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L’ANCORA<br />
ACQUI TERME 16 SETTEMBRE 2012 3<br />
Fino al 30 settembre nel bel San Francesco di Cassine<br />
Le Metamorfosi di Concetto Fusillo<br />
e le Mutazioni di Renza Sciutto<br />
Cassine. Sergio Arditi è stato<br />
il maestro di cerimonia dell’inaugurazione<br />
della mostra<br />
congiunta di Renza Sciutto e<br />
Concetto Fusillo, che si è aperta<br />
nel pomeriggio di sabato 8<br />
settembre in San Francesco.<br />
Un’emergenza artistica “riscoperta”<br />
nel 1978, e che già<br />
nel 1979 ospitava il primo allestimento<br />
espositivo del “nuovo<br />
corso”.<br />
Quella del 2012, appena<br />
inaugurata, però la più grande<br />
mostra contemporanea: raku e<br />
bronzo, opere in alabastro, il<br />
tema quello di Metamorfosi &<br />
Mutazioni, tra contaminazioni<br />
e Natura.<br />
Un inquadramento<br />
Dopo il saluto del Sindaco,<br />
Carlo Prosperi, chiamato a<br />
proporre brevemente alcuni<br />
percorsi critici, rimanda per prima<br />
cosa alla pagina da lui<br />
pubblicata sul passato numero<br />
de “L’Ancora”. Quindi sottolinea<br />
una perplessità: “Il complesso<br />
di San Francesco è così<br />
importante per la storia<br />
dell’arte che ogni nuovo manufatto<br />
rischia davvero di<br />
‘scomparire’. Ma vedendo la<br />
disposizione dei due artisti, e i<br />
loro risultati, ci si può ricredere.<br />
Affascina questa sorta di pellegrinaggio<br />
tra installazioni davvero<br />
eloquenti”.<br />
L’insegna Metamorfosi abbraccia<br />
non tutte le opere, ma<br />
una buona parte: si ricordano<br />
le parole di Eraclito: “tutto<br />
scorre”. Panta rei: tutto muta in<br />
continuazione. È la continua<br />
trasformazione cui il cosmo è<br />
sottoposto. E anche al “termine<br />
del viaggio della filosofia”,<br />
con Nietzsche, in Così parlò<br />
Zarathustra, lo spirito subisce<br />
le trasformazioni: da cammello<br />
che sottosta al carico della<br />
morale tradizionale, a leone<br />
(che si ribella), a fanciullo,<br />
quinta essenza della spontaneità.<br />
Metamorfosi: il chicco<br />
che diventa spiga, il bruco che<br />
passa a farfalla.<br />
Prosperi indugia sulle metamorfosi<br />
degradanti (i mostri) e<br />
virtuose. Tratta di quelle che il<br />
Tempo impone ad edifici e<br />
paesaggio. Dal viso si passa<br />
alla maschera.<br />
Poi la Mutazione genetica<br />
(diretta o indiretta). Ecco i mutanti.<br />
Gli individui che in qualche<br />
modo hanno presenza<br />
umana, ma sono “altro”, al di là<br />
(o al di qua) dell’uomo.<br />
Diversi modi di procedere<br />
dei due artisti: Renza Sciutto<br />
che ama l’oggetto compiuto,<br />
lavorato in tutti i particolari,<br />
l’idea è classica; Fusillo (che<br />
non è purtroppo presente) è,<br />
invece, più espressionistico,<br />
tende a caricare i suoi oggetti<br />
di portato emozionale, e così<br />
la materia si deforma, si stravolge,<br />
ecco la flagranza passionale,<br />
ora concitata ora forsennata,<br />
sempre innaturale.<br />
Terrecotte, pietre, legno: la<br />
combinazione tipica di modernità<br />
e post modernità.<br />
Cosa insegna la mostra?<br />
“Deve insegnare niente, è<br />
vero, ma ci educa a guardare<br />
dentro di noi. Per scoprire che<br />
l’io dell’individuo (che non si<br />
può spezzare, si pensava un<br />
tempo) non è uno. “L’io è un<br />
altro”: lo diceva Rimbaud. E<br />
Pessoa è , ugualmente, “tante<br />
persone”. Tanto da ricorrere,<br />
pubblicando, ad una serie di<br />
eteronimi.<br />
Il sonno della ragione genera<br />
mostri; ma i pericoli stanno<br />
anche nell’eccesso logico.<br />
“L’equilibrio la soluzione. Tocca<br />
a noi cercare la bussola per<br />
dominare gli impulsi, per trasformarli<br />
in progetti”.<br />
Altre voci<br />
È breve e conciso il saluto di<br />
Beppe Ricci, sindaco di Orsara.<br />
Poi tocca ad Adriano Icardi<br />
Esposizione d’arte ai Portici Saracco<br />
(che ricorda le mostre di Palazzo<br />
Guasco, Orsara, Palazzo<br />
Robellini, a Ponzone).<br />
Sciutto e Fusillo per il territorio.<br />
È l’Assessore di Mombaldone<br />
prof.ssa Maura Garbero a<br />
portare il saluto di Concetto<br />
Fusillo, studio nel borgo; Renza<br />
Sciutto abita sempre nell’ambito<br />
del Comune, in una<br />
casa in collina verso Montechiaro.<br />
Due ambasciatori.<br />
Infine le parole di Renza<br />
Sciutto: che ringrazia gli amici<br />
venuti da lontano, da Molfetta,<br />
da Bari, e spiega la genesi della<br />
mostra.<br />
Ecco le anfore mutanti, sintesi<br />
di un lavoro intrapreso da<br />
parecchio tempo. Nasce dalla<br />
goccia d’acqua, dalla scoperta<br />
del “cosa c’è dentro”, dall’uso<br />
del microscopio professionale,<br />
a scuola. È una riflessione anche<br />
sull’inquinamento strisciante,<br />
sulle mutazioni climatiche,<br />
sugli organismi mutanti<br />
esistenti in Natura. Di cui anche<br />
l’arte può farsi paladina.<br />
Notevole il concorso del<br />
pubblico. Vivissimi gli apprezzamenti.<br />
red.acq.<br />
Acqui Terme. Un appuntamento nel mese di settembre, che si ripete già da sette anni, è la manifestazione<br />
artistica “Arte in Corso”, che domenica 16 si svolgerà in città, dalle ore 10 alle ore 19,<br />
sotto i Portici Saracco e lati adiacenti a piazza della Bollente. La Mostra “en plein air”, organizzata<br />
dal Circolo Artistico Mario Ferrari e patrocinata dal Comune-Assessorato alla Cultura, accoglie<br />
artisti di diversa esperienza ed estrazione ma tutti convinti dell’importanza che hanno la creatività<br />
e l’immaginazione, in un tempo dove dominano piuttosto modelli di materialismo egoista e di scarso<br />
rispetto per il sentimento artistico disinteressato.<br />
All’esposizione, aperta anche ai non soci del Circolo, partecipano pittori, scultori, ceramisti, fotografi,<br />
ect.., che nell’occasione potranno scambiarsi opinioni ed esperienze per un reciproco arricchimento<br />
culturale. Agli artisti partecipanti si ricorda che l’ingresso in automobile alla zona pedonale<br />
deve avvenire da corso Italia, lato via Nizza, dove verrà loro consegnata l’autorizzazione<br />
al transito. Per chiarimenti e informazioni telefonare ai numeri 014457990 o 3497550797. Con<br />
l’augurio che il tempo atmosferico non faccia i capricci e che la presenza di pubblico sia numerosa,<br />
il Circolo Ferrari ringrazia anticipatamente tutti i partecipanti.<br />
VIAGGI DI UN GIORNO<br />
Domenica 30 settembre<br />
MANTOVA Palazzo Ducale<br />
e navigazione sui laghi<br />
Domenica 7 ottobre<br />
LUGANO<br />
Festa della vendemmia<br />
Domenica 14 ottobre<br />
VENARIA REALE<br />
Festa di anniversario<br />
Domenica 21 ottobre<br />
PARMA - BUSSETO<br />
FONTANELLATO<br />
mercatino antiquariato<br />
Domenica 28 ottobre<br />
Fiera del tartufo ad ALBA<br />
+ pranzo e visita in cantina<br />
TOUR ORGANIZZATI<br />
Dal 29 settembre al 4 ottobre<br />
TOUR DELLA GRECIA<br />
bus + nave<br />
Dal 7 al 14 ottobre<br />
TOUR DELL’ANDALUSIA<br />
Dal 13 al 17 ottobre<br />
Soggiorno in PUGLIA<br />
visite incluse!<br />
Dal 22 al 28 ottobre<br />
TOUR IN SARDEGNA<br />
WEEK END IN BUS<br />
Dal 22 al 23 settembre<br />
ISOLA D’ELBA<br />
Dal 6 al 7 ottobre<br />
CASCIA<br />
I VIAGGI<br />
DI LAIOLO<br />
ACQUI TERME<br />
Via Garibaldi 74<br />
Tel. 0144356130<br />
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NIZZA M.TO<br />
LA VIA MAESTRA<br />
Via Pistone 77 - Tel. 0141727523<br />
Luciano Foglietta<br />
“Sangue romagnolo.<br />
I compagni del Duce”<br />
Minerva Edizioni<br />
Lontani da ogni giudizio politico<br />
e sapientemente supportati<br />
da numerose interviste, immagini<br />
e da un’approfondita ricerca<br />
archivistica, due giornalisti<br />
romagnoli, Giancarlo Mazzuca<br />
e Luciano Foglietta, ci regalano<br />
la trama di una storia<br />
forse fino ad ora poco conosciuta<br />
nei suoi intrecci, ma<br />
che, grazie alla loro penna,<br />
permette di scoprire le carte<br />
sulla vita e la storia di quattro<br />
tra i più noti protagonisti della<br />
storia politica del primo Novecento.<br />
Benito Mussolini di Predappio,<br />
Leandro Arpinati e Nicola<br />
Bombacci di Civitella di Romagna,<br />
Torquato Nanni di Santa<br />
Sofia, più volte definiti come “i<br />
quattro moschettieri” dai due<br />
autori, hanno visto la propria<br />
nascita sul finire dell’Ottocento,<br />
in una piccola zona della<br />
Romagna, tra le valli del Bidente<br />
e del Rabbi. Furono<br />
quasi coetanei e tutti esponenti<br />
delle prime leve dello Stato<br />
nazionale unitario, il Regno<br />
che si stendeva dalle Alpi alla<br />
Sicilia a seguito della fine del<br />
potere temporale dei papi, figli<br />
di un ambiente repubblicano,<br />
anarchico e socialista. I quattro<br />
procederanno verso ideologie<br />
politiche differenti nel corso<br />
delle loro vite, portandosi<br />
molto distanti l’uno dall’altro;<br />
ma alla fine si ritroveranno, insieme,<br />
due a due, nel momento<br />
culminante della loro vita.<br />
Uniti fin da bambini, le loro<br />
strade si divideranno negli anni<br />
dell’interventismo: dopo la<br />
Grande Guerra, le camicie nere<br />
di Mussolini derideranno<br />
nelle loro canzoni Nicola Bombacci,<br />
amico e allievo di Lenin<br />
e fondatore a Livorno nel 1921<br />
del Partito comunista d’Italia;<br />
Leandro Arpinati, da militante<br />
socialista e sindacalista diventerà<br />
un fascista, assumendo<br />
l’incarico di Podestà di Bologna<br />
e di sottosegretario; mentre<br />
Torquato Nanni, non abbandonerà<br />
mai l’originaria e<br />
adolescenziale fede al socialismo.<br />
Pur tanto divisi sul fronte<br />
politico, rimasero sempre amici<br />
per la pelle. E se Mussolini,<br />
costretto a scelte geopolitiche<br />
ambigue e in contraddizione<br />
con la sua formazione ideale,<br />
aiuterà economicamente il comunista<br />
Bombacci, a sua volta<br />
verrà da questo aiutato affinché<br />
l’Italia fascista fosse il<br />
primo Stato a riconoscere<br />
l’Urrs e a stabilire con Mosca<br />
rapporti economici, un gesto<br />
che costò all’amico l’espulsione<br />
dal partito; altrettanto fraterno<br />
si dimostrò Nanni, primo<br />
biografo di Mussolini, socialista<br />
puro, dopo l’8 settembre diventa<br />
partigiano, morirà da<br />
eroe nel tentativo di salvare<br />
l’amico Arpinati, il quale, a seguito<br />
della propria opposizione<br />
alla deriva conformistica e illiberale<br />
del regime “in nome di<br />
ragioni rivoluzionarie del fascismo<br />
e di idee liberal-libertarie”,<br />
verrà espulso dal suo partito e<br />
finirà al confino a Lipari concludendo<br />
l’ultima fase della<br />
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Recensione ai libri finalisti della 45ª edizione<br />
Aspettando l’Acqui Storia<br />
propria vita nella sua tenuta<br />
agricola di Malacappa dove<br />
morirà, nell’aprile del 1945, linciato<br />
dagli squadristi fiorentini.<br />
Un tragico epilogo che, seppur<br />
in circostanze diverse, coinvolgerà<br />
anche Mussolini e Bombacci,<br />
fucilati a Dongo, verranno<br />
poi appesi per i piedi a<br />
Piazzale Loreto. E tutti e quattro,<br />
al di là dello loro diverse<br />
ideologie, moriranno sotto il<br />
fuoco dei partigiani.<br />
Quattro uomini che, con ammirabile<br />
tenacia e spirito di ribellione,<br />
hanno sempre lottato<br />
per quella speranza di riuscire<br />
con le proprie forze a raggiungere<br />
un mondo diverso, distante<br />
dalla loro povera e cara<br />
terra natia che, nonostante tutto,<br />
hanno continuato ad amare<br />
per tutta la vita.<br />
Benito Mussolini, Nicola<br />
Bombacci, Leandro Arpinati e<br />
Torquato Nanni, tanto divisi<br />
nella vita, quanto straordinariamente<br />
uniti nella morte.<br />
Federica Balza<br />
Giuseppe Vacca<br />
“Vita e pensieri di Antonio<br />
Gramsci. 1926/1937<br />
Einaudi<br />
Antonio Gramsci fu un personaggio<br />
complesso, a tratti<br />
ancora ottocentesco, a tratti<br />
proiettato in tempi che non vedrà.<br />
Il volume di Giuseppe Vacca,<br />
edito da Einaudi, ne ripercorre<br />
le angosce e le riflessioni<br />
dal carcere, attraverso i famosi<br />
Quaderni e le lettere, alcune<br />
inedite, frutto di anni di ricerca<br />
fedele, portata avanti indefessamente<br />
dallo studioso e<br />
Presidente della Fondazione<br />
Istituto Gramsci e della Commissione<br />
scientifica dell’Edizione<br />
Nazionale degli scritti di Antonio<br />
Gramsci. Effettivamente<br />
si tratta della prima vera biografia<br />
del pensiero di Gramsci<br />
e se ne scorge riga dopo riga il<br />
trasporto di un amore intellettuale<br />
sincero, che tuttavia non<br />
indulge a costruirne un “santino”<br />
come spesso è stato fatto<br />
del pensatore sardo.<br />
Gramsci ha un’idea di Stati<br />
Uniti d’Europa senz’altro, tiene<br />
alle masse proletarie contadine,<br />
disprezzate dal trozkismo,<br />
come tassello non meno importante<br />
nella Rivoluzione di<br />
quelle operaie, e pensa addirittura<br />
che il comunismo dovrebbe<br />
rivolgersi anche a quel ceto<br />
medio che, in un’Italia non sviluppata,<br />
non è adeguatamente<br />
ripagato e sebbene (e Gramsci<br />
lo capisce e anche questo è la<br />
prova di un fine pensare politico)<br />
non possa che appoggiare<br />
l’illusione mussoliniana, è insofferente<br />
alla quota novanta<br />
che vuole una lira sempre più<br />
forte, a tutto svantaggio dei<br />
medio-piccoli risparmiatori e<br />
dei consumi. La volontà di trovare<br />
una sponda in questi affanni<br />
di “piccolo borghese”, ne<br />
fa un comunista assolutamente<br />
moderno ed europeo, in antitesi<br />
con l’asiatismo di cui parlava<br />
il critico Akselrode.<br />
Si può collocare nell’esperienza<br />
di fronte popolare di<br />
Blum, precoce e incompresa,<br />
quanto entusiasmante per uno<br />
storico quando ci si ripensa dal<br />
PELLEGRINAGGI<br />
Dal 24 al 27 settembre<br />
Dal 1º al 4 novembre<br />
MEDJUGORIE i giorni dell’apparizione<br />
Dall’8 all’11 ottobre<br />
LOURDES<br />
Dal 19 al 21 ottobre<br />
LUOGHI DI PADRE PIO<br />
MOSTRE<br />
Domenica 4 novembre<br />
MILANO e la mostra su Pablo Picasso<br />
a Palazzo Reale<br />
Domenica 11 novembre<br />
TORINO e la mostra su E. Degas<br />
dal Museo d’Orsay di Parigi<br />
Domenica 9 dicembre<br />
VICENZA mostra<br />
“Raffaello verso Picasso”<br />
giorno d’oggi, non bieco compromesso<br />
fanfaniano, ma reale<br />
condivisione d’intenti, mediata<br />
da un pensare per la patria e<br />
per l’Europa, più che per il partito.<br />
Ciò che Gramsci odia del<br />
capitalismo è il protezionismo,<br />
il nazionalismo politico, egli<br />
preferisce dirsi cosmopolitista<br />
più che internazionalista, e in<br />
ciò si intravede, pur con tutti gli<br />
ovvi difetti, il ragazzo cresciuto<br />
ancora alla mammella dell’Ottocento<br />
dimenticato, un cittadino<br />
del mondo, come Mazzini<br />
quasi, che non riesce a imbrigliarsi<br />
in un movimento ormai<br />
ufficiale macchinoso e pieno di<br />
intrighi, nel quale sguazza ovviamente<br />
più a suo agio un realpolitiker<br />
come Togliatti, che<br />
tanto si prodiga per impossessarsi<br />
degli scritti gramsciani, su<br />
spinta staliniana. In ciò non voglio<br />
dare un giudizio morale,<br />
semplicemente un giudizio caratteriale<br />
che divide le due anime<br />
di quel comunismo italiano<br />
del primo trentennio del secolo<br />
scorso. Fra i due la rottura c’è<br />
ed è inutile negarlo, come c’è<br />
fra i rispettivi seguaci, ma se la<br />
Storia non è un tribunale nessuno<br />
merita l’aureola o la condanna,<br />
ma si prova a penetrare<br />
come un individuo interessante,<br />
utile al nostro pensiero.<br />
Gramsci lo è riccamente. Non<br />
rinnega mai l’idea del grande<br />
fronte anti-fascista alla francese,<br />
Stalin considererà tutti i non<br />
comunisti, anche i socialdemocratici,<br />
fascisti, salvo poi ripensamento<br />
nella seconda guerra<br />
mondiale. Gramsci è scomodo<br />
per i sovietici, potrebbe essere<br />
salvato dal carcere con uno<br />
scambio di prigionieri, ci si mette<br />
di mezzo persino il Vaticano,<br />
ma l’interesse sovietico manca:<br />
in ogni caso dovrà trattarsi<br />
di una liberazione condizionata,<br />
ovvero, in soldoni, negoziare<br />
con Mussolini la liberazione<br />
del compagno Antonio, in cambio<br />
della sua morte politica.<br />
Egli infatti oltre al già detto, non<br />
è per il socialismo in un solo<br />
paese e nello stesso tempo<br />
non crede in un mondo dicotomico,<br />
entrambi due cavalli di<br />
battaglia staliniani, il primo: la<br />
fine della rivoluzione mondiale,<br />
dell’ondata emancipatoria iniziata<br />
nel ’48, il secondo: la<br />
creazione di un blocco in qualche<br />
modo “nazionalista e protezionista”<br />
(i motivi più forti dell’anticapitalismo<br />
di Gramsci),<br />
un nuovo zarismo, di cui Gramsci,<br />
morto nel ’37, non vedrà i<br />
peggiori epigoni: Patto Molotov-Ribbentrop<br />
e purghe postbelliche.<br />
Gramsci non è neanche propriamente<br />
per l’idea trozkista di<br />
rivoluzione permanente, idea<br />
fallita con la Comune del ’70,<br />
introduce dunque i concetti di<br />
rivoluzione passiva e soprattutto:<br />
la “guerra di posizione”, appresa<br />
dagli europei nella prima<br />
guerra mondiale, una guerra in<br />
cui, come dimostrarono gli italiani<br />
sul Piave, vinse l’impatto<br />
di massa più che le studiate<br />
manovre di generali accademici<br />
mai battezzati dal fuoco della<br />
prima linea.<br />
Prigioniero della solitudine di<br />
un pensatore ottocentesco, più<br />
che di un “compagno” incriminato<br />
artificiosamente di “lotta<br />
armata”. Francesco Bonicelli<br />
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