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PSL GAL Fortore - Tammaro - Titerno - Regione Campania

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della manodopera da parte del mercato del lavoro locale, essendo condizionati dalla<br />

particolare struttura demografica che presenta elevati indici di vecchiaia e di dipendenza.<br />

Dati socio-economici<br />

Comunità Montana Occupati<br />

Disoccupati PIL/Abit<br />

Agricoltura Industria Altre<br />

attività<br />

Di cui PA<br />

(£/migl)<br />

Alto <strong>Tammaro</strong> 50,14 20,47 29,39 16,28 8,56 11.143,3<br />

<strong>Fortore</strong> 42,62 25,80 31,58 17,26 6,38 12.691,1<br />

<strong>Titerno</strong> 38,22 23,16 38,62 22,68 7,44 11.878,1<br />

Totali<br />

Fonte: Dati ISTAT 91<br />

130,98 69,43 99,59 56,22 22,38 35.712,5<br />

a. Le attività economiche e i settori di attività<br />

La generale arretratezza economica dell’area si traduce in una scarsa diversificazione<br />

settoriale ed in una scarsa predisposizione all’innovazione, sia dal punto di vista tecnologico<br />

che culturale e gestionale. Sebbene in alcune aree esista un tessuto produttivo di piccole e<br />

medie imprese efficienti, la mancanza di collegamenti a monte ed a valle delle attività ha<br />

limitato la valorizzazione del potenziale endogeno. L’attività prevalente è quella agricola e<br />

forestale, ma risulta carente la valorizzazione dei numerosi prodotti locali, di cui alcuni tipici.<br />

Di importante rilevanza è il patrimonio boschivo e faunistico nonché quello architettonico ed<br />

archeologico.<br />

b. Principali settori di attività<br />

• Il settore agricolo<br />

Il settore agro-alimentare sannita rappresenta oggi, con 16.010 imprese agricole, il 52% (dati<br />

C.C.I.A.A. del 10 ottobre 2000) delle aziende produttive della provincia. La forte propensione<br />

del settore primario assume ancora più rilevanza se si considera che:<br />

- l’occupazione agricola con 27.000 addetti è pari al 27,2 % (Dato Unioncamera 1999 riferito<br />

all’anno 1997);<br />

- il valore aggiunto è di circa 685.103 miliardi ( dato Unioncamera <strong>Campania</strong> 1995). Infatti al 1995<br />

l’8,7% del valore aggiunto della provincia è imputabile all’agricoltura, rispetto ad una media<br />

nazionale di appena 3,4%.<br />

Analizzando l’ammontare della PLV agricola, zootecnica e forestale al 1995, si possono<br />

estrarre i gruppi di prodotti che maggiormente concorrono alla formazione della PLV della<br />

provincia: le culture industriali (21,1 %), le vitivinicole (18,1%), le carni (16,1%), le patate e<br />

gli ortaggi (11,3%), i cereali (10,8% ), i frutticoli (7,2%) ed il latte (6%).<br />

In tema di produzioni vitivinicole, in particolare, va sottolineato come l’intera provincia<br />

beneventana si configura come la provincia a maggiore densità vitivinicola meglio strutturata,<br />

dove il processo di ammodernamento dei vigneti è stato più intenso e dove è possibile<br />

rintracciare felici esempi di cooperazione tra produttori vista l’operatività di ben tre cantine<br />

sociali, tecnologicamente all’avanguardia e produttrici di vini di pregio e a denominazione di<br />

origine controllata. La provincia si caratterizza attualmente per la presenza di ben sei vini a<br />

denominazione di origine controllata: Solopaca, Taburno, Aglianico del Taburno, Guardiolo,<br />

Sant’Agata dei Goti, Sannio e due vini I.G.T.: Dugenta e Beneventano le cui zone di<br />

produzione coincidono in larga parte con territori individuati all’interno dei Comuni facenti<br />

parte delle aree eleggibili (il <strong>Titerno</strong> in particolare) .<br />

Nelle aree eleggibili l’agricoltura assorbe il 22,2% degli attivi, contro una media del 10,19%<br />

calcolata su scala regionale. In alcuni comprensori, tuttavia, gli attivi in agricoltura<br />

rappresentano ancora la quota più rilevante delle forze lavoro: è il caso dell’Alto <strong>Tammaro</strong>,<br />

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