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Paál, László Paalen, Wolfgang Storia dell'arte Einaudi - Artleo.it

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mensionale e fortemente espressiva nei tratti, ha permesso<br />

un significativo confronto con uno dei capisaldi del gotico<br />

transalpino nel P orientale, e cioè con il ciclo di affreschi<br />

del Maestro dei Radicati nel chiostro di Santa Maria<br />

a Vezzolano (1290-1300 ca.) di cui ci sono pervenuti un<br />

frammento di Crocifissione, L’incontro dei Tre Vivi e dei<br />

Tre Morti, il Cristo benedicente e la Madonna in trono tra<br />

santi. Il linguaggio di questi affreschi richiama la miniatura<br />

di maître Honoré per le espressioni caricate dei personaggi<br />

e i loro gesti nervosi e convulsi, dati che si accompagnano<br />

a osservazioni naturalistiche sull’abbigliamento e<br />

il mondo animale. Un ventennio piú tardi, la lunetta con<br />

la Madonna e il Bambino e due angeli incensanti (nella<br />

prima campata del lato nord dello stesso chiostro) mostra<br />

di conoscere una versione edulcorata delle nov<strong>it</strong>à giottesche<br />

in fatto di prospettiva. Le due lastre marmoree aggettanti<br />

del trono ricorderebbero, cioè, opere nordiche<br />

del tipo dell’antempendium o delle vetrate di Königsfelden<br />

(1321-30 ca.), tanto che si è avanzata l’ipotesi che il maestro<br />

di questa lunetta abbia appreso da esempi settentrionali,<br />

e non <strong>it</strong>aliani, le nov<strong>it</strong>à di Giotto. Ancora nel chiostro<br />

di Vezzolano, nel 1354 ca., vengono affrescate – verosimilmente<br />

dal Maestro di Montiglio – la volta e la parete<br />

di fondo del sepolcreto della famiglia Rivalba, e r<strong>it</strong>roviamo<br />

il tema dell’Incontro dei Tre Vivi e dei Tre Morti; in<br />

quest’affresco la rappresentazione tridimensionale del sepolcro<br />

da cui fuoriescono gli scheletri e soprattutto i tre<br />

cavalli impennati a sinistra, di cui due visti di scorcio, insieme<br />

alla solid<strong>it</strong>à rotondeggiante dei corpi dei cavalieri,<br />

denunciano l’avvenuta assimilazione della cultura giottesca<br />

padana. piú complesse la Crocifissione dello stesso<br />

maestro (ma di poco anteriore) nella cappella del castello<br />

di Montiglio, e le miniature del Codex Malabaila esegu<strong>it</strong>o<br />

per Giovanni Visconti, signore di Asti e vescovo di Milano<br />

(1370 ca.), in cui il linguaggio lombardo si arricchisce<br />

talvolta di accenti francesi riconoscibili, a Montiglio, nella<br />

rappresentazione fortemente drammatica delle s<strong>it</strong>uazioni<br />

psicologiche. Spostandosi piú a est, nell’alessandrino,<br />

vanno ricordati gli affreschi della chiesa e della Sala cap<strong>it</strong>olare<br />

del convento francescano di Cassine (1330 per la<br />

decorazione policroma degli archi e delle volte nella chiesa;<br />

1350 per la Crocifissione nella Sala cap<strong>it</strong>olare), opera<br />

di un maestro legato alla cultura assisiate e vicino agli<br />

es<strong>it</strong>i del p<strong>it</strong>tore della tomba Fissiraga in San Francesco a<br />

<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>

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