PSL GAL Fortore - Tammaro - Titerno - Regione Campania
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c. Aspetti idrografici<br />
Per quanto concerne le caratteristiche idrografiche assolcante il territorio Leader+ esso<br />
si presenta a densità da media a scarsa ed a forme dentritico-parallele e parallelo-pinate sui<br />
versanti di testata dei principali rilievi calcarei mentre si presenta a densità da media ad<br />
elevata e con forme dentritiche, talora spinte a calanchi, nelle aree dove affiorano litotipi a<br />
prevalenza di "fine". In relazione alle condizioni orografiche, inoltre, l’intero reticolo dei<br />
medio-alti sottobacini, manifesta una spiccata attività erosiva. La distribuzione delle piogge<br />
presenta una marcata differenziazione stagionale: la maggiore concentrazione è relativa al<br />
periodo autunno-invernale (con concentrazioni massime in novembre-dicembre) e primaverile<br />
(con concentrazioni massime in febbraio-marzo) mentre nel periodo estivo giugno-agosto si<br />
ha una marcata siccità.<br />
L'andamento pluviometrico dal 1950 ad oggi, i cui dati non sono stati ancora<br />
riepilogati in forma tabellare dal competente Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori<br />
Pubblici, mostra valori non molto dissimili rispetto al trentennio precedente anche se è da<br />
rilevare che qualche annata dell’ultimo decennio è risultata meno piovosa. Tale regime<br />
pluviometrico (precipitazioni variabili da un anno all'altro e spesso concentrate con elevate<br />
intensità orarie e giornaliere) ha come conseguenza una variabilità delle condizioni<br />
idrologiche, tanto nel regime dei corsi d'acqua (regime torrentizio), quanto nella circolazione<br />
idrica nel suolo e nel sottosuolo.<br />
Per quanto concerne, infine, le precipitazioni massime giornaliere, quelle a cui possono essere<br />
maggiormente legate fenomenologie di dissesto (alluvionamenti, erosioni, frane), dall’analisi<br />
degli Annali del Servizio Idrografico, si evidenziano valori abbastanza marcati in alcuni<br />
comuni principalmente montani.<br />
d. Aspetti dell’ambiente naturale<br />
La presenza dei fiumi <strong>Tammaro</strong> <strong>Titerno</strong> e <strong>Fortore</strong>, con gli insediamenti ripali di salici<br />
e pioppi e le zone umide rivierasche, che si originano in seguito agli straripamenti invernali,<br />
definisce un ambiente naturale da preservare in quanto offre un riparo per la sosta degli<br />
uccelli migratori in transito sulla direttrice Balcani-Africa. La natura argillosa dei terreni<br />
determina nei punti di impluvio pianeggianti ristagni stagionali e anche permanenti con la<br />
creazione di zone umide dove si insedia una vegetazione tipica con giunchi, ranucoli d'acqua,<br />
salici, ecc., che ospita anfibi, libellule, nonché uccelli acquatici: gallinella d'acqua, germano<br />
reale, avocetta, ed altri ancora. Aree boschive particolarmente pregiate sono quelle costituite<br />
da querceti e faggeti. Le querce non si trovano solo nei cedui ma sopravvivono, anche se in<br />
areali sempre più limitati, esemplari secolari che vegetano isolati in terreni seminativi e che<br />
vanno preservati in quanto autentici monumenti viventi per le future generazioni. Pur con una<br />
superficie boscata continuamente erosa, sopravvivono ancora boschi cedui di querce, retaggio<br />
di quella che era fino a pochi secoli addietro la vegetazione che copriva, in maniera pressoché<br />
uniforme, questa zona. In essi si rinvengono il giglio martagone, pianta protetta, varie specie<br />
di orchidee spontanee, primule, margherite, fragolette di bosco, asparagi, funghi nonché<br />
specie di interesse officinale e, a seconda delle zone, vari animali selvatici: i picchi ed il tasso<br />
si trovano un po' ovunque; tra Morcone e Pietraroia sono stati introdotti il muflone ed il<br />
capriolo e, per quest'ultimo, si ha motivo di ritenere che si sia riprodotto; qui sopravvive<br />
ancora qualche esemplare di lupo; nella stessa zona del <strong>Fortore</strong>, si sono acclimatati e si<br />
riproducono i cinghiali. Lungo i letti dei fiumi, gli alvei sono portati al degrado per l'opera<br />
delle cave. Problemi di una certa rilevanza sono costituiti dall'erosione del suolo, da frane e<br />
smottamenti, dagli incendi che periodicamente affliggono i boschi del comprensorio. La<br />
fauna, pur ricca ed interessante (falchi, gufo, picchio, colombo selvatico), denota una grave<br />
tendenza alla progressiva riduzione con rischi notevolissimi di scomparsa in alcune specie e la<br />
proliferazione di altre (volpi, topi di campagna). Si assiste ad un generalizzato squilibrio<br />
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