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Quei bei giorni di Lesa. Le vacanze di Alessandro Manzoni sul Lago ...

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interessante, quanto gentile, vago e simile!. Hayez rispose che un quadro corre rischio<br />

d'esser impasticciato, quando si vuole rinnovare qualcosa. Propose alla contessa <strong>di</strong><br />

restituirle il denaro anticipato, mentre lui si sarebbe ripreso la tela. <strong>Le</strong>i chiese invece<br />

dei cambiamenti. Nel gennaio del 1828, Hayez ammetteva la propria inadempienza,<br />

scusandola con l'intenso lavoro. Teresa aspettò fino al 24 settembre, quando lo<br />

pregava con una nuova missiva <strong>di</strong> schiarire il fondo e <strong>di</strong> togliere il busto del<br />

compianto marito dalla colonna. Alla fine il pittore si tenne il quadro e risarcì la<br />

nobildonna con la tela <strong>di</strong> argomento storico della Congiura dei Lampugnani. Il<br />

ritratto <strong>di</strong> famiglia, da cui fu eliminato il busto <strong>di</strong> Stefano Decio fu, molto più tar<strong>di</strong>,<br />

rilevato dal figlio Stefano per farne dono alla madre, che nel 1851 lo ricordava nel<br />

piccolo catalogo <strong>di</strong> libri ed oggetti d'arte conservati nella villa <strong>di</strong> <strong><strong>Le</strong>sa</strong>. La tipologia<br />

della "scena <strong>di</strong> conversazione", non molto frequente nella pittura romantica italiana,<br />

potrebbe essere stata suggerita dalla contessa, che aveva soggiornato per lungo<br />

tempo con il marito a Parigi.<br />

Teresa curava moltissimo la salute del figlio, che, da piccolo, era molto magro.<br />

Temeva che potesse ammalarsi come il padre, e lo tenne a dormire nel suo letto<br />

finché fu bambino. Donna Teresa fu sempre legatissima al figlio; con lui ebbe una<br />

fittissima corrispondenza per tutta la vita. Ciononostante lo educava con severità,<br />

<strong>di</strong>cendo ai conta<strong>di</strong>ni con i quali giocava <strong>di</strong> picchiarlo, se anche Stefano lo avesse<br />

fatto; quando non era rispettoso con le persone <strong>di</strong> servizio la madre gli faceva<br />

chiedere scusa e gli domandava se credea d'essere el Contin Ciccin descritto dal Porta.<br />

Teresa scriveva alla madre: Stefany se porte bien, mais il n'a pas pris d'embonpoint, il<br />

voudrait se tenir deboit au pied du lac du matin au soir. Fin da bambino amava starsene<br />

da solo <strong>sul</strong>la riva del lago. Il piccolo mostrò una pre<strong>di</strong>lezione per il <strong>di</strong>segno, i colori, i<br />

pennelli, così la madre lo mandò a lezione da Massimo d'Azeglio prima e da<br />

Francesco Hayez poi.<br />

Teresa sentì parlare <strong>di</strong> Luigi Rossari, professore <strong>di</strong> letteratura all'Istituto Regio<br />

Scuola Normale <strong>di</strong> Milano e compagno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> universitari del fratello <strong>di</strong> Teresa al<br />

Collegio Borromeo <strong>di</strong> Pavia. Decise <strong>di</strong> assumerlo come istitutore del figlio. Come<br />

maestro si guadagnò subito le simpatie <strong>di</strong> Stefano e tra i due nacque una grande<br />

amicizia che durò tutta la vita. Attraverso Rossari, conobbe Tommaso Grossi, che, a<br />

sua volta, parlò a <strong>Manzoni</strong> <strong>di</strong> Teresa, sapendo che il <strong>Manzoni</strong> non sapeva risolversi a<br />

viver solo essendo nato per il matrimonio. La descrisse come una donna colta,<br />

intelligente e sensibile. Lo scrittore mandò la madre, Giulia Beccaria, a visitarla e<br />

quella si mostrò invaghita e innamorata morta della povera Teresa. Ritornò a vederla; e <strong>di</strong><br />

lì ad alcuni <strong>giorni</strong> venne <strong>di</strong> persona il <strong>Manzoni</strong>, e dopo qualche altra visita la domandò in<br />

moglie. <strong>Le</strong>i esitò, ma soltanto perché temeva che il figlio Stefano, che aveva ormai<br />

<strong>di</strong>ciotto anni, non ne fosse contento. Lui <strong>di</strong>sse alla madre <strong>di</strong> fare quello che credeva<br />

meglio per tutti e due. Sul secondo matrimonio girava per Milano la frase scherzosa:<br />

<strong>Manzoni</strong> ha attentato alla <strong>di</strong>gnità della Stampa! Come osservava Piero Chiara, il periodo<br />

<strong>di</strong> Teresa Stampa corrisponde a un suo ritorno <strong>di</strong> facoltà espressive, quasi che, se gli<br />

mancasse il talamo, non avesse quella creatività che probabilmente era legata anche alla<br />

sua struttura fisica, al suo temperamento che aveva bisogno <strong>di</strong> una compagna, <strong>di</strong> una vita<br />

coniugale.

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