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Gestione dati su WebGIS - Comunità Montana del Pollino

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European Union<br />

Directorate General for Regional Policy<br />

(E.R.D. Funds)<br />

EU Community Initiative<br />

Interreg III B ArchiMed<br />

NetWet 3 Project<br />

“New forms of Territorial governance for the promotion<br />

of landscape policies in the field of water resources management at water territories.”<br />

KEPEMEP-MedRegio<br />

Coordinator of NetWet 3 project<br />

Mountain Community<br />

Italo-Arbërëshe of the<br />

<strong>Pollino</strong>Project Partner no 03<br />

Italian Republic<br />

Ministry of the Trea<strong>su</strong>ry, Budget and<br />

Economic Planning<br />

L’atlante <strong>del</strong>le acque nell’area <strong>del</strong>la CM<br />

Italo- Arbereshe <strong>del</strong> <strong>Pollino</strong><br />

- <strong>Gestione</strong> <strong>dati</strong> <strong>su</strong> <strong>WebGIS</strong> -<br />

(Work package 1, activity 1.1. – 1.2. – 1.3.)<br />

Coordinatore gruppo di lavoro: Felice Spingola, socioeconomista<br />

Gruppo di lavoro:<br />

Tonino Caracciolo, geologo<br />

Marcello Campana, geologo<br />

Valeria Pulieri, biologa<br />

Donatella Rodriguez, architetto<br />

Maurizio Sisca, ingegnere<br />

Francesco Teti, ingegnere


Indice<br />

1.Premessa 3<br />

2.Il quadro regionale 5<br />

3.Utilizzazioni intersottoriali <strong>del</strong>le acque 5<br />

3.1.Utilizzazioni irrigue 6<br />

3.2. Energia idroelettrica 6<br />

4. Il bacino idrografico <strong>del</strong> Coscile 8<br />

4.1. Inquadramento geografico e fisico 8<br />

4.2. Cenni di idrografia 9<br />

4.3. Sorgenti 10<br />

4.4. Valutazione con i mo<strong>del</strong>li VAPI e TCEV <strong>del</strong>la portata al colmo di piena alla<br />

sezione di chiu<strong>su</strong>ra <strong>del</strong> Bacino <strong>del</strong> Fiume Coscile<br />

13<br />

5. Il bacino <strong>del</strong> Lao 15<br />

6. Le bonificazioni <strong>del</strong> comprensorio <strong>del</strong> <strong>Pollino</strong> 17<br />

7. Censimento di mulini ed opifici storici 18<br />

8. Correlazioni tra dinamiche dei territori montani ed aree di pianura 19<br />

9. Processi di desertificazione nella Piana di Sibari 21<br />

10. La <strong>su</strong>bsidenza 21<br />

11. La valenza sacrale <strong>del</strong>l’acqua 21<br />

BIBLIOGRAFIA 23<br />

ALLEGATO 1<br />

DIZIONARIO DEI TOPONIMI RIFERIBILI AL TEMA DELL’ACQUA NELLA<br />

COMUNITA’ MONTANA<br />

25<br />

3


1. Premessa<br />

Le profonde trasformazioni economiche <strong>del</strong>l’ultimo cinquantennio hanno indotto profonde<br />

modificazioni nel ciclo <strong>del</strong>l’acqua ed i Bacini <strong>del</strong> Crati e <strong>del</strong> <strong>su</strong>o affluente Coscile ne sono esempi<br />

emblematici. L’incremento <strong>del</strong>la pressione antropica <strong>su</strong>lla risorsa né ha radicalmente mutato le<br />

connotazioni fondamentali. L’entità dei volumi disponibili si è drasticamente ridotta. Dal Coscile<br />

derivano le acque irrigue <strong>del</strong> vasto comprensorio che, con la presa di Celimaro, si dirama verso<br />

Torre Cerchiara nel Bacino Idrografico <strong>del</strong> Raganello. Dall’invaso di 30 milioni di mc di Roggiano<br />

Gravina si prevede di derivare acque verso la diga di Tarsia e le grandi captazioni di Capodacqua<br />

nel bacino <strong>del</strong> Rosa affluente <strong>del</strong>l’Esaro, sono convogliate da alcuni decenni verso l’area urbana di<br />

Cosenza. Sull’alto Esaro a Cameli si sta realizzando la diga dove si ipotizza di invasare 100 milioni<br />

di mc d’acqua. La compromissione <strong>del</strong> sistema è radicale e profonda. La proliferazione <strong>del</strong>le<br />

captazioni dai serbatoi sotterranei, freatici ed artesiani, ha già provocato abbassamento <strong>del</strong>la<br />

piezometrica con conseguenti processi di inaridimento e <strong>su</strong>bsidenza nonché ingressione <strong>del</strong>le acque<br />

marine ed estensione <strong>del</strong> cuneo salino. Il rischio idrogeologico è cresciuto a causa<br />

<strong>del</strong>l’urbanizzazione <strong>del</strong>le aree ad alta pericolosità idraulica e di frana. Al quadro <strong>del</strong>ineato occorre<br />

aggiungere l’inquinamento da nitrati e pesticidi correlato all’agricoltura intensiva che nell’ultimo<br />

trentennio si è sviluppata nella bassa e media valle <strong>del</strong> Crati e <strong>del</strong> Coscile, aggravato da scarichi<br />

civili ed industriali non controllati. Si tratta di un contesto dove l’equilibrio popolazione-risorse<br />

ri<strong>su</strong>lta profondamente alterato peraltro in uno scenario di variabili globali che incidono <strong>su</strong>lle risorse<br />

idriche in modo fortemente negativo.<br />

2. Il quadro regionale<br />

Le problematiche legate all’acqua, nel Mezzogiorno, spaziano dal reperimento di nuove fonti<br />

idriche e dallo sfruttamento ottimale dei corpi idrici già in produzione, all’ultimazione dei sistemi di<br />

adduzione e distribuzione <strong>del</strong>l’acqua ed alla realizzazione di grandi schemi interconnessi per usi<br />

multisettoriali.<br />

A partire dagli anni '50, la Cassa per il Mezzogiorno, con la predisposizione e la attuazione, sia pure<br />

parziale ma sicuramente significativa, <strong>del</strong> progetto speciale "PS 26". Elaborato <strong>su</strong>lla base di una<br />

analisi globale basata <strong>su</strong>i bilanci idrici e tenendo conto <strong>del</strong>le caratteristiche morfologiche, fisiche ed<br />

economiche <strong>del</strong>le regioni meridionali d’Italia, ha rappresenta ad oggi l’unico tentativo organico di<br />

analisi e pianificazione <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong>la risorsa idrica che tentava di mettere ordine tra proposte e<br />

progetti per la realizzazione di invasi. L’analisi <strong>su</strong>lla domanda d’acqua nei vari settori idroesigenti<br />

ha condotto, nel caso <strong>del</strong>la Calabria, alla individuazione di tre grandi sistemi che aggregano i<br />

territori <strong>su</strong>lla base <strong>del</strong>le caratteristiche geografiche, idrogeologiche ed economico territoriali:<br />

Sistema Settentrionale, riguardante la provincia di Cosenza;<br />

Sistema Centrale, riguardante le province di Vibo Valentia, Crotone e Catanzaro;<br />

Sistema Meridionale, riguardante la provincia di Reggio Calabria.<br />

Ogni sistema è stato articolato in sottosistemi e schemi idrici intersettoriali per la presa, regolazione,<br />

adduzione e distribuzione <strong>del</strong>le risorse idriche.<br />

Gli schemi in parola, ancora oggi as<strong>su</strong>nti come riferimento nei Piani di Ambito redatti dalle<br />

Autorità di Ambito,gli ATO, piuttosto che da invasi di grandi dimensioni, la cui realizzazione<br />

frequentemente non è stata consentita dalle condizioni ambientali, sono costituiti da complessi<br />

organici capaci di far convergere verso i luoghi di utilizzazione le risorse di diverse aste fluviali<br />

indipendenti attraverso vie d'acqua appositamente realizzate. La mancata attuazione o il ritardo nel<br />

completamento <strong>del</strong>le opere programmate ha creato situazioni di emergenza idrica e competitività fra<br />

uso irriguo e potabile nelle stagioni estive specie nelle aree irrigue <strong>del</strong> versante costiero ionico <strong>del</strong>la<br />

regione obbligando spesso al ricorso alle fonti sotterranee con l’evidente depauperamento <strong>del</strong><br />

sistema in assenza di bilanci idrici per singoli bacini e di piani di tutela per l’intera regione.<br />

Per quanto attiene i Bacini idrografici che interessano il territorio <strong>del</strong>la <strong>Comunità</strong> <strong>Montana</strong>, si<br />

riportano di seguito i <strong>dati</strong> forniti dal Rapporto intermedio <strong>del</strong> Piano di. Tutela <strong>del</strong>le acque <strong>del</strong>la<br />

Regione Calabria che, elabora un mo<strong>del</strong>lo di bilancio a scala di bacino secondo le modalità


<strong>del</strong> rapporto “Modalità esecutive <strong>del</strong> progetto Bilidro in ambiente Gis Esri Arc Wiew 3.1.”.<br />

EA rappresenta l’evapotraspirazione effettiva, DEFICIT: EP-EA in cui EP è<br />

l’evapotraspirazione potenziale, DEF-SUP il deflusso <strong>su</strong>perficiale, DEF-PROF il deflusso<br />

profondo, DEF-TOT il deflusso totale.<br />

LAO<br />

RAGANELLO<br />

EA<br />

mm<br />

[mm]<br />

DEFICIT<br />

EP-EA<br />

DEF_SUP.<br />

DEF_PROF<br />

[mm]<br />

DEF_TOT<br />

RICARICA<br />

mm<br />

Gennaio 28.866 0.000 2,710 11.557 14.267 50.378<br />

Febbraio 38.878 0.000 0.873 17.487 18.360 20.221<br />

Marzo 62,143 0.232 0,037 19.966 20,004 0.000<br />

Aprile 75.500 8.922 0.000 18.114 18,114 0,000<br />

Maggio 77,102 55,337 0,000 15.785 15.785 0.000<br />

Giugno 41.071 118,441 0;000 13,788 13.788 0,000<br />

Luglio 24.166 163.903 0,000 12.071 12,071 0,000<br />

Agosto 21.811 151.919 0.000 10.592 10.592 0.000<br />

Settembre 46.424 69.252 0.000 9,315 9.315 0,000<br />

Ottobre 69.564 2.661 0.000 8.210 8.210 0;000<br />

Novembre 39.196 0.000 0.001 7.253 7.254 0.259<br />

Dicembre 24.869 0.000 2.487 6,540 9.027 38.253<br />

EA<br />

mm<br />

Gennaio 27,911<br />

' DEFICIT DEF_SUP' DEF_PROF DEF_TOT RICARICA<br />

mm<br />

0,000 33.482<br />

47,643 81.124 84.154<br />

Febbraio 37,495 0.000 23.092 59,769 82.862 52.392<br />

Marzo 59.914 0:000 6.280 67.170 73,450 0.479<br />

Aprile 82,920 0.074 0;883 65.874 66:758 0.000<br />

Maggio 120.134 11.275 0;000 58.327 58.327 0.000<br />

Giugno 86.630 65.237 0.000 49.744 49,744 0.000<br />

Luglio 49.233 137.870 0.000 42.514 42.514 0.000<br />

Agosto 43 973 125:932 0.000 36.41* 36,413 0.000<br />

Settembre 78.668<br />

000<br />

32.732 0.000 31.258 31.258 0.000<br />

Ottobre 71,159 0,000 0.042 26.893 26.935 0.000<br />

Novembre 37,332 0:000 16.886 23.264<br />

40.149<br />

56.682<br />

Dicembre 24.868 0,000 41,135 31.617 72.752 11.0.477<br />

COSCILE<br />

EA<br />

mm<br />

Gennaio 28,439<br />

DEFICIT DEF_SUP' DEF_PROF DEF_TOT RICARICA<br />

mm<br />

0,000 1 4 . 767<br />

26.717 41.484 65.469<br />

Febbraio 38,592 0.000 9.583 36.557 46.140 34.930<br />

Marzo 62,142 0.006 2.230 41.802 44.032 0.000<br />

Aprile 82.309 2.761 0.115 39.371 39.486 0.000<br />

Maggio 99.193 34.216 0.000 33.422 33.422 0.000


Giugno 56.916 102.176 0.000 28.145 28.145 0.000<br />

Luglio 33.120 137.870 0.000 42.514 42.514 0.000<br />

Agosto 30.285 144.017 0.000 20.097 20.097 0.000<br />

Settembre 59.418 56.010 0.000 17.042 17.042 0.000<br />

Ottobre 72.172 0.082 0.000 14.487 14.487 0.000<br />

Novembre 38.749 0 000 3.626 12.345 15.971<br />

12.331<br />

Dicembre 25.052 0.000 18.921 14.070 32.992 81.788<br />

3. Utilizzazioni intersottoriali <strong>del</strong>le acque<br />

3.1.Utilizzazioni irrigue<br />

Nella tabella seguente sono riportati i valori <strong>del</strong>le <strong>su</strong>perfici irrigue a livello regionale per singolo<br />

sistema.<br />

SISTEMA<br />

SUPERFICIE (Ha)<br />

Dominata Irrigabile Irrigata<br />

Settentrionale 61.240 45.589 22.477<br />

Centrale 40.236 32.277 17.770<br />

Meridionale 23.870 14.263 6.751<br />

TOTALE 125.346 92.129 46.998<br />

Sistemi irrigui pubblici in Calabria<br />

Le fonti idriche degli schemi irrigui consortili sono rappresentate in prevalenza da corsi d’acqua<br />

<strong>su</strong>perficiali; il 51% <strong>del</strong>le fonti è infatti costituito da prese da fiume mediante traversa; il 21% da<br />

canali e gallerie drenanti; l’11% da pozzi o da falde profonde; sono scarsamente rappresentati i<br />

prelievi da invasi <strong>su</strong>perficiali, pari ad appena il 3% <strong>del</strong>le fonti.<br />

Nella seguente tabella sono riportati i principali invasi esistenti nella regione, le relative<br />

utilizzazioni e lo stato <strong>del</strong>le opere. Gran parte di essi non sono in esercizio malgrado si tratti di<br />

opere già realizzate.<br />

DIGA<br />

Stato dei Principali invasi in Calabria 1999 ( Aggiornamento a febbraio ’06 )<br />

CORSO<br />

D'ACQUA<br />

CAP. UTILE M<br />

m3<br />

CAP. MAX<br />

Mm3<br />

UTILIZZO<br />

ATTUALE<br />

STATO DEI<br />

LAVORI<br />

Cecita Mucone 107 108 Idroelettrico * In esercizio<br />

Saccomanno Laurenzana 100 115 Plurimo sospesi<br />

OPERE DI<br />

DISTRIBUZIONE<br />

Parzialmente<br />

realizzate<br />

Cameli Esaro 98 102 Plurimo Sospesi Non realizzate<br />

Gimigliano Melito 98 100 Plurimo In esecuzione<br />

Nocelle Arvo 67 83 Idroelettrico * In esercizio<br />

Trepidò Ampollino 65 67 Idroelettrico * In esercizio<br />

Passante Alli 35 38 Idroelettrico * In esercizio Esistenti<br />

Mamone Alaco 29,9 35,3 Potabile Ultimati Esistenti<br />

Castagnara Metramo 27 27 Irriguo ** Ultimati<br />

Farneto <strong>del</strong><br />

Principe Esaro 21 46,3 Irriguo In esercizio<br />

Menta Menta 18 19 Plurimo<br />

In esecuzione<br />

Parzialmente<br />

realizzate<br />

Parzialmente<br />

realizzate<br />

In esecuzione<br />

Tarsia Crati 16 16 Irriguo In esercizio Esistenti


Vasca S. Anna<br />

Monte Marello<br />

Fuori alveo 15 16 Plurimo In esercizio Esistenti<br />

Angitola 14 21 Irriguo Ultimati Esistenti<br />

Timpa di<br />

Pantaleo Lordo 8 9 Irriguo ** Ultimati<br />

Parzialmente<br />

realizzate<br />

Ultimati ma<br />

Votturino Neto 3 3 Irriguo non in Esistenti<br />

esercizio<br />

Ariamacina Neto 1 2 Idroelettrico In esercizio<br />

Redisole Fiumarella 1 1 Irriguo Ultimati Non realizzate<br />

Poverella Savuto 1 1 Idroelettrico In esercizio<br />

Migliarite Migliarite 0,3 0,4 Irriguo In esercizio<br />

Orichella Ampollino 0,2 0,2 Idroelettrico In esercizio<br />

* Esistono <strong>del</strong>le convenzioni che prevedono rilasci per usi irrigui, potabili e industriali.<br />

** Nell’A.P.Q. “Ciclo Integrato <strong>del</strong>le Acque” si prevedono volumi da utilizzarsi per usi potabili.<br />

Fonte: G. Principato Dip. Difesa <strong>del</strong> Suolo Università <strong>del</strong>la Calabria UNICAL<br />

Degli invasi realizzati od in corso di realizzazione in Calabria, tre ricadono nel bacino <strong>del</strong> Crati e<br />

due di questi in quello <strong>del</strong> Coscile:<br />

Tarsia -In esercizio. Sul fiume Crati. Ha una capacità di 16 Mm 3 . Presenta problematiche connesse<br />

all’aggiramento <strong>del</strong>la spalla destra e alla precarietà <strong>del</strong>la galleria adduttrice. Per tali motivi è posta<br />

all’esercizio sperimentale con invaso autorizzato di 6 Mm 3 .<br />

Farneto <strong>del</strong> Principe -Sul fiume Esaro. Capacità d’invaso 39 Mm 3 . Il serbatoio è attualmente in<br />

esercizio sperimentale ed una capacità di 10 Mm 3 .<br />

Cameli - Sul fiume Esaro. Capacità d’invaso 102 Mm 3 . Lavori in corso.<br />

3.2. Energia idroelettrica<br />

La costruzione degli impianti idroelettrici in Sila, tra il 1920 ed il 1955, segnò l’immissione <strong>del</strong>la<br />

regione nel più ampio circuito economico e finanziario nazionale e modificò profondamente il<br />

paesaggio, l’economia, i sistemi di relazione. L’idea di modernizzazione <strong>del</strong> Mezzogiorno d’Italia<br />

richiedeva infatti capitali finanziari, competenze tecniche e tecnologie esterne alla Calabria. Si<br />

ipotizzò perciò che, con la produzione <strong>del</strong>l’energia idroelettrica, la Regione partecipasse al più<br />

generale processo di concentrazione industriale che avveniva nel Paese e divenisse il luogo <strong>del</strong>le<br />

prime sperimentazioni di “bonifica integrale”. 1<br />

Il dibattito politico <strong>su</strong>ll’arretratezza <strong>del</strong> Mezzogiorno, la legge Serpieri <strong>su</strong>lla Bonifica, le norme che<br />

incentivavano i capitali privati ad investire, con il sostegno <strong>del</strong>lo Stato nella nascente industria<br />

elettrica furono i fattori determinanti per la realizzazione dei tre grandi invasi silani. 2 .<br />

Alla progettazione e alla realizzazione <strong>del</strong>le opere ha pure contribuito in modo determinante, a<br />

partire dagli anni ‘50, la Cassa per il Mezzogiorno.<br />

Nell’altopiano <strong>del</strong>la Sila Grande si trovano gli importanti impianti idroelettrici più importanti.<br />

L’impianto di Vaccarizzo che ricade lungo il fiume Mucone è costituito dal complesso di tre<br />

centrali idroelettriche poste in sequenza:Vaccarizzo, Acri e Luzzi.La prima di queste utilizza, con<br />

un salto di circa 131 m, le acque provenienti, dall’invaso di Ariamacina (Capacità d’invaso 2 Mm 3 )<br />

posto <strong>su</strong>l fiume Neto e alimentano la centrale di Vaccarizzo; vengono quindi convogliate nel lago di<br />

Cecita (Capacità d’invaso 108 Mm 3 ), posto a quota 1142 m s.l.m., dal quale, in <strong>su</strong>ccessione,<br />

vengono alimentate le altre due centrali: quella di Acri, posta più in alto, che utilizza un salto di 635<br />

m e quella di Luzzi per la quale è disponibile un salto di 307 m. Successivamente le acque vengono<br />

rilasciate nel fiume Crati in prossimità <strong>del</strong> serbatoio di Tarsia ed utilizzate per soddisfare i bisogni<br />

irrigui <strong>del</strong>la piana di Sibari.<br />

1 V.Teti. Storia <strong>del</strong>l’acqua. 2003.<br />

2 V. Ruggiero, G. Sciuto – I laghi artificiali <strong>del</strong>la Calabria. 1979.


L’impianto di San Giovanni in Fiore, è costituito anch’esso da tre centrali idroelettriche poste in<br />

<strong>su</strong>ccessione: Orichella, Timpagrande e Calusia. La centrale di Orichella con un salto di circa 470 m<br />

utilizza le acque <strong>del</strong> lago Ampollino (Capacità d’invaso 67 Mm 3 ), realizzato sbarrando con una diga<br />

l’omonimo fiume a quota 1.271 m. Nel lago Ampollino vengono convogliate anche le acque <strong>del</strong><br />

serbatoio artificiale Nocelle (Capacità d’invaso 83 Mm 3 ) <strong>su</strong>l fiume Arvo e le acque provenienti dal<br />

lago Poverella (Capacità d’invaso 1 Mm 3 ) ubicato lungo il Savuto. La centrale Orichella scarica in<br />

un bacino di modulazione dalla capacità di 250.000 m 3 nel quale vengono recapitate anche le acque<br />

<strong>del</strong> fiume Neto; da questo bacino di modulazione viene alimentata la centrale di Timpagrande con<br />

un salto di circa 550 m. La terza centrale di Calusia utilizza i deflussi scaricati dalla centrale di<br />

Timpagrande e quelli <strong>del</strong> basso corso <strong>del</strong> fiume Neto con un salto di 146 m. A valle le acque<br />

vengono captate <strong>su</strong>l Neto con una traversa in località Timpa <strong>del</strong> Salto ed avviate a soddisfare i<br />

fabbisogni idrici, irrigui e industriali <strong>del</strong>la Bassa Valle <strong>del</strong> Neto. Attualmente in prossimità di questa<br />

centrale è in costruzione una vasca di demodulazione di 800.000 m 3 .<br />

Nella Sila Piccola si trova l’impianto idroelettrico di Albi costituito dalle Centrali di Albi e<br />

Magisano.La prima è alimentata, sotto un salto di circa 276 m, dalla diga Passante, (Capacità di<br />

invaso 38 Mm 3 , alimentata dal fiume Passante (che più a valle as<strong>su</strong>me la denominazione di Alli), e<br />

dal Simeri. I deflussi di questa centrale vengono utilizzati, con un salto di circa 410 m, dalla<br />

centrale di Magisano. A valle i deflussi vengono scaricati nell’alveo <strong>del</strong> fiume Simeri ed utilizzati<br />

per soddisfare i bisogni idrici, irrigui ed industriali di Catanzaro e <strong>del</strong>la <strong>su</strong>a provincia. 3<br />

Gli impianti idroelettrici attualmente localizzati in Calabria sono 22, di cui 17 riconducibili al<br />

gruppo ENEL spa, con una potenza efficiente lorda complessiva di 4 MW, che, nel corso <strong>del</strong> 1998,<br />

hanno prodotto 13 GWh lordi e 12GWh netti.<br />

Impianti di produzione idroelettrica in Calabria (Fonte ENEL)<br />

Impianto Potenza efficiente 1998 Produzione<br />

lorda (MWh) lorda (GWH)<br />

MUCONE 1 101 207,38<br />

MUCONE 2 54 116,52<br />

COSCILE 1 11 47,98<br />

COSCILE 2 3 17,6<br />

VACCARIZZO 7 11,84<br />

PALAZZO 2 48 5,77<br />

CARDONE 1 5,66<br />

GARGA 2 3,7<br />

CALUSIA 49 65,61<br />

TIMPAGRANDE 191 264,45<br />

ORICHELLA 129 171,47<br />

CELESTE 5 10,38<br />

ALBI 36 29,13<br />

MAGISANO 39 33,85<br />

SATRIANO 2 35 22,74<br />

SERSALE 0,25 0,44<br />

TOTALE 711,25 1014,52<br />

Produzione lorda di energia idroelettrica in Calabria (GWh) al 31 dicembre 1998 ( Fonte ENEL)<br />

ENEL Azi.municipalizz. Altre Imprese Autoproduttori Totale<br />

1997 1998 1997 1998 1997 1998 1997 199<br />

8<br />

1997 1998<br />

982 1015 - - 12 12 - - 994 1027<br />

Impianti di produzione idroelettrica in Calabria ( Fonte ENEL )<br />

3 Regione Calabria. Piano energetico regionale. 2003.


Impianto Potenza efficiente 1998 Produzione<br />

lorda (MWh) lorda (GWH)<br />

MUCONE 1 101 207,38<br />

MUCONE 2 54 116,52<br />

COSCILE 1 11 47,98<br />

COSCILE 2 3 17,6<br />

VACCARIZZO 7 11,84<br />

PALAZZO 2 48 5,77<br />

CARDONE 1 5,66<br />

GARGA 2 3,7<br />

CALUSIA 49 65,61<br />

TIMPAGRANDE 191 264,45<br />

ORICHELLA 129 171,47<br />

CELESTE 5 10,38<br />

ALBI 36 29,13<br />

MAGISANO 39 33,85<br />

SATRIANO 2 35 22,74<br />

SERSALE 0,25 0,44<br />

TOTALE 711,25 1014,52<br />

4. Il bacino idrografico <strong>del</strong> Coscile<br />

4.1. Inquadramento geografico e fisico<br />

Il fiume Coscile, <strong>su</strong>l versante ionico <strong>del</strong>la Calabria settentrionale, ha origine <strong>su</strong>l massiccio <strong>del</strong><br />

<strong>Pollino</strong> e confluisce nel Fiume Crati in località Punta <strong>del</strong>la Gorga <strong>del</strong> comune di Corigliano<br />

Calabro. Nel presente lavoro si prende in considerazione il bacino dalla sorgente fino alla<br />

confluenza con il fiume Esaro, poco prima <strong>del</strong>la quale riceve il contributo <strong>del</strong>l’affluente principale,<br />

il Torrente Garga.<br />

Il bacino è interamente compreso nel foglio 221 (scala 1: 100.000) <strong>del</strong>la Carta d’Italia, tavolette<br />

1:25.000 tavv. 221-4-SE Morano Calabro; 221-1-SO Frascineto; 221-3-NE Saracena; 221-2-NO<br />

Castrovillari; 221-3-SE Lungro. 221-2-SO Spezzano Albanese; e nella nuova Carta d’Italia (scala 1:<br />

50.000) nei fogli n. 534 Castrovillari e n. 543 Cassano allo Ionio. Il <strong>su</strong>o territorio è ricompreso nei<br />

comuni di Morano Calabro, Castrovillari, San Basile, Saracena, Lungro, Firmo, Altomonte, San<br />

Lorenzo <strong>del</strong> Vallo e Cassano allo Ionio.<br />

Il bacino, alla sezione di chiu<strong>su</strong>ra considerata, presa a monte <strong>del</strong>la confluenza con il fiume Esaro, ha<br />

una <strong>su</strong>perficie di circa 380 Kmq. L’altitudine massima è 2210 m slm e la quota minima è di circa 42<br />

m ; dalla curva ipsografica ri<strong>su</strong>lta un’altitudine media pari a 676,65 m.s.l.m che è l’ipotetica retta di<br />

compenso <strong>del</strong>la curva ipsografica.<br />

La lunghezza <strong>del</strong>l’asta principale è 32,533 km con una pendenza <strong>del</strong> 5.4% per quanto riguarda la<br />

congiungente la quota massima e la quota minima, nella figura è riportato il profilo schematico<br />

<strong>del</strong>l’asta principale; la pendenza media determinata con la formula di Taylor – Shwartz è <strong>del</strong> 2,43%.


QUOTE (m)<br />

2000<br />

1800<br />

1600<br />

1400<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

Profilo altimetrico<br />

0 10000 20000<br />

lungh. (km)<br />

30000 40000<br />

Profilo <strong>del</strong>l’asta principale <strong>del</strong> fiume Coscile<br />

Il reticolo idrografico è costituito da oltre 3000 segmenti fluviali, gerarchizzato, secondo l’ordine di<br />

Horton-Strahler, con un ordine massimo <strong>del</strong>l’asta principale di 6 e distribuito per come riportato<br />

nella tabella che segue:<br />

n. Ordine n. Segmenti<br />

fluviali<br />

1 1612<br />

2 779<br />

3 359<br />

4 233<br />

5 147<br />

6 46<br />

4.2. Cenni di idrografia<br />

Il bacino è per gran parte montuoso, posto nel massiccio calcareo-dolomitico <strong>del</strong> <strong>Pollino</strong> che<br />

raggiunge con la cima <strong>del</strong> Dolcedorme la quota più elevata <strong>del</strong>l’intera regione (2271 m).<br />

L’orografia incisa dai numerosi segmenti fluviali con forti pendenze longitudinali nella parte<br />

montana e la presenza di <strong>su</strong>oli prevalentemente impermeabili fanno sì che il regime idraulico<br />

riproduca strettamente l'andamento degli afflussi meteorici, convogliando con rapidità grandi<br />

quantitativi di acqua durante il periodo <strong>del</strong>le precipitazioni e rimanendo con portate magre o<br />

addirittura nulle nella stagione estiva. Le piene si verificano, pertanto, in concomitanza di piogge<br />

assai intense, anche limitate arealmente, e di breve durata. Esse presentano una fase di<br />

concentrazione rapidissima che fa passare la portata dai modesti valori di morbida a valori centinaia<br />

di volte <strong>su</strong>periori, seguita dalla fase di esaurimento senza che, in qualche caso, si riscontri alcuna<br />

fase significativa di stanca. Studi analitici relativi a bacini idrografici calabresi (Versace, Principato,<br />

1977) hanno dimostrato, utilizzando i valori dei massimi annuali <strong>del</strong>le portate medie giornaliere<br />

mi<strong>su</strong>rate in 16 stazioni, che il rapporto tra la portata al colmo e la portata media giornaliera per lo<br />

stesso tempo di ritorno, non dipende dalla <strong>su</strong>perficie <strong>del</strong> bacino imbrifero. Tale constatazione,<br />

disponendosi di numerose serie di valori <strong>del</strong>le portate giornaliere, consente di utilizzarle<br />

attendibilmente per stimare la portata al colmo di piena per un dato tempo di ritorno.


4.3. Sorgenti<br />

Dalle alte pendici <strong>del</strong> <strong>Pollino</strong> hanno origine, nei calcari <strong>del</strong> Lias che si estendono da Piano di<br />

Ruggio verso la Manfriana al disopra <strong>del</strong>le formazioni triassiche, le prime importanti sorgenti <strong>del</strong><br />

Coscile. La prima gran sorgente è la Serra, localizzata nel Vallone di Gaudolino alla quota di 1070<br />

m, proveniente dai calcari dolomitici fratturati. Sempre dai calcari triassici fratturati prendono<br />

origine altre ed importanti sorgenti, tra le quali la Capalbi o Acqua <strong>del</strong> Sambuco II (quota 520 m) e<br />

la Caballa (quota 1110 m), ubicata nel vallone omonimo. Nel Vallone Gaudolino il corso d’acqua<br />

riceve quindi il Vallone <strong>del</strong>la Chiusa scorrendo nella conca di Morano, dove i calcari <strong>del</strong> Trias sono<br />

sovrastati dalle alluvioni lacustri quaternarie originate <strong>del</strong>la conca stessa. Il Vallone <strong>del</strong>la Chiusa ha<br />

notevole portata perenne, comprendendo parecchie sorgenti, alcune <strong>del</strong>le quali, di notevole portata,<br />

sono state captate per l’alimentazione idropotabile di Morano Calabro (Gruppo Pietra Torno, quota<br />

1430 m) e di altri Comuni. Nel Vallone <strong>del</strong>la Chiusa è ubicata anche l’importante sorgente Porcello<br />

(quota 585 m), tipica sorgente di trabocco sita al contatto tra la formazione calcarea e le alluvioni<br />

lacustri; nel Vallone <strong>del</strong>la Chiusa confluisce inoltre il Fosso S. Paolo, lungo il quale prendono<br />

origine cinque sorgenti di notevole portata: l’Acqua di S. Francesco (650 m), la Grotta di S. Paolo<br />

(quota 650 m), la Fontana Guaragno (quota 660 m.), la Vena di S. Margherita (quota 570 m) e<br />

l’Acqua <strong>del</strong>la Foce (quota 570 m.), che è la più importante. A valle <strong>del</strong>la confluenza <strong>del</strong> Fosso S.<br />

Paolo, nel Vallone <strong>del</strong>la Chiusa sono localizzate importanti sorgenti, tra le quali il Gruppo Pantane<br />

II e il Gruppo Giardino-Pantane (ambedue a quota 545 m.), il Gruppo Mangioppo I e il Mangioppo<br />

II (quota 550 m.) e la Vecenzulla (quota 560 m.). Nel confluente vallone Cornalite è ubicata la<br />

sorgente Finate I (quota 550 m).Le sorgenti appena descritte scaturiscono ai margini <strong>del</strong>la conca di<br />

Morano e, considerato che si trovano tutte a quote comprese tra 545 e 560 m, le classificano come<br />

sorgenti di trabocco originate da un comune serbatoio, localizzato nei calcari fratturati a valle <strong>del</strong><br />

quale affiorano i terreni lacustri <strong>del</strong>la conca moranese. Nel bacino principale <strong>del</strong> Coscile, alla quota<br />

di 455 m sono localizzate tre manifestazioni sorgentizie: la Untisso, la Toscano e l’importante<br />

Gruppo Vena Cinque, dal quale ha origine l’acquedotto di Castrovillari; a quota lievemente<br />

maggiore (quota 460 m.) sgorga il Gruppo S. Nicola. La sorgente Untisso emerge dai calcari <strong>del</strong><br />

costone roccioso in destra <strong>del</strong> Coscile; le altre sorgenti si manifestano in sinistra <strong>del</strong> corso d’acqua<br />

ed hanno origine anch’esse dal ricco serbatoio dei calcari fratturati. A valle di queste sorgenti, lungo<br />

il Coscile se né rinvengono altre dalla minore importanza alimentate da acquiferi in parte sistemati<br />

nei conglomerati pliocenici, ma certamente alimentati dalle formazioni calcaree. Nel bacino<br />

<strong>del</strong>l’affluente Fiumicello si hanno manifestazioni sorgentizie di varia entità, localizzate in parte nei<br />

conglomerati <strong>del</strong> Pliocene <strong>su</strong>periore e in parte nei terrazzi marini <strong>del</strong> Quaternario. La più importante<br />

di queste manifestazioni è il Gruppo Pietà (quota 370 m), che scaturisce da un banco di detriti<br />

calcarei cementati, il cui acquifero è localizzato all’interno dei calcari <strong>del</strong> Cretaceo e <strong>del</strong> Lias <strong>del</strong>le<br />

alture circostanti. Sempre nel bacino <strong>del</strong> Fiumicello si hanno altre manifestazioni sorgentizie: la<br />

sorgente Cartera II (quota 360 m), la cui sede geologica è nei conglomerati, la Ciminito II (quota<br />

362 m), il Gruppo Acquamare (quota 358 m), la Petraro e il Gruppo Pantano (ambedue a quota 355<br />

m). Queste sorgenti sono localizzate nei terrazzi marini quaternari, costituiti da sabbie e ghiaie con<br />

intercalazioni argillose. Dai conglomerati <strong>del</strong> Pliocene emerge la sorgente Acqua Piangente, alla<br />

quota 300 m. A valle <strong>del</strong>la confluenza <strong>del</strong> Fiumicello, il Coscile riceve il contributo d’altre sorgenti,<br />

tutte alimentate dai conglomerati <strong>del</strong> Pliocene <strong>su</strong>periore in sinistra <strong>del</strong> corso d’acqua. Si tratta di<br />

sorgenti modeste, tranne quella denominata Vena (quota 290 m) e la S. Ciurlo (quota 250 m). La<br />

restante parte <strong>del</strong> bacino, fino alla confluenza col Garga, è povera di sorgenti, ma sede di una<br />

discreta falda freatica localizzata nei terreni alluvionali quaternari. Nella profonda gola <strong>del</strong> Garga,<br />

incisa nei calcari triassici, si hanno interessanti manifestazioni sorgentizie, come la Venaglia di<br />

Culfo (quota 650 m), il Gruppo Madonna <strong>del</strong>la Fiumara (quota 628-630 m), captate per uso potabile<br />

dai Comuni di S. Basile e di Saracena, la sorgente Le Pere (quota 610 m), il Gruppo S. Nicola<br />

Bloiso (quota 575 m) e la Visco (quota 410 m) e infine, in sinistra <strong>del</strong> corso d’acqua, la sorgente<br />

Lavirno II (quota 422 m). Nella restante parte <strong>del</strong> bacino si rilevano piccole manifestazioni idriche;<br />

nel bacino <strong>del</strong>l’affluente Vallone Lungo è invece presente, alla quota di 810 m, la sorgente Le


Venaglie, dalla quale ha origine l’omonimo acquedotto. Tra la confluenza <strong>del</strong> Garga e quella<br />

<strong>del</strong>l’Esaro, il Coscile riceve altri due affluenti: l’Ejano e il Tiro nei cui bacini affiorano importanti<br />

sorgenti quali il Gruppo Ejano, costituito da cinque sorgenti che vengono a giorno intorno alla quota<br />

di 440 m, alla base <strong>del</strong> massiccio calcareo <strong>del</strong> Cretaceo che dalla Manfriana degrada verso Civita, e<br />

le sorgenti dei Bagni Termali di Cassano Jonio, <strong>su</strong>lfuree calde con temperatura intorno ai 26°C, che<br />

sgorgano ai piedi di una rupe di calcari dolomitici <strong>del</strong> Trias, alla quota di 220 m. Nel bacino <strong>del</strong><br />

Tiro si hanno solo modeste manifestazioni sorgentizie. Poco a valle <strong>del</strong>la confluenza col Tiro il<br />

Coscile riceve le acque <strong>del</strong> <strong>su</strong>o maggiore affluente, l’Esaro. Nel bacino di questo corso d’acqua la<br />

massima parte <strong>del</strong>le manifestazioni sorgentizie è da riferirsi alle formazioni triassiche e cristalline,<br />

costituenti le alture prossime allo spartiacque <strong>del</strong>la Catena Costiera. Il Mesozoico è presente solo<br />

<strong>su</strong>lle pendici <strong>del</strong> Monte Caramolo a S. Agata di Esaro; a Sud di questo centro si riscontrano invece<br />

le formazioni cristalline pre-paleozoiche. Gli alti bacini <strong>del</strong>l’Esaro e dei <strong>su</strong>oi affluenti di sinistra<br />

ricadono pertanto tra le formazioni <strong>del</strong> Trias e tra quelle cristalline.I primi rami <strong>del</strong>l’Esaro hanno<br />

origine dalle falde meridionali <strong>del</strong>la Montea; la prima sorgente di una certa entità è la S. Nicola, alla<br />

quota di 460 m, che ha una portata di circa 15 l/sec. A valle di questa, l’Esaro, riceve il Vallone Le<br />

Forge, lungo il corso <strong>del</strong> quale si ritrovano parecchie sorgenti di piccola entità: quelle localizzate<br />

alle quote più alte sono originate dal contatto tra gli scisti e i calcari cristallini <strong>del</strong> Monte Cerasella;<br />

quelle ubicate alle quote inferiori sono localizzate nelle arenarie mioceniche. Nel bacino<br />

<strong>del</strong>l’affluente Buonofiglio si hanno numerose manifestazioni idriche, intorno al Monte Calaria, ad<br />

Ovest di Fagnano Castello, tutte aventi origine dalle formazioni paleozoiche dei micascisti e degli<br />

gneiss granatiferi, notevolmente degra<strong>dati</strong> e fratturati. Tra queste si notano l’Acqua Fondente (quota<br />

1090 m), la Paladino (quota 880 m) e il Gruppo Acqua Fredda (quota 680 m). Proseguendo in<br />

destra Esaro si rilevano solo piccole sorgenti; è tuttavia presente una cospicua falda freatica<br />

localizzata nel materasso alluvionale <strong>del</strong> <strong>su</strong>balveo <strong>del</strong> corso d’acqua. In sinistra <strong>del</strong>l’Esaro,<br />

all’origine <strong>del</strong>l’affluente Valle <strong>del</strong> Lupo, è presente la sorgente Capodacqua (quota 350 m), le cui<br />

acque sono captate e convogliate nel grande acquedotto Abatemarco, che alimenta le città di<br />

Cosenza, Rende e numerosi altri Comuni. La sorgente ha origine dal contatto dei calcari con gli<br />

scisti <strong>del</strong> Trias. Nel vallone <strong>del</strong> Torrente Rosa l’unica sorgente di rilevante importanza è la<br />

Pisciottoli (quota 510 m), che sgorga dalle fenditure <strong>del</strong>la parete calcarea. Successivamente l’Esaro<br />

riceve l’Occido, il cui bacino ha inizio nel massiccio Mesozoico che comprende il Cozzo Pellegrino<br />

ed il Monte La Mula. Le sorgenti di questo bacino sono da riferirsi alle masse dolomitiche, rese<br />

permeabili dalla fratturazione; al contatto con gli scisti impermeabili si hanno le scaturigini. La<br />

sorgente più importante è la Capomazza (quota 425 m). La captazione <strong>del</strong>le sorgenti<br />

<strong>del</strong>l’Abatemarco, in seguito alla costruzione <strong>del</strong>la Galleria Monte Mula, ha modificato il regime<br />

<strong>del</strong>le sorgenti locali; nella galleria sono state captate numerose polle dalle portate considerevoli, e<br />

conseguentemente alcune manifestazioni sorgentizie dei bacini <strong>del</strong> Vallescura e <strong>del</strong> Mezzafiumina,<br />

affluenti <strong>del</strong>l’Esaro, sono scomparse o le portate sono assai ridotte. I due corsi d’acqua predetti<br />

conservano tuttavia una certa portata perenne. La restante vallata <strong>del</strong>l’Occido e quella <strong>del</strong>l’Esaro tra<br />

la confluenza <strong>del</strong>l’Occido e quella <strong>del</strong> Grondo, costituite prevalentemente da formazioni argillose<br />

<strong>del</strong> Miocene, da conglomerati grossolani e sabbie <strong>del</strong> Pliocene e da terrazzi marini <strong>del</strong> Quaternario,<br />

non mostrano manifestazioni sorgentizie di rilievo. Tuttavia, nelle due ultime formazioni, sono<br />

presenti falde freatiche dagli acquiferi d’importanza modesta. Il Grondo, che ha un bacino di 107<br />

Kmq, è il più importante tra gli affluenti di sinistra <strong>del</strong>l’Esaro. Esso ha origine dal massiccio<br />

calcareo di Monte Caramolo; intorno alle alture <strong>del</strong>la Serraiola (quota 1472 m) iniziano le<br />

manifestazioni sorgentizie dal contatto con gli scisti <strong>del</strong> Trias. In questo bacino è presente la<br />

formazione miocenica <strong>del</strong>le argille salifere, nella quale ricade la miniera di salgemma di Lungro.Le<br />

sorgenti <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> Grondo sono tutte di modesta entità, spesso captate per piccoli acquedotti<br />

locali o utilizzate per irrigazione, al pari dei numerosi pozzi trivellati e attingenti dalla falda<br />

modesta freatica locale.A valle <strong>del</strong>la confluenza con il Grondo, l’Esaro riceve il Follone, che è il<br />

<strong>su</strong>o maggiore affluente di destra. Questo corso d’acqua ha un bacino di 132 Kmq; le sorgenti che lo<br />

alimentano, tutte di modesta entità, hanno origine nelle formazioni paleozoiche dei micascisti e


degli gneiss granatiferi <strong>del</strong>l’alto bacino, tra Monte Calaria, Serra Nicolino e Monte Bucita. Poche<br />

altre manifestazioni sorgentizie sono presenti nei terreni più recenti, dal Pliocene al Quaternario,<br />

che occupano la zona ad Est <strong>del</strong> Monte Bucita. Dalla confluenza <strong>del</strong> Follone, la porzione residuale<br />

<strong>del</strong> bacino <strong>del</strong>l’Esaro conta solo modeste sorgenti localizzate nelle sabbie plioceniche in<br />

corrispondenza d’intercalazioni argillose. Il bacino <strong>del</strong> Coscile, dopo la confluenza <strong>del</strong>l’Esaro,<br />

riceve contributi da sorgenti di media entità aventi origine nelle formazioni quaternarie e in quelle<br />

plioceniche. Infine il Coscile confluisce nel Crati, il cui corso a valle riceve solo contributi modesti,<br />

fino alla foce 4 .<br />

Sono state censite e georiferite 86 sorgenti principali con portata media maggiore di 1l/sec <strong>del</strong>le<br />

quali si riportano alcune caratteristiche nelle tabelle che seguono.<br />

Ripartizione sorgenti per quote:<br />

Ripartizione sorgenti per portata media:<br />

QUOTA m. n. sorgenti<br />

fino A 700 58<br />

da 700 a 1000 11<br />

oltre 1000 17<br />

Portata media in l/s n. sorgenti<br />

fino A 10 50<br />

da 10 a 50 16<br />

da 50 a 100 6<br />

da 100 a 200 8<br />

oltre 200 6<br />

Le sorgenti con le portate maggiori sono riportate nella tabella che segue:<br />

sorgente<br />

Quota<br />

(msm)<br />

Portata min<br />

l/s<br />

Portata<br />

max l/s<br />

Portata<br />

media<br />

l/s Uso Comune<br />

GR. VENA<br />

CINQUE<br />

CASTR. 455 753,0 POT MORANO CAL.<br />

FORCELLO 585 55,1 520,0 237,2 POT MORANO CAL.<br />

ACQUA DELLA<br />

FOCE 570 230,0 521,0 393,0 IRR MORANO CAL.<br />

MADONNA<br />

DELLA<br />

FIUMARA 630 13,2 573,0 242,1 POT SARACENA<br />

GR. MADNN.<br />

FIUMARA 628 204,0 765,0 399,0 IND SARACENA<br />

GR.S.NICOLA<br />

BLOISO 575 262,0 453 357,5 SARACENA<br />

4 FONTE: Provincia di Cosenza – Piano <strong>del</strong>l’ambito territoriale omogeneo.


Il reticolo idrografico <strong>del</strong> Coscile nel WEBGis<br />

4.4. Valutazione con i mo<strong>del</strong>li VAPI e TCEV <strong>del</strong>la portata al colmo di piena alla sezione di<br />

chiu<strong>su</strong>ra <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> Fiume Coscile<br />

Per fornire un ordine di grandezza oltre che <strong>del</strong>la portata massima ed anche <strong>del</strong> tempo di ritorno di<br />

questa, si è fatto ricorso al mo<strong>del</strong>lo proposto <strong>del</strong> Vapi Calabria, detto “dei valori estremi a doppia<br />

componente”, proficuamente utilizzato nella redazione <strong>del</strong> PAI per la valutazione <strong>del</strong>le portate<br />

massime e per la <strong>su</strong>ccessiva perimetrazione <strong>del</strong>le aree a rischio inondazione.<br />

Secondo il mo<strong>del</strong>lo TCEV (Two Component Extreme Value),(Rossi F. e Versace P. 1982) per la<br />

stima <strong>del</strong>le portate, i valori estremi di una grandezza idrologica provengono da due diverse<br />

popolazioni: una dagli eventi normali e un’altra degli eventi eccezionali (outliers) legati a differenti<br />

fenomeni meteorologici.<br />

La funzione di distribuzione di probabilità <strong>del</strong>la xt è funzione di 4 parametri: 1, 1, 2 e 2, che<br />

esprimono il numero medio annuo di eventi indipendenti <strong>su</strong>periori ad una soglia <strong>del</strong>le due<br />

popolazioni ( 1 e 2) ed il loro valore medio ( 1 e 2). Se si pone *= 2/ 1 e *= 2/ 1 1/ * , si<br />

può considerare la quaterna di parametri *, *, 1 e 1. La funzione di distribuzione di<br />

probabilità <strong>del</strong>la variabile ca<strong>su</strong>ale x=h t (massimo annuale <strong>del</strong>la portate al colmo di piena ) è<br />

espressa come segue:<br />

x<br />

x<br />

⎛ −<br />

− ⎞<br />

( ) ⎜ θ1<br />

θ 2<br />

F = − Λ − Λ ⎟<br />

x x exp 1e<br />

2e<br />

⎜<br />

⎟<br />

⎝<br />

⎠<br />

La stima dei parametri può avvenire a differenti livelli:<br />

0) livello di regionalizzazione zero, in cui i parametri sono tutti stimati dalla singola serie di<br />

<strong>dati</strong>, qualora se ne possiedano nel sito d’interesse;


1) livello di regionalizzazione uno, in cui i parametri * e * sono stimati regionalmente e i<br />

parametri 1 e 1 sono stimati puntualmente;<br />

2) livello di regionalizzazione due, in cui i parametri *, * e 1 sono stimati regionalmente e<br />

il parametro 1 è stimato puntualmente;<br />

3) livello di regionalizzazione tre, in cui tutti i parametri sono stimati regionalmente.<br />

Nel VAPI (Versace P., Ferrari, E. Gabriele, S. Rossi F. -1989) l’analisi <strong>del</strong>le piogge giornaliere<br />

ha portato alla verifica <strong>del</strong>l’ipotesi che la Calabria sia una zona idrometricamente omogenea, il che<br />

implica la costanza dei parametri * = 0,350 e * = 2,654. Si sono, quindi, individuate tre<br />

sottozone in cui si ritiene costante il coefficiente di variazione e di conseguenza il parametro 1<br />

(sottozona tirrenica, T: 1=10,147; sottozona centrale, C: 1=5,519; sottozona ionica, I: 1=3,047).<br />

Per la sottozona <strong>del</strong> Crati C1, in cui ricade il bacino <strong>del</strong> Fiume Coscile alla sezione di chiu<strong>su</strong>ra, la<br />

funzione si particolarizza in:<br />

Fx(x’) = exp [-5,519 (20,918) –x’ – 0,665 (3,145) –x’ ]<br />

Dove:<br />

x’ è il fattore di crescita ed è: x’= x/xm,<br />

xm è la media dei massimi annuali <strong>del</strong>le portate al colmo di piena Qm.<br />

per cui bisogna<br />

Le stima di Qm è stata fatta, in assenza di <strong>dati</strong> idrometrici, grazie alla correlazione proposta dal<br />

(v.VAPI) tra portata media (Qm) e area ridotta (Arid-area <strong>del</strong>la <strong>su</strong>perficie priva <strong>del</strong>le parti<br />

fes<strong>su</strong>rate):<br />

Qm = 1,578 *Arid 0,839<br />

Altre relazioni per determinare la Qm sono:<br />

Qm = 0,158 Arid * htr/(3,6*tr)<br />

Qm = 0,0032 *Arid 1,277 (htr/tr) 1,367<br />

Dove tr è il tempo di ritardo e htr è l’altezza di pioggia di durata tr.<br />

Per utilizzare le formule precedenti bisogna stimare i parametri climatici <strong>del</strong>la zona in esame<br />

(Itr=htr/tr).<br />

Al terzo livello di regionalizzazione, l’analisi regionale <strong>del</strong>le piogge brevi (v. VAPI), ha fornito<br />

la seguente curva di possibilità pluviometrica per la media dei massimi annuali <strong>del</strong>le altezze di<br />

pioggia di durata t:<br />

(cH+d-log b-log a)/log 24<br />

h= a *t<br />

che per l’area C1 nella quale è compreso il bacino in studio è:<br />

h= 21,73 *t 0,538<br />

Il tempo di corrivazione si calcola con la formula di Giandotti:<br />

tc= (4*S ½ + 1.5 L )/0.8* (hm - h0) ½<br />

dove:<br />

S è la <strong>su</strong>perficie <strong>del</strong> bacino in kmq;<br />

L è la lunghezza <strong>del</strong>l’asta principale <strong>del</strong> bacino in km;<br />

hm è l’altezza media <strong>del</strong> bacino in m;<br />

h0 è la quota alla sez. di chiu<strong>su</strong>ra in m.<br />

Per il Fiume Coscile si è ottenuto:<br />

tc = 6,2 ore = 372 min.<br />

da cui il tempo di ritardo vale: tr = 2,82 (Rossi e Villani)<br />

il max annuale <strong>del</strong>le piogge di durata tr è: h= 21,73 *2,82 0,538<br />

noti ora tutti i parametri si determina la media dei max annuali, mediante le relazioni di seguito<br />

riportate:


Qm = 1,578 *Arid 0,839 = 215,07 mc/s<br />

Qm = 0,158 Arid * htr/(3,6*tr) = 208,24 mc/s<br />

Qm = 0,0032 *Arid 1,277 (htr/tr) 1,367 = 200,24 mc/s<br />

In base ai ri<strong>su</strong>ltati, abbastanza prossimi tra loro, si as<strong>su</strong>me Qm = 208,24 mc/s. Assegnato, quindi,<br />

un tempo di ritorno T, si ppuò valutare la probabilità di non <strong>su</strong>peramento legata a T; F(x)= 1-1/T.<br />

Appresso si riporta la tabella con le portate Qmax per alcuni tempi di ritorno.<br />

T anni F(x) x' Qmax (mc/s)<br />

20 0,95 2,33 485,19<br />

50 0,98 3,08 641,37<br />

100 0,99 3,68 766,32<br />

200 0,995 4,28 891,26<br />

500 0,998 5,08 1057,85<br />

1000 0,999 5,69 1184,88<br />

L’applicazione <strong>del</strong>la metodologia ne conferma la validità in quanto i ri<strong>su</strong>ltati ottenuti sono<br />

confrontabili significativamente con quelli mi<strong>su</strong>rati in occasione di eventi di piena. Per fini la<br />

prevenzione <strong>del</strong> rischio di alluvione la <strong>su</strong>a applicazione ri<strong>su</strong>lta indicata per la verifica <strong>del</strong>le sezioni<br />

di deflusso in corrispondenza di manufatti come ponti od altri attraversamenti.<br />

5. Il bacino <strong>del</strong> Lao<br />

I due bacini tirrenici <strong>del</strong> Lao (Kmq 601) e <strong>del</strong> Noce (Kmq 378) ricadono, in parte, in Calabria nella<br />

provincia di Cosenza. La parte restante rientra nel territorio <strong>del</strong>la Basilicata. Essi presentano<br />

caratteristiche di stretta analogia tra loro, sia geologicamente sia per l’idrogeologia. La zona è<br />

<strong>del</strong>imitata dallo spartiacque tra il bacino <strong>del</strong> Lao e quello <strong>del</strong>l’Abatemarco, dal displuvio principale<br />

appenninico calabro-lucano, dal corso <strong>del</strong> Noce e dallo spartiacque che lo domina nel tratto <strong>del</strong><br />

corso d’acqua che compete alla Basilicata.Lo spartiacque appenninico dal Cozzo <strong>del</strong> Pellegrino<br />

raggiunge la Serra Vespa (quota 1607m), il Timpone Scifarello (quota 1767 m) e la Coppola di<br />

Paolo (quota 1908 m) e termina <strong>su</strong>l Monte Grattaculo (quota 1835 m); da qui, il limite, discende al<br />

Passo Croce (quota 883 m) e risale poi al Monte Zaccana (quota 1579 m), <strong>su</strong>llo spartiacque Noce –<br />

Sinni.La zona è prettamente montuosa; le aree pianeggianti sono ridotte a fasce litoranee; alle foci<br />

<strong>del</strong> Lao e <strong>del</strong> Noce, che nel <strong>su</strong>o ultimo tratto, prende il nome di Fiumara di Castrocucco; e<br />

all’altopiano di Campotenese.La zona è costituita prevalentemente dalla gran massa mesozoica <strong>del</strong><br />

sistema calabro-lucano; <strong>su</strong> questa si poggiano formazioni <strong>del</strong>l’Eocene e <strong>del</strong> Quaternario nelle<br />

vallate dei corsi d’acqua e nelle pianure litoranee. Le dolomie Mesozoiche e le formazioni dei<br />

calcari dolomitici, calcari grigi, calcari scistosi e marmorei <strong>del</strong> Trias <strong>su</strong>periore; il Trias medio<br />

affiora solo in territorio lucano. Di minore sviluppo areale sono le formazioni mesozoiche <strong>del</strong> Lias,<br />

costituite da calcari <strong>del</strong> Cretaceo che, as<strong>su</strong>mono notevole importanza, poiché gli acquiferi in essi<br />

localizzati alimentano le sorgenti più importanti.I calcari <strong>del</strong> Cretaceo affiorano principalmente<br />

nell’alto bacino <strong>del</strong> Lao, dal Monte Grattaculo, nonché <strong>su</strong>l versante sinistro <strong>del</strong> Noce. Su di essi,<br />

poggiano, spesso in <strong>su</strong>ccessione stratigrafica le formazioni <strong>del</strong>l’Eocene, costituite da scisti argillosi<br />

e calcari nummulitici, che si rinvengono diffusamente al confine meridionale <strong>del</strong>la zona fino a S.<br />

Domenica Talao e a S. Nicola Arcella.Il quaternario marino affiora <strong>su</strong>lle colline terminali <strong>del</strong>la<br />

valle <strong>del</strong> Lao; più importante è il quaternario lacustre, costituito da detriti calcarei, sabbie e<br />

conglomerati più o meno argillosi, che caratterizzano le aree di Campotenese, l’alta valle <strong>del</strong> Lao e<br />

a monte di Laino Borgo. Il F. Lao e il F. Noce hanno portate perenni notevoli in gran parte dovute<br />

alle copiose sorgenti localizzate nei bacini rispettivi.Il Lao ha origine dal Monte Grattaculo, dalle<br />

pendici lucane dal quale si diparte in due rami, denominati Ciurlamanno e Jofile. Immediatamente a


valle <strong>del</strong>la confluenza dei due rami si nota la gran sorgente <strong>del</strong> Mèrcure, che attribuisce il nome al<br />

corso d’acqua nel <strong>su</strong>o alto bacino lucano. Si ha quindi la confluenza <strong>del</strong>lo Jannace, dopo il quale, il<br />

corso d’acqua, rappresenta il confine tra il territorio calabrese e lucano. Dal versante calabrese<br />

riceve lo Schettino, il quale prende origine dal territorio lucano. Nel bacino <strong>del</strong>lo Schettino, in<br />

territorio calabrese, è sita la sorgente Vrisa II, che sgorga dal conglomerato ghiaioso lacustre alla<br />

quota di 710 m, e l’Acqua di Schettino (quota 400m), che zampilla anch’essa dai conglomerati<br />

lacustri. Da qui il corso d’acqua prende il nome di Lao, e riceve parecchi affluenti dal versante<br />

lucano, nei bacini dei quali sono presenti cospicue sorgenti. Dal versante calabrese, il Lao, riceve il<br />

Battindiero, proveniente da Campo Tenese, importante affluente il quale è dotato di esteso bacino<br />

(Kmq 85). L’origine di questo corso d’acqua sono localizzate <strong>su</strong>lle alture che limitano a Sud il<br />

bacino lacustre quaternario di Campotenese all’interno <strong>del</strong> quale prendono origine modeste sorgenti<br />

che scaturiscono dalla roccia dolomitica <strong>del</strong>le alture, sorgenti più importanti sgorgano in prossimità<br />

<strong>del</strong> contatto tra il Trias e il Quaternario; altre nelle zone di contatto tra l’Eocene e il Trias. Tra le<br />

sorgenti <strong>del</strong> secondo gruppo si notano la Sambucheto, l’Acqua <strong>del</strong>la Foce e la Capo Li Sciarti,<br />

tutte aventi origine alla quota di 810 m e, il gruppo Pantano, costituito da due sorgenti localizzate<br />

alle quote di 820 e 800 m. La quota è imposta dalla natura <strong>del</strong>le sorgenti <strong>del</strong> tipo a trabocco<br />

(serbatoio nei calcari, cintura impermeabili nei sottostanti sedimenti lacustri).Tra le sorgenti <strong>del</strong><br />

terzo gruppo per importanza citiamo l’Acqua <strong>del</strong>la Colletta e la S. Domenica, ambedue localizzate<br />

alla quota 780 m.Nel bacino <strong>del</strong> Lao, tra la confluenza <strong>del</strong> Battindiero e quella <strong>del</strong>lo Jannello si<br />

hanno solo modesti contributi di sorgenti aventi origine nelle formazioni quaternarie lacustri.Lo<br />

Jannello ha un bacino di circa 31 Kmq, nel quale sono ubicate alcune sorgenti di una certa<br />

importanza, le maggiori <strong>del</strong>le quali alimentate dalle formazioni calcaree <strong>del</strong> Mesozoico: la Vrisa<br />

Fredda (quota 550 m), la Vrisa di Carluccio (quota 540 m) e la Cardalano (quota 520 m).Dopo la<br />

confluenza <strong>del</strong>lo Jannello, il Lao, scorre tra ripide sponde rocciose, ricevendo solo tributari di<br />

modesto bacino imbrifero fino alla confluenza con l’Argentino. In questo tratto, tuttavia, sono<br />

localizzate le sorgenti Vrisa di Malomo (quota 360 m) e la Fiumicello (quota 502 m), e quindi la<br />

Costa <strong>del</strong>l’Istrice (quota 400 m), sgorgante nel Fosso <strong>del</strong>la Mancosa. Il piccolo affluente di sinistra<br />

denominato Nocaio è alimentato da un gruppo di sorgenti localizzate lungo il contatto tra gli scisti<br />

<strong>del</strong>l’Eocene e i calcari <strong>del</strong> Trias; tra queste, le più importanti sono: S. Nocaio (quota 620 m), che<br />

alimenta l’acquedotto omonimo, e l’Acquafredda II posta a quota 630 m.A valle di Papasidero<br />

l’unica sorgente di una certa entità è la As<strong>su</strong>olo (quota 50 m), che si manifesta con varie vene<br />

d’acqua ai piedi <strong>del</strong>la rupe <strong>del</strong> Timpone Simara, in corrispondenza <strong>del</strong>le alluvioni <strong>del</strong> basso corso<br />

<strong>del</strong> Lao.L’affluente Argentino ha un bacino di 117 Kmq, in cui affiora diffusamente la formazione<br />

calcarea <strong>del</strong> Trias <strong>su</strong>periore. Nell’alto bacino si hanno sorgenti di modesta entità la cui acqua<br />

defluisce in profondi valloni che originano pendici rocciose; sotto quota 1200 m si rinvengono<br />

sorgenti dalle cospicue portate, come la Tavolaro (quota 1175 m), la Rossano (quota 950 m) e la<br />

Fornelli (quota 900 m). Lungo il corso d’acqua, a valle di queste sorgenti, si hanno numerose<br />

scaturigini, la più importante <strong>del</strong>le quali è la Corno Mozzo (quota 750 m).L’affluente Masseti è<br />

principalmente alimentato dal gruppo di sorgenti dette Melara tra le quote da 410 m e 400 m,<br />

sgorganti dalle litoclasi nei calcari. Segue, l’affluente Salvioso, nel cui bacino sgorga la notevole<br />

sorgente Acqua <strong>del</strong>la Pietra (quota 340 m), alimentata e zampillante da roccia calcarea. Nella valle<br />

<strong>del</strong>l’Argentino, a monte d’Orsomarso si trovano numerose sorgenti; tra le altre le più importanti<br />

sono la S. Basile (quota 240 m) e la Quaglianone (quota 170 m).Nel ripido vallone di Campolongo,<br />

che confluisce nell’Argentino poco a valle d’Orsomarso, è ubicata la cospicua sorgente<br />

Scattamassaro (quota 180 m).A valle <strong>del</strong>la confluenza col Vallone Campolongo, lungo il corso<br />

<strong>del</strong>l’Argentino s’incontra la sorgente Acqua <strong>del</strong>le Ciàgole (quota 50 m); quindi l’Argentino<br />

confluisce nel Lao. A valle <strong>del</strong>la confluenza <strong>del</strong>l’Argentino il Lao, riceve la Marcellina, corso<br />

d’acqua di pianura alimentato dalla sorgente omonima dotata di portata notevole, che viene a giorno<br />

dalle alluvioni litoranee alla quota s.m. di 8 m 5 .


6. Le bonificazioni <strong>del</strong> comprensorio <strong>del</strong> <strong>Pollino</strong><br />

Tra il 1777 ed il 1778 la Piana di Sibari appariva a Swinburne (1968, ristampa) impenetrabile e<br />

pervasa da miasmi mortali esalanti dalle paludi: “…molti secoli, ahimé! sono ormai trascorsi da<br />

quando gli uomini abitarono questa pianura in numero tale da assicurare la salubrità. Da allora i<br />

fiumi sono scesi senza regola e senza freni <strong>su</strong> questi campi depressi e desolati lasciando, dopo<br />

essere rientrati nei loro letti, pozze nere e puzzolenti paludi che avvelenano l’intera regione e<br />

sospingono gli uomini sempre più lontano…”. Fonti cartografiche <strong>del</strong> XVIII secolo segnalano<br />

alcune aree già bonificate e messe a coltura nei bacini <strong>del</strong> Fiume Coscile e <strong>del</strong> torrente Raganello.<br />

La cartografia ufficiale <strong>del</strong> Regno d’Italia, elaborata <strong>su</strong>l finire <strong>del</strong> XIX secolo, localizza e distingue<br />

aree irrigate ed aree irrigabili sia nella parti vallive dei corsi d’acqua che nelle porzioni montane dei<br />

loro bacini. Le bonifiche <strong>del</strong>le paludi e degli stagni costieri, avviate sotto i Borboni con i primi studi<br />

di Afan de Rivera, portarono alla messa a coltura già nel corso <strong>del</strong> XVIII secolo <strong>del</strong>le vaste aree<br />

comprese tra il Raganello e la sinistra idrografica <strong>del</strong> Coscile (Rizzi Zannoni, 1811). Esse<br />

acquistarono carattere di organicità con l’approvazione, nel 1906, <strong>del</strong>la prima Legge Speciale per la<br />

Calabria che definì le bonifiche in nell’accezione più ampia di sistemazione idrogeologica generale<br />

di unità elementari di territorio individuate nel bacino idrografico. La capacità di rendere produttiva<br />

l’acqua <strong>del</strong>la complessa rete idrografica <strong>del</strong> bacino si manifestò ampiamente a cavallo tra<br />

ottocento e novecento quando la disponibilità di acqua rese possibile l’ammodernamento dei frantoi<br />

oleari e la diffusione <strong>del</strong>le coltivazioni <strong>del</strong>l’ulivo e degli agrumi che, insieme alla bonificazione<br />

<strong>del</strong>le aree costiere, segnarono il più radicale dei mutamenti <strong>del</strong> paesaggio agrario. Alla filosofia<br />

<strong>del</strong>la “bonifica integrale” furono ispirate, a partire dagli anni ‘50, le politiche <strong>del</strong>la Cassa per<br />

l’Intervento Straordinario nel Mezzogiorno con le quali si completa la costruzione di una complessa<br />

ed articolata rete di colo e di irrigazione che completò la bonificazione <strong>del</strong>la Piana di Sibari, avviata<br />

organicamente dopo il 1925, che segnò, dapprima a partire dai villaggi rurali nei comprensori <strong>del</strong>la<br />

bonifica e, negli anni cinquanta, <strong>del</strong>la riforma agraria, il ripopolamento <strong>del</strong>la Piana ove,<br />

riducendosi progressivamente il rischio di alluvioni, gli ultimi episodi alluvionali rilevanti hanno<br />

interessato il fiume Coscile con rotture arginali nel 1923, nel 1925-26 e nel 1930-31.<br />

I Comuni <strong>del</strong>la <strong>Comunità</strong> <strong>Montana</strong> ricadono nel comprensorio di bonifica <strong>del</strong> <strong>Pollino</strong> il cui<br />

perimetro ne racchiude tutta la <strong>su</strong>perficie ad accezione di Castrovillari che vi ricade in parte (9700<br />

ha).<br />

Comune Area consortile (ha)<br />

Acqua formosa 2257<br />

Castrovillari 9700<br />

Civita 2711<br />

Frascineto 2700<br />

Laino Borgo 5651<br />

Laino Castello 3955<br />

Lungro 3510<br />

Mormanno 7590<br />

Morano 11234<br />

S. Basile 1848<br />

Saracena 11151<br />

Il territorio <strong>del</strong> comprensorio di Bonifica è <strong>su</strong>ddiviso nei tre <strong>su</strong>bcomprensori <strong>del</strong> Bacino <strong>del</strong> Lao<br />

(31%), <strong>del</strong> Coscile (53%) e <strong>del</strong> Raganello (16%).<br />

Il Consorzio ha realizzato opere di sistemazione idraulica trasversali negli alvei (briglie),<br />

longitudinali (difese spondali) e canalizzazioni per complessivi 89311 mc tra il 1968 ed il 2003.<br />

Nel medesimo intervallo temporale il Consorzio di Bonifica <strong>del</strong> <strong>Pollino</strong> ha riforestato una <strong>su</strong>perficie<br />

di 1100 ha che si aggiungono a quelli rimboschiti dal Corpo Forestale <strong>del</strong>lo Stato e dalla Regione<br />

Calabria.


Il Consorzio ha pianificato e realizzato impianti idrici per usi irrigui e potabili anche attraverso<br />

captazioni profonde mediante pozzi nella Piana di Campotenese rendendo disponibile una portata di<br />

2651 l/sec rendendo irrigua una <strong>su</strong>perficie di 907 ha.<br />

7. Censimento di mulini ed opifici storici<br />

In un territorio dal paesaggio montuoso e con corsi d’acqua ad elevata grado di pendenza come<br />

quello calabrese la possibilità di sfruttare, anche temporaneamente, l’energia idraulica ha<br />

determinato nei secoli lo sviluppo <strong>del</strong>l’ economia <strong>del</strong>l’acqua. Questa, canalizzata anche per lunghi<br />

tratti, compiva i salti necessari ad alimentare norie per frantoi, mulini, concerie e seterie poste in<br />

serie a quote differenti. Casi esemplari sono ancora testimoniati dai manufatti ben conservati lungo<br />

il torrente Celadi, nei pressi di Rossano (CS), da una decina di mulini e frantoi e da una conceria<br />

che costituivano, fin dal medio evo, un minuscolo distretto <strong>del</strong>l’economia <strong>del</strong>l’acqua testimoniato<br />

anche dalla presenza di una porta di accesso alla Città con un interessante percorso viario dal<br />

torrente presidiato da due chiese di origine bizantina. Lungo i torrenti Amusa ed Allaro, nei pressi<br />

Caulonia (RC), si conservano, resti di mulini e frantoi. Nel fiume Trionto, nei pressi di Lungobucco<br />

(CS), nei primi decenni <strong>del</strong> XIX secolo furono realizzate e si conservano cinque piccole centrali<br />

idroelettriche, <strong>del</strong>le quali due sono state riattivate, a testimoniare una economia <strong>del</strong>l’acqua che<br />

richiama i grandi temi <strong>del</strong>la sostenibilità e <strong>del</strong>la conservazione <strong>del</strong>l’ambiente.<br />

Nell’area <strong>del</strong>la <strong>Comunità</strong> <strong>Montana</strong> <strong>del</strong> <strong>Pollino</strong> sono stati censiti e georiferiti, gli opifici idraulici<br />

rappresentati nella dalla Carta Idrografica 1 a 100.000 <strong>del</strong>l’Istituto Geografico Militare <strong>del</strong> 1887<br />

ricadenti nei fogli 221, 229 e 230 che sono stati preventivamente, e con buon grado di precisione,<br />

mosaicati ed inquadrati nel sistema WGS84.<br />

Numero opifici<br />

idraulici nella<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>Montana</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Pollino</strong><br />

Numero opifici<br />

idraulici nel<br />

bacino <strong>del</strong> Lao<br />

Numero opifici idraulici<br />

nel bacino <strong>del</strong> Raganello<br />

Numero opifici<br />

idraulici nel bacino <strong>del</strong><br />

Crati<br />

60 16 26 260<br />

8. Correlazioni tra dinamiche dei territori montani ed aree di pianura<br />

La Carta dei <strong>su</strong>oli <strong>del</strong>la Calabria (Arssa, 2003) fornisce un indicatore di degrado dei <strong>su</strong>oli<br />

individuato nel contenuto di sostanza organica che nella piana <strong>del</strong> Crati e <strong>del</strong> Coscile è compresso<br />

nelle classi da elevato (2,3-3%) a molto elevato (maggiore <strong>del</strong> 3%). Il dato è correlabile al<br />

prevalente regime intensivo <strong>del</strong>le colture agricole sia erbacee (foraggere) che arboree (pescheti ed<br />

agrumeti) per come si evince dalla tabella che segue che indica le classi di uso rilevate nella Piana<br />

di Sibari secondo lo standard CLC Level 3 modificato da Ortofoto IT 2000 (anno 1999). La ricerca<br />

condotta dall’Università di Reggio Calabria indica livelli di antropizzazione altissimi (indice di<br />

impermeabilizzazione <strong>del</strong> <strong>su</strong>olo oltre il 20%, cubatura edilizia 94,45 x10 6 mc; 35,61 metri di strada<br />

per ettaro.<br />

Area <strong>del</strong>la sibaritide<br />

Superficie totale 48234<br />

Superficie agrumicola 7535<br />

Superficie boschiva 1352<br />

Superficie coltivazioni erbacee 12452<br />

Superficie prati permanenti e pascoli 3839<br />

Superficie coltivazioni arboree 12452<br />

Superficie olivetata 10324<br />

Superficie a vite 318


Superficie fruttifera 3164<br />

Superficie stradale 6696<br />

Grado interruzione<br />

Superficie stradale 6696<br />

Superficie urbanizzata civile<br />

Area industriale 1771<br />

Superficie impermeabilizzata 10041<br />

Indice di cubatura mc per ha 1958<br />

Lunghezza strade 1718<br />

Superficie bosco misto 57<br />

Superficie conifere 1208<br />

Superficie latifoglie 81<br />

Superficie totale boschi 2,8%<br />

Superficie totale frutteti 6,56%<br />

Superficie totale uliveti 21,41%<br />

Superficie totale vigneti 0%<br />

Superficie totale coltivazioni arboree 44,05%<br />

Superficie totale coltivazioni erbacee 25,82%<br />

Superficie totale prati permanenti e pascoli 7,96%<br />

Superficie urbanizzata civile <strong>su</strong> <strong>su</strong>perficie totale<br />

Superficie stradale <strong>su</strong> <strong>su</strong>perficie totale 13,88%<br />

Superficie industrializzata <strong>su</strong> <strong>su</strong>perficie totale 3,67%<br />

Indice di impermeabilizzazione 20,82%<br />

Superficie estrazione di inerti <strong>su</strong> <strong>su</strong>perficie totale 2,21%<br />

Bosco misto <strong>su</strong> <strong>su</strong>perficie totale 0,12%<br />

Conifere <strong>su</strong> <strong>su</strong>perficie totale 2,5%<br />

Latifiglie <strong>su</strong> <strong>su</strong>perficie totale 0,17%<br />

Agrumeti <strong>su</strong> <strong>su</strong>perficie totale 15,62%<br />

Cubatura edilizia in milioni di mc 94,45<br />

Densità stradale m <strong>su</strong> ha 35,61<br />

Ulteriori indicatori di degrado di acqua e <strong>su</strong>olo sono forniti dai <strong>dati</strong> <strong>del</strong>la Campagna di polizia<br />

idraulica eseguita dalla Regione Calabria negli anni 1998-2000 che indica 22 aree di prelievo di<br />

inerti e 7 cave nell’ alveo <strong>del</strong> Coscile ed individua un numero altissimo di punti di accumuli<br />

nell’alveo <strong>del</strong> fiume di rifiuti, di discariche, di scarichi liquidi e di occupazione di aree.<br />

ACCUMULI DISCARICHE SCARICHI OCCUPAZIONI<br />

21 40 24 58<br />

Per le acque sotterranee l’analisi dei <strong>dati</strong> disponibili ha evidenziato la presenza la presenza fin dal<br />

1976 di un cuneo di salinizzazione alla foce <strong>del</strong> fiume Crati. Dati recenti confermano l’ ingressione<br />

<strong>del</strong>le acque marine e l’ulteriore risalita <strong>del</strong> cuneo entro terra.<br />

La ricerca ha dunque confermato lo stretto legame tra territori montani e terre di piano non solo per<br />

i processi naturali che avvengono a scala di bacino ma anche per le attività antropiche che, con<br />

crescente intensità, hanno interessato il territorio. Da qui il valore <strong>del</strong>l’intuizione (Afan De Rivera,<br />

1803 ) e l’importanza di una riflessione durata circa un secolo intorno al concetto di bonifiche<br />

integrale che lega le condizioni idrauliche <strong>del</strong>le aree di pianura alle sistemazioni idraulico-forestale<br />

di quelle montane. Solo in tempi più recenti questo approccio metodologico ha avuto un<br />

affinamento allorché il bacino idrografico è stato as<strong>su</strong>nto come unità territoriale omogenea di


iferimento per la difesa <strong>del</strong> <strong>su</strong>olo e la bonifica integrale (Rif. Piano Regolatore di Massima <strong>del</strong>la<br />

Calabria e Legge 183/89).<br />

La ricerca ha verificato come nel corso degli ultimi 50 anni, più che nei due secoli precedenti, si<br />

siano istituite dinamiche di uso <strong>del</strong>l’acqua (derivazioni da sorgenti o acque <strong>su</strong>perficiali) per fini<br />

potabili, irrigui, idroelettrici, industriale, che con il prelievo a monte hanno impoverito il Bacino<br />

idrografico nel <strong>su</strong>o complesso, rendendo negativo il saldo <strong>del</strong> bilancio idrico annuo, impoverendo<br />

le falde di pianura in termini qualitativi e quantitativi, determinando processi di inaridimento,<br />

<strong>su</strong>bsidenza ed erosione <strong>del</strong>la costa.<br />

Non può dunque esserci soluzione alle problematiche <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong>l’acqua se non in una visione<br />

integrata, riferita al bacino idrografico e riferita, quanto agli usi, al bilancio e,quanto alle attività<br />

antropiche, a necessità di garantire il cosiddetto minimo deflusso vitale e la qualità. E’ indifferibile<br />

quindi che si ponga mano ai piani di bacino.<br />

9. Processi di desertificazione nella Piana di Sibari<br />

La Carta di clima costruita <strong>su</strong>lla base <strong>del</strong>l’indice di desertificazione di De Martonne individua le<br />

aree che <strong>su</strong>biscono processi di desertificazione comparando i parametri temperatura e pioggia e<br />

classificando il clima nel modo seguente:<br />

Valore <strong>del</strong>l’indice di De Martonne Tipo di Clima<br />

I < 10 Zone desertiche<br />

10 < I < 15 Regioni semiaride<br />

15 < I < 20 Terreno <strong>su</strong>bumido<br />

20 < I < 30 Suolo semiumido<br />

I > 30 Zone umide<br />

Il ri<strong>su</strong>ltato ottenuto, riferito al periodo 1980-2001, indica che le aree a rischio di desertificazione<br />

sono la Piana di Sibari, il Marchesato e l’estremo Sud <strong>del</strong>la regione Calabria.<br />

10. La <strong>su</strong>bsidenza<br />

La <strong>su</strong>bsidenza è un fenomeno che solo di recente è stato preso in considerazione essendo la<br />

Calabria soggetta ad un più generale processo di sollevamento neotettonico. Evidenze di<br />

<strong>su</strong>bsidenza sono presenti nel Bacino <strong>del</strong> Crati e <strong>del</strong> <strong>su</strong>o affluente Coscile. Tra le evidenze che<br />

permettono una datazione recente in senso geologico vi sono i reperti archeologici e la loro<br />

posizione rispetto al livello <strong>del</strong> mare. Il livello greco di Sibari (Sybaris) è attualmente circa 2m più<br />

basso <strong>del</strong> livello <strong>del</strong> mare.<br />

E’possibile ipotizzare una relazione tra <strong>su</strong>bsidenza ed attività antropiche. L’analisi <strong>del</strong>l’<br />

abbassamento <strong>del</strong>la <strong>su</strong>perficie piezometrica, nell’intervallo 1976-2006, evidenzia gradienti di oltre<br />

10 metri ascrivibili alla eccessiva proliferazione di pozzi di emungimento che nello stesso arco<br />

temporale sono passati da poco più di 2000 a circa 10000 raggiungendo alcuni anche la falda<br />

artesiana profonda posta oltre i 200 di profondità producendo evidenti processi di decompressione<br />

degli strati più profondi. Una ulteriore conseguenza <strong>del</strong>l’instaurarsi di uno squilibrio tra apporti ed<br />

emungimenti è la segnalata ingressione <strong>del</strong> cuneo salino intorno alla foce <strong>del</strong> Fiume Crati.<br />

11. La valenza sacrale <strong>del</strong>l’acqua<br />

L’antinomia tra il bene ed il male è una <strong>del</strong>le connotazioni <strong>del</strong>le credenze, leggende e narrazioni<br />

intorno all’acqua rinvenibile nella cultura popolare calabrese. L’acqua che disseta ed alimenta la<br />

terra as<strong>su</strong>me, contemporaneamente significati malefici allorquando allaga ed inonda i campi o<br />

scarseggia per lunghi periodi di siccità. Da qui la frequenza e la periodicità stagionale dei riti di<br />

ringraziamento o di propiziazione con i quali si invoca la pioggia, si chiede che smetta piovere o si<br />

ringrazia per la pioggia è finalmente arrivata.


La valenza sacrale <strong>del</strong>l’acqua è già presente nella cultura <strong>del</strong>la Magna Graecia. Qui gli oracoli<br />

pronunziano responsi lungo i fiumi ritenuti apportatori di salute e ricchezza. Al fiume Crati si<br />

attribuiscono diti di potenza ed abbondanza simboleggiate dal toro lo rappresenta nella<br />

monetazione di Sybaris, ad esso Strabone attribuisce virtù terapeutiche forse per la presenza <strong>del</strong>le<br />

fonti termali di Spezzano Albanese e Cassano allo Jonio lungo il <strong>su</strong>o corso. Infine la stesa<br />

distruzione <strong>del</strong>la città, nelle fonti storiche <strong>del</strong>l’antichità classica, è operata dai crotoniati deviando il<br />

corso <strong>del</strong> fiume.<br />

Lungo il Crati sorgono santuari ove il culto di Santi e Madonne e associato all’acqua. Per giungere a<br />

piedi al Santuario <strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong> Pettoruto, che sorge a San Sosti (CS) <strong>su</strong>lla riva sinistra <strong>del</strong><br />

fiume Rosa, affluente <strong>del</strong> Coscile, i pellegrini, nell’ attraversare il fiume, lanciano una pietra nelle<br />

<strong>su</strong>e acque per liberarsi dei peccati. In onore di Santa Maria <strong>del</strong>le Armi, venerata nel Santuario sito<br />

ai piedi <strong>del</strong> Monte Sellaro nel Comune di Cerchiara (CS), viene celebrata una festa il 25 aprile di<br />

ogni anno per tener fede al pegno votivo as<strong>su</strong>nto nel 1750 dal Principe Pignatelli che a Lei fece<br />

ricorso per avere salvo il raccolto dalla grave siccità <strong>del</strong>la primavera di quell’anno.<br />

Lungo i percorsi <strong>del</strong>la tran<strong>su</strong>manza, lungo le vie <strong>del</strong>l’acqua, furono edificati edicole e santuari nei<br />

cui pressi si dissetavano le greggi e si celebravano i riti <strong>del</strong>la propiziazione <strong>del</strong>le piogge primaverili<br />

per i pascoli silani.


BIBLIOGRAFIA<br />

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ALLEGATO 1<br />

DIZIONARIO DEI TOPONIMI RIFERIBILI AL TEMA DELL’ACQUA NELLA C.M.<br />

(FONTE: DATABASE DEL CENTRO CARTOGRAFICO DELLA REGIONE CALABRIA)<br />

I toponimi hanno consolidato nel tempo il riferimento al tema così come esso veniva percepito dalle<br />

popolazioni. La percezione <strong>del</strong> luogo era legato ad eventi (motta=frana), attività (molino, molinello,<br />

molinari), a caratteristiche morfologiche che rendevano agevole o difficile la presenza <strong>del</strong>l’uomo<br />

(serra, timpa, piano), a caratteristiche che connotavano storicamente un luogo come poco praticabile<br />

per le attività agricole (pantano, pantanello), a luoghi impervi soggetti a frane con frequenza<br />

(timpone la motta), all’associazione con nomi propri di persone (molino Mazzoni, Molino Ferrera)<br />

o di luoghi (timpone Rodi). Frequente il riferimento alla qualità <strong>del</strong>l’acqua (acquifetida, acquaviva,<br />

acquafredda, acquanivera, acqua Santa).<br />

TOPONIMI CON RIFERIMENTO DIRETTO ED INDIRETTO AD “ACQUA”<br />

ACQUA ACELSA<br />

ACQUA CALCIRELLO<br />

ACQUA CANALE<br />

ACQUA CAPO LI SCIARTI<br />

ACQUA CARBONARA<br />

ACQUA CERASO<br />

ACQUA COLLETTA<br />

ACQUA CORNALE<br />

ACQUA DEI FRATI<br />

ACQUA DEI SANTI<br />

ACQUA DEI SCIFI<br />

ACQUA DEL CLOCCANO<br />

ACQUA DEL CONVENTO<br />

ACQUA DEL FAGGIO<br />

ACQUA DEL FAGO<br />

ACQUA DEL LAURO<br />

ACQUA DEL MÀNGANO<br />

ACQUA DEL MÀNGANO<br />

ACQUA DEL SALICE<br />

ACQUA DEL TOSCINO<br />

ACQUA DELL''ARONZI<br />

ACQUA DELL''OLMO<br />

ACQUA DELLA CORTE<br />

ACQUA DELLA FOCE<br />

ACQUA DELLA PANTANA<br />

ACQUA DELLA PERCOCA<br />

ACQUA DELLA PIETRA<br />

ACQUA DELLA RENA<br />

ACQUA DELLA SETE<br />

ACQUA DELLA SETE<br />

ACQUA DELLA SIGHÌA<br />

ACQUA DI BONELLI<br />

ACQUA DI CALCI<br />

ACQUA DI COMA<br />

ACQUA DI CORVO<br />

ACQUA DI FAGGIO<br />

ACQUA DI FERRO<br />

ACQUA DI FRIDA<br />

ACQUA DI LUCA<br />

ACQUA DI MAGNESIO


ACQUA DI PALO<br />

ACQUA DI PATRICONE<br />

ACQUA DI PERITO<br />

ACQUA DI PIETRA<br />

ACQUA DI PRETE<br />

ACQUA DI S. DOMENICA<br />

ACQUA DI SCIFARELLO<br />

ACQUA DI SETE<br />

ACQUA DI TARDEA<br />

ACQUA DONNAMIRA<br />

ACQUA EPISCOPIA<br />

ACQUA FABBRICATA<br />

ACQUA FALCONE<br />

ACQUA FARINA<br />

ACQUA FETIDA<br />

ACQUA FIETA<br />

ACQUA FREDDA<br />

ACQUA LA CERZA<br />

ACQUA LA PIETRA<br />

ACQUA LA PORTA<br />

ACQUA LA TAVOLA<br />

ACQUA LA TAVOLA<br />

ACQUA LAGOFORANO<br />

ACQUA LESPARTE<br />

ACQUA MARCHESANO<br />

ACQUA MARCIA<br />

ACQUA MATTA<br />

ACQUA MATTEO<br />

ACQUA METISCIONE<br />

ACQUA MUZZA<br />

ACQUA NERA<br />

ACQUA NOCE<br />

ACQUA NOCELLA<br />

ACQUA NOCILLA<br />

ACQUA OLIVA<br />

ACQUA PALUMBO<br />

ACQUA PERRONE<br />

ACQUA PICE<br />

ACQUA PIZZURRO<br />

ACQUA SALSA<br />

ACQUA SAMBUCHETA<br />

ACQUA SAMBUCHETA<br />

ACQUA SAMBUCO<br />

ACQUA SCIFE<br />

ACQUA SORGENTE<br />

ACQUA SPARTI<br />

ACQUA SPASA<br />

ACQUA SULFUREA<br />

ACQUA SULFUREA<br />

ACQUA TIRUBOLO<br />

ACQUA TUVOLO<br />

ACQUA VARATTERE<br />

ACQUA VIGNOCA<br />

ACQUABIANCA<br />

ACQUAFORMOSA<br />

ACQUAFORMOSA<br />

ACQUAFREDDA<br />

ACQUAFREDDA<br />

ACQUAFREDDA<br />

ACQUAFREDDA<br />

ACQUAFREDDA<br />

ACQUAFREDDA


ACQUAFREDDA<br />

ACQUAFREDDA<br />

ACQUAFREDDA<br />

ACQUARELLA<br />

ACQUARO<br />

ACQUARO<br />

ACQUARO<br />

ACQUARO DEL PRINCIPE<br />

ACQUARRA<br />

ACQUATINA<br />

ACQUATRIFORA<br />

ACQUAVIVA<br />

ACQUAVIVA<br />

ACQUAVONA<br />

C. ACQUA FETIDA<br />

C. ACQUAFABBRICATA<br />

C. VIVACQUA<br />

C.SE VIVACQUA<br />

CAPO D''ACQUA<br />

CAPO D''ACQUA<br />

F.TE ACQUA DEI MONACI<br />

F.TE ACQUA LA PIETRA<br />

F.TE ACQUA LA TAVOLA<br />

F.TE ACQUA ROSSA<br />

F.TE ACQUA SALATA<br />

F.TE ACQUAFREDDA<br />

F.TE ACQUAFREDDA<br />

F.TE DELL''ACQUA FREDDA<br />

C. VIVACQUA<br />

CAN.LE S. ACQUA<br />

CANT.RA ACQUACALDA<br />

CAN.LE S. ACQUA<br />

CANT.RA ACQUACALDA<br />

FONT.NA ACQUAFREDDA<br />

FONT.NA ACQUARO<br />

L'ACQUA<br />

L'ACQUA<br />

L'ACQUARELLA<br />

L'ACQUARO<br />

MASS.A VIVACQUA<br />

MASS.A VIVACQUA<br />

MASS.A VIVACQUA<br />

MASS.A VIVACQUA<br />

PIANO DELL''ACQUA<br />

PIANO DELL''ACQUA<br />

PIANO DI ACQUAFREDDA<br />

SERRA ACQUAVIVA<br />

SERRA CAPO D'ACQUA<br />

V. ACQUA DEL TOSCINO<br />

V. ACQUA LA PIETRA<br />

V.NE ACQUA SANTA<br />

V.NE ACQUAFREDDA<br />

V.NE DI ACQUAVIVA<br />

SORG.TE ACQUA CHIARA<br />

SORG.TE ACQUA DEL MANCO<br />

SORG.TE ACQUAFREDDA<br />

SORG.TE DI ACQUAFREDDA<br />

VALLE ACQUANÌVERA


TOPONIMI CON RIFERIMENTO DIRETTO OD INDIRETTO A “TIMPA, TIMPONE,<br />

MOTTA, PANTANO”<br />

IL TIMPONE<br />

LA MOTTA<br />

MOTTA<br />

MOTTA<br />

MOTTA<br />

MOTTA<br />

MOTTA<br />

MOTTAFOLLONE<br />

MASS.A PANTUSO<br />

BASSOLAMOTTA<br />

C. IL TIMPONE<br />

COZZO MOTTA<br />

C. TORRE PANTANO<br />

CAS.O DEL PANTANO<br />

CAS.O VIVACQUA<br />

CASELLA DI PANTANO DI MAIO<br />

DESTRA PANTANA<br />

F.SO PANTANO ABRUZZO<br />

F.TE PANTANO DELLA MADONNA<br />

FONT.NA TIMPICELLA<br />

I PANTANELLI<br />

I PANTANI<br />

I TIMPONI<br />

IL PANTANO<br />

IL PANTANO<br />

PANT.O DELLA CANNA<br />

PANT.O DELLA GIUMENTA<br />

PANTANA<br />

PANTANA<br />

PANTANA<br />

PANTANA<br />

PANTANA CONERARA<br />

PANTANALONGA<br />

PANTANELLE<br />

PANTANELLE<br />

PANTANELLE<br />

PANTANELLE<br />

PANTANELLE<br />

PANTANELLE LA CUMMA<br />

PANTANELLO<br />

PANTANI<br />

PANTANI<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO


PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO<br />

PANTANO ABRUZZO<br />

PANTANO D''OLMO<br />

PANTANO D''OLMO<br />

PANTANO DEL SALICE<br />

PANTANO DEL VALLO<br />

PANTANO DELLA MADONNA<br />

PANTANO DI MAIO<br />

PANTANO NOCITO<br />

PANTANO ROTONDO<br />

PANTANOLUNGO<br />

V.NE DEL PANTANO<br />

SERRA PANTANOLATA<br />

SORG.TE DI S. PANTALEONE<br />

T.RE TIMPARELLO<br />

TIMP.NE ANZO NICOLA<br />

TIMP.NE CANNATA<br />

TIMP.NE CAPPELLO<br />

TIMP.NE CASTROCUCCO<br />

TIMP.NE CAVOUR<br />

TIMP.NE CINECO<br />

TIMP.NE CORNUTELLO<br />

TIMP.NE CRÌSTALI<br />

TIMP.NE DEI CORVI<br />

TIMP.NE DEL CASTELLO<br />

TIMP.NE DEL CERRO<br />

TIMP.NE DEL CESSO<br />

TIMP.NE DEL CIGLIO<br />

TIMP.NE DEL CONVENTO<br />

TIMP.NE DEL FORNO<br />

TIMP.NE DEL FRONTE<br />

TIMP.NE DEL MONTE<br />

TIMP.NE DEL PINO<br />

TIMP.NE DEL VACCARO<br />

TIMP.NE DELL''ANCORA<br />

TIMP.NE DELLA CAPANNA<br />

TIMP.NE DELLA FORESTA<br />

TIMP.NE DELLA GUARDIA<br />

TIMP.NE DELLA MAGARA<br />

TIMP.NE DELLA SERRA<br />

TIMP.NE DELLE FAVE<br />

TIMP.NE DI BARDISCE<br />

TIMP.NE DI MACALONE<br />

TIMP.NE DI MASTROVITO<br />

TIMP.NE DI S. ANGELO<br />

TIMP.NE DI S. RANURA<br />

TIMP.NE DI TASCIONE<br />

TIMP.NE DOLCETTI<br />

TIMP.NE DONATO<br />

TIMP.NE GACCALE<br />

TIMP.NE GALLUCCI<br />

TIMP.NE GARRAMILLO<br />

TIMP.NE GARROLA<br />

TIMP.NE GINIPERO<br />

TIMP.NE GOLIA<br />

TIMP.NE GOLLA<br />

TIMP.NE GRISO


TIMP.NE GRUGOLEIO<br />

TIMP.NE I FORNELLI<br />

TIMP.NE ILLIPIETRO<br />

TIMP.NE LACCO<br />

TIMP.NE LEVRIERE<br />

TIMP.NE MALASPERA<br />

TIMP.NE MANGANILLO<br />

TIMP.NE MANGIALATTE<br />

TIMP.NE MARCO ROMANO<br />

TIMP.NE MATOSA<br />

TIMP.NE MELOGNA<br />

TIMP.NE METISCIONE<br />

TIMP.NE MEZZINARE<br />

TIMP.NE MÌCARI<br />

TIMP.NE NARDONE<br />

TIMP.NE PALAMARA<br />

TIMP.NE PALOMBO<br />

TIMP.NE PASCALONE<br />

TIMP.NE PIEDE DELLA SCALA<br />

TIMP.NE PIETRA LA CONCA<br />

TIMP.NE PULICELLA<br />

TIMP.NE RINDELLO<br />

TIMP.NE ROSSO<br />

TIMP.NE ROTONDELLA<br />

TIMP.NE RUSCOLA<br />

TIMP.NE S. ELIA<br />

TIMP.NE S. MICHELE<br />

TIMP.NE S. PIETRO<br />

TIMP.NE S. SAGARIA<br />

TIMP.NE SCIANGELO<br />

TIMP.NE SCIOLLE<br />

TIMP.NE SCIPPALINO<br />

TIMP.NE SIMARA<br />

TIMP.NE SPAGNOLO<br />

TIMP.NE STIRPE<br />

TIMP.NE TARANTINO<br />

TIMP.NE TENNA<br />

TIMP.NE TOLLA<br />

TIMP.NE TURRISI<br />

TIMP.NE VACCARO<br />

TIMP.NE VETRICI<br />

TIMP.NE VIGGIANELLO<br />

TIMP.NE VISCIGLIE<br />

TIMP.NE VITALI<br />

TIMP.NE VOMMARUSO<br />

TIMPA DELL''ORSO<br />

TIMPA CRIVO<br />

TIMPA CURASO<br />

TIMPA DEI PANNI<br />

TIMPA DEL CASTELLO<br />

TIMPA DEL CORVO<br />

TIMPA DEL PERTUGIO<br />

TIMPA DEL PERTUGIO<br />

TIMPA DEL PRINCIPE<br />

TIMPA DELL''ACQUA ROSSA<br />

TIMPA DELL''EREMITA<br />

TIMPA DELL''ORÈFICE<br />

TIMPA DELLA MANCA<br />

TIMPA DELLE MAGARE<br />

TIMPA DI BRUNO<br />

TIMPA DI CASSANO<br />

TIMPA DI FORGE


TIMPA DI GUERRA<br />

TIMPA DI MEZZOGIORNO<br />

TIMPA DI PORACE<br />

TIMPA DI RATTO<br />

TIMPA DI S. LORENZO<br />

TIMPA DI TULLE<br />

TIMPA MULARRA<br />

TIMPA ROSSA<br />

TIMPA ROSSA<br />

TIMPA S. VENERE<br />

TIMPARELLO<br />

TIMPARELLO<br />

TIMPE<br />

TIMPE ROSSE<br />

TIMPONARI<br />

TIMPONE<br />

TIMPONE<br />

TIMPONE<br />

TIMPONE BRUSCALUPO<br />

TIMPONE CAMAGNA<br />

TIMPONE CAMPANARO<br />

TIMPONE CAPPUCCIO<br />

TIMPONE CASOLARE<br />

TIMPONE CAUCEA<br />

TIMPONE CECCOMARINO<br />

TIMPONE COPERTO<br />

TIMPONE CORRIOLO<br />

TIMPONE DEL CASTELLO<br />

TIMPONE DEL CORVO<br />

TIMPONE DEL GRILLO<br />

TIMPONE DEL PINO<br />

TIMPONE DELLA SCALETTA<br />

TIMPONE DESTRA<br />

TIMPONE DI PINOCA<br />

TIMPONE LA MALARA<br />

TIMPONE LA MOTTA<br />

TIMPONE MANCINO<br />

TIMPONE PALLONE<br />

TIMPONE RODI<br />

TIMPONE S. ELIA<br />

TIMPONE SCIFARELLO<br />

TIMPONE SIRIO<br />

TIMPONE ZÀZZARO<br />

TRÒIDA PANTANO<br />

PIÈ DELLE TIMPE


TOPONIMI CON RIFERIMENTO DIRETTO OD INDIRETTO A “ MOLINO, MULINO”<br />

MOLINO DELL'ACQUA SCUSA<br />

MACCHIA DEL MOLINO<br />

FOSSO DEL MULINO<br />

C. MOLINARO<br />

C. MOLINARO<br />

CANALE DEL MOLINO<br />

DEL MULINO<br />

DESTRA DEL MOLINO<br />

MOLINA<br />

MOLINELLO (CENT.LE IDROEL.CA)<br />

MOLINI FERRERA<br />

MOLINO<br />

MOLINO MAZZONI<br />

MULINELLE<br />

PIANA MOLINO<br />

SERRA MOLINO<br />

V.NE MULINELLE<br />

VALLE MOLINARI<br />

VIA MOLINO

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