Formula 1 - Credit Suisse eMagazine
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Barometro delle apprensioni<br />
I premi delle casse malati<br />
rubano il sonno agli svizzeri<br />
Rischi fantasma<br />
Quando l’euforia tecnologica<br />
lascia il passo allo scetticismo<br />
Savoir-vivre<br />
Whisky, acqua di vita<br />
e bevanda di culto<br />
bulletin<br />
La rivista del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> | www.credit-suisse.com/bulletin | N. 1 | Febbraio/marzo 2003<br />
Il fascino della<br />
<strong>Formula</strong> 1
aiuto diretto all'infanzia sofferente, senza implicazioni<br />
di ordine politico, razziale o confessionale<br />
Combattiamo il<br />
traffico di<br />
bambini a<br />
livello mondiale.<br />
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Foto: Oliver Lang (copertina), Pia Zanetti (editoriale)<br />
Quella volta che ho quasi raggiunto Schumi<br />
Non dimenticherò mai il momento in cui per<br />
la prima volta ho dato gas, sul motorino di<br />
mio fratello. Fu stupendo per me vedere che<br />
era sufficiente girare una manopola per<br />
partire – mi sentivo un po’ come Harry Potter<br />
al suo primo volo sulla scopa! Poi c’è stata<br />
la prima volta in macchina, sulla moto,<br />
sul camion. Muoversi sfruttando la forza di<br />
un motore è affascinante. Mio figlio ha festeggiato<br />
il suo decimo compleanno insieme<br />
ai suoi amici sulla pista di kart. Per la<br />
maggior parte di loro si trattava della prima<br />
esperienza al volante di un veicolo a motore.<br />
Inizialmente guardavano con timore<br />
reverenziale i kart che sfrecciavano veloci.<br />
Uno di loro ha osservato, timidamente:<br />
«No, io non andrò così veloce.» Dopo soli<br />
due giri non c’era più traccia di tutta quella<br />
preoccupazione. Le piccole furie affrontavano<br />
le curve con audacia, lottando con<br />
accanimento per conquistare secondi e posizioni.<br />
Nella pausa, poi, si lanciavano in discussioni<br />
accese su frenate e linee ideali.<br />
Le corse hanno un grande fascino. E del<br />
resto Michael Schumacher non ha forse iniziato<br />
la sua carriera sulla pista di kart? Da<br />
quel momento mio figlio sogna di potersi mi-<br />
surare, un giorno, con il campione tedesco.<br />
Ed è proprio questo sogno di bambino che ho<br />
potuto realizzare un paio di anni fa sul circuito<br />
di prova di Fiorano – certo non a bordo<br />
di una vettura di <strong>Formula</strong> 1, ma pur sempre<br />
su una Ferrari Modena con cambio elettronico<br />
F1 e un motore potentissimo. Per cinque<br />
giri ho dato libero sfogo alla mia passione,<br />
naturalmente con l’intento di avvicinarmi<br />
alla linea ideale. Al traguardo i tecnici<br />
mi hanno mostrato l’analisi dettagliata<br />
del giro più rapido. Si vedeva chiaramente<br />
dove e quanto ero stato veloce, con quale<br />
marcia e con quanti giri motore. Inoltre, a<br />
fianco dei miei dati figuravano in maniera<br />
discreta e tra parentesi i dati relativi alla<br />
performance di Michael Schumacher. Lo<br />
ammetto: tra noi c’è un abisso. Ma la cosa<br />
che più mi ha colpito non riguardava tanto<br />
l’accelerazione – in quello lo avevo quasi<br />
raggiunto – quanto piuttosto la frenata. Ancora<br />
una volta mi è apparso chiaro: tutti<br />
sono in grado di premere l’acceleratore a<br />
tavoletta; il vero esperto emerge invece<br />
quando, al momento opportuno, è capace<br />
di sollevare il piede dal gas.<br />
Daniel Huber, caporedattore Bulletin<br />
Primo piano: <strong>Formula</strong> 1<br />
EDITORIALE / SOMMARIO<br />
08 Gerarchia Nel circo della <strong>Formula</strong> 1 vigono regole ferree<br />
12 Intervista Bernie Ecclestone tiene le briglie ben salde<br />
15 Emancipazione L’esperienza di una donna nel mondo dei motori<br />
16 Tecnologia Il laboratorio Sauber a Hinwil<br />
22 Sintesi I dati salienti sulla stagione 2003<br />
23 Partnership Il team Sauber e i vantaggi per il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
26 Economia Dove passano i gran premi le casse fanno il pieno<br />
28 VIP club Champagne, caviale e motori rombanti<br />
31 Divagazione F1, meditazione ineluttabile per umanisti<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 3
En vacances, mon amie a menacé de jeter ma<br />
carte American Express dans les toilettes.<br />
Je lui ai répondu: fais-le, si tu veux.<br />
D’une part, la carte ne va pas<br />
disparaître si facilement.<br />
D’autre part, j’en recevrais de toute manière<br />
une nouvelle dans l’espace d’une journée.<br />
Dois-je encore préciser que ce furent<br />
les premières et les dernières<br />
vacances en compagnie d’une femme Lion?<br />
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56<br />
69<br />
1 2 2 2 2 2 2 2<br />
40 37 37<br />
49<br />
21<br />
53 55<br />
20 23 24<br />
18 22<br />
33 41<br />
20<br />
22<br />
29 38 38 37 27 21 45 35<br />
1995<br />
1996<br />
1997<br />
1998<br />
1999<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
34<br />
Wealth management<br />
Strategy<br />
Attualità<br />
SOMMARIO<br />
32 Notizie stringate Analisi finanziaria in tutta semplicità<br />
33 Online Il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> ridisegna il proprio sito Internet<br />
33 Davos Il nuovo Youthpalace, punto d’incontro per i giovani<br />
34 Barometro delle apprensioni Il parere di Yves Christen<br />
39 Forum Il sondaggio del Bulletin induce all’ottimismo<br />
39 @propos Quando i pesci si danno alla traduzione<br />
40 Automobili Guidare, un piacere dolce a un prezzo salato<br />
42 Investire Sicurezza e rendimento a braccetto<br />
43 Esprix Un premio per l’eccellenza aziendale<br />
43 In vetrina Segnalazioni editoriali per gli uomini d’affari<br />
44 Dietro le quinte Uno sportello per le esigenze dei VIP<br />
45 emagazine L’oro è tornato a luccicare<br />
47 Editoriale finanziario Opportunità, rischi ed effetti collaterali<br />
48 Previsioni Le prospettive per i prossimi dodici mesi<br />
49 Congiuntura Gli USA ribadiscono il ruolo di locomotiva<br />
50 Azioni La svolta è attesa a metà dell’anno<br />
52 Obbligazioni La bassa inflazione sostiene i mercati dei bond<br />
53 Monete Il trend del franco resta al rialzo<br />
54 Investimenti alternativi Gli hedge fund rialzano la testa<br />
55 Consiglio d’investimento Il GIP di marzo batte il benchmark<br />
56<br />
Topics<br />
Rischi fantasma Una sfida per il comparto servizi finanziari<br />
60 Aviazione Il settore low-cost mina le strutture tradizionali<br />
63 Basilea II Il nuovo accordo ha conseguenze per le PMI<br />
66 Immobili Il mercato edilizio americano si mantiene in forma<br />
69 Azioni I dividendi riacquistano il favore degli investitori<br />
72<br />
80<br />
Savoir-vivre<br />
72 Whisky Dalla Scozia con amore<br />
Sponsoring<br />
75 EURO 2008 Motore dell’economia e piattaforma pubblicitaria<br />
76 Sport di resistenza Una sfida fra piacere e sofferenza<br />
79 Agenda Panoramica degli appuntamenti culturali e sportivi<br />
79 Cultura in breve Jazz, teppisti del calcio, viaggi lontani<br />
Leader<br />
80 Paulo Coelho La felicità si misura in centimetri cubi<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 5
DA 0 A 200 KM/H<br />
IN SOLI<br />
5 SECONDI.<br />
OSSIA<br />
IN 140 METRI.<br />
A 350 KM/H<br />
IL FLUSSO D’ARIA<br />
SCHIACCIA LE<br />
MONOPOSTO<br />
SULL’ASFALTO<br />
CON CIRCA<br />
1,5 TONNELLATE.
FORMULA 1
Nel campeggio più «in» del mondo<br />
l’ordine gerarchico regna sovrano<br />
Mentre in pista può anche succedere che sia il caso a decidere sull’assegnazione dei punti, fuori dal circuito<br />
tutto è regolato fin nel minimo dettaglio in base a un sofisticato sistema di punti che resta strettamente<br />
segreto. Elmar Brümmer, giornalista di <strong>Formula</strong> 1<br />
Dove passi esattamente la linea del<br />
traguardo in un circuito si presta alla libera<br />
interpretazione, come ha dimostrato la vittoria<br />
regalata per errore da Michael Schumacher<br />
a Rubens Barrichello in occasione del<br />
Gran Premio di Indianapolis. Dietro ai box, al<br />
contrario, nell’area riservata ai piloti, non c’è<br />
in questo senso alcun bisogno di discutere.<br />
Qui regna infatti la più assoluta ortodossia.<br />
Ogni camion, ogni bus, ogni veranda ha un<br />
suo posto fisso in uno schema che nella stagione<br />
europea viene disposto per dieci volte<br />
nella stessa maniera. La linea bianca che<br />
delimita il territorio di ciascuna scuderia deve<br />
essere rispettata in modo scrupoloso. Chi<br />
lascia che anche solo la scala che porta al<br />
proprio motorhome sporga senza speciale autorizzazione<br />
oltre la linea tracciata, viene punito<br />
con il pagamento di una penale. Perché<br />
raccontiamo questo episodio tratto dalla psicologia<br />
del parcheggio? Perché rivela in che<br />
modo gira la grande ruota della <strong>Formula</strong> 1:<br />
seguendo anche i minimi dettagli.<br />
«SONO IN GIOCO<br />
PUNTI E PRESTIGIO,<br />
POTERE E DENARO.»<br />
«Frankfurter Allgemeine Zeitung»<br />
8 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Naturalmente l’attuale ordine gerarchico<br />
della <strong>Formula</strong> 1 si riflette in primo luogo nei<br />
numeri di partenza, ma già dai parcheggi si<br />
capisce chi, nella passata stagione, ha<br />
raggiunto qualcosa: non solo l’ordine dei<br />
garage nella via dei box viene deciso dalla<br />
classifica finale dell’ultimo campionato, anche<br />
le loro dimensioni dipendono dai punti<br />
conquistati. Chi (come il team Sauber Petronas)<br />
negli ultimi due anni si è piazzato nella<br />
parte superiore della classifica, può disporre<br />
essenzialmente di più metri quadri e<br />
quindi di una migliore atmosfera di lavoro.<br />
Tutto questo vale anche dietro la zona dei<br />
box: le migliori scuderie, infatti, hanno anche<br />
la possibilità di allestire un maggior numero<br />
di transporter o motorhome.<br />
Una radio per segnalare gli abusi<br />
Nel campeggio probabilmente più esclusivo<br />
del mondo le regole sono severe, e sulla loro<br />
osservanza vigilano personalmente Bernie<br />
Ecclestone o il suo braccio destro Pasquale<br />
Lattuneddu. È sufficiente un segnale delle<br />
potenti radio che i due portano sempre con<br />
sé per correggere eventuali abusi. Ai signori<br />
della <strong>Formula</strong> 1 non sfugge niente di ciò<br />
che si svolge nel cosiddetto paddock (il termine<br />
proviene dal linguaggio dell’ippica e significa<br />
«recinto per cavalli»). Ciò che non può<br />
essere controllato con gli occhi o con il metro<br />
viene semplicemente verificato per mezzo<br />
di un lettore di bande magnetiche. Il vero<br />
potere si dimostra alle due-tre porte d’ingresso<br />
dell’area piloti: chi aspira ad entrare<br />
nell’Olimpo della <strong>Formula</strong> 1 deve essere in<br />
possesso di un pass con il codice d’accesso<br />
esatto e un chip funzionante. Questo biglietto<br />
d’ingresso di plastica, che per semplicità<br />
tutti portano appeso al collo con un cordoncino,<br />
è prezioso, perché non si può comprare,<br />
a meno che l’interessato non acquisti<br />
anche un’intera scuderia. Anche il numero<br />
dei pass messi a disposizione di meccanici,<br />
ingegneri e ospiti di un team dipende rigorosamente<br />
dai successi sportivi raggiunti.<br />
Il principio del merito regola anche i minimi<br />
dettagli.<br />
In gioco mezzo miliardo di dollari<br />
Nel Concorde Agreement, lo statuto della<br />
<strong>Formula</strong> 1, tutto è regolato fin nei minimi<br />
particolari, prima di tutto come i proventi dei<br />
diritti televisivi e di commercializzazione vengono<br />
ripartiti tra le diverse scuderie (si veda<br />
il riquadro). In linea di principio questo documento<br />
dovrebbe accontentare tutti e quindi<br />
mantenere una certa equità. Si stima che<br />
ogni anno, con tutte le sue imprese, Bernie<br />
Ecclestone ricavi mezzo miliardo di dollari<br />
dalla commercializzazione della <strong>Formula</strong> 1, di<br />
cui circa la metà viene poi distribuita alle scuderie,<br />
in base al Concorde Agreement.<br />
Naturalmente l’accordo non si occupa solo
Foto: Schlegelmilch Photography (pagine 6/7, 8, 10/11, 20/21, 24/25)<br />
di denaro, ma anche di potere, e arriva anche<br />
a disciplinare le modifiche tecniche e<br />
sportive del regolamento, che devono essere<br />
approvate all’unanimità da tutti i partecipanti.<br />
L’accordo è strettamente segreto e<br />
resta in vigore fino alla fine del 2007. Alla<br />
sua scadenza l’associazione dei principali<br />
costruttori (GWPC) non esclude di organizzare<br />
un proprio campionato, se necessario in<br />
concorrenza con l’attuale <strong>Formula</strong> 1. Le scuderie<br />
vengono allettate con la prospettiva di<br />
proventi più elevati.<br />
Ma a quanto ammontano davvero questi<br />
proventi? Abbastanza comprensibilmente la<br />
trasparenza non è tra le prime virtù del<br />
mondo dell’automobilismo, né dal punto di<br />
vista tecnico né da quello finanziario. Particolarmente<br />
insolito, nel mondo degli sport<br />
popolari, è che i premi in palio per gara,<br />
pilota e scuderia non vengano sbandierati ai<br />
quattro venti. Non è forse vero che i tornei di<br />
golf e di tennis devono parte della loro<br />
attrattiva a premi di cui si conosce esattamente<br />
l’ammontare? Nella <strong>Formula</strong> 1, invece,<br />
vengono sì innalzate con orgoglio coppe<br />
scintillanti davanti a folla e telecamere, ma<br />
quale sia il montepremi effettivo è tenuto rigorosamente<br />
segreto. A questo gentlemen’s<br />
agreement si attengono tutti; la sua mancata<br />
osservanza, infatti, avrebbe conseguenze<br />
paragonabili alla mancata partecipazione a<br />
una gara: gravi pene convenzionali.<br />
Un addetto ai lavori, che conosce bene<br />
l’accordo in questione, sa tuttavia che vale il<br />
seguente principio: circa il dieci per cento<br />
viene distribuito in parti uguali a tutte le scuderie<br />
partecipanti. Da questo punto in poi la<br />
cosa si fa più complessa: la formula in base<br />
alla quale i proventi vengono distribuiti tiene<br />
conto innanzitutto del piazzamento nella<br />
classifica costruttori degli ultimi tre anni. Una<br />
parte considerevole è rappresentata dalla<br />
valutazione storica. Prima di tutto vengono<br />
calcolati gli anni di militanza in <strong>Formula</strong> 1.<br />
Una scuderia al suo primo anno di partecipazione<br />
riceve quattro punti, che diventano<br />
165 dopo dieci anni (come nel caso della<br />
Sauber Petronas) e addirittura 1200 come<br />
nel caso della Ferrari, che partecipa ormai da<br />
50 anni. Chi si aggiudica il titolo costruttori<br />
riceve altri 25 punti di bonus. A ciò si aggiungono<br />
i punti conquistati negli ultimi due<br />
campionati, moltiplicati per due, e la somma<br />
di tutti i punti conquistati nella classifica costruttori,<br />
moltiplicati per dieci. Ogni vittoria<br />
degli ultimi due anni vale dieci punti. Ogni<br />
successo raggiunto nei precedenti Gran Premi<br />
significa ancora un altro punto.<br />
Contano anche i chilometri percorsi in testa<br />
I successi raggiunti dalle scuderie nella passata<br />
stagione vengono onorati ancora una<br />
volta da un montepremi supplementare. I<br />
moltiplicatori tengono conto anche dei piazzamenti<br />
in ogni singola gara, e persino dei<br />
chilometri percorsi in testa. Nell’ultimo Concorde<br />
Agreement ad esempio, di cui sono<br />
stati resi noti alcuni dettagli, il campione del<br />
mondo ha ricevuto il 23,33 per cento dei<br />
proventi della commercializzazione, il secondo<br />
in classifica il 16,67 per cento e il terzo il<br />
13,33 per cento. Al quarto e al quinto classificato<br />
è andato il 10 per cento, al decimo<br />
soltanto il 3,33 per cento. Solo ai primi dieci<br />
classificati spetta questo bonus aggiuntivo;<br />
nella nuova stagione questo ha ancora un<br />
valore, anche se per il 2003 sono solo dieci<br />
le scuderie iscritte. Ma i premi vengono sempre<br />
versati con effetto retroattivo. Viene così<br />
reso più difficile un eventuale ritiro, che significherebbe<br />
allo stesso tempo una rinuncia<br />
al bottino in palio. Dietro le quinte, inoltre, si<br />
lotterà per conquistare i premi lasciati vacanti<br />
dalle scuderie di Alain Prost e Tom Walkinshaw,<br />
diventate insolventi.<br />
FORMULA 1<br />
Un automobilismo all’insegna del darwinismo<br />
farebbe la gioia dei politici, almeno di<br />
quelli che sostengono che una buona performance<br />
deve tornare a essere premiata.<br />
Chi sa che ogni scuderia attinge dal 20 al 40<br />
per cento del suo bilancio dalle tasche di<br />
Ecclestone può capire facilmente perché, lo<br />
scorso anno, quando la Ferrari si era ormai<br />
aggiudicata il campionato, la lotta sia proseguita<br />
con tanto ardore. Erano in pochi ad<br />
avere come obiettivo il grande Michael Schumacher;<br />
per la maggior parte delle scuderie<br />
si trattava piuttosto di lottare contro il team<br />
che le precedeva e contro quello che<br />
le seguiva direttamente nella classifica costruttori.<br />
Ecco come il quotidiano «Frankfurter Allgemeine<br />
Zeitung» ha descritto questa lotta<br />
agguerrita: «Sono in gioco posizioni, punti e<br />
prestigio, potere e denaro». Guadagnare una<br />
posizione nella gerarchia può valere milioni.<br />
Ogni punticino significa, oltre al cospicuo<br />
premio finale, tante altre comodità: più<br />
posto nel paddock, tonnellate di bagagli caricati<br />
gratuitamente a bordo dei jumbo, più<br />
biglietti in classe economy per la squadra.<br />
Per gli spettatori questo tipo di campionato<br />
ha il vantaggio di mantenere viva la tensione<br />
fino all’ultimo giro. Perché in <strong>Formula</strong> 1 nessuno<br />
regala niente. ❙<br />
Lo statuto della <strong>Formula</strong> 1<br />
Il Concorde Agreement regola i rapporti tra tutti gli attori del campionato del mondo di<br />
<strong>Formula</strong> 1, quali associazioni sportive, organizzatori, scuderie, piloti, sponsor, e rappresenta<br />
quindi per così dire lo statuto della <strong>Formula</strong> 1. Uno dei punti principali riguarda la<br />
ripartizione dei proventi dei 16 Gran Premi e della vendita dei diritti televisivi. In origine si<br />
trattava di un accordo tra la <strong>Formula</strong> One Constructor’s Association (FOCA) e la Fédération<br />
Internationale de Sport Automotive (FISA), stipulato all’inizio degli anni Ottanta.<br />
L’accordo deve il suo nome alla Place de la Concorde di Parigi, dove si trova l’edificio<br />
della Fédération Internationale de l’Automobile (FIA) in cui esso venne firmato. Prima che<br />
ciò avvenisse c’era stata un’annosa querelle tra la FISA, l’autorità sportiva guidata da<br />
Jean-Marie Balestre, e l’associazione delle scuderie rappresentata da Bernie Ecclestone.<br />
Balestre voleva limitare l’importanza della FOCA, che si occupava in maniera crescente<br />
della commercializzazione del campionato diventando così sempre più influente. La <strong>Formula</strong><br />
1 rischiò di soccombere sotto questa lotta di potere, che sfociò addirittura in uno<br />
sciopero: sponsor e costruttori minacciavano di abbandonare il campionato se le condizioni<br />
del suo svolgimento non fossero state fissate in modo duraturo, e ottennero così<br />
che venisse firmato l’accordo. Oggi la FISA non esiste più, e la FOCA è stata assorbita<br />
nella «<strong>Formula</strong> One Administration», la holding di Ecclestone. Sulle regole della <strong>Formula</strong> 1<br />
è ancora la FIA a decidere, ma il Concorde Agreement stabilisce che, per modificare certi<br />
regolamenti, è necessario il consenso di tutte le scuderie.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 9
FORMEL 1<br />
10 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03
FORMEL 1<br />
DA 200 A 0 KM/H<br />
IN MENO DI<br />
2 SECONDI<br />
OSSIA IN<br />
55 METRI.<br />
IN QUESTO<br />
MOMENTO I DISCHI<br />
DEL FRENO<br />
RAGGIUNGONO I<br />
600 GRADI CELSIUS.
«È naturale che tutti vogliano di più!»<br />
La <strong>Formula</strong> 1 è il più grande evento sportivo del mondo. Gran parte del merito di questo successo è<br />
di Bernie Ecclestone. Con i suoi 72 anni, il miliardario britannico tiene ancora ben strette le redini di questa<br />
grande carovana dello sport a motore. Intervista a cura di Marcus Balogh, redazione Bulletin<br />
Marcus Balogh Lei è considerato il monarca<br />
senza corona della <strong>Formula</strong> 1. Ma di cosa si<br />
occupi esattamente resta ancora, anche<br />
dopo lunghe ricerche, piuttosto vago. Cosa<br />
fa Bernie Ecclestone per la <strong>Formula</strong> 1?<br />
Bernie Ecclestone Sicuramente non sono un<br />
re. Del resto la <strong>Formula</strong> 1 è una democrazia.<br />
Nella quale alla fine lei ha sempre ragione...<br />
Spesso – ma non sempre. Non sono un<br />
sovrano onnipotente, mi paragonerei<br />
piuttosto ad un pompiere. Spengo gli incendi<br />
che divampano tra scuderie, organizzatori,<br />
commissioni e paesi.<br />
Suona tutto molto altruistico. Ma nella realtà<br />
la <strong>Formula</strong> 1 ha fatto di lei uno degli uomini<br />
più ricchi della Gran Bretagna. Naturalmente<br />
ho fatto soldi con la <strong>Formula</strong> 1,<br />
ma non sono l’unico. A differenza di molti<br />
altri, però, ho anche affrontato notevoli<br />
rischi.<br />
Nonostante ciò i costruttori borbottano e<br />
criticano il suo potere. È anche una questione<br />
di soldi. Le scuderie vorrebbero ad<br />
esempio ricevere una quota maggiore dei<br />
proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi.<br />
Oggi spetta loro il 47 per cento.<br />
Cosa ne pensa? Da estraneo direi: che ci<br />
provino pure. È più che naturale che tutti<br />
vogliano di più.<br />
E lei darà loro di più? Ho già investito denaro<br />
nella <strong>Formula</strong> 1 quando la maggior parte<br />
dei costruttori non aveva ancora un’idea<br />
di cosa fosse. È anche grazie a questo<br />
mio impegno che oggi ricevono una grande<br />
quantità di soldi dai loro sponsor. Complessivamente<br />
le scuderie guadagnano più<br />
di me. Ma forse dovrei proporre di mettere<br />
tutto in un unico calderone e di dividere<br />
tutto in parti uguali. (Ride sonoramente)<br />
12 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Un giorno i costruttori non diranno: siamo<br />
noi a pagare lo spettacolo, vogliamo anche i<br />
proventi? I costruttori investono molti<br />
soldi nella <strong>Formula</strong> 1, non c’è dubbio. Ma<br />
forse questo dà loro automaticamente il<br />
diritto di pretendere di più? Nessuno li ha<br />
costretti a partecipare. E in fondo il bottino<br />
che si portano a casa è notevole. Inoltre<br />
utilizzano la <strong>Formula</strong> 1 come vetrina per<br />
mettersi in mostra. Se per 30 anni compra<br />
il pane nella stessa panetteria, crede<br />
che questo fatto le dia il diritto un giorno di<br />
pretendere una parte dei proventi?<br />
La preoccupa il fatto che i costruttori parlino<br />
fra loro di un proprio campionato? Assolutamente<br />
no. Mettere in piedi un campionato<br />
è enormemente difficile. Quanto<br />
più i costruttori ne parlano fra loro, tanto<br />
più chiaramente se ne rendono conto. A<br />
prescindere da questo: lentamente capiscono<br />
che con un secondo campionato non<br />
guadagnerebbero più soldi, bensì meno.<br />
Per quale motivo? Perché, con due<br />
campionati, le emittenti televisive avrebbero<br />
ovviamente la possibilità di abbassare<br />
i prezzi.<br />
Restando in tema di soldi: con lei la <strong>Formula</strong><br />
1, da mero divertimento del fine settimana<br />
per fanatici delle corse, è diventata la disciplina<br />
sportiva di maggior rilievo commerciale.<br />
Qual è il segreto del suo successo?<br />
Non lo so. Nemmeno lo chef di un ristorante<br />
esclusivo insignito delle tre stelle della<br />
guida Michelin potrebbe risponderle a<br />
questa domanda. Perché il successo non<br />
dipende da un unico ingrediente segreto,<br />
bensì dalla somma di molti particolari e di<br />
molte attività. Ad esempio dall’esperienza<br />
e dalla perseveranza. Inoltre sono nel mestiere<br />
da diverso tempo, e questo mi<br />
vale rispetto e fiducia, altri due fattori di<br />
successo.<br />
Dopo quasi 50 anni di circo automobilistico<br />
non l’assale a volte la noia? Assolutamente<br />
no. Ogni giorno succede qualcosa<br />
di eccitante. È sempre la storia del pompiere.<br />
Ci si sveglia la mattina e non si sa<br />
cosa accadrà.<br />
Può farci un esempio? Una scuderia presenta<br />
un reclamo contro un’altra, un<br />
team si trova improvvisamente davanti al<br />
crollo finanziario – ogni giorno c’è qualcosa<br />
da negoziare, da vendere o da mediare,<br />
ed è proprio questo che mi riesce e mi diverte<br />
di più.<br />
Secondo lei cos’è che tiene centinaia di milioni<br />
di spettatori di <strong>Formula</strong> 1 incollati ai<br />
teleschermi? La <strong>Formula</strong> 1 è affascinante,<br />
è un grande spettacolo. È un po’ come<br />
quando si guardano i funamboli al circo. Si<br />
vuole essere presenti se succede qualcosa,<br />
ma non si vuole che succeda niente.<br />
E se succede qualcosa, si vuole che il<br />
pilota esca illeso dalla vettura.<br />
Piloti come Michael Schumacher non<br />
rendono monotona la <strong>Formula</strong> 1? Michael<br />
Schumacher divide i fan di <strong>Formula</strong> 1 in<br />
due gruppi: da una parte quelli che vorrebbero<br />
sempre vederlo vincere, dall’altra<br />
quelli che ad ogni gara sperano che finalmente<br />
venga sconfitto. Per me è incredibile.<br />
È fantastico per noi.<br />
In Asia e in America la <strong>Formula</strong> 1 diventerà<br />
popolare come in Europa? In Asia la <strong>Formula</strong><br />
1 è già molto popolare. Negli Stati Uniti<br />
l’ostacolo è rappresentato dal gran numero<br />
di manifestazioni di sport a motore, di diversa<br />
importanza, che già invadono il calendario.<br />
Ma anche negli USA riusciamo ad<br />
attrarre un grande pubblico per la gara di<br />
Foto: © Corbis/Swiss Press
«IL DENARO NON<br />
SIGNIFICA NIENTE<br />
PER ME, È SOLO<br />
UN MODO PER<br />
MISURARE IL<br />
SUCCESSO».<br />
Bernie Ecclestone<br />
FORMULA 1
<strong>Formula</strong> 1 che si svolge negli States,<br />
e la trasmissione televisiva raggiunge buone<br />
quote di ascolto.<br />
Ritiene possibile aumentare il numero di<br />
gare? Forse si potrebbero organizzare un<br />
paio di gare in più, ma nessun promoter,<br />
nessuno sponsor è disposto ad allentare i<br />
cordoni della borsa più di quanto già non<br />
faccia. Ciò è impossibile, gli sponsor se la<br />
darebbero a gambe. È il denaro il fattore<br />
limitante.<br />
È soddisfatto di com’è oggi la <strong>Formula</strong> 1?<br />
Non sono mai veramente soddisfatto. Ci<br />
sono sempre cose che vorrei migliorare –<br />
e che poi cerco anche di cambiare.<br />
Non rimpiange i «bei vecchi tempi»? Rimpiango<br />
di non avere più 21 anni. Ma quanto<br />
alla <strong>Formula</strong> 1 non rimpiango niente, oggi<br />
siamo molto più professionali di 20 o 30<br />
14 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
anni fa ed è giusto che sia così. Rimpiango<br />
le persone con cui prima avevo a che fare,<br />
ad esempio Colin Chapman ed Enzo Ferrari.<br />
Guardando indietro agli ultimi 30 anni, cosa<br />
la rende particolarmente orgoglioso? Lo<br />
sviluppo della tecnica di sicurezza. Abbiamo<br />
fatto più per la sicurezza che per qualsiasi<br />
altra cosa. Oggi i piloti escono quasi illesi<br />
anche dagli incidenti più paurosi.<br />
Ci sono cose di cui si pente? Nella <strong>Formula</strong><br />
1? Così su due piedi non mi viene in<br />
mente niente. Sicuramente oggi farei certe<br />
cose in modo diverso, ma non perché<br />
erano «sbagliate», bensì perché forse avrei<br />
potuto farle meglio.<br />
Cosa accadrà quando un giorno si ritirerà?<br />
Nessuno è davvero insostituibile. Nemmeno<br />
io lo sono. E visto che la <strong>Formula</strong> 1 è<br />
un business in perfetta salute, andrà avanti<br />
Un amore ricambiato per lo sport<br />
Figlio di un capitano di peschereccio, Bernard Charles Ecclestone nasce il 28 ottobre 1930<br />
a Ipswich, Gran Bretagna. Già da bambino il sovrano senza corona della <strong>Formula</strong> 1 dimostra<br />
di avere un debole per gli affari. A scuola, durante la ricreazione, vende a prezzo<br />
maggiorato panini e dolci acquistati lungo la strada.<br />
Dopo la Seconda Guerra Mondiale svolge un tirocinio come assistente in un laboratorio<br />
chimico, ma allo stesso tempo, durante la pausa pranzo, inizia a commerciare parti di ricambio<br />
per motociclette. Gli affari vanno bene, e alcuni anni più tardi Ecclestone possiede<br />
proprio in questo settore una delle maggiori catene della Gran Bretagna.<br />
Nel 1949 tenta di sfondare nella <strong>Formula</strong> 3, ma senza successo. Nonostante tutta la<br />
passione, come pilota è meno dotato che come manager. Successivamente in questa<br />
funzione rappresenta fra l’altro il pilota Jochen Rindt e guida il team Lotus. Nel 1972 Ecclestone<br />
acquista infine la scuderia di <strong>Formula</strong> 1 Brabham. Nel 1981 e nel 1983, con Nelson<br />
Piquet, vince il campionato mondiale di <strong>Formula</strong> 1, e nel 1987 rivende con successo<br />
la scuderia. Oltre ad impegnarsi come proprietario di scuderia, nel 1974 fonda con Colin<br />
Chapman, Max Mosley, Ken Tyrell e Frank Williams l’unione costruttori di <strong>Formula</strong> 1<br />
(FOCA).<br />
Ma è negli anni Novanta che questo piccolo grande talento alto appena 1 metro e 60 diventa<br />
davvero ricco. Prima si assicura i diritti televisivi della <strong>Formula</strong> 1, poi li rivende realizzando<br />
notevoli guadagni. I proventi derivanti dalla vendita annuale dei diritti televisivi<br />
vengono ripartiti in base ad una complessa formula. Il 47 per cento spetta alle scuderie.<br />
Ma quale sia davvero il patrimonio di Bernie Ecclestone resta ancora un mistero. Le stime<br />
oscillano tra i 10 e i 16 miliardi di franchi. Ecclestone vive a Londra con Slavica (43),<br />
ex modella di Armani, con cui è sposato in seconde nozze, e con le loro due figlie Tamara<br />
(17) e Petra (13). Ha anche un’altra figlia, Deborah (27), nata dal suo primo matrimonio.<br />
anche senza di me. Forse sotto un’altra<br />
forma, con nuove idee. Probabilmente,<br />
proprio per questo motivo, diventerà addirittura<br />
migliore.<br />
Quali piloti ha ammirato di più negli ultimi decenni?<br />
I piloti di <strong>Formula</strong> 1 sono una razza<br />
a parte. Ci vogliono una serie di caratteristiche<br />
particolari per guidare una vettura da<br />
corsa giro dopo giro sempre al massimo<br />
della performance, e solo così è possibile<br />
vincere. Ammiro le persone che hanno carattere,<br />
piloti che si distinguono dalla<br />
massa non solo per le loro doti di guidatori.<br />
Piloti come Niki Lauda o Nelson Piquet, e<br />
naturalmente uomini come Ayrton Senna<br />
o Michael Schumacher. Gli estranei non<br />
capiscono Michael Schumacher. Credono<br />
che sia freddo e calcolatore. Invece è<br />
tutto il contrario, è timido e molto cordiale.<br />
C’è qualcuno che all’inizio l’ha aiutata?<br />
Una sorta di mentore? Un maestro non l’ho<br />
mai avuto, ma sono molte le persone che<br />
mi hanno aiutato a progredire, personaggi<br />
come Enzo Ferrari.<br />
Lei ha alle spalle una carriera incredibile.<br />
Qual è il suo segreto? Non avevo nient’altro<br />
da fare, è una specie di hobby. Ed ho<br />
avuto una buona dose di fortuna.<br />
Nell’ambiente della <strong>Formula</strong> 1 è considerato<br />
un duro uomo d’affari. Come la vede la<br />
sua famiglia tra le mura domestiche? Sono<br />
sposato da 20 anni, quindi sembra che<br />
qualcosa di buono lo abbia fatto. Forse riesco<br />
a tenere il lavoro separato dalla mia<br />
vita privata.<br />
Cosa significa per lei il denaro? Il denaro<br />
non significa niente per me, è solo un<br />
modo per misurare il successo. In primo<br />
luogo faccio soldi anche per le scuderie.<br />
Maggiori sono i guadagni, migliori sono<br />
le gare, ed è questo che conta per me.<br />
Diventare ricco non è mai stato il mio<br />
obiettivo.<br />
Cosa fa per rilassarsi? Ma io sono rilassato!<br />
Le gare di <strong>Formula</strong> 1 mi rilassano.<br />
Riesce ad immaginare la sua vita senza la<br />
<strong>Formula</strong> 1? Non riesco a pensarci. Mia moglie<br />
sostiene che probabilmente dovranno<br />
trascinarmi via morto dal circuito. O che mi<br />
potranno seppellire nel «tour bus», la mia<br />
residenza viaggiante con cui accompagno<br />
la <strong>Formula</strong> 1 di corsa in corsa. Mi piace ciò<br />
che faccio, perché dovrei smettere?
Foto: Eva-Maria Züllig<br />
«Mi hanno voluto insegnare<br />
a volare»<br />
Yolanda Tavoli, ex pilota e giornalista<br />
3 giugno 1984: a Monte Carlo va in scena il tradizionale gran premio<br />
di <strong>Formula</strong> 1. Sul percorso si abbatte un forte acquazzone, la<br />
gara viene interrotta dopo soli 31 giri quando al comando si trova il<br />
campione della McLaren Alain Prost. Ayrton Senna, secondo alle<br />
spalle del francese, si propone quale nuova stella nel firmamento<br />
della <strong>Formula</strong> 1.<br />
Munita di lasciapassare e del documento di accesso ai box, sono<br />
appostata a due passi dal guardrail. Per la prima volta vivo in diretta<br />
l’implacabile lotta dei motori turbo da 1000 CV alla conquista di<br />
qualche prezioso centesimo di secondo. Solo le protezioni auricolari<br />
gialle impediscono che l’acustica raggiunga livelli intollerabili! Si<br />
fatica a credere che gli essere umani abbiano davvero il controllo su<br />
questi bolidi sofisticati e velocissimi.<br />
Ero arrivata in veste di giovane e ingenua giornalista-apprendista<br />
della casa editrice Ringier per descrivere sul quotidiano Blick i<br />
piloti della <strong>Formula</strong> 1 dalla prospettiva femminile. Sembravo una<br />
preda gettata in pasto ai leoni da Roger Benoit, lo spregiudicato specialista<br />
di F1.<br />
Non mi hanno divorato! Ma dove uomini coraggiosi si mettono in<br />
mostra, l’ammirazione femminile non fa che venire incontro alla loro<br />
indole estroversa. Ed è per questo che scrissi degli occhi azzurri<br />
di Stefan Johansson, del fascino latino di Nelson Piquet e della predilezione<br />
per i toni soavi di Elio de Angelis. A mia grande sorpresa,<br />
l’invito giunse però dal pilota di F1 e connazionale Marc Surer. Un<br />
incontro che lasciò le sue tracce.<br />
L’anno successivo, a Monaco, ci consideravano ormai inseparabili,<br />
e nel 1986 ci siamo sposati. La <strong>Formula</strong> 1 diventa per me una<br />
seconda casa. Quale moglie di un pilota faccio parte del team e<br />
come giornalista godo di una posizione privilegiata. Lavoro anche per<br />
lo speciale di <strong>Formula</strong> 1 su RTL, ma allora ero «solo» la ragazza<br />
di Marc Surer e non una pilota autonoma.<br />
Un fascino irresistibile<br />
Monaco 1996, quattro del mattino. È ancora buio pesto e alcuni<br />
appassionati nottambuli lasciano briosi l’elegante discoteca<br />
«Jimmy’s». Nel frattempo sono successe molte cose: da alcuni<br />
anni partecipo alle gare come pilota. Assonnata e infagottata nella<br />
mia tuta, mi appoggio al muro che fiancheggia la costa, lo sguardo<br />
rivolto verso la vicina piccola penisola in attesa che cominci il primo<br />
allenamento per la Coppa internazionale Renault Spider. Quest’anno,<br />
i giri e le corse di qualifica fanno da contorno alla <strong>Formula</strong> 1.<br />
Nonostante i problemi al cambio, conquisto il 15° posto sul mio tracciato<br />
preferito: un traguardo notevole per l’unica donna in gara tra<br />
25 giovani uomini accaniti. Una realtà alla quale mi sono abituata.<br />
Nonostante nel circo della <strong>Formula</strong> 1 vi siano numerose donne,<br />
sono sempre stata – tranne un’unica eccezione – la «pilota amazzone»<br />
osservata con diffidenza dai colleghi maschi: dalla <strong>Formula</strong><br />
FORMULA 1<br />
Ford alla <strong>Formula</strong> 3, fino al Campionato Italiano di Rally<br />
del 1995.<br />
Le poche donne che negli scorsi anni hanno partecipato alle competizioni<br />
internazionali sono nel frattempo istituzionalizzate, senza che<br />
qualcosa sia cambiato in merito agli ostacoli da superare. La mia carriera<br />
di pilota, ad esempio, è segnata da perfidi commenti di concorrenti<br />
inferiori. Gli uomini faticano ad accettare che una donna si metta<br />
al volante e azioni il cambio con la loro stessa disinvoltura. Una<br />
conclusione cui sono giunta dopo uno sgarbo che mi ha fatto molto<br />
soffrire: nel 1989 – il mio primo anno alla <strong>Formula</strong> Ford – mentre mi<br />
trovavo in quarta posizione a Hockenheim, un concorrente mi ha volontariamente<br />
urtato all’ultimo giro all’entrata nel motodromo, proprio<br />
nella curva più stretta. Più tardi, pare abbia detto: «Una donna, non<br />
ho potuto fare a meno di insegnarle a volare!»<br />
Un atteggiamento ancora oggi pressoché immutato. Non stupisce<br />
che Jutta Kleinschmidt, indiscussa regina del rally e vincitrice<br />
della Parigi–Dakar 2000, per l’attuale edizione del rally nel<br />
deserto abbia scelto un copilota donna: tutto per evitare che il merito<br />
per un eventuale risultato positivo venga attribuito al copilota<br />
maschile. ❙<br />
«ANCORA OGGI UNA<br />
DONNA DEVE<br />
SOFFRIRE DI PIÙ».<br />
Yolanda Tavoli<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 15
LA NUOVA C22 NASCE<br />
DAL LAVORO DI 280<br />
PERSONE. IL MOTORE<br />
10 CILINDRI DA 3 LITRI<br />
SPRIGIONA CIRCA 800 CV.
Foto: Oliver Lang<br />
Il «bolidificio» di Hinwil<br />
In gennaio la C22 ha potuto sfrecciare per la prima volta su un circuito. Ma per l’ultimo gioiello<br />
della scuderia Sauber Petronas la vera prova del fuoco avverrà in marzo, al debutto della stagione<br />
di <strong>Formula</strong> 1. Della nuova monoposto i concorrenti diretti dovrebbero vedere soprattutto un<br />
elemento: l’alettone posteriore. Andreas Thomann, redazione emagazine<br />
Lo scenario sarebbe perfetto per una<br />
squadra di sci. I trenta uomini della Sauber<br />
Petronas, invece, sul tracciato innevato della<br />
cittadina di Fiorano sembrano spaesati:<br />
nelle loro tute verde-blu posano infreddoliti<br />
davanti a una monoposto che, ancora priva<br />
dei logotipi degli sponsor, sembra quasi nuda<br />
nel gelo circostante. La C22 ha appena<br />
lasciato il reparto sviluppo e oggi avrebbe dovuto<br />
compiere i suoi primi giri. Ma il potente<br />
motore resta muto. La vettura appare solo un<br />
attimo per la foto di gruppo, poi scompare di<br />
nuovo nell’autorimessa.<br />
«La C22 funziona come un orologio»<br />
Solo quattro giorni più tardi, il 13 gennaio, arriva<br />
il grande momento: dopo che la scuderia<br />
ha prontamente spedito a Barcellona materiale<br />
e vetture, il pilota della Sauber Nick<br />
Heidfeld può finalmente sperimentare per la<br />
prima volta di che pasta sia fatta la nuova<br />
C22. L’umore migliora di giro in giro. Quando<br />
il tedesco rientra ai box dopo 61 giri, persino<br />
nella fabbrica di Hinwil si festeggia con<br />
lo champagne. «Se una nuova monoposto<br />
supera senza problemi i 290 chilometri al primo<br />
tentativo, la si può a buon diritto definire<br />
affidabile», asserisce Jürg Flach, che ha guidato<br />
lo sviluppo della C22. I piloti si uniscono<br />
al coro di lodi: «La C22 funziona come un<br />
orologio», afferma Nick Heidfeld. «La vettura<br />
è più stabile e più facile da manovrare in<br />
pista», gli fa eco il suo nuovo compagno di<br />
scuderia Heinz-Harald Frentzen, che il terzo<br />
giorno di prove è riuscito per la prima volta a<br />
salire sulla C22.<br />
Ma né a Barcellona né a Hinwil la festa è<br />
perfetta. Colpa della velocità: «I tempi non<br />
sono stati veloci come ci saremmo aspettati<br />
in base ai test effettuati nella galleria del<br />
vento», confessa Jürg Flach. Al primo tenta-<br />
tivo la C22 è sì più veloce della C21, ma la<br />
differenza resta inferiore a un secondo al giro.<br />
«Se tutto va bene, una vettura dovrebbe<br />
guadagnare da un secondo ad un secondo<br />
e mezzo a stagione», prosegue Jürg Flach.<br />
Alla Sauber tutti i 280 collaboratori hanno<br />
lavorato durante nove mesi per raggiungere<br />
tale obiettivo. Per questo secondo e mezzo<br />
è stata costruita un’auto totalmente nuova.<br />
L’esperto ingegnere meccanico, che ha già<br />
partecipato allo sviluppo di quattro bolidi<br />
Sauber, lo sa bene: se l’obiettivo non sarà<br />
raggiunto, la Sauber verrà superata dai suoi<br />
concorrenti diretti.<br />
Motore, gomme e aerodinamica: sono<br />
queste le tre variabili che, oltre all’abilità dei<br />
piloti, decidono la performance di una monoposto.<br />
Alla Sauber le prime due variabili<br />
sono più o meno sicure: i pneumatici sono<br />
prodotti dalla Bridgestone. E il nuovo motore<br />
Sauber si basa sul modello Ferrari dello<br />
scorso anno, al grado di sviluppo raggiunto<br />
al Gran Premio di Monza (settembre 2002).<br />
Il dieci cilindri da tre litri in alluminio temperato<br />
supera i 18 000 giri al minuto e, durante<br />
la scorsa stagione, ha permesso a Michael<br />
Schumacher di lasciare a bocca asciutta la<br />
concorrenza.<br />
Perfetta aderenza a 170 km/h<br />
Resta la terza variabile, l’aerodinamica, per<br />
la cui ottimizzazione vengono logicamente<br />
impiegate tutte le energie del team Sauber.<br />
Ciò spiega anche perché la Sauber assomiglia<br />
più a una fabbrica di velivoli che a un’officina<br />
d’automobili. I bolidi di <strong>Formula</strong> 1,<br />
infatti, funzionano come aerei in senso inverso:<br />
quella che in un aereo è la spinta<br />
ascensionale, in una vettura da corsa è la<br />
deportanza (downforce). A una velocità elevata<br />
e in presenza di curve strette l’auto non<br />
Nella C22 è quasi tutto nuovo<br />
FORMULA 1<br />
«Con la C22 abbiamo imboccato nuove<br />
strade», afferma il responsabile di progetto<br />
Jürg Flach. Ne è nata una vettura da corsa<br />
senza compromessi, più aerodinamica e<br />
più facile da manovrare.<br />
Abitacolo | Alla Sauber esistono due versioni,<br />
perché il nuovo pilota della scuderia Heinz-<br />
Harald Frentzen è dieci centimetri più alto<br />
del suo compagno Nick Heidfeld. I pedali di<br />
Frentzen sono più avanzati, la protezione<br />
per le gambe più lunga.<br />
Roll bar | Forma l’ingresso dell’airhorn, che<br />
rappresenta il tratto d’aspirazione del motore.<br />
In caso d’incidente la fibra di carbonio<br />
sopporta il peso di dodici tonnellate. Il roll<br />
bar della C22, rimodellato, è diventato ancora<br />
più aerodinamico.<br />
Sospensioni | Influiscono molto sull’assetto<br />
della vettura in pista. Nella C22 sono<br />
ora più leggere, ma anche più rigide.<br />
Alettone posteriore | È responsabile di<br />
oltre un terzo dell’aderenza della monoposto<br />
ed è composto da quattro elementi.<br />
Quello più basso è stato completamente<br />
rielaborato per ottenere una maggiore<br />
aderenza con un minor attrito con l’aria.<br />
Alettoni anteriori | Garantiscono oltre il<br />
25 per cento dell’aderenza. La C22 monta<br />
ancora provvisoriamente il modello dello<br />
scorso anno, ma dovrebbe presto essere<br />
pronta la nuova versione.<br />
Pance laterali | Anche qui le prove effettuate<br />
nella galleria del vento hanno portato<br />
allo sviluppo di una nuova forma: nella C22<br />
le pance laterali sono più basse e orientate<br />
diversamente rispetto allo chassis.<br />
Chassis | Rappresenta il nucleo della<br />
vettura di <strong>Formula</strong> 1. Il tempo di sviluppo<br />
di due mesi e mezzo determina la durata<br />
dello sviluppo dell’intera vettura. Nella<br />
C22 è notevolmente più rigido.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 17
deve sollevarsi dalla pista, bensì aderire perfettamente<br />
all’asfalto. Già a 170 km/h<br />
la downforce supera il peso dell’auto (ca.<br />
600 kg), che potrebbe così girare in teoria<br />
anche a testa in giù sulla pista capovolta,<br />
vincendo la forza di gravità.<br />
Ma l’aderenza non è tutto. Il bolide dovrebbe<br />
anche offrire al vento una superficie<br />
di contatto quanto più piccola possibile. Gli<br />
esperti di aerodinamica affrontano questo<br />
problema con forme sempre più audaci.<br />
Alla Sauber, in vista della prossima stagione,<br />
si è lasciato libero sfogo al rinnovamento.<br />
«Con la C22 abbiamo imboccato nuove<br />
strade in modo ancora più sistematico»,<br />
afferma Jürg Flach. Salta all’occhio la nuova<br />
proporzione della parte anteriore e<br />
di quella posteriore, che conferisce alla vettura<br />
un aspetto più aggressivo. La nuova<br />
monoposto è anche più compatta: «Abbiamo<br />
concentrato più massa nel baricentro,<br />
rendendo l’auto più agile». Gli intenditori<br />
potranno inoltre ammirare molti altri detta-<br />
Per un tour virtuale dello stabilimento Sauber,<br />
con maggiori informazioni e foto della galleria<br />
del vento, visitate il sito www.credit-suisse.com/f1<br />
gli, a cui gli artigiani di Hinwil hanno lavorato<br />
di fino per mesi: un nuovo alettone<br />
posteriore, una copertura motore più piccola<br />
e più bassa, sospensioni più leggere,<br />
uno chassis più rigido e un roll bar più aerodinamico.<br />
Il campo d’attività degli esperti di aerodinamica<br />
si è allargato da quando, dieci anni<br />
fa, il team Benetton (oggi Renault) ha effettuato<br />
per la prima volta simulazioni aerodinamiche<br />
al computer. Adesso ogni scuderia ha<br />
il suo reparto di Computational Fluid Dynamics<br />
(CFD). Grazie alle grandi performance<br />
dei computer, gli specialisti possono sperimentare<br />
molte varianti nel mondo virtuale<br />
prima di provare il nuovo pezzo nella galleria<br />
del vento. Un grande risparmio di tempo e di<br />
denaro, perché molte idee possono essere<br />
scartate da subito, mentre le varianti più promettenti<br />
possono essere ulteriormente sviluppate.<br />
Ma il computer sostituisce solo in<br />
parte la sperimentazione nel mondo reale, altrimenti<br />
la Sauber non spenderebbe qualcosa<br />
come 70 milioni di franchi per creare dal<br />
nulla una galleria del vento ultramoderna (si<br />
veda il riquadro). «Il computer ci permette di<br />
capire perfettamente le forze aerodinami-<br />
18 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
che», afferma Dirk de Beer, responsabile del<br />
progetto aerodinamica della nuova galleria<br />
del vento. «Tuttavia i computer non sono ancora<br />
abbastanza potenti per misurare tutte le<br />
forze che agiscono sulla vettura».<br />
Le preziose qualità del carbonio<br />
Dopo che gli uomini del CFD hanno selezionato<br />
le migliori varianti, i costruttori realizzano<br />
i nuovi pezzi in scala 1:2. Se supera la prova<br />
della galleria del vento, il pezzo passa alla<br />
produzione. Per non rivelare i propri segreti<br />
in fatto di aerodinamica, la Sauber produce<br />
in proprio gran parte dei componenti. Tra i<br />
materiali usati in <strong>Formula</strong> 1, il carbonio è da<br />
molto tempo quello preferito: praticamente<br />
per tutta la monoposto, a eccezione del motore<br />
e del cambio, viene utilizzata la fibra di<br />
carbonio, materiale allo stesso tempo molto<br />
leggero ed estremamente resistente. Chi,<br />
negli ultimi anni, ha visto i piloti uscire quasi<br />
illesi dall’abitacolo anche dopo spettacolari<br />
incidenti, ha un’idea di cosa riescono a sopportare<br />
le parti in carbonio. Purtroppo questo<br />
materiale è anche incredibilmente costoso,<br />
motivo per cui non può essere utilizzato<br />
per la normale industria automobilistica. Al<br />
momento della costruzione diversi strati di<br />
carbonio vengono incollati uno all’altro con<br />
resina sintetica e «cotti» poi in forni speciali,<br />
chiamati autoclavi.<br />
Mentre per produrre una normale vettura<br />
in serie occorrono mediamente cinque anni,<br />
per fare in modo che la creatura generata<br />
dalle scuderie di <strong>Formula</strong> 1 sia in grado di<br />
compiere il suo primo giro di pista bastano<br />
otto mesi. Ma questo presunto traguardo<br />
non è altro che un nuovo inizio. «Non siamo<br />
mai soddisfatti», così Jürg Flach illustra la filosofia<br />
della <strong>Formula</strong> 1. Alla vigilia del primo<br />
Gran Premio della stagione la sua agenda è<br />
piena come nei mesi precedenti. In questo<br />
periodo, infatti, tutte le scuderie sottopongono<br />
le proprie vetture a duri test su pista.<br />
Fino a 200 sensori applicati alla vettura trasmettono<br />
via radio ai computer situati nei<br />
box circa quattro megabyte di dati per ogni<br />
giro. Viene valutato praticamente tutto, dalla<br />
pressione dell’olio all’assetto in curva. E<br />
naturalmente anche il feedback dei piloti offre<br />
interessanti suggerimenti per perfezionare<br />
ulteriormente la vettura. I dati raccolti<br />
vengono infine trasmessi allo stabilimento di<br />
Hinwil, dove si comincia subito ad affinare<br />
gli ultimi particolari. Uno sviluppo in continuo<br />
movimento.<br />
Più si avvicina la stagione più sale la tensione<br />
in tutto il gruppo. Dato che diversi<br />
team provano contemporaneamente sullo<br />
stesso circuito, già alcune settimane prima<br />
dell’inizio della stagione si respira un’aria<br />
di competizione. Ma le scuderie giocano ancora<br />
a carte coperte, mantenendo il più<br />
stretto riserbo sui rifornimenti effettuati. «In<br />
questo modo i tempi non sono mai completamente<br />
raffrontabili», spiega Jürg Flach.<br />
Ma tutti questi segreti dureranno al massimo<br />
fino al 7 marzo, quando a Melbourne<br />
scatterà il primo qualifying per il Gran Premio<br />
d’Australia. ❙<br />
Quando i venti soffiano in galleria<br />
Accanto allo stabilimento della Sauber, a Hinwil, diverse gru sono all’opera dal 20 ottobre<br />
2001 per costruire un edificio apparentemente normale, la cui funzione però è tutt’altro<br />
che usuale: a otto metri dal suolo sta sorgendo la galleria del vento più moderna del mondo.<br />
Il tubo, del diametro di 9,4 metri, è già stato installato, ma le verifiche sono ancora in<br />
corso. Su un nastro circolare di acciaio, che ruoterà fino a 300 chilometri orari, potrà essere<br />
verificata l’aerodinamicità di una monoposto in grandezza reale. «Nessun’altra scuderia<br />
può provare una vettura a questa velocità e in queste condizioni», afferma Dirk de<br />
Beer, responsabile del progetto aerodinamica della galleria del vento. Fino ad ora la<br />
Sauber doveva svolgere i suoi test nella galleria del vento dell’aerodromo di Emmen,<br />
utilizzando un modello in scala 1:2. «A Hinwil potremo effettuare il doppio dei test,<br />
e in qualsiasi momento», spiega Dirk de Beer. Nell’edificio della galleria sorgeranno<br />
anche un museo dell’automobile e una piattaforma eventi. Qui, un giorno, i partner<br />
della Sauber Petronas e i loro ospiti potranno vedere all’opera i signori del vento.<br />
Foto: Sauber Petronas
Gran parte della vettura è in carbonio,<br />
materiale leggero e molto resistente.<br />
FORMULA 1<br />
LA PIÙ MODERNA GALLERIA<br />
DEL VENTO PER AUTOMOBILI<br />
COSTA 70 MILIONI DI FRANCHI.<br />
Cambiare marcia con il cambio computerizzato<br />
richiede 20–40 millesimi di secondo.<br />
A parte motore e gomme, pressoché ogni<br />
elemento viene fabbricato dalla Sauber.
FORMULA 1<br />
I PRODUTTORI<br />
METTONO<br />
A DISPOSIZIONE<br />
DA 3000 A<br />
4000 PNEUMATICI,<br />
DI CUI CIRCA<br />
700 VENGONO<br />
CONSUMATI.<br />
DURANTE LE GARE<br />
LE GOMME<br />
RAGGIUNGONO I<br />
100 GRADI.
Le principali informazioni in sintesi<br />
Scuderie e piloti<br />
Scuderia Ferrari BMW Williams McLaren Mercedes Renault Sauber Petronas<br />
Fondazione 1929 1968 1963 1977 1970<br />
Debutto in F1 1950 1975 1966 1977 1993<br />
Vittorie 159 108 135 15 0<br />
Piloti 1 Michael Schumacher 3 Juan Pablo Montoya 5 David Coulthard 7 Jarno Trulli 9 Nick Heidfeld<br />
2 Rubens Barrichello 4 Ralf Schumacher 6 Kimi Räikkönen 8 Fernando Alonso 10 Heinz-Harald Frentzen<br />
Sponsor princ. Marlboro HP West Mild Seven Petronas<br />
Scuderia Jordan Jaguar BAR Honda Minardi Toyota<br />
Fondazione 1981 1997 1998 1980 1999<br />
Debutto in F1 1991 2000 1999 1985 2002<br />
Vittorie 3 0 0 0 0<br />
Piloti 11 Giancarlo Fisichella 14 Marc Webber 16 Jacques Villeneuve 18 Jos Verstappen 20 Olivier Panis<br />
12 Ralph Firmin 15 Antonio Pizzonia 17 Jenson Button 19 Justin Wilson 21 Cristiano da Matta<br />
Sponsor princ. Benson & Hedges HSBC Lucky Strike Gazprom Panasonic<br />
Le principali modifiche al regolamento di F1<br />
p Dall’inizio della stagione sarà vietata la trasmissione dei dati dai box alla vettura.<br />
p Dal 2004 la trasmissione dei dati dalla vettura ai box sarà sostituita da un sistema standard.<br />
p Il collegamento vocale tra pilota e tecnici ai box è consentito se il sistema rende impossibile una contemporanea trasmissione<br />
di dati e se tutte le comunicazioni possono essere ascoltate dalla FIA e dalle stazioni TV.<br />
p Una terza auto può essere utilizzata solo se una vettura da corsa non è riparabile. Se una monoposto non è utilizzabile<br />
poco prima della partenza, questa partirà dalla corsia dei box. Lo stesso vale per un’interruzione di gara nei primi due giri.<br />
p Tra le qualificazioni e la gara le vetture dovranno essere collocate in un parco chiuso, che può essere anche il garage<br />
della scuderia, ma solo sotto stretta sorveglianza. Eventuali lavori, eccetto quelli di routine, necessitano di un’autorizzazione.<br />
p Dal Gran Premio di Silverstone saranno vietati il traction control e il sistema di gestione della partenza. Fino a quel<br />
momento, per quanto riguarda quest’ultimo, le scuderie dovrebbero reintrodurre un sistema di gestione manuale.<br />
p Le qualificazioni si svolgeranno in due parti: venerdì e sabato. Ogni vettura avrà a disposizione un giro lanciato, e potrà<br />
correre con la pista libera. Per la griglia di partenza valgono solo i tempi del sabato.<br />
p Chi si impegna a non svolgere più di dieci giorni di test privati da marzo a novembre, il venerdì precedente alla gara<br />
potrà girare in pista per due ore di prove in più. Di questa possibilità usufruiscono le scuderie Renault, Jordan e Minardi.<br />
p I punti iridati verranno assegnati fino all’ottava posizione: 10-8-6-5-4-3-2-1.<br />
p Sono vietati gli ordini di scuderia.<br />
Siti web ufficiali e ufficiosi sulla F1<br />
3 www.fia.com 3 www.formula1.com 3 www.f1-live.com<br />
3 www.formula1.it 3 www.grandprix.com<br />
3 www.f1total.com 3 www.autosport.com<br />
In palio un fine settimana dedicato alla <strong>Formula</strong> 1<br />
Il concorso organizzato dal Bulletin prevede come primo premio un week-end all’insegna della <strong>Formula</strong> 1. Partecipare è semplice:<br />
basta rispondere alle tre domande sul modulo allegato e spedire quest’ultimo, debitamente compilato, entro il 31 marzo 2003.<br />
1º PREMIO<br />
2ºPREMIO<br />
3ºPREMIO<br />
22 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Ingresso per due persone al GP d’Europa del Nürburgring,<br />
compresi trasferimenti e pernottamenti in hotel (viaggio con<br />
mezzi propri). Data: da venerdì 27 a domenica 29 giugno 2003.<br />
Visita alla Sauber Petronas nella giornata di prove di Silverstone<br />
(GB) il 19 giugno 2003 (per due persone, viaggio incluso).<br />
1 pacchetto VIP con zaino, t-shirt, cappellino e altro ancora.<br />
Agenda<br />
9 marzo<br />
AUSTRALIA, MELBOURNE<br />
23 marzo<br />
MALAYSIA, KUALA LUMPUR<br />
6 aprile<br />
BRASILE, INTERLAGOS<br />
20 aprile<br />
SAN MARINO, IMOLA<br />
4 maggio<br />
SPAGNA, BARCELLONA<br />
18 maggio<br />
AUSTRIA, SPIELBERG<br />
1° giugno<br />
MONACO, MONTE CARLO<br />
15 giugno<br />
CANADA, MONTREAL<br />
29 giugno<br />
EUROPA, NÜRBURGRING<br />
6 luglio<br />
FRANCIA, MAGNY-COURS<br />
20 luglio<br />
GRAN BRETAGNA, SILVERSTONE<br />
3 agosto<br />
GERMANIA, HOCKENHEIMRING<br />
24 agosto<br />
UNGHERIA, BUDAPEST<br />
14 settembre<br />
ITALIA, MONZA<br />
28 settembre<br />
USA, INDIANAPOLIS<br />
12 ottobre<br />
GIAPPONE, SUZUKA<br />
Numero speciale<br />
Con il modulo allegato potete<br />
ordinare un numero speciale<br />
del Bulletin dedicato alla<br />
<strong>Formula</strong> 1, comprensivo di<br />
numerosi dettagli tecnici.
Foto: Martin Stollenwerk<br />
«Il team Sauber ha le carte in regola<br />
per competere con i migliori.»<br />
Daniel Huber Cosa significa per lei<br />
la velocità?<br />
Jan Nyholm La velocità mi piace, sia<br />
per quanto riguarda le automobili sia nel<br />
mondo degli affari.<br />
E con che tipo di automobile riesce a soddisfare<br />
questa sua passione? Con un’auto<br />
normalissima. Anche con questa infatti<br />
posso andare veloce.<br />
Non ha mai avuto problemi con la polizia?<br />
Mai per eccesso di velocità, qualche volta<br />
a causa dei parcheggi.<br />
E come si esprime l’amore per la velocità<br />
nel suo lavoro all’interno della banca? Sotto<br />
due aspetti. Da una parte, secondo me,<br />
un buon servizio è quasi sempre anche un<br />
servizio veloce. Il cliente della banca vuole<br />
che i suoi problemi siano risolti e che i suoi<br />
desideri siano esauditi rapidamente. Dall’altra<br />
oggi la velocità è spesso necessaria<br />
anche quando si tratta di prendere decisioni.<br />
Naturalmente queste devono essere anche<br />
corrette, ma analizzare tutto troppo<br />
a lungo e fin nei minimi dettagli il più delle<br />
volte non serve a niente.<br />
Cosa rappresenta per lei la <strong>Formula</strong> 1? La<br />
<strong>Formula</strong> 1 è un tipo di sport estremamente<br />
innovativo e teso al perfezionismo. Per sostenere<br />
questa lotta al millesimo di secondo,<br />
migliaia di pezzi, in parte modellati a mano,<br />
devono essere perfettamente calibrati uno<br />
con l’altro. High tech allo stato puro.<br />
E cosa rappresenta nell’ambito della<br />
<strong>Formula</strong> 1 il team Sauber? La collaborazione<br />
con la Sauber è stata decisiva per il<br />
nostro ingresso in <strong>Formula</strong> 1. Su questo<br />
sport si possono avere opinioni diverse. La<br />
Sauber, invece, è considerata indiscutibilmente<br />
un team altamente affidabile, professionale,<br />
innovativo e dinamico, che lavora<br />
in modo molto efficiente e mirato. Tutte<br />
caratteristiche molto positive con cui il<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> vorrebbe essere associato,<br />
un’aspirazione a mio avviso legittima.<br />
Nonostante tutta la simpatia che nutriamo<br />
per il team svizzero, sarà difficile vedere i piloti<br />
della Sauber sui gradini più alti del podio.<br />
Non la disturba? Non condivido questo<br />
parere. Se prendiamo tutte le scuderie<br />
che gareggiano oggi in <strong>Formula</strong> 1 e ci domandiamo<br />
quali requisiti devono essere<br />
soddisfatti per competere con i migliori, vediamo<br />
che la Sauber – forse a prescindere<br />
dal budget – ha le carte perfettamente in<br />
regola. Il team può contare infatti su un’enorme<br />
esperienza ed è in grado di sfruttare<br />
in modo assolutamente ottimale le sue<br />
risorse, che in confronto a quelle di altre<br />
scuderie sono piuttosto modeste.<br />
L’impegno del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> dura ormai da<br />
due anni. Che cosa ha portato alla banca<br />
questa esperienza? Sotto diversi aspetti ci<br />
ha portato molto. Nel nostro Paese siamo<br />
per così dire lo sponsor ufficiale della<br />
nazionale svizzera dello sport a motore.<br />
Questo ha influenzato positivamente la nostra<br />
immagine, come dimostrano innumerevoli<br />
feedback da parte dei clienti. La For-<br />
FORMULA 1<br />
Il responsabile Marketing Jan Nyholm spiega perché la <strong>Formula</strong> 1 e in particolare il team Sauber si addicono<br />
all’immagine del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> e dove condurrà questa collaborazione. Intervista a cura di Daniel Huber, redazione Bulletin<br />
«UN BUON<br />
SERVIZIO DEVE<br />
ESSERE VELOCE.»<br />
Jan Nyholm, responsabile Marketing, <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
mula 1 ha inoltre il vantaggio che le gare si<br />
svolgono praticamente nell’arco di tutto<br />
l’anno e in tutto il mondo. Per far conoscere<br />
il marchio <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> a livello internazionale,<br />
questo rappresenta un vantaggio<br />
decisivo. Di grande importanza, inoltre, è<br />
la possibilità di offrire ai clienti un evento<br />
molto esclusivo. Tutto sommato, il bilancio<br />
è per noi più che positivo.<br />
Come sponsor principale della candidatura<br />
della Svizzera, il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> ha contribuito<br />
notevolmente a portare nel nostro Paese<br />
gli Europei 2008 di calcio. Adesso non vorrà<br />
sicuramente farsi sfuggire l’occasione di essere<br />
presente come sponsor anche all’evento<br />
stesso. Ciò avrebbe conseguenze negative<br />
per l’impegno con la Sauber? A mio avviso<br />
non ci sono problemi. Fondamentalmente<br />
manca ancora molto tempo al 2008;<br />
finché la <strong>Formula</strong> 1 fornisce un utile dal<br />
punto di vista del marketing, proseguiremo<br />
tale impegno. E al momento questo utile è<br />
considerevole. Se gli Europei 2008 ci<br />
possono portare qualcosa in più, ci impegneremo<br />
anche su questo fronte.<br />
Per molto tempo in Svizzera l’automobilismo<br />
è stato malvisto, e anche il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
si è rifiutato di operare come sponsor in questo<br />
settore. A cosa si deve questa svolta?<br />
Personalmente credo che i dubbi sull’impatto<br />
ambientale dell’automobilismo abbiano<br />
perso d’importanza. Da una parte sono<br />
stati compiuti notevoli passi avanti, dall’altra<br />
ogni grande evento che richiama<br />
migliaia di spettatori rappresenta un onere<br />
per l’ambiente. Oggi non c’è più nessuno<br />
sport che non presenti anche aspetti negativi.<br />
Si tratta quindi sempre di valutare<br />
che questi non superino i limiti del sostenibile.<br />
E per quanto riguarda la Sauber,<br />
non abbiamo visto a tal proposito alcun tipo<br />
di problema.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 23
24 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03
FORMULA 1<br />
IN UN FINE<br />
SETTIMANA DI<br />
GARE UN TEAM<br />
CONSUMA 1600<br />
LITRI DI BENZINA.<br />
A QUESTI SI<br />
AGGIUNGONO<br />
160 LITRI DI OLIO<br />
PER MOTORI<br />
E 60 LITRI DI OLIO<br />
PER CAMBI.
Un grande affare per le regioni<br />
Il beneficio economico dei Gran Premi, per le regioni in cui questi si svolgono, è notevole,<br />
come notevoli sono le possibili conseguenze del divieto di pubblicizzare marche<br />
di tabacco. Al momento, infatti, non si intravedono nuovi sponsor. Jürgen Freund, DF Momentum<br />
Verso la fine dello scorso anno il Gran<br />
Premio del Belgio 2003 è stato cancellato,<br />
senza essere rimpiazzato, dal calendario di<br />
<strong>Formula</strong> 1. Il governo belga non aveva<br />
accolto la proposta avanzata da organizzatori<br />
e titolari di diritti della <strong>Formula</strong> 1 – la<br />
Federazione Internazionale dell’Automobile<br />
(FIA) e la <strong>Formula</strong> One Administration<br />
(FOA) di Bernie Ecclestone – di spostare a<br />
dopo il Gran Premio di Spa l’entrata in vigore,<br />
prevista per il 1° luglio 2003, del<br />
divieto pubblicitario per il tabacco. La decisione<br />
del Belgio anticipa comunque la<br />
rotta dell’Unione Europea, che già in precedenza<br />
aveva concordato con la <strong>Formula</strong> 1<br />
di bandire, a partire dal 2007, qualsiasi forma<br />
di pubblicità al tabacco su vetture, piloti<br />
e circuito.<br />
Gli undici Gran Premi europei di <strong>Formula</strong><br />
1 innescano un effetto economico complessivo<br />
di 500 milioni di euro, vale a dire che a<br />
ogni regione spettano in media 45,5 milioni<br />
di euro. Le spese effettuate in occasione di<br />
un Gran Premio di <strong>Formula</strong> 1 sono più che<br />
doppie rispetto a quelle legate ad esempio ad<br />
un analogo evento di <strong>Formula</strong> Indy negli<br />
USA. Quasi tutti i Gran Premi europei si sono<br />
quindi trasformati in grandi eventi con un<br />
bacino d’utenza di diverse centinaia di chilometri,<br />
che per le gare statunitensi sopra<br />
menzionate si limita invece spesso alla sola<br />
regione di svolgimento.<br />
Dei flussi di denaro analizzati in uno studio<br />
di InContext, un istituto americano di<br />
geoeconomia, fanno parte, oltre ai biglietti<br />
d’ingresso, anche le spese sostenute dai<br />
visitatori per vitto, albergo e benzina. A ciò<br />
si aggiungono tutte le spese effettuate<br />
dagli stessi organizzatori, gli effetti di occupazione<br />
per circa 3000 unità lavorative<br />
26 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
locali, nonché i proventi derivanti dalla locazione<br />
di terreni privati e campi sportivi utilizzati<br />
temporaneamente come camping e<br />
parcheggi.<br />
Ma non tutto ciò che gli spettatori dei<br />
Gran Premi spendono sul posto va ad incrementare<br />
il bilancio delle regioni: nel caso di<br />
alcune gare europee, infatti, i proventi degli<br />
ingressi non spettano ai gestori del circuito.<br />
È la stessa FOA, invece, che figura come<br />
organizzatore, a offrire ai proprietari del circuito<br />
una cifra forfettaria per l’utilizzo dell’impianto.<br />
Per tutte le gare, comunque, la<br />
<strong>Formula</strong> 1 richiede un cosiddetto «circuito<br />
bianco»: tutte le superfici pubblicitarie fisse<br />
devono quindi essere coperte per far posto<br />
agli sponsor della <strong>Formula</strong> 1. Inoltre, molti<br />
commercianti di souvenir che in occasione<br />
di ogni Gran Premio offrono la loro merce<br />
all’ingresso del circuito operano anche a li-<br />
0<br />
10<br />
20<br />
30<br />
vello sovraregionale, e spesso non lasciano<br />
spazio ai venditori locali. Lo stesso accade<br />
con il «paddock club», il punto d’incontro VIP<br />
per gli spettatori di <strong>Formula</strong> 1, che in occasione<br />
di ogni gara impiega personale proprio<br />
e un catering standardizzato.<br />
Per la maggior parte degli sponsor e dei<br />
partner della <strong>Formula</strong> 1, la pubblicità durante<br />
le riprese televisive conta molto di più di<br />
quella rivolta al pubblico del circuito; di conseguenza,<br />
mentre a loro non importa in quale<br />
paese si svolge la gara, per il locale settore<br />
alberghiero e della ristorazione i tifosi che<br />
arrivano sul posto per seguire di persona il<br />
Gran Premio sono più importanti.<br />
La perdita del Gran Premio è pesante<br />
Soprattutto per una regione strutturalmente<br />
debole come la provincia di Liegi, in cui si<br />
svolgeva fino a oggi il Gran Premio del Bel-<br />
Il tabacco attende i suoi successori<br />
Complessivamente, lo scorso anno le multinazionali del tabacco hanno distribuito alle diverse<br />
scuderie circa 270 milioni di euro. Non deve dunque sorprendere l’attuale frenetica ricerca di<br />
sponsor esterni all’industria del fumo. Fonte: EuroBusiness Magazine, 4/2001 e 4/2002, <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> <strong>Formula</strong> 1 Office<br />
Volume di sponsoring 2001/2002<br />
Lucky Strike (BAT):<br />
BAR Honda<br />
Marlboro (Philip Morris):<br />
Ferrari<br />
West (Reemtsma):<br />
McLaren Mercedes<br />
Mild Seven (Japan Tobacco):<br />
Renault<br />
Benson & Hedges (Gallaher):<br />
Jordan<br />
40<br />
50<br />
Volume di sponsoring 2001<br />
Volume di sponsoring 2002<br />
60<br />
70<br />
80<br />
90<br />
100 in mio. di USD
gio, la cancellazione di questo evento sportivo<br />
comporta un danno economico enorme.<br />
In Belgio il Gran Premio di <strong>Formula</strong> 1 era la<br />
manifestazione internazionale di gran lunga<br />
più importante:<br />
p Il Gran Premio produceva regolarmente<br />
un fatturato di 31 milioni di euro, senza tener<br />
conto del successivo effetto «indotto».<br />
p Ogni anno arrivavano per la settimana di<br />
gare oltre 200 000 spettatori, più dell’80 per<br />
cento dai paesi vicini Germania, Olanda,<br />
Inghilterra e Francia. Gli eventi più prossimi<br />
in ordine di grandezza richiamano al massimo<br />
100 000 spettatori.<br />
p Le ditte che erano più o meno coinvolte<br />
nella competizione davano lavoro a circa<br />
6000 persone.<br />
p Durante il fine-settimana di gare venivano<br />
creati 3000 posti di lavoro temporaneo,<br />
mentre durante l’anno il circuito occupa<br />
solo 25 lavoratori a tempo pieno.<br />
p La FOA recluta i lavoratori temporanei<br />
soprattutto in collaborazione con amministrazioni<br />
locali e club, a cui questa attività<br />
frutta un reddito supplementare non indifferente.<br />
Il circo di F1 si sposta in Asia<br />
Lo sdegno suscitato in Belgio dalla cancellazione<br />
della «sua» gara è quindi fin troppo<br />
comprensibile. Perché, si chiedono non solo<br />
i belgi, il governo di Bruxelles si comporta<br />
in modo più restrittivo dei più acerrimi nemici<br />
del tabacco? Il compromesso, proposto<br />
dalla <strong>Formula</strong> 1 almeno per il 2003, di anticipare<br />
la gara e di farla svolgere ancora una<br />
volta prima dell’entrata in vigore del divieto<br />
pubblicitario, è naufragato per le divergenze<br />
tra rappresentanti fiamminghi e valloni. Dopo<br />
mesi di discussioni i responsabili di FOA<br />
e FIA hanno perso la pazienza. In effetti c’è<br />
una lunga lista di paesi extraeuropei che<br />
chiedono di ospitare un Gran Premio: per il<br />
2004, ad esempio, è stata accolta la candidatura<br />
degli Emirati Arabi Uniti, e presto sarà<br />
anche il turno di Shanghai.<br />
Il motivo dello spostamento della <strong>Formula</strong><br />
1 su tracciati extraeuropei è, oltre alla crescente<br />
popolarità dell’automobilismo, anche<br />
la maggiore liberalità di questi paesi nei confronti<br />
della pubblicità dei produttori di sigarette.<br />
Del resto, con i 266 milioni di euro<br />
stanziati nel 2002, l’industria del tabacco<br />
rappresenta la principale fonte di finanziamento<br />
della <strong>Formula</strong> 1. Un accordo stipulato<br />
lo scorso anno tra la FIA e l’industria del<br />
tabacco stabiliva la scomparsa graduale dei<br />
marchi di sigarette a fini pubblicitari. Questo<br />
avrebbe lasciato quattro anni di tempo alle<br />
scuderie per cercarsi altri sponsor e agli<br />
esperti di marketing dell’industria del tabacco<br />
per sviluppare altri canali di comunicazione.<br />
Adesso la decisione del Belgio spinge la<br />
Commissione Europea a riprendere in esame<br />
la questione e, contro il volere del presidente<br />
della FIA Max Mosley, a imporre anzitempo<br />
in tutta Europa il divieto in oggetto.<br />
Già da decenni la <strong>Formula</strong> 1 convive con<br />
le diverse legislazioni nazionali in materia di<br />
Il Belgio ha fretta – e perde diversi milioni di euro<br />
Il Gran Premio di Spa Francorchamps era la principale manifestazione del Paese. L’evento più<br />
vicino in ordine di grandezza richiama soltanto la metà degli spettatori. Per la regione di Liegi<br />
la perdita del Gran Premio è un duro colpo e desta incomprensione. Fonte: InContext<br />
Spese degli spettatori delle corse (base: GP del Belgio)<br />
parcheggio 2%<br />
biglietti 43%<br />
Numero complessivo di spettatori<br />
203 000<br />
Spese complessive<br />
(in euro)<br />
31 095 912<br />
19% vitto<br />
11% alloggio<br />
20% shopping<br />
5% benzina<br />
FORMULA 1<br />
pubblicità al tabacco: per molto tempo, ad<br />
esempio, la pubblicità delle sigarette è<br />
stata ammessa sulle vetture e sulle tute dei<br />
piloti sul circuito tedesco del Nürburgring,<br />
dove si svolge il «Gran Premio d’Europa», e<br />
vietata invece sul circuito di Hockenheim,<br />
distante solo 200 km, dove si corre il «Gran<br />
Premio di Germania». In Gran Bretagna, in<br />
occasione di molte manifestazioni, le auto<br />
da corsa espongono marchi di sigarette, che<br />
devono essere invece coperti, come stabilisce<br />
una convenzione dell’industria del tabacco,<br />
durante il Gran Premio di <strong>Formula</strong> 1.<br />
Quando attraversano la Francia, poi, persino<br />
ai tir che trasportano le vetture è vietato<br />
esporre pubblicità di sigarette. Per<br />
riverniciare ogni volta le monoposto, i veicoli<br />
del team, i caschi, nonché per produrre<br />
un’intera linea di abbigliamento priva di logo,<br />
ogni anno le scuderie spendono centinaia<br />
di migliaia di euro che vanno a gravare<br />
sul loro bilancio.<br />
Per eludere queste restrizioni sono nate<br />
anche originali creazioni. Così «West» è diventato<br />
«East», «Benson & Hedges» si è trasformato<br />
in «Be on Edge» e «Lucky Strike»<br />
in «Look Alike». La Marlboro, invece, si è<br />
potuta permettere di esporre solo degli innocenti<br />
triangoli bianco-rossi, creando così<br />
una corretta associazione al proprio marchio.<br />
Altri sponsor si fanno desiderare<br />
Nell’attuale situazione economica, già piuttosto<br />
tesa, sembra difficile trovare nuovi<br />
sponsor che mettano a disposizione somme<br />
paragonabili a quelle fornite dall’industria del<br />
tabacco. Sebbene un impegno del genere<br />
consenta, con una spesa relativamente modesta,<br />
di raggiungere oltre 300 milioni di<br />
spettatori in tutto il mondo e di dare quindi<br />
nuovo lustro e un tocco di modernità al proprio<br />
marchio, i potenziali sponsor non fanno<br />
certo la coda. La crisi della «New Economy»<br />
e delle telecomunicazioni ha costretto i successori<br />
già designati delle sigarette a un ritiro<br />
anticipato. Non potevano quindi arrivare<br />
in un momento più opportuno le recenti iniziative<br />
volte a limitare l’esplosione dei costi<br />
in <strong>Formula</strong> 1. In queste settimane che ci separano<br />
dal Gran Premio inaugurale d’Australia<br />
vedremo se le proposte avanzate dalla<br />
FIA per applicare al più presto tali misure<br />
di risparmio saranno accolte o meno dai dirigenti<br />
delle scuderie. ❙<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 27
FORMULA 1<br />
Belli, ricchi e appassionati<br />
di <strong>Formula</strong>1<br />
Il Paddock Club rientra fra i circoli più esclusivi del mondo. Viene ricostruito da zero ad ogni Gran Premio<br />
di <strong>Formula</strong> 1. 2000 tonnellate di materiale e circa 500 collaboratori permettono a un pubblico di VIP, fino a<br />
4000 persone, di godersi pienamente lo spettacolo. Daniel Huber, redazione Bulletin<br />
Tutto ebbe inizio sotto un piccolo tendone<br />
da circo e con un piatto di spaghetti alla<br />
bolognese. I team di <strong>Formula</strong> 1 si erano ormai<br />
stancati di improvvisare rustiche colazioni<br />
preconfezionate per sponsor e ospiti VIP.<br />
Cercavano un’alternativa che offrisse più<br />
classe e fosse più prossima al circuito delle<br />
gare. L’idea prese corpo nel 1984 (al Gran<br />
Premio di Digione), grazie all’organizzatore<br />
dei GP di <strong>Formula</strong> 1, Bernie Ecclestone: nasceva<br />
così il Paddock Club, oggi gestito dalla<br />
ditta AllSport con sede a Ginevra. Se agli<br />
inizi veniva scodellato alla bell’e meglio abbondante<br />
sugo sulla pasta per sfamare 200<br />
bocche impazienti, oggi professionisti della<br />
gastronomia servono prelibate specialità della<br />
haute cuisine francese. «Proponiamo per<br />
così dire un avvenimento culinario open-air»,<br />
assevera Isabelle Kaufmann, che da tre anni<br />
dirige il Paddock Club.<br />
Il prato all’inglese viene da Bordeaux<br />
La 39enne zurighese ha esigenze elevatissime.<br />
A cominciare dal prato dove si ergerà la<br />
tendopoli. Se la squadra di giardinieri arruolati<br />
in loco non è in grado di fornire il meglio<br />
del praticello locale entro due o tre settimane,<br />
verrà srotolato un prato all’inglese nuovo,<br />
ordinato appositamente a Bordeaux e<br />
fatto arrivare per via aerea.<br />
Tre settimane prima del grande evento,<br />
una squadra ben collaudata di 30 operai inizia<br />
a montare la tendopoli. Nessuno degli<br />
autodromi dispone di ambienti e infrastruttura<br />
adeguati alle esigenze del Paddock<br />
Club. Tutto il materiale viene perciò convogliato<br />
con dei camion: padiglioni, cucine,<br />
frigoriferi, congelatori, tavoli, tappeti, piatti,<br />
bicchieri, posate, impianti di climatizzazione,<br />
decorazioni, composizioni floreali, televisori<br />
giganti e un’infinità di vettovaglie. A Silver-<br />
28 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
«PROPONIAMO<br />
UN AVVENIMENTO<br />
CULINARIO<br />
OPEN-AIR.»<br />
Isabelle Kaufmann, direttrice del Paddock Club<br />
stone, nel Gran Premio ricco di glamour dove<br />
fanno da anfitrione le squadre britanniche,<br />
il Paddock Club arriva in pompa magna<br />
con un convoglio di 90 TIR. Il catering dei<br />
3000–4000 invitati è un’impressionante<br />
passerella di rifornimenti. Consumo medio<br />
per GP: 2300 aragoste, 1,4 tonnellate di<br />
carne di manzo, 1,2 di pesce, 400 chili di<br />
fragole, 5500 bottiglie magnum di champagne,<br />
7700 di vino rosso e 9270 di vino bianco,<br />
per citare solo le partite più importanti.<br />
Fino a 300 camerieri in contemporanea<br />
Sul fronte organizzativo il dispendio di mezzi<br />
è ingente: per ogni evento, Isabelle Kaufmann<br />
assume 500 persone, compreso il<br />
personale di montaggio e smontaggio. La<br />
domenica della corsa sono in servizio in<br />
contemporanea fino a 300 camerieri e 80<br />
cuochi. «Sono persone giovani, aperte,<br />
trendy», afferma la responsabile del Club.<br />
«Si tratta perlopiù di studenti universitari o di<br />
una scuola alberghiera, che spesso ci accompagnano<br />
per un’intera stagione. Vengono<br />
specialmente addestrati per la circostanza».<br />
Isabelle Kaufmann attribuisce notevole<br />
importanza all’integrazione di personale<br />
locale che, di norma, costituisce il 10 per<br />
cento dell’effettivo. «Agli ospiti fa piacere<br />
poter scambiare quattro chiacchiere nella<br />
propria lingua. In Giappone o in Malesia poi<br />
diventa una prerogativa assolutamente indispensabile<br />
per la comunicazione», precisa la<br />
direttrice del circolo.<br />
La ristorazione vera e propria è orchestrata<br />
da una ditta viennese che manda in<br />
trasferta 80 cuochi. Seppure questi specialisti<br />
dell’arte gastronomica si sottopongano a<br />
un lavoro sfibrante, apprezzano il cambio di<br />
orizzonti e il vivere boemo, racconta Isabelle<br />
Kaufmann. Il profilo dei candidati contiene<br />
tuttavia un requisito essenziale: «Non devono<br />
essere appassionati di <strong>Formula</strong> 1. Altrimenti<br />
presterebbero troppa attenzione allo<br />
spettacolo e troppo poca al loro lavoro. Le<br />
cucine, in particolare, sono spesso ubicate<br />
accanto al tracciato».<br />
Spettacolo e relax assicurati<br />
La tendopoli del Paddock Club offre assai<br />
più dell’happening febbrile della gara. Sono<br />
fra l’altro disponibili un massaggiatore, un’estetista<br />
e un parrucchiere. Il divertimento è<br />
assicurato dalla presenza di un caricaturista<br />
e un prestigiatore. Vari pasticcieri danno mostra<br />
delle loro abilità confezionando squisiti<br />
bocconcini. E non manca neppure il simpatico<br />
lustrascarpe. Oltre ai padiglioni, gli ospiti<br />
possono usufruire di tribune riservate: o<br />
Foto: © Allsport Management SA
30000 PIATTI,<br />
40000 BICCHIERI<br />
E 6 TONNELLATE<br />
DI POSATE<br />
PER 4000 OSPITI.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 29
al di sopra della via dei box, per quanto possibile<br />
sul tetto stesso delle rimesse, o comunque<br />
in ottima posizione. Altra prerogativa<br />
degli ospiti del Paddock sono le visite<br />
guidate ai box in piccoli gruppi per vivere da<br />
vicino quanto vi accade.<br />
Priorità alle scuderie<br />
L’esclusiva esperienza del brivido della<br />
<strong>Formula</strong> 1 ha il suo prezzo. Un biglietto per<br />
il Paddock Club costa tra 2400 e 3800 dollari.<br />
Isabelle Kaufmann menziona il denaro<br />
con riluttanza. Anche perché il prezzo dei biglietti<br />
è diventato quasi un valore ipotetico;<br />
ben di rado infatti sono acquistabili dal grande<br />
pubblico. «La priorità va alle scuderie e<br />
ai loro sponsor. Sono loro la vera ragion<br />
d’essere del Paddock Club e pertanto ad<br />
ottenere i posti, anche a condizioni preferenziali».<br />
Di norma, il Paddock Club registra il tutto<br />
esaurito con le sole prenotazioni delle scuderie.<br />
Un onore del tutto speciale è ottenere<br />
un invito al Paddock Club del Gran Premio<br />
di Monaco, acquartierato nell’esclusivo<br />
Yacht Club del porto del Principato, che accoglie<br />
appena 400 ospiti. Quanto al prezzo<br />
del biglietto, Isabelle Kaufmann serba elegantemente<br />
il segreto. ❙<br />
Concorso: Bulletin mette in palio due<br />
biglietti esclusivi «Paddock Club» per<br />
il Gran Premio del Nürburgring. Troverete<br />
spiegazioni in merito nel modulo allegato.<br />
UN POSTO NEL PADDOCK CLUB<br />
COSTA TRA 2400 E 3800 DOLLARI.<br />
Oltre la quiete della tendopoli sull’erba, gli ospiti del Paddock Club possono usufruire di tribune riservate: o al di sopra della via dei box,<br />
per quanto possibile sul tetto stesso delle rimesse, o comunque in ottima posizione.<br />
Foto: © Allsport Management SA
© by Arnon Grünberg<br />
Si potrebbe scrivere una commedia<br />
dell’assurdo sul cambio gomme<br />
Arnon Grünberg, gennaio 2003, traduzione : Francesca Sardi<br />
Di sport non so molto. A mala pena so che nel mio quartiere si<br />
gioca a basket o a dama. Ma nulla mi è cosi estraneo come l’automobilismo.<br />
Anche per chi si interessa poco di calcio è quasi inevitabile<br />
saperne qualcosa. Come un ateo sa chi è Dio, anche chi odia il<br />
calcio sa chi è Maradona. E a volte pure qualcosa di più. Ma dell’automobilismo?<br />
Dato che sono un appassionato lettore di giornali<br />
e che il senso del dovere mi spinge, non senza un po’ di vergogna,<br />
a dare una rapida occhiata alle notizie sportive dopo le previsioni del<br />
tempo (il New York Times è così astuto da collocare regolarmente<br />
le previsioni del tempo nella pagina sportiva), sono in grado di associare<br />
il nome Schumacher al mondo dell’automobilismo. Ma per il<br />
resto? Niente. Il vuoto assoluto. Ferrari. Forse. Porsche. Il circuito<br />
di Zandvoort.<br />
Non possiedo né un’auto né la patente, e solo recentemente, a<br />
31 anni, sono salito per la prima volta su un motorino, alle Isole Bermuda.<br />
Dopo tre giorni e una brutta caduta mi sono azzardato a raggiungere<br />
quasi i 50 chilometri orari su alcuni tratti tranquilli e rettilinei.<br />
È stato emozionante, e lo rifarei volentieri anche più spesso,<br />
ma comunque non più di una volta ogni tre mesi.<br />
Se già mi costa così tanta fatica provare qualcosa per le automobili,<br />
come potrei mettermi nei panni di un uomo la cui vita consiste<br />
essenzialmente nel partecipare a una gara di <strong>Formula</strong> 1? Sono<br />
stati scritti molti libri su persone che dedicano la propria vita – con<br />
risultati più o meno soddisfacenti – a diventare attori o giocatori di<br />
scacchi. E proprio da uno scrittore ci si potrebbe aspettare che si<br />
immedesimi in qualcosa in cui quasi nessuno riesce a immedesimarsi,<br />
che difenda qualcosa che deve sì essere difeso, ma di cui il<br />
resto del mondo non ha alcuna voglia.<br />
Non conosco nessuno scrittore a cui piaccia l’automobilismo e<br />
nessun romanzo che parli di questo sport. Per il calcio gli scrittori si<br />
entusiasmano senza vergogna, alcuni se ne vantano persino, proclamando:<br />
siamo scrittori, ma non siamo degli snob, perché ogni<br />
domenica guardiamo Studio Sport. Il basket se la cava a malapena.<br />
In America. Il tennis viene accettato. E persino la boxe va di moda<br />
in una certa categoria di scrittori in via d’estinzione. O non era Norman<br />
Mailer che paragonava la scrittura con la boxe?<br />
Sono già un paio di giorni che mi sto chiedendo da cosa possa<br />
mai dipendere la scarsa simpatia che gli intellettuali nutrono per l’automobilismo,<br />
e perché questo tipo di sport non riesca a scrollarsi di<br />
dosso il suo alone di mediocrità.<br />
L’opinione che la finta di un calciatore sia più elegante di un’auto<br />
da corsa impegnata in una curva o coinvolta in un testacoda mi<br />
sembra discutibile. Il più piccolo movimento di una capra, benchè<br />
debba ammettere che è un animale che mi piace molto, mi pare più<br />
elegante e impressionante della maggior parte delle raffinate finte di<br />
Ronaldo. L’uomo è ormai una delle specie animali più brutte del pianeta.<br />
Con l’estetica quindi arriviamo poco lontano.<br />
FORMULA 1<br />
Forse dipende dal rumore. Lo confesso, il rumore può essere un<br />
grosso problema. Se un ristorante è rumoroso me ne vado subito,<br />
per quanto delizioso sia il cibo.<br />
Mi rendo conto che aggressività e sport vanno inevitabilmente di<br />
pari passo, ma anche la calma può essere molto aggressiva. La calma<br />
è più aggressiva e foriera di maggiori sventure di gran parte del<br />
rumore che si può sentire sulla faccia della terra. Forse l’automobilismo<br />
potrebbe essere un po’ più silenzioso, ad esempio impiegando<br />
motori elettrici.<br />
Da molto tempo uno scrittore deve essere qualcosa di più di uno<br />
scrittore. Può provenire da un paese lacerato da una sanguinosa<br />
guerra civile, può esprimere opinioni sulle guerre anche senza mai<br />
essere stato soldato e senza aspirare a una carriera politica, può occuparsi<br />
di maiali e polli allevati all’aria aperta ma che in realtà l’aria<br />
aperta non sanno nemmeno cosa sia. E tuttavia cosa resta a uno<br />
scrittore che sosteneva fanaticamente che il suo compito consisteva<br />
semplicemente nello scrivere?<br />
Ecco che gli viene in soccorso l’automobilismo. O per lui non è<br />
forse un compito piacevole rendere questo sport adatto ai salotti più<br />
esclusivi? Ed entra in gioco anche l’interesse personale, lo ammetto,<br />
perché in questo modo lo scrittore si distingue immediatamente<br />
dalla massa.<br />
Potrebbe scrivere una commedia dell’assurdo sul cambio delle<br />
gomme. Potrebbe spiegare che questo sport non è in fondo più noioso<br />
del basket, che nessuno ha mai sentito parlare di hooligan in <strong>Formula</strong><br />
1, che il rumore copre gli slogan razzisti urlati allo stadio, che<br />
in questo sport l’obiettivo non è far cadere l’avversario, e che quindi,<br />
in realtà, l’automobilismo è un passatempo particolarmente<br />
pacifico e piacevole. E potrebbe persino spingersi al punto di dire:<br />
seguire le corse è una meditazione indispensabile per l’umanista<br />
postmoderno. ❙<br />
Arnon Grünberg è nato ad Amsterdam nel 1971. Dopo essere<br />
stato espulso dal liceo ha lavorato come garzone in una farmacia<br />
e come lavapiatti, ma ha mancato il classico salto di qualità<br />
da lavapiatti a milionario. Ha invece scritto vari pezzi teatrali, un<br />
romanzo d’esordio («Lunedì blu»), che ha ricevuto un premio,<br />
e diversi articoli per la rivista dell’editoria olandese. Ha suscitato<br />
scalpore la rivelazione che Arnon Grünberg scrive anche sotto lo<br />
pseudonimo di Marek van der Jagt. Fino a quel momento, infatti,<br />
van der Jagt era considerato un «autore fantasma» che non<br />
amava comparire in pubblico. Arnon Grünberg vive a New York.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 31
Analisi online della situazione<br />
patrimoniale personale<br />
Nuova veste per il Financial Check-up, con una più ampia<br />
sezione dedicata ai prodotti consigliati e con nuovi link.<br />
In pochi minuti l’utente può analizzare la propria situazione<br />
patrimoniale. È sufficiente inserire alcuni dati essenziali<br />
per ottenere un’analisi grafica con possibili proposte di<br />
ottimizzazione in materia di fisco, previdenza, investimenti,<br />
finanziamenti e successioni. Ecco una panoramica dei<br />
vantaggi:<br />
p analisi grafica della situazione finanziaria personale;<br />
p proposte di ottimizzazione;<br />
p rappresentazione grafica delle conseguenze di vari<br />
scenari (ad es. pensionamento anticipato o acquisto di<br />
un’abitazione);<br />
p rapporto da stampare;<br />
p diversi calcolatori online, ad esempio il calcola-imposte.<br />
Il Financial Check-up si trova alla pagina dedicata alla<br />
clientela privata del sito www.credit-suisse.com sotto<br />
la voce di menu «Servizi online» (schi)<br />
Sito Internet per i partner<br />
del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
Il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> ha creato una pagina Internet<br />
dedicata ai partner di distribuzione. I partner attuali<br />
e potenziali vi potranno trovare ragguagli sulla<br />
collaborazione con il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>, notizie su prodotti,<br />
borse e mercati, nonché moduli e funzioni<br />
di calcolo. Maggiori informazioni al sito<br />
www.credit-suisse.com/vertriebspartner (schi)<br />
32 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Leonhard H. Fischer<br />
(a sinistra) e<br />
Josef Meier<br />
Novità ai vertici<br />
Dal 1° gennaio 2003 il 39enne Leonhard H. Fischer<br />
è il nuovo CEO del Gruppo Winterthur. Nel 2001 lo<br />
specialista in economia aziendale era stato nominato<br />
membro del Comitato direttivo della compagnia di assi-<br />
curazioni Allianz e della sua affiliata Dresdner Bank,<br />
dove, prima di passare alla Winterthur, è stato respon-<br />
sabile del comparto aziendale Corporates & Markets.<br />
Già dal 1° novembre 2002 Josef Meier – come suc-<br />
cessore di Rolf Dörig, nuovo CEO di Rentenanstalt/Swiss<br />
Life – è il nuovo responsabile Corporate & Retail<br />
Banking (clienti privati e commerciali del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
in Svizzera). Prima di questa nomina Josef Meier aveva<br />
presieduto il Consiglio direttivo della Neue Aargauer<br />
Bank (NAB). Nel complesso Josef Meier opera già da<br />
22 anni per il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Group, dove ha ricoperto<br />
diverse funzioni direttive. Alla guida della NAB è suben-<br />
trato Hans-Mathias Käppeli, fino ad ora membro del<br />
Consiglio direttivo. (schi)<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
Sports Awards<br />
In occasione dei <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
Sports Awards 2002 il campione<br />
di salto con gli sci Simon<br />
Ammann e la triatleta Natascha<br />
Badmann sono stati eletti sportivi<br />
dell’anno. La votazione via<br />
Internet ha incoronato Myriam Casanova come rivelazione<br />
del 2002. Altri premi sono andati a Edith Hunkeler, sportiva<br />
disabile, a Bernie Schödler, allenatore della squadra<br />
di salto con gli sci, nonché al FC Basilea. Maggiori informazioni<br />
al sito www.sportsawards.ch (schi)<br />
Foto: Daniela Badertscher
Un solo indirizzo<br />
Da marzo 2003 i diversi servizi Internet del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> saranno riuniti<br />
sotto un unico indirizzo: www.credit-suisse.com. Allo stesso tempo<br />
è stata interamente rielaborata la sezione dedicata alla clientela privata.<br />
L’unica formula magica che i clienti della<br />
banca dovranno tenere a mente è:<br />
www.credit-suisse.com.<br />
Partendo da questa pagina iniziale l’utente<br />
può accedere velocemente a tutte le<br />
offerte bancarie, che finora erano divise tra<br />
diversi siti e indirizzi Internet. Il sito del<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> è articolato in quattro settori:<br />
p Clientela privata Svizzera<br />
p Clientela commerciale Svizzera<br />
p Private Banking<br />
p Investment Banking<br />
Il settore «clientela privata Svizzera» è stato<br />
interamente rielaborato e ha una nuova<br />
veste grafica con informazioni ancora più<br />
chiare e un utilizzo più semplice.<br />
Quali sono le altre novità?<br />
p Tutti gli strumenti interattivi sono stati riuniti.<br />
Soprattutto i calcolatori online, ad esempio<br />
il calcola-imposte, il calcola-ipoteche,<br />
Gli ostelli della gioventù devono consentire<br />
pernottamenti economici, ma anche rispettare<br />
certi standard. L’ostello di Davos-<br />
Höhwald, fondato nel 1949 e non più in<br />
sintonia con i moderni criteri di qualità, ha<br />
traslocato nell’inverno del 2001 nel famoso<br />
«Albula», costruito nel 1913 come sanatorio<br />
e trasformato in casa di cura nel 1927.<br />
Adesso, dopo una ristrutturazione durata<br />
sei mesi basata sull’ambizioso progetto<br />
«Youthpalace» (la prima in Svizzera), l’ostello<br />
sarà in grado di accogliere ogni anno<br />
circa 16 000 persone, quattro volte più di<br />
quelle che ospitava finora. Tra queste an-<br />
il calcola-previdenza e il calcola-valuta sono<br />
stati arricchiti di nuove preziose funzioni.<br />
p Da aprile, nel nuovo sito il marchio<br />
yourhome verrà assorbito sotto la pagina<br />
«ipoteche», dove si troveranno tutte le<br />
informazioni necessarie in materia di finanziamento,<br />
consulenza, imposte e diritto.<br />
p Anche il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Economic<br />
Research e il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Private Banking<br />
Research sono stati raggruppati. Pubblicazioni<br />
esclusive su analisi di mercato e Technical<br />
Research sono disponibili per i clienti<br />
Private Banking solo nell’Investors’ Circle,<br />
un ambito protetto da password.<br />
p Le informazioni su quotazioni di borsa<br />
e dati di mercato offerte da diverse piattaforme<br />
sono state riunite; in questo modo<br />
le consultazioni delle quotazioni ricorrono a<br />
una sola applicazione. Questa, sotto il nome<br />
di «Borse & Mercati», è disponibile in<br />
Pernottamenti agevolati a Davos<br />
A metà gennaio 2003 è stato inaugurato, dopo la riattazione, l’ostello<br />
della gioventù «Youthpalace» di Davos che, grazie alla Fondazione del<br />
giubileo del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Group, è ora privo di barriere architettoniche.<br />
che molti giovani con difficoltà motorie o su<br />
sedia a rotelle. L’indispensabile ascensore<br />
è stato finanziato dalla Fondazione del giubileo<br />
del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Group, che ha così<br />
contribuito alla ristrutturazione. «Questo<br />
impegno è in linea con gli obiettivi che il<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> si è posto nella riduzione<br />
delle barriere architettoniche per disabili»,<br />
ha sottolineato Josef Meier, Head Retail<br />
and Corporate Banking del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>,<br />
in occasione dell’inaugurazione del 17 gennaio<br />
2003. «Già da anni, quando effettuiamo<br />
grosse ristrutturazioni di immobili<br />
bancari, facciamo in modo che ingressi<br />
ATTUALITÀ<br />
Il sito del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> dedicato<br />
alla clientela privata contiene<br />
ancora più informazioni:<br />
www.credit-suisse.com<br />
quattro lingue ed è stata arricchita di nuovi<br />
strumenti quali: investimenti strutturati<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Private Banking, obbligazioni,<br />
opzioni e futures (Eurex), commodities,<br />
divise e tassi d’interesse.<br />
p Anche nella Watchlist vengono offerti<br />
ulteriori strumenti quali bonds, traded options,<br />
futures e structured investments.<br />
p Alla voce «Le nostre soluzioni» vengono<br />
proposti argomenti e prodotti bancari selezionati<br />
per le diverse fasi della vita, con una<br />
sezione speciale dedicata alle donne. (schi)<br />
e aree sportelli siano accessibili anche alle<br />
sedie a rotelle e che i bancomat possano<br />
essere utilizzati anche dai disabili».<br />
L’impegno di Davos è un esempio di come<br />
la Fondazione del giubileo del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
Group sostenga progetti a favore dei portatori<br />
di handicap. Nel 2000 ha reso possibile<br />
a Crans-Montana lo svolgimento della 6 a<br />
coppa del mondo di sci per disabili. Nel dicembre<br />
2002, in collaborazione con Amag,<br />
ha messo a disposizione di quattro istituzioni<br />
dei minibus adibiti al trasporto di disabili;<br />
e in questi giorni è in costruzione, alla<br />
scuola diurna per bambini ipovedenti e plurihandicappati<br />
di Oerlikon, una rampa per<br />
sedie a rotelle. Il 5 e 6 luglio 2003, infine,<br />
la Fondazione sarà per la terza volta partner<br />
principale della Giornata sportiva nazionale<br />
di Macolin, organizzata da Plusport Svizzera.<br />
(schi)<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 33
Le maggiori preoccupazioni del 2002<br />
La sanità è rimasta al vertice dei problemi che<br />
assillano maggiormente il popolo svizzero, seguita<br />
dalla disoccupazione e dalla previdenza per la<br />
vecchiaia.<br />
Più timori per AVS e asilo<br />
Rispetto all’anno precedente, l’AVS e l’asilo hanno<br />
registrato un incremento di oltre dieci punti percentuali.<br />
In compenso, la posizione della Svizzera in Europa<br />
viene considerata sempre meno problematica.<br />
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002<br />
46 52 46 48 59 64 58<br />
75 81 74 57 34 45 52<br />
36 39 45 45 49 37 49<br />
25 30 47 56 41 32 43<br />
21 19 17 18 18 27 22<br />
34 39 40 43 45 34 21<br />
19 22 17 26 22 19 20<br />
– – – – – 22 19<br />
13 13 15 18 15 14 19<br />
20 19 19 18 25 15 18<br />
8 9 10 13 11 24 17<br />
19 20 15 11 8 16 17<br />
18 15 15 17 15 13 16<br />
30 28 22 16 15 11 12<br />
– – – – – 10 10<br />
12 10 8 5 10 10 9<br />
– – – – – 27 9<br />
13 14 12 13 13 19 9<br />
– – – – – 27 8<br />
22 21 24 22 15 10 7<br />
58<br />
Sanità<br />
52<br />
Disoccupazione<br />
Sanità<br />
Disoccupazione<br />
AVS / Previdenza per la vecchiaia<br />
Rifugiati / Asilo<br />
Nuova povertà<br />
Europa<br />
Finanze federali<br />
Stranieri<br />
Sicurezza personale<br />
Ambiente<br />
Globalizzazione<br />
Andamento economico<br />
Sicurezza sociale<br />
Droghe<br />
Traffico / NFTA<br />
Inflazione / Rincaro<br />
Convivenza sociale<br />
Stipendi<br />
Estremismo / Terrorismo<br />
Razzismo / Xenofobia<br />
49<br />
AVS / Previdenza per la vecchiaia<br />
43<br />
Rifugiati / Asilo<br />
22<br />
Nuova povertà<br />
21<br />
Europa<br />
20<br />
Finanze federali<br />
19<br />
Stranieri<br />
19<br />
Sicurezza personale<br />
18<br />
Ambiente<br />
17<br />
Globalizzazione<br />
17<br />
Andamento economico<br />
16<br />
Sicurezza sociale<br />
12<br />
Droghe<br />
10<br />
9<br />
9<br />
9<br />
8<br />
7<br />
Traffico / NFTA<br />
Inflazione / Rincaro<br />
Convivenza sociale<br />
Stipendi<br />
Estremismo / Terrorismo<br />
Razzismo / Xenofobia<br />
Percentuale degli interpellati
Foto: PhotoDisc, Fonte: Istituto di ricerche GfS, Politica e Stato, Berna, Barometro delle apprensioni, Stato ottobre 2001 (N = 1029)/ottobre 2002 (N = 1010)<br />
I premi delle casse malati tolgono<br />
il sonno agli svizzeri<br />
Il sistema sanitario, la disoccupazione e la previdenza sono i temi che inquietano maggiormente<br />
gli svizzeri. A questa conclusione giunge il «barometro delle apprensioni» 2002, un sondaggio<br />
rappresentativo che il Bulletin svolge annualmente in collaborazione con l’Istituto di ricerche<br />
GfS di Berna. Daniel Huber, redazione Bulletin<br />
La sanità è per la terza volta consecutiva<br />
la principale preoccupazione degli svizzeri<br />
e rientra, per il 58 per cento dei 1010 intervistati,<br />
tra i cinque problemi di maggiore<br />
rilevanza. Nel confronto con l’anno precedente,<br />
il tema ha subito una diminuzione<br />
del sei per cento, senza per questo essere<br />
considerato meno urgente. In seconda posizione<br />
si situa la disoccupazione, con il<br />
52 per cento degli interpellati, seguita<br />
dall’AVS e dall’asilo. Questi ultimi sono gli<br />
aspetti che hanno effettuato il maggior<br />
balzo in avanti nell’ambito delle apprensioni<br />
degli svizzeri. La previdenza per la vecchiaia<br />
è salita di dodici punti percentuali (al 49<br />
per cento) e la problematica dell’immigrazione<br />
dell’11 per cento. Questa tendenza<br />
trova conferma anche nella domanda successiva,<br />
relativa al problema considerato<br />
più urgente. Sebbene anche qui il sistema<br />
sanitario sia in cima alla tabella con il 15<br />
per cento, esso è seguito dalla disoccupazione<br />
(13 per cento), dall’AVS/previdenza<br />
per la vecchiaia (10 per cento) e dalla<br />
questione dell’asilo (9 per cento). Un anno<br />
fa il distacco dal primo tema era nettamente<br />
superiore. Claude Longchamp,<br />
responsabile dello studio presso l’istituto<br />
GfS, ne deduce che «nel 2002 è venuto<br />
meno il forte influsso che gli eventi dell’11<br />
settembre avevano avuto sui risultati<br />
del barometro delle apprensioni del 2001.<br />
Sono piuttosto i problemi vertenti sull’andamento<br />
economico a essere passati in primo<br />
piano». Il terrorismo è ad esempio sceso<br />
dalla sesta alla 19a posizione nella scala<br />
delle preoccupazioni, mentre in quella<br />
dei problemi più urgenti non viene nemmeno<br />
citato.<br />
Esaminando più da vicino i temi più<br />
ricorrenti, si delinea un quadro molto inte-<br />
ressante soprattutto in relazione all’emergenza<br />
numero uno, la sanità. A lamentarsi<br />
dei premi delle casse malati in continua<br />
crescita non sono in prima linea le classi<br />
con il reddito più basso, bensì il 64 per<br />
cento degli svizzeri che vivono in famiglie<br />
con un reddito mensile tra i 7000 e i<br />
9000 franchi. Anche tra i «quadri dell’economia<br />
privata» questo problema assilla<br />
ben il 62 per cento degli intervistati. Risultati<br />
sorprendenti scaturiscono dall’analisi<br />
delle risposte sulla disoccupazione. Con il<br />
64 per cento dei rappresentanti, l’eventualità<br />
di perdere il posto è evidentemente<br />
molto sentita nella categoria di reddito più<br />
alta (oltre i 9000 franchi). La disoccupazione<br />
viene inoltre citata quale nodo particolarmente<br />
preoccupante soprattutto dai giovani<br />
tra i 18 e i 29 anni (58 per cento),<br />
dagli impiegati (58 per cento) e dalle per-<br />
ATTUALITÀ<br />
sone con un reddito tra i 7000 e i 9000<br />
franchi.<br />
In questi tempi caratterizzati da un’incertezza<br />
generale, la fiducia nell’economia è<br />
decisamente peggiorata. In effetti, oltre<br />
la metà degli intervistati (53 per cento) ha<br />
dichiarato di avere spesso la sensazione<br />
che l’economia non si dimostri all’altezza<br />
nei momenti cruciali. Non si rilevava un<br />
punteggio tanto elevato dal 1995, anno in<br />
cui il sondaggio è stato svolto per la prima<br />
volta. Due anni fa solo il 29 per cento<br />
condivideva questo parere estremamente<br />
critico. La categoria apparentemente più<br />
delusa è quella dei quadri dell’economia<br />
privata, il 62 per cento dei quali ha la sensazione<br />
che l’economia fallisca «spesso»,<br />
seguita dagli indipendenti (55 per cento) e<br />
dagli impiegati dei servizi pubblici (51 per<br />
cento).<br />
Quale problema occorre risolvere per primo?<br />
Disoccupazione, previdenza per la vecchiaia e soprattutto asilo sono balzati in<br />
avanti nella classifica anche per quanto concerne l’urgenza. Piazzatasi all’ottavo<br />
posto, la globalizzazione è ora evidentemente molto meno temuta.<br />
Posizione Problema Problema Problema Posizione<br />
2002 più urgente 2002 più urgente 2001 2001<br />
1a risposta 1a risposta<br />
1. Sanità 15 17 1.<br />
2. Disoccupazione 13 9 2.<br />
3. AVS / Previdenza 10 7 5.<br />
4. Asilo 9 4 9.<br />
5. Nuova povertà 6 8 4.<br />
Andamento economico 6 5 7.<br />
7. Imposte / Finanze 5 4 9.<br />
8. Sicurezza sociale 4 3 8.<br />
Eccessiva presenza straniera 4 3 9.<br />
Globalizzazione<br />
Percentuale degli interpellati<br />
4 9 2.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 35
Le ansie nel corso degli anni<br />
Disoccupazione ciclica<br />
Se l’economia va male, il numero di disoccupati<br />
aumenta, e con esso anche le<br />
apprensioni rilevate dall’indagine. Nel 2000<br />
in Svizzera i senza lavoro erano 94 000,<br />
mentre nel 1997 se ne contavano 194 000.<br />
Oggi la tendenza è di nuovo al rialzo.<br />
Europa meno problematica<br />
Durante le trattative per i bilaterali il numero<br />
di persone preoccupate per la questione<br />
europea era in continua crescita. Da quando<br />
i contratti con l’UE sono stati siglati (2000)<br />
si rileva che la questione europea non è più<br />
considerata un problema primario.<br />
Rifugiati: domina l’attualità<br />
Gli elevati valori registrati riguardo al nodo<br />
dell’asilo sono per lo più riconducibili a<br />
elementi esterni contingenti: nel 1998 e nel<br />
1999 l’ondata di profughi che fuggivano<br />
dal conflitto in Kosovo, nel 2002 l’iniziativa<br />
sull’asilo dell’UDC.<br />
Fallimento dell’economia<br />
Domanda: «Quanto spesso ha la sensazione<br />
che l’economia abbia fallito in questioni fondamentali?»<br />
Più della metà degli svizzeri è<br />
del parere che ciò succeda «spesso». Sinora<br />
il barometro delle apprensioni non aveva<br />
mai registrato un risultato tanto negativo.<br />
■ nessuna risposta ■ mai ■ di rado ■ spesso<br />
Fallimento della politica<br />
Domanda: «Quanto spesso ha la sensazione<br />
che la politica abbia fallito in questioni fondamentali?»<br />
Anche in questo caso quasi la<br />
metà degli intervistati ha risposto «spesso».<br />
Quota che non raggiunge tuttavia i valori<br />
massimi del 1996 e del 1997.<br />
■ nessuna risposta ■ mai ■ di rado ■ spesso<br />
Aumenta la fiducia nelle banche<br />
Domanda: «Come valuta la sua fiducia nelle<br />
banche?» Il sondaggio dell’anno scorso è<br />
stato influenzato dal ruolo giocato dalle banche<br />
nel declino della Swissair. Nel 2002 le<br />
risposte positive superano quelle negative<br />
grazie a un aumento di otto punti percentuali.<br />
■ nessuna risposta ■ fiducia ■ neutro ■ sfiducia<br />
Percentuale degli interpellati<br />
1995<br />
1996<br />
1995<br />
1996<br />
1997<br />
1998<br />
1997<br />
1998<br />
1999<br />
2000<br />
1999<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
70 75 81 74 57 34 45 52<br />
48 34 39 40 43 45 34 21<br />
31 25 30 47 56 41 32 43<br />
7 6 9 10 5 9 11<br />
5 4<br />
6 5<br />
5<br />
5 3<br />
33<br />
40 45<br />
45<br />
52 54 61<br />
48 45 33 31 29 41 53<br />
7 6 6 9 9 2 10 10<br />
4 5 4 5<br />
5 4 3 4<br />
40 36 40<br />
51 48 50 37<br />
49<br />
49 53 50 35 39 43 38 49<br />
1 2 2 2 2 2 2 2<br />
40 37 37<br />
33<br />
41<br />
49<br />
53 55 20<br />
20 23 24<br />
22<br />
21<br />
18<br />
22<br />
29 38 38 37 27 21 45 35<br />
2001<br />
2002<br />
Leggermente meno catastrofica dell’economia,<br />
ma comunque molto negativa, è<br />
risultata la valutazione della classe politica.<br />
Il 49 per cento degli svizzeri ha la sensazione<br />
che la politica fallisca spesso in questioni<br />
di fondamentale importanza. Questa<br />
opinione è particolarmente sentita tra le<br />
persone che si ritengono piuttosto di destra<br />
(59 per cento), seguite dagli elettori del<br />
centro (46 per cento) e dai votanti di sinistra<br />
(44 per cento). Forniscono un giudizio<br />
relativamente più generoso le persone<br />
che rifiutano l’etichetta sinistra-destra, le<br />
quali hanno risposto «spesso» nella misura<br />
del 37 per cento.<br />
Nel barometro delle apprensioni del Bulletin<br />
viene rilevata anche la fiducia degli<br />
elettori nelle principali istituzioni di rilevanza<br />
politica. La fiducia, rispettivamente la sfiducia,<br />
viene espressa mediante un’unica cifra,<br />
ottenuta sottraendo al numero di voti di<br />
fiducia quelli di sfiducia. Ispira grande fiducia<br />
nei cittadini la giustizia svizzera, con in<br />
testa il tribunale federale che vanta un indice<br />
di 45, seguito a ruota dalla polizia con<br />
44. Hanno riconquistato parte della credibilità<br />
persa l’anno scorso le banche, il cui<br />
indice era sceso nel 2001 da 55 ad un record<br />
negativo di 33. Il sondaggio era stato<br />
svolto in un periodo in cui le banche, in-<br />
3 www.credit-suisse.com/bulletin<br />
La versione integrale dello studio nonché ulteriori<br />
punti salienti del barometro delle apprensioni<br />
possono essere consultati nell’emagazine.<br />
vestite dalla crisi della Swissair, avevano<br />
dovuto far fronte ad aspre critiche. Un anno<br />
dopo questa crisi di fiducia è stata parzialmente<br />
compensata con un aumento di<br />
otto punti percentuali.<br />
Si sono guadagnate maggiore fiducia<br />
anche le organizzazioni dei lavoratori,<br />
che registrano un incremento del sei per<br />
cento. L’ONU e le chiese hanno per contro<br />
perso l’otto per cento ciascuna. Ma<br />
mentre un indice di 8 indica che la maggior<br />
parte degli intervistati ripone ancora fiducia<br />
nell’ONU, per quanto riguarda le<br />
chiese i voti di sfiducia superano quelli positivi<br />
(indice –2). Lo stesso vale per l’UE<br />
(–9) e, in misura ancora più marcata, per i<br />
partiti politici (–16) nonché per i mass<br />
media (–24). Questi dati dovrebbero preoccupare<br />
in particolare i partiti. ❙
Foto: PhotoDisc, Martin Stollenwerk, Fonte: Istituto di ricerche GfS, Politica e Stato, Berna, Barometro delle apprensioni, Stato ottobre 2002 (N = ca. 1000)<br />
«La nostra democrazia diretta ha<br />
bisogno di partiti forti»<br />
Il presidente del Consiglio nazionale Yves Christen si pronuncia sui risultati del barometro delle apprensioni<br />
2002 del Bulletin. Secondo il primo cittadino svizzero, uno dei nodi più urgenti è l’introduzione di una<br />
valida politica dell’immigrazione. Intervista a cura di Daniel Huber, redazione Bulletin<br />
Daniel Huber Cosa la preoccupa maggiormente<br />
nella sua veste di principale personalità<br />
politica del Paese?<br />
Yves Christen La mia preoccupazione principale<br />
è la divergenza di opinioni degli svizzeri<br />
riguardo alla politica estera e degli<br />
stranieri. Che si voti sull’adesione all’ONU,<br />
sulle truppe di pace o sulla politica d’asilo,<br />
i risultati sono sempre molto risicati. Per<br />
trovare soluzioni ai maggiori problemi come<br />
la sanità, la previdenza per la vecchiaia e<br />
la disoccupazione ci occorre innanzitutto<br />
una buona e solida politica degli stranieri,<br />
dell’asilo e dell’integrazione.<br />
Come sono collegate le due cose? Prendiamo<br />
ad esempio la previdenza per la vecchiaia.<br />
Dal punto di vista demografico, l’età<br />
media della popolazione svizzera sta aumentando<br />
in maniera inversamente proporzionale<br />
al numero di lavoratori. Per risolvere<br />
il problema del finanziamento dell’AVS<br />
dobbiamo fare ricorso alle forze lavoro straniere<br />
e non possiamo permetterci di scegliere<br />
solo quelli che riteniamo adeguati.<br />
Tra gli immigranti ci sono persone buone e<br />
meno buone come tra gli svizzeri.<br />
Accanto alle forze lavoro straniere non sarebbe<br />
possibile migliorare anche la politica<br />
familiare, visto che la famiglia media svizzera<br />
ha solo 1,4 figli? Naturalmente è importantissimo<br />
intervenire anche in questo senso.<br />
Ma anche una politica familiare molto<br />
attiva non ci consentirebbe di risolvere il<br />
problema entro i prossimi due, tre decenni.<br />
Sarebbe solo una goccia nel mare.<br />
Il sistema sanitario è da anni in cima alla<br />
classifica delle preoccupazioni di tutti i ceti<br />
della popolazione. Il nostro è veramente<br />
un sistema così cattivo? Per quanto concerne<br />
l’aumento dei premi le preoccupazioni<br />
sono più che giustificate. Di per sé il nostro<br />
sistema sanitario è buono, ma deve restare<br />
economicamente sopportabile per tutti.<br />
Attualmente i premi stanno salendo troppo<br />
rapidamente.<br />
E cosa si potrebbe fare per invertire<br />
questa tendenza? La proposta di togliere la<br />
libera scelta del medico è forse eccessiva.<br />
Un’alternativa di questo genere è inoltre<br />
difficilmente praticabile senza l’approvazione<br />
della classe medica. Per trovare una<br />
soluzione è necessaria una stretta collaborazione<br />
tra assicuratori, politici e medici.<br />
È interessante notare che la sanità assilla<br />
maggiormente il ceto medio svizzero rispetto<br />
agli intervistati con i redditi più bassi. Come<br />
lo spiega? È logico: nel Canton Ginevra il<br />
40 per cento della popolazione può richiedere<br />
sussidi per i premi. Le persone del<br />
ceto medio, con redditi troppo elevati per<br />
ricevere sovvenzioni, sentono maggiormente<br />
il peso di queste spese.<br />
La seconda preoccupazione degli svizzeri<br />
è la disoccupazione. Con il quattro per cento<br />
di disoccupati siamo messi molto bene rispetto<br />
ad altri paesi europei. In questo ambito<br />
gli svizzeri sono troppo apprensivi? Gli<br />
svizzeri sono sempre molto apprensivi. Evi-<br />
ATTUALITÀ<br />
Yves Christen ritiene<br />
che il sistema<br />
sanitario svizzero,<br />
benché di per sé<br />
valido, debba restare<br />
economicamente<br />
sopportabile.<br />
tano per definizione di correre rischi, hanno<br />
poco spirito imprenditoriale e sono spesso<br />
assicurati due volte. È però anche vero che<br />
negli ultimi cinquant’anni la congiuntura<br />
svizzera è stata sempre positiva. Sono felicemente<br />
sposato da 38 anni con una<br />
francese. Nella sua famiglia il tema della disoccupazione<br />
è ritenuto meno preoccupante<br />
che da noi. Per chi ha perso tutto in<br />
guerra, perdere il lavoro e i soldi non è così<br />
preoccupante.<br />
In Svizzera lo spettro della disoccupazione<br />
assilla sempre più i quadri dell’economia.<br />
Ciò la meraviglia? Non direi. Durante il mio<br />
mandato di sindaco a Vevey si registrava<br />
il 13 per cento di senza lavoro, un record<br />
a livello svizzero. Due grosse fabbriche<br />
avevano dovuto chiudere i battenti una dopo<br />
l’altra, lasciando sulla strada diverse<br />
centinaia di lavoratori. Molti di loro avevano<br />
tuttavia già perso il lavoro in precedenza<br />
e fatto ricorso ai contributi dell’assicurazione<br />
disoccupazione. Le persone che guadagnano<br />
8000 o 9000 franchi fanno invece<br />
fatica ad immaginarsi un futuro senza<br />
lavoro, sono meno preparati all’evenienza<br />
e, quindi, la temono di più.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 37
In Svizzera l’integrazione europea è sempre<br />
meno fonte di inquietudine. Quest’anno il<br />
tema è scivolato alla quinta posizione. La posizione<br />
della Svizzera in Europa ha finito di<br />
destare preoccupazioni? Negli ultimi anni,<br />
gli svizzeri si sono resi conto che grazie<br />
ai bilaterali possono beneficiare dell’UE anche<br />
senza esserne membri. I risultati delle<br />
diverse votazioni hanno mostrato chiaramente<br />
che la Svizzera difficilmente aderirà<br />
all’Unione a breve termine. Come è successo<br />
per l’ONU, l’adesione avverrà senza<br />
destare scalpore tra dieci, vent’anni.<br />
Alla domanda sul comportamento dell’economia<br />
nei momenti decisivi, i delusi sono passati<br />
nello spazio di due anni dal 29 al 53 per<br />
cento. Come può l’economia recuperare la<br />
fiducia della popolazione? Con maggior<br />
etica e correttezza. Le imprese devono assumersi<br />
maggiore responsabilità.<br />
Ma anche la politica non ha ricevuto buoni<br />
voti. Quasi la metà degli intervistati è del<br />
parere che in molti casi fallisca. In che misura<br />
sente di essere ancora un rappresentante<br />
del popolo? Se l’economia va male<br />
diminuisce automaticamente anche la fiducia<br />
nella politica, è logico. Ciò che mi<br />
preoccupa è invece il fatto che i cittadini si<br />
distanzino sempre più dai partiti, che attualmente<br />
non hanno una buona immagine.<br />
Al momento si parla troppo di strategie<br />
e troppo poco del lavoro di partito<br />
vero e proprio che vi sta dietro. Si dimenticano<br />
tutti i volontari che si dedicano<br />
con grande impegno alle questioni politiche.<br />
Forse l’attuale crisi economica porterà<br />
qualcosa di buono nella misura in<br />
cui più gente si interesserà alla politica e,<br />
spero, anche ai partiti.<br />
38 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
«Per risolvere il problema<br />
del finanziamento dell’AVS<br />
dobbiamo fare ricorso alle<br />
forze lavoro straniere.»<br />
Yves Christen, presidente del Consiglio nazionale<br />
Nel barometro delle apprensioni si evidenzia<br />
chiaramente come siano soprattutto gli<br />
svizzeri che si ritengono più di destra a non<br />
sentirsi rappresentati dai politici. Questo<br />
dato la sorprende? A dire il vero no. Quando<br />
la gente ha paura vuole soluzioni<br />
semplici. I partiti moderati di centrodestra,<br />
come il PLR o il PPD, cercano soluzioni<br />
ragionevoli e praticabili. E queste non<br />
possono essere semplici. Ne consegue che<br />
molti cittadini si spostano verso destra.<br />
Dove li aspetta l’UDC con soluzioni semplici?<br />
Nei momenti decisivi gli elettori sono<br />
ancora molto cauti e ragionevoli. Anche se<br />
nel legislativo si eleggono per protesta<br />
molti politici UDC, quando si tratta di votare<br />
i candidati per importanti cariche dell’esecutivo,<br />
l’UDC non può contare su molte<br />
adesioni. Non è un partito che si assume<br />
responsabilità.<br />
Lei è considerato l’intermediario tra la<br />
Svizzera francese e quella tedesca. Come<br />
giudica il problema del Röstigraben? In<br />
Svizzera ci sono molte minoranze, e con<br />
queste molti «fossati», che devono essere<br />
colmati. In confronto, il problema Röstigraben<br />
è secondario. Secondo me il «fossato»<br />
tra città e campagna, come ad<br />
Yves Christen, una vita fra due sponde<br />
Yves Christen nasce a Berna nel 1941 da una famiglia di origine romanda. La<br />
lingua francese contraddistingue la vita familiare così come la prima formazione<br />
scolastica: dapprima all’Ecole française di Berna, poi al Collège Saint-<br />
Michel di Friborgo. Ottiene il diploma di ingegnere civile presso il politecnico<br />
di Zurigo. Nel 1977 viene eletto nel Consiglio comunale di Vevey per il<br />
partito liberale radicale e in seguito nel Gran Consiglio di Vaud (1981) e nel<br />
municipio di Vevey (1985), dove riveste la carica di sindaco dal 1989 al 2001.<br />
È membro del Consiglio nazionale dal 1995. Yves Christen è sposato e ha<br />
due figli in età adulta.<br />
esempio tra l’agglomerato urbano della<br />
capitale economica Zurigo e l’Appenzello<br />
rurale, è molto più difficile da riempire.<br />
La democrazia diretta della Svizzera ha molti<br />
vantaggi ma anche svantaggi. Non le piacerebbe<br />
essere il re buono delle favole che<br />
può risolvere i problemi in modo rapido e<br />
senza burocrazia? Non sarebbe male...<br />
Scherzi a parte, sono convinto della bontà<br />
del nostro sistema. È vero che è relativamente<br />
lento, ma questo non è sempre un<br />
male. Il governo inglese, ad esempio, ha<br />
attuato la liberalizzazione dei trasporti pubblici<br />
in tempi brevissimi, commettendo<br />
grossi errori. Anche in Germania, a posteriori<br />
diverse decisioni politiche si sono<br />
rivelate troppo precipitose. Ovviamente si<br />
corre sempre il rischio di perdere il treno,<br />
ma tutto considerato ho fiducia nel<br />
nostro sistema.<br />
Il genio della lampada le consente di esaudire<br />
tre desideri durante il suo mandato.<br />
Quali sarebbero? Uno l’ho già citato: è<br />
importantissimo che i partiti tornino a godere<br />
di una buona immagine e di maggiore<br />
accettazione presso il popolo. In una democrazia<br />
diretta solo partiti forti possono<br />
portare veri cambiamenti. Il mio secondo<br />
desiderio sarebbe che venisse introdotto il<br />
nostro modello di stato federale in tutta<br />
l’Europa, in particolare nell’Ex Iugoslavia.<br />
Secondo me solo uno stato federale sul<br />
modello di quello svizzero potrebbe portare<br />
una soluzione pacifica per i diversi gruppi<br />
etnici di questo paese.<br />
Può esprimere ancora un desiderio. Un augurio<br />
personale? Di trovare anche quest’anno<br />
il tempo per percorrere 4000 chilometri<br />
in bicicletta. ❙
Foto: Rainer Wolfsberger<br />
Reazioni al<br />
Bulletin 06/2002<br />
Il sondaggio del Bulletin in<br />
rassegna nei media svizzeri<br />
Berner Zeitung:<br />
«Ein Land von Optimisten?»<br />
Tribune de Genève:<br />
«Les <strong>Suisse</strong>s restent confiants dans l’avenir»<br />
Corriere del Ticino:<br />
«Svizzeri ottimisti ma preoccupati»<br />
Numerosi media hanno riproposto i risultati del sondaggio<br />
d’opinione rappresentativo del Bulletin incentrato sul<br />
tema delle prospettive per il futuro (n. 6/2002). Buona<br />
parte degli oltre mille intervistati, pur dipingendo un quadro<br />
differenziato del futuro, sono (cosa per niente ovvia)<br />
ancora fiduciosi nell’avvenire: «La famiglia Svizzera è ottimista»<br />
(Wiler Nachrichten).<br />
La prospettiva è quella giusta<br />
Desidero ringraziarvi caldamente per il numero 6 del<br />
Bulletin. Ho trovato gli articoli molto interessanti e scritti<br />
in stile avvincente (in particolare Prospettive, La fine<br />
del mondo produce bestseller, Il dono degli Dei). Benché<br />
ogni numero della rivista contenga sempre qualche articolo<br />
di mio gradimento, quello attuale spicca nettamente<br />
sugli altri.<br />
Christian King, Wallisellen<br />
Informazioni specialistiche<br />
Mi fa piacere che valga di nuovo la pena di dedicarsi alla<br />
lettura del Bulletin. Dalla rivista di una banca mi aspetto<br />
soprattutto informazioni specialistiche, formulate in un linguaggio<br />
che sia comprensibile anche a chi non è del ramo.<br />
(...) L’intervista con il signor Kielholz è esemplare. Si<br />
tratta di conoscere meglio il management per riguadagnare<br />
fiducia nel <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>. Sarebbe anche onesto includere<br />
prese di posizione in merito a notizie negative, per<br />
esempio le pesanti multe negli Stati Uniti. (...)<br />
Max Keller, per e-mail<br />
Contrariati? Entusiasti?<br />
Cari lettori<br />
Diteci la vostra opinione! Inviate le vostre lettere a:<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Financial Services, Redazione<br />
Bulletin, XCPB, Casella postale 2, 8070 Zurigo<br />
oppure a bulletin@credit-suisse.ch<br />
@propos<br />
Sperare è bene,<br />
non sperare è ragionevole<br />
ATTUALITÀ<br />
ruth.hafen@credit-suisse.com<br />
Recentemente ho scoperto un nuovo giochino al computer e da<br />
quel momento trascorro ore davanti allo schermo, così, per puro<br />
divertimento.<br />
Mio marito si sta già preoccupando: tutte queste risatine, alternate<br />
a improvvisi scoppi di ilarità. Il mio nuovo passatempo consiste<br />
nel farmi fare la traduzione di testi online.<br />
Il mio preferito è Babelfish. L’indirizzo http://babelfish.altavista.com/babelfish/tr<br />
cela per me una fonte inesauribile di delirio<br />
linguistico. Desiderate una piccola prova? «Essere o non essere;<br />
questo è il problema: se sia più nobile all’animo sopportare gli oltraggi,<br />
i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna, o prender l’armi contro<br />
un mare di triboli e combattendo disperderli». Capisco che un<br />
boccone tratto dall’Amleto di Shakespeare non sia proprio facile<br />
da digerire per il povero pesciolino, ma si tratta pur sempre di<br />
uno dei brani più famosi della letteratura inglese che tutti conoscono.<br />
Babelfish mi traduce prima in inglese: «To be or not essere;<br />
questo is the problema: se is nobler to the mind sopportare the insults,<br />
it knows and the darts of iniqua the fortune, or to take you<br />
arm it against a sea with tribulations and fighting disperderli».<br />
Un po’ pigro, questo pesce, e povero di fantasia. Ora mi accingo a<br />
fare la prova contraria: ritradurre il suo inglese in italiano, sperando<br />
che mi riproduca la versione originale. «Per essere o non essendo;<br />
ciò è il problema: se è più nobile al sopportare di mente<br />
gli insulti, uno sa ed i dardi del iniqua la fortuna, o prendere la munite<br />
contro un mare con i tribulations e la lotta disperderli».<br />
Mi chiedo chi osi servirsi seriamente di questo genere di traduzioni<br />
automatiche. Probabilmente quel pallone gonfiato che, venuto<br />
a conoscenza dei miei studi universitari, commentò: «Inglese?<br />
Non c’è bisogno di studiarlo, lo si sa così». Sentendo di metodi<br />
didattici che promettono «Inglese senza fatica», «Giapponese in<br />
trenta giorni» oppure «Swahili mentre dormite», a una persona<br />
ragionevole dovrebbe suonare un campanello d’allarme. Imparare<br />
una lingua comporta grandi sforzi; tradurla bene in un’altra è<br />
un’arte. Resta la speranza che continuino a esistere buoni traduttori<br />
per non doverci rimettere a Babelfish e simili. E a proposito di<br />
speranza Rudolf Augstein, il fondatore della rivista Der Spiegel<br />
deceduto alla fine del 2002, disse una frase che mi ha molto impressionato:<br />
«Sperare è bene, non sperare è ragionevole».<br />
Ruth Hafen<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 39
Mobilità su due corsie<br />
L’amore per le auto costa caro. Più caro di quanto voglia ammettere la maggior parte degli automobilisti.<br />
E nemmeno la nuova legge sul credito al consumo potrà cambiare questo dato di fatto. Marcus Balogh, redazione Bulletin<br />
Non c’è altro bene di consumo al mondo<br />
per il quale si spendano più soldi. E non<br />
esiste oggetto di uso quotidiano così carico<br />
di significati: l’automobile rappresenta, almeno<br />
a detta degli psicologi, una fetta<br />
dell’identità di chi la possiede. In effetti,<br />
l’acquisto di un’auto non è un processo<br />
esclusivamente razionale. Come si potrebbe<br />
spiegare altrimenti che, nell’era dei limiti di<br />
velocità generalizzati, in vetta alle classifiche<br />
di vendita si trovino proprio le macchine<br />
più costose e veloci? In fin dei conti, sarebbe<br />
possibile soddisfare praticamente<br />
ogni esigenza di mobilità anche con un’utilitaria.<br />
In Svizzera, tuttavia, il prezzo medio<br />
per un’auto nuova si aggira sui 34 000<br />
franchi. «Sono però pochi quelli che pagano<br />
sull’unghia. Nel nostro paese, un’auto su<br />
due è in leasing», spiega Thomas Gulich,<br />
responsabile del settore Leasing del <strong>Credit</strong><br />
<strong>Suisse</strong>. Se a queste si aggiungono tutte<br />
le vetture finanziate tramite crediti, si può<br />
constatare che circa l’ottanta per cento delle<br />
automobili circolanti in Svizzera sono<br />
40 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
finanziate con capitali di terzi. Nemmeno<br />
l’introduzione della nuova legge sul credito<br />
al consumo porterà grandi cambiamenti<br />
in questo contesto. «La nuova legge ridefinisce<br />
le basi giuridiche del credito al consumo,<br />
ma non incide in misura importante<br />
sui nostri affari. Presso il nostro Istituto,<br />
la verifica della situazione reddituale e la<br />
notifica del leasing o del credito alla centrale<br />
d’informazione sono prassi comune da<br />
anni», afferma Thomas Gulich.<br />
I vecchi problemi rimangono<br />
Le novità introdotte dalla nuova legge<br />
sono fondamentalmente una verifica della<br />
sostenibilità del credito e un calcolo del<br />
budget più approfonditi, nonché un diritto di<br />
recesso o di revoca di sette giorni per il<br />
beneficiario del leasing. Queste novità coinvolgono<br />
anche la fideiussione solidale: in<br />
futuro, il marito non potrà più essere il<br />
fideiussore solidale della propria moglie. In<br />
compenso si potrà tenere conto del reddito<br />
del coniuge o del convivente per alle-<br />
Come conseguenza del<br />
diritto di recesso o di revoca<br />
di sette giorni, d’ora in poi le<br />
vetture prese in leasing saranno<br />
consegnate solo dopo un<br />
«periodo di attesa» corrispondente.<br />
viare proporzionalmente il budget familiare<br />
nella nuova verifica della capacità di credito.<br />
È inoltre possibile rinunciare alla verifica<br />
approfondita della capacità creditizia se<br />
il beneficiario del leasing detiene presso la<br />
Banca sufficienti valori patrimoniali non<br />
vincolati. In tal caso il contratto di leasing<br />
non è più soggetto alla legge sul credito al<br />
consumo e non può pertanto essere notificato<br />
alla Centrale d’informazione per il<br />
credito al consumo (ICC). Thomas Gulich<br />
ritiene che, nel complesso, la nuova legge<br />
sul credito al consumo sia favorevole ai<br />
consumatori, anche se per quanto riguarda<br />
i problemi di fondo non ci sono stati grandi<br />
mutamenti. «Sentiamo i contraccolpi<br />
della difficile situazione economica; il numero<br />
di clienti con problemi di solvibilità<br />
è in aumento. L’onere mensile per il leasing<br />
non è infatti l’unica voce di spesa: sul<br />
budget familiare pesano anche le assicurazioni,<br />
le imposte e le spese generali del-<br />
Gilbert/Stone<br />
l’economia domestica. E un margine per gli<br />
Mark<br />
imprevisti non guasta mai». Se in queste Foto:
condizioni il beneficiario del leasing dovesse<br />
decidere di disdire il contratto prima della<br />
scadenza, dovrebbe versare retroattivamente<br />
quote maggiorate in base ai mancati pagamenti<br />
futuri, procedura sostenuta dalla<br />
nuova legge sul credito al consumo.<br />
Le preferenze personali sono decisive<br />
Per decidere se comperare un’auto esclusivamente<br />
con mezzi propri, acquistarla o<br />
prenderla in leasing combinando mezzi propri<br />
e di terzi o solamente fondi di terzi, ci si<br />
basa fondamentalmente sulla pianificazione<br />
delle proprie finanze, sulla liquidità e sulle<br />
possibili alternative d’investimento. Bisogna<br />
inoltre tener conto anche dei costi di mantenimento<br />
della vettura. Un’utilitaria del valore<br />
medio di 16 000 franchi acquistata in<br />
contanti costa, a seconda dei chilometri<br />
percorsi, tra i 5500 e gli 8500 franchi all’anno.<br />
Per un’automobile di classe medioalta,<br />
con un prezzo d’acquisto di circa 55 000<br />
franchi, sono necessari dai 12 000 ai 18 000<br />
franchi. Queste cifre possono sembrare<br />
elevate, ma bisogna tenere presente che<br />
ammortamento e perdita di valore costituiscono<br />
da soli ben il 33 per cento dei costi.<br />
Optando per il leasing, i mezzi propri non<br />
L’incedere della globalizzazione obbliga anche<br />
in Svizzera sempre più imprese a effettuare<br />
investimenti sostitutivi e di razionalizzazione,<br />
tramite i quali le risorse disponibili<br />
vengono concentrate sull’attività<br />
principale della ditta. La conseguenza logica<br />
di questo genere di ristrutturazione è lo<br />
scorporo del finanziamento e della gestione<br />
di settori aziendali non strategici quali i<br />
parchi veicoli, la telecomunicazione e l’energia,<br />
ma anche gli immobili e i velivoli<br />
aziendali. Tale operazione fornisce un contributo<br />
non trascurabile all’ottimizzazione<br />
del rendimento del capitale investito.<br />
In qualità di leader svizzero nel leasing<br />
dei beni d’investimento, il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
ha recentemente stipulato un accordo quadro<br />
di leasing con la Feldschlösschen<br />
Bibite SA, quale beneficiaria, e la Volvo<br />
vengono intaccati e le possibilità di indebitamento<br />
del singolo non vengono limitate.<br />
L’automobile è quindi una questione di mobilità<br />
non solo geografica ma anche finanziaria.<br />
E anche ciò che a prima vista potrebbe<br />
sembrare uno svantaggio, ossia la<br />
Gestione e leasing di parchi veicoli<br />
Caratteristiche del leasing<br />
p Mantenimento della liquidità esistente e/o della possibilità di<br />
indebitamento del singolo.<br />
p L’autovettura deve essere restituita alla scadenza o alla disdetta del<br />
contratto.<br />
p Il leasing non deve poter essere ripagato entro al massimo 36 mesi,<br />
anche se è stata concordata una durata più lunga.<br />
p Nel corso dell’intera durata del leasing la vettura deve essere assicurata<br />
mediante una copertura di casco totale.<br />
Caratteristiche del credito<br />
p Mantenimento di mezzi propri e risparmi<br />
p Contrariamente al leasing, i crediti devono poter essere restituiti<br />
entro al massimo 36 mesi dalla stipulazione del contratto, anche se è<br />
stata concordata una durata più lunga.<br />
Trucks (Schweiz) AG, quale fornitrice, per<br />
il rinnovo dell’intero parco autocarri e<br />
furgoni della Feldschlösschen.<br />
Sulla base di questa soluzione di finanziamento<br />
strutturata, la Feldschlösschen<br />
Bibite SA avvierà con la Volvo Trucks<br />
(Schweiz) AG una stretta collaborazione,<br />
nell’ambito della quale è previsto anche un<br />
«sale and rent back» del parco veicoli<br />
esistente, che la Feldschlösschen Bibite<br />
SA sostituirà interamente nel corso dei<br />
prossimi diciotto mesi con 200 nuove vetture<br />
in leasing della Volvo Trucks (Schweiz)<br />
AG, comprese le sovrastrutture, le piattaforme<br />
elevatrici, la manutenzione e le<br />
riparazioni. Il primo nuovo autotreno è già<br />
stato preso in consegna dalla Feldschlösschen<br />
Bibite SA all’inizio di gennaio di<br />
quest’anno.<br />
ATTUALITÀ<br />
restituzione dell’automobile alla scadenza<br />
del contratto, può essere visto come un<br />
vantaggio: in fin dei conti, il beneficiario del<br />
leasing non paga l’intero prezzo dell’auto,<br />
ma solo l’utilizzo effettivo, con un valore residuo<br />
economicamente realistico. ❙<br />
Questa partnership rappresenta una soluzione<br />
di finanziamento estremamente<br />
interessante, che porta vantaggi reciproci<br />
a tutte le parti e fungerà verosimilmente da<br />
modello per futuri finanziamenti a livello<br />
europeo. In relazione con l’attuale problematica<br />
del C0 2 e l’urgente esigenza di<br />
rinnovo dei parchi veicoli con mezzi meno<br />
inquinanti e più convenienti sotto il profilo<br />
dei costi d’esercizio, ma anche in vista<br />
di «Basilea 2» (si veda anche l’articolo a<br />
pagina 63), che regolamenta in modo più<br />
severo l’obbligo degli istituti di credito di<br />
tenere fondi propri in funzione del rischio<br />
degli attivi, il leasing si rivelerà il prodotto<br />
vincente per il finanziamento di beni durevoli<br />
per PMI e grandi imprese nel quadro<br />
del «risk-adjusted pricing». (nj)
Protezione del capitale e opportunità<br />
grazie a un nuovo prodotto<br />
Oggi sono richiesti investimenti che offrono protezione del capitale senza precludere<br />
la possibilità di conseguire rendimenti interessanti. Alla luce di questo fatto il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
ha lanciato il Man Performance Bond. Anke Haux, Structured Investments Group<br />
In tempi difficili come quelli attuali cresce<br />
il desiderio di sicurezza. Questa constatazione<br />
vale soprattutto per il settore finanziario.<br />
L’attuale clima di mercato,<br />
contraddistinto da una generale incertezza,<br />
rende più arduo il compito di chi vuole<br />
investire in maniera mirata. Oggi sono richiesti<br />
sicurezza e protezione del capitale,<br />
senza che si precluda tuttavia l’opportunità<br />
di conseguire rendimenti complementari<br />
interessanti. Il nuovo Man Performance<br />
Bond tiene conto di questa tendenza. Il<br />
prodotto è composto essenzialmente da<br />
due elementi: un investimento a reddito fisso<br />
e un portafoglio di negoziazione. Il primo<br />
garantisce il rimborso alla scadenza<br />
(dopo mediamente 12 anni) di almeno il<br />
120 per cento del capitale investito (oppure<br />
42 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
del 100 per cento per le tranche in franchi).<br />
Il rimborso è garantito da terzi indipendenti<br />
che dispongono di un’ottima solvibilità,<br />
ovvero che hanno ricevuto dall’agenzia di<br />
rating Standard & Poor’s almeno il predicato<br />
AA–.<br />
Il rendimento del portafoglio di negoziazione<br />
costituisce, come evidenziato dal<br />
grafico, un’opportunità di rendimento complementare.<br />
In presenza di una performance<br />
netta superiore al dieci per cento,<br />
d’intesa con il garante è possibile aumentare<br />
il livello della protezione del capitale<br />
(cosiddetto profit lock-in).<br />
Il portafoglio di negoziazione è composto<br />
da investimenti alternativi. Questi hanno<br />
dimostrato la loro efficacia durante i momenti<br />
difficili attraversati negli ultimi mesi.<br />
Sicurezza e guadagni nonostante il clima difficile<br />
La struttura del Man Performance Bond prevede due elementi: un investimento a reddito<br />
fisso, che garantisce il rimborso del capitale investito al termine della durata, e un portafoglio<br />
di negoziazione, composto da strategie d’investimento alternative e destinato a fruttare<br />
rendimenti complementari. Fonte: CSFS Structured Investments Group<br />
in %<br />
170<br />
160<br />
150<br />
140<br />
130<br />
120<br />
110<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
Portafoglio di neg.:<br />
strategie d’investimento<br />
altern. 30%<br />
Investimento<br />
a reddito<br />
fisso 70%<br />
Leverage: max. 120%<br />
del patrimonio investito<br />
Investimento iniziale: 100%<br />
Profit lock-in<br />
Durata: mediamente 12 anni. I dati fanno riferimento alle tranche in euro e dollari.<br />
Leverage: max. 150%<br />
del patrimonio investito<br />
Utili da negoziazione<br />
potenziali<br />
Protezione<br />
del capitale:<br />
EUR/USD,<br />
120% dell’importo<br />
investito<br />
inizialmente<br />
Anke Haux,<br />
Structured<br />
Investments<br />
Group<br />
A seconda dell’andamento dei mercati variano<br />
anche le strategie che alimentano<br />
il rendimento del portafoglio. Poiché quest’ultimo<br />
è composto da tutte le principali<br />
strategie alternative, si possono generare<br />
rendimenti interessanti con le situazioni<br />
di mercato più disparate. Le strategie d’investimento<br />
alternative adottate si suddividono<br />
in quattro categorie: strategie managed<br />
futures, event driven e di arbitraggio,<br />
nonché securities selection (long/short). Il<br />
manager del Man Performance Bond è<br />
Man Investment Products Ltd. con sede a<br />
Pfäffikon, nel Canton Svitto. Si tratta di<br />
una delle società leader nel settore delle<br />
strategie d’investimento alternative. Fondata<br />
nel 1983, Man Investment Products<br />
Ltd. ha lanciato finora oltre 200 veicoli d’investimento<br />
alternativi, molti dei quali in<br />
collaborazione con rinomati istituti finanziari.<br />
Grazie all’esperienza di Man Investment<br />
Products Ltd., il nuovo strumento permette<br />
di accedere a un portafoglio di investimenti<br />
alternativi scelti accuratamente e sorvegliati<br />
costantemente da manager di prim’ordine.<br />
La combinazione tra l’esperienza<br />
nella gestione di un portafoglio di strategie<br />
d’investimento alternative e la sicurezza<br />
del rimborso del capitale investito al termine<br />
del periodo interessato rende il Man<br />
Performance Bond uno strumento d’investimento<br />
molto interessante nell’attuale<br />
clima di mercato. ❙<br />
Foto: Martin Stollenwerk
Cinque candeline<br />
per ESPRIX<br />
Il prossimo 12 marzo, a Lucerna, verrà assegnato<br />
per la quinta volta il premio ESPRIX, riconoscimento<br />
dedicato all’eccellenza aziendale.<br />
Nella sua veste di sponsor principale, il<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> vuole contribuire a migliorare la<br />
competitività delle imprese svizzere; ESPRIX<br />
fornisce infatti impulsi miranti a perfezionare<br />
la qualità aziendale e promuove le prestazioni<br />
durature e di alto livello.<br />
Lo scorso anno l’ambito premio è stato<br />
conferito al mulino per cereali Minoteries de<br />
Plainpalais SA, di Granges-près-Marnand<br />
(nella categoria PMI), e alla ditta lucernese<br />
Schurter AG, attiva nei settori elettronica ed<br />
elettrotecnica (grandi imprese). Inoltre sono<br />
state premiate le due PMI Hotel Saratz di<br />
Pontresina e il produttore di pompe Biral AG<br />
di Münsingen. Il programma di ESPRIX 2003<br />
– dedicato al tema «Condurre con successo in<br />
un’epoca di cambiamenti» si prospetta interessante<br />
e avvincente. Oltre al Consigliere federale<br />
Kaspar Villiger parleranno Jens Alder,<br />
CEO di Swisscom, André Kudelski, CEO del<br />
Gruppo Kudelski, Richard F. Teerlink, già CEO<br />
di Harley-Davidson, e Klaus Kobjoll, proprietario<br />
dell’Hotel Schindlerhof di Norimberga.<br />
Iscrizioni fino al 24 febbraio. Maggiori informazioni<br />
al sito www.esprix.ch (schi)<br />
Chi sarà il prossimo vincitore di ESPRIX 2003,<br />
il premio svizzero della qualità per<br />
l’eccellenza aziendale?<br />
In vetrina<br />
Who Says Elephants<br />
Can’t Dance?<br />
ATTUALITÀ<br />
Di Louis V. Gerstner Jr., HarperCollins Publishers, 2002, 400 pagine, in<br />
inglese, 40 franchi circa, ISBN 0060523794. Disponibile anche in tedesco.<br />
L’ultima cosa di cui IBM ha bisogno sono<br />
visioni, affermò Louis V. Gerstner nel 1993<br />
quando si accinse ad assumere la carica di CEO<br />
dell’impresa. Dopo alcune esitazioni, decise di<br />
accettare la sfida: salvare uno dei maggiori gruppi<br />
americani con un organico di circa 320000<br />
dipendenti in tutto in mondo. Nel suo libro,<br />
Gerstner illustra la decennale impresa di risollevare<br />
le malandate sorti dell’azienda. Quale outsider del settore,<br />
dovette constatare che tra i maggiori ostacoli da superare c’erano<br />
strutture atrofizzate ad ogni livello e un’«estrema testardaggine».<br />
In una retrospettiva talvolta a tinte molto personali, intercalata da<br />
comunicazioni interne ed e-mail a quadri e collaboratori del gruppo,<br />
Gerstner presenta la sua strategia, si sofferma sulla cultura<br />
dell’azienda e della comunicazione e condanna, senza mai perdere<br />
il controllo, la condotta nel ramo dell’IT. Anche se tra le righe affiora<br />
talvolta un messaggio pubblicitario per IBM, questo libro scritto<br />
con molta passione offre una lettura avvincente e istruttiva.<br />
Ruth Hafen, redazione Bulletin<br />
Funky Business<br />
Di Jonas Ridderstrale e Kjell Nordström, edizione tascabile, Fazi Editore,<br />
Roma 2000, 302 pagine, 30 franchi circa, ISBN 0-273-65907-3<br />
Marx auspicava che i lavoratori possedessero i<br />
principali mezzi di produzione della società. Il suo<br />
sogno si è realizzato poiché il mezzo di produzione<br />
più importante è il cervello umano. Questo è<br />
quanto affermano nel loro libro Kjell Nordström e<br />
Jonas Ridderstrale, due giovani assistenti della<br />
Stockholm Business School. Secondo gli autori,<br />
nell’era della new-economy il successo negli affari<br />
dipende dalla capacità di unire e mettere a frutto l’intelletto di<br />
molti. La loro alternativa al conservatorismo è la rivoluzione aziendale,<br />
il loro credo il caos creativo. Il modello teorico propugnato è<br />
chiamato «Funky Inc.» e deve poter contare su leader visionari che<br />
non solo accettino il caos, ma addirittura lo sappiano generare su<br />
un terreno propizio alle innovazioni e tollerante degli errori. Funky<br />
Inc. necessita di individui coraggiosi, che vogliano assumersi rischi,<br />
spezzare le vecchie regole per crearne di nuove, e che stupiscano i<br />
propri clienti, invece di accontentarli solamente. «Funky Business»<br />
è un saggio sul mondo degli affari e sul management con un’aura<br />
di new-age. Brioso, anticonformista e rivoluzionario, analizza l’economia<br />
in uno stile completamente nuovo.<br />
Maria Dolores Lamas, analista del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Private Banking<br />
3 Trovate altre recensioni nel Financial Bookshelf al sito www.cspb.com<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 43
AKTUELL<br />
Gli sportivi di punta e gli artisti hanno<br />
veramente bisogno di una consulenza<br />
speciale? «Sì, perché la loro carriera ha<br />
particolarità specifiche», afferma Daniel Dietrich,<br />
Managing Director del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
di Ginevra. «Sono persone che sovente<br />
riescono ad accumulare in breve tempo<br />
patrimoni considerevoli. Diversamente dagli<br />
usuali clienti del Private Banking, non<br />
dispongono di legami di lunga data con<br />
gestori patrimoniali o consulenti in investimenti<br />
e spesso mancano di know-how<br />
nelle questioni finanziarie».<br />
Al <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> di Ginevra sono circa<br />
una dozzina le persone che si occupano<br />
di prodotti patrimoniali e assicurativi confezionati<br />
espressamente per questo segmento<br />
di clientela. «In collaborazione con la<br />
Interbroke Ltd., uno dei maggiori broker<br />
della rinomata assicurazione londinese<br />
Lloyd’s, offriamo un’intera gamma di assicurazioni<br />
speciali. Tra queste si contano<br />
l’assicurazione per la disdetta di contratti<br />
di sponsorizzazione, per la perdita di premi<br />
di partenza e di vincita, per la perdita di<br />
guadagno in caso d’invalidità».<br />
44 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Da quando nel 1997 Daniel Dietrich sviluppò<br />
l’idea di creare uno sportello preposto alla<br />
cura delle relazioni con personalità del mondo<br />
dello sport e dello spettacolo, Henri<br />
Berchtold, oltre a dirigere il servizio, si’impegna<br />
con risultati molto soddisfacenti a tessere<br />
la rete di relazioni con avvocati, agenti,<br />
fiduciari, allenatori, sportivi e persone attive<br />
nello show business. Grazie ai suoi sforzi,<br />
oggi lo Sport and Entertainment Desk è radicato<br />
anche a Ginevra. «I contatti sono<br />
l’essenziale; si deve però essere credibili e<br />
mantenere le promesse». Questa credibilità<br />
è determinata d’un canto dalle dimensioni<br />
del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>, dall’altro dai prodotti.<br />
«Inoltre due dei miei collaboratori provengono<br />
dalla scena sportiva, un altro è stato<br />
psicoterapeuta di sportivi e un terzo gode<br />
di contatti con il mondo sportivo anglofono».<br />
Ma non è tutto. Henri Berchtold conosce<br />
personalmente ognuno dei suoi circa<br />
cento clienti ed è attento alle loro necessità<br />
in ogni momento. «E quando dico in<br />
ogni momento, lo intendo davvero. Può capitare<br />
che uno sportivo mi telefoni nel bel<br />
mezzo della notte perché partecipa a una<br />
Henri Berchtold (a sinistra)<br />
e Daniel Dietrich offrono<br />
soluzioni ad hoc a clienti dalle<br />
esigenze particolari.<br />
Incursione all’interno della banca<br />
«La chiave del nostro successo è la credibilità»<br />
Alcuni sono famosi, altri meno; certi all’apice della carriera, certi a riposo. Ma una cosa li accomuna: sono<br />
tutti clienti di Henri Berchtold. Responsabile dello Sport and Entertainment Desk, Berchtold cura la consulenza<br />
di sportivi d’élite e di personaggi di spicco nell’ambiente dello spettacolo. Marcus Balogh, redazione Bulletin<br />
gara all’altro capo del mondo e lì sono le 3<br />
del pomeriggio. Per lui non si tratta di una<br />
telefonata in banca, ma di un colloquio amichevole».<br />
Henri Berchtold stabilisce i contatti preferibilmente<br />
già agli albori di una carriera.<br />
Questo modo di procedere gli permette di<br />
instaurare una relazione di qualità e di impostare<br />
con largo anticipo la pianificazione<br />
finanziaria e professionale per gli anni successivi<br />
al periodo d’attività. Ciò spiega anche<br />
il perché delle grandi disparità finanziarie<br />
esistenti tra i suoi clienti. «Alcuni possiedono<br />
ancora pochi soldi, ma hanno grandi<br />
potenzialità; altri dispongono già di un vasto<br />
patrimonio». Indipendentemente da ciò,<br />
tutti vanno seguiti in modo personalizzato.<br />
«Se non soddisfiamo il cliente quando si<br />
trova ai primi gradini della carriera, tanto<br />
meno saremo in grado di farlo quando avrà<br />
raggiunto il culmine del successo. Inoltre,<br />
buona parte dell’acquisizione clientela si<br />
basa sul passaparola. Come detto, tutto<br />
ruota attorno alle relazioni personali: non<br />
Stollenwerk<br />
mi stupirei se la fattura del mio cellulare<br />
Martin<br />
fosse la più salata di tutto il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>». ❙ Foto:
Foto: Patrick Coughlin/Stone, Antonio Mo/Taxi, Alan Powdrill/Taxi, ©Tobias Everke/Swiss Press<br />
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Online nel mese di febbraio:<br />
Investimenti<br />
Oro: una miniera d’oro per gli investitori?<br />
Dopo il record negativo dell’estate 1999, la fiducia nei confronti dell’oro è sostanzialmente<br />
migliorata. I timori legati al terrorismo, gli eccessi sui mercati azionari e i problemi di «corporate<br />
governance» hanno riproposto il metallo giallo nel ruolo di porto sicuro. Negli ultimi<br />
mesi le quotazioni dell’oro hanno registrato un’impennata. Quali sono le prospettive? Intervista<br />
video con Beat Schumacher, economista del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>.<br />
Denaro e carriera<br />
Il buon governo si può imparare<br />
In questi tempi difficili è fondamentale poter contare su manager validi. «La capacità di condurre<br />
non dipende solo dal talento, essa può essere appresa», afferma il professor Fredmund<br />
Malik dell’Università di San Gallo. Malik ha partecipato a un forum online del <strong>Credit</strong><br />
<strong>Suisse</strong>, durante il quale gli è stato ad esempio chiesto: «Cosa ne pensa del concetto ‹manage<br />
your manager›?» – «La formazione di manager migliori è responsabilità dei dipendenti?»<br />
Economia svizzera<br />
Opportuni gli investimenti in case plurifamiliari<br />
Il nuovo studio del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> sul mercato edilizio mostra le opportunità e i rischi degli investimenti<br />
immobiliari diretti o indiretti e offre numerosi supporti decisionali. Nel 2003 saranno<br />
costruite solo 10 000 case unifamiliari, mentre nel 1999 il loro numero era del 30 per<br />
cento superiore. Cosa significa per l’investitore? Quali sono i risvolti della diminuzione di<br />
30 000 occupati in ufficio sui prezzi delle superfici ad uso ufficio?<br />
Cultura<br />
Maximilian Schell: una star con spirito familiare<br />
Recentemente abbiamo presentato le sorelle Katja e Marielle Labèque. Un’altro illustre<br />
binomio di una stessa famiglia attivo a livello culturale è formato da Maximilian Schell e dalla<br />
sorella Maria. Nel colloquio, l’attore e regista ha mostrato di possedere un grande spirito<br />
familiare. A suo dire gli ingredienti del suo successo sono tre: avere fortuna, seguire le leggi<br />
non scritte di Hollywood ed essere consapevoli della fugacità della propria fama.<br />
ATTUALITÀ<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 45
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Foto: Martin Stollenwerk<br />
Wealth management<br />
Opportunità e rischi nel 2003<br />
Le previsioni sull’andamento del 2003 sono assai disparate, come<br />
dimostrano le posizioni molto contrastanti sostenute da economisti<br />
rinomati. Prevalgono tre scenari:<br />
I<br />
I manager affrontano con efficacia e fermezza il problema dell’alta<br />
capacità inutilizzata e degli utili aziendali insufficienti. La fiducia<br />
risale lentamente la china consolidando le prospettive sulla congiuntura.<br />
L’incertezza sull’esito della crisi irachena diminuisce e, conseguentemente<br />
al cambiamento di umore, i mercati azionari rialzano la testa.<br />
II<br />
L’abbattimento del debito e gli accantonamenti volti a chiudere<br />
le falle di molti istituti di previdenza riducono le entrate di imprese e<br />
famiglie. La diminuzione delle capacità e dei posti di lavoro deprimono<br />
la fiducia dei consumatori e i prezzi immobiliari. La mancata risoluzione<br />
rapida della questione irachena zavorra la fiducia degli investitori. I mercati<br />
azionari si indeboliscono e i corsi dei titoli di Stato rimangono a<br />
livelli elevati.<br />
III<br />
Le crescenti lacune di copertura di molti piani pensionistici<br />
generano un inasprimento delle norme di bilancio, le quali pesano<br />
durevolmente sugli utili aziendali. Nonostante la debolezza della congiuntura,<br />
il livello dei tassi sale a causa dell’aumento del debito pubblico,<br />
del caro-petrolio e della politica monetaria espansiva degli ultimi anni.<br />
La fiducia degli investitori scende ulteriormente. La discesa delle<br />
quotazioni, oltre ai listini azionari, coinvolge pure i mercati dei bond.<br />
Quali prospettive?<br />
Oggi il rendimento reale degli investimenti sul mercato monetario<br />
è già negativo! Nell’azionario riteniamo che i rischi prevalgano sulle<br />
opportunità. Quest’anno i mercati obbligazionari dovrebbero superare il<br />
punto massimo. Le migliori prospettive provengono dagli investimenti<br />
alternativi e dai prodotti finanziari strutturati in modo intelligente.<br />
Burkhard Varnholt Head Financial Products<br />
Strategy<br />
48 Strategie d’investimento<br />
Gli esperti del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> rivelano<br />
le loro valutazioni sullo scenario<br />
congiunturale e sui settori monete,<br />
obbligazioni, azioni e investimenti<br />
alternativi.<br />
55 Consiglio d’investimento<br />
In dicembre, il Global Investment<br />
Program ha contrastato abbastanza<br />
bene le avversità del mercato.<br />
Topics<br />
56 Rischi fantasma<br />
I rischi difficilmente calcolabili<br />
pongono i fornitori di servizi finanziari<br />
di fronte a nuove sfide.<br />
60 Compagnie aeree a basso costo<br />
Il settore delle compagnie low cost<br />
è in espansione; in Europa esso<br />
mina le strutture tradizionali.<br />
63 Concessione di crediti<br />
Il nuovo accordo sui requisiti<br />
patrimoniali «Basilea II» ha<br />
conseguenze per le PMI.<br />
66 Mercato immobiliare USA<br />
Malgrado tutte le cassandre, il<br />
mercato immobiliare americano<br />
non si trova sull’orlo del precipizio.<br />
69 Azioni<br />
L’attuale debolezza dei listini<br />
azionari conferisce nuovo appeal<br />
al rendimento da dividendi.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 47
Previsioni<br />
Eurotassi (3 mesi)<br />
Fine 2002 attuale 16.1.2003 3 mesi1 12 mesi1 USA 1,4 1,4 1,4 2,2<br />
UEM 2,9 2,8 2,4 2,6<br />
GB 4,0 4,0 4,0 4,5<br />
Giappone 0,1 0,1 0,1 0,1<br />
Svizzera 0,6 0,6 0,8 1,2<br />
Rendimenti dei titoli di Stato (10 anni)<br />
USA 3,8 4,2 3,9 4,6<br />
UEM 4,2 4,3 4,3 4,6<br />
GB 4,4 4,5 4,5 4,8<br />
Giappone 0,9 0,9 0,9 1,0<br />
Svizzera 2,2 2,4 2,3 2,8<br />
Tassi di cambio<br />
USD/EUR 1,05 1,05 1,05 1<br />
JPY/USD 118,79 119,35 120,0 128,0<br />
CHF/EUR 1,45 1,46 1,46 1,47<br />
CHF/USD 1,38 1,39 1,39 1,47<br />
CHF/GBP 2,23 2,22 2,28 2,26<br />
Crescita economica<br />
(Variazione del PIL rispetto all’anno precedente) 2001 attuale 2002 1 2003 1<br />
USA 0,3 3,2 (T3/02) 2,4 2,2<br />
UEM 1,5 0,8 (T3/02) 0,7 1,5<br />
GB 2,0 2,1 (T3/02) 1,7 2,0<br />
Giappone 0,3 1,5 (T3/02) –0,9 0,7<br />
Svizzera 0,9 0,6 (T3/02) 0 1,2<br />
Indici azionari<br />
Asset allocation strategica in CHF<br />
20<br />
35<br />
10<br />
35<br />
48 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Fine 2001 14.1.2003 12 mesi 2<br />
USA S&P 500 1148,08 931,66 0<br />
Giappone TOPIX 1032,14 845,90 –<br />
Hong Kong Hangseng 11397,21 9796,31 0<br />
Germania DAX 5160,10 3098,72 0<br />
Francia CAC 40 4624,58 3174,03 0<br />
Gran Bretagna FTSE 100 5217,40 3945,60 0<br />
Italia BCI 1433,36 1139,42 0<br />
Spagna General 824,40 682,16 0<br />
Paesi Bassi AEX 506,78 335,15 0<br />
Svizzera SMI 6417,80 4965,30 0<br />
1 Previsioni 2 Rispetto all’indice MSCI World: + Outperformer 0 Market performer – Underperformer<br />
Bilanciata<br />
Mercato monetario Obbligazioni Azioni Investimenti alternativi Totale<br />
Svizzera 10,0 35,0 15,0 60,0<br />
Europa (euro) 3,5 3,5<br />
Europa (senza UEM) 2,0 2,0<br />
America del Nord 13,0 13,0<br />
Asia 1,5 1,5<br />
Misto 20,0 20,0<br />
Totale 10,0 35,0 35,0 20,0<br />
Nella rivista elettronica emagazine del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> trovate una nutrita serie di dati e informazioni su temi economici: www.credit-suisse.com/emagazine
Foto: Martin Stollenwerk<br />
Congiuntura<br />
Congiuntura mondiale rilanciata dalla politica<br />
economica espansiva degli Stati Uniti?<br />
Beat Schumacher<br />
p Tocca nuovamente agli Stati Uniti<br />
assumere il ruolo di locomotiva<br />
dell’economia.<br />
p La crescita del consumo<br />
privato rimane per il momento<br />
su toni moderati.<br />
Recentemente il presidente Bush ha presentato<br />
un pacchetto di stimolo all’economia di<br />
670 miliardi di dollari per i prossimi dieci anni.<br />
Le misure prevedono soprattutto sgravi fiscali.<br />
Se si considerano anche i tagli dei tassi<br />
pari a 525 punti base operati negli ultimi<br />
due anni, che hanno portato il tasso di riferimento<br />
al minimo storico dell’1,25 per cento,<br />
si può affermare che la politica economica<br />
degli USA non era mai stata così espansiva.<br />
Questi incentivi sono in contrasto con la situazione<br />
di Eurolandia, dove finora la Banca<br />
centrale europea non ha dimostrato altrettanta<br />
propensione ad abbassare i tassi, mentre<br />
i vincoli di Maastricht non lasciano spazio<br />
a una politica fiscale espansiva. Ancora una<br />
volta sono dunque gli Stati Uniti che si assumono<br />
il ruolo di locomotiva dell’economia.<br />
Il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> prevede però che la dinamica<br />
della crescita dell’economia mondiale tarderà<br />
Dinamica economica negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone<br />
La ripresa tarda ancora<br />
Variazione semestrale in %<br />
12<br />
10<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
–2<br />
–4<br />
–6<br />
–8<br />
–10<br />
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002<br />
WEALTH MANAGEMENT STRATEGY<br />
a imboccare la via del rialzo. Ciò è riconducibile<br />
alla perdita di fiducia dei consumatori e<br />
delle aziende, nonché allo smaltimento degli<br />
eccessi degli anni Novanta. La crescita del<br />
consumo privato rimarrà dapprima su toni<br />
moderati. I precedenti elementi di sostegno<br />
negli Stati Uniti (vendita di automobili e boom<br />
di rifinanziamenti in campo edilizio) perdono<br />
gradatamente la loro importanza, mentre su<br />
Eurolandia grava tuttora l’incertezza legata al<br />
mercato del lavoro. Negli investimenti delle<br />
imprese si rileva un certo consolidamento. Un<br />
rilancio non è però previsto prima del secondo<br />
semestre, in quanto lo sfruttamento delle<br />
capacità produttive rimane su livelli bassi. In<br />
caso di rapida soluzione del conflitto in Iraq si<br />
assisterebbe a un calo del prezzo del petrolio<br />
e a un miglioramento del clima generale. Unitamente<br />
al basso livello dei tassi ciò contribuirebbe<br />
a un sensibile rilancio dell’economia.<br />
Nei prossimi tempi non assisteremo a una rapida ripresa della dinamica economica dopo la sensibile<br />
flessione accusata negli ultimi mesi. È tuttora in atto il processo di smaltimento degli eccessi degli anni<br />
Novanta, mentre permane la crisi di fiducia di consumatori e imprese.<br />
Fonte: Datastream<br />
USA Europa Giappone<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 49
Azioni<br />
La borsa si risolleva solo a stento<br />
Bernhard Tschanz<br />
p Diversi segnali inducono a supporre<br />
che per le piazze borsistiche<br />
l’agognata inversione di tendenza<br />
potrebbe concretarsi a metà 2003.<br />
p Il rasserenamento delle prospettive<br />
congiunturali spinge a propendere per<br />
i titoli americani.<br />
50 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Nel 2002 abbiamo assistito per la terza volta<br />
consecutiva a un ridimensionamento generale<br />
degli indici azionari, tendenza che non si<br />
era più presentata dalla grande depressione<br />
degli anni 1929 –1933. E come se non bastasse:<br />
l’anno nuovo non sembra aver riportato<br />
il sereno sui mercati azionari, tuttora alle<br />
prese con i problemi di sempre. Gli elevati<br />
rischi politici e congiunturali, la debolezza del<br />
dollaro e il marcato aumento dei prezzi di oro<br />
e greggio non agevolano certo una ripresa rapida,<br />
significativa e duratura, ma inducono<br />
piuttosto a prevedere un’ulteriore e netta<br />
oscillazione degli indici anche nel primo semestre<br />
dell’anno in corso. Lo scenario della<br />
seconda metà del 2002 (luglio/agosto e<br />
ottobre/novembre) aveva infatti visto balzare<br />
in avanti di oltre il 20 per cento l’indice<br />
S&P 500, precedentemente corroso da ripetute<br />
correzioni.<br />
SMI, Euro Stoxx, S&P 500, Nasdaq<br />
Borse tuttora in flessione<br />
Dopo l’interminabile scivolone dello scorso anno, verso la fine del 2002 le borse hanno beneficiato di una<br />
breve boccata d’ossigeno. La tanto anelata ripresa delle piazze finanziarie potrebbe però farsi attendere<br />
fino a metà 2003.<br />
Punti dell’indice<br />
120<br />
110<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
2000<br />
Fonte: Datastream<br />
2001<br />
G FMA MGLA<br />
S O N D G FMA MG<br />
L A S O N D G FMA MG<br />
L A S O N D G<br />
SMI<br />
S&P 500 Composite<br />
Le aggressive scelte governative degli Stati<br />
Uniti, tradottesi in un forte allentamento<br />
della politica monetaria e fiscale, potrebbero<br />
tuttavia innescare la tanto sperata svolta sul<br />
fronte borsistico. È comunque poco probabile<br />
che la ripresa ripercorra a ritroso la curva<br />
del ribasso. Tenendo in considerazione i problemi<br />
strutturali tuttora irrisolti dell’economia<br />
mondiale e di molte imprese, il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
ipotizza un rendimento a una sola cifra, ma<br />
in terreno positivo. La previsione è tuttavia<br />
oscurata dall’incertezza sull’esito della crisi<br />
irachena. Per fugare ogni dubbio occorrerebbe<br />
una decisione politica convincente<br />
oppure un intervento militare rapido e vincente.<br />
Ambedue avrebbero il pregio di ridurre<br />
il prezzo del greggio e ridare vigore ai<br />
mercati finanziari, che a loro volta galvanizzerebbero<br />
la fiducia dei consumatori e con essa<br />
la crescita economica nel suo insieme.<br />
2002<br />
DJ Euro Stoxx 50<br />
Nasdaq Composite<br />
2003<br />
Foto: Martin Stollenwerk
Nonostante la valutazione della borsa USA<br />
sia nettamente più elevata delle piazze europee,<br />
il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> conferma la propria<br />
preferenza – perlomeno nei prossimi mesi –<br />
per i titoli statunitensi, sorretti da previsioni<br />
congiunturali più incoraggianti. La recente<br />
tendenza al ribasso del biglietto verde ha<br />
inoltre rafforzato la fiducia nella competitività<br />
delle aziende USA e i rispettivi potenziali<br />
di guadagno. L’esenzione fiscale della<br />
distribuzione del dividendo, oggetto di di-<br />
Europa Svizzera Nordamerica Giappone Asia escl. Giappone<br />
Paesi Francia Corea<br />
Thailandia<br />
Settori (livello locale) Approvvigionamento Tecnologia medica Salute, energia Salute Approvvigionamento<br />
Settori (livello globale)<br />
1<br />
Valori finanziari, industria Strumenti di precisione Trasporti<br />
Telecomunicazioni Automobili<br />
Comp. aeree/Trasporti (–) China Southern Airlines<br />
Automobili (0) Peugeot Nissan Motor<br />
Banche (0) Royal Bank of Scotland UBS Wells Fargo & Co Kookmin Bank<br />
Materie prime (0)<br />
Chimica (0) DSM Lonza Dow Chemicals<br />
Edilizia (0)<br />
Beni di consumo (0) The Swatch Group I Kao, Shiseido<br />
Energia (–) ENI Chevron Texaco<br />
Meccanica/ Lockheed Martin<br />
Elettrotecnica (0) Caterpillar<br />
Bevande (–)/Alimentari (0) Danone Nestlé N<br />
Tabacco (0)<br />
Assicurazioni (0) Generali Swiss Re<br />
Servizi IT/Software (0) SAP Microsoft<br />
Media (–)<br />
Salute (+) Aventis Serono Johnson & Johnson Takeda Chemical<br />
Carta e cellulosa (0)<br />
Centerpulse Amgen<br />
Immobili (0) Wharf Holdings Ltd.<br />
Commercio al dettaglio (–) Wal-Mart<br />
Tecnologia hardware (0) Canon, Sharp<br />
Semiconduttori (0) Samsung Electr.<br />
Attrezzature di tlc (+) Alcatel<br />
Fornitori di servizi di tlc (0) Tele Danmark (TDC) BellSouth<br />
Approvvigionamento (+) RWE Huaneng Power<br />
Altri (–)<br />
scussione, avrebbe a sua volta effetti positivi.<br />
Niente per contro è cambiato riguardo<br />
alla valutazione negativa della borsa nipponica.<br />
I settori difensivi come gli alimentari, le<br />
bevande o il tabacco denotano crescente<br />
difficoltà nel mantenere la buona performance<br />
relativa registrata sinora. Ciononostante,<br />
e visti i rischi suesposti, non dovrebbero<br />
essere trascurati. L’accento va<br />
posto sui comparti in espansione, in primis i<br />
Preferenze riguardo a paesi, settori e titoli<br />
Ora anche i settori difensivi si ritrovano tra gli scogli<br />
Anche i settori difensivi come alimentari, bevande o tabacco denotano crescente difficoltà<br />
nel mantenere la buona performance relativa registrata sinora.<br />
WEALTH MANAGEMENT STRATEGY<br />
farmaceutici e la tecnologia medica (Pfizer,<br />
Aventis, Centerpulse). È tuttavia prematuro<br />
incrementare la quota dei ciclici in portafoglio.<br />
L’attenzione va concentrata sulla selezione<br />
di imprese dal cash-flow solido.<br />
Il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> dà la preferenza alle azioni<br />
del settore carta (Stora Enso), chimica di<br />
specialità (Lonza, DSM), e software (Microsoft,<br />
SAP). Tra i finanziari vanno favorite le<br />
banche difensive come la Royal Bank of<br />
Scotland a scapito degli assicurativi.<br />
Fondi d’investimento consigliati: Mellon Asian Equity Pfl A USD, CS EF Global Pharma, Cordius Inv Euro Corp Bonds, ING (L) Renta Fd Corp USD P Cap<br />
Ulteriori fondi all’indirizzo www.fundlab.com<br />
1 Rispetto all’indice MSCI World: + Outperformer 0 Market performer – Underperformer<br />
Fonte: CSPB, situazione al 27.1.03<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 51
Obbligazioni<br />
Tra speranze di ripresa<br />
e venti di guerra<br />
Anja Hochberg<br />
p L’economia e i mercati finanziari<br />
aspettano che la crisi irachena<br />
si risolva.<br />
p L’inflazione tuttora a basso livello<br />
rafforza il mercato del reddito fisso.<br />
52 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
I mercati finanziari internazionali si lanciano<br />
nella corsa all’utile dell’anno appena iniziato<br />
da postazioni pressoché invariate. L’eventualità<br />
di un conflitto in Iraq continua infatti a<br />
pendere come una spada di Damocle sulla<br />
politica mondiale e sulla fiducia degli attori di<br />
mercato, decisiva per avviare i motori della<br />
congiuntura. Gli Stati Uniti in particolare fanno<br />
leva su incentivi di natura monetaria e fiscale<br />
al fine di migliorare le condizioni quadro.<br />
Tuttavia, soltanto una soluzione della crisi irachena<br />
permetterà all’economia a stelle e strisce<br />
di cavalcare l’onda della crescita. A prescindere<br />
dall’instaurarsi – una volta superata<br />
la crisi in Medio Oriente – di un’espansione<br />
regolare negli Stati Uniti, per i mesi a venire<br />
l’investitore obbligazionario non deve temere<br />
alcuna inversione di tendenza sul fronte dei<br />
tassi.<br />
I titoli del reddito fisso possono tuttora<br />
contare su condizioni favorevoli dettate dal<br />
basso livello dell’inflazione. Sebbene di natura<br />
prevalentemente ciclica, nei prossimi me-<br />
I tamburi di guerra tolgono vigore alla crescita<br />
Tassi a lunga ai minimi storici<br />
Sebbene la recessione statunitense sia stata bandita, i tassi non si sbloccano. Nei mesi a venire<br />
la pressione sui tassi sarà azzerata da timori politici, congiuntura fiacca e inflazione a basso livello.<br />
9<br />
8<br />
7<br />
6<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
0<br />
Rendimento dei titoli di Stato decennali in %<br />
Fonte: Bloomberg<br />
1995<br />
01.01.<br />
01.05.<br />
01.09.<br />
1996<br />
01.01.<br />
01.05.<br />
01.09.<br />
1997<br />
01.01.<br />
01.05.<br />
01.09.<br />
1998<br />
01.01.<br />
01.05.<br />
si l’effetto distensivo di un rincaro ai minimi<br />
godrà dell’appoggio di una politica monetaria<br />
espansiva messa in atto dai principali istituti<br />
d’emissione.<br />
Ulteriore spazio di manovra<br />
Di fronte alla fragilità della situazione geopolitica<br />
e a una congiuntura invero zoppicante,<br />
la Fed confermerà la propria politica espansiva<br />
e aspetterà il ritorno della stabilità economica<br />
per stringere i cordoni monetari. La<br />
Banca centrale europea dispone di un margine<br />
di riduzione addirittura maggiore. La congiuntura<br />
interna tuttora in apnea – che agita<br />
gli animi specialmente in Germania – e i tassi<br />
d’inflazione che rientreranno ben presto<br />
nella fascia mirata della BCE dovrebbero tradursi<br />
già nei prossimi mesi in una riduzione<br />
dei tassi a un minimo storico. Sino a inizio<br />
estate le incertezze politico-economiche saranno<br />
pertanto accompagnate da un movimento<br />
dei tassi d’interesse tendenzialmente<br />
ondivago.<br />
01.09.<br />
1999<br />
01.01.<br />
01.05.<br />
01.09.<br />
USA Germania<br />
Svizzera<br />
2000<br />
01.01.<br />
01.05.<br />
01.09.<br />
2001<br />
01.01.<br />
01.05.<br />
01.09.<br />
2002<br />
01.01.<br />
01.05.<br />
01.09.<br />
01.01. 2003
Foto: Martin Stollenwerk<br />
Monete<br />
Il conflitto iracheno spinge<br />
il franco al rialzo<br />
Marcus Hettinger<br />
p La crisi irachena ha irrobustito il<br />
franco svizzero, che segna un livello<br />
ineguagliato dal maggio del 1999.<br />
p L’attrattivo livello dei tassi e la solida<br />
crescita economica favoriscono le<br />
monete dell’area del dollaro.<br />
L’indebolimento accusato lo scorso mese di<br />
novembre dal franco svizzero è stato di breve<br />
durata: l’aggravarsi dei rischi geopolitici e il<br />
fantasma di un possibile intervento militare in<br />
Iraq hanno infatti riportato alla ribalta il suo<br />
tradizionale ruolo di porto sicuro. L’irrobustimento<br />
della divisa elvetica mitiga le ripercussioni<br />
del caro-petrolio, incidendo positivamente<br />
sull’andamento dell’inflazione. Il rovescio<br />
della medaglia si presenta frattanto in<br />
una perdita di competitività dei settori votati<br />
all’export (ad esempio il turismo). Considerato<br />
che i mercati scontano sin d’ora l’eventualità<br />
di un attacco all’Iraq, il potenziale rialzista<br />
dovrebbe essere assai limitato, anche se<br />
l’evoluzione futura del corso di cambio rimane<br />
in balia dei venti di guerra. A mo’ di paragone<br />
è interessante ripercorrere i movimenti<br />
del franco svizzero durante la guerra del Golfo<br />
degli anni Novanta. Come evidenziato dal<br />
grafico, non appena il mercato si era sinto-<br />
I cicli storici del franco svizzero<br />
Il franco svizzero è per tradizione un porto sicuro<br />
Indice (419 giorni prima dell’intervento militare = 100)<br />
110<br />
L’Iraq occupa il Kuwait<br />
2.8.90<br />
105<br />
100<br />
95<br />
90<br />
85<br />
80<br />
75<br />
70<br />
–419<br />
–359<br />
–299<br />
–239<br />
–179<br />
–119<br />
CHF/USD ciclo 1990/91<br />
CHF/USD ciclo 2002/03<br />
–59<br />
Ha inizio l’attacco aereo<br />
17.1.91<br />
1<br />
61<br />
121<br />
WEALTH MANAGEMENT STRATEGY<br />
nizzato su un esito positivo del conflitto, il<br />
franco aveva accusato una netta flessione.<br />
Un andamento diametralmente opposto è<br />
invece atteso per il biglietto verde, che dovrebbe<br />
tra l’altro accusare il peso di un basso<br />
livello dei tassi accompagnato da previsioni di<br />
crescita tutt’altro che univoche. La situazione<br />
oltreoceano non dovrebbe tuttavia indurre<br />
a credere che l’area dell’euro sia baciata dal<br />
sole, anzi. L’esiguo spazio di manovra della<br />
politica fiscale e una propensione al consumo<br />
infiacchita dall’elevata disoccupazione freneranno<br />
infatti il ritmo della crescita. Da un<br />
simile contesto dovrebbero uscire vincenti<br />
le monete che registrano un differenziale sui<br />
tassi positivo rispetto al dollaro americano<br />
e una crescita economica complessivamente<br />
robusta. In tale categoria si annoverano le<br />
cosiddette «monete delle materie prime»,<br />
vale a dire il dollaro australiano, quello neozelandese<br />
e quello canadese.<br />
Ricalcando l’andamento del 1991, anche nell’attuale situazione di fragilità geopolitica il franco svizzero ha<br />
guadagnato terreno. L’intervento militare del 1991 frenò tuttavia il suo rialzo nel giro di pochi mesi.<br />
181<br />
241<br />
301<br />
Giorni<br />
Fonte: Bloomberg, CSPB<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 53
Investimenti alternativi<br />
Gli hedge fund sanno trarre<br />
vantaggio dall’incertezza<br />
Patrick Husistein<br />
p Per gli hedge fund il primo trimestre<br />
si prospetta all’insegna di una ripresa<br />
cauta e instabile.<br />
p La performance dei fondi long/short<br />
equity riprenderà lentamente fiato nel<br />
corso del primo semestre.<br />
54 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Per molti investitori e manager il 2002 rimarrà<br />
nella memoria come un anno da dimenticare,<br />
un anno che ha polverizzato gran parte dei<br />
patrimoni investiti e in cui il susseguirsi di<br />
notizie spiacevoli ha rotto molte uova nel<br />
paniere. Anche un numero non indifferente<br />
di gestori di hedge fund ha dovuto fronteggiare<br />
dodici mesi di asperità, relativizzate solo<br />
sul finale dai recuperi segnati in novembre<br />
e dicembre. Rispetto ai tradizionali indici azionari<br />
la maggior parte degli hedge fund ha<br />
tuttavia saputo conservare il capitale investito,<br />
ottenendo addirittura – nel caso di singole<br />
strategie – rendimenti a due cifre. Come<br />
per la gestione degli strumenti di collocamento<br />
tradizionali, nel primo trimestre dell’anno<br />
anche i gestori di hedge fund saranno<br />
influenzati dalla situazione in Medio Oriente<br />
e dai suoi possibili risvolti. Un punto di forza<br />
che contraddistingue questi ultimi e li differenzia<br />
dai gestori di investimenti tradizionali è<br />
forse proprio la capacità di saper trarre vantaggio<br />
da tali insicurezze. In linea generale,<br />
Performance delle strategie legate agli hedge fund<br />
Uno sprazzo di sole si insinua a fine anno 2002<br />
Nella media annua, grazie agli eccezionali risultati di novembre e dicembre la maggior parte degli hedge<br />
fund ha potuto mantenere o addirittura incrementare il capitale investito.<br />
Managed Futures<br />
Long/Short<br />
Global Macro<br />
Fixed Inc Arb<br />
Event-Driven<br />
Equity Mkt Ntrl<br />
Emerging Markets<br />
Convertible Arbitrage<br />
CSFB/Tremont<br />
Hedge Fund Index<br />
in %<br />
–0,20 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1,60 1,80<br />
Fonte: CSFB/Tremont Hedge Fund Index<br />
Rendimento medio mensile<br />
novembre – dicembre 2002<br />
nelle varie strategie è prevista un’ulteriore<br />
fase di ripresa, seppure fragile e assai eterogenea.<br />
Per la strategia long/short equity, la principale<br />
in termini di volume, si può nutrire un<br />
cauto ottimismo. Per risolversi positivamente<br />
il trimestre dovrà poggiare su un quadro di<br />
mercato stabile e su investitori orientati ai<br />
fondamentali. I mutamenti a breve delle condizioni<br />
di mercato celano le maggiori insidie.<br />
Il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> prevede una crescita stabile<br />
a partire dalla seconda metà dell’anno.<br />
Un’ulteriore strategia ampiamente diffusa<br />
mira a conseguire profitti mediante la partecipazione<br />
ad aziende in difficoltà finanziarie<br />
(distressed securities). Pure in questo settore<br />
proseguirà la ripresa avviata nel quarto<br />
trimestre del 2002. Una minor volatilità,<br />
un miglioramento della situazione sul fronte<br />
del credito e una crescente domanda di<br />
capitale societario promettono rendimenti<br />
interessanti ai gestori che perseguono questa<br />
strategia.<br />
Rendimento medio mensile<br />
per il 2002
Foto: Martin Stollenwerk<br />
Suggerimento su come investire nel 2003<br />
«Con il Global Investment Program siamo<br />
posizionati in modo ottimale»<br />
Pascal Pernet, esperto in investimenti del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>, si esprime per la prima<br />
volta sulla performance realizzata dal suo prodotto favorito per il 2003, il Global Investment<br />
Program (GIP). Daniel Huber, redazione Bulletin<br />
«Con il GIP, le principali decisioni<br />
sono delegate a professionisti esterni<br />
di grande esperienza.»<br />
Pascal Pernet, Financial Products<br />
Daniel Huber Qual è stato l’andamento registrato<br />
negli ultimi due mesi dal Global Investment<br />
Program, in breve GIP, lo strumento d’investimento<br />
da lei consigliato per quest’anno?<br />
Pascal Pernet Siamo soddisfatti. La performance<br />
delle varie strategie d’investimento<br />
del GIP si è situata al di sopra del<br />
benchmark.<br />
Se è stata migliore del benchmark significa<br />
che ha superato le categorie d’investimento<br />
tradizionali. Tuttavia, in termini assoluti, le<br />
unità del GIP stanno ottenendo un risultato<br />
negativo... In effetti, in termini assoluti siamo<br />
leggermente in territorio negativo, ma<br />
in questo contesto non bisognava attendersi<br />
un rendimento positivo. Ciononostante<br />
guardiamo al futuro con ottimismo.<br />
In base a quali elementi? Da un lato la<br />
strategia d’investimento adottata ha dimostrato<br />
una forte resistenza nei confronti delle<br />
peculiarità del mercato. D’altro canto con<br />
il GIP siamo posizionati in modo ottimale:<br />
manteniamo aperte diverse possibilità per<br />
trarre profitto dagli sviluppi che si stanno<br />
delineando sui mercati finanziari.<br />
E quali sarebbero? Riteniamo che nel primo<br />
semestre sui mercati azionari prevarrà nuovamente<br />
l’incertezza a causa della difficile<br />
situazione in Medio Oriente, e che solo in<br />
seguito assisteremo a un andamento positivo.<br />
Ciò significa che oggi, a inizio febbraio 2003,<br />
i mercati finanziari presuppongono che la<br />
guerra in Iraq avrà certamente luogo? Il modo<br />
in cui sono state posizionate le opzioni<br />
nelle ultime settimane fuga ogni dubbio in<br />
merito. Alcune rilevazioni indicano che i<br />
mercati azionari, in misura dell’80 per cento,<br />
danno per scontato che la guerra si farà<br />
e che durerà solo pochi mesi.<br />
E cosa succederà con il GIP se il conflitto<br />
non scoppierà? Ovviamente è auspicabile<br />
che l’ascia di guerra venga nuovamente<br />
sotterrata, sotto tutti i punti di vista. In alternativa<br />
al GIP, l’investitore ha la possibilità<br />
di gestire il portafoglio personalmente e<br />
quindi di prendere tutte le decisioni in auto-<br />
Performance relativa nel dicembre 2002<br />
GIP di marzo chiaramente superiore al benchmark<br />
GIP marzo Income<br />
Nel dicembre 2002 la tranche GIP Income ha chiaramente<br />
battuto l’indice di riferimento. Il buon<br />
risultato va ascritto soprattutto al miglior rendimento<br />
degli investimenti alternativi. La ponderazione di<br />
questi ultimi è situata, a seconda della strategia del<br />
GIP, fra il 21 e il 24 per cento.<br />
1<br />
0,5<br />
0<br />
–0,5<br />
–1<br />
–1,5<br />
–2<br />
–2,5<br />
–3<br />
in %<br />
Performance dicembre 2002:<br />
confronto tra GIP Income e benchmark<br />
CHF EUR USD<br />
Benchmark<br />
WEALTH MANAGEMENT STRATEGY<br />
nomia. Tendenzialmente, tuttavia, gli investitori<br />
privati arrivano sempre troppo tardi,<br />
in quanto dispongono di meno informazioni<br />
e sono meno vicini al mercato. Nel GIP,<br />
le principali decisioni d’investimento sono<br />
delegate a professionisti esterni.<br />
Supponiamo che la guerra scoppierà e che<br />
si protrarrà più a lungo di quanto previsto.<br />
Quali sarebbero le conseguenze per il GIP?<br />
In questo caso il nostro Comitato d’investimento<br />
deciderà su come modificarne<br />
la composizione e se ad esempio sarà opportuno<br />
o no ridurre la quota azionaria.<br />
È previsto il lancio di altre tranche di unità<br />
del GIP? In effetti, vista la grande richiesta,<br />
nel mese di marzo porteremo sul mercato<br />
un’altra tranche.<br />
GIP marzo Growth<br />
Nel mese di dicembre 2002, in un contesto di<br />
mercato difficile, il profilo Growth ha ottenuto un rendimento<br />
relativo positivo. Questa strategia presenta<br />
la quota azionaria più alta, situata fra il 39 e il<br />
41 per cento. Gli investimenti alternativi sono rappresentati<br />
con circa il 24 per cento.<br />
Performance dicembre 2002:<br />
confronto tra GIP Growth e benchmark<br />
1<br />
0<br />
–1<br />
–2<br />
–3<br />
–4<br />
–5<br />
–6<br />
–7<br />
in %<br />
CHF EUR USD<br />
Benchmark<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 55
In passato molte cose erano più semplici, i rischi erano meglio calcolabili<br />
Fra i rischi e i pericoli, da un lato, e lo stato evolutivo di una società e della sua economia,<br />
dall’altro, esiste un nesso. Se nella società preindustriale i rischi erano, per così dire,<br />
più «elementari», nella moderna società del rischio hanno assunto dimensioni difficilmente<br />
o per nulla prevedibili. Fonte: <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Economic & Policy Consulting, in base a Treibel<br />
Tipo predominante<br />
di rischio o pericolo<br />
Responsabilità<br />
Calcolabilità<br />
56 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Società preindustriale<br />
Catastrofi naturali,<br />
epidemie<br />
Supposta in presenza<br />
di potenze trascendentali<br />
Società industriale<br />
Incidenti di portata circoscritta<br />
causati dall’uomo<br />
(p. es. fabbriche)<br />
Imputabile<br />
Data<br />
(Rischio = entità del danno x probabilità di accadimento)<br />
Società del rischio<br />
Incidenti di portata illimitata<br />
causati dall’uomo<br />
Rischi fantasma<br />
Difficilmente imputabile<br />
Da dubbia a non data
Foto: Martin Barraud/Stone<br />
Il progresso cela anche dei rischi<br />
Il nostro attuale benessere poggia in gran<br />
parte sulle realizzazioni innovative portate a<br />
termine dalle generazioni precedenti. Ogni<br />
innovazione, tuttavia, comporta dei rischi.<br />
Spesso è il risultato di ricerche ed esperimenti<br />
scientifici. L’essere umano ha accettato<br />
per esempio una sfida, con le incognite<br />
ad essa legate, il giorno in cui ha deciso di<br />
ricavare campi di cereali da aree in cui cresceva<br />
solo erba o di addomesticare bestie<br />
selvatiche per farne animali domestici o da<br />
reddito. Partendo da microrganismi come i<br />
batteri e le muffe ha creato alimenti, medicinali<br />
o detersivi, sfruttando la forza idraulica<br />
ed eolica ha ottenuto energia o ha sfruttato<br />
a suo vantaggio le leggi della fisica per sviluppare<br />
imprese di trasporto. Per essere redditizie,<br />
le innovazioni devono confluire in prodotti<br />
e servizi di utilità. Maggiore tuttavia è il<br />
benessere, più elevati sono i rischi cui singolo<br />
individuo e società sono soggetti. Da qui<br />
l’esigenza, proporzionata alla posta in gioco,<br />
di beneficiare di una sicurezza adeguata alle<br />
circostanze. Esigenza che si traduce in un incremento,<br />
parallelo alla forza dell’economia,<br />
dei fondi destinati alle ricerche sui rischi,<br />
alla loro copertura (assicurazioni) e alla<br />
prevenzione dei sinistri. Le innovazioni tecnologiche<br />
risultano quindi idonee al mercato<br />
e di conseguenza «vendibili» solo se rispondenti<br />
nel contempo al concetto di sicurezza<br />
insito nella società.<br />
Il progresso tecnologico e le cognizioni<br />
naturalistiche schiudono nuovi orizzonti, influenzando<br />
lo spirito di un’epoca e le idee su<br />
determinati valori. Al pari di globalizzazione,<br />
deregulation e liberalizzazione, anche questo<br />
mutamento innesca processi di adattamen-<br />
to che nascondono nuove opportunità, ma<br />
anche pericoli. Né i processi di adattamento<br />
né le opportunità o i rischi insiti in essi o la<br />
loro ripartizione sui singoli individui si possono<br />
presagire con esattezza. Sia la società sia<br />
l’economia sono soggette al cosiddetto rischio<br />
di cambiamento. Quando non è possibile<br />
determinare con assoluta certezza (ma<br />
quanto è attendibile, in fondo, la certezza<br />
stessa?), bensì solo con una certa probabilità<br />
il concretizzarsi di opportunità e incognite<br />
legate a una decisione, un’azione o una<br />
novità e la loro portata, allora gli strumenti<br />
utilizzati in quel contesto non sono privi di<br />
rischi. Il discorso vale tanto per l’impiego di<br />
beni industriali e impianti di produzione, lo<br />
sfruttamento di energia, i trasporti via terra e<br />
WEALTH MANAGEMENT TOPICS<br />
Il progresso tecnologico è intrinsecamente legato al rischio. Là dove l’entusiasmo per le conquiste della<br />
tecnica lascia il passo a esitazioni e scetticismo si innesca il fenomeno dei cosiddetti rischi fantasma. Pochi<br />
indizi sono sufficienti a provocare conseguenze imprevedibili. Cesare Ravara e Thomas Enz, Economic & Policy Consulting<br />
3 Per più ampie informazioni sull’argomento si<br />
rinvia al numero 31 dell’Economic Briefing<br />
«Rischi fantasma – reali e rilevanti», pubblicato<br />
al sito www.credit-suisse.com/shop, rubrica<br />
«Economics»<br />
via aerea e l’industria chimica e farmaceutica,<br />
quanto per la costituzione di zone ad<br />
alta concentrazione ed elevato potenziale di<br />
vulnerabilità o il propagarsi della civiltà in<br />
aree a rischio.<br />
Occhi puntati sulla biotecnologia<br />
Nella biotecnologia le caratteristiche e le attitudini<br />
biologiche dei microrganismi sono<br />
oggetto di studio di varie discipline naturalistiche,<br />
fra le quali l’ingegneria genetica.<br />
Essa analizza, scompone e modifica scientemente<br />
le sostanze ereditarie degli organismi,<br />
creando nuove variazioni genetiche a<br />
beneficio dell’essere umano. Nonostante<br />
alcuni punti in comune a livello di diagnostica<br />
prenatale, non bisogna confondere<br />
I rischi di cambiamento fanno parte dell’attività bancaria e assicurativa<br />
Le assicurazioni coprono sinistri provocati da eventi imprevisti, ma calcolabili, consen-<br />
tendo ad aziende e privati di adottare decisioni con un margine di rischio. Prendendo in<br />
consegna i risparmi dei clienti e concedendo crediti, le banche si assumono dei rischi legati<br />
alle modifiche dei tassi di interesse, ai crediti e alle perdite di interessi. Grazie a una<br />
serie di servizi tra cui la consulenza finanziaria, la gestione patrimoniale, l’emissione di<br />
titoli e le operazioni in titoli di credito e valuta, le banche forniscono un importantissimo<br />
contributo all’ottimizzazione dell’impiego di capitali.<br />
Banche e assicurazioni, così come investitori privati e istituzionali, diversificano il portafoglio<br />
di investimenti e attività in base ai loro specifici obiettivi di rendimento e alla loro<br />
propensione al rischio. Il rendimento atteso di un investimento è legato al valore stimato<br />
attuale dei futuri flussi di pagamenti esenti da rischi. Questi ultimi non sono soggetti<br />
unicamente all’evoluzione degli scenari economici, ma anche ai rischi di cambiamento in<br />
seno alla società, cui si è accennato. Questa coscienza della sicurezza sfocia per esempio<br />
nelle norme imposte alle banche dalle autorità di vigilanza relative all’accantonamento<br />
di fondi di riserva, nell’ampliamento della protezione dei consumatori, nell’estensione<br />
della responsabilità civile o nell’incremento delle cause collettive. Il modo di ridefinire un<br />
rischio o di valutarlo secondo un’ottica diversa con il passare del tempo e l’atteggiamento<br />
predominante della società nei confronti delle innovazioni possono avere conseguenze<br />
pratiche sulla politica, l’impiego e il rendimento delle risorse. Per le banche, le assicurazioni<br />
e i loro clienti si tratta di elementi fondamentali che ne condizionano le decisioni.<br />
I rischi legati ai cambiamenti sociali fanno parte delle incognite con cui banche, assicurazioni<br />
e investitori devono convivere.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 57
ingegneria genetica e medicina della riproduzione.<br />
Oggi le scoperte effettuate nel campo<br />
della biotecnologia e dell’ingegneria genetica<br />
vengono sfruttate ad esempio per la produzione<br />
di detersivi, sostanze coloranti, plastica,<br />
carta, cosmetici, medicinali e generi<br />
alimentari, anche se in quest’ultimo caso il<br />
loro impiego viene in parte avversato. L’ingegneria<br />
genetica in particolare rappresenta<br />
a livello politico una vera e propria polveriera,<br />
perché osa avvicinarsi a settori estremamente<br />
sensibili, in cui ogni accenno o intrusione<br />
viene percepito di per sé dall’opinione<br />
pubblica come un attacco alla dignità della<br />
persona. Nell’ambito del confronto sull’ingegneria<br />
genetica si intrecciano anche elementi<br />
di discussione che potremmo definire<br />
«fuorvianti». L’opinione pubblica in generale<br />
accoglie una novità con scetticismo, dubitando<br />
del suo aspetto positivo e reagisce ad<br />
essa emotivamente. Sul suo giudizio finiscono<br />
con il pesare gli abusi sull’ingegneria genetica<br />
o gli scandali sui generi alimentari che<br />
nulla hanno a che vedere con l’ingegneria<br />
genetica stessa, o le esperienze negative<br />
avute con dei farmaci o l’alta tecnologia in<br />
generale. L’utilità e i vantaggi che scaturi-<br />
58 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
«I rischi suscitano scetticismo,<br />
che a sua volta può<br />
ostacolare il progresso.»<br />
Cesare Ravara (a sinistra) e Thomas Enz,<br />
Economic & Policy Consulting<br />
scono dal progresso vengono così parzialmente<br />
oscurati.<br />
Lo scetticismo nei confronti dell’ingegneria<br />
genetica viene altresì suscitato da relazioni<br />
complesse, differenze di vedute tra gli<br />
esperti e, in parte, dalla mancanza di studi<br />
Il rischio è un costrutto sociale<br />
Il dibattito sui rischi fa parte del processo politico. La consapevolezza del rischio si modifica con il mutare<br />
dei valori della società. I mass media possono influenzare in modo determinante la capacità e il modo<br />
di collegare un evento o un fenomeno a un rischio. Fonte: <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>, in base a Meier/Slembeck<br />
Mass media<br />
Sviluppo tecnologico<br />
e naturalistico<br />
Sviluppo economico<br />
e livello di benessere<br />
Mutamento dei valori sociali<br />
Piano individuale<br />
Insicurezza<br />
Filtro<br />
Origine dei problemi<br />
approfonditi sul nesso fra causa ed effetto,<br />
lamentata anche dagli specialisti del settore.<br />
Tale scetticismo viene in seguito alimentato<br />
dal modo in cui i singoli individui vengono<br />
coinvolti (o ritengono di esserlo) dalle opportunità<br />
e le incognite insite nell’ingegneria<br />
genetica e da come essi recepiscono tale<br />
coinvolgimento. Fattori determinanti per il<br />
verificarsi di entrambi i fenomeni possono<br />
essere ad esempio la paura legata a un<br />
rischio ipotetico, la probabilità che questo rischio<br />
si concretizzi e il fatto che esso venga<br />
assunto volontariamente o meno. Per migliorare<br />
l’accettazione nei confronti dell’ingegneria<br />
genetica è necessario riuscire a<br />
rinsaldare la fiducia tra consumatori, industria,<br />
scienza e legislazione. Senza questa fiducia<br />
c’è il rischio che l’opinione pubblica si<br />
opponga allo sviluppo anche qualora esso<br />
comporti unicamente dei rischi ipotetici.<br />
Ogni rischio che si accetta di correre<br />
nasconde opportunità e incognite. Sino a<br />
quando non esiste chiarezza sulla causa che<br />
ha determinato un sinistro non è possibile<br />
calcolare il rischio di responsabilità. Lo scetticismo<br />
che ne scaturisce è un freno al<br />
progresso. Per questo la scienza cerca di<br />
creare dei presupposti che consentano di va-<br />
Piano collettivo<br />
= processo economico<br />
Filtro agenda setting<br />
Decisioni politiche e misure regolatorie<br />
Foto: Martin Stollenwerk, Martin Barraud/Stone
Ingegneria genetica: chi vuole<br />
che cosa<br />
L’economia vuole:<br />
p saperne di più su malattie sinora<br />
poco studiate<br />
p nuovi farmaci, vaccini e terapie<br />
p nuovi strumenti e possibilità<br />
di diagnosi<br />
p prodotti biologici al posto di quelli<br />
chimici in agricoltura<br />
p sfruttare basi di ricerca scientifica in<br />
parte fra le migliori al mondo<br />
L’economia non vuole:<br />
p allevamenti di esseri umani<br />
p aborti dovuti a esigenze di allevamento<br />
p l’eugenetica<br />
p discriminazioni a causa di predisposizioni<br />
genetiche<br />
p l’aumento della produttività a discapito<br />
degli animali da reddito<br />
p la fertilità a ogni costo<br />
La Gen-Lex vuole:<br />
p limitare i possibili rischi dell’ingegneria<br />
genetica per l’uomo e l’ambiente<br />
p salvaguardare e sfruttare a lungo<br />
termine la molteplicità biologica<br />
p il rispetto della dignità della persona<br />
p salvaguardare peculiarità e modi di<br />
vivere specifici di ogni specie,<br />
come la riproduzione e il movimento<br />
p favorire la diffusione delle informazioni<br />
e il dibattito pubblico sull’ingegneria<br />
genetica<br />
p la responsabilità civile per i fabbricanti<br />
di prodotti geneticamente modificati<br />
p trasparenza<br />
lutare i rischi con la necessaria attendibilità.<br />
Nei criteri di valutazione dei rischi confluiscono<br />
il livello di conoscenze scientifiche attuale<br />
e – nonostante il tentativo di puntare<br />
alla massima obiettività – anche giudizi di valore<br />
di carattere economico e sociale. I dati<br />
che emergono dalle analisi sui rischi possono<br />
infatti essere in contraddizione con la percezione<br />
di tali rischi a livello sociale.<br />
Nel confronto politico sui vantaggi e le<br />
incognite dei rischi confluiscono sia giudizi<br />
scientifici sia le percezioni dei singoli interessati.<br />
Il rischio non è quindi unicamente<br />
una possibilità naturale, bensì un costrutto<br />
sociale che diviene oggetto di studio da<br />
parte dell’ingegneria e delle scienze naturalistiche<br />
da un lato e delle scienze sociali<br />
e della giurisprudenza dall’altro. Affrontare<br />
la tematica dei rischi contribuisce ad acquisire<br />
nuove conoscenze che permettono,<br />
per esempio, non solo un’ottimizzazione dal<br />
punto di vista tecnico dei procedimenti<br />
di prova, ma anche una nuova valutazione<br />
dei rischi da parte della scienza e della<br />
società.<br />
Quando i sospetti hanno conseguenze reali<br />
Un rischio valutabile sulla base di probabilità<br />
e valori empirici può essere corso con cognizione<br />
di causa, gestito o arginato grazie<br />
all’intervento di strumenti adeguati (prevenzione,<br />
diversificazione, polizze assicurative).<br />
Le assicurazioni non si accollano rischi, ma<br />
acquistano opzioni su sinistri che presentano<br />
una certa probabilità di accadimento. La<br />
mancanza di una copertura finanziaria non significa<br />
che il rischio non sussista. Se questo<br />
viene paventato senza che la sua presenza<br />
possa essere confutata o confermata in base<br />
alle conoscenze scientifiche del momento,<br />
allora sorge un fenomeno di incertezza<br />
che prende il nome di rischio fantasma.<br />
Esso affiora in particolare là dove l’euforia<br />
tecnologica della società industriale lascia il<br />
passo allo scetticismo e al dubbio. Il solo sospetto<br />
di un probabile sinistro può avere delle<br />
conseguenze reali.<br />
I rischi fantasma generano stati d’animo<br />
negativi. Si manifestano realmente attraverso<br />
paure, rifiuti (p. es. da parte dei consumatori),<br />
dibattiti, disturbi di salute che<br />
vengono loro imputati, leggi e normative che<br />
vengono emanate per farvi fronte e pretese<br />
di risarcimento danni. Il fatto che il benessere<br />
reclami maggiore sicurezza, una prevenzione<br />
più adeguata dei sinistri e una più<br />
precisa regolamentazione dei rapporti di responsabilità<br />
(termini di prescrizione, responsabilità<br />
causale, oggettiva o supposta) ha<br />
un’incidenza sia sui mezzi finanziari degli<br />
investitori privati e istituzionali sia sulle banche<br />
e le assicurazioni.<br />
Cesare Ravara<br />
Telefono 01 333 59 12, cesare.ravara@credit-suisse.com<br />
Thomas Enz<br />
Telefono 01 334 39 38, thomas.enz@credit-suisse.com<br />
WEALTH MANAGEMENT TOPICS<br />
«Una copertura<br />
è sempre limitata»<br />
Jean-Claude Werz,<br />
Functional Department Property &<br />
Casualty, Winterthur Insurance<br />
Come definisce i rischi fantasma?<br />
Parliamo spesso di rischi evolutivi,<br />
la cui esistenza e/o ampiezza<br />
non sono ancora certe.<br />
Ma che, come ha dimostrato il<br />
caso dell’amianto, possono diventare<br />
in seguito assai concreti.<br />
Che cosa c’è di particolare<br />
in questo?<br />
In linea di massima non si può<br />
provare con certezza la causa di<br />
un sinistro già avvenuto o paventato;<br />
questo fatto complica<br />
un’analisi dei rischi. Può accadere<br />
inoltre che il sinistro si verifichi<br />
addirittura anni dopo<br />
l’evento oppure che il contesto<br />
giuridico e sociale al momento<br />
del sinistro sia nel frattempo<br />
mutato.<br />
Ci si può assicurare contro questo<br />
tipo di rischi?<br />
Fondamentalmente la responsabilità<br />
per i rischi evolutivi è<br />
assicurabile. Nel singolo caso<br />
la copertura dipende dallo sviluppo<br />
scientifico, dal numero e<br />
dall’entità dei sinistri previsti e<br />
dal contesto giuridico e sociopolitico.<br />
Come si autoassicura un’assicurazione?<br />
Quando si garantisce una copertura,<br />
questa è sempre limitata,<br />
sia per quel che riguarda la<br />
somma assicurata sia per quanto<br />
concerne il periodo di copertura.<br />
In simili casi seguiamo<br />
attentamente il confronto nei<br />
singoli settori, pronti ad adottare<br />
eventualmente restrizioni nella<br />
nostra politica e a limitare l’assunzione<br />
di rischi. (dhu)<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 59
Le compagnie low cost non hanno rivali<br />
Anche con una rigorosa gestione dei costi, le compagnie<br />
tradizionali, a causa della loro complessa struttura aziendale,<br />
non riescono a raggiungere il livello dei costi e l’efficienza<br />
delle compagnie a basso costo. Fonte: MS Research<br />
60 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Altre spese<br />
Leasing<br />
Ammortamento<br />
Spese di marketing e di vendita<br />
Tasse aeroportuali<br />
Manutenzione<br />
Carburante<br />
Risorse umane<br />
mio. di euro<br />
140<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
13,37<br />
3,24<br />
12,52<br />
14,00<br />
28,05<br />
10,94<br />
16,72<br />
39,17<br />
British Airways<br />
Ryanair<br />
4,11<br />
5,32<br />
11,86<br />
2,38<br />
9,36<br />
7,05<br />
0,36<br />
1,11
Foto: Magnum/Martin Parr, Martin Stollenwerk<br />
Il nove percento dei passeggeri nei cieli<br />
d’Europa sceglie una compagnia aerea low<br />
cost. Si stima che, entro il 2012, la quota di<br />
mercato di questo segmento raggiungerà il<br />
30 percento del traffico aereo europeo. È<br />
tuttavia assai poco probabile che venga mai<br />
raggiunta una quota intorno al 50 percento,<br />
sia per via della capillarità delle reti ferroviarie<br />
ad alta velocità e delle reti autostradali, sia<br />
per considerazioni di tipo ecologico, sia a<br />
causa del monopolio esercitato dalle aerolinee<br />
tradizionali sulle rotte di connessione per<br />
voli transatlantici.<br />
Lo sviluppo delle quote di mercato passa<br />
piuttosto per l’ampliamento aggressivo<br />
dell’offerta. Ryanair e easyJet hanno previsto<br />
una crescita annua delle proprie capacità<br />
dell’ordine del 20–25 percento. Si è<br />
dimostrato che sempre più passeggeri sono<br />
senz’altro disposti a rinunciare, per percorsi<br />
brevi entro i confini europei, ai costosissimi<br />
servizi di alta qualità delle aviolinee<br />
tradizionali. Chi viaggia per diporto, con il<br />
lusso della flessibilità, ma anche l’uomo<br />
d’affari parsimonioso, sceglie sempre più<br />
spesso una linea low cost. L’attuale rallentamento<br />
congiunturale ha ulteriormente<br />
rafforzato questa tendenza sull’arco degli<br />
scorsi mesi.<br />
Buone opportunità di conquistare quote di<br />
mercato sono presenti sulle rotte principali –<br />
costosissime – con un flusso di passeggeri<br />
significativo, nonché sulle linee regionali<br />
scarsamente servite. Il mercato dei<br />
voli a basso costo è ormai ben radicato in<br />
Germania e Gran Bretagna; potenziale di<br />
espansione è presente soprattutto nei paesi<br />
scandinavi e dell’Est europeo. È assai<br />
probabile che nei prossimi anni vengano<br />
inaugurate numerose nuove rotte, specie<br />
da parte di Ryanair, generando una nuova<br />
concorrenza per le linee aeree tradizionali, ad<br />
esempio nei collegamenti tra Germania e<br />
Polonia. Sullo sfondo di una dinamica congiunturale<br />
che si dipinge a tinte fosche, la<br />
contrazione dei prezzi appare ormai come<br />
WEALTH MANAGEMENT TOPICS<br />
Le compagnie a basso costo forzano<br />
le strutture tradizionali in Europa.<br />
Il boom delle linee low cost non conosce soste. Sempre più spesso le aerolinee operanti da lunga<br />
data sulla rete europea sono tenute in scacco dalla concorrenza a basso costo. D’altra parte,<br />
anche nel caso di queste ultime la pressione concorrenziale non tarderà ad aumentare in modo<br />
notevole. Oliver Schwarz, Investment Research<br />
«Elevata frequenza di volo<br />
e nuove rotte generano<br />
maggiore capacità.»<br />
Oliver Schwarz<br />
l’unica via d’uscita realistica per le linee aeree<br />
tradizionali onde evitare perdite troppo<br />
onerose di quote di mercato.<br />
Concorrenza in espansione<br />
Un mercato con elevato potenziale di crescita<br />
e solide prospettive di profitto esercita<br />
una forte attrattiva su nuovi concorrenti. Nel<br />
2002 irruppero sul mercato le nuove linee<br />
low cost Hapag-Llyod Express e German<br />
wings; per l’estate 2003 anche il secondo<br />
gruppo europeo del settore turistico, My-<br />
Travel, ha previsto il lancio di una propria<br />
flotta. Un tale mercato non mancherà certo<br />
di attirare nuovi vettori, con conseguente incremento<br />
della pressione concorrenziale.<br />
Lufthansa, ad esempio, si è strenuamente<br />
difesa da easyJet e Ryanair dotandosi<br />
di un’aviolinea propria da assegnare a voli<br />
low cost, la German wings per l’appunto, e<br />
riducendo i prezzi nelle fasce di bassa<br />
frequenza. L’ampliamento aggressivo delle<br />
capacità di alcuni concorrenti potrebbe<br />
condurre già a breve alla saturazione del<br />
mercato. Poiché anche le linee aeree tradi-<br />
Air France decolla<br />
Per il comparto delle aerolinee tradizionali, le condizioni di mercato rimangono sfavore-<br />
voli anche per l’anno in corso; si consiglia pertanto di continuare a sottopesare il settore.<br />
Considerati i suoi ritmi di espansione, il comparto dei voli a basso costo, in contrasto, promette<br />
solidi profitti anche nel 2003. Tuttavia i ragionevoli livelli di valutazione limitano il<br />
potenziale di incremento dei corsi delle azioni di Ryanair e easyJet, alle quali il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
attribuisce il rating hold.<br />
Air France rimane la beniamina del settore (rating: buy). La privatizzazione in corso (lo<br />
Stato intende ridurre la propria partecipazione dal 56 a meno del 20 percento) dota la compagnia<br />
di bandiera francese della libertà di manovra indispensabile all’implementazione<br />
di una strategia aziendale allineata su valori propri, che dovrebbe riflettersi favorevolmente<br />
nei risultati di esercizio venturi. L’efficiente aeroporto Charles de Gaulle e l’attrattiva<br />
della rete sono altrettanti vantaggi concorrenziali. In un raffronto settoriale, alle azioni<br />
Air France è attribuita una valutazione bassa.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 61
zionali scendono sempre più spesso in<br />
campo nella guerra dei prezzi, questi continueranno<br />
a perdere quota, riducendo ineluttabilmente<br />
i margini di profitto di tutte le<br />
imprese del settore. A media scadenza, i<br />
margini di profitto per l’esercizio di una compagnia<br />
a basso costo non dovrebbero superare<br />
il 10 percento.<br />
Costi contenuti abbinati a elevata produttività<br />
Il segreto del successo delle linee a basso<br />
costo risiede nel loro modello aziendale<br />
che si articola intorno a tre elementi essenziali:<br />
prodotto relativamente semplice<br />
(senza servizio a bordo), elevata produttività<br />
(tempi brevi per il trasbordo in aeroporti<br />
secondari, esclusivamente voli diretti)<br />
e costi di esercizio moderati (personale<br />
ridotto).<br />
L’irlandese Ryanair rimane in testa alla<br />
classifica di questo segmento in termini di<br />
contenimento delle spese. I costi di esercizio<br />
(fissi e variabili) per passeggero ammontano<br />
a 42 euro, contro i 138 di British<br />
Airways. Le maggiori economie sono effettuate<br />
sui fondi allocati alle risorse umane:<br />
poiché la Ryanair rinuncia ai regolari servizi a<br />
bordo e vende circa il 90 percento dei biglietti<br />
via Internet, necessita di assai meno personale<br />
di cabina e di vendita rispetto a una<br />
compagnia aerea tradizionale.<br />
La scelta sistematica di aeroporti secondari<br />
produce ulteriori notevoli vantaggi in termini<br />
di costo; essendo generalmente ubicati<br />
nella periferia suburbana delle grandi<br />
metropoli, questi prelevano tasse di decollo<br />
e atterraggio fino al 70 percento più a buon<br />
mercato. L’elevata produttività di Ryanair ge-<br />
Le grandi minacciano di fagocitare le piccole<br />
In un’ottica di risparmio, le linee a basso costo si limitano a gestire uno o due tipi di velivoli e<br />
scelgono aeroporti secondari che prelevano tasse poco elevate. Un’ulteriore concentrazione<br />
del mercato a lungo termine è comunque ineluttabile. Fonte: dati forniti dalle aziende, dati CS Group<br />
62 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
La concorrenza limita l’espansione<br />
Alla luce della saturazione del mercato pronosticata a lungo termine, la quota di mercato globale<br />
del segmento dei voli low cost si assesterà intorno al 30–35 percento. Fonte: MS Research, CS Group<br />
35<br />
30<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
quota percentuale del mercato europeo<br />
Flotta Destinazioni Principali Proprietario Quota di mercato<br />
aeroporti base nel low cost<br />
easyJet/Go 53 (B737) 35 London-Gatwick/-Luton/-Stansted Indipendente 44,6%<br />
Ryanair 41 (B737) 80 Dublino, London-Stansted, Hahn Indipendente 39,3%<br />
Buzz 10 (8 BAE146 + 2 B737) 22 London-Stansted KLM 4,5%<br />
Virgin Express 14 (B737) 15 Bruxelles Virgin Group 7,6%<br />
MyTravelLite 2 (A320) 7 Birmingham, Belfast MyTravel<br />
Hapag-Lloyd Express 8 (B737) 10 Colonia, Bonn TUI<br />
German Wings 5 (A319) 10 Colonia, Bonn Eurowings/Lufthansa 3,7%<br />
bmibaby 2 (B737) 22 Cardiff BMI<br />
Deutsche BA 16 (B737) 6 Berlino-Tegel British Airways<br />
Germania 20 (13 B737 + 7 MD82/83) 18 Colonia, Bonn Indipendente<br />
1999<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
nera poi economie di scala che si traducono<br />
in costi fissi contenuti. Ulteriori benefici scaturiscono<br />
da maggiore capienza di posti a<br />
sedere nei velivoli, standardizzazione della<br />
flotta, esternalizzazione della manutenzione,<br />
gestione snellita, nonché dal mancato pagamento<br />
di commissioni, ad esempio alle agenzie<br />
viaggi.<br />
Il consolidamento del settore è inesorabile<br />
L’inestinguibile pressione della concorrenza<br />
nonché il potenziale di crescita limitato del<br />
mercato dei voli a basso costo condurranno<br />
a medio termine ad una concentrazione di<br />
quest’ultimo. easyJet ha già inaugurato<br />
questa nuova fase con il rilevamento di Go,<br />
che l’ha fatta assurgere a leader del settore,<br />
accaparrandosi il 45 percento del mercato.<br />
Segue a ruota Ryanair con una quota<br />
2007<br />
2008<br />
2009<br />
2010<br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
2018<br />
2019<br />
2020<br />
di circa il 40 percento. Un’altra compagnia<br />
che potrebbe diventare l’oggetto di un<br />
probabile rilevamento da parte di easyJet è<br />
la Deutsche BA, un’affiliata della British<br />
Airways. Appetiti di profitto potrebbero stimolare<br />
le attività di acquisizione negli anni a<br />
venire. Le compagnie low cost di recente<br />
fondazione che non lucrano profitti entro i<br />
termini previsti saranno spiazzate dalla concorrenza.<br />
A lungo termine in Europa prevarranno<br />
probabilmente solo due o tre compagnie;<br />
per le aviolinee regionali già insediate,<br />
che offrono esclusivamente collegamenti<br />
diretti, che non fanno capo ad alcuna convenzione<br />
e che operano senza sovvenzioni<br />
statali, le probabilità di sopravvivenza sono<br />
assai scarse.<br />
Oliver Schwarz<br />
Telefono 01 334 56 44, oliver.schwarz@credit-suisse.com<br />
Foto: Magnum/Peter Marlow, Peter Tillessen
WEALTH MANAGEMENT TOPICS<br />
Il Nuovo Accordo di Basilea premia il<br />
management di qualità delle PMI<br />
Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria intende perfezionare le vigenti disposizioni sui requisiti di copertura<br />
dei crediti accordati con fondi propri delle banche. Quale impatto avrà sulle aziende svizzere questo ridisegno<br />
complessivo dell’attuale regolamentazione, conosciuto come «Basilea 2»? Manuel Rybach, Economic & Policy Consulting<br />
Basilea 2<br />
Primo pilastro<br />
Requisiti patrimoniali minimi<br />
p Rischio di credito (nuove<br />
metodologie di misurazione<br />
e valutazione)<br />
p Rischio di mercato<br />
(invariato)<br />
p Rischio operativo (nuovo)<br />
Secondo pilastro<br />
Supervisione a cura delle<br />
autorità di vigilanza<br />
Dopo il controllo prudenziale<br />
delle procedure bancarie interne<br />
e della dotazione di<br />
mezzi propri che ne risulta, le<br />
autorità di vigilanza nazionali<br />
possono richiedere una copertura<br />
più elevata.<br />
Terzo pilastro<br />
Disciplina di mercato<br />
Una maggiore trasparenza<br />
informativa, fra l’altro nel calcolo<br />
della dotazione di capitale<br />
proprio e nelle metodiche di<br />
valutazione dei rischi, è intesa<br />
a promuovere la disciplina di<br />
mercato.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 63
In Svizzera i crediti ricoprono un ruolo cruciale<br />
nel finanziamento del circuito economico.<br />
Diversamente da quanto accade ad esempio<br />
negli Stati Uniti, dove è prioritaria e più importante<br />
la raccolta di mezzi attraverso il canale<br />
del mercato dei capitali, nel nostro paese<br />
numerose piccole e medie imprese (PMI)<br />
si finanziano quasi esclusivamente facendo<br />
ricorso ai crediti bancari; l’intermediazione<br />
creditizia e di capitali rappresenta pertanto un<br />
comparto di attività tutt’altro che trascurabile<br />
per le banche elvetiche.<br />
Circa un terzo dei crediti erogati sul mercato<br />
nazionale è destinato a imprese private<br />
non finanziarie, di cui il 90 per cento circa è<br />
assorbito appunto da PMI. Queste aziende<br />
non sono soltanto una locomotiva essenziale<br />
del treno della crescita, bensì anche – con<br />
una quota di pressappoco il 70 per cento all’occupazione<br />
complessiva – un importante<br />
datore di lavoro dell’economia svizzera. Per<br />
questo, all’interrogativo teso a sapere se Basilea<br />
2 comporti una penalizzazione per le<br />
PMI, ovvero un rincaro del prezzo dei prestiti,<br />
è tributata una fondamentale importanza.<br />
La nuova normativa, non ancora disponibile<br />
nella sua veste definitiva (si veda il riquadro),<br />
non mancherà di produrre un impatto sugli<br />
istituti finanziari e sulle modalità con cui svolgono<br />
queste operazioni bancarie.<br />
Da Basilea 1 a Basilea 2<br />
Al fine di accrescere la stabilità del sistema<br />
bancario e di promuovere la sicurezza dei<br />
depositi della clientela, già da qualche tempo<br />
le banche sono tenute a coprire i loro attivi<br />
– e quindi soprattutto i prestiti che concedono<br />
– con una dotazione patrimoniale<br />
propria. Alla fine degli anni Ottanta furono<br />
Calendario di Basilea 2<br />
2° trimestre 2003 | Terzo documento di consultazione,<br />
in seguito fase di consultazione<br />
sino alla fine di luglio 2003<br />
4° trimestre 2003 | Pubblicazione della<br />
versione definitiva di Basilea 2<br />
Inizio 2006 | Inizio della fase di transizione<br />
della durata di un anno<br />
Inizio 2007 | Entrata in vigore di Basilea 2<br />
64 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
«Nel quadro di Basilea 2 i debitori di alto profilo<br />
qualitativo potranno beneficiare dell’applicazione<br />
di interessi passivi più contenuti.»<br />
Manuel Rybach, Economic & Policy Consulting<br />
compiuti i primi concreti passi verso l’armonizzazione<br />
internazionale della regolamentazione<br />
del sistema creditizio. A tale proposito,<br />
il Comitato di Basilea, che riunisce alti funzionari<br />
delle banche centrali e delle autorità<br />
di vigilanza bancaria dei principali paesi industrializzati,<br />
approvò a quell’epoca un Accordo<br />
sui requisiti patrimoniali (Basilea 1).<br />
Da allora tuttavia, i mercati finanziari, l’attività<br />
bancaria e soprattutto le tecniche di gestione<br />
dei rischi delle banche sono profondamente<br />
mutati. Nella sua proposta di nuove<br />
regole inerenti alla dotazione minima di capitale<br />
proprio del gennaio 2001, il Comitato di<br />
Basilea ha cercato di rispondere e conformarsi<br />
opportunamente a questi sviluppi.<br />
Articolata in tre pilastri, la bozza del nuovo<br />
accordo di Basilea, in cui sono formalizzati gli<br />
intenti e le vedute del Comitato, prevede fondamentalmente<br />
una maggiore rispondenza<br />
dei requisiti di copertura patrimoniale alla rischiosità<br />
dei singoli prestiti e del portafoglio<br />
prestiti complessivo senza modificare la dotazione<br />
media di capitale proprio regolamentare<br />
nel sistema bancario.<br />
I tre pilastri di Basilea 2<br />
Rispetto all’assetto attuale, nel primo pilastro<br />
di Basilea 2 (requisiti minimi di capitale) la<br />
definizione vigente di capitale proprio o patrimonio<br />
di vigilanza e la quota di capitale proprio<br />
minimo rimangono invariati. La novità<br />
introdotta dal nuovo accordo riguarda il perfezionamento<br />
delle norme per i rischi di credito.<br />
Dalla vecchia normativa sono riprese<br />
senza variazione alcuna le disposizioni che<br />
attengono al rischio di mercato, mentre con<br />
l’inclusione dei rischi operativi nella regolamentazione<br />
sui requisiti di capitale ci si<br />
addentra in un campo del tutto nuovo. Le disposizioni<br />
del secondo pilastro normano il<br />
processo di supervisione prudenziale e il monitoraggio<br />
della posizione di rischio delle banche<br />
in rapporto alla loro dotazione di capitale<br />
ad opera di organi di vigilanza nazionali.<br />
Con il terzo pilastro, il Comitato punta – attraverso<br />
obblighi di pubblicità di più ampio respiro<br />
– ad assoggettare le banche a una<br />
maggiore disciplina da parte dei mercati.<br />
A seguito di Basilea 2, la misurazione del<br />
rischio di credito è destinata inevitabilmente<br />
a cambiare. Mentre il vigente Accordo sui requisiti<br />
patrimoniali per crediti aziendali prevede<br />
un solo fattore di ponderazione del rischio,<br />
il documento di consultazione predisposto dal<br />
Comitato introduce nel primo pilastro una copertura<br />
patrimoniale dei crediti in funzione<br />
della rischiosità dei medesimi. Anche se il ca-
Foto: Martin Stollenwerk, Eva-Maria Züllig<br />
pitale regolamentare delle banche deve assommare<br />
come sinora all’otto per cento delle<br />
attività ponderate in base al rischio, d’ora<br />
innanzi i coefficienti di ponderazione del rischio<br />
o risk weights dipenderanno dalla qualità<br />
di credito. Per misurare le ponderazioni<br />
vengono proposte due metodologie fondamentali.<br />
Premessa l’approvazione dell’autorità<br />
di vigilanza nazionale – in Svizzera la<br />
Commissione federale delle banche (CFB) –<br />
per calcolare la dotazione di capitale proprio<br />
necessaria le banche possono adottare un<br />
metodo fondato su rating creditizi interni (approccio<br />
IRB; IRB: internal ratings based),<br />
da cui si ottiene un ampio ventaglio di risk<br />
weights. Gli istituti finanziari i cui sistemi di<br />
rating interni non soddisfano ancora, agli occhi<br />
dell’autorità di vigilanza, i requisiti di Basilea<br />
2, utilizzano lo «standardized approach»,<br />
ovvero un approccio in cui i risk weights sono<br />
predeterminati dall’autorità di vigilanza.<br />
Effetti sulle aziende svizzere<br />
La proposta di revisione del Comitato di<br />
Basilea conferma e promuove de facto la<br />
differenziazione dei clienti e dei crediti in funzione<br />
della loro rischiosità e riconosce l’applicazione<br />
di rating. In base alle disposizioni<br />
rivedute e perfezionate della proposta, i prestiti<br />
concessi a debitori con un’elevata solvibilità<br />
devono essere coperti con meno capitale<br />
proprio e causano conseguentemente<br />
minori costi in termini di fondi propri. Basilea<br />
2 rafforzerà quindi la tendenza peraltro già in<br />
atto verso condizioni maggiormente differenziate<br />
per i clienti commerciali: mentre i<br />
debitori di buona qualità possono beneficiare<br />
di tassi d’interesse passivo più contenuti,<br />
i debitori con una solvibilità inferiore saranno<br />
penalizzati con tassi più elevati.<br />
Fondamentalmente, la maggiore differenziazione<br />
del rischio nelle operazioni creditizie<br />
è da accogliere con favore, in quanto<br />
dovrebbe porre fine alla dubbia prassi della<br />
sussidiazione incrociata fra le singole categorie<br />
di rating come, particolarmente problematica<br />
nel caso di Basilea 1, quella fra<br />
enti di diritto pubblico dei paesi dell’OCSE<br />
e clienti aziendali di diritto privato. Questa<br />
innovazione rientra da un lato nell’interesse<br />
dell’intera macroeconomia, giacché accresce<br />
l’efficienza dell’allocazione del capitale.<br />
Per le ditte che sfoggiano una buona<br />
solvibilità, questa impostazione prelude dall’altro<br />
a migliori condizioni di concorrenza<br />
per effetto delle più vantaggiose condizioni<br />
creditizie.<br />
Ne consegue che Basilea 2 fornisce un<br />
preciso e più forte incentivo alle aziende perché<br />
sfruttino attivamente le loro possibilità di<br />
influire sul rating e svolgano una comunicazione<br />
aperta e sincera con chi eroga capitale<br />
di prestito. Appunto le aziende che denunciano<br />
una cattiva solvibilità sono spinte a<br />
migliorare la loro affidabilità creditizia attraverso<br />
una maggiore capacità innovativa, una<br />
rivalutazione dei prodotti e dei processi nonché<br />
coefficienti di capitale proprio più elevati.<br />
Il tutto è applicabile ugualmente sia per le<br />
aziende di grandi dimensioni, sia per quelle<br />
più piccole, che non presentano necessariamente<br />
rating peggiori rispetto alle imprese<br />
più grandi. I principali fattori d’influsso sul rating<br />
e quindi la «leva» per ottenere condizioni<br />
creditizie più convenienti si estrinsecano<br />
nella qualità del management di un’azienda,<br />
nel suo posizionamento sul mercato, nella<br />
strategia aziendale perseguita come pure<br />
nella sua situazione finanziaria.<br />
Un buon indice di solvibilità è pagante<br />
Per vari clienti commerciali Basilea 2 influirà<br />
con modalità diverse sull’attrattività relativa<br />
esercitata dal finanziamento mediante<br />
crediti bancari. La qualità delle garanzie rilasciate<br />
ricoprirà un ruolo più importante di<br />
quello rivestito sinora. Le aziende che vantano<br />
un’elevata solvibilità beneficeranno di<br />
costi di finanziamento più contenuti; viceversa,<br />
se il grado di solvibilità è basso si assisterà<br />
inevitabilmente a un rincaro del prezzo<br />
dei crediti bancari. L’ottenimento di un buon<br />
rating non è una questione di dimensioni<br />
aziendali, ma dipende piuttosto da valori decisivi<br />
come la qualità del management, una<br />
strategia promettente e una solida situazione<br />
finanziaria. Nell’ottica delle banche, Basilea<br />
2 accrescerà in futuro l’importanza di<br />
mantenere stretti contatti con i clienti commerciali,<br />
di prestare loro una consulenza a<br />
360 gradi e di perseguire una politica informativa<br />
trasparente.<br />
Manuel Rybach<br />
Telefono 01 334 39 40, manuel.rybach@credit-suisse.com<br />
Per più ampi ragguagli:<br />
Economic Briefing n. 22, «Viaggio al centro<br />
dei crediti».<br />
WEALTH MANAGEMENT TOPICS<br />
«I crediti alle ditte<br />
restanto importanti»<br />
Urs Füglistaller,<br />
Direttore dell’Istituto di economia<br />
industriale dell’Università di San Gallo<br />
Quali sono le conclusioni del<br />
suo studio sui rating di credito<br />
in Svizzera?<br />
Il nostro istituto ha svolto lo<br />
studio per incarico e in collaborazione<br />
con KPMG Svizzera.<br />
Dalla ricerca traspare che il<br />
credito aziendale tradizionale<br />
conserverà il suo ruolo significativo<br />
anche in avvenire. Uno<br />
dei punti nodali emersi evidenzia<br />
che fra imprese e banca<br />
sussiste una simmetria informativa<br />
reciproca.<br />
Che cosa dovrebbero fare le<br />
banche?<br />
Dovrebbero informare con più<br />
abbondanza di particolari sul loro<br />
processo di rating. I processi<br />
andrebbero esposti con la debita<br />
trasparenza. Una relazione<br />
cliente a lungo respiro può essere<br />
assicurata soltanto se l’imprenditore<br />
sa quali sono e dove<br />
sono le sue possibilità d’intervento<br />
ai fini di un rating creditizio<br />
migliore.<br />
E le PMI?<br />
È opportuno che gli imprenditori<br />
comunichino apertamente e<br />
tempestivamente i risultati e i<br />
cambiamenti all’interno della<br />
loro azienda. Gli organi decisionali<br />
devono adottare, insieme<br />
al loro fiduciario, un approccio<br />
proattivo alle banche e informarsi.<br />
In fondo, il rating è un’immagine<br />
speculare e preziosa<br />
dell’impresa nella sua prospettiva<br />
a lungo termine; come tale<br />
la accomuno a un’autentica opportunità<br />
per le PMI.<br />
Michael Nold, <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>, servizio PMI<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 65
Le perdite azionarie non vengono compensate<br />
Negli ultimi anni i prezzi delle case proprie sono aumentati del sette percento circa. Ciononostante,<br />
l’incremento di valore degli immobili non compensa le perdite subite in borsa. Fonte: Flow of Funds<br />
66 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999
Contro ogni pessimistica previsione, il consumo<br />
privato negli Stati Uniti è rimasto<br />
sinora sostenuto. Anzi, dal quarto trimestre<br />
del 2001 al terzo trimestre del 2002 ha<br />
contribuito per l’80 percento circa alla<br />
crescita del prodotto interno lordo, sostenuto,<br />
oltre che dagli incentivi nel comparto<br />
automobilistico, soprattutto dal mercato<br />
immobiliare.<br />
Negli ultimi anni i prezzi delle case di proprietà<br />
sono aumentati in media del sette percento.<br />
Tuttavia, il maggior valore ottenuto<br />
dalle economie domestiche in ambito immobiliare<br />
è stato inferiore alle perdite subite dal<br />
loro patrimonio azionario. Questo effetto<br />
viene però controbilanciato dal fatto che le<br />
spese dei consumatori sono più sensibili<br />
alle variazioni dei prezzi degli immobili che<br />
non a quelle dei titoli azionari. Tale fenomeno<br />
è riconducibile tra l’altro al fatto che il<br />
patrimonio immobiliare è distribuito più omogeneamente<br />
nella popolazione di quello azionario.<br />
Il rifinanziamento mette in circolo miliardi<br />
Accanto all’aumento di valore degli immobili<br />
va segnalato l’effetto rifinanziamento. La<br />
combinazione di crescita dei prezzi e tassi ai<br />
minimi storici si è tradotta in un boom del<br />
rifinanziamento e nel conseguente aumento<br />
del potere d’acquisto: innanzitutto è possibile<br />
trasformare le ipoteche esistenti in nuove<br />
ipoteche a tassi inferiori, che incidono meno<br />
sulla spesa del proprietario. Secondariamente,<br />
grazie ai prezzi più alti degli immobili,<br />
il proprietario può aumentare il valore d’anticipo<br />
e quindi procurarsi nuova liquidità. Nel<br />
2002 questa possibilità è stata sfruttata in<br />
ben metà dei casi di rifinanziamento. Si<br />
stima che l’anno scorso questi cosiddetti<br />
«cash-out» ammontassero a 200 miliardi di<br />
WEALTH MANAGEMENT TOPICS<br />
Si attenua l’influsso del mercato<br />
immobiliare americano<br />
L’aumento dei prezzi delle proprietà abitative alimenta i timori di un crollo del mercato immobiliare.<br />
Tuttavia, esaminando la situazione più da vicino, si rilevano numerosi fattori che depongono a favore<br />
di una crescita moderata. Beat Schumacher, Fixed Income and Forex Research<br />
Patrimonio immobiliare<br />
Patrimonio azionario<br />
2000 2001 2002<br />
Variazione annuale in mia. di USD<br />
3000<br />
2500<br />
2000<br />
1500<br />
1000<br />
500<br />
0<br />
–500<br />
–1000<br />
–1500<br />
–2000<br />
«Il mercato immobiliare<br />
non è ancora in una fase<br />
di eccessi.»<br />
Beat Schumacher, Fixed Income and Forex Research<br />
dollari USA, ossia al 2,5 percento del reddito<br />
disponibile.<br />
Il mercato immobiliare non rischia il collasso<br />
Dopo il sensibile incremento dei prezzi degli<br />
ultimi anni, molti ritengono che il mercato immobiliare<br />
sia entrato in una sorta di «bolla<br />
speculativa» e che sussista il pericolo di un<br />
crollo dei prezzi con conseguenze nefaste sul<br />
consumo privato. Il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> condivide<br />
questi timori solo in parte. È vero che in<br />
singole regioni il mercato immobiliare è surriscaldato,<br />
ma a livello nazionale non si può<br />
ancora parlare di una pericolosa fase di eccessi:<br />
p L’aumento dei prezzi delle case registrato<br />
negli ultimi anni è effettivamente notevole,<br />
ma non eccezionale nel raffronto storico.<br />
p Come mostra il cosiddetto «Affordability<br />
Index» (si veda il grafico a pagina 68), le economie<br />
domestiche possono accedere alla<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 67
proprietà privata più o meno con la stessa facilità<br />
degli anni scorsi, perché l’incremento<br />
dei redditi da una parte e l’abbassamento dei<br />
tassi dall’altra hanno praticamente compensato<br />
l’ascesa dei prezzi immobiliari.<br />
p Un ulteriore fattore è l’aumento generalizzato<br />
del benessere. La percentuale del<br />
reddito disponibile destinata ai beni di prima<br />
necessità (ad esempio per gli alimentari) è<br />
scesa dal 38 percento degli anni Settanta al<br />
30 percento negli anni Novanta. Questo<br />
cambiamento nel comportamento dei consumatori<br />
implica che le economie domestiche<br />
vogliono e possono permettersi prezzi<br />
immobiliari e oneri ipotecari superiori.<br />
p Anche la crescita dell’indebitamento<br />
ipotecario in rapporto al reddito dev’essere<br />
relativizzata, in quanto la percentuale di economie<br />
domestiche con casa propria è passata<br />
dal 64 percento nella metà degli anni<br />
Novanta al 68 percento attuale. Di conseguenza,<br />
sotto il profilo macroeconomico, anche<br />
l’onere degli interessi ipotecari è cresciuto.<br />
Non bisogna però dimenticare che il<br />
numero di inquilini è minore e la parte del<br />
reddito destinata al pagamento degli affitti si<br />
è ridotta di conseguenza.<br />
Tutti questi fattori suggeriscono che il<br />
mercato immobiliare non subirà un crollo. Bisogna<br />
però essere realisti e aspettarsi, dopo<br />
68 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Gli immobili incidono più delle azioni<br />
Guardando la distribuzione patrimoniale nella popolazione statunitense è interessante<br />
osservare che il 20 percento delle economie domestiche con il reddito maggiore possiede<br />
il 42 percento delle proprietà abitative e ben il 78 percento delle partecipazioni azionarie.<br />
Il 20 percento delle economie con il reddito minore detiene solo circa l’un percento delle<br />
azioni, ma ben l’otto percento degli immobili. Visto che il patrimonio immobiliare è distribuito<br />
più uniformemente, è facile comprendere che le variazioni di prezzo delle case incidono<br />
maggiormente sulla situazione finanziaria rispetto alle variazioni sui mercati azionari.<br />
i forti rialzi dei prezzi, uno sviluppo moderato,<br />
non escludendo contrazioni in singole regioni.<br />
L’incremento dei prezzi ha perso slancio e<br />
la distensione che si sta delineando sul mercato<br />
immobiliare rispecchia il leggero calo<br />
delle domande di crediti ipotecari. L’andamento<br />
dei tassi è fondamentale in questo<br />
contesto: i tassi ipotecari sono infatti vicini ai<br />
minimi e a medio termine potrebbero tendere<br />
al rialzo, causando una diminuzione della<br />
domanda di immobili. Da non sottovalutare è<br />
pure il ruolo di tutti quegli investitori che, di<br />
fronte alla caduta libera dei corsi azionari,<br />
hanno puntato sempre più sugli immobili.<br />
Questa tendenza dovrebbe però invertirsi in<br />
seguito alla ripresa congiunturale prevista<br />
per la seconda metà dell’anno.<br />
Proprietà abitativa accessibile nonostante l’aumento dei prezzi<br />
Le economie domestiche americane possono accedere alla casa propria più o meno con la<br />
stessa facilità degli anni scorsi, grazie all’aumento generalizzato del benessere, oltre all’incremento<br />
dei redditi e alla diminuzione dei tassi. Fonte: National Association of Realtors, Freddie Mac<br />
150<br />
145<br />
140<br />
135<br />
130<br />
125<br />
120<br />
115<br />
110<br />
105<br />
Indice*<br />
100<br />
90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02<br />
Prezzi delle case «Affordability Index» (scala a destra)<br />
*Un valore superiore a 100 significa che un’economia domestica con un reddito medio può permettersi un’ipoteca<br />
per una casa nel segmento di prezzo medio.<br />
Variazione annuale in %<br />
10<br />
9<br />
8<br />
7<br />
6<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
0<br />
A questi fattori ciclici si contrappongono<br />
dinamiche strutturali e demografiche positive.<br />
Nel frattempo, buona parte della generazione<br />
del baby-boom possiede un’abitazione, e<br />
un numero crescente di suoi rappresentanti<br />
acquista case secondarie o di vacanza. Negli<br />
Stati Uniti assumono un ruolo sempre più<br />
importante gli immigrati, il cui numero continuerà<br />
a crescere. Inoltre, prodotti di finanziamento<br />
sempre più innovativi consentono<br />
anche alle famiglie con redditi relativamente<br />
bassi di comperare casa. La proprietà immobiliare<br />
è sempre più attrattiva anche grazie<br />
alla modifica fiscale relativa agli utili di capitale<br />
su case d’abitazione, alla semplificazione<br />
della procedura per lo stanziamento di un<br />
credito e alla diminuzione dei costi di transazione.<br />
I rifinanziamenti perderanno importanza<br />
Uno sviluppo moderato dei prezzi sul mercato<br />
immobiliare si tradurrà anche in una diminuzione<br />
del numero di rifinanziamenti. Infatti,<br />
visto che questo strumento è già stato<br />
ampiamente sfruttato, il numero di beneficiari<br />
potenziali è ora molto inferiore. L’aumento<br />
dei tassi pronosticato a medio termine<br />
diminuirebbe inoltre l’attrattiva dei rifinanziamenti.<br />
Un innalzamento rapido e consistente<br />
dei tassi sarebbe pericoloso, ma<br />
questa eventualità può essere quasi completamente<br />
esclusa. Secondo le previsioni<br />
della Mortgage Bankers Association of America,<br />
il tasso di rifinanziamento dovrebbe<br />
scendere dal 58 percento nel 2002 al 43<br />
percento nel corso di quest’anno. Un importante<br />
pilastro del consumo privato si assottiglierà<br />
dunque sempre più. Grazie alla<br />
continua crescita del reddito disponibile, si<br />
attende tuttavia un ulteriore, seppur moderato,<br />
rafforzamento del consumo privato.<br />
Beat Schumacher<br />
Telefono 01 334 56 91, beat.schumacher@credit-suisse.com<br />
Foto: Cameron Davidson/Stone (p. 66, 68), Martin Stollenwerk (p. 67), Peter Tillessen (p. 69)
WEALTH MANAGEMENT TOPICS<br />
Il revival del rendimento dei dividendi<br />
Di questi tempi gli investimenti in azioni non permettono di realizzare grandi guadagni sui corsi.<br />
Un crescente numero di risparmiatori ha pertanto riscoperto il rendimento dei dividendi. Vale la pena<br />
di analizzare attentamente le migliori «perle» in materia. Damian Sigrist, Equity Research<br />
Basta gettare uno sguardo sulle previsioni<br />
pubblicate dagli specialisti alla fine<br />
dell’anno per capire che non sono attese<br />
esplosioni dei corsi come ai tempi d’oro<br />
della borsa, bensì solo lievi riprese dei<br />
mercati azionari.<br />
6<br />
5<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
0<br />
Dividend yield in %<br />
1991<br />
Il rendimento dei dividendi torna quindi in<br />
auge. Questo argomento è stato toccato<br />
indirettamente anche dal governo statunitense,<br />
che nel suo ultimo pacchetto fiscale<br />
ha previsto anche l’abolizione della doppia<br />
imposizione dei dividendi.<br />
Dividend yield negli ultimi dieci anni<br />
Nel corso degli anni il rendimento dei dividendi può essere soggetto a forti<br />
oscillazioni. I quattro esempi evidenziano come al momento di acquistare un’azione<br />
non si debba tenere conto solo dell'ultimo dividendo versato. Fonte: Datastream<br />
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001<br />
CKW UBS Nestlé Novartis<br />
Per gli investitori presenti sul mercato svizzero,<br />
i titoli con un elevato dividend yield<br />
non sono interessanti solo sotto l’aspetto<br />
del «meglio un uovo oggi che una gallina<br />
domani», bensì anche per il fatto che oggi<br />
alcuni titoli rendono meglio dei titoli della<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 69
Confederazione. Prima di iniziare a investire<br />
in base a una graduatoria delle azioni<br />
svizzere che rendono meglio, gli investitori<br />
avversi al rischio dovrebbero riflettere su<br />
ciò che si cela dietro a tali cifre.<br />
Normalmente il calcolo è effettuato<br />
prendendo l’ultimo dividendo versato – attualmente,<br />
quindi, la distribuzione degli utili<br />
calcolata per l’esercizio 2001, ma pagata<br />
solo dopo l’assemblea generale del 2002 –,<br />
dividendolo per l’attuale prezzo dell’azione<br />
e moltiplicando per 100. La percentuale ottenuta<br />
è quindi un valore che si riferisce al<br />
passato. Non costituisce alcuna garanzia<br />
per una distribuzione degli utili analoga o<br />
addirittura superiore in futuro. Benché in<br />
questo ambito le aziende tendano a manifestare<br />
una certa continuità, il recente passato<br />
ci insegna che vi sono anche periodi in<br />
cui le società riducono i dividendi per ragioni<br />
economiche. La classifica delle cosiddette<br />
«perle» del mercato svizzero, calcolata<br />
in base all’ultimo dividendo pagato, non<br />
combacia quindi con la lista dei migliori<br />
dividendi stimati per l’anno in corso (si<br />
veda la tabella).<br />
70 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
«Gli investitori hanno<br />
riscoperto il rendimento<br />
dei dividendi.»<br />
Damian Sigrist, Equity Research <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
Private Banking<br />
Aspetti fiscali sfavorevoli al dividendo<br />
Vi sono anche argomenti contrari al pagamento<br />
di dividendi agli azionisti. Trattenendo<br />
gli utili, una società dispone di mezzi supplementari<br />
che possono essere investiti in progetti<br />
redditizi o che generano una plusvalen-<br />
Panoramica delle «perle» svizzere in materia di dividendi<br />
I rendimenti superiori al tre per cento sono senz’altro apprezzabili. Analizzando la tabella sottostante si può constatare<br />
come nell’arco di un anno i dividendi possano oscillare da – 2% a +1,5%. Non tutte quelle che oggi sembrano «perle»<br />
lo saranno necessariamente anche domani. Fonte: indicazioni delle società/Bloomberg<br />
za. Gli azionisti partecipano quindi al valore<br />
aggiunto così generato attraverso gli utili di<br />
corso. In Svizzera, le riflessioni di natura<br />
prettamente fiscale sconsigliano dal pagamento<br />
di un dividendo, in quanto soggetto all’imposta<br />
preventiva. Per ovviare a questo<br />
aspetto fiscale, numerose società hanno<br />
concesso agli azionisti una riduzione del valore<br />
nominale (esentasse) in sostituzione della<br />
distribuzione del dividendo. Visto che tale<br />
misura ha ormai fatto scuola, lo spazio di manovra<br />
per ulteriori riduzioni è ormai limitato.<br />
Oggi, numerosi investitori che negli ultimi<br />
due anni hanno subito soprattutto perdite<br />
contabili sui loro investimenti in azioni preferirebbero<br />
senz’altro un dividendo.<br />
La bassa liquidità giustifica i dividendi<br />
Alcuni settori specifici distribuiscono<br />
tradizionalmente dividendi elevati. Sono<br />
assai limitate le possibilità a disposizione<br />
delle aziende che operano su mercati maturi<br />
– attive ad esempio nella carta e nella<br />
cellulosa – di investire nella propria società<br />
l’elevato cash-flow con un rendimento adeguato.<br />
Se si dovessero trattenere degli utili<br />
Azione Cap. di mercato in mio. CHF N. di valore Bloomberg Prezzo al 9.1.03 in CHF Dividendo in CHF Dividend yield in %<br />
2001 2002S 2001 2002S<br />
Vontobel 2083,20 1233554/VONN SW 22.80 1.50 1.04 6,6 4,6<br />
Helvetia Patria 1069,80 1227168/HEPN SW 154.75 8.75 6.73 5,7 4,3<br />
Swisscom 27209,40 874251/SCMN VX 420.00 19.00 14.21 4,5 3,4<br />
Warteck 184,70 261948/WARN SW 1260.00 55.00 58.00 4,4 4,6<br />
BC Lucerna 1307,20 1169360/LUKN SW 158.00 6.50 6.25 4,1 4,0<br />
Züblin 236,10 976983/ZUB SW 8.34 0.35 0.39 4,2 4,7<br />
Allreal 468,70 883756/ALLN SW 77.00 3.00 4.15 3,9 5,4<br />
BC Zugo 597,00 130890/ZG SW 2390.00 85.00 90.00 3,6 3,8<br />
La Basilese 3556,20 1241051/BALN VX 58.75 2.40 1.59 4,1 2,7<br />
CKW 588,20 157928/CKW SW 2200.00 70.00* 44.80** 3,2 2,0<br />
Valora 1099,70 208897/VALN SW 264.00 9.00 9.44 3,4 3,6<br />
PSP Swiss Property 1143,70 1042810/PSPN SW 149.00 5.00 5.38 3,4 3,6<br />
Pargesa Holding 3899,50 217375/PARG SW 2555.00 80.00 65.50 3,1 2,6<br />
Kühne&Nagel 2083,20 1254181/KNIN SW 89.00 2.90 2.88 3,3 3,2<br />
Rieter 1138,00 367144/RIEN SW 272.00 8.60 7.55 3,2 2,8<br />
*Esercizio a fine settembre 2002 e **2003<br />
Foto: Martin Stollenwerk, Peter Tillessen
eccessivi, il cosiddetto return on equity<br />
(ROE, ovvero il rendimento dei mezzi propri)<br />
si verrebbe a trovare sotto pressione. Per<br />
ovviare a questa situazione, le società<br />
versano da un lato un dividendo elevato<br />
(spesso costante per tutto il ciclo) e, dall’altro,<br />
si avvalgono dello strumento delle acquisizioni.<br />
Tra i titoli svizzeri si evidenziano in particolare<br />
le società immobiliari e le aziende elettriche.<br />
Le azioni immobiliari di stampo difensivo<br />
vanno considerate come un’alternativa<br />
alle obbligazioni. La maggior parte di tali<br />
aziende dispone di un flottante rispettabile.<br />
Tuttavia, con una capitalizzazione di mercato<br />
inferiore al miliardo di franchi, non dispone di<br />
una dimensione interessante per gli investitori<br />
istituzionali. Queste azioni immobiliari dispongono<br />
quindi di una scarsa liquidità. Ciò<br />
potrebbe creare problemi agli investitori<br />
privati qualora dovessero prevedere un<br />
disinvestimento.<br />
A seguito di specificità settoriali (società<br />
di monopolio su mercati maturi), le aziende<br />
elettriche svizzere versano per tradizione<br />
dividendi costantemente elevati. Negli ultimi<br />
due anni, tali considerazioni hanno reso<br />
questi titoli particolarmente attraenti per gli<br />
investitori prudenti. La conseguenza di<br />
quest’evoluzione è stata da un lato un<br />
sensibile rialzo delle azioni in questione e,<br />
dall’altro, un calo del rendimento sui dividendi.<br />
Anche le azioni dell’energia elettrica<br />
dispongono di una liquidità e di un flottante<br />
limitati.<br />
Nella graduatoria delle perle svizzere in<br />
materia di dividendi, i titoli finanziari occupano<br />
posizioni di punta. Si tratta tuttavia di<br />
azioni che, fatta eccezione per la Basilese,<br />
vanno annoverate tra le mid cap. I rendimenti<br />
elevati sono una conseguenza diretta<br />
del difficile clima borsistico che ha ridimensionato<br />
notevolmente il corso dei titoli assicurativi<br />
e bancari. Non sono state risparmiate<br />
nemmeno le mid cap tra i titoli<br />
finanziari. Sulla lista troviamo però anche i<br />
titoli delle banche cantonali di Lucerna e<br />
Zugo, che, grazie alle garanzie statali, sono<br />
stati particolarmente ricercati da investitori<br />
privati avversi al rischio, orientati al reddito<br />
e al lungo periodo.<br />
A causa del contesto operativo difficile, i<br />
profeti della finanza hanno ridotto per l’esercizio<br />
2002 le previsioni relative ai dividendi di<br />
Vontobel e della Basilese.<br />
Scelta limitata sul mercato svizzero<br />
Un rendimento apparentemente interessante<br />
non costituisce quindi da solo un criterio<br />
d’investimento sicuro.<br />
L’investitore non può fare a meno di verificare<br />
se il dividendo si basa su un bilancio solido<br />
e su un cash-flow elevato. Le società tradizionalmente<br />
solide sono quelle maggiormente<br />
in grado di garantire un dividendo stabile.<br />
Di conseguenza, tra le azioni svizzere<br />
WEALTH MANAGEMENT TOPICS<br />
La strategia d’investimento americana «Dogs of the Dow»<br />
La prevista abrogazione della doppia imposizione dei dividendi negli Stati Uniti riporta al<br />
centro dell'attenzione la cosiddetta strategia d'investimento «Dogs of the Dow» in base<br />
alla quale, in un giorno prefissato, tra i 30 titoli dell’indice Dow Jones Industrial vengono<br />
determinate le dieci azioni con i rendimenti dei dividendi più elevati. In tali titoli viene investito<br />
esattamente lo stesso importo e le azioni non vengono toccate per dodici mesi.<br />
Dopodiché si ripeterà la selezione in base allo stesso modello. Grazie a questa strategia<br />
si è potuta battere spesso la performance dell’indice Dow Jones. Nel periodo di massimo<br />
splendore dei titoli tecnologici, dal 1997 al 1999, l’indice Dow Jones Industrial ha<br />
però battuto i cosiddetti «dog» per tre anni di seguito. L’anno scorso, invece, tale strategia<br />
sarebbe stata ripagante. Anche se i dog hanno registrato una performance negativa<br />
del 6,1 per cento, il calo del Dow Jones nello stesso periodo è risultato del 16,8 per cento.<br />
rientrano inevitabilmente le società a grande<br />
capitalizzazione. I titoli vanno però presi in<br />
considerazione indipendentemente dal rendimento<br />
dei dividendi. Nell’attuale difficile clima<br />
borsistico offrono l’opportunità di un pagamento<br />
in contanti pari a quello dell’anno<br />
precedente, nonché la possibilità di realizzare<br />
utili di corso in caso di ripresa della borsa.<br />
Damian Sigrist<br />
Telefono 01 334 36 39, damian.sigrist@credit-suisse.com<br />
Dividendi e obbligazioni a confronto<br />
La rimunerazione media dei titoli di Stato è spesso più attraente del dividendo medio delle<br />
azioni svizzere. Negli ultimi anni i valori si sono avvicinati sempre più. Oggi le cosiddette<br />
«perle» in materia di dividendi sono più interessanti della maggior parte delle obbligazioni.<br />
Fonte: Datastream<br />
%<br />
5,0<br />
4,5<br />
4,0<br />
3,5<br />
3,0<br />
2,5<br />
2,0<br />
1,5<br />
1,0<br />
0,5<br />
0<br />
Giu 95<br />
Ott 95<br />
Feb 96<br />
Giu 96<br />
Ott 96<br />
Feb 97<br />
Giu 97<br />
Ott 97<br />
Feb 98<br />
Giu 98<br />
Ott 98<br />
Feb 99<br />
Giu 99<br />
Ott 99<br />
Feb 00<br />
Giu 00<br />
Ott 00<br />
Feb 01<br />
Giu 01<br />
Ott 01<br />
Rendimento dei decennali della Confederazione Dividend yield SMI<br />
Feb 02<br />
Giu 02<br />
Ott 02<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 71
Ogni distilleria utilizza un sistema di colori che le consente di determinare quante volte una botte è già stata riempita.
Foto: David Lefranc<br />
Da malto d’orzo a single malt<br />
I whisky single malt hanno conquistato i bar di tutto il mondo. Il loro successo è determinato sia dal<br />
processo di produzione esclusivo sia dall’abilità dei distillatori. Marcus Balogh, redazione Bulletin<br />
Tamdhu, Bruichladdich, Dalwhinnie, Caol Ila,<br />
Caperdonich, Glenglassaugh. Sei parole<br />
che, se pronunciate ad alta voce o mormorate<br />
con la mano davanti alla bocca a mo’ di<br />
scongiuro, potrebbero evocare la recitazione<br />
della formula magica di un druido celtico. In<br />
realtà sono i nomi di altrettanti whisky single<br />
malt. I conoscitori considerano i single malt<br />
l’espressione più nobile nell’universo dei<br />
whisky, ed è come se i loro appellativi riproducessero<br />
l’effetto magico che li ha creati.<br />
Il nome «whisky» deriva dal gaelico «uisge<br />
beatha», che tradotto non significa altro che<br />
acqua di vita, in latino «aqua vitae». Nel 1494<br />
questo nome viene menzionato per la prima<br />
volta in un documento ufficiale scozzese: il<br />
frate John Cor aveva ordinato una partita di<br />
orzo maltato da utilizzare per distillare acquavite.<br />
È dunque lecito supporre che gli<br />
scozzesi si occupino della produzione di whisky<br />
da quasi mezzo millennio. E questo con<br />
grandissima dedizione, come conferma ad<br />
esempio il fatto che alla fine del XVI secolo<br />
le distillerie consumarono così tanto orzo da<br />
provocarne la scarsità sui mercati dei generi<br />
alimentari.<br />
Il successo fa impennare i prezzi<br />
Storie d’altri tempi. A tutt’oggi la quota dei<br />
single malt raggiunge soltanto il cinque per<br />
cento dell’intera produzione di whisky. Un<br />
cinque per cento che peraltro può contare su<br />
molti seguaci devoti. Oggi non vi è grande<br />
città che non abbia almeno un bar specializzato<br />
nei single malt. E le bottiglie più rare<br />
vengono vendute all’asta a prezzi esorbitanti.<br />
Nel dicembre 2002, ad esempio, un Dalmore<br />
di 62 anni ha raggiunto il prezzo record<br />
di 63 000 franchi: non meno di mille franchi<br />
per ogni sorso! Ma anche i single malt più<br />
giovani cambiano proprietario per cifre note-<br />
voli. Chi vuole esibire nel proprio bar di casa<br />
un Port Ellen imbottigliato nel 1998 dopo<br />
aver riposato in botte per 21 anni deve sborsare<br />
circa 1500 franchi. È difficile dire se<br />
queste bottiglie valgano effettivamente la cifra<br />
pagata. Infatti, come per la maggior parte<br />
dei pezzi da collezione, non importa se figure<br />
di porcellana o dipinti a olio, il prezzo è<br />
determinato dalla domanda. È quindi ovvio<br />
che non tutti gli amanti del whisky siano entusiasti<br />
della popolarità di cui gode la loro bevanda<br />
preferita.<br />
Viva la differenza<br />
Ma un single malt non è semplicemente un<br />
single malt. Fra un Laphroaig e un Highland<br />
Park si notano almeno tante differenze quanto<br />
fra un Château Cheval-Blanc e un Châteauneuf-du-Pape.<br />
Queste diversità dipendono da molti fattori,<br />
fra cui la qualità dell’acqua, l’essicazione<br />
dell’orzo germinato e i barili in cui il whisky<br />
viene lasciato invecchiare. A queste<br />
variabili si aggiungono influssi più o meno<br />
magici. Ad esempio, se viene sostituito un<br />
alambicco, quello nuovo non avrà solo la<br />
stessa forma del suo predecessore: con un<br />
meticoloso lavoro di martello i mastri distilla-<br />
SAVOIR-VIVRE<br />
tori formeranno nel nuovo apparecchio le<br />
stesse ammaccature presenti nel vecchio<br />
alambicco. Anche se potrebbe sembrare<br />
un’operazione esagerata, occorre ricordare<br />
che l’industria del single malt vive del suo mito<br />
come pure delle differenze di gusto fra le<br />
singole marche e distillerie. E l’industria del<br />
whisky vive abbastanza bene. Lo conferma<br />
ad esempio la piccola isola Islay, che con<br />
4000 abitanti e una manciata di distillerie<br />
versa ogni anno alle casse pubbliche britanniche<br />
quasi mezzo miliardo di franchi in imposte.<br />
Bere illegalmente: un obbligo patriottico<br />
Una cifra davvero notevole. Ma non è solo<br />
oggi che la tassa sul whisky fa la gioia delle<br />
autorità: gli esattori fiscali britannici, infatti,<br />
salassano l’industria del whisky da quasi trecento<br />
anni. Non sorprende dunque che in<br />
passato numerose distillerie sconfinassero<br />
nell’illegalità. Per gli scozzesi, ovviamente,<br />
bere whisky prodotto clandestinamente era<br />
considerato un gesto patriottico.<br />
Al giorno d’oggi la produzione di whisky è<br />
un business come tanti altri. Le imposte, pur<br />
rimanendo un onere fastidioso, non inducono<br />
più a operare nella clandestinità. Per le di-<br />
Ogni regione ha il proprio carattere<br />
Le distillerie di whisky sono collocate in un’area geografica sommariamente suddivisa in<br />
quattro regioni. I single malt delle Lowlands meridionali hanno spesso un carattere delicato<br />
e leggero. I whisky provenienti dall’isola Islay sprigionano un intenso aroma di torba,<br />
e a seconda della marca ricordano un poco un medicinale o hanno un che di salato.<br />
Nella regione Highlands/Speyside è ubicata la maggior parte delle distillerie, pertanto le<br />
differenze sono notevoli. Molti single malt di quest’area hanno un carattere delicato e coprono<br />
l’intera gamma di sapori fra dolciastro e asciutto. Infine, ma non per questo meno<br />
importanti, ritroviamo i whisky delle isole Jura, Orkney, Mull e Skye, che dal profilo geografico<br />
appartengono ancora alle Highlands. Anche qui è difficile trovare una caratteristica<br />
comune, visto che gli aromi spaziano da dolciastro ad asciutto, da torboso a morbido.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 73
La maggior parte delle distillerie demanda alle macchine il compito di rivoltare l’orzo in<br />
germinazione. Per i puristi, ovviamente, nulla può sostituire il lavoro manuale di uno scozzese.<br />
stillerie l’aspetto più importante è la salvaguardia<br />
del loro carattere.<br />
Per questo carattere gli scozzesi, che<br />
hanno la fama di essere avari, sono addirittura<br />
disposti a contraddire la loro natura: ogni<br />
anno, durante l’invecchiamento in botte, il<br />
due per cento del whisky si perde in evaporazione:<br />
è la cosiddetta «angels share», la<br />
parte degli angeli. Sebbene possa sembrare<br />
modesta, questa cifra rivela che dopo 15 anni<br />
ben un terzo del volume è andato perso.<br />
Una volta imbottigliato il single malt non<br />
matura più. Ora si tratta soltanto di gustarlo.<br />
La discussione su come si provi il piacere<br />
maggiore divide sia i novellini sia<br />
gli intenditori. La maggior parte degli adep-<br />
74 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
ti del single malt preferisce gustarlo puro,<br />
senz’acqua e soprattutto senza ghiaccio. Gli<br />
stessi scozzesi, per contro, aggiungono al<br />
loro drink nazionale alcune gocce d’acqua.<br />
In questo modo il whisky sprigiona tutto il<br />
proprio aroma e il carattere tipico emerge<br />
con maggiore evidenza.<br />
Queste differenze di carattere fanno sì<br />
che il single malt possa essere consumato<br />
in più occasioni. Un Caol Ila fresco e con un<br />
leggero sentore di torba si addice come aperitivo,<br />
mentre un Cardhu, con il suo aroma<br />
leggermente dolce, si presta come digestivo.<br />
E, chi vuole permettersi qualcosa di speciale,<br />
assapora il suo Lagavullin dal sottile<br />
Single malt non è semplicemente single malt<br />
I whisky single malt sono ricchi di contrasti come<br />
la Scozia stessa. Il processo di produzione,<br />
tuttavia, è sempre uguale.<br />
1|La prima fase consiste nella maltazione.<br />
I chicchi d’orzo vengono ammorbiditi in<br />
acqua per due – tre giorni. In seguito vengono<br />
stesi su speciali pavimenti.<br />
2|Qui l’orzo germoglia e un enzima trasforma<br />
una parte del cereale in zucchero. Per<br />
otto, dieci giorni l’orzo in germinazione viene<br />
rimestato e voltato regolarmente per<br />
prevenire il surriscaldamento.<br />
3|Il processo di germinazione viene interrotto,<br />
e l’orzo maltato viene steso su un<br />
pavimento forato. Sotto il pavimento arde un<br />
fuoco alimentato da un miscuglio di torba e<br />
altri materiali combustibili; il fumo che<br />
sale essica il malto, conferendogli nel contempo<br />
una parte del gusto tipico che lo<br />
caratterizza a seconda della distilleria.<br />
4|L’orzo così essicato viene macinato e miscelato<br />
con acqua calda. Le componenti<br />
solide si depositano sul fondo, mentre un’altra<br />
parte si dissolve. Questa parte liquida,<br />
un mosto dolce che in Scozia è chiamato<br />
wort, viene posta in grandi vasche che hanno<br />
una capienza da 9000 a 45 000 litri.<br />
5|Il mosto, cui viene aggiunto lievito, viene<br />
fatto fermentare alla temperatura costante di<br />
circa 21 gradi.<br />
6|Dopo circa 48 ore il mosto fermentato<br />
contiene attorno al sette per cento di alcol.<br />
Solo ora comincia il vero e proprio processo<br />
di distillazione. Il liquido viene riscaldato<br />
in un alambicco. L’alcol evapora a una temperatura<br />
inferiore a quella dell’acqua e si volatilizza<br />
molto prima che l’acqua cominci<br />
a bollire. Il liquido condensato viene recuperato<br />
e distillato una seconda volta. Per questa<br />
seconda distillazione è necessaria una<br />
grande routine: infatti può essere utilizzata<br />
unicamente la porzione mediana del liquido<br />
in evaporazione. È pertanto fondamentale<br />
che il mastro distillatore regoli attentamente<br />
i flussi.<br />
7|Il whisky così ottenuto, che è ancora incolore<br />
e ha una gradazione alcolica fra il<br />
53 e il 60 per cento, passa all’invecchiamento<br />
nei barili. Queste botti non sono per nulla<br />
nuove: alcuni produttori preferiscono barili<br />
di rovere già utilizzati per l’invecchiamento<br />
di sherry, mentre altri scelgono botti in cui è<br />
maturato il bourbon. In entrambi i casi il single<br />
malt viene lasciato nei fusti per almeno<br />
tre anni. Il periodo di maturazione dura generalmente<br />
dagli otto ai 15 anni; singole marche<br />
richiedono un periodo notevolmente<br />
Lefranc<br />
David<br />
maggiore.<br />
aroma di iodio in compagnia di un Havanna. Foto:
La Svizzera ospita EURO 2008<br />
ed entra nell’Olimpo del calcio<br />
Nei 107 anni di storia dell’Associazione Svizzera di Football (ASF), il 2002 è stato quello di maggior<br />
successo. La ciliegina sulla torta è rappresentata dall’esito positivo della candidatura per EURO 2008.<br />
Cosa significherà questo grande evento per la Svizzera? Andreas Schiendorfer, redazione Bulletin<br />
Mercoledì 12 dicembre 2002, ore 14:32. Il<br />
Presidente dell’UEFA Lennard Johannson<br />
annuncia che gli Europei 2008 si terranno in<br />
Austria e in Svizzera. Nonostante la candidatura<br />
fosse stata ben preparata, il successo<br />
di questa votazione politico-sportiva era<br />
tutt’altro che scontato.<br />
«Il calcio svizzero potrà ora seguire per sei<br />
anni la stella polare di EURO 2008: un’ideale<br />
cinghia di trasmissione per il progetto<br />
introdotto dall’ASF nel 1995 a favore delle<br />
giovani leve», spiega Thomas Helbling, responsabile<br />
generale di progetto per la candidatura.<br />
«EURO 2008 rappresenta per ogni<br />
giovane talento uno stimolo con effetto a<br />
lungo termine».<br />
E sono proprio le giovani leve che il <strong>Credit</strong><br />
<strong>Suisse</strong> coltiva da sempre. Dall’inizio della<br />
collaborazione con l’ASF nel 1993, infatti,<br />
la metà del suo impegno finanziario va a loro<br />
favore, sottolinea Urs Wyss, responsabile<br />
sponsoring del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>, e ricorda che<br />
anche durante la crisi della nazionale A, dopo<br />
il 1996, il vivaio ha regalato alla Svizzera<br />
eccezionali successi. Nel 2002, con il conseguimento<br />
del titolo europeo dell’U17 e con<br />
il raggiungimento della semifinale da parte<br />
dell’U21, l’ASF ha toccato una vetta difficilmente<br />
superabile.<br />
Per il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> l’impegno a favore<br />
delle nazionali e della candidatura per EURO<br />
2008 ha dato i suoi frutti. Ma il futuro è ancora<br />
incerto. «Il contratto con l’ASF scade<br />
dopo gli Europei 2004 in Portogallo», spiega<br />
Adrian Schüpbach, responsabile sponsoring<br />
sportivo per la Svizzera. « La collaborazione<br />
con le nazionali proseguirà sicuramente,<br />
a patto che ci si metta d’accordo sulle condizioni.<br />
Bisogna ad esempio pensare che<br />
verranno a mancare le partite di qualificazione,<br />
di grande interesse per uno sponsor ».<br />
Anche gli Europei 2008 sono più vicini di<br />
quanto si pensi: già a marzo, infatti, a Gine-<br />
vra verrà inaugurato il secondo stadio europeo,<br />
e in autunno gli abitanti di Zurigo dovranno<br />
decidere alle urne se accantonare gli<br />
ultimi dubbi sulla costruzione del loro stadio.<br />
La partita inaugurale si terrà il 7 giugno 2008<br />
nel nuovo Wankdorf. Ma non bisognerà<br />
aspettare quel giorno per essere pronti.<br />
EURO 2008 richiamerà 1,138 milioni di persone<br />
negli stadi dei due paesi. Gli hotel di<br />
SPONSORING<br />
Berna, Basilea, Ginevra e Zurigo potranno<br />
contare su circa 14 000 presenze in più al<br />
giorno. Calcolando anche vitto e spese supplementari,<br />
già solo questo significa un aumento<br />
di fatturato di circa 150 milioni di franchi.<br />
Senza dubbio, poi, le trasmissioni<br />
televisive, con un totale di 10,5 miliardi di<br />
spettatori, rappresenteranno per la Svizzera<br />
una piattaforma pubblicitaria ideale.<br />
Ginevra attende gli azzurri<br />
Il nuovo St. Jakob Park di Basilea porta fortuna alla nazionale svizzera: è lì infatti<br />
che il team guidato da Köbi Kuhn ha vinto 4 a 1 contro la Georgia la sua prima<br />
partita di qualificazione per EURO 2004 in Portogallo, dando inizio ad una nuova<br />
serie di successi. Il ritorno si svolgerà il 2 aprile a Tiflis. Vietato perdere, se la<br />
squadra vuole conservare le sue possibilità in vista dell’importante partita contro<br />
la Russia che si terrà il 7 giugno a Basilea. Il 30 aprile si svolgerà la prima partita<br />
internazionale nel nuovo Stade de Genève sopra raffigurato, quando i rossocrociati<br />
incontreranno gli azzurri, un avversario temibile e di grande richiamo.<br />
L’amichevole contro l’Italia dovrebbe quindi registrare presto il tutto esaurito.<br />
Il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>, sponsor principale delle nazionali di calcio, si è assicurato per<br />
tempo 3×2 biglietti per i lettori del Bulletin. L’estrazione avverrà nella rivista elettronica<br />
emagazine (www.credit-suisse.com/bulletin).<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 75
Una sfida contro il tempo<br />
Il prossimo 9 marzo si rinnoverà il tradizionale appuntamento con la maratona engadinese di sci,<br />
manifestazione che vede la partecipazione del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> in qualità di sponsor. 13 000 atleti di entrambi i<br />
sessi inaugureranno così una nuova stagione di sfide estreme: cresce infatti il numero di coloro che praticano<br />
lo sport alla ricerca dei propri limiti. Remo Geisser, redattore sportivo del domenicale «NZZ am Sonntag» e corridore amatoriale.<br />
La partenza della maratona engadinese di sci: per arrivare al traguardo non contano tanto il talento o la tecnica, quanto una buona dose di caparbietà.
Foto: swiss-image/Remy Steinegger<br />
Nello sport di resistenza, la regina di tutte<br />
le discipline è la maratona. Avvolti in tessuti<br />
traspiranti, scarpette ammortizzanti ai piedi,<br />
centinaia di migliaia di podisti in tutto il<br />
mondo tentano di seguire le orme del messaggero<br />
ateniese Fidippide, che corse da<br />
Maratona ad Atene e riuscì a malapena<br />
ad annunciare la vittoria dei suoi compatrioti<br />
sui persiani prima di morire, sfinito.<br />
Sembra proprio che sia questo il modello<br />
al quale si ispira l’uomo moderno quando<br />
decide di lanciarsi, temerario, nell’estenuante<br />
avventura di una maratona. Non a<br />
caso chi pratica sport di resistenza parla<br />
spesso di «esperienza al limite». Ed è altrettanto<br />
significativo che chi si dedica a questa<br />
disciplina spesso ha superato i 35 anni<br />
e ha quindi diversi traguardi alle spalle. A<br />
questa età si potrebbe anche iniziare ad<br />
«adagiarsi» un po’, eppure evidentemente<br />
c’è chi si chiede all’improvviso: la vita è davvero<br />
tutta qua? È impressionante osservare<br />
quante persone di successo iniziano<br />
la loro corsa contro il tempo nella seconda<br />
metà della loro vita. Joschka Fischer e<br />
Jörg Haider sono soltanto alcuni tra i tanti.<br />
A giudicare dalla tensione di coloro che si<br />
posizionano dietro al nastro di partenza di<br />
una grande corsa podistica, sembra quasi<br />
che i successi politici e sociali impallidiscano<br />
miracolosamente di fronte alla medaglia<br />
di latta consegnata a chi taglia il traguardo<br />
o a un record personale.<br />
Dietro il mito della maratona in realtà si<br />
cela uno sport di resistenza che, praticato a<br />
livello di massa, è decisamente semplice.<br />
Più che talento o tecnica, è necessario disporre<br />
di tempo e di una discreta dose di<br />
caparbietà. Questa sembra essere la spiegazione<br />
più plausibile al vero e proprio boom<br />
di maratone nella società del benessere.<br />
Per un corridore i ritmi di allenamento aiutano<br />
a scandire la vita, mentre il traguardo<br />
dà un senso all’esistenza. Con il vantaggio<br />
di poter ridefinire continuamente i propri<br />
limiti: così la maratona può trasformarsi in<br />
ultramaratona, triathlon, Inferno-Triathlon<br />
o gigathlon.<br />
Che i contatti sociali soffrano di questa<br />
costante automortificazione, in fin dei<br />
conti in un mondo così alienato non colpisce<br />
più di tanto. La solitudine degli allenamenti<br />
viene ricompensata dai bagni di<br />
folla lungo i percorsi delle grandi maratone<br />
cittadine, dove migliaia di appassionati<br />
sostengono i corridori fino al traguardo incitandoli<br />
a suon di «You look good!» a<br />
New York e «Dai che ce la fai!» a Roma. E<br />
i maratoneti tagliano il traguardo quasi in<br />
trance. In questi momenti le endorfine che<br />
invadono il cervello per sopportare il dolore<br />
sono importanti almeno quanto le urla di<br />
incoraggiamento degli spettatori. Gli psicologi<br />
parlano di «flow», ovvero di una sensazione<br />
estasiante che si viene a creare in<br />
caso di un leggero «iperstress» e del superamento<br />
dello stesso. Questa sensazione<br />
si protrae anche dopo la competizione.<br />
Molti finisher parlano di un’euforia che addolcisce<br />
la loro vita fino a un mese dalla<br />
gara e che viene sfruttata nella vita quotidiana<br />
per imprese in ambito lavorativo.<br />
Ma senza l’attrezzatura giusta...<br />
Lo sportivo è disposto a pagare profumatamente<br />
quest’iniezione di energia positiva,<br />
a iniziare dall’attrezzatura: scarpette<br />
da corsa, calzini, pantaloncini, magliette,<br />
giacche a vento impermeabili, il tutto in<br />
materiale hi-tech il cui nome è già una promessa<br />
di successo. Vi si aggiungono cardiofrequenzimetri<br />
elettronici per la modulazione<br />
degli allenamenti, strumenti per la<br />
misurazione del grasso corporeo e della<br />
produzione di acido lattico, nonché una<br />
vasta gamma di altri prodotti tecnologici.<br />
Quanto tempo passerà prima di vedere<br />
anche sportivi amatoriali trascorrere la notte<br />
in camere ipobariche per moltiplicare<br />
i propri globuli rossi in vista della maratona<br />
di New York?<br />
Ma non è soltanto l’industria degli articoli<br />
sportivi a fiorire grazie agli sport di resistenza.<br />
Va a gonfie vele anche il settore<br />
dei viaggi, perché per la maggior parte dei<br />
partecipanti non conta solo la prestazione,<br />
bensì anche il luogo in cui viene realizzata.<br />
New York, Londra e Berlino sono un «must»<br />
per le maratone, mentre i triatleti sognano<br />
le Hawaii e la Jungfrau è la mecca di chi<br />
ama le ultramaratone. Ne consegue che<br />
nella grande Berlino solo circa il dieci per<br />
cento dei 40 000 aspiranti maratoneti è del<br />
luogo: in quasi 10 000 accorrono dall’estero,<br />
tra cui 1000 dalla Svizzera. Stesso scenario<br />
a Londra e New York. Le cifre sulla<br />
partecipazione di atleti svizzeri a manifestazioni<br />
all’estero sono ancora più impressionanti<br />
se si tiene conto che secondo le<br />
stime del settore il nostro paese conta sol-<br />
SPONSORING<br />
tanto circa 3000 maratoneti. I viaggi per<br />
recarsi sul luogo delle maratone non sono<br />
propriamente a buon prezzo: tanto per citare<br />
un esempio, una trasferta di quattro<br />
giorni a Berlino viene facilmente a costare<br />
1000 franchi, mentre per il volo a New York<br />
bisogna sborsare al minimo 2500 franchi.<br />
In compenso viene garantita l’iscrizione alla<br />
maratona, spesso accompagnata da un<br />
servizio supplementare più o meno ampio:<br />
si va dalla maglietta, ai massaggi, fino all’assistenza<br />
da parte di ex-podisti famosi.<br />
Ma c’è chi non si accontenta: uno svizzero<br />
su dieci vola alla maratona in business ritenendo<br />
che un viaggio in economy non sia<br />
proprio di buon auspicio.<br />
Una volta giunti a destinazione, gli sportivi<br />
rimettono ben presto mano al portafoglio:<br />
la maratona di Berlino del 1998 ha<br />
fatto registrare cifre esorbitanti: i 25 000<br />
partecipanti sono stati accompagnati, in media,<br />
da 1,5 sostenitori, hanno occupato<br />
quasi 50 000 posti letto e hanno speso, al<br />
giorno, dai 132 franchi (dei tedeschi) ai<br />
182 franchi (degli stranieri). Così la città di<br />
Berlino ha incassato l’equivalente di 42,5<br />
milioni di franchi. In confronto le spese<br />
organizzative, 7,1 milioni di franchi, sono<br />
Il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> alla<br />
35a maratona engadinese di sci<br />
Il <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>, nella sua veste di sponsor<br />
principale, dal 1997 dà il suo contributo affinché<br />
la maratona engadinese e i giorni<br />
che precedono l’evento si trasformino in<br />
una grande festa popolare dello sci di fondo.<br />
I battenti si apriranno il 2 marzo 2003,<br />
con la gara femminile di 17 chilometri tra<br />
Samedan e S-chanf. Poi, il 7 marzo, avrà<br />
luogo la corsa «Mungga». Nel Marathon-Village<br />
a St. Moritz Bad ci si può informare sulle<br />
nuove tendenze e acquistare attrezzature<br />
all’avanguardia. Accanto al Villaggio, il<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> offre un’attrazione particolare:<br />
gli appassionati di motori potranno misurarsi<br />
nel cockpit di un simulatore di <strong>Formula</strong><br />
1 della Sauber Petronas. Il premio<br />
principale è una visita guidata per due persone<br />
nella sede della Sauber a Hinwil. Il via<br />
alla 35a edizione della maratona engadinese<br />
verrà dato il 9 marzo alle 8.40 a Maloja.<br />
Per ulteriori informazioni potete consultare<br />
il sito www.engadin-skimarathon.ch o chiamare<br />
lo 081 850 55 55 (rh)<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 77
Nel paese delle grandi sfide<br />
Nessun altro paese vanta un’agenda così ricca di gare sulla lunga distanza come<br />
la Svizzera. La concentrazione di eventi di questo tipo è riconducibile soprattutto<br />
al benessere della popolazione, ad una topografia ideale, alla buona rete infrastrutturale<br />
e al numero cospicuo di associazioni sportive, ideali come bacino per<br />
il reclutamento di volontari che collaborano all’organizzazione degli eventi.<br />
Le principali gare sulla lunga distanza<br />
e le loro caratteristiche<br />
Maratona engadinese<br />
di sci<br />
9 marzo 2003<br />
Maratona di Zurigo<br />
13 aprile<br />
I 100 km di Bienne<br />
13/14 giugno<br />
Swiss Alpine Marathon<br />
26 luglio<br />
Ironman Switzerland<br />
27 luglio<br />
Inline one-eleven<br />
10 agosto<br />
Maratona Jungfrau<br />
6 settembre<br />
78 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
Una gara adatta ai principianti. Benché si percorra la classica distanza di 42,2<br />
chilometri, con gli sci ai piedi il percorso si può affrontare in maniera meno<br />
impegnativa. Una volta superata la salita all’Olympiaschanze e lo Stazerwald,<br />
la pista scende lievemente verso l’Engadina Bassa. Circa 12000 atleti e atlete<br />
fanno di questo appuntamento annuale una delle più grandi manifestazioni<br />
sportive in Svizzera.<br />
Per anni ci si è lamentati della mancanza di una grande maratona cittadina<br />
in Svizzera. Da quest’anno Zurigo avanza la sua proposta: il percorso non<br />
attraversa che parte del centro città, ma il dislivello di soli 30 metri lo rende<br />
particolarmente veloce. L’assalto ai numeri di partenza – a inizio gennaio erano<br />
già stati venduti quasi 3000 dei 5000 biglietti – ha dimostrato l’enorme<br />
interesse che gravita attorno a una manifestazione di questo tipo.<br />
A Bienne bisogna andare almeno una volta nella vita. Ne sono convinti tutti gli<br />
appassionati fondisti. In effetti passare una lunga notte nella regione del Seeland<br />
è un’esperienza indimenticabile. La corsa solitaria nel buio più assoluto<br />
si alterna suggestivamente con i passaggi tra le feste popolari. Ma nelle prime<br />
ore del mattino inizia una dura lotta contro la stanchezza. Malgrado lo sforzo<br />
fisico considerevole, nel 2002 hanno raggiunto il traguardo 1400 atleti.<br />
Chi punta in alto si reca a Davos. La sfida delle sfide risponde al nome di<br />
K78. La più imponente corsa montana del mondo porta al Piz Kesch lungo<br />
un percorso di 78,5 km, di cui 2320 metri vengono affrontati prima in salita<br />
e poi in discesa. Nonostante il fatto che in discesa muscoli e articolazioni<br />
vengano messi a dura prova, l’anno scorso si sono classificati 900 partecipanti.<br />
La vera grande sfida in cui i triatleti possono mettere alla prova le loro<br />
capacità. 3,8 km a nuoto, 180 km in bicicletta e, infine, una maratona a piedi:<br />
un’impresa che richiede una resistenza considerevole. Ogni anno circa 2000<br />
atleti partono da Zurigo per partecipare a quest’avventura.<br />
Un altro appuntamento mozzafiato: gli organizzatori la definiscono la gara di<br />
inline-skating più lunga del mondo. Le rotelle rendono più morbido l’impatto<br />
per le articolazioni, ma i 111 km di pista lungo la Svizzera orientale non<br />
sono certo una sinecura. L’anno scorso hanno tagliato il traguardo in 700.<br />
Ancora i classici 42,195 chilometri, stavolta però in una variante particolare.<br />
Chi vuole raggiungere il traguardo deve affrontare un dislivello di 1823<br />
metri. Una piccola consolazione: l’ultimo chilometro è in discesa. Il fatto che<br />
si corra quasi esclusivamente in salita giova alle articolazioni, che vengono<br />
sottoposte ad una minore sollecitazione. Chi vuole partecipare a questa maratona<br />
deve avere una buona dose di fortuna: l’interesse è talmente alto che<br />
i 3600 iscritti vengono sorteggiati.<br />
state esigue. In Svizzera si sono svolte statistiche<br />
simili, da cui è emerso che la maratona<br />
engadinese di sci porta ogni anno introiti<br />
per cinque milioni di franchi, mentre<br />
nell’Oberland bernese la maratona della<br />
Jungfrau genera annualmente incassi per<br />
circa sei milioni di franchi. Queste cifre<br />
hanno stuzzicato anche l’appetito degli zurighesi:<br />
dietro le quinte della prima maratona<br />
cittadina, che avrà luogo il 13 aprile,<br />
non c’è un’associazione sportiva, bensì il<br />
settore del turismo. Erich Ogi, uno dei<br />
promotori del progetto, conta su entrate di<br />
oltre sei milioni di franchi fin dal primo anno.<br />
Il tutto pur limitando a 5000 il numero<br />
degli iscritti per poter testare percorso e<br />
aspetti logistici. Se l’impatto sarà positivo,<br />
nulla ostacolerà l’ampliamento di questa<br />
manifestazione. 10 000 iscritti non sembrano<br />
un’utopia neanche per la maratona<br />
di Zurigo.<br />
Il boom delle discipline di resistenza presenta<br />
però anche il suo rovescio della<br />
medaglia, perché pur di raggiungere il prestigioso<br />
obiettivo di un record personale<br />
per certi atleti ogni mezzo è lecito. Se<br />
consumare bibite a base di elettroliti e ingoiare<br />
pastiglie di coramina nella speranza<br />
di migliori prestazioni può forse essere ancora<br />
considerato un atteggiamento ingenuo,<br />
l’ambizione degli sportivi non professionisti<br />
cresce di pari passo con la mancanza<br />
di scrupoli rispetto ai metodi cui ricorrere.<br />
A questo proposito, da uno studio<br />
sulla maratona della Jungfrau è emerso<br />
che il 34 per cento dei partecipanti prima<br />
della gara ha assunto antidolorifici o antireumatici<br />
sotto forma di pillole. Altri si dopano,<br />
non facendosi intimorire nemmeno da<br />
anabolizzanti e Epo. «Stimo che dal 20 al<br />
30 per cento dei corridori della maratona<br />
engadinese ricorra a sostanze dopanti», sostiene<br />
il medico olimpico Beat Villiger. Anche<br />
un duro oppositore del doping come<br />
Alessandro Donato lancia un monito: «Il doping<br />
sta diventando una malattia popolare».<br />
Quindi attenzione: nella lotta agguerrita<br />
alla rincorsa di risultati sempre migliori il<br />
cerchio potrebbe chiudersi. Chi pratica uno<br />
sport di resistenza schiavo delle impietose<br />
regole imposte dalla nostra società delle<br />
prestazioni, rischia di emulare il mito di Fidippide<br />
anche nel suo tragico epilogo: la<br />
notizia di una vittoria su se stesso prima o<br />
poi potrebbe finire per ornare un necrologio.
Agenda 1/03<br />
Principali appuntamenti dell’impegno<br />
culturale e sportivo del<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong><br />
GEORGIA<br />
2.4 Qualificazioni agli Europei<br />
Georgia–Svizzera, calcio<br />
KUALA LUMPUR<br />
23.3 Gran Premio della<br />
Malaysia, F1<br />
LENZBURG<br />
3.4 CS Junior Awards, calcio<br />
LOSANNA<br />
5.4 All Blues Jazz Classics: Brad<br />
Mehldau Solo & Trio, Métropole<br />
LUGANO<br />
6.4 All Blues Jazz Classics: Brad<br />
Mehldau Solo & Trio, La Cittadella<br />
MELBOURNE<br />
9.3 Gran Premio d’Australia, F1<br />
SÃO PAULO<br />
6.4 Gran Premio del Brasile, F1<br />
STANS<br />
22–27.4 «Stanser Musiktage»<br />
ZURIGO<br />
7.4 All Blues Jazz Recitals, Brad<br />
Mehldau Solo & Trio<br />
Sigla editoriale<br />
Un mitico sassofonista<br />
Il sassofonista Wayne Shorter è considerato<br />
un compositore jazz geniale e un uomo dalle<br />
mille risorse. All’alba dei suoi sessant’anni,<br />
l’artista vanta una carriera particolarmente<br />
fruttuosa e versatile. Nel 1964 fu chiamato<br />
da Miles Davis a suonare nella sua band, all’interno<br />
della quale contribuì sostanzialmente<br />
all’evoluzione dello stile dell’eccezionale<br />
trombettista. Nel 1970 fondò, insieme al tastierista<br />
Joe Zawinul, il leggendario gruppo fusion dei Weather Report.<br />
Per le sue composizioni, tra cui anche la colonna sonora del film<br />
«Round Midnight», questo straordinario sassofonista è stato insignito<br />
di tre Grammies. Dopo tanto tempo, attualmente è di nuovo in tournée<br />
con una band acustica. Shorter può contare su un valido sostegno: il<br />
panamense Danilo Pérez, astro nascente nel firmamento del piano, il<br />
bassista John Pattitucci, per molti anni membro delle Chick Corea’s<br />
Electric and Acoustic Bands, e il batterista Brian Blade.<br />
Wayne Shorter, All Blues Jazz Recitals. 17.3, Tonhalle Zurigo;<br />
18.3 Victoria Hall Ginevra. Per ulteriori informazioni potete consultare<br />
i siti www.allblues.ch e www.vervemusicgroup.com<br />
Su www.credit-suisse.com/emagazine potete vincere dei biglietti<br />
gratuiti.<br />
Lo stadio come luogo di culto<br />
Anche se il calcio viene spesso citato come sport che unisce diverse<br />
culture, i falli si commettono comunque. Sia in campo, sia, purtroppo,<br />
tra gli spalti. La mostra itinerante «Kultort Stadion» evidenzia<br />
come i grandi eventi negli stadi di calcio oltre all’entusiasmo<br />
sportivo facciano scaturire anche emozioni e aggressioni difficilmente<br />
arginabili e come questi luoghi si prestino per dare sfogo a<br />
detti impulsi. L’esposizione tematizza la violenza, il razzismo e la discriminazione<br />
all’interno e attorno agli stadi di calcio. Rappresenta,<br />
ma soprattutto mette in discussione, la manifestazione e le dinamiche<br />
di tali eccessi. «Kultort Stadion» è un primo approccio all’origine<br />
socioculturale del fenomeno. Inoltre la mostra evidenzia le iniziative<br />
mosse per contrastare in maniera efficace quest’evoluzione nel<br />
calcio come evento mediatico, per ritornare a porre al centro dell’attenzione<br />
l’entusiasmo per questo sport. Anche avvenimenti<br />
recenti mostrano quanto sia importante ribadire il ruolo della lealtà<br />
nello sport.<br />
«Kultort Stadion», mostra itinerante.<br />
Primo appuntamento dal 28.1 all’8.3.03 al Gundeldinger Feld, Basilea.<br />
Per maggiori informazioni consultate il sito www.klauslittmann.com<br />
SPONSORING<br />
Il viaggio di<br />
Lina Bögli<br />
La storia di Lina Bögli e il suo<br />
viaggio del mondo ha dell’incredibile.<br />
Nata nel 1858 da una famiglia<br />
di contadini a Oschwand<br />
(BE), nel 1892 partì per un viaggio<br />
che sarebbe durato esattamente<br />
dieci anni. Gli appunti di<br />
questo giro del mondo, pubblicati<br />
al suo ritorno sotto forma di<br />
lettere ad un’amica immaginaria,<br />
contrastano con l’immagine corrente<br />
delle opportunità offerte a<br />
donne in viaggio verso la fine del<br />
XIX secolo. Lina visitò da sola<br />
l’Australia, la Nuova Zelanda, gli<br />
Stati Uniti e il Canada. Un viaggio<br />
per il mondo che fu anche un<br />
po’ una fuga da un amore infelice<br />
per un ufficiale polacco. Sot-<br />
to la regia di Christoph Marthaler,<br />
il cast, tra cui figurano Catriona<br />
Guggenbühl e Michael von der<br />
Heide, accompagna gli spettatori<br />
nel mondo interiore ed esterno<br />
di una donna che ha anticipato i<br />
tempi preferendo l’esilio e la propria<br />
indipendenza a un’esistenza<br />
borghese.<br />
«Lina Böglis Reise». 21 e 25.3,<br />
Schauspielhaus di Zurigo.<br />
Per entrambe le date Bulletin<br />
mette in palio 5 coppie di<br />
biglietti. Maggiori dettagli sul<br />
modulo allegato.<br />
Editore <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>, Casella postale 2, 8070 Zurigo, telefono 01 333 11 11, fax 01 332 55 55 Redazione Daniel Huber (dhu) (direzione), Marcus Balogh (ba) (Wealth Management), Ruth Hafen (rh)<br />
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Private Clients Offers, e-Solutions) Anno 109 (esce 6 volte all’anno in italiano, tedesco e francese). Riproduzione consentita con l’indicazione «Dal Bulletin del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong>». Cambiamenti d’indirizzo vanno<br />
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La presente pubblicazione ha come unico scopo quello di informare. Essa non va interpretata né come un’offerta né come un invito del <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> ad acquistare o vendere titoli. I riferimenti alle performance passate<br />
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momento della stesura e sono suscettibili di modifiche. <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> è una banca svizzera.
LEADER<br />
«Dobbiamo disinnescare la bomba<br />
dell’intolleranza»<br />
Quando non è impegnato a tessere le trame di un bestseller, lo scrittore brasiliano Paulo Coelho<br />
lotta per un mondo migliore. Intervista a cura di Ruth Hafen, redazione Bulletin<br />
Ruth Hafen I suoi libri trattano in primo luogo<br />
della spiritualità, ma anche della ricchezza<br />
materiale. Nella sua ultima opera «Il Diavolo<br />
e la Signorina Prym» la prospettiva di una<br />
ricchezza improvvisa rovina il carattere di un<br />
intero paese.<br />
Lei è uno degli autori di maggior successo…<br />
Paulo Coelho … e uno tra i più ricchi! (Ride<br />
forte).<br />
… di tutto il pianeta. Il denaro l’ha cambiata?<br />
Io sono sempre stato ricco. La ricchezza<br />
non è legata in primo luogo al denaro che<br />
si possiede. Si tratta piuttosto di come la si<br />
usa, se si sa impiegarla a proprio vantaggio.<br />
Quando ero ancora un hippy ho girato<br />
in lungo e in largo gli Stati Uniti ed una parte<br />
del Messico con soli 200 dollari. Non<br />
mi mancava niente: avevo abbastanza da<br />
mangiare, avevo una ragazza e mi divertivo<br />
tanto. Che cos’è la ricchezza? È solo la<br />
possibilità di fare ciò che si vuole in un certo<br />
momento. E con quei 200 dollari potevo<br />
fare tutto quello che volevo. Oggi ho più<br />
soldi, ma se non posso godermi la vita sono<br />
lo stesso povero. Quello che conta veramente<br />
è che si possano inseguire i propri<br />
sogni, questa è la vera ricchezza.<br />
Quindi, i soldi di per sé non rendono felici.<br />
Allora i suoi potrebbe anche regalarli... Ho<br />
iniziato a scrivere non più giovanissimo, a<br />
38 anni, in un’età in cui la maggior parte<br />
delle persone non comincia nuove avventure,<br />
ma cerca piuttosto di portare a termine<br />
quello che ha iniziato. Fare lo scrittore<br />
era sempre stato il mio sogno, un sogno<br />
che avevo però sempre rimandato. Quando<br />
finalmente si è realizzato ho provato una<br />
grande felicità. Purtroppo tante persone<br />
vicino a me stanno male. Non hanno abbastanza<br />
da mangiare, non hanno nessuna<br />
80 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
possibilità di realizzare i propri sogni, sono<br />
frustrati. Mi sono reso conto di non essere<br />
un’isola: non posso vivere felicemente se<br />
tutt’intorno a me ci sono persone infelici. Ci<br />
sono molte cose che non posso cambiare.<br />
Per esempio non posso modificare l’atteggiamento<br />
di una persona nei confronti del<br />
proprio destino. Per questo non ho cercato<br />
di cambiare il mondo intero, ma ho deciso di<br />
provare nel mio quartiere. Ho fondato l’«Instituto<br />
Paulo Coelho», che attualmente si<br />
occupa di 310 bambini e della loro educazione<br />
e ha a disposizione un budget annuo<br />
di 400 000 dollari. Naturalmente utilizzo anche<br />
la mia fama e il mio successo per far<br />
pressione sul governo affinché vengano migliorate<br />
le condizioni di vita dei più poveri.<br />
La coscienza si scuote quando ci si rende<br />
conto di non essere un’isola.<br />
Sceglie personalmente i progetti da appoggiare?<br />
No, no. Se ne occupa mia moglie<br />
Cristina. Quando abbiamo fondato l’istituto<br />
era chiaro che il denaro era destinato a<br />
progetti nelle nostre vicinanze. Vicino al mio<br />
appartamento di Rio ci sono abbastanza<br />
favelas, dove la gente vive in condizioni di<br />
estrema povertà. Quattro anni fa abbiamo<br />
iniziato con 100 bambini, oggi sono 310,<br />
e il nostro obiettivo è di arrivare a 800.<br />
Lei aiuta chi le sta più vicino. Ha idea di come<br />
si potrebbe migliorare la distribuzione<br />
della ricchezza a livello globale?<br />
Sono consapevole dei problemi che assillano<br />
il mondo. Di una cosa sono profondamente<br />
convinto: se aiuto gli altri, contemporaneamente<br />
ricevo aiuto anch’io.<br />
È energia positiva che viene liberata. Sono<br />
certo che una catena silenziosa della<br />
solidarietà abbraccia il mondo intero. Gli<br />
uomini cominciano a mettersi in contatto<br />
ed a scambiarsi delle idee, a cooperare.<br />
Sono membro del comitato direttivo della<br />
«Schwab Foundation for Social Entrepreneurs»,<br />
una fondazione svizzera. Tramite<br />
questa organizzazione Klaus Schwab intende<br />
mettere in contatto, in tutto il<br />
mondo, coloro che nello svolgere il proprio<br />
lavoro non trascurano gli aspetti sociali.<br />
Vogliamo migliorare il mondo, ma senza<br />
idee romantiche che non portano a niente,<br />
quanto piuttosto con un forte senso della<br />
realtà. Deve sorgere una nuova struttura<br />
economica che tenga conto anche dei<br />
problemi sociali. Tra dieci anni la Schwab<br />
Foundation costituirà un importante catalizzatore<br />
per la promozione dell’imprenditoria<br />
sostenibile dal punto di vista sociale.<br />
Tutto ciò sa tanto di torre d’avorio. Al contrario!<br />
Sono già in corso dei progetti<br />
concreti: sfruttamento dell’energia solare,<br />
preservativi per le prostitute in Thailandia,<br />
un gioco per alfabetizzare i bambini peruviani.<br />
In totale sono circa 40 progetti. Klaus<br />
Schwab intende mettere in contatto chi<br />
lavora a questi progetti con i partecipanti al<br />
World Economic Forum (WEF), per poter<br />
trovare altri aiuti economici.<br />
Lei è uno dei pochi partecipanti al WEF che<br />
non proviene dal mondo della politica o<br />
dell’economia. Non sono l’unico. Vi hanno<br />
già preso parte anche Umberto Eco,<br />
Mario Vargas Llosa, Peter Gabriel, Bono.<br />
Dobbiamo creare le basi per il dialogo.<br />
La società è troppo complessa; cose che<br />
ci influenzano dove ci troviamo esercitano<br />
il loro influsso anche altrove. Un proverbio<br />
cinese recita che il battito d’ali di una farfalla<br />
in Cina può scatenare un uragano<br />
in America. Deve aver luogo una discussione<br />
tra i membri attivi della società. Il WEF<br />
Foto: Tom Haller
«A 38 anni ho deciso di abbandonare la vita che avevo condotto fino ad allora e di diventare scrittore», Paulo Coelho.<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03 81
LEADER<br />
deve contribuire a migliorare il mondo. Tuttavia<br />
ci sono tanti pregiudizi nei confronti<br />
del Forum: peccato, perché al suo interno<br />
viene svolto un lavoro prezioso.<br />
Lei non è d’accordo con gli oppositori del<br />
WEF i quali temono che un piccolo gruppo<br />
di potere, a porte chiuse, decida le sorti del<br />
mondo. Certo, prima lo pensavo anch’io,<br />
ma in realtà nessuno ha questo potere,<br />
questo controllo. Oggi, nel mondo, si ha la<br />
tendenza malsana a semplificare i fatti.<br />
Pensiamo sempre di dover spiegare tutto<br />
e così spieghiamo le cose nel più semplice<br />
e peggiore dei modi. A me piace la semplicità,<br />
ma non basta rappresentare il<br />
mondo in modo così banale, tutto solo in<br />
bianco e nero. Tutte le cose sono collegate<br />
tra loro.<br />
Oltre che per la sua fondazione e per la<br />
Schwab Foundation lei lavora anche per<br />
l’Unesco. Di cosa si tratta? Sono attivo anche<br />
per l’Unesco e per la Shimon Perez<br />
Foundation. Viviamo in tempi in cui il mondo<br />
sfugge sempre più al controllo e nessuno<br />
ne ha più il governo. Ciò può portare<br />
in due diverse direzioni: ad una maggiore<br />
tolleranza o al fondamentalismo. Qui intendo<br />
il fondamentalismo islamico e quello<br />
cristiano, che per me non hanno niente a<br />
che vedere con la fede; preferisco lasciarli<br />
da parte. L’idea dell’Unesco è quella di intavolare<br />
una discussione. Non si tratta di<br />
sedersi a tavolino per parlare di Dio o del<br />
sincretismo religioso, quanto piuttosto di<br />
getttare dei ponti comuni, e questo non è<br />
semplice. È un processo che si trova ancora<br />
nella fase iniziale. Due anni fa sono stato<br />
il primo scrittore non musulmano ad<br />
essere invitato in Iran. Cerchiamo di indurre<br />
persone di culture e fedi diverse a dialogare<br />
tra loro: dobbiamo disinnescare la<br />
bomba dell’intolleranza.<br />
Lei è diventato scrittore solo a 38 anni.<br />
Perché? Perché è tanto facile avere un sogno<br />
ed altrettanto difficile pagarne il prezzo.<br />
Nel momento in cui inizio a vivere il mio<br />
sogno devo confrontarmi con il fatto che<br />
posso vincere ma anche perdere. La paura<br />
è sempre presente. Ne «L’Alchimista» racconto<br />
di un mercante di cristalli che non<br />
vuole realizzare i propri sogni perché ha<br />
paura che la sua vita possa poi non avere<br />
più senso. Nel mio caso era diverso:<br />
pensavo che il mio sogno non fosse realizzabile,<br />
motivo per cui era meglio vivere con<br />
82 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin 1-03<br />
«La vera ricchezza è<br />
quando una persona può<br />
inseguire i suoi sogni.»<br />
Paulo Coelho<br />
quest’idea romantica e lamentarmi della<br />
società e di tutto il resto, piuttosto che cercare<br />
di realizzarlo andando forse incontro<br />
ad un fallimento. Durante il mio primo pellegrinaggio<br />
sul Cammino di Santiago, il<br />
momento di svolta della mia vita, mi resi<br />
conto quanto ero stato vigliacco per 38 anni.<br />
Avevo sempre cercato di vivere nel modo<br />
più comodo possibile senza correre il<br />
rischio di realizzare il mio sogno. Mi sono<br />
detto: adesso inizi a vivere il tuo sogno, nel<br />
farlo puoi vincere o perdere. È tardi, ma<br />
è ancora tutto possibile. Non era troppo<br />
tardi. Decisi di abbandonare la vita che<br />
avevo condotto fino ad allora.<br />
Che ruolo hanno religione e fede nella sua<br />
vita? Fede e religione sono due cose diverse.<br />
La religione mi dà la disciplina. Io non<br />
penso che la disciplina sia una delle cose di<br />
maggior rilievo al mondo, ma per me ha<br />
un grande valore. La fede per me è molto<br />
importante. Bisogna conquistarsela ogni<br />
giorno, è un po’ una sfida con se stessi<br />
e come in tutte le sfide non ti senti mai del<br />
tutto sicuro, per cui devi credere.<br />
Cosa fa quando non sa più cosa fare e come<br />
agire? Mi aggrappo ai segni. Credo fermamente<br />
che si possa vedere tutto nei segni.<br />
Se mi concentro con la massima attenzione<br />
vedo i segni, l’alfabeto di Dio. La risposta<br />
alle mie domande può essere ovunque, nel<br />
tassista, nel portiere, in un passante. I segni<br />
possono manifestarsi ovunque ed io li<br />
seguo.<br />
Lei è fortunato, non tutti vedono questi<br />
segni. Sì, sono fortunato. Lo scrittore<br />
Carlos Castaneda una volta ha detto che<br />
ognuno di noi ha un centimetro cubo di<br />
felicità: il segreto della vita consiste nel<br />
seguire questo centimetro cubo.<br />
Link:<br />
3 www.paulocoelho.com<br />
3 www.schwabfound.org<br />
3 www.rcs.it<br />
Da hippy e mago a scrittore ricco e famoso<br />
Paulo Coelho, nato nel 1947, è diventato scrittore solo a 38 anni. Dopo aver interrotto gli<br />
studi di Giurisprudenza, negli anni Settanta scrive testi di critica sociale per le canzoni di<br />
Raúl Seixas, una rockstar brasiliana. La giunta militare, per la quale il futuro scrittore<br />
costituisce una spina nel fianco, lo arresta ripetutamente, una volta viene addirittura trattenuto<br />
per una settimana intera nel corso della quale viene anche torturato. In seguito lavora<br />
come manager per la casa discografica Polygram. Con «L’Alchimista» diventa famoso.<br />
Il giudizio della critica, che lo definisce scrittore di media levatura, non intacca il suo<br />
successo presso il pubblico: con una tiratura di 45 milioni di libri in 56 lingue Coelho è<br />
uno dei cinque autori più venduti al mondo. Tra i suoi fan si contano anche Bill Clinton e<br />
Madonna. Nell’ottobre 2002 Paulo Coelho è divenuto membro dell’Accademia Brasiliana<br />
delle Lettere. Lo scrittore vive con la moglie, la pittrice Cristina Oiticica, a Rio de Janeiro<br />
e a Tarbes, nel Sud della Francia.<br />
Foto: Tom Haller
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