Strada Maestra n.33 - Raffaele Pettazzoni
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Il vecchio compagno di scuola Manete Tomesani ora sacerdote<br />
Come abbiamo già detto, a <strong>Pettazzoni</strong> manca il tempo e forse anche la<br />
voglia di partecipare a queste basse polemiche; certamente scambia qualche<br />
parola, discute con un vecchio compagno delle elementari e vecchio<br />
compagno della Gioventù cattolica, cioè con il sacerdote don Manete<br />
Tomesani. E questi un prete battagliero di spiriti liberali (sembra che sia<br />
«liberale» anche di costumi), il quale vivrà con passione le tre epoche del<br />
cattolicesimo politico italiano: ora con Romolo Murri e i democratici<br />
cristiani (e fieramente antisocialista), nel primo dopoguerra con don Luigi<br />
Sturzo e il Partito popolare (e sarà coerentemente antifascista), nel secondo<br />
dopoguerra con Alcide De Gasperi e il Partito democratico-cristiano (e<br />
anticomunista) (24). Non ostanti i dissensi politici e religiosi, don Manete e<br />
<strong>Pettazzoni</strong> manterranno per tutta la vita buoni rapporti di amicizia.<br />
Il nome di <strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong> risuona per la prima volta in un<br />
congresso internazionale (agosto 1908)<br />
Prima di partire per il viaggio di studio in Europa <strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong><br />
incontra certamente il prof. Pullé a Bologna; può così vedere le bozze del<br />
suo lavoro Amesaspentas e Adityas e insieme altri lavori che appariranno<br />
negli Studi italiani di filologia indo-iranica diretti dal suo maestro.<br />
Anche Pullé è sul punto di partire per l'estero: egli è stato designato,<br />
insieme con Angelo De Gubernatis e Ignazio Guidi, a rappresentare<br />
ufficialmente il governo italiano al XV Congresso internazionale degli<br />
orientalisti che s'inaugura a Copenaghen il 14 agosto (25).<br />
Durante la sessione (che si conclude il 20 agosto) De Gubernatis, il<br />
quale è il decano, l'ultimo superstite dei dodici fondatori dell'istituzione<br />
internazionale, in assenza di Guidi, impedito di partecipare per ragioni di<br />
famiglia, presenta le pubblicazioni della Scuola di lingue orientali di Roma<br />
(tra le altre, dal luglio 1907, si pubblica la Rivista di studi orientali).<br />
Il Pullé presiede la seduta della seconda sezione martedì mattina 18<br />
agosto; alle 9.45 egli presenta una nuova serie di volumi degli Studi italiani<br />
di filologia indoiranica (dal VII all'XI, quattro fascicoli — in bozze —<br />
riteniamo) e insieme i loro autori, tutti giovani studiosi usciti dalla Scuola<br />
bolognese: <strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong>, Luigi Suali, Ambrogio Ballini, Ferdinando<br />
Belloni-Filippi, Carlo Bernheimer.<br />
Il nome di <strong>Raffaele</strong> <strong>Pettazzoni</strong> risuona dunque per la prima volta in un<br />
congresso internazionale; il suo lavoro di mitologia comparata indo-iranica<br />
ha «l'onore di alcune osservazioni, concernenti il valore delle designazioni<br />
planetarie presso i Babilonesi» da parte dell'illustre assiriologo Morris<br />
Jastrow jr., professore dell'Università di Philadelphia (26).<br />
Di queste osservazioni naturalmente <strong>Pettazzoni</strong> terrà conto nella stampa<br />
definitiva che si fa attendere fino al novembre 1909; in futuro avrà anche<br />
rapporti diretti con lo studioso americano: da lui riceverà, per esempio,<br />
l'estratto dell'articolo<br />
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