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•
^*
*
CENNI STORICO-SCIENTIFICI
SUL
CHOLERA MORBIS 1SIATICO
CHE INVASE LA REGGENZA DI TUNIS.
[i. * .^.-.*
CENNI STORICOSCIENTIFICI
zm.
ASIATICO
Oie invase la Reggenza di Tunis
NEL 1849— 1850,
BI
A* LUMBROSO ,
Proto-Medico di S. A. il Bey di Tunis delt'
Grande , Ufficîale Online Yftihar ,
p»V*-
a^fc «jfe^a
Cavalière délia Legion-d'
Onore di Francia -
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IHARSlGIilA ,
STAMPERIA MARIUS OLIVE, STRADA MAZADE. 28.
1850.
T:\ V. «Hï;
^« '• t I ."
i;^,»»"'
21 Sua 3tlte22a ieale
Signorc ciel Regno di Tuni»».
///e. ~ft ,
A voi Magnifico e Magnanimo Principe, io dedico
queslo, cornu nque siasi lavoro, ilquale, menlre non
v'ha dubbio,
bilissimo voslro Cuore,
rammemora giorni ben tristi al sensi-
pure mi lusingo sia per re-
carvi non piccole soddisfacenze, se varrà a ricordarvi
le belle, generose,
ed umanc voslre elargizioni.
VI
Dal di che perVol.er Dj*nio,
Vostra Dinaslîà ,ea
à»*f|ueNa^deJ,
a glona délia Reale
felicissimi popoli
che governale , fostePadroned'un Seggio,
non pro-
porzionato di certo ai luminosi meriti deU'Altezza
Vostra , poichè a Voi « sorti minor del core e délia
mente » il non perituro ed Augusto Vostro Nome ,
fù benedetlo da molli e molti, che voi sovranamente
beneficaste.
Ne lodando io i Vostri fatti , vorrà il mondo darmi
il titolo di politico corligiano; corne individuo ad-
delto al Vostro Reale e Personale Servizio ! Allorchè,
senza predominio di passioni, vorrà considerare.
1° Che sullAltezza Vostra poggia Topera rigene-
rativa, délie un tempo abrutite nostre conlrade;
2° Che Voi foste il primo, anzi t'unico Principe
Credente, che togliesse dalla obbrobriosa schiavitù
rtJomo da Dio creato a immagine di se stesso;
3° Che formaste , colle particolari vostre rendite,
una pubblica Université, diretta da trenta Professori,
(Ulama ) iunegabile gloria del Vostro Regno, e délia
quale i frutti, saranno il vero ornamento del felicis-
simo vostro Secolo;
4° Che formaste, una impareggiabile Biblioteca
di arabi Manoscritti,
resa pubblica a vantaggio degli
alunni uoiversitarj , e di tutti i sapienti vostri, o
stranieri , che qui dimorano o giungono;
5° Fiealmente che formaste délie militari Caserne,
VII
le quali poco invidiano a quelle dei paesi più civiliz-
zali, e rendeste l'incolto Affricano, il più abile, e
genlile ufficiale.
Elevato dall'Altezza Vostra al grado di Ispettore
générale del servizio Medico,
Civile e Militare di
quesla Reggenza, ed a quello pure di primo Medico
dellAltezza Vostra, era certamente dovere per me ,
il compiere in si dolorosa circostanza, la mia sacra
missione, coll'esporre, si all'Altezza Vostra, che al
pubblico, quanto venia notato,
dai valeoti colleghi
e da mè, sull'andamento délia pestifera morbosità.
Furono sempre considerate utilissime, le narrative
délie mediche vicende,
poichè da esse traggoi»i i
più vantaggiosi corollari scientifici, ed i metodi più
idonei a combaltere i morbosi effetti ledenti la nostra
organizzazione; perciô dunque in me nacque, vivo
il desiderio di pubblicare taie lavoro.
Ora se anche in picciola parte avrô adempito a
taie religioso dovere, certamente che otlerro quanto
per me era dato bramare.
Sarebbe questo riuscito più esatto, se lAltezza
Vostra mi avesse concesso, ciô che reiterale fhste
addimandava;
cioè : di recarmi io stesso nei luoghi
ove più il maie infieriva : ma posciachè le Auguste,
vedute di Vostra Altezza,
non corrispondevano ai
VIII
doverosi miei desiderj,
tacere.
Mi lusingo Magnanimo Principe,
io debbo quelle rispettare e
e mio particolare
Benefattore ; che pure quesla voila non sdegnerete di
ricuoprire délia Vostra Reale indulgenza, ed
inarri-
vabile bontà,
11 vostro umile, rispettoso e devolo Servitore ,
'>vMj x '*^
MHItlIOM».
PMEFAZIONE.
Lettorje, quesli eenni cli'io |n-c -*Mito al pubblico , non sono, a
vero dire, dettati per il monilo scientilien ,
imporciocchè già le
mediche autorità , tanto scrissoro dell'Asiatico Choiera , tanlo ne
studiarono l'origine , l'andainento , la nalura , le varie forme, i
discrepanti metodi curativi , clie nulla a nui riinane da (are, oltre
il ricercare cou disinteressato animo ,
gliore di quanto si abbia fui ora sentit).
l'acquisto dclla ]iarle îni-
Quindi , se per felice ritrovato, o dire ancora per fortuite acci
dente , si venis.se alla scoperta di più razionale e vantaggioso rae-
lodo curativo , contro si terribile morbo , genuinamente narrarla.
Lo scopo di questo lavoro , è di îiunire aile mie proprie osser-
\azioni,
quanto di meglio siasi fatto dai valenti colleglii qui
stabiliti, non nienochè la esalta esposizione délie cose avvenute, il
modo progressive del malo nei punti varj dclla e quanti
Reygeuza,
furono i rapporli , o la\ori dci imslri dotti , in taie per noi , epoca
ilolorosa.
A sola utililà dei noslri cinpinci cseieienli , verra qu^st operetta
(radotta in araba favella ,
onde rosi circolar possa Ira quanti hann»
qui assoluto bisogno di apprendere, avvegnachè i poco istruiti
popoli affricani ,
trovansi ancora in quella « misera condizione
« délie menti umane , che le lontanissime e meno importanti idée
« délie rivoluzioni dei corpi celesti , siano con più distinta cogni-
« zione presenti , che le vicine ed importantissime nozioni morali,
« fluttuanti sempre e confuse , secondochè i venti délie passioni le
« sospingono , e l'ignoranza guidata le riceve e le trasmette ». Mi
lusingo cosi che sia per riuscire non discava a tutti i buoni che cou
tanlo amore s'interessano all'uomo minacciato da grave Hialore , e
da quasi inevitabilc morte.
Già ebbi luogo di constatare, e ciô in seguito si vedrà, quanto
riusci utile fra noi , lo scritto che presentava ad istruzione del po-
polo sui primi tempi nei quali fummo minacciati dal morbo. Dalla
narrativa dei fatti , e dai vantaggi cbe si ebbero , per le suggerite
misure e per le igieniche indicazioni in quello inculcate , non io
solo , ma quanti avrè la fortuna che mi leggeranno , facilmente
verranno convinti , che moite vittime furono risparmiate , fra co-
loro che religiosamente seguirono quei dati consigli.
Vivi sano, Lettore, il Choiera è un nulla , quando apprezzan-
dolo saprai non temerlo.
Bj'Autore.
CAPITOLO PUIMO
In riirvo lido poi Tuntsi vedi\
Cli'ha d'ambo i lati del sut» ^nlfo un monte,
Tunisi ricca ed onorutu sede,
A par di quanto n'ha Libiu più conte.
« Tasso ». Geriisalemme liberala.
Utilissimo ed importantissimo lavoro sarebbe quello,
di una distesa compilazione storica, relativa a questa
bella Provincia affricana , la quale ci narrasse dei tempi
in cui cadde l'antica Cartagine ,
fino all'attuale dinastia ,
che eblie origine da Ahsen Ben Àhly; corne anche dei
costumi, délie decadenze , risorgimenti , invasioni, rap-
porti geografici-politici-commcrciali délie varie epoche;
délie sue risorse agrarie ed industriali .
e cosi ancora con
esatto dettaglio, dell'attuale sistema amministrativo ci
parlasse; non meno che, délie nuove riforme e stabili-
înenti d'industria, délie milizie, délie scuole di pubblico
insegnamento ,
dei segni di un qualche progressivo inci
vil imento , délie nuove rendite e risorse ; ed infine dei
l'elici rapport! , con le incivilité potenze che ogui giorno
\ '2 GENM SI'ORIC.O-SCIENTIFICI
più vediamo distendersi, dacciiè Ahmed Bey governa
questa vasta Reggenza.
Per l'argomento perô,
che abbiamo preflsso trattare,
solo ci basta, dare alcuni cenni, dei costumi dei nostri
indigeni,
unendovi alcune notizie biografique sull'at-
tuale Reggitore di queste affricane contrarie, servendoci
queste ad una più esatta intelligenza délie mediche osser-
vazioni.
Mentre che tutte le parti dell'Affrica,
erano tormentate
dalla guerra , e dal fanatismo . per le varie discese dei
Saraceni , divenuti padroni di quel vasto territorio, dopo
aver vinta, e dominata la lega Greco-Berbera , Tunis,
prossima aile porte di Cartagine ,
ebbe a soffrire tutte le
disgrazie, per le vessazioni dei nuovi suoi conquistatori ,
e fù più volte distrutta e nuovamente rifabbricata dagli
Arabi. L'antico suo nome Tunetum, fù da questi ridotto
in quello di Tunis.
E ben nolo , che questa città esistesse fine- dai tempi di
Cartagine la Punica,
ma fino ad ura s'ignora la prima
sua origine. I musulmani dicono che sull'altura délia col-
lina ove attualmente estendesi Tunisi, un filosofo romita,
avesse fabbricata una torre per sua dimora , onde con-
templare, studiando, le bellezze délia natura; cosi vi-
vendo nella felice libertà délia solitudine : ed assicurano
che quella sia la stessa che attualmente fiancheggia la
grande e principale Moschea delta dell'Olivo, impercioc-
chè qussta venia edificata, in luogo ove crescevano de^li
dberi di si utile frutto.
Forse, t:i realtà, Tunis non era un tempo che un
SUI. ClIOLlïItA-UOIlIH'S I .',
subborgo di Cartagine. Allorehè si esantinano gli avanzi
di costruzione che dalle rovine diessa, ariunçono fino-
aU'attuale Città , ed alcuni punti di vie laslricate, coûte
quelli ancora che spesso trovansi sotlo le acque délia Ma
rina,
con più ragione ci convinceremo di questa idea.
Ebnu-lïaldun,
uno degli storici più rinomali fra gli
arabi, e che nasceva in Tunis nel secolo XII dell'era
cristiana , délia sua pal ria non parla che vagameofe, solo
rappresentandola corne la Capitale délia Provincia depen-
denle dal Keruan ( Vicus Augusti) ove il Sovrano in allora
risiedeva ,
e civili poteri rivestito.
e di là un Governafore inviava, dei niilitati
L'anno due cento dell'egira, e nove cento di G. C.
Tunis ed i vieilli stati affricani ,
vennero dominati dalla
famiglia degli Agalba, o Aglabiti : questa che era poten-
tissima , regnava per il corso di anni 1 15. Quindi, i!
i'amoso Mahdi Benu Tomart nell'anno 31 5 dell'egira,
orgogliosamenle se ne impossessava, fondando la dinaslia
deiFatamiti, illustre forsepiù, di quella degli Abassidi di
Bagdad : pero i nemicidi questa nuova stirpe la chiaina-
rono Scihija, imperocché mostravasi seguace la setta del
sonimo Haliffa Ahly genero, eugino, e potentissimo
sostegno del profeta di Dio. Tanto crebbe la rinomanza
di quella , e l'estensione del suo potere , che videsi for-
zata , dopo il corso di circa anni 70 , dell'egira 385 , a
traslocare la sede del proprio impero in Egitto .
ridu-
cendo, questa nostra parte di Affrica, solo una provincia
del suo vasto dominio,
inviavansi dei Prineipi governatori ,
per l'amministrazione délia quale
detti Vali,
e che
1 i CKNXI STOBICO-SCIENTIFICI
furono scelti nella famiglia dei Sanhagia. Questi alla
perfine, dopo il corso di anni 50 dell'egira 435 ,
scos-
sero il giogo dei Kaliffi di Egitto , e si resero assoluti
padroni sotto la tutela , délia potente in allora , dinastia
di Bagdad, e quindi degli Imperatori del Marrocco, detti
i Muahdin. I Sanhagia regnarono per il corso di anni 21 8,
ed una volta che furono vinti e dispersi , vennero in lor
vece nominati gli Ahfasa,
ch'ebbero origine da Abu
Mohammed Habd-El-Uahcd, figlio del Scik Ahmor. Abi
Hafs, nell'anno G03 dell egira, 1207 di G. C.
Nel 940 dell'egira, 1534 dell'
Era Christiana, impos-
sessavasidi Tunis, per tradimento, il tanto rinomato Pi
rata Hiar Din (detto Barbarossa ) in allora Kapudan
Pascià, o grande Ammiraglio di Costantinopoli evicario,
in quella spedizione deU'Ottomano Imperatore.
Dopo quella dolorosa conquista , Tunis ebbe lo sfortu-
nio di essere, ora dominatadaidiscendenti degli Ahfasa ,
ora dal Pascià di Tripoli, ed ora finalmente dagli Spa-
gnoli , che per lunga pezza dominarono la capitale ed il
suo porto (Goletta), unitamente ai Principi musulmani.
Nell'anno poi 981 dell'egira ,
stanca la popolazione
Tunisina del giogo dei Cattolici , richiedeva , onde disfar-
sene, la protezione di Costantinopoli : questa inviava
Snan Pascià con numerosa flotta, e forte armata, e
giunto il di 7 Agosto 1573 innanzi la rada délia Go-
lelta.incominciôaguerreggiare controgl'infedeli Spagnoli,
i quali barbaramente distrusse, liberando cosi i credenti
dall'abborrito dominio dei Cattolici.
Dopo quella riportata vittoria, Snan Pascià, anzichè
SUL CHOLEItA-MORBUS. 15
nominare siccome Principe di Tunis,
uno dei piùdislinli
capidi quella araba popolazione , obbligavala invece sot-
toporsi al giogo militare dei Daulatly, o capi del consiglio
nuovamente stabilito infra latruppa turca; e dei Bey,
16 CEMN'I STORICW SC1ENT1FICI
« délie cause più efficaci di ciô che gli individui operan di
"< virtuoso, di ciô che le nazioni immaginino di grande. »
Ë poichèio credo che le epoche di continue guerre, ves-
sazzioni, e partiti , corne furono quelle dei musulmani,
dal loto nascere, fino a quella più vicîna a noi, tolgano
ai popoîi odirôrneglioimpedisconoperla incessante preoc-
cupazione guidata da costante fanatismo, l'attitudine al
bene oprare, o ad occuparsi di utili, storici,
e morali
studj : ne viene giusta la conseguenza, che queste esser
debbono state le principali cagioni délia barbarie nella
quale cadevano, gli affricani abitanti , non menochè
dell'origine dei loro bizzarri costumi. Perô, innanzi
di parlare di questi è cosa per noi di somma utilità, il
dare una qualche nozione topografica délia Capitale di
questa Reggenza.
Allorchè si giungedal suo golfo in rada ,
trovasi la Go-
letta , forte cittadella, ove di là per mezzo di un cammino
detto Bugaz lungo circa cento tese,
Bheira (marina)
e di un lago deîto
puô l'individuo recarsi nella poco dis
tante Tunis. V'hanno inoltre le due vie per terra, che
giranointorno al lago. Da questo tu vedi, o Lettore, la
hella prospettiva délia Città, che lateralmente si distende
su di un altura, in forma di un uccello volante.
Per mancanza di esatto registro, la sua popolazione è
presso a poco calcolata di centocinquanta a duecento-
mila abitanti. Gli indigeni, al nome di essa vi aggiungono
l'epiteto di verde, imperciocchè la circondano magnifici
giardini,
distante,
ed un numéro considerevole di oliveti. Poco
verso il nord-est trovansi le immense rovin
SUL CII0LF.RA-M0RBIIS. 17
dell'antica Cartagine; v'hanno diroccati acqnedotti, cis-
terne, e moite allrc antiche costruzioni, che sono parte
ricoperte dal terrent», parte dal mare;
avvegnachè som
bra essersi quello reso padrono di non piccola porzione
del suolo discuoprendone allrettanta nelle opposte
regioni.
Lungo la spiaggia ove osservansi quelle rovine,
ora vi
hanno varj edifizj e gianlinj. Uscendo dalla Goletta, dalla
porta detta di Sidi Bussaid,
poco distante trovasi la ma-
gnifica palazzetta costruita in mezzo del mare, ove ri-
siede,
nei mesi estivi .
S.
A. il Bey. Quindi vi ha l'ameno
giardinodiS. E. il ministro délia guerra : più in là, il
sontuoso palazzo di costrnzione Europea, appartenente
a S E. il ministro délie finanze, e chiamasi quello Pa
lazzo di Cartagine poichè posa su rovine di essa. Quindi
v'ha la collina ove s'innalzô da Luigi Filippo , Bè dei
Francesi, la Cappella,
alla memoria del Santo Rè Luigi
IX suo Avo. Poco distante da quella il villaggio ed il
capo, detto Sidi Bussaïd.
La Capitale è divisa in tre parti,
cioè la città propria-
mente detta, formata dal quartiere denominato Franco,
dalla Hara o recintodei numerosi Ebrei, edal vasto quar
tiere,
ove dimorano i più ricchi musulmani. I subborghi
formano le altre due parti ,
chiamasi l'uno di Bob Suica ,
Faltro di Bab Z\ra, sono questi abitati dai soli musul
mani.
Vi ha in Tunis ungran numéro di moschée, di Caserne,
di pttblicibagni a vapore, di socchi o bazar, e di molti al-
tri stabilimenti ,
il parlare dei quali per nulla serve alla
1 8 CENNI STORICO-SCIENTIFICO.
maggiore intelligenza del nostro argomento. Le vie soi
strette, oscure, irregolari,
ed incomodissime per la libe
circolazione. Rare sono quelle lastricate,
se eccettua
voglionsi i socchi, o alcune di esse nel quartiere musu
mano. Nella stagione invernale, quando laCittà ècoper
da un oielo nuvoloso,
e cadono abbondantissime pioggi
con variabilissima atmosfera rigida ed umida, tu vedi
ingorgate latrine di puzzolentissime feccie, sboccan
nelle contrade, unité,
al letame di materie animali ev<
getabili, onde sono piene queste, i cortili, le case, e al
fetida putrefatta fanga, formanti spesso,
neiluoghi mei
declivi , laghi stagnati : da questa pestifera miscela ,
esalano incessantemente dei gaz spesso micidialissimi. 1
allora l'aspetto di Tunis è orribile, tristo , oppriment
L'immondizie corrotte délia città, scolano in canalicl
si gettano sulla vicina spiaggia del Lago. Le materie s<
lide e già macerate dalla putrefazione , sono portate
gettate in poca distanza dalle sue mura e in varj punti ii
torno aile medesime. Cola sono pure trasportati i cad;
veri dei morti animali , che spesso trovansi ancora nel
vie délia stessa Capitale.
I cimiterj , sono ben vicini aile porte di Tunis , e var
dei musulmani, sono situati nell'interno diessa. Le tond
degl'indigeni sono poco profonde, mal coïtruite ; d'onc
spesso si discuoprono, producendo gravissimi dann
Noncosi quelle degl'Israeliti, che sono profonde, muratt
e quindi ben ricoperte; quelli hanno pure l'uso di dep<
sitare sotto i loro trapassati , una quantità non piccola c
calcina.
SUL CH0LERA-M0RBUS. 1 9
In quanto aile case , ve ne sono délie belle , vaste , e
assai comode : nel quartiere Franco particolarmente vi
hanno di quelle tutt'affatto costruite alla foggia europea .
Non cosi ove dimorano i poveri Ebrei, le quali debbono
considerarsi tugurj ,
anzichè comode abitazioni : la mag-
gior parte di quelle, sono diroccatc, mal costruite ,
scioc-
camente ingegnate , e formate da varie stanze , terrene ,
oscure, basse ed umide , e da una corte scoperta : in
alcune vi sono dei piani superiori. ïncontrasi spesso nu-
merosa famiglia abitante una sola stanza poco vasta, che
servir deveinoltre per tutti i domestici bisogni, e mentre-
chè su di un letto formato da poche tavole, tu vedi giacere
parte di quella , sotto di esso dormono altrettanti e più
individui : le case sono pure in communicazione fraloro,
per mezzo délie terrazze che le ricuoprono.
I Musulmani, che sono la parte principale délia popola-
zione, vivono ben differentemente , imperciocchè avendo
îor legge impedito di vedere o convivere con estere donne,
fossero queste le più prossime parenti;
ragion vuole che
non vi sia grande accumulazione d'individui in una mede-
sima casa. Da quel religioso principio guidate, le famiglie
musulmane sono generalmente separate fra loro. Questa
stessa ragione obbliga i capi di quelle ,
alla ricerca di
possedere in proprietà , fosse pure il più piccolo abituro,
onde non esporre le proprie donne allô sguardo furtivo di
un vicino. Per glilsraeliti e Cattolici dimoranti in Tunis,
non cosi corre la bisogna ,
poichè vien loro impedita la
possessione di béni stabili, ela dimora nei quarfieri mu
sulmani, d'onde sono costretti a coabitare in uno spazio
20 CENNI STORICO-SCIEimFICI
poco proporzionato al non piccolo loro numéro. Obbligati
all'affitto,
mal volentieri si adattano ad ammighorare la
loro abitazione. Incalcolabili sono i danni che nascono da
questa poco regolare misura governativa,
ma è lecito spe-
rare, che per la intelligenza dell'amoroso Sovrano,
e per
il bene dei suoi sudditi, venga stabilita su tal rapporte,
una legge più regolare ed utile,
onde togliere una volta
per sempre, cosi pregiudicevole , e poco igienica misura.
La religione maomettana è la dominante , e la conos-
cenza di alcuni dogmi , o prncipj di questa , non puô che
ruiscire utile al compimento e ad una più chiara intelli
genza del nostro lavoro. Fra i peccati dei quali puô il
bassoventre divenire colpevole , vi sono quelli degli ali
ment! proibiti, coine per esempio; le carni porcine, gli
animali non ritualmente uccisi, o quelli spontaneamente
periti, quelle dei Cavalli, Muii. Asini , Tartarughe, o di
ogni animale carni voro ,
ec, ec.
corne uccelli di rapina, rettili,
Le bevande spiritose , sono severamente proibite.
La legge condanna pure altri peccati ; sono questi , il
comunicare con la propria donna, nell'epoca dei ricorrenti
lochi, o dei parti; la fornicazione , la sodomia.
Un individuo , dopo il compimento di qualunque virile
funzione, è considerato dalla legge, siccome impuro, per
cui gli viene proibita ogni religiosa preghiera finchè non
s'immerga nel bagno, con intera lozione.
Dopo le naturali funzioni ,
di orine,
corne evacuazioni ventrali o
senza necessitargli Pintiero bagno di purifica-
zione, è in obbligo di altra lavatura detta Udo, o ablu-
SUL CÎH0LERA-N0IU1US.
/ione parziale ; si limita questa aile parti genitali, ai terzi
inferiori delio quattro e^tremità , alla faccia , testa ,
21
orec-
chie, collo. Questa savia ed igienica misura del corano ,
riuseir deve vantaggiosissima , nell'epoca di una grave
epidemia.
Il fatalismo è altto dogma religioso dei Musulmani ; e
sebbenequesto renda la maggior parte di essi, in stalo di
vera apatia , si per le triste , che buone vicende , pure
sono ben lungi di una stupida immobilità,
gione insegna loro,
délia propria casa ,
anzi la reli-
che è necessario smorzare l'incendio
di escirne quando questa minaccia
rovina, o per altre cause una precipilosa caduta : infine
di non recarsi in luoghi affetti da grave malore,
porsi ad evidenti pericoli.
o di es-
Dalla nostra brève istorica narrazione , noi vedemrno
quante furono le varie nazioni che dominarono questa
vasta regione affricana ; e notammo essere stata , poco
legalmente invero ; ma finalmente soggiogata dalla viri-
Iissima turca nazione ; e poichè appartenenti alla mede-
sima religiosa credenza dei primi vinti abitanti avvenne
naturalmente un amalgama fra quelli e i cittadini di Tunis
e délie varie provincie componenti il Regno, per la quale
divennero di migliore e più robusta organizzazione.
Convivendo nei secoli passati con gli Spagnoli e alcun
tempo con i Francesi,
e quindi per i nuovi trattati com
mercial!, cresciiito non poco in questi ultimi tempi , il
numéro délie famiglie e dei negozianti europei,
molto da
essi acquistarono di proprietà e costumi; molto perderono
délia barbara loro origine enatura, e seppero apprezzare;
2t CENNI STORICO-SCIENTIFICI
quanto v'ha di confortabile , in una regolare domestt
vita.
I primi abitanti di Tunis , vivevano assai parcament
e direi quasi con particolare semplicità; altro non usava
per giornaliero nutrimento, che il noto Coscosu,
sorta di latticini;
maniera di vivere,
ed oi
poscia a poco a poco appresero ail
ed ora cosi estesa è Parte loro de
cucina , da sorprendere ancora Pabituato aile sontuc
tavole délie varie nazioni incivilité. Il loro vitto è spezk
e assai grasso ,
imperciocchè vi uniscono considerevc
quantità di sostanze eccitanti e manteca. La gravezza
quello, ha, direi quasi, obbligato i Musulmani a far u
dei vini e degli stimolanti liquori , severamente proib
dalla legge, onde ricercar maggior pascolo alla loro ghk
toneria.
Dagli Spagnoli appresero quella certa fierezza di cari
tere nazionale, e quel disprezzo aile cose straniere, p
cui vissero lunga pezza ,
europea avea acquistato .
ignari di quanto l'industi
e solo si appagavano dei lo
particolari prodotti, siano agrarj che industriali : la sies
è pure divenuta per i nostri indigeni , un bisogno ass
luto del loro ben essere.
Forti nella religiosa credenza del fatalismo nelle lo
sventure poco si accorano, e rassegnati si rimettono sen
calcolo, alla volontà del Créature. Non sono avidi
molto guadagno ,
ed un padre di numerosa famiglia
unavoltache abbia accumulato nella propria casa banni
provvisione necessaria, di nulla più si cura, e la sua vi
si rende passiva nella maggior parte dei giorni : amano
musica non poco ,
SUL C.HOLERA-MORBUS. 23
corne anche il fumare tabacco, bevendo
ad ogni instante il caffè. Le donne loro, più che amo-
rose compagne, sono tenute, direi quasi, corne uno stto-
mcnto necessario per una più comoda esistenza; imper-
ciocchè anche fra le famiglie le più agiate , desse eseguis-
cono ogni e qualunque domestico servizio.
Gli Israeliti di queste conlrade , perché cresciuti fra il
disprezzo , e l'oppressione délie altre sette , e sempre
considerati corne obbietta creatura , quasichè si volesse
contra stare la divina volontà nel non averli fino ad ora
distrutti , sono di natura più timida ; e perché avviliti,
la lor lempra, la loro fibra. è meno resistente, ed é più
sottoposta a risentire l'intluenza d'ogni malore, tanto più
dimorando in ristretto quartiere, in sporche, umide, e
diroccate case. Nelle comuni loro disgrazie, molto si
peritano,
ed il timoré in essi si diffonde con la rapidité
dell'electrico fluido. î loro riti si religiosi che nazionali,
particolarmente allorchè perdono un qualche congiunto
od amico, sono veramente caratteristici di queste contrade.
Soli assistono i loro inférait, lavano i loro morti, li rives-
tono, preparano il sepolcro,
e quindi con grande seguito
accompagnano il loro trapassato nell'ultima dimora, per
rientrare poscia nelle stanze del defunto,
e là setle giorni
continui le tre volte al di radunarsi per le ohbligatorie
preghiere. Le donne parenti o conoscenti , in quei
medesimi giorni si uniscono in comitiva onde piangere,
battersi e straziarsi ; tutti poscia rimangono per quel
tratto di tempo (intendo i più prossimi parenti) senza per
nulla ricrearsi con la nettezza, o cambiamento dei proprj
24 CENNI STOIUCC-SClENTlrlCI
abiti, già fatti luttuosi, e per lunga pczza rimango
senza radersi, tagliarsi le unghia, o lavarsi.
Il vitto degli Israeliti è parco, ma nel medesimo tem
assai grave, usano essi pure del Coscosu, ma nei la
cucinati vi ha molta spezie, carni salate ,
salciccie ,
ogni génère di leguini : fanno uso di acquavite, o al
liquori spiritosi, e sono ben rari i bevitori di vino.
Qui limite l'esposizione dei varj costumi délie indig
nazioni di Tunis, poichè esponendo in seguito al mio h
tore alcuni scritti polemici ch'ebbi occasione di fare
questa circostanza , in essi troverà una più diffusa narr
tiva di quelli.
SIX CIIOLERA-MORltlS. ZO
CAPITOLO II.
AHnicd-Bcy.
Ecoutons! jusqu'aux deux un grand bruit est monté:
Hourra ! l'Afrique pousse un cri de liberté.
Et ce cri de l'Atlas que l'écho repercute
Fait tressaillir le nègre accroupi sous la hutte.
Pendant que notre loi n'ose encore abroger
Les Bazars de choix noirs, autour des murs d'Alger.
Le Sultan de Tunis abolit l'esclavage;
Le pied du nègre est libre en touchant son rivage-
Dans le marché public où pendait le carcan,
Les fers, au lieu de lui. sont vendus à l'encan.
Que le Dieu tout-puissant le couvre de son aile,
Que l'Europe a ses rois l'impose pour modèle,
Que son glorieux nom éternise mes vers !
Sur un cap africain, dominateur des mers,
Avec les fers brisés de la traite abattue,
Que l'Europe chrétienne érige une statue,
Où la philanlropie écrive de sa main:
Ahmed, bey
Nacque Ahmed-Bey
de Tunis, ami du genre humain
Barthélémy.
nell'anno 1805. É egli di costitu-
zionealtamente nervosa, la sua statura e média, dicorpo
assai gracile, ma proporzionatissimo e assai ben formate;
le sue gambe sono perô sottilissime, ed è questo un segno
distintivo délia famiglia da Ahsen-Ben-Aly.
26 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
Sopporta i disagi elefatiche, più di
quello che in os-
servarlo si crederebbe capace. Il suo occhio è bello , il suo
sguardo incute rispetto e terrore; tu spesso
penetri da
quello gli interni sentimenti dell'animo suo. Di barba as
sai lunga , poco folta , e di già quasi divenuta bianca
corne i suoi capelli, cosa per certo in nulla corrispondente
all'età. Riflessivo per natura,
e vero politico calcolatore,
egli si occupa minuziosamente délie più piccole perti-
nenze di governo , sebbene sia circondato da abilissimi
ministri , segretarj ,
nistra la giustizia,
filosofo, oil più grande legislatore,
e scrivani. Da per se stesso ammi-
corne i suoi avi, ed il più profondo
rimarrebbe sorpreso
délia rettitudine dei suoi giudizj , délia sua sorprendente
memoria, imperciocchè nelle bene spesso variate giudica-
ture, rammenta quelle consimili emanate da anni e anni
addietro , in modo che i presenti sorprende , ed i suoi
prossimi entusiasma. Conosce a perfezione la geografia ,
e quanto ha rapporte aile cose militari. Ama la lettura
délia istoria , e non meno quella dei giornali. Allorchè
trovasi nelle sedute ministeriali , o quand'è in compagnia
dei suoi intimi, è facile comprendere che tutti supera per
la intelligenza e rettitudine di mente. Le autorità délie
estere Potenze , rimangono attonite délie sue pronte e
giudiziose risposte negli argomenti i più ardui, i più
complicati. Religioso senza fanatismo , gode di conversare
colle più addottrinate persone del suo regno e da quanto
in seguito narreremo vedremo quanto egli sia meritevole
del giusto titolo di vero Mecenate délie lettere e délie
scienze.
SUL CH0LERA-M0RBUS. 27
Nella suavita domestica e ottimo padre di famiglia, é
amico, e non padrone di quanti hanno l'onore di ser-
virlo. Per quanto con sovrana generosità ricompensi , sia
con doni , come con onorifici gradi , i suoi impiegati ,
purtuttavia,
ei sempre li crede meritevoli di maggiori
favori , e mentre créa délie fortunate posizioni a molti ,
vuole quello si consideri , anzichè effetto di sua reale ge
nerosità , obbligo doveroso.
Ama il fisico esercizio , incessantemente raggirasi nei
vasti suoi appartamenti. La pipa è la sua prédominante
passione, molto si diletta ancora del giuoco del bigliardo,
ed io che spesso ebbi l'onore di trovarmi présente nei
momentidi quest'utile esercizio,
viddicon quale affabilità
e amorevolezza tratta quelli che hanno l'altissimo onore
di avvicinarlo. È difficilissimo il suo sonno ,
le notti ch'egli passa in continua veglia.
Il suo nutrimento è parco ,
moite sono
ed ama più l'araba cucina
speziata, che la buona Europea, sebbene questa siagui-
data da due abilissimi cuochi francesi. Più il diletta il
consorzio degli uomini che le frivolezze femminili. Sono
di già venticinque anni dacchè gli fù data una legittima
compagna, ma questa non potè mai rallegrarlo colle sue
fecondità. Egli é perô amorevolissimo verso tutta la reale
famiglia, sia dei cugini, come dell'unico fratello ; questi
divenuto padre di grazioso pargoletto, Ahmed Bey il
prendeva seco, e come proprio allevandolo, forma ora
la sua vera domestica dehzia. Amô pure di addottare po-
vere créature che cbiamô col dolce nome di figli ,
generosamente ridusse in felicissimo stato.
e che
28 CBNNI 9T0KICU-SC1ENT1FICI
Parla assai bene in italiana favella e quando dovremo
narrare il viaggio che nell'anno 1846 , intrapendeva per
la Francia, onde visitare quel vasto paese , e la reale fa-
famiglia di Luigi Filippo, ripeterô i suoi bei detti , coi
quali non poco si distinse. Comprende ancora alcun poco
il francese.
Quando saliva al trono , il di 1 0 Rgeb 1 253 dell'egira,
anno 1837 dell'era volgare, i popoli Tunisini esultavano
di gioja , per la certezza di essere governati da un Prin
cipe , che fino dall'età più tenera dava prove non dubbie,
di mente bene costituita. Le prime sue cure in allora fu
rono di ben regolare ed arricchire PErario, che disgrazia-
tamente sprovvisto trovavalo , quindi di riordinare le po
che truppe regolari, istituiti fino dall'epoca in cui regnava
suo zio Ahsein Bey. Egli stesso con passione , dei più
minuti dettagli si occupava. Formava poscia un reggi-
mento di artiglieria, uno di cavalleria leggiera , e cedeva
per caserne si dell'uno che dell'altro, due magnifiche
ville che gli appartenevano. Stabiliva quindi due nuovi
reggimenti d'infanteria , detti dei Cambi, che uno pone-
valo di guarnigione al Monaster, Paltro al Keruan. Chie-
deva aile amiche potenze di Europa, e particolarmente
alla Francia degli abili istruttori militari , e non andô
guari che stabiliva una militare scuola, composta di varj
giovinetti , presi nei diversi dipartimenti dei suoi stati,
ponendo quella sotto la direzione dell'abile officiale Ita-
liano, SignorCav. Calligaris.
Con regolarità stabiliva ancora, Pordine suo cavalle-
resco, detto Iftihar (dell'onore) ove nel mezzo si legge il
.Mil. CHOLERA MOBBUS. 29
nome di Ahmed, e qttesti, fatlo in diamanti, è più o
meno guarnito, a seconda del grado, che ha in principio
dal titolo di cavalière, e seguita successivamenle fino a
quello del grand'ordine, ch'egli stesso porta. I varj gradi
si distinguono per le diverse forme, e péril puntoove si
pongono, cioé alla sinistra, o destra parte del petlo ,
al collo quella di commendalore : il nastro di quesl'or-
dine; è di un bel verde ondato con due striscie rosse per
ogni lato, sono questi i colori nazionali;
e
a seconda del
grado, la decorazione è appesa con una rosetta, o senza.
Vi hanno pure le decorazioni che distinguono i varj
gradi militari ma queste sono presso a poco , simili a
quelle ottomane.
Formé quindi un ordineesclusivo dei Principi délia fa
miglia , dette Ahsyni.
Destinava con splendida magnificenza le uniforme per
gli ordini si civili, che militari,
e quest'ultime si distin
guono ancora per le belle graduate spallette. L'abito
giornaliero degl'impiegati è tutt'alfatto all'Europea , me
no il musulmano distintivo, che é la Sciscia.
Nell'anno 1842, formava la bella, vasta ,
e sorpren-
dente caserna délia Mohamdia , un tempo magnifica e re-
gia villa , distante circa cinque leghe dalla capitale , e vi
pose due reggimenti di infanteria ,
rosso.
che vesti di color
Onde istruire su base fondamentale i numcrosi officiali
délia sua truppa ,
chiamava dall'Egitto un abile tradut-
tore ed interprète, per ridurre inaraba favella le migliori
opère militari , parlicolarmente délia scuola francese.
30 CENNI 8TORICO-SCIENTIFICI
È questi il bene istruito giovane signor Commendatore
Elias Mussalli, che dà di se le migliori speranze; a lui si
aggiunse in seguito , Pabile traduttore Cav. Antonio
Boulad , nativo egli pure di Egitto.
Nell'anno 1848 formava altra vasta caserna, negli
antichi magazzini dell'Arsenale di Portofarina per un
nuovo reggimento di Cambi. Vi sono adunque di trnppa
regolare, sette reggimenti d'infanteria, due di artiglieria,
uno di cavalleria leggiera. Vi ha ancora un reggimento
regolare di infanteria di marina.
Délie irregolari vi sono :
5 Beggimenti di cavalleria , detti Sbaihia ;
1 Beggimento di cavalleria , detto dei Hamba ,
Un corpo forrnato degli avanzi degli antichi gianniz-
zari , ed uno degli zuaua , forti di circa ottomila indi-
vidui.
1 predecessori di Ahmed Bey, facevano dirigere ogni
bisogno dello stato da un solo ministro, tutti gli altri
impiegati dipendevano da quel sommo magistrato. L'at-
tualeSovrano conobbe Pirregolarità di taie sistema, eno-
minava varj ministri per le diverse branche. Il primo di
essi, è il présidente del consiglio. V'ha uno per Pinterno
e le finanze, uno per la guerra, altri per la marina, e gli
affari esteri; è pure considerato alto personaggio ,
il pri
mo segretario, il dottissimo ed impareggiabile Ahmed
Bendieff.
Gli individui che sceglieva ,
ed innalzava al grado di
ministri ,
SUL CHOLEIU-MORBUS. 31
sono certamente ben degni dell'alta carica,e
délia reale confidenza di SuaAltezza (1).
Nell'anno 1840, faceva dono a Luigi Filippo 1°. ré
dei francesi , d'un appezzamento di terreno situato
all'ouest délia Goletta , fra il mare al settentrione , e
varie rovine romane e cartaginesi al mezzodi : su di una
collina nella parte superioredell'antica Cartagine. In quel
punto fù eretta una cappella alla memoria di san Luigi
IX0
. morte
di peste in quel medcsimo luogo , il di 22
agosto 1270. L'epigrafe posta sulla porta di quella cap
pella, è cosi concepita.
« Chapelle Saint-Louis. —
Louis-Philippe Ier Boi des
« français a élevé ce monument sur la place où expira
« le Roi Saint-Louis, son aïeul, 1841 ».
S. A. promulgava Pemancipazione degli schiavi nei suoi
stati, il 1° maggio nell'anno 1841, e posciaché io poneva
per epigrafe a questo capitolo , i sublimi versi del sommo
Barthélémy .
nulla
mi è dato aggiungere in Iode per
(1 ) Il Ministro e Présidente del Consiglio, è il rispettabilissimo Sidi
Mustafà Sappetabali (guarda sigillo).
Il Ministro dell'Interno e délie Finanze, èSidi Mustafà Hasnadar,
uomo su cuipendono tutte le speranze dei popoli Tunisini , i quali
guida con filantropica amorevolezza.
Il Ministro délia guerra, Sidi Mustafà Aga, è uomo severo ma
giusto.
Il Ministro délia Marina Sidi Mahmud Kaya , è uomo assai erudito,
e di rispettabile famiglia.
Il Ministro degli Affari Esteri è il signor Bne Raffo, uomo degno
dell'alta posiiione alla quale ascèse, e di tutto l'affetto dell'ottinio
Sovrano.
32 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
quest'atto di umanità sovrana ; solo dirô ch'ei fu il prii
dei principi musulmani che conobbe i dintti di ot
creatura di Dio. Per ottenere con ordine,
senza pubbl
danno, o disturbo nei suoi governati , il preconcepito fu
dovelte per il corso circa di anni cinque ,
a poco a p<
promulgare varie leggi , tutte tendenti a quello , tînt
nel mese di Moharem , anno 1262 dell'egira, 1845,
G. C. , stabiliva per intero la totale libertà di ogni in
viduo schiavo ,
poggiando la sua filantropica determh
zione, sui dogmi religiosi del Divino Corano.
Colle sue rendite proprie stabiliva, e faceva acqui
di ricchishima biblioteca di arabi manoscritti, che depo
tava nella grande Moschea detta dell'Olivo, e rend*
pubblica a favore di tutti i sapienti credenti ; per il nu
tenimento di questa, destinava un annua somma, c
obbligo di sempre più estendere successivamente Pacquii
délie migliori opère dei dotti musulmani.
Quindi in quella medesima Moschea formava l'ut
collegio di Olama (dottori di scienze e di dogmi religio
composte di 30 individui. Quindici dei sapienti del r
dette deiHanafia, seguaci dell'interpretazione del somi
Buahnifa (1); e quindici del rite detto dei Malakia
seguaci dell'interpetrazione del sommo Malek (2). I g
vani allievi fanno cola il corso loro di studj. I profess
sono pagati dell'annua rendita che innanzi percepiv;
fisco , dai sudditi periti . senza lasciare legittimi ère
(1)
La famiglia Reale appartiene a quello.
(•2) Questo è formato dagli Arabi e loro discendenti.
SUL CHOLERA-MORBUS. 33
Questi sono sorvegliati dal capo Mofti e Kadi dei Hanafia,
e dal capo Mofti e Kadi dei Malakia.
Ogni professore , ha la paga di Piastre 60.
Ogni capo Mofti. » 100.
Ogni Kadi. .
. » 90.
Vi sono poi 12 ajuti dei grandi professori , i quali
l'anno pure la loro ripetizione due volte al giorno, sic-
corne i grandi sapienti,
al mese.
ed hanno la paga di Piastre 15
Gli Àymma, o capi di religione, che recitano le cinque
preghiere giornaliere , sono ancora pagati dal Governo.
I Hanafia, ricevono mensualmente il loro soldo con
l'antica truppa dei giannizzari, ed i Malakia con quella
regolare.
Sorprendente e magnifico monumento d'industria è
pure la nuova fabbrica di panni,
che Ahmed Bey, faceva
costruire sulla riva destra del grande fiume Megerda ,
poco distante dalla un tempo florida città di Tuburba.
Nell'anno 1847, faceva degli utili cambiamenti nella
zecca; un tempo abbandonata, e senza regolarità for
mata. Ora quella fabbricazione venne facilitata , per
mezzo di maechina a vapore,
stabilita dall'aLile inge-
gnere di S. A. il commendatore , signor Benoit, è questi
che pure diresse la costruzione délia fabbrica dei panni.
Mi sia qui permesso tributare le più alte lodi a questo
dottissimo francese , che onora non poco,
contrade, il nome di quella potente nazione.
nelle lontano
S. A. il Bey, fù visitato nell'anno 1843 , dal principe
3
34 CENNI ST0RIC0-SCIENTIFIC1
di Orange, délia reale famiglia di Olanda, e sebben
fosse ricevuto in modo degno si del visitante che del vi
sitato, pur tuttavia il giovane principe , dopo varj gion
di permanenza nel regio palazzo di S. A. in Tunis, pai
tiva, dando prove non dubbie di asprezza. Il mondo Ti
nisino , giudicô a sua voglia . lac
ausa di taie inaspettat
effetto; ma in realtà , sembra dipendesse da poco bene
voli e giudiziosi consigli.
Fù in seguito visitato dai nobili Principi délia famigli
Orléans. Il primo che fra noi giunse di essi, è il duca t
Montpensier. La maniera con la quale S. A. accogliev
il giovine figlio del grande Monarca ,
fu cosi amorosa
orientalmente splendida, che sorprese, e non poco inte
neri il principe francese ,
suo seguito.
e quanti erano del numéros
Dopo alcun tempo, venne visitato dagli altri suoi fra
telli maggiori , principe diJoinville, e duca d'Aumale,
questi ancora furono principescamente con molto affett
ricevuti. I nobilissimi visitanti, ebbero inoltre la décora
zione Ahsinia.
Una volta stabilita si bella e felice relazione con la fami
glia che in allora governava lo stato dei Francesi, era bei
naturale che Sua Altezza si décidasse ,
dopo réitérât
inviti, di recarsi, in quella parte di Europa, ciô che facev;
nel novembre dell'anno 1846. Vi andô accompagnato da
suoi tre Ministri, dell'interno, délia guerra, e degli affar
esteri, dal suo segretario intimo, da un ammiraglio, due
generali, e due colonnelli ajutanti.
SUL CH0LEKA-M0RBUS. 35
lo pure formava parte del seguito, in qualità di suo
primo medico.
S. A. B. venne accolta come legittimo Sovrano , e la
famiglia d'Orléans ,
le fù prodiga di aniorevolezze e dis-
tinzioni. In quel viaggio Ahnied-Bey, dette le più innas-
pettate prove délia sua non commune intelligenza, del suo
bell'animo, e di sua innatagenerosità. Lainfelice popola-
zione délia città di Bouen n'ebbe le prove più marcate (1 ).
Le sue risposte erano piene di affetto , e denotavano il
bollore di un animo temprato al sole affricano.
Dopo che S. A. visitava il magnifie.) e sorprendente
Palazzo di Versailles, e l'immenso suo Giardino, prova
inconcepibile dell'arte umana ; incontrandosi con S. M. Il
Bé Luigi-Filippo,
questi le disse. « Mio figlio vi piace il
« Giardino di Versailles? » « e S. A. rispose >< « Né Maes-
tà. » Attonito il Bè, domandava il perché, ed il Bey ris-
pondeva « Come vuol ella che a me piaccia il particolare
« Giardino di Versailles, dopo che ho visitato e percorso
« quello immenso che forma l'intera e florida vostra
« Francia? »
Né mai poss'io dimenticare la bella risposta che faceva
all'amorosa ed ottima Begina , la sera che visitavala per
congedarsi. Diss'ella : « E bene Altezza , voi partite e
« cosi presto ci lasciate ? » Bispose Ahmed-Bey « Il mio
(1) Nell'anno 18iG, il flume ruppe il gran ponte ,
e fù taie la sua
elevazione, che penetrô in quella città, fino al livello di circa due
metri , e produsse i più gravi danni alla misera
popolazione. S. A.
al suo passaggio, faceva a quella, il dono di franchi cinquantamila.
36 CENNI ST0RIC0-SCIENTIF1CI
« corpo parte per la tranquillità dei miei popoli e di mia
« madré , ma l'anima mia rimane in Francia , qui in
« grembo ah'ottima famiglia che mi onorô di tanto af-
« fetto ».
Nel capitolo ove narreremo , il modo d'invasione del
Choiera, nella stato tunisino, faremo inoltre conoscere,
le generosissime azioni di Ahmed-Bey, in taie fatalissirna
circostanza.
SUL CHOLERA-MOBBUS.
CAPITOLO III.
Negli ultimi giorni del novembre 1849, si ebbe la
notizia délia comparsa del Choiera nella Beggenza, cioè
nella Bagba , e particolarmente nella tribu degli Ulad-
Nafel , detta Tababaha. La Ragba e un luogo non molto
distante da Bagia (Vacca), e dalle frontière dell'Algeria,
ove in quell'epoca infieriva l'Asiatica malattia.
L'illustre ed onorabile signor De Guyon , chirurgo in
capo dell'armata francese in Algeri, il quale ci onorô di
sua visita nei mesi scorsi , e di cui più volte in queste mio
lavoro dovrô parlare,
si compiacque d'inviarmi una nota
sulFandamento dell'epidemia Cholerica del 1849. Nelle
Tribu délia suddivisione di Bona , redatta dall'emerito e
rispettabile Dre Biboulet, e quindi rimessa al sunnominato
chirurgo in capo. Da questa rilevasi come il Cholera-Mor-
bus , in quella provincia incamminasse quasi sempre
daU'OuestaU'Est, poco allontanandosi dal littorale,
e col-
pendo più facilmente le Tribu délie pianure, délie Vallate,
délie gole , e in vicinanza dei piedi délie montagne , con
délie alternazioni di énergie,
e di mitezza : quindi si ar-
restô al Sud , fra i Ben-Meshud , senza per nulla toccare
38 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
gli Ahnanscia loro vicini,
accampati nella Vallea délia
Megerda, e separati dalla pianura délia Seybusa, e délia
Mefrag, da una catena assai elevata di montagne. I Ben-
Meshud, formando una Tribu dimorante nei confîni
dell'Algeria con Tunis; da quelli sembra che il Choiera
passasse nella'nostraVeggenza,
novembre.
verso lametàdello scorso
Fino da che S. A. ebbe la certa notizia dell'esistenza
del Morbo nella provincia di Bona, inviava il Signor Calli-
garis, colonnello dell'armata tunisina ,
ai confini dell'Al
geria , verso il Kaff e Ulad Nahad , e passando da egli
Bagia, ove allora stanziava S. A. Il Bey del Campo, ebbe
da questi tutte le facilitazioni, onde formare e stabilire una
specie di cordone sanitario, fatto dagli individui cornpo-
nenti quella Tribu ,
ed altre confmanti con quelle délia
provincia francese. Gli ordini più severi furono dati
dall'Altezza Sua , onde si confonnassero a quanto stabiliva
quell'abile officiale,
cioè di non più lasciar penetrare i ve-
nienti dall'estero territorio , e di astenersi eglino stessi
dal communicare con le vicine ed infette popolazioni. Fù
pure inviato un abile medico italiano Signor Carmelio
Josia, uomodi molta erudizionee sapere, il quale doveva
sorvegliare la pubblica salute di quei conterai, e dare
esatte informazioni, tante al corpo medico, come al comi-
tato di sanità. Il Signor Josia , stabilivasi a quest'effetto
in Bagia , pronto a recarsi in qualunque luogo .
ove la
nécessita ilrichiamasse. Tutto bene s'incamminava fino il
di ventitré novembre, nel quale, il prelodato Signor Josia,
cosi mi scriveva. « Nella tribu di Gianduba, vicino al
SUL CHOLERA-MORBUS. .i\)
« Suh Hmis, si é sviluppata una malattia, che nella scor-
« sa settimana uecise 18 individu! in due giorni, alcuni
« morivano in poche ore,
« ni-. Egli perô mi scriveva da Bagia,
altri duravano due o tre gior-
e solo comunicava
quanto gli veniva asserito. In data del 24 poi, non avendo
egliavuta l'opportunità di recarsi nel luogo infetto per le
dirotte pioggie che cadevano mi aggiungcva ;
« Vengo
« assicurarmi che nella tribu di Gianduba, si é manifestata
« quella malattia, délia quale jeri vi parlava : malattia , i
« di cui caratteri pestilenziali addimoslrati con furia du-
« rante sei giorni di freddo , digelo, pioggie, gragnuola
« ed impetuoso vente che in queste contrade hanno
« avuto luogo, fanno un poco dubitare,
« da quella che tantoc'interessa. »
trovarsi tutt'altro
Perô il mentovato Signor Josia , in data del primo dé
cembre, dirïgeva pure uno scritto , a respettabili compo-
nenli il consiglio sanitario , ove diceva : « Nel momento ,
« ore 4 p, m.,
« lera,
vengo di osservare il primo caso diCho-
su di una persona di récente arrivata dalla Dabla
« di Ulad Busalem, e l'infelice va a perdersi fra poco. Ho
« l'onore di sottomettere ciô aile SS. VV. Illme onde pren-
« dano quelle risoluzioni che crederanno più opportune.»
Mentreil comitato sanitario, edio,
lettere daU'amico confratello ,
ricevevamo queste
S. A. B. veniva official-
mente informata dai varj Governatori e Kaid délie tribu
délie frontière, annunziavano questi,
la malattia di Bona ( cosi dicevano ) fra loro ,
che era penetrata
o nei luoghi
ben prossimi. A quel tristo annunzio , S. A. consultavasi
40 CENNI STORICO-SUENTIFICl
con i suoi ministried i suoimedici particolari, onde prei
dere la più salutare e pronta decisione dietro ciô, face'
partireuno dei suoi colonnellidi cavalleria irregolare, c<
un seguito circa di 200 ordinandogli individui, di recai
nei luoffhi ove il maie incominciava, e se possibile fossi
il cordonasse ad una certa distanza,
onde impedire il lib
ro commercio con quelli , ed io per ordine impostam
scriveva al Signor Josia di unirsi a quella brigata, sia p
meglio osservare il morbo , come per regolare ogni bis
gna, dietro i più utili consigli,
si medici che sanitarj.
Pieno d'amore aidoveri d'impiego e di mia sacra mi
sione, io supplicava S. A. d'inviar nié pure, onde ci
più esattezza, ogni cosa esaminare e riferire; ciô non v
nivami accordato , ed io dovetti rispettare i motivi di U
negativa : che se l'auguste Sovrano concedevami taie gi
zia ,
ho io fermo convincimento,
quel morbo,
che una volta studia
e datone officiale rapporte all'autorità ed
comitato sanitario di Tunis ,
tutti non avrebbero cor
accadde , dubitato sulle verità del fatto , ed anzichè co
trariare i paterni e generosi sforzi del governo, alla rict
ca d'impedire,
con ogni mezzo una maggiore diffusio
del morbo , avrebbero senza dubbio coadiuvato con val
voli mezzi , quelle santé vedute , e cosi forse il flage
sarebbesi in quel primo luogo limitato,
ad ora vedute tante sventure ,
né avremmo fi
e tante disgraziatissii
vittime, tocche in ogni equalunque punto délia reggem
né certamente avremmo constatata la frenesia délia por
lazione più civilizzata di Tunis- contro il più giusto t
principi ed il corpo medico, che sempre dette prova,
sacrosanti, morali,
SUL r.IIOLEBA-MORBUS. 4 1
ed onesti principj. Tormentose e cru-
delissime calamità per le nazioni, sono le grandi e mici-
diali épidémie, e gli avvenimenti che ne susseguono , per
la inevitabile générale disparità di pensare , influente
sempre sullo avventuroso, e sullo infausto evento di tutto
ciô che si fà per allontanarle o debellarle, diceva il nostro
benemerito Vitangelo Morea , nella erudita sua prefazione
alla traduzione degli opuscoli esteri sul Cholera-Morbus ,
e ciô disgraziatamente fra noi si avverô ! Ma ora sia a me
permesso, ricuoprire didenso velolariprovevolecondotta,
délia nostra vandalica società ; solo ritornando alla nar-
rativa dei fatti .
Dal governo, veniva officialmente communicata al con-
siglio sanitario (formato dagli illustri rappresentanti délie
estere potenze e presieduto dal Signor Cav. don Saverio
De Martino, console générale di Napoli), quanto noi sopra
riferivamo sulla prima comparsa del morbo , non meno-
chè quanto aveva saviamente ordinato ai capi délie Tribu
già infette,
colonnello.
c alla comitive che inviava sotti gli ordini del
In quel medesimo di 30 novembre 1849, avemmo la
notizia al Bardo (residenza délia Corte) che un certo Ma-
riano Mula, maltese, giunto due giorni innanzi da Bagia ,
città, come dicemmo ben vicina al primo luogo d'infezione,
improvvisamente di ben sospetta malattia periva. Tosto
inviato da S. A. nella capitale per constatare il fatto , e
ricercare il parère dei rnedici che ne ebbero notizia, seppi
dall'
onorevolissimo mio collega e compagno d'impiego il
Sig. Dott. Coinmend. Castelnuovo, il quale già a
42 CENM ST0RIC0-SCIENT1FICI
effetto radunava i bravi compagni dell'arte , esser qi
individuo, guinto dopo faticoso viaggio,
due notti prn
che quindi lautamente cenava non troppo digeste sosts
e considerevole quantilà di liquori beveva ; ciô a lor de
fù causa di grave colica ventrale con forte irritazione
testinale,
perla quale in meno di 24 ore periva.
Una Israelita di condizione servente moriva in que
pure per grave e brève affezione ventrale. Il caso
Mula, dietro deposizione del medico curante Signor c;
liere Dott. Cuttajer,
alcun segno dubbioso non presenl
di asiatico Choiera. In quanto poi a quello délia Israt
che fù condotta nel piccolo spedale, formate dalle bu
suore religiose di San Giuseppe , venne solo riferito
sere stato caso mortale per forte infiammazione me
intestinale.
Quanto attestavasi serviva di certo a calmare Pagits
simo spirito délia générale popolazione,
ma aconfessi
del vero , non già del mio , avvegnachè m erano près
la celerità con la quale suoi diffondersi l'indiano moi
e come al comparire dei primi casi, nascono dubbie
fra i medici stessi ,
disposti più a tranquillizzare il p
blico spirito, che adiffondere un doloroso allarme.
Minacciati come eravamo da tanto malore ,
io \
senza ritardo scrivere una idonea istruzione al pope
onde consigliare quanto credeva opportuno si dovesse
dalla generalità, nell'epoca di una Cholerica Epiden
E poichè noi manchiamo di slamperie , vennero fatte
merose copie manoscritte di crueU'istruzione ,
e pi
nelle diverse Moschee; tla quelle avolontà poteanoestr
SUL CH0LERA-M0RBUS. 43
altre copie. Délia redazione Italiana , ne vennc dispen
sa te parecchie.
È noto , come la filosofia insegni di addattare i savj
precetti , ai costumi , al modo di vivere , e aile disposi-
speranzioni
generali di una data nazione, e poichè nutro
za di aver in parte adempiuto a questo sacro dovere ,
credo utilissima cosa al compimento del nostro lavoro, di
communicare quella ai miei lettori , che per avventura
trovar si potrebhero in queste nostre medesime condi-
zioni.
ISTRUZIONE AL POPOLO TUNISINO
Fatta li 26 Novembre 1849.
Si raccomanda agli abitanti di Tunis ,
e di tutti gli
arabi nostii paesi invasidal Choiera, ominacciati da esso,
di seguire questi igienici precetti , già riconosciuti van-
taggiosissimi in altre contrade, e che servirono non poco
a diminuireil numerodelleumanevittime. À vostra mag-
giore intelligenza ho diviso questi precetti in tre ordini ,
ed ho cercato di adattarli per quanto fosse possibile, ai
nazionali costumi. Traltasi nell'ordine primo délia neecs-
saria pulitezza del corpo ; nel secondo, délia nettezza
délie dimore ; nel terzo, del sistema diatetico più conve-
niente. Finalmente si danno alcuni particolari consigli.
Ordine 1°. In quanto alla pulitezza del corpo, è neces-
sario che ogni individuo (essendo noi bene avanzali nella
i 4 CENNI STOBICO-SCIENTIFICI
stagione hivernale) faccia uso sovente, e con tutti i p<
bili riguardi di caldi bagni a vapore,
o metodicam
temprati nelle tinozze. Non più dovrà ritardarsi fa
bagno e l'altro , del corso di 1 5 giorni, onde distrug
e togliere la crassa materia che,
cute impedirebbe la necessaria,
pirazione : pure,
mice e calze di lana ,
otturando i pori (
naturale e continua t
a quest'oggetto dovrassi usare délie
e ciô più raccomando a voi
abituati siete, a poco cuoprire le inferiori estremità ,
danni le esponete di una quasi continua umidità.
Ciascheduno, sempre in proporzione ai proprj rr;
dovrà spesso mutar di biancheria , che scalderà inna
per maggiore riguardo.
Non vi esponete aile correnti dell'aria , poiché è i
che i raffreddori ,
morbosità.
L'aria notturna,
possono essere causa di graviss
poiché è pregna di maggior quai
di umidi vapori , diviene più attivo veicolo dei miasn
délia diffusibile materia pestiferante ,
per cui si ra
manda il ritirarsi per tempo nella propria casa ,
délie avanzate ore notturne, come anche di uscin
giorno, dopo il comparire del sole.
Se per eccessodifaticaalcuno si trovasse in abbond
traspirazione , dovrà con cautela cambiarsi di panni.
Si raccomanda aile famiglie musulmane , di usar
questa fredda stagione, di acqua calda per le obligaf
abbluzioni.
È maie di ritenere l'utile sfogo délie naturali se
zioni ; si orinarie , che ventrali ; e di non dare libero <
pi
SUL CHOLERA-MORBUS. 45
ai Gas intestinali , cosa che spesso voi musulmani fate ,
onde conservarvi in stato di purità,
l'obligatoria lavatura.
e risparmiare cosi
Si conobbe per cosa vantaggiosissima nell'epoca délie
gravi épidémie , lo spesso odorare aceto canforato o co-
mune , e unendo a dell'acqua una certa dose di esso ,
lavarsi il viso alcune volte per giorno. Voi abitanti queste
contrade , ben conoscete l'utilità di taie sistema , che
usate adoperare nelle epoche ricorrenti , ricche talora di
Tifoïde febbri. Quelli ancora che trovansi in luogo ove
siano radunati molti individui ,
odorare di queU'aceto ,
tenersi in luogo già infetto.
L'abuso del coïto è dannosissimo.
Ordine 11° Proprietà délie dimore. —
dovranno bene spesso
o quando trovansi obligati inter-
Le
case fra noi ,
essendo umide, poco vaste e ventilate, è necessario man-
tenerle assai nette, e bene prosciugarle allorché si lavano.
Per quanto sia dato rinnovare spesso l'imbiancatura
colla calcina; e verranno mutate più dell'ordinario, le
biancherie del letto : quelli che usano di dormire in mezzo
aile sole coperture di lana ,
aile correnti dell'aria.
esporranno quelle ogni di
Si terra nei varj appartamenti , un vaso di terra, con-
tenente del Bosmarino , Timo , Spigo , foglie di arancio ,
ec. , ec. , unité a certa quantità di aceto posto a lento fuoco,
per mantenere un metodico aromatico profumo. Voi sapete
quanto nelle varie épidémie di Tifo ,
que^t'uso abbia
spesso impedito , una dolorosa e générale diffusione. Il
46 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
profumo il più disinfetlante perô,
che fino ad ora si co-
nosca é il Clorino , il quale si ottiene , unendo una dose
di perossido di manganèse, a due di sale comune, il tutto
impastato con poca quanti ta di acqua , e
gendo una parte di acido solforico.
quindi aggiun-
Si raccomanda aile direttrici délie varie dimore , di
sciorinare bene spesso,
gli effetti délia casa, ma per ciô
fare, dovranno metodicamente usare délie proprie forze,
imperciocché è assioma bene stabilito,
che le grandi fau
che predispongono aile gravi malattie. Si faccia pure uso ,
del présente secco profumo.
Timo polv0
e Rosmarino pure polv0. parti due
Spigo e guscie d'arancio secche polv. » due
Mastice e zucchero. » mezza
Garofani polv ,
» un ottavo
Si unisca il tutto , e gettandone sul fuoco , si profumino
le stanze due volte al giorno. Questo,
che è assai gradito,
è ben utile per togliere l'umidità degli appartamenti, ma
per la disinfezione, é solo vantaggioso il Clorino.
Non si terranno lunga pezza i vasi notturni nelle ca-
mere , e si dovrà porre , attenzione , nel far togliere ogni
di le immondizie che si radunano nelle case, come quelle
délie scuderie o magazzini attenenti ,
né si dovranno
lasciare le fanga per le vie , fino alla loro degenerazione.
OrdineIII0. Ossia del sistema diatetico. —
Ècosa
van-
taggiosa il non deviare dalle solde abitudini , e per quanto
si possa fissare regolarmente le ore dei pasti, avvegnachè
è sempre dannoso prendere nutrimento ad ogni istante,
ed il nutrirsi più del necessario ,
SUL CI10LERA-M0RBUS. 47
come è pure dannoso il
lasciare per lunga pezza, lo stomaco digiuno di alimenti.
Di questi, dovrassi scegliere il riso ben cotto , sia con
gallina, ô carne non molto grassa , e sempre preferire la
tenera e fresca ; la bovina si cuoce con più facilita,
se las-
ciasi le ventiquattr'ore dopo l'uccisione dell'animale :
quella dei montoni puô cuocersi il medesimo giorno.
Si preferisca la carne bollita od arrosta ad altro nutri-
mento.
Ai cattolici si consiglia di astenersi dalle carni porcine,
e da ogni génère di salame di quelle;
dannosissime tutte le qualità di carni salate.
sono riconosciute
Degli erbaggi; si preferiscano sempre gli asparigi,
l'indivia, la cicoria , il presemolo , la burrana,
naci, cotti ad uso d insalata,
e gli spi-
e con del semplice olio.
Del butirro e la manteca, come grasse sostanze, si rac-
comanda di usarne in piccola quantilà , e non sovente.
Il pesce fresco è ottimo, non perô le qualità di esso,
già conoscuite gravi : é anche dannosissimo ogni génère
di pesce salato.
I legumi ,
come fagiuoli, fave, lenticchie, ceci, ec,
ec. , e tutte le sostanze vegetabili che sono atle a sviluppare
dei gas nello stomaco, o nelle intestina, si dovranno ab-
bandonare. come anche é bene l'astenersi dall'uso délie
paste,
quali sono maccheroni, lasagne, ec, ec, e dei
formaggi o indigesti latticini.
II Coscosù , vostro piatto preferito , sia ben cotto, e
cucinato con pochissima dose di manteca. Le frutta , come
limoni dolci, pome granate , mêle cotogne crude, uva,
48 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
poponi, cocomeri, amandorle secche , noci, nocelle, pis-
tacchi, zibibbo,
e datteri, sono considerate dannose :
degli aranci o portogalli si potrà fare uso metodico, poiché
contengono un subacido assai omogeneo allô stomaco ; le
varie qualità di père edi mêle, potranno mangiarsi cotte.
Non abuserete del caffé; gli abituati ad esso,
usuale délia mattina ,
oltre quello
ne prenderanno una giusta dose
dopo ogni pasto. Il bere a gran sorsi dell'acqua fredda è
dannoso,
ed io consiglierei di porre nel vaso contenente
quelliquido, un pezzo di acciajo arroventato, oppure un
pezzetto di pane arrostito ,
se non vorrassi aggiungere
in ogni bibitauna qualche goccia di acqua di fior di aran
ci,
o di menta piperina. Per i musulmani ai quali è vietato
l'uso del vino , consiglierei, particolarmente in questa
stagione invernale, di mettere in infusione qualche garo-
fano,
come p. e. cinqueo sei in un mezzo bicchiere d'ac-
qua, e bevere quella, un qualche istante innanzi il pasto;
la quantità dei garofani da porsi in infusione, debb'essere
regolata a seconda dell'età. Coloro ai quali è permesso
l'uso del vino, ne porranno una piccola quantità ,
nell'ac-
qua che vorranno bere. Nei pasti si raccomanda di non
abusare di queste eccitante , poiché è stata sempre dan-
nosa l'ubbriachezza,
Particolari Consigli. —
come anche l'uso dei forti liquori.
Per
quanto si possa, devrassi
diminuire il numéro degl'individui soliti a radunarsi in
una data stanza onde ricercare il conforto del sonno ; è
pure bene non intertenersi Iunga pezza nei luoghi ove
trovasi radunata numerosa comitiva d'individui. Ogni pa-
SUL CH0LERA-M0RBUS. 49
dre, o capo di famiglia, dovrà munirsi nell'epoca di una
epidemia cholerica, dei seguenti oggetti cioè : canfora ,
spirito canforato , alcool , senapa , laudano liquido del
Sydenham , estratto d'oppio, olio d'amandorle dolci, se-
menza di lino , camomilla, tiglio , fior di malva, sambuco,
magnesia , liquor anodino, olio canforato, linimento vo
latile. Di questi si provvederà a proporzione del numéro
degl'individui componenti la medesima. Non si elovrà far
uso di purganti , o prendere medicamento, senza espresso
ordine di un uomo dell'arte. Al primo risentirsi di un
qualche morboso fenomeno ,
opportuno alla ricerca di un medico,
senza che si abbia tempo
se l'individuo mi-
naccifito é conosciuto essere di temperamento sanguigno,
dovrà farsi immediatamente piccolo salasso ,
bere délia
infusione di camomilla, tiglio o sambuco, alla quale si
unira da 6 à 20 goccie di laudano .
quelli che sono abitua ti all'uso dell'oppio ,
a seconda dell'età : per
dovrà usarsi
maggior dose, l'infusione dovrà bersi epieraticamente
una cucehiaja ogni chique minuti : poscia si faranno délie
fregagioni ai piedi, e a tutte le estremità, con dello spi
rito canforato o linimento volatile, adoprando un tessuto
di lana alquanto rozzo. Sulla regione epigastrica,
e del
bosso ventre, fare pure délie frizioni con dell'olio canfo
rato, e quindi ricuoprire la parte,
con fianella riscal-
data, e se tuttociô non bastasse, per ottenere il normale
e naturale calorico,
pismi, tanto aile estremità,
stomaco.
dovranno applicarsi pure dei sena-
come sulle regioni dello
Se un individuo é costretto di purgarsi , lo farà con
4
50 CENNI STORICO-SCIENTIF1CI
due dramme di magnesia,
o once due olio di amandorle
dolci ; queste dosi si regoleranno secondo l'età , e la tolle-
ranzaindividuale.
Si raccomanda pure agli emigrati in tempo di epidemia,
di non ritornare ai loro focolari , che alla cessazione to
tale , per varj giorni , di quel maie che affliggeva i luoghi
di loro abituale residenza.
Noi già narravamo , cssere stato il comitato sanitario ,
officialmente avvertito di quanto avveniva nelle Tribu
délia Ragba. Ilsig. cav. Carcassonne, giovane di distinto
mérite, e segretario di quello, in una seduta fatta nel di
9 décembre, leggeva quanto aveami scritto il sig. dottor
Josia , dalla frontiera in data del 6 cioè : « Abbiamo (cosi
« diceva), intrapreso il viaggio in compagnia dell'Ill1110
« sig. Colonnello dei Sbaihia, e procurammo di prendere
« tutte le possibili informazioni , senza perô communi-
« care, né con persone,
né con luoghi infetti. In vici-
« nanza di Bagia , e precisamente nel luogo detto Ham-
« mam Sayali,
veniva il Morbo da far morire in 3 giorni
« cinque individui ; uno di essi , lo asportavano al sepol-
« cro; fatto fermare il convoglio, e fatti scovrireil volto,
« le mani, ed i piedi,
viddi appartenere alla strage del
« Choiera; il quinte fù cadavere nel momento di mia
« entrata nel padiglione » .
Dopo brevi discussioni , saviamente decideva il comi
tato, che i documenti fino allora ricevuti, non bastavano
SUL CHOLERA- M0RBUS. 51
ad evideme prova, per la innegabile esistenza dell'asia-
tico morbo, tanto più, che eranoto,
avvenire in quelle
localité alcune tali perniciose febbri, che talvolta per la
celerità con la quale distruggono la vita , e per altri con-
comitanti segni , poteano essere causa d'inganno ai medici
pratici di osservazioni nelle nostre regioni,
e larvare cosi
una cholerica forma , onde necessaria cosa credevasi do-
versi cola inviare una medica commissione, che incaricata
fosse di bene studiare la natura del maie. S. A. perô ,
avea di già prevveduta la nécessita di taie misura,
ed or-
dinavami fino dal di 3 décembre, d'inviare altro dotto
medico che raggiungesse il signor dottore Josia , e cosi
insieme decidessero sut veri caratteri dell'epidemia in
questione, e la loro medica opinione , officialmente rife-
rissero. La scelta cadde sull'abile e dotto giovane fran-
cese, signor Mancel De-Gauline , che appositamenle
preferiva per quella missione , essendo a me noto, cjuanto
egli pratico fosse nello studio di quel terribile flagello ;
in fatti partiva egli il di 4 décembre , e alla volta di Bagia
dirigevasi, onde recarsi alla frondera.
Giunto perô il Sig. Mancel, in Bagia, dovette disgra-
ziatamente sospendere di più innoltrarsi in altri punti,
imperciocché trovava , che già la imperversava il morbo.
In data del 6 décembre cosi scrivevami (I).
« Je suis arrivé à Bagia ,
depuis quatre heures après
% midi, fort à propos pour vous donner des renseigne-
;l)
l'aulnre.
Amai transcrivere quella Jettera poiché molto ne distingue
52 CEÎSNI STORICO-SCIENTIFICI
« ments précis sur l'espèce de la maladie qui déjà a fait
« quelques ravages dans une contrée plus rapprochée des
-c frontières de la Régence. L'absence du Kaya et celle
« du docteur européen, partis avec ses médicaments pour
« le théâtre de l'épidémie,
me privera de documents prê
te ciearx et nécessaires, que j'aurai désiré vous transmet
te Ire, tant sur le nombre exact des malades, des morts,
« des localités envahies par le fléau , etc. , etc. Il est bien
« difficile de savoir quelque chose de certain avec les
« Arabes et, malgré les questions dont j'ai pressé le
« Kayd el bien d'autres , je ne serais pas plus avancé si
a je n'avais pu observer moi-même.
« Depuis hier soir l'épidémie s'est déclarée dans cette
« ville où l'on compte 4 ou 5 morts, et au moins 40 ma-
« lades, à en juger d'après le grand nombre que j'ai pu
« visiter et par la foule des malheureux effrayés , qui
« viennent de toute part me chercher. De 4 heures à 1 0
« heures du soir j'ai vu 15 malades, 5 sont tombés
« depuis mon arrivée et les autres depuis midi. J'ai
« constaté , tant chez des vieillards que parmi des
« adultes des deux sexes , qui tous ont accusé des pro
ie dromes (faiblesse, malaise, soif vive, douleurs de
ee ventre, perte de l'appétit, borborigmes, etc., etc.), les
ee symptômes suivants : défaillance au début, vomis-
« sements jaunâtres , muqueux , fétides , aqueux, selles
ee abondantes, évacuées le plus souvent sans que le ma-
o lade en ait la conscience , leur nature est la même que
« celle des liquides rendus par la bouche. Le pouls des
ee sujets chez lesquels la maladie était peu avancée comp-
« tait de 120 à l 30 pulsations,
SUL (.IIOLERA-MORBUS. 53
et sa force diminuait en
« comparaison de sa fréquence; encore la sécrétion un
ie nairc était-elle généralement suspendue. Bientôt à cette
« première période, qu'on peutappelercholérine, venaient
< se joindre des caractères plus alarmants. La soif plus
« vive, l'abdomen retraité , peu sonore et le siège des
« coliques que la pression augmentait chez quelques
O 4 CENNI STOBICO-SCIENTIFICI
ee les et naturelles,
sont généralement taries ou dimi-
« nuées. Les yeux sont ternes , la cornée est flétrie. J'ai
« ouvert la veine en vain plusieurs fois, et ce n'est
te qu'après de nombreuses frictions réitérées, que j'ai pu
ee obtenir quelques gouttes de sang noir foncé, visqueux,
ee se coagulant en masse ; je n ai pu en observer la tein
te pérature, crue j'ai appréciée à l'estime tactile de 15°
« Béaumur. Au milieu de simptômes aussi graves , les
e< facultés intellectuelles m ont paru rester intactes ».
Fù fatta offîciale Iettura di questo scritto dinnanzi il
comitato sanitario , per cui più non si ebbe dubbio sulia
reale esistenza del maie in quella provincia , e cosi la po-
polazione tunisina nuovamente allarmavasi. Non manca-
rono perô,
alcuni veri figli di Satanasso, appartenenti an
cora alla più rinomala società, di diffondere il seminio
délia rivolta,
e délie nequizie che bene spesso vedemmo
condurre all'orrore del delitto ; avvegnachè questi divul-
gavano; 1° Che il medico francese difettava di leggerezza
e di miseria, e che perciô al governo vendevasi , il quale
per politica fine , volea che l'allarme fra i suoi popoli si
spargesse. 2° Che non più il governo, ma i varj kaid tri-
butarj, quelle triste notizie promulgavano ,
peresentarsi
dal pagamento délie somme dovute : cosi, dei più gravi e
nefandi delitti faceansi complici : 3° me-
Infîne, che tutti i
dici erano vilmente comprati, e che questi, dei veleni spar-
gevano per la totale distruzione del gendre umano se pos-
sibile fosse. Da ciô nacque che alcuni di essi furono vil
mente minacciati, vilipesi, e da schiocchissime satire posti
SUL CHOLEBA-MOBBUS. 5o
in ridicolo e cimento. Crebbero tanto le malvage dicerie,
che divennero (è forza confessarlo, )
cause dolorose di
maggiore diffusione , e durata délia epidemia , allorchè
poscia compariva nella Capitale , avvegnachè i poveri e
sciocchi credenti quelle, bene a ragionc di ricercare la me
dica assistenza temevano; e a taie si giunse, che sentimmo
spargere anatemi controcoloro che avesser preso i medi-
camenti ordinati dai savii dell'arte.
Frattanto S. A. Il Bey, invitava il sanitario consiglio,
onde comunicargli quanto avea ordinatoe stabilito, si nella
Capitale, come altrove, ed infine come quasi forzato dai
componenti la numerosa sua famiglia e corte, e più di tutto
dai suoi particolari medici, per ricercare salvezza avea de-
ciso di trasferirsi nel palazzo di Cartagine al primo scoppio
del maie, e la porsi in quarantinali riguardi. Il luogo scelto
era ben prossimo alla Capitale,
bisogne dello stato sorvegliare.
e cosi potea da se stesso le
Diceva Ella ancora, aver dato gli ordini i più severi, ai
tre Scih délia città, perché alla maggior nettezza délie vie
sorvegliassero, che da quelle tutte lelordure si togliessero,
e che a taie effetto tutti i necessarj mezzi e considerevoli
somme somministrate aveva.
Quindi, di aver formate délie tre diverse caserne, degli
antichi giannizzeri ( vuote di quelle truppe) degli spedali
ben guarniti, dei quali uno destinavasi pei musulmani ,
l'altro pei numerosi poveri israeliti, il terzo pei bisognosi
cattolici. Che poste aveva alla direzione di quelli il bene-
merito e dotto Cav. Dott. Francesco Mascarô, medico spa-
gnolo ; il quale a vero dire non poco onora quella scuola,
56 CENKI ST0BIC0-SC1ENT1FICI
a quella nazione, poiché santamente offrivasi da per se
solo, a vantaggio dei miseri minacciati. ( I ) Che davasi
libéra facoltà al medesimo, diprovvedersi dai fornitori del
Governo, di tutti inecessarj medicamenti, utensili, letti,
alimenti, ed assistenti, quanti necessarj credea.
Che raccommandato avea ,
pulizia délie povere dirnore.
si sorvegliasse all'interna
Che nominato avea per i subborghi , due abili medici
pronti a prestare ogni gratuita assistenza ai poveri , ed i
necessarj medicamenti.
Infine , che formate aveva, un cordone sanitario , lungo
la riva sinistra délia Megerda,
composte dal reggimento
regolare di Cavalleria , diretto dall'infelicissimo ed intre-
pido générale Ahmed, fratello di S. E. il Ministro dell'in-
terno e délie finanze.
Queste valenle générale chefù un tempo inviato in am-
basciata allacorte Brittannica , pagava il tributo alla natu-
ra , esponendosi incessantemente aile intempérie ed aile
fatiche , per la salvezza délia minacciata popolazione : pe-
riva di fulminante attacco cholerico, in men di 7 ore :
non v'ha individuo fra noi , che non abbia compianta la
immatura perdita, di quell'abile militare.
( 1 ) Nella sua risposta alla mia officiale lettera, che per ordine di
S. A. io dirigevagli onde , comunicargli la sovrana nomina a quella
carica , egli cosi esprimevasi. « S. A. puô disporre di me a volontà,
ee imperciocchè considero la medicina , non come una professione ,
« ma si , come un sanlo ministero : il principale dovere del medico è
« di consacrarsi senza veduta d'intéressé , a tuttociù che puo solle-
« vare la miseria degli afflitti mortali. Si faccia pure capitale del mio
« riposo , dei miei privati interessi e dei miei giorni avvenire » .
SUL CH0LEBA-M0KIIUS. O i
Si estendeva quel eordone, dalla focedel fiume Megerda,
fino al luogo occupato dagli Ulad Oon, e veniva rinforzalo
dalla irregolare truppa di cavalleria,
e da un altro formate
alla riva désira , dal primo colonnello , che con 200 uo-
niini partiva per la frontiera.
Ordini i più severi furono inviati ai capi délie varie
provincie infette ( che il maie a gran volostendevasi nelle
vicine Tribu, sedenti fra Bagia odil kaff ) , di segregare,
per quanto fosse possibile, i nuinerosi accampamenti délie
tende decli arabi , di nettare le vie délie città sfià tocche , e
di somministrareogni umana e religiosa assistenza agl'in-
felici malati o periti, pei quali ordinavasi l'invio di tutti
gli oggetti necessarj.
È per me, cosa difïîcilissima, il fissare le immense spese
fatte da questo generoso Sovrano ,
poiché è incalcolabile
il numéro délie sue paterne elargizioni. Forse verra da
taluni creduto esagerate le mie espressioni a Iode dell'ot-
timo Principe, o che io ciô narri,
mosso da cioca reveren-
za ; ma poiché fui présente agit ordini dati , ed aile spon
tanée , generose determinazioni,
credei obbligo mio di qui
atteslare taleinconcussa verità, nota già alnostro pubblico
di Tunis.
Dopo che i ministri, egl'individui tutti délia corte, per
gli ordini avuti da Ahmed Bey, prendevano le più savie
misure per il pubblico vantaggio, e a tutte le necessarie
bisogne provvedevano , vollero riunirsi ai particolari me-
dici di S. A. Signori Commendatori Dottore Castelnuovo,
e Dottore Quadrini, ed a me pure, onde determinare quale
fosse il partito migliore, e più convenevole da prendersi
58 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
per ricercare con razionali mezzi ,
la conservazione dei
preziosi giorni dell'amoroso Sovrano. Fù accordo coinune
che l'Altezza Sua si ohbligasse ,
ad un pronto ritiro in
luogo addatto , si per i quarantinali riguardi, come perché
fosse prossimo alla Capitale, (che mai voile abbandonare),
e fù scelta la residenza del palazzo ,
posta sulle rovine
dell'antica Cartagine. Queste amenissimo luogo è circon-
dato da un fossato , comunicante dai due lati con il mare
si che sembra, e dee considerarsi come segregato isolotto.
Pochi individui formanti la particolare sua corte furono
destinati a seguirlo cola , ponendovi a guisa di eordone .
une guardia composta di un battaglione di buona truppa
d'infanteria.
Allorchè giungendo in Cartagine, viddi che non a tutto
erasi convenevolmente provveduto,
per il rigoroso man-
tenimento di una severa quarantina, e si ebbero offieiali
notizie délia comparsa del morbo in luoghi ben prossimi
a quella scelta dimora, credei opéra mia doverosa, di
presentare all'Augusto Sovrano , uno scritto cosi con-
cepito.
ee A sgravio délia mia propria coscienza, e di ciô che
ee possa il rispettabile Pubblico tunisino , imputare sulla
ee condotta dei medici di S. A. il Bey,
sovrano di queste
SUL CHOLERA-MORBUS. DU
« vitabile the si debba giornalmenle ricevere dai luoghi
« infetti le necessarie provvisioni , si per l'uso délia par
ti ticolare Corte di S. À., come délie truppe regolari o
« irregolari, non esclusi ancora gli alimenti dei varj qua-
60 CENNI STORICO-SC1ENTIFICI
« viene sopra protestato;
aggiungo l'indispensabile ne-
ee cessitàdi allontanarsi, atteso la mancanza dei viveri, e
« la ristrettezza del tempo per provvederli. Ed in fede,
te segue la firma. »
Per délie particolari e governative ragioni, S. A. non
voile accettare questo medico consiglio, né voile mai allon
tanarsi dall'afflitta Capitale, e risiedè in Cartagine, finchè
il maie serpeggiô fra la popolazione tunisina.
Prima che l'ottimo principe , si trasferisse in quella
nuova residenza, correano voci, sulla presenza di alcuni
casi dubbiosi nella Capitale : ed io trovandomi cola il di
8 décembre,
Dottor Mascarô,
ed incontratomi con il prelodato Signor
cosi diceami : e< Se io non fossi di natura
ee paziente, e alquanto freddo nell'osservare , vi avrei an-
« nunziati dei casi cholerici, ma per la Dio grazia, stu-
ee diandone l'andamento,
e vedendo quelli prontamente
ee guarire, ebbi lusinga chè solo dipendessero da forti
ee stravizii, o dalla gelida stagione ». A quei detti io perô
rammentavagli i casi del Mula, e délia infelice Israelita.
Il di 20 décembre, fù il giorno doloroso, in cui invia-
vasi a S. A. il primo attestato dei principali medici eser-
centi fra noi, dichiarante aver constatato su degli indi
vidu! israeliti , tre attacchi altamente sospetti di Choiera
asiatico. In quel di medesimo, incominciammo i nostri
riguardi quarantinali.
Del modo d'invasione e andamento délia malattia , noi
formeremo argomento di altro capitolo;
solo diremo, qui
essersi quella nei primi tempi esclusivamente diffusa, nella
classe israelitica, senza per nulla ledere individuo di altra
nazione.
SUL CHOLERA-MORDUS. 61
CAP1TOLO IV.
I primi attacchi di Choiera in Tunis furono osservati,
e con molta saviezza conslatali dallegregio Signor Dot
tore Nunez-Vais, addetto al servizio di S. A. il Bey de!
Campo. Egli è bon noto per la sua rata dottrina , mentre
che è pure adorno di acutissima intelligenza filosofica. L'c-
merito Dottor Francesco Mascarô pratico espertisshno ,
come vedemmo , ligio ai sacri dovcri deli'arte, osserva-
vali ancora. Traltavasi di tre individui israeliti, dei quali
il primo cadea malato il 17 décembre ,
o
e la tiotte del 19
periva : in quella, furono colpiti da grave attacco , una
vecchia donna suocera del primo , ed un uomo chiamato
ad assistere l'iiifcrmo.
La casa ove ciô avvenne , è situata nel quarliere degli
israeliti, detto Hara. Il primo perito, professava Tarte di
merciajuolo, girando con varj oggctti , le vie délia Capi
tale, onde vendere nelle case ove venia chiamato.
Allorchè si diffuse la ttista nuova di quei primi attac
chi, molto si allarmô la popolazione di Tunis,
temeasi istantaneo lo sviluppo,
e da tutti
e pronta la diffusionesù
tutte le classi. Non cosi avvenne, ma solo nei consecutivi
62 CENNI STORICO-SCIE.NTIFICI
giorni progressivamente aumentavasi il numéro dei casi,
sempre nella sola nazione israelitica.
Illeso lasciava per alcuni di , il primo quartiere infetto,
mentre trasportavasi in altra via,
alquanto distante da
esso , eminaccioso colpiva, alcuni infelici individui , abi
tanti una casa, detta Moaty, ristretta, sporca, pocoven-
tilata ed umida. Da quella a délie case ben prossime, ad
altri punti sempre abitati dalla classe israelitica, saltellava
direi, da un luogo all'altro, come se quel morbo, avesse
volute ad evidenza, risparmiare le altre sette , finchè si
giunse ad avère in quella, la mortalità di circa 50 indi
vidui su di 150 o 200 attacchi per giorno. Se il timoré
non avesse imposte a quella colpita nazione,
una continua
emigrazione all'estero, o in tutti luoghi délia Reggenza ,
forse le vittime , sarebbero state più numerose.
La perseveranza nell'attaccare esclusivamente gli ebrei;
la condotta illégale di alcuni poco coscienziosi medici ,
quali denegavano la reale esistenza di quel morbo , onde
formarsi un partito nella credula popolazione, mentre ne
curavano e spedivano a bizzeffe , infine quello di altri che
in realtà credevano solo trattarsi di un Epidemia di spora-
dico Choiera , prodotta diceasi da tante variate cause ,
dettero luogo ad uno scisma marcatissimo, fra i medici
délia Capitale, ed alcune classi délia popolazione, per cui
nuove satire si viddero, libelli , e caricature contro i po
veri seguaci d'Esculapio.
Mentre che ogni di più avvilivasi lo spirito degli israe
liti, le altre nazioni musulmana ,
e cattolica, vedendosi
cosi risparmiati dal formidabile nomico , di forte corag-
i
gio si animavano,
SUL C.H0LERA-M0RBUS. 63
e cosi meno ancora si disponevano ad
esserne lesi. Nacquero ancora , varie polemichc medico-
scientifiche fra i dotti stessi , gli scritli dei cpiali io qui
ripotterô, non meno che quelli diretti a S. A., ed agi'in-
dividui destinati a sorvegliare la sua preziosa salute.
Innanzi di ciô fare perô,
piacemi il narrare ed insieme
ammirare, la lodevole e generosa condotta di alcuni indi
vidu! Europei , che unitisi in comitalo di beneficenza ,
mossi dasanto stimolo,
a ricercare si posero fra le agiate
persone , una generosa elemosina , a favore dei molti mi-
serabili musulmani , cattolici , ed ebrei , che nella rigida
stagione (1) e piovosa ,
coperli, girar le vie,
radunavano,
trovavansi nudi, o malamente
privi diogni sostentamento. Ciô che
servir dovea, per rivestire e nutrire quelle
misère créature. Queste lodevolissimo Comitato ,
che sj
componeva dei Signori Paolo Cassanello, J. Coriat, Baf-
faello Sgarallino, Giuseppe Azzoppardi, (negozianti), M.
Santillana (cancelliere inglese)
e Gaetano La Ferla (dot
,
tore in medicina), in pochi di , ebbe l'alta soddisfacenza ,
di accumulare circa Piastre Diecimila tunisine;
ed in data
del di 8 gennajo 1 850 , a me dirigeva la lettera che io
qui riporto.
ee I sentimentivostriben comprenderanno comepostiin
t mezzo alla mortalità che ne circonda, i nostri animi han
« dovuto muoversi, ad essere per quanto èpossibile, utili
.i all'umanità
sofferente.
(1) 11 termometro fisso, ogni di marcava pochi gradi al di sopra
dello zéro.
64 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
e< Spinti da un principio di filantropia ci siamo riuniti
ee in Comitato , e convinti che è meglio prevenire i mali
ei che avère a curarli,
ci siamo decisi a fare appello alla
« generosità del pubblico di Tunis , per poter sovvenire
e ai bisogni i più urgenti , délie persone , senza distin
te zione di setta, la di cui squallidezza evidentemente con-
t duce, dalla miseria al dolore, dal dolore alla tomba.
ee Nell'atte di soltoporre le nostre intenzioni agli abi-
t tanti di questa città, crediamo doveroso , Signor Dot
ée tore, didarvene parte, considerando la vostra sanzione,
ee come uneco dell'approvazione del Principe , che tanti
e< e si generosi impulsi, ha già dati in questa trista circos-
« tanza », (
Seguono le firme).
Era dunque dover mio, il communicare e far compren-
dere a S. A. la filantropia di quei nobilissimi Signori;
fù allora, che il sempre lodato Principe,
messo a pietà
per la miserabile condizione délia infelicissima setta
che fino allora veniaeselusivamente colpita,
e molto lo-
dando la pia opéra di quel filantropico comitato, ordim-
va che fossero dispensât': 300 cafîssi di grano, 200 metalli
di olio,
e la somma di Piastre Diecimila tunisine.
Io di ciô prontamente informava i Signori,
che onorato
mi^aveano di loro scritto, ed ecco la risposta che si com-
piacquero dirigermi, in data del 16 gennajo 1850.
e< Gli atti di beneficenza, sembrano coinpartire, ancor
SUL CHOLERA-MORBUS. 05
ee stagione, ci siamo avanzati ademandare l'approvazione
ee di S. A. il Pascià Bey ,
ee mitato.
all'intrapresa del nostro co-
e< Noi non abbiam fatto che seguire le orme che il Prin-
ee cipe ci tracciava.
ee Ospizj pei malato, medici pei subborghi , elargizioni,
e< tutto era stato ordinato , a tutto era stato prowisto ,
et ma non è dato che all'Onnipotente di rimarginare ogni
« piaga , di alleviare ogni sofferenza .
« Un Principe in simile emergenza, ha dritto di contare
« sulla cooperazione degli onesti cittadini ; di quelli so
ie prattutto, che posti in costante comunicazione con tutte
ee le classi , possono distinguere la vera miseria per ap-
ee porvi un riparo.
ee Taie era la nostra missione.
ee La di lei lettera, che in data di jeri, il Signor San-
ee tillana ci ha comunicata, ce ne impone un altra ; quella
ee di esprimerle tutta la nostra riconoscenza ;
già perve-
e< nutoci dalla voce pubblica, l'annunzio che contiene,
e< avea ormai riempito il paese di gioja e di speranza, e
« ornato il nome di Sidi Ahmed , Bey di nuova gloria.
ee L'oggetto che or guida la nostra penna , è quello di
« pregarla , Signor Dottore , di voler essere interprète di
ee questi nostri sentimenti; umili si,
« l'Altezza Sua.
ma veraci presso
« Le benedizioni di centinaja d'indigenti. sono la mi
te glior replica a simili atti.
« Possa il Cielo esaudirle , allontanando da questo
accot
Beame ogni flagello. Possa Iddio, nella sua pietà,
66 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
« gliere i loro voti , e quelli che forrniamo , per la conser-
t< vazione, per la prosperità di un Principe,
che in modo
« cosi magnanimo, sa corrispondere ai bisogni dei suoi
ee popoli. » Seguono le firme.
©iiore al Comitato.
Fino dai primi giorni délia comparsa del maie, ordi-
nava S. A., cite i due Signori Dottori ,
Cottayer primo
medico deU'artiglieria , e Mansfield , ora medico délia
regolare cavalleria,
si ponessero alla disposizione dell'o-
norevole Scih délia città (commissario civile) onde cons
tatassent ogni di, i varj casi Cholerici,
sero officiale rapporte;
e poscia ne des-
cosi ancora ordinava ai Signori
Dotiori Zaraffa e Faïni, il primo già destinato al servizio
del subborgo, dette di Bab-Zira , il secondo a quello di
Bab-Suïca.
Cosi regolarmente noi ricevevamo i giornalieri rap-
porti. Alcuni perô, délia nostra comitiva,
vinti dalle
volgari dicerie, e dalla mitezza colla quale incammina-
vasi il morbo, ebbero tendenza a supporre erronea, l'idea
di coloro che attestavano la presenza dell'asiatico morbo:
per cui più fiate io addimandava che si compiacessero
con più esattezza medica informare, di quanto avevano
Popportunità di osservare; e,
tutti descrivessero i mor-
bosi sinlomi, che gli infelici colpiti presentavano. Fù
allora, che alcuni compiacentissimi mi diressero varj
scritti , ( dei quali riporterô qui la sola sintomatologia) ,
onde dimostrare quanto, per me, cadeano inerrore,
quelli che s opponevano alla vera natura del morbo in
SUL CU0LERA-M0RBUS. 67
questione. Ciô, più ancora verra addimostrato, allora che
riporteremo gli scritti , che a sostegno délie différend
opinioni, veniano in quei tempi redatti.
Sintomatologia ,
Vais , su dodici individui colpili ; (
osservata dal Signor Dottor Nunez-
suo rapporte in data
del 30 décembre 1849). e< Vomiti e dejezioni alvine,
« constantemente ripetute , e di color decotto risaceo,
« ben saturo ; sete, dolore al disotto délia regione marn
ée mellare sinistra in alcuni, scarse le orine , semplice
« cerchio azzurro intorno all'orbite marcatissimo , occhi
ee infossati , mani e piedi di leggier color turchino, freddo
ee sensibilissimo aile 4 estremità, dolore aile medesime.
ee In altri cianosi compléta del volto, e délie estremità
ee superiori ed inferiori, algidità compléta , molestissime
ee sensazioni aile gambe , ansia, respiro freddo aneloso,
ee lingua fredda et netta, orine scomparse , assenza corn
ée pleta di pulsazioni , labbra violacée , sete ardente, voce
ee quasi afonica; in molli velocissima morte ».
Con simile quadro sintomatologico , riportava il bene-
merito Dottor Mascaro, nel rapporto che inviavami, in
data del 1 2 gennajo 1 850.
Sintomatologia,
field,
constatata dai Signori Dottori Mans-
et Cottayer. in numéro più esteso di ammalati.
ee Occhj molto infossati , contornati di cerchio livido,
e< fisonomia sparuta , labbra cerulee, dolore all'epigastrio,
« angoscia, spossatezza, fredde e gelide le estremità,
te cianosi nelle medesime,
spessi vomiti di liquido risa-
ee ceo, ed evacuazioni alvine délia medesima qualità,
« cessazione totale dei battiti arteriori , e quasi insensi-
68 CENNl ST0RIC0-SC1ENTIF1CI
t< hili quelli del cuore,
ee dolorosissimi aile estremità,
sudore glutinoso e freddo, crampi
quindi marcatissimi i
e< varj stadj , o periodi cholerici, cioè quello dei prodromi,
ee quindi il cosiddetto algido, poscia quello délia reazione
» in taluni,
morte veloce nella maggior parte dei casi ».
Il valentissimo Signor Dottor Costa pochi malati vi
sité, perô nei suoi particolari rapporti poco discosta dalle
sopra indicate Sintomatologie.
Non possiedo officiale e particolare rapporto del Signor
Dottor Merel, medico francese , perô spesso firmava ,
quelli che veniano diretti dagli altri colleghi.
Per me, e per gli onorevoli miei compagni d'impiego ,
bastavano quelle osservazioni che io riferiva, a farci
convinti délia esistenza vera ,
dell'asiatico Choiera. Vi
furono perô taluni, guidati da cieco fanatismo,
che tut-
tora si opponevano, allechiare verità dei fatti, e fra questi
v ebbero alcuni dei rispettabili Consoli , formanti , come
vedemmo, il comitato sanitario; ciô dette luogo alla savia
misura di questo , di riunire cioè,
medico ,
Carcassonne,
un générale consiglio
per cui l'emerito segretario Signor Cavalière
cosi scrivevamiin data del 13 gennajo 50.
ee Le conseil sanitaire a résolu, qu une invitation à son
ee nom, soit faite par moi à tous les médecins de Tunis,
aux chirurgiens des vapeurs Caméléon et Minos ,
docteur Mugnaini , aussi qu aux médecins de S. A.
pour se rendre jeudi 17 courant, au Consulat de
Naples; ainsi on entendra les diverses opinions sur la
maladie existante à Tunis ;
au
ayant décidé le conseil de
se ranger à la majorité. Bien que le Conseil soit per-
SUL CnOLERA-MORBUS. 69
ee suadé que les médecins attachés à la personne de S. A.
ee ne pourront pas se rendre à son invitation , cependant
ee ces messieurs ont pensé que je devais vous faire tenir
ee l'avis.
et Si, comme je le suppose, l'opinion de la majorité des
;< docteurs est affirmative , le Choléra sera officiellement
« constaté sur les patentes de santé, etc.,
etc. »
Signé : Carcassonne aîné.
Giova perô alla più facile intelligenza di quanto avvenne
dopo quella medica seduta ;
e prima di riportare gli
scritti, e riferire le insorte scientifiche discussioni, nar
rare come nei giorni antecedenti si dichiarasse varia la
opinione sulla natura del morbo , fra il Dottor Mugnaini
(che lontano trovavasi dalla Capitale,
onde prestare me
dica e quarantinale assistenza ad una musulmana rispet-
tabile ed famiglia) i principali medici di Tunis. Questa
ebbe origine dopo una discesa ,
che il summentovato
Dottor Mugnaini faceva nella Capitale, onde constatare
alcuni casi,
e cosi egli pure poter esprimered suo medi
co parère. Che infatti in uno scritto a me diretto, in data
del 28 décembre 49, sosteneva essere il nostro Choiera ,
il solo genuino sporadico,
non già il contagioso indiano.
Di quella lettera inviava copia ai colleghi esercienli, d'on
de questi non poco si meravigliarono dell'espresso giudi-
zio in essa, e molti tosto risposero per combattere coi fatti
e le ragioni, l'idea del nostro dotto medico toscano. Io
qui riporterô lo scritto del medesimo, e solo (per amore
di brevità) la risposta fatta dall'egregio Dottor Nunez-
Vais.
70 CENNI STOBICO-SCIENTIFICI
Lcttera del Dottor Quintilio Mnguaiiii,
al Dottor A. Liimbroso.
ee In questi momenti nei quali tutto il nostro paese è
ee disturbato dal timoré di una malattia grave , come è il
« Choiera asiatico , sentii vivamente il dovere che m im-
« poneva la mia condizione di medico., e senza esitanza ,
« procurai di conoscere da vicino , la qualità délia malat-
ee tia che si era affacciata in Tunis.
ee Con il consenso di Sidi Mahmud Benayad, délia cui
« fiducia mi trovo grandemente onorato , questa mattina
« mi sono recato in città, ove giunto aile 9 a. m. ;
mi sono
SUL CH0LERA-M0RBUS. 71
« ed inapprezzabili fenomeni : il terzo malato , situato
et nella Casa detta Dar Carmus, era una donna, la quale
« parlé di un antichissima emicrania , ad ogni accesso
ee délia quale soffriva vomiti , ed altri fenomeni legg teri
« e di brève durata come quelli che avvertiva al présente
te e che erano talmente isolati da giudicarli inapprezzabi-
« li. Di là , mi recai allô spedale delto Moreslan , dove
n trovai otto malati, due soli dei quali, fermarono la mia
et attenzione , per aver marcato il cerchio livido aile or
ée bite , lo infossamento del globo dell'occhio , e la fisono-
ee mia abbattuta : ma in questi pure , leggiero era il raf-
« freddamento , e proporzionato il circolo sanguigno : il
« vomito e le dejezioni , erano rare con premiti,
et di ma
te terie colorate ; non vi era cianosi , non crampi , mu
« indebolimento aile membra, ec. ec. Gli altri tutti erano
« in condizione discreta, ed a dirsi in regolare convales-
« cenza. Fino dai primi malati osservati, aveva conver
ti sato con il Dott. Nunez-Vais, délia mancanza di segni,
te che veramente caratterizzassero il Choiera asiatico ,
ee come l'algidità e la cianosi , il vomito et le dejezioni
ee risacee, i crampi, ec, ec, ed esso convenendo meco , di
ee questa mancanza nei malati che osservava allora , mi
ee assicurava perô di averli notati in qualche altro caso ,
« e specialmente in quello di una donna , che era stato
« sollecitamente létale. Lo stesso discorso faceva il Signor
« Medico spagnolo, per i casi agguinattuali,
che esso mi
« geva riguardare come convalescienti , assicurando an-
ee ch'esso , che in altri aveva osservati i più marcati
e< sintomi di Choiera asiatico. Mi trattenni a parlare con
72 CENHI STOBICO-SCIENTIFICI
« i convalescienti, per specificare certi fenomeni, ne mifù
« possible aver quella luce che andava cercando, poiché,
ee per esempio rispetto ai crampi , mi fù forza ridurli a
ee semplici contrazioni spasmodiche, più o meno dolorose.
ee Nel tempo che io mi trattenni nel Patio del Morastan,
ee mi fù presentata una bacinella di un liquido sieroso spu-
ee moso, dicendomi che era il vomito di uno che aveva già
ee visitato, e trovato con fenomeni leggieri anzichè nô » .
« Da questa mia corsa alla capitale , mi fù forza emer-
ee gère le seguenti considerazioni cioè. Che gli ammalati
ee da me visitati , non erano affetti da Choiera asiatico ,
e< ma che il disturbo gastro-enterico che in un quartiere
ee délia città, ha rapito varj individui , e che altri ne trat-
ee tiene allô spedale, è referibile alla condizione morbosa
ei del Choiera sporadico . In
questa opinione mi conferma
ee la esposizionedel quadro seguente, che io ebbi in mente,
ee nello esame dei malati di Tunis.
CHOLERA ASIATICO.
l* Invasione quasi sempre pre-
ceduta da diarrea sierosa.
2° Dejezioni senza dolore, o
pochissimo moleste e variabili
per la quantità.
3°
Algidità, cianosi,
zioni e vomiti risacei.
e deje
4° AI cessare délie dejezioni
tutto resta a tare, essendo la ma
lattia grave e di esito incerto.
5° Propagazione délia malattia
rapida e con irradiazione.
visa.
CHOLERA SPORADICO.
1° Invasione brusca improv-
2# Dejezioni per lo più dolo
rose ed abbondanti e di materie
varie.
3° Cianosi eccezionalmente,
raffreddamento senza algidità ,
dejezioni e vomiti colorati.
4° Al cessare délie dejezioni ,
la guarigione è sicura.
5° Apparizione tenente a certe
località, è senza irradiazione.
SUL CIIOLERA-MORBUS. tô
ee Non mi toglie da questa suespressa opinione il ve-
ee dere gli occhi infossati , livide le orbite, ed altri molti
« caratteri che sono di ambedue le malattie : ma mi vi
ee conferma il passaggio rapido dallo stato di malattia
ee grave, al ristabilimento complète ; giacchè nel Choiera
ee asiatico, lenta è la guarigione, poiché, allorquando con
ee il primo periodo terminano le evacuazioni,
non è fatto
ee nulla, restando da combattersi , le reazioni, il chè spes-
e< so è, di una difficoltà insormontabile.
ee Una condizione Cholerica , esiste per me nel nostro
ee paese, e da molto tempo,
come mi dettero luogo di as-
ee sicurarmene, la facilita aile coliche, ed ai disturbi gas-
ee tro-enterici , che osservai nell'ultimo periodo del mio
ee pubblico esercizio : ma questa condizione, è a parer mio
ee diversa dalla infezione del Choiera asiatico , alla quale
ee si oppongono délie potenze che non saprei determinare,
i 4 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
ee Ora, con il Choiera asiatico nel paese non poteva cer-
ee tamente andar cosi la bisogna! ! ! !
ee Eccoti caro Dottore ed amico,
ee ho potuto . il
succintamente quanto
resultato délia mia passeggiata in Tunis.
ee Moite altre cose potrei agguingere in appoggio délie
ee mie riflessioni , ma che per non tediarti di troppo tra
ie lascio. Né possorestarmi,
senza tributare i più grandi
ve-
ee elogi a tutti i nostri confratelli di Tunis, per lo zelo
ee ramente filantropico , col quale provvedono al servizio
« délia città , ed all'assistenza degli ammalati. Chè se la
« mia opinione è un poco discorde dalla loro non per
te ciô tengo che sia la più giusta ed ineccezionabile ,
chia-
ee mandomi pronto a modificarla , quando il vero mi sia
ee dato di scuoprire con più marcati colori» .
Ghemmart , di '28 Décembre, 1849.
( Segue la firma ) .
Estratto di una lettera del signor Dottor Nunez-Vais ,
diretta ai signori medici di S. A. il Bey ,
quisiti estranei all'argomento che trattiamo ,
su di alcuni
e quindi in
confutazione a quella che noi riportammo del Dottor Mu
gnaini. Ecco quanto concerne il medesimo.
ee L'Eccellentissimo Signor Dott. Mugnaini ci regalô di
ee una rapida ed improvisa visita , e passé davanti noi
SUL CI10LERA-M0RBUS. 75
« durre a pennello ed a compasso a quella conformità e
« misura. Certo non mi parlé délia epidemia diffusa del
« 1835, perché, se la memorianon m'inganna, in quel
le l'epoca egli era ancora in Egitto.
« In quella terribile epidemia , io ho osservate distintis-
« sime , varietà di forme nei Cholerosi , dovute aile idio-
« sinerasie , alla forza o unitezza con cui il maie assale.
« La natura morbosa è multiforme, è le dispari epide-
« mie, di una stessa morbosità sotto le varie influenze
« dei cl imi , di stagione , di condizione morale e politica
« dei popoli , gli uomini reputati valentissimi nell'arte
« nostra, le hanno lasciate scritte. E per scendere a questa
asiaee
nostra particolarità, non devo tacere che il Choiera
« tico comprende sotto l'ordine suo , il Choiera secco ,
« che nondà né vomiti né dejezioni alvine né crampi ;
« e la cholerina che non ha fasi marcate e si limita ai più
« leggieri disturbi gastro-intestinali. Io sarei felice , se
te il commue amico Signor Dott. Mugnaini, potesse ancora
ee qui adoperare il suo compasso e penello cholerico. Se
et voi, o degnissimi miei colleghi , aveste fra le mani il
ee giornale, Des connaissances Médicaux-Chirurgicales
ee che dettagliatamente ragguaglia Pultima epidemia di
« Parigi , vi potreste convincere délie fasi proteiforme
« che il Cholera-Morbus asiatico suole produrre. Non mi
« prolungherô di più in queste généralité,
e dato in dis-
« parte il quadro di varj casi di Choiera osservati in Tu
ée nis ( e che noi già riferimmo ), passerô ad analizzare
ee l'ingegnoso si,
ma per mio parère déficiente rapporte
« deU'Eccellentissimo colhJga Dottor Mugnaini.
6 CENNI STORICO-SCIENTIFICO.
te 1° Nei tre casi in sua compagnia da me visitati , il
ee vomito non fù osservato, che in una certa Lahmi ,
mo-
ee glie di un impiegato del Signor Benaïad. Vomito scu-
ee ro , aveva preso del Caffè poco prima , nessun indizio
ee pertanto : morte veloce.
ee
2° La donna che fù deposto affetta da emicrania ,
e fù sulla fede délia di lei famiglia (che non voleva il Cho-
ee lera),
e meno ancora condurre l'inferma allô spedale.
ee Colore turchino aile estremità tutte , raffreddamento
ee délie medesime, non battito dei polsi. Era una vecchia
ee detta Belaïsc, che mi vien riferito siamorta ( cosi fù ).
e< 3° Il lerzo individuo .
ee aveva digiunato due giorni innanzi ;
et (
ee
Egli pure mori ).
condizioni analogue a queste
esito a me ignoto.
4° La maggior parte degli ammalati veduti allô spe-
ee dale, erano convalescenti, pertanto nessun indizio certo
ee del loro stato , uno perô che era nei primi periodi del
ee maie , ha mostrato il vomito , color di decotto di riso ,
ee caratteristico del Cholera-Morbus asiatico , e di questo
ee dà fede l'istesso nostro degnissimo opponente , Signor
Mugnaini , siccome candidamente confessa. Dunque il
« vomito cholerico fù ritrovato.
ee
5° Sono perfettamente d'accordo col sullodato si
ée guore cioè chei crampi , non sono che semplici contra-
« zioni spasmodiche più o meno dolorose , e queste, con-
ee fessa pure avère egli ammesso , dietro il deposto dei
« malati. Dunque i crampi sono esistiti.
« 6° L'invasione preceduta da diarrea, fù in alcuno dei
casi qui accaduti, da noi constatata, ma non è indispen-
SUL CII0LERA-M0BBUS. 77
ee sabile. Fenomeni nervosi, sogliono talora esserne prê
te cursori.
e<
7° Non si danno nel Choiera asiatico dejezioni con
« assenza compléta di dolori , anzi abbiamo il crampo
« dello stomaco che è penosissimo.
» 8° La cianosi sul volto l'avrebbc osservata l'Eccel-
ee lentissimo Signor Mugnaini , se ci avesse fatta una , o
ee più précoce, o tardiva visita : nelle estremità , l'ha ocu-
ee larmenteconstatata.
ee 9° È vero , che al cessare délie dejezioni tutto resta
ee da farsi, ma questo , io replico, in alcuni e non in tutti
ee i casi, perché talora il Choiera asiatico si dissipa, senza
ee lasciare traccie, nel corso di pochi giorni. E se avessimo
te avuto il vantaggio di avère l'ottimo amico Dottor Mu
te gnaini, nella moglie di Cardoso affetta da Choiera,
tt avrebbe in essa veduto il consecutivo stupore cérébrale,
te del quale mori. Quest'oggi il Dottor Mascaro mi assi-
te cura, esisterc allô spcdale, due forme consécutive ti-
ee foïde.
ee 1 0° La propagazione rapida e progressiva con irra-
ee diazione, aggiungo che il più sovente accade, ma non è
« indispensable. Di qucslo a me fà fede l'istesso Dottor
8 CENNI ST0BIC0-SCIENTIF1CI
ee di questa infernale affezione, e che non pochi più gravi
ee malati ci han date luogo a considerare.
ee 12° Nego per altro lato , secondo la mia debole opi-
« nione, che il Choiera attualmente comparso in Tunis, si
ee possa denominare sporadico.
ee 1 3° Il Choiera sporadico è rarissimo , e scorrono ta-
ee lora degli anni , prima che si ripeta in un medesimo
ee paese.
ee 1 4° Le cause del Choiera sporadico sono più apprez-
ee zabili ; abuso, e qualità deleterie di cibi, traspirazione
ee soppressa, ec, ec.
« 1 5° Il Choiera sporadico non suole esser micidiale .
ee e nei casi del Choiera di Tunis, la mortalità è stata più
te che la meta degli attacchi.
e< 16° Il Choiera sporadico non è contagioso , e nelle
e< condizioni presenti, si scuopre l'irradiazione.
ee 1 7° Difatti , il primo caso da noi sospetto,
colpi nel
« 20 del corrente décembre, due altre vittime in una mc-
« desima abitazione.
« 1 8° Il 22 fù esaminata una giovane, che fù constatato
ee affetta da Choiera; il di lei padre, murae fabbrica i sepol-
ee cri degli israeliti. Non sarebbe strano, che egli sia stato
« il primo filo,
a cui debba riferirsi la catastrofedell'abi-
te tazione Moatg. Ora quell'individuo stesso, dicono ma
te lato gravemente allô spedale. Più distante da quella
ee casa , fù attaccato un certo Bubino;
più in là una certa
te Lahmi, di faccia a questa una donna che si perde in
'< poche ore. Dunque senza tenere altre dietro a questa
SUL C1I0LEBA-M0RBUS. 79
te diffusione, l'irradiazione prima è stabilita , e le conse-
ee cutiveforse potrebbero stabilirsi con maggioriindagini.
ee 1 9° L'amico Dottor Mugnaini , nel favorirmi giorni
« sono, una sua gradita, mi parlava di una infezione
« cholerica presistente in Tunis da molto tempo; io non
« conosco confesso , infezione cholerica di Choiera spo-
ee radico.
ee 20° Nessun peso accordo al digiuno degli israeliti .
ee primo perché fù permesso dal maggiore Rabino di aste-
ee nersene, e se ne astennero molti; secondo perché più
« che l'astinenza, l'intemperanza puô produrre il Choiera.
ee 21° É l'intemperanza dei maltesi, indicata dal sullo-
ee dato Signore , non poteva in essi produrre il Choiera in
ee quanto chè l'incendio che progredisce lento, è troppo
et lontano dai loro focolari.
ee 22° La stagione innoltrata d'inverno , è quella a mio
te parère che ha trattenuto una diffusa eruzione del maie,
« ed è quello che mi dà qualche speranza ancora, di poter
« debellare e vincere questo contagioso fomite.
« 2o° I più poveri ebrei, furono i primi assaliti ,
« bambini affetli da Rosalia , e le donne ptterpere , o in
k istato di gestazione, furono meno risparmiate, siccome
« quelle, che per le loro condizioni di cattiva nutrizione,
« o predisposizioni morbose, presentavano minor résis
te tenza organica.
■■ nell'arte
ee 24° È osservazione incontestabile dei dotti seriMori
nostra, che le universali Epidémie si pascolano
« sempre di quelle prime vittime
t 25" Dal tutlo concludo , che per queste mie refies-
80 CENNI STORICO-SCIENTINICI
ee sioni , io mi convinco sempre più dell'esistenza del
ee Choiera asiatico in Tunis. E chiudo questa mia inesatta
« dissertazione,
col dire che non conosco malattia che si
ee propaghi instantaneamente , colla quasi improvvisa
ee morte, di chi viene dall'influenza deleteria di altro uomo
ee colpito , menochè la Peste , ed il Choiera asiatico. In
ee Tunis, in questi giorni, taie malefica influenza fù de-
ee terminata.
ee Se il Signor Dottor Mugnaini avesse con più esat-
ee tezza esaminati nei varj periodi tutti i fenomeni mor-
ee bosi , che in cosi brevi ore distruggono la vita a tanti
ee infelici, e si fosse rammentato, che scriveva nel rigor
« dell'inverno , di un annata anche più rigida del solilo
ee o avesse poste mente al dette del Sydenham,
nella sua
ee aurea descrizione del Choiera Epidemico avvenuto nel
ee 1 669 , in Londra , quando voile far conoscere che non
ee solamente il Choiera non si diffuse ad altre città d'In-
ee ghilterra ma si limite a quella, Eam anni partem, quse
ee sestatem fugientem et autumnum imminentem corn
ée plectitus amare consuevit. Syd. sect. iv, cap. n. Certa -
-< mente che non si sarebbe con tanta franchezza allon-
ee tanato dal savio parère dei suoi colleghi «.
Tunis, li 30 décembre 1849.
Segue la firma.
SUL CH0LERA-M0RBUS.
82
CENNI STORICO-SCIENTIFICI
Lcttcra da me «ilretta al Segretari© del Consigllo
Signor Carcassonne stimatissimo.
Cartagine, li 15 gennajo 1850.
ee Lessi con al ta soddisfacenza il grazioso vostro invite,
ee siccome Segretario del rispettabile consiglio sanitario,
« col quale invitate i Medici addetti al servizio di S. A.
ee il Molto Illustre e Magnifico Signore , ond'essere prê
te senti ad una medica e scientifica radunanza che avrà
« luogo il prossimo lunedi 1 7 del corrente ,
avente
« l'utile scopo di decidereuna volta per sempre, di quai
«e malattia vengono da un mese a questa parte fatte moite
» vittime, fra la infelice nazione israelitica dimorante in
ee Tunis.
ee Se i sacrosanti vincoli che in questa penosa circos-
ee tanza vieppiù mi legano all'Illustro Individuo che già
ee da 9 anni, ho l'altissimo onore di servire,
e che sa-
ee rebbe viltà ed ingratitudine da parte mia l'abbandonare,
ee io certamente mi sarei da lui disgiunto ben volentieri,
ee e con tutto amore mi sarei dato ad assistere i miei po-
« veri compatriotti e correligionarj ,
te mieilumi,
con gli scarsissimi
come ebbi l'altissima soddisfacenza di fare
ee per il corso di anni 1 5 nelle varie terribili épidémie di
ee vajolo, rosolia e gravissimo pestifero tifo , nella quai
ee epoca si contavano in Tunis , fra i Musulmani ,
Catto-
ee lici ed Israeliti, il numéro di circa 100 vittime per
ee giorno. Voi ben mi conoscete Signor Carcassonne sti-
« matissimo, fino dal mio primo guingere in questa Ca-
e pitale, e quando pure eravamo più gravemente minac-
SUL CUOLERA-MORBUS. 83
« ciali dall'invasione del Choiera asiatico, l'anno 1836
ee mentre faceva strage nei paesi del Gerid; e come uomo
te giusto e dabbene, voi dovete attestare la mia , invero
ee poco valevole, ma veridica attività, nell'epoca che molti
ee attacchi délia cosiddetta Cholerina , si presentavano
«e sulle varie classi e nazioni, délia popolazione tunisina.
ee Quell'invito fù presentato aU'Altezza Sua, e sebbene
« tantol'Eccellentissimo miocollega, Dottor D. Quadrini
« (I)
che io si dichiarava alla prelodata Altezza Sua,
« che verun risico avea da temere nel permetterci la dis-
te cesa in Tunis, onde unitamente ai valenti colleghi ,
« constatare il fatto , e decidere sui varj quisiti che la
« présente circostanza incombe di bene osservare e giudi-
84 OENNI STOBICO-SCIENTIFICI
« fece 1000 vittime. Alla Zauia, detta Medieni , abitata
« da circa 400 individui, 1 50; al Kaff in giorni 1 0, 1 ,200
« vittime.
« 2° Il Cholera-Morbus asiatico , puô in una città sic-
e< come Tunis , nelle condizioni di Tunis, e popolata da
ee varie nazioni, puô dico, limitarsi per il corso di un
e< mese circa, ai soli figli d'Israele , cosi amalgamati ,
ee innestati , con le altre sette e nazioni?
u 3° Il Cholera-Morbus asiatico , puô in una città sic-
ee come Tunis , nelle condizioni di Tunis , presentare un
et si felice numéro di guarigioni , nei primordj délia sua
« invasione, sebbene i poveri miserabili attaccati, o molli
« di quelli siano privi di ogni mezzo di assistenza medica,
« e di quanto puô eonfortare la miserabile loro condi-
« zione?
« 4"
I caratteri positivi, innegabili assoluti,
che i som-
« mi e valenti maeslri dell'arte gl'imparziali osservatori
« Broussais, Tommasini, Lanza, ed altri, hanno dichia-
« rati caratterizzanti innegabilmente il Cholera-Morbus
te asiatico, si notano dessi, senza verun dubbio,
sï osservati in questa Epidemia, Tunisina-Giudaïca?
nei casi
ee 5° Altre cause predisponenti ed ignote , possono
« sopra dei miserabili individui, mal nutriti, mal coperti,
« e per nulla assistiti, in un epoca cosi rigida, possono,
t dico,
produrre gravi malattie simili a questa? Come
et spesso vediamo accadere in altre parti , e nelle epoche
« più recenti délia povera Irlanda.
« Siate voi amico carissimo, interpetre mio, presso
« il scientiiico consesso , per i voti che io ardentemente
SUL CHOLERA-MORBUS. 85
■* faccio, onde il loro ben noto sapere , possa con utilità
•e guidarci, ed assisterciin si penosa circostanza, ce, ce.
ee LuMBROSO. »
Il dottissimo e benemerito segrelario, dopo l'avvenuta
seduta , inviava l'officiale rapporto délia medesima, cosi
concepito.
e Nunez-Vais.
ee Le Docteur Costa a déclaré qu'il avait constaté
te l'existence du Cholera-Morbus asiatique chez divers
« malades à Tunis.
« Le Docteur Giuliani a fait la même déclaration.
« Le Docteur Cuttayer a fait la même déclaration.
« Le Docteur Masearô a fait la même déclaration.
« Le Docteur Mège, du vapeur le Minos, a déclaré
« que n'étant arrivé que dans la matinée, il n'avait visite
ee aucun malade, et il a rappor-
demandé 48 heures pour
« ter le résultat de ses observations.
« Le Docteur La Ferla a déclaré n'avoir observé au-
ee cun cas de Choléra chez les malades qu'il avait visités.
« Le Docteur Mugnaini a déclaré qu'il considérait la
86 CENM STORICO-SCIENTIFICI
« maladie régnante , comme une intoxication du Choléra
ee asiatique.
ee Le Docteur Cadelli a déclaré que depuis 4 jours
ee qu'il se trouvait à Tunis , en fait de Choléra , il n'avait
ee constaté qu un cas de Choléra Sporadique.
ee Le Docteur Zaraffa a déclaré avoir constaté l'exis-
« tance du Choléra asiatique,
« Tunis
chez divers malades à
ee Le Docteur Nuuez-Vais a déclaré avoir constaté
ee l'existence du Choléra asiatique chez divers malades à
ee Tunis.
ee Le docteur Cesana a déclaré que dans le long exer-
ee cice de sa profession, il avait clans tous les temps
ee remarqué les mêmessymptômesde la maladie régnante;
« mais que la grande quantité de cette année , lui fesait
« soupçonner que ce fût le Choléra.
ee Ces déclarations entendues, le secrétaire donne
« lecture d'une lettre du Chirurgien-Major du Caméléon.
« s'excusant de ne pouvoir se rendre à l'invitation du
te Conseil,
par raison d'indisposition.
« Il donne également lecture d'une lettre adressée par
et M. le Docteur Lumbroso , premier médecin de S. A. le
ee Bey, dans laquelle ce Docteur ne pouvant se rendre à
ee la réunion par l'empêchement que S. A. y a mis, ainsi
ee que pour son collègue M. le Docteur Quadrini ,
sou-
ee met aux Médecins ses collègues cinq questions à resou-
ee dre. Il a été répondu : que ces queslions étaient du do-
ee maine d'une discussion scientifique , et que des faits
ee seuls pouvaient être constatés dans la présente réunion.
SUL CnOLEBA-MOBBUS. 87
ee Après lecture faite par le secrétaire des extraits d'un
te rapport sur l'épidémie de Bagia, écrite par le docteur
ee Mancel , la séance a été levée.
ei Le présent procès-verbal a été signé par nous sécre-
» taire du Conseil de Santé.
ee Le Conseil de Santé
88 CENNI STORICU-SCIENTIFICI
gionata dissertazione,
direttami dal valenle Signor Dottor
Giuliani, giova l'osservare che il medesimo , sembra ,
non aver avuti presenti i miei cinque quisili diretti al scien-
tifico consesso,
ai quali egli bramava di rispondere, im-
perciocchè ei nel suo scritto soli quattro ne cita,
différend da quelli che io faceva,
e ben
e che potranno con-
statarsi dalla lettera che io quiriportava, diretta all'atlivo
segretario. e che trovasi depositata neU'archivio del co
mitato sanilario.
Dissertazione del signar Octtoa-e Giuliani.
Non ex vulgi opïnione, seel ex sano judicio.
Bacone.
« Abbenchè la malattia cholerica già cotre il bimestre,
ee ha spiegato nell'or vigente stagione la sua primaria in-
« fluenza morbosa, circonscritta sul popolo Ebraico;
« nulladimeno perô non ha lasciato osservare dei casi
« eziandio sulla popolazione musulmana , e con cordo-
« glio, temo pure che la Coslituzione epidemica non
te voglia prendere incremento,
espandersi sul rimanenle
ee degli abitanti domiciliati in questa metropoli.
" In sitî'atta emergenza calamilosa, la filantropia ed i
« particolari attributi inerenti adognunodi noi verso la
« società, mi ha doverosamente chiamato in sul nascere,
« a correre scrupolosamente per la quarla voila al soc-
ee corso dei cholerici , e con vantaggio.
ee D'altronde annuendo aile intenzioui dell'oltimo prin-
ee cipe, in esecuzione délie disposizioniemesse all'ogget-
ee to, da queste consiglio di saltile pubblica, non fui alieno
SUL CIIOLEHA-WORIJUS. 89
prontamente rapportare, perla verità di fatto, al minis
tro dell'alta polizia, alcuni casi da me osservati, in
unione di altri colleghi, oltre ad altri da me favore-
volmente curati.
« In seguito le tante dicerie sparse nel paese, il dis-
prezzo délia sua esistenza, le satire, le discordi opi-
nioni senza ragion sufficiente, l'allarme, lo scoraggi-
mento délia malignità del maie ,
impresso particolar-
mente sul morale d questa popolazione israelitica ,
hanno maggiormente influito , come favorisée tuttavia,
previa naturale predisposizione, il suo impeto e svi-
luppo.
« Inultimo, l'essere stato in disparte da qualsivoglia
servizio attivo in taie urgenza pei bene pubblico, c délia
umanità languente , ho proseguito ad esercitare la
consueta mia carriera privata in soccorso degli infelici,
massimeper gli indigenti, e con spirito disinteressato,
senza ulterior mio rapporto al ministro dell'alta po
lizia.
« Similmenleinvocata all'uopo una comtuissione me
dica sull'esistenza a risolvcrsi , o non del Choiera1 in
questa capitale , non esitai punto dai caratteri evidenti.
mille date osservati nell'epidemia cholerica del 1836-
37, confermati nella régnante epidemia, candidamente
dichiarare , e dimostrare senza verun equivoco , come
dalla maggioranza délie opinioni, la positiva e reale
sua esistenza in questa popolazione ebraica,
e per le
cause procatartiche, e le alternative vicende dell'almos-
fera nelPatluale stagione,
e per mancanza ili quella
90 CENTl STORICO-SCIENTIFICI
« data altitudine délia fibbra, o suscettività costituziona-
« le, al dir del Tommasini ».
« In fine délia Seduta si lesse un suo pregiatissimo
« que-
foglio, col quale indicava la soluzione coi seguenti
ee siti.
ee 1 ° Puô tra un mese mantenersi un piccolo numéro
ee di vittime ?
2° Puô in una Città Come Tunis , limitarsi il numéro
ee degli ammalati ?
a 3° Puô presentarsi cosi felice numéro di guarigioni
nell'invasione délia malattia?
ee 4° Se i caratteri positivi , assoluti in Essa , si sono
ee riconosciuti osservabili in questa Epidemia tunisi na
ee ebraica ?
« Nel rispondere analogamente ai sopradetti articoli ,
« a prescendere dal diverso modo di pensare , e vedere
« degli altri al letto dell'Infermo in simil caso, mi fo il do
te vere nella occasione sottomettere alla sua oculatezza
« quanto segue.
ee
1° Il numéro délie vittime poteva come puô limi-
ee tarsi fra un mese , qualora si allontanassero le cause
« occasionali che ne fomentano il germe , e lo sviluppo
ee nelle condizioni veramente di Tunis,
ee nettezza délie strade, massime nella Hara,
ee tare l'umidita,
si nella massima
ossia di evi-
et la esalazione mefitica prodotta dalla
ee decomposizione di sostanze vegetali ed animali e dalle
« immondezze trattenute a fianco délie respetlive case e
ee strade, in pregiudizio délia salute pubblica,
mentre è
« risaputo che ogni infezione s'appicca, alberga, e corre
Sl'L CtiOLERA-MORBUS. 91
ee in groppa ai lordumi , puo distogliere il popolo dall'i-
« dea morale di si ferale malattia, chiamando gl'indigeitti
ee piuttosto al pubblico lavoro, se non ad altro che al pu-
« limento délie strade pei bene comune , per la conser-
« vazione e tranquillità del morale sul fisico , oltre
« a qualche sussidio che la munificenza di queste Bene-
« mérite Principe , non ha omesso largire fdantropica-
e< mente , con vistose somme ed altri provvedimenti in
e< sollievo degli Indigenti. Similmente poteva come puô
« limitarsi eziandio il numéro délie vittime , qualora i
« periti dell'arte pero non trascurino impiegare e attività,
« e zelo scientifico nella conoscenza positiva délia natura,
« c condizione patologica del morbo , onde apporre dalla
ee distinta idea dello stesso, quei proficui. e salutari espe-
« dienti, che Parte, l'esperienza e gli esperti conoscitori
ee han trovato utili , utilissimi in questa terribile e mici-
ee diale malattia , che per la rapidita del suo corso , in
« poche ore compie ogni suo maleficio, sicchè fa mestiere
« cogliere l'occasione fugace, secondo l'insegnamento
« ippocratico. Occasio praeceps, e teste venire all'ammi-
« nistrazione dell'alta , e sicura medela.
« 2° Poteva , come puô limitarsi il numéro degli in-
ei fermi col diminuire la mortalità , giacchè ove questa
ee campeggia , desta maggior impressione,
ee superstiti sulla ferocia del maie ;
e spavento ai
ma che adoperati a
ee tempo ed a luogo, secondo i diversi periodi del Choiera
ee gli anologhi mezzi farmaceutici che i provetti ed accre-
ee ditati osservatori han conosciuti valevoli nel présente
« caso, cd osservandosi dagli affini , dagli astanti , e dalla
92 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
« generalità degli individui , e dalla intera popolazione ,
ee la guarigione di quel date Cholerico , piuttosto anzichè
ee la morte, questi si tranquillizzano lo spirito ,
abbando-
ee nando ben volentieri l'idea funesta di poter incorrere
SUL CHOLERA-MORBUS. 93
ee piegano lulo sito et juccende, al dirdi Celso, quei posi-
« tivi energici, ed infallibili sussidj commendati in simile
ee affezionemorbosa , insistendo viemaggiormente con più
ei vigore sui mezzi calefattivi, afin di ottenere quella co
te tanto desiata reazione macchinale, e trionfare délia vita.
ee Hoc opus hic labor est , lo chè perô non riesco difficile
« ad ogni accorto clinico , si in questa , come in tutte le
et altre gravi e pericolose malattie che incessantemente af-
e fliggono l'umano génère. Similmente la malattia chole-
e< rica ha bisogno di tutta la circospezione possibile ed
ee avvedutezza medica, senza spirito preoeeupato, dipen-
ee dente da imperizia, o d'inespertezza, giacchè ove quella
ee manca, o questa prédomina, quel tempo prezioso, nella
ee occasione, ripeto, si perde a danno del paziente, stante
ee inopportunità di metodo, che per la rapidità del corso,
« corne dissi, non si vedrà che la morte inevitabile. Pari
ée mente la malattia Cholerica potrebbe diminuire di nu
ée mero e di mortalité, tutte le voile pero, che le cure fus
ée sero state affidate ad una discret» e sufficienîe quantità
ee di veri professori , conoscitori di questa malattia mentre
ee non è presumibile attendere risultati cosi favorevoli
ee essendo una malattia nuova in Tunis nella pratica me-
« dica ed è perciô che non potranno congratularsi di
te numerose guarigioni . non dico nella invasione , ma
>! nello stato algido,
risultante dal fatto. Ne con ciô in-
« tendo offèndere l'idoneitàdi questi miei colleghi, giac-
ee chè opino che ognuno che ha appreso l'arte salutarc del
ee grande Ippocrate , sia dotato di sano criterio medico ,
ee e di cognizioni tali da mandarlo con scienza avanti al
94 CENNI ST0RIC0-SCIENT1FICI
ee letto dell'infermo non anuocere ma a giovare, tenendo
*< présente il consiglio XVI del célèbre Bellonico —
Anle-
« quam de remediis , statuatur primum constare opostet
o quisœger, quismorbus,
« tilis opéra , inutile omne consilium. —
quomorbi causa alioquin inu-
Ma
siccome in
ee onore del vero, come ben si vede in oltraggio dell'uma-
emee
nità languente, questa popolazione è ammorbata di
« pirici, e di pseudo-medici,
cosi è che questi si fan lecito
« curare, perché chiamati Dottori, e coloro che sventu
ée ratamente inciampano sotto la loro direzione, tutti han
« dovuto subire la morte, come tuttavia soccombono, più
« che per la malattia istessa. Ciô mi addolora somma
it mente , avendo fin'ora fatto il possibile , onde fraslor-
« nare e tranquillizare lo spirito di molti , moltissimi di
ee questi nafurali indistintamente , coi consigli , col dis-
ee prezzo, conl'incoraggiamento, essendo ilcoraggio pru-
« denza in questa malattia,
>< ci conforta ad uniformarci ai voleri divini,
come lo spirito di religione
come dal testo
« teologico cosi concepito coslituisti terminos ejus qui
« prateriri non polerunt.
« 4°
Nel quarto quisito non è da mettersi in dubbio ,
« che i carratteri positivi,
ed assoluti del Choiera si sono
t nconosciuti ed osservati costantemente in tutti quegli
ee infelici assaliti da si ferale malattia, in questa epidemia
ee tunesina-ebraica, anzi con taie rapidità egravezza, che
ee nel volgere di poche ore,
ee stato algido gli analoghi sussidj,
non adoperati a tempo nello
tutti han dovuto sog-
meravi-
« giacere come soggiaciono tuttavia, cio chè desta
a glia. Ed a che dunque vale Parte salutare del vecchio
SUL CHOLEBA-MORBUS. 95
ee di Coo ? Inoltre non e da confondersi la malattia di cui
ee è parola, con la febbre g ialla, con la dissenteria, con la
ee cardialgia , ne con altre affezioni gastro-enteralgiche ,
« gastro-enteritiche, ma considerando attentamente i cos-
t tanti fenomeni del Choiera , l'indole ed il corso délia
« stessa, saremo nel caso di mettere una linea di notabile
« differenza fra queste affezioni e la malattia in ques-
< tione .-.
Il seguito del lavoro del Signor Giuliani , è per se slesso
estraneo a medico argomento ,
sivamente personale ;
trattando di cosa esclu-
percio ho qui creduto inutile di tras-
criverlo. Sebbene come potrà da per se stesso il lettore
giudicare , non abbia il summentovato signor Giuliani
per nulla riportati i miei veri quisiti, che ripeto forse non
li possedeva, e per conseguenza non abbia egli trattato
(meno l'articolo n° 4 J,
sunto che io proponeva ,
il suo lavoro,
che di materia ben différente al
pur tuttavia avendo considerato
assai meritevole délia pubblica e scientifica
considerazione volli per amore del giusto, qui riferirlo.
Da quanto fin ora io narra va, facilmente avrà com-
preso il mio lettore,
come ogni di vieppiù in me cresceva
il convincimento sulla reale esistenza del morbo, si per i
ripetuti rapporti chegiornalmentericeveva dai mieidotti
colleghi, come perché in realtà non potea persuadermi,
che cosi considerevoli , oneste , e sapieiitissime persone.
fossero il giuoco di una incessante allucinazion". Io
non scorgeva infatti, nella differenza di opinione, fra la
maggior parte degli esercienti in Tunis, ed il Dottor
Mugnaini,
che un naturale effetto dell'aver questi esami-
96 CENNI STOBICO-SCIENTIFICI
nati con assai leggierezza ben pochi casi, avvegnachè
mancavagii l'opportunità di ben studiare l'andamento di
quelli, e di altri .numerosiche
giornalmente avvenivano
Mi sia pure qui permesso il dire,
che io vedeva nella
condotla di quell'amico , un idea dirô più profonda, più
morale, più religiosa , che veramente scientifica ,
impe-
rocchè sembravami ch'egli cosi appositamente facesse ,
onde sollevare in qualche modo l'abattuto spirito dell'in-
tera popolazione,
per naturale organizzazione sempre
pronta ad accogliere con massima sollecitudine il lato più
bello di ogni umana vicenda. Perô quai giudizio poteva
io mai stabilire,
mentre non veniami concesso I'esame
di un solo ammalato ? Se l'indiano Choiera non fosse
stato nelle Provincie di Bona, délia Kala, di Costantina:
nel nostro lerritorio alla Bagba, al Kaff, a Bagia, a
Matar, fra le Tribu deiMontanari, aBizeria,
e nelle viei
lle terre, o Anscir. ben volentieri mi sarei posto nelle
vedute di coloro che solo ammettevano Io Sporadico
imperciocchè alla fin fine di Choiera trattavasi;
ma pos-
ciachè noi vedemmo da quelle Provincie a poco a poco
irradiarsi il maie, avvicinandosi sempre più alla capitale;
posciachè noi sapevamo cheinnanzi che S. A. formasse
l'utile cordon sanitariolungo laMegerda, alcuni individui
pervenivano dalla Bagba ,
dal Sok Hemis, e da Bagia,
siccomeil Mula; ed infine considerando che per quanto
un eordone esser possa attivo, severo,
e santamente
guidato, fu sempre mai vistae notata la temerità di alcuni
malfattori, o contrabbandieri ,
che sempre trovansi in
quulunque popolata Provincia ; io sentiami forzato a con-
SUL CHOLERA-MORBUS. 97
siderare nulle ogni qualunque ragioni che servir poteano
di base a chi opinava negativamente sull'introduzione e
sviluppo di quel morbo fra noi.
Forte délie opposte ragionevoli idée, io mi atfendeva,
come avvenne, la conferma délia reale verità, il di17,
in cui radunavasi il medico consesso; ma quale fu la mia
sorpresa, quando giuntomi l'officiale rapporte, io leggeva
il periodo concernente l'emessa opinione del già lodato
Dottor Mugnaini ? imperciocchè ei diceva non puô trattarsi
di Choiera sporadico ,
prodotto per cause ben note, ma
di una intossicazione di Choiera asiatico, che in termini
più volgari dire poteasi avvelenamento prodotto dal quid
qualunque cholerico a noi venuto dall'Asia ! Adunque
cosi chiamavasi effetto à'
intossicazione la nostra epidemia,
solo per la ragione, che non aveva fino allora, (per mi
nore sventura degli infelici tunesini ) sviluppata tutta la
sua abituale energia ! Quanto sarebbe stata con più sem-
plicità espressa quell'idea, se dicevasi. L'asiatico Choiera
98 CENNI STORlCO-SCIENTIFIt:!
morbosa transportare per mezzo di esse , essendo , per
quanto sembra,
quel veicolo inattivo alla totale distru-
zione del principio deleterio; se, dico, il numéro degli
individui gia tocchi da quel veleno ,
che qui guinsero, fosse stato maggiore,
moltiplicato il germe infettante; nell'aria,
o meglio inlossicati
e cosi si fosse
nelle nostre
dimore, nei nostri quartieri, credo che la cosa, sarebbe
per noi corsa ben differentemente, e che sarebbesi fatta
più micidiale quella prima epidemia , come disgraziata-
mente avvenne nell'ulima e fatale ricrudescenza , per Pin-
troduzione nella Capitale di più infetti individui; dei quali
alcuni, seco recavano latente il morbo,
condotti già gravemente malati,
cadaverico.
altri veniano
ed altri infîne in istato
In me più crebbe ancora la sorpresa che già produ-
ceami la lettura del sopracitato rapporte, il di che mi venue
rimesso uno scritto medico diretto a S. A. (il quale per
vero dire , conveniva fosse inviato a qualche autorità più
competante in quella scientifica branca ,
tante più che
l'ottimo Principe non aveva per nulla ricercato il partico-
lare medico parère dell'Eccellentissiino Dottor Mugnaini).
Avvegnachè in quello scritto si conformava e sosteneva la
data nuova denominazione del povero Choiera Tunesino !
S. A. nel porgermi quello,
« questo è medico lavoro ;
ee tiene,
ee verra fare »
si compiaceva dirmi. ee Poiché
a voi esclusivamente per-
e a ejuello risponderete come meglio a voi con-
Da quello scritto del dottissitno collega ,
e da altri che
amedirigeva, ai quali tutti io procurava risponderc ,
SUL CHOLERA-MORBUS. 99
onde vieppiù delucidare le nostre alquanto différend me-
diche vedute, potransi rilevarealcune,
non poco rilevanti
notizie : e a queste efîelto li trascriverô , nutrendo
speranza , di fare non sgradevole cosa al mio bénévole
Lettore.
m\\ mmnmw
^v/^î'
v"
,„.i*ii
Julia malattia dialewu nssenala in Tunis uei mesi di Biccrabre i (ientiajo lSl'J-50.
Del Dottor Qurnt"
MUGNAÎNÏ, ec, eo.
« È un fatlo strano, ma vero, e délia maggior impor
te tanza per la scienza medica la malattia Cholerica di
« Tunis. Nata essa nella minuta classe degli israeliti, ha
« serpeggiato, e serpeggia in quella sola famiglia di citta-
« dini , senza accendersi proporzionalmente al numéro
« grande di ebrei che la città nostra racchiude , ne dif-
« fondersi alla famiglia musulmana che è grandissima ,
ee ne alla cristiana che è pure di qualche rilievo.
ee II cammino tenuto da questa malattia nel suo primo
e< irrompere , la qualità délia gente manomessa , il modo
ee di vivere délia medesima, i pantani, e le moite cagioni
« di morbose emanazioni , non meno che la mancanza
« dei segni caratteristici del Cholera-Morbus nei malati
« da me osservati, mi fecero in principio tenere all'idea
« di un Choiera nato da locali cagioni , come è lo spora-
« dico,
anzichè il Choiera devolnto a straniera importa
it zione come è lo indiano. Ma ulteriori considerazioni
« congiunte alla vista di altri malati, mentre mi hanno
« persnaso che nella città di Tunis, esiste la vent intos-
'
':■
I 00 STOBICO-SCIENTIFICI
« sicazione del Choiera asiatico,
mi hanno altresi assicu-
ee rato che in queste paese esiste evidentemenle una forza
ee che contraria il regolare svihtppo délia malattia. È pa-
ee lèse la intossicazione del Choiera asiatico , perché dal
.e momento che il Choiera si affacciô , e si estese nella
ee vicina Algeria, furono presso di noi facili e frequenti i
e< disturbi gastro-enterici per le più lievi cagioni , e per-
ee chè dopo avère il Choiera varcato il confine délia nos-
ee tra Provincia ,
si sviluppô in Tunis, una malattia di
ee genio analogo, la quale ha sino al présente giorno,
« dato una ripetizione di malattia con medesima fisono-
« mia, e dove i fenomeni cholerici sono stati per Io più
ee evidentissimi.
ee Se questa malattia fosse stata Choiera sporadico, le
ee cagioni morbose derivanti da malefiche emanazioni che
ee lo avrebbero suscitato;
essendo state comuni a molti
ee altri centri di persone, la malattia sarebbe stata più
« diffusa. Si faccia una passeggiata nella corrente sta-
ee gione dalla porta detta Bab Hadra alla Borsa , e sare-
ee mo maravigliali del come i molti opérai cristiani che
ee vivono ammonticchiati lungo quella strada si inanten-
« gano in sainte. Come pure nel Choiera sporadico,
« eccezionale sarebbe stata la cianosi , ed eccczionali
« i vomiti , e le dejezioni risacee non che altri fenomeni
« che quiè superfluo di riportare. Ma l'una e le altre,
« sono invece esistite nella maggior parte dei casi.
ee Se io dicossi che gli ammalati da me visitati nello
« spedale di Tunis , avevano marealissimi i segni de)
SUL CHOLERA JIOKISUS. I 01
t metterei in dubbio la fede dei miei colleghi, cd abjurerei
« a quanto la scienza medica mi ha insegnato, se la esis-
« tenza di tutti quei segni in qualche caso io volessi ne-
« gare. Ma perô i miei colleghi bisogna che meco con-
« vengano , e ciô senza che ne resti offeso il sapere e la
« suscettibilità di alcuno, che nella maggior parte dei
« casi sono stati debolmente marcati , i segni caratte-
« ristici del Choiera asiatico, cioè Yalgidità, la cianosi,
« i crampi poco pronunziati o nulli, dejezioni e vomiti
ee albicci talvolta , con fiocchi albuminosi, e talvolta con
ee bile; ec. ec , cose tutte che sole stanno a dimostrare
1 02 CEXNI STOUICU-SCIENTIFICI.
tt bus, i soli israeliti miserabili sono stati eapaei di rice-
« verne la infezione , mentre a quella sono sfuggiti i mi
te serabili délie altre ealtegorie di cittadini che popolano
« Tunis.
« Niuno sarebbe ammalato di Choiera se le condizioni
te cosmo-telluriche avessero affatto contrariata la malat-
« tia . come tutti ne sarebbero stati esenti, se la resis-
« tenza organica di ciascuno individuo, fosse stata talc
« da reagire all'azione del principio morbificante.
« La gente minuta e la più disposta aile potenze mor-
«e bose , perché ha minor resistenza organica atteso il
ee cattivo nutrimento e la maggiore esposizione a tutte le
« vicissitudini atmosferiche : i poveri, avendo a comune
ee la miseria, ne hanno ordinariamente a comune le con-
ee seguenze. Ma siccome i poveri israeliti sono stati e
te sono tuttavia i protagonisti del brutto dramma che s}
ee rappresenta in Tunis, cosi è évidente che in essi,
et questa resistenza organica, è minore che negli altri.
ee II Cholera-Morbus , è per il voto dei migliori patolo-
« gi , tra le malattie che hanno la proclività alla dissolu-
« zione sono disposti al processo dissolutivo i timidi , i
« paurosi, i deboli, i cachettici, e coloro in générale, che
ee oltre ad essere costretti a risentire maggiormente
« l'azionedel freddo e deU'umido, hanno una giorna-
ee liera imperfetta riparazione vitale.
ee Se si dà un occhiata anco superficiale ai miserabili
ee di queste paese, noi vediamo a prima giunta, che la
« famiglia Ebrea, mentre è la più timida, è anco la più
« debole. Tacendo di quello che puô influire à renderla
SUL CHOBEBA-MORDUS. 103
« più timida di spirito, dirô solo che puô contribuire a
« renderla la più debole di corpo ; la strettezza nella
« quale è situata dai precetti religiosi. Il fatalismo allon-
ï tana dai musulmani ogni paura , ed i dogmi dettati dal
« sommo profeta Maometto, mentre h obbliga ad alloggi
« isolati, e perciô più comodi, li pone anco nella condi-
« zione di scegliere gli alimenti in più vasto giardino.
« E poiché più lata ancora io trovo la condizione dei
« cristiani , cosi conviene che io deduca , che la minore
« resistenza vitale che si vede marcata nei miserabili
te israeliti , dipende dalla associazione del patema d'ani-
ee mo col loro modo particolare di vivere.
ee Se cosi non fosse , si vedrebbe adesso in Tunis , la
« malattia in questione ? Se le condizioni atmosferiche e
« terrestri ne hanno favorite lo sviluppo , perché si con-
e» tiene nel solo circolo dei miserabili israeliti ? Essi non
e< sono isolati e racchiusi in un centro murato c guardato
ee da un eordone di bajonette. Essi hanno avuto ed hanno
ee a commune cogli altri poveri , la rigidità délia corren-
ee te stagione e gli stenti. Con essi ha communicazione
ee tutto il popolo di Tunis , e gli ammalati aumentano i
«t generali contatti,
per l'assistenza che ricevono dalle
ee altre famiglie religiose. Ne pertanto si vede quello
« che generalmente avviene,
quando iofestano le malat-
ee tie contagiose o epidemiche. Nella vicina Algeria ed in
ee Europa, molti medici ed infermieri, pagarono non ha
ee guari con la loro vita , un lato tributo alla malattia in
ee discorso. E qui,
nata nel centro di una città popolosa,
« in cloache che il calore di una pestilenza avrebbe dis-
104 CENNI STOBICO-SCIENTIFICI
« trutte dalle fondamenta, come sono la Hara e la Tuila,
«e e la gran casa délia Hafsia nella quale oltre 300 per
te sone sono ammonticchiate, ha serpeggiato e serpeggia,
ee cercando proprio col lumicino , i disposti a riceverne
« l'infezione.
ee Da quanto ho dette, deduco che mentre in Tunis
ee esistela intossicazione del Cholera-Morbus , non si puô
« dire che esistail vero Cholera-Morbus asiatico, poiché
« al suo regolare sviluppo , con certo grado délie condi-
ee zioni dell'atmosfera e del suolo , si oppone manifestis-
« simamente la reazione organica dei singoli cittadini : e
« coloro nei quali , questa forza organica è in difetto , è
« sperabile che acquisti vigore , e con il coraggio infuso
« daibuoni, e coni provvidi soccorsi ai quali il sovrano
« che regge i destini di questo paese, ha date recente-
« mente si generoso esempio.
« Ed a coloro che sono rivolti alla stagione che viene
« nella speranza di un bene , o nel timoré di un maie ,
ee diro terminando che a Dio solo appartiene la cogni-
ee zione del futuro .
ma che dovendo argomentare da
ee questi ultimi giorni nei quali Paumento del calore ha
« diminuito marcatamente la malattia, è ragionevolissi-
ee mo sperare , che al venire del tempo bello e durevole,
ee ogni seminio morboso, si disperda e si estingua ».
Garaniart presso Tunis, ai 19 gennajo 1850.
(Segue la firma).
St 1. CHOLERA-MORBUS. I 05
Mia nsposla aile brevi considerazioni sulla malattia Cholerica, omm m Tunis
nei mesi oi décembre e gennajo 1849-50 , del
DIRETTE
Dottor Quint" Mugnaini,
a S. A. il Pascià Bey tll Tunis.
ee Siccome individuo addetto al servizio dell'Altezza
ee sua ed all'amministrazione medica in questa Reggenza,
ee quest'oggi mi fù comunicata dall'augusto Sovrano, la
« tua brève memoria ad esso diretta , ove esponi alcune
et brevi considerazioni sulla vigente malattia cholerica in
« Tunis. Io per amore délia scienza, délia verità, délia
ee guistatezza da osservarsi nell'emanare un medico
« guidizio, debbo a quella rispondere;
e francamente
ee esporre, la mia qualunque opinione , su di ciô che
t()() CKN.NI STOMCO-SCIENTIKICI
SUL CHOLERA-MORBUS. t 07
« lunga pezza , soli pochi altacchi si contavano al giorno,
« quindi prorompea con la sua maggior energia. Cosi
« avvenne a Parigt in quest'ultima epidemia , ove nel 29
« gennajo 1849, accaddero fino al 25 marzo del mnde-
« simo anno soli 349 casi, 180 dei quali perivano. Cosi
« per rapporte del Dottor Gibert.
k La strage e l'orrore del maie, si osservarono due
« mesi circa, dopo i primi casi constatati.
« À Livorno pure,
« del Choiera per un mese intero,
nel 1835. si negava Pesistenza
sebbene i valenti me-
« dici constatasse numerosi casi. Non molti invero, che
« avvennero in quell'intervallo di tempo. Ora, convient-
ee asserire e lu lo sai, esservi in quella popolafa città, un
et immenso numéro d'israeliti, molti dei quali poveri,
te mal nutriti , poco coperti ed avvilili,
pure meno qual-
u che caso escluso quello di Âbulher. persona agiata, ed
« altri pochi; la maggior parte degli attacchi (in quel
« primo mese), furono su degl'individui assai robusti, e
« nei quali esisteva la più marcata resistenza organica.
te In Tunis , non difetta la resistenza organica nei soli
ee israeliti, come tubennoti nel tuo scritto, et se tu, mio
« dotto collegaed amico carissimo , per lunga pezza cou
« metodica e fîlosofica osservazione, siccome è tuo studio
« abituale, tu avessi visitato ammalati in tutte le classi
« délie altre nazioni abitanti la capitale , tu avresti con
« facilita nolato la deficienza di questa resistenza , su
« molti individui délie altre sette , con tutti gli evidenti
« sceni di molto avvicinamenlo al crado da (e giusta-
108 Clï.NNI STOIUCO-SClENTiriCI
« mente osservato nei poveri ebrei,
e Pavreste forse os-
« servata pure in alcuni di apparenza ben sani.
« Sono noti i disordini ed i vizj délia miserabile classe
« dei musulmani , né qui nécessita delucidare fatli che il
« moralista ed il fdosofo , debbono cuoprire del più denso
« vélo , quando non possono con i loro mezzi evitarli ! !
« La miserabile e povera classe dei cattolici,
sono ben
« lontani dal communicare con la miserabile e povera
« classe degli israeliti di Tunis, tanto più in questi mo-
« menti di générale spavento. Ora , esaminiamo ciô ehe
« avvenne in questa capitale (1). Negli ultimi giorni del
« passato novembre,
si ebbe la notizia délia comparsa
SUL CHOLERA-MORBUS. i 09
« quali moriva in men di 24 ore. Ed il sullodato mio col-
ee lega , mi comunicava la tua giusta osservazione, del
ee grande numéro cioè , dei disturbi gastro-enterici oc-
te corsi in quei giorni , segno évidente di Cholerica pre-
e< diposizione , e che solo avviene all'approssimarsi dél
it l'asiatico morbo.
« Dopo altri 8 giorni circa, io m'incontrava con il dotlo
« e generoso nostro collega Dottor Masearô il quale
« intertenendosi sulle minarcie dell'invasione Cholerica ,
« cosi meco si espresse. Lumbroso, se io non fossi
« stato di natura paziente e freddo osservatore, ti avrei
< annunziato alcuni casi di Choiera;
ee zia, questi fmirono in bene,
ma per la Dio gta-
e mi lusingo che tutti
« fossero dipesi da numerevoli stravizj , e dalla gelida
« stagione.
« Passati quindi altri 10a 12 giorni circa , si ricevè
« in data del 20 décembre il primo attestato constatante
« tre casi di alto sospetto di Choiera asiatico; attestalo
« che veniva segnato dai principali medici di Tunis. In-
« vero io allora attendevaunpronto etremendo sviluppo!!
« Ciô non avvenne, ma si limite per lunga pezza nella
« sola nazione israelitica,
ove comparve nel primo suo
« nascere. Esaminiamo adesso l'andamento del maie in
ee Tunis. L'Egregio , e valente Dottor Nunez-Vais, mi
« comunicava per suo rapporte, come i conseculivi attac-
ee chi avvenivano su degli individui addetti al servizio
« mortuorio degli israeliti, dipoi comparvero in maggior
« numéro in case assai prossime fra loro. Passati alcuni
1 1 0 V.KHM STORICO-SCIENTIFICI
k di , si rinnuovarono altri 5 attacchi nella casa dei pri-
« mi tre osservati ed altri in luoghi non lontani. Cosi a
« poco a poco,
crebbee si diffuse per lungo tempo solo in
et quella miserabile setta, essendoessalapiù povera, la più
« miserabile, la più sporca, la più ristretta nelle dimore,
infinelapiùtimoro-
« tutteriunitein piccolo quartiere, ed
« sa, la più concussa, ed in allorala meno assistita. Coloro
« che ben conoscano i costumi ed i riti di quella nazione
« (parlo di queste contrade) certamente saran lungi dal
« negare essere fra di essi in continua e spéciale comuni-
« cazione , soli assistano i loro infermi , lavano i loro
« morti e li rivestono, preparano il sepolcro , e quindi
« con gran seguito accompagnano il loro trapassato
et nell'ultima sua dimora , per rientrare poscia nella
« stanza del defunto, e là sette giorni consecutivi , le
« tre volte al di,
si radunano per le loro preghiere. Le
« Donne Parenti o conoscenti del trapassato , in quei
« medesitni giorni si uniscono in Comitiva,
onde piange-
« re , batlersi estraziarsi. Le altre nazioni formanti la
« gran popolazione di Tunis, in taie dolorosa circostanza,
« per nulla comunicano con gli israeliti, particolarmente
« délia povera classe. Ed ecco come io mi spiego l'unica
« diffusione fino ad ora in quella setta , che è come ve-
« demmo la più mal disposta. Valga a conferma del mio
SUL CHOLERA-MORBUS. 1 I I
« vicino subborgo di Bab-Suica , luogo vicino [turc al
I I Z CEt.XI STOIUC.O-SCIENTIFU'.I
ee sicazione del Choiera indiano, ma sivvero, la prepo-
» tente, l'orribile e la infernale morbosità asiatica.
te Ne credo, che i casi osservati per il corso di due mesi
te a Parigi , perché pochi in rapporte alla numerosa po-
SUL CHOLBRA-MORBUS. 1 1 '.
CAPITOLO V
lettcra «leï Dottor Quint0 Mugiialni,
lu replica
ai m>io scritto in data «Bel 81 geunnjo.
Amico e Collega Carissimo ,
't Questa sera dopo il calare del sole, mi è pervenuto
« un tuo scritto in risposta aile mie brevi considerazioni
« sulla malattia cholerica vigente in Tunisi , e con gran
it dissimo piacere l'ho letto e riletto, ammirando vieppiù
« lo acume dello ingegno ed il criterio medico che ti dis-
« tingue : che ti fa essere il bene affetto di tutti , e meri-
ee tamente collocato nell'egregia posizione che ti trovi.
ee Vedo in quello lo accordo nostro nella generalità
« délie massime fondamentali,
ed i punti nei quali diver-
« giamo , non sono tali, da costituirci in due distinte opi-
« nioni diverse.
« Io non scorgo lo isola mente che tu vedi negli israe-
« liti,
e lo riduco al solo momento nel quale si concen-
« trano nelle loro case a lavare e custodire i loro mord,
« e a piangere e a dibatlcrsi per la sofïerta sventura ;
1 1 4 CENNI ST0RIC0-SCIENTIF1C1
ee allo esterno,
sono in perfettissima comunicazione con
ee tutto il paese; nei quartieri abitati da loro, sonoGreci,
« e Cattolici cristiani, ed i loro porcadaveri,
per essere
« tati a sepoltura, traversano la città,
facendosi strada
ee in mezzo ad un popolo, in molti luoghi affollatissimo.
a Io non scorgo i musulmani in condizioni diverse , e
« saranno stati al cerlo nelle medesimissime , coloro che
« assisterono il musulmano délia Hara , non chè i 5 mu
ée sulmani , periti fulminantemente , nel vicino subborgo
ee e popolatissimo di Bab-Suica ;
ne perlante il seminio
ee d 'infezione ha portato in essi le che nei po-
ee veri israeliti si osservano e si deplorano.
ee Non nego che tra i Musulmani o Ira i Cristiani , vi
« possano essere molti che difettino di esistenza orga-
« nica , ma il faito attuale di Tunis, mi dimostra evi-
ee dentissimamente , che queste difetto non è nelle altre
a famiglie congiunto aile altre condizioni, che svi- per lo
ee Iuppo délia malattia si richiedono.
ee I pochi casi osservati in Pisa e Firenze, nel 1835 ,
« ed in Livorno nel 1 836, non altro mi dimoslrano, che
ee ad onta délia intossicazione del Choiera, mancarono le
et altre condizioni sicchè il morbo,
non avendo potuto îr-
ee rompere, dovè estinguersi, restandonedopo parzialis-
ee simi attacchi, neutralizzato il principio venefico.
ee Se tu facessi una passeggiata in Tunis, e vedessi
« anco pochi degli afflitli del maie in discorso , non tar-
« deresti con me a convincerli, che esiste nella nostra
€ città , il veleno del Cholera-Morbus,
ma che al suo ir-
« radiarsi , al suo diffondersi, al suo incendiare , c mos-
SUL CHOLERA-iUORBUS. I I 5
* trarsi coi veri fenomeni che la distinguono, si oppon-
e< gono délie condizioni talmente manifeste , che le per-
ee sone che sino al présente ne riceverono la infezione ,
ee devono propriamente essersi trovate in uno stato ecce-
e< zionalissimo per incapparvi.
« Perô , il prolungarsi di questa affezione , anche nel
« modo attuale,
non puô a meno di tenere gli animi sos
ie pesi,'nel timoré che in seguito giunga il momento , nel
« quale le condizioni individuali e cosmo-telluriche tra
« loro consonino, sicchè, quello che adesso non avviene
« si verifichi. Lastoria délia medecina , come tu ben sai,
« ha registrate non poche épidémie, che dopo aver sér
ie peggiato per un tempo più o meno lungo nella gente
ee minuta assunsero un carattere violente, non rispettando
ee più, ne sesso, ne età, ne condizione, e tra queste
ee quella del 1764 descritta dal célèbre Sarcone, è di
« grandissimo rilievo ed ammaestramento.
k Gammart, adi 24 del 1830.
(Segue la firma).
Mia seconda risposta al clottissinio e benciiicrKo
Dottor Quint0 Mugnaini,
« Ottimo amico,
« Sensibilissimo io sono , ai non meritati elogi, e più
« ancora aile tue amichevoli espressioni , parto del ben
« noto tuo cuore, e délia tua non comune medica educa-
« zione. Io le accetto, perché vengono da animo sincero,
« da un amico ben caro, e fmalmentc da un compagno di
« studj, fino dalla mia prima giovinezza.
î l 6 CENM STORICO-SCIENTIFICI
« Rispondo sui varj punti , pei quali divergiamo, sulla
« condizione Cholerica in Tunis, imperciocchè, fùsempre
ee per utile cosa tenuta , che fra due colleghi d'un arte
ee cosisevera, cosi profonda, cosi subbli-
filosofica, cosi
ee me, e che comprendono la santità délia loro missione ,
ee nascessero argomenti di scientifiche polemiche , le
ee quali , se utili esser non possono al progresso di si
ee vasta scienza , saranno per recare non v'ha riubbio ,
ee una qualche utilità alla piccola parte di essa , che noi
e' cerchiamo con lena affannata , di coltivare ed abbel-
ee lire.
ee Io non scorgo tu dici, lo isolamento che tu vedi
ee negli israeliti,
riducendo cpiello al solo momento in
ee cui si concentrano pei loro riti ed usi , mentre Ii credi
ee
in perfetta comunicazione con il reste délia popola-
ee zione, cioè Greci , Musulmani, e Cristiani, dei quali
« una maggior parte abitano in dimore assai prossime a
« quelle israelite. Nello scritto che io ti diressi , se ben
« noti le mie espressioni , non tendono quelle per nulla,
« a denegare il fatto da te osservato , ma solo dovendo
ee medicamentc ricercare tutte le ragioni del come per si
ee lungo tempo non venivano tocche le altre diverse
te nazioni di Tunis,
agguingeva oltre a ciô che tu avevi
« notato , cioè , la minore resistenza organica in quella
« setta , il loro abituale maggior timoré, la indescrivibile
« miseria, il sozzo locale délie loro dimore l'accumula-
« mente di molli individui nella medesima casa, nelle
o
SUL CHOLERA-MORBUS. I I 7
pale dell'uniea diffusione per lunga pezza délia pesti -
fera malattia , la quale ora pure inc.omincia a diffon-
dersi, fra i principali abitanti , che sono i musulmani.
Già contansi i 1 0 periti nei due subborghi.
ee A più valida conferma dell'espressa mia idea , giova
il rammentarti, che anche fra gli israeliti, quando
in essi comparve il maie, sebbene altamente dispostia
ricevere il pestifero germe , pur tuttavia , nei primi 20
giorni, soli i 3, 4 o 5 ,
erano dai medici constatati,
casi si notavano per di, i quali
o per aver assistito gl'in-
fermi , o dietro l'esame esterno dei cadaveri (essendo
dalla legge maomettana vietata l'autopsia cadaverica)
e la narrativa dei parenti. Solo , dopo quell'epoca ,
crebberogli attacchi , fù più marcata la mortalità , e
meno fréquent! divennerole guarigioni. Tra i musul
mani incominciô da soli 5 o 6 di , e tu perché non del
tutto novizio del paese, andrai meco d'accordo , che per
la deficienza di medici , e per i pregiudizj di quella
nazione alla ricercadi quelli, io possa altamente dubi-
tare che avendo essi gli 8 o 1 0 morti per giorno , si
voglian di quelli soli 2 o 3, notare,
Choiera. D'altr'onde siamo sull'incominciare ,
come periti di
osserve-
remo ciô che in seguito avverrà , e quindi daremo un
positivo giudizio.
ee È assioma ben stabilito in medicina , che nelle ma •
lattie d'infezione o di contagio , il veleno qualunque
che le produce , con più attività si comunichi dagli indi
vidui tuttora infermi , che dai morti poiché una volta
divenuti cadavere,
molta di quella attività atta ad
1 I 8 CEINS! STORICO-SCIENTIFICr
tt infettare i circostanti , perdesi in essi. Ne è meraviglia
« perciô , che un date individuo malato possa infettare
« gli assistenti o vicini , mentre divenuto cadavere , e per
« conseguenza lavato, di nuovo camice involto , e quindi
« trasportato in chiusa cassa , possa non essere causa
« d'infezione agli individui poco disposti a contrarre il
« pestifero morbo (1). Nota il professore Berruti di
« Torino , nella sua risposta ai quesiti proposti dalla
« società medico-chirurgica di Bologna, a conferma délia
« minore diffusibilità dell'infezione, o del contagio per
ee mezzo di cadavere, Paver costantemente osservato
SUL CHOLERA- MORBUS. 119
t trasportati in tal guisa, non è meraviglia se si osserva
(( svilupparsi il morbo nei predisposti individui che
« trovansi nel loro passaggio , e cosi a varj luoghi comu-
« nicarsi , come chiaramente avvenne nel fonducco dei
ee Zuaua délia porta detta Bab Âhliua dalla quale neces-
ee sita il passaggio , onde condurre i loro poveri morti
ee alla sacra sepoltura : in due giorni , ivi perirono 4 di
ee Choiera.
ee Ritorno ora alla questione relativa alla semplice
ee intossicazione del Cholera-Morbus-Asiatico, da te abil-
ee mente sostenuta e vagheggiata. Esiste nella nostra
« città , tu dici . il veleno del Cholera-Morbus-Asiatico.
« Dunque le vittime che cadono per questo veleno sono
« vittime del Cholera-Morbus, oaltrimentiattacchidiesso,
« come certamente si direbbero essere morti di vajolo
« quelli che contrassero il veleno vajoloso. Ne varrà a
« denegareil fatto già stabilito, l'essersilimitato per lungo
« tempo nella più predisposta nazione; fenomeno in vero
« dire singolarissimo.
« Nell'epidemia di Torino , città capitale , che durô dal
« di 12 agosto, a tutto ottobre 1835,
si contarono soli
« 331 attacchi, e 206 periti ; pure i sommi dell'arte , la
- te chiamarono epidemia del Choiera Morbus
indiano ,
« imperciocchè furono considerati come veri attacchi di
« esso , tanto più che nei luoghi circonvicini esisteva
« quel morbo, come avviene fra noi,
neli considerarono
« per nulla siccome effetto di semplice tossicazione Cho
ie lerica.
« Mi giova esporre qui,
alcuni motivi che io credo
120 CENNI STORICO-SCIEOTIFIe.1
>e furono fino ad ora di ostacolo ad una maggiore diffu-
tt sionefra i musulmani,
« rici , cioè ;
« 1°
ée giosi.
ee
oltre quei supposticosmo-tellu-
Il continuo lavarsi obbligatorio per principj reli
2° La maggior nettezza dei loro abiti.
te 3° Il raro trovarsi di un musulmano che non pos
te sieda sua casa propria , sebbene di poca valuta, imper-
ee ciocchè per principio religioso , viene loro impedito di
e< unirsi in varie famiglie nella medesima dimora, essendo
ee vietata la vista délie loro donne.
e 4° Fra i loro poveri il cibo è parco , e assai menu
« grave del nutrimento dei poveri israeliti.
« In quanto alla classe dei Maltesi e dei Greci, dirô
" che il nutrimento dei primi è ben parco, imperciocchè
« la maggior parte di essi si contentano cibarsi con del
n semplice pane , né ad ogni costo trascurano la meto-
ee dica lordose divino ad ogni pasto; sono d'altronde di
« organica fibra più resistente , ed attivissimi nei loro
« esercizj ,
si distinguono pure per il naturale loro
« coraggio , tanto più in simili circostanze aile quali
« fecero direi quasi una certa abitudine. dietro le epide-
ee mie avvenute nell'Isola Patria , o nei varj luoghi ove
ee trovaronsi, imperciocchè noi sappiamo quanto quella
ee nazione sia per sua natura viaggiatrice.
ee I Greci sono pure di forte resistenza organica , più
« ordinati , più netti , ed al più alto grado di animo
« virile , unito a severe e costanti abitudini che difficil-
SUL CHOLERA-MORBUS. 121
« mente abbandonano una volta contralto o déterminait
« a contrarre.
« Vivi sano, felice, ed accetta gli attestai! délia mia
« più alta stima e considerazione ».
Cartagine li 24 del 1S50.
ue (Seg la /inna).
Teraa risposta «Ici ISotton* lS2!s®saafDî5.
« . Nel
ee scritlo in data del 24 corrente,
replicare amico carissimo al tuo
non posso a meno di
« renderti note alcune delucidazioni , onde rimuoverti da
« certe interpretazioni da le date al mio rapporte a S. A.
122 CKNNI STOBICO-SCIENTIFICI
« rono , o intieramente , o erano troppo modificati (vedi
« il mio rapporte). Per le quali cose , quello che è ecce-
ee zione non poteva , ne puô mai essere da me preso per
ee argomento di regole generali.
ee Caro Dottore amico mio, se tu scendessi meco in
ee città, e vedessi ancopicciol numéro di ammalati come
« io hoveduti , non sarestisi franco nel dirli affelti délia
e' prepotente , orribile , infernale morbositaasiatica.il
ee Cholera-Morbus , come tu ben sai , non è di diagnosi
« difficile , è le caratteristiche ne sono marcate coi più
SUL CHOLERA-MORBUS. 123
illovinicnto dello Spéciale
DI TUNIS
Nel corso di giorni 40 délia malattia Cholerica.
ENTRAT1. MORTI. USCITI. IN CORSO.
Uomini 47
Donne 64
Ragazzi 30
27
43
12
12
9
10
8
12
N° 1 41 82 31 28
Innanzi di por fine al présente capitolo ,
8
e riportare la
mia terza risposta all'amico Dottor Mugnaini , è qui neces-
sario , che io faccia alcune considerazioni che omisi di
agguingere in allora all'ultimo mio scritto.
Rispondo all'articolo n°
dal quale si potrebbe supporre, che io ,
2 délia qui riportala sua lettera,
nei miei antece-
denti scritti direttigli , facessi quasi comprendere che egli
concludesse nei suoi lavori , essere la malattia affliggenle
Tunis ,
una vera e legittima ripetizione del morbo ende-
mico délie Indie , mentre a vero dire, io fino ad ora non
feci , che oppormi alla sua prima asserzione : « Dell'esis-
tenza in Tunis del solo Choiera sporadico » e poscia alla
denominazione con maestria scientifica ritrovata , cioè
« esser quella una malattia Cholerica per intossicazione
« del veleno asiatico (1)
». Ed ora sembrerebbe là là ten-
tato , per ritornare alla primiera morbosa qualificazione ,
(1) Vedi la sua lettera a me diretta in data del 28 dec= 18i9 cap.
IV, ed il suo scritto diretlo a S. A. in data del 19 gennajo, 50 cap. V.
1 2 't CENNI ST0RIC0-SC1ENTIFICI
imperciocchè s egli dice. « Ove io fossi assolulamente
« costretto a denominarlo serebbe d'uopo , o che insi-
« stessi sul nome nuovo che ho posto in fronte aile mie
« scritture , o tornassi a quello , che nelle nosologie che
« si conoscono è registrato «.Parebbeamio avviso ch'egli
volesse intendere di Choiera sporadico,
avvegnachè nelle
note nosologie délie quali ci parla , due sole forme di
Choiera denotansi, (se pur non erro) lo sporadico cioè, o
l'indiano, se eccettuare voglionsi le perniciose febbri con
segni Cholerici. L'esimio professore Tommasini, fa pure
differenza , fra il Choiera sporadico , e Pepidemico des-
critto dal Sydenham .
dico possa farsi générale .
poiché non ammette che Io spora
ma solo limitarsi a singoli indi
vidui , per cui i casi prodotti per cause determinanti il
Choiera sporadico , vennero in quella forma enumerati e
quelli sviluppati per intossicazione del veleno indiano ,
si chiamarono « attacchi di Choiera endemico délie Indie ».
Il quadro del movimento dello Spedale,
che il prelo-
dato Dottor Mugnaini invia unito alla riportata sua ultima
lettera , e che noi in seguito riporteremo per intero fino
alla felice chiusura di quel pio stabilimento,
non fà a mio
credere che vieppiù convalidare la più giusta , e la più
universale idea dei numerosi medici di Tunis. I Valenti
dell'arte , saranno i guidici imparziali di questa scienti-
fica questione.
SUL CH0LEBA-M0BBUS. 125
Mia risposta all'ultimo riportato Scritto ,
Del Dottor fiia$n(Uni.
« E cosa ben dolorosa per me , il dover medicamente
ragionare su di un argomento , il quale dovrebbe dal
lato mio esser solidamente basato sulle osservazioni
oculari, onde non si possa con ragionevolezza impor-
mi il silenzio. Egli vero è, che non io solo; ho cercato
di comunicare la mia qualunque opinione , sebbene non
abbia avuta l'opportunità di constatais da me stesso
dei fatti Cholerici, e molti furono chêne parlarono ;
innanzi pure di praticamente studiare quel morbo.
Quindi ad ogni savio medico è concesso il far parola
dietro le veridiche relazioni dei dotti dell'arte, come fù
pure sempre permesso il consultare ,
e l'esporre il
proprio parère , dopo relazioni mediche dei soli parenti
di un dato individuo.
« Tù mio buon amico , due volte scendevi nella capi
tale , onde osservare i caratteri délia malattia che
affliggevala , e nelle due volte,
nevi;
poche ore cola t'interte-
quei momenti perô servirono alla sagace tua
mente, ed al tuo ben note criterio ,
per Parti un poco
divergere dall'opinione délia maggior parte dei medici
residenti in Tunis;
e mentre quelli dichiaravano l'esis-
tenza del Cholera-Morbus-Asiatico in essa , tu , colla
tua pregiatissima lettera del 28 décembre 49 a me
direttadicevi : Gli ammalati da me visitati non erano
affetti da Choiera asiatico . ma il disturbo gaslro-ente-
1 26 CEJi>I STORir.O-SClEMTIFIC.I
« rico che in un quarliere délia città, ha rapito varj indi-
« vidai , e che altri ne trattiene allô spedale, è riferibile
» alla condizione morbosa del Choiera sporadico : Una
« copia délia tua lettera, fù mandata in Tunis,
e quanti
ee erano i buoni colleghi la lessero , e si degnaronoinviar-
« mi alcuni di essi esatte relazioni dei casi molto osser-
« vati , quali furono i Signori Dottor Commendatore Nu-
« nez-Vais, il Cav. DottorMascarô , il Cav. Dottor Cotta-
« ver, e l'ottimo ed abile Dottor Mansfield. Riporterô esat-
ee tamente le loro parole . innanzi
di narrare altri falti, e
et decisivamente conformare il mio giudizio.
« Il valente e benemerito Dottor Nunez-Vais , in cui al
« raro e non comune ingegno , si uniscono le più belle
« doti del libero, franco, e morale carattere, in una
« lettera in data del 30 décembre passato, diretta ai nobi-
ee lissimi signori Dottor Castelnuovo, Dottor Quadrini e
« me, cosi esprimevasi : (vedi cap IV, lettera del Dottor
« Nunez-Vais). In quella sua lettera nell'articolo n°
14,
« dice il dotto amico , le cause del Choiera sporadico ,
« sono più apprezzabili;
« traspirazione soppressa;
abuso e qualità deleteria di cibi
ora piacemi qui notare
« come raramente accada , quel morbo nella stagione
« invernale , e non mai essere causa di morte in 700
« individui israeliti,
sopra un numéro di circa 15000
« anime, (se pure giunge a taie) e perche ricorrere a
« quella forma , quando sappiamo esservi positivamente
« il Choiera asiatico , nei luoghi circonvicini ? Che infatti
« stando pure aile relazioni délie épidémie di Londra
k del 1669 e a quelle di Svizzera e Sassonia del secolo
SUL CHOLERA-MORBUS. 127
« I 8" e di Cadice a noi prossima ; se l'attuale di Tunis ,
ee fosse comparsa , senza l'esistenza del morbo indiano
« nella Reggenza , l'avrei forse per lunga pezza ,
consi-
ee derata come taie , e avrei fatti studj per ricercarne le
« intempestive cause ; ma, sia per la suindicala ragione,
ee come per la narrativa esatta dei fenomeni osservati
ee nei moltiplici casi , i quali furono tutti constatât! dai
ee Dotti Signori Merel, Masearô, Costa. Nunez-Vais, Mège,
« Cesana,Mansfield, Cuttayer, Giuliani, Fayni eZeraffa,
« e giuoco forza, che abbia ferma opinione, essere il morbo
« che affligge Tunis, vero Choiera- Asiatico ;
al maggior
« sviluppo del quale, si opposero , oltre le ragioni cos-
« mico-telluriche supposte, tutte quelle che già ebbi il
« vantaggio di notare colle mie antecedenti. Quai niera
it viglia a noi reca, il vederlo solo diffuso nella classe
« israelitica, quando sappiamo per rapporte dell'egregio
« Dottor Carlo Calderini di Milano, che nella grave
« epidemia del morbo indiano, avvenuta nel 1 835 in Niz-
« zamarittima. rimasero illesi gli ebrei tutti dimoranti e
« stabiliti cola, e che nella gravissima avvenula in
« Cuneo, nel Piemonte,
« dal morbo ?
soli 12 ebrei rimasero tocchi
« AU'articolo 17 lettera citata, ove con tanta storica
« esattezza, parla délia prima avvenuta irradiazione ,
« credo inutile cosa, mio buon amico, ch'io ora aggiunga
« imperciocchè tu ne saraidi già informato, esistere oggi
« più estesa diffusione in pressochè tutti i quartier!
u abitati dagli ebrei , in varj punti ancora délie vie abi-
» (aie dai musulmani , e nei due subborghi onilo viep-
1 28 CENNI STOBIC.O-SCIENTIFICI
« più confermare, quanto abilmente espone, il comune
« nostro collega.
« Eccomi ora a narrarti la sintomatologia notata dal
t< Dottor Nunez-Vais,
nel suo particolare rapporte,
« osservata su 12 casi Cholerici, (vedi cap. IV).
« Taie sintomatologia , fù pure riportata dall'Eccllen-
« tissimo Dottor Masearô constatata particolarmente, dai
« signori Mansfield e Cuttayer, e osservata in numéro più
« esteso di ammalati (vedi pure cap. IV).
« Il signor Dottor Merel , non mi ha comunicate le
« sue particolari osservazioni , ma più di una volta asse-
tt riva unitamente agli altri colleghi , l'esistenza di tutti i
« fenomeni,
caratterizzanti il Choiera asiatico.
ee Sebbene possessore di tutti questi attestât! , non
ei certamente per diffidenza , poiché se volessi avère il
ee più piccolo dubbio sulle esatte osservazioni dei valenti
te colleghi , mancherei certamente al più sacro dei miei
e< doveri , e dovrei non aver fede nelle mie sfesse osser-
« vazioni; ma per quella lusinga che sempre accompagna
« ogni cuore non disumano , anche nelle più triste vicen-
ee de ,-e
che fu convalidata dal primo rapporte a me di-
ee retto, ove asserivi l'esistenza del solo Choiera spora-
ee dico, e dalla lettera scritta in arabo a S. A. l'auguste
» padrone, dal signor Dottor G. Laferla, nella quale
« asserisce, non esistere il morbo infernale in Tunis;
« infine, dal vedere cosi costante il fenomeno délia sola
« irradiazione negli israeliti, io attendeva una pronta
« cessazione di quel morbo qualunque, sperando che più
■ esatte osservazioni .
fossero
cangiate ragionevolmente
SI L CHOLERA-MORDUS. 129
d'avviso , il summentovato corpo medico , c clic dassc
< quindi più fortunata sentenza.
« Egli è vero fra me diceva,
e sempre le anomalie del Cholera-Morbus,
essere bizzarrissune
al presentarsi
t nei varj luoghi; più ancora constavano a me i fattiche
e ho già qui notati, diNizza e Cuneo, rapporto all'essersi
t mantenuti illesi gli israeliti di quci luoghi ; poscia
« anche quelli a te noti di Pisa, Firenze, Livorno e altrove
« pur tuttavia , mel perdonino gTintegerrimi colleghi ,
« nutriva incessante speranza che il vero morbo asiatico ,
« non esistesse in Tunis, sebbene constatavasi in varj
« punti délia reggenza , ed esser quello , che per taie
« volevasi in Tunis , solo un effetto di un vedere , mi sia
« permessa l'espressione , troppo trascendentale questa
« mia idea , appalesavasi , quando colle mie ripetute
« lettere ai signori Medici di Tunis,
« (ch'eglicosi miordinava),
a nome di S. A.
richiedeva che con pihesat-
ee tezza constatassero la vera indole del morbo esistente
ee fra la classe israelita. Per quella dimanda,
«
ebhia sop-
portare, ebbene io meritavali , i più giusti rimproveri
ee dalla parte loro; imperciocchè, ciascheduno avea digià
ee esattamenteriferito , quanto aveva osservato. Di più il
«
face va comprendere, quando il di 17 gennajo ,
al con-
ee siglio medico, fatto in presenza di rispetlabili autorità,
« per mezzo deU'Illustrissimo signor cavalière Careas-
« sonne segretario del consiglio sanitario , io dirigeva
« cinque dimande, tulle tendenti a porre alcuni dubbj
« sulla natura del malc, (vedi la mia lettera diretta al
d signor Carcassonne in data del 1 5 del mese passato
o
130 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
SUL CHOLERA-MORBUS. |3î
un aecordo marcatissimo , con quanto attestavano gli
altri onorevoli colleghi.
ee Vifùtahmo poi, (1) che senza cognizione di fatto
sulla data cognizione di un popolo , stando forse a non
esatto medico rapporte, dopo aver esaminato pochi
malati ; sul declinare di questa epidemia , senza ricer
care idonee nozioni del fatlo, giunse, decise e parti ed
ebbe la sfrontatezza di attestare essere , il maie Cho
iera sporadico , puramente endemico , (cosa non mai
osservata nelle nostre regioni) ,
e non contagioso.
Credi tù, caro Mugnaini , che l'Iyppocrate inglese, il
grande Sydenham , avrebbe avuta cosi palpabile abi-
lità?
ee Fù sempre massima , che la severità filosofica del
linguaggio , abitua a pensare logicamente , ed è mezzo
primo , che ajuta il progresso délie scienze mentre
chè i mezzi termini , le sofistiche divisioni di scuola ,
(1) Il signor John F. Charleton, medico délia Inglese regia Fregata
a vapore, detta Crewler, la quale giungeva in Tunis, ildi 25 gennajo
50 , dopo csser disceso in Tunis e là esaminati alcuni , , ammalati dello
spéciale e , varj altri nelle particolari dimore, ignaro affaltodei tuni-
sini costumi , e délia medica storia délie nostre contrade, aU'aspetto
di Tunis, cosi orribilc, in quella piovosa stagione, e délia miseria
I 32 CENS! STORICO-SCIRNTIFICI
« debbono considerarsi , come miserabili mosche, che
« s impiantano nelle piaghe dei generosi tavalli. Il bene-
« mérite Tommaso Pullino diceva : (ioammiro nei poeti
« il genio , che transvolal in medio posita )
ma in fattu
« di scienza , vorrei che i dicitori pensassero caritate-
« volmente a quelli che sono di freddo intellelto e di
« stentata intelligenza , i quali han bisogno direi quasi ,
« di essere condotti passo a passo.
« Quanto è più generosa la condotta dell'integerrimo
« Dottor Mège, che sebbene , già da vario tempo sitro-
et vasse in rada alla goletta e sentisse i varj rapport!
« sulla malattia , non voile esporre il proprio parère, che
« dopo varj giorni di osservazione , tanto dei numerosi
« malati nei quartieri degli ebrei , che in quelli del pub-
ee blico spedale , e quindi atteslô con tutta la medica , e
« sacra fede dell'esistenza dell'asiatico morbo ?
« Ora l'opidemia , sembra , per quanto è lecito spe-
« rare , che sia per cessare totalmente, dappoichè , non
« già dai signori medici di Tunis , ma per officiale rap-
« porto di chi è incaricato sorvegliare la bisogna , e tutto
« riferire all'Altezza Sua , viene dette, non esservi stati
ee da alcuni giorni nuovi casi. E questa quasi improvvisa
et cessazione sarei per atlribuirla , dietro l'esperienza e
« l'osservazione dei valenti dell'arte , alla già avvenuta
u mortalitàin lutli i predisposli individui, c quindi ai
« forti venli setlentrionali che in questi ultimi giorni
u dominarono ; come anche forse, agli spari di moite
« eannonalc , nelle fortezze del circuito di Tunis , e luoehi
« circonvicini , che nella festa del natale dei musulmani,
SUL CHOLERA -MOURUS. 133
« per tre giorni continui , venivano a rallegrare l'afflitla
« nostra popolazione ; non chè ai riguardi quarantinali ,
« che moite famiglie israelitiche addotfarono.
« Siccome , ciô che più distingue gli uomini , i quali
« santamente professano la divina arte di Eseulapio , è
« la nobilissima franchezza,
ncll'csporre le proprie vê
te dute , con linguaggio che dimostri la verità sentita,
ee provo la più alta soddisfazione,
nel riconoscermi sotto
« l'usbergo del sentirmi puro , ricercando di esporre
« genuinamente la mia qualunque opinione.
« Io ammiro in voi molti , che mi onorate di vostra
« leale amicizia, il non comune sapere, e l'acutezza
te dell'ingegno che vi distingue , e peregrina fortuna
ee sarebbe la mia se una qualche considerazione potessi
« meritare , ritrovandomi fra voi valentissimi colleghi ,
« ornamento, ovunque voi siatc, délia patria lontana, o
« di quella che a preferenza adottavi.
« Vivi sano e felice „.
Cartagine, \-
febbrajo 1850.
(Segue la firma).
Qui ebbe fine la nostra medica discussione,
che volli
per intero riportare , perché ho sempre amato la lealtà in
fatto di scienza , e volli cosi pure dimostrare l'acutezza
dell'ingegno e del sapere non comune di chi sempre de-
dicô la fluttuante sua esistenza, i suoi momenti più cari,
ad una maggiore educazione intellettuale , come anche a
vantaggio dei suoi concittadini, in epoca in cui speravasi
un vitale risondmento. Le azioni di un uomo mosso da
Î34 CENiM STORICO-SC.IENTIFICI
religiosa coscienza , e basata sopra concepite idée scien-
tifiche,
non debbono confondersi con quelle nate da pretta
ignoranza o da lusinghevole intrigo , ed il Signor Dottor
Mugnaini ,
sebbene abbia espressa una idea un poco
diversa da quella délia maggior parte dei medici di Tu
nis,
non solo non deve essere annoverato nel numéro di
coloro che da veri ciarlatani spacciansi appartenere alla
famiglia dei seguaci délia divina arte d'Esculapio , ma a
giusto titolo, deve tenersi come vero e lusinghevole or-
namento di questa.
Negli ultimi giorni del gennajo,
già si vedeva regolar-
mente diminuire l'intensità del maie, nella famiglia israe
litica,
e tutto faceva sperare la fine totale di quello.
quando disgraziatamente incominciô a diffondersi nella
musulmana ; infatti si ebbero in quella dei casi,
che per
la celerità colla quale distruggevasi la vita , fu causa di
vivo allarme alla già bene afflitta popolazione. Uno dei
principali Scheriffi, persona sssai rispettabile ,
e bene
amata, cadea colpito dal maie, perô si manteneva in
vita per 3 o 4 giorni , in sua casa morivano in poche
ore di Choiera fulminante, un negro suo servo, altro suo
antico impiegato, una ebrea di servizio, ed altra donna
componente la famiglia. Sua moglie pure cadea malata ,
ma per le savie e continuate eure degli ottimi Dottori
Zeraffa e Cuttayer, potè salvarsi. Alcuni amici di quella
rispettabile famiglia, ch'ebbero Pinfortunio di recarsi a
visitare il capo di essa , nei giorni di sua finale malattia ,
trattenendosi alcun tempo nella stanza ove dimorava
3'infermo, e sedendo ben da vicino al suo lelto, furono
tir
'
chi più chi meno colpiti,
SUL CHOLERA-MORBUS. 135
e fra questi il dotto ed infelice
Sidi Taïb Riahi, figlio del sommo capo délia religione
maomettana , il sapientissimo Dottore di quella legge,
Sidi-Rraïm. Era quel dotto giovane la gioja del vecchio
padre; e del popolo tutte, la speranza di un abile suc-
cessore ad esso; questi moriva nello spazio di 12 ore.
È cosa assai rimarchevole, che nel corso di tutta
questa epidemia furono pochi i casi ch'ebbero la termi-
nazione , con consecutiva forma tifoidea , sia nella fami
glia israelitica , come nella musulmana, mentre fù da tutti
osservato ,
eccettuati alcuni pochi casi, che la maggior
parte dei colpiti , o celeremente perivano , o a poco a poco,
una volta dominati quei primi fenomeni morbosi,
ritor-
navano alla pristina salute. Ciô deve attribuirsi a mio
credere , alla rigida stagione , e al metodo non abusiva-
mente stimulante , che adoperarono , tanto i savj medici ,
che i nostri emperici. Cosi , a poco a poco si diffuse il
morbo nella setta maomettana , rispettando sempre la ben
numerosa europea famiglia , nella quale in tutto il corso
di quella epidemia, si ebbero forse 50 malati ,
o 12 periti.
e soli 1 0
Sebbene i musulmani formino il principale numéro
délia popolazione tunisina , pure non si ebbero in essi ,
ne il numéro dei colpiti, né quello dei periti degl'infelici
israeliti : imperciocchè dai molti rapporti avuti , siano
dai medici impïegati al pubblico servizio , e da quelli che
assistevano l'afffitto popolo,
come anche dalle autorità
civili e militari , e dei capi principali délia setta israeli
tica , potemmo rilevare che in questa , dalla fine di
1 36 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
décembre 1849. a tutto marzo 1850 vi furono 3700
attaccati , dei quali 1 900 perivano , mentrechè nei musul
mani , dalla fin di gennajo, fino alla meta di aprile , si
contarono circa 2400 casi, dei quali circa 900 eran seguiti
da morte.
Le ragioni che a mio credere,
impedirono una maggior
diffusione in essi , gia furono da noi notati negli scrilti
diretti all'amico Dottor Mugnaini.
Dagli officiali rapporti , rilevasi pure , che tanto dei
tocchi dal maie , come dei periti , si ebbe dell'intero
numéro , i due terzi nelle femmine,
ed un solo terzo nei
maschi. Il numéro délia perdita nei bambini , fù anche
considerevole.
11 Choiera difondendosi in tutti i quartieri di Tunis ,
rispettava moite vie interiori , quantunque per la maggior
parte fossero considerate come poste in situazione poco
sana , e rispettô molti luoghi , come Bazar, Prigioni ,
Fonducchi , ed alcuni dei circonvicini.
Casi ben tristi ed orribili furono osservati ; di questi
io uno solo riferirô .
per vieppiù dimostrare la forza de-
leteria di questa orribile infezione asiatica, alla quale non
si voile applicare il giusto titolo di epidemia.
Un giovine israelita di anni 12,
venne colpito dal
morbo, e présente tutti i fenomeni caratteristici,
che io
qui risparmio di riferire. Dopo il più tenace periodo
algido, nell'incominciare la reazione,
si lamente quell'in-
felice di un grave dolore al piede , ed alla gamba sinis-
tra;
sua madré, credendo che fosse un semplice dolore
reumatico , lasciavalo in preda a quello . senza ricorrere
SUL CHOLERA-MORBUS. I 37
a medica assistenza. Ma quale fù la sua sorpresa ,
quando
l'indomani, esaminandone Parte, trovava digià formate,
un orribile processo cangrenoso, che a poco a poco,
facevagli cadere il piede , la parte molle dei due terzi
inferiori délia gamba , c necrosava le due ossa délia
medesima ! Fù completata quella morbosa direi chirur-
gica operazione délia natura ,
dall'esperto venerabile
Dottor Cesana. Io pure visitava quel disgraziato , che ora
trovasi in assai buone condizioni.
Tra i musulmani che mancarono di medica e razionale
assistenza, si avverarono nei periodi délia reazione , le
più atroci cangrenose oftalmie , taluni perdettero la
facoltà dei movimenti e l'udito,
dell'intelletto.
ed altri venncro privi
1 38 CENS! STORICO-SCIEÎITIFICI
CAP1TOLO VII.
Onde vieppiù convalidare la générale opinione dei
bravi medici di Tunis, sulla reale esistenza del morbo in
questione,
tera ,
piacemi pure riportare una gentilissima let
che dirigevami il dotto giovane medico signor
Domenico Zagarella , fra noi venuto nei primi giorni di
febbrajo, ove genuinamente espone l'attosuo di fede, su
quanto ebbe luogo di osservare.
« Tunis,
« Arrivato corn 'ella sa daMalta,
18 febbrajo 1850.
or non è molto sui
e< primi giorni non ebbi Popportunità di osservare il
ee morbo che attaccô il paese e che ha vessato in particolare
ee sulla classe degli ebrei; in seguito , avendo avuto la
« fortunata combinazione di osservare due tocchi dalla
e malattia epidemica , curati entrambi , dall'emerito
1 40 HENNI STIIBICO SCIENTIFICI
ee denotava i sopradescritti fenomeni, questi succedevansi
SUL CHOLERA-MORDUS. I %
I utililà che cagionô, quel consolanlissimo morale senti-
menlo, imperciocchè, mi assicurarono i valenti colleghi,
che dopo la discesadi S. À. più non parla vasi ne incessan-
lemenle trattavasi di un argomento, che disgraziata-
menle già da lunga pezza , era unica ed esclusiva ma
teria, di dolorosa, incessante, e générale conversazione.
Trattenevasi S. A. nella Mohammedia , con i soli
riguardi quarantinali , fino il di 1° di aprile, in cui assi-
curato per inesatto rapporto, che niun caso Cholerico più
esisteva nella capitale, faceva togliere il eordone sanita-
rio che circondava la sua reale residenza, e tosto incari-
cavami di discendere nella capitale, onde attenlamcnle
esaminare Io stato délia pubblica sainte. Già era per
parmi in cammino ,
quando giungeva l'ofiîeiale giorna-
liero rapporto , recante la penosa notizia délia e;ompar-
sa in Tunis , di altri I I attacchi cholerici. Da meardente-
menle supplicata S. A., voile generosamente conceder-
mi , di recarmi io stesso all'esame di quelli , ed unito al
Scih,
seco visitava ogni e qualunque individuo clic sospet-
lavasi tocco del maie. Ordinavami pure S. A-, di riunire
il valente corpo medico , per aver più esalta informazione,
dello stato délia pubblica salule, e quindi recarie esatta
relazione di quanto potea osservare in quella mia discesa
e di ciô che mi avrebbero riferito, i radunali collcelii.
Ai soli amatori délia vasta medica scienza che fù
ehiamata divina, io chieggo, sein me,
sommo ed incessante desiderio di conoscere ,
nascer doveva
e pratica-
mente studiare cosi terribilc infermità, tanto più. dopo
le sorte mediche queslioni ,
che io in reallà sosteneva ,
1 42 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
senza aver mai avuto la fortuna di esaminare un caso.
Dalla Toscana, veniva io in Tunis, nel 1835 , e fù dopo
quello cheavvennero le gravi épidémie in tutta l'Europa,
particolarmente in Italia; da quell'epoca, fisso io rima-
neva in questa capitale ,
ove mai fino ad ora comparve
Pasiatico morbo. Io certamente bramava , che tutt'afïatto
cessasse questa epidemia; ma poiché il caso favorivami,
in quel di lieto m'incamminava alla volta di Tunis, come
chi si recasse a festosa comitiva , e con quello stesso
ardore che un assente amante proverebbe nel riedere
presso l'oggetto amato. I collivatori di una scienza cosi
profonda , i coscienzosi seguaci di cosi nobile arte ,
po-
tranno soli comprendere, i giusti motivi di si ardente
desiderio.
Il primo ammalato che io visitava al mio giungere
nella capitale , fù un musulmano abitante un quartiere
del subborgo Babsuïca, detto la Sebha. Egli era un uomo,
dell'età circa di anni 45, di temperamento sanguigno, di
professione erbajuolo. Caduto malato nella notte antécé
dente presentava tutti i decisi fenomeni del Choiera asia
tico, che io perla prima volta vedeva. Già contavansi \ 4
ore d'invasionedel maie. La fisonomia dell'infermo , era
orribilmentedefigurata. e quasi direi cadaverica. Trovai
il più bell'organo del volto talmente cristallino e fisso ,
che sembravami di vedere occhi artificiali anziche nô :
erano di più, pronunziatamente profondi ;
un cerchio
livido nerastro, contornava le orbite; il naso affilato
mentre sulla faccia riscontravansi alcune livide macchie ;
la lingua era arida , diaccia , e non ricoperta da densa
SUL CHOLERA-MORBUS. 143
patina. Le gengive , di colore livido alquan'o chiaro : le
estremità superiori ed in feriori, diaccie marmorce; pog-
giando la mia mano su di quella, più del tempo neces-
sario per ricercare la pulsazione délie arterie, produce -
vasi su di essa,
una dolorosa c tutta particolare sensa-
zione. Io non aveva mai veduta , anche nei casi di fulmi
nante apoplessia, una cosi compléta cianosi, come quella
marcatissima délie 4 estremità, la quale diffondevasi ai
due lati del costato , più dirigendosi verso la parte pos-
teriore che anteriore : i crampi erano orribili, e cosi
talmente marcata la contrazione dei muscoli , che gl'indi-
vidui appartenenti aU'infermo ,
con araba espressione
diceanmi, guarda, guarda, come semhrano dei pesci ,
che trascorrono da un punto all'altro. Erano assai più
dolorosi i crampi, negli arti inferiori,
più ancora verso
la parte superiore délia coscia, che in quelli del torace.
Il vomito, tuttavia esisteva, ma ciô che innanzi me riget-
tava , era délia semplice acqua non colorata , ne tampoco
presentava il carattere di decozione risacea. Giova perô
il notare, che quel disgraziato costantemente beveva ,
sempre lagnandosi dell'arsione che provava ; con somma
dilïîcollà potevasi togliere dalla contratta sua mano , il
recipiente contenente il liquido , allorchè venivagli fatto
d'impossessarserne. L'infelice, dopo inutili sforzi vede-
vasi cader sopino. Come corpo morto cade e cosi quasi
in uno stato di compléta hpotomia ,
rimanersi alcuni
momenti : ei non lamentavasi di altra molestia , se
non si dei crampi,
e quando io gli domandava del perche
era cosi smanioso, con tutta la pienezza délie facoltà
I 'l 4 CKX*I STORIC.O-Sr.lENTIFK.I
mentait rispondeami , poiché ardo « ed ho bisogno tli
aiia ed acqua ; » Il suo respiroera brève, corto, e corne
se quel tanto d'aria inspirata , non bastasse per il nor
male mantenimento délia vita : la sua voce era rauca ,
simile a quella prodotta da uno strumento a fialo suonalo
da chi per nulla conosce il maneggio di esso ;
pelle rugosa,
vedevasi la
simile a quella di chi lascia una estremità
per lunga pezza immersa nell'acqua,
e di più rïcoperta
da un umore , che volentieri paragoncrei , ad una solu-
zione gommosa. Non mi fù date risconlrare pulsazioni
délie arterie , poiché in tutte mancavano : poggiando
l'orecchio sulla regione del cuore,
con molta pena e diffi-
collà , potei constatarne i profondissimi battiti , le eva-
cuazioni alvine che mi dissero essere state bianeastre ed
acquee, mancavano già da due ore : Al primo invadere
del maie, orinava, ma d'allora in poi non si riordinô
più quella naturale funzione, e gli individui délia sua
famiglia si meravigliavano che dopo avère tanto bevuto .
non avesse riçhiesto ,
Quel disgrazialo .
o mostrato desiderio di orinare.
al compiersi di altr'ora perdeasi.
II secondo caso era una giovane donna, dell'età di
circa anni 20 ,
e moglie di un servente in un bagno a
vapore. Trovavamo quella misera agonizzante , ed ecco
quanto suo marito raccontavaci,
« aile ore 3 dopo mezza
*. notte (diceva) dovetti per il mio giornagliero esercizio,
e< tormi dal riposo , ed escire dicasa, lasciando questa
« infelice nel più florido state . dormtmle
e senza alcun
ee segno di sofferenza. Non trascorsero due ore,
che ven-
< nero precipitosi ad annunziarmi, trovarsi la mia povera
SUL CHOLERA-MORBUS. 1 45
1 46 CENTl STORICO-SCIENTIFICI
esaminati. Vi era présente ad assisterla, una sola negra ,
che in quel momento lavava alcuni oggetti di biancheria ,
e nel raccontarci ,
ciô che era avvenuto all'afflitta sua
padrona , diceva ( ee ha vomitato più di 1 5 volte , ed
e< evacuato per seccesso le 30 o 40 fiate , e le materie
ee che per ambo le parti rigettava , erano délie acque
ee cosi bianche , come quella di questo insaponato ,
e< venne quindi diaccia , smaniosa e livida , ed io credeva
ee che fosse là là per perdersi , ma Dio salvavala , facendo
ee a poco a poco cessare quello stato cosi tristo ; ed ora ,
ee come voi stessi vedete , trovasi in assai buone condi-
'e zioni : (perfettamente guariva).
di-
Pure nel quinte , trattavasi di una donna , dell'età
circa di anni 1 8 , che trovavamo già spirata da due ore.
Solo la notte di quel giorno , cadeva malata. I segni
esterni che presentava la faccia di quella disgraziata ,
erano un marcatissimo lividore, un cerchio ceruleo intor-
no Porbita , l'infossamento profondo degli occhi , e la
presenza di quella viscosa materia ,
délia quale altrove
parlammo. Non fù concesso per nazionale pregiudizio,
un esame più disteso ed accurato di tutto il corpo. Solo
notavasi nelle mani che erano discoperte marcatissima la
cianosi. I suoi parenti , qui pure raejeontavano dettaglia-
lamente tutti i cholerici segni , in essa avvenuti rispon-
dendo aile mie ripetute dimande. L'attacco fù cosi fulmi
nante , da distruggere in sole sei ore , la vita di quell'in-
felice.
Dilà, noi discendevamo nella città propnamente detta,
e ci recavamo a visitare un nuovo caso ,
di cui era sog-
SUL cnOLERA-MORBUS. 147
getlo , una brava donna appartenente a cospicua fami
glia musulmana , abitante nella via , detta di Dar el
Bascia : è questa situata nelle più belle condizioni, poiché
trovasi nel punto più elevalo dei quarlieri musulmani ,
eppure , cosa inesplicabile , quello fù il più maltrattato
nell'epoca deH'cpidemia. Avea quella donna ,
l'età di anni
40 circa. Ella stessa narrava , che alzatasi di letto la
mattina in ottimo stato di salute, cosi rimaneva fino aile
ore 10 a m. quando ad un tratto sentivasi, come da ful
mine colpita, e tosto incominciô a soffrire di gravissime
vertigini : non tardé guari , a presentarsi il vomito e la
diarrea di materie risacee , che io stesso osservava. I
crampi dello stomaco e délie quattro estremità, erano
insopportabili : lamentavasi di grave pena alla regione
del cuore : e quando io la vedeva 4 ore dopo l'invasione.
il cerchio livido intorno all'orbite ,
la compléta cianosi
délie quattro estremità , e di alcuni punti sulla periferia
del corpo , la smania , î'arsione, quel girarsi incessante,
ora su di un lato , ora sull'altro : il gelo quasi cadaverico,
la cessazione totale dei battiti arteriosi ; la profondità di
quelli del cuore, le ripetute lipotomie , e la umettazione
del liquido viscoso,
erano marcatissime : ne quel caso
necessitava del parère di un medico , per dichiararne la
diagnosi. Sole 3 ore viveva , dopo lésante che noi face-
vamo.
A completare il numéro degli l I attacchi riferiti a Sua
Altezza, soli 5 mancavano, che non a tempo io giungeva
per esaminarli,
respettive sepolture.
avvegnachè già li trovaya deposli, nelle
1 48 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
Questi casi da me osservati , furono ancora attenta-
mente esaminati , e constatati siccome indubitabili attac
chi di gravissimo Choiera asiatico, dal Signor De-Guyon
chirurgo in capo dell'armata francese di Affrica , il quale
qui guingeva , onde visitare la bella nostra provincia.
Il Signor De-Guyon è taie autorità di scienza,
sul di
cui mérite , anche nelle menti più difficili , e sempre abi-
tuate a scorger maie , nelle più chiare dotte e rette inten-
zioni degli uomini, non sarebbe per nascere dubbio veruno.
Allorchè vorrà leggersi la sua istoria cronologica délie
épidémie del Nord dell'Affrica,
ove alla somma erudi-
zione si aggiungono le più esatte e filosofiche osservazioni;
allorchè vorransi radunare tutte le sue scientifiche memo-
rie .
ove sempre riscontrasi la più retta filosofia, unita al
più vaste campo di sapere : non v'ha dubbio , che a tri-
butargli il merilato elogio , meco volentieri unirebbesi il
scientifico mondo. Elevato ad un grado,
a cui raramente
perviensi, senza il possedimenîo di reali meriti, il Signor
De-Guyon, ignaro direi del bel corredo che lo adorna ,
sembra volersi livellare a coloro,
che trovansi certamente
bene inferiori nel possedimento del sapere scientifico , e
quasi non accorgendosene , diviene organo d'istruzione,
per la facile ed erudita conversazione, la quale sempre
raggirasi, con ilare diceria, su i quesiti più importanti e
difficili, dell'arle che si nobilmente professa. Amabile
quanto mai nel suotrattarc, sembra che le dure vicissi-
tudini di una vita, sempre altivamente laboriosa, lo
abbiano,
anzichè predisposto a quella apatia di un età
provetta , reso sensibile ed affettuoso, come nella bella o
Sl'L CHOLERA-MORDUS. I 49
sospirala adolescenza. Io vidi sgorgare, lacrinie di tene-
rezza, da quel ciglio affettuoso, allorchè veniagli narrata
qualche umana sventura e piangere per tutti gli individui
sof'ferenti che casualmente esaminava. Oh ! se i molti
uomini, ricchi più di orgoglio nato da pretta ignoranza ,
che da filosofico sapere, e vieppiù ridicoli per l'impor-
tanza che vorrebbero darsi, all'occhiodel mondo (spesso a
vero dire non cieco nel giudicare) se dico quei Don Qui
chotte dell'artedivinad'Esculapio, prendessero a modello
l'esemplare condotta di uomini simili al benemerito De-
Guyon ; se cosi affettuosi fossero verso l'intera umanità ,
e gli individui che la nobilitano ,
certamente che godreb-
bero délia pubblica stima , ed in particolare di coloro che
ad un cuore nobilmente sensibile, uniscono le più belle
qualità délia mente.
L'esperienza di un uomo cosi provetto nella pralica
medica, di un uomo che già da anni ed anni studio questo
tcrribile flagello , fino dai primi tempi in cui per isfor-
tunio di molti , varcava i recinti del nido suo naturale ,
sia nelle Russie , nell'Allemagna, in Francia,
e linalmente
per le tre volte consécutive nella provincia francese
dell'Affrica, doveva a parer mio , bene convincere gl'in-
creduli ignoranti sulla positiva esistenza del morbo, che
dopo esame fatto genuinamente confessava ; tanto più
ch'egli non potea supporsi venduto a questo governo,
come noi poveri medici qui stabiliti ; pure vi furono taluni
cosi abituafi aile maligne supposizioni,
un esistenza satanicamente intrigante,
cosi bisognosi di
che non ebbero
onta adenegare queifatti medesimi, e supporrequell'uomo
1 50 CENNI STOHICO-SCIENTIFICI
dal governo francese qui inviato, onde vieppiù dissemi-
nare l'allarme nelle nostre contrade ! Forse la pelle di un
Rinoceronte, sarebbe più evidentemente sensibile, e su
quella più marcato si vedrebbe il cambiamento del colore
perlasentita vergogna, che sulla impassibile faccia dei
nostri eitati individui, logorati e strutti da cosi triste e
nefandissime malvagità.
Riprendiamo ora il fitlo délia nostra narrativa , onde a
poco a poco pervenire alla deduzione dei più utili pratici
corollari : cosi la nostra genuina esposizione, servira
forseadisingannare chipotrebbe disgraziatamente trovarsi
come noi , con già nostra dolorosa esperienza , attiva parte
in simili triste circostanze, ponendo per base fonda
mentale, di sua morale condotta,
alla perfme addimostrarsi ».
ee che ogni verità suole
Radunati la maggior parte dei signori medici eser-
cienti in Tunis, e che noi, mio benevolo lettore,
già co-
noscemmo , pieni di amore, et di vero interesse per
l'umanità che si orribilmente languiva (1). Io esponeva
ai benemeriti confratelli , lo scopo principale di cui dove-
va scientificamente occuparsi quel consesso, cioè, che
S. A., onde io pure avessi il campo di attentamente esa-
minare lo stato délia générale pubblica salute inviavami ;
quindi agguingeva che a ciascuno dei miei onorevoli e
valenti colleghi , su di questo importantissimo e decisivo
(4) Soli mancarano il Signor Merel, ed il Signor Giuliani;
il primo
si negava di unirsi ai veri valenti dell'arte , il secondo trovavasi
occupato neU'assistereun infelice.
SUL C1I0LERA-M0BBUS. 151
argumente la particolare sua opinione addimandare; per
potere dell'attuale sanitario stato délia tunisina popola
zione, all'ottimo principe officialmente narrare;
che cosi
egli avrebbe preso le misure più idonee , si per il pub
blico bene , come per ciô che riguardavano le sue parti-
colari hisogne. Non mancava pure di riferire i casi, che
aveva osservato quel giorno istesso.
I dotti confratelli , convennero unanimamente délia
positiva , reale , e ben felice diminuzione del morbo in
Tunis ; e dichiararono , che se pure talvolta avvenivano
dei casi cholerici, quelli considerar dovevansi, come ec-
cezionali ed isolati , e non più già , come effetto di géné
rale epidemia. Che di più ,
già contavansi otto giorni ,
dacchè felicemente chiudevasi l'ospizio dei cholerosi , ed
infine fosse per la costanza dei freddi che si avevano , o
per individuale opponente disposizione alla pestifera
azione del principio morboso,
o sivvero per altre a noi
ignote cagioni cosmo-telluriche, avevano tutti ferma
opinione,
che almeno per allora non sarebbe di certo
avvenuta più marcata recrudescenza. Qui ebbe fine quella
medica sessione , alla quale pure interveniva il molto
onorevole Scih délia città.
Il giorno consecutivo, il 2 aprile, io presentava a S.
A. I'officiale rapporto délia affidatami missione; e cosi
ella poneasi nella abituale libéra comunicazione, toglien-
do per intero, ogni riguardo quarantinale.
In seguito,
per molti giorni si ebbero dei singoli casi
che più non allarmavano , o erano ignoti al nostro pub
blico.
152 CENNI ST0B1C0-SCIENTIFICI
Si aveva perô Pofficiale rapporto délia presenza del
maie in alcune piccole tribu,
casate nelle vicinanze di
Matar, ed in varj punli ben prossimi a Bizerta. Ciô
faceva mantener fisso il oordone sanitario délia Megerda.
Perô considerando agli inevitabili danni del générale
cominercio , come alla difficienza dei bestiami che solo
vengono a noi recati dalle tribu dei montanari,
manale fiera di Matar,
regno,
alla setti-
e di là si alla capitale che a tutto il
e infine avuto riguardo ai particolari interessi
governativi, si decise il principe verso la meta di aprile,
a togliere quell'utilissimo eordone.
Noi già esponemmo la particolare nostra idea, sull'utile
che pure recava quella sanitaria misura, sebbene in realtà
il maie fra noi si fosse constatato , e dicevamo aver ferma
opinione , che essendo penetrata fra noi , solo una piccola
parte di quella pestifera infezione , non potea a vero dire,
essere causa di più spaventevole diffusione ,
rosamente avvenne nei consecutivi mesi ,
come dolo-
quando si ebbe
nella capitale, la più forte délie recrudescenze. Ma quando
fù tolto il eordone , e da ogni punto incominciô la libéra
comunicazione dai residuati pochi luoghi infetti, con tutte
le più lontane parti délia reggenza; e che il maggior traf-
fico facevasi con i paesi délia Costa , per ove incessante-
mente,
sogliono trasportarsi délie numerose caravane
da Ragia, Ragba, Matar e Biserta, sia per Pacquisto
come délia vendita dei particolari prodotti : si temè che
mentre ogni di più cresceva la ridente tranquillità sulla
pubblica salute di Tunis,
non si dovesse udir la fatale e
trista notizia délia comparsa del morbo nella vasta pro-
SUL CHOLERA-MORBUS. I ."),'(
vincia délia Costa, che è la più licca, fertile, c ridcntc
[tarte dei nostri stati.
Qui giova il notare , che nell'epoca in cui il maie più
infieriva nella nostra capitale , le comunicazioni fra ques
ta, la costa, e la provincia del Keruan ec. ce,
non furo
no impedile. sicchè molti individui formant! parte dcU'enii-
grazione,
si recavano liberamente in quei punli. Di più
un battaglione del 4° regg0 d'infanteriadei cambitrovan-
dosi già da alcun tempo in Tunis per supplire ai princi
pal! corpi di guardia, dovette in quei di ,
transportais! al
Keruan ; cola giunto, gl'individui che il componevano ,
furono per alcun tempo liberati dal militarc servizio, e
cosi ritornavano nei loro focolari : la maggior parte di
questi dimorano nei varj paesi o villaggi délia costa. In
quel battaglione quando stanziava nella Capitale, avven-
nero alcuni pochi attacchi cholerici; con tuttociô, non
furono causa di sviluppo morboso, nell'antica città dei
Califfi, mentrechè non v'ha dubbio, seco recava alla Costa
quel venefico principio per incubazione, imperciocchè
pochi di dopo il loro arrivo,
alcuni di essi nelle proprie
case ammorhavano e perivano. Nei varj luoghi délia Costa.
avvenne pure ciocchè ebbimo luogo di notare in Tunis,
cioè che per tutto il tempo in cui il eordone sanitario si
manlenne in vigore ,
ed impedivansi le comunicazioni
con i punti di maggiore infezione , i primi e pochi casi
avvenuti non ebber forza a più energica ed estesa diffu
sione; ma quando tolto il eordone, furono libère quelle,
allora videsi con veemenza sviluppare il ben temuto fla
gelle. Da quanto progressivamenteriferivami il valente e
154 CENNI ST0R1C0-SC1ENT11 ICI
studioso Dottor Ccsare Clément, medico del
2° regg0 d'in-
fanteria stazionante in Susa, facilmente comprenderassi
la nostra giusta osservazione.
Di più, ciô che riferiva il sullodato Signor Clément,
venia confermalo dalla officiale narrativachePIllustrissi-
mo Sig. Générale Cav. Rescid , dirigeva a S. A. il Bey.
Jettera «lcll'onorevole Signor Clément ,
in data del 27 marzo.
ee Decorre il secondo mese, dacchè dalle respettive
e< autorità di questa provincia , mi venne orclinato di re-
ee carmi in un piccolo villaggio , detto Berbih , ove si pre-
ee sumeva dagli abitanti,
che fra essi esistesse Pasiatico
ee morbo ; deducendo ciô dal vedere che alcuni individui
ee in brève tempo perivano, in seguito di vomito e diar-
ee rea. In quell'epoca, io non poteva dare un parère affer-
ee mativo, imperciocchè i trapassati erano da varj giorni
ee sepolti; e non trovai che soli due convalescenti , i quali
ee non seppero esattamenteespormi i fenomeni avvenuti;
ee ed io tendeva a credere quei casi, come segni positivi
ee di una sola morbosa predisposizione.
ee Questa mattina perô , giorno délia qui sopra data da
ee questo mio rispettabile générale venni inviato in altro
ee villaggio, poche miglia distante dal primo (Berbih) e 1 6
ee miglia lontano daSusa, detto Burgin,
onde visitare
ee alcuni casi sospetti di Choiera. Vi trovai la desolazione
ee fra gli abitanti dai quali non escluso il sindaco , mi
e venne significato quanto doverosamentc vi espongo.
SUL CHOLERA-MORBUS. 155
« Oggi mi dissero , già contiamo 16 giorni, dacchè fra
ee noi comparve la malattia , nel decorso di questi con-
ee tiamo 1 2 attacchi , dai quali 8 prontamente perirono,
ee Presi allora esatta informazione di quanto poterono
« osservare dei fenomeni presentati,
e tutti concorde-
« mente risposero , aver notato in quei malati, vertigini,
« propensione al vomito, e vomito di materie gialle-bian-
« chiccie, diarrea délia medesima natura,
vivo dolore alla
« regione epigastrica o duodenale, sudori freddi, ema-
« ciazione , incavamento degli occhi , con un cercine
« sotto l'orbite, sincopi, crampi nervosi , ed in molti ,
« paralisi délia vessica, o per più esattezza , sospensione
« totale délia fonzione orinaria. Lipotemie, convulsioni,
« e morte. Visitai quindi alcuni altri individui tuttora
« malati, e dall'esame fatto su di essi,
ee tenza dell'asiatico Choiera. Di là,
« Msachen, altra principale città délia Costa,
conchiusi l'esis-
mi recai pure a
ove tro-
« vava un giovane dell'età circa di anni 22, afflittodi
ee tutti i segni marcatissimi délia malattia in questione »
(Segue la firma).
Burgin, fil immediatamente sorvegliata da un attivo
eordone sanitario , che Pabile e giudizioso générale Res-
chid, formava con non piccolo numéro di buoni soldati.
In data del 7 aprile 50,
Clément.
cosi pure scrivevami il Signor
ee L'aurora felice che quasi sempre suoi precedere un
e< giorno sereno, è già spuntata a Rurgin. La malattia è
ee al suo tramonto cola ; gli affelli da questa , sono in pic-
156 CENNl STOIUr.O-SCIENTlFICI
« colisstmo numéro ; ed i nuovi casi che avvengono, sono
« di un aspetto assai benigno ; le guarigioni si avverano
« con la tnassima facilita , e già contansi varj giorni ,
« chè non si ebbero dei fulminanti casi.
dac-
'< La severità impiegata da questo mio rispettabile
ee générale, nelle misure di preservazione, a chiare note
ee ci manifesta , che per esse il Choiera , si è per ora cir
ée coscritto. (Il fomite perô , era di già sparso in varj
ee altri punti délia Costa , come in seguito vedremo) » .
ee Dimandano ora i nostri curiosi , è contagiosa la
ee malattia, o epidemica?(nel senso che più comunemente
ee s'intende). Il medico pratico che parte dai fatti, e dalle
ee osservazioni, già sembra che risponda colla frase di
ee di Stool, multum non multa videre oporlet. Le dovute
et precauzioni non sono mai soverchie,
e per quanto
ee siano esse utili , altrettanto sono degne di rispetto».
(Segue la firma).
Non andô guari , che la malattia incominciô a dare segni
marcatissimi di sua esistenza in varie altre città e villaggi,
quali furono, Monastier , Mocnin , Tbolba , Csorsaff,
Media , Susa, Msachen, la grande Kalha, e la piccola ec.
ec. Di questi daremo alla fine del nostro lavoro un esatto
ragguaglio ,
sulle dolorose perdite che ebbero a soffrire.
Quello perô che fù marcatissimo si è , che il maie progre-
diva sempre , dal Nord-Est al Sud-Ouest del littorale ; e
che in molti punti comparve e si sviluppô con fierezza
nel medesimo istante : notavasi che in luoghi ove per
nulla avevasi il minimo sospetlo di esso , in un istante
SUL CHOLERA-MORBUS. 157
sviluppavasi con taie vccmcnza , ed impclo , che pote:»
considerarsi come se tutti gli individui componenti la
popolazione, si trovasscro nel medesimo grado infet-
tati;
e mentre pochi momenli prima godevasi délia più
lieta tranquillità,
venivano i poverelti in un sol pun-
to come da un fulmine colpiti. Più non udivansi che
i dolorosi lamenti degli infelici ,
e le disperate grida di
coloro che perdevano con tanta velocità , i cari oggelti
délia loro affezione ! Pure quegli individui, tulti fia loro
non avevano per certo comunicato ? E mentre ammorba-
vano o perivano alcuni, in una data via, in quel mede
simo istante udivasi l'annunzio délia fulminante perdita
di altri disgraziati , dimoranti in ben lontane abitazioni.
Spesso si videro alcune , essere cscluse , risparmiate
dal morbo, mentre solo infieriva in altre : cosi ripetevansi
le anomalie che i sommi dell'arte notarono più volte in
altre contrade.
I 58 CEIWI STORICO-SCIENTIFICI
CAPITOLO VIII.
Il Signor De-Guyon , del quale già facemmo onorevole
menzione , da Tunis recavasi a visitare i paesi del nostro
littorale, ed in data del 2 aprile si compiaceva dirigermi,
una nota sul Choiera , comparso nei luoghi circonvicini a
Susa. Noi promettevamo di riferire quanto ci venia diretto
di scientifico su laie argomento , imperciocchè cosi ab-
biamo creduto di dare più esatta idea dell'andamento
del morbo nella nostra Reggenza , per cui credo ben
utile cosa , il riportare per intero , quello scritto del va-
lente collega.
ee A notre passage à Monaster , venant d'Eldjem, le
« bruit courait que le Choléra était dans plusieurs po-
« pulations à l'Ouest de Susa. Les points signalés comme
« atteints du fléau étaient Rirbih, Burgyn et Msachen.
ee Depuis plusieurs jours,
un cordon avait été établi en
« deçà de ces populations par la garnison de Susa. Nous
SUL CHOLERA-MORBUS. 150
« étions au 28 mars. Le lendemain 20 .
muni
d'un ordre
« de Monsieur le général Rescid , nous nous rendîmes
« sur les lieux précités , avec le chirurgien-major de la
« garnison, Monsieur le Docteur Clément, qui, déjà
« avait observé un cas de la maladie à Msachen.
,. Partis
de Susa, à 6 heures du matin, nous étions
ee au cordon , vers les 9 heures, nous y apprîmes de l'of-
« ficier supérieur commandant le cordon, que sur quatre
« nouveaux cas déclarés à Burgyn la veille, l'un s'était
te terminé par la mort le matin. Ce cas avait été offert
ee par une femme. Nous apprîmes encore du même ofïi-
ee cier supérieur,
que la plus grande désolation régnait
« dans le pays, à ce point que les femmes, ayant en
« quelque sorte épuisé leur larmes, ne pleuraient plus
ee à la mort de leurs proches , ainsi qu'elles ont coutume
ee de faire en pareille circonstance. Mais un renseigne-
ee ment plus important , provenant de la même source ,
« était l'apparition du fléau sur un militaire du cordon.
« Nous nous rendîmes de suite auprès de lui; nous le
« trouvâmes étendu sous un olivier, enveloppé dans une
« couverture de laine,
et présentant les caractères les
« plus prononcés de la maladie. Auprès de lui étaient
« deux autres militaires, dont un sergent -major, chez
« letjuel la maladie débutait; ils n'éprouvaient encore
« que du refroidissement avec des vomissements et des
« selles. Après avoir indiqué ce qu'il y avait à faire pour
« ces trois malades, nous nous dirigeâmes sur Burgyn ,
« où nous étionscinq minutes après. Nous y visitâmes les
« trois malades qui restaient de la veille, tous trois du sexe
I 60 CENNI ST0RICO-SCIENTIFICI
« masculin, dont un vieillard. II nous fut assuré par le
ee chef du pays, qu'il n'y
ee pour le moment
existait pas d'autres malades
ee Rurgyn, est un hameau situé à 5 lieues de Susa.
ee Sa population, au début de l'épidémie,
n'était que de
ee 200 individus, femmes et enfants compris. La morta-
ee lité s'élevait à 12 individus, tant hommes que fem-
ee mes. A ces 1 2 morts , il faut ajouter les 3 qui ont dû
et suivre notre départ , et provenant des 3 malades pré-
« cités. C'était un bien affligeant spectacle que celui
« alors offert par la population de Burgyn. Hommes ,
te femmes et enfants, tous erraient de par les rues et les
ee jardins , comme s'ils fuyaient leurs maisons où ils pou-
« vaient se croire moins en sûreté qu'au grand air.
« De Burgyn nous passâmes à Birbih. Ce hameau qui
plu-
« compte à peine une centaine d'individus, avait eu
ee sieurs décès cholériques, il y avait déjà une vingtaine
« de jours; aucun autre malade ne s'y
et depuis; c'est du moins,
ee habitants.
élait présenté
ce qui nous fut assuré par les
ee De Birbih, nous nous rendîmes à Msaken , ville dont
ee la population est au moins de 20,000 âmes. II y avait
« cinq jours qu'on y avait inhumé un habitant mort de Cho-
« léra, maladie qui avait été constatée par notre compa
ti gnon de voyage, Monsieur le Docteur Clément,
et qui
« motiva la formation du cordon, établi en décades trois
ee populations susmentionnées.
ee Le Cholérique de Msaken avait été atteint de sa
ee maladie à Burgyn où il était propriétaire d'un jardin;
SUL CHOLEBA-MORBUS. 161
1 62 CENNI STORICO-SCIENTIFICÏ
SUL CHOLERA-MORBUS. 163
Fino dacchè nei mesid'inverno manifestavasi il Choiera
nelle provincie di Bagia , del Kaff e di Matar, si osserva-
rono varie episozie , particolarmente sugli animali bovini.
I varj capi délie tribu, scrivevano a S. A. in questi ter-
mini;
« oltre alla penadi veder cadere tante umane vitti-
« me, noi abbiamo quella di annunziare al nostro Pa-
« drone e Sovrano, che vediamo perire molti animali di
« ogni génère, e particolarmente i bovi e le vacche, nel
et mentre appajono godere délia più florida salute :
« Questi cadono improvvisamente, come se lesi fossero
« da grave colpo;
si debattono e muojono nel modo il
« più straziante. Le loro carni divengono nere,
ed il
« fegato in particolare sembra cangrenato. I veltri,
« che si nutrono di quelle , tosto nella medesima guisa si
« pcrdono, muojono ancora molti volatili,
« alcuni luoghi perire i piccoli uccelli.
e si vidde in
In Tunis perô non furono notati questi fenomeni , ma
nei paesi délia Costa, si constaté la mortalità di varj
animali, particolarmente fra i volatili domestici ,
gli asini
ed i cani. Il non mai troppo lodato Monsieur De-Guyon,
ha osservato nel 1832, délie episozie concomitanti del
Choiera, v. a. d. sopra dei polli, inPoIognaed in Parigi,
sopra dei fagiani in Ungheria ,
sopra la razza bovina in
Varsavia, e in tutti i luoghi circon vicini, (vedi il suo arti-
colo sul Choiera del Gerid Tunisino .
l'anno 1835-36,
pubblicato nei giornali di Àlgeri. (V. l'Atlas n° 150. 4
luglio 50).
Mentre il Choiera si diffondeva nella vasta Provincia
1 64 CENNI ST0RIC0-SC1ENTIF1CI
del littorale, una volta tolto il grande eordone sanitario,
délia Megerda , videsi comparire su varj punti a noi ben
vicini particolarmente nella città di Tuburba, e nella pros-
sima fabbrica dei Panni del Governo. Ecco quanto mi
scriveva da quel punto l'onorevole Signor De-Guyon in
data del 5 aprile 1850.
ee Nous sommes ici avec M. le Docteur Mancel depuis
ee hier et nous nous sommes déjà transportés deux fois
" à Toubourba pour voir des malades.
ee Le Choléra règne à Toubourba depuis le 24 du mois
ee dernier; on y
compte aujourd'hui une centaine de
ee malades , et nous en avons visités une quinzaine, tant
ee hier qu'aujourd'hui. Le chiffre des décès, jusqu'à ce
ee jour, s'élève a 31 , dont 5 depuis hier. Au rapport des
ee habitants, la population aurait eu près de 300 malades
ee depuis le commencement de l'épidémie. Les habitants
ee s'accordent sur les bons effets qu'ils ont retirés de la
ei saignée pratiquée au début de la maladie , selon les
« conseils de notre confrère M. le Docteur Mancel
« conseils donné par lui alors que le cordon existait en
te core sur la Megerda (l) ».
In data del di 1 0 aggiunge.
ee Le Choléra augmente d'intensité à Toubourba : on
ee y compte déjà depuis hier seulement 1 1 décès sur 20
ee nouveaux cas.
ee Dans les quelques maisons qui touchent à la fabri-
(1) Nella nostra istruzioneal popolo, noi pure con-
davamo questo
siglio da seguirsi nei momenti prodromi del maie.
SUL CH0LEBA-M0RBUS. 165
« que il y a dans ce moment 4 malades, dont 2 hommes
ee et 2 femmes ; il y est mort cette nuit un jeune homme
« très- vigoureux de 25 ans environ,
qui était employé à
« la fabrique. Sa maladie ne dura pas 1 2 heures ; tombé
« malade hier, à midi , comme il travaillait, il avait cessé
«e de vivre,
vers les 1 1 heures et demie du soir.
ee Hier encore 9 huit ouvriers de la fabrique ont été
« atteints; ils ont été saignés et envoyés de suite à Lou
ée bourba, leur résidence. En outre , et depuis quelques
» jours , bon nombre d'autres ouvriers , dans le même
ee établissement accusent du malaise et autre indisposi-
« bon;
ce qu'on peut raisonnablement attribuer à la
« maladie régnante. Les habitans de Toubourba ont tou
te jours confiance dans la saignée.
Quindi in data dell'1 1 .
ee Depuis ma lettre d'hier, 10,
une cinquantaine de
ee nouveaux cas se sont présentés à Toubourba , et 8 se
« sont déjà terminés par la mort. L'intensité du fléau de
« Toubourba se maintient donc;
elle ne peut pourtant
« plus durer longtemps , car les combattants diminuent
« chaque jour.
ee II paraît certain que tous les malades qui ont suc
combé depuis la recrudescence , c'est-à-dire depuis
le 9, ont été saignés, mais il est permis de croire que
chez tous la saignée n'a pas été suivie de l'évacuation
désirable.
ee Dans la nuit du 9 au 1 0 , quatre membres de la
1 66 CENNI STORICO-SCIENTIFICO.
ee famille Ahly Tisi (une femme , ses deux fils et sabelle-
et fille)
qui éprouvaient les premiers symptômes de la
et maladie , ont été saignées. Le lendemain ils se portaient
e< bien, ce que j'ai constaté sur l'un d'eux.
ee La maladie a pris de l'extention dans ce petit village
ee adjacent à la fabrique, et dans cet établissement la
SUL CHOLERA-MORBUS. 1 67
e poiché inevitabilmente passare doveva dai luoghi infetti
délia Costa e dal Keruan, ebbe lo sfortunio di vedersi im-
provvisamente colpito dal maie, e cosi perdere varj indi
vidui, allorchè vicino a quelli pernoltava, sebbene tutti
assicurassero di non aver per nulla comunicalo con i
vicini di tocchi villaggi. Allorchè il campo toglievasi da
quel puntoe per dir meglio dall'areola Cholerica non più
in esso manifestavasi caso veruno ,
mentre nella notte
dolorosissima 22 ammalavansi, dei quali perivano 14.
Cosi avvenne ad altro campo che dal Gerid Tunisino
faceva ritorno, divergendo il suo cammino dalla retta via,
onde allontanarsi dei luoghi infetti, che giunto nella
pianura di Sidi Salem Tebbasi situata ben vicino a
Toburba, cola pernottando, venne esso pure dal maie
colpito ,
senza aver certo comunicato con infetti individui
o passato dei luoghi già tocchi. 20 circa si perdevano in
poche ore, mentre chè molti degli ammorbati veniano
condotti nella stessa capitale ; quivi in seno aile desolate
famiglie perivano, dando luogo cosi a più estesa ed attiva
diffusione del pestifero seminio.
Ora questo tristo apparato doveva certamente far nas-
cere in noi la tema di una nuova e tremenda ricrudes-
cenza, più ancora allorchè vedemmo, tolto il eordone,
continuamente trasportarsi malati dei luoghi circonvicini
non meno che molti dei già periti,
qui recarli alla sepol-
tura. Ciô senza dubbio manteneva incessante il fomite,
causa dei ripetuti singoli casi. E tanto eravamo penetrati
da questa idea, che molta nieraviglia in noi nasceva , nel
mantevedere
come, per lo spazio di circa tre mesi, cosi si
168 CENNI STOBICO-SCIENTIFICI
nesse tenace la resistenza a maggiore e générale sviluppo
da tutti con saviezza notata nella nostra Capitale. Di ciô
più estesamente in seguito parleremo , mentre ora solo
continuare dobbiamo la nostra storica relazione , e ricer
care come vieppiù crescessero , le cause morbose che occa-
sionarono la seconda , e più violenta epidemia, piacemi
con più esattezza, informare il lettore délie varie officiali
notizie che mi vennero comunicate da alcuni abitanti i
paesi délia Costa , fra i quali primeggia per la sua rara
filantropia i Signor M. Cesana,
attualmente agente con-
solare Brittanico Noi qui dobbiamo tributarli le più
alte lodi come anche attestare la nostra sincera gratitu-
dine. Il Signor Cesana fino dall'età più tenera, conviven-
do con l'emerito e dottissimo suo zio Dottor Cesana, ad-
dimostrava il più grande interesse per Pacquisto di alcune
cognizioni mediche , ne mai voleva allontanarsi dai fran
chi e che , senza posa , esercitava nobilmente si umana
ed utile arte : volentieri avrebbe intrapreso i regolari
suoi studj ,
se alcune determinazioni di famiglia non Io
avessero allontanato da quella tanto sospirata carriera,
pure incessantemente si occupava délia lettura di varie
facili opère mediche , e disinteressatamente ,
quando ii
poteva occupavasi ad assistere i varj bisognosi ammalati.
Stabilivasi quindi nell'antica capitale del sommo Mehdi
Bnutomart (Media) e là sebbene occupatissimo in impor-
tantissimi affari commerciali da anni ed anni , presta gra-
tuita assistenza alla povera languente umanità, sommi-
nistrando ancora i necessarj e costosi medicamenti. Egli
è l'angiolo di quel paese , il vigilante padre di tutti, l'an-
SUL C110LEBA-M0BBUS. 160
cora di s.dvezza a cui ognuno ricorre, tanto più che tro-
vasi quel luogo mancante di vero patentato medico ; egli
ebbe l'alta soddisfacenza ili vedere per le savie e medi
che sue cure, e spesso per délie operazioui chirurgiche,
salvarsi da pronta ed inevitabile morte molti e ben molti
infelici ! ! Quando finalmente compariva cola la ben ter-
ribile infermità asiatica , che avvenne numerosa emigra-
zione di moite europee famiglie , volevano quelle obbli-
gare il buon Cesana alla ricerca di salvare i preziosissimi
suoi giorni,
ma egli con tenacità opponeasi e scriveami.
« I momenti piùbelli délia mia vila, sono quelli nei quali
ee mi è date di porgere utile assistenza al necessitoso mio
ee simile ;
e quando io dovessi anche perdermi nell'adem-
ee pimente di una carità quale è quella di porgere il più
ee debole ed inapprezzabile ajuto ai sofferenti , la mia
ee anima nel dipartirsi dal fragile corpo , impronterebbe
« il sorriso délia contentezza sul inoribondo mio labbro».
Iddio coronô la sua santa opéra ,
e lo serbô alla gioja ,
sola concessa ai quei meritevoli che han dritto , siano i
loro nomi trasmessi aile future generazioni con lettere
d'oro.
Eglichiedevami, alla minaccia del comparso Choiera,
nei paesi del nostro littorale , qualche pratica istruzione
su di una infermità, che non aveva peranche veduta , ed
io non mancava di communicargli quanto per me si pote
va; come anche alcune mie idée sulle varie forme che
per cause diverse credo prenda quel morbo ,
e dietro
quelle idée medesime , che saranno in seguito deluci-
170 CKNSI STOMCO-SCIENTIKICI
date, inviavami un genuino e prezioso rapporto,
qui per intero trascrivo.
che io
« Fino dai primi giorni di maggio, incominciammo
ee ad avère ejualche caso di cosi detta Cholerina , che for
ée tunatamente potei vincere con quei noti usuali rime-
ee dii , indicati per questa leggierissima infermità. Dopo
ee alcuni di che più non si ebbero dei casi simili a quelli,
ee i quali nascono dalla prima influenza risentita,
inco-
e< minciô a svilupparsi fra noi il vero Choiera asiatico ,
ee che io non aveva avuto mai luogo di osservare, ma che
ee facilmente conobbi dai primi attacchi , poiché in essi
ee presentavansi tutti i caratteri essenziali di tal morbo.
ee Sui primi giorni si avevano i 1 5 o 20 casi per di , nei
ee quali prontamente perivano 5 o 6 , ma quindi crebbe
« e si diffuse talmente il maie , fino ad avère i 25 o 30
« vittime per giorno,
sopra una popolazione di circa
« 6000 individui. I primi casi da me osservati , furono
« nel vicino villaggio deâto Ksorsaff, il primo di nome
ee Kassem Zarrah , uomo di età bene avanzata ed il se-
e< condo detto Ahmur Buddabuz. I segni che presentava
ee Kassen Zarrah, dopo circa 6 ore d'invasione, furono
ee questi. Diarrea, e vomito continuodi materie bianche
ie occhi infossati con intorno un cerchio livido , il corpo
ee tutto cianosato, estremità gelate, smania, sospensione
ee di orina, grave dolore aile regioni renali , e dolorosis-
« simi crampi aile estremità. Trovai,
che lo avevano
« antecedenlemente salassato ; ma sembra che non in
SUL CHOLERA-MORBUS. 171
« momento opporluno siasi falta queH'operazioiie : non
« mancava io allora, di porgergli lutta l'assistenza che
« per me si poteva , cioè l'amministrazione di alcune in-
ee fusioni di camomilla, unité a qualche goccia di acqua
ee di menta e di laudano; facevagli io stesso délie fréga
te gioni con panni lani , secchi e riscaldati aile estremità:
ee e sulla regione epigastrica,
quelle con del linimento
ee volatile : ogni mio tentativo fù vano , perdevasi in
ee poche ore. Non cosi avvenne del secondo, il quale
172 CENNI STORÏCO-SCIENTIFICI
it ebbi il piacere di vedere dopo circa 3 o 4 ore, corn
ée parire la solita diarrea, con vomito di sostanze risacee,
ee (usai di più il sopra indicato trattamento per il periodo
ee algido). Non avvenne la salutare reazione che dopo 3
« giorni , nella quai epoca comparve un leggiero stato
« fébrile , con un continuato singhiozzo. Perfettamente
« guariva nel corso di giorni sette. Sebbene la sua fa-
« miglia fosse numerosa , pure niuno di essa ne venne
« tocco. Viceversa in altra composta di 1 0 individui ,
« furono colpiti 6 di essa , e poiché il descrivere i feno-
ee meni variati che alcuni di loro presentavano e che per
ee vero dire caratterizzavano quella sua indicata divisione
ee del maie in tre generi, cioè di Choiera sanguigno,
ee Choiera bilioso , e Choiera nervoso , ai quali dopo esat-
ee ta diagnosi, debbesi applicare razionale e différente
« metodo curativo , ciô che a vero dire molto ne ajuta
« per le utili indicazioni da farsi : poiché ripeto , un
er esatta relazione di quei 6 casi osservati in una stessa
« famiglia , dei quali 5 perfettamente guarivano , puô
« riuscire ben utile a riconoscere fatti consimili , io non
« voglio trascurare di esporla. I primi due visitati pre-
ee sentavano i seguenti fenomeni diarrea e vomito di ma-
ee teria risacea, freddo aile estremità , pallore estremo, e
« un qualche grado di cianosi, con sospensione di orina :
ee vedendo in questi un perturbamento délie funzioni
ee digestive, senza violenti segni di attacco al générale
te sistema nervoso , mi déterminai ad amministrare varie
« dosi d'ipecaucana , la quale cosi mi corrispose , che
t tosto comparverole normali secrezioni, non più bian-
SUL CHOLERA-MORBUS. I/o
« che , ma biliose , e con quelle i segni di felice e bcnigna
« reazione;
non passarono due giorni, che essi grida-
ee vano per la famé che provavano, e fui costretto a con
te cedergli di nutrirsi con alcune leggiere minostre di
« riso.
« Altro individuo in quella slessa famiglia, una fan
ée ciulla di anni 1 8 , mi piesentava tutti i caratteri atti
« a far distinguere che il sistema più leso dal veleno
« Cholerico, fosse il sanguigno. Questi erano, dolori al
« capo, verligini, un progressivo ingorgo ai vasi capil-
« congiun-
lari délia faccia, una marcata ignezione alla
tura oppressione, smania, dispnea, grave dolore alla
regione del cuore, non menochè tutti gli altri fenomeni
concomitanti dell'asiatico Choiera. Avcndola di già
trovala nel periodo algido , non pote: che ordinale le
conlinuate fregagioni con spirito canforato , ed altre
sostanze, nel mentre che cercava di farleingojare una
pozione oleosa : con questi mezzi, otteneva un in-
cominciamento di lusinghevole reazione ,
quando for-
tunatamente comparve un inaspeltato flusso sangui
gno dall'utero, e con quello otteneva la perfetta guari
gione. Un altro individuo presentava i segni seguenti
vomito e diarrea di materie bianche choleriche, gelide
le estremità, abhandono générale,
ma, solo cerchio livido intorno agli occhi,
apatia marcatissi-
assoluta de-
ficienza di forze , crampi aile estremità , totale cessa-
zione di ogni e qualunque naturale secrezione ,
che
dal tubo gastro-entericonon fosse, pelle arida rugosa,
e direi quasi insensibile, perdita totale délia voce,
174 CENJJI ST0RIC0-SCIENT1FICI
« duro Pudito, pupilla dilatata, occhi profondi, manon
« ignettati. Era facile distinguere in tal caso, quanto
ee fosse leso il sistema nervoso, per cui mi detti subite
SUL CHOLERA-MORBUS. 175
t contorni, essere la maggior inortalità fra le donne, in
« proporzione dei due terzi ed un terzo » .
noi.
ne (Seg la firma ).
Riprendiamo ora la narrativa di ciô che avvenne fia
Già notammo la maggiore diffusione del maie, nei con
torni délia Capitale,
e la cotnparsa di alcuni isolati casi
in essa, e vedennno come la maggior parte di quelli ,
venivano , sugl'individui che da varj campi rilornavano
come in quelli che recavansi nelle vicine terre ( Anscir ) ,
av-
ove già con gagliardia , il morbo infieriva , e come fii
marcatissimo questa volta ancora ,
la resistenza che op-
poneva Tunis al suo rendersi epidemico, cioè a farsi
dolorosamente générale cedendo Tintera popolazione; e
si rimase invece lunga pezza, solo contando poche vittime
al giorno. Alcuni attribuirono, questa inaspettata, poca
attitudinea più estesa tliffusione del maie,
cosmo-telluriche ignote,
a délie ragioni
alla poca predisposizione indi-
vidualc, all'amena posizione di Tunis, che noi già dés
envenime, ai semplici costumi dei suoi abitanti ,
al modo
separato con cui dimorano i suoi indigeni musulmani ,
alla loro abituale religiosa nettezza, a quella naturale
apatia , nata dalla imbevuta credenza nel fatalismo ,
l'uso ben noto del poco escire nelle ore di notte, e a quello
di raramente radunarsi in numerosecomitive, comesuole
farsi nei paesi di Europa sia nei teatri , nei pubblici
gitiochi o per liete danse. Io pure non son lungi da am
mettere tutte queste cause rhinite, ma esaminando atten-
al
1 76 CENNI ST0RIC0-SCIENT1FICI
tamente l'andamento del morbo in altre contrade simili
aile nostre nei paesi délia stessa reggenza aventi le me
desime costumanze , e conoscendo per numerose prove ,
che qui credo inutile riportare , essere quel veleno chole-
rico,
ossia quel principio qualunque producente taie
morbo con più facilita trasportato dalle correnti aeree ,
che per via d'immédiate contatto; avvegnachè taie vene-
fico e morboso principio, pare sia poco corruttibile dal-
l'aria ad una certa e limitata distanza, credo ancora, che
ogni e qualunque volta,
quel veicolo tmvasi nello stato
di purità, vale a dire non contenente i principj capaci a
neutralizzare o distruggere affatto, l'azione deleleria del
medesimo; quello diviene micidialissimo , e si fà più at-
tivo nei di ove le correnti aeree sono più agitate, imper
ciocchè con più facilita si trasportano allorchè queste ,
trovansi impregnate da maggiore umidità , come si osservô
nel corso délie due épidémie; e pronta générale notasi la
diffusione di esso prendendo un carattere epidemico nel
vero suo senso. Ma allorchè nelle colonne aeree che cir-
condano un date luogo, trovansi dei principj morbiferi
già noti allorchè esistono délie inevitabili cause al conti-
nuo sviluppo di chimiche sostanze o di gaz, prodotti
dalla decomposizione di materie animali, e quantlo questi
ancora si diffondono nelle colonne aeree , facilmente agi
tate dai fuochi di sostanze aromatiche , come avviene fra
noi pei numerosi forni, bagni a vapore, e varie fabbriche
di terraglia , ec. ec. , facilmente sono condotto a cre-
dere che il principio cholerico possa da quei principj esser
neutralizzato, o fatta minore la sua pestifera azione. Ora
noi sappiamo, che Tunis ,
SUL CHOLERA-MORBUS. I i /
vien circondata d a un largo
fossato ove allô scoperto scolano le fecali materie, ed
ogni immaginabile sozzura, dalle quali per chimica de-
composizione sviluppansi dei gas, quali sono,
gas acido-
solforico, gas acido-carbonico, gas acido-fosforico ,
alcuni dei gas ammonicali, questi a mio credere possono
divenire, ncutralizzando il venefico Cholerico principio ,
favorcvole causa di poca diffusione , o di sua poca ener-
gia. Esistono pure nella Capitale, come vedemmo nume-
rosi fuochi ,
che chiamerô aromatici; questi come atti a
diminuire in parte gli «midi vapori contenenti nell'aria
questa deve con maggior difficoltà, sospendereil venefico
principio, per cui potci convincermi, che oltre le già
esposte, sono state queste le principali cagioni, délia
poca diffusione del maie ,
délia popolazione,
ed
in proporzione del noto numéro
e di quello dei poveri bisognosi.
Siccome taluni pensarono , che alcune sostanze gazose,
per la proprietà cite hanno di moltiplicarsi per un pro -
cessoanalogo a quello délia fermentazione,
pure potesse
essere causa délia maggiore diffusione del morbo, quai
meraviglia recherà la supposizione che délie sostanze
gazose di altra natura possano divenire causa atténuante
il principio Cholerico , se valgono a neutralizzarlo o dis-
trugge-rlo (1)? Infatti si noté, che la maggior strage
prodotta dal Choiera , fù nelle vie enei quartieri distanti
da quei fiumi di sporco letame ,
mentre pochi e rari
casi avvennero nelle dimore prossime a quelli e gli
(1) M. Briquet, Traité pratique et analytique du Cholera-Morbus.
I 78 CEiNNI SïORICO-SCIENTIFICI
avvenuti furono assai leggieri. Ifonducchi abitati dai po
veri Maltesi od altri europei, bene prossimi a epielle me-
fitiche esalazioni, furono con sorpresa del pubblico, poco
tocchi dal maie,
lontani;
mentre non cosi avveniva in altri punt
come per esempio in quello degli israeliti, ove s
ebbe la maggior rovina,
per Pagglomeramento di molt.
individui in piccole abitazioni, umidc e poco aereate ,
situate distanti dal fossato. Fra i naviganti délia marina
non si ebbero perdite. In altro quartiere degli israeliti
detto la Drina,
e che è situato bene prossimoa quello si
ebbero pochi , e meno falali casi che altrove. La maggior
parte del quartiere franco .
ove si notarono ben pochi
incalcolabili casi, è pure situata in prossimità dei condotti
chiamati Handacchi , come anche quel corso che da Bab
Hadra giunge alla marina , quartiere del quale parla
l'emerito Dottor Mugnaini nel suo scritto dit etto a S. A.
In tutti gli altri luoghi délia reggenza,
suoi paesi che tutti furono tocchi dal morbo ,
e nei numerosi
ed ove non
esistono , come nella Capitale quelle scoperte fiumose di
sozza materia; di esso si noté un andamento ben diffé
rente e assai più micidiale.
Qui giova il ripetere che io parlo esclusivamcnte di
Tunis, ove dai Handacchi esalansi i gas che già notammo,
ma non intendo già che in ogni luogo ove si conosca esis-
tere dei miasmi morbosi, cosi corra la bisogna ,
che anzi
non mancô il Choiera di diffondersi con più violenza in
essi , e presentare tutti i suoi pestiferi caratteri ; cosi a
mô d'esempio avvenne nella Ragba, in Bagia , nel Kaff,
in alcune parti del littorale, ed ultimamente nelle Provin-
t-îe di Gabes e del Gerid Tunisino .
SUL CHOLERA-MORBUS. 179
luoghi tutti ben noti
per l'esistenza in essi , di perniciosissimi miasmatici prin
cipj. In Gabes, in pochi di si perderono 2000 individui,
come anche nei pochi paesi del Gerid circa 8000. Non
sono i principj morbosi miasmatici che nascono dalle pa-
ludi dai varj terreni , dalle correnti di acejue riconosciute
non buonc , dalla presenza di alcune mine , che io credo
atte a neutralizzare ,
o distruggere il veleno Cholerico
che anzi ne facilitano come i dotti osservarono la mici-
diale azione; ma solo i Gas, ripeto ,
che sviluppansi
dalla decomposizione di putrefatte animali sostanze,
imite ad altre materie , e posti in giuoco dalle correnti
aeree , facilitate dai fuochi numerosissimi , mi sembrano
atti a distruggere in parte la venefica azione di quel prin
cipio.
La grande mortalità avvenuta nella Ragba , nel Kaff ,
Matar, e Biserta ,
paesi ove il Terreno è nero e paludoso
e sede annua di épidémie e febbri perniciose, come in
altri luoghi già conosciuti miasmatici ,
avevano già notato Gross e Valmar,
conforma ciô che
nel loro rapporto
l'ederativo , pag. 484, che cioè nelle montagne vi furono
molti ammalati , ma minore mortalità , che nelle pianure
paludose. Ed in prova di ciô adducono la Città forte di
Neisse nella Ileria stiperiore. Questa Città è situala poco
distante dai monti Cleonti , i quali dividono la Russia dal
la Moravia. Il fiume Neisse divide in 2 la Città,
quella Federico (Federcichstad)
cioè in
che è situata vicino alla
montagna , ed il di cui suolo è secco sabbioso; e nell'al-
dra che chiamasi città vecchia (Alstadt) la quale resta più
180 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
bassa, cinta di doppie fosse, e traversata dal fiume Ride ,
ed è un terreno nero e paludoso , sede délie intermittent!
e perniciose : In questa fece grande strage il Choiera ,
mentre Paîtra ne andô immune (1 ).
(1) Dottor Pietro Ferrini, idea sul Cholera-Morbus.
SUL CUOLEBA-MOBBUS. 181
CAPITOLO IX.
Prima di esporre le nostre qualunque idée sulla natura
del maie che ci afflisse, e sui mezzi che più crediamo
convenienti per debellarlo,
giova il narrarne l'anda-
mento nella seconda nostra epidemia, che chiamerei meglio
forte recrudescenza, poiché a vero dire non era per anche
distrutto il fomite délia prima,
ravansi alcuni singoli casi.
che di tanto in tanto avve-
Vedemmo noi , come il Choiera si propagasse in tutti
i paesi délia Costa , una volta tolto il grande eordone
sanitario lungo il fiume Megerda, ed in varj
délia reggenza, quali furono il Keruan, Zaguan ,
altri punti
Tas-
lur, Toborba, alcuni luoghi délia Provincia di Nabel, non
meno che le varie tribu casate vicine a tutti quei punti ;
e come fmalmente per l'arrivo dei due campi alla capi
tale , crescevano in questa i dolorosi attacchi. Perô la
causa principale délia nostra strage , si fu il modo fulmi
nante col quale venne colpito l'accampamento di circa
500 individui délia cavalleria leggiera , in una terra solo
distante 4 leghe da Tunis , detta Sidi Salem Tebbasi, non
182 CE.N.NI STORICO-SCIENTIFICI
moite lontano da Toborba ;
ove trovavansi per raccoglie-
re l'erbaggio neccssario al nutrimento dei cavalli, imper
ciocchè molti di quei disgraziati furono condolti , o grave-
mente malati , o fatti digià cadaveri , nelle loro dimore
in Tunis, e cosi crebbe e fermenta il germe di tanto ma
jore. Riportiamo perô con esattezza,
quanto officialmen-
te ne riferiva Pabile ed ottimo medico di quella comi-
tiva Dottor Mansfield ,
quel servizio,
poco prima deslinato da S. A., a
poiché dalla sua narrativa non compren-
deremo come sembra marcatissimo , che il veleno Chole
rico sitrasporti direi incolonna aerea da un punto all'al-
tro ,
e che colpisca spesso improvvisamenle una massa
d'individui , sebbene non vi sia assoluta nécessita del mé
diate contatto fra loro ;
pio deleterio Cholerico ,
quando particolarmente il princi
trovi in quel veicolo un miasma
già predisponente ad inneslarsi con esso , onde con più
facilita colpire i predisposti. Il miasma che più facilmente
si unisce al principio Cholerico , e direi quasi lo rende più
micidiale , sembra essere quello che sviluppasi dalle palu-
die dalla corruzione délie materie vegetabili; mentre i
gas che sviluppansi per la decomposizione délie materie
animali unité ad altre sostanze ch'è ben difficile notare ,
sembra anzi che attutisca la pestifera azione ,
zando il veleno ,
neutraliz-
ciocchè notavamo nelle precedenti pa-
gini. U fatto che andiamo a narrare avvenuto nell'accam-
pamento délia cavalleria, è una conferma délia nostra
asserzione. La pianura ove trovavansi le tende e quel
corpo militare , che dicemmo di Sidi Salem Tebbasi , è
luogo paludoso, ed ove crescono varie qualità di erbaggi,
i quali terminano col corrompersi,
SUL CH0BERA-M0RBUS. I 83
e cosi rendersi annua
causa di perniciosissime febbri , agli individui abitanti
quei contorni ; questa causa doveva molto ajutare il ful
minante sviluppo del germe Cholerico,
già esistente nei
luoghi vicini , e con più facilita trasportato dai maestrali
vend;
mentre invece ad una maggiore e micidiale diffu
sione Cholerica nella Capitale,
si oppenevano varie già
notate cause, ed il conlinuo sviluppo dei Gas dalle sco-
perte latrine.
Kcco 11 rapporta» ofllciale del Itotior BlaMsîîeïd,
in data del 31 maggio 1850.
« Credendo cosa per me doverosa di renderla consa-
ee pevole délia disgrazia avvenuta a buona parte degli
« individui componenti la cavalleria leggiera di Sua
« Altezza , leinvio questo dettagliato ragguagliodali'in-
ee cominciamento del maie fino al giorno d'oggi. Domenica
ee scorsa 26 corrente nelle ore p. m. si ammalô un sol-
e< date il quale presentava tutti i sintomi non dubbiosi
« ciel Choiera asiatico ; dietro mio rapporto il tenente
« colonnello comandante quel corpo , questi mandavalo
« subito al suo paese , luogo non molto distante dal nos-
ee troaccampamento, onde non allarmare gli altri solda
it ti , e
t ercare cosi di allonlanare il germe d'infezione.
« La cosa andô bene fino al vespro del giorno seguente
te 27 corrente , ora in cui vennero ad annunziarmi che
« nel luogo stesso ove mietevano il fieno , trovavansi
« due altri malati con i medesimi sea;ni : mi recai senza
« ritardo cola , ed ordinai che subito si trasportassero
184 CEfs'NI SïORICO-SCIEMII'lCl
« sotto di una lenela separata dalle altre,
e cercai di
« assisterli con lulti i mezzi più idonei alla circonstanza.
« Molli dedi officiais c dei soldali allarniati corcavano
« di informât'»! di quai malattia si traitasse .
cd
io a tutti
« rispondeva, essere délie scmplici indigeslioui , ma al-
« cuni di loro che disgraziatamente furono presenti aile
ee dolorose épidémie di Bagia, del Kaff e altrove mi dice-
SUL CHOLERA-MORBUS. 185
« mente nella Caserna, ma nel vicino Palazzo detto
« Cobbet-Nehas , ove si formé uno Spéciale provvisorio
< c ilove gli infelici hanno tutta la possibile assistenza.
« Se fossimo rimasti un altra nolte in epiel luogo fa ta
ct le, credo che di noi tutti non sarebbe rimas! o uno sano.
« La condolta del comandante è a vero dire csemplare ;
» egli stesso assisleva gli infermi , e a quelli che riman-
it dava nei proprj paesi non mancava di consolarli con
« coperturu e danari, e al suo giungere nel quartiere , di
« casa propria invia quanto puô essere utile ai rimanenti
« malati ; tanta filantropica e lodevole condolta non
« potea che produrre del maie al medesimo , ma avendo
« posto in uso , tutti i più pronli ed attivi mezzi per la
« salvezza di si generoso individuo , mi lusingo in esso di
« una pronta guarigione.
1 86 CENNI ST0RIC0-SCIENT1FIC1
sai gracile, che trovavasiin una tenda dell'accainpamento
formate per igienica misura in si bella stazione,
onde im-
pedire per quanto fosse dato , il pericoloso agglornera-
mentodi una massa d'individui assai numerosa (1). Visi
tato quel giovane sul fare del mattino dal Signor Dotlor
Mancel , ora medico del 6° reggimento d'infanteria , e ri-
conosciuti i dolorosi e spaventevoli fenomeni , fecilo im-
mediatamente trasportare nel militare ospedale di quel
luogo , e quindi datomi officiale rapporto , mi condussi
senza ritardo alla constatazione del fatto. Ecco quanto
osservai. Già marcatissimo il periodo algido . un cerchio
livido intorno ail 'orbite, afonalavoce,
cessazione totale
délia funzione orinaria , diarrea , e vomiti di materie bian-
castre nella notte,
e qualche leggiero crampo aile inferiori
estremità; erasi nutrito nei giorni antecedenti , di sos
tanze alquanto gravi. Immediatamente gli vennero fatte
délie secche fregagioni , quindi l'applicazione di un gran
numéro di attivi senapismi , e gli fù data epiraticamente
una pozione composta di bevanda nitrata ,
unita a qual
che dose di laudano con acqua di fiori d'arancio con
attività seguitando tal metodo , si otteneva la più lusin
ghevole reazione nel corso di 6 ore ; cosi quello potè sal-
varsi. L'esito felice di questo primo caso,
ela leggierezza
colla quale presentavasi , fece supporre a molli individui,
essere stato non un caso di vero Choiera , ma solo un dis-
turbo gastro-enterico , tanto più , quando al giungere
l'abile Dottor Cotton .
M)
Circa da 7 a 8 mila.
medico
principale di quel quartiere,
SUL CH0LERA-MOIlBl>. 187
(il quale erasi assentato per ragioni di scrvizio), avcntlo
Irovato verso le ore vespertine di epiel medesimo giorno.
il inalato nelle più liete condizioni,
dicbiarava che senza
per nulla denegare quanto avevano constatato i suoi col
leghi , pure trovandolo in taie stato, era ben lungi dal
considerarlo come vero attacco Cholerico. Perô, tanto il
Signor Dottor Mancel che io,
avendo bene esaminato il
caso . attendevamo intimoriti il fatalissimo scoppio , che
avrebbe certamente tutti convint!. Infatti , li 25 di quel
medesimo mese, incominciarono a presentarsi altri attac
chi , più o meno violenti che io stesso attentamente
csaminava in compagnia del Signor Dottor Cotton ;
furono tutti persuasi dell'esistenza del Morbo.
cosi
Se la determinazione che allora prendeva S. A. di
recarsi nel palazzo situato sulla spiaggia , anzi in mezzo
al mare, l'avesse 8 giorni innanzi eseguita , quando io
assicuravalo del primo avvenuto caso, e non avesse atteso
che quella infezione si fosse propagata fra la truppa che
seco condurre doveva in quel deliziosissimo luogo, forse
che avressimo veduti meno guaj di quelli avvenuti ,
perciocchè partito un battaglione composte di circa 800
individui dalla Mohammedia ,
intorno quel regio palazzo ,
im
per formare accampamento
seco recando il germe délia
pestifera morbosità, doveva necessariamente svilupparsi
in quella mililare comitiva,
e cosi obbligare l'A. S. ad
abbandonare il ridente soggiorno. Cosi avvenne : il di 31
maggio comparve il primo caso Cholerico su di un giova-
ne soldato di costituzione sanguigna , di statura , direi
quasi colossale , che, come se da fulmine fosse colpito,
188 CENNI ST0BIC0-SC1ENT1FICI
perdevasi in men di 7 ore. Quello atrocissimo per la
prontafine , e l'esistenza in esso, e tutti i varianti carat-
teristici sinlonn Cholerici , venne constatato da me , e
dal Signor Dottor C. Schembri, in allora addetto al mili-
lare servizio. Nel corso délia giornata,
si ebbero altri due
attacchi, per cui S. A. teste recavasi nella Regia resi-
denza del Bardo.
Frattanto da per ogni dove recavansi le più triste noti-
zie del progresso del maie, v. a. d. dalla capitale, dalla
Mohammedia , da tutti i luoghi circonvicini , e più di ogni
altro dalle vaste provincie del littorale,
nel mentrechè
assicurare voleano , essere illese dal tristo malore, tutte
le provincie di Biserta, Capo Zibibbo , Portofarina , e
quante sono le terre circonvienne.
S. A. prendeva allora l'ottima misura di licenziare
tutte le truppe délia Mohammedia, di Tunis, dell'arti-
glieria, cavalleria, e marina, lasciando solo in ogni quar
tiere un piccolo corpo necessario per la guardia. Cosi
corse la bisogna , fino a che nella notte del 1 3 giugno ,
ebbero luogho 1 1 atlacchi Cholerici , fra la truppa desti-
nata alla guardia del Bardo, dei quali in pochi istanti si
perderono due; furono tutti constatati dall'abile mio col-
lega Dottore di S. A., Castelnuovo, e dall'ajutante Signor
Dottor Jannini. Per fatale combinazione io pure osser-
vava alla goletta, unito al Signor Dottor Car. Sabetti,
medico addetto al servizio délia marina , in quel medesimo
di, i primi due casi Cholerici cola avvenuti sulla truppa
di guarnigione, e furono questi cosi violenti, che in men
di 8 ore erano seguiti da morte.
SUL CH0LEBA-M0RBUS. 1 80
Alcuni giorni innanzi, aveva S. A., dati gli ordini op-
portuni , perché si formasse un eordone di osservazione
intorno la piccola città diPortofarina,
ove determinavasi
di andare, imperciocchè assicuravano, essere quel luogo,
netto di ogni morbosa infezione. Il di 1 4 adunque ra-a-
vasicolà, unitamenteai pochi individui del suo seguito,
sul regio Vapore il Minos.
Allorchè ivigiungenimo, furono osservatc le più rigo-
rose misure sanitarie dal eordone ,
sperando di poter fis -
sare il soggiorno di S. A. in luogo ove non esistesse il
fomite del pestifero morbo.
Ma allorquando il giorno I 7 di giugno, ebbi il dolore
di ricevere dal Signor commandante del Minos, cavalier
Medoni , che in quella rada stanziava, la trista nuova
délia comparsa di un caso Cholerico nella sua ciunna,
da tutti si previde la fatale irradiazione nel paese.
ILelêera coll» qmalc si cSaissi Isn «BroSorosra DBoîSïiss».
« Mon cher Docteur,
« A bord du Minos, le 17 juin 1850.
« J'ai le regret de vous informer que M. Ventre, mon
< chirurgien, vient de me prévenir, que Raymond, chef
« des timoniers du Minos , venait d'être atteint du Oho-
( léra , etc. etc.
In quella stessa data ,
( Segue la firma ).
Vabilissimo Dottor t'entre ,
cos} scrivevami.
« J'ai la triste mission de vous annoncer la mort de
« notre chef des timoniers qui vient de succomber au-
'1 90 f.ENNI STORICO-SCIENTIFICÏ
« jourd'hui , 1 7 juin 1 850 , à 3 heures après-midi , à la
« suite d'une attaque de Choléra foudroyante.
« Ce matin, M. le commandant Medoni,
vous a écrit
« pour vous prévenir que dans la nuit nous avions eu un
. lieu
, les symptômes sont toujours allés en augmen-
« tant,
et malgré tous les moyens de médication emplo-
« yés, notre pauvre chef des timoniers vient de mourir
SUL CH0LEBA MORBUS. 191
S. A. incerla delpartitoda prendere, cola si tratteneva
fino il di 28 giugno ; in cui si decise ritornare per terra
all'abituale residenza délia Mohammedia,
avvegnachè in
epiel luogo sembrava il maie, tendere al decrescere ,
mentre in Portofarina, taie era l'influenza epidemica, che
di quanti noi là eravamo , non vi fù alcuno che non pro-
vasse variabilissimi sconcerti nervosi. Taluni già aveva
no, minaccevole diarrea,
altri una continua vomiturizio-
ne; in fine, chi lamenlavasi di continue vertigini ,
peso alla testa, chi di leggiera soffocazione ,
rale spossatezza.
chi di
chi di géné
Giunta che fù S. Â. alla Mohammedia, orchnô i più
serveri riguardi quarantinali, e fissa cola rimase ,
fino il
di 3 settembre 1850. Nei primi giorni del nostro arrive,
si ebbero ripeluti casi, sia nel villaggio ,
come nel quar
tiere militare. Fra gli addetti al servizio délia Cucina di
S. A,, viddi due individui negri ,
colpiti dal fulminante
Choiera, ed ebbi luogo di notare , che il loro colorito, nei
momenti délie cianosi, divenia tendente al giallo fosco
simili a quello che in essi appare, quando vengono affetti
da grave itterizia.
Dalla nostra narrativa facilmente si comprende come
il morbo avesse délie alternative recrudescenze in alcuni
luoghi délia Reggenza,
e come nella capitale si contasscro
quasi due distinte épidémie , una incominciata il di 20 dé
cembre 49, e cessata verso la fine di marzo; Paîtra che
ebbe principio nel maggio 50 , e totalmente cessava negli
ultimi giorni di agosto. Ora giova il notare i caratteri dif-
ferenziali osservati fra la prima c seconda, mentre che
1 92 CENNI STORICO-SCIENTIFICt
faremo parola ancora délia rara filantropia ed umana
condotia di alcuni nostri abilissimi colleghi, i quali con
tanto amore assistettero gl'infelici malati , elando prove
del più raro disinteressamento.
Noi vorreninto che anche nei paesi più civilizzati si
imitasse questo , da quanti si occupano délie mediche dis
cipline.
Vedeinmo nell'epidemia avvenuta nei casi d'inverno ,
essere lenta l'irradiazione, e per lunga pezza, sola avve
nuta nella classe israelitica quindi perô diffondersi fra
i musulmani, e proporzionatamente assai mono fra i cat
tolici.
In quella di estate, per le cause che già notannno, la
diffusione avvenne con rapidità e violenza ; non rispei-
tando, nazione, età o sesso.
Nella prima si notarono molti casi che presentavano
l'eritema già note Cholerico ,
molti essere soli casi di Rosolia ,
ciô che faceva credere di
mentre nella seconda
poco si osservô taie complicanza. Tutti i nostri pratici no-
tavano ,
che quelli i quali nell'inverno giungevano alla
perdita totale dei polsi , a poco, a poco talvolta si riani-
mavano; inentre non cosi avvenia nell'ullima epidemia
imperciocchè quanti furono gli ammalati che giunsero
a tal grado , si perdettero quasi inevitabilmente. Io slesso
ebbi luogo di fare taie osservazione nei pochi cas! da me
vcduti. In quest'ultima invasione fu più marcata e costan-
le la cianosi; come anche più spesso si osservarono alcuni
casi di Choiera ,
distinto sotto il nome di secco. Nell'epo-
ca délia rigida stagione si ebbero fatalissimi oucrperj
SUL CHOLERA-MORBUS. I 93
accompagnati da fenomeni Cholerici, assai più che in
quella del soffocante caldo. In proporzione del numéro
degli attacchi ,
la mortalità fu maggiore in quest'ultima
che nella prima, poiché in quella si ebbe circa il 30 per
cento,
mentre in questa il 45 per cento.
Nell'inverno la mortalità fu maggiore nei piccoli che
nell'estate. Nella prima epidemia si osservarono spesso
dei singoli casi in una data famiglia mentre non cosi
avvenne nella seconda, ove si perderono intere di esse ;
rapporto alla cura si vedrà pure in seguito , come , varj
trattamenti che giovarono nei giorni freddi , poco riusci-
vano nei caldi e viceversa. Ebbe maggior durata il maie
nell'inverno che nell'estate; avvegnachè lo stato epidemico
durava nella prima epoca dal décembre fino al marzo
mentre nella seconda , dalla meta di giugno fino ai primi
di agosto.
rara,
I medici che più si distinsero per la loro inconcepibile
e disinteressata attività furono i signori Dottori
Cesana , Nunez-Vais , Masearô Ferrini Schembri ,
Costa Zaraffa , Faini .
e quanti sono gi'impiegati nei
reggimenti di S. A. che già avemmo il piacere di nomina-
re. Il Signor Merel, medico francese ,
trepidezza ,
si è pure con in-
e sua abituale energia prestato a favore dei
Cholerici. Sia anche detto a Iode del vero ; in quei tristi
momenti i nomi più cari all'afflitta popolazione furono
quelli dei Dottori Masearô , Ferrini e Schembri (1).
(I) Alla rara condotta di questi nostri medici,
"ai'si quei versi francesi , deU'Autore délia Xemesis médicale.
possono appli-
13
1 94 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
Nella capitale si ebbe in quest'ultima epidemia il nu
méro di periti Musulmani circa 3000. Israeliti 1500;
Cattolici 300. Si note pure in questa, la maggior e mede
sima proporzione di mortalité , nelle femmine più che nel
sesso virile.
Fino da che mi dedicava all'importantissimo studio
délia scienza medica,
quando appunto la mente si abi-
I ua va alla progressiva intelligenza dei quisiti fisiologici e
patologici,
e particolarmente quando rifletteva aile gravi
morbosità contagiose o epidemiche, le quali spesso vede-
va prendere nelle varie epoche , nei varj paesi , nelle di
verse popolazioni ,
segni caralteristici ben difîerenziali
dai quali nascevano tanta diversità di opinioni nei sommi
pratici,
ricercando la vera sede morbosa di una di quelle
date malattie ; d'onde pure da ognuno , il proprio decan-
tato metodo curativo , e gli esiti più o meno felici nei toc
chi dal morbo, io concepiva vagamente la idea che quei
mali polessero a seconda délie stagioni , dei climi dei
femperamenli individuali e costituzionali ,
: Médecins , dans mon cœur saisi d'un saint respect,
et Mon sang vivifié tressaille à votre aspect;
« Vous pour qui ce public s'est fait une habitude
« Du dédain , de l'injure et de l'ingratitude,
« Nuit et jour au chevet d'un malade expirant,
« Humant du Choléra le souffle dévorant,
« On vous vit défier sa menaçante approche;
« Par votre dévouement et votre autorité ,
« Vous avez rassuré le peuple épouvanté :
« Prompts a jeter vos corps en gage de bataille
Vous n'aviez pas alors l'espoir d'une médaille.
prendere ora
1:11 aspetto, .
SUL CHOLERA-MORBUS. 195
ora l'allro non meno che a seconda dei prin-
cipali punti o cenlri tocchi dal venefico principio ; per
cui facilmente comprendesi come taluni dovettero ,
per
esempio , preferire un tal metodo curativo anzichè uno
diverso da altri preconizzato. Fino dall'epoca in cui nel
I 833 ,
sosteneva la mia medica tesi sulla peste Bubbo-
nica , depositata negli archivj dell'I. e R. Scuola Medica
di Firenze , ed in un altro mio scritto inédite , diretto
nell'anno 1835, a S. A. il Bey di Tunis sulla malattia
Cholerica che invadeva nei paesi del Gerid di questa reg
genza , io dava un qualche leggiero cenno di queste mie
idée. Perô fino ad ora non aveva avuto occasione di stu-
diare praticamente l'asiatico Choiera,
e temeva a eon-
fessione del vero, dipubblicarelapiù piccola diceria su tal
morbo ,
mentre i più dotti e sapienti pratici di ogni con-
trada ci regalavano tanti importantissimi scritti. Ma ora
dache per fatale combinazione ebbi luogo di praticamente
studiarlo , e per particolare posizione potei raccogliere le
più minute e dotte osservazioni dei miei valentissimi col
leghi , con franchezza esporrô ogni e qualunque mia idea
con la dolce lusinga, o di poter essere emendato nei gravi
errori, odi recare una qualche utilità alla infelicee spesso
ininacciata umanità.
Il Cholera-Morbus che Jacopo Bonzio dichiarô come fa-
migliare agli indiani or fa due secoli e più (1) e di cui
l'illustre Dellon diede primo un esatta relazione, è quel-
(I) Vedi Jacobo Bontii in Indiis archiatri de Medicina iudorum ,
lib. IV. Agguinti all'Opera-Prosperi Alpini de Medicina Aegyptiorum.
1 96 CENTl STORICO-SCIENTIFICI
lo stesso che attualmente affligge PEuropa , PAsia ,
l'Àf-
frica , ec. ec, dacchè nel 1817, varcô i suoi endemici
confini ? Allorchè con esattezza vogliasi studiare il morbo
con il quale per la prima volta in questo secolo si propa-
gasse nell'agosto dell'anno già citato in Silla Dschiffor
luogo poste sul Gange, e da Calcutta distante solo 100
miglia inglesi ; come di là invadesse tutto il Bengala ,
discendendo pure lungo la Costa del Coromandel , come
da Suratte si comunicasse all'Arabia nel mese di luglio
dell'anno 1821 ;
come dopo essersi insinuato nella Per
sia, nel mese di luglio dell'anno 1823,
questo morbo pes-
tilenziale si mostrasse improvvisamente sulle frontière
dell'Impero Russo , presso il mare caspio , nel distretto
di Solian;
come dopo essersi rivolto nella sua origine dal
Gange verso l'occidente si propagasse pure dalla parte
di levante e finalmente come dalla Russia passasse in
Polonia , Prussia , Galizia, Ungheria , ed Austria, inva-
dendo quindi tutta PEuropa,
mentre venià decimata an
cora molta parte dell'Asia e dell'Affrica; ben facilmente
cotnprenderemo ,
essere quello il medesimo al quale van-
no soggettigli indiani, e che per délie e;ause concomitant!
la facilitazione all'escita del naturalesuo letto , si diffon-
desse ovuncpie ; perô, siccome notammo moite fiate,
differenziando si nel triste aspetto .
come
nel tremendo
suo esito , a seconda del clinia , o délia varia predisposi-
zione costituzionale dei popoli. Talora vedemmo . senza
causa apparente rinnuovarsi questa predisposizione costi
tuzionale per la Rosolia, il Vajolo, il Tifo, e la Peste,
poiché di quest'ultima solo si ebbero in Europadal secolo
SUL CH0LERA-M0BBUS. 197
X al XVII; 63 invasioni (1) ed in Affrica più fiate ancora
ed ora, graziea quella direi perduta attitudine,
già da più
anni ce ne vediamo immuni. Non meraviglia perciô , che
mentre per tanti secoli il germe del pestilenziale Choiera
non avesse trovata l'attitudine alla générale sua diffusio
ne, e abbia poi, nel 181 7, trovate tutte rhinite le cause
per lo sviluppo di quella fatale predisposizione.
Se vogliamo por mente aile relazioni storiche dei più
remoti tempi , ed alla descrizione délie varie pestilenze
di moite contrade , facilmente , ora dacchè per dolorosa
esperienza , noi conoscemmo il Choiera asiatico , ci tro-
viamo condotti acredcre, che moite di esse non fossero
cheflagellodeU'indianomorbo.Il nostro sempre lodato
e benemerito Signor De-Guyon ,
demia del nord dell'Affrica ,
sull'epi-
nella sua opéra
dai tempi più remoti fino a
noi, nella seconda parte di essa, e appunto parlando
degli ullimi anni del secolo,
ci narra di un orribile epide
mia che afflisse l'Affrica dopo essersi stabilito il Cristia-
nesimo in questa contrada , e che incominciô in Cartagine,
nell'anno 252 di G. C, sotto il proconsolato di Demetrio
Di questa orribile epidemia,
parlano due testimoni ocu-
lari, il célèbre Vescovo di Cartagine S. Cipriano, e Pon
dus ,
suo diacono. Il santo Vescovo nel dirigersi al suo
popolo; in quell'epoca cosi si espresse.
ce Egli è per sempre più esercitare e perfezionare la
ce nostra fede, che il Signore ci affligge con questa malat-
« lia , che rovina ed abbatte le forze , con délie straordi-
(I) Segur.
1 98 CENNI ST0RIC0-SC1ENTIF1CI
« narie evacuazioni , che per il fuoco che accende nelle
« viscère, cagiona délie infiammazion'falla gola; che agita
« e guasta in qualche maniera gl'intestini con dei vomiti
SUL CHOLEBA-MOBBUS. 1 99
la malattia da lui descritta , non oltrepassô la siéra del-
l'epidemica influenza ,
ne si diffuse ad altre citlà dell'In-
ghilterra ; si limité anzi, ai confini di tempo che compren-
dono ce l'estateche fugge, e l'autunno che entra ... Di più
osserva il Signor De-Guyon,
che la malattia sviluppata
in Cartagine dopo ledit lo promulgalo a Roma nel gennajo
di quell'anno, nel quale ordinavasi ai Cristiani, di sacri-
ficare ai Dei Pagani , non poteva essere conosciuto in
Cartagine, che nel mese di febbrajo; epoca e stagione
poco favorevoli allô sviluppo dello sporadico o epidemico
Choiera. Da ciô facilmente si deditcc che d altro non si
traitasse che di una malattia analoga anzi eguale a
quella da noi veduta, tanto più,
se vorransi analizzare
tutti i sintomi descritti dal Santissimo Vescovo, come con
tanta maestria e chiarezza ,
faceva il nostro benemerito
confratello, autore délia descrizione délie épidémie del
nord dell'Affrica.
Premesse queste notizie, parliamo adesso délie nostre
particolari idée, sulla patognomonia del Choiera indiano
pestilenziale.
La causa che da luogo allô sviluppo del Choiera, è sen
za dubbio un veleno putride animale,
come si espresse il
Dottor Herapath nulle sue chimiche osservazioni. Quel
veleno ha un odore sui generis, che io paragonerei a quel
lo emanato da una qualche sostanza laltea,
posta per al
cun tempo in luogo umido , e che per una sua particolare
sensazione ,
il nostro abilc collega Dottor Masearô ,
para-
gona a ijuello délia lana abbruciata. Anche dopo la morte,
conservasi il particolare odore Cholerico. Ora,
gli autori
200 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
di vaglia , i più sommi pratici , diversificano nelle idée,
volendo ricercare la sedc principale di tal veleno , una
volta introdotto nella macchina animale,
v. a. d. quali
siano gli organi ptincipali su di cui depositasi taie dele-
teria pestilenziale materia. Alcuni vogliono , che il prin
cipio Cholerico, attacchi semplicemente lo stomaco, egli
intestin! o quelle porzioni del sistema nervoso , che più
influiscono sopra di essi , (1). Alcuni altri che primiti-
va mente tocchi i sensibilissimi nervi del basso ventre ,
forse sui cerebro-spinali , negli intralciati e complicatissi-
mi loro plessi , attaccando , per cosi dire il fonte délia
vita, e suscitando cosi sui visceri contenuti in questa ca-
vità,q
rnento,
quei repentini e portentosi fenomeni di sconvolgi-
e di quasi pervertita natura (2). Il Signor Fan-
tonetti nella sua memoria sul Choiera vagante nella Ligu-
ria, dice (3). » Ogni cagione morbosa, affinchè riesca
« nell'effetto suo, in sull'organismo vivents, bisogna
ft cheoperi, o in sui solidi, o in sui fluidi. Nel nostro
« caso , il primo a mostrare , che ha risentito l'influsso
« délia causa nocente , sarebbe il sistema nervoso gan-
« gliare; poiché quanti fenomeni appajono , tutti, stando
« aile più esatte nozioni fisiologiche , sarebbero da lui
« dipendenti ». Alcuni vogliono che l'impressione prima
del Virus choleroso ,
cap0
(l ) Tommasini sul Cholera-Morbus ,
(2)
sto 1831.
si eserciti in sul cervello, e sul mi-
RalF Frias. Cenni sul Cholera-Morbus di AJessandria nell'ago-
(3) Del Choiera vagante nella Liguria, ec, ec. Milano coi Tipi , di
Paolo Andréa Molina, in 8*.
IV.
SUL CHOLERA-MORBUS. 201
dollo spinale (I) altri che quel micidiale veleno ,
giuocando alla maniera del folgore ,
spesso
colpisca con imme-
diata azione e primitiva; sul periferico sistema nervoso,
ossivero su di quella qualunque siasi esterna parte orga
nica , da dove poi , a mô del fluido galvanico va daigan-
glii ai plessi e da questi ad altri centri principali ad irra-
diarsi ad ogni altra interna parte dell'organismo animale
e precipuamente sul nerveo reticolo di quei visceri ,
che
più trovansi disposti a venirne impressionati (2). Final-
mente , che la sede primitiva del principio Cholerico , sia
neU'apparato del circolo sanguigno , producendovi una
veemente ed acutissima flebite universale (3).
Esposte cosi le varie idée sui primi punti alterati e lesi
dal principio Cholerico, innanzi di esporre la nostra par
ticolare su questo principalissimo quesito patologico ;
giova slabilire per quanto si possa ,
la vera natura di
azione del Virus micidiale del quale parliamo, onde
per quanto sia date ,
con più ragionevolezza e base fon
damentale dedurre e stabilire i particolari nostri prin
cipj.
Dai primi fenomeni che sogliono comparire da quelli
tocchi dal veleno Cholerico , v. a. d. languore , générale
abbattimento , vertigini , piccoli sconcerti ventrali ,
bor-
borigmi, disappetenza, lassatezza délie quattro estremi
tà, ec, ec, quindi dal corredo degli altri sintomi ,
(1 ) Dottor Poggi di Genova. Ved. Annali vol. lxxvi, pag. 376.
("2) lirutti ,
sul Choiera di Genova.
(3) Giaeomoandrea, Giacomini,
deno-
sulla condizione essenziale del
Cholera-Morbus. Padova coi tipi del Seminario 1836.
202 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
tanti lo sviluppo marcatissimo e progressivo del maie ,
che distinguesi col nome di periodo algido , come anche
dai fenomeni caratterizzanti la spesso salutare reazione,
credo che si debba con facilita tendere ad ammettere in
quel venefico principio, un azione dinamica débilitante,
la quale sembra con grado più o meno intenso, attacchi
sempre il sistema nervoso dei visceri ,
qualunque essi
siano , tocchi dal medesimo , e che in seguito cercheremo
di chiaramente stabilire. Ne a mio credere , deve per
nulla convincerci dell'opposto , Pavere riscontrati spesso
nelle autopsie cadaveriche , alterazioni dimostranti pro-
cessi fiogistici, imperciocchè, siccome noi spesso vediamo,
che la sovrabbondanza di uno stimolo, larvasi coll'aspetto
di générale abbandono e spossatezza , cosi viceversa , la
sovrabbondanza di una causa deprimente , come per
esempio quella protratta del diaccio, da luogo bene
spesso per forte reazione , a dei processi fiogistici.
Quest'azione dinamica perô, del principio indiano pes-
tiferante , credo che debbasi considerare di poca durata,
poiché , se bere osservansi i sintomi Cholerici,
quando il
maie è nel suo rigore, facilmente potrecio accorgerci
corne quelli denotano un processo morboso ,
che sebbene
larvato di apparenza astemica per il tocco sistema ner
voso, pure è facile distinguerlo , come appartenente al
più marcato grado iperstenico. Che in fatti , in ogni foi ma
morbosa, in cui con prevalenza sia leso primariamente ,
o per solo consenso quel sistema, vediamo spesso man-
care tutti quei sintomi caratterizzanti un vero processo
flogistico il quale poi , diviene apparente , sia , quando
SUL CHOLERA-MORBUS 203
quel morbo sincammina in bene, o pure nelle cadaveri-
che dissezioni. Ripetiamo dunque, essere nostra opinione
che l'azione deleteria dinamica ,
di quel Quid producente
i fenomeni Cholerici , sia attivamente deprimente , e con
taie una gagliardia direi simile a quella dell'acido prus-
sico , o del veleno di molti insetti , come sarebbero la
vipera , lo scorpione , e alcuni serpenti.
Furono non pochi, gli osservatori,
che giudicarono
essere contro stimolante l'azione dinamica del princi
pio contagioso Colerico. Il Sig. Gosse di Ginevra è di
cjuesto parère. Il Signor W. Scott, chirurgo inglese e
segretario di sanità al forte di San Giorgio, riguardô
come taie l'azione del principio Cholerico , al pari di
quella di molti veleni vegetabili ed animali (1); ed il
sommo sostenitore délia medica italiana teoria, il no
stro Tommasini,
non è lungi d'
ammettere simile azione
ben différente da quella del principio délia peste e di
altre contagiose infermità (2).
Ora,
o a seconda délie predisposizioni individuali
il colpito perdesi per la violenza di quella prima
azione d'onde nascono i casi cosi detti fulminanti (che at-
tentamenteesaminandoli perô si riscontrerebbero in essi
dei prodromi segni di mal essere),
onde il marcatissimo
e violentissimo periodo algido in cui la vita concentran-
dosi nelle più recondite viscère , come se per istinti quel
niso naturale temesse di perdersi, vi stabilisée,
(1) Relazione pubblicata a Madras, tiel 1824.
vi or-
(2) Sul Cholera-Morbus, Nozioni storichee terapeutiche , cap. iv.
204 CENNI STORICO-SCIENTIF1CI.
dina, vi forma un Processo flogistico spesso larvato allor
chè cospicue porzioni di sistema nervoso,
quali sarebbero
il cervello , la midolla spinale , il sistema ganglionare,
od i piû importanti plessi, vengono dai primi momenti,
o secondariamente colpiti; che sein quel periodo asfïtti-
co,
non vi fosse digià ordito un processo altamente mor-
boso , un processo che sembra tendere a délie grand'al-
terazioni, al riordinamento del quale,
anche nei casi
felici, nécessita lungo intervallo di tempo, certamen
te non si troverebbero, nelle sezioni cadaveriche , i
marcatissimi segni di quelli . Noi
sappiamo ancora
quanto gli individui che ebbero la sorte di guarire,
prima che avvenisse la reazione tifoidea od altro,
necessitino giorni e giorni di moite cure,
per rive-
dersi ritornare allô stato normale. Qual'è il pratico
che possa dire sulla sua propria coscienza nei veri casi
Cholerici,
che i salvati dalla morte nell'algida forma
senza che avvenga altra apparente morbosità,
al solo
rianimarsi délia vita, al solo presentarsi alla perife-
ria del corpo, il naturale calorico, e alla cessazione di
tutti gli altri concomitanti fenomeni , essere perfet
tamente guarito, e più non necessitare di altra me
dica assistenza , di altre savissime cure? Certo non
sempre si debbono ricercare quei processi morbosi
dei quali parlo , nella muccosa gastro-intestinale , nel
la spina dorsale , o in altri punti del sistema ner
voso, mentre a mio credere come dimostreremo in
seguito, il veleno Cholerico percorre, si deposita, ed
ammorba ora un punto, ora l 'altro délia macchina a ni-
SUL CHOLERA-MORBUS. 205
maie, a seconda délia individuale attitudine, délia gé
nérale predisponente costituzione ,
gior forza del venefico principio .
D'onde
délia minore o mag
è che spes
so incontrandosi quelli, ora nel sistema encefalo ner
voso esclusivamente, ora in quello gastricoepatico , o
in quello sanguigno particolarmente venoso dà luo
go a mio credere aile varie forme Choleriche , délie
quali in seguito faremo parola.
206 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
iera,
CAP1TOLO X.
I primi fenomeni che sogliono comparire nel Cho
quelli cosi detti dei prodromi, li veclremo in pra-
tica cessare con i più leggieri soccorsi dell'arte, sem
pre perô con délie sostanze un poco stimolanti ,
quando quei fenomeni sono tenaci,
ma
o quelle prime inelica-
zioni mediche non producono utile effetto , fissi noi
nella concepita idea sul veleno Cholerico, la sua e-
nergica e violente azione deprimente ,
una volta che
sotte quella Pindividuo non perdesi, istantaneamente
avviene che per lo sforzo délia natura alla conser-
vazione délia vita , un processo si sviluppi di natura
iperslenico, che è la forma assoluta Cholerica. D'on
de è giuoco forza come già consigliavamo nella no
stra Istruzione al Popolo ..
usare
un metodo antiflo-
gistico proporzionato , e talora con prontezza ricor-
sero ai piccoli generali salassi. Dell'utilità di tal me
todo ci dava luminoso esempio la popolazione di To-
burba ( vedi ciô che riferivamo nel cap. vm )
e di al-
cuni altri punti délia Reggenza;
SUL CII0LEBA-M0BBUS. 207
per alcuni casi an
cora osservati nella Capitale , più dovremo convin-
eerci dei nostri stabiliti principj. Che se unitamente ad
un regolato metodo deprimente,
spesso si consigliano
alcune sostanze di tutt'altra azione, calmanti cioè il grave
sconcerto nervoso, che inevitabilmente accompagnano,
si è perché talora quello è per se stesso cosi violente
da minacciare con prontezza la perdita délia vita, in-
nanzi che si abbia tempo di porre in uso il più raziona-
le dei metodi. La materia Cholerica depositasi or su
di una parte or suH'altra , alterando gravemente , ne
mai ledendo esclusivamente un sol punto, tanto è ciô
vero che spesso furono visti comparire dei processi
cangrenosi su di alcune parti , formarsi délie cosi
gravi oftahnie ,
da produrre taie processo degenera-
tivo, che fosse causa dello scoppio del globo oculare ,
come ebbi luogo di vedete su di una giovinetta amma-
lata all'ospedale dei Cholerici, ed assistita dal beneme-
rito Dottor Masearô, e su di molti altri che perderono,
ora l'organo délia visione, ora l'udito; su di un altro,
con tanta prontezza formarsi un processo degenerativo
allô scroto che fra la comparsa dei primi segni Cholerici,
e quella dello sfacelo, accompagnalo dalla morle ,
l'infe-
lice non durava più di 22 ore. Allorchè quel venefico
principio,
sia per mezzo dei prolungati ed abbondanti
vomiti , o dejezioni , sia per quello di una conlinuata ed
abbondante traspirazione viene rigettato intieramente o
almeno in buona parte, è allora sperabile una fortunala
guarigione,
mentre sono assai più pericolosi i casi di
Î08 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
:osi detto Cholera-secco, o quelli ancora che mentre ap-
lajono con immense sofferenze, sono accompagnati da
>oco vomito, scarse evacuazioni, e poca traspirazione.
Riportate tutte queste osservazioni che io credetti ne-
essarie per la maggiore intelligenza di un idea che tro-
ando un eco di ragionevole ammissione ,
crede che sa-
ebbe per riuscire di non poca utilità nella pratica medica
: a vantaggio di tanti disgraziati minacciati da si grave
nalore, con franchezza laesporrô al mio lettore. Lo studio
trofondo di tanti scritti, di tanti insegnamenti e di tanti
apporti, su cosi micidiale morbosità ,
m'indussero a do-
nandareame stesso. « É egli costante, inevitabile il
< suo andamento? I caratteri che nelle varie épidémie fu-
t rono notati, eguali mai sempre si osservarono ?Le épi
démie che avvennero nelle varie stagioni furono sem-
: pre délia medesima natura? Come ed in quai modo, in
. tivied
alcuni punti vennero preconizzati certi dati mezzi cura-
in altri rigettati oriconosciotidannosi , mentre
! decantavansene alcuni che posti in uso in altri climi
i ed in altri tempi, riuscivano di poca o nulla utilità » 9
îccomi ora ad esporre in quai modo io rispondeva a
ne stesso, e cercava di darmi le più convincenti ragioni.
* attentamente studiai l'andamento délie varie Epide-
lie avvenute nelle diverse contrade, e che spesso si ri-
ietevano nelle medesime provincie, città esubborghi, noi
edremo ciascuna volta non piccole differenze, poiché in
lcuni luoghi il Choiera fù micidialissimo alla sua prima
omparsa in altri assai mite, e quindi viceversa ,
come
venne in Francia negli anni 1832-35-37 e 49, nella To-
scana, neglianni 1 835-36-37,
SUL CHOLERA-MORBUS. 209
ed in alcuni altri punti del-
l'Italia; nell'isola diMalta, neU'Algeria, nell'Egitte, edin
tutte le più lontane contrade, dacchè si ebbe l'infortunio
divedere disseminarsi quel venefico principio; non meno
che fra noi nelle narrate due Epidémie, délie quali già si
notarono le differenze, e con queste pure il vario anda-
mento. Fummo dolorosamente sorpresi ancora nel vederc
che mentre il Choiera in Francia (1), rincrudeliva inattc-
samente e présentavasi di nuovo e con veemenza in al
cuni altri paesi, ove credevasi essersi liberati da esso ;
in Inghilterra , e particolarmente in Irlanda,
ove da qual
che tempo più non contavansi che alcune vittime isolate,
crebbe tutto ad un tratto con estrema violenza. Cosi av
venne a Costantinopoli ,
Allemagna e nel Belgio.
Frattanto nei dipartimenti invasi,
in alcuni punti délia Russia, in
vi furono délie co-
muni intere che furono risparmiate dal morbo, sebbene
apparentemente in condizione più sfavorevole onde esser-
ne immuni.
Se attentamente quindi si leggono le numerose relazioni ,
sut caratteri essenziali Cholerici, che i varj autori ci dan-
no ,
osservati nei luoghi che furono tocchi da taie malefica
pestilenza, noi con facilita scorgeremo come in un tal anno
questi furono essenzialmente intlammatori, per cui si pre-
conizzavano i salassi generali e locali , e da tutti, il me-
todo débilitante, in un altro con più facilita venia tocco il
(1) Vedi Journal de Médecine e Chirurgie, Paris 4 821.. Article 384 4
page 334.
U
210 CENNÎ STItRICO-SClENTIFICI
sistema nervoso; e quindi nasceano tutti quei minac-
cianti segni di prostrazione, ed allora si doveva inevitabil-
mente ricorrere al tnetodo anodino , ed un poco eccitan-
te, finalmente si osservô talvolta,
attività colpiva il sistema gastro-epatico ,
correre a quello eliminativo,
che il Choiera con più
e si dovette ri
e percio furono vantaggiosi
i purgativi ed i catartici. Si notô pure in varj luoghi che
questo terribile morbo, spesso prendeva il carattere in
termittente,
e molti ebbero a lodarsidell'amministrazione
dei ehinati. Dunque a seconda deiclinti e délie stagioni,
III visto il Choiera prendere ora un carattere ora un al
tro, ora mite, ora micidiale, ora con facilita irradiarsi, ed
ora no. Alla conferma di quanto io espongo, invito il mio
lettore , ad attentamente percorreie i più interessanti
lavori su cosi grave materia , ormai per dolorose espe-
rienze, divenuti noti ancora a chi ben poco si occupa di
questa nostra utilissima branca di scienza. Ora che su
dei fatti ed osservazioni, potemmo stabilire tali differen-
ze nelle varie épidémie Choleriche ragion vuole che da
noi, per utilità del medico pratico,
si proponga la già
notata divisione, di Choiera sanguigno bilioso, e ner
voso , che talora vedemmo pure nelle nostre «lue épidé
mie, comparire varj soggetti a seconda dei particolari
temperamenti , ed individuali predisposizioni , e per più
esattezza, alla dimostrazione délie nostre idée, daremo
di ogni forma ,
potè osservare, ajutato ancora ,
valenti colleghi.
il quadro sintomatologico che per noi si
dalle varie relazioni dei
Nella forma di Choiera, che io chiamerô sanguigno ,
SUL CHOLERA-MORBUS. 21 1
notai più marcati la cianosi, il senso doloroso opprimen-
te alla regione del cuore, quella inquietezza incessante ,
che obbliga l'infermo a cambiare posizione ad ogni mo-
mento, la sete ardente , la lingua pure livida , alquanto
diaccia ed arida, i polsi quasi impercettibili ai primi
momenti dell'invasione; i battiti del cuore assai lenli e
spesso irregolari, corto il respiro si che gli infermi sono
costretti a délie frequenti inspirazioni,
gli occhi inieltati
da cefalagia, leripetute lipotomie, ed abbondantissimo il
sudore glutinoso , mentre mandata è l'algidità,
ma non al
suo grado maggiore; non molto abbondanti i vomiti e le
dejezioni ; per arsione alla gola ed aile fauci immensa-
mente soffrono.
Nella forma biliosa,
notansi marcati con più energia i
seguenti sintomi ; vomiti e dejezioni nelle prime volte
colorate di giallo, quindi rendonsi abbondanti ,
spessi e
risacei ; visibilissimi la profondità dell'ocohio ed il livido
cerchio intorno all'orbite,
ma non cosi estesa e marcata
la générale cianosi; sete continua non ardente, con-
trazioni spasmodiche, aile quattro estremità e alla re
gione epigastrica, e;essazione délia surezione orinaria ,
spesso con grave dolore a quella regione. e più insoppor-
tabile verso il piloro, più forte ancora l'algidità alla peri-
feria del corpo , mentrechè per lunga pszz^i si conserva
il calore a tutte l'addome; la lingua è un poco fredda,
non arida,
e leggiermente patinosa, ed i polsi sono leg-
giermente più sensibili che nell'altra forma; i battiti del
cuore più regolari;
gli infermi non sono molto smaniosi
mentrechè il suo respiro è marcatamente più libero.
2 I 2 STORICO-SCIENTIFiei
Nella forma nervosa,
assai più appalesasi la générale
spossatezza, la fisonomia pressochè cadaverica, i crampi
e le scosse quasi tetaniche di tutti i muscoli , come anche
alla regione epigastrica e lungo la spina; vertigini, occhi
cristallini, solo le estremità cianosate, e l'algidità e mar-
morea; la pelle ruvida aggrinzita,
e solo negli ultimi is-
tanti di agonia, si ricopre del viscoso sudore; assopite
le facoltà intellettuali, senza perô alterazione di esse, ab-
bandono,
apatia impercettibile il polzo edi battiti, respiro
quasi regolare, lingua fredda marmorea, ma conservando
il naturale colore, per nulla ricoperta da gastrica patina ;
rari i vomiti ;
ma le evacuazioni ventrali abbondantissi-
me , ed escono quelle materie senza che l'individuo se ne
accorga; la voce diviene afona, e spesso perdessi intiera-
mente; l'infermo null'altro brama che il riposo ,
indifferenza risponcle aile reiterate domande.
e con
Pienamenteconvinto délia mia piccolezza in si vasta
scienza io esposi queste mie comunque siansi idée, con
quel timoré che nasce in cuore di chiunque si espone al
severo giudizio di un pubblico intero. D'altronde sentirô
amaramente tocca la mia coscienza tacendole, dopo chè
per reiterate osservazioni dei più valenti, e délie ben poche
mie particolari,
ebbi convincimento che in realtà potea-
no queste essere causa di un qualche vantaggioso pro-
gresso, nel facilitare la ricercata salvezza di molti infelici
tanto più che è note essere la esposizione délie pratiche
mediche osservazioni, utili a stabilire un dato principio
o canone scientifico. Che se d'altronde vorranno i miei
lettori con severità controdi me sentenziare ,
rammento
SUL CHOLERA-MORBUS. 21 3
loro di porrc innanzi, non il mérite dell'esponente, ma il
vivo desiderio che ha sempre nutrito e nutricà a favori;
dei suoi simili.
Per compilare con esatezza questo lavoro, è ora neces-
sario ch'io faccia parola dei varj tnetodi curativi adoperati
dai nostri pratici, nei divers! luoghi délia Reggenza, co
rne anche dagli empirici. onde trame i più utili corollari.
Io esporrô di tutti quelli che furono compiacenti nel co-
municarmi le loro osservazioni ,
mentre dovrà tacere di
alcuni , che per loro particolari vedute , tennero quelle
gelosamente segrete.
U già meritamente lodato Dr Nunez Vais, che fù il pri
mo, come vedemmo, a constatais dei casi Cholerici, ado-
perô sempre il metodo misto, perché da savio non è ligio
ad alcuno scolastico principio , e con maestrevole filosofia,
poggianelosi sulle moltiplici e variabilissime osservazioni
mor-
ha sempre ricercato di porre in uso, a seconda délie
bose apparenze, o prédominante;
zione,
quanto di utile vedeva riuscirgli.
ed individuale costitu-
Il Sig. Dottor Masearô che come medico addetto al-
l'ospizio provvisorio dei Cholerici, e rinomato pratico ci
vile, ebbe occasione di dar prove di sua abilità,
si com-
piacque di comunicarmi ch'egli pure dovette non sempre
essere uniforme nelle sue indicazioni, poiché notava délie
marcate differenze nei varj attacchi,
a seconda délia indi
viduale tolleranza. dei sessi e dell'età, e délie varie sta-
gioni;
aggiungendo che quello per esempioche riusciva-
gli vanlaggioso nella prima epidemia invernale, dannoso
senza dubbio il notava nella seconda dei mesi estivi, quel
214 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
che pero costanteniente trovô utile si fù, l'uso dei piccoh
salassineiprodromi,
di quello algido, senza perô abusarne,
quello,
del melodounpocoeccitantenel forte
imperciocchè dietro
spesso vedeva comparire la reazione con i più vio-
lenti processi fiogistici;
degli eliminativi,
ebbe spesso da lodarsi dall'uso
e particolarmente
dall'
Ipecaquana ,
quei casi in cui sembravagli che la natura fosse restia a
concedere il benefizio délie reiterate evacuazioni ventrali
e del vomito: usô pure gli oleosi con molto vantaggio ,
e gli epispastici vessicatori sulla regione epigastrica, e ai
le 4 estremità ;
perô vidde spesso quelle cangrenarsi e
con molta diffieoltà guarire. Otlenne maravigliosi effetti
dalle esterne fregagioni,
spiritose;
in
siano secche che con materie
perô dolorosamenteesperimentava che per effet-
to di quelle allorchè veniano eseguite con poca delicatezza,
presentavansi alcuni impiagamenti talvolta funesti. In
pochi casi adoperô il Dottor Masearô il Moxa o alcuni bot-
toni di fuoco sulla regione epigastrica ,
ma non produs-
sero che maggior tormento ai disgraziati senza recare
utile veruno.
Il benemerito Dott. Giovanni Ferrini che già ebbi luogo
di onorevolmente nominare, autore dell'interessantissima
memoria sopra le malattie dominant! nell'Algeria francese,
inserita negli Annali universali di medicina, del novembre
e dicembre 1849, echeorasô occuparsi di un lavoro in-
teressantissimo sull'ultima nostra epidemia, ov'egli tanto
figurô; con sua lettera in data del 29 luglio-50 , in rispo
sta ad una che dirigevagli onde pregarlo si compiacesse
informarmi sul metodo curativo ch'egli più preferiva o
SUL CHOLERA-MORBUS. Z I 5
trovava utile , cosi dicevami. « Eppure tutte le malattie
« prescntano più o meno gradi diversi nei diversi indi-
« vidui, e nel bilanciare i vantaggi dell'uno o
dell'
altro
« nietodo curativo, quesl'elemento non si puô omettere
« nel calcolo. Dietro queste considerazioni, agevolmente
« comprenderai essere stato vario il nietodo di cura da
« accenna-
me impiegato, a seconda cioè délie circostanze
« te, e da molti non avverlite ». Nel periodo prodromico
solea applicare un largo vessicatorio sulla regione epigas
trica, per trattenere cosi il calorico alla periferia del cor
po; e per quanto assicuravami l'amieo, se a tempo giun-
gea innanzi che invadesse il periodo algido, potea con tal
mezzo qualche volta dominarlo, e sempre renderlo più lie-
ve c meno duraturo. Allorchè esaminava un individuo
che fosse di sanguigno temperamento, o che per sospen-
sione di un fïusso abituale, il principio Cholerico trovava
campo ad ardito sviluppo, ricorreva al salasso générale
o locale a seconda délie circostanze. Quindi se la causa
predisponente del Choiera era con evidenza un gastrico
imbarazzo, cercava di espellerlo con gli opportuni rimedj
e per facilitare il vomito, quando solo abbondava la diar
rea ,
amministrava ora Yipecaquana, ora il tarlaro eme-
tico; e quando viceversa veniva l'infermo da incessante
vomito tormentato, per riordinare il modo peristaltico ,
usava amministrare délie ripetnte dosi di calomelanos.
Allorchè visitando un infermo trovavalo nel periodo mag
giore délia algidità. amministrava Polio èssenziale di ca
momilla alla dose dalle 5 aile 12 gocciole , unito ad
una certa quantità di olio d'amandorle dolci,ed in tutte.
21 6 CENNI ST0RIC0-SCIENT1F1CI
le indicazioni poneva una certa dose di muscillaggini
gommose tanto idonee aile affezioni intestinali ;
final-
mente egli ha sempre adoperati medicamenti già noti
come antiflogistici temprati per sua felice espressione, al
grado délia condizione morbosa e più volte cosi ancora
ricorreva ai salassi generali e locali ee allorchè (scriveva-
ee mi ) la ragione non bene stabilivasi e Pammalato veni-
ei va minacciato di soffocazione, trovava il salasso di tutta
ie nécessita ; con questo mezzo ( egli aggiunge ) salvai
e< più Cholerosi agonizzanti.
Esternamente solea applicare dei larghi senapismi a
tutta la periferia del corpo, ed anzichè usare le secche e
spesso troppo urtanti fregagioni,
solea far queste con
dei panni laniimbevuti nella calda decozione di acqua se-
napizzata con dell'aceto. Fù sempre rigorosissimo coi
suoi malati; rapporto alla dieta , poiché osservava con
gli altri pratici, che il più piccolo strazio in quella poteva
essere causa didolorosa récidiva.
La maggior parte dei nostri medici impiegati nei varj
Spedali militari, usarono con utili risultati varj abili trat-
tamenti secondo che essi vedevano nascere i fenomeni
morbosi,
si rapporto ai diversi temperamenti che aile dif-
ferenti parti lèse o gravemente minacciate.
Il Sig. Dott. Cotton medico primo nei Regg. délia Mo-
hammodia, con suo intéressante rapporto direttomi in da
ta del 2 agosto, cosi esprimevasi, ragionando del sistema
curativo.
ee Dans la période algide, je me suis tenu surtout aux
« moyens externes pourtant j'ai employé quelque-
SU. CHOLERA MOBIHiS. jj | 7
« fois les antiphlogistiques, purgatif, vomitif, narcotique,
d'
« etc., après les symptômes que présentait la maladie
« l'ai eu à me louer de l'emploi de l'ipécacuanha dans
t un assez grand nombre de cas. Je me suis abstenu
« aulant que possible d'administrer l'opium, dans la
■e crainte des congestions et inflammations cérébrales et
« pulmonaires Je mettais mes malades en période
« algide, dans un bain chauffé à une haute température
« et fortement synapisé, et je couvrais mes malades de
« cataplasmes de moutarde. Dans cette période la saignée
« est toujours nuisible et dangereuse. Au contraire, quand
« la réaction était trop forte, j'avais quelquefois recours
« à la saignée générale ou locale ; mais avec la plus
« grande réserve pour ne pas m'exposer à des accidents
« typhoïdes.
« A la Mahommedie où j'exerce,
«i des épidémies de fièvres périodiques;
on observe souvent
ainsi j'ai pu
« observer que le Choléra chez nous présentait cette in-
« termittence presque chez tous les malades , après la
« reaction.
« J'administrai donc le sulfate de quinine à haute
u dose. Avant que j'eusse fait cette observation , il sur
it venait chez presque tous les malades des accidents
« consécutifs typhoïdes ou autres ; au contraire, depuis
te l'emploi de ce moyen thérapeutique , aucun accident
ee semblable ne s'est présenté » .
Riporto con soddisfazione le espressioni del nostro va-
lente collegha, poiché il medesimo, per nulla fino ad ora
conoscendo le mie idée qui esposte sulP utilità di distin-
218 CENNI STOBICO-SCIENTIFICI
guère nel Choiera i tre generi da noi indicati dalla suage-
nuina narattiva ee pourtant j'ai employé quelque fois les
ee antiphlogistique etc. etc ». (
Vedi sopra il periodo in-
elicato), facilmente potrà comprendere il nostro lettore
come si possa distinguere spontaneameate dai pratici
una qualche aggiustatezza , nelle mie vedute sulle varie
forme Cholériche.
Dei nostri empirici , o quelli che per pratica fatta
acquistano fra noi dritto all'esercizio di un arte cosi severa
a vero direavemmo a lodarci per le loro prestate e spesso
disinteressate assistenze in questi dolorosissimi tempi.
Nei primi giorni d'invasione, rimasero titubantinell'osser-
vare una malattia fino allora non daessi conosciuta,
sarono un trattamento assai blando ed inoquo .
ed u-
limitan-
dosi ai soli mezzi esterai, e all'amministrazione di qualche
mistura oleosa ; ma allorchè attentamente esaminarono ,
quanto i nostri dotti pratici facevano,
cercavano di mo-
dellarsi, ora sul trattamento dell'uno, ora dell'altro. Cosi
ebbero l'alfa soddisfazione, di salvare molti infelici; ai
quali mancava una più ragionata assistenza.
Onore sia reso pure aile infaticabili suore di San Giu-
seppe ,
che sono una vera gloria religiosa dei nostri tem
pi ; esse non solo prodigavano una generosa assistenza,
ma fecero da per se sole le cure più meravigliose. Avem-
mo il dolore, di vedere una di esse, perdersi in poche ore
dopo aver santamente assistito due altre infelicissime giova-
ni sorelle che perivano recando générale pubblico dolore.
La suora stabilita in Susa fece prodigi nel porgere medi
ca e generosa assistenza a tutti i colpiti di qualunque na-
SUL CHOLERA-MORBUS. 219
zione fossero. Noi sebben lontani, le tributiamo la nostra
eterna gratitudine per pubblico voto.
In molti luoghi invasi dal Choiera , gliinfelici cadeva-
no, né venivano , non solo assistiti da medici dotli , ma
tampoco dagli empirici, poiché questi pure mancavano;
ed è là appunto, ove il Choiera potè saziarsi con nume-
rose vittime. Ne sono Iuminose prove, le provincie del lit
torale, di Gabes, del Gerid, del Keruan del Kaff, le va
rie Tribu numide e montanare ( vedi il prospetto unito
alla memoria). Dalle particolari relazioni perô che si eb
bero, dai capi di quei luoghi, potemmo comprendere,
che empiricamante si usavano le infusioni di varie erbe
aromatiche , gli oleosi ;
uniti a qualche dose di acido a-
celico e deU'aglio. In alcuni punti facevano pure ,
uso
délia cacciata di sangue , e dell'
applicazione , ora di
panni lani riscaldati ed ora di mattoni , coi quali circon-
davano l'ambito del corpo, particolarmente quando ve-
deano,
cosi improvvisamente diacciarsi i poveri malati.
Fù générale osservazione, che quanti infelici ebbero délie
sanguinolenti evacuazioni ventrali si perderono tutti.
Osservarono i pratici in Tunis, che non vennero dal
Choiera colpiti, quelli che già da un ccrto tempo, porta-
rono dei fonticoli ,
rica,
ed una volta risentita l'azione Chole
quella presentavasisolo sotto la forma diundisturho
gastro-enterico più o meno grave, e furono ben pochi ,
i casi eccezionali. Io invite i miei lettori,
a porre atten-
zioiie su taie pratica osservazione , perché puô divenire
d'inealcolabile vantaggio per la minacciata umanità.
Pochissimi furono i casi, che ebbi luogo di. curare,
220 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
si che io possa dare un ragguaglio pratico degli effetti
ottenuti. Ma dalla mia esposizione sulla natura del morbo,
e sulle varie forme che investe, a seconda degli organi le-
si, è facile comprendere,
quali sarebbero le mie mediche
indicazioni. Solo dirô , aver poste in pratica il consiglio
che il benemerito Dott. De-Guyon verbalmente davami,
cioè d'innalzare o flettere, ora la palma délie mani, ora
dei piedi , a seconda del punto più doloroso .
nei mo-
menti più forti dei crampi aile varie estremità, e cosi
infatti , otteneva l'istantanea calma di quel penosissimo
sintomo. Particolarmente potei ciô osservare sugli indivi
dui pochi, che ebbi luogo di vedere alla Goletta, in com-
pagnia dell'abile Dott. Sabetti, ed in alcuni altri da me
veduti al cessare délia epidemia, quando fui da S. A, in -
viato nella Capitale.
Di altra importantïssima questione, dobbiamo ora oc-
cuparci, quale è quella , distabilire, dietro le più note
pratiche vedute, i caratteri délia contagione del morbo,
imperocchè; comunque vogliasi considerarlo, è in esso
marcato un modo progressive di diffusione , simile molto
a quello di altre pestilenziali morbosità , già per voto gé
nérale considerate come aventi la perniciosa natura , délia
irradiazione per contatto. Parlo perô di alcuni caratteri ,
poiché a vero dire ,
non sarei per ammettere nel Choiera
tutti quelli già riconosciuti , à mô d'esempio arabo
Vajolo , nella Lue venerea o nella Peste bubbonica, che
sono altamente diffusibili per médiate contatto; mentre
riscontrai in esso, soli marcatissimi , i caratteri di una
SUL CHOLERA-MORBUS. 221
infezione contagiosa, come maestrevolmente espresse ,
il valentissimo Lauvergne.
Infatti ,
allorchè vorremmo con tutta accuratezza esa-
minare l'andamentodi questo lerribile morbo, finodacchè
iprompcva , dal naturale suo letto; il morbo progressive,
che tenne,
nel percorrere a poco a poco da una contrada
all'altra, si che ogni e qualunque punto del mondo visi
té ; allorchè vorremmo attentamente osservare le forme
ed i bizzarri caratteri, sempre varianti nelle sue ripelute
invasion!, senza predominiodi partito, e con freddocalcolo
vorremmo quindi con franehezza esporre quanto avemmo
luogo e credemmo di potere stabilire su taie importan-
tissimo quisito; dirô che dietro ripetute osservazioni sono
ben lungidaU'ammettere che un oggetto, per esempio sus-
ccltibile se tocco viene da chi ha in se latente il germe del-
l'infezione possa divenir causa di morbosa comunicazione
a chi per isventura il rimovesse, come si noté avveniro
nei luoghi dalla peste dilaniati. Ne lampoco ,
che un in
dividuo avente in se quoi principio Cholerico , possa nel
comunicare con altri divenire causa assoluta di trasmis-
sione e sviluppo del maie.
Per le mie poche osservazioni,
e quelle di alcuni dei
nostri pratici, potei facilmente constatais cite nell infer-
mo già altamente cholerico, in certo periodo del morbo che
non potei per anco stabilire, positivamente svilupparsi
per via endemica o pohnonare , taie un principio , che
deposto su dei suscettibili oggetti, per questa potentissi-
ma causa diviene di générale infezione c pubblica calami-
tà. Più ancora se quegli oggetti bene rinchiusi, in modo
222 CENNI ST0RICO-SCIENTIFICI
che il venefico principio non possa evaporarsi, in altra
lontana contraria fossero trasportati; o se ancora,
un indi
viduo di sana apparenza, avente in se perô nascosto il ger
me infettante , in luogo ancora sano ammorbasse, (allora
che primi venissero tocchi), e da predisposti individui fos
se assistito; e che di più,
nella générale atmosferica co-
stituzione, quelle cause opponendosi al morboso sviluppo
non insistessero, diverrebbero non v ha dubbio potentis-
simo fomite di progressiva irradiazione. Giova il ripetere
che se un oggetto qualunque. sia pure suscettibile, tocco
venisse da taie che in se latente avesse il germe Cholerico
non potrebbe quello sporcarsi , poiché alla trasmissione
diesso, sembra necessiti lo sviluppo del processo patologico
che costituisce la vera forma dell'asiatico morbo. Infatli
se attentamente esamineremo ,
quanto i più dotti esperti
eisservatori ci narrarono nei loro trattati, memorie, rela
zioni , scritti , vedremo spesso ripetuto il fatto di taluni
individui, i quali rccandosi da luoghi infetti ad altri non
infetti quando al loro giungere sviluppavasi in essi il mi
cidiale malore, se trascuravansi i necessarj provvedimen-
ti , sanitarj divenivano causa di létale diffusione . mentre
invece , per titilla quel morbo comunicavano, innanzi
il fatale sviluppo. Prova di ciô siano gli individui addetti
alla continua assistenza degl'infermi, le lavandare, e quei
tanti disgraziati che fan mestiere di derubare in mez-
zo al pubblico e générale dolore,
gli oggetti degl'infelici
periti ; ed infine quelli che per avidità dell'oro ,
com-
prano a vil prezzo dai rapitori gli oggetti di altri che mo-
rivano tocchi da simile morbo. Quelli invece che furono
SUL CH0LEBA-M0BBUS. 223
manipolati innanzi il malefico sviluppo del germe, o dél
ia comparsa di quella forma létale ,
certo non essendo an
cora elaborata la infettante materia, maidivennero causa
irradiativa del morbo. Che se tutti gl'oggetli suscettibili
tocchi da taie che solo il germe avesse Cholerico, non an-
cor sviluppato, fossero come infetti considerati od at ti a
comunicare l'Indiano flagello, noi si andrebbe all'infinito
ne vi sarebbero riguardi o sanitarie misure che valessero
a pubblica utililità.
Per quanto potemmo rilevare dalla narrativa di molti
dotti, da alcuni istruiti viaggiatori, dalle osservazioni da
noi stessi fatte , e dai miei valenti colleghi , sembra che
con più facilita il maie si comunichi per via di infezione
anzit'iè per médiate contatto, imperciocchè.
— Primo. Furono sempre veduti colpiti gl'individui
abitanti una meelesima casa senza clic comunieassero
direttamentc con il primo tocoo ,
circondati dall'areola morbosa.
Secondo. —
La
e solo perché trovavansi
maggior parte dei medici che con tanta
filantropia si danno ad assistere i cholerosi , allorchè
presero le dovute igieniche prccauzioni e bene spesso
dalla stanza ove sono depositati gli infermi escivano a
respirare aria più libéra, raramente vennero colpiti; e
cosi gl'infermieri che si occupavano con gagliardia all'as-
sistenza di quelli.
Terzo. —
Allorchè
non si trascurô particolarmente
nelle ore dinotte , il ripetere spesso le profumicazioni di
cloro . riconosciute si utili per le osservazioni del célébra-
224 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
tissimo Gujton De-Morveau , e per tante altre dei nume-
rosi comitati sanitarj ,
atte a distruggere le fétide emana-
zioni, e l'azione contagiosa del fluido vaccino , e délia
materia vajolosa; come anche verificô il célèbre Remy (1),
ben pochi degli assistenti si videro colpiti. In Tunis ove i
medici nel loro valevole esercizio non trascuravano i
dovuli riguardi , avemmo Palta soddisfacenza di vederli
tutti salvati , e di essi nessuno ammalare. Fra noi fu raro
vedere alcuno degli infermieri prendere la malattia nelle
due avvenute épidémie , e questo felice resultato servir
dovrebbedi generoso incitamento , a quelli che temonodi
porgere nobile ed umana assistenza agli infelici amma
lati. Ciô che più maravigliô fu il non vedere contrarre il
morbo dagli infermieri ed assistenti acldetti all'Ospizio
dei Choîerosi : sia Iode al vero , lo dovemmo alla rara
energia ed attiva sorveglianza del nostro benemerito
Dottor Masearô.
Quarte. —Vedemmo spesso propagarsi il germe d'in-
fezione da una casa all'altra , senza che vi fosse stata ap
parente comunicazione.
— Quinte. Molti sono gli esempj di bastimenti che nel
solo traversarela linea che chiameremo d'infezione mor-
bosa, senza che avessero diretta comunicazione , vedersi
tocchi dall'asiatico Choiera.
— Sesto. Molti sono quelli di altri bastimenti che aventi
l 'infermità sul loro bordo , ed ancorati nei porti con rigo-
(1) Vedi annali di medicina, vol. 59.
SUL CHOLERA-MORBUS.
rosa sanitaria osservazione ,
prossimi stabilimenti ,
225
furono causa di malore ai
come raccontasi avvenisse nel 35
in Algeri , Genova , Nizza , ec. ec ec. Nella corrente epi
demia di Malta , si osservô che un bastimento posto in
rigorosa osservanza ,
ove trovasi POspizio degli invalidi ,
per alcuni malati di Choiera ;
di comunicazione veruna ,
luppati in quel pio Stabilimento.
Settimo. —
È
ed ancoratoin prossimità del Forte
imperocchè infelto
senza che vi fosse dubbio
dette luogo ai primi casi svi-
ben noto ancora come ammalati Choie
rici introdotti in uno Spedale , divennero dolorosa causa
di morte a molti infelici , infermi di altra morbosità, senza
che per ciô fra loro comunicassero, ne tampoco i partico
lari assistenti.
Ottavo. —
Spesso
videsi comparire ad un tratto talc
pestilenza , senza che prima si avesse dubbio di sua esis
tenza, ed in solo un momento svilupparsi nei differenti
punti , non fra loro comunicanti. Cosi avvenne , come
vedemmoin molti luoghi délia nostra Reggenza,
colarmente in alcuni paesetli del littorale.
Nono. —
e parti
In Rona ove trovasi l'Ospizio dei militari
alquanto distante dal centro délia città ed ove i medici
e gli assistenti non coabitano in vicinanza al pio stabili
mento , si vide non perdersi alcuno di essi , ed il maie
svilupparsi su ben pochi individui délia civile popola
zione, mentre numerose vittime faceva sulla truppa ivi
trasportata.
— Decimo. In Orano , viceversa, ove l'Ospizio è posto
15
226 CENNI STORICO-SCIENTIFIC!
nel centro délia città, ed i medici assistenti,
mieri , coabitano in quel medesimo recinto;
vansi
nell'
areolainfetta,
ed infer
poiché trova
si ebbe il dolore di veder per-
dersi il chirurgo in capo , e suo ajutante , il primo
medico , ed un numéro spaventevole d'infermieri ed
assistenti.
Undecimo. —
Allorchè il maie introducesi in seno di
amorosa famiglia , noi sempre vedemmo comunicarsi ai
soli individui più prossimi che mai vollero distaccarsi dai
loro più cari,
mentre gli assistenti che con attività ma-
neggiavano gli infermi , e per nulla allontanavansi dalle
e'ovute sanitarie precauzioni ,
ne rimasero illesi.
Sembra adunque da quanto sopra esponemmo, e da
quanto viddero molti dei valenti Medici Allemanni ,
In-
;;lesi. Américain, Francesi non meno che alcuni Ita-
liani , Espagnoli che più facilmente il Cholerico prin
cipio si comunichi per via d'infezione che per médiate
contatto ,
ed irradiarsi cosi per contagiosa infezione. Da
ciô nasceche alcuni casi da prima isolati ,
i quali ebbero
origine per il passaggio délie appestate aeree correnti
divengono poscia causa déterminante la générale diffu
sione. Fassi cosi epidemico il maie nel vero suo senso ,
trasmettendosi fra i prossimi dall'uno all'altro, perché
circondati dalla medesima areola morbifera , non meno
che per la continua immediata comunicazione con gli
infermi in ogni periodo del maie , avvegnachè possono
facilmente cosi trovarsi ben vicini allorchè l'infermo è in
quelle condizioni nelle quali sembra con più facilita il
SUL CHOLERA-MORBUS. 227
maie comunicarsi : ed infine come dicemmo per la circo-
lazione ancora dei varj oggetti suscettibili gia impregnati
délia létale materia esalata dall'infermo, si per traspira-
zione , che per via polmonare.
L'epoca d'incubazione morbosa del Cholerico prin
cipio, onde svilupparsi,
di giorni 20 al più,
sembra che non oltrepassi quella
ma per istabilire con esattezza il vero
termine , noi manchianio délie prove più certe , e di più
pratiche nozioni. Ciô con più facilita potrà farsi dagli
agenti sanitarj , e dai medici addetti a quella branca , se
con rettitudine vorranno porre filosofica attenzione nell'os-
servare i ripetuti e giornalieri fatti.
Io qui tacerô degli altri importanti quisiti cioè i resul-
tati délie osservazioni sulle materie rigettate dagli infermi
si per seccesso che per vomito ; di quelle fatte col sangue
dei Cholerosi , poiché gia con rara abnegazione alla con-
servazione di se stessi ,
Dottori Foy, e Namias ,
molti esperimentarono i celebri
ed altri benemeriti délia scienza,
nel mentre che noi per nostra picciolezza , potemmo in
nulla concorrervi. Da uomini simili a quelli e che sono
i veri ornamenli délia divinaartedi Esculapio, dalla loro
infatigabile costanza nei profondi studj, noi attenderc
dobbiamo, i più felici risultati.
Mosso da tali vedute , io mi univa (1) agli egregi col
leghi d'impiego per suggerire le particolari misure a van-
taggio dell'AItezza Sua ,
(I)
Vedi cap. m.
e quelle per il pubblico bene ,
228 CENNI STORICO-SCIENTIFICI
d'onde mi lusingo che il mondo vorrà non tributarci
biasimo,
avvegnachè con ogni mezzo cercammo di con-
servare i preziosi giorni di cosi generoso ed esemplare
Principe, il quale ogni di più ci sorprende pei suoi faTori,
e sovrane elargità a prô dei bisognosi.
Al cessare délia epidemia nella Capitale,
ed in tutti
i punti invasi délia Reggenza, fece distribuire ai poveri.
N° 200 CafissidiGrano.
300 Metalli di Olio.
60 Abbigliamenti completi in Panno per gli
individui appartenenti un tempo ad
agiate famiglie , ed ora decadute in
povero stato.
60 Altri completi per i bisognosi artigiani.
60 Di Stoffa in Lana per i poverelli.
1 80 In Seta per le donne bisognose.
12000 Piastre Tunisine.
Dette ordine perché si dispensasse molta quantità dei
necessarj ingredienti per le profumigazioni di cloro, e
che queste fossero fatte nelle case invase dal morbo;
obbligô tutti i proprietarj , o abitanti quelle di nettarle ,
ed imbiancarle con note sanitarie misure : fece attiva-
mente togliere tutte le immondizie dalle vie ,
somminis-
trando egli solo l'occorrente; comandô aile subalterne
autorilà délie varie Provincie di seguire il suo paterno
esempio •■ come anche agli arabi numidi , di cambiare
stazione,
e sciorinare per quanto potessero i loro suscet-
SUL CHOLERA-MORBUS. 229
tibili oggetti. Cosi vedemmo felicemente distrutto il
morbifero germe che tanto dévaste le nostre contrade.
A completare sua bella missione , ed impedire l'ora
obbligatorio refratto degli infelici che giungono fra noi
per via di mare in deplorabile state di salute , vorremmo
che il generoso Sovrano, in luogo opportuno coslruire
facesse , un vaste e ben disposto Lazzaretto , del quale
manchiamo , guidato sempre dai savj suggerimenti di una
dotta commissione di abili ingegnerie pratici medici délia
bisogna ; e quello regolasse dietro le più riconosciute
addatte misure sanitarie : cosi da ogni dove , sia per il
bene che ridonderebbe all'umanità , che per la conse-
guente al commercio ,
al suo nome aggiungerebbe nuova
e luminosa gloria , si che da ognuno , con non finta e
bugiarda tenerezza,
verrebbe amorosamente benedetto.
>5 FINE.
OTAIDl'D) filËMMALI
«loi i»»vIineiBto dello &|tc
ERRATA. CORRIGE.
Pagina 75 verso 7 Unitezza Milezza.
— 82
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li
15
11
10
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'6
'i
7
10
13
13
6
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9
10
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18
21
29
9
10
20
20
(topa l'abbandnnarc aggiungi non niel vietas-
sero.
al raro , c non comune al non comune , e raro.
conlenenli contenuti.
fiumose liumare.
patognomonia parte patologiea.
deleieria pestilenziale ma- deletei'io pestilenziale
leria principio.
il principio cholerico questo.
dopo veleno cholerico. .. . aggiungi essere.
la materia cholerica il principio cholerico.
dopo furono visli aggiungi dopo gravi at
tacchi cholerici.
comparire dei aggiungi consécutive.
credo forse.
studiai studiasi.
dopo occhi inieltati : aggiungi grave, e togli
il da.
ma non non.
per arsione ma per arsione.
ma non cosi non tanto.
surezione secrezione.
suo loro.
polzo polso.
ma conservando conservando sempre.
pubblico intero pubblico.
sentiro sentirei.
1° dopo infezione contagiosa. aggiungi cioè atta ad irra-
diarsi da un individuo
all'altro,
Nel quadro approssimativo , ec, ec.
Provincia di Susa
senza assolu-
ta nécessita del me-
diato contatto.
Provincia del Keruan.
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3-vt L-4^
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