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Moto.it N° 47

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Numero <strong>47</strong><br />

07 Febbraio 2012<br />

115 Pagine<br />

All’Interno<br />

Speciale <strong>Moto</strong>GP<br />

Test Sepang 2012:<br />

le foto, i risultati e i<br />

commenti dei piloti<br />

| prova naked |<br />

Triumph<br />

Speed Triple<br />

1050 R<br />

da Pag. 2 a Pag. 15<br />

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Guarda il video<br />

della nostra prova<br />

a Jerez<br />

Mercato<br />

KTM 1290 Adventure<br />

e Super Duke foto spia<br />

Aprilia Caponord 1200<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

Interviste<br />

Cyril Despres: “La mia<br />

quarta v<strong>it</strong>toria alla<br />

Dakar” | Franco Picco:<br />

“la mia caduta”<br />

PROVE<br />

Yamaha<br />

Xenter 125<br />

Lo Yamaha che<br />

mancava - Part II<br />

NEWS: H-D Seventy-Two e Softail Slim | MV Agusta inizia la produzione della F3 | N. Cereghini “Quando il cambio<br />

ballava da destra a sinistra” | SBK: Presentati i Team Althea e BMW Italia | MX: Intervista a Laurens Klein Koerkamp<br />

Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong>


trIumPh SPEED TRIPLE 1050 R PreGI Guidabil<strong>it</strong>à e Look dIFettI Aspettiamo un traction control<br />

Prova naked<br />

PreZZo € N.d<br />

La Speed<br />

che ci voleva!<br />

di Francesco Paolillo | triumph allestisce una versione dotata di tutti gli accessori<br />

tecnici che fanno la felic<strong>it</strong>à degli appassionati e presenta la versione “r” della fortunata<br />

Speed triple 1050. In pista (a Jerez) va davvero forte<br />

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A<br />

circa un anno di distanza dal primo test della Triumph<br />

Speed Triple 1050, ci r<strong>it</strong>roviamo catapultati sul Circu<strong>it</strong>o<br />

di Jerez de la Fronteira, per mettere alla prova la versione<br />

“ricca” della naked di Hincley. Quanti sono i motociclisti che amano<br />

o amerebbero mettere le mani sulla propria amata due ruote?<br />

Sono, anzi siamo in tanti, e proprio per questo motivo in Inghilterra<br />

hanno voluto allestire una versione con una raffinata dotazione<br />

tecnica.<br />

Sospensioni<br />

Partendo dalla versione che probabilmente, definire base è riduttivo,<br />

diciamo Standard, sono intervenuti su quei comparti che fanno<br />

la differenza ai fini delle prestazioni dinamiche, soprattutto in<br />

pista, ma che anche su strada innalzano notevolmente il piacere<br />

di guida. Iniziamo dalle sospensioni, elemento fondamentale per<br />

“sentire” la moto, ed entrarci in sintonia. Il feeling con quella della<br />

Speed che provammo lo scorso anno era già di categoria, ma quella<br />

Öhlins NIX30 dorata con steli da 43 mm promette un bel salto<br />

di qual<strong>it</strong>à. E non sia mai che la forcella sia orfana di un monoammortizzatore<br />

di livello superiore, ecco allora un bel TTX36 sempre<br />

griffato Öhlins che ammicca alla base del monobraccio. Il miglioramento<br />

della dinamica di una moderna naked, quale la Speed Triple<br />

R, non può prescindere dal montaggio di due cerchi allegger<strong>it</strong>i, in<br />

questo specifico caso due splendidi PVM in alluminio forgiato, che<br />

fanno guadagnare... scusate, fanno perdere la bellezza di 1,7 kg<br />

rispetto a quelli della Speed “senza R” (che erano già dimagr<strong>it</strong>i di<br />

3 kg rispetto alla precedente versione... -4,7 kg totali sulle ruote<br />

sono roba da stravolgere le prestazioni!).<br />

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Anno<br />

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Numero<br />

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» Prove<br />

Freni<br />

Sospensioni che promettono di<br />

leggere e interpretare meglio<br />

l’asfalto, ruote allegger<strong>it</strong>e per<br />

rendere la naked inglese più<br />

reattiva nei cambi di direzione<br />

e più rapida in accelerazione<br />

(meno peso della ruota posteriore<br />

significa meno inerzia),<br />

ma come rec<strong>it</strong>ava un vecchio<br />

spot pubblic<strong>it</strong>ario “ma qui<br />

manca qualcosa!”. Ma cosa?<br />

Ma un impianto frenante con<br />

gli attributi. A questo ci ha<br />

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pensato Brembo, un marchio che è sempre più sinonimo di prestazioni<br />

elevate al top. A prescindere che l’ABS è sempre disponibile<br />

come optional (600 €) e che la versione Standard è dotata di<br />

pinze Brembo, le nuove pinze radiali monoblocco a quattro pistoncini<br />

forn<strong>it</strong>e dall’<strong>it</strong>alico produttore in accoppiata con la pinza radiale,<br />

promettono, e non c’è motivo di dub<strong>it</strong>arne, un accorciamento<br />

degli spazi di frenata del 5% rispetto all’impianto “base”.<br />

motore<br />

Il tre cilindri da 1050 cc raffreddato a liquido, con i suoi 135 CV (99<br />

Kw) a 9.400 giri/min e la coppiona da 111 Nm a 7.750 giri/min non<br />

necess<strong>it</strong>ava certo di una iniezione di cavalli, anche perché ricordiamoci<br />

che su una naked seppur votata anche all’uso pistaiolo<br />

come la “R”, la potenza non è tutto, ma è la sfruttabil<strong>it</strong>à che fa la<br />

differenza e da questo punto di vista la Speed Triple R sembra ben<br />

messa.<br />

cambio<br />

Durante la prova della Speed sul tracciato di Ronda, era emersa<br />

una certa insofferenza del cambio all’utilizzo senza guanti bianchi.<br />

In Inghilterra non sono stati a dormire e hanno cap<strong>it</strong>o che le migliorate<br />

prestazioni della versione “R” dovevano passare anche da<br />

un miglior feeling con la trasmissione. Nuovo disegno degli ingranaggi,<br />

tolleranze ridotte dovrebbero aver migliorato la s<strong>it</strong>uazione.<br />

civetteria<br />

L’accessorio tecnico si accompagna a una moderata civetteria,<br />

sottolineata dai deflettori sul parafango anteriore, i convogliatori<br />

dell’aria e dalla cover del serbatoio in fibra di carbonio. Il telaietto<br />

reggisella è dipinto di rosso (particolare comune a tutte le Triumph<br />

“R”) così come i filetti, sempre rossi, che ornano le fiancatine<br />

e i cerchi PVM. Anche la piastra di sterzo e il manubrio nero con<br />

il logo “R” fanno la loro parte e rendono più accattivante il ponte<br />

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“<br />

Partendo dalla versione che<br />

probabilmente definire base è<br />

riduttivo, diciamo Standard, sono<br />

intervenuti su quei comparti che<br />

fanno la differenza ai fini delle<br />

prestazioni dinamiche,<br />

soprattutto in pista, ma che<br />

anche su strada innalzano<br />

notevolmente il piacere di guida<br />

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“<br />

di comando. Nel complesso la Speed Triple R si presenta davvero<br />

bene, curata e ben rifin<strong>it</strong>a e con un allestimento e degli accessori<br />

del valore complessivo di circa 6.800 Euro (!), mentre il prezzo<br />

rispetto alla Standard cresce di “soli” 2.800 € (14.495 € - 15.095<br />

con ABS). Se poi siete veramente incontentabili, allora il k<strong>it</strong> Lancio<br />

è tagliato su misura per voi. Questo è prettamente estetico e<br />

comprende un cupolino (valore 237 €), puntale (253 €), sella in<br />

gel (218 €), copri sella (190 €), faro posteriore con catadiottro<br />

bianco (73 €) sensori pressione pneumatici (174 €). Ebbene fatevi<br />

uno sconto del 20% e ve lo portate a casa insieme alla moto, che vi<br />

ricordo si può scegliere in due differenti colorazioni, bianca o nera,<br />

Crystal Wh<strong>it</strong>e e Phantom Black.<br />

In pista<br />

Premettiamo che un tracciato come quello di Jerez è un banco di<br />

prova decisamente impegnativo per una sportiva, se poi la moto<br />

in questione è sì sportiva, ma nuda, e per di più con quote ciclistiche<br />

e caratteristiche meccaniche più da misto che da cordolo,<br />

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Anno<br />

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allora la sfida su un tracciato veloce è di quelle improbe. Memore,<br />

però, delle ottime impressioni ricavate dal test dello scorso anno<br />

in sella alla versione Standard, non posso che essere ottimista sugli<br />

obbiettivi che può raggiungere questa versione R forte di una<br />

dotazione tecnica da prima della classe. In sella ci si trova immediatamente<br />

a proprio agio, la postura è ergonomicamente perfetta,<br />

raccolta con il manubrio ravvicinato e i comandi (entrambe le<br />

leve sono regolabili) al posto giusto. La strumentazione leggibile<br />

e ricca di informazioni (in questo frangente possono sicuramente<br />

tornare utili le funzioni cronometro e i led sequenziali che avvertono<br />

dell’approssimarsi del lim<strong>it</strong>atore di giri), mentre la reattiv<strong>it</strong>à<br />

e la voce del motore tre cilindri sono sempre un piacere, che<br />

diventa libidine nel caso in cui si montino i leggeri scarichi Arrow<br />

(omologati) che tra le altre cose regalano qualche cavallo, oppure<br />

il tromboncino basso, che però di omologato per uso stradale<br />

ha al massimo la fascetta dei collettori, visto il rumore che fa. Via<br />

le termocoperte dalle Pirelli Diablo Supercorsa SP di primo equipaggiamento<br />

(120/70 ZR17 e 190/55 ZR17), che per dovere di<br />

cronaca verranno utilizzate nella Superstock1000 FIM Cup, e che<br />

rappresentano una nov<strong>it</strong>à nella gamma Pirelli (stesso disegno e<br />

profilo delle Supercorsa SC in mescola). Tre giri dietro al collaudatore<br />

Triumph, che di nome fa Lopez, mantenendo un passo brillante,<br />

mi fanno apprezzare immediatamente le modifiche al cambio.<br />

Nessuna rivoluzione, ma la scorrevolezza e la precisione degli<br />

innesti appare decisamente migliorata. Lopez si fa da parte... ed<br />

il polso destro si posiziona fisso sui 90°. Il tre cilindri spinge, senza<br />

particolare cattiveria, ma in maniera lineare e consistente fino<br />

al “taglio” del lim<strong>it</strong>atore poco oltre i 10.000 giri. I cavalli ci sono<br />

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e sono tutti ampiamente sfruttabili, così come la coppia ai medi<br />

regimi, che permette di uscire dalla curva Dry Sack e dal tornantino<br />

che immette sul rettilineo di partenza (Ducados) con carattere<br />

ed immediatezza, anche nel caso in cui si spalanchi il gas con un<br />

rapporto più alto di quello ottimale. Di tutte le nov<strong>it</strong>à tecniche che<br />

equipaggiano la Speed Triple 1050 R, quella che personalmente<br />

r<strong>it</strong>engo la più importante, e la più evidente dal punto di vista del<br />

miglioramento della guidabil<strong>it</strong>à, è la coppia di cerchi PVM. I chili in<br />

meno su due componenti così delicati per la dinamica della moto,<br />

rendono la Speederre decisamente più rapida della Standard nei<br />

cambi di direzione, così come nel prendere la corda di una curva,<br />

veloce o lenta che sia. Affrontando le curve Criville e Ferrari, due<br />

curve velocissime in sequenza, da pelo mochettato sullo stomaco,<br />

la possibil<strong>it</strong>à di chiudere la traiettoria a piacimento è di tutto<br />

rispetto, mentre la precisione direzionale e l’avantreno gran<strong>it</strong>ico<br />

della Speed Standard sono enfatizzati in questa versione k<strong>it</strong>tata.<br />

Altro che cercare potenza e cavalli in più con scarichi e centraline,<br />

i tempi scendono maggiormente, ed il divertimento cresce<br />

in maniera esponenziale, montando dei cerchi di questo tipo. Le<br />

sospensioni Öhlins sono una certezza, pur ricordando con piacere<br />

e soddisfazione anche quelle della Standard, e permettono regolazioni<br />

e personalizzazioni infin<strong>it</strong>e. La forcella appare più sostenuta,<br />

e permette di godersi la potenza del nuovo impianto frenante<br />

Brembo che si è dimostrato oltre che estremamente potente,<br />

10<br />

anche particolarmente modulabile. Nessun sintomo di fading (allungamenti<br />

della corsa della leva) anche dopo svariati giri a r<strong>it</strong>mo,<br />

che definire sostenuto sarebbe un eufemismo. Controllato e stabile<br />

il comportamento della Speed in fase di staccata, con il posteriore<br />

che difficilmente preoccupa il pilota, mentre la mancanza dell’<br />

antisaltellamento non pregiudica la fase di inserimento. Nel caso<br />

in cui ci si r<strong>it</strong>rovi con il coltello tra i denti, nel bel mezzo di sfide<br />

all’ultima staccata, il cambio, che avevo lodato ad inizio prova, mostra<br />

qualche tentennamento. Alle cambiate senza frizione pelando<br />

solo il gas, preferisce lo stile crossistico, che prevede una leggera<br />

e rapida pressione sulla leva della frizione, mantenendo il gas<br />

aperto mentre si innesta il rapporto superiore. In questa maniera<br />

difficilmente vi tradirà. Il grande grip offerto dalle Pirelli Diablo Supercorsa<br />

SP, e di conseguenza il notevole angolo di piega raggiungibile,<br />

mette in evidenza anche un lim<strong>it</strong>e nella luce a terra offerta<br />

dalle pedane che grattano sull’asfalto in più di una curva. Siamo<br />

in pista, e quello che qui può sembrare un lim<strong>it</strong>e difficilmente<br />

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» Prove<br />

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1 Strumentazione leggibile e ricca di<br />

informazioni.<br />

2 Pinze Brembo radiali monoblocco<br />

a quattro pistoncini forn<strong>it</strong>e dall’<strong>it</strong>alico<br />

produttore in accoppiata con la pinza<br />

radiale.<br />

3 Quella Öhlins NIX30 dorata con<br />

steli da 43 mm promette un bel salto<br />

di qual<strong>it</strong>à.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

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sarebbe riscontrabile su strada, e in ogni caso è tale la leggerezza<br />

e l’agil<strong>it</strong>à della Speed, che porvi rimedio, raddrizzando leggermente<br />

la moto, è una manovra facile ed intu<strong>it</strong>iva. L’ABS è stato disinser<strong>it</strong>o<br />

per l’occasione, ma sulla bontà di tale dispos<strong>it</strong>ivo non c’è più<br />

niente da scrivere, mentre la mancanza di un controllo di trazione,<br />

che addir<strong>it</strong>tura si sta affacciando anche al mondo degli scooter, è<br />

da interpretare come un difetto (a cui peraltro le Diablo Supercorsa<br />

SP riescono a porre rimedio grazie al loro grip esagerato). Oltre<br />

15.000 € sono una cifra di tutto rispetto, e non è poi così difficile<br />

fare liev<strong>it</strong>are il prezzo ben oltre i 16.000 € giusto barrando due o<br />

tre caselle nel listino degli optional. Però va riconosciuto a questa<br />

naked inglese che è difficile che si possa desiderare altro, in quanto<br />

ha già tutto il necessario per ben figurare sia al bar che in pista,<br />

o semplicemente sul Passo della Futa. Insomma è appagante sia<br />

per il feticista che per l’appassionato. Che dire, alla Triumph una<br />

moto così mancava, e hanno fatto bene farla.<br />

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Bellissima inglese di<br />

razza!<br />

Finalmente si cominciano a fare<br />

delle R con roba di qual<strong>it</strong>à<br />

altissima e fin<strong>it</strong>ure di pregio!<br />

Ottima moto,credo la mia<br />

prossima!<br />

paolo.pavarini - 30/01/2012<br />

Bella!!!<br />

La naked più bella sul<br />

mercato!!!<br />

roberto2855 - 30/01/2012<br />

SCHEDA TECNICA<br />

Leggi e partecipa ai commenti »<br />

TRIUMPH<br />

Speed Triple<br />

Tempi: 4<br />

1050 R<br />

Cilindri: 3<br />

€ n.d<br />

Cilindrata: 1050 cc<br />

Disposizione cilindri: in linea<br />

Raffreddamento: a liquido<br />

Avviamento: E<br />

Potenza: 131 cv / 9250 giri<br />

Coppia: nM / 7500 giri<br />

Marce: 6<br />

Freni: DD-D<br />

Misure freni: 320-220 mm<br />

Misure cerchi (ant./post.): 17’’ / 17’’<br />

Normativa antinquinamento: Euro 3<br />

Peso: 219 kg<br />

Lunghezza: 2086 mm<br />

Larghezza: 728 mm<br />

Altezza: 828 mm<br />

Capac<strong>it</strong>à serbatoio: 17.5 l<br />

Segmento: Naked


Yamaha XENTER 125 PreGI Maneggevolezza dIFettI Scarsa visibil<strong>it</strong>à specchietti retrovisori<br />

Prova Scooter<br />

Lo Yamaha<br />

che mancava - Part II<br />

di Cristina Bacchetti | dopo lo Xenter 150 ecco il gemello da 125 cc: ora la gamma è<br />

davvero completa. Xenter 125 arriva sul mercato forte di una grande agil<strong>it</strong>à, stabil<strong>it</strong>à e<br />

di un prezzo particolarmente inv<strong>it</strong>ante: 2.890 euro compresi bauletto e parabrezza<br />

PreZZo € 2.890<br />

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Scooter bagnato, scooter collaudato<br />

Il meteo non è dalla nostra, a Barcellona: freddo, pioggia e<br />

traffico congestionato ci accompagnano per tutta la giornata<br />

in sella al nuovo ruota alta di Iwata. Quale condizione migliore<br />

per testare a modo il nuovo nato Yamaha? Visto l’utilizzo quotidiano<br />

urbano per cui si propone, quindi in qualsiasi condizione meteo,<br />

la giornata non proprio tipicamente spagnola ci ha sicuramente<br />

aiutato nella valutazione. Nel suo nome, Xenter, è racchiuso tutto<br />

quello che Yamaha vuole trasmettere: la X, ormai simbolo di riconoscimento<br />

degli scooter dei tre diapason, la parola centro, luogo<br />

in cui si sente più a suo agio ed entry level, che va a sottolineare il<br />

pubblico a cui maggiormente si rivolge.<br />

com’è?<br />

La linea di Xenter 125 è fresca e filante, come richiesto dal mercato<br />

per il target in cui va ad inserirsi; il doppio faro anteriore gli dà<br />

un’impronta decisamente “Made in Iwata” e le accortezze estetiche<br />

quali una bella coda slanciata - che osp<strong>it</strong>a un portapacchi integrato<br />

e i maniglioni per il passeggero, e si completa con un faro<br />

a LED - e il parabrezza con paramani (decisamente efficace sotto<br />

al diluvio spagnolo!) ne evidenziano la ricercatezza. Il bauletto in<br />

tinta da 39 l<strong>it</strong>ri, appos<strong>it</strong>amente disegnato da Yamaha per Xenter,<br />

è di serie e va a sopperire la mancanza di spazio nel sottosella<br />

dove difficilmente potrete alloggiare qualcosa più di qualche effetto<br />

personale, pecca non rara sugli scooter a ruota alta, ma parametro<br />

importante per chi cerca un mezzo da sost<strong>it</strong>uire all’auto<br />

in c<strong>it</strong>tà. Borsa interna e cuscino poggiaschiena per il bauletto<br />

sono optional, così come il telo copri gambe dedicato. Un vano<br />

con apertura “push” sul cruscotto permette di riporre gli oggetti<br />

di uso frequente come chiavi, Telepass o un piccolo cellulare<br />

(no, l’iPhone non ci sta). La pedana piatta è più ampia della media,<br />

mer<strong>it</strong>o del telaio a doppia trave, nov<strong>it</strong>à importante su questo<br />

tipo di scooter, che va a favorire anche la stabil<strong>it</strong>à del mezzo e la<br />

riduzione delle vibrazioni. I cerchi da 16” a cinque razze calzano<br />

pneumatici dal battistrada appos<strong>it</strong>amente disegnato, che hanno<br />

sofferto un po’ solo nelle frenate sulle scivolose strisce bianche<br />

bagnate. Il pannello della strumentazione è a cristalli liquidi<br />

(non siamo riusc<strong>it</strong>i a testarlo controsole, ma nella nostra prova<br />

della versione da 150 cc il collega Maurizio Tanca riporta: “Come<br />

per tutte le strumentazioni lcd, però, controsole può diventare<br />

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»»<br />

» Prove<br />

difficile leggerne le informazioni,<br />

a maggior ragione usando<br />

occhiali o visiera scura”), e<br />

osp<strong>it</strong>a tutte le informazioni di<br />

routine, tra cui la veloc<strong>it</strong>à ben<br />

visibile al centro, oltre all’orologio,<br />

la temperatura esterna<br />

e, nella parte alta, cinque spie<br />

per avere sempre tutto sotto<br />

controllo.<br />

come va?<br />

Una volta in sella emerge sub<strong>it</strong>o<br />

il lavoro svolto dai tecnici<br />

dei tre diapason per rendere<br />

Xenter facile e confortevole per<br />

i piloti di ogni stazza e capac<strong>it</strong>à<br />

di guida: la sella è bassa (a<br />

785 mm da terra), con la parte<br />

anteriore molto stretta che<br />

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permette un appoggio sicuro a terra anche ai meno alti. Le ginocchia<br />

non toccano lo scudo e la posizione, anche se un po’ obbligata<br />

(come su buona parte dei ruote alte del resto), è comunque comoda.<br />

Un po’ più sacrificata l’ab<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à per chi supera il metro e<br />

settanta. Il piccolo Yamaha è leggero (142 kg in ordine di marcia) e<br />

si lascia spostare con nonchalance anche a motore spento. Stupisce<br />

anche la semplic<strong>it</strong>à con cui si lascia accomodare sul cavalletto<br />

centrale: dell’assente stampella laterale non si sente quindi più di<br />

tanto la mancanza e questo è stato reso possibile semplicemente<br />

avvicinando il cavalletto al baricentro dello scooter, per la felic<strong>it</strong>à<br />

di molte fanciulle che (ammettiamolo!), si trovano spesso in difficoltà<br />

con questa angusta manovra. Si va, un colpo di acceleratore<br />

e Xenter parte dolce ma deciso e con un’ottima risposta del gas<br />

anche in ripresa: il propulsore da 125 cc raffreddato a liquido che<br />

lo equipaggia è stato pensato e progettato appos<strong>it</strong>amente per lui,<br />

20<br />

“<br />

Il comparto sospensioni<br />

passa l’esame a pieni voti,<br />

ricalcando perfettamente<br />

la strada anche sulle<br />

sconnessioni, e si rivela<br />

probabilmente il maggior<br />

punto di forza di Xenter<br />

“<br />

con la chiara intenzione di non mettere mai in crisi il guidatore,<br />

garantendogli sicurezza anche nei sorpassi più impegnativi. Sono<br />

state inoltre ridotte le vibrazioni, grazie ad accorgimenti quali l’impiego<br />

di pistoni forgiati in alluminio, riporto ceramico sui cilindri e<br />

contralbero di bilanciamento. Il motore offre una potenza di 9,2<br />

kW a 7.500 giri (poco più di 12 cv) e una coppia di 11,9 Nm a 7.200<br />

giri. Visto il meteo avverso non abbiamo certo toccato veloc<strong>it</strong>à da<br />

superbike, ma nonostante tutto abbiamo potuto apprezzare le<br />

doti di stabil<strong>it</strong>à offerte dal mono posteriore “di ispirazione TMax”,<br />

che personalmente ho molto apprezzato anche per la linea pul<strong>it</strong>a<br />

che lascia tra la coda e la ruota posteriore. L’ammortizzatore è posizionato<br />

all’interno del telaio, vicino al baricentro in modo da centralizzare<br />

le masse e aumentare la maneggevolezza. Due i livelli<br />

d’intervento: in primis la molla ammortizza l’impatto iniziale, poi<br />

gli sbalzi più forti. L’azione di assorbimento risulta quindi molto<br />

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1 Il doppio faro anteriore gli dà<br />

un’impronta decisamente “Made in<br />

Iwata”.<br />

2 I cerchi da 16” a cinque razze<br />

calzano pneumatici dal battistrada<br />

appos<strong>it</strong>amente disegnato.<br />

3<br />

Il pannello della strumentazione è a<br />

cristalli liquidi di qual<strong>it</strong>à e osp<strong>it</strong>a tutte<br />

le informazioni di routine.<br />

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2<br />

3<br />

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efficace, cosa sol<strong>it</strong>amente rara sugli scooter di piccole dimensioni,<br />

ma non solo... Disposta long<strong>it</strong>udinalmente nel telaio, la molla converte<br />

il movimento della ruota da verticale a orizzontale, ev<strong>it</strong>ando<br />

torsioni e con un’escursione di 92 mm. Il comparto sospensioni,<br />

quindi anche la forcella, passa dunque l’esame a pieni voti, ricalcando<br />

perfettamente la strada anche sulle sconnessioni, e si rivela<br />

probabilmente il maggior punto di forza di Xenter. La frenata è<br />

buona e modulabile. Nonostante il tamburo posteriore da 150 mm<br />

faccia storcere un po’ il naso, può contare sull’aiuto del disco da<br />

267 mm (contro i 240 mm del concorrente più diretto, leggi SH,<br />

che però è dotato di pinza anteriore a 3 pistoncini e disco anche<br />

al posteriore). Nelle fermate d’emergenza è necessario forzare<br />

un po’ sulle leve per fermarsi in spazi contenuti, ma comunque in<br />

sicurezza grazie al sistema di frenata combinata UBS, già collaudata<br />

sul Neo’s: agendo sulla leva destra si attiva esclusivamente il<br />

disco anteriore, agendo sulla leva di sinistra lo scooter ripartisce<br />

la potenza frenante tra il disco anteriore ed il tamburo, in modo<br />

da ev<strong>it</strong>are bloccaggi indesiderati. Il fatto di aver debuttato con un<br />

certo r<strong>it</strong>ardo rispetto alla (forte) concorrenza su un mercato importante<br />

come quello dei ruota alta di piccola cilindrata, ha logicamente<br />

“costretto” Yamaha a proporre un prodotto forte e ben<br />

studiato, al quale effettivamente è difficile trovare difetti, anche a<br />

livello di fin<strong>it</strong>ure e particolari.<br />

A voler cercare il pelo nell’uovo: gli specchietti retrovisori non offrono<br />

una visibil<strong>it</strong>à ottimale e le colorazioni attualmente proposte<br />

sono solo tre, e non spiccano certo per personal<strong>it</strong>à: particolari di<br />

sicuro facilmente migliorabili.<br />

Per quanto riguarda i consumi, Yamaha non rilascia dichiarazioni<br />

“in numeri” ma si lim<strong>it</strong>a a promettere un parsimonioso consumo<br />

di carburante, garantendo che questo aspetto è stato tenuto tra<br />

le prior<strong>it</strong>à in fase di progettazione e sviluppo del suo piccolo centoventicinque.<br />

Xenter è nelle concessionarie dai primi di febbraio<br />

a 2.890 euro, dotato di parabrezza con paramani integrati e bauletto<br />

in tinta di serie, nelle colorazioni Sky Blue, Avalanche Wh<strong>it</strong>e,<br />

Midnight Black. E’ ovviamente guidabile a partire dai 16 anni, o con<br />

la patente B.<br />

SCHEDA TECNICA<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

»» » Prove<br />

YAMAHA<br />

Xenter 125<br />

Tempi: 4<br />

€ 2.890<br />

Cilindri: 1<br />

Cilindrata: 125 cc<br />

Raffreddamento: a liquido<br />

Avviamento: E<br />

Potenza: 9.2 kW / 7500 giri<br />

Coppia: nM / 7200 giri<br />

Marce: AV<br />

Freni: D-T<br />

Misure freni: 267-150 mm<br />

Misure cerchi (ant./post.): 16’’ / 16’’<br />

Normativa antinquinamento: Euro 3<br />

Peso: 142 kg<br />

Segmento: Scooter Ruote alte<br />

25


SPecIaLe motoGP<br />

TEST SEPanG<br />

2012<br />

26 27


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Le prime foto della Honda RC213V<br />

di Stoner e Pedrosa<br />

Honda ha presentato all’Hotel Pan Pacific di Kuala Lumpur il Repsol<br />

Honda Team. Sul palco, accanto ai piloti, anche il top Management di<br />

HRC: Shuhei Nakamoto, Shinichi Kokubu (Direttore Tecnico) e Livio<br />

Suppo (Direttore Marketing e Comunicazione)<br />

28 29<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

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Anno<br />

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La Yamaha M1 2012 di Jorge Lorenzo<br />

Dal Web trapelano le prime immagini delle moto ai box:<br />

ecco anche la Yamaha M1 di Jorge Lorenzo<br />

30 31<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

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Test a Sepang 2012.<br />

Stoner sempre davanti<br />

di Giovanni Zamagni | Casey Stoner fa un altro sport e chiude i test<br />

con 0”591 di vantaggio su Jorge Lorenzo, 0”649 su Dani Pedrosa, 0”888<br />

su Ben Spies e 1”217 su Valentino Rossi, quinto e in progressione<br />

Terza giornata<br />

Casey Stoner fa un altro sport e chiude i test con 0”591<br />

di vantaggio su Jorge Lorenzo, 0”649 su Dani Pedrosa,<br />

0”888 su Ben Spies e 1”217 su Valentino Rossi, quinto e in progressione.<br />

Solo ottavo Andrea Dovizioso, staccato di 1”650. La<br />

prima CRT (Colin Edwards) prende 5”115 in una giornata chiusa in<br />

anticipo per l’arrivo della pioggia poco dopo le 17 locali.<br />

Stoner: SemPLIcemente ImPreSSIonante<br />

Costretto a saltare la prima giornata di prove per un dolore muscolore<br />

alla schiena, Stoner ha poi dominato sia il secondo sia il terzo<br />

giorno, rifilando distacchi pesantissimi ai rivali. L’1’59”607 con il<br />

quale ha dominato i test l’ha realizzato al secondo giro, quando<br />

la temperatura era più fresca, poi ha compiuto altri tre passaggi<br />

sotto i 2’01”. Come al sol<strong>it</strong>o, Stoner ha girato poco – 21 giri totali,<br />

contro i 35 di Lorenzo, i 26 di Pedrosa e i 42 di Rossi, il primo a<br />

scendere in pista -, ma sempre con grande costanza e veloc<strong>it</strong>à.<br />

Insomma, il futuro papà è già in forma e la Honda è sicuramente<br />

compet<strong>it</strong>iva anche in versione 1000 cc.<br />

LorenZo: Se La Puo’ GIocare<br />

Ma se il distacco sul singolo giro indica una netta supremazia<br />

della coppia Stoner-Honda, l’analisi dettagliata dei tempi dice<br />

che Jorge Lorenzo è molto più vicino di quel che appare. Anzi,<br />

sul passo gara, lo spagnolo della Yamaha è perfino messo meglio<br />

del rivale australiano: Lorenzo ha totalizzato ben 13 passaggi in<br />

2’00”, confermandosi ancora una volta un autentico “martello”.<br />

Jorge, insomma, è andato decisamente forte e la sua prestazione<br />

è ancora più significativa se si pensa che non saliva in moto dallo<br />

scorso ottobre, quando si infortunò alla mano sinistra nel warm<br />

up del GP d’Australia. La M1 non è stata stravolta rispetto al 2011<br />

(nemmeno la Honda, per la ver<strong>it</strong>à), continua a essere equilibrata,<br />

molto stabile in inserimento, ma con ancora qualche problema in<br />

accelerazione. Una buona moto, che Lorenzo guida alla grande.<br />

32<br />

Anche Ben Spies non è andato piano, ma una innocua scivolata<br />

alla curva numero sei ha chiuso anticipatamente i suoi test: come<br />

al sol<strong>it</strong>o, l’americano della Yamaha è veloce, ma non convince<br />

completamente. Rimanendo in casa Yamaha, rispetto ai giorni<br />

precedenti ha fatto un passo indietro Cal Crutchlow, settimo a<br />

1”501, mentre Andrea Dovizioso si deve accontentare dell’ottavo<br />

posto a 1”650: il pilota <strong>it</strong>aliano si sta ancora adattando alla M1 e,<br />

soprattutto, è pesantemente condizionato dall’infortunio alla clavicola<br />

destra, fratturata nemmeno un mese fa mentre si allenava<br />

con la moto da cross.<br />

roSSI-ducatI: ProGreSSI evIdentI<br />

La grande attesa per il debutto della nuova Ducati, non è andata<br />

delusa, anche se il distacco (1”217) sub<strong>it</strong>o da Valentino Rossi potrebbe<br />

far pensare il contrario. Ma se si toglie Stoner, ecco che<br />

la differenza si dimezza e, soprattutto, Valentino ha migliorato<br />

sessione dopo sessione (oggi<br />

ha tolto un secondo), come<br />

non gli era praticamente mai<br />

successo nel 2011. «Valentino<br />

– ha spiegato l’ingegner Filippo<br />

Preziosi, direttore tecnico<br />

di Ducati Corse – ha trovato<br />

la confidenza che gli mancava<br />

con l’anteriore: questo significa<br />

che abbiamo lavorato<br />

nella giusta direzione. Adesso<br />

dobbiamo migliorare la prima<br />

parte dell’accelerazione, intervenendo<br />

su ciclistica, elettronica<br />

e motore». Dal 20 al<br />

22 febbraio, prima quindi della<br />

07 Febbraio<br />

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prossima sessione malese (28 e 29 febbraio, 1 marzo) il test team<br />

Ducati sarà in pista a Jerez e, condizioni permettendo, ci sarà anche<br />

Nicky Hayden, che anche oggi ha chiuso le prove con ampio<br />

anticipo per i dolori alla spalla. Rossi, invece, aspetterà Sepang<br />

per tornare in sella alla Desmosedici, sicuramente soddisfatto per<br />

i progressi fatti. Naturalmente c’è ancora moltissimo da fare e in<br />

questo momento non sarebbe in grado di lottare per la v<strong>it</strong>toria,<br />

ma il salto in avanti rispetto all’anno scorso è evidente, anche se<br />

oggi nel passo-gara Valentino non è stato troppo incisivo. Ma, non<br />

dimentichiamolo, siamo solo all’inizio di un cammino molto lungo,<br />

iniziato però bene. Sesto Hector Barbera, che ha chiuso a un decimo<br />

da Rossi con la Ducati GP0.<br />

PedroSa e GLI aLtrI<br />

Per quanto riguarda Dani Pedrosa, il suo terzo tempo non può essere<br />

considerato soddisfacente: l’anno scorso, lo spagnolo aveva<br />

chiuso i test di Sepang molto più vicino allo scomodo compagno<br />

di squadra. Dani non ha entusiasmato nemmeno sul passo, ma è<br />

anche giusto ricordare che lo spagnolo non è mai stato uno troppo<br />

regolare in prova, specie durante le sessioni di test. Vediamo a fine<br />

febbraio, quando sarà interessante verificare anche gli eventuali<br />

miglioramenti di Alvaro Bautista, al debutto con la Honda del team<br />

Gresini, e Stefan Bradl, con la RCV del team LCR: per il momento,<br />

entrambi non hanno entusiasmato, tutt’altro. Deludente, secondo<br />

le aspettative, il primo confronto diretto tra <strong>Moto</strong>GP e CRT, con<br />

Colin Edwards che ha chiuso al 15esimo posto a 5”115 da Stoner e<br />

a 2”5 dall’ultima <strong>Moto</strong>GP, la Ducati GP0 di Karel Abraham. Distacchi<br />

elevati che diventano abissali nel caso dei quasi sconosciuti<br />

Silva, Petri e Torres, perché, come si è detto più volte, il problema<br />

delle CRT non è solo nelle moto, ma anche nei piloti.<br />

Seconda giornata<br />

E’ stata una giornata intensa la seconda delle tre in Malesia, con<br />

tutti i piloti in pista, compreso il campione del mondo Stoner, bloccato<br />

ieri dal mal di schiena. E, come al sol<strong>it</strong>o, c’è voluto poco a Casey<br />

per rimettere le cose a posto: al terzo giro (!) aveva già realizzato<br />

2’01”811, all’ottavo 2’01”245, al 19esimo 2’00”895, tempo che<br />

poi nessuno riuscirà più a battere. Così, l’indemoniato australiano<br />

ha rifilato 0”157 a Spies, 0”173 a Lorenzo, 0”613 a Pedrosa, 0”670<br />

Crutchlow, 0”893 a Barbera e 0”991 Rossi.<br />

Stoner: PILota da Battere<br />

Insomma, è bastato poco per avere la conferma che è sempre Stoner<br />

il punto di riferimento, il pilota da battere, capace di realizzare<br />

ben 12 giri (su 29 totali) sotto i 2’02”. Rimane l’incogn<strong>it</strong>a della<br />

sua tenuta fisica, perché il problema di ieri alla schiena può essere<br />

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Anno<br />

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<strong>Moto</strong>GP » Prove<br />

considerato allarmante, ma se<br />

è a posto, diventa dura stare davanti<br />

alla coppia Stoner-Honda.<br />

Yamaha comPetItIva<br />

Anche se la Yamaha sembra<br />

compet<strong>it</strong>iva, con tre piloti nei<br />

primi cinque posti e Andrea<br />

Dovizioso nono, rallentato dai<br />

problemi fisici: la spalla destra,<br />

fratturata solo 26 giorni fa, non<br />

gli permette naturalmente di<br />

spingere a dovere e di sfruttare<br />

al meglio la M1. Lo ha invece fatto<br />

Ben Spies, rigenerato rispetto<br />

alle difficoltà di fine 2011. Ben<br />

è arrivato a soli 157 millesimi<br />

da Stoner, totalizzando nove<br />

giri sotto i 2’02”: non male, ma<br />

bisogna ricordare che anche<br />

nel 2011, nei test invernali, era<br />

stato velocissimo a Sepang,<br />

più del compagno di squadra.<br />

35


Esattamente come è successo<br />

oggi, ma se si guarda il cronologico<br />

si vede che Jorge Lorenzo<br />

è decisamente più costante (15<br />

giri sotto i 2’02”): insomma, al<br />

momento è sempre lui il punto<br />

di riferimento del team. Ieri<br />

Lorenzo aveva dichiarato che<br />

la Yamaha ha potenziale e un<br />

buon margine di miglioramento,<br />

ma l’aspetto più importante<br />

è che Jorge sembra aver<br />

r<strong>it</strong>rovato veloc<strong>it</strong>à e costanza.<br />

Buono il quinto tempo di Cal<br />

Crutchlow, sicuramente in cresc<strong>it</strong>a,<br />

anche se il pilota del team<br />

Tech3 è ancora troppo altalenante<br />

nelle sue prestazioni.<br />

roSSI: un Sacco dI Lavoro<br />

Rispetto a ieri, Lorenzo si è<br />

36<br />

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migliorato di sei decimi, più o meno come è riusc<strong>it</strong>o a fare Valentino<br />

Rossi, sceso da 2’02”392 a 2’01”886: una conferma che<br />

la GP12 ha margine di miglioramento. Oggi, Jeremy Burgess, capotecnico<br />

di Rossi, si è “scatenato” a provare assetti e soluzioni,<br />

sfruttando al massimo le ore a disposizione. «Test pos<strong>it</strong>ivi, si stanno<br />

provando un sacco di cose… La moto ragazzi è ancora giovane<br />

ma secondo me ha un bel potenziale» ha commentato Uccio su<br />

Tw<strong>it</strong>ter un attimo dopo la fine della sessione, a conferma che c’è<br />

molto lavoro da fare sulla nuova Desmosedici. Inev<strong>it</strong>abile: Honda<br />

e Yamaha possono sfruttare un’esperienza di molti anni sul telaio<br />

perimetrale, che per la Ducati, al contrario, è una nov<strong>it</strong>à assoluta.<br />

Siamo quindi in linea con quanto preventivato e la giornata di domani<br />

sarà forse più significativa per il tempo sul giro, mentre oggi<br />

si è pensato soprattutto alla messa a punto, con Burgess desideroso<br />

di verificare più strade possibili. Valentino è sempre stato il più<br />

veloce dei piloti Ducati, fino all’ultimo giro, quando Hector Barbera,<br />

in scia proprio a Rossi, è riusc<strong>it</strong>o a portare la sua GP0 – la versione<br />

utilizzata da Rossi a Valencia – davanti alla GP12 ufficiale per un<br />

decimo, facendo infuriare Uccio e chi sta vicino a Valentino. Nicky<br />

Hayden ha invece chiuso decimo a 1”459, ma il pilota americano<br />

ha dovuto smettere in anticipo, perché troppo dolorante alla spalla<br />

destra infortunata quest’inverno in allenamento. Discreto passo in<br />

avanti per Alvaro Bautista, ottavo in 2’01”933, mentre Stefan Bradl<br />

(11°) è incappato nella prima scivolata, fortunatamente senza conseguenze.<br />

Futuro PIu’ chIaro<br />

Mentre le CRT continuano a confermarsi un fallimento assoluto –<br />

Colin Edwards, con la Suter-BMW in versione 2011, perché con la<br />

2012 ha avuto problemi elettronici, si è beccato 4”7 – si delinea<br />

il futuro della <strong>Moto</strong>GP: i costruttori avrebbero trovato un accordo<br />

perché le moto satell<strong>it</strong>e non costino più di un milione di euro dal<br />

2013, mentre le Case ufficiali non schiereranno più di due piloti,<br />

con un tetto massimo di spesa.<br />

Prima giornata<br />

La nuova Ducati GP12 di Rossi, la Yamaha di Lorenzo e la Honda di<br />

Stoner sul filo dei centesimi di secondo, a misurarsi per la prima<br />

volta sull’asfalto della Malesia. Il primo test 2012 è importante per<br />

tutti i team per comprendere meglio le prestazioni della nuova cilindrata<br />

(da 800 cc a 1000 cc) e dell’incogn<strong>it</strong>a CRT. C’era grande<br />

attesa per il r<strong>it</strong>orno in pista della <strong>Moto</strong>GP, ma l’acqua caduta nella<br />

notte ha, di fatto, r<strong>it</strong>ardato l’inizio delle prove, che poi però si sono<br />

svolte in modo regolare. I tempi, però, non sono stati eccezionali,<br />

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comunque più alti delle aspettative: bisogna quindi stare attenti<br />

nelle valutazioni.<br />

LorenZo ok, Stoner ko<br />

Non si fa a tempo a scendere in pista, che c’è già una sorpresa,<br />

purtroppo negativa: mentre si infila la tuta, il campione del mondo<br />

Casey Stoner si blocca con la schiena ed è costretto a r<strong>it</strong>ornare in<br />

albergo, senza nemmeno salire sulla moto. Non è una nov<strong>it</strong>à: anche<br />

nel 2011 e in passato, l’australiano ha sofferto per dolori alla<br />

schiena, ma certo è un segnale preoccupante, che potrebbe anche<br />

condizionarne la stagione. Inizia invece molto bene, meglio delle<br />

aspettative, Jorge Lorenzo, che non saliva in sella da quasi cinque<br />

mesi, dal wurm up del GP d’Australia, quando si infortunò alla mano<br />

destra. Ma il campione della Yamaha non ci ha messo molto a r<strong>it</strong>rovare<br />

r<strong>it</strong>mo e veloc<strong>it</strong>à, conquistando nettamente il miglior tempo,<br />

con 0”346 di vantaggio su Dani Pedrosa, 0”564 su Cal Crutchlow,<br />

0”577 su Ben Spies, 0”735 su Valentino Rossi e 1”094 su Andrea<br />

Dovizioso. Per Lorenzo, è stata sicuramente una buona prima giornata<br />

di prove, per diversi motivi: è stato l’unico a scendere sotto i<br />

2’02”, riuscendoci per ben cinque volte, a conferma che, come al<br />

sol<strong>it</strong>o, lo spagnolo riesce a essere costantemente rapido. La Yamaha<br />

sembra aver lavorato bene durante l’inverno e aver fatto tesoro<br />

delle difficoltà emerse a novembre a Valencia, ma è comunque presto<br />

per dare un giudizio, perché i tempi sono ancora alti – a ottobre<br />

Pedrosa aveva ottenuto la pole in 2’01”462, naturalmente ancora<br />

con la 800 – e in pista non c’era Stoner, il punto di riferimento della<br />

<strong>Moto</strong>GP. In ogni caso, Jorge può r<strong>it</strong>enersi giustamente soddisfatto<br />

per il suo r<strong>it</strong>orno in sella.<br />

roSSI: deButto IntereSSante<br />

Il quinto tempo di Valentino Rossi a 0”735 da Lorenzo non è male,<br />

considerando che la GP12 era al debutto assoluto. Al termine della<br />

giornata, Valentino, scendendo dalla moto, ha fatto una piccola<br />

carezza al serbatoio, a conferma che le prime sensazioni sono<br />

pos<strong>it</strong>ive. Calma, però, con gli entusiasmi: nel 2011 si è visto più<br />

volte come il fenomeno di Tavullia riuscisse sub<strong>it</strong>o a portare la<br />

Ducati a un certo lim<strong>it</strong>e, senza poi però migliorarsi nei test successivi.<br />

Insomma, va tutto verificato anche se, naturalmente, questa<br />

è una moto completamente differente, quindi con possibil<strong>it</strong>à<br />

di regolazioni molto più ampie rispetto a quelle della GP11, ormai<br />

arrivata al lim<strong>it</strong>e. Insomma, si può dire che, come prima giornata,<br />

non ci si poteva aspettare di più. “Ancora la bimba è molto nuova,<br />

ma già sembra comportarsi meglio” ha scr<strong>it</strong>to Uccio, l’inseparabile<br />

amico di Valentino, su Tw<strong>it</strong>ter poco dopo la fine dei test.<br />

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Insomma, c’è moderato ottimismo<br />

all’interno del box Ducati,<br />

ma bisogna aspettare che<br />

i tempi si abbassino per avere<br />

un’idea più precisa. Rispetto<br />

alle qualifiche del GP della Malesia<br />

dello scorso ottobre, Rossi<br />

ha girato 3 millesimi più veloce<br />

e questo è sicuramente un<br />

buon segno, considerando che<br />

Pedrosa oggi è stato più lento<br />

di sei decimi rispetto ad allora.<br />

Con Nicky Hayden ancora convalescente<br />

per i postumi all’infortunio<br />

alla spalla destra, la<br />

seconda Ducati più veloce in<br />

pista è stata quella di Hector<br />

Barbera, che utilizza, è bene<br />

ricordarlo, la GP0, ovvero la<br />

Desmosedici provata da Rossi<br />

nei test di novembre a Valencia:<br />

lo spagnolo ha chiuso settimo<br />

39


a 1”116 da Lorenzo e a quattro<br />

decimi dal compagno di marca<br />

in sella alla GP12.<br />

Bravo dovIZIoSo, Bene La<br />

Yamaha<br />

A soli 25 giorni dalla frattura<br />

della clavicola destra, Andrea<br />

Dovizioso ha ben impressionato,<br />

conquistando il sesto tempo<br />

assoluto a 1”094 da Lorenzo.<br />

Il Dovi ha messo insieme una<br />

ventina di giri, stando ben attento<br />

a non forzare più di tanto<br />

e a non prendere rischi: ecco<br />

perché la sua prestazione deve<br />

essere considerata pos<strong>it</strong>iva.<br />

Così come quella della Yamaha,<br />

che ha quattro piloti ai primi sei<br />

posti, con Cal Crutchlow sorprendentemente<br />

terzo (il br<strong>it</strong>annico<br />

è efficace nel giro secco,<br />

meno sulla distanza) e Ben<br />

Spies quarto.<br />

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honda aLL’InSeGuImento<br />

Dopo aver dominato il 2011, compresi i test di Valencia, la Honda,<br />

senza il suo pilota di riferimento, si trova inaspettatamente a inseguire.<br />

Ma anche in questo caso, calma con i giudizi: Pedrosa ci mette<br />

sempre un po’ a r<strong>it</strong>rovare il r<strong>it</strong>mo, mentre Alvaro Bautista, che<br />

utilizza sospensioni Showa, e Stefan Bradl devono ancora prendere<br />

le misure alla RC213V: lo spagnolo ha chiuso nono a 1”212, il<br />

tedesco campione del mondo della <strong>Moto</strong>2 11esimo a 2”011.<br />

crt LontanISSIme<br />

Il primo confronto ufficiale tra <strong>Moto</strong>GP e CRT ha avuto un es<strong>it</strong>o<br />

sconfortante: Colin Edwards, che a ottobre aveva ottenuto il quarto<br />

tempo in qualifica, ha chiuso 15esimo a 6”583 (!), mentre Jordi<br />

Torres e Ivan Silva, con le Kawasaki-FTR, hanno beccato oltre nove<br />

secondi.<br />

Ora, è vero che stiamo parlando di piloti praticamente sconosciuti<br />

– il riferimento, naturalmente, è a Torres e Silva, non certo ad<br />

Edwards -, ma la differenza è veramente abissale. “La CRT non è<br />

una formula che ci interessa” ha detto alla vigilia dei test il numero<br />

due della HRC Shuhei Nakamoto, annunciando, di fatto, uno scontro<br />

con Carmelo Ezpeleta sul futuro regolamentare. Alcune CRT<br />

stanno girando anche a Valencia e nella giornata di ieri, Randy De<br />

Puniet, con l’Aprilia del team Martinez, non è andato malissimo,<br />

ma, è ovvio, le <strong>Moto</strong>GP sono un’altra cosa.<br />

<strong>Moto</strong>GP Test Sepang<br />

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classifica GP di San Marino<br />

Pos. Pilota team Fastest lap Laps<br />

1 Casey Stoner Repsol Honda Team 1:59.607 21<br />

2 Jorge Lorenzo Yamaha Factory Racing 2:00.198 35<br />

3 Dani Pedrosa Repsol Honda Team 2:00.256 26<br />

4 Ben Spies Yamaha Factory Racing 2:00.495 16<br />

5 Valentino Rossi Ducati Team 2:00.824 42<br />

6 Hector Barbera Pramac Racing Team 2:00.929 40<br />

7 Cal Crutchlow Monster Yamaha Tech 3 2:01.108 26<br />

8 Andrea Dovizioso Monster Yamaha Tech 3 2:01.257 40<br />

9 Alvaro Bautista San Carlo Honda Gresini 2:01.384 34<br />

10 Nicky Hayden Ducati Team 2:01.729 19<br />

11 Stefan Bradl LCR Honda 2:01.894 38<br />

12 Karel Abraham Cardion AB <strong>Moto</strong>racing 2:02.218 38<br />

13 Katsuyuki Nakasuga Yamaha Factory 2:02.334 27<br />

14 Franco Battaini Ducati Team 2:03.033 35<br />

15 Colin Edwards NGM Mobile Forward Racing 2:04.722 36


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Rossi: “La moto è bellissima”<br />

di Giovanni Zamagni | L’espressione è soddisfatta, lo sguardo<br />

sereno e convinto: nel 2011 non si era mai visto Valentino Rossi così.<br />

Soddisfatto anche Lorenzo<br />

L’espressione è soddisfatta,<br />

lo sguardo sereno e<br />

convinto: nel 2011 non si<br />

era mai visto Valentino Rossi<br />

così. «Abbiamo risolto più problemi<br />

oggi, in una sola giornata<br />

di test, che in tutto il 2011»<br />

commenta il nove volte iridato,<br />

a conferma che, finalmente, è<br />

stata intrapresa la giusta direzione.<br />

«La moto è bellissima<br />

– sono le prime valutazioni di<br />

Valentino -: in Ducati hanno<br />

fatto un gran lavoro in pochissimo<br />

tempo. Finalmente riesco a<br />

42<br />

guidarla e a divertirmi: è la Desmosedici giusta e rispetto a Valencia<br />

ho dimezzato il distacco. Alla vigilia di questo test, solo con il massimo<br />

ottimismo potevi immaginarti un debutto così della GP12». E’<br />

vero che è solo il primo giorno di test, è vero che i tempi non sono<br />

strabilianti, ma, in ogni caso, mai Valentino, da quando è in sella<br />

alla Ducati, era stato così pos<strong>it</strong>ivo. «La moto rappresenta un’ottima<br />

base sulla quale lavorare: mi trovo meglio in sella e abbiamo<br />

fatto un grande passo in avanti in frenata e inserimento curva. Ma<br />

anche nei cambi di direzione ci sono dei miglioramenti e riusciamo<br />

a far lavorare meglio le gomme, anche se bisognerà aspettare piste<br />

più fredde della Malesia per avere un responso sotto questo aspetto.<br />

Dobbiamo invece migliorare un po’ in accelerazione: non è una<br />

questione di potenza, ma di erogazione e di elettronica, perché,<br />

soprattutto la Honda, riesce a scaricare meglio a terra i cavalli».<br />

Valentino non entra nel dettaglio tecnico, ma preferisce continuare<br />

con le sensazioni. «La moto è tutta diversa da prima, inutile stare a<br />

spiegare dove è cambiata! Adesso mi sento più sicuro, posso finalmente<br />

frenare come mi piace e impostare le mie traiettorie: non a<br />

caso ho fatto più di 40 giri senza commettere nemmeno un errore.<br />

Inoltre, è molto sensibile alle regolazioni. Credo che quando provi<br />

una nuova moto, il buon giorno si veda dal mattino: è stata una<br />

bella mattinata. Bisogna naturalmente lavorare sodo perché manca<br />

ancora qualcosa per puntare alla v<strong>it</strong>toria: giovedì sera (quando<br />

finiranno i test, nda) la s<strong>it</strong>uazione sarà più chiara. Anche perché i<br />

tempi si abbasseranno e, quindi, si potrà capire meglio il nostro<br />

potenziale». L’ultima battuta la dice lunga sull’ottimismo di Rossi.<br />

Domanda: «Da qui al Qatar (primo GP stagionale), quanti dei sette<br />

decimi di oggi pensi di poter recuperare?». Risposta: «Sette».<br />

LorenZo: “Buon deButto”<br />

Anche Jorge Lorenzo, naturalmente, è piuttosto soddisfatto al termine<br />

della prima giornata di test. «Sì – conferma – sono contento,<br />

soprattutto considerando che era tanto tempo che non guidavo<br />

una moto. Durante l’inverno, la Yamaha ha lavorato molto (secondo<br />

gli altri piloti, però, la M1 sarebbe rimasta uguale a Valencia…<br />

nda): il potenziale è elevato. Possiamo migliorare in molte aree<br />

e, anche per questo, sono ottimista: c’è margine per essere più<br />

veloci. Anche fisicamente sto bene: l’infortunio alla mano destra<br />

sembra solo essere un brutto ricordo».<br />

Stoner: “InutILe rISchIare”<br />

Tornato in albergo dolorante alla schiena, il campione del mondo<br />

Casey Stoner ha “parlato” solo attraverso il comunicato stampa<br />

ufficiale della HRC. «Questa mattina, -sono le parole di Casey riportate<br />

sul foglio di carta- mentre facevo stretching da una ventina<br />

di minuti per prepararmi a uscire in pista per la prima volta,<br />

mi si è bloccata la schiena. Non potevo muovermi o fare qualsiasi<br />

altra cosa, così ho dovuto chiamare qualcuno per aiutarmi a trovare<br />

una posizione meno dolorosa. Mi sono sottoposto sub<strong>it</strong>o ad una<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

Credo che quando provi una nuova moto,<br />

il buon giorno si veda dal mattino: è stata una<br />

bella mattinata<br />

““<br />

»»<br />

»<br />

Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

<strong>Moto</strong>GP » Prove<br />

sessione di fisioterapia per<br />

cercare di stare meglio nel pomeriggio,<br />

ma la s<strong>it</strong>uazione non<br />

è migliorata molto. Dopo pranzo<br />

ho fatto nuovamente della<br />

fisioterapia, ma avevo ancora<br />

molto dolore. Forse sarei potuto<br />

scendere in pista nel pomeriggio,<br />

ma tutti insieme abbiamo<br />

deciso che questo avrebbe<br />

potuto peggiorare la s<strong>it</strong>uazione.<br />

Abbiamo ancora due giorni<br />

di test qui a Sepang, una pista<br />

che conosciamo bene, stiamo<br />

studiando la moto e dobbiamo<br />

provare solo alcune parti<br />

nuove per dare un feedback<br />

a HRC, quindi non era il caso<br />

di rischiare. Domani le condizioni<br />

della pista dovrebbero<br />

essere migliori e, sperando di<br />

stare meglio con la schiena,<br />

potremmo riprendere il lavoro<br />

come da programma». Per<br />

quanto riguarda Dani Pedrosa,<br />

la giornata è serv<strong>it</strong>a soprattutto<br />

per riprendere gli automatismi<br />

sulla moto. «Sono in forma fisicamente<br />

ma il primo giorno sei<br />

sempre un po’ rigido e ci vuole<br />

un po’ per riprendere confidenza.<br />

In generale, è stato un buon<br />

esordio: ci sono ampi margini<br />

di miglioramento».<br />

43


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Rossi: “abbiamo risolto<br />

la metà dei problemi”<br />

di Giovanni Zamagni | Calano i tempi, aumentano i problemi.<br />

Un’equazione logica che, per il momento, sembra non preoccupare<br />

più di tanto gli uomini Ducati<br />

Dall’interno del box, tram<strong>it</strong>e<br />

Tw<strong>it</strong>ter, si scopre<br />

che la GP12 reagisce<br />

bene alle regolazioni, che ci<br />

sono moltissimi sensori nuovi<br />

per raccogliere i dati e ci vuole<br />

quindi tempo per analizzarli<br />

tutti, che il distacco dal primo<br />

è evidente, ma, per il momento,<br />

non viene considerato “drammatico”.<br />

In sintonia Valentino<br />

Rossi, che dopo i grandi<br />

sorrisi di martedì, continua a<br />

rimanere ottimista. «Il nostro<br />

44<br />

obiettivo – dichiara – era scendere sotto i 2’02”: ce l’abbiamo<br />

fatta e non per un solo giro (tre, NDA). Anche oggi, quindi, sono<br />

stati test pos<strong>it</strong>ivi: non bisogna dimenticare che guido questa moto<br />

solo da ieri, mentre Honda e Yamaha hanno almeno un anno di<br />

vantaggio sulla 1000. Nel confronto diretto, però, posso confermare<br />

quanto emerso martedì: siamo migliorati in staccata e in inserimento<br />

curva. Naturalmente, avendo tante cose da provare, ho<br />

fatto usc<strong>it</strong>e di pochi giri: rispetto al 2011 abbiamo risolto la metà<br />

dei problemi, per l’altro 50% serve più tempo, ma alla prima gara<br />

mancano ancora due mesi. Per il momento va bene così, vediamo<br />

domani quale sarà il nostro distacco».<br />

Stoner: “ImPortante eSSere In PISta oGGI”<br />

Dopo i guai muscolari di ieri, che lo avevano costretto a saltare la<br />

prima giornata di test, Casey Stoner è tornato in pista. Alla sua<br />

maniera: pochi giri, ma tutti velocissimi. «E’ stato bello poter tornare<br />

a guidare – afferma tranquillo -. Abbiamo usato principalmente<br />

il nuovo telaio, procedendo con un lavoro di comparazione<br />

con quello che avevamo a Valencia: adesso abbiamo le idee più<br />

chiare sulla strada da seguire.<br />

Continuiamo a soffrire un po’ di chattering ed è quindi su questo<br />

aspetto che ci dobbiamo concentrare». Dal’altra parte del box,<br />

Dani Pedrosa ha lavorato principalmente sugli assetti, prendendosi<br />

613 millesimi dal compagno di squadra. «Abbiamo lavorato<br />

sul setting della moto sono le parole di Dani - concentrandoci sulla<br />

frenata, per ridurre il chattering e migliorare la stabil<strong>it</strong>à in ingresso<br />

di curva. Questo al momento è la nostra prior<strong>it</strong>à. Abbiamo comparato<br />

inoltre due telai leggermente diversi, ma dobbiamo ancora<br />

lavorare sulla moto prima di prendere una decisione». Pedrosa<br />

ha anche utilizzato le nuove gomme Bridgestone (“mi sembrano<br />

buone”), mentre sia Stoner sia Rossi le proveranno solamente domani.<br />

SoddISFaZIone In caSa Yamaha<br />

Il lavoro procede piuttosto bene anche in Casa Yamaha, con il<br />

solo Andrea Dovizioso inev<strong>it</strong>abilmente un po’ in difficoltà. «Non ho<br />

troppo dolore – puntualizza il Dovi -, ma non ho forza, anche perché<br />

sono messo male sulla moto. Come da tradizione, la Yamaha<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

»»<br />

»<br />

Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

<strong>Moto</strong>GP » Prove<br />

è ottima in ingresso curva, ma<br />

la Honda ha qualcosa in più in<br />

usc<strong>it</strong>a”.<br />

Per quanto riguarda i piloti ufficiali,<br />

Jorge Lorenzo ha fin<strong>it</strong>o affaticato,<br />

inev<strong>it</strong>abilmente poco<br />

allenato. “Sì – ammette – sono<br />

molto stanco ed è stata dura<br />

chiudere la giornata con un<br />

buon passo. Ma ci sono riusc<strong>it</strong>o<br />

e per questo sono soddisfatto.<br />

Abbiamo migliorato il tempo<br />

sul giro, grazie a piccoli dettagli,<br />

ma non è stato fatto un<br />

netto passo in avanti: speriamo<br />

di sfruttare al meglio l’ultimo<br />

giorno».<br />

Piuttosto sereno Ben Spies.<br />

«Abbiamo lavorato bene –<br />

spiega – riuscendo a girare con<br />

un buon passo anche quando<br />

le condizioni della pista erano<br />

peggiorate. Siamo sulla buona<br />

strada».<br />

45


I<br />

messaggi che Valentino<br />

Rossi lascia su Tw<strong>it</strong>ter prima<br />

di prendere l’aereo per<br />

tornare in Italia sono incoraggianti.<br />

“Il terzo giorno è andato<br />

piuttosto bene, ho fin<strong>it</strong>o quinto<br />

dietro le due Honda e le due<br />

Yamaha factory” è il primo<br />

post. Al quale segue. “2.00”8<br />

comincia a essere un tempo<br />

interessante, ci avrei messo<br />

la firma prima di venire qua!”.<br />

E ancora. “C’è tanto lavoro da<br />

fare e qualche problema da risolvere,<br />

ma abbiamo una buona<br />

base. Il morale della truppa è<br />

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Rossi: “abbiamo una buona base”<br />

di Giovanni Zamagni | I messaggi che Valentino Rossi lascia su Tw<strong>it</strong>ter<br />

prima di prendere l’aereo per tornare in Italia sono incoraggianti. Tanta<br />

soddisfazione, ma anche la consapevolezza che non bisogna illudersi<br />

46<br />

alto”. Lo è anche quello di Valentino, mai così convinto di potercela<br />

fare da quando è sal<strong>it</strong>o in sella alla Ducati. Il distacco dal primo è<br />

ancora elevato (1”217), ma secondo Rossi c’è un buon margine di<br />

miglioramento. «In effetti, Stoner è lontano, ma solo lui - conferma<br />

-. Lorenzo è a sei decimi e, aspetto fondamentale, la differenza è rimasta<br />

invariata nei tre giorni: è migliorato lui, ma l’ho fatto anch’io,<br />

costantemente. Ogni regolazione fatta sulla moto ha portato dei<br />

benefici, mentre nel 2011 ci scontravamo con dei lim<strong>it</strong>i che impedivano<br />

qualsiasi progresso. Naturalmente dobbiamo ancora lavorare<br />

molto, ma dopo questi test sappiamo cosa ci manca: in Ducati<br />

hanno già delle idee e qualcos’altro verrà realizzato secondo i dati<br />

raccolti in questi tre giorni». Insomma, c’è tanta soddisfazione, ma<br />

anche la consapevolezza che non bisogna illudersi. «Con questi risultati<br />

si lavora meglio, ma bisogna rimanere con i piedi ben piantati<br />

per terra: ci sono un po’ di problemi da risolvere, in particolare<br />

in accelerazione».<br />

Stoner: “un ottimo lavoro”<br />

Dopo i problemi fisici di martedì, erano in molti a sollevare dubbi,<br />

ma Casey Stoner li ha spazzati via alla sua maniera, facendo impazzire<br />

gli avversari con tempi stratosferici. «Sarebbe il più veloce<br />

anche in bicicletta» si complimenta Jorge Lorenzo, a conferma<br />

che Stoner sta guidando in maniera incredibile. «In generale è stato<br />

un buon test – sono le sue parole -, anche se, purtroppo, abbiamo<br />

girato solo due giorni invece di tre: siamo comunque riusc<strong>it</strong>i<br />

a svolgere un ottimo lavoro e a completare tutto il programma<br />

previsto alla vigilia. Abbiamo fatto progressi riuscendo a ridurre<br />

un po’ il chattering, abbiamo provato varie cose, alcune soluzioni<br />

di setting dell’ammortizzatore, che non avevamo avuto occasione<br />

di testare prima. Adesso non vedo l’ora di tornare in Svizzera da<br />

Adriana e aspettare la nasc<strong>it</strong>a della nostra bambina!».<br />

moderatamente su di giri anche dani Pedrosa<br />

«Si è trattato del test più completo fatto su questa moto fino ad<br />

oggi – spiega Dani -: abbiamo raccolto dati interessanti che verranno<br />

analizzati in vista del secondo test della stagione. Come<br />

avevo detto ieri, la prior<strong>it</strong>à resta la frenata; stiamo lavorando<br />

inoltre sull’elettronica per migliorare l’erogazione della potenza<br />

e il grip. C’è ancora del chattering, ma Honda sta lavorando<br />

sodo. In generale si è trattato di un buon test, torneremo qui fra<br />

tre settimane con nuove idee. Fisicamente questa moto è più<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

<strong>Moto</strong>GP » Prove<br />

impegnativa, senti più potenza<br />

nelle accelerazioni, la maggior<br />

veloc<strong>it</strong>à nelle frenate violente<br />

e anche il maggior peso. Continuerò<br />

ad allenarmi per affrontare<br />

al meglio il secondo test».<br />

Lorenzo: “Il potenziale è grande”<br />

Meglio di Pedrosa è andato<br />

Jorge Lorenzo, non solo sul<br />

singolo giro, ma anche sul passo.<br />

«Abbiamo fatto tantissime<br />

prove – dice Lorenzo -, alcune<br />

davvero interessanti. Questa<br />

moto ha un grande potenziale,<br />

in Yamaha hanno lavorato<br />

bene. Tra l’altro, ho fatto il<br />

mio miglior tempo attorno a<br />

mezzogiorno, quando la pista<br />

è più lenta rispetto al mattino.<br />

Insomma, sono state prove pos<strong>it</strong>ive,<br />

anche per la verifica delle<br />

mie condizioni fisiche».<br />

<strong>47</strong>


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Test Sepang. Rossi: disastro o miracolo?<br />

di Giovanni Zamagni | Quinto a 1”217: è stato pos<strong>it</strong>ivo o negativo il<br />

primo test di Valentino Rossi con la Ducati rivoluzionata secondo le<br />

sue richieste?<br />

Quinto a 1”217: è stato<br />

pos<strong>it</strong>ivo o negativo il<br />

primo test di Valentino<br />

Rossi con la Ducati rivoluzionata<br />

secondo le sue<br />

richieste? Le opinioni sono<br />

molteplici: si va dal “disastro<br />

assoluto, una replica del 2011”<br />

al “miracolo o quasi”. Riporto,<br />

come esempio, due commenti<br />

tra i tanti alle dichiarazioni di<br />

Valentino di ieri.<br />

dampyr7289 ha scr<strong>it</strong>to su<br />

moto.<strong>it</strong>:<br />

L’anno scorso (2011) durante il<br />

primo test a Sepang:<br />

Primo giorno: 2.03.365<br />

Secondo giorno: 2.02.597<br />

Terzo giorno: 2.01.842<br />

Dopo un mese (nei secondi<br />

test) il tempo è sceso di altri 4<br />

decimi, ma poi sappiamo tutti<br />

com’è andata a finire.<br />

Anche l’anno scorso il miglioramento<br />

(durante i primi test)<br />

è stato costante, per cui non è<br />

vero che non migliorava.<br />

Secondo me bisogna tirare<br />

le somme durante il secondo<br />

test, per valutare al meglio tutti<br />

i mezzi, anche perché ripeto<br />

che Barbera ad 1 decimo da<br />

Rossi non mi convince...<br />

Ciao<br />

48<br />

a dampyr7289 risponde Stiducatti:<br />

Ma come fai a paragonare gli es<strong>it</strong>i dei test dell’anno scorso con<br />

quelli di quest’anno e trarne delle conclusioni negative?<br />

Questa era la classifica finale dell’anno scorso:<br />

1 Marco Simoncelli San Carlo Honda Gresini 2:00.757 – 42 (giri)<br />

2 Casey Stoner Repsol Honda Team 2:00.811 +0.054 42 (giri)<br />

3 Jorge Lorenzo Yamaha Racing 2:00.845 +0.088 46 (giri)<br />

4 Andrea Dovizioso Repsol Honda Team 2:00.945 +0.188 51 (giri)<br />

5 Ben Spies Yamaha Factory Racing 2:01.002 +0.245 60 (giri)<br />

6 Dani Pedrosa Repsol Honda Team 2:01.241 +0.484 44 (giri)<br />

7 Hiroshi Aoyama San Carlo Honda 2:01.353 +0.596 63 (giri)<br />

8 Nicky Hayden Ducati Marlboro Team 2:01.534 +0.777 60 (giri)<br />

9 Colin Edwards Monster Yamaha Tech 3 2:01.651 +0.894 32 (giri)<br />

10 Valentino Rossi Ducati Marlboro Team 2:01.842 +1.085 52<br />

(giri) Si vede che Valentino aveva sì 1.085 dal primo, ma il 4° posto<br />

era a 0.8<strong>47</strong>, il 3° a 0.997 e il 2° a 1.031, che vuol dire che il gruppo<br />

dei migliori era tutto compatto a 1 secondo da lui... insomma, era<br />

già chiaro che avrebbero fatto un altro campionato rispetto al pesarese.<br />

chi ha ragione? Proviamo a capirci qualcosa.<br />

Il distacco sul giro è effettivamente importante, ma ha ragione<br />

Stiducatti quando afferma che l’anno scorso il gruppo dei migliori<br />

era compatto a un secondo, mentre questa volta, se si toglie Stoner,<br />

il distacco di Rossi e della Ducati cala sensibilmente. Certo,<br />

ha ragione chi scrive che “Stoner c’è e non lo si può eliminare”,<br />

ma Casey è sempre stato un fenomeno assoluto nel singolo giro<br />

(e non solo…) e i sei decimi rifilati a Jorge Lorenzo e a Dani Pedrosa<br />

(a quest’ultimo con la stessa moto) confermano che quel<br />

tempo è dovuto esclusivamente alle capac<strong>it</strong>à del pilota australiano.<br />

Qui, invece, bisogna capire se la nuova Ducati sia più o meno<br />

compet<strong>it</strong>iva: ecco perché diventa più significativo confrontare il<br />

tempo di Rossi con quelli dal secondo posto in giù. Come ha scr<strong>it</strong>to<br />

Stiducatti, nel 2011, Valentino aveva chiuso la prima sessione<br />

di prove a 1”085 dal primo (Simoncelli), a nove decimi dal quinto<br />

(Dovizioso), a otto decimi dal sesto (Spies), mentre stavolta è a sei<br />

decimi da Lorenzo (l’anno scorso era a un secondo) e da Pedrosa<br />

e a sei decimi da Spies. Il miglioramento, quindi, c’è stato non<br />

solo nella posizione (da 11esimo a quinto), ma anche nel distacco.<br />

E questo è sicuramente un dato inconfutabile e certamente pos<strong>it</strong>ivo.<br />

Altra considerazione: è vero, come dice Dampyr, che anche nel<br />

2011 Rossi si era migliorato nei tre giorni, ma quello di quest’anno<br />

è un incremento ben più consistente e significativo. Intanto,<br />

perché nella passata stagione Valentino partiva da un tempo altissimo,<br />

2’03”365 a 1”791 dal primo: come dire, che era praticamente<br />

impossibile non abbassarlo! Nel secondo giorno, Rossi si<br />

era migliorato di sette decimi, nel terzo di otto; nel 2012 Valentino<br />

ha chiuso la prima giornata a 0”735 da Lorenzo, migliorandosi di<br />

0”5 il secondo giorno e di 1 secondo il terzo, con un miglioramento<br />

complessivo di 1”5, più o meno come nel 2011, ma partendo da un<br />

tempo decisamente più compet<strong>it</strong>ivo. Un altro dato che conferma<br />

come i test di quest’anno siano stati sicuramente più efficaci di<br />

quelli della passata stagione. Oltre alle importantissime sensazioni<br />

pos<strong>it</strong>ive dei piloti – Nicky Hayden ha dichiarato: «E’ la miglior Ducati<br />

che abbia mai guidato» -, c’è anche più concretezza: la moto risponde<br />

alle regolazioni e sembra che non si proceda più per tentativi<br />

o azzardi, come accadeva con la GP11, ma secondo una logica:<br />

se faccio un certo tipo di intervento, ho un certo tipo di reazione.<br />

Nella sua analisi, Dampyr aggiunge: “Barbera a un decimo non mi<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

»»<br />

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Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

<strong>Moto</strong>GP » Prove<br />

convince”. In termini assoluti<br />

può anche aver ragione, ma il<br />

singolo giro conta poco: il passo<br />

di Valentino è nettamente<br />

più consistente e nemmeno<br />

paragonabile a quello dello spagnolo.<br />

Certo, si potrebbe ipotizzare<br />

che Rossi non sia più velocissimo,<br />

ma, per la ver<strong>it</strong>à, non<br />

lo è mai stato sul singolo giro:<br />

in <strong>Moto</strong>GP Valentino ha conquistato<br />

79 v<strong>it</strong>torie, ma “solo”<br />

(si fa per dire,) 49 pole, mentre<br />

Stoner, ha ottenuto più pole<br />

(34) che successi (33). Naturalmente,<br />

però, come hanno<br />

detto in Ducati, c’è ancora molto<br />

da fare, perché se il mondiale<br />

iniziasse domani, Valentino<br />

non lotterebbe per la v<strong>it</strong>toria e,<br />

probabilmente, nemmeno per<br />

il podio, ma l’inizio è stato sicuramente<br />

più promettente di<br />

quello dell’anno scorso.<br />

49


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Lin Jarvis: “abbiamo iniziato bene,<br />

siamo ottimisti e pos<strong>it</strong>ivi”<br />

di Maurizio Tanca | Lin Jarvis, Managing Director di Yamaha <strong>Moto</strong>r<br />

Racing, parla in questo video dei tre giorni di test in Malesia. Jarvis si<br />

dice soddisfatto e fiducioso di poter far bene anche nella stagione 2012<br />

“Salve, sono Lin Jarvis,<br />

Managing Director di<br />

Yamaha <strong>Moto</strong>r Racing,<br />

e vorrei salutare i nostri fan in<br />

paziente attesa dell’inizio della<br />

stagione <strong>Moto</strong>GP 2012. Abbiamo<br />

iniziato a girare ieri (31<br />

gennaio, ndr), e al momento<br />

siamo praticamente a metà<br />

di questi tre giorni di test in<br />

50<br />

Malesia: mentre in Europa siete al freddo e sotto la neve, qui ci<br />

sono più di 30 gradi e parecchia umid<strong>it</strong>à, clima perfetto, quindi,<br />

per dei test invernali. Devo dire che abbiamo iniziato bene, siamo<br />

abbastanza ottimisti e pos<strong>it</strong>ivi, e mentre parlo Ben e Jorge sono<br />

primo e secondo, siamo ancora agli inizi, ma sono lieto di affermare<br />

che crediamo di essere compet<strong>it</strong>ivi anche quest’anno. Sono<br />

anche felice di vedere in pista anche i nostri piloti reduci da infortuni,<br />

in particolare Jorge, che ha saltato i tre ultimi GP dell’anno<br />

scorso: le sue d<strong>it</strong>a sono a posto, e lui è sereno, perché nonostante<br />

fosse un pochino preoccupato per essere stato cinque mesi senza<br />

salire in sella, sta comunque dimostrando di essere ugualmente in<br />

forma, e molto veloce. Ma anche Ben è in forma smagliante, fisicamente<br />

e mentalmente pronto per l’inizio stagione: si è preparato<br />

duramente durante quest’inverno, dopo aver terminato con una<br />

grande prestazione nell’ultima gara del 2011 (secondo a Valencia<br />

a 15 millesimi da da Stoner, dopo aver condotto quasi tutta la gara,<br />

ndr)), quindi qui sta ricominciando praticamente da dove aveva<br />

fin<strong>it</strong>o l’anno scorso. Anche Cal (Crutchlow) è in buona forma,<br />

mentre Andrea Dovizioso ha bisogno logicamente di tempo per riprendersi<br />

dopo l’incidente in motocross che gli ha causato la frattura<br />

alla spalla. Insomma, credo che ci attenda una buona stagione.<br />

Quanto ai nostri avversari, anche Stoner mi sembra in ottima<br />

forma: anche se ieri non ha girato, oggi si è mostrato comunque<br />

velocissimo come sempre; e anche le Ducati sembrano nuovamente<br />

compet<strong>it</strong>ive: hanno invest<strong>it</strong>o e lavorato duro quest’inverno,<br />

e sembrano aver fatto un grande passo in avanti, tant’è che Valentino<br />

ieri è ricomparso nella zona alta della classifica. In defin<strong>it</strong>iva,<br />

credo che se riusciamo ad avere i tre maggiori costruttori in grado<br />

di combattere più o meno ad armi pari, vivremo senz’altro un<br />

mondiale molto ecc<strong>it</strong>ante”.<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

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Anno<br />

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nuove KTM 1290: adventure<br />

e Super Duke spiate a Tenerife<br />

di Maurizio Tanca | Il mondo è piccolo, e farsi i fatti propri è sempre<br />

più difficile. Ecco infatti due nuove KTM beccate in vacanza al caldo sole<br />

della Spagna<br />

Spetta a <strong>Moto</strong>r Cycle<br />

News questo scoop a<br />

spesa di KTM, che ha<br />

mandato alcuni collaudatori a<br />

provare un paio di nuovi modelli<br />

alle isole Canarie, nella<br />

fattispecie a Tenerife, dove in<br />

questa stagione sol<strong>it</strong>amente il<br />

clima è m<strong>it</strong>e e c’è poca gente.<br />

Ma basta che tra quei pochi ci<br />

sia almeno un appassionato<br />

motociclista, magari anche<br />

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lettore dell’importante quindicinale br<strong>it</strong>annico, oppure un collega<br />

molto bene informato sui movimenti motociclistici in quel di<br />

Mattighofen, ed ecco che come per incanto salta fuori l’inev<strong>it</strong>abile<br />

scoop.<br />

ktm adventure 1290<br />

Spetta a <strong>Moto</strong>r Cycle News questo scoop a spesa di KTM, che ha<br />

mandato alcuni collaudatori a provare un paio di nuovi modelli alle<br />

isole Canarie, nella fattispecie a Tenerife, dove in questa stagione<br />

sol<strong>it</strong>amente il clima è m<strong>it</strong>e e c’è poca gente. Ma basta che tra<br />

quei pochi ci sia almeno un appassionato motociclista, magari<br />

anche lettore dell’importante quindicinale br<strong>it</strong>annico, oppure un<br />

collega molto bene informato sui movimenti motociclistici in quel<br />

di Mattighofen, ed ecco che come per incanto salta fuori l’inev<strong>it</strong>abile<br />

scoop. MCN ci racconta dunque della nuova Adventure 1290,<br />

dalla quale ci si aspetterebbero più o meno 130 cv, quindi una<br />

quindicina più dell’attuale BMW R1200GS, riferimento canonico<br />

della categoria.<br />

La moto fotografata mostra notevoli cambiamenti di carrozzeria,<br />

ma per quanto ci riguarda speriamo proprio che lo scarico basso<br />

che campeggia in primo piano non sia quello defin<strong>it</strong>ivo. Evidentemente<br />

si tratta di una moto-laboratorio, status che, secondo<br />

quanto asseriscono i colleghi br<strong>it</strong>annici, precederebbe le versioni<br />

defin<strong>it</strong>ive perlomeno di 18 mesi. Insomma, la vera nuova Adventure<br />

arriverebbe a 2013 inoltrato.<br />

ktm Super duke 1290<br />

Quanto alla SuperDuke 1290, fotografata su un carrello, e quindi<br />

impossibil<strong>it</strong>ata a maggior ragione a fuggire a “ruote levate” dalle<br />

grinfie dell’impertinente fotografo, si tratta anche in questo caso<br />

di un esemplare da battaglia, di quelli che devono macinare chilometri<br />

e chilometri, e basilarmente appare molto vicina tecnicamente<br />

alla Adventure stessa. Anche se in effetti l’estetica di questi<br />

prototipi è parecchio differente rispetto a quella degli omologhi<br />

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990, tant’è che la stessa Super<br />

Duke ora monta uno scarico<br />

laterale.<br />

È altresì evidente che le due<br />

nuove Kappa abbiano un nuovo<br />

telaio - sempre a traliccio - diversamente<br />

strutturato e irrobust<strong>it</strong>o.<br />

Come, peraltro, sulla naked è<br />

completamente diverso anche<br />

lo stesso forcellone, che ora è<br />

un massiccio monobraccio in<br />

sost<strong>it</strong>uzione del tradizionale<br />

del 990, che invece compare<br />

ancora sulla Adventure.<br />

Nonostante la pessima s<strong>it</strong>uazione<br />

economica planetaria,<br />

insomma, anche in KTM si continua<br />

a lavorare sodo sui modelli<br />

del prossimo futuro, che in<br />

questo caso parrebbe portarci<br />

in prossim<strong>it</strong>à del 2014.<br />

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Sorpresa aprilia: ecco la Caponord 1200,<br />

con sospensioni attive!<br />

di Maurizio Tanca | Vernissage a Montecarlo, per la nuova maxi-Aprilia<br />

derivata dalla Dorsoduro, ma che sfoggia tecnologicissime sospensioni<br />

attive governate autonomamente dall’elettronica. C’era anche una<br />

versione aggiornata della California 1400<br />

L’annuale Convention di<br />

inizio anno dei concessionari<br />

del Gruppo Piaggio a<br />

Montecarlo è ormai nota per<br />

riservare delle sorprese. Perlomeno<br />

fu così giusto un anno fa,<br />

quando iniziarono a circolare<br />

fotografie – “rubate” usando i<br />

telefonini, quindi di non eccelsa<br />

qual<strong>it</strong>à – di una nuova <strong>Moto</strong><br />

Guzzi Calofornia 1400 e di una<br />

versione Scrambler della V7.<br />

Quindi modelli assolutamente<br />

ined<strong>it</strong>i, che all’Eicma precedente<br />

non si erano visti e dei quali<br />

si iniziava così a ipotizzare l’arrivo<br />

in tempi più o meno brevi; o<br />

quantomeno di vedere dal vivo<br />

prima all’evento GMG, tenutosi<br />

a Mandello il luglio successivo,<br />

e poi, logicamente, al successivo<br />

Eicma novembrino. Invece,<br />

ciccia…<br />

discendente della caponord<br />

Ed oggi, ecco comparire altre<br />

foto di un nuovo modello, questa<br />

volta proveniente da Aprilia,<br />

affiancato però da una versione<br />

un po’ r<strong>it</strong>occata della stessa<br />

California 1400. Si tratta della<br />

discendente della Caponord,<br />

54<br />

logicamente estrapolata dalla Dorsoduro 1200 e dotata di un sofisticatissimo<br />

sistema di sospensioni attive governato in completa<br />

autonomia dall’elettronica gestionale: un sistema che praticamente<br />

modifica le tarature di forcella ed ammortizzatore a seconda del<br />

carico, del tipo di guida e del tipo di fondo stradale. Non è dato di<br />

sapere altro, nemmeno se il sistema sia escludibile o meno, ma la<br />

cosa è certamente intrigante, e fa naturalmente scattare il paragone<br />

con il nuovo sistema DDC che vedremo sulle prossime BMW<br />

(http://www.moto.<strong>it</strong>/news/ddc-bmw.html). La Caponord 1200 è<br />

dotata di una bella semicarena (fortunatamente senza “becco”,<br />

così ci ev<strong>it</strong>iamo la sol<strong>it</strong>a sfilza di inutili “è uguale di qua, è identica<br />

di là, è copiata da…” e via dicendo), il cui musetto sfoggia l’ormai<br />

inequivocabile “family feeling” della Casa di Noale, ovvero quello<br />

stile particolare nato anni addietro con le ultime versioni delle bicilindriche<br />

RSV e Tuono 1000, e in segu<strong>it</strong>o elaborato con l’avvento<br />

delle formidabili RSV4 e Tuono a 4 cilindri, e della stessa piccola<br />

RS4 125. E ancor più recentemente, trasfer<strong>it</strong>o sul maxiscooter più<br />

potente del mondo: ovvero quell’SVR 850 bicilindrico ottenuto<br />

declinato in versione Aprilia il cugino Gilera GP800. Ma anche il<br />

posteriore della nuova maxi Aprilia è evidentemente diverso da<br />

quello della Dorsoduro “grande”, e mostra tutto quello che ci si<br />

deve attendere da una moto del genere: ovvero un sontuoso sellone<br />

biposto, con tanto di struttura portapacchi con maniglioni per il<br />

passeggero. Da notare anche il parasassi “alla tedesca”, montato<br />

sulla ruota motrice a beneficio di chi segue. Anche perché questa<br />

Aprilia è evidentemente destinata a confrontarsi con pezzi del calibro<br />

della Ducati Multistrada 1200 e della nuova Kawasaki Versys<br />

1000, se dovessimo considerare solamente le concorrenti dotate<br />

di ruote da 17 pollici; ma vien da sé che la “Caponord degli anni<br />

2000” dovrà logicamente vedersela anche con un’altra nutr<strong>it</strong>a<br />

pletora di 1200, a partire dall’eterna BMW GS (oltretutto con la<br />

nuova versione raffreddata a liquido, model year 2013), segu<strong>it</strong>a<br />

dalle attese Honda Crosstourer V4 e Triumph Tiger, dalle stesse<br />

<strong>Moto</strong> Guzzi Stelvio/NTX e dalla Yamaha Superténéré. E vogliamo<br />

metterci anche con le Benelli Trek 1130, aggiornate giusto<br />

quest’anno. Non solo: si fa sempre più insistente anche la voce<br />

dell’arrivo di una nuova Suzuki V-Strom 1000 (la vecchio è ancora<br />

in vend<strong>it</strong>a su alcuni mercati, USA in primis).<br />

Già all’eIcma 2012?<br />

A questo punto c’è da chiedersi se questa bella Apriliona comparirà<br />

ufficialmente al prossimo Eicma, oppure avremo il piacere di<br />

vederla anche prima. Ma viene anche spontaneo chiedersi se, e<br />

quando, vedremo anche una Dorsoduro – o meglio ancora, una<br />

più versatile Tuareg – motorizzata con il gustoso bicilindrico da<br />

750 cc di Shiver e Dorsoduro. Quanto alla California 1400, questa<br />

volta è stata presentata in livrea scura metallizzata, e rispetto allo<br />

scorso anno mostra una sella “a un posto e mezzo”, più da cruise<br />

sbarazzina che da GT. E dietro sono evidenti i nuovi ammortizzatori<br />

oleopneumatici, quindi senza molle, e con il serbatoio dell’azoto<br />

separato.9-2012, presentazione in California, a Pasadena (nuovo<br />

centro stile) Sospensioni attive azionabili elettronicamente: prima<br />

moto al modo.<br />

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MV agusta: inizia la produzione della F3<br />

La Casa <strong>it</strong>aliana avvia la produzione della tre cilindri F3 sulle moderne<br />

linee di montaggio realizzate da Porsche Consulting AG. Gli ordini dei<br />

clienti sono già alle stelle<br />

Nonostante il momento<br />

economico globale<br />

difficile e la continua<br />

flessione negativa del mercato<br />

delle sportive, MV Agusta ha<br />

chiuso il 2011 con un +12% di<br />

vend<strong>it</strong>e rispetto l’esercizio precedente.<br />

Per il 2012 l’azienda<br />

ha ricevuto ordini che superano<br />

il +100% rispetto al 2011,<br />

questo grazie ai nuovi modelli<br />

3 cilindri di media cilindrata:<br />

F3 675 e BRUTALE 675 e alla<br />

56<br />

continua cresc<strong>it</strong>a della famiglia BRUTALE di maxi cilindrata. Le<br />

modernissime linee di produzione, progettate per la casa varesina<br />

da Porsche Consulting AG, già da questo mese lavorano a doppio<br />

regime. Nei prossimi giorni anche <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> scenderà in pista per<br />

provare la nuova F3, restate sintonizzati!<br />

mv aGuSta F3. ecco come naSce<br />

Ogni MV Agusta è la combinazione ideale di migliaia di pezzi. Assemblati<br />

con passione, abil<strong>it</strong>à e precisione. Così nasce F3, la tre<br />

cilindri che ha cambiato il concetto di media sportiva. Immaginate<br />

uno spazio ordinato, rigoroso, modellato secondo un progetto<br />

razionale e allo stesso tempo creativo: è la linea di montaggio<br />

di MV Agusta F3. Metallo. Materiali compos<strong>it</strong>i. Leghe leggere.<br />

La linea di montaggio è il cuore dell’azienda. Per garantire qual<strong>it</strong>à<br />

e tempi certi, è necessaria una precisa strategia d’azione. Ogni F3<br />

è composta da circa 1.200 pezzi, controllati uno per uno prima,<br />

durante e dopo il montaggio, per assicurarne la conform<strong>it</strong>à iniziale,<br />

la precisione dell’assemblaggio, l’efficacia. Il motore: tre cilindri<br />

in linea, 675 cc, adotta la soluzione esclusiva dell’albero controrotante,<br />

che neutralizza le forze d’inerzia nella guida, esaltando la<br />

maneggevolezza tra le curve.<br />

Durante l’assemblaggio è oggetto di continui test, che comprendono,<br />

ad esempio, la verifica elettronica di tutti gli accoppiamenti.<br />

Al termine del montaggio ciascun esemplare di questo tre cilindri<br />

unico per potenza e compattezza è sottoposto alla più completa<br />

delle verifiche, quella del banco prova: avviato, portato in temperatura,<br />

verificato nella conform<strong>it</strong>à alle specifiche di potenza, coppia,<br />

regolar<strong>it</strong>à d’erogazione. Per trenta minuti. E soltanto dopo questo<br />

test può essere trasfer<strong>it</strong>o alla postazione di montaggio nel telaio,<br />

per essere fissato al traliccio in tubi completato da leggere piastre<br />

in lega di alluminio. Il serraggio di dadi, v<strong>it</strong>i e bulloni è registrato da<br />

sistemi di gestione dati che archiviano e codificano le informazioni<br />

relative a ciascun esemplare, in modo da permettere la tracciabil<strong>it</strong>à<br />

di ogni singola F3 prodotta. Tutto si muove lungo la linea di<br />

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montaggio in base al principio<br />

del “just in time”, che diventa<br />

realtà sotto forma di carrelli<br />

k<strong>it</strong> che vengono agganciati alla<br />

linea stessa e la percorrono<br />

interamente, mettendo a disposizione<br />

degli operatori tutti<br />

i pezzi necessari, al momento<br />

giusto.<br />

La F3 è finalmente assemblata.<br />

1.200 pezzi trasformati in un<br />

esemplare unico Made in Italy.<br />

Non è fin<strong>it</strong>a: prima di essere<br />

preparata per la spedizione,<br />

la F3 è sottoposta a un ultimo<br />

test, sul banco a rulli, che permette<br />

di verificare il corretto<br />

assemblaggio e l’impeccabile<br />

funzional<strong>it</strong>à delle ruote, del<br />

motore, dei freni e di ogni componente.<br />

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Seventy-Two e Softail Slim.<br />

Due nuovi modelli per Harley-Davidson<br />

Un tributo all’epoca d’oro dei chopper e un r<strong>it</strong>orno all’essenzial<strong>it</strong>à degli<br />

anni Cinquanta. Sono le ultime arrivate nella gamma H-D, la Sportster<br />

Seventy-Two e Softail Slim<br />

Il Seventy-Two è un nuovo<br />

Sportster caratterizzato da<br />

linee essenziali e verniciatura<br />

Metal Flake. Un tributo al più<br />

puro spir<strong>it</strong>o dell’epoca chopper:<br />

tempi in cui le moto erano<br />

contraddistinte da linee snelle<br />

ed allungate, da ricche cromature<br />

che scintillavano sotto il<br />

sole e da carrozze in tonal<strong>it</strong>à<br />

apple-candy. Dalla verniciatura<br />

Hard Candy Big Red Flake, al<br />

manubrio Mini Ape, fino agli pneumatici con sottile spalla bianca, il<br />

Seventy-Two cost<strong>it</strong>uisce un chiaro richiamo a quell’epoca. A partire<br />

dallo snello retrotreno fino all’elegante e corto parafango anteriore,<br />

lo Slim rappresenta la sintesi dell’essenzial<strong>it</strong>à: pochi coperchi,<br />

sella monoposto, cerchi e pneumatici di dimensioni inferiori e<br />

cromature ridotte all’osso. Ciò che resta del modello di partenza<br />

è solo il profilo originario tipico dei Softail e l’iconico stile Harley-<br />

Davidson che richiama le classiche custom bobber degli anni ‘50.<br />

Le nov<strong>it</strong>à saranno disponibili presso le concessionarie Harley-<br />

Davidson® ufficiali da metà Febbraio circa. Prezzo Iva inclusa del<br />

modello Sportster Seventy-Two: a partire da 11.500 Euro Prezzo<br />

Iva inclusa del modello Softail Slim: a partire da 19.500 Euro<br />

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Mercato a gennaio: stabili gli scooter,<br />

in flessione le moto<br />

Dati contrastanti per le immatricolazioni di gennaio con gli scooter che<br />

confermano i volumi del 2011, con 8.006 pezzi venduti, pari al -0,1%<br />

rispetto allo stesso mese dello scorso anno; mentre le moto con 4.166<br />

un<strong>it</strong>à mostrano un calo del -22,9%<br />

Dati contrastanti per<br />

le immatricolazioni di<br />

gennaio (veicoli maggiori<br />

di 50 cc) con gli scooter<br />

che confermano i volumi del<br />

2011, con 8.006 pezzi venduti,<br />

pari al -0,1% rispetto allo stesso<br />

mese dello scorso anno;<br />

mentre le moto con 4.166 un<strong>it</strong>à<br />

mostrano un consistente calo<br />

del -22,9%. Complessivamente<br />

l’immatricolato con 12.172<br />

veicoli segna un -9,3%. Questo<br />

periodo vale in media sul<br />

totale anno circa il 5%. Per i<br />

60<br />

“cinquantini” non si modifica il<br />

trend in calo con 3.021 consegne<br />

pari al -15,2%. “Non possiamo<br />

dichiararci soddisfatti di<br />

un mercato che mostra ancora<br />

una flessione, tuttavia alcuni<br />

segnali pos<strong>it</strong>ivi emergono dai<br />

dati relativi agli scooter. Grazie<br />

ad alcuni nuovi modelli, particolarmente<br />

attesi dai clienti,<br />

si nota una tenuta delle vend<strong>it</strong>e<br />

e un rinnovato interesse per la<br />

categoria. Purtroppo sono in<br />

sofferenza le moto che si erano<br />

difese meglio l’anno scorso.<br />

Particolarmente significativo<br />

l’incremento degli scooter a Milano<br />

e provincia, da 545 a 738<br />

vend<strong>it</strong>e +35,4%, dato da correlare<br />

alla congestion charge introdotta<br />

nell’area C del centro<br />

storico. In mer<strong>it</strong>o all’andamento<br />

del totale Italia, almeno non<br />

leggiamo solo cali a due cifre<br />

come l’anno scorso.” - afferma<br />

Corrado Capelli, Presidente di<br />

Confindustria ANCMA (Associazione<br />

Nazionale Ciclo <strong>Moto</strong>ciclo<br />

Accessori) – “La s<strong>it</strong>uazione<br />

economica generale resta<br />

ancora molto incerta e il calo<br />

dell’occupazione penalizza sia<br />

il redd<strong>it</strong>o disponibile delle famiglie<br />

che il livello di fiducia dei<br />

consumatori. Se le misure per<br />

la cresc<strong>it</strong>a approvate dal governo<br />

e quelle annunciate avranno<br />

un r<strong>it</strong>orno concreto, soprattutto<br />

per favorire l’occupazione<br />

giovanile, possiamo confidare<br />

che anche il nostro settore ne<br />

trarrà beneficio. Nel frattempo<br />

occorre rimuovere gli ostacoli<br />

che scoraggiano l’acquisto<br />

delle 2 ruote, come le condizioni<br />

onerose del cred<strong>it</strong>o al<br />

consumo e le tariffe assicurative<br />

inaccessibili, in particolare<br />

in alcune aree metropol<strong>it</strong>ane<br />

del centro e del meridione. Ci<br />

sembra interessante la proposta,<br />

inclusa nel decreto sulle<br />

liberalizzazioni, della black box<br />

per ev<strong>it</strong>are le truffe e diminuire<br />

i premi assicurativi, a patto che<br />

il costo dello strumento non<br />

vada a penalizzare i clienti o il<br />

prezzo dei veicoli. Il nostro impegno<br />

sarà quello di convincere<br />

sempre più utenti a passare<br />

alle 2 ruote che rappresentano<br />

comunque una soluzione ideale<br />

per la mobil<strong>it</strong>à.” L’analisi per<br />

cilindrata evidenzia un deciso<br />

recupero degli scooter di 125cc<br />

con 2.369 veicoli e un +9,3%<br />

che oggi si rivelano uno dei<br />

segmenti più importanti. Analoga<br />

la cresc<strong>it</strong>a dei 150-200cc<br />

con 1.920 pezzi +9,2%. In calo<br />

i 250cc con 539 veicoli -34,2%,<br />

ma anche i 300-500cc scendono<br />

con 2.386 un<strong>it</strong>à -25%. Impennata<br />

dei maxiscooter oltre<br />

500cc, con 792 vend<strong>it</strong>e rispetto<br />

alle 91 dell’anno scorso, un<br />

incremento di 8 volte superiore,<br />

risultato di un nuovo modello<br />

di successo che ha aumentato<br />

la cilindrata. Per le moto<br />

lo scenario di gennaio è deludente,<br />

dopo un anno di continui<br />

progressi subiscono una battuta<br />

d’arresto quelle superiori ai<br />

1000cc: 1.102 pezzi pari ad un<br />

-30,9%. Seguono come volumi<br />

le moto tra 800 e 1000cc con<br />

977 un<strong>it</strong>à, e un -21,5% rispetto<br />

al 2010. Le medie cilindrate tra<br />

650 e 750cc con 627 moto -<br />

20,8%, le 600cc con solo 224<br />

vend<strong>it</strong>e -42,1%. Ancora le 300-<br />

500cc con 522 pezzi -19,7%,<br />

le 250cc con 227 -11,3% e le<br />

125cc con 6.628 -13,3%. Solo<br />

le 125cc sono in cresc<strong>it</strong>a con<br />

461 moto e un +2,4%. L’andamento<br />

dei segmenti, in ordine<br />

di importanza, presenta sempre<br />

dati negativi: in discesa le<br />

enduro stradali con 1.343 pezzi<br />

-25,1%, le naked con 1.050<br />

un<strong>it</strong>à -24,3, le sportive con<br />

446 moto -27,5%; le moto da<br />

turismo mostrano una tenuta<br />

maggiore con 409 immatricolazioni<br />

e un -8,3%, mentre in<br />

linea con il mercato sono le supermotard<br />

con 329 moto e un<br />

-19,6%.<br />

In totale nel primo mese<br />

dell’anno sono state vendute<br />

15.193 due ruote a motore (immatricolazioni<br />

+ 50 cc), pari<br />

al -10,6% rispetto al gennaio<br />

dell’anno scorso.<br />

Le 100 moto più vendute di<br />

gennaio<br />

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nuova targa per i ciclomotori<br />

entro il 13 febbraio 2012<br />

I ciclomotori, in circolazione prima del 14 luglio 2006 e dotati del<br />

“targhino”, devono munirsi della nuova targa per motorini e del<br />

certificato di circolazione. Pena una multa fino a 519,67 euro<br />

Scadenza<br />

Entro il 13 febbraio<br />

2012 i cinquantini posti<br />

in circolazione prima del 14<br />

luglio 2006, e quindi dotati di<br />

certificato di idone<strong>it</strong>à tecnica e<br />

del vecchio “targhino”, devono<br />

munirsi del certificato di circolazione<br />

e della targa per motorini.<br />

Chi non rispetta le nuove<br />

disposizioni rischia una multa<br />

fino a 519,67 euro.<br />

cosa fare<br />

E’ necessario recarsi presso<br />

gli uffici della motorizzazione o<br />

in un’agenzia a essa connessa<br />

telematicamente per avviare la<br />

pratica di registrazione del ciclomotore.<br />

Una volta r<strong>it</strong>argato<br />

il veicolo, la nuova targa potrà<br />

essere rimossa dal ciclomotore<br />

solo in caso di vend<strong>it</strong>a o demolizione.<br />

Perché si cambia<br />

Cambia così il regime dei ciclomotori “non targati” su cui chiunque,<br />

per assurdo anche un ladro, può apporre il proprio targhino<br />

personale.<br />

La nuova legge interrompe il doppio regime instaurato dal 14 luglio<br />

2006, quando per i nuovi ciclomotori è stata introdotta l’immatricolazione:<br />

si registra l’abbinamento veicolo-proprietario, ottenendo<br />

il certificato di circolazione e una targa di nuovo tipo (meglio<br />

leggibile), che rimane fissa sul ciclomotore (può essere rimossa<br />

solo in caso di rivend<strong>it</strong>a o di demolizione). È personale anche la<br />

nuova targa, ma non può mai essere abbinata a più di un mezzo.<br />

Il nuovo sistema dà più sicurezza sia sui furti e sull’individuazione<br />

del proprietario (ai fini della riscossione del bollo, in caso di incidenti<br />

e per la corretta demolizione).<br />

La r<strong>it</strong>argatura riguarda<br />

Ciclomotori e quadricicli leggeri (le microcar di categoria L6e, che<br />

sono equiparate ai motorini, hanno massa complessiva fino a 350<br />

chili e motore fino a 50 centimetri cubici se a benzina e di potenza<br />

fino a 4 kW se alimentati in altro modo).<br />

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Intervista. Cyril Despres:<br />

“La mia quarta v<strong>it</strong>toria alla Dakar”<br />

di Andrea Perfetti | Suo il poker di v<strong>it</strong>torie che lo proietta<br />

tra i grandi dei rally. Cyril ci racconta il suo incidente nella<br />

trappola di fango (guarda il video), la sua v<strong>it</strong>a privata e<br />

l’eterna sfida col rivale Coma. E ci spiega il segreto della<br />

sua forza<br />

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Le interviste ai protagonisti della dakar<br />

Apriamo il ciclo di interviste ai protagonisti della Dakar appena<br />

conclusa con Cyril Despres, il vinc<strong>it</strong>ore. Il pilota francese,<br />

in sella alla sua KTM 450 Rally, ha conquistato il quarto<br />

successo (prima aveva vinto nel 2005, 2007 e 2010). Cyril rappresenta<br />

il pilota professionista, un vero specialista dei rally che<br />

vive e si allena con l’obiettivo di vincere la Dakar. E quest’anno ha<br />

centrato ancora il bersaglio. Oltre a lui daremo voce a un’altra leggenda<br />

di questa gara, Franco Picco, che ha corso la sua 19esima<br />

Dakar nella categoria Marathon, sfiorando il successo nonostante<br />

una doppia frattura a piede e costola. Un vero mastino, che a 56<br />

anni incarna alla perfezione lo spir<strong>it</strong>o di questa competizione, e<br />

che rappresenta la nutr<strong>it</strong>a schiera di piloti semi-professionisti in<br />

gara. Ascolteremo poi il racconto di due esordienti. Il primo, Alessandro<br />

Botturi, ha fatto tesoro dell’esperienza maturata in tanti<br />

mondiali di enduro ed è stato il rookie of the year (miglior esordiente<br />

al debutto), ottavo al traguardo con l’<strong>it</strong>alianissimo team<br />

Bordone Ferrari. Il secondo, Manuel Lucchese, si è dovuto r<strong>it</strong>irare<br />

per noie meccaniche, ma ha delle incredibili avventure da raccontarci.<br />

Notti trascorse nel deserto, perso tra le dune e con la moto<br />

in panne: cose che solo alla Dakar possono accadere.<br />

cyril, dove ci eravamo lasciati?<br />

Il campione parigino ha 38 anni (è nato il 24 gennaio del 1974 a<br />

Fontainbleu) e può vantare in bacheca la bellezza di quattro v<strong>it</strong>torie<br />

e un serie infin<strong>it</strong>a di podi alla Dakar (cinque volte secondo,<br />

due volte terzo). Cyril ha corso 12 edizioni, vincendone 4.<br />

Una media impressionante che fa di lui un autentico fuoriclasse<br />

dei rally. Ricordiamo ai lettori di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong> che in passato Despres<br />

ha vinto tanto nei rally quanto nell’enduro estremo: primo<br />

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nell’Erzbergrodeo del 2002 e<br />

2003, vinc<strong>it</strong>ore del Romaniacs<br />

nel 2004 e nel 2005, negli stessi<br />

anni è sua l’Holeshot sul velocissimo<br />

tracciato del Touquet,<br />

nel 2007 rivince il durissimo<br />

Romaniacs, nel 2008 e nel<br />

2009 vince il Rally di Sardegna.<br />

Domina la scena rallistica internazionale<br />

ed è spesso tra i primi<br />

anche negli enduro indoor<br />

europei (clicca qui per scoprire<br />

il suo palmares). Lo avevo intervistato<br />

l’ultima volta nell’ottobre<br />

del 2006, nella sua bella<br />

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casa nel principato di Andorra. Cyril aveva già vinto una Dakar (ma<br />

di lì a poco avrebbe dominato anche l’edizione 2007), e posava<br />

felice tra i trofei dakariani e la sua prima motocicletta (una fantastica<br />

Fantic <strong>Moto</strong>r Trial 80, esposta all’ingresso di casa). Allora<br />

Cyril s’era mer<strong>it</strong>ato l’appellativo di Bon Vivant. Viveva in un posto<br />

da urlo e girava voce che fosse uno dei single più amb<strong>it</strong>i del ricco<br />

principato di montagna.<br />

Sei anni dopo vive ancora nella sua villa-chalet, è diventato papà<br />

di una bella bambina e i trofei occupano ora mezza sala! Casa Despres<br />

si affaccia sulle piste da sci dei Pirenei e osp<strong>it</strong>a il personale<br />

“reparto corse” del campione dakariano. Al piano terra dell’ab<strong>it</strong>azione<br />

si trova infatti l’attrezzatissima officina, che cura le diverse<br />

moto che Cyril usa durante l’anno per tenersi in allenamento. La<br />

sua è una v<strong>it</strong>a da professionista al 100%, scand<strong>it</strong>a dagli allenamenti<br />

in piscina e in palestra, dalle usc<strong>it</strong>e in bici e con la moto.<br />

Undici mesi di sacrifici e di concentrazione di cui si vedono i<br />

risultati al termine dei 15 giorni di gare in Sud America.<br />

La storia di despres, giovane apprendista con un sogno<br />

nel cassetto<br />

Cyril ha esord<strong>it</strong>o in moto a 14 anni, in sella a una Fantic <strong>Moto</strong>r 80<br />

Trial. Da sempre appassionato di motori, lavora come meccanico<br />

nel negozio Challange 75 di Parigi e nel 1998 inizia a correre con<br />

la moto da enduro. Nel 2000 avviene la svolta: insieme all’amico<br />

Michel Gau decide di correre la Dakar in sella a una Honda XR 400.<br />

Termina 16esimo assoluto, una prestazione così convincente che<br />

la BMW lo mette sotto contratto per l’anno successivo, inserendolo<br />

nella squadra ufficiale con Lewis, Roma e Deacon. Nel 2002 c’è<br />

il passaggio alla KTM, ottenuto grazie anche al risultato dell’Erzbergrodeo<br />

di quell’anno (Cyril partecipa alla gara estrema da<br />

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privato, in sella a una Honda, e si mette dietro tutto lo squadrone<br />

KTM). In quella stagione Kinigadner lo inserisce nel team ufficiale,<br />

dando il via agli incredibili successi dakariani di Cyril Despres:<br />

autentico mattatore delle Dakar, africane prima, sudamericane<br />

poi, e protagonista di incredibili duelli che lo vedono alternarsi sul<br />

gradino più alto del podio con lo storico avversario, Marc Coma. Il<br />

2012 ha visto il francese battere lo spagnolo con un sonoro 4 a 3.<br />

E siamo certi che non è ancora fin<strong>it</strong>a, l’eterna sfida tra i due giganti<br />

dei rally proseguirà nel 2013.<br />

L’intervista. cyril racconta il suo quarto trionfo<br />

congratulazioni cyril per questo fantastico poker. Il 2012 è<br />

sembrato a molti l’anno della matur<strong>it</strong>à agonistica di despres.<br />

concentrato, determinato e freddo. e’ così?<br />

«Grazie mille. Sì, ero davvero molto determinato. Volevo la v<strong>it</strong>toria<br />

e ho spinto dall’inizio alla fine per ottenerla, ho dato il 100% sia<br />

fisicamente che a livello di concentrazione».<br />

hai sent<strong>it</strong>o il peso d’essere diventato papà?<br />

«Certo, tante cose cambiano quando diventi padre, per me sono<br />

state tutte pos<strong>it</strong>ive. Mi sento più equilibrato e comprendo meglio<br />

quali sono le cose importanti nella v<strong>it</strong>a. La gente spesso dice che i<br />

piloti diventano più lenti quando diventano gen<strong>it</strong>ori, ma i rally sono<br />

gare di endurance, di durata e io non ho mai avuto l’impressione<br />

di prendere troppi rischi. Essere diventato papà ha accresciuto la<br />

mia concentrazione e non ha avuto alcun impatto sulla mia veloc<strong>it</strong>à!».<br />

raccontaci del tuo incidente nel fango, che ha rischiato di farti<br />

perdere la gara. La direzione di gara si è mossa correttamente<br />

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abbonando il tempo che hai<br />

perso? avrebbero dovuto segnalare<br />

meglio la “trappola”?<br />

«Bene, ti racconto com’è andata.<br />

Stavo procedendo lungo<br />

la pista, nel posto indicato dal<br />

road book e a un certo punto<br />

è come se mi avessero frenato<br />

di colpo la ruota davanti e<br />

sono volato oltre il manubrio.<br />

Quando fai enduro estremo,<br />

sei ab<strong>it</strong>uato ad avere a che fare<br />

col fango, ma io non avevo mai<br />

visto nulla del genere prima!<br />

Era come se fossi fin<strong>it</strong>o in un<br />

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Era come se fossi fin<strong>it</strong>o in un barattolo gigante<br />

di Nutella! Pensavo di poter incappare nelle<br />

classiche pozze di fango tipiche di un temporale,<br />

ma non in un lago vero e proprio...<br />

““<br />

barattolo gigante di Nutella! Pensavo di poter incappare nelle classiche<br />

pozze di fango tipiche di un temporale, ma non in un lago di<br />

fango vero e proprio. Ovviamente quando gli organizzatori hanno<br />

visto che tutti i piloti finivano bloccati nel fango, non hanno avuto<br />

altra scelta e hanno deviato la speciale. Altrimenti avrebbero dovuto<br />

interrompere la gara anche per ragioni di sicurezza. E, una<br />

volta cambiata la tappa, i commissari della FIM non hanno potuto<br />

fare altro che rest<strong>it</strong>uire il tempo perso ai piloti che erano stati penalizzati<br />

dal cambio di percorso. Per me non si tratta di dire se i<br />

commissari hanno lavorato correttamente o meno, semplicemente<br />

hanno fatto quello che dovevano fare. Non c’era altra scelta».<br />

dall’esterno è sembrata una dakar molto dura rispetto<br />

alle passate edizioni. ce lo confermi?<br />

«E’ vero che da quando la Dakar si è spostata in Sud America,<br />

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da quando David Castera fa il<br />

road book e da quando siamo<br />

passati alle 450, il tracciato è<br />

diventato molto più tecnico.<br />

Le distanze si possono essere<br />

accorciate un po’, ma le giornate<br />

non sono affatto più corte!<br />

Ovviamente tutto ciò rende le<br />

giornate belle toste, ma la Dakar<br />

è sempre stata la gara più<br />

dura al mondo e tutti noi lo sappiamo<br />

prima dello start. Sono<br />

un pilota professionista che<br />

parte per vincere, per questo<br />

mi alleno davvero tanto prima<br />

73


della gara. Non tanto in moto,<br />

quanto piuttosto in palestra,<br />

in bici e in piscina. Questo non<br />

rende più facile la Dakar, ma<br />

fortifica il fisico, che sopporta<br />

meglio la mancanza di riposo,<br />

la fatica, il dolore. Poi quando<br />

tutto è fin<strong>it</strong>o, l’adrenalina cala e<br />

di colpo senti tutta la stanchezza<br />

accumulata!».<br />

tu e marc fate il vuoto alle<br />

vostre spalle. Senza di voi,<br />

verrebbe meno l’interesse per<br />

questa gara, le sue sfide. cosa<br />

vi distingue dagli altri?<br />

«Bella domanda, un sacco di<br />

piloti vorrebberlo scoprirlo!<br />

Chiaramente si tratta di una<br />

combinazione di tante cose.<br />

Come ti ho appena detto, mi<br />

alleno tantissimo prima della<br />

gara e so per certo che Marc<br />

fa lo stesso. Siamo fortunati ad<br />

essere dei piloti professionisti,<br />

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che si possono concentrare tutto l’anno solo su questa gara. Già<br />

questo vuol dire tanto. Poi abbiamo una moto fantastica e possiamo<br />

svilupparla col solo obiettivo di vincere la Dakar. La KTM Rally<br />

non è una moto da enduro adattata, ma una moto costru<strong>it</strong>a da<br />

zero per gareggiare nei rally-raid. E siamo supportati da un team di<br />

grandissima esperienza. Tutti i componenti delle nostre squadre<br />

hanno corso tante Dakar e sanno esattamente cosa devono fare.<br />

In più possiamo godere dell’appoggio di piloti che corrono la Dakar<br />

per aiutarci a vincere: non hanno ambizioni di classifica e sono pagati<br />

dalla KTM per fornirci il loro supporto, e fanno un ottimo lavoro.<br />

Anche l’esperienza è un fattore cruciale. Ho fatto la mia prima<br />

Dakar nel 2000 e da allora ho corso circa 90 rally. In questi giorni<br />

ho compiuto 38 anni, quindi non sono il pilota più giovane al bivacco,<br />

ma il mio stato di forma e la mia esperienza – così come quelle<br />

di Marc – fanno sì che non sia facile batterci! Non voglio sembrarti<br />

presuntuoso, ma credo sia corretto dire che solo Marc e io iniziamo<br />

la gara credendo di poterla vincere. E se non parti credendo di<br />

vincere, hai davvero poche chance di poterla vincere davvero!».<br />

ora correte con le 450. ti manca l’esuberanza del vecchio 690?<br />

ti diverti ancora come una volta o sei troppo concentrato a salvaguardare<br />

la meccanica del motore “piccolo”?<br />

«Non nego che mi piaceva davvero tanto la guida del 690, era una<br />

moto potentissima che regala tanto divertimento. Comunque il<br />

450 è molto più leggero e questo, un<strong>it</strong>o al cambiamento sub<strong>it</strong>o dal<br />

tracciato negli ultimi anni, aiuta molto noi piloti. Certo, devi guidare<br />

la moto rispettandone la meccanica, senza inutili eccessi. Fortunatamente<br />

il mio background, sia di meccanico che di trialista,<br />

mi porta a non maltrattare mai il motore. Non mi devo sforzare<br />

molto per preservare il propulsore, mi viene naturale».<br />

La dakar africana era durissima. ora invece il bivacco è accogliente,<br />

con tanto di camper e furgoni. com’è la v<strong>it</strong>a del pilota<br />

ufficiale? Si è perso lo spir<strong>it</strong>o delle prime edizioni?<br />

«Ho tanta nostalgia della Dakar corsa in Africa, aveva un’atmosfera<br />

speciale, davvero unica. Vado ancora spesso in Africa perché<br />

sono coinvolto nella Fondazione Fabrizio Meoni. Ma a parte<br />

questo, tutto cambia nella v<strong>it</strong>a e ci dobbiamo adeguare. Bisogna<br />

ricordarsi che la gara è fatta al 90% da piloti privati che corrono<br />

per il piacere di farlo e, anche se vogliono una gara impegnativa,<br />

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chiedono anche un minimo<br />

comfort, cibo decente e una<br />

bella doccia la sera. Credo che<br />

pochi di loro sarebbero disposti<br />

ad accettare le condizioni di 10<br />

anni fa! Questo significa che la<br />

Dakar è più comoda anche per<br />

noi ufficiali e ora per la prima<br />

volta sono ammessi i camper al<br />

bivacco: questo allontana ancora<br />

di più la Dakar dall’Africa.<br />

Ma più comfort non significa<br />

necessariamente che la gara<br />

sia più facile. Dormire bene ci<br />

permette di essere ancora più<br />

veloci il giorno dopo in corsa. Il<br />

fatto di non dover preparare il<br />

road book all’aperto, sotto una<br />

tempesta di sabbia, mi consente<br />

di prestare più attenzione<br />

a quello che sto facendo, ma<br />

questo non vale solo per me! In<br />

un certo senso, il fatto che ci sia<br />

più comfort fa meno differenza<br />

a noi ufficiali rispetto ai piloti<br />

privati. Loro possono godersi<br />

un po’ di riposo in più, mentre<br />

noi dobbiamo sfruttare ogni<br />

minimo miglioramento nelle<br />

condizioni di v<strong>it</strong>a per essere ancora<br />

più compet<strong>it</strong>ivi».<br />

nel 2006 sono stato a casa<br />

tua ad andorra, ho visto quanto<br />

sia duro l’allenamento in<br />

moto, in palestra e in piscina.<br />

tutto è finalizzato alla v<strong>it</strong>toria<br />

nella dakar. È cambiato qualcosa<br />

nel tuo approccio alla<br />

gara in questi 6 anni?<br />

«Bene, mi alleno ancora così<br />

duramente. Anzi, perfino più<br />

di quanto facessi quando sei<br />

venuto a trovarmi. È cambiato<br />

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l’approccio, che oggi è un po’ più scientifico.<br />

Trascorro molto tempo in un centro di allenamento specialistico, a<br />

Perpignan, si chiama Presport.<br />

E una volta all’anno mi reco nel centro sportivo della Red Bull in<br />

Austria, è davvero hi-tech. E sembra che funzioni, dato che durante<br />

il mio ultimo controllo nel centro Red Bull, appena prima di partire<br />

per la Dakar, mi hanno trovato in condizioni fisiche eccellenti,<br />

come mai prima d’ora».<br />

ora ti puoi godere il successo. andrai in vacanza o ti godrai la<br />

famiglia?<br />

«Un po’ tutte e due. Quando vinci la Dakar, un sacco di persone ti<br />

vuole incontrare e così vivi un periodo in cui sei davvero impegnato.<br />

Ora potrò riposarmi un po’, cercherò di stare un po’ a casa con<br />

la mia fidanzata e mia figlia. Poi andremo in vacanza».<br />

nel tempo libero, lontano dagli impegni della moto,<br />

cosa ti piace fare?<br />

«Tempo libero… che cos’è?! Non ne ho davvero in questi giorni! I<br />

miei hobby sono andare in bici, fare trial, sciare e così via… ed è un<br />

bene perché sono attiv<strong>it</strong>à perfette per la preparazione atletica. A<br />

parte questo, mi piace moltissimo stare a casa con la mia famiglia,<br />

cosa che per me è davvero un lusso. Sogno di poter andare a prendere<br />

la mia bambina all’asilo. Cose semplici, come tutti».<br />

Parlaci delle tue passioni a motore. Se entrassimo nel tuo<br />

garage, cosa troveremmo?<br />

«Ammetto di avere un po’ di giocattoli, ma non ne sono ossessionato.<br />

Ho la KTM Xbow, che mi hanno regalato quando ho vinto<br />

la Dakar 2010. Ho anche la stessa moto con cui ho iniziato a<br />

fare trial, una Fantic 80 a 2 tempi del 1980, che fa bella mostra in<br />

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soggiorno. Poi ovviamente ho<br />

le moto con cui mi alleno, una<br />

450 Rally Replica, una 350 SX-<br />

F, una EXC 250 a due tempi,<br />

una moderna moto da trial e le<br />

3 moto con cui ho vinto la Dakar<br />

( 660 LC4 Rally 2005, 690<br />

LC4 Rally 2007 e 2010 ). Mi<br />

piacerebbe molto avere anche<br />

la nuova KTM Freeride 350. Ne<br />

ho guidata una per poco tempo,<br />

e mi è piaciuta un sacco. La<br />

sfida sarebbe prendere parte a<br />

una gara di trial con lei e vedere<br />

cosa potrei fare».<br />

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torniamo alla dakar. dopo<br />

quattro v<strong>it</strong>torie, non pensi di<br />

smettere?<br />

Hai già dimostrato di essere<br />

uno dei migliori di sempre.<br />

Perché andare avanti? «Ovviamente<br />

sono orgoglioso delle<br />

mie quattro v<strong>it</strong>torie, ma non<br />

rincorro alcun record. Continuo<br />

a correre la Dakar perché amo<br />

questa gara. E finché la amo e<br />

finché mi sento in grado di vincerla,<br />

continuo a correre. Certo,<br />

il giorno in cui non mi divertissi<br />

più, smetterei. Non so dirti<br />

ora quando questo accadrà!».<br />

da quando riprenderai la preparazione<br />

per la prossima dakar?<br />

«Quando sei un professionista,<br />

inizi a preparare la Dakar<br />

successiva nel giorno in cui hai<br />

concluso quella corrente. Il lavoro<br />

duro inizia però a settembre.<br />

Non puoi essere al 100%<br />

della condizione fisica tutto<br />

l’anno, così inizio la preparazione<br />

intensiva a settembre in<br />

modo di arrivare al primo gennaio<br />

nel pieno della mia condizione<br />

fisica. Riguardo alla mia<br />

partecipazione, non ci sono<br />

dubbi… ho un contratto di altri<br />

due anni con la KTM e Red Bull,<br />

li ringrazio tantissimo».<br />

cosa cambieresti nella gara?<br />

«Nei miei sogni vorrei una gara<br />

più semplice. Ci sono così tante<br />

regole a cui fare attenzione<br />

e devi stare davvero attento a<br />

non violarle anche inavvert<strong>it</strong>amente,<br />

altrimenti incorri in una<br />

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penal<strong>it</strong>à. Talvolta tutto ciò ti fa perdere di vista la gara stessa. Ogni<br />

anno ci sono polemiche intorno alla corsa e persone che creano<br />

casi attorno a queste polemiche. Se si potesse ev<strong>it</strong>are tutto questo,<br />

ne sarei proprio felice. Ma realisticamente non è possibile. La<br />

Dakar è difficilissima da organizzare e molto complicata da gestire<br />

per i commissari di gara. Tutto ciò comporta regolamenti e complicazioni<br />

e credo sia il prezzo da pagare per avere qualcosa di così<br />

incredibile. Mi piacerebbe poi che altre Case e altri piloti venissero<br />

a sfidare Marc, la KTM e me. So che tanta gente trova che i nostri<br />

“duelli” – come li hai chiamati prima tu – siano esaltanti, ma sono<br />

convinto che se ci fossero più sfidanti con possibil<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>toria, la<br />

gara sarebbe ancora più bella».<br />

Quando sei un professionista,<br />

inizi a preparare la Dakar<br />

successiva nel giorno in cui<br />

hai concluso quella corrente<br />

non credi che le tappe fossero troppo lunghe, soprattutto per<br />

i piloti privati?<br />

«No, credo che Castera abbia ag<strong>it</strong>o bene. Sono certo che non sia<br />

facile creare un percorso abbastanza selettivo per i piloti ufficiali<br />

ma non impossibile per gli amatori.<br />

Quest’anno forse era un po’ più duro del previsto a causa della<br />

pioggia, ma ASO non controlla anche il meteo!».<br />

ti vedremo impegnato in qualche altra gara oltre ai rally? Sino a<br />

pochi anni fa era un piacere vederti impegnato nelle gare di enduro<br />

estremo. «Non ho smesso del tutto di fare queste gare. Ho corso<br />

un paio di gare in Sud America per la Red Bull l’anno scorso e sono<br />

state molto belle. Il fatto è che oggi hai piloti che si allenano e fanno<br />

solo enduro estremo, e non è facile essere compet<strong>it</strong>ivi con loro.<br />

Per me il compromesso perfetto è il Rally di Sardegna e di certo<br />

non mancherò di correrlo. È un perfetto mix di enduro e rally, non<br />

ci sono auto in gara così il percorso può essere stretto e tecnico,<br />

ma come un vero rally ha anche tanta navigazione.<br />

È una bella via di mezzo che mi consente di perfezionare la mia<br />

abil<strong>it</strong>à nella navigazione e la mia tecnica di guida, mentre guido<br />

su una splendida isola, su sentieri molto belli. Oggi forse, a causa<br />

dell’età e dell’esperienza, sono un po’ più difficile da accontentare,<br />

ma adoro ancora guidare la moto nei posti giusti!».<br />

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Intervista. Franco Picco: “Ecco il video del<br />

mio incidente alla Dakar!”<br />

di Andrea Perfetti | Il campione veneto ci mostra in esclusiva i video<br />

che documentano la sua caduta durante la terza tappa. Franco però<br />

non cede e, con due ossa rotte, termina la Dakar al terzo posto nella<br />

Marathon<br />

80<br />

Il pilota veneto Franco Picco è stato uno dei grandi protagonisti<br />

della 33esima edizione del Rally Dakar (Argentina-Cile-Peru).<br />

Se Cyril Despres ha conquistato gli onori della cronaca con un<br />

fantastico poker di v<strong>it</strong>torie, il centauro <strong>it</strong>aliano ha fatto sognare il<br />

pubblico grazie a un’impresa degna dei tempi epici della Dakar<br />

africana. Paragonabile a quella di Hubert Auriol del 1987, quando<br />

il francese concluse la gara con entrambe le caviglie rotte. A ventisette<br />

anni dalla sua prima partecipazione, Franco ha preso il via<br />

alla Dakar in sella alla Yamaha WR450F dotata del k<strong>it</strong> da lui realizzato<br />

e ha conquistato il 45esimo posto nella classifica finale e<br />

la 3a piazza nella classe Marathon, riservata alle moto derivate di<br />

serie. Picco probabilmente avrebbe vinto la classe, se non si fosse<br />

seriamente infortunato nel corso della terza tappa. Caduto su una<br />

pietraia, si è rotto una costola e un d<strong>it</strong>o del piede, ma non ha mollato.<br />

Ed è arrivato sino alla fine.<br />

Il video esclusivo. Picco riparte con due ossa rotte<br />

Franco è un personaggio umile, tanto che siamo venuti a conoscenza<br />

quasi per caso della sua impresa epica. Durante il <strong>Moto</strong>r<br />

Bike Expo di Verona, il pilota <strong>it</strong>aliano mi ha infatti mostrato sul suo<br />

PC il video della caduta ripresa dalla sua telecamera Midland posta<br />

sul casco. Un video ined<strong>it</strong>o, che vi mostriamo in esclusiva e che<br />

documenta in modo davvero realistico la grande botta presa da<br />

Franco. Che, lo ricordiamo, ha 56 anni, ma questo per lui è solo un<br />

dettaglio. Di segu<strong>it</strong>o vi mostriamo un video da non perdere, una<br />

sintesi della gara di Franco Picco, con la terribile caduta del terzo<br />

giorno:<br />

Lo spir<strong>it</strong>o cavalleresco sopravvive nella dakar di oggi<br />

Chiacchierando con lui, è emerso un altro lato romantico della Dakar<br />

“vecchia maniera”. Vale a dire la cavalleria tra motociclisti, che<br />

ti spinge ad aiutare il rivale in difficoltà. Picco ha infatti attraversato<br />

il guado maledetto che ha affogato la moto di Filippo Ciotti sub<strong>it</strong>o<br />

dopo quest’ultimo (vedi il video di Peterhansel che in auto tampona<br />

la moto di Ciotti, mandandola sott’acqua). Ma non ha prosegu<strong>it</strong>o<br />

la sua corsa, si è fermato e ha prestato il suo aiuto a un Ciotti in<br />

palese difficoltà.<br />

Franco è ripart<strong>it</strong>o dopo diversi minuti (il tutto è documentato dal<br />

nostro video, un’altra esclusiva che ci ha regalato il simpatico campione<br />

veneto), solo quando la moto di Filippo Ciotti ha ripreso a<br />

funzionare.<br />

Le dakar di Franco Picco<br />

Picco ha corso la Dakar 2012 anche nella veste di guida del<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

» Prove News<br />

Franco Picco Racing Team. Ha<br />

cioè guidato sei clienti <strong>it</strong>aliani<br />

appassionati di off-road che<br />

hanno potuto fare affidamento<br />

sull’assistenza tecnica della<br />

sua squadra, appoggiata tra<br />

l’altro da Yamaha <strong>Moto</strong>r Italia.<br />

Franco Picco ha terminato nel<br />

2012 la sua 19esima Dakar (in<br />

precedenza ha corso 10 edizioni<br />

su due ruote, 6 in auto e 2 su<br />

camion assistenza).<br />

Franco ha esord<strong>it</strong>o nella Parigi-<br />

Dakar del 1985 quando conquistò<br />

un eccellente terzo posto<br />

assoluto finale in sella a una<br />

Yamaha TT 600. Il pilota veneto<br />

ha ottenuto anche due secondi<br />

posti assoluti alla Dakar sempre<br />

con la Yamaha Ténéré 750.<br />

Sue anche due v<strong>it</strong>torie al Rally<br />

dei Faraoni.<br />

81


La nostra intervista<br />

45esimo assoluto, davanti a<br />

tanti avversari motivati e allenati.<br />

Franco, ma la tua non doveva<br />

essere una passeggiata?<br />

Sei tornato a correre, ottenendo<br />

un risultato strep<strong>it</strong>oso!<br />

«E’ una gara in cui, se vai piano,<br />

fai più fatica. Devi avere un bel<br />

passo e l’esperienza gioca a tuo<br />

favore.<br />

Ho fatto una caduta in cui mi<br />

sono fratturato un piede e le<br />

costole. Questo mi ha imped<strong>it</strong>o<br />

di migliorare il risultato dello<br />

scorso anno. Mi sono dovuto<br />

accontentare del terzo posto<br />

nella Marathon, quando invece<br />

puntavo a vincere la categoria.<br />

Due anni fa avevo vinto infatti.<br />

Comunque è importante arrivare<br />

in fondo».<br />

82<br />

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che allenamento hai fatto a casa?<br />

«Sono sempre sulla moto anche a casa grazie al mio lavoro. Faccio<br />

poi tanta bicicletta. Ma non ho più fatto un allenamento particolare<br />

come 20 anni fa, quando partivo per vincere. Partire tranquilli ti fa<br />

consumare meno energia».<br />

raccontaci questa edizione, da molti descr<strong>it</strong>ta come durissima.<br />

«Abbiamo attraversato tre nazioni e ogni paese ha voluto dimostrare<br />

di essere all’altezza con tappe durissime, non abbiamo mai<br />

avuto momenti in cui tirare un po’ il fiato in gara. È stata molto faticosa».<br />

che tipo di assistenza hai avuto in gara?<br />

«Nella Marathon parti con la moto di serie, che viene punzonata.<br />

Il punto di domanda grosso è il motore: ogni giorno ho cambiato<br />

olio motore e filtro dell’aria, che nel mio k<strong>it</strong> è ben riparato. Quindi<br />

direi che è andato tutto bene e la WR-F 450 si è confermata una<br />

gran moto».<br />

Il budget per la dakar è impegnativo. come hai coperto tutte<br />

le spese?<br />

«E’ sempre questione di sponsor. La Dakar fa notizia e tra amici<br />

e conoscenti riesci a raccogliere i soldi per correre. La moto poi<br />

ti resta e la usi per altre gare. In totale 30.000 euro ci vogliono tra<br />

iscrizione e spese vive».<br />

ti piace correre in Sud america? cosa ti manca della vecchia<br />

dakar?<br />

«Le gare africane le ho fatte 20 anni fa e le ho segu<strong>it</strong>e anche in auto.<br />

C’era molto più deserto, i posti erano da navigazione aperta. Oggi<br />

la gara è completamente diversa, nelle prime edizioni i percorsi<br />

erano monotoni e poco selettivi. Oggi si conoscono meglio i tracciati,<br />

è diventato un enduro estremo di 14 giorni! Una volta si partiva<br />

piano e poi a metà corsa arrivavano le difficoltà. Quest’anno<br />

la gara è stata dura dal primo all’ultimo giorno, con enduro anche<br />

estremo, e meno navigazione. In certe zone guardavi poco il road<br />

book e ti affidavi alle tracce in terra. Una volta c’era più navigazione,<br />

oggi più difficoltà tecnica».<br />

cambieresti il nome alla dakar?<br />

«No, oggi è m<strong>it</strong>ica e va bene così. Le gare estreme durano mezza<br />

giornata (Erzberg, Hell’s gate eccetera), la Dakar sono 14 giorni di<br />

fatica e navigazione. Oggi in Sud America c’è tanto segu<strong>it</strong>o, i paesi<br />

pagano pur di avere la gara e quindi ci sono dei vantaggi a correre<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

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Anno<br />

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“<br />

La Dakar<br />

è diventata un<br />

enduro estremo<br />

di 14 giorni! Una<br />

volta si partiva<br />

piano e poi<br />

a metà corsa<br />

arrivavano le<br />

difficoltà.<br />

Quest’anno la gara<br />

è stata dura dal<br />

primo all’ultimo<br />

giorno<br />

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in questi paesi, dove il pubblico è davvero numeroso».<br />

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che effetto ti fa vedere i camper e tante comod<strong>it</strong>à per gli ufficiali<br />

ai bivacchi?<br />

«E’ vero, sono cambiate tante cose. Io sono ancora in tenda, per<br />

questioni di budget. Io corro anche per portare i miei clienti e per<br />

sperimentare il k<strong>it</strong> da rally che produco. Quindi cerco il lato economico<br />

migliore: il minimo indispensabile per avere assistenza. Non<br />

propongo il camper, le cifre andrebbero alle stelle. Ogni cosa in<br />

questa gara costa e tanto. Persino mandare un fax».<br />

Il parere di un esperto come te su coma e despres: come riescono<br />

a fare il vuoto dietro di loro? nessuno pare in grado di<br />

competere con questi campioni.<br />

«Capirlo è difficile! Hanno un r<strong>it</strong>mo alto, alimentato dalla loro rival<strong>it</strong>à.<br />

Sono i più bravi a leggere e andare forte. Anche quando non<br />

vincono sono sempre tra i primi e vincono pure partendo per primi,<br />

senza seguire le tracce. È una dote incredibile, colpo d’occhio sulla<br />

strumentazione e via a gas aperto. Oggi sono 4 a 3 per Despres,<br />

forse Coma l’ha persa per avere cambiato un motore in più».<br />

non credi che sarebbe bello vedere in corsa moto di serie?<br />

come i G/S, le Xt e le africa twin di una volta. moto meno esasperate<br />

e più robuste. cosa ne pensi? non crescerebbe ancora<br />

l’interesse delle case e degli appassionati?<br />

«Non sarebbero adatte per i terreni che ci fanno fare. Pensa che<br />

oggi i percorsi sarebbero inadatti anche alle agili 690. Il 450 è perfetto,<br />

leggero, agile da girare. C’è stato il 50% di r<strong>it</strong>iri quest’anno, e<br />

sono ancora pochi. <strong>Moto</strong> più pesanti non andrebbero da nessuna<br />

parte».<br />

I tuoi coscr<strong>it</strong>ti passano alle auto e tu “giochi” ancora con le<br />

moto?<br />

«Ho trovato le auto più affaticanti, dico sul serio. In moto sopperisci<br />

col fisico allenato, in auto no. Certe discese in moto le faccio<br />

con una certa paura, in auto o camion sarebbe ancora peggio, non<br />

le farei proprio».<br />

raccontaci un episodio.<br />

«Partiamo dal presupposto che in gara io cerco di dare una mano<br />

agli altri, sperando che al momento del bisogno ti torni indietro. Ho<br />

aiutato Ciotti in un paio di occasioni. La sua moto perdeva qualche<br />

colpo di motore, gli ho fatto cenno di spegnere le luci e dopo lui mi<br />

ha ripassato a cannone. La batteria si stava scaricando e togliendo<br />

84<br />

i fanali, la moto è ripart<strong>it</strong>a sub<strong>it</strong>o. Sono i segreti del mestiere di uno<br />

come me, che ha fatto tante Dakar. Un altro episodio riguarda la<br />

mia caduta, su un sasso non visto. Mi sono rotto una costola sugli<br />

strumenti e il piede sulle pietre. Ma la moto non si è fatta nulla e<br />

sono potuto ripartire. Devo ringraziare anche la Gaerne, dato che<br />

lo stivale ha protetto davvero bene il piede!».<br />

conta di più la testa o il fisico?<br />

«La testa è importante, oggi comincia a mancarmi un po’ il fisico.<br />

Bisogna tener duro e andare avanti. Mi sono riemp<strong>it</strong>o di antidolorifici<br />

per proseguire dopo l’incidente. È importante anche mangiare<br />

bene e tanto!».<br />

Segui una dieta particolare?<br />

«Tanta pastasciutta e poi moltissime barrette energetiche. Avevo<br />

fatto una bella scorta in Italia prima di partire, e mi sono serv<strong>it</strong>e<br />

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2012<br />

tutte! Bere e mangiare in gare è importante».<br />

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<strong>47</strong><br />

Franco, di cosa ti occupi ora?<br />

«Di viaggi e moto. Preparo le moto per affrontare i rally. E organizzo<br />

viaggi nel deserto. Do una mano ai miei clienti. Se uno vuole andare<br />

sul sicuro, gli offro tutto il mio supporto nei rally. A 45 anni avevo<br />

mollato, ma oggi a 56 anni i rally mi tengono vivo e sono felice di<br />

correre ancora».<br />

L’anno prossimo tornerai a correre?<br />

«Durante la gara dicevo basta, basta, basta. Ma la prossima sarà la<br />

mia 20esima Dakar, come faccio a dir di no? Devo trovare i classici<br />

aiutini e poi vedrò di esserci».<br />

Grazie!<br />

«Grazie a voi, alla prossima!».<br />

»»<br />

» Prove News<br />

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“Quando il cambio ballava<br />

da destra a sinistra”<br />

di Nico Cereghini | Il vero motociclista il cambio lo vuole, ma anni<br />

fa persino il più appassionato di noi poteva anche odiarlo: europei<br />

e giapponesi ci l<strong>it</strong>igarono sopra, e noi rischiammo la pelle<br />

Ciao a tutti! Adesso che<br />

stanno arrivando numerose<br />

proposte di<br />

nuove moto con il cambio automatico,<br />

sempre più gli appassionati<br />

prendono le distanze.<br />

“Il vero motociclista il cambio<br />

lo vuole”, si dice, e io concordo:<br />

l’automatico è perfetto per chi<br />

si avvicina alla moto per necess<strong>it</strong>à,<br />

più che per passione,<br />

perché magari proviene dallo<br />

scooter e non ha mai usato il<br />

pedale, o perché semplicemente non si sente capace di imparare.<br />

Ma a noi il cambio piace, anzi di più: per noi è parte integrante<br />

della bellezza della guida. Eppure c’è stato un momento, neanche<br />

tanto in là, in cui il comando del cambio stava sullo stomaco a tutti.<br />

E a momenti anche a me. Mi riferisco ai primi anni Settanta: tutti<br />

eravamo ab<strong>it</strong>uati al cambio destra con la prima in alto, perché le<br />

moto <strong>it</strong>aliane, come del resto tutte le europee, erano attrezzate<br />

così fin dalla notte dei tempi. E invece arrivarono i giapponesi a far<br />

casino. Cambio a sinistra e prima in basso, così funzionavano le<br />

prime Kawasaki 500 tre cilindri (che avevano il folle sotto la prima!<br />

Scalavi scalavi e finivi in folle) e le Honda 750 Four, cioè le prime<br />

giapponesi arrivate qui in grandi quant<strong>it</strong>à. Per un po’ di anni la s<strong>it</strong>uazione<br />

restò molto confusa: gli europei segu<strong>it</strong>arono imperterr<strong>it</strong>i<br />

a tenere il cambio a destra e i giapponesi non mollarono perché<br />

sapevano di avere ragione: “In macchina con qualche piede freni?<br />

Col destro! Perché far diversamente?”. Noi tester eravamo un po’<br />

ag<strong>it</strong>ati: scendere da una moto <strong>it</strong>aliana con il cambio a destra e la<br />

prima in alto, per montare sulla giapponese con il cambio a sinistra<br />

e a rovescio era inquietante. Ricordo una comparativa delle<br />

750 a Monza, su e giù con sei o sette moto diverse con la paura<br />

di sbagliare piede in tutte le staccate. Ma la s<strong>it</strong>uazione peggiorò<br />

addir<strong>it</strong>tura quando qualche casa nostrana, per adeguarsi, spostò<br />

il cambio da un lato all’altro con un semplice alberino trasversale,<br />

con il risultato finale di avere il cambio a sinistra come sulle nippo,<br />

però con la prima in alto! Ricordo che un famoso giornalista riuscì<br />

a bruciare la frizione di una Benelli 250 così sistemata in dieci metri;<br />

avviò il motore, naturalmente in folle, e poi, per imboccare la<br />

rampa in sal<strong>it</strong>a fuori dal box, premette sul pedale per inserire quella<br />

che pensava fosse la prima come sulle giapponesi. Era la seconda,<br />

il motore stentava, allora pensò “ho sbagliato, devo premere<br />

ancora” e trovò la terza con la quale provò a salire frizionando alla<br />

disperata. Per fortuna anche la Benelli, come le altre case europee,<br />

alla fine cap<strong>it</strong>olò. E progressivamente tutte le moto ebbero il<br />

loro bel cambio a sinistra come succede oggi. Pensateci, tutte le<br />

volte che fate clic inserendo la prima in basso senza nemmeno dover<br />

ragionare, pensate a noi vecchi motociclisti che abbiamo tanto<br />

sofferto per voi.<br />

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07 Febbraio<br />

2012<br />

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Scendere da una moto <strong>it</strong>aliana con il cambio<br />

a destra e la prima in alto, per montare sulla<br />

giapponese con il cambio a sinistra e<br />

a rovescio era inquietante<br />

““<br />

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Massimo Clarke: “BSa, ricordo<br />

di una grande Casa”<br />

di Massimo Clarke | Un doveroso omaggio a un nome da tempo<br />

entrato nella leggenda e a una serie di moto della più classica scuola<br />

inglese, che hanno fatto sognare intere generazioni di appassionati<br />

Poco più di quaranta anni<br />

fa, alla fine del 1971,<br />

chiudeva i battenti il<br />

reparto corse di uno dei più<br />

grandi e famosi costruttori<br />

inglesi, le cui splendide moto<br />

erano state grandi protagoniste<br />

di un’epoca irripetibile. Era<br />

l’inizio della fine per il glorioso<br />

marchio BSA. Il 1972 è stato<br />

l’ultimo anno di piena attiv<strong>it</strong>à,<br />

per questa casa. La commercializzazione<br />

di alcuni modelli<br />

di serie, quasi sempre assemblati<br />

utilizzando parti giacenti<br />

in magazzino, è continuata, a<br />

r<strong>it</strong>mi e con volumi via via decrescenti,<br />

fino quasi al termine del<br />

1973. In segu<strong>it</strong>o ci sono stati alcuni<br />

tentativi di far rinascere il<br />

88<br />

marchio, realizzando delle<br />

moto con motore di fabbricazione<br />

altrui ma si è trattato soltanto<br />

di fuochi di paglia.<br />

Gli inizi<br />

La BSA aveva iniziato la sua attiv<strong>it</strong>à<br />

nel 1861 producendo armi<br />

leggere (e infatti l’acronimo sta<br />

per Birmingham Small Arms),<br />

tanto è vero che per lungo tempo<br />

lo stemma è stato cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />

da tre fucili incrociati. Poi sono<br />

arrivate le biciclette e, nei primi<br />

anni del XX secolo, le moto<br />

(con motore di propria fabbricazione<br />

dal 1910). L’azienda<br />

è gradualmente diventata un<br />

grande gruppo industriale, attivo<br />

in svariati settori. Durante<br />

la seconda guerra mondiale<br />

ha prodotto per le forze armate<br />

br<strong>it</strong>anniche oltre 120.000<br />

esemplari della monocilindrica<br />

M 20 a valvole laterali di 500<br />

cm3. Punto di forza della produzione<br />

prebellica erano delle<br />

belle e performanti monocilindriche<br />

di 350 e 500 cm3, alle<br />

quali si aggiungevano alcune<br />

grosse bicilindriche a V. Diversamente<br />

dalle altre grandi<br />

case inglesi, la BSA non si è mai<br />

impegnata ufficialmente nei<br />

gran premi e quindi non ha mai<br />

vinto al Tourist Trophy né nelle<br />

gare del campionato mondiale<br />

di veloc<strong>it</strong>à, ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o nel 1949.<br />

Ha però ottenuto importanti<br />

successi nelle competizioni<br />

per le moto derivate dalla serie<br />

e nel campionato mondiale<br />

di Cross, con due t<strong>it</strong>oli vinti dal<br />

grande Jeff Sm<strong>it</strong>h in sella a una<br />

moto con motore direttamente<br />

estrapolato da un modello stradale.<br />

Gli anni cinquanta<br />

Nel 1951 la casa di Birmingham<br />

ha acquis<strong>it</strong>o la Triumph, che<br />

già possedeva l’Ariel e la New<br />

Hudson, formando un gruppo<br />

che per un certo tempo è stato<br />

il più grande costruttore di<br />

moto del mondo. La gamma<br />

BSA comprendeva delle semplici<br />

e robuste monocilindriche<br />

a due tempi denominate Bantam,<br />

direttamente copiate dalle<br />

tedesche DKW RT, delle ottime<br />

monocilindriche a quattro tempi<br />

con distribuzione ad aste e<br />

bilancieri di 350 e 500 cm3 e<br />

delle bicilindriche di 500 e 650<br />

cm3 , in produzione rispettivamente<br />

dal 19<strong>47</strong> (con riprogettazione<br />

del motore, sempre a<br />

due cilindri paralleli, nel 1949) e<br />

dal 1950. Si trattava delle A7 e<br />

delle A 10, dotate di cambio separato,<br />

che sono state costru<strong>it</strong>e<br />

in più versioni e che sono<br />

state grandi protagoniste della<br />

scena motociclistica mondiale<br />

fino all’inizio degli anni Sessanta.<br />

Il principale mercato estero<br />

per queste BSA era quello americano,<br />

con numeri di vend<strong>it</strong>a<br />

molto cospicui. Si trattava di<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

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Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

» Prove News<br />

moto dalle prestazioni elevate,<br />

con uno styling che ha fatto<br />

epoca e ottime doti di robustezza<br />

e affidabil<strong>it</strong>à. Non per<br />

nulla quando ha deciso di realizzare<br />

una grossa cilindrata,<br />

all’inizio degli anni Sessanta, la<br />

giapponese Meguro ha copiato<br />

direttamente un motore bicilindrico<br />

BSA.<br />

Gold Star<br />

Tra le monocilindriche, un posto<br />

di rilievo spetta alla Gold<br />

Star, una moto giustamente<br />

entrata nella leggenda per le<br />

sue prestazioni, la sua robustezza<br />

e la sua versatil<strong>it</strong>à, oltre<br />

che per la meravigliosa estetica<br />

di alcune versioni. Il motore,<br />

89


che derivava da un progetto di<br />

Val Page del 1937, deb<strong>it</strong>amente<br />

riveduto e sviluppato nel corso<br />

degli anni Cinquanta da Doug<br />

Hele, aveva la distribuzione<br />

ad aste e bilancieri e la lubrificazione<br />

a carter secco, ed era<br />

collegato al cambio separato<br />

da una trasmissione primaria<br />

a catena posta sul lato sinistro.<br />

La versione più famosa è stata<br />

la DBD 34 di 500 cm3 (alesaggio<br />

e corsa = 85x 88 mm),<br />

prodotta dal 1956 al 1963, che<br />

è arrivata ad erogare una potenza<br />

dell’ordine di 39 cavalli<br />

a circa 7000 giri/min. Minore<br />

diffusione hanno avuto le 350<br />

(B 32, DB 32).<br />

La Gold Star è stata prodotta<br />

in versioni sportive stradali, da<br />

cross, da enduro e da deserto;<br />

queste ultime erano destinate<br />

al mercato USA, dove hanno<br />

vinto molto.<br />

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Gli anni Sessanta<br />

Il posto di queste ottime monocilindriche<br />

è stato preso dai<br />

modelli con cambio in blocco,<br />

derivate come arch<strong>it</strong>ettura<br />

d’assieme dalla C 15 di 250<br />

cm3 del 1958. Nel 1960 è apparsa<br />

così la B 40 di 350 cm3,<br />

che si è evoluta nelle famose<br />

441 Victor, realizzate in versioni<br />

Enduro, Roadster (poi divenuta<br />

Shooting Star) e da cross,<br />

entrate in produzione attorno<br />

alla metà degli anni Sessanta.<br />

Grazie ad esse la BSA ha vinto<br />

il mondiale di cross nel 1964 e<br />

1965, ed è arrivata seconda nel<br />

’68 e ’69. L’ultima, sfortunata<br />

discendente di questa linea<br />

evolutiva è stata la B 50, con<br />

cilindrata portata a 500 cm3. È<br />

stata prodotta nel 1971 e 72 in<br />

tre versioni. Un esemplare, elaborato<br />

da Mead e Tomkinson e<br />

condotto da Brown e Rollason,<br />

arrivò primo della classe 500 e<br />

secondo assoluto (dietro la Laverda<br />

750 di Brettoni e Angiolini)<br />

nella 24 ore di Barcellona<br />

del 1971. Le bicilindriche con<br />

cambio in blocco (ma sempre<br />

con primaria a catena, due<br />

soli cuscinetti di banco, cilindri<br />

in ghisa e albero a camme<br />

piazzato nella parte superiore<br />

del basamento, sub<strong>it</strong>o dietro il<br />

piano di appoggio dei cilindri)<br />

sono comparse nel 1962 e sono<br />

state prodotte nelle versioni di<br />

500 e 650 cm3. Tra i modelli<br />

di maggiore successo, tutti<br />

650, vanno ricordati il Thunderbolt<br />

(monocarburatore) e<br />

il Lightning (bicarburatore).<br />

Prima della comparsa della tricilindrica<br />

Rocket Three la BSA<br />

di prestazioni più elevate era<br />

la Sp<strong>it</strong>fire, prodotta in quattro<br />

versioni successive, dal 1964<br />

al 1969. Disponeva di poco più<br />

di 50 cavalli (a detta della casa)<br />

e superava i 180 km/h. Meno<br />

popolare ma bellissima e divertente<br />

era la Firebird Scrambler,<br />

studiata principalmente per il<br />

mercato americano. Purtroppo,<br />

con una decisione sciagurata,<br />

nel 1971 le bicilindriche BSA<br />

sono state completamente rivedute<br />

a livello estetico e di ciclistica.<br />

Sono così state dotate<br />

di un nuovo telaio, nel quale era<br />

ricavato il serbatoio dell’olio,<br />

di orribili mozzi conici e hanno<br />

perso tutto il loro fascino.<br />

Per quanto riguarda lo styling,<br />

basta dire che sono diventate<br />

davvero brutte. Inoltre, erano<br />

oramai superate tecnicamente.<br />

E infatti l’insuccesso commerciale<br />

delle ultime versioni è<br />

stato clamoroso.<br />

La a 75 r rocket<br />

La BSA ha affidato alla A 75 R<br />

Rocket Three, praticamente<br />

gemella della Triumph Trident<br />

(il motore differiva solo per<br />

la leggera inclinazione della<br />

bancata dei tre cilindri e per i<br />

coperchi laterali) le ultime speranze<br />

di risollevare le sorti della<br />

azienda. Questa moto disponeva<br />

di 58 cavalli a 7250 giri/min,<br />

che le consentivano una veloc<strong>it</strong>à<br />

di punta prossima ai 200<br />

chilometri orari. In un certo<br />

senso il motore poteva essere<br />

considerato, come schema costruttivo,<br />

un Triumph 500 con<br />

l’aggiunta di un cilindro. La A<br />

75 R è stata lanciata nel 1968,<br />

anche se in effetti la produzione<br />

avrebbe potuto iniziare un<br />

paio di anni prima. Le prestazioni<br />

erano ottime, e il motore<br />

era robusto, ma oramai abbastanza<br />

datato come soluzioni<br />

e come layout complessivo.<br />

Le esigenze di manutenzione<br />

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Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

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erano considerevoli e l’estetica<br />

non proprio entusiasmante.<br />

Se a questo si aggiunge che<br />

all’inizio degli anni Settanta la<br />

concorrenza proponeva moto<br />

molto più moderne, con avviamento<br />

elettrico, freni a disco<br />

e prestazioni esaltanti, appare<br />

chiaro per quale ragione la<br />

Rocket Three non è riusc<strong>it</strong>a a<br />

salvare la BSA, nonostante gli<br />

importanti successi ottenuti in<br />

gare prestigiose come la 200<br />

miglia di Daytona del 1971. Proprio<br />

le tricilindriche da competizione,<br />

dotate di uno splendido<br />

telaio realizzato da Rob North,<br />

sono state il vero canto del cigno<br />

della casa di Birmingham.<br />

Ricercatissime, sono tra le<br />

grandi protagoniste delle odierne<br />

gare per moto storiche, nelle<br />

quali per la ver<strong>it</strong>à si impiegano<br />

quasi sempre delle bellissime<br />

repliche.<br />

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I racconti di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong>:<br />

“Zero chilometri l’ora”<br />

di A. Priv<strong>it</strong>era | Possiedo dei gesti che hanno un significato, tipo fare il<br />

caffè: chiudere il pranzo e prepararmi al pomeriggio. Togliermi le cose<br />

dalle tasche quando arrivo a casa: liberarmi dalle inutil<strong>it</strong>à per rimanere<br />

finalmente e autenticamente me stesso...<br />

Possiedo dei gesti che<br />

hanno un significato,<br />

tipo fare il caffè: chiudere<br />

il pranzo e prepararmi al pomeriggio.<br />

Togliermi le cose dalle<br />

tasche quando arrivo a casa:<br />

liberarmi dalle inutil<strong>it</strong>à per<br />

rimanere finalmente e autenticamente<br />

me stesso. Levarmi il<br />

casco solo dopo che ho posato<br />

la moto nel box di casa, invece,<br />

significa emozioni fin<strong>it</strong>e: si torna<br />

sulla terra. Magari ero andato<br />

solo a comprare il pesce. Mi<br />

gira la testa. Oggi non avvierò<br />

il motore della mia motocicletta.<br />

Non credo. Ab<strong>it</strong>o al terzo ed<br />

ultimo piano di un palazzo di<br />

fronte alla biblioteca comunale,<br />

nel cui giardino credo vi sia un<br />

piccolo postribolo per felini: insomma<br />

questi gatti si moltiplicano<br />

e noi del vicinato ci sentiamo<br />

in dovere di mantenerli tutti<br />

a pasta e acqua. Molti di questi<br />

micetti, quando entro nel mio<br />

cortile per prendere la moto,<br />

mi seguono. Forse sperano che<br />

mi cada dalle mani qualcosa da<br />

mangiare, forse sono incurios<strong>it</strong>i<br />

dal mio zampettare a motore<br />

spento per non disturbare il<br />

vicinato col mio bombardone<br />

92<br />

1200, forse faccio un odore che a loro piace. Vallo a sapere. Ecco,<br />

io non bevo tanto. No. Però ogni tanto mi scappa il bicchierino. Poi<br />

metti che il tuo umore ha deciso che oggi è il momento di fare il bis<br />

con la grappa e quando scendi in garage per montare sulla moto<br />

capisci che è il caso di buttare le chiavi nel gabinetto da come ti<br />

senti euforico e privo di freni inib<strong>it</strong>ori: il prodromo di un bell’incidente<br />

da incoscienti. Quindi, come dicevo prima, ho deciso di non<br />

accendere la moto che già vedevo i t<strong>it</strong>oli dei giornali: “La tracotanza<br />

della mafia non ha lim<strong>it</strong>i: centauro sfonda ingresso del palazzo<br />

di giustizia in vile attentato notturno”; invece sarei stato io, alticcio,<br />

sbagliando riferimento per la staccata, distruggendo inoltre la mia<br />

moto in primavera. Ma la voglia di fare un giro è tanta. Troppa. Ne<br />

ho bisogno. Metto il casco, tanto fino a qui nessun rischio, anzi.<br />

Metti che cado in garage. Faccio uscire la moto a marcia indietro<br />

dal box. La posiziono in direzione usc<strong>it</strong>a. Cavolo, è mezzanotte; se<br />

avvio il motore faccio saltare il pacemaker alla signora del primo<br />

piano. Faccio un favore all’Inps? Magari domani, oggi avevo promesso<br />

a me stesso che avrei fatto il bravo. <strong>Moto</strong>re spento. I gatti<br />

invece rispettano pienamente la procedura che abbiamo verificato<br />

mille volte: si piazzano di fronte alla moto e aspettano che io salga<br />

in sella per rompere le righe e andarsi a fare i fatti propri. Gesù, mi<br />

gira la testa. Non so se vi ho già detto che sono astemio. Io con i<br />

soli vapori dell’alcol denaturato vado in coma etilico, fate voi. Voglio<br />

salire in moto, basta! E ci salgo, manca poco per scaraventarla dal<br />

lato opposto ma la mia esperienza ha la meglio sul tasso alcolemico<br />

e sono saldamente in sella, mani sul manubrio, pollice tentato<br />

dal tasto “start”; nel frattempo ho già girato la chiave nel quadro.<br />

I gatti si dileguano: se ne va “Senzacoda”, scappano “Tai-lung”,<br />

“Monocchio” e pure gli altri a cui non ho mai dato un nome. Ne<br />

rimane uno, bellissimo. Bianco. A dire la ver<strong>it</strong>à sembra un soprammobile<br />

che irto sulle zampe mi osserva con gli occhietti indagatori.<br />

Non dico che non lo avevo mai visto prima d’ora ma non so<br />

perché lo abbinavo a tutt’altro luogo. Tipo che mi sembra un gatto<br />

d’appartamento piuttosto che un randagio. E’ anche troppo pul<strong>it</strong>o.<br />

Micetto spostati che qui ho 120 cavalli che stanno per uscire dal<br />

recinto.<br />

- lo stai per fare sul serio?<br />

- Eh??<br />

- Hai sent<strong>it</strong>o benissimo, imbecille. Una voce sottile di ragazza mi<br />

ha appena dato dell’imbecille. Ma qui siamo solo io e lui, il micio.<br />

- sono una lei, cretino.<br />

- Ah, sei tu. Non sono stup<strong>it</strong>o.<br />

- Sì, sono io. Se accendi quel motore e vai a fare un giro notturno<br />

da ubriaco rischi di non tornare a casa intero. E magari lo rischia<br />

anche qualcuno che non c’entra niente. Ma a me importa di te, cerca<br />

di capirlo!<br />

- No, di me non credo possa importarti granché. Lo so che sei solo<br />

nei miei pensieri alcolici, lo so che chissà dove sei veramente, lo so<br />

che è più forte il dolore per averti perso che l’amara soddisfazione<br />

di sapere che avevo ragione io sui fragili motivi che ci tenevano ancora<br />

insieme, so tutto.<br />

- io non voglio che tu accenda quella moto.<br />

- E cosa vorresti, ancora? Ci faccio solo un giretto. Mi rilassa, mi<br />

aiuta a pensare, mi aiuta a prendere le cose dal loro verso, è…<br />

Continua su moto.<strong>it</strong><br />

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I racconti di <strong>Moto</strong>.<strong>it</strong>: Debutto in pista<br />

di Marco Marangoni | La prima volta non si scorda mai… Quel debutto<br />

rimane nella mia memoria con un sapore di unic<strong>it</strong>à forse irrepetibile, ma<br />

si tratta in fondo di un sogno alla portata di molti di noi<br />

Una sera di aprile, sul divano<br />

di casa, immerso<br />

come sempre in letture<br />

di spessore… motociclistico,<br />

odo distrattamente: “Hai<br />

qualche desiderio per i nostri<br />

10 anni di matrimonio?”. Trasecolo:<br />

“Come? 10 anni!? Un<br />

regalo!?”. Ab<strong>it</strong>uatissimo a<br />

fantasticare a due ruote, non<br />

mi lascio cogliere di sorpresa<br />

e rilancio senza tergiversare:<br />

“Una giornata in pista, anzi,<br />

debutto in pista !”. Giulia accetta,<br />

è fatta! Inizia la fase della<br />

ricerca spasmodica su web di<br />

proposte, blog e prezzi, non<br />

senza qualche calo di rendimento<br />

sul lavoro... Mi lascio<br />

presto convincere dalla proposta<br />

di corsidiguida.<strong>it</strong>: il circu<strong>it</strong>o<br />

innanz<strong>it</strong>utto, Castelletto di<br />

Branduzzo, adatto a chi non ha<br />

esperienze precedenti di guida<br />

veloce in pista e a chi, come il<br />

sottoscr<strong>it</strong>to, da possessore di<br />

supermotard – una KTM 690<br />

SMC – vuole più di tutto curve,<br />

curve e ancora curve. E poi lo<br />

staff, da leccarsi i baffi: Meda,<br />

Locatelli, Luzzi, Temporali,<br />

Corsi, un certo Gasolio e altri<br />

ancora, insomma un’abbuffata<br />

di quel motociclismo che seguo<br />

da quasi 30 anni su ogni<br />

tipo di supporto, TV, stampa<br />

94<br />

e più recentemente web. Aspettando il grande giorno realizzo di<br />

non essermi ancora tolto la ruggine dell’inverno. Devo cercare di<br />

rimediare: mi angustia l’idea di arrivare in pista, al debutto in pista,<br />

rigido e impacciato nella guida. Avendo poco tempo per staccare<br />

la spina dal lavoro, decido di allungare il trag<strong>it</strong>to in moto di una<br />

noiosa Milano-Lecco con una dose concentrata di curve. Scelgo<br />

poco furbamente la strada che porta a Morterone, il comune più<br />

piccolo d’Italia, sperduto nelle prealpi che attorniano il gruppo del<br />

Resegone. E’ la strada più stretta che mi sia mai toccata in sorte e<br />

mi r<strong>it</strong>rovo spontaneamente con la gamba interna tesa all’interno<br />

di ogni tornante...Buono forse per togliersi la ruggine, molto meno<br />

come training alle curve ben più ampie della pista…<br />

e il grande giorno, finalmente, arriva. Appuntamento alle 8.30<br />

a Castelletto. Là mi aspettano il circu<strong>it</strong>o, la tuta in pelle (che noleggio<br />

non avendone una mia), l’incontro con quella pletora di invidiatissimi<br />

tester/piloti/commentatori della passione più bella<br />

del mondo, e naturalmente l’eccezionale richiamo al divertimento.<br />

Mi alzo felice come solo da bambino il giorno di Natale precedendo<br />

la sveglia di un’ora secca, e mi r<strong>it</strong>rovo sul posto con un’ora e<br />

mezza di anticipo quando ancora tutto langue. Giungono le prime<br />

persone dello staff: qualche battuta, un saluto, e poi fuori le<br />

moto d’ordinanza: alcune Harley XR 1200 con scarico Termignoni<br />

e k<strong>it</strong> pedane rialzate, un paio di Brutale da leccarsi i baffi e una<br />

splendida MV F4. L’ordine non è casuale: le prime sono destinate<br />

ai tester impegnati con i neof<strong>it</strong>i, le seconde al corso avanzato e la<br />

F4 niente meno che ai PRO. Arrivano anche i primi allievi, che già<br />

scruto con una certa diffidenza per cercare di capire se trattasi<br />

di manici incall<strong>it</strong>i o di turisti come più o meno mi sento interiormente.<br />

La maggior parte vanta tuta in pelle di proprietà. Le moto<br />

della concorrenza, ancorché non supermotard, non sono però temibili<br />

GSXXXXR, ZXXR, EVO SSSSP, bensì prevalentemente jap<br />

di media cilindrata. Spicca un’impeccabile Multistrada 1200 con<br />

destriero in tinta, rivelatosi però più tardi poco incline a esporre<br />

al suolo cotanta livrea… Si comincia con le lezioni teoriche. I temi<br />

sono casco, tuta, gomme, sospensioni, sicurezza, traumatologia,<br />

comportamento in pista. Le lezioni sono ben fatte, ma più di tutto<br />

apprezzo il clima scherzoso e cameratesco che si instaura ben<br />

presto, complice l’affiatamento tra i componenti del nostro dream<br />

team. Non riesco a non pensare che costoro si divertano in<br />

continuazione, anche - sì ! - durante il lavoro. Il tempo però passa,<br />

e inizio a diventare insofferente alle domande dei sol<strong>it</strong>i secchioni<br />

che tirano in lungo le lezioni. Ho voglia, più di tutto, di montare in<br />

sella, dare gas, e cominciare l’esplorazione del fantastico mondo<br />

della pista. Finalmente, dopo un paio di ore, giunge l’agognato<br />

“rompete le righe !”. Usciamo all’aperto, a gruppi di 4/5 allievi per<br />

istruttore, sgonfiamo le gomme al punto giusto, e accendiamo la<br />

musica… dei motori si intende! Al mattino gireremo con l’istruttore<br />

sempre in testa al gruppo, avvicendandoci ai suoi scarichi per<br />

meglio coglierne i movimenti in sella e naturalmente le traiettorie.<br />

Di pomeriggio invece prenderemo a turno la testa del gruppo,<br />

segu<strong>it</strong>i dall’istruttore, così da dargli al termine della sessione sani<br />

argomenti di correzione e/o inc<strong>it</strong>amento.<br />

Si parte! Come segugi dietro ad una preda succulenta, ci mettiamo<br />

alla ruota del nostro istruttore, sua maestà Roberto<br />

07 Febbraio<br />

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Locatelli. Il numero 1 circondato<br />

da alloro che campeggia<br />

sulla sua tuta dinnanzi a noi,<br />

con tanto di scr<strong>it</strong>ta 2000 World<br />

Champion, è semplicemente<br />

irresistibile. Si inizia trotterellando.<br />

Il Loca enfatizza in staccata<br />

gli spostamenti sulla sella,<br />

a mostrarci il corretto trasferimento<br />

di peso verso l’interno<br />

curva e il gioco di piedi sulle<br />

pedane. Nello stesso tempo,<br />

voltandosi ripetutamente verso<br />

di noi, controlla che seguiamo<br />

fedelmente le sue traiettorie.<br />

Il r<strong>it</strong>mo progressivamente aumenta,<br />

e il divertimento anche.<br />

Spaziare da un cordolo all’altro<br />

su un asfalto perfetto, dare…<br />

Continua su moto.<strong>it</strong><br />

95


Squadra che vince non<br />

si cambia ma se possibile<br />

si potenzia. A Civ<strong>it</strong>a<br />

Castellana il team Althea ha<br />

presentato la nuova livrea delle<br />

sue moto ed ha confermato<br />

la ferma volontà di restare sul<br />

gradino più alto del mondiale<br />

Superbike con Checa e di puntare<br />

in alto anche con Giugliano.<br />

Genesio Bevilacqua raccoglie<br />

la sfida lanciatagli dai team<br />

ufficiali e affianca al cavaliere<br />

Checa lo scudiero Giugliano.<br />

Uno scudiero che si potrebbe<br />

rivelare una scomoda presenza<br />

sia per lo spagnolo che per<br />

gli avversari. La presentazione<br />

della formazione Althea 2012 è<br />

avvenuta nella sede dell’azeinda<br />

di ceramiche di Genesio che<br />

è anche sede della squadra e<br />

della sua stupenda collezione<br />

di moto da corsa (leggi il nostro<br />

articolo sulla collezione di<br />

Bevilacqua). Oltre alla stampa<br />

erano presenti anche Paolo<br />

Flammini e Paolo Ciabatti, rispettivamente<br />

CEO e General<br />

manager di Infront <strong>Moto</strong>r<br />

Sports, Ernesto Marinelli, Direttore<br />

del Progetto SBK per<br />

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Il team althea affronta la nuova<br />

stagione per confermarsi e stupire<br />

di Carlo Baldi | Le v<strong>it</strong>torie del 2011 non hanno certamente appagato<br />

Genesio Bevilacqua che ha presentato un team forte di nuovi sponsor,<br />

con Giugliano pronto a stupire e Checa preoccupato per i chili di troppo<br />

della sua Ducati<br />

96<br />

Ducati e numerosi sponsor tra i quali Tim e Snai che affiancheranno<br />

Unibat ed Althea in questa nuova avventura. Unibat, nota<br />

azienda produttrice di batterie per moto ed auto ha creduto sin<br />

dall’inizio nelle potenzial<strong>it</strong>à della squadra <strong>it</strong>aliana, ed il suo Amministratore<br />

Delegato Antonio Annoscia ha confidato di aver di fatto<br />

rinnovato il contratto per il 2012 già a Portimao, al termine di una<br />

stagione trionfale.<br />

Le due nuove aziende che faranno compagnia ad Althea e Unibat<br />

saranno Tim e Snai. Legandosi al team Althea Racing, TIM, brand<br />

per la telefonia mobile di Telecom Italia, amplia la propria partnership<br />

con Ducati estendendo al mondiale Superbike l’intesa di<br />

sponsorship che già lega le due aziende nella <strong>Moto</strong>GP. Snai è invece<br />

leader in Italia nella gestione delle scommesse e dei concorsi<br />

a pronostici ed il suo Amministratore Delegato Stefano Bortoli ha<br />

affermato che la squadra di Civ<strong>it</strong>a Castellana incarna alla perfezione<br />

passione, energia e sport, valori in cui Snai si riconosce e che<br />

vuole portare all’attenzione del grande pubblico.<br />

L’intervista a davide Giuliano<br />

Al termine della presentazione abbiamo posto alcune domande a<br />

Carlos Checa (ascolta l’audio della sua intervista) e a Genesio Bevilacqua<br />

(ascolta l’audio della sua intervista) mentre con Davide<br />

Giugliano abbiamo fatto una chiacchierata che vi riportiamo qui<br />

di segu<strong>it</strong>o.<br />

davide ormai ci siamo. tra poco inizierà il mondiale Superbike.<br />

ti senti emozionato?<br />

«Per ora no, ma sono sicuro che l’emozione mi assalirà quando si<br />

accenderà il semaforo ed io mi troverò a partire vicino a Checa, a<br />

Biaggi, e Rea e a tutti gli altri. Però sono anche molto ansioso di<br />

partire, di andare in Australia e di buttarmi a capof<strong>it</strong>to in questo<br />

campionato».<br />

e il debutto avverrà a Phillip Island. una pista affascinante.<br />

«Hai ragione. Ci ho corso in Supersport nel 2007 e me la ricordo<br />

molto bene. Io poi sono innamorato dell’Australia per cui il mio debutto<br />

non poteva avvenire in un luogo migliore. A dire il vero ho già<br />

debuttato in Superbike lo scorso anno a Portimao, ma l’ho considerato<br />

più che altro un assaggio e non un debutto vero e proprio.<br />

Ora sarà tutto diverso. Però sono pronto e vado in Australia felice,<br />

forte delle mie convinzioni ma anche curioso di vedere cosa posso<br />

fare».<br />

vedo che sei sereno, segno che la tua squadra non ti sta mettendo<br />

troppe pressioni.<br />

«Il team sa benissimo che questo sarà il mio primo anno in Superbike<br />

e non mi sta creando nessuna pressione. Sono io che però mi<br />

rendo conto di far parte di quello che da molti viene considerato il<br />

migliore team del mondiale e potrò guidare la moto campione del<br />

mondo. Per questo pretenderò molto da me stesso pur sapendo<br />

che avrò avversari fortissimi ed esperti. Voglio imparare da loro,<br />

accumulare esperienza specialmente nelle prime gare per poi iniziare<br />

a puntare a qualche risultato che possa soddisfare sia me<br />

che la mia squadra ed i nostri sponsor».<br />

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Superbike » Prove<br />

Sei il campione uscente della<br />

Stock 1000 e corri da qualche<br />

anno. Pur non essendo certo<br />

un novellino quando sarai in<br />

pista non ti impressionerà il<br />

fatto di trovarti magari fianco<br />

a fianco con Biaggi, melandri<br />

o magari carlos?<br />

«Se pensassi solo al loro nome<br />

forse preferirei lasciar perdere<br />

e non uscire nemmeno dal box.<br />

Trovandomi in una curva con<br />

piloti pluri campioni del mondo<br />

forse mi metterei a guardarli<br />

ed andrei fuori pista. A parte gli<br />

scherzi io li guarderò davvero,<br />

perché penso che mi possano<br />

insegnare molto, però non mi<br />

fermerò al loro nome. Sono uomini<br />

come me e come me hanno<br />

voglia di correre e di vincere.<br />

97


Io sono certo che nel mondiale<br />

Superbike ci sia ancora la possibil<strong>it</strong>à<br />

di emergere a patto di tirare<br />

fuori tutto il proprio talento<br />

e di lavorare sempre con molta<br />

professional<strong>it</strong>à. Inoltre ho la<br />

fortuna di avere in squadra uno<br />

di questi campioni e sono convinto<br />

che questo per me sarà<br />

importante e mi potrà portare<br />

dei grandi insegnamenti».<br />

L’anno scorso hai fatto una<br />

grande stagione, ma alcuni gli<br />

anni precedenti sono stati invece<br />

più difficili. Potendo tornare<br />

indietro c’è qualcosa che<br />

non rifaresti?<br />

«No. Non c’è nulla del mio<br />

passato che cancellerei. Tutto<br />

quello che mi è successo è<br />

serv<strong>it</strong>o a farmi crescere e maturare.<br />

Ho avuto qualche esperienza<br />

negativa, ma proprio<br />

quelle forse mi hanno aiutato a<br />

comprendere meglio il mondo<br />

delle corse e a capire meglio<br />

le persone con le quali mi devo<br />

raffrontare. E non è un mondo<br />

facile».<br />

ora poi con la crisi economica<br />

è ancora più difficile, con molti<br />

piloti a piedi.<br />

«Di questi tempi un pilota si<br />

deve r<strong>it</strong>enere fortunato solo<br />

per il fatto di riuscire a correre.<br />

Io sono doppiamente fortunato<br />

perché non solo posso correre,<br />

ma lo faccio in un team che rappresenta<br />

il sogno per molti dei<br />

miei colleghi. Godo della fiducia<br />

della squadra e della Ducati che<br />

mi hanno dato questa grande<br />

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possibil<strong>it</strong>à. Sono un privilegiato e ora sta a me sfruttare tutto questo».<br />

visto che hai provato la Superbike a Portimao, quali sono le differenze<br />

più rilevanti con una moto Stock?<br />

«Le differenze sono notevoli. L’elettronica è stata per me una<br />

grande nov<strong>it</strong>à e mi sono trovato a sfruttare dei controlli che non<br />

conoscevo per niente. Ma l’elettronica non è la sola differenza rilevante.<br />

Basti pensare ai cerchi che sono diversi così come le gomme<br />

che sono slick e che ti fanno guidare in modo completamente<br />

diverso. Sono tante le cose che messe assieme fanno una notevole<br />

differenza. Poi per quanto ho potuto vedere a Portimao non<br />

è tanto difficile fare qualche giro buono, ma è difficilissimo farne<br />

molti. Bisogna correre sempre al lim<strong>it</strong>e e visto che i miei avversari<br />

lo fanno lo dovrò fare anche io».<br />

Sembri in perfetta forma. ti sei allenato molto?<br />

«Mi alleno tutti i giorni in palestra e cerco di rispettare una dieta<br />

alimentare corretta. E’ indispensabile fare così se vuoi arrivare nel<br />

modo giusto ad un campionato e ad un’occasione così importanti».<br />

tra i tuoi avversari chi r<strong>it</strong>ieni sia favor<strong>it</strong>o nella corsa al t<strong>it</strong>olo?<br />

«Oltre ai senatori Checa e Biaggi, vedo favor<strong>it</strong>i quei piloti che sono<br />

ancora giovani ma hanno già molta esperienza. Mi riferisco a Rea<br />

e Laverty ma anche a Melandri. Personalmente mi è sempre piaciuto<br />

molto Leon Haslam e quindi, visti anche i miglioramenti della<br />

BMW, lo reputo in grado di lottare per il mondiale. Ovviamente noi<br />

daremo il massimo per fare meglio di loro».<br />

Qual è il risultato che vorresti ottenere in questo tuo primo<br />

mondiale Superbike?<br />

«L’obiettivo è quello di stare spesso nei primi dieci almeno nella<br />

prima metà del campionato. Nella seconda invece vorrei scalare<br />

qualche posizione per entrare anche nella top five. Questa è la mia<br />

ambizione ed è il mio obiettivo.<br />

Tra qualche settimana ti dirò se è anche attuabile». Giugliano ci<br />

è sembrato molto maturo e sicuro di se e questo fa ben sperare<br />

la sua squadra ed i suoi tifosi. Certamente Genesio Bevilacqua ci<br />

ha visto giusto ed ha fatto bene a puntare su di lui. Siamo davvero<br />

curiosi di vedere cosa potrà fare già a partire dalle prime gare,<br />

nella speranza che gli sia dato il tempo necessario per ambientarsi<br />

nel più difficile campionato del mondo e per esprimere tutto il suo<br />

talento.<br />

98 99<br />

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Il team BMW Italia punta in alto<br />

con Fabrizio e Badovini<br />

di Carlo Baldi | Presentazione ufficiale per la squadra <strong>it</strong>aliana che con<br />

Ayrton Badovini e Michel Fabrizio punta ad entrare nella top five del<br />

mondiale Superbike. Baroni e Barrier i piloti della Stock 1000<br />

Un team ambizioso e tecnicamente competente, una moto<br />

dal grande potenziale e due piloti smaniosi di confermarsi<br />

ai massimi livelli. Se a tutto questo aggiungiamo un t<strong>it</strong>le<br />

sponsor (merce alquanto rara di questi tempi) abbiamo la fotografia<br />

ben chiara del team BMW <strong>Moto</strong>rrad Italia GoldBet che ieri<br />

è stato presentato alla stampa in una delle sale dello storico autodromo<br />

di Monza. Non si può certo dire che la squadra di Andrea<br />

Buzzoni, Direttore di BMW <strong>Moto</strong>rrad Italia, non abbia bruciato le<br />

tappe. Dopo aver debuttato nel 2010 nei campionati delle derivate<br />

dalla serie dominando la Superstock 1000 FIM Cup con Ayrton<br />

Badovini, lo scorso anno il team ha fatto il grande salto nel mondiale<br />

Superbike, ottenendo ottimi risultati nonostante il fatto che il<br />

compagno di Badovini, il due volte campione mondiale Superbike<br />

James Toseland, abbia disputato solo poche gare, v<strong>it</strong>tima di un<br />

infortunio talmente grave da indurlo al r<strong>it</strong>iro. Ayrton ha concluso<br />

il campionato al decimo posto della classifica piloti con 165 punti,<br />

sfiorando il podio a Misano, quarto dietro ad Haga per pochi decimi<br />

di secondo. Forte della squadra cap<strong>it</strong>anata da Serafino Foti,<br />

che tanto bene aveva fatto in precedenza con Ducati, il debuttante<br />

team BMW <strong>Moto</strong>rrad Italia lo scorso anno ha lavorato così bene<br />

da trovare soluzioni per la S1000RR talmente valide che la squadra<br />

ufficiale della Casa madre, che era invece al suo terzo anno<br />

in Superbike, le ha utilizzate per i propri piloti. Prendendo spunto<br />

da questo abbiamo provato a mettere (bonariamente) in difficoltà<br />

Buzzoni chiedendogli se fosse stata la sua squadra a mostrare alla<br />

BMW che per vincere ci vogliono gli <strong>it</strong>aliani.<br />

andrea Buzzoni<br />

«BMW ha una grande tradizione nelle corse automobilistiche, ma<br />

a fare la storia delle corse in moto sono da sempre <strong>it</strong>aliani e spagnoli.<br />

Ciò non toglie che la nostra moto sia frutto della tecnologia<br />

tedesca e che la nostra azienda stia acquisendo in pochi anni quel<br />

know how nelle corse motociclistiche che altri hanno impiegato<br />

molto più tempo a fare proprio».<br />

100<br />

come prevedi possa essere il campionato mondiale che sta per<br />

iniziare?<br />

«Sarà un campionato difficilissimo e molto combattuto, con sei,<br />

sette piloti in grado di aggiudicarsi il t<strong>it</strong>olo e dieci, dodici in grado di<br />

vincere le gare. Quasi impossibile fare un pronostico».<br />

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2012<br />

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Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

Superbike » Prove<br />

e quali sono le ambizioni della<br />

tua squadra? Quali obiettivi vi<br />

siete posti?<br />

«Il nostro target è quello di stare<br />

stabilmente nella top five.<br />

101


Al debutto in Superbike siamo<br />

entrati nei primi dieci e quindi<br />

ora vorremmo fare un ulteriore<br />

decisivo passo in avanti».<br />

Siete stati ad un passo da<br />

carlos checa<br />

«Sì, abbiamo avuto la lucida<br />

follia di fare una proposta al<br />

campione del mondo pur sapendo<br />

che probabilmente per<br />

noi sarebbe stato un azzardo<br />

schierare un pilota come Carlos<br />

nel nostro secondo anno in<br />

Superbike. La possibil<strong>it</strong>à era<br />

allettante, ci abbiamo provato<br />

e il sabato sera a Portimao<br />

102<br />

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sembrava che il progetto potesse realizzarsi. Poi invece la domenica<br />

mattina è cambiato tutto, ma non abbiamo rimpianti».<br />

ayrton Badovini e michel Fabrizio<br />

Dimenticato Checa, i piloti scelti per il 2012 sono stati Ayrton Badovini<br />

e Michel Fabrizio. Gemelli diversi. Gemelli perché entrambi<br />

hanno vinto e si sono messi in evidenza nella Superstock 1000.<br />

Gemelli perché entrambi hanno avuto una carriera caratterizzata<br />

da alti e bassi, da momenti fortunati e da altri che lo sono stati molto<br />

meno. Michel è stato per alcuni anni nel team ufficiale Ducati ai<br />

tempi di Tardozzi, ma lo scorso anno ha fatto molta fatica nel team<br />

Alstare Suzuki, tanto da confidarci di aver addir<strong>it</strong>tura pensato al<br />

r<strong>it</strong>iro.<br />

Ayrton una squadra ufficiale l’ha solo sfiorata, visto che il team<br />

PSG1 Kawasaki, che avrebbe dovuto lanciarlo in Superbike dopo<br />

una buona annata trascorsa in prest<strong>it</strong>o al team Pedercini, ha chiuso<br />

i battenti lasciandolo tragicamente a piedi.<br />

diversi come il diavolo e l’acqua Santa<br />

Serio, riservato e sempre pacato il “polentone” Ayrton da Biella,<br />

estroso, imprevedibile e guascone il “romanaccio” Michel da Frascati.<br />

Diversi, ma accomunati dalla fortuna di essere stati ingaggiati<br />

dal team BMW Italia che offre loro su un piatto d’argento la<br />

possibil<strong>it</strong>à di dimostrare le rispettive doti e di consacrarsi tra i top<br />

rider della Superbike. «Innanz<strong>it</strong>utto sono contento di essere ancora<br />

qui con il team BMW <strong>Moto</strong>rrad Italia perché di questi tempi poter<br />

far parte di una squadra così seria e compet<strong>it</strong>iva la considero<br />

una grande fortuna». Queste sono state le prime parole di Badovini,<br />

di chi ha conosciuto la fame (dal punto di vista motociclistico)<br />

e quindi sa apprezzare il pane. «Il mondiale Superbike è forse il<br />

campionato più difficile, ma sono fiducioso in quanto la moto è migliorata<br />

molto – ha prosegu<strong>it</strong>o Ayrton – e noi abbiamo un anno di<br />

esperienza in più. Spero di acciuffare quel podio che nel 2011 mi è<br />

sfugg<strong>it</strong>o per un soffio». Il Badovini visto a Monza ci è apparso conscio<br />

dei propri mezzi e forte della fiducia di tutta la sua squadra.<br />

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Anno<br />

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Superbike » Prove<br />

Questo sarà un anno importante<br />

per lui, un anno da “dentro o<br />

fuori”. Dentro o fuori la ristretta<br />

schiera dei top rider. Discorso<br />

molto simile per Michel. «Negli<br />

anni passati ho fatto molti errori<br />

– ha detto il pilota romano<br />

durante la presentazione- ogni<br />

tanto anche noi piloti ci fermiamo<br />

a ragionare, a fare un consuntivo<br />

del nostro passato ed<br />

io ho cap<strong>it</strong>o che di errori non<br />

ne posso più fare. Qui ci sono<br />

tutte le possibil<strong>it</strong>à per far bene<br />

ed io dovrò essere più costante<br />

e sbagliare di meno. Ho un<br />

nuovo manager ed un nuovo<br />

103


preparatore atletico e sono in<br />

piena forma sia del punto di<br />

vista fisico che psicologico.<br />

A Dicembre mi sono operato<br />

alle braccia per risolvere alcuni<br />

problemi fisici che negli ultimi<br />

anni mi avevano lim<strong>it</strong>ato.<br />

L’operazione è andata bene e<br />

domenica a Vallelunga ho percorso<br />

una decina di giri proprio<br />

per mettere alla prova le braccia<br />

sotto sforzo. L’es<strong>it</strong>o è stato<br />

molto pos<strong>it</strong>ivo e questo mi da<br />

ulteriore morale per la stagione<br />

ormai alle porte». Michel ci<br />

è sembrato sereno e sicuro di<br />

sé. Conosciamo da anni il pilota<br />

di Frascati e anche se sta cercando<br />

di mantenere un profilo<br />

basso, lo abbiamo visto felice<br />

e consapevole della fiducia che<br />

lo circonda. Assieme a Serafino<br />

104<br />

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Foti Fabrizio troverà anche molti dei tecnici con i quali ha lavorato<br />

nel team Ducati Xerox. Persone che conoscono i tasti giusti per<br />

scatenare l’indubbio talento di Michel che, se come sembra ha<br />

trovato le giuste motivazioni ed il giusto ambiente, può ottenere<br />

qualsiasi risultato.<br />

test in vista<br />

In Australia la squadra di Andrea Buzzoni disputerà cinque giornate<br />

di prove (il 13,14 e 15 prove libere, il 20 e 21 prove Infront) prima<br />

di affrontare il primo round del mondiale 2012 nel weekend del 24,<br />

25 e 26 Febbraio. Il tempo delle presentazioni sta lasciando spazio<br />

alla pista ed al cronometro.<br />

Stock 1000<br />

Per quanto riguarda invece il team Stock 1000, il difficile comp<strong>it</strong>o<br />

di ripetere la fantastica stagione 2010 che ha portato il team<br />

BMW Italia alla v<strong>it</strong>toria del t<strong>it</strong>olo è quest’anno sulle spalle di Lorenzo<br />

Baroni e del confermato Sylvain Barrier. Il primo è reduce<br />

da una stagione altalenante trascorsa nel team Althea all’ombra di<br />

Davide Giugliano, mentre il secondo ha mostrato talento, coraggio<br />

e un’irruenza che lo ha portato a commettere qualche errore, ma<br />

quest’anno sarà certamente uno dei piloti da battere.<br />

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Internazionali d’Italia:<br />

parla il team Yamaha Monster Energy<br />

di Massimo Zanzani | Ad una ventina di giorni dall’apertura del<br />

campionato il team manager Michele Rinaldi e i piloti Philippaerts,<br />

Frossard e Charlier fanno il punto della s<strong>it</strong>uazione<br />

106<br />

Il conto alla rovescia degli Internazionali d’Italia è iniziato e l’aspettativa<br />

si fa sempre più coinvolgente grazie alle nov<strong>it</strong>à della<br />

formula di gara e alla nutr<strong>it</strong>a lista piloti prevista per l’edizione<br />

2012. Questa volta è il team Yamaha ufficiale a commentare quello<br />

che si preannuncia essere un campionato appassionante per gli<br />

spettatori e utile ai piloti per affilare le armi in previsione del debutto<br />

iridato di Valkenswaard del prossimo 9 aprile. Il primo commento<br />

spetta a Michele Rinaldi, responsabile del team vice campione<br />

MX1 Yamaha Monster Energy.<br />

michele rinaldi<br />

Sono momenti difficili in cui anche le squadre ufficiali sono costrette<br />

ad ridurre i budget a causa della recessione economica<br />

generale, quanto ha condizionato tutto questo la vostra preparazione<br />

tecnica e logistica per la stagione 2012?<br />

«In parte siamo negativamente influenzati ed i programmi non<br />

possono seguire esattamente quello che era stato a suo tempo<br />

pianificato, ma comunque stiamo facendo un lavoro soddisfacente<br />

e mi auguro i risultati lo confermino».<br />

cosa si potrebbe fare per affrontare “corporativamente” la ristrettezza<br />

economica in cui ci troviamo?<br />

«La cosa migliore sarebbe incontrarci e discuterne assieme, ma la<br />

richiesta di questo confronto deve partire dalle ist<strong>it</strong>uzioni e non dai<br />

singoli».<br />

Gli Internazionali d’Italia sono una buona occasione per calibrare<br />

il tiro sul mondiale anche a livello tecnico, qualche anticipazione<br />

sulle nov<strong>it</strong>à che porterete al debutto di montevarchi?<br />

«Le gare che anticipano la stagione iridata sono indispensabili per<br />

provare alcune specifiche tecniche sia per quanto riguarda la parte<br />

ciclistica che quella motoristica oltre che per verificare che il pilota<br />

confermi quanto scelto precedentemente nei test di fine anno, per<br />

cui fino al primo GP non sempre ci sono anticipazioni che si possono<br />

dare perché’ nulla è ancora defin<strong>it</strong>ivo. Comunque abbiamo<br />

lavorato sia sulla parte termica che sulle sospensioni».<br />

Il tuo passato di ex pilota e di grande campione è sicuramente<br />

una componente importante per il tuo ruolo di manager,<br />

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quanto è rilevante per individuare<br />

e risolvere le esigenze<br />

della tua squadra?<br />

«L’esperienza insegna tante<br />

cose e a volte gioca un ruolo<br />

fondamentale per raggiungere<br />

il successo, indubbiamente il<br />

fatto di aver fatto 14 anni di gare<br />

mi ha aiutato enormemente nel<br />

mio lavoro».<br />

Quali prospettive per la stagione<br />

2012?<br />

«I favor<strong>it</strong>i sono i sol<strong>it</strong>i della<br />

scorsa stagione, ma è possibile<br />

che arrivino delle sorprese.<br />

Posso dire che abbiamo piloti e<br />

moto molto compet<strong>it</strong>ivi, per cui<br />

ambiamo a risultati ai vertici».<br />

107


L’europa e l’america sono separate<br />

geograficamente da un<br />

oceano e in molti pensano che<br />

nel motocross la distanza sia<br />

siderale, sia in termini sportivi<br />

che organizzativi, secondo<br />

te è così, il gap è diminu<strong>it</strong>o o<br />

addir<strong>it</strong>tura abbiamo superato<br />

gli statun<strong>it</strong>ensi?<br />

«Sono due mondi diversi e con<br />

mental<strong>it</strong>à all’opposto, per cui<br />

è ovvio che la stessa disciplina<br />

non venga interpretata allo<br />

stesso modo. R<strong>it</strong>engo che la<br />

distanza che ci separa non sia<br />

così lontana, probabilmente negli<br />

Stati Un<strong>it</strong>i ci sono solo 2 o 3<br />

piloti che corrono ad un livello<br />

superiore agli europei».<br />

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Il fatto che ancora oggi in europa, francesi a parte, i giovani pratichino<br />

poco e poco volentieri il supercross può essere considerato<br />

un fattore di handicap nel momento in cui ci confrontiamo<br />

con gli americani?<br />

«Sicuramente, perché l’allenamento al supercross spinge il pilota<br />

a migliorare la propria tecnica di guida, e negli anni ciò può fare la<br />

differenza».<br />

L’utilizzo delle 125 2 tempi è davvero così determinante per la<br />

formazione tecnica dei nostri giovani, o la si può considerare<br />

una moda del momento?<br />

«Nessuna moda, penso che sia le 85 che le 125 2 tempi non possano<br />

essere sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e da moto di altre cilindrate».<br />

Steven Frossard<br />

dopo la stagione 2011 che ti ha visto inaspettato protagonista<br />

nella classe mX1 quest’anno sei atteso al via di montevarchi da<br />

tutti coloro che ti vedono tra i favor<strong>it</strong>i sia per la v<strong>it</strong>toria degli<br />

Internazionali che per il t<strong>it</strong>olo mondiale. Le aspettative sui tuoi<br />

risultati ti danno più determinazione oppure cerchi di ev<strong>it</strong>arle<br />

per non sentirne la pressione?<br />

«All’inizio dell’anno fisicamente non ero molto a posto, ma poi mi<br />

sono ripreso e mi sono potuto allenare correttamente in Sardegna<br />

assieme al mio team, così ho cominciato a sentirmi molto bene<br />

sulla moto. Per quanto riguarda la mia condizione psicologica non<br />

sento più pressione rispetto allo scorso anno, e il mio obiettivo<br />

principale rimane il campionato del mondo MX1 ma mi piacerebbe<br />

vincere anche quest’anno il t<strong>it</strong>olo degli Internazionali d’Italia».<br />

Il tuo stile sembra essere perfetto per guidare la Yamaha 450, in<br />

cosa senti più compet<strong>it</strong>iva la tua YZ 2012 rispetto a quella della<br />

scorsa stagione?<br />

«Dopo il mio infortunio alla fine del 2011 abbiamo fatto un sacco di<br />

test in Germania sia in piste dure che sulla sabbia, lavorando molto<br />

sulla facil<strong>it</strong>à e maneggevolezza della moto.<br />

Abbiamo già raggiunto degli ottimi livelli, ma continueremo a lavorare<br />

anche durante gli Internazionali d’Italia per arrivare pronti<br />

in Olanda».<br />

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un tuo pregio e un tuo difetto<br />

per quanto riguarda la tua<br />

guida.<br />

«Per quanto riguarda la prima è<br />

che non mollo mai, una lacuna<br />

è che qualche volta voglio essere<br />

troppo veloce».<br />

david Philippaerts<br />

cinque mesi di stop dovuti al<br />

tuo infortunio sono tanti, in<br />

che condizione fisica ti presenterai<br />

al via degli Internazionali<br />

d’Italia?<br />

«Spero di essere pronto, mi sto<br />

allenando tanto per rientrare<br />

più in forma possibile credo<br />

che questa pausa mi abbia fatto<br />

molto bene, speriamo in un<br />

109


uon campionato sia per quanto<br />

riguarda gli Internazionali<br />

che per il Mondiale».<br />

La tua grinta ha fatto sì che i<br />

tuoi Fans ti soprannominassero<br />

“guerriero”, ma quanto si<br />

può sopperire con la sola determinazione<br />

alla mancanza<br />

di condizione fisica?<br />

«Tantissimo, a volte si vince<br />

solo con la testa».<br />

Le prove di questi Internazionali<br />

d’Italia saranno il primo<br />

vero banco di prova su cui vi<br />

confronterete e prenderete le<br />

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misure con gli altri protagonisti del mondiale, chi sarà secondo<br />

te nel mondiale mX1 il rookie da tenere d’occhio?<br />

«Sono un termine di paragone importante anche se alcuni piloti<br />

manterranno un certo margine in queste prime gare. Solo al debutto<br />

iridato si capirà veramente il valore delle forze in campo, ma<br />

sono sicuro che quest’anno ci saranno molti pretendenti al t<strong>it</strong>olo<br />

MX1».<br />

Pregi e difetti della tua guida?<br />

«Difficile valutarlo, anche perché non guido sempre nello stesso<br />

modo. A volte sono più aggressivo, altre riesco a guidare molto rilassato,<br />

dipende da diversi fattori tra cui il tipo di pista».<br />

christophe charlier<br />

Il 2012 ti vede in mX2 nuovamente in sella a Yamaha ma con<br />

una nuova squadra, il team rinaldi: quali sono le differenze<br />

principali tra le due strutture? Qualche anticipazione sulla tua<br />

YZ250F di casa rinaldi?<br />

«Sono davvero felice di essere di nuovo su una Yamaha e soprattutto<br />

in un team ufficiale.<br />

Ho già imparato a conoscere questa nuova squadra e posso dirvi<br />

che mi sento alla grande!<br />

E’ una struttura molto professionale, attenta e ambiziosa che mi da<br />

una grande motivazione.<br />

La mia nuova moto è davvero formidabile, che ho perfezionato nei<br />

dettagli secondo i miei gusti grazie ai numerosi test che abbiamo<br />

effettuato, e ora è veramente un piacere quando guido».<br />

Quanto ha inciso la pratica del supercross con il tuo stile di guida<br />

così bello da vedere?<br />

«Ho corso sulle piste supercross fin da piccolo, questa disciplina<br />

mi piace molto e la tecnica che ho assimilato mi ha permesso di<br />

acquisire il mio modo di condurre la moto anche nel motocross<br />

tradizionale».<br />

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Pensando agli Internazionali,<br />

e in prospettiva al mondiale,<br />

chi vedi come pilota da battere<br />

nella mX2?<br />

«Vorrei rivivere il duello che ho<br />

avuto con Herlings nel 2009<br />

quando correvamo nel campionato<br />

europeo. Ora che mi trovo<br />

in una squadra ufficiale posso<br />

sfruttare tutte le possibil<strong>it</strong>à che<br />

mi vengono date per realizzare<br />

questo desiderio, le persone<br />

che mi circondano sono fondamentali<br />

e oggi finalmente ho<br />

r<strong>it</strong>rovato la forma mentale che<br />

avevo quando ero protagonista<br />

nel campionato europeo».<br />

111


Tra gli anni ‘70 e la fine<br />

dei ‘90 Maggiora era<br />

in Italia il simbolo del<br />

<strong>Moto</strong>cross. Una gara attesissima<br />

del calendario, sinonimo di<br />

spettacolo ed emozioni. Il culmine<br />

è stato nel 1986, quando<br />

Maggiora osp<strong>it</strong>ò il <strong>Moto</strong>cross<br />

delle Nazioni. Nel 2016, trenta<br />

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Il Mondiale e il <strong>Moto</strong>cross delle nazioni<br />

tornano a Maggiora<br />

La pista di <strong>Moto</strong>cross <strong>it</strong>aliana r<strong>it</strong>orna agli antichi splendori e dal<br />

prossimo anno osp<strong>it</strong>erà gare del Modiale. Nel 2016 sarà teatro<br />

del <strong>Moto</strong>cross delle Nazioni<br />

112<br />

anni dopo, l’MXoN tornerà a calcare la stessa pista. Uno storico<br />

accordo tra Youthstream e Schava (la società che organizza il GP<br />

a Maggiora) ha deciso il r<strong>it</strong>orno del grande <strong>Moto</strong>cross internazionale<br />

nella pista di Maggiora. Dal 2013 al 2020 saranno organizzati<br />

i Grand Prix del Mondiale e nel 2016 e 2021 lo storico circu<strong>it</strong>o<br />

osp<strong>it</strong>erà il <strong>Moto</strong>cross delle Nazioni. La pista e il paddock verranno<br />

modernizzati e dotati di tutte quelle infrastrutture necessarie allo<br />

svolgimento delle gare, ma anche indispensabili e per accogliere<br />

pubblico, piloti e media.<br />

Giuseppe Luongo<br />

«Per noi è un sogno che diventa realtà - ha dichiarato Giuseppe<br />

Luongo, presidente Youthstream-. Ringrazio Stefano Avandero e<br />

Paolo Schneider per aver creduto nel potenziale di Maggiora. Io<br />

Sono affezionato in modo particolare a questo circu<strong>it</strong>o, perché ho<br />

organizzato il Famoso <strong>Moto</strong>cross delle Nazioni del 1986 che fu vinto<br />

dal team americano e ancora oggi è ricordato come il più grande<br />

evento nella storia del <strong>Moto</strong>cross. Il circu<strong>it</strong>o di Maggiora insieme<br />

a quello di Glen Helen (USA) sono le migliori piste del mondo,<br />

sono tracciati in vero stile tradizionale e sono sicuro che una volta<br />

apportate le necessarie modernizzationi sarà qualcosa di eccezionale.<br />

Lo scopo, non è solo quello di creare un grande appuntamento,<br />

ma anche quello di creare una sede che osp<strong>it</strong>i altri grandi eventi<br />

sportivi. Il nostro progetto non vuole chiudere le porte ad altri GP<br />

in Italia - ha precisato Luongo in conclusione - perché sappiamo<br />

che l’Italia è una nazione sportivamente forte e che ci sono altri<br />

organizzatori interessati ad un eventuale secondo GP d’Italia».<br />

Wolfgang Srb<br />

«Wolfgang Srb, FIM CMS Director, ha dichiarato: «La storia del<br />

<strong>Moto</strong>cross delle Nazioni è molto ricca e colorata. Ci sono state<br />

gare entusiasmanti, grandi battaglie e momenti indimenticabili.<br />

Ma un’edizione della manifestazione più importante del mondo<br />

<strong>Moto</strong>cross sta sopra a tutte le altre: la leggendaria gara del<br />

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1986 a Maggiora. Il dream<br />

team americano, composto da<br />

David Bailey, Ricky Johnson e<br />

Johnny O’Mara, è ricordato per<br />

una delle più grandi prestazioni<br />

che lo sport del <strong>Moto</strong>cross<br />

abbia mai visto. Il momento in<br />

cui Johnny O’Mara sulla moto<br />

125 ha passato la 500 del Campione<br />

del Mondo David Thorpe<br />

rimarrà per sempre nella memoria<br />

e nel cuore di ogni fan in<br />

tutto il mondo».<br />

«Il r<strong>it</strong>orno del Mondiale e del<br />

<strong>Moto</strong>cross delle Nazioni a Maggiora<br />

- ha concluso Srb - è una<br />

delle migliori notizie che abbia<br />

mai sent<strong>it</strong>o.<br />

Il luogo è magico, unico, e attirerà<br />

appassionati provenienti<br />

da tutto il mondo. Un grande<br />

grazie e complimenti a tutti<br />

coloro che hanno reso questo<br />

sogno possibile!».<br />

113


Gli appassionati di corse<br />

su asfalto seguiranno<br />

certamente il mercato<br />

piloti non solo per quel che<br />

riguarda i campionati di punta<br />

– leggi <strong>Moto</strong>GP/<strong>Moto</strong>2/<br />

<strong>Moto</strong>3 e Superbike/Supersport<br />

e annessi – ma anche<br />

challenge appassionanti come<br />

il BSB (ovvero il campionato<br />

Superbike br<strong>it</strong>annico), oltre<br />

che i movimenti degli assi delle<br />

corse su strada, vedi Tourist<br />

Trophy, Nord West 200 e<br />

via dicendo. In effetti c’è del<br />

movimento nel mondo dei piloti.<br />

C’è chi si sposta, magari<br />

cambiando aria, e chi si muove<br />

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Chi va e chi viene<br />

di Maurizio Tanca | Per un Haga che sta per trasferirsi nel Regno Un<strong>it</strong>o<br />

(su Ducati Panigale?), c’è un West che se ne torna tristemente in<br />

Australia. Anche Ke<strong>it</strong>h Amor lascia il suo adorato TT<br />

114<br />

defin<strong>it</strong>ivamente verso…casa sua perché, volente o nolente. Negli<br />

ultimi giorni, per esempio, abbiamo appreso (e pubblicato) che<br />

Mattia Pasini, ex <strong>Moto</strong>2 con il team Ioda di Giampiero Sacchi e in<br />

predicato di passare alla compagine spagnola Stop&Go, è invece<br />

approdato alla nuova categoria CRT per guidare l’Aprilia Speedmaster<br />

della famiglia Iannone. Per contro, un paio di australiani mollano<br />

il colpo. Del due volte iridato in Supersport, il 35enne Andrew<br />

P<strong>it</strong>t, abbiamo già detto nei giorni scorsi. Ora tocca ad Anthony<br />

West, che non è riusc<strong>it</strong>o a trovare il budget richiesto dallo stesso<br />

team Speedmaster per correre la stagione 2012, ha dovuto arrendersi<br />

, e purtroppo sarà costretto a tornarsene a Maryborough, nel<br />

Queensland, e “trovarsi un lavoro normale”, come ha postato su<br />

Facebook. Aggiungendo: “Tutti i team chiedono soldi ai piloti per<br />

correre, e solo chi è ricco può farlo in <strong>Moto</strong>GP, <strong>Moto</strong>2 e <strong>Moto</strong>3. Io<br />

non posso permettermi di correre gratis, anche perché non sono<br />

ancora stato pagato dal mio ex-team, l’MZ Germany <strong>Moto</strong>2. Ho<br />

messo in vend<strong>it</strong>a la mia auto, la mia moto da cross e pure la casa<br />

per trovare i soldi per correre, e ho anche offerto la casa come<br />

garanzia nel caso non fossi riusc<strong>it</strong>o a trovare la cifra necessaria,<br />

ma non è stato comunque sufficiente”.<br />

Anche un campione del calibro di Nori Haga, peraltro, è rimasto<br />

fuori dal giro del mondiale (Superbike, ovviamente), ma a quanto<br />

pare il m<strong>it</strong>ico Norichan sarebbe davvero ad un passo dal piombare<br />

nel vivacissimo BSB, con un ingaggio in parte procuratogli<br />

da Jonathan Palmer, ex pilota di F1 negli anni 80 e attualmente<br />

amministratore delegato della MSV (<strong>Moto</strong>r SportVision), società<br />

organizzatrice del Campionato inglese.<br />

E ci sono ottime possibil<strong>it</strong>à che il funambolo di Aichi si presenti in<br />

Inghilterra in sella ad una Ducati Panigale. Ma un altro pilota sta<br />

per r<strong>it</strong>irarsi, sebbene a malincuore.<br />

Si tratta di uno degli idoli del TT, cioè il 39enne scozzese Ke<strong>it</strong>h<br />

Amor, che non è riusc<strong>it</strong>o a riprendersi completamente dai due incidenti<br />

(prima in prova, a Quarter Bridge, poi in Gara 2 Supersport,<br />

alla “esse” di Union Mills) occorsigli lo scorso giugno all’Isola di<br />

Man, e dalla terza caduta rimediata al successivo Ulster Grand<br />

Prix irlandese.<br />

La sua spalla destra, gravemente compromessa, gli è stata infatti<br />

letteralmente ricostru<strong>it</strong>a lo scorso novembre, ma l’operazione non<br />

è stata sufficiente per recuperare la mobil<strong>it</strong>à necessaria per correre,<br />

così Ke<strong>it</strong>h ha deciso di lasciare il team TT Legends e l’Honda<br />

Europe, dopo 11 anni dal su debutto in gara: una carriera che gli ha<br />

fruttato 5 podi al TT (incluso il 2° posto in Supersport, lo scorso<br />

anno), e due v<strong>it</strong>torie nel 2010, rispettivamente in Superstock, alla<br />

North West 200, e ancora in Supersport all’Ulster GP.<br />

07 Febbraio<br />

2012<br />

»» »<br />

Anno<br />

02<br />

Numero<br />

<strong>47</strong><br />

Sport<br />

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