Scopriamo Gussago - Gussago News
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to e a pochi metri a monte della strada, è facilmente individuabile l’ingresso di un pozzo ad<br />
andamento prevalentemente verticale, la cui profondità è di circa 12 – 13 metri. Si tratta<br />
del Prefònd de Quarù, grotta registrata al catasto speleologico con il numero “84 Lo BS”.<br />
La struttura di questa cavità è piuttosto semplice, caratterizzata da una parete verticale che<br />
presenta bancate di roccia maiolica molto gradinate, ornate in alcuni punti da deposizioni calcitiche<br />
che offrono singolari aspetti del mondo ipogeo. La totale assenza di estensioni orizzontali<br />
preclude perentoriamente futuri sviluppi della cavità stessa. Anche questa grotta non<br />
è visitabile senza idonea attrezzatura, la comoda posizione e la conformazione la rendono<br />
però un’ottima “palestra” per lezioni didattiche/preparatorie di corsi speleologici. Grotta conosciuta<br />
fin dai tempi remoti, data la posizione ed il facile accesso, e per il pericolo di cadute<br />
accidentali. Sovente la si confonde con il Büs de la Marta ubicato altrove.<br />
Prefònd de le Stàle<br />
Pervenuti a Q u a rone di Sopra e proseguendo verso Sella dell’Oca, un poco prima di raggiungere<br />
la parte sommitale, sulla destra della comoda carrareccia, si rende visibile da lontano<br />
una maestosa quercia sempreverde (Quercia crenata, probabilmente unica a <strong>Gussago</strong>), quasi<br />
volesse segnalare autorevolmente la località Pianone, caratterizzata da un appostamento di<br />
caccia e da ridenti prati terrazzati. Percorsi pochi metri verso nord, in direzione di una macchia<br />
densamente vegetata, compare sorprendentemente una vasta dolina al centro della quale<br />
si apre l’ingresso di questa formazione carsica. Non si tratta certamente di una grotta complessa<br />
o labirintica, anche se in passato venne studiata, poiché funge da punto idrovoro molto<br />
assorbente, e valenti biologi ci dedicarono tempo ed energie. Da una relazione del<br />
28.03.1939 apprendiamo che: “Pavan vi è stato attratto dalla voce dell’esistenza di un pozzo<br />
molto profondo, e vi ha trovato invece una cavità di poco conto: trattasi di un inghiottitoio che<br />
si apre eccentricamente sul fondo di una dolina. Si trova a un centinaio di metri ad est di “ L e<br />
S t a l l e ” , a quota 775 metri circa. Ha l’aspetto di fessura larga meno di 1 metro, nella quale si<br />
scende su un fondo inclinato, con corda per una profondità di 10 metri circa. All’estremità termina<br />
per interramento. Cavità fredda!”. Formazione geologica costituita da rocce di maiolica<br />
inframezzata da strati di selci. Registrata al catasto speleologico con il numero “199 Lo BS”.<br />
Legati a questa grotta esistono inoltre fatti e vicissitudini di notevole interesse storico:<br />
pare infatti che durante la II guerra mondiale negli anfratti rocciosi avessero trovato rifugio<br />
alcuni soldati inglesi onde sfuggire ai persistenti rastrellamenti.<br />
Büsà de Andrèa<br />
Percorrendo la strada che da Civine conduce a Riviere e proseguendo poi verso le località<br />
Gerot, Colma e Sella dell’Oca, alcune edificazioni indicano l’approssimarsi della valle Alta -<br />
rone (degradando, confluisce con la principale Val Gandine). E’ sul lato a valle della strada,<br />
lungo il fianco boscoso di questo pendio, a pochi metri dal solco vallivo, che è possibile individuare<br />
la caverna in oggetto, le cui dimensioni risultano quanto mai contenute. L’ampio<br />
ingresso, sormontato da vistose ceppaie che affondano le radici nelle fratture della selce,<br />
prospetta una prosecuzione pianeggiante che non si protrae oltre i 7,5 metri. L’unico vano<br />
della cavità è originato da stratificazioni orizzontali di Selcifero Lombardo (la così detta<br />
“preda funghera”) inframezzate da banchi biancastri di roccia calcarea. Gli strati di selce bruno-verdastri<br />
formano una serie di venature orizzontali dall’aspetto decisamente precario ma<br />
molto suggestivo. Registrata al catasto speleologico con il numero “236 Lo BS”. L’instancabile<br />
Corrado Allegretti, responsabile del Gruppo Grotte Brescia per più di 40 anni, la visitò<br />
nel settembre 1949 per ricerche faunistiche e per effettuare il relativo rilievo topografico.<br />
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