemi marini e terrestri su substrati duri o mobili<br />
Aree di spiaggia comprendenti frammenti dell’habitat 1210 (vegetazione delle linee di deposito marine)<br />
Aree rupestri con aspetti alofili riferibili all’habitat 1240 (scogliere e falesie marine emerse con<br />
vegetazione dei Crithmo-Limonietea)<br />
Habitat di acque dolci correnti<br />
Fiumi alpini e relativa vegetazione erbacea riferibile all’habitat 3220<br />
Fiumi alpini e relativa vegetazione legnosa (Salix elaeagnos) riferibile all’habitat 3220<br />
Corsi d’acqua montani o di pianura e relativa vegetazione sommersa riferibili all’habitat 3260<br />
(Ranunculion fluitantis, Callitricho-Batrachion)<br />
Aree alluvionali mediterranee con vegetazione nitrofila erbacea e fasce riparie a salici e pioppo bianco<br />
riferibili all’habitat 3280<br />
Habitat di lande e arbusteti temperati<br />
Aree con dominanza dell’habitat 4030 (Lande secche europee)<br />
Aree con dominanza dell’habitat 4060 (Lande alpine e boreali)<br />
Aree con dominanza dell’habitat 4090 (Lande oromediterranee spinose)<br />
Habitat di macchie, garighe e arbusteti in genere a sclerofille mediterranee e submediterranee<br />
Aree con dominanza dell’habitat 5110 (Arbusteti a bosso)<br />
Aree con dominanza o presenza dell’habitat 5130 (Lande e praterie arbustate a ginepro comune)<br />
Siti con presenza di macchie arborescenti a ginepro riferibili all’habitat 5210<br />
Aree con garighe costiere riferibili all’habitat 5320 (aspetti ad Helichrysum)<br />
Aree con aspetti arbustivi o erbaceo-arbustivi riferibili agli habitat 5330 (formazioni a euforbia arborea,<br />
ampelodesma, ginestra cenerina)<br />
Habitat di praterie (talora arbustate) e praterie discontinue<br />
Habitat di formazioni erbacee xeriche a copertura rada e discontinua<br />
Aree con rupi e pietraie colonizzate da aspetti riferibili all’habitat 6110 (formazioni a Sedum, Cerastium,<br />
Alyssum)<br />
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Aree con dominanza dell’habitat 6170 (Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine)<br />
Habitat di praterie seminaturali xeriche, più o meno continue, talora arbustate<br />
Aree con dominanza dell’habitat 6210 (Formazioni erbose secche seminaturali)<br />
Aree con dominanza o presenza dell’habitat 6220 (Praterie e pratelli meso- e termo-mediterranei<br />
xerofili)<br />
Aree con dominanza dell’habitat 6230 (Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato<br />
siliceo delle zone montane)<br />
Ecomosaici erbaceo-arbustivi con habitat di macchia o forteto mediterranei prevalentemente a<br />
leccio<br />
Aree con dominanza dell’habitat 6310 (Dehesas con Quercus spp. sempreverde)<br />
Habitat di formazioni erbacee mesoigrofile<br />
Siti con formazioni erbacee umide mediterranee riferibili all’habitat 6420 ( Molinio-Holoschoenion)<br />
Siti alpini, montani o di pianura con aspetti igronitrofili di orlo ad alte erbe riferibili all’habitat 6430<br />
Aree con con habitat propri di praterie e prati falciati mesofile (6510, 6520)<br />
Aree con dominanza dell'habitat 6510 (Praterie magre da fieno a bassa altitudine)<br />
Aree con dominanza dell'habitat 6520 (Prat falciati montani delle Alpi)<br />
Torbiere e altri habitat connessi<br />
Zone umide sorgive di acque dure pietrificanti (Cratoneuron) riferibili all’habitat 7220<br />
Ecomosaici idro-igrofili con dominanza o significativa presenza dell'habitat 7230 (Torbiere basse<br />
alcaline)<br />
Habitat rupestri e grotte<br />
Siti con dominanza o presenza dell'habitat 8130 (Pietraie e ghiaioni termofili del Mediterraneo<br />
occidentale e delle Alpi)<br />
Aree con dominanza dell'habitat 8210 (Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica)<br />
Siti rupestri con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion riferibile all’habitat 8230<br />
Siti con substrati calcarei in aspetti riferibili all’habitat 8240 (Pavimenti calcarei)<br />
Siti con grotte riferibili all’habitat 8310<br />
Aree con habitat forestali di latifoglie<br />
Habitat forestali temperati a gravitazione centro-europea di latifoglie decidue<br />
Aree con dominanza di faggete corrispondenti o parzialmente riferibili all'habitat 9110 (Faggeti del<br />
Luzulo - Fagetum)<br />
Aree con dominanza di faggete corrispondenti o parzialmente riferibili all'habitat 9150 (Faggeti calcicoli<br />
dell’Europa Centrale del Cephalanthero-Fagion)<br />
Aree con dominanza o presenza di foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion<br />
corrispondenti o parzialmente riferibili all’habitat 9180<br />
Fasce riparie e boschi idro-igrofili riferibili all'habitat 91E0 (Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e<br />
Fraxinus excelsior)<br />
Aree con dominanza di boschi corrispondenti o parzialmente riferibili all'habitat 91H0 (Boschi pannonici<br />
di Quercus pubescens)<br />
Habitat forestali a gravitazione mediterranea di latifoglie decidue<br />
Aree con dominanza dell'habitat 9260 (Foreste di Castanea sativa)<br />
Rive fluviali con foreste a galleria di Salix alba e Populus alba riferibili all’habitat 92A0<br />
Habitat forestali a gravitazione mediterranea di latifoglie sempreverdi<br />
Aree con dominanza o presenza dell’habitat 9340 (Foreste di Quercus ilex)<br />
Habitat forestali temperati e alpini di conifere<br />
Aree con dominanza di boschi corrispondenti o parzialmente riferibili all'habitat 9420 (Foreste alpine di<br />
Larix decidua e/o Pinus cembra)<br />
Habitat forestali mediterranei di conifere<br />
Aree con dominanza dell'habitat 9540 (Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici)<br />
Altri Habitat (non All. I), inclusi Habitat di specie degli All. II, IV e V della<br />
Direttiva 92/43 (e s.m. e i.)<br />
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Fig. 70 – Quadro d’unione delle tavole prodotte<br />
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11. BIBLIOGRAFIA<br />
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LI.BI.OSS., 2005 - Protocollo di Monitoraggio per specie ed habitat delle direttive CEE<br />
43/92 e 409/79. Metodi di raccolta e indicatori. Rapporti Tecnici LI.BI.OSS 78 pp.<br />
Mariotti M.G., 2008a - Atlante degli Habitat. <strong>Natura</strong> <strong>2000</strong> in Liguria. Regione<br />
Liguria/ARPAL. 592 pp.<br />
Mariotti M.G., 2008b - <strong>Natura</strong> e ambiente - in: Bobbio R., Progettare nuovi paesaggi<br />
costieri. Metodi e proposte per la Liguria occidentale. Marsilio, Venezia: 21-28.<br />
Vota P. - La futura Area di Tutela Marina regionale di Capo Mortola: stato delle<br />
conoscenze - Relatori Cattaneo Vietti R. e Diviacco G., Università di Genova Facoltà<br />
di Scienze MFN AA. 2007/2008<br />
Sburlino G., Bracco F., Buffa G., Ghirelli L., 1996- Rapporti dinamici e spaziali nella<br />
vegetazione legata alle torbiere basse neutro-alcaline delle risorgive della Pianura<br />
padana orientale (Italia settentrionale). Colloques Phytosociologiques, 24: 285-294<br />
Marsili S., Calbi M., Mariotti M.G., Ferrando U., Peccenini S., Dente F., Montanari C.,<br />
2009 - Swertia perennis L. - Inform.Bot.Ital., 41/2: 355.<br />
Università di Genova - DIP.TE.RIS. 167