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STOKIN THE NEIGHBOURHOOD<br />
RAUNCH GIRL<br />
Txt Giangiacomo De Stefano // Pic Rigablood<br />
n bravo ragazzo di cui non faccio il<br />
nome, di tanto più giovane di me e<br />
per un certo periodo attivo nella produzione<br />
di dischi di gruppi italiani,<br />
recentemente ha raccontato ad alcuni<br />
suoi amici che l’hardcore gli avrebbe<br />
rovinato la vita.<br />
In tanti anni è la prima volta che mi capita di sentire<br />
un’affermazione del genere. Chiaro una certa dose di<br />
dogmatismo giovanile può non farti vivere esperienze<br />
che magari potrebbero essere addirittura formative,<br />
ma dire che l’hardcore ti ha rovinato la vita è<br />
qualcosa che va ben oltre.<br />
Personalmente qualche rimpianto causato dall’intransigenza<br />
politica e attitudinale ce l’ho, ma per me<br />
l’hardcore, tra le tante cose, è stato qualcosa che ha<br />
contribuito al mio carattere e alla mia crescita. Non<br />
butto via nulla di questi decenni ormai passati, anzi,<br />
alcune persone legate alla scena rimangono punti<br />
fermi nella mia vita, anche se magari passano anni<br />
prima di poterle rivedere.<br />
Penso che il problema con chi si intrappola negli stereotipi<br />
delle cose, non sia l’essere parte di qualcosa di<br />
totalizzante, ma il fatto che si è deboli già da prima.<br />
Un ideale, la musica, una ragazza, le sostanze, possono<br />
essere qualcosa a cui aggrapparsi, nel quale trovare<br />
un’ancora che tiene uniti i pezzi di caratteri fragili.<br />
Tutti siamo dipendenti da qualcosa e tutti abbiamo<br />
bisogno di certezze, sta però alla nostra intelligenza<br />
controllare che queste cose non scadano nel patologico.<br />
Non sono uno psicologo e ciò che dico è banale,<br />
ma credo spieghi tante cose dell’essere giovani.<br />
A marzo è uscito un mio documentario chiamato<br />
Raunch Girl, nel quale si racconta la storia di una<br />
ragazza di vent’anni che decide di creare un sito<br />
porno, come lo definisce lei, indipendente. Aldilà<br />
della storia della protagonista che è contraddittoria,<br />
e che chi avrà modo di guardare il documentario potrà<br />
giudicare da solo, c’è un pezzo della storia che a<br />
mio parere è pertinente con il compiere scelte senza<br />
pensarci.<br />
Alessandra, meglio conosciuta come Banana, nota<br />
fotografa del sito Suicide Girls, afferma che sarebbe<br />
importante che chi decide di posare su siti erotici,<br />
oppure porno, ci pensasse più volte. Se come accade,<br />
o accadeva appunto per certi siti specifici (le cose<br />
cambiano in fretta con la rete), si deve firmare una<br />
liberatoria che autorizza ad utilizzare le proprie foto,<br />
poi non ci si può<br />
aspettare che<br />
qualcuno le tolga<br />
una volta che la<br />
voglia di apparire<br />
va a esaurirsi.<br />
Nel lungo periodo<br />
che ci ha<br />
visto impegnati<br />
nelle riprese del<br />
documentario,<br />
abbiamo avuto<br />
modo di intervistare<br />
una ragazza<br />
lanciatissima nel<br />
suo voler apparire<br />
in un sito porno<br />
indipendente, la<br />
quale criticava le<br />
varie Suicide Girls,<br />
ma allo stesso<br />
tempo aveva anche<br />
lei fatto parte<br />
della schiera delle<br />
modelle di questi<br />
siti e voleva<br />
ancora apparire<br />
nel blog che la<br />
protagonista del<br />
documentario<br />
avrebbe fatto.<br />
Qualche mese<br />
dopo, mentre<br />
stavamo partendo<br />
per andare<br />
a riprendere un<br />
fotoset nel quale<br />
questa ragazza<br />
avrebbe dovuto posare come modella, scoprimmo<br />
mentre eravamo già in macchina, che questa non<br />
voleva più essere coinvolta nel progetto.<br />
Aveva semplicemente cambiato maschera, qualcosa<br />
nella propria vita aveva incominciato ad ingranare<br />
diversamente e la figura della “baby pin-up” non<br />
combaciava con il suo nuovo “vestito”.<br />
La spiegazione è questa: molte persone vogliono essere<br />
“personaggi” e ci credono anche. Si entra dentro<br />
un qualcosa che ti dà un ruolo, ti incasella in modo a<br />
volte rassicurante, a volte tale da far sembrare la<br />
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tua vita emozionante o scabrosa, ma poi basta poco<br />
perché si possa cambiare tutto quello che si è stati<br />
fino ad un minuto prima. Le ragioni possono essere<br />
molteplici e in certi casi anche serie, ma la più comune<br />
è per i maschi quella banale di essere stati lasciati<br />
dalla propria ragazza.<br />
Detto questo una cosa credo di poterla affermare:<br />
non è l’hardcore che rovina la vita, neanche quello<br />
per il quale le tre X non corrispondono esattamente<br />
allo straight edge, ma a qualcosa di più spinto, anzi<br />
in quel caso può persino servire pure a fare carriera o<br />
almeno a diventare popolari.