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Numero Giugno 2007 del 01.06.2007 - Provincia di San Michele ...

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Questo libro è la prima parte <strong>di</strong> un' opera<br />

la cui stesura, secondo l'affermazione<br />

<strong>del</strong>lo stesso Autore, è stata preceduta da<br />

un «lungo cammino interiore» (p. 7).<br />

Esso rispecchia la ricerca personale <strong>del</strong><br />

«volto <strong>del</strong> Signore» da parte <strong>di</strong> Joseph<br />

Ratzinger e non vuol essere un documento<br />

<strong>del</strong> Magistero («Perciò ognuno è<br />

libero <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>rmi» sottolinea il Pontefice<br />

nella Premessa, a p. 20). Lo scopo<br />

principale <strong>del</strong>l'opera, nella cui seconda<br />

parte il Papa spera <strong>di</strong> «poter ancora offrire<br />

anche il capitolo sui racconti<br />

<strong>del</strong>l'infanzia» <strong>di</strong> Gesù e trattare il mistero<br />

<strong>del</strong>la sua passione, morte e risurrezione,<br />

è «<strong>di</strong> favorire nel lettore la crescita <strong>di</strong><br />

un vivo rapporto» con Gesù Cristo (cfr.<br />

p. 20).<br />

Si tratta dunque in primo luogo <strong>di</strong> un<br />

libro pastorale. Ma è anche l'opera <strong>di</strong> un<br />

teologo rigoroso, che giustifica ogni sua<br />

affermazione sulla base <strong>di</strong> una sterminata<br />

conoscenza dei testi sacri e <strong>del</strong>la letteratura<br />

critica. Egli sottolinea<br />

l'in<strong>di</strong>spensabilità <strong>del</strong> metodo storicocritico<br />

per un'esegesi seria, evidenzia<br />

però anche i limiti <strong>di</strong> esso: «Credere che<br />

proprio come uomo egli [Gesù] era Dio<br />

[...] va al <strong>di</strong> là <strong>del</strong>le possibilità <strong>del</strong> metodo<br />

storico» (p. 19). Eppure «senza il ra<strong>di</strong>camento<br />

in Dio la persona <strong>di</strong> Gesù rimane<br />

fuggevole, irreale e inspiegabile».<br />

Confermando questa conclusione <strong>di</strong> un<br />

grande rappresentante cattolico<br />

<strong>del</strong>l'esegesi storico-critica, il Papa <strong>di</strong>chiara<br />

che il suo libro «considera Gesù a<br />

partire dalla sua comunione con il Padre»<br />

(p. 10). Inoltre, in base a una «lettura<br />

dei singoli testi <strong>del</strong>la Bibbia nel quadro<br />

<strong>del</strong>la sua interezza» - una lettura «che<br />

non è in contrad<strong>di</strong>zione con il metodo<br />

storico-critico, ma lo sviluppa in maniera<br />

organica e lo fa <strong>di</strong>venire vera e propria<br />

teologia» (p. 15) - l'Autore presenta «il<br />

Gesù dei Vangeli come il Gesù reale,<br />

come il “Gesù storico”», sottolineando<br />

«che questa figura è molto più logica e<br />

dal punto <strong>di</strong> vista storico anche più com-<br />

8<br />

Attualità<br />

prensibile <strong>del</strong>le ricostruzioni con le quali<br />

ci siamo dovuti confrontare negli ultimi<br />

decenni» (p. 18).<br />

Per Benedetto XVI, nel testo biblico si<br />

trovano tutti gli elementi per affermare<br />

che il personaggio storico Gesù Cristo è<br />

anche effettivamente il Figlio <strong>di</strong> Dio venuto<br />

sulla terra per salvare l'umanità e,<br />

pagina dopo pagina, li esamina uno per<br />

uno, guidando il lettore - credente ma<br />

anche non credente - in un' avvincente<br />

avventura intellettuale. Basandosi sul<br />

fatto <strong>del</strong>l'intima unità tra l'Antico e il<br />

Nuovo Testamento e avvalendosi<br />

<strong>del</strong>l'ermeneutica cristologica che vede in<br />

Gesù Cristo la chiave <strong>del</strong>l'intera Bibbia,<br />

Joseph Ratzinger presenta il Gesù dei<br />

Vangeli come il «nuovo Mosè» che adempie<br />

le antiche attese <strong>di</strong> Israele. Questo<br />

nuovo e vero Mosè deve condurre il popolo<br />

<strong>di</strong> Dio alla libertà vera e definitiva. Lo fa<br />

con passi successivi che, tuttavia, lasciano<br />

sempre intravedere il piano <strong>di</strong> Dio nella<br />

sua interezza. Il battesimo <strong>di</strong> Gesù nel<br />

Giordano «è l'accettazione <strong>del</strong>la morte<br />

per i peccati <strong>del</strong>l'umanità, e la voce dal<br />

cielo“Questi è il Figlio mio pre<strong>di</strong>letto” è<br />

il rimando anticipato alla risurrezione»<br />

(cap. 1). L'immersione <strong>di</strong> Gesù nelle<br />

acque <strong>del</strong> Giordano è simbolo <strong>del</strong>la sua<br />

morte e <strong>del</strong>la sua <strong>di</strong>scesa «agli inferi» -<br />

una realtà presente, però, in tutta la sua<br />

vita. Per salvare l'umanità, «Egli deve<br />

riprendere tutta la storia a partire dai<br />

suoi inizi» (p. 48), deve vincere le tentazioni<br />

principali che minacciano, in forme<br />

<strong>di</strong>verse, gli uomini <strong>di</strong> tutti i tempi e,<br />

trasformandole in obbe<strong>di</strong>enza, riaprire<br />

la strada verso Dio (cap. 2), verso la vera<br />

Terra promessa che è il «regno <strong>di</strong> Dio».<br />

Questo termine, che può essere interpretato<br />

nella sua <strong>di</strong>mensione cristologica,<br />

mistica o anche ecclesiastica, significa<br />

in definitiva «la signoria <strong>di</strong> Dio, la sua<br />

sovranità sul mondo e sulla storia [che]<br />

va oltre la storia nella sua interezza e la<br />

trascende [...]. Tuttavia, nello stesso tempo<br />

è qualcosa <strong>di</strong> assolutamente presente»<br />

(pag. 81). Anzi, attraverso la presenza e<br />

l'attività <strong>di</strong> Gesù «Dio è entrato nella<br />

storia in modo completamente nuovo,<br />

qui e ora, come Colui che opera». In<br />

Gesù «Dio viene incontro a noi [...] regna<br />

in modo <strong>di</strong>vino, cioè senza potere mondano,<br />

regna con l’amore che va “sino<br />

alla fine”» (p. 84). Il tema <strong>del</strong> «regno <strong>di</strong><br />

Dio» (cap. 3) che attraversa tutto<br />

l'annuncio <strong>di</strong> Gesù viene ulteriormente<br />

approfon<strong>di</strong>to nella riflessione sul «Discorso<br />

<strong>del</strong>la montagna» (cap. 4). In esso<br />

Gesù appare chiaramente come il «nuovo<br />

Mosè» che porta la nuova Torah o, meglio,<br />

che riprende la Torah <strong>di</strong> Mosè e,<br />

attivando la <strong>di</strong>namica intrinseca <strong>del</strong>la<br />

sua struttura, la porta a compimento. Il<br />

Discorso <strong>del</strong>la montagna, in cui le Beatitu<strong>di</strong>ni<br />

costituiscono i punti car<strong>di</strong>ne<br />

<strong>del</strong>la nuova Legge e, al contempo, sono<br />

un autoritratto <strong>di</strong> Gesù, <strong>di</strong>mostra che<br />

questa Legge non è soltanto - come nel<br />

caso <strong>di</strong> Mosè il risultato <strong>di</strong> un colloquio<br />

«faccia a faccia» con Dio, ma reca in sé<br />

la pienezza che proviene dall'intima unio-

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