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Moretti paper - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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Angela <strong>Moretti</strong><br />

<strong>Scuola</strong> <strong>di</strong> dottorato in Stu<strong>di</strong> storici, geografici, storico-religiosi<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova<br />

In<strong>di</strong>rizzo Storia<br />

Ciclo XXV<br />

Titolo del progetto <strong>di</strong> ricerca: Aristobulo <strong>di</strong> Cassandrea: per un’e<strong>di</strong>zione dei frammenti.<br />

In<strong>di</strong>ce provvisorio della tesi:<br />

1. Introduzione<br />

a. Cenni biografici<br />

b. L’opera<br />

c. La fortuna del testo<br />

d. Le fonti<br />

2. Analisi e commento dei Testimonia<br />

3. Analisi e commento dei frammenti<br />

4. Conclusione<br />

5. Abbreviazioni<br />

6. Bibliografia<br />

7. In<strong>di</strong>ce delle fonti<br />

1


Verso l'e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Aristobulo <strong>di</strong> Cassandrea: un esempio <strong>di</strong> commento ai frammenti:<br />

FGrHist 139 F3 – L’aneddoto <strong>di</strong> Demostene<br />

• Aristobulo <strong>di</strong> Cassandrea, storico <strong>di</strong> Alessandro<br />

Oggetto della ricerca è Aristobulo <strong>di</strong> Cassandrea, autore <strong>di</strong> un’opera su Alessandro Magno <strong>di</strong><br />

cui sono pervenuti solo frammenti tra<strong>di</strong>ti da altri autori.<br />

Aristobulo si inserisce nel novero dei cosiddetti “storici <strong>di</strong> Alessandro”, quegli autori che,<br />

avendo partecipato alle imprese del re macedone, ne fornirono un resoconto; tra <strong>di</strong> essi, si<br />

ricordano anche Callistene, Onesicrito, Nearco e Tolemeo. Purtroppo, <strong>di</strong> nessuno <strong>di</strong> questi è<br />

giunta l’opera, ed è necessario, quin<strong>di</strong>, cercare <strong>di</strong> ricostruire i loro scritti sulla base <strong>di</strong> citazioni<br />

e riman<strong>di</strong> <strong>di</strong> autori successivi.<br />

Poche sono le informazioni biografiche su Aristobulo. Arriano, che rappresenta la fonte<br />

principale sullo storico, tramanda che quest’ultimo era figlio <strong>di</strong> un omonimo Aristobulo,<br />

senza aggiungere altri particolari sulla sua provenienza o sulla data <strong>di</strong> nascita 1 .<br />

In altre fonti, Aristobulo viene identificato come Kassandreu;~ 2 . La città <strong>di</strong> Cassandrea,<br />

tuttavia, fu fondata da Cassandro <strong>di</strong> Macedonia nel 316 a.C., quando lo storico doveva già<br />

essere adulto 3 . Nonostante non sia possibile identificare con certezza la città natale <strong>di</strong><br />

Aristobulo, si può ipotizzare che egli sia nato nella zona della nuova fondazione, e forse<br />

ad<strong>di</strong>rittura ad Olinto, i cui abitanti (quelli che sopravvissero alla <strong>di</strong>struzione della città da<br />

parte <strong>di</strong> Filippo II) confluirono, secondo Diodoro, proprio a Cassandrea 4 . Bisogna, inoltre,<br />

1<br />

Cfr. ARR., An. pro. I (= T6); VI 28, 2 (= T1). Il nome Aristobulo era piuttosto comune. La ricerca nel Lexicon of Greek<br />

Personal Name <strong>di</strong>mostra che era <strong>di</strong>ffuso in tutta la grecità, dalla Sicilia ad Atene, dalla Macedonia alle isole dell’Egeo.<br />

Nella stessa Cassandrea, città in cui lo storico risiedette, si ha attestazione <strong>di</strong> un altro suo omonimo, che compare in una<br />

de<strong>di</strong>ca su un frammento <strong>di</strong> anfora panatenaica, probabilmente databile al IV secolo a.C., in cui si legge: jAristovboulo~<br />

| Eujboulivdou | a{rmati. Il nome della <strong>di</strong>vinità a cui è de<strong>di</strong>cata l’anfora non è leggibile (cfr. SEG XLV 801; K.<br />

SISMANIDIS – G. KARAISKOU, Swstikhv anaskafhv sthn Potivdaia Calki<strong>di</strong>kh~, in «AEMTh» 6, 1992 [1995], pp.<br />

487-488; p. 492, fig. 5; M. B. HATZOPOULOS, in “Bulletin Épigraphique” 109, 1996, n. 271, p. 604).<br />

2<br />

Cfr. PLUT., Dem. 23, 6 (= T2); [LUCIAN.], Macr. 22 (= T3); ATH., Deipn. II 19 43d (= F6); VI 57 251a (= F47). Queste<br />

fonti, tuttavia, non danno in<strong>di</strong>cazioni sulla permanenza dello storico nella città, per cui è <strong>di</strong>fficile ricostruire se<br />

Aristobulo vi abbia soggiornato stabilmente per lungo tempo, o se abbia ricevuto la citta<strong>di</strong>nanza pur risiedendo altrove,<br />

o pur avendo lasciato dopo breve tempo la città.<br />

3<br />

Per la fondazione <strong>di</strong> Cassandrea, cfr. DIOD. XIX 52, 2-3; Marmor Parium in FGrHist 239 F B 14. Tutte le fonti<br />

antiche che riferiscono della fondazione <strong>di</strong> Cassandrea sono concor<strong>di</strong> nel considerare Cassandro ecista della città e nel<br />

sottolineare l’importanza <strong>di</strong> Cassandrea nel suo contesto territoriale. Cfr. STR. VII fr. 25; LIV. XI 2; PAUS. V 23, 3;<br />

ATH., Deipn. XI 784c; ST. BYZ. s.v. Kassavndreia. Cfr. anche J. A. ALEXANDER, Cassandreia during the Macedonian<br />

Period: an Epigraphical Commentary, in CH. MAKARONAS – B. LAOURDAS (ed.), Ancient Macedonia. I. Papers read at<br />

the first International Symposium held in Thessaloniki, 26-29 August 1968, Thessaloniki 1970, p. 127; F. LANDUCCI<br />

GATTINONI, L’arte del potere. Vita e opere <strong>di</strong> Cassandro <strong>di</strong> Macedonia, Stuttgart 2003, p. 104.<br />

4<br />

Cfr. ALEXANDER, Cassandreia during the Macedonian Period…, cit., pp. 136-137. L’ipotesi della provenienza <strong>di</strong><br />

Aristobulo da una delle città della Calci<strong>di</strong>ca era già stata proposta da Schwartz, senza essere però argomentata (cfr.<br />

2


icordare, a sostegno <strong>di</strong> questa provenienza, che <strong>di</strong> Olinto erano originari altri compagni e<br />

storici <strong>di</strong> Alessandro, come ad esempio Callistene, o Efippo, nonché Ofella 5 . La città, dunque,<br />

potrebbe aver dato i natali anche ad Aristobulo, che in seguito verrà poi ricordato con<br />

l’appellativo della città d’adozione, <strong>di</strong> cui probabilmente prese la citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Non si conoscono la data <strong>di</strong> nascita e quella <strong>di</strong> morte dello storico. È tuttavia possibile<br />

delimitare un arco cronologico entro il quale iscrivere le vicende biografiche <strong>di</strong> Aristobulo.<br />

Nel 325 lo storico partecipò all’attraversata del deserto della Gedrosia compiuta dall’esercito<br />

<strong>di</strong> Alessandro 6 . Si trattò <strong>di</strong> uno dei momenti più duri della spe<strong>di</strong>zione macedone, che provocò<br />

numerose per<strong>di</strong>te nell’esercito, sia per quel che riguarda gli uomini che per le bestie e gli<br />

armamenti. È stato ipotizzato che Aristobulo, che riuscì a sopravvivere alla marcia, a quel<br />

tempo fosse nel fiore degli anni, e quin<strong>di</strong> è stata fissata la sua data <strong>di</strong> nascita nel secondo<br />

quarto del IV secolo 7 . Questa datazione sembra accettabile, soprattutto sulla base del<br />

confronto con la cronologia <strong>di</strong> Tolemeo, a cui spesso Aristobulo viene accostato 8 .<br />

SCHWARTZ, s.v. Aristobulos, cit., col. 911, rr. 11-12). Olinto, capitale, a partire dalla metà del V secolo della Lega<br />

Calci<strong>di</strong>ca (cfr. TH. I 58, 2, dove si cita il cosiddetto “sincecismo <strong>di</strong> Olinto” del 432; cfr. S. N. CONSOLO LANGHER,<br />

Dall’alleanza con la Persia all’egemonia <strong>di</strong> Olinto: vicende e forma politica dei Calcidesi <strong>di</strong> Tracia, in L. AIGNER<br />

FORESTI – A. BARZANÒ – C. BEARZOT – L. PRANDI – G. ZECCHINI (cur.), Federazioni e federalismo nell’Europa antica,<br />

Milano 1994, pp. 303-304; S. HORNBLOWER, A commentary on Thucy<strong>di</strong>des. Volume I: Books I-III, Oxford 1997, pp.<br />

102-103), fu l’ultima città della Grecia settentrionale a cadere nelle mani <strong>di</strong> Filippo II, che la conquistò e <strong>di</strong>strusse nel<br />

348/47 (cfr. DIOD. XVI 53, 2). Per la storia della città, dalle origini all’avvento <strong>di</strong> Filippo II, si rimanda a: M. GUDE, A<br />

history of Olynthus with a prosopographia and testimonia, Baltimore 1933; M. ZAHRNT, Olynth und <strong>di</strong>e Chalki<strong>di</strong>er,<br />

München 1971; S. PSOMA, Olynthe et les Chalci<strong>di</strong>ens de Thrace. Etudes de numismatique et d’histoire, Stuttgart 2001.<br />

Sulla caduta <strong>di</strong> Olinto cfr. anche D. M. ROBINSON, Olynthus – The Greek Pompeii, in «Archaeology» V, 1952, pp. 228-<br />

230; G. L. CAWKWELL, The Defence of Olynthus, in «CQ» XII (2), 1962, pp. 130-140; J. M. CARTER, Athens, Euboea<br />

and Olynthus, in «Historia» 20, 1971, pp. 418-429; G. SQUILLACE, Basilei`~ h] tuvrannoi. Filippo II e Alessandro<br />

Magno tra opposizione e consenso, Soveria Mannelli 2004, pp. 139-142.<br />

5<br />

Su Callistene, <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Aristotele, che seguì la spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Alessandro in qualità <strong>di</strong> storico ufficiale (FGrHist<br />

124), si rimanda a A. H. CHROUST, Aristotle and Callisthenes of Olynthus, in «CF» 20, 1966, pp. 32-41; P. PÉDECH,<br />

Historiens compagnons d’Alexandre. Callisthène – Onésicrite – Néarque – Ptolémée - Aristobule, Paris 1984, pp. 15-<br />

69; L. PRANDI, Callistene, uno storico tra Aristotele e i re macedoni, Milano 1983 (dove non si tratta però in maniera<br />

specifica della città d’origine dello storico), e alla relativa bibliografia. Su Efippo (FGrHist 126), si rimanda a A. P.<br />

GADALETA, Efippo storico <strong>di</strong> Alessandro. Testimonianze e frammenti, in «AFLB» 44, 2001, pp. 97-144, con la relativa<br />

bibliografia. Risulta più problematico ricostruire la figura <strong>di</strong> Ofella <strong>di</strong> Olinto, a cui sono stati de<strong>di</strong>cati pochi contributi.<br />

È probabile che egli sia da identificare (sulla scorta <strong>di</strong> C. RAVAZZOLO, Ofella <strong>di</strong> Cirene, <strong>di</strong>ssertazione del Dottorato <strong>di</strong><br />

ricerca in Storia, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bologna, XI ciclo, 2000, pp. 42-45) con Ofella <strong>di</strong> Cirene, trierarca <strong>di</strong><br />

Alessandro Magno sull’Idaspe, comandante militare in Egitto sotto Tolemeo, e in seguito suo rappresentante in<br />

Cirenaica. Per una trattazione più esaustiva del problema, e per le tappe della carriera <strong>di</strong> Ofella <strong>di</strong> Cirene si rimanda a<br />

V. EHRENBERG, Ofella <strong>di</strong> Cirene, in «RFIC» 16, 1938, pp. 144-151 (che tuttavia rifiuta l’identificazione, cfr. pp. 144-<br />

145); É. WILL, Ophellas, Ptolémée, Cassandre et la chronologie, in «REA» 66, 1964, pp. 320-333; C. RAVAZZOLO,<br />

Ofella, Atene e l’avventura libica, in «Hesperìa» 7, 1996, pp. 121-126; RAVAZZOLO, Ofella <strong>di</strong> Cirene, cit.; F. LANDUCCI<br />

GATTINONI, Agatocle, Ofella e il mito <strong>di</strong> Lamia (DIOD. 20.41.2-6), in «Aristonothos» 2, 2008, pp. 161-162.<br />

6<br />

Cfr. ARR., An. VI 22, 4-8; 24, 1-2; 24, 4 - 26,5 (= F49a).<br />

7<br />

Jacoby colloca la nascita dello storico dopo il 375 (cfr. F. JACOBY, Fragmente der griechischen Hisoriker, II B:<br />

Theopompos und <strong>di</strong>e Alexanderhistoriker. 2. Kommentar, Leiden 1927, cit., pp. 508-509). Secondo ALEXANDER,<br />

Cassandreia during the Macedonian Period…, cit., pp. 137-138, Aristobulo sarebbe nato in un anno compreso tra il 385<br />

e il 375 a.C.; PÉDECH, Historiens compagnons d’Alexandre, cit., p. 333, fissa la nascita <strong>di</strong> Aristobulo tra il 370 e il 365<br />

a.C. È opportuno istituire un confronto anche con i principali hetairoi <strong>di</strong> Alessandro. Tolemeo è tra i compagni <strong>di</strong><br />

Alessandro ban<strong>di</strong>ti da Filippo II e richiamati dal figlio alla sua morte, nel 336 (cfr. PLUT., Alex. 10, 5; ARR., An. III 6,<br />

5). Si può dunque ipotizzare che egli fosse coetaneo <strong>di</strong> Alessandro, e quin<strong>di</strong> nato attorno al 356. Anche Nearco compare<br />

tra gli amici <strong>di</strong> Alessandro esiliati da Filippo II e richiamati alla morte <strong>di</strong> quest’ultimo, e quin<strong>di</strong> potrebbe essere stato<br />

3


Le fonti sono concor<strong>di</strong> nel riferire che lo storico visse a lungo: fino a novant’anni secondo la<br />

testimonianza dello Pseudo Luciano 9 . Su questa base, dunque, è possibile fissare<br />

approssimativamente la sua morte alla fine del primo quarto del III secolo 10 .<br />

Non vi sono in<strong>di</strong>cazioni precise neanche riguardo alla cronologia della composizione<br />

dell’opera <strong>di</strong> Aristobulo. Dalla citazione dello storico che fa Luciano <strong>di</strong> Samosata nel<br />

Quomodo historia conscribenda sit, per quel che riguarda strettamente le vicende biografiche<br />

<strong>di</strong> Aristobulo, si può ricavare solo che egli si trovava con Alessandro quando questi scendeva<br />

lungo il fiume Idaspe, e che in quel periodo si stava già de<strong>di</strong>cando alla composizione della sua<br />

opera, o almeno a parti <strong>di</strong> essa 11 .<br />

La seconda conclusione che si ricava dal passo <strong>di</strong> Luciano, ossia che Aristobulo iniziò a<br />

scrivere la sua opera storiografica quando ancora era al seguito <strong>di</strong> Alessandro, contrasta con<br />

quanto riferito da altre fonti. In particolare, la testimonianza dello Pseudo-Luciano nei<br />

Macrobioi riporta che Aristobulo incominciò (h[rxato) a scrivere la sua opera quando aveva<br />

già ottantaquattro anni 12 . Il dato è confermato anche dalla testimonianza <strong>di</strong> Arriano, che<br />

nell’incipit dell’Anabasi <strong>di</strong> Alessandro afferma <strong>di</strong> scegliere Tolemeo ed Aristobulo come sue<br />

fonti principali o{ti teteleuthkovto~ h[dh jAlexavndrou xuggravfousin [o{te] aujtoi`~ h{ te<br />

coetaneo <strong>di</strong> Alessandro. Gli stu<strong>di</strong>osi collocano la nascita <strong>di</strong> Callistene <strong>di</strong> Olinto attorno al 370, sulla base del suo<br />

rapporto con Aristotele e della sua permanenza alla corte <strong>di</strong> Filippo II (cfr. PÉDECH, Historiens compagnons<br />

d’Alexandre, cit., pp. 15-16). Non è possibile, infine, prendendo in considerazione i dati pervenuti, stabilire con<br />

precisione la data <strong>di</strong> nascita <strong>di</strong> Onesicrito (PÉDECH, Historiens compagnons d’Alexandre, cit., p. 72, la colloca attorno al<br />

365 solo sulla base del fatto che, per partecipare alla spe<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Alessandro, egli doveva essere nel fiore degli anni).<br />

8<br />

Arriano mette in evidenza che entrambi scrissero dopo la morte <strong>di</strong> Alessandro (ARR., An. pro. 1-2). Inoltre, ambedue<br />

vissero a lungo (per Aristobulo, cfr. anche [LUCIAN.], Macr. 22 [= T3], dove si riferisce che lo storico visse fino ai<br />

novant’anni). Per le fonti e la cronologia <strong>di</strong> Tolemeo si rimanda a G. WIRTH, s.v. Ptolemaios I Soter, in A. F. PAULY –<br />

G. WISSOWA (Hrsg.), Real-Encyclopä<strong>di</strong>e der Classischen Altertumswissenschaft, vol. XXIII, Stuttgart 1959, coll. 1603-<br />

1645 e G. WIRTH, s.v. Ptolemaios I als Schriftsteller und Historiker, in A. F. PAULY – G. WISSOWA (Hrsg.), Real-<br />

Encyclopä<strong>di</strong>e der Classischen Altertumswissenschaft, vol. XXIII, Stuttgart 1959, coll. 2467-2484.<br />

9<br />

Cfr. [LUCIAN.], Macr. 22 (T3).<br />

10<br />

[LUCIAN.], Macr. 22 (= T3); cfr. anche ARR., An. pro. 2 (= T6). Jacoby colloca la morte dello storico non prima del<br />

291 (cfr. JACOBY, Fragmente der griechischen Hisoriker, II B…, cit., p. 509); Pédech, dando per vera la testimonianza<br />

dello Pseudo-Luciano, fissa la morte <strong>di</strong> Aristobulo tra il 286 e il 281 (PÉDECH, Historiens compagnons d’Alexandre,<br />

cit., p. 333), un arco <strong>di</strong> tempo che sembra troppo ristretto alla luce delle fonti e delle conoscenze attuali. Purtroppo,<br />

come si è visto, non è possibile datare con precisione neanche la nascita e la morte degli altri storici compagni <strong>di</strong><br />

Alessandro, e quin<strong>di</strong> confrontare i dati.<br />

11<br />

LUCIAN., Hist. conscr. 12 (= T4). La <strong>di</strong>scesa lungo l’Idaspe e la battaglia contro Poro si collocano nel 326 a.C. (cfr.<br />

ARR., An. V 8, 5 - 20, 2). L’Idaspe (oggi conosciuto con il nome <strong>di</strong> Jhelum o Jelhum) è uno dei principali fiumi della<br />

regione in<strong>di</strong>ana del Punjab. Cfr. F. SISTI- A. ZAMBRINI (cur.), Arriano. Anabasi <strong>di</strong> Alessandro. Volume II, Milano 2004,<br />

p. 464. Il Quo modo historia conscribenda sit, pubblicato da Luciano ad Atene nel 166 d.C., non è un vero e proprio<br />

trattato tecnico, ma piuttosto un opuscolo polemico. Cfr. M. D. MACLEOD, Lucian: A selection, Warminster 1991, p.<br />

284; L. CANFORA, Teorie e tecnica della storiografia classica, Bari 1974, pp. 14-15; F. MONTANARI, Ekphrasis e verità<br />

storica in Luciano, in G. ARRIGHETTI (cur.), Filologia e critica letteraria della grecità, Pisa 1984, p. 118; E. MATTIOLI,<br />

Retorica e storia nel Quomodo historia sit conscribenda <strong>di</strong> Luciano, in A. PENNACINI (cur.), Retorica e storia nella<br />

cultura classica, Bologna 1985, pp. 89-90; D. AMBAGLIO, Luciano e la storiografia greca trà<strong>di</strong>ta per citazioni, in E.<br />

GABBA – P. DESIDERI – S. RODA (cur.), Italia sul Baetis: stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> storia romana in memoria <strong>di</strong> Fernando Gascó, Torino<br />

1996, p. 130; P. VON MÖLLENDORFF, Frigid enthusiasts: Lucian on writing history, in «PCPhS» 47, 2001, pp. 135-137.<br />

Tra gli storici <strong>di</strong> Alessandro, Luciano nomina solo Aristobulo, nel passo citato, e Onesicrito, ma solo come destinatario<br />

<strong>di</strong> una battuta <strong>di</strong> Alessandro (LUCIAN., Hist. conscr. 40).<br />

12<br />

[LUCIAN.], Macr. 22 [= T3].<br />

4


ajnavgkh kai; oJ misqo;~ tou` a[llw~ ti h] wJ~ sunhnevcqh xuggravyai ajph`n, «poiché entrambi,<br />

scrivendo quando già Alessandro era morto, non erano costretti né per necessità né per<br />

profitto a descrivere gli avvenimenti in modo <strong>di</strong>verso da come erano avvenuti» 13 .<br />

Sembra, dunque, opportuno ritenere che Aristobulo abbia messo mano alla sua opera in un<br />

momento successivo alla spe<strong>di</strong>zione in Asia, anche se non si può escludere che già in<br />

precedenza egli avesse preso appunti o elaborato alcuni capitoli, attività <strong>di</strong> cui l’aneddoto<br />

riportato da Luciano, se veritiero, potrebbe essere testimonianza 14 .<br />

Non ci sono pervenuti né il titolo né in<strong>di</strong>cazioni circa l’estensione dell’opera storica <strong>di</strong><br />

Aristobulo, che doveva essere incentrata sul regno <strong>di</strong> Alessandro e sulla sua spe<strong>di</strong>zione dalla<br />

Macedonia, passando per la Grecia, fino all’Indo. La maggior parte dei frammenti presenta<br />

descrizioni <strong>di</strong> luoghi o città visitate dal re macedone, anche se Aristobulo viene citato anche<br />

per dati relativi a caduti in battaglia, o ad eventi militari. Dei 63 frammenti raccolti da Jacoby,<br />

solo i primi tre fanno riferimento al periodo precedente l’attraversamento dell’Ellesponto,<br />

periodo durante il quale Alessandro si de<strong>di</strong>cò alla preparazione della spe<strong>di</strong>zione ed anche alla<br />

normalizzazione della situazione in Macedonia e in Grecia, dove, in seguito alla morte <strong>di</strong><br />

Filippo II (336 a.C.), si erano creati <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni.<br />

Si è scelto <strong>di</strong> proporre, come esempio del lavoro che si sta portando avanti, l’analisi <strong>di</strong> un<br />

frammento relativo proprio a questa prima fase del regno <strong>di</strong> Alessandro, perché è in<strong>di</strong>cativo<br />

delle problematiche connesse allo stu<strong>di</strong>o della storiografia greca in frammenti, e nello stesso<br />

tempo <strong>di</strong>mostra l’importanza <strong>di</strong> Aristobulo e degli storici <strong>di</strong> Alessandro per la ricostruzione<br />

del periodo che va dalla morte <strong>di</strong> Filippo II all’età dei <strong>di</strong>adochi.<br />

• FGrHist 139 F3 – L’aneddoto <strong>di</strong> Demostene<br />

(1 b) PLUT., Dem. 23, 4-6: εὐθὺς δ᾽ ὁ ᾽Αλέξανδρος ἐξήιτει πέµπων τῶν δηµαγωγῶν δέκα µέν, ὡς<br />

᾽Ιδοµενεὺς (III) καὶ ∆οῦρις (76 F 39) εἰρήκασιν, ὀκτὼ δ᾽, ὡς οἱ πλεῖστοι καὶ δοκιµώτατοι τῶν<br />

13<br />

ARR., An. pro. 2.<br />

14<br />

Cfr. P. BRUNT, Notes on Aristobulus of Cassandria, in «CQ» XXIV, 1974, p. 65: «I abstain from conjectures on the<br />

exact time when Aristobulus wrote, or on the relation of his work to Ptolemy’s, but there can be no doubt that in its final<br />

and published form it was composed long after the events recounted, and that Aristobulus must have depend on his<br />

personal and perhaps <strong>di</strong>m recollections, or on notes he had made at the time, or on the writings of others, or on<br />

combination of these sources»; Canfora propone, sulla scia <strong>di</strong> Nissen (cfr. F.H. NISSEN, Uber <strong>di</strong>e Abfassungzeit von<br />

Arrians Anabasis, in «RhM» 43, 1888, p. 242), che Luciano abbia scritto prima <strong>di</strong> Arriano, e per questo abbia ignorato<br />

la precisazione sulla datazione dell’opera <strong>di</strong> Aristobulo (cfr. CANFORA, Teorie e tecnica della storiografia classica, cit.,<br />

pp. 29-30). Non si può tuttavia, secondo Canfora e altri, escludere l’ipotesi che Luciano abbia voluto utilizzare<br />

l’aneddoto pur essendo consapevole della sua infondatezza, in quanto utile ad esemplificare la tesi da lui esposta (cfr.<br />

CANFORA, Teorie e tecnica della storiografia classica, cit., p. 30, nota 44; p. 50, nota 21; MACLEOD, Lucian: A<br />

selection, cit., pp. 285; 293; AMBAGLIO, Luciano e la storiografia greca trà<strong>di</strong>ta per citazioni, cit., che presenta<br />

un’analisi delle citazioni <strong>di</strong> altri storici presenti in Luciano; in particolare, cfr. p. 135).<br />

5


συγγραφέων, τούσδε· ∆ηµοσθένην Πολύευκτον ᾽Εφιάλτην Λυκοῦργον Μοιροκλέα ∆ήµωνα Καλλισθένην<br />

Χαρίδηµον. ὅτε καὶ τὸν περὶ τῶν προβάτων λόγον ὁ ∆ηµοσθένης ὡς τοῖς λύκοις τοὺς<br />

κύνας ἐξέδωκε διηγησάµενος, αὑτὸν µὲν εἴκασε καὶ τοὺς σὺν αὑτῶι κυσὶν ὑπὲρ τοῦ<br />

δήµου µαχοµένοις, ᾽Αλέξανδρον δὲ τὸν Μακεδόνα µονόλυκον προσηγόρευσεν. ἔτι δ᾽<br />

‘ὥσπερ’ ἔφη ‘τοὺς ἐµπόρους ὁρῶµεν ὅταν ἐν τρυβλίωι δεῖγµα περιφέρωσι, δι’ ὀλίγων<br />

πυρῶν τοὺς πολλοὺς πιπράσκοντας, οὕτως ἐν ἡµῖν λανθάνετε πάντας αὑτοὺς<br />

συνεκδιδόντες. ταῦτα µὲν οὖν ᾽Αριστόβουλος ὁ Κασσανδρεὺς ἱστόρηκε.<br />

Subito Alessandro chiese che fossero consegnati i demagoghi, <strong>di</strong>eci secondo quanto tramandano<br />

Idomeneo e Duride, otto, invece, secondo la maggior parte e i più fededegni degli storici, cioè<br />

Demostene, Polieucto, Efialte, Licurgo, Merocle, Demone, Callistene, Caridemo. Questa fu<br />

l’occasione in cui Demostene raccontò la storia del gregge che consegnò i cani ai lupi e<br />

rappresentò se stesso e i suoi compagni come cani che combattevano per il popolo, e<br />

definì Alessandro il “lupo solitario” macedone. Inoltre <strong>di</strong>sse: “Come ve<strong>di</strong>amo che i<br />

mercanti, quando portano in giro nel piatto un campione delle loro merci, riescono a<br />

venderne con pochi granelli gran<strong>di</strong> quantità, così vedete che insieme con noi state<br />

consegnando anche tutti voi stessi”. Questo dunque raccontò Aristobulo <strong>di</strong><br />

Cassandrea 15 .<br />

L’episo<strong>di</strong>o si iscrive nel contesto degli eventi imme<strong>di</strong>atamente successivi alla conquista <strong>di</strong><br />

Tebe da parte <strong>di</strong> Alessandro, che si colloca nel 335 16 . Nella Vita <strong>di</strong> Demostene Plutarco<br />

liquida l’evento bellico in poche righe, ponendo invece maggior attenzione agli atti compiuti<br />

da Demostene: secondo il biografo, dopo la sconfitta tebana, Demostene venne mandato come<br />

ambasciatore <strong>di</strong> Atene da Alessandro, ma per paura dell’ira del sovrano tornò in<strong>di</strong>etro quasi<br />

subito 17 . Il sovrano macedone pretese che Atene consegnasse i demagoghi: in risposta a<br />

questa ingiunzione Demostene raccontò la storia delle pecore che consegnavano i cani ai lupi<br />

e quella dei mercanti che portano appresso solo un piccolo campione della loro merce ma ne<br />

vendono gran<strong>di</strong> quantità 18 . Entrambi gli esempi servono a denunciare la possibilità che gli<br />

15<br />

Sia per il testo greco che per la traduzione è stato utilizzato un carattere più grande per la parte <strong>di</strong>rettamente<br />

riconducibile ad Aristobulo, un carattere minore, invece, per la parte utile a delineare il contesto del frammento, ma che<br />

non può essere con certezza attribuita allo storico <strong>di</strong> Cassandrea.<br />

16<br />

Le fonti principali sulla rivolta <strong>di</strong> Tebe e sulla successiva repressione da parte <strong>di</strong> Alessandro sono: PLUT., Alex. 11-<br />

13; Dem. 23, 1-2; DIOD. VIII 2-14; POLYAEN. IV 3, 12; JUST., Epit. XI 3, 6-4.<br />

17<br />

PLUT., Dem. 23, 3. Cfr. anche AESCHIN. III 161.<br />

18<br />

Sul <strong>di</strong>verso trattamento riservato ad Atene, rispetto a Tebe (che venne completamente <strong>di</strong>strutta), si rimanda a L.<br />

BRACCESI, Le trattative fra Alessandro e gli Ateniesi dopo la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Tebe, in «Vichiana» 4, 1967, pp. 75-77;<br />

SQUILLACE, Basilei`~ h] tuvrannoi…, cit., pp. 108-129.<br />

6


Ateniesi consegnino ad Alessandro i demagoghi, perché, così facendo, rinuncerebbero alla<br />

libertà dell’intera polis.<br />

Dal resoconto plutarcheo si può ricavare che Aristobulo sia la fonte per i due aneddoti riferiti<br />

a Demostene, e non per la parte relativa alla presa <strong>di</strong> Tebe e alla successiva richiesta <strong>di</strong><br />

Alessandro. Plutarco, infatti, citando il numero dei demagoghi da consegnare, racconta che<br />

erano <strong>di</strong>eci, secondo quanto tramandavano Idomeneo e Duride, otto secondo οἱ πλεῖστοι καὶ<br />

δοκιµώτατοι τῶν συγγραφέων, “la maggior parte e i più fededegni degli storici” 19 . Non viene<br />

specificato chi siano questi storici, ma si può ipotizzare che tra essi non vi fosse Aristobulo.<br />

Infatti, Plutarco non è il solo a tramandare una lista dei demagoghi richiesti da Alessandro. Si<br />

possono mettere a confronto le <strong>di</strong>verse fonti che tramandano l’elenco dei demagoghi richiesti<br />

da Alessandro 20 :<br />

PLUT., Dem.<br />

23, 4<br />

PLUT., Foc.<br />

17, 2<br />

Suda, s.v.<br />

jAntivpatro~<br />

ARR., An. I<br />

10, 4-5<br />

Demostene Demostene Demostene Demostene<br />

Polieucto Polieucto Polieucto<br />

Efialte Efialte Efialte<br />

Licurgo Licurgo Licurgo Licurgo<br />

Merocle Merocle<br />

Demone<br />

Callistene<br />

Caridemo Caridemo Caridemo Caridemo<br />

Iperide Iperide Iperide<br />

Trasibulo<br />

Carete Carete<br />

Diotimo Diotimo<br />

Patrocle<br />

Cassandro<br />

Totale: 8 Totale: 4 Totale: 11 Totale: 9<br />

I personaggi sono per la maggior parte noti.<br />

19 PLUT., Dem. 23,4.<br />

20 Braccesi ha redatto un elenco <strong>di</strong> tutti i politici ateniesi citati dalle <strong>di</strong>verse fonti, segnalando anche la frequenza con cui<br />

vengono nominati (cfr. L. BRACCESI, A proposito d’una notizia su Iperide, in «RFIC» 95, 1967, p. 158).<br />

7


Demostene, oratore e politico ateniese, fu il principale artefice della politica antimacedone<br />

della città. È lui stesso, in un’orazione, a ricordare l’inserimento del suo nome nella lista dei<br />

politici richiesti da Alessandro 21 .<br />

Polieucto <strong>di</strong> Sfetto fu amico <strong>di</strong> Demostene e con lui ambasciatore nel Peloponneso, ed ebbe<br />

importanti incarichi <strong>di</strong>plomatici, anche nel contesto della guerra lamiaca. Fu in seguito<br />

processato per aver ricevuto del denaro da Arpalo 22 .<br />

Efialte fu seguace <strong>di</strong> Demostene. Passò al servizio dei Persiani, e morì nell’asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Alicarnasso del 334 23 .<br />

Per quel che riguarda Licurgo, la notizia del suo inserimento nella lista si ricava anche da altre<br />

fonti, ed è menzionata anche nel decreto <strong>di</strong> Stratocle in suo onore 24 .<br />

Merocle fu insigne uomo politico, ma nulla si sa sulle sue attività antimacedoni 25 .<br />

Demone, parente <strong>di</strong> Demostene, fu il promotore del decreto per farlo ritornare dall’esilio 26 . Si<br />

è pensato che il suo nome sia stato inserito nella lista da Plutarco proprio per la sua parentela<br />

con il famoso oratore, senza che egli sia stato realmente richiesto da Alessandro 27 .<br />

Callistene è personaggio poco conosciuto, se si eccettua la sua proposta <strong>di</strong> evacuare l’Attica<br />

nel 346 28 .<br />

Caridemo , originario <strong>di</strong> Oreo, in Eubea, fu capitano <strong>di</strong> truppe mercenarie, e <strong>di</strong>venne citta<strong>di</strong>no<br />

ateniese per i servigi offerti alla città. Aveva contrastato Filippo II in Tracia, e si rifugiò in<br />

Persia, dove <strong>di</strong>venne consigliere reale e dove venne fatto uccidere nel 333 29 .<br />

Con Caridemo si conclude la lista <strong>di</strong> otto oratori trasmessa da Plutarco nella Vita <strong>di</strong><br />

Demostene.<br />

Il biografo <strong>di</strong> Cheronea offre una lista molto più breve nella Vita <strong>di</strong> Focione, in cui, oltre ai<br />

già citati Demostene, Licurgo, e Caridemo, compare anche Iperide. Quest’ultimo svolse un<br />

ruolo importante nella guerra <strong>di</strong> Lamia 30 . Secondo Sisti, «È <strong>di</strong>fficile che il suo nome fosse<br />

21 Cfr. DEMOSTH. XVIII 41; 322. Cfr. anche AESCHIN. III 161; [PLUT.], X Orat. 847c. Cfr. H. BERVE, Das<br />

Alexanderreich auf Prosopographischer Grundlage. II. Prosopographie, Monaco 1926, pp. 136-141, n. 263.<br />

22 Cfr. DEMOSTH. IX 72; [PLUT.], X orat. 846c-d; DIN. I 100. Cfr. BERVE, Das Alexanderreich auf Prosopographischer<br />

Grundlage. II…, cit., pp. 323-324, n. 650<br />

23 Cfr. DIN. I 32. Cfr. BERVE, Das Alexanderreich auf Prosopographischer Grundlage. II…, cit., pp. 160-161, n. 329.<br />

24 Cfr. IG II 2 457 b, rr. 17-19; [PLUT.], X orat. 841e; 852d; DEMOSTH., Ep. III 4. Cfr. anche BERVE, Das Alexanderreich<br />

auf Prosopographischer Grundlage. II…, cit., pp. 238-39, n. 477.<br />

25 Cfr. HARP., s.v. Cfr. BERVE, Das Alexanderreich auf Prosopographischer Grundlage. II…, cit., p. 266, n. 537.<br />

26 Cfr. DEMOSTH. XXXII 31; PLUT., Dem. 27, 6; [PLUT.], X orat. 846d; ATH., Deipn. VIII 341f. Cfr. anche BERVE, Das<br />

Alexanderreich auf Prosopographischer Grundlage. II…, cit., p. 142, n. 266.<br />

27 Cfr. A. B. BOSWORTH, A historical commentary on Arrian’s History of Alexander. Volume I: commentary on books I-<br />

III, Oxford, p. 94.<br />

28 Cfr. DEMOSTH. XVIII 37. Cfr. BERVE, Das Alexanderreich auf Prosopographischer Grundlage. II…, cit., p. 199, n.<br />

410.<br />

29 Cfr. DEMOSTH. XXIII 149-150; DIN. I 32; DIOD. XXX 2-6; CURT. RUF. III 2, 10-9; AEL., VH II, 41. Cfr. BERVE, Das<br />

Alexanderreich auf Prosopographischer Grundlage. II…, cit., pp. 406-407, n. 823.<br />

30 Cfr. [PLUT.], X orat. 849a-b; PLUT., Dem. 28, 4.<br />

8


davvero inserito nella richiesta <strong>di</strong> Alessandro, tanto più che in Ps. Plutarco 848e si afferma<br />

che egli si oppose alla consegna degli uomini chiesti da Alessandro. Coinvolto al tempo della<br />

guerra lamiaca, egli fu inserito nella lista <strong>di</strong> Antipatro e fatto uccidere nel 322 a.C. Che ci sia<br />

stata confusione tra le due liste, è <strong>di</strong>mostrato dal fatto che in Suda i nomi dei presunti richiesti<br />

da Alessandro si trovano sotto la voce jAntivpatro~» 31 .<br />

Arriano elenca nove oratori, uno in più <strong>di</strong> quelli citati da Plutarco nella Vita <strong>di</strong> Demostene. I<br />

due elenchi, poi, non corrispondono esattamente: in entrambi si ritrovano Demostene,<br />

Polieucto, Efialte, Licurgo, Merocle e Caridemo, ma in Arriano (al posto <strong>di</strong> Demone e<br />

Callistene) sono citati anche Iperide (presente nella lista plutarchea della Vita <strong>di</strong> Focione),<br />

Carete e Diotimo.<br />

Carete fu comandante a Cheronea nel 338. Dopo la caduta <strong>di</strong> Tebe, si rifugiò al Sigeo, dove<br />

aveva dei posse<strong>di</strong>menti. Nel 332 consegnò Mitilene al macedone Egeloco 32 .<br />

Diotimo fu stratego nel 338/7, e nel 335/4 fu a capo della flotta contro i pirati 33 . È ricordato da<br />

Demostene perché ricevette una corona dopo aver donato gli scu<strong>di</strong> in seguito alla battaglia 34 .<br />

Secondo Bosworth, potrebbe essere stato incluso in una lista fittizia per il suo ruolo negli anni<br />

attorno alla battaglia <strong>di</strong> Cheronea e per il suo rapporto con Demostene 35 .<br />

Infine, la lista tramandata dal lessico Suda, sotto la voce de<strong>di</strong>cata ad Antipatro, riporta un<strong>di</strong>ci<br />

nomi: Demostene, Polieucto, Efialte, Licurgo, Caridemo (comuni sia a Plutarco, Vita <strong>di</strong><br />

Demostene, che ad Arriano), Iperide, Carete, Diotimo (che si trovano nella lista <strong>di</strong> Arriano), e<br />

Trasibulo, Patrocle e Cassandro che compaiono ex novo.<br />

Trasibulo ebbe un ruolo decisivo nella <strong>di</strong>fesa da parte dei Persiani <strong>di</strong> Alicarnasso 36 .<br />

Patrocle non è noto. Alcuni, sulla scorta <strong>di</strong> Arriano e Plutarco, hanno sostituito al Prokleva o<br />

Patrokleva dei co<strong>di</strong>ci Moirokleva, e questo errore potrebbe spiegare la presenza <strong>di</strong> questo<br />

nome 37 .<br />

Risulta <strong>di</strong>fficile da spiegare la presenza nella lista <strong>di</strong> Cassandro. Sicuramente esula dal<br />

contesto degli oratori richiesti da Alessandro, anche se non sono state avanzate ipotesi<br />

convincenti che spieghino il suo inserimento nell’elenco 38 .<br />

31 SISTI, Arriano. Anabasi <strong>di</strong> Alessandro. Volume I, cit., p. 335. Dello stesso parere anche BOSWORTH, A commentary on<br />

Arrian’s History of Alexander. Volume I…, cit., p. 94.<br />

32 Cfr. DIOD. XVI 85, 2; ARR., An. I 12, 1; III 2, 6; CURT. RUF. IV 5, 22.<br />

33 Cfr. IG II 2 1628, rr. 396-397; IG II 2 1629, rr. 915-916; IG II 2 1631, rr. 10-11; IG II 2 1623.<br />

34 DEMOSTH. XVIII 114; IG II 2 1496, rr. 22-25. Cfr. anche BERVE, Das Alexanderreich auf Prosopographischer<br />

Grundlage. II…, cit., II, pp. 403-406, n. 819.<br />

35 Cfr. BOSWORTH, A commentary on Arrian’s History of Alexander. Volume I…, cit., p. 95.<br />

36 Cfr. DIOD. XXV 6.<br />

37 La correzione, <strong>di</strong>scussa da Bernhardy (G. BERNHARDY (ed.), Suidae Lexicon, 1, Halis – Brunsvigae 1853, ad locum),<br />

non è accettata da Adler (A. ADLER (ed.), Suidae Lexicon, 1, Stuttgart 1971, ad locum).<br />

38 Cfr. BRACCESI, A proposito d’una notizia su Iperide, cit., p. 158, nota 2.<br />

9


Come si può facilmente notare, c’è grande <strong>di</strong>scordanza tra le fonti non solo per quel che<br />

riguarda i nomi degli uomini politici richiesti da Alessandro ma anche per il numero 39 . Cinque<br />

sono i nomi comuni alle tre liste più complete (Demostene, Licurgo, Polieucto, Caridemo,<br />

Efialte), che potrebbero a buon titolo appartenere a uomini politici effettivamente compresi<br />

nella lista <strong>di</strong> Alessandro 40 .<br />

La lista della Suda <strong>di</strong>fferisce per pochi nomi da quella <strong>di</strong> Arriano, per cui si può ipotizzare, se<br />

non una <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong>retta, quanto meno una comunanza <strong>di</strong> fonti 41 .<br />

L’elenco presentato da Plutarco nella Vita <strong>di</strong> Focione è molto più breve <strong>di</strong> quello della Vita <strong>di</strong><br />

Demostene, e la scelta solo <strong>di</strong> alcuni tra i nomi più conosciuti potrebbe in<strong>di</strong>care una citazione<br />

a memoria, senza avere a <strong>di</strong>sposizione la fonte 42 .<br />

Per quanto riguarda le due liste più complete, per quella <strong>di</strong> Demostene, ritenuta la più valida,<br />

si è ipotizzato che Aristobulo sia uno degli storici fededegni a cui il biografo fa riferimento, in<br />

opposizione a quanto trasmesso da Duride e Idomeneo 43 .<br />

Il criterio della vicinanza alla citazione da parte <strong>di</strong> Plutarco dell’aneddoto narrato da<br />

Demostene (per il quale lo storico <strong>di</strong> Cassandrea è esplicitamente citato come fonte) non è<br />

tuttavia probante. Sembra inoltre strano che Arriano, il quale utilizza una fonte <strong>di</strong>versa da<br />

quella <strong>di</strong> Plutarco, non abbia fatto riferimento alle sue due fonti principali, Tolemeo ed<br />

Aristobulo, sia per in<strong>di</strong>care esplicitamente da dove trae il suo elenco, sia, al contrario, per<br />

sottolineare le <strong>di</strong>fferenze tra i dati contenuti nelle loro opere e quelli da lui scelti, e per<br />

motivare dunque l’uso <strong>di</strong> un altro autore: se la fonte <strong>di</strong> Arriano e Plutarco fosse la stessa, e<br />

nello specifico Aristobulo, ci si aspetterebbe o, nel caso che questi fosse ritenuto fededegno,<br />

due liste molto simili, oppure, al contrario, una presa <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dai dati dello storico <strong>di</strong><br />

Cassandrea, a favore <strong>di</strong> quelli contenuti in altre opere.<br />

39 Anche DIOD. XVII 15, 1, fa riferimento alla richiesta <strong>di</strong> Alessandro, riferendo che questi pretese la consegna <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci<br />

oratori, i capi dei quali erano Demostene e Licurgo. Non vengono specificati altri nomi. Non sembra possibile<br />

ricostruire con buona certezza, incrociando le <strong>di</strong>verse fonti, la lista “ufficiale”, anche se sono stati fatti numerosi<br />

tentativi in questa <strong>di</strong>rezione. Cfr. ad esempio R. SEALEY, Philipp II und Athen; 344/3 und 339, in «Historia» 27, 1978,<br />

pp. 304-305, che propone una lista <strong>di</strong> nove uomini politici: Demostene, Licurgo, Polieucto, Efialte, Caridemo, Carete,<br />

Iperide, Diotimo, Merocle.<br />

40 Diventano 6 se si accetta la correzione <strong>di</strong> Patrocle in Merocle.<br />

41 Secondo BRACCESI, A proposito d’una notizia su Iperide, cit., p. 159, la testimonianza della Suda <strong>di</strong>penderebbe<br />

totalmente da Arriano. BOSWORTH, A commentary on Arrian’s History of Alexander. Volume I…, cit., p. 93, pur<br />

ammettendo una <strong>di</strong>pendenza tra i due testi, ritiene che non si possa usare la lista del lessico per completare quella <strong>di</strong><br />

Arriano.<br />

42 È la tesi <strong>di</strong> BRACCESI, A proposito d’una notizia su Iperide, cit., p. 161:, che aggiunge: «Con molta verosimiglianza lo<br />

storico potrebbe aver qui equivocato fra la richiesta <strong>di</strong> Alessandro e la posteriore <strong>di</strong> Antipatro (322 a.C.), rispetto alla<br />

quale, proprio nello stesso scritto (Phoc., 26) e con analoga frase, ricorda il nome <strong>di</strong> Iperide». Cfr. anche R. FLACELIÈRE<br />

– E. CHAMBRY (éd.), Plutarque. Vies. Phocion – Caton le Jeune, Paris 1976, p. 10.<br />

43 Cfr. BRACCESI, A proposito d’una notizia su Iperide, cit., p. 159, nota 1; SISTI, Arriano. Anabasi <strong>di</strong> Alessandro.<br />

Volume I, cit., p. 335.<br />

10


Sulla base <strong>di</strong> queste considerazioni, sembra <strong>di</strong>fficile affermare che Aristobulo sia da inserirsi<br />

tra gli storici più vali<strong>di</strong> citati da Demostene, così come non è possibile ricavare con buona<br />

certezza la fonte <strong>di</strong> Arriano 44 .<br />

Bisogna considerare, infine, un’altra possibilità: Aristobulo, visto il suo interesse per la figura<br />

<strong>di</strong> Demostene, che si evince dall’episo<strong>di</strong>o riportato da Plutarco, potrebbe aver nominato solo<br />

questo famoso oratore ateniese, tralasciando gli altri, o citando solo i più importanti. Questo<br />

potrebbe spiegare l’assenza <strong>di</strong> un rimando <strong>di</strong>retto in Arriano, e la vaghezza <strong>di</strong> Plutarco, che<br />

pure lesse l’opera dello storico <strong>di</strong> Cassandrea 45 .<br />

Deriva <strong>di</strong> sicuro da Aristobulo, invece, l’aneddoto sul paragone fatto da Demostene: gli<br />

Ateniesi sarebbero come le pecore che consegnano i cani (i demagoghi oppositori dei<br />

Macedoni) al lupo solitario (Alessandro) 46 . Il concetto viene poi riba<strong>di</strong>to attraverso un’altra<br />

metafora, quella dei mercanti e dei campioni <strong>di</strong> merce, attraverso i quali riescono a vendere<br />

gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> prodotti.<br />

Questi paragoni potrebbero essere stati pronunciati, secondo quanto riferisce sempre Plutarco,<br />

durante l’assemblea nella quale si <strong>di</strong>scusse della sorte da riservare alle persone richieste da<br />

Alessandro 47 . Secondo il racconto <strong>di</strong> Diodoro, Focione avrebbe accusato <strong>di</strong> codar<strong>di</strong>a i politici<br />

inseriti nella lista, perché avrebbero dovuto essere pronti a morire per la patria. Demostene,<br />

invece, pronunciò un’orazione con la quale riuscì a portare dalla sua parte il popolo 48 . Al <strong>di</strong> là<br />

44<br />

BOSWORTH, A commentary on Arrian’s History of Alexander. Volume I…, cit., p. 95: «The question therefore arises<br />

what source Arrian used for his inaccurate list. Aristobulus seems excluded, for Plutarch knew his account of the<br />

transactions in Athens, and he cites it imme<strong>di</strong>ately after his exposition of the source <strong>di</strong>sagreement […]. It seems highly<br />

probable that, had Aristobulus <strong>di</strong>ffered from the canon of eight found in the best authors, he would have noted the<br />

<strong>di</strong>vergence along with the tra<strong>di</strong>tion of Duris and Idomeneus. It looks as though Ptolemy is Arrian’s source, and it is<br />

interesting to find him in error over a matter both famous and public».<br />

45<br />

Ritiene invece che si tratti <strong>di</strong> una citazione <strong>di</strong> seconda mano Pecorella Longo (cfr. Plutarco. Demostene; Cicerone,<br />

introduzione, traduzione e note a Demostene <strong>di</strong> C. PECORELLA LONGO; introduzione a Cicerone <strong>di</strong> J. GEIGER;<br />

traduzione <strong>di</strong> Cicerone <strong>di</strong> B. MUGELLI; note a Cicerone <strong>di</strong> L. GHILLI; con contributi <strong>di</strong> B. SCARDIGLI e M. MANFREDINI,<br />

Milano 1995, p. 103).<br />

46<br />

Aristotele (HA 594a) spiega che il lupo solitario mangia facilmente gli uomini ( jAnqrwpofagou`si d’oiJ monopei`rai<br />

tw`n luvkwn). L’immagine qui utilizzata potrebbe dunque essere <strong>di</strong> derivazione aristotelica. Sul significato metaforico<br />

del termine e sull’accusa che si celava <strong>di</strong>etro ad esso si rimanda a SQUILLACE, Basilei`~ h] tuvrannoi…, cit., pp. 119-<br />

120, dove vengono messi in evidenza i collegamenti tra il lupo e il tuvranno~. Inoltre, bisogna sottolineare che<br />

Demostene non era nuovo a questi paragoni tra il sovrano macedone e figure negative: le fonti sottolineano che<br />

l’oratore chiamava Alessandro anche Margite, come l’eroe comico dell’omonimo poema pseudo omerico (cfr. Marsia in<br />

FGrHist 135-6 F3; PLUT., Dem. 23, 2; PLUT., Alex. 11, 6).<br />

47<br />

Cfr. PLUT., Dem. 23, 5.<br />

48<br />

Cfr. DIOD. XVII 15, 1-3. In PLUT., Phoc. 17, 2-4 si legge invece che Focione avrebbe riba<strong>di</strong>to la necessità <strong>di</strong><br />

implorare Alessandro per la salvezza dei demagoghi. Anche in Dem. 23, 6 Focione appare sotto una luce positiva: gli<br />

Ateniesi, riunitisi per deliberare, non trovarono una soluzione. Demade, allora, si fece dare cinque talenti dai demagoghi<br />

e promise <strong>di</strong> andare personalmente dal re per supplicarlo, ma in realtà fu Focione a persuaderlo, e a ottenere la libertà<br />

per i politici antimacedoni della città. Secondo il racconto <strong>di</strong> Arriano (An. I 10, 6) gli Ateniesi non consegnarono gli<br />

uomini richiesti, ma inviarono un’ambasceria ad Alessandro pregandolo <strong>di</strong> placare la sua ira verso <strong>di</strong> loro, ed il re<br />

macedone li accontentò. Non vi sono, dunque, riferimenti ad un’assemblea per decidere il da farsi. Sulle motivazioni<br />

che spinsero Alessandro ad usare clemenza nei confronti <strong>di</strong> Atene si rimanda a: BRACCESI, Le trattative fra Alessandro<br />

e gli Ateniesi dopo la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Tebe, cit., pp. 75-83; SQUILLACE, Basilei`~ h] tuvrannoi…, cit., pp. 120-121.<br />

11


dell’esito dell’assemblea e del ruolo <strong>di</strong> Focione, sul quale le fonti non sono concor<strong>di</strong>, la<br />

riunione pubblica per <strong>di</strong>scutere del provve<strong>di</strong>mento adottato da Alessandro potrebbe essere<br />

stata l’occasione per Demostene <strong>di</strong> sferrare un altro attacco al sovrano macedone 49 .<br />

La citazione, inoltre, permette <strong>di</strong> osservare un certo gusto <strong>di</strong> Aristobulo per l’aneddoto e per i<br />

racconti sagaci, e per particolari, come le metafore utilizzate da Demostene, che vanno al <strong>di</strong> là<br />

della mera descrizione degli eventi successivi alla sconfitta <strong>di</strong> Tebe.<br />

Questo frammento e quello relativo alla storia <strong>di</strong> Timoclea sono gli unici ad essere stati<br />

tramandati che si possono far risalire alla parte dell’opera <strong>di</strong> Aristobulo che doveva trattare gli<br />

eventi imme<strong>di</strong>atamente precedenti alla partenza <strong>di</strong> Alessandro per l’Asia (cioè,<br />

presumibilmente, dalla morte <strong>di</strong> Filippo II alla <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Tebe) 50 . Non è possibile<br />

ricostruire la struttura <strong>di</strong> questa parte dell’opera, né tanto meno ricavare quanto spazio veniva<br />

dato ai singoli avvenimenti. Tuttavia, proprio la natura dei due episo<strong>di</strong> tramandati, che<br />

riguardano non tanto eventi ufficiali, ma momenti particolari o vicende <strong>di</strong> singoli in<strong>di</strong>vidui,<br />

può portare ad ipotizzare che lo storico <strong>di</strong> Cassandrea non si sia limitato ad una storia<br />

evenemenziale, che raccontasse per gran<strong>di</strong> linee la politica del re macedone e le sue vittorie<br />

militari, bensì si sia soffermato anche su vicende <strong>di</strong> poco conto, che però, per la loro<br />

singolarità o per il messaggio trasmesso potevano aver stimolato la sua curiosità.<br />

49<br />

Cfr. PHOT., Bibl. 250, 446a 21. Cfr. anche SQUILLACE, Basilei`~ h] tuvrannoi…, cit., p. 119: «Riportando<br />

Agatarchide, Fozio riferisce che gli oratori che intervennero sui fatti <strong>di</strong> Tebe si espressero ajllhgorikw`~ e fecero uso <strong>di</strong><br />

motti: l’aneddoto sembra in linea, dunque, con una precisa strategia oratoria, che celasse sotto metafora accuse precise e<br />

pesanti». Secondo L. PEARSON, The lost histories of Alexander the Great, Chico 1983 [1960], pp. 155-156, l’episo<strong>di</strong>o<br />

della clemenza <strong>di</strong> Alessandro verso i demagoghi ateniesi sarebbe un altro esempio della moderazione e della<br />

magnanimità del sovrano, «which we might expert Aristobulus to record». Come però sottolinea lo stesso stu<strong>di</strong>oso, «it<br />

is not at all certain that Arrian’s account of the part played by Alexander is taken from him».<br />

50<br />

Per la vicenda <strong>di</strong> Timoclea, cfr. PLUT., Non posse X 1093c; Mul. virt. 259d – 260d (= F2).<br />

12

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