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ISSUE #9 FREE PRESS - Salad Days Magazine

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STOKIN THE NEIGHBOURHOOD<br />

RAUNCH GIRL<br />

Txt Giangiacomo De Stefano // Pic Rigablood<br />

n bravo ragazzo di cui non faccio il<br />

nome, di tanto più giovane di me e<br />

per un certo periodo attivo nella produzione<br />

di dischi di gruppi italiani,<br />

recentemente ha raccontato ad alcuni<br />

suoi amici che l’hardcore gli avrebbe<br />

rovinato la vita.<br />

In tanti anni è la prima volta che mi capita di sentire<br />

un’affermazione del genere. Chiaro una certa dose di<br />

dogmatismo giovanile può non farti vivere esperienze<br />

che magari potrebbero essere addirittura formative,<br />

ma dire che l’hardcore ti ha rovinato la vita è<br />

qualcosa che va ben oltre.<br />

Personalmente qualche rimpianto causato dall’intransigenza<br />

politica e attitudinale ce l’ho, ma per me<br />

l’hardcore, tra le tante cose, è stato qualcosa che ha<br />

contribuito al mio carattere e alla mia crescita. Non<br />

butto via nulla di questi decenni ormai passati, anzi,<br />

alcune persone legate alla scena rimangono punti<br />

fermi nella mia vita, anche se magari passano anni<br />

prima di poterle rivedere.<br />

Penso che il problema con chi si intrappola negli stereotipi<br />

delle cose, non sia l’essere parte di qualcosa di<br />

totalizzante, ma il fatto che si è deboli già da prima.<br />

Un ideale, la musica, una ragazza, le sostanze, possono<br />

essere qualcosa a cui aggrapparsi, nel quale trovare<br />

un’ancora che tiene uniti i pezzi di caratteri fragili.<br />

Tutti siamo dipendenti da qualcosa e tutti abbiamo<br />

bisogno di certezze, sta però alla nostra intelligenza<br />

controllare che queste cose non scadano nel patologico.<br />

Non sono uno psicologo e ciò che dico è banale,<br />

ma credo spieghi tante cose dell’essere giovani.<br />

A marzo è uscito un mio documentario chiamato<br />

Raunch Girl, nel quale si racconta la storia di una<br />

ragazza di vent’anni che decide di creare un sito<br />

porno, come lo definisce lei, indipendente. Aldilà<br />

della storia della protagonista che è contraddittoria,<br />

e che chi avrà modo di guardare il documentario potrà<br />

giudicare da solo, c’è un pezzo della storia che a<br />

mio parere è pertinente con il compiere scelte senza<br />

pensarci.<br />

Alessandra, meglio conosciuta come Banana, nota<br />

fotografa del sito Suicide Girls, afferma che sarebbe<br />

importante che chi decide di posare su siti erotici,<br />

oppure porno, ci pensasse più volte. Se come accade,<br />

o accadeva appunto per certi siti specifici (le cose<br />

cambiano in fretta con la rete), si deve firmare una<br />

liberatoria che autorizza ad utilizzare le proprie foto,<br />

poi non ci si può<br />

aspettare che<br />

qualcuno le tolga<br />

una volta che la<br />

voglia di apparire<br />

va a esaurirsi.<br />

Nel lungo periodo<br />

che ci ha<br />

visto impegnati<br />

nelle riprese del<br />

documentario,<br />

abbiamo avuto<br />

modo di intervistare<br />

una ragazza<br />

lanciatissima nel<br />

suo voler apparire<br />

in un sito porno<br />

indipendente, la<br />

quale criticava le<br />

varie Suicide Girls,<br />

ma allo stesso<br />

tempo aveva anche<br />

lei fatto parte<br />

della schiera delle<br />

modelle di questi<br />

siti e voleva<br />

ancora apparire<br />

nel blog che la<br />

protagonista del<br />

documentario<br />

avrebbe fatto.<br />

Qualche mese<br />

dopo, mentre<br />

stavamo partendo<br />

per andare<br />

a riprendere un<br />

fotoset nel quale<br />

questa ragazza<br />

avrebbe dovuto posare come modella, scoprimmo<br />

mentre eravamo già in macchina, che questa non<br />

voleva più essere coinvolta nel progetto.<br />

Aveva semplicemente cambiato maschera, qualcosa<br />

nella propria vita aveva incominciato ad ingranare<br />

diversamente e la figura della “baby pin-up” non<br />

combaciava con il suo nuovo “vestito”.<br />

La spiegazione è questa: molte persone vogliono essere<br />

“personaggi” e ci credono anche. Si entra dentro<br />

un qualcosa che ti dà un ruolo, ti incasella in modo a<br />

volte rassicurante, a volte tale da far sembrare la<br />

96 97<br />

tua vita emozionante o scabrosa, ma poi basta poco<br />

perché si possa cambiare tutto quello che si è stati<br />

fino ad un minuto prima. Le ragioni possono essere<br />

molteplici e in certi casi anche serie, ma la più comune<br />

è per i maschi quella banale di essere stati lasciati<br />

dalla propria ragazza.<br />

Detto questo una cosa credo di poterla affermare:<br />

non è l’hardcore che rovina la vita, neanche quello<br />

per il quale le tre X non corrispondono esattamente<br />

allo straight edge, ma a qualcosa di più spinto, anzi<br />

in quel caso può persino servire pure a fare carriera o<br />

almeno a diventare popolari.

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