NESSUNA IMPRESA È UN'ISOLA - Trentino Sviluppo
NESSUNA IMPRESA È UN'ISOLA - Trentino Sviluppo
NESSUNA IMPRESA È UN'ISOLA - Trentino Sviluppo
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
BIM della Valle del Chiese <strong>Trentino</strong> <strong>Sviluppo</strong> SpA<br />
• i sistemi di assicurazione, assistenza tecnica, garanzia e pagamento;<br />
• i media della comunicazione a distanza (internet ecc.);<br />
• i canali di accreditamento presso i clienti e gli altri operatori della rete (le catene di franchising,<br />
le griffes, i marchi ecc.).<br />
Questi sono tutti codici di scambio che ormai sono entrati con forza nella quotidianità delle<br />
piccole imprese. O perlomeno, di certo, sono entrati nella produzione delle imprese che operano<br />
nei cicli della subfornitura, che proprio sulla capacità di internalizzare o meno questi linguaggi<br />
hanno dovuto subire una feroce selezione attuata dai loro committenti.<br />
Nei fatti, la sempre maggiore preponderanza di fattori immateriali nella produzione ha tolto<br />
all’impresa artigiana i suoi tradizionali caratteri distintivi (la manifattura, il coinvolgimento del<br />
titolare nella produzione, il sapere pratico, la dimensione locale del mercato e delle relazioni<br />
personali), e la fa sempre più assomigliare per un verso, all’impresa industriale che usa tecnologie e<br />
linguaggi complessi in un mercato globalizzato, e per l’altro ad un’impresa di terziario qualificato,<br />
in cui la manualità della produzione materiale è stata in buona parte sostituita dall’applicazione<br />
di saperi complessi.<br />
<strong>È</strong> sempre più difficile distinguere l’artigianato dall’industria e dal terziario, perché oggi<br />
artigianato, industria e terziario, parlano sostanzialmente gli stessi linguaggi complessi di una<br />
produzione che si fa sempre più immateriale il cui valore aggiunto è dato da conoscenze, qualità,<br />
simboli e servizi.<br />
Artigianato, piccola impresa e grande impresa non sono mondi separati. Le imprese si<br />
incontrano e collaborano a prescindere dalle loro dimensioni. La crescita dell’economia dipende<br />
dalla valorizzazione dello scambio reciproco. Il nostro sistema produttivo è “uno solo”: un sistema<br />
produttivo in cui operano grandi imprese transnazionali, medie imprese che si affacciano sui<br />
mercati internazionali, piccole imprese e tessuto diffuso degli artigiani che operano nei cicli della<br />
subfornitura di qualità, imprese terziarie e lavoratori autonomi che operano nel ciclo dei servizi.<br />
In tale quadro va inoltre evidenziato che il potenziale innovativo del nostro sistema produttivo<br />
non è solo nell’innovazione tecnologica in senso stretto, quanto piuttosto nella capacità di fare<br />
“produzioni complesse” che hanno un elevato grado di originalità perché si sviluppano in modo<br />
differente, in funzione del contesto sociale, culturale, territoriale. Produzioni complesse che si<br />
fondano sull’utilizzo:<br />
• di conoscenze applicative, cioè la capacità di interpretare i bisogni del mercato e proporre<br />
soluzioni originali;<br />
• di conoscenze organizzative, cioè la capacità di sviluppare flessibilità e adattabilità ai mercati;<br />
• di conoscenze connettive, cioè la capacità di muoversi in filiere, distretti, reti di cooperazione,<br />
di pescare le competenze dove ci sono, quando servono, di sviluppare reti di collaborazione a<br />
geometria variabile che si creano e si disfano in funzione delle domande e degli andamenti dei<br />
mercati.<br />
Non è la tecnologia che disegna la scena in cui si sviluppano le conoscenze applicative,<br />
organizzative, connettive, ma è vero, semmai, il contrario: sono queste ultime a dare forma alle<br />
strategie aziendali e a chiamare in causa l’innovazione tecnologica ogni volta che serve e nella<br />
misura in cui serve.<br />
Il dispiegarsi dell’economia della conoscenza non rende affatto obsoleto il rapporto con il<br />
territorio e le sue culture produttive, ma lo pone semmai su un piano più complesso. Oggi l’impresa<br />
è competitiva non in base a quanti sono gli addetti dentro le mura, ma in base all’estensione e<br />
articolazione delle sue reti: di mercato, di collaborazione, di supporto a nuove funzioni.