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gennaio - marzo - Arcidiocesi di Messina

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O Dio, pastore e guida <strong>di</strong> tutti i credenti,<br />

guarda il tuo servo Calogero<br />

che hai posto a presiedere la Chiesa<br />

che è in <strong>Messina</strong> - Lipari - S. Lucia del Mela;<br />

sostienilo con il tuo amore<br />

perché e<strong>di</strong>fichi con la parola e con l’esempio<br />

il popolo che gli hai affidato,<br />

e insieme giungano alla vita eterna.<br />

dalla Liturgia<br />

Nel costante ricordo orante,<br />

la sollecita collaborazione e la convinta docilità al Suo magistero<br />

percorrendo insieme la via della testimonianza.<br />

Ad multos annos!<br />

Foto Broccio<br />

13 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

II anniversario dell’inizio<br />

del ministero episcopale nell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>


Coor<strong>di</strong>natore curatore<br />

Mons. GIACINTO TAVILLA<br />

In copertina: Duomo <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>, Cristo Pantocratore


BOLLETTINO<br />

ECCLESIASTICO<br />

MESSINESE


ANNO XCVIII - N. 1-GENNAIO - MARZO 2009<br />

Sommario<br />

SANTA SEDE<br />

Messaggio <strong>di</strong> Sua Santità Benedetto XVI per la celebrazione<br />

della Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Pace . . . . . . . . . . . . p. 11<br />

Messaggio <strong>di</strong> Sua Santità Benedetto XVI per la Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

del migrante e del rifugiato. . . . . . . . . . . . . . . » 20<br />

Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la 43 a Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

delle Comunicazioni Sociali. . . . . . . . . . . . . . . » 24<br />

Omelia del Santo Padre Benedetto XVI per la Festa della Presentazione<br />

al Tempio del Signore - XIII Giornata della Vita Consacrata. . . . » 28<br />

Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

del malato. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 31<br />

Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Quaresima . . . . » 34<br />

Lettera <strong>di</strong> Sua Santità Benedetto XVI ai Vescovi della Chiesa Cattolica<br />

riguardo alla remissione della scomunica dei quattro Vescovi consacrati<br />

dall’Arcivescovo Lefebvre . . . . . . . . . . . . . . . » 38<br />

CEI<br />

COMMISSIONE EPISCOPALE PER IL CLERO E LA VITA CONSACRATA<br />

Messaggio per la XIII Giornata Nazionale della vita consacrata . . » 47<br />

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE<br />

Messaggio per la XXXI Giornata Nazionale per la Vita.. . . . . » 50<br />

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE (assemblea 26-28 <strong>gennaio</strong>)<br />

Comunicato Finale. . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52<br />

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE (assemblea 23-26 <strong>marzo</strong>)<br />

Comunicato Finale. . . . . . . . . . . . . . . . . . » 57<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SOMMARIO 5


CESi<br />

SESSIONE AUTUNNALE<br />

Comunicato Finale (Palermo, 16-18 febbraio) . . . . . . . . . » 65<br />

ATTI ARCIVESCOVILI<br />

Telegramma <strong>di</strong> augurio dell’Arcivescovo per il XXV <strong>di</strong> Episcopato<br />

<strong>di</strong> S. E. Mons. Paolo Romeo, Arcivescovo Metropolita <strong>di</strong> Palermo<br />

e Presidente della CESi . . . . . . . . . . . . . . . . » 71<br />

Omelia dell’Arcivescovo per l’Or<strong>di</strong>nazione Diaconale dei Seminaristi<br />

Danilo Amato, Agostino Giacalone e Francesco La Camera. . . . » 72<br />

Lettera <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne dell’Arcivescovo al Santo Padre<br />

Benedetto XVI per le parole rivolte ai Messinesi<br />

nell’anniversario del terremoto del 1908. . . . . . . . . . . » 76<br />

Telegramma <strong>di</strong> augurio dell’Arcivescovo per l’elezione<br />

<strong>di</strong> S. E. Mons. Antonio Staglianò a Vescovo <strong>di</strong> Noto . . . . . . » 77<br />

Telegramma <strong>di</strong> augurio dell’Arcivescovo per l’elezione<br />

<strong>di</strong> S. E. Mons. Salvatore Muratore a Vescovo <strong>di</strong> Nicosia . . . . » 78<br />

Intervento dell’Arcivescovo al XV Premio Internazionale Bonino-Pulejo » 79<br />

Messaggio dell’Arcivescovo per la XIII Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

della Vita Consacrata . . . . . . . . . . . . . . . . . » 82<br />

Omelia dell’Arcivescovo per la festa della Presentazione <strong>di</strong> Gesù al Tempio<br />

- XIII Giornata della vita consacrata. . . . . . . . . . . . » 86<br />

Omelia dell’Arcivescovo per il Mercoledì delle Ceneri. . . . . . . » 90<br />

Lettera invito dell’Arcivescovo alle Autorità Civili e Militari alla Celebrazione<br />

Eucaristica delle Interforze in preparazione alla Pasqua . . . . . » 93<br />

Delega dell’Arcivescovo dei Rappresentanti per il FEC. . . . . . . » 94<br />

Decreto dell’Arcivescovo per la chiusura dell’Inchiesta Diocesana<br />

sulla vita, sulle virtù eroiche, sulla fama <strong>di</strong> santità e <strong>di</strong> segni<br />

della Serva <strong>di</strong> Dio Sr. Maria Alfonsa <strong>di</strong> Gesù Bambino . . . . . » 95<br />

Intervento dell’Arcivescovo nella sessione <strong>di</strong> chiusura<br />

dell’Inchiesta Diocesana sulla SdD Sr Maria Alfonsa <strong>di</strong> Gesù Bambino. » 96<br />

Decreto <strong>di</strong> nomina del Portitore . . . . . . . . . . . . . . » 99<br />

Verbale <strong>di</strong> De<strong>di</strong>cazione della Chiesa e dell’Altare <strong>di</strong> S. M.<br />

delle Grazie in Terme Vigliatore. . . . . . . . . . . . . . » 100<br />

Decreto <strong>di</strong> Incar<strong>di</strong>nazione nell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> <strong>di</strong> Don Roberto Currò . . » 101<br />

Lettera dell’Arcivescovo alla Comunità Diocesana per XLVI Giornata<br />

<strong>di</strong> preghiera per le Vocazioni . . . . . . . . . . . . . . » 102<br />

Lettera dell’Arcivescovo alla Comunità Diocesana<br />

per la Giornata del Seminario . . . . . . . . . . . . . . » 104<br />

6 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


Lettera dell’Arcivescovo alla Comunità Diocesana<br />

per il Convegno Diocesano dei Ministranti . . . . . . . . . » 105<br />

Lettera dell’Arcivescovo alla Superiora Generale dell’Istituto<br />

delle Suore del Bell’Amore con cui si autorizza l’erezione<br />

della Comunità Religiosa nell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>. . . . . . . . . . » 106<br />

Messaggio dell’Arcivescovo al Comandante della Polizia Municipale<br />

nella ricorrenza del 161° anniversario <strong>di</strong> fondazione del Corpo . . » 107<br />

ATTI DELLA CURIA<br />

NOMINE<br />

Commissione Diocesana per la Formazione permanente del Clero. . . » 111<br />

- Parroco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 111<br />

- Amministratore Parrocchiale . . . . . . . . . . . . . » 112<br />

- Consulente Spirituale dell’OARI . . . . . . . . . . . . » 113<br />

- Vicario Parrocchiale. . . . . . . . . . . . . . . . . » 113<br />

Sacre Or<strong>di</strong>nazioni<br />

- Diaconato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 114<br />

PRESBITERIO<br />

Lettera dell’Arcivescovo <strong>di</strong> convocazione<br />

ai Membri del Consiglio Presbiterale . . . . . . . . . . . » 117<br />

VITA DIOCESANA<br />

Comunicato stampa per la Giornata Mon<strong>di</strong>ale delle Migrazioni . . . » 121<br />

CARITAS DIOCESANA<br />

Quaresima <strong>di</strong> Carità 2009 . . . . . . . . . . . . . . . » 122<br />

UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE FAMILIARE<br />

La Famiglia soggetto <strong>di</strong> pastorale e le comunità familiari<br />

<strong>di</strong> evangelizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . » 123<br />

Festa <strong>di</strong> S. Francesco <strong>di</strong> Sales Patrono dei Giornalisti . . . . . . . » 125<br />

ANNO PAOLINO<br />

Catechesi bibliche durante la Quaresima in Cattedrale. . . . . . » 128<br />

AZIONE CATTOLICA<br />

140 anni e non li <strong>di</strong>mostra . . . . . . . . . . . . . . . » 135<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SOMMARIO 7


Incontro Diocesano dei Gruppi <strong>di</strong> Preghiera <strong>di</strong> P. Pio . . . . . . . » 137<br />

Presentazione del Volume sulla Basilica Cattedrale <strong>di</strong> F. Malaspina . . » 139<br />

ANNO CENTENARIO DEL TERREMOTO DEL 1908<br />

Riflessione sul 28 <strong>di</strong>cembre dall’omaggio <strong>di</strong> pietà alla memoria<br />

delle vittime, la speranza per il domani. . . . . . . . . . . » 145<br />

MESSINA PER MARIA<br />

Il restauro della Manta d’oro della Madonna della Lettera<br />

L’anima del progetto <strong>di</strong> restauro . . . . . . . . . . . . . . » 153<br />

Notizie storico-artistiche della Manta. . . . . . . . . . . . . » 155<br />

Comunicato Stampa: apertura del cantiere <strong>di</strong> restauro . . . . . . . » 156<br />

Comunicato Stampa: tre giorni<br />

<strong>di</strong> esposizione della Manta nel Museo del Duomo . . . . . . . » 158<br />

Comunicato Stampa: “La miracolosa storia della Manta”.<br />

La favola sulla Manta . . . . . . . . . . . . . . . . » 160<br />

Comunicato Stampa: esposizione della lamina in rame della Manta . . » 162<br />

DIARIO PASTORALE<br />

Mese <strong>di</strong> Gennaio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 165<br />

Mese <strong>di</strong> Febbraio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 168<br />

Mese <strong>di</strong> Marzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 171<br />

NELLA PACE DEL SIGNORE<br />

Don Giuseppe Ponzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 177<br />

Don Giuseppe Zanghì . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 178<br />

Don Leonardo Mazzullo . . . . . . . . . . . . . . . . . » 179<br />

RASSEGNA STAMPA . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183<br />

8 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


SANTA<br />

SEDE


MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ<br />

BENEDETTO XVI<br />

PER LA CELEBRAZIONE<br />

DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE<br />

1º <strong>gennaio</strong> 2009<br />

Combattere la povertà, costruire la pace<br />

1. Anche all’inizio <strong>di</strong> questo nuovo anno desidero far giungere a tutti<br />

il mio augurio <strong>di</strong> pace ed invitare, con questo mio Messaggio, a riflettere<br />

sul tema: Combattere la povertà, costruire la pace. Già il mio venerato<br />

predecessore Giovanni Paolo II, nel Messaggio per la Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

della Pace del 1993, aveva sottolineato le ripercussioni negative che la situazione<br />

<strong>di</strong> povertà <strong>di</strong> intere popolazioni finisce per avere sulla pace. Di<br />

fatto, la povertà risulta sovente tra i fattori che favoriscono o aggravano i<br />

conflitti, anche armati. A loro volta, questi ultimi alimentano tragiche situazioni<br />

<strong>di</strong> povertà. «S’afferma... e <strong>di</strong>venta sempre più grave nel mondo –<br />

scriveva Giovanni Paolo II – un’altra seria minaccia per la pace: molte persone,<br />

anzi, intere popolazioni vivono oggi in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> estrema povertà.<br />

La <strong>di</strong>sparità tra ricchi e poveri s’è fatta più evidente, anche nelle nazioni<br />

economicamente più sviluppate. Si tratta <strong>di</strong> un problema che s’impone alla<br />

coscienza dell’umanità, giacché le con<strong>di</strong>zioni in cui versa un gran numero<br />

<strong>di</strong> persone sono tali da offenderne la nativa <strong>di</strong>gnità e da compromettere,<br />

conseguentemente, l’autentico ed armonico progresso della comunità mon<strong>di</strong>ale»<br />

[1].<br />

2. In questo contesto, combattere la povertà implica un’attenta considerazione<br />

del complesso fenomeno della globalizzazione. Tale considerazione<br />

è importante già dal punto <strong>di</strong> vista metodologico, perché suggerisce<br />

<strong>di</strong> utilizzare il frutto delle ricerche condotte dagli economisti e sociologi su<br />

tanti aspetti della povertà. Il richiamo alla globalizzazione dovrebbe, però,<br />

rivestire anche un significato spirituale e morale, sollecitando a guardare<br />

ai poveri nella consapevole prospettiva <strong>di</strong> essere tutti partecipi <strong>di</strong> un unico<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 11


progetto <strong>di</strong>vino, quello della vocazione a costituire un’unica famiglia in<br />

cui tutti – in<strong>di</strong>vidui, popoli e nazioni – regolino i loro comportamenti improntandoli<br />

ai principi <strong>di</strong> fraternità e <strong>di</strong> responsabilità.<br />

In tale prospettiva occorre avere, della povertà, una visione ampia ed<br />

articolata. Se la povertà fosse solo materiale, le scienze sociali che ci aiutano<br />

a misurare i fenomeni sulla base <strong>di</strong> dati <strong>di</strong> tipo soprattutto quantitativo,<br />

sarebbero sufficienti ad illuminarne le principali caratteristiche. Sappiamo,<br />

però, che esistono povertà immateriali, che non sono <strong>di</strong>retta e automatica<br />

conseguenza <strong>di</strong> carenze materiali. Ad esempio, nelle società ricche e progre<strong>di</strong>te<br />

esistono fenomeni <strong>di</strong> emarginazione, povertà relazionale, morale<br />

e spirituale: si tratta <strong>di</strong> persone interiormente <strong>di</strong>sorientate, che vivono <strong>di</strong>verse<br />

forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio nonostante il benessere economico. Penso, da una<br />

parte, a quello che viene chiamato il «sottosviluppo morale» [2] e, dall’altra,<br />

alle conseguenze negative del «supersviluppo» [3]. Non <strong>di</strong>mentico poi<br />

che, nelle società cosiddette «povere», la crescita economica è spesso frenata<br />

da impe<strong>di</strong>menti culturali, che non consentono un adeguato utilizzo<br />

delle risorse. Resta comunque vero che ogni forma <strong>di</strong> povertà imposta ha<br />

alla propria ra<strong>di</strong>ce il mancato rispetto della trascendente <strong>di</strong>gnità della persona<br />

umana. Quando l’uomo non viene considerato nell’integralità della<br />

sua vocazione e non si rispettano le esigenze <strong>di</strong> una vera «ecologia umana»<br />

[4], si scatenano anche le <strong>di</strong>namiche perverse della povertà, com’è evidente<br />

in alcuni ambiti sui quali soffermerò brevemente la mia attenzione.<br />

Povertà e implicazioni morali<br />

3. La povertà viene spesso correlata, come a propria causa, allo sviluppo<br />

demografico. In conseguenza <strong>di</strong> ciò, sono in atto campagne <strong>di</strong> riduzione<br />

delle nascite, condotte a livello internazionale, anche con meto<strong>di</strong> non<br />

rispettosi né della <strong>di</strong>gnità della donna né del <strong>di</strong>ritto dei coniugi a scegliere<br />

responsabilmente il numero dei figli [5] e spesso, cosa anche più grave,<br />

non rispettosi neppure del <strong>di</strong>ritto alla vita. Lo sterminio <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> bambini<br />

non nati, in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l’eliminazione<br />

dei più poveri tra gli esseri umani. A fronte <strong>di</strong> ciò resta il fatto che,<br />

nel 1981, circa il 40% della popolazione mon<strong>di</strong>ale era al <strong>di</strong> sotto della linea<br />

<strong>di</strong> povertà assoluta, mentre oggi tale percentuale è sostanzialmente <strong>di</strong>mezzata,<br />

e sono uscite dalla povertà popolazioni caratterizzate, peraltro,<br />

da un notevole incremento demografico. Il dato ora rilevato pone in evidenza<br />

che le risorse per risolvere il problema della povertà ci sarebbero,<br />

anche in presenza <strong>di</strong> una crescita della popolazione. Né va <strong>di</strong>menticato che,<br />

12 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


dalla fine della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale ad oggi, la popolazione sulla terra<br />

è cresciuta <strong>di</strong> quattro miliar<strong>di</strong> e, in larga misura, tale fenomeno riguarda<br />

Paesi che <strong>di</strong> recente si sono affacciati sulla scena internazionale come<br />

nuove potenze economiche e hanno conosciuto un rapido sviluppo proprio<br />

grazie all’elevato numero dei loro abitanti. Inoltre, tra le Nazioni maggiormente<br />

sviluppate quelle con gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> natalità maggiori godono <strong>di</strong><br />

migliori potenzialità <strong>di</strong> sviluppo. In altri termini, la popolazione sta confermandosi<br />

come una ricchezza e non come un fattore <strong>di</strong> povertà.<br />

4. Un altro ambito <strong>di</strong> preoccupazione sono le malattie pandemiche<br />

quali, ad esempio, la malaria, la tubercolosi e l’AIDS, che, nella misura in<br />

cui colpiscono i settori produttivi della popolazione, influiscono grandemente<br />

sul peggioramento delle con<strong>di</strong>zioni generali del Paese. I tentativi <strong>di</strong><br />

frenare le conseguenze <strong>di</strong> queste malattie sulla popolazione non sempre<br />

raggiungono risultati significativi. Capita, inoltre, che i Paesi vittime <strong>di</strong> alcune<br />

<strong>di</strong> tali pandemie, per farvi fronte, debbano subire i ricatti <strong>di</strong> chi con<strong>di</strong>ziona<br />

gli aiuti economici all’attuazione <strong>di</strong> politiche contrarie alla vita. È<br />

soprattutto <strong>di</strong>fficile combattere l’AIDS, drammatica causa <strong>di</strong> povertà, se<br />

non si affrontano le problematiche morali con cui la <strong>di</strong>ffusione del virus è<br />

collegata. Occorre innanzitutto farsi carico <strong>di</strong> campagne che educhino specialmente<br />

i giovani a una sessualità pienamente rispondente alla <strong>di</strong>gnità<br />

della persona; iniziative poste in atto in tal senso hanno gia dato frutti significativi,<br />

facendo <strong>di</strong>minuire la <strong>di</strong>ffusione dell’AIDS. Occorre poi mettere<br />

a <strong>di</strong>sposizione anche dei popoli poveri le me<strong>di</strong>cine e le cure necessarie; ciò<br />

suppone una decisa promozione della ricerca me<strong>di</strong>ca e delle innovazioni terapeutiche<br />

nonché, quando sia necessario, un’applicazione flessibile delle<br />

regole internazionali <strong>di</strong> protezione della proprietà intellettuale, così da garantire<br />

a tutti le cure sanitarie <strong>di</strong> base.<br />

5. Un terzo ambito, oggetto <strong>di</strong> attenzione nei programmi <strong>di</strong> lotta alla<br />

povertà e che ne mostra l’intrinseca <strong>di</strong>mensione morale, è la povertà dei<br />

bambini. Quando la povertà colpisce una famiglia, i bambini ne risultano<br />

le vittime più vulnerabili: quasi la metà <strong>di</strong> coloro che vivono in povertà assoluta<br />

oggi è rappresentata da bambini. Considerare la povertà ponendosi<br />

dalla parte dei bambini induce a ritenere prioritari quegli obiettivi che li<br />

interessano più <strong>di</strong>rettamente come, ad esempio, la cura delle madri, l’impegno<br />

educativo, l’accesso ai vaccini, alle cure me<strong>di</strong>che e all’acqua potabile,<br />

la salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente e, soprattutto, l’impegno a <strong>di</strong>fesa della<br />

famiglia e della stabilità delle relazioni al suo interno. Quando la famiglia<br />

si indebolisce i danni ricadono inevitabilmente sui bambini. Ove non è tu-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 13


telata la <strong>di</strong>gnità della donna e della mamma, a risentirne sono ancora principalmente<br />

i figli.<br />

6. Un quarto ambito che, dal punto <strong>di</strong> vista morale, merita particolare<br />

attenzione è la relazione esistente tra <strong>di</strong>sarmo e sviluppo. Suscita preoccupazione<br />

l’attuale livello globale <strong>di</strong> spesa militare. Come ho già avuto<br />

modo <strong>di</strong> sottolineare, capita che «le ingenti risorse materiali e umane impiegate<br />

per le spese militari e per gli armamenti vengono <strong>di</strong> fatto <strong>di</strong>stolte<br />

dai progetti <strong>di</strong> sviluppo dei popoli, specialmente <strong>di</strong> quelli più poveri e bisognosi<br />

<strong>di</strong> aiuto. E questo va contro quanto afferma la stessa Carta delle<br />

Nazioni Unite, che impegna la comunità internazionale, e gli Stati in particolare,<br />

a “promuovere lo stabilimento ed il mantenimento della pace e<br />

della sicurezza internazionale col minimo <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o delle risorse umane<br />

ed economiche mon<strong>di</strong>ali per gli armamenti” (art. 26)» [6].<br />

Questo stato <strong>di</strong> cose non facilita, anzi ostacola seriamente il raggiungimento<br />

dei gran<strong>di</strong> obiettivi <strong>di</strong> sviluppo della comunità internazionale. Inoltre,<br />

un eccessivo accrescimento della spesa militare rischia <strong>di</strong> accelerare<br />

una corsa agli armamenti che provoca sacche <strong>di</strong> sottosviluppo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione,<br />

trasformandosi così paradossalmente in fattore <strong>di</strong> instabilità, <strong>di</strong><br />

tensione e <strong>di</strong> conflitti. Come ha sapientemente affermato il mio venerato<br />

Predecessore Paolo VI, «lo sviluppo è il nuovo nome della pace» [7]. Gli<br />

Stati sono pertanto chiamati ad una seria riflessione sulle più profonde ragioni<br />

dei conflitti, spesso accesi dall’ingiustizia, e a provvedervi con una<br />

coraggiosa autocritica. Se si giungerà ad un miglioramento dei rapporti,<br />

ciò dovrebbe consentire una riduzione delle spese per gli armamenti. Le risorse<br />

risparmiate potranno essere destinate a progetti <strong>di</strong> sviluppo delle persone<br />

e dei popoli più poveri e bisognosi: l’impegno profuso in tal senso è<br />

un impegno per la pace all’interno della famiglia umana.<br />

7. Un quinto ambito relativo alla lotta alla povertà materiale riguarda<br />

l’attuale crisi alimentare, che mette a repentaglio il sod<strong>di</strong>sfacimento dei bisogni<br />

<strong>di</strong> base. Tale crisi è caratterizzata non tanto da insufficienza <strong>di</strong> cibo,<br />

quanto da <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> accesso ad esso e da fenomeni speculativi e quin<strong>di</strong><br />

da carenza <strong>di</strong> un assetto <strong>di</strong> istituzioni politiche ed economiche in grado <strong>di</strong><br />

fronteggiare le necessità e le emergenze. La malnutrizione può anche provocare<br />

gravi danni psicofisici alle popolazioni, privando molte persone<br />

delle energie necessarie per uscire, senza speciali aiuti, dalla loro situazione<br />

<strong>di</strong> povertà. E questo contribuisce ad allargare la forbice delle <strong>di</strong>suguaglianze,<br />

provocando reazioni che rischiano <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare violente. I dati<br />

sull’andamento della povertà relativa negli ultimi decenni in<strong>di</strong>cano tutti un<br />

14 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


aumento del <strong>di</strong>vario tra ricchi e poveri. Cause principali <strong>di</strong> tale fenomeno<br />

sono senza dubbio, da una parte, il cambiamento tecnologico, i cui benefici<br />

si concentrano nella fascia più alta della <strong>di</strong>stribuzione del red<strong>di</strong>to e,<br />

dall’altra, la <strong>di</strong>namica dei prezzi dei prodotti industriali, che crescono molto<br />

più velocemente dei prezzi dei prodotti agricoli e delle materie prime in<br />

possesso dei Paesi più poveri. Capita così che la maggior parte della popolazione<br />

dei Paesi più poveri soffra <strong>di</strong> una doppia marginalizzazione, in<br />

termini sia <strong>di</strong> red<strong>di</strong>ti più bassi sia <strong>di</strong> prezzi più alti.<br />

Lotta alla povertà e solidarietà globale<br />

8. Una delle strade maestre per costruire la pace è una globalizzazione<br />

finalizzata agli interessi della grande famiglia umana [8]. Per governare<br />

la globalizzazione occorre però una forte solidarietà globale [9] tra<br />

Paesi ricchi e Paesi poveri, nonché all’interno dei singoli Paesi, anche se<br />

ricchi. È necessario un «co<strong>di</strong>ce etico comune» [10], le cui norme non abbiano<br />

solo un carattere convenzionale, ma siano ra<strong>di</strong>cate nella legge naturale<br />

inscritta dal Creatore nella coscienza <strong>di</strong> ogni essere umano (cfr Rm<br />

2,14-15). Non avverte forse ciascuno <strong>di</strong> noi nell’intimo della coscienza<br />

l’appello a recare il proprio contributo al bene comune e alla pace sociale?<br />

La globalizzazione elimina certe barriere, ma ciò non significa che non ne<br />

possa costruire <strong>di</strong> nuove; avvicina i popoli, ma la vicinanza spaziale e temporale<br />

non crea <strong>di</strong> per sé le con<strong>di</strong>zioni per una vera comunione e un’autentica<br />

pace. La marginalizzazione dei poveri del pianeta può trovare vali<strong>di</strong><br />

strumenti <strong>di</strong> riscatto nella globalizzazione solo se ogni uomo si sentirà personalmente<br />

ferito dalle ingiustizie esistenti nel mondo e dalle violazioni<br />

dei <strong>di</strong>ritti umani ad esse connesse. La Chiesa, che è «segno e strumento<br />

dell’intima unione con Dio e dell’unità <strong>di</strong> tutto il genere umano», [11] continuerà<br />

ad offrire il suo contributo affinché siano superate le ingiustizie e<br />

le incomprensioni e si giunga a costruire un mondo più pacifico e solidale.<br />

9. Nel campo del commercio internazionale e delle transazioni finanziarie,<br />

sono oggi in atto processi che permettono <strong>di</strong> integrare positivamente<br />

le economie, contribuendo al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni<br />

generali; ma ci sono anche processi <strong>di</strong> senso opposto, che <strong>di</strong>vidono e marginalizzano<br />

i popoli, creando pericolose premesse per guerre e conflitti.<br />

Nei decenni successivi alla seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, il commercio internazionale<br />

<strong>di</strong> beni e <strong>di</strong> servizi è cresciuto in modo straor<strong>di</strong>nariamente rapido,<br />

con un <strong>di</strong>namismo senza precedenti nella storia. Gran parte del<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 15


commercio mon<strong>di</strong>ale ha interessato i Paesi <strong>di</strong> antica industrializzazione,<br />

con la significativa aggiunta <strong>di</strong> molti Paesi emergenti, <strong>di</strong>ventati rilevanti.<br />

Ci sono però altri Paesi a basso red<strong>di</strong>to, che risultano ancora gravemente<br />

marginalizzati rispetto ai flussi commerciali. La loro crescita ha risentito<br />

negativamente del rapido declino, registrato negli ultimi decenni, dei prezzi<br />

dei prodotti primari, che costituiscono la quasi totalità delle loro esportazioni.<br />

In questi Paesi, per la gran parte africani, la <strong>di</strong>pendenza dalle esportazioni<br />

<strong>di</strong> prodotti primari continua a costituire un potente fattore <strong>di</strong> rischio.<br />

Vorrei qui rinnovare un appello perché tutti i Paesi abbiano le stesse possibilità<br />

<strong>di</strong> accesso al mercato mon<strong>di</strong>ale, evitando esclusioni e marginalizzazioni.<br />

10. Una riflessione simile può essere fatta per la finanza, che concerne<br />

uno degli aspetti primari del fenomeno della globalizzazione, grazie<br />

allo sviluppo dell’elettronica e alle politiche <strong>di</strong> liberalizzazione dei flussi<br />

<strong>di</strong> denaro tra i <strong>di</strong>versi Paesi. La funzione oggettivamente più importante<br />

della finanza, quella cioè <strong>di</strong> sostenere nel lungo termine la possibilità <strong>di</strong><br />

investimenti e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> sviluppo, si <strong>di</strong>mostra oggi quanto mai fragile: essa<br />

subisce i contraccolpi negativi <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> scambi finanziari – a livello<br />

nazionale e globale – basati su una logica <strong>di</strong> brevissimo termine, che persegue<br />

l’incremento del valore delle attività finanziarie e si concentra nella<br />

gestione tecnica delle <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> rischio. Anche la recente crisi <strong>di</strong>mostra<br />

come l’attività finanziaria sia a volte guidata da logiche puramente<br />

autoreferenziali e prive della considerazione, a lungo termine, del bene comune.<br />

L’appiattimento degli obiettivi degli operatori finanziari globali sul<br />

brevissimo termine riduce la capacità della finanza <strong>di</strong> svolgere la sua funzione<br />

<strong>di</strong> ponte tra il presente e il futuro, a sostegno della creazione <strong>di</strong> nuove<br />

opportunità <strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> lavoro nel lungo periodo. Una finanza appiattita<br />

sul breve e brevissimo termine <strong>di</strong>viene pericolosa per tutti, anche<br />

per chi riesce a beneficiarne durante le fasi <strong>di</strong> euforia finanziaria [12].<br />

11. Da tutto ciò emerge che la lotta alla povertà richiede una cooperazione<br />

sia sul piano economico che su quello giuri<strong>di</strong>co che permetta alla<br />

comunità internazionale e in particolare ai Paesi poveri <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare ed<br />

attuare soluzioni coor<strong>di</strong>nate per affrontare i suddetti problemi realizzando<br />

un efficace quadro giuri<strong>di</strong>co per l’economia. Richiede inoltre incentivi alla<br />

creazione <strong>di</strong> istituzioni efficienti e partecipate, come pure sostegni per lottare<br />

contro la criminalità e per promuovere una cultura della legalità. D’altra<br />

parte, non si può negare che le politiche marcatamente assistenzialiste<br />

siano all’origine <strong>di</strong> molti fallimenti nell’aiuto ai Paesi poveri. Investire<br />

16 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


nella formazione delle persone e sviluppare in modo integrato una specifica<br />

cultura dell’iniziativa sembra attualmente il vero progetto a me<strong>di</strong>o e<br />

lungo termine. Se le attività economiche hanno bisogno, per svilupparsi, <strong>di</strong><br />

un contesto favorevole, ciò non significa che l’attenzione debba essere <strong>di</strong>stolta<br />

dai problemi del red<strong>di</strong>to. Sebbene si sia opportunamente sottolineato<br />

che l’aumento del red<strong>di</strong>to pro capite non può costituire in assoluto il fine<br />

dell’azione politico-economica, non si deve però <strong>di</strong>menticare che esso rappresenta<br />

uno strumento importante per raggiungere l’obiettivo della lotta<br />

alla fame e alla povertà assoluta. Da questo punto <strong>di</strong> vista va sgomberato<br />

il campo dall’illusione che una politica <strong>di</strong> pura ri<strong>di</strong>stribuzione della ricchezza<br />

esistente possa risolvere il problema in maniera definitiva. In<br />

un’economia moderna, infatti, il valore della ricchezza <strong>di</strong>pende in misura<br />

determinante dalla capacità <strong>di</strong> creare red<strong>di</strong>to presente e futuro. La creazione<br />

<strong>di</strong> valore risulta perciò un vincolo inelu<strong>di</strong>bile, <strong>di</strong> cui si deve tener<br />

conto se si vuole lottare contro la povertà materiale in modo efficace e duraturo.<br />

12. Mettere i poveri al primo posto comporta, infine, che si riservi<br />

uno spazio adeguato a una corretta logica economica da parte degli attori<br />

del mercato internazionale, ad una corretta logica politica da parte degli attori<br />

istituzionali e ad una corretta logica partecipativa capace <strong>di</strong> valorizzare<br />

la società civile locale e internazionale. Gli stessi organismi<br />

internazionali riconoscono oggi la preziosità e il vantaggio delle iniziative<br />

economiche della società civile o delle amministrazioni locali per la promozione<br />

del riscatto e dell’inclusione nella società <strong>di</strong> quelle fasce della popolazione<br />

che sono spesso al <strong>di</strong> sotto della soglia <strong>di</strong> povertà estrema e sono<br />

al tempo stesso <strong>di</strong>fficilmente raggiungibili dagli aiuti ufficiali. La storia<br />

dello sviluppo economico del XX secolo insegna che buone politiche <strong>di</strong><br />

sviluppo sono affidate alla responsabilità degli uomini e alla creazione <strong>di</strong><br />

positive sinergie tra mercati, società civile e Stati. In particolare, la società<br />

civile assume un ruolo cruciale in ogni processo <strong>di</strong> sviluppo, poiché lo sviluppo<br />

è essenzialmente un fenomeno culturale e la cultura nasce e si sviluppa<br />

nei luoghi del civile [13].<br />

13. Come ebbe ad affermare il mio venerato Predecessore Giovanni<br />

Paolo II, la globalizzazione «si presenta con una spiccata caratteristica <strong>di</strong><br />

ambivalenza» [14] e quin<strong>di</strong> va governata con oculata saggezza. Rientra in<br />

questa forma <strong>di</strong> saggezza il tenere primariamente in conto le esigenze dei<br />

poveri della terra, superando lo scandalo della sproporzione esistente tra i<br />

problemi della povertà e le misure che gli uomini pre<strong>di</strong>spongono per af-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 17


frontarli. La sproporzione è <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne sia culturale e politico che spirituale<br />

e morale. Ci si arresta infatti spesso alle cause superficiali e strumentali<br />

della povertà, senza raggiungere quelle che albergano nel cuore umano,<br />

come l’avi<strong>di</strong>tà e la ristrettezza <strong>di</strong> orizzonti. I problemi dello sviluppo, degli<br />

aiuti e della cooperazione internazionale vengono affrontati talora senza<br />

un vero coinvolgimento delle persone, ma come questioni tecniche, che si<br />

esauriscono nella pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> strutture, nella messa a punto <strong>di</strong> accor<strong>di</strong><br />

tariffari, nello stanziamento <strong>di</strong> anonimi finanziamenti. La lotta alla<br />

povertà ha invece bisogno <strong>di</strong> uomini e donne che vivano in profon<strong>di</strong>tà la<br />

fraternità e siano capaci <strong>di</strong> accompagnare persone, famiglie e comunità in<br />

percorsi <strong>di</strong> autentico sviluppo umano.<br />

Conclusione<br />

14. Nell’Enciclica Centesimus annus, Giovanni Paolo II ammoniva<br />

circa la necessità <strong>di</strong> «abbandonare la mentalità che considera i poveri –<br />

persone e popoli – come un fardello e come fasti<strong>di</strong>osi importuni, che pretendono<br />

<strong>di</strong> consumare quanto altri hanno prodotto». «I poveri – egli scriveva<br />

– chiedono il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> partecipare al go<strong>di</strong>mento dei beni materiali e<br />

<strong>di</strong> mettere a frutto la loro capacità <strong>di</strong> lavoro, creando così un mondo più<br />

giusto e per tutti più prospero» [15]. Nell’attuale mondo globale è sempre<br />

più evidente che si costruisce la pace solo se si assicura a tutti la possibilità<br />

<strong>di</strong> una crescita ragionevole: le <strong>di</strong>storsioni <strong>di</strong> sistemi ingiusti, infatti,<br />

prima o poi, presentano il conto a tutti. Solo la stoltezza può quin<strong>di</strong> indurre<br />

a costruire una casa dorata, ma con attorno il deserto o il degrado. La globalizzazione<br />

da sola è incapace <strong>di</strong> costruire la pace e, in molti casi, anzi,<br />

crea <strong>di</strong>visioni e conflitti. Essa rivela piuttosto un bisogno: quello <strong>di</strong> essere<br />

orientata verso un obiettivo <strong>di</strong> profonda solidarietà che miri al bene <strong>di</strong><br />

ognuno e <strong>di</strong> tutti. In questo senso, la globalizzazione va vista come un’occasione<br />

propizia per realizzare qualcosa <strong>di</strong> importante nella lotta alla povertà<br />

e per mettere a <strong>di</strong>sposizione della giustizia e della pace risorse finora<br />

impensabili.<br />

15. Da sempre la dottrina sociale della Chiesa si è interessata dei poveri.<br />

Ai tempi dell’Enciclica Rerum novarum essi erano costituiti soprattutto<br />

dagli operai della nuova società industriale; nel magistero sociale <strong>di</strong><br />

Pio XI, <strong>di</strong> Pio XII, <strong>di</strong> Giovanni XXIII, <strong>di</strong> Paolo VI e <strong>di</strong> Giovanni Paolo II<br />

sono state messe in luce nuove povertà man mano che l’orizzonte della<br />

questione sociale si allargava, fino ad assumere <strong>di</strong>mensioni mon<strong>di</strong>ali [16].<br />

18 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


Questo allargamento della questione sociale alla globalità va considerato<br />

nel senso non solo <strong>di</strong> un’estensione quantitativa, ma anche <strong>di</strong> un approfon<strong>di</strong>mento<br />

qualitativo sull’uomo e sui bisogni della famiglia umana. Per<br />

questo la Chiesa, mentre segue con attenzione gli attuali fenomeni della<br />

globalizzazione e la loro incidenza sulle povertà umane, in<strong>di</strong>ca i nuovi<br />

aspetti della questione sociale, non solo in estensione, ma anche in profon<strong>di</strong>tà,<br />

in quanto concernenti l’identità dell’uomo e il suo rapporto con<br />

Dio. Sono principi <strong>di</strong> dottrina sociale che tendono a chiarire i nessi tra povertà<br />

e globalizzazione e ad orientare l’azione verso la costruzione della<br />

pace. Tra questi principi è il caso <strong>di</strong> ricordare qui, in modo particolare,<br />

l’«amore preferenziale per i poveri» [17], alla luce del primato della carità,<br />

testimoniato da tutta la tra<strong>di</strong>zione cristiana, a cominciare da quella della<br />

Chiesa delle origini (cfr At 4,32-36; 1 Cor 16,1; 2 Cor 8-9; Gal 2,10).<br />

«Ciascuno faccia la parte che gli spetta e non indugi», scriveva nel<br />

1891 Leone XIII, aggiungendo: «Quanto alla Chiesa, essa non lascerà mancare<br />

mai e in nessun modo l’opera sua» [18]. Questa consapevolezza accompagna<br />

anche oggi l’azione della Chiesa verso i poveri, nei quali vede<br />

Cristo [19], sentendo risuonare costantemente nel suo cuore il mandato del<br />

Principe della pace agli Apostoli: «Vos date illis manducare – date loro voi<br />

stessi da mangiare» (Lc 9,13). Fedele a quest’invito del suo Signore, la Comunità<br />

cristiana non mancherà pertanto <strong>di</strong> assicurare all’intera famiglia<br />

umana il proprio sostegno negli slanci <strong>di</strong> solidarietà creativa non solo per<br />

elargire il superfluo, ma soprattutto per cambiare «gli stili <strong>di</strong> vita, i modelli<br />

<strong>di</strong> produzione e <strong>di</strong> consumo, le strutture consolidate <strong>di</strong> potere che oggi<br />

reggono le società» [20]. Ad ogni <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Cristo, come anche ad ogni<br />

persona <strong>di</strong> buona volontà, rivolgo pertanto all’inizio <strong>di</strong> un nuovo anno il<br />

caldo invito ad allargare il cuore verso le necessità dei poveri e a fare<br />

quanto è concretamente possibile per venire in loro soccorso. Resta infatti<br />

incontestabilmente vero l’assioma secondo cui «combattere la povertà è<br />

costruire la pace».<br />

Dal Vaticano, 8 <strong>di</strong>cembre 2008<br />

BENEDICTUS PP. XVI<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 19


MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ<br />

BENEDETTO XVI<br />

PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE<br />

E DEL RIFUGIATO<br />

18 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

San Paolo migrante, Apostolo delle genti<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

quest’anno il Messaggio per la Giornata Mon<strong>di</strong>ale del Migrante e del<br />

Rifugiato ha come tema: “San Paolo migrante, Apostolo delle genti”, e<br />

prende spunto dalla felice coincidenza dell’Anno Giubilare da me indetto<br />

in onore dell’Apostolo in occasione del bimillenario della sua nascita. La<br />

pre<strong>di</strong>cazione e l’opera <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione fra le <strong>di</strong>verse culture e il Vangelo,<br />

operata da Paolo “migrante per vocazione”, costituiscono in effetti un significativo<br />

punto <strong>di</strong> riferimento anche per chi si trova coinvolto nel movimento<br />

migratorio contemporaneo.<br />

Nato in una famiglia <strong>di</strong> ebrei emigrati a Tarso <strong>di</strong> Cilicia, Saulo venne<br />

educato nella lingua e nella cultura ebraica ed ellenistica, valorizzando il<br />

contesto culturale romano. Dopo che sulla via <strong>di</strong> Damasco avvenne il suo<br />

incontro con Cristo (cfr Gal 1,13-16), egli, pur non rinnegando le proprie<br />

“tra<strong>di</strong>zioni” e nutrendo stima e gratitu<strong>di</strong>ne verso il Giudaismo e la Legge<br />

(cfr Rm 9,1-5; 10,1; 2 Cor 11,22; Gal 1,13-14; Fil 3,3-6), senza esitazioni e<br />

ripensamenti si de<strong>di</strong>cò alla nuova missione con coraggio ed entusiasmo, docile<br />

al comando del Signore: “Ti manderò lontano, tra i pagani” (At 22,21).<br />

La sua esistenza cambiò ra<strong>di</strong>calmente (cfr Fil 3,7-11): per lui Gesù <strong>di</strong>venne<br />

la ragion d’essere e il motivo ispiratore dell’impegno apostolico a servizio del<br />

Vangelo. Da persecutore dei cristiani si tramutò in apostolo <strong>di</strong> Cristo.<br />

Guidato dallo Spirito Santo, si pro<strong>di</strong>gò senza riserve, perché fosse annunciato<br />

a tutti, senza <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> nazionalità e <strong>di</strong> cultura, il Vangelo che<br />

è “potenza <strong>di</strong> Dio per la salvezza <strong>di</strong> chiunque crede, del Giudeo prima e poi<br />

del Greco” (Rm 1,16). Nei suoi viaggi apostolici, nonostante ripetute opposizioni,<br />

proclamava dapprima il Vangelo nelle sinagoghe, accordando<br />

20 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


attenzione innanzitutto ai suoi connazionali in <strong>di</strong>aspora (cfr At 18,4-6). Se<br />

da essi veniva rifiutato, si rivolgeva ai pagani, facendosi autentico “missionario<br />

dei migranti”, migrante lui stesso e itinerante ambasciatore <strong>di</strong> Gesù<br />

Cristo, per invitare ogni persona a <strong>di</strong>ventare, nel Figlio <strong>di</strong> Dio, «nuova<br />

creatura» (2 Cor 5,17).<br />

La proclamazione del kerygma gli fece attraversare i mari del Vicino<br />

Oriente e percorrere le strade dell’Europa, fino a giungere a Roma. Partì da<br />

Antiochia, dove il Vangelo fu annunciato a popolazioni non appartenenti al<br />

Giudaismo, e i <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Gesù per la prima volta furono chiamati “cristiani”<br />

(cfr At 11,20.26). La sua vita e la sua pre<strong>di</strong>cazione furono interamente<br />

orientate a far conoscere e amare Gesù da tutti, perché in Lui tutti i<br />

popoli sono chiamati a <strong>di</strong>ventare un solo popolo.<br />

Questa è, anche al presente, nell’era della globalizzazione, la missione<br />

della Chiesa e <strong>di</strong> ogni battezzato; missione che con attenta sollecitu<strong>di</strong>ne<br />

pastorale si <strong>di</strong>rige pure al variegato universo dei migranti – studenti fuori<br />

sede, immigrati, rifugiati, profughi, sfollati – includendo coloro che sono<br />

vittime delle schiavitù moderne, come ad esempio nella tratta degli esseri<br />

umani. Anche oggi va proposto il messaggio della salvezza con lo stesso<br />

atteggiamento dell’Apostolo delle genti, tenendo conto delle <strong>di</strong>verse situazioni<br />

sociali e culturali, e delle particolari <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> ciascuno in conseguenza<br />

della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> migrante e <strong>di</strong> itinerante. Formulo l’auspicio<br />

che ogni comunità cristiana possa nutrire il medesimo fervore apostolico<br />

<strong>di</strong> san Paolo che, pur <strong>di</strong> annunciare a tutti l’amore salvifico del Padre (Rm<br />

8,15-16; Gal 4,6) per “guadagnarne il maggior numero a Cristo» (1 Cor<br />

9,19) si fece “debole con i deboli ... tutto a tutti, per salvare ad ogni costo<br />

qualcuno» (1 Cor 9,22). Il suo esempio sia anche per noi <strong>di</strong> stimolo a farci<br />

solidali con questi nostri fratelli e sorelle e a promuovere, in ogni parte del<br />

mondo e con ogni mezzo, la pacifica convivenza fra etnie, culture e religioni<br />

<strong>di</strong>verse.<br />

Ma quale fu il segreto dell’Apostolo delle genti? Lo zelo missionario<br />

e la foga del lottatore, che lo contrad<strong>di</strong>stinsero, scaturivano dal fatto che<br />

egli, “conquistato da Cristo” (Fil 3,12), restò a Lui così intimamente unito<br />

da sentirsi partecipe della sua stessa vita, attraverso “la comunione con le<br />

sue sofferenze» (Fil 3,10; cfr anche Rm 8,17; 2Cor 4,8- 12; Col 1, 24). Qui<br />

è la sorgente dell’ardore apostolico <strong>di</strong> san Paolo, il quale racconta: “Colui<br />

che mi scelse fin dal seno <strong>di</strong> mia madre e mi chiamò con la sua grazia si<br />

compiacque <strong>di</strong> rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai<br />

pagani” (Gal 1,15-16; cfr anche Rm 15,15-16). Con Cristo si sentì “concrocifisso”,<br />

tanto da poter affermare: “Non sono più io che vivo, ma Cristo<br />

vive in me” (Gal 2,20). E nessuna <strong>di</strong>fficoltà gli impedì <strong>di</strong> proseguire<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 21


nella sua coraggiosa azione evangelizzatrice in città cosmopolite come<br />

Roma e Corinto che, in quel tempo, erano popolate da un mosaico <strong>di</strong> etnie<br />

e <strong>di</strong> culture.<br />

Leggendo gli Atti degli Apostoli e le Lettere che Paolo rivolge a vari destinatari,<br />

si coglie un modello <strong>di</strong> Chiesa non esclusiva, bensì aperta a tutti,<br />

formata da credenti senza <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong> razza: ogni battezzato<br />

è, in effetti, membro vivo dell’unico Corpo <strong>di</strong> Cristo. In tale ottica, la solidarietà<br />

fraterna, che si traduce in gesti quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, <strong>di</strong> compartecipazione<br />

e <strong>di</strong> sollecitu<strong>di</strong>ne gioiosa verso gli altri, acquista un rilievo<br />

singolare. Non è tuttavia possibile realizzare questa <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> fraterna<br />

accoglienza vicendevole, insegna sempre san Paolo, senza la <strong>di</strong>sponibilità<br />

all’ascolto e all’accoglienza della Parola pre<strong>di</strong>cata e praticata (cfr 1 Ts 1,6),<br />

Parola che sollecita tutti all’imitazione <strong>di</strong> Cristo (cfr Ef 5,1-2) nell’imitazione<br />

dell’Apostolo (cfr 1 Cor 11,1). E pertanto, più la comunità è unita a<br />

Cristo, più <strong>di</strong>viene sollecita nei confronti del prossimo, rifuggendo il giu<strong>di</strong>zio,<br />

il <strong>di</strong>sprezzo e lo scandalo, e aprendosi all’accoglienza reciproca , (cfr<br />

Rm 14,1-3; 15, 7) . Conformati a Cristo, i credenti si sentono in Lui “fratelli”,<br />

figli dello stesso Padre (Rm 8,14-16; Gal 3,26; 4,6). Questo tesoro <strong>di</strong><br />

fratellanza li rende “premurosi nell’ospitalità” (Rm 12,13), che è figlia primogenita<br />

dell’agapé (cfr 1 Tim 3,2; 5,10; Tt 1,8; Fm 17).<br />

Si realizza in tal modo la promessa del Signore: “Io vi accoglierò e<br />

sarò per voi come un padre e voi mi sarete come figli e figlie” (2 Cor 6,17-<br />

18). Se <strong>di</strong> questo siamo consapevoli, come non farci carico <strong>di</strong> quanti, in particolare<br />

fra rifugiati e profughi, si trovano in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>fficili e <strong>di</strong>sagiate?<br />

Come non andare incontro alle necessità <strong>di</strong> chi è <strong>di</strong> fatto più debole e in<strong>di</strong>feso,<br />

segnato da precarietà e da insicurezza, emarginato, spesso escluso<br />

dalla società? A loro va data prioritaria attenzione poiché, parafrasando un<br />

noto testo paolino, “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere<br />

i sapienti, ciò che nel mondo è ignobile e <strong>di</strong>sprezzato e ciò che è nulla<br />

per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti<br />

a Dio” (1 Cor 1,27-29).<br />

Cari fratelli e sorelle, la Giornata Mon<strong>di</strong>ale del Migrante e del Rifugiato,<br />

che si celebrerà il 18 <strong>gennaio</strong> 2009, sia per tutti uno stimolo a vivere<br />

in pienezza l’amore fraterno senza <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> sorta e senza <strong>di</strong>scriminazioni,<br />

nella convinzione che è nostro prossimo chiunque ha bisogno <strong>di</strong> noi<br />

e noi possiamo aiutarlo (cfr Deus caritas est, n. 15). L’insegnamento e<br />

l’esempio <strong>di</strong> san Paolo, umile-grande Apostolo e migrante, evangelizzatore<br />

<strong>di</strong> popoli e culture, ci sproni a comprendere che l’esercizio della carità<br />

costituisce il culmine e la sintesi dell’intera vita cristiana. Il<br />

comandamento dell’amore – noi lo sappiamo bene – si alimenta quando i<br />

22 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


<strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Cristo partecipano uniti alla mensa dell’Eucaristia che è, per<br />

eccellenza, il Sacramento della fraternità e dell’amore. E come Gesù nel<br />

Cenacolo, al dono dell’Eucaristia unì il comandamento nuovo dell’amore<br />

fraterno, così i suoi “amici”, seguendo le orme <strong>di</strong> Cristo, che si è fatto<br />

“servo” dell’umanità, e sostenuti dalla sua Grazia, non possono non... de<strong>di</strong>carsi<br />

al servizio vicendevole, facendosi carico gli uni degli altri secondo<br />

quanto lo stesso san Paolo raccomanda: “Portate i pesi gli uni degli altri,<br />

così adempirete la legge <strong>di</strong> Cristo” (Gal 6,2). Solo in questo modo cresce<br />

l’amore tra i credenti e verso tutti (cfr 1 Ts 3,12).<br />

Cari fratelli e sorelle, non stanchiamoci <strong>di</strong> proclamare e testimoniare<br />

questa “Buona Novella” con entusiasmo, senza paura e risparmio <strong>di</strong> energie!<br />

Nell’amore è condensato l’intero messaggio evangelico e gli autentici<br />

<strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Cristo si riconoscono dal mutuo loro amarsi e dalla loro<br />

accoglienza verso tutti. Ci ottenga questo dono l’Apostolo Paolo e specialmente<br />

Maria, Madre dell’accoglienza e dell’amore. Mentre invoco la<br />

protezione <strong>di</strong>vina su quanti sono impegnati nell’aiutare i migranti e, più in<br />

generale, sul vasto mondo dell’emigrazione, assicuro per ciascuno un costante<br />

ricordo nella preghiera ed imparto con affetto a tutti la Bene<strong>di</strong>zione<br />

Apostolica.<br />

Da Castel Gandolfo, 24 agosto 2008<br />

BENEDICTUS PP. XVI<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 23


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI<br />

PER LA XLIII GIORNATA MONDIALE<br />

DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI<br />

24 maggio 2009<br />

Nuove tecnologie, nuove relazioni.<br />

Promuovere una cultura <strong>di</strong> rispetto,<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> amicizia<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

in prossimità ormai della Giornata Mon<strong>di</strong>ale delle Comunicazioni Sociali,<br />

mi è caro rivolgermi a voi per esporvi alcune mie riflessioni sul tema<br />

scelto per quest’anno: Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una<br />

cultura <strong>di</strong> rispetto, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> amicizia. In effetti, le nuove tecnologie <strong>di</strong>gitali<br />

stanno determinando cambiamenti fondamentali nei modelli <strong>di</strong> comunicazione<br />

e nei rapporti umani. Questi cambiamenti sono particolarmente<br />

evidenti tra i giovani che sono cresciuti in stretto contatto con queste nuove<br />

tecniche <strong>di</strong> comunicazione e si sentono quin<strong>di</strong> a loro agio in un mondo <strong>di</strong>gitale<br />

che spesso sembra invece estraneo a quanti <strong>di</strong> noi, adulti, hanno dovuto<br />

imparare a capire ed apprezzare le opportunità che esso offre per la comunicazione.<br />

Nel messaggio <strong>di</strong> quest’anno, il mio pensiero va quin<strong>di</strong> in modo<br />

particolare a chi fa parte della cosiddetta generazione <strong>di</strong>gitale: con loro vorrei<br />

con<strong>di</strong>videre alcune idee sullo straor<strong>di</strong>nario potenziale delle nuove tecnologie,<br />

se usate per favorire la comprensione e la solidarietà umana. Tali<br />

tecnologie sono un vero dono per l’umanità: dobbiamo perciò far sì che i<br />

vantaggi che esse offrono siano messi al servizio <strong>di</strong> tutti gli esseri umani e<br />

<strong>di</strong> tutte le comunità, soprattutto <strong>di</strong> chi è bisognoso e vulnerabile.<br />

L’accessibilità <strong>di</strong> cellulari e computer, unita alla portata globale e alla<br />

capillarità <strong>di</strong> internet, ha creato una molteplicità <strong>di</strong> vie attraverso le quali<br />

è possibile inviare, in modo istantaneo, parole ed immagini ai più lontani<br />

ed isolati angoli del mondo: è, questa, chiaramente una possibilità impensabile<br />

per le precedenti generazioni. I giovani, in particolare, hanno colto<br />

l’enorme potenziale dei nuovi me<strong>di</strong>a nel favorire la connessione, la comu-<br />

24 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


nicazione e la comprensione tra in<strong>di</strong>vidui e comunità e li utilizzano per comunicare<br />

con i propri amici, per incontrarne <strong>di</strong> nuovi, per creare comunità<br />

e reti, per cercare informazioni e notizie, per con<strong>di</strong>videre le proprie idee e<br />

opinioni. Molti benefici derivano da questa nuova cultura della comunicazione:<br />

le famiglie possono restare in contatto anche se <strong>di</strong>vise da enormi <strong>di</strong>stanze,<br />

gli studenti e i ricercatori hanno un accesso più facile e imme<strong>di</strong>ato<br />

ai documenti, alle fonti e alle scoperte scientifiche e possono, pertanto, lavorare<br />

in équipe da luoghi <strong>di</strong>versi; inoltre la natura interattiva dei nuovi<br />

me<strong>di</strong>a facilita forme più <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> comunicazione,<br />

che contribuiscono al progresso sociale.<br />

Sebbene sia motivo <strong>di</strong> meraviglia la velocità con cui le nuove tecnologie<br />

si sono evolute in termini <strong>di</strong> affidabilità e <strong>di</strong> efficienza, la loro popolarità<br />

tra gli utenti non dovrebbe sorprenderci, poiché esse rispondono al desiderio<br />

fondamentale delle persone <strong>di</strong> entrare in rapporto le une con le altre.<br />

Questo desiderio <strong>di</strong> comunicazione e amicizia è ra<strong>di</strong>cato nella nostra stessa<br />

natura <strong>di</strong> esseri umani e non può essere adeguatamente compreso solo come<br />

risposta alle innovazioni tecnologiche. Alla luce del messaggio biblico, esso<br />

va letto piuttosto come riflesso della nostra partecipazione al comunicativo ed<br />

unificante amore <strong>di</strong> Dio, che vuol fare dell’intera umanità un’unica famiglia.<br />

Quando sentiamo il bisogno <strong>di</strong> avvicinarci ad altre persone, quando vogliamo<br />

conoscerle meglio e farci conoscere, stiamo rispondendo alla chiamata <strong>di</strong> Dio<br />

– una chiamata che è impressa nella nostra natura <strong>di</strong> esseri creati a immagine<br />

e somiglianza <strong>di</strong> Dio, il Dio della comunicazione e della comunione.<br />

Il desiderio <strong>di</strong> connessione e l’istinto <strong>di</strong> comunicazione, che sono così<br />

scontati nella cultura contemporanea, non sono in verità che manifestazioni<br />

moderne della fondamentale e costante propensione degli esseri umani ad<br />

andare oltre se stessi per entrare in rapporto con gli altri. In realtà, quando<br />

ci apriamo agli altri, noi portiamo a compimento i nostri bisogni più profon<strong>di</strong><br />

e <strong>di</strong>ventiamo più pienamente umani. Amare è, infatti, ciò per cui siamo<br />

stati progettati dal Creatore. Naturalmente, non parlo <strong>di</strong> passeggere, superficiali<br />

relazioni; parlo del vero amore, che costituisce il centro dell’insegnamento<br />

morale <strong>di</strong> Gesù: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore<br />

e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” e<br />

“Amerai il tuo prossimo come te stesso” (cfr Mc 12,30-31). In questa luce,<br />

riflettendo sul significato delle nuove tecnologie, è importante considerare<br />

non solo la loro indubbia capacità <strong>di</strong> favorire il contatto tra le persone, ma<br />

anche la qualità dei contenuti che esse sono chiamate a mettere in circolazione.<br />

Desidero incoraggiare tutte le persone <strong>di</strong> buona volontà, attive nel<br />

mondo emergente della comunicazione <strong>di</strong>gitale, perché si impegnino nel<br />

promuovere una cultura del rispetto, del <strong>di</strong>alogo, dell’amicizia.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 25


Pertanto, coloro che operano nel settore della produzione e della <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>di</strong> contenuti dei nuovi me<strong>di</strong>a non possono non sentirsi impegnati al rispetto<br />

della <strong>di</strong>gnità e del valore della persona umana. Se le nuove tecnologie<br />

devono servire al bene dei singoli e della società, quanti ne usano devono<br />

evitare la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> parole e immagini degradanti per l’essere umano,<br />

ed escludere quin<strong>di</strong> ciò che alimenta l’o<strong>di</strong>o e l’intolleranza, svilisce la bellezza<br />

e l’intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli in<strong>di</strong>fesi.<br />

Le nuove tecnologie hanno anche aperto la strada al <strong>di</strong>alogo tra persone<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti paesi, culture e religioni. La nuova arena <strong>di</strong>gitale, il cosiddetto<br />

cyberspace, permette <strong>di</strong> incontrarsi e <strong>di</strong> conoscere i valori e le tra<strong>di</strong>zioni degli<br />

altri. Simili incontri, tuttavia, per essere fecon<strong>di</strong>, richiedono forme oneste e<br />

corrette <strong>di</strong> espressione insieme ad un ascolto attento e rispettoso. Il <strong>di</strong>alogo<br />

deve essere ra<strong>di</strong>cato in una ricerca sincera e reciproca della verità, per realizzare<br />

la promozione dello sviluppo nella comprensione e nella tolleranza.<br />

La vita non è un semplice succedersi <strong>di</strong> fatti e <strong>di</strong> esperienze: è piuttosto ricerca<br />

del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le nostre<br />

scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e<br />

nel bello, troviamo felicità e gioia. Occorre non lasciarsi ingannare da quanti<br />

cercano semplicemente dei consumatori in un mercato <strong>di</strong> possibilità in<strong>di</strong>fferenziate,<br />

dove la scelta in se stessa <strong>di</strong>viene il bene, la novità si contrabbanda<br />

come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità.<br />

Il concetto <strong>di</strong> amicizia ha goduto <strong>di</strong> un rinnovato rilancio nel vocabolario<br />

delle reti sociali <strong>di</strong>gitali emerse negli ultimi anni. Tale concetto è una<br />

delle più nobili conquiste della cultura umana. Nelle nostre amicizie e attraverso<br />

<strong>di</strong> esse cresciamo e ci sviluppiamo come esseri umani. Proprio per<br />

questo la vera amicizia è stata da sempre ritenuta una delle ricchezze più<br />

gran<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui l’essere umano possa <strong>di</strong>sporre. Per questo motivo occorre essere<br />

attenti a non banalizzare il concetto e l’esperienza dell’amicizia. Sarebbe<br />

triste se il nostro desiderio <strong>di</strong> sostenere e sviluppare on-line le amicizie<br />

si realizzasse a spese della <strong>di</strong>sponibilità per la famiglia, per i vicini e per<br />

coloro che si incontrano nella realtà <strong>di</strong> ogni giorno, sul posto <strong>di</strong> lavoro, a<br />

scuola, nel tempo libero. Quando, infatti, il desiderio <strong>di</strong> connessione virtuale<br />

<strong>di</strong>venta ossessivo, la conseguenza è che la persona si isola, interrompendo<br />

la reale interazione sociale. Ciò finisce per <strong>di</strong>sturbare anche i modelli<br />

<strong>di</strong> riposo, <strong>di</strong> silenzio e <strong>di</strong> riflessione necessari per un sano sviluppo umano.<br />

L’amicizia è un grande bene umano, ma sarebbe svuotato del suo valore,<br />

se fosse considerato fine a se stesso. Gli amici devono sostenersi e incoraggiarsi<br />

l’un l’altro nello sviluppare i loro doni e talenti e nel metterli al servizio<br />

della comunità umana. In questo contesto, è gratificante vedere<br />

l’emergere <strong>di</strong> nuove reti <strong>di</strong>gitali che cercano <strong>di</strong> promuovere la solidarietà<br />

26 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


umana, la pace e la giustizia, i <strong>di</strong>ritti umani e il rispetto per la vita e il bene<br />

della creazione. Queste reti possono facilitare forme <strong>di</strong> cooperazione tra popoli<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi contesti geografici e culturali, consentendo loro <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re<br />

la comune umanità e il senso <strong>di</strong> corresponsabilità per il bene <strong>di</strong> tutti. Ci<br />

si deve tuttavia preoccupare <strong>di</strong> far sì che il mondo <strong>di</strong>gitale, in cui tali reti<br />

possono essere stabilite, sia un mondo veramente accessibile a tutti. Sarebbe<br />

un grave danno per il futuro dell’umanità, se i nuovi strumenti della comunicazione,<br />

che permettono <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre sapere e informazioni in maniera<br />

più rapida e efficace, non fossero resi accessibili a coloro che sono già economicamente<br />

e socialmente emarginati o se contribuissero solo a incrementare<br />

il <strong>di</strong>vario che separa i poveri dalle nuove reti che si stanno<br />

sviluppando al servizio dell’informazione e della socializzazione umana.<br />

Vorrei concludere questo messaggio rivolgendomi, in particolare, ai giovani<br />

cattolici, per esortarli a portare nel mondo <strong>di</strong>gitale la testimonianza della<br />

loro fede. Carissimi, sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura <strong>di</strong> questo<br />

nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra<br />

vita! Nei primi tempi della Chiesa, gli Apostoli e i loro <strong>di</strong>scepoli hanno<br />

portato la Buona Novella <strong>di</strong> Gesù nel mondo greco romano: come allora<br />

l’evangelizzazione, per essere fruttuosa, richiese l’attenta comprensione della<br />

cultura e dei costumi <strong>di</strong> quei popoli pagani nell’intento <strong>di</strong> toccarne le menti<br />

e i cuori, così ora l’annuncio <strong>di</strong> Cristo nel mondo delle nuove tecnologie suppone<br />

una loro approfon<strong>di</strong>ta conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo.<br />

A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con<br />

questi nuovi mezzi <strong>di</strong> comunicazione, spetta in particolare il compito della<br />

evangelizzazione <strong>di</strong> questo “continente <strong>di</strong>gitale”. Sappiate farvi carico con<br />

entusiasmo dell’annuncio del Vangelo ai vostri coetanei! Voi conoscete le<br />

loro paure e le loro speranze, i loro entusiasmi e le loro delusioni: il dono più<br />

prezioso che ad essi potete fare è <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre con loro la “buona novella”<br />

<strong>di</strong> un Dio che s’è fatto uomo, ha patito, è morto ed è risorto per salvare l’umanità.<br />

Il cuore umano anela ad un mondo in cui regni l’amore, dove i doni<br />

siano con<strong>di</strong>visi, dove si e<strong>di</strong>fichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato<br />

nella verità e dove l’identità <strong>di</strong> ciascuno sia realizzata in una comunione<br />

rispettosa. A queste attese la fede può dare risposta: siatene gli aral<strong>di</strong>!<br />

Il Papa vi è accanto con la sua preghiera e con la sua bene<strong>di</strong>zione.<br />

Dal Vaticano, 24 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

Festa <strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Sales<br />

BENEDICTUS PP. XVI<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 27


FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE<br />

XIII GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA<br />

OMELIA DEL SANTO PADRE<br />

BENEDETTO XVI<br />

Basilica Vaticana, Lunedì 2 febbraio 2009<br />

Signor Car<strong>di</strong>nale,<br />

venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,<br />

cari fratelli e sorelle!<br />

Con grande gioia vi incontro al termine del Santo Sacrificio della<br />

Messa, in questa Festa liturgica che, da tre<strong>di</strong>ci anni ormai, riunisce religiosi<br />

e religiose per la Giornata della Vita Consacrata. Saluto cor<strong>di</strong>almente<br />

il Car<strong>di</strong>nale Franc Rodé, con speciale riconoscenza a lui ed ai suoi collaboratori<br />

della Congregazione per gli Istituti <strong>di</strong> Vita Consacrata e le Società<br />

<strong>di</strong> Vita Apostolica per il servizio che rendono alla Santa Sede e a quello che<br />

chiamerei il “cosmo” della vita consacrata. Con affetto saluto i Superiori<br />

e le Superiore generali qui presenti e tutti voi, fratelli e sorelle, che sul modello<br />

della Vergine Maria portate nella Chiesa e nel mondo la luce <strong>di</strong> Cristo<br />

con la vostra testimonianza <strong>di</strong> persone consacrate. Faccio mie, in questo<br />

Anno Paolino, le parole dell’Apostolo: “Rendo grazie al mio Dio ogni volta<br />

che mi ricordo <strong>di</strong> voi. Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con<br />

gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno<br />

fino al presente” (Fil 1, 3-5). In questo saluto, in<strong>di</strong>rizzato alla comunità<br />

cristiana <strong>di</strong> Filippi, Paolo esprime il ricordo affettuoso che egli conserva <strong>di</strong><br />

quanti vivono personalmente il Vangelo e si impegnano a trasmetterlo,<br />

unendo alla cura della vita interiore la fatica della missione apostolica.<br />

Nella tra<strong>di</strong>zione della Chiesa, san Paolo è stato sempre riconosciuto<br />

padre e maestro <strong>di</strong> quanti, chiamati dal Signore, hanno fatto la scelta <strong>di</strong><br />

un’incon<strong>di</strong>zionata de<strong>di</strong>zione a Lui e al suo Vangelo. Diversi Istituti religiosi<br />

prendono da san Paolo il nome e da lui attingono un’ispirazione carismatica<br />

specifica. Si può <strong>di</strong>re che per tutti i consacrati e le consacrate egli<br />

ripete un invito schietto e affettuoso: “Diventate miei imitatori, come io lo<br />

sono <strong>di</strong> Cristo” (1 Cor 11, 1). Che cos’è infatti la vita consacrata se non<br />

28 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


un’imitazione ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> Gesù, una totale “sequela” <strong>di</strong> Lui? (cfr. Mt 19, 27-<br />

28). Ebbene, in tutto ciò Paolo rappresenta una me<strong>di</strong>azione pedagogica sicura:<br />

imitarlo nel seguire Gesù, carissimi, è via privilegiata per<br />

corrispondere fino in fondo alla vostra vocazione <strong>di</strong> speciale consacrazione<br />

nella Chiesa.<br />

Anzi, dalla sua stessa voce possiamo conoscere uno stile <strong>di</strong> vita che<br />

esprime la sostanza della vita consacrata ispirata ai consigli evangelici <strong>di</strong><br />

povertà, castità e obbe<strong>di</strong>enza. Nella vita <strong>di</strong> povertà egli vede la garanzia <strong>di</strong><br />

un annuncio del Vangelo realizzato in totale gratuità (cfr. 1 Cor 9, 1-23),<br />

mentre esprime, allo stesso tempo, la concreta solidarietà verso i fratelli<br />

nel bisogno. Al riguardo tutti conosciamo la decisione <strong>di</strong> Paolo <strong>di</strong> mantenersi<br />

con il lavoro delle sue mani e il suo impegno per la colletta a favore<br />

dei poveri <strong>di</strong> Gerusalemme (cfr. 1 Ts 2, 9; 2 Cor 8-9). Paolo è anche un<br />

apostolo che, accogliendo la chiamata <strong>di</strong> Dio alla castità, ha donato il cuore<br />

al Signore in maniera in<strong>di</strong>visa, per poter servire con ancor più grande libertà<br />

e de<strong>di</strong>zione i suoi fratelli (cfr. 1 Cor 7, 7; 2 Cor 11, 1-2); inoltre, in<br />

un mondo nel quale i valori della castità cristiana avevano scarsa citta<strong>di</strong>nanza<br />

(cfr. 1 Cor 6, 12-20), egli offre un sicuro riferimento <strong>di</strong> condotta.<br />

Quanto poi all’obbe<strong>di</strong>enza, basti notare che il compimento della volontà <strong>di</strong><br />

Dio e l’”assillo quoti<strong>di</strong>ano, la preoccupazione per tutte le chiese” (2 Cor 11,<br />

28) ne hanno animato, plasmato e consumato l’esistenza, resa sacrificio<br />

gra<strong>di</strong>to a Dio. Tutto questo lo porta a proclamare, come scrive ai Filippesi:<br />

“Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (Fil 1, 21).<br />

Altro aspetto fondamentale della vita consacrata <strong>di</strong> Paolo è la missione.<br />

Egli è tutto <strong>di</strong> Gesù per essere, come Gesù, <strong>di</strong> tutti; anzi, per essere<br />

Gesù per tutti: “Mi sono fatto tutto per tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno”<br />

(1 Cor 9, 22). A lui, così strettamente unito alla persona <strong>di</strong> Cristo, riconosciamo<br />

una profonda capacità <strong>di</strong> coniugare vita spirituale e azione<br />

missionaria; in lui le due <strong>di</strong>mensioni si richiamano reciprocamente. E così,<br />

possiamo <strong>di</strong>re che egli appartiene a quella schiera <strong>di</strong> “mistici costruttori”,<br />

la cui esistenza è insieme contemplativa ed attiva, aperta su Dio e sui fratelli<br />

per svolgere un efficace servizio al Vangelo. In questa tensione mistico-apostolica,<br />

mi piace rimarcare il coraggio dell’Apostolo <strong>di</strong> fronte al<br />

sacrificio nell’affrontare prove terribili, fino al martirio (cfr. 2 Cor 11, 16-<br />

33), la fiducia incrollabile basata sulle parole del suo Signore: “Ti basta la<br />

mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor<br />

12, 9-10). La sua esperienza spirituale ci appare così come la traduzione<br />

vissuta del mistero pasquale, che egli ha intensamente investigato ed annunciato<br />

come forma <strong>di</strong> vita del cristiano. Paolo vive per, con e in Cristo.<br />

“Sono stato crocifisso con Cristo – egli scrive –, e non vivo più io, ma Cri-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 29


sto vive in me” (Gal 2, 20); e ancora: “per me infatti il vivere è Cristo e il<br />

morire un guadagno” (Fil 1, 21).<br />

Questo spiega perché egli non si stanchi <strong>di</strong> esortare a fare in modo che<br />

la parola <strong>di</strong> Cristo abiti in noi nella sua ricchezza (cfr. Col 3, 16). Questo<br />

fa pensare all’invito a voi in<strong>di</strong>rizzato dalla recente Istruzione su Il servizio<br />

dell’autorità e l’obbe<strong>di</strong>enza, a cercare “ogni mattina il contatto vivo e costante<br />

con la Parola che in quel giorno è proclamata, me<strong>di</strong>tandola e custodendola<br />

nel cuore come tesoro, facendone la ra<strong>di</strong>ce d’ogni azione e il<br />

criterio primo d’ogni scelta” (n. 7). Auspico, pertanto, che l’Anno Paolino<br />

alimenti ancor più in voi il proposito <strong>di</strong> accogliere la testimonianza <strong>di</strong> san<br />

Paolo, me<strong>di</strong>tando ogni giorno la Parola <strong>di</strong> Dio con la pratica fedele della<br />

lectio <strong>di</strong>vina, pregando “con salmi, inni e canti ispirati, con gratitu<strong>di</strong>ne”<br />

(Col 3, 16). Egli vi aiuti inoltre a realizzare il vostro servizio apostolico<br />

nella e con la Chiesa con uno spirito <strong>di</strong> comunione senza riserve, facendo<br />

dono agli altri dei propri carismi (cfr. 1 Cor 14, 12), e testimoniando in<br />

primo luogo il carisma più grande che è la carità (cfr. 1 Cor 13).<br />

Cari fratelli e sorelle, l’o<strong>di</strong>erna liturgia ci esorta a guardare alla Vergine<br />

Maria, la “Consacrata” per eccellenza. Paolo parla <strong>di</strong> Lei con una formula<br />

concisa ma efficace, che ne descrive la grandezza e il compito: è la “donna”<br />

da cui, nella pienezza dei tempi, è nato il Figlio <strong>di</strong> Dio (cfr. Gal 4, 4). Maria<br />

è la madre che oggi al Tempio presenta il Figlio al Padre, dando seguito<br />

anche in questo atto al “sì” pronunciato al momento dell’Annunciazione.<br />

Sia ancora essa la madre che accompagna e sostiene noi, figli <strong>di</strong> Dio e figli<br />

suoi, nel compimento <strong>di</strong> un servizio generoso a Dio e ai fratelli. A tal fine,<br />

invoco la sua celeste intercessione, mentre <strong>di</strong> cuore imparto la Bene<strong>di</strong>zione<br />

Apostolica a tutti voi e alle vostre rispettive Famiglie religiose.<br />

30 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE<br />

BENEDETTO XVI<br />

PER LA XVII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO<br />

Cari fratelli e sorelle!<br />

la Giornata Mon<strong>di</strong>ale del Malato, che ricorre il prossimo 11 febbraio,<br />

memoria liturgica della Beata Maria Vergine <strong>di</strong> Lourdes, vedrà le Comunità<br />

<strong>di</strong>ocesane riunirsi con i propri Vescovi in momenti <strong>di</strong> preghiera, per riflettere<br />

e decidere iniziative <strong>di</strong> sensibilizzazione circa la realtà della<br />

sofferenza. L’Anno Paolino, che stiamo celebrando, offre l’occasione propizia<br />

per soffermarsi a me<strong>di</strong>tare con l’apostolo Paolo sul fatto che, “come<br />

abbondano le sofferenze del Cristo in noi, così per mezzo <strong>di</strong> Cristo abbonda<br />

anche la nostra consolazione” (2 Cor 1,5). Il collegamento spirituale<br />

con Lourdes richiama inoltre alla mente la materna sollecitu<strong>di</strong>ne della<br />

Madre <strong>di</strong> Gesù per i fratelli del suo Figlio “ancora peregrinanti e posti in<br />

mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata”<br />

(Lumen gentium, 62).<br />

Quest’anno la nostra attenzione si volge particolarmente ai bambini,<br />

le creature più deboli e in<strong>di</strong>fese e, tra questi, ai bambini malati e sofferenti.<br />

Ci sono piccoli esseri umani che portano nel corpo le conseguenze <strong>di</strong> malattie<br />

invalidanti, ed altri che lottano con mali oggi ancora inguaribili nonostante<br />

il progresso della me<strong>di</strong>cina e l’assistenza <strong>di</strong> vali<strong>di</strong> ricercatori e<br />

professionisti della salute. Ci sono bambini feriti nel corpo e nell’anima a<br />

seguito <strong>di</strong> conflitti e guerre, ed altri vittime innocenti dell’o<strong>di</strong>o <strong>di</strong> insensate<br />

persone adulte. Ci sono ragazzi “<strong>di</strong> strada”, privati del calore <strong>di</strong> una famiglia<br />

ed abbandonati a se stessi, e minori profanati da gente abietta che ne<br />

viola l’innocenza, provocando in loro una piaga psicologica che li segnerà<br />

per il resto della vita. Non possiamo poi <strong>di</strong>menticare l’incalcolabile numero<br />

dei minori che muoiono a causa della sete, della fame, della carenza<br />

<strong>di</strong> assistenza sanitaria, come pure i piccoli esuli e profughi dalla propria<br />

terra con i loro genitori alla ricerca <strong>di</strong> migliori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita. Da tutti<br />

questi bambini si leva un silenzioso grido <strong>di</strong> dolore che interpella la nostra<br />

coscienza <strong>di</strong> uomini e <strong>di</strong> credenti.<br />

La comunità cristiana, che non può restare in<strong>di</strong>fferente <strong>di</strong>nanzi a così<br />

drammatiche situazioni, avverte l’impellente dovere <strong>di</strong> intervenire. La<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 31


Chiesa, infatti, come ho scritto nell’Enciclica Deus caritas est, “è la famiglia<br />

<strong>di</strong> Dio nel mondo. In questa famiglia non deve esserci nessuno che<br />

soffra per mancanza del necessario” (25, b). Auspico, pertanto, che anche<br />

la Giornata Mon<strong>di</strong>ale del Malato offra l’opportunità alle comunità parrocchiali<br />

e <strong>di</strong>ocesane <strong>di</strong> prendere sempre più coscienza <strong>di</strong> essere “famiglia <strong>di</strong><br />

Dio”, e le incoraggi a rendere percepibile nei villaggi, nei quartieri e nelle<br />

città l’amore del Signore, il quale chiede “che nella Chiesa stessa, in quanto<br />

famiglia, nessun membro soffra perché nel bisogno” (ibid.). La testimonianza<br />

della carità fa parte della vita stessa <strong>di</strong> ogni comunità cristiana. E fin<br />

dall’inizio la Chiesa ha tradotto in gesti concreti i principi evangelici, come<br />

leggiamo negli Atti degli Apostoli. Oggi, date le mutate con<strong>di</strong>zioni dell’assistenza<br />

sanitaria, si avverte il bisogno <strong>di</strong> una più stretta collaborazione<br />

tra i professionisti della salute operanti nelle <strong>di</strong>verse istituzioni sanitarie e<br />

le comunità ecclesiali presenti sul territorio. In questa prospettiva, si conferma<br />

in tutto il suo valore un’istituzione collegata con la Santa Sede qual<br />

è l’Ospedale Pe<strong>di</strong>atrico Bambino Gesù, che celebra quest’anno i suoi 140<br />

anni <strong>di</strong> vita.<br />

Ma c’è <strong>di</strong> più. Poiché il bambino malato appartiene ad una famiglia<br />

che ne con<strong>di</strong>vide la sofferenza spesso con gravi <strong>di</strong>sagi e <strong>di</strong>fficoltà, le comunità<br />

cristiane non possono non farsi carico anche <strong>di</strong> aiutare i nuclei familiari<br />

colpiti dalla malattia <strong>di</strong> un figlio o <strong>di</strong> una figlia. Sull’esempio del<br />

“Buon Samaritano” occorre che ci si chini sulle persone così duramente<br />

provate e si offra loro il sostegno <strong>di</strong> una concreta solidarietà. In tal modo,<br />

l’accettazione e la con<strong>di</strong>visione della sofferenza si traduce in un utile supporto<br />

alle famiglie dei bambini malati, creando al loro interno un clima <strong>di</strong><br />

serenità e <strong>di</strong> speranza, e facendo sentire attorno a loro una più vasta famiglia<br />

<strong>di</strong> fratelli e sorelle in Cristo. La compassione <strong>di</strong> Gesù per il pianto<br />

della vedova <strong>di</strong> Nain (cfr Lc 7,12-17) e per l’implorante preghiera <strong>di</strong> Giairo<br />

(cfr Lc 8,41-56) costituiscono, tra gli altri, alcuni utili punti <strong>di</strong> riferimento<br />

per imparare a con<strong>di</strong>videre i momenti <strong>di</strong> pena fisica e morale <strong>di</strong> tante famiglie<br />

provate. Tutto ciò presuppone un amore <strong>di</strong>sinteressato e generoso,<br />

riflesso e segno dell’amore misericor<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> Dio, che mai abbandona i<br />

suoi figli nella prova, ma sempre li rifornisce <strong>di</strong> mirabili risorse <strong>di</strong> cuore e<br />

<strong>di</strong> intelligenza per essere in grado <strong>di</strong> fronteggiare adeguatamente le <strong>di</strong>fficoltà<br />

della vita.<br />

La de<strong>di</strong>zione quoti<strong>di</strong>ana e l’impegno senza sosta al servizio dei bambini<br />

malati costituiscono un’eloquente testimonianza <strong>di</strong> amore per la vita<br />

umana, in particolare per la vita <strong>di</strong> chi è debole e in tutto e per tutto <strong>di</strong>pendente<br />

dagli altri. Occorre affermare infatti con vigore l’assoluta e suprema<br />

<strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> ogni vita umana. Non muta, con il trascorrere dei tempi,<br />

32 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


l’insegnamento che la Chiesa incessantemente proclama: la vita umana è<br />

bella e va vissuta in pienezza anche quando è debole ed avvolta dal mistero<br />

della sofferenza. È a Gesù crocifisso che dobbiamo volgere il nostro<br />

sguardo: morendo in croce Egli ha voluto con<strong>di</strong>videre il dolore <strong>di</strong> tutta<br />

l’umanità. Nel suo soffrire per amore intrave<strong>di</strong>amo una suprema compartecipazione<br />

alle pene dei piccoli malati e dei loro genitori. Il mio venerato<br />

Predecessore Giovanni Paolo II, che dell’accettazione paziente della sofferenza<br />

ha offerto un esempio luminoso specialmente al tramonto della sua<br />

vita, ha scritto: “Sulla croce sta il «Redentore dell’uomo», l’Uomo dei dolori,<br />

che in sé ha assunto le sofferenze fisiche e morali degli uomini <strong>di</strong> tutti<br />

i tempi, affinché nell’amore possano trovare il senso salvifico del loro dolore<br />

e risposte valide a tutti i loro interrogativi” (Salvifici doloris, 31).<br />

Desidero qui esprimere il mio apprezzamento ed incoraggiamento alle<br />

Organizzazioni internazionali e nazionali che si prendono cura dei bambini<br />

malati, particolarmente nei Paesi poveri, e con generosità e abnegazione<br />

offrono il loro contributo per assicurare ad essi cure adeguate e<br />

amorevoli. Rivolgo al tempo stesso un accorato appello ai responsabili<br />

delle Nazioni perché vengano potenziate le leggi e i provve<strong>di</strong>menti in favore<br />

dei bambini malati e delle loro famiglie. Sempre, ma ancor più quando<br />

è in gioco la vita dei bambini, la Chiesa, per parte sua, si rende <strong>di</strong>sponibile<br />

ad offrire la sua cor<strong>di</strong>ale collaborazione nell’intento <strong>di</strong> trasformare tutta la<br />

civiltà umana in «civiltà dell’amore» (cfr Salvifici doloris, 30).<br />

Concludendo, vorrei esprimere la mia vicinanza spirituale a tutti voi,<br />

cari fratelli e sorelle, che soffrite <strong>di</strong> qualche malattia. Rivolgo un affettuoso<br />

saluto a quanti vi assistono: ai Vescovi, ai sacerdoti, alle persone consacrate,<br />

agli operatori sanitari, ai volontari e a tutti coloro che si de<strong>di</strong>cano<br />

con amore a curare e alleviare le sofferenze <strong>di</strong> chi è alle prese con la malattia.<br />

Un saluto tutto speciale è per voi, cari bambini malati e sofferenti: il<br />

Papa vi abbraccia con affetto paterno insieme con i vostri genitori e familiari,<br />

e vi assicura uno speciale ricordo nella preghiera, invitandovi a confidare<br />

nel materno aiuto dell’Immacolata Vergine Maria, che nel passato<br />

Natale abbiamo ancora una volta contemplato mentre stringe con gioia tra<br />

le braccia il Figlio <strong>di</strong> Dio fatto bambino. Nell’invocare su <strong>di</strong> voi e su ogni<br />

malato la materna protezione della Vergine Santa, Salute degli Infermi, a<br />

tutti imparto <strong>di</strong> cuore una speciale Bene<strong>di</strong>zione Apostolica.<br />

Dal Vaticano, 2 Febbraio 2009<br />

BENEDICTUS PP. XVI<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 33


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE<br />

BENEDETTO XVI<br />

PER LA QUARESIMA 2009<br />

Gesù, dopo aver <strong>di</strong>giunato quaranta giorni<br />

e quaranta notti, ebbe fame (Mt 4,2)<br />

Cari fratelli e sorelle!<br />

All’inizio della Quaresima, che costituisce un cammino <strong>di</strong> più intenso<br />

allenamento spirituale, la Liturgia ci ripropone tre pratiche penitenziali<br />

molto care alla tra<strong>di</strong>zione biblica e cristiana – la preghiera, l’elemosina, il<br />

<strong>di</strong>giuno – per <strong>di</strong>sporci a celebrare meglio la Pasqua e a fare così esperienza<br />

della potenza <strong>di</strong> Dio che, come ascolteremo nella Veglia pasquale, “sconfigge<br />

il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia<br />

agli afflitti. Dissipa l’o<strong>di</strong>o, piega la durezza dei potenti, promuove la concor<strong>di</strong>a<br />

e la pace” (Preconio pasquale). Nel consueto mio Messaggio quaresimale,<br />

vorrei soffermarmi quest’anno a riflettere in particolare sul valore<br />

e sul senso del <strong>di</strong>giuno. La Quaresima infatti richiama alla mente i quaranta<br />

giorni <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno vissuti dal Signore nel deserto prima <strong>di</strong> intraprendere<br />

la sua missione pubblica. Leggiamo nel Vangelo: “Gesù fu condotto<br />

dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal <strong>di</strong>avolo. Dopo aver <strong>di</strong>giunato<br />

quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame” (Mt 4,1-2). Come<br />

Mosè prima <strong>di</strong> ricevere le Tavole della Legge (cfr Es 34,28), come Elia<br />

prima <strong>di</strong> incontrare il Signore sul monte Oreb (cfr 1 Re 19,8), così Gesù<br />

pregando e <strong>di</strong>giunando si preparò alla sua missione, il cui inizio fu un duro<br />

scontro con il tentatore.<br />

Possiamo domandarci quale valore e quale senso abbia per noi cristiani<br />

il privarci <strong>di</strong> un qualcosa che sarebbe in se stesso buono e utile per il nostro<br />

sostentamento. Le Sacre Scritture e tutta la tra<strong>di</strong>zione cristiana insegnano<br />

che il <strong>di</strong>giuno è <strong>di</strong> grande aiuto per evitare il peccato e tutto ciò che<br />

ad esso induce. Per questo nella storia della salvezza ricorre più volte l’invito<br />

a <strong>di</strong>giunare. Già nelle prime pagine della Sacra Scrittura il Signore comanda<br />

all’uomo <strong>di</strong> astenersi dal consumare il frutto proibito: “Tu potrai<br />

mangiare <strong>di</strong> tutti gli alberi del giar<strong>di</strong>no, ma dell’albero della conoscenza del<br />

34 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


ene e del male non devi mangiare perché, nel giorno in cui tu ne mangerai,<br />

certamente dovrai morire” (Gn 2,16-17). Commentando l’ingiunzione<br />

<strong>di</strong>vina, san Basilio osserva che “il <strong>di</strong>giuno è stato or<strong>di</strong>nato in Para<strong>di</strong>so”, e<br />

“il primo comando in tal senso è stato dato ad Adamo”. Egli pertanto conclude:<br />

“Il ‘non devi mangiare’ è, dunque, la legge del <strong>di</strong>giuno e dell’astinenza”<br />

(cfr Sermo de jejunio: PG 31, 163, 98). Poiché tutti siamo<br />

appesantiti dal peccato e dalle sue conseguenze, il <strong>di</strong>giuno ci viene offerto<br />

come un mezzo per riannodare l’amicizia con il Signore. Così fece Esdra<br />

prima del viaggio <strong>di</strong> ritorno dall’esilio alla Terra Promessa, invitando il<br />

popolo riunito a <strong>di</strong>giunare “per umiliarci – <strong>di</strong>sse – davanti al nostro Dio”<br />

(8,21). L’Onnipotente ascoltò la loro preghiera e assicurò il suo favore e la<br />

sua protezione. Altrettanto fecero gli abitanti <strong>di</strong> Ninive che, sensibili all’appello<br />

<strong>di</strong> Giona al pentimento, proclamarono, quale testimonianza della<br />

loro sincerità, un <strong>di</strong>giuno <strong>di</strong>cendo: “Chi sa che Dio non cambi, si ravveda,<br />

deponga il suo ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!” (3,9). Anche<br />

allora Dio vide le loro opere e li risparmiò.<br />

Nel Nuovo Testamento, Gesù pone in luce la ragione profonda del <strong>di</strong>giuno,<br />

stigmatizzando l’atteggiamento dei farisei, i quali osservavano con<br />

scrupolo le prescrizioni imposte dalla legge, ma il loro cuore era lontano<br />

da Dio. Il vero <strong>di</strong>giuno, ripete anche altrove il <strong>di</strong>vino Maestro, è piuttosto<br />

compiere la volontà del Padre celeste, il quale “vede nel segreto, e ti ricompenserà”<br />

(Mt 6,18). Egli stesso ne dà l’esempio rispondendo a satana,<br />

al termine dei 40 giorni passati nel deserto, che “non <strong>di</strong> solo pane vivrà<br />

l’uomo, ma <strong>di</strong> ogni parola che esce dalla bocca <strong>di</strong> Dio” (Mt 4,4). Il vero <strong>di</strong>giuno<br />

è dunque finalizzato a mangiare il “vero cibo”, che è fare la volontà<br />

del Padre (cfr Gv 4,34). Se pertanto Adamo <strong>di</strong>sobbedì al comando del Signore<br />

“<strong>di</strong> non mangiare del frutto dell’albero della conoscenza del bene e<br />

del male”, con il <strong>di</strong>giuno il credente intende sottomettersi umilmente a Dio,<br />

confidando nella sua bontà e misericor<strong>di</strong>a.<br />

Troviamo la pratica del <strong>di</strong>giuno molto presente nella prima comunità<br />

cristiana (cfr At 13,3; 14,22; 27,21; 2 Cor 6,5). Anche i Padri della Chiesa<br />

parlano della forza del <strong>di</strong>giuno, capace <strong>di</strong> tenere a freno il peccato, reprimere<br />

le bramosie del “vecchio Adamo”, ed aprire nel cuore del credente la<br />

strada a Dio. Il <strong>di</strong>giuno è inoltre una pratica ricorrente e raccomandata dai<br />

santi <strong>di</strong> ogni epoca. Scrive san Pietro Crisologo: “Il <strong>di</strong>giuno è l’anima della<br />

preghiera e la misericor<strong>di</strong>a la vita del <strong>di</strong>giuno, perciò chi prega <strong>di</strong>giuni.<br />

Chi <strong>di</strong>giuna abbia misericor<strong>di</strong>a. Chi nel domandare desidera <strong>di</strong> essere esau<strong>di</strong>to,<br />

esau<strong>di</strong>sca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso <strong>di</strong> sé<br />

il cuore <strong>di</strong> Dio non chiuda il suo a chi lo supplica” (Sermo 43: PL 52, 320.<br />

332).<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 35


Ai nostri giorni, la pratica del <strong>di</strong>giuno pare aver perso un po’ della sua<br />

valenza spirituale e aver acquistato piuttosto, in una cultura segnata dalla<br />

ricerca del benessere materiale, il valore <strong>di</strong> una misura terapeutica per la<br />

cura del proprio corpo. Digiunare giova certamente al benessere fisico, ma<br />

per i credenti è in primo luogo una “terapia” per curare tutto ciò che impe<strong>di</strong>sce<br />

loro <strong>di</strong> conformare se stessi alla volontà <strong>di</strong> Dio. Nella Costituzione<br />

apostolica Pænitemini del 1966, il Servo <strong>di</strong> Dio Paolo VI ravvisava la necessità<br />

<strong>di</strong> collocare il <strong>di</strong>giuno nel contesto della chiamata <strong>di</strong> ogni cristiano<br />

a “non più vivere per se stesso, ma per colui che lo amò e <strong>di</strong>ede se stesso<br />

per lui, e ... anche a vivere per i fratelli” (cfr Cap. I). La Quaresima potrebbe<br />

essere un’occasione opportuna per riprendere le norme contenute<br />

nella citata Costituzione apostolica, valorizzando il significato autentico e<br />

perenne <strong>di</strong> quest’antica pratica penitenziale, che può aiutarci a mortificare<br />

il nostro egoismo e ad aprire il cuore all’amore <strong>di</strong> Dio e del prossimo, primo<br />

e sommo comandamento della nuova Legge e compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tutto il Vangelo<br />

(cfr Mt 22,34-40).<br />

La fedele pratica del <strong>di</strong>giuno contribuisce inoltre a conferire unità alla<br />

persona, corpo ed anima, aiutandola ad evitare il peccato e a crescere nell’intimità<br />

con il Signore. Sant’Agostino, che ben conosceva le proprie inclinazioni<br />

negative e le definiva “nodo tortuoso e aggrovigliato”<br />

(Confessioni, II, 10.18), nel suo trattato L’utilità del <strong>di</strong>giuno, scriveva: “Mi<br />

dò certo un supplizio, ma perché Egli mi perdoni; da me stesso mi castigo<br />

perché Egli mi aiuti, per piacere ai suoi occhi, per arrivare al <strong>di</strong>letto della<br />

sua dolcezza” (Sermo 400, 3, 3: PL 40, 708). Privarsi del cibo materiale che<br />

nutre il corpo facilita un’interiore <strong>di</strong>sposizione ad ascoltare Cristo e a nutrirsi<br />

della sua parola <strong>di</strong> salvezza. Con il <strong>di</strong>giuno e la preghiera permettiamo<br />

a Lui <strong>di</strong> venire a saziare la fame più profonda che sperimentiamo<br />

nel nostro intimo: la fame e sete <strong>di</strong> Dio.<br />

Al tempo stesso, il <strong>di</strong>giuno ci aiuta a prendere coscienza della situazione<br />

in cui vivono tanti nostri fratelli. Nella sua Prima Lettera san Giovanni<br />

ammonisce: “Se uno ha ricchezze <strong>di</strong> questo mondo e vedendo il suo<br />

fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore<br />

<strong>di</strong> Dio?” (3,17). Digiunare volontariamente ci aiuta a coltivare lo stile del<br />

Buon Samaritano, che si china e va in soccorso del fratello sofferente (cfr<br />

Enc. Deus caritas est, 15). Scegliendo liberamente <strong>di</strong> privarci <strong>di</strong> qualcosa<br />

per aiutare gli altri, mostriamo concretamente che il prossimo in <strong>di</strong>fficoltà<br />

non ci è estraneo. Proprio per mantenere vivo questo atteggiamento <strong>di</strong> accoglienza<br />

e <strong>di</strong> attenzione verso i fratelli, incoraggio le parrocchie ed ogni<br />

altra comunità ad intensificare in Quaresima la pratica del <strong>di</strong>giuno personale<br />

e comunitario, coltivando altresì l’ascolto della Parola <strong>di</strong> Dio, la pre-<br />

36 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


ghiera e l’elemosina. Questo è stato, sin dall’inizio, lo stile della comunità<br />

cristiana, nella quale venivano fatte speciali collette (cfr 2 Cor 8-9; Rm 15,<br />

25-27), e i fedeli erano invitati a dare ai poveri quanto, grazie al <strong>di</strong>giuno,<br />

era stato messo da parte (cfr Didascalia Ap., V, 20,18). Anche oggi tale<br />

pratica va riscoperta ed incoraggiata, soprattutto durante il tempo liturgico<br />

quaresimale.<br />

Da quanto ho detto emerge con grande chiarezza che il <strong>di</strong>giuno rappresenta<br />

una pratica ascetica importante, un’arma spirituale per lottare contro<br />

ogni eventuale attaccamento <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato a noi stessi. Privarsi<br />

volontariamente del piacere del cibo e <strong>di</strong> altri beni materiali, aiuta il <strong>di</strong>scepolo<br />

<strong>di</strong> Cristo a controllare gli appetiti della natura indebolita dalla colpa<br />

d’origine, i cui effetti negativi investono l’intera personalità umana. Opportunamente<br />

esorta un antico inno liturgico quaresimale: “Utamur ergo<br />

parcius, / verbis, cibis et potibus, / somno, iocis et arctius / perstemus in custo<strong>di</strong>a<br />

- Usiamo in modo più sobrio parole, cibi, bevande, sonno e giochi,<br />

e rimaniamo con maggior attenzione vigilanti”.<br />

Cari fratelli e sorelle, a ben vedere il <strong>di</strong>giuno ha come sua ultima finalità<br />

<strong>di</strong> aiutare ciascuno <strong>di</strong> noi, come scriveva il Servo <strong>di</strong> Dio Papa Giovanni<br />

Paolo II, a fare <strong>di</strong> sé dono totale a Dio (cfr Enc. Veritatis splendor, 21). La<br />

Quaresima sia pertanto valorizzata in ogni famiglia e in ogni comunità cristiana<br />

per allontanare tutto ciò che <strong>di</strong>strae lo spirito e per intensificare ciò<br />

che nutre l’anima aprendola all’amore <strong>di</strong> Dio e del prossimo. Penso in particolare<br />

ad un maggior impegno nella preghiera, nella lectio <strong>di</strong>vina, nel ricorso<br />

al Sacramento della Riconciliazione e nell’attiva partecipazione<br />

all’Eucaristia, soprattutto alla Santa Messa domenicale. Con questa interiore<br />

<strong>di</strong>sposizione entriamo nel clima penitenziale della Quaresima. Ci accompagni<br />

la Beata Vergine Maria, Causa nostrae laetitiae, e ci sostenga<br />

nello sforzo <strong>di</strong> liberare il nostro cuore dalla schiavitù del peccato per renderlo<br />

sempre più “tabernacolo vivente <strong>di</strong> Dio”. Con questo augurio, mentre<br />

assicuro la mia preghiera perché ogni credente e ogni comunità<br />

ecclesiale percorra un proficuo itinerario quaresimale, imparto <strong>di</strong> cuore a<br />

tutti la Bene<strong>di</strong>zione Apostolica.<br />

Dal Vaticano, 11 Dicembre 2008<br />

BENEDICTUS PP. XVI<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 37


LETTERA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI<br />

AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA<br />

RIGUARDO ALLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA<br />

DEI 4 VESCOVI CONSACRATI<br />

DALL’ARCIVESCOVO LEFEBVRE<br />

Cari Confratelli nel ministero episcopale!<br />

La remissione della scomunica ai quattro Vescovi, consacrati nell’anno<br />

1988 dall’Arcivescovo Lefebvre senza mandato della Santa Sede,<br />

per molteplici ragioni ha suscitato all’interno e fuori della Chiesa Cattolica<br />

una <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> una tale veemenza quale da molto tempo non si era più<br />

sperimentata. Molti Vescovi si sono sentiti perplessi davanti a un avvenimento<br />

verificatosi inaspettatamente e <strong>di</strong>fficile da inquadrare positivamente<br />

nelle questioni e nei compiti della Chiesa <strong>di</strong> oggi. Anche se molti Vescovi<br />

e fedeli in linea <strong>di</strong> principio erano <strong>di</strong>sposti a valutare in modo positivo la<br />

<strong>di</strong>sposizione del Papa alla riconciliazione, a ciò tuttavia si contrapponeva<br />

la questione circa la convenienza <strong>di</strong> un simile gesto a fronte delle vere urgenze<br />

<strong>di</strong> una vita <strong>di</strong> fede nel nostro tempo. Alcuni gruppi, invece, accusavano<br />

apertamente il Papa <strong>di</strong> voler tornare in<strong>di</strong>etro, a prima del Concilio: si<br />

scatenava così una valanga <strong>di</strong> proteste, la cui amarezza rivelava ferite risalenti<br />

al <strong>di</strong> là del momento. Mi sento perciò spinto a rivolgere a voi, cari<br />

Confratelli, una parola chiarificatrice, che deve aiutare a comprendere le intenzioni<br />

che in questo passo hanno guidato me e gli organi competenti della<br />

Santa Sede. Spero <strong>di</strong> contribuire in questo modo alla pace nella Chiesa.<br />

Una <strong>di</strong>savventura per me impreve<strong>di</strong>bile è stata il fatto che il caso Williamson<br />

si è sovrapposto alla remissione della scomunica. Il gesto <strong>di</strong>screto<br />

<strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a verso quattro Vescovi, or<strong>di</strong>nati validamente ma non legittimamente,<br />

è apparso all’improvviso come una cosa totalmente <strong>di</strong>versa:<br />

come la smentita della riconciliazione tra cristiani ed ebrei, e quin<strong>di</strong> come<br />

la revoca <strong>di</strong> ciò che in questa materia il Concilio aveva chiarito per il cammino<br />

della Chiesa. Un invito alla riconciliazione con un gruppo ecclesiale<br />

implicato in un processo <strong>di</strong> separazione si trasformò così nel suo contrario:<br />

un apparente ritorno in<strong>di</strong>etro rispetto a tutti i passi <strong>di</strong> riconciliazione tra<br />

cristiani ed ebrei fatti a partire dal Concilio – passi la cui con<strong>di</strong>visione e<br />

promozione fin dall’inizio era stato un obiettivo del mio personale lavoro<br />

38 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


teologico. Che questo sovrapporsi <strong>di</strong> due processi contrapposti sia successo<br />

e per un momento abbia <strong>di</strong>sturbato la pace tra cristiani ed ebrei come pure<br />

la pace all’interno della Chiesa, è cosa che posso soltanto deplorare profondamente.<br />

Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili<br />

me<strong>di</strong>ante l’internet avrebbe dato la possibilità <strong>di</strong> venir<br />

tempestivamente a conoscenza del problema. Ne traggo la lezione che in<br />

futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a quella fonte <strong>di</strong><br />

notizie. Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo<br />

avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato <strong>di</strong><br />

dovermi colpire con un’ostilità pronta all’attacco. Proprio per questo ringrazio<br />

tanto più gli amici ebrei che hanno aiutato a togliere <strong>di</strong> mezzo prontamente<br />

il malinteso e a ristabilire l’atmosfera <strong>di</strong> amicizia e <strong>di</strong> fiducia, che<br />

– come nel tempo <strong>di</strong> Papa Giovanni Paolo II – anche durante tutto il periodo<br />

del mio pontificato è esistita e, grazie a Dio, continua ad esistere.<br />

Un altro sbaglio, per il quale mi rammarico sinceramente, consiste nel<br />

fatto che la portata e i limiti del provve<strong>di</strong>mento del 21 <strong>gennaio</strong> 2009 non<br />

sono stati illustrati in modo sufficientemente chiaro al momento della sua<br />

pubblicazione. La scomunica colpisce persone, non istituzioni. Un’Or<strong>di</strong>nazione<br />

episcopale senza il mandato pontificio significa il pericolo <strong>di</strong> uno<br />

scisma, perché mette in questione l’unità del collegio episcopale con il<br />

Papa. Perciò la Chiesa deve reagire con la punizione più dura, la scomunica,<br />

al fine <strong>di</strong> richiamare le persone punite in questo modo al pentimento<br />

e al ritorno all’unità. A vent’anni dalle Or<strong>di</strong>nazioni, questo obiettivo purtroppo<br />

non è stato ancora raggiunto. La remissione della scomunica mira<br />

allo stesso scopo a cui serve la punizione: invitare i quattro Vescovi ancora<br />

una volta al ritorno. Questo gesto era possibile dopo che gli interessati avevano<br />

espresso il loro riconoscimento in linea <strong>di</strong> principio del Papa e della<br />

sua potestà <strong>di</strong> Pastore, anche se con delle riserve in materia <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza<br />

alla sua autorità dottrinale e a quella del Concilio. Con ciò ritorno alla <strong>di</strong>stinzione<br />

tra persona ed istituzione. La remissione della scomunica era un<br />

provve<strong>di</strong>mento nell’ambito della <strong>di</strong>sciplina ecclesiastica: le persone venivano<br />

liberate dal peso <strong>di</strong> coscienza costituito dalla punizione ecclesiastica<br />

più grave. Occorre <strong>di</strong>stinguere questo livello <strong>di</strong>sciplinare dall’ambito dottrinale.<br />

Il fatto che la Fraternità San Pio X non possieda una posizione canonica<br />

nella Chiesa, non si basa in fin dei conti su ragioni <strong>di</strong>sciplinari ma<br />

dottrinali. Finché la Fraternità non ha una posizione canonica nella Chiesa,<br />

anche i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa. Bisogna<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere tra il livello <strong>di</strong>sciplinare, che concerne le persone<br />

come tali, e il livello dottrinale in cui sono in questione il ministero e l’istituzione.<br />

Per precisarlo ancora una volta: finché le questioni concernenti la<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 39


dottrina non sono chiarite, la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella<br />

Chiesa, e i suoi ministri – anche se sono stati liberati dalla punizione ecclesiastica<br />

– non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa.<br />

Alla luce <strong>di</strong> questa situazione è mia intenzione <strong>di</strong> collegare in futuro la<br />

Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” – istituzione dal 1988 competente<br />

per quelle comunità e persone che, provenendo dalla Fraternità San Pio X<br />

o da simili raggruppamenti, vogliono tornare nella piena comunione col<br />

Papa – con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Con ciò viene<br />

chiarito che i problemi che devono ora essere trattati sono <strong>di</strong> natura essenzialmente<br />

dottrinale e riguardano soprattutto l’accettazione del Concilio<br />

Vaticano II e del magistero post-conciliare dei Papi. Gli organismi collegiali<br />

con i quali la Congregazione stu<strong>di</strong>a le questioni che si presentano<br />

(specialmente la consueta adunanza dei Car<strong>di</strong>nali al mercoledì e la Plenaria<br />

annuale o biennale) garantiscono il coinvolgimento dei Prefetti <strong>di</strong> varie<br />

Congregazioni romane e dei rappresentanti dell’Episcopato mon<strong>di</strong>ale nelle<br />

decisioni da prendere. Non si può congelare l’autorità magisteriale della<br />

Chiesa all’anno 1962 – ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni<br />

<strong>di</strong> coloro che si segnalano come gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fensori del Concilio deve essere<br />

pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera<br />

storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere obbe<strong>di</strong>ente al Concilio, deve<br />

accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le ra<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong> cui l’albero vive.<br />

Spero, cari Confratelli, che con ciò sia chiarito il significato positivo<br />

come anche il limite del provve<strong>di</strong>mento del 21 <strong>gennaio</strong> 2009. Ora però rimane<br />

la questione: Era tale provve<strong>di</strong>mento necessario? Costituiva veramente<br />

una priorità? Non ci sono forse cose molto più importanti?<br />

Certamente ci sono delle cose più importanti e più urgenti. Penso <strong>di</strong> aver<br />

evidenziato le priorità del mio Pontificato nei <strong>di</strong>scorsi da me pronunciati al<br />

suo inizio. Ciò che ho detto allora rimane in modo inalterato la mia linea<br />

<strong>di</strong>rettiva. La prima priorità per il Successore <strong>di</strong> Pietro è stata fissata dal Signore<br />

nel Cenacolo in modo inequivocabile: “Tu … conferma i tuoi fratelli”<br />

(Lc 22, 32). Pietro stesso ha formulato in modo nuovo questa priorità<br />

nella sua prima Lettera: “Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi doman<strong>di</strong><br />

ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3, 15). Nel nostro tempo<br />

in cui in vaste zone della terra la fede è nel pericolo <strong>di</strong> spegnersi come una<br />

fiamma che non trova più nutrimento, la priorità che sta al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutte<br />

è <strong>di</strong> rendere Dio presente in questo mondo e <strong>di</strong> aprire agli uomini l’accesso<br />

a Dio. Non ad un qualsiasi <strong>di</strong>o, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; a<br />

quel Dio il cui volto riconosciamo nell’amore spinto sino alla fine (cfr Gv<br />

13, 1) – in Gesù Cristo crocifisso e risorto. Il vero problema in questo no-<br />

40 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


stro momento della storia è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini e<br />

che con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l’umanità viene colta<br />

dalla mancanza <strong>di</strong> orientamento, i cui effetti <strong>di</strong>struttivi ci si manifestano<br />

sempre <strong>di</strong> più.<br />

Condurre gli uomini verso Dio, verso il Dio che parla nella Bibbia:<br />

questa è la priorità suprema e fondamentale della Chiesa e del Successore<br />

<strong>di</strong> Pietro in questo tempo. Da qui deriva come logica conseguenza che dobbiamo<br />

avere a cuore l’unità dei credenti. La loro <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>a, infatti, la loro<br />

contrapposizione interna mette in dubbio la cre<strong>di</strong>bilità del loro parlare <strong>di</strong><br />

Dio. Per questo lo sforzo per la comune testimonianza <strong>di</strong> fede dei cristiani<br />

– per l’ecumenismo – è incluso nella priorità suprema. A ciò si aggiunge<br />

la necessità che tutti coloro che credono in Dio cerchino insieme la pace,<br />

tentino <strong>di</strong> avvicinarsi gli uni agli altri, per andare insieme, pur nella <strong>di</strong>versità<br />

delle loro immagini <strong>di</strong> Dio, verso la fonte della Luce – è questo il <strong>di</strong>alogo<br />

interreligioso. Chi annuncia Dio come Amore “sino alla fine” deve<br />

dare la testimonianza dell’amore: de<strong>di</strong>carsi con amore ai sofferenti, respingere<br />

l’o<strong>di</strong>o e l’inimicizia – è la <strong>di</strong>mensione sociale della fede cristiana,<br />

<strong>di</strong> cui ho parlato nell’Enciclica Deus caritas est.<br />

Se dunque l’impegno faticoso per la fede, per la speranza e per l’amore<br />

nel mondo costituisce in questo momento (e, in forme <strong>di</strong>verse, sempre) la<br />

vera priorità per la Chiesa, allora ne fanno parte anche le riconciliazioni<br />

piccole e me<strong>di</strong>e. Che il sommesso gesto <strong>di</strong> una mano tesa abbia dato origine<br />

ad un grande chiasso, trasformandosi proprio così nel contrario <strong>di</strong> una<br />

riconciliazione, è un fatto <strong>di</strong> cui dobbiamo prendere atto. Ma ora domando:<br />

Era ed è veramente sbagliato andare anche in questo caso incontro al fratello<br />

che “ha qualche cosa contro <strong>di</strong> te” (cfr Mt 5, 23s) e cercare la riconciliazione?<br />

Non deve forse anche la società civile tentare <strong>di</strong> prevenire le<br />

ra<strong>di</strong>calizzazioni e <strong>di</strong> reintegrare i loro eventuali aderenti – per quanto possibile<br />

– nelle gran<strong>di</strong> forze che plasmano la vita sociale, per evitarne la segregazione<br />

con tutte le sue conseguenze? Può essere totalmente errato<br />

l’impegnarsi per lo scioglimento <strong>di</strong> irrigi<strong>di</strong>menti e <strong>di</strong> restringimenti, così<br />

da far spazio a ciò che vi è <strong>di</strong> positivo e <strong>di</strong> ricuperabile per l’insieme? Io<br />

stesso ho visto, negli anni dopo il 1988, come me<strong>di</strong>ante il ritorno <strong>di</strong> comunità<br />

prima separate da Roma sia cambiato il loro clima interno; come il<br />

ritorno nella grande ed ampia Chiesa comune abbia fatto superare posizioni<br />

unilaterali e sciolto irrigi<strong>di</strong>menti così che poi ne sono emerse forze<br />

positive per l’insieme. Può lasciarci totalmente in<strong>di</strong>fferenti una comunità<br />

nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 6 seminari, 88 scuole,<br />

2 Istituti universitari, 117 frati, 164 suore e migliaia <strong>di</strong> fedeli? Dobbiamo<br />

davvero tranquillamente lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa?<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 41


Penso ad esempio ai 491 sacerdoti. Non possiamo conoscere l’intreccio<br />

delle loro motivazioni. Penso tuttavia che non si sarebbero decisi per il sacerdozio<br />

se, accanto a <strong>di</strong>versi elementi <strong>di</strong>storti e malati, non ci fosse stato<br />

l’amore per Cristo e la volontà <strong>di</strong> annunciare Lui e con Lui il Dio vivente.<br />

Possiamo noi semplicemente escluderli, come rappresentanti <strong>di</strong> un gruppo<br />

marginale ra<strong>di</strong>cale, dalla ricerca della riconciliazione e dell’unità? Che ne<br />

sarà poi?<br />

Certamente, da molto tempo e poi <strong>di</strong> nuovo in quest’occasione concreta<br />

abbiamo sentito da rappresentanti <strong>di</strong> quella comunità molte cose stonate<br />

– superbia e saccenteria, fissazione su unilateralismi ecc. Per amore<br />

della verità devo aggiungere che ho ricevuto anche una serie <strong>di</strong> testimonianze<br />

commoventi <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne, nelle quali si rendeva percepibile<br />

un’apertura dei cuori. Ma non dovrebbe la grande Chiesa permettersi <strong>di</strong><br />

essere anche generosa nella consapevolezza del lungo respiro che possiede;<br />

nella consapevolezza della promessa che le è stata data? Non dovremmo<br />

come buoni educatori essere capaci anche <strong>di</strong> non badare a <strong>di</strong>verse cose non<br />

buone e premurarci <strong>di</strong> condurre fuori dalle strettezze? E non dobbiamo<br />

forse ammettere che anche nell’ambiente ecclesiale è emersa qualche stonatura?<br />

A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno <strong>di</strong><br />

un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale<br />

poter tranquillamente scagliarsi con o<strong>di</strong>o. E se qualcuno osa avvicinarglisi<br />

– in questo caso il Papa – perde anche lui il <strong>di</strong>ritto alla tolleranza e può<br />

pure lui essere trattato con o<strong>di</strong>o senza timore e riserbo.<br />

Cari Confratelli, nei giorni in cui mi è venuto in mente <strong>di</strong> scrivere questa<br />

lettera, è capitato per caso che nel Seminario Romano ho dovuto interpretare<br />

e commentare il brano <strong>di</strong> Gal 5, 13-15. Ho notato con sorpresa<br />

l’imme<strong>di</strong>atezza con cui queste frasi ci parlano del momento attuale: “Che<br />

la libertà non <strong>di</strong>venga un pretesto per vivere secondo la carne, ma me<strong>di</strong>ante<br />

la carità siate a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua<br />

pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se<br />

vi mordete e <strong>di</strong>vorate a vicenda, guardate almeno <strong>di</strong> non <strong>di</strong>struggervi del<br />

tutto gli uni gli altri!” Sono stato sempre incline a considerare questa frase<br />

come una delle esagerazioni retoriche che a volte si trovano in san Paolo.<br />

Sotto certi aspetti può essere anche così. Ma purtroppo questo “mordere e<br />

<strong>di</strong>vorare” esiste anche oggi nella Chiesa come espressione <strong>di</strong> una libertà<br />

mal interpretata. È forse motivo <strong>di</strong> sorpresa che anche noi non siamo migliori<br />

dei Galati? Che almeno siamo minacciati dalle stesse tentazioni? Che<br />

dobbiamo imparare sempre <strong>di</strong> nuovo l’uso giusto della libertà? E che sempre<br />

<strong>di</strong> nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l’amore? Nel giorno<br />

in cui ho parlato <strong>di</strong> ciò nel Seminario maggiore, a Roma si celebrava la<br />

42 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


festa della Madonna della Fiducia. Di fatto: Maria ci insegna la fiducia.<br />

Ella ci conduce al Figlio, <strong>di</strong> cui noi tutti possiamo fidarci. Egli ci guiderà<br />

– anche in tempi turbolenti. Vorrei così ringraziare <strong>di</strong> cuore tutti quei numerosi<br />

Vescovi, che in questo tempo mi hanno donato segni commoventi<br />

<strong>di</strong> fiducia e <strong>di</strong> affetto e soprattutto mi hanno assicurato la loro preghiera.<br />

Questo ringraziamento vale anche per tutti i fedeli che in questo tempo mi<br />

hanno dato testimonianza della loro fedeltà immutata verso il Successore<br />

<strong>di</strong> san Pietro. Il Signore protegga tutti noi e ci conduca sulla via della pace.<br />

È un augurio che mi sgorga spontaneo dal cuore in questo inizio <strong>di</strong> Quaresima,<br />

che è tempo liturgico particolarmente favorevole alla purificazione<br />

interiore e che tutti ci invita a guardare con speranza rinnovata al traguardo<br />

luminoso della Pasqua.<br />

Con una speciale Bene<strong>di</strong>zione Apostolica mi confermo<br />

Vostro nel Signore<br />

Dal Vaticano, 10 <strong>marzo</strong> 2009<br />

BENEDETTO PP. XVI<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

SANTA SEDE 43


CEI


MESSAGGIO PER LA 13ª GIORNATA MONDIALE<br />

DELLA VITA CONSACRATA<br />

2 febbraio 2009<br />

Alle consacrate e ai consacrati,<br />

ai sacerdoti, ai <strong>di</strong>aconi e ai fedeli laici<br />

“Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in<br />

me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio <strong>di</strong><br />

Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Gal 2,20). Con<br />

queste parole l’apostolo Paolo ci comunica la sua totale conformazione a<br />

Gesù. Esse esprimono in modo sublime la bellezza della vita consacrata e<br />

ad esse vogliamo ispirarci nell’ormai tra<strong>di</strong>zionale messaggio in occasione<br />

della 13 a<br />

Giornata mon<strong>di</strong>ale della vita consacrata, nella festa della Presentazione<br />

del Signore. Tale giornata offre a tutta la Chiesa l’occasione per<br />

ringraziare Dio per il dono dei consacrati e delle consacrate, e allo stesso<br />

tempo li incoraggia a vivere la loro particolare vocazione con la passione<br />

<strong>di</strong> san Paolo, ponendolo quale modello e prototipo della loro vita.<br />

Inaugurando l’Anno Paolino, il Santo Padre Benedetto XVI ha richiamato<br />

la splen<strong>di</strong>da professione <strong>di</strong> fede dell’Apostolo, affermando: “Tutto<br />

ciò che Paolo fa, parte da questo centro. La sua fede è l’esperienza dell’essere<br />

amato da Gesù Cristo in modo tutto personale; […] è l’essere colpito<br />

dall’amore <strong>di</strong> Gesù Cristo, un amore che lo sconvolge fin nell’intimo<br />

e lo trasforma; [...] è l’impatto dell’amore <strong>di</strong> Dio sul suo cuore”<br />

(omelia nei Primi Vespri della solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo,<br />

28 giugno 2008).<br />

È questo il fondamento della vita cristiana e della vita consacrata in<br />

particolare: è il Signore a irrompere nella storia dell’uomo, chiamandolo ad<br />

appartenergli completamente. Proprio così, in modo straor<strong>di</strong>nario sulla via<br />

<strong>di</strong> Damasco, il Signore Gesù ha folgorato e conquistato (cfr. Fil 3,12) Saulo<br />

<strong>di</strong> Tarso. Nella luce abbagliante dell’incontro con Cristo, il consacrato è<br />

chiamato a vivere tutta la sua esistenza fino a poter <strong>di</strong>re: “Cristo vive in<br />

me”; a lasciarsi coinvolgere in un rapporto interpersonale tanto appassio-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCEI 47


nato da non vedere altro se non il Cristo crocifisso e risorto, conformandosi<br />

a Lui fino a portare nel proprio corpo le sue stimmate. Emergerà così, in<br />

modo sempre più convinto e decisivo, che “l’amore del Cristo ci possiede”<br />

(2Cor 5,14). È stato osservato che l’originale greco ha tre sfumature:<br />

l’amore agapico <strong>di</strong> Cristo ci avvolge, ci coinvolge, ci travolge. In ogni caso,<br />

Paolo arriva alla certezza che nulla potrà mai separarlo e separarci da questo<br />

amore: la vita consacrata <strong>di</strong>venta così “epifania dell’amore <strong>di</strong> Dio nel<br />

mondo”.<br />

(Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Vita consecrata, cap. III)<br />

Questo amore appassionato <strong>di</strong> Gesù suscita una risposta totalizzante<br />

da parte del consacrato nella reciprocità amicale e sponsale: “Ritengo che<br />

tutto sia una per<strong>di</strong>ta a motivo della sublimità della conoscenza <strong>di</strong> Cristo<br />

Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero<br />

spazzatura” (Fil 3,8). “Per me il vivere è Cristo” (Fil 1,21).<br />

È proprio in questa luce che si devono comprendere i voti religiosi. San<br />

Paolo è modello <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza allo Spirito e anche agli apostoli e agli anziani<br />

(cfr. At 15,2), sceglie una vita povera e de<strong>di</strong>ta al lavoro intenso per<br />

non essere <strong>di</strong> peso ad alcuno, vive nel celibato consacrato per essere totalmente<br />

de<strong>di</strong>to al Signore e alla comunità, si dona con tutte le sue forze alla<br />

missione dell’evangelizzazione in mezzo a molte tribolazioni (cfr. 1Tes 2,2).<br />

In questo orizzonte, ci sembra particolarmente importante sottolineare<br />

l’importanza dell’obbe<strong>di</strong>enza, anche perché la festa della Presentazione<br />

del Signore mette in evidenza più volte come Maria, Giuseppe e Gesù obbe<strong>di</strong>rono<br />

umilmente alla legge del Signore data a Mosé. In tutta la<br />

sua vita Gesù ha obbe<strong>di</strong>to alla volontà del Padre, “fino alla morte e a<br />

una morte <strong>di</strong> croce” (Fil 2,8). La recente Istruzione della Congregazione<br />

per gli Istituti <strong>di</strong> vita consacrata e le Società <strong>di</strong> vita apostolica, Il servizio<br />

dell’autorità e l’obbe<strong>di</strong>enza, invita a cercare “ogni mattina il contatto vivo<br />

e costante con la Parola che in quel giorno è proclamata, me<strong>di</strong>tandola e<br />

custodendola nel cuore come tesoro, facendone la ra<strong>di</strong>ce d’ogni azione e<br />

il criterio primo d’ogni scelta” (n. 7). Infatti, obbedendo alla Parola <strong>di</strong> Dio<br />

che si rivela attraverso le me<strong>di</strong>azioni umane, “ci inseriamo nel <strong>di</strong>segno<br />

con cui Egli ci ha concepito con amore <strong>di</strong> Padre. Dunque l’obbe<strong>di</strong>enza è<br />

l’unica via <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>spone la persona umana, essere intelligente e libero, per<br />

realizzarsi pienamente” (n. 5).<br />

Questa Giornata sia per tutti i consacrati e le consacrate l’occasione<br />

per rinnovare l’offerta totale <strong>di</strong> sé al Signore nel generoso servizio ai poveri,<br />

secondo il carisma dell’Istituto <strong>di</strong> appartenenza. Le comunità monastiche<br />

e religiose siano oasi nelle quali si vive il primato assoluto <strong>di</strong> Dio,<br />

48 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


della sua gloria e del suo amore, nella gioia della comunione fraterna e<br />

nella de<strong>di</strong>zione appassionata ai poveri, agli ultimi, ai sofferenti nel corpo<br />

e nello spirito.<br />

La Vergine Maria, che si è associata completamente all’offerta <strong>di</strong> Gesù<br />

<strong>di</strong>cendo “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”<br />

(Lc 1, 37), accolga l’offerta della vostra vita e la unisca strettamente<br />

a quella del Figlio suo, in un legame in<strong>di</strong>ssolubile che la condurrà sino al<br />

Calvario: “È lei la Vergine Figlia <strong>di</strong> Sion che per adempiere la legge presentò<br />

nel tempio il Figlio, gloria d’Israele e luce delle genti. Così, o Padre,<br />

per tua <strong>di</strong>sposizione, un solo amore associa il Figlio e la Madre, un solo<br />

dolore li congiunge, una sola volontà li sospinge: piacere a te, unico<br />

sommo bene” (Prefazio della Messa Maria Vergine nella Presentazione<br />

del Signore).<br />

Roma, 1° <strong>gennaio</strong> 2009<br />

Solennità <strong>di</strong> Maria SS. Madre <strong>di</strong> Dio<br />

La Commissione Episcopale<br />

per il Clero e la Vita Consacrata<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCEI 49


CONSI GLI O E PIS COPALE P ERMANEN TE<br />

MESSAGGIO<br />

PER LA 31ª GIORNATA NAZIONALE PER LA VITA<br />

1 febbraio 2009<br />

La forza della vita nella sofferenza<br />

La vita è fatta per la serenità e la gioia. Purtroppo può accadere, e <strong>di</strong><br />

fatto accade, che sia segnata dalla sofferenza. Ciò può avvenire per tante<br />

cause. Si può soffrire per una malattia che colpisce il corpo o l’anima; per<br />

il <strong>di</strong>stacco dalle persone che si amano; per la <strong>di</strong>fficoltà a vivere in pace e<br />

con gioia in relazione con gli altri e con se stessi.<br />

La sofferenza appartiene al mistero dell’uomo e resta in parte imperscrutabile:<br />

solo «per Cristo e in Cristo si illumina l’enigma del dolore e della<br />

morte» (GS 22). Se la sofferenza può essere alleviata, va senz’altro alleviata.<br />

In particolare, a chi è malato allo sta<strong>di</strong>o terminale o è affetto da patologie<br />

particolarmente dolorose, vanno applicate con umanità e sapienza tutte<br />

le cure oggi possibili. Chi soffre, poi, non va mai lasciato solo. L’amicizia,<br />

la compagnia, l’affetto sincero e solidale possono fare molto per rendere<br />

più sopportabile una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sofferenza. Il nostro appello si rivolge in<br />

particolare ai parenti e agli amici dei sofferenti, a quanti si de<strong>di</strong>cano al volontariato,<br />

a chi in passato è stato egli stesso sofferente e sa che cosa significhi<br />

avere accanto qualcuno che fa compagnia, incoraggia e dà fiducia.<br />

A soffrire, oggi, sono spesso molti anziani, dei quali i parenti più prossimi,<br />

per motivi <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza o perché non possono assumere<br />

l’onere <strong>di</strong> un’assistenza continua, non sono in grado <strong>di</strong> prendersi adeguatamente<br />

cura. Accanto a loro, con competenza e de<strong>di</strong>zione, vi sono spesso<br />

persone giunte dall’estero. In molti casi il loro impegno è encomiabile e va<br />

oltre il semplice dovere professionale: a loro e a tutti quanti si spendono in<br />

questo servizio, vanno la nostra stima e il nostro apprezzamento.<br />

50 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


Talune donne, spesso provate da un’esistenza infelice, vedono in una<br />

gravidanza inattesa esiti <strong>di</strong> insopportabile sofferenza. Quando la risposta è<br />

l’aborto, viene generata ulteriore sofferenza, che non solo <strong>di</strong>strugge la creatura<br />

che custo<strong>di</strong>scono in seno, ma provoca anche in loro un trauma, destinato<br />

a lasciare una ferita perenne. In realtà, al dolore non si risponde con<br />

altro dolore: anche in questo caso esistono soluzioni positive e aperte alla<br />

vita, come <strong>di</strong>mostra la lunga, generosa e lodevole esperienza promossa dall’associazionismo<br />

cattolico.<br />

C’è, poi, chi vorrebbe rispondere a stati permanenti <strong>di</strong> sofferenza, reali<br />

o asseriti, reclamando forme più o meno esplicite <strong>di</strong> eutanasia. Vogliamo<br />

riba<strong>di</strong>re con serenità, ma anche con chiarezza, che si tratta <strong>di</strong> risposte false:<br />

la vita umana è un bene inviolabile e in<strong>di</strong>sponibile, e non può mai essere<br />

legittimato e favorito l’abbandono delle cure, come pure ovviamente l’accanimento<br />

terapeutico, quando vengono meno ragionevoli prospettive <strong>di</strong><br />

guarigione. La strada da percorrere è quella della ricerca, che ci spinge a<br />

moltiplicare gli sforzi per combattere e vincere le patologie – anche le più<br />

<strong>di</strong>fficili – e a non abbandonare mai la speranza.<br />

La via della sofferenza si fa meno impervia se <strong>di</strong>ventiamo consapevoli<br />

che è Cristo, il solo giusto, a portare la sofferenza con noi. È un cammino<br />

impegnativo, che si fa praticabile se è sorretto e illuminato dalla fede: ciascuno<br />

<strong>di</strong> noi, quando è nella prova, può <strong>di</strong>re con San Paolo «sono lieto<br />

nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti<br />

<strong>di</strong> Cristo, manca nella mia carne» (Col 1,24).<br />

Quando il peso della vita ci appare intollerabile, viene in nostro soccorso<br />

la virtù della fortezza. È la virtù <strong>di</strong> chi non si abbandona allo sconforto:<br />

confida negli amici; dà alla propria vita un obiettivo e lo persegue<br />

con tenacia. È sorretta e consolidata da Gesù Cristo, sofferente sulla croce,<br />

a tu per tu con il mistero del dolore e della morte. Il suo trionfo il terzo<br />

giorno, nella risurrezione, ci <strong>di</strong>mostra che nessuna sofferenza, per quanto<br />

grave, può prevalere sulla forza dell’amore e della vita.<br />

Roma, 7 ottobre 2008<br />

Memoria della Beata Vergine del Rosario<br />

Consiglio Episcopale Permanente<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCEI 51


CONSI GLIO E PI SCOPALE P ERMANENTE<br />

COMUNICATO FINALE<br />

Roma, 26-28 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente, presieduto da S. Em. il Card.<br />

Angelo Bagnasco, Arcivescovo <strong>di</strong> Genova, si è riunito per la sua sessione<br />

invernale dal 26 al 28 <strong>gennaio</strong> 2009, presso la sede della CEI in<br />

Roma. I Vescovi hanno apprezzato lo stile <strong>di</strong>alogico e propositivo della<br />

prolusione del Presidente, che ha rimesso al centro “la questione <strong>di</strong><br />

Dio”, che resta il criterio più valido anche per interpretare i cambiamenti<br />

sociali e culturali in atto. A questo proposito è stato pure sottolineato<br />

come la recente Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, per<br />

un prezioso <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> grazia, abbia esplicitato la consapevolezza che<br />

la Parola <strong>di</strong> Dio è “la vera realtà sulla quale basare la propria vita”.<br />

Sarebbe perciò assolutamente improprio attribuire alla Chiesa “la volontà<br />

<strong>di</strong> alzare muri e scavare fossati”, mentre è a tutti evidente che il<br />

suo compito in mezzo alla gente è offrire ragioni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> speranza.<br />

Da questa costante attenzione è maturato anche l’orientamento a promuovere<br />

forme <strong>di</strong> aiuto a sostegno delle famiglie colpite dalla <strong>di</strong>fficile<br />

congiuntura economica. Occorre, peraltro, mentre si dà voce alla gente<br />

e alle sue preoccupazioni, evitare <strong>di</strong> “seminare panico e uccidere la speranza”.<br />

Nel corso dei lavori, è stato in<strong>di</strong>viduato il tema principale dell’Assemblea<br />

Generale della CEI prevista nel prossimo mese <strong>di</strong> maggio: essa<br />

tratterà dell’educazione, così da definire la linea portante degli Orientamenti<br />

pastorali per il prossimo decennio, in continuità con le scelte<br />

elaborate dalla CEI nei decenni passati. È stata autorizzata la ripre-<br />

52 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


sentazione alla prossima Assemblea Generale del testo del “Documento<br />

comune per una pastorale dei matrimoni fra cattolici e battisti in Italia”<br />

e sono state definite talune iniziative nazionali nella ricorrenza del 50°<br />

anniversario della consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato <strong>di</strong><br />

Maria. Il Consiglio Permanente ha preso atto dei cambiamenti che comporta<br />

nel sistema delle comunicazioni sociali il progressivo passaggio<br />

alla televisione <strong>di</strong>gitale terrestre, con i suoi riflessi in rapporto alla reti<br />

delle emittenti locali <strong>di</strong> ispirazione cattolica, e ha sviluppato una riflessione<br />

sul ruolo delle Chiese in Europa, ascoltando una relazione sull’attività<br />

svolta dalla Commissione degli Episcopati della Comunità<br />

Europea (COMECE) nell’ultimo triennio.<br />

1. La centralità della “questione <strong>di</strong> Dio”<br />

“La questione <strong>di</strong> Dio, che non è certo ine<strong>di</strong>ta, ma la gente del nostro<br />

tempo la vive con accenti talora ine<strong>di</strong>ti” (prolusione), ha fatto emergere la<br />

vera sfida che è sottesa al grande cambiamento culturale in atto. Infatti il<br />

“lasciar credere che l’uomo <strong>di</strong> oggi debba fare titanicamente da sé” (prolusione)<br />

rischia <strong>di</strong> rivelarsi un’impostura, alla quale è tuttavia possibile sottrarsi.<br />

Ciò richiede <strong>di</strong> ritrovare la bellezza e la grandezza del destino<br />

dell’uomo, e per questo è necessario “imparare o re-imparare che Dio non<br />

è suo nemico”, secondo l’ispirazione <strong>di</strong> fondo che guida il pontificato <strong>di</strong><br />

Benedetto XVI. I Vescovi hanno convenuto che l’indebolimento del senso<br />

<strong>di</strong> Dio produce un affievolimento del senso dell’uomo e <strong>di</strong> riflesso una “fibrillazione<br />

etica”, che non tarda a manifestare i suoi effetti negativi anche<br />

sul piano sociale ed economico, come la recente crisi finanziaria ha messo<br />

in drammatica evidenza. Tale scenario esige – d’altro canto – non una <strong>di</strong>samina<br />

pessimistica o peggio rassegnata dei fatti, ma una terapia positiva,<br />

<strong>di</strong> cui proprio la recente Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi si è<br />

fatta interprete. Infatti, l’aver de<strong>di</strong>cato alla Parola <strong>di</strong> Dio una specifica attenzione<br />

ha reso più convinti che solo questa, come ha detto il Papa, “può<br />

cambiare in profon<strong>di</strong>tà il cuore dell’uomo, ed è importante allora che con<br />

essa entrino in una intimità sempre crescente i singoli credenti e le comunità”.<br />

Tale convinzione – ampiamente richiamata in <strong>di</strong>versi interventi –<br />

provoca la comunità cristiana a ritrovare l’audacia del primo annuncio per<br />

risvegliare le domande profonde che sono nel cuore dei nostri contemporanei,<br />

specialmente tra le giovani generazioni. Se l’evangelizzazione <strong>di</strong>venta<br />

capace <strong>di</strong> “trafiggere il cuore”, cioè <strong>di</strong> toccare le corde profonde<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCEI 53


dell’animo umano, imme<strong>di</strong>atamente si crea lo spazio per un rinnovato<br />

ascolto e per una <strong>di</strong>sponibilità della libertà all’incontro con Dio. È questa<br />

la strada per ri<strong>di</strong>mensionare quell’ateismo pratico, che è più insi<strong>di</strong>oso dell’ateismo<br />

teoretico e che consiste precisamente nel vivere come se Dio non<br />

ci fosse, facendo a meno della luce e della forza che proviene dall’ascolto<br />

della Parola <strong>di</strong> Dio.<br />

2. La “Chiesa del sì”, che annuncia e accompagna<br />

Come sottolineato dal Car<strong>di</strong>nale Presidente, “alla scuola delle Scritture<br />

la Chiesa matura il suo ‘sì’ a Dio; è questo l’atteggiamento che la fa<br />

essere se stessa prima <strong>di</strong> ogni altra cosa. È il ‘sì’ <strong>di</strong> Gesù Cristo alla Chiesa,<br />

così trabocchevole e misericor<strong>di</strong>oso, a sollecitare il ‘sì’ della Chiesa”. Ciò<br />

spinge a rivisitare taluni luoghi comuni – <strong>di</strong>ffusi per lo più me<strong>di</strong>aticamente<br />

– che tentano <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tare l’immagine <strong>di</strong> una “Chiesa dei no”, attestata su<br />

posizioni <strong>di</strong> conservazione e sempre pregiu<strong>di</strong>zialmente avversa al progresso<br />

e alle esigenze della persona. Al contrario, la Chiesa sperimenta nel<br />

suo quoti<strong>di</strong>ano essere popolo <strong>di</strong> Dio nella storia <strong>di</strong> agire ed essere percepita<br />

come fattore <strong>di</strong> autentico sviluppo e concreto punto <strong>di</strong> riferimento sul<br />

territorio, come del resto testimonia una recente indagine demoscopica, secondo<br />

la quale il 91% degli intervistati <strong>di</strong>chiara che la parrocchia è una realtà<br />

importante (cfr. anche prolusione, 10). Essa resta, spesso, l’unico<br />

presi<strong>di</strong>o in contesti sociali frammentati, insi<strong>di</strong>ati da un pericoloso in<strong>di</strong>vidualismo,<br />

nei quali anche i soggetti istituzionali faticano a intervenire in<br />

maniera efficace. Questa percezione <strong>di</strong>ffusa conferma e sprona la Chiesa<br />

italiana nel rafforzare il suo profilo educativo e popolare, facendo in modo<br />

che a un’azione <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento esigente della realtà, attenta a <strong>di</strong>stinguere<br />

il vero dal falso e a non confondere il bene con il male, si affianchi costantemente<br />

un accompagnamento amorevole, attento alle persone nelle<br />

loro <strong>di</strong>fferenti con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> età, provenienza, ceto ed esperienza. Più <strong>di</strong> un<br />

membro del Consiglio Permanente ha richiamato l’importanza <strong>di</strong> declinare<br />

il tema dell’educazione come oggetto specifico dell’azione ecclesiale, facendone<br />

non solo oggetto <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento nella prossima Assemblea<br />

Generale, che si terrà a Roma dal 25 al 29 maggio, ma anche l’asse intorno<br />

a cui costruire il futuro cammino pastorale, destinato a orientare i progetti<br />

e le iniziative della Chiesa in Italia nel prossimo decennio. Educare – è<br />

stato sottolineato – appartiene alla <strong>di</strong>mensione materna della Chiesa e ne<br />

fa emergere la fecon<strong>di</strong>tà, attraverso l’ininterrotta catena generazionale. Proprio<br />

tale catena, che garantiva in passato la trasmissione della fede e della<br />

54 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


cultura, pare oggi sfilacciata, comportando un vero <strong>di</strong>sagio <strong>di</strong> civiltà. Sembra<br />

infatti che molti abbiano smarrito la capacità <strong>di</strong> penetrare nel mistero<br />

della vita, insieme drammatico e stupendo. Il tempo che ci è posto innanzi<br />

impegna ogni comunità cristiana a ritrovare il gusto e la gioia dell’educare,<br />

superando quel ricorrente dualismo che separa le convinzioni <strong>di</strong> fede<br />

dagli atteggiamenti pratici e riuscendo a far emergere – come anche il Convegno<br />

ecclesiale <strong>di</strong> Verona (2006) ha più volte richiamato – nella persona<br />

ricondotta a unità l’interlocutore dell’annuncio evangelico e della proposta<br />

pastorale. Solo così sarà possibile integrare nell’esperienza <strong>di</strong> fede gli<br />

ambiti quoti<strong>di</strong>ani dell’esistenza.<br />

3. Crisi economica e iniziative <strong>di</strong> carità<br />

Non poteva mancare, all’interno dei lavori del Consiglio Permanente,<br />

un’ampia riflessione sul delicato momento sociale ed economico suscitato<br />

dalla crisi finanziaria internazionale, le cui conseguenze toccano ormai<br />

anche l’Italia. Già in vaste aree del Paese sono percepibili i primi effetti<br />

della recessione. Tutti i presenti hanno apprezzato e con<strong>di</strong>viso le parole del<br />

Car<strong>di</strong>nale Presidente: “La crisi – è noto – tocca i singoli, le famiglie, le comunità.<br />

Quel lavoro che già prima era precario, ora lo è <strong>di</strong> più, e quando si<br />

interrompe lascia senza garanzie <strong>di</strong> affidabile sussistenza”. Dopo avere<br />

preso atto delle numerose iniziative promosse a livello locale dalle <strong>di</strong>ocesi,<br />

sia ricorrendo al canale della Caritas sia avviando apposite fondazioni, si è<br />

approfon<strong>di</strong>ta l’ipotesi <strong>di</strong> promuovere un’iniziativa nazionale a sostegno <strong>di</strong><br />

quelle famiglie che, attualmente attestate sulla soglia della sussistenza, rischiano<br />

<strong>di</strong> accrescere il numero degli in<strong>di</strong>genti. Si intende in questo modo<br />

riba<strong>di</strong>re anche la priorità della famiglia: “essa infatti è il nucleo vitale, su cui<br />

si intesse la comunità. Non è un peso ma un soggetto economico, non è un<br />

terminale ma un ‘volano’ per l’uscita dalla crisi e la crescita comune” (prolusione).<br />

Spetterà alla sessione <strong>di</strong> <strong>marzo</strong> del Consiglio Permanente definire<br />

nel dettaglio i particolari del progetto, approvato ora nelle sue linee fondamentali.<br />

È peraltro chiaro che gli interventi <strong>di</strong> carità promossi dalla Chiesa,<br />

pur essendo un’espressione irrinunciabile della sua cura alla persona nei<br />

suoi bisogni reali, non hanno la pretesa <strong>di</strong> costituire la soluzione <strong>di</strong> un problema<br />

che ha proporzioni assai vaste e chiama in gioco responsabilità che<br />

la travalicano, ma rappresentano piuttosto il segno <strong>di</strong> un’attenzione solidale.<br />

Fin da ora si intensificherà l’attività delle Caritas <strong>di</strong>ocesane, delle molteplici<br />

opere <strong>di</strong> volontariato e delle parrocchie, quoti<strong>di</strong>anamente chiamate<br />

a rispondere ai bisogni prioritari <strong>di</strong> quanti sono in stato <strong>di</strong> necessità.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCEI 55


4. Ulteriori riflessioni e adempimenti giuri<strong>di</strong>ci<br />

Nel corso dei lavori, il Consiglio Permanente ha dato l’assenso alla ripresentazione<br />

alla prossima Assemblea Generale del testo del “Documento<br />

comune per una pastorale dei matrimoni fra cattolici e battisti in Italia”,<br />

tenendo conto delle osservazioni formulate dalla Congregazione per la dottrina<br />

della fede. È stato definito il programma <strong>di</strong> massima degli eventi destinati<br />

a ricordare a livello nazionale il 50° anniversario della consacrazione<br />

dell’Italia al Cuore Immacolato <strong>di</strong> Maria, avvenuta nel 1959. In particolare,<br />

una speciale celebrazione liturgica avrà luogo in concomitanza con l’Assemblea<br />

Generale della CEI prevista ad Assisi nel mese <strong>di</strong> novembre. I Vescovi<br />

hanno preso atto degli effetti prodotti nel sistema delle comunicazioni<br />

sociali dal progressivo passaggio alla televisione <strong>di</strong>gitale terrestre, con particolare<br />

attenzione alla rete delle emittenti locali <strong>di</strong> ispirazione cattolica. La<br />

relazione sulle attività svolte dalla Commissione degli Episcopati della Comunità<br />

Europea (COMECE) nell’ultimo triennio ha dato motivo <strong>di</strong> riflettere<br />

sul ruolo delle Chiese in Europa.<br />

In ambito giuri<strong>di</strong>co, è stato dato parere positivo alla richiesta <strong>di</strong> trasferire<br />

dal Tribunale Ecclesiastico <strong>di</strong> Benevento a quello <strong>di</strong> Chieti la competenza<br />

sulle cause <strong>di</strong> nullità matrimoniali provenienti dalla Provincia<br />

ecclesiastica <strong>di</strong> Campobasso. Infine, sono stati approvati i parametri per<br />

l’e<strong>di</strong>lizia <strong>di</strong> culto per l’anno corrente.<br />

Per mancanza <strong>di</strong> tempo, sono state rinviate alla prossima sessione le<br />

riunioni separate dei Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali e<br />

dei Presidenti delle Commissioni Episcopali, come pure l’esame del nuovo<br />

statuto della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali e l’approvazione<br />

delle mo<strong>di</strong>fiche agli statuti <strong>di</strong> talune associazioni ecclesiali.<br />

5. Nomine<br />

Seguono la nomine fatte dal Consiglio Permanente.<br />

56 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


CONSI GLIO E PI SCOPALE P ERMANENTE<br />

COMUNICATO FINALE<br />

Roma, 23-26 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Il Consiglio Episcopale Permanente, presieduto dal Car<strong>di</strong>nale Angelo<br />

Bagnasco, Arcivescovo <strong>di</strong> Genova, si è riunito per la sessione primaverile<br />

dal 23 al 26 <strong>marzo</strong> 2009, presso la sede della CEI in Roma. I<br />

membri del Consiglio hanno anzitutto riba<strong>di</strong>to la ferma denuncia “<strong>di</strong> un<br />

pesante lavorio <strong>di</strong> critica” nei riguar<strong>di</strong> del Papa, che ha preso corpo nell’ultimo<br />

periodo con gratuita e pretestuosa virulenza. Nel contempo, è<br />

stato espresso sincero apprezzamento per la lettera <strong>di</strong> Benedetto XVI, volta<br />

a offrire una “parola chiarificatrice” sulla revoca della scomunica ai<br />

quattro Vescovi lefebvriani. L’emergere <strong>di</strong> una certa tendenza contestativa<br />

rende peraltro più avvertiti del clima culturale contemporaneo, che riveste<br />

“il carattere <strong>di</strong> un vero e proprio spartiacque”. Il nodo della questione<br />

sta nella contrapposizione <strong>di</strong> “due culture riferibili all’uso della ragione”.<br />

Non si tratta dunque <strong>di</strong> uno scontro religioso o ideologico, ma <strong>di</strong> un serrato<br />

confronto culturale su due <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> concepire l’uomo, la libertà<br />

e il vivere sociale. In questo orizzonte si è inserita una riflessione sul<br />

dramma <strong>di</strong> Eluana Englaro, il “caso che più ha colpito il nostro Paese nell’ultimo<br />

periodo” e che ha imposto all’attenzione <strong>di</strong> tutti una problematica<br />

che chiama in causa la maturità del vivere sociale, così come<br />

l’“effettiva <strong>di</strong>sponibilità a solidarizzare con il più debole”.<br />

La drammatica situazione economica che si sta profilando interpella<br />

la società e quin<strong>di</strong> anche la Chiesa. Per cercare <strong>di</strong> rispondere all’emergenza,<br />

è stato varato un fondo <strong>di</strong> garanzia a sostegno delle famiglie numerose<br />

o gravate da malattia o <strong>di</strong>sabilità che abbiano perso ogni fonte <strong>di</strong><br />

red<strong>di</strong>to. Tale scelta <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione e solidarietà si attuerà me<strong>di</strong>ante una<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCEI 57


colletta nazionale, che avrà luogo il 31 maggio, domenica <strong>di</strong> Pentecoste.<br />

Anche il resoconto del recente convegno delle Chiese del Sud ha assunto<br />

il valore <strong>di</strong> rinnovata sollecitazione a farsi carico del Paese intero, mettendo<br />

in comunione le molteplici risorse intellettuali, morali e spirituali.<br />

Il Consiglio Permanente ha approvato il programma dell’Assemblea<br />

Generale della CEI, che si terrà a Roma dal 25 al 29 maggio 2009<br />

e porrà al centro dei propri lavori la questione educativa. È stato autorizzato<br />

l’invio ai Vescovi della bozza del nuovo Rito delle esequie, si è<br />

approvata la proposta <strong>di</strong> ripartizione dei fon<strong>di</strong> dell’otto per mille per<br />

l’anno corrente e l’erogazione del contributo per il funzionamento dei<br />

Tribunali ecclesiastici regionali. Sono stati in<strong>di</strong>viduati il tema e la sede<br />

della prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà nell’ottobre<br />

2010, ed è stato licenziato il nuovo statuto della Consulta nazionale<br />

delle aggregazioni laicali.<br />

1. “Stare con il Papa, sempre ed incon<strong>di</strong>zionatamente”<br />

“Stare con il Papa”, cioè esprimergli affettuosa vicinanza e manifestargli<br />

pubblica solidarietà per gli attacchi gratuiti <strong>di</strong> cui è stato fatto oggetto<br />

<strong>di</strong> recente: questo è stato l’avvio spontaneo del Consiglio Permanente.<br />

In particolare, si è fatto riferimento alla vicenda della revoca della scomunica<br />

ai quattro Vescovi lefebvriani, atto <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a intorno al quale si<br />

è scatenata una polemica che ha rischiato <strong>di</strong> lacerare la stessa comunità ecclesiale,<br />

della cui unità il Santo Padre si è fatto carico nella sua accorata lettera,<br />

con un vibrante “appello alla riconciliazione più genuina e <strong>di</strong>sarmata”.<br />

Si è anche rilevato come, in occasione del recente viaggio in Africa, da<br />

parte <strong>di</strong> taluni organi <strong>di</strong> informazione e ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> soggetti istituzionali<br />

internazionali “non ci si è limitati ad un libero <strong>di</strong>ssenso, ma si è arrivati ad<br />

un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici” (prolusione).<br />

L’effetto <strong>di</strong> tale pregiu<strong>di</strong>ziale chiusura è stato, purtroppo, il silenzio o<br />

la <strong>di</strong>sattenzione su una vasta gamma <strong>di</strong> questioni sollevate dal Papa in Camerun<br />

e in Angola: la necessità <strong>di</strong> un’opera <strong>di</strong> educazione, la promozione<br />

della donna, le esperienze <strong>di</strong> cura me<strong>di</strong>ca e <strong>di</strong> assistenza sociale, uniche risposte<br />

efficaci alla corruzione della vita politica e alle trame oscure degli<br />

interessi economici che travagliano quelle terre. Si è avuta netta “la sensazione<br />

che si intendesse non lasciarsi <strong>di</strong>sturbare dalle problematiche concrete<br />

che un simile viaggio avrebbe suscitato, specie in una fase <strong>di</strong><br />

acutissima crisi economica che chiede ai rappresentanti delle istituzioni<br />

più influenti una mentalità aperta e una visione inclusiva”.<br />

58 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


2. Le due culture intorno all’uso della ragione<br />

Una rilevante attenzione è stata de<strong>di</strong>cata all’analisi del momento presente,<br />

che sembra contrassegnato non da una schematica contrapposizione<br />

tra credenti e non credenti, ma piuttosto da una specifica domanda sull’uomo,<br />

“da cui <strong>di</strong>scendono due <strong>di</strong>verse, per molti aspetti antitetiche, visioni<br />

antropologiche”.<br />

Da una parte, c’è chi considera la persona sempre eccedente rispetto al<br />

resto della natura, in quanto caratterizzata da un valore irriducibile alla<br />

pura materia.<br />

In questa prospettiva, l’uomo si percepisce come dono che non si esaurisce<br />

in se stesso e si inserisce in un orizzonte più ampio. Dall’altra, c’è una<br />

cultura per la quale “il soggetto umano non è che un prodotto dell’evoluzione<br />

del cosmo, ivi compresa la sua autocoscienza” e perciò, essendo sostanzialmente<br />

“uno sghiribizzo culturale fluttuante nella storia, l’in<strong>di</strong>viduo<br />

si trova sostanzialmente prigioniero <strong>di</strong> sé, ma anche solo con se stesso”<br />

(prolusione).<br />

Da ciò consegue una concezione ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>versa della libertà<br />

umana. Nel primo caso, pur non ab<strong>di</strong>cando alle proprie responsabilità, essa<br />

si concepisce come non autosufficiente e limitata; nel secondo, invece, la<br />

libertà si presenta come possibilità <strong>di</strong> scelta incon<strong>di</strong>zionata, senza alcun<br />

vincolo e a prescindere da ogni contesto <strong>di</strong> relazioni. È del tutto evidente<br />

che le due visioni non sono in<strong>di</strong>fferenti rispetto alla costruzione della convivenza<br />

sociale.<br />

Se la sfida culturale in atto ha a che fare in primo luogo con l’uso della<br />

ragione, occorre trovare proprio su questo fronte occasioni <strong>di</strong> confronto,<br />

avendo presente che la persona, se per un verso non può essere ridotta alla<br />

sfera del contingente, per l’altro è indubbiamente segnata dalla <strong>di</strong>mensione<br />

storica, essendo per natura libera e quin<strong>di</strong> capace <strong>di</strong> evolversi, superando<br />

continuamente se stessa.<br />

Quanto alla testimonianza cristiana, essa deve ra<strong>di</strong>carsi in una fede matura<br />

capace <strong>di</strong> misurarsi con le nuove sfide che segnano l’attuale stagione<br />

culturale. A questo proposito, la tragica vicenda <strong>di</strong> Eluana Englaro ha richiesto<br />

l’esercizio <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scernimento che va oltre il caso in<strong>di</strong>viduale per<br />

<strong>di</strong>fendere quel principio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>sponibilità della vita, senza il quale è <strong>di</strong>fficile<br />

garantire nel concreto il principio <strong>di</strong> uguaglianza per tutti. I Vescovi<br />

hanno riaffermato l’impegno nell’opera <strong>di</strong> formazione delle coscienze, privilegiando<br />

un linguaggio argomentato, <strong>di</strong>alogico e propositivo, coscienti<br />

che è dentro la realtà che risplende la sensatezza e la bellezza della proposta<br />

cristiana, come mostra la storia anche attuale delle nostre comunità.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCEI 59


3. Il fondo <strong>di</strong> garanzia a sostegno delle famiglie,<br />

segno <strong>di</strong> comunione e solidarietà<br />

Consapevoli della gravità e dell’ampiezza della crisi finanziaria ed economica<br />

in atto, i membri del Consiglio Permanente hanno formalizzato la<br />

costituzione <strong>di</strong> un fondo <strong>di</strong> garanzia a sostegno delle famiglie numerose o<br />

gravate da malattia o <strong>di</strong>sabilità che abbiano perso ogni fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to,<br />

dando forma al progetto già abbozzato nella sessione <strong>di</strong> <strong>gennaio</strong>. L’annuncio<br />

del Vangelo esige, infatti, costante attenzione alle necessità concrete<br />

dei fratelli, perché la comunione ecclesiale si sostanzi <strong>di</strong> fattiva carità.<br />

Il fondo si pone l’obiettivo <strong>di</strong> permettere alle famiglie con almeno tre<br />

figli a carico oppure segnate da situazioni <strong>di</strong> grave malattia o <strong>di</strong>sabilità, che<br />

abbiano perso o perderanno ogni fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to, <strong>di</strong> ottenere dal sistema<br />

bancario un prestito mensile per do<strong>di</strong>ci o ventiquattro mesi, da restituire a<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> favore quando avranno ritrovato il lavoro, così da poter fare<br />

fronte alle spese per la casa e alle necessità più impellenti. Si tratta <strong>di</strong> un<br />

segno <strong>di</strong> speranza, finalizzato ad aiutare un numero <strong>di</strong> casi necessariamente<br />

contenuto, ma significativo per la tipologia scelta. Esso si affianca alla capillare<br />

azione <strong>di</strong> carità svolta dalle Caritas <strong>di</strong>ocesane e dalle organizzazioni<br />

del volontariato cattolico e sociale e non intende sostituirsi ai doverosi e irrinunciabili<br />

interventi che competono allo Stato e agli enti pubblici.<br />

Il fondo sarà finanziato con una colletta nazionale, che si terrà in tutte<br />

le chiese italiane domenica 31 maggio, solennità <strong>di</strong> Pentecoste. Il gesto tra<strong>di</strong>zionale<br />

della colletta ci richiama a uno stile <strong>di</strong> Chiesa che si ricorda delle<br />

membra più deboli soprattutto nei momenti <strong>di</strong> più grave <strong>di</strong>fficoltà e lo fa in<br />

tutti i mo<strong>di</strong> possibili, sapendo che proprio nelle membra più deboli è Cristo<br />

stesso a rendersi presente e a identificarsi. È un atto che educa alla solidarietà<br />

e alla con<strong>di</strong>visione, all’apertura del cuore e alla generosità, a non vivere<br />

solo per se stessi, ripiegati sui propri problemi e sui propri interessi, ma<br />

con cuore fraterno e compassionevole. Nella stessa logica solidale, i Vescovi<br />

hanno con<strong>di</strong>viso gli orientamenti emersi dal convegno Chiesa nel Sud,<br />

Chiese del Sud, svoltosi a Napoli il 12-13 febbraio scorso. A partire dagli<br />

esiti del convegno, è stata confermata la scelta <strong>di</strong> aggiornare con un nuovo<br />

documento la riflessione avviata vent’anni or sono con la nota Chiesa italiana<br />

e Mezzogiorno. Sviluppo nella solidarietà, nella percezione consolidata<br />

che “solo insieme” è possibile far crescere il nostro Paese. Da questo<br />

punto <strong>di</strong> vista, la prossima Settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà<br />

a Reggio Calabria nell’ottobre 2010, costituirà un’occasione significativa<br />

per definire i contenuti <strong>di</strong> un’agenda <strong>di</strong> questioni con cui le istituzioni e i<br />

gruppi sociali siano chiamati a misurare la propria responsabilità.<br />

60 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


4. Il tema dell’Assemblea Generale e gli adempimenti<br />

istituzionali<br />

Il Consiglio Permanente ha approvato il programma della prossima Assemblea<br />

Generale, che si terrà a Roma dal 25 al 29 maggio 2009. Essa metterà<br />

a tema la questione educativa, avviando la riflessione che dovrà<br />

condurre alla configurazione degli orientamenti pastorali della Chiesa italiana<br />

per il decennio 2010-2020. In occasione dei lavori assembleari, i Vescovi<br />

solennizzeranno l’Anno Paolino con una speciale concelebrazione<br />

eucaristica nella basilica <strong>di</strong> San Paolo fuori le mura.<br />

È stato dato l’assenso all’invio ai Vescovi della bozza del nuovo Rito<br />

delle esequie ed è stata approvata la proposta <strong>di</strong> ripartizione dei fon<strong>di</strong> dell’otto<br />

per mille per l’anno corrente, materia sulla quale dovrà pronunciarsi<br />

l’Assemblea Generale. È stata anche determinata la misura del contributo<br />

economico per il funzionamento dei Tribunali ecclesiastici regionali, registrando<br />

con sod<strong>di</strong>sfazione l’incremento del numero dei proce<strong>di</strong>menti conclusi,<br />

fatto che testimonia la sensibilità crescente sulle <strong>di</strong>fficoltà della<br />

famiglia e insieme evidenzia il bisogno <strong>di</strong> rafforzare la qualità e la quantità<br />

delle competenze necessarie in questo delicato ambito pastorale.<br />

È stato licenziato il nuovo statuto della Consulta nazionale delle aggregazioni<br />

laicali. Infine, è stato approvato lo statuto dell’Associazione italiana<br />

<strong>di</strong> pastorale sanitaria (AIPAS) e sono state approvate mo<strong>di</strong>fiche agli<br />

statuti dell’AGESCI, dell’UNITALSI, e del Movimento Rinascita Cristiana.<br />

È stato anche approvato il nuovo Direttorio della Federazione nazionale<br />

italiana dell’Unione Apostolica del Clero (UAC) ed è stata<br />

ammessa nella Consulta nazionale delle aggregazioni laicali la Fratres –<br />

Consociazione nazionale dei gruppi donatori <strong>di</strong> sangue delle Misericor<strong>di</strong>e<br />

d’Italia.<br />

5. Nomine<br />

Seguono le nomine fatte dal Consiglio Permanente<br />

Roma, 31 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCEI 61


CESi


CONFER ENZA E PI SCOPALE SICILIANA<br />

SESSIONE AUTUNNALE<br />

Palermo, 16-18 febbraio 2009<br />

COMUNICATO FINALE<br />

Nei giorni 16-18 febbraio 2009 la Conferenza Episcopale Siciliana ha<br />

tenuto nella propria sede <strong>di</strong> Corso Calatafimi la sua sessione invernale.<br />

I lavori sono stati presieduti da S.E. Mons. Paolo Romeo, Arcivescovo<br />

<strong>di</strong> Palermo, il quale, anche a nome dei confratelli ha manifestato gli auguri<br />

più fervi<strong>di</strong> e le congratulazioni a S.E. Mons. Salvatore Muratore, vescovo<br />

eletto <strong>di</strong> Nicosia e a S.E. Mons. Antonio Staglianò, vescovo eletto<br />

<strong>di</strong> Noto, presenti alla sessione dei lavori.<br />

1. L’attuale crisi economica e il comune impegno<br />

L’incontro dei presuli siciliani ha avuto luogo dopo il Consiglio permanente<br />

della CEI svoltosi a Roma nei giorni 26-28 <strong>gennaio</strong> 2009, e all’indomani<br />

del Convegno delle Chiese particolari del Mezzogiorno e del<br />

Sud d’Italia (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) sul tema:<br />

“Chiesa nel Sud, Chiese del Sud. Nel futuro da credenti e responsabili”, tenutosi<br />

il 12-13 febbraio a Napoli. Il Convegno celebrato a vent’anni dal<br />

documento della CEI “Chiesa italiana e mezzogiorno” ha registrato la presenza<br />

<strong>di</strong> vescovi, presbiteri, laici ed esperti delle varie circoscrizioni ecclesiastiche<br />

delle suddette cinque Regioni, che in un confronto aperto e<br />

sincero hanno riflettuto sulla situazione ed hanno cercato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare il<br />

perché a vent’anni dal citato Documento, il Sud sembra come bloccato in<br />

una situazione <strong>di</strong> stallo, senza riuscire ad avviare a soluzione i gravi e com-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCESi 65


plessi problemi <strong>di</strong> sempre e quasi ad aggiungere nuove emergenze che rischiano<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare anch’esse mali endemici.<br />

Con riferimento a questi due eventi ecclesiali, i vescovi <strong>di</strong> Sicilia hanno<br />

approfon<strong>di</strong>to alcuni aspetti che più <strong>di</strong>rettamente riguardano l’Isola con l’apporto<br />

<strong>di</strong> un qualificato contributo sull’attuale situazione dell’economia siciliana<br />

offerto dal Prof. Salvatore Butera, e dal <strong>di</strong>rettore dell’ufficio della<br />

Caritas regionale, don Sergio Librizzi. Quest’ultimo si è soffermato in particolare<br />

sulla sollecitu<strong>di</strong>ne delle comunità ecclesiali nel venire incontro con<br />

precise iniziative caritative e con rinnovato impegno <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />

e coinvolgimento dei fedeli nell’affrontare in modo solidale le problematiche<br />

sociali.<br />

È sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti come già a partire dallo scorso anno i mercati<br />

mon<strong>di</strong>ali sono entrati in una crisi molto grave e profonda <strong>di</strong> matrice finanziaria.<br />

Il problema è ora quello della ricaduta della crisi finanziaria sull’economia<br />

reale, cioè sui settori della produzione, con preoccupante calo<br />

della domanda, calo degli or<strong>di</strong>ni, del fatturato, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro, che<br />

vanno assumendo proporzioni ogni giorno più ampie. In questo contesto,<br />

è evidente, e sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti, l’impoverimento progressivo dei ceti<br />

me<strong>di</strong> e degli strati a più basso red<strong>di</strong>to della popolazione. Bisogna ricordare<br />

a riguardo che secondo un’indagine recente dell’Istat più <strong>di</strong> un terzo delle<br />

famiglie siciliane sono già oltre la soglia <strong>di</strong> povertà. Con lo sguardo rivolto<br />

all’intera nazione, così si esprime il comunicato della CEI (28-30 <strong>gennaio</strong><br />

2009) “La crisi tocca i singoli , le famiglie, le comunità. Quel lavoro che<br />

già prima era precario ora lo è <strong>di</strong> più, e quando si interrompe lascia senza<br />

garanzie <strong>di</strong> affidabile sussistenza”. Se ciò è valido a livello nazionale,<br />

quanto più grave, devastante e preoccupante è nel sud del Paese dove la <strong>di</strong>soccupazione<br />

colpisce fasce molto più ampie <strong>di</strong> quelle nazionali.<br />

Queste problematiche socio economiche che il Paese vive determinano<br />

l’aggravarsi della crisi che attraversa le famiglie, le quali devono essere<br />

sostenute da politiche organiche e forti. La famiglia è una priorità, poiché<br />

costituisce il nucleo vitale su cui si articola la comunità civile ed ecclesiale.<br />

I vescovi, pertanto, fanno un vibrante appello a quanti nei vari livelli<br />

si sono resi <strong>di</strong>sponibili nel mettersi a servizio della società, perché superando<br />

interessi e <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> parte, uniscano i loro sforzi per rispondere<br />

ai bisogni della popolazione ed aprire orizzonti <strong>di</strong> speranza per il futuro<br />

della nostra Isola. In particolare invitano le Istituzioni ad investire maggiori<br />

risorse economiche a vantaggio delle fasce più deboli della società,<br />

alle famiglie oggi sempre più povere, ed esortano gli Amministratori pubblici<br />

a mobilitarsi, con particolari programmi <strong>di</strong> sviluppo, per risolvere gli<br />

66 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


annosi problemi che toccano le zone più povere del territorio e i quartieri<br />

più degradati delle gran<strong>di</strong> città.<br />

Numerose sono le iniziative promosse nelle Diocesi e dalla comunità<br />

parrocchiali, anche attraverso il canale delle Caritas, a favore <strong>di</strong> quelle famiglie<br />

che attestate attualmente sulla soglia della sussistenza, rischiano <strong>di</strong><br />

accrescere il numero degli in<strong>di</strong>genti. I vescovi plaudono al lavoro capillare<br />

e continuativo che svolgono le <strong>di</strong>verse realtà ecclesiali a favore dei bisognosi,<br />

quale espressione dell’amore che Cristo ci ha insegnato, ed<br />

esortano tutti ad intensificare le attività e i servizi per rispondere, in questa<br />

situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, a quanti sono in stato <strong>di</strong> necessità. Essi esortano,<br />

altresì tutte le forze buone della società a collaborare insieme e a promuovere<br />

ogni genere <strong>di</strong> aiuto, anche con apposite fondazioni, a sostegno delle<br />

famiglie in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

2. Inaugurazione dell’Anno giu<strong>di</strong>ziario del Tribunale<br />

Ecclesiastico Regionale<br />

Come negli anni passati, i vescovi hanno ascoltato la relazione del presidente<br />

del Tribunale Ecclesiastico Regionale sull’attività svolta nel 2008.<br />

Essi hanno espresso viva riconoscenza a quanti, a vario titolo e secondo le<br />

rispettive competenze, operano in questo delicato settore della pastorale<br />

familiare e hanno provveduto alle nomine <strong>di</strong> tutti gli officiali e operatori del<br />

Tribunale per il prossimo quinquennio.<br />

La prolusione nella seduta inaugurale dell’Anno giu<strong>di</strong>ziario del Tribunale<br />

è stata tenuta da S.E. Mons. Francesco Coccopalmerio, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, sul tema: “Il problema del ‘vetitum’<br />

<strong>di</strong> passare ad altre nozze”.<br />

I vescovi in questo contesto rivolgono un pressante invito alle comunità<br />

cristiane affinchè sia dato il dovuto risalto e lo specifico impegno alla<br />

preparazione al matrimonio, come pure a tutte quelle specifihe iniziative<br />

che preparano i giovani alla vita coniugale e a formare autentiche famiglie<br />

cristiane.<br />

3. Formazione dei can<strong>di</strong>dati agli or<strong>di</strong>ni<br />

Singolare attenzione i vescovi hanno de<strong>di</strong>cato al tema della formazione<br />

dei futuri presbiteri, prestando grande attenzione al mutato contesto sociale,<br />

culturale ed ecclesiale, come pure ai rapi<strong>di</strong> e profon<strong>di</strong> mutamenti del<br />

ANNO NOVANTOTTESIMOCESi 67


mondo giovanile in cui vi sono da una parte segnali fortemente positivi<br />

che fanno ben sperare per il futuro, senza sottovalutare che d’altra parte<br />

non mancano elementi meno rassicuranti come per esempio la fragilità, il<br />

soggettivismo, il relativismo etico assai <strong>di</strong>ffusi nell’universo giovanile.<br />

In tale contesto una solida formazione teologica e pastorale dei futuri<br />

presbiteri deve stare a cuore <strong>di</strong> tutti i membri delle <strong>di</strong>verse Chiese particolari.<br />

È questo motivo che i vescovi si sono confrontati sulle esperienze delle<br />

singole Diocesi, interrogandosi sul modello <strong>di</strong> presbitero per questo tempo<br />

e per il nostro territorio siciliano. Essi hanno avviato una riflessione per<br />

meglio definire il curriculo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> teologici e <strong>di</strong> preparazione pastorale,<br />

con particolare riferimento al VI anno <strong>di</strong> teologia.<br />

Sempre sul versante della formazione dei presbiteri, per iniziativa del<br />

Centro Madre del Buon Pastore per la formazione permanente del clero, si<br />

è tenuto dal 16-21 corrente, un Corso <strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />

per i Ministri del Sacramento della Penitenza destinato particolarmente ai<br />

nuovi presbiteri delle Diocesi siciliane che iniziano a svolgere il delicato<br />

compito della Confessione sacramentale.<br />

4. I vescovi hanno preso in esame il testo dell’Intesa tra la Regione<br />

Siciliana e la Regione Ecclesiastica Sicilia per la tutela, la conservazione<br />

e la valorizzazione dei Beni Culturali appartenenti ad Istituzioni ed Enti<br />

ecclesiastici e lo schema <strong>di</strong> un “Accordo” relativo alla verifica dell’interesse<br />

culturale <strong>di</strong> immobili <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> Enti ecclesiastici la cui esecuzione<br />

risale ad oltre cinquant’anni il cui autore non è più vivente sottoposti<br />

ai <strong>di</strong>sposti del D. Lgs. 22 <strong>gennaio</strong> 2004, n. 42.<br />

Palermo, 21 febbraio 2009<br />

68 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


ATTI<br />

ARCIVESCOVILI


TELEGRAMM A DELL’AR CI VESCOVO<br />

A S.E. Mons. Paolo ROMEO<br />

Arcivescovo Metropolita <strong>di</strong> Palermo<br />

Via Matteo Bonello, 2<br />

90134 PALERMO<br />

IMPOSSIBILITATO PARTECIPARE SOLENNE CELEBRA-<br />

ZIONE GIUBILARE, MI UNISCO AFFETTUOSAMENTE AT<br />

GIOIA VOSTRA ECCELLENZA ET INTERA CHIESA PALER-<br />

MITANA PER XXV ANNIVERSARIO SUA ORDINAZIONE<br />

EPISCOPALE.<br />

ASSICURO MIA FRATERNA PREGHIERA INVOCANDO<br />

OGNI ELETTA GRAZIA PER SUO DELICATO MINISTERO A<br />

BENEFICIO CHIESA AFFIDATA AT SUE CURE PASTORALI<br />

ET NOSTRA CARA ISOLA MENTRE CHIEDO AT CRISTO<br />

MAESTRO DI CUSTODIRE SUO APOSTOLICO SERVIZIO<br />

PERCHÉ CON LA PAROLA ET CON L’ESEMPIO EDIFICHI IL<br />

POPOLO DEL QUALE È PASTORE.<br />

Mons. CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

<strong>di</strong> <strong>Messina</strong> - Lipari - S. Lucia del Mela<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 71


S OLENNI TÀ D ELL’ E PI FANI A DEL S IGNORE<br />

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA<br />

S. E. MONS. CALOGEO LA PIANA<br />

per l’ORDINAZIONE DIACONALE<br />

<strong>di</strong> AGOSTINO, DANILO, FRANCESCO<br />

<strong>Messina</strong>, Basilica Cattedrale Protometropolitana, 6 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

A voi tutti, fratelli e sorelle, giunga il mio cor<strong>di</strong>ale<br />

e fraterno saluto in Cristo Gesù, Astro del cielo, come<br />

tante volte abbiamo cantato in questo tempo natalizio.<br />

Nella celebrazione del Natale del Figlio dell’Altissimo,<br />

con rinnovata fede, motivata carità e viva speranza,<br />

abbiamo contemplato il mistero della “grazia <strong>di</strong><br />

Dio apparsa” all’orizzonte dell’umanità. L’evangelista<br />

Giovanni, nel prologo del suo vangelo, ci ha presentato<br />

“il Verbo <strong>di</strong> Dio fatto carne” come la “luce vera che<br />

viene per illuminare ogni uomo”. Gesù stesso <strong>di</strong>rà <strong>di</strong> Sé<br />

: “Io sono la luce”, “Io come luce sono venuto nel<br />

mondo”.<br />

L’o<strong>di</strong>erna festa dell’Epifania è manifestazione e<br />

allo stesso tempo proclamazione del Figlio <strong>di</strong> Dio<br />

quale luce per il mondo intero, rappresentato dai<br />

“Magi”. Guidati dalla Stella, anche i pagani, ci ha ricordato<br />

San Paolo nel brano della lettera agli Efesini,<br />

sono chiamati a “formare lo stesso corpo”, un solo<br />

corpo in Cristo. I testi della parola <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> questa celebrazione<br />

sono incentrati su Gesù, Messia e Salvatore<br />

universale dei popoli. La sua venuta nel mondo è per<br />

tutta la famiglia umana. L’epifania è la manifestazione<br />

72 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


pubblica della salvezza portata da Gesù, re universale.<br />

Tutti gli uomini, senza alcuna <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> razza, <strong>di</strong> lingua<br />

e <strong>di</strong> cultura, sono chiamati alla salvezza. Il bambino<br />

che i pastori e i Magi “adorano”, riconoscendolo come<br />

il Figlio <strong>di</strong> Dio, è infatti l’atteso <strong>di</strong> tutte le genti. Così la<br />

festa <strong>di</strong> oggi, Epifania del Signore, proclama con forza<br />

che Gesù è la “luce del mondo”, il “Sole” sorto “per illuminare<br />

quelli che stanno nelle tenebra e nell’ombra<br />

della morte”.<br />

Quali <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Cristo, amiamo riconoscerci e definirci<br />

a pieno titolo “illuminati”, resi cioè figli della<br />

luce e costituiti per portare luce ai fratelli. Illuminati<br />

dalla luce <strong>di</strong> Cristo per essere luce del mondo: “Voi<br />

siete la luce del mondo… Risplenda, dunque la vostra<br />

luce”. È l’impegno che la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> - Lipari -<br />

Santa Lucia del Mela ha assunto in questo anno pastorale:<br />

essere trasparenza luminosa <strong>di</strong> Cristo.<br />

L’avvento del Figlio <strong>di</strong> Dio, sole sorto sopra le tenebre<br />

del mondo, lumen gentium, ci coinvolge, dunque,<br />

e con noi coinvolge tutta la Chiesa come insegna il Concilio<br />

Vaticano II nella Costituzione dogmatica Lumen<br />

Gentium: “Essendo Cristo la luce delle genti, questo<br />

santo Concilio, radunato nello Spirito Santo, ardentemente<br />

desidera con la luce <strong>di</strong> Lui, splendente sul volto<br />

della Chiesa, illuminare tutti gli uomini, annunciando<br />

il Vangelo ad ogni creatura”. Questo è il compito fondamentale<br />

della chiesa e <strong>di</strong> ogni cristiano, portare la luce<br />

del Vangelo al mondo intero, essere cioè la “epifania” <strong>di</strong><br />

Cristo, luce delle genti.<br />

In questa celebrazione eucaristica la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Messina</strong><br />

- Lipari - Santa Lucia del Mela, riceve il dono <strong>di</strong> tre<br />

nuovi <strong>di</strong>aconi, Agostino, Danilo e Francesco, tre nuovi<br />

ministri del Vangelo. Il rito della Or<strong>di</strong>nazione evidenzia<br />

questo strettissimo legame nelle parole che accompagnano<br />

la consegna del libro del Vangelo<br />

all’or<strong>di</strong>nando: “Ricevi il Vangelo <strong>di</strong> Cristo del quale sei<br />

<strong>di</strong>ventato l’annunziatore: cre<strong>di</strong> sempre ciò che proclami,<br />

insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò<br />

che insegni”<br />

“Cre<strong>di</strong> ciò che proclami”. Carissimi Agostino, Da-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 73


nilo e Francesco vi viene chiesto <strong>di</strong> lasciarvi coinvolgere<br />

pienamente dalla parola <strong>di</strong> Dio, <strong>di</strong> accogliere cioè<br />

il mistero in cui venite inseriti per l’azione dello Spirito<br />

Santo: conformati a Cristo Signore, Servo dell’umanità<br />

per amore. Vi viene chiesto <strong>di</strong> accogliere la luce del<br />

Vangelo, lasciarvi inondare dal suo fulgore, dai sentimenti<br />

e dagli atteggiamenti che ispira e propone. Il dono<br />

del Vangelo è anzitutto per voi, dono che <strong>di</strong>venta anche<br />

vostro preciso impegno e responsabilità.<br />

“Insegna ciò che hai appreso nella fede”. Solo in<br />

Gesù c’è salvezza, Lui è amore, misericor<strong>di</strong>a, servizio,<br />

prossimità, abnegazione, donazione. In lui è apparsa la<br />

grazia. Il vostro, miei cari fratelli, sia un insegnamento<br />

dettato non solo con le parole, ma principalmente con la<br />

vita. Cristo sia sperimentato anzitutto da voi quale gioia,<br />

amore, pace.<br />

“Vivi ciò che insegni”. Siate cioè testimoni cre<strong>di</strong>bili.<br />

“Gli uomini del nostro tempo, chiedono ai credenti<br />

<strong>di</strong> oggi non solo <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> Cristo, ma in certo senso<br />

<strong>di</strong> farlo loro vedere” (GP II), hanno bisogno <strong>di</strong> “uomini<br />

che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano<br />

Dio cre<strong>di</strong>bile in questo mondo” (B XVI). “Mi sarai testimone<br />

delle cose che hai visto e u<strong>di</strong>to”, questa è la<br />

missione affidata da Cristo, tramite Anania, a Paolo. Testimoni<br />

<strong>di</strong> una storia da raccontare, narratori <strong>di</strong> una<br />

esperienza e non semplici funzionari o impiegati …<br />

del sacro. Vivere il Vangelo significa praticare l’amore,<br />

soprattutto verso i poveri, coloro in cui il Figlio <strong>di</strong> Dio<br />

chiede <strong>di</strong> essere accolto e servito: “l’avete fatto a me”.<br />

Quali <strong>di</strong>aconi assumete l’impegno <strong>di</strong> amare e servire il<br />

corpo <strong>di</strong> Cristo che è la Chiesa, <strong>di</strong> essere soprattutto accanto<br />

e prossimi dei poveri e dei bisognosi, degli ammalati<br />

e <strong>di</strong> quanti, feriti dalle prove della vita e<br />

dall’egoismo degli uomini, sono piagati nel corpo e<br />

nello spirito. Sull’esempio <strong>di</strong> Cristo, il Buon Samaritano,<br />

versate su <strong>di</strong> loro “l’olio della consolazione e il<br />

vino della speranza”. Insieme alla presenza amica e fraterna<br />

portate ovunque serenità e fiducia, quella stessa<br />

che attingerete dal rapporto intimo con Cristo nella preghiera<br />

che vi impegnate a vivere per tutto il popolo<br />

74 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


santo <strong>di</strong> Dio.<br />

Per voi, carissimi Agostino, Danilo e Francesco,<br />

l’impegno spirituale e pastorale della nostra Chiesa, essere<br />

trasparenza luminosa <strong>di</strong> Cristo, assume un colore<br />

del tutto particolare. L’essere luce per gli altri si traduce,<br />

infatti, in una appassionante testimonianza <strong>di</strong> servizio<br />

evangelico. Questo rapporto vitale con il Vangelo voi lo<br />

<strong>di</strong>chiarerete pubblicamente tra poco assumendo gli impegni<br />

dell’or<strong>di</strong>nazione: <strong>di</strong>sponibilità a consacrarvi al<br />

ministero con spirito <strong>di</strong> umiltà e carità, desiderando custo<strong>di</strong>re<br />

il mistero della fede in una coscienza pura per<br />

annunziarla con le parole e con le opere. Scelta libera e<br />

consapevole del celibato, come segno <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione totale<br />

a Cristo e alla sua Chiesa, coltivando lo spirito <strong>di</strong><br />

orazione e la volontà <strong>di</strong> conformare tutta la vostra vita<br />

a Cristo.<br />

Carissimi Agostino, Danilo e Francesco, l’azione<br />

dello Spirito che vi consacra, l’intercessione dei Santi<br />

che invocheremo, la preghiera <strong>di</strong> tanti fratelli che vi accompagnano<br />

e a cui si in<strong>di</strong>rizza il vostro ministero, l’intercessione<br />

e il sostegno della Beata Vergine Maria, la<br />

Serva del Signore, vi sostengano e vi spronino a servire<br />

sempre con amore, nella gioia e nella fedeltà, il Signore<br />

e la sua Chiesa in questa porzione eletta <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>, Lipari,<br />

Santa Lucia del Mela.<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 75


LET TERA D I GRAT IT UDINE<br />

AL S ANTO PADR E BENEDETTO XV I<br />

Prot. n. 5/09/1<br />

<strong>Messina</strong>, 13 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

Desidero rivolgermi alla Santità Vostra, per esprimere i sentimenti della<br />

più viva gratitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questa Chiesa e mia personale per l’atteso pensiero<br />

che Vostra Santità ha voluto benevolmente in<strong>di</strong>rizzare ai Messinesi, nella<br />

ricorrenza del centenario del terremoto del 1908, durante la preghiera dell’Angelus<br />

<strong>di</strong> domenica 28 <strong>di</strong>cembre scorso.<br />

Il non fermarsi ad un testo solo scritto, ma aver sentito pronunciare<br />

dalla viva voce <strong>di</strong> Pietro il saluto a questo popolo, ha suscitato nel cuore <strong>di</strong><br />

tutti gioia ed emozione, perché certi che la nostra storia <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> speranza,<br />

che conosce anche la prova, è presente nel cuore del Papa.<br />

Nel rinnovare la piena adesione all’alto Magistero della Santità Vostra,<br />

continuando ad offrire la quoti<strong>di</strong>ana preghiera affinché il Signore sostenga<br />

il Vostro delicato e prezioso Ministero – dono generoso per tutti gli uomini<br />

– affido la mia persona e il mio servizio apostolico alla preghiera <strong>di</strong> Vostra<br />

Santità, proprio in questo particolare giorno in cui ricorre il secondo anniversario<br />

dell’inizio del mio ministero in questa santa Chiesa <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> -<br />

Lipari - S. Lucia del Mela, che la bontà della Santità Vostra ha voluto affidarmi.<br />

Mentre invoco la Bene<strong>di</strong>zione Apostolica su questa Chiesa e sulla Città,<br />

con sentimenti <strong>di</strong> profonda venerazione mi confermo<br />

della Santità Vostra<br />

devotissimo<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

76 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


TELEGRAMM A DELL’AR CI VESCOVO<br />

A Sua Eccellenza<br />

Mons. Antonio STAGLIANÒ<br />

Vescovo eletto <strong>di</strong> Noto<br />

Parrocchia Visitazione della B.V.M.<br />

88841 LE CASTELLA (Crotone)<br />

ESPRIMO VIVE CONGRATULAZIONE PER SUA NOMINA AT<br />

VESCOVO DI NOTO CHE ACCOMPAGNO CON FRATERNA<br />

PREGHIERA MENTRE AUGURO NUOVO MINISTERO EPI-<br />

SCOPALE NELLA NOSTRA TERRA DI SICILIA RICCO DI<br />

OGNI GRAZIA ET SPIRITUALE CONSOLAZIONE.<br />

Mons. CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

<strong>di</strong> <strong>Messina</strong> - Lipari - S. Lucia del Mela<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 77


TELEGRAMM A DELL’AR CI VESCOVO<br />

A Sua Eccellenza<br />

Mons. Salvatore MURATORE<br />

Vescovo eletto <strong>di</strong> Nicosia<br />

Curia Arcivescovile - Via Duomo, 96<br />

92100 AGRIGENTO<br />

ESPRIMO VIVO COMPIACIMENTO PER SUA NOMINA<br />

EPISCOPALE AT CHIESA DI NICOSIA LEGATA DA VINCOLI<br />

DI PARTICOLARE COMUNIONE A QUESTA SEDE MENTRE<br />

INVOCO PREGHIERE PER NUOVO DELICATO MINISTERO<br />

INVOCANDO DIVINA PROTEZIONE CHE ACCOMPAGNI<br />

SUO SERVIZIO APOSTOLICO.<br />

Mons. CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

<strong>di</strong> <strong>Messina</strong> - Lipari - S. Lucia del Mela<br />

78 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


INTERVENTO D ELL’ARC I VESCOVO<br />

XV PREMIO INTERNAZIONALE<br />

BONINO-PULEJO<br />

Basilica Cattedrale - <strong>Messina</strong>, 30 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

Saluto con viva cor<strong>di</strong>alità<br />

Sua Altezza Reale la Principessa Vittoria <strong>di</strong> Svezia,<br />

il Presidente della Fondazione Bonino-Pulejo,<br />

le autorità civili e militari,<br />

tutti voi cari fratelli e sorelle.<br />

Sono lieto <strong>di</strong> ospitare, in via eccezionale, in questa splen<strong>di</strong>da Basilica<br />

Cattedrale il conferimento del XV° Premio Internazionale Bonino a Sua<br />

Altezza Reale la Principessa Vittoria <strong>di</strong> Svezia. L’assegnazione porta la<br />

seguente motivazione: “per il significativo impegno al servizio della solidarietà<br />

e in particolare, per l’eccezionale contributo offerto con coraggio<br />

e de<strong>di</strong>zione alla lotta contro la <strong>di</strong>slessia. La sua caparbietà e la sua generosità<br />

ne hanno fatto un simbolo e uno straor<strong>di</strong>nario testimonial capace <strong>di</strong><br />

ridare coraggio e gioia <strong>di</strong> vivere a milioni <strong>di</strong> ragazzi <strong>di</strong> tutto il mondo”.<br />

Reputo alto il profilo e lo spessore della motivazione.<br />

Non possiamo né dobbiamo, infatti, sfuggire agli interrogativi della<br />

sofferenza, poiché la vita è gioia, ma anche dolore. La vita è nascita, ma<br />

anche malattia e morte.<br />

Oggi si parla tanto della sofferenza, se ne <strong>di</strong>scute anche nelle se<strong>di</strong> politiche.<br />

Domenica 1 febbraio in tutta Italia la Chiesa celebra la 31^ Giornata<br />

Nazionale per la vita. Il tema scelto per è quello della sofferenza, anzi della<br />

forza della vita nella sofferenza. “La forza della vita nella sofferenza”. E’<br />

veramente un tema arduo perché il mistero del dolore, specialmente del dolore<br />

degli innocenti, ci interroga tutti i giorni: anziani soli, malati senza<br />

speranza <strong>di</strong> guarigione, malattie invalidanti, ad<strong>di</strong>rittura privi <strong>di</strong> coscienza.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 79


Ma chi è così presuntuoso da pensare <strong>di</strong> conoscere quello che accade<br />

nell’intimità della creatura che soffre? Di scegliere e decidere il suo vero<br />

bene? E poi <strong>di</strong> quale bene parliamo?<br />

Troppe volte, anche a motivo delle forti pressioni che giungono da una<br />

cultura negativa e nichilista, fondata su una antropologia antiumana, molti<br />

uomini <strong>di</strong> oggi sono tentati <strong>di</strong> <strong>di</strong>stogliere lo sguardo dal dolore e dalla<br />

morte. Pesino quando la si cerca e la si reclama come <strong>di</strong>ritto per uccidere,<br />

insieme con il malato, in realtà è la sofferenza che si vuole sfuggire. Senza<br />

pensare poi che, con quella eufemisticamente chiamata “buona morte”<br />

(l’eutanasia), si uccide anche la speranza. E noi siamo qui questa sera per<br />

celebrare un evento <strong>di</strong> speranza, per non cedere alla tentazione dello scoramento<br />

e dell’in<strong>di</strong>fferenza.<br />

Nella sofferenza poi può esserci anche la forza, che è forza <strong>di</strong> vita.<br />

L’eutanasia, in qualunque forma la si vuole, è vera pena <strong>di</strong> morte inflitta<br />

a un innocente. Per applicarla si vorrebbe usare la maschera del “testamento<br />

biologico”, cioè un suici<strong>di</strong>o assistito o un omici<strong>di</strong>o del consenziente.<br />

Si vorrebbe far passare per accanimento terapeutico ciò che rappresenta il<br />

minimo dovuto da amministrare a un ammalato: la nutrizione e un po’ <strong>di</strong><br />

acqua da bere. Non si può giocare con la vita della persona umana e farlo<br />

rifugiandosi sull’articolazione delle parole. Una macabra fantasia, infatti,<br />

vorrebbe trasformare il mangiare e il bere in “terapia nutrizionale”.<br />

La vita umana non si può negoziare né tanto meno sopprimere.<br />

Risulta oltretutto gravissimo ciò che ne consegue.<br />

Con la soppressione <strong>di</strong> una creatura umana, si uccide anche la fraternità,<br />

la solidarietà umana, l’amore per la persona ammalata, la stessa me<strong>di</strong>cina,<br />

e si compie una resa totale <strong>di</strong>nanzi al male. E’ quanto mai legittimo<br />

il dubbio che quello che si vuole eliminare è in verità la personale sofferenza<br />

o, almeno, il proprio senso <strong>di</strong> impotenza, l’impaccio, la spesa, i<br />

costi umani o delle strutture e delle istituzioni.<br />

Si va <strong>di</strong>ffondendo una certa antropologia antiumana, cioè quella <strong>di</strong>storta<br />

concezione dell’uomo che tende a ridurlo a oggetto <strong>di</strong>sponibile, motivando<br />

ciò alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> necessità o <strong>di</strong> costi insopportabili.<br />

La Chiesa crede nella persona umana, <strong>di</strong>fende l’uomo e chiede che<br />

venga tutelata la sua vita, anche nella sofferenza e nella malattia.<br />

Il messaggio della Chiesa, messaggio evangelico, trasuda la linfa dell’amore<br />

per l’uomo, per ogni uomo. Amore dell’uomo che, anche al dolore,<br />

da vincere o alleviare quando e quanto è possibile, è capace <strong>di</strong> dare<br />

un valore superiore alla meschina valutazione terrestre.<br />

80 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


“La vita è fatta per la serenità e la gioia” <strong>di</strong>cono i vescovi, ma “la via<br />

della sofferenza si fa meno impervia se <strong>di</strong>ventiamo consapevoli che è Cristo,<br />

il solo giusto, a portare la sofferenza con noi”.<br />

“Quando il peso della vita ci pare insopportabile, viene in nostro soccorso<br />

la virtù della fortezza”, virtù tipica e propria della vita, virtù cristiana<br />

per eccellenza, perché è virtù <strong>di</strong> amore.<br />

La forza della vita nella sofferenza, potremmo tradurre; la forza dell’amore<br />

che, in qualsiasi situazione, è sempre feconda <strong>di</strong> vita.<br />

“Testimonial capace <strong>di</strong> ridare il sorriso a chi soffre”. Veramente indovinato<br />

questo titolo dell’articolo, ma soprattutto veramente apprezzabile<br />

e lodevole l’impegno e l’esempio <strong>di</strong> Sua Altezza Reale nel portare solidarietà<br />

ed infondere coraggio con la sua de<strong>di</strong>zione e generosità alla lotta<br />

contro la <strong>di</strong>slessia. Un vero inno alla vita.<br />

E noi tutti desideriamo inneggiare alla vita <strong>di</strong> questa nostra Città.<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 81


LETTERA DELL’AR CI VESCOVO<br />

ALLA COMUNITA’ DIOCESANA<br />

PER LA XIII GIORNATA MONDIALE<br />

DELLA VITA CONSACRATA<br />

2 febbraio 2009<br />

Alle consacrate e ai consacrati.<br />

Ai sacerdoti, ai <strong>di</strong>aconi e ai fedeli<br />

La vita consacrata:<br />

dono prezioso e necessario<br />

alla santità e alla missione della Chiesa<br />

Carissimi fratelli e sorelle,<br />

in Cristo Gesù, “consacrato ed inviato” dal Padre nello Spirito per trasferire<br />

l’umanità, “avvolta nelle tenebre e nell’ombra <strong>di</strong> morte”, nel regno<br />

della luce e dell’amore, vi giunga il mio cor<strong>di</strong>ale e fraterno saluto.<br />

Il 2 febbraio <strong>di</strong> ogni anno, festa liturgica della Presentazione <strong>di</strong> Gesù<br />

al Tempio, si celebra la Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Vita Consacrata. Istituita<br />

da Papa Giovanni Paolo II perché la comunità ecclesiale, nel suo insieme,<br />

pastori, persone consacrate e fedeli laici, prenda sempre più<br />

coscienza del profondo significato e del valore che essa riveste nella Chiesa<br />

e per la Chiesa, e ringrazi il Signore per un così grande dono.<br />

Spesso, infatti, non si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un’adeguata conoscenza o si ha una<br />

visione riduttiva della vita consacrata. Non a tutti risulta evidente la pre-<br />

82 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


ziosità della sua presenza e della sua missione. Frequentemente la si identifica<br />

con i particolari servizi che i consacrati e le consacrate offrono alla<br />

comunità. Altre volte la si vede come un qualcosa <strong>di</strong> esterno o <strong>di</strong> aggiunto<br />

alla stessa Chiesa.<br />

Tutt’altro è, invece, l’insegnamento del Concilio Vaticano II, riba<strong>di</strong>to<br />

dalla Esortazione Apostolica Post-Sinodale “Vita Consecrata”.<br />

“L’universale presenza della vita consacrata e il carattere evangelico<br />

della sua testimonianza mostrano con tutta evidenza — se ce ne fosse bisogno<br />

— che essa non è una realtà isolata e marginale, ma tocca tutta la<br />

Chiesa … la vita consacrata si pone nel cuore stesso della Chiesa come<br />

elemento decisivo per la sua missione, giacché ‘esprime l’intima natura<br />

della vocazione cristiana’ e la tensione <strong>di</strong> tutta la Chiesa-Sposa verso<br />

l’unione con l’unico Sposo”.<br />

(Giovanni Paolo II, Vita Consecrata, Roma 1996, 3)<br />

“La professione dei consigli evangelici appartiene in<strong>di</strong>scutibilmente<br />

alla vita e alla santità della Chiesa. Questo significa che la vita consacrata,<br />

presente fin dagli inizi, non potrà mai mancare alla Chiesa come un<br />

suo elemento irrinunciabile e qualificante, in quanto espressivo della sua<br />

stessa natura. Ciò appare con evidenza dal fatto che la professione dei<br />

consigli evangelici è intimamente connessa col mistero <strong>di</strong> Cristo, avendo<br />

il compito <strong>di</strong> rendere in qualche modo presente la forma <strong>di</strong> vita che Egli<br />

prescelse, ad<strong>di</strong>tandola come valore assoluto ed escatologico … La concezione<br />

<strong>di</strong> una Chiesa composta unicamente da ministri sacri e da laici non<br />

corrisponde, pertanto, alle intenzioni del suo <strong>di</strong>vino Fondatore quali ci risultano<br />

dai Vangeli e dagli altri scritti neotestamentari”.<br />

(VC, 29)<br />

Carissimi, in comunione con tutta la Chiesa, quest’anno pastorale, per<br />

volontà del Pontefice Benedetto XVI, ci vede impegnati nella me<strong>di</strong>tazione<br />

e nella conoscenza dell’azione e dell’insegnamento del grande apostolo<br />

delle genti, San Paolo.<br />

La sua missione è segnata dalla consegna ricevuta da Cristo tramite <strong>di</strong><br />

Anania: “Mi sarai testimone delle cose che hai visto e u<strong>di</strong>to”.<br />

La nostra Chiesa <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> - Lipari - Santa Lucia del Mela, è orientata<br />

spiritualmente e pastoralmente a percorre la “via” della “testimonianza,<br />

personale e comunitaria, come forma della esistenza cristiana capace <strong>di</strong><br />

far adeguatamente risaltare il grande ‘si’ <strong>di</strong> Dio all’uomo, <strong>di</strong> dare un volto<br />

concreto alla speranza” (Conferenza Episcopale Italiana, ‘Rigenerati per<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 83


una speranza viva’-1Pt 1,3: testimoni del grande ‘si’ <strong>di</strong> Dio all’uomo. Nota<br />

pastorale dopo il 4° Convegno ecclesiale nazionale, Roma 2007, 4).<br />

Tutte le vocazioni e i ministeri, suscitati dallo Spirito al servizio della<br />

comunità cristiana, anche se in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, sono chiamati a testimoniare<br />

la speranza cristiana in mezzo a una società in rapido cambiamento. A tutti<br />

i cristiani è richiesto <strong>di</strong> dare testimonianza <strong>di</strong> vita evangelica, <strong>di</strong> rendere visibile,<br />

<strong>di</strong> “far vedere” Gesù nei pensieri e nelle parole, nei sentimenti e<br />

nelle azioni.<br />

Nella Lettera Pastorale (per l’anno 2008-2009) “Risplenda la vostra<br />

luce”. Essere trasparenza luminosa <strong>di</strong> Cristo, che sollecita l’impegno <strong>di</strong><br />

tutti a dare specifica testimonianza della grazia <strong>di</strong>vina che si attinge dall’intima<br />

comunione con Cristo, Lumen gentium (luce delle genti), ho voluto<br />

richiamare lo specifico contributo dei consacrati e delle consacrate<br />

all’ evangelizzazione.<br />

Esso consiste “innanzi tutto nella te stimonianza <strong>di</strong> una vita totalmente<br />

donata a Dio e ai fratelli, a imitazione del Salvatore che, per amore dell’uomo,<br />

si è fatto servo... Le persone consacrate rendono visibile, nella<br />

loro consacrazione e totale de<strong>di</strong>zione, la presenza amo revole e salvifica<br />

<strong>di</strong> Cristo… Esse lasciandosi conquistare da Lui (cf. Fil 3, 12), si <strong>di</strong>spongono<br />

a <strong>di</strong>venire, in certo modo, un prolungamento della sua umanità. La<br />

vita consacrata <strong>di</strong>ce eloquentemente che quan to più si vive <strong>di</strong> Cristo, tanto<br />

meglio Lo si può ser vire negli altri, spingendosi fino agli avamposti della<br />

missione, e assumendo i più gran<strong>di</strong> rischi” (VC, 76).<br />

A voi consacrati/e rammento che la missionarietà insita nel cuore stesso<br />

<strong>di</strong> ogni forma <strong>di</strong> vita consacrata vi “obbliga” ad essere trasparenza luminosa<br />

<strong>di</strong> Cristo. Voi sarete ra<strong>di</strong>osa testimonianza per i fratelli e le sorelle<br />

nella misura in cui vivrete una vita unicamente de<strong>di</strong>ta al Padre, afferrata<br />

da Cristo, animata dallo Spirito. Da voi la Chiesa reclama che siate e viviate<br />

in maniera conforme al dono ricevuto. Coopererete così in modo del<br />

tutto particolare al rinnovamento della Chiesa e del mondo.<br />

Carissimi fratelli e sorelle, che avete ricevuto in dono la vocazione alla<br />

vita <strong>di</strong> consacrazione, mentre a nome <strong>di</strong> tutta la comunità <strong>di</strong>ocesana vi ringrazio<br />

per la generosa e luminosa testimonianza del primato <strong>di</strong> Dio e della<br />

tensione spirituale verso le realtà definitive, vi chiedo <strong>di</strong> essere autentici<br />

“fari” per la nostra Chiesa <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> - Lipari - Santa Lucia del Mela. La<br />

vostra testimonianza sia concreto e visibile richiamo al Sommo Bene e ai<br />

valori evangelici della povertà, dell’obbe<strong>di</strong>enza e della pienezza dell’amore<br />

verso Dio e verso i fratelli.<br />

Per tutti miei cari l’augurio <strong>di</strong> “essere trasparenza luminosa <strong>di</strong> Cristo”.<br />

“Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le<br />

84 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche<br />

<strong>di</strong> luci vicine – <strong>di</strong> persone che donano luce traendola dalla sua luce ed<br />

offrono così orientamento per la nostra traversata” (Benedetto XVI, Spe<br />

salvi, 49).<br />

Affido all’intercessione della Beata Vergine Maria i propositi e le intenzioni<br />

<strong>di</strong> bene <strong>di</strong> quanti/e si sono consacrate con cuore integro e in<strong>di</strong>viso<br />

a Dio e alla Chiesa. Non venga mai meno nei consacrati e nelle consacrate<br />

la luce della fedeltà e dell’amore.<br />

Vi bene<strong>di</strong>co tutti <strong>di</strong> vero cuore<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 85


FESTA P ER LA PRESENTAZI ONE<br />

DI GES Ù AL TEMPIO<br />

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA<br />

S.E. MONS. CALOGERO LA PIANA<br />

<strong>Messina</strong>, Basilica Cattedrale Protometropolitana, 2 febbraio 2009<br />

Carissimi fratelli e sorelle,<br />

quaranta giorni dopo il Natale, celebriamo il mistero<br />

gau<strong>di</strong>oso della presentazione <strong>di</strong> Gesù al tempio. La tra<strong>di</strong>zione<br />

orientale ama definire l’o<strong>di</strong>erna celebrazione<br />

come “festa dell’incontro”. Ama cioè sottolineare, all’interno<br />

del tempio <strong>di</strong> Gerusalemme, l’incontro tra<br />

l’amore con<strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> Dio e l’attesa del popolo<br />

eletto.<br />

Questo incontro, in Cristo Gesù acquista un forte significato<br />

escatologico: Egli infatti è lo Sposo che viene<br />

a compiere l’alleanza nuziale con Israele. Nell’o<strong>di</strong>erna<br />

liturgia contempliamo anche la Beata Vergine Maria,<br />

modello <strong>di</strong> coloro che attendono e aprono docili il cuore<br />

all’incontro con il Signore.<br />

Per tali motivi la festa della Presentazione <strong>di</strong> Gesù al<br />

Tempio si è rivelata particolarmente adatta ad ospitare<br />

la celebrazione della “Giornata della vita consacrata”.<br />

L’icona <strong>di</strong> Maria e Giuseppe, che nel tempio offrono a<br />

Dio il Figlio, richiama con evidenza la totale oblazione<br />

<strong>di</strong> sé degli uomini e delle donne che consacrano interamente<br />

la loro vita al Signore me<strong>di</strong>ante i voti <strong>di</strong> povertà,<br />

castità e obbe<strong>di</strong>enza per il Regno dei cieli.<br />

Insieme all’aspetto dell’offerta spirituale, fortemente<br />

evidenziato dall’o<strong>di</strong>erna festa, la tra<strong>di</strong>zione ha inteso<br />

sottolineare anche quello della luce, introdotto dalle pa-<br />

86 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


ole <strong>di</strong> Simeone: “lumen ad revelationem gentium!”.<br />

Cristo è la luce, il “sole che sorge per illuminare coloro<br />

che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte”.<br />

Oggi insieme a tutta la Chiesa, anche noi con le candele<br />

accese, an<strong>di</strong>amo incontro a Colui che è “la Luce del<br />

mondo” per lasciarci illuminare dal suo fulgore e allo<br />

steso tempo per riconfermare l’impegno <strong>di</strong> essere luce<br />

per i fratelli. I ceri accesi con cui ci siamo introdotti alla<br />

celebrazione sono il segno della vigile attesa del Signore<br />

che deve caratterizzare la vita del cristiano, specialmente<br />

<strong>di</strong> coloro che il Signore ha chiamato ad una speciale missione<br />

nella Chiesa. Sono un forte richiamo a testimoniare<br />

al mondo Cristo, la luce che non tramonta.<br />

Per noi Chiesa <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> - Lipari - Santa Lucia del<br />

Mela il tema della luce quest’anno ha un sapore del tutto<br />

particolare, legato all’impegno spirituale e pastorale che<br />

stiamo percorrendo: “Risplenda la vostra luce. Essere<br />

testimonianza luminosa <strong>di</strong> Cristo”<br />

Nella Lettera Pastorale, in cui ho voluto sollecitare<br />

l’impegno <strong>di</strong> tutta la comunità <strong>di</strong>ocesana alla testimonianza<br />

della grazia <strong>di</strong>vina che si attinge dall’intima comunione<br />

con Cristo, Lumen gentium (luce delle genti),<br />

ho anche richiamato, con le parole dell’Esortazione<br />

“Vita Consacrata” <strong>di</strong> Giovanni Paolo II, lo specifico<br />

contributo dei consacrati e delle consacrate alla vita<br />

della Chiesa. Esso consiste nella te stimonianza <strong>di</strong> una<br />

vita totalmente donata a Dio e ai fratelli, nell’essere<br />

presenza amo revole e salvifica <strong>di</strong> Cristo, un vero prolungamento<br />

della sua umanità (cfr VC, 76).<br />

“Essere trasparenza luminosa <strong>di</strong> Cristo” per voi<br />

consacrati/e rappresenta un vero “obbligo”. Siete chiamati<br />

infatti ad essere ra<strong>di</strong>osa testimonianza per i fratelli<br />

e le sorelle, ma lo sarete nella misura in cui vivrete una<br />

vita unicamente de<strong>di</strong>ta al Padre, afferrata da Cristo, animata<br />

dallo Spirito. Da voi la Chiesa reclama che siate e<br />

viviate in maniera conforme al dono ricevuto. Coopererete<br />

così in modo del tutto particolare al rinnovamento<br />

della Chiesa e del mondo.<br />

La Giornata della Vita Consacrata, intende suscitare<br />

nella Chiesa una rinnovata attenzione per il dono<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 87


della vocazione alla vita consacrata. Cari consacrati/e,<br />

religiosi/e, membri degli Istituti Secolari e delle Società<br />

<strong>di</strong> Vita Apostolica, il Signore vi chiama alla sua sequela<br />

in modo più stretto e singolare. Nella società in cui viviamo,<br />

dominata dal secolarismo e dal materialismo,<br />

voi costituite con la vostra totale e definitiva donazione<br />

a Cristo il segno <strong>di</strong> una vita alternativa alla logica del<br />

mondo, perché ra<strong>di</strong>calmente ispirata al Vangelo e proiettata<br />

verso le realtà future, escatologiche.<br />

In questo Anno Paolino, la Commissione Episcopale<br />

per il Clero e la Vita consacrata, nel Messaggio per<br />

questa 13^ Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Vita Consacrata, ha<br />

posto in evidenza l’espressione con cui l’Apostolo comunica<br />

la sua totale conformazione a Cristo: “Sono<br />

stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo<br />

vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo<br />

nella fede del Figlio <strong>di</strong> Dio, che mi ha amato e ha consegnato<br />

se stesso per me” (Gal 2,20). Queste parole <strong>di</strong>cono<br />

anche in modo sublime la bellezza della vita<br />

consacrata. I Vescovi hanno voluto anche ricordare le<br />

parole pronunziate dal Santo Padre Benedetto XVI in<br />

occasione dell’inaugurazione dell’anno paolino: “Tutto<br />

ciò che Paolo fa parte dalla sua fede e dalla esperienza<br />

dell’essere amato da Gesù Cristo in modo tutto personale<br />

… un amore che lo sconvolge fin nell’intimo e lo<br />

trasforma” (Omelia nei Primi Vespri della solennità dei<br />

santi apostoli Pietro e Paolo, 28 giugno 2008). È questo<br />

il fondamento della vita cristiana e della vita consacrata<br />

in particolare. L’irruzione <strong>di</strong>vina nella vita dell’uomo<br />

lo impegna in un rapporto <strong>di</strong> piena appartenenza.<br />

Solo,però, la percezione e l’esperienza dell’amore appassionato<br />

<strong>di</strong> Gesù è in grado <strong>di</strong> suscitare una risposta<br />

totalizzante da parte <strong>di</strong> quanti sono chiamati alla vita <strong>di</strong><br />

consacrazione, come è avvenuto per Paolo: “Ritengo<br />

che tutto sia una per<strong>di</strong>ta a motivo della sublimità della<br />

conoscenza <strong>di</strong> Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato<br />

perdere tutte queste cose e le considero spazzatura”<br />

(Fil 3,8). “Per me il vivere è Cristo” (Fil 1,21).<br />

La Giornata della vita consacrata è occasione propizia<br />

per ringraziare il Signore insieme ai consacrati/e.<br />

88 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


Per ciascuno <strong>di</strong> voi (consacrati/e) è motivo per riba<strong>di</strong>re<br />

la personale fedeltà a Dio con entusiasmo e generosità,<br />

per ripetete il proprio “sì” al Dio dell’Amore con gioia<br />

e convinzione. Per tutta la Chiesa è motivo <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne<br />

per il prezioso contributo da voi offerto perché il<br />

Vangelo della speranza raggiunga gli uomini e le donne<br />

del nostro tempo.<br />

Maria, la Serva del Signore, interceda perché la nostra<br />

Chiesa possa vivere con sempre rinnovato zelo<br />

l’impegno assunto <strong>di</strong> “essere trasparenza luminosa <strong>di</strong><br />

Cristo”. La Beata Vergine Immacolata, pronta all’obbe<strong>di</strong>enza,<br />

coraggiosa nella povertà, accogliente nella<br />

verginità feconda, ottenga per quanti hanno ricevuto il<br />

dono <strong>di</strong> seguire Gesù sulla via dei consigli evangelici, <strong>di</strong><br />

poterLo testimoniare con un’esistenza trasfigurata.<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 89


MERCOLEDÌ D ELLE CENERI<br />

INIZI O D ELLA Q UARESIMA<br />

OMELIA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA<br />

S.E. MONS. CALOGERO LA PIANA<br />

<strong>Messina</strong>, Basilica Cattedrale Protometropolitana, 25 febbraio 2009<br />

Con la celebrazione delle Ceneri ha inizio il tempo<br />

quaresimale, tempo <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong><br />

azione, tempo austero ed esigente dell’anno liturgico.<br />

Nella pagina evangelica Gesù ci ha richiamato gli atteggiamenti<br />

essenziali del concreto programma <strong>di</strong> impegni,<br />

che da sempre caratterizza la Quaresima: la<br />

preghiera, la penitenza (il <strong>di</strong>giuno), l’attenzione alle necessità<br />

dei fratelli (la carità). Gesù ci ammonisce però<br />

che tali “buone opere”, come egli stesso le chiama, devono<br />

essere religiosamente “vere”, compiute cioè come<br />

atti <strong>di</strong> affettuosa attenzione al Padre “che vede nel segreto”<br />

(cfr. Mt 6,6), e non come manifestazioni della<br />

nostra vanità e del nostro amor proprio.<br />

È quanto mai opportuno riascoltare le parole <strong>di</strong> Gesù:<br />

“Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la<br />

tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti … non sappia<br />

la tua sinistra ciò che fa la tua destra … Quando<br />

pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare<br />

… per essere visti dagli uomini … entra nella tua<br />

camera e prega il Padre tuo nel segreto … E quando <strong>di</strong>giunate,<br />

non assumete aria malinconica come gli ipocriti,<br />

che si sfigurano la faccia per far vedere agli<br />

uomini che <strong>di</strong>giunano … tu … profumati la testa e lavati<br />

il volto, perché la gente non veda che tu <strong>di</strong>giuni, ma solo<br />

tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel<br />

segreto, ti ricompenserà”<br />

Ciò che Gesù ci chiede è vivere nella verità, nella<br />

sincerità. Ciò che Gesù ci chiede è ban<strong>di</strong>re l’ipocrisia<br />

90 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


dalla nostra vita. Nel Salmo 50, il salmo responsoriale<br />

dell’o<strong>di</strong>erna liturgia, l’orante esprime la convinzione<br />

che Dio vuole “la sincerità del cuore”, per questo insieme<br />

al perdono e alla misericor<strong>di</strong>a invoca da Lui la<br />

creazione <strong>di</strong> “un cuore puro”.<br />

Fratelli e sorelle carissimi, anche l’invito che il Signore<br />

ci ha rivolto attraverso le parole del profeta<br />

Gioele, la prima lettura della liturgia della parola, va<br />

nella stessa <strong>di</strong>rezione: “Ritornate a me con tutto il<br />

cuore, con <strong>di</strong>giuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il<br />

cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio,<br />

perché egli è misericor<strong>di</strong>oso e benigno, tardo all’ira e<br />

ricco <strong>di</strong> benevolenza”.<br />

Il tempo quaresimale, che iniziamo con questo mercoledì<br />

delle ceneri, è tempo propizio per ritornare al Signore<br />

con il cuore. La vita dell’uomo è molto simile alla<br />

vicenda <strong>di</strong> cui ci parla la parabola evangelica del figlio<br />

pro<strong>di</strong>go. L’uomo da sempre è tentato <strong>di</strong> allontanarsi da<br />

Dio per seguire una illusione, una libertà che rende<br />

schiavi, una ricchezza che impoverisce. Il Signore lascia<br />

l’uomo libero <strong>di</strong> praticare le proprie scelte, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipare<br />

i talenti e le potenzialità <strong>di</strong> cui lo ha dotato. Ma<br />

come Padre misericor<strong>di</strong>oso ed attento sta alla finestra e<br />

aspetta il ritorno del figlio, pronto a corrergli incontro,<br />

per abbracciarlo e fare festa.<br />

I testi della liturgia del tempo quaresimale rappresentano<br />

un rinnovato e costante invito a “rientrare” in<br />

noi stessi per fare ritorno a Dio con tutto il cuore, a mettere<br />

cioè Dio al centro della propria vita. Unica e sola<br />

con<strong>di</strong>zione rimane il riconoscimento dei propri peccati.<br />

“Pietà <strong>di</strong> me, o Dio...Riconosco la mia colpa, il mio peccato<br />

mi sta sempre <strong>di</strong>nanzi... quello che è male ai tuoi<br />

occhi, io l’ho fatto”.<br />

Abbiamo bisogno <strong>di</strong> perdono. Lo invocheremo con<br />

le parole che la stessa parola <strong>di</strong> Dio ci mette sulle labbra:<br />

“Lavami da tutte le mie colpe … purificami … <strong>di</strong>stogli<br />

lo sguardo dai miei peccati … rinnova in me uno<br />

spirito saldo”. Facciamolo con sincerità, facciamolo<br />

cioè con il cuore e non solo con le labbra.<br />

Questi quaranta giorni del tempo quaresimale siano<br />

per tutti noi tempo <strong>di</strong> vera grazia: “Ecco ora il momento<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 91


favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”. Solo Dio<br />

può creare in noi un cuore puro per ripartire con fiducia<br />

ed entusiasmo. Il Signore in questo tempo propizio ci<br />

chiede in fondo <strong>di</strong> allargare il nostro orizzonte, <strong>di</strong> ancorare<br />

i nostri progetti, i nostri desideri, i nostri sforzi,<br />

i nostri affetti, le nostre gioie e i nostri dolori su Lui e sui<br />

valori eterni. Il <strong>di</strong>giuno, la preghiera e la carità sono i<br />

mezzi potenti <strong>di</strong> cui servirci.<br />

Nel suo Messaggio per la Quaresima Papa Benedetto<br />

XVI ha voluto richiamare la comunità cristiana sul<br />

valore e sul senso del <strong>di</strong>giuno. Seguendo l’insegnamento<br />

<strong>di</strong> Gesù il vero consiste nel compiere la volontà<br />

del Padre celeste, il quale “vede nel segreto, e ti ricompenserà”<br />

(Mt 6,18). Gesù stesso ne offre l’esempio rispondendo<br />

a satana, al termine dei 40 giorni passati nel<br />

deserto, che “non <strong>di</strong> solo pane vivrà l’uomo, ma <strong>di</strong> ogni<br />

parola che esce dalla bocca <strong>di</strong> Dio” (Mt 4,4). Il vero<br />

<strong>di</strong>giuno è finalizzato infatti a mangiare il “vero cibo”,<br />

che è fare la volontà del Padre (cfr Gv 4,34).<br />

Papa Benedetto XVI ci ricorda anche che “il <strong>di</strong>giuno<br />

ci aiuta a prendere coscienza della situazione in<br />

cui vivono tanti nostri fratelli … Scegliendo liberamente<br />

<strong>di</strong> privarci <strong>di</strong> qualcosa per aiutare gli altri, mostriamo<br />

concretamente che il prossimo in <strong>di</strong>fficoltà non ci è<br />

estraneo”.<br />

Ecco l’invito che ci rivolge: “Proprio per mantenere<br />

vivo questo atteggiamento <strong>di</strong> accoglienza e <strong>di</strong> attenzione<br />

verso i fratelli, incoraggio le parrocchie ed<br />

ogni altra comunità ad intensificare in Quaresima la<br />

pratica del <strong>di</strong>giuno personale e comunitario, coltivando<br />

altresì l’ascolto della Parola <strong>di</strong> Dio, la preghiera e<br />

l’elemosina”<br />

Il Signore ci conceda <strong>di</strong> vivere la Quaresima, come<br />

un tempo “forte” <strong>di</strong> preghiera, <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno e <strong>di</strong> carità<br />

verso i fratelli bisognosi. Maria Santissima, che ha saputo<br />

accogliere e vivere la parola <strong>di</strong> Dio, ci sia <strong>di</strong> modello<br />

e <strong>di</strong> guida, illumini con la sua presenza e il suo<br />

esempio il nostro quoti<strong>di</strong>ano itinerario <strong>di</strong> credenti. Così<br />

sia!<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

92 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


IN VITO ALLE AUTORITÀ<br />

PER LA PASQUA INTER FORZE<br />

Prot. n. 37/09/9<br />

<strong>Messina</strong>, 10 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Illustrissime<br />

Autorità Civili e Militari<br />

LORO SEDI<br />

Anche quest’anno, come appuntamento ormai atteso e consolidato nel<br />

tempo, desidero informare che il Martedì della Settimana Santa, 7 aprile<br />

prossimo alle ore 10.00, presiederò nella Basilica Cattedrale la Celebrazione<br />

della S. Messa per le Interforze, in preparazione alla Pasqua.<br />

Il delicato servizio che tutti offrite per il bene della collettività, con<br />

senso del dovere e spirito <strong>di</strong> fede, fa sì che il ritrovarci insieme attorno all’altare<br />

del Signore sia segno della fiducia che quoti<strong>di</strong>anamente riponete in<br />

Dio e invocazione della sua protezione su ciascuno <strong>di</strong> voi.<br />

Rivolgendo invito a partecipare alle Forze Armate, alle altre Istituzioni<br />

civili unitamente alle Associazioni combattentistiche e d’Arma, in attesa <strong>di</strong><br />

incontrarvi tutti saluto cor<strong>di</strong>almente, invocando ogni bene<strong>di</strong>zione.<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 93


D ELEGA ARCI VESCOVILE<br />

D EI RAPPRESENTANTI PER IL FEC<br />

Prot. n. 38/09/S<br />

Considerata la delicata e complessa realtà delle variegate procedure attinenti<br />

il patrimonio immobiliare e mobiliare delle Chiese ex Conventuali<br />

ricadenti sotto la giuris<strong>di</strong>zione del Fondo E<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> Culto (F.E.C.) del Ministero<br />

dell’Interno;<br />

preso atto della fattiva collaborazione con i <strong>di</strong>rigenti dell’Ufficio FEC<br />

della Prefettura <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>, della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali<br />

e delle altre Istituzioni competenti<br />

DELEGA<br />

il Rev. DON ANTONIO LA ROSA, Direttore dell’Ufficio Diocesano<br />

per i Beni Culturali Ecclesiastici, a rappresentare questa <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Messina</strong> - Lipari - S. Lucia del Mela per le attività inerenti il FEC.<br />

Per lo svolgimento del compito assegnato sarà coa<strong>di</strong>uvato dal Sig. Salvatore<br />

Perrone dell’Ufficio Amministrativo Diocesano <strong>di</strong> questa Curia.<br />

Tanto si comunica all’interessato e agli uffici competenti per loro opportuna<br />

conoscenza.<br />

Dato in <strong>Messina</strong>, 11 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Mons. SALVATORE CAMARDA<br />

Cancelliere Arcivescovile<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

94 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


CHIUUSUURAA I NNCHI ESTA D I OCES ANAA SUULLLA VITA, SULLE V IRT Ù<br />

EROI CHE, SULLA FAMA D I S ANT ITÀ E DI SEGNI DELLA SERVA<br />

D I D I O SR. MARI A ALFONS A DI GES Ù B AMBINO<br />

Prot. n. 36/09/12<br />

DECRETO<br />

<strong>di</strong> pubblicazione degli Atti nell’Inchiesta Diocesana<br />

sulla vita, sulle virtù eroiche, sulla fama <strong>di</strong> santità e <strong>di</strong> segni<br />

della Serva <strong>di</strong> Dio Sr. Maria Alfonsa Bruno <strong>di</strong> Gesù Bambino,<br />

Ancella Riparatrice<br />

Avendo il Tribunale Ecclesiastico raccolto tutte le prove documentali<br />

e testimoniali dell’Inchiesta sulla vita, sulle virtù eroiche, sulla fama <strong>di</strong><br />

santità e <strong>di</strong> segni della Serva <strong>di</strong> Dio Sr. Maria Alfonsa Bruno <strong>di</strong> Gesù Bambino,<br />

Ancella Riparatrice;<br />

ascoltato il parere del Rev.mo Delegato Episcopale Mons. Eugenio Foti<br />

e del Rev. Don Gianfranco Centorrino Promotore <strong>di</strong> Giustizia nella menzionata<br />

Inchiesa Diocesana<br />

DECRETA<br />

che siano pubblicato gli atti dell’Inchiesta e <strong>di</strong> procedere alla chiusura<br />

definitiva della stessa, fissata in data 17 Marzo 2009.<br />

Dato in <strong>Messina</strong>, il 17 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Mons. SALVATORE CAMARDA<br />

Cancelliere Arcivescovile<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 95


INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA<br />

Basilica Cattedrale, 17 <strong>marzo</strong> 2009<br />

La parabola delle fanciulle sagge e stolte, nel contesto del grande <strong>di</strong>scorso<br />

escatologico del cap. 25°(vv. 1-13) <strong>di</strong> Mt, si propone <strong>di</strong> mantenere<br />

viva la certezza del ritorno del Signore. Suggerisce, inoltre, in<strong>di</strong>cazioni sul<br />

come comportarsi nel tempo dell’attesa, ove incombe tanto il pericolo dell’evasione<br />

dai propri impegni quoti<strong>di</strong>ani, quanto quello della mondanizzazione,<br />

cioè l’immersione sconsiderata nelle vicende terrene fino al punto<br />

da vanificare lo specifico della propria testimonianza credente. La parabola<br />

esorta alla vigilanza, insegna che bisogna essere pronti a ogni evenienza,<br />

anche al ritardo della venuta dello sposo. L’attesa può essere lunga,<br />

ma la tensione dell’animo non deve mai affievolirsi. Non è tanto la vicinanza<br />

o la lontananza della fine che dà valore al tempo. Il suo valore, infatti,<br />

viene dalla qualità della conoscenza e dell’esperienza sponsale <strong>di</strong><br />

Cristo, dall’accoglienza e dalla pratica della parola dello Sposo, “parola <strong>di</strong><br />

vita eterna”.<br />

Nel tempo dell’attesa le vergini tengono accesa una lampada. Lo Sposo<br />

tarda, tutte si addormentano. D’improvviso si leva un grido: “Ecco lo<br />

Sposo: andategli incontro!”. Cinque delle vergini, qualificate come stolte,<br />

non hanno preso con sé la scorta dell’olio. Per loro la porta resta chiusa e<br />

si sente la voce dello sposo: “Non vi conosco!”. Solo le vergini sagge entrano<br />

alle nozze con la lampada accesa, espressione <strong>di</strong> una vigile fede che<br />

opera, giorno <strong>di</strong>etro giorno, nella carità.<br />

Miei cari fratelli, viviamo la nostra esistenza credente in attesa <strong>di</strong><br />

questo grido che risuonerà nella notte per tutti. Il Signore che per amore<br />

ci ha creato e per amore ci ha redento, ci chiede <strong>di</strong> vivere attendendo con<br />

amore la sua venuta. Verrà come Sposo per unire profondamente a sé ogni<br />

uomo che, per vie e vocazioni <strong>di</strong>verse, è chiamato a riconoscerLo ed accoglierLo<br />

nei segni della sua presenza, la Parola, i Sacramenti, i ministri<br />

della sua misericor<strong>di</strong>a, i fratelli, specie i più poveri.<br />

Delle <strong>di</strong>eci fanciulle, che attendono l’arrivo dello sposo, cinque sono<br />

dette stolte e cinque sagge. L’evangelista Matteo, nel suo Vangelo, ha già<br />

uniti insieme questi due aggettivi nella parabola delle due case, costruite<br />

rispettivamente sulla sabbia e sulla roccia (Mt 6,24-27): è saggio, come<br />

l’uomo avveduto che costruisce la sua casa sulla roccia, chi ascolta la “pa-<br />

96 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


ola” e la mette in pratica. L’ascolto, nella pagina evangelica, è comune<br />

allo stolto e al saggio. Ciò che li <strong>di</strong>versifica è la pratica della parola. “Beati,<br />

dunque, coloro che ascoltano la parola <strong>di</strong> Dio e la vivono ogni giorno”.<br />

La saggezza che conduce alla felicità eterna non è semplice frutto <strong>di</strong> conoscenza<br />

e non si identifica con una teoria. E’ un modo <strong>di</strong> vivere, uno stile<br />

<strong>di</strong> vita guidato e sorretto dalla pratica della parola <strong>di</strong> Dio.<br />

In ogni itinerario <strong>di</strong> santità, è possibile rintracciare una risposta<br />

pronta e personale alla parola <strong>di</strong> Dio, a quel grido che s’innalza nella notte<br />

per l’uomo d’ogni tempo: “Ecco lo Sposo, andategli incontro!”.<br />

Oggi siamo <strong>di</strong>nanzi alla risposta generosa <strong>di</strong> Suor Alfonsa <strong>di</strong> cui conclu<strong>di</strong>amo<br />

l’inchiesta <strong>di</strong>ocesana sulla vita, sulle virtù eroiche, sulla fama <strong>di</strong><br />

santità e <strong>di</strong> segni. La sua esperienza umano-spirituale offre alla comunità<br />

cristiana una modalità concreta per andare incontro allo Sposo che<br />

viene. Una esperienza, quella <strong>di</strong> Suor Maria Alfonsa, che sembra riscrivere<br />

attraverso le vicende della sua vita alcuni tratti della Parola <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong>venuta<br />

carne della sua carne.<br />

Un primo tratto della santità cristiana che emerge dalla testimonianza<br />

<strong>di</strong> Suor Alfonsa riguarda la luminosità della sua vita che traspare dalla serenità<br />

del suo sguardo. Come non ricordare il monito dell’apostolo Paolo<br />

in questo anno a lui de<strong>di</strong>cato: “Camminate nella luce del Signore”. E’ il<br />

rifiuto delle tenebre ove non è possibile sperimentare l’incontro con lo<br />

Sposo. Camminare nella luce rifiutando l’assopimento indotto da uno stile<br />

<strong>di</strong> vita tutto de<strong>di</strong>to al solo avere, all’apparire, al potere. Camminare nella<br />

luce: mantenere cioè viva ed accesa la lampada della fede per andare incontro<br />

allo Sposo quando arriva e poter partecipare al banchetto nuziale,<br />

simbolo <strong>di</strong> gioia, <strong>di</strong> intimità e <strong>di</strong> comunione, segno della salvezza messianica<br />

offerta ai fedeli, ai poveri, ai giusti, ai saggi secondo il Vangelo.<br />

È evidente l’assonanza con il programma spirituale e pastorale che caratterizza<br />

il cammino della nostra Chiesa <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>-Lipari-Santa Lucia del<br />

Mela. “Risplenda la vostra luce”. Essere trasparenza luminosa <strong>di</strong> Cristo.<br />

E sono ancora le parole dell’apostolo Paolo ai Colossesi: “Sono lieto<br />

delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello<br />

che manca ai patimenti <strong>di</strong> Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa”<br />

(Col 1,24), che ci rimandano all’aspetto caratterizzante la testimonianza <strong>di</strong><br />

fede eroica della Serva <strong>di</strong> Dio, Suor Alfonsa. Si tratta della sofferenza che<br />

ha segnato per molti anni la sua esistenza terrena. Ventisei lunghi anni <strong>di</strong><br />

cui ventuno trascorsi sulla se<strong>di</strong>a a rotelle, paralizzata dalla malattia invalidante,<br />

l’artrite reumatoide deformante anchilosante progressiva. Lunghi<br />

anni vissuti in maniera esemplare, con serenità, gioia e la ferma convinzione<br />

<strong>di</strong> avere ricevuto un grande dono da Dio. Nel suo “Credo” Suor Al-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 97


fonsa professa il valore salvifico della sofferenza vissuta con amore e nella<br />

comunione con le sofferenze <strong>di</strong> Cristo. “Credo all’immenso valore del dolore,<br />

perché Gesù stesso lo ha usato come sublime atto <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> riparazione”.<br />

“Credo al dolore, offerto con quello <strong>di</strong> Cristo, col sorriso sulle<br />

labbra… Ha la potenza <strong>di</strong> fare scendere sulla terra una salutare rugiada<br />

per le anime vicine e lontane… “.<br />

Nel “suo Credo” Suor Alfonsa manifesta la multiforme valenza cristiana<br />

del doloro: sofferenza intrisa <strong>di</strong> accoglienza e <strong>di</strong> preghiera, sofferenza<br />

riconosciuta quale dono prezioso <strong>di</strong>vino, sofferenza accettata con<br />

amore e vissuta come arma potente per l’apostolato, mezzo <strong>di</strong> salvezza e<br />

<strong>di</strong> santificazione, strumento potentissimo <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> sé, <strong>di</strong><br />

umiltà, <strong>di</strong> amicizia, <strong>di</strong> educazione “per <strong>di</strong>staccarci da tutto ciò che ci <strong>di</strong>ce<br />

terra e fa vivere nella beata attesa del cielo”.<br />

Siamo grati al Signore per il dono della testimonianza eroica <strong>di</strong> Suor<br />

Alfonsa. Da Lui invochiamo per lei, per l’intercessione della Beata Vergine<br />

Maria, la piena glorificazione nel suo regno e, se secondo la sua santa<br />

volontà, anche su questa terra, come recita la preghiera alla Santissima Trinità<br />

<strong>di</strong> sua Eccellenza Mons. Ignazio Cannavò.<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

98 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


Prot. n. 40/09/12<br />

Dovendo provvedere alla nomina dell’Officiale incaricato <strong>di</strong> consegnare<br />

alla Congregazione delle Cause dei Santi gli Atti dell’Inchiesta <strong>di</strong>ocesana<br />

sulla vita, sulle virtù eroiche, sulla fama <strong>di</strong> santità e <strong>di</strong> segni della<br />

Serva <strong>di</strong> Dio Sr. Maria Alfonsa Bruno <strong>di</strong> Gesù Bambino, Religiosa Professa<br />

della Congregazione delle Ancelle Riparatrici;<br />

NOMINA PORTITORE<br />

il Rev. FR. TONINO BONO O.F.M., Vice Postulatore della Causa legittimamente<br />

nominato.<br />

Dato in <strong>Messina</strong>, il 17 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Mons. SALVATORE CAMARDA<br />

Cancelliere Arcivescovile<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 99


VERBALE DI D EDI CAZI ONE<br />

Prot. n. 48/09/P<br />

<strong>Messina</strong>, 24 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Oggi, martedì ventiquattro Marzo 2009, Primi Vespri della Solennità<br />

dell’Annunciazione del Signore, S. E. Rev.ma Mons. Calogero La Piana,<br />

Arcivescovo Metropolita <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> - Lipari - S. Lucia del Mela e Archimandrita<br />

del SS. Salvatore<br />

ha de<strong>di</strong>cato<br />

la chiesa <strong>di</strong> “S. Maria delle Grazie”<br />

in Terme Vigliatore<br />

e consacrato l’altare della medesima chiesa.<br />

Il presente atto, sarà conservato a perpetua memoria, in questo Archivio<br />

parrocchiale e in quello della Curia Arcivescovile.<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

100 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


D ECRETO DI INCARD INAZIONE<br />

D EL S AC. R OBERTO CURR Ò<br />

Prot. n. 51/09/S<br />

Considerato il servizio pastorale già svolto nel territorio dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>,<br />

dall’anno 2006;<br />

Vista la lettera prot. n. 67/2007 del 1° agosto 2007 dell’Ecc.mo Mons.<br />

Andrea Mugione Arcivescovo Metropolita <strong>di</strong> Benevento, il quale concede<br />

l’escar<strong>di</strong>-nazione dall’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> Beneventana;<br />

Accogliendo la richiesta <strong>di</strong> incar<strong>di</strong>nazione nell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>, fatta dal<br />

Rev. Don Roberto Currò della Comunità Consacrati del G.A.M. ;<br />

a norma del can. 267 §1 del Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Diritto Canonico,<br />

DECRETO<br />

che il REV. DON ROBERTO CURRÒ, nato a <strong>Messina</strong> il 26 novembre<br />

1970, sia incar<strong>di</strong>nato al servizio <strong>di</strong> questa <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> - Lipari<br />

- S. Lucia del Mela.<br />

Dato in <strong>Messina</strong>, il 25 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Mons. SALVATORE CAMARDA<br />

Cancelliere Arcivescovile<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 101


LETTERA D ELL’ARC I VES COVO PER LA XLV I GIORNATA<br />

M ONDI ALE DI PR EGHIERA PER LE VO CAZI ONI<br />

<strong>Messina</strong>, 25 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Ai Rev.<strong>di</strong> Parroci<br />

Ai Rev.<strong>di</strong> Presbiteri e Diaconi<br />

Ai Rev.<strong>di</strong> Superiori e Superiore degli Istituti Religiosi<br />

Ai Responsabili <strong>di</strong> Associazioni e Movimenti ecclesiali<br />

A tutto il Popolo <strong>di</strong> Dio<br />

Carissimi,<br />

celebreremo, la XLVI Giornata Mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Preghiera per le Vocazioni,<br />

il 3 maggio 2009, accogliendo l’invito del santo Padre Benedetto<br />

XVI a ravvivare “La fiducia nell’iniziativa <strong>di</strong> Dio”.<br />

Egli, riproponendoci l’esortazione <strong>di</strong> Gesù «Pregate dunque il Signore<br />

della messe, perché man<strong>di</strong> operai nella sua messe!» (Mt 9,38), ci raccomanda<br />

con vigore: «Pregate! Il pressante appello del Signore sottolinea<br />

come la preghiera per le vocazioni debba essere ininterrotta e fiduciosa.<br />

Solamente se animata dalla preghiera, infatti, la comunità cristiana può effettivamente<br />

“avere maggiore fede e speranza nella iniziativa <strong>di</strong>vina”.<br />

Assieme alla preghiera, la comunità ecclesiale ha il dovere <strong>di</strong> aiutare i<br />

giovani a fare serio <strong>di</strong>scernimento e aderire prontamente e generosamente<br />

alla chiamata <strong>di</strong> Dio. Ciò sarà possibile se tutta la pastorale è vocazionale,<br />

tesa cioè a formare comunità attente ad ascoltare la voce <strong>di</strong> Dio, che chiama<br />

a servire nelle tante forme <strong>di</strong> ministerialità.<br />

Convinto che la testimonianza resa con la vita sia la più convincente pastorale<br />

vocazionale, invito Presbiteri, Consacrate e Consacrate a dare testimonianza<br />

gioiosa ed entusiasta della loro appartenenza a Cristo. Non si<br />

abbia paura <strong>di</strong> proporre la bellezza della vocazione, avvalorata dalla coerenza<br />

della propria vita.<br />

Invito ogni vicariato a promuovere incontri <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> riflessione<br />

perché, con unica voce, si implorino da Dio numerose e sante vocazioni.<br />

102 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


I Vicari foranei curino la partecipazione <strong>di</strong> tutte le Comunità parrocchiali,<br />

degli Istituti religiosi, le Associazioni e i Movimenti ecclesiali, presenti<br />

nel territorio.<br />

Non manchi in ogni parrocchia un forte impegno a degnamente celebrare<br />

tale giornata domenica 3 maggio prossimo. A tutti può essere utile<br />

servirsi dei sussi<strong>di</strong> preparati dal Centro Diocesano Vocazioni.<br />

La preghiera per le vocazioni non può limitarsi alla sola celebrazione<br />

annuale. Essa deve essere invocazione costante al Signore della messe perché<br />

siano numerose le persone che sappiano <strong>di</strong>re un Sì, senza ripensamenti.<br />

Chiedendo l’intercessione <strong>di</strong> Maria, Regina degli Apostoli, <strong>di</strong> cuore vi<br />

bene<strong>di</strong>co.<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 103


LETTERA DELL’AR CI VESCOVO<br />

PER LA G I ORNATA D EL SEMINARIO<br />

<strong>Messina</strong>, 25 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Ai Rev. Parroci<br />

Ai Presbiteri e ai Diaconi<br />

Ai Superiori e alle Superiore degli Istituti religiosi<br />

Ai Responsabili delle Associazioni e Movimenti ecclesiali<br />

Carissimi,<br />

desidero porgervi caloroso invito a celebrare la Giornata del Seminario,<br />

che si terrà Domenica 17 Maggio 2009.<br />

L’attenzione, la preghiera e il sostegno economico del Seminario non<br />

sono facoltativi, ma segno responsabile <strong>di</strong> una Comunità, che ha a cuore il<br />

futuro della Chiesa. A partire da questo anno, mi piacerebbe non riscontrare<br />

ancora una volta la dolorosa latitanza <strong>di</strong> tante Parrocchie, Istituti religiosi,<br />

Movimenti e Associazioni ecclesiali. È una giornata che ci impegna a sostenere<br />

con la preghiera, l’amicizia e l’incoraggiamento i giovani seminaristi<br />

e i sacerdoti, loro educatori, senza <strong>di</strong>menticare il dovere <strong>di</strong> aiutare il<br />

Seminario, le cui necessità sono tante, con generose offerte. Guardando<br />

agli anni scorsi, con grande <strong>di</strong>spiacere, ho notato la poca sensibilità <strong>di</strong><br />

molte Comunità e Movimenti ecclesiali <strong>di</strong> aprire il cuore alla generosità.<br />

Diventa sempre più urgente<br />

– Promuovere una pastorale vocazionale all’interno della pastorale or<strong>di</strong>naria<br />

delle comunità.<br />

– Aiutare i giovani a fare un sereno <strong>di</strong>scernimento vocazionale, senza<br />

la paura <strong>di</strong> fare proposte ben precise e favorendo la loro partecipazione<br />

alle varie iniziative proposte dal Seminario.<br />

– Essere entusiasti della propria vocazione, senza nasconderne le <strong>di</strong>fficoltà.<br />

L’esempio della nostra vita, infatti, vale più <strong>di</strong> mille parole ed<br />

è la prima forma <strong>di</strong> pastorale vocazionale, cui tutti siamo chiamati.<br />

Resti incessante la preghiera perché il Padre effonda sulla nostra Chiesa<br />

l’abbondanza dello Spirito Santo e non manchino persone generose, che rispondano<br />

alla chiamata del Signore.<br />

Maria, Mater clericorum amabilis, interceda per noi.<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

104 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


LETTERA DELL’AR CI VESCOVO<br />

AI MINIST RANT I D ELL’ARC ID IO CES I<br />

<strong>Messina</strong>, 25 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Ministranti carissimi,<br />

il prossimo 25 aprile ci incontreremo nella Basilica Cattedrale per celebrare<br />

l’annuale Convegno Diocesano dei Ministranti.<br />

Guardando all’apostolo Paolo che, nonostante la prigione, le sofferenze,<br />

l’abbandono dei <strong>di</strong>scepoli, afferma: «Io ho dato la mia fiducia al Signore»,<br />

anche noi ci incontriamo per annunziare a tutti che ci fi<strong>di</strong>amo del<br />

Signore.<br />

Difficoltà ne incontreremo tante, ma la fiducia nell’amore <strong>di</strong> Dio non<br />

dovrà mancarci mai!<br />

Perché dobbiamo fidarci del Signore? perché Egli, nonostante i nostri<br />

limiti e prima ancora che lo potessimo fare noi, si è fidato <strong>di</strong> noi e, chiamandoci<br />

al servizio <strong>di</strong> ministranti, ci ha scelti per essere trasparenza luminosa<br />

del suo amore.<br />

Nella Basilica Cattedrale, tutti insieme <strong>di</strong>remo al Signore: «Io mi fido<br />

<strong>di</strong> Te» ed Egli ci risponderà: «Io ti ho amato per primo»..<br />

Perché “Risplenda la vostra luce”, già da ora, impegnatevi a dare il meglio<br />

<strong>di</strong> voi stessi in tutto: preghiera, stu<strong>di</strong>o, servizio all’altare, gioco, amore<br />

del prossimo. Solo così sarete vera “trasparenza luminosa <strong>di</strong> Cristo”.<br />

Paternamente vi saluto e bene<strong>di</strong>co.<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 105


LETTERA D ELL’AR CI VESCOVO ALLA SUPERI ORA<br />

GENERALE D ELLE S UOR E D EL BELL’AM ORE<br />

Prot. n. 54/09/8<br />

<strong>Messina</strong>, 28 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Reverenda Madre,<br />

dopo i <strong>di</strong>aloghi intercorsi e considerando la <strong>di</strong>sponibilità offerta,<br />

avendo avuto modo <strong>di</strong> conoscere la spiritualità e le finalità pastorali dell’Istituto<br />

Religioso delle Suore del Bell’Amore da Lei guidato, sono lieto<br />

<strong>di</strong> poter accogliere le Religiose <strong>di</strong> codesto Istituto in questa <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Messina</strong> - Lipari - S. Lucia del Mela.<br />

Al fine <strong>di</strong> esercitare il loro servizio, come previsto dal can. 609 §1 del<br />

CJC, concedo ufficialmente il consenso affinché sia eretta la Comunità Religiosa<br />

delle Suore del Bell’Amore che avrà sede presso la Casa Canonica<br />

della Chiesa <strong>di</strong> S. Francesco dei Mercanti sita in <strong>Messina</strong> - via Sant’Agostino,<br />

19.<br />

Mentre esorto a vivere quanto in<strong>di</strong>cato al can. 611 del CJC, esprimo<br />

l’auspicio che la Vostra presenza contribuirà ad e<strong>di</strong>ficare la nostra Chiesa<br />

<strong>di</strong>ocesana.<br />

Nell’augurare ogni desiderato bene, invoco su Lei e sulla nascente comunità<br />

a <strong>Messina</strong> la bene<strong>di</strong>zione del Signore, apportatrice <strong>di</strong> ogni dono <strong>di</strong><br />

comunione.<br />

______________________________________<br />

Reverenda Madre<br />

Sr. Nunziella SCOPELLITI<br />

Superiora Generale<br />

Istituto Religioso Suore del Bell’Amore<br />

Via Beato Angelico, 51<br />

90135 PALERMO<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

106 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO<br />

AL COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE<br />

nel 161° Anniversario della Fondazione del Corpo<br />

<strong>Messina</strong>, 28 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Illustrissimo Signor Generale,<br />

desidero ringraziarLa vivamente per il cortese invito che mi ha rivolto<br />

a partecipare alla celebrazione del 161° Anniversario della Fondazione del<br />

Corpo <strong>di</strong> Polizia Municipale della nostra Città.<br />

Purtroppo – nonostante il mio desiderio – non mi è possibile intervenire<br />

così come avrei voluto, a motivo dell’impegno pastorale già assunto<br />

da tempo per la riapertura della Cripta della nostra Cattedrale, cui segue subito<br />

dopo il recarmi nella Diocesi <strong>di</strong> Nicosia per l’ingresso del nuovo Vescovo,<br />

la cui Sede è legata a questa Chiesa Metropolitana.<br />

Desidero però farLe giungere il mio beneaugurante e grato pensiero<br />

per l’opera che il Corpo della Polizia Municipale svolge a beneficio dell’intera<br />

citta<strong>di</strong>nanza, con impegno e spirito <strong>di</strong> sacrificio.<br />

161 anni <strong>di</strong> storia hanno certamente segnato il cammino <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> e<br />

adesso, mentre con rinnovata fiducia guar<strong>di</strong>amo al suo futuro, sono certo<br />

che il senso <strong>di</strong> responsabilità del Corpo da Lei guidato e la generosità del<br />

servizio profuso contribuirà alla crescita della qualità della vita della nostra<br />

Città nel rispetto del senso civico e alla tutela dei citta<strong>di</strong>ni.<br />

Con questo auspicio – mentre saluto cor<strong>di</strong>almente le Autorità convenute,<br />

l’intero Corpo della Polizia Municipale e tutti i presenti – Le rinnovo<br />

l’augurio <strong>di</strong> un lavoro entusiasta, affidando Lei e quanti La collaborano<br />

alla protezione del Signore per l’intercessione <strong>di</strong> S. Sebastiano, Vostro celeste<br />

Patrono.<br />

______________________________________<br />

Illustrissimo Signore<br />

Gen. B. Calogero FERLISI<br />

Comandante Polizia Municipale<br />

MESSINA<br />

† CALOGERO LA PIANA<br />

Arcivescovo Metropolita<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI ARCIVESCOVILI 107


ATTI<br />

DELLA CURIA


N OMINE<br />

S. E. l’Arcivescovo ha proceduto alle seguenti nomine:<br />

Commissione Diocesana per la Formazione Permanente del Clero<br />

5 febbraio 2009<br />

– con nomina ad quadriennium:<br />

Don Carmelo LUPÒ<br />

Mons. Tindaro COCIVERA<br />

Don Ettore SENTIMENTALE<br />

Don Franco DI NATALE S.D.B.<br />

Don Rosario SCIBILIA<br />

Mons. Antonio DI VINCENZO<br />

Don Luigi LA ROSA<br />

P. Francesco GULLO O.F.M. Capp.<br />

Don Roberto SCOLARO<br />

P. Giuseppe STEGAGNO C.G.S.<br />

Diac. Giovanni MAIMONE<br />

Sr. Tarcisia CARNIALETTO F.M.M.<br />

Dott. Sergio VISCONTI<br />

Parroco<br />

4 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– Parroco <strong>di</strong> S. Nicolò <strong>di</strong> Bari in Ganzirri - <strong>Messina</strong><br />

Can. Don Antonello ANGEMI<br />

6 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– Parroco <strong>di</strong> S. Anna in Malvagna Don Daniele TORRISI<br />

7 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– Parroco <strong>di</strong> S. Giuseppe in Lipari Can. Don Giuseppe MIRABITO<br />

– Parroco della Purità <strong>di</strong> Maria SS. in Quattropani - Lipari<br />

Can. Don Giuseppe MIRABITO<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI DELLA CURIA 111


– Parroco <strong>di</strong> S. Maria Maggiore in Gala <strong>di</strong> Barcellona P.G.<br />

Don Salvatore MILONE<br />

– Parroco del Santuario S. Maria del Terzito in Val <strong>di</strong> Chiesa - Salina<br />

Can. Don Alessandro LO NARDO<br />

11 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– Parroco <strong>di</strong> S. Marco in Milazzo in Milazzo Don Nunzio ABBRIANO<br />

1 <strong>marzo</strong> 2009<br />

– Parroco <strong>di</strong> S. Paolino Vescovo in Mili Marina - <strong>Messina</strong><br />

Don Nunzio TRIGLIA<br />

– Parroco <strong>di</strong> S. Marco Evangelista in Mili S. Marco - <strong>Messina</strong><br />

Don Nunzio TRIGLIA<br />

8 <strong>marzo</strong> 2009<br />

– Parroco <strong>di</strong> S. Maria del Carmelo in Venetico Marina<br />

Don Cleto D’AGOSTINO<br />

Amministratore Parrocchiale<br />

7 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– Amministratore Parrocchiale <strong>di</strong> S. Giuseppe in Leni - Salina<br />

Don Benito NICOTRA<br />

– Amministratore Parrocchiale <strong>di</strong> S. Gaetano in Rinella - Salina<br />

Don Benito NICOTRA<br />

11 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– Amministratore Parrocchiale <strong>di</strong> S. Maria Annunziata in Merì<br />

Don Nunzio ABBRIANO<br />

– Amministratore Parrocchiale <strong>di</strong> S. Giuseppe in Filicu<strong>di</strong><br />

Don Lorenzo BIANCO<br />

– Amministratore Parrocchiale <strong>di</strong> S. Stefano in Filicu<strong>di</strong><br />

Don Lorenzo BIANCO<br />

– Amministratore Parrocchiale dei SS. Andrea e Domenico in Rapano -<br />

S. Andrea <strong>di</strong> Rometta P. Giuseppe GULLÌ T.O.R.<br />

112 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


14 febbraio 2009<br />

– Amministratore Parrocchiale <strong>di</strong> S. Maria Annunziata e S. Marina in<br />

Cumia - <strong>Messina</strong> Don Roberto CURRÒ<br />

1 <strong>marzo</strong> 2009<br />

– Amministratore Parrocchiale <strong>di</strong> S. Pietro Apostolo in Mili S. Pietro -<br />

<strong>Messina</strong> Don Nunzio TRIGLIA<br />

7 <strong>marzo</strong> 2009<br />

– Amministratore Parrocchiale <strong>di</strong> S. Maria del Carmelo e S. Nicolò<br />

in Scaletta Don Vincenzo D’ARRIGO<br />

Consulente Spirituale dell’OARI <strong>di</strong> <strong>Messina</strong><br />

16 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– S. E. ha confermato la nomina a Consulente Spirituale dell’OARI<br />

<strong>di</strong> <strong>Messina</strong> <strong>di</strong> Don Marco D’ARRIGO<br />

Vicario Parrocchiale<br />

11 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– Vicario Parrocchiale <strong>di</strong> S. Marco Evangelista in Mili S. Marco - <strong>Messina</strong><br />

Don Maurizio COLBACCHINI<br />

– Vicario Parrocchiale <strong>di</strong> S. Pietro Apostolo in Mili S. Pietro - <strong>Messina</strong><br />

Don Maurizio COLBACCHINI<br />

18 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– Vicario Parrocchiale <strong>di</strong> S. Rocco in Alì Terme<br />

Don Sévérin Vonindrazana SORATRA<br />

20 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

– Vicario Parrocchiale <strong>di</strong> S. Maria Assunta - Basilica Cattedrale Protometropolitana<br />

P. Gary BURKART<br />

1 febbraio 2009<br />

– Vicario Parrocchiale <strong>di</strong> S. Maria Assunta in Gallodoro<br />

Don Kagoma (Paolino) MALAMBO<br />

– Vicario Parrocchiale <strong>di</strong> S. Maria delle Grazie in S. Alessio Siculo<br />

Don Kagoma (Paolino) MALAMBO<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ATTI DELLA CURIA 113


Diaconato<br />

6 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

SACRE ORDINAZIONI<br />

Nella Solennità dell’Epifania del Signore, sesto anniversario della sua Or<strong>di</strong>nazione<br />

Episcopale, S. E. l’Arcivescovo ha conferito l’Or<strong>di</strong>ne Sacro del<br />

Diaconato nella Basilica Cattedrale Protometropolitana ai seminaristi:<br />

– DANILO AMATO<br />

– AGOSTINO GIACALONE<br />

– FRANCESCO LA CAMERA<br />

114 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


PRESBITERIO


Ai Membri del Consiglio<br />

Presbiterale Diocesano<br />

Carissimo Confratello,<br />

Ti comunico che per il 26 febbraio 2009, dalle ore 10.00 alle 12.30,<br />

presso il Seminario, è convocato il Consiglio Presbiterale con il seguente<br />

Or<strong>di</strong>ne del Giorno:<br />

1. Preghiera d’inizio.<br />

2. Lettura ed approvazione del Verbale dell’incontro precedente.<br />

3. Breve relazione sui lavori della Commissione Presbiterale Regionale.<br />

4. Presentazione e consegna del testo su “La figura e il servizio del<br />

Vicario foraneo”.<br />

5. Scambio <strong>di</strong> idee e contributi sul cammino spirituale e pastorale per<br />

l’anno 2009-2010. Il tema, in continuità con quanto già attuato, è<br />

quello della Nota pastorale dell’Episcopato italiano dopo il 4° Convegno<br />

ecclesiale nazionale, Rigenerati per una speranza viva (1Pt<br />

1,3): testimoni del grande “si” <strong>di</strong> Dio all’uomo, “Una pastorale<br />

che converge sull’unità della persona …” (n. 4, illustrato in tutto<br />

il capitolo IV della Nota, ai nn. 20-30).<br />

6. In<strong>di</strong>cazioni (da raccogliere nei Vicariati) per l’eventuale erezione e<br />

costruzione <strong>di</strong> nuove parrocchie.<br />

Ti saluto cor<strong>di</strong>almente e ti bene<strong>di</strong>co <strong>di</strong> tutto cuore.<br />

<strong>Messina</strong>, 2 febbraio 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

PRESBITERIO 117


VITA<br />

DIOCESANA


COMUNICATO STAM PA<br />

L’ARCIVESCOVO CELEBRA<br />

LA GIORNATA MONDIALE DELLE MIGRAZIONI<br />

DOMENICA 18 GENNAIO alle ore 19.00, nella Parrocchia “S. Caterina<br />

V. e M.”, l’Arcivescovo Mons. Calogero LA PIANA presiederà la<br />

Celebrazione Eucaristica e amministrerà il sacramento della Confermazione<br />

ad alcuni giovani della comunità filippina e srilankese, in occasione<br />

della Giornata Mon<strong>di</strong>ale delle Migrazioni, coor<strong>di</strong>nata dal Diac. Santino<br />

Tornesi, Direttore dell’Ufficio Diocesano Migrantes.<br />

Il tema della giornata “San Paolo migrante, Apostolo delle genti”,<br />

in sintonia con il cammino dell’Anno Paolino, richiama la pre<strong>di</strong>cazione e<br />

l’opera <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione fra le <strong>di</strong>verse culture e il Vangelo operata da Paolo<br />

“migrante per vocazione”.<br />

Nella celebrazione, animata dalla comunità parrocchiale <strong>di</strong> “S. Caterina”<br />

e dalle Comunità dei Migranti, si ringrazierà il Signore per il secondo<br />

anniversario dell’inizio del ministero nell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> dell’Arcivescovo<br />

(13 <strong>gennaio</strong> 2007), pastore attento e premuroso nel sostenere il protagonismo<br />

dei migranti, per il loro pieno inserimento sociale ed ecclesiale.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA 121


CARITAS D I OCES ANA<br />

Prot. 16/09<br />

Quaresima <strong>di</strong> Carità 2009<br />

Carissimi,<br />

desidero innanzi tutto ringraziare quanti hanno risposto all’iniziativa “Un<br />

pulmino per i <strong>di</strong>sabili” lanciata nell’Avvento <strong>di</strong> fraternità 2008. Abbiamo<br />

raccolto la generosità <strong>di</strong> tanti, e così potremo realizzare un obiettivo atteso<br />

da tempo dalle associazioni vicine alla Caritas Diocesana e che realizzano<br />

esperienze <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione e <strong>di</strong> amicizia con i fratelli <strong>di</strong>versamente abili.<br />

Con la Quaresima inizia quel tempo forte che ci invita a rivedere la nostra<br />

vita cristiana nelle scelte <strong>di</strong> ogni giorno, spronandoci a camminare<br />

sulle vie tracciate da Cristo.<br />

Vorrei invitare ogni comunità a mettersi in ascolto dei bisogni del proprio<br />

territorio, ad osservare in profon<strong>di</strong>tà le situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e <strong>di</strong> sofferenza,<br />

a realizzare un’iniziativa o ad avviare un progetto me<strong>di</strong>ante i quali<br />

si possano dare delle risposte adeguate ai bisogni evidenziati.<br />

Non vi chiedo <strong>di</strong> impegnarvi a compiere una colletta per un progetto<br />

<strong>di</strong>ocesano, ma <strong>di</strong> coinvolgere la comunità cristiana nel pensarsi soggetto attivo<br />

che cerca <strong>di</strong> vivere e far vivere, me<strong>di</strong>ante percorsi <strong>di</strong> animazione, la <strong>di</strong>mensione<br />

della carità che è parte costitutiva dell’essere seguaci <strong>di</strong> Gesù e<br />

non ammette deleghe.<br />

Nel mese <strong>di</strong> <strong>marzo</strong> faremo un incontro per zone rivolto a tutti gli operatori<br />

Caritas per avviare un percorso comune a livello <strong>di</strong>ocesano che possa<br />

essere interparrocchiale o vicariale, ai Centri <strong>di</strong> Ascolto delle Povertà, all’Osservatorio<br />

Diocesano delle Povertà e delle Risorse Umane. In allegato<br />

trovate il calendario <strong>di</strong> tutte le date.<br />

Come proposta per l’animazione del tempo quaresimale si allega:<br />

- un sussi<strong>di</strong>o per le famiglie e uno per i bambini;<br />

- un poste pensato da Caritas Italiana;<br />

- un salvadanaio.<br />

Nella speranza che il tempo <strong>di</strong> Quaresima e <strong>di</strong> Pasqua siano occasione<br />

<strong>di</strong> crescita spirituale e rinnovamento, vi saluto cor<strong>di</strong>almente e vi auguro<br />

buon cammino.<br />

Sac. Gaetano Tripodo<br />

Direttore<br />

122 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


UFFI CI O D I OCES ANO<br />

PER LA PASTORALE FAMILI ARE<br />

LA FAMIGLIA SOGGETTO DI PASTORALE<br />

E LE COMUNITÀ FAMILIARI<br />

DI EVANGELIZZAZIONE<br />

Gli incontri formativi, proposti per quest’anno dal centro <strong>di</strong>ocesano<br />

per la pastorale del matrimonio e della famiglia, hanno attenzionato la soggettività<br />

della famiglia nell’azione pastorale.<br />

In maniera specifica, con il convegno <strong>di</strong>ocesano del 14 febbraio scorso,<br />

relazionato da don Francesco Pilloni, docente <strong>di</strong> teologia patristica presso<br />

l’istituto “Giovanni Paolo II”, si è posta in luce la tematica partendo dalla<br />

centralità del mistero nuziale nella Sacra Scrittura e in particolare negli<br />

scritti <strong>di</strong> San Paolo apostolo, nuzialità che <strong>di</strong>venta stile <strong>di</strong> vita ecclesiale<br />

proprio nell’azione pastorale.<br />

I fondamenti biblici e teologici, come ben sappiamo, richiedono però<br />

delle proposte concrete nell’azione pastorale, <strong>di</strong>fatti lo scorso 16 maggio<br />

alle ore 15.30, si è svolto in seminario il penultimo incontro <strong>di</strong> formazione<br />

per le famiglie e per gli operatori <strong>di</strong> pastorale familiare, incontro che è stato<br />

tenuto da mons. Renzo Bonetti, sul tema: Sulle orme <strong>di</strong> Aquila e Priscilla.<br />

Le comunità familiari <strong>di</strong> evangelizzazione. La proposta è stata quella <strong>di</strong> un<br />

“metodo” che può ritenersi valido sia per aiutare le famiglie a ricuperare il<br />

“mistero grande” della nuzialità che vive in loro in virtù del sacramento<br />

del matrimonio nella comunione ecclesiale, sia per rendere efficace<br />

l’azione evangelizzatrice nelle parrocchie a favore della famiglia e attraverso<br />

la famiglia.<br />

Conosciamo tutti le <strong>di</strong>fficoltà a livello pastorale, soprattutto quelle che<br />

riguardano il matrimonio e la famiglia, ed anche se vanno <strong>di</strong>ffondendosi itinerari<br />

<strong>di</strong> preparazione al matrimonio e gruppi famiglia, rimane sempre lacunosa<br />

l’azione sia nell’attenzionare e nel coinvolgere le famiglie nella<br />

progettazione della stessa pastorale, sia nel riuscire a raggiungere nelle parrocchie<br />

le famiglie nelle loro case e, <strong>di</strong> conseguenza, tutta quella realtà <strong>di</strong><br />

presenze che, praticanti o meno, formano la comunità parrocchiale in un<br />

determinato territorio.<br />

Il presupposto che sta alla base del sistema delle Comunità Familiari <strong>di</strong><br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA<br />

123


Evangelizzazione (CFE) è che il dono sacramentale del matrimonio abilita<br />

gli sposi cristiani a trasformare in una vera e propria “chiesa”, anche se limitata<br />

all’ambito domestico, l’insieme delle persone che il magistero<br />

chiama la “comunità familiare”. “La comunione dei coniugi dà inizio alla<br />

comunità familiare” (Lettera alle Famiglie, 7).<br />

Attorno alla comunione d’amore <strong>di</strong> una coppia <strong>di</strong> coniugi, infatti, per<br />

naturale <strong>di</strong>sposizione ruotano non solo i figli, ma anche i parenti, gli amici,<br />

i colleghi <strong>di</strong> lavoro ed i vicini <strong>di</strong> casa.<br />

Lo scopo della CFE è, attraverso l’opera evangelizzatrice <strong>di</strong> ciascuno<br />

dei membri che la compongono, accogliere continuamente nuovi fratelli<br />

che sono arrivati finalmente a sperimentare nella loro vita l’immenso amore<br />

del Signore. Pertanto una CFE è destinata costantemente, come la famiglia,<br />

a generare delle CFE-figlie con il crescere dei suoi membri.<br />

“Secondo il <strong>di</strong>namismo tipico <strong>di</strong> ogni esperienza cristiana ed ecclesiale,<br />

da comunità credente ed evangelizzata, la famiglia cristiana <strong>di</strong>venta<br />

comunità evangelizzante. Lo <strong>di</strong>venta realmente «nella misura in cui accoglie<br />

il Vangelo e matura nella fede» (Familiaris Consortio, 52). Lo <strong>di</strong>venta<br />

per una vocazione ra<strong>di</strong>cata nel battesimo e precisata e corroborata col dono<br />

sacramentale del matrimonio. Lo <strong>di</strong>venta, innanzitutto, con il suo stesso “esserci”<br />

come famiglia cristiana: come tale, infatti, essa è partecipe del mistero<br />

dell’amore <strong>di</strong> Dio e del suo pieno compimento nella Pasqua <strong>di</strong> Cristo.<br />

Nell’ottica della nuova evangelizzazione, il contributo delle famiglie<br />

per la testimonianza e l’irra<strong>di</strong>azione del Vangelo assume grande importanza<br />

e può rivestire <strong>di</strong>verse forme. In particolare, risulta opportuna l’opera<br />

<strong>di</strong> coppie e famiglie che mettono a <strong>di</strong>sposizione la loro casa per momenti<br />

<strong>di</strong> ascolto della Parola <strong>di</strong> Dio e sanno chiamare a questo confronto altre<br />

coppie e famiglie del quartiere o del vicinato.” (Direttorio <strong>di</strong> Pastorale familiare,<br />

141)<br />

Il sistema delle CFE non è un nuovo metodo aggregativo, bensì si tratta<br />

<strong>di</strong> una “articolazione pastorale” della parrocchia che vuol mettere in risalto<br />

la rete relazionale umana presente nel territorio e la soggettività sacramentale<br />

della famiglia nel suo essere soggetto attivo nell’azione pastorale.<br />

Atten<strong>di</strong>amo adesso <strong>di</strong> incontraci il prossimo 20 giugno per la festa <strong>di</strong>ocesana<br />

della famiglia, che ci vedrà riuniti attorno al nostro arcivescovo per<br />

con<strong>di</strong>videre una realtà <strong>di</strong> chiesa che vive, attraverso il pastore, il mistero<br />

nuziale del Cristo sposo e della Chiesa sposa, mistero <strong>di</strong> cui la famiglia,<br />

piccola chiesa, è segno e vivida testimonianza in virtù del sacramento del<br />

matrimonio.<br />

Centro Diocesano<br />

<strong>di</strong> Pastorale Familiare<br />

124 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


FESTA D I S. F RANCESCO D I S ALES<br />

PAT RONO DEI GRIONALI ST I<br />

SERVIRE E COMUNICARE LA VERITÀ<br />

NELLA FEDELTÀ A DIO E ALL’UOMO<br />

Il 7 febbraio, nella chiesa parrocchiale <strong>di</strong> S. Caterina in <strong>Messina</strong>, l’Arcivescovo<br />

Mons. Calogero La Piana ha celebrato l’Eucaristia nella ricorrenza<br />

<strong>di</strong> S. Francesco <strong>di</strong> Sales, patrono dei giornalisti.<br />

Questo appuntamento annuale, promosso dall’UCSI provinciale <strong>di</strong> <strong>Messina</strong><br />

e dall’Assostampa, ha avuto il suo momento culminante con la Messa<br />

offerta per i giornalisti e per gli operatori della comunicazione sociale, cui<br />

è seguita la relazione proposta dal Dott. Vincenzo Morgante, capo redattore<br />

<strong>di</strong> RAI 3, specificamente invitato per l’occasione.<br />

Insieme alle autorità e agli esponenti del giornalismo, il presidente dell’UCSI<br />

(Unione Cattolica della Stampa Italiana) Crisostomo Lo Presti, il<br />

segretario dell’Assostampa Giuseppe Gulletta, il <strong>di</strong>rettore dell’Ufficio <strong>di</strong>ocesano<br />

per le comunicazioni sociali D. Giuseppe Lonia, il parroco <strong>di</strong> S.<br />

Caterina Mons. Mario Di Pietro – la centrale parrocchia appositamente<br />

scelta per la celebrazione – il <strong>di</strong>rettore dell’Ufficio <strong>di</strong>ocesano per il problemi<br />

sociali ed il lavoro D. Sergio Siracusano, il consulente ecclesiastico<br />

dell’UCSI Mons. Giacinto Tavilla ed altri confratelli sacerdoti. Presente,<br />

inoltre, come significativo interesse dei giovani al giornalismo, una classe<br />

del Liceo AINIS con la prof.ssa Sr. M. Lucia Gaeta e la <strong>di</strong>rigente scolastica<br />

prof.ssa Anna Maria Gammeri.<br />

La riflessione, introdotta nell’iniziale saluto del consulente ecclesiastico<br />

UCSI, riletta alla luce della Parola <strong>di</strong> Dio nell’omelia dell’Arcivescovo<br />

e, dopo la Messa, approfon<strong>di</strong>ta dall’illustre relatore, ha avuto come<br />

nucleo centrale il messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la 43 a<br />

Giornata Mon<strong>di</strong>ale delle Comunicazioni Sociali.<br />

L’attenzione della Chiesa esprime la profonda solidarietà con l’uomo<br />

che si pone alla ricerca della verità e sa <strong>di</strong> trovare ampia affermazione ogni<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA 125


qual volta va incontro all’altro. La certezza della Chiesa è che gli strumenti<br />

della comunicazione sociale, usati rettamente, contribuiscono alla crescita<br />

dell’uomo e al suo autentico progresso.<br />

Tutti, a vario titolo, siamo coinvolti nel <strong>di</strong>namismo della comunicazione:<br />

coloro che <strong>di</strong>ffondono l’informazione e chi la riceve; quanti si accostano<br />

personalmente agli eventi quoti<strong>di</strong>ani e chi accoglie la notizia<br />

attraverso il “filtro” dei me<strong>di</strong>a; tutti quelli che navigano in rete per conoscere<br />

ed incontrare qualcosa o qualcuno <strong>di</strong> nuovo; ed infine, chi nel semplice<br />

uso professionale, amichevole e domestico tesse relazioni con gli<br />

altri. Con questa consapevolezza, tale Giornata, anticipata con la festività<br />

<strong>di</strong> S. Francesco <strong>di</strong> Sales e vissuta il prossimo 24 maggio, sollecita una riflessione<br />

che accompagni il servizio degli operatori della comunicazione<br />

e i fruitori dell’informazione.<br />

Nel suo Messaggio, Benedetto XVI ha offerto alcune preziose in<strong>di</strong>cazioni.<br />

Dopo aver parlato <strong>di</strong> “nuova cultura della comunicazione” finalizzata<br />

al progresso sociale, il Papa invita a scorgere nel <strong>di</strong>ffuso desiderio <strong>di</strong><br />

comunicazione, il valore dell’amicizia vissuto come “riflesso della nostra<br />

partecipazione al comunicativo ed unificante amore <strong>di</strong> Dio”. Comunicare<br />

attraverso gli strumenti tecnologici o<strong>di</strong>erni, tra cui internet, <strong>di</strong>ce la viva<br />

propensione degli uomini <strong>di</strong> “andare oltre se stessi per entrare in rapporto<br />

con gli altri”. In questa <strong>di</strong>namica si inserisce il servizio degli operatori<br />

della comunicazione sociale, che necessita <strong>di</strong> essere sempre più qualificato<br />

al fine <strong>di</strong> promuovere una cultura caratterizzata da tre coor<strong>di</strong>nate ben precise,<br />

in<strong>di</strong>cateci dal Pontefice: il rispetto, il <strong>di</strong>alogo, l’amicizia.<br />

Non può esserci autentica comunicazione se non si rispetta “la <strong>di</strong>gnità<br />

e il valore della persona umana”. Non si rende un servizio alla comunicazione<br />

se non si vive lo stile del <strong>di</strong>alogo – pur nella <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> chi si incontra<br />

– accompagnato dalla comprensione e dalla tolleranza “in una<br />

ricerca sincera e reciproca della verità”. Infine, non si può costruire la cultura<br />

della comunicazione al <strong>di</strong> fuori della logica più alta dell’amicizia,<br />

quale dono per crescere come esseri umani, testimoniando i valori che reggono<br />

la società.<br />

Da queste suggestioni si evince fortemente la missione che la Chiesa affida<br />

a chi fa informazione e quale servizio la collettività richiede. In virtù<br />

del con<strong>di</strong>videre la sete e la ricerca <strong>di</strong> verità insita nel cuore dell’uomo, le<br />

parole scritte, comunicate e vissute nel quoti<strong>di</strong>ano devono fare risplendere<br />

quella Verità che, attraversando i gesti del vissuto or<strong>di</strong>nario, si è rivelata in<br />

Cristo Gesù – Via Verità e Vita – incarnandosi nella storia dell’umanità.<br />

Non è più il tempo, qualora mai fosse avvenuto, <strong>di</strong> seguire la strada – sovente<br />

battuta – <strong>di</strong> chi vuol forzare la realtà o strumentalizzare gli eventi,<br />

creando così <strong>di</strong>sorientamento nella coscienza e nel pensiero <strong>di</strong> chi legge o<br />

126 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


ascolta l’informazione. Non è concepibile “svendersi” correndo <strong>di</strong>etro alle<br />

mode o ai pensieri forti, soprattutto quando questi non sono limpido riflesso<br />

della verità.<br />

L’ideale a cui ispirarsi <strong>di</strong> chi opera nella informazione è servire e comunicare<br />

la verità nella fedeltà a Dio e all’uomo, offrendo il proprio contributo<br />

<strong>di</strong> mente e <strong>di</strong> cuore professionalmente corretto, intellettualmente<br />

onesto e illuminato dalla fede, <strong>di</strong>venendo profezia in uno spazio pubblico<br />

da e<strong>di</strong>ficare con il personale impegno.<br />

Giò Tavilla<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA<br />

127


A NNO PAOLINO<br />

CATECHESI BIBLICHE DURANTE<br />

LA QUARESIMA IN CATTEDRALE<br />

In cammino verso la Pasqua con la Comunità <strong>di</strong> Corinto<br />

In continuità con il tempo <strong>di</strong> avvento, hanno avuto inizio, Domenica 1<br />

Marzo in cattedrale, le catechesi bibliche, che durante tutte le cinque domeniche<br />

<strong>di</strong> <strong>marzo</strong>, aiuteranno i fedeli della Diocesi <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> a camminare<br />

con più consapevolezza verso la Pasqua <strong>di</strong> Cristo. L’apostolo Paolo,<br />

con la sua “Prima Lettera ai Corinzi” è la fonte dalla quale parte la riflessione,<br />

condotta, con la ormai nota competenza, chiarezza e energica partecipazione<br />

dal biblista, mons. Giuseppe Costa, coor<strong>di</strong>natore dell’anno<br />

paolino <strong>di</strong>ocesano e vicepreside dell’Istituto Teologico S. Tommaso. Nella<br />

prima catechesi: “La Comunità <strong>di</strong> Corinto, una Chiesa in maturazione” ha<br />

presentato, al folto u<strong>di</strong>torio, la comunità <strong>di</strong> Corinto con la quale Paolo intratteneva<br />

uno straor<strong>di</strong>nario rapporto <strong>di</strong> corrispondenza e per la quale aveva<br />

una particolare pre<strong>di</strong>lezione.<br />

Ha definito le due lettere, pervenute a noi tramite la tra<strong>di</strong>zione della<br />

Chiesa “due gioielli, un tesoro <strong>di</strong> grazia”, senza le quali tanti temi teologici,<br />

ormai assodati, non avrebbero ricevuto lo stesso approfon<strong>di</strong>mento. Ha fatto<br />

notare un evidente parallelismo fra la città <strong>di</strong> Corinto -rasa al suolo e ricostruita,<br />

che aveva perso il suo patrimonio storico e culturale e religioso,<br />

città <strong>di</strong> mare, commerciale - con <strong>Messina</strong>, che ha subito un analogo destino<br />

e vive una simile realtà.<br />

Ai Corinti Paolo scrive, non per affrontare dall’alto temi dottrinali, come<br />

in altre Lettere, ma per rispondere a problemi reali: <strong>di</strong>visioni, arrivismo, immoralità,<br />

dubbi sulla fede, a cui egli risponde da testimone mettendo al<br />

centro Cristo morto e risorto e il vangelo.<br />

L’agire <strong>di</strong> Paolo ha molto da insegnare oggi, ha insistito il biblista, a coloro<br />

che sono posti a guida delle comunità: egli non si pone mai come maestro,<br />

ma come testimone, parte dai problemi concreti e li illumina a partire<br />

dalla Parola, un metodo che la Chiesa dovrebbe riscoprire e attuare. La seconda<br />

catechesi ha avuto come tema “La sapiente stoltezza della croce<br />

128 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


(1Cor 17,25)”. La croce <strong>di</strong> Cristo, come fa notare l’apostolo, presenta un<br />

paradosso essa è considerata dagli uomini, come stoltezza e sinonimo <strong>di</strong> debolezza<br />

, ma nelle mani <strong>di</strong> Dio essa <strong>di</strong>venta potenza salvifica.<br />

Una potenza tuttavia che non esclude anche un aspetto debole in sé, infatti<br />

Dio, non ha risparmiato suo Figlio, il suo unico Figlio, dalla croce,<br />

ma dopo gli ha restituito la vita, una vita così ricca da essere salvezza per<br />

gli altri. La croce, segno <strong>di</strong> debolezza, <strong>di</strong>venta per l’apostolo, non solo il<br />

contenuto dell’annuncio ai Corinzi, ma anche il metodo, lo stile del suo<br />

annuncio. Egli <strong>di</strong>chiara infatti ai Corinzi <strong>di</strong> non essere venuto in mezzo a<br />

loro a persuaderli con <strong>di</strong>scorsi sapienti, ma con la debolezza tipica della<br />

croce. Alla croce, infine, chiede ai Corinzi <strong>di</strong> credere, aderire con la loro<br />

vita uniformarsi, per questo la croce per Paolo <strong>di</strong>venta contenuto, stile e<br />

meta a cui tende la sua pre<strong>di</strong>cazione. È chiaro ha sottolineato mons. Costa<br />

che Paolo non annuncia mai solo la croce come fine a se stessa, ma ha sempre<br />

come traguardo finale quello della resurrezione, ma è pur vero che non<br />

si può giungere al traguardo senza percorrere il cammino della croce, un<br />

cammino a cui l’apostolo chiama ogni membro della Comunità <strong>di</strong> Corinto<br />

e il credente <strong>di</strong> ogni tempo che vuole mettersi alla sequela <strong>di</strong> Cristo e abbeverarsi<br />

al trono della grazia.<br />

ASSEMBLEE ZONALI DI FORMAZIONE PAOLINA<br />

Incontri <strong>di</strong> <strong>gennaio</strong><br />

MESSINA – S. TERESA DI RIVA – MILAZZO<br />

Martedì 27, mercoledì 28, e giovedì 29 <strong>gennaio</strong>, rispettivamente a <strong>Messina</strong>,<br />

presso la Bibioteca dell’istituto “Ignatianum”, a S. Teresa <strong>di</strong> Riva,<br />

presso la Parrocchia “Sacra Famiglia” e a Milazzo, presso il Salone Parrocchiale<br />

<strong>di</strong> “S. Maria delle Grazie”, si sono tenuti tre incontri <strong>di</strong> formazione<br />

zonali aventi come tema la riflessione sulle Lettere dell’Apostolo<br />

Paolo. Si è trattato <strong>di</strong> un’altra delle tante iniziative organizzate dalla Diocesi<br />

in occasione dell’Anno paolino e <strong>di</strong> un’ulteriore tappa <strong>di</strong> un percorso<br />

iniziato il 29 settembre in Seminario e che, dopo il prossimo appuntamento<br />

<strong>di</strong> <strong>marzo</strong>, si concluderà nel mese <strong>di</strong> maggio. Gli incontri si sono svolti dalle<br />

ore 16,00 alle ore 18,30 e hanno richiamato <strong>di</strong>versi sacerdoti, <strong>di</strong>aconi, re-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA 129


ligiosi e religiose, insieme a tanti operatori pastorali e semplici laici delle<br />

tre zone pastorali della Diocesi, nonostante il freddo intenso e la pioggia abbondante<br />

che ha accompagnato i tre pomeriggi.<br />

LA PAROLA DEL VESCOVO<br />

I lavori sono stati introdotti, a <strong>Messina</strong>, dal Vicario Generale della Diocesi,<br />

don Carmelo Lupò, che ha presentato i relatori e ha suggerito delle<br />

linee biblico teologiche per guardare a Paolo come colui che in<strong>di</strong>rizza verso<br />

Cristo. A S. Teresa <strong>di</strong> Riva e a Milazzo, è stato l’Arcivescovo, mons. Calogero<br />

La Piana, a guidare il pomeriggio <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, facendo cogliere la prospettiva<br />

che accomuna questi “incontri paolini” con la proposta della<br />

recente sua Lettera Pastorale “Risplenda la vostra luce”, sulla testimonianza.<br />

L’Arcivescovo ci ha sollecitato non solo a guardare alla figura dell’Apostolo,<br />

ma a trarre soprattutto nutrimento dalla sua testimonianza <strong>di</strong><br />

vita, perché anche noi come Paolo, grande comunicatore, possiamo spendere<br />

la nostra vita alla sequela <strong>di</strong> Cristo e alla <strong>di</strong>ffusione del Vangelo. Inoltre,<br />

dopo avere salutato affettuosamente tutti i presenti, si è complimentato<br />

per la lodevole iniziativa, ringraziando quanti, sotto la guida del Coor<strong>di</strong>natore<br />

Diocesano, mons. prof. Giuseppe Costa, stanno portando avanti interessanti<br />

e stimolanti appuntamenti culturali e pastorali <strong>di</strong> alto profilo, per<br />

fare conoscere e apprezzare la figura dell’Apostolo Paolo.<br />

ROMANI – FILIPPESI – GALATI<br />

I numerosi presenti stati intrattenuti con relazioni sulla Lettera ai Romani,<br />

ai Galati e ai Filippesi, dal prof. mons. Giuseppe Costa e dal prof.<br />

don Michele Viviano. Tutti hanno avuto modo <strong>di</strong> riflettere su “Paolo apostolo<br />

del Signore, missionario della Chiesa e scrittore alle Comunità”.<br />

Il prof. Costa, Or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> S. Scrittura e Vicepreside presso il “S. Tommaso”,<br />

dopo aver delineato una presentazione della sud<strong>di</strong>visione tra<strong>di</strong>zionale<br />

delle Lettere <strong>di</strong> Paolo, ha posto la sua attenzione sulla Lettera ai<br />

Romani. Una lettera autenticamente paolina, che può essere definita “la<br />

lettera per eccellenza dell’intero epistolario paolino”. Se<strong>di</strong>ci capitoli che<br />

contengono la riflessione interiore dell’Apostolo e la sua riconsiderazione<br />

del Vangelo. Scritta probabilmente da Corinto nella primavera del 58 per i<br />

Giudei e gli etnico-cristiani <strong>di</strong> Roma, unica lettera in<strong>di</strong>rizzata ad una comunità<br />

non fondata da Paolo, ha il suo scopo nell’irrefrenabile spirito missionario<br />

dell’Apostolo, che lo spinge a volere raggiungere la Spagna ed<br />

130 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


evangelizzare così tutto l’oikumene, passando però da Roma, caput mun<strong>di</strong>,<br />

dove giunge in quanto civis romanus per volontà dei Romani stessi ma<br />

anche e soprattutto per volontà <strong>di</strong> Dio. Nella seconda relazione, il prof. Viviano,<br />

salesiano e docente <strong>di</strong> S. Scrittura presso il “S. Tommaso”, ha messo<br />

in evidenza il carattere autobiografico della Lettera ai Filippesi, autentica<br />

e facente parte delle lettere della prigionia, scritta tra il 53 e il 57, probabilmente<br />

da Efeso ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Filippi, città attraversata dalla Via Egnatia,<br />

punto <strong>di</strong> crocevia tra Occidente ed Oriente. Paolo, scrivendo per<br />

ringraziare la comunità che lo ha sostenuto, non perde occasione per evangelizzare<br />

dando vita a una lettera in cui si sente battere il suo cuore per<br />

l’amore e per il dolore e in cui, con il suo forte temperamento, mette in<br />

guar<strong>di</strong>a da chi, rimanendo legato alla legge, non riconosce in Cristo, umiliatosi<br />

fino alla morte <strong>di</strong> croce, la fonte <strong>di</strong> salvezza per tutti gli uomini.<br />

Nella terza relazione, il prof. Costa ha sottolineato come la Lettera ai Galati<br />

scritta ad Efeso nel 54, durante il terzo viaggio missionario, unica lettera<br />

in<strong>di</strong>rizzata ad un’intera regione, che fra l’altro è il primo luogo<br />

evangelizzato da Paolo, ha come scopo la polemica dell’Apostolo con i<br />

giudaizzanti. Paolo, correggendo ed esortando la comunità da lui fondata<br />

e amata, rivela un senso vivo della Chiesa. Una Chiesa in cui ogni uomo,<br />

grazie a Cristo, è libero <strong>di</strong> agire rifiutando <strong>di</strong> essere uomo carnale, che vive<br />

cioè secondo le opere della carne, e accettando <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire uomo spirituale,<br />

che vive cioè secondo lo Spirito che, con il suo frutto, rende nuova ogni<br />

creatura. Proprio l’amore, la gioia e la pace, prime tre espressioni dell’unico<br />

frutto dello Spirito, devono essere alla base del nostro essere cristiani.<br />

PROSSIMI APPUNTAMENTI<br />

Alla fine degli interventi, l’Arcivescovo, rinnovando il suo grazie a tutti<br />

i presenti, che hanno affrontato anche le intemperie pur <strong>di</strong> non mancare ad<br />

un incontro così importante, e sottolineando l’ottima riuscita degli incontri,<br />

ha illustrato i prossimi appuntamenti previsti per la formazione paolina<br />

nelle varie zone pastorali della Diocesi. Nel mese <strong>di</strong> <strong>marzo</strong>: a <strong>Messina</strong><br />

(10), a S. Teresa <strong>di</strong> Riva (11), a Milazzo (12); nel mese <strong>di</strong> maggio: a <strong>Messina</strong><br />

(5), a S. Teresa <strong>di</strong> Riva (6), a Milazzo (7). Gli incontri si sono conclusi<br />

con la preghiera, rivolta a San Paolo Apostolo, perché doni a tutti i credenti<br />

della nostra Chiesa, <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> Lipari S. Lucia del Mela, <strong>di</strong> “<strong>di</strong>ventare<br />

apostoli e testimoni della verità e della bellezza del Vangelo”.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA 131


FORMAZIONE PAOLINA A LIPARI<br />

Incontro <strong>di</strong> <strong>marzo</strong><br />

Nei locali del Centro Giovanile dell’ex Seminario <strong>di</strong> Lipari, martedì 24<br />

<strong>marzo</strong>, si è tenuta l’ultima giornata <strong>di</strong> formazione paolina per il territorio<br />

delle Isole Eolie, promossa dall’Arcivescovo mons. Calogero La Piana e affidata<br />

alla <strong>di</strong>rezione del prof. mons. Giuseppe Costa, Coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong>ocesano<br />

dell’Anno Paolino. I numerosi operatori pastorali presenti,<br />

accompagnati dai <strong>di</strong>versi sacerdoti provenienti dalle isole vicine, hanno<br />

avuto modo <strong>di</strong> riflettere sulla figura e sull’opera letteraria <strong>di</strong> San Paolo. In<br />

modo particolare l’attenzione è stata posta sul “corpus paulinum” che, con<br />

le sue tre<strong>di</strong>ci lettere, costituisce l’ere<strong>di</strong>tà più preziosa che l’Apostolo delle<br />

genti ha lasciato alla Chiesa.<br />

Il prof. Costa, nella sua relazione, ha spiegato la <strong>di</strong>stinzione e la classificazione<br />

delle singole lettere all’interno dell’Epistolario, <strong>di</strong>stinguendo<br />

quelle dell’a’autentica “mano” paolina da quelle che si rifanno alla “sua”<br />

tra<strong>di</strong>zione. Ha poi presentato la Lettera ai Romani, la Lettera ai Galati e la<br />

Lettera ai Filippesi, facendo notare la ricchezza dei temi teologici e la <strong>di</strong>versità<br />

<strong>di</strong> impostazione e <strong>di</strong> riflessione <strong>di</strong> ciascun scritto. Il prof. don Stefano<br />

Ripepi, docente <strong>di</strong> sacra scrittura preso lo Stu<strong>di</strong>o teologico “Pio XI”<br />

<strong>di</strong> Reggio Calabria, ha illustrato proprio una delle lettera della “tra<strong>di</strong>zione<br />

paolina”: quella agli Efesini. In essa si riflettono temi nuovi rispetto al pensare<br />

<strong>di</strong> Paolo ed emerge la visone e la presentazione della Chiesa come<br />

“corpo <strong>di</strong> Cristo”. Diversi gli interventi dei presenti che, mostrando <strong>di</strong> apprezzare<br />

l’iniziativa, hanno espresso parole <strong>di</strong> ringraziamento nei confronti<br />

dell’Arcivescovo La Piana che, anche in questa occasione, mostra <strong>di</strong> avere<br />

un vivo interesse pastorale verso il territorio eoliano.<br />

ASSEMBLEE ZONALI DI FORMAZIONE PAOLINA<br />

Incontri <strong>di</strong> <strong>marzo</strong><br />

Martedì 10, Mercoledì 11 e Giovedì 12 <strong>marzo</strong>, rispettivamente nel Salone<br />

Teatro del Seminario Arcivescovile “S. Pio X”, nella Parrocchia “Sacra<br />

Famiglia” <strong>di</strong> S. Teresa Riva e in quella <strong>di</strong> “S. Maria delle Grazie” <strong>di</strong> Mi-<br />

132 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


lazzo, si è svolto il secondo incontro <strong>di</strong> Formazione paolina, rivolto a tutti<br />

gli operatori parrocchiali della Diocesi. Proseguendo lungo il cammino che<br />

da ormai circa un anno ci ha portati a conoscere ed approfon<strong>di</strong>re la vita, il<br />

carattere, le azioni e gli scritti <strong>di</strong> San Paolo, l’incontro ha avuto come oggetto<br />

tre lettere del Corpus paolinum definite “Lettere dalla prigionia”. A<br />

<strong>Messina</strong> ha introdotto i lavori il Vicario episcopale per cultura, prof. don<br />

Giuseppe Lonia, che ha portato il saluto dell’Arcivescovo, che si trovava<br />

impegnato a Lipari. A Milazzo è stato lo stesso Arcivescovo, Mons. Calogero<br />

la Piana, a guidare i lavori, introducendo e concludendo le varie relazioni<br />

e presentando i prossimi appuntamenti (formazione e pellegrinaggi)<br />

delle tante iniziative dell’Anno Paolino.<br />

LETTERA AI COLOSSESI<br />

Il prof. mons. Giuseppe Costa ha presentato la Lettera ai Colossesi. La<br />

città <strong>di</strong> Colossi, al centro dell’ambiente in cui si è svolta l’azione <strong>di</strong> Paolo<br />

(anche se non è stata <strong>di</strong>rettamente cristianizzata dall’apostolo, ma da Epafra<br />

suo <strong>di</strong>scepolo) godeva <strong>di</strong> un notevole prestigio. La Lettera si presenta<br />

come uno scritto polemico che ha il fine <strong>di</strong> riba<strong>di</strong>re la centralità <strong>di</strong> Cristo,<br />

unico me<strong>di</strong>atore tra Dio e gli uomini, messa in <strong>di</strong>scussione da una corrente<br />

ereticale interna alla comunità, che dava maggiore attenzione al rispetto <strong>di</strong><br />

alcune regole comportamentali, al culto <strong>di</strong> un numero sproporzionato <strong>di</strong><br />

angeli a <strong>di</strong>scapito della fede in Cristo. La sua centralità è riba<strong>di</strong>ta, in particolare,<br />

nell’inno cristologico (Col 1,12-20). Il prof. Costa ha sottolineato<br />

che sull’attribuzione della lettera a Paolo, a partire dal periodo illuministarazionalista<br />

sono nate alcune perplessità; essa, infatti, pur rimanendo per i<br />

contenuti espressi all’interno della tra<strong>di</strong>zione paolina, presenta elementi<br />

linguistici e formali estranei agli altri scritti sicuramente paolini.<br />

LETTERA AGLI EFESINI<br />

Uguali dubbi <strong>di</strong> attribuzione riguardano anche la Lettera agli Efesini, esaminata<br />

dal relatore prof. don Stefano Ripepi che ha messo in luce le <strong>di</strong>fficoltà<br />

presenti per definire con certezza non soltanto l’autore, il luogo e il<br />

periodo <strong>di</strong> stesura della Lettera, ma anche l’occasione storica per la quale<br />

è stata scritta. In essa infatti sono espressi temi generali e si presenta come<br />

un piccolo trattato che potrebbe essere rivolto anche a più comunità cristiane<br />

e non esclusivamente alla comunità <strong>di</strong> Efeso. Certo è comunque il<br />

suo messaggio che richiama quello espresso nella lettera ai Colossesi: la<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA 133


centralità <strong>di</strong> Cristo, capo dell’unico corpo e colui per mezzo del quale<br />

siamo stati salvati.<br />

LETTERA A FILEMONE<br />

Infine, il prof. don Michele Viviano sdb, ha concluso l’incontro analizzando<br />

la Lettera a Filemone, più breve delle precedenti e sicuramente autentica.<br />

Nelle Lettera, scritta probabilmente dalla prigionia <strong>di</strong> Efeso, Paolo ricorda<br />

la fede e la carità <strong>di</strong> Filemone, pagano convertito <strong>di</strong> Colossi, e della comunità<br />

cristiana che si raduna nella sua casa, e in nome della carità e non<br />

per obbligo chiede a Filemone <strong>di</strong> perdonare il suo schiavo Onesimo che<br />

era fuggito, e <strong>di</strong> riaccoglierlo non più come schiavo ma come fratello in<br />

Cristo. Paolo chiede a Filemone <strong>di</strong> vivere con sincerità il suo essere cristiano<br />

e <strong>di</strong> perdonare Onesimo che, schiavo per la società, è <strong>di</strong>ventato uomo<br />

nuovo in Cristo e fratello per ogni cristiano. La comune fede in Cristo richiede<br />

la capacità <strong>di</strong> perdonare e <strong>di</strong> accogliere l’altro e ci rende liberi ed<br />

uguali.<br />

Josè Costa<br />

134 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


AZIONE CAT TOLI CA<br />

140 ANNI E NON LI DIMOSTRA<br />

L’inizio dell’anno civile o solare che <strong>di</strong>r si voglia è sempre il momento<br />

buono per fare non soltanto progetti, ma anche bilanci, per tracciare valutazioni<br />

su quanto si potrebbe fare, ma anche su quanto si è fatto... Così<br />

questo inizio d’anno permette all’Azione Cattolica della nostra Chiesa locale<br />

<strong>di</strong> volgere uno sguardo sereno verso i giorni ed i mesi che si sono succeduti<br />

nello scorrere del 2008 e <strong>di</strong> pensare con fiducia ai giorni che<br />

verranno. Lo stesso sguardo <strong>di</strong> serenità, la stessa fiducia con i quali S. E.<br />

Mons. Domenico Sigalini, Assistente Generale dell’Azione Cattolica Italiana,<br />

ha incontrato gli sguar<strong>di</strong> dei ragazzi, dei giovani e degli adulti dell’A.C.<br />

che, provenienti da ogni vicariato dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>, gli si sono stretti<br />

attorno con affetto ed emozione.<br />

Un incontro intenso quello celebrato il 16 novembre 2008 presso il Seminario<br />

Arcivescovile “S. Pio X”: perché la “familiarità” associativa si è<br />

in concretezza manifestata nella spontaneità dei ragazzi, simpaticamente<br />

impegnati a raccontare la loro Azione Cattolica attraverso la presentazione<br />

dei canti e bans; nella freschezza impegnata del <strong>di</strong>re dei giovani; nella complessità<br />

- non complicatezza! - del presentarsi degli adulti, esistenzialmente<br />

rappresentanti un arco <strong>di</strong> vita davvero significativo, ma ricco <strong>di</strong> entusiasmo:<br />

l’ennesimo <strong>di</strong> chi a squarciagola ha cantato l’inno “Qual falange <strong>di</strong> Cristo<br />

Redentore”; l’entusiasmo <strong>di</strong> chi oggi sa, sull’esortazione <strong>di</strong> Giovanni Paolo<br />

II, <strong>di</strong> dover prendere il largo.<br />

Questo ricordo intenso colora <strong>di</strong> senso e significato anche quanto è avvenuto<br />

nell’anno appena concluso; innanzitutto il rinnovo delle responsabilità<br />

<strong>di</strong>ocesane che si è concretizzato nella elezione del nuovo Consiglio,<br />

del nuovo Presidente e dei nuovi V. Presidenti <strong>di</strong>ocesani; poi la elezione a<br />

livello regionale <strong>di</strong> due membri della Presidenza <strong>di</strong>ocesana (Incaricato settore<br />

adulti, Incaricato ACR); infine la esperienza sempre nuova e arricchente<br />

dei campi-scuola estivi. Come trascurare <strong>di</strong> menzionare, però<br />

l’evento del 4 maggio 2008? L’incontro in Piazza S. Pietro con Benedetto<br />

XVI per celebrare i 140 anni dell’AC? Impossibile non ricordare anche il<br />

saluto affettuoso <strong>di</strong> S. E. Mons. La Piana ai pellegrini <strong>di</strong> AC in partenza per<br />

Roma e radunatisi in Cattedrale per pregare con il Pastore.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA 135


L’assemblea <strong>di</strong> inizio anno associativo, infine, ha orientato l’Associazione<br />

verso gli impegni associativi declinati alla luce <strong>di</strong> un tema <strong>di</strong> particolare<br />

significato: “chiamati ad essere santi insieme”. Essere santi insieme:<br />

significa per l’AC <strong>di</strong>ocesana porsi all’interno del progetto pastorale del Vescovo<br />

per essere trasparenza luminosa <strong>di</strong> Dio non <strong>di</strong>menticando che l’orizzonte<br />

<strong>di</strong> riferimento continua ad essere quello della santità, quello che<br />

chiama ogni persona ad essere santa ad immagine del Santo.<br />

Con questo spirito, con questo stile <strong>di</strong> fedeltà al Vescovo - che altro<br />

non è che la scelta dell’AC per la Chiesa locale - con questo stile <strong>di</strong> laicità<br />

incarnata nel territorio <strong>di</strong>ocesano l’Azione Cattolica messinese intraprende<br />

il cammino del nuovo anno guardando con serenità e fiducia a quanto è<br />

chiamata a fare ed a essere: a quanto è chiamata a realizzare sul terreno<br />

della evangelizzazione e della promozione umana per contribuire a promuovere<br />

il bene comune e a dare forza e senso all’urgente servizio <strong>di</strong> formazione<br />

e <strong>di</strong> educazione da offrire a ragazzi, giovani ed adulti.<br />

Così la festa <strong>di</strong>ocesana della Pace, che si è tenuta a Furci Siculo domenica<br />

18 <strong>gennaio</strong> 2009; l’incontro con il Presidente nazionale, prof.<br />

Franco Miano, 24 <strong>gennaio</strong> 2009, ore 16.30, presso la sala Borsa della Camera<br />

<strong>di</strong> Commercio; la IV Settimana Sociale <strong>di</strong>ocesana che si terrà nei<br />

giorni compresi tra il 16 ed il 22 febbraio 2009; gli incontri formazione e<br />

gli esercizi spirituali per responsabili <strong>di</strong>ocesani e parrocchiali saranno il<br />

segno concreto <strong>di</strong> un futuro prossimo da spendere al servizio della Chiesa<br />

locale e delle donne e degli uomini che in essa abitano e vivono, saranno<br />

il segno dell’amore con il quale l’AC ama la Chiesa e della passione che<br />

prova per il mondo.<br />

Tanti gli impegni, numerose le iniziative che l’AC ha messo e metterà<br />

in campo per continuare ad essere fedele a se stessa.<br />

Sergio Visconti<br />

(da “La Scintilla”)<br />

136 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


INCONT RO D IOCESANO<br />

DEI GRUPP I DI PREGHIERA DI P. P IO<br />

SULLE ORME<br />

DI SAN PIO DA PIETRALCINA<br />

Il 2.3.2009 ancora una volta i Gruppi <strong>di</strong> Preghiera <strong>di</strong> P. Pio dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong><br />

(più <strong>di</strong> 30) hanno dato vita all’annuale raduno che anche quest’anno<br />

si è tenuto il primo lunedì <strong>di</strong> quaresima, nella Basilica Cattedrale <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>,<br />

Mons. Mario Aiello, coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong>ocesano, con un caloroso benvenuto<br />

a tutti i presenti ha dato inizio al pomeriggio <strong>di</strong> preghiera.<br />

Il primo momento è stato la recita del S. Rosario, abbiamo me<strong>di</strong>tato i<br />

misteri della gioia, con le riflessioni <strong>di</strong> Mons. Angelo Oteri, parroco della<br />

Cattedrale, che ha messo in relazione i misteri con il tema del raduno: Testimoni<br />

cre<strong>di</strong>bili.<br />

Poi ha preso la parola Mons. Pietro Aliquò, cappellano delle Clarisse<br />

<strong>di</strong> Montevergine, trattando la tematica: “Testimoni cre<strong>di</strong>bili: sulle orme <strong>di</strong><br />

San Pio da Pietralcina”. Mons. Aliquò ha evidenziato come si può essere<br />

testimoni cre<strong>di</strong>bili oggi in sintonia con il Vangelo <strong>di</strong> Gesù e ha fatto due riferimenti:<br />

il primo del Papa Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più<br />

volentieri i testimoni che i maestri...” e poi si è collegato a quello che il nostro<br />

Arcivescovo ha scritto nella sua ultima lettera pastorale. Testimoni cre<strong>di</strong>bili<br />

perché trasparenza luminosa <strong>di</strong> Cristo.<br />

L’Arcivescovo <strong>di</strong>ce: “Essere trasparenza luminosa <strong>di</strong> Cristo è la vera<br />

identità del cristiano...”. Poi entrando nel vivo del tema ha parlato come essere<br />

testimoni cre<strong>di</strong>bili sulle orme dei Santi e in particolare su quelli <strong>di</strong> S.<br />

Pio. Partendo dalla spiritualità francescana che accomuna P. Pio con Santa<br />

Eustochia, ha poi messo in evidenza le coor<strong>di</strong>nate dell’itinerario spirituale<br />

<strong>di</strong> P. Pio: Vita <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> sofferenza. Lo ha fatto attraverso<br />

la testimonianza <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> P. Pio attingendo al suo ricco Epistolario e mettendo<br />

P. Pio in relazione anche con S. Paolo.<br />

In conclusione Mons. P. Aliquò ha augurato a tutti che in questo cammino<br />

quaresimale e nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni P. Pio ci aiuti a fare nostra<br />

l’esortazione <strong>di</strong> Paolo VI.<br />

Il terzo momento: la Santa Messa, presieduta da S. E. Mons. Calogero<br />

La Piana, all’organo Mons. De Domenico sulle cui note la corale guidata<br />

dal maestro M. Casablanca ha eseguito i canti, concelebrata da Mons. A<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA 137


.Oteri, Mons. P. Aliquò. dal coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong>ocesano e dai <strong>di</strong>rettori spirituali<br />

presenti.<br />

Nel saluto a Sua Eccellenza, Mons. Mario Aiello, lo ha ringraziato per<br />

la sua presenza che è un dono, porgendo i saluti <strong>di</strong> tutti i Gruppi, dei <strong>di</strong>rettori<br />

spirituali. Ha fatto presente che i Gruppi ogni anno all’inizio della<br />

quaresima si ritrovano in cattedrale con gioia con il proposito <strong>di</strong> camminare<br />

nella spiritualità <strong>di</strong> P. Pio e anche con la chiesa e nella chiesa.<br />

Mons. La Piana ha ringraziato tutti coloro che a vario titolo hanno reso<br />

possibile questo momento <strong>di</strong> comunione e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione.<br />

Nell’omelia ha anche messo in evidenza partendo dalla parola ascoltata<br />

che: la santità è un dono <strong>di</strong> Dio... è la vita <strong>di</strong> Dio in noi, è la nostra vita in<br />

Dio. P. Pio riconosciuto Santo con generosità ha voluto spendere i doni naturali<br />

e soprannaturali dati da Dio per i fratelli... me<strong>di</strong>ante una vita fatta <strong>di</strong><br />

ascolto... per poter offrire quella parola che consola.. e che suscitata dallo<br />

Spirito arrivava ai cuori, procurando serenità forte, richiamo verso i valori<br />

eterni... P. Pio ha offerto una singolare testimonianza.<br />

Ha infine invitato tutti a rileggere la santità e la vita <strong>di</strong> P. Pio proprio<br />

attraverso l’espressione paolina: “con le mie sofferenze io completo in me<br />

ciò che manca alla Passione <strong>di</strong> Cristo”.<br />

Le stigmate... segno <strong>di</strong> quello amore grande <strong>di</strong> Dio per noi... visibile attraverso<br />

la sofferenza accettata e vissuta con amore da un nostro fratello..<br />

messo <strong>di</strong>nanzi come modello <strong>di</strong> santità.<br />

Con gioia e con l’animo trasformato dall’amore <strong>di</strong> Cristo, ricevuto nella<br />

Santa Comunione, ringraziando col canto il Signore per il dono <strong>di</strong> P. Pio,<br />

l’assemblea si è sciolta portando nel cuore la certezza che P. Pio ci sarà<br />

sempre <strong>di</strong> esempio e <strong>di</strong> guida sulla vita della testimonianza.<br />

Giovanna Foti<br />

(da “La Scintilla”)<br />

138 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


PRESENTAZI ONE DEL VOLUME<br />

SULLA B ASILICA CAT TEDRALE<br />

LA CATTEDRALE DI MESSINA <strong>di</strong> F. Malaspina<br />

Il 30 settembre scorso nel varcare la porta laterale della Cattedralequella<br />

<strong>di</strong> S. Placido – per partecipare alla presentazione del libro <strong>di</strong> P. Fortunato<br />

Malaspina, La Cattedrale <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>, <strong>Messina</strong> 2008, sono stato avvolto<br />

da una strana sensazione, quasi un bisogno <strong>di</strong> gridare i sentimenti <strong>di</strong><br />

gioia che albergavano nel mio cuore. Naturalmente non ho vociato – noblesse<br />

oblige – ma non ho potuto contenere la mia sod<strong>di</strong>sfazione nel trovarmi<br />

in quel luogo, quella sera.<br />

Se quell’avvenimento ancora si situa nella cronaca, esso, ne sono certo,<br />

non mancherà d’iscriversi nella storicità degli avvenimenti, che un giorno<br />

racconteremo ai nostri figli o nipoti e che, fieri, ci farà esclamare: io c’era!!<br />

Cosa avrei voluto gridare, ci si potrebbe domandare.<br />

Solo e semplicemente un avverbio: finalmente!<br />

Quanto stava per essere presentato lo avevo auspicato come ipotesi e<br />

desiderio 10 anni prima, allorché nel 1997 si celebrarono – in sor<strong>di</strong>na purtroppo<br />

– gli ottocento anni della prima de<strong>di</strong>cazione della Cattedrale.<br />

Perché questo interesse per la Cattedrale? Come messinese rispondo<br />

che essa è il simbolo della nostra identità!<br />

In occasione dell’avvenimento centenario scrissi “All’ombra delle sue<br />

colonne e dello sguardo severo e bene<strong>di</strong>cente del Pantocratore, si sono<br />

raccolti in preghiera Pontefici e semplici fedeli, sono rimasti estasiati sovrani<br />

e popolo; hanno pregato condottieri e santi. L’hanno visitato «turbe<br />

<strong>di</strong> genti con umil fronte» e curiosi spinti da semplice amore per l’arte”.<br />

L’Autore usa parole ancora più suggestive: “Parlare della Cattedrale<br />

è scoprire la Chiesa locale….In essa – il popolo <strong>di</strong> Dio – (ma io aggiungerei<br />

<strong>Messina</strong> intera, perché la Cattedrale non è solo simbolo <strong>di</strong> fede, ma<br />

<strong>di</strong> appartenenza ad una terra, una città, una storia) innalza suppliche e preghiere<br />

nei momenti <strong>di</strong> calamità e gioisce per le vittorie riportate.<br />

In Cattedrale esulta per i suoi figli chiamati all’or<strong>di</strong>ne presbiterale e<br />

gioisce per gli eletti a quello episcopale.<br />

In essa piange e prega…”(pp. 14-15)<br />

Il libro si presenta come un itinerario culturale e <strong>di</strong> fede. Lo stesso Au-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA 139


tore al termine della presentazione del 30 settembre <strong>di</strong>ceva che esso nasce<br />

da una domanda, alla quale ha voluto dare una risposta piena e sod<strong>di</strong>sfacente<br />

(sempre nel limite umano).<br />

Il P. Malaspina la domanda la “ascolta” dai suoi alunni, nei lunghi anni<br />

d’insegnamento come Professore <strong>di</strong> Religione. Si da subito conto che non<br />

esiste una replica imme<strong>di</strong>ata, ben articolata e facile da presentare. Rispondere<br />

avrebbe significato imbattersi in polverosi documenti, antichi scritti,<br />

o sterili opuscoli. L’unico riscontro possibile era “rimboccarsi le maniche”<br />

e mettere insieme quanto esistentemente sparso.<br />

Ci è risuscito? Mi si conceda <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferire la risposta.<br />

Dicevo che la pubblicazione è un itinerario.<br />

La Cattedrale viene inserita in un contesto culturale più ampio, quello<br />

<strong>di</strong> <strong>Messina</strong>. Una storia che viene da lontano e che la fede, giunta secondo<br />

la tra<strong>di</strong>zione dalla viva parola dell’Apostolo delle genti, non ha <strong>di</strong>strutto o<br />

annichilito, ma elevato con la speranza.<br />

Il tempio che, quin<strong>di</strong>, doveva “manifestare questa fede” non poteva<br />

che essere all’altezza del compito: grande come grande fu l’adesione!<br />

Ecco perché siamo condotti attraverso brevi, ma dense, pennellate dal<br />

730 a. C., passando per la dominazione araba, la riconquista normanna e i<br />

vari regni che si sono succeduti fino all’Unità d’Italia e ai nostri giorni, facendoci<br />

riflettere sul “senso del suo essere e del suo <strong>di</strong>venire” (pp. 19-71).<br />

La parte più corposa della pubblicazione ci parla della “Cattedrale,<br />

arte e Teologia” (143- 357).<br />

Accertato il titolo!<br />

Il Duomo non è solo spazio materiale, circoscritto e definito, ma anche<br />

è soprattutto “locus theologicus”: esso parla tutto <strong>di</strong> Dio e ci avvolge al<br />

punto da lasciarci parlare da Dio!<br />

La parte centrale è il vero oggetto della pubblicazione e si sviluppa in<br />

poche pagine, ma dense, affascinanti, coinvolgenti… si leggono tutte d’un<br />

fiato! (pp.73-141)<br />

A questo punto mi si impone una considerazione: perché sto scrivendo?<br />

Vuole essere la mia una vera recensione? Naturalmente no! Se lo fosse,<br />

applicando il metodo storico-scientifico, dovrei già iniziare a criticare al-<br />

140 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


cune scelte metodologiche, come quella <strong>di</strong> aver posto l’in<strong>di</strong>ce delle immagini<br />

alla fine del volume, cosa scomo<strong>di</strong>ssima da consultare (inoltre esse<br />

vanno completamente riviste in una prossima pubblicazione: spesso il numero<br />

non corrisponde alla foto), o ancora per aver tradotto alcuni testi latini,<br />

visto che oggi la critica non è concorde su questo punto (d’altra parte<br />

considerata la nescienza <strong>di</strong>lagante della bella lingua, mi domando se non<br />

sia utile quello che scientificamente possa apparire inopportuno).<br />

Torniamo alla mia domanda <strong>di</strong> sopra: è riuscito p. Fortunato a dare una<br />

risposta, compatibilmente completa, sulla Cattedrale?<br />

Rispondo con un aneddoto.<br />

Si racconta che nel sec. XVI, ai molti curiosi che andavano a vedere<br />

come “fossero” le Carmelitane Scalze e poi si lamentavano, perché non<br />

erano come se le aspettavano, la Regina <strong>di</strong> Spagna del tempo <strong>di</strong>ceva: “Se<br />

le guardate come sante, le troverete donne; però se le guardate come<br />

donne, le troverete sante”.<br />

Lo stesso, penso, parafrasando la frase della saggia monarca, potremmo<br />

<strong>di</strong>re della pubblicazione <strong>di</strong> P. Malaspina: se la passiamo al vaglio della “critica<br />

storica più stretta”, troveremo indubbiamente molte imperfezioni, e<br />

anche non saremmo d’accordo su certe sue affermazioni, per es. per quanto<br />

riguarda la Madonna della Lettera (p.145); ma se lo consideriamo come la<br />

prima pubblicazione completa dei nostri giorni su un “gigante”, allora non<br />

possiamo fare a meno <strong>di</strong> vederlo, leggerlo e riceverlo in modo completamente<br />

<strong>di</strong>verso.<br />

Vorrei ancora aggiungere una parola <strong>di</strong> felicitazione e alcuni auspici.<br />

Dobbiamo essere grati all’Autore per il bellissimo apparato iconografico.<br />

Fra tutte le immagini, però, vorrei soffermarmi su quella “… <strong>di</strong> Nostra<br />

Signora delle Gratie, sopra il vano della porta maggiore” (p.75),<br />

purtroppo <strong>di</strong>mentica e sconosciuta dai più. Oltre alla bellezza iconografica<br />

essa era testimonianza del privilegio della “Ecclesia Messanensis Protometropolis<br />

Omnium Sicularum Ecclesiarum” e della città “S.P.Q.R. Decreto<br />

Trimacriae Princeps, et Caput Messana”.<br />

Da qui nasce uno degli auspici: perché come ricordo <strong>di</strong> questo centenario<br />

del Terremo non torni al suo posto un mosaico che riproduca l’antica<br />

effige della Madonna delle grazie? Adempiremmo un voto che forse mai<br />

abbiamo completamente sciolto: quello della riconoscenza (gratitu<strong>di</strong>ne)<br />

per la ricostruzione della Città e della Cattedrale. “Tante e così gravi <strong>di</strong>-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO VITA DIOCESANA 141


sgrazie sortite in <strong>Messina</strong> l’avrebbero dovuto ridurre ad un mucchio rovinoso<br />

<strong>di</strong> pietre, e coperta <strong>di</strong> ortiche e spine…..il suo preggio maggiore, <strong>di</strong><br />

cui ella va sempre fastosa, e la potentissima protezione, che <strong>di</strong> lei ha la<br />

Vergine sacratissima, che fra tante scosse l’ha sempre mantenuta,siccome<br />

tuttavia amorosamente la mantiene in pie<strong>di</strong>, e portentosamente la <strong>di</strong>fende”<br />

(p.71). E ancora, mi permetto aggiungere quanto <strong>di</strong>sse il Beato Giovanni<br />

XXIII nel suo ra<strong>di</strong>omessaggio per il 50° del Terremoto, il 28 <strong>di</strong>cembre<br />

1958, “Accanto alla mano paterna del rappresentante visibile <strong>di</strong> Gesù, non<br />

mancò anche – voi ben lo sapete - la mano invisibile <strong>di</strong> una tenera madre…<br />

la madonna della Lettera, che mille volte sorresse la città nelle ore tragiche…..<br />

Voi avete un gran debito verso questa celeste Madre, Signora della<br />

vostra città”.<br />

Una sottoscrizione per tale bella realizzazione perché non nasce dalle<br />

colonne <strong>di</strong> questo settimanale?<br />

Il secondo auspicio: mi piacerebbe, quando visito amici e confratelli sacerdoti,<br />

che nell’Archivio Parrocchiale, accanto alla raccolta del Bollettino Ecclesiastico<br />

ci fosse anche il volume sulla Chiesa Madre della nostra Diocesi!<br />

Forse i miei sono sogni nostalgici <strong>di</strong> chi “vive altrove”, ma avverte una<br />

nuova rinascita o interesse per il patrio orgoglio, che non guasta mai. Non<br />

mi si critichi per i sogni, non costano nulla, ma possono spingerci ad<br />

“egregi cose”. La cattedrale ne è l’eloquente esempio. Se non avessero sognato,<br />

Mons. D’Arrigo e Mons. Paino non avrebbero “risparmiato spese,<br />

né lesinato cure” (p.130) per la sua rinascita.<br />

Ed eccoci al terzo auspicio “nel 1959, in occasione del 50° <strong>di</strong> episcopato<br />

<strong>di</strong> Mons. Paino, all’interno del Duomo, a destra della porta centrale,<br />

fu collocata una lapide, eliminata nel 1963 quando fu completato il rivestimento<br />

marmoreo delle pareti” (p.137), non sarebbe male che tornasse a<br />

potersi leggere!<br />

Concludo con quanto la Professoressa Amelia Ioli Gigante scrive nella<br />

sua Prefazione al volume, che pienamente faccio mia: “..tutto il libro costituisce<br />

anche per le generazioni future un valido messaggio religioso e<br />

culturale, che ravviva la virtù teologale della Speranza, su cui oggi la<br />

Chiesa particolarmente riflette e a cui, come Messinesi, vogliamo ispirare<br />

le più profonde tensioni spirituali”( p.12).<br />

Sac. Santo Gangemi<br />

142 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


ANNO CENTENARIO DEL<br />

TERREMOTO DEL 1908


RIFLESSIONE SUL 28 DICEMBRE<br />

dall’omaggio <strong>di</strong> pietà alla memoria delle vittime,<br />

la speranza per il domani<br />

Lu 28 <strong>di</strong>cembri <strong>di</strong> bon’ura<br />

Tromau la terra e <strong>di</strong>struggiu <strong>di</strong> botta<br />

La debba Zancli chi tutta Italia unura<br />

(da un’antica poesia scritta a ricordo del Terremoto)<br />

Considerando tanta catastrofe,<br />

all’uomo non resta che chinare la fronte <strong>di</strong>nnanzi agli imperscrutabili<br />

<strong>di</strong>segni <strong>di</strong> Dio, e, pur non comprendendoli, ripetere:<br />

«Iustus es Domine, et rectum iu<strong>di</strong>cium tuum» (Ps. 118,137)<br />

(Giovanni XXIII, Ra<strong>di</strong>omessaggio del 28 <strong>di</strong>cembre 1958).<br />

Nonostante la liturgia ci abbia fatto celebrare il 28 <strong>di</strong>cembre la Festa<br />

della Santa Famiglia <strong>di</strong> Gesù, Maria e Giuseppe, per il messinese tale data<br />

richiama alla mente quella dei Santi Innocenti Martiri, che anche sul piano<br />

piuttosto “laico”, da ormai un secolo, è intimamente unita al doloroso ricordo<br />

del tremendo Terremoto del 1908.<br />

“Oh, come allora veramente poteva applicarsi per le due gran<strong>di</strong> città<br />

colpite (<strong>Messina</strong> e Reggio) – come ebbe a <strong>di</strong>re il Beato Giovanni XXIII<br />

nel ra<strong>di</strong>omessaggio che rivolse alla città il 28 <strong>di</strong>cembre 1958 – il grido del<br />

Profeta che la Liturgia ricordava in quel giorno: «Vox in Rama au<strong>di</strong>ta est,<br />

ploratus et ululatus; Rachel plorans filios suos, et noluit consolari quia<br />

non sunt» (cfr Matth. 2,18)”.<br />

Il pensiero, che prende le mosse dalla commemorazione dei Santi Innocenti,<br />

ci conduce alla città <strong>di</strong> Davide, a Betlemme – nel periodo <strong>di</strong> Avvento<br />

e Natale molte volte ricordata-, a pochi chilometri dalla città Santa<br />

<strong>di</strong> Gerusalemme, dalla quale, come hanno comprovato quanti sono stati in<br />

pellegrinaggio in Terra Santa, è attualmente paralizzata nella facilità <strong>di</strong> collegamento<br />

a causa del muro che gli israeliani hanno costruito contro possibili<br />

incursioni attentatrici.<br />

Il piccolo centro è dominato dalla Basilica della Natività, innalzata dall’Imperatrice<br />

Elena nel IV secolo e rinnovata da Giustiniano nel 531. At-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ANNO CENTENARIO DEL TERREMOTO DEL 1908 145


traverso i secoli è rimasta intatta per un gioco della sorte o, per meglio <strong>di</strong>re,<br />

un arcano <strong>di</strong>segno della provvidenza: i Persiani la risparmiarono al saccheggio<br />

per aver ammirato nella sua facciata l’immagine <strong>di</strong> regali personaggi<br />

vestiti con i loro costumi: i Magi; gli Arabi per aver saputo che in<br />

essa si venera la Madre del Profeta Gesù.<br />

In una delle grotte, che formano il reticolato fondamentale dell’e<strong>di</strong>ficio,<br />

una stella d’argento a 14 punte in<strong>di</strong>ca il luogo nel quale “il Verbo si è<br />

fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Gli stessi pagani testimoniano<br />

questo evento, come attesta Origene, nel 3° secolo, nella sua opera<br />

Contra Celso (I,51), affermando: “…in quella grotta è nato un certo Gesù<br />

che i cristiani adorano”.<br />

Non è, tuttavia, a questo momento evangelico che voglio riferirmi, e<br />

nemmeno alla profezia che loda la minuscola città davi<strong>di</strong>ca per non essere<br />

“più il piccolo capoluogo <strong>di</strong> Giuda” (Mt 2,6). Il nostro pensiero, invece,<br />

vuole andare a quanto riporta il Vangelo <strong>di</strong> Matteo. Nella città <strong>di</strong> Betlemme<br />

“si adempì quello che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:<br />

Un grido è stato u<strong>di</strong>to in Rama,<br />

un pianto e un lamento grande;<br />

Rachele piange i suoi figli<br />

e non vuole essere consolata, perché non sono più” Mt 2,17-18.<br />

C’è un parallelo tra il pianto <strong>di</strong> Rachele e l’ansia <strong>di</strong> Maria.<br />

Rachele piange gli uomini <strong>di</strong> Efraim, Manasse e Beniamino massacrati<br />

o deportati dagli assiri. Maria, invece, teme per la vita del piccolo Gesù.<br />

Essi, Gesù e Maria, protetti da Giuseppe, al quale un angelo del Signore<br />

aveva detto in sogno: “Alzati, pren<strong>di</strong> con te il bambino e sua madre e fuggi<br />

in Egitto….perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”, si mettono<br />

in viaggio verso una terra sconosciuta, sperimentando, come <strong>di</strong>rebbe<br />

Dante, “come sa <strong>di</strong> sale<br />

Lo pane altrui, e com’è duro calle<br />

Lo scendere e il salir per l’altrui scale” (Para<strong>di</strong>so XVII,58-60).<br />

Su questo neonato aleggia fin da subito l’incubo della persecuzione,<br />

della repressione e della morte.<br />

Erode, al quale la storia ha riconosciuto il titolo <strong>di</strong> Grande per le doti<br />

<strong>di</strong> governo e la sua politica e<strong>di</strong>lizia, aveva mirabilmente tessuto la sua gloria<br />

con sangue e lacrime. “Tutto era in lui al servizio <strong>di</strong> uno sconfinato<br />

egoismo, che si sostanziò nella ossessione del potere, fino alla crudeltà, al<br />

<strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni affetto, anche per le persone più care” (F. Spadafora),<br />

come mogli e figli. È celebre il detto attribuito a Macrobio, storico del V<br />

secolo: “presso Erode erano più fortunati i porci (hus), che i figli (huiós)”.<br />

Non poteva, quin<strong>di</strong>, non destare sospetto un bimbo che per la sua nascita<br />

– e in che con<strong>di</strong>zioni fosse nato ben lo sappiamo – aveva fatto muo-<br />

146 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


vere una carovana <strong>di</strong> saggi e ricchi orientali che “domandavano: ‘Dov’è il<br />

re dei Giudei che è nato?’.<br />

Matteo annota prima l’astuzia e la scaltrezza del gerarca che “chiamati<br />

segretamente i Magi, si fece <strong>di</strong>re con esattezza da loro il tempo in cui era<br />

apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli:’Andate e informatevi<br />

accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere,<br />

perché anch’io venga ad adorarlo’”. In seguito, con conciso e scabro racconto,<br />

ne mette in luce l’efferatezza: “Erode, accortosi che i Magi si erano<br />

presi gioco <strong>di</strong> lui s’infuriò e mandò ad uccidere tutti bambini <strong>di</strong> Betlemme<br />

e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondente al tempo su cui era<br />

stato informato dai Magi”.<br />

“In Gesù si riassume emblematicamente tutta la vicenda dell’Israele<br />

biblico e si proietta già in lui l’ombra fosca del martirio della croce. In<br />

quel bambino, però, idealmente si concentra la lunga storia delle persecuzioni<br />

e delle violenze che hanno scan<strong>di</strong>to i millenni “(G.Ravasi).<br />

In quel Gesù perseguitato e in quei bambini trucidati non ci è <strong>di</strong>fficile<br />

intravedere il dramma dell’uomo che, senza sua colpa, viene vessato, umiliato,<br />

abbattuto, ammazzato, massacrato dagli eventi che sono originati dal<br />

cuore malato del suo simile o da quelli che scaturiscono, umanamente incomprensibili,<br />

dalle forze ostili della natura e che si abbattono fatalmente<br />

sull’uomo, causati dal Leviathan biblico, simbolo <strong>di</strong> peccato e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne,<br />

che, lasciato libero nel seno della terra, sconvolge, debilita, ferisce e uccide.<br />

I “tutti’ del racconto matteano, applicato ai bimbi <strong>di</strong> Betlemme assassinati,<br />

potrà forse ascendere a poche decine, anche se nel corso dei secoli<br />

si è voluto dare un valore simbolico: “Secondo i Sinassari bizantini erano<br />

quattor<strong>di</strong>cimila; S. Girolamo parlava <strong>di</strong>…multa parvulorum milia. I siri<br />

arrivavano fino a sessantaquattromila; più audace il Martirologio <strong>di</strong><br />

Usuardo fissava il totale a centoquarantaquattromila, cifra tratta dall’Apocalisse”<br />

(F. Spadafora).<br />

Quel “tutti”, però, ci spinge a tornare con la mente ai molti che cento<br />

anni or sono “non erano più”; a pensare alle tantissime “vittime per le quali<br />

d’improvviso il letto si fece bara e tomba la casa”, alle lacrime e al lamento<br />

che il 28 <strong>di</strong>cembre 1908 accompagnava la vita <strong>di</strong> quella che ormai<br />

era una larva <strong>di</strong> città: madri che piangevano i loro figli e figli che si <strong>di</strong>speravano<br />

per la scomparsa dei loro genitori. Ci fa pensare all’animo paterno<br />

del Pastore del tempo della Chiesa messinese, Mons. Letterio D’Arrigo: il<br />

monumento a lui de<strong>di</strong>cato nella Basilica Cattedrale, ben esprime il suo afflato<br />

<strong>di</strong> padre, il quale, “subito dopo il <strong>di</strong>sastro, per 63 notti consecutive,<br />

…trovò riposo su una semplice se<strong>di</strong>a, ospitando nell’episcopio i senzatetto.<br />

Egli stesso, dopo aver benedetto i cadaveri, aiutava a seppellirli nel cortile<br />

dell’arcivescovado..”. Ci fa pensare al dolore <strong>di</strong> tutta una città, una Provin-<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ANNO CENTENARIO DEL TERREMOTO DEL 1908 147


cia, una Regione. “Un brivido <strong>di</strong> commozione percorse il mondo. L’Italia<br />

tutta pianse….quella che poche ore prima era una delle più belle città d’Italia,<br />

giaceva ormai irriconoscibile in una ammasso informe <strong>di</strong> macerie, come<br />

avvolta in un manto funereo che ricopriva una ecatombe <strong>di</strong> vittime”, come<br />

ebbe a scrivere cinquant’anni dopo il beato Giovanni XXIII.<br />

Questa commemorazione secolare, tuttavia, non vuole essere solo “rievocazione<br />

storica <strong>di</strong> un episo<strong>di</strong>o tragico che commosse il mondo, essa vuol<br />

essere anzitutto un omaggio <strong>di</strong> pietà alla memoria delle vittime”, come<br />

<strong>di</strong>sse ancora Papa Roncalli; essa vuol farci pensare anche allo “…spettacolo<br />

<strong>di</strong> abnegazione, <strong>di</strong> eroismo e <strong>di</strong> virtù” che il dolore <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> e Reggio<br />

“seppe suscitare nel mondo intero in quei giorni”.<br />

La macchina della carità si mosse, è proprio il caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo, “sine<br />

modo”. Ancora oggi non si ha la misura per quantificarla: dal Pontefice del<br />

tempo, san Pio X, “che più <strong>di</strong> ogni altro fece sentire (a voi) il conforto della<br />

carità cristiana, <strong>di</strong> quella vera carità che si offre e non ha misure, che sa<br />

toccare i cuori…fu il padre degli orfani, il consolatore dei derelitti, mentre<br />

la voce <strong>di</strong> tutto il mondo – come <strong>di</strong>ce un’iscrizione – lo acclamava ‘Calabriae<br />

et Siciliane a<strong>di</strong>utor et pater’”, allo Zar <strong>di</strong> Russia, alla Regina Elena,<br />

allo stesso giovane “Sac. Prof. Dr. Angelo Roncalli, segretario del Vescovo”,<br />

come riporta L’Eco <strong>di</strong> Bergamo (4-5 <strong>gennaio</strong> 1909,p. 5), il quale,<br />

ascoltando e aderendo al-l’appello <strong>di</strong> S. E. Mons. Giacomo Maria Ra<strong>di</strong>ni<br />

Tedeschi, Vescovo <strong>di</strong> Bergamo, offrì ben 5 lire. La carità arrivò anche da<br />

zone lontane e probabilmente sconosciute ai più dei messinesi, una fra tutte<br />

dalla Chiesa Greco Cattolica Rumena, esattamente dalla Metropolia <strong>di</strong> Fagaras<br />

e Alba Iulia, in Transilvania, con un’offerta per i terremotati <strong>di</strong> <strong>Messina</strong><br />

<strong>di</strong> 4081,81 Corone (per capire l’entità del generoso gesto bisogna<br />

pensare che con 5 corone si compravano un paio <strong>di</strong> buoi).<br />

Cento anni sono passi da quel terribile giorno e da quell’“ episo<strong>di</strong>o<br />

tragico che commosse il mondo”, come <strong>di</strong>sse ancora il Papa buono. Apparentemente,<br />

<strong>di</strong> quell’evento “non ombre pose tra le sue mura la città… non<br />

pietra, non parola” (U. Foscolo, I Sepolcri, 72-75), eppure il Tempio cattedralizio<br />

è il segno emblematico e il monumento rappresentativo non <strong>di</strong><br />

quel <strong>di</strong>sastro e <strong>di</strong> quelle morti, non del dolore e del pianto – anche se in<br />

parte è pur quello – ma, soprattutto, della ferrea volontà e della granitica<br />

fede, che in un ambiente dove tutto respirava <strong>di</strong>sperazione e morte, ha sorretto<br />

i nostri antenati e li ha spinti a rimboccarsi le maniche affinché <strong>Messina</strong>,<br />

la Zancle dei greci lambita dal mar color del vino, non scomparisse<br />

definitivamente dalla compagine mon<strong>di</strong>ale con la sua storia e il suo immenso<br />

patrimonio <strong>di</strong> fede e cultura.<br />

Meno <strong>di</strong> sei mesi dopo, allorché si doveva celebrare la Madonna della<br />

Lettera, la Cattedrale era ancora un cumulo <strong>di</strong> macerie, parimenti l’anti-<br />

148 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


stante piazza. Giuseppe Vadalà-Celona ci fa sapere che la processione avvenne<br />

“senza pompa…uscì dalla baracca-chiesa Cattedrale, posta nell’antico<br />

Oratorio della sacra Famiglia in piazza Cairoli alle Moselle”, il<br />

S. Capello fu collocato sulla baretta del Vascelluzzo, e si snodò per la sola<br />

strada transitabile, il viale S. Martino, “senza banda musicale né tamburi”.<br />

Quello che poteva leggersi come l’ultimo respiro <strong>di</strong> una città ancora<br />

viva, ma agonizzante, era invece l’inizio <strong>di</strong> una vita nuova e <strong>di</strong> una nuova<br />

esistenza.<br />

Fra le macerie transitava la speranza!<br />

Il silenzio che accompagnò il passaggio del S. Capello non era lo stesso<br />

silenzio che piombò sul Golgota al momento della morte del Cristo, nel<br />

terribile Venerdì Santo della nostra redenzione; era solamente paragonabile<br />

a quel silenzio, nel quale, al principio delle cose e degli esseri viventi,<br />

si librava e dal quale era circondato lo Spirito Creatore allorché pronunciò<br />

il Fiat dell’esistenza… e tutto fu; era lo stesso silenzio che, nella pienezza<br />

dei tempi, precedette il Fiat della redenzione all’angelo in trepidante attesa.<br />

La Cattedrale, che nella sua millenaria presenza ha visto scriversi le<br />

pagine più belle e dolorose della Perla del Peloro – in quel lontano pomeriggio<br />

del 3 giugno <strong>di</strong> cento anni fa, idealmente presente nella mente <strong>di</strong><br />

quanti assistevano alla processione – rimane il segno più eloquente della tenacia<br />

del messinese, credente o anche solo rispettoso della credenza dei<br />

suoi concitta<strong>di</strong>ni, che, nel ridare ad essa forma, voleva manifestare al<br />

mondo la vita che nasceva. Come il tronco <strong>di</strong> Iesse, del quale tante volte<br />

abbiamo sentito parlare in questi giorni, da tutti ritenuto ormai arido e incapace<br />

<strong>di</strong> dare frutto, era germogliato per la potenza dell’Altissimo, anche<br />

gli spezzoni informi <strong>di</strong> mura <strong>di</strong> quel tempio germogliarono, segno che non<br />

“si era accorciata la mano <strong>di</strong> Dio” (cfr. Is 59,1) e che il messinese aveva<br />

saputo afferrarsi ad essa, che anche nel momento del dolore gli era stata<br />

tesa. Come però ancora aggiungeva Papa Giovanni nel suo Ra<strong>di</strong>o messaggio<br />

del 1958, i nostri Padri non solo hanno sperimentato la mano <strong>di</strong> Dio e<br />

della provvidenza, attraverso i gesti <strong>di</strong> generosità <strong>di</strong> tanti, ma in quei momenti<br />

<strong>di</strong> dolore “… non mancò anche… la mano invisibile <strong>di</strong> una tenera<br />

madre; era la mano <strong>di</strong> Colei, che i vostri padri da secoli scelsero come<br />

Regina e Patrona, la Madonna della Lettera, che mille volte sorresse la<br />

città nelle ore tragiche”.<br />

Oggi, dopo un secolo, <strong>Messina</strong> ha necessità della stessa intrepida fede,<br />

del medesimo granitico coraggio, dell’indescrivibile eroismo <strong>di</strong> tantissimi<br />

messinesi, i più rimasti anonimi agli uomini, ma non a Dio, perché la nostra<br />

città risorga e fiorisca sempre più giusta e equanime; perché scompaiono<br />

per sempre le ferite <strong>di</strong> imperdonabili <strong>di</strong>suguaglianze e le sacche <strong>di</strong><br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

ANNO CENTENARIO DEL TERREMOTO DEL 1908 149


povertà che ancora ne deturpano l’immagine; perché tutti si sentano corrisposti<br />

nelle loro legittime necessità e i <strong>di</strong>ritti non si trasformino in privilegi,<br />

come purtroppo ancora avviene.<br />

Abbiamo bisogno <strong>di</strong> una nuova rinascita che ci faccia sentire fieri della<br />

nostra appartenenza e della nostra storia.<br />

Abbiamo bisogno che Chiesa messinese e società messinese si liberino<br />

da antichi baronati, perché il bene comune sia <strong>di</strong> tutti e non lesinato ad alcuni.<br />

Fintanto che non saranno sanate queste lacerazioni il terremoto del<br />

1908 non sarà un tremendo ricordo, ma una traumatica realtà.<br />

Tutti dobbiamo impegnarci, ma soprattutto noi cristiani, e quanti ne<br />

con<strong>di</strong>vidono le scelte e i fini, dobbiamo a maggior ragione sforzarci con<br />

l’esempio e la preghiera per arrivare a far <strong>di</strong>ventare realtà quanto come<br />

voto esprimiamo alla fine Novena alla nostra Patrona: “siano i messinesi<br />

virtuosi ed esemplari in questa vita, gloriosi e trionfanti nel para<strong>di</strong>so”.<br />

A Maria Madre e Regina nostra rivolgiamo “l’inno della riconoscenza.<br />

La gratitu<strong>di</strong>ne per il passato è pegno per il futuro”.<br />

Poniamo nelle sue mani e ai Suoi Pie<strong>di</strong> i nostri propositi, i nostri aneliti<br />

e le nostre invocazioni; presenti al Suo Figlio la nostra supplica: a flagello<br />

teraemotus libera nos, Domine.<br />

A te, Veloce Ascoltatrice nostra, non possiamo che ripetere quanto<br />

hanno già implorato i nostri padri:<br />

Nobis succurre miseris<br />

Et urbem istam protege<br />

Famem, pestem, proelia terraemotusque<br />

Nostris repellis a finibus.<br />

E Tu non mancare <strong>di</strong> farci ancora una volta sentire la tua materna bene<strong>di</strong>zione,<br />

a noi, ai nostri morti, alla nostra stessa città.<br />

Sac. Santo Gangemi<br />

150 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


MESSINA<br />

PER MARIA<br />

IL RESTAURO DELLA MANTA<br />

DELLA MADONNA DELLA LETTERA


LA MANTA D’ORO<br />

DELLA MADONNA DELLA LETTERA<br />

L’anima del progetto <strong>di</strong> restauro<br />

Clero e fedeli, autorità e citta<strong>di</strong>ni, uomini e donne <strong>di</strong> varie estrazioni sociali<br />

e culturali… l’unico popolo che si riconosce compatto nella sua messinesità,<br />

volgendo lo sguardo a Maria, riconoscendola ed invocandola<br />

celeste Protettrice. Alla Madre si offrono i doni più belli, a Lei l’intensità<br />

più alta dell’affetto che si è tradotto nell’artistico manufatto <strong>di</strong> inestimabile<br />

valore, impreziosito dalla fede dei messinesi.<br />

La Manta costituisce il filo d’oro che lega i secoli <strong>di</strong> storia <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>,<br />

dalla creazione <strong>di</strong> quest’“abito” realizzato nel ’600, destinato a ricoprire<br />

l’icona della Patrona <strong>di</strong> questa antica <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> fino ai nostri giorni. Una<br />

storia che non solo e non tanto è ricca memoria, ma, nel contempo, impegno<br />

nell’oggi del nostro cammino, risplendendo come espressione della<br />

fede che appartiene al popolo e solido fondamento <strong>di</strong> comunione tra i messinesi,<br />

infatti, quando fu realizzata vide il pieno concorso dell’intera Città:<br />

comunità civile ed ecclesiale insieme per <strong>di</strong>re la propria devozione, il proprio<br />

amore a Maria. Ecco perché la Manta – unico pezzo al mondo <strong>di</strong> tale<br />

valore e bellezza – rappresenta uno simboli più significativi della nostra<br />

identità messinese e ne racconta la storia civile, religiosa ed artistica.<br />

Oggi, dopo accurata valutazione, è stato avviato il complesso ed articolato<br />

lavoro <strong>di</strong> restauro. L’aver ricevuto da coloro che ci hanno preceduto<br />

nel tempo un’opera volutamente preziosa e tenacemente richiesta dalla comunità<br />

civile ed ecclesiale “obbliga” il messinese <strong>di</strong> oggi a custo<strong>di</strong>re questo<br />

bene prezioso e, nell’integrità del suo splendore <strong>di</strong> arte e <strong>di</strong> fede,<br />

riconsegnarla alle future generazioni.<br />

Sintetizzata dallo slogan “<strong>Messina</strong> per Maria”, la volontà – costantemente<br />

ricercata ed evidenziata all’attenzione generale – <strong>di</strong> sollecitare l’apporto<br />

dell’intera collettività, rappresenta il vivo desiderio <strong>di</strong> ritrovarsi<br />

ancora una volta uniti attorno a ciò che non tramonta, ai valori che alimentano<br />

i sogni e ne muovono il concreto impegno, a quel sano orgoglio<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>rsi messinesi nell’appartenenza a professare quella fede che si è incarnata<br />

nella cultura e nella civiltà della nostra <strong>Messina</strong>.<br />

Giò Tavilla<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINA PER MARIA 153


NOTIZIE STORICO-ARTISTICHE<br />

DELLA MANTA<br />

La “Manta” della Madonna della Lettera è l’opera più preziosa del tesoro<br />

della Cattedrale <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>, in oro sbalzato, cesellato e inciso, misura<br />

cm 160 x 98.<br />

L’opera fu realizzata per essere posta sopra la tavola bizantina, andata<br />

<strong>di</strong>strutta nell’incen<strong>di</strong>o del 1943. Il senato messinese e i rappresentanti della<br />

Cappella della Lettera la commissionarono il 5 novembre del 1658 all’argentiere,<br />

scultore ed architetto fiorentino, Innocenzo Mangani.<br />

Ingenti somme <strong>di</strong> denaro furono impiegate per questo splen<strong>di</strong>do capolavoro<br />

d’arte orafa, che complessivamente costò trentamila scu<strong>di</strong>, <strong>di</strong> cui<br />

do<strong>di</strong>cimila solamente per l’acquisto dell’oro. Molti contribuirono a sostenere<br />

le spese e persino i laurean<strong>di</strong> universitari furono coinvolti dal Senatus<br />

Consulto a pagare una tassa <strong>di</strong> tarì 12.<br />

Il manufatto, come riporta l’iscrizione incisa sotto il collo della Vergine,<br />

fu iniziato nel 1661 e ultimato nel 1668.<br />

L’opera è formata da due lamine sovrapposte, <strong>di</strong> cui una visibile in oro<br />

e l’altra interna, più pesante, in rame; esternamente è ricoperta da splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />

gioielli donati nei vari secoli alla Madonna da notabili personalità.<br />

Risulta <strong>di</strong> raffinata lavorazione l’esecuzione delle vesti, i cui profili<br />

sono regalmente adornati ancora da collane preziose. Il <strong>di</strong>segno presenta<br />

stilemi della moda tessile dell’epoca, secondo l’impaginazione <strong>di</strong> un tessuto<br />

serico damascato con moduli a griglia e infiorescenze centrali.<br />

Giusy Larinà<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINA PER MARIA 155


S I È APERTO IL CAN TI ER E<br />

PRIM O MOMEN TO<br />

COMUNICATO STAMPA<br />

RESTAURO DELLA “MANTA”<br />

DELLA MADONNA DELLA LETTERA<br />

Mercoledì 18 febbraio si è aperto il cantiere <strong>di</strong> restauro della Manta<br />

della “manta” in oro della Madonna della Lettera, ad opera del Prof. Sante<br />

GUIDO, professionista <strong>di</strong> chiara fama internazionale, accre<strong>di</strong>tato presso<br />

la Città del Vaticano.<br />

Come annunciato lo scorso 19 novembre dall’Arcivescovo Mons. Calogero<br />

LA PIANA, adesso – con il trasferimento dal Museo del Duomo ad<br />

un ambiente idoneo all’interno della Basilica Cattedrale, sotto l’attenta sorveglianza<br />

della Soprintendenza ai Beni Culturali nelle persone dei Dirigenti<br />

Storici dell’arte: Dott.ssa Caterina Ciolino, Direttore Servizio IV Beni<br />

Storico-Artistici ed etnoantropoligici e la Dott.ssa Grazia Musolino Responsabile<br />

dell’UO 13 – questa straor<strong>di</strong>naria opera d’arte, che rappresenta<br />

la storia, la religiosità e la tra<strong>di</strong>zione della nostra città <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>, attraverso<br />

un meticoloso e articolato lavoro verrà riportata al suo originario<br />

splendore, così come i nostri concitta<strong>di</strong>ni l’hanno pensata e voluta nel ’600.<br />

L’opera è sottoposta alle norme <strong>di</strong> tutela dal Decreto Legislativo n.<br />

42/2004, pertanto la Ditta “Sante Guido Restauri e Conservazione <strong>di</strong> opere<br />

d’arte” esecutrice del restauro è in possesso dei requisiti previsti dalla vigente<br />

normativa in materia <strong>di</strong> Beni Culturali.<br />

Il progetto, coor<strong>di</strong>nato dalla Dott.ssa Giusy LARINÀ – in piena sintonia<br />

con Mons. Salvatore DE DOMENICO, <strong>di</strong>rettore del museo dell’opera<br />

del Duomo e con Don Antonio LA ROSA, <strong>di</strong>rettore dell’Ufficio Beni Culturali<br />

Ecclesiastici – prevede la consegna alla Città e alla Chiesa <strong>di</strong> questo<br />

simbolo della civiltà e della fede <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>, unico al mondo, entro il 3<br />

giugno.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

156 BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE


Il Prof. Sante GUIDO, ha già restaurato prestigiose opere come<br />

l’Apollo <strong>di</strong> Veio, il Marco Aurelio a Roma, l’Immacolata a Roma in Piazza<br />

<strong>di</strong> Spagna insieme ad opere del Bernini, Canova, Pollaiolo ed altri artisti.<br />

“MESSINA per MARIA”<br />

Con l’entusiasmo <strong>di</strong> questo slogan, continua con rinnovato impulso<br />

l’appello ai messinesi – citta<strong>di</strong>ni e fedeli – ad esprimere la loro concreta<br />

partecipazione al progetto <strong>di</strong> restauro, offrendo il proprio semplice contributo.<br />

Questa opera simbolo, voluta dai citta<strong>di</strong>ni che ci hanno preceduti e che<br />

ha contribuito a rendere grande la nostra <strong>Messina</strong>, ora può ritornare alla<br />

sua originale bellezza, memoria dell’amore verso Colei che della nostra<br />

Città vuole essere “perpetua Protettrice”.<br />

Per sostenere questo progetto ciascuno può versare il proprio contributo<br />

presso:<br />

UNICREDIT Filiale <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> ABI 03223 CAB 16500<br />

IBAN<br />

INTERNATIONAL INNER WHEEL<br />

IT57V0322316500000060055381<br />

La Sig.ra Mimma MIRENDA, Presidente del Club International Inner<br />

Wheel <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> sta curando il coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> quanti a vario livello<br />

vorranno contribuire al sostegno del restauro.<br />

All’interno dell’équipe <strong>di</strong> lavoro operano, inoltre, l’E<strong>di</strong>tore Costantino<br />

DI NICOLÒ, che curerà singolari iniziative e<strong>di</strong>toriali e culturali e Mons.<br />

Giacinto TAVILLA, Segretario particolare dell’Arcivescovo, il quale cura<br />

il coor<strong>di</strong>namento con la stampa.<br />

<strong>Messina</strong>, 20 febbraio 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINA PER MARIA<br />

157


LA M ANTA VIENE ESPOSTA NEL MUSEO D EL D UOM O<br />

SECOND O MOMEN TO<br />

COMUNICATO STAMPA<br />

TRE GIORNI PER LA “MANTA”<br />

DELLA MADONNA DELLA LETTERA<br />

NELLA BASILICA CATTEDRALE<br />

Da domani sera un weekend (venerdì 6 <strong>marzo</strong> - domenica 8 <strong>marzo</strong>)<br />

de<strong>di</strong>cato alla visita della “Manta” in oro della Madonna della Lettera presso<br />

il Museo della Basilica Cattedrale.<br />

La prima fase dei lavori <strong>di</strong> restauro conservativo della manta d’oro<br />

della Madonna della Lettera <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> sta per concludersi.<br />

Sono stati rimossi tutti i gioielli e le corone, per l’esattezza 39 <strong>di</strong>fferenti<br />

pregevoli opere, con un intervento molto delicato durato due settimane.<br />

Quin<strong>di</strong>, è iniziato lo smontaggio delle numerose lamine che costituiscono<br />

l’opera, assemblate assieme su un lastra in rame per mezzo <strong>di</strong> piccole viti.<br />

Le operazioni hanno permesso non solo <strong>di</strong> osservare nella loro tri<strong>di</strong>mensionalità<br />

le meravigliose gioie impropriamente fissate alla lastra d’oro<br />

con filo <strong>di</strong> ferro molto ossidato “arrugginito”, ma soprattutto <strong>di</strong> scoprire<br />

che molte parti della copertura in oro sono fissate su elementi <strong>di</strong> rinforzo<br />

tri<strong>di</strong>mensionali. È il caso delle mani della Vergine, delle mani e dei pie<strong>di</strong>ni<br />

del Bimbo per i quali le preziose lamine sono montate, ad incastro, su<br />

fusione in bronzo realizzate “a cera persa”.<br />

Proprio grazie allo smontaggio <strong>di</strong> queste parti si è avuta la sorpresa della<br />

gravità dello stato <strong>di</strong> conservazione dell’opera rispetto a quanto ipotizzato in<br />

fase <strong>di</strong> progettazione dell’intervento e in fase d’inizio dei lavori. Infatti, come<br />

è possibile osservare durante i tre giorni d’esposizione, occasione unica ed<br />

irripetibile, saranno mostrate la manta nella sua struttura integrale, le mani<br />

e pie<strong>di</strong> in lamina d’oro smontati dai supporti in rame ma soprattutto, nelle<br />

zone ove gli elementi sono stati rimossi e sui supporti in bronzo, il metallo<br />

appare fortemente e drammaticamente corroso ed ossidato, con formazione<br />

<strong>di</strong> vaste zone <strong>di</strong> colorazione verde dovute a fenomeni <strong>di</strong> salificazione.<br />

158<br />

ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


Come afferma il Prof. Sante Guido, il complesso intervento <strong>di</strong> restauro<br />

conservativo appare quin<strong>di</strong>, anche agli occhi dei non addetti ai lavori, più<br />

che necessario ed urgente e conferma le considerazioni affermate fin dai<br />

primi momenti del restauro: le macchie scure sulle superfici d’oro sono<br />

solo il sintomo del pessimo stato sella manta mentre la vera causa del degrado<br />

dell’opera è molto più profonda e grave in quanto dovuta ad un fenomeno<br />

<strong>di</strong> corrosione attiva, che allo stato dei lavori, appare localizzato ad<br />

alcune zone ma, non è da escludere, coinvolga l’intero preziosa opera.<br />

Gli orari dell’esposizione<br />

Venerdì 6 <strong>marzo</strong>, dalle ore 19, prima dell’appuntamento spirituale e<br />

culturale del Concerto promosso dall’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> per il tempo della Quaresima<br />

in preparazione alla Pasqua (con inizio alle ore 21), sabato 7 <strong>marzo</strong><br />

dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e domenica 8 <strong>marzo</strong> dalle 9.30 alle 13.30, è<br />

possibile a quanti lo desiderano recarsi in Cattedrale, al Museo del Duomo,<br />

per vedere la Manta. Saranno presenti il <strong>di</strong>rettore del Museo Mons. Salvatore<br />

De Domenico e la coor<strong>di</strong>natrice del progetto scientifico Dott.ssa Giusy<br />

Larinà e la Sig.ra Mimma Mirenda dell’ Inner Wheel (coor<strong>di</strong>natrice per la<br />

sponsorizzazione dei lavori).<br />

Il ricavato della visita al Museo sarà interamente devoluto per le spese<br />

<strong>di</strong> restauro e <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> una nuova teca climatizzata che assicurerà<br />

un’idonea futura conservazione del prezioso manufatto.<br />

Questo secondo appuntamento, dei cinque previsti a scadenza mensile,<br />

offre ai fedeli, all’intera citta<strong>di</strong>nanza, ai cultori <strong>di</strong> arte, e a tutti coloro ai<br />

quali sta particolarmente a cuore questo prezioso bene che qualifica l’identità<br />

religiosa e civile della nostra Città, la viva partecipazione al lavoro <strong>di</strong><br />

restauro e <strong>di</strong> riqualificazione.<br />

Per sostenere questo progetto Enti, Associazioni e citta<strong>di</strong>ni possono<br />

inoltre versare il proprio contributo con un bonifico intestato a:<br />

INTERNATIONAL INNER WHEEL<br />

RESTAURO DELLA MANTA<br />

UNICREDIT Filiale <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> ABI 03223 CAB 16500<br />

IBAN<br />

IT57V0322316500000060055381<br />

<strong>Messina</strong>, 5 <strong>marzo</strong> 2009<br />

Mons. GIACINTO TAVILLA<br />

Segretario dell’Arcivescovo<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINA PER MARIA<br />

159


COMUNICATO STAMPA<br />

PROSEGUONO I LAVORI DEL RESTAURO<br />

DELLA MANTA<br />

Il restauro della Manta sollecita ancora una volta il concorso <strong>di</strong> tutti<br />

nell’accompagnare la delicata opera <strong>di</strong> restauro che il Prof. Sante Guido sta<br />

portando avanti.<br />

Come già annunciato, significativi progressi hanno segnato l’iter del lavoro.<br />

Le tappe principali: 18 febbraio, data in cui si è aperto il cantiere sotto<br />

l’attenta sorveglianza della Soprintendenza <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>; 6-8 <strong>marzo</strong> una tre<br />

giorni per visitare la Manta, vederla nella sua struttura integrale, osservarla<br />

dopo aver rimosso i gioielli e le corone (39 <strong>di</strong>fferenti pregevoli opere) e,<br />

nel contempo, poter notare l’attuale stato <strong>di</strong> conservazione che, a ragion veduta,<br />

necessita dell’urgente e competente opera <strong>di</strong> restauro già avviata.<br />

Con sod<strong>di</strong>sfazione si rileva anche il vivo interesse dell’opinione pubblica,<br />

che, ha bene acquisito la consapevolezza dell’intento dell’Arcivescovo<br />

<strong>di</strong> restituire all’originale bellezza questo manufatto che sintetizza<br />

fortemente l’identità del messinese citta<strong>di</strong>no e fedele. La Manta, come ben<br />

si conosce, voluta dal Senato Messinese nel ’600 per onorare la celeste<br />

Protettrice della nostra Città, oggi è per l’intera Città uno dei più preziosi<br />

testimoni che racconta la fede e la storia della <strong>Messina</strong> cristiana che nel<br />

tempo continua a guardare con speranza al futuro.<br />

La Manta, così, <strong>di</strong>viene anche efficace mezzo <strong>di</strong> evangelizzazione che<br />

vuol raggiungere tutte le componenti citta<strong>di</strong>ne: adulti e giovani, anziani e<br />

bambini, citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ogni estrazione sociale e culturale, perché tutti in essa<br />

riconoscono la loro messinesità.<br />

Oltre che mezzo <strong>di</strong> evangelizzazione, la Manta d’oro della Madonna<br />

della Lettera è veicolo privilegiato <strong>di</strong> cultura messinese. Fondata su questa<br />

consapevolezza è nata una singolare iniziativa culturale rivolta ai bambini<br />

ed ai ragazzi per aiutare non solo a conoscere la Manta, ma ad<br />

innamorarsi <strong>di</strong> essa e della storia della nostra Città.<br />

Presentata dall’Arcivescovo Mons. Calogero La Piana, sarà presto <strong>di</strong>ffusa<br />

“La miracolosa storia della Manta. Una favola tanto vera da sem-<br />

160 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


are incre<strong>di</strong>bile” <strong>di</strong> E<strong>di</strong>zioni Di Nicolò, “una storia <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> impegno<br />

che, tra eventi realmente accaduti e un pizzico <strong>di</strong> fantasia, racconta<br />

l’amore verso la Vergine Maria, la Madre <strong>di</strong> Gesù Cristo, che noi messinesi<br />

invochiamo con il titolo <strong>di</strong> Madonna della Lettera”, così come afferma<br />

lo stesso Arcivescovo.<br />

L’iniziativa, che già ha riscosso significativi apprezzamenti presso coloro<br />

che l’hanno letta – valutandone positivamente l’efficacia comunicativa,<br />

la proposta <strong>di</strong> valori spirituali, il riproporre una fiaba contenente fedeli<br />

riferimenti alla tra<strong>di</strong>zione messinese, intende raggiungere i tantissimi ragazzi,<br />

i quali possono ulteriormente arricchire la formazione scolastica con<br />

semplici elementi <strong>di</strong> storia locale. Inoltre, “con semplicità, col linguaggio<br />

<strong>di</strong> ogni giorno e con il fascino della favola”, come afferma l’E<strong>di</strong>tore Costantino<br />

Di Nicolò, in coloro che la leggeranno “resteranno nella mente e<br />

nel cuore dei concetti per tanto e tanto tempo …forse per sempre.”<br />

La favola, quale espressione <strong>di</strong> partecipazione al restauro della Manta,<br />

è stata donata dall’E<strong>di</strong>tore alla Chiesa Diocesana nella persona dell’Arcivescovo,<br />

affinché il ricavato possa essere interamente devoluto per sostenerne<br />

il progetto.<br />

Per sostenere questo progetto Enti, Associazioni e citta<strong>di</strong>ni possono<br />

inoltre versare il proprio contributo con un bonifico intestato a:<br />

INTERNATIONAL INNER WHEEL<br />

RESTAURO DELLA MANTA<br />

UNICREDIT Filiale <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> ABI 03223 CAB 16500<br />

IBAN<br />

IT57V0322316500000060055381<br />

<strong>Messina</strong>, 14<strong>marzo</strong> 2009<br />

Mons. GIACINTO TAVILLA<br />

Segretario dell’Arcivescovo<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINA PER MARIA 161


COMUNICATO STAMPA<br />

LA MANTA DELLA MADONNA DELLA LETTERA<br />

NUOVO EVENTO SABATO 28 E DOMENICA 29 MARZO<br />

PRESSO IL TESORO DEL DUOMO<br />

Per la prima ed unica volta sabato e domenica i messinesi avranno la<br />

possibilità <strong>di</strong> vedere la parte interna della manta della Madonna della Lettera,<br />

della quale è già iniziato il restauro. L’“anima” <strong>di</strong> rame, una vera e<br />

propria scultura e non solo un supporto per la sezione esterna in lamina<br />

d’oro, sarà esposta infatti dalle 9.30 alle 13 presso il Tesoro del Duomo il<br />

28 e 29 <strong>marzo</strong> prossimi in occasione della Giornata del FAI. Promosso dall’International<br />

Inner Wheel <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> e curato dal punto <strong>di</strong> vista scientifico<br />

dalla storica dell’arte Giusy Larinà, il progetto del restauro della manta<br />

della Madonna della Lettera è un evento unico nel panorama storico-artistico<br />

siciliano, vista la particolarità dell’opera. Il restauro della lamina esterna<br />

d’oro, dell’anima <strong>di</strong> rame e dei gioielli che l’adornano, è stato affidato al<br />

noto esperto Sante Guido. Nel suo lunghissimo curriculum Guido può vantare<br />

anche il restauro <strong>di</strong> un ciborio <strong>di</strong> Arnolfo <strong>di</strong> Cambio (1285), dell’altare<br />

maggiore e della lapide della tomba <strong>di</strong> San Paolo nella chiesa <strong>di</strong> San Paolo<br />

fuori le mura a Roma e la statua <strong>di</strong> papa Urbano VIII scolpita da Gian Lorenzo<br />

Bernini nel 1635. “La manta in rame è stata realizzata da Innocenzo<br />

Mangani – spiega Giusy Larinà. Infatti, in documenti ine<strong>di</strong>ti da me ritrovati,<br />

si riscontra che il Mangani si impegnava con il tesoriere della cappella della<br />

Madonna della Lettera a realizzare per 70 onze una manta in rame, da ricoprire<br />

d’oro in seguito”. A guidare i visitatori durante la mostra <strong>di</strong> sabato e<br />

domenica, oltre alla dottoressa Larinà, anche la signora Mimma Mirenda,<br />

presidentessa dell’International Inner Wheel <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>, e monsignor Salvatore<br />

De Domenico, <strong>di</strong>rettore del Tesoro del Duomo. Il biglietto d’ingresso<br />

sarà devoluto per il restauro della manta. Per sostenere il progetto è possibile<br />

versare il proprio contributo tramite bonifico bancario intestato a:<br />

International Inner Wheel; Unicre<strong>di</strong>t filiale <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>;<br />

ABI 03223, CAB 16500, IBAN IT57V03223165-00000060055381.<br />

<strong>Messina</strong>, 27 <strong>marzo</strong> 2009<br />

162 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


DIARIO PASTORALE<br />

DELL’ARCIVESCOVO


GENNAIO 2009<br />

1. fuori Sede.<br />

2. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

3. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

4. Mattino: a <strong>Messina</strong>, S. Messa nella Parrocchia “S. Nicolò <strong>di</strong> Bari” in<br />

Ganzirri e ingresso del nuovo Parroco, Can. Don Antonello Angemi.<br />

Pomeriggio: a Milazzo, S. Messa nella Parrocchia “Nostra Signora<br />

del Rosario” per l’inaugurazione della ristrutturata chiesa parrocchiale.<br />

A Barcellona P.G.: saluto presso l’Oratorio Salesiano in occasione<br />

del Concerto promosso dall’Or<strong>di</strong>ne Equestre del S. Sepolcro, a sostegno<br />

delle opere <strong>di</strong> Terra Santa.<br />

A <strong>Messina</strong>: saluto al Concerto tenuto dal Gruppo Giovani della Parrocchia<br />

“S. Matteo” presso la Concattedrale del SS. Salvatore.<br />

5. Mattino: a <strong>Messina</strong>, visita ai locali dell’Istituto “Ignatianum”.<br />

In Arcivescovado: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

6. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: in Cattedrale, S. Messa con Or<strong>di</strong>nazione Diaconale degli<br />

Accoliti Danilo Amato, Agostino Giacalone e Francesco La Camera.<br />

7. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

8. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 165


9. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

10. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, S. Messa nella Parrocchia “S. Maria Incoronata”<br />

in Camaro Sup. nel centenario della nascita <strong>di</strong> Don Letterio<br />

Ruggeri.<br />

11. Mattino: a Milazzo, S. Messa nella Parrocchia “S. Marco Evangelista”<br />

e ingresso del nuovo Parroco, Don Nunzio Abbriano.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

12. Mattino: in Arcivescovado, intervista dell’Arcivescovo alla Gazzetta<br />

del Sud, nel 2° anniversario della Sua presenza a <strong>Messina</strong>.<br />

In Arcivescovado: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

13. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

14. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, S. Messa nella Parrocchia “S. Maria Consolata”<br />

nel ricordo del centenario dell’arrivo <strong>di</strong> Don Orione a <strong>Messina</strong>.<br />

15. Mattino: a Lipari, incontro coi Sacerdoti delle Isole Eolie.<br />

Pomeriggio: in Seminario, S. Messa in occasione della commemorazione<br />

<strong>di</strong> Mons. Giuseppe Sciglio nel X anniversario della morte e nel<br />

XXXVII anniversario della De<strong>di</strong>cazione della Cappella Maggiore.<br />

16. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

17. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

In Arcivescovado: riunione col Direttivo del Consiglio Presbiterale.<br />

Pomeriggio: a Barcellona P.G., S. Messa nella Parrocchia “S. Antonio<br />

Abate” nel giorno della festa.<br />

18. Mattino: a Leni (Salina), S. Messa nella Parrocchia “Maria SS. del<br />

Terzito” e presentazione del nuovo Parroco, Can. Alessandro Lo<br />

Nardo e presentazione <strong>di</strong> Don Benito Nicotra alle comunità <strong>di</strong> S. Giuseppe<br />

(Leni) e S. Gaetano (Rinella).<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, S. Messa e cresime nella Parrocchia “S. Caterina<br />

V. e M.” per la 95ª Giornata Mon<strong>di</strong>ale per le Migrazioni.<br />

166 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


19. Mattino: in Arcivescovado, riunione coi funzionari della Soprintendenza<br />

ai BB.CC.AA. per il Palazzo Vescovile <strong>di</strong> Lipari.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, Incontro Ecumenico nella Settimana <strong>di</strong> preghiera<br />

per l’unità dei cristiani presso la Parrocchia “SS. Pietro e<br />

Paolo”.<br />

20. Mattino: in Cattedrale, S. Messa con il Corpo della Polizia Municipale<br />

per la festa del Patrono.<br />

A Barcellona P.G.: S. Messa nella Basilica “S. Sebastiano” nel giorno<br />

della festa del Patrono.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, S. Messa nella Chiesa <strong>di</strong> S. Eustochia (Montevergine)<br />

nel giorno del Dies Natalis della Santa messinese.<br />

21. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: u<strong>di</strong>enze.<br />

22. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: a Tripi, S. Messa nella Parrocchia “S. Vincenzo Martire<br />

e S. Maria del Rosario” nel giorno della festa del Patrono.<br />

23. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

24. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: a Casalvecchio, S. Messa nell’Antica Abbazia dei “SS.<br />

Pietro e Paolo” con le comunità parrocchiali del Vicariato <strong>di</strong> S. Teresa<br />

<strong>di</strong> Riva.<br />

25. Mattino: a <strong>Messina</strong>, S. Messa e cresime nella Parrocchia “S. Marco<br />

Evangelista” in Mili S. Marco.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, S. Messa nella Chiesa “Spirito Santo” dell’Istituto<br />

delle Figlie del Divino Zelo per il 70° anniversario della<br />

morte <strong>di</strong> M. Nazarena Majone.<br />

26. fuori Sede.<br />

27. Mattino: fuori Sede.<br />

Pomeriggio: in Seminario, incontro <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Formazione Paolina<br />

per la Città ed i Villaggi.<br />

28. Mattino: a <strong>Messina</strong>, trasferimento da Marisicilia, in elicottero, a<br />

bordo della nave della Marina Militare “Andrea Doria” e cerimonia<br />

della posa in mare della corona in onore ai caduti del terremoto del<br />

1908, alla presenza del Ministro della Difesa, On. Ignazio La Russa.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 167


A seguire, cerimonia <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione delle lapi<strong>di</strong> e delle targhe commemorative<br />

delle vittime del terremoto del 1908 presso il Molo Marconi<br />

del Porto.<br />

Pomeriggio: a S. Teresa <strong>di</strong> Riva, incontro <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Formazione<br />

Paolina per la Zona Jonica presso la Parrocchia “Sacra Famiglia”.<br />

29. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: a Grazia (Milazzo), incontro <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> Formazione<br />

Paolina per la Zona Tirrenica presso i locali della Parocchia “S. Maria<br />

delle Grazie”.<br />

30. Mattino: u<strong>di</strong>enza.<br />

Pomeriggio: in Cattedrale, cerimonia <strong>di</strong> consegna delle Borse <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o<br />

Bonino-Pulejo alla presenza <strong>di</strong> Sua Altezza Reale la Principessa<br />

Vittoria <strong>di</strong> Svezia e del Presidente del Senato, Sen. Renato Schifani.<br />

31. Mattino: a <strong>Messina</strong>, inaugurazione dell’Anno Giu<strong>di</strong>ziario presso la 1ª<br />

Corte d’Appello del Tribunale.<br />

A <strong>Messina</strong>: S. Messa nella Parrocchia “S. Maria Consolata” (Don<br />

Orione) per gli alunni dell’Istituto Don Bosco delle Suore Figlie <strong>di</strong><br />

Maria Ausiliatrice, nel giorno della festa <strong>di</strong> S. Giovanni Bosco.<br />

Pomeriggio: a Barcellona P.G., S. Messa nella Chiesa dell’Oratorio<br />

Salesiano “S. Giovanni Bosco”, nel giorno della festa del Patrono.<br />

FEBBRAIO 2009<br />

1. Mattino: a <strong>Messina</strong>, S. Messa con i commercianti al Monastero <strong>di</strong><br />

Montevergine in onore <strong>di</strong> S. Eustochia.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, S. Messa nella Parrocchia “S. Matteo” in<br />

onore <strong>di</strong> S. Giovanni Bosco.<br />

2. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: in Cattedrale, bene<strong>di</strong>zione delle candele e S. Messa per<br />

la XIII Giornata della Vita Consacrata.<br />

3. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: u<strong>di</strong>enza.<br />

4. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

168 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


5. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, saluto al Convegno: “Emigrazione ed Immigrazione”<br />

promosso dalla ONLUS Spes, presso l’Aula Magna della<br />

Facoltà <strong>di</strong> Scienze Politiche dell’Università.<br />

A <strong>Messina</strong>: incontro con il C.I.D. e con i Governatori delle Confraternite<br />

dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> nella Cappella “S. Maria all’Arcivescovado”.<br />

6. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, presentazione del libro: “Breve storia <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>.<br />

La Città e la Chiesa” a cura del Dr. Giuseppe Pracanica, presso<br />

l’Istituto Teologico “S. Tommaso”.<br />

In Seminario: S. Messa e incontro con la Comunità.<br />

7. Mattino: a <strong>Messina</strong>, S. Messa con i giornalisti nella Parrocchia “S.<br />

Caterina V. e M.” in onore <strong>di</strong> S. Francesco <strong>di</strong> Sales.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

8. Mattino: a Rometta, S. Messa nella Chiesa <strong>di</strong> S. Giuseppe e incontro<br />

con la comunità.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

9. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, prolusione dell’Arcivescovo alla Scuola <strong>di</strong><br />

Formazione Politica promossa da MCL, presso la Cappella “S. Maria<br />

all’Arcivescovado”.<br />

10. Mattino: a Lipari, Ritiro Spirituale col Clero delle Isole Eolie.<br />

Pomeriggio: rientro in Sede.<br />

11. Mattino: a <strong>Messina</strong>, S. Messa nella Chiesa “S. Maria della Speranza”<br />

presso il Policlinico Universitario “G. Martino” per la Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

del Malato.<br />

Pomeriggio: a S. Lucia del Mela, S. Messa nella Concattedrale “S. Maria<br />

Assunta” e Or<strong>di</strong>nazione Presbiterale <strong>di</strong> Don Luca Tuttocuore C. O.<br />

12. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: u<strong>di</strong>enza.<br />

13. Mattino: u<strong>di</strong>enza.<br />

In Cattedrale: S. Messa con battesimi e cresime <strong>di</strong> 50 militari della<br />

Brigata Meccanizzata “Aosta”.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, lezione dell’Arcivescovo al Master Paolino<br />

presso l’Istituto Teologico “S. Tommaso”.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 169


14. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Seminario, Convegno Diocesano <strong>di</strong> Pastorale Familiare<br />

dal tema: “Il mistero nuziale in S. Paolo”.<br />

15. Mattino: a <strong>Messina</strong>, visita ad alcuni ammalati della comunità parrocchiale<br />

<strong>di</strong> Gazzi. A seguire, S. Messa nella Parrocchia “S. Nicolò<br />

<strong>di</strong> Bari” (Gazzi) per la Giornata Mon<strong>di</strong>ale del Malato.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

16/17. A Palermo: Conferenza Episcopale Siciliana.<br />

18. A Roma: Commissione Episcopale Migrantes.<br />

19. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

In Arcivescovado: Consiglio Diocesano per gli Affari Economici.<br />

Pomeriggio: in Seminario, incontro con i seminaristi.<br />

20. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: u<strong>di</strong>enze.<br />

21. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: fuori Sede.<br />

22. fuori Sede.<br />

23. Mattino: in Arcivescovado, Consiglio Affari Economici ISSR-ISSUR.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

24. Mattino: in Arcivescovado, riunione coi Direttori degli Uffici Diocesani<br />

<strong>di</strong> Pastorale per la programmazione pastorale.<br />

In Arcivescovado: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: u<strong>di</strong>enze.<br />

25. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Cattedrale, S. Messa con il Rito <strong>di</strong> Imposizione delle<br />

Ceneri.<br />

26. Mattino: in Seminario, Consiglio Presbiterale Diocesano.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

27. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: u<strong>di</strong>enza.<br />

28. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

170 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


MARZO 2009<br />

1. Mattino: a <strong>Messina</strong>, S. Messa nella Parrocchia “S. Paolino Vescovo”<br />

in Mili Marina e presentazione del nuovo Parroco, Don Nunzio Triglia.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

2. Mattino: in Arcivescovado, riunione con la Commissione per i Ministeri.<br />

In Arcivescovado: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Cattedrale, S. Messa per l’incontro Diocesano con i<br />

Gruppi <strong>di</strong> Preghiera <strong>di</strong> P. Pio.<br />

3. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: in Cattedrale, S. Messa e Mandato ai Ministri Straor<strong>di</strong>nari<br />

della Comunione per la Città ed i Villaggi e per la Zona Jonica.<br />

In Arcivescovado: incontro con la Consulta per i Problemi Sociali e<br />

del Lavoro.<br />

4. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: a Milazzo, S. Messa nella Parrocchia “S. Stefano Protomartire”<br />

e Mandato ai Ministri Straor<strong>di</strong>nari della Comunione per la<br />

Zona Tirrenica.<br />

5. Mattino: a Taormina, Ritiro Spirituale col Clero della Zona Jonica.<br />

Pomeriggio: u<strong>di</strong>enze.<br />

6. Mattino: a Forza d’Agrò, Convegno dal tema “Arte Sacra nella provincia<br />

jonica <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>”, tenutosi presso il Convento agostiniano.<br />

Pomeriggio: in Seminario, incontro con i seminaristi.<br />

7. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: a Scaletta Marina, sopralluogo agli ambienti dell’Istituto<br />

delle Suore Figlie <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice.<br />

A seguire, S. Messa nella Parrocchia “S. Maria del Carmelo e S. Nicolò”<br />

e presentazione del nuovo Parroco, Don Vincenzo D’Arrigo e<br />

del nuovo Vicario Parrocchiale, P. Jean Claude Kunangi<strong>di</strong>.<br />

8. Mattino: in Sede.<br />

Pomeriggio: a Venetico Marina, S. Messa nella Parrocchia “S. Maria<br />

del Carmelo” e presentazione del nuovo Parroco, Don Cleto D’Agostino.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 171


9. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

10. Mattino: a Lipari, Ritiro Spirituale col Clero delle Isole Eolie.<br />

Pomeriggio: rientro in Sede.<br />

11. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: u<strong>di</strong>enze.<br />

12. Mattino: in Seminario, Ritiro Spirituale col Clero della Città e dei<br />

Villaggi.<br />

Pomeriggio: a Milazzo, Incontro Diocesano <strong>di</strong> Formazione Paolina<br />

per la Zona Tirrenica, presso i locali della Parrocchia <strong>di</strong> Grazia.<br />

13. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

14. fuori Sede.<br />

15. Mattino: a Lipari, S. Messa e cresime nella Parrocchia “S. Giuseppe”.<br />

Pomeriggio: rientro in Sede.<br />

16. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, esequie della mamma del Sac. Giovanni Pelleriti<br />

nella Parrocchia “S. Maria <strong>di</strong> Gesù” in Ritiro.<br />

17. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Cattedrale, chiusura dell’Inchiesta Diocesana sulla<br />

Serva <strong>di</strong> Dio Sr. Maria Alfonsa Bruno <strong>di</strong> Gesù Bambino.<br />

In Arcivescovado: u<strong>di</strong>enze.<br />

18. Mattino: a Barcellona P. G., Ritiro Spirituale col Clero della Zona<br />

Tirrenica.<br />

Pomeriggio: a Olivarella, sopralluogo al terreno sul quale sorgerà la<br />

nuova Chiesa parrocchiale.<br />

A <strong>Messina</strong>: Via Crucis promossa dall’Ufficio Diocesano della Pastorale<br />

Universitaria nella Chiesa dell’Istituto Teologico “S. Tommaso”.<br />

19. Mattino: partenza per Crotone.<br />

Pomeriggio: a Crotone, Or<strong>di</strong>nazione Episcopale <strong>di</strong> Sua Eccellenza<br />

Mons. Antonio Staglianò, Vescovo Eletto <strong>di</strong> Noto.<br />

20. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

172 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


21. Mattino: a Roccalumera, incontro con i sacerdoti: Don Gaetano Murolo,<br />

Don Santino Caminiti, Don Roberto Romeo e la Superiora delle<br />

Suore Cappuccine, presso l’Istituto “S. Antonio” delle Suore Cappuccine.<br />

Cerimonia <strong>di</strong> Bene<strong>di</strong>zione della Piazza antistante la Parrocchia “S.<br />

Maria del Carmelo”, del monumento a S. Pio da Pietrelcina e del ristrutturato<br />

Centro Sociale “Giovanni Paolo II”.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, esequie <strong>di</strong> Don Giuseppe Zanghì nella Parrocchia<br />

“S. Biagio” <strong>di</strong> Piano Torre.<br />

S. Messa e cresime nella Parrocchia “S. Giuliano”.<br />

22. Mattino: a Pagliara, accoglienza sul sagrato della Chiesa, preghiera<br />

per il Giubileo Paolino e S. Messa nella Parrocchia “SS. Pietro e<br />

Paolo e Giovanni Battista”.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, S. Messa e Professione Religiosa <strong>di</strong> Sr. Valentina<br />

Lullo delle Suore del Bell’Amore, nella Parrocchia - Santuario<br />

“S. Maria <strong>di</strong> Montalto”.<br />

23. Mattino: u<strong>di</strong>enze.<br />

Pomeriggio: in Sede.<br />

24. Mattino: a <strong>Messina</strong>, Conferenza Stampa <strong>di</strong> presentazione della Giornata<br />

FAI <strong>di</strong> Primavera del prossimo 28 <strong>marzo</strong>, nella Chiesa S. Maria<br />

all’Arcivescovado.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, esequie <strong>di</strong> Don Leonardo Mazzullo nella Parrocchia<br />

“S. Nicolò <strong>di</strong> Bari” <strong>di</strong> Gazzi.<br />

A Terme Vigliatore: S. Messa e De<strong>di</strong>cazione della Chiesa parrocchiale<br />

“S. Maria delle Grazie”, in occasione della sua riapertura.<br />

25. Mattino: partenza per Agrigento.<br />

Pomeriggio: ad Agrigento, Or<strong>di</strong>nazione Episcopale <strong>di</strong> Sua Eccellenza<br />

Mons. Salvatore Muratore, Vescovo Eletto <strong>di</strong> Nicosia.<br />

26. Mattino: u<strong>di</strong>enza.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, partecipazione al Convegno Me<strong>di</strong>co tenutosi<br />

presso l’Istituto Teologico “S. Tommaso”.<br />

27. Mattino: a <strong>Messina</strong>, visita ai Reparti <strong>di</strong> Geriatria e Pe<strong>di</strong>atria dell’Ospedale<br />

“Piemonte” e, a seguire, S. Messa nella Cappella dell’Ospedale<br />

medesimo in preparazione alla Pasqua.<br />

In Arcivescovado: u<strong>di</strong>enza.<br />

Pomeriggio: u<strong>di</strong>enze.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 173


28. Mattino: a <strong>Messina</strong>, apertura della Cripta della Basilica Cattedrale in<br />

occasione della Giornata FAI <strong>di</strong> Primavera.<br />

A seguire, partenza per Nicosia.<br />

Pomeriggio: a Nicosia, ingresso in Diocesi del nuovo Vescovo, Sua<br />

Eccellenza Mons. Salvatore Muratore.<br />

29. Mattino: a <strong>Messina</strong>, S. Messa nella Parrocchia “S. Maria Annunziata”<br />

in Cumia Superiore e incontro con la Comunità.<br />

A <strong>Messina</strong>: visita alla Mostra sugli abiti <strong>di</strong> S. Eustochia presso il<br />

Monastero <strong>di</strong> Montevergine.<br />

Pomeriggio: a Guidomandri Marina, S. Messa nella Parrocchia “S.<br />

Maria <strong>di</strong> Loreto” e incontro con la Comunità.<br />

30. Mattino: in Arcivescovado, Consiglio Diocesano per gli Affari Economici.<br />

Pomeriggio: a <strong>Messina</strong>, visita ai detenuti della Casa Circondariale <strong>di</strong><br />

Gazzi in preparazione alla Pasqua.<br />

In Arcivescovado: u<strong>di</strong>enza.<br />

In serata: a <strong>Messina</strong>, Via Crucis citta<strong>di</strong>na organizzata dalle Parrocchie<br />

del Vicariato <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> Centro.<br />

31. Mattino: a Palermo, Commissione Regionale Migrantes.<br />

Pomeriggio: a Barcellona P.G., S. Messa nella Parrocchia - Basilica<br />

“S. Sebastiano” e conferimento dei Ministeri ai can<strong>di</strong>dati al Diaconato<br />

Permanente.<br />

174 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


NELLA PACE<br />

DEL SIGNORE


†<br />

Il 12 <strong>marzo</strong> 2009, dopo lunga malattia, presso l’Ospedale<br />

S. Vincenzo <strong>di</strong> Taormina, cessava <strong>di</strong> vivere<br />

Don Giuseppe Ponzio<br />

Era nato a Linguaglossa (CT) il 3 <strong>gennaio</strong> 1924.<br />

Originario della Diocesi <strong>di</strong> Acireale, compì gli stu<strong>di</strong> presso il Seminario<br />

<strong>di</strong>ocesano e fu or<strong>di</strong>nato sacerdote il 7 febbraio 1948 nella Cattedrale <strong>di</strong><br />

Acireale.<br />

Svolse il suo ministero sacerdotale nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Lipari per circa un<br />

ventennio, assumendo <strong>di</strong>versi incarichi. Il 1° settembre 1956 fu nominato<br />

Parroco <strong>di</strong> Pianoconte fino al 1° ottobre 1967, quando assunse la responsabilità<br />

della Parrocchia <strong>di</strong> S. Giuseppe in Lipari. Il 1° ottobre 1974 viene<br />

nominato Canonico della Cattedrale. Il 1° aprile 1977 è nominato Vicario<br />

Sostituto <strong>di</strong> Pianoconte e, successivamente, il 4 aprile 1979 Vicario Economo<br />

<strong>di</strong> Porto Salvo. Infine, il 1° <strong>di</strong>cembre 1983 riceve la nomina <strong>di</strong> Parroco<br />

<strong>di</strong> Quattropani.<br />

Giunto a <strong>Messina</strong>, fu nominato Parroco <strong>di</strong> S. Maria Assunta in Gallodoro<br />

il 1° novembre 1986 e, contemporaneamente, gli venne affidato l’incarico<br />

<strong>di</strong> Cappellano dell’Ospedale S. Vincenzo <strong>di</strong> Taormina. Concluso il<br />

suo mandato, anche a causa dello stato <strong>di</strong> salute, si ritirò a Giar<strong>di</strong>ni Naxos<br />

presso la casa dei suoi familiari, offrendo il suo servizio presso l’Istituto<br />

delle Suore Figlie del Divino Zelo <strong>di</strong> Giar<strong>di</strong>ni, come Cappellano.<br />

Il peggiorare della sua salute lo costrinse al ricovero al S. Vincenzo,<br />

dove poi morì.<br />

I funerali sono stati presieduti dall’Arcivescovo emerito Mons. Ignazio<br />

Cannavò il 14 <strong>marzo</strong> nella chiesa parrocchiale <strong>di</strong> S. Pancrazio Vescovo in<br />

Giar<strong>di</strong>ni Naxos, alla presenza dell’Arcivescovo. Alle Esequie hanno concelebrato<br />

sacerdoti dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> ed alcuni provenienti dalla Diocesi <strong>di</strong><br />

Acireale.<br />

Si raccomanda la sua anima al suffragio e alla carità del Clero e dei fedeli<br />

dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

NELLA PACE DEL SIGNORE 177


†<br />

Il 19 <strong>marzo</strong> 2009, presso l’Ospedale Papardo, cessava <strong>di</strong> vivere<br />

Don Giuseppe Zanghì<br />

Era nato a <strong>Messina</strong> il 29 giugno 1935.<br />

Entrato nel Seminario Arcivescovile <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> è stato or<strong>di</strong>nato sacerdote<br />

l’8 agosto 1966.<br />

Svolse quasi tutti gli anni del suo ministero sacerdotale servendo la comunità<br />

parrocchiale dei Santi Biagio e Saba in Piano Torre-S. Saba - <strong>Messina</strong>.<br />

Infatti, iniziò il suo servizio pastorale in questa parrocchia il 15 ottobre<br />

1966, della quale il 1° settembre 1978 ne fu vicario economo.<br />

Dal 4 giugno 1982 assunse anche la guida pastorale della Parrocchia del<br />

Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesù e S. Pietro in Spartà-Acqualadroni - <strong>Messina</strong>, per poi<br />

de<strong>di</strong>care il proprio impegno pastorale esclusivamente alla parrocchia che<br />

guidò all’inizio del suo sacerdozio, concludendo lì il suo cammino terreno.<br />

Gli ultimi anni furono segnati da <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> salute che affrontò con serenità,<br />

rivolgendo il suo costante pensiero ai fedeli affidati alle sue cure,<br />

con il desiderio <strong>di</strong> tornare in mezzo a loro e continuare il suo apostolato.<br />

Trascorse l’ultimo periodo della sua vita ricoverato in ospedale, confortato<br />

e sostenuto dall’affetto dei suoi familiari, dei fedeli e dei confratelli<br />

del vicariato.<br />

I funerali hanno avuto luogo il 21 <strong>marzo</strong> nella chiesa parrocchiale <strong>di</strong><br />

Piano Torre, presieduti dall’Arcivescovo e concelebranti da numerosi sacerdoti,<br />

con la partecipazione dei fedeli della parrocchia che in gran numero<br />

si sono stretti attorno al proprio parroco, provenienti dalle frazioni che compongono<br />

l’unica parrocchia.<br />

Si raccomanda la sua anima al suffragio e alla carità del Clero e dei fedeli<br />

dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>.<br />

178 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


†<br />

Il 23 <strong>marzo</strong> 2009, dopo giorni <strong>di</strong> ricovero in più strutture sanitarie,<br />

presso la Clinica S. Camillo, cessava <strong>di</strong> vivere<br />

Don Leonardo Mazzullo<br />

Era nato a Mongiuffi Melia il 4 maggio 1925.<br />

Entrato nel Seminario Arcivescovile <strong>di</strong> <strong>Messina</strong> è stato or<strong>di</strong>nato sacerdote<br />

il 14 agosto 1949.<br />

Iniziò il suo ministero sacerdotale nella parrocchia <strong>di</strong> Catarratti in <strong>Messina</strong><br />

dove rimase fino al 1957. Nel <strong>di</strong>cembre dello stesso anno fu nominato<br />

parroco della Parrocchia del Villaggio Al<strong>di</strong>sio in <strong>Messina</strong> che resse fino al<br />

giugno 1966. Quin<strong>di</strong>, il 1° <strong>di</strong>cembre fu trasferito parroco <strong>di</strong> S. Maria dei<br />

Giar<strong>di</strong>ni in S. Stefano Me<strong>di</strong>o - <strong>Messina</strong>, che guidò fino al 12 <strong>di</strong>cembre<br />

1999, quando dovette lasciare per motivi <strong>di</strong> salute.<br />

In occasione della giornata del malato, ricevette la gra<strong>di</strong>ta visita dall’Arcivescovo,<br />

il quale, celebrando l’Eucaristia nella parrocchia <strong>di</strong> Gazzi<br />

e recandosi nelle case <strong>di</strong> alcuni infermi, si intrattenne con lui e con i nipoti<br />

presenti, con<strong>di</strong>videndone anche la preghiera.<br />

In seguito ad una caduta, fu costretto a ricoverarsi e a subire un intervento,<br />

assistito dai familiari e dai confratelli della Parrocchia <strong>di</strong> Gazzi, fino<br />

a che, inaspettatamente, sopraggiunse la morte, proprio nell’anno in cui si<br />

preparava a celebrare il giubileo dei sessanta anni <strong>di</strong> sacerdozio.<br />

I funerali sono stati presieduti dall’Arcivescovo il 24 <strong>marzo</strong> nella chiesa<br />

parrocchiale <strong>di</strong> S. Nicolò <strong>di</strong> Bari in Gazzi, con la partecipazione <strong>di</strong> rappresentanze<br />

dei confratelli sacerdoti – soprattutto del vicariato – dei familiari<br />

e <strong>di</strong> fedeli.<br />

Si raccomanda la sua anima al suffragio e alla carità del Clero e dei<br />

fedeli dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>.<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

NELLA PACE DEL SIGNORE 179


RASSEGNA<br />

STAMPA


«Gazzetta del Sud»<br />

Venerdì 2 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 183


«Gazzetta del Sud»<br />

Venerdì 9 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

184 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 7 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 185


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 18 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

«Gazzetta del Sud»<br />

Giovedì 15 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

186 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Lunedì 19 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 187


«Gazzetta del Sud»<br />

Lunedì 19 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

188 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Venerdì 23 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 23 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 189


«Gazzetta del Sud»<br />

Sabato 24 <strong>gennaio</strong> 2009<br />

190 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 1 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 191


«Gazzetta del Sud»<br />

Sabato 7 febbraio 2009<br />

«Gazzetta del Sud»<br />

Venerdì 6 febbraio 2009<br />

«Gazzetta del Sud»<br />

Lunedì 9 febbraio 2009<br />

192 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 8 febbraio 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 193


«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 11 febbraio 2009<br />

194 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 22 febbraio 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 195


196 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


on-line «<strong>Messina</strong>ierieoggi.it<br />

Domenica 22 febbraio 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 197


on-line «<strong>Messina</strong>ierieoggi.it<br />

Domenica 22 febbraio 2009<br />

198 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


on-line «<strong>Messina</strong>ierieoggi.it<br />

Domenica 22 febbraio 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 199


200 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 201


on-line «<strong>Messina</strong>ierieoggi.it<br />

Domenica 22 febbraio 2009<br />

202 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 22 febbraio 2009<br />

«Tirreno Sat»<br />

Domenica 22 febbraio 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 203


on-lina «Comunemio.it»<br />

Domenica 22 febbraio 2009<br />

204 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 4 <strong>marzo</strong> 2009<br />

«Gazzetta del Sud»<br />

Venerdì 6 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 205


on-line «ilfico<strong>di</strong>n<strong>di</strong>a.net»<br />

Venerdì 6 <strong>marzo</strong> 2009<br />

206 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


on-line «<strong>Messina</strong>Web.Eu»<br />

Venerdì 6 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 207


208 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


on-line «Tempo Stretto»<br />

Venerdì 6 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 209


on-line «ViviEnna»<br />

Lunedì 9 <strong>marzo</strong> 2009<br />

«Gazzetta del Sud»<br />

Sabato 7 <strong>marzo</strong> 2009<br />

on-line «Strill.it»<br />

Venerdì 6 <strong>marzo</strong> 2009<br />

«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 8 <strong>marzo</strong> 2009<br />

210 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 8 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 211


«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 11 <strong>marzo</strong> 2009<br />

212 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 15 <strong>marzo</strong> 2009<br />

«Gazzetta del Sud»<br />

Martedì 17 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 213


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 15 <strong>marzo</strong> 2009<br />

214 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 18 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 215


«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 18 <strong>marzo</strong> 2009<br />

216 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 18 <strong>marzo</strong> 2009<br />

«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 18 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 217


«Gazzetta del Sud»<br />

Venerdì 20 <strong>marzo</strong> 2009<br />

218 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 22 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 219


«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 25 <strong>marzo</strong> 2009<br />

220 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Giovedì 26 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 221


«Gazzetta del Sud»<br />

Mercoledì 25 <strong>marzo</strong> 2009<br />

«Avvenire»<br />

222 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Avvenire»<br />

Venerdì 27 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 223


«Gazzetta del Sud»<br />

Sabato 28 <strong>marzo</strong> 2009<br />

224 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 29 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 225


«Gazzetta del Sud»<br />

Domenica 29 <strong>marzo</strong> 2009<br />

226 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Lunedì 30 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 227


«Gazzetta del Sud»<br />

Martedì 31 <strong>marzo</strong> 2009<br />

228 ANNO BOLLETTINO ECCLESIASTICO NOVANTOTTESIMO<br />

MESSINESE


«Gazzetta del Sud»<br />

Martedì 31 <strong>marzo</strong> 2009<br />

ANNO NOVANTOTTESIMO<br />

DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO 229


CONTI CORRENTI POSTALI DELLA CURIA<br />

❍ Cancelleria 11604980<br />

❍ Ufficio Amministrativo 12574984<br />

❍ Ufficio Catechistico 11405982<br />

❍ Ufficio Assistenza 11451986<br />

❍ Seminario Arcivescovile 12829982<br />

❍ Opera Vocazioni Ecclesiastiche 11755980<br />

❍ Commissione Diocesana Piccolo Clero 11756988<br />

❍ Ufficio Missionario Diocesano 12400982<br />

❍ Mutua Diocesana Clero 11496981<br />

❍ Ente Opere <strong>di</strong> Religione e Culto 13366984<br />

❍ Caritas Diocesana 14591986<br />

❍ La Scintilla 11964988<br />

❍ Istituto Diocesano Sostentamento Clero 14420988<br />

NUMERI TELEFONICI<br />

❍ Arcivescovado 090 771117<br />

Fax 090 6684302<br />

❍ Curia Arcivescovile - Centralino 090 66841<br />

❍ Cancelleria 090 6684205<br />

Fax 090 6684206<br />

❍ Ufficio Catechistico 090 6684221<br />

❍ Ufficio Liturgico 090 6684218<br />

❍ Ufficio Missionario 090 6684219<br />

❍ Caritas Diocesana 090 6684223<br />

❍ Tribunale Ecclesiastico 090 6684337<br />

❍ Istituto Diocesano Sostentamento Clero 090 715927


Le riproduzioni, la stampa e la rilegatura<br />

sono state eseguite presso lo stabilimento<br />

La Grafica E<strong>di</strong>toriale - E<strong>di</strong>zioni Di Nicolò<br />

Larderia - <strong>Messina</strong><br />

Poloartigianale Larderia Capannone 1<br />

98129 <strong>Messina</strong><br />

Tel. 090 730919<br />

Tel./Fax 090 730462<br />

www.lagraficae<strong>di</strong>toriale.it<br />

info@lagraficae<strong>di</strong>toriale.it<br />

Stampato nel 2009<br />

ISO 9001 - Cert. n. 4444/0

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